La Lupa e il Cerbero

di Colpani392
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione e prologo ***
Capitolo 2: *** secccatura ***
Capitolo 3: *** corso d'arte ***
Capitolo 4: *** lupi e dodgeball ***
Capitolo 5: *** Amore e lupi mannari ***
Capitolo 6: *** insegnare ad un insegnante ***
Capitolo 7: *** pericolo nei boschi ***
Capitolo 8: *** la storia gira ***
Capitolo 9: *** Ritorno a Scuola ***
Capitolo 10: *** Vicepreside e Amicizie ***
Capitolo 11: *** Rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Pettegolezzi tra ragazze ***
Capitolo 13: *** una "normale" giornata di scuola ***
Capitolo 14: *** Mates e Demoni ***
Capitolo 15: *** Sospetti ***
Capitolo 16: *** Senza Sentimenti ***
Capitolo 17: *** Lupi mannari? ***
Capitolo 18: *** Battuta di caccia ***
Capitolo 19: *** che ci aspetta ora? ***
Capitolo 20: *** Ballo????? ***
Capitolo 21: *** Ballare coi tacchi ***
Capitolo 22: *** è finita? ***
Capitolo 23: *** WereWolves Vs Rock Country's CIA ***
Capitolo 24: *** Finale ***



Capitolo 1
*** introduzione e prologo ***


La Lupa e il Cerbero

 

Questo è una piccola presentazione potete anche non leggerla.

Salve a tutti sono Colpani392, sono venuto a conoscenza dell’esistenza del mondo delle FanFictions solo da un anno all’incirca e me ne sono appassionato, nonostante io abbia letto già oltre le 100 fanfiction, questa è la prima in assoluto che provo a scrivere. Vorrei aggiungere che io e la grammatica apparteniamo a due universi differenti, quindi ci tengo particolarmente se mi fate nota errori grammaticali che mi sono perso, voglio anche aggiungere che la mia percezione di tempo fa schifo e anche se non specificato, tra un capitolo e l’altro può essere passato parecchio tempo o che me lo sono mangiato, in altre parole, che magari io ho indicato un certo arco temporale di una determinata dimensione, ma poi ci si ritrova molto più in la, quindi già vi chiedo scusa e vi chiedo anche di ignorare la questione “tempo” della mia storia e immaginatela come preferite. A fine Fiction, troverete l’elenco dei personaggi e i cast di presta-volto che ho scelto, per chi non lo sapesse, i presta-volto sono gli attori che interpretano i personaggi.  

Per chi interessasse, questa Fan Fiction è presente anche su Wattpad.

Ovviamente non sono proprietario della serie da cui prenderò ispirazione nelle mie fanfiction e dei loro personaggi, naturalmente al loro interno ci saranno personaggi inventati da me medesimo. Voglio specificare se anche è stato scritto Pov Tizio ci sono delle parti in terza persona ovvero dal punto di vista di nessuno.

 

 

Le parti semplicemente in corsivo sono i pensieri

 Dialoghi che sono posti tra una coppia di tre asterischi (***), indica che quel dialogo è stato fatto o ascoltato tramite l’udito soprannaturale dei lupi.

 

Introduzione

 

Questa introduzione servirà solo come slancio per la vera storia cosi da non raccontare tutto fin dal primo momento.

 

Dopo aver lasciato Beacon Hills, Cora è andata a Rock Country nello Utah, una piccola cittadina immersa nella natura e circondata dalle montagne.

Qui Cora s’iscrive di malavoglia, su insistenza del fratello, al piccolo college della città, la Jinslar High School. Dove ovviamente cerca di passare inosservata, cosa che non le riesce molto, dato che come in ogni college, c’è la solita ragazza popolare che si crede al centro dell’universo, che quando vede che tutti i ragazzi pendenti di norma dalle sue labbra cominciare a interessarsi alla bellissima e misteriosa nuova arrivata, cercherà di rendere la vita di quest’ultima un inferno.

Le cose cominceranno a cambiare quando in città arriverà anche un altro nuovo arrivato, che con il suo atteggiamento solare, amichevole e forse troppo invadente, farà colpo su tutta la scuola e su due ragazze in particolare. Porterà con sé molti segreti, alcuni molto strani e pericolosi, riguardante il mondo del sovrannaturale, altri che si possono definire “nella norma” ma che per la vita di un ragazzo adolescente che vive da solo, non proprio il massimo.

Prologo

Pov Cora:

Driin Driin Drii…Sbam!

La sveglia viene scaraventata sul pavimento da una manata.

Che palle i lunedì, servono solo a ricordarmi che inizia una nuova noiosissima settimana in questo buco anche se splendido di città.

Mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno per lavarmi, nel mentre guardo la mia immagine riflessa nello specchio.

Cavolo, come ho fatto io Cora Hale a ridurmi a vivere in un monolocale, in una cittadina sperduta tra le montagne, mantenuta da mio fratello maggiore con il fondo fiduciario di famiglia?……………. Ah, già, grazie Kate Argent, grazie tante.

Mi spoglia e mi dirigo sotto la doccia.

Eccomi qui, diciassette anni, licantropa di nobili origini, con i capelli castani tendenti al rossiccio che mi arrivano appena sotto le scapole e sono una via dimezzo tra il liscio e il disordinato, occhi color nocciola che all’occorrenza diventano di un giallo brillante, alta sul metro e settantacinque, seno abbastanza pronunciato che insieme al mio fondoschiena attira l’attenzione dei giovani esseri umani in preda agli ormoni. Potrei essere una delle ragazze più popolari della scuola, se non fosse che preferisco stare lontana dalle persone di cui non mi fido e per di più la storia di ciò che è successo alla mia famiglia è arrivata fin qui e anche se non m’importa, sono subito stata guardata di traverso da tutti i ragazzi della città e trattata con riguardo invece da tutti gli adulti con un reddito nella media o al di sotto solo perché questa mia storia suscita pietà.

Per di più sono anche il bersaglio preferito per la regina/gallina/oca/ornitorinco con le extension bionde della scuola Carla, anche se dovrei dire la vice regina, giacché l’effettiva regina della scuola è sua sorella maggiore Clarisse, ma neanche lei mi rende le cose facili. Proprio una bella vita…..

Finisco di lavarmi, faccio colazione, mi cambio, faccio lo zaino e appena mi accingo a uscire da casa per dirigermi a scuola, noto che sono dieci minuti in ritardo per l’autobus.

Forza Cora, di nuova a scuola a piedi, Evviva la pigrizia!

Prendo lo zaino, esco, chiudo a chiave la porta e comincio a dirigermi verso scuola.

25 minuti dopo:

Cl(clarisse): Ehi Hale, hai perso ancora l’autobus? Sai, abbiamo sentito molto la tua mancanza.

La ignoro.

Cl: Cos’è ti sei mangiata la sveglia ieri sera o eri cosi così stanca che il suono della sveglia non era abbastanza forte attraverso il coperchio della tua bara. AHAHAHAHAHA!

Ride con una risata stridula e fastidiosa che supera di molti decibel quella dei suoi “amici” che ridono solo perché lei ha detto qualcosa che dovrebbe essere divertente.

È da quando sono arrivata che mi paragonano a un vampiro e solo perché non esco mai e se lo faccio, ho sempre un cappuccio in testa.

Alzo gli occhi al cielo e procedo verso l’entrata, facendo finta di non accorgermi di tutti i ragazzi, compresi gli amici di Clarisse, che mi fissano le curve o di tutti i commenti, che un normale essere umano non dovrebbero sentire, che riguardano il mio essere cosi sexy da parte dei ragazzi o l’essere così schifosamente attraente per essere un asociale, dalle ragazze che commentano sia per invidia che per ammirazione, o addirittura per apprezzamento.

E poi mi sbuca da davanti qualcuno e io troppo occupata a soprannaturalmente origliare le conversazioni altrui, ci vado a sbattere contro.

 

C(Cora): Oh, mi scusi professor Riddick, non l’avevo proprio notata…

PR(prof. Riddick): Tranquilla Cora, è lunedì per tutti, figurati che stamattina ho cercato per mezzora di aprire un’auto che non era la mia, il bello che era rossa mentre la mia è blu, me ne sono accorta quando una vecchietta ha cominciato a prendermi a borsettate in testa, ma che ci possiamo fare, è lunedì!

Il Professor Riddick è il mio insegnate preferito, anche se non lo do a vedere, visto che tratto tutti con indifferenza, lui è caratterialmente l’unione perfetta tra Scott e Lydia, è in grado di tirarti su di morale anche nelle situazioni peggiori e non si arrende davanti a niente, proprio come Scott. Figurarsi che il giorno dopo che sono arrivata in questa scuola, quindi il giorno dopo averlo conosciuto, dato che è stato lui ad accogliermi, mi ha detto chiaro e tondo che ora la sua nuova ragione di vita è farmi fare un sorriso sincero e ancora adesso a cinque mesi di distanza, non accenna ad arrendersi. Ma se ne hai bisogno, diventa saggio, intelligente e calcolatore come Lydia e ti da di quei consigli che ti salvano letteralmente la vita e per questo che è anche il consulente scolastico. Detesto però la sua materia….Letteratura…..insomma perché fare filosofia nel corso di chimica.

C: interessante Prof, ora mi scusi ma devo andare in classe, ho l’ora di matematica

E oggi c’è pure il compito MALEDIZIONE!

PR: Cora Hale! Alla fine ti farò sorridere questa è una promessa…..

 

Driin Driin Driin

 

PR: e ora fila in classe, E ANCHE TUTTI VOI! OHP OHP! MUOVERSI GIOVANOTTI! SGAMBETTARE!

 

Quello è tutto matto, ma forza, ora c’è il compito! Forza e coraggio Cora hai affrontato dei licantropi Alpha e sei sopravvissuta convivendo con Peter Hale soprannominato satana con lo scollo a V, cosa sarà mai un compito sulla forma trigonometrica dei numeri complessi con seno, coseno e…e…. Meglio i lupi mannari Alpha e mister scollo a V.

 

Mi siedo al mio banco in seconda fila contro il muro sul lato destro della classe guardando la lavagna, i nostri banchi sono molti grandi difatti in uno ci stanno due ragazzi, ma purtroppo con il mio arrivano la classe ha avuto un numero dispari di studenti e io mi sono ritrovata da sola, la prof di quell’ora, che mi aveva iniziata alla classe, voleva affiancarmi qualcuno per farmi ambientare ma io ho rifiutato, dato che dalla direzione del suo sguardo voleva affiancarmi Carla, la sorella minore e super snob di Clarisse, non che sua ombra e braccio destro, anche se credo che non esiterebbe a rubare il trono di regina alla sorella maggiore con modi abbastanza stronzi e complottistici.

 

Pov Generale

Entra la Professoressa Finnegan che è la copia precisa dalla professoressa McGranith di Harry Potter, persino l’atteggiamento e la voce sono identici.

 

PF(professoressa Finneghan): allora ragazzi oggi c’è il compito, ma prima vorrei presentarvi un nuovo arrivato……

 

 

Entra un ragazzo sul metro e novanta, corporatura robusta e abbastanza scolpita, occhi azzurri non particolarmente accesi quasi grigio-azzurri, capelli castano chiaro quasi biondo, indossa una camicia arancio chiaro quasi trasparente, con al posto dei bottoni la cerniera tenuta aperta abbastanza da mostrare il petto depilato, degli shorts di tuta grigi con dei buchi fatti a mo’ di strappo, delle scarpe da ginnastica nere della Nike e al collo una collana delle dimensioni di una monetina da 2 centesimi  raffigurante due pesci con al centro un piccolo cristallo bianco, rappresentante il suo simbolo zodiacale.

 

PF: …..lui è Jacob Blaze, si è appena trasferito qui dall’Italia, allora Jacob vuoi darci una tua introduzione su di te.

 

J(Jacob): Certamente professoressa, come avete ben capito mi chiamo Jacob, vengo dal nord Italia e mi sono trasferito da solo in questa piccola città perché non sopportavo più lo stress che mi mettevamo addosso i miei genitori, naturalmente con il loro consenso, ho 18 anni e per chi se lo stesse chiedendo, no, non sono ripetente ho chiesto al preside di farmi iniziare dall’anno precedente al mio perché il programma di studio e il metodo di insegnamento americano differiscono molto da quello italiano. A differenza da quello che vi possa far pensare il mio aspetto, non sono il solito ragazzo tutto sport e fitness, beh anche, ma nella mi vecchia scuola rientravo tra i 5 con la media generale più alta, per il momento questo è tutto, non voglio togliere altro tempo alla lezione, spero che andremo d’accordo, grazie del tempo prof e dove mi posso sedere?

 

La prof che era rimasta imbambolata con la faccia tipo: come fa questo ragazzo a parlare cosi tanto senza neanche riprendere fiato?!

PF: Oh…Oh  certamente, bel discorso di presentazione,..

J: grazie me lo sono preparato durante il viaggio in aereo e l'ho imparato a memori mentre viaggiavo dall’aeroporto a qui.

Scatena la risata collettiva della classe, tranne quella di Cora ovviamente e dell’insegnate, sfoderando un sorriso fantastico che poi trasforma in quello più idiota che di così idioti Cora non ne aveva mai visti.

PF: Certo, Certo puoi sedersi vicino alla signorina Hale anche lei è qui da poco, spero vi aiutiate a vicenda.

 

Pov Cora

Appena è entrato in classe ho capito subito che era un licantropo, ma il suo odore era strano, non capivo se fosse un omega, un beta, o addirittura un Alpha, oltre tutto non odora solo di lupo mannaro, più che altro sembra la perfetta unione di odore di licantropo e qualcosa che non conosco e questo che non mi piace…..

 

J: ciao da come avrai capito, mi chiamo Jacob tu sei…..

C: Cora….Cora Hale

J: piacere di conoscerti……….

***

J:sono contento che tra tutti gli studenti sono finito proprio accanto all’unico essere sovrannaturale che sono riuscito finora a percepire in tutto Rock Country, eh lupetta?

***

Mi accorgo subito che l'ha detto ha un volume tale che solo un essere con udito sovrannaturale avrebbe sentito anche a soli 20 cm di distanza.

 

Lo guardo storto, con la faccia irritata, ma lui risponde con un sorriso che mi provoca un arrossamento istantaneo della faccia, che poi cambia con un ghigno di sfida e mi fa capire che non mi avrebbe lasciato in pacio facilmente.

 

 

Angolo autore:

Allora cari possibili lettori questa era l’introduzione/prologo della mia prima fanfiction.

Come si sarà ben capito la protagonista della storia sono Cora Hale personaggio di Teen Wolf che mi ha colpito e Jacob Blaze (anche se in modo minore) che è un personaggio di mia invenzione.

 

Spero commentiate in tanti,

Grazie  di  tutto.

Colpani 392

 

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Capitolo 2
*** secccatura ***


CAPITOLO 2:

Seccatura.

Pov Cora

Il ragazzo nuovo fin ora non ha fiatato, in compenso continua a fissarmi e a studiarmi, abbiamo già incrociato lo sguardo parecchie volte e ogni volto, lui sorrideva di scherno.

***

C: smettila di fissarmi, mi irriti e deconcentri.

J: scusami lupetta, ma sei così bella  e determinata, che non posso evitare di pensarti e guardarti.

Parliamo a un volume tale che solo un essere con super udito potrebbe sentirci.

J: guarda che ho notato che mi lanci delle occhiate anche tu, probabilmente ti chiedi cosa sono, dato che il mio odore è simile a quello di un licantropo ma diverso allo stesso tempo, tranquilla finita l’ora potremmo parlare.

C: come ti pare.

***

 

Finita l’ora esco con calma dalla classe, adesso ho un’ora buca prima di letteratura, speravo di poterla passare in santa pace, ma Jacob mi si avvicina subito, io cerco di ignorarlo con pochi risultati.

J: so che molto probabilmente ti ho dato l’idea di uno che si da tante arie, ma permettimi di farmi conoscere, infondo la forza del lupo è nel branco, anche se sono solo di due elementi.

C:parla.

Il mio tono è chiaramente seccato, ma purtroppo devo dagli ragione….

J: per prima cosa, sono sia un lupo mannaro che un cerbero.

Cerbero?

J: è stata la trasformazione in lupo a risvegliare la mia parte di cerbero. Sappi che sia i miei poteri da lupo che di cerbero si sono amplificati a vicende, secondo un emissario che ho conosciuto potrei essere uno dei licantropi più potenti al mondo.

C: Ma in che senso i tuoi “poteri” si sono amplificati?

J: è lunga da spiegare, forse un'altra volta.

C: ok, adesso ho un’ora buca, tu?

Non so perché, ma ora che ciò parlato sento di potermi fidare di lui, sento come se lo conoscessi da sempre.

J: anch’io, tu in che corso sei?

C: chimica.

J: anch’io, potremmo studiare insieme se ti va.

C: come ti pare…..

Cerco comunque di apparire la più distaccata possibile, anche se non sembra un ragazzo sgradevole, voglio comunque tenere le distanze.

 

Ca(Carla Chase): Ehi Jacob!

Qualcuno urla da dietro di noi, io riconosco subito la voce e già i nervi mi vengono a fior di pelle.

Ca: Perché sprechi tempo con un’asociale come la Hale? perché non vieni con me? Ti faccio conoscere i miei amici.

La ragazza fa cenno con la testa a un gruppo di ragazzi che ride in lontananza, sono per lo più cheerleader e giocatori di football.

J: no grazie, da quel che ho potuto constatare in questa breve conversazione con voi fanciulle, ho capito che starei meglio con Cora che con un branco di ragazzi arroganti e presuntuosi come te e i tuoi amici.

Non ci credo che l’ha detto!

Non ho mai visto Carla così arrabbiata, il suo viso ha assunto almeno 10 varianti di rosso diverse, prima di arrivare al viola. Io sto per scoppiare a ridere ma cerco di trattenermi.

Ca: fai come vuoi, ma se sei suo amico resterai sempre solo.

J: meglio solo che mal accompagnato.

Lei gira i tacchi e se ne va con il fuoco che le esce dalle orecchie.

C: ah…

Mi scappa una risata che cerco subito di soffocarla con una mano.

J: perché ti sei fermata? Scommetto che sei bellissima quando sorridi.

Arrossisco e faccio uno dei più bei sorrisi che sono riuscito a fare dopo la morte della mia famiglia.

J: appunto sei bellissima…..allora? Che mi dici se ti accompagno al tuo armadietto?

Dice porgendomi il braccio perché io mi metta braccetto con lui, io allungo il braccio pronta per afferrare il suo.

C: certo!

Ma…

C: cioè, come vuoi…

Dico cercando di passare da un “certo” pieno di entusiasmo a un ”come vuoi” freddo e indifferente, mettendo entrambe le mani nella tasche della felpa.

J: allora andiamo, lupetta senza sentimenti.

Mi fa l’occhiolino e ci incamminiamo.

C: non chiamarmi così,  mi fa’ innervosire.

 

Dopo scuola:

Pov Cora

J: Allora Cora che ne dici si ti accompagno a casa?

C: No.

J: Ehi che hai, quando abbiamo parlato durante l’ora buca non eri così scontrosa.

C: Sono nervosa, affari miei.

J: Non prendermi per un maniaco, ma ti ho tenuta d’occhio durante le ultime 4 ore di scuola e…. non hai preso brutti voti, anzi! Non sei stata richiamata, quei tipi che ho capito ti stanno sulle scatole non ti hanno rivolto la parola e non ti è arrivato nessun messaggio o chiamata. Quindi, o ti sono venute le tue cose…

Gli lancio un occhiata assassina e lo vedo rabbrividire.

J: o hai pensato qualcosa di poco piacevole!

C: Ho pensato una cosa che mi ha fatto innervosire.

Lui mi guarda dolce e abbassa il viso all’altezza del mio.

J: ti va di parlarmene?

O certo, ora ti devo fare un monologo su come mi sento bene e al sicuro quando mi guardi o mi stai vicino, per di più queste sono cose che non ho mai provato neanche con mio fratello o i miei genitori.

C: NO!

Lui ritorna subito dritto e fa un passo indietro dopo che gli ho praticamente ringhiato in faccia.

 

10 minuti dopo:

C: La smetti di seguirmi!!!!

Sono abbastanza seccata, è da quando siamo usciti da scuola che non me lo scollo e dopo la nostra “chiacchierata” un paio di metri dietro di me seguendomi costantemente.

J: Una curiosità, tu dove abiti?

C: Via Woods 23, perché abiti lì vicino?

J: non esattamente….. abito anch’io allo stesso indirizzo 4° piano, interno 3C.

C: Cosa? Stai nel piano sopra al mio???

Dico con aria abbastanza irritata, mentre lui continua a guardare avanti con un sorrisetto da ebete stampato in faccia.

J: Sì e comunque ieri eri proprio carina con quel giubbetto smanicato mimetico sopra il top giallo.

Dice all’improvviso guardandomi negli occhi con un dolcissimo sorriso.

Che sorriso e poi quegli occhi rosso fuoco…. Mi ci potrei perdere…….OH! oh oh oh, Nooo no no no no no No! Che cavolo vado a pensare! Io non ho mai fatto pensieri del genere, non è da me! Un attimo….occhi rosso fuoco?????

Appena ritorno in me guardo i suoi occhi, sono di una rosso fuoco o meglio arancione tendente al rosso brillante, sembra che qualcuno abbia acceso un falò bello luminoso al loro interno.

C: Ma sei matto, fa’ tornare subito normale quegli occhi, idiota!

J: tra tutto quello che ho detto, hai notato solo i miei occhi?

Chiede con un sorriso di chi ha appena appena smascherato qualcuno.

Io distolgo lo sguardo e guardo avanti.

Però…… aspetta….. Che ha detto del mio Top???

C: Come sai com’ero vestita ieri ???

Chiedo fermandomi e voltandomi di scatto indietro con l’aria di chi potrebbe ucciderti a momenti.

J: semplice, ieri pomeriggio durante una pausa mentre sistemavo il mio appartamento, mi sono affacciato alla finestra e ho sentito odore di licantropo, è per questo che ti ho guardata cosi attentamente, scusa se ti ha dato fastidio.

Cavolo sembra davvero mortificato, come fa una persona che sembra essere il tipico casanova super sicuro di se, a passare per l’appunto da un’espressione sicura e maliziosa ad una timida e impacciata.

C: Non fa niente, capisco, anch’io avrei avuto la tua stessa reazione, anche se non te l’avrei detta con un tono cosi malizioso.

J: scusa, mi sono fatto prendere dal momento…..

C: comunque, cosi ci fai qui a Rock Country?

J: Come ho detto oggi in classe, cerco la mia indipendenza.

C: Ok.

Restiamo in silenzio per i restanti 5 minuti di tragitto.

C: Ok, ci vediamo.

Dico entrando nel mio appartamento

J: ciao.

Ok, ora che sono sola, devo chiamare Derek e farmi spiegare cosa mi prende, di sicuro ne sa più di me.

 

Tuu Tuu    Tuu Tuu   Tack.

C: Pronto Derek, sono Cora.

D*: Ehi sorellina, allora? Come va nello Utah?

C: oggi sono successo due cose strane.

Gli racconto tutto, tralasciando i miei pensieri su Jacob, ma non le sensazione che provo quando sono con lui.

D*: ok, per il super lupo cerbero sono abbastanza sconvolto….

Dice con voce calma.

D*:…..per quanto riguarda le tue sensazioni….

Usa il tono di uno che sta per scoppiare a ridere, cosa che fa.

D: Ahahahahahahahahah Cora sei proprio nei guai Ahahahahahahahah.

C: che cavolo hai da ridere??

Dico con un tono piuttosto arrabbiato.

D: vedi Cora…

Dice cercando di tornare serio….. cosa che non gli riesce un gran che….

D*: c’è una cosa davvero rara che può succedere a un lupo, per alcuni è la cosa più bella del mondo, per altri, tipo te, può essere una totale catastrofe.

C: Ok, ho cambiato idea non voglio saperlo.

D*: Dai Cora, dal mio punto di vista non potevo sperare di meglio per mia sorella minore.

C:…….

D*: senti Cora, io l’ho già visto accadere, non puoi essere più fortunata e ti sconsiglio di rinnegarlo potresti soffrirne pesantemente.

C: soffrire? Per Jacob? Quel ragazzo secondo me è meglio perderlo che trovarlo.

D*: chi ha parlato di Jacob?

C: ………stronzo.

D*: comunque devi sapere che lui è il tuo com……

Non lo faccio finire, non lo voglio sapere cosa Jacob è per me, metto il telefono in tasca e mi affaccio alla finestra sbuffando.

C: uffff….

???: ehi lupetta

C: che cavolo?............ Jacob!!! Ora mi spii anche???

È affacciato a una finestra sopra l’appartamento accanto al mio.

J: scusa ma sai le parole di tuo fratello erano interessanti.

Dice con un sorriso furbetto prima di rientrare in casa.

HA SENTITO TUTTO????

 

Toc Toc

Sento bussare alla mia porta e apro.

J: ciao lupetta.

Lo afferro per il colletto della felpa e lo tiro in casa, sbattendolo contro il muro e sollevandolo.

 

POV Jacob

Cavolo, forse ho esagerato, però perché è cosi arrabbiata? Ho sentito sole l’ultima frase del fratello.

C: quella era una conversazione privata, COME.TI.SEI.PERMESSO.DI. ORGLIARE?

Dice ringhiandomi e sbattendomi contro il muro a ogni singola parola che scandisce.

Cavolo quegli occhi gialli, sono una delle cose più belle che abbia mai visto, insomma, mi sono già o almeno credo, innamorato di un paio di ragazze, eppure per lei sento un sentimento che è di gran lunga superiore, che va sorpassare quelli provati in precedenze. Lei poi è rossa come un pomodoro, forse le piaccio e ho una speranza, insomma non saprei, forse è solo arrabbiata.

J: calmati Cora, ho sentito solo l’ultima parte dopo che tuo fratello ha fatto il mio nome e tu l’hai chiamato stronzo.

Cora sembra rilassarsi e molla la presa.

 

Pov Cora

Oddio meno male, se avesse sentito tutto chissà con quali film mentali sarebbe venuto qui, come minimo ha perso la verginità a 14 anni.

C: Meglio, comunque che ci fai qui?

J: volevo parlarti.

C: e allora parla.

Gli ringhio a due centimetri dal naso con le zanne sfoderate.

J: Ok….. è un po’ imbarazzante, non so se è una cosa comune per noi lupi……è solo che da quando ti ho vista scendere da quell’autobus ieri, non riesco a non pensare a te e provare sentimenti strani.

Che???????? Ma si è reso conto che si è appena dichiarato????

Non so cosa mi prende, non so’ in balia di quale istinto io sia finita, sta di fatto che dopo aver elaborato quello che mia ha detto, gli salto al collo e lo bacio.

Lui non risponde subito al bacio, però quando comincia a ricambiare in me c’è un esplosione di sentimenti che non ho mai provato prima, però c’è qualcosa di strano, è teso, ed odora di ansia.

Sembra quasi che questo sia il suo primo bacio………..aspetta…………. BACIO???????

Lo spingo via e lo guardo negli occhi, capiscono che è almeno 100 volte più confuso di me. Decido di chiare subito.

C: senti non so che mi è preso, non so perché ti ho baciato, ma non farti strane idee.

J:ah…ehm..o…o..ook certo, ora devo andare che mi dovrebbe arrivare la pizza, a domani.

C: ok, a domani.

Sta per uscire quando dice.

J: per quanto valga, sono felice di aver dato a te il mio primo bacio e spero che possiamo almeno essere amici.

Esce e chiude la porta.

Il…..suo…..primo…..BACIO????? Ho preso ad un ragazzo che conosco sì e no da 7 ore il suo primo bacio??? Come fa’ uno che sembra una calamita per ragazze a non aver mai baciato???? Anche se però devo ammettere che lo sentito molto in ansia e insicuro durante il bacio…..cavolo le sensazioni che ho provato non me le ha mai fatte provare nessun altro dei ragazzi che abbia mai baciato………cavoli sembra quasi che io mi sia…..

 

Pov Jacob

“per quanto valga, sono felice di aver dato a te il mio primo bacio, e spero che possiamo almeno essere amici”. Ma che cavolo ho detto? Come cavolo ho fatto a pensare che una frase del genere avrebbe avuto senso in quel momento e mi sono praticamente friendzonato da solo. Non so se è possibile, ma credo che imitando in parte il comportamento e il carattere di quella Testa d’Ananas di mio fratello, sto’ raggiungendo il suo stesso quoziente intellettivo, ovvero lo stesso di un ananas per l’appunto.

Mi siedo e dopo una decina di minuti arriva la mia pizza integrale con verdure grigliate, una delle mie preferite.

Mi siedo, mangio e penso.

Ma che cavolo ho combinato????????

FINE CAPITOLO

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Capitolo 3
*** corso d'arte ***


Capitolo 3:

Corso D’arte

Pov Cora

Dopo quello che è successo ieri voglio evitare il più possibile Jacob e sarà dura visto che abbiamo gli stessi corsi, probabilmente non lo vedrò solo alla prima ora dato che c’è il corso facoltativo per i crediti extra di disegno, che io faccio solo per hobby.

Ok, sono riuscito ad evitarlo per tutto il tragitto fino a scuola e all’aula di arte, posso rilass….. No…….. no….. noooo…. non può essere, non può fare anche lui il corso di disegno! È l’unica ora dove posso esprimere me stessa, ok che è interessato a me, anche se forse non lo aveva ancora capito prima di ieri, ma cavolo questo è stalking.

Prima che possa aggiunger qualcosa mi dice.

J: Ehi Cora non pensavo ti piacesse disegnare.

C: non sono affari tuoi e poi sei tu l’ultimo che pensavo di ritrovarmi in questo corso.

J: Forse, ma io disegno da quando andavo all’asilo e volevo frequentare il liceo artistico, ma i miei genitori, o per meglio dire mia madre, mi hanno categoricamente proibito di farlo o anche solo di seguire dei corsi.

Cavoli, l’ha detto con uno sguardo così triste e malinconico che ora mi sento in colpa per avergli dato mentalmente dello stalker.

Entra il Prof Riddick, che oltre a insegnare filosofia ha una laurea in disegno.

PR: allora ragazzi poiché oggi abbiamo un nuovo alunno nel nostro corso, che per informazione è il primo anno che si tiene, ognuno di voi è libero di disegnare ciò che vuole, le uniche regole sono: andate sul sicuro, usate lo stile che sapete vi riesce meglio e il soggetto che sapete poter disegnare meglio, finite entro 15 minuti al termine dell’ora, ovvero in 30 minuti.

Tutti iniziano a disegnare, come ha stabilito uso lo stile che preferisco e che mi è più rapido, quello a carboncino, voglio riportare il disegno di un albero che ho fatto ha matita sul quaderno di matematica, perché mi annoiavo durante il ripasso della settimana scorsa.

 

Passano 30 minuti:
PR: ok, ragazzi vedo che avete tutti finito, che ne dite di mostrare il vostro disegno alla classe, Jacob che ne dice di cominciare tu, e come è solito in questa classe devi anche spiegare il disegno, come lo hai fatto, il perché l’hai fatto in quel modo e cosa rappresenta per te.

J: ok professore.

Si alza con un foglio da disegno bello grande, è del tipo A3 liscio e sottile, ma non appena lo mostra…..

Buon Dio! Come ha fatto un disegno del genere in 30 minuti?

J: allora per farlo, ho usato la matita, o meglio più matite a seconda di cosa dovevo disegnare o che sfumatura dovevo fare. Come vede il disegno rappresenta una lupa in posa fiera, che guarda dritto verso chi ammira il disegno da davanti. La lupa è all’interno di una fitta e scura foresta, non l’ho colorato non per mancanza di tempo ma perché io sono una schiappa a colorare e avrei solo rovinato il disegno.

PR: è un disegno fantastico Jacob, davvero, potrei provare ad interpretarlo?

J: faccia pure.

PR: credo di capire che non è la lupa il soggetto principale del disegno.

A quel punto si alza un brusio dagli ultimi banchi. Il prof lancia un'occhiataccia e continua.

J: esattamente prof, bensì il messaggio che il disegno in se vuole lanciare.

PR: che viene per l’appunto mandato attraverso gli occhi della lupa, che sono anche l’unica parte colorata del disegno, e credo di capire cosa tu voglia comunicare con questo disegno, però lascerò provare i tuoi compagni, vediamo…….. Nicolas prova tu.

Nicolas o Nick Mikaelson era uno dei migliori giocatori della nostra squadra di football, nonché uno dei più arroganti e con la media più bassa della scuola, fa questo corso solo perché obbligato dal padre uno dei più ricchi e stimati intenditori d’arte al mondo.

NM (Nick Mikaelson): non saprei, anche la più fiera delle lupe se guardata negli occhi dimostra di essere una cagna vogliosa.

Dice con tono da idiota scatenando la risata degli altri idioti della classe.

PR: Signor Mikaelson. dopo quest’osservazione alla fine della lezione l’accompagnerò dal preside

NM: Pse e chissenefrega.

Al quel punto alzo la mano.

PR: Cora vuoi provare?

C: sì prof.

PR: bene comincia.

C: credo che Jacob con questo disegno voglia far capire come anche una creatura selvaggia e a volte feroce possa avere uno sguardo che spiega e dice più di  mille parole, lo sguardo di quella lupa è disegnato così bene che sembra dire “ sarò solo una femmina e sarò pure giovane ma sono pronta a combattere con tutte le mie forze pur di dimostrare quanto valgo”.

Termino la mia spiegazione con un dolce sorriso rivolto a Jacob che lui ricambia.

PR: Cora… tu……tu hai…..tu hai sorriso per la prima volta in 6 mesi, hai fatto un sorriso sincero, grazie a questo disegno, e bravissima è esattamente quello che ho pensato io appena ho visto il disegno.

C: grazie prof.

Sorrido ancora imbarazzata

PR: l’hai fatto di nuovo, ahahahahah.

Il prof è in estasi.

J: questo è tutto matto.

PR: complimenti Jacob sei riuscito in qualcosa che mi sembrava impossibile, ti meriti un 10 per questo e anche perché non ho mai visto un disegno così espressivo in tutta la mia carriera di insegnante e studente d’arte.

Rispedisce Jacob al posto, che sfoggia un dolcissimo sorriso imbarazzato, mentre una buona parte della classe lo guarda con rabbia, una media parte con invidia e la minima con ammirazione.

 PR: bene e ora tocca a…

Driin driin driin

PR: nessuno…. buon proseguimento ragazzi e ora forza Mikaelson dal preside.

Mi avvicino a Jacob che era appena uscito in corridoio.

C: bel disegno.

J: oltre a quello che hai detto non hai noto qualcosa negli occhi della lupa?

C: che sono uguali a quelli di un licantropo?

Dico ad alta voce inconscia che qualcun altro sta ascoltando.

J: non di un semplice licantropo, dopo ieri pomeriggio i tuoi occhi da lupa mi sono rimasti così impressi nella mente per quanto sono belli che credo di avergli disegnati alla perfezione.

C: Grazie.

Dico quasi sottovoce abbassando lo sguardo imbarazzata con un altro sorriso stampato in faccia.

Ma che cavolo mi prende oggi, non sorrido così da 6 o 7 anni……..cavoli ancora l’impulso di baciarlo, ma devo trattenermi, beh almeno qui a scuola, a casa…..no Cora, che cavoli stai a pensà?

Scuota la testa nel tentativo di togliermi quei pensieri dalla testa.

J: Cora tutto bene?

C: sì, sì tranquillo.

Non credo di averlo convinto.

C: forza ora abbiamo matematica.

Dico tutta allegra per sviare il discorso

J: no….io odio la matematica.

Gli dò un bacio sulla guancia e aggiungo…

C: se parti cosi non ti piacerà mai.

Lui mi guarda con lo sguardo di chi ha appena visto un fantasma, io capisco cosa gli prende, mi metto una mano sulle labbra mi giro e procedo spedito verso l’aula di matematica.

Ma che cavolo ho combinato, beh almeno non era sulle labbra, ma cavolo tra la sua faccia e quella degli altri non sono riuscita a non scappare, merda!!!!!

 

Pov ???

Ma di che cavolo stavano parlando la Hale e quello sfacciato nuovo? licantropi? Occhi da lupa? Bellissimi?                                Primo, Cora Hale ha degli occhi senz’anima non bellissimi. Secondo, cosa cavolo intendevano con licantropi e occhi da lupa?? Qui qualcosa non torna e che cavolo era quel bacio sulla guancia, anzi quasi sulla bocca dato che poco ci mancava, quel ragazzo seppur sfacciato e maleducato è già stato eletto più carino della scuola e anche se sono la seconda nella scala gerarchica della scuola deve essere mio, non m’interessa se si è già tirato contro tutta la squadra di football dopo aver rispinto la proposta di entrare in squadra. Non me lo farò soffiare da quella cagna di Cora Hale!!!!!!!

 

 

Dopo scuola appartamento di Cora

Pov Cora

Sono sul divano con lo stereo acceso per essere sicura che Jacob non mi riprovi ad origliare. Nel mentre parlo al telefono con mio fratello, mi sta aggiornando su quello che sta succedendo a Beacon Hills, da quel che ho capito dopo che è stato rapito da una rediviva Kate Argent, riportato giovane e in seguito rinvecchiato, Scott ha trasformato il suo primo beta, Allison la cacciatrice che ci ha aiutati contro gli alfa è morta uccisa da una creatura giapponese controllato da Stiles che era posseduto da uno spirito sempre giapponese che si chiamava Noji…nojisu….nojizu……beh nojizu-qualcosa o simile non so.         Ci sono degli assassini professionisti e non che danno la caccia su commissione a tutte le creature soprannaturali di Beacon Hills e dintorni, da quel che ho capito c’è una lista con su nome e valore dei bersagli, che gli omicidi vengono commissionati con i soldi rubati a Peter la settimana scorsa. E con questo punto di vista, sono felice di essermene andata da Beacon Hills.

Derek non ha accennato al discorso della nostra ultima telefonata.

Poi sento Derek borbottare e litigare con qualcuno per poi sentire un'altra voce al telefono.

St (Stiles): Ehi Cora è da un po’ che non ci si sente, come stai? Ti sei ripresa?

C: ciao Stiles è un piacere sentirti e si sto bene, piuttosto tu come stai? So che sei stato posseduto.

St: sì dal nogitsune, ma comunque sì sto bene, allora quando torni a trovarci? Sourwolf non ci ha più detto niente dopo che te ne sei andata.

C: Sourwolf? Mai soprannome fu più adatto per mio fratello, comunque dopo quello che ho saputo. tornerò a Beacon Hills solo quando avrò istinti suicidi.

St: non sai come ti capisco, qui siamo in piena guerra contro uno che neanche sappiano chi sia, anche se pensiamo che centri con la nonna di Lydia.

C: a proposito di Lydia digli che mi dispiace per Allison, anche se non conoscevano bene nessuna delle due, so che erano ottime amiche.

St: Grazie Cora, mi sembra ancora incredibile che tu sia la sorella biologica di Derek Hale, insomma lui è…….

D: Ok ora basta…..Stiles ridammi il telefono……..

St: no aspett…..

Sento suoni di lotti e un ringhio seguito da un borbottio di Derek che sembra un “Cora ora devo andare” che mi fa capire che mio fratello si è ripreso il telefono e la conversazione è finita.

Mi sdraio sul divano e penso ancora a quello che provo per Jacob e mi addormento poco dopo con la sua immagine stampata in mente.

 

FINE CAPITOLO

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Capitolo 4
*** lupi e dodgeball ***


Capitolo 4:

lupi e dodgeball

 

Pov Cora

Stamattina sono andata a scuola con Jacob, dopo che ci siamo incontrati “per caso” all’ingresso della palazzina.

Mentre andavamo a scuola, Jacob mi ha parlato un po’ di se e di com’era la sua vita prima della trasformazione, la vita di una ragazzo diciasettenne sovrappeso, timido, con solo un paio di amici, solitario e che l’unica relazione che ha avuto con una ragazza è stata quella di migliore amica con la sua vicina di casa e compagna di classe alle scuole elementari, che poi però si è conclusa alle medie quando sono stati messi in classi diverse e lui si è trasferito. Mi ha anche detto di aver compiuto 18 anni il mese scorso, l’8 marzo. Io i 18 anni li compirò il 28 luglio di quest’anno, anch’io sono di un anno indietro con la scuola per via di tutti gli spostamenti fatti in questi ultimi 6 anni. L’unica cosa che ha evitato di dirmi, è come hanno reagito i suoi genitori alla trasformazione, so solo che l’hanno scoperto e che la reazione non è stata delle migliori.

Di me non gli ho raccontato molto, solo che della mia famiglia siamo rimasti solo io, mio fratello, mio zio e la mia ritrovata cugina.

Le prime ore di scuola passano in fretta, 2 ore di biologia, 2 di letteratura, ma quando arrivano le ultime 2 ore di ginnastica, mi viene da sospirare pesantemente.

C: uffffa…..

J: che hai Cora?

C: adesso c’è ginnastica….

J: e non ti piace fare movimento, per quel poco che sono stato nel tuo appartamento, mi è sembrato di vedere molti attrezzi da palestra.

C: non è l’attività in se….è il coach.

J: cos’ha il coach che non va?

C: hai mai visto la serie TV Scrubs?

J: sì perché?

C: hai presente il Dottor Cox.

J: Si….

Risponde con aria preoccupata e confusa.

C: è identico a lui e non solo di aspetto, ma anche il comportamento, i gesti, il modo di parlare, la voce e addirittura i soprannomi, in pratica sembra che l’abbiano preso dalla serie TV, l’abbiano trasformato in un insegnante di ginnastica e allenatore di football, con la fissazione per il dodgeball e per di più al suo stesso cognome si chiama Jeff Cox.

J: Dodgeball?

C: sì, da voi in Italia dovrebbe essere chiamato Battle ball o Poison ball (palla battaglia e palla avvelenata) con l’unica differenza è che qui si usano più palloni e non c’è la prigione, i giocatori tornano in campo in ordine cronologico ogni volta che una della squadra avversaria viene eliminato.

J: sì, so cos’è il dodgeball, ho visto il film, chiedevo perché dici che è fissato con il dodgeball.

C: perché una settimana sì e una no, giochiamo a dodgeball, tutte le due ore.

J: ok, mi piace il dodgeball, non ci sono problemi.

C: dopo oggi, non ti piacerà più.

Lui mi guarda con sguardo dubbioso prima di entrare negli spogliatoi dei ragazzi mentre io quello delle ragazze.

Ca: ehi Hale, da quando riesci a spiccicare più di due parole con qualcuno che non sia un Professore.

La ignoro.

Ca: comunque ieri ho letto che da ormai sei mesi durante la notte si sentano provenire degli strani ululati che sembrano di lupi, soprattutto durante la luna piena.

A quel punto comincio a guardarla negli occhi e chiedo sulla difensiva.

C: E io che centro scusa?

Ca: niente, solo che questi strani ululati sono iniziati esattamente durante la notte di luna piena tre giorni dopo il tuo arrivo.

C: e allora?

Ca: niente, niente, comunque ci vediamo in campo……occhi da lupa.

A quel punto alzo lo sguardo, dato che mi ero abbassata ad allacciarmi le scarpe.

C: come mi hai chiamata?

Ca: in nessun modo, te lo sarai immaginato.

Sfodera un sorriso di chi ti ha appena colto con le mani nel sacco, e capisco che quel “occhi da lupa” non avrei dovuto sentirlo se avessi avuto un udito normale, così la guardo storto.

Ok, quello era il nomignolo con qui mi aveva chiamato Jacob ieri dopo la lezione d’arte, ma anche se l’avesse sentito, non è così intelligente da arrivare a sospettare che io sia una specie di ragazza lupo, anche se però una volta ho origliato una conversazione che ha avuto con il preside, dove le diceva che doveva avere un comportamento più maturo nei rispetti di suoi compagni vista la sua ottima media, possibile che lei oltre a essere un’oca giuliva, sia anche intelligente, perché in quel caso sarebbe un problema.

 

Mi dirigo in campo e qui il prof comincia a parlare alla classe.

CC (Coach Cox): allora ragazzi, con l’arrivo di Blaze, a proposito benvenuto preparati a subire lunghe e atroci sofferenze nelle mie ore.

Dice il suo benvenuto con voce calma e premurosa, che abbinata alle parole dette è inquietante.

CC: siamo diventati una classe con un numero pari di alunni, ovvero 24, quindi non si estrarrà più chi salterà la partita di dodgeball e aggiungo…..

Si china in avanti poggiando le mani appena sopra le ginocchia, ci guarda con un sorriso inquietante e sadico, per poi aggiungere con una voce di chi ha in mente di ucciderti nei modi più malati che esistano..

