incontri notturni preparativi
-Anche io voglio fare l'amore con te Ron!-
Ecco,
questa era la risposta che Ronald Weasley sperava di ricevere quel
pomeriggio, all'ombra di un albero nel suo giardino. Non quella che si
aspettasse, figurarsi, ma ci sperava.
Non era difficile.
Anche io voglio fare l'amore con te.
Quante parole erano? sette, otto?
Poche.. poche parole che l'avrebbero reso così felice.
Siamo
chiari, non che lui puntasse solo ed elusivamente ad un approccio
fisico, ma comunque sia la riteneva una tappa importante. Non solo per
l'immediato piacere, si parlava di "unione totale", "sentirsi parte l'uno dell'altra", la "completa.. mm.. com'era...E vabbe, sì... forse era un po' più per la parte fisica.
Ma Hermione non era una ragazza come le altre, non era mica come Lavanda.
Lui era innamorato di Hermione.
L'amava sì, l'amava da tanto e di questo ne era certo.
Come era certo, del resto, che anche lei lo ricambiasse.
Lo sentiva da come rispondeva ai suoi baci, lo sentiva da come lo abbracciava stretto, lo sentiva dal contatto dei loro corpi.
Lo sentiva, punto.
La loro era un'affinità profonda, complice, perfetta.
E questo era quello che pensava, non gliel'aveva mai detto, ma lo pensava.
Però gli aveva detto che voleva fare l'amore con lei e la reazione non fu quella che sperata..
-Voglio fare l'amore con te-
Ok, ora tieni gli occhi chiusi, le opzioni sono due, schiaffo o bacio.
Ma nonostante l'attesa (piuttosto prolungata) non arrivò nessuno dei due.
Quando
Ron decise di riaprire gli occhi Hermione era già lontana, stava
tornando alla Tana e nonostante l'avesse chiamata più volte a
gran voce lei non si era neanche degnata di voltarsi.
Improvvisamente
sentì le gambe forsi molli, come fossero diventate
improvvisamente di burro. Si lasciò scivolare a terra, con la
schiena ancora appoggiata al tronco dell'albero.
La sua carta se l'era giocata, ed ora? come avrebbe fatto ad uscire da quella situazione?
*
-è la fine, la fine ti dico.. non mi parla più e lo rifarà solo per lasciarmi-
Harry diede una pacca consolatoria sulla spalla dell'amico.
-Vi siete rincorsi per anni, non credo che ora per uno sciocco litigio ti lascerà così di punto in bianco-
-Non era un litigio Harry. Mi ha lasciato lì come un .. come un.. un idiota! non mi ha neanche risposto!-
-Ma, se posso essere indiscreto, qual'era la richiesta?-
Ron alzò lo sguardo ad incrociare gli occhi verdi dell'amico per riabbassarlo subito dopo sconsolato.
-Le
ho detto che volevo fare l'amore con lei..- biascicò aprendo a
malapena la bocca senza però evitare di arrossire violentemente.
-Oooh..-
-E da quel momento non mi parla più, neanche mi saluta! proprio come se non esistessi!-
-Ehm.. forse sei stato un po' brusco?-
Ron ripensò alla situazione.
Sì, forse sì.
-Ma.. ma io pensavo che anche lei lo volesse, insomma, eravamo arrivati ad un certo livello di intimità..-
Proprio
in quel momento Hermione entrò nella stanza sorreggendo una
lunga pila di panni freschi di bucato, ma alla vista dei due ragazzi
fece dietro front e scappò via facendo trabballare
pericolosamente asciugamani e lenzuola.
-Ecco,
vedi come fa!- esclamò Ron esasperato indicando la porta che
Hermione non aveva dimenticato di sbattersi alle spalle.
*
Finalmente la Tana era tornata quella di un tempo.
Tutti i suoi ospiti erano tornati alle proprie abitazioni lasciandola libera di sprofodare in un inquietante silenzio.
Non
c'era più nessuno che correva su e giù, nessuna valigia o
brandina sulla quale inciampare, niente montagne di piatti sporchi nel
lavello. Persino George aveva deciso di andarsene.
Sarebbe
rimasto qualche tempo da Percy prima di trasferirsi nell'appartamentino
che aveva preso a Diagon Alley. Aveva bisogno di cambiare aria e
soprattutto, aveva bisogno di allontanarsi da quella camera.
