Scacco matto! di Eva92 (/viewuser.php?uid=70334)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la fuga e la rose Cross ***
Capitolo 2: *** La fuga e l'arrivo al qurtier generale ***
Capitolo 3: *** Quartier Generale!!! ***
Capitolo 4: *** Sei muto o sono gli altri sordi? ***
Capitolo 5: *** Jahamir.... ***
Capitolo 6: *** la chimera ***
Capitolo 7: *** orribile perfetto clone... ***
Capitolo 8: *** Salvataggio e ritorno alla home. ***
Capitolo 9: *** Allenamento e seconda missione... ***
Capitolo 10: *** il lungo viaggio e i figlioli prodighi... ***
Capitolo 11: *** La voce ***
Capitolo 12: *** Reazioni, macellai e... ***
Capitolo 1 *** la fuga e la rose Cross ***
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Le gambe
cominciarono a tremare e il poco fiato che le rimaneva nei polmoni ghiacciava
la gola a ogni respiro. Mentre imperterrita correva a lato della strada
principale, sforzava l’udito per sentire i passi dei suoi inseguitori, che
avevano velocemente guadagnato strada.
Girò
velocemente per una stradina laterale, e silenziosamente si nascose dietro una
carrozza parcheggiata davanti a una piccola casa.
Era quasi
una settimana che fuggiva dai suoi inseguitori incappucciati, ormai non le
davano più tregua, probabilmente l’avrebbero scovata anche in capo al mondo, e
per di più non sospettava nemmeno il motivo di quell’ inseguimento.
Questi
individui dovevano essere due, forse anche tre. Li aveva intravisti spesso
mentre lasciava qualche locanda, che chiedevano notizie di lei ai locandieri o a
persone che potevano averla vista o aver parlato con lei. Spesso si dividevano
per avere un raggio d’azione maggiore. Corse velocemente verso la locanda
all’angolo della strada, sicura di essere sfuggita per un po’ ai due uomini.
Quando
entrò i muscoli delle spalle si rilassarono, e il nodo allo stomaco si allentò
un poco, fosse per il caldo o per il silenzio, fatto sta che si rilassò
immediatamente.
Tolse il
cappuccio e osservò l’interno semplice della locanda, ci dovevano essere sei
persona al massimo, per lo più vecchi grassoni con un boccale di birra mezzo
pieno davanti.
Trascinò
allora il corpo esausto verso un tavolino e chiese dell’acqua e del cibo
all’oste.
Bevendo,
l’acqua le fece riacquistare un po’ di carica , e la gola riprese vita.
E
finalmente dopo quasi due giorni si permise di chiudere gli occhi per più di 10
secondi aspettando che il locandiere portasse la cena.
Arrivò
dopo poco con un piatto fumante di carne, e per la prima volta non si preoccupò
che la carne fosse troppo cotta o che non avesse abbastanza condimento, mangiò a
velocità disumana riempiendosi la bocca ogni volta che inghiottiva a fatica.
Una volta
finito di assaporare quelle delizie si spostò con la sedia vicino al piccolo
camino. Il fuocherello le fece abbassare le palpebre, e una sensazione invitante
si diffuse nella testa, si diede allora qualche pacca sulla faccia.
Prima di
riposarsi doveva assolutamente controllare le braccia, le ferite probabilmente
dovevano essersi riaperte a giudicare dal dolore che aveva sentito nelle ultime
ore e le bende erano troppo sudice.
-Oste?-
Subito il piccolo uomo efficiente arrivò vicino alla sedia.
- Avete
dei bendaggi?- Subito si riavviò verso la piccola porta dal quale era uscito
poco prima, lasciandola a srotolare le fasciature del braccio destro.
Quando
tolse il nodo del polso rimase senza parole: la pelle del braccio era liscia
come un tempo, nessuna cicatrice ne increspava la ritrovata morbidezza e le
profonde ferite riportate poco tempo prima ero scomparse. Continuando a
srotolare un piccolo gemito di disperazione le uscì dalle labbra, se il polso
era a posto, non si poteva di certo dire lo stesso dell’avambraccio e il gomito.
Lungo tutta la lunghezza e la larghezza di questi, un disegno verde le macchiava
la pelle, quasi una radice le fosse entrata dentro la pelle.
-Che
diavolo…- si fermò trattenendo il respiro, ciocche di capelli sconosciuti mi
accarezzavano il collo ma quando cercò di girarsi si ritrovò bloccata da un
braccio asciutto appoggiato alla sedia.
-Stupefacente vero? L’innocence ha guarito a velocità impressionante la ferite
che avevi nelle braccia…- Sembrava non si stesse rivolgendo a lei, ma più che
altro pensando a voce alta.
Quando
girò il viso incontrai la faccia di un giovane di circa 18/19 anni
-Cosa
diavolo vuoi da me?- la voce assomigliava a un ringhio e il giovane si girò a
osservare la giovano che gli aveva stretto il polso in modo aggressivo.
-E’
incredibile che uno scricciolo come te abbia potuto mettere problemi a quei due
imbranati, devi essere furba nonostante le apparenze. Ti chiami Jale vero?-
-Non ti
ho chiesto quello che pensi di me, ti ho chiesto perché continui a tenermi il
braccio!- strattono il suo polso rabbiosamente, ma lui aumentò la forza della
presa.
-Tu mi
devi seguire, e senza fare storie, va bene?- Aveva un viso freddo e perfetto,
con una punta di noia nei suoi occhi.
-Si
ovviamente, perché sai il mio più grande desiderio è di seguire uno sconosciuto,
probabilmente pazzo tra l’altro!-
Lui la
guardò attentamente borbottando silenziosamente qualcosa.
Prese il
mantello che aveva appoggiato nella sedia e glielo mise sulle spalle, legando i
due cordini nel collo.
-Ecco ora
sei prontissima cara Jale. Muoviti, non ho voglia di aspettarti.-
Lei di
tutta risposta riempì i polmoni di ossigeno.
-OSTEEEEE!!!
AIUTOOOO!!!!- Lei gli sorrise soddisfatta, sicuramente il locandiere l’avrebbe
aiutata a liberarsi quello strano ragazzo.
L’uomo
usci dalla porta laterale e vedendo la scena saltò il bancone e gonfiando il
petto si avviò a difendere la sua cliente. A metà strada indietreggiò stupefatto
e si sgonfiò immediatamente.
-mi scusi
signore non avevo compreso la situazione.- Fece un rapido inchino e si allontanò
umilmente.
-Razza
di…- Si fermò subito quando comprese l’atteggiamento del locandiere.
Sul petto
del giovane brillava la croce argentata, simbolo degli esorcisti.
-Piacere
Kanda!- stavolta era su suo viso l’espressione di vittoria.
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Capitolo 2 *** La fuga e l'arrivo al qurtier generale ***
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Si, lo so che Kanda può sembrare un po’… diverso, ma se non lo faccio parlare la
storia diventa noiosa. Quindi ho deciso di renderlo più attaccabrighe del
solito, ma che usi anche ironia e esprima i suoi sentimenti (non che debba
diventare un sensibilone) anche con le parole, dato che non abbiamo i bellissimi
disegni da ammirare!XD
Sotto metto la descrizione di Jale.
- Non mi
farò trascinare da te e dai tuoi amici delinquenti per farmi uccidere!- Disse
questo in un tono colmo d’ira cercando di allontanare il giovane, ma Kanda non
rimase troppo colpito.
- Stupida
non dobbiamo mica ucciderti ma …- non riuscì a completare la frase a causa del
pugno che gli stava arrivando in viso. Lo bloccò velocemente con la mano
sinistra.
-Ora
basta! Se non la pianti giuro che ti do un colpo in testa e ti porto in spalla
fino al quartier generale!- Le prese le spalle e la trascinò fino all’uscita
della locanda.
Jale si
era zittita di botto e camminava con lo sguardo abbassato ai piedi, ma
nonostante i suoi movimenti sembrassero arrendevoli la mente lavorava veloce per
trovare un modo decente di sfuggire alla stretta ferrea di Kanda.
“Scappare
utilizzando la forza non è una buona idea, dal momento che lui è tre volte più
veloce e forte di me, potrei farmi venire in mente qualcosa più in là, una volta
che lui abbasserà la guardia illuso che mi sia arresa”. Convinta del suo
piano continuò a camminare con Kanda nelle strade deserte della città.
-Sai se
ti zittisci con tutta questa facilità potrei anche pensare che possieda un
minimo di buon senso.- Sorrise da solo per la frecciatina che aveva lanciato, in
fondo si sarebbe quasi divertito a irritare la giovane fino all’arrivo dei suoi
colleghi. –Comunque è meglio che tu non dica nulla, tra poco dovremmo
raggiungere quel bookman male uscito e la mammoletta, basteranno loro a
irritarmi.-
-Una
volta arrivati al quartier generale (o come diamine si chiama), mi ucciderete
vero?- Jale guardò in viso Kanda che sorrise freddamente.
- Cammina
più velocemente non ho voglia di arrivare in ritardo a causa tua! Comunque
nessuno ti ucciderà, semplicemente diventerai un’esorcista.- Lei scioccata si
fermo di botto.
- Io un
esorcista come te?-
- No, non
come me. Io sono un tipo troppo perfetto perché uno scricciolo come te riesca a
tenermi testa-
Vedendo
che era ancora senza parole cominciò a spazientirsi. -Non fare molte storie,
alcuni darebbero l’anima per essere al tuo posto! Adesso continuiamo a
camminare.- Se il suo scopo era calmarla il risultato non fu quello desiderato,
lei si avvicinò al suo viso e con odio gli sussurrò tre parole con rabbia.
-Voi…
siete… MOSTRI!- Gli diede uno spintone liberandosi della stretta di Kanda, che a
causa della sorpresa si era allentata e scappò in una strada laterale.
- Che
stupida! FERMATI IMMEDIATAMENTE!!!- Le corse dietro velocemente cercando di non
perderla d’occhio, non aveva voglia di inseguirla per una settimana.
Jale
aveva già fatto circa un centinaio di metri di corsa, la prospettiva di
diventare un esorcista le aveva reso la voglia di scappare, non sarebbe ricaduta
nelle mani di quel mostro!
Mentre
lei pensava questo Kanda l’aveva seguita saltando da un tetto all’altro. Non
capiva l’odio di quella ragazza nei confronti dell’ordine, ma questi sentimenti
erano comunque meno importanti della missione, e soprattutto del fatto che lei
aveva dentro di sé un innocence.
Jale
iniziava ad avere il fiato corto dopo altri duecento metri, doveva cercare un
nascondiglio o comunque un via di fuga, o lui l’avrebbe ritrovata.
Dopo poco
vide delle figura all’angolo della strada, nonostante ricordasse ancora la
reazione dell’oste tentò comunque di chiedere aiuto agli sconosciuti. Appena si
avvicinò si girarono tutti nella sua direzione.
-Vi
prego, aiut… Oddio!- Uno dei quattro non appena la vide le si buttò addosso e
cominciò a trasformarsi in una strana creatura disseminata di cannoni scuri.
Dopo di
lui anche gli altri cominciarono a trasformarsi, emettendo orribili rumori che
squarciavano il silenzio della notte.
Le
braccia di Jale cominciarono a bruciare, le guardò attentamente, ogni riga verde
dei gomiti cominciava a diventare rossa. Le narici si bloccarono di colpo, per
poi riprendere subito a introdurre una nuova gamma di odori nauseabondi mai
sentiti prima. Gli occhi e le orecchie cominciarono a bruciare terribilmente,
fino a quando il dolore non si interruppe del tutto e un senso di pace invase la
testa. I suoi occhi le davano un’immagine della completamente distorta, ogni
akuma veniva analizzato, ogni rumore da loro emesso registrato.
Prima che
si rendesse conto di cosa era successo tre akuma erano esplosi, mentre il quarto
veniva diviso in due dalla katana di Kanda.
L’ultima
cosa che vide prima di cadere a terra priva di sensi fu Kanda che rimetteva la
spada dentro il fodero per poi dirigersi verso di lei.
Quando,
il giorno dopo, Komui venne svegliato, si avviò velocemente dai tre esorcisti
tornati al quartier generale poco prima.
Erano
tutti e tre in ottima forma.
- Salve
ragazzi, dov’è il compatibile?- Komui vedendo solo gli esorcisti temette ci
fosse stato lo zampino del conte del millennio.
Il più
giovane dei tre, il ragazzo dai capelli candidi, spiegò a Komui come Kanda
avesse portato la ragazza in spalle fino al luogo dell’incontro.
-Si ma
ora dov’è?-
- Yu non
l’ha portata certo in condizioni ottime. Dagli occhi e dal naso continuava a
uscire sangue probabilmente u emorragia interna, e le orecchie, come le braccia
hanno della righe verdi. Pare che il suo innocence abbia distrutto tre akuma, ma
non le ha sicuramente fatto bene. L’abbiamo quindi portata dalla
capoinfermiera.- L’altro dai capelli Rossi e una benda in un occhio si dondolò
sui piedi mentre parlava.
- Ho
capito, Kanda, hai qualcos’altro da aggiungere?-
- A parte
che ho solo perso tempo con quella là? E’ stata una missione inutile, a causa
della loro incompetenza questi due non sono riusciti a portarsi dietro una
ragazzina!-
-Kanda
come al solito ti esprimi nel modo più antipatico possibile!-
-
Qualcosa da ridire mammoletta!?- Allen e Kanda si fronteggiarono pronti a dar
via a una delle loro solite zuffe.
- Calma
ragazzi, se cominciate ad azzuffarvi darò ordine a Komurin III di darvi una
bella lezione!- Il giovane ebbe un guizzo di orgoglio nel comunicare ai tre la
nascita del suo terzo robot-clone.
Kanda
senza dire una parola si avviò verso le scale.
Lavi
sbadigliò rumorosamente, comunicò che la ragazza si sarebbe svegliata da lì a
poco, e si incamminò verso la sua stanza.
