Momenti indimenticabili

di HisWhisperIsTheLucifer
(/viewuser.php?uid=61489)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Best Friends {Sirius x James} ***
Capitolo 2: *** Canidi ***
Capitolo 3: *** I ricordi di Lunastorta ***
Capitolo 4: *** King's Cross ***



Capitolo 1
*** Best Friends {Sirius x James} ***


Momenti indimenticabili

 

Best Friends

 

È un’agonia, poterti solo scrivere, Sirius. Non so come poter andare avanti. Se penso che fino a ieri mi bastava fare un passo per vederti, mi sento male, Felpato. Non so se resisterò fino a quando il pericolo sarà passato. Mi manchi troppo....

 

James. Amico mio. Dove sei? Alzo la bacchetta e mi guardo intorno, intascando quel foglietto. Dove sei, Ramoso?! Perché ti è capitato tutto questo? Perché proprio voi? C’era anche il figlio di Frank e Alice! Perché non è toccato a loro?! Perché!?

Distolgo la mia mente da queste riflessioni e mi guardo attorno. Sono in quella che doveva essere la cucina. In terra c’è il biberon di Harry. Lo raccolgo e lo stringo nella mia mano. Cammino tra le macerie della tua casa, ma mi fermo subito. James. James, amico mio! Perché proprio tu!? Mi getto sul tuo corpo, con la vana speranza che tu sia ancora vivo. Ma non lo sei. Non vedrò più il tuo sorriso gioioso che avevi quando mi vedevi. Ti stringo a me singhiozzando disperato. Sento dei passi qui intorno. Alzò appena lo sguardo.

Hagrid...

Sussurro fissando il mezzo gigante. Lui mi tira su e mi consola battendomi la mano sulla spalla.

Dobbiamo trovare Harry.

Mi dice. Annuisco asciugandomi le lacrime. Mi incammino tra le macerie fino a raggiungere la scala, miracolosamente intatta, che conduce al piano di sopra. Salgo, attento a dove metto i piedi e mi dirigo nella cameretta di Harry. Lo trovo. È identico a te, James. Ogni giorno che passa ti assomiglia sempre di più. Lo prendo in braccio. Non piange. Si stringe a me.

Mamma?...Papà?

Chiede di te e Lily. Lo stringo forte, appoggiando la mano alla sua schiena e piango senza ritegno. Il corpo di Lily è qui ai miei piedi e Harry se ne accorge. Tende la mano verso la sua mamma e la chiama con la sua vocetta insistente. Continua a chiamarla, forse pensa che sia uno dei tuoi soliti scherzi James. Ma non lo è e lo capisce anche lui. Inizia a piangere quando vede che Lily non si muove. Lo porto via dalla sua cameretta, mentre continua a chiamare Lily. Hagrid è chino sul tuo corpo. Quando mi riavvicino a lui, si alza e mi da un foglietto. È l’altra parte della lettera.

 

... e ho bisogno di dirti che ti amo, Felpato. Forse ti amo dal primo momento in cui ci siamo incontrati. Te lo ricordi? Era il nostro primo viaggio verso Hogwarts e quel giorno misi gli occhi su Lily, ma non mi accorsi della meraviglia che era seduta di fronte a me. Quella meraviglia che mi è stata accanto quando mio padre è morto e tutte le volte che Lily rifiutava un mio invito. Eravamo delle canaglie, Felpato. Ed eravamo troppo innocenti per renderci conto di quello che ci legava e ci legherà per sempre. Ti scongiuro, non vendicare la mia morte. Non andare in cerca di Peter. Non lo fare. Te ne pentiresti e io non voglio che tu diventi un assassino per colpa mia. Prenditi cura di Harry, piuttosto. Sii un padre per lui. Crescilo come farei io. E raccontagli del fatto che il suo papà e la sua mamma sono morti per lui. Te lo chiedo in ginocchio Sirius. Prenditi cura del mio bambino. E non dimenticarti mai di me.

Per sempre tuo,

Ramoso.

 

Hagrid? Porta Harry da Silente, ti scongiuro.