Molly
ed Arthur avevano acconsentito senza neanche pensare di ribattere ed
avevano promesso di venirlo a trovare molto spesso.
Ron
sapeva che per sua madre quella era stata una decisione particolarmente
sofferta, vedere anche George allontanarsi da casa le spezzava il cuore
e, chissà per quale motivo, sembrava fosse convinta di non aver
dato il giusto supporto morale al figlio. Ma aveva accettato la
situazione, aveva accettato la scelta di George di allontanarsi da
quella casa che rivangava mille ricordi e peripezie.
Ginny
aveva ricevuto poco prima una lettera da Hogwarts la quale diceva che
avrebbe avuto la possibilità di frequentare il suo ultimo anno
nella scuola di magia. Di lì a qualche giorno sarebbe partita e
di conseguenza anche Harry se ne sarebbe andato, forse a Grimmauld
Place, Ron non lo sapeva. Ogni secondo libero Harry preferiva passarlo
con Ginny, giustamente del resto; una volta partita non avrebbero
potuto vedersi poi così tanto.
Quindi,
contando il fatto che Hermione ancora non si degnava di rivolgergli la
parola, Ron passava la maggior parte del suo tempo chiuso in un
frustrante silenzio, sdraiato sul suo letto a fissare il soffitto della
camera.
Se era l'orgoglio o imbarazzo quello che lo frenava, quello che gli impediva di andare da lei e dirle chiaramente ho bisogno di parlarti non lo sapeva, ma qualsiasi cosa fosse stava lasciando un po' troppo spazio alla malinconia.
Ed il soffitto prese forma, prese la forma di un grosso letto vuoto.
Gli mancava.
Gli mancava lei.
Gli mancavano i loro incontri.
Gli mancava stringerla a sé e inebriarsi del suo profumo.
Quella
notte Ron, non riuscendo ad addormentarsi, si alzò dal suo letto
e si diresse, come inconsapevole di quello che stava facendo , verso la
camera della ragazza. Poggiò la mano sulla maniglia ma non
aprì la porta. Rimase lì in piedi qualche minuto
rendendosi conto che non era il caso di far irruzione nel cuore della
notte nella stanza di una persona che lo stava volutamente evitando.
Poggiò una guancia sulla superficie della porta, prima di
emettere un sospiro e tornare nella sua camera.
*
-Dimmi cosa devo fare Harry, te lo saprai no?-
-Lascia trascorrere un po di tempo..vedrai che le passerà-
-Cosa?
sarebbe questo il tuo consiglio? Mi sono rotto di aspettare.. non si
siede neanche più vicino a me a tavola! Dille che le devo
parlare.. perfavore-
-Gliel'ho detto Ron, ma lei mi ha risposto che non se la sente..-
-Non se la sente? Non se la sente?! che diamine vuol dire che non se la sente!?-
Ron si alzò contrariato da tavola, rischiando di far cadere la sedia all'indietro.
Sentiva la rabbia ribollirgli dentro.
Cos'era? Una sorta di combutta contro di lui? Anche il suo migliore amico si rifiutava di aiutarlo!
La sua pazienza aveva un limite, cavolo!
Si era seriamente scocciato di quella situazione, basta.
Se lei non aveva voglia di parlare l'avrebbe fatto lui.
Sarebbe
salito di sopra e l'avrebbe costretta ad ascoltarlo, con le buone o con
le cattive. Non era giusto, non poteva mica essere trattato così
solo perché aveva avuto il coraggio di confessarle che voleva
fare l'amore con lei.
E
poi scusate, non avrebbe dovuto essere contenta? Era la sua ragazza!
Era sicuro che se ora stavano insieme era perchè entrambi
provavano dei sentimenti reciproci. Tutte quelle storie che aveva fatto
quando stava con Lavanda erano un chiaro sentore del suo interesse, no?
E allora qual'era il problema!
Salendo le scale in preda al nervosismo, diede un pugno al muro, scorticandosi le nocche.
-Ahi...-
-Ron!-
-He.. Hermione..-
Tutta la rabbia che lo aveva pervaso sino a quel momento si dissolse magicamente, lasciando posto all'imbarazzo.
Nascose la mano sanguinante dietro la schiena, continuando a sventolarla per il dolore.
La
ragazza, avvolta in un soffice accappatoio bianco e con un asciugamano
arrotolato a mo' di turbante attorno alla testa, continuava a fissarlo
con occhi sgranati.