-Komui,
Kanda ci ha detto che la ragazza non ha alcuna intenzione di diventare un
esorcista, per un motivo o per un altro ci considera dei mostri. Dovremo farle
capire che lavoriamo per aiutare le persone, o diventerà difficile farla
collaborare.- Komui annuì alla parole di Allen e insieme si avviarono verso
l’infermeria
Jale Maier
Età:16 anni
Peso: 45kg
Altezza:1.63cm
Data di nascita: 21 agosto
Descrizione fisica: capelli castani, lunghezza media, occhi grigi.
Sembra più una carta d’identità…. Vabbè.
Il
prossimo capitolo uscirà tra pochi giorni… non so però con precisione cosa
voglia dire pochi (da 1 a 30 giorni! XD)
A
presto!
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Capitolo 3 *** Quartier Generale!!! ***
Nuova pagina 1
Questo nuovo
capitolo non mi convince molto…. Non so perché, vorrei sempre metterci dentro
Kanda, ma a volte proprio non ci sta a far nulla.
Colgo l’occasione
per ringraziare Ermellino (che probabilmente è l’unico mio lettore, ma se così
non è potete recensire??? Per favoooreeeee….) che per i capitoli scritti mi ha
sempre regalato una simpatica recensione… Grazieeeee!
-Secondo
me non è stata una buona idea toglierle le bende sugli occhi. Voi non avete
visto la scena, ogni volta che io e la capoinfermiera le aprivamo l’occhio la
pupilla era dilatata e la cornea era rossa, io pensavo diventasse ceca, invece
ora i suoi occhi sono tornati grigi!- Linalee diede sfogo a tutta la sua
apprensione per la sorte della giovane che dopo un’altra giornata non si era
ancora svegliata.
-Stai
tranquilla Linalee, la capoinfermiera ha detto che probabilmente è solo molto
stanca, insomma l’abbiamo inseguita per una settimana, con o senza innocence
doveva essere esausta.- Allen era seduto in una sedia a giocare con Tim il
golem dorato del generale Cross.
Poco dopo
la giovane cominciò a pronunciare qualche parola confusa, stringendo la coperta
con il pugno.
-Vado a
chiamare Komui.- Linalee corse fuori dall’infermieria proprio nel momento in cui
Jale si svegliò, e il suo primo sguardo colmo d’ira attraversò Allen.
- Alla
fine è riuscito a portarmi da voi vero?- La sua voce era roca, quasi avesse
urlato per molto tempo.
.-Se
intendi Kanda, si. Ti ha portato insieme a noi qui al quartier generale.-
Vedendo il suo viso arrabbiato continuò subito con un tono più tranquillizzante.
- Qui sei
al sicuro, noi tutti siamo esorcisti e membri dell’ ordine oscuro e la nostra
missione è quella di..-
-Conosci
un esorcista dalla pelle scura, lineamenti affascinanti, capelli tirati
indietro, un neo sotto l’orecchio e un bel viso?- lo disse di getto
interrompendolo. Grazie agli incubi avuti, aveva ricordato alla perfezione il
volto di quell’uomo, di quell’esorcista che li aveva sterminati tutti, ogni suo
conoscente amico o parente.
-No, non
mi pare che esista nessun esorcista così, potrebbe essere un'altra persona che è
entrata in contato con un innocence e noi non abbiamo ancora trovato.-
Komui
intanto ascoltava sulla porta la loro conversazione, Linalee dietro di lui
intanto aveva già capito chi era la persona che Jale aveva descritto, e non si
trattava di un esorcista.
-E’ Tyki
Mikk vero fratello? Il giovane della famiglia Noah.-
-Si,
Linalee, penso anche io che si tratti di lui.-
Jale e
Allen si girarono dalla loro parte, anche il giovane esorcista annuì d’accordo
con i due Lee, mentre Jale cominciava ad essere confusa, non aveva mai sentito
parlare della famiglia Noah, o di qualche suo componente.
-Vedi
Jale, i Noah non sono altro che prescelti del conte del millennio, persone, se
si possono definire tali, che cercano innocence, seminano distruzione ed aiutano
il conte nel suo crudele piano contro di noi.- Komui si sedette nella sedia
vicino al letto.
- E’ per
questo che non volevi diventare un esorcista: pensavi che la persona che ti ha
fatto del male potesse far parte dell’ordine oscuro?- Lei annui abbassando lo
sguardo.
- Mi
scuso con voi per essere stata tanto scortese e aver dubitato di voi, ma l’unica
spiegazione mi era sembrata quella. Vedete il mio villaggio è stato distrutto da
quel mostro che vi ho descritto poco fa, l’ho visto solo una volta in viso,
quando mi sono nascosta per sfuggire alla sua furia.-
Tutti e
tre le indirizzarono sguardi di comprensione.
- Non
preoccuparti Jale. Non abbiamo ancora capito in cosa consiste la tua innocence,
ma a questo ci penserà Hebraska, poi dovremo occuparci delle divise, e
dell’addestramento.- Jale lo guardò stordita.
Allen
allora si sporse a un lato del letto con un sorriso dolce e innocente.
-Vuoi far
parte dell’ordine oscuro Jale?-
-Si.-
A metà
mattina camminava dietro Linalee verso la sua stanza, sotto braccio aveva la sua
nuova divisa: un giubbino nero, dove era stampata la Rose Cross, un paio di
pantaloni chiari e stivali scuri. Hebraska invece le aveva dato informazioni
piuttosto enigmatiche: la custode le aveva comunicato che possedeva l’innocence
dei sensi, capace di “manomettere” i sensi di una persona o di un Akuma, o
potenziare i suoi. Le comunicò una percentuale di sincronizzazione del 78%, e la
fece uscire con la strana sensazione di essere ancora avvolta e analizzata dai
suoi tentacoli.
Uh uh uh…. Nel
prossimo capitolo farà di nuovo la sua trionfale comparsa Kanda!! Non vedo l’ora
di scriverlo…. Mi metto già ora… Cmq la divisa di Jale immaginatevela come il
giubbino di Lavi al femminile… A proposito secondo voi è meglio Kanda
antipatico, o Kando sotto sotto sensibile? Non so quale scegliere…. Ok tutti e
due! Alla prossima!!! XD
P.S.: se ci sono
errori (orrori) di ortografia, sappiate che non sono io ma è….è…. si ecco: è il
gatto che mette le zampe nella tastiera ;)
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Capitolo 4 *** Sei muto o sono gli altri sordi? ***
Nuova pagina 1
Appena
uscì dalla stanza si trovò subito disorientata, Linalee le aveva fatto fare il
giro dell’home (come la chiamava lei), ma ora non sapeva se dirigersi a destra
o a sinistra. Alla fine scelse la destra, e continuò a camminare per il
corridoio.
-Ehi Jale!!-
Allen e Lavi la raggiunsero velocemente.
-Salve
ragazzi….- Si dondolò un po’ sui piedi, non voleva far vedere che non possedeva
un minimo di senso dell’orientamento quindi fece finta di nulla.
- Ti sei
persa vero?- Allen era stato tanto perspicace da notare che Jale aveva girato in
tondo per dieci minuti.
- Eeeee…
non mi sono proprio persa, diciamo che non so che strada prendere, seguirò
voi!- Sorrisero tutti e tre dirigendosi nella sala mensa.
Appena
arrivarono Jale notò subito un particolare: la parte dei Finder era colma di
persona, la sezione degli esorcisti era quasi vuota, venivano riempiti si e no
due tavoli. Si sedettero tutti e tre nel tavolo occupato da Linalee e una
giovane donna dall’aspetto gentile, si presentarono subito, si chiamava Miranda,
era sicuramente molto più grande di loro, ma l’aspetto un po’ ingenuo la faceva
sembrare più giovane.
Poco dopo
si alzò con il piatto in mano per prendere il poco cibo che le serviva per
sopravvivere. Vide subito che nel terzo tavolo degli esorcisti c’era Kanda
intento a divorare un piatto fumante di Soba, Jale gli fece un leggero cenno col
capo a cui lui (naturalmente) non rispose.
Nonappena
si avvicinò alla finestra del cuoco un uomo si sporse sorridente.
-Giovane
esorcista cosa ti porto????? Siccome sei nuova ti cucinerò tutto quello che
vuoi!- Era incredibilmente emozionato, quasi non avesse mai cucinato in vita
sua.
- Ehm,
non ho preferenze, un piatto di minestre, ma senza verdure. Grazie.-
-Senza
verdure? Ti preparerò una minestra tanto buona che tornerai a chiedere il bis
entro pochi secondi!- detto questo (con una buona dose di enfasi) si avvio a una
velocità impressionante a scaldare un intruglio dall’odore ottimo. Poco dopo
tornò con il piatto fumante tra le mani e uno sguardo colmo d’orgoglio.
-Ecco a
lei! E buooooon Appetito!-
Mentre
tornava al suo tavolo osservò attentamente le verdure della minestra. Si bloccò
scioccata, ogni filamento dei frammenti di fagioli veniva analizzato dal suo
occhio, ogni piccolo pezzo di verdura subito visto, la sua vista doveva essere
più potente di almeno trenta volte! Nonappena riprese a camminare fece anche
un’altra scoperta, o più che altro imparò una nuova lezione: mai camminare senza
guardare davanti a sé, soprattutto con un piatto di minestra fra le mani.
Infatti
ora tutto il contenuto del piatto colava dal petto di un esorcista, che si era
alzato di botto proprio nel momento in cui lei aveva ripreso a camminare.
- Oddio,
scusa Kanda, non avevo visto che ti stavi alzando.- Cercò di allontanarsi un
poco da lui ma dietro di lei c’era il tavolo dove Allen e gli altri guardavano
la scena.
Kanda non
emise nemmeno un suono, ma sembrava pronto a scoppiare da un momento all’altro.
Si tolse la maglia ormai imbrattata di minestra e le puntò due occhi indemoniati
addosso.
- Non sai
guardare davanti a te quando cammini? Non riesci a pensare che forse ci sia
qualcuno?- A ogni parola aumentava il volume della voce, ormai cominciava a
urlare.
-Possibile che una persona che dovrebbe avere un minimo di senso di
coordinazione sbatta così contro tutti!!- Le si strava avvicinando
rabbiosamente.
-Si hai
ragione ma ti ho già detto che mi dispiace!-
-E sai
che me ne faccio delle tue scuse! Se è possibile sei più imbranata di mammoletta.-
Jale
rigirò a osservare i presenti, ogni volto nella sala era girato verso di loro, e
ogni occhio li stava osservando.
Allen si
alzò dal posto e si avvicinò a Kanda fronteggiandolo con il palese intento di
dar via a una rissa.
- Mi
chiamo Allen, e poi non c’è bisogno di trattarla in questo modo, ti ha già
chiesto scusa se non ho sentito male, in questo caso sei tu dalla parte del
torto!-
- Voi due
stupidi! Vi siete coalizzati per darmi sui nervi eh? Come al solito non si può
stare tranquilli che…- Jale si mise d’improvviso le mani nelle orecchie, le urla
di Kanda cominciavano a roderle la testa.
"Kanda
stai zitto!" "KANDA STAI ZITTOOO!!"
D’improvviso le urla del giapponese si interruppero e tutti lo osservarono
sorpresi, lui continuava ad aprire e chiudere la bocca, ma nessun suono ne
fuoriusciva.
-Kanda,
sei diventato muto?- era evidente che Allen se la rideva sotto i baffi. Kanda
intanto doveva aver capito la situazione perché si toccava preoccupato la gola.
Un’idea gli balenò nella mente, i suoi occhi si incrociarono per un attimo con
quelli di Jale, subito lei abbassò lo sguardo, era evidente che aveva combinato
qualcosa.
La prese
per le spalle e a trascinò fuori dalla mensa.
-Kanda mi
fai male.- la stretta alle spalle si allentò leggermente.
- Dove
andiamo?- Si corresse subito -Scusa non puoi parlare, me n’ero dimenticata.-
Continuarono a camminare fino alla porta dell’ufficio di Komui, dove Kanda
sbattè violentemente il pugno. Nessuna risposta.
-Forse
non c’è…- prima che lei potesse fare qualcosa Kanda aprì la porta nonostante non
provenisse nessun rumore dall’interno, e subito capirono il perché: Komui stava
dormendo alla grande su una pila di scartoffie.
-
Sovrintendente Lee?- Jale cerco di svegliarlo con Educazione dandogli delle
leggere pacche sulle spalle, senza avere i risultati sperati.
Kanda
prese un pezzo di carta e scrisse velocemente una frase: "Linalee si sposa".
- La devo
ripetere?- Kanda annuì velocemente, nonostante tutto il clamore fatto prima
sembrava si fosse calmato.
-
Sovrintendente, Linalee si sposa.- Appena finì la frase la testa di Komui si
alzò di scatto per fulminarla con uno sguardo inferocito.
-COOOOOOSA? E CON CHI????- Appena vide i due esorcisti davanti a lui si diede un
minimo di contegno.
- Si?
Cosa desiderate?- Jale gli spiegò velocemente cos’era successo nella mensa e gli
effetti del suo pensiero.
Komui
dopo aver pensato per pochi secondi sorrise soddisfatto.
- Pare
che qualcuno ti abbai finalmente zittito Kanda! Comunque tu hai desiderato che
lui stesse zitto giusto?- Jale annuì poco convinta, da Hebraska aveva capito che
il suo innocence poteva avere qualche influsso sui sensi, non sulla voce.
- Ti
basterà solo desiderare che Kanda riparli, so che questo è molto difficile, ma
ti dovrai sforzare, o avremo un esorcista muto.-
Si
sedettero in un tavolo della biblioteca.
-Dovresti
capire che è tutta colpa tua! So che sono stata io a rovesciarti la minestra
sulla maglia, ma se tu non avessi reagito in quel modo non sarebbe successo
nulla!- Kanda prese il pezzo di carta e ci scrisse sopra: "ora questo non ha
importanza. Qualcosa non mi torna, io riesco a sentirmi mentre parlo, siete voi
che non udite la mia voce."
Jale ci
pensò un attimo, in effetti a lei non aveva dato fastidio la reazione di Kanda,
ma il fatto che tutti li avevano osservati! Il desiderio che aveva suggerito
Komui era inutile, perciò non aveva funzionato!
