Scacco matto!

di Eva92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la fuga e la rose Cross ***
Capitolo 2: *** La fuga e l'arrivo al qurtier generale ***
Capitolo 3: *** Quartier Generale!!! ***
Capitolo 4: *** Sei muto o sono gli altri sordi? ***
Capitolo 5: *** Jahamir.... ***
Capitolo 6: *** la chimera ***
Capitolo 7: *** orribile perfetto clone... ***
Capitolo 8: *** Salvataggio e ritorno alla home. ***
Capitolo 9: *** Allenamento e seconda missione... ***
Capitolo 10: *** il lungo viaggio e i figlioli prodighi... ***
Capitolo 11: *** La voce ***
Capitolo 12: *** Reazioni, macellai e... ***



Capitolo 1
*** la fuga e la rose Cross ***


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Le gambe cominciarono a tremare e il poco fiato che le rimaneva nei polmoni  ghiacciava la gola a ogni respiro. Mentre imperterrita  correva a lato della strada principale, sforzava l’udito per sentire i passi dei suoi inseguitori, che avevano velocemente guadagnato strada.

Girò velocemente per una stradina laterale, e silenziosamente  si nascose dietro una carrozza parcheggiata davanti a una piccola casa.

Era quasi una settimana che fuggiva dai suoi inseguitori incappucciati, ormai non le davano più tregua, probabilmente  l’avrebbero scovata anche in capo al mondo, e per di più non sospettava nemmeno il motivo di quell’ inseguimento.

Questi individui dovevano essere due, forse anche tre. Li aveva intravisti spesso mentre lasciava qualche locanda, che chiedevano notizie di lei ai locandieri o a persone che potevano averla vista o aver parlato con lei. Spesso si dividevano per avere un raggio d’azione maggiore. Corse velocemente verso la locanda all’angolo della strada, sicura di essere sfuggita per un po’ ai due uomini.

Quando entrò i muscoli delle spalle si rilassarono, e il nodo allo stomaco si allentò un poco, fosse per il caldo o per il silenzio, fatto sta che si rilassò immediatamente.

Tolse il cappuccio e osservò l’interno semplice della locanda, ci dovevano essere sei persona al massimo, per lo più vecchi grassoni con un boccale di birra mezzo pieno davanti.

Trascinò allora il corpo esausto verso un tavolino e chiese dell’acqua e del cibo all’oste.

Bevendo, l’acqua le fece riacquistare un po’ di carica , e la gola riprese vita.

E finalmente dopo quasi due giorni si permise di chiudere gli occhi per più di 10 secondi aspettando che il locandiere portasse la cena.

Arrivò dopo poco con un piatto fumante di carne, e per la prima volta non si preoccupò che la carne fosse troppo cotta o che non avesse abbastanza condimento, mangiò a velocità disumana riempiendosi la bocca ogni volta che inghiottiva a fatica.

Una volta finito di assaporare quelle delizie  si spostò con la sedia vicino al piccolo camino. Il fuocherello le fece abbassare le palpebre, e una sensazione invitante si diffuse nella testa, si diede allora qualche pacca sulla faccia.

Prima di riposarsi doveva assolutamente controllare le braccia, le ferite probabilmente dovevano essersi riaperte a giudicare dal dolore che aveva sentito nelle ultime ore e le bende erano troppo sudice.

-Oste?- Subito il piccolo uomo efficiente arrivò vicino alla sedia.

- Avete dei bendaggi?- Subito si riavviò verso la piccola porta dal quale era uscito poco prima, lasciandola a srotolare le fasciature del braccio destro.

Quando tolse il nodo del polso rimase senza parole: la pelle del braccio era liscia come un tempo, nessuna cicatrice ne increspava la ritrovata morbidezza e le profonde ferite riportate poco tempo prima ero scomparse. Continuando a srotolare un piccolo gemito di disperazione le uscì dalle labbra, se il polso era a posto, non si poteva di certo dire lo stesso dell’avambraccio e il gomito. Lungo tutta la lunghezza e la larghezza di questi, un disegno verde le macchiava la pelle, quasi una radice  le fosse entrata dentro la pelle.

-Che diavolo…- si fermò trattenendo il respiro, ciocche di capelli sconosciuti mi accarezzavano il collo ma quando cercò di girarsi si ritrovò bloccata da un braccio asciutto appoggiato alla sedia.

-Stupefacente vero? L’innocence ha guarito a velocità impressionante la ferite che avevi nelle braccia…- Sembrava non si stesse rivolgendo a lei, ma più che altro pensando a voce alta.

Quando girò il viso incontrai la faccia di un giovane di circa 18/19 anni

-Cosa diavolo vuoi da me?- la voce assomigliava a un ringhio e il giovane si girò a osservare la giovano che gli aveva stretto il polso in modo aggressivo.

-E’ incredibile che uno scricciolo come te abbia potuto mettere problemi a quei due imbranati, devi essere furba nonostante le apparenze. Ti chiami Jale vero?-

-Non ti ho chiesto quello che pensi di me, ti ho chiesto perché continui a tenermi il braccio!- strattono il suo polso rabbiosamente, ma lui aumentò la forza della presa.

-Tu mi devi seguire, e senza fare storie, va bene?- Aveva un viso freddo e perfetto, con una punta di noia nei suoi occhi.

-Si ovviamente, perché sai il mio più grande desiderio è di seguire uno sconosciuto, probabilmente pazzo tra l’altro!-

Lui la guardò attentamente borbottando silenziosamente qualcosa.

Prese il mantello che aveva appoggiato nella sedia e glielo mise sulle spalle, legando i due cordini nel collo.

-Ecco ora sei prontissima cara Jale. Muoviti, non ho voglia di aspettarti.-

Lei di tutta risposta riempì i polmoni di ossigeno.

-OSTEEEEE!!! AIUTOOOO!!!!- Lei gli sorrise soddisfatta, sicuramente il locandiere l’avrebbe aiutata a liberarsi quello strano ragazzo.

L’uomo usci dalla porta laterale e vedendo la scena saltò il bancone e gonfiando il petto si avviò a difendere la sua cliente. A metà strada indietreggiò stupefatto e si sgonfiò immediatamente.

-mi scusi signore non avevo compreso la situazione.- Fece un rapido inchino e si allontanò umilmente.

-Razza di…- Si fermò subito quando comprese l’atteggiamento del locandiere.

Sul petto del giovane brillava la croce argentata, simbolo degli esorcisti.

-Piacere Kanda!- stavolta era su suo viso l’espressione di vittoria.

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Capitolo 2
*** La fuga e l'arrivo al qurtier generale ***


Nuova pagina 1

Si, lo so che Kanda può sembrare un po’… diverso, ma se non lo faccio parlare la storia diventa noiosa. Quindi ho deciso di renderlo più attaccabrighe del solito, ma che usi anche ironia e esprima i suoi sentimenti (non che debba diventare un sensibilone) anche con le parole, dato che non abbiamo i bellissimi disegni da ammirare!XD

Sotto metto la descrizione di Jale.

 

 

 

- Non mi farò trascinare da te e dai tuoi amici delinquenti per farmi uccidere!- Disse questo in un tono colmo d’ira cercando di allontanare il giovane, ma Kanda non rimase troppo colpito.

- Stupida non dobbiamo mica ucciderti ma …- non riuscì a completare la frase a causa del pugno che gli stava arrivando in viso. Lo bloccò velocemente con la mano sinistra.

-Ora basta! Se non la pianti giuro che ti do un colpo in testa e ti porto in spalla fino al quartier generale!- Le prese le spalle e la trascinò fino all’uscita della locanda.

 Jale si era zittita di botto e camminava con lo sguardo abbassato ai piedi, ma nonostante i suoi movimenti sembrassero arrendevoli la mente lavorava veloce per trovare un modo decente di sfuggire alla stretta ferrea di Kanda.

Scappare utilizzando la forza non è una buona idea, dal momento che lui è tre volte più veloce e forte di me, potrei farmi venire in mente qualcosa più in là, una volta che lui abbasserà la guardia illuso che mi sia arresa”. Convinta del suo piano continuò a camminare con Kanda nelle strade deserte della città.

-Sai se ti zittisci con tutta questa facilità potrei anche pensare che possieda un minimo di buon senso.- Sorrise da solo per la frecciatina che aveva lanciato, in fondo si sarebbe quasi divertito a irritare la giovane fino all’arrivo dei suoi colleghi. –Comunque è meglio che tu non dica nulla, tra poco dovremmo raggiungere quel bookman male uscito e la mammoletta, basteranno loro a irritarmi.-

-Una volta arrivati al quartier generale (o come diamine si chiama), mi ucciderete vero?- Jale guardò in viso Kanda che sorrise freddamente.

- Cammina più velocemente non ho voglia di arrivare in ritardo a causa tua! Comunque nessuno ti ucciderà, semplicemente diventerai un’esorcista.- Lei scioccata si fermo di botto.

- Io un esorcista come te?-

- No, non come me. Io sono un tipo troppo perfetto perché uno scricciolo come te riesca a tenermi testa-

Vedendo che era ancora senza parole cominciò a spazientirsi. -Non fare molte storie, alcuni darebbero l’anima per essere al tuo posto! Adesso  continuiamo a camminare.- Se il suo scopo era calmarla il risultato non fu quello desiderato, lei si avvicinò al suo viso e con odio gli sussurrò tre parole con rabbia.

-Voi… siete… MOSTRI!- Gli diede uno spintone liberandosi della stretta di Kanda, che a causa della sorpresa si era allentata e scappò in una strada laterale.

- Che stupida! FERMATI IMMEDIATAMENTE!!!- Le corse dietro velocemente cercando di non perderla d’occhio, non aveva voglia di inseguirla per una settimana.

Jale aveva già fatto circa un centinaio di metri di corsa, la prospettiva di diventare un esorcista le aveva reso la voglia di scappare, non sarebbe ricaduta nelle mani di quel mostro!

Mentre lei pensava questo Kanda l’aveva seguita saltando da un tetto all’altro. Non capiva l’odio di quella ragazza nei confronti dell’ordine, ma questi sentimenti erano comunque meno importanti della missione, e soprattutto del fatto che lei aveva dentro di sé un innocence.

Jale iniziava ad avere il fiato corto dopo altri duecento metri, doveva cercare un nascondiglio o comunque un via di fuga, o lui l’avrebbe ritrovata.

Dopo poco vide delle figura all’angolo della strada, nonostante ricordasse ancora la reazione dell’oste tentò comunque di chiedere aiuto agli sconosciuti. Appena si avvicinò si girarono tutti nella sua direzione.

-Vi prego, aiut… Oddio!- Uno dei quattro non appena la vide le si buttò addosso e cominciò a trasformarsi in una strana creatura disseminata di cannoni scuri.

Dopo di lui anche gli altri cominciarono a trasformarsi, emettendo orribili rumori che squarciavano il silenzio della notte.

Le braccia di Jale cominciarono a bruciare, le guardò attentamente, ogni riga verde dei gomiti cominciava a diventare rossa. Le narici si bloccarono di colpo, per poi riprendere subito a introdurre una nuova gamma di odori nauseabondi mai sentiti prima. Gli occhi e le orecchie cominciarono a bruciare terribilmente, fino a quando il dolore non si interruppe del tutto e un senso di pace invase la testa. I suoi occhi le davano un’immagine della completamente distorta, ogni akuma veniva analizzato, ogni rumore da loro emesso registrato.

Prima che si rendesse conto di cosa era successo tre akuma erano esplosi, mentre il quarto veniva diviso in due dalla katana di Kanda.

L’ultima cosa che vide prima di cadere a terra priva di sensi fu Kanda che rimetteva la spada dentro il fodero per poi dirigersi verso di lei.

 

Quando, il giorno dopo, Komui venne svegliato, si avviò velocemente dai tre esorcisti tornati al quartier generale  poco prima.

Erano tutti e tre in ottima forma.

- Salve ragazzi, dov’è il compatibile?- Komui vedendo solo gli esorcisti temette ci fosse stato lo zampino del conte del millennio.

 Il più giovane dei tre, il ragazzo dai capelli candidi, spiegò a Komui come Kanda avesse portato la ragazza in spalle fino al luogo dell’incontro.

-Si ma ora dov’è?-

- Yu non l’ha portata certo in condizioni ottime. Dagli occhi e dal naso continuava a uscire sangue probabilmente u emorragia interna, e le orecchie, come le braccia hanno della righe verdi. Pare che il suo innocence abbia distrutto tre akuma, ma non le ha sicuramente fatto bene. L’abbiamo quindi portata dalla capoinfermiera.- L’altro dai capelli Rossi e una benda in un occhio si dondolò sui piedi mentre parlava.

- Ho capito, Kanda, hai qualcos’altro da aggiungere?-

- A parte che ho solo perso tempo con quella là? E’ stata una missione inutile, a causa della loro incompetenza questi due non sono riusciti a portarsi dietro una ragazzina!-

-Kanda come al solito ti esprimi nel modo più antipatico possibile!-

- Qualcosa da ridire mammoletta!?- Allen e Kanda si fronteggiarono pronti a dar via a una delle loro solite zuffe.

- Calma ragazzi, se cominciate ad azzuffarvi darò ordine a Komurin III di darvi una bella lezione!- Il giovane ebbe un guizzo di orgoglio nel comunicare ai tre la nascita del suo terzo robot-clone.

Kanda senza dire una parola si avviò verso le scale.

Lavi sbadigliò rumorosamente, comunicò che la ragazza si sarebbe svegliata da lì a poco, e si incamminò verso la sua stanza.