CC:… per il vostro divertimento. Ora le squadre, vedo che oggi Grizzerli e Mitchel sono assenti, allora squadra A: Hale, Jefferson, Smith, Santiago, Carreth, Sahim, DueMonti, Spinnegan, Simus, Derin e Blaze.

Squadra B: Chase, Mikaelson, Underwood, McHogan, O’Briaen, Alabed, Jackson, Desiraio, Lockrood, Masredi, Lakisdi, Rocktrue.

NM: grande, noi in squadra abbiamo solo tre ragazze: Chase, Desiraio e Alabed, loro addirittura 6: Hale, Smith, Derin, DueMonti, Santiago e Simus, abbiamo la vittoria in pugno.

 

Pov Jacob

Questo Coach è un pazzo sadico e tu Mikaelson, voglio proprio vederla questa tua vittoria.

 

Guardo Cora, anche lei deve aver sentito le parole di Mikaelson quindi le faccio un ghigno e lei capisce le mie intenzioni.

C: non provare a usare i tuoi poteri da lupo.

J: ok, userò quelli da cerbero.

Lei mi risponde con un’occhiataccia, ma prima che possa controbattere il Coach fischia ed io parto a prendere uno dei palloni disposti sulla linea di centro campo.

Ovviamente sono uno dei primi ad arrivare, prendo due palloni e li tiro in contemporanea facendo nel frattempo uno scatto indietro, eliminando in una volta sola Underwood e Masredi.

CC: questo si che è giocare, grande inizio Blaze.

Dopo quest’affermazione Nick (Mikaelson) mi guarda abbastanza arrabbiato e mi tira la palla in piena faccia, io la schivo, la raccolgo e la rilancio eliminando Alabed, poi vedo Carla Chase avvicinarsi a Nick e sussurragli qualcosa che non faccio tempo a sentire, ma a quanto pare Cora sì e tira fuori un espressione che può solo portare guai. Poi vedo che tutti i giocatori della squadra avversaria si accaniscono su Cora finche lei non prende al volo una pallonata di Carla diretta alla sua faccia eliminandola dal gioco, Carla sbuffa e in un impeto di rabbia prende una palla e la tira, colpendo in piena faccia Cora e facendola sanguinare, per poi uscirsene con un ghigno divertito, che dura poco poiché il Coach la manda negli spogliatoi.

Anche Cora va negli spogliatoi per pulirsi il naso e la maglia dal sangue, cosi ascolto la loro conversazione che ne segue.

Cs: Ehi Hale, cosa c’è? Ti ho rotto quel bel nasino? Tranquilla di sicuro peggio di cosi non puoi diventare, forse assomiglierai di più a un lupo con il naso rotto.

A quel punto Cora alza la testa dal lavandino, si gira e guarda con uno sguardo che capisco essere così intimidatorio da far arrivare l’odore della paura di Carla fin in mezzo al campo, a quel punto l’odore di Cora assume una fragranza più da licantropo, capisco che si sta per trasformare, cosi corro negli spogliatoi e trovo Cora che tiene per il collo Carla premuta contro il muro ad almeno 20 cm da terra.

Afferro Cora e la trascino fuori dalla palestra dicendo al Coach che Cora non si sente molto bene.

Siamo per i corridoi e la sto accompagnando al bagno delle ragazze per tranquillizzarsi, noto che nel mentre il suo battito cardiaco sta’ aumentando e gli occhi hanno cominciato a brillare e proprio quando stiamo per entrare in bagno.

PR: ehi ragazzi, che succede? Cora stai bene?

Cora tiene lo sguardo basso, respirando velocemente e rumorosamente.

J: sì prof, non si preoccupi, solo un attacco di panico, la stavo accompagnando in bagno per tranquillizzarsi.

PR: tu nel bagno delle ragazze non entri, lascia l’accompagno io.

J: no prof davvero faccio io.

PR: ho detto che non se ne parla, forza lascia Cora a me.

Proprio in quel momento Cora geme dal dolore e guarda il prof dritto negli occhi con i suoi occhi gialli, nel mentre gli artigli stanno uscendo.

Il prof si allontana spaventato e confuso

PR: cosa le sta succidendo?

J: dopo glielo spiego ora controlli che nessuno entri.

A fatica trasporto Cora in bagno il prof ci segue e si appoggia alla porta.

J: Cora calma, calma, respira, hai un mantra o una formula che ti aiuti a mantenere il controllo?

Cora annuisce mentre il prof ci guarda spaesato.

J: forza allora e ricorda il dolore ci rende umani.

Lo sguardo del prof diviene ancor più confuso.

C: A…alf….alfa…beta…omega…alfa, beta, omega….

Lei continua a ripeterlo e contemporaneamente stringe i pugni con gli artigli ancora fuori facendosi sanguinare le mani.

PR: che gli succede? Che sta dicendo?

Ora il tono del Prof Riddick è una via dimezzo tra l’arrabbiato e il preoccupato.

A quel punto non so che succede, ma Cora si ferma e comincia ad alzarsi in piedi.

J: Cora, stai bene? Cora?

Lei non risponde ma alza lo sguardo, si è trasformata.

PR: ma che diavolo….

Cora fa un ringhio fortissimo e si lancia contro il professore, anch’io mi trasformo e riesco ad atterrarla, lei continua a combattere ma io non so dove la trovo, ma con una voce profonda e minacciosa.

J: Cora! ....... Ora Basta, Stai…Calma.

A quel punto si calma e torna umana portandosi le ginocchia al volto.

C: non mi era mai successo, non avevo mai perso il controllo, mai, non so cosa mi sia preso.

Le lacrime le scendono copiose mentre lei continua a singhiozzare.

PR: che cos’è? Anzi, che cosa siete?

Il prof Riddick è molto agitato e continua a fare aventi e indietro per la stanza.

J: si calmi Prof, non c’è più pericolo, ma non deve dire a nessuna quello che ha visto, chiaro?
PR: non dovrei dirlo a nessuno? E cosa dovrei fare……fare finta di niente, come se non sia mai successo e dimmi se non ci fossi stato tu quante persone avrebbe ucciso prima di calmarsi.

J: beh, io c’ero e questo non è normale per chi è cosi dalla nascita, non so cosa sia successo negli spogliatoi delle ragazze ma sono più che sicuro che non fosse sufficiente perché Cora perdesse il controllo.

PR: dalla nascita? Cosa siete?

J: beh ecco noi siamo……

C: licantropi………..o lupi mannari.

Dice Cora con il suo tono deciso e apparentemente indifferente, mentre si rialza tenendosi al mio avambraccio.

PR: cosa?

Cora gli annuisce con la testa stancamente, ha gli occhi rossi e gonfi ed è pallida come un lenzuola.

PR: e perché Jacob dice che non è normale che tu abbia perso il controllo?

C: io sono stata addestra fin da piccola a mantenerlo e di sicuro quello che mi ha detto Carla negli spogliatoi al massimo mi avrebbe dovuto provocare un’occhiataccia nei sui confronti, non di certo la trasformazione.

PR: bene………… ora credo sia il caso che andiate a casa entrambi e poi domani…….

Toc toc

Ca: Hale, Jacob, siete li dentro? Il Coach Cox mi ha mandato a cercarvi.

Il prof Riddick apre la porta.

PR: Signorina Chase dica al Coach che ho mandato Cora a casa e Jacob l’accompagnata.

Ca: a casa? Per una pallonata in faccia? Dovrebbe andare dal preside non a casa! stava quasi per strangolarmi.

 

Pov Cora

Il prof si gira e mi guarda spaesato, io distolgo lo sguardo, poi noto Carla spruzzarsi un profumo.

Se l’era spruzzato anche appena entra negli spogliatoi delle ragazze e subito dopo io ho cominciato a perde il controllo…….un momento, questo odore….

Guardo Jacob e lui mi guarda con una faccia un po’ scandalizzata, e capisco che ha riconosciuto uno degli elementi del profumo.

Strozzalupo.

C: ehi Chase, che profumo è?

PR: Cora non mi sembra il momen….

Ca: l’ho fatto io, giusto ieri sera, contiene le fragranze della vaniglia e della fragola ma è composto principalmente da aconito napello conosciuto anche come strozzalupo.

Dice l’ultima parola con un ghigno sulla faccia e il prof si rigira verso di me guardandomi confuso ma con uno sguardo interrogatorio, io annuisco.

PR: ok, forza Chase torna in palestra e comunica al Coach ciò che ti ho detto.

Ca: ma….

PR: Ora!

Il prof usa un tono che non ammette repliche quindi l’oca gira i tacchi e se ne va.

PR: lei sa?

C: no, non penso, è altamente improbabile, credo sia solo una coincidenza.

Sia il prof che Jacob mi guardano dubbiosi.

PR: ora forza, andiamo in segreteria vi firmo un permesso e andate a casa.

J: ok e prof per la questione…

PR. Ne parliamo domani, so che avete la terza ora libera, venite nel mio ufficio.

C: ok.

Dopo aver ricevuto i permessi Jacob mi accompagna a casa dove…….

 

 

 

Fine capitolo

 

 

 

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Capitolo 5
*** Amore e lupi mannari ***


Capitolo 5:
Amore e lupi mannari

 

Pov Cora

Dopo aver ricevuto i permessi, Jacob mi accompagna a casa dove…….

J: non è solo una coincidenza, vero?

C: non lo so.

J: tu stai bene?

C: sì, sto bene. Per quanto riguarda Carla non saprei, credo che dopo la lezione di arte ci abbia…… ascoltati.

J: a parte qualche vago riferimento, non abbiamo detto più di tanto.

C: a no? Io ho affermato che sembravano gli occhi di un licantropo e tu mi hai fatto i complimenti per i miei occhi da lupo, poi il giorno dopo lei mi chiama con il soprannome  “occhi da lupa” per l’appunto, fa continui riferimenti ai lupi e indossa un profumo all’aconito.

J: allora visto che non sono coincidenze.

C: già, comunque grazie per avermi fermato in bagno.

J: oltre al fatto che non voglio spargimenti di sangue, non avrei permesso che tu commettessi qualcosa di cosi logorante per l’anima….. e poi i tuoi occhi mi piacciono cosi.

Dice sistemandomi una ciocca dietro l’orecchio, facendo si che incroci il suo sguardo.

Non ci penso due volte e lo bacio, non come l’altra volta che non sapevo cosa stavo facendo, ma perché questa volta, voglio farlo, non so esattamente il perché, ma voglio farlo.

Ora risponde subito al bacio e seppur ancora molto insicuro su cosa fare, è molto più deciso e passionale.

Mi stacco da lui per mancanza di fiato.

J: credo di essermi innamorato di te.

C: lo credo anch’io.

Ricominciamo a baciarci e lui si muove di più con le mani, quella destra è posata sul mio fianco, mentre quella sinistra sulla mia guancia.

Io invece gli ho messo le braccia intorno al collo.

Passano due minuti buoni prima che ci stacchiamo a riprendere fiato, sorridiamo entrambi con le fronti appoggiate e le labbra che si sfiorano in qualche bacio.

C: non credevo che mi sarei mai innamorata di uno che conosco da soli due giorni e mezzo.

J: perché io? Ora capisco che tutte le ragazze di cui mi pensavo innamorato non erano neanche al livello di una cotta.

Continuiamo ad abbracciarci e lasciarci baci a fior di labbra.

C: sai, non credo sia umano arrivare a una tale intimità dopo soli due giorni.

J: infatti noi non siamo umani.

Ci stendiamo sul divano, io sono sopra di lui e continuiamo a baciarci, questa volta in modo ancor più passionale, poi lui chiede accesso alla mia bocca con la lingua, io li do subito accesso dando il via a bacio così passionale e pieno di sentimenti che dubito, sarei mai in grado di provare una cosa simile baciando qualcun altro.

Proseguo togliendogli la felpa e la maglietta, avevo immaginato che aveva un fisico scolpito, ma questo torace sembra di marmo, ma al contempo morbido e comodo come la seta.

 

Pov Jacob

Di sicuro oggi quando mi sono svegliato, non pensavo di arrivare a questo punto con Cora.

Ora io sono a torso nudo e sto sfilando la maglietta a lei, dopo qualche minuto tutti i nostri vistiti, intimo compreso, sono sparsi intorno al divano dell’appartamento di Cora.

J: sei sicura, ti avverto è la mia prima volta e non saprei cosa fare.

C: tranquillo, anche per me è la prima volta e dico di iniziare con te che ti metti questo.

Mi porge un preservativo

Da dove l’ha tirato fuori un preservativo? Siamo su un divano, nudi, di sicuro stamattina non si è svegliate pensando che oggi avrebbe perso la verginità e non la comprato mentre tornavamo a casa, l’avrei vista.

C: questo me lo sono ritrovato nella tasca interna di una felpa che ho trovato in valigia stamattina, in sei mesi che sono qui non l’avevo ancora usata, dall’odore sembrava essere di Stiles un mio amico, anche se non capisco come ci si finita nella mia valigia.

J: e perché l’hai tenuto?

C: non lo so, istinto.

Dice Cora con gli occhi pieni di malizia.

J: il tuo istinto è magnifico.

Concludo quella frase con un bacio e dopo dieci minuti di tentativi, m’infilo il preservativo.

Sono patetico!!!!!!!!!!

E mi preparo a prendere il dono più grande che una ragazza possa fare a un ragazzo, secondo solo al suo cuore.

 

 

Una volta concluso il tutto, mi accascio accanto a lei, che si appoggia al mio petto utilizzandolo come un cuscino.

C: andiamo a fare la doccia?….insieme ovviamente.

J: certo, ma solo la doccia perché sono esausto, anche se sono un essere sovrannaturale, sono stanco psicologicamente.

Ridacchia un po’ e risponde

C: certo, anch’io non reggerei un altro round, anche per un lupo mannaro fare cinque round del genere di fila, sarebbe estenuante.

Ci facciamo la doccia, che consiste solo in carezze e baci.

J: allora, che ore sono? Siamo stati nella doccia un’eternità.

C: vediamo……sono le 15.23, cavoli non avevo mai fatto una doccia di un’ora e mazza.

J: nemmeno io e sono felice che la prima volta sia stata con te, in tutti i sensi.

C: anche per me, in tutti i sensi.

Ridacchia un po’ sorridendo dolcemente.

C: che ne dici di fare insieme la ricerca di filosofia?
J: andata, che ne dici se andiamo nel mio appartamento, ho una scrivania apposta per due persone.

C: perché per due persone?

J: quando lavoro, mi piace avere molto spazio.

Lei sorride dolcemente e mi da un lieve bacio a stampo.

C: va bene, andiamo.

Detto questo, mi precede fuori dall’appartamento.

 

Pov Cora

Arriviamo nel suo appartamento e ci sistemiamo sulla scrivania, che è enorme, altro che due, qui ce ne starebbero anche quattro persone, è a forma di mezza luna, ed è posta nell’angolo infondo a sinistra della stanza, ai piedi del letto, anch’esso enorme, su di essa c’è uno schermo piatto, che dai cavi capisco essere collegato al computer più grande che abbia mai visto.

J: ti piace?

C: sì….

Rispondo fissando il computer delle dimensioni di un carrello della spesa.

J: se ti stai domandando del perché delle dimensioni del computer, sappi che me lo sono fatto costruire da due miei amici, è l’unione di sei diversi tipi di computer, ognuno dei quali, è il top di gamma nella specifica tecnica per cui gli ho scelti, io ho dovuto solo comprarli e i miei due amici, che studiano elettronica, gli hanno uniti, il bello è che i miei due amici sono complementari, Tonno è un genio nella teoria e decente nella pratica, Bremb è un genio della pratica e decente nella teoria, insieme sarebbero in grado di costruire la macchina del tempo, se non fossero troppo presi uno dai manga e l’altro dalle ragazze.

C: amici molto interessanti, allora cominciamo?

J: sì, aspetta, ti prendo la mia sedia di riserva.

C: sedia di riserva?

J: quella sedia che vedi li, è una sedia professionale da gaming da 2300 $, che se vuoi puoi usare tu, quella di riserva è una sedia su ruote da 30 $ che ho comprato all’Ikea.

C: ok.

Alla fine si è usato solo una sedia….

 

Dopo all’incirca due ore abbiamo finito, anche se tra coccole e baci ci abbiamo messo il doppio del tempo che ci sarebbe voluto normalmente.

J: allora io vado a cucinare un po’ di pasta, ti farò assaggiare, o almeno ci proverò, gli spaghetti italiani, preparati da un italiano purosangue al 100%.

C: al 100%? Scusa ma sia il tuo nome che il tuo cognome mi dico il contrario.

J: giacché alla fine lo scoprirai comunque…………non sono i miei veri nome e cognome, li ho cambiati appena prima di venire in America, era un modo per lasciarmi il passato alle spalle, certo non mi vergogno o non rinnegherò le mie origini, sono fiero di essere un bergamasco, ehm cioè italiano, ma dovevo dare un taglio al passato.

C: capisco, non voglio obbligarti a raccontarmi della tua vita pre-soprannaturale, anche se ci spero……ma che cos’è un bergamasco?

J: bergamasco è un appellativo che si da a chi è nato in una certa città o nel mio caso provincia, io non sono nato a Bergamo da qui deriva l’aggettivo, ma in una città in provincia di Bergamo, che tecnicamente è come per voi lo stato, tipo lo stato di New York, anche se non ti so dire bene le differenze.

C: mi stupisce anche il fatto che sai cucinare.

J: o vedrai lupetta, farò esplodere il tuo palato di piacere.

 

40 minuti dopo

J: che cavolo….

Sento esclamare dalla cucina mentre io sono in salotto a rovistare tre i libri di Jacob.

C: che succede?

J: succede che i vostri pomodori in scatola e l’unica carne trita fresca che ho trovato in città dall’unico macellaio presente ovvero quella di bisonte, non si abbinano, anche se buono, questo ragù non è neanche minimamente comparabile con il ragù fatto con la carne di manzo che facevo in Italia.

C: finche è commestibile mi sta bene.

Dico mentre mi siedo al tavolo e lui mi serve un piatto colmo di spaghetti che assaggio subito.

C: dai, non sono male.

J: è educazione aspettare che tutti siano seduti e pronti prima di cominciare a mangiare.

C: scusa, ci ho perso l’abitudine.

J: tranquilla, non lo facevo io con la mia famiglia, non sei di certo obbligata a farlo tu con me.

C: allora perché me lo hai fatto notare?

J: non lo so, mi piace rinfacciare le cose alla gente, è più forte di me.

C: lo terrò a mente, anche se detesto gli ipocriti.

J: sarei un ipocrita se ti obbligassi o ti facessi sentire obbligata a seguire un consiglio o una norma che neanche io seguo, ma siccome non lo faccio, non sono un ipocrita.

Ci penso un po’ e annuisco.

C: giusto.

 

Finito la cena……

J: cavolo, sono pieno.

C: anch’io, ma perché hai cucinato così tanta roba? Abbiamo fatto fuori tre piatti belli grondanti di spaghetti a testa.

J: uno lo faccio sempre, due oggi non abbiamo pranzato perciò ho pensato fossi affamata, tre siamo lupi e dai pochi che ho conosciuto abbiamo uno stomaco grande il doppio degli umani.

C: 1 dieta, 2 grande pensata, 3 fai il triplo.

J: ci guardiamo un film?

C: ok, che ne dici di……….

Guardo tre i DVD impilati su uno scaffale.

C: Scary Movie 5?

J: ci sto, ma ti dispiace se metto i sottotitoli italiani?

C: no problem.

Dico prendendo il DVD e accendendo il blu-ray.

C: comunque ti tratti bene.

J: in che senso?

C: per comprare sei computer top di gamma, schermo al plasma, sedia professionale da 2300 $ e un appartamento grande il doppio del mio, devi avere un bel patrimonio.

J: non è cosi…

Io mi volto verso di lui e alzo un sopracciglio.

C: e allora come fai, sei una specie di Arsenio Lupin mannaro?

J: no, cioè ho molti soldi ma non derivano dai miei genitori, sai il mio mega computer, ha un congegno che amplifica le prestazioni del processore quasi dell’75% e questo congegno è stato inventato dai miei due amici.

C: che centra?

J: centra perché loro hanno solo rifinito il progetto e assemblato il prototipo, tutto è partito da un mio progetto fatto per un compito, prima di cambiare indirizzo di studio con chimica anch’io studiavo elettronica e poi dopo che l’hanno esposto a una fiera della scienza, un’azienda ci ha contattati e questa era la………tamburi…….

Fa il gesto dei tamburi con le mani

J:………la Samsung, ha acquistato il nostro progetto per uno sproloquio, i miei amici hanno deciso che anche se io facevo chimica da un anno e non li avevo aiutati un gran che nella rifinitura e assemblaggio del prototipo, il merito era mio e quindi dei sette milioni che ci hanno offerto, i miei amici si sono presi 2,250 milioni a testa, mentre io 2,5 milioni. E sì una cosa del genere avrebbe dovuto fare notizia, ma noi in accordi con la Samsung non abbiamo fatto trapelare la notizia, per di più i miei amici avranno una borsa di studio a patto che a termine di essi, entrino a far parte del team ricerca e sviluppo della Samsung.

C: cioè tu sei milionario e vivi in affitto in questo buco di città?
J: sì, perché io volevo la pace, volevo un posto isolato, dove nessuno della mia vecchia vita mi avrebbe cercato, solo i mei 4 più cari amici sanno dove sono e mi scrivono o io gli scrivo solo per faccende davvero importanti o particolarmente divertenti.

C: ah, in che senso divertenti?

J: del senso che io avevo lasciato i 250 000 mila Euro in più che avevo rispetto ai miei amici ai miei genitori e il mio terzo amico ovvero mio cugino di secondo grado da parte di madre, che non ha partecipato al progetto e vive ancora nella mia vecchia città, mi ha fatto sapere che mia madre, che a differenze di tutto il resto della mia famiglia, non ha accettato la mia partenza e ha deciso che avrebbe usato i soldi rimasti dopo la costruzione della casa dei loro sogni per cercarmi e dopo avermi trovato costringermi a tornare a casa e punirmi.

C: e non hai paura che ti trovi?

J: certo che mi troverà, a parte il cambio di nome e del numero di cellulare, non ho cercato di nascondere le mie tracce, uso ancora la mia vecchia e-mail e i miei vecchi profili, ma per il progetto che hanno in mente ci vorrà un anno per completare la casa e dato il sistema giudiziario e democratico italiano, almeno altri due anni per scoprire il mio nuovo nome e se rimarranno ancora dei soldi, altri due o tre anni per scoprire dove sono, quindi all’incirca ho ancora poco meno di quattro anni prima che la mia famiglia mi trovi e mio papà con qui mi sento mensilmente, mi ha detto che oltre al aver accettato la mia condizione, sta cercando di convincere mia madre a smettere di cercarmi dato che è maggiormente per colpa sua se me ne sono andato.

C: ok, anche se hai fatto aumentare la mia voglia di conoscere la tua storia.

Jacob distoglie lo sguardo e punto il telecomando verso la tv.

J: guardiamo il film.

Preme Play e fa partire il film.

C’è lo guardiamo tutto e credo che si sia dimenticato che sento il suo cuore, perché per tutto il film ha fatto finta di non avere paura, ma se il suo cuore avesse battuto un pochino più forte, sarebbe esploso.

Dopo il film mi ha invitato a dormire con lui, assicurandomi di non avere doppi fini, accetto e ci accoccoliamo nel suo letto, io sono messa di lato e lui che mi abbraccia da dietro, immergendo il viso tra i miei capelli e attorcigliando le sue gambe con le mie, il suo braccio sinistro mi stringe delicatamente il ventre, mentre quello destro è sotto la mia testa.

Dopo qualche minuto ci addormentiamo e credo di poter parlare per entrambi, dicendo che è stata la miglior dormita della mia vita.

 

Fine Capitolo.

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Capitolo 6
*** insegnare ad un insegnante ***


Capitolo 6:

Spiegare ad un insegnante

Pov Cora

Driin Driin Driin

Mi giro, cerco di raggiungere la sveglia ma davanti a me, invece del limite del letto, trovo solo due occhi grigio-azzurri che mi fissano dolcemente.

C: puoi spegnere la sveglia?

Gli dico a Jacob con gli occhi semi-chiusi e la voce impastata dal sonno mentre gli sorrido dolcemente.

Mi sorride, si gira, la spegne e si rigira tornando a fissarmi.

J: lo sai che sei bellissima quando dormi lupetta? Sembri così indifesa.

C: già, però poi mi spuntano zanne e artigli.

J: questa è solo un’altra delle tue qualità.

Dice dolcemente, guardandomi negli occhi, per poi baciarmi appasionatamente.

C: che dici, facciamo colazione al bar della scuola?

J: sì, Non ciò voglia di preparare la colazione stamattina.

Ci alziamo e mentre lui comincia a cambiarsi, io vado nel mio appartamento per cambiarmi a mia volta.

Dopo 40 minuti, necessari per lavare i denti, stirarmi i capelli, darmi una sciacquato al viso e cambiarmi, esco dal mio appartamento e mi ritrovo Jacob mezzo addormentato seduto per terra contro il muro da parte alla mia porta.

C: sveglia, se no, non facciamo colazione.

J: sei tu che ci hai messo 40 minuti.

C: perché tu quanto ci hai messo?

J: 20 minuti, denti , faccia e vestiti.

C: a me sono i capelli che mi fregano.

J: i tuoi capelli sono bellissimi, profumati, morbidi e setosi.

C: merito dei tuoi 20 minuti di attesa.

J: allora sarò felice di aspettarli di nuovo.

Dopo i soliti 25 minuti di camminata, arriviamo alla caffetteria della scuola, è pieno di studenti e ovviamente ci sono anche Carla e Clarisse.

Jacob le guarda male e poi mi chiede:

J: Cora tu hai qualcosa in contrario con la manifestazione di affetto in pubblico?

C: se sono da parte di miei parenti no.

J: se sono da parte dal tuo forse ragazzo?

C: no……

A quel punto lo prendo per il coletto e lo tiro verso di me dandogli un bacio contenuto ma passionale. Quando ci stacchiamo, mi rendo conto di avere gli sguardi curiosi, più due furenti, di tutta la caffetteria puntati addosso.

C: ma dal mio più che sicuro ragazzo, sì.

Lui mi sorride e mio sposta la sedia del tavolino per farmi accomodare.

 

Pov Carla

Cos’era quello? Come ha potuto Cora Hale baciare davanti a tutti il prossimo ragazzo sulla mia lista!!!!????

Sono furibonda e dallo sguardo accigliato delle miei servette e di mia sorella credo che si noti.

Cl: Carlita non sarai mica gelosa?

Ca: gelosa no, arrabbiata sì, anche se Jacob non m’interessa sotto quel punto di vista, era sulla lista delle mie prossime conquiste per sport.

Cl: e come ci è finito?

Cs: gli interessava più la Hale che me, e questo non lo accetto.

Cl: scusami sorellina ma la Hale, anche se mi duole ammetterlo, è una delle ragazze più belle delle scuola e anche più di te, l’unico motivo per cui non ti ha superato in popolarità è il suo carattere.

La guardo sbalordita e furente.

Cl: ma se proprio vuoi, ti aiuterò a strapparli quel bel bocconcino di Blaze………..a patto che dopo lo condividi con me.

Nessuno lo sapeva, ma molte volte io e mia sorella approfittando del fatto che ci piaceva farlo al buio e che di corporatura eravamo molti simili, seppur avendo due anni di differenza, ci scambiavamo i ragazzi senza che loro se ne accorgessero.

Ca: ci sto, ma non chiamarmi più Carlita. E poi devi sapere una cosa alquanto strana sulla Hale………………

 

Pov Cora

Non ci credo, Non. Ci. Credo! Quelle due voglio soffiarmi Jacob? Se lo possono sognare, non solo perché credo di amarlo, il che è strano dopo 3 giorni che ci conosciamo, ma anche perché non mi sono mai sentita così in sintonia con qualcuno e poi cos’è questa storia del condividere, fortuna che lui non ha sentito perché è andato a prendere le ordinazioni…………oh eccolo che torna.

J: allora, latte macchiato con cornetto al cioccolato per la mia bellissima lupa e un cappuccino con extra zucchero e cornetto alla crema per il lupo infernale più affascinante del mondo.

C: devi aggiungere modesto.

Mi da un bacio a stampo e si siede.

J: certamente lupetta.

C: lupa mi sta bene, lupetta ti farà rimettere le corde vocali.

J: va bene.

Con questa frase cominciamo a mangiare, lanciandoci anche qualche sguardo e gesto d’affetto.

Passano le prime due ora, avevamo il corso facoltativo d’arte con il prof Riddick e si vedeva lontano un miglio che era nervoso, non ci ha rivolto la parola, però continuava a guardare verso di noi come per tenerci d’occhio.

Driin Driin Driin

PR: allora ragazzi, per martedì voglio un’imitazione in carboncino di un quadro di Picasso a vostra scelta.

Comincio a prendere le mie cose e vedo il Prof avvicinarsi a me e Jacob.

PR: Jacob, Cora forza nel mi ufficio.

Dai restanti membri della classe si alza un UHHHHHH

C: certo prof.

Gli faccio un sorriso e lo segue con Jacob subito dietro.

Una volta entrati nel suo ufficio lui si chiude la porta alle spalle.

PR: allora ragazzi, parlate!

Severo e dritto al punto, faremo meglio a non contraddirlo.

PR: anzi parlo prima io………ieri ho scoperto e visto sotto i miei occhi….. un lupo mannaro, che tra l’altro è anche una mia studentessa, ti ho visto perdere il controllo e cercare di sbranarmi, per poi scoprire che anche l’altro ragazzo nuovo è lupo….

J: io preferisco licantropo, noi non siamo tutti mostri.

PR: bene…..licantropo……. e quello che mi chiedo, come è possibile che con tutto la tecnologia che abbiamo, il genere umano non sappia che esistiate?

C: parlerò io per entrambi dato che Jacob è stato trasformato solo da un anno.       Per prima cosa, sappia che ci sono esseri umani che sanno di noi, alcuni sono amici, altri sono famigliari, ma la maggior parte sono cacciatori….

PR: cacciatori?........ Cacciatori……….. di licantropi?

C: esattamente e sono parecchi, molti di loro hanno un codice che dice “noi cacciamo ciò che ci caccia” per questo non ci siamo ancora estinti. Anche se al giorno d’oggi, molti di loro lo infrangono, accecati dall’odio, dalla follia o soprattutto dalla paura.

PR: e perché questi cacciatori, senza codice, semplicemente non catturano alcuni di voi e non li mostrano in pubblico scatenando una pazza caccia al lupo?

C: perché per prima cosa si scatenerebbe il panico, gli esseri umani se gli si sbatte in faccia una verità come questa, si fanno guidare dalla paura e una madre o padre di famiglia ucciderebbe a sangue freddo un ragazzo solo perché soprannaturale, anche se questo non ha mai fatto male a nessuno e mai ne fare se non provocato, solo perché convinto di proteggere la sua famiglia. Deve sapere che negli ultimi anni nella cittadina da qui provengo sono avvenuti moltissimi “ cataclismi soprannaturali” e dopo lo sterminio della mia famiglia e di alcuni esseri umani normalissimi che erano con loro da parte di una cacciatrice folle, un gruppo di ragazzi di 16/17 anni con poteri e abilità soprannaturali si sta occupando con successo di queste calamità e proteggendo i cittadini, due di loro sono già morti e molti hanno rischiato seriamente di farlo, ma seppur sapendo che se venissero scoperti sarebbero braccati e uccisi, loro proteggono le persone che potrebbero essere un giorno i loro carnefici, il loro capobranco un lupo mannara alfa che ha raggiunto questo stadio con la pura forza di volontà, non ha mai ucciso nessuno, neppure un suo nemico, se sono morti è stato per mano di altri e per semplice casualità di eventi. Noi non siamo pericolosi se lasciati in pace, anzi molti di noi userebbero il loro dono per proteggere la loro città e chiunque ci abiti.

Il prof è ancora in piedi con le braccia incrociate che ci guarda serio.

PR: naturalmente non c’è modo di dimostrarlo.

C: se lei vuole, posso fare una chiamata, farla parlare con lo sceriffo di questa città che è un essere umano e sa tutto su di noi, non ha parenti soprannaturali, anche se continua a considera il migliore amico di suo figlio, che è il licantropo alfa di cui le parlavo, il figlio che ha sempre voluto.

PR: molto bene, cercherò di fidarmi, anche se credo che mi dovrete raccontare più dettagli tecnici se volete che in caso di bisogno, vi aiuti.

C: certamente, iniziamo con la gerarchia dei lupi, iniziamo dall’Alfa il capobranco, ci sono tre tipi di alfa, l’alfa normale che ha conquistato il suo titolo uccidendo un altro alfa e quindi prendendogli il potere, l’alfa ereditario ovvero il lupo primogenito che eredità i poteri da un genitore Alfa dopo la sua morte senza che gli venga sottratto il potere e  il vero Alfa un lupo che raggiunge lo stato di capobranco con la pura forza di volontà senza uccidere, l’unico che può prendere il potere a un vero alfa è un beta creato da lui che ha fatto un determinato preparamento. Un lupo mannaro alfa è caratterizzato da degli occhi rossi brillanti, da un incremento della forza maggiore rispetto a quella di un lupo mannaro e da un ruggito capace di far retrocedere la maggior parte degli esseri soprannaturali…

PR: aspetta, ci sono altri esseri soprann……

C: ci arrivo, la cosa più importante di un alfa è che è l’unico in grado di trasformare con il suo morso un normale umano in licantropo.

C’è poi il beta, un lupo mannaro che è nato lupo o ci è stato trasformato, per essere un beta devi far parte del branco di un alfa.

L’omega, il lupo solitario, sono abbastanza rari dato che un lupo non sopravvive a lungo da solo.

Ora veniamo ai fattori comuni a tutti i lupi, per prima cosa la forza fisica, la trasformazione non ti da una forza pari al tuo grado gerarchico che è uguale a tutti i lupi di quel grado, solo l’incremento della forza è uguale. Per dirlo in parole povere, un omega ha la forza che aveva da umano solo raddoppiata, un beta triplicata e un alfa quadruplicata, quindi se io dovessi avere un valore da attribuire alla mia forza da 1 a 10 da umana sarebbe 4, da omega 8, da beta 12, da alfa 16, invece Jacob potremmo dire che da umano a una forza 8, da omega 16, da beta 24 e da alfa 32, se più forte fisicamente, un omega può essere più forte di un alfa, anche se l’alfa è in grado di sviluppare oltre al fisico il suo potere che invece di quadruplicare la sua forza, la quintupla o anche di più, lo stesso ragionamento si applica a udito, olfatto, fattore di guarigione e vista quando si usano gli occhi da lupo. Comunque si può intendere la natura di lupo non alfa, perché esso ha sempre gli occhi rossi, con appunto il colore degli occhi, un normale lupo ha gli occhi gialli, un lupo che ha ucciso un innocente li ha di un azzurro ghiaccio. Non bisogna però portare pregiudizio, magari un lupo dagli occhi azzurri ha ucciso un cacciatore per autodifesa, oppure non l’ha fatto intenzionalmente, oppure come mio fratello, l’ha fatto per evitare che una persona amata smetta di soffrire.

PR: in che senso smetta di soffrire.

C: deve sapere che il morso di un Alfa se non ti trasforma ti uccide, a meno che tu non sia immune o un altro tipo di essere soprannaturale, ma se il tuo corpo rigetta il morso, prima che tu muoia devi passare una lunga e lenta agonia.

PR: cavolo………….senti Jacob non perché non mi fidi, ma tu non hai parlato per tutto il tempo, hai solo annuito e quindi vorrei vedere il colore dei tuoi occhi.

C: non funziona così con lui.

PR: cos? Perché con lui….

J: perché non sono solo un lupo………..quando sono stato trasformato il morso ha risvegliato un potere dormiente in me, il potere del cerbero o…..

PR: segugio infernale.

J: esattamente, ma non sono un ibrido fra le due, sono al 100% un lupo e al 100% un cerbero, la mia natura da lupo ha incrementato quella da cerbero e viceversa, ho tutti i poteri e le facoltà di un lupo e tutte quelle di un cerbero amplificate, come ha detto prima Cora il lupo omega raddoppia la mia forza insieme ai miei sensi e il mio potere da cerbero, a me invece parte subito col quadrupicarli, se fossi un beta li moltiplicherebbe per 6 immagino, mentre se fossi un alfa li moltiplicherebbe per 8, io sono già molto forte, se dovessi prendere il grado alfa potrei diventare uno degli esseri sovrannaturali più potenti al mondo, dato che al momento non si conosce un modo certo per uccidere un cerbero.

Driin Driin Driin

PR: ok, credo doppiate andare.

C: senta prof, io ho un libro in formato digitale appartenuto alla mia famiglia con tutte le creature soprannaturali alla nostra famiglia conosciute, se vuole glielo posso mandare via mail?

PR: certo, Grazie Cora, credo sarà una lettura interessante.

J: bene, arrivederci allora.

PR: arrivederci ragazzi

C: arrivederci.

 

 

 

FINE CAPITOLO

 

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Capitolo 7
*** pericolo nei boschi ***


Capitolo 7:

Pericolo nei boschi

Pov Cora

Dopo la chiacchierata con il prof Riddick, Jacob ed io ci dirigiamo verso il laboratorio di chimica analisi, dove ovviamente ci troviamo anche Carla Chase. Dopo quello che ho sentito in caffetteria stamattina sono più nervosa che mai, e guarda caso l’unico bancone da laboratorio libero per due persone è proprio quello dietro di lei, che è in prima fila accanto a Delaila Desiraio una delle galline/minions di Carla.

Entra il professor Massimiliano Magniti, un uomo abbastanza anziano ma al contempo arzillo, severo ma al contempo simpatico e disponibile quando vuole.

Noto subito che Jacob s’innervosisce e il suo cuore sta per esplodere, in effetti, il prof Magniti si è trasferito qui da una scuola italiana all’inizio dell’anno, forse lo conosce.

PM: allora ragazzi mi hanno comunicato che abbiamo un nuovo studente che arriva dall’Italia, è bello sapere di avere un altro connazionale in questa piccola città, allora perché non vieni cui e non mi fai una breve presentazione di quello che hai fatto fin ora.

Jacob si alza e timorosamente con la testa basta si avvicina al prof, a cui pian piano svanisce il sorriso.

J: salve prof, è un piacere rivederla.

PM: non ci credo Colpani, sei davvero tu? Che ci fai qua? E perché sei registrato con un altro nome?

J: per prima cosa prof non mi chiami con il mio vero nome e cognome, ormai l’ho cambiato legalmente e sono qui perché ho avuto gravi divergenze con la mia famiglia e me ne sono voluto andare.

PM: beh, in questo caso giacché gli argomenti di quest’anno li abbiamo svolti insieme e li svolgeremo allo stesso modo, puoi tornare a sederti e per favore almeno alla vetreria di questo laboratorio……. Donagli clemenza.

Jacob si risiede accanto a me nervoso.

C: vetreria?

J: quando era ancora un mio professore, io avevo il vizio di rompere qualcosa a ogni lezione e intendo davvero ogni lezione, la maggior parte delle volte anche più di un oggetto. Non intenzionalmente ovvio….

C: capito.

PR: ok, per prima cosa sarò io a formare i gruppi, visto che non voglio che vi mettiate a chiacchierare durante laboratorio.

Primo bancone: Colp…Blaze e Chase, dall’altro lato Spinnegan e Santiago.

Secondo bancone: Grizzerli e Simus, dall’altro lato Hale e Desiraio.

Terzo bancone…………………………..

No no no vicino alla Desiraio no, ma soprattutto Chase non deve neanche pensare di toccare Jacob o la sbrano davanti a tutta la classe.

Mi siedo al posto indicato e seppur a quattro metri e mezzo di distanza, con tutti i prodotti chimici nella stanza, sento l’inconfondibile odore di ormoni che emana la Chase, il bello è che non sono del tutto naturali, quando le sono passata accanto, mi sono subito accorta che portava un profumo realizzato apposta per amplificare l’intensità di odore che emana il corpo, è lo stesso che usano gli allevatori sul bestiame per invogliare gli animali all’accoppiamento, solo che a questo è stato aggiunta la fragranza di vaniglia.

Cavolo, come pretende di non essere chiamata vacca se poi lei stessa si tratta come tale?

 

Pov Jacob

Ma perché cacchio mi sento così sessualmente attratto dalla Chase, insomma, si è carina, ma non è il mio tipo, l’unica cosa che mia attrae in lei è la 4° di seno, per tutto il resto Cora è un milione di volte meglio, ma che cavolo, però il suo odore mi eccita un casino, l’unica altra volta che ho sentito lo stesso odore è stato quando io Cora eravamo all’inizio dell’amplesso di ieri.

PR: bene ragazzi, oggi una cosa semplice, dovrete………..

 

Due ore dopo

Driin Driin Driin

FINALMENTE! Non ce la facevo più! L’odore della Chase mi stava facendo perdere il controllo.

Appena il prof è distratto scatto verso Cora che si stava avvicinando e le do un bacio passionale.

C: non preoccuparti, la Chase è una stronza.

J: cosa?

Ma di cosa parlava, forse se ne era accorta, ma come sapeva che era colpa della Chase?

C: sì, insomma, cercare di attrarre ragazzi con un profumo che amplifica l’effetto degli ormoni, patetico.

J: era per quello che io…

C: sì.

J: quindi lei vuole…

C: sì.

J: ma perché lei…

C: farmi un dispetto probabilmente.

J: stronza, beh, almeno non era all’aconito.

C: dopo l’esperienza della palestra dubito che ci riproverà, dall’espressione che ha fatto alla vista del mio viso alla parola “strozzalupo”, nel bagno delle ragazze, si capiva che aveva intuito che era quello che mi faceva stare male e mi ha fatto perdere il controllo.

J: aspetta, ma cosa ti ha detto negli spogliatoi?

C: anche se non direttamente, mi ha accusato di essere io il lupo che ulula la notte, ululati che tra l’altro sono iniziati esattamente la prima luna piena dopo il mio arrivo e con cui io non centro assolutamente niente, ti posso assicurare che quegli ululati sono di normalissimi lupi, anche se sembrano piuttosto grandi.

J: ok, credi che dovremmo fare attenzione a lei?

C: sì….

Gli metto un braccio intorno alle spalle e insieme ci dirigiamo a lezione d’inglese, dove avremo supplenza dato che il prof d’inglese e vice preside è scomparso.

 

 

Finite le lezioni e dopo aver pranzato nella caffetteria della scuola con due abbondati piatti di pasta al pesto a testa, abbiamo deciso di fare un giro in città.

 

Pov Cora

C: ok, io dico di iniziare dalla piazza centrale.

Andiamo in centro città, la piazza principale è un enorme spiazzo circolare con una fontana bella grande al centro rappresentante un minatore. Gli edifici che danno sulla piazza sono: il comune, che si riconosce subito grazie alle immense bandiere appese sopra l’entrata, alla destra di questo separata dalla strada, l’unica banca della città, alla sinistra del municipio, l’unica macelleria della città con un piccolo vicolo che li divide, dall’altro lato della piazza adiacente alla banca, un negozio dove vendono di tutto, dopo la strada adiacente a esso l’ufficio postale e tra le poste e la macelleria viene separate da esse da due strade una palazzina abitata piuttosto grande. Dopo che Jacob si è comprato 4 bombole di gas metano per la sua cucina, fortunatamente eravamo passati da casa a lasciare gli zaini di scuola, così lui poté prendere un altro zaino sufficientemente grande per le bombole, mi dice con una voce indifferente.

J: carino, ma senti, te lo devo dire, a me annoiano i giri in città, andiamo nel bosco?

Mi fa l’ultima domanda con un sorriso e un’espressione che mi ricorda un bimbo di 5 anni che fa gli occhi da cucciolo alla mamma, io gli risponderei di sì subito dato che siamo più pericolosi noi di orsi, puma e lupi, ma mi accorgo subito di alcune vecchiette vicino a noi, che dopo la domanda di Jacob, ci guardano storto.

C: Jacob, tu sei nuovo in città e devi sapere che il bosco non è visto di buon occhio qui e ultimamente più del solito.

J: oh, perché?

C: da quel che so, ci sono stati strani avvistamenti di demoni nei boschi e coloro che vi entrano disarmati la maggior parte delle volte non tornano o ritornano traumatizzati e deliranti, anche molti cacciatori esperti che vanno a caccia in queste zone, da quel che so non fanno ritorno. Perfino dalle spedizioni di ricerca mandate per cercare le persone scomparse nei boschi, scompare la gente.

Poi sentendomi osservata, li indico con la testa le vecchiette dietro di noi che bisbigliano, convinte che noi non le possiamo sentire, cosi entrambi cominciamo a origliare.

