Unconditional love

di _AreyC
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Part one ***
Capitolo 2: *** Part Two ***
Capitolo 3: *** Part Three ***
Capitolo 4: *** Part Four ***
Capitolo 5: *** Chapter Five ***



Capitolo 1
*** Part one ***


Nome: Unconditional Love

Personaggi: Yuuri Katsuki, Viktor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Otabek Altin, Pichit Chulanont

Pairing: ViktorXYuuri (Victuuri), accenno di Otayuri

Reating: Verde 

Genere: Avventura, Fantasy, Fluff

Avviso: Mini storia, slash, AU

Note: Viktor frequenta il settimo anno a Durmstrang mentre Yuuri è al sesto ad Hogwarts




 





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"You’re so beautiful tonight

Mitoreteita yo
Sunadokei sae
C’mon and take my breath away"

-You only live once 




 

L’inverno ad Hogwarts non era mai stato così fitto: un manto bianco si estendeva per tutto il perimetro visibile e il Lago Nero, nonostante venisse sghiacciato continuamente dagli studenti per permettere sopravvivenza alle creature che lo abitavano, era ricoperto di uno spesso strato di acqua congelata.

Yuuri aveva sempre amato il freddo ma, quell’anno, le temperature erano esageratamente basse e il ragazzo, abituato a quelle di Edimburgo che non scendevano mai sotto lo zero, andava in giro stringendosi al collo la lunga sciarpa giallo nera.

 

Quel giorno l’intero castello era in subbuglio e perfino Yuuri, solitamente calmo e pacato, stringeva il braccio del suo migliore amico Pichit trascinandolo con foga verso il Lago “Dai Pich, ci perderemo il loro arrivo!”


L'amico strinse la propria sciarpa dello stesso colore dell’amico al collo e rise ammiccandogli “E tu non ti perderesti mai l’arrivo dell’amore della tua vita, vero?”

L'altro arrossì rifilandogli un occhiataccia “Smettila, non è l’amore della mia vita! È.. sai che lo ammiro molto, è il giocatore migliore in circolazione!”


Appena quelle parole uscirono dalla sua bocca di accorse di quanto fossero false, la sua non era la semplice ammirazione che c'è tra un fan e il suo idolo, era qualcosa di più. Ovviamente essendo il cercatore della sua casata poneva un'attenzione particolare verso il ragazzo russo che, nonostante avesse solamente diciassette anni, veniva considerato il cercatore più forte che si fosse mai visto.

 

“Nessuno lo sa meglio di me, Yuuri-kun” ridacchiò l’altro scusandosi con un corvo del primo anno con cui si era scontrato per colpa della foga dell’amico “Oh V-“

“PICHIT!” l’altro gonfiò le guance per la frustrazione fermandosi in prima fila, leggermente più avanti c’era il preside Cialdini che intonando un motivetto allegro dondolava sul posto preoccupandosi di levare il ghiaccio dal lago insieme agli altri professori.


Il moro non riusciva a stare fermo, quando il preside aveva annunciato che il torneo Tremaghi si sarebbe svolto li, aveva trattenuto a stento un urlo di gioia; non perché fosse desideroso di partecipare, la sua timidezza non gliel'avrebbe mai permesso, ma perché gli studenti di Durmstrang si sarebbero recati li e lui avrebbe finalmente potuto conoscere il suo idolo indiscusso.


O meglio, più che conoscere osservare da lontano.

Yuuri Katsuki era la persona più timida e insicura del mondo, non sarebbe mai riuscito a parlargli di sua spontanea volontà. Yuuri si riscosse dai suoi pensieri aggiustando gli occhiali sul naso quando sentì il suo nome pronunciato da Pichit “Guarda” ridacchiò il thailandese indicandogli un numeroso gruppo di ragazze che si agitavano sempre di più sventolando alcuni poster in aria “Hai concorrenza, amico. Dovrai combattere con unghie e denti.”


Yuuri non fece in tempo a ribattere che un forte rombo proveniente dall’acqua zittì tutte le persone presenti.

Dalla superficie del lago spuntò quello che sembrava l’albero maestro e subito dopo, lenta e maestosa, l’intera nave sorse dalle acque brillando una volta esposta totalmente ai raggi solari. In pochi secondi l’imbarcazione fu a riva e una passerella venne abbassata con un piccolo tonfo. Yuuri, come quasi tutte le persone presenti, trattiene il fiato: una figura piuttosto bassa e minacciosa percorse velocemente la passerella borbottando tra se e se cose del tipo ‘Ma guarda te con chi devi lavorare’ ‘-sembra questo il modo di far attraccare una nave?’ ‘stupidi incapaci'.


“Yakov!” il preside Cialdini si avvicinò sorridendo “È un piacere averti qui, mio vecchio amico.”

Il più basso gli strinse la mano “Tutto tuo” borbottò senza neanche provare a sforzare un sorriso, poi si rigirò verso la nave e batté il bastone per terra due volte di fila per poi mettersi in disparte con il preside Cialdini per discutere di alcune cose.

Gli studenti uscirono dalla nave, la postura fiera e rigida, ma c’era una figura che saltava all’occhio e Yuuri era sicuro che se Pichit non gli avesse chiuso la bocca, avrebbe iniziato a sbavare da un momento all’altro.

Viktor Nikiforov capeggiava la fila di studenti camminando con un eleganza che il moro gli aveva visto solo in volo: i lunghi capelli argentati erano legati in una leggera coda che lasciava qualche ciocca davanti al viso, stringeva nella mano destra (come tutti gli studenti dopotutto) un bastone nero spoglio e la pesante divisa di pelliccia gli fasciava il corpo come se gli fosse stata cucita addosso. Il cercatore più famoso del mondo aveva appena messo piede sul suo stesso suolo e in quel momento stava guardando proprio nella sua direzione.


Yuuri si nascose dietro le spalle di Pichit diventando paonazzo e ignorando i commenti e i sospiri delle ragazze che ammiravano in tutta la sua bellezza il russo dai capelli argento.

Una voce superò quella degli altri e una furia bionda con la cravatta verde e argento si fermò davanti al cercatore seguito da un corvonero piuttosto imbarazzato. “Se non fai una delle tue entrare ad effetto non sei contento, vero? Idiota” sbottò il biondo senza cercare di nascondere il forte accento russo “Sempre il solito cret-“

“Yura” il ragazzo che lo aveva seguito gli appoggiò la mano su una spalla e lo guardò con fare severo “Ne avevamo parlato”

Il più piccolo sbuffò incrociando le braccia al petto “Non è colpa mia se sono la sua presenza mi irr-“ quasi si strozzò con la sua stessa saliva quando le braccia di Viktor lo strinsero in un affettuoso abbraccio “Privet! Mi sei mancato anche tu, Yurochka. Non vedo l'ora di passare del tempo con te!” rise allegro il maggiore scompigliandogli i capelli, l’altro diventò rosso dalla rabbia e aprì la bocca probabilmente pronto a offenderlo in tutti i modi possibili.


“Oh bene, vi conoscete!” Il preside Cialdini si avvicinò allegro “Che ne dice di far fare un giro ai nostri ospiti mentre aspettiamo le signorine di Beauxbatons, signor Plisetsky? Visto che anche lei è madrelingua russo magari riuscite a capirvi meglio!” Era chiaro non fosse una domanda e il serpeverde perse tutto il colore che aveva acquistato sulle guance “Oh e non potrei non affiancarti uno dei miei migliori studenti! Signor Katsuki la prego, si faccia avanti.”


Il silenzio scese tra tutti gli studenti e Yuuri non si mosse di un passo sentendo tutti gli sguardi su di lui, fu Pichit a risvegliarlo da quello stato di trans “Yuuri, parla con te” sussurrò spingendolo in avanti, il moro inciampò nei suoi stessi piedi e cadde rovinosamente a terra scatenando delle risate generali.

'Complimenti Yuuri, ottimo modo per presentarti al tuo idolo' gemette mentalmente affondando il viso tra le mani e diventando totalmente rosso, solo quando le risate si interruppero improvvisamente alzò lo sguardo e quasi non svenne: Viktor gli stava porgendo la mano e gli stava sorridendo con gentilezza “Tutto bene? Ti sei fatto male?”

Yuuri si trattenne dallo spalancare la bocca e accettò timidamente la sua mano “N-No s-sto b-bene” balbettò cercando di non inciampare di nuovo.


“Allora non solo non sai stare sulla scopa, porcellotto, ma addirittura non ti reggi in piedi!” ghignò Yuri beccandosi un buffetto dietro al collo dallo stesso ragazzo che lo aveva rimproverato prima “Yura smettila”

Il più piccolo mise il broncio lamentandosi “Mi levi tutto il divertimento, Beka” si girò verso gli studenti di Durmstrang e alzò le sopracciglia “Beh? Vi muovete?” Si avviò a grandi falcate verso il castello senza aspettare una risposta.


“Giochi a Quiddich?” Viktor guardò Yuuri, che abbassò lo sguardo senza aver ancora lasciato la sua mano “S-Si. Sono il c-cercarore della squadra t-tassorosso” sussurrò cercando di controllare il rossore sulle guance.

Sentiva i suoi occhi puntati addosso e il suo cuore prese a battere come una furia.


“Allora spero di poterti sfidare un giorno, Yuuri Katsuki” Viktor sorrise sinceramente lasciandogli un bacio elegante sul dorso della mano e Yuuri quasi svenne sentendo pronunciare il suo nome con quel forte accento russo. Ritirò la mano come se si fosse scottato e deglutì imbarazzato “c-credo sia m-meglio non perdere d-di vista g-gli altri” sussurrò scattando verso il castello, lanciò un occhiata al suo migliore amico e lo afferrò per un braccio in modo da portarlo con se. Viktor li seguì tranquillo e, Pichit, giurò più volte che il russo non levò gli occhi dal moro nemmeno per un secondo dall'inizio del tour.

 

 

~

 

 

 

Il torneo tremaghi, evento che veniva svolto dalle tre scuole di magia principali: Hogwarts, Durmstrang e Beauxbatones, consisteva in tre prove che tre campioni, uno per ogni scuola, dovevano affrontare mostrando le proprie abilità. Ogni campione veniva selezionato da un giudice totalmente imparziale: il Calice di Fuoco. Il calice era una coppa di legno intagliata rozzamente da cui, al momento del torneo, uscivano fiamme azzurre (che diventavano rosse al momento dell'espulsione del nome).


Gli studenti che infilarono il loro nome nel calice di fuoco durante le ventiquattro ore disponibili furono davvero molti e, se l’età minima non fosse stata diciassette anni, Yuuri era convinto che l’avrebbe fatto anche Pichit.

I due amici se ne stavano seduti sui gradini accanto al calice a osservare le persone che coraggiosamente sfidavano la sorte. “La cosa dell’età è ingiusta” borbottò Pichit appoggiando la testa sulla spalla di Yuuri “Sarebbe stato interessante partecipare!”

“Oh certo, sarebbe stato interessante farmi morire d’infarto ogni secondo!” Ribattè il moro aggiustando gli occhiali che erano scivolati sulla punta del naso.

L’altro rise lasciandogli un buffetto sul braccio, ma poco dopo il suo tocco divenne più pesante “Yuuri, Yuuri-Kun” sussurrò ripetutamente “Guarda chi è entrato! Sarà qui per gareggiare!”


Il ragazzo girò lo sguardo e i suoi occhi caddero su dei capelli argento legati in una semplice treccia che avanzavano verso il calice. Un gruppetto di tre persone seguiva il cercatore che, non prima di aver rivolto un lungo sguardo a Yuuri, seguito anche da un occhiolino, infilò un bigliettino con il suo nome nel calice facendo esplodere la sala in urla e applausi.

Viktor si girò verso i due amici e si avvicinò di qualche passo con un sorriso sulle labbra “Spero che verrai a vedermi se verrò estratto, Yuuri” probabilmente il suo accento pronunciato in quel modo era la cosa più bella che avesse mai sentito.

Il moro si morse l’interno guancia stringendo il braccio di Pichit “T-Ti ricordi il mio nome” sussurrò sentendosi immediatamente uno stupido quando l’altro scoppiò a ridere “Non potrei mai dimenticarmi un viso del genere, Yuuri.” Il russo gli sorrise, prima di uscire dalla stanza. 


“Merlino, Yuuri, sembra che tu stia per svenire” rise forte Pichit muovendolo leggermente per il braccio “Guarda che se perdi i sensi ti lascio qui, a costo di averti sulla coscienza per sempre.”

Yuuri lo spinse leggermente sentendo le orecchie andare a fuoco “Si starà imparando i nomi per fare bella figura, non ti immaginare chissà cosa Pich.”

“Oh certo e di sicuro non si dimentica il viso di nessuno. Sai che è conosciuto anche per la sua pessima memoria!” il thailandese sorrise malizioso alzando le sopracciglia ripetutamente “Qui c’è qualcosa sotto, Yuuri. Gli piaci.”
L'altro scoppiò a ridere “Certo, adesso mi vieni a dire che a Viktor Nikiforov, lo scapolo più amato del pianeta, piaccio io? Mi ha visto una volta e poi dai, sono solo io. Hai troppa fantasia Pichit-kun.” Scosse la testa alzandosi “Andiamo, faremo tardi a pozioni e non ho intenzione di perdere punti per colpa tua.”

“Poi vedremo chi ha ragione” gli rispose semplicemente l’amico seguendolo verso l’aula.

 

La giornata passò tranquilla tra una lezione e altra e, con grande dispiacere di Yuuri, lui e Viktor non si incrociarono nemmeno una volta.

Yuuri entrò in sala grande per la cena e notò con grande sorpresa che gli studenti di Durmstrang, al contrario del pranzo in cui erano sistemati al tavolo serpeverde, si erano accomodati in fondo al tavolo tassorosso.

Pichit aveva accusato un forte mal di testa e si era ritirato in camera quindi, il moro, si ritrovò a sedersi da solo quasi infondo al tavolo, vicino agli ospiti dell'altra scuola. Si perse a guardarsi intorno un paio di minuti e gli ci volle un po' a sentire che qualcuno lo chiamava, si girò confuso e il suo viso si accese in una smorfia sorpresa quando vide Viktor in piedi che gli sorrideva “Posso sedermi accanto a te o stai aspettando qualcuno?”

Yuuri, sopraffatto da mille emozioni, ci mise un po' a rispondere “Puoi.. È l-libero” arrossì abbassando lo sguardo sul legno lucido del tavolo mentre l’altro allargava il proprio sorriso sistemandosi accanto a lui “Il tuo ragazzo non c'è?”

Il moro alzò di scatto la testa e lo guardò a bocca aperta “Il mio ra... Il mio cosa?” sussurrò paonazzo “No! No! Io non ho un.. lui è solo..” prese un grosso respiro cercando di calmarsi “Pichit è solo il mio migliore amico.”

“Oh” il ragazzo dai capelli argento appoggiò la mano sulla sua “Perdonami per l’equivoco, sembrate così uniti. Non volevo insinuare niente.”