-Komui, Kanda ci ha detto che la ragazza non ha alcuna intenzione di diventare un esorcista, per un motivo o per un altro ci considera dei mostri. Dovremo farle capire che lavoriamo per aiutare le persone, o diventerà difficile farla collaborare.- Komui annuì alla parole di Allen e insieme si avviarono verso l’infermeria

 

Jale Maier

Età:16 anni

Peso: 45kg

Altezza:1.63cm

Data di nascita: 21 agosto

Descrizione fisica: capelli castani, lunghezza media, occhi grigi.

Sembra più una carta d’identità…. Vabbè.

Il prossimo capitolo uscirà tra pochi giorni… non so però con precisione cosa voglia dire pochi (da 1 a 30 giorni! XD)

A presto!

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Capitolo 3
*** Quartier Generale!!! ***


Nuova pagina 1

Questo nuovo capitolo non mi convince molto…. Non so perché, vorrei sempre metterci dentro Kanda, ma a volte proprio non ci sta a far nulla.

Colgo l’occasione per ringraziare Ermellino (che probabilmente è l’unico mio lettore, ma se così non è potete recensire??? Per favoooreeeee….) che per i capitoli scritti mi ha sempre regalato una simpatica recensione… Grazieeeee!

 

 

-Secondo me non è stata una buona idea toglierle le bende sugli occhi. Voi non avete visto la scena, ogni volta che io e la capoinfermiera le aprivamo l’occhio la pupilla era dilatata e la cornea era rossa, io pensavo diventasse ceca, invece ora i suoi occhi sono tornati grigi!- Linalee diede sfogo a tutta la sua apprensione per la sorte della giovane che dopo un’altra giornata non si era ancora svegliata.

-Stai tranquilla Linalee, la capoinfermiera ha detto che probabilmente è solo molto stanca, insomma l’abbiamo inseguita per una settimana, con o senza innocence doveva essere  esausta.- Allen era seduto in una sedia a giocare con Tim il golem dorato del generale Cross.

Poco dopo la giovane cominciò a pronunciare qualche parola confusa, stringendo la coperta con il pugno.

-Vado a chiamare Komui.- Linalee corse fuori dall’infermieria proprio nel momento in cui Jale si svegliò, e il suo primo sguardo colmo d’ira attraversò Allen.

- Alla fine è riuscito a portarmi da voi vero?- La sua voce era roca, quasi avesse urlato per molto tempo.

.-Se intendi Kanda, si. Ti ha portato insieme a noi qui al quartier generale.- Vedendo il suo viso arrabbiato continuò subito con un tono più tranquillizzante.

- Qui sei al sicuro, noi tutti siamo esorcisti e membri dell’ ordine oscuro e la nostra missione è quella di..-

-Conosci un esorcista dalla pelle scura, lineamenti affascinanti, capelli tirati indietro, un neo sotto l’orecchio e un bel viso?- lo disse di getto interrompendolo. Grazie agli incubi avuti, aveva ricordato alla perfezione il volto di quell’uomo, di quell’esorcista che li aveva sterminati tutti, ogni suo conoscente amico o parente.

-No, non mi pare che esista nessun esorcista così, potrebbe essere un'altra persona che è entrata in contato con un innocence e noi non abbiamo ancora trovato.-

Komui intanto ascoltava sulla porta la loro conversazione, Linalee dietro di lui intanto aveva già capito chi era la persona che Jale aveva descritto, e non si trattava di un esorcista.

-E’ Tyki Mikk vero fratello? Il giovane della famiglia Noah.-

-Si, Linalee, penso anche io che si tratti di lui.-

Jale e Allen si girarono dalla loro parte, anche il giovane esorcista annuì d’accordo con i due Lee, mentre Jale cominciava ad essere confusa, non aveva mai sentito parlare della famiglia Noah, o di qualche suo componente.

-Vedi Jale, i Noah non sono altro che prescelti del conte del millennio, persone, se si possono definire tali, che cercano innocence, seminano distruzione ed aiutano il conte nel suo crudele piano contro di noi.- Komui si sedette nella sedia vicino al letto.

- E’ per questo che non volevi diventare un esorcista: pensavi che la persona che ti ha fatto del male potesse far parte dell’ordine oscuro?- Lei annui abbassando lo sguardo.

- Mi scuso con voi per essere stata tanto scortese e aver dubitato di voi, ma l’unica spiegazione mi era sembrata quella. Vedete il mio villaggio è stato distrutto da quel mostro che vi ho descritto poco fa, l’ho visto solo una volta in viso, quando mi sono nascosta per sfuggire alla  sua furia.-

Tutti e tre le indirizzarono sguardi di comprensione.

- Non preoccuparti Jale. Non abbiamo ancora capito in cosa consiste la tua innocence, ma a questo ci penserà Hebraska, poi dovremo occuparci delle divise, e dell’addestramento.- Jale lo guardò stordita.

Allen allora si sporse a un lato del letto con un sorriso dolce e innocente.

-Vuoi far parte dell’ordine oscuro Jale?-

-Si.-

 

A metà mattina camminava dietro Linalee verso la sua stanza, sotto braccio aveva la sua nuova divisa: un giubbino nero, dove era stampata la Rose Cross, un paio di pantaloni chiari e stivali scuri. Hebraska invece le aveva dato informazioni piuttosto enigmatiche: la custode le aveva comunicato che possedeva l’innocence dei sensi, capace di “manomettere” i sensi di una persona o di un Akuma, o potenziare i suoi. Le comunicò una percentuale di sincronizzazione del 78%, e la fece uscire con la strana sensazione di essere ancora avvolta e analizzata dai suoi tentacoli.

 

Uh uh uh…. Nel prossimo capitolo farà di nuovo la sua trionfale comparsa Kanda!! Non vedo l’ora di scriverlo…. Mi metto già ora… Cmq la divisa di Jale immaginatevela come il giubbino di Lavi al femminile… A proposito secondo voi è meglio Kanda antipatico, o Kando sotto sotto sensibile? Non so quale scegliere…. Ok tutti e due! Alla prossima!!! XD

P.S.: se ci sono errori (orrori) di ortografia, sappiate che non sono io ma è….è…. si ecco: è il gatto che mette le zampe nella tastiera ;)

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Capitolo 4
*** Sei muto o sono gli altri sordi? ***


Nuova pagina 1

Appena uscì dalla stanza si trovò subito disorientata, Linalee le aveva fatto fare il giro dell’home (come la chiamava lei), ma ora non  sapeva se dirigersi a destra o a sinistra. Alla fine scelse la destra, e continuò a camminare per il corridoio.

-Ehi Jale!!- Allen e Lavi la raggiunsero velocemente.

-Salve ragazzi….- Si dondolò un po’ sui piedi, non voleva far vedere che non possedeva un minimo di senso dell’orientamento quindi fece finta di nulla.

- Ti sei persa vero?- Allen era stato tanto perspicace da notare che Jale aveva girato in tondo per dieci minuti.

- Eeeee… non mi sono proprio persa, diciamo che non so che strada prendere, seguirò voi!-  Sorrisero tutti e tre dirigendosi nella sala mensa.

 

Appena arrivarono Jale notò subito un particolare: la parte dei Finder era colma di persona, la sezione degli esorcisti era quasi vuota, venivano riempiti si e no due tavoli. Si sedettero tutti e tre nel tavolo occupato da Linalee e una giovane donna dall’aspetto gentile, si presentarono subito, si chiamava Miranda, era sicuramente molto più grande di loro, ma l’aspetto un po’ ingenuo la faceva sembrare più giovane.

Poco dopo si alzò con il piatto in mano per prendere il poco cibo che le serviva per sopravvivere. Vide subito che nel terzo tavolo degli esorcisti c’era Kanda intento a divorare un piatto fumante di Soba, Jale gli fece un leggero cenno col capo a  cui lui (naturalmente)  non rispose.

Nonappena si avvicinò alla finestra del cuoco un uomo si sporse sorridente.

-Giovane esorcista cosa ti porto????? Siccome sei nuova ti cucinerò tutto quello che vuoi!- Era incredibilmente emozionato, quasi non avesse mai cucinato in vita sua.

- Ehm, non ho preferenze, un piatto di minestre, ma senza verdure. Grazie.-

-Senza verdure? Ti preparerò una minestra tanto buona che tornerai a chiedere il bis entro pochi secondi!- detto questo (con una buona dose di enfasi) si avvio a una velocità impressionante a scaldare un intruglio dall’odore ottimo. Poco dopo tornò con il piatto fumante tra le mani e uno sguardo colmo d’orgoglio.

-Ecco a lei! E buooooon Appetito!-

Mentre tornava al suo tavolo osservò attentamente le verdure della minestra. Si bloccò scioccata, ogni filamento dei frammenti di fagioli veniva analizzato dal suo occhio, ogni piccolo pezzo di verdura subito visto, la sua vista doveva essere più potente di almeno trenta volte! Nonappena riprese a camminare fece anche un’altra scoperta, o più che altro imparò una nuova lezione: mai camminare senza guardare davanti a sé, soprattutto con un piatto di minestra fra le mani.

Infatti ora tutto il contenuto del piatto colava dal petto di un esorcista, che si era alzato di botto proprio nel momento in cui lei aveva ripreso a camminare.

- Oddio, scusa Kanda, non avevo visto che ti stavi alzando.- Cercò di allontanarsi un poco da lui ma dietro di lei c’era il tavolo dove Allen e gli altri guardavano la scena.

Kanda non emise nemmeno un suono, ma sembrava pronto a scoppiare da un momento all’altro. Si tolse la maglia ormai imbrattata di minestra e le puntò due occhi indemoniati addosso.

- Non sai guardare davanti a te quando cammini? Non riesci a pensare che forse ci sia qualcuno?- A ogni parola aumentava il volume della voce, ormai cominciava a urlare.

-Possibile che una persona che dovrebbe avere un minimo di senso di coordinazione sbatta così contro tutti!!- Le si strava avvicinando rabbiosamente.

-Si hai ragione ma ti ho già detto che mi dispiace!-

-E sai che me ne faccio delle tue scuse! Se è possibile sei più imbranata di mammoletta.-

Jale rigirò a osservare i presenti, ogni volto nella sala era girato verso di loro, e ogni occhio li stava osservando.

Allen si alzò dal posto e si avvicinò a Kanda fronteggiandolo con il palese intento di dar via a una rissa.

- Mi chiamo Allen, e poi non c’è bisogno di trattarla in questo modo, ti ha già chiesto scusa se non ho sentito male, in questo caso sei tu dalla parte del torto!-

- Voi due stupidi! Vi siete coalizzati per darmi sui nervi eh? Come al solito non si può stare tranquilli che…- Jale si mise d’improvviso le mani nelle orecchie, le urla di Kanda cominciavano a roderle la testa.

"Kanda stai zitto!" "KANDA STAI ZITTOOO!!"

D’improvviso le urla del giapponese si interruppero e tutti lo osservarono sorpresi, lui continuava ad aprire e chiudere la bocca, ma nessun suono ne fuoriusciva.

-Kanda, sei diventato muto?- era evidente che Allen se la rideva sotto i baffi. Kanda intanto doveva aver capito la situazione perché si toccava preoccupato la gola. Un’idea gli balenò nella mente, i suoi occhi si incrociarono per un attimo con quelli di Jale, subito lei abbassò lo sguardo, era evidente che aveva combinato qualcosa.

La prese per le spalle e a trascinò fuori dalla mensa.

-Kanda mi fai male.- la stretta alle spalle si allentò leggermente.

- Dove andiamo?- Si corresse subito -Scusa non puoi parlare, me n’ero dimenticata.-

Continuarono a camminare fino alla porta dell’ufficio di Komui, dove Kanda sbattè violentemente il pugno. Nessuna risposta.

-Forse non c’è…- prima che lei potesse fare qualcosa Kanda aprì la porta nonostante non provenisse nessun rumore dall’interno, e subito capirono il perché: Komui stava dormendo alla grande su una pila di scartoffie.

- Sovrintendente Lee?- Jale cerco di svegliarlo con Educazione dandogli delle leggere pacche sulle spalle, senza avere i risultati sperati.

Kanda prese un pezzo di carta e scrisse velocemente una frase: "Linalee si sposa".

- La devo ripetere?- Kanda annuì velocemente, nonostante tutto il clamore fatto prima sembrava si fosse calmato.

- Sovrintendente, Linalee si sposa.- Appena finì la frase la testa di Komui si alzò di scatto per fulminarla con uno sguardo inferocito.

-COOOOOOSA? E CON CHI????- Appena vide i due esorcisti davanti a lui si diede un minimo di contegno.

- Si? Cosa desiderate?- Jale gli spiegò velocemente cos’era successo nella mensa e gli effetti del suo pensiero.

Komui dopo aver pensato per pochi secondi sorrise soddisfatto.

- Pare che qualcuno ti abbai finalmente zittito Kanda! Comunque tu hai desiderato che lui stesse zitto giusto?- Jale annuì poco convinta, da Hebraska aveva capito che il suo innocence poteva avere qualche influsso sui sensi, non sulla voce.

- Ti basterà solo desiderare che Kanda riparli, so che questo è molto difficile, ma ti dovrai sforzare, o avremo un esorcista muto.-

 

Si sedettero in un tavolo della biblioteca.

-Dovresti capire che è tutta colpa tua! So che sono stata io a rovesciarti la minestra sulla maglia, ma se tu non avessi reagito in quel modo non sarebbe successo nulla!- Kanda prese il pezzo di carta e ci scrisse sopra: "ora questo non ha importanza. Qualcosa non mi torna, io riesco a sentirmi mentre parlo, siete voi che non udite la mia voce."

Jale ci pensò un attimo, in effetti  a lei non aveva dato fastidio la reazione di Kanda, ma il fatto che tutti li avevano osservati! Il desiderio che aveva suggerito Komui era inutile, perciò non aveva funzionato!