***

???1: avete sentito quel ragazzino? Vuole andare nel bosco.

???3: che  lo faccia, è il solito ragazzino spavaldo di città, se entra nel bosco  muore o rimane traumatizzato a vita, in ogni caso un problema in meno.

???2: io non saprei ragazze, c’è qualcosa di strano in quel ragazzo lo sento e anche la ragazza, come se non fossero umani, hanno una strana aura.

???3: bah se lo dici tu, hai sempre avuto attitudine a trovare cose strane, ti ricordo che sei tu che 30 anni fa, hai rivenuto la maggior parte dei cadaveri nei boschi, comunque andiamo o facciamo tardi, del ragazzino non ci deve importare nulla.

***

Pov Cora

J: cavoli che caratteraccio, poi da quello che ha detto credo che una di loro sia una banshee e forse non ne è neanche consapevole.

C: non dirlo a me, quando sono arrivata ne ho sempre avuto una delle tre attaccata dietro, quando le ho affrontate sbucandogli alle spalle, mentre loro mi seguivano tutte e tre insieme, mi hanno detto che non li piacevo e che non gli ispiravo fiducia, che per quanto ne sapevano loro, io potevo essere un pericoloso criminale che si nasconde dalla polizia ………….. E comunque sì, anch’io l'ho notata nei primi mesi che ero qui, non so come si siano risvegliate le sue abilita, anche se non credo sia una banshee particolarmente potente.

J: ok, comunque sono proprio matte.

C: e non è tutto, quella più stronza, che ha detto che non gli importava se morivi o no, è la nonna di Carla e Clarisse Chase.

J: cavoli, cattivo sangue non mente………………andiamo nel bosco?

Mi chiede con un tono cha va tra l’infantile e il curioso, con la medesima espressione di prima, solo che questa volta a messo pure il broncio e fa segno di lacrimina con le dita.

Io sbuffo e annuisco divertita.

 

Dopo una ventina di minuti di camminati arriviamo ai limiti del bosco e cominciamo ad addentrarci.

J: Allora Cora, prima mi hai parlato di ululati nei boschi, li ho sentiti anch’io da quando sono qui, ma non ci ho trovato nulla di strano.

C: sì….beh…. sono iniziati da quando sono arrivata, alla prima luna piena, durante ogni notte di luna piena si sentono degli ululati provenire dal bosco, ci sono stati degli strani avvistamenti nei boschi, dicono di enormi lupi con gli occhi più neri della notte che risaltano nel buio più buio, il bello è che alcuni di questi avvistamenti sono stati fatti anche in pieno giorno, finora non è stato attaccato nessuno, anche se sono scomparse già sei persone e la residenza di ognuna confinava col bosco, una tra queste è il nostro vice preside e professore d’inglese, il prof Brindelli, ma lo sceriffo come molta gente in città è diventato comunque paranoico e dice che non vuole che si ripeta ciò che è successo trenta anni fa quando lui era ancora un quindicenne spensierato e pensa di mettere un coprifuoco e il divieto di accesso e avvicinamento al bosco.

J: cos’è successo trent’anni fa?

C: la gente spariva nei boschi e c’erano sempre strani avvistamenti di demoni lupo nella foresta, anche se pochi sopravvivevano per raccontarlo. Da quel che so’, il tutto è durato per tre anni e che sono stati rinvenuti 313 cadaveri, anche se gli scomparsi erano all’incirca 432, per una cittadina che al tempo aveva 2000 abitanti, è stato un brutto colpo, poi il tutto è terminato da un giorno all’altro dopo il ritrovamento di un uomo impiccato nel bosco, niente di meno che Nicolas Chase al tempo marito di Linda Chase la signora scorbutica della piazza, quindi nonno delle due galline reginette della scuola.

J: cacchiarola, bel mistero.

C: già, dopo quegli eventi molti se ne andarono e la città si spopolò, questo gravò molto sull’economia, se dopo qualche anno non sarebbero cominciati ad arrivare nuovi cittadini, ora la città non……..

Non finisco di parlare, ho sentito qualcosa, anche Jacob si mette in ascolto…………..

Un rumore di passi veloci in avvicinamento mi mettono in guardia, mi volto verso Jacob e noto che anche lui è in posizione, sembra pronto al combattimento. Cerco di concentrarmi sul rumore, sento molti passi, tutti intorno a noi, però non sento nessun battito cardiaco eccetto quello di Jacob.

J: siamo circondati, ma a parte dei passi non sento nessun battito cardiaco.

C: già, anche l’odore che è nell’aria è strano.

L’odore che si sente sembra una via di mezzo dell’odore di qualcosa di morto e di estremamente malvagio.

J: non riesco capire cosa sono, anche se dall’odore sembrano lupi….ma morti……non so come spiegarlo.

C: come fai a dire che sono lupi, io sento solo odore di morte.

Parliamo a bassa voce anche se sappiamo che ormai siamo circondati e chiunque o qualunque cosa sia, non ha buone intenzioni.

J: grazie alla mia parte di cerbero ho un olfatto più sviluppato del tuo.

Non faccio tempo a rispondere che qualcosa sbuca fuori da dietro una roccia……

È un lupo enorme, riesco a scansarmi e mi metto a fissarlo, alle sue spalle noto che Jacob è completamente avvolto dalle fiamme e davanti a lui ci sono due lupi che sembrano stare per attaccarlo, vedo che uno dei due lupi parte all’attacco e anche Jacob corre contro di lui trasformandosi in un enorme lupo di all’incirca 1 metro con il manto nero, afferra il lupo che lo aveva caricato alla gola e lo sbatte contro un albero per poi ingaggiare un combattimento contro il secondo lupo. Sono così ammaliata dal combattimento del lupo infernale che non mi accorgo che il lupo che avevo scansato mi si avventa contro. Mi ferisce all’addome con gli artigli e mi azzanna la spalla, ma prime che posso staccarmela, viene sbalzato via dal lupo nero, che l’aveva caricato e noto che ora il suo manto andava letteralmente a fuoco, Jacob comincia a combattere con lui, però è molto più dura di quello che sembrava, difatti osservando meglio i due lupi ormai carbonizzati stesi a qualche metro da me, noto che quello che mi aveva attaccato e ora combatte con Jacob, è molto più grande dei due e non molto più piccolo di Jacob-Lupo, difatti riesce ad atterrare Jacob e a salirli sopra, l’unico motivo per cui non ha ancora preso Jacob per la gola è che lui lo tiene distante con le zampe anteriori. Però poi il fuoco che avvolge Jacob s’intensifica e da esso scaturisce un’esplosione che avvolge i due lupi e scaglia me a qualche metro di distanza, colpisce anche lo zaino contenete le bombole di gas metano che esplodono.

 

Una volta che il fumo si è diradato, mi alzo a fatica in piedi, noto che le mie ferite non guariscono alla velocità con cui lo farebbero normalmente con il processo di guarigione.

Riesco comunque a raggiungere Jacob che è tornato umano, noto che anche lui è ricoperto di ferite e sta faticando a rialzarsi, accanto a lui lo scheletro enorme e carbonizzato del lupo, tutto intorno a noi è carbonizzato e tutti gli alberi nel raggio di 6/7 metri sono stati abbattuti e carbonizzati.

C: sta…attento…..sei ferito……e non accenni a guarire.

J: dovresti preoccuparmi io per te, a me hanno sparato alla testa con un proiettile all’aconito e sono guaito dopo quattro ore.

Lo guardo stupefatta e lui inclina la testa come per dire “sì, è così incredibile da non crederci".

A quel punto sentiamo qualcuno avvicinarsi e vediamo arrivare lo sceriffo Smith con alcuni agenti.

SS (sceriffo Smith): ragazzi ma che è successo? State bene?

Chiede allarmato e preoccupato, per certi versi mi ricorda lo sceriffo Stilinski di Beacon Hills per i suoi modi di fare.

J: non molto bene sceriffo, dei lupi ci hanno attaccato, ho cercato di tenerli lontani con la fiamma ossidrica che uso per le saldature a casa ma uno di quelli stronzi ma la strappata dalle mani e con essa lo zaino dove erano contenute altre tre bombole di gas metano che avevo appena comprato, la fiamma è finita sopra lo zaino che per fortuna è esploso uccidendo tre lupi e mettendo in fuga gli altri.

Lui ci guarda incerto. Si osserva un po’ intorno per poi annuire.

SS: ok ragazzo, ma non ti sforzare è un miracolo che siate vivi, viste le vostre ferite, ora è meglio che vi portiamo alla strada e vi chiamiamo un’ambulanza.

 

Pov Jacob

Il suo tono era molto calmo e rassicurante, deve aver notato che seppur le ferite siano molto estese non sono molto profonde, cosi i due agenti, uno sulla quarantina abbastanza massiccio e un ragazzo che deve essere una matricola, ci prendono in braccio a mo’ di sposa, io dal primo e Cora dal secondo, cominciano a trasportarci verso la strada che noto non essere molto distante.

AR (agente Rockstone): siete stati molto fortunati che passavamo qua vicino quando sono esplose le bombole.

J: come sta Cora?

Chiedo con tono abbastanza debole dato la fine dell’effetto dell’adrenalina e della cospicua perdita di sangue.

AR: sta bene ragazzo, il mio collega si sta prendendo cura di lei.

J: se prova solo a pensare di provarci con la mia ragazza lo sbrano.

AR: molto spesso non ha neanche bisogno di provarci che le ragazze gli saltano addosso da loro.

A quel punto qualcosa mi scatta dentro e sento che le mie ferite cominciano a guarire e le forze tornare in me.

Bene, vedo che il mio corpo a già ricominciato a produrre sangue a un ritmo sovrannaturale e a guarire rapidamente le mie ferite, ora devo solo fare a pezzi quella matricola da strapazzo.

J: senta agente…..

AR: Rockstone…..John Rockstone.

J: ah come quello del mondo perduto.

Ci assomiglia anche….

AR: sì, mi paragonano tutti al personaggio di quella vecchia serie Tv.

J: sì, comunque mi sento meglio mi può mettere giù, voglio vedere Cora.

AR: in effetti, sembra che tu stia meglio ma non voglio rischiare.

Comincio a divincolarmi.

AR: senti ragazzo, ti metto giù ma tu non ti sforzare.

Mi mette a terre ed io ovviamente scatto in aventi verso Cora e l’agente che l’ha in braccio.

AR: ehi ragazzo, ti ho detto di non sforzarti.

Nel frattempo io ero già arrivato da parte a Cora e all’agente/galletto antipatico che la trasportava.

J: amico ti consiglio di non allungare le mani sulla mia ragazza se non vuoi che te le stacchi a morsi.

Lo minaccio con uno sguardo assassino con cui lui risponde con un sorriso beffardo.

AL (agente Livarro): beh dovresti dirlo alla tua ragazza, di solito sono loro che cominciano.

A quel punto sto per strappargli Cora dalle braccia e poi prenderlo a pugni, ma lo sceriffo interviene.

SS: calmati tu, sei ancora ferito e Livarro piantale di fare il coglione, quella ragazza è ancora minorenne.

AL: eddai sceriffo nessuna ragazza si è mai lamentata delle mie attenzioni.

Dice con uno sguardo tra il pervertito e il divertito. A quel punto non ci vedo più dalla rabbia, gli prendo Cora ancora svenuta dalle braccia e la passo all’agente Rockstone, il tutto in neanche mezzo secondo, poi prendo Livarro per il collo lo sollevo e lo sbatto contro un albero.

SS: ehi ehi, calma!

Lo sceriffo si avvicina rapidamente a me.

J: ascoltami bene galletto da strapazzo, vedi di non provare neanche a pensare o guardare la mia ragazza in certi modi, o giuro che ti faccio fare la fine dei lupi che ho sbranato prima, capito?

Lui mi guarda terrorizzato e lo sceriffo cerca inutilmente di allentare la mia presa in torno al suo collo.

Sento che più mi arrabbio più le mie ferite guariscono rapidamente, ma quando sento che potrei perdere il controllo, lo lascio e mi allontano.

SS: ragazzo tutto bene? Non dovresti sforzarti in questo modo.

AL: sceriffo…….mi ha quasi strangolato e lei non gli dice niente.

SS: ascoltami bene Livarro, non sai quante volte sarei stato io a volerti prendere per il collo per il tuo atteggiamento, ti voglio ricordare quello che ti ho detto quando ti hanno fatto diplomare alla scuola di polizia del dipartimento: “sei diventato un poliziotto solo perché sei il nipote del sindaco”, sai bene che lui mi ha dato carta bianca per rimetterti in riga, quindi attento a ciò che fai o ti relego a vita ai lavori d’ufficio.

A quel punto il galletto, con una faccia di chi vorrebbe ribattere, ma sa che non ha carte per farlo, si allontana e sale su una delle volanti, giacché oramai eravamo alla strada.

AR: ehi ragazzo tutto bene?

J: sì sì, ne ho passate di peggiori.

SS: sicuro? Sei conciato parecchio male e quello che hai fatto non è proprio il massim….

S’interrompe dopo avermi scostato un lembo della felpa e notando che una delle ferite causate dagli artigli prima enorme, ora è ridotta a una serie di taglietti paralleli di 5 cm poco profondi.

SS: ma che cavolo.

Mi ricopro in fretta la ferita.

J: sono uno che guarisce in fretta.

SS: sì, ma questo è esagerato.

Mi guarda esterrefatto.

J: piuttosto come sta Cora?

AR: è ancora priva di sensi, ha perso molto sangue.

SS: ecco l’ambulanza.

Dopo che i paramedici hanno medicato Cora ed essersi assicurati che le mie ferite non erano particolarmente gravi, con grande stupore collettivo dato che i segni di artigli e denti sulla mia felpa e la quantità di sangue su di essa faceva pensare a chissà quale ferita, ci caricano tutti e due più l’agente Rockstone sull’ambulanza per portarci in ospedale per accertamenti.

 

FINE CAPITOLO

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** la storia gira ***


Capitolo 8
La storia gira

Pov Jacob
Siamo sull’ambulanza da una decina di minuti, e il paramedico ha detto che ci vorranno sì e no 40 minuti per raggiungere l’ospedale.
Noto che le ferite di Cora cominciano a guarire più velocemente del normale, io lo giustifico subito dicendo che il sangue che le ho passato, essendo entrambi A positivo, appena caricati sull’ambulanza deve aver influito sulla guarigione delle ferite. Anche se il paramedico mi guarda perplesso alla fine si arrende e lascia perdere, dopo un paio di minuti Cora si sveglia.
C: ehi dove siamo? Cos’è successo? Dove sono i lupi?
Chiede preoccupata mettendosi a sedere
P(paramedico): siamo in ambulanza signorina, e farebbe meglio stare giù ha perso molto sangue.
Cora mi guarda perplessa
J: dopo l’esplosione sono arrivati subito lo sceriffo più due agenti che passavano lì vicino, ci hanno soccorsi e chiamato l’ambulanza
Cora si ristende cominciando a guardarmi con uno sguardo indecifrabile, non capisco se è arrabbiata o preoccupata, insomma credo che sappia che con il test del DNA non si può vedere la nostra parte di lupo e che il nostro DNA risulti completamente umano. Ma poi mi parla guardandomi dolcemente
C: grazie per averi salvata
J: non c’è di che, visto che se non era per la mia insistenza, oggi non saresti entrata nel bosco.
Dico chinandomi su di lei e dandogli un bacio a stampo
AR: siete stati molto fortunati ad avere con voi quelle bombole di gas che esplodendo vi hanno salvato dai lupi, a proposito a che ti serva la fiamma ossidrica
J: io uso la saldatrice un po’ per tutto, la maggior parte delle volte per creare opere d’arte moderna che poi rivendo, mentre le bombole erano per la cucina a gas.
AR: ok
C: non ricordo di aver visto sculture nel tuo appartamento.
J: essendo molte molto ingombranti, non le ho portate con me, e non ho ancora avuto l’occasione di crearne di nuove.
Con lo sguardo cerco di far capire a Cora che ha dovuto raccontare una balla per giustificare l’esplosione, dato che non potevo dire che ero stato io investendole con una fiammata che il mio stesso corpo aveva rilasciato, così mi sono inventato la storia della fiamma ossidrica e delle sculture.
AR: ah strano hobby per un ragazzo
J: già
I restanti 25 minuti li passiamo in silenzio, con io che tengo la mano a Cora mentre ci guardiamo negli occhi come se cercassimo di comunicare attraverso essi.
L’unico problema è che una volta arrivati in ospedale sia le mie ferite che quelle di Cora erano guarite quasi completamente, cosa che ha lasciato perplessi medici e infermiere, dato che il paramedico che era con noi sull’ambulanza a scattato delle foto col telefono della graduale e rapida guarigione di Cora, e dopo svariati esami, e l’ennesimo rifiuto da parte mia di mandare il mio sangue ad un centro di analisi specializzato, e l’aver fatto promettere al medico, ai due paramedici e alle due infermiere con la scusa della privacy medico-paziente, di non rivelare a nessuno la mia capacità di guarigione accelerata, ci dimetto. Anche se dopo scortati sulla volante dello sceriffo, con a seguito la volante di Rockstone e Livarro, arriviamo in centrale dove dobbiamo rilasciare una dichiarazione su ciò che è accaduto nella foreste, facciamo promettere anche a loro, meno che Livarro che non se ne era accorto, di non dire nulla sulla nostra rapida guarigione, anche se con loro non ci voglio stratagemmi e non veniamo neanche accusati di essere degli egoisti come invece avevano fatto i medici. Una volta che l’agente Rockstone ci ha dato un passaggio a casa, andiamo direttamente nel mio appartamento, dove ignorando che sono le 17:23, ci sdraiamo accoccolati sul mio letto e ci addormentiamo subito dopo.
 
Pov Cora
Mi sto svegliando e sono ancora esausta, non so per quanto abbiamo dormito, ma dato quello che ci è successo oggi, più su piano psicologico che fisico, non mi stupirei se avessimo dormito per 3 giorni di fila, ma guardo l’orologio-svegli digitale sul comò dietro di me e noto che sono le 20:47 dello stesso giorno, mi rigiro e noto che Jacob è ancora addormentato. Mi avvicino a lui e lo bacio dolcemente, notando poi che non risponde al bacio, mi sposto sopra di lui spalmandomi gli completamente addosso, il tutto senza smettere di baciarlo, e a quel punto anche lui si svegli e finalmente ricambia il bacio, trasmettendomi tutto il suo amore verso di me, che noto con piacere essere aumentato.
J: che ne dici di cenare, ora come ora mi mangerei un bisonte intero.
C: affare fatto ma io non ho voglia di cucinare.
J: tranquilla faccio io, ho comprato tre enormi braciole di bisonte il primo giorno che sono arrivato, ci vorrà un po’ ma ne varrà la pena.
C: io adoro le braciole di qualsiasi animali, a meno che non siano di un canide, un felino o un essere umano.
J: vale anche per me, giuro che staccherei la testa a tutti coloro che cucinano o solo mangiano cani e gatti.
C: già…
A quel punto ci alziamo, ci infiliamo un minimo di vestiti, dato che eravamo solo con la biancheria e ci dirigiamo in cucina, e mentre io apparecchio la tavola, Jacob mette a scongelare la carne sul lavandino, poi sentiamo il campanello.
J: salve sceriffo cosa ci fa qui?
SS: sono venuto a vedere come stavate, e a dirvi alcune novità.
Io non ero andata ad aprire, ero rimasta in cucina, ma avevo comunque sentito tutto.
C: salve sceriffo resta a cena, abbiamo giusto una braciola in più.
SS: no grazie Cora ho già mangiato e la mia signora mi ucciderebbe se mangiassi ancora, sono qui solo per comunicarvi alcune cose.
J: ok si sieda pure
Una volta che tutti e tre eravamo seduti al tavolo lo sceriffo cominciò a parlare
SS: voglio dirvi che anche omettendo sulla velocità della vostra guarigione, una delle infermiere, che vi hanno assistito, ha venduto la storia al giornale della città, che naturalmente sono venuti a chiedere una copia del nostro rapporto, che purtroppo dato che questo è un semplice attacco di animale e non un caso con indagine in corso, sono stato costretto a consegnarli con le vostre dichiarazione incluse, e anche se l’articolo uscirà domani pomeriggio, questa cittadina è composta da soli 2317 abitanti e di sicuro il 90% di questi è già venuto a conoscenza di una versione distorta della storia…………..
C:fantastico………….passo 6 mesi cercando di non farmi notare, e poi finisco sui giornali
SS: veramente Cora anche se si sa che i ragazzi vittima degli attacchi siete tu e Jacob il giornale non farà nomi e non pubblicherà vostre foto
J: non è molto confortante
SS: volevo anche dire che ho già parlato con la scuola, dicendo che nonostante siate già stati dimessi dall’ospedale non andrete a scuola per minimo 2 settimane, cosi da riprendervi, naturalmente i professori incaricheranno qualcuno di portarvi gli appunti, e cercheranno di non fissare test per queste due settimane
C: ok grazie delle novità, e di essersi preso la briga di comunicarcele di persona.
SS: non c’è problema, anche se ora che me lo ricordo tu Jacob sei maggiorenne mentre Cora è ancora minorenne, Cora il tuo tutore sa che vi frequentate.
Jacob fa una faccia esilarante, credo che ci abbia appena pensato, tecnicamente essendo io minorenne, quando abbiamo fatto l’amore lui mi avrebbe secondo le norme giuridiche stuprata, e potrebbe essere denunciato per pedofilia e abuso su minore, se sbiancasse ancora un po’ diventerebbe trasparente.
C: non si preoccupi sceriffo, tengo mio fratello maggiore non che mio tutore costantemente informato, sa che esco con Jacob e sa che è maggiorenne, e dato che lui si fida cecamente di me mi ha dato carta bianca.
SS: bene allora chiarito anche questo è il caso che io vado.............arrivederci ragazzi
Dice uscendo dall’appartamento.
 
 
Arriva il giorno dopo e sia io che Jacob dopo la notte “insonne” passata ci svegliamo che è già mezzogiorno. Mangiamo degli hamburger che erano nel mio appartamento e poi ci accoccoliamo sul divano, lui sporto in avanti che gioca a un videogioco sportivo, io che appoggiata a lui messaggio con mio fratello per aggiornarlo sull’incidente, lui mi aveva raccontato che se ne era andato da Beacon Hills e della sua nuova capacità come nostra madre di trasformarsi per intero in un lupo.
 
Chissà se anch’io possiedo quest’abilità e posso usufruirne
 
Bah….tutto a suo tempo.
Una volta finito di  massaggiare con Derek, mi metto a leggere un libro che ho trovato nell’appartamento di Jacob, un libro della Signora in Giallo e da quel che vedo deve essere un fan perché ne ha uno scaffale pieno, a tratti mi è stato difficile leggerlo poiché era l’edizione italiana, ma con l’aiuto di Jacob che aveva già da un po’ smesso di giocare con i videogiochi, riuscì tranquillamente a tradurre le parti poco chiare, lui nel mentre sonnecchiava con la testa appoggiata sul mio grembo, facendosi (parole sue) cullare dalla mia voce, poiché su sua richiesta leggevo in italiano ad alta voce. Senza che neanche ce ne rendessimo conto, arrivarono le 17 del pomeriggio ora, a cui di solito usciva per l’appunto l’edizione pomeridiana del giornale, il RockTimes.
 
Che fantasia che hanno in questa città per i nomi, non c’è qualcosa di pubblico, neanche pub o ristoranti, che non contengono la parola Rock, ok che sia ora che in passato la città basa la sua economia sulle miniere di quarzo e carbone nella zona, però adesso si esagera.
 
A un certo punto entrambi sobbalziamo al suono del campanello, a qui vado io ad aprire dato che Jacob era ruzzolato sul pavimento e aveva cominciato a imprecare.
Una volta sulla porta trovai l’ultima persona che avrei immaginato potesse portarmi i compiti.
Carla Chase una volta che i suoi occhi s’incrociarono con i miei perse quel sorriso che immagino avesse avuto mentre veniva qui, pensando di essere sola con Jacob.
Ca: Hale che ci fai qui?
J: veramente dovrei essere io a fare questa domanda a te dato che ti sei presentata alla porta di casa mia
Ca: ciao Jacob
Dice con voce piena di entusiasmo.
Ca: ero venuto a portarvi i compiti, ho suonato prima a te Hale ma dato che non rispondeva nessuno, ho fatto passare i compiti sotto la porta con un foglio con tutte le specifiche date dai prof.
C: beh….grazie
Ca: e di cosa? Mi sono offerta volontaria io per portarveli
A quel punto si io che Jacob ci guardiamo con incredulità
C: tu ti saresti offerte volontaria?
Ca: certamente, dopo quello che Jacob mi ha detto la prima volta che ci siamo parlati, ho deciso di dimostrarti che non sono la persona che pensa.
Dice in modo dolce e innocente fissando Jacob con aria da “innamorata persa”, peccato che noi ascoltando il suo battito cardiaco abbiamo capito che stava mentendo
J: sai che alle persone aumenta il battito cardiaco quando mentono, e il tuo cuora va così veloce che……ouh
Gli tiro una gomitata nel costato, come cavolo gli salta in mente di dire una cosa del genere, come pensa di giustificare che sentiva il suo battito.
Ca: il mio…..battito cardiaco?
Chiede Carla sorpresa e confusa
C: si insomma era per dire che si vede che menti e sei venuta qui solo per provare a portarti a letto Jacob.
Mi guarda con la bocca spalancata e lo sguardo assassino, mentre io continuo a fissarla con le sopracciglia alzate e un’espressione che dice “ e ora che rispondi?”
Ca: eccoti i compiti Jacob, per le specifiche guarda il foglio che ho lasciato alla Hale
Dice con tono impassibile e sguardo fermo
Ca: comunque ancora non capisco che ci faccia nel tuo appartamento, soprattutto con addosso solo degli shorts di cotone e una canottiere militare smanicata.
J: beh devi sapere che dopo una “dormita” intensa con il proprio ragazzo, non si può pretendere di essere vestita come una top model.
A quel punto credevo che Carla sarebbe esplosa, la sua bocca formava un O perfetta, e la sua era una perfetta espressione di indignazione, anche se non avevamo fatto sesso quel giorno Carla non lo sapeva, e Jacob ne ha approfittato.
Ca: se siete abbastanza in forma per scopare, perché non venite a scuola?
C: ordini del dottore
Ca: arrivederci
Dice con il suo tono da offesa, girando sui tacchi 12, e cominciando a sculettare in quella che è super mini gonna aderente
J: non è che hai anche tu una gonna come quella?


Gli tiro un’altra gomitata, per poi ridere e rientrare nell’appartamento.
J: era un no?
C: forse
 
 
Fine capitolo

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Capitolo 9
*** Ritorno a Scuola ***


Capitolo 9:
Rientro a scuola

Pov Cora
Era passata una settimana e noi dopo aver parlato con lo sceriffo avevamo deciso, anche se era venerdì, di riprendere scuola.
Però ovviamente appena varcammo il cancello della scuola, avevamo gli occhi di tutti puntati contro, ma prima che potessimo ascoltare i commenti.
Cl: ehi Blaze, Hale, vedo che vi siete ripresi.
C: già, felice di rivederci?
Cl: tu ovviamente no, mentre tu Jacob, sei un piacere per gli occhi di qualsiasi ragazza.
C: Tzs
J: Beh......Grazie.
Cl: senti perché non molli questa sfigata della Hale e non ti diverti con qualcuno un po’ più………affascinante.
Dice con un tono malizioso e provocante, ma prima che potessi intervenire Jacob parlò o meglio urlò.
J: primo tu sei solo una finta bionda e non m’interessa neanche guardarti, secondo non sto con Cora solo perché è bella ma anche perché adoro la sua compagnia, quindi vedi di girare alla larga.
Io lo guardo esterrefatta.
Da quando Jacob è così aggressivo? Per il poco che siamo stati a scuola, l’ho sempre visto rispondere un po’ a modo, ma mai con una simile aggressività.
Cl: finta bionda?
Chiede quasi urlando la ragazza
J: certo, l’odore di tinta per capelli che emani si sente lontano un milio e poi le tue sopracciglia sono nere come il carbone.
Clarisse osservavano Jacob confuso, ed io ero a mia volta confusa.
Perché Clarisse lo guarda così? ……….no ma perché non sta mai zitto?
Cl: e tu come fai a sentire l’odore della mia tintura per capelli? Nonostante siamo all’aperto ed io ho addosso un profumo abbastanza forte?
Chiede confusa ma con uno strano sorrisetto sulle labbra.
J: beh…….ecco…….io
PR: ragazzi, che cosa sta succedendo qui?
Grazie al cielo
Cl: niente prof me ne stavo andando.
Se ne va.
PR: OK, e voi ragazzi state bene adesso?
C: si prof, grazie
Il prof ci sorride e si allontana, e a quel punto sia io che Jacob ci prendiamo la libertà di origliare i pettegolezzi su di noi.
***
Studente1(T1): ho sentito che erano a scopare nella foresta e che sono stati attaccati da dei lupi, ma facendo esplodere delle bombole di gas hanno fatto fuori il branco intero.
T2: ma che, sono solo stupidate, mia zia era una delle infermiere  che li ha medicati in ospedale e non solo non avevano ferite gravi, se non qualche taglietto, ma a quanto pare l’animale che gli ha attaccati era solo uno e per di più era un cane.
Altro gruppo di ragazzi
Ts1 (studentessa): no, non è come dice il giornale, mio padre è uno dei ginecologi dell’ospedale, ha detto che quella sera c’è stato un aborto e poi quando gli ho mostrato una foto di Cora, ha detto che assomiglia molto alla ragazza che ha visto.
Ts2: no, non era lei, quella notte mio nonno era stato ricoverato per la sua ulcera e mi ha detto che a un certo punto ha visto due ragazzi, di cui una ragazza su una barella, che venivano scortiti in ospedale, ed entrambi avevano i vistiti a brandelli e pieni di sangue, ma non mostravano feriti gravi, quando li è passato accanto ha sentito chiaramente che chiamavano la ragazza “signorina Hale”.
Ts3: beh e allora io ho sentito che……….
***
Ok ora basta, Jacob continua a origliare ma io non c’è la faccio più. Dopo all’incirca 10 minuti, sbuffo e vedo Jacob finalmente girarsi e guardarmi.
J: allora vuoi le cattive notizie o le cattivissime?
C: cattivissime.
J: allora la storia più quotata è che non c’è stato nessun attacco, ma era una copertura per coprire un tuo presunto aborto.
Io lo guardo perplessa.
Ok, ho sentito da dove arrivava quella storia, ma sul serio qualcuno ci ha creduto?
J: la peggiore è che qualcuno ha messo in giro la voce, che in verità noi siamo dei lupi mannari e abbiamo attaccato degli escursionisti, che dopo aver sbranato i loro corpi si sono azzannati tra di loro, e l’unico motivo per qui non siamo stati arrestati, era per evitare il panico dell’avere due lupi mannari in città. Naturalmente quest’ultima è presa sul ridare da tutti, ma vorrei sapere chi se l’è inventata.
Io mi giro seguendo la scia di odore che aveva lasciato Clarisse, guardo nella sua direzione e vedo che ci sta fissando mentre parla con sua sorella Carla, che ci fissa a sua volta.
C: eccoti la risposta.
Anche Jacob seguendo il mio sguardo comincia a fissarle.
J: sentiamo che dicono.
***
Ca: tintura per capelli?
Cl: già, avevi ragione in loro c’è qualcosa di strano, cioè, è impossibile che possa sentire l’odore della mia tinta e di sicuro non si può capire osservando di che colore ho le ciglia, ok sono nere, ma conosco delle ragazze bionde naturali con le ciglia nere. Qui c’è sotto qualcosa.
***
Tiro una gomitata a Jacob
C: dovresti tenere la bocca chiusa o almeno limitarti a dire lo stretto indispensabile.
J: scusa, non ho saputo trattenermi.
Ridacchia con un sorriso ebete.
C: torniamo ad ascoltare.
***
Cl: lupi mannari? Fai sul serio Carla?
Ca: lo so che sembra ridicolo, ma insomma, dopo la conversazione che ho sentito una settimana fa’, il fatto che la Hale è stata male con il mio profumo allo strozzalupo, e le loro facce quando ho detto che per l’appunto c’era strozzalupo nel profumo mi hanno fatto seriamente pensare a questa possibilità.
Cl: detta così sembrano davvero più di una coincidenza, ma se vuoi fare qualcosa che coinvolga la parola "mannaro" o "sovrannaturale" scordati il mio aiuto.
Ca: immaginavo, comunque un'altra prova, ci stanno guardando, e dalle loro facce sembra che ci ascoltino.
***
Entrambe si girano a guardarci.
Sia io che Jacob continuiamo a fissarle a testa alta, come per sfidarle. Sento Jacob che mi stringe la mano, a quel punto lo guardo notandogli uno strano luccichio negli occhi, capisco che sta perdendo il controllo.
C: Jacob? Ma che hai? Calmati!
Non mi calcola neanche, continua a fissare quelle due e il suo sguardo è sempre più inferocito, finche poi il disastro, i suoi occhi…
***
Ca: dimmi che l’hai visto anche tu.
Cl: si sorellina, i suoi occhi hanno brillato, sembrava quasi che avesse….
Ca: il fuoco, aveva il fuoco negli occhi.
Dice Carla con indifferenza e freddezza che incutono timore anche alla sorella che si gira guardandola sorpresa, non capendo perché non è sconvolta anche lei.
***
Tiro subito la sua testa verso di me e appena i nostri sguardi s’incrociano, i suoi occhi smetto di brillare.
C: ma che cavolo hai?
Lui come ha riprendersi da una trans, scuote la testa e mi guarda confuso.
J: io….io…. non ne ho idea, non riuscivo a pensare, non riuscivo a pensare ad altro se non…. se non a….
C: se non a cosa, Jacob?
J: al momento in cui i miei scoprirono della mia trasformazione.
Lo guardo sconvolta, e vedo nei sui occhi la tristezza, la rabbia, la malinconia, e tutto questo alimenta le fiamme nei suoi occhi……
Aspetta fiamme?!?!?
C: Jacob piantala con quegli occhi!
Lui chiude gli occhi per qualche secondo, e quando li riapre, brillano ancora.
J: Cora non ci riesco, non riesco a smettere…… ahe…….. Cora mi sto trasformando.
Dice girandosi e appoggiando la fronte agli armadietti.
C: cosa? Ma non c’è strozzalupo nell’aria, non può essere che solo il ricordo…
J: in fatti non lo è…..perché lo strozzalupo c’è, ma non è nell’aria.
C: cosa? Io non sento nient…… perché lo sento solo ora? Ed è anche piuttosto forte e proviene……… Dal tuo viso?
J: perché è camuffato, in un profumo, di nuovo, se ricordi finché non ti sei concentrata su quel profumo non sentivi lo strozzalupo nel bagno delle ragazze la settimana scorsa.
C: vuoi dire che….
Mi volto e guardo verso le sorelle Chase, e proprio in quel momento Jacob si accascia sulla mia spalla respirando a fatica, e vedo Carla lanciare un sorriso di soddisfazione.
C: ma perché io non ne risento.
J: perché me l’hanno spruzzato direttamente addosso, e in una concentrazione tale che solo a contatto con la pelle fa effetto.
C: ma quando?
J: prima mentre ascoltavo il discorso di…..
Vedo che non riesce a respirare.
C: calmo Jacob, forza ti accompagno in bagno a lavarti.
Ci avviamo verso i bagni.
J: quando una delle minions di Carla c’è passata a lato………. mi ha spruzzato “accidentalmente” il suo profu….u…m… profumo……in faccia, per questo gli occhi si sono accesi.
In quel momento lo lascio entrare nel bagno dei ragazzi e io mi appoggio al muro a lato della porta.
Ca: Hey Hale, cos’ha il tuo ragazzo? Sta male? Sapevo che l’aconito facesse male solo ai canidi.
C: chiudi il becco Chase.
Ca: non mi fai paura Hale.
Si spruzza del profumo, profumo all’aconito, decisamente più concentrato dell’ultima volta, sento subito il suo effetto, mi sento indebolita, poco, ma comunque più indifesa del dovuto, il mio battito cardiaco aumenta e sento di star perdendo il controllo.
Ca: faresti bene a controllarti Hale, non vorrai aggredirmi davanti all’intera scuola.
La guardo male, tenendo la testa bassa, mentre con una mano mi appoggio al muro.
C: tu non ha idea di cosa stai facendo.
Ca: e cosa vorresti farmi, hai visto cosa ti fa lo strozzalupo, e se solo il profumo vi fa questo effetto, m’immagino la bomboletta che ho nella borsa che contiene aconito liquido puro al 100%.
A quel punto si avvicina il prof Riddick.
PR: che succede qui?
C: stroz…strozzalupo.
Il prof guarda severo Carla
PR: signorina Chase si allontani.
Ca: come? Lei sa?
PR: si allontani.
A quel punto Carla lo guarda male, gira i tacchi e si allontana.
PR: non sapeva niente eh? Dov’è Jacob?
C: in bagno sta peggio di me.
PR: cavolo, tu ce la fai?
C: sì, sto già meglio.
È vero difatti mi sono rimessa dritta sulla schiena.
PR: bene vado a controllare Jacob.
In quel momento la porta si apre ed esce Jacob, abbastanza esausto.
J: tutto bene prof, ma dovremmo parlare con Carla, se continuiamo così, finirà male.
PR: concordo, ho letto il libro, lo strozzalupo normale v’indebolisce, ma se non iniettato nel vostro corpo in dose massiccia non è letale.
Driin Driin Driin
Ci dirigiamo in classe, le prime due ore sono di chimica industriale, con il professor Manzo, io non lo sapevo ma la parola “manzo” in italiano significa carne di mucca (fate conto che loro parlano sempre in inglese), è un prof nella norma, le sue verifiche non sono troppo difficili e non da quasi mai compiti, il problema è che quado spiega o parla è una cantilena soporifera, aggiungiamo che lui per i primi 20/30 minuti di lezione parla dei fatti suoi riguardanti altre classi, tipo la gita della 5°, come la sta organizzando, cosa faranno e cavolate varie, insomma una noia mortale, e poiché in questa settimana di “convalescenza” ho avuto modo di conoscere meglio Jacob, so che come minimo si addormenterà dopo 30 minuti di lezione.
1 e 50 ora dopo
Per l’appunto, neanche 20 minuti dopo l’inizio della lezione Jacob è crollato come un sasso, il bello è che ieri sera ci siamo anche andati piano per riiniziare la scuola al meglio.
PM: allora ragazzi, visto che manca poco alla fine della scuola, e che abbiamo finito in anticipo il programma, pensavo che per gli alunni, che non hanno la sufficienza, se lo desiderano, organizzerò delle verifiche scritte o se preferite delle interrogazione, sugli argomenti del primo quadrimestre.
A quel punto abbassa lo sguardo e mentre legge qualcosa sul suo tablet aggiunge.
PM: Ah, per lei Blaze, saranno obbligatorie, 3 verifiche aggiuntive, sugli ultimi 3 argomenti svolti prima del suo arrivo, glieli comunicherò alla prossima settimana, ha capito?
Non sentendo risposte alza lo sguardo, si deve sporger per vedere oltre Mike McHogan, che è l’unico ragazzo che in altezza e tono muscolare supera Jacob.
PM: Blaze!
J: sì prof?
Scatta dritto come se niente fosse, scatenando un ridolino collettivo, anch’io me la rido sotto i baffi.
PM: mi può ripetere ciò che le ho appena detto?
J: No, non posso mi spiace.
Il bello l’ha detto in un modo così sincero, che il prof non potrebbe dire neanche tra un milione di anni che lo stesse prendendo in giro.
Deve essere abituato.
PD: forse nella sua precedente scuola glielo permettevano, ma qui non può dormire in classe.
J: è la stessa cosa che mi hanno detto il primo anno nella mia vecchia scuola, ma dopo 5 note ed essere arrivato a fine quadrimestre con tutti 8 e 9 in pagella, con un solo 6 faticato in matematica, si sono arresi a lasciarmi dormire.
PD: allora non ti disturberà sapere che questa tue verifiche saranno una collettiva, la settimana prossima, vero?
Jacob lo guarda come per dire “ ma davvero pensi che mi spaventi con una minaccia del genere?”
J: non se vuole, me la può fare subito, o interrogarmi, non ho problemi.
PD: mi ascolti…
Driin Driin Driin
J: un'altra volta.
Prende e se ne va dalla classe, a testa alta, mentre il prof ribolle dalla rabbia.
Da quando sono qui, non ho mai visto il prof Manzo arrabbiato, neanche dopo che ha beccato Simus e UnderWood che lo facevano nel bagno della scuola, dopo essere uscita dalla classe durante una sua lezione con la scusa del bagno.
Una volta che siamo tutti usciti in corridoio gli altoparlanti si accendono.
Atlp (altoparlante della scuola): comunicazione a tutti gli studenti…
Era la voce della preside Mongomeri.
Atlp: è richiesta la presenza immediata di tutti gli alunni nell’auditorio della scuola…….ripeto….è richiesta………….
Jacob ed io non ci facciamo troppe domande e ci dirigiamo con calma verso l’auditorio.
Siamo tra i primi ad arrivare e ci sediamo in seconda fila circa nella parte destra della stanza, l’auditorio è più che sufficiente per ospitare tutti gli alunni della scuola. Arrivano altri ragazzi ma ovviamente lasciano un posto vuoto tra me e loro, mentre un paio di ragazze litigano per stare vicino a Jacob, anche se poi sono anticipate da un ragazzo del club di botanica della scuola a cui Jacob sussurra un “grazie” e lui li fa un cenno con la testa come per dire “non c’è di che”.
Noto che sul palco è stato posto un microfono, e intorno a esso sul fondo del palco ci sono svariate sedie a qui i professori stanno man mano prendendo posto e con loro c’è anche lo sceriffo.
PrM (preside Mongomeri): allora ragazzi, vi ho fatti venire qua poiché oggi lo sceriffo Smith è qui per parlarvi dell’attacco avvenuto nei boschi una settimana fa’.
Si alza un mormorio, e sentiamo tutti gli occhi puntati su di noi.
PrM: ma prima vorrei ricordarvi che 4 mesi fa, c’è stata la scomparsa della vicepreside Brindelli e con mio grande dispiacere vorrei comunicarvi che il suo cadavere è stato ritrovato stamani e sembra essere stato un attacco di animale, quindi anche se senza il migliori dei discorsi introduttivi vorrei presentarvi il nuovo vice preside il Professor Jonathan………
Un uomo di mezza età comincia a salire sul palco…
C: no, non è possibile, non può essere lui.
J: come? Tu lo conosci?
C. si.
PrM:………… Deucalion
 
Fine capitolo

 

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Capitolo 10
*** Vicepreside e Amicizie ***


Capitolo 10:
Vicepreside

Pov generale
J: chi è?
C: sai il capobranco di quel gruppo di alfa di qui ti ho parlato?
J: non dirmi che…
C: esattamente
In quel momento il “prof” Deucalion guarda proprio nella direzione di Cora e le fa un sorriso, una via di mezzo tra il triste e il dolce, prima di porsi difronte al microfono.
PD (Prof Deucalion): allora ragazzi è un vero piacere conoscere tutti voi, mi dispiace che il mio arrivo qui sia avvenuto in circostanze così tristi, sarei dovuto arrivare all’inizio dell’anno prossimo quando la professoressa Brindelli sarebbe stata trasferita. Come la vostra bellissima preside vi ha già comunicato, io sono il professor Jonathan Deucalion, spero che andremo d’accordo. Ora lascio la parola di nuovo a lei preside.
La preside un po’ arrossata gli fa un cenno di ringraziamento e si avvicina al microfono.
PrM: Grazie Vicepreside, bene ragazzi dopo questa notizia lascio la parola allo sceriffo Smith.
C:Che diavolo ci fa Deucalion qui? Avevo saputo da Derek che voleva redimersi, ma il vicepreside in una scuola? Nella mia scuola per giunta. Anche se il suo odore è un po’ diverso dall’ultima volta, mette meno paura e incute più rispetto che terrore, non può essere un caso.
Lo sceriffo si appresta a parlare
SS: allora ragazzi come ben saprete, una settimana fa’, due ragazzi della vostra scuola sono stati attaccati da dei lupi nel bosco, so già di tutte le storie e versioni che girano su questo evento, quindi ci tengo ad aggiungere che ciò che è stato riportato sul giornale è più che veritiero e chi ancora non ci crede, lo invito a richiedere il rapporto sull’incidente alla centrale. Andando avanti, dell’incidente si dice che tutti i lupi siano stati uccisi……. Beh non è così.
J: in effetti, era vero dopo l’esplosione mentre i poliziotti ci soccorrevano, mi sono sentito osservato e ho percepito altri lupi che ci osservavano, ovviamente allo sceriffo ho solo detto di averli visti.
SS: quindi per l’incolumità di tutti i cittadini, è stato stabilito un coprifuoco.
E già qui si alzano mormorii di disappunto
SS: calma ragazzi, è per il vostro bene, e poi qui non è che ci sia molto da fare dopo le 21.30 di sera ora a qui è stato stabilito il coprifuoco.
Tutti si zittirono
SS: oltre a questo è stato messo il divieto assoluto di avvicinarsi al bosco, anche nelle zone più lontane dalla zona dell’incidente. Tra una settimana circa dovrebbe arrivare il permesso di caccia speciale per i lupi nel raggio di 10 km dai confini della città, anche se si cercherà principalmente di catturarli e trasferirli e non di abbatterli, finche la questione non sarà dichiarata risolta degli agenti armati, che ci sono stati mandati in supporto, controlleranno i confini del bosco e delle scuole. Se  qualcuno sa o vede qualcosa lo riferisca immediatamente alla polizia o ad un insegnante, oppure chiami il numero verde che è stato creato appositamente per questa circostanza. Grazie per la vostra attenzione.
Pov Cora
Terminato l’incontro, Jacob ed io cominciamo a dirigerci verso la classe d’inglese di qui faremo solo mezz’ora, ma qualcuno mi blocca.
PD: Cora…
C: che ci fai qui?
Chiedo arrabbiata e sulla difensiva.
PD: senti Cora, non c’è bisogno che ti arrabbi non sono qui per dare ancora fastidio.
C: fastidio è dire poco Deucalion.
PD: senti Cora è un caso se sono finito a insegnare nella tua nuova scuola, ma davvero non sono qui per causare problemi, ma solo per insegnare.
C: e da quando sei un insegnante?
PD: devi sapere che prima che impazzissi, e formassi il mio branco di alfa, nella mia città io ero uno degli insegnanti più rinomati, insegnavo nel liceo linguistico della mia città, ed ero anche il consulente scolastico, è così che sceglievo le nuove reclute per il mio branco, due ragazzi maschio e femmina, ogni 3 anni. Ora che sono tornato lucido e non ho più nessun branco ho deciso di tornare ad insegnare, ho scelto questa scuola proprio perché volevo isolarmi un po’ dalla civiltà. Ti prego Cora non ti sto mentendo e anche se è dura, perdonami.
C: vedremo Deucalion.
J: comunque io sono Jacob, il ragazzo di Cora e non so se dire che è un piacere conoscerla.
PD: se ami davvero Cora, non lo è, però è un mio piacere, non capita tutti i giorni di incontrare una creatura che è sia cerbero sia lupo.
J: come sa cosa sono?
PD: esperienza ragazzo.
J: ha incontrato altri come me? Altri lupi infernali?
PD: no, non ho mai incontrato altri “lupi infernali”, ma ho incontrato molti ibridi, i cerberi non sono gli unici esseri soprannaturali dormienti, sono gli unici che lo sono sempre con le banshee, ma ogni essere può essere dormiente, può essere per un incantesimo, una pozione, a volte per la maggior parte dei casi quando uno dei genitori, di solito la madre, è umano e quando questi “dormienti” subiscono la trasformazione, a meno che non siano banshee, che sia in coyote, lupo o altro diventano degli ibridi, naturalmente non sempre funzione, il 90% delle volte il futuro ibrido muore durante la trasformazione, ed è quello che è successo a te.
J: come?
PD: la trasformazione in cerbero si ha quando si muore, il morso presumo che ti abbia ucciso, ma non perché l’hai rigettato ma perché è stato letale.
J: effettivamente, mi ha strappato la gola con un morso, pensava fossi un cacciatore, visto che stava scappando da loro quando mi ha incrociato.
C: quindi saresti resuscitato?
PD: esattamente.
J: forteeeeeeeeeee.
PD: forza ragazzi ora però andate in classe
Tutti e tre ci dirigiamo in aula che scopriamo essere la stessa.
L’essere che ha cercato di uccidere me, mio fratello e i miei amici ora è il mio insegnante, fantastico.
 