Yuuri pensò che se il russo avesse continuato a sorridergli in quel modo il suo cuore si sarebbe sciolto lì e subito. “N-Non ti preoccupare.”

“Katsuki non è un nome inglese, di dove sei?” Viktor ritirò la mano e appoggiò la testa sul palmo aperto guardandolo interessato.
“Ho origini giapponesi” sorrise timidamente “Mio padre è di un paesino chiamato Hasetsu, sulla costa. Ormai i miei genitori vivono in Scozia da quasi trent'anni però, purtroppo se ne sono dovuti andare da li per il lavoro. Erano sposati da pochi mesi.”
“Amazing!” si illuminò l’altro “Amo il Giappone! Ci sono stato un paio di volte.” Sorrise e allungò la mano aggiustando gli occhiali sul volto dell’altro. “Tu sei mai stato in Russia, Yuuri?”
L’altro scosse la testa “I miei genitori sono molto impegnati e.. Non abbiamo tempo per viaggiare, anche se mi piacerebbe. Gestiscono delle terme che ormai appartengono alla nostra famiglia da anni e anni. D’estate do loro una mano e c'è anche mia sorella Mari.” Arrossì rendendosi conto di quanto aveva parlato, ma Viktor non sembrava infastidito, al contrario lo guardava con interesse e curiosità “Terme?”
“È un luogo in cui i babbani si rilassano con bagni caldi e massaggi.” Il moro non alzò lo sguardo dal suo piatto ormai quasi vuoto.

 

“Posso farti una domanda, Yuuri?” lo guardò attentamente e continuò dopo un cenno affermativo dell’altro “Perchè non mi guardi mai negli occhi?”
Yuuri quasi si strozzò con la sua stessa saliva e arrossì fino all'attaccatura dei capelli “Io..”
“Per caso ti metto a disagio? Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
“No, No!” lo interruppe il moro alzando finalmente gli occhi nei suoi “È solo che.. Non capisco perché parli con me” sussurrò “Non sono nessuno, nessuno mi nota mai.”
“Sciocchezze!” l’altro lo guardò allegro “Tu sei Yuuri. Yuuri Katsuki e sei bellissimo.”
Yuuri spalancò gli occhi convinto di aver sentito male “Come?”
“Sei un anima pura, me ne sono accorto dalla prima volta che ti ho visto.” Gli sorrise un attimo prima di girarsi verso un suo compagno che lo stava chiamando “Sei bello e non intendo solo esteticamente.” Viktor prende la sua mano e posò un dolce bacio sul dorso, gesto che ormai sembrava diventato loro. “Sogni d’oro, Yuuri Katsuki.” Sussurrò contro le sue nocche prima di alzarsi e avvicinarsi ad alcuni suoi compagni. Yuuri giurò di non aver mai sentito il suo cuore battere così forte.



~

 


I tre campioni stavano per essere scelti e la sala esplose in grida e urla emozionate quando il preside Cialdini disse a Viktor di raggiungerlo. A Yuuri sembrò quasi che il tempo si fosse fermato: Viktor sfilò verso il preside in tutta la sua bellezza e il moro trattenne il respiro mentre i battiti del suo cuore aumentavano sempre di più.

Tutti gli studenti continuarono ad esultare, zittendosi non appena un altro biglietto volò nelle mani dell'uomo. “E il campione di Hogwarts è.. Otabek Altin! Prego signor Altin, mi rag-“

Un urlo si levò da tavolo serpeverde “DIMMI CHE NON HAI MESSO IL TUO NOME NEL CALICE SENZA DIRMELO, ALTIN O GIURO CHE TI UCCIDO IL GIORNO DEL TUO COMPLEANNO! TI FACCIO IN MILLE PEZZI E LI DO IN PASTO A UN DRAGO.” Yuri Plisetsky stava urlando contro il suo migliore amico, in piedi sulla panca e rosso di rabbia. 

Il corvonero dai sottili occhi scuri si alzò dal suo tavolo tra le acclamazioni dei suoi compagni di casata e raggiunse il preside non prima di aver lasciato un occhiata a Yuri alla ‘ne parliamo dopo’.
Otabek sembrava nervoso e Yuuri rimase molto sorpreso nel notarlo, il moro non mostrava mai le proprie emozioni se non quando era in compagnia del suo migliore amico.
“La prego di tornare seduto, signor Plisetsky. Lei è il suo amico potrete discutere di queste cose.. in privato.”
Il biondo si lasciò cadere a sedere, la rabbia e la preoccupazione erano evidenti nei suoi grandi occhi verdi.
“E infine la campionessa di Beauxbatones, la signorina Sara Crispino! Vi prego di fare un applauso ai nostri tre partecipanti del torneo tremaghi, possa la fortuna essere sempre con voi!”
La sala esplose in urla e applausi e nessuno, al contrario di Otabek, sembrò notare il ragazzo biondo che sgusciava fuori dalla sala.

 

Dopo quasi un ora di festeggiamento, Yuuri uscì dalla sala per dirigersi nel dormitorio e si fermò solo quando senti una voce familiare chiamare il suo nome “Yuuri!” Viktor si fermò davanti a lui con il fiatone, le mani appoggiate alle ginocchia mentre cercava di regolarizzare il respiro “Mi dispiace essere riuscito a raggiungerti solo adesso, mi stavano trattenendo e..”
Yuuri sorrise sinceramente, arrossendo “B-Beh sei il loro c-campione. N-Ne hanno tutto il diritto.”
“Ma a me avrebbe fatto piacere passare del tempo con te.” Il russo lo guardò sincero, sembrava quasi triste.
Il moro si sciolse a vederlo così e con mano tremante gli sollevò il viso “Posso.. possiamo vederci domani pomeriggio” sussurrò timidamente. “S-Se non hai da fare ovviamente e se..”
“Domani pomeriggio va benissimo, non vedo l'ora di passare la giornata con te.” Viktor si aprì di nuovo nel suo splendido sorriso. “Ti aspetto dopo la tua lezione di difesa. Passa una piacevole nottata, Yuuri Katsuki.” Gli lasciò il consueto bacio sulle nocche e si allontanò, lasciando uno Yuuri alquanto perplesso a pensare a come facesse a sapere delle sue lezioni del giorno dopo.

 

 

 

 

 

 

 






Saaaaalve

Questa è la prima volta che scrivo su Yuri on ice e sono veramente veramenre emozionata.

Ho visto l'anime ormai sei volte e ne sono follemente innamorata.

 

Come di sicuro avrete notato ho dovuto far si che Yuuri abitasse in Scozia o di sicuro sarebbe andato ad una scuola più vicina.

Tutti mettono Yuuri in gridondoro ma io non riesco a vederlo in nessun'altra casa se non tassorosso. 

Se avete bisogno di chiarimenti o non vi torna qualcosa non esitate a chiedere!

Fatemi sapere se vi è piaciuto e soprattutto se avete consigli su come potrei migliorarmi mi farebbe molto piacere sentire la vostra opinione, anche sui personaggi.

Grazie per la pazienza, smetto di parlare.

 

P.S.

Ci saranno davvero poche parole straniere ma nel dubbio creo una specie di dizionario, in fondo ad ogni capitolo. 

Purtroppo non studio Russo anche se vorrei e per la traduzione mi sono dovuta affidare a google, spero di non aver tirato uno sfondone!

🇷🇺

Privet -> Ciao!

 

 

Vostra, Arey

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Capitolo 2
*** Part Two ***


 

Nome: Unconditional love

Personaggi: Yuuri Katsuki, Viktor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Otabek Altin, Pichit Chulanont

Pairing: ViktorXYuuri (Victuuri), accenno di Otayuri 

Raiting: Verde

Genere: Avventura, Fantasy, Fluff

Avvertimenti: Mini storia, Slash, AU

Note: Viktor frequenta il settimo anno a Durmstrang mentre Yuuri è al sesto ad Hogwarts

 

 

 

 

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«C’era quella cosa che cresceva dentro,
che li spingeva l’una verso l’altro,
quella cosa a cui ancora
non avevano avuto il coraggio
di trovare un nome,
ma sapevano benissimo cos’era.»






Una volta parlato con Yuuri, Viktor, decisamente più sereno imboccò il corridoio che portava verso l’uscita da Hogwarts: era parecchio stanco e l’idea di mettersi a letto gli balenava in testa già da un po'. Sciolse i capelli passando una mano tra le ciocche argento e prese a giocherellarci mentre imbucava il lungo passaggio. Una voce familiare proveniente da un aula con la porta mezza aperta lo distrasse dai suoi
pensieri, si avvicinò nascondendosi dietro la parte chiusa.

 

“AVEVI DETTO CHE NON L’AVRESTI FATTO, BEKA! E SE TI SUCCEDESSE QUALCOSA?” La squillante voce di Yuri gli saltò all’orecchio e subito abbozzò un sorriso schiacciandosi di più sulla porta. Si sarebbe mai perso l'occasione di vedere uno Yuri preoccupato? Mai.
“Non mi succederà nulla, Yura. Non devi preoccuparti.” Viktor riconobbe immediatamente la voce calma e bassa di Otabek e si affacciò leggermente per vedere cosa stava succedendo. “Non mi succederà niente, te lo prometto.”
Il biondo sbuffò mettendo il broncio “E io che ti avevo preso anche un regalo di compleanno. Non te lo meriti. Non dovresti ricevere niente stronzo.” Otabek alzò un angolo della bocca in un accenno di sorriso “Non dovevi Yura. Ti avevo detto che non volevo niente.” Yuri gli rifilò un occhiataccia seguita da un evidente frecciatina “Evidentemente non sei l’unico a fare cosa non deve!”
Il moro non trattenne una risata, quel ragazzino era davvero esasperante. Esasperante e bellissimo.
“Comunque è tutta fortuna” sbottò il serpeverde porgendogli un pacchetto “Se il tuo compleanno fosse stato domani non avresti nemmeno potuto partecipare! Sei ti succede qualcosa giuro che ti uccido brutto Kazako impertinente!”
Otabek prese il pacchetto abbozzando un sorriso e iniziò a scartarlo, il suo sguardo si fece sorpreso e divertito quando due guanti a mezze dita da motociclista leopardati gli saltarono agli occhi. “Yura sono..”
“Volevo regalarti qualcosa che ti piacesse e.. Che allo stesso tempo ti ricordasse me.”

 

Se Viktor non l’avesse visto con i suoi occhi non ci avrebbe mai creduto: Yuri Plisetsky era appena arrossito e aveva nascosto il viso sotto le ciocche bionde cercando di coprire l’imbarazzo.
“Sono bellissimi, Yura. Mi piacciono tanto.” Otabek lo guardò sincero spostandogli dolcemente una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Grazie.”
Le labbra di Yuri si alzarono in uno di quei sorrisi particolari che il moro aveva la fortuna di vedersi rivolgere spesso “Buon compleanno Bekah. Ti stai facendo sempre più vecchio.”
“Sei tu il ragazzino, Plisetsky.” Il kazako gli diede un buffetto sulla guancia non trattenendo un sorriso, I loro volti si erano fatti molto vicino ma nessuno dei due sembrava accorgersene.
“Ho quattordici anni idiota! Non sono un moccioso.” Sibilò il biondo fulminandolo con lo sguardo e avvicinando il viso al suo per fronteggiarlo. “Solo perché hai perso la traccia ti senti grande?”
Otabek rimase spaesato da quella vicinanza, sentiva il respiro dell’altro fondersi con il suo e la voglia di baciarlo cresceva sempre di più.
“Beka?” sussurrò Yuri titubante “Perché mi stai guardando così?”
Quasi non fece a tempo a finire la frase che si ritrovò le labbra del moro sulle sue.
Viktor quasi cadde dallo stupore e si dovette portare una mano alla bocca per evitare di urlare.

 

Tutto successe in una frazione di secondo: Otabek si ritrovò nella stanza da solo e confuso mentre Viktor inseguì automaticamente la piccola figura bionda che sfrecciava tra i corridoi “YURI!” Lo afferrò per un braccio attirandolo a se “Yuri fermati.”
Il più piccolo lo guardò con occhi spaesati e strattonò il braccio “Lasciami in pace Viktor.”
Niente idiota o cretino, la faccenda doveva essere più grave di quello che sembrava.
“Vuoi raccontarmi cosa è successo, Yurotchka?” Il più grande lo guardò dolcemente.
“Ti ho visto fuori dalla porta, Nikiforov. Sai benissimo cosa è successo!” il biondo ringhiò spingendolo con foga. “Non fare il finto tonto.”
“Voglio che me ne parli tu, Yuri. Sai di essere come un fratello minore per me e..”
“Solo perché mio nonno era amico di tuo padre e ti ha preso in casa quando quella merda umana ti ha lasciato solo non vuol dire che sei mio fratello” sputò acido il più piccolo distogliendo lo sguardo, si pentì di quelle parole subito dopo averle pronunciate “Viktor..”
Viktor gli accarezzò la guancia, il suo volto sempre illuminato da un sorriso “Perché ti ha turbato tanto il fatto che Otabek ti abbia baciato?”
“È il mio migliore amico! Tra.. tra amici non si fanno queste cose” la sua voce si affievolì “Noi.. siamo amici.”
“Dovresti parlarci Yuri, ma non è che ti pia-“ Il più grande venne subito interrotto. “MA CHE DIAMINE HAI NEL CERVELLO? TI HO DETTO CHE SIAMO AMICI! PENSA PER TE E TORNA DA QUEL COTOLETTO A CUI SBAVI DIETRO!”
Viktor lo guardò divertito “Mi spieghi cos’hai contro Yuuri?”
“È irritante.” Sbuffò il biondo “È sempre in quel fottuto mondo dei sogni e ha una faccia da schiaffi. La domanda è come diavolo faccia a piacerti.” Il suo broncio divenne un ghigno “Giusto, tra cretini vi capite.”
“Nikolai ha ragione, sei diventato troppo sboccato Yurotchka.” Il ragazzo dai capelli argento sorrise pizzicandogli la guancia.
“Come se lui fosse fine!” Yuri lo guardò di sottecchi. “Cerca di non farti ammazzare in quella merda di torneo.”
“Lo sapevo che infondo tieni a me, Yurotchka.” Il sorriso di Viktor si ampliò facendo irritare sempre di più l’altro “Fottiti, Nikiforov.”

 

 

 

~




Viktor non era mai stato agitato per un appuntamento, non era il tipo.
Non aveva visto Yuuri da nessuna parte quel giorno e lo stava aspettando in giardino da quasi venti minuti.
Quando ormai si era rassegnato e si stava avviando verso la nave sentì una voce chiamare urgentemente il suo nome, Yuuri stava correndo verso di lui trafelato e prima che riuscisse a parlare passò qualche minuto.

