Conan, Kid ed il Sequestro di colore blu.

di Irene_Violet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1: La scomparsa della bambina blu ***
Capitolo 2: *** #2: Kaito all'Agenzia Investigativa Mori ***
Capitolo 3: *** #3: Aoko nello scantinato ***
Capitolo 4: *** #4: Sulle tracce della verità ***
Capitolo 5: *** #5: Il Riscatto ***
Capitolo 6: *** #6 - Il Bianco e il Blu ***
Capitolo 7: *** #7 - SPECIAL: E se fosse tutto un film? ***



Capitolo 1
*** #1: La scomparsa della bambina blu ***


Conan, Kid ed il Sequestro di colore blu.
(コナンとキッドと青の色誘拐事件, Conan to Kiddo to ao no iro yūkai jiken)



L'Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti voi, che siete incappati in questa piccola Fic Crossover tra Magic Kaito e Detective Conan.
Ho deciso di creare qui il mio piccolo spazio personale, per fare un paio di piccoli appunti.
Voglio cominciare col dire, che ho fatto tutto il possibile per evitare errori di battitura ed ho tentato di curare al massimo la punteggiatura,
tuttavia trattandosi si un documento Office di ben 151, capirete bene che per quanta attenzione uno possa fare, qualcosa possa anche essermi sfuggito, quindi, siate comprensivi.
Per quanto riguarda la storia in sé, è la prima volta dopo tanto tempo che mi sento così bene nello scrivere una fanfiction, per questo mi auguro, che per quanto il caso non sia nulla di estremamente elaborato, possa comunque piacervi. E' bene che sappiate, che la storia è raccontata da diversi POV, per rendere la narrazione più dettagliata. Per questa ragione, varie situazioni, si ripeteranno, dal punto di vista di personaggi diversi. Spero che tutto ciò, non renda la lettura troppo pesante. Infine, voglio avvisarvi che ho fatto varie Refernces, all'interno dei capitoli, sia per scritto, che tramite immagini che inserirò nei capitoli. Citerò, tali References, alla fine di ogni capitolo, quindi potreste incorrere in spoiler di qualche tipo.
Datto questo, vi auguro buona lettura. Ditemi cosa ne pensate, okay?  Saluti.                       -Irene_Violet,
P.s.: Non chiedetemi perché ho provato a tradurre il titolo in Giapponese.



 

Capitolo 1: La scomparsa della bambina blu

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POV Kaito Kuroba.


«Fermati Kid!»
 

Urlò con rabbia, il giovane detective Conan Edogawa, mentre inseguiva lo sfrontato ladro vestito di bianco, per i corridoi del museo di Tokyo, in cui si trovava esposto in quei giorni, il prezioso smeraldo conosciuto come “Tiger Eye”, esposto al museo dopo la dipartita del suo affezionatissimo possessore, come disposto nelle sue ultime volontà. Lo smeraldo avente un nome analogo ad un altro genere di pietra preziosa, è stato così ribattezzato a causa di una particolare caratteristica della gemme, ovvero la presenza di una striatura nera esattamente al centro di essa, che ricorda perfettamente la forma dell'occhio di un felino. Non si comprende esattamente quale sia l'origine di questo “difetto”, fatto sta che, proprio questa particolarità ha reso la gemma popolare poiché unica nel suo genere.

Inutile dire, che all'arrivo dell'avviso di Kid, in cui dichiarava di essere intenzionato a rubare la pietra, durante il breve periodo della sua esposizione, l'ispettore Nakamori fece i salti mortali per collocare più agenti possibili all'interno della struttura – sia in divisa che in borghese – per evitare che il furto venisse portato a termine. Oltre agli agenti, Nakamori fece inoltre piazzare una teca “ultra-resistente in diamante” o per lo meno così, gli era stata descritta dal venditore – che non era altro che il vecchio Jii che impersonava un vetraio –. Essendo la teca un falso, il ladro non ebbe problemi ad installarvi un congegno fumogeno all'interno ed a trafugare la gemma, tramite una fessura presente nel vetro, per poi dileguarsi in un lampo, approfittando della distrazione di tutti. Un giochetto facile facile insomma, Se solo non fosse stato presente all'esposizione, anche Conan, gentilmente invitato in veste di Anti-Kid, da Jirokichi Suzuki – che aveva comprato la gemma, esposta poi al museo, sia a causa della volontà del suo precedente possessore, sia per tentare per l'ennesima volta di mettere le mani sul Ladro Fantasma –.

E quindi eccoci di nuovo qui: ad un testa a testa tra il Grande Detective Shinichi Kudo, ed il Grande Ladro Illusionista 1412.

Dopo la lunga corsa tra i corridoi, braccato da Conan e dagli agenti di Nakamori, Kid decise di darsela a gambe com'era nel suo stile. Dunque raggiunta una delle grandi finestre che si affacciavano su una strada secondaria, poiché quella principale era letteralmente invasa dai fan adoranti. Kid, corse incontro alla finestra che gli si parò di fronte, sfondandola e volando via in deltaplano. O per lo meno, era ciò che voleva far loro credere. Infatti, semplicemente Kaito, aveva utilizzato la scala antincendio alla quale si era aggrappato, ed aveva fatto librare in aria il solito fantoccio, dietro cui Nakamori i suoi avrebbero corso a perdi fiato, come sempre.

Sentì infatti esclamare l'Ispettore - «Maledetto Kid! Coraggio non lasciatelo scappare!!» - per poi sentire il passo di corsa, sfrenato degli agenti che si dirigevano verso l'uscita del museo.

Quando sembrò tutto tranquillo, il ragazzo si liberò dei panni del Mago del chiaro di luna ed indosso una tuta nera, ed un berretto con la visiera, per poi scendere in strada. Kaito pose la gemma in contro luce, verso la pallida luna, ma nulla. Nessuno scintillio rossastro: quella non era Pandora.

«Ancora una volta nulla, eh?» - sospirò rammaricato, afferrando saldamente la gemma nel palmo della mano destra - «Mah, credo di non avere scelta!»

«La restituirai di nuovo?» - la voce sottile del piccolo Conan fu chiaramente udibile dal ladro, che abbassandosi il berretto sugli occhi, sorrise e si voltò, verso la sua nemesi.

«Yo, grande Detective» - Kaito lo salutò con un cenno - «Esatto. Ho solo raccolto l'ennesima sfida del consigliere Suzuki. Questa gemma in realtà non m'interessa» - spiegò lui, rigirando la pietra tra i guanti bianchi, che ancora indossava - «Puoi restituirlo tu per me? Thank you!» - disse gettando contro Conan, l'occhio di tigre, che il piccolo occhialuto, prese al volo - «Direi che si è fatto piuttosto tardi. Ci vediamo Conan, stammi bene» - a passo sicuro Kaito si allontanò nel vicolo per poi sparire, nell'oscurità della notte.

Conan rimase qualche secondo immobile per la sorpresa, quando Kid gli lanciò la gemma con un indescrivibile nonchalance. Quando però si rese conto che il suo momentaneo smarrimento, aveva dato il tempo a Kid di scappare, Conan tentò di corrergli dietro, ma fu tutto inutile. Oramai era sparito, confondendosi tra la folla.

«Dannazione!» - affermò il ragazzino, tirando un pugno alla parete del vicolo a lui vicina, ignaro che Kaito, lo osservasse con un sorrisetto trionfante in volto, pochi metri più in là.

 

 

Il giorno seguente, Kaito si recò a scuola come tutti i giorni, e come ogni giorno, dopo un colpo di Kaitō Kid, avrebbe dovuto sorbirsi le lamentele di Aoko verso il suo alter ego, per quanto questo avesse umiliato suo padre, ancora una volta.

Il moro sospirò mettendosi a sedere al suo posto. Già poteva sentirla strillare.

«Quel maledetto Kid! Il padre di Aoko ha perso di nuovo il sonno a causa sua. Ma chi si crede di essere, così arrogante e presuntuoso. Non lo sopporto proprio, lo detesto!» - poi si sarebbe seduta al suo posto con fare scontroso, per almeno la prima ora di lezione, in cui non avrebbe detto una parola.

“Cosa ci posso fare? Dovrei farmi arrestare per il bene di quell'Ispettore fannullone, Aoko?”

Kaito spinse la schiena sullo schienale ed alzò la testa mettendosi a guardare il soffitto, in attesa della classica scena. Qualche minuto dopo una ragazza dai capelli ondulati, occhi azzurri e dalle forme poco accentuate, fece il suo ingresso nell'aula, dirigendosi verso il banco di Kaito, posto accanto al suo.

Ci siamo. 3..2...1... Ed eccola che scoppia!”

«Kaito, buongiorno!» - la frizzante voce della ragazza, attraversò i padiglioni di Kaito, in tutta la sua allegria e vivacità, e quando lui si voltò a guardarla, le vide stampato in faccia un ampio sorriso. Aoko era radiosa. Kaito dovette battere le palpebre un paio di volte prima di realizzare che fosse effettivamente di buon umore, e la cosa lo stupì parecchio.

«Yo Aoko» - ribatté un po esitante - «Come mai così allegra? E successo qualcosa?»

La castana annuì, per poi affermare - «Ho vinto»

«Eh?» - il viso di Kaito assunse un'espressione sconvolta, non avendo minimamente capito cosa la rendesse così pimpante.

«Guarda questo!» - la ragazza pose a pochi centimetri dal naso di Kaito, un biglietto colorato con la scritta “Congratulations”, in caratteri dorati. Sullo sfondo erano disegnati oltre a palloncini e coriandoli, simbolo della vittoria, anche un cappello a cilindro, un coniglio bianco ed una bacchetta - «Ieri, ho partecipato ad un concorso a premi ed ho vinto due posti speciali per lo spettacolo di Magia che si terrà questa Domenica all'Hotel Haido. Che te ne pare? Fantastico, vero?» - concluse lei ridacchiando, ancora al settimo cielo per la bella opportunità che le si presentava.

«Siamo sicuri che non ti sia messa ad implorare il povero gestore della lotteria per darti i biglietti, dopo che avevi speso tutto quello che avevi?» - rispose acidamente come sempre, per provocare la sua amica d'infanzia, che come previsto sbuffò infastidita.

«Che vorrebbe dire?! Aoko non fa certe cose!» - disse, gonfiando le guance, con aria offesa.

«Certo che no» - una voce femminile intervenne alle loro spalle, mentre entrava nell'aula. La ragazza in rosso, aveva sentito tutto il discorso e come al solito non poté fare a meno di intromettersi.

«Akako-chan?»

«Dopotutto, non ci si può aspettare che abbia sedotto il gestore, dato il “fascino bambinesco” che Nakamori-san possiede. Ohohohoh» - così dicendo la strega rossa superò i due e si diresse verso il suo banco, ridacchiando in modo isterico, come suo solito.

“Quello è ciò che faresti tu” - pensò Kaito, mostrando un sottile ghigno ironico.

«Aspetta, Akako-chan!» - disse Aoko prendendo la mano dell'amica prima che potesse allontanarsi troppo - «Ti va di accompagnarmi? Il buono vale per due, quindi-»

La ragazza troncò immediatamente il discorso, stizzita - «Che sfrontata! Non ho la minima intenzione di perdere il mio tempo, a vedere uno spettacolo di quel tipo. Cerca di crescere un po Nakamori-san!» - detto ciò Akako si allontanò infastidita.

«Huh?» - Aoko rimase stranita da quella reazione - «Chissà cos'è preso ad Akako-chan»


“Eh eh, naturale. Per una Strega è impensabile partecipare ad uno spettacolo di magia.”


In quel frangente il detective londinese, fece il suo ingresso nell'aula sbadigliando, sedendosi al suo posto.


«Ah, Hakuba-kun, Buongiorno.» - sorrise Aoko, avvicinandosi al banco del ragazzo.


«Buongiorno Aoko-san» - rispose il ragazzo dei capelli castano chiari ondulati, con un lieve sorrisetto in viso - «Sembri molto allegra stamani. Ti è successo qualcosa di bello?» - domandò.

«Esatto» - annuì lei - «Vedi? Ho vinto questo buono per uno spettacolo di magia per due persone e mi stavo chiedendo... ecco...» - la ragazza arrossì leggermente, nel proporre al detective di accompagnarla. Aveva intuito che ad Hakuba piacesse Akako, ma comunque, a provare ad invitarlo ad un uscita per divertirsi un po insieme, dopotutto non c'era nulla di male.

“Cosa?! Perché, dovrebbe chiedere a quel detective da strapazzo di accompagnarla?! Non dirmi che Aoko...” - un leggero brivido freddo attraversò la spina dorsale di Kaito, mentre fissava i due, poco lontano da lui. Non se ne sarebbe certo stato lì come un ebete a fissarli combinare l'ora dell'incontro, spaccando il secondo, come quel Hakuba era solito fare! Doveva intervenire in qualche modo!

«Non perdere tempo. Quella sotto specie di detective, avrà sicuramente qualcosa di meglio da fare, non credi? Dubito, che nel suo tempo libero, sia interessato ad andare a vedere uno spettacolo di magia!»

«Chi può dirlo» - replicò Hakuba, voltandosi verso il moro che aveva perlato in modo così sfrontato - «E' vero che sono stato molto impegnato in questi giorni. Difatti stavo risolvendo un caso di omicidio» - fece una piccola pausa all'interno della quale pensò: “è anche per questo che non ho potuto assistere all'ultimo furto di Ladro Kid” - «Tuttavia non saprei dire, potrei anche essere libero per quella data.» - disse con la stessa punta di arroganza che Kuroba aveva usato contro di lui, per poi prendere con portamento “inglese”, acquisito nel suo periodo di studi all'estero, la mano della ragazza ed appoggiare delicatamente, la punta delle sue labbra su di essa. Eseguendo così un'elegante baciamano, che istintivamente fece avvampare Aoko - «Potrebbe sembrare scortese, ma posso domandarti di aspettare fino a domani, in modo da darti una risposta chiara e definitiva?» - domandò Hakuba, lasciando la mano di Aoko e sorridendole, dolcemente.

Ella annuì, con le guance toccate da una punta di rossore - «C-Certo.»

«Tch... Kid non ha inviato un avviso per Lunedì prossimo?» - disse Kaito guardando in cagnesco Hakuba - «Se andrai a quello spettacolo la sera prima, Kid non riuscirai a prenderlo neppure se ti si fermasse di fronte offrendoti le braccia per essere ammanettato. Kekeke» - il ragazzo ridacchiò.

Jii-chan ha già predisposto tutto il necessario per il colpo e tutto ciò che resta da fare e rivedere il piano e fare un piccolo sopralluogo prima del colpo. Niente di cui preoccuparsi. Quel Bastardo di Hakuba, invece, sicuramente dovrà arrovellasi il cervello per un po”.

«Cavolo Kaito! Sei davvero invadente» - sbuffò Aoko, che poi si voltò verso Hakuba sorridendo - «Ad ogni modo, non c'è problema Hakuba-kun. Certamente spero in una risposta affermativa, ma in caso contrario, non è certo colpa tua. Dopotutto sei un detective. Devi fare del tuo meglio per incastrare quel ladruncolo da strapazzo!» - esclamò portando in alto il pugno con convinzione.

“Ohi Ohi, dacci un taglio” - Kaito sbuffò, girandosi verso la finestra mettendosi a guardare fuori - “Accidenti questa doppia vita, è frustrante”

Diversi minuti dopo la professoressa giunse in classe e la prima ora ebbe inizio.
Kaito non seguì granché, ancora infastidito dalle parole di Aoko e dal suo invito verso Hakuba, con fare imbarazzato, Mentre questi pensieri affollavano la mente del giovane Kuroba, giunse l'ora dell'intervallo. Aoko si accasciò sul banco sospirando.

«Uffa! Anche Keiko ha rifiutato. Sembra proprio che nessuno, possa accompagnare con sicurezza, Aoko allo spettacolo di Magia» - Kaito, che aveva distolto la sua attenzione dal cortile della scuola, rise nel suo modo caratteristico - «Cosa c'è?» - domandò la ragazza, portando lo sguardo su di lui, infastidita. Kaito mantenne un espressione neutra, dicendo che non era nulla. Concluso l'intervallo trascorsero altre ore di lezione, fino alla fine della giornata.

Come di consueto, quel pomeriggio, sarebbe toccato proprio a Kaito e Aoko pulire l'aula prima di lasciare l'edificio. Metterono a posto banchi e sedie, pulirono il pavimento, i cancellini e la lavagna.

«Alla fine non sono proprio, riuscita a concludere nulla» - disse la castana con aria di rassegnazione - «Mi toccherà andarci da sola, però è un peccato sprecare l'altro biglietto omaggio. Che disdetta.»

Un po scocciato da quella storia, Kaito attaccò discorso domandando - «Perché non porti con te l'Ispettore?»

«E' la prima cosa che ho pensato» - rispose la ragazza - «Ma lui mi ha risposto così: “Niente da fare! Ho intenzione di catturare Kid e devo prepararmi. Mi dispiace Aoko, porta un amico”. E' andata a finire come tutte le altre volte, preso sempre da quel ladro al punto da non poter prendersi neanche una sera di pausa.» - imitò l'atteggiamento e la parlata del padre, per poi sbuffare ancora, accasciandosi su un banco, lasciando cadere a terra la scopa, quando ebbe finito, con un espressione abbattuta in volto.

Il ragazzo, allora intravedé una possibilità di proporsi ad Aoko come accompagnatore, cosa che lei non aveva fatto, forse perché non credeva avrebbe accettato o perché semplicemente s'imbarazzava a farlo.

Kaito si grattò la guancia ed arrossì lievemente, guardando con la coda dell'occhio Aoko, mentre era giurato in direzione delle finestre dell'aula - «N-Non ho scelta!» - disse, per poi voltarsi verso di lei, con un sorriso sicuro sul volto - «Domenica non ho nulla da fare, quindi potrei accompagnarti io.»

«Kaito...» - Il viso triste di Aoko, subito s'illuminò di gioia, i suoi occhi luccicarono e le sue labbra s'incurvarono nello stesso sorriso radioso di quella mattina - «Davvero? Verrai davvero?» - chiese lei, avvicinandosi, sorridendo al suo amico d'infanzia.

«Ci verrò eccome!» - esclamò prendendo un fazzoletto dalla tasca. Kaito afferrò dunque la mano destra di Aoko, la dischiuse in modo che il palmo fosse rivolto, verso di lui e vi posò poi su il fazzoletto, continuando – «Dopotutto è uno Show di Magia, giusto? Non c'è posto migliore per un Mago se non un Magic Show» - finito di dire ciò un rigonfiamento si era formato sotto il fazzoletto che poco prima era lineare, nella mano di Aoko.

«Oh, sì sta muovendo qualcosa!» - affermò lei, allora Kaito, tirò via il fazzoletto ed una colomba bianca schizzò in aria, volando per l'intera aula come se stesse facendo una prova di volo - «Wow, è bellissima!» - esclamò la ragazza seguendola con un'espressione sognante.

Kaito fischiò ed attirò la colomba verso di se, aspettando che si posasse sul suo dito, a quel punto la avvicinò ad Aoko, che con un dito accarezzò la testolina dell'animale, che sembrò apprezzare il gesto.  La figlia di Nakamori, sorrise poi verso Kaito - «Allora, in caso domani Hakuba-kun, dovesse declinare del tutto l'invito, ti aspetterò per le otto, davanti casa, okay?» - domandò Aoko mentre continuava ad accarezzare la tenera colomba. Kaito annuì.

«Alle otto, eh?» - ripeté - «D'accordo, ci sarò» - affermò con un sorriso.
Certo, Kaito storse un po il naso, quando Aoko gli ricordò Hakuba, ma decise di ignorare la cosa. La gioia nell'espressione della sua amica d'infanzia infatti, era a suo parere vittoria più grande, che avrebbe mai potuto ottenere, su quel damerino tanto irritante.

Passarono diversi minuti, ed i due lasciarono in libertà la colomba bianca, che sarebbe volta via chissà dove. I due rimisero a posto gli utensili per la pulizia ed insieme lasciarono l'aula, per dirigersi nell'atrio. Presero le scarpe dai rispettivi armadietti e si avviarono in strada, verso casa.

«E a quel punto Keiko, l'ha guardato malissimo e gli ha lanciato addosso il suo libro. E' stata così buffa!» - Aoko raccontò un aneddoto accaduto durante un'uscita con Keiko al centro commerciale. Kaito l'ascoltò e sorrise inconsciamente, pensando ad un cameriere sbruffone, che aveva irritato la ragazza occhialuta, tanto da beccarsi un colpo di libro. Pensare che potesse perdere l'espressione composta e solare per esplodere in un moto di rabbia, era davvero assurdo ed al contempo buffo, esattamente come aveva detto Aoko.

I due chiacchierarono per un po quando ad un certo punto del percorso Aoko, smise di camminare di colpo, Kaito vedendo quella brusca fermata si voltò verso di lei - «Che succede, Aoko?» - chiese.

«Mi sono appena ricordata, di non avere l'occorrente per la cena di stasera.» - ribatté la ragazza.


«Cosa? Ma dove hai la testa, si può sapere? Quella vincita alla lotteria ti deve aver dato alla testa» - disse assottigliando lo sguardo, con un espressione dubbiosa.

La ragazza, un po imbarazzata – dal momento che Kaito non aveva tutti i torti – guardò l'asfalto per qualche secondo, per poi alzare il viso sorridendo - «E dai, adesso vado a comprare qualcosa e si sistema tutto.» - dicendo ciò indietreggiò sorridendo- «A dopo Kaito!» - poi fece dietro-front, non troppo lontano vi era un Mini-Market, molto comodo, per fare qualche acquisto veloce, per una cena spartana, rimediando nella maniera più semplice possibile al suo errore.

Il giovane Kuroba, guardò la ragazza allontanarsi di fretta, con un sorrisetto lieve che gli solcava il viso - «Accidenti. Sei proprio una bambina, Aoko»

Kaito decise di approfittare di quello scarto di tempo in cui la sua amica d'infanzia, per fare un sopralluogo del museo, nel quale avrebbe fatto il prossimo colpo: L'hotel New Beika, non troppo lontano da dove si trovava, gli bastava percorrere il corso principale e lo avrebbe raggiunto senza difficoltà.

Si trattava di un edificio non esageratamente alto con ampie vetrate. Kaito scattò qualche foto e fece qualche considerazione, per poi tornare sui suoi passi. Nel frattempo si era fatto buio, ed il ragazzo cominciò ad avere fame – per fortuna aveva ancora qualcosa in casa, quindi mangiò qualcosa di veloce, per poi buttarsi sul letto con il suo tablet. Fece qualche ricerca rispetto al gioiello ed all'Hotel, nella cui sala principale, sarebbe stato esposto. Dopo diverse ore, Kaito cominciò a sbadigliare, quindi spense il tablet e la luce, per poi mettersi a dormire. Il giorno dopo, si sarebbe sicuramente scusato con Aoko per aver saltato la cena a casa Nakamori.



 

POV Aoko Nakamori.

Oramai si erano fatte le 7 di sera, quando Aoko uscì dal Mini-Market, con due buste piene di diversi articoli, reperiti nel negozietto. La ragazza era allegra e canticchiò sulla via del ritorno - «Bene! Preparò una fantastica cenetta per Papà e Kaito, ed ho anche risparmiato parecchio!» - sorrise la ragazza. Il cielo si era fatto scuro da circa un'oretta, e l'aria si faceva via via più fredda - «Brr... si è fatto piuttosto tardi, è meglio che mi sbrighi a tornare indietro»

Detto ciò, la ragazza si mise a correre, per strada, prefiggendosi di non fermarsi di fronte a nulla, per non far aspettare troppo il Padre e Kaito; tuttavia qualcosa bloccò la ragazza, nei pressi del Parco di Beika. Sentì infatti un paio di voci parlare sommessamente, in un angoletto vicino al cancello d'ingresso. Aoko, spinta dalla curiosità, si avvicinò di a mal appena qualche passo, per tentare di capirci qualcosa di più. Dunque riuscì a sentire un discorso a dir poco inquietante.

«Ed ora cosa facciamo, Fuyuki? E' bello che andato e non possiamo mica lasciarlo qui?» - disse la voce di un uomo, apparentemente in sovrappeso, almeno per la fatica nel cui pronunciò quella frase.

«Che domande sono idiota! Dobbiamo sbarazzarci del corpo in qualche modo ed allontanarci da qui il prima possibile. Prima che la polizia si accorga che è sparito o che sospetti di noi» - rispose l'altro con voce profonda e cavernosa.

«Sì, ma come vorresti liberartene?» - domandò il primo uomo.

«Ci inventeremo qualcosa. Forza, andiamo alla macchina, carichiamolo su e portiamolo nel nostro rifugio. Poi, decideremo che fare di lui.» - rispose il secondo.


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Aoko terrorizzata, indietreggiò di qualche passo, e per una fatalità pestò un piccolo rametto, posto all'ingresso del parco, che doveva essere stato trasportato lì dal vento. Quel lieve rumore attirò l'attenzione dei due uomini e subito il secondo uomo si precipitò all'ingresso del Parco, e vedendo Aoko, esclamò:

«Maledizione, una ragazzina! Vieni qui svelto!» - esclamò, mentre si diresse verso Aoko, che non riuscì a muovere un muscolo dalla paura, e subito dopo svenne. Il primo uomo, che effettivamente era di corporatura grassoccia, ansimando si avvicinò ai due.

«Che succede?» - domandò, l'uomo robusto che aveva capelli corti oleosi neri ed occhialetti piccoli sul viso.

«Questa ragazzina ci deve aver sentiti. Ora abbiamo un altro problema. Diamine!» - il secondo uomo era muscoloso, con capelli lunghi castani,raccolti in un codino.

«O cavoli e adesso secondo te, come ne usciamo Fuyuki?» - domandò l'uomo occhialuto.

«Piantala di chiamarmi per nome Sakata! Ti sei completamente rincretinito per caso?» - gli ringhiò il giovane, facendo spaventare il compare.

«E perché mai, scusa?»

«Ma non ci arrivi imbecille?! Se la ragazzina ha sentito ogni cosa, compreso il mio nome, è in grado di andarmi ad identificare molto più facilmente alla polizia!»

«H-Hai ragione» - balbettò Sakata - «Allora, cosa credi sia meglio fare?» - domandò.

«Semplice. La portiamo nel nostro nascondiglio assieme al cadavere. Chiederemo un riscatto per la ragazza, visto che, dopo tutto quello che abbiamo combinato, la cosa più saggia da fare e lasciare la città o addirittura il paese, e quando l'avremo ottenuto... la faremo fuori. Ed infine, faremo sparire ogni traccia dei cadaveri, prima di sparire per sempre con il malloppo»- disse Fuyuki, con un ghigno malefico sul volto.

I due uomini, approfittando del buio della sera, caricarono il cadavere dell'uomo che avevano assassinato, nel bagagliaio della Mitsubishi GT 3000, di colore bianco, insieme a lui, posero nel bagagliaio anche la giovane Aoko per poi richiudere il tutto e partire in direzione dell'abitato.

Neppure dieci minuti dopo, con una sosta ad un distributore automatico per comprare delle sigarette, furono arrivati al loro nascondiglio, un'anonima casa con la targhette “Famiglia Amano”. I due ebbero accesso alla casa, tramite un mazzo di chiavi, che Fuyuki aveva sottratto alla vittima, che egli portava in braccio. Sakata aveva con sé Aoko, che era ancora priva di sensi. I due ebbero accesso alla casa, accendendo tutte le luci, portarono i due giù nel piano seminterrato, dove Amano teneva imballati vari piccoli scatoloni. Il cadavere del padrone di casa, venne gettato malamente sul pavimento dal ragazzo con il codino che si mise a ridere guardandolo, per poi ordinare al compagno di immobilizzare l'ostaggio e di cercare qualcosa che fosse utile, per rintracciare i suoi cari, così da chiedere il riscatto. Sakata eseguì, legò la giovane Nakamori ad un pilastro del seminterrato, per il busto con la catena di una bicicletta, trovata nello stesso luogo. Quando ebbe finito, frugò in una delle tasche della gonna della divisa scolastica della ragazza, trovando al primo colpo, il suo tesserino identificativo, dove erano contenute le sue generalità, senza preoccuparsi di altro. A quel punto i due salirono al piano di sopra, lasciando l'ostaggio ed il cadavere in quella stanza buia e fredda. Giunti al primo piano, i due accesero il PC di Amano, a quel punto fecero una breve ricerca in internet, dopo aver letto il tesserino della ragazza:


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Tesserino Studente, Liceo Ekoda.

Cognome: Nakamori

Nome: Aoko

Anno: 2

Sezione: B”

 

Una volta digitato il cognome della ragazza, nella barra di ricerca, diversi articoli comparvero citando “Nakamori” associato alla parola “Ispettore” ed associato sempre a quel nome, si poté vedere spuntare tra i correlati, anche la parola “Kid”. Dopo una breve lettura di uno di essi, compresero che Nakamori era un Ispettore di polizia, che si occupava dei furti del fantomatico Ladro Fantasma, Kid. Nonostante gli svariati risultati, Fuyuki era ancora poco convinto che quella fosse l'identità della ragazza, fino a quando non trovò tra i vari articoli, una foto di un uomo baffuto in abito elegante, in compagnia della ragazza che avevano legato nel seminterrato. La didascalia riportava: Da destra l'Ispettore Ginzo Nakamori, in compagnia di sua figlia Aoko Nakamori.

«Eccola, è lei!» -esclamò il ragazzo grassoccio, non appena vista la foto - «A quanto pare è proprio la figlia di quell'ispettore di polizia!»

Letta la breve citazione della didascalia, Fuyuki sorrise nuovamente - «Ehi Niji» - chiamò rivolgendosi al compagno - «il tuo Hobby è disegnare dico bene?»

«Sì... ma perché me lo chiedi?» - domandò piegando la testa confuso.

«Ci sarà un leggero cambio di programma. Ho appena avuto un'ottima idea» - disse sghignazzando, mentre osservava l'articolo, che citava, un colpo di diversi mesi prima, del ladro dal mantello bianco.



 

POV Kaito.

La mattina seguente, Kaito venne disturbato dal suono persistente della sveglia, che lo costrinse ad alzarsi per spegnerlo. Il ragazzo indossò la sua divisa scolastica, si fece un caffè ed un toast ed uscì di casa per andare a scuola, chiudendo a chiave la porta di casa, alle sue spalle. Gli risultò un po strano, che la sua sveglia, quella mattina, non fosse stata la voce squillante di Aoko, proveniente dalla casa accanto, ma pensò che per una mattina, semplicemente Aoko avesse deciso di farlo arrangiare per conto suo, in modo da non farlo abituare troppo alla comodità della “pappa pronta”. Era irritante, ma non faceva una piega. Mai aspettarsi tutto dalla vita!

Fu una volta uscito di casa che una voce, richiamò la sua attenzione - «Oh, Ehi! Kaito-kun!» - l'ispettore Ginzo Nakamori, spettinato, con la cravatta che gli cingeva la testa ed un abbigliamento trasandato, si diresse di corsa verso di lui.

Probabilmente la sera prima, l'ispettore – convinto di essere in grado di acciuffare Kid, il lunedì seguente – aveva alzato il gomito fin troppo, riducendosi in quello stato a dir poco pietoso.

Ma com'è conciato? L'è per caso esplosa una bomba nell'armadio?” - il ragazzo ridacchiò vedendolo arrivare, ad ogni modo, recuperò il contegno in pochi istanti.

«Salve, Ispettore. Qualcosa non va?» - domandò il ragazzo, tentando di non sghignazzare di fronte all'aspetto dell'uomo.

«Kaito-kun, per caso sai se Aoko avrebbe passato la notte da un'amica o qualcosa del genere?» - il tono dell'uomo era serio,frenetico e preoccupato, tanto che Kaito, si dimenticò istantaneamente, l'ilarità che provava.

«No, non mi ha detto nulla di simile. Ieri ha passato solo tutto il tempo a parlare dello Show di Magia, al quale parteciperemo Domenica, ma... perché me lo chiede?» - domandò fissando l'uomo.

«Perché Aoko, ieri sera... non è rientrata a casa» - quella frase, fece provare al giovane Kuroba una sensazione di sgomento, che gli lasciò un leggero sapore acre in bocca, mentre Nakamori continuò a parlare, per spiegargli la ragione della sua agitazione - «Ieri sera purtroppo, dopo la riunione con i colleghi, ho alzato troppo il gomito e mi sono addormentato sul divano. Quando mi sono svegliato era già tardi ed ho pensato che Aoko, fosse andata a dormire, ma quando sono andato a controllare stamattina, il letto era ancora intatto»

«Non esageri Ispettore, forse... Aoko è semplicemente uscita di casa prima che lei si svegliasse ed è già andata a scuola» - Kaito prese rapidamente le mani in tasca e ne trasse fuori il cellulare, componendo un numero e chiamandolo - «Ciao Keiko, Aoko è lì con te? State andando a scuola insieme, vero?» - chiese il moro con il sorriso sul volto, dopotutto, quell'ispettore di terza categoria, era saltato alle conclusioni troppo in fretta, provava più che mai il desiderio di pronunciare verso l'uomo -“Cosa le dicevo? Sì è preso paura per nulla”.
Ma qualche istante dopo, la voce di Keiko, fece tornare Kaito alla realtà.

«”No, non l'ho ancora vista.”» - pronunciò la ragazza - «”Inoltre, l'altra sera avrebbe dovuto mandarmi un paio di appunti via mail, ma non è arrivato ancora nulla.”» - strano, non era da Aoko mancare ad un favore ad un amica, come non era da lei non tornare a casa per l'ora di cena o non recarsi a scuola, abbastanza presto per giungere in orario in classe. C'era decisamente qualcosa che non andava! - «”E' successo qualcosa, Kaito-kun?”» - domandò la ragazza con i codini che appoggiò il cellulare sulla spalla, per controllare l'orologio da polso che portava con sé.

«Ah no! Non preoccuparti, Keiko. E' che ieri ho litigato con Aoko, e stamattina non mi ha svegliato, non vedendola, mi sono chiesto se fosse con te, tutto qui. Ad ogni modo, se la dovessi vedere quest'oggi, contattami subito, okay?» - la richiesta di Kaito poté sembrare bizzarra alla ragazza, ma era comunque necessaria, dal momento che la situazione era ben più innaturale, di quella domanda.

«”Capisco... D'accordo, se dovessi vederla ti telefonerò, quindi oggi non vieni a lezione?”»

Kaito non rispose alla domanda della ragazza, si limitò a tagliar corto, per chiudere quella farsa, prima che Keiko sospettasse qualcosa e cominciasse a preoccuparsi - «Mi dispiace, devo scappare. Grazie Keiko, a presto.» - detto ciò, chiuse la comunicazione, lasciando in sospeso la ragazza.

Kaito osservò, l'orario scritto sul display del cellulare: le 7:49.
Aoko faceva di tutto per arrivare in orario la mattina, anche a costo di correre come una pazza, portandosi dietro Kaito, a questo scopo. Quindi era strano, che a meno di dieci minuti dalla campanella, ancora non si fosse incontrata con la sua migliore amica per chiacchierare un po.

Quando ebbe riattaccato, Ginzo si precipitò a chiedere - «Allora?»

Kaito scosse la testa per dissentire - «Non è ancora arrivata a scuola»

Il volto di Nakamori si fece rosso di rabbia - «Dannazione! Dove può essere finita?!» -sbraitò, l'uomo infuriato.

«Ha provato a chiamarla al cellulare Ispettore?» - domandò Kaito.

«No, in verità no.» -ammise l'uomo baffuto.

“Bene, probabilmente è solo in ritardo, non c'è da preoccuparsi” - Kaito compose il numero di Aoko sul cellulare, chiamandola. Uno squillo, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci... bip.

Qui è la segreteria telefonica di Aoko! In questo momento non posso rispondere, lasciate un messaggio!” - Il sangue nelle vene di Kaito, si gelò istantaneamente.

Che diavolo sta succedendo?!” - si chiese - “Che siano stati loro?” - pensò con terrore, riferendosi alla banda di cui Snake, faceva parte. Temeva che quei tizi avessero scoperto la sua vera identità e fatto qualcosa ad Aoko, per ferire lui.

«Niente» - tentennò Kaito - «Forse ha la vibrazione e non lo sente» - disse tentando di rassicurare Nakamori, che sbottò una seconda volta in un affermazione furiosa.

«Se è successo qualcosa a mia figlia, giuro che troverò il responsabile e lo sbatterò in gabbia a vita!»

Il ragazzo non volle arrendersi, quindi provò nuovamente a chiamare Aoko, nel mentre un uomo con un cappellino in testa – il postino – consegnò a Nakamori un paio di buste.

«Grazie mille» - disse l'uomo osservando i mittenti delle due buste. Mentre passava dalla prima alla seconda, qualcosa cadde sull'asfalto, un piccolo rettangolo bianco con dei segni neri sul retro. Kaito lo guardò assottigliando lo sguardo per capire quali fossero i tratti scarabocchiati sul foglietto. Ginzo, lo raccolse da terra confuso e lo fissò. Qualche secondo dopo, sgranò gli occhi, in un espressione di turbamento, esclamando poco dopo: «K-K-Kaitō Kid!!»

Il giovane Kuroba gli rivolse lo sguardo con disappunto, fu allora che riconobbe il simbolo. Era proprio quello presente su i suoi biglietti. Com'era possibile?! Che ci faceva lì un suo biglietto?! Non aveva spedito nulla a Nakamori oltre al Tiger Eye, rubato il giorno prima, per restituirlo come suo solito. La cosa lo insospettì, mentre la segreteria del cellulare di Aoko, si attaccò dopo una decina di squilli, per la seconda volta consecutiva.

Qui è la segreteria telefonica di Aoko! In questo momento non posso rispondere, lasciate un messaggio!” - la frase si ripeté identica alla prima volta, ma Kaito questa volta non agganciò, ma fece come disse la voce registrata.

Kaito urlò al telefono sperando che la voce di un'infuriata Aoko, le replicasse dall'altra parte, ma non accadde nulla, semplicemente il minuto circa di registrazione per il messaggio, si esaurì e la linea cadde, inesorabilmente.

Maledizione! Ma dove sei finita, Aoko?” - si chiese tra sé e sé osservando l'Ispettore Nakamori, che imprecava contro il biglietto di Kid, che teneva tra le mani.



 

POV Aoko

Nello scantinato di casa Amano, il cellulare di Aoko squillò per la seconda volta, fino a quando la segreteria non si attaccò, e dal momento che il cellulare era acceso, fu ben udibile il messaggio, lasciato dopo il segnale acustico - «”Ahoko! Se questo è uno scherzo non è divertente! Tuo padre è preoccupato per te! Dove diavolo sei finita!? Se stai ascoltando, rispondi! Aoko? Aoko!!”»

La voce del ragazzo accompagnò il risveglio della ragazza castana, che piano piano, dischiuse le palpebre, senza ancora comprendere la sua situazione, ma riuscendo a mormorare debolmente, solo una parola : «...Kaito.»












Riferimenti:


Immagini
•Kaito e Aoko, dall'Opening n° 2 di Magic Kaito 1412 (Specchiata)
•Aoko dallo Special n°11 di Magic Kaito. (Modificata)

Originale
•Tesserino Ekoda High School di Aoko Nakamori.


 

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Capitolo 2
*** #2: Kaito all'Agenzia Investigativa Mori ***


Capitolo 2: Kaito all'Agenzia Investigativa Mori.


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POV Kaito Kuroba/Conan Edogawa.