Mezz’ora dopo:
 
Pov Jacob
Non abbiamo fatto lezione, il professor Deucalion, che ha detto che preferisce essere chiamato prof Jonathan, ci ha parlato un po’ di se, non insegnava da 6 anni per motivi personali, non aveva attualmente una vita privata e che visto che manca poco più di un mese alla fine della scuola e noi non abbiamo un insegnante fisso da 4 mesi, dovremo andare a tavolette e fare molti esami, che a detta sua saranno molto facili per evitare di stressarci ulteriormente.
Appena suona la campanella, Cora scatta subito fuori dalla classe, e vedo il prof Deucalion fare una faccia dispiaciuta.
So cosa ha fatto, più o meno Cora me l’ha accennato, ma secondo me vuole davvero redimersi.
Appena esco, mi dirigo verso Cora che è appoggiata al suo armadietto che messaggia al cellulare, presumo con suo fratello Derek, sono quasi davanti a lei quando qualcuno mi mette una mano sulla spalla, mi giro e mi trovo davanti 2 ragazzi e 3 ragazze, uno è il ragazzo che era seduto in parte a me nell’auditorio e le due ragazze brune erano le due che litigavano per sedersi vicino a me.
L: piacere mi chiamo Lucas Milton sono della 5°CT-c e sono il presidente del club di botanica della scuola, tu sei Jacob Blaze della 3°CT-c chimica, giusto?
È un ragazzo semplice, non troppo palestrato, ma neanche smilzo, ha i capelli mori e gli occhi verdi, è poco più basso di me, indossa una pola rossa, dei pantaloni di Jeans, delle scarpe da ginnastica rosse e ha una borsa a tracolla di pelle.
J: sì, sono io, piacere di conoscerti.
L: anche per me è un piacere, ti presento i miei amici e altri membri del club di botanica, Thomas Grizzerli che credo tu già conosca.
È un ragazzo smilzo, bassino, con i capelli ricci color pece, veste con una camicia a maniche lunghe azzurra e sopra un gilè scozzese, dei Jeans neri, e i mocassini?
Chi a 16 anni indossa i mocassini?
J: si è in classe con me.
L: bene, mentre lei è Emily Highmore, la mia ragazze anche lei del 5°anno e in classe con me.
Indica la ragazza dai capelli rossi accanto a se. È molto carina, sul metro e settanta, seno abbastanza pronunciato e fondoschiena nella norma, indossa una camicetta rosa a maniche corte, una minigonna di jeans, e sotto delle calze arancioni semi trasparenti che gli mettono in risalto le gambe, indossa anche degli stivali neri scamosciati che arrivano a metà polpaccio, con un tacco abbastanza alto. Il suo viso seppur roseo sembra fatto di porcellana, ha un trucco leggero, e attraverso le lenti degli occhiali da vista con montatura rosso fuoco s’intravedo dei bellissimi occhi marroni come quelli di Cora, ma molto meno espressivi.
J: piacere.
Gli stringo la mano
E: piacere mio.
Mi sorride dolcemente.
L: lei invece è Melissa Reaser della 2°CT-c.
Carina, bruna, media altezza, trucco abbondante ma non esagerato, vestita come una giocatrice di tennis, difatti ha una sacca con racchetta sulla spalla.
J: ciao, immagino che giochi a tennis
MR: già, è la mia passione
Mi sorride dolcemente arrossendo vistosamente.
Cavolo deve avere una cotta per me, spero che non mi faccia il filo con Cora nei paraggi.
L: mentre lei è Ann Curtis, della 4°CT-c.
Carina anche lei, sul metro e settantacinque, bruna un po’ più scura di Melissa, maglietta gialla a maniche lunghe con l’orlo che arriva sopra l’ombelico, dove c’è un piercing, pantaloni super aderenti di jeans e un paio di stivali plastica o simile, neri a specchio, che arrivano poco più su della metà del polpaccio con un tacco alto.
J: piacere.
AC: piacere di conoscerti, sei proprio un bel bocconcino sai?
C: sì, ma appartiene già a qualcuno.
Cora era arrivata alle mie spalle senza che nessuno se ne accorgesse, e ora sta guardando Ann con uno sguardo assassino.
AC: tranquilla carina, era solo un’osservazione, io il ragazzo già ce l’ho.
Le due si avvicinano pericolosamente a testa alta continuando a fissarsi negli occhi con l’intendo di uccidersi a vicenda, così mi posiziono tra di loro e con una voce calma dico
J: calme ragazze, si stava solo scherzando.
Appena le due si allontanano vedo che gli altri ragazzi guardavo Cora in modo strano.
L: tu sei Cora Hale giusto?
C: si sono io, problemi?
È piuttosto sgarbata.
L: no, no, niente comunque noi stavamo andando, ciao Jacob.
Fanno per andarsene ma li fermo.
J: aspetta Lucas.
L: sì?
J: non è che puoi spiegarmi come funzione il vostro club, io m’interesso di botanica e mi piacerebbe iscrivermi.
Lui mi guarda incerto, poi sposta lo sguardo su Cora e poi sui suoi compagni dietro di lui che gli annuiscono, anche se sembrano un po’ intimoriti, tranne Ann.
L: certo, visto che ora abbiamo tutti un ora libera, che ne dice se ti facessimo fare un giro per la serra che sta sul tetto, è quella la sede del club.
J: certo volentieri, può venire anche Cora?
C: non c’è bisogno, ti aspetta nell’aula di religione.
L: no, non fa niente puoi venire anche tu.
Ci dirigiamo al piano di sopra e appena aperta la porta che dovrebbe dare sul tetto, ci ritroviamo invece in un enorme struttura di vetro divisa in 4 stanze, subito alla nostra sinistra c’è una porta in vetro con sui scritto sopra “piante locali”, all’interno noto molti fiori e arbusti di bacche tipiche di questa zona, subito adiacente ad essa una stanza con su scritto “piante acquatiche”, l’interno della stanza è colmo di acquari dove sono riposte ordinatamente molte alghe e alcuni pesci, noto anche che subito all’interno di quella stanza sulla destra, ci sono appesi al muro dei grembiuli, dei guanti e degli stivali, tutti di gomma verde scuro.
Alla nostra destra invece c’è una porta con la targhetta “piante tropicali”, all’interno vedo che ci sono moltissimi fiori colorati, ma anche piante carnivore, tutte dall’aria esotica e particolari.
L’ultima stanza infondo a destra è segnata con una targhetta con scritto “piante desertiche”, all’interno noto molte fioriere piene di sabbia, dove sono coltivati moltissimi tipi di cactus e piante grasse.
Noto anche che sia all’interno sia all’esterno delle stanze sono posizionati, degli schermi tochscreen indicanti: temperatura interna e esterna della stanza, e poi vedo una serie di opzioni che servono per far si che la stanza gestista autonomamente irrigazione, luce e umidità.
J: cavolo questo posto è bellissimo.
C: vero, non pensavo che nella scuola ci fosse un posto del genere qui a scuola.
In quel momento io stavo guardano dentro la stanza deserto, mentre Cora in quella delle alghe.
L: grazie, tutto questo è stato progettato dai membri del club di quando io ero solo un primino, e l’hanno anche finanziata loro la ristrutturazione con una raccolta fondi, se no qui sarebbe tutto ancora in plastiche e ci si curerebbe solo delle piante locali.
J: forte, ma cosa fa di preciso il club?
L: di per se coltiviamo le piante più rare che riusciamo ad ottenere, alcune le forniamo alla professoressa Watson per le sue lezioni di biologia, altre le diamo al club di giardinaggio, che si occupa di trapiantare e curare le piante di tutta la città. Tutti gli anni partecipiamo a più concorsi di botanica, che consistono in studi e ricerche su determinati tipi di piante e i loro possibili impieghi o alla creazioni di nuovi prodotti per le piante, e in collaborazione con il club di giardinaggio, a concorsi per le piante più belle e il club meglio tenuto. Anche se non sembra il club nostro e quello di giardinaggio sono un unico club, loro non usufruiscono di questo posto, che è più un laboratorio che una serra, difatti loro usufruiscono della serra sul retro della scuola, noi semplicemente gli forniamo nuovi tipi di fertilizzanti e antiparassitari che creiamo e testiamo qui in laboratorio.
J: cavolo è fantastico, posso iscrivermi ora o devo aspettare l’anno prossimo?
L: no, puoi iscriverti anche ora, però ti avverto che devi tenere una media sopra all’8 nelle lezioni di biologia, e devi avere il consenso di idoneità della professoressa Watson che è il prof coordinatore del nostro club.
J: ok nessun problema. Appena finite le lezioni, vado a parlare con la prof.
L: bene, allora poiché non si può seguire più di una sezione in contemporanea dovrai scegliere un settore della serra e in quello rimarrai per sempre, a meno che tu non voglia cambiare, ma serve un buon motivo per farlo.
J: non c’è problema, so già cosa scegliere, le piante grasse sono le mie preferite fin da piccolo.
L: bene allora lavorerai con Emily
Lei mi fa un sorriso dolce, mentre Lucas non sembra molto felice della mia scelte, come non lo è neanche Cora.
J: voi altri che settori avete?
L: io sono in quello “piante locali”.
TG: io in quello alghe.
MR: io con Ann sono nelle piante tropicali e mi occupo delle piante più belle.
Dice con un sorriso di beffe rivolto ad Ann.
AC: io come ben hai capito sono anch’io nelle piante tropicali, e mi occupo delle piante grasse e magiainsetti.
J: ok
L: bene manca mezz’ora alla campanella, Emily andiamo in biblioteca?
E: si certo.
J: Cora andiamo anche noi?
C: va bene
Dopo essere tornati al terzo piano, ci separiamo dagli altri e insieme a Lucas ed Emily ci dirigiamo in biblioteca.
L: allora Jacob da dove vieni di preciso?
J: io vengo dall’Italia, più precisamente da una cittadina del Nord Italia, il cui nome preferisco non rivelare.
E: e perché?
J: non voglio che si sappia il mio passato.
Loro mi guardano un po’ perplessi, per poi annuire.
Poi Emily con una voce un po’ intimorita chieda a Cora
E: mentre tu Cora da dove vieni?
Cora la guarda sorpresa
C: vengo da Beacom Hills California.
L: aspetta, tu fai parte di quella famiglia che è stata decimata da un incendio doloso?
Cora abbassa la testa, capisco che non vuole essere ricollegata a quella vicenda.
C: si siamo rimasti io, mio fratello maggiore, e mio zio che ora è rinchiuso in manicomio.
Dice cercando di rimanere indifferente, ma nella sua voce si sente tristezza e malinconia.
E: scusalo, forse non ti piace essere riconosciuta per quello che ti è successo.
Cora alzo lo sguardo sorpresa.
Pov Cora
Cavolo è la prima che ci arriva subito e sembra pure dispiaciuta.
Alzo la testa e le sorrido dolcemente
C: non fa niente .
L: ma perché tuo zio è in manicomio?
Chiede Lucas in modo abbastanza maleducato e fuori luogo, facendomi abbassare di nuovo la teste. Poi però si becca una gomitata e un’occhiataccia da Emily e uno sguardo incazzato da Jacob.
L: che c’è?
E: delicatezza zero? Eh?
C: non fa niente, comunque l’hanno rinchiuso, perché dopo aver ucciso mia sorella maggiore, anche lei sopravvissuta all’incendio, e facendola franca fingendosi ancora nello stato di coma provocato dall’incendio, ha cercato di uccidere mio fratello e altre persone.
E: cavolo mi dispiace tanto, quindi ti rimane solo tuo fratello?
C: tecnicamente no, questo mio zio a quanto pare da giovane, ha avuto a sua insaputa una figlia, che ora ha la mia età, lei al contrario suo non è una pazza sociopatica assassina, anche se è un po’ sgarbata e aggressiva, è una brava ragazza, abbiamo scoperto della sua esistenza solo un annetto fa’, quando abbiamo trovato il suo certificato di nascita e adozione nella cassaforte di famiglia.
E: beh questa è una cosa positiva, posso chiederti perché te ne sei andata?
C: semplicemente, io sono stata “dispersa” per 6 anni della mia vita, dopo l’incendio io e mio fratello Derek essendo ancora minorenni siamo finiti in un orfanotrofio, io venni adottata quasi subito, seppur sia io che mio fratello abbiamo opposto molta resistenza per non essere separati, poi scappai di casa dopo due anni che fui affidata a questa famiglia adottiva, tornai di nascosto all’orfanotrofio per cercare Derek, ma lui essendo nel frattempo diventato maggiorenne se ne era andato, provai a tornare a Beacom Hills ma di lui non c’era traccia, cosi vagai per il paese per un po’, però quando un giorno i servizi sociali si presentarono al rifugio per senza tetti dove stavo in quella città, scappai in sud America dove restai per i restanti 3 anni della mia vita, prima di ritornare nuovamente a Beacom Hills dopo aver avuto la notizia che mio fratello era tornato lì, ma ormai ero troppo abituata alla mia indipendenza, che decisi di andarmene con l’appoggio di mio fratello, con l’accordo però che prima di ricominciare a vagare per il paese avrei terminato la scuola.
L: porca puttana, ci potrebbero fare un film sulla tua vita.
Io abbasso di nuovo lo sguardo e mi avvio da sola intimando a Jacob con un cenno di non seguirmi, verso un'altra ala della biblioteca.
Appena credo di essermi abbastanza allontanata, comincio a guardarmi attorno, e noto di essere nella sezione, libri sul soprannaturale.
Ovviamente
Do un’occhiata in giro, poi noto un libro sui licantropi, lo apro e capisco che è la storia, secondo il libro reale, di una delle più importanti famiglie di licantropi al mondo, si fa cenno al nome della famiglia dei personaggi ma ai loro nomi sì, dopo aver letto parti qua e la capisco che è la storia della famiglia Hale, torno a inizio libro e leggo che è un libro auto pubblicato, guardo l’autore e noto che è stato scritto da una certa Sixela Elah, che letto al contrario è Alexis Hale, mia nonna, mia nonna ha scritto un libro sulla nostra famiglia di licantropi.
Comincio a pensare di prendere in prestito il libro, e non mi accorgo che qualcuno mi arriva alle spalle.
E: ehi Cora
C: cavolo Emily mi hai spaventato.
E: scusa, e chiamai Emi.
C: fa niente, Emi.
Le faccio un sorriso, che lei contraccambia con uno che se non sapessi che è fidanzata, direi quasi “innamorato”.
E: lo sai, non sei come ti descrivono.
C: e come mi descrivono?
E: fredda, antipatica, asociale, aggressiva, rabbiosa…
C: ok hai reso l’idea.
Dico ridendo, cavolo delle cose così brutte ma che dette in quel modo suonano divertenti.
E: che libro è?
Cavolo, non posso farglielo leggere nella parte finale si parla dell’incendio e ci sono i nomi miei e di mio fratello e l’anno in qui siamo nati, difatti mia nonna, che al tempo era in una casa di riposo creduta morta da tutto il mondo tranne che da pochi, era morte un anno dopo l’incendio, se lo legge ci metterà poco a fare due più due.
C: non lo, m’incuriosiva la copertina e ho cominciato a sfogliarlo, niente di interessante!
Dico sulla difensiva abbastanza nervosa
E: ok, comunque mi dispiace per il tono di Lucas, a volto è abbastanza insensibile.
C: fa niente, ci sono abituata.
E: comunque che ne dici se dopo scuola ci facciamo un pomeriggio tra ragazze, ho molte amiche ma non mi va di uscire con loro, sono troppo superficiali.
C: non so, io non ho più avuto amiche dal quando ho perso la mia famiglia, non sarei molto di compagnia.
E: sciocchezze, troviamoci in piazza centrale alle 15, va bene?
C: ok
Dico con un po’ di titubanza.
Non sarebbe male farsi un’amica finalmente, poi Emi non sembra male, mi ricorda mia sorella Laura.
Driin Driin Driin
J: ehi Cora finalmente ti ho trovata, mi ero dimenticato di dirti che io non faccio religione, e che resterò qui in biblioteca.
Probabilmente era appostato da qualche parte, pronto a intervenire nel caso perdessi le staffe, mi piace che si preoccupi, ma stasera è meglio se gli parlo.
E: forte anch’io ho un'altra ora buca, che ne dice se resto qui con te?
Jacob mi guarda, preoccupato ed io gli annuisco divertita, sono felice che abbia capito che io sono abbastanza gelosa, ma Emi mi ispira fiducia, quando si rivolge a Jacob, capisco dal suo odore, dal battito, dalla voce, dal modo in qui lo guarda, che con lui vuole instaurare un semplice rapporto di amicizia.
J: certo per me va bene, allora io intanto vado nel reparto dei gialli, a dopo Cora.
Mi da un bacio abbastanza passionale ma senza lingua, dopotutto siamo in compagnia.
C: a dopo Jacob, ciao anche a te Emi.
E senza nessun preavviso la ragazza mi da un veloce abbraccio, e sento uno strano odore di ansia, che svanisce appena si stacca.
E: a dopo Cora
Io la guardo stralunata, poi sorrido e me ne vado, sotto lo sguardo perplesso di Jacob, gli avevo spiegato che non mi piaceva avere un contatto fisico troppo intimo con chi non conoscevo bene, ma quella ragazza mi ispirava fiducia.
Pov Emily
Cavolo ma perché ero così in ansia quando l’ho abbracciata.
Noto che Jacob è ancora da parte a me a fissare il vuoto ancora incredulo, chissà perché.
E: terra chiama Jake.
J: cosa? Come mi hai chiamato?
E: ti eri imbambolato, e Jake è un soprannome, non ti dispiace se ti chiamo così no?
J: no certo che no, ma Cora a volte è un po’…..gelosa.
LH: ah non ti preoccupare, al massimo posso cominciare a pensare a te come al mio fratellino.
J: ehi ho solo un anno in meno di te, e sono tre volte te.
LH: sì, ma ho notato che a volte ti comporti come un bimbo, prima nella serra sembravi un bambino in un negozio di giocattoli, e poi fa delle espressioni così adorabili che mi viene voglia di coccolarti.
J: meglio se non lo dici a Cora, se non vuoi finire sbranata.
E: ma che hai capito scemo, dai vai dai tuoi gialli io resto un attimo qui.
J: ok
Se ne va, io voglio veder quel libro che aveva in mano Cora, era troppo presa per non essere qualcosa d’interessante. Lo prendo e comincio a sfogliarlo, ed è molto interessante, scritto bene, e molto accurato, la terzultima parte del libro è vissuta in prima persona dall’autore, che leggo si chiami Sixela Elah, che nome strano, ed infatti è uno pseudonimo, il nome vero dell’autrice non è conosciuto neanche dalla casa editoriale.
Anche se è un libro enorme, credo sarà una lettura interessante, la storia di una nobile famiglia di licantropi. Non ho curiosato nella parte intitolata “la generazione sopravvissuta” perché non voglio rovinarmi l finale..
Ora è meglio se raggiungo Jake, se non mi da per dispersa.
 
FINE CAPITOLO.

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Capitolo 11
*** Rivelazioni ***


Capitolo 11;
Rivelazioni

Pov Cora
A differenza di come mi aspettassi il pomeriggio con Emi non era andato male, anzi, mi sono divertita. Abbiamo passato tutto il pomeriggio nel centro commerciale che sta ai limiti della città, nel reparto vestiti, e ci siamo migliorate il guardaroba a vicende. Lei è stata molto comprensiva, vedendo che non ero abituata a certe situazioni. Mi chiese aiuto sulla scelta dei vestiti, sul momento io restai sorpresa ma poi lei mi spiego che voleva cambiare look, senza distaccarsi troppo dal suo, ma cercando di avere un aspetto che intimasse più rispetto, una via dimezzo tra il mio e il suo, solo tendente di più al suo.
Dopo un’ora e mezza, mi feci coraggio e anch’io le chiesi aiuto, ma non solo per il guardaroba di tutti i giorni, ma anche per qualcosa di elegante, tipo un abito da sera. Lei fu molto paziente e accetto la mia ferrea decisione “niente gonne o cose di colore rosa o fucsia”, però mi rimangiai tutto quando mi ritrovai davanti ad un bellissimo vestito color verde smeraldo molto semplice, smanicato, con la gonna che arrivava appena sopra il ginocchio, subito lo presi e lo abbinai a una giacchetta di pelle nera a maniche lunghe. Li presi entrambi e sotto lo sguardo perplesso di Emi entrai in camerino. Appena ne uscii lei mi guardò perplessa, dicendomi che come minimo Jacob avrebbe sbavato.
Però il bello venne quando dovemmo scegliere l’abito da sera, passammo a setaccio almeno venti vestiti, ma nessuno mi soddisfaceva, però poi lo vidi, un bellissimo vestito rosso fuoco, con la gonna lunga e setosa che arrivava alle caviglie, e con una spaccatura al centro che arrivava appena sopra la metà della coscia, la parte superiore invece erano due fasce di tessuto non tese, ma lasciate morbide che partendo dai miei fianchi andavano a incrociarsi all’altezza dell’ombelico, passavano sul seno, poi sulle spalle, e finivano per unirsi dietro al mio collo.
Emi rimase esterrefatta, disse che o Jacob sveniva, o mi saltava addosso e dal qui amplesso come minimo avrei avuto 6 gemelli, o mi chiedeva di sposarlo seduta stante. Io risi a queste sue affermazioni, ma tralasciando l’ipotesi dei gemelli, non sapevo quale delle due era più probabile.
Non ho un’ipotesi personale sulla sua reazione a quando mi vedrà con quel vestito.
Ora sono davanti alla porta del mio appartamento e sto cercano le chiavi nella borsa, quando sento due possenti, ma allo stesso tempo rassicuranti, braccia avvolgermi la vita, e delle labbra che mi lasciano un caldo bacio sulla guancia destra, facendomi letteralmente sentire tutto l’amore che il loro possessore provava per me.
Io girandomi lentamente e gli poso un bacio leggero sulle labbra dimostrando di ricambiare fino all’ultima goccia, e anche di più.
J: ehi, lupetta, com’è andata l’uscita?
C: molto meglio di quanto mi aspettassi, mi sono divertita un mondo, cosa che non facevo da anni ormai.
J: ah quindi io non ti faccio divertire?
Fa il finto offeso
C: tu fai molto di più e lo fai infinitamente meglio.
Dico baciandolo questa volta con passione mettendoci anche la lingua. Una volta che ci siamo staccati, prendo la chiave che mi sono accorta avere in tasca, e tenendolo per mano camminando all’indietro, fissandoci l’un l’altra negli occhi, entriamo nel mio appartamento, dove cominciamo ad amarci con la consapevolezza, che domani mattina ci saremmo svegliati l’una nelle  braccia dell’altro. Ovvero quello che ora è il mio posto preferito.
 
Nel frattempo in un appartamento del centro
 
Pov Emi
Cavolo questo libro è interessantissimo, oggi in biblioteca ne ho divorato metà in un’ora, e adesso sono finalmente arrivata agli ultimi due capitoli. Però prima di leggerli mi faccio un riassunto mentale, poiché questi capitoli si preannunciano diversi dagli altri.
Allora vediamo un po’, storia che inizia con una giovane donna sta per raccontare la storia della propria famiglia di licantropi alla figlia di 8 anni. La donna si chiama Alexis, non si fa riferimento neanche a un cognome in tutto il libro, se non riferimenti a come in certi periodi della storia le persone conoscenti il “segreto” tremassero al solo pronunciare esso e non per il terrore ma per il rispetto che quel cognome intimava.
Mentre la figlia di 8 anni a cui racconta la storia si chiama Thalia.
La donna parte a raccontare dal medioevo seppur sapendo che la famiglia è molto più antica, ma purtroppo le ultime informazioni che si hanno arrivano fino a li, parla di come la sua famiglia abbia acquisito potere tramite il rispetto e la forza di volontà. Il terzultimo capitolo l’anziana donna lo racconta in prima persona, ed esso si conclude con la nascita di Thalia.
Leggo in fretta ma attentamente il penultimo capitolo e quando arrivo a metà mi sale un groppo alla gola.
E: no, non è possibile.
Quel nome………. In quel capitolo avevo letto molti nomi e sia essi che il legame che univa le persone che li portavano mi suonava famigliare, ma poi……. Quel nome. Ora capisco perché era così nervosa.
Rileggo e rileggo la stessa frase “quando mi figlia Thalia ebbe tra le braccia la sua terzogenita, la guardò con uno sguardo dolce e con il suo tono deciso, da alfa qual era, esclamò un nome, che non era il nome che era stato scelto per la bimba quando mesi prima si scoprì il sesso, e come giustificazione guardando tutti i presenti a testa alta mantenendo il tono deciso e fiero disse: appena l’ho visto ho capito, questa bambina, mia figlia, non può avere nome diverso da questo………. Benvenuta la mondo, principessa dei lupi, Cora”.
Non ci credo! Non ci credo, tra tutti i nomi che poteva scegliere proprio quello. Allora ricapitoliamo, la mia Cora ha una sorella maggiore di 6 anni di nome Laura, e anche questa Cora l’ha, la mia ha un fratello di 3 anni più grande di nome Derek, e anche questa l’ha, la mia Cora ha uno zio, che a detta dei giornali, dovrebbe avere 11 anni più di Cora, e anche quello c’è.
Prendo il computer, cerco “famiglia Hale Beacom Hills”, mi appare un link del sito del municipio che mi mostra un albero genealogico.
E: allora vediamo…….Cora Hale……..madre Thalia Hale……..Nonna materna Alexis Hale……..
Chiudo il portatile, prendo il libro e balzo alle ultime pagine, si parla di un incendio dove secondo la polizia erano sopravvissuti solo Laura, Derek e Peter che però era in coma. Poi leggo la pagina seguente, e a quanto pare Alexis aveva fatto indagare, e tra i cadaveri all’obitorio ne mancava uno, più precisamente quello di una delle tre bambine di 11 anni, quindi presupponendo che anche la sua terza nipote fosse viva scrisse una lettera.
“Cari nipoti, e figlio mio, ora siete soli, a me non resta molto da vivere, per quanto vorrei tenervi vicino a me in questo periodo a voi difficile, vi porterei solo altro dolore. Laura prenditi cura di tuo fratello Derek e tua sorella Cora, tu hai ereditato il potere di tua madre quando è morta, si una grande alfa come lo furono i tuoi antenati un tempo. Peter figlio mio, non farti condizionare dalla rabbia e dall’odio, prenditi cura dei tuoi nipoti quando ti risveglierai, e tu mia piccola principessa dei lupi, io so, io sento che tu sei ancora viva, e sei forte, il tuo spirito sia umano che lupo vuole vivere, tu vuoi vivere, con la tua forza di volontà tu devi vivere, insieme a tua sorella e tuo fratello, con la guida di vostro zio, riportate il nome Hale al suo antico splendore, e aggiungete un nuovo e vostro capitolo a questo libro, e un altro per coloro che vi succederanno, perché ciò che è accaduto alla nostra famiglia non deve spezzarvi, vi deve unire, riformate un nuovo branco, siate una famiglia e vivete felici in pace con voi stessi.
Alexis Hale, madre, nonna, che vi vuole bene più della sua stessa vita”.
Porca puttana, domani dovrò parlare con Cora, però ci conosciamo solo da poco, e se quello che è scritto nel libro è vero, e pensando che le voci che girano debbano essere fondate su qualcosa, non mi svelerebbe mai un segreto del genere, devo metterla nelle condizioni di non poter negare, ma allo stesso tempo di non farla sentire minacciata.
 
Appartamento di Cora
Pov Cora
 Alzo il viso petto di Jacob e lo guardo negli occhi.
C: ehi Jacob, possiamo parlare un attimo.
J: certamente, che succede?
Si mette seduto e appoggia la schiena al poggiaschiena del letto.
C: oggi in biblioteca, quando Emi mi ha raggiunta, tu mi hai controllato?
Lui mi guarda, dispiaciuto.
J: scusa Cora è che ti ho visto agitata, so che non gli avresti fatto del male o perso il controllo, volevo evitare una qualche tu sfuriata nei sui confronti, insomma da come ti parlava, sembrava già tenerci molto a te.
C: sì, lo so, è solo che non voglio essere controllata a vista, non mi serve il babysitter, lo so che tu mi ami e che vuoi solo il mio bene, anch’io ti amo, per questa non mi sono arrabbiata.
J: Cora hai detto che mi ami.
Lo guardo e gli faccio un sorriso dolce, e ridacchiando un po’ dico:
C: di tutto ciò che ho detto, hai sentito solo quello.
J: certo che no, e d’ora in poi cercherò di fidarmi, ma quella è la parte che più mi ha colpito, quello è stato l’unico “ti amo” che mi sia mai stato rivolto che ho sentito essere detto da tutto il tuo cuore, e che non ha trafitto il mio come succede normalmente, no, ho sentito i nostri cuori legarsi con un legame……indissolubile. Anch’io ti amo Cora Hale ricordalo sempre.
Appena finisce di parlare, lo bacio, non con un bacio carico di amore, voglioso e sessuale, come quelli che ci siamo scambiati nell’ultima ora e mezza, ma un bacio contenente così tanto amore reciproco, da portare i nostri occhi a brillare. Però ad un certo punto, quando entrambi apriamo gli occhi, Jacob si stacca da me repentinamente, per poi cominciare a riavvicinarsi i guardando in modo curioso i miei occhi.
C: ma che fai?
Dico divertita dal suo atteggiamento
J: i tuoi occhi, per un attimo sono diventati rossi, come quelli di un alfa.
Io rido divertita.
C: avrai visto male, conosco un solo vero alfa, e io ho a malapena la metà della sua forza di volontà.
J: sicura? eppure a me è parso…
C: sicura Jacob, non sono un alfa.
Dico continuando a ridere.
J: dato che ti piace tanto ridere che ne dice se ti faccio il solletico.
Mi salta addosso e comincia a farmi il solletico ovunque, mentre io rosso come un peperone piango dal ridere.
E dopo una mezzora tra scherzi, coccole e baci, ci addormentiamo senza neanche aver cenato, e dopo aver visto il modo in cui Jacob ha mangiato quel pollo intero ieri sera solo perché aveva saltato la merenda pomeridiana, merenda che tra parentesi basta per venti persone, domani mattina dopo aver ripulito la mia dispensa e la sua, ripulirà anche quello della caffetteria.
 
 
Il mattino seguente
 
Pov Cora
Sia io che Jacob ci siamo svegliati da una mezzora, ora lui è andato nel suo appartamento a cambiarsi. Io intanto sto facendo una doccia.
Anche se manca un’ora e mezza alla scuola, meglio andare la subito, dobbiamo fare ancora i compiti di matematica.
Esco dalla doccia, mi metto l’accappatoio, e comincio a sistemarmi i capelli ancora umidi.
Ora è il momento di vestirsi, voglio mettere il vestito verde abbinato alla giacca, che ho comprato ieri con Emi.
Al vestito e alla giacca abbino anche un paio di All Stars bianche, e il ciondolo con inciso il triskele, quello che Derek mi ha regalato alla mia partenza da Beacom Hills, era quello di mia madre, che miracolosamente era sopravvissuto all’incendio, si vede che è abbastanza vecchio, è di legno, e ovviamente ha qualche bruciatura, sul retro sono incise le iniziali T.H. La corda invece è nuova, è fatta in cuoio, la fatta a mano Derek per me.
Ora completamente pronta, e con un’aria diversa dal solito, più femminile, ma comunque intimidatrici, esco di casa, e mi ritrovo davanti una scena da cartone animato.
Jacob che mi fissa, con la bocca talmente aperta, che il mento, attraversa il pavimento, e arriva fino al piano terre. Io ridacchio un po’.
C: allora ti piace questo mio nuovo look?
J: sei assolutamente fantastica.
C: allora andiamo che dobbiamo ancora fare matematica.
J: veramente io l’ho fatta tutta mentre aspettavo, ci ha messo più del solito.
Dice con tono di rimprovero, che provoca in me un occhiataccia nei suoi confronti.
J: però l’attesa in più è valsa infinitamente di più del solito.
Mi torna il sorriso e con lui al seguito ci dirigiamo al piano terra, ma quando io sto per uscire dall’ingresso principale.
J: aspetta, stamattina finalmente mi è arrivato l’ordine che avevo fatto un po’ di tempo fa’, la mia nuova auto.
Io lo guardo divertita.
C: ma c’è l’hai la patente?
J: ovvio che c’è l’ho, l’ho fatta a Washington, primi di venire, dovevo solo mostrare la mai patente italiana, e farmene fare un americana.
C: bene allora vediamo quest’auto.
Lui fa un ghigno, e si avvia verso il piano interrato, dove ci sono anche i garage. Prende un telecomando, lo punta verso la grata, che lentamente comincia ad aprirsi, e pian piano la mia bocca assume la forma di un O perfetta.
J: Chevrolet Camaro ZL1 del 2013, verde smeraldo mtalizzato con rifiniture nero opaco, con motore V8 a benzina, con carrozzeria, pneumatici e vetri antiproiettile, portata a 4 ruote motrici, cambio automatico, sospensioni da corsa, fari allo xeno, vetri laterali oscurati, verniciatura antigraffio, è stata il mio sogno fin da bambino, mi è costata un occhio ma ne è valsa la pena.
Apre la macchina ed entrambi saliamo, gli interni sono in ecopelle nera, con le rifiniture verdi, impianto stereo super avanzato, navigatore con touch screen integrato.
C: non sono mai salito su un’auto così bella!
J: grazie amore.
Io faccio uno sguardo tra il divertito e il malizioso.
C: chiamami più spesso così
Lui sorride e mette in moto. Il rombo del motore risuona per tutto il garage e lo si può paragonare al livello del ruggito di un alfa.
In un attimo raggiungiamo il parcheggio della scuola, con tutti gli occhi puntati addosso, prima scende Jacob, e noto subito che tutte le ragazze lo guardano come a volerselo mangiare, però lui fa il giro dell’auto e mi apre la portiera, nel momento in qui scendo lo sguardo di tutte le ragazze cambia da uno da predatrici, ad una da assassine, prima di voltarsi e ignorarci, al contrario lo sguardo di invidia dei ragazzi, si trasforma in una specie di macchina a raggi x, e tutti cominciano a farmi la radiografia. Jacob finge di non farci caso, ma appena mi mette il braccio in torno alla vita, cominciando a camminare verso la caffetteria, capisco che si sta trattenendo dall’uccidere tutti i maschi presenti.
Siamo da 5 minuti seduti in caffetteria e con l’aiuto di Jacob sto facendo i compiti di matematica, quando sento qualcuno chiamarmi.
E: Cora; Jacob che ci fate già qui?
C: ciao Emi, io sto finendo matematica, ma siediti se vuoi.
E: certo.
Appena si siede, sento da lei uno strano odore d’ansia, però lei non sembra ansiosa. Sarà solo una mia impressione.
J: ehi Emi perché sei in ansia?
E ti pareva, mai una volta che se ne sta mai zitto.
Mi do una manata alla fronte, Emi non lo nota ma Jacob mi guarda come ha voler dire “ che ho fatto?”
E: non sono in ansia.
Afferma con sicurezza
J: a me sembra di si,
Ma vuoi stare zitto coglione, non ti tiro un calcio solo perché il tavolo è trasparente e Emi mi vedrebbe.
Continuo a guardarlo male, cercando di non farmi notare da Emi.
E: allora che materia avete oggi?
J: 2 ore di matematica, una di inglese, 2 di laboratorio di organica, e un’ora di chimica analisi teorica.
E: beh a parte mate non mi sembra così brutta la giornata.
J: no, non direi.
Ad un certo punto vediamo Lucas avvicinarsi. Sta per dare un bacio sulla guancia a Emi, però si ferma a metà strada e comincia a farmi la radiografia.
Ovviamente Emi li tira un sonoro schiaffo, si alza e se ne va. Jacob invece sembra che stia per prendere fuoco da un momento all’altro e attaccare Lucas, ma lui dopo un attimo di imbambolamento, corre dietro a Emi.
C: non dovevo metter questo vestito.
J: non è colpa tua, un ragazzo per quanto sia bella la ragazza che ha difronte deve avere occhi solo per la propria ragazza, se la ama davvero, però siamo esseri umani ed è ovvio che ha noi ragazzi in piena crisi ormonale ci caschi l’occhio, ma il modo in cui la fatto lui era troppo pervertito e menefreghista nei confronti di Emi, lei ha fatto benissimo a rifilarli quello schiaffo.
E: cavolo Jacob finalmente un ragazzo con un po’ di cervello.
Dice Emi mentre si risiede al nostro tavolo.
C: mi dispiace Emi.
E: e di che? È colpa di quel coglione del mio ex ragazzo.
C: ex? L’hai lasciato per colpa mia?
E: cosa? No, Cora non l’ho fatto solo perché ti fissato come se avesse la vista a raggi x, quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
C: sicura?
E: sicurissima, a comunque……
Prende qualcosa dalla borsa alla cui vista sbianco.
E:…….non è vero che questo libro non è interessante, soprattutto il penultimo capitolo.
J: perché cos’ha di speciale?
Lei apre il libro al punto dove c’era il segnalibro e indica a Jacob una frase sottolineata in matita.
La leggiamo insieme, lui mi guarda confuso, e io vorrei sprofondare sotto terra.
E: non mi avevi detto che la tua famiglia aveva una storia così interessante.
Lei mi guarda con un sorriso stampato in volto. Jacob comincia a leggere qua e la in libro, poi mi guarda e deglutisce.
J: o ma andiamo Emi, non crederai che sia una storia vera, insomma qualche idiota, sentendo dello sterminio della famiglia Hale, ci ha scritto su una storia.
E: ho fatto delle ricerche, e a quanto pare tu Cora fino a 2 anni fa eri considerata da tutta l’America morta nell’incendio, fino a quando tu e tuo fratello non vi siete presentati in tribunale, dove ti hanno, legalmente parlando, resuscitata.
C: senti tutto quello che è scritto in quel libro è tutto falso. E il fatto che mia nonna ci avesse azzeccato sul fatto che ero viva non vuol dire che era un essere sovrannaturale.
E: quindi confermi che l’ha scritto tua nonna!
Dice con tono calmo e rilassato, appoggiata con la schiena alla sedia, mentre mastica una biro, con un ghigno in faccia.
C: io….. beh….sì, il libro l’ha scritto mia nonna, e io l’avevo già letto, non volevo che si indagasse su di me per scoprire cosa feci nel periodo in cui tutti mi consideravano morta, ma non sono un licantropo, questa caratteristica è stata aggiunta da mia nonna solo per rendere il libro più interessante, sapeva che io avevo la passione dei licantropi e così sperava che attraverso esso riuscisse a farmi ricevere la sua lettera.
E: guarda che non credevo che tu fossi un licantropo, ho subito pensato che fosse un dettaglio aggiunto solo per rendere la storia più interessante.
C: oh….bene….scusa.
E: e di che, comunque non sarebbe male.
C: cosa?
E: se tu fossi un lupo, aiutarti mantenere il segreto, i pericoli portati dal soprannaturale, le avventure.
C: dubito che se fossi un lupo, sarebbe tutto come si vede nei film in TV.
E: ovvio……….cavolo Cora me la raccogli.
Le era caduta la matita che aveva in tasca, io mi chino per prenderla. Intravedo, vicino a me Jacob annusare qualcosa.
J: Cora no.
Appena tocco la penna mi ustiono.
Strozzalupo, perché diavolo la matita è ricoperta di strozzalupo.
C: ahrght…
Guardo negli occhi Emi che mi guarda perplessa.
Jacob mi afferra per il polso e mi trascina fuori.
 
FINE CAPITOLO

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Capitolo 12
*** Pettegolezzi tra ragazze ***


Capitolo 12:

Pettegolezzi tra ragazze.

Pov Jacob

Dopo quello che è successo in caffetteria, ho portato Cora in bagno, non pensavo che una come Emily potesse rappresentare un pericolo sul piano "licantropi".

Cora entra in bagno e sento che comincia a sciacquarsi la mano.

Dopo qualche minuto vedo Emily avvicinarsi con i nostri zaini e una faccia dispiaciuta.

E: mi dispiace.

Dice porgendomi lo zaino. Io la guardo diffidente e poi prendo gli zaini.

J: senti…..

E: aspetta Jacob prima fammi dire cuna cosa.

C: sentiamo allora.

Cora esce dal bagno e lo sguardo assassino che lancia fa sussultare Emi che indietreggia.

 

Pov Generale

 

E: io non volevo farvi arrabbiare.

C: allora perché l’hai fatto?

E: volevo solo verificare se era vero, c’erano troppo dettagli, troppi particolari in quella storia per essere falsa.

C: bene e ora perché non corri dal primo giornalista o poliziotto per dare l’allarme.