"Vorrei
che Kanda fosse udito da tutti."
Jale
prese il foglietto e scrisse velocemente qualcosa.
Si alzò
salutando con la mano Kanda.
- Almeno
scusarsi…- Kanda sbuffò osservando la giovane allontanarsi, prese il biglietto
lasciato nel tavolo.
"Scusa
per oggi, e in fondo non siete dei mostri…" All’angolo del foglio c’era una
caricatura di Kanda con della minestra sulla maglia intento a sbraitare.
Suo
malgrado sorrise leggermente, piegò il foglietto e lo mise in tasca.
- Almeno
disegna decentemente.-
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Capitolo 5 *** Jahamir.... ***
Nuova pagina 1
Buona pasqua!!!!!
Allora ho deciso
di inserire un nuovo personaggio…. Sono veramente delusa perché sto scrivendo
aspettando che parta la gara di moto gp… ma che centra adesso?
Allora per il
nuovo personaggio immaginatevi un misti tra Nir Lavi e il tizio di prince of
persia… lo so è moto brutto!XD
Mentre
faceva colazione insieme a Linalee, Komui venne a cercarla per darle finalmente
il via all’addestramento, che sarebbe cominciato già da quel pomeriggio.
Quando
andò nella piccola arena trovò seduto quello che sarebbe dovuto essere il suo
maestro.
Era un
giovane che doveva avere al massimo due anni più di lei, aveva un viso molto
affascinante, dalla pelle olivastra e degli occhi dalla forma araba. Era intento
a lucidare uno spadone a forma di mezzaluna. Appena la vide si avvicinò
sorridendo, sembrava una pantera, in quel momento bella e affascinante, ma anche
minacciosa e letale.
-Finalmente ci conosciamo, il mio nome è Jahamir e mi occuperò del tuo
addestramento da qui fino ai prossimi due mesi.- le strinse velocemente la mano,
la sua era una stretta leggermente ruvida, dalle mani di una persona si capiva
tanto, e dalle sue Jale intuì che dallo spadone si sparava molto difficilmente.
-Piacere
di conoscerti, sono Jale, anche se questo già lo sai…-
Le fece
gesto con la mano di seguirla al centro dell’arena, e si sedette a gambe
incrociate, Jale fece subito lo stesso.
-Allora
Jale, Komui mi ha parlato molto del potere del tuo innocence, è estremamente
curioso, ma soprattutto utile! Immagina in una battaglia, puoi rendere innocui
numerosi akuma!-
-Si ma è
una dote per nulla offensiva, dovrei sempre essere affiancata da una persona che
distrugge gli akuma resi innocui da me.-
-E’
proprio questo quello che faremo nella seconda parte di allenamento, ti
insegnerò le tecniche base del combattimento. Allora cominciamo…- Ci pensò su un
attimo pio sorrise e le fece vedere le mani.
- Prova a
privarmi del tatto.- Tese le mani verso le mie.
-Non mi
serve toccare le mani, posso farlo anche da lontano.-
-Sempre
meglio allora!-
Mi
concentrai e chiusi gli occhi, in realtà non sapevo cosa fare, le uniche volte
che il mio innocence ha fatto la sua comparsa ero o in serio pericolo o
arrabbiata, a sangue freddo non sapevo precisamente cosa fare.
Respirai
profondamente e aprì gli occhi, all’improvvisò capì che era tutto tanto naturale
che nemmeno mi era venuto in mente.
Ai miei
occhi l’arena era come una scacchiera tridimensionale, i quadrati neri e bianchi
avvolgevano Jahamir, che nella mia testa era il re, e il mio compito era
semplice: annullarlo.
Se lo
eliminavo da dietro avrei tolto la vista, da sinistra l’udito, da destra
l’olfatto, da davanti il tatto, se invece avessi voluto togliergli il gusto,
l’avrei dovuto eliminare o da sotto o da sopra. Saltai allora da un quadrato
nero all’altro arrivando davanti a lui, gli sfiorai la bocca, e all’improvviso
tutto tornò normale, io ero ancora seduta a gambe incrociate vicino a lui,
dovevo essermi mossa solo nella mia testa.
- Ci sono
riuscita?- Guardai curiosa il viso di Jahamir.
-E’…è
incredibile, è come se le mie mani fossero sotto anestesia, non sento nulla!
Cominciò a toccare ogni singola cosa, ma molto probabilmente senza risultati.
- Ora
cercherò di togliere l’effetto dell’innocence.- Lui subito torno serio e annui.
Gli guardai le mani e pensai al senso del tatto, alla sensazione di toccare
una pietra ruvida, o un metallo liscio.
-Ok, a
posto!- Mosse le mani per togliere la sensazione di formicolio ai palmi.
-Sai
pensavo che sarebbe stato più difficile… per questo ho cominciato con il tatto,
non come essere cechi o muti.-
- Quindi
non ti dispiace se provo anche con tutti gli altri?-
-Sono a
tua disposizione!-
Di nuovo
intravidi la scacchiera, e ogni volta attaccai da un punto differente, ogni
volta facendo scacco al re!
- Dovremo
cercare di accelerare la cosa, il tuo potere dovrà funzionare in pochi attimi,
per rendere tutto tanto fulmineo da dare molti punti forza alla squadra.-
Passarono
quindi il pomeriggio a privare Jahamir dei suoi sensi.
-Sei
perfetto come cavia, stai fermo e collabori, speriamo sia così facile anche con
gli akuma.-
-Io sono
molto ottimista, sei stata molto brava oggi. Pensavo potessi avere dei problemi
nel privarmi dei sensi, invece sei veloce e silenziosa, sei veramente u buon
acquisto per l’ordine oscuro. E’ poi strano vederti mentre sei concentrata nella
scacchiera, le tue pupille di dilatano, provo dolore agli occhi?- Questa fu
effettivamente una sorpresa, non aveva sentito dolore nell’usare l’innocence, e
non sentiva nessuna sensazione agli occhi.
-Nemmeno
alle braccia?- Jale guardò i gomiti, le vene erano tornate verdi, ma pochi
minuti prima erano quasi color carminio.
-No, io
non me ne accorgo nemmeno. Non capisco cosa centrino le braccia, non faccio
niente con quelle.-
Ci
pensarono tutti e due per un po’, poi Jahamir sorrise e alzò le spalle, non
aveva proprio nessuna risposta!
- Mi
dispiace ma il mio cervellone a questo non ha una risposta.- Guardò dietro Jale
leggermente preoccupato.
-Cosa
sono questi rumori?- Jale potenziò involontariamente l’udito.
-Sono due
persone che si allenano con spade in legno, dalle voci sospetto siano Kanda e
Allen, ma non ne sono sicura.-
-Incredibile, sei un radar vivente!- Sorrisero e si avvicinarono all’arena
vicino, più si avvicinavo più sentivano i battibecchi dei due.
-… certo!
Ringrazia che non faccio sul serio mammoletta, sono anche troppo gentile quando
mi alleno con te, è una questione di pena.-
-Ma
sentitelo, puoi dirlo che ti metto in difficoltà! Sono finiti i tempi in cui mi
batti in cinque minuti.-
-infatti
ora ci impiego venti secondi in più…. Che miglioramento.-
Jahamir
Si sedette in un muretto a guardare l’incontro.
-Allen
sta migliorando molto, ma nonostante tutto Kanda è troppo veloce, non riuscirà a
resistere per molto.-
- Alleni
anche lui?-
-Chi
Kanda? No, non potrei, spesso facciamo qualche allenamento assieme, ma in tutto
questo tempo non sono mai riuscito a batterlo. Allen l’ho seguito per un po’, ma
ora tocca a lui migliorarsi.-
Si
sedette anche lei a osservarli.
-Kanda
ora farà una finta a destra.- Kanda infatti stava andando a destra, all’ultimo
momento deviò per attaccare da sinistra, Allen però doveva averla sentita perché
si era già preparato.
- Ehi
scricciolo se devi guardare non rovinarmi le mosse! L’ho detto che sei peggio di
mamoletta!- Sbuffò spazientito. -Questi novellini sono così: poco cervello…-
continuò a parare gli attacchi di Allen con un sorriso sornione tra le labbra.
- Come
hai fatto?. Jahamir sembrava sorpreso, ma allo steso tempo sorpreso, Jale poteva
risultare abile anche con la spada.
-Ho
notato che teneva più rilassati i muscoli del braccio destro, cosa che non
succede quando attacca, e guardando quelli della sinistra ho notato il
contrario.- Sentirono un rumore di legno rotto, e in un attimo Allen cadde
rovinosamente a terra.
-Sei K.O.
mammoletta!- Sorrideva soddisfatto del risultato dell’incontro.
Allen si
alzò un po’ corrucciato e si avvicino ai due spettatori.
-E’
sempre la solita storia!-
Jahamir
si alzò e si avvicinò a Kanda, lui gli diede un’altra spada di legno e si misero
al centro dell’arena.
-Mi
accompagni a mangiare qualcosa?- Allen si teneva lo stomaco con una mano,
sembrava affamato, quasi non mangiase a giorni.
-Non hai
fatto colazione?-
-Si, ho
mangiato comunque poco, solo tre porzioni porrige, due tranci maxi di
pizza, due parfait al cioccolato…- Jale rimase a bocca aperta, era così magro!
-Bè non
immaginavo avessi mangiato così poco…Andiamo và!-
Jahamir
la raggiunse di corsa.
-Mi
raccomando domani di nuovo allenamento!- Le fece l’occhiolino e sorrise.
-Distruggo Kanda e vi raggiungo anche io ok?-
Kanda
doveva averlo sentito perché sfoggiò un sorriso pericoloso e guardò Mugen
poggiata al muro.
Jale
segui veloce Allen e poi si girò verso i due ragazzi.
-A dopo
allora! E buon allenamento.- Peccato che no si capì a chi era diretto il saluto!
Scusatemi per eventuali errori ma ho fatto tutto di fretta!!!!
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Capitolo 6 *** la chimera ***
Nuova pagina 1
I giorni
passarono velocemente alla home, e Jale si abituò subito alla routine
giornaliera, nonostante i suoi compagni fossero spesso in partenza per i loro
incarichi da esorcisti.
Questa
routine durò circa due settimane. A inizio novembre venne chiamata nell’ufficio
del sovrintendente Komui insieme a Miranda.
Le due
esorciste si affrettarono a prepararsi per l’imminente partenza, destinazione
Damasco.
Komui
spiegò loro che nella zona erano stati registrati strani avvistamenti,
probabilmente a causa dell’alta concentrazione di akuma, non era una missione
complicata o rischiosa, ma pur sempre una missione.
Prima di
partire Jale andò euforica a comunicare la notizia ad Jahamir, che intanto
passava le giornate ad annoiarsi o a farsi privare dei sensi non avendo ne Allen
ne Kanda da sfidare.
Alle due
esorciste fu affiancato un finder, Robert, un uomo gentile di mezza età, parlava
poco, ma quando o faceva doveva essere ascoltato.
Il
viaggio per la Siria fu lungo, ma la prima classe del treno rilassò le due
ragazze, il lato positivo del lavoro dell’esorcista era che la Rose Cross, o
meglio il Vaticano, provvedevano interamente alle spese senza risparmiare.
Appena
arrivati nella capitale la cosa che li rallentò fu la silenziosa curiosità di
Jale, per una ragazza abituata a vivere in un’ isolata cittadina Damasco aveva u
fascino incredibile.
Jale
osservava tutto con la sua vista acuta, catalogando piccoli scorci di vita dei
cittadini, quasi fosse un Bookman, e di ogni persona strana o luogo faceva
qualche commento ironico, facendo spesso sogghignare Miranda.
Guidate
da Robert si avviarono verso la periferia Nord-est della città. Più si
avvicinavano a quella zona più sentivano la tensione crescere, nessuna delle due
aveva particolari abilità nel combattimento, solo Robert era veramente abile,
anche se con le loro innocence particolari le due potevano risultare comunque
pericolose.
La
popolazione era cambiata radicalmente, tutti camminavano velocemente e a testa
china, avevano una tonalità grigia che metteva tristezza.
-Signor
Robert siamo quasi arrivati?- Jale si fermò a osservare i vicoli bui della
strada, aveva una strana sensazione, l’odore di akuma lo ricordava ancora, e in
quella zona non mancava di certo.
-Si,
dovremo essere arrivati. In uno di questi vicoli è stato estratto un cane
relativamente… bè insomma non sembrava più un cane, era più una chimera.-
-Chimera?
Aveva cioè frammenti di corpo di altri animali?-
-Rettili.-
Si
divisero a setacciare i vicoli.
Jale non
appena si diresse verso il vicolo affidatole sentì una fortissima puzza di
carne, non animale, il primo istinto fu di uscire, ma si mise una pezza di
stoffa in bocca e continuò a camminare.
Le
finestre delle case adiacenti erano sbarrate con travi vecchi, dovevano essere
abbandonate da anni a giudicare dallo stato in cui erano, mentre la strada era
sterrata, e ai lati si poteva notare qualunque tipo di schifezza immaginabile.
-Che bel
posto, ci tornerò in vacanza!-
Si fermò
al centro della strada e aumentò il suo udito di circa tre volte, riuscì a
eliminare vari rumori cittadini che potevano solo intralciare la ricerca e si
concentrò su strani suoni provenienti de sotto di lei. Si sdraiò a terra e
rimase ad ascoltare, c’erano vari rumori, si sentivano dei respiri attutiti,
sbarre agitate, poi una serratura aperta e un urlo disumano udibile anche da
lontano, il sangue le si gelò nelle vene… che diavolo succedeva lì sotto?
Si spostò
dal centro della strada e con l’orecchio cercò una possibile entrata al
sottosuolo, niente. Sì alzo strofinandosi le mani, decise di utilizzare
l’olfatto se la chimera era stata avvistata doveva essere per forza uscita dal
sottosuolo, doveva quindi aver lasciato delle stracce che l’udito non poteva
sentire, ma l’olfatto si. Si avvicinò guidata da un forte odore di sangue
nell’angolo sinistro della strada, sembrava un cane da caccia intento a trovare
la preda nascosta nei cespugli. Appena arrivò all’angolo fu evidente come la
terra fosse stata mossa di recente, e poi risistemata per non lasciare alcuna
traccia. Cominciò a scavare aiutata dal pugnale che Jahamir le aveva regalato
prima di partire, probabilmente se avesse visto l’uso che ne faceva le avrebbe
dedicato una delle sue filippiche sulla cura delle armi.