Gli dico. Mi dispiace James, non posso stare qui con le mani in mano. Io VOGLIO vendicarti! DEVO farlo!

Prendi la mia motocicletta, a me non serve più.

Mi allontano dalla casa di qualche passo. Poi mi volto e ti guardo per l’ultima volta James, mentre mi Smaterializzo. L’attimo dopo sono di fronte alla casa di Peter. Entro senza tanti complimenti.

MINUS! DOVE SEI?

Grido mentre giro per la casa cercando in tutti i buchi in cui potrebbe nascondersi. Lo vedo alla fine, sta scappando dalla porta che ho lasciato aperta. Gli sono alle spalle, mentre in un attimo mi trasformo nell’altro me, in Felpato. Lo inseguo fino alla vicina cittadina Babbana. Lo blocco sotto di me, mentre riprende il suo aspetto normale. Ringhio mentre mi scaglia lontano con un incantesimo. Atterro pesantemente a due metri da lui. Torno me stesso e ci fissiamo. Nel frattempo la strada si è riempita di Babbani. Finalmente la mia vendetta si compierà. Minus singhiozza. Ma che bravo attore.

Lily e James. Sirius, come hai potuto?!

Tira fuori la bacchetta e reagisco veloce, mentre capisco le sue intenzioni.

NO!

Punto la bacchetta contro di lui, cercando di bloccarlo. Ma non ce la faccio. È stato più veloce di me, il bastardo. Ha fatto saltare la strada dietro ed è scomparso. Si è fatto saltare in aria. Rido, gustando la vendetta che si è compiuta da sola. Ma mi rendo conto troppo tardi del vero piano di Minus. Me ne rendo conto quando sento le mani degli uomini del ministero su di me. Ma non me ne importa niente. Il traditore ha avuto quello che si meritava. Continuo a ridere. Ora puoi riposare in pace James.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Canidi ***


Momenti indimenticabili

 

Canidi

 

Mi dispiace non averti creduto per tutto questo tempo, Felpato.

Scrollo le spalle.

Naaaah, tranquillo Lunastorta. Non sono arrabbiato con te.

Remus sospira. Si passa una mano sulla pelle stanca e tirata.

Sei arrabbiato con Minus, lo so. Lo sono anch’io. Ma non possiamo farci niente, finché lui è con Lord Voldemort.

Sospiro anch’io e mi abbandono contro il suo petto.

Lunastorta? Rimarrai sempre con me vero?

Gli chiedo. Mi sento debole come mai. Sono debole psicologicamente. Da quando Silente ci ha chiesto di richiamare l’Ordine non faccio altro che pensare a lui e mi distruggo lentamente. Remus mi stringe a sé.

Sirius, i veri amici non muoiono mai. Anche lui e Lily sono qui, nei nostri cuori.

Sussurra appoggiando la mano al mio petto, sopra il mio cuore che batte furioso.

Fanno male, però.

Rispondo. Remus ridacchia e riesce a strapparmi un sorriso. Remus allunga la mano verso una foto sul suo comodino. La prende e me la mostra. La osservo e ridacchio.

Mi ricordo di questa foto, la scattammo l’estate che passammo i G.U.F.O, a casa di James. Mi ero appena trasferito da lui.

Quelli sono ricordi piacevoli. Non come quelli di quella maledetta notte. Il suo corpo freddo, il foglietto su cui a scritto che mi amava. Remus avverte il cambiamento nel battito del mio cuore e preoccupato mi fissa.

Che succede Felpato?

Scuoto la testa.

Niente, solo brutti ricordi.

Mi stringe di nuovo contro di sé e mi sento soffocare dai miei sentimenti. James. James. James. James. James. James. James. James. James. James. James. James. James. James. James. Mi manchi amico mio. Mi manchi tantissimo. Scoppio a piangere, chiudendo gli occhi e seppellendo il viso nel petto di Remus. Remus è sempre il solito. Rimane immobile a consolarmi. Mi allontano da lui.

Devo andare a trovarlo, non l’ho mai fatto.