 

“M-Mi dispiace c-così tanto Viktor! Il professore mi ha voluto trattenere per parlarmi del pessimo voto che ho preso all’ultima verifica e non voleva lasciarmi più andare. S-Scusa davvero il ritardo, capirò se vorrai andartene e..”
“Sono contento che tu sia qui, Yuuri.” Il russo sorrise aggiustandogli gli occhiali in un gesto quasi automatico “L’importante è che tu stia bene.”
L’altro arrossì abbassando lo sguardo “S-Si, sto bene.”
I due si sedettero sotto un albero restando in silenzio, ma non era un silenzio imbarazzante, era una di quelli piacevoli che solo con una persona a te cara potevi provare.
“Sei emozionato per il torneo?” Yuuri lo guardò stringendosi nella sciarpa che gli circondava il collo.
“Parecchio” ammise l’altro con un sorriso. “È una cosa nuova per me, all’inizio non ero neanche sicuro di partecipare. L’allenatore della squadra non è per niente d’accordo.” Viktor alzò le spalle “Ma il mio marchio è sorprendere il pubblico e non ho intenzione di smettere di farlo.”
“Quando sei in volo mi sembra che tu stia raccontando una storia, che tu non ti stia limitando a giocare.”
Yuuri arrossì abbassando lo sguardo sulla neve. “A volte mi sento come se stessi parlando direttamente con me, attraverso le tue coreografie in aria.”
“Sei la prima persona che mi dice una cosa del genere.” Lo guardò di Viktor era sorpreso, Yuuri aveva centrato in pieno il punto. “Sei la prima persona che lo capisce, Yuuri.”
Il moro arrossì ancora di più stringendo le ginocchia al petto sia per scaldarsi che per nascondere l’imbarazzo, Viktor lo notò e sganciò il lungo mantello di pelo poggiandoglielo dolcemente sulle spalle “Va meglio?”
“C-così avrai freddo.” Il più piccolo lo guardò sorpreso mordendosi l’interno guancia, quell'indumento sapeva di lui in ogni centimetro quadrato.
“Vengo dalla Russia, Yuuri.” Il più grande rise dolcemente scherzando “Questa per me potrebbe essere estate.”

 

Yuuri si fece coraggio e alzò gli occhi nei suoi accennando un sorriso timido
“Come conosci Yuri? Plisetsky ovviamente, so come conosci me”
Il giapponese si lasciò andare in una risatina nervosa mentre l’altro gli sorrideva tranquillo “Mia madre è morta durante il parto e mio padre se n'è andato circa sette anni fa. Nikolai, il nonno di Yuri era un amico di famiglia e decise di adottarmi per non lasciarmi crescere in un orfanotrofio” Viktor guardava dritto davanti a se, perso nel suo racconto “Legalmente anche Yuri è sotto la custodia di Nikolai, quindi siamo praticamente fratellastri.”
“Mi.. mi dispiace per i tuoi genitori, Viktor” sussurrò Yuuri, aveva sempre visto Viktor allegro e sorridente, pensava avesse avuto una vita bellissima e solo adesso si era accorto che non era così.
“E di cosa?” Il sorriso sul volto del più grande era luminoso come sempre “Sono contento di com’è andata la mia vita, non potevo capitare in una famiglia migliore. Nonostante il suo carattere burbero Yuri è una bravissima persona, so che in fondo ci tiene a me. Poi beh, Mosca mi piace.”
“Com’è San Pietroburgo invece?”

 

Lo sguardo di Viktor si illuminò “Beh, è casa.” Sorrise contento per quella domanda, nessuno glielo chiedeva mai. “Mi è dispiaciuto dovermi trasferire a Mosca, nonostante sia una bellissima città è troppo.. veloce e caotica per i miei gusti. Sento la mancanza della mia città ogni singolo giorno.” Il ragazzo si piegò verso il volto del moro guardandolo curioso. “Tu sei mai stato ad Hasetsu? O hai sempre vissuto ad Edimburgo?”
“Ci sono stato un paio di volte con i miei genitori” iniziò a raccontare mentre un sorriso nasceva sulle sue labbra. “È una cittadina molto tranquilla, con pochi abitanti e dove tutti si conoscono. Sinceramente penso spesso di andare a vivere li una volta finita la scuola. Edimburgo è troppo grande per una figura invisibile come me.”
“Ti definirei in moltissimi modi, Yuuri Katsuki, ma invisibile non è tra quelli.” Viktor appoggiò due dita sotto il mento di Yuuri e avvicinò il viso al suo “Riconoscerei i tuoi occhioni nocciola tra mille, ne sono sicuro.”
Il tassorosso arrossì violentemente e scattò con la testa all’indietro, imprecando a bassa voce quando la nuca andò a sbattere contro il tronco dell’albero.
Lo studente di Durmstrang rise e gli appoggiò delicatamente una mano sulla parte lesa “Tutto bene?” ad un cenno affermativo dell'altro continuò “Cosa ti piace fare oltre al Quiddich? Hai qualche passione?”
Yuuri arrossì sentendo le dita dall'altro accarezzargli la nuca e gli sorrise timidamente “Danzo fin da quando ero piccolo, quando sono a casa seguo lezioni da un amica di famiglia, Minako” abbassò lo sguardo lo sguardo ormai abituato alle prese in giro ma il tono di Viktor fece scattare i suoi occhi in alto “Amazing! Mi ha sempre affascinato la danza. Ballerai per me, Yuuri? Magari al ballo del ceppo?”
Il moro non credeva alle proprie orecchie, quasi si strozzò con la sua stessa saliva “Cosa?”

 

“Vieni al ballo del ceppo con me, Yuuri. Aiutami a sorprendere il pubblico ancora una volta."
L'altro era senza parole “Viktor io..”
“Se vuoi del tempo per pensarci lo capisco.” Lo sguardo del più grande si fece deluso. “Magari avevi già in mente di invitare qualcuno e..”
“No, no!” Yuuri scattò muovendo le mani in senso di negazione. “Cioè non volevo invitare nessuno e si, si voglio venire al ballo con te” Sussurrò paonazzo mentre l’altro gli baciava le nocche della mano destra con un sorriso luminoso.
Seguirono secondi di silenzio interminabile in cui Yuuri si sentì come se tutto fosse stato messo al proprio posto, il suo sguardo si rivolse verso il più grande “Perché io, Viktor?”
“Perché sei un opera d’arte, Yuuri Katsuki, ed è ora che qualcuno te lo faccia capire.”

 

 

 

~

 

 

 

Viktor e gli altri campioni non avevano idea di cosa avrebbero dovuto affrontare.
La mattina della prima prova erano stati portati in un tendone allestito vicino al campo da Quiddich ed esso era stato trasfigurato in un arena.
Otabek accanto a lui, vestito con i colori della propria casata, strofinava le mani coperte da dei bizzarri guanti leopardati tra loro e lo studente di Durmstrang sorrise quando la figura di Yuri gli passò per la mente.
Viktor legò i capelli in una treccia stretta in modo che non gli dessero fastidio durante la prova e si levò il pesante mantello appoggiandolo su una sedia, aveva ancora l’odore di Yuuri.
“Dai! Non vuoi augurargli buona fortuna?” Una voce familiare fece girare il ragazzo verso l’entrata del tendone.
“Ma Pichit io-“ Vide Yuuri venire spinto dentro la tenda e lo prese per i fianchi esattamente un attimo prima che cadesse per terra, i loro visi erano particolarmente vicini.
“Devi smetterla di presentarti a me così, Yuuri. Finirai per farti male.” Viktor sorrise quasi perdendosi in quegli occhioni marroni, gli lasciò una carezza sulla guancia e si ricompose rimettendolo in piedi. Yuuri notò che il suo migliore amico si era dileguato lasciandolo solo.
“Io volevo.. augurarti buona fortuna.” Lo sguardo del moro era basso e Viktor pensò che fosse la cosa più adorabile che avesse mai visto.
“Mi fa piacere che tu sia qui, ti ringrazio.” Il più grande sorrise dolcemente, l’impulso di baciarlo era sempre più forte.
“B-Beh è m-meglio che vada, s-sarò sugli spalti.” Yuuri alzò lo sguardo arrossendò “Buona fortuna Viktor.”
L’altro gli prese la mano lasciando un bacio sulle nocche e sorrise “Ci vediamo dopo, Yuuri Katsuki.”
Il tassorosso sorrise timidamente e prima di uscire augurò buona fortuna anche ad Otabek che gli rispose con un cenno del capo, troppo impegnato a osservare una minuta figura bionda che stava entrando nel tendone.
“Yuri! Sei venuto ad augurarmi buona fortuna?” Viktor fece per abbracciare il biondo che si scansò irritato “Ti piacerebbe, vecchiaccio.”
Lo sguardo del più piccolo si addolcì quando vide che Otabek indossava i guanti che gli aveva regalato “Solo.. non fatevi uccidere come dei cretini o ci penserò io a voi, sono stato chiaro?”
Yuri si avvicinò ad Otabek e lo fulminò con lo sguardo “Hai capito Altin? Prova a morire e ti uccido. Ti faccio in mille pezzi.” E, sorprendendo tutte le persone presenti, il biondo afferrò Otabek per le spalle e gli lasciò un impacciato bacio sulle labbra, prima di sussurrargli un 'Davai' a pochi centrimetri dal suo viso e uscire a grandi falcate.
Viktor scoppiò in una fragorosa risata “Non so come tu faccia a domarlo, Otabek. Insegnami il tuo trucco.”
“Non ne ho la minima idea neanche io” Le labbra del Kazako si alzarono in un lieve sorriso mentre le sue guance si coloravano lievemente di rosso.

 

Non c’erano turni, avrebbero gareggiato tutti e tre contemporaneamente e questo spronava ancora di più Viktor a dare il meglio di se, voleva lasciare il pubblico a bocca aperta. Si sarebbero ricordati di lui.
Un Ippogrifo.
Il doversi avvicinare all’animale era stato l’unico indizio che avevano ricevuto, il resto lo avrebbero dovuto capire da soli.
Il preside iniziò a presentarli e i tre campioni uscirono dal tendone in fila, Viktor si ritrovò tra Otabek e Sara.
Il campo da Quiddich era stato allestito come uno stadio, gli studenti assistevano alla prova dagli spalti e al centro si svolgeva l’azione.
Il campione di Durmstrang cercò subito Yuuri nella folla e quando lo trovò la leggera agitazione si placò totalmente. Cosa gli stava facendo quel ragazzo?
Erano usciti, la prova era iniziata.
I tre scattarono e il campione di Durmstrang si fermò a pochi metri dall’animale e dopo aver abbassato la testa si piegò in un profondo inchino, la punta della treccia toccò terra.

Tutte le persone sedute trattennero il fiato.
Viktor e l’animale erano inchinati l’uno davanti all’altro e Yuuri avrebbe giurato su qualsiasi cosa che non aveva mai visti niente di più elegante, il pubblico sembrava essere d’accordo con lui. 

Il russo prese ad accarezzare dolcemente il muso dell'ippogrifo e gli sfilò da sotto il collo una pergamena arrotolata, poi lanciò un occhiata intorno a se per vedere a che punto erano gli altri.
Sara stava facendo parecchio fatica a relazionarsi con l’animale mentre Otabek non era nel suo raggio visivo, doveva aver già capito la seconda parte della prova.
Viktor srotolò in fretta la pergamena e osservò la mappa per qualche secondo, indicava le varie strade all’esterno di Hogwarts e una ‘X' era situata appena superato il confine con la foresta nera.
Il campione saltò in groppa all’animale e spiegò il volo, avrebbe vinto quella prova a tutti i costi. Le voci dello stadio si fecero sempre più lontane e, una volta entrato nella foresta nera, scese dell’ippogrifo avviandosi a passo veloce verso un punto non definito.

 

Camminava ormai da minuti quando vide da lontano Otabek che indietreggiava spaventato “OTABEK!” urlò Viktor correndo verso di lui “Che succede?” Bastò un occhiata davanti a se è capì, prese a scuotere il ragazzo per le spalle “Otabek è un molliccio, è soltanto un molliccio.”
Il Kazako non rispondeva, sopraffatto dalla paura, allora il russo sfilò la bacchetta dalla tasca “Riddikulus!” Il molliccio cambiò immediatamente forma e, come se fosse stato richiamato, si dileguò in un istante.
Otabek si passò le mani sul viso cercando di calmarsi e guardò Viktor “Grazie.”
“Non ne farò parola con nessuno, solo noi sapremo cosa è successo.”
L’altro lo guardò sorpreso ma annuì. “Era a guardia di qualcosa, li c’è un uovo.”
Viktor scrutò attentamente l’uovo prima di prenderlo in mano “Forse dobbiamo portarlo li.”
Otabek annuì e si guardò intorno, qualche metro più in là qualcosa scintillò tra i rami e il ragazzo scattò verso quella direzione “Ci vediamo al ritorno, Viktor.”
“Ci conto, Otabek.”

 

 

 

Saaaaaaalve!

 

Ringrazio davvero chi è arrivato fin qui, grazie di cuore.

All'inizio doveva essere una one shot ma alla fine probabilmente sarà una short story di 5/6 capitoli, non ho ancora deciso. 

Niente, domani ho l'esame di storia di riparazione e ho voluto pubblicare, nel caso non sopravvivessi. 

Fatemi sapere se vi è piaciuto il cambio di prospettiva, ho deciso di altermare le due prospettive di Yuuri e Viktor.

 

Se ci sono cose che non vi tornano non esitate a farmele notare, ci tengo al vostro parere! 

Fatemi sapere se vi è piaciuto e cose posso migliorarmi, non ho commenti sul capitolo, preferisco lasciarli a voi!


🇷🇺

Davai -> Forza! / Buona Fortuna

 

 

 

 

 

Ringrazio vivamente chi ha fatto questa fan art e se si fa avanti sarò felicissima di dargli i crediti e il merito che gli aspetta. 

Alla prossima! 

 

Vostra, Arey

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Capitolo 3
*** Part Three ***


Nome: Unconditional love

Personaggi: Yuuri Katsuki, Viktor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Otabek Altin, Pichit Chulanont

Pairing: ViktorXYuuri (Victuuri), accenno di Otayuri 

Raiting: Verde

Genere: Avventura, Fantasy, Fluff

Avvertimenti: Mini storia, Slash, AU

Note: Viktor frequenta il settimo anno a Durmstrang mentre Yuuri è al sesto ad Hogwarts





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"I tuoi occhi si tingon di blu

E ti basta così, ogni dubbio va via

E i perchè, non esistono più."