E: perché dovrei farlo, da quel che ho letto non siete mostri, anzi…

J: non hai…. Paura di noi?

E: certo che no, se avreste voluto, sarei già morta.

C: non sembri minimamente scossa, hai appena scoperto che due tuoi compagni sono licantropi e non dai di matto?

E: questo perché uno dei miei più grandi segreti è che io ho sempre creduto nel soprannaturale, insomma mia zia lanciava grida che buttavano giù le porte.

C: tua zia era una banshee?

E: da quello che so’ presumo di sì, ma è morto durante una vacanza in California quando andò a trovare il fidanzato, dal poco che so’ lui dopo che lei li confesso il suo segreto la fece ricoverare in una clinica, Echen House mi sembra.

C: Eichen House? Poveretta, in quel posto fanno cose orribili agli esseri sovrannaturali.

E: lo so, non ci hanno neanche restituito il corpo.

J: immagino che ora dovremmo fidarci di te.

E: mi sa proprio di sì.

Esclama la ragazza con aria divertita.

E: ci sono altri in città che conoscono il segreto? O addirittura altri come voi?

C: che conoscono il nostro segreto ci sono altre due persone, tra cui una che ci è ostile.

E: ostile?

C: sì, ostile, ci odia e vuole rivelare a tutti cosa siamo e ci è già andata vicino più di una volta.

E: e chi sono?

C: quello che ci odia è Carla Chase, immagino sai chi è?

E: sì, lo so purtroppo, quando abbiamo fatto il progetto in concomitanza con gli altri indirizzi, sua sorella era nel mio gruppo.

J: mentre l’altro è il prof Riddick, l’ha scoperto durante uno dei tentativi della Chase di colpire Cora.

E: il prof? Davvero? Beh avete beccato proprio quello giusto, lui aiuterebbe chiunque.

J: già, ma cercheremo di non coinvolgerlo troppo, come faremo con te.

E: cosa? No, io voglio aiutarvi se ci sono problemi.

C: No. È troppo pericoloso, le ultime volte che abbiamo avuto problemi non è finita bene e come sai dal bosco ne siamo usciti malconci.

E: So badare a me stessa e non avete risposto all’altra mia domanda, ci sono altre creature soprannaturali a Rock Country?

PD: sì, signorina Highmore, ci sono.

Interviene Deucalion, arrivando alle spalle dei ragazzi, facendoli sobbalzare per poi far brillare i suoi occhi da alfa.

E: lei è….. un licantropo?

PD: esattamente e non un semplice licantropo.

E: in che senso?

C: è un alfa, una tra i più potenti.

E: intendi un capobranco? Forte! E voi fate parte del suo branco?

J: oddio no, io non sto ai comandi di nessuno.

Jacob è quasi disgustato dall’ipotesi di Emi, la quale invece ne rimane abbastanza confusa.

PD: Cora, so che non l’hai fatto apposta, ma evita di divulgare in giro il nostro segreto, già troppi umani lo sanno.

C: certo, non c’è bisogno che me lo dica lei.

Cora rimane piuttosto stizzita dal consiglio di Deucalion e se ne spedita chissà dove.

J: allora se oggi pomeriggio vieni nel mio appartamento, ti spiegheremo meglio.

PD: sì, ma ora filate entrambi a lezione.

Tutti e tre si dirigono alla rispettiva aula, dove Jacob ritrova una Cora abbastanza offesa che borbotta qualcosa sull’essere sempre tratta come una novellina.

 

La mattinata trascorre tranquilla e il pomeriggio Cora e Jacob hanno raccontato le generalità sui lupi a Emily, più quello che Carla gli ha fatto passare di recente e un riassunto su Deucalion, tralasciando i metodi e le motivazioni di ciò che ha fatto.

 

18:43 Appartamento Jacob

E: cavolo, non pensavo ci fossero tutte queste regole e indicazioni per gli esseri sovrannaturali.

C: già, l’essere una creatura sovrannaturale o semplicemente essere a conoscenza del suddetto mondo, ha i suoi benefici ma oltre hai problemi che già ha una persona normale, devi aggiungere quelli portati dal proteggere il segreto.

E: in effetti…..

J: allora che ne dite di mangiare?

C: tu non pensi proprio ad altro vero? Oggi in caffetteria sei riuscito a mangiarti 3 cornetti alla crema in 5 minuti.

E: quando? Da quel che ho capito io sono arrivata in caffetteria 5 o 10 minuti dopo di voi, come ha fatto a mangiare 3 cornetti?

C: e lo chiedi a me.

J: posso fare anche di meglio se mi impegno.

C/E: io non voglio assistere.

Mentre Jacob è ai fornelli, Cora ed Emi parlano sul divano.

 

Pov Cora

C: allora Emi, non mi hai ancora detto perché hai lasciato Lucas stamattina, visto che non è stato del tutto colpa mia, se non ti dispiace, vorrei saperlo.

E: tranquilla Cora non c’è problema e poi non è assolutamente colpa tua, è lui che non si sa dare un minimo di contegno.

C: ok…..

E: bene…….vedi quando stavo con lui, all’inizio era dolce, simpatico, romantico, uscivamo spesso a cena fuori e ci alternavamo con il pagare e mi trattava da sua pari com’è giusto che sia al giorno d’oggi. Ci baciavo spesso o comunque ci scambiavamo un minimo di effusioni, anche se in pubblico, un bacetto o una carezza me la dava. Ci siamo conosciuti al club di botanica, quell’anno eravamo gli unici novellini, anche se eravamo in sezioni diverse della serra stavamo molto insieme e ci aiutavamo a vicenda. Tutto è cambiato l’anno scorso, quando io e lui eravamo i membri più anziani del club, non c’erano alunni di quinta e quindi noi eravamo anche i più grandi di età. Cosi quando è arrivato il momento di eleggere il capo club, che era colui che verificava che tutto nel laboratorio era in ordine, che possedeva la chiave d’accesso a tutte le serre, che parlava con l’insegnante supervisore del club e che proponeva le competizioni cui partecipare. I candidati ideali eravamo solo io e Lucas ed io li cedetti il posto, poiché lui lo desiderava molto e a me non interessava. Poi però le cose sono precipitate, lui ha cominciato a essere molto più meccanico, è rimasto il solito ragazzo solare e amichevole di sempre, ma nelle relazioni interpersonali si comporta come se non avesse emozioni, non nel senso che è cattivo, ma che parla senza pensare a cosa le sue parole possano suscitare alla persona a cui sta parlando. Per me è stato peggio, sapevo che non avremmo più avuto molto tempo per uscire insieme, neanche prima ne avevamo molto, ma comunque nessuno ci impediva di essere affettuosi fra noi, che fossimo in laboratorio, in aula, o nella serra, 5 minuti ce li prendevamo. Invece da quando è capo club, ovvero da 2 anni ormai, con me si comporta come se fossimo solo colleghi di lavoro, lui il mio capo e io una subordinata tra mille, sia al club che alle lezioni normali o se ci troviamo per caso in giro fuori da scuola. Le volte che usciamo insieme è per vedere un film al cinema o sul divano a casa e solo durante i weekend, se siamo al cinema è già tanto se mi bacia sulle labbra a stampo quando ci salutiamo, se siamo a casa si spinge un po’ oltre ma le sue mani non vanno mai sotto alle spalle, insomma sembra quasi che lo fa’ tanto perché non ha niente da fare. Io non lo sopportavo più, avevo già provato a lasciarlo a giugno scorso, però lui mi ha fatto mille promesso, su come tutto sarebbe ritornato come prima. Per un po’ lo è stato, ma dopo l’inizio della scuola, è tornato a essere freddo e distaccato peggio di prima. Il bello è che era comunque geloso, l’unica cosa che provava nei miei confronti era gelosia.

C: cavoli che storia, ci potresti scrivere un libro.

Lei mi guarda in modo accigliato.

C: scherzavo.

E: comunque che mi dici di te e di Jake?

C: Jake?

Da quando è così in confidenza con il MIO ragazzo?

E: sì, era il nome del cagnolino di mio nonno, era un bastardino, un tenerone, ogni volta che lo vedevo mi veniva voglia di coccolarlo, il bello era che non aveva un aspetto da cucciolone, era l’incrocio tra un alano e un pastore tedesco, però faceva di quelle espressioni tenerissime, ed adorava le coccole. Jacob me lo ricorda un po’, scommetto che sotto l’aspetto da duro tutto d’un pezzo, c’è un bimbo che dorme ancora con il peluche la notte, mi piacerebbe che fosse il mio fratellino minore cosicché io abbia una scusa per poterlo coccolare ogni volta che voglio.

Ok questa è tutta matta, ma almeno non devo essere gelosa.

C: Ok, ma lo sai che abbiamo entrambi solo un anno in meno di te e che se andassi in giro con lui, sembrerebbe lui il fratello maggiore, vero?

E: senti chi parla, ti faccio notare che gli arrivi appena sotto la spalla, a prima vista direi che avete minimi 3 anni di differenza, e solo perché tu hai le forme delle giuste dimensioni. A lui così com’è gli darei sui 21, 22 anni, se tu non fossi così formosa, te ne darei sì e no 14.

C: 1 non mi interessa, 2 ho solo una terza, 3 non sono io troppo bassa, è lui che troppo alto.

Insomma ho 17 anni, tra poco 18, sono alta 1.65 m ed ho una terza di reggiseno. Lui ha 18 anni compiuti da poco, è alto 1.90 m, porta magliette, felpe e giubbotti, taglia 2XL e li stanno aderenti, per indossare qualcosa di largo per stare comodo, deve mettersi la 3XL.

E: già. Ma da quanto state insieme? Insomma dal livello di intimità che avete, direi almeno 3 mesi.

C: veramente stiamo insieme da 10 giorni.

Le fa una faccia sconvolta.

E: COME DIECI GIORNI?

C: sì, beh, nemmeno noi sappiamo il perché, da quel che ha detto mio fratello è una cosa legata al nostro essere licantropi, ma non ho voluto farmi dire di più.

E: perché?

C: non lo so, preferisco non essere influenzata e godermela il più allungo possibile.

E: ok, ma vi siete già spiniti un minimo oltre il bacio?

Chiede curiosa, io divento un peperone, e lei alla mia reazione pare rimanere confusa.

C: veramente…… abbiamo già dovuto far ricorso ad un……ad un…..

E: a un cosa?

C:……..un……perservativo.

L’ultima parola la dico quasi sussurrando e con lo sguardo dritto sul pavimento, con i capelli che impediscono a chi mi è di fianco di vedermi in faccia.

Lei però capisce comunque e sbianca.

E: voi….v-voi…voi due….avete già…fatto…

C: al secondo bacio, che poi è stato il primo vero bacio che ci siamo dati e a quel bacio, è susseguita rapida una dichiarazione d’amore reciproca.

E:…………………………………………………..........

La bocca di Emi forma un’O perfetta e la mascella se potesse si staccherebbe.

J: RAGAZZE È  PRONTO!

C: meglio che andiamo a mangiare.

Mi alzo in fretta facendo finta di nulla e mi dirigo verso la cucina, dopo aver superato il divano, vedo che Emi è ancora nella stessa posizione a fissare il vuoto con la bocca spalancata. Quindi torno verso di lei e l’afferro per il braccio.

C: Forza Emi, andiamo.

E la trascino in cucina a mangiare.

Una volta seduti, in cucina Emi riprende a parlare con tono malizioso.

 

J: e così Jacob, ho saputo che ti dai da fare.

Lui per poco non soffoca con il risotto.

J: Cora? Perché gliel’hai detto?

C: scusa è che lei mi aveva raccontato praticamente tutto della sua storia con Lucas che non me la sono sentita di mentire.

E: e comunque, com’è che tu avevi già un preservativo a portata di mano.

Dice ammiccando in direzione di Jacob.

J: veramente non era mio.

Guarda a testa bassa nella mia direzione.

C: sì, beh l’ho trovato nella felpa di un ragazzo che conosco, anche se non so perché è finita nella mia valigia.

E: allora devo presumere che questo ragazzo sia un casanova se va in giro preparato.

Io scoppio a ridere.

C: no, ti assicuro che Stiles non è quel genere di ragazzo, da quel che so, quando me ne sono andata era ancora vergine e la ragazza di cui era innamorato lo aveva friendzinato.

E: friendzone? Poverino, ma che razza di nome è Stiles?

C: mio fratello dice che è un soprannome della sua famiglia che lui si è dato da solo, dato che nessuno, a parte sua madre, è in grado di pronunciare il suo vero nome.

E: Ah però, quindi è amico di tuo fratello. Hanno la stessa età?

C: no, lui seppur un umano fa parte del branco che mio fratello aiutava prima di andarsene da Beacon Hills, ha la nostra stessa età, a occhio sembra che lui e mio fratello si detestano profondamente e anche se entrambi non lo ammetterebbero mai, si considerano amici.

E: sì e questo Stiles com’è? È carino?

C: aspetta, ho una foto.

Gli mostro una foto di Stiles, che gli avevo scattato per metterla come foto profilo del contatto nella rubrica.

E: UH carino. Non ne hai una di tuo fratello.

Gli mostro una foto di Derek che gli avevo fatto di nascosto mentre si allenava con una canottiera, che per colpa mia era diventata da bianca a rosa.

E: oddio! gli salterei addosso, seduta stante.

C: sarebbe inutile.

E: perché? È gay? In effetti con quella canottiera.

C: no, no, lui non è gay, semplicemente è burbero, freddo, e indifferente, solo una ragazza è riuscita a fagli battere il cuore e avevano entrambi quindici anni al tempo e di recente ha avuto una storia con una mercenaria del mondo sovrannaturale, ma nulla di serio, le piaceva, ma lui stesso ha detto che non ne era innamorato.

E: tentar non nuoce.

C: come vuoi.

Suona il campanello. Io annuso l’aria e sento un odore abbastanza familiare.

C: cavolo, parli del diavolo spuntano le corna, dopo che gli ho detto di Deucalion mi aveva detto che avrebbe verificato di persona le sue intenzioni, ma non pensavo si precipitasse qui.

J: di chi parli amore?

C: di mio fratello.

Detto questo a Jacob, cade il cucchiaio nel piatto, mi guarda terrorizzato a morte mentre sbianca a tal punto di diventare trasparente.

E: ah interessante.

Dice Emi con sguardo di chi ha intenzioni poco caste.

E: mi ci vorrebbe proprio una distrazione.

Suonano di nuovo e dato che Jacob è praticamente pietrificato, mi alzo e vado ad aprire la porta.

C: Derek, ciao è un piacer averti qua fratellone.

Dico dolcemente abbracciandolo.

D: anche per me è bello rivederti sorellina.

 

FINE CAPITOLO.

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Capitolo 13
*** una "normale" giornata di scuola ***


Capitolo 14:

Normale giornata di scuola

 

Pov Cora

Io e Jacob stamattina ci siamo svegliati presto, abbiamo fatto colazione e siamo andati a scuola.

Arriviamo che mancano 15 minuti all’inizio delle lezioni, vediamo Emi che parla con il club di botanica e c’è anche la professoressa Watson, ma manca Lucas.

Ci avviciniamo.

PW (prof Watson): e invece tu Emi, sai dov’è Lucas? Doveva essere qui 45 minuti fa ma non si è visto.

E: mi dispiace, ma io e Lucas ci siamo lasciati sabato e dopo non lo più visto.

PW: mi dispiace…. Davvero non sai…

J: ciao ragazzi, professoressa….

E: Jake, Cora ciao.

Accenno un sorriso a Emi.

Lei ci saluta con un abbraccio, Melissa e Thomas fanno un timido cenno con la mano, mentre Ann cerca di darmi un pretesto per ucciderla.

AC: Ciao bel bocconcino, mi sono appena lasciata con il mio ragazzo, mi daresti un po’ di conforto.

Comincia a strusciarsi letteralmente contro Jacob, ed io perdo il controllo. L’afferro per il collo e la sbatto contro il muro sollevandola da terra di qualche centimetro.

C: prova ancora ad avvicinarti al mio ragazzo in quel modo e ti uccido.

Cerco di trattenermi dal far brillare gli occhi.

PW: signori Hale le consiglio di mollare la presa se non vuole essere espulsa.

E: Cora lasciala ti prego.

Ignoro entrambe e stringo di più, ormai sono sul punto di perdere il controllo.

J: Cora!

Rinsavisco e mollo la presa.

C: scusate.

Dico mentre mi allontano, dopo aver girato l’angolo del corridoio mi appoggio al muro e comincio ad ascoltare.

 

***

E: cavolo Ann quella ti ammazza.

AC: me ne sono accorta.

J: professoressa Cora ha sbagliato, ma ha problemi con la rabbia e non riesce a controllarsi, per questo è sempre da sola, la prego non la faccia espellere.

PW: tranquillo Jacob, il preside ci aveva avvisato dei problemi di Cora quando ha iniziato a studiare qui.

E/J: davvero?

PW: sì, il fratello di Cora aveva parlato con il preside per questo problema.

AC: si però un conto sono degli attacchi di rabbia, un altro è che i suoi occhi si iniettino di sangue.

PW: Oh andiamo Ann, sei molto più robusta di Cora, non esagerare.

AC: sarà anche una nanerottola, ma le assicura che aveva una forza spaventosa, e poi non era tanto per dire, per un attimo i suoi occhi sono davvero diventati rossi.

***

Vedo Jacob ed Emi scambiarsi uno sguardo preoccupato, e dopo Jacob guardare nelle mia direzione.

Naturalmente sapeva che li stavo ascoltando, ma non capisco questa storia degli occhi rossi, io non sono un alfa!

 

***

PW: in ogni caso, tranquillo Jacob non prenderò provvedimenti verso Cora.

J: grazie Prof.

PW: di niente……. Ah, ho saputo da Emi che ti interessava entrare nel club di botanica giusto?

J: si esatto.

PW: so che Lucas ti ha detto che potevi entrare anche ora nel club e confermo, ma purtroppo non potendoti sottoporre ai test che di norma bisogna superare per entrare nel club farai solo da assistente ad Emi, visto che la vorerai con lei, non potrai usare di tua iniziativa il laboratorio od entrare nella serra senza il permesso di Emi.

J: certo capisco benissimo.

PW: perfetto, mercoledì ti farò fare un breve test scritto sugli argomenti di botanica che abbiamo fatto fino ad ora, dato che per il resto della classe sarà ripasso avendo già terminato il programma.

J: cavolo anche lei l’ha già finito? In Italia non c’è mai stata materia o scuola, dove la mia classe abbia finito un programma entro la fine dell’anno.

PW: allora per lei sarà una novità, ora dovrei andare, arrivederci ragazzi.

Tutti: arrivederci.

 

***

Torno verso di loro, e subito vedo Melissa e Thomas fare un passo indietro spaventati, anche Ann ha paura, ma non lo mostro.

C: Curtis con me non serve che fai la dura, percepisco lontano un miglio che ti intimorisco.

Lei fa uno sguardo perplesso, apre la bocca per dibattere, ma subito dopo la richiude per poi abbassare lo sguardo.

TG: io dovrei andare.

MR: anch’io.

I due si dileguano, ma prima che uno di noi tre rimasti possa aprire bocca arrivano due presenze poco desiderate.

Ca: guarda chi abbiamo qui.

C: Chase, Desiraio, direi che è un piacere vedervi, ma mentirei.

Ca: oh tranquilla Hale, per noi è lo stesso.

E: che volete?

Emi è più alta delle due e si rivolge a loro guardandole dall’alto verso il basso.

Ca: Highmore….. da quando sei amica di questa…

Guarda Jacob dritto negli occhi e sorride.

Ca: lupetta.

Emi sussulta ed a Carla sparisce il sorriso, e spunta fuori un ghigno malefico.

Ca: Delaila, aspettami in classe.

La ragazza se ne va, cosi rimane solo la Chase davanti a noi, però tira fuori una bomboletta di profumo e comincia a spuzzarselo addosso.

Ca: vedo che non sono l’unica a sapere questo presunto segreto.

AC: che segreto?

Cavolo mi ero dimenticata che era ancora qui.

Ca: oh tranquilla, come spero lo facciano tutti, lo scoprirai presto.

Continua a spruzzarsi il profumo in gran quantità addosso.

E: Ann ti dispiacerebbe andare, devo parlare con Carla di questioni private.

AC: ok

Si allontana confusa. E non appena gira l’angolo, Emi torna a guardare Carla con uno sguardo che avrebbe spaventato un grizzly.

E: ascoltami bene Chase, non so che intenzioni hai, ma lascia in pace Cora e Jacob.

Ca: se le mie supposizioni sono giusto e da come hanno reagito alle mie provocazioni, ne sono sicuro al 99%, loro sono dei mostri e io non li voglio nella mia città.

E: bene, ma prima di giudicare leggi questo.

Emi li porge il libro sulla famiglia Hale.

C: aspetta Emi non voglio che Chase sappia tutte quelle cose sulla mia famiglia.

E: scusa Cora, ma credo che debba leggerlo, se io non l’avessi letto avrei reagito allo stesso modo.

C: come vuoi, ma ti consiglio di non parlarne in giro, non ho mai ucciso nessuno o ferito gravemente un essere umano innocente, non far si che tu sia la prima.

Driin Driin Driin

Ci scambiamo una bruttissima occhiata, lei prende il libro e gira i tacchi.

E: bene ora tutti a lezione.

Dice Emi rigirandosi verso di noi come se non fosse successo nulla.

 

Prima ora matematica.

J: che pizza, che barba, che pizza, che barba, che pizzaaaa.

C: la vuoi piantare.

J: No.

C: ehmmmm

Dico prima di appoggiare la testa al banco.

PF: Signorina Hale lo so che è solo un ripasso ma non ha il permesso di dormire.

La classe scoppia a ridere.

PF: silenzio.

Quando la prof si rigira per riprendere la spiegazione.

C: questa me la paghi.

J: scusa.

Risponde ridendo sotto i baffi.

C: stasera dormi sul divano.

Gli sparisce il ghigno dalla faccia.

J: non puoi semplicemente andare nel tuo appartamento, lo sai che sul mio divano è terribile per dormirci.

C: infatti.

J: noooooo.

E anche lui appoggia la fronte al banco con un tonfo che fa girare la prof.

PF: signor Blaze.

Jacob sbuffa sonoramente prima di rimettersi dritto e riprendere l’esercizio.

 

 

Terza ora libera.

Pov Jacob

J: Cora davvero stanotte dormo sul divano.

Cora che sta ripassando qualcosa sul libro di filosofia e non alza nemmeno lo sguardo per rispondere.

C: No.

J: ma sei arrabbiata con me?

C: No.

J: perché ripassi? La verifica è la settimana prossima.

C: perché prima quando abbiamo incrociato il professor Riddick il suo odore mi ha fatto pensare a..

AC: Ciao ragazzi.

J: Ciao Ann.

Solo al sentire la voce di Ann Cora alza lo sguardo, chiudi di botto il libro che rinfila nella sacca a tracolla, incrocia le braccia e comincia a guardare Ann con uno sguardo omicida.

AC: non mi fai paura Hale.

C: la vena sul collo, messa in evidenza dal fatto che sei tesa, che batte alla velocita del tuo cuore dice il contrario.

 Subito Ann si mette una mano sul lato del collo.

J: dall’altro lato.

E subito sposta la mano.

C: non serve a niente, il tuo cuore batte così forte che lo sento da qui.

A quel punto Ann arrossisce.

Perché è arrossita? Dovrebbe sbiancare al massimo, non imbarazzarsi……….aspetta il suo odore………. O cacchio, altro che ragazzo….

Spalanco gli occhi, Ann lo nota e questa volta sbianca, sposto lo sguardo da lei a Cora un paio di volte.

C: smettila di guardare il mio ragazzo.

J: Cora dai non serve che fai così.

C: se questa ti fissa o anche solo pensa a te in una certa maniera, eccome se serve.

***

J: Cora senti il suo odore

***

Vedo Cora che fa un profondo respiro, per poi sbiancare e cominciare a guardare Ann con la bocca che per poco non tocca il pavimento.

C: tu sei?

Annuisce continuando a guardare il pavimento.

C: da quando.

Lei si morde un labbro e inclina leggermente di lato la testa.

C: o cavolo….io.

Si gira verso di me e mi guarda davvero dispiaciuta per Ann.

AC: non c’è bisogno che tu dica niente, lo capito fin da subito che non avevo possibilità.

C: veramente prima dell’arrivo di Jacob avresti potuta averla.

J: aspetta tu sei.

C: bisessuale? Sì.

Involontariamente mi appare un sorriso da pervertito in faccia.

C: pensalo di nuovo e ti castro. Sono stata chiara?

Io annuisco spaventato.

C: senti Ann mi dispiace, possiamo sempre essere amiche, che ne dici?

Cora li porge la mano.

AC: ma certo.

Le due si sorrido a vicenda.

J: e un problema è risolto.

AC: mi consideravi un problema.

Chiede Ann abbastanza offesa.

J: beh…ecco…

C: sì, avrai notato che non ci vado leggera con chi ci prova con Jacob.

AC: sì, aveva ragione Jacob.

J: io ho sempre ragione.

C/AC: ma quando mai un ragazzo ha ragione in più del 5% dei casi.

Le due si sorrido e si danno il cinque.

J: preferivo prima.

E: ragazze ho visto bene o sono finita in un universo parallelo?

J: no le due hanno risolto quando abbiamo capito che Ann…amsmms.

 

Pov Cora

Ann con uno scatto repentino gli tappa la bocca.

E: cosa?

Ann si ricompone e toglie le mani Jacob.

AC: niente, niente….

J: andiamo Ann, ti puoi fidare di Emi, sa che io e Cora siamo licantropi e non la detto a nessuno, dubito che si farà problemi con te.

Ann strabuzza gli occhi alle parole di Jacob.

E: non ci credo.

Emi appoggia la fronte agli armadietti con un sonoro tonfo. E mentre Ann cerca di comprendere le parole di Jacob e io cerco di fargli capire ciò che ha detto.

J: che ho detto?

C: Jacob riflettici…attentamente.

J: oh andiamo ho solo detto a Ann che si può dire a Emi che è lesbica….

A quelle parole Emi smette di dare testate agli armadietti.

E: ma tutto il club di botanica lo sa.

AC: è?

Chiede Ann quasi sottovoce non essendo ancora del tutto in contatto con la realtà.

E: si nota lontano un miglio.

C: sì, comunque Jacob cos’altro hai detto?

J: gli ho detto che non deve preoccuparsi perché Emi sa che noi siamo….Oh.

Fa un sorriso da bimbo innocente e mi guarda.

J: Ops.

AC: è uno scherzo vero? Sì, insomma i licantropi non esistono quindi deve essere per forza uno scherzo.

J: no, non è uno scherzo e te lo possiamo dimostrare, non qui, ma possiamo andare dove non ci possono vedere.

AC: se questo non è uno scherzo chi mi garantisce che non mi ucciderete.

E: il fatto che io sono umana, gli ho scoperti da sola e sono ancora viva.

J: esatto e poi io e Cora non abbiamo mai ucciso nessun essere umano, o almeno io nessuno di innocente.

Lei lo guarda con la bocca aperte come per dire “cosa?”

C: senti Jacob tu con le parole fai più danni che altro quindi lascia a fare a me ed Emi.

J: va bene me ne vado.

Si allontana.

J: ma il film stasera lo scelgo io.

Bambinone.

C: Emi nelle serre ci sono telecamere.

E: sì perché?

C: e dove non c’è ne sono?

E: in biblioteca e ora di sicuro non ci sarà nessuno.

Andiamo in biblioteca, nella sezione Soprannaturale che è quella più isolata e meno frequentata.

E: Ann ora ascoltami bene, ora Cora ti mostrerà gradualmente una cosa, tu non devi urlare o cercare di scappare, intesi?

Lei annuisce continuando a fissarmi.

E: ok Cora comincia.

C: Bene Ann ora guardami negli occhi.

Appena vedo che Ann mi sta fissando io gli faccio brillare, la fa un balzo indietro evidentemente shockata.

AC: Come, Come hai fatto?

C: tutti i licantropi possono farlo, appena raggiunto un sufficiente autocontrollo.

E: bene passa agli artigli.

AC: Cosa?

Non gli do il tempo di formulare altro che faccio fuoriuscire gli artigli.

Non me li ricordavo cosi grandi e robusti.

AC: oddio.

Comincia ad indietreggiare, però Emi le appoggia le mani sulle spalle da dietro per tranquillizzarla.

E: tranquilla non ti farà niente.

Li faccio rientrare.

C: ti basta? O mi vuoi vedermi completamente trasformata?

AC: vorrei vederti trasformata.

Io abbasso la tesata, Emi aumenta la presa alle spalle di Ann, nemmeno lei mi ha mai visto trasformarmi.

E quando la rialzo, sono trasformata, zanne, artigli e viso con tratti animaleschi.

Entrambe sono visibilmente shockate.

AC: oddio allora esistono veramente.

Io torno normale.

C: sì, esistiamo veramente.

AC: quando lo sei diventata.

C: sono così dalla nascita, mia madre era licantropa, mio padre umano, tutta la mia famiglia da parte di madre è licantropa da generazioni.

AC: anche Jacob.

C: no, lui è stato trasformato un anno fa’. Ma lui non è un semplice lupo, è un ibrido.

AC: ibrido? Tipo The Originals?

C: no, i vampiri sono istinti da un secolo ormai. lui prima della trasformazione era un cerbero o segugio infernale. Però non lo sapeva, il gene del cerbero è dormiente all’interno degli esseri umani, magari la tua famiglia possiede il gene del cerbero da generazione ma non lo sa, perché per innescare la trasformazione devi morire, e non in modo naturale o per malattia, però in lui il gene si è attivato quando è stato morso e trasformato in licantropo cosicché le trasformazioni avvenissero in contemporanea.

AC: e in cosa è diverso da te?

C: ha il controllo del fuoco, tipo la torcia umana dei fantastici 4 solo con meno controllo e non può volare, è molto più forte di un normale lupo, ha i sensi più sviluppati e può trasformarsi in un vero e proprio lupo, ma di un metro e mezzo.

Driin Driin Driin

E: ora andiamo a lezione, oggi pomeriggio ti spiegheremo meglio.

AC: ok.

 

 

Quinta ora Filosofia.

J: hai parlato con Ann?

C: sì, oggi pomeriggio andremo a casa di Emi per i dettagli.

J: ok.

Il prof entra in classe con il suo solito sorriso stampato in faccia.

PR: buongiorno ragazzi.

Classe: Buongiorno prof.

PR: sì, per me sarà sicuramente un buon giorno dato che interrogo a sorpresa.

Classe: noooooo.

J: e che piffero.

C: che c’è? Non hai studiato?

J: sì, ho studiato, però non voglio essere interrogato alla lavagna come ho visto che fa di solito.

Sentendoci parlare il prof ci guarda, fa un ghigno e dice.

PR: Jacob, Cora visto che avete tanta voglia di parlare che ne dite di un’interrogazione di coppia.

J: ma perché non sto mai zitto.

Dice Jacob mentre si alza.

C: me lo chiedo sempre anch’io.

Arriviamo alla cattedra.

PR: bene ragazzi, oggi niente interrogazione teorica, ma parafrasi di testo in latino.

Jacob per poco non sviene, mentre io non mi faccio troppi problemi.

PR: bene, Jacob tu leggi una strofa, poi Cora la traduce, e il contrario per la strofa successiva. E per fare onore alle origini di Jacob, useremo una novella del Decameron, vediamo……

Scorre la lista sul suo tablet.

PR: a ecco, Andreuccio da Perugia. Jacob inizia a leggere.

 

 

FINE CAPITOLO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Mates e Demoni ***


Capitolo 13:

Mates e Demoni

 

Pov Cora

Suonano di nuovo e dato che Jacob è praticamente pietrificato, mi alzo e vado ad aprire la porta.

C: Derek, ciao, è un piacere averti qua fratellone.

Dico dolcemente abbracciandolo.

D: anche per me è bello rivederti sorellina.

C: Sorellina? Da quando sei così smielato?

D: da quanto ho deciso di passare un po’ di tempo con mia sorella minore.

Cominciamo a camminare verso la cucina.

C: Quanto ti fermi?

D: tre giorni.

Arriviamo in cucina.

C: allora Derek, lei è la mia amica Emily, ha appena scoperto il nostro segreto e le stavamo spiegando un po’ di noi.

A Derek sparisce il sorriso.

D: ci si può fidare?

E: stai tranquillo, anche se conosco Cora e Jacob da poco, non avete nulla da temere.

D: lo spero. Comunque io sono Derek il fratello maggiore di Cora.

E: lo so, Cora mi stava giusto parlando di te quando sei arrivato.

D: a davvero?

Si gira e mi guarda divertito.

C: sì……beh……lui invece è Jacob Blaze te ne avevo già parlato.

Jacob, che nel frattempo si era alzato e aveva ripreso un’espressione normale, si avvicina a mio fratello e li porge la mano.

J: è un piacere conoscerti Derek.

D: anche per me è un piacere…..conoscere il primo ragazzo di Cora.

A quel punto, mentre io comincio a faticare a controllare il battito cardiaco a Jacob il cuore parte al galoppo.

D: tranquillo ragazzo, son ben cosciente del legame che unisce te e mia sorella, non mi sorprenderebbe se entro un mese finiste a letto insieme. E in questo caso ti avviso, non voglio ancora diventare zio.

Dopo quelle parole, sia il mio cuore, che quello di Jacob perdono un battito. Il ghigno sulla faccia di mio fratello scompare ed Emi trattiene una risata.

D: Sto per diventare zio?

C: No no no no no no, non stai per diventare zio, ma…….

D: capisco……. Dovevo calcolare che siete due adolescenti in preda agli ormoni, ma ti avviso ragazzo, fai soffrire mia sorella e ti uccido.

J: certo, certo…..capisco.

C: bene……noi stavamo cenando……Derek, ti unisci a noi.

J: sì perché no? C’è il risotto con la salsiccia.

D: risotto?

J: sì. Ricetta italiana.

Ci sediamo tutti a tavola, Jacob serve un piatto di riso a mio fratello.

D: vedo che mia sorella ti fa lavorare.

J: cosa? Assolutamente no, siete ospiti in casa mia, è ovvio che sia io a servire i piatti.

D: ah bene, te ne sei trovato davvero uno a modo Cora.

Io arrossisco.

Derek inizia a mangiare.

D: cavolo è buono, chi ha cucinato?

J: io.

D: gentiluomo e cuoco, non potevo aspettarmi niente di meglio per il mate di mia sorella.

Sia a me che a Jacob va di traverso il cibo.

MATES????? Pensavo fossero solo una favoletta raccontata ai bambini. Non pensavo esistessero davvero.

 

POV Generale

E: Mate?

D: sì, Mate, per voi umani sono le anime gemelle, ma per noi lupo è una cosa molto più profonda. Per un lupo il proprio Mate è letteralmente più importante di ogni singola cosa. Se un lupo dovette decidere chi sacrificare tra il suo mate o la propria madre, alla quale vuole molto bene, sceglierebbe senza esitazione il proprio mate.

E: cacchio.

D: e non è finita qui. Un lupo può essere il più stronzo, egoista, bastardo, traditore di sempre, ma mai e poi mai potrebbe pensare di tradire il proprio mate, certe volte il legame è così profondo che tra i due lupi, dopo la cerimonia di legame, si forma una via di comunicazione mentale.

E: cerimonia di legame?

D: sì, è una cosa che può essere fatta solo tra due mate che sono già molto legati e può essere eseguita solo da un vero alfa. Sai cos’è? Vero?

E: sì.

D: beh il rituale funziona così, i tre lupi devono essere rinchiusi in un cerchio di frassino, i due mate non devono avere segreti tra di loro e devono aver consumato il primo rapporto. Il rituale in se è abbastanza pericoloso, il vero alfa deve conficcare gli artigli dell’indice, del medio e del pollice all’altezza del cuore dei due mates, se il legame è sufficientemente forte gli artigli dell’alfa, si allungheranno fino a trafiggere contemporaneamente i due cuori, dopo di che le anime dei mates cominceranno a legarsi, alla fine del rituale se tutto è andato per il meglio, i due lupi otterranno dei doni di coppia speciali.

E: che genere di doni?

D: il primo, quello comune a chiunque svolga il rituale, è che quando i due lupi combatto fianco a fianco, la loro forza fisica singola diviene pari alla somma delle loro singole forze, il secondo è il legame telepatico, i due lupi possono comunicare tra di loro con il pensiero e oltre a questo, se l’altro è consenziente, si avranno accesso a tutti i ricordi e pensieri ancora vividi nella mente del compagno. Il terzo dono, quello che ottengono una coppia di lupi su 1000, è che quando uno dei due Mates è un alfa, è in grado di evolvere il proprio compagno anch’esso al grado di alfa, insieme a questo, se uno dei due lupi ha abilità speciali, come per Jacob è il controllo del fuoco e la capacità di trasformarsi in un vero e proprio lupo, saranno trasmesse anche alla compagna.

E: cavolo ma è fortissimo.

D: ci sono anche dei lati negativi.

E: oh….

D: dopo aver fatto il rituale, ai due mates non è legata solo l’anima, ma anche la forza vitale, se uno dei due muore, muore anche l’altro, se uno dei due finisce in coma, ci finisce anche l’altro, questo non vale per ferite o svenimenti, ma per una qualche strana ragione vale per il parto, difatti se la compagna di un mate che ha subito il legame partorisce, entrambi provano lo stesso dolore, ma purtroppo per il maschio sarà molto più insopportabile, poiché noi, in certe occasioni, abbiamo una soglia del dolore mooooolto più bassa.

E: allora tra 5 o 6 anni ci sarà da ridere vero Jacob.

Sia Derek sia Emi guardano Jacob, che è immobile, bianco latte, e il mento che tocca il tavolo.

E: Jake? Ci sei?

Nessuna reazione.

D: mi sa che dove essere più delicato prima di parlare dei mates.

Dice Derek mentre sventola la mano davanti agli occhi della sorella, che è nelle medesime condizioni del compagno.

 

 

Il giorno dopo

Pov Jacob

Mi sveglio, sono nel mio letto con Cora che dorme accanto a me. La sera prima quando Cora ha chiesto se poteva dormire con me suo fratello non ha fatto problemi, ci ha solo ricordato che ha un udito molto affinato.

Mi alzo cercando di non svegliare Cora, mi dirigo in cucina e mi preparo il caffè.

40 minuti dopo arriva Cora.

C: Buongiorno.

J: buongiorno dormigliona.

Cora si avvicina e mi abbraccia da dietro, appoggiando la guancia alla mia schiena.

C: che fai?

J: mentre sorseggio il mio bel caffè, cerco qualche informazione su quei lupi nella copia del bestiario che mi ha lasciato Francesco.

C: Chi?

J: l’emissario dell’alfa che mi ha trasformato.

C: Ah….trovato niente?

J: purtroppo sì e non mi piace ciò che leggo.

Prima che Cora possa parlare, suona il campanello.

C: vado io.

Cora apre la porta e fa accomodare suo fratello, che però non era solo.

J: Prof che ci fa’ qui?

D: l’ho incontrato mentre facevo jogging e l’ho invitato a colazione giacché comunque dovevamo parlare.

J: sì, certo, il caffè è pronto, accomodatevi.

PD: Grazie, Jacob.

J: di…. Sbadiglio….. niente.

PD: dormito poco?

Derek lo guarda male.

Cora sbuffa.

J: sì, dopo quello che ci ha raccontato Derek ieri sera, non riuscivo a chiudere occhio.

C: già, concordo.

Dice Cora sbadigliando.

D: che c’è Jacob? Ti preoccupa avere una storia seria?

J: no, è solo che sapevo che i mates fossero una favola per bambini.

C: già.

PD: allora non mi sono sbagliato. Avevo sentito qualcosa di strano tra voi, ma mates? Davvero non me lo aspettavo.

D: comunque non siamo qui per parlare di questo.

C: e di cosa allora? Vuoi vedere se puoi fidarti di Deucalion?

D: no, abbiamo già parlato mentre venivamo qui.

PD: siamo venuti a sapere che una settimana e mezzo fa’ siete stati attaccati.

J: sì, da qualcosa di sovrannaturale. Forse ho capito di cosa si tratta, ma spero di sbagliarmi.

C: cos’hai trovato?

J: non dice molto, solo che il nome del rituale per crearli si chiama Daemones animam servi”. C’è scritto che le crea ma non dice come, solo che l’unico modo per ucciderli è uccidere chi li ha creati.

C: allora non è il nostro caso, tu hai ucciso quei lupi.

J: sì, ma con il fuoco del cerbero. Vedi il fuoco del cerbero è in grado di distruggere qualsiasi entità o energia sovrannaturale.

C: ma com’è che funziona la loro creazione?

J: nel libro non lo dice.

PD: lo so io, ed è un rituale davvero oscuro e brutale per chi lo pratica. E il problema maggiore è che chiunque può metterlo in pratica.

D: in cosa consiste?

PD: per prima cosa, bisogna scegliere un animale alfa che guiderà gli altri che saranno creati che devono essere tutti della stessa specie, possono essere qualunque tipo di animale. Per creare questo “alfa” bisogna uccidere l’animale che si vuole che lo diventi, cavargli il cuore…….. e poi la parte più straziante, chi esegue il rituale deve spezzare la propria anima in due e legare una della due metà al corpo morto dell’animale, poi sacrificare un essere umano non sovrannaturale per trasferire l’energia vitale di quest’ultimo nell’animale. Il rituale è lo stesso per gli altri animali, però la parte di anima che in quel caso l’evocare deve strapparsi è un centesimo di quella che possiede in quel momento, più demoni creerà più la sua anima sarà spezzata e più l’anima che gli rimane si riduce più i suoi sentimenti, le sue emozioni, la sua pietà si affievoliranno, dopo un po’ diverrà malvagio, tutto ciò che vorrà, sarà la distruzione, la morte, la sofferenza di tutto ciò che lo circonda. L’anima che caratterizza ogni essere umano non ci permette solo di provare emozioni e sentimenti, ma ci protegge anche dall’oscurità che è presente in ognuno di noi, l’anima prende la propria forza in parte da ciò che di positivo circonda il suo proprietario, ma per la maggior parte la prende dalla forza di volontà di chi la possiede, che si usa pur di non diventare “malvagio”.

C: Cavolo, ma perché qualcuno che vive qui dovrebbe fare una cosa del genere?

J: non saprei Cora, forse non ne conosce le conseguenze, forse non sa cosa comporta spezzare l’anima, oppure non gli interessa.

D: qualunque siano le sue motivazioni deve essere fermato, perché dopo Rock Country prenderà di mira tutto ciò che li capita a tiro.

C: cavolo Derek, da quando ti atteggi a salvatore del mondo.

D: sono stato influenzato da un vero alfa con un senso di responsabilità troppo grande.

PD: capisco che vuoi dire. Comunque io concordo con Derek e dico di iniziare dal luogo dove vi hanno attaccato.

C: non so quanto può essere utile, Jacob ha incenerito tutto nel raggio di 10 metri, solo io ne sono uscita quasi illesa.

D: tentar non nuoce.

Facciamo una breve colazione e dopo ci avviamo per il bosco.

 

40 minuti dopo, luogo dell’attacco.

PD: cavolo, quando dicevate incenerito, non pensavo a questo.

Davanti a noi si estendeva una mini radura perfettamente circolare, il terreno era completamente carbonizzato, perfino degli alberi una volta presenti in quell’area non c’era più una minima traccia, erano rimaste solo le grandi rocce da cui i lupi erano balzati per attaccarci.

D: Davvero hanno creduto che è stata l’esplosione di quattro bombole di gas ha fare questo disastro?

C: dubito che potessero trovare un’altra spiegazione logica.

J: i corpi dei lupi non ci sono più, erano rimaste le ossa del più grande e le carcasse incenerite dei due più piccoli, ma deve averle prese lo sceriffo.

Cavolo, noterà di sicuro che c’è qualcosa di strano, due di quei lupi, anche se continuavano a combattere, avevano il collo spezzato e qualunque veterinario può assicurare che un’esplosione non può spezzare un collo in quel modo. E poi quei lupi erano belli grossi, troppo per essere dei lupi normali.

D: è un problema?

J: quelli non erano dei lupi normali, erano troppo grandi, se fanno esaminare i resti da uno che ne capisce capiranno che c’è qualcosa di strano.

PD: concordo, hanno già richiesto un permesso speciale al governo per spostare tutti i lupi della zona e abbattere quelli più feroci, ma se danno la caccia a questi demoni, finiranno tutti sbranati.

C: dobbiamo capire chi è che genera questi lupi e fermarlo.

J: l’unico problema, da quel che sappiamo è che l’unico modo per fermarlo è  ucciderlo. Non so voi, ma io non uccido esseri umani.