Remus annuisce. Mi volto verso di lui, che, sorridendo, mi da un bacio sulle labbra. Mi alzo dal letto e mi rivesto. Poi esco dalla camera, lasciandolo solo. Mi trasformo in Felpato, poi esco dalla casa e mi Smaterializzo a Godric’s Hollow, il paese dove hanno vissuto per poco più di un anno. Non c’è nessuno in giro. Mi avvio verso la piazza e quando sono di fronte al monumento al centro di essa alzo lo sguardo. Remus me ne aveva parlato. La famiglia Potter. Harry da piccolo, nessuna cicatrice sulla fronte. Lily, immortalata dal freddo marmo nella sua bellezza di ventenne. E poi lui. James. Il solito, familiare sorriso beffardo gli increspa le labbra. Sorrido anch’io. Mi appoggio al freddo basamento e mi lascio prendere un po’ dai ricordi. Il nostro primo viaggio in treno. Mi rialzo poco dopo. Non posso farmi prendere dai ricordi o mi perdo per sempre. Mi dirigo di buon passo verso la chiesetta del villaggio. Dietro so per certo esserci il piccolo cimitero dove sono loro due. Dove vorrei essere io. Mi avvicino alle tombe, seguendo un sentiero che sembra essere stato tracciato da visite frequenti. Le loro tombe sono alla fine di questo sentiero. E vicino a loro la persona più inaspettata. Riprendo il mio solito aspetto.

Ciao Mocciosus.

Saluto Piton con l’epiteto che gli avevamo dato io e James. Alza la mano in segno di saluto. È troppo cordiale oggi.

Che ci fai qui, Black?

A quanto pare mi ero sbagliato.

Ti ricordo che era il mio migliore amico. Piuttosto, tu che ci fai qui?

Rispondo fissando la tomba di James.

Ti ricordo che era la mia migliore amica.

Sorrido. In fondo io e Severus ci assomigliamo tantissimo. Entrambi innamorati di una persona che non possiamo avere. Tiro fuori la bacchetta, mentre Severus imita il mio gesto. Evochiamo un mazzo di fiori a testa e lo depositiamo sulla tomba.

Beh, ci si vede Mocciosus.

Saluto, mentre esco dal piccolo cimitero. Faccio una mezza giravolta e mi Materializzo a casa di Remus. Sento i suoi passi nel salotto. Mi viene incontro, mi abbraccia, mi sostiene. Mi consola e ricominciamo da dove ci eravamo interrotti, meno di un’ora prima.

 

Note di fine capitolo:

Salute a tutti. Vi starete chiedendo perché è cambiata l’idea di fondo: semplice, la mia ispirazione ha preso il sopravvento sulla praticità e sulla logicità, costringendomi a cambiare il tutto. Spero che vi piaccia comunque,

Asuka Black xD

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I ricordi di Lunastorta ***


Momenti indimenticabili

 

I ricordi di Lunastorta

 

Remus! Posso parlarti?

Mi voltai verso James, che mi correva incontro.

Non ora James, devo andare. Mio papà viene a prendermi tra poco.

Gli dissi, continuando con la bugia della malattia di mia mamma. Erano tre anni che frequentavo ad Hogwarts e nessuno lo aveva ancora scoperto, nemmeno i miei migliori amici.

È proprio di questo che volevo parlati, Remus!

James mi prese per il braccio, e mi trascinò dietro una delle scorciatoie del castello.

Tua madre non ha niente!

Esclamò James, senza darmi tempo di protestare. Rimasi spiazzato dalla sua scoperta. Avevo sempre pensato che la prima a scoprirlo sarebbe stata Lily Evans, la mia migliore amica. E invece il piccolo Potter mi aveva sorpreso. Abbassai lo sguardo, arrossendo imbarazzato.

No, sta benissimo.

Confessai. James mollò il mio braccio.

E allora perché una volta ogni mese scappi dal castello?

Scossi la testa.

Non posso dirtelo James, mi dispiace.