-Il cerchio della vita

 

 

 

 

 

 

Yuuri era sempre stata una persona ansiosa e, adesso che i campioni erano spariti da ormai quasi mezz'ora, i battiti del suo cuore avevano raggiunto un livello di velocità che credeva fosse impossibile. Le persone erano scese dagli spalti non appena l’ultimo dei tre era sparito e si erano raccolti tutti nell'arena adattando con agitazione.
Pichit gli era accanto e saltellava da un piede all'altro non riuscendo a stare fermo “Calmati Yuuri, stai facendo tremare tutta l'arena!”
L'altro gli scoccò un occhiataccia “Disse quello che saltella da dieci minuti!”
Il thailandese gli fece il verso colpendolo poi leggermente con il gomito “Io sono eccitato come tutti gli altri, tu stai morendo di paura per la tua dolce metà Yuuri-Kun.”
“Smettila di chiamarlo così!” Yuuri arrossì violentemente e gonfiò le guance in modo frustrato “Siamo solo..” le parole gli morirono in gola. Cos'erano lui e Viktor? Amici? Conoscenti? Non ne aveva la più pallida idea.
“Persi l'uno per l'altro?” suggerì Pichit speranzoso.
“Amici, credo. O forse per lui sono solo uno strumento da utilizzare durante il ballo del ceppo” mugugnò abbassando lo sguardo.
“Oh andiamo sai anche tu che non è vero, Yuuri! Viktor non è quel tipo di pe- YUURI! ECCOLO! YUURI!” Il thailandese lo strattonò euforico e l'altro, stordito dalle urla della folla, alzò lo sguardo verso l'entrata dell'arena.

 

Viktor stringeva tra le mani un oggetto grande all'incirca poco più di una testa e correva verso il mucchio di persone, un sorriso enorme era stampato sul suo viso.
Yuuri non si accorse di star correndo verso di lui finché non sentì Pichit chiamarlo ad alta voce e metà delle persone girarsi verso di lui.
Il giapponese arrestò la sua avanzata arrossendo fino alla punta delle orecchie ma Viktor non smise di correre finché non si ritrovò esattamente di fronte a lui “Yuuri! Mi hai aspettato” sorrise allegro spostando i capelli dietro alle spalle “Stavo pensan-“
“V-Viktor” Yuuri voleva sotterrarsi, li stavano guardando tutti “D-Devi completare la prova”
L'altro sembrò avere un'illuminazione “Oh, giusto. Aspetta qui okay?” scattò all'indietro e si avvicinò al preside Cialdini che lo guardava sbalordito, Yakov accanto a lui sembrava solo rassegnato.
“VIKTOR NIKIFOROV, IL CAMPIONE DI DURMSTRANG È IL VINCITORE DELLA PRIMA PROVA DEL TORNEO TREMAGHI!” Il preside guardò l'uovo nelle sue mani “Sta a te capire come usarlo, complimenti.”
La folla esplose in applausi scroscianti e Yuuri non trattenne un sorriso sollevato, Viktor non deludeva mai nessuno. Solo una persona non stava esultando e il giapponese la notò quasi subito: lo sguardo di Yuri era fisso verso la foresta e continuava a torturarsi le mani con fare preoccupato.
Evidentemente anche Viktor lo aveva notato perché si avvicinò a lui e strinse leggermente la sua spalla “Era proprio dietro di me, Yurochka. Sarà qui a momenti.”
L'altro gli lanciò un occhiataccia ma era decisamente più rilassato, grugnì leggermente tornando a guardare la foresta.
“Non chiedergli cosa è successo li dentro, lascia che sia lui a parlartene quando vorrà.” Viktor gli scompigliò leggermente i capelli e scappò subito verso Yuuri per evitare l'ira del più piccolo.
“Dovresti festeggiare con i tuoi compagni” Arrossì il giapponese una volta che l'altro gli fu davanti “Ti stanno aspettando.”
“Oh ma io voglio festeggiare con te, mio Yuuri. Non ho aspettato altro per tutta la prova! Potremmo fare un giro o-“
“Vitya! Quindi adesso non sono più il tuo studente preferito? N'est pas juste!”

 

Un ragazzo alto e con i capelli castani che sfumavano in riccioli biondi come il grano si fermò accanto a loro e sorrise allegro ai due cingendo le spalle di Viktor con un braccio, lo sguardo di Yuuri cadde subito sulla cravatta verde argento.
Il suo viso gli sembrava familiare.
“Così mi offendi, Chris.” l'altro ridacchiò sereno “Come potrei sostituirti?”
“Comunque capisco la tua scelta” Il biondo ammiccò verso Yuuri che però era intento ad osservare una scena non molto lontana da loro.
Otabek era appena arrivato, in mano lo stesso uovo che aveva portato Viktor e si stava lasciando sopraffare dalle domande di Yuri che continuava a toccarlo ovunque per controllare che fosse tutto intero.
“Yura.. Yura calmati, sto bene. Vedi? Non sono ferito e sto bene.” Lo sguardo del più grande si addolcì e attirò a se il biondo in un mezzo abbraccio.
Al contrario delle aspettative di tutti Yuri si lascio andare leggermente contro il suo petto per qualche secondo, poi si allontanò e lo colpì su una spalla “Tosser!” Yuuri non conosceva il russo ma era abbastanza sicuro che non fosse un complimento.
Il kazako ridacchiò leggermente “Anche io ti voglio bene, Yura.”
Il tassorosso sorrise leggermente, sovrappensiero e arrossì fino alla punta delle orecchie quando si accorse che i due accanto a lui lo stavano guardando.
“Ho capito perché ti piace, Vitya” Chris ammiccò verso di lui e Yuuri rimase quasi incantato dal colore dei suoi occhi: erano un incrocio tra il verde smeraldo e il marrone nocciola. “Divertitevi” Yuuri trattenne il fiato e sobbalzò quando sentì una mano scivolare sul suo sedere.
Si girò e vide il biondo che si allontanava soddisfatto borbottando tra se e se “Si, ho decisamente capito perché gli piace.”

 

Viktor rise e lo guardò dolcemente “Non prendertela, Chris è fatto così” Gli prese dolcemente la mano e gli lasciò un delicato bacio sulle nocche “Allora, dov'eravamo rimasti? Facciamo una passeggiata? Oh beh forse prima dovrei darmi una lavata.”
Yuuri si riscosse dallo stato di trans in cui era caduto e sorrise sinceramente “Volentieri, fai pure con calma.”
Dopo che il più grande lo salutò con un caloroso abbraccio, il giapponese si avvicinò a Pichit con le guance che andavano a fuoco.
“Siamo solo amici” lo scimmiottò l'altro “Forse neanche quello.”
“Sei una persona orribile, Pichit-Kun.”

 

 

 

 

 

~

 

 

 

 

 

Lezioni di ballo, lezioni di ballo settimanali. Yuuri non poteva crederci.
Al preside Cialdini era venuta questa folle idea che tutti i presidi avevano accolto.
“Almeno saranno spettacoli meno pietosi” aveva sbottato Yakov lanciando un’occhiataccia agli studenti sconvolti davanti a lui, le uniche persone emozionate sembravano essere le ragazze. Oh e Viktor, ovviamente.
“Al ballo potranno partecipare soltanto gli studenti dal quarto anno in su” Continuò Lilia Baranowska, preside di Beauxbatons “E le lezioni saranno obbligatorie. Vi prego di recarvi nell'aula di trasfigurazione, vi raggiungerò tra poco.”
Yuuri era terrorizzato da quella donna, aveva un espressione tremendamente seria e sembrava passasse il suo tempo a giudicarti costantemente.

 

L'orda di studenti entrò nella stanza e Yuuri si fermò accanto a Pichit che punzecchiava il suo braccio lamentandosi “Nessuna ragazza verrà con me, rimarrò solo per sempre! Come hai potuto abbandonarmi, Yuuri-Kun?”
L’altro gli lanciò un occhiata “Se non vuoi restare solo posso dire a Viktor che-“
“Oh provaci soltanto e giuro che ti odierò fino alla fine dei miei giorni, Yuuri Katsuki. Casomai preparati psicologicamente, stai per ballarci davanti a tutti.” Il Thailandese si pentì di aver parlato non appena vide che il moro stava perdendo colore “Ma tu sei bravissimo! Non ti devi preoccupare, farete una bellissima figura ne sono sicuro” tentò di rimediare guardandolo speranzoso.
‘Farò una figuraccia davanti a tutti, davanti a lui. Sono finito’ pensò guardandosi intorno, era ancora in tempo per scappare.
“Sedetevi sulle panche, voglio i campioni nel mezzo della stanza” Appena sentirono la voce di Lilia gli studenti di affrettarono a eseguire quello che aveva ordinato, tutti si sedettero mentre Otabek, Viktor e Sara si sistemarono in piedi in mezzo alla stanza.
La donna si fermò davanti a loro, le mani incrociate dietro la schiena.
Nella stanza non volava una mosca.

 

“Andate dalla compagna o dal compagno, non mi interessa decisamente, che avete scelto e con un profondo inchino invitatelo a seguirvi. Anche tu, Crispino. Non stare li impalata.”
Yuuri arrossì violentemente, intorno a lui tutte le ragazze parlottavano.
Ognuna di loro sperava di essere scelta e il giapponese non le biasimava, Viktor era la persona più bella che avesse mai incontrato.

 

Nel frattempo il russo si era avvicinato a lui e si era piegato in un profondo inchino porgendogli la mano.
Yuuri non esitò a prenderla e insieme si diressero verso il centro della sala, era convinto che Pichit stesse per piangere di gioia mentre tutti gli altri non desideravano altro che pestarlo a sangue.
Accanto a lui, Sara era affiancata da un alto ragazzo biondo con la divisa di Durmstrang che sorrideva e continuava a blaterare sotto voce, era sicuro di non averlo mai visto prima d'ora.
“C’è qualche problema, signor Altin?”
Yuuri spostò lo sguardo dall’altro lato e si accorse che Otabek era ancora solo, sempre al centro della stanza.
“Non ho un accompagnatore” Rispose calmo e con la solita espressione imperturbabile.
“Beh lo trovi!” Replicò gelida l'altra sorvolando sul genere che l'altro aveva imposto “Non abbiamo tutto il giorno, sa?”
Il kazako si guardò intorno, evidentemente in difficoltà e Yuuri era convinto che il parlottio di sottofondo non aiutasse.
“Io sto aspettando l’inchino, Altin” una voce conosciuta si levò sopra le altre e il giapponese vide le labbra di Viktor aprirsi in un sorriso.
Otabek era evidentemente sorpreso e osservava Yuri scettico “Ma avevi detto che-“
“Fai quel fottuto inchino prima che cambi idea” sibilò il serpeverde tra i denti fissandolo male.

Il moro sembrò riprendersi e si avvicinò al russo, raggiunsero il centro anche loro non appena ebbero completato le procedure richieste per un semplice invito.

 

“La danza è uno sport difficile e pieno di sacrifici, ma non mi aspetto che voi teste vuote lo capiate” Soffermò lo sguardo su Yuri che continuava a guardare davanti a se, immobile “Fatta eccezione forse per un paio di voi. Comunque non mi aspetto niente di che ma il mio compito è quello di portarvi ad essere decenti.” Batté le mani una volta “Forza, in posizione!”
Per Yuuri fu automatico appoggiare la mano sul fianco di Viktor e quando notò lo sguardo sorpreso dell'altro non riuscì a non arrossire “Scusa io.. sono.. sono abituato a portare” sussurrò imbarazzato.
“Oh non preoccuparti” Il suo viso si aprì in un grosso sorriso e gli prese la mano posizionandola sul proprio fianco. “Mi piace quando prendi posizione, dovresti farlo più spesso.”
Il giapponese era convinto che di li a poco sarebbe svenuto, lo stava davvero provocando?
La mano sinistra di Viktor si appoggiò delicatamente sulla sua spalla mentre la sua destra andrò a stringere la sinistra dell’altro, in quel preciso momento entrambi sentirono una scossa lungo la schiena che li portò a guardarsi e sorridersi.

 

Lilia fece partire una musica calma e dolce e Yuuri, appena preso il tempo, spostò il piede in avanti con eleganza.
Viktor rimase quasi ipnotizzato da quel movimento e prese a seguire il più piccolo: tutti concordavano che i due fossero una visione bellissima.
Danzavano insieme, senza pestarsi i piedi o andarsi addosso e i loro sguardi rimanevano incatenati in ogni passo compiuto.

 

Le persone accanto a loro sembrarono svanire e Yuuri si ritrovò in una specie di trans, perso negli occhi profondi dell'altro. Non erano azzurri, ne grigi e non erano nemmeno blu: era un colore a cui il ragazzo non sapeva trovare un nome.
Quando la musica finì si ritrovarono stretti uno all'altro, le loro fronti quasi si toccavano e i loro respiri erano sincronizzati.
“Terribili! Assolutamente terribili” Non appena la voce di Lilia gli arrivò alle orecchie Yuuri si allontanò velocemente da Viktor e si guardò intorno.
Tutti, tranne Otabek e Yuri che ridacchiavano e si spintonavano leggermente per conto loro, li guardavano sconvolti e alternavano lo sguardo da lui al russo.
Il moro abbassò lo sguardo ed era fortemente convinto che se non fosse stato il sette di novembre si sarebbe sciolto li e subito.
“Ci vorrà tanto lavoro, decisamente troppo lavoro. Plisetsky e Katsuki dato che sembrate gli unici due con un minimo di impostazione aiutate i vostri compagni” Si girò verso gli studenti ancora seduti “Beh? Che ci fate ancora comodi?” La sua voce uscì dura e gelida e tutti scattarono in piedi, spaventati.
Yuuri si girò sorpreso verso Viktor che lo guardava e sorrideva “Complimenti, davvero” prende dolcemente la sua mano e gli lasciò un bacio sul dorso “Solo tu sai come sorprendermi in continuazione, Yuuri Katsuki.”
Il moro arrossì intimidito e sorrise, poco dopo venne trascinato da una parte all'altra della stanza per aiutare gli altri.
Una volta finita la lezione,Pichit gli promise più volte che Viktor non aveva mai staccato gli occhi da lui.






~

 

 

 

 

 

Yuuri passò con Viktor veramente molto tempo.
Stavano insieme tutti i giorni e ai pasti non erano da meno, si cercavano sempre e non solo con lo sguardo.
Era capitato più volte che si ritrovassero a sfiorarsi con le mani, le spalle o addirittura le ginocchia.
Tutto pur di avere un minimo contatto con l'altro.
La prima volta che il contatto si fece decisamente più approfondito fu il ventiquattro dicembre, allo scattare preciso della mezzanotte e quindi del compleanno di Viktor.