"Vorrei che Kanda fosse udito da tutti."

Jale prese il foglietto e scrisse velocemente qualcosa.

Si alzò salutando con la mano Kanda.

- Almeno scusarsi…- Kanda sbuffò osservando la giovane allontanarsi, prese il biglietto lasciato nel tavolo.

"Scusa per oggi, e in fondo non siete dei mostri…" All’angolo del foglio c’era una caricatura di Kanda con della minestra sulla maglia intento a sbraitare.

Suo malgrado sorrise leggermente, piegò il foglietto e lo mise in tasca.

- Almeno disegna decentemente.-

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Capitolo 5
*** Jahamir.... ***


Nuova pagina 1

Buona pasqua!!!!!

Allora ho deciso di inserire un nuovo personaggio…. Sono veramente delusa perché sto scrivendo aspettando che parta la gara di moto gp… ma che centra adesso?

Allora per il nuovo personaggio immaginatevi un misti tra Nir Lavi e il tizio di prince of persia… lo so è moto brutto!XD

 

 

Mentre faceva colazione insieme a Linalee, Komui venne a cercarla per darle finalmente il via all’addestramento, che sarebbe cominciato già da quel pomeriggio.

Quando andò nella piccola arena trovò seduto quello che sarebbe dovuto essere il suo maestro.

Era un giovane che doveva avere al massimo due anni più di lei, aveva un viso molto affascinante, dalla pelle olivastra e degli occhi dalla forma araba. Era intento a lucidare uno spadone a forma di mezzaluna. Appena la vide si avvicinò sorridendo, sembrava una pantera, in quel momento bella e affascinante, ma anche minacciosa e letale.

-Finalmente ci conosciamo, il mio nome è Jahamir e mi occuperò del tuo addestramento da qui fino ai prossimi due mesi.- le strinse velocemente la mano, la sua era una stretta leggermente ruvida, dalle mani di una persona si capiva tanto, e dalle sue Jale intuì che dallo spadone si sparava molto difficilmente.

-Piacere di conoscerti, sono Jale, anche se questo già lo sai…-

Le fece gesto con la mano di seguirla al centro dell’arena, e si sedette a gambe incrociate, Jale fece subito lo stesso.

-Allora Jale, Komui mi ha parlato molto del potere del tuo innocence, è estremamente curioso, ma soprattutto utile! Immagina in una battaglia, puoi rendere innocui numerosi akuma!-

-Si ma è una dote per nulla offensiva, dovrei sempre essere affiancata da una persona che distrugge gli akuma resi innocui da me.-

-E’ proprio questo quello che faremo nella seconda parte di allenamento, ti insegnerò le tecniche base del combattimento. Allora cominciamo…- Ci pensò su un attimo pio sorrise e le fece vedere le mani.

- Prova a privarmi del tatto.- Tese le mani verso le mie.

-Non mi serve toccare le mani, posso farlo anche da lontano.-

-Sempre meglio allora!-

Mi concentrai e chiusi gli occhi, in realtà non sapevo cosa fare, le uniche volte che il mio innocence ha fatto la sua comparsa ero o in serio pericolo o arrabbiata, a sangue freddo non sapevo precisamente cosa fare.

Respirai profondamente e aprì gli occhi, all’improvvisò capì che era tutto tanto naturale che nemmeno mi era venuto in  mente.

Ai miei occhi l’arena era come una scacchiera tridimensionale, i quadrati neri e bianchi avvolgevano Jahamir, che nella mia testa era il re, e il mio compito era semplice: annullarlo.

Se lo eliminavo da dietro avrei tolto la vista, da sinistra l’udito, da destra l’olfatto, da davanti il tatto, se invece avessi voluto togliergli il gusto, l’avrei dovuto eliminare o da sotto o da sopra. Saltai allora da un quadrato nero all’altro arrivando davanti a lui, gli sfiorai la bocca, e all’improvviso tutto tornò normale, io ero ancora seduta a gambe incrociate vicino a lui, dovevo essermi mossa solo nella mia testa.

- Ci sono riuscita?- Guardai curiosa il viso di Jahamir.

-E’…è incredibile, è come se le mie mani fossero sotto anestesia, non sento nulla! Cominciò a toccare ogni singola cosa, ma molto probabilmente senza risultati.

- Ora cercherò di togliere l’effetto dell’innocence.- Lui subito torno serio e annui. Gli guardai le  mani e pensai  al senso del tatto, alla sensazione di toccare una pietra ruvida, o un metallo liscio.

-Ok, a posto!- Mosse le mani per togliere la sensazione di formicolio ai palmi.

-Sai pensavo che sarebbe stato più difficile… per questo ho cominciato con il tatto, non  come essere cechi o muti.-

- Quindi non ti dispiace se provo anche con tutti gli altri?-

-Sono a tua disposizione!-

Di nuovo intravidi la scacchiera, e ogni volta attaccai da un punto differente, ogni volta facendo scacco al re!

- Dovremo cercare di accelerare la cosa, il tuo potere dovrà funzionare in pochi attimi, per rendere tutto tanto fulmineo da dare molti punti forza alla squadra.-

Passarono quindi il pomeriggio a privare Jahamir dei suoi sensi.

-Sei perfetto come cavia, stai fermo e collabori, speriamo sia così facile anche con gli akuma.-

-Io sono molto ottimista, sei stata molto brava oggi. Pensavo potessi avere dei problemi nel privarmi dei sensi, invece sei veloce e silenziosa, sei veramente u buon acquisto per l’ordine oscuro. E’ poi strano vederti mentre sei concentrata nella scacchiera, le tue pupille di dilatano, provo dolore agli occhi?- Questa fu effettivamente una sorpresa, non aveva sentito dolore nell’usare l’innocence, e non  sentiva nessuna sensazione agli occhi.

-Nemmeno alle braccia?- Jale guardò i gomiti, le vene erano tornate verdi, ma pochi minuti prima erano quasi color carminio.

-No, io non me ne accorgo nemmeno. Non capisco cosa centrino le braccia, non faccio niente con quelle.-

Ci pensarono tutti e due per un po’, poi Jahamir sorrise e alzò le spalle, non aveva proprio nessuna risposta!

- Mi dispiace ma il mio cervellone a questo non ha una risposta.- Guardò dietro Jale leggermente preoccupato.

-Cosa sono questi rumori?- Jale potenziò involontariamente l’udito.

-Sono due persone che si allenano con spade in legno, dalle voci sospetto siano Kanda e Allen, ma non ne sono sicura.-

-Incredibile, sei un radar vivente!- Sorrisero e si avvicinarono all’arena vicino, più si avvicinavo più sentivano i battibecchi dei due.

-… certo! Ringrazia che non faccio sul serio mammoletta, sono anche troppo gentile quando mi alleno con te, è una questione di pena.-

-Ma sentitelo, puoi dirlo che ti metto in difficoltà! Sono finiti i tempi in cui mi batti in cinque minuti.-

-infatti ora ci impiego venti secondi in più…. Che miglioramento.-

Jahamir Si sedette in un muretto a guardare l’incontro.

-Allen sta migliorando molto, ma nonostante tutto Kanda è troppo veloce, non riuscirà a resistere per molto.-

- Alleni anche lui?-

-Chi Kanda? No, non potrei, spesso facciamo qualche allenamento assieme, ma in tutto questo tempo non sono mai riuscito a batterlo. Allen l’ho seguito per un po’, ma ora tocca a lui migliorarsi.-

Si sedette anche lei a osservarli.

-Kanda ora farà una finta a destra.- Kanda infatti stava andando a destra, all’ultimo momento deviò per attaccare da sinistra, Allen però doveva averla sentita perché si era già preparato.

- Ehi scricciolo se devi guardare non rovinarmi le mosse! L’ho detto che sei peggio di mamoletta!- Sbuffò spazientito. -Questi novellini sono così: poco cervello…- continuò a parare gli attacchi di Allen con un sorriso sornione tra le labbra.

- Come hai fatto?. Jahamir sembrava sorpreso, ma allo steso tempo sorpreso, Jale poteva risultare abile anche con la spada.

-Ho notato che teneva più rilassati i muscoli del braccio destro, cosa che non succede quando attacca, e guardando quelli della sinistra ho notato il contrario.- Sentirono un rumore di legno rotto, e in un attimo Allen cadde rovinosamente a terra.

-Sei K.O. mammoletta!- Sorrideva soddisfatto del risultato dell’incontro.

Allen si alzò un po’ corrucciato e si avvicino ai due spettatori.

-E’ sempre la solita storia!-

Jahamir si alzò e si avvicinò a Kanda, lui gli diede un’altra spada di legno e si misero al centro dell’arena.

-Mi accompagni a mangiare qualcosa?- Allen si teneva lo stomaco con una mano, sembrava affamato, quasi non mangiase a giorni.

-Non hai fatto colazione?-

-Si, ho mangiato comunque poco, solo tre porzioni porrige, due tranci maxi  di pizza, due parfait al cioccolato…- Jale rimase a bocca aperta, era così magro!

-Bè non immaginavo avessi mangiato così poco…Andiamo và!-

Jahamir la raggiunse di corsa.

-Mi raccomando domani di nuovo allenamento!- Le fece l’occhiolino e sorrise.

-Distruggo Kanda e vi raggiungo anche io ok?-

Kanda doveva averlo sentito perché sfoggiò un sorriso pericoloso e guardò Mugen poggiata al muro.

Jale segui veloce Allen e poi si girò verso i due ragazzi.

-A dopo allora! E buon allenamento.- Peccato che no si capì a chi era diretto il saluto!

 

 

Scusatemi per eventuali errori ma ho fatto tutto di fretta!!!!

 

 

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Capitolo 6
*** la chimera ***


Nuova pagina 1

I giorni passarono velocemente alla home, e Jale si abituò subito alla routine giornaliera, nonostante i suoi compagni fossero spesso in partenza per i loro incarichi da esorcisti.

Questa routine durò circa due settimane. A inizio novembre venne chiamata nell’ufficio del sovrintendente Komui insieme a Miranda.

Le due esorciste si affrettarono a prepararsi per l’imminente partenza, destinazione Damasco.

Komui spiegò loro che nella zona erano stati registrati strani avvistamenti, probabilmente a causa dell’alta concentrazione di akuma, non era una missione complicata o rischiosa, ma pur sempre una missione.

Prima di partire Jale andò euforica a comunicare la notizia ad Jahamir, che intanto passava le giornate ad annoiarsi o a farsi privare dei sensi non avendo ne Allen ne Kanda da sfidare.

Alle due esorciste fu affiancato un finder, Robert, un uomo gentile di mezza età, parlava poco, ma quando o faceva doveva essere ascoltato.

Il viaggio per la Siria fu lungo, ma la prima classe del treno rilassò le due ragazze, il lato positivo del lavoro dell’esorcista era che la Rose Cross, o meglio il Vaticano, provvedevano interamente alle spese senza risparmiare.

Appena arrivati nella capitale la cosa che li rallentò fu la silenziosa curiosità di Jale, per una ragazza abituata a vivere in un’ isolata cittadina Damasco aveva u fascino incredibile.

Jale osservava tutto con la sua vista acuta, catalogando piccoli scorci di vita dei cittadini, quasi fosse un Bookman, e di ogni persona strana o luogo faceva qualche commento ironico, facendo spesso sogghignare Miranda.

Guidate da Robert si avviarono verso la periferia Nord-est della città. Più si avvicinavano a quella zona più sentivano la tensione crescere, nessuna delle due aveva particolari abilità nel combattimento, solo Robert era veramente abile, anche se con le loro innocence particolari le due potevano risultare comunque pericolose.

La popolazione era cambiata radicalmente, tutti camminavano velocemente e a testa china, avevano una tonalità grigia che metteva tristezza.

-Signor Robert siamo quasi arrivati?- Jale si fermò a osservare i vicoli bui della strada, aveva una strana sensazione, l’odore di akuma lo ricordava ancora, e in quella zona non mancava di certo.

-Si, dovremo essere arrivati. In uno di questi vicoli è stato estratto un cane relativamente… bè insomma non sembrava più un cane, era più una chimera.-

-Chimera? Aveva cioè frammenti di corpo di altri animali?-

-Rettili.-

Si divisero a setacciare i vicoli.

Jale non appena si diresse verso il vicolo affidatole sentì una fortissima puzza di carne, non animale, il primo istinto fu di uscire, ma si mise una pezza di stoffa in bocca e continuò a camminare.

Le finestre delle case adiacenti erano sbarrate con travi vecchi, dovevano essere abbandonate da anni a giudicare dallo stato in cui erano, mentre la strada era sterrata, e ai lati si poteva notare qualunque tipo di schifezza immaginabile.

-Che bel posto, ci tornerò in vacanza!-

 Si fermò al centro della strada e aumentò il suo udito di circa tre volte, riuscì a eliminare  vari rumori cittadini che potevano solo intralciare la ricerca e si concentrò su strani suoni provenienti de sotto di lei. Si sdraiò a terra e rimase ad ascoltare, c’erano vari rumori, si sentivano dei respiri attutiti, sbarre agitate, poi una serratura aperta e un urlo disumano udibile anche da lontano, il sangue le si gelò nelle vene… che diavolo succedeva lì sotto?