L'espressione del viso di Kaito nel leggere l'indirizzo del biglietto da visita, datogli da Nakamori, fu un ghigno nervoso, che si accentuò, quando egli alzò lo sguardo per fissare l'edificio corrispondente, le cui finestre riportavano la scritta: “Agenzia investigativa Mori”. Dalle labbra di Kaito uscì una risatina nervosa, mentre pensò:

“Ohi Ohi, siamo seri?”

Quando Ginzo Nakamori, si fu ripreso dall'ira per la scoperta del biglietto del Ladro, porse a Kaito il biglietto da visita dell'Agenzia Investigativa, che egli afferrò ed osservò, riconoscendo appunto l'indirizzo; Nakamori fatto ciò, cominciò a parlare al ragazzo puntandogli contro il suo indice, come quando ordinava ai suoi uomini di dare la caccia al suo alter ego in bianco.

«Ascolta bene Kaito-kun, ora recati a questo indirizzo» - affermò l'Ispettore con convinzione - «Qui troverai, l'ufficio di un detective privato, Porta a lui, questo biglietto di Kid e raccontagli quello che è successo. Io andrò alla centrale per avvisare che ho un problema famigliare e poi ti raggiungerò. Tutto chiaro? »

Il viso del ragazzo assunse l'identico ghigno che aveva in quell'istante, Kaito ridacchiò, per poi intervenire - «Però Ispettore, perché non possiamo semplicemente rivolgerci alla polizia, non sarebbe meglio, avrebbe molte più forze disponibili, non crede?» - osservò il ragazzo, ma fu tutto inutile.

«Assolutamente no! Voglio che se ne occupi lui!» - ribadì con convinzione.

Questo “lui”, non è il detective, ma quel ragazzino, giusto?” - pensò tra sé e sé, ridacchiando.

«Non c'è tempo da perdere Kaito-kun!» - esclamò, Ginzo - «Adesso vai, vai. Io ti raggiungo presto» - affermò muovendo le mani per fargli segno di affrettarsi, Kaito roteo gli occhi senza farsi vedere ed acconsentì, solo per il bene di Aoko. Tuttavia, prima di mettersi in cammino, rientrò a casa e si cambiò, indossando il costume da Kaitō Kid, assieme alla pistola spara carte ed alcuni gadget aggiuntivi quali fumogeni, bombe accecanti e rampino, nascondendoli ben bene sotto la divisa scolastica, così da prepararsi ad ogni evenienza, per poi mettersi in cammino.


«Ed eccoci, qui» - sbuffò. Kaito una volta giunto a destinazione, era già stato all'Agenzia, nei panni di Shinichi Kudo, per riprendersi una delle sue colombe, rimasta ferita a causa del Killer Scorpion. Ellae sparandogli, l'aveva fatto precipitare, ma in quella situazione di per sé non troppo rosea, la peggio, la ebbe quel povero animaletto, che per fortuna, venne soccorso dal Detective in miniatura. Quella, era stata l'unica volta in cui gli aveva fatto visita a casa. Non avrebbe mai pensato che ci sarebbe tornato, soprattutto non in veste di cliente! Quella era davvero una situazione ridicola - «Come di dice? “L'agnello costretto ad entrare nella tana del lupo”... pare.» - Kaito stracciò il bigliettino da visita e fece apparire un fazzoletto bianco che ripose nella tasca dei pantaloni, dove vi era anche il biglietto di Kid, che non gli apparteneva.

Salì le scale, con non poca esitazione, essendo leggermente nervoso nel dover incontrare uno dei miei più grandi rivali, senza travestimenti, con il rischio di venire smascherato, proprio lì, all'interno di quelle mura, prima che potesse risolvere il problema, che lo aveva condotto sin lì. Kaito scosse la testa, scacciando così quei pensieri, ripetendosi che se avesse mantenuto la sua Poker Face, tutto sarebbe andato bene; e poi era lì per una ragione seria. Inoltre, era Giovedì, sia Conan che la sua ragazza, sarebbero stati entrambi a scuola, quindi non ci sarebbero stati problemi. Dopo un lungo respiro profondo, Kaito, suonò il campanello posto accanto alla porta, per attendere di essere ricevuto.

«Sì, arrivo. Un attimo!» - affermò una voce femminile dall'interno della stanza. Diversi minuti dopo, la porta venne aperta, e la figlia del Detective, Ran, con un sorriso radioso, spalancò l'uscio, chiedendo - «Sì, mi dica, cosa posso fare per lei?» - la ragazza ebbe un lieve sussulto, notando la somiglianza tra il ragazzo che le stava di fronte, e Shinichi Kudo, il detective liceale.

Kaito stesso, era sorpreso di vedere la ragazza, ma mantenne un sorriso rilassato per tutto il tempo, ignorando almeno apparentemente quel sussulto da parte di lei - «Buongiorno signorina» - disse Kaito, con un lieve inchino - «Mi dispiace di averla disturbata durante le sue faccende, ma starei cercando il Detective. Avrei un caso di estrema urgenza da sottoporgli» - disse bisbigliando alla ragazza avvicinandosi leggermente a lei.

Ran a quel punto sussultò di nuovo e spalancò la porta accogliendo il cliente nell'ufficio del padre - «Prego, entri e si accomodati, pure» - disse, per poi esclamare - «Papà, c'è un cliente!»

«Grazie, molto gentile» - disse Kaito, addentrandosi nella stanza. Fu allora che furono ben udibili dei colpi di tosse ripetuti, il diciassettenne, si voltò e vide un bambino occhialuto, con una mascherina ospedaliera sulla bocca, avvolto in una felpa di colore blu.

Può essere una coincidenza... giusto?” - pensò inquieto, il mago del chiaro di luna.

Kaito, scoprì poi, grazie alla linguaccia del Detective Kogoro, che Conan era andato a pesca con il dottor Agasa ed i bambini qualche giorno prima, ed era caduto in acqua nel tentativo di recuperare un pesce. La cosa fece sorridere nervosamente Kaito, quando venne a sapere che alla fine, l'enorme trota, era stata issata e cucinata per la cena. Rabbrividì, lui detestava il pesce. Per quanto riguardava Ran, era rimasta a casa, poiché quel giorno era festa al Liceo Teitan.

Dopo brevi discussioni di famiglia, Kaito si avvicinò al Detective, che si trovava nei pressi della sua scrivania e gli porse la mano - «La ringrazio per avermi ricevuto Detective» - disse il ragazzo.

Kogoro rise - «Figurati ragazzo, avanti siedi, dì tutto al Grande Detective Kogoro Mori, che risolverà ogni tuo problema, seduta stante!» - a quelle affermazioni, sia Conan, che Kaito, guardarono con un ghigno di scherno l'uomo baffuto.


““Certo, come no!”” - pensarono i due all'unisono

Dopo qualche minuto, Ran servì all'ospite una tazza di tè e qualche cracker, Kogoro si spostò dalla scrivania e si sedette di fronte a Kaito sul divanetto, con il malaticcio Conan, che tossiva di fianco a lui, mentre Ran si appoggiò alla scrivania del padre pronta ad ascoltare.

Kaito, prese un profondo respiro, auto convincendosi nuovamente che sarebbe andato tutto bene, per poi cominciare il suo racconto - «Dunque, il mio nome è Kaito Kuroba, frequento il secondo anno del Liceo Ekoda. Sono qui per una mia compagna di classe: Aoko Nakamori» - fece una pausa, approfittando del tè, gentilmente offertogli. Al sentire quel nome, i tre presenti nella stanza trasalirono.

«Cosa?! Nakamori hai detto?» - urlò Kogoro shoccato.

«Nakamori, non si tratterà per caso della figlia dell'Ispettore, vero? » - chiese Ran con orrore. Kaito annuì, e questo fece scendere un velo di serietà maggiore, a quella che era già presente nella stanza.

«L'ispettore, è andato alla centrale per avvisare che sarebbe stato assente a causa di un problema familiare, sarà qui presto» - Kogoro annuì e lo invitò a proseguire - «Ieri, Aoko ed io stavamo tornando insieme a casa, quando ad un certo punto, lei si è ricordata di non aver fatto la spesa e quindi si è recata ad un Mini-Market poco distante. Io non l'ho più vista da allora. Questa, mattina l'Ispettore mi chiese se sapessi, qualcosa di Aoko, perché non era più rientrata a casa, ho chiamato anche una nostra compagna di scuola, amica di Aoko, ma lei non era lì. Inoltre ho provato a chiamarla e non risponde, dopo dieci squilli, si attacca la segreteria. E' strano perché non è da lei sparire di punto in bianco.» - disse mangiando un paio di cracker e bevendo un altro sorso di tè.

Kogoro, si mise in atteggiamento di pensare - «Quindi è apparentemente svanita nel nulla, senza lasciare traccia. Avete fatto bene a rivolgervi a me, vedrete che risolverò tutto!» - affermò sempre superbo Kogoro, esplodendo in una risata fragorosa. Kaito, Conan e Ran, lo guardarono storto. Non aveva senso sghignazzare come un pazzo, quando la situazione non era ancora minimamente risolta.

Approfittando di quei momenti “spensierati”, Ran né approfittò per soddisfare la sua curiosità, verso il ragazzo - «Perdonami se te lo chiedo, Kuroba-kun, ma in che rapporti sei con la figlia dell'Ispettore Nakamori?» - chiese un po a disagio.

«In che rapporti... ecco-»

Kaito venne immediatamente interrotto da Kogoro che sbraitò - «Non fare l'impicciona Ran, fatti i fatti tuoi!»

Conan ridacchiò sotto la mascherina, pensando - “Niente da fare, Ran è incorreggibile”

«Ma no, non c'è problema, si figuri» - Kaito intervenne in difesa della ragazza e sorrise, verso di lei per poi rispondergli - «Oltre ad essere compagni di classe, siamo anche vicini di casa ed amici d'infanzia. Ecco tutto.»

Ran assunse un'espressione sorpresa, la loro relazione era molto simile a quella che lei aveva con Shinichi, nel mentre ripeté a bassa voce - «Compagni di classe, vicini di casa e amici d'infanzia, eh?» - la ragazza sorrise divertita, a quanto pareva, conoscere questi dettagli, la rendeva particolarmente allegra.

Kogoro, riprese la parola poco dopo, domandando - «Per caso hai una foto della figlia dell'Ispettore?» - nonostante fosse la figlia di un personaggio pubblico, Aoko non compariva spesso in Tv o sui giornali, quindi era plausibile che il Detective Mori non ne conoscesse il volto.

«Certo» - annuì Kaito, che prese il cellulare dalla tasca e cercò in galleria una foto di Aoko, ma quelle che aveva, li rappresentavano sempre insieme – non avrebbe voluto mostrare una foto del genere, così da non far venir loro un'idea sbagliata della loro relazione, tuttavia non vi era molto da fare – mostrò loro, una foto fatta durante un uscita dei due: erano al palazzetto del ghiaccio ed erano raffigurati, l'uno accanto all'altra appoggiati al perimetro della pista, sorridenti. Kaito, fissando la foto, poco prima di porre il cellulare sul tavolino, per mostrarla agli altri, abbozzò un sorriso, ricordava che era stato un pattinatore tremendo e che dovette farsi aiutare da Aoko per rialzarsi, quella foto, fu scattata poco prima che decidessero di rincasare.

Kogoro annuì avendo ora in mente il suo aspetto.

Ran sorrise, osservando la foto - «Oh, ma che carini!»

Anche Conan si mise a fissare la foto, e come prima cosa, notò la somiglianza, seppur vaga, della ragazza con Ran. La figlia del Detective di colpo batté il pugno destro sul palmo della mano sinistra, esclamando - «Ma certo, ci sono!»

«Come sarebbe a dire, “ci sono”? Non dirmi che credi che la ragazza si trovi nel palazzetto del ghiaccio Ran, è ridicolo» - la sbeffeggiò Kogoro, tentando di accendersi una sigaretta, ma venne prontamente fermato dalla figlia.

«Ma che fai?!» - sbraitò la ragazza prendendogli sigaretta ed accendino, di mano - «Non puoi fumare, Conan-kun non si sente bene, e così non lo aiuti» - Kogoro sbuffò, cercano di ammorbidire la figlia, ma nulla di quello che disse, giocò a suo vantaggio.

Kaito si divertì a vedere quelle scene di vita famigliare, infatti non fece un fiato, per non rischiare di interrompere il divertente spettacolo. Ad un certo punto, si sentì bussare alla porta e Ran andò ad aprire.

«Eccomi! Arrivo.» - disse aprendo la porta, quando ebbe di fronte il visitatore esclamò - «Ma è la mamma di Shinichi!» - facendola accomodare.

La donna si stirò una volta superata la soglia - «Buongiorno a te Ran-chan, ti trovo bene. Da quanto tempo, mi è mancato un sacco il Giappone»

«Oh, Yuki-chan! Che bello vederti, cosa ti porta qui?» - domandò Kogoro alzandosi, seguito da Conan e dallo stesso Kaito, che la osservò in silenzio.

«Sono tornata perché Yusaku ha un intervista alla Stazione Tv Nichiuri, riguardo il suo nuovo libro, diventato molto famoso in America. E poi volevo rivedere il mio Shin-Conan-kun, dopo tanto tempo» - la donna tentò di camuffare l'errore con una risatina lieve.

Quindi lei è la madre del ragazzino eh? La fan di Ryoma” - pensò Kaito - “Eppure, ho la sensazione di averla già incontrata da qualche altra parte”

Yukiko prese in braccio Conan e lo abbracciò entusiasta - «Ciao piccolino, allora che dici? Ti è mancata la Sorellona?»

«Ah, certo certo. Ma ora mettimi giù!» - si lamentò Conan, a causa dell'imbarazzante situazione.

Dopotutto Yukiko, approfittava di quella sua situazione, per trattarlo ancora come un bambino piccolo, nonostante avesse ben 17 anni! Dopo un paio di minuti di tormento al piccolo Conan, Yukiko si accorse della presenza di Kaito e domandò incuriosita - «Oh, e quel ragazzo?»

Kaito a quel punto sorrise e fece un lieve inchino - «Sono Kaito Kuroba, molto piacere, Signora»

«Aspetta un attimo... Kuroba... non mi dirai che, tu sei il figlio del grande mago Giapponese, Toichi Kuroba?» - chiese Yukiko elettrizzata, avvicinandosi al ragazzo, sorridente.

«Sì, Toichi Kuroba era mio padre, lo conosceva?» - domandò il ragazzo confuso, fissando la donna.

«Lo conoscevo eccome! Mi ha dato una grande mano con la recitazione, sai? Grazie a lui ho appreso l'arte del travestimento oltre che utilissimi consigli per calarmi nelle parti. Ricordo perfettamente che mi disse qualcosa come: “Per un mago, è importante mantenere viva l'attenzione del pubblico, facendogli credere che tutto può accadere. E' la stessa cosa accade per la recitazione, ciò che importa veramente, in ogni situazione, è-”»

Yukiko venne interrotta da Kaito che concluse la frase per lei - «”Non dimenticare mai la Poker Face”» - da parte degli altri tre, presenti nella stanza, non si sentì un fiato, anzi, ascoltavano lo scambio di battute tra i due, davvero interessati di conoscere il resto, perfino Conan non conosceva nei dettagli gli studi di recitazione della madre.

«Esatto, diceva proprio così!» - sorrise la donna, verso il ragazzo - «Ah, probabilmente non ti ricordi di me, ma circa dieci anni fa, ci incontrammo una volta. Avevo chiesto consigli a tuo padre, per la recitazione e tu sbucasti di colpo, durante la conversazione, regalandomi una rosa, peccato che facesti un brutto scivolone nell'offrirmela e dopo che ti ripresi, scappasti via con aria sorpresa. Eri un bambino tanto carino, ed ora sei davvero un bel giovanotto. Somigli tanto al mio Shinichi!» - disse lanciando una fulminea occhiata a Conan che la guardò storto per un attimo, prima che Yukiko scoppiasse in un'altra lieve risatina.

Ma che ha da fissarmi così?” - sbuffò Conan nella sua testa, per poi fissare il ragazzo per qualche attimo - “In effetti, è vero che mi somiglia”.

E' per questo che lo uso spesso come travestimento, eheheh” - ridacchiò Kaito tra sé e sé, per poi notare su di se, lo sguardo del piccolo Conan - “Ehi, ragazzino, cerca di non accorgertene, okay?”

«Dieci anni fa eh?» - ripeté Kaito ad alta voce, nell'atto di rievocare, ricordi così lontani - «Ma certo, dev'essere quella bella signora di quel giorno. Certo che mi ricordo, un'attrice famosa di cui mia Madre è una grande fan... il suo nome... il suo nome...» - Kaito prese tempo per rimuginare e fu allora che un flash gli ritornò in mente assieme al nome della donna.


 

«Papà chi era quella Signora che si è arrabbiata tanto?» - chiese un giovanissimo Kaito di sette anni, al padre, quando Yukiko ebbe lasciato il bar dell'incontro con lui.

«Quella Signora, Kaito, è la famosa attrice Yukiko Kudo, molto stimata all'estero. Ci siamo conosciuti ad un corso, in cui ho insegnato a lei ed a una sua collega, l'arte del travestimento, che presto un giorno insegnerò anche a te. Come ho detto anche a lei poco fa, tua Madre, adora i lavori della signora Kudo, è una sua grande fan. La prossima volta, devo ricordarmi di chiederle un autografo da regalarle.» - l'espressione di Toichi, dicendo quella frase ad alta voce, si fece assorta, mentre il piccolo Kaito ebbe un esclamazione di sorpresa e corse via sorridendo.


 

«Yukiko Kudo-san, dico bene?» - pronunciò con un tono a metà tra un'affermazione ed una domanda retorica.

Yukiko annuì allegramente - «Esatto, è davvero bello sapere che dopo tutti questi anni, ti sia ricordato di me, dopotutto ci siamo visti solo una volta, per pochi minuti ed è passato così tanto tempo.»

«Mi sembra ovvio» - affermò Kaito con un sorriso - «In tutti questi anni lei non è cambiata di una virgola, dopotutto.» - detto ciò Kaito, pose la mano, nella forma di pugno morbido, fece un rapido gesto con essa ed una rosa rossa sbucò da essa - «Una rosa per una bellissima donna, eternamente giovane» - disse ciò con un lieve inchino.

«Oh, vedo che Toichi, ha tramandato la sua dote» - sorrise Yukiko - «Sì, direi che possiamo archiviare quella vecchia storia. Te la sei cavata piuttosto bene, giovanotto»

Ran rimase a bocca aperta dall'apparizione della rosa nella mano di Kaito ed esclamò - «Wow, fantastico. Quindi sei anche tu un mago!»

Kaito annuì, mantenendo il sorriso - «Non mi sono dimenticato della padrona di casa, Il tuo nome, se non sbaglio, significa orchidea, esatto?» - domandò, di nuovo, retoricamente il mago.

«Emh... S-Sì...» -annuì Ran. Kaito allora liberò la visuale, verso alla scrivania del detective Kogoro, per mostrare che su di essa, era posta un Orchidea bianca. Ran ne fu entusiasta e provvide subito a mettere il fiore in un vaso pieno d'acqua - «Davvero Meraviglioso, i miei complimenti» - ripeté Ran, con gli occhi luccicanti di meraviglia.

«Nah, trucchetti da quattro soldi» - borbottò il Detective Mori, dopo aver osservato il tutto. Conan in quel frangente si trovò perfettamente d'accordo con lui. Il trucco era banale, ma il sorriso di Ran, inibì le polemiche del piccolo Sherlock Holmes del nuovo millennio.

«Adesso che ci penso, come mai qui Kaito-kun?» - domandò Yukiko, spizzicando un paio di cracker di riso.

«Una mia compagna di classe, è sparita nel nulla ed ho chiesto l'aiuto del Detective Kogoro per ritrovarla» - spiegò brevemente Kaito.

«Cavoli, quindi ti ho interrotto durante il lavoro, scusami tanto Kogoro-kun» - disse Yukiko, parlando con una mano davanti alle labbra, con fare mortificato. Kogoro la rassicurò, allora lei riacquistata la serenità, si rimise a chiacchierare - «Allora, questa compagna di classe?» - chiese incuriosita.

«Si chiama Aoko Nakamori, è la figlia dell'Ispettore della seconda Divisione, che si occupa del caso di Ladro Kid» - spiegò Ran, porgendo una tazza di te alla mamma di Shinichi.

«Capisco...» - disse Yukiko, sorseggiando il suo tè - «Posso vederla?»

«Certo, nessun problema.» - così dicendo Kaito sbloccò il cellulare, mostrando la foto di poco prima, anche a Yukiko, non sapendo di essersi condannato con le sue stesse mani.

«Come siete carini!» - esclamò Yukiko, sorridendo - «Vero, Ran-chan?» - chiese rivolgendosi alla ragazza, ella annuì.

«Già, proprio una bella coppia!»
 

Kaito cercò di trattenersi da una reazione melodrammatica, dettata dall'imbarazzo. Mantenne la sua Poker Face e semplicemente mosse le mani per dissentire - «No, no, non è come pensate. Siamo solo amici d'infanzia»

«E pensi un po, persino vicini di casa... è inevitabile» - disse Ran con leggera aria di superbia.

«Tu lo sai per esperienza, vero Ran-chan?» - la imbeccò Yukiko, sorridendo divertita all'affermazione della ragazza.

«Come, ma no, si sta sbagliando!» - cercò di difendersi Ran arrossendo per l'imbarazzo. La donna, sorrise continuando a prendere in giro la ragazza, che inutilmente cercava di cacciarsi fuori da quel pasticcio, in cui era cascata, praticamente da sola.

Alla fine di quel piccolo “battibecco” Yukiko sì alzò dal divanetto dell'Agenzia con il sorriso sulle labbra - «E' stato veramente bello rivedervi e rincontrare anche il giovane Kaito-kun. Ma ora è tempo per me di andare.» - disse la donna.

«Come, così presto?» - chiese Ran con tono rattristato.

«Eh, sì, purtroppo. Yusaku ha bisogno della sua bella mogliettina» - disse facendo loro l'occhiolino.

«Un attimo solo, Signora Kudo» - la fermò Kaito avvicinandosi a lei - «Potrebbe farmi un autografo? Sa, mia madre è una sua grande fan ed il suo compleanno è vicino, quindi le farebbe un grande regalo.» -chiese il ragazzo grattandosi la nuca.

Yukiko favorì a Kaito il suo autografo, che fece su del fazzoletto del ragazzo, che egli aveva in tasca, con ciò, l'attrice salutò tutti quanti, schioccando un bacio sulla fronte dell'amato figlio, Shinichi, ritornato bambino. Dopo che la donna, si dileguò, uscendo in strada. Tutti tornarono alle loro precedenti posizioni, parlando ancora un po, della visita della “Baronessa della notte”; diversi minuti dopo, Conan prese, la parola dopo un gran periodo di silenzio, come gli aveva ordinato il dottore, per far passare più velocemente il raffreddore.

«Comunque Ran-nēchan, cosa stavi dicendo poco fa? Prima che arrivasse la Zia» - Conan intervenne incuriosito dalla precedente affermazione della ragazza, quindi la riportò a quel discorso.

«Huh?» - Ran rifletté un attimo - «Ah, già. Ricordate quando, diverso tempo fa, in occasione del annunciato furto da parte di Ladro Kid della Black Star della famiglia di Sonoko, vi dissi di aver visto, in centro un ragazzo identico a Shinichi, in compagnia di una ragazza?»

Conan annuì e Kogoro brontolò - «Che cosa centra adesso quella vecchia storia?»

«Bé, aveva ragione Conan, non era affatto Shinichi.» - Ran si rivolse verso Kaito, sporgendosi sorridendo - «Scommetto che era Kuroba-kun, in compagnia della figlia dell'Ispettore. Ho indovinato?»

Kaito ci rifletté su. Effettivamente, qualche giorno prima del colpo, aveva fatto un sopralluogo della sala della mostra, portando con sé una gioiosa Aoko - «In effetti, è vero, siamo andati alla mostra della Perla Nera, prima del giorno annunciato dal ladro...» - ammise, grattandosi la guancia destra.

«Lo sapevo!» - disse lei, allontanandosi verso la scrivania del padre, appoggiandosi di nuovo, ridacchiando, pensando che i due avessero avuto un appuntamento romantico..

Kaito, trattenne un sospiro e mise la mano in tasca per cercare il suo fazzoletto, ma frugando in essa, oltre al pezzo di stoffa in questione, trovò anche un rettangolo di carta, con su un simbolo scarabocchiato. Come aveva potuto dimenticarlo, era un tassello importante del puzzle! Kaito allora lo pose sul tavolino e prese la parola.

«Scusate, mi sono appena ricordato un dettaglio importante. Stamattina, l'Ispettore Nakamori, ha trovato questo tra la sua posta» - disse spingendo verso Kogoro il rettangolo bianco al quale si riferiva. Il Detective, vide che nel lato anteriore vi era scritto un messaggio, – che tuttavia non si prese affatto il disturbo di leggere – , lo rigirò tra le mani e notando il simbolo, sgranò gli occhi, esclamando fragorosamente.

«Cosa?! Kaitō Kid?!» - attirando l'attenzione di Ran che si avvicinò al padre per vedere il biglietto. Nel mentre, lo sguardo di Conan si assottigliò in un espressione interessata.

«E' vero, sembra proprio un avviso di Kid!» - confermò Ran per poi leggere ad alta voce il testo del biglietto:



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“Sua figlia e nelle mie magiche mani,

se ci tiene a rivederla, porti 1 milione di Yen in contanti,

alle cinque di questo pomeriggio, al cesto

 

-Kaitō Kid”


 

«Ma questo messaggio non ha senso!» - sbottò Kogoro - «Di quale cesto parla? Pretende che inseriamo un milione di Yen, in tutti i cesti dei rifiuti della città? Tsk...» - l'uomo fece scivolare il biglietto sul tavolino di vetro, finendo esattamente al centro di esso.

E chiaramente un falso” - pensò Conan - “La firma e la figura sul retro, sono nello stile di Kid, ma quel messaggio... non c'è alcuna possibilità, che sia opera sua” - pur essendo convinto di ciò, si allungò verso l'avviso, fotografandolo, sia nella parte anteriore, che posteriore, in modo da tenerlo sempre sott'occhio.

Kaito osservò il bigliettino, con un'espressione stizzita - “Come sarebbe a dire “Magiche mani”?!. Cavoli, ma che razza d'idiota ha rapito Aoko? Se ha scritto un messaggio del genere, non è assolutamente sveglio. Se ragiona come scrive, per lo meno, non dev'essere in grado di farle nulla di male. Poi,  che razza di avvertimento è? Se avessi mandato io questo messaggio – non che io rapirei mai Aoko, per chiedere un riscatto, ovvio – sarebbe stato qualcosa sulla linea di: “La principessa in blu, è rinchiusa nella torre, la polvere di fata è l'unica via di fuga, portala alla fine dell'arcobaleno, in una pentola oscura, prima che il sole incontri il mare, sul retro della castello incantato” o qualcosa di simile” - la riflessione di Kaito, gli dette una strana sensazione, come se un'intuizione fulminea, gli attraversasse la mente, in un lampo - “Sul retro... Forse...” - frettolosamente Kaito prese con il suo fazzoletto, il biglietto dal tavolino, ed una penna, appoggiata su di esso. Voltò il biglietto, in corrispondenza del simbolo di Kid e dopo aver verificato con una rapida controllata il punto esatto, cominciò a strofinare con la penna, scrivendo tratti paralleli, come nel vecchio trucco per scoprire cosa si è scritto sul foglio strappato da un blocco note, passando la matita su quello successivo - “Non sono affatto dei professionisti, questo è chiaro. Sono stati bravi, ma sono dei dilettanti. Quindi se ho abbastanza fortuna potrei trovare-” - Quando Kaito ebbe finito, dei caratteri Kanji emersero nel punto in cui tracciò delicatamente con la punta della penna, come aveva immaginato, adesso, l'ultima riga del messaggio, si faceva decisamente, più comprensibile -”...una cancellatura, della bozza del messaggio che indica il luogo della consegna del riscatto”.

«Ehi, ma si può sapere che cosa ti è preso, maghetto da due soldi?» - sbuffò Kogoro indignato - «Guarda che quella è una prova, non puoi scarabocchiarci sopra come ti pare e piace!»

Conan osservate le manovre del ragazzo, ne fu stupito, aveva avuto la stessa intuizione, ma il mago era stato più veloce di lui ad applicarla al foglietto. Conan, allora si avvicinò al ragazzo, con aria innocente, sfilandosi la mascherina dalla faccia, che poggiò sul tavolino - «Sei proprio un Mago, hai fatto apparire una parola sul foglio! Hai visto Zietto, come per magia, sul retro è comparsa la parola “Parco”. Ecco dove vogliono che venga consegnato il denaro! Kaito-niichan, sei stato fantastico!»

Certo, certo, non mi loderesti mica così tanto, se sapessi chi altri sono” - disse con un risolino ironico sul volto - “E poi non chiamarmi “Niichan” (Fratellone), detto da te suona strano!”

«Quindi vogliono che consegniamo il denaro in un parco, molto bene, ma quale tra il parco di Haido e quello Beika secondo voi due sapientoni?» - domandò Kogoro, con un espressione superba in viso.

«Bé difficile a dirsi...» - commentò Kaito a quella domanda.

«Questo è facile» - intervenne prontamente Conan - «Basterà ricostruire il percorso fatto della Signorina, scommetto che il parco di cui parlano, non può essere tanto lontano, dalla strada che è solita fare per tornare a casa» - disse sorridendo - «Ran-nēchan, puoi portarci per favore la mappa della città, un pennarello ed un foglio trasparente?»

«Ma certo Conan-kun» - la ragazza sorrise e dopo qualche minuto, portò l'occorrente richiesto dal bambino - «Ecco a te»

«Grazie» - replicò ricevendoli.

«Ottima pensata» - affermò, Kaito, mentre tracciava il percorso da Casa di Aoko a scuola con un pennarello rosso, sulla carta trasparente sovrapposta alla mappa - «Se ragioniamo così...» - disse cerchiando la zona del parco, meno distante da casa di Aoko - «Non può essere altro che il parco Beika.»

Kaito ebbe a mal appena il tempo di concludere la frase, che un suono frenetico di passi, rimbombarono presso la porta dell'Agenzia, qualche secondo dopo, un Ispettore Ginzo Nakamori, meno sconvolto nell'aspetto, di quello che Kaito aveva visto quella mattina, ma comunque estremamente agitato irruppe nella stanza, urlando - «Allora, ci sono novità, Detective!?»

«Oh, Ispettore Nakamori!» - Kogoro, si alzò vedendolo - «Bé, abbiamo scoperto che i rapitori vogliono, che il riscatto di un milione di Yen, in un cesto dei rifiuti nel parco Beika» - spiegò.

«Bene, allora chiamerò la centrale e mi farò dare quella somma! Così attrarremo quei farabutti in trappola, gli incastreremo e faremo sputare fuori loro, dove tengono nascosta la mia povera bambina» - disse ciò con enfasi e Kaito lo guardò con quel suo ghignò ironico, che sorgeva sul suo viso, in situazioni simili-

Ed io cosa ti ho detto sin dall'inizio, sciocco Ispettore di terza categoria?” - bofonchiò tra sé e sé Kaito.

«Naturalmente, vi darò anch'io tutto l'aiuto possibile» - replicò Kogoro, con un'enfasi simile. I due esultarono, come se tutto fosse già risolto, esattamente come Kogoro all'arrivo di Kaito, che vennero squadrati da sguardi increduli, dallo stesso Kaito e da Conan e Ran.

Le risate dei due uomini, furono interrotti dalla suoneria improvvisa di un cellulare, che riecheggiò per tutta la stanza. Il suono proveniva dal dispositivo, lasciato sul tavolinetto di vetro, dal giovane Kuroba tempo prima - «Oh, è il mio, scusate...» - disse prendendolo in meno e accettando la chiamata senza neppure osservare il nome sul display - «Pronto?» - chiese con un tono a metà tra l'indifferente e l'apatico, poi di colpo l'espressione del suo viso mutò ed esclamò, con voce tonante - «Aoko!»


















Riferimenti:
Testo
•EP n° 472-473  (512-513) di Detective Conan.
•EP n° 76 (78-79) di Detective Conan.
•EP n° 4 di Magic Kaito 1412


Originali
Biglietto di Kaitō Kid.

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Capitolo 3
*** #3: Aoko nello scantinato ***


Capitolo 3: Aoko nello scantinato

 

POV Aoko Nakamori.

Aoko, riprese conoscenza dopo diverse ore, grazie allo squillo del suo cellulare, ed alla voce di Kaito, proveniente dalla segreteria telefonica. Fu quando il tempo di registrazione fu concluso, che la ragazza, riprese totalmente i sensi e cominciò a guardarsi intorno spaesata. Realizzò, che quella non era affatto la sua stanza e che Kaito non aveva lasciato quel messaggio, perché era tardi e dovevano correre a scuola. La situazione, era completamente differente, da quella che in un primo momento, la giovane Nakamori, aveva ipotizzato.

«Dove mi trovo? Che posto è questo?» - si chiese, ad alta voce, facendo vagare lo sguardo da una parte all'altra della stanza - «Un seminterrato?» - domandò, come se le pareti della stanza, potessero in qualche modo risponderle - «Come ci sono fini quaggiù? E soprattutto, dov'è esattamente, questo quaggiù?»

Fece per alzarsi, ma subito venne trattenuta da qualcosa, fu solo quando abbassò lo sguardo, che notò che le sue spalle ed il suo busto, erano stati incatenati ad un pilastro - «Eh? Che significa?!» - alla vista di quelle catene, un terrore immane, pervase la ragazza. Ma cosa stava succedendo? In che razza di pasticcio si era ficcata? Poi, mentre impaurita, come non mai, delle immagini le tornarono alla mente. Stava camminando, con dei sacchetti in mano, per la via di casa, quando si fermò nei pressi del parco attirata da delle voci. Delle quali ricordò un paio di frasi.

«Ed ora cosa facciamo, Fuyuki? E' bello che andato e non possiamo mica lasciarlo qui?» - disse una voce.

«Ci inventeremo qualcosa. Forza, andiamo alla macchina, carichiamolo su e portiamolo nel nostro rifugio. Poi, decideremo che fare di lui.» - rispose dopo un po un'altra.

Spaventata, Aoko indietreggiò, calpestando un rametto e finendo per essere scoperta - «Maledizione, una ragazzina! Vieni qui svelto!» - uno dei due disse ciò afferrandola e da allora in poi, non ricordava più nulla.

Non può essere, mi hanno rapita?” - intimorita, Aoko era prossima al panico, ed a scoppiare in un pianto disperato, quando gli ritornò alla mente la voce di Kaito - “Ma certo!” - pensò, allungando il braccio, verso la tasca della gonna della sua divisa scolastica. Per fortuna le avevano immobilizzato solo busto e spalle, quindi poteva ancora benissimo muovere le braccia, con un po di fatica, sarebbe comunque riuscita a prendere l'apparecchio dalla tasca - “se prendo il cellulare e lo metto in vivavoce, potrò riuscire a chiamare aiuto!” - si disse, era prossima ad afferrarlo, quando sentì la porta del seminterrato aprirsi e dei passi scendere per la scala.

«Bene, bene. Diamo un po una controllata, alla nostra “bella addormentata sotto terra”» - disse maliziosamente e con una risata secca, la voce dell'uomo con il codino, mentre raggiungeva a passo tranquillo il pilastro al quale Aoko, era legata - «Molto bene, vedo che sei già sveglia. Hai riposato bene? Mia cara Signorina, Nakamori Aoko?» - chiese in tono malevolo lui, con un rivoltante ghigno sul volto.

Non ci credo, questo tizio, conosce il nome di Aoko?” - tremò lei spaventata, non avendo idea che la sera prima, i malviventi avessero preso i suoi dati, dalla sua tessera scolastica.

«Ehi, vacci piano, così la spaventerai» - un uomo corpulento con occhialetti rotondi, intervenne in difesa della ragazza, avvicinandosi al compagno.

«Fa silenzio!» - sbraitò il ragazzo, con un tono talmente alto che spaventò Aoko, che chiuse gli occhi d'istinto - «Ricorda che se fosse stato per te, saremmo già entrambi dietro le sbarre, razza di Idiota!» - ringhiò - «Ora mettiti al lavoro, altrimenti non arriverà in tempo per la ronda mattutina del postino!»

L'uomo corpulento annuì e si avvicinò ad un tavolo di legno massello, presente sul fondo dello scantinato, portando con sé una matita, una penna, una gomma, un foglio bianco ed un paio di forbici. Il ragazzo con il codino, dopo qualche minuto, salì nuovamente le scale - «Adesso ti porto qualcosa da mangiare Signorina. Dopotutto, dobbiamo trattarti bene, finché sei qui, dico bene? Almeno fintanto che non farai la sua stessa fine» - disse, dando un calcio a qualcosa, lasciato in terra, poi tornò al piano di sopra ridendo spensierato, mentre Aoko, rimase sola assieme all'uomo con gli occhialetti. Egli non parlò molto durante il tempo in cui realizzò qualcosa con quegli oggetti, ma quando ebbe finito, sembrò molto soddisfatto ed affermò - «Ci sono riuscito!».

Non molto tempo dopo, l'altro ragazzo scese nuovamente con un vassoio in mano, chiedendo al compare - «Come va? Hai finito?» - chiese. Quello annuì, mostrandogli un piccolo rettangolino di carta bianco con dell'inchiostro nero sul retro - «Sì, sembra a posto» - disse guardandolo attentamente, per poi notare un particolare, che lo fece infuriare - «Razza di idiota, cambia la parte finale! Non “parco”, “cesto”!» - sbraitò.

L'occhialuto, tremò e riprendendo il biglietto in mano, balbettò - «M-Ma se non diciamo dove portare i soldi, come faranno a-» - l'uomo venne interrotto dal ringhiante compagno.

«Sono problemi loro! Muoviti e finisci!» - intimidito, l'occhialuto corresse il suo errore, riconsegnandolo poi al compare - «Ecco, perfetto, non per niente, ti chiamano “il Mago dei Tratti”.» - rise il ragazzo con il codino, posando il vassoio sul tavolo e coprendosi la mano sinistra con un guanto in lattice per prendere in mano il biglietto d'avvertimento, realizzato dall'amico - «Grazie all'aiuto del nostro compare, dal mantello bianco, metteremo insieme un bel po di grana, molto presto.» - detto questo, il ragazzo prese con se il biglietto e si diresse ancora una volta per le scale - «Vado a spedire questo al tuo paparino, tu intanto prenditi cura della nostra ospite,okay?» - e così dicendo, tornò ancora una volta al piano di sopra, ma prima di chiudere dietro di sé la porta, aggiunse - «Ah, già e prepara anche la macchina, quando torno andiamo a farci un bel giretto!»

Il ragazzo grassoccio ed occhialuto, dopo che l'amico salì di sopra con l'intenzione di uscire, si avvicinò alla ragazza, con un lieve sorriso - «Perdonalo, se ti ha spaventato con le sue urla. Il mio amico è piuttosto irritabile» - disse, togliendo della pellicola trasparente, da un piatto di riso in bianco, una ciotola di zuppa e del salmone fresco - «Perdonami, ma dovrò imboccarti. Fuy- No, volevo dire... il mio amico, mi ha detto che non si fida. Non crede sia una buona idea liberarti per farti mangiare con le tue mani, quindi, mi spiace, ma dovremmo fare così» - disse con estrema gentilezza.

Aoko annuì, intimorita, nonostante la gentilezza del ragazzo. Era affamata, quindi decide di accettare, quindi grazie al suo aiuto, riuscì a mettere qualcosa sotto i denti. Quando ebbe finito, il ragazzo poggiò le stoviglie sul tavolo di legno e mostrò ad Aoko, il biglietto da lui realizzato, con la firma del Ladro Kid - «Che te ne pare? E' un'opera d'arte, non credi? Come figlia dell'ispettore, dovresti riconoscere questo simbolo, giusto?»