-Che ci fai ... ehm.. da queste parti?-
-
quella é la mia camera..- rispose indicando la porta sulla
quale Ron si era appena appoggiato con nonchalance, continuando a
nascondere la mano.
Stupido,stupido,stupido.. Dille qualcosa di sensato.
Ma il flusso dei pensieri del rosso venne interrotto dall'inaspettato avvicinarsi della giovane.
-Ti
sei.. fatto male?- disse lei andando a cercare la mano che il ragazzo
aveva immediatamente smesso di sventolare dietro la schiena.
-No.. io..-
-Fammi
vedere- lo intimò Hermione che, con un gesto repentino, si
impossessò della mano dell'infortunato portandosela vicino al
viso per poterla ispezionare meglio.
Il movimento fece aprire leggermente l'accappatoio lasciando sprigionare un intenso profumo di vaniglia.
Ron
cercò di concentrare tutta la sua attenzione sulla mano
dolorante, senza lasciarsi sopraffare da quell'odore inebriante che
cominciava a dargli alla testa.
-Io.. ecco.. volevo vedere se le pareti erano abbastanza solide....- riuscì a mettere insieme con estremo sforzo.
-se le pareti erano abbastanza solide.. - ripetè Hermione scettica.
Continuava a guardarla ipnotizzato, i movimenti venivano percepiti dal suo cervello come fossero stati volutamente rallentati.
Non
riusciva a scollare gli occhi da quelle piccole mani che si
rigiravano la sua lentamente tra loro, dalle dita affusolate che
passavano delicate sulle ferite rosse; ma non sentiva dolore, non
riusciva a sentire niente che non fosse il battito accellerato del suo
cuore.
-Ron, ma mi stai ascoltando?-
-Eh.. cosa?-
-Dovresti
disinfettarla..questa dico- aggiunse sventolando la mano
ferita a pochi centimetri dal volto del ragazzo che aveva assunto
un'espressione assente.
-Oh.. sì, certo.. ora vado a..-
-Bene- tagliò corto Hermione sorridendogli appena e sorpassandolo per entrare nella sua camera.
Ron
rimase lì impalato, continuando guardare il punto dove fino ad
un attimo prima si trovava la ragazza, finchè non sentì
il suono secco della porta che si chiudeva lasciandolo fuori ai suoi
pensieri.
Doveva essere riusltato proprio un idiota.
volevo vedere se le pareti erano abbastanza solide... ma come diamine gli era venuta in mente una giustificazione così stupida!
Non si parlavano da giorni e lui se ne usciva con assurdità del genere?
Si era preparato un discorso così..
Ma un momento...
Il
ragazzo si avventò sulla porta e senza pensarci due secondi in
più fece irruzione nella stanza di Hermione.
-Ehi, aspetta! io ti devo parlar..- ma la frase gli morì in gola per un motivo più che giustificabile.
L'idea
di bussare e chiedere permesso non gli era passata neanche lontanamente
per la testa ed ora si ritrovava lì, a fissare la sua
ragazza mezza svestita che gli dava le spalle.
L'immacolato
accappatoio giaceva abbandonato sulla spalliera di una sedia, i ricci
capelli della giovane ricadevano a bagnare le spalle e la schiena nuda.
Hermione,
con indosso solo da un paio di mutandine che coprivano una ben piccola
porzione del suo corpo, si affrettò ad abassare con un movimento
scattoso la canottiera che stava infilando, senza però
accingersi a voltarsi in direzione del ragazzo, bloccata dal troppo
imbarazzo.
-Scusascusascusa!-
esclamò Ron premendosi le mani sugli occhi e tentando goffamente
di uscire dalla stanza senza pensare, però, che non
vedendo, riuscire a trovare l'esatta collocazione della porta era un
ardua impresa.
Hermione
infilò velocemente i pantaloni del pigiama e corse ad aiutare il
ragazzo che continuava a sbattere contro lo stipite della porta.
-Ron smettila, leva quelle mani!-
-Non posso, miseriaccia! sei nuda!-
-Non
sono nuda Ron! leva quelle mani!- ma senza dargli l'opportunità
di farlo Hermione strappò letteralmente via le mani del ragazzo
dai suoi occhi.