Si spostò dal centro della strada e con l’orecchio cercò una possibile entrata al sottosuolo, niente. Sì alzo strofinandosi le mani, decise di utilizzare l’olfatto se la chimera era stata avvistata doveva essere per forza uscita dal sottosuolo, doveva quindi aver lasciato delle stracce che l’udito non poteva sentire, ma l’olfatto si. Si avvicinò guidata da un forte odore di sangue nell’angolo sinistro della strada, sembrava un cane da caccia intento a trovare la preda nascosta nei cespugli. Appena arrivò all’angolo fu evidente come la terra fosse stata mossa di recente, e poi risistemata per non lasciare alcuna traccia. Cominciò a scavare aiutata dal pugnale che Jahamir le aveva regalato prima di partire, probabilmente se avesse visto l’uso che ne faceva le avrebbe dedicato una delle sue filippiche sulla cura delle armi.

Poco circa cinque minuti trovo una piccola botola, infatti sotto la terra la strada era lastricata di pietre.

Appena aprì l’apertura i rumor cessarono di colpo e un sibilo fuoriuscì dal sottosuolo.

-Ssssstupida! Con tutto in chiasssso che hai ffffato qualcuno ci ha scoperto! Peggio perrr te!- La voce che fuoriusciva da la sotto era agghiacciante, sembrava un serpente.

Jale rimase come stordita vicino all’apertura della botola, i sensi erano all’erta, ma non riusciva a capire cosa fosse la creatura che parlava, non poteva essere un uomo normale, ma probabilmente un akuma.

Il tempo in cui ragionò le fu fatale, sentì troppo tardi i rumori provenienti da là sotto,e non vide l’ombra scura che fuoriuscì fulminea dall’apertura saltandole addosso e strappandole di mano il pugnale.

Quando vide il volto della creatura fu assalita da un conato di vomito, aveva il viso striato di varie tonalità di marrone, scaglie scure gli avvolgevano il lato destro del volto, se cos si potava definire. Ma la cosa che più atterrò Jale fu i suo alito, aveva un tanfo cadaverico tale da stordirla.

-Che razza di mostro sei?- cercò di divincolarsi da terra, ma una viscida morsa le impediva ogni movimento.

-Cossssa ssssono? Non lo capissssci da ssssola essssorcisssta? Ssssono un akuma modifffficato, una di chimera, ssssono il frutto dell’ingegno del conte del millennio!- la lingua biforcuta le sfiorò il viso mentre parlava.

-Non puoi battermi, sono pari a un livello due, ma più ingegnoso!-

Jale intanto provò a utilizzare il suo innocence per eliminare i suoi sensi, senza nessun risultato.

-Ora mi divertirò a straziarti ma prima vorrei conoscerti meglio!-

Detto questo le portò una mano ala testa, stordendola.

Una specie di morsa scura le analizzava i ricordi più recenti, osservando i visi delle persone che conosceva.

Quando finalmente interruppe quell’odioso contatto sorrideva crudelmente.

-Ora mi divertirò sia con te che con il tizio dei tuoi ricordi, Yu Kanda!-

 

Lo soooo. Sssssto capitolo fa un po’ ssschifoooo. XD

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Capitolo 7
*** orribile perfetto clone... ***


Nuova pagina 1

L’akuma arrivò ad Amman la sera dopo. Lungo la strada si era fermato spesso, non era uscito spesso dal buco dove lo avevano rinchiuso, e ora alla luce del sole e con quell’aspetto poteva fare quello che desiderava. Si legò i lunghi capelli in una crocchia disordinata e si mise a correre velocemente.

Vide un giovane che spazzava la strada e decise di chiedere informazioni a lui.

-Scusa se ti disturbo.- il ragazzo si girò e le sorrise, non si poteva dire di no a quel bel viso.

-Hai visto due giovani, vestiti di nero, devono essere passati di qua.-

-Si signorina, sono saliti sopra il tetto del palazzo alto, quello a sinistra.-

-Sei stato gentilissimo, grazie.-

Camminò velocemente verso il palazzo e con le braccia si arrampicò a velocità disumana.

 

Allen e Kanda si trovavano ad Amman da poche ore, la missione era abbastanza semplice, dovevano trovare un innocence a forma di aquilone che quasi ogni sera si librava nel cielo per pochi secondi. Era perciò da un po’ di ore che cambiavano postazione, da un tetto all’altro, ora infatti erano seduti nel tetto dell’edificio più alto della città. I due tenevano la bocca chiusa, non erano in vena di battibeccare e una conversazione tra di loro era impossibile.

Poco dopo sentirono dei rumori dietro di loro, qualcuno si stava avvicinando velocemente. Tutti e due si girarono velocemente a osservare la persona che si stava avvicinando nel buio della notte, appena scorsero la minuta figura di Jale si rilassarono un poco, sorpresi comunque di trovarla lì. Allen si alzò e le si avvicinò.

-Jale, come mai anche tu qui? Non sapevo che Komui avesse aggiunto elementi alla squadra.-

Lei lo guardò attentamente come fosse la prima volta che lo vedeva, piegò a destra la testa come un gatto e gli sorrise.

-Allen.- Gli si avvicinò sfiorandogli il petto con una mano.

-I raggi della luna ti rendono ancora più bello…-

-J..Jale ma che dici… non sei in te…- era arrossito violentemente a la guardava stupito e spaesato, c’era qualcosa di strano negli occhi della ragazza, ma osservandoli attentamente valutò che erano come li ricordava.

Lei invece, conscia di averlo spiazzato, gli si avvicinò ancora di più spostando la mano dal petto fino alla nuca, dove accarezzò i candidi capelli e gli abbassò il volto a pochi centimetri dal suo.

-Jale ma che…-

-Ssshhh- Avvicinò la testa alla sua, mentre con l’altra mano gli accarezzava il viso. Le loro labbra erano ormai a un soffio.

L’akuma con la coda dell’occhio osservò Kanda che era rimasto seduto ad osservare a bocca aperta la scena.

-Scusa Allen…- Si staccò velocemente da lui a si fiondò davanti a Kanda, che intanto la osservava con odio.

-Sei proprio come ti ricordava.- Lui si alzò con aria quasi annoiata da terra.

Vedendo che su di lui i suoi atteggiamenti non avevano lo stesso effetto che su Allen gli si avvicinò con rabbia prendendolo all’uniforme.

Si stava davvero divertendo, peccato però che lui non collaborasse granchè, ma a tutto c’era rimedio, e lei era pronta a insistere.

Si alzò di nuovo in punta di piedi e prese una ciocca di capelli con le dita, erano lisci e perfetti, se la portò al naso annusandola, questo nei ricordi della ragazza non c’era, e mai ci sarebbe stato.

Gli mise con studiata lentezza le braccia al collo e lo guardò attentamente con malizia. Lui stava immobile ad osservarla con freddezza, la sua mano si avvicinò lentamente al fodero della spada.

- Che orribile e perfetto clone che sei, potresti imbrogliare chiunque.-

Lei sorrise orgogliosa e si avvicinò al suo orecchio.

-Ma in fondo non sono meglio di lei? Io sono più potente, più bella, non sono inutile quanto lei.- Si fermò e guardò l’espressione di Kanda, non era cambiato nulla. Decise quindi di cambiare tattica.

-Sai nel profondo del suo cuore lei ti vedeva come modello inarrivabile, sapeva di essere inutile, e lo era. E ora eccomi qua, l’ho migliorata, rendendola perfetta!- gli sussurrò tutto lentamente, sorridendo di tanto in tanto.

Scese con la bocca fino alle labbra serrate del giovane, e le sfiorò appena con le sue. Subito una mano le strinse violentemente il collo, la sollevò da terra e sfoderò mugen.

Kanda aveva un ghigno violento in viso sul viso.

-Ora ti farò pentire di avermi preso in giro BASTARDO!!!- cercò di colpirla con la katana lei si scansò velocemente, da dietro Allen cercò di colpirla con il braccio, ma anche stavolta l’akuma si scansò.

In pochi secondi cambiò di nuovo forma. Aveva sempre le sembianze di Jale, ma la pelle era piena di lividi e ferite, l’uniforme non copriva più l braccia e le gambe, che erano pieni di piccoli tagli, graffi procurati sicuramente dalle unghie dell’akuma, i capelli erano stati tagliati fino a sopra le spalle in modo disordinato.

-Che diavolo…- Kanda e Allen guardarono l’immagine sconcertati, stavolta era più convincente… li guardava con dolore con quegli occhi un tempo vivi.

-Perché fate quelle facce? Questo è lo stato dell’esorcista, o almeno l’ultima volta che l’ho vista era in queste condizioni. Mi sono proprio divertita con lei…- evitò con agilità il fendente rabbioso di Kanda.

-…ma la cosa più divertente è stata quando lei mi ha detto che sareste arrivati a salvarla. Poveretta che pena. Con l’altra esorcista invece non è stato affatto divertente.-

Kanda saltò velocemente dietro di lei, prendendola al collo.

-Stupido, non capisci che è tutto inutile…-non riuscì a finire la frase che la voce le si fermò in gola, Quando lentamente abbassò lo sguardo vide un grosso spadone bianco che le trafiggeva lo stomaco.

-Che diavolo…-

Kanda la lasciò velocemente, Crow crow poteva fare del male solo agli akuma o ai Noah, lui infatti era assolutamente incolume.

-Che bastardi…- Sghignazzò in silenzio. -Scommetto che non arriverete in tempo, e pensare che lei vi ha aspettato a lungo… povera stupi…- Ormai non poteva più parlare, si accasciò e venne distrutta definitivamente.

-Kanda, sai dove cercarla?-

-A Damasco.- Si girò irritato -Muoviti con l’Arca!-

 

Sono reduce da un compito orribile di latino e uno studio intensivo di filo…. AAAHHH

Cmq… vorrei ringraziare una mia cara amica che mi suggerisce sempre qualche spunto per la trama, è veramente divertente parlare di Fic con lei….

Alla prossima ragazzi… Devo trovare spunti per un nuovo personaggio… precisamente un esorcista, vi dico solo una cosa: deve essere un ragazzo!

Sono graditi consigli!! Ciao a tuttiiiii

 

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Capitolo 8
*** Salvataggio e ritorno alla home. ***


Nuova pagina 1

Allooooora… devo innanzittutto ringraziare:

Jessica_Hale, Anfitrite, yuko_chan, ed Ermellino; Grazie a tutti voi, sono veramente felice che la mia fic vi piaccia, Senza i vostri messaggi non avrei continuato!!!

Scusate per il ritardo, ma ultimamente la testa è sempre altrove..XD

Questo capitolo è l’unione di due, infatti è già da un po’ che non aggiorno piùùù… Scusaaateee!

Buona lettura!

 

L’arca si aprì per rivelare loro la capitale della Siria. Erano finalmente giunti a Damasco, ma il tempo scorreva inesorabile, e forse i soccorsi sarebbero stati vani, ma appesi a un filo di speranza, i due esorcisti, si avviarono verso la zona Nord-Est della città.

Si misero i cappucci e corsero velocemente, Kanda quasi subito superò Allen e continuò da solo.

Ben presto arrivarono nella zona descritta da Komui nella missione, e si bloccarono riflettendo velocemente.

-Non abbiamo informazioni, come potremo trovarle, non sappiamo nemmeno da dove cominciare.-

-Smettila di lagnarti mammoletta! Una cosa è sicura: le dobbiamo trovare, come non lo so, dovessi star qua tutta la giornata  a correre.-

Detto questo cominciò a controllare ogni strada e tutti i suoi vicoli.

La ricerca era estenuante e lunga. In una piccola stradina Allen scorse una figura immobile a terra, subito allarmato si avvicinò a soccorrerla pensando fosse una delle giovani, o il finder che le accompagnava, invece altri non era che un vecchio ubriaco che si era appisolato al centro della strada.

-Che sfortuna…- Riprese con più velocità le ricerche.

 

Kanda invece andava a un ritmo molto maggiore, aveva già setacciato un area di qualche chilometro, senza però trovare traccia di nessuno.

Aveva letto il fascicolo della missione prima di partire, la zone era giusta, il problema era che le strade sembravano non finir mai, Damasco era un’intricata ragnatela di viuzze e vicoli bui.

Cambiò strada e ricominciò a entrare nei vicoli. Quando entrò nel terzo l’odore di sangue lo avvolse completamente e girandosi rimase senza parole: di fronte a lui un uomo era stato appeso, gli arti fissati al muro con dei grossi chiodi, mentre la testa sanguinante era rovesciata sul davanti.

Uscì velocemente dal vicolo trovandosi Allen con Miranda sulle spalle.

- L’ho trovata nel vicolo qua di fronte. sospetto che anche Jale sia ancora viva.- Miranda infatti respirava appena, le sue condizioni erano gravi, ma non tanto disperate da farle rischiare la vita.

Kanda entrò velocemente nel vicolo.

Come nell’altro un forte odore di sangue gli arrivò alle narici, ma la vista se possibile fu anche peggiore.

Jale era riversa a terra supina, doveva essere stata sbattuta più volte nel muro perché questo aveva lunghe strisce di sangue.

Kanda si avvicinò quasi con cautela, aveva paura di trovarsi davanti la stessa scena di prima, aveva paura che l’akuma avesse completamente finito la sua avversaria.

Si inginocchiò vicino a lei, aveva le gambe e le braccia completamente graffiate, mentre le ferite peggiori erano alla schiena e alle spalle.

Kanda controllò impaziente il polso di Jale, il battito era lievissimo, notò poi che anche il respiro era rallentato e molto fievole.

La caricò sulle braccia e uscì velocemente dal vicolo.

Allen era già pronto con l’arca.

-Non ha finito nemmeno lei?-

-No per fortuna, ma le sue condizioni sono peggiori di quelle di Miranda, dovremo muoverci.-

Allen si incamminò osservando Jale tra le braccia protettive di Kanda, era incredibilmente strano vederlo in quello stato, era preoccupato e inquieto a causa delle condizioni della giovane. Nonostante gli avesse rovesciato il pranzo addosso e gli avesse tolto la parola, lui, probabilmente inconsciamente, le si era affezionato.