Effettivamente, Aoko riconobbe il simbolo del ladro, a cui suo padre continuava a dare ossessivamente la caccia, non capiva cosa avesse a che fare il ladro con questa storia, ma stando alle parole dell'altro rapitore, era complice in questo rapimento, cosa che nel profondo, intristì la ragazza. Perché un ladro, avrebbe dovuto prender parte ad un rapimento, Aoko, non se lo spiegava proprio. I due non ebbero chissà quale conversazione, anzi lui si limitava a parlare a ruota libera, senza aspettarsi sa parte di lei, alcuna risposta. Circa una ventina di minuti dopo, quando ebbe finito di darle da mangiare, il ragazzo con gli occhialetti, salì anch'egli al piano di sopra, con le stoviglie vuote, rischiando però mentre andava verso le scale, di inciampare in qualcosa, ad Aoko, ignoto.

Nel silenzio dello scantinato, ella poté sentire il rumore di acqua corrente e di stoviglie mosse e riposte in una credenza, dopo quella che sembrò una buona mezz'ora un nuovo aprirsi di porta - «Yo, ho preso delle sigarette, se sei pronto, possiamo andare» - disse la voce di Fuyuki, l'altro rispose qualcosa, che la ragazza non capì, dopo un altro po di tempo sentì il rumore del motore di una macchina mettersi in moto e lasciare il vialetto. I due dovevano essersene andati entrambi,dall'abitazione. Aoko tirò un sospiro di sollievo, spossata dalla tensione che aveva provato, in quelli che le erano sembrati, si e no, tre quarti d'ora scarsi. Era così provata, che non poté far altro che chiudere gli occhi ed appisolarsi per un po, giusto il tempo necessario per riprendersi, per poi tornare al piano originale: prendere il cellulare che aveva in tasca e chiamare aiuto.

Aoko si risvegliò dopo un lasso di tempo imprecisato e rimase in ascolto: ancora nessuno in casa. Bene, era la sua occasione! Riuscì a prendere il cellulare dalla tasca della gonna della sua divisa e guardò l'orario sul display del cellulare: le 11:00 esatte. Aoko ripensò alle parole del ragazzo con il codino – che ricordava chiamarsi Fuyuki – disse che doveva spedire il biglietto di Kid, prima della ronda mattutina del postino, che solitamente avviene verso le otto del mattino, quindi doveva essere presto, quando si era svegliata. Forse le sette. Il tempo durante il quale il ragazzo corpulento era stato a lavorare nel seminterrato, le parve circa una mezz'ora, che sì sommava a più o meno quarantacinque minuti, all'interno dei quali le era stata fatta mangiare la colazione ed il ragazzo era salito a lavare i piatti. Quindi almeno apparentemente, dovevano aver lasciato la casa verso le 8:20 massimo. Aveva dormito circa 3 ore!

Che sciocca!” - si rimproverò Aoko, aveva perso tempo prezioso, nel quale aveva solo avuto fortuna che i due rapitori non fossero tornati. Decisa a non mandare a monte quell'occasione, Aoko estrasse velocemente il cellulare e compose il primo numero tra i suoi “Preferiti”, inserendo il vivavoce, poggiando il cellulare al suo fianco, in modo da poterlo nascondere, velocemente dietro la sua schiena in caso di ritorno dei rapitori. Il cellulare, cominciò a squillare, ripetutamente e Aoko, d'istinto giunse le mani, supplicando.

«Ti prego. Presto, rispondi, Kaito!» - dopo un paio di squilli ancora, la chiamata venne accettata ed una voce indifferente, dall'altro capo del dispositivo rispose:

«”Pronto?”» - allora Aoko, che aveva le lacrime agli occhi per la paura della sua situazione, affermò con voce rotta - «Aiutami, per favore, Kaito!»

Dall'altra parte del ricevitore, giunse la voce sconvolta del ragazzo che esclamò - «Aoko!» - la ragazzina cominciò a piagnucolare, sentendo la voce del ragazzo al telefono, che seguitò poco dopo - «”Ehi, non piangere! Ascolta, sono con l'Ispettore Nakamori e con il Detective Privato Kogoro Mori, vedrai grazie al suo aiuto riusciremo sicuramente a trovarti, Aoko. Ah, aspetta un attimo ti metto in vivavoce”» - disse. Aoko si asciugò le lacrime dalle lacrime dal viso ed annuì. Qualche istante dopo, si sentì Kaito affermare - «”Ecco fatto, ora ti sentono tutti”».

Allora dal dispositivo, una voce famigliare urlò in tono disperato - «”Aoko, sono Papà, stai bene? Ti hanno fatto qualcosa?” Sta tranquilla piccola mia, farò tutto quello che è in mio potere è ti riporterò a casa sana e salva!”»

– Aoko non poteva saperlo, ma per urlarle tutto ciò Nakamori aveva quasi praticamente spiaccicato Kaito contro il divanetto, mettendogli una mano in faccia e spingendo, in modo da sporgersi, per avvicinarsi maggiormente al cellulare che era posto di fronte al ragazzo –, infatti si poté sentire un sussurrato: «”E' doloroso, Ispettore”» - da parte del povero Kaito, che in quel momento, stava subendo quella situazione.

«Ciao Papà!» - affermò la ragazza, felice di sentire un altra voce famigliare dall'altro capo del telefono - «Tranquillo sto bene, mi hanno solo legato ad un pilastro in quella che sembra la cantina di un appartamento.» - riferì Aoko, perlustrando ancora una volta, la stanza con occhio attento.

Subito dopo, intervenne Kogoro, presentandosi - «”Molto Piacere, Aoko-kun, io sono Il Detective Kogoro Mori, non preoccuparti, ti troveremo, arresteremo quei mascalzoni e ti porteremo in salvo!”» - affermò con tono positivo, l'uomo.

Quando, il Detective si presentò ad Aoko venne, spontaneo rispondere cordialmente - «Oh, salve, piacere di conoscerla» - emulando un piccolo inchino, ovviamente non visibile dal diretto interessato.

«”Ti pare il momento per le formalità!? Scema! Sbrigati e dacci qualche altro dettaglio, così riusciremo a trovarti più in fretta!”» - sbraitò Kaito, in tono d'impazienza.

«Va bene» - disse Aoko, che prima che potesse aggiungere altro, venne intercettata dalla voce di Kogoro.

«”Dimmi un po Aoko-kun, ricordi per caso cos'è successo ieri, prima di venire catturata da quei manigoldi ed essere portata in quel luogo?”» - chiese.

Aoko, rispose in modo affermativo - «Ricordo cosa è successo ieri sera, ma non come sono arrivata qui, per questo non so dire dove mi trovo» - cominciò a raccontare la ragazza, nel silenzio degli ascoltatori dall'altro lato - «Ieri sera, mentre stavo tornando a casa con Kaito, mi sono ricordata di non avere l'occorrente per la cena, quindi ho deciso di andare a prendere ciò che serviva, in un Mini-Market poco lontano. Quindi mi sono separata da Kaito, dicendogli di tornare a casa. Quando sono uscita dal negozietto, il sole aveva già finito di calare e mi sono affrettata a tornare a casa, perché cominciava a fare freddo. Ad un certo punto, passando accanto al parco Beika, poco lontano da casa, ho sentito delle voci e mi sono incuriosita. Ho sentito due uomini parlare di “liberarsi di qualcuno” o qualcosa del genere, ho avuto paura, uno di loro mi ha notata ed ha richiamato il suo complice, poi da qui in poi non ricordo più niente. Ora che ci penso, riferito a quella frase, quando uno dei rapitori mi ha portato del cibo questa mattina, ha aggiunto qualcos'altro, rimanendo sullo stesso tono. Qualcosa come: “Dobbiamo trattarti bene finché sei qui, fintanto che non farai la sua stessa fine”» - così Aoko concluse il suo racconto.

Dall'altra parte, ci furono varie affermazioni d'incredulità, ed il Detective domandò - «”Ma che cosa significa? Di che “fine” parlava?”»

«Non ne ho idea, ma sono piuttosto sicura, che dopo averlo detto, abbia dato un calcio a qualcosa.» - riferì Aoko.

«”E' ancora lì?”» - chiese Kaito, con un tono calmo - «”Se così fosse, riesci a voltarti per guardarlo e dirci cos'è?”»

«Ci provo» - replicò lei, cercando di girare attorno al pilastro, usando la catena. Non si mosse di molto, se non qualche centimetro, che fu però sufficiente a darle lo spazio per voltare leggermente il capo verso l'esterno, per osservare l'oggetto. Quando vide cos'era, Aoko, sbarrò gli occhi terrorizzata, ed emise un forte e prolungato, urlo di terrore.


 

POV Kaito/Conan

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«Aaaaaaaaaaah!» - un urlo lungo e prolungato venne trasmesso, attraverso il cellulare, posto sul tavolino dell'Agenzia investigativa, propagandosi per tutto la stanza, e suscitando il panico di tutti quelli al suo interno.

Nakamori, si alzò dal divano su cui si era seduto – dopo essere stato spinto via da Kaito, che veniva oppresso dall'Ispettore – , allungandosi verso il cellulare, con un movimento rozzo e scimmiesco - «Aoko, cos-» - provò a dire il padre della ragazza, la cui voce, però venne sovrastata da un'altra, quella di Kaito.

Anche Kaito si alzò e d'istinto, sbatté i palmi di entrambe le mani sul tavolino, gridando - «Aoko! Cosa è successo!?» - estremamente scosso il mago, che non ottenendo un'immediata risposta, continuò ad invocare il nome della ragazza - «Rispondi! Ehi! Aoko!!»

Un piagnucolio sommesso, fu quello che si poté sentire per circa trenta secondi, poi con la voce nuovamente rotta dai singhiozzi, la ragazza pronunciò - «”Kaito... c'è...”» - singhiozzò - «”C'è...”» - ripeté esitante - «”C'è il cadavere di un uomo sul pavimento!!”» - gridò infine Aoko, tutto d'un fiato, esplodendo in un pianto disperato.

««««Cosa?!»»»» - esclamarono all'unisono Conan, Kaito, il Detective Kogoro e l'Ispettore Nakamori, con un'espressione stralunata e colma di terrore, alle parole della ragazza.

«Oddio, ma è terribile!» - affermò una Ran tremante, che si era addossata al muro, per la paura provata, sia per l'urlo di Aoko, che per la sua ultima frase. Seppur terrorizzata Ran corre in cucina, affermando - «Vado a chiamare l'Ispettore Megure»

Dannazione! Allora intendeva questo con “farai la sua stessa fine”” - Conan digrignò i denti, anche lui preoccupato per la sorte della ragazza.

Tutti nella stanza, attesero che la giovane cessasse di piangere. Quando ebbe finito, Kaito, richiamò di nuovo Aoko con voce pacata - «Ti senti bene Aoko?» - domandò.

«”Sto un po meglio. Vi chiedo scusa.”» - disse cercando di frenare in gola ancora, un paio di singhiozzi.

«Non preoccuparti Aoko-kun» - disse Kogoro, tentando di rassicurare la giovane - «A dire il vero, avrei ancora un paio di domande, ma se non te la senti, dopo quello che hai appena visto, per me è sufficiente, lasceremo che la polizia si occupi del resto. Quindi possiamo anche fare una pausa o chiuderla qui.»

«”No, non c'è tempo: I rapitori in questo momento sono fuori, ma non so quando torneranno. Quindi, mi chieda pure tutto quello che serve, Detective Mori”» - disse la ragazza, attendendo la nuova domanda del Detective.

«D'accordo, come preferisci» - pronunciò Kogoro - «A quanto ci hai raccontato tu hai visto i tuoi rapitori, giusto?» - Aoko, rispose in modo affermativo - «Puoi descriverli? Hai sentito qualcosa che ti è sembrato strano o particolare nei loro discorsi? Ricorda: qualunque dettaglio, può essere rilevante» - disse in tono autorevole, l'investigatore.

«”Certo”» - disse la ragazza - «”Sono in due: il primo è giovane, credo abbia più di 25 anni, è molto aitante e muscoloso, ha capelli castani legati in un codino e sembra essere il cervello dei due. Ho sentito, che l'altro rapitore, lo ha chiamato “Fuyuki”. Il secondo invece sembra di poco più giovane, è un uomo imponente e corpulento, con capelli oleosi neri ed occhialetti rotondi. Il ragazzo chiamato Fuyuki, lo ha chiamato “Il Mago dei Tratti”, credo sia un soprannome, riferito al disegno.» - Conan ricevute quelle informazioni, digitò l'ultima frase della ragazza, ovvero “Il Mago dei Tratti”,ed ottenne subito dei risultati, che mostrò a Kogoro.

«Zietto, l'ho trovato! Guarda!» - disse l piccolo, che venne raggiunto da Ran – che aveva allertato la polizia – Kaito e l'Ispettore Nakamori - «Si chiama Niji Sakata, ed a quanto pare, è un'impiegato di un piccolo negozio, che ha come hobby il disegno. E' molto bravo a riprodurre diversi stili di disegni, creando opere originali, mai viste prima, ed è per questo noto con il soprannome di “Mago dei Tratti”» - disse Conan, mentre scorreva la pagina di un sito, pieno di illustrazioni da lui fatte e postate poi rete. Arrivato a fondo pagina, Conan esclamò - «Ah, c'è il numero di telefono del suo posto di lavoro, nel box “Contattami”. Proviamo a chiamare. Se, per qualche strana fatalità, dovesse mancare dal lavoro quest'oggi, potremmo avere un indizio per capire se abbiamo seguito la pista giusta oppure no.»

Strano” - pensò Conan, osservando meglio le varie immagini di disegni scannerizzati - “Eppure, alcuni di questi disegni, sono sicuro di averli già visti da qualche parte” - ponendo l'indice ed il pollice sul mento, nell'atto di riflettere.

Kaito, si sporse dietro Conan, mettendosi a sua volta a fissare le immagini, tra le altre, alcune le riconobbe chiaramente - ”Ma questi sono...” - un sorriso leggero solcò le labbra del ragazzo - “A quanto pare, il sequestro e l'omicidio, non sono i soli crimini, in cui è implicato quel signor Sakata”

Nakamori allora, prese nota del numero e si allontanò, chiamandolo, ritornò dopo qualche minuto e disse al gruppo - «Il titolare di Sakata, era a dir poco furibondo, mi ha confermato che manca dal lavoro da due giorni, senza neppure aver fatto una telefonata per scusarsi. E' probabilmente lui, uno dei nostri uomini»

«Siamo risaliti ad uno dei due, ma per quello di nome “Fuyuki”, con solo il nome proprio è difficile trovare qualcosa di attendibile» - commentò Kogoro, mentre Conan scrisse il nome su internet, ma tra le decine di risultati anche solo osservando le immagini, vi erano come minimo una ventina di risultati diversi ed era impossibile comprovarli tutti, insomma, non ci sarebbe stata nessuna certezza di incappare nel “nostro uomo”, in poco tempo e senza commettere errori.

«”Scusate...”» - Aoko, irruppe in un attimo di silenzio del gruppo, aggiungendo qualcosa, al suo precedente racconto - «”Riguardo a quell'uomo di nome Fuyuki, ha detto qualcos'altro e quel Sakata, ha fatto qualcosa di strano correlato a quella frase.”»

«Cosa? Cosa ha detto? E cos'ha fatto l'altro?» - domandò subito Kogoro, alla frase della ragazza.

«”E' successo questa mattina, ha detto: “Grazie all'aiuto del nostro compare, dal mantello bianco, metteremo insieme un bel po di grana, molto presto” e il signor Sakata, dopo ciò mi ha mostrato un biglietto di Kaitō Kid, dovrebbe essere arrivato a Papà, questa mattina, con il primo giro di ronda del postino» - disse la ragazza.

«Già, infatti è qui» - confermò Kogoro - «C'è altro?» - chiese.

«”Sì, è stato il signor Sakata a realizzare il biglietto”» - Kogoro ebbe un sussulto.

«Davvero?» - esclamò, l'Ispettore.

«”Sì, quindi ho pensato che magari... quel “Fuyuki”, sia Ladro Kid!"»

««Cosa?!»» - esclamarono, i due adulti all'unisono.

Conan, subito decise di chiedere spiegazioni - «E perché?»

«”Perché?”» - ripeté Aoko - «”Bé, per cominciare, il signor Sakata e troppo robusto per essere agile come quel ladro, inoltre non sembra essere capace di comportarsi da arrogante, come quel ladruncolo da strapazzo. Mentre quel “Fuyuki”, ha il tipo di corporatura giusta ed il temperamento sprezzante adatto, ha fatto l''arrogante ed il superiore praticamente per tutto il tempo. Quindi, ho pensato che, “Fuyuki” possa essere Kid, mentre Sakata, il responsabile degli annunci, visto che ha composto il biglietto, poi lo ha sottoposto alla revisione del suo compare ed infina ha chiesto anche ad Aoko, se andasse bene, in qualità di figlia dell'Ispettore che si occupa del caso»

Conan, soppesò bene le parole della giovane Nakamori, il biglietto era stato composto davanti a lei, tuttavia lo stile del messaggio era completamente diverso, dai soliti avvisi di Kid, nonostante la firma stilizzata fosse perfettamente identica. Qualcosa, proprio non gli quadrava, questa storia del coinvolgimento del Ladro, a Conan, proprio non andava giù.

«Ma certo! E' chiaro, quel “Fuyuki”, dev'essere sicuramente quel dannato Kid» - esclamò Nakamori, auto convincendosi di ciò che aveva appena pronunciato, seguito da Kogoro, che come un pecorone, decise che aveva ragione.

No, no, ti assicuro che io non centro proprio niente” - pensò Kaito muovendo la mano da sinistra a destra, di fronte al suo volto, per dissentire.

«Kaito-niichan, che stai facendo?» - chiese Conan, che accortosi del gesto, si voltò a fissarlo.

«Huh?» - l'espressione di Kaito, per qualche secondo fu stranita, ma subito dopo si mise a ridacchiare, cominciando ad agitare entrambe le braccia in aria - «N-Niente, è che c'è una mosca che continua a ronzarmi attorno, è così fastidiosa»

«Ah, capito» - sorrise il bambino, e Kaito poté tirare un lieve sospiro di sollievo.

Conan continuò a rimuginare in silenzio, con lo sguardo fisso sulle immagini dei disegni, cercando di capire dove gli avesse visti, prima di allora, e fissando anche il bigliettino di Kid, posto poco distante, per tentare riordinale le idee.

Dopo quel piccolo, attimo di disattenzione, Kaito tornò a rivolgersi con Aoko, che era rimasta in silenzio, in quel frangente - «Aoko, ricordi qualcos'altro che hai notato, che potrebbe essere utile?» - domandò.

«”No, purtroppo, non mi viene altro, Kaito”» - disse con voce flebile, Aoko.

«Va tutto bene Aoko» - disse in tono comprensivo suo padre, verso il dispositivo - «Ci hai dato molte informazioni, in fondo abbiamo trovato il nome di uno dei responsabili, dopotutto. Sono fiero di te.»

«”Grazie, Papà”» - rispose lei.

Il piccolo Conan, ad un certo punto, staccò lo sguardo dallo schermo del cellulare, attirato da un suono acustico. Kaito, nell'udirlo a sua volta, esclamò agitato - «Maledizione!»

«”Che c'è Kaito?”» - domandò la ragazza, in tono confuso

«Ah! Non preoccuparti, è solo il mio cellulare, che si sta per scaricare» - confessò lui ridacchiando, grattandosi la nuca, imbarazzato.

«”Cavoli, Kaito, sei proprio senza speranza!”» - sbuffò come era solita fare Aoko - «”E dire che Aoko ti dice sempre di metterlo a caricare, prima di andare a dormire!”» -lo rimproverò con dolcezza. Quella frase suscitò un sorriso sul volto di tutti i presenti nella stanza, inteneriti dalla discussione semplice, che evidenziava la confidenza ed il profondo rapporto, presente tra i due. Sia Ran che Conan, riesumarono episodi simili, dai propri ricordi. Anche loro battibeccavano così, di tanto in tanto.

Kaito reagì stizzito all'affermazione di Aoko, quasi come se lei fosse di fronte a lei, in un luogo famigliare, completamente diverso da quello attuale - «Scusami tanto, se avevo altri pensieri per la testa!»

«”Davvero? Di che tipo?”»

«Nulla che ti riguardi Ahoko!» - disse con un ghigno divertito sul viso il mago, consapevole, che lei si sarebbe arrabbiata, se l'avesse chiamata in quel modo.

«”Sta un po zitto, sei proprio insopportabile! Bakaito!”» - ringhiò la ragazza, proprio com'era nel suo stile.

Kaito sorrise, sentendo quelle parole ed aggiunse in coda a lei - «Hai ragione» - disse - «Ma è un sollievo, sapere che, anche in situazioni come queste, Aoko rimanga sempre Aoko.» - lei, non rispose a quell'affermazione, non c'è n'era bisogno. Ci furono diversi attimi di silenzio. Kaito non poteva vedere Aoko in quegli attimi, ma era sicuro, che stesse sorridendo. In questo breve lasso di tempo, mentre fissava il ragazzo parlare, Conan ricordò il suono acustico e gli venne un importante intuizione, semplice ma essenziale, che avrebbe potuto aiutarli in questo caso. Dunque, si vide costretto ad interrompere l'atmosfera “magica”, creatasi tra i due.

«Scusa, Onēchan!» - proruppe Conan improvvisamente.

«”S-sì?”» - rispose subito Aoko, alla voce del bambino - «”Dimmi”

Kaito gli rivolse uno sguardo scocciato, infatti pensò - “Che vuoi ancora, Moccioso guastafeste?”

«Onēchan, quanta batteria è rimasta nel tuo telefono?» - domandò, Conan.

«Che c'entra adesso la batteria del cellulare, ragazzino, non intrometterti in affari che non ti riguardano! Chiudi il becco e basta!» - ringhiò Kogoro, infastidito.

«Però Zietto, se il suo cellulare ha abbastanza batteria ed il GPS attivo, la polizia potrebbe localizzarla con facilità non credi?» - lo imbeccò, Conan

«Bé, in effetti...» - ammise lui.

«Sentito Aoko? Quanta batteria ti resta?» - gli ribadì, il giovane Kuroba.

«”Sì, ho capito. Controllo subito.”» - disse e dopo qualche minuto di silenzio, rispose alla domanda del piccolo Conan - «”Ho il 57% di batteria. Ah, ed ho anche attivato il GPS.”»

Perfetto” - pensò il piccolo Detective con gli occhiali - «Benissimo. Onēchan, quando riattaccherai da questa telefonata, continua a tenere il telefono acceso, magari azionando la modalità “Risparmio Energetico”, per consumare meno batteria e impostando il profilo del suono su “Silenzioso”, così che non possa essere sentito, in caso qualcuno dovesse chiamarti o mandarti una mail. A quanto pare non devono essere stati molto accurati, nel cercare qualcosa che potesse identificarti, perché se così fosse, avrebbero trovato anche il tuo cellulare. Questo significa, che finché non si accorgono di dove lo tieni e che sia acceso, non potranno liberarsene, in modo da evitare di essere localizzati, non credi?» - domandò fermandosi.

Si sentì un lieve rumore di qualcosa di ferro che veniva smosso, probabilmente la catena e poco dopo, Aoko esclamò - «”Ah, è vero! La mia tessera scolastica non c'è più!”» - aggiunse - «”Devono averla presa loro”» - detto questo, concordò con l'idea del piccolo Conan - «”Sì, hai perfettamente ragione. Farò così”» - rispose Aoko con convinzione, era un ottimo piano d'azione, che condivise in pieno.

«Ottima pensata ragazzino» - disse Nakamori, scompigliando i capelli di Conan, ridacchiando - «Dopotutto, vivi a casa di un grande Detective»

Kogoro, si unì alla risata, intuendo il complimento, rivolto a lui - «E' vero, è assolutamente vero, ben fatto Conan!»

““Ma non hai urlato, “chiudi il becco”, giusto poco fa?”” - pensarono nuovamente all'unisono Kuroba e Kudo.

Qualche istante dopo, la voce di Aoko, si sentì nuovamente - «”Una macchina, sembra essersi fermata davanti alla casa. Devono essere tornati”» - comunicò loro.

«Cosa?!» - disse Kaito, perdendo il lieve sorriso.

«Sul serio?» - chiese, Conan, al sentire quelle parole - «Onēchan, riattacca immediatamente e fa quello che abbiamo detto. Vedrai che andrà tutto, bene!» - gli disse ad alta voce, parlando frettolosamente Conan, per risparmiare secondi preziosi.

«Aoko, vedrai che li arresteremo quei maledetti!» - affermò l'Ispettore Nakamori, prossimo a scoppiare in lacrime

«Presto ti riporteremo a casa, vedrai!» - disse Kogoro, in tono rassicurante.

«Resisti ancora un po, Aoko» - concluse Kaito

Aoko, rispose a tutte le affermazioni, in fila, prima di riagganciare - «”Ricevuto! Grazie Papà. Grazie mille anche a lei, Signor Mori.» - disse in tono tranquillo e fermo, la ragazza, l'ultima frase, fu flebile, quasi sussurrata, ma a causa del vivavoce ed il volume del dispositivo al massimo, comunque ben udibile - «Sì... credo in te, Kaito”» - dopo quella frase, la linea fu chiusa, ed il silenzio, piombò nell'Agenzia Investigativa, del Detective Mori.

 

Il silenzio, durò diversi minuti, prima di venire rotto dalla voce di Ran - «E' proprio coraggiosa vero...» - disse con un sorriso - «...la ragazza di Kuroba-kun.» -aggiunse poi - «Credo sia meglio spostarsi al Poirot, dopotutto è quasi ora di pranzo!» - disse allontanandosi verso la cucina, con un ampio sorriso in viso.

I tre “adulti” presenti nella stanza affermarono all'unisono, confusi - «««Eh?»»» - Kaito con un leggero imbarazzo, l'Ispettore con un tono di disappunto e Kogoro palesemente confuso. Conan sorrise, comprendendo cosa frullasse nel cervello Ran, mentre l'orologio a parete, posizionato nella stanza, continuava a ticchettare.

 

12:05, circa 4 ore e 55 minuti, all'ora fissata, per il riscatto.

















L'Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti! Benvenuti in questo 3° capitolo. Non ho molto da dire sul capitolo in realtà, preferisco lasciare la parola a voi. Voglio sono fare una precisazione - inutile, ma voglio farla!-
Come avrete sicuramente notato, il POV di Aoko, non si svolge contemporaneamente a quello di Kaito e Conan ed è per questo che ho dovuto ripetermi, altrimenti mi sarebbe stato impossibile descrivere le situazioni che la riguardavano, rendendo difficile,esporre i passaggi della storia ed i relativi indizi che serviranno per la ricostruzione finale del caso. Detto questo vi saluto, e vi rimando al prossimo capitolo: Riusciranno Conan e Kaito a liberare Aoko?






Riferimenti:
Immagini
•Aoko, EP n° 8, Magic Kaito 1412 (Modificata)

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Capitolo 4
*** #4: Sulle tracce della verità ***


Capitolo 4: Sulle tracce della verità.

POV Kaito/Conan

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Il gruppo, come suggerito da Ran, si recò al Caffè Poirot, al di sotto dell'Agenzia per mangiare un boccone. Avrebbero approfittato di quella pausa non solo per mangiare, ma anche per chiedere una seconda opinione, sulla situazione che stavano vivendo, visto che, proprio al Poirot, lavora Tooru Amuro, il geniale agente della polizia segreta giapponese, divenuto “allievo” del Detective Kogoro; il tutto per ingannare l'attesa fino all'arrivo dell'Ispettore Megure, che aveva comunicato a Ran che si sarebbe messo subito a lavorare sul caso e sarebbe passato all'Agenzia, quanto prima, una volta terminati i dovuti controlli.

«Allora, cosa ne pensi, Amuro-kun?» - domandò Kogoro, dopo aver esposto ogni dettaglio del caso, al giovane cameriere.

«Uhm... Mi sembra tutto piuttosto chiaro. Hanno chiesto un riscatto per la ragazza, ma la vera intenzione di quei due tali è apparentemente chiuderle la bocca. Dopotutto, mi avete detto che in quella stanza, assieme alla ragazza, c'era anche un cadavere. Avendoli visti entrambi in faccia, è altamente probabile che vogliano farle fare la stessa fine.» - a quelle parole, Kaito sentì un brivido freddo percorrergli la schiena, di scatto si voltò a fissare il cameriere in cagnesco, nonostante il povero Amuro, non avesse colpa di nulla.

«Ehi ragazzo, bada a come parli!» - sbottò l'Ispettore Nakamori, alle parole del biondo.

«Oh, perdonatemi» - sorrise Amuro, portandosi la mano sinistra alla nuca, massaggiandosela, imbarazzato a causa della sua involontaria gaffe - «Ho parlato senza riflettere» - confessò - «Però non si può certo escludere, a giudicare dai fatti a cui ci troviamo di fronte, che le cose potrebbero anche rischiare di andare a finire, in quella tragica maniera. Non che nessuno di noi lo voglia, questo è evidente» - passarono pochi secondi, ed Amuro mostrò sul suo volto un'espressione di sorpresa. Un braccio, di punto in bianco, l'aveva afferrato saldamente per il colletto della camicia, sollevandolo a pochi millimetri da terra, e nonostante fosse un poliziotto bene addestrato, Furuya, non se ne accorse neppure lontanamente.

«VEDI DI DARCI UN TAGLIO!!» - ringhio in coda a quei movimenti una voce, rabbiosa.

Tutto il gruppo seduto allo stesso tavolo, osservò la scena a dir poco esterrefatto, mentre le persone che sedevano ai tavoli vicini, si girarono richiamati dal grido, che rimbombò praticamente per tutto il locale. La collega di Amuro, Azusa, rimase a bocca aperta, immobile, fissando la scena, con un bicchiere di vetro in mano ed uno straccio, con il quale stava lucidando l'oggetto. Una scena simile, raramente si era vista, in quell'allegro ristorantino.

Il braccio del ragazzo, ebbe un leggero tremore. All'udire quelle parole dalla bocca del cameriere, in pochissimi istanti, era scattato in piedi dal suo posto, che dava proprio sul “corridoio” dove Amuro si trovava e lo aveva afferrato, urlando, senza nemmeno riflettere. Era la terza volta, che la maschera che abitualmente portava addosso – quella di un giovane strafottente ed ironico – si infrangeva, quel giorno. Si stava lasciando trasportare, fin troppo, dai suoi sentimenti.

Ci fu un silenzio tombale, misto a stupore ed incredulità, in tutto il locale, per un tempo, che parve quasi infinito - «Kaito...kun?» - mormorò Nakamori, cercando di stabilire un contatto con quel ragazzo, che aveva visto crescere, e che quindi considerava quasi, come una specie di figlioccio. Il silenzio permase. Fin quando Amuro, non gli parlò, con un fil di voce, in modo che solo il ragazzo di fronte a lui, potesse sentire le sue parole.

«Ti chiedo scusa, non avrei dovuto. Ma non preoccuparti, vedrai, la polizia, risolverà la cosa» - disse in tono rassicurante.

Il ragazzo allora lasciò la presa sul colletto del biondo, senza dire una parola, ponendo le mani nelle tasche dei suoi jeans ed allontanandosi a passo deciso - «Ispettore, in caso dovesse arrivare la polizia mentre non ci sono, mi contatti immediatamente, per cortesia» - detto ciò, Kaito, pose un paio di banconote sul tavolo, che corrispondevano all'esatto importo di ciò che aveva ordinato da mangiare, e si diresse verso l'uscita del Caffè, doveva sbollire la rabbia.

Conan intuendolo, finì di mangiare il suo piatto il più in fretta possibile, rischiando perfino che il cibo gli andasse di traverso, in modo da correre dietro al ragazzo, che per vari motivi – non solo perché coinvolto in questo caso – l'aveva incuriosito. L'influenza che lo aveva costretto a casa quel giorno, era ormai un ricordo per lui, Ran gli aveva fatto prendere comunque delle medicine e lo aveva obbligato a portare la mascherina con sé, anche se egli non la indossò, sfruttando la scusa del pranzo, per tenerla semplicemente in tasca. Il bambino, poi di colpo, affermò - «Grazie per il pasto!» - saltando giù dal divanetto e mettendosi a correre dietro al liceale. A nulla valsero i richiami di Ran e Kogoro, il piccolo non aggiunse altro, schizzando fuori dal locale a sua volta, mentre urlava - «Kaito-niichan, aspettami!»

«Oh? Che succede ragazzino?» - chiese Kaito, una volta accortosi di lui - «Non dovresti venire dietro al “tizio che ha appena aggredito un cameriere”. Avanti, torna dagli altri, la Signorina, la figlia del Detective, sarà preoccupata per te» - disse in tono apatico, Kaito, cercando di allontanare da sé, il suo arci-nemico.

«Va tutto bene, Ran-nēchan e lo Zietto sono abituati alle mie “scappatelle” e poi, devo passare da casa del Professor Agasa, e questo è il momento buono. Kaito-niichan, vieni anche tu? Voglio chiedergli, se ci possa aiutare a localizzare il cellulare della figlia dell'ispettore Nakamori» - affermò, mostrando al mago un sorrisetto infantile, quasi “angelico”.

«Eh? Può farlo davvero, questo Professore?!» - chiese Kaito, con finto stupore. Agasa era il geniale inventore, che aveva creato tutti i gadget che il piccolo Detective aveva utilizzato contro di lui, più e più volte, quindi non lo si sarebbe sorpreso per nulla, se fosse stato in grado di localizzare Aoko, anche prima della polizia.

«Certo!» - affermò entusiasta Conan, che ribadì - «Andiamo?»

Kaito acconsentì, seguendo il ragazzino occhialuto, tra i viali del quartiere di Beika, fino a casa del Dottor Agasa. Durante il tragitto, nessuno dei due fiatò, Conan continuava a mostrare un'espressione innocente, come se fingesse di non essere più il Detective Liceale, tornato misteriosamente bambino. Questo atteggiamento, infastidiva un po Kaito, che era a conoscenza di tutta la faccenda, lo insospettiva.

Dopo neanche un paio di minuti di cammino, i due giunsero alla loro meta e Conan senza esitare, suonò il campanello dell'abitazione.

«Chi è?» - chiese una voce femminile, proveniente dal citofono.

«Sono io, Haibara» - rispose Conan, dall'altra parte, questa rispose con un debole: “Oh, okay”, per poi aprire il cancelletto, tramite la pressione di un bottone. Conan e Kaito, dunque, attraversarono il vialetto, fino a giungere alla porta dell'abitazione, che venne sbloccata da Haibara, che gli accolse.

«Entra pure» - disse facendolo entrare, solo in un secondo momento, notò un ragazzo in divisa scolastica. Un miscuglio di sensazioni tra lo strano e l'incerto, colpirono in pieno volto Haibara, che però non lo fece notare, limitandosi a serrare la porta non appena questi, entrò in coda a Conan. Dopo che ebbe compiuto questa operazione, la bambina, si avvicinò a Shinichi, sussurrando - «Chi è, quel ragazzo?»

«E' un amico della figlia dell'Ispettore Nakamori» - sussurrò a sua volta Kudo.

«Quello che si occupa di Kid?» - domandò conferma, per poi aggiungere, dopo che egli rispose affermativamente - «Cosa è successo, alla figlia dell'Ispettore?»

«E' stata rapita e voglio chiedere a Professore, se è in grado di rintracciare il suo cellulare,, che è acceso ed ha il GPS attivo» - spiegò.

«Capisco» - disse semplicemente Ai, Per poi addentrarsi nel soggiorno, seguito da Conan.

Kaito, nel mentre si mise a fissare ammirato la casa del professore, sempre con le mani in tasca ed a distanza di sicurezza. Mentre faceva ciò, puntò per un secondo lo sguardo sulla piccola Haibara, pensando - “Se grazie a questa visita, riusciremo più facilmente a trovare Aoko, direi che finalmente saremo pari per quella volta, giusto?”

Haibara, si accorse che il Liceale la stava fissando sorridendo, e dunque chiese in tono freddo e scorbutico - «Qualcosa ti turba?»

«Ah, no. Stavo solo ammirando quel bel portatile» - disse Kaito, salvandosi in extremis con una scusa banale, venutagli in mente, mentre si guardava in torno; l'ultima cosa che voleva, era sembrare un tipo strano che si mette a fissare la gente, mentre è di spalle.

Finalmente, la figura del Professor Agasa, si palesò da dietro l'angolo, sbucando dalla cucina, che portava con sé un vassoio, con una teiera ed un piatto ricolmo di biscotti, che poggiò sul tavolino del soggiorno - «Ah, ciao Shin-» - cominciò a dire, per poi bloccarsi di colpo, notando che il bambino era accompagnato da un ragazzo del Liceo, a lui sconosciuto, molto simile a Shinichi - «Conan-kun» - si corresse - «Cosa ti porta qui. E' questo ragazzo, è un tuo amico?» - chiese il professore.

«No» - scosse il capo Conan.

«Lieto di conoscerla professore» - disse Kaito, con un lieve inchino - «Mi chiamo Kaito Kuroba, la ringrazio dell'ospitalità. Ha davvero una casa stupenda, sa?» - disse il ragazzo, alzando lo sguardo, guardandosi nuovamente intorno.

«Ti ringrazio, figliolo, io sono Hiroshi Agasa,» - sorrise il professore

Una volta superate le presentazioni di rito, Conan parlò - «E' un cliente dello Zietto, una sua compagna di classe e stata rapita e ci chiedevamo se lei Professore, potesse rintracciare il suo cellulare, che le abbiamo raccomandato di tenere acceso e con la Geo localizzazione attiva» - spiegò Conan.

«Capisco. Quindi siete riusciti a mettervi in contatto con lei?» - domandò il Professore prima di rispondere alla richiesta di Shinichi.

«E' stata lei a contattarci, a quanto pare i rapitori non si sono accorti che avesse il cellulare con sé e approfittando del fatto che i due, hanno abbandonato il luogo dove la tengono prigioniera, per qualche tempo, è riuscita a telefonarci e grazie al suo racconto, abbiamo anche identificato uno dei responsabili» - proseguì nella spiegazione il Detective.

«Oh, capisco. E' chiaro. State tranquilli, certo che sono in grado di localizzarle il dispositivo, basta che mi diciate il suo numero di cellulare» - sorrise il Professore, per poi dirigersi verso il suo computer fisso - «Seguimi Kaito-kun e dammi il numero della tua amica, così possiamo localizzarla» - disse incitando Kaito ad avvicinarsi. Lui eseguì, avvicinandosi all'apparecchio, aspettando che il Professore, gli domandasse di dettargli il numero.

Intanto Conan, prese da parte Haibara - «Ohi, Haibara, vieni qui un momento» - la ragazzina eseguì chiedendogli cosa volesse - «Ho bisogno che tu faccia una ricerca per me, se puoi»

Haibara ghignò - «Perché, c'è qualcosa che non occupi le mie giornate, che in qualche modo, non riguardi, il Grande Detective Shinichi Kudo?» - disse sarcastica.

Scusa tanto, se è anche, in parte, a causa tua se mi ritrovo in questa situazione. E' poi, se non ti va, non potresti semplicemente rifiutarti?” - pensò tra sé e sé, ghignando ironicamente.

Poco dopo, Haibara, seguitò - «Quindi? Cosa dovrei cercare?» - domandò.