Poco
circa cinque minuti trovo una piccola botola, infatti sotto la terra la strada
era lastricata di pietre.
Appena
aprì l’apertura i rumor cessarono di colpo e un sibilo fuoriuscì dal sottosuolo.
-Ssssstupida! Con tutto in chiasssso che hai ffffato qualcuno ci ha scoperto!
Peggio perrr te!- La voce che fuoriusciva da la sotto era agghiacciante,
sembrava un serpente.
Jale
rimase come stordita vicino all’apertura della botola, i sensi erano all’erta,
ma non riusciva a capire cosa fosse la creatura che parlava, non poteva essere
un uomo normale, ma probabilmente un akuma.
Il tempo
in cui ragionò le fu fatale, sentì troppo tardi i rumori provenienti da là
sotto,e non vide l’ombra scura che fuoriuscì fulminea dall’apertura saltandole
addosso e strappandole di mano il pugnale.
Quando
vide il volto della creatura fu assalita da un conato di vomito, aveva il viso
striato di varie tonalità di marrone, scaglie scure gli avvolgevano il lato
destro del volto, se cos si potava definire. Ma la cosa che più atterrò Jale fu
i suo alito, aveva un tanfo cadaverico tale da stordirla.
-Che
razza di mostro sei?- cercò di divincolarsi da terra, ma una viscida morsa le
impediva ogni movimento.
-Cossssa
ssssono? Non lo capissssci da ssssola essssorcisssta? Ssssono un akuma
modifffficato, una di chimera, ssssono il frutto dell’ingegno del conte del
millennio!- la lingua biforcuta le sfiorò il viso mentre parlava.
-Non puoi
battermi, sono pari a un livello due, ma più ingegnoso!-
Jale
intanto provò a utilizzare il suo innocence per eliminare i suoi sensi, senza
nessun risultato.
-Ora mi
divertirò a straziarti ma prima vorrei conoscerti meglio!-
Detto
questo le portò una mano ala testa, stordendola.
Una
specie di morsa scura le analizzava i ricordi più recenti, osservando i visi
delle persone che conosceva.
Quando
finalmente interruppe quell’odioso contatto sorrideva crudelmente.
-Ora mi
divertirò sia con te che con il tizio dei tuoi ricordi, Yu Kanda!-
Lo soooo. Sssssto
capitolo fa un po’ ssschifoooo. XD
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Capitolo 7 *** orribile perfetto clone... ***
Nuova pagina 1
L’akuma
arrivò ad Amman la sera dopo. Lungo la strada si era fermato spesso, non era
uscito spesso dal buco dove lo avevano rinchiuso, e ora alla luce del sole e con
quell’aspetto poteva fare quello che desiderava. Si legò i lunghi capelli in una
crocchia disordinata e si mise a correre velocemente.
Vide un
giovane che spazzava la strada e decise di chiedere informazioni a lui.
-Scusa se
ti disturbo.- il ragazzo si girò e le sorrise, non si poteva dire di no a quel
bel viso.
-Hai
visto due giovani, vestiti di nero, devono essere passati di qua.-
-Si
signorina, sono saliti sopra il tetto del palazzo alto, quello a sinistra.-
-Sei
stato gentilissimo, grazie.-
Camminò
velocemente verso il palazzo e con le braccia si arrampicò a velocità disumana.
Allen e
Kanda si trovavano ad Amman da poche ore, la missione era abbastanza semplice,
dovevano trovare un innocence a forma di aquilone che quasi ogni sera si librava
nel cielo per pochi secondi. Era perciò da un po’ di ore che cambiavano
postazione, da un tetto all’altro, ora infatti erano seduti nel tetto
dell’edificio più alto della città. I due tenevano la bocca chiusa, non erano in
vena di battibeccare e una conversazione tra di loro era impossibile.
Poco dopo
sentirono dei rumori dietro di loro, qualcuno si stava avvicinando velocemente.
Tutti e due si girarono velocemente a osservare la persona che si stava
avvicinando nel buio della notte, appena scorsero la minuta figura di Jale si
rilassarono un poco, sorpresi comunque di trovarla lì. Allen si alzò e le si
avvicinò.
-Jale,
come mai anche tu qui? Non sapevo che Komui avesse aggiunto elementi alla
squadra.-
Lei lo
guardò attentamente come fosse la prima volta che lo vedeva, piegò a destra la
testa come un gatto e gli sorrise.
-Allen.-
Gli si avvicinò sfiorandogli il petto con una mano.
-I raggi
della luna ti rendono ancora più bello…-
-J..Jale
ma che dici… non sei in te…- era arrossito violentemente a la guardava stupito e
spaesato, c’era qualcosa di strano negli occhi della ragazza, ma osservandoli
attentamente valutò che erano come li ricordava.
Lei
invece, conscia di averlo spiazzato, gli si avvicinò ancora di più spostando la
mano dal petto fino alla nuca, dove accarezzò i candidi capelli e gli abbassò il
volto a pochi centimetri dal suo.
-Jale ma
che…-
-Ssshhh-
Avvicinò la testa alla sua, mentre con l’altra mano gli accarezzava il viso. Le
loro labbra erano ormai a un soffio.
L’akuma
con la coda dell’occhio osservò Kanda che era rimasto seduto ad osservare a
bocca aperta la scena.
-Scusa
Allen…- Si staccò velocemente da lui a si fiondò davanti a Kanda, che intanto la
osservava con odio.
-Sei
proprio come ti ricordava.- Lui si alzò con aria quasi annoiata da terra.
Vedendo
che su di lui i suoi atteggiamenti non avevano lo stesso effetto che su Allen
gli si avvicinò con rabbia prendendolo all’uniforme.
Si stava
davvero divertendo, peccato però che lui non collaborasse granchè, ma a tutto
c’era rimedio, e lei era pronta a insistere.
Si alzò
di nuovo in punta di piedi e prese una ciocca di capelli con le dita, erano
lisci e perfetti, se la portò al naso annusandola, questo nei ricordi della
ragazza non c’era, e mai ci sarebbe stato.
Gli mise
con studiata lentezza le braccia al collo e lo guardò attentamente con malizia.
Lui stava immobile ad osservarla con freddezza, la sua mano si avvicinò
lentamente al fodero della spada.
- Che
orribile e perfetto clone che sei, potresti imbrogliare chiunque.-
Lei
sorrise orgogliosa e si avvicinò al suo orecchio.
-Ma in
fondo non sono meglio di lei? Io sono più potente, più bella, non sono inutile
quanto lei.- Si fermò e guardò l’espressione di Kanda, non era cambiato nulla.
Decise quindi di cambiare tattica.
-Sai nel
profondo del suo cuore lei ti vedeva come modello inarrivabile, sapeva di essere
inutile, e lo era. E ora eccomi qua, l’ho migliorata, rendendola perfetta!- gli
sussurrò tutto lentamente, sorridendo di tanto in tanto.
Scese con
la bocca fino alle labbra serrate del giovane, e le sfiorò appena con le sue.
Subito una mano le strinse violentemente il collo, la sollevò da terra e sfoderò
mugen.
Kanda
aveva un ghigno violento in viso sul viso.
-Ora ti
farò pentire di avermi preso in giro BASTARDO!!!- cercò di colpirla con la
katana lei si scansò velocemente, da dietro Allen cercò di colpirla con il
braccio, ma anche stavolta l’akuma si scansò.
In pochi
secondi cambiò di nuovo forma. Aveva sempre le sembianze di Jale, ma la pelle
era piena di lividi e ferite, l’uniforme non copriva più l braccia e le gambe,
che erano pieni di piccoli tagli, graffi procurati sicuramente dalle unghie
dell’akuma, i capelli erano stati tagliati fino a sopra le spalle in modo
disordinato.
-Che
diavolo…- Kanda e Allen guardarono l’immagine sconcertati, stavolta era più
convincente… li guardava con dolore con quegli occhi un tempo vivi.
-Perché
fate quelle facce? Questo è lo stato dell’esorcista, o almeno l’ultima volta che
l’ho vista era in queste condizioni. Mi sono proprio divertita con lei…- evitò
con agilità il fendente rabbioso di Kanda.
-…ma la
cosa più divertente è stata quando lei mi ha detto che sareste arrivati a
salvarla. Poveretta che pena. Con l’altra esorcista invece non è stato affatto
divertente.-
Kanda
saltò velocemente dietro di lei, prendendola al collo.
-Stupido,
non capisci che è tutto inutile…-non riuscì a finire la frase che la voce le si
fermò in gola, Quando lentamente abbassò lo sguardo vide un grosso spadone
bianco che le trafiggeva lo stomaco.
-Che
diavolo…-
Kanda la
lasciò velocemente, Crow crow poteva fare del male solo agli akuma o ai Noah,
lui infatti era assolutamente incolume.
-Che
bastardi…- Sghignazzò in silenzio. -Scommetto che non arriverete in tempo, e
pensare che lei vi ha aspettato a lungo… povera stupi…- Ormai non poteva più
parlare, si accasciò e venne distrutta definitivamente.
-Kanda,
sai dove cercarla?-
-A
Damasco.- Si girò irritato -Muoviti con l’Arca!-
Sono reduce da un
compito orribile di latino e uno studio intensivo di filo…. AAAHHH
Cmq… vorrei
ringraziare una mia cara amica che mi suggerisce sempre qualche spunto per la
trama, è veramente divertente parlare di Fic con lei….
Alla prossima
ragazzi… Devo trovare spunti per un nuovo personaggio… precisamente un
esorcista, vi dico solo una cosa: deve essere un ragazzo!
Sono graditi
consigli!! Ciao a tuttiiiii
|
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Capitolo 8 *** Salvataggio e ritorno alla home. ***
Nuova pagina 1
Allooooora… devo
innanzittutto ringraziare:
Jessica_Hale,
Anfitrite, yuko_chan, ed Ermellino; Grazie a tutti voi, sono veramente felice
che la mia fic vi piaccia, Senza i vostri messaggi non avrei continuato!!!
Scusate per il
ritardo, ma ultimamente la testa è sempre altrove..XD
Questo capitolo è
l’unione di due, infatti è già da un po’ che non aggiorno piùùù… Scusaaateee!
Buona lettura!
L’arca si
aprì per rivelare loro la capitale della Siria. Erano finalmente giunti a
Damasco, ma il tempo scorreva inesorabile, e forse i soccorsi sarebbero stati
vani, ma appesi a un filo di speranza, i due esorcisti, si avviarono verso la
zona Nord-Est della città.
Si misero
i cappucci e corsero velocemente, Kanda quasi subito superò Allen e continuò da
solo.
Ben
presto arrivarono nella zona descritta da Komui nella missione, e si bloccarono
riflettendo velocemente.
-Non
abbiamo informazioni, come potremo trovarle, non sappiamo nemmeno da dove
cominciare.-
-Smettila
di lagnarti mammoletta! Una cosa è sicura: le dobbiamo trovare, come non lo so,
dovessi star qua tutta la giornata a correre.-
Detto
questo cominciò a controllare ogni strada e tutti i suoi vicoli.
La
ricerca era estenuante e lunga. In una piccola stradina Allen scorse una figura
immobile a terra, subito allarmato si avvicinò a soccorrerla pensando fosse una
delle giovani, o il finder che le accompagnava, invece altri non era che un
vecchio ubriaco che si era appisolato al centro della strada.
-Che
sfortuna…- Riprese con più velocità le ricerche.
Kanda
invece andava a un ritmo molto maggiore, aveva già setacciato un area di qualche
chilometro, senza però trovare traccia di nessuno.
Aveva
letto il fascicolo della missione prima di partire, la zone era giusta, il
problema era che le strade sembravano non finir mai, Damasco era un’intricata
ragnatela di viuzze e vicoli bui.
Cambiò
strada e ricominciò a entrare nei vicoli. Quando entrò nel terzo l’odore di
sangue lo avvolse completamente e girandosi rimase senza parole: di fronte a lui
un uomo era stato appeso, gli arti fissati al muro con dei grossi chiodi, mentre
la testa sanguinante era rovesciata sul davanti.
Uscì
velocemente dal vicolo trovandosi Allen con Miranda sulle spalle.
- L’ho
trovata nel vicolo qua di fronte. sospetto che anche Jale sia ancora viva.-
Miranda infatti respirava appena, le sue condizioni erano gravi, ma non tanto
disperate da farle rischiare la vita.
Kanda
entrò velocemente nel vicolo.
Come
nell’altro un forte odore di sangue gli arrivò alle narici, ma la vista se
possibile fu anche peggiore.
Jale era
riversa a terra supina, doveva essere stata sbattuta più volte nel muro perché
questo aveva lunghe strisce di sangue.
Kanda si
avvicinò quasi con cautela, aveva paura di trovarsi davanti la stessa scena di
prima, aveva paura che l’akuma avesse completamente finito la sua avversaria.
Si
inginocchiò vicino a lei, aveva le gambe e le braccia completamente graffiate,
mentre le ferite peggiori erano alla schiena e alle spalle.
Kanda
controllò impaziente il polso di Jale, il battito era lievissimo, notò poi che
anche il respiro era rallentato e molto fievole.
La caricò
sulle braccia e uscì velocemente dal vicolo.
Allen era
già pronto con l’arca.
-Non ha
finito nemmeno lei?-
-No per
fortuna, ma le sue condizioni sono peggiori di quelle di Miranda, dovremo
muoverci.-
Allen si
incamminò osservando Jale tra le braccia protettive di Kanda, era
incredibilmente strano vederlo in quello stato, era preoccupato e inquieto a
causa delle condizioni della giovane. Nonostante gli avesse rovesciato il pranzo
addosso e gli avesse tolto la parola, lui, probabilmente inconsciamente, le si
era affezionato.