 

Il preside Cialdini aveva deciso che per quell'anno, vista la presenza del ballo del ceppo durante le vacanze natalizie, gli studenti sarebbero potuti tornare a casa una settimana esatta fino alla mattina del venticinque dicembre e passare almeno il giorno della vigilia insieme alla propria famiglia.
Gli studenti erano rimasti circa in venti per casata e gli ospiti delle altre scuole si ritiravano nei loro alloggi per passare le feste con i propri compagni.
Yuuri non era potuto tornare a casa a causa delle terme piene di turisti e aveva passato quei giorni quasi tutti con Viktor.
Non faceva eccezione neanche la vigilia: i due si stavano dirigendo verso la sala comune tassorosso in silenzio, ma comunque vicini.
Yuuri si fermò accanto alle cucine e si avvicinò alle botti messe in fila “Ogni sala comune ha il suo metodo segreto per entrare” sorrise timidamente “noi tassi dobbiamo colpire la seconda botte dal basso nel mezzo della seconda fila con un ritmo preciso.”
“Ma è geniale!” Viktor si avvicinò curioso “E questo metodo è diverso per tutti?”
L'altro annuì iniziando a colpire secondo il ritmo e solo quando il quadro raffigurante la frutta si aprì rivelando un corridoio rispose “I corvonero hanno un indovinello mentre i grifondoro e i serpeverde una parola d'ordine”
Appena entrarono Viktor si levò il mantello e aiutò Yuuri a sfilarsi la giacca, la sala era deserta.
“La maggior parte delle persone sono tornate a casa” Spiegò il giapponese sfilandosi la sciarpa e lasciandosi cadere a sedere sul tappeto davanti il camino “I pochi che ci sono resteranno in sala grande insieme agli altri fino a tardi.”
Viktor lasciò il mantello su una sedia e si sedette accanto a lui sorridendo “È una stanza davvero incantevole, è così calda e accogliente. A Durmstrang abbiamo un solo dormitorio e le stanze sono enormi, da dieci persone per una circa. Le nostre scuole sono molto diverse.”
Tra i due scese un silenzio piacevole che venne spezzato da Viktor solo una decina di minuti dopo “Balli con me, Yuuri?”
“Come?” l'altro lo guardò sorpreso, convinto di aver capito male.
“Balla con me, ti prego” sorrise Viktor alzandosi e porgendogli la mano “Voglio vederti ballare ancora, non me ne stanco mai.”

 

Yuuri afferrò la mano del più grande senza esitare e si alzò sorridendo timidamente “Manca la musica.”
“Quando balli il tuo corpo la produce da solo” Confessò il russo appoggiando una mano sul suo fianco e prendendo nella propria l'altra “È un peccato che tu non te ne accorga.”
Il giapponese sgranò gli occhi mentre appoggiava la mano sulla sua spalla “È.. È la cosa più bella che mi abbiano mai detto” sussurrò emozionato “Grazie Viktor, davvero.”
Si sorrisero e ballarono, ballarono per quelle che gli sembrarono ore guardandosi negli occhi.
Viktor aveva ragione, il corpo di Yuuri produceva musica, ma i loro due insieme creavano una melodia che neanche il musicista più bravo sarebbe stato capace di comporre.
“Viktor” bisbigliò il più piccolo con lo sguardo rivolto verso il grande orologio appeso alla parete “tanjoubi omedetou.”
Lo sguardo dell'altro era confuso “Come?”
“Buon compleanno” sorrise timidamente Yuuri “Significa buon compleanno in giapponese.”
Gli occhi di Viktor si illuminarono di una strana luce e il tassorosso giurò che fossero ancora più belli del normale “Grazie Yuuri, non potevo chiedere regalo più bello di passare questa serata con te.”
“In.. in realtà ho qualcosa per te” Arrossì abbassando lo sguardo “Non è niente di che ma non volevo restare con le mani in mano il giorno del tuo compleanno.” Sì allontanò da lui e prese un pacchetto rosso che era appoggiato sul tavolo, Viktor non lo aveva notato.
Il più grande sorrise curioso e si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio “Non dovevi, Yuuri. È stato un pensiero davvero carino da parte tua.” Prese il pacchetto e in poco tempo lo aprì: una morbida sciarpa blu gli scaldava le mani solo al contatto. “È.. È davvero bellissima Yuuri, grazie. Non sono nemmeno abituato a festeggiare il mio compleanno.”
Il sorriso che Viktor gli stava rivolgendo avrebbe potuto farlo sciogliere.
“È solo una sciocchezza, purtroppo non ho trovato ni-“ Le parole gli morirono in gola.
Viktor gli aveva buttato le braccia al collo e aveva attirato contro il suo petto in un caldo abbraccio.
Al più piccolo servì un attimo per riprendersi e appena ci riuscì portò le mani a cingere il busto dell'altro, la testa affondata nel suo petto.
“Grazie per aver pensato a me, Yuuri” sussurrò, l’altro sentì il respiro caldo vicino all'orecchio e non riuscì a non rabbrividire “Sarà il mio portafortuna!”
Il giapponese sorrise con il cuore che sembrava volesse uscire dal petto “È stato davvero un piacere.”
Appena si separarono Yuuri sentì un senso di freddo che non aveva mai provato in vita sua.
Viktor gli prese dolcemente la mano e gli lasciò il consueto bacio sulle nocche “Quello che ho detto prima non cambia, sei il regalo di compleanno migliore.”
Yuuri arrossì ancora fino alla punta delle orecchie e quella non fu di sicuro l'ultima volta che lo fece quella notte.

 

 

 

 

 

Saaaaalve!

Sono sopravvissuta all'esame e sono viva, è andato tutto bene. 

Penso che aggiornerò di nuovo tra una quindicina di giorni, dopodomani rinizia l'inferno T.T

Volevo ringraziare tutte e persone che hanno aggiunto questa storia ai preferiti, alle seguite e alle piaciute. Grazie.

Un ringraziamento speciale però va anche a quelle persone che hanno recensito dedicandomi più tempo del dovuto, vi ringrazio!

Ma non meno ringraziamenti vanno ai lettori silenziosi, grazie per il vostro sostegno.

 

Che dire di questo capitolo, Yuri mette da parte il suo odio per le persone e le feste e decide di andare al ballo con Beka mentre Viktor e Yuuri passano un po' di tempo da soli.

 

Si, ho deciso di mantenete la seconda prova uguale dato che è la mia preferita e mi piace da impazzire!

 

Nello scorso capitolo mi sono scordata di chiedere: secondo voi qual'è il molliccio di Otabek? Quale vi piacerebbe che fosse?

 

Grazie ancora di tutto, fatemi sapere cosa ne pensate e se c'è qualcosa che non vi torna!

 

 Come al solito metto il vocabolario per le parole straniere, spero di non aver tirato uno sfondone!

 

🇨🇭

N'est pas juste! -> Non è giusto!

 


🇷🇺

Tosser -> Coglione



🇯🇵

Tanjoubi Omedetou -> Buon Compleanno

 

 

Crediti a @Crimson-Chain per la bellissima fanart!

 

 

A presto 

 

Vostra, Arey

 

 

 

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Capitolo 4
*** Part Four ***


Nome: Unconditional love

Personaggi: Yuuri Katsuki, Viktor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Otabek Altin, Pichit Chulanont

Pairing: ViktorXYuuri (Victuuri), accenno di Otayuri 

Raiting: Verde

Genere: Avventura, Fantasy, Fluff

Avvertimenti: Mini storia, Slash, AU

Note: Viktor frequenta il settimo anno a Durmstrang mentre Yuuri è al sesto ad Hogwarts

 

 

 

 

 

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"That night when you kissed me,

I left a poem in your mouth,

And you can hear some of the lines

Every time you breathe out."

-Andrea Gibson

 

 

 

 

 

 

 

Nonostante fosse il giorno di Natale, gli studenti erano emozionati per tutt'altro motivo. 

Durante il giorno la scuola si era ripopolata e Viktor riusciva a captare felicità ovunque guardasse, perfino addosso a se stesso. 

Si era ritirato nella sua stanza alla nave a circa metà pomeriggio e, nonostante la voglia immensa di andare a cercare Yuuri che non vedeva dalla sera prima, ci si era sigillato fino alle sette di sera. Meno di mezz’ora e tutto sarebbe iniziato, era davvero emozionato. 

Lisciò delicatamente la giacca rosso mattone e si guardò allo specchio: i pantaloni del medesimo colore gli fasciavano perfettamente le gambe mentre la camicia bianca si adagiava delicatamente sul petto. I capelli, legati in una coda di cavallo che lasciava alcune ciocche davanti al viso, erano lisci e lucenti e il ragazzo se li portò dietro la spalla sorridendo soddisfatto. 

Era pronto. 

Uscì dalla nave e si avvicinò all’entrata di Hogwarts con passo lento, tutti si girarono a guardarlo, chi ammaliato e chi irrimediabilmente incantato. 

Viktor sapeva di essere un bel ragazzo, ma semplicemente non gli interessava cosa pensavano gli altri. 

O almeno chiunque non avesse i capelli e gli occhi scuri, un adorabile accento giapponese e si chiamasse Yuuri Katsuki. 

Il russo notò subito Yuri e Otabek da lontano e si avvicinò a loro sorridendo.

Il primo indossava un completo giacca e cravatta grigio, in cui era evidentemente a disagio mentre il secondo portava un elegante suit nera ma senza cravatta, ne papillon. 

Viktor rimase piacevolmente sorpreso nel guardare i capelli del più piccolo, erano lisci come al solito ma alcune ciocche bionde erano intrecciate al lato della testa per formare una treccia in cui si incastrava una piccola piuma nera. 

Sorrise notando che andava a richiamare il completo dell'altro.

“Yurotchka! Sono contento che tu abbia deciso di venire alla fine! Sarebbe stato decisamente noioso senza di te!” Viktor sorrise cingendo il più piccolo sulle spalle con il braccio sinistro “Dopotutto non potevi mancare al mio com- ouch.” La sua faccia si piegò in una smorfia.

Yuri si era scrollato il suo braccio di dosso e lo aveva colpito leggermente all’addome “Idiota, non sono qui per te.” Borbottò poco prima di lanciargli un sacchettino “Toh, è da parte mia e del nonno.  Khoroshiy den’ rozhdeniyaidiot.”

Il viso di Viktor si aprì in un grosso sorriso “Grazie, Yurotchka” infilò il sacchetto nella tasca interna e gli fece l'occhiolino, non aveva intenzione di metterlo in imbarazzo e già lo vedeva a disagio.

“Buon compleanno, Viktor.” Otabek gli sorrise leggermente porgendogli la mano che l'altro prontamente ignorò abbracciandolo. “Oh andiamo Altin, se ti va bene probabilmente diventeremo parenti!” 

Quando si allontanò scoppiò a ridere guardando le facce degli altri due, entrambi rossi ma uno per l'imbarazzo e l'altro per la rabbia. 

“MA CHE DIAVOLO TI DICE IL CERVELLO NIKIFOROV?! SEI UN ID-“ Si zittì all'improvviso, il suo sguardo era sorpreso. Viktor lo guardò confuso e si girò anche lui a guardare, gli mancò il respiro.

 

Yuuri si stava avvicinando a loro torturandosi nervosamente le mani e Viktor pensò che non aveva mai visto niente di più bello. Non sembrava neanche lui, ma era sicuro che lo avrebbe riconosciuto tra mille. 

Un completo nero lo fasciava alla perfezione, la giacca cadeva perfettamente sopra la camicia bianca e la cravatta rossa, in tinta con il completo di Viktor, gli cadeva al centro del petto. Yuuri non portava gli occhiali e i capelli erano stati riempiti di gel e gettatiall'indietro in ciocche sbarazzine. Era bellissimo. 

“Hey” sorrise nervosamente avvicinandosi “Scusa il ritardo, Pichit voleva una mano con il suo vestito.”  

“Wow” Viktor era sicuro di sembrare un idiota ma non riusciva a dire altro “Sei.. wow.” 

Yuuri divenne rosso come la propria cravatta e dietro di loro Yuri aveva finto un conato di vomito prima di afferrare Otabek che ridacchiava per un braccio e trascinarlo via. 

“Io.. Tu.. tu stai benissimo” confessò sorridendo timidamente “Stai davvero bene” 

Oh ti ringrazio, moya tantsovshchitsa! Saremo di sicuro la coppia più bella.” Ammiccò il russo porgendogli il braccio. “Ci avviamo?” 

Yuuri annuì sorridendo timidamente e si appoggiò a lui, insieme si avviarono. 

Sara, accompagnata da un suo compagno di Durmstrang Emil Nekola e Otabek, con accanto Yuri che si lamentava per il completo erano già davanti all’ingresso e i due si affrettarono a raggiungerli.  

All’interno delle porte chiuse si sentiva un forte brusio e Viktor notò subito quanto Yuuri fosse nervoso. 

Il russo sorrise e si avvicinò al suo orecchio “Immaginati solo noi due, come ieri sera. Andrà tutto bene.” 

Yuuri arrossì per la vicinanza ma gli sorrise “Grazie.” 

Viktor era estremamente convinto che se avesse continuato a guardarlo in quel modo gli sarebbe saltato addosso prima della fine della serata e non gli sembrava una buona idea.

 

Le porte si spalancarono e i campioni entrarono, Viktor e Yuuri a guidare la fila. 

La sala grande era stata addobbata ovunque con motivi natalizi e i quattro tavoli delle casate erano spariti, lasciando spazio ad un centinaio più piccoli e colmi di persone curiose che li osservavano sfilare.

Tutti quelli che pensavano che la figura di Yuuri sarebbe sparita accanto a quella bellissima e elegante di Viktor dovettero ricredersi, insieme i due erano uno spettacolo per gli occhi. 

“E adesso i nostri campioni apriranno le danze su un celebre brano italiano, Stammi vicino.” Annunciò il maestro del coro, Josef Karpisek prima di girarsi verso l'orchestra. 

Appena le prime note iniziarono a propagarsi per la stanza i campioni iniziarono a ballare e le persone presenti nella stanza trattennero il fiato. 

“Sei bellissimo, Yuuri” sussurrò Viktor, non riuscì a trattenersi. “Sei davvero bellissimo.” 

L'altro arrossì e mise su il suo distintivo sorrisetto timido “Grazie Viktor, non volevo farti fare brutta figura.” Confessò senza perdere la concentrazione sui passi della coreografia “Non me lo sarei mai perdonato.” 

Il russo sorrise e gli accarezzò con il pollice il dorso della mano che stringeva la sua “Non vedo come potrebbe succedere, pendono tutti dalle nostre labbra.” La sua bocca si arricciò in una smorfia incoraggiante adorabile e chinò leggermente la testa per avvicinarsi a lui, il tutto accompagnato da un occhiolino. 

Avrebbe dato via la sua amata Firebolt pur di poter capire cosa passava per la mente del ragazzo in quel preciso momento: non lo guardava negli occhi e nonostante la concentrazione per la danza sembrava leggermente distratto. 

La canzone andrò sfumando e Viktor non trattenne un ampio sorriso mentre si lasciava piegare da Yuuri nella posa finale, che era molto simile ad un casquè. Sentì la punta dei capelli toccare terra solo per un secondo, poi l’altro lo risollevò alla sua altezza facendo apparire sulle labbra un sorriso più soddisfatto che timido. Gli studenti erano ammaliati e evidentemente in visibilio, la stanza esplose in un applauso e il preside Cialdini sorrise nella loro direzione. 

Neanche il tempo di uscire dalla pista che la musica cambiò: le Sorelle Stravagarie salirono sul piccolo palco allestito e musica più giovanile si diffuse nell’aria.

 

Viktor notò la leggera smorfia sul viso di Yuuri e sorride dolcemente afferrandolo per mano “Ti va di sederci?” 

Il giapponese lo guardò sorpreso ma annuì, poco dopo si trovavano seduti ad un tavolo vuoto ma decisamente molti vicini. Il più grande non aveva intenzione di lasciarselo scappare. 