Conan si riprese dal pungente sarcasmo dell'amica scuotendo la testa, per poi esporle i fatti e la sua richiesta - «Uno dei colpevoli, quello identificato, risponde al nome di Niji Sakata, ed ha l'hobby del disegno. Ha una pagina web in cui posta i suoi ultimi lavori. E' in grado di padroneggiare diversi stili, con cui compone opere originali. Tuttavia, sono sicurissimo che alcuni dei suoi disegni, io gli abbia già visti da qualche parte, ma non riesco proprio a ricordare dove. Quindi ti vorrei chiedere-» - Conan, venne interrotto, dal viso sorridente, dell'amica.

«Vuoi che cerchi delle corrispondenze tra quei disegni e altri tipi di opere, dico bene?» - chiese con un tono pacato, il solito di sempre.

«Esatto. Credo sia un falsario d'arte, anche perché, è riuscito a riprodurre fedelmente un biglietto d'avviso di Ladro Kid» - disse mostrandole le foto, che fece prima all'Agenzia.

«Sembra proprio autentico» - mormorò Haibara, che allargò l'immagine per leggere il contenuto del biglietto - «Ma il messaggio, non è proprio degno di lui» - constatò

«Ho pensato lo stesso anch'io»

«Chi ha rinvenuto questo avviso e chi l'ha portato dal Detective Mori?» - domandò mentre, la ragazzina era intenta ad inviare le foto, dal cellulare di Shinichi al suo, prima che lui, però potesse rispondere, Haibara chiese - «Quale tra queste foto ti insospettiscono?» - Conan gliele indicò per poi risponderle.

«L'ha trovato nella posta l'Ispettore Nakamori, questa mattina. E poi...» - disse rivolgendo lo sguardo verso il mago, che accanto al Professore, aveva cominciato a dettargli il numero telefonico, da fargli localizzare - «Quel ragazzo, lo ha portato all'Agenzia.»

«Capisco» - sbuffò lei, con un sorrisetto sottile - «E' non ti è venuto in mente, che quel ragazzo possa essere Kid travestito? Dopotutto, ti somiglia molto. Forse ha sentito qualcosa riguardo al rapimento e ha deciso di travestirsi, per seguire il caso da vicino e salvare la sua reputazione di Ladro Gentiluomo. Hai pensato a quest'eventualità, Signor Grande Detective?»

Conan, tornò di nuovo a guardare il ragazzo, tornando indietro con la memoria:

 

«Eri un bambino tanto carino, ed ora sei davvero un bel giovanotto. Somigli tanto al mio Shinichi!» - ricordò le parole di suo madre, nei confronti del ragazzo.

«Ricordate quando, diverso tempo fa, in occasione del annunciato furto da parte di Ladro Kid della Black Star della famiglia di Sonoko, vi dissi di aver visto un ragazzo identico a Shinichi in compagnia di una ragazza? Non era Shinichi! Doveva essere Kuroba-kun, in compagnia della figlia dell'Ispettore. Ho indovinato?» - ricordò anche il discorso di Ran, di quella mattina.

E la successiva replica del ragazzo - «In effetti, siamo andati alla mostra della Perla Nera, prima del giorno annunciato dal ladro...»

 

Era plausibile, ed il non aver pensato a quell'eventualità, lo fece sentire così stupido! L'espressione di Conan, si fece scura, a quel punto, e quando lo sguardo di Haibara incrociò quell'espressione truce, gli domandò - «Che ti prende adesso? Guarda che stavo scherzando.» - disse guardandolo a sua volta - «Quel liceale, non sembra proprio avere l'aria di uno sfrontato ladro di gioielli. Piuttosto, sembra un ragazzo, genuinamente preoccupato per la sorte di una compagna rapita» - detto ciò, collegò il suo cellulare, che aveva ricevuto le foto da parte del numero di Shinichi, al PC portatile posto sul bancone della cucina - «Ad ogni modo, sta tranquillo. Scoprirò cosa nascondono queste immagini»

«Grazie Haibara» - disse Conan, per poi avvicinandosi al Professore ed al Liceale - «Professore, ha trovato qualcosa?» - chiese.

«Oh, sì abbiamo inserito il numero di cellulare ed è appena iniziata la ricerca» - pronunciò il Dottor Agasa, alla domanda di Conan - «Purtroppo ci vorranno un paio di minuti, questo computer è un ferro vecchio, quindi ci mette un po» - disse battendo un pio di colpi, sul cassone dell'apparecchio, che nel frattempo concluse la ricerca, con un segnale simile ad un campanellino - «Oh, ha appena finito» - disse l'uomo sistemandosi gli occhiali sul naso, che tornò a girarsi verso lo schermo.

«Quindi? Dove è localizzato il cellulare?» - soggiunse, Kaito impaziente di avere l'informazione,

«Ecco vediamo...» - disse il Professore, che successivamente, scrisse su un foglietto le coordinate riportate, in un angolo dello schermo - «Questi sono i dati» - Agasa ebbe accesso alla mappa della città di Beika, e vi inserì i dati GPS.

La mappa mostrò cercata l'area di un quartiere, era la zona in cui approssimativamente, il dispositivo elettronico si trovasse. Dopo diversi battiti di tastiera, l'area si ridusse ad un puntino rosso lampeggiante. Agasa, aveva triangolato la sua posizione, scoprendo quindi la sua esatta ubicazione.

«Grandioso!» - esclamò Conan appuntandosi l'indirizzo esatto, poi si avvicinò all'uomo e gli sussurro qualcosa all'orecchio, per poi scappare velocemente in direzione della porte - «Kaito-niichan, presto sbrighiamoci!» - esclamò.

Conan, aveva chiesto sommessamente, di non spegnere il Computer e trasferire i dati del GPS ai suoi occhiali da inseguimento.

«Ehi Ehi, dove corri? Aspetta!» - gridò Kaito prima di cominciare a corrergli dietro, dicendo prima di uscire - «Grazie di tutto Professore!» - il ragazzo, riuscì a raggiungere Conan poco dopo, afferrandolo per il cappuccio della sua felpa - «Ti ho detto di aspettare, ragazzino!»

«Non possiamo!» - replicò il bambino - «Dobbiamo sbrigarci a dare questi dati alla polizia!»

«Lo so, lo so» - disse Kaito scuotendo la testa - «Ma aspetta solo un attimo okay?» - Kaito confessò di avere urgente bisogno del bagno, e quindi i due si diressero ai bagno pubblici nelle vicinanze - «Tu aspetta in quel parchetto laggiù okay?» - disse Kaito, riferendosi ad un piccolo spazio verde poco distante, ornato da panchine, dove si trovava una donna, intenta a giocare con il suo bambini di pochi anni. Conan raggiunse la donna, e si sedette sulla panchina accanto a lei, mentre il liceale lo guardò da lontano, con la coda dell'occhio, entrando nel bagno.

Kaito, si rinchiuse in uno dei box in fretta e furia e cavò il cellulare dalla sua tasca, cercando velocemente un numero dalla Rubrica, premendo per effettuare la chiamata - «Rispondi, rispondi! Ah, Jii-chan? Ho bisogno di un favore» - disse, non appena sentì la voce del vecchio amico di suo padre, dall'altro capo del dispositivo - «Ti invio un link, puoi controllare se le immagini corrispondono a dei dipinti?» - chiese con fare concitato, come se fosse questione di vita o di morte. Si era già accorto di alcuni disegni identici, ma voleva una seconda conferma, non aveva potuto chiederlo prima a Jii. Perché tra una cosa ed un altra era rimasto sempre insieme al gruppo di Mori e dell'Ispettore, privo di qualunque autonomia, ed anche in quel momento, con Conan fuori dalla porta ad aspettarlo, non poteva esagerare con i dettagli.

«”Dei dipinti, Padroncino?”» - domandò confuso il vecchio. Kaito, confermò. - «”Come preferisce. Ma è successo qualcosa, per caso? La sento agitato”» - domandò preoccupato, Jii.

«E' una storia lunga, te la racconterò, quando sarà tutto finito.» - disse Kaito, per poi aggiungere - «Ad ogni modo, riguarda Aoko, ed è piuttosto importante, quindi Jii-chan-!»

«”Se si tratta della Signorina Aoko, allora farò il più in fretta possibile, Padroncino”» - disse Jii in tono conciliante.

«Grazie mille, Jii-chan. Ci sentiamo .» - detto ciò, Kaito riagganciò, e tirò un breve sospiro, per poi riporre il suo cellulare di nuovo nella tasca destre dei jeans – dalla quale estrasse un paio di guanti bianchi, che indossò –, per poi frugare nella sinistra, tirando fuori un secondo cellulare, di colore rosso - «Bene, ed ora, sistemiamo la cosa» - disse Kaito aprendo la rubrica e cercando la voce “Professor Agasa”. Kaito, aveva sfilato a Conan il cellulare dalla tasca della felpa, quando lo aveva afferrato per il cappuccio, poco prima.

Il Mago, dunque si schiarì la gola e chiamò. Ci furono un paio di squilli, poi il Professore, rispose - «”Ah, pronto Shinichi?”» - disse.

«Sì, professore scusi il disturbo, ho bisogno di un favore.» - parlò Kaito utilizzando la voce di Conan.

«”Di cosa si tratta?”» - chiese.

«I miei occhiali purtroppo, hanno improvvisamente smesso di funzionare. Stavo controllando se le coordinate GPS, fossero stata trasferite correttamente, e d'improvviso il sistema è andato in crash. Non so cosa sia successo.»

«”Che strano.”» - commentò il Professore, che però seguitò con apprensione - «”In ogni caso, devi subito venire a prenderne un paio nuovo!”»

«Sì, è vero, ma ormai sono già di strada per l'agenzia e rischio di perdermi gli sviluppi delle indagini della polizia, se torno indietro a prenderli adesso» - disse per giustificarsi - «Ma per fortuna, poco fa, mi ha chiamato Hattori, che mi ha detto che sta seguendo un caso nelle vicinanze e che essendo di strada, sarebbe passato lui a ritirarli. Per lei è un problema, consegnarli a lui, Professore?»

«”Heiji-kun è a Tokyo?”» - ripeté sorpreso l'uomo. - «”Capita una bella fortuna!Capisco, certo, nessun problema Shinichi”» - affermò Agasa.

«Perfetto, la ringrazio, Professore. La terrò aggiornato» - disse poi riattaccando.

Kaito sorrise – una parte del suo piano, si era compiuto – subito dopo Agasa, salutò e riattaccò. Concluso anche quel compito, Kaito tenne nella mano il cellulare di Conan ed uscì dal bagno, giungendo al piccolo spazio verde, Conan vedendolo arrivare si alzò di scatto e si allontanò salutando la donna ed il suo bambino. Mentre si distrasse con quell'operazione di cortesia, Kaito gli passò accanto urtandolo accidentalmente, per rimettere il dispositivo al proprio posto - «Oh, scusami tanto. Tutto a posto?» - domandò il liceale, con aria calma.

«Sto bene» - rispose Conan - «Possiamo andare adesso?» - gli chiese.

Kaito annuì ed i due tornarono verso l'Agenzia. Davanti al Poirot, era parcheggiata un'auto rossa della polizia, Conan subito riconobbe la vettura del agente Sato, il che significava che la polizia era arrivata. Si affrettarono allora ad entrare nel locale, dove l'Ispettore Megure, assieme al agente Sato, erano in piedi accanto al tavolo dove Kogoro e gli altri erano ancora seduti.

«Ah, eccoli qui» - sbuffò Kogoro, vedendoli arrivare.

«Siete arrivati giusto in tempo» - disse Nakamori - «Megure e l'agente sono appena arrivati, ed erano in procinto di raccontarci i risultati delle loro indagini.»

«Bene, ora che ci siamo tutti, possiamo cominciare» - disse Megure, sistemandosi in testa il cappello, mentre Conan e Kaito ripresero i loro posti a sedere. L'Ispettore, dunque rivolse il suo sguardo verso l'agente Sato - «Sato-kun, comincia pure»

«Certo Ispettore» - rispose la poliziotta, con decisione, cominciando a parlare - «In base alle informazioni che Ran-chan, ci ha passato al telefono abbiamo controllato le riprese delle telecamere del Parco Beika ed abbiamo trovato qualcosa di molto interessante» - affermò mostrando loro un tablet sul quale erano stati trasferiti i nastri delle telecamere, che Sato avviò con un tocco - «Come potete vedere, un'auto raggiunge il Parco Beika verso le ore 18 e ne escono tre persone» - spiegò l'agente, indicando con l'indice le immagini corrispondenti alle sue affermazioni - «Che non ne escono per un bel po. Un'ora dopo, la figlia dell'Ispettore Nakamori, passa accanto al parco e si ferma per circa un paio di minuti» - non appena la silhouette di Aoko venne visualizzata sullo schermo del tablet, l'Ispettore Nakamori scatto al in piedi urlando il suo nome, ma venne trattenuto da Kaito, che lo costrinse a sedersi, nuovamente. Quella reazione era considerabile come “patetica”, anche da parte da un padre in apprensione per la sorte di sua figlia. Dopo quella breve interruzione l'agente proseguì - «Stavo dicendo... la ragazza resta presso l'entrata del parco per qualche minuto, poi evidentemente qualcosa deve averla turbata, perché la si nota indietreggiare di qualche passo, finché qualche istante dopo, un uomo non sbuca dall'interno del parco afferrandola per un braccio.» - da quel punto in avanti, prese a parlare l'Ispettore Megure.

«A questo punto si vede la ragazza perdere conoscenza, mentre l'uomo viene raggiunto da raggiunto da un complice. Presumibilmente il signor Niji Sakata, del quale abbiamo trovato le impronte digitali sul biglietto, attribuito a Ladro Kid. In questo momento Takagi-kun sta perquisendo l'appartamento, mentre Chiba-kun si sta occupando d'interrogare il suo titolare» - spiegò Megure, per poi fare segno a Sato di far ripartire le immagini - «Quando i due si sono riuniti, sono rimasti fermi per un po, dopo di ché hanno caricato la ragazza ed un uomo anch'esso privo di sensi, che il ragazzo più atletico è andato a recuperare dal parco, all'interno del bagagliaio.»

«Dev'essere il cadavere, che la figlia dell'Ispettore ha visto nello scantinato e di cui Ran-chan, ci ha prontamente avvisati.» - intervenne Sato.

«Conclusa questa operazione, i due risalgono sulla macchina, lasciando il luogo del misfatto. Dai fotogrammi in cui la macchina effettua manovra per andarsene, si riesce ad intravedere la targa del veicolo, e con opportuni ingrandimenti, l'abbiamo ricavata e siamo risaliti al proprietario: il Signor Yusuke Amano» - pronunciò l'Ispettore, mentre sul Tablet venivano mostrati, targa e volto dell'uomo in questione - «Il Signor Amano, vive nella casa di proprietà dei suoi genitori, e quest'oggi, non si è presentato nella filiale di banca dove è l'addetto alle operazioni di sportello. Temiamo sia proprio il suo, il cadavere che tua figlia ha visto, Nakamori-kun» - riferì il poliziotto - «Anche perché, nei giorni scorsi era stato visto litigare con due uomini, sul retro dell'edificio, uno dei quali, corrisponde alla descrizione del Signor Sakata»

«Ma è tremendo!» - affermò Ran, con il volto segnato dall'orrore.

Kogoro intervenne subito dopo la figlia - «E si conoscono le ragioni per questo delitto?»

«Bé trattandosi di un bancario» - ipotizzò Sato - «la ragione più plausibile, potrebbe essere, un somma che si è rifiutato elargire a quei due figuri con cui ha litigato in seguito»

«Sicuramente, sapremo qualcosa di più preciso, quando Takagi-kun e Chiba-kun, saranno di ritorno» - affermò l'Ispettore Megure, che venne raggiunto da Amuro, che portava con sé un bicchiere d'acqua ed un caffè per i due ufficiali.

«Tenete, offre la casa» - affermò con il sorriso sulle labbra. I due poliziotti, ringraziarono ed accettarono volentieri, nel mentre Ran colse l'occasione per ordinare un dolce, da dividere con il piccolo Conan.

Finito di bere il suo caffè, Megure si rivolse verso Nakamori, che aveva assunto un'espressione atterrita, nonostante tutti i progressi fatti fin ora - «Cerca di star su col morale Nakamori-kun» - gli disse l'uomo - «Tua figlia è una persona molto forte. E' riuscita a fornirci informazioni preziose che ci hanno portati diritti ad identificare uno dei responsabili. Vedrai che la porteremo a casa, sana e salva» - Nakamori annuì, ringraziando il collega della sezione Omicidi, che aveva preso in carico il caso, con tempestività. Per adesso però, purtroppo, tutto ciò che potevano fare, era solo aspettare.

Passarono cinque minuti buoni ed Amuro fu di ritorno con un Creme Caramel, due cucchiaini da caffè ed un piattino, per la ragazza - «Ecco a te» - sorrise il cameriere.

«Grazie mille Signor Amuro» - sorrise Ran, dividendo il dolce a metà - «Prendi Conan-kun» - disse porgendo al bambino, un piattino con metà del dessert.

«Ah, Grazie mille, Ran-nēchan!» - affermò avventandosi sul dolce con il suo cucchiaino.

Kaito non poté far a meno che fissare storto Conan, e ribadire che vederlo atteggiarsi come un moccioso, gli procurava uno strano fastidio. La visione del budino, fece poi affiorare nella mente del liceale, un vecchio ricordo, risalente a diversi mesi prima. Quando sul treno espresso che da Tokyo raggiungeva la stazione di Osaka, la regina d'Ingram, aveva portato con sé il prezioso Cristallo Madre, che Kaito, sospettando potesse essere Pandora, aveva deciso di rubare. Ovviamente si trattò di un nuovo buco nell'acqua, ma non era quello il punto. In quell'occasione, Aoko in quanto figlia dell'Ispettore, era riuscita a guadagnare una cena, nel vagone privato della regina, nel quale ella aveva nascosto la preziosa gemma. Durante quella cena, mentre Kaito era concentrato nella ricerca del gioiello, ricordava che fu servito come dessert, proprio il Creme Caramel e che aveva permesso ad Aoko, di mangiarsi tranquillamente anche la sua parte. Aveva sbirciato solo per qualche attimo, l'espressione felice e soddisfatta del suo viso, quando le dette quella risposta, troppo impegnato nella sua ricerca. Ricordava di aver pensato quanto la ragazza fosse infantile, ma che era proprio questo a renderla unica e diversa dalle altre. Ed ora, quella ragazza così, allegra e spensierata, era rinchiusa chissà dove, in uno scantinato, inerme preda dei suoi rapitori, che programmavano di farle fare una brutta fine. E poi, ci fu quella frase sussurrata - “Io credo in te, Kaito” - l'aveva già sentita una volta prima, era una cosa tra loro due. Una sorta di promessa sotto intesa, per la quale lui, sarebbe sempre corso a salvarla se fosse stata in pericolo; ma in quest'occasione, quella frase martellava nella sua testa con insistenza. Quella gentile, ma allo stesso tempo disperata richiesta di aiuto, lo aveva profondamente segnato. E se non l'avessero trovata in tempo? Quella frase lo avrebbe ossessionato, per il resto della sua esistenza. Per questo, doveva fare di tutto per trovarla e portarla in salvo, perché lei, lo stava aspettando e non poteva deluderla, questa volta non DOVEVA deluderla o sapeva bene, che se ne sarebbe pentito amaramente. I pensieri di Kaito, vennero ad un tratto interrotti da due voci maschili e passi frenetici, che stavano avvicinandosi.

 

««Ispettore!»» - I due agenti Takagi e Chiba irruppero di corsa nel locale, con aria affannata.

«Oh, siete tornati, finalmente! Avete scoperto qualcosa di nuovo, riguardo al Signor Sakata?» - domandò l'Ispettore in tono speranzoso. Da parte degli agenti, ci fu un sonoro “Sì” in risposta.

«Eccome Ispettore, ci può scommettere, grazie alla perquisizione, siamo riusciti ad identificare finalmente, il secondo uomo, che opera insieme a Sakata!» - affermò un entusiasta Agente Takagi

«Cosa? Dici sul serio? Allora, che aspetti, avanti dicci cosa hai scoperto!» - lo incalzò Megure.

«Non si preoccupi Ispettore diamo tempo al tempo» - disse Takagi con aria serena, se non fosse che finì per beccarsi, a quelle parole, una sonora sgridata da parte del capo.

«Che sciocchezze vai dicendo Takagi ti sei ammattito per caso?! Qui non abbiamo tempo, i termini per il riscatto scadono tra meno di due ore!! Ti pare il momento di prendertela comoda!?!?» - tuonò Megure contro il giovane detective, che mise le mani avanti per cercare di calmare gli animi del suo superiore infuriato.

«Si calmi Ispettore Megure, intendeva solo dire, che se ci permette di spiegare, le diremo tutto ciò che abbiamo scoperto, tutto qui» - intervenne Chiba, risolvendo brevemente la situazione tesa del momento.

Megure allora si schiarì la gola, per riprendere un contegno, squadrando con sguardo truce, i due agenti affermando in tono fermo - «D'accordo, parlate allora.»

I due agenti si guardarono per un paio di attimi ed annuirono, Chiba, decise di parlare per primo - «Dunque, dall'interrogatorio del principale del Signor Sakata, sono oramai un paio di mesi che l'uomo si comporta in modo bizzarro, presentandosi al lavoro in modo saltuario, assentandosi senza avvisare. Ultimamente poi era particolarmente distratto, il principale era scontento, ma ha detto di non avere intenzione di licenziarlo, perché in fondo, è un buon dipendente ed aveva fatto sempre un ottimo lavoro. L'altro giorno si è dato malato.» - raccontò Chiba - «Inoltre mi ha raccontato, che da spesso nelle ultime settimane, un ragazzo muscoloso e con il codino, venne a trovarlo sul posto di lavoro. Il titolare ricorda che li sentì parlare di dipinti, rivolgendosi a quel ragazzo, chiamandolo con il nome, Fuyuki» - disse l'agente sovrappeso, chiudendo la sua agendina, dicendo - «E' tutto.»

A quel nome, Takagi si ricollegò dunque alle scoperte da lui fatte - «A proposito di questo Signor Fuyuki, abbiamo rivoltato il posto da cima a fondo, ed abbiamo trovato qualcosa di molto interessante, durante la perquisizione dell'appartamento del Signor Sakata, che per inciso non ritorna all'appartamento da un paio di giorni, ci ha comunicato la padrona di casa. Il luogo versava in uno stato pietoso, per questo ci abbiamo messo un po per finire tutti i controlli. Tra le prime cose che abbiamo trovato, c'è stata una nota sul frigo, con su scritto: “Consegnare a Fuyuki i bozzetti finiti”. Quindi si può dedurre che quest'uomo abbia competenze nel mondo dell'arte, o qualcosa di simile. Difatti abbiamo trovato gruppi di fogli arrotolati, inseriti in un tubo porta-disegni in plastica, stipato in un angolo della stanza. Lì per lì tutto ciò potrebbe sembrare insignificante, ma frugando in alcuni cassetti, è stata ritrovata una nota con un numero di cellulare a nome “Fuyuki Hishimoto”.» - raccontò Takagi - «Abbiamo contattato l'operatore telefonico ed abbiamo chiesto di far controllare il numero ed i dati dell'intestatario, il numero risulta disabilitato, mentre, i dati ad eccezione di nome e cognome, sono falsi. L'indirizzo infatti, risulta quello di un albergo, in cui però non risulta nessuna camera, a nome Hishimoto.» - anche Takagi richiuse il suo taccuino, per poi aggiungere - «Ho chiesto all'Ispettore Shiratori di controllare alla motorizzazione e dovrebbe comunicarmi i risultati a breve.»

«Bene, ottimo lavoro, almeno adesso abbiamo idea di chi altri cercare. Non ci resta che aspettare i risultati da parte di Shiratori-kun» - disse Megure, soddisfatto del lavoro dei suoi Detective.

Quando Takagi accennò ai disegni, sia Conan che Kaito, ricordarono di aver chiesto informazioni a riguardo. Entrambi, erano talmente presi dai racconti degli agenti che non si accorsero di aver ricevuto mail di risposta rispettivamente da Haibara e Jii entrambi con lo stesso genere di dicitura: “Ho controllato i dipinti come richiesto (Kudo/Padroncino), i tuoi/suoi sospetti erano fondati, parte di quei disegni sono parte della mostra d'arte, presente attualmente al museo di Haido”. Entrambi sogghignarono, Conan aveva visitato quella mostra con la classe, il mese prima, mentre Kaito aveva seguito un documentario a riguardo in TV e per questo notarono la somiglianza tra i disegni di Sakata ed i quadri in mostra al museo.

Amuro, si avvicinò nuovamente agli agenti, porgendo anche a Takagi e Chiba, due tazze di caffè e due bicchieri acqua, portando via, quelli vuoti dell'Ispettore e dell'Agente Sato.

«C'è ancora una cosa che però non mi è chiaro» - disse Takagi, mentre beveva la sua tazzina di caffè - «Ma se questo Hishimoto ed il Signor Niji Sakata sono i colpevoli di tutto, allora cosa c'entra Ladro Kid in questa faccenda.»

«Ma ci sei Takagi?!» - gli rispose alzando la voce Sato - «Hai detto proprio poco fa che Niji Sakata disegna, giusto?»

Takagi annuì debolmente - «E-Ecco... s-sì»

«Allora, potrebbe aver semplicemente riprodotto il simbolo del ladro. per fabbricare il biglietto. E' l'unica spiegazione che risulta plausibile, anche perché, dubito fortemente che uno di quei due sia Kid, Certo, su Hishimoto non abbiamo ancora le idee chiare, ma la sua struttura fisica non mi sembra affatto somigliante a quella di quel ladro, lo trovo, troppo massiccio. Secondo me, è stata solo una trovata, per tentare di depistarci, ma è così fuori contesto che non è stata neanche efficace»

«Sì, probabilmente hai ragione» - ammise, Takagi convinto dal ragionamento della collega. L'agente dunque finì il suo caffè, e poco dopo il cellulare di Takagi squillo - «Oh, Ispettore, novità? Parli pure liberamente, l'ho messa in vivavoce» - disse.

«”Ah, perfetto, grazie Takagi”» - disse lui.

«Allora Shiratori-kun, hai scoperto qualcosa di più sul Signor Hishimoto?» - chiese Megure.

«”Sì, Ispettore”» - affermò lui - «”Facendo una ricerca incrociata tra la motorizzazioni e l'archivio dati della polizia, ho scoperto quanto segue: Hishimoto Fuyuki, 27 anni, ha dei piccoli precedenti per aggressione e rissa in qualche bar, ma nulla di serio. Risulta nulla tenente e disoccupato da diversi anni. L'ultimo domicilio conosciuto, è stato casa della madre, che è stata riassegnata alla sua morte, ad una famiglia trasferitasi da Kyoto oramai dieci anni fa. Purtroppo non si conosce la sua attuale ubicazione, ne nulla di certo che lo riguardi. E' come se si fosse volatilizzato.» - spiegò Shiratori, aggiungendo che questo era tutto ciò che era riuscito a reperire sul conto di quell'uomo.

Megure annuì - «Capisco, non si sa nulla riguardo al suo domicilio attuale, quindi siamo punto e da capo. Grazie mille Shiratori-kun, se dovessi scoprire altro, non esitare a richiamare» - disse.

«”Certo Ispettore. Agli ordini”» - replicò lui, per poi salutare e riattaccare.

 

Una volta chiusa la chiamata, Megure sbuffò - «Dannazione! Se solo avessimo una vaga idea del luogo in cui tengono prigioniera la ragazza, quello sì sarebbe un altro ottimo passo in avanti!»

«In realtà c'è l'abbiamo» - sopraggiunse Conan. Kogoro, come suo solito tentò immediatamente di metterlo a tacere, ma Takagi, intervenne in sua difesa.

«Spiegati meglio Conan» - gli disse, ed il ragazzino sorrise.

«Vedete...» - disse traendo fuori di tasca il bigliettino con su scritte le coordinate GPS del cellulare di Aoko - «Quando la Signorina ci ha chiamato, le ho consigliato di accendere il GPS e non spegnere il dispositivo, una volta riagganciato. Così, io e Kaito-niichan siamo andati dal Dottor Agasa, che è riuscito a localizzare il luogo esatto, da cui il cellulare trasmette il segnale GPS»

«««Come?!»»» - Megure, Kogoro, Sato e Nakamori, si affollarono attorno al foglietto che Takagi reggeva tra le mani.

«Allora è per questo che sei uscito di corsa prima, Conan, per chiedere a Kuroba-kun di accompagnarti dal Professor Agasa» - disse meravigliata Ran. Conan annuì.

«Ma siamo proprio sicuri che le coordinate, siano esatte?» - dubitò Sato, in modo più che legittimo - «Magari dopo la chiamata, i rapitori hanno scoperto la ragazza ed hanno portato il cellulare in un luogo differente, da quello in cui si trovano»

Conan scosse la testa - «No, non è possibile. Se così fosse stato l'avrei saputo» - disse, premendo un bottoncino sull'astina degli occhiali e facendo comparire la mappa del luogo in cui il dispositivo era localizzato, sulla lente - «Ho chiesto al Professore di passarmi le coordinate qui sui questi occhiali speciali da lui inventati, e se si fossero spostati, il rilevatore me lo avrebbe comunicato tramite una piccola luce led. Ma questa non ha lampeggiato e la mappa non si è mostrata, il che vuol dire che fin ora, il cellulare non ha cambiato collocazione»

«Però» - sospirò sorpresa l'agente - «Certo che il Professor Agasa, ne sa una più del diavolo. Ottimo lavoro Conan» - il ragazzino rise, ringraziando l'agente Sato, mentre Megure, intimò Chiba, di verificare subito a quale indirizzo corrispondessero le coordinate GPS in questione.

L'atmosfera di concitazione, non si placò un attimo, poiché un agente tutto indaffarato, corse all'interno del Poirot, con una voluminosa borsa nera affermando: «Ispettore Megure! La borsa con il milione di yen è pronta!» - affermò.

«Eccellente!» -affermò l'Ispettore, che la prese con sé e si voltò verso il gruppo seduto al tavolo - «Credo sia meglio se cominciamo ad avviarci verso il parco Beika, dopotutto manca poco all'ora X»

Condividendo ciò che Megure affermò si alzarono tutti. Kogoro e Nakamori, pagarono il pranzo e poi tutti seguirono gli agenti, fuori dal Poirot. Prima che tutto potessero salire in auto, Chiba tornò urlando - «Ispettore! Ho trovato l'indirizzo!» - ansimante, li raggiunse, proseguendo - «E' l'indirizzo di una casa privata di proprietà del Signor Yusuke Amano, ovvero il proprietario della Mitsubishi GT 3000 bianca, su cui Sakata e Hishimoto si sono allontananti dal parco Beika» - comunicò.

«Bene, fa piazzare un paio di pattuglie di fronte a quella casa ed aggiornami di ogni spostamento in essa» - ordinò l'Ispettore Megure.

«Ricevuto» - disse Chiba, allontanandosi per chiamare la centrale ed impartire quell'ordine, dopo di ché Sato, Megure, Kogoro, Ran e Conan salirono sulla rossa auto fiammante dell'agente Sato, che faceva strada alla macchina della polizia di Nakamori, sulla quale salirono l'agente Takagi ed il giovane Kaito.

 

Le due auto si diressero entrambe verso il parco Beika. Quando arrivarono a destinazione, erano già le quattro e un quarto, le auto vennero posteggiate in lontananza e gli agenti, cominciarono a preparare tutto l'occorrente per prendere in trappola, coloro che sarebbero andati a ritirare il cospicuo riscatto, da loro richiesto. Megure e Nakamori, liberarono un cestino dal sacco nero della spazzatura che gettarono in un cassonetto, poco distante del parco e vi posarono al suo posto, il borsone contenete il denaro. Gli Agenti Sato e Takagi accompagnati dal giovane Kuroba – che stranamente, aveva domandato di poter andare con loro – domandarono invece al titolare di una profumeria di prestare loro delle parrucche che avrebbero restituito subito dopo e comprarono un giornale da un'edicolante. L'Ispettore, domandò anche alla giovane Ran a Kaito ed al piccolo Conan di collaborare con loro, in modo da avere molte più mani a disposizione in caso di bisogno. Tutti quanti avrebbero agito sotto copertura, fingendosi semplici visitatori del parco. I Detective Takagi e Sato, avrebbero finto di essere la solita coppietta innamorata che tubava sulle panchine del parco. Kogoro, avrebbe ascoltato le corse dei cavalli tramite la sua radiolina, ed avrebbe tirato un urlo in cui faceva capire cosa stesse facendo, in caso, coloro che sarebbero venuti a ritirare i soldi, si fossero insospettiti a causa dell'auricolare. L'Ispettore Nakamori, avrebbe finto di essersi appisolato con il giornale in mano. L'ispettore Megure e Conan avrebbero assunto il ruolo di nonno e nipote che giocavano a palla. Ed infine, Kaito si sarebbe esibito semplicemente in alcuni trucchi di magia, e Ran avrebbe ammirato il tutto da spettatrice. Ognuno però era bello che pronto ad intervenire, non appena qualcuno avesse tentato di estrarre il borsone dal cestino della spazzatura, con l'intenzione di portarselo via, e non con sana curiosità, sortita dalla stana ubicazione dell'oggetto.

 

Non restava che aspettare, che alle 17 precise, qualcuno venga a reclamare, il suo pagamento.

 

 

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Capitolo 5
*** #5: Il Riscatto ***


Capitolo 5: Il Riscatto

POV Aoko

La ragazza, riuscì a percepire il rumore della macchina, entrare nel vialetto e parcheggiarsi di fronte alla casa, poi le portiere vennero aperte e richiuse, ed infine sentì il rumore della porta aprirsi. Una volta riagganciato, Aoko cambiò il profilo del suono, in Silenzioso, ed inserì il Risparmio Energetico, dopo aver compiuto quei rapidi movimenti con le dita, la ragazza inserì di nuovo il cellulare nella tasca della gonna. Il tutto cercando di essere rapida, per non essere scoperta dai suoi rapitori. Sentì i passi al piano di sopra andare avanti e indietro per un po ed udì un sacco di altri rumore, che non riuscì ad identificare.

Aoko stava cominciando a sentirsi molto stanca, rimanere immobile, inginocchiata, a spalle strette, con la schiena premuta contro il legno, senza possibilità di muoversi, era davvero esasperante. Aveva provato più volte di sfilare almeno un braccio da quella morsa, così da riuscire in qualche modo a liberarsi da quella catena, ma fu tutto inutile. Credeva che avendo mani e caviglie libere, liberarsi sarebbe stato più semplice, ma si sbagliava di grosso.

Dalle sue labbra, si levò un sospiro profondo - «Niente da fare...» - nel pronunciare quelle parole, sentì la porta dello scantinato aprirsi, dunque stette in silenzio. Riconobbe i passi pesanti di Sakata ed attese di veder sbucare, la sua tondeggiante figura da dietro il pilastro.

«Ed eccoci di nuovo qui» - affermò, portando con se, un piccolo vassoio di plastica nero, con un coperchio trasparente, una ciotola di Ramen precotti, delle bacchette usa e getta ed un paio di bottiglie d'acqua - «E' ora di pranzo!» - affermò - «Sei affamata?» - chiese. Sakata, tornò a parlare per conto suo, esattamente come quella mattina, sapeva che Aoko non avrebbe risposto, dopotutto era rinchiusa in un posto sconosciuto con due uomini ignoti, quindi era normale, se si riducesse al silenzio. Egli sorrise ed aprendo il vassoietto ed impugnando le bacchette, si avvicinò alla ragazza - «Il menù prevede sushi! Certo, è quello economico, che si può trovare al supermercato per pochi yen, ma è comunque meglio di niente, giusto?» - detto questo, prese un pezzo di sushi con il salmone e lo porse verso la ragazza, che lo mangiò nel più religioso silenzio - «Allora, come lo trovi?» - chiese con un altro sorriso.

Aoko sorrise a sua volta - «E' buono!» - articolò, e quella reazione, fece strabuzzare gli occhi a Sakata per la sorpresa. Era prima volta che la ragazza spiccicava parola da quando era rinchiusa lì dentro – a quanto poteva saperne l'uomo –, e la cosa lo pietrificò per circa un minuto. Intanto il sorriso di Aoko si spense e lei piegò la testa domandando - «Qualcosa non va?» - con fare innocente e ciò sveglio, l'uomo paffuto dal trans.

«Ah, no» - balbettò - «Non è nulla» - per poi porgerle un altro boccone di Sushi. Ed iniziare una breve conversazione sulla qualità di quel genere di consumazioni. Aoko continuava ad essere cordiale e sorridente verso il suo rapitore con una chiara strategia in testa: persuadere Sakata a liberarla.

Infatti Aoko aveva notato, la gentilezza e l'affabilità dei modi, di quello che ora sapeva essere un'artista ed aveva capito che certamente, tra i due sequestratori, lui era quello di cui ci si doveva preoccupare di meno, pensò dunque che se si fosse accaparrata la sua simpatia, questo sarebbe riuscita a darle una mano e magari addirittura l'avrebbe lasciata scappare da lì. Sembrava improbabile, visto che pareva succube di Fuyuki, ma come si dice, tentar non nuoce. Quando Sakata, si dedicò al suo pranzo, ovvero la ciotola di Ramen, Aoko decise di fare la sua seconda mossa, essendo riuscita a creare un atmosfera rilassata tra i due, questa volta la sua conversazione, avrebbe puntato sulla materia preferita di Sakata, ovviamente l'arte, la sua arte.

Sorrise, mentre lo guardava mangiare - «Anche quel Ramen sembra buono» - disse.

«Già» - confessò lui, tirando su un altro generoso boccone di spaghetti in bordo.

Aoko mantenne il sorriso per poi affermare - «Lei, è l'artista Niji Sakata-san, dico bene?» - al sentire pronunciare il suo nome, al ragazzo andò quasi di traverso il boccone, che dovette aiutarsi a mandare giù, con un po d'acqua.

«C-Come fai a saperlo?» - chiese tremolante il ragazzo - «Io non te l'ho mai detto!»

«L'ho capito, dal disegno sul biglietto di Kid.» - affermò - «Ad Aoko piacciono molto i suoi disegni, per questo, ripensandoci molto bene, ho capito che doveva essere lei» - disse lei sorridendo.

«Dici sul serio?» - chiese lui confuso ed Aoko annuì energicamente,

«Certo, il suo stile è sempre vario ed originale, ogni nuovo disegno è sempre una sorpresa» - lo lodò umilmente, riuscendo a farlo arrossire imbarazzato. Inutile dire che in realtà Aoko non aveva mai visto alcun lavoro di Sakata, ma si stava limitando a ricordare le parole sentite pronunciare dal bambino durante la telefonata fatta a Kaito. Ricordò che disse, che Sakata mischiava stili differenti per comporre opere originali e riuscì a mettere insieme così quelle poche affermazioni. Tuttavia, la seguente domanda del ragazzo, la mise leggermente in allarma.

«Capisco! Dì un po, quale è quello che ti è piaciuto di più, fin ora?»

«Eh?» - quella sillaba sfuggì istintivamente dalle labbra di Aoko, che assunse un'espressione confusa, il suo cuore ebbe un sussulto. Cosa poteva rispondere ad una domanda, che richiedeva una risposta così precisa? La fronte della ragazza si corrugò, mentre pensò attentamente a cosa potesse dire. Nel mentre Sakata la fissava speranzoso, e questo non fece altro che metterla ancora più a disagio. Dopo diversi attimi di silenzio, Aoko mormorò - «D-Direi... tutti...»