-Ora capisco come ti sia accorto che l’altra non era lei, che stupido sono stato a non notarlo subito.- Finalmente comprese cosa c’era di sbagliato negli occhi grigi del clone, la crudeltà dei suoi occhi era tale da non poter esistere negli occhi di Jale.

-Era palese che non fosse lei, o che qualcuno la controllasse.- Ghignò freddo.

-Ma naturalmente rimbambito e tardo come sei non puoi notare nemmeno se l’evidenza ti viene sbattuta in faccia!-

-Ringrazia di avere lei fa le braccia, e che io abbia Miranda nelle spalle, o ti mollerei un  pugno in faccia, così vediamo come le cose te le sbatto velocemente in faccia.-

Mentre continuavano il loro ennesimo litigio scesero dall’arca, per ritrovarsi al centro del cortile della home.

 

                   ----------------------------------------------------

 

Le due giovani furono subito portate all’infermeria. Quando entrarono tutti li osservarono preoccupati rimanendo sconvolti dalle condizioni delle esorciste, riprendendosi subito i dottori cominciarono a dare ordini a destra e a manca mentre le infermiere preparavano il necessario.

Vennero subito messe nelle barelle e portate dai chirurghi, dove rimasero per circa quattro ore a testa.

Intanto sia Allen che Kanda furono chiamati urgentemente nell’ufficio di Komui.

Quando entrarono nella stanza furono sorpresi di trovare la maggior parte degli esorcisti più altri membri importanti come Reever e Bak.

Appena entrarono tutti li tempestarono di domande sulla salute delle due ragazze, anche se l’unico a rispondere era Allen, Kanda infatti emetteva uno strano ringhio con la gola contro Komui, tutti perciò cercarono di non farlo innervosire ancora di più.

-Alloooora, silenzio per favore.- Komui si schiarì lentamente la voce e cominciò a parlare con più serietà del solito.

-Abbiamo un grave problema: i noah si stanno organizzando in modo diverso, abbiamo infatti avuto notizia di esperimenti umani, finalizzati a potenziare le capacità degli akuma. In poche parole il conte ha fatto progettare decine di laboratori dove vengono “costruite”, o meglio assemblate queste nuove armi.-

Tutti stavano ascoltando attentamente il sovrintendente, che intanto ricominciò a parlare.

-Sono delle chimere, composte da elementi umani, animali, penso, o comunque ipotizzo che dopo questi passaggi vengano trasformati in akuma. Purtroppo non siamo a conoscenza di molti dettagli, per questo vorrei che uno dei due esorcisti da poco tornati ci parlino della creatura che hanno incontrato.- Komui guardò i due esorcisti con impazienza. Kanda lo fulminò con un’occhiata assassina, mentre Allen si preparò a parlare.

-L’akuma che abbiamo avuto la sfortuna di incontrare era l’equivalente di un livello 3, o forse 2. Aveva capacità diverse da quelle di un altro akuma. Sapeva cambiare forma, e sospettiamo anche leggere i pensieri o i ricordi, infatti ci conosceva grazie a quelli di Jale, che doveva aver letto precedentemente.- Pensò lentamente a cosa aggiungere.

-Bè, si può dire che avesse una personalità, era molto più conscio delle sue azioni, come se le cose che faceva venissero dettate da un suo bisogno, e non da un ordine del conte, o di un noah.-

Finì il discorso volgendo lo sguardo affamato sulla brioche che Komui teneva vicino alla tazza di caffè.

Tutti restarono in silenzio a ragionare. Alcuni di loro fecero qualche domanda sia ad Allen che a Komui, ma compresero che le notizie erano talmente scarne da non soddisfare nessuna curiosità. Tutti comunque si chiesero il motivo per cui l’akuma non avesse ucciso le due ragazze.

Nessuno sapeva se le capacità di quell’ akuma fossero comuni a tutti, o se ognuno di loro variasse, un po’ come gli esorcisti. Se ne andarono perciò pensierosi dall’ufficio, anche leggermente preoccupati, un livello tre non era affatto da sottovalutare e probabilmente ci sarebbero stati anche dei livelli quattro, possibile che per l’ordine una nuova minaccia fosse in agguato? 

Kanda intanto, che non aveva spiccicato parola, rimase nell’ufficio di Komui nonostante gli altri fossero usciti.

-Kanda hai qualcosa da comunicarmi e che non hai voluto dire agli altri?-

-Si in realtà c’è QUALCOSA che dovrei dirti!.- finalmente esplose arrabbiato.

-L’hai mandata lì senza nessun esorcista esperto in grado di proteggerla, forse non l’hai ancora vista, anzi non LE hai ancora viste. Le ha ridotte in fin di vita!- Lo guardò ancora arrabbiato.

-Sono fortunate che non le abbia uccise, anche se il motivo è sconosciuto! Avresti dovuto fare più attenzione a scegliere la squadra!-

Komui lo lasciò sfogare ascoltandolo in silenzio. Quando finì di urlare si sedette e lo guardò con aria grave.

-Kanda, capisco il motivo per cui te la stia prendendo, e forse hai anche ragione, ma pensi che sia giusto quello che dici? Pensi che Jale, o Miranda, sarebbero contente di sentirti dire questo?.

Gli esorcisti sono dei distruttori, degli sterminatori. Ognuno di loro è in grado di fare tanto, tu in questo momento stai ignorando la dignità degli esorcisti, a causa della rabbia. Jale è in gamba, questa missione ovviamente andava oltre il suo breve addestramento, ma non sarebbe affatto contenta di essere sottovalutata in questo modo!- Bevve il suo caffè con un sorriso soddisfatto,

in fondo aveva ragione.

-E poi è stato un incidente, la missione doveva essere semplice!-

Kanda rimase per un attimo in silenzio prima di dirigersi rabbiosamente alla porta.

La aprì e si girò fulminando Komui.

-Qui non si tratta di etica o di dignità, ma DELLA SUA STESSA VITA! Se la perdesse non potrebbe neanche darle fastidio questo comportamento!-

Uscì finalmente dall’ufficio lasciando Komui con uno strano sorriso sulle labbra.-

-Hai sentito Komurin?- Si asciugò una lacrimuccia.

-Il nostro Kanda sta diventando graaandeeee!!!-

 

Finishhhh!  Allora spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Grazie a chi legge e segue la mia ff!!! Al prossimo capitolo!Spero di poter aggiornare presto, utilizzerò le prossime vacanze!

Ciao!XD

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Capitolo 9
*** Allenamento e seconda missione... ***


Nuova pagina 1

Jale si svegliò di soprassalto due giorni dopo l’arrivo alla home. Un’infermiera cercò di calmarla con una pezza di stoffa immersa in acqua, senza però nessun risultato. Doveva aver avuto un incubo perché tremava, aveva le pupille dilatate e mormorava qualcosa di incomprensibile. Venne chiamato subito il dottore, ma prima che arrivasse lei era già ricaduta in un sonno agitato.

Miranda si era invece svegliata già da un po’ di tempo, e rispose perciò a tutte le domande le vennero fatte da Komui sulla chimera.

Venne fuori poco e niente, Miranda era stata colpita alla testa dalla chimera e perciò non ricordava molto, tra l’altro non sapeva spiegare nemmeno il motivo per cui le aveva lasciate vive.

Jalesi svegli la sera dopo. Stavolta era tranquilla, ma nonostante tutto era quasi bloccata dalla ferite e soprattutto dal dolore e le fitte che esse le provocavano.

Sia Lenalee che Allen andarono a trovarla subito dopo il suo risveglio.

I due le fecero ritornare il sorriso, le raccontarono allora quello che era successo negli ultimi giorni in cui lei era incosciente.

Allen  le raccontò anche del suo salvataggio, omettendo però il comportamento della chimera.

-Tu e Kanda ci avete salvate? Pensavo che Robert fosse riuscito a nasconderci e poi a chiedere rinforzi all’ordine.-

-no, vedi… Robert è stato trovato morto.-

Jale abbassò dispiaciuta gli occhi, Robert era stato un buon compagno di viaggio e un buon finder, le aveva anche dato dei buoni consigli durante tutta la missione.

-Jale ora ti lasciamo dormire, questa sera passerà mio fratello a farti alcune domande ok? E poi verrò io a sistemarti i capelli, che ne dici di un taglio?-

Lei si guardò i capelli, gli artigli della chimera li avevano tagliati in più punti rovinandoli, li avrebbe dovuti accorciare fino alla spalla.

-Già.. grazie per essere passati.- Linalee la guardò con un misto di preoccupazione e gentilezza mentre usciva dall’infermeria.

 

Come aveva detto Linalee, Komui passò la sera mentre lei cenava silenziosa.

-Buonasera Jale, mi fa piacere tu ti senta meglio.- Lei lo guardò seriamente.  Si ricordò allora che quando la chimera si era divertita a ferirla aveva pensato che fosse tutta colpa del sovrintendente, ma ora si pentiva di quei pensieri.

-Salve sovrintendente Komui, felice di rivederla.-

- Anche io sono felice d rivedeti, abbiamo temuto davvero per tua vita e quella di Miranda in questi giorni. Sai perché sono qui vero?- lei annuì seria.

-Se non te la senti ancora puoi benissimo non parlare, posso capire che debba essere stata un’esperienza traumatica e…-

-Non si faccia scrupoli nel chiedere ciò che vuole, l’importante è che io sia qui a poterlo raccon…- Si bloccò un attimo vedendo che Kanda era entrato silenziosamente nell’infermeria.

-…tare.- Si schiarì nervosamente la gola, la presenza del giovane esorcista la innervosiva un poco, anche se non ne capiva il motivo.

-Bene allora, puoi descriverci il luogo dove hai visto la chimera, e il suo aspetto fisico?-

Jale raccontò velocemente di aver solo intravisto l’interno della botola, infatti subito dopo era stata atterrata dalla chimera.

Descrisse anche l’aspetto orribile della creatura. Komui l’ascoltò attentamente prendendo qualche appunto e interrompendola di tanto in tanto.

-bene, e sai dirmi il perché vi ha lasciate in vita?-

Jale rabbrividì per un’attimo.

-Si, so il motivo.- Komui la guardò sorpreso e curioso.

-La chimera era estremamente.... crudele, covava un odio incredibile verso gli esorcisti, eppure mi disse che aveva voglia di divertirsi un po’ insieme a noi.-

Kanda si avvicinò ancora per ascoltare.

-Lei mi è entrata in testa, o forse mi ha letto i pensieri, non so di preciso. Però so di aver sentito come una mano, che analizzava ogni mio pensiero.- Si passò stanca una mano nella fronte , la sensazione di quella morsa dentro la testa era ancora nitida.

-Era estremamente divertita da quello che aveva scoperto. Decise quindi di fare una gara, la posta sarebbe stata la mia vita e quella di Miranda. Però precisamente non so in cosa consistesse questa “gara”.-

-… Penso di aver capito Jale.- si interruppe e schiarì la voce.

-Devo chiederti scusa per averti mandato lì allo sbaraglio. So che in realtà non potevo sapere a cosa andavate incontro, però vi ho comunque mandato io, e questo mi pesa.- Kanda lo guardò leggermente sorpreso, non aveva immaginato che komui facesse una cosa del genere.

-Non voglio che ti scusi Komui.- lo guardò diritto negli occhi. -Io sono un esorcista, e questo è il mio dovere. Se ho accettato vuol dire che ero conscia di quello che facevo, questo incidente non ti deve pesare, ma anzi sappi che mi allenerò duramente e glielo faccio vedere io a stè chimere del cazzo!-

 

Due settimane dopo il rientro alla home Jale entrò di nuovo nell’arena accompagnata da un sorridente Jahamir.

-Sono felice di vederti già qui Jale, sono stato veramente preoccupato per la tua salute in questi giorni!-

-Ma se venivi a trovarmi tutti i giorni!- Jale gli sorrise. Era vero, Jahamir le era stato molto vicino. Nonostante lei si trovasse a letto immobile le parlava degli allenamenti occupandole la mente. In quei giorni avevano deciso anche l’arma di Jale, alla fine optarono per utilizzare una spada corta da fante, aveva una buona difesa alla mano, ed era corta e robusta, non troppo pesante, nonappena la provò le piacque.

In realtà la spada non le sarebbe servita poi tanto per combattere contro un’akuma, ma l’aiutava nell’arte della difesa, fino a quando non avrebbe imparato perfettamente a utilizzare il suo innocence.

Le aveva portato un grosso libro con immagini sbiadite di armi di ogni tipo, passarono due giorni interi e finalmente trovarono quello spadino.

Appena mise piede nell’arena un odore familiare le arrivò alle narici. Non era per forza piacevole, perché infatti sapeva di metallo, terra e umido, ma le era tanto familiare da farla finalmente sentire a casa.

Nella piccola arena vicino Allen e Lavi si stavano allenando poco convinti con spadini in legno, mentre Linalee li osservava un po’ annoiata.

Si piazzarono finalmente al centro dell’arena a destra.

Si misero tutti e due in posizione offensiva.

-Sei pronta?- Jahamir sorrise beffardo, quando impugnava un’arma assomigliava stranamente a Kanda.

-Prontissima… quando vuoi!-

-Non me lo faccio ripetere due volte piccola!- ma quest’ultima frase non fu udita da Jale  a causa della velocità con cui Jahamir la attaccò.

 

Dopo circa un’ora Jale crollò a terra distrutta dalla fatica, e con la schiena a pezzi.

-Cavolo… forse abbiamo esagerato Jale!- Jahamir le cinse gentilmente la vita aiutandola a rialzarsi.