C: vero, dovremmo trovare un altro modo, forse se riuscissimo a farlo incastrare per l’omicidio dell’ex vicepreside e farlo arrestare, non potrebbe più creare altri demoni.

D: e come la mettiamo con quelli già creati, ho controllato i giornali, sono scomparse ben 8 persone, quindi a creato ben 8 lupi, se contiamo i 3 uccisi da Jacob, ci sono ben 5 lupi ancora in liberta.

PD: aspetta Derek, mi sa che abbiamo la possibilità di ridurne il numero proprio ora.

 

POV Cora

Seguo lo sguardo di Deucalion e vedo un lupo, un enorme lupo grigio, sarà alto sì e no un metro e mezzo, ha gli occhi neri e ai suoi lati ci sono altri quattro lupi, più piccoli, tutti che non superano il metro di altezza.

D: quello grosso deve essere l’alfa.

A quelle parole il lupo più grande si gira e corre via seguito da altri due lupi.

PD: pensa davvero che bastino quei due per batterci.

C: mi dispiace dirlo ma sì, potrebbero bastare.

J: Cora tu stai indietro, questi non li fermi neanche se li spezzi il collo, solo io posso batterli.

C: no, neanche per idea.

PD: Jacob ha ragione Cora.

C: Ma!

D: tranquilla non combatterà da solo.

A quel punto mio fratello si trasforma in un bellissimo lupo nero dagli occhi azzurro ghiaccio. Anche Jacob si trasforma in un lupo nero dagli occhi infuocati. Deucalion ci ha spiegato che quando ha preso la strada della redenzione ha perso la capacità di trasformarsi nel demone lupo, quindi la sua trasformazione  è quella di un normale licantropo, anche se mantiene ancora il suo status di alfa.

C: non rimarrò in disparte.

Dico trasformandomi a mia volta. Ma Jacob si gira e mi ringhia, come per dirmi di non attaccare.

Ma pensa che sia solo una debole fanciulla indifesa??? Sono un cavolo di lupo mannaro CAZZO!

Decido comunque di restare indietro.

I due lupi partono alla carica, Jacob si infiamma e parte anche lui, seguito da Derek e Deucalion.

Un balzo e Jacob si trova sopra uno dei due lupi, sta per sprigionare il suo potere, ma l’altro lupo riesce a districarsi e da quel momento parte una lotta senza esclusione di colpi.

Poco lontano mio fratello cerca, insieme a Deucalion, di abbattere o almeno ferire il secondo lupo. La differenza di forza si nota parecchio, mio fratello decisamente più piccolo del lupo con cui sta combattendo, mentre Deucalion riesce si è no a mettere a segno qualche colpo prima di venir sbalzato via dal demone lupo.

Ah ah e pensare che prima era lui il demone lupo.

Sento un esplosione e vedo il corpo del primo lupo venire sbalzato via da una fiammata di Jacob, quando si schianta noto che è totalmente incenerito.  Jacob corre verso il secondo lupo che in quel momento è tenuto bloccato da Deucalion per le mascelle, mentre mio fratello è a terra dietro di lui che cerca di riprendersi. Un balzo, Jacob afferra il lupo da dietro il collo e si posiziona sopra di lui, costringendo l'altro a sdraiarsi,  le fiamme di Jacob si intensificano e quando tornano alla normalità del lupo bloccato sotto di lui resta solo una carcassa abbrustolito. 

C: state tutti bene?

PD: Sì, non al massimo, ma sì.

Derek torna umano e Jacob li da la sua felpa.

D: ok, ora rimangono solo 3 lupi, ma non sapendo chi è l'evocatore, niente li vieta di crearne altri.

J: giusto. Ora io direi di tornare a casa ho bisogno di una doccia.

C: concordo.

Dico sentendo il suo odore.

J: Ehi! Io intendevo per rilassarmi!

Fa l'offeso.

C: beh... ora la farai anche per l'odore.

Comincio ad avviarmi verso casa.

 

POV Jacob

J: è sempre stata così?

Chiedo a Derek.

D: sì, ha sempre avuto l'olfatto molto sensibile.

J: dimmi che non è anche fissata con l'ordine.

Derek ridacchia e risponde.

D: no, per fortuna no.

J: bene perché io e l'ordine apparteniamo a universi differenti.

Derek scoppia a ridere mentre cominciamo a dirigerci fuori dal bosco.

 

21.00 di sera appartamento di Jacob.

 

Pov Generale

Cora ed Emi hanno passato tutto la domenica pomeriggio a far fare il tour turistico della piccola città a Jacob e Derek, dato che nessuno dei due aveva ancora avuto il tempo di farlo.

Ora Cora e Jacob sono accoccolati a letto.

C: sai, quando sto tra le tue braccia mi sento a casa, protetta, felice e non vorrei essere da nessun altra parte..

Jacob sorride e le lascia un dolce bacio tra i capelli, suscitando un dolce sorriso di Cora.

J: ed io quando ti ho tra le braccia, sento si aver il tesoro più prezioso al mondo, che nessuno, neanche la morte o il destino, mi può strappare, perché anche se non abbiamo fatto quel rituale di cui parlava ieri Derek, io mi sento legato a te nell'anima, nel cuore e nella vita.

Cora si gira e lo bacia dolcemente sulle labbra.

Ed entrambi fanno brillare gli occhi. Solo che ancora una volta Jacob rimane di sasso.

J: ok questa volta ne sono sicuro, i tuoi occhi per un attimo sono passati dal giallo al rosso.

C: Edda piantala, io non sono un alfa e benché meno un vero alfa.

J: dovresti parlarne con tuo fratello o Deucalion, perché io non me lo sono immaginato.

C: va bene mamma.

J: ah la metti così?

Dice Jacob prima di posizionarsi sopra Cora e cominciare a baciarla appassionatamente, per poi fare quello che Derek li aveva espressamente chiesto di non fare con lui nel palazzo.

Anche se Derek se lo aspettava dato che oggi ha sgamato Jacob comprare dei preservativi di nascosto, senza che lui lo notasse, non ha avuto per niente una serata piacevole.

 

Fine Capitolo

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Capitolo 15
*** Sospetti ***


Capitolo 15

Sospetti

 

Pov Cora

Era passata una settimana da quando mio fratello era ripartito, le persone continuano a sparire, in questa settimane ne sono sparite due. Jacob ed io, con l’aiuto di Emi e Ann, abbiamo fatto ricerche su questi rapimenti, tutti sono avvenuti nello stesso modo, la gente si avvicinava troppo al bosco o a zone isolate e spariva. La Chase mi ha restituito il libro il giorno dopo, senza dire niente, da quel giorno sia lei che sua sorella non m’hanno più rivolto la parola. Io e Jacob conviviamo da cinque giorni, il mio appartamento è stato affittato a Jessica Mitchel una nostra compagna di classe.

 

Mercoledì, quinta ora, spogliatoi.

Mi sto cambiando, oggi è stata una giornata tranquilla, la verifica di filosofia è andata abbastanza bene, ed oggi c’è la solita partita di dodgeball.

Scendiamo tutti in campo.

CC: allora ragazzi oggi nei corridoi ho assistito ad una scena molto interessante, quindi oggi le squadre le fate voi, o meglio a turno i due capitani che sceglierò. Che saranno….rullo di tamburi……Chase e…………Hale.

Batte le mani e ci fa mettere ai suoi lati.

CC: ok Chase inizia tu.

Ca: Jacob.

Già non parlavano più con me, ma non perdevano occasione di provarci con Jacob.

CC: proprio come speravo.

Tutta la classe si gira a guardarlo.

CC: non ditemi che stamattina prima della prima ora sono stato l’unico che ha assistito al tentato omicidio della qui presente Carla Chase da parte dell’altra qui presente Cora Hale perché la prima ci ha visibilmente provato con il ragazzo della seconda.

Tutta la classe scoppia a ridere tranne noi tre interessati.

CC: e ora forza finite le squadre.

Le squadre alla fine sono:

Squadra Chase: Chase, Blaze, Mikaelson, Desiraio, Underwood, Jefferson, Sahim, DueMonti, Derin, Lockrood, lakisfi.

Squadra Hale: Hale, McHogan, Simus, Carreth, Spinnegan, O’Brien, Masredi, Santiago, Mitchel, Alabed, Smith, Grizzerli.

La partita inizia e subito entrambe le squadre vengono decimate, restiamo tre della mia squadra (io, McHogan e Carreth) e quattro della loro (Chase, Blaze, Mikaelson, Lockrood).

Suona la campanella che indica la fine della prima ora di ginnastica.

CC: ok 10 minuti di pausa.

MH(McHogan): ehi Hale, ok che c’è l’hai su con la Chase ma prova a eliminare qualcun altro.

C: lo so.

Ct (Carreth): sì, ma come lo eliminiamo Blaze? È troppo veloce.

MH: bisogna prende al volo uno dei suoi tiri.

Ct: ancora troppo veloce.

MH: per noi sì, ma per lei…….

Cominciano entrambi a guardarmi.

C: va bene, tanto non mi potrebbe dire niente.

Ct: ancora non mi spiego come avete fatto a non essere mai messi in squadre diverse fino ad adesso.

MH: in effetti non c’è stata squadra che vi aveva come membri che abbia perso.

C: e io che ci posso fare.

CC:OK IN CAMPO!

Subito Mike (McHogan) elimina Duncan (Lockrood) e Carreth viene eliminato da Jacob, io prendo al volo una palla di Nick (Mikaelson) eliminandolo da gioco.

CC: due contro due interessante.

Il prof ci osserva con sguardo sadico.

Mike tira a Chase che schiva, Jacob raccoglie palla e tira a Mike, io riesco a prenderla al volo eliminandolo.

Mentre Jacob mi passa di lato.

C: scusa.

Lui, come risposta mi fa un dolce sorriso mi bacia la fronte e aggiunge.

J: distruggila.

McHogan tira, Chase schiva, prende un altro dei palloni ancora in capo e tira, io uso un pallone come “scudo” e subito rilancio……..

Forse troppo forte.

Ora Carla è atterra con il naso sanguinante.

MH: cavolo che botta.

C: s…scu…scusa Chase non volevo.

Sta balbettando perché non mi sembrava di aver tirato particolarmente forte.

Mi avvicino e subito ogni senso di colpa sparisce quando sento che quello che le sta colando è sangue finto.

Io la guardo male e lei senza che nessuno la noti mi sorride.

NM: cavolo Hale che eri una stronza si sapeva ma arrivare a tanto.

Io lo ignoro, cosa che non fa Jacob, che prende Nick per la maglietta lo solleva e gli parla con un tono che impaurirebbe anche un leone.

J: ascoltami bene testa di ca***, Cora non è una stronza, Carla lo è, vuoi una prova, controlla quel sangue è finto.

Subito il prof se ne porta un po’ alla bocca lo assaggia.

Classe: Bleah!

CC: zitti voi, e tu Chase spero ti divertirai a restare tutto il pomeriggio oggi, perché non solo pulirai il tuo sangue finto, ma tutta la palestra, spogliatoi e sottoscala del deposito, posto dove so che la maggior parte delle ragazze, che è diventata ragazza-madre, è rimasta incinta.

L’espressione della Chase è impagabile.

CC: e tu Jacob, hai il mio permesso per mettere in riga Mikaelson ma non renderlo inutilizzabile per la partita di sabato, ci serve il vice-capitano, con McHogan espulso siamo nei casini. E ora forza ringraziate la vostra amica Carla, poiché per tutta la prossima ora si farà corsa, e ora, fuori a percorrere il perimetro della scuola, e Santiago non provarci più con i poliziotti che controllano il perimetro del bosco.

 

Ore 16.30 appartamento di Jacob e Cora.

                                                                                           

 

Pov Generale.

 

E: allora ragazzi abbiamo controllato tutto ciò che c’era da controllare restando nei limiti di legge e non abbiamo trovato niente.

AC: c’è lo dovevamo aspettare, a parte il metodo con cui sono creati i demoni non sappiamo altro. Non abbiamo punti di partenza da cui cominciare per identificare l’evocatore.

C: una cosa su di lui la sappiamo, avendo già creato 10 lupi, dovrebbe aver perso la maggior parte delle sue emozioni.

J: sì, però noi non conosciamo tutti gli abitanti della città, magari il cambiamento non si nota più di tanto perché già da prima era un sociopatico senza emozioni.

E: Jake ha ragione, anche con questo dettaglio non ci sarebbe modo di identificarlo con certezza.

J: e di sicuro non possiamo accusare gente a caso.

AC: sentite ragazzi, l’avete appena detto, adesso non abbiamo modo di arrivare ad alcun che, perché non usciamo a farci un giro.

C: Ann ha ragione, non servirà a niente restare qui a girare a vuoto.

 Tutti annuiscono.

 

Più tardi piazza centrale.

J: ma come cavolo fai?

C: nemmeno io sarei capace di fare una cosa del genere in così poco tempo.

AC: ci dovrete fare l’abitudine.

E: ehi, non è colpa mia se adoro il kebab.

J: te ne sei mangiati 5, extra grandi, con extra carne, in 30 minuti.

Conosco poche persone che potrebbero fare una cosa del genere e sono tutti licantropi.

E: io adoro il kebab, quando lo mangio il mio stomaco si ingrandisce di 10 volte, come la mia fame, facci l’abitudine.

J: cavolo se dovessi essere trasformata per i kebabbari sarebbe il paradiso.

C: un'altra cosa, noi siamo lupi, il nostro metabolismo è più veloce, e il nostro fisico rimane in forma indifferentemente da ciò che mangiamo, ma tu tutto quello che mangi dove lo metti?

E: Jogging tutte le mattine, palestra 2 volte a settimane e in laboratorio non sto’ ferma un attimo.

J: confermo a volte mi fa girare la testa.

AC: sì e una volta lei era più agitata del solito perché mancava Lucas e lei è stata nominata supervisore d’emergenza, tu cercavi di seguirla con lo sguardo mentre lei ti parlava a raffica, a un certo punto ti si sono accartocciate le gambe e sei caduto come un salame.

C: Aahahahahahah.

J: divertente….. ma a proposito di Lucas non è lui quello che sta entrando nel bosco la in fondo.

Emi guarda nella direzione indicata da Jacob, e riconosce Lucas.

E: ma è impazzito? Sa che è vietato e pericoloso. Nell’ultima battuta di caccia sono morti tre cacciatori.

C: dobbiamo fermarlo.

Tutti annuiscono e si dirigono nel punto dove hanno visto Lucas addentrarsi nel bosco.

C: ok voi due restate qui io e Jacob entriamo.

AC/E: cosa? Scordatevelo.

J: non fate storie, in quel bosco ci sono 5 lupi demoniaci a cui solo io posso tenere testa e uccidere, neanche Cora sarebbe in grado di proteggersi se l’attaccassero in due o più 

Detto questo io e Jacob partiamo rapidi verso il bosco seguendo l’odore di Lucas.

L’abbiamo quasi raggiunto quando.

J: lo senti questo odore?

C: ok cavolo.

SR: chi è la? Venite fuori è proibito entrare nei boschi.

J: Cavolo è l’agente Rockstone! Che si fa?

SS: Rockstone che succede?

C: merda.

Siamo nascosti dietro dei cespugli a pochi metri dai due agenti.

AR: ho sentito delle voci sembravano due ragazzi devono essere imboscati qua attorno.

SS: RAGAZZI! È PERICOLO GIRARE NEI BOSCHI! USCITE FUORI!

Grida lo sceriffo in po’ tutto attorno a se.

J: ok Cora io comincio a correre verso dove porta l’odore di Lucas, mi farò seguire per un po’ poi appena avrò trovato Lucas mi trasformerò senza farmi notare, sono vestito più o meno come lui, gli agenti penseranno che il ragazzo che inseguivano era Lucas e lo porteranno fuori dal bosco, nel mentre tu esci di corsa dal bosco. Capito?

C: sì, ma ti fermi mai quando parli? Potresti diventare un campione di apnea.

J: divertente.

Lui guarda oltre il cespuglio.

J: aspetta…………….. adesso.

 

Pov Jacob

Corro via da dietro il cespuglio facendo il più rumore possibile, appena mi vedono i due agenti cominciano a rincorrermi.

Io non vado troppo veloce per evitare di seminarli, ma neanche troppo piano prima che la troppa vicinanza li permetta di riconoscermi. A un certo punto vedo Lucas in lontananza quindi svolto dietro una grande roccia e mi trasformo.

Metto lo sprint e corro via. Da lontano vedo i due poliziotti disorientati vicino la roccia dove avevo svoltato.

Poi vedo lo sceriffo indicare in alto su di un albero e l’agente Rockstone allungarsi a prendere qualcosa.

J: che cavolo ci fa una telecamera nel mezzo del bosco?

Poi vedo Rockstone che indica qualcosa e subito noto che è Lucas. I due agenti li corrono in contro e lo afferrano per il cappotto prima che possa scappare.

 

 

Sono ormai fuori dal bosco e sto entrando nella piazza centrale.

Vedo subito Cora, Emi e Ann sedute sul bordo della fontana.

Gli vado in contro.

J: abbiamo un problema ginormico.

AC: che è successo?

J: non solo per quale sfiga divina ma c’era una telecamera nel bosco che riprendeva proprio il punto dove mi sono trasformato, gli sbirri l’hanno trovata e se la sono portata in centrale.

C: Cosa?

E: pensi che si possa capire che fossi te?

J: non lo so, ma dalle riprese capiranno che non era Lucas quello che si aggirava nel bosco, e che la seconda persona non è umana.

Tutte hanno lo sguardo terrorizzato, cosi decidiamo di comune accordo di tornare ognuno a casa propria.

 

 

Appartamento di Jacob e Cora 20.43

Pov Cora

J: Credi che debba sbarazzarmi del giubbotto?

C: credo di no, è un comunissimo giubbotto blu scuro, senza nessun segno particolare, c’è ne saranno a migliaia in città.

J: comunque meglio farlo scomparire dalla circolazione per un po’.

 

Toc toc

 

Tutte e due dirigiamo la nostra attenzione verso la porta.

J: riconosco l’odore, è Rockstone.

C: sì, ma non sembra nervoso e poi è da solo.

J: credi che da quel video mi possano riconoscere.

 

Toc toc

 

C: senti tu vai in camera e resta in ascolto, io gli dirò che stai studiando e non vuoi essere disturbato

 

Toc toc

 

Jacob annuisce e va in camera da letto portandosi il giubbotto con se e appena chiude la porta della camera da letto io apro all’agente Rockstone.

C: agente Rockstone.

Gli sorrido allegramente.

AR: ciao Cora. Posso entrare?

C: certamente e mi scusi se non ho aperto subito ero in camera da letto.

AR: non fa niente. C’è Jacob?

C: sì, è in camera a studiare, ha scoperto che se anche sta ripetendo l’anno non si ricorda una mazza di storia. Può riferire a me se non è urgente.

L’uomo si guarda attorno, fino a focalizzare la sua attenzione sul disegno della lupa che Jacob aveva fatto alla sua prima lezione del corso d’arte.

AR: Bello. Chi l’ha fatto?

C: Jacob.

AR: mi ricorda qualcuno.

Io deglutisco.

C: lo pensa anche lei? È la prima cosa che mi è venuta in mente quando l’ho visto.

AR: sì…. Beh comunque hai detto che posso anche parlare con te, non voglio disturbare Jacob.

C: certamente.

AR: bene. Sapresti dire dov’era Jacob oggi pomeriggio verso le 16.50?

C: si era in giro con me, Ann e Emi.

AR: e non si è allontanato.

C: no, ci ha fatto da fattorino per tutto il pomeriggio, se avesse provato ad andarsene lo avrei fatto dormire sul divano.

AR: ok.

l’agente Rockstone comincia a ridacchiare divertito.

C: ma perché? È successo qualcosa?

Torna serio e mi guarda negli occhi indeciso su cosa rispondere.

AR: c’è stato l’avvistamento di un ragazzo nel bosco, è stato filmato da una telecamera piazzata da un cacciatore, era un ragazzo sul metro e ottantacinque, messo bene fisicamente.

C: sì, in effetti potrebbe essere Jacob.

AR: sì, ma devo controllare altri 17 ragazzi, Jacob è il quarto oggi. Quindi vado, buona serata Cora e salutami Jacob.

C: certo e buona serata anche a lei.

Lui fa un cenno con la mano e io chiudo la porta.

Jacob torna in salotto e mi guarda sollevato.

J: per fortuna!

C: un corno Jacob! Se hai ragione e quella telecamera ti ripreso mentre ti trasformavi, non solo sanno che c’è qualcuno in grado di trasformarsi in lupo ma tu sei nella lista dei sospettati. Forse anche tra i maggiori.

J: e perché tra i maggiori?

C: La guarigione Jacob! Loro sanno che guarisce in fretta, troppo in fretta. Se scoprissero, te controllerebbero anche me.

J: io non voglio andarmene, dobbiamo cancellare quel filmato!

C: ti rendi conto che ne avranno già fatte un trilione di copie, e probabilmente l’hanno anche salvato in un cloud esterno. Se riescono a dimostrare che quel video è reale, non solo renderebbero nota al mondo la nostra esistenza. Ma saremmo braccati e trucidati, chissà di quante morti i lupi saranno incolpati senza motivo.

J: lo so Cora, lo so. Faremmo la fine degli ebrei nei campi di concentramento, se non peggio, potremmo finire in dei laboratori, dove non oso immaginare cosa ci farebbero. Dobbiamo fare in modo che non divulghino l’informazione.

Io annuisco con mille pensieri nella testa, e nessuno di questi è positivo.

 

Camera di Emi

Pov Generale

AC: perché mi hai chiesto di venire a casa tua? Ci siamo viste oggi pomeriggio?

Lei sembra pensarci poi camminando a braccia conserte e fissando il vuoto risponde.

E: tu non ti senti inutile?

AC: per la faccenda di Lucas?

E: più che altro per la faccenda della telecamera, lo sai cosa succederebbe se…..

Pibip

AC: chi è?

E: è Cora, scrive che dal filmato non si riconosce Jacob, ma stanno facendo il giro di tutta la città.

AC: meglio no?

E: no, hanno comunque un vero filmato che mostra un essere emano trasformarsi in un lupo gigante! Se la notizia si spargesse ci sarebbe il panico. E secondo te chi divulgherebbe informazioni su come scovare e uccidere i lupi?

AC: quelli come la Chase, sei lei dicesse tutto quello che sa sarebbe un disastro!

Entrambe sembrano molto preoccupate finche la mamma di Emi non entra in stanza.

MaE(Mamma Emi): Emi c’è pronta la…. Ciao, tu sei Ann giusto? Del club di botanica?

AC: sì signora, sono qui proprio per quello.

MaE: che ne dici di fermarti a cena?

AC: non vorrei arrecare disturbo.

MaE: ma che disturbo! Mio marito è ancora fuori città, e io ho cucinato come sempre per un esercito. Con Emi in casa meglio eccedere. E poi non le farebbe male mangiare di meno.

E: Mamma!

MaE: ahahahahah

La signora Highmore esce dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.

E: allora andiamo a mangiare?

AC: ok

Entrambe escono dalla stanza e si dirigono in cucina.

 

Centrale di polizia, ufficio dello sceriffo

SS: quindi è autentico? Ciò….quello ripreso nel video….

Te(tecnico): si sceriffo, abbiamo tra le mani la prima vera prova dell’esistenza dei lupi mannari. Il video è in formato rom, cioè immodificabile.

SS: ok Jimmi, puoi andare, ma non farne parola con nessuno.

Il ragazzo esce dalla porta.

AR: Sceriffo, se questo è vero allora quello che sta uccidendo nel bosco è lui?

SS: non lo so Rockstone, insomma aveva mille modi per ucciderci, eppure non l’ha fatto. Eravamo delle prede perfette, sappiamo che uccide a caso e non in lassi di tempo precisi.

AR: forse sta percorrendo una vendetta, e alcune delle morti fin ora avvenute sono per sviarci.

SS: allora l’omicidio di due agenti nel bosco avrebbe cambiato qualcosa? No…..no, no questo non è una vendetta, se è lui l’artefice di queste morti allora deve esserci un motivo se ci ha risparmiato.

 

Angolo autore

Lo so che questa storia non è molto seguita quindi non  sarà notato, ma essendo ricominciata la scuola e questo era l’ultimo capitolo che avevo, ho deciso cambiare il tempo di pubblicazione, dovrei riuscire a farne uscire uno ogni 2 settimane, sono al quarto anno di superiori e i prof hanno già iniziato a tartassarci.

Spero che fin ora la storia vi sia piaciuta e spero che continuiate a seguirla.

Colpani392

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Senza Sentimenti ***


Capitolo 16;

Senza Sentimente

POV Cora

È sabato, fin ora la polizia non ha parlato del video ritrovato nella foresta, forse davvero non si vede niente.

Siamo a metà dell’ora di inglese, io ho appena finito il test che c’era oggi, una normale comprensione di testo, Jacob ha finito 10 minuti fa’ e si sta facendo un pisolino.

Deucalion passa da parte al suo banco e con i fogli arrotolati che ha in mano lo colpisce dietro la nuca.

PD: signor Blaze, se ha già finito il test si può accomodare fuori.

Jacob sbuffa, raccoglie le sue cose e se ne va.

Io alzo la mano così il prof si avvicina e io gli consegno il test.

Gli dà un rapido sguardo.

PD: può andare anche lei signorina Hale.

Anch’io come Jacob prendo le mie cose ed esco.

Appena fuori dalla classe seguo la scia odore che Jake si è lasciato dietro fino ad arrivare alla sezione soprannaturale della biblioteca, dove lo trovo che si sta facendo un pisolino seduto sul pavimento con la schiena appoggiata agli scaffali.

C: Jake sveglia.

Lui apre gli occhi con malavoglia.

J: cosa?
C: dobbiamo parlare.

J: di?

C: di Babbo Natele! Secondo te di cosa dovremmo parlare?

J: di me che dovrei smettere di stare alzato fino a tardi a guardare serie tv?
C: e non solo……

J: intendi il video?

C: esattamente. Non è ancora stato diffuso e dalla centrale non sono trapelate informazioni a riguardo.

J: forse davvero non ha ripreso niente come dice Emi.

Lui si mette più comodo, richiude gli occhi e cerca di riprendere il suo pisolino.

C: non lo so, il mio istinto mi dice che dovremmo preoccuparci.

Un rumore, un odore. Entrambi volgiamo la nostra attenzione alla persona appena entrata in biblioteca.

J: cosa ci fa qui quel gallo da strapazzo dell’agente Livarro e con la Chase poi.

Io non rispondo e mi dirigo verso il luogo da qui provengono i rumori, con già un’idea di quello che sta succedendo.

E di fatti non mi sbaglio.

C: eh ehm

I due, prima troppo occupati a palparsi a vicenda, si volta a guardarmi.

Cl: Hale! Che ci fai qui?

C: io mi stavo scegliendo un libro da leggere.

AL: ragazza non devi dire niente di quello che hai visto e sentito.

J: e perché dovremmo?

Jacob si mette dietro di me mostrandosi ai due che non l’avevano notato.

AL: ma voi siete i due ragazzi che sono stati attaccati tempo fa’.

J: e tu l’agente che ci voleva provare con la mia ragazza mentre lei era ferita e svenuta tra le sue braccia.

Cl: cosa volete per non dire niente.

C: tu non hai niente che ci interessi Chase.

J: e nemmeno tu Livarro.

Noi ci giriamo e facciamo per andarcene quando Livarro afferra Jacob per la spalla e lo fa girare verso di se.

AL: ascoltami ragazzino se tu..

Non fa tempo a terminare la frase che Jacob lo prende per il colletto della divisa e lo solleva.

J: ascoltami bene deficiente, l’ultima volta non ti ho ucciso perché lo sceriffo e l’agente Rockstone mi hanno fermato, ora non ti uccido perché non voglio essere espulso, però la prossima volta che mi metti le mani addosso in malo modo o fai altro che mi possa far innervosire, sappi che non ci sarà niente che potrà impedirmi di squartarti con i miei artigli, hai capito?

Lui annuisce terrorizzato così Jacob lo molla e insieme ci dirigiamo verso il club di botanica, dove Emi ha detto a Jacob di raggiungerla.

 

 

Serra

Pov Jacob

J: ciao ragazzi!
Tutti: ciao Jacob!

A Lucas scompare subito il sorriso quando vede Cora dietro di me.

L: scusa Cora ma non puoi restare qui mentre lavoriamo.

E: e da quando? Cora è sembra entrata nella serra mentre lavoravamo da quando Jacob è nel club.

Lucas neanche guarda Emi, continua a fissare Cora quasi con odio.

C: non fa niente Emi, andrò in biblioteca.

Cora esce dalla stanza, però Lucas non cambia espressione e con un tono che non gli ho mai sentito, comincia a impartire ordini.

L: Reaser, Curtis voi dovete finire quella ricerca sull’utilità di incrociare la Dionea a scatto con piante più robuste e adattabili.

Le due ragazze guardano un po’ incerte Lucas confuse dal suo tono di voce freddo e severo.

L: muovetevi!

Le due ragazza quasi correndo entrano nella loro sezione di serra.

L: Grizzerli tu muoviti con quel nuovo fertilizzante a base d’alghe.

Thomas già abbastanza intimorito entra nella sua sezione.

L: Highmore tu puoi interrompere la coltivazione del cactus ho annullato la nostra iscrizione al concorso.

E: cosa? Perché hai annullato l’iscrizione? Ne hai parlato almeno con il club di giardinaggio? Quel concorso era in coppia con loro.

L: No, abbiamo troppo da fare per sprecare energie su uno stupido concorso di bellezza per piante!
E: ma ti è dato di volta il cervello? Quelle erano le finali che avrebbero permesso al club di giardinaggio di accedere alle nazionali, noi eravamo i favoriti, eravamo d’accordo che a loro andava il trofeo e l’attestato, mentre noi prendevamo l’80% del premio in denaro, che erano 8000 dollari, quei soldi ci servivano per ampliare la serra.

L: con te ad aiutare Reaser e Curtis avremmo più possibilità di vincere, il mio progetto sui funghi ha la vittoria scontata, quello di Grizzerli è tra i favoriti, se riusciamo a vincere con tutti e tre i progetti ci portiamo a casa 15000 dollari.

Neanche ci guarda in faccia mentre continua a scrivere qualcosa su una cartellina.

E: ma è praticamente impossibile Lucas! Lo sai bene che anche se il migliore, i giudici non assegneranno mai la vittoria a un progetto se questo vuol dire fari vincere tutte e tre le categorie del concorso ad un'unica scuola, è già tanto se ne vinci due.

L: ma con i nostri progetti non potranno non farlo, non troverebbero mai una giustificazione sufficiente per non premiarci.

E: tu stai fantasticando Lucas, a loro non servono giustificazione, se non ti proclamano vincitore non puoi farci niente. Anche arrivando tra i primi tre nel concorso di giardinaggio avremmo vinto 5000 di dollari, e se voi avesse vinto con due progetti sarebbero stati altri 10000 e la somma vinta sarebbe stata la stessa. Invece tu non solo decidi di scommettere su un qualcosa di irrealizzabile, ma penalizzi anche il club di giardinaggio che dovrà occuparsi del cactus senza l’ausilio dell’ambiente adatto fornito dalla nostra serra e delle mie conoscenze.

L: no, non è così, quando ho detto che ho ritirato l’iscrizione intendevo quella di tutto il club di giardinaggio, attualmente loro si sono ritirati dalla gara, ci riproveranno l’anno prossimo.

Lucas, sempre senza guardare Emi in faccia, parla come se quello che avesse fatto fosse la cosa più normale e innocua del mondo.

E: che cosa hai fatto?

L: ho telefonato agli organizzatori del concorso, mi sono finto il direttore del club di giardinaggio e ho annullato l’iscrizione del club. Ora le iscrizioni sono chiuse, quindi anche volendo non si può più fare niente.

Emi è una furia, si avvicina a Lucas e gli tira uno schiaffo che gli fa girare la testa dall’altra parte, poi esce dalla serra.

Io mi guardo un attimo attorno, gli altri ci guardavano perplessi, erano tutti usciti dalla loro parte di serra e avevano sentito tutto. Io dopo aver guardato tutti negli occhi lasciando per ultimo Lucas al quale lancio uno sguardo omicida, seguo Emi fuori dalla serra.

 

Aula di Biologia

PW: Cosa ha fatto Lucas?

E: Glielo ripeto Prof, fingendosi del club di giardinaggio, ha annullato la loro iscrizione al concorso.

PW: non ci credo che abbia fatto una cosa del genere.

La professoressa si appoggia allo schienale della poltrona e ci fissa perplessa.

PW: sicuri che non scherza? Per una cosa del genere il minimo è l’espulsione.

E: lo so benissimo Prof, ma è quello che ha fatto.

PW: avviserò il preside e chiamerò il comitato del concorso per vedere se si può fare qualcosa.

In quel momento Ann entra timidamente in aula, la porta era aperta quindi doveva essere fuori ad ascoltare.

AC: mi spiace Prof ma ho già chiamato io ed ho informato il comitato della situazione, dicono che non si può fare più niente, che sono dispiaciuti e che ci farebbero anche partecipare, ma purtroppo dovrebbero riorganizzare molte cose da capo e essendo il concorso tra tre giorni, non né hanno il tempo.

PW: ok, adesso ho lezione, poi andrò dal preside e parlerò con il club di giardinaggio. Mi spiace ragazzi.

La campanella sua, alcuni ragazzi di seconda cominciano ad entrare in aula.

Noi appena usciti ci troviamo Lucas davanti.

L: ragazzi che ci facevate dalla Watson?

E: secondo te? Mica avremmo tenuto segreto quello che hai fatto?

L: e cosa avrei fatto di così grave?

Tutti e tre lo guardiamo sbigottiti.

J: prima in serra ci hai detto con non scialans che ti sei finto del club di giardinaggio e gli hai ritirati dal concorso. Questa azione è da espulsione Lucas!
L: fermi tutti! Io sono appena arrivato, ero in ritardo perché ieri mi hanno rubato il motorino e non ho fatto nulla del genere.

Emi mi guarda interrogativa e Ann fa lo stesso. io metto in allerta i miei sensi.

J: davvero tu non hai fatto nulla di quello che ti abbiamo appena detto?

L: ma siete matti? Come ha detto Emi una cosa del genere è da espulsione e poi le telecamere esterne possono dimostrare che sono appena arrivato a piedi.

Ogni sua funzione vitale è regolare.

Io guardo esterrefatto le due ragazze dietro di me e scuoto la testa per dare una risposta negativa.

AC: ci sono le telecamere anche nella serra. Vedremo se stai dicendo la verità.

 

Ufficio della sicurezza

AS(agente sicurezza): ecco a lei signora preside, le riprese della serra.

Siamo io, Emi, Lucas, la Preside Mongomeri e la Professoressa Watson.

Sullo schermo si vede Lucas nella serra e si sente perfettamente la sua confessione.

L: io non ho mai detto né fatto nulla del genere, mandi le registrazione esterne, io quando è stato registrato quel video non ero ancora arrivato.

L’agente fa partire la registrazione.

Si vede chiaramente Lucas che arriva dal parcheggio esattamente 8 minuti dopo che è stato ripreso nella serra.

E: questo è impossibile, secondo il video della serra, Lucas è uscito da essa solo dopo 20 minuti, Thomas e Melissa lo confermano.

L: ma quelle registrazioni dimostrano che non ero io.

PW: signora preside che si fa?

PrM: non saprei signorina Watson, per il momento non prenderemo provvedimenti, ma Lucas tu sei sospeso temporaneamente dal club di botanica.

L: cosa?

PrM: mi spiace Lucas, ma finche non risolveremo questa cosa, non ti sarà più concesso di accedere alla serra, quindi per favore restituisci tutte le chiavi elettroniche.

Lui, un po’ titubante, restituisce le chiavi alla Professore Watson.

PW: Emi sarai tu la nuova responsabile, fatti consegnare da Lucas tutto quello che riguarda il club.

E: certo Prof.

Usciamo tutti dall’ufficio della sicurezza, io e Ann ci dirigiamo ognuno nella sua classe, la Preside torna al suo ufficio, la Prof alla sua aula e Emi con Lucas al laboratorio.

 

Non appena entro nell’aula di analisi. Alla prof dico solo che sono stato trattenuto dalla preside. Mi dirigo verso al posto accanto a Cora, ma vedo che accanto a lei è già seduto Mark Jefferson, si vede lontano un miglio che ci sta provando. Mi guardo attorno e vedo che l’unico posto libero è accanto a McHogan.

La lezione continua tranquilla, McHogan non mi ha nemmeno guardato in faccia, non che mi interessi. Non ho seguito un H di quello che ha spiegato la prof, troppo occupato a trattenere gli istinti omicidi nei confronti di Mark.

Suona la campanella, vedo Cora alzarsi e fare per venire verso di me però Jefferson le si para davanti.

***

MJ(Mark Jefferson): allora che ne dice?

C: te l’ho ripetuto da tutta l’ora, non voglio uscire con te.

MJ: chi non vorrebbe uscire con me?

C: ti ricordo che ho già il ragazzo.

Lui le sorride ammiccante.

MJ: io non sono un tipo geloso.

C: e io non sono poligama.

MJ: che centra la geometria?

Cora alza gli occhi al cielo.

C: vuol dire che non voglio avere più partner, idiota!

Lui ancora una volta le sorride.

MJ: sei sexy quando ti arrabbi.

Lui cerca di accarezzarle una guancia

***

Ora basta

J: ti consiglio di non farlo.

Lui ha la mano ha mezzo centimetro dal volto di Cora.

MJ: perché se no che mi fai?

Lui si volta per guardarmi, ma quando i sui occhi vedono il mio petto, alzo lo sguardo e si vede dalla luna che ora è intimorito.

J: sparisci.

Lui, anche se, se la sta facendo visibilmente nei pantaloni, decide di controbattere.

MJ: tu non mi dai ordini. Tornate a fare pubblicità per attrezzi da palestra e lascia che mi procuri la mia prossima botta e via.

 

Corridoio

Pov Generale.

Lo sceriffo Smith, insieme a Rockstone e Livarro, si sta dirigendo verso l’aula di analisi della professoressa Samuels per parlare con Jacob Blaze.

Quando i tre si ritrovano a un paio di metri della suddetta aula,

da essa viene scaraventato fuori un ragazzo, con la giacca dei giocatori di football della scuola, i jeans e un occhio nero, il ragazzo scivola sul pavimento fino a schiantarsi contro gli armadietti. I tre agenti accorrono in suo soccorso, ma prima che riescano ad avvicinarsi, la persona che erano venuti a cercare esce, visibilmente arrabbiata, dalla stessa aula da cui il ragazzo era stato scaraventato fuori. Dietro di lui c’era Cora che lo pregava di fermarsi prima che lo veda qualche professore e lo espella.

SS: che sta succedendo qui?

Lo sceriffo si frappone tra i due ragazzi, anche se Jacob aveva rinunciato a proseguire il pestaggio di Mark.

J: ha parlato troppo e a sproposito.

Jacob era ancora arrabbiato, lo sceriffo glielo legge negli occhi.

SS: Jacob calmati.

Il ragazzo fa un respiro profondo e dopo che il suo sguardo non dice più “omicidio” lo sceriffo fa quello per cui era venuto.

SS: Jacob possiamo parlarti un attimo in privato?

Lui guarda gli agenti incerto, poi osserva la ragazza al suo fianco.

J: ok, ma Cora viene con me.

SS: bene, dove possiamo parlare senza essere disturbati?

Da un corridoi sbucano fuori Ann e Emi, che vista la scena che gli si presenta davanti si bloccano sul posto in silenzio.

J: a questa la biblioteca è vuota.

Jacob e lo sceriffo si fissano seri negli occhi, come due pistoleri in duello del Far West, circondati dal silenzio più totale.

Emi notando che Cora la guardava preoccupata le mima un “che succede”, Cora le mima un “biblioteca”.

SS: e sia, fateci strada.

Emi sentendo le parole dello sceriffo e vedendo Jacob ruotare su se stesso, prende per mano Ann che le lancia una sguardo confuso, ma prima che possa parlare, Emi la trascina verso la biblioteca.

 

 

Biblioteca

Lo sceriffo e i due agenti sono seduti da un lato del tavolo della sezione soprannaturale della biblioteca, Jacob e Cora sono dall’altro.

J: allora perché volte parlare con me?

SS: per una cosa che hai detto stamani all’agente Livarro.

Jacob lo guarda confuso e poi forse capendo a cosa si riferisse lo sceriffo, cambia il suo sguardo da confuso a sorpreso.

J: per quello? Ero e sono ancora arrabbiato con Livarro per averci provato con Cora mentre era ferita e svenuta, poi oggi in biblioteca mi afferra bruscamente per una spalla con il chiaro intento di minacciarmi per non farmi dire che l’ho beccato un attimo prima che lui e la Chase maggiore lo facessero in biblioteca.

Lo sceriffo e l’agente Rockstone lanciano un’occhiataccia a Livarro che è seduto tra i due.

SS: non tanto per la minaccia in se, ma per le parole che hai usato per minacciarlo.

Jacob è ancora più confuso, Cora uguale.

SS: secondo Livarro queste sono state le tue parole esatte.

Lo sceriffo prende un foglietto di carta dal taschino della giacca.

SS: “ascoltami bene deficiente, l’ultima volta non ti ho ucciso perché lo sceriffo e l’agente Rockstone mi hanno fermato, ora non ti uccido perché non voglio essere espulso, però la prossima volta che mi metti le mani addosso in malo modo, o fai altro che mi possa far innervosire, sappi che non ci sarà niente che potrà impedirmi di squartarti con i miei artigli”

Lo sceriffo rimarca la parola “artigli”.

All’apparenza dei tre agenti Cora e Jacob sono rimasti per tutto il tempo impassibili. Ma così non fanno due figure nascoste dietro ad uno scaffale alle spalle dei poliziotti.

AR: Cos’è stato?

L’agente Rockstone sentendo una specie di sussulto provenire da dietro di lui, si alza e corre a vedere dietro lo scaffale.

AR: che state facendo voi due?

Il tono acuto di Rockstone arrivano fino alle orecchie dei due agenti rimasti al tavolo che si voltano vedendo arrivare l’agente che quasi trascina Emi e Ann per il polso.

AR: queste due stavano origliando da dietro lo scaffale.

AC/E: Non è vero!
Rockstone le guarda alzando il sopracciglio.

E: forse un po’.

AC: ma eravamo preoccupate per i nostri amici.

SS: vi devo chiedere di uscire, quello di qui dobbiamo parlare con Jacob è strettamente confidenziale. Anche te Cora dovresti uscire.

J: no invece.

Lo sceriffo sposta il suo sguardo su Jacob.

J: se riguarda me, possono rimanere, tutte e tre.

SS: non siamo sicuri che riguardi te.

J: in questo caso non rimarrò per ascoltarla se non rimarranno anche loro.

SS: va bene, ma nulla di quello che vedrete ora dovrà essere svelato a nessuno. Questo vale anche per te Livarro che non né sei ancora a conoscenza.

Ann e Emi prendono posto accanto a Jacob e Cora, l’agente Rockstone si risiede al posto di prima.

Lo sceriffo nel mentre ha tirato fuori dalla sua borsa a tracolla un portatile, cerca un file video che mette a schermo intero per poi girare lo schermo per far si che tutte le sette persone presenti lo vedano.

Lo sceriffo preme play, si vede il bosco, a un certo punto arriva un ragazzo incappucciato che fa un salto mettendosi le mani davanti e trasformarsi in un lupo. Lo sceriffo preme pausa.

SS: allora ragazzi, questo video è una copia di un video in formato rom che contiene le medesime immagini e a meno che non sbagli i video in formato rom non si possono modificare. Quindi probabilmente è il primo video attendibile che mostra un lupo mannaro.

Lo sceriffo scandisce bene le parole “lupo” e “mannaro” e contemporaneamente sposto lo sguardo dallo schermo ai ragazzi seduti di fronte a lui. Questa volta neanche Cora e Jacob sono riusciti a minare impassibili, tutti e quattro sono visibilmente preoccupati.

SS: allora? Che ne pensate?

 

 

FINE CAPITOLO

 

 

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Capitolo 17
*** Lupi mannari? ***


Capitolo 17:

Lupi Mannari?

 

 Pov Generale

I quattro ragazzi scoppiano in una risata collettiva.

AC: lupi mannari? Ma fa sul serio sceriffo?

Lo sceriffo guarda scettico i ragazzi.

SS: un attimo prima, sembravano preoccupati a morte, ora, ridono come se avessero inalato del gas esilarante.

SS: ragazzi smettetela per favore, è una cosa seria.

I ragazzi cercano di trattenere le risate.