Non sapeva bene che reazione aspettarsi da parte dell'uomo, quindi le si illuminarono gli occhi quando vide il ragazzo sorridere ed asciugarsi gli occhi dalla commozione. Aoko mostrò un ampio sorriso, quando esso, singhiozzò - «Ti ringrazio. E' la cosa più bella che potessi sentire. E dire che Fuyuki mi aveva avvertito che prima o poi qualcosa del genere poteva accadere...» - pronunciò di nuovo, accidentalmente il nome del compare, ma non se ne rese conto, perché troppo emozionato - «Grazie, davvero. Sono davvero felice che ti piacciano i miei lavori.»

La ragazza ridacchiò, per poi sbuffare poco dopo, ed affermare gaiamente - «Si figuri, però accidenti! Mi ha spaventato! Non faccia ad Aoko domande così difficili, per favore!» - disse scherzosamente la ragazza.

Lui rise - «Ti chiedo scusa» - disse grattandosi la nuca - «Allora te ne farò una più facile. A scuola ti piace qualcuno, hai un ragazzo?»

Aoko, non aspettandosi una domanda, degna di una chiacchierata tra amiche, arrossì lievemente, era a disagio a quella domanda, ma quel disagio si dissolse non appena tentò di sporgersi in avanti, venendo trattenuta dalla catena della bicicletta. Ricordò la situazione in cui si trovava e si riscosse, dal suo imbarazzo di diciassettenne - «Credo di sì» - disse - «Però questa è un'altra domanda difficile!» - ridacchiò lievemente la ragazza.

«Hai ragione» - Sakata rise ed Aoko fece lo stesso. Si era per un attimo distratta del suo obbiettivo per questo, ma si ripromise di non distrarsi più. Come si ripromise quando si fermò di fronte al parco Beika. Si diede dell'idiota per questo, ma il senso di colpa sparì, presto, poiché Sakata, propose un nuovo argomento di discussione. Chiacchierarono per un bel po, fin quando una voce adirata, tuonò di colpo, dal piano di sopra.

«Ehi! Per quanto tempo ancora hai intenzione di rimanere laggiù, imbecille! Datti una mossa, dobbiamo prepararci!»

Sakata sobbalzò all'urlo del complice e si alzò in piedi di scatto - «Accidenti, dev'essere piuttosto tardi» - incespicò nelle parole, mentre raccattava le stoviglie del pranzo - «Mi dispiace, ma devo scappare» - disse per poi avviarsi verso le scale goffamente. Senza farsi vedere, Aoko lo seguì con la coda dell'occhio, girando pian piano attorno al pilastro. Prima che potesse allontanarsi troppo, Sakata aggiunse - «Ancora grazie per i complimenti, è stato bello chiacchierare un po» - per poi correre su per le scale e chiudersi la porta alle spalle, lasciando nuovamente Aoko, sola in quel seminterrato, assieme al cadavere di uno sconosciuto.

Fu, quando realizzò questo macabro dettaglio, che ripensò ancora una volta alle parole dette da Fuyuki:“Dobbiamo trattarti bene, finché sei qui, dico bene? [...] fintanto che non farai la sua stessa fine” .

L'uomo aveva usato due avverbi di durata, che indicavano un tempo limitato quindi...

Non ci aveva pensato attentamente, neppure quando lo aveva riferito al Detective, eppure era tutto così chiaro.

«Non può essere... giusto?» - mormorò Aoko - «Mi sono cacciata proprio in un brutto guaio, sono stata... proprio una stupida.» - si disse, con un sorriso amaro in volto, mentre le lacrime cominciarono a scendere rotonde dai suoi limpidi occhi azzurri, cadendo sul pavimento, creando piccole chiazze scure, sul pavimento di cemento grigio - «Era una promessa, vero?» - disse in tono sommesso e con voce rotta - «”Verrò da te in un lampo”» - ricordò quelle parole, che la rassicurarono tanto quel giorno, continuando a singhiozzare - «Se è così allora sbrigati ad arrivare. Aoko... Aoko, continuerà ad aspettare, tu sbrigati a venire a salvarmi, ti prego!»

Gli occhi di Aoko si riempirono di lacrime salate, che le bruciarono gli occhi, singhiozzò ripetutamente, aveva paura, una paura folle. Per un po, le sue orecchie furono completamente, sorde ai rumori provenienti dal piano superiore, mentre, versava fiumi di lacrime, sperando che questo incubo si concludesse al più presto.

 

POV Niji Sakata

L'uomo sbucò di corsa dalla cantina e chiuse la porta dietro di sé, poi poggiato ciò che trasportava raggiunse il compare che nervoso, lo aspettava spaparanzato in poltrona con sguardo truce.

«Scusa, ho procrastinato un po troppo» - disse grattandosi la nuca imbarazzato. - «Comunque non c'è fretta, sono a mal appena le tre e mezza» - gli fece notare lui, dando una rapita occhiata all'orologio della cucina.

«Ma allora sei veramente un idiota...» - sbuffò Fuyumi, alzandosi dalla poltrona - «Devi quanto meno uscire di qui un po prima, credi che siano tutti stupidi come te? Gli sbirri potrebbero già essere sulle nostre tracce da un pezzo, quindi è meglio se lasci questa casa, un po prima e ti dirigi al parco Beika, prendendo strade secondarie. Devi stare all'erta ed agire d'astuzia. Potrebbero esserci poliziotti ad ogni angolo della strada e se ti vedessero uscire proprio all'ora prevista per il ritiro, potrebbero subito sospettare di te, non credi?»

Il ragionamento del compare, a Niji parve sensato e decise di accogliere il suo consiglio. Gettò i contenitori dei cibi pronti, le bottigliette vuote e le bacchette usate, poi si lavò le mani e si mise le scarpe - «Allora, io esco» - disse a Fuyuki, che si era seduto nuovamente, mettendosi a guardare la TV.

«Dacci dentro» - disse quest'ultimo. Sakata, deglutì, era nervoso, aveva paura che le cose andassero a rotoli, Fuyuki gli aveva garantito di avere tutto sotto controllo, ma lui non ne era troppo convinto. Ad ogni modo, si mise le scarpe ed uscì dall'abitazione della famiglia Amano, avrebbe fatto un giro, per far passare un po di tempo ed anche per tranquillizzarsi un po, prima dell'onere che l'attendeva. Sakata non poté vederlo, ma quando era intento ad aprire la porta, per lasciare la casa di Yusuke Amano, Fuyuki Hishimoto, aveva dipinto sul volto, un largo e crudele sorriso.


 

POV Aoko

Dopo un pianto che si protrasse per diversi minuti, le lacrime di Aoko, finalmente si arrestarono, la ragazza riuscì a placare i singhiozzi e lentamente i suoi occhi smisero di bruciare. Era ancora spaventata, ma continuare a piangere non avrebbe fatto altro che sfinirla ancora di più. E lei doveva lottare, doveva resistere, almeno finché lui non avesse mantenuto la sua promessa. Perché era sicura che l'avrebbe fatto. Ed un giorno avrebbero ricordato questa esperienza orribile, come un'avventura conclusasi con uno splendido lieto fine. Lei ci credeva, con tutte le sue forze. Una volta che si riprese da quella crisi, Aoko decise di tendere l'orecchio in ascolto dei lievi rumori che l'intelaiatura in legno, a sostegno della casa, nella sua leggiadra forma, le permetteva di ascoltare... ma, niente. Nessun rumore. Quel silenzio tombale, si estese per un lasso di tempo non indifferente, tanto che la ragazza credette, che i due malviventi fossero nuovamente usciti, ma si sbagliava di grosso. Infatti, d'un tratto, la porta della cantina si spalancò scricchiolando e dei passi lievi, e ritmici scesero già per la scale. Non erano i passi pesanti del Signor Sakata e nemmeno quelli frettolosi di poliziotti che irrompono nella costruzione per portarla in salvo, quindi la risposta era una soltanto.

D'improvviso Aoko sentì la catena allentare la presa sul suo busto e le sue spalle, fino a cadere a terra, sbigottita, subito si guardò intorno e quando vide la figura muscolosa e con i capelli raccolti in un codino, del rapitore di nome Fuyuki, il sangue nelle vene della ragazza, divenne ghiaccio. Egli mostrava un sorrisetto tagliente e trionfante e la fissata con uno sguardo che definire diabolico era poco. Aoko tremò, addossandosi istintivamente al pilastro contro il quale era stata costretta, fino ad un attimo prima, mentre i suoi occhi, cominciarono a riempirsi ancora una volta di lacrime. Era spacciata!

Fuyuki inasprì ancora di più il suo sorriso, davanti all'espressione che la giovane Nakamori aveva in volto, dicendole - «Non ci rimane molto tempo. Avanti in piedi Signorina. Io e te andiamo a fare un bel giretto, adesso»

Aoko non si mosse di un millimetro, Fuyuki però non perse tempo e la afferrò per un braccio, dandole una poderosa ginocchiata nello stomaco, per la quale gemette di dolore, prima che tutto divenisse oscuro. L'ultimo suono che fu in grado di udire, prima di perdere conoscenza, fu la risata diabolica dell'uomo, rimbombarle nella orecchie. Egli, in seguito, se la caricò in spalla, lasciando lo scantinato, assicurandosi però prima, di calpestare con impudenza il cadavere di Amano che giaceva sul pavimento. Dunque raggiungere il piano superiore tramite le scale, uscire di casa, salire sull'auto di Amano rimasta parcheggiata nel vialetto, ed infine abbandonare quel luogo, con seduta accanto a lui, nel sedile dal lato del passeggero, una ragazza, priva di sensi, che non aveva la minima idea, di ciò che l'attendeva, al loro arrivo a destinazione.

 

POV Kaito/Conan

Mancavano oramai, meno di 15 minuti alle cinque, tutti “gli attori” erano ai propri posti, aspettando solo che si palesasse, una qualunque delle due figure, che corrispondevano alla descrizione do uno dei sospettati. La tensione si faceva più alta ogni minuto che passava ed i nervi di ogni partecipante all'operazione, erano tesi come corde di violino. Tuttavia, l'attesa non fu infinita, perché alle cinque precise, un uomo robusto, con una felpa scura, jeans, scarpe da ginnastica, un paio di occhialetti tondi in viso e dei capelli neri ed unti, fece il suo ingresso nel parco Beika. Si guardò un po intorno, e nel notare un enorme borsone piantato nel cestino della spazzatura, cercò immediatamente di tirarlo via, con le tozze e corte braccia. Sato e Takagi lo circondarono ed egli non oppose alcuna resistenza, quando l'agente Sato, pronunciò il suo nome. Questo si limitò a tremare ed accasciarsi a terra, lei gli mise le manetta ai polsi, dichiarandolo in arresto e lo scortò fino alla sua macchina, facendolo accomodare nel sedile posteriore, mentre finiva di elencargli i suoi diritti.

Non fu un azione sotto copertura delle più movimentate, ma ciò che importava era aver arrestato uno dei responsabili.

Non appena fu tratto in arresto, Megure, ordinò agli uomini che circa un'ora prima, si erano appostati davanti casa Amano, dietro richiesta di Chiba, di irrompere nell'abitazione. Gli agenti erano capeggiati da Shiratori, che al suo arrivo aveva già avvisato Megure di un dettaglio rilevante, la Mitsubishi Bianca modello GT 3000, di Amano, non era parcheggiata nel vialetto. Ad ogni modo, questi entrarono con successo all'interno della casa, trovandola però completamente sgombra al primo piano e a quello superiore. Uno degli agenti, trovò tuttavia, la tessera scolastica di Nakamori Aoko, in una stanza al secondo piano, in quello che doveva essere l'ufficio del Signor Amano. Nel seminterrato, invece, venne ritrovato il cadavere del padrone di casa ed una catena per biciclette assieme ad alcuni residui di cibo, sul pavimento. Il che significava che la ragazza e Hishimoto erano stati qui, ma che adesso si trovavano altrove. Inoltre Shiratori, aprì la porta del garage della casa, dove sperava di trovare la vettura dell'uomo deceduto, ma questa, come temeva, non era presente.

«Come dici, Shiratori-kun?» - urlò l'Ispettore Megure non appena venuto a conoscenza di quella tragica scoperta - «La casa è sgombra?!»

«”Esatto Ispettore, come le dicevo, abbiamo trovato il tesserino scolastico della ragazza ed il cadavere del Signor Amano, ma l'auto e sparita e di Hishimoto e della figlia dell'Ispettore Nakamori, non è rimasta alcuna traccia”»

«Dannazione!» - esclamò Megure, dando d'istinto un colpo al cofano della macchina dell'agente Sato, che a tal proposito, ricordò lo sbalorditivo localizzatore, che Conan aveva installato sui suoi occhiali e si voltò dunque verso il bambino.

«Conan-kun, la posizione» - affermò l'agente Sato, Conan annuì di rimandò, premendo il pulsante sull'asticella degli occhiali, ma... non accadde nulla.

Ma che?! Non funzionano! Maledizione! Le batterie devono essersi scaricate! Eppure, il Dottor Agasa gli aveva controllati giusto qualche giorno fa, quando...”

- il corpo di Conan si congelò all'istante. Era vero che qualche giorno prima Agasa aveva controllato gli occhiali, ma per cambiare proprio le batterie, che si erano bruciate, perché quel giorno andando a pesca con i ragazzi, era caduto accidentalmente in acqua, mentre tentava di issare un pesce, troppo grande per le sue attuali dimensioni. Una volta rientrati poi, Agasa aveva cambiato la batteria degli occhiali, e vedendo che questi ripresero subito a funzionare correttamente, pensò che tutto fosse sistemato, ma a quanto pare, la caduta in acqua aveva causato danni peggiori, che non il danneggiare la batteria, ed ora Conan ne stava pagando il prezzo, nel momento più sbagliato.

Sato, lo interpellò di nuovo - «Conan-kun!»

Shinichi abbassò il capo e disse - «Non funzionano.» - la serietà del suo tono, non lasciava spazio all'idea che potesse essere uno scherzo - «L'altro giorno, ero a pesca e sono caduto in acqua. Lì devono essersi danneggiati, ma il danno sì è solo mostrato adesso.» - tutti avevano visto che qualche ora prima, al Poirot, gli occhiali erano perfettamente funzionanti, quindi a riprova di quello che stava dicendo, Conan si mise a premete il bottoncino ripetutamente, e disse in tono amaro - «Non funzionano. Vedete? Eppure sto continuando a premere il pulsante»

«Maledizione!» - si lasciò sfuggire l'agente Takagi dalla bocca. Quello era il modo più sicuro per ritrovare l'ostaggio ed il rapitore, ed adesso, quella sicurezza era completamente sfumata. Un ombra lunga e scura, si palesò subito sulle facce di tutti quanti, che temevano, non ci fosse più nulla da fare. In quel momento, Kaito apprezzò maggiormente, l'essersi finto Conan per domandare ad Agasa un nuovo paio di occhiali. Il suo istinto, gli aveva dato davvero, la giusta intuizione.

«Non perdiamo altro tempo!» - tuonò poi l'Ispettore Megure, facendo la voce grossa - «Il Signor Sakata deve sapere sicuramente dove Hishimoto è diretto, portiamolo subito alla centrale ed interroghiamolo, svelti!» - gridò - «Shiratori, tu continua a frugare in casa di Amano e se trovi qualche indizio utile avvertici subito!»

«”Ricevuto!”» - rispose quest'ultimo riagganciando.

«Sato-kun, Ran-kun e Conan-kun, nella macchina presto!» - ordinò - «Nakamori-kun, vienici dietro, portando con te Takagi-kun, Mori-kun e Kaito-kun, a sirene spiegate mi raccomando, è una situazione d'emergenza!» - detto questo, l'Ispettore del cappotto e cappello marroni, s'infilò nella macchina di Sato, seguiti dalla stessa Agente, Ran e Conan, mentre gli altri salirono sull'auto di Nakamori, come ordinato da Megure. In pochi secondi, le due vetture partirono a sirene spiegate, in direzione della centrale di polizia. La vettura moderna dell'agente Sato procedeva di gran carriera, per le strade, di Beika, a sirene spiegate, come ordinato e veniva seguita a qualche minuto di distanza dall'auto di servizio, vecchia di diversi anni, dell'Ispettore Nakamori, che faceva tutto il possibile per starle dietro.

«Accidenti, di questo passo non li raggiungeremo mai» - sbuffò Kogoro, stipato nel sedile posteriore, accanto all'agente Takagi - «Si muova Ispettore acceleri!» - lo intimò.

«Guarda che sto andando al massimo della velocità consentita, e poi in città non si dovrebbero poter eseguire manovre di quel tipo. Quella Signorina guida come un pilota di auto da corsa!»

Bé, in effetti...” - Kogoro rise, ricordando, che durante il caso della Strega delle montagne, si era infine scoperto che non c'era nessuno spettro, ma solo un'agente di polizia che emetteva delle strane grida sfrecciando a tutta velocità con la sua auto, per quelle stradine di montagna.

«Comunque il Detective a ragione, Ispettore» - intervenne in seguito Takagi - «Di questo passo giungeremo alla centrale, con parecchi minuti di scarto, rispetto all'agente Sato e gli altri, certo questo non sarebbe un problema così grave, a meno che lei non voglia occuparsi di persona, dell'interrogatorio di uno dei rapitori di sua figlia»

«Ma che domande fa agente!» -sbottò subito Nakamori, ringhiando - «Naturale che voglio essere io ad occuparmene personalmente! Lo riduco a un colabrodo, quel maledetto»

«Bene» - sorrise. asciugandosi una goccia di sudore con il suo fazzoletto, l'agente - «Allora è meglio che si sbrighi o finiremo per arrivare con ben dieci minuti di ritardo, Ispettore»

Facciamo anche 25, okay?” - sorrise Kaito tra sé e sé, ponendosi il suo fazzoletto sulla bocca e spruzzando da una bomboletta con il beccuccio lungo e sottile, un gas all'interno dell'abitacolo dell'auto.

«Non... c'è... bisogno che, lei... me lo dica...» - biascicò Nakamori, per poi accasciarsi piano sul volante, mentre Kogoro e Takagi, svennero sul sedile posteriore.

«Fatevi un bel sonnellino, io ho una faccenda della quale occuparmi » - disse il ragazzo, mentre per evitare incidenti, aveva spostato con un colpetto i piedi del guidatore dai pedali, ed allungandosi tra i sedili, aveva gradualmente spinto il pedale del freno, così da fermare dolcemente, la vettura. Kaito successivamente, riuscì a far passare, un profondamente addormentato Nakamori dal posto di guida, al sedile dal lato del passeggero, per andarsi a sedere lui al posto di giuda – «Ecco fatto.» - disse asciugandosi il sudore dalla fronte. Dopo di ché si sporse verso il sedile posteriore del veicolo, frugando nelle tasche della giacca del agente Takagi ed estraendone un piccolo set portatile per il trucco ed una bottiglietta ed un pettine. La ragione per cui aveva chiesto ai due poliziotti di poter unirsi a loro, mentre andavano in profumeria, era proprio il poter sottrarre dal negozio i suddetti articoli, che avrebbe poi riposto nella tasca dell'agente assieme ad un biglietto di scuse, firmato dal suo alter ego, per giustificare il furto. In fondo, se avesse fatto credere che Kaito Kuroba, fosse in realtà Ladro Kid travestito, nessuno avrebbe sospettato della sua doppia identità, finendo semplicemente col credere che Kid avesse preso il posto del liceale, per smascherare l'inganno del “finto avviso” di persona. Cosa che in parte, era la verità.

Kaito dunque, abbondò di fondo tinta scuro sul suo volto e le sue mani, in modo da assumere la carnagione ambrata, posseduta da Heiji Hattori e si pettinò i capelli in modo che assumessero la stessa forma di quelli del Detective di Osaka. Il colore di questi ultimi e degli occhi dei due erano molto simili, quindi non c'era bisogno di camuffarli. Infine la divisa scolastica di Kaito era praticamente identica, a quella di Hattori, se solo non fosse stato per il colore.

Quella di Heiji, infatti era di colore nero, mentre quella imposta dal Liceo Ekoda era di colore blu; ma questo non rappresentava un ostacolo insormontabile, dato che poteva benissimo inventarsi una scusa per spiegare il cambio di tonalità degli indumenti. Quando ebbe finito di truccarsi, nel giro di meno di 5 minuti, Kaito era a dir poco irriconoscibile. Dopotutto era un maestro dei travestimenti. A quel, ripose il set per il trucco ed il pettine nella tasca dell'ignaro agente di polizia, assieme ad un biglietto di scuse e si mise alla guida, raggiungendo rapidamente casa del Professor Agasa, dunque scese dall'auto, e andò a suonare il campanello.

La voce di Hiroshi, suonò forte e chiara dal citofono - «Sì? Chi è?» - chiese.



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«Professore, sono Hattori sono venuto per-» - rispose simulando alla perfezione l'accento tipico del Kansai. Aveva fatto delle ricerche in passato, trovandosi ad avere a che fare anche con il giovane Detective dell'ovest oltre che con Shinichi. In quel occasione, gli aveva liberati da una bomba che avrebbe fatto saltare in aria loro due con le rispettive fidanzate, i giovani Detective, e la giovane della famiglia Suzuki, mentre si trovavano sulle montagne russe, se non fosse intervenuto in tempo, prendendola con se e facendola esplodere in aria, grazie all'ausilio del suo deltaplano. Dopo quell'episodio. Kaito si era informato sull'investigatore di Osaka, credendo che in futuro quelle informazioni, sarebbero potute tornagli utili. Infatti, quel momento era arrivato.

«Oh Heiji-kun! Ti stavo aspettando» - lo interruppe il Professore, non lasciandogli finire neppure la frase- «Entra pure, entra pure» - disse, ed il cancelletto, fuori dall'abitazione, scattò e fu aperto dal ragazzo

“Heiji”, venne accolto dal professor Agasa in casa sua, ed insistentemente, venne invitato ad accomodarsi, ma lui rifiutò - «Non posso, sono di fretta. Il cliente mi sta aspettando, ma grazie per l'invito. Sono solo passato a ritirare quegli occhiali di scorta che Kudo mi ha chiesto di portargli» - disse con un sorriso, mentre poco lontano, Haibara gli puntò uno sguardo poco convinto addosso al ragazzo.

«Cosa c'è che non va, ragazzina?» - gli chiese dubito d'istinto Kaito, convinto che avesse notato qualche particolare sbagliato nel suo travestimento.

«Niente» - disse lei con fare indifferente, tornado a fissare lo schermo del portatile.

Kaito rimase un po interdetto, ma non ci fece troppo caso, mentre il Dottore, gli si avvicinò, porgendogli gli occhiali, che aveva recuperato dal tavolo nel mentre - «Ecco qui gli occhiali per Shinichi, Heiji-kun» - disse porgendoglieli

«Thank you, Professore» - disse prendendoli - «Mi dispiace non potermi fermare, ma sono già in ritardo»

«Oh non importa.» - alzò le spalle Agasa - «Il lavoro dopotutto è lavoro» - rise riferendosi alle mansione del Detective, che Heiji svolgeva.

«Sì» - disse Kaito, andando verso la porta - «A presto Professore, la prossima volta, mi fermerò più a lungo» - affermò uscendo - «Grazie mille, arrivederci»

Kaito, mentre si allontanava nel vialetto, verso la macchina, premette il pulsante sull'asticella, per assicurarsi che la localizzazione satellitare del cellulare di Aoko funzionasse, e non appena il polpastrello del ragazzo premette il bottoncino sulla lente destra comparve una mappa blu, con coordinate precise ed un puntino rosso in movimento. Funzionavano perfettamente, e mostravano che Aoko si stava muovendo.

«Sì stanno spostando» - constatò - «Diamine! Devo sbrigarmi» - il finto Heiji, pose dunque gli occhiali all'interno della sua divisa, salì sull'auto della polizia e guidò in direzione dei bagni pubblici, dove si lavò via il trucco di dosso, tornando poi alla macchina e guidando fino alla stazione di polizia, posteggiando la macchina dietro a quella dell'agente Sato.

Kaito, allora uscì dall'auto, riportò l'Ispettore Nakamori al posto di guida, assicurandosi che impugnasse per bene il volante, così da fargli credere di essere stato alla guida tutto il tempo; poi si impegnò a spostare tutti gli orologi, presenti in quella vettura, indietro di venti minuti così da far credere ai due poliziotti ed al Detective Mori, di essere arrivati solo con dieci minuti di ritardo, rispetto al resto del gruppo – come aveva quantificato precedentemente l'agente Takagi –. Conclusa questa operazione minuziosa, Kaito appoggiò con delicatezza la portiera dal lato di guida e si diresse poi dal lato passeggero chiudendo la portiera anche da quel lato, questa volta però, con forza in modo da provocare un forte rumore. I tre uomini, a causa del frastuono, si svegliarono di soprassalto, confusi e disorientati, vedendo il giovane Kuroba, allontanarsi dalla macchina, in direzione di un edificio poco lontano. I tre si guardarono intorno un po spaesati, per poi realizzare di essere giunti, chissà come, alla centrale della polizia e mettersi a seguire a ruota, il ragazzo, che soddisfatto, sorrideva fra sé e sé, per la riuscita di quella sua piccola manovra. Di questo passo, sarebbe riuscito ad imbrogliare tutti coloro che erano coinvolti nel caso, riuscendo anche a salvare Aoko, senza il rischio che venisse svelata, la sua vera identità

Nel frattempo, Niji Sakata venne scortato dall'agente Sato nella sala interrogatori ed “accudito” dalla donna, tentando di far calmare Sakata, che istericamente aveva cominciato a ripetere che doveva esserci un'errore e che lui non aveva fatto niente di male. Dichiarazioni, che discordavano fortemente con il comportamento da lui tenuto al Parco Beika. Il resto del gruppo si recò invece nella sala adiacente da cui avrebbero potuto assistere all'interrogatorio seguente, tramite il vetro unidirezionale e gli antoparlanti. Megure, tuttavia, dopo un po cominciò ad infastidirsi, dal ritardo del gruppo composto da Takagi e gli altri, ma almeno temporaneamente, venne distratto da una telefonata da parte dell'Ispettore Shiratori.

«Sì? Dimmi Shiratori, hai trovato qualche indizio, su dove si potrebbero trovarsi il rapitore e la ragazza?» - domandò con apprensione l'uomo con il cappello.

«”Purtroppo no, Ispettore, ma abbiamo trovato un dettaglio che collega in modo più forte, il Signor Sakata, il Signor Hishimoto ed il Signor Amano, questi infatti erano compagni a Liceo. E si erano rincontrati ad una rimpatriata, qualche mese fa. Inoltre abbiamo trovato in una denuncia contro i due uomini, da parte della banca, per cui Yusuke Amano, lavorava. Quindi si potrebbe ipotizzare che sia la denuncia il vero movente per l'omicidio”» - spiegò Shiratori, salendo sulla vettura di ordinanza - «”Abbiamo appena terminato la perquisizione di casa di Amano ed ora porteremo il cadavere all'obitorio, prima di raggiungere la centrale per fare rapporto”»

«Ho capito, grazie Shiratori-kun. Se succedesse qualcos'altro. Non esitare a richiamare» - lo raccomandò, per poi riattaccare.

«Megure!» - chiamò Nakamori, correndo incontro al collega, con accanto Kaito che lo seguiva, con andatura composta.

«Scusi il ritardo Ispettore» - aggiunse in coda, Takagi, mentre Kogoro gli seguiva, sbadigliando.

«Nakamori-kun! Ma dove vi eravate cacciati? E più di mezz'ora che vi aspettiamo!» - lo riprese, mentre Ginzo, inarcò un sopracciglio con aria confusa.

«Si sbaglia ispettore, vede?» - disse Takagi, mostrando il suo orologio - «Siamo solo in ritardo di 10 minuti.»

Una vena cominciò a pulsare sulla fronte dell'Ispettore Megure, che non riuscì a rispondere, a causa dell'irritazione, Allora intervenne, Ran indicando l'orologio analogico, attaccato alla parete della saletta, d'osservazione - «A dire la verità, agente Takagi... è vero che siete in ritardo di mezz'ora.» - rafforzò il concetto, mostrando anche l'ora sul dispaly sul suo cellulare. Takagi allora prese il suo cellulare, che però mostrava il medesimo orario sbagliato, dell'orologio, cosa che fece trasalire il Detective.

«Non posso crederci! Qualcuno a cambiato l'orario del mio orologio e del mio cellulare» - dichiarò, shoccato Takagi.

«Ma di che cosa stai parlando, è assurdo» - ribatté confuso Kogoro - «Sicuro di non aver sbagliato a regolarlo?» - chiese - «Perché, è ovvio che sono le cinque è mezza» - disse puntando lo sguardo verso l'orologio analogico appeso alla parete, per poi spostarlo sul suo orologio da polso, sgranando gli occhi - «Non è possibile, anche il mio orologio è stato spostato!» - detto ciò prese frettolosamente il cellulare dalla tasca, constatando, che anche sul dispositivo l'orologio era stato arretrato - «Ma chi diavolo può essere stato?!» - chiese ad alta voce.

«Lasciate stare l'ora. Abbiamo altre cose di cui occuparci!» - sbottò Nakamori - «Ha confessato, dove si trova il suo complice?» - domandò rivolgendosi a Megure, che scosse la testa in segno di negazione

«Purtroppo no.» - sospirò - «Continua a dire di non sapere nulla. Di non centrare nulla e di non avere a che fare con il rapimento.» - spiegò - «Sato-kun, sta cercando di persuaderlo, a raccontare come sono andate veramente le cose, ma fin ora non abbiamo ottenuto, gran ché»

Conan, trovò alquanto strana la faccenda degli orologi, ma come aveva fatto notare Nakamori, era un dettaglio insignificante, in confronto alla salute della figlia. Il ragazzino osservò Sakata, che dall'altra parte del vetro continuava ad agitarsi e da poco era scoppiato in un pianto disperato, dopo che l'agente Sato gli aveva riferito che il suo complice Hishimoto e la giovane Nakamori, non si trovavano più a casa di Yusuke Amano. Ripeté più volte, di non sapere dove fossero e confesso quindi il suo ruolo nel rapimento, capendo di essere stata abbandonato e dato in pasto alle autorità. Le dichiarazioni collimavano con il racconto fatto dalla stessa Aoko: la ragazza era stata legata ad un pilastro nello scantinato di casa Amano, tramite una catena per biciclette, Sakata confessò di essere l'artefice del finto biglietto di Ladro Kid, che doveva fungere da depistaggio e che aveva commesso un'errore sul suddetto biglietto, per il quale il complice si era non poco irritato. Raccontò poi di aver accudito la ragazza, dandole da mangiare e di averle tenuto compagnia per un po, prima di uscire in vista dell'ora concordata per la consegna del riscatto. Conan, si sentiva di credere alle sue parole, ma se lui non ne sapeva nulla, allora come avrebbero potuto intercettare Hishimoto, non potendo più contare sull'ausilio dei suoi occhiali da inseguimento?

A questa domanda, che rimbombò nella mente di Conan, il suo cellulare, squillò e Conan, si allontanò per rispondere - «Torno subito» - disse a Ran che le era accanto e che notando il cellulare del bambino illuminarsi, non ebbe obiezioni.

Il bambino allora uscì dalla saletta, e si mise poco distante dalla porta in modo che Ran potesse vederlo, ma che allo stesso tempo non potesse udire le sue conversazioni - «Pronto? Professore?» - disse ad alta voce, e udito ciò, Ran volse il suo viso sorridente, verso il vetro unidirezionale, come aveva fatto fino a poco prima, così Conan poté parlare in tutta tranquillità, senza che lei si facesse domande. Quindi disse a voce più bassa - «Cosa succede Dottore? La situazione qui si sta facendo delicata, quindi se non è una cosa importante, potrebbe richiamarmi più tardi?» - domandò cordialmente Shinichi, all'uomo che era stato per lui come una specie di nonno acquisito, durante l'infanzia.

«Sì, in realtà ti ho telefonato solo perché ad Ai-kun, è venuto un dubbio, ma in effetti, non è niente d'importante» - disse Agasa, con un tono fioco

«Aspetti! Cosa le ha detto?» - domandò cambiando idea istantaneamente, non appena sentì che la ragione della telefonata era un dubbio di Haibara, visto che in varie occasioni, i dubbi ed i ripensamenti della ex scienziata dell'organizzazione erano stati per lui, come acqua fresca, quando Shinichi sembrava trovarsi ad un punto morto.

«Niente di particolare in realtà» - ammise il Dottor Agasa - «Mi ha detto solo di non essere convinta, ma non so bene di cosa parlasse. Tutto ciò che posso pensare e che si riferisca alla visita che abbiamo avuto circa quaranta minuti fa. Ovvero quando Heiji-kun, è passato a ritirare un paio di nuovi occhiali con localizzatore, come mi hai anticipato questo pomeriggio nella telefonata che mi hai fatto, non molto tempo dopo che te ne sei andato in compagnia di quel liceale.»

Alle parole di Agasa, Conan rispose istintivamente - «No si sbaglia, io non gli ho fatto alcuna telefonata, questo pomeriggio-» - poi, un flash attraversò la mente di Conan e tutto gli fu più chiaro. Un sorriso soddisfatto, attraversò il viso del ragazzino, che si limitò a dire ad Agasa - «Dica ad Haibara che la ringrazio. Un'altra cosa, potrebbe trasferire i dati del GPS del cellulare della ragazza rapita al mio cellulare, non credo che quel ragazzo, che è passato da casa sua, fosse il vero Hattori» - confessò, scatenando una reazione sconvolta del Professore, che domandò a Shinichi, di chi si trattasse dunque; ma non gli venne data risposta.

«E' una storia lunga, gliela racconterò un'altra volta. Ci sentiamo, Professore» - affermò riattaccando, lasciando Agasa solo con le sue domande.

Conclusa quella telefonata, Conan aprì la sua rubrica e cominciò una seconda telefonata, giusto per essere sicuro che le sue deduzioni fossero corrette. Mentre gli squilli, si susseguivano, Conan fece vagare il suo sguardo verso l'interno della stanza: prima verso Takagi, proseguendo verso Kogoro, poi verso un disperato Nakamori ed infine verso...
 

«”Pronto? Kudo? Cosa succede?”» - Conan distolse lo sguardo e lo rivolse verso il pavimento del corridoio, richiamato dalla voce di Heiji, mentre tra le tante persone che facevano avanti ed indietro per il corridoio della centrale, una persona ad un certo punto, uscì dalla saletta, ma essendo Conan di spalle alla porta, ed occupato al telefono, non poté vedere di chi si trattasse, riuscì solo ad udire il suo passo tranquillo, mentre questi si allontanava per il corridoio.

«Ah! Hattori» - rispose Conan, non appena udì la sua voce - «Dove sei adesso? Sei a Tokyo?» - chiese repentinamente, il ragazzino.

«”Eh? Ma vai dicendo Kudo?”» - domandò Heiji, particolarmente confuso - «”Sicuro di sentirti bene?”» - gli chiese, mentre in sottofondo, poté sentire la voce di Kazuha urlare dal piano inferiore: “Heiji! La cena è pronta! Sbrigati ho si raffredderà tutto!” - «”Comunque adesso dovrei andare. Kudo Quindi se non è nulla di urgente, io riattacco, d'accordo?”» - chiese cercando di non sembrare scortese nei confronti dell'amico.

«Sì, grazie mille Hattori. Mi sei stato molto d'aiuto.» - rispose Conan, sorridendo - «Ci sentiamo presto» - pronunciò, riagganciando, per poi tornare a fissare l'interno della stanza ed ancora una volta osservando in sequenza: l'agente Takagi, Kogoro, l'ispettore Nakamori, salvo notare un particolare - «Non c'è più!» - l'ultimo tassello della sua sequenza, ovvero Kuroba Kaito, era sparito dalla saletta, quindi istintivamente corse verso Ran - «Ran-nēchan! Dov'è Kaito-niichan?» - domandò.

Ran si guardò un attimo intorno, constatando che il ragazzo non si trovava più nella stanza - «Huh? Strano, era qui fino ad un attimo fa.» - riferì a Conan - «Forse è andato in bagno?»

No... deve essersi messo in viaggio, verso l'attuale posizione del rapitore.” - si disse - “Da una parte, la cosa è rassicurante. Potrebbe farci guadagnare tempo prezioso, fino a quando non arriveremo sul luogo. Sperando che non sia già troppo tardi.” - Conan strinse i pugni, mentre l'agente Sato, raggiunse la saletta in cui erano tutti riuniti.

«Com'è andata Sato-kun?» - domandò Megure avvicinandosi alla sua sottoposta.

«Ha confessato dove, Hishimoto ha portato Aoko?» - domandò in coda Ginzo Nakamori.

La donna scosse il capo - «No, purtroppo. Sembra proprio non sapere nulla, su dove possa essere il suo compare.»

«Maledetto!» - disse Nakamori, colpendo con forza il vetro unidirezionale, facendo sobbalzare Sakata - «Cosa potremmo fare, di questo passo... Aoko...» - l'uomo tremò, per la rabbia.

Kogoro, allora dette un suggerimento abbastanza ovvio, poiché si accorse che nessuno, ancora l'aveva espresso ad alta voce, nonostante si trovassero alla centrale di polizia, già da circa un'ora - «Scusate, perché non provate a localizzare il cellulare, da qui. Dopotutto non è una cosa difficile per voi, dico bene?»

«Avremmo potuto farlo» - rispose Megure - «Ma come ben saprai, Mori-kun, Ormai venerdì scorso, si è verificato quel blackout molto diffuso, a causa della tempesta, proveniente dalle coste di Hokkaido» - gli rammentò Megure.

«Oh, sì. Mi ricordo che a causa di quel momentaneo calo di corrente, mi è toccato reimpostare tutti gli orologi digitali di casa» - confermò Kogoro.

«Bene, durante quel temporale, un fulmine ha colpito proprio la centrale di polizia, friggendo istantaneamente tutti i terminali, collegati alla rete elettrica. Abbiamo ordinato dei nuovi Computer, ma per installarli tutti e renderli operativi alla localizzazione tramite satellite, ci vorrà ancora un po di tempo. E' per questo che non possiamo localizzare noi il cellulare della figlia di Nakamori-kun, ed è anche per questo motivo che contavamo molto sugli occhiali di Conan-kun, Inoltre come ben saprai, per accedere alla localizzazione in tempo reale, servono dei codici specifici, che i programmi gratuiti online non possono utilizzare. L'unica nostra speranza è raggiungere la nostra sede distaccata e provare a localizzare il cellulare da lì, sperando di raggiungere la figlia di Nakamori-kun, prima che sia troppo tardi»
 

Dopo la spiegazione di Megure, calò un silenzio irreale, che si protrasse per qualche minuto, finché una notifica, non sciolse quell'atmosfera. Finalmente, il cellulare di Conan aveva ricevuto da Agasa, il collegamento in tempo reale, con il cellulare della ragazza, avendo una chance, per ritrovarla viva! Conan premette sul link, inviatogli via mail dal Professor Agasa, ed ebbe accesso alla mappa, con le coordinate esatte ed il pallino rosso, lampeggiante, ma fisso in un luogo preciso, un casolare abbandonato, alla periferia di Haido.

«Non c'è ne sarà bisogno. Il Dottor Agasa è riuscito a farmi accedere, tramite un Proxy, al sistema di localizzazione in tempo reale, attualmente il cellulare trasmette le coordinate di un casolare, alla periferia di Haido» - riferì il bambino e tutti sussultarono per quella bella notizia.

Nakamori, senza aspettare u solo secondo affermò - «Dirigiamoci subito là allora, facciamo presto!»

«Aspettate! Kuroba-kun, non è ancora tornato. Non possiamo andarcene e lasciarlo qui!» - fece notare Ran.

«E' vero, ora che me lo dici non vedo Kaito-kun da nessuna parte» - constatò Nakamori, guardandosi intorno.