“Non sei tipo da feste, vero?” 

L'altro ridacchiò “È così evidente?” 

“Un po'.” Confessò il russo prendendogli la mano e lasciandogli un dolce bacio sul dorso poco prima di alzarsi “Vado a prendere da bere, non scappare Yuuri Katsuki. Abbiamo tante cose di cui parlare.” 

 

 

~

 

 

Avevano parlato per ore, ma a Viktor erano sembrati minuti. 

Avevano affrontato tutti gli argomenti possibili e lui non era ancora soddisfatto, voleva di più. Voleva conoscere ogni singola cosa di Yuuri ma allo stesso tempo voleva andare con calma e non spaventarlo con le sue domande, questa cosa lo confondeva.

Appena dopo l’inizio del ballo, quando era tornato con i drink gli aveva proposto di uscire in giardino e il giapponese aveva accettato, grato. 

Erano stati li tutta la sera, ormai erano quasi le due e la festa stava per finire. 

Circa un oretta prima avevano visto sgattaiolare via Yuri e Otabek e solo la presenza del tassorosso lo aveva convinto a non farsi sopraffare dalla curiosità e seguirli, Yuri sembrava davvero felice e quella era l’unica cosa che gli importava davvero. 

Da qualche minuto tra loro era sceso il silenzio, ma entrambi avevano un sorriso sulle labbra che avrebbe potuto illuminare il giardino se non ci fossero state le candele. 

“Yu-“  il russo iniziò a parlare gidandosi verso di lui ma due figure che si stavano avvicinando lo interruppero “Vitya! Eccoti qua! Speravo tu mi concedessi un ballo” 

Il ragazzo sorrise, anche se in realtà era solo parecchio irritato per l'interruzione “Sono stato impegnato, mi dispiace.” 

“Ma me lo avevi promesso!” Sbottò la ragazza sbattendo un piede per terra, l'altro non si sorprese per quel comportamento da bambina “Mi dispiace Mila, adesso sono occupat-“

“Non mantieni mai le tue promesse, non sei una creatura perfetta come ti definiscono tutti, sei un idiota.” 

Viktor si alzò per ribattere ma la mano di Yuuri sul suo braccio lo bloccò. “Ha detto che gli dispiace ma che adesso è occupato, non occorre offendere.” Il russo non riuscì a non guardare sorpreso l'altro che al contrario sembrava tranquillo “Se puoi scusarci, siamo occupati.” 

Il giapponese sollevò le sopracciglia in un chiaro invito a lasciarli soli e, anche se stizzite, le due ragazze si allontanarono. 

“Forse avrei dovuto ascoltarti quando mi hai detto di non darti alcool” scherzò Viktor piacevolmente sorpreso. 

L'altro sorrise, ma senza arrossire e abbassò leggermente lo sguardo “Scusa, non volevo rivolgermi così ad una tua amica ma mi sei sembrato nervoso e non volevo ci rovinasse la serata, non vole-“ 

 

Non lo fece finire di parlare, si avventò su di lui afferrando il suo viso con le mani. 

Le labbra di Yuuri erano calde e morbide, esattamente come se le era immaginate e premute contro le sue gli facevano salire piacevoli brividi lungo la schiena. 

Mosse leggermente la bocca sulla sua, aspettando una reazione dal giapponese che non tardò ad arrivare: il moro appoggiò timidamente le mani sul suo petto e schiuse le labbra per approfondire il bacio. Viktor insinuò la lingua tra di esse e una scarica elettrica gli attraversò il corpo non appena entrò in contatto con quella dell'altro. 

Si baciarono a lungo, ma dopo un po' entrambi iniziarono ad aver bisogno d’aria e si separarono, le fronti appoggiate e gli sguardi incatenati. 

Questa era l'unica cosa che potevo fare per sorprenderti più di quanto tu abbia sorpreso me.” Sussurrò Viktor dopo interminabili secondi di silenzio.

Vide le sue guance imporporarsi e i suoi occhioni scuri guardarlo con sorpresa mista a felicità, lui stava provando le stesse identiche cose. 

 

“A questo punto forse dovrei bere spesso” Yuuri accennò una risata “Molto più spesso.” 

“Se vuoi essere baciato ancora basta chiedere” Viktor gli fece l'occhiolino e si avvicinò alle sue labbra, ma fu fermato dall'altro che ci appoggiò due dita sopra.

“Ci prendi gusto, Nikiforov?” Sbottò una risata e il più grande non poté fare a meno di sorridere, senza quell'alcool in circolo – anche se decisamente poco – non si sarebbe mai rivolto a lui così e non riusciva a non trovarla una cosa estremamente adorabile. 

“Non immagini quanto, Katsuki” ridacchiò prendendogli la mano e intrecciando le dita con le sue “Ti accompagno alla sala comune, si è fatti tardi e devi riposare.” 

“Sei tu il campione che ha bisogno di riposo prima della seconda prova!” sorrise teneramente Yuuri stringendo la sua mano “Ma hai ragione, sono stanco anche io.” 

Il più grande gli strinse un braccio intorno alle spalle mentre quello del più piccolo andò a stringergli i fianchi: camminarono così abbracciati fino alla sala comune. 

“Grazie Yuuri” Viktor su il primo a fermarsi e si portò davanti all'altro in modo da guardarlo negli occhi “È stata una bellissima serata, senza di te non sarebbe stato lo stesso. Sono stato bene” 

Il più piccolo sorrise imbarazzato e abbassò lo sguardo sulle proprie scarpe “Mi sono divertito anche io, tanto.” Mormorò strusciando leggermente la punta del piede destro per terra “Grazie.” 

Il russo non si trattenne e gli alzò delicatamente il viso portando la mano sotto il suo mento “Grazie a te” sussurrò poco prima di congiungere le loro labbra in un dolce bacio che lasciò un sorriso sul viso di entrambi, non appena staccati.

“Buonanotte, Yuuri Katsuki” sussurrò baciandogli dolcemente il dorso della mano “Riposati e fai dei bei sogni.” 

Arigatou, Vicchan.” Prima di sparire nel lungo corridoio che portava alle camere, Yuuri gli fece un sorriso così dolce che il cuore di Viktor quasi si sciolse. Decisamente aveva contribuito anche quell’adorabile soprannome.

‘Accidenti, Yuuri. Cosa mi stai facendo?’ Sospirò felice e guardò un ultima volta la parte dove era sparito Yuuri, poi si avviò all’uscita Hogwarts e tornò alla nave felice come non mai. 

 

 

~

 

 

 

Viktor aveva passato giorni interi a cercare di capire cosa fare con quell’uovo, aveva cercato di aprirlo ma un suono stridulo e insopportabile si era diradato per la stanza finché non lo aveva richiuso. Aveva perfino provato a chiedere aiuto a Yuuri, nel caso gli fosse venuta qualche idea, ma l’altro ragazzo sembrava confuso e sorpreso quanto lui.

Era stato Otabek, ormai dopo quasi una settimana, a dirgli come fare e aveva specificato il fatto che adesso fossero pari in fatto di favori.

Aperto e ascoltato sott’acqua l'uovo rilasciava una dolce melodia cantata dalla voce delle sirene. 

«Vieni a cercarci dove noi cantiamo, 

che sulla terra cantar non possiamo, 

e mentre cerchi, sappi di già: 

abbiam preso ciò che ti mancherà, 

hai tempo un'ora per poter cercare 

quel che rubammo. Non esitare, 

che tempo un'ora mala sorte avrà: 

ciò che fu preso mai ritornerà».

Aveva controllato più e più volte la sua stanza, ma niente sembrava mancare.

 

Ormai il quindici di gennaio era arrivato e la seconda prova del Torneo Tremaghi si sarebbe svolta quel pomeriggio

Il luogo deciso era il lago e Viktor aveva già preparato il suo incantesimo per riuscire a respirare sott’acqua. Aveva optato per un testabolla.

Il russo ai sentiva particolarmente agitato ma non riusciva a dare una spiegazione a quel forte sentimento, forse il non vedere Yuuri dalla sera prima aveva contribuito. 

Le tre scuole si erano raccolte intorno al lago e i campioni, in costume grazie ad un incantesimo che li teneva costantemente al caldo, stavano in piedi accanto al preside Cialdini aspettando istruzioni.

“AI NOSTRI CAMPIONI È STATO RUBATO QUALCOSA DI MOLTO IMPORTANTE” Appena l'uomo iniziò a parlare scese il silenzio tra tutti gli studenti “ED È LORO COMPITO RECUPERARLA, CON LA SECONDA E PENULTIMA PROVA!”

Proprio in quel momento, Viktor si illuminò. 

Yuuri non si sarebbe mai perso la prova e neanche l’occasione d augurargli buona fortuna, finalmente aveva capito. 

Yuuri era la sua cosa importante, la cosa che gli era stata rubata ed era suo compito recuperarlo. 

Guardò gli altri campioni e si chiese mentalmente se lo avessero capito, ma le loro espressioni imperturbabili non lasciavano trasparire niente. 

Tutti e tre indossavano un costume da bagno, ognuno con i colori della propria scuola (nel caso di Otabek e Sara, della propria casa) e stavano ad una distanza di circa un metro l’uno dall’altro. 

Viktor non ascoltò il discorso dei presidi, il suo pensiero era rivolto totalmente a Yuuri e a quando l’avrebbe avuto finalmente di nuovo al suo fianco. 

Quando Cialdini diede il via il russo quasi non se ne accorse, tanto era perso nei suoi pensieri. Otabek fu il primo a tuffarsi e gli altri due lo seguirono subito dopo. 

 

Man mano che si immergeva gli schiamazzi degli studenti si facevano sempre più lontani e la luce intorno a lui sempre meno forte. Non aveva indicazioni, sapeva solo di avere un'ora di tempo e l’ansia gli stringeva li stomaco in una morsa insopportabile. 

Prese a nuotare velocemente, lo sguardo saettava da una parte all’altra e non smetteva un attimo di ripetere le parole della canzone nella mente, in cerca di qualche inizio.

Avanzò per quelle che gli sembravano ore, aveva il terrore del tempo che scorreva ma allo stesso tempo sentiva Yuuri sempre più vicino.

Delle creature piccole dal colore verdastro lo guardavano con diffidenza e ogni volta che si avvicinava troppo ad uno di loro, avanti in avanti tentando un affondo che Viktor prontamente parava. 

Le alghe si facevano sempre più fitte e alcune enormi pietre somiglianti a delle abitazioni sembravano moltiplicarsi man mano che avanzava.

Si accorse subito di non essere solo.

Il popolo delle sirene aveva la pelle grigiastra e lunghe, arruffate chiome verde scuro. Gli occhi erano gialli, come i denti spezzati, e portavano spesse collane di ciottoli attorno al collo. Non erano per niente come se le era sempre immaginate.

Tutti lo osservavano attentamente con sguardi maligni e ogni metro che faceva le creature diventavano sempre di più. 

Fu in quel momento che li vide.

I tre ragazzi erano legati da una spessa corda e sembravano galleggiare. Tutti quanti sembravano immersi in un sonno profondo. 

Yuuri era a sinistra, senza occhiali e con i capelli ritti e se avesse potuto Viktor gli avrebbe fatto una foto, lo trovava bellissimo. Alla sua destra, al centro, una corda stava scivolando verso il basso e il ragazzo notò subito la figura di Otabek nuotare velocemente in alto e portare con sé una minuta figura bionda tra le braccia. Viktor si avventò su Yuuri e provo in tutti modi a tagliare la corda, sembrava indistruttibile. Il russo si prese un attimo per guardare l’ultimo ragazzo, non lo aveva mai visto ma assomigliava tremendamente a Sara. 

Strinse la bacchetta della mano e provò a lanciare un incantesimo, Ma dalla sua bocca non uscì nemmeno una parola. Fu allora che lo notò.

Dalla tasca di Yuuri spuntava una pietra appuntita e Viktor non trattenne un sorriso prendendola. Cominciò a segare le funi che legavano il suo giapponese, e dopo parecchi minuti di duro lavoro finalmente si spezzarono. Yuurisvenuto, si sollevò fluttuando dal fondo del lago, spinto dalla corrente.

Viktor lo afferrò delicatamente per un fianco e lo strinse a sé finché non arrivarono finalmente a galla. 

 

Appena le loro teste spuntarono dall’acqua la folla esplose in un boato. 

Il ragazzo però sapeva di essere arrivato al secondo posto. 

Trascinò Yuuri fino a riva e con l’aiuto di Pichit gli fece mettere piede sulla terra ferma, seguendolo subito dopo. 

Otabek era inginocchiato accanto a lui e gli strofinava una coperta sulle spalle cercando di riscaldarlo mentre l’altro, rosso d'imbarazzo, non riusciva a smettere di tremare per il freddo.

“V-Viktor?” la voce flebile di Yuuri arrivò al suo orecchio e Viktor spostò subito lo sguardo su di lui. 

Il moro aveva la testa appoggiata sulle sue gambe e si strofinava gli occhi in modo adorabile cercando di mettere a fuoco quello che aveva davanti. Pichit lo aiutò ad indossare gli occhiali e lo sguardo dell’altro si fece meno confuso. 

“M-Mi dispiace non averti augurato buona fortuna” sussurrò Yuuri guardandolo negli occhi “Cialdini mi ha chiamato, mi ha spiegato la prova e che non potevo parlarti e..

Oh, Baka” Viktor lo riprese guardandolo dolcemente, nella lingua madre dell’altro e gli prese la mano lasciandogli un dolce bacio sulle nocche “L’unica cosa che mi interessava era ritrovarti e riportati da me.”

 

 

 

 

 

 

Hey saaalve!

Scusate l'immenso ritardo, tutta colpa della scuola sigh.

E finalmente i nostri Viktuuri si sono baciati, era ora!

che ne pensate del capitolo? 

Triste notizia, questo era il penultimo.

Mi mancherà tantissimo questa storia, anche se è corta mi ci sono affezionata all'inverosimile.

Vi lascio il mio contatto Twitter e quello di Facebook, nel caso voleste contattarmi o ricevere aggiornamenti su future storie o sulla one shot legata a questa ff che ho giá in mente da un po'.

Allooora probabilmente il prossimo aggiornamento andrá a dopo il lucca comics o addirittura dopo il 10 novembre perchè andrò al concerto dei Queen con Adam Lambert.

 

Chi sará al lucca comics? Io portero come cosplay Young!Viktor e Magnus Bane di Shadowhunters!

 

Fatemi sapere il vostro parere, come al solito lascio il dizionario per le poche parole straniere!

 

 Twitter: @Lambertsvoice

FB: Arianna Comito 

 

 

🇷🇺

Khoroshiy den' rozhdeniya, idiot -> Buon compleanno, idiota

Moya tantsovshchitsa -> Mio ballerino

 

🇯🇵

Arigatou -> Grazie

 

Vicchan è un soprannome, si aggiunge il suffisso -chan come diminutivo del nome, in modo positivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Crediti a Rabbicorn per la foto.