-Ed ora perfavore spiegami il motivo di questa irruzione!-
-Io..
ecco.. io.. volevo parlarti..- balbettò imbarazzato, fissando
con ostinazione un punto oltre la spalla della ragazza .
Hermione
parve perdere tutta la sua sicurezza perchè senza rispondere
anche lei spostò lo sguardo, fino ad un attimo prima fisso negli
occhi blu dell' interlocutore.
-Io..
é che proprio non ce la faccio.. insomma.. non volevo..
ehm.. perfavore puoi vestirti!? - concluse con un tono decisamente
stridente che fece arrossire fino alla punta delle orecchie la ragazza
la quale, balbettando un imbarazzato Oh io... sì, ecco..., si diresse spedita al suo baule cominciando a rovistarne freneticamente il contenuto.
Dopo
esserne riemersa con indosso un maglione sformato color zucca con una
grossa H dorata ricamata sul davanti (evidente regalo di mamma
Weasley), chiuse il baule e vi si sedette sopra, esausta da tutto
quell'accumulo di tensione.
Il
maglione arancione ed i pantaloni rosa del pigiama facevano decisamente
a pugni tra loro, ma Ron non potè fare a meno di notare quanto
fosse bella la sua Hermione con le guance ancora arrossate ed i ricci
umidi che le ricadevano sulle spalle andando a bagnare lo
sgualcito indumento.
Non
sapendo cosa fare esattamente mosse qualche passo incerto verso di lei
per poi fermarsi nel centro della stanza senza proferire parola e
portando lo sguardo ovunque meno che sulla proprietaria della
camera.
Dopo qualche minuto, il silenzio imbarazzante venne rotto dalle voci di entrambi i ragazzi.
-Scusami- disserò allunisono.
Hermione puntò lo sguardo sul volto di Ron che era rimasto a guardarla a bocca aperta.
-No, scusami tu..-
-No, tu non devi scusarti, sono io che..-
-No, davvero Ronald..-
-é che io..-
-No, veramente non devi scusarti..-
-Hermione fammi parlare!- sbottò Ron facendo sussultare la riccia.
-Ora
senti...- cominciò facendo appello a tutto il suo coraggio ed
alla pazienza rimastagli -io lo so, capisco che non vuoi, che
é troppo presto e sono stato un po' brusco...e.. non é
affatto una necessità incombente al momento, te lo assicuro...
quindi non c'è bisogno di..-
-Ma io voglio..-
-Sì, lo so , lo capisc.. eh.. c-come hai detto?-
-Io voglio fare l'amore con te..-
Ron
la guardò spiazzato, abbandonando lungo i fianchi le braccia
gesticolanti fino a quel momento - Ma allora non.. tu .. tu..sei..
tu.. te ne sei andata così.. non mi hai più parlato per
giorni.. io non .. non capisco..-
La ragazza tornò ad abbassare lo sguardo imbarazzata e mortificata allo stesso tempo.
-Hai ragione ad essere confuso scusami e se sei arrabbiato ti capisco.. é che, insomma, ho avuto paura..-
-Mi hai evitato per giorni perchè avevi paura!? -
-Beh
ecco.. non sapevo come gestire la situazione e..poi..noi siamo sempre
stati amici, é diverso, é imbarazzante..-
-Ma
Hermione, anche io ho un po' di paura, ma non per questo.. cavolo, non
puoi sempre "gestire" tutto ci sono cose che..insomma, dovevi
parlarmene, ti avrei spiegato ..-
-ma
no, non capisci?..- esclamò Hermione alzandosi in piedi e
facendo qualche passo in avanti accorciando notevolmente la distanza
che li separava, guidata da un istinto forse troppo impulsivo -io
.. cioè, te e Lavanda.. io invece.. ecco.. - si
portò le mani alle guance, sentiva che da un momento all'altro
avrebbero preso fuoco.
-Lavanda? E ora che centra Lavanda!-
-Beh.. te e lei.. oh insomma... io non ho alcuna esperienza in quel.. quel campo!-
-Ma
io e Lavanda.. Oh...no, no, no io e Lavanda non abbiamo fatto
assolutamente niente del genere!- si affrettò a rispondere il
ragazzo realizzando a cosa alludesse la riccia -Io anche non ho nessuna
esperienza in quel campo, te lo giuro! E anche io ho una paura folle di
fare qualcosa di sbagliato, ma é il farlo con te che cambia le
cose.. cioè non il fare qualcosa di sbagliato con te.. fare le
cose giuste.. anche se non ho la benchè minima idea di come si
faccia.. e.. ecco.. di cosa devo fare...miseriaccia se é
imbarazzante- si grattò a disagio la nuca, gli occhi fissi
al pavimento e il viso e le orecchie tutt'uno con i capelli.