«Non preoccupatevi» - intervenne bruscamente Conan - «Sono sicuro, che è già in volo, per raggiungere il luogo indicato sulla mappa» - disse.

Tutti, rimasero inebetiti a quella affermazione, ma Conan, scattò rompendo quell'atmosfera congelata, afferrando la mano dell'agente Sato - «Sbrighiamoci, potremmo essere già in ritardo!» - la donna annuì, e si diressero tutti fuori dalla centrale di polizia. L'Agente Sato e Conan furono i primi ad uscire della struttura, I due, montarono a bordo della vettura della donna, che senza pensarci due volte, schizzò a tutta velocità in strada, Conan impostò il navigatore, così l'agente sapeva in che direzione guidare senza avere alcun tipo di distrazione. E mentre il sole calava sulla città di Tokyo, la loro più grande paura, era di non stare correndo abbastanza veloce.


 

POV Aoko

Una leggera brezza, ed un rumore ritmico, accompagnarono il risveglio della giovane Aoko, il cui ultimo ricordo, era un dolore intenso, prima del più completo buio. Quando la ragazza aprì gli occhi, scoprì di essere distesa su un pavimento di cemento, non molto diverso da quello su cui era rimasta per lungo tempo quel giorno, ma che in realtà, era completamente diverso, Alzando lo sguardo infatti poté notare un limpido cielo blu scuro, illuminato dall'argentea luce di una luna piena e diverse piccole stelle luccicanti. Uno spettacolo davvero unico. La ragazza tentò di muoversi, ma scoprì così di essere legata polsi e caviglie e di avere un fazzoletto, stretto davanti alla bocca, che le rendeva difficile parlare. Impaurita, si guardò intorno. Si trovava quello che sembrava essere oramai lo scheletro di un palazzo annerito, forse a causa di un incendio. Il posto era deserto. In tutta la stanza, vi era solo un piccolo macchinario che teneva in funzione una fotocopiatrice di stampo industriale ed un futon logoro, su quel pavimento assieme a lei, a dimostrare un piccolo stralcio di presenza umana in quel luogo. Il rumore, che l'aveva ridestata, proveniva dalla stampante, che stava rigurgitando copie su copie di qualcosa che da quella distanza, Aoko non riusciva a distinguere. Dall'altra parte della “stanza”, seduto su quella che un tempo doveva essere una finestra, vi era la figura di un uomo comodamente seduto, che ammirava il cielo stellato.
 

«Bella vista, non trovi anche tu?» - disse l'uomo, che subito dopo si voltò lentamente verso la giovane, mentre compiva quest'operazione. Aoko non fece fatica a riconoscere in quella figura il suo rapitore, ed il suo cuore, perse un battito - «Goditela finché puoi...» - disse l'uomo, inserendo un caricatore da 12 colpi, in una pistola, che poi alzò, in aria, perché venisse illuminata, romanticamente dalla luce del satellite. - «...perché sarà l'ultima cosa che vedrai.» - sentenziò, per poi rivolgere un ghigno malevolo, nei confronti, della sua prossima vittima.

















Riferimenti:
Testo
•Movie 10 - Requiem per un Detective, Detectve Conan.
















 

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Capitolo 6
*** #6 - Il Bianco e il Blu ***


Capitolo 6: Il Bianco e il Blu

 

POV Kaito/Aoko

Tra le tante persone che facevano avanti ed indietro per il corridoio della centrale di polizia di Tokyo, una persona ad un certo punto, uscì dalla saletta adiacente alla stanza interrogatori, ma essendo Conan di spalle alla porta, ed occupato al telefono, non poté vedere di chi si trattasse, riuscì solo ad udire il suo passo tranquillo, mentre questi si allontanava per il corridoio, dissolvendosi come nebbia all'alba.

Kaito, superò così, il piccolo Detectve, troppo preso a smascherare la sua performance nei panni di Heiji Hattori, per badare a lui, ed anche per notare la piccola cimice adesiva, di cui lo aveva omaggiato, gettandola nel cappuccio della sua felpa, mentre passava. Il ladro-prestigiatore, sparì dunque lungo il corridoio ed uscì dall'edificio prendendo le scale. Una volta uscito dall'edificio, il moro, recuperò gli occhiali di riserva, che Agasa gli aveva gentilmente “prestato”, dalla tasca del costume di scena di Kid, che indossava sotto la divisa scolastica, visualizzò dunque la mappa sulla lente e si avvicinò all'auto di pattuglia parcheggiata, mezz'ora prima. Solo quando vi fu vicino, si rese conto di un dettaglio fondamentale e sbuffò.

«Ah, Accidenti! Ero talmente preso dal cercare di dare nell'occhio senza farmi notare, e a progettare la mia fuga da bravo Ladro fantasma, che non ho pensato a rubare le chiavi dell'auto dall'Ispettore Nakamori. E' adesso come dovrei raggiungerla la periferia di Haido, eh?!» -mentre faceva a pugni con la sua stessa strategia però, Kaito notò un piccolo scintillio, provenire dell'interno della vettura, allora si avvicinò al vetro, per riuscire a vedere meglio. Le chiavi erano ancora inserite nella serratura dell'automobile e furono ben visibili alla luce dei lampioni, mentre il cielo ormai era quasi completamente scuro.

«Che fortuna! L'Ispettore ha dimenticato le chiavi! Doveva essere proprio stordito, dopo il breve pisolino che ha fatto» - ridacchiò il ragazzo - «...questo potrebbe voler dire che, la macchina in realtà è...» - Kaito fece una leggera pressione sulla maniglia della portiera e questa scattò subito, aprendosi - «Rimasta aperta.» - detto ciò salì in macchina soddisfatto, sfilandosi la divisa scolastica e gettandola sul sedile posteriore dell'auto, rimanendo così con indosso gli abiti candidi ed immacolati, del suo sfacciato alter ego, che non temeva di risaltare nell'oscurità. Kaito, ripescò i guanti dalla tasca della sua divisa e li indossò, mentre appoggiò il cilindro sul sedile al suo fianco, ed avrebbe recuperato il tutto, al momento di abbandonare la macchina.

Dopo di ché, mise in moto la macchina, si allacciò la cintura di sicurezza e si gettò con tutta calma in strada. La mappa, della periferia di Haido, che mostrava la presenza di Aoko in un punto, da ormai diverso tempo, faceva tremare di impazienza Kaito, che continuava a chiedersi, se la sua amica d'infanzia stesse bene o se avesse perso tempo prezioso nel macchinare tutto. Ciò gli dette la determinazione necessaria, per spingere a tavoletta sul pedale dell'acceleratore, proponendosi di raggiungerla il più in fretta possibile. Intanto, mentre guidava, Kid ascoltava le voci provenienti dalla centrale di polizia, grazie alla cimice nel cappuccio di Conan. Non si sorprese affatto, per tanto, quando a tre quarti del percorso, dal luogo indicato dal puntino rosso, sentì nel suo auricolare, il piccolo detective annunciare che Kid si stava probabilmente già dirigendo verso il nascondiglio del rapitore.

«E bravo il nostro giovane Holmes, del nuovo millennio» - sorrise Kid nel sentirlo dedurre tutto ciò, per poi spingere nuovamente al massimo sul pedale del gas

- «Visto che ci sei arrivato, meglio che mi dia una mossa!» - disse, percorrendo dunque tutta Haido, sparato al massimo sulla strada, per poi rallentare, solo quando fu giunto nei pressi della periferia, presso un paio di isolati, di case sfitte e palazzi ormai inutilizzati. Dunque Kaito, lasciò un biglietto di scuse appiccicato al parabrezza all'interno dell'auto, recuperò le sue cose e scese in strada, cominciando a guardarsi intorno.

«Dunque, l'area segnata dal puntino è questa. Ma quale di questi edifici,sarà quello giusto?» - si domandò il ladro, sollevando gli occhiali per la montatura, dal lato destro, finendo col premere involontariamente un secondo pulsante. La mappa dell'area venne zoomata in automatico e le tre lettere dei punti cardinali, comparvero nella parte alta di questa. Il puntino rosso era più piccolo ora, è proveniva da un edificio preciso, che con l'aiuto della bussola, ora non sarebbe stato difficile individuare.

«Caspita!» - affermò dunque sbalordito, il ladro fantasma - «Questi occhiali sono davvero incredibili! Bene, è adesso, è arrivata l'ora di recuperare Aoko»

Il ladro corse a tutta forza, verso il luogo indicato sulla mappa, era un ex grattacielo, che sembrava essere stato completamente devastato da un incendio, annerito, privo di ogni finestra o barriera verso l'esterno, e sicuramente, luogo abbastanza isolato e mal ridotto, da non venire concepito come un nascondiglio. Kaito osservò la struttura e notò che l'unico modo per accedervi era tramite diverse rampe di scale, prima di gettarsi in salita, tuttavia volle dare un'occhiata alle condizioni di Aoko, quindi si dette un'occhiata intorno e notò un edificio nettamente più alto, a nemmeno una decina di metri di distanza, decise dunque di raggiungerlo e di salire in cima ad esso. Da lassù avrebbe potuto avere una chiara visuale di tutto l'edificio, in modo da farsi un'idea di dove, Aoko fosse tenuta prigioniera, per poi andare a salvarla. Il grattacielo, alto sei piani, era superiore all'altro solo di due, quindi Kaito non fece molta fatica ad arrivare al tetto, dove si appollaiò tentando di scrutare l'oscurità, fino all'altro edificio.

«Niente da fare, non vedo un'accidente con questo buio» - sbuffò - «Vediamo se questo gioiellino, ha qualcos'altro che potrebbe essermi utile» - Kid fece allora scorrere il suo indice sulla superficie di tutta la montatura, individuando altri sue o tre pulsanti, che premette uno per uno. Uno di questi, attivò la modalità “visione notturna”, che gli fu provvidenziale, mentre l'ultimo che premette, strinse la visuale permettendogli di vedere chiaramente dentro l'edificio, al quale stava puntando. Dunque il ragazzo passò in rassegna un piano dopo l'altro ed intravide delle ombre alla finestra del 3°piano. Premette nuovamente lo stesso pulsante e la visuale si fece ancora più ravvicinata e nitida, così poté vedere tutta la scena.

Un'inerme Aoko era legata polsi e caviglie ed imbavagliata su pavimento di quello spazio annerito, mentre Hishimoto reggeva una pistola in mano. Senza pensarci due volte, Kaito, mise in tasca gli occhiali da inseguimento, posò il resto della sua roba sul pavimento del tetto, ed aprì il suo deltaplano e planò sull'edificio in questione ed andando ad atterrare perfettamente, proprio sulla finestra del 3° piano, nel più completo silenzio, proprio come un fantasma.

 

Intanto Hishimoto si stava avvicinando ad Aoko, con passo lento ed inesorabile, probabilmente per accrescere il terrore, nella povera ragazza, che tremava e mugolava qualcosa, che a causa del bavaglio, non poteva essere capito. Hishimoto rise - «Tranquilla, non hai niente di cui aver paura. Tra poco non sentirai più nulla» - disse, e la ragazza replicò con altri mugolii. Aveva le lacrime agli occhi, quando li alzò terrorizzata verso il panorama fuori dalla finestra. Quelli stessi occhietti disperati, divennero di colpo speranzosi, quando si puntarono sulla figura di un uomo accovacciato sul davanzale della finestra senza vetri, che ora bloccava quasi del tutto, la luce della luna. Aveva un cilindro in testa ed un mantello che oscillava debolmente, a causa della leggera brezza serale. Lei lo guardò, è complice la luce argentata che alle sue spalle, sembrava avvolgerlo in un aura misteriosa, poté notare che questo si pose l'indice sinistro sulle labbra, mimandole un muto “Shh”. Le stava dicendo di non agitarsi, così da non far insospettire l'uomo, prima del dovuto.

Si sentì un leggero “click”, Hishimoto aveva tirato indietro il cane della sua pistola ed ora la puntava contro Aoko, che nuovamente venne pervasa dal terrore e mugolò ancora qualcosa. Hishimoto ghignò - «”Sbrigati, per favore”, eh? Sono queste le tue ultime parole?» - Aoko scosse la testa in segno di negazione, mentre Fuyuki, rise ancora più fragorosamente - «Capisco. Sai mi piacerebbe molto lasciarti in vita, Signorina, Ma purtroppo tu ci hai visti in faccia, hai sentito qualcosa che non avresti dovuto sentire, ieri sera al parco, e chissà quante altre cose ti avrà spifferato, quell'idiota di Niji. Quindi, capisci bene, in quanto figlia di un Ispettore, che non posso proprio farlo» - disse per poi porre l'indice in corrispondenza del grilletto - «Mi spiace, sei stata proprio sfortunata» - ghignò - «Addio per sempre, Signorina blu» - disse, per poi osservare la ragazzina tremare, mentre lentamente, il suo dito, stava scivolando sul grilletto, per spingerlo.

«Puntare una pistola contro una Signorina indifesa» - Kid parlò con voce calda e composta, attirando lo sguardo dell'uomo su di sé - «Non è proprio un comportamento da gentiluomini. Signor Fuyuki Hishimoto» - pronunciò per poi estrarre fulmineo, una pistola a sua volta, sparando contro l'uomo, che ebbe un'esclamazione di sorpresa.

Aoko che aveva chiuso gli occhi per la paura, udì nitidamente quelle parole e successivamente un suono simile ad un fruscio, un colpo secco ed infine il rumore di qualcosa che cade e rotola in terra. La mano che reggeva la pistola di Hashimoto, era stata appena colpita da una carta da gioco, sparata dalla pistola di Kid, disarmandolo all'istante.

«Ma-Ma tu chi diavolo dovresti essere? Da dove sei sbucato?!» - articolò a fatica un incredulo Hishimoto, i quali piani perfettamente calcolati, avevano incontrato invece un ostacolo, di colore bianco.

«Ma come?» - il sorriso beffardo del ladro, sembrò spegnersi di colpo - «Non sa chi sono?» - ripeté deluso - «E dire che lei ha montato l'intera faccenda del rapimento, servendosi del mio nome e della mia firma. Sulla quale, a quanto vedo, contava anche di guadagnare parecchi soldi. Ho indovinato?» - domandò retoricamente Kid, tornando a sorridere - «Scommetto che ha intenzione di vendere quelle imitazioni di mediocre fattura, su siti internet e forum a me dedicati, per cifre esorbitanti. Truffando così, chissà quanti ignari acquirenti. Esattamente come ha fatto con i disegni del suo amico, dico bene?» - a quelle parole l'uomo impallidì e biascicò a fatica.

«Bé, tanto solo degli idioti, sosterrebbero un ladruncolo da strapazzo come te! Siamo fatti della stessa pasta noi due» - disse beffardamente Hishimoto.

Aoko, intanto, pian piano, aprì gli occhi, sentendosi oramai fuori pericolo, ed allora vide l'elegante figura dell'uomo alla finestra, scendere ed entrare nella stanza con un passo sicuro, mentre riponeva la pistola, all'interno della sua giacca, rispose con fermezza - «No, affatto. Chi apprezza il lavoro di un'artista, come chi fa arte, non deve mai essere considerato un idiota. Se è questo che pensa, forse è perché è proprio lei, ad esserlo.»

«Ma di che diavolo parli? Tu sei solo un volgare un ladro di gioielli!» - ringhiò Hishimoto.

«Un ladro ed un prestigiatore» - precisò Kid - «Chi attende con ansia i miei colpi e ammira le mie imprese, non lo fa perché sostenitore del furto. Al contrario, molti di loro, se fossi un volgare ladro qualsiasi, condannerebbero il mio gesto, fino alla morte. Quindi non è per i furti, che vengo osannato» - disse mentre mostro i palmi delle due mani aperte, per poi chiuderli. Riaprendoli, tra l'indice ed il medio della mano destra comparve una piccola sfera metallica, allora Kid chiuse nuovamente la mano e quando la riaprì, ne stava reggendo tre, stessa cosa avvenne con la mano sinistra. Tutto di fronte allo sguardo del criminale e di una Aoko, entrambi attoniti - «piuttosto...» - Kid lasciò cadere a terra le sei sferette ed al contatto col suolo esse sprigionarono una luce accecante - «...per l'intrattenimento che offro loro con le mie fughe impossibili ed i miei travestimenti. Ed alle volte anche con spettacoli veri e propri, organizzati solo per sorprenderli, lasciandoli senza parole.» - nell'abbagliante luce delle sfere, Hishimoto tentò di recuperare la sua pistola, ma la sentì scattare alle sue spalle e dunque si congelò sul posto. Il ladro fantasma, senza produrre il minimo rumore, si era spostato dalla finestra, al fondo della stanza, verso la fotocopiatrice, ed ora puntava l'arma da fuoco, contro il rapitore di Aoko, con un'espressione di estrema calma sul volto - «Perché è questo il compito di un mago. Fare tutto il possibile per sorprendere, il pubblico con i suoi numeri. Coloro che apprezzano questa arte, sono solo degli eterni fanciulli. Che per una sera, decidono di voltare le spalle alle ombre del mondo reale, per farsi incantare, dalle abbaglianti luci del palcoscenico. Quindi io e te siamo diversi.» - concluse Kid, puntando la pistola verso il soffitto, tenendo le mai in alzate - «Io infatti non ho la minima intenzione di spararti. Rischierei di macchiarmi il completo» - sorrise placido, per poi lanciare, oltre la testa dell'uomo, in direzione della finestra, la pistola come se fosse un boomerang, facendo sì che quella precipitasse al suolo all'esterno dell'edificio, per poi lasciar cadere un'altra sfera, questa volta simile ad una perla bianca, dalla manica della sua giacca. Questa rotolò verso Aoko che la guardò incuriosita. Una volta ferma, la sferetta emise un piccolo spruzzo rosato, che fece cadere addormentata dopo pochi istanti la giovane Nakamori. - «Ho solo intenzione di aspettare» - continuò Kid - «Anche perché sarà qui a breve» - disse facendo un'allusione che Hishimoto non poté comprendere, prima di qualche minuto più tardi - «Quindi perché non ti rilassi ed aspetti l'arrivo della polizia, insieme a me. Visto che oramai non hai via di scampo» - disse Kaito, ponendo le mani dietro la nuca, e guardando Hishimoto, che però irritato si scagliò verso di lui, con le mani tozze. Tuttavia, ciò che poté afferrare, fu solo una manciata di fumo bianco emanata da Kid, che gli aveva nuovamente offuscato la vista, mentre il giovane si era nuovamente spostato verso la finestra, e vi si era appoggiato con le mani in tasca, mentre si poteva avvertire, uno strano rumore, avanzare nella loro direzione.

 

 

POV Kaito/Conan

La macchina dell'Agente Sato sfrecciò come un fulmine fino alla periferia di Haido, presso la zona vecchia della città in cui erano presenti alcuni palazzi abbandonati e dall'aspetto fatiscente. Quando giungerono nell'area designata dalla localizzazione satellitare. La poliziotta ed il bambino, notarono subito un'auto della polizia posteggiata.

«Quella è l'auto dell'Ispettore Nakamori!» - affermò Conan. «”Come pensavo. Kid dev'essere già arrivato”. Agente Sato. Resti qui ad aspettare, gli altri. Il GPS dice che la ragazza si trova in quel palazzo annerito, laggiù. Vado a dare un'occhiata» - disse Conan, mettendosi a correre in direzione del palazzo, rendendo inutili i tentativi dell'agente di fermarlo, anche perché le parve di udire in lontananza, il suono di un'autopattuglia in avvicinamento; ciò convinse Sato ad attendere lì, per indirizzare, esattamente ai colleghi, nel luogo esatto dov'era indicata la presenza della ragazza, una volta giunti anch'essi sul posto.

Conan corse verso l'edificio, che veniva indicato dalle coordinate che venivano mostrate sul suo cellulare. Precipitatosi all'interno della struttura, il ragazzino udì fin da subito la voce di un uomo, che era impegnato a discorrere. Cominciando a salire le scale, finalmente Conan riconobbe quella voce e guidata dal suo tono calmo, giunse in corrispondenza del 3° piano, dove sbirciando dallo stipite della porta, poté osservare Kid in piedi, davanti alla finestra, una ragazza svenuta sul pavimento ed Hishimori, che fissava con sguardo truce, il ladro.

«Stai bluffando!» - ringhiò Hishimoto - «Non c'è modo che la polizia possa trovare questo posto» - affermò - «Ed in caso ci riuscissero...» - Hishimoto, estrasse dalla tasca dei pantaloni, un largo coltello a serramanico, afferrando repentinamente Aoko, attirandola a se - «...avrei pur sempre il mio ostaggio.»

Rapidamente il ladro estrasse la sua pistola spara-carte, puntandola verso Hishimoto - «Lasciala andare!» - lo intimò.

Hishimoto tuttavia rise - «Non mi pare tu sia nella posizione di dettare condizioni» - disse sghignazzando per poi mimare il gesto dello sgozzamento, passando molto vicino alla pelle della ragazza, la fredda lama del coltello.

Kaito trasalì - «Credevi davvero che quella pistola fosse la mia unica arma? Povero illuso. Ed ora abbassa quel giocattolo, da bravo» - ringhiò Hishimoto, con un orribile smorfia animalesca in viso.

Kid cominciò a sudare freddo, e mise le mani aperte in avanti, in segno di mediazione - «D'accordo, d'accordo, ho recepito il messaggio.» - disse Kid, posando la pistola spara-carte a terra ed indirizzandola con un calcio, verso il rapitore - «E' tutta tua. Non ho nessun altra arma di questo tipo» - disse alzando le mani - «Non mi conviene fare scherzi; e siccome non sono uno sprovveduto, giuro che non farò nulla, ma in cambio te lo chiedo per favore: non fare del male alla ragazza » - tentò di temporeggiare ancora il ladro, pensando agitato - “Maledizione! Quanto vuoi metterci ancora ad arrivare, detective? Qui le cose si mettono male.”

Non appena Conan, vide Hishimoto puntare il coltello verso la gola della ragazza, rabbrividì, Kid era con le spalle al muro, e lui non poteva restare lì fermo a guardare. Non ci dovette certo pensare due volte, per regolare le sue scarpe alla massima potenza, e premere il bottone della cintura spara palloni, in modo che uno di questi cominciasse a gonfiare.

«Ottima mossa, ragazzo, ma non posso prometterti nulla» - disse Hishimoto, mettendosi spalle alla porta, continuando a fissare il ladro - «Sai che ti dico, non ho voglia di aspettare di essere circondato. Ora mi allontanerò, ed uscirò da quella porta, poi me la darò a gambe più in fretta che posso, e se provi a fare un passo falso, ti assicuro che squarcerò la gola a questa bella Signorina. Sa troppe cose perché possa salvarle la vita, ma se avrà o meno qualche ora in più da trascorrere in questo mondo, dipende solo da te. Ladro bambino.» - ridendo Hishimoto, fece qualche passo indietro - «Ecco, resta fermo dove sei e non fare movimenti bruschi, ti tengo d'occhio» - giunse alla porta, nel frattempo un lieve rumore di gomma, si udì a contatto col pavimento. L'uomo con il codino, si girò lentamente, riferendo al ladro un ultimo avvertimento - «Non osare muoverti finché non sono fuori di qui altrimenti-» - disse.


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«PRENDI QUESTO!» - la voce di Conan, risuonò di colpo alle orecchie del rapitore, che venne colpito qualche istante dopo, da una fortissima pallonata in piena faccia, che praticamente lo fece ripiombare di peso, nella stanza che aveva appena lasciato. Il coltello cadde a terra, scivolando nei pressi del futon impolverato, posto in fondo alla stanza e l'uomo rimase svenuto a terra, con una dormiente Aoko, che le stava sdraiata sopra, ignara di tutto.

Conan sospirò, raggiungendo l'uomo, oramai privo di sensi - «Appena in tempo»

Anche Kid, si lasciò andare ad un sospiro, per stendere i nervi. Temeva che ormai, Conan non sarebbe arrivato in tempo, ma per fortuna si era sbagliato - «Nice, Grande Detective!» - si complimentò il prestigiatore, alzando il pollice - «Ottima tempistica» - disse facendogli l'occhiolino, ed avvicinandosi ad Aoko. La prese in braccio e la adagiò, sul pavimento poco lontano, in modo da liberarla dalle corde e dal bavaglio - «Certo se fossi arrivato con un po di anticipo, mi avresti risparmiato i sudori freddi, ma dal momento che è finita bene, posso ritenermi soddisfatto»

Kaito una volta liberata la ragazza, la pose dolcemente con la schiena contro una parete della stanza, in modo che non rimanesse sdraiata accanto a quell'uomo orrendo che l'aveva rapita. Conan, intanto rimase sulla soglia, a fissare l'indaffarato ladro dal mantello bianco.

«Sì... anche tu non te la sei cavata male, Kid. O forse dovrei chiamarti, con il tuo nome... Kaito Kuroba?» - chiese il detective, attendendo una reazione da parte del ladro.

Il cuore di Kaito ebbe un sussulto, ma convinto che la sua doppia vita non fosse in pericolo, sorrise in maniera accondiscendete - «Quando hai capito, che avevo preso il suo posto?» - domandò, camminando per la stanza e mettendosi spalle al muro, contro la parete opposta a quella dove il giovane detective si trovava.

«A dire il vero, meno mezz'ora fa» - ammise serenamente Shinichi - «inizialmente ho sospettato ci stessi solo seguendo tramite una qualche microspia o che avessi preso il posto dell'Ispettore Nakamori, solo quando ho ricevuto, come ho detto, circa mezz'ora fa, una telefonata del Professor Agasa in cui mi diceva che Haibara, aveva avuto un dubbio, quindi ho ricollegato diversi elementi poco chiari. Ma per quanto ci pensi, c'è ancora una cosa che non ho capito: perché hai fatto tutto questo? Perché intrometterti in questa faccenda?» - domandò Conan, con l'indice poggiato contro il mento.

«Bé, sei tu il detective tra noi due, giusto?» - ribatté retoricamente Kid - «Dovresti cercare di arrivarci da solo, no?» - il ladro pose le mani dietro la nuca sorridendogli - «Però, se proprio non trovi una spiegazione che ti convince a pieno, ti dirò le mie ragioni.» - Kid, mosse la mano destra, alzando l'indice, e sporgendosi in avanti col busto - «Ma ad una condizione: Raccontami la verità su questo caso. Io infondo, sono solo un semplice ladro, che inganna la gente con qualche gioco di prestigio. Che cosa vuoi che possa saperne di omicidi e rapimenti. In quello, il massimo esperto sei tu. Dico bene?»

Conan lo osservò leggermente confuso per qualche istante, ma poi un ghigno di sfida, si presentò sulle sue labbra - «D'accordo.» - disse abbassando lo sguardo per un secondo verso il pavimento - «Ti racconterò, come secondo me, si sono svolti i fatti; e farò anche un tentativo per quanto riguarda il tuo ruolo all'interno di esso.» - disse alzando poi di nuovo lo sguardo verso Kid - «E tu interverrai quando, riterrai che sarò fuori strada. E' questa la tua idea?» - chiese il piccolo, spostandosi dalla porta ed appoggiandosi al muro adiacente per stare più comodo.

«Esatto, mio giovane amico. Consideralo un piccolo confronto, mentre aspettiamo l'arrivo della polizia. Ci stai?» - sul viso di Kid, si palesò un sorriso furbo, che venne subito contraccambiato dal piccolo Conan.

«Ma certo» - acconsentì - «Riporterò i fatti, partendo da alcuni indizi che sono venuti a galla durante l'arco dell'indagine, che però precedono gli avvenimenti delle ultime 22 ore.» - anticipò, per poi cominciare ad esporre in maniera lineare tutto ciò che aveva potuto dedurre, nel corso dell'indagine - «E' bene puntualizzare che i tre protagonisti di questa vicenda, vale a dire: Yusuke Amano, Fuyuki Hishimoto e Niji Sakata, erano compagni di classe, quando frequentavano il liceo, dunque si conoscevano da ben prima dei tragici eventi a cui abbiamo potuto assistere indirettamente. Probabilmente al tempo del liceo dovevano essere anche grandi amici, ma il loro legame, ha finito per il logorarsi una volta guadagnato il diploma. Una volta ottenuto, infatti, Amano frequentò la facoltà di ragioneria, diventando in seguito banchiere, Sakata frequentò l'istituto d'arte e trasformò la sua passione in una professione, sostenendosi economicamente agli studi con un lavoretto part-time, mentre Hishimoto non volle frequentare l'università, né trovarsi un lavoro e visse con sua madre, almeno fino alla morte do quest'ultima. Quando la casa della donna, venne messa in vendita a causa della sua dipartita, Hishimoto che non aveva il becco di un quattrino, si ritrovò per strada, dove fu coinvolto in diverse risse ed addirittura denunciato per aggressione. Probabilmente è a questo punto della storia, che fa il suo ingresso in scena Sakata, che ormai è diventato un'abile disegnatore e che vorrebbe guadagnare con la sua arte. Hishimoto, poteva essere andato a trovarlo per chiedere aiuto, o forse si erano incontrati per caso, fatto sta che i due devono aver parlato molto ed Hishimoto, una volta venuto a conoscenza del sogno di Sakata ed aver constato la straordinaria qualità dei suoi lavori, ha pensato bene di sfruttarlo a suo vantaggio, spacciandosi un rivenditore di quadri affermato o comunque Manager di qualche compagnia. Come abbiamo potuto notare, Sakata è un tipo passivo e manipolabile, quindi non deve essersi fatto troppi dubbi o domande ed ha accettato l'aiuto del vecchio compagno di corso, mosso da una cieca fiducia, nella vecchia amicizia di un tempo – ciò lo si può desumere dal fatto, che Sakata, postava ogni sua opera sulla sua pagina web; se fosse stato pienamente consapevole della fine che facevano i suoi lavori, a rigor di logica, non avrebbe postato certo in rete, a suo nome, qualcosa che potesse facilmente incriminarlo –. Hashimoto quindi mise in atto una strategia davvero geniale, vendendo le tele originali di Sakata per pochi spicci, per poi convincerlo a creare qualcosa di diverso, di nuovo... qualcosa di profondamente illegale. Lo spinse infatti a realizzare, delle riproduzioni di famosi dipinti, prendendo di esse solo una piccola porzione o una caratteristica distintiva, ma comunque qualcosa di riconducibile alle suddette opere. Così, le tele di Sakata, non potevano essere considerate vere e proprie copie del quadro originale, ma allo stesso tempo, Hishimoto, poteva mettere online le tele spacciandole per autentiche, alla mercé di compratori inesperti, per cifre davvero esorbitanti. E le cose per un po andarono anche bene, se non fosse che Hishimoto, purtroppo, per quanto furbo è anche il classico tipo dalle mani bucate. I guadagni finivano col non essere mai abbastanza e per produrre tele di buona qualità, ci vogliono i materiali adatti, per cui, anche Hishimoto tenne conto dell'antico vincolo che lo legava un tempo ad Amano, quando si recò da lui per chiedere un prestito alla banca. Deve aver anche aperto un conto corrente cointestato con Sakata, sul quale sarebbero stati depositati, man mano i nuovi risultati delle truffe da lui perpetrate – di sicuro per evitare d'incorrere nel problema precedentemente citato –, per maggiore sicurezza posso pensare che Hishimoto abbia convinto Amano a diventare garante del prestito, da lui richiesto, e la prima volta almeno, Amano non ci vide nulla di strano, in quanto un vecchio amico era venuto a chiedergli una mano, per risollevarsi da una brutta situazione-» - Kaito, a questo punto del discorso, alzò la mano destra mimando il gesto dello “Stop” - «Oh, che c'è?» - gli domandò il giovane Kudo.

«Posso sapere cosa intendi con “risollevarsi da una brutta situazione”? Sospetti che Hishimoto, abbia usato la patetica storiella della madre e della perdita della casa in cui viveva con lei, per impietosire il signor Amano?» - domandò il ladro, che intanto si era spostato verso la fotocopiatrice, ed aveva preso in mano i diversi fogli, con le stampe del suo biglietto falso, fissandole attentamente e con fare assorto.

«Sì, almeno, è quello che mi sembra più plausibile. Infatti, lo si può capire dal movente del delitto, che Amano non era affatto uno sprovveduto.» - disse Conan, per poi ricollegarsi alla sua affermazione precedente - «Come stavo dicendo, Hishimoto ha persuaso Amano a fargli da garante per un prestito, così da reperire il materiale, con cui Sakata avrebbe prodotto altri falsi di qualità, che avrebbero portato loro nuovo guadagno. Da quel momento in poi, Hishimoto non dovette più preoccuparsi di rimanere a corto di liquidi, anzi gli affari andavano talmente bene, che poté permettersi anche generosi prelievi allo sportello, pur rimanendo di fatto un nulla tenente, poiché pagava in contanti, e passava le sue notti qui, in questo edificio abbandonato e lontano da occhi indiscreti. Può sembrare una mossa assurda, ma è una buona idea, soprattutto se svolgi un attività illecita da milioni di yen. Ed è proprio qui che viene il bello: conoscendo Hishimoto da anni, Amano sapeva bene che non era mai stata una cima per quanto riguardava il sopravvivere alle avversità, quindi quei numeri esorbitanti, sia per accrediti che per prelievi, dopo un po finirono per insospettirlo. Amano sospettò, infatti che si trattassero di introiti poco puliti e di essersi messo in qualche tipo di pasticcio, a causa del quale avrebbe potuto rischiare grosso, perdendo non solo il posto, ma anche la sua sudata reputazione. Quindi pensò bene di parlare dei suoi sospetti al suo capo, che visionati a sua volta i movimenti di quel conto, concordò con i sospetti del sottoposto, facendo partire una denuncia, ai danni dei due intestatari. Nella denuncia, si può identificare il movente dell'omicidio di Amano.» - Kid fermò per la seconda volta.

Il ladro, era ora intento a fare in mille pezzettini i falsi biglietti, firmati a suo nome, ma non aveva comunque perso una parola del ragionamento del detective - «Si sa come è morto?» - domandò.

«Ah, sì. Ho chiesto a Ran di inviarmi un messaggio non appena Shiratori avesse comunicato loro qualcosa.» - disse, mentre ricercava il messaggio in questione tra quelli ricevuti più recenti - «Ecco... dice che gli hanno sparato alla testa, con una calibro 45, sulla quale sono state ritrovate le impronte di Hishimoto Fuyuki. Le tracce ematiche ritrovate tra i cespugli del parco Beika, confermano che l'omicidio è avvenuto lì. Inoltre dalle stime del medico legale, l'assassino era alto quanto il Signor Amano, quindi non può essere stato che lui, ad eliminarlo.» - detto ciò, Conan mise nuovamente il cellulare in tasca, ed osservò Kid stranito - «Ma che ti salta in mente!?» - sbottò Conan, nell'osservare cosa stesse combinando il ladro, mentre, preso nella ricostruzione dei fatti, non gli aveva prestato attenzione - «Quelle sono prove, non puoi farci quello che ti pare!» - disse avvicinandosi a lui e rubandogli di mano, i fogli ancora integri, per poi piegargli ed infilarli nella tasca della sua felpa.

 

«Rilassati, lo sai che sei sembrato proprio il Detective Kogoro? In ogni caso, non c'è da preoccuparsi, Hishimoto ne ha stampate talmente tante copie, che se un paio diventano coriandoli, nessuno se ne lamenterà più di tanto» - replicò Kid, sorridendo in direzione del ragazzo, che mostrò un espressione infastidita, poiché sapeva, che dopotutto il mago aveva ragione.

«Posso andare avanti?» - gli chiese dunque, imbronciato.

«Certo, e perdona la mia interruzione» - Kaito, rispose beffardamente, e con falsa umiltà, cosa che irritò maggiormente il giovane Shinichi, che si schiarì la gola, prima di riprendere, da dove era stato interrotto.

«Come stavo dicendo: la denuncia ha scatenato furia omicida di Hishimoto, che è culminata l'altra sera con il delitto, commesso al parco Beila. Prima che tu me lo chieda-» -lo precedette Conan, notando che Kid era già pronto a fermarlo ancora, per fare una domanda - «In tutto questo, Sakata è stato solo una vitti,a. Vittima di raggiri e situazioni sgradevoli, che lo hanno portato a collaborare sia alla replica dei falsi quadri, sia all'occultamento di cadavere ed al rapimento, del tutto contro la sua volontà. O meglio, Hishimoto ha fatto a Sakata un lavaggio del cervello tale, che è riuscito a far sì che Sakata, fosse in parte consenziente, almeno riguardo al rapimento. D'altra parte – e qui mi ripeto, ma è necessario – hai assistito anche tu all'atteggiamento arrendevole e contraddittorio che ha assunto all'arresto e alla centrale, no? E' stato chiaramente manipolato e dato in pasto a situazioni tremende, con le quali probabilmente lui da solo, non avrebbe avuto nulla a che vedere.» - il piccolo detective fece una pausa, sospirando profondamente - «questo per quanto riguarda l'omicidio. Ora passiamo al rapimento. Se per te va bene, salterei la ricostruzione del rapimento, dato che sia da racconto della ragazza che dalle immagini della telecamera di sorveglianza, la dinamica mi pare abbastanza chiara; piuttosto mi concentrerei sull'idea di Hishimoto ed il ruolo di Sakata. Tu che dici?» - domandò Conan voltandosi in direzione di Kid, per una conferma.

«Per me va benissimo» - acconsentì il mago, che ora era impegnato a raccogliere i pezzettini di carta da lui sparsi poco prima sul pavimento, racchiudendoli tutti nella mano destra. Quando ebbe finito, strinse il pugno e vi soffiò all'interno. Quando dischiuse la mano, Conan lo vide reggere un aeroplanino di carta, che Kid poi lanciò, lasciando che questo svolazzasse per la stanza.