Velocemente mi allontanai da lui, senza dargli il tempo di riacchiapparmi. Uscì dalla scorciatoia e mi diressi verso l’infermeria. Bussai alla porta dell’ufficio di Madama Chips e attesi paziente il suo arrivo.

Ciao Remus.

Mi salutò l’infermiera. Io sorrisi mesto.

Ecco, tieni caro.

Mi disse, passandomi un calice, pieno di una pozione fumante.

Il professor Lumacorno me l’ha appena portata. Bevila tutta mi raccomando.

Mi disse. Annuii e appoggiai le labbra al calice, storcendo il naso per il puzzo. La ingollai tutta insieme e poi attesi la fine della cena seduto nell’ufficio di Madama Chips, leggendo un libro che mi ero portato dietro. All’improvviso un colpo alla porta mi fece sobbalzare. Il professor Silente aprì la porta ed entrò nel piccolo ufficio.

Puoi andare Remus. Poppy, accompagnalo come sempre.

Madama Chips annuì e mi sospinse fuori dallo studio, nell’infermeria e, infine, per cinque rampe di scale, fino a quando non fummo all’aperto. Attenti a rimanere all’ombra degli alberi, ci avvicinammo al Platano Picchiatore. Madama Chips mi guardò poi sollevo rapida la bacchetta e lanciò un incantesimo ad un rametto, che si animò e andò a premere sul nodo del legno, a metà di una radice.

Vai Remus, e sta’ attento.

Annuii e mi lanciai a corsa verso l’apertura tra le radici, mentre già sentivo avvenire in me la trasformazione. Ancora un minuto di più e avrei aggredito la povera Madama Chips. Attraversai il tunnel di corsa e quando arrivai alla Stamberga Strillante, come era stata ribattezzata quella vecchia casa da tre anni, sfogai tutto il mio essere lupesco e aggredii i mobili e me stesso per soffocare la mia voglia di sangue. Verso l’alba mi calmai. In quel momento, solo in quel momento, riuscivo a trovare la pace in me. Mi avvicinai ad una finestra e la aprii. Fissai la pallida luna, bianca che illuminava la notte gelida con il suo pallore spettrale e ululai, ululai la mia tristezza, il mio rancore e il mio dispiacere. Poi assistetti allo spettacolo più bello di tutta la mia vita. La luna, fredda e indifferente, che lentamente, lasciava il posto al sole, creando un colore così stupendo da non essere ritenuto vero. Quel rosa pallido mi fece comprendere appieno perché dovessi soffrire così tanto e in quel momento, non mi ritenni più una vittima di un maledetto licantropo incontrollabile, ma mi ritenni uno degli esseri più fortunati del mondo magico, al quale la natura ha donato la possibilità di godere dell’alba e della luna in un solo momento. Un piccolo rumore mi distolse da queste riflessioni. La trasformazione stava avendo termine, ma i miei sensi erano ancora acutissimi. Mi voltai verso il salone impolverato e ringhiai alla vista del mio migliore amico. Ormai più umano che licantropo, mi avventai su di lui e colpii il suo braccio, che aveva alzato a difesa, con i miei artigli. James cadde a terra e io ricaddi sul suo corpo. Ansimando mi resi conto di quello che avevo fatto. Indossai i vestiti che lasciavo sempre in quella casa abbandonata e mi caricai James sulle spalle. Il suo braccio sanguinava copiosamente e mi inzuppava il maglione nero. Corsi verso la botola e mi calai dentro. Ripercorsi il passaggio a tutta velocità e uscii dal Platano che il prato era ancora immerso nell’oscurità dell’alba montana. Corsi verso il castello, ansimando per la notte insonne e per il peso di James, ma sapevo che Madama Chips era proprio dietro la porta, come sempre. Inciampai nell’ultimo scalino e crollai oltre il portone, ai piedi dell’infermiera, che si avventò su di me, ignorando James. Scossi la testa e iniziai a mormorare il nome del mio amico, affinché capisse che io stavo bene, che quello veramente in pericolo era James. Lei capì e prese in braccio il ragazzo. Rimasi seduto per qualche minuto vicino al portone d’ingresso, poi mi rialzai e mi diressi verso l’infermeria. James era disteso sul letto più lontano dalla porta e aveva un’aria serena e rilassata dipinta sul volto.