-Che palle! Ahia! No, non abbiamo esagerato, devo riabituarmi agli allenamenti, non potevo continuare a oziare nella mia stanza!-

-Ti riaccompagno agli appartamenti.-

Mentre uscivano dalla porta Jale poggiò male il piede sfuggendo alla presa di Jahamir e  inciampando addosso a qualcuno.

-E che diamine! Stai almeno attento a dove metti i tuoi piedi!- Notò solo dopo lo scoppio d’ira, tra l’altro ingiustificato, una coda corvina e uno sguardo tra il curioso e lo scocciato.

-Oh…- si risistemò una ciocca di capelli fingendo noncuranza.

-Buongiorno Kanda.- si schiarì nervosamente la gola, non era difficile capire che era imbarazzata, infatti Jahamir le lanciò uno sguardo divertito che venne ricambiato con uno infastidito di lei. Le scocciava farsi vedere in quelle condizione dall’esorcista, soprattutto dopo il suo salvataggio.

-Penso che dovresti essere tu a stare attenta dove metti  piedi, viste le tue condizioni.- Le sorrise sarcastico.

- Quali condizioni?- Si accorse solo allora di essersi di nuovo aggrappata a Jahamir per non rischiare di cadere.

-Bè ecco… non sono al pieno delle forze ma penso che sia già ora di ricominciare gli allenamenti. Ehm… volevo intanto ringraziarti per averci salvato e riportato qui da Damasco.- non aveva ancora avuto la possibilità di ringraziarlo, il ragazzo infatti si era fatto vedere solo quando Komui le aveva fatto domande sulla chimera.

Kanda non rispose e continuò a osservarla ambiguamente.

-Bè.. allora noi andiamo Jahamir?- Quello sgardo la innervosiva, non riusciva mai a capire cosa passasse nella testa del giovane, soprattutto quando non urlava o ringhiava.

-Certo.- Come prima le cinse la vita con un braccio e l’aiuto a ristabilirsi.-

- Si le tue condizioni sono davvero ottime scricciolo, se devi stare attaccata a quel modo a lui senza cadere!- La guardò infastidito.

- Non gli sono attaccata! Mi sto aggrappando perché durante l’allenamento sono caduta, ma sono certa che non avrò problemi tra poche ore!-

-Ragazzi ora datevi una calmata ok? State dando spettacolo…

- e poi Scricciolo a chi?-

-A te! Non ti reggi nemmeno in piedi!-

-Ora vediamo chi sarà ancora lo scricciolo! Ti tolgo tutti i sensi che ti ritrovi… oltre naturalmente al tatto! Tu ne sei assolutamente privo! (tatto in senso figurato.. N.D.A.)

-Prima che possa togliermi anche solo un senso ti avrei già stesa… e considera che non ho nemmeno mugen!-

-Jahamir tienimi perchè potrei staccargli il collo!-

- Si Jahamir lasciala stare così la vedremo bella distesa a terra che carca di raggiungermi a gattoni!-

-Arrogante idiota!-

-Incosciente!- Kanda si calmò all’improvviso.

-Avendoti salvato penso di aver qualche diritto sulla tua incolumità! Quindi ti consiglio di avere dei riguardi sulla tua salute… non che m’interessi più di tanto ma sai com’è… un esorcista in più fa sempre comodo!- detto questo girò i tacchi e entrò nell’arena cominciando a urlare contro Allen, che subito gli tirò la spada addosso.

 

 

Nei mesi che passarono Jale non diede ascolto al consiglio di Kanda, e anzi si buttò anima e corpo a migliorare le sua capacità, sia con l’innocence che con la nuova arma. Nonostante Jahamir fosse sempre disponibile per un allenamento incominciò a tirare qualche colpo anche con gli altri esorcisti, fu molto sorpresa da Linalee, che si rivelò un’avversaria veloce a combattiva.

Intanto il tempo passava e l’autunno lasciò presto il posto a un inverno particolarmente freddo, che aveva innevato tutte le montagne scoscese che circondavano la home.

Vennero cambiate loro anche le divise, che li resero un po’ più impacciati a causa dei materiali più caldi e spessi.

Fu proprio in quel periodo jahamir fu chiamato nell’ufficio di komui.

Appena entrò Komui fece capolino tra vecchie pratiche sorridendogli e invitandolo a sedersi.

-Buongiorno komui, come mai questa chiamata urgente?-

-Jahamir, so che hai fatto veloci miracoli con Jale.-

-Se la cava abbastanza, soprattutto per le sue abilità, non solo grazie a me.- la sua falsa modestia era davvero palese, infatti era gongolante, anche se le sue doti di insegnante eccellente erano note a tutto il quartier generale.

-bene, quindi potrei azzardarmi a mandarla in missione?-

-Ovviamente si, anzi ne sarebbe felice, è già una settimana che si annoia…-

-bene- Komui gli passò svelto il fascicolo da dare alla giovane.

-Scusa ma ora avrei molto lavoro da sbrigare.- cominciò a dare piccoli pugni al cuscino nascosto sotto la catasta di fogli per dargli la forma della testa.

-ovviamente…- Il giovane si alzò e lo salutò velocemente prima di correre a cercare a ragazza.

 

Un’ora dopo Jale, Allen e lavi entravano nell’arca con destinazione Atene.

La compagnia dei giovani fu davvero piacevole, Jale si ritrovò a ridere come una matta delle battute di Lavi sull’altro esorcista e viceversa.

Appena giunsero nella città salirono fino al luogo dove era stato individuato un’innocence: l’acropoli, che si trovava sulla collina più alta che poi si buttava a strapiombo sulla valle circostante.

Appena varcarono le soglie Allen e Jale rimasero affascinati. Tutti e due avevano letto e immaginato i miti greci, i filosofi e la storia, ma avere lì davanti quel monumento di arte e storia spingeva la loro fantasia a immaginare un pensatore che camminava filosofeggiando.

-ehi voi due… se non chiudete la bocca vi entreranno le mosche dentro. Dobbiamo muoverci, l’innocence va trovato entro oggi.-

-perché questa fretta?- i due la guardarono perplessi.

-hai letto il fascicolo che tu ha dato komui?-

-bè avrei voluto leggerlo, ma parlava di ordini di stoffe e fatturati della home, poi non ho avuto tempo di chiederlo a komui… riassumendo?-

Allen sorrise, non era la prima volta che komui confondeva le pratiche, spesso a lui erano capitati vecchi documenti(anche top secret) sull’ordine.

-bè… la tua prima tappa è Atene, qui dobbiamo cercare un’innocence, con la forma (pare da quello che hanno comunicato i finder) di una piccola statua raffigurante apollo. Il problema è che si sposta continuamente seguendo la luce solare. La tua seconda tappa, in cui io non ci sarò, è andare con Lavi e Kanda fino a Monaco di Baviera. Lì infatti pare siano state localizzate due chimere, quindi andrete a controllare un po’ la situazione.-

Nonostante il riassunto fosse stato molto riassunto Jale annuì, la sembrava una missione abbastanza interessante, all’inizio infatti aveva temuto che le sarebbe stata mandata a controllare i bagni della sede Asia.

Incominciammo così a cercare la statua seguendo la luce del sole. Essendo quasi pomeriggio il sole era alto, perciò fu più complicato del previsto, i punti illuminati erano molti di più.

Jale aumentò l’udito e vista, sicuramente l’olfatto non l’avrebbe aiutata nella ricerca.

Dopo circa un’ora di ricerca incominciò a stufarsi di camminare avanti e indietro, quando si sa cosa cercare non è tropo stancante la ricerca, ma quando dell’oggetto i questione non si sa praticamente nulla… era tutta un’altra storia.

Si sedette in una piccola colonna e ascoltò i suoni che la circondavano, si concentrò prima su un gruppo di persone che aveva trovato un vecchio pezzo di metallo, l’attirò infatti la loro eccitazione nello stringere tra la mani quel vecchio frammento di elmo rimasto sepolto per un tempo incredibile, poi più velocemente ascoltò altre persone, inutilmente. Dopo poco qualcuno le soffiò nell’orecchio, provocandole una un fastidio intenso alla testa, tale da farla ruzzolare dietro la colonna.

-MA CHI DIAVOLO…- smise di sbraitare appena vide Lavi ridere a crepapelle della sua così strana caduta.

-stupidi… avevo potenziato l’udito!- Si massaggio i lati della testa.

-AhAhAhAh! Bè allora scusa.. ma avresti dovuto vederti… sembravi una di queste colonne!-

-Quando hai finito avverti…-mentre si sollevava facendo levi sul braccio sinistro si bloccò di colpo. Una punta le segnava il palmo, e infatti quando tlse la mano rimasero senza parole: sotto infatti giaceva una piccola statua d’oro raffigurante il bellissimo dio Apollo, con arco e frecce tra le mani.

La statua era perfetta in ogni suo dettaglio, tale da far gola a qualsiasi archeologo o collezionista.

-Eccola.-

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Ahahahahaha!!!! XD!

Lasciatemi perdere… sto ridendo pensando al prossimo capitolo, succederanno tante belle cose… Cmq questo capitolo è molto più lungo dei precedenti… è perché le lezioni sono sempre più noiose e mi vengono in mente scene assurde.

Bè allora spero che vi sia piaciuto questo capitolo, in realtà non succede niente di chè, è uno spartiacque.

Ci sentiamo la prossima volta.

 

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Capitolo 10
*** il lungo viaggio e i figlioli prodighi... ***


Nuova pagina 1

Allen prese con se l’innocence da riportare alla home. Jale e lavi rimasti soli si incamminarono fino alla stazione

-Siamo terribilmente in ritardo.- Lavi nonostante l’avesse avvertita camminava lentamente. –Aspettati una sfuriata da parte di Yu!- Sorrise al solo pensiaro. Ormai le era chiaro che quel ragazzo si divertisse incredibilmente nel rompere le scatole a qualunque essere umano, probabilmente se avesse incontrato il papa gli avrebbe chiesto se si puliva il sedere con carta santificata! (XD!!! Che scemenza N.D.A)

Appena arrivarono … 4 si guardarono attorno cercando Kanda, non trovandolo e escludendo che fosse in ritardo, entrarono nel treno. Subito andarono nella zona più lussuosa, ogni viaggio veniva infatti pagato dal vaticano, che non badava a spese.

Entrarono nello scompartimento e rimasero comunque sorpresi di non vedere Kanda già seduto ad attenderli con sguardo truce e intimidatorio.

-Possibile che non sia ancora arrivato?-

-No Jale, se lo conosco bene è andato dal macchinista a rompergli le scatole con le sue minacce.- Si Sporse fino al portabagagli sopra il sedile di Jale per mettere le sue cose.

-Si infatti, ecco le sue cose, vorrai vedere che tra poco arriva per darci una strigliata delle s..- non riuscì a terminare la frase perché perse l’equilibrio a causa della partenza improvvisa del treno, cadendo sopra la giovane, che venne sbattuta nel sedile.

-Ahia…- lei cercò di portarsi una mano alla testa ma il tentativo fallì a causa di un peso sopra di essa. Quando aprì gli occhi capì cosa era successo: Lavi era lungo disteso sopra di lei in un posizione incredibilmente strana.

-Dovresti fare più attenzione! Mi stai schiacciando…- Lui per tutta risposta le sorrise divertito.

-Scusi Signorina… perché vorrebbe forse dirmi che la mia vicinanza la infastidisce, o peggio la mette in imbarazzo?-

Prima che lei potesse rispondergli a tono, o peggio colpirlo, la porta dello scompartimento si aprì di scatto e la scena che vide lasciò di stucco l’esorcista che stava entrando.

-CHE DIAVOLO STAI FACENDO?- era evidente che si rivolgeva a Lavi. Kanda sentiva una bastia nel petto che digrignava i denti e ringhiava contro il povero Lavi, che n realtà aveva fatto ben poco per meritarsi la furia che tra poco sarebbe caduta su di lui.

-K..Kanda non è come sembra…- Jale mentre mormorava quelle poche parole di scusa, arrossì di botto.

Lavi allora, compresa la precaria situazione, decise di stuzzicare un po’ il giapponese, avrebbe visto fino a che punto arrivava la sua gelosia.

-Oh no Kanda, invece è proprio come sembra. Jale ha un irresistibile profumo di pesca che…- non riuscì a finire la frase che Jale gli diede un calcio nello stomaco, precedendo di poco Kanda, che lo stava per agganciare al collo.

-Ehi ragazzi state calmi… avete il senso dell’umorismo sotto i piedi!- Si buttò nel sedile affianco di Jale, osservando kanda di sottecchi. Quel ragazzo poteva sembrare anche un buffona, ma aveva capito più cose di quei due zucconi messi assieme.

-Penso che tu Lavi dovresti sederti dall’altra parte, non vorrei addormentarti e ritrovarvi nella stessa situazione di prima.-

-Quanto sei noioso capo…- si, era evidente, lui si stava davvero divertendo.

Kanda, ritrovata la calma, si tolse mugen dal fianco per poggiarla a lato del sedile, e si sedette nel lungo sedile, a circa mezzo metro da Jale.

Intanto lei era immersa nei suoi pensieri, era estremamente confusa, la reazione di Kanda le era sembrata esagerata, soprattutto perché lei era padrona di fare quello che voleva con chiunque, ma allo stesso tempo una strana sensazione, quasi di lusinga, la avvolse, nonostante non se ne accorgesse era proprio la sua reazione così esagerata e farla sentire, per pochi istanti, quasi importante per lui.

Poggiò la testa al muro guardando fuori dal finestrino.