C: sceriffo lei crede davvero che ci beviamo questa storia.

Lo sceriffo si sporge in avanti e fissa Cora dritta negli occhi, lei vedendo lo sguardo dello sceriffo “torna” seria.

SS: non sto scherzando.

AR: lo so che sembra incredibile ragazzi ma è la verità, in questo filmato è stato ripreso quello che noi presumiamo essere un lupo mannaro.

I quattro ragazzi fissano i due agenti più anziani con apparente incredulità.

J: ma perché c’è l’avete mostrato?

SS: per la tua minaccia a Livarro, un ragazzo normale per minacciare qualcuno avrebbe usato parole come “ti ammazzerò” o “ti squarterò” ma e al massimo menzionerebbe un coltello o un’arma da taglio, non degli artigli, soprattutto se sembra intendere artigli di cui è lui stesso dotato.

C: voi pensate che il mio ragazzo sia un lupo mannaro? Se fosse un lupo mannaro dubito che la sua pizza preferita sia quella integrale con verdure grigliate.

Cora ridacchia mentre fa quest’affermazione.

Lo sceriffo guarda ancora incerto i quattro ragazzi.

SS: signorina, lei non ha ancora detto niente.

Dice rivolgendosi ad Emi.

E: cosa dovrei dire?

SS: le ho appena mostrato il video di un presunto licantropo e lei non ha domande o constatazioni?

E: veramente sceriffo, io ho sempre creduto nel soprannaturale, fin da piccola, licantropi, vampiri, fantasmi, stregoneria, io ci credo e quel video è soltanto una conferma delle mie idee.

Rockstone la fissa incredula come Livarro, mentre lo sceriffo comincia a guardarci uno per uno con sguardo serio.

SS: molto bene, forza signori, qui non abbiamo più nulla da fare.

Detto questo l’uomo si alza, seguito dai suoi due agenti un po’ titubanti.

 

POV Cora.

Non so’ perché, ma mi sa che non era tanto convinto.

C: ragazzi qui c’è qualcosa di strano.

J: dopo tutta quell’insistenza, si è arreso così facilmente? non mi convince.

AC: dite che hanno messo telecamere o microfoni per sentire eventuali conversazioni che sarebbero potute avvenire dopo l’interrogatorio.

E: dubito che si possa definire interrogatorio, ma non credo, loro non sapevano dove Jacob avrebbe scelto di tenere la loro conversazione.

AC: già.

C: in ogni caso dovremmo stare in allerta, soprattutto tu Jacob, niente trasformazione finche non si sono calmate le acque.

J: nessun problema.

 

Jacob ha le braccia incrociate al petto, le gambe leggermente divaricate, questa postura e la maglietta  a mezza manica bianca super attillata, mettono in risalto il suo fisico, facendolo apparire più stoico e muscoloso.

 

C: Emi, Ann, voi due dovete tenete d’occhio Lucas.

 

Emi è ancora seduta sulla sedia e fissa Cora come se le quello che sta dicendo quest’ultima sia sacro e vitale. Mentre Ann è appoggiata con la schiena ad uno scaffale che guarda Cora seria e senza lasciar trasparire emozioni.

Cora in questo momento è al centro del triangolo formato dalle sue due amiche e del suo compagno. Se qualcuno, a conoscenza del segreto dei lupi, vedesse la scena senza conoscere i ragazzi, Cora apparirebbe a quest’ultimo come una grande e fiera Leader o Alpha, degna di ogni rispetto e onorificenza.

 

 

Pov Cora

 

AC: perché?

C: il comportamento che ha avuto nella serra, corrispondeva con quello che dovrebbe avere colui che ha creato i demoni.

E: Cosa? Non penserai che Lucas sia in grado di fare una cosa del genere?

J: pensaci Emi, hai detto che Lucas è diventato più freddo e distaccato da un anno e mezzo circa, le sparizioni sono cominciate sei mesi fa’, se Lucas avesse trovato il rituale per la creazione dei demoni,  probabilmente avrebbe dovuto tradurlo dal latino, qui non insegnano latino quindi ci deve aver messo un bel po’ e come hai detto tu, essendo molto occupato, ci avrebbe messo ancora di più, pensando che avesse tradotto un libro delle ombre o un bestiario contenete l’incantesimo, ci avrebbe messo mesi e altri ancora per imparare il rituale. Con quest’ipotesi l’arco temporale ritorna e Lucas schizza in cima alla lista dei sospettati.

Emi è visibilmente irritata per le parole di Jacob. Io e Ann siamo davanti ai due litiganti, sedute su due sedie, i due si fissano negli occhi con rabbia e mi sembra quasi di star a guardare un film, prenderei più che volentieri dei popcorn.

E: queste sono solo congetture, non puoi accusare Lucas senza avere prove.

Emi si alza in piedi e punta il dito contro il lupo.

J: si è sdoppiato, quali altre prove ti servono per dimostrarti che fa uso di stregoneria?

E: per quello c’è di sicuro una spiegazione logica che ancora non ho trovato.

J: posso sapere perché ti ostini a difendere il tuo ex ragazzo?

Emi abbassa lo sguardo, visibilmente amareggiata, Jacob se ne rende conto, subito cerca di rimediare ma Emi corre via trattenendo le lacrime.

Il ragazzo si volta verso di noi ragazze, che siamo alle sue spalle, visibilmente confuso.

J: avevo capito che la rottura con Lucas non l’avesse toccata.

Ann si alza in piedi dalla sedia dove si era seduta, si mette le mani nelle tasche della giacca di pelle e fa un sorriso malinconico.

AC: si vede che non la conoscete, Emi è stata innamorata di Lucas fin dall’asilo, io non ero in classe con loro, ma Emi è la mai vicina di casa e da piccole spesso giocavo assieme, lei mi raccontava tutto e continua a farlo. Emi è ancora innamorata di Lucas e lasciandolo, sperava che tornasse quello di un tempo, ma non è stato così, anzi, è peggiorato.

Jacob mi guarda visibilmente dispiaciuto e amareggiato.

AC: vado a parlarle.

Ann si allontana nella stessa direzione di Emi.

J: perché quello che esce dalla mia bocca fa sempre più danni di una bomba nucleare?

C: perché tu parli e poi pensi, anzi parli, pensi al cibo, alla tv, ai videogiochi, alle ragazze, ai libri e poi quando è ora di andare a dormire o sei sotto la doccia, pensi a quello che hai detto e fatto durante la giornata.

Lui mi guarda e io gli sorrido dolcemente, lui ricambia.

J: non potrei essere più d’accordo.

 

 

Aula di inglese ore 17.34

Pov Generale

PD: in contemporanea su due telecamere?

C: esattamente.

Cora e Jacob sono andati da Deucalion per chiedergli cosa ne pensa dello “sdoppiamento di Lucas”.

PD: dal quel cha sappiamo, noi abbiamo a che fare con qualcuno che compie incantesimi tramite le anime. Vedete il credo che le macchine fotografiche e le telecamere rubino l’anima non è del tutto infondato. Difatti telecamere e fotocamere sono gli unici mezzi non soprannaturali in grado di “vedere” l’anima presente in un corpo.

J: in che senso?

PD: per possedere un altro corpo bisogna insinuare in essa una parte della propria anima, una parte abbastanza forte da sovrastare quella già presente nel corpo. Sapete tutte quelle foto che si trovano su internet che mostrano strane figure che sembrano fantasmi e cose così?

I due ragazzi annuiscono.

PD: beh vedete, in passato gli stregoni più malvagi avevano l’usanza di inserire una parte della propria anima in un oggetto.

J: tipo gli Horcrux di Harry Potter?

PD: sì, una cosa del genere.

I due ragazzi, sorpresi del fatto che il Prof sapesse cosa fosse un Horcrux, sono rimasti a bocca aperta.

PD: mi piace leggere e Harry Potter sembrava interessante. Comunque, questa pratica differisce perché funziona solo una volta. Lo stregone inserisce la propria anima nell’oggetto, se poi questo stregone muore, i suoi seguaci possono mettere il frammento dell’anima contenuto nell’oggetto in un altro corpo, di solito un bambino perché la sua forza di volontà è più debole, lo stregone ne prende il possesso e “rinasce”. Il punto è che se uno di questi oggetti o di queste persone viene fotografato o ripreso, nella foto si vedrà un’ombra o addirittura l’immagine semitrasparente dell’originale possessore dell’anima. Ma essendo i nostri lupi morti, privi di una seconda anima e essendo stati viventi quindi sono predisposti a possedere un’anima, l’immagina che sarà ripresa dalla telecamera sarà interamente della persona a cui appartiene la parte di anima al loro interno e non sarà quella di un lupo demoniaco.

I ragazzi sono abbastanza preoccupati per queste informazioni, Lucas è quasi sicuramente lo stregone, ma il problema che in quel momento attanagliava i due Mates era la loro ormai migliore amica, avevano capito che Emi avrebbe protetto Lucas anche difronte all’evidenza.

 

Pov Cora

Stiamo tornando a casa, Jacob ed io non abbiamo più accennato all’argomento Lucas da quando abbiamo lasciato l’aula di Deucalion.

J: dovremmo dirlo ad Emi?

Io non rispondo, mi stringo di più al suo braccio e appoggio la testa alla sua spalla. Ancora una volta nessuno dei due proferisce più parola, continuiamo la nostra passeggiata di ritorno a casa abbracciati. Jacob mi tiene la mano e la massaggia con il pollice come per tranquillizzarmi, arriviamo al condominio, saliamo le scale ed entriamo nell’appartamento, non so’ cosa ci fosse preso, insomma sembrava che avessimo ricevuto chissà quale cattiva notizia.

Nessuno di noi due ha voglia di cucinare, così restiamo in giro ancora un po’ fino a ora di cena. Ceniamo alla pizzeria Pizza the Pizza e finiamo di mangiare verso le otto e mezza.

 

Quando torniamo all’appartamento, Jacob poggia tutto il contenuto delle tasche della sua felpa sul solito mobiletto, io faccio la stessa cosa per poi seguirlo in camera.

In camera Jacob si toglie la felpa restando in canottiera, si gira verso di me e mi sfila la giacca di pelle per poi appoggiarla sulla sedia della scrivania.

Mi si avvicina e mi abbraccia delicatamente, io appoggio il viso al suo petto, ascolto per qualche minuto il battito del suo cuore, per la prima volta, senza il mio udito da lupo. Alzo lo sguardo, incrocio i miei occhi con i suoi, lui si abbassa lentamente verso di me fino a lasciarmi un delicato bacio sulle labbra, il bacio diventa sempre più passionale, le sue mani mi accarezzano la schiena e i capelli. Ci distendiamo sul letto, pian piano ci sfiliamo tutti gli indumenti di dosso, ma i nostri gesti rimangono sempre calmi e gentili, non siamo in preda alla foga e all’appetito sessuale come ci è già capitato. In pochi attimi, ci ritroviamo a fare l’amore, l’uno nelle braccia dell’altro.

 

Mattina

Mi sveglio rilassata, sento tutto il mio corpo cosparso da un calore piacevole e protettivo. Sono stretta tra le possenti ma delicate braccia di Jacob, con la testa appoggiata al suo petto. Non mi interessa l’ora, oggi posso fare benissimo a meno di andare a scuola.

Chiudo gli occhi per cercare di riprendere sonno.

Ma ieri sera! Noi, non abbiamo usato il….il….

I metto seduta sul letto completamente traumatizzata.

Jacob, che nel frattempo si era svegliato per il modo brusco con cui mi sono liberata dal suo abbraccio.

C: ieri, noi…..noi….non…..

J: non cosa, Cora?
C: non abbiamo usato il preservativo.

Il silenzio, il silenzio più totale, nella mia testa si combattono la terza, la quarta e la quinta guerra mondiale tutte contemporaneamente.

Jacob è completamente immobile, non è sbiancato, non ha la bocca aperta, è semplicemente immobile con un’espressione assonata e seccata.

Gli sventolo un paio di volte la mano davanti agli occhi, non reagisce.

Credo che se il suo cervello fosse un computer, in questo momento sulla schermo si starebbero aprendo mille mila pagine “error 404: Not Found”.

Ormai Jacob è andato, guardo la sveglia, le 8.37 del mattino.

Oggi mi sa che si salta scuola.

 Prendo il mio telefono, è ancora in silenzioso, ci sono 4 messaggi di Ann:

“ ragazzi ma state ancora dormendo?”

“guardate che è appena suonata, non vorrete fare ritardo”

“neanche Emi e Lucas sono venuti e questo mi suona sospetto”

“MA CI SIETE?????”

Prendo il telefono e le rispondo:

“Ann non ti preoccupare, la sveglia non ha suonato perché il telefono di Jacob era scarico e sul mio era disattivata, passerò io da Emi a vedere come sta, Jacob credo sarà inutile finche non mi accerterò di una situazione alquanto scomoda, se ci serve il tuo aiuto o ho voglia di un po’ di tempo tra ragazze ti scrivo”

Invio il messaggio e poggio il telefono sul comodino, Jacob è ancora immobile, mi alzo e vado in cucina per fare colazione, quando suonano al campanello.

C: agente Rockstone, che ci fa qui?

AR: scusa il disturbo Cora, ma la vostra preside vedendo la vostra assenza ci ha contattato, è stata una richiesta dello sceriffo che ha fatto alla vostra preside ieri.

Io lo guardo incredula.

C: metterci sotto sorveglianza! Sul serio?

AR: calmati Cora, era solo una precauzione, ma dov’è Jacob?

Abbasso lo sguardo.

Che gli rispondo, che è paralizzato, che sta ancora dormendo, ma che potrei mai rispondere in una situazione del genere……

C: è crusshato.

Crusshato? È un termine che si usa con i computer e i cellulari quando si impallano o si spengono improvvisamente.

AR: come crusshato?

C: mi segua.

L’agente mi segue in camera da letto dove Jacob è ancora immobile. L’agente gli sventola la mano un paio di volte davanti agli occhi, ma Jacob resta immobile.

AR: me che gli è successo?

Che gli dico? Che potrei essere rimasta incinta? Che ci siamo dimenticati le protezioni? Cavolo sarebbe tropo imbarazzante!!!!!!!!

C: stamattina appena svegliati ci siamo resi conto………. Che ieri sera…………. l’abbiamo fatto………… senza protezioni.

Dico un po’ titubante e l’agente mi guarda sorpreso.

AR: Ah.

L’agente è visibilmente sorpreso, mi guarda un attimo e poi sposta lo sguardo su Jacob, poi ancora su di me con fare interrogativo.

C: oggi farò il test. Comunque oltre per controllare che non avessimo lasciato la città, è venuto per qualcos’altro?

Dico con tono irritato.

AR: no Cora, ora è meglio che tolga il disturbo.

L’agente Rockstone lascia l’appartamento, io mi dirigo in cucina e comincio a preparare la colazione. Dopo una ventina di minuti arriva anche Jacob.

C: ehi.

Dico dolcemente richiamando la sua attenzione.

C: stai meglio adesso? Insomma non siamo sicuri che sia incinta, non mi ricordo molto della scorsa notte quindi può essere che ci stiamo preoccupando per niente.

Lui mi guarda titubante e visibilmente preoccupato.

J: già, non ma lo perdonerei mai se ti facessi una cosa del genere adesso. Insomma, mi prenderei le mie responsabilità e tutto il resto, ma siamo ancora troppo giovani per una cosa del genere.

Io mi avvicino a lui guardandolo dolcemente, per poi abbracciarlo.

C: tranquillo Jacob, qualunque cosa accadrà, l’affronteremo insieme.

Lui annuisce e mi lascia un bacio tra i capelli.

Ristiamo ancora un po’ abbracciati. Dopo di che ci sediamo in cucina dove mangiamo al nostra colazione.

J: dove hai imparato a cucinare così?

C: quando ero ancora piccola, mi piaceva aiutare mia mamma a cucinare, lei diceva che ero la principessa dei fornelli.

Sorrido al ricordo di me e mia mamma che cucinavamo insieme, io dovevo stare sopra uno sgabello perché non arrivavo ai ripiani della cucina.

J: tua madre sembra fantastica.

Adesso il sorriso sul mio volto ha del malinconico.

C: lo era e mi manca tanto.

Abbasso lo sguardo, sento le lacrime fremere per uscire al ricordo di mia madre.

J: ehi.

Io alzo lo sguardo e incrocio i miei occhi con quelli di Jacob, lui accende i suoi e io rispondo facendo la medesima cosa. Mi prende le mani.

J: ora ci sono io con te, c’è tuo fratello che anche se lontano ti ha dimostrato che ti raggiungerebbe in capo al mondo se serve. Ann e Emi, anche se le conosciamo da poco, hanno dimostrato di meritare fiducia. E scommetto che ci sono molte altre persone che sarebbero pronte a starti accanto nei momenti difficili, non sei solo Cora, ricordalo sempre.

Mi scappano un po’ di lacrime dagli occhi, le parole di Jacob mi hanno totalmente sciolto.

C: sai, non pensavo che potessi elaborare delle parole così dolci.

J: grazie.

Lui sorride compiaciuto, ma poi, dopo che il suo cervello ha finito di elaborare le mie parole, fa un espressione corrucciata.

J: aspetta…

Io scoppio a ridere per il tempo che ci ha messo a capire che la mia era una presa in giro e non un complimento.

 

Ore 14.11 centro commerciale

Pov Cora

Io e Jacob stiamo facendo un po’ di spesa, prima quando siamo passati davanti al reparto giocattoli, lo sguardo di Jacob mi ha praticamente pregato di andarci.

Quanto mai gliel’ho permesso, ci siamo rimasti venti minuti buoni e ha speso quasi 80 $ per delle figurine.

C: Ah prendi quello.

Jacob prende il detergente che gli ho indicato.

C: ok abbiamo quasi tutto, ci manca solo…..

Scorro la lista delle cose da comprare, che è bella lunga.

C: ah ecco, dobbiamo comprare...

???: RAGAZZI!!!

Noi saltiamo per lo spavento, ci giriamo e troviamo difronte a noi Ann tutta pimpante per non si sa quale ragione.

C: ciao Ann che succede di bello?

AC: guardate che ho appena comprato.

Ci mostra un cofanetto porta DVD.

J: sono dei film.

AC: no, è il cofanetto contente tutti gli episodi della serie tv Friends, io adoro quella serie, è la mia preferita in assoluto e finalmente potrò rivedermela ogni volte che vorrò.

C: buon per te.

AC: allora avete novità?

Io e Jacob abbassiamo lo sguardo.

AC: ehi, ragazzi tutto bene?

C: Ann, ieri abbiamo parlato con Deucalion e ora le possibilità che Lucas sia colui che ha creato i demoni lupo salgono al 90%.

La ragazza ci guarda preoccupata, noi le spieghiamo tutto e lei non proferisce parole finche non abbiamo finito.

AC: Emi non la prenderà bene.

J: lo sappiamo, ho già provato a chiamarla per chiederle di parlare ma non ha mai risposto.

AC: Emi è una testa calda.

Restiamo un attimo in silenzio.

C: Ann mi puoi accompagnare un attimo in un posto?

AC: va bene dove si va?

Io la guardo titubante.

C: ecco beh…… te lo dico dopo adesso seguimi. Jacob tu vai a cercare l’ultima cosa della lista…. L’asciuga capelli me ne serve uno nuovo.

J: Ok….

Jacob si volte e si dirige nel reparto elettrodomestici.

AC: mi dice dove dobbiamo andare?

Io osservo Jacob e appena è abbastanza lontano rispondo ad Ann.

C: in farmacia…

Lei corruga la fronte.

AC: che ti serve da una farmacia?

C: dei test…. Di gravidanza…

AC: CHE????

 

 

16:23 appartamento di Emi.

 

Pov Generale.

E: che ci fai qui?

La ragazza è visibilmente sorpresa dalla persona che si è presentata alla sua porta.

AC: sono venuta per parlarti.

E: di cosa? di Lucas?

Ora l’espressione della ragazza è visibilmente irritata, così come il suo tono.

AC: no, delle parole di Jacob.

E: quindi Lucas.

AC: no, Lucas era l’argomento. Quello che intendo dire è che Cora e Jacob non ti conoscono ancora bene, se per me che ti conosco da una vita era ovvio che tu eri ancora innamorata di Lucas, per lo non lo era, loro non ti conoscono.

E: sì e allora?

AC: è inutile che tieni il broncio, oggi ho parlato con Cora, mi ha detto che Jacob ha provato a chiamarti per scusarsi e tu non hai risposto.

E: ha accusato Lucas di essere un omicida!
Ann abbassa la testa, dopo quello che ha saputo da Cora, anche lei è convinta che Lucas sia lo stregone.

AC: senti Emi, oggi ho parlato con Cora, hanno nuove informazioni.

Emi guarda Ann speranzosa che Lucas possa essere scagionato.

AC: e Lucas sembra più colpevole di prima.

E: e cosa ti avrebbe detto?

Emi ha incrociato le braccia sotto il seno e sembra parecchio arrabbiata.

AC: forse è meglio che te lo fai spiegare da Lucas.

E: perché dovrei parlare con quelli che vogliono uccidere Lucas?

Ann sussulta e comincia ad agitare le mani davanti a Emi e intanto cerca di trattenere le risate.

AC: uccidere Lucas? È per questo che sei arrabbiata?

E: che c’è da ridere???!?!??!??

AC: loro non vogliono uccidere Lucas!

E: ma hanno detto che è l’unico modo per..

AC: senti Emi, loro saranno anche lupi mannari, ma mi hanno detto chiaro e tondo che non uccideranno mai nessuno, se non che strettamente necessario e in questo caso non lo è.

E: quindi non vogliono ucciderlo?

AC: no…… ora sei più calma?

La rossa annuisce.

E: andiamo voglio parlare con loro.

Ann ma un sorriso malizioso.

 AC: sì, ma prima devi sapere una cosa….

Ann si avvicina ad Emi e le sussurra qualcosa all’orecchio.

Emi spalanca gli occhi.

E: EHHHHHHHH?

Ann annuisce trattenendo le risate.

E: devo subito parlare con Cora.

 

FINE CAPITOLO

 

 



 

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Capitolo 18
*** Battuta di caccia ***


Capitolo 18;

Battuta di caccia.

 

Pov Cora

Sono comodamente seduta sul divano che ascolto un audiolibro.

Jacob sta sistemando, in un grosso e vecchio album, le figurine che ha comprato oggi al super mercato.

A un certo punto, lo vede che alza la testa con un’espressione sorpresa e confusa.

Io mi tolgo le cuffie.

C: che c’è?

Toc toc toc toc toc toc toc toc

Sembra che un mitragliatore stia sparando alla porta.

Vedo Jacob annusare l’aria.

J: sono Emi e Ann.

Lui si alza e si dirige in fretta verso la porta.

J: Emi finalmente, ti devo…

E: sì, sì, sei perdonato.

Emi non guarda neanche in faccia Jacob, ma con passo deciso si dirige verso di me, per poi inchiodarsi e puntarmi il dito contro.

E: tu, io, Ann bagno, ORA!.

Ma che sta farneticando?

C: cosa?

Non faccio tempo a formulare la domanda che Emi mi prende per un braccio e mi trascina verso il bagno con Ann al seguito.

E: Jacob azzardati ad ascoltare e ti castro, INTESI!

Lui fa un sorriso a trentadue denti.

J: io esco.

Prende una felpa e esce in fretta di casa.

E: l’hai già fatto?

Non stara parlando…

E: Ann mi ha detto tutto.

Io guardo la mora con disapprovazione e lei distoglie lo sguardo.

E: ALLORA?

Abbasso lo sguardo.

C: no, non ne ho avuto il coraggio.

La rossa mi sorride dolce e mi abbraccia.

E: tranquilla, qualunque cosa succeda, ti aiuteremo noi e Jacob non è il tipo che scappa di fronte a questo genere di cose.

AC: probabilmente ne sarebbe anche contento.

Io sorrido ad entrambe e mi dirigo in camera, frugo nel cassetto della biancheria e prendo i tre test.

C: ne ho presi tre come mi ha consigliato di fare la farmacista, li devo fare a intervalli di circa mezz’ora.

E: allora iniziamo!

Io annuisco e mi dirigo verso il bagno.

E: ti aspettiamo in salotto.

 

2 ore dopo.

Abbiamo tutti e tre i test davanti, sono capovolti cosi che non si veda il risultato. Non ne abbiamo ancora guardato nessuno.

E: ok, al tre ne voltiamo uno a testa.

Io e Ann annuiamo.

E: uno….due….TRE.

Tutte e tre giriamo i miei test contemporaneamente e alla vista dei tre risultati tutti uguali mi manca la terra sotto i piedi.

Emi mi fissa con uno sguardo indecifrabile e Ann con un sorriso contento.

Dovrei esserne contenta o no?

Mi siedo lentamente sul divano con la stessa domanda che mi frulla in testa.

Ad un certo punto entra Jacob, sentendo l’odore dei test di gravidanza si dirige verso il lavabo su cui sono appoggiati.

J: Cora…. Questi sono.

C: test di gravidanza.

Lui alzo lo sguardo dai test e mi fissa indecifrabile.

J: sono tutti e tre…..

Io gli faccio un sorriso dolce, ma con le lacrime agli occhi.

C:……….. negativi.

Lui vedendo le mie condizioni e osservando Emi e Ann non sapere cosa fare, fa l’unica cosa di cui ho bisogno in questo momento…….. mi abbraccia, facendomi sentire protetta e al sicuro.

C: io non so, Jacob, io non so….

J: cosa?

Lui mi parla con un tono molto dolce, mentre mi fa’ passare la mano tra i capelli.

C: non so se essere felice o triste.

 

Emi a Ann se ne vanno lasciando me e Jacob accoccolati sul divano. Io gli sono in braccio con la testa nascosta nel suo petto, lui mi cinge la vita con un braccio e con l’altra mi accarezza dolcemente la testa.

J: tranquilla Cora, non è successo niente.

C: Jacob…. Finche non ho visto il risultato dei test di gravidanza non avevo ancora realizzato cos’era successo e quando l'ho fatto, quando ho capito che se la risposta di quei test fosse stata differente avremmo avuto un bambino, mi è crollato il mondo addosso. Io non sono pronta per diventare madre….

Lui fa per dire qualcosa, probabilmente dirmi che non succederà, non ora ma forse in futuro dopo la scuola.

C: fammi finire. Io non sono pronta per diventare madre, ma ora mi sento male, non posso dire cosa si provi realmente, ma a me sembra di averlo perso, a me sembra come se fossi stata incinta e di aver perso il bambino.

Comincio a respirare pesantemente e velocemente, ma nonostante questo mi manca l’aria, la testa mi gira e strani flash mi appaiono nella mente.

Ad un certo punto sento una pressione alla base del collo e vedo tutto farsi nero.

 

Pov Jacob

A Cora stava venendo un attacco di panico, non respirava più e cominciava ad avere le convulsioni, così ho fatto l’unica cosa che mi sembrava sensata, ho fatto pressione alla base del collo come mi era stato insegnato da Francesco, l’emissario che mi aveva aiutato, facendo perdere i sensi a Cora.

Ora sto chiamando un’ambulanza, non mi preoccupa che le possano fare gli esami del sangue, anche se è un lupo mannaro, il nostro DNA alle analisi umane appare completamente normale.

 

Dopo una ventina di minuti sono con Cora sull’ambulanza e sto spiegando al paramedico che Cora stava avendo un attacco di panico e io le ho fatto perdere i sensi.

Pm(paramedico): quello che hai fatto è stato molto rischioso.

J: lo so signore, ma non mi era mai successo, ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente che avesse un senso.

Pm: sì, anche se dal punto di vista della situazione hai fatto una cosa giusta perché hai fermato l’attacco di panico, non avendo esperienza con certe pratiche ha rischiato di peggiorare la situazione della ragazza.

Io annuisco e abbasso lo sguardo, prendo la mano di Cora tra le mie e comincio a massaggiarla.

 

Siamo al pronto soccorso, non c’è molta gente, Cora dorme ancora, si è svegliata solo 5 minuti, dove le è stato spiegato cos’era successo e dove si trovava per poi essere sedata perché i medici voglio tenerla qui per una notte.

Io sono alla macchinetta del caffè, sono le 20:30 e ho appena “cenato” al bar dell’ospedale.

***

???: cavolo per colpa di quell’idiota ci perderemo la battuta di caccia.

???2: già, se quello stupido non si fosse messo in testa di salire sul tetto senza protezioni, ora non saremmo qui in ospedale.

???: l’assicurazione ha detto che non pagherà i danni, quindi spero che il conto dell’ospedale sia molto salato perché noi ci stiamo perdendo la battuta di caccia organizzata dallo sceriffo.

***

Sento una strana conversazione così mi avvicino per saperne di più.

J: scusate ma di che battuta di caccia state parlando?

I due tipi si voltano verso di me, sono palesemente dei cacciatori però non sembrano scontrosi.

???: della battuta di caccia che ha organizzato lo sceriffo.

???2: esatto, lo sceriffo ha reclutato la maggior parte dei cacciatori della città per dare la caccia ai lupi che stanno facendo sparire le persone in città.

J: pensavo non si sapesse cosa avesse aggredito quelle persone.

???: a quanto pare sono stati dei lupi e proprio in questo momento lo sceriffo è fuori a dargli la caccia.

???2: già, ha scelto proprio questa notte perché c’è la luna piena e i predatori sono più attivi.

Un fulmine mi attraversa la mente.

La luna piena, ecco perché Cora era così emotiva, le è venuto l’attacco di panico perché non riusciva a controllarsi.

J: grazie.

I due mi annuiscono e io me ne vado con disinvoltura, non appena giro l’angolo però corro verso la camera di Cora.

Non appena arrivo vedo che dorme ancora, secondo il monitor il suo battito cardiaco è normale. Dalla finestra si vede benissimo la luna e la luce di quest’ultima inquadra perfettamente il viso di Cora facendola apparire ancora più bella.

Le accarezzo il viso, e lei sorride dolcemente nel sonno.

Poi un forte ululato proviene dalla finestra, io mi affaccio e vedo il bosco essendo l’ospedale è ai confini della città Si sento degli spari e con il mio udito sento anche urla di dolore.

Decido di uscire dalla finestra, nonostante stessimo al terzo piano, atterro sulle gambe senza troppi problemi, comincio a correre verso il bosco e non appena vengo inghiottito dagli alberi mi trasformo in lupo e corro a più non posso nel luogo da cui provengono gli spari e le urla.

 

Pov generale

Nel frattempo, pochi minuti dopo che Jacob è uscito dalla finestra, il monitor che controlla il battito di Cora mostra che il cuore di Cora batte sempre più velocemente.

 

Pov Jacob

Corro a più non posso, mentre correvo ho capito che tutti quei suoni arrivavano da dietro la montagna e che quello che sentivo dall’ospedale era solo un eco.

Ormai manca poco e man mano che mi avvicino sento l’odore di sangue farsi sempre più forte. Comincio a correre sempre più forte, sono quasi arrivato quando sento tre battiti cardiaci, uno è molto debole, il proprietario non arriverà all’alba, il secondo batte all’impazzata, e l’ultimo è lento, quasi come se chi lo possiede è calmo e rilassato, sono certo che i tre battiti cardiaci sono di tre esseri umani.

Ad un certo punto arrivo ad un piccolo spiazzo dove….

 

 

Camera di Emi ore 18:47

AC: uffa  mi annoio.

Ann è sdraiata a testa in giù sul letto di Emi. La rossa è seduta a gambe incrociate accanto a lei però sul pavimento, poggiato sulle gambe tiene il suo computer portatile e sta scorrendo le pagine di Netflix.

E: allora deciditi su cosa guardare a me va bene tutto meno che un horror.

AC: allora scegli tu, ma tutto meno che una commedia romantica delle tue.

E: mi sa che facciamo prima a guardare per la centesima volta Twilight Breaking Dawn dato che è l’unico film che piace ad entrambe.

AC: no, l'ho già rivisto ieri sera.

Emi spalanca gli occhi come avesse un’illuminazione. Si alza di scatto e prende un libro dalla biblioteca mostrandolo ad Ann.

AC: Divergent?  Si ci hanno fatto una saga se non sbaglio.

E: sì, so che il film è diverso del libro ma merita comunque, noi litighiamo sempre perché tu vuoi un film con molta azione e io con una grande storia romantica. Finora l’unico film o meglio gli unici due film che ci hanno messo d’accordo sono quelli di Twilight Breaking Dawn, ma fidati, questo film è il perfetto connubio tra i nostri requisiti.

AC: e allora che aspetti cercalo.

Emi si volta verso il computer con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e comincia a digitare.

E: Con Lucas non ho mai avuto occasione di vederlo perché come sai lui detesta i film tratti da libri che gli piacciono, ma ora che non stiamo più insieme sono liberissima di vederlo.

AC: sì, sì, ma ora fallo partire.

Le due ragazze cominciano a vedere il film, poi verso le 19:30 la madre di Emi le chiama entrambe per la cena, questa termina verso le 20:00, così le due tornano in camera, pronte per finire di vedere il film che le aveva prese parecchio.

AC: dai…. Solo uno piccolo, un piccolo, piccolo spoiler, voglio sapere se Tris gliela farà pagare a quel brutto….

E: linguaggio! E comunque no, niente spoiler e poi nel film le cose possono essere andate diversamente dal libro.

Ann sbuffa sonoramente ma allo stesso tempo arriva un messaggio ad Emi.

E: è Jacob.

AC: A sì? Che dice?

Ann si appoggia il mento alla spalla dell’amica e sbircia sul cellulare.

E: oh mio Dio.

Emi è decisamente allarmata e Ann, che non era riuscita a sbirciare il messaggio, comincia a preoccuparsi.

AC: che succede?

E: Cora stava avendo un attacco di panico, Jacob gli ha fatto perderei i sensi e ora sono in ambulanza.

AC: dobbiamo andare subito all’ospedale.

E: sì. Ma a piedi ci metteremmo un’eternità.

AC: puoi usare l’auto di tua madre.

Emi arrossisce e abbassa lo sguardo.

E: ieri me l’hanno sequestrata.

AC: perché?

E: ho parcheggiato nel parcheggio dei disabili.

Ann guarda l’amica allibita, Emi non aveva mai fatto nulla contro la legge.

E: ero di fretta, mi ero dimentica di fare la spesa e mia madre sarebbe tornata a momenti, ho parcheggio nel primo buco disponibile, non mi sono accorta che fosse per disabili.

AC: ok, un po’ di attività fisica non ha mai fatto male a nessuno.

E: e la tua moto?

AC: ho ancora 17 anni e non è omologata per due, quindi si va a piedi.

 

 

Ospedale 20:52

Emi è appoggiata al muro esterno dell’ospedale in procinto ad avere un infarto.

AC: su Emi non fare la pigrona e muoviti.

E: Pigrona? Gli ultimi 20 minuti gli abbiamo fatti in salita!

AC: che sforzo sovraumano che hai dovuto fare!

Ann prende in giro Emi da 15 minuti buoni, poiché lei è fresca come una rosa mentre Emi è spompata.

Le due, dopo che Emi ha riacquistato la sensibilità alle gambe, si dirigono alla reception.

AC: salve, in che camere è Cora Hale.

L’infermiera, una donna sulla cinquantina sembrerebbe molto gentile.

In(infermiera): lei è?

E: siamo due sue amiche, Emily Highmore a Ann Curtis.

In: mi spiace ma l’orario delle visite è finito.

AC: la prego solo cinque minuti.

In: per me non ci sarebbero problemi visto che stasera l’ospedale è praticamente vuoto, ma da quello che leggo cui la vostra amica è stata sedata quindi sarebbe inutile.

Noi due annuiamo, salutiamo cordialmente e ci dirigiamo verso l’uscita.

AC. Uffa siamo venute fin cui per niente.

E: manda un messaggio a Jacob e chiedigli a che piano è la stanza di Cora, magari riusciamo ad entrare dalla finestra.

Ann prende il telefono e scrive a Jacob, il messaggio viene inviato ma non ricevuto.

AC. Che strano, mi da messaggio inviato ma non ricevuto.

E. forse ha il telefono spento.

AC. Allora sarà meglio tornare a casa.

 

 

Stanza di Cora

Pov Generale.

La macchina che controllava il battito cardiaco ormai andava all’impazzata ma per qualche motivo non emetteva nessun suono di allerta.

Ad un certo punto, quando dalla finestra si sentì un fortissimo ululato, Cora scatta seduta sul letto ululando a sua volta e quando riapre gli occhi questi sono di un rosso brillante, il rosso di un Alpha…..

 

Piazzale dell’ospedale.

AC. Forza Emi ora è tutta in disces…

Uuuhuhuhuhuuu

Un fortissimo ululato riecheggia nell’aria, tutte le poche persone presenti lo sentono e tutti si voltano a guardare verso il bosco.

Uuuuhuhuhuuuhuu

Un altro ululato, questa volta più vicino, sembrava quasi provenisse dall’ospedale.

Le due ragazze si guardarono negli occhi.

E/AC: CORA!

Ritornarono di corsa dentro e vedendo che alla reception non c’era più nessuno, Ann scavalca in bancone e comincia a smanettare con il computer.

AC: trovata, stanza 18C terzo piano.

Le due ragazze corrono verso la stanza, miracolosamente senza trovare nessun dipendente dell’ospedale.

Entrano in stanza contemporaneamente e a momenti non buttano giù la porta.

E: Oh no.

AC: Dov’è finita?

La stanza era vuota e la finestra spalancata. Emi si avvicina ad essa e guarda fuori, controlla con lo sguardo tutto il perimetro del bosco, ma non vede niente. Così si appoggia con i gomiti al davanzale e comincia a fissare la luna.

Ann si avvicina e si mette nella stessa posizione dell’amica.

AC: e ora che si fa?

E: aspettiamo.

 

 

Bosco

Pov Jacob

…. 6 lupi circondano gli agenti Rockstone e Livarro, entrambi accasciati a terra.. Il primo ha solo una ferita lieve ad una gamba mentre l’altro è svenuto tra le sue braccia, ricoperto di ferita molto gravi che molto probabilmente gli saranno fatali.

È uno stronzo, ma non se lo merita.

Cerco di non farmi vedere restando nascosto tra i cespugli, mentre giro attorno alla radura  vedo resti umani sparpagliati un po’ ovunque e sangue che tinge di rosso gran parte del suolo.

I lupi sono ancora immobili, tra di essi riconosco l’alpha che si sta avvicinando ai due agenti con fare minaccioso.

???: aspetta.

Una voce roca ma giovane ordina al lupo demoniaco di fermarsi e lui, come fosse un automa, obbedisce agli ordini. Dopo un attimo di confusione scorgo un’ombra uscire da dietro gli alberi.

Lucas…

AR: io ti conosco….. sei Lucas Milton.

Lucas gli sorride in maniera inquietante.

AR: sei tu che hai ucciso tutte quelle persone? Sei tu il licantropo del video.

Lucas sorride ancora, questa volta divertito.

L: no, io non sono un licantropo e neanche questi lupi lo sono, ma il lupo di cui stai parlando ci sta osservando in questo momento.

Guarda nella mia direzione, facendo incrociare i nostri sguardi.

Io decido di uscire lentamente allo scoperto, non entro nel cerchio che i lupi formano attorno ai due agenti e a Lucas, ma ci cammino lentamente intorno.

L: Vedo che sei da solo. La tua compagna non si sa controllare durante la luna piena, eppure pensavo fosse un licantropo dalla nascita.

Per quanto possa fare l’espressione di un lupo, io rimango esterrefatto.

Come sa di Cora? E come fa ha sapere chi sono?

L: secondo te non ho fatto le mie ricerche?

Ora legge anche nel pensiero?

L: so bene chi sono i due bei lupacchiotti che da un po’ stanno ficcanasando nei miei “affari”.

AR: aspetta, lui non sta con te?

L: come potrei essere alleato con la specie che 30 anni fa’ compi il massacro.

Io ero ancora più sorpreso.

Come sarebbe a dire che erano stati i licantropi?

AR: sono stati dei lupi mannari a compiere il massacro di trent’anni fa?

Lucas abbassa lo sguardo e comincia a parlare con fare ironico.

L: ecco vedete, 30 anni fa Nicolas Chase fu morso da un lupo di un branco di passaggio, lui non volle lasciare la sua città per il branco, così si ritrovò a dover imparare tutto sul suo nuovo stato da solo. Ovviamente non ci riuscì e da li inizio il massacro, solo mio nonno Richard Milton, discendente di uno dei più antichi stregoni riuscì a fermarlo. Utilizzo lo stesso libro delle ombre che ora utilizzo io, uccise il licantropo, ma quando cercò di far arrestare coloro che erano a conoscenza del segreto del lupo, lui fu brutalmente assassinato e lo sceriffo di allora, ovvero la mia prima vittima, lo fece passare per un incidente di caccia.

Ho trovato il diario di mio nonno con tutte le annotazioni di ciò che succedeva e ciò che scoprì allora, c’erano anche le spiegazioni su come usare il libro delle ombre. Così decisi di utilizzare il libro per vendicare mio nonno, uccidendo i complici da lui indicati, creai il mio branco di lupi con l’intenzione di sterminare tutti i lupi mannari o altre creature soprannaturali che si sarebbero avvicinate a Rock Country.

 

Lucas stava vaneggiando, seppur il suo discorso abbia un filo logico, nei suoi occhi si vedono la follia e la furia omicida.

AR: e gli uomini che hai ucciso stanotte? Loro di sicuro non centravano niente con quello successo trent’anni fa’, alcuni non erano ancora nati o non vivevano ancora cui, ho visto che i tuoi mostri sono pressoché invincibili. Quindi perché questo bagno di sangue?

L: beh, semplicemente….perché mi andava.

Il ghigno sulla sua faccia era pieno di follia e desiderio di uccidere.

AR: questa è una follia, se vuoi vendicare le persone uccise trent'anni fa perché massacrare delle persone innocenti?

L: io ho detto di voler vendicare mio nonno, non mi interessa minimamente delle persone uccise trent'anni fa. Quindi ora che spiegazione sono fatte.

Lucas volta lo sguardo prima a destra, poi a sinistra osservando i sui lupi con un sorriso divertito sul volto.

L: Uccideteli!

I lupi cominciano tutti ad avvicinarsi a me e ai due agenti, ringhiano minacciosi e i loro occhi completamente neri, rendono il loro aspetto ancor più demoniaco e terrificante.

Sono pronto a combattere, il mio manto prende fuoco e mi avvicino ai due agenti.

La tensione è a mille anche Lucas è teso.

Poi un ringhio, che sovrasta tutti gli altri. I demoni-lupo al sentirlo cominciano a indietreggiare abbassando le orecchie continuando a ringhiare, però guardando qualcosa alle nostre spalle.

Io volto il capo e vedo nel fitto del bosco due occhi rossi, di un rosso acceso e brillante che ti penetra l'anima. Ma mentre i lupi e gli agenti sembravano terrorizzati da essi, io ne ero rassicurato.

Subito ne capii il perché, quegli occhi anche se ora di colore diverso, sono impressi a fuoco nella mia mente.

CORA!

 

FINE CAPITOLO

 

 

 

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Capitolo 19
*** che ci aspetta ora? ***


Capitolo 19:

 

 

Pov Jacob

CORA!

Sì, non ci sono dubbi quelli sono gli occhi di Cora, avevo ragione, non me l’ero immaginato, anche se non ne era consapevole, Cora è un Alpha.

I due occhi rossi cominciano a muoversi, avvicinandosi a noi. Però, man mano che si avvicina però le mie certezze si affievoliscono.

Questo non è l’odore di Cora! O meglio, è il suo ma diverso, decisamente diverso, il potere che avverto è enorme, probabilmente pari o anche superiore al mio.

Poi lo vedo, o meglio, LA vedo, una bellissima lupa dal manto color rosso vino con una postura fiera, decisa ed elegante esce allo scoperto dalla boscaglia e con il suo solo sguardo fa indietreggiare i demoni-lupo, ma poi noto una cosa, i suoi occhi, per quanto possano essere lucenti, non li sta facendo brillare.

Lei si avvina me e una volta che mi è di fronte, sento la sua voce nella mia testa.

C: ????? ????? come compagno di Cora, ti nomino primo membro del suo branco e comandante in seconda, so che saprei prenderti cura di lei.

J: che hai detto???................ Come sai il mio vero nome??? E come fai a parlarmi in testa???

Lei non risponde, fa brillare i suoi occhi, brillano così intensamente che potrebbero essere paragonati ai fari abbaglianti di un’auto. Nonostante il bagliore intendo però, non distolgo lo sguardo e vengo irradiato di un potere enorme, sento tutti i miei sensi, le mie abilità e le mie caratteristiche fisica amplificarsi.

Sono un Beta, il beta di Cora.

L: Ora basta piccioncini!!