L’ho contagiato?

Chiesi, la voce incrinata dalla paura per la sua sorte. Madama Chips, che era china sul suo braccio, alzò lo sguardo verso di me e sorrise.

Tranquillo caro, il veleno si trova solo su i tuoi denti.

Sospirai di sollievo e mi avvicinai a James, mentre lui apriva gli occhi.

Avevi ragione Rem. Non dovevo ficcare il naso nelle faccende che non mi riguardano.

Sorrisi. Appoggiai una mano sulla sua testa e l’accarezzai.

Sei uno zuccone Potter, non sai quanto mi sono preoccupato per quello che ti ho fatto.

Sussurrai, trattenendo a stento le lacrime. James si accorse della mia sofferenza e mi appoggiò la mano sana sulla guancia, carezzandola dolcemente.

Non piangere Remus. Non è colpa tua, è solo colpa mia che non ti ho dato ascolto.

Scossi la testa allontanando quella mano.

Potevo ucciderti!

Urlai. James sorrise. Si mise a sedere sul letto e mi afferrò per un braccio, facendomi sedere accanto a lui.

Ma non l’hai fatto. Remus, noi, io, tu, Sirius e Peter, non possiamo farci male a vicenda. Gli amici curano le ferite, non le procurano.

Mi sussurrò. Mi prese il volto tra le mani e lo tenne fermo.

Ora mi prometti che dirai anche agli altri del tuo piccolo problema peloso.

Rise della sua battuta e mi stappò un timido sorriso. Poi tornò serio e fissò i miei occhi.

Questo, però, rimarrà segreto tra noi due...

Mormorò piano. Poi avvicinò il suo volto al mio e mi baciò le labbra. Da quel momento in poi, tra noi c’è stato qualcosa di più di una semplice amicizia.

 

Note di fine capitolo:

Mamma, che capitolo lungo! E l'ho scritto in soli trenta minuti. Sono brava, eh? xD

Allora, piaciuto? Mi raccomando, commentate. Anche perché mancano solo due capitoli alla fine di questa mini-fanfiction. Un bacio a tutti,

Asuka Black Riddle xD

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** King's Cross ***


Momenti indimenticabili

 

King’s Cross

 

Ah, eccoti Remus! Ti stavamo aspettando!

Grido al nostro amante comune. Sirius sorride, cingendomi la vita con un braccio. Remus sorride a vederci così. Mi libero dalla presa di Sirius e lo raggiungo.

Mi sei mancato, sai?

Sussurro abbracciandolo.

Anche tu, James, mi sei mancato.

Mi sussurra, dolcissimo. Sorrido di nuovo, non appena sento la mano di Sirius sulla mia schiena. Ci abbraccia entrambi, una mano sulla mia schiena, una su quella di Remus e ridacchia.

Qui possiamo tornare ad essere i Malandrini. Possiamo fare tutto quello che ci pare!

Grida, assordando me e Remus.

Ok, va bene, Felpato. Ma evita cortesemente di urlare.

Gli dico sarcastico.

Cos’è, mi stai sfidando, Ramoso?

Alza i pugni davanti a se, come un lottatore Babbano. Faccio altrettanto, lanciandogli uno sguardo si sfida.

Se anche fosse, perderesti come una femminuccia.

Poi scappo da lui ridendo.

Ehi! Torna qui a ripeterlo se ne hai il coraggio!

Mi insegue, mentre il borbottio esasperato di Remus giunge fino a me.

Sirius, James, quando crescerete un po’, dannazione!

 

Note di fine capitolo:

 

Rettifico, la Fiction termina qui, perché l’ultimo capitolo stava venendo troppo assurdo per sembrare vero xD.

Commentate anche questo capitolo, mi raccomando!

 

L’elfa Asuka Black Riddle xD

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=369379