-Tra quanto arriveremo in Germania?-

-tra circa 28 ore, faresti meglio a dormire,  quando arriveremo sarai uno straccio.- mentre Kanda si girò dall’altra parte lei mimò un colpo di fucile nella sua testa, per poi tornare velocemente nella posizione d prima.

-Se vuoi puoi dormire vicino a me, ci faremo caldo a vicenda.-

-…- Lei indirizzò a Lavi un’occhiata scocciata, prima di tirargli il mantello sopra.

-Accontentati di questo…-

Kanda intanto si sistemò nel sedile in modo che la lunga coda non lo disturbasse e chiuse gli occhi.

“potessi rilassarmi anche io con la stessa velocità…” infatti poggiò le ginocchia al petto e osservò l’esterno del finestrino.

Dopo circa due ore la stanchezza ebbe il sopravvento anche su di lei, si sistemò come meglio poteva nel sedile, addormentandosi di botto.

 

Quando Kanda si svegliò di soprassalto la pioggia bagnava le lande che il treno a media velocità attraversava.

Il suo sonno leggero e guardingo era stato disturbato da un lieve peso alla spalla.

Girandosi si sorprese nel vedere che la testa di Jale giaceva sulla sua spalla sinistra. Doveva essersi spostata a causa dei movimenti improvvisi del treno.

Rimase a osservarla pensieroso. Da quando quella ragazza era arrivata l’aveva considerata una vera scocciatrice, era spesso irritante, ma nonostante quello si ritrovava spesso ad osservarla mentre si allenava o mangiava. Era convinto che quella ragazza avesse un potere interessante, nonostante lei si sottovalutasse spesso, e soprattutto era incredibilmente mutabile, a volte nel vederla provava una sorta di attaccamento, quasi volesse proteggerla,a volte la trovava fastidiosa, ma in tutti i casi era piacevole trovarsela vicino, e anche se non l’avrebbe mai ammesso, era una ragazza in gamba. Un po’ come Allen. In quei mesi Kanda, naturalmente inconsciamente, aveva imparato a rispettarlo, in fondo ci sapeva fare,

Per questo motivo non spostò la testa della ragazza dalla sua spalla.

Prese lentamente una ciocca accorciata da poco e se la rigirò tra le dita, fino a portarla al naso, aveva ragione Lavi, aveva un buon profumo di pesca.

Scacciò subito quei pensieri dalla testa, quello non era lui, lei non gli avrebbe messo quegli stupidi pensieri in testa, aveva una reputazione da difendere, mica era Lavi.

Continuò a pensare questo nonostante rigirasse la ciocca scura tra le dita.

 

Alcune ore dopo  un forte bussare tuono li svegliò, già da un po’ infatti aveva cominciato a diluviare.

Nonappena Jale aprì gli occhi capì di aver cambiato posizione, ma soprattutto che la posizione non era delle migliori.

Era letteralmente accoccolata sopra Kanda, che intanto le cingeva una spalla con una mano e la vita con l’altra.

Rimase per un attimo bloccata prima di incontrare lo sguardo del giovane, che appariva più che arrabbiato assonnato.

Kanda sciolse subito quell’abbraccio che lo aveva un po’ turbato, soprattutto perché quando si era addormentato non aveva stretto in quel modo la ragazza, se ne ricordava perfettamente.

Quando incrociò lo sguardo in quello si Jale rimase bloccato u attimo osservando quei grigi occhi assonnati, in quel momento sembrava più fragile che mai.

Lei subito, e suo malgrado, arrossì e si staccò da lui mormorando una scusa.

-Faresti meglio a metterti il mantello se soffri così tanto il freddo!- Il suo tono era un po’ scocciato, nonostante non gli avesse dato affatto fastidio la sua vicinanza, non aveva mai abbracciato così qualcuno, e no voleva nemmeno che svegliandosi quel coniglio davanti a loro pensassi chissà cosa.

-Ehi calmo con quel tono, sicuramente se lo avessi saputo mi sarei legata alla finestra, stai tranquillo, la prossima volta che ti sveglierai non avrai più le tue mani sopra di me!- Anche lei era stata più dura di quello che desiderava, e soprattutto doveva ammettere che aveva dormito bene.

Comunque si scansò fino alla fine del sedile rannicchiandosi e stringendosi il mantello addosso.

Nonostante questo fosse grosso e pesante non rendeva quanto il calore corporeo di kanda, suo malgrado ci pensò.

Intanto kanda la osservava con la coda dell’occhio, un po’ si sentiva in colpa per quello che le aveva detto, e soprattutto cominciava anche lui ad avere freddo, e poi rannicchiata così sembrava una bambina impaurita. Chiuse gli occhi pensando agli allenamenti e cercando di scacciare l’immagine di Jale dalla mente.

Il più sbigottito era Lavi che non aveva aperto bocca, aveva un sorriso divertito stampato nelle labbra. Di sicuro aveva capito più di quei due testoni.

 

Arrivarono il giorno dopo i una cittadina vicino a  monaco, luogo in cui era stato registrati il maggior numero di sparizioni. Circa 2 mila abitanti su 7 mila.

Ma la cosa che stupiva di più era l’atteggiamento delle persone. Nonostante una buona parte della loro cittadina fosse scomparsa camminavano con un sorriso ebete in viso, compravano nei negozi, si salutavano e ridavano. Molti di loro avevano perso parenti stretti, ma nonostante questo erano sereni e felici. Troppo strano per essere normale!

I tre ragazzi appena entrarono nella cittadina si accorsero di questo fatto e esterrefatti chiesero in giro notizie sulle persone scomparse.

Una donna di mezza età rise alle loro domande e li rassicurò. Secondo lei questa no era altro una trovata per far preoccupare le persone presto,a  sentire lei, sarebbero tornati da loro, come nella parabola il figliol prodigo, sarebbero stati perdonati di tutto.

La guardarono come se avesse raccontato una barzelletta orribile, lei sorrise e si allontanò lentamente.

Lavi si strofinò stanco gli occhi.

-Ragazzi questa storia non mi convince affatto. Questa persone sono rincitrullite!- Sbadigliò stanco.

-Io comunque consiglierei di trovare la locanda e muoverci… mi sto addormentando in piedi!-

D’accordo con lui i due giovani si incamminarono verso la strada principale.

 

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Scusate per l’incredibile ritardo, ma in questo periodo la scuola (come probabilmente sapete) non mi dà tregua.

So che vi aspettavate chissà che, ma la scena che mi faceva ridere la lascio al prossimo capitolo..

Ci sentimo presto, Ah ringrazio un mio nuovo lettore: Pluffy91… Grazie della bellissima recensione…

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Capitolo 11
*** La voce ***


Nuova pagina 1

La locanda li accolse con un tipico odore di zuppa invitante e il chiacchierio delle persone sedute nei tavoli. Tutti sembravano estremamente tranquilli.

-Strano eh?- Lavi li guardò, avevano pensato tutti e tre la stessa cosa.

-Si, nonostante tante persone sono scomparse, e io non penso si tratti di fuga, queste persone sono come ignare di quello che le circonda. Avete sentito prima quella donna? Secondo lei sarebbero dei capricci giovanili... che strano.-

-Si jale, ma comunque questa storia non ha convinto nemmeno i finder che tempo fa sono stati inviati. Il problema è insorto una volta tornati al quartier generale…- Lavi parlò pensieroso, quella storia era ancora molto confusa.

-cioè…- Jale come al solito non era al corrente di nulla.

-Ma tu non ascolti mai?- Kanda la rimproverò annoiato sedendosi in una sedia.

-Se avessi ascoltato sapresti che i finder hanno comunicato i loro dubbi al quartier generale con i loro golem, ma una volta tornati hanno detto di non aver riscontrato nulla di anormale. Come no fossero stati loro a parlare nei golem.-

-Che strano…-

 

Le camere erano tutte e tre al quarto piano. Nonostante la locanda a prima vista fosse sembrata piccola, i tre si dovettero ricredere. Non solo era molto ampia, ma pare che ci fossero sempre moltissimi clienti.

Le camere nonostante fossero piccole erano chiare ed accoglienti.

La sera i tre si incontrarono di sotto per cenare e cercare di capire qualcosa dai discorsi delle persone.

-Ehi c’è la Soba vero?- Kanda coma al solito si era rivolto alla cameriera con un tono molto aggressivo.

-Ehm no. Ci dispiace non conosciamo questo piatto. Se vuole può parlare con il cuoco e descrivergli il piatto… potrebbe farglielo.-

-Tze! Scommetto che nemmeno ne sarebbe in grado. Voglio quello che hanno preso gli altri!-

-Cosa pretendevi? Mica siamo in giappone!-

-Zitta!-

-Parlo quanto diavolo mi pare!-

-Si ma se proprio devi farlo almeno dì cose intelligenti!-

-Giuro che uno di questi giorni ti sveglierai senza udito!-

-e allora uno di questi giorni scappa…-

Jale si mise un boccone in bocca per trattenersi dal picchiarlo. Non voleva concedergli l’ultima parola, però era anche vero che stavano attirando troppo l’attenzione, e questo sicuramente non era un bene se volevano capire con discrezione cosa succedeva.

-Priva che voi due vi minacciaste ho sentito da un uomo che altri due ragazzi sono scomparsi. Uno è stato visto per l’ultima volta l’altro ieri, mentre l’altro pare che stamattina non si sia recato a lavoro.-

Jale masticò pensierosa il boccone. Dovevano muoversi, altre persone erano in pericolo.

-Io dico che è meglio che domani non perdiamo tempo e cerchiamo di capire che succede in questo posto. Ma soprattutto perché queste persone hanno qusto comportamento. Ci scommetto che centra con le sparizioni.-

-Abbiamo il genio…- Jale era già pronta a rispondere per le rime prima di essere interrotta da Lavi che cercava di mettere pace tra i due.

-Hai ragione. Domani divideremo i ruoli, due di noi andranno a cercare qualcosa in giro, mentre un altro chiederà informazioni.-

 

Dopo aver finito di cenare si fondarono tutti nelle loro stanze. Nonostante avessero dormito nel treno un letto comodo era insuperabile.

La camera di Jale era alla fine dell’andito, di fianco a quella di Lavi e davanti a quella di Kanda, che aveva espressamente raccomandato di non disturbarlo.

Naturalmente da tale osservazione ne era nato un battibecco con la ragazza, che gli aveva detto di dormire pure tranquillo, nessuno lo avrebbe disturbato.

Jale subito preparò l’acqua per farsi un bagno rilassante, in fondo se l’era meritato.

Mentre si toglieva la divisa osservò le cicatrici che segnavano la pelle, sorrise sarcastica, chissà se avrebbe mai trovato un fidanzato con quei segni.

Rise di quella stupidaggine che le era passata per la testa, come se un esorcista avesse il tempo e la possibilità di avere una relazione…

Si rilassò senza pensare nell’acqua calda. Rimase in quello stato catatonico per circa mezz’ora. Mezz’ora di relax e assoluto vuoto mentale, un lusso che da un po’ non poteva permettersi.

Le tornò alla mente sua madre che le cuciva un vestito nuovo, lei che si lamentava delle punte che la madre metteva senza stare attenta e che le pizzicavano il fianco. A tutte le volte che si era rilassata nella vasca, come in quel momento, e dopo un po’ venivano a bussare nel bagno perché il suo turno era finito.

Con quei pensieri riuscì a rovinarsi il momento rilassante, ma a rovinarlo furono soprattutto i tonfi che si udirono alla porta.

“Quell’idiota di Lavi… e dire che sembrava stranamente serio…”

Uscì velocemente dalla vasca gocciolando dappertutto. Prese al volo un asciugamano e se lo avvolse addosso, non che coprisse fino ai piedi, ma tanto non aveva intenzione di trattenersi troppo col rosso.

I colpi alla porta si ripeterono con più forza.

-STO ARRIVANDO!- sbuffò arrabbiata mentre si dirigeva alla porta.

Socchiuse un attimo la porta e rimase sorpresa nel notare che al posto di lavi c’era niente meno che Kanda.

-Oh sua signoria… per poco non sfondavi la porta… cosa è successo?- lo osservò preoccupata. Aveva i capelli sciolti e indossava un maglione largo e un paio di pantaloni chiari. Ma il suo sguardo fu quello che la insospettì dall’inizio: era stranamente vacuo non c’era la solita fiammella che li faceva brillare, sembrava si fosse svegliato da poco, o fosse reduce da una bevuta con gli amici.

-Cosa ti è successo?- aprì un po’ di più la porta per osservarlo meglio, sembrava davvero vuoto.

-Niente.- Anche il tono la colpì troppo.

-Come niente… non è che ti sei dato alla pazza gioia per dimenticare la soba?- Sorrise per un attimo, ma la sua frecciatina non arrivò a segno. Lui la osservò attentamente senza risponderle.

-Ehm… questa è la prova che qualcosa non va…- Alcune goccioline cominciarono a scenderle dalla schiena facendola infreddolire.

-Bè se non hai niente vai pure a farti una chiacchierata con Lavi… io mi devo assolutamente cambiare.- ma prima che chiudesse la porta kanda la bloccò con una mano entrando dentro e facendola indietreggiare preoccupata.

-Ok- si schiarì nervosamente la gola. Era palese che Kanda si fosse ubriacato, e soprattutto che doveva farlo uscire da quella stanza.

-Non vorrei sembrare maleducata, ma mi devo cambiare… tu aspettami fuori ok? Sarò pronta tra un attimo…- si interruppe vedendo che Kanda invece di uscire continuava ad avanzare imperterrito verso di lei.

Indietreggiò ancora fino a finire con le spalle al muro.