 

Vostra, Arey.

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Capitolo 5
*** Chapter Five ***


Nome: Unconditional love

Personaggi: Yuuri Katsuki, Viktor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Otabek Altin, Pichit Chulanont

Pairing: ViktorXYuuri (Victuuri), accenno di Otayuri 

Raiting: Verde

Genere: Avventura, Fantasy, Fluff

Avvertimenti: Mini storia, Slash, AU

Note: Viktor frequenta il settimo anno a Durmstrang mentre Yuuri è al sesto ad Hogwarts

 

 

 



 

 

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“Io non pretendo di sapere cosa sia l’amore per tutti,

ma posso dirvi che cosa è per me: l’amore è sapere tutto su qualcuno,

è avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona.

L’amore è la fiducia di dirgli tutto su voi stessi,

compreso le cose che ci potrebbero far vergognare.

L’amore è sentirsi a proprio agio e al sicuro con qualcuno,

ma ancor di più è sentirti cedere le gambe quando quel qualcuno entra in una stanza e ti sorride.”

-Albert Einstein







Dopo la seconda prova, Viktor non gli si era allontanato nemmeno per un attimo. Quando usciva dal dormitorio era già li che lo aspettava appoggiato al muro e conclusa una lezione, lo trovava ad aspettare per accompagnarlo nella classe successiva. Pichit ormai dava di matto ogni volta che lo vedeva fuori dall'aula e Yuuri voleva solo sotterrarsi.
“È così dolce! È la tua guardia del corpo. Ma ti segue anche in camera? O magari nel lett-“
“Pichit! Piantala!” Sbottò il moro arrossendo, mancavano meno di cinque minuti alla fine della lezione di pozioni e non avrebbe fatto perdere punti alla propria casa per la bocca larga dell'amico.
“Quindi dopo cosa fate?” Continuò imperterrito il Thailandese sorridendo “Vi rinchiudete da qualche parte?”
Il giapponese ormai era rosso come la copertina del suo quaderno e ci appoggiò sopra la testa come se volesse mimetizzarsi. “Andiamo solo a fare un giro, probabilmente vicino al campo da Quiddich.”
“Oh accidenti, ho da fare! Devo davvero trovare qualcuno che vi faccia foto di nascosto.” Sbuffò rassegnato.
L'altro lo guardò sbalordito sollevando la testa e aggiustando gli occhiali sulla punta del naso “Stai scherzando, vero?”
Pichit annuì ma Yuuri lo guardò sospettoso, il sorrisetto sul suo viso non gli piaceva per niente.
“Pichit-kun quando fai così mi spaventi davvero” Confessò divertito.
“Oh ma dai!” Rispose allegro l'altro pizzicandogli la guancia “Tu mi adori e- oh guarda! Possiamo andare!” Scattò in piedi raccogliendo le sue cose e schizzò fuori dalla porta, non senza prima urlare un ‘Ciao Viktor'.

 

Yuuri uscì ancora perplesso e fuori, appoggiato al muro, c'era Viktor che ridacchiava ancora per gli scatti sovrumani di Pichit.
“Hey” sorrise imbarazzato il più piccolo avvicinandosi. “Tutto bene?”
“Oh si” sorride il più grande staccandosi dal muro e fiorandogli una guancia con la punta delle dita. “Tutto bene, andiamo?”

 

La loro meta era un grande albero vicino al campo da Quidditch che li nascondeva da occhi indiscreti, Viktor aveva scoperto quel posto per caso e ci aveva trascinato Yuuri più volte nei mesi precedenti.
Si sedettero con la schiena appoggiata al tronco e il più piccolo sorrise affondando le dita tra i ciuffi d'erba. Il solito silenzio piacevole li avvolse e presero a rilassarsi ad occhi chiusi. O almeno Viktor, Yuuri aveva gli occhi puntati sul volto dell'altro e non riusciva a distogliere lo sguardo. All'improvviso mormorò qualcosa a bassa voce senza neanche rendersene conto.
“Cosa?” Viktor aveva aperto gli occhi e lo stava guardando confuso.
Yuuri arrossì abbassando lo sguardo

“Posso acconciarti i capelli?”
Viktor lo guardò evidentemente sorpreso e sul suo viso si aprì un grosso sorriso “Da, konechno!
Il giapponese alzò la testa sorridendo timidamente e si mordicchiò il labbro inferiore quando Viktor scivolò davanti a lui. “Quando mia sorella Mari aveva i capelli lunghi mi chiedeva sempre di farle le acconciature più varie, mi è sempre piaciuto giocare con i suoi capelli.” confessò iniziando a pettinare delicatamente le ciocche argento con le dita, aveva un tocco così delicato che Viktor lo sentiva appena “Mi è dispiaciuto tantissimo quando li ha tagliati.”
“Io sono sempre stato una frana ad acconciarli” Ridacchiò il russo rilassandosi sotto le mani dell'altro “Non fraintendermi, adoro i miei capelli e amo vederli acconciati, ma ho imparato solo le cose più basilari come la coda o la treccia.”
Restarono in silenzio per un po’, le mani di Yuuri intrecciavano abilmente le ciocche argento e il più grande canticchiava un motivetto sotto voce con il sorriso stampato sulle labbra.
“Mi dispiace non averti ancora visto giocare sai?” Il più grande arricciò le labbra contrariato e gli lanciò un occhiata, Yuuri era totalmente concentrato su quello che stava facendo.
“Uhm.. beh Leo, il capitano, vuole piazzare un allenamento la prossima settimana” rispose tranquillo senza pensare alle conseguenze “Non ci sono partite per via del Torneo, ma non vuole trovarci fuori allenamento quando riinizieranno.”
“Ma è fantastico!” Viktor scattò leggermente, allegro “sarò sicuramente li a vederti.”
Yuuri si accorse di quello che aveva appena fatto: aveva involontariamente invitato Viktor a vederlo giocare e l'altro aveva accettato. Lo avrebbe avuto lì per tutta la durata dell'allenamento.
Si diede dell'idiota da solo e arrossì violentemente “I-io non.. non sono molto bravo..” Iniziò a balbettare preparandosi a chiudere l'acconciatura.
“Oh mio caro Yuuri, siamo tornati a quando balbettavi?” Ridacchiò il più grande porgendogli il fine elastico nero. Il giapponese lo prese e chiuse la treccia, poi si fermò a guardare soddisfatto la sua opera “Spero.. spero ti piaccia.”

Viktor mosse leggermente la bacchetta e due specchi gli apparvero in mano “Forza, aiutami” sorrise passandogliene uno. Yuuri lo prese e lo posizionò, in attesa. Viktor li guardò dallo specchio e schiuse le labbra in contemplazione. “Yuuri sono.. bellissimi.”


Yuuri aveva fatto una piccola treccia sul lato destro della testa che sulla nuca si andava a unire con una più grande e decisamente molto complicata che andava a finirgli sulla spalla sinistra. Il russo si girò verso di lui e sorride avvicinando il viso al suo “Non smetti mai di sorprendermi, Yuuri.”
Il giapponese sorrise timidamente e appoggiò lo specchio a terra accanto all'altro, poi si aggiustò gli occhiali sulla punta del naso nervosamente “Sono contento che ti piaccia.”
Yuuri non fece a tempo a rialzare lo sguardo che sentì le morbide labbra di Viktor sulle sue e solo in quel momento di accorse di quanto gli erano mancate. Il moro gli accarezzò dolcemente il viso con la punta delle dita e non tardò a ricambiare quel dolce contatto.
Fu un bacio semplice, non come il primo che si erano scambiati, ma comunque si ritrovarono senza fiato dopo pochi secondi entrambi convinti che fosse colpa del potere che l’altro aveva su di lui.
Viktor fece scontrare dolcemente i loro nasi e Yuuri sorrise guardandolo negli occhi, non si sarebbe mai stancato di osservarlo.
“Non hai idea da quanto stessi aspettando per farlo ancora, mio dolce Yuuri” Sussurrò prendendo la sua mano e lasciando un dolce bacio sul dorso.
L'altro sorrise in risposta e arrossì fino alla punta delle orecchie “Ecco.. forse un idea potrei avercela.” Le sue labbra si piegarono in una smorfia imbarazzata e abbassò lo sguardo. Entrambi avevano aspettato fin troppo.

 


~

 


Yuuri era nervoso a tutti gli allenamenti, ma a quello stava superando se stesso. Camminava verso il campo con Pichit, entrambi vestiti in divisa e continuava ad aggiustarsi gli occhiali nervosamente.
“Guarda che così li spezzi” scherzò l'amico lanciandogli un occhiata “Datti una calmata, è solo Viktor!”
“Oh Merlino, giusto!” rise nervosamente, sembrava stesse per avere una crisi ansiosa “È solo Viktor. È solo il cercatore più bravo sulla faccia della terra e io faccio solo pena. Perché preoccuparsi?”
“Non fai pena, Yuuri-kun. L'anno scorso siamo arrivati primi grazie a te, non sottovalutarti.” Il thailandese lo ammonì entrando in campo.
Yuuri lo ignorò e si avvicinò al resto della squadra, tutti sembravano concentrati su qualcosa -o qualcuno, Yuuri sapeva che la seconda opzione era corretta- sugli spalti.
“Oggi dobbiamo fare bella figura” Li avvisò il capitano guardandoli uno per uno, Yuuri sospirò quando fermò lo sguardo su di lui “Soprattutto tu, Katsuki. Il tuo ragazzo è venuto a vederci.”
Il giapponese arrossì e balbettò parole sconnesse tra loro, ma l'altro lo ignorò continuando “Avete capito? Viktor Nikiforov in persona è qui a vederci, dobbiamo fare bella figura!”
Dai vari membri della squadra si alzarono risposte entusiaste e cariche, Yuuri si sentiva solo sottopressione e in imbarazzo.

 

Una cacciatrice della squadra, Sasha Blouse, si avvicinò al baule e lo apri guardando il capitano.
Leo de la Iglesia, capitano della squadra da ormai tre anni, era un ragazzo della stessa età di Yuuri tanto gentile quanto bravo a Quiddich: alla fine della scuola aveva già programmato un colloquio con una squadra americana, i Fitchburg Finches.
Pichit, che aveva il ruolo di portiere, si avvicinò al baule mentre gli altri si alzavano in volo e lanciò la pluffa a Sasha preparandosi a liberare i bolidi e successivamente il boccino. Yuuri salì sulla scopa non appena i primi vennero liberati e guardò l'amico attento, in attesa. Non poteva permettersi di sbagliare, ne valeva dell'orgoglio di tutta la squadra.
Strinse forse il manico della sua Nimbus 1000 e non appena vide la pallina dorata scattare verso l'altro, si lanciò all'inseguimento. Quasi subito la perse di vista.

 

Aguzzò la vista concentrandosi su quello che gli stava intorno e svolazzò un paio di volte intorno al campo, si asciugò entrambe le mani -una per volta- sui pantaloni e prese un grosso respiro. ‘Andiamo, smetti di sudare' si impose mentalmente iniziando l'ennesimo giro del campo ‘Se non ti calmi farai solo un casino'.
“YUURI! ATTENTO!”
Si guardò intorno confuso, era Viktor che aveva parlato? Non fece in tempo a capirlo che un bolide lo colpì sul braccio facendolo gemere di dolore.
“Maledizione” gemette tornando con piedi per terra e tenendosi il braccio “Ci mancava questa.”
La squadra si era avvicinata per vedere come stava e Viktor era corso giù dagli spalti e gli si era praticamente buttato addosso “Che ti dice la testa?!” Sbottò il più grande strattonandogli la manica, non sembrava arrabbiato o altro, solo preoccupato “Non devi mai distrarre lo sguardo dal campo, mai!”
“S-Sto bene, è solo una botta” arrossì il moro tirando a se il braccio senza trattenere una smorfia di dolore “Passerà presto, non volevo farvi preoccupare.”
Leo si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla “Vuoi andare in infermeria Katsuki?”
“Si che ci vuole andare” Sbottò Viktor iniziando a trascinarlo verso il castello.
“No, no” Yuuri puntò i piedi fermando entrambi “Non serve, davvero. Posso giocare” Guardò Viktor e gli sorrise dolcemente “Sto bene, non preoccuparti.”
Il russo non era decisamente calmo ma lasciò la sua mano e sospirò “Sei così testardo” sul suo volto si aprì un leggero sorriso “Forza, vai a prendere quel boccino per me.”

 

Il giapponese sorrise convinto e annuì, strinse la spalla a Pichit in modo rassicurante e montò di nuovo sulla scopa. Poco dopo era di nuovo ad alta quota. Non si sarebbe fatto scappare il boccino, aveva un ottima resistenza e l'avrebbe dimostrato a tutti, soprattutto a Viktor.
Ormai era in aria da mezz'ora e i muscoli iniziavano a dolere, il non essersi allenato quell'anno stava iniziando a farso sentire.
Si guardò intorno per l’ennesima volta quando finalmente la vide, la pallina d'oro stava schizzando verso di lui ad alta velocità e il ragazzo partì per afferrarla allo stesso modo. Imprecò quando essa scattò in giù, ma non si arrese e planò verso il basso con una mano tesa. Bastarono solo pochi secondi. Quando Yuuri tornò con i piedi a terra stringendo tra le mani il boccino, Viktor si avvicinò urlando insieme al resto della squadra.
“Merlino Yuuri, sei stato fantastico!” Pichit gli buttò le braccia al collo abbracciandolo “Sei stato velocissimo! E la manovra che hai fatto? Wow!”
“Ottimo lavoro Katsuki” Leo gli sorride dandogli una pacca sulla spalla “Te la sei cavata bene. Puoi andare a cambiarti.”
Yuuri non riuscì a non arrossire travolto da tutti quei complimenti e mentre la squadra si allontanava per riprendere l'allenamento, alzò lo sguardo su Viktor.
Il russo lo stava guardando con un grosso sorriso e gli stava porgendo la mano guardandolo con dolcezza “Sei stato davvero bravo Yuuri, la virata che hai fatto in fondo era spettacolare.”
Il più piccolo sorrise timidamente e dopo aver messo a posto il boccino gli prese dolcemente la mano intrecciando le dita con le sue “Grazie Viktor, il tuo parere è importante per me.”
Viktor sorrise e gli baciò dolcemente il dorso della mano “A proposito di questo.. è vero che il tuo cane si chiama come me?”
Yuuri spalancò gli occhi, ci mise pochissimo a fare due più due. “PICHIT CHULANONT GIURO CHE SE NON IMPARI A FARTI GLI AFFARI TUOI TI BRUCIO TUTTI I LIBRI!” Sbottò rosso fino alla punta delle orecchie.
Il più grande scoppiò a ridere e attirò a se l'altro baciandolo la tempia “La trovo una cosa adorabile, mi ha anche detto che è uguale al mio Makkachin! Ho deciso, comprerò un criceto da Pichit e lo chiamerò Yuuri.”
“Viktor!” Esclamò l'altro piagnucolando tra le risate del più grande, ma un piccolo sorriso rassegnato e felice si apriva sul suo viso.