Lucas interrompe il discorso tra me e “Cora”. Noto solo ora che quando mi ha parlato, si è riferita a Cora come se non fosse lei.

J: non sei Cora, vero?

???: Esatto, al momento ho preso possesso del suo corpo perché lei non è ancora in grado di gestire a pieno il suo vero potere, lei non sarebbe stata in grado di renderti suo beta e quindi renderti sufficientemente potente da proteggerla finche sarà necessario.

J: ma allora chi sei?

???:Io sono una sua madre….. Thalia Hale.

J: Cosa?

L: ho detto basta! Uccideteli!

Anche se con un po’ di esitazione, i sei lupi si avventano su di noi, io mi posiziono subito davanti a Rockstone e Livarro e notando però una cosa, sono più grande, se prima raggiungevo il metro e mezzo, ora sarò un lupo di almeno un metro e ottanta.

Rinfiammo il mio manto e noto subito che anche il mio potere di fuoco si è intensificato.

Voglio provare una cosa.

Cerco di dirigere le mie fiamme contro i tre lupi che avevo davanti, di solito questo trucco mi riesce solo quando solo in forma umana, invece ora funziona anche in forma di lupo, difatti le fiamme che circondano il mio corpo vengono come proiettate verso i demoni-lupo difronte a me, che rimangono seduta stante carbonizzati.

Io estinguo le mie fiamme e mi giro ad aiutare Cora/Thalia, ma noto subito che ha ucciso due dei tre lupi, solo l’alpha è ancora in piedi.

J: come hai fatto? Finora solo il mio fuoco era riuscito a ucciderli.

Th: tu non hai idea di quanto il potere di una Regina Alpha possa essere grande.

J: Alpha che?

L: come avete fatto? Non potete aver ucciso 5 dei miei lupi come se niente fosse, un mese fa, siete usciti vivi a malapena dallo scontro con tre lupi nel bosco. Lui questo non me l’aveva detto.

Lui?

Lucas non fa a tempo a rispondere, il lupo Alpha cade a terra, con gli occhi che sono tornate normali.

J: ma cosa?

Th: L’unico modo per uccidere questi demoni senza il tuo fuoco o il potere di Cora, è uccidere chi gli a creati.

Io sposto lo sguardo su Lucas, noto che la sua pelle comincia a diventare bianca, poi azzurrina e infine le appendici (dita, naso, orecchie….) cominciano a diventare nere.

J: ma sta andando in ipotermia.

Alla fine il corpo del povero Lucas cede e cade a terra, mostrando che dietro di esse si ergeva una figura incappucciata, con la mano spalancata propensa in avanti.

???: che razza di idiota, li avevo detto di non esitare, di ucciderti subito, non appena saresti uscito allo scoperto. A quanto pare dovrò fare tutto da solo.

Da dietro la figura misteriosa cominciarono a comparire tantissimi lupi, tantissimi lupi-demone.

???: ma non stasera.

Il tipo pronuncia una serie di parole in una strana lingua, diversa anche dal latino, comincia a comparire una strana nebbia che si infittisce sempre di più, io mi ci lancio dentro a capofitto ma niente da fare, la figura misteriosa e l’esercito di lupi-demone erano scomparsi.

Io ritorno alla mia forma umana mentre la nebbia cominciava a diradarsi.

J: MALEDIZIONE!

Quando la nebbia si diradò completamente notai che anche Cora/Thalia era tornata in forma umana.

Io mi avvicino a lei, ha lo sguardo confuso e subito dopo aver incrociato il mio sguardo sviene, io mi muovo il più velocemente possibile e riesco a prenderla prima che cada a terra.

J: Cora! Cora riesci a sentirmi?

Noto che si è addormentata, il suo petto si alza e abbassa regolarmente e sul suo viso c’è un’espressione rilassata.

AR: FORZA RAGAZZO RESISTI.

Mi ero completamente dimenticato di Rockstone e Livarro.

Mi avvicino a loro in fretta con Cora tra le braccia. L’agente Rockstone preme sulla ferita del suo partner. Io ascolto il suo cuore.

Non c’è più niente che si possa fare.

J: agente.

L’uomo che non si era accorto che mi ero avvicinato mi punta la pistola contro.

J: si calmi, non voglio farle del male.

AR: allora è vero, voi due siete……

J: sì, è così, ma come le ho dimostrato prima difendendola, non sono un mostro e neanche Cora lo è. Né io né lei ci siamo mai macchiati di sangue di innocenti, gli unici umani che abbiamo attaccato avevano attaccato per primi, abbiamo sempre agito solo per autodifesa e non abbiamo mai ucciso nessuno.

AR. Perché dovrei fidarmi?

J: se vuole salvare la sua città, non ha altra scelta.

Lui abbassa lo sguardo titubante e rimette la pistola nella fondina.

AR: ma ora come lo spiego questo ai cittadini?

J: ci inventeremo qualcosa.

Vedo che seppure lieve, la ferita alla gamba di Rockstone non gli consente di alzarsi.

J: aspetti, chiamo qualcuno che potrebbe aiutarci.

Prendo il telefono e chiamo Emi.

J: pronto Emi.

E*: JACOB! STAI BENE? CORA È SCAPPA ED IO NON…

J: tranquilla Emi, è con me, sta bene e senti ti posso chiedere un favore?

E*: sì certo, cosa ti serve?

J: hai ancora la copia di chiavi del mio appartamento?

E*: sì.

J: bene, entra prendi le chiavi che hanno attaccato un portachiavi a forma di teschio color rosso fuoco metallizzato, poi prendi le chiavi di riserva del garage, le tengo nel cassetto del mobiletto che c’è all’entrata, poi vai nel mio garage, il numero 17, prendi il fuoristrada color militare e poi segui le coordinata che ti manderò adesso.

E*: il tuo garage non era il 15?

J: non ci stavano due auto e tre moto.

E*: che????

J: senti vieni cui il prima possibile.

E*: ma che succede???

J: un disastro Emi, comunque quando arriverai in prossimità del bosco, tieniti vicino un sacchetto per il vomito, non sarà un bello spettacolo.

E*: in che senso non sarà un bello spett….

Chiudo la chiamata, mi abbasso e mi siedo accanto a Cora, che provvedo subito a prendere tra le mie braccia.

AR: c’è la farà?

J: che possa arrivare fino cui non ho dubbi, ma che non rimanga traumatizzata da ciò che vedrà nel bosco, non lo posso assicurare.

Lui rimane in silenzio abbassa lo sguardo e poi lo rialza per guardare verso le cime delle montagne.

J: ci sono altri sopravvissuti?

AR: del mio gruppo non credo.

J: gruppo?

AR: io e lo sceriffo ci siamo divisi in due gruppi, loro avrebbero aggirato la montagna da destra, noi da sinistra. Forse loro non sono stati attaccati.

J: speriamo.

 

 

Passiamo una decina di minuti nel totale silenzio.

J: non hai nessuna domanda.

AR: in verità, una ce l'avrei.

J: spara.

AR: ucciderete qualcuno di innocente?

J: finche sarò in me mai e nemmeno Cora.

AR: e gli altri come voi.

J: alcuni la pensano come me o addirittura peggio, Cora mi ha raccontato di un suo amico che si rifiuta di uccidere anche i suoi più spietati nemici, anche chi ha ucciso membri della sua famiglia o dei suoi amici. Ma altri, non si fanno scrupoli, uccidono sia umani che altri della loro specie senza farsi troppi problemi, alcuni licantropi sono tra questi, ma non sono loro i peggiori, al mondo d’oggi la specie più diffusa che si può dire più pericolosa per gli uomini sono gli wendigo.

AR: wendigo?

J: muta forma cannibali, si nutrono esclusivamente di carne umana, la minor parte di questi si nutre di umani già morti o che sono condannati a morte certa, ma la maggior parte preferiscono il brivido della caccia, preferiscono mangiare carne fresca, ho ucciso wendigo che si cibavano finche la loro preda era in vita, smettevano non appena moriva, anche se avevano mangiato solo un braccio o meno, lasciavo lì il corpo e cercavano qualcun altro. Sono esseri ripugnanti e molto pericolosi.

AR: oddio, ma hai detto che sono i peggiori, no?

J: al momento per gli umani sì. Ci sono creature molto più pericolose ma che degli umani, di solito, non gli importa più di tanto.

AR: ok, ma in che senso “al momento”?

J: vampiri….

AR: vampiri?

J: sì, al momento sono considerati estinti ma una volta esistevano. Loro non erano come li descrivono nei film, loro non succhiano il sangue per nutrirsene, lo usano come canale per nutrirsi d’altro. La forza vitale. Un vampiro anche se non vorrebbe, non ha scelta, se vuole sopravvivere deve uccidere qualcuno risucchiando da esso fino all’ultima goccia di energia vitale. Non può prenderne solo una parte perché per un vampiro, o la prendi tutta o non ti servita a niente.

AR: cavolo, ma hai detto che sono estinti.

J: so che è così, ma so anche che con esseri come i vampiri non si può sapere. Ci sarà sicuramente qualche vampiro nascosto da qualche parte, sono immortali, l’unico modo per ucciderli è con la luce del sole, con la decapitazione o con il rogo. Ce ne saranno ancora in circolazione, ne sono quasi certo.

 

40 minuti dopo

Si vedono delle luci arrivare dal fitto della boscaglia.

AR: forse è lei.

Le luci aumento.

J: no, devo essere quelli del gruppo dello sceriffo.

Alcuni uomini escono dalla boscaglia, sono traumatizzati, alcuni stanno vomitando e altri molto probabilmente l’hanno già fatto. Ad un certo punto uno di loro ci vede.

Ca(cacciatore): SCERIFFO PRESTO, CI SONO DEI SOPRAVVISUTI.

Alcuni uomini si avvicinano a noi per assicurarsi delle nostre condizioni.

Ca1: state bene?

AR: potrebbe andare meglio.

Due uomini aiutano l’agente Rockstone ad alzarsi.

Io prendo in braccio Cora che ancora dorme, poi vedo lo sceriffo avvicinarsi a noi.

SS: ragazzi ma che ci fate qui? State bene?

J: sì, non si preoccupi sceriffo le spiegheremo tutto in centrale.

Ca: ma che è successo qui?

SS: niente domande per adesso, vi porteremo in ospedale per medicare la ferita di Rockstone e far controllare voi due.

Si sente il rombo di un motore dal punto opposto da cui è arrivato il gruppo dello sceriffo. Poi due fari appaiono da dietro gli alberi e il mio fuoristrada, una Jeep Wrangel Tuning color verde militare.

J: ecco Emi, speriamo stia bene.

Pian piano si avvina a noi. Quando Emi scende è visibilmente provata, probabilmente ha visto cos’è successo nel bosco.

Lo sceriffo si avvicina a lei con cautela e le poggia una mano sulla spalla. Anch’io mi avvicino a lei preoccupato e mortificato.

J: mi dispiace di averti chiesto di guidare fin cui e vedere quello scempio ma….

Faccio cenno a Cora e Rockstone.

E: fa niente Jacob, forza vi porto in ospedale. Ma chi è stato.

E sposto lo sguardo verso il corpo di Lucas, per fortuna è abbastanza lontano, se Emi lo vedesse chissà come reagirebbe.

E: non dire che è stata….

Lei fa cenno con la testa a Cora.

J: NO.

Lei annuisce e sposta lo sguardo sulla Jeep.

Metto Cora sui sedili posteriori e le allaccio la cintura, Emi si siede accanto a lei e Rockstone si sistema al posto vicino al guidatore che ovviamente sono io.

Guido fino all’ospedale dove ci sono già dei medici con le barelle pronte.

Caricano Rockstone e Cora e li portano a controllare, fanno un veloce checkup anche a me e Emi per poi farci accomodare in sala d’aspetto.

Dopo due ore ci raggiunge anche lo sceriffo Smith.

SS: ragazzi come state?

J: bene grazie.

Noto solo ora che Emi si è addormentata sulla mia spalla.

SS: Rockstone e Cora?

J: Rockstone adesso si sta riposando nella sua camera, Cora non si sa, sta ancora dormendo, fisicamente dicono che sta bene e forse è stato il trauma per quello che ha visto.

SS: non è il caso che torniate a casa a dormire?

J: io voglio restare, nel caso Cora si svegli, i genitori di Emi non sono in città e non me la sento di lasciarla solo, Ann di sicuro sta dormendo e non mi va di svegliarla.

SS: capisco, comunque volevo dirti che domani, che Cora si svegli o no, tu e Rockstone dovrete spiegarmi dettagliatamente cos’è successo nel bosco.

J: va bene, però deve avere una mente aperta.

Detto questo lo sceriffo se ne va. Io resto sveglio ancora un po’ per poi addormentarmi a mia volta.

 

 

Jacob svegliati…..

Jacob….

C: JACOB!!

Dallo spavento faccio un salto e cado dalla sedia, anche Emi che era appoggiata a me cadde per lo spavento.

J: Cora mi hai fatto prendere un colpo, ma che ore sono?

Mi rialzo lentamente, Cora mi guarda furiosa.

C: le 8.40 di mattina. Dimmi che stavate facendo tu ed Emi?

Io faccio una faccia confusa non capendo a cosa si riferisse, poi mi ricordo in che posizione io e Emi ci siamo addormentati.

J: CORA NON È COME SEMBRA!! IERI SERA IO E EMI ERAVAMO STANCHI E CI SIAMO ADDORMENTATI E….E….

Cora scoppia a ridere divertita dalla mia crisi di nervi.

E: che avete da urlare voi due??

Emi sembra ancora mezza addormentata.

E: Cora? Sei sveglia finalmente! Come stai?

C: sto bene grazie Emi. Che ne dite, andiamo casa?

J: ti hanno già dimesso?

C: sì, giusto adesso.

J: dimmi Cora, tu ti ricordi cos’è successo stanotte?

Le fa una faccia stranita.

C: sì, ho fatto uno strano sogno su mia madre che mi parlava di una regina dei lupi o qualcosa del genere.

Lei ridacchia pensando di star dicendo un mucchio di assurdità.

J: non è stato un sogno.

Lei mi guarda sorpresa.

J: forse è meglio che ti racconto a casa.

 

1 ora e mazza dopo, appartamento di Cora e Jacob

Pov Cora

Non riesco ancora credere a ciò che mi ha detto Jacob.

Io, un Alpha? Non ci credo.

Eppure devo crederci, la prova ce l’ho davanti agli occhi, riflesse nello specchio, l’immagine dei miei occhi che brillano di un rosso intenso.

Torna in salotto dove, sul divano, Emi sta sorseggiando un caffè e Jacob gioca ai suoi soliti videogiochi.

C: almeno ora hai cambiato genere.

Lui si volta verso di me.

J: sì, è un videogioco fantasy, di norma non mi piacciono molto, ma questo è ispirato ad un anime che mi piace molto e a differenza dei soliti giochi che prendono ispirazione da serie tv, film o altro, cui puoi crearti il tuo avatar e vivere la tua avventura.

C: intendi quell’anime sugli spadaccini intrappolati in un mondo virtuale di cui hai fatto una maratona qualche sera fa’, com’è che si chiamava….. non so che online?

J: si chiamava….

Come se si fosse appena ricordato qualcosa di vitale importanza, scatta in piedi e comincia a infilarsi le scarpe.

C: e ora che hai?

J: lo sceriffo ieri sera, mi ha chiesto di passare subito in centrale e io come mio solito me ne sono completamente dimenticato.

C: uff…..

Già, non so che problemi abbia la sua memoria, ma a volte sembra quasi che abbia l’Alzheimer.

Prendo la mia giacca e insieme ad Emi esco dall’appartamento.

 

Arriviamo in centrale verso le 9:30, chiediamo all’agente presente alla reception dov’è l’ufficio dello sceriffo.

AR: ragazzi.

L’agente Rockstone è dietro di noi, su una sedia a rotelle in abiti civili.

C: agente, salve.

J/E: salve.

C: sta meglio ora? Jacob mi ha raccontato cos’è successo l’altra notte.

Lui mi guarda confuso

J: non ricorda niente dell’altra notte.

Lui annuisce.

AR: andiamo lo sceriffo ci sta aspettando.

Noi le seguiamo in mezzo alle varie scrivanie, vediamo le facce buoi e malinconiche dei pochi agenti rimasti. L’altra notte, anche una buona parte di agenti aveva preso parte alla battuta di caccia.

SS: salve ragazzi.

Io sposto la mia attenzione sullo sceriffo che ci scruta dalla soglia del suo ufficio.

C/J/E: salve sceriffo.

SS: entrate.

Noi tutti entriamo, io ed Emi ci accomodiamo sulle due sedie davanti alla scrivania, l’agente Rockstone si affianca ad Emi con la sua sedia a rotelle e Jacob è in piedi vicino a me.

SS: Emi forse è meglio che esci.

E: perché?

AR: ho detto tutto allo sceriffo, tutto quello che mi hai detto Jacob.

E/C: come sarebbe tutto?

Io ed Emi guardiamo Jacob, io furiosa ed Emi anche.

AR: aspetta lei sa….

Emi guarda Jacob che gli annuisce.

E: che questi due hanno zanne e artigli? Certo.

Emi guarda i due agenti come se quello che ha detto fosse la cosa più normale di questo mondo.

SS: allora credo che puoi restare anche tu.

J: ma se l’agente Rockstone sa meglio di me cosa è successo ieri notte.

SS: ma tu sai meglio di noi cos’erano quei mostri.

Lui sbuffa e si gratta la nuca, indeciso se parlare o meno.

C: mi dispiace sceriffo, è già tanto che Jacob vi abbia detto del nostro, ma questo non ve lo possiamo dire, sappiate solo che non dovete per nessuna ragione entrare nel bosco o provare ad affrontare e cacciare quei lupi.

SS: sì, comunque uno di voi due dovrebbe venire con me in obitorio, anche se la sua famiglia ha già confermato, mi serve qualcuno presente quella sera che confermi l’identità di Lucas Milton.

E: che centra Lucas?

In effetti non lo so nemmeno io, Jacob non ha mai fatto il suo nome.

C: è vero che centra?

Lo sceriffo mi guarda confuso.

AR: la ragazza non ricorda nulla di quella notte.

Lo sceriffo annuisce.

SS: Jacob, perché non gli hai detto…

Jacob spalanca gli occhi e cerca di far cenno allo sceriffo di tacere ma lui lo ignora continuando a guardare me negli occhi.

SS:….. che era Lucas Milton che controllava quei lupi ed è responsabile del massacro di questa notte?

Io mi giro a guardare Jacob confusa.

Perché non me l’ha detto?

Lui intuendo la mia domanda sposata lo sguardo alla mia destre, io mi volto e vedo che il viso di Emi è rigato da delle lacrime.

J: perché non volevo che Emi lo venisse a sapere così.

Lui lancia un occhiata assassina allo sceriffo.

E: scusate.

Emi esce in lacrime dall’ufficio.

SS: ho detto qualcosa di sbagliato?

Lo sceriffo fa la domanda come se non si rendesse conto di ciò che ha detto, anche Rockstone aggrotta le sopracciglia.

C: Lucas era l’ex ragazzo di Emi, anche se era stata lei a lasciarlo, era ancora innamorata di lui, noi avevano sospettato di Lucas qualche tempo fa e quando lo abbiamo detto a Emi è andata su tutto le furie.

Ormai sono in piedi e sto fissando con uno sguardo omicida lo sceriffo di fronte a me, con entrambe le mani appoggiate alla scrivania.

SS: io come poteva saperlo?

Anche lui comincia ad alzare il tono di voce.

C: in ogni caso, lei sapeva benissimo che lui frequentava la nostra scuola, e di sicuro non si dà una notizia del genere così tranquillamente.

SS: ascolti signorina, sono morte molte persone, quindi al momento evitare di spezzare il cuore ad una ragazza perché la sua cottarella è risultato essere un serial killer ora morto è l’ultimo dei miei pensieri.

Io divento una furia i miei occhi diventano rossi, Jacob mi afferra la mano che io stavo alzando per colpire lo sceriffo. Rockstone aveva messo mano alla fondina e Smith mi guardava inespressivo.

C: le giuro che se Emi fa qualche pazzia la riterrò direttamente responsabile.

Detto questo ancora con gli occhi rossi esco furibonda dall’ufficio seguita a ruota da Jacob.

 

 

Fine Capitolo

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Ballo????? ***


Capitolo 20;

BALLO?!?!?!?

 

Pov Cora

Appena esco dalla centrale vedo Emi in lacrime, appoggiata all’auto di Jacob.

Io mi avvicino velocemente e l’abbraccio.

E: perché? Perché proprio lui?

C: tranquilla Emi, ora devi solo pensare a stare tranquilla.

Lei si stacca bruscamente e mi da le spalle.

E: come posso stare tranquilla in un momento del genere?

La sua voce è rotta dal pianto.

J: non lo devi essere.

Jacob mi arriva da dietro e dal suo sguardo capisco cha sa quello che fa.

J: adesso andiamo a casa, lì ti sfogherai, butterai fuori tutta la tua rabbia tutta la tua tristezza tutto ciò che ti tieni dentro.......... Va bene?

Lei annuisce cercando di trattenere le lacrime.

Saliamo in macchina e dopo qualche minuti Emi smette di piangere.

Forse si è calmata.

***

J: È solo la quieta prima della tempesta.

***

Io mi volto verso Jacob ma lui continua a guardare fisso di fronte a se.

 

Appena arrivati a casa di Emi lei entra nell’appartamento con calma.

Forse Jacob si sbagliava.

Emi inizia a tremare appoggiandosi alla parete e scoppia in un pianto fragoroso, accasciandosi a terra.

Io corro subito ad abbracciarla, lei si avvinghia a me mentre continua a piangere, urlare il nome di Lucas e a chiedere perché.

Va avanti per quasi un’ora prima di addormentarsi stremata tra le mie braccia. Jacob la sistema sul divano, intanto io prendo una coperta e gliela adagio delicatamente sopra, lei si rannicchia e flette le labbra in un dolce sorriso quasi impercettibile. Noi ci sediamo dall’altro lato del divano non volendo lasciare Emi da sola. Io me ne sto bella rannicchiata tra le braccia di Jacob che si legge un libro che ha trovato tra gli scaffali del salotto di Emi.

Dopo una quarantina di minuti qualcuno bussa alla porta, io essendo praticamente sopra Jacob, sono l’unica in grado di alzarsi.

AN: ehi Emi perché oggi….

Io le tappo la bocca con le mani.

C: Emi sta dormendo, ha avuto un brutto shock oggi, adesso ti raccontiamo tutto ma tu devi stare calma.

io e Jacob usciamo dall’appartamento cosi da non rischiare di disturbare Emi. Raccontiamo tutti i dettagli a Ann, del massacro, della storia di Lucas, delle sue motivazioni e di come è morto.

Lei rimane turbata da tutte le notizie che riceve.

AC: adesso dorme giusto?

Noi due annuiamo.

AC: voi andate a casa, ci penso io ad Emi.

J: ok, ah puoi dire ad Emi che ho preso questo in prestito.

Jacob le mostra il libro che in mano.

AC: ah “il segno della croce” di Glenn Cooper, l’ho letto, è carino.

C: allora noi andiamo. Ciao.

J: ciao.

AC: ciao ragazzi.

 

Pov Ann

Entro nell’appartamento e Emi dorme ancora sul divano, io cerco di sedermi dal lato opposto cercando di non svegliarla, ma con pochi risultati.

E: chi è?

Emi è ancora in uno stato di dormi-veglia cosi decido di provare a farla riaddormentare.

AC: sono Ann tranquilla, torna a dormire.

Le accarezzo una guancia, lei ha ancora gli occhi semi-chiusi e deve essere parecchio intontito perché viene verso di me.

AC: Emi che fai.

Io non me la sento di fermarla così lei riesce a stendersi sopra di me e accoccolarsi sul mio petto, io mi ero tolta la felpa e addosso avevo solo una sottile maglietta a maniche lunghe, non avendo neppure il reggiseno lei era praticamente a contatto quasi diretto con il mio seno, con la bocca pericolosamente vicina ad un capezzolo. Io ovviamente sono più rossa di un peperone. Anche se Emi è come una sorella per me, quella posizione è abbastanza imbarazzante.

E: ti amo…….Lucas

Crack, ecco il mio cuore si spezza.

Ma che andavi a pensare Ann, lei non cercava il conforto della sua migliore amica ma di quel deficiente del suo ex ragazzo.

Lo so che dare del deficiente ad un morto (anche se serial killer) non è bello, ma a me Lucas non è mai piaciuto.

Lei si alza lentamente da me, io pensando che mi debba dire qualcosa mi alzo a mia volta sui gomiti. Ma Emi fa l’unica cosa che mai mi sarei aspettata, ma da un leggerissimo bacio a stampo sulle labbra, per poi risistemarsi sul mio petto.

E: ti amo da sempre AaahhNhNNnh

Il mio cervello crussha.

Error 404 not found. È la mia immaginazione o in quel mezzo sbadiglio ha detto Ann???

Lei si accoccola ancor più strettamente al mio petto facendomi arrossire più di prima. Io decido di ignorare quel mezzo sbadiglio e comincio ad accarezzarle lentamente i capelli.

Addormentandomi a mia volta qualche minuto dopo.

 

Appartamento di Jacob e Cora

Pov Cora

Siamo arrivati da una mezzora, è mezzogiorno e un quarto. Stiamo mangiando dei panini al prosciutto fatti su al momento.

Toc Toc    Toc Toc

J: chi sarà mai a quest’ora?

Dice Jacob mentre si alza e va ad aprire la porta. Io continuo il mio pasto.

J: preside Mongomeri! Buongiorno…..

Jacob, come me, è abbastanza sorpreso di trovarsela davanti.

PrM: Buongiorno Jacob, posso entrare?

J: ehm….certo si accomodi.

Non appena entra e fa qualche passo in salotto, gira la testa verso lo spazio cucina, che essendo parte del salotto è completamente visibile.

PrM: Cora? Bene devo parlare anche con te.

C: ok…..

Io le annuisco un po’ incerta.

J: si accomodi.

Dice Jacob indicando la sedia davanti a me mentre lui prende posto al mio fianco.

Lei annuisce con la testa e si accomoda sulla sedia.

PrM: allora ragazzi, sono cui perché ho ricevuto una chiamata dallo sceriffo Smith un ora fa.

Perché lo sceriffo ha chiamato la preside??? Non gli avrà perlato di noi???

C: che cosa le ha detto?

Il mio tono è abbastanza tremolante e noto subito Jacob mettersi sull’attenti.

PrM: mi ha detto che mentre eravate in giro per il bosco, contravvenendo al coprifuoco, vi siete imbattuti nei corpi di alcuni cacciatori rimasti uccisi la notte scorsa nel bosco.

Il suo tono non sembrava voler nascondere il fatto che sapesse del massacro e che quelli non erano corpi ma poco più di resti di esseri umani,  non lo sapeva proprio.

J: mi scusi, ma cosa le ha detto esattamente lo sceriffo su quello successo la notte scorsa?

PrM: beh che eravate in giro nel bosco e vi siete imbattuti in dei cacciatori che erano stati uccisi da dei lupi.

C: è vero, eravamo fuori a passeggiare per il bosco. Ma non erano alcuni cacciatori, lei sapeva che per quella notte lo sceriffo aveva organizzato una battuta di caccia?

PrM: sì, mio marito ha partecipato ad essa, è tuttora fuori con metà del gruppo per seguire le tracce dei lupi.

J: non è così.

PrM: come?

La preside è piuttosto confusa.

C: le possiamo assicurare che tutti i sopravvissuti a quella notte sono tornati tutti a casa.

PrM: sopravvissuti?

Lei ride leggermente non capendo a cosa ci stiamo riferendo.

J: non ci siamo imbattuti in alcuni cacciatori, ma in uno dei due gruppi in cui si era divisa la battuta di caccia la scorsa notte.

Lo sguardo della preside comincia a farsi più serio e preoccupati.

C: a parte l’agente Rockstone, erano tutti morti.

J: fatti a pezzi dai lupi.

Lei ci guarda con la bocca e gli occhi spalancati.

PrM: scu..scusatemi….devo andare.

Lei lentamente si alza e Jacob l’accompagna alla porta.

J: arrivederci preside.

C: non siamo stati un po’ insensibili?....e stronzi?

J: meritava di sapere la verità, non permetterò allo sceriffo di insabbiare tutto.

 

 

Appartamento di Emi 13:27

Pov Emi

Mi sveglio lentamente, la testa mi fa un male cane e mi sembra di avere i postumi di una sbronza. Cerco di sollevarmi ma qualcosa mi blocca. Noto subito di essere sul divano di casa mia, che sembra più rialzato di quanto mi ricordavo. Guardo il mio fianco per capire cosa mi blocchi, ma quando noto che è un braccio, un braccio femminile, e quello che uso come cuscino invece è il seno della ragazza, sbianco per qualche secondo per poi lanciare un urlo.

E: ahhhhhhhhhh

Scatto in piedi il più velocemente possibile, tendando di coprirmi con la coperta che mi copriva mentre dormivo.

AC: ma che hai da urlare Emi?

Guardo con la bocca aperta la ragazza che mi parla con una voce impastata dal sonno e gli occhi ridotti a due fessure.

E: perché?? Perché stavamo dormendo assieme…… no, noi non abbiamo fatto…..fatto….

Lei spalanca gli occhi capendo cosa volevo dire.

AC: o buon dio no. Ma che ti salta in mente???? Avevo dato il cambio a Cora e Jacob per starti accanto per lo shock che avevi subito, ma tu ti sei svegliata e mi ti sei sdraiata addosso.

Arrossisco come un peperone, reazione che anche Ann condivide ma che prova a non dare a vedere.

E: ma di che shock stai parlando?

Lei abbassa lo sguardo e quando lo rialza vedo il suo sguardo pieno di malinconia.

AC: quello per la morte di Lucas….

Un lampo, un lampo mi illumina il cervello e tutte le immagini e le informazioni della notte e della mattinata recente mi vengono proiettate in mente.

Io sbianco e lentamente mi siedo vicino ad Ann, comincio a piangere, mi accascio sulla spalla di Emi, lei prende ad accarezzarmi i capelli.

AC: shhhshhhh va tutto bene, va tutto bene.

E: Lu..Lucas….

AC: non devi pensarci più, anche se è ancora presto, devi andare avanti, sei il nuovo leader del club di botanica, quest’anno hai la maturità, devi continuare ad essere una delle migliori della scuola e questo fine settimana, ovvero tra tre giorni, ci sarà il ballo di fine anno da te organizzato.

Un nuovo lampo nel cervello.

IL BALLO!!!!!

E: oddio…

Mi alzo lentamente dal divano con gli occhi spalancati.

AC: che succede?

E: il ballo, da quando ho scoperto che Cora e Jacob sono lupi, me ne sono completamente dimenticata.

AC: Vuoi dire che tra tre giorni ci sarà un ballo organizzato a metà?

E: manca ancora la musica, le decorazioni, la selezione dei professori che faranno da chaperon.

AC: beh se manca solo questo non ci saranno troppi problemi….

E: no, non capisci…. Le decorazioni le avevo trovate, ma dovevano essere ordinate con due settimane di anticipo dal ballo. Per la musica possiamo chiedere alla banda della scuola, avevo già cominciato a mettermici d’accordo e per i prof ne servono minimi otto.

AC: tranquilla Emi, si sistemerà tutto.

AC: almeno non pensa più a Lucas.

E: hai detto qualcosa??

Lei aggrotta la fronte e nega con la testa.

E: ok, andiamo da Cora e Jacob, ci servirà una mano.

 

Appartamento di Jacob e Cora

Pov Generale

I due inquilini dell’appartamento stavano “tranquillamente” amoreggiando sul divano del salotto, quando qualcuno cominciò a bussare selvaggiamente.

Cora per lo spavento si tira su di scatto e Jacob che in quel momento era sopra di lei, viene “amorevolmente” spinto dalla ragazza giù dal divano, cadendo con tonfo secco.

Cora si avvia spedita verso la porta.

J: Cora ferma.

Lei si gira di scatto spaventata.

C: Cosa?

Lui con la testa ammicca verso di lei, che abbassa lo sguardo notando di essere senza maglietta, con una spallina del reggiseno abbassata e spostando lo sguardo verso lo specchio, completamente spettinata.

C: apri tu.

Disse prima di rinchiudersi in camera da letto.

Il bussare alla porta continuava imperterrito, Jacob si alza, si infila una maglietta, si da’ una sistemata ai capelli e apre la porta.

Emi entra a passo spedito nell’appartamento.

E: Jacob mi serve il tuo aiuto per allestire la sala da ballo, le decorazioni utilizzeremo quelle per l’anniversario dei 10 anni della scuola dell’anno scorso. Io mi organizzerò con la banda della scuola per la musica, Ann tu contatta i professori della lista che ti ho dato prima e Cora tu…. Cora?

Emi si guardava intorno alla ricerca della ragazza lupo.

C: Emi…

Cora Esce dalla camera con un’espressione che preannuncia un disastro.

C: di che Ballo stai parlando?

E: di quello di fine scuola che si terrà tra tre giorni. Dovreste aiutarmi ad organizzarlo.

C: dovresti aiutarmi tu ad organizzarmi, io non sono mai stata ad un ballo liceale, non ho il vestito, non ho le scarpe, non saprei da dove cominciare per truccarmi.

E: frena, il vestito ce l’hai, ricordi.

Cora arrossisce ricordando che quel vestito scopre leggermente troppo per i suoi gusti.

E: per le scarpe so già quali devi prendere, per il trucco ti aiuterà Melissa, è una maga per il make-up, e se non sai ballare non preoccuparti, non è strettamente necessario.

C: io credo invece che lo sia.

E: comunque, seguitemi, Jacob prendi la Camaro, ci serve un’auto veloce ma capiente, e portaci a scuola.

Emi con passo deciso si avvia fuori dall’appartamento, invece i tre rimasti all’interno guardavano a bocca aperta verso il punto dove la ragazza dai capelli rosso fuoco era sparita.

E: MUOVETEVI!

Emi urlava dal fondo delle scale.

 

Dopo quindici minuti, aver obbligato Jacob a farla guidare e venti infrazioni del codice stradale, Emi parcheggiava nel parcheggio della scuola.

E: Bene, ho chiamato gli altri membri del comitato del ballo, gli ho informati della situazione e mi hanno detto che cibarie, sicurezza e palestra sono pronte.

Emi entro in palestra con passo spedito con al seguito i tre amici, davanti a lei si stagliavano quattro persone: Jessica Mitchel compagna di classe di Jacob e Cora, Rihanna Marker 5°A elettronica, Samuel Stevenson 3°B informatica e Roger Ruserir compagno di classe di Emi.

E: ok ragazzi, lo so che siamo in ritardo ed è colpa mia, così ho chiesto degli aiuti, Roger e Rihanna, voi vi farete aiutare da Jacob nell’allestimento delle decorazioni.

I tre ragazzi si diressero seduta stante verso il magazzino.

E: Samuel, tu chiamerai i professori nella lista che ho dato ad Ann per chiedergli se sono disponibili a fare da chaperon, me ne servono minimo otto. Ann per te c’è un cambio di programma, mi serve il tuo aiuto per convincere la banda della scuola e ho bisogno che tu sia il più seducente possibile.

Ann spalancò gli occhi.

AC: No, lui no, non lo sedurrò mai per avere il suo contributo.

E: Ann non abbiamo altra scelta, non c’è tempo per chiamare un'altra band, James è il capo della sezione rock della banda della scuola e sua sorella Alicia di quella di musica da sala.

AC: ascoltami bene, James Diamond è un imbecille arrogante che mi spoglia con gli occhi ogni volta che mi vede, non perde occasione per chiedermi di uscire, anche se è ben chiaro che le sue intenzione sono altre.

E: sì, ma lui ci serve e anche sua sorella, lei stravede per lui e quindi se abbiamo lui abbiamo anche lei.

Ann emette una specie di ringhio che Emi prende con un assenso.

E: Jessica, tu l’estate scorsa hai fatto da assistente alla tua insegnante nelle lezioni di ballo che tiene, giusto?

JM: sì, perché?

E: dato che hai svolto già tutti i tuoi incarichi, deve insegnare a Cora a ballare.

C: Cosa?

JM: Cosa?

Le due ragazze, non si stavano antipatiche, ma neanche simpatiche. Cora non sopportava la natura di secchiona di Jessica, abbinata alla sua naturale avvenenza, al carattere gentile e altruista, abbinato alla socialità che la ragazza aveva nei confronti degli altri, vedeva troppa perfezione in quella ragazza e non lo sopportava.

Jessica invece ignorava Cora da quando la ragazza l’aveva respinta malamente quando all’arrivo di quest’ultima in città, lei aveva cercato di fare amicizia.

 

C: avevi detto che non era necessario ballare.

E: sì, beh ho mentito, Jessica è stata incoronata miglior ballerina per gli ultimi tre balli di fine anno, ovvero in tutti quelli a cui finora ha partecipato, insegna anche alle più piccole danza quindi per te sarà un’ottima insegnante.

Cora volse lo sguardo verso la castana a due metri da lei che la guardava a sua volta.

JM: per me va bene, sempre se stia bene anche a Cora.

C: va bene anche per me.

E: perfetto, ma prima, Jessica ti ho inviato la foto delle scarpe che Cora deve acquistare per il suo vestito. Jacob!

Il ragazzo in piedi su una scala che appendeva degli striscioni volse lo sguardo alla ragazza che lo aveva interpellato.

J: cosa?

E: tu hai la carta di credito?

J: Sì…..

E: Cora conosce il codice?

Il ragazzo annuisce.

E: quanto hai su?

J: 800 $?

E: dalla a Cora.

Il ragazzo anche se un po’ titubante scese dalle scale e consegno la carta alla fidanzata.

E: perfetto, ANN CON ME, TUTTI VOI A FARE CIÒ CHE HO DETTO! MUOVERSI!

 

 

Fine Capitolo.

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Capitolo 21
*** Ballare coi tacchi ***


Capitolo 21:

Ballare coi tacchi?

 

Pov Emi

Io e Ann ci dirigiamo a passo spedito verso i laboratori di musica, dobbiamo trovare James Diamond leader della rock band della scuola.

Guardo verso Ann che poco prima si era fermata in bagno per darsi una sistemata.

Lui è stato il primo a scoprire che Ann fosse lesbica in seconda media, io e molti amici di Ann lo sapevano già allora ma aspettavamo che fosse Ann a fare coming out. Per una strana ragione James dopo che ha scoperto dell’omosessualità di Ann, cercava sempre di provocarla, di sedurla e flirtava continuamente con lei, all’inizio Ann non ci fece troppo caso, ma quando lui cominciò a farsi sempre più insistente lei lo ha affrontato, lui a quel punto si è dichiarato innamorato e lei ha cominciato a girarli alla larga.

 

AC: Emi lo sai che quasi sicuramente mi chiederà come minimo un ballo, quindi tu per quello che sto per fare mi pagherai minimo un mese di palestra.

E: cosa? ma sono 120$!!!

Lei inchioda e si posiziona davanti a me con un sorriso sornione.

AC: allora preferisce cercare un'altra band?

Io sbuffo.

Ma non era lei che non voleva avere a che fare con Diamond?

E: va bene….

Agito le mani in segno di resa.

Ann si gira fa qualche passo per poi fermarsi di fronte ad una porta antincendio.

AC: prima tu.

Io prendo un respiro profondo e poi entro nella sala.

Come al solito è in disordine, ci sono fogli, lattine vuote e pacchetti di patatine sparsi qua e la. Il primo che nota la nostra entrata è James che subito salta giù dallo sgabello su cui era seduto ad accordare una chitarra.

James ci viene incontro.

E: ciao James, ti volevo parlare di…..

Lui mi ignora totalmente, mi passa di lato e si dirige con un sorriso ebete verso Ann.

AC: fermo li.

Lui inchioda a qualche passo da Ann.

AC: senti James, siete disponibile a suonare al ballo di fine anno questo sabato sera?

JD (James Diamond): per me non c’è problema, ma devo prima parlare con Emi è lei che organizza il ballo quest’anno, no?

E: James, sono dietro di te.

Sono abbastanza seccata, non mi ha ignorata, non mi ha proprio vista, come fa uno pieno di se come Diamond, che si fa una ragazza diversa ogni fine settimana, a sembrare un cagnolino quando Ann è nel suo campo visivo.

JD: OH! Emi non ti avevo vista.

Io lo guardo storto.

E: Allora? Potete suonare al ballo?

Lui guarda gli altri membri della band che gli fanno tutti un gesto di assenso.

JD: ok, ci stiamo.

E: bene, non è che puoi chiederlo anche a tua sorella? Adesso lei non c’è e non abbiamo tempo per contattarla.

JD: certo non c’è problema.

Noi annuiamo e ci avviamo verso l’uscita.

JD: ASPETTATE!

Era troppo bello per essere vero.

JD: non penserete mica che lo farò gratis.

AC: che cosa vuoi in cambio?

Ann praticamente li ringhia contro, se non avessi visto da vicino un lupo mannaro arrabbiato, penserei che lei lo sia.

JD: che tu sia la mia accompagnatrice al ballo.

AC: al massimo ti concedo un ballo.

JD: ti porto io alla festa, un ballo e ti riporto a casa.

AC: porti me e Emi, un ballo e torno per i fatti miei.

JD: porto solo te, un ballo e torni da sola.

AC: andata.

Ann si volta e si dirige a passo spedito fuori dalla stanza.

Io mi volto di nuovo verso James che guarda sognante il punto da cui Ann è uscita.

E: beh, allora ciao.

Lui neanche mi calcola, così io mi avvio un po’ irritata verso la palestra.

 

Pov Cora

Io e Jessica abbiamo litigato con ben quattro ragazze per quel paio di scarpe, un paio di sandali color argento con il tacco 12 e il “reticolato” che arrivava fino a metà polpaccio, mi sono o meglio sono costati a Jacob ben 320 $, insomma su quella carta aveva circa 800 dollari non credo sarà quello il problema, forse il fatto che la differenza di altezza tra di noi non sarà più di 25 cm, ma di 13 cm.

 

Torniamo in palestra dopo aver lasciato a casa di Emi, dove mi sarei preparata la sera del ballo, le mie scarpe nuove e aver preso su richiesta tramite massaggio di Emi un paio delle sue scarpe con tacco.

Non appena mettiamo piede in palestra lo spettacolo che ci troviamo di fronte fa accapponare la pelle, Jacob tiene Samuel Stevenson per il collo sollevandolo da terra, nello sguardo di Jacob si vedono la rabbia e la furia omicida, per fortuna non sta facendo brillare gli occhi. Mentre gli altri sono immobili a fissare la scena, Ann e Emi cercano di convincere Jacob a lasciare la presa, io subito corro verso di lui.

C: JACOB! Basta! Lascialo andare!

Lui come ripresosi da un’ipnosi lascia la presa attorno al collo del ragazzo che cade a terra ansimante. Io mi avvicino a lui come una furia.

C: MA CHE CAVOLO TI È PRESO? AVRESTI POTUTO UCCIDERLO! PERCHÈ DIAVOLO LO STAVI STRANG…olando….

Fiuto un odore familiare, dolce ma intenso, sa di vaniglia, fragola e ……strozzalupo.

Volto lo sguardo dal luogo di provenienza dell’odore…….

Carla Chase si distingue nel suo completino da cheerleader e il trucco esagerato.

C: ancora tu….

Ringhio sottovoce, lei lo nota, il sorriso che fino ad un attimo fa aveva stampato sul volto sparisce e comincia ad indietreggiare.

Io faccio brillare gli occhi del mio nuovo colore, dando le spalle al resto delle persone presenti solo lei lo nota, che ancor più spaventata cerca di scappare, ma la porta che da’ sull’esterno è chiusa a chiave.

Emi, china ad aiutare Samuel, alza lo sguardo e mi vede chi mi dirigo a passo spedito verso la Chase.

E: CORA!

Io mi giro verso di lei, anche se gli occhi non brillano, nel mio sguardo si vede tutta la ferocia che in quel momento mi attraversava, il mio sguardo trasudo odio e furia omicida sufficienti a far sussultare tutti quelli che incrociano il mio sguardo.

Tutti eccetto Emi, Ann, Jacob e Samuel (ma solo perché costretto a terra) fanno un passo indietro intimoriti.

E: Non ne vale la pena Cora, lasciala andare, gliela faremo pagare in un altro momento.

Io mi volto verso la Chase.

C: Sparisci!

Lei sussulta e si dirigi  passo svelto fuori dalla palestra.

E: Roger aiuta Samuel ad andare in infermeria.

C: si può sapere che è successo?

Io mi avvicino a Emi che nel frattempo aveva posato una mano sulla spalla di Jacob, che fissava