-Ora
capisco come ti sia accorto che l’altra non era lei, che stupido sono stato a
non notarlo subito.- Finalmente comprese cosa c’era di sbagliato negli occhi
grigi del clone, la crudeltà dei suoi occhi era tale da non poter esistere negli
occhi di Jale.
-Era
palese che non fosse lei, o che qualcuno la controllasse.- Ghignò freddo.
-Ma
naturalmente rimbambito e tardo come sei non puoi notare nemmeno se l’evidenza
ti viene sbattuta in faccia!-
-Ringrazia di avere lei fa le braccia, e che io abbia Miranda nelle spalle, o ti
mollerei un pugno in faccia, così vediamo come le cose te le sbatto velocemente
in faccia.-
Mentre
continuavano il loro ennesimo litigio scesero dall’arca, per ritrovarsi al
centro del cortile della home.
----------------------------------------------------
Le due
giovani furono subito portate all’infermeria. Quando entrarono tutti li
osservarono preoccupati rimanendo sconvolti dalle condizioni delle esorciste,
riprendendosi subito i dottori cominciarono a dare ordini a destra e a manca
mentre le infermiere preparavano il necessario.
Vennero
subito messe nelle barelle e portate dai chirurghi, dove rimasero per circa
quattro ore a testa.
Intanto
sia Allen che Kanda furono chiamati urgentemente nell’ufficio di Komui.
Quando
entrarono nella stanza furono sorpresi di trovare la maggior parte degli
esorcisti più altri membri importanti come Reever e Bak.
Appena
entrarono tutti li tempestarono di domande sulla salute delle due ragazze, anche
se l’unico a rispondere era Allen, Kanda infatti emetteva uno strano ringhio con
la gola contro Komui, tutti perciò cercarono di non farlo innervosire ancora di
più.
-Alloooora, silenzio per favore.- Komui si schiarì lentamente la voce e cominciò
a parlare con più serietà del solito.
-Abbiamo
un grave problema: i noah si stanno organizzando in modo diverso, abbiamo
infatti avuto notizia di esperimenti umani, finalizzati a potenziare le capacità
degli akuma. In poche parole il conte ha fatto progettare decine di laboratori
dove vengono “costruite”, o meglio assemblate queste nuove armi.-
Tutti
stavano ascoltando attentamente il sovrintendente, che intanto ricominciò a
parlare.
-Sono
delle chimere, composte da elementi umani, animali, penso, o comunque ipotizzo
che dopo questi passaggi vengano trasformati in akuma. Purtroppo non siamo a
conoscenza di molti dettagli, per questo vorrei che uno dei due esorcisti da
poco tornati ci parlino della creatura che hanno incontrato.- Komui guardò i due
esorcisti con impazienza. Kanda lo fulminò con un’occhiata assassina, mentre
Allen si preparò a parlare.
-L’akuma
che abbiamo avuto la sfortuna di incontrare era l’equivalente di un livello 3, o
forse 2. Aveva capacità diverse da quelle di un altro akuma. Sapeva cambiare
forma, e sospettiamo anche leggere i pensieri o i ricordi, infatti ci conosceva
grazie a quelli di Jale, che doveva aver letto precedentemente.- Pensò
lentamente a cosa aggiungere.
-Bè, si
può dire che avesse una personalità, era molto più conscio delle sue azioni,
come se le cose che faceva venissero dettate da un suo bisogno, e non da un
ordine del conte, o di un noah.-
Finì il
discorso volgendo lo sguardo affamato sulla brioche che Komui teneva vicino alla
tazza di caffè.
Tutti
restarono in silenzio a ragionare. Alcuni di loro fecero qualche domanda sia ad
Allen che a Komui, ma compresero che le notizie erano talmente scarne da non
soddisfare nessuna curiosità. Tutti comunque si chiesero il motivo per cui
l’akuma non avesse ucciso le due ragazze.
Nessuno
sapeva se le capacità di quell’ akuma fossero comuni a tutti, o se ognuno di
loro variasse, un po’ come gli esorcisti. Se ne andarono perciò pensierosi
dall’ufficio, anche leggermente preoccupati, un livello tre non era affatto da
sottovalutare e probabilmente ci sarebbero stati anche dei livelli quattro,
possibile che per l’ordine una nuova minaccia fosse in agguato?
Kanda
intanto, che non aveva spiccicato parola, rimase nell’ufficio di Komui
nonostante gli altri fossero usciti.
-Kanda
hai qualcosa da comunicarmi e che non hai voluto dire agli altri?-
-Si in
realtà c’è QUALCOSA che dovrei dirti!.- finalmente esplose arrabbiato.
-L’hai
mandata lì senza nessun esorcista esperto in grado di proteggerla, forse non
l’hai ancora vista, anzi non LE hai ancora viste. Le ha ridotte in fin di vita!-
Lo guardò ancora arrabbiato.
-Sono
fortunate che non le abbia uccise, anche se il motivo è sconosciuto! Avresti
dovuto fare più attenzione a scegliere la squadra!-
Komui lo
lasciò sfogare ascoltandolo in silenzio. Quando finì di urlare si sedette e lo
guardò con aria grave.
-Kanda,
capisco il motivo per cui te la stia prendendo, e forse hai anche ragione, ma
pensi che sia giusto quello che dici? Pensi che Jale, o Miranda, sarebbero
contente di sentirti dire questo?.
Gli
esorcisti sono dei distruttori, degli sterminatori. Ognuno di loro è in grado di
fare tanto, tu in questo momento stai ignorando la dignità degli esorcisti, a
causa della rabbia. Jale è in gamba, questa missione ovviamente andava oltre il
suo breve addestramento, ma non sarebbe affatto contenta di essere sottovalutata
in questo modo!- Bevve il suo caffè con un sorriso soddisfatto,
in fondo
aveva ragione.
-E poi è
stato un incidente, la missione doveva essere semplice!-
Kanda
rimase per un attimo in silenzio prima di dirigersi rabbiosamente alla porta.
La aprì e
si girò fulminando Komui.
-Qui non
si tratta di etica o di dignità, ma DELLA SUA STESSA VITA! Se la perdesse non
potrebbe neanche darle fastidio questo comportamento!-
Uscì
finalmente dall’ufficio lasciando Komui con uno strano sorriso sulle labbra.-
-Hai
sentito Komurin?- Si asciugò una lacrimuccia.
-Il
nostro Kanda sta diventando graaandeeee!!!-
Finishhhh!
Allora spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Grazie a chi
legge e segue la mia ff!!! Al prossimo capitolo!Spero di poter aggiornare
presto, utilizzerò le prossime vacanze!
Ciao!XD
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Capitolo 9 *** Allenamento e seconda missione... ***
Nuova pagina 1
Jale si
svegliò di soprassalto due giorni dopo l’arrivo alla home. Un’infermiera cercò
di calmarla con una pezza di stoffa immersa in acqua, senza però nessun
risultato. Doveva aver avuto un incubo perché tremava, aveva le pupille dilatate
e mormorava qualcosa di incomprensibile. Venne chiamato subito il dottore, ma
prima che arrivasse lei era già ricaduta in un sonno agitato.
Miranda
si era invece svegliata già da un po’ di tempo, e rispose perciò a tutte le
domande le vennero fatte da Komui sulla chimera.
Venne
fuori poco e niente, Miranda era stata colpita alla testa dalla chimera e perciò
non ricordava molto, tra l’altro non sapeva spiegare nemmeno il motivo per cui
le aveva lasciate vive.
Jalesi
svegli la sera dopo. Stavolta era tranquilla, ma nonostante tutto era quasi
bloccata dalla ferite e soprattutto dal dolore e le fitte che esse le
provocavano.
Sia
Lenalee che Allen andarono a trovarla subito dopo il suo risveglio.
I due le
fecero ritornare il sorriso, le raccontarono allora quello che era successo
negli ultimi giorni in cui lei era incosciente.
Allen le
raccontò anche del suo salvataggio, omettendo però il comportamento della
chimera.
-Tu e
Kanda ci avete salvate? Pensavo che Robert fosse riuscito a nasconderci e poi a
chiedere rinforzi all’ordine.-
-no,
vedi… Robert è stato trovato morto.-
Jale
abbassò dispiaciuta gli occhi, Robert era stato un buon compagno di viaggio e un
buon finder, le aveva anche dato dei buoni consigli durante tutta la missione.
-Jale ora
ti lasciamo dormire, questa sera passerà mio fratello a farti alcune domande ok?
E poi verrò io a sistemarti i capelli, che ne dici di un taglio?-
Lei si
guardò i capelli, gli artigli della chimera li avevano tagliati in più punti
rovinandoli, li avrebbe dovuti accorciare fino alla spalla.
-Già..
grazie per essere passati.- Linalee la guardò con un misto di preoccupazione e
gentilezza mentre usciva dall’infermeria.
Come
aveva detto Linalee, Komui passò la sera mentre lei cenava silenziosa.
-Buonasera Jale, mi fa piacere tu ti senta meglio.- Lei lo guardò seriamente.
Si ricordò allora che quando la chimera si era divertita a ferirla aveva
pensato che fosse tutta colpa del sovrintendente, ma ora si pentiva di quei
pensieri.
-Salve
sovrintendente Komui, felice di rivederla.-
- Anche
io sono felice d rivedeti, abbiamo temuto davvero per tua vita e quella di
Miranda in questi giorni. Sai perché sono qui vero?- lei annuì seria.
-Se non
te la senti ancora puoi benissimo non parlare, posso capire che debba essere
stata un’esperienza traumatica e…-
-Non si
faccia scrupoli nel chiedere ciò che vuole, l’importante è che io sia qui a
poterlo raccon…- Si bloccò un attimo vedendo che Kanda era entrato
silenziosamente nell’infermeria.
-…tare.-
Si schiarì nervosamente la gola, la presenza del giovane esorcista la
innervosiva un poco, anche se non ne capiva il motivo.
-Bene
allora, puoi descriverci il luogo dove hai visto la chimera, e il suo aspetto
fisico?-
Jale
raccontò velocemente di aver solo intravisto l’interno della botola, infatti
subito dopo era stata atterrata dalla chimera.
Descrisse
anche l’aspetto orribile della creatura. Komui l’ascoltò attentamente prendendo
qualche appunto e interrompendola di tanto in tanto.
-bene, e
sai dirmi il perché vi ha lasciate in vita?-
Jale
rabbrividì per un’attimo.
-Si, so
il motivo.- Komui la guardò sorpreso e curioso.
-La
chimera era estremamente.... crudele, covava un odio incredibile verso gli
esorcisti, eppure mi disse che aveva voglia di divertirsi un po’ insieme a noi.-
Kanda si
avvicinò ancora per ascoltare.
-Lei mi è
entrata in testa, o forse mi ha letto i pensieri, non so di preciso. Però so di
aver sentito come una mano, che analizzava ogni mio pensiero.- Si passò stanca
una mano nella fronte , la sensazione di quella morsa dentro la testa era ancora
nitida.
-Era
estremamente divertita da quello che aveva scoperto. Decise quindi di fare una
gara, la posta sarebbe stata la mia vita e quella di Miranda. Però precisamente
non so in cosa consistesse questa “gara”.-
-… Penso
di aver capito Jale.- si interruppe e schiarì la voce.
-Devo
chiederti scusa per averti mandato lì allo sbaraglio. So che in realtà non
potevo sapere a cosa andavate incontro, però vi ho comunque mandato io, e questo
mi pesa.- Kanda lo guardò leggermente sorpreso, non aveva immaginato che komui
facesse una cosa del genere.
-Non
voglio che ti scusi Komui.- lo guardò diritto negli occhi. -Io sono un
esorcista, e questo è il mio dovere. Se ho accettato vuol dire che ero conscia
di quello che facevo, questo incidente non ti deve pesare, ma anzi sappi che mi
allenerò duramente e glielo faccio vedere io a stè chimere del cazzo!-
Due
settimane dopo il rientro alla home Jale entrò di nuovo nell’arena accompagnata
da un sorridente Jahamir.
-Sono
felice di vederti già qui Jale, sono stato veramente preoccupato per la tua
salute in questi giorni!-
-Ma se
venivi a trovarmi tutti i giorni!- Jale gli sorrise. Era vero, Jahamir le era
stato molto vicino. Nonostante lei si trovasse a letto immobile le parlava degli
allenamenti occupandole la mente. In quei giorni avevano deciso anche l’arma di
Jale, alla fine optarono per utilizzare una spada corta da fante, aveva una
buona difesa alla mano, ed era corta e robusta, non troppo pesante, nonappena la
provò le piacque.
In realtà
la spada non le sarebbe servita poi tanto per combattere contro un’akuma, ma
l’aiutava nell’arte della difesa, fino a quando non avrebbe imparato
perfettamente a utilizzare il suo innocence.
Le aveva
portato un grosso libro con immagini sbiadite di armi di ogni tipo, passarono
due giorni interi e finalmente trovarono quello spadino.
Appena
mise piede nell’arena un odore familiare le arrivò alle narici. Non era per
forza piacevole, perché infatti sapeva di metallo, terra e umido, ma le era
tanto familiare da farla finalmente sentire a casa.
Nella
piccola arena vicino Allen e Lavi si stavano allenando poco convinti con spadini
in legno, mentre Linalee li osservava un po’ annoiata.
Si
piazzarono finalmente al centro dell’arena a destra.
Si misero
tutti e due in posizione offensiva.
-Sei
pronta?- Jahamir sorrise beffardo, quando impugnava un’arma assomigliava
stranamente a Kanda.
-Prontissima… quando vuoi!-
-Non me
lo faccio ripetere due volte piccola!- ma quest’ultima frase non fu udita da
Jale a causa della velocità con cui Jahamir la attaccò.
Dopo
circa un’ora Jale crollò a terra distrutta dalla fatica, e con la schiena a
pezzi.
-Cavolo…
forse abbiamo esagerato Jale!- Jahamir le cinse gentilmente la vita aiutandola a
rialzarsi.
-Che
palle! Ahia! No, non abbiamo esagerato, devo riabituarmi agli allenamenti, non
potevo continuare a oziare nella mia stanza!-
-Ti
riaccompagno agli appartamenti.-
Mentre
uscivano dalla porta Jale poggiò male il piede sfuggendo alla presa di Jahamir
e inciampando addosso a qualcuno.