-Sai
che ti dico, niente andrà storto- continuò -Niente
può andare storto..sarà tutto perfetto...- concluse
annullando la distanza che li divideva e traendola a sé per
circondarla in un caldo e protettivo abbraccio.
-E
come fai ad esserne così sicuro?- mormorò Hermione di
rimando. Il viso premuto sul petto di Ron fece uscire la sua voce
leggermente ovattata.
Ron sorrise prima di poggiare il mento sulla testa bagnata della ragazza.
-Beh.. perchè ti amo-
-Cosa?-
-Cosa,cosa?-
-Cos'è che hai detto?-
-Che tutto sarà perfetto..-
-No, Ron..quello che hai detto prima-
-Che niente andrà storto?-
- Hai detto che mi ami!- esclamò la ragazza liberandosi dall'abbraccio.
-Oh..beh, sì, ti amo..- ripetè Ron tornando a grattarsi la nuca e a scrutare il pavimento.
-Non me l'avevi mai detto.. -
-E c'era bisogno di dirtelo? Non lo sapevi già da sola?-
-No che non lo sapevo! é una cosa importante, queste non sono cose che si intuiscono.. -
-Ma
come? Hermione Granger, colei per la quale la magia non ha segreti, non
sa che il suo ragazzo la ama alla follia?- scherzò Ron alzando
imbarazzato lo sguardo da terra.
-Oh Ron.. qui non centrano niente i libri, é un sentimento importante che..-
-Ma la magia centra no? la mamma quando eravamo piccoli ci ripeteva sempre che l'amore é la magia più..-
Ma
si dovette interrompere perchè Hermione si stava nuovamente
avvicinando e con un'aria talmente seria che non presagiva nulla di
buono.
-anche io ti amo Ron..- disse risoluta guardandolo con fermezza negli occhi.
-Se me lo dici così mi spaventi...-
Hermione sorrise prendendo le mani del ragazzo tra le sue.
-Ma Ron.. non hai disinfettato queste ferite..-
-Pensavo che potevi farlo te..-
Sorrise.
Hermione rispose al sorriso e si portò la mano del ragazzo vicino al viso per ispezionare nuovamente le ferite.
Senza aggiungere parole avvicinò le labbra ai tagli, appoggiandovele poi, delicatamente sopra.
Ron
senti il suo cuore perdere un colpo e dovette farsi forza per
mantenere serratala bocca, impedendo alla mascella di andare a
rasentare il terreno.
Sentì
una sorta di bruciore irradiarsi dalle aperture sulla sua pelle a tutta
la mano, ma sopportò la fastidiosa sensazione volentieri
continuando a seguire rapito i movimenti delicati e un po' impacciati
della lingua della ragazza che passava dolcemente da un taglio
all'altro.
Non
riusciva a staccarle gli occhi di dosso, non riusciva a smettere di
fissare imbambolato quella lingua che avrebbe tanto voluto sentir
muovere sinuosa all'interno della sua bocca, ad andarsi ad intrecciare
con la sua. Avrebbe voluto abbracciarla e baciarla, sospingerla
sul letto per riuscire a godere appieno quelle fantastiche sensazioni,
ma avrebbe anche voluto continuare a guardarla per sempre
Chissà
che espressione doveva aver assunto perchè la ragazza alzando lo
sguardo su di lui ed imporporandosi velocemente staccò le labbra
dalla mano (con grande delusione di Ron). Sembrava sentisse la
necessità di giustificare le sue azioni perchè aggiunse :
-Disinfetto.. non lo sai che la saliva é considerata un disinfettante naturale perchè..-
-Oh
sì, sì, certo! Tutto qeuello che ti pare- la interruppé Ron per nulla
interessato alla motivazione, sperando piuttosto che continuasse la
medicazione, ma Hermione dopo avergli rivolto un sorriso
malizioso prese la sua bacchetta, poggiata sul comodino, e con un
semplice incantesimo fece sparire le ferite dalle nocche del ragazzo.
|