Sul viso di Conan, a quell'atteggiamento da parte del mago, si formò un piccolo sorrisetto inebetito - “Ma gli pare il momento di mettersi a fare certi trucchi da due soldi?” - si chiese poi ridacchiando, nervosamente. Kid dopo che l'aereo ebbe svolazzato per qualche attimo, schioccò le dita, e dopo una fumata di colore bianco, che ricoprì l'aereo, rendendolo invisibile per qualche secondo, il fumo si diradò di colpo, dissipato da un battito d'ali, ed una colomba volò via dalla finestra dello stabile in disuso. Conan, tornò a guardare il mago, e sospirò, per qualche strana ragione, ebbe una voglia matta di chiudere quel confronto con lui, il prima possibile, se non altro per non assistere ancora al disinteresse del suo ascoltatore, nei confronti delle sue parole - «Credo che originariamente le intenzioni di Hishimoto, fossero molto elementari: rapire la ragazza, perché aveva sentito e visto troppo, chiedere un riscatto e d infine ucciderla, in modo da non avere testimoni. Tuttavia, una volta scoperta la vera identità, della figlia dell'Ispettore, tramite il tesserino scolastico della giovane, Hishimoto si è messo in testa di sfruttare il tuo nome – probabilmente incappando in qualche articolo in cui eravate citati sia tu che l'Ispettore Nakamori – per duplice scopo. Depistare le indagini e guadagnare vendendo le copie del biglietto falso, realizzato dal compare, su internet, esattamente come aveva fatto sin ora con i quadri, dello stesso Sakata. Dunque, Hishimoto ha provveduto a fare una copia del biglietto e ad inviare l'originale, con su le impronte di Sakata a Nakamori, per fargli credere che fosse opera di Kid, ed allo stesso tempo per incastrare il compare, come unico responsabile del sequestro. Non è riuscito a fare lo stesso con l'omicidio, probabilmente perché preso dall'ira, ma quanto al rapimento ha deciso di fare le cose per bene, lasciando ben poche tracce. Scommetto che è stato Sakata a guidare la macchina di Amano, anche quando i due hanno lasciato la sua casa, per andare chissà dove. Hishimoto, aveva pianificato tutto in modo che se la polizia gli avesse scoperti, prima del tempo, tutte le colpe del caso sarebbero ricadute su Sakata, in modo che su di lui ricadesse solo l'accusa di omicidio, e non anche quella di sequestro di persona. Ma quando, è cambiata la strategia riguardo al rapimento, sono anche cambiati i piani riguardo la sua sorte. Hishimoto,infatti, vedendo che la polizia non era ancora sulle sue tracce, ebbe comunque cura di incastrare Sakata per il rapimento, mandandolo a ritirare il riscatto, ma decise di darsela a gambe con la ragazza prima che fosse troppo tardi. Così ha preso la ragazza e la macchina di Amano e si è rifugiato qui alla periferia di Haido, convinto che Sakata, pressato dagli agenti, avrebbe rivelato il luogo in cui avevano portato la ragazza. Come pensava infatti, gli agenti sono arrivati a casa di Amano, non trovando però indizi su dove si potessero essere diretti, rapitore ed ostaggio. Il resto del piano era alquanto semplice: avrebbe eliminato la testimone, preso le copie dei biglietti falsi che aveva prodotto in serie, guidato fino alla baia di Tokyo, liberandosi così dell'auto ed infine si sarebbe diretto all'aereo porto, comprando un biglietto aereo per l'Europa, con i pochi contanti, non rintracciabili, ancora in suo possesso. Sarebbe dunque andato all'estero, dove avrebbe smerciato gli avvertimenti falsi di Ladro Kid, guadagnando sulla sua fama e truffando – come ormai era divenuta sua abitudine fare – ignari acquirenti, vivendo una vita da nababbo e con una nuova identità. Aveva architettato un piano niente male, non aveva però calcolato, che il Ladro fantasma in persona, si sarebbe intromesso nella realizzazione dei suoi propositi, con l'intento di riabilitare la sua immagine. Giusto, Kid?» - Conan alzò lo sguardo verso la parete dove Kid era rimasto per quasi tutta la durata della sua ricostruzione, tuttavia, non lo vide, perché egli si era spostato, in direzione della finestra, giusto qualche attimo prima.

«Esatto» - rispose il ladro, il cui mantello veniva smosso ritmicamente, dalla brezza serale, mentre guardava fuori dalla finestra; sentendo però lo sguardo del rivale puntato verso di lui, si voltò, appoggiandosi con i gomiti sul davanzale e fissandolo con un sorriso di sfida - «Quindi? Come pensi che io abbia agito, in questa situazione? Riesci a ricostruire le mie mosse, signor detective?» - chiese.

«Naturalmente» - replicò Conan, ricambiando il sorriso del ladro - «Analizzerò le tue mosse, passo dopo passo non temere» - affermò sicuro di sé, per poi passare a ricostruire la vicenda, come secondo lui, si era svolta attraversò gli occhi del ladro. - «Credo che ti sia trovato immischiato in questa storia, a partire dai dipinti falsi. Forse alcuni dei tuoi complici, ti hanno avvertito della cosa e ti sei incuriosito, ed hai cominciato ad indagare. Ti sarai sicuramente infiltrato tra gli impiegati dell'ufficio postale e mentre eri in cerca dei dipinti falsi, devi esserti imbattuto invece nel tuo finto annunciò indirizzato a Nakamori, così hai deciso di vederci chiaro. Ti sei travestito da postino ed hai consegnato a Nakamori la sua posta a mano, con lui devi aver incontrato anche Kaito Kuroba, figlio del famoso mago scomparso Toichi Kuroba, compagno ed amico d'infanzia della figlia dell'ispettore. Probabilmente, avevi preso informazioni su di lui, in quanto molto vicino all'Ispettore, dopotutto è tua abitudine studiare affondo i famigliari e le conoscenze delle persone vicine a chi ti da la caccia, per usare le stesse a tuo vantaggio. Intuendo, quindi, che il ragazzo avrebbe seguito la questione del rapimento da vicino, hai posizionato su di lui una microspia ed hai seguito la faccenda da lontano per un po. Hai saputo così, che saremmo passati dal Dottor Agasa, per localizzare il cellulare della figlia di Nakamori, e quando Kuroba si è allontanato per andare in bagno, hai preso il suo posto, ponendoti il presupposto di passare a prendere una copia degli occhiali, facendo una chiamata con il mio cellulare, al dottore, anche se non capisco in che modo tu ne sia entrato in possesso. Dopo di ché, siamo andati insieme al Poirot dove le indagini della polizia, hanno chiarito i diversi punti oscuri sul rapimento della ragazza. Ci siamo poi recati tutti al parco Beika, dove Sakata è stato arresto. Il tuo proposito di recuperare gli occhiali con localizzatore, lo hai masso in atto nel tragitto tra il parco e la centrale di polizia. Dove hai presumibilmente addormentato Kogoro, Takagi e Nakamori con il gas soporifero, guidando poi fino a casa del dottore, travestito da Hattori – in quanto avevi riferito al dottore che sarebbe stato lui a ritirare gli occhiali, poiché si trovava a Tokyo, a causa di un caso da risolvere –. Dopo di ché liberatosi del travestimento, tornato ad assumere le vesti di Kaito Kuroba, hai portato i tre alla centrale e spostato indietro le lancette degli orologi, in modo che non si accorgessero della quantità di tempo trascorso. Dunque hai assistito come tutti noi, all'interrogatorio di Sakata, che asseriva di non sapere dove si trovasse la ragazza, in quell'arco di tempo, il Professor Agasa, mi ha avvertito del tuo inganno e tu ne hai approfittato per allontanarti, rubare l'auto della polizia e recarti fin qui. In modo da smascherare gli imbrogli di Hishimoto. Anche se ti sei lasciato dietro vari indizi, come la chiamata fatta al dottore, che non ti sei preso il disturbo di cancellare dalla mia cronologia. Questo mi fa pensare, che speravi che lo scoprissi...» - Conan ghignò - «Ottima idea, comunque, quella di prendere le parti del figlio di un mago, come copertura. Non avresti avuto problemi con Nakamori, in quanto il ragazzo è amico d'infanzia della figlia e data la naturale somiglianza che lo accomuna al sottoscritto è logico pensare che prendere il suo posto dev'essere stato per te un gioco da ragazzi, ho ragione Kid?» - chiese in tono tagliente il giovane investigatore - «Oppure, devo presupporre, che quello sia il tuo vero aspetto?»

 

Kid sorrise - «Chi può saperlo.» - disse - «Potrebbe anche essere...» - avanzò il ladro, verso il suo piccolo rivale - «Oppure, esiste solo unaltro sosia di Shinichi Kudo. Non l'hai mai sentita quella vecchia leggenda: “Nel mondo esistono sette sosia per ognuno di noi”, o cose di questo tipo»

«Non dirmi che credi davvero a questo genere di sciocchezze?» - domandò sogghignando Conan.

Kid, sorrise - «Certo che no» - rispose il mago - «Ma devi ammettere, che sarebbe piuttosto interessante. Dopotutto, anche la bella addormentata laggiù, potrebbe ricordarti molto, una certa persona, di tua conoscenza. Non trovi?» - disse voltandosi a dare uno sguardo alla ragazza. Conan allora si sporse, leggermente oltre la figura dell'uomo in bianco, per fissare la figlia di Nakamori. Per un attimo, gli sembrò di vedere Ran, lì addormentata, cosa che lo spinse a scuotere la testa, per poi guardarla ancora una volta, per assicurarsi che non fosse lei. Inebetito, fissò il mago per qualche istante, egli aveva un espressione serena in volto - «Se davvero non esistono sette persone simili a noi in tutto il mondo, allora, possiamo dire che si tratti di “Magia”... forse.» - disse, per poi tornare alla finestra, poggiandosi ad essa nello stesso modo di poco prima - «Comunque, mi dispiace deluderti, grande detective. Ma nella tua ricostruzione, che mi riguarda, ci sono ben due falle» - disse componendo il numero due con la mano destra.

«Davvero? Quali?» - domandò Shinichi, incuriosito.

«Molto semplice. In verità, non conoscevo la faccenda dei quadri sin dal principio. E' stato quel bizzarro avviso con la mia firma, a farmi interessare alla faccenda. Ho scoperto della faccenda dei quadri falsi, solo ora, grazie alla tua ricostruzione. Non ne avevo la minima idea. Dopotutto, non sono un ladro d'arte, ma di gioielli.» - spiegò Kid abbassando una delle due dita - «Per quanto riguarda la mia entrata in scena, ci sei andato molto vicino. Non ho preso il posto di quel ragazzo, dopo che si è recato all'interno dei bagni pubblici, bensì qualche minuto prima. Il vero Kaito Kuroba, infatti ha perso secondi preziosi mentre ti veniva dietro. A quel punto lo preceduto e ti ho raggiunto. Ricordi, quando per fermarti, ti ha afferrato per il cappuccio della felpa?» - domandò Kid e Conan annuì.

«Aspetta vuoi dire...-!»

«Sì, quello ero io, ed è stato così che ti ho sottratto il cellulare, mio caro detective. Il giovane Kaito, deve aver assistito alla scena da poco lontano, perché una volta entrato nel bagno, mi ha raggiunto e affrontato. A quel punto come ormai, avrai inteso, l'ho addormentato con il mio fedele gas soporifero e poi l'ho rinchiuso in uno dei cubicoli della toilette. Chissà se è riuscito a uscirne o se ancora sta beatamente sonnecchiando, ignaro di tutto» - sorrise il ladro, abbassando anche il secondo dito - - «Inoltre sappi che, non rimpiango di essermi lasciato delle tracce alle spalle, altrimenti sia io che la signorina, ce la saremmo vista davvero brutta» - affermò Kid.

Conan sorrise, e si voltò a guardare lo svenuto Hishimoto, sul pavimento - «Non c'è di ché» - disse.

«Senza contare» - concluse Kid - «che anche se fossi stato ben attento a coprire ogni mia traccia, sono più che sicuro, che quella ragazzina, ti avrebbe comunque fatto sorgere dei dubbi, visto che non mi ha tolto gli occhi di dosso per un secondo e tu avresti finito con lo smascherarmi ugualmente» - Kid si riferì ad Haibara, ed alla sua innata diffidenza, mostrata sia nei confronti di Kaito stesso che del suo travestimento, da Heiji Hattori. Conan lo intuì e sghignazzò.

”Tipico di Haibara” - pensò, mentre un lontano rumore di sirene, cominciava ad essere udibile.

«Bé, mio giovane amico» - disse Kid, lanciando verso il ragazzino, gli occhiali che aveva sottratto al dottore, quel pomeriggio - «Credo che sia meglio che mi muova, prima che l'Ispettore Nakamori, arrivi per arrestare oltre ad Hishimoto, anche il sottoscritto» - disse, raccattando da terra – oltre che la sua pistola – uno dei tanti fogliettini stampati da Hishimoto, per poi agitarlo un paio di volte per aria. Conan lo vide compiere questo gesto e lo guardò con un'espressione incredula, prima di capire – una volta che il foglietto smise di ondeggiare, che le parole sul forglietto erano cambiate, formando un nuovo messaggio. Dopo di ché Kaito, si avvicinò ad Aoko e si piegò su di lei, ostruendo a causa del suo mantello, la visuale al piccolo Conan.

«Che stai facendo?» - chiese un incuriosito Conan, che cercava inutilmente di sbirciare, oltre la figura in bianco, nella speranza di capirci qualcosa.

«Rilassati... non è quello che credi» - disse semplicemente Kid, per poi scherzare dicendo - «Per chi mi hai preso, per una specie di maniaco?»

Conan allora sospirò, per poi rimanere in silenzio, avendo però la strana sensazione, che gli stesse sfuggendo qualcosa, seppur senza sapere cosa, di preciso.


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Intanto Kid, appuntò il messaggio sulla divisa di Aoko, fissandolo con una rosa blu, che fece apparire tra le sue mani. Una volta terminato, con quel piccolo accorgimento scenico, lo sguardo del ladro, si posò sul viso sereno della ragazza, che dormiva profondamente. Una sensazione di tepore gli riscaldò il petto: era lì di fronte a lui, sana e salva e senza nemmeno un graffio. Quella bimba così sconsiderata, si era messa davvero in una brutta situazione, ma per fortuna, adesso era al sicuro. Il ladro fantasma, rapito da quella visione angelica, passò delicatamente un indice sulla sua fronte per sistemarle la frangetta spettinata, poi lasciò scivolare cautamente la punta delle sue dita, lungo la sua guancia, mentre un caldo sorriso, gli si palesò sul volto. Era successo ancora: una debole sensazione di Deja vù, balenò nella mante di Kaito. Non era la prima volta che Aoko si andava a cacciare in qualche guaio, obbligandolo a fare di tutto, pur di ritrovarla e riportarla a casa. Più di una volta poi, l'aveva osservata dormire. La sua espressione così calma, lo spingeva a chiedersi molte cose, tra cui anche, che genere di sogni cullassero, le sue notti. In una di quelle occasioni, ricordava perfettamente, di quanto avesse dovuto lottare contro i suoi stessi impulsi, per non replicare le gesta del padre, rubando un bacio dalle sue labbra; non poteva di certo farlo, non nelle vesti di Kid, mentre lei galleggiava placida, nel mondo dei sogni. No, avrebbe aspettato un momento migliore, una volta sgominata la banda di criminali, responsabili della morte di suo padre, ed una volta che Kaitō Kid, non sarebbe stato più strettamente necessario, allora sì, Kaito Kuroba avrebbe finalmente calato la maschera dal suo viso, mostrando ad Aoko, anche quella parte di sé. Quel ladro fantasma, da lei tanto detestato, che così tante volte, aveva potuto ammirare al chiaro di luna il suo viso, struggendosi per il fatto, che avrebbe potuto, al limite, solo sfiorarla, per poi dover tornare sui suoi passi, per l'ennesima volta.

La voce di Conan, purtroppo, interruppe lo stato di contemplazione, in cui Kid era lentamente scivolato - «Alla fine però, non hai risposto alla mia domanda» - disse il giovane investigatore - «Perché ti sei dato tanto da fare?» - chiese - «Non hai fatto tutto questo, solo per salvare la tua immagine o per smascherare una truffa. Allora per quale motivo?» - domandò.

Kid si voltò per un attimo a guardare il ragazzino, per poi sorridergli e fissare ancora una volta Aoko - «Una ti ho detto una cosa... “Tieni d'occhio la tua ragazza”, ricordi?» - pronunciò sorridendo il mago.

«Sì, durante il caso del Dirigibile dirottato dai terroristi» - annuì Conan.

«Già, quando ti sei fatto defenestrare e mi hai costretto a salvarti la pelle» - disse con un finto tono di superiorità, Kaito, scatenando un'occhiataccia da parte del suo interlocutore.

«Quindi? Cosa c'entra ora quella vecchia storia? »

«A dire il vero non molto» - confessò, e Conan reagì con una risatina infastidita, stava per ribattere quando Kid, riprese a parlare, alzandosi lentamente in piedi - «Se non fosse che...» - articolò adagiò, spingendo il ragazzino a frenare qualunque intervento, grazie alla serietà e pacatezza che mise nel suo tono - «Anch'io come te, ho qualcuno da proteggere, dai pericoli del mio mestiere.» - detto questo, si voltò verso Conan, con il sorriso sulle labbra - «Io e te abbiamo molto in comune, Detective-kun. Forse è proprio per questo che siamo destinati ad essere rivali» - disse rivolgendogli uno sguardo di sfida.

«Non credo proprio. Io non ho assolutamente niente in comune, con un ladro come te» - ricambiò Shinichi.


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I due si fissarono per qualche istante, quello era il loro modo di mettere la parola fine a quella faccenda; la prossima volta, sarebbero stati nuovamente l'uno contro l'altro.

Kid alzò le spalle e sorrise divertito e lo stesso fece Conan, quindi il primo si diresse verso la finestra, con andatura elegante, ed alzando la mano destra affermò - «Allora arrivederci, Grande Detective» - Conan sorrise, guardandolo arrampicarsi sul cornicione e spigare le sue bianche ali. Stava quasi per spingersi fuori, quando, Conan lo fermò:

«Aspetta Kid!» - questo si voltò con aria confusa.

«Cosa c'è? Altri dubbi?» - domandò.

«Una domanda.» - precisò l'altro - «Durante il caso del dirigibile, prima che te andassi, cosa hai fatto a Ran?» - chiese di colpo, cogliendo impreparato, il ladro gentiluomo, che dovette rifletterci per diversi istanti. Per aiutarlo a ricordare, Conan aggiunse - «Cos'era “quello”?»

Al suono di quell'aggiunta Kid schioccò le dita - «Ah, ma certo “quello”!» - esclamò, ricordando di colpo, il suo tentativo di baciare la ragazza, fingendosi Shinichi, nonché il suo “fatale errore”, di spingersi un po troppo oltre, portando una mano sul posteriore della ragazza, smascherandosi in questo modo, con le sue sole forze. Effettivamente si era lasciato allettare una po troppo dall'occasione, servitagli su un piatto d'argento, di rubare un bacio ad una bella ragazza, quale la fidanzata del suo rivale, per giunta, a causa di un equivoco da lui creato e dimenticato. Purtroppo o per fortuna però, il suo gioco era stato scoperto e fu costretto a rinunciare ad un così ricco bottino. Poco male, dopotutto, non sarebbe stata una mossa da galantuomo approfittarsi così dell'ignara fanciulla. Era quindi stato ben felice di andarsene con un nulla di fatto e soprattutto senza un occhio nero, provocatogli dalle mosse di Karate della ragazza, poiché fu distratta da Conan, appena in tempo, permettendogli di congedarsi con un elegante baciamano, sparendo quindi nella notte.

«Quindi, cos'era?» - ripeté con impazienza Shinichi, proprio come un bambino,

Kaito non poté far a meno di sorridere - «”Quello” era...» - cominciò e vide il suo rivale annuire e poi subito dopo stranirsi quando vide Kid, alzarsi di scatto e protendersi verso il vuoto - «Te lo dirò quando sarai più grande!» - disse facendogli l'occhiolino, per poi gettarsi dalla finestra e planare in volo in lontananza, con la rapidità di un fulmine. Mentre Kid scese a terra nei pressi del retro del palazzo e si mise a correre per recuperare la sua divisa scolastica, lasciata sul tetto di quello adiacente, pensò - “Il resto lo lascio a te, Grande Detective. Prenditi cura di Aoko, mentre non ci sono”.

«Ma che-» - Conan non appena lo vide saltare giù, corse alla finestra, in tempo per vederlo sparire. Inutile dire che rimase profondamente deluso, ed ancora ignaro di cosa Kid avesse fatto a Ran - “Come sarebbe a dire: “te lo dirò quando sarai più grande”?! Che diavolo ha combinato quel maledetto ladro?!” - chiese a sé stesso infastidito, per poi spostare lo sguardo all'interno della stanza - “Piuttosto... quella frase..”

«Anch'io come te, ho qualcuno da proteggere, dai pericoli del mio mestiere» - Conan, ricordò, che Kid avesse guardato fisso la ragazza, che ancora dormiente giacente contro una parete - “Non c'è modo...dico bene?”


 

Nel frattempo un paio di auto della polizia ed un ambulanza arrivarono sul posto. Dalle auto uscirono Nakamori, Megure, Kogoro, l'agente Takagi e l'agente Chiba. Conan attirò la loro attenzione, facendo sì che la ragazza venisse portata nell'ambulanza, dall'agente Takagi. Riprese i sensi dopo pochi minuti era un tantino infreddolita, ma niente di più di questo. L'Ispettore Nakamori arrivando, si fiondò verso la figlia e constatando che stesse bene, scoppiò in un pianto disperato, per poi venire distratto dalla vista della sua auto, che scoprì subito dopo, essere stata “presa in prestito” da Kid. Oltre a quello, vennero trovati altri tre biglietti: quello appuntato sulla divisa di Aoko, in cui si dispiaceva per l'accaduto e dimostrava la sua avversione per l'utilizzo del suo nome come capro espiatorio per un rapimento, uno tra i finti biglietti stampati da Hishimoto, in cui spiegava che quelli erano appunto dei falsi, così come diverse opere d'arte, da lui smerciate e prodotte da un'inconsapevole Niji Sakata. Ed infine un terzo, rinvenuto nella tasca della sua giacca, dall'agente Takagi, assieme al set da trucco e pettine da lui rubati, in cui chiedeva di restituirli, a nome suo e ringraziava per il disturbo.

Kaito, approfittando del trambusto, si cambiò e simulò il suo arrivo dall'esterno dell'area in disuso, correndo verso il gruppo di luci, ed arrivando, ansimante, vicino a Conan, che aspettava poco lontano dall'auto dell'agente Sato.

«Ah, Kaito-niichan!» - esclamò il bambino, non appena vide il liceale in divisa, arrivare - «Dove ti eri cacciato? Erano tutti preoccupati per te.» - gli riferì, mentre lui cercava di calmare il finto fiatone.

«Quel... Kid... mi ha rinchiuso... in quel bagno.» - pronunciò il ragazzo - «Ci ho mezzo mezz'ora ad uscirne.» - disse una volta ripreso il controllo del respiro - «L'Ispettore mi ha poi scritto, che Aoko era stata localizzata, alla periferia di Haido...»

«Non dirmi che hai corso fin qui?» - gli domandò il bambino, osservando l'espressione affaticata del ragazzo e la sua pelle lucida, simulata con un po d'acqua piovana, trovata nell'edificio, poiché un buco sul soffitto del palazzo aveva provocato infiltrazioni al suo interno. Il liceale prese il suo fazzoletto dalla tasca e si asciugò dal sudore, ma dalle pieghe del fazzoletto, cadde un quarto biglietto di Kid. - «Huh? Che cos'è questo?» - chiese.

«Oh, un biglietto di Kid!» - esclamò Conan, con un tono infantile.



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«Cosa?!» - Kaito allora lo lesse ad alta voce  -«”Prendo in prestito il tuo nome e la tua faccia per un po. Spero non me ne vorrai, mio giovane collega. Nel frattempo, spero ti sia goduto il tuo sonno. -Kaitō Kid”» - lesse per poi arrotolare il biglietto in questione e gettarlo alle sue spalle, borbottando - «Ma quale “collega”, io non ho assolutamente niente in comune con un volgare ladro del genere!» - esclamò infastidito e Conan rise a quella frase.
 

Come ti capisco” - pensò Conan, divertito.

«Ad ogni modo, dov'è Aoko?» - domandò al ragazzino accanto a lui.

«E' laggiù» - affermò Conan indicando l'ambulanza posteggiata poco lontano. Kaito vide Aoko, illuminata dalla luce interna del mezzo, con una coperta sulle gambe ed una tazza fumante tra le mani. - «Grazie mille ragazzino» - sorrise il ragazzo e la raggiunse a passo tranquillo.

Avvicinandosi pian piano, la piacevole sensazione calda di sollievo, tornò a pervadere il suo corpo. Quando Aoko, alzò lo sguardo dalla bevanda calda ed il suo sguardo incontrò quello del ragazzo, i suoi occhi profondi, azzurri come l'oceano, si illuminarono di un lieve scintillio. In un gesto meccanico si alzò dal retro dell'ambulanza e poggiò la tazza e la coperta. Kaito si era fermato a qualche metro di distanza, con un'espressione placida in volto. Appena Aoko ebbe libere le mani, si voltò verso di lui e gli corse incontro.

«Stai bene adesso, Ahoko?» - disse apostrofandola al suo solito, dandole dell'idiota (Aho), fondendo l'insulto al suo nome, proprio come quando lei gli dava dello stupido, chiamandolo “Bakaito”. Il suo tono di voce, però non faceva trasparire rabbia, quindi faceva intuire che il tutto fosse percepibile come uno scherzo - «La prossima volta che vuoi un po di attenzione, cerca di trovare qualcosa di meglio che farti rapire» - disse simulando un lamentoso rimprovero, pronunciato da lui ad occhi chiusi - «Si sono tutti preoc-» - le parole di Kaito si frenarono di colpo, poiché sentì qualcosa ricadere pesante sul suo petto. Il ragazzo allora aprì gli occhi di scatto ed abbassò lo sguardo. Aoko era lì, con il viso schiacciato contro il suo petto e con le mani aggrappate al tessuto della sua divisa. Seppur soffocati, Kaito, poté udire i singhiozzi della sua amica d'infanzia. Dopo essere rimasto qualche minuto immobile, Kaito liberò un respiro, mentre un sorriso calmo, si disegnò sul suo volto. Quella dolce bimba dall'aria triste, che aveva conosciuto molti anni orsono, aveva coraggiosamente superato, una situazione a dir poco straordinaria. Kaito pose la sua mano destra, sul capo di Aoko, per cercare di trasmetterle un po di tranquillità.

«E' tutto finito, Aoko» - disse, ed ella rispose annuendo ed allentando la presa sui suoi vestiti, per poi allontanarsi, ed asciugarsi le lacrime salate, che le avevano arrossato leggermente gli occhi limpidi.

«Ti chiedo scusa, Kaito» - mormorò Aoko, mentre stava finendo di asciugare le lacrime dal suo viso.

«Scema» - le sorrise - «Non pensarci più. Adesso torniamo a casa e dimentichiamoci di questa storia. Essere stata rapita, non è una giustificazione realistica, per cui non ti crederebbero, a scuola» - disse in tono ironico, per poi aggiungere - «E non dimenticare, che questa domenica, dobbiamo andare insieme a quello spettacolo di magia, dico bene?» - disse sorridendole. Quella frase, poteva sembrare la cosa più sciocca che si potesse dire a qualcuno appena uscito da una situazione, nella quale aveva appena rischiato la vita, ma sortì l'effetto da lui desiderato. Aoko, lo fissò per un attimo, poi annuì con un gran sorriso in volto. Poco dopo Nakamori li raggiunse, ed accompagnò Aoko nella sua auto.

 

Era tempo di lasciarsi alle spalle quella brutta esperienza, e tornare ognuno alle proprie case.

 


 

Il giorno seguente, le testate dei principali giornali nipponici e quotidiani online, presentavano la notizia dell'arresto di Hishimoto Fuyuki con l'accusa di truffa aggravata, omicidio di primo grado, sequestro di persona e tentato omicidio. Le accuse contro Sakata Niji furono di concorso in omicidio, contraffazione e favoreggiamento. I giudici non furono però tanto sciocchi da sbatterlo in cella con lo stesso numero di anni di Hishimoto, infatti gli fu offerto un patteggiamento, in modo che potesse lasciarsi tutta quella brutta storia alle spalle, il prima possibile. C'erano anche diverse pagine dedicate a Kid, che parlavano del suo contributo, volto alla risoluzione del caso e di come avesse salvato la figlia dell'ispettore Nakamori, suo “acerrimo nemico”, per poi sparire senza lasciare tracce, nel buio della notte.

Kaito non poté che rallegrarsi, leggendo parte di quegli articoli, che documentavano di come tutto fosse finito bene. La storia era oramai di dominio pubblico, infatti quando quella mattina, Aoko Nakamori, varcò la porta della 2-B, non poté evitare di essere riempita di domande, su come fosse andata la faccenda o come stesse dopo quella brutta esperienza.

«Aoko! Ho letto della cosa sui giornali. Stai bene? Ero tanto preoccupata» - aveva detto Keiko correndole incontro, non appena la vide quella mattina, scoppiando in lacrime, nell'immaginare cosa potesse aver passato, la sua amica in quei terribili momenti.

Aoko aveva tranquillizzato tutti, ripetendo più e più volte che stava bene, e che ormai quel che aveva passato era solo un brutto ricordo, non volendo che nessuno si preoccupasse troppo per lei. Perfino la superba Akako, si era rallegrata vedendola sana e salva, cosa che puzzò un po agli occhi di Kaito, che preferì ignorarla, piuttosto che trovarsela appiccicata come una zecca.

«Ben 25 pagine dedicate a Kaitō Kid. Sembra che per un giorno, tu sia diventato eroe nazionale» - gli aveva sussurrato passando accanto alla sua sedia, facendoli venire i brividi per il disgusto, quando gli aveva passato due dita sul collo, insinuando che fosse il ladro.

«Ti ho detto... mille volte! Io non sono Kaitō Kid! Dacci un taglio Akako!» - sbuffò voltandosi di scatto verso la finestra, in modo da respingerla, senza doverlo fare davvero. Al contrario di quanto aveva ipotizzato, Akako non attuò nei suoi confronti nessun tipo di minaccia, semplicemente se ne andò ridendo, con quella sua tipica irritantissima risata, per qualche motivo che sfuggì alla comprensione di Kaito - “Questa donna mi infastidisce” -sbottò nei suoi pensieri, poco prima di venire richiamato, da un'altra voce , proveniente dall'ingresso dell'aula.

«Sia ringraziato il cielo!» - affermò la voce. Quando Kaito si voltò, seppur sapendo di chi si trattasse, ebbe un moto di sorpresa quando vide Hakuba, tenere le mani di Aoko tra le sue affermando - «Ho saputo quello che è successo. Se solo fossi stato informato prima, avrei fatto l'impossibile per liberarti dalle grinfie di quei criminali. Sono sollevato nel constatare che tu stia bene, Aoko-san» - disse facendole il baciamano, ed allontanandosi poi da lei.

Hakuba Bastardo! Ma quale “Avrei fatto l'impossibile per liberarti”! Un detective buono a nulla del tuo calibro, non riuscirebbe a trovare nemmeno la sedia su cui è seduto. Se Aoko avesse dovuto fare affidamento su di te, in questo momento non ci sarebbe che da piangere.”

«Per farmi perdonare» - proseguì - «Ho intenzione di annullare tutti i miei impegni.» - sentenziò - «Quindi se quell'invito è ancora valido, sarei lieto di accompagnarti» - si propose porgendole un qualcosa – un foglietto, con il nome di un ristorante, vicino al luogo in cui si sarebbe tenuto il famoso spettacolo di magia, al quale Aoko, aveva intenzione di partecipare – con il suo solito charm londinese.

«Ecco...» - lo interruppe tuttavia la ragazza - «A proposito dell'invito...» - disse, per poi chiedere ad Hakuba di porgerle l'orecchio, in modo che nessuno, compreso Kaito potesse cogliere neppure una parola. Il ragazzo lì guardò stranito, ma non fece in tempo a chiedersi che stessero dicendo che Hakuba, riprese a parlare.

«Capisco, allora le cose stanno così» - disse ed Aoko annuì - «D'accordo, non c'è problema, ti ringrazio ugualmente di tutto, Aoko-san» - disse il ragazzo, per poi dirigersi verso il cestino della spazzatura, per gettare qualcosa, passando proprio accanto al banco di Kaito - «Pare che per questa volta, la vittoria sia tua, Kuroba-kun» - disse per poi allontanarsi, come se nulla fosse.

«Eh?» - Kaito non capì a cosa si riferisse, ma era stranamente sicuro, che centrasse, in qualche modo la rosa blu, che aveva regalato ad Aoko la sera precedente, mentre questa dormiva e che ora lei sfoggiava, fieramente tra i capelli, come un fresco accessorio. A pensarci bene, anche la positività che gli aveva mostrato quella mattina, quando era andato a svegliarlo per la colazione, era qualcosa di bizzarro, sembrava avesse vinto un altro concorso, tanto era esaltata.

Questa mattina sono impazziti tutti!” - si disse Kaito - “Che stia girando uno strano virus?”

 

 

POV Aoko

La gioa di Aoko, non poteva essere compresa, né da Kaito né da nessun altro in quella stanza, che tentava disperatamente di confortarla, dopo la brutta esperienza che aveva passato, ma Aoko, non sembrava turbata. Anzi, era proprio lei, che con il suo sorriso, placava le ansie ed i timori che la circondavano e tutto grazie a quella piccola rosa blu, che quella mattina aveva indossato tra i capelli.

L'aveva trovata appuntata sulla sua divisa, mentre veniva accompagnata da due infermieri, nell'ambulanza. Si trovava assieme ad un biglietto di Kid il ladro, che però non aveva fatto in tempo a leggere, dal momento che suo padre, si era messo a sbraitare contro di lui.

«Prima mi ruba la macchina di servizio e poi osa allungare le mani su mia figlia!» - aveva urlato in preda alla rabbia - «Maledetto Kid! Non la passerai liscia! Ti prenderò!»

Aoko sorrise e subito dopo sospirò, posando il suo sguardo sulla rosa, così familiare per lei - «Capisco. Allora è stato Kaitō Kid, eh?» - mormorò la ragazza a bassa voce.

«Ti sbagli, Onēchan!» - una vocetta sottile, rispose alla sua domanda retorica. Aoko allora abbassò lo sguardo, notando un bambino che sorridente, era posto di fronte a lei. La ragazza, riconobbe la voce del ragazzino, che le aveva suggerito, la strategia del GPS, per telefono. Dopo qualche istante di silenzio, Conan riprese a parlare - «Quella rosa, non è da parte di Kid» - affermò - «E' un regalo di Kaito-niichan»

«Eh? Di Kaito?» - domandò Aoko, battendo le palpebre ripetutamente. Il bambino annuì.

«Esatto. Quando abbiamo scoperto, dove il signor Hishimoto ti aveva portato, Kaito-niichan, ha lasciato la centrale di polizia e senza nemmeno aspettare gli agenti, si è messo a correre fin qui. E' stato così veloce, da arrivare prima di tutti quanti» - raccontò - «Ma non prima di Kid. Quando Kaito-niichan è arrivato, Kid stava per scappare e poco dopo, io sono arrivato qui, con un'agente e ho visto Kaito-niichan correre fuori dal perimetro della zona. Probabilmente ora, starà inseguendo Kid» - ipotizzò il piccolo. Aoko sembrò sorpresa, mentre poco lontano, Conan poté notare, qualcuno avvicinarsi di corsa in lontananza - «Ah, eccolo dev'essere tornato! Vado a dare un'occhiata!» - esclamò il bambino, correndo, in modo da raggiungere la figura, poco lontano.

Aoko guardò il bambino, correre via, ed abbassò di nuovo lo sguardo sulla rosa blu, sorridendo - "Alla fine, sei venuto da me sul serio. Aoko, ne era sicura”. - pensò rigirando il debole ed indifeso fiorellino, per lo stelo, un paio di volte - “Grazie, per avermi salvata...Kaito”

 

 

POV Conan/Kaito

La notizia del rapimento era ovunque, giornali, articoli online, servizi televisivi. Era praticamente sulla bocca di tutti, e di sicuro, lo sarebbe rimasta almeno per i due giorni a venire. Anche mentre Ran, Conan e Sonoko, stavano camminando in direzione del liceo Teitan, questa storia, era onnipresente e citata in ogni dove.

«”Che hai detto?!”» -urlò un esterrefatto Hattori alle orecchie del suo amico Kudo - «”Lui avrebbe qualcosa a che fare con la figlia dell'Ispettore di polizia, rapita dai quei due truffatori?!”»

«Così pare» - rispose Conan, mentre camminava al fianco delle due ragazze.

«”E poi? Ha aggiunto altro” » - domandò l'investigatore di Osaka, curioso.

«No, niente di particolare» - ribatté Conan, non parlando ad Heiji dalla questione di Ran, per evitare di essere preso in giro dall'amico - «Ad ogni modo... sembrerebbe quasi la trama di una soap opera, se fosse vera, una situazione del genere» - commentò il ragazzino.

«”Disse il detective, rimpicciolito da una strana pozione, opera di un'organizzazione criminale, che obbliga la sua ragazza ad aspettare il suo ritorno, pur vivendo stabilmente a casa sua”» - ironizzò Heiji, in tono drammatico, rivangando l'attuale situazione dell'amico.

«Lasciami in pace!» - sbuffò Conan - «E poi, si può sapere, da che parte stai?» - Hattori rise e si scusò.

«”Okay, scusami scusami. Comunque, passata l'influenza?” » - chiese cambiando totalmente argomento.

«Sì. Sembra che concentrarmi sul caso, mi abbia rimesso in forze. Strano, ma vero» - confessò il detective in miniatura.

«”E' naturale!”» - replicò Heiji - «”I casi sono la medicina perfetta, per curare un investigatore”» - scherzò, mentre in lontananza si poté sentire un debole:

Heiji! Che stai combinando?! Se non ti muovi arriveremo in ritardo” - «”D'accordo”» - rispose, questo in rimando - «”Scusami Kudo, ora devo proprio scappare”»

«Okay» - rispose quest'ultimo - «Non fare arrabbiare troppo la tua ragazza, intesi?» - lo punzecchiò, Shinichi in replica al suo precedente scherzo. Heiji non rispose e lo salutò in modo apatico, per poi riattaccare. Quando ebbe concluso la conversazione, ripose il telefono nella tasca, per poi venire attirato, dalla voce gracchiante della giovane Suzuki.

«Ah, che meraviglia!» - esclamò Sonoko, scorrendo la notizia sul suo cellulare - «E' pensare che hai potuto stare vicino a Kid-sama per quasi un giorno intero! Come ti invidio Ran!» - sospirò la ragazza, con aria sognante.

Scommetto che Sonoko, ha capito poco è niente di tutto quello che è successo” - si disse ridendo il giovane occhialuto.

«Anche se così fosse, non dimenticarti che abbiamo avuto a che fare con un caso di omicidio e rapimento, Sonoko» - la rimproverò Ran, fissandola con un sorrisetto fievole.

«Ma tutto è andato finire bene, giusto?» - ribatté Sonoko - «Quindi non c'è motivo di prendersela.» - disse sorridendo e continuando a pensare al suo idolo, in bianco.

Come pensavo... non le interessa nient'altro, riguardo al caso”

Le ragazze, si misero poi a chiacchierare d'altro e Conan continuò a camminare, al loro fianco. Lo sguardo del ragazzino, si fermò per un attimo su Ran, che rise spensierata, mentre parlava con la migliore amica di sempre. Anche Conan, sorrise a quella vista, per poi alzare gli occhi al cielo. Shinichi in quel momento, ripensò alla buona azione fatta la sera precedente: quando aveva esposto alla figlia di Nakamori, una storia ricostruita sulle gesta del suo amico d'infanzia, che era, in realtà stato messo K.O. da Ladro Kid diverse ore prima, facendolo passare come un'eroe ai suoi occhi. Si chiese con curiosità, come fosse andata a finire quella storia e se i due ragazzi, si fossero ripresi da quella brutta esperienza.

Mah, in ogni caso, che sia come credo oppure no... per lo meno quel Kid, avrà un altro genere di rivale, contro il quale doversi confrontare.” - pensò tra sé il giovane detective, che dopo il fallimento, nel ricattare Heiji con la storia di Kazuha, decise di tentare nuovamente a fare Cupido – seppure non avrebbe mai saputo, se la sua mossa, avrebbe prodotto dei risultati. Un sorriso soddisfatto, si formò sulle sue labbra, mentre giungeva presso i cancelli della scuola elementare Teitan e salutava Ran e Sonoko, lasciandosi dunque alle spalle, l'intera faccenda, conclusasi con un lieto fine.



 

A lezioni iniziate, mentre la Professoressa Konno, stava spiegando un nuovo argomento di Matematica, il silenzio della classe, venne spezzato da un forte rumore, proveniente da uno dei banchi, verso il fondo dell'aula.

«Etchiù!» - uno starnuto assurdamente rumoroso, provenne dal banco di Kaito Kuroba, che spinse l'intera classe a voltarsi, mentre il mago, si puliva rapidamente il naso da una candela di muco, che aveva seguito il frastuono.

«Ti senti bene Kaito?» - domandò Aoko, voltandosi verso il banco accanto a lei, piegando la testa di lato, con aria, interrogativa in volto - «Ti sei preso il raffreddore?»