-Kanda ora basta! Se è uno scherzo smettila...e  se  sei ubriaco.. bè smettila lo stesso!- ormai era talmente vicino da poter sentire il calore del suo corpo, ma soprattutto farle annusare il suo fiato, che non puzzava affatto di alcol…

Prima che potesse capire cosa diavolo stava combinando kanda, lui poggiò le mani al muro bloccandola.

-Ora non scapperai…-

“no io ti do un calcio nelle palle e… cavolo non riesco a pensare con lui così vicino…”

Ormai Jale, nonostante fosse un po’ ingenua, aveva capito le intenzioni del giovane, ma non sapeva veramente cosa fare.

Sicuramente quel problema non attanagliava anche la testa di kanda. Infatti il giovane ormai era a pochi centimetri da lei, e si avvicinava ancora con studiata lentezza, fino ad appoggiare la sua bocca su quella di lei.

Nonappena lei sentì quel contatto inatteso, andò letteralmente in tilt, ogni suo senso si intorpidì, e non riusciva a spingerlo via, non ne aveva ne la forza ne la voglia.

Lui intento le aveva appoggiato la mano sulla nuca e continuava a baciarla con passione, giocava con le ciocche dei capelli e le accarezzava il viso.

Quel bacio cominciò a scaldarla e farla avvicinare al petto del giovane facendole dimenticare che quello non era il suo compagno esorcista, doveva essere impazzito oppure…

Un lampo di lucidità le illuminò la mente.

Aumentò con fatica la sensibilità dell’udito, cercando qualcosa che nemmeno lei conosceva, cercando il motivo per cui kanda in quel momento le accarezzava la schiena.

Sentì all’improvviso una cantilena, una voce femminile cantava, in lontananza, quasi fosse un miraggio, un eco che solo la mente di Kanda udiva. Sembrava la voce di un rapace troppo intonato, no era bella, ma invitante.

Con un attimo di esitazione interruppe quel contatto tra Kanda e la voce, usando la stessa tecnica di quando lui sembrava muto, fece in modo che quella non fosse più udibile dalle orecchie e dalla mente di Kanda.

Appena il contatto venne reciso Kanda smise di muovere le labbra e rimase per un paio di secondi ancora appoggiato pesantemente a lei.

Doveva essere stordito, perché teneva gli occhi chiusi e la frante aggrottata. Quando si staccò aprì gli occhi, curioso di sapere dove era finito, ma soprattutto chi stava stingendo tra la braccia.

Si guardarono per  lungo istante, storditi e ancora troppo vicini.

 

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                                                   E me… grazie!

 

 

 

Questo è uno dei capitoli più importanti della storia, ma nonostante questo l’ho scritto di getto e non voglio nemmeno rileggerlo!

Allooooora… nel prossimo capitolo vedremo come reagisce Kanda nel trovarsi la nostra tonta tra le braccia…

Eh Eh Eh…

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Capitolo 12
*** Reazioni, macellai e... ***


Nuova pagina 1

Kanda aveva ancora una mano che stringeva la schiena di Jale, mentre l’altra era appoggiata al suo viso. Tutti e due continuavano ad fissarsi, fino a quando Jale non interruppe quel contatto abbassando lo sguardo. Subito, quasi si fosse destato da un sogno, anche Kanda si staccò indietreggiando di qualche centimetro.

-Cosa… Cos’è successo?- La domanda di per sé era inutile, infatti ricordava benissimo di come si era svegliato poco prima, e quella strana sensazione di calore alle labbra e alle mani glielo ricordava.

Jale si sedette nel letto dopo essersi sistemata, l’asciugamano.

-Bè…- cercò le parole adatte per spiegagli la sua entrata trionfale nella stanza. Mentre ragionava mosse leggermente la spalla rivelando cinque segni rossi, che non avrebbero tardato a diventare viola.

-Ti ho fatto male vero?- Kanda le indicò i segni.

-Oh… no. In realtà non me n’ero nemmeno accorta. Vedi non è che mi abbia maltrattato- e qui arrossì di botto -ma ho capito subito che non eri tu, all’inizio infatti pensavo fosse Lavi alla porta.-

-Quindi ero in uno stato di Trance?-

-si… potevi anche parlare, ma l’espressione dei tuoi occhi non era proprio sveglia. Sei entrato dentro… e poi il resto l’hai capito.-

-Mmh si… Come hai fatto a svegliarmi?-

-Mi sono insospettita,  ho cercato qualcosa con i sensi, ho sentito allora una strana voce. Doveva sicuramente essere quella la responsabile di questo tuo atteggiamento, così ho usato la stessa tecnica di quella volta in mensa: il tuo udito non è in grado di sentire quella voce.- si atteggiò leggermente per aver risolto quel malinteso.

- Sospetti degli akuma?- Jale glielo domandò a causa della sua espressione pensierosa.

-Ovvio… penso anche di aver capito il motivo delle sparizioni e lo strano comportamento delle persone.- Si  pavoneggiò per un attimo, poi schiarì la gola e le presentò la sua idea.

-Se questa  voce è in grado di incantare le persone, una o più persone quindi, non potrebbe essere la responsabile delle sparizioni avvenute qui?- lei ci pensò un attimo e mosse la testa di lato liberando il collo dalle ciocche bagnate di capelli, dettaglio che non mancò di osservare Kanda.

-Non sarebbe meglio che tu ti metta qualcos’altro addosso, oltre a quell’asciugamano?- Lei non lo degnò di troppe attenzioni mentre continuava a pensare, cercando di trovare qualche errore nella teoria del giovane.

-mmh… bè potrebbe essere così…- poggiò il mento sulla mano pensierosa, e socchiuse gli occhi.

-Quindi tu pensi che la causa di queste sparizioni sia ricollegabile alla chimera, o alle chimere. Ma la domanda ora è perché rapire le persone a quale scopo?- Tutti e due pensarono velocemente a qualche motivo, cercando di essere più veloce dell’altro, quasi fosse una gara per decidere chi di loro era il più perspicace, e per adesso il vantaggio era di Kanda.

Jale aprì gli occhi di scatto, pronta ad esporre l’idea al giovane, ma rimase sorpresa di vederlo ad occhi chiusi, con due dita nel mento. In quella posizione sembrava il più pacifico dei ragazzi, nemmeno una ruga increspava quella sua perfetta fronte, e la sua espressione era talmente assorta da farlo sembrare una statua immortale.

-Kanda…- cercò di parlare il più lentamente possibile, avrebbe voluto che rimanesse in quella posizione ancora un po’, ma lui si ridestò e la osservò corrucciato.

-Penso che da questo posto partano i corpi per la creazione delle chimere… Se ci pensi perché allora scegliere i giovani? Semplicemente perché i loro corpi rendono sicuramente di più… E dopo il rapimento zittiscono le persone grazie a questo akuma, o a questa voce che li rende passivi.-

-Bè potrebbe essere…- ci pensò su… e annuì solennemente.

- Già…- Jale si guardò le mani imbarazzata, mentre un ultima goccia d’acqua scendeva dai capelli fino al braccio.

-Vuoi andare a vestirti!-

 

Bussarono alla porta di Lavi, senza però ricevere risposta.

-Mio Dio kanda… è colpa tua lo dovevi avvisare!-

-Si perché ora ci passo io!-

-Ma io mi stavo cambiando!- Jale si spostò di qualche metro per prendere la rincorsa e diede un calciò alla porta facendola spalancare.

-bel colpo vero?- Kanda le passò davanti senza rispondere, e sfoderando leggermente mugen, pronto al peggio come sempre.

-non è che è sceso giù? Prima aveva in mente di chiacchierare con la cameriera dai capelli a baschetto…-

-e non potevi dirlo prima!?-

 

Scesero a velocità sovraumana per le scale, finendo al centro dello stanzone che fungeva da locanda.

C’era più buio dell’ultima volta che erano stati lì, e mormori sommessi arrivavano da un angolo.

-Tu aspetta qui!- Kanda si avvicinò, seguito a ruota da Jale.

La scena che si trovarono davanti i due esorcisti era davvero orribile.

Era chiaro che Lavi doveva essere andato a cercare la cameriera, il problema era: cos’era la cameriera.

Il giovane esorcista stava riverso a terra supino, sotto di lui, una pozza di sangue si allargava nel pavimento.

La cameriera intanto trafficava con strani arnesi di metallo, quasi fosse un chirurgo impazzito, o un crudele macellaio pronto a preparare un animale.

Appena li vide sorrise ingenuamente, come aveva fatto quella stessa sera.

-Buonasera esorcisti… vedo che non avete seguito i miei consigli… vi avrei fatto divertire insieme!- Kanda con un balzo sfoderò Mugen e mentre le si avventava contro, passò il dito sulla sua lama, facendola subito risplendere.

-Prima illusione!- dall’arco di luce che disegnò al passaggio della lama, partirono numerosi fasci con a capo di ognuno di essi una specie di insetto marrone chiaro. Questi arrivarono dall’akuma e entrando in contatto con la sua pelle crearono profonde scottature, che però non parvero disturbarlo troppo.

La chimera infatti non si mosse da lì, al contrario sorrise beffarda contro l’esorcista.

-Aspetta ci penso io.- Jale visualizzò la scacchiera, e con una concentrazione incredibile eliminò i sensi della chimera, mantenendo però alte le difese che aveva dato a Kanda.

-Fatto?- Kanda si preparava per la prossima mossa.

-Si…-

 Creò una seconda spada di pura luce nella mano libera.

-È bloccata vero?-

-Si… il controllo riuscirò a tenerlo per un bel po’ comunque.- I sensi della chimera infatti non lottavano per tornare, non faceva la minima resistenza.

Kanda Si avventò a velocità maggiore verso la chimera, brandendo le due lame identiche.

Appena arrivò a pochi centimetri dal viso di questa un urlo squarciò l’aria, bloccandolo, e facendolo ghiacciare. Quella voce non apparteneva ne al mostro ne a Lavi.

-Jale…- Si girò a osservarla, trovandola inginocchiata con il capo tra le mani.

La chimera intanto stava nello stesso stato di prima perciò si avvicinò di fretta a capire cosa stesse succedendo alla compagna.

-Jale che hai?- la scosse la spalla cercando di farla rispondere, senza però nessun risultato se non vedere il suo viso  bianco, con le labbra violacee.

-Rispondi!-

Gli occhi di lei si socchiusero appena e le labbra si mossero appena.

-l’ho… bl..bloccata… che stai- si bloccò di nuovo mordendosi un labbro dal dolore, fino a farlo sanguinare.

-…aspettando… non resisterò a lungo…-

Kanda, quasi fosse stato spinto da una forza invisibile, si lanciò sulla chimera e con due fendenti la ferì profondamente, ma non inflisse il corpo mortale, aveva ricevuto ordini precisi da Komui, un esemplare sarebbe stato tenuto perché la sezione scientifica facesse ricerche.

Appena quella cadde al terreno, il viso di Jale riprese colore, e lei tornò a respirare normalmente.

-Stai bene?- Kanda subito si accorse che non stava per niente bene, fisicamente non aveva un graffio, ma non aveva capito cosa le era successo in quei pochi secondi in cui era avvenuto tutto.

-Si… o almeno sto meglio di prima. Lavi?- kanda si avvicinò anche a lui, tranquillizzandosi nel vedere che in effetti stava dormendo, solo qualche taglio dalle forme strane lo avrebbero disturbato.

Lo portò affianco alla ragazza.

-Che ti è successo prima?-

-Bè… la chimera non ha affatto cercato di liberarsi dalla mia morsa, e solo dopo ho capito il perché. Si è aggrappata ai miei attacchi, per arrivare direttamente a me, nel momento in cui ero riversa a terra lei era riuscita a distruggere ogni mio attacco. Sono però riuscita a ristabilire la gabbia, per questo lei non si è mossa nemmeno quando l’hai colpita.-

-Bè sarà meglio che avvisi Allen, in questa condizioni sia tu che lavi non potete essere utili, perciò ve ne tornerete alla home, e io con qualcun altro penseremo a cercare qualcos’altro in questo posto.

-ok…- jale si ritrovò insoddisfatta di sé… nonostante fosse riuscita nel suo intento non aveva reso un servizio troppo utile a kanda.

Lui però era di un altro avviso, e osservò Jale, notando quanto era cambiata e cresciuta da quella notte in cui l’aveva costretta a seguirlo.

-Sei migliorata dall’ultima volta…- queste parole le pronunciò a occhi chiusi, pensando che non aveva mai fatto un complimento nemmeno alla Mammoletta.

-Grazie… ma stavolta non sono riuscita a tenere la tua difesa, nel momento in cui mi ha attaccato l’ho lasciata andare.-

-Tsz… ti pare che io abbia bisogno di essere difeso?!-

 

Appena la porta dell’arca si aprì Allen si mosse per aiutare Kanda a portare dentro i due ragazzi, cercando di sollevare Jale.

-Prendi Lavi scusa… è più urgente!- Allen passò al giovane caricandoselo sulle spalle.

Kanda invece si caricò Jale sulle braccia come aveva già fatto più volte in passato.

-Ehi guarda che bene o male riesco a camminare…- sorrise, e si pentì però di averlo detto, in fondo non le dispiaceva quella sensazione che provava stando tra le braccia dell’esorcista.

-Si… più male che bene… siamo di fretta.-

 

 Scasateeee… se mi volete trucidare vi capisco. Vedete ho cominciato altre ff… e diciamo che sono una tipa che non riesce a fare troppe cose…quindi ho fatto una pausettaaaa…Allora nel prossimo capitolo vorrei fare una cappatella a casa del conte… E poi una sorpresa incredibileeeee!!! Jale per migliorare le sua tecniche, dato che si convincerà di essere stata inutile verrà affidata a…(non a Kanda, quindi non fatevi strane idee…)

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