-E che
diamine! Stai almeno attento a dove metti i tuoi piedi!- Notò solo dopo lo
scoppio d’ira, tra l’altro ingiustificato, una coda corvina e uno sguardo tra il
curioso e lo scocciato.
-Oh…- si
risistemò una ciocca di capelli fingendo noncuranza.
-Buongiorno Kanda.- si schiarì nervosamente la gola, non era difficile capire
che era imbarazzata, infatti Jahamir le lanciò uno sguardo divertito che venne
ricambiato con uno infastidito di lei. Le scocciava farsi vedere in quelle
condizione dall’esorcista, soprattutto dopo il suo salvataggio.
-Penso
che dovresti essere tu a stare attenta dove metti piedi, viste le tue
condizioni.- Le sorrise sarcastico.
- Quali
condizioni?- Si accorse solo allora di essersi di nuovo aggrappata a Jahamir per
non rischiare di cadere.
-Bè ecco…
non sono al pieno delle forze ma penso che sia già ora di ricominciare gli
allenamenti. Ehm… volevo intanto ringraziarti per averci salvato e riportato qui
da Damasco.- non aveva ancora avuto la possibilità di ringraziarlo, il ragazzo
infatti si era fatto vedere solo quando Komui le aveva fatto domande sulla
chimera.
Kanda non
rispose e continuò a osservarla ambiguamente.
-Bè..
allora noi andiamo Jahamir?- Quello sgardo la innervosiva, non riusciva mai a
capire cosa passasse nella testa del giovane, soprattutto quando non urlava o
ringhiava.
-Certo.-
Come prima le cinse la vita con un braccio e l’aiuto a ristabilirsi.-
- Si le
tue condizioni sono davvero ottime scricciolo, se devi stare attaccata a quel
modo a lui senza cadere!- La guardò infastidito.
- Non gli
sono attaccata! Mi sto aggrappando perché durante l’allenamento sono caduta, ma
sono certa che non avrò problemi tra poche ore!-
-Ragazzi
ora datevi una calmata ok? State dando spettacolo…
- e poi
Scricciolo a chi?-
-A te!
Non ti reggi nemmeno in piedi!-
-Ora
vediamo chi sarà ancora lo scricciolo! Ti tolgo tutti i sensi che ti ritrovi…
oltre naturalmente al tatto! Tu ne sei assolutamente privo! (tatto in senso
figurato.. N.D.A.)
-Prima
che possa togliermi anche solo un senso ti avrei già stesa… e considera che non
ho nemmeno mugen!-
-Jahamir
tienimi perchè potrei staccargli il collo!-
- Si
Jahamir lasciala stare così la vedremo bella distesa a terra che carca di
raggiungermi a gattoni!-
-Arrogante idiota!-
-Incosciente!- Kanda si calmò all’improvviso.
-Avendoti
salvato penso di aver qualche diritto sulla tua incolumità! Quindi ti consiglio
di avere dei riguardi sulla tua salute… non che m’interessi più di tanto ma sai
com’è… un esorcista in più fa sempre comodo!- detto questo girò i tacchi e entrò
nell’arena cominciando a urlare contro Allen, che subito gli tirò la spada
addosso.
Nei mesi
che passarono Jale non diede ascolto al consiglio di Kanda, e anzi si buttò
anima e corpo a migliorare le sua capacità, sia con l’innocence che con la nuova
arma. Nonostante Jahamir fosse sempre disponibile per un allenamento incominciò
a tirare qualche colpo anche con gli altri esorcisti, fu molto sorpresa da
Linalee, che si rivelò un’avversaria veloce a combattiva.
Intanto
il tempo passava e l’autunno lasciò presto il posto a un inverno particolarmente
freddo, che aveva innevato tutte le montagne scoscese che circondavano la home.
Vennero
cambiate loro anche le divise, che li resero un po’ più impacciati a causa dei
materiali più caldi e spessi.
Fu
proprio in quel periodo jahamir fu chiamato nell’ufficio di komui.
Appena
entrò Komui fece capolino tra vecchie pratiche sorridendogli e invitandolo a
sedersi.
-Buongiorno komui, come mai questa chiamata urgente?-
-Jahamir,
so che hai fatto veloci miracoli con Jale.-
-Se la
cava abbastanza, soprattutto per le sue abilità, non solo grazie a me.- la sua
falsa modestia era davvero palese, infatti era gongolante, anche se le sue doti
di insegnante eccellente erano note a tutto il quartier generale.
-bene,
quindi potrei azzardarmi a mandarla in missione?-
-Ovviamente si, anzi ne sarebbe felice, è già una settimana che si annoia…-
-bene-
Komui gli passò svelto il fascicolo da dare alla giovane.
-Scusa ma
ora avrei molto lavoro da sbrigare.- cominciò a dare piccoli pugni al cuscino
nascosto sotto la catasta di fogli per dargli la forma della testa.
-ovviamente…- Il giovane si alzò e lo salutò velocemente prima di correre a
cercare a ragazza.
Un’ora
dopo Jale, Allen e lavi entravano nell’arca con destinazione Atene.
La
compagnia dei giovani fu davvero piacevole, Jale si ritrovò a ridere come una
matta delle battute di Lavi sull’altro esorcista e viceversa.
Appena
giunsero nella città salirono fino al luogo dove era stato individuato
un’innocence: l’acropoli, che si trovava sulla collina più alta che poi si
buttava a strapiombo sulla valle circostante.
Appena
varcarono le soglie Allen e Jale rimasero affascinati. Tutti e due avevano letto
e immaginato i miti greci, i filosofi e la storia, ma avere lì davanti quel
monumento di arte e storia spingeva la loro fantasia a immaginare un pensatore
che camminava filosofeggiando.
-ehi voi
due… se non chiudete la bocca vi entreranno le mosche dentro. Dobbiamo muoverci,
l’innocence va trovato entro oggi.-
-perché
questa fretta?- i due la guardarono perplessi.
-hai
letto il fascicolo che tu ha dato komui?-
-bè avrei
voluto leggerlo, ma parlava di ordini di stoffe e fatturati della home, poi non
ho avuto tempo di chiederlo a komui… riassumendo?-
Allen
sorrise, non era la prima volta che komui confondeva le pratiche, spesso a lui
erano capitati vecchi documenti(anche top secret) sull’ordine.
-bè… la
tua prima tappa è Atene, qui dobbiamo cercare un’innocence, con la forma (pare
da quello che hanno comunicato i finder) di una piccola statua raffigurante
apollo. Il problema è che si sposta continuamente seguendo la luce solare. La
tua seconda tappa, in cui io non ci sarò, è andare con Lavi e Kanda fino a
Monaco di Baviera. Lì infatti pare siano state localizzate due chimere, quindi
andrete a controllare un po’ la situazione.-
Nonostante il riassunto fosse stato molto riassunto Jale annuì, la sembrava una
missione abbastanza interessante, all’inizio infatti aveva temuto che le sarebbe
stata mandata a controllare i bagni della sede Asia.
Incominciammo così a cercare la statua seguendo la luce del sole. Essendo quasi
pomeriggio il sole era alto, perciò fu più complicato del previsto, i punti
illuminati erano molti di più.
Jale
aumentò l’udito e vista, sicuramente l’olfatto non l’avrebbe aiutata nella
ricerca.
Dopo
circa un’ora di ricerca incominciò a stufarsi di camminare avanti e indietro,
quando si sa cosa cercare non è tropo stancante la ricerca, ma quando
dell’oggetto i questione non si sa praticamente nulla… era tutta un’altra
storia.
Si
sedette in una piccola colonna e ascoltò i suoni che la circondavano, si
concentrò prima su un gruppo di persone che aveva trovato un vecchio pezzo di
metallo, l’attirò infatti la loro eccitazione nello stringere tra la mani quel
vecchio frammento di elmo rimasto sepolto per un tempo incredibile, poi più
velocemente ascoltò altre persone, inutilmente. Dopo poco qualcuno le soffiò
nell’orecchio, provocandole una un fastidio intenso alla testa, tale da farla
ruzzolare dietro la colonna.
-MA CHI
DIAVOLO…- smise di sbraitare appena vide Lavi ridere a crepapelle della sua così
strana caduta.
-stupidi…
avevo potenziato l’udito!- Si massaggio i lati della testa.
-AhAhAhAh!
Bè allora scusa.. ma avresti dovuto vederti… sembravi una di queste colonne!-
-Quando
hai finito avverti…-mentre si sollevava facendo levi sul braccio sinistro si
bloccò di colpo. Una punta le segnava il palmo, e infatti quando tlse la mano
rimasero senza parole: sotto infatti giaceva una piccola statua d’oro
raffigurante il bellissimo dio Apollo, con arco e frecce tra le mani.
La statua
era perfetta in ogni suo dettaglio, tale da far gola a qualsiasi archeologo o
collezionista.
-Eccola.-
Dona
l’8% del tuo tempo alla causa delle recensioni
Farai felice molti scrittori
E me… grazie!
Ahahahahaha!!!! XD!
Lasciatemi perdere… sto ridendo pensando al prossimo capitolo, succederanno
tante belle cose… Cmq questo capitolo è molto più lungo dei precedenti… è perché
le lezioni sono sempre più noiose e mi vengono in mente scene assurde.
Bè
allora spero che vi sia piaciuto questo capitolo, in realtà non succede niente
di chè, è uno spartiacque.
Ci
sentiamo la prossima volta.
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Capitolo 10 *** il lungo viaggio e i figlioli prodighi... ***
Nuova pagina 1
Allen
prese con se l’innocence da riportare alla home. Jale e lavi rimasti soli si
incamminarono fino alla stazione
-Siamo
terribilmente in ritardo.- Lavi nonostante l’avesse avvertita camminava
lentamente. –Aspettati una sfuriata da parte di Yu!- Sorrise al solo pensiaro.
Ormai le era chiaro che quel ragazzo si divertisse incredibilmente nel rompere
le scatole a qualunque essere umano, probabilmente se avesse incontrato il papa
gli avrebbe chiesto se si puliva il sedere con carta santificata! (XD!!! Che
scemenza N.D.A)
Appena
arrivarono … 4 si guardarono attorno cercando Kanda, non trovandolo e escludendo
che fosse in ritardo, entrarono nel treno. Subito andarono nella zona più
lussuosa, ogni viaggio veniva infatti pagato dal vaticano, che non badava a
spese.
Entrarono
nello scompartimento e rimasero comunque sorpresi di non vedere Kanda già seduto
ad attenderli con sguardo truce e intimidatorio.
-Possibile che non sia ancora arrivato?-
-No Jale,
se lo conosco bene è andato dal macchinista a rompergli le scatole con le sue
minacce.- Si Sporse fino al portabagagli sopra il sedile di Jale per mettere le
sue cose.
-Si
infatti, ecco le sue cose, vorrai vedere che tra poco arriva per darci una
strigliata delle s..- non riuscì a terminare la frase perché perse l’equilibrio
a causa della partenza improvvisa del treno, cadendo sopra la giovane, che venne
sbattuta nel sedile.
-Ahia…-
lei cercò di portarsi una mano alla testa ma il tentativo fallì a causa di un
peso sopra di essa. Quando aprì gli occhi capì cosa era successo: Lavi era lungo
disteso sopra di lei in un posizione incredibilmente strana.
-Dovresti
fare più attenzione! Mi stai schiacciando…- Lui per tutta risposta le sorrise
divertito.
-Scusi
Signorina… perché vorrebbe forse dirmi che la mia vicinanza la infastidisce, o
peggio la mette in imbarazzo?-
Prima che
lei potesse rispondergli a tono, o peggio colpirlo, la porta dello
scompartimento si aprì di scatto e la scena che vide lasciò di stucco
l’esorcista che stava entrando.
-CHE
DIAVOLO STAI FACENDO?- era evidente che si rivolgeva a Lavi. Kanda sentiva una
bastia nel petto che digrignava i denti e ringhiava contro il povero Lavi, che n
realtà aveva fatto ben poco per meritarsi la furia che tra poco sarebbe caduta
su di lui.
-K..Kanda
non è come sembra…- Jale mentre mormorava quelle poche parole di scusa, arrossì
di botto.
Lavi
allora, compresa la precaria situazione, decise di stuzzicare un po’ il
giapponese, avrebbe visto fino a che punto arrivava la sua gelosia.
-Oh no
Kanda, invece è proprio come sembra. Jale ha un irresistibile profumo di pesca
che…- non riuscì a finire la frase che Jale gli diede un calcio nello stomaco,
precedendo di poco Kanda, che lo stava per agganciare al collo.
-Ehi
ragazzi state calmi… avete il senso dell’umorismo sotto i piedi!- Si buttò nel
sedile affianco di Jale, osservando kanda di sottecchi. Quel ragazzo poteva
sembrare anche un buffona, ma aveva capito più cose di quei due zucconi messi
assieme.
-Penso
che tu Lavi dovresti sederti dall’altra parte, non vorrei addormentarti e
ritrovarvi nella stessa situazione di prima.-
-Quanto
sei noioso capo…- si, era evidente, lui si stava davvero divertendo.
Kanda,
ritrovata la calma, si tolse mugen dal fianco per poggiarla a lato del sedile, e
si sedette nel lungo sedile, a circa mezzo metro da Jale.
Intanto
lei era immersa nei suoi pensieri, era estremamente confusa, la reazione di
Kanda le era sembrata esagerata, soprattutto perché lei era padrona di fare
quello che voleva con chiunque, ma allo stesso tempo una strana sensazione,
quasi di lusinga, la avvolse, nonostante non se ne accorgesse era proprio la sua
reazione così esagerata e farla sentire, per pochi istanti, quasi importante per
lui.
Poggiò la
testa al muro guardando fuori dal finestrino.
-Tra
quanto arriveremo in Germania?-
-tra
circa 28 ore, faresti meglio a dormire, quando arriveremo sarai uno straccio.-
mentre Kanda si girò dall’altra parte lei mimò un colpo di fucile nella sua
testa, per poi tornare velocemente nella posizione d prima.