 


~

 

 

Non appena Yuuri vide il labirinto si lasciò travolgere dall'ansia, e se qualcuno si fosse perso li dentro? E se qualcuno ci fosse morto?
Pichit al contrario suo era super eccitato e lo trascinò a sedere in prima fila.
“Devi essere il primo a saltare addosso all'amore della tua vita quando uscirà, no?” gli sussurrò contento dandogli una piccola gomitata “Non essere nervoso, non succederà niente.”
Otabek fu il primo ad arrivare e lo vide avvicinarsi subito a Yuri che si torturava le mani nervoso, non riusciva a capire cosa si stessero dicendo ma era sicuro che il più grande stesse rassicurando l'altro.
Viktor arrivò pochi minuti più tardi e dopo aver scambiato qualche parola con alcuni compagni si avvicinò a lui e Pichit.
“Addirittura un labirinto” ridacchiò sedendosi accanto a Yuuri “Non ho un bel senso dell'orientamento, vedremo cosa ne uscirà fuori.”
Pichit ridacchiò stringendogli la mano “Buona fortuna Viktor.”
Il più grande gli fece un occhiolino poi spostò la sua attenzione su Yuuri e sorrise dolcemente “Non essere preoccupato per me.”
Il giapponese sorrise leggermente abbassando lo sguardo “Sembra così pericoloso” si morse una guancia dandosi internamente dello stupido. Era ovvio fosse pericoloso.
“Oh sciocchezze! Basterà girare un paio di volte a destra” ribadì l'altro con tono allegro “Tanto ci sarai tu qui ad aspettarmi, no?”
Yuuri annuì convinto e arrossì violentemente quando l'altro gli rubò un tenero bacio sulle labbra “Augurami buona fortuna”
“B-Buona fortuna V-Viktor” mugugnò a malapena guardando il più grande allontanarsi.
Accanto a lui Pichit sospirò “Questa va dritta nelle cartoline di Natale per la tua famiglia” Il Thailandese stringeva tra le mani una macchina fotografica nera che era evidentemente sbucata dal nulla.
Yuuri aggrottò la fronte “E quella da dove esce fuori?”
“Oh l’ho presa in prestito da Seung-gil” sorrise innocentemente passandola al serpeverde che lo stava guardando disinteressato “Grazie, ti scriverò per la foto”
Seung grugnì infastidito in risposta e si allontanò velocemente dai due, Yuuri ridacchiò “Molto loquace.”
“È solo riservato” Pichit lo difese alzando le spalle e sorrise malizioso. “Quindi state insieme.”
“Non lo so” Arrossì l'altro “Non ne abbiamo parlato. Oh guarda, ecco Cialdini!” chiuse il discorso con un cenno della mano e si fermò ad ascoltare il preside.
“Benvenuti all'ultima prova del Torneo Tremaghi! Viktor Nikiforov per Durmstrang e Otabek Altin per Hogwarts possiedono lo stesso punteggio mentre la signorina Crispino per Beauxbatons è indietro di pochi punti. I tre sfidanti dovranno affrontare varie minacce all'interno del labirinto e solo uno di loro uscirà con in mano la coppa dei campioni.” Poi si rivolse direttamente ai tre ragazzi “Se uno di voi sarà in pericolo, basterà puntare in alto la bacchetta e far uscire delle scintille rosse. Verrete soccorsi istantaneamente.”
I tre annuirono e il preside Cialdini unì le mani in grembo con un sorriso “Beh che dire, che vinca il migliore!”

 

Yuuri video Viktor rivolgergli un meraviglioso sorriso prima di correre insieme agli altri all'interno del labirinto. Trattenne il respiro quando le alte siepi si chiusero nascondendo la vista dell'interno a tutti gli spettatori.
Passarono dieci minuti, poi venti. Man mano che il tempo passava Yuuri si sentiva sempre più agitato. E se gli fosse successo qualcosa?
Accanto a lui Yuri sembrava si stesse trattenendo dal correre dentro o semplicemente dall'urlare, non stava fermo nemmeno un secondo e i suoi occhi scattavano da una parte all'altra. Yuuri si alzò di scatto quando vide l'altro scavalcare le due persone che gli erano davanti e lanciarsi verso la persona che era emersa dal labirinto. Il tassorosso si girò con il cuore in gola e il sollievo alle stelle, ma non era Viktor.
Otabek stringeva la coppa in una mano e con l'altra teneva Yuri vicino a se che gli si era aggrappato al busto.
Gli studenti di Hogwarts si alzarono esultando e corsero a elogiare il campione e a complimentarsi con lui, ma Yuuri e Pichit rimasero a guardare il labirinto, preoccupati.
Poco dopo le figure di Sara e Viktor emersero dalla grossa siepe e Yuuri corse verso il secondo sospirando “Stai bene!”
Viktor ridacchiò “Certo che sto bene, moye sokrovishche!” Il russo si avvicinò a Otabek sotto gli sguardi attenti di tutti gli alunni e gli porse la mano sorridendo “Complimenti, te lo sei meritato.”
l'altro abbozzò un sorriso e gli strinse la mano lanciando un occhiata a Yuri “Grazie Viktor.”
Il biondo guardò entrambi e fece una lieve smorfia che assomigliava quasi a un sorriso “Sei comunque stato bravo, tosser
Il più grande rise e si allontanò tornando verso Yuuri che lo stava guardando quasi imbronciato “Mi dispiace che tu non abbia vinto, Vitya. Te lo meritavi.”
L'altro sorrise dolcemente e gli accarezzò la mano prima di lasciarci un dolce bacio sopra “Io ho già vinto, Yuuri. Ho te e non desidero altro.”

 


~

 

 

Yuuri aveva sempre odiato gli addii e quello decisamente non faceva eccezione.
Mancavano due mesi alla fine della scuola e gli studenti di Durmstrang e di Beuxbatons stavano tornando alle rispettive scuole per lasciare il tempo agli studenti del settimo anno di affrontate gli esami.
Il giardino era pieno di ragazzi e ragazze che si salutavano: alcuni piangevano, altri si limitavano a sorridere e stringersi la mano. Si erano create davvero tante amicizie quell'anno e di sicuro non sarebbero crollate per la distanza.
Yuuri individuò subito Viktor, era in un angolo che parlava con Yuri e Otabek e sembrava davvero molto giù di morale
Si avvicinò al gruppetto con un lieve sorriso.
“Beh ecco il tuo cotoletto” sbottò il serpeverde afferrando Otabek per un braccio “Ci vediamo a casa Nikiforov” Il moro fece a malapena in tempo a salutarlo con un gesto della mano che il più piccolo lo stava già trascinando verso la parte opposta del cortile.
Viktor si girò verso di lui, il sorriso era sparito dalle sue labbra e un espressione imperturbabile aveva preso il suo posto “Non scordarti di me, Yuuri”
L’altro lo guardò sorpreso “Non potrei mai!”
“Mi scriverai?” Continuò l’altro rilassandosi un pochino.
“Certo che lo farò Vitya, ti scriverò ogni giorno”
I due si guardarono negli occhi per infiniti secondi, poi il più piccolo si decise ad agire. Appoggiò con delicatezza una mano sul collo dell'altro e lo attirò a se in un bacio quasi disperato. Viktor si agganciò con le mani alla sua giacca pesante e ricambiò con passione stringendolo a se, quasi come se volesse assorbirlo, diventare un'unica persona.
Si baciarono fino a quando entrambi non iniziarono ad avere bisogno d'aria e si strinsero l’uno a l'altro ignorando tutte le persone che gli stavano intorno e probabilmente li stavano guardando.
“Devi andare, Vitya” sussurrò il moro vedendo i compagni dell'altro andare verso la nave “Ti prometto che ti scriverò presto.”
Il può grande sospirò e gli lasciò un dolce bacio sulla fronte “Ci conto. Poi questa estate devi presentarmi Vicchan, no? E tu non puoi non conoscere Makkachin!”
Il giapponese sorrise dolcemente e annuì, incapace di dire altro. Si strinsero la mano ancora una volta e Viktor seguì i compagni sulla nave, ma non prima di avergli baciato dolcemente il dorso della mano.
Era doloroso vederlo andare via, vedere quella nave salpare.
Ma Yuuri era sicuro di una cosa, quello non era un addio.

 


~

 


Gli esami erano andati così bene che Yuuri stentava a crederci. Sia lui che Pichit erano passati con il massimo dei voti e l’amico aveva già deciso di intraprendere la sua carriera nel giornalismo. Il moro ovviamente non aveva ancora la più pallida idea di cosa fare.
Il viaggio in treno era una cosa che aveva sempre amato ma quella volta, consapevole che sarebbe stato l’ultimo, un moto di tristezza lo investì da capo a piedi. Il paesaggio era sempre meraviglioso e gli dispiacque immensamente non riuscire a coglierne la bellezza quella volta.
Pichit accanto a lui mugugnava disperato sulle varie cose che avrebbe dovuto fare una volta a casa ma Yuuri aveva smesso di ascoltarlo già da un po'. Viktor non aveva risposto alle sue due ultime lettere e non faceva altro che chiedersi se avesse fatto qualcosa di sbagliato nei suoi confronti. L'amico continuava a cercare di rassicurarlo dicendo di no ma lui ormai non ne era più così sicuro.
Aveva sentito i suoi genitori il giorno prima e sua madre e Mari li sarebbero andati a prendere entrambi, i genitori di Pichit non c'erano e il ragazzo si sarebbe fermato da loro alle terme per due settimane.
Il treno rallentava sempre di più e i due ragazzi si avvicinarono al portellone del vagone, pronti a scendere.
Una volta a terra Yuuri cercò la madre con lo sguardo e quando la vide si avvicinò velocemente per abbracciarla. Non fece a tempo a fare più di un paio di passo che una palla di pelo marrone gli si fiondò addosso abbaiando.
“Vicchan!” Rise Yuuri piegandosi e accarezzandogli dolcemente la testa, alzò la testa verso la madre e la confusione lo invase. Vicchan era accanto alla madre, legato al guinzaglio e scalpitava impaziente per andare a salutare il padrone. Ci mise poco a collegare.
Il ragazzo si alzò di scatto e si guardò freneticamente intorno, appena dietro la madre si trovava Viktor che, con le mani nelle tasche, si avvicinava sorridendo.
I suoi occhi si fecero lucidi e sotto i sospiri innamorati di Pichit, si fiondò tra le braccia del più grande.
“Sorpresa, mio dolce Yuuri” Sussurrò Viktor stringendolo dolcemente a se e accarezzandogli appena la nuca con la mano destra.
Il più piccolo lo strinse a se affondando la testa nel suo collo mentre Vicchan, allegro, saltellava intorno a loro.
“Ma come.. domani.. la partita..” Yuuri si allontanò leggermente da lui per guardarlo in faccia, sorpreso.
Il russo sorrise “Ho prenotato una stanza alle terme dei tuoi e vi ho portato i biglietti per la partita di domani sera” Gli accarezzò dolcemente la guancia “Poi beh, una bella vacanza mi ci voleva. Yuri e Nikolai mi raggiungeranno la prossima settimana”
Lo sguardo del giapponese si illuminò “Resti?”
“Quasi tutta l'estate, mio dolce Yuuri. Mi hai promesso il katsudon di tua madre, no?”
Yuuri spalancò gli occhi e si girò verso la madre e la sorella che per tutto il tempo erano rimaste li ad osservarli. Si avvicinò a loro arrossendo “Okaasan! Neesan!” Le abbracciò entrambe, poi prese Vicchan in braccio accarezzandolo dolcemente.
“Oh Yuuri, sono così felice che tu stia tornando a casa!” Hiroko incrociò le braccia sul ventre e sorrise dolcemente “Lui è il Vicchan di cui parli sempre, vero?”
Il giapponese arrossì annuendo e si girò verso Viktor che nel frattempo si era avvicinato. Il più grande si inchinò in forma di rispetto “È un piacere, signora Katsuki.”
La donna sorrise e si rivolse a Mari “Aiuta Yuuri con i bagagli, lui deve pensare ai nostri due ospiti!”
Le due donne si avviarono verso l'uscita del binario seguite da Pichit, Yuuri fece per avviarsi ma Viktor lo fermò appoggiandogli una mano sulla spalla. Il ragazzo si girò posando Vicchan per terra -che prese a giocare con Makkachin- e lo guardò confuso “Tutto okay?”
Il russo gli accarezzò dolcemente il viso e appoggiò la fronte alla sua “Non potrebbe andare meglio, scusa se non ho risposto le tue ultime lettere ma volevo fosse una sorpresa”
L'altro sorrise e dopo averlo guardato negli occhi per qualche secondo chiuse i suoi “Non preoccuparti, sono davvero contento che tu sia qui.”
Viktor fece scontrare dolcemente le loro labbra in un casto bacio e si allontanò quasi subito prendendogli la mano.
Lo guardò dritto negli occhi e lasciò un bacio sulle nocche “Ya tybyá lyublyu , Yuuri.
Il giapponese arricciò le labbra confuso, perché parlava in russo? Sapeva che lui non lo conosceva. Provò a chiedergli cosa significasse ma il più grande evitò l'argomento intrecciando le dita con le sue e trascinandolo verso l'uscita della stazione.
Yuuri dimenticò presto quelle parole, ma non passò troppo tempo che Viktor le ripeté. Dopo un paio di volte, finalmente cercò il significato di quelle parole e la terza non si fece trovare impreparato: gli rispose finalmente “Ia toye tybiá lyublyu, Vitya.” E tutto quello che seguì, fu un dolce bacio carico di sentimenti che si rivelò essere diverso dagli altri.








Heilà! 

Non ci posso credere, eccoci già qui con l'ultimo capitolo. 

È stata la prima storia completa che ho scritto e devo dire che concluderla, anche se ha pochi capitoli, mi ha lasciato un buco nel petto.

Di sicuro non sarà l'ultima cosa che scriverò, ho già molte idee in mente e ho intenzione di metterle in atto a breve.

Soprattutto la one shot sulla Otayuri a cui avevo accennato.

Volevo partire ringraziando le mie due beta che mi hanno aiutata a controllare il capitolo, ma volevo ringraziare (e soorattutto dedicarle il capito) Ylpeys che sopporta i miei scleri a qualsiasi ora. Grazie davvero. 

Okay, smetto con lo sproloquio e vi lascio al solito dizionario per le poche frasi straniere.

A presto, promesso. 

 

🇷🇺

Da, Konechno! -> Si, certamente 

Moye sokrovishche -> Mio tesoro 

Tosser -> Coglione 

Ya tybiá lyublyu -> Ti amo 

Ia toye tybiá lyublyu -> Ti amo anche io 

 

🇯🇵

Okaasan: Mamma 

Neesan: Sorellona 

 

 

Spero davvero che la storia vi sia piaciuta, aspetto i vostri pareri. 

A presto.

 

Vostra, Arey.

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