«Non è niente!» - ribatté Kaito, per poi rivolgere lo sguardo verso la finestra, con un espressione seccata - “Dev'esserci davvero, un qualche strano tipo di virus in giro.” - sbuffò tra sé, il ragazzo - “oppure qualcuno sta parlando male di me...” - ipotizzò, mentre il suo sguardo cadde, sul suo mini-tablet poggiato sul suo banco, ancora acceso ed aperto su un articolo di Kid, per il quale Kaito, sospirò lievemente - “Diamine! Questa doppia vita, alle volte... è davvero fastidiosa...”.

 

 

 

Anche Shinichi, o per meglio dire Conan, quando arrivò in classe, fu bombardato da quella notizia così sensazionale.

«Ehi hai sentito Conan?» - gli corsero incontro i Detective Boys, capitananti da Genta, che aveva attirato per primo la sua attenzione.

«Kid, ha sventato una truffa, ai danni della collezione d'arte esposta al museo Haido» - cominciò Mitsuhiko, tutto esaltato.

«Ed ha salvato la figlia di un poliziotto, che era tenuta in ostaggio!» - concluse Ayumi sorridendo - «E' stato proprio un super eroe, come lo Yaiba Mascherato! Vero?» - disse voltandosi, cercando l'approvazione dei suoi due compagni, che annuirono con convinzione.

«Certo, un eroe silenzioso, che alla fine di tutto, fugge nella notte, spiegando le sue bianche ali. Proprio una visione romantica.» - intervenne Haibara, mentre si sedeva al suo posto, poco lontano, in tono ironico - «...peccato che non ci fosse lì nei paraggi, un certo Anti-Kid di nostra conoscenza, pronto a catturarlo.» - terminò con un sorrisetto lieve, rivolto a Conan, che rise con un'espressione ebete di rimando.

Ma che simpaticona” - pensò, per poi rispondere ai ragazzi - «Ha fatto una buona azione, niente di così eclatante. D'altronde, non poteva farsi passare per un criminale peggiore di quanto non lo sia già, non credete?» - i ragazzi, che non erano al corrente dell'intera vicenda, non capirono affatto quella frase, ma se ne dimenticarono presto, dato che la maestra Kobayashi, entrò in aula, chiedendo a tutti di prendere il proprio posto. Conan sospirò e rivolse per un attimo lo sguardo fuori, il cielo si stava facendo nuvoloso.

Eppure... quel Kaito Kuroba... mi è familiare, come se lo avessi già incontrato, in passato, da qualche parte, per qualche motivo...” - pensò Shinichi, mentre il cielo cominciava a farsi scuro - “Mah, non importa!”.

Mentre osservavano entrambi, il panorama esterno dei rispettivi edifici scolastici, un ricordo lontano, tutto d'un tratto, colpì entrambi, sia il ladro che il detective. Trasportandoli indietro nel tempo, di ben un anno.






«Si può sapere, perché devo venire a fare Shopping con te, di punto in bianco?» - sbuffò Kaito, tenendo entrambe le mani dietro la nuca, e guardando in aria, parlando in tono scocciato, mentre trasportava già due sacchetti in plastica rigida, colmi di acquisti, con su il nome di due negozi differenti - «Non ne ho proprio voglia!»

«Te l'ho già detto! Chikage-san, ha specificato: “Porta con te anche Kaito e trovagli qualcosa di bello” » - gli piegò per la terza volta Aoko, che camminava al suo fianco, rivolgendogli lo sguardo mentre parlava - «Ha detto che tornerà presto a casa, giusto? Sarebbe bello se trovasse all'aeroporto, un Kaito elegante, ad aspettarla, no?»

Questo sbuffò - «Non cambierebbe proprio nulla. E poi a mia madre non interessano questo genere di sciocchezze» - rispose burbero il ragazzo.

Aoko allora sospirò - «Sei proprio un insensibile, Kaito. Bè, vorrà dire che toccherà ad Aoko rimediare, per la felicità di Chikage-san» - disse poi in tono fiero.

«Va bene, va bene. Allora vediamo di sbrigarci a raggiungere il prossimo negozio, prima finiamo, meglio è.» - disse affrettando il passo, obbligando Aoko, a corrergli dietro.

«Ah, Kaito! Aspettami!» - gli urlò, ma lui continuò a procedere spedito.

 

«E dai Ran, torniamo indietro, non ne vale la pena!» - disse uno Shinichi che raggiunse il passo della ragazza, dopo essere rimasto, alle sue spalle, per un po - «Ragiona a quest'ora la proiezione sarà già iniziata, il bigliettaio non ci farà mai entrare!» - tentò di convincerla a tornare indietro il ragazzo.

«Non è detto, potrebbe anche farci entrare, invece» - ribatté la ragazza.

«E come intenderesti convincerlo? A colpi di Karate?» - disse scherzosamente il ragazzo, incorrendo nella razione, indignata della ragazza.

«Ma cosa dici, non farei mai una cosa del genere!» - esclamò - «Gli spiegheremo quello che è successo, dopotutto, è colpa tua Shinichi, se siamo in ritardo. Se non ti fossi messo a correre dietro quel ladro, non saremmo mai arrivati in ritardo» - gli infacciò la ragazza, per poi dargli di nuovo le spalle - «O magari, ti lamenti così tanto, perché non vuoi venire al cinema assieme a me?» - domandò, in tono triste.

«Cosa avrei dovuto fare?» - chiese, il detective - «Lasciarlo scappare, mentre mi passava davanti. Non ho avuto scelta!» - si giustificò - «Comunque va bene, facciamo un tentativo, potrebbe andarci anche di lusso.» - acconsentì.

«Grazie Mille! Dopotutto tu sei un famoso detective, giusto? Potrebbe essere anche un tuo fan e non dire niente» - rise Ran per poi mettersi a correre - «Andiamo, Shinichi! »

«Ohi, rallenta Ran!» - la ammonì il ragazzo, non venendo però ascoltato.

 

Ran dunque, sbatté involontariamente contro un ragazzo che stava arrivando dalla direzione opposta, questo non subì il colpo, ma lei, sbattendogli contro, venne spinta all'indietro, rischiando di cadere al suolo. Una mano, però la afferrò per la vita e le impedì la caduta.

Aoko che stava correndo per raggiungere Kaito ad un certo punto, si sentì mancare la terra sotto i piedi - «Waaaah» - gridò, mentre con le mani in avanti, si preparava all'impatto con l'asfalto, tentando di ripararsi il viso. Poco prima dell'impatto, tuttavia, un paio di di braccia, la afferrarono per gli avambracci.

««Presa!»» - esclamarono due voci maschili, contemporaneamente.

 

Ran, si ritrovò dunque tra le braccia di un ragazzo a lei sconosciuto, mentre allontanava il braccio da lei - «Tutto bene?» - chiese Kaito, alla ragazza - «Dovrebbe stare attenta mentre è per strada, signorina.» - disse.

Ran scosse la testa, arrossendo leggermente, allontanandosi dal ragazzo - «Affatto. Mi dispiace tanto.» - disse con un lieve inchino.

Aoko che chiuse gli occhi, consapevole del male che avrebbe provato con la caduta, li dischiuse lentamente, sentendosi aiutare a rimettersi in piedi, da una forza a lei, ignota. Riaprendo gli occhi, vide che un ragazzo sorridente, la stava aiutando - «C'è mancato poco» - affermò Shinichi, allontanandosi dalla ragazza - «Ti sei fatta male?» - chiese.

Aoko, scosse la testa per dissentire - «Ti ringrazio» - disse.

«Figurati» - sorrise il ragazzo - «L'importante e che tu stia bene. »

Quando le due coppie si riunirono, i ragazzi si voltarono verso le rispettive amiche d'infanzia.

«Stai bene, Ran?» - domandò il detective, ed ella annuì - «Questo è quello che succede se ti metti a correre in strada!» - l'ammonì, scatenando in lei, una nota d'imbarazzo.

«Hai ragione»

«Cavoli, sei sempre la solita imbranata, Aoko. Come si fa ad inciampare sul nulla? » - la rimproverò Kaito, costatando che la ragazza stesse bene.

Aoko reagì, come sempre, con fastidio contro il suo amico d'infanzia - «Come ti permetti! E' solo colpa tua, che ti sei messo a camminare in fretta, tutto a un tratto!»

«Tutte scuse tipiche di un'imbranata» - scherzò Kaito, facendo arrabbiare Aoko ancora di più. Quella scenetta, così simpatica, fece ovviamente sorridere Ran e Shinichi.

Ad un certo punto, Shinichi notò qualcosa sbucare, dalla tasca della giacca della divisa scolastica di Ran, e l'avvisò di questo dettaglio - «Guarda Ran, cos'hai nella tasca?» - chiese.

Lei controllò e ne trasse fuori, una rosa rossa - «Oh, e questa!? » - esclamò sorpresa.

«Per scusarmi di poco fa» - sorrise Kaito, facendole l'occhiolino. Questo gesto, fece rabbuiare per un attimo il volto dell'investigatore liceale, mentre Ran, ringraziava del bel dono.

«Ti ringrazio, è davvero bellissima» - sorrise la ragazza tendola tra le mani ed ammirandone il colore scarlatto.

«E' un cliché.» - intervenne Aoko poco dopo, così che Ran le rivolgesse lo sguardo - «Kaito è figlio di un mago molto famoso, e fa spesso di questi giochetti. Quando ci siamo conosciuti, mi ha regalato una stupenda rosa blu, per presentarsi, la cosa mi sorprese davvero molto.» - raccontò brevemente la ragazza - «Ma ora, comincio a sospettare, che lo faccia con tutte le ragazze carine che incontra» - disse con serietà. Ran reagì con un esclamazione di sorpresa e Shinichi, si rilassò, se era così non doveva aver nulla da temere.

«Difficile che una come te, possa essere scambiata per una bella ragazza» - ribatté Kaito, con aria di sufficienza, beccandosi subito dopo un calcio sulla gamba, da parte di lei.

«Che razza di maleducato! » - sbuffò Aoko, in modo infantile. Dopo un'altro paio di battute, scambiate tra i due, Shinichi notò a terra un fazzoletto e si chinò a raccoglierlo. Era bianco, con una fantasia fiorata azzurra.

«Ran, questo fazzoletto, è tuo per caso?» - le chiese. Ran scosse il capo.

«No, il mio è qui» - disse traendone uno dalla tasca posteriore della gonna.

Aoko, per sicurezza, allora controllò nelle sue tasche, visto che quel fazzoletto, sembrava molto simile al suo. Non lo trovò e dunque fece subito due più due - «E' di Aoko» - disse - «Dev'essere caduto prima quando sono inciampata»

Shinichi dunque lo restituì, sorridendo - «Ecco a te» - mentre Aoko riprese il suo fazzoletto dalle mani del ragazzo, gli si avvicinò, un po come quando i bambini, si sporgono in avanti, per premere il loro viso, contro il bancone dei dolciumi in pasticceria, per fissarlo da più vicino.

«Eppure, ho la sensazione di averti già visto da qualche parte prima d'ora» - mormorò, ma fu perfettamente udibile da Ran, che parlò in coda alla sua affermazione.

«Forse l'hai già visto in Tv o sui giornali.» - ipotizzò la ragazza - «Shinichi, è un famoso detective, dopotutto.»

«Davvero? Un investigatore privato? Che figata!» - Shinichi rise imbarazzato, dicendo che non era niente di speciale. Questa volta fu la faccia di Kaito, che si fece scura, all'eccitazione mostrata da Aoko, nei confronti del ragazzo.

«Se sei un detective» - cominciò a dire, di colpo Kaito - «ti sarai fatto un bel po di nemici. Meglio che ti guardi le spalle, amico.» - disse in tono serio, poteva apparire quasi come una minaccia, ma nel contesto rilassato tra i quattro, era niente più che un consiglio spassionato, che col senno di poi, si rivelava quasi profetico.

«Cosa? Nemici?» - ripeté lui confuso - «Nah, non è possibile. Dopotutto sono solo un semplice liceale, che si diverte a ficcare il naso in giro. Che potrà mai succedere» - disse ridacchiando.

«Chi può saperlo.» - disse - «Un giorno, potrebbe presentartisi davanti un rivale molto abile, che potresti fare fatica a battere. Magari, un ladro?» - disse in maniera ipotetica - «Detective e Ladri, sono nemici naturali, dico bene?» - domandò - «Come quel personaggio letterario, Arsène Lupin, e l'Ispettore che gli da la caccia, per esempio» - disse sorridendo, scatenando un sorriso simile, sul volto del ragazzo.

«Bé, sarebbe senza dubbio interessante» - affermò Shinichi, sostenendo lo sguardo del coetaneo.

Dopo qualche minuto di silenzio, Aoko guardò il suo orologio, per capire che ore fossero e subito dopo, esclamò - «Oh no, è tardissimo!» - disse, facendo compiere istintivamente lo stesso gesto, da parte di Ran che confermò.

«E' vero!» - Ran allora si rivolse a Shinichi - «Potremmo fare ancora in tempo, per lo spettacolo delle 18, ma dobbiamo correre, Shinichi» - questo annuì.

Aoko invece, afferrò il braccio di Kaito - «Se non ci sbrighiamo, il negozio chiuderà» - affermò tirandolo - «Grazie di tutto.» - disse inchinandosi verso i due ragazzi, che fecero lo stesso.

«Figurati» - rispose lui.

«Grazie a voi » - ribatté Ran, sorridendo e ringraziando specialmente Kaito, che prima l'aveva aiutata.

«E stato un piace- woah!» - tentò di replicare quest'ultimo, che non riuscì però a terminare la frase, in quanto venne strattonato con forza da Aoko - «Ehi, aspetta un attim-» - nulla, lei cominciò a correre, obbligando Kaito a fare lo stesso, per non ritrovarsi a terra.

I due che lì guardarono allontanarsi, si guardarono per un momento e poi cominciarono a ridere di riflesso. Una volta che l'ilarità del momento svanì, Ran sorrise all'amico.

«Andiamo?» - chiese.

«Certo» - annuì il ragazzo, che subito dopo, venne afferrato per il polso da Ran, che cominciò a correre in strada, tutta felice e sorridente.

Mentre correva, trascinato dalla ragazza, Shinichi non poté far a meno di sorridere, pensando - “Accidenti. Non ha imparato proprio nulla, da questa esperienza. Vero, Ran?”.


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Quel ricordo, era rimasto sopito per molto tempo, ma appena riaffiorò, i due non poterono fare a meno di sorridere.

Giusto, è stato quella volta” - sorrise Conan, per poi tornare a guardare il cielo,

Kaito a sua volta sorrise tra sé - “Pare io abbia colto nel segno, Grande Detective. Anche se non immaginavo, di essere proprio io quell'avversario, né che tu ti rimpicciolissi...”. - pensò, per poi voltarsi a guardare la ragazza, seduta accanto a lui - “In ogni caso... tu non sei cambiata per niente da allora, Aoko”

La ragazza, sentendosi osservata, si voltò con espressione confusa - «Cosa c'è?» - chiese.

Lui, si voltò dunque nuovamente verso la finestra - «Non è niente!» - affermò Kaito, senza però perdere il sorriso - “Mah... in fondo, questa vita, non è poi così male” - pensò mentre alzava gli occhi al cielo.















L'Angolo dell'Autrice:
Ed eccoci giunti alla fine di questa avventura.
Spero che la storia vi abbia intrattenuto e spero nelle vostre recensioni, per sapere cosa ve n'è parso.
Quello che so per certo, e che ho scritto frasi talmente melensi che per un anno sono a posto (≧▽≦)
Spero solo  di non avervi trasmesso il diabete. u_u  Ah, ci tengo a chiedere scusa per aver esagerato con Hakuba.
L'ho reso troppo damerino - ma mi serviva qualcosa che infastidisse Kaito -. Mi scuso per tutti i piccoli errori tra punteggiatura e battitura, spero non vi abbiano disturbato troppo, nella lettura. Con questo vi saluto e spero di riuscire a scrivere qualcosa di decente in futuro.
Vi ringrazio del vostro tempo.  Saluti.                                                                                                                     -Irene_Violet

P.S: Benché il caso in sé sia concluso, leggendo la fine del 6° File del 1° volume del Manga di Magic Kaito, mi è venuta un'idea per un breve capitolo Special. Non è un'aggiunta alla storia, solo un'idea simpatica, per lasciarvi con un sorriso in più. Spero vi diverta!.







 

 


Riferimenti:
Testo

•Movie 14 - Il Dirigibile perduto nel cielo, Detective Conan.
•EP n° 6 di Magic Kaito 1412
•File n° 5 del Manga di Magic Kaito
Immagini
Conan, Movie 14 - Il Dirigibile perduto nel cielo, Detective Conan
•Aoko, EP n° 10, Magic Kaito 1412 (Modificata)

Originali
•Biglietto di Kaitō
Kid

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Capitolo 7
*** #7 - SPECIAL: E se fosse tutto un film? ***


SPECIAL: E se fosse tutto un film?

BLOOPERS – Errori sul set e curiosità.


L'Angolo dell'Autrice: (P.1)
Okay, questo capitolo è stato un fuori programma. Spero solo non rovini tutto, facendo precipitare di qualità la storia xD
In tal caso, prendeteva con Zio Gosho Aoyama, -che  non favorisce abbastanza fan service - che ha posto un extra di questo tipo a fine del 6° file del 1° volume di Magic Kaito. Comunque! Vi siete mai chiesti, come sarebbero i nostri protagonisti, se uscissero dalle loro parti, e si rivelassero attori professionisti, alle prese con la recitazione. Come potrebbero agire o reagire sul set, alle prese delle varie scene? In questo capitolo, ho provato ad immaginare qualche situazione all'interno della Fict, che potrebbero essere soggette ad errori da parte dei personaggi impegnati sul set.Ci vediamo a fine capitolo per i saluti finali. Intanto, buona Lettura, spero di riuscire a strapparvi un sorriso.


 


Dal capitolo 1.
Scena 1 (L'incontro tra Conan e Kid, fuori dal museo)

«Ancora una volta nulla, eh?» - sospirò rammaricato, afferrando saldamente la gemma nel palmo della mano destra - «Mah, credo di non avere scelta!»

«La restituirai di nuovo?» - la voce sottile del piccolo Conan fu chiaramente udibile dal ladro, che abbassandosi il berretto sugli occhi, sorrise e si voltò, verso la sua nemesi.

«Yo, grande Detective» - Kaito lo salutò con un cenno - «Esatto. Ho solo raccolto l'ennesima sfida del consigliere Suzuki. Questa gemma in realtà non m'interessa» - spiegò lui, rigirando la pietra tra i guanti bianchi, che ancora indossava - «Puoi restituirlo tu per me? Thank you!» - disse gettando contro Conan, l'occhio di tigre, che Conan non riuscì ad afferrare, cadendo all'indietro, mentre tentava in tutti i modi, di non far cadere, la riproduzione in plastica dura al suolo.

«Taglia!» - il regista urlò dalla sua postazione, dietro la macchina da presa, tenendo il megafono in mano, così da essere ben sentito da tutto il gruppo sul set - «Questa la rifacciamo da capo!» - avvisò, mentre un'espressione affranta si palesò sul viso di Conan.

«Okay!» - affermò per poi rilanciare a Kaito la gemma, così da ripetere la scena.

 

 

Scena 2 (Al liceo Ekoda, la mattinata in classe)

«Certo che no» - una voce femminile intervenne alle loro spalle, mentre entrava nell'aula. La ragazza in rosso, aveva sentito tutto il discorso e come al solito non poté fare a meno di intromettersi.

«Akako-chan?»

«Dopotutto, non ci si può aspettare che abbia sedotto il gestore, dato il “fascino bambinesco” che Nakamori-san possiede. Ohohohoh» - così dicendo la strega rossa superò i due, inciampando in uno zaino lasciato a terra da qualcuno.

«Ehi! Chi l'ha lasciato in mezzo alla scena?!» - sbottò furioso il direttore - «Portate ad Akako-chan del ghiaccio, per favore» - intimò poi, due membri dalla trupe.

«Akako-chan tutto apposto?» - chiese Aoko aiutando la ragazza, che era caduta di faccia contro il pavimento, a rialzarsi. Questa aveva le lacrime agli occhi ed il naso leggermente rosso per la botta.

«Mi sono fatta malissimo al naso! Uffa!» - piagnucolò, per poi rialzarsi da terra - «Ora diventerà tutto gonfio e non potrò più rifarla»

«Non piangere, andiamo a prendere qualcosa da metterci sopra, vedrai che con un po di ghiaccio passa tutto, okay?» - disse accompagnandola fuori dal set, mentre ancora Akako singhiozzava.


 

Scena 3 (Nakamori incontra Kaito, mentre sta uscendo di casa)

«Oh, Ehi! Kaito-kun!» - l'ispettore Ginzo Nakamori, spettinato, con la cravatta che gli cingeva la testa ed un abbigliamento trasandato, si diresse di corsa verso di lui.

«Salve... Ispe-. - Kaito soffocò a fatica una risata che divenne, involontariamente una pernacchia.

 

«Taglia!» - urlò il regista - «Kaito-kun! Cerca di restare serio è la quinta volta che la giriamo questa!» - nel frattempo il ragazzo era scoppiato in una risata incontrollata, quasi isterica, per come era conciato Nakamori.

 

 

Capitolo 2 : (Kaito lusinga Yukiko)

Kaito, pose la mano, nella forma di pugno morbido, fece un rapido gesto con essa ed una rosa rossa sbucò da essa - «Una rosa per una bellissima donna, eternamente giovane» - disse ciò con un lieve inchino.

Subito dopo quella frase, Yukiko e Ran, scoppiarono a ridere.

«E' la battuta più dozzinale che abbia mai sentito» - rise la donna - «Mi dispiace Kaito-kun»

«Vero? Se la prenda con gli sceneggiatori. Credono sia sempre una buona idea, darmi queste uscite» - sospirò rassegnato Kaito, mentre tutti si preparavano a rifare la scena.

 

 

Capitolo 3 (Aoko in chiamata con l'Agenzia investigativa)

 

Kaito sorrise, sentendo quelle parole ed aggiunse in coda a lei - «Hai ragione» - disse - «Ma è un sollievo, sapere che, anche in situazioni come queste, Aoko rimanga sempre Aoko.» - lei, non rispose a quell'affermazione, non c'è n'era bisogno. Ci furono diversi attimi di silenzio. Kaito non poteva vedere Aoko in quegli attimi, ma era sicuro, che stesse sorridendo. In questo breve lasso di tempo, mentre fissava il ragazzo parlare, Conan ricordò il suono acustico e gli venne un importante intuizione, semplice ma essenziale, che avrebbe potuto aiutarli in questo caso. Dunque, si vide costretto ad interrompere l'atmosfera “magica”, creatasi tra i due.

«Scusa, Onēchan!» - proruppe Conan improvvisamente.

«”S-sì?”» - rispose subito Aoko, alla voce del bambino - «”Dimmi”

Kaito gli rivolse uno sguardo scocciato, infatti pensò - “Che vuoi ancora, Moccioso guastafeste?”

«Onēchan, tu e Kaito-niichan, siete fidanzati?» - domandò, Conan, scatenando in entrambi un esclamazione agitata

««Eh?!»»

«”Questa non era nel copione!”» - rispose Aoko, da parte sua, senza dire però se l'affermazione di Conan fosse vera o meno.

«Che c'entra, una cosa del genere, di colpo?!» - sbraitò Kaito contro il bambino, prendendolo dal cappuccio della felpa, per guardarlo da vicino.

«Perché vedi... Ran-nēchan e Shinichi-niichan escono insieme già da un po e Kazuha-nēchan e Heiji-niichan sono fidanzati! Quindi volevo saperlo!» - si lamentò il bambino, mentre Kaito lo fissava con espressione truce.

«Pensa a giocare con i pupazzi! Questi non sono fatti tuoi!» - sbottò Kaito, facendo cadere il piccolo sul divanetto, poco distante - «Allora? Ci sbrighiamo a rifarla per favore!» - disse di seguito Kaito, leggermente rosso in viso.

«Kaito-niichan, è un bullo» - borbottò Conan, alle sue spalle.

«Allora?! Pronto?! Signor Regista!» - ripeté Kaito, con aria impaziente.

 

 

Capitolo 4 (Conan e Kid, a casa del dottor Agasa)

Scena 1

Kaito, nel mentre si mise a fissare ammirato la casa del professore, sempre con le mani in tasca ed a distanza di sicurezza. Mentre faceva ciò, puntò per un secondo lo sguardo sulla piccola Haibara.

Haibara, si accorse che il Liceale la stava fissando sorridendo, e dunque chiese in tono freddo e scorbutico - «Qualcosa ti turba?»

«Ah, no. Stavo solo notando...» - disse Kaito, puntando il dito contro la ragazzina - «...credo tu abbia la felpa al contrario» - affermò, procurando l'agitazione nella piccola, che constatò che in effetti, la sua felpa era al contrario.

«Non ci credo!» - piagnucolò la piccola Ai - «Perché nessuno mi ha detto nulla!» - mentre si sistemava il più in fretta possibile l'indumento.



Scena 2: Nella scena in cui Kaito, chiama il dottor Agasa dalla toilette nei pressi del parco, fuori dall'inquadratura, Conan da la voce ad un Kaito, che ha il compito di muovere a ritmo le labbra.
 

 

Capitolo 5

Scena 1 (Hishimoto rapisce Aoko)

Fuyuki inasprì ancora di più il suo sorriso, davanti all'espressione che la giovane Nakamori aveva in volto, dicendole - «Non ci rimane molto tempo. Avanti in piedi Signorina. Io e te andiamo a fare un bel giretto, adesso»

Aoko non si mosse di un millimetro, Fuyuki però non perse tempo e la afferrò per un braccio.

«Taglia!» - affermò il regista - «Bene, ora proviamo la scena della ginocchiata!» - disse.

Hishimoto allora alzò un ginocchio, mentre Aoko si spinse leggermente in avanti, simulando un espressione di dolore per poi, fingere uno svenimento.

«Perfetto! La teniamo, bravissimi!» - si complimentò, mentre si prepararono alla scena successiva.

 

Scena 2: Heiji Hattori, ha girato tutte le scene, a casa del dottor Agasa.



 

Capitolo 6

Scena 1: (Kid nell'edificio abbandonato)

Un'inerme Aoko era legata polsi e caviglie ed imbavagliata su pavimento di quello spazio annerito, mentre Hishimoto reggeva una pistola in mano. Senza pensarci due volte, Kaito, mise in tasca gli occhiali da inseguimento, posò il resto della sua roba sul pavimento del tetto, ed aprì il suo deltaplano e planò sull'edificio in questione ed andando ad atterrare perfettamente, proprio sulla finestra del 3° piano, nel più completo silenzio, proprio come un fantasma.

Lei lo guardò, è complice la luce argentata che alle sue spalle, sembrava avvolgerlo in un aura misteriosa, poté notare che questo si pose l'indice sinistro sulle labbra, mimandole un muto “Shh”. Le stava dicendo di non agitarsi, così da non far insospettire l'uomo, prima del dovuto.

«Stop! Non va!» - disse il Direttore.

«Huh?» - Kaito si voltò perplesso verso la macchina da presa - «Ho sbagliato qualcosa?» - chiese.

«Il cilindro, è caduto di sotto!» - lo informò, l'uomo.

«Che?» - Kaito allora si voltò notando che era vero - «Devo farmi i quattro piani a piedi di nuovo...» - sospirò - «La prossima volta, per favore, possiamo noleggiare un montacarichi?» - chiese.

«Cinque minuti di pausa!» - affermò il regista, mentre Kaito scendeva le scale, per andare a riprendere il capello.

 

Scena 2 (Kaito e l'Aoko addormentata)

Intanto Kid, appuntò il messaggio sulla divisa di Aoko, fissandolo con una rosa blu, che fece apparire tra le sue mani. Una volta terminato, con quel piccolo accorgimento scenico, lo sguardo del ladro, si posò sul viso sereno della ragazza, che dormiva profondamente.

«Pin pon» - scherzosamente Kaito premette l'indice contro il petto della ragazza, simulando il suono di un campanello, rovinando l'atmosfera romantica della scena, che avrebbero dovuto girare.

«K-Kaito» - grugnì lei, mentre Kaito si alzò e cominciò ad indietreggiare, mentre Aoko si alzò avanzando irritata verso di lui - «Che razza di scherzi idioti sono! Bakaito!» - urlò mettendosi a corrergli incontro, arrabbiatissima.

«Dai non ti arrabbiare, volevo sapere se la faccenda dell'interruttore era vera!» - si giustificò lui, riferendosi ad una vicenda, letta in un manga, qualche giorno prima.

«Ma quale interruttore! Se ti prendo, ti faccio vedere! Torna qui!» - ribatté lei, continuando a correre dietro al ragazzo, che naturalmente correva da una parte all'altra della stanza, per non farsi acchiappare. Conan ed il signor Hishimoto che guardavano la scena, da molto vicino, apparirono perplessi. Non capivano cosa fosse successo, perché durante quella scena, Kaito con la sua figura, copriva completamente Aoko e dalle loro posizioni, i due poterono solo vedere la schiena di Kaito e nient'altro. Il battibecco andò avanti per più di cinque minuti, tanto che il piccolo Conan si stufò.

«Senta! Signor Regista!» - chiese, avvicinandosi all'uomo, dietro alla macchina da presa, che sembrava essere divertito dalla scena - «Io ho un po di sonno. Quando pensa finiremo le riprese?» - chiese, il piccolo strofinandosi gli occhietti stanchi.

«Oh. Capito. Ancora una mezz'oretta ed abbiamo finito Conan-kun» - disse il regista, accarezzandogli la testa, come farebbe un fratello maggiore - «Okay, basta voi due! Andiamo avanti! Si sta facendo tardi!»

««Okay!»» - i due si fermarono istantaneamente, quando il regista li riprese.

Inoltre vedendo il piccolo Conan, tornare al suo posto sbadigliando, capirono bene le parole dell'uomo: essendo a mal appena le otto di sera, non si poteva dire che fosse tardi, ma quella giornata in effetti, fu particolarmente impegnativa per loro, quindi a maggior ragione, doveva esserlo stato per lui.

Aoko gli si inginocchiò di fianco e lo rassicurò sorridendo - «Tranquillo piccolo, manca poco alla fine. Cerca di resistere ancora un po» - detto questo gli accarezzò i capelli e si allontanò prendendo Kaito, per la manica della giacca del costume - «Avanti, datti una mossa!»

«Ho capito! Ho capito!» - si lamentò lui, venendo strattonato verso la parete del set, che avevano occupato poco prima. Aoko, una volta arrivati, si sedette a terra e “rimproverò” Kaito, raccomandandogli di applicarsi seriamente, nell'interpretare quella particolare scena ed anche, ovviamente, la scene successive, così da finire in fretta, per il bene del piccolo Conan.

 

Scena 3: Durante la scena in cui Aoko raggiunge Kaito, buttandosi tra le sue braccia, Conan ha colto l'occasione per fare una foto dei due, passandola ad Heiji che l'ha postata sulle sue pagine social; facendo scatenare ondate di speculazioni.

 


Scena 4 (al Liceo Ekoda, ritorno in classe -"Fuori onda"-)

«Sia ringraziato il cielo!» - affermò la voce.  Quando Kaito si voltò, seppur sapendo di chi si trattasse, ebbe un moto di sorpresa quando vide Hakuba, tenere le mani di Aoko tra le sue affermando - «Ho saputo quello che è successo. Se solo fossi stato informato prima, avrei fatto l'impossibile per liberarti dalle grinfie di quei criminali. Sono sollevato nel constatare che tu stia bene, Aoko-san» - disse facendole il baciamano, ed allontanandosi poi da lei.

«Taglia!» - urlò il regista - «Saguru-kun, perché tanta drammaticità?» - chiese perplesso il regista.

«Veramente...» - disse Saguru aprendo il suo copione - «Qui, c'è scritto, "dimostra apprensione verso Aoko Nakamori"... non andava bene? Dobbiamo rifarla?» - chiese con umiltà il ragazzo, con aria un po confusa.

«Non era così male» - intervenne Kaito - «Sembravi solo un pochettino.... disperato» - disse facendo il segno rappresentante la quantità con le dita.

«Dici, Kuroba-kun?»  - disse  avvicinandosi a lui. Kaito annuì - «Potresti darmi una dimostrazione? Come l'avresti interpretata?»

«Se ci tieni. Improvvisero una situazione qualunque, tu tieni un'occhio all'intonazione» - Hakuba annuì energicamente, sembrando apprezzare di cuore, il fatto che Kaito avesse accettato di illuminarlo, su come migliorare la sua performance. 

 

Intanto Kaito si diresse verso Aoko, che era appena tornata dal bagno e l'afferrò per le spalle - «Dove diavolo sei stata, Aoko?»

«Veramente... sono stata al bagno» - Aoko batté le palpebre confusa.

Kaito, esternò un sospiro - «Capisco. Mi sono preoccupato per nulla» - disse - «Comunque Aoko, d'ora in avanti, non devi più allontanarti da me, per nessuna ragione al mondo! Intesi?» - scandì con convinzione il ragazzo, guardando Aoko con un espressione seria in volto. Lei ancora più disorientata di prima, batté le palpebre ed annuì meccanicamente, per poi sentire Kaito, affermare voltandosi - «Qualcosa del genere...» - il suo sguardo era puntato verso Hakuba che prendeva appunti su un'agendina.

«Mi è chiaro. Grazie mille Kuroba-kun!» - gli strinse la mano Saguru,entusiasta.

«Di niente, tra colleghi ci si aiuta, giusto?» - disse allontanandosi da Aoko e cingendo le spalle di Hakuba, in un abbraccio amichevole.

Aoko, dal canto suo, rimase ferma a fissarli allontanarsi, mentre Akako tornava anch'ella dal bagno, intenta ad asciugarsi le mani, con un fazzoletto di stoffa.

«Qualcosa non va, Aoko-chan?» - domandò vedendola lì impalata.

Questa scosse la testa per dissentire - «No, non è niente. Stavo solo pensando...» - disse per poi allontanarsi, seguita da Akako - «...i maschi, sono proprio strani!»

 

 

 

"Scena Tagliata"

«Okay Stop!» - intervenne il direttore, dopo che Kaito, si inginocchiò di fronte ad Aoko - «Kaito, la scena seguente l'abbiamo un po modificata. Vieni qui un momento» - lo intimò il regista. Kaito eseguì e quando si avvicinò al regista, questo gli porse il copione revisionato.

«C-C-C-CHE ROBA è QUESTA?!?!» - urlò di punto in bianco Kaito, facendo voltare tutti i presenti nella stanza. Kaito tremava con il foglio in mano, mentre il regista cercava di calmarlo.

Il piccolo Conan sgattaiolò, allora alle spalle di Kaito e gli prese il foglio dalla mano, dal momento che sembrava talmente scosso, al punto di non riuscire a tenerlo saldamente. Il piccolo, cominciò a leggere, e nonostante alcuni dei Kanji fossero troppo complicati per lui, Conan intuì il contenuto del foglio, ciò lo fece arrossire e comprendere quindi la reazione del giovane Kuroba.

Vedendo la cosa da lontano, Aoko s'incuriosì e si avvicinò a Kaito, ponendogli la mano sulla spalla - «Che è successo, Kaito? Cos'è cambiato?» - chiese.

Kaito ebbe un brivido diffuso in tutto il corpo, quando sentì la presenza di Aoko alle sue spalle e si riscosse, allontanandosi - «N-Non è niente!» - disse, poi si voltò verso il regista - «Ha proposto una scena a dir poco assurda. Io mi rifiuto di girarla. E un vero peccato che la produzione non abbia assunto le contro figure, dico bene? Quindi, se io me ne vado, le riprese resterebbero bloccate, giusto? E dire che eravamo a un buon punto!» - così dicendo Kaito, mise le mani in tasca e cominciò ad allontanarsi verso la porta, almeno finché la voce del regista non lo richiamò.

«Va bene, va bene. La saltiamo! Però ti prego Kaito-kun, resta!»

Un sorriso compiaciuto solcò il viso di Kaito, che si voltò verso, l'uomo - «Affare fatto allora» - sorrise, appoggiandosi al muro, in attesa di proseguire con gli shoot. Resto lì fermo per un po, col cilindro calato sul volto a borbottare, come farebbe un vecchio pazzo, tra sè e sè. Dicendo cose del tipo - "Ma a chi può venire in mente di scrivere una scena così stupida!"; "Non ci sono contro figure, non avrei potuto neanche farlo fare a qualcun'altro"; "Chi mai potrebbe accettare di voler baciare Aoko? Non scherziamo! I-Io di certo non lo faccio neanche morto!"

Prima di riprendere, Aoko, si avvicinò a Conan, che ancora reggeva il foglio, tremolante e rosso in viso - «Cos'è questo?» - disse prendendolo e mettendosi a leggerlo a mente.

 

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Script:
Kaitō Kid s'inginocchia su Aoko.

Rimane rapito dalla dolcezza del suo viso e rimane a fissarla in silenzio.
Mosso da un moto di tenerezza, gli sistemerà la frangetta e passerà delicatamente la sua mano, sul viso della ragazza. Immerso nei suoi pensieri, continuerà a fissarla finché – (seguiva una nota a pennarello rosso) REVISIONE DA PARTE DEL DIRETTORE – Kaito, pose il pollice e l'indice sotto il mento di Aoko, alzandole il viso, in modo da avere ben chiara la visone del suo viso delicato, per poi avvicinarsi, baciandola con trasporto. Fino a quando la voce di Conan non interruppe quel momento magico, domandando a Kid, la ragione dei suoi sforzi”[...].


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Aoko, arrossì nel leggere la sceneggiatura, che Kaito si era rifiutato categoricamente di girare. La ragazza, rimase immobile a fissare il vuoto, immaginandosi l'intera scena, fin quando non fu proprio la voce di Kaito a chiamarla, per intimarla di tornare sul set.
 

«Ehi! Aoko! Stiamo aspettando solo te! Sbrigati, datti una mossa!»

«Huh? S-Sì!» - disse lasciando cadere il foglio a terra, per poi raggiungere gli altri.

Qualche ora pi tardi Conan entrò in possesso del foglio, che scannerizzò ed inviò tramite mail ad Hattori, e come per la foto dei due ragazzi, anche questa parte di sceneggiatura cestinata, venne messa online, scatenando, non pochi guai; divendo fonte oltre che di speculazione sulla vita privata di Aoko e Kaito.







L'Angolo dell'Autrice: (P.2)
Dovevo! Mi sono davvero divertita un mondo! Pensare ad un Conan che non è nient'altro che un bambino - un po come quando perse la memoria in quello speciale per il 20° anniversario - che va in giro a combinare guai, supportato da Heiji, che con il suo atteggiamento libertino, crea pasticci in rete. La cosa mi faceva troppo ridere. Kaito ed Aoko, io me li immagino spontanei, e nient'affatto diversi dal solito, ma un Akako imbranata, gentile e magari anche timida che interpreta l'Akako che noi tutti conosciamo? Migliore attrice di sempre!  Diciamo che questo capitolo, lo uso anche per giustificare l'OOC (out of character) effettuato sul povero Hakuba nel capitolo precedente xD Scherzi a parte, spero di avervi strappato almeno una risata, con questo capitolo, randomico io vi saluto. Sperando di rivedervi in un prossimo futuro. Saluti -Irene_Violet






Riferimenti:
Testo

•File n°6  Volume 1 del Manga di Magic Kaito
• InuXBoku SS OAV (gioco dell'interruttore)-

Immagini
"Aoko" (Ran) & Kaito, Movie 14 - Il Dirigibile perduto nel cielo, Detective Conan

Originali
Pagina del copione.
 

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