-Se vuoi
puoi dormire vicino a me, ci faremo caldo a vicenda.-
-…- Lei
indirizzò a Lavi un’occhiata scocciata, prima di tirargli il mantello sopra.
-Accontentati di questo…-
Kanda
intanto si sistemò nel sedile in modo che la lunga coda non lo disturbasse e
chiuse gli occhi.
“potessi
rilassarmi anche io con la stessa velocità…” infatti poggiò le ginocchia al
petto e osservò l’esterno del finestrino.
Dopo
circa due ore la stanchezza ebbe il sopravvento anche su di lei, si sistemò come
meglio poteva nel sedile, addormentandosi di botto.
Quando
Kanda si svegliò di soprassalto la pioggia bagnava le lande che il treno a media
velocità attraversava.
Il suo
sonno leggero e guardingo era stato disturbato da un lieve peso alla spalla.
Girandosi
si sorprese nel vedere che la testa di Jale giaceva sulla sua spalla sinistra.
Doveva essersi spostata a causa dei movimenti improvvisi del treno.
Rimase a
osservarla pensieroso. Da quando quella ragazza era arrivata l’aveva considerata
una vera scocciatrice, era spesso irritante, ma nonostante quello si ritrovava
spesso ad osservarla mentre si allenava o mangiava. Era convinto che quella
ragazza avesse un potere interessante, nonostante lei si sottovalutasse spesso,
e soprattutto era incredibilmente mutabile, a volte nel vederla provava una
sorta di attaccamento, quasi volesse proteggerla,a volte la trovava fastidiosa,
ma in tutti i casi era piacevole trovarsela vicino, e anche se non l’avrebbe mai
ammesso, era una ragazza in gamba. Un po’ come Allen. In quei mesi Kanda,
naturalmente inconsciamente, aveva imparato a rispettarlo, in fondo ci sapeva
fare,
Per
questo motivo non spostò la testa della ragazza dalla sua spalla.
Prese
lentamente una ciocca accorciata da poco e se la rigirò tra le dita, fino a
portarla al naso, aveva ragione Lavi, aveva un buon profumo di pesca.
Scacciò
subito quei pensieri dalla testa, quello non era lui, lei non gli avrebbe messo
quegli stupidi pensieri in testa, aveva una reputazione da difendere, mica era
Lavi.
Continuò
a pensare questo nonostante rigirasse la ciocca scura tra le dita.
Alcune
ore dopo un forte bussare tuono li svegliò, già da un po’ infatti aveva
cominciato a diluviare.
Nonappena
Jale aprì gli occhi capì di aver cambiato posizione, ma soprattutto che la
posizione non era delle migliori.
Era
letteralmente accoccolata sopra Kanda, che intanto le cingeva una spalla con una
mano e la vita con l’altra.
Rimase
per un attimo bloccata prima di incontrare lo sguardo del giovane, che appariva
più che arrabbiato assonnato.
Kanda
sciolse subito quell’abbraccio che lo aveva un po’ turbato, soprattutto perché
quando si era addormentato non aveva stretto in quel modo la ragazza, se ne
ricordava perfettamente.
Quando
incrociò lo sguardo in quello si Jale rimase bloccato u attimo osservando quei
grigi occhi assonnati, in quel momento sembrava più fragile che mai.
Lei
subito, e suo malgrado, arrossì e si staccò da lui mormorando una scusa.
-Faresti
meglio a metterti il mantello se soffri così tanto il freddo!- Il suo tono era
un po’ scocciato, nonostante non gli avesse dato affatto fastidio la sua
vicinanza, non aveva mai abbracciato così qualcuno, e no voleva nemmeno che
svegliandosi quel coniglio davanti a loro pensassi chissà cosa.
-Ehi
calmo con quel tono, sicuramente se lo avessi saputo mi sarei legata alla
finestra, stai tranquillo, la prossima volta che ti sveglierai non avrai più le
tue mani sopra di me!- Anche lei era stata più dura di quello che desiderava, e
soprattutto doveva ammettere che aveva dormito bene.
Comunque
si scansò fino alla fine del sedile rannicchiandosi e stringendosi il mantello
addosso.
Nonostante questo fosse grosso e pesante non rendeva quanto il calore corporeo
di kanda, suo malgrado ci pensò.
Intanto
kanda la osservava con la coda dell’occhio, un po’ si sentiva in colpa per
quello che le aveva detto, e soprattutto cominciava anche lui ad avere freddo, e
poi rannicchiata così sembrava una bambina impaurita. Chiuse gli occhi pensando
agli allenamenti e cercando di scacciare l’immagine di Jale dalla mente.
Il più
sbigottito era Lavi che non aveva aperto bocca, aveva un sorriso divertito
stampato nelle labbra. Di sicuro aveva capito più di quei due testoni.
Arrivarono il giorno dopo i una cittadina vicino a monaco, luogo in cui era
stato registrati il maggior numero di sparizioni. Circa 2 mila abitanti su 7
mila.
Ma la
cosa che stupiva di più era l’atteggiamento delle persone. Nonostante una buona
parte della loro cittadina fosse scomparsa camminavano con un sorriso ebete in
viso, compravano nei negozi, si salutavano e ridavano. Molti di loro avevano
perso parenti stretti, ma nonostante questo erano sereni e felici. Troppo strano
per essere normale!
I tre
ragazzi appena entrarono nella cittadina si accorsero di questo fatto e
esterrefatti chiesero in giro notizie sulle persone scomparse.
Una donna
di mezza età rise alle loro domande e li rassicurò. Secondo lei questa no era
altro una trovata per far preoccupare le persone presto,a sentire lei,
sarebbero tornati da loro, come nella parabola il figliol prodigo, sarebbero
stati perdonati di tutto.
La
guardarono come se avesse raccontato una barzelletta orribile, lei sorrise e si
allontanò lentamente.
Lavi si
strofinò stanco gli occhi.
-Ragazzi
questa storia non mi convince affatto. Questa persone sono rincitrullite!-
Sbadigliò stanco.
-Io
comunque consiglierei di trovare la locanda e muoverci… mi sto addormentando in
piedi!-
D’accordo
con lui i due giovani si incamminarono verso la strada principale.
Dona
l’8% del tuo tempo alla causa delle recensioni
Farai felice molti scrittori
E me… grazie!
Scusate per
l’incredibile ritardo, ma in questo periodo la scuola (come probabilmente
sapete) non mi dà tregua.
So che vi
aspettavate chissà che, ma la scena che mi faceva ridere la lascio al prossimo
capitolo..
Ci sentimo
presto, Ah ringrazio un mio nuovo lettore: Pluffy91… Grazie della bellissima
recensione…
|
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Capitolo 11 *** La voce ***
Nuova pagina 1
La
locanda li accolse con un tipico odore di zuppa invitante e il chiacchierio
delle persone sedute nei tavoli. Tutti sembravano estremamente tranquilli.
-Strano
eh?- Lavi li guardò, avevano pensato tutti e tre la stessa cosa.
-Si,
nonostante tante persone sono scomparse, e io non penso si tratti di fuga,
queste persone sono come ignare di quello che le circonda. Avete sentito prima
quella donna? Secondo lei sarebbero dei capricci giovanili... che strano.-
-Si jale,
ma comunque questa storia non ha convinto nemmeno i finder che tempo fa sono
stati inviati. Il problema è insorto una volta tornati al quartier generale…-
Lavi parlò pensieroso, quella storia era ancora molto confusa.
-cioè…-
Jale come al solito non era al corrente di nulla.
-Ma tu
non ascolti mai?- Kanda la rimproverò annoiato sedendosi in una sedia.
-Se
avessi ascoltato sapresti che i finder hanno comunicato i loro dubbi al quartier
generale con i loro golem, ma una volta tornati hanno detto di non aver
riscontrato nulla di anormale. Come no fossero stati loro a parlare nei golem.-
-Che
strano…-
Le camere
erano tutte e tre al quarto piano. Nonostante la locanda a prima vista fosse
sembrata piccola, i tre si dovettero ricredere. Non solo era molto ampia, ma
pare che ci fossero sempre moltissimi clienti.
Le camere
nonostante fossero piccole erano chiare ed accoglienti.
La sera i
tre si incontrarono di sotto per cenare e cercare di capire qualcosa dai
discorsi delle persone.
-Ehi c’è
la Soba vero?- Kanda coma al solito si era rivolto alla cameriera con un tono
molto aggressivo.
-Ehm no.
Ci dispiace non conosciamo questo piatto. Se vuole può parlare con il cuoco e
descrivergli il piatto… potrebbe farglielo.-
-Tze!
Scommetto che nemmeno ne sarebbe in grado. Voglio quello che hanno preso gli
altri!-
-Cosa
pretendevi? Mica siamo in giappone!-
-Zitta!-
-Parlo
quanto diavolo mi pare!-
-Si ma se
proprio devi farlo almeno dì cose intelligenti!-
-Giuro
che uno di questi giorni ti sveglierai senza udito!-
-e allora
uno di questi giorni scappa…-
Jale si
mise un boccone in bocca per trattenersi dal picchiarlo. Non voleva concedergli
l’ultima parola, però era anche vero che stavano attirando troppo l’attenzione,
e questo sicuramente non era un bene se volevano capire con discrezione cosa
succedeva.
-Priva
che voi due vi minacciaste ho sentito da un uomo che altri due ragazzi sono
scomparsi. Uno è stato visto per l’ultima volta l’altro ieri, mentre l’altro
pare che stamattina non si sia recato a lavoro.-
Jale
masticò pensierosa il boccone. Dovevano muoversi, altre persone erano in
pericolo.
-Io dico
che è meglio che domani non perdiamo tempo e cerchiamo di capire che succede in
questo posto. Ma soprattutto perché queste persone hanno qusto comportamento. Ci
scommetto che centra con le sparizioni.-
-Abbiamo
il genio…- Jale era già pronta a rispondere per le rime prima di essere
interrotta da Lavi che cercava di mettere pace tra i due.
-Hai
ragione. Domani divideremo i ruoli, due di noi andranno a cercare qualcosa in
giro, mentre un altro chiederà informazioni.-
Dopo aver
finito di cenare si fondarono tutti nelle loro stanze. Nonostante avessero
dormito nel treno un letto comodo era insuperabile.
La camera
di Jale era alla fine dell’andito, di fianco a quella di Lavi e davanti a quella
di Kanda, che aveva espressamente raccomandato di non disturbarlo.
Naturalmente da tale osservazione ne era nato un battibecco con la ragazza, che
gli aveva detto di dormire pure tranquillo, nessuno lo avrebbe disturbato.
Jale
subito preparò l’acqua per farsi un bagno rilassante, in fondo se l’era
meritato.
Mentre si
toglieva la divisa osservò le cicatrici che segnavano la pelle, sorrise
sarcastica, chissà se avrebbe mai trovato un fidanzato con quei segni.
Rise di
quella stupidaggine che le era passata per la testa, come se un esorcista avesse
il tempo e la possibilità di avere una relazione…
Si
rilassò senza pensare nell’acqua calda. Rimase in quello stato catatonico per
circa mezz’ora. Mezz’ora di relax e assoluto vuoto mentale, un lusso che da un
po’ non poteva permettersi.
Le tornò
alla mente sua madre che le cuciva un vestito nuovo, lei che si lamentava delle
punte che la madre metteva senza stare attenta e che le pizzicavano il fianco. A
tutte le volte che si era rilassata nella vasca, come in quel momento, e dopo un
po’ venivano a bussare nel bagno perché il suo turno era finito.
Con quei
pensieri riuscì a rovinarsi il momento rilassante, ma a rovinarlo furono
soprattutto i tonfi che si udirono alla porta.
“Quell’idiota di Lavi… e dire che sembrava stranamente serio…”
Uscì
velocemente dalla vasca gocciolando dappertutto. Prese al volo un asciugamano e
se lo avvolse addosso, non che coprisse fino ai piedi, ma tanto non aveva
intenzione di trattenersi troppo col rosso.
I colpi
alla porta si ripeterono con più forza.
-STO
ARRIVANDO!- sbuffò arrabbiata mentre si dirigeva alla porta.
Socchiuse
un attimo la porta e rimase sorpresa nel notare che al posto di lavi c’era
niente meno che Kanda.
-Oh sua
signoria… per poco non sfondavi la porta… cosa è successo?- lo osservò
preoccupata. Aveva i capelli sciolti e indossava un maglione largo e un paio di
pantaloni chiari. Ma il suo sguardo fu quello che la insospettì dall’inizio: era
stranamente vacuo non c’era la solita fiammella che li faceva brillare, sembrava
si fosse svegliato da poco, o fosse reduce da una bevuta con gli amici.
-Cosa ti
è successo?- aprì un po’ di più la porta per osservarlo meglio, sembrava davvero
vuoto.
-Niente.-
Anche il tono la colpì troppo.
-Come
niente… non è che ti sei dato alla pazza gioia per dimenticare la soba?- Sorrise
per un attimo, ma la sua frecciatina non arrivò a segno. Lui la osservò
attentamente senza risponderle.
-Ehm…
questa è la prova che qualcosa non va…- Alcune goccioline cominciarono a
scenderle dalla schiena facendola infreddolire.
-Bè se
non hai niente vai pure a farti una chiacchierata con Lavi… io mi devo
assolutamente cambiare.- ma prima che chiudesse la porta kanda la bloccò con una
mano entrando dentro e facendola indietreggiare preoccupata.
-Ok- si
schiarì nervosamente la gola. Era palese che Kanda si fosse ubriacato, e
soprattutto che doveva farlo uscire da quella stanza.
-Non
vorrei sembrare maleducata, ma mi devo cambiare… tu aspettami fuori ok? Sarò
pronta tra un attimo…- si interruppe vedendo che Kanda invece di uscire
continuava ad avanzare imperterrito verso di lei.
Indietreggiò ancora fino a finire con le spalle al muro.
-Kanda
ora basta! Se è uno scherzo smettila...e se sei ubriaco.. bè smettila lo
stesso!- ormai era talmente vicino da poter sentire il calore del suo corpo, ma
soprattutto farle annusare il suo fiato, che non puzzava affatto di alcol…
Prima che
potesse capire cosa diavolo stava combinando kanda, lui poggiò le mani al muro
bloccandola.
-Ora non
scapperai…-
“no io ti
do un calcio nelle palle e… cavolo non riesco a pensare con lui così vicino…”
Ormai
Jale, nonostante fosse un po’ ingenua, aveva capito le intenzioni del giovane,
ma non sapeva veramente cosa fare.
Sicuramente quel problema non attanagliava anche la testa di kanda. Infatti il
giovane ormai era a pochi centimetri da lei, e si avvicinava ancora con studiata
lentezza, fino ad appoggiare la sua bocca su quella di lei.
Nonappena
lei sentì quel contatto inatteso, andò letteralmente in tilt, ogni suo senso si
intorpidì, e non riusciva a spingerlo via, non ne aveva ne la forza ne la
voglia.
Lui
intento le aveva appoggiato la mano sulla nuca e continuava a baciarla con
passione, giocava con le ciocche dei capelli e le accarezzava il viso.
Quel
bacio cominciò a scaldarla e farla avvicinare al petto del giovane facendole
dimenticare che quello non era il suo compagno esorcista, doveva essere
impazzito oppure…
Un lampo
di lucidità le illuminò la mente.
Aumentò
con fatica la sensibilità dell’udito, cercando qualcosa che nemmeno lei
conosceva, cercando il motivo per cui kanda in quel momento le accarezzava la
schiena.
Sentì
all’improvviso una cantilena, una voce femminile cantava, in lontananza, quasi
fosse un miraggio, un eco che solo la mente di Kanda udiva. Sembrava la voce di
un rapace troppo intonato, no era bella, ma invitante.
Con un
attimo di esitazione interruppe quel contatto tra Kanda e la voce, usando la
stessa tecnica di quando lui sembrava muto, fece in modo che quella non fosse
più udibile dalle orecchie e dalla mente di Kanda.
Appena il
contatto venne reciso Kanda smise di muovere le labbra e rimase per un paio di
secondi ancora appoggiato pesantemente a lei.
Doveva
essere stordito, perché teneva gli occhi chiusi e la frante aggrottata. Quando
si staccò aprì gli occhi, curioso di sapere dove era finito, ma soprattutto chi
stava stingendo tra la braccia.
Si
guardarono per lungo istante, storditi e ancora troppo vicini.
Dona l’8% del tuo tempo alla causa delle recensioni
Farai felice molti scrittori
E me… grazie!
Questo è uno dei
capitoli più importanti della storia, ma nonostante questo l’ho scritto di getto
e non voglio nemmeno rileggerlo!
Allooooora… nel
prossimo capitolo vedremo come reagisce Kanda nel trovarsi la nostra tonta tra
le braccia…
Eh Eh Eh…
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Capitolo 12 *** Reazioni, macellai e... ***
Nuova pagina 1
Kanda
aveva ancora una mano che stringeva la schiena di Jale, mentre l’altra era
appoggiata al suo viso. Tutti e due continuavano ad fissarsi, fino a quando Jale
non interruppe quel contatto abbassando lo sguardo. Subito, quasi si fosse
destato da un sogno, anche Kanda si staccò indietreggiando di qualche
centimetro.
-Cosa…
Cos’è successo?- La domanda di per sé era inutile, infatti ricordava benissimo
di come si era svegliato poco prima, e quella strana sensazione di calore alle
labbra e alle mani glielo ricordava.
Jale si
sedette nel letto dopo essersi sistemata, l’asciugamano.
-Bè…-
cercò le parole adatte per spiegagli la sua entrata trionfale nella stanza.
Mentre ragionava mosse leggermente la spalla rivelando cinque segni rossi, che
non avrebbero tardato a diventare viola.
-Ti ho
fatto male vero?- Kanda le indicò i segni.
-Oh… no.
In realtà non me n’ero nemmeno accorta. Vedi non è che mi abbia maltrattato- e
qui arrossì di botto -ma ho capito subito che non eri tu, all’inizio infatti
pensavo fosse Lavi alla porta.-
-Quindi
ero in uno stato di Trance?-
-si…
potevi anche parlare, ma l’espressione dei tuoi occhi non era proprio sveglia.
Sei entrato dentro… e poi il resto l’hai capito.-
-Mmh si…
Come hai fatto a svegliarmi?-
-Mi sono
insospettita, ho cercato qualcosa con i sensi, ho sentito allora una strana
voce. Doveva sicuramente essere quella la responsabile di questo tuo
atteggiamento, così ho usato la stessa tecnica di quella volta in mensa: il tuo
udito non è in grado di sentire quella voce.- si atteggiò leggermente per aver
risolto quel malinteso.
-
Sospetti degli akuma?- Jale glielo domandò a causa della sua espressione
pensierosa.
-Ovvio…
penso anche di aver capito il motivo delle sparizioni e lo strano comportamento
delle persone.- Si pavoneggiò per un attimo, poi schiarì la gola e le presentò
la sua idea.
-Se
questa voce è in grado di incantare le persone, una o più persone quindi, non
potrebbe essere la responsabile delle sparizioni avvenute qui?- lei ci pensò un
attimo e mosse la testa di lato liberando il collo dalle ciocche bagnate di
capelli, dettaglio che non mancò di osservare Kanda.
-Non
sarebbe meglio che tu ti metta qualcos’altro addosso, oltre a
quell’asciugamano?- Lei non lo degnò di troppe attenzioni mentre continuava a
pensare, cercando di trovare qualche errore nella teoria del giovane.
-mmh… bè
potrebbe essere così…- poggiò il mento sulla mano pensierosa, e socchiuse gli
occhi.
-Quindi
tu pensi che la causa di queste sparizioni sia ricollegabile alla chimera, o
alle chimere. Ma la domanda ora è perché rapire le persone a quale scopo?- Tutti
e due pensarono velocemente a qualche motivo, cercando di essere più veloce
dell’altro, quasi fosse una gara per decidere chi di loro era il più perspicace,
e per adesso il vantaggio era di Kanda.
Jale aprì
gli occhi di scatto, pronta ad esporre l’idea al giovane, ma rimase sorpresa di
vederlo ad occhi chiusi, con due dita nel mento. In quella posizione sembrava il
più pacifico dei ragazzi, nemmeno una ruga increspava quella sua perfetta
fronte, e la sua espressione era talmente assorta da farlo sembrare una statua
immortale.
-Kanda…-
cercò di parlare il più lentamente possibile, avrebbe voluto che rimanesse in
quella posizione ancora un po’, ma lui si ridestò e la osservò corrucciato.
-Penso
che da questo posto partano i corpi per la creazione delle chimere… Se ci pensi
perché allora scegliere i giovani? Semplicemente perché i loro corpi rendono
sicuramente di più… E dopo il rapimento zittiscono le persone grazie a questo
akuma, o a questa voce che li rende passivi.-
-Bè
potrebbe essere…- ci pensò su… e annuì solennemente.
- Già…-
Jale si guardò le mani imbarazzata, mentre un ultima goccia d’acqua scendeva dai
capelli fino al braccio.
-Vuoi
andare a vestirti!-
Bussarono
alla porta di Lavi, senza però ricevere risposta.
-Mio Dio
kanda… è colpa tua lo dovevi avvisare!-
-Si
perché ora ci passo io!-
-Ma io mi
stavo cambiando!- Jale si spostò di qualche metro per prendere la rincorsa e
diede un calciò alla porta facendola spalancare.
-bel
colpo vero?- Kanda le passò davanti senza rispondere, e sfoderando leggermente
mugen, pronto al peggio come sempre.
-non è
che è sceso giù? Prima aveva in mente di chiacchierare con la cameriera dai
capelli a baschetto…-
-e non
potevi dirlo prima!?-
Scesero a
velocità sovraumana per le scale, finendo al centro dello stanzone che fungeva
da locanda.
C’era più
buio dell’ultima volta che erano stati lì, e mormori sommessi arrivavano da un
angolo.
-Tu
aspetta qui!- Kanda si avvicinò, seguito a ruota da Jale.
La scena
che si trovarono davanti i due esorcisti era davvero orribile.
Era
chiaro che Lavi doveva essere andato a cercare la cameriera, il problema era:
cos’era la cameriera.
Il
giovane esorcista stava riverso a terra supino, sotto di lui, una pozza di
sangue si allargava nel pavimento.
La
cameriera intanto trafficava con strani arnesi di metallo, quasi fosse un
chirurgo impazzito, o un crudele macellaio pronto a preparare un animale.
Appena li
vide sorrise ingenuamente, come aveva fatto quella stessa sera.
-Buonasera esorcisti… vedo che non avete seguito i miei consigli… vi avrei fatto
divertire insieme!- Kanda con un balzo sfoderò Mugen e mentre le si avventava
contro, passò il dito sulla sua lama, facendola subito risplendere.
-Prima
illusione!- dall’arco di luce che disegnò al passaggio della lama, partirono
numerosi fasci con a capo di ognuno di essi una specie di insetto marrone
chiaro. Questi arrivarono dall’akuma e entrando in contatto con la sua pelle
crearono profonde scottature, che però non parvero disturbarlo troppo.
La
chimera infatti non si mosse da lì, al contrario sorrise beffarda contro
l’esorcista.
-Aspetta
ci penso io.- Jale visualizzò la scacchiera, e con una concentrazione
incredibile eliminò i sensi della chimera, mantenendo però alte le difese che
aveva dato a Kanda.
-Fatto?-
Kanda si preparava per la prossima mossa.
-Si…-
Creò una
seconda spada di pura luce nella mano libera.
-È
bloccata vero?-
-Si… il
controllo riuscirò a tenerlo per un bel po’ comunque.- I sensi della chimera
infatti non lottavano per tornare, non faceva la minima resistenza.
Kanda Si
avventò a velocità maggiore verso la chimera, brandendo le due lame identiche.
Appena
arrivò a pochi centimetri dal viso di questa un urlo squarciò l’aria,
bloccandolo, e facendolo ghiacciare. Quella voce non apparteneva ne al mostro ne
a Lavi.
-Jale…-
Si girò a osservarla, trovandola inginocchiata con il capo tra le mani.
La
chimera intanto stava nello stesso stato di prima perciò si avvicinò di fretta a
capire cosa stesse succedendo alla compagna.
-Jale che
hai?- la scosse la spalla cercando di farla rispondere, senza però nessun
risultato se non vedere il suo viso bianco, con le labbra violacee.
-Rispondi!-
Gli occhi
di lei si socchiusero appena e le labbra si mossero appena.
-l’ho… bl..bloccata…
che stai- si bloccò di nuovo mordendosi un labbro dal dolore, fino a farlo
sanguinare.
-…aspettando…
non resisterò a lungo…-
Kanda,
quasi fosse stato spinto da una forza invisibile, si lanciò sulla chimera e con
due fendenti la ferì profondamente, ma non inflisse il corpo mortale, aveva
ricevuto ordini precisi da Komui, un esemplare sarebbe stato tenuto perché la
sezione scientifica facesse ricerche.
Appena
quella cadde al terreno, il viso di Jale riprese colore, e lei tornò a respirare
normalmente.
-Stai
bene?- Kanda subito si accorse che non stava per niente bene, fisicamente non
aveva un graffio, ma non aveva capito cosa le era successo in quei pochi secondi
in cui era avvenuto tutto.
-Si… o
almeno sto meglio di prima. Lavi?- kanda si avvicinò anche a lui,
tranquillizzandosi nel vedere che in effetti stava dormendo, solo qualche taglio
dalle forme strane lo avrebbero disturbato.
Lo portò
affianco alla ragazza.
-Che ti è
successo prima?-
-Bè… la
chimera non ha affatto cercato di liberarsi dalla mia morsa, e solo dopo ho
capito il perché. Si è aggrappata ai miei attacchi, per arrivare direttamente a
me, nel momento in cui ero riversa a terra lei era riuscita a distruggere ogni
mio attacco. Sono però riuscita a ristabilire la gabbia, per questo lei non si è
mossa nemmeno quando l’hai colpita.-
-Bè sarà
meglio che avvisi Allen, in questa condizioni sia tu che lavi non potete essere
utili, perciò ve ne tornerete alla home, e io con qualcun altro penseremo a
cercare qualcos’altro in questo posto.
-ok…-
jale si ritrovò insoddisfatta di sé… nonostante fosse riuscita nel suo intento
non aveva reso un servizio troppo utile a kanda.
Lui però
era di un altro avviso, e osservò Jale, notando quanto era cambiata e cresciuta
da quella notte in cui l’aveva costretta a seguirlo.
-Sei
migliorata dall’ultima volta…- queste parole le pronunciò a occhi chiusi,
pensando che non aveva mai fatto un complimento nemmeno alla Mammoletta.
-Grazie…
ma stavolta non sono riuscita a tenere la tua difesa, nel momento in cui mi ha
attaccato l’ho lasciata andare.-
-Tsz… ti
pare che io abbia bisogno di essere difeso?!-
Appena la
porta dell’arca si aprì Allen si mosse per aiutare Kanda a portare dentro i due
ragazzi, cercando di sollevare Jale.
-Prendi
Lavi scusa… è più urgente!- Allen passò al giovane caricandoselo sulle spalle.
Kanda
invece si caricò Jale sulle braccia come aveva già fatto più volte in passato.
-Ehi
guarda che bene o male riesco a camminare…- sorrise, e si pentì però di averlo
detto, in fondo non le dispiaceva quella sensazione che provava stando tra le
braccia dell’esorcista.
-Si… più
male che bene… siamo di fretta.-
Scasateeee… se
mi volete trucidare vi capisco. Vedete ho cominciato altre ff… e diciamo che
sono una tipa che non riesce a fare troppe cose…quindi ho fatto una
pausettaaaa…Allora nel prossimo capitolo vorrei fare una cappatella a casa del
conte… E poi una sorpresa incredibileeeee!!! Jale per migliorare le sua
tecniche, dato che si convincerà di essere stata inutile verrà affidata a…(non a
Kanda, quindi non fatevi strane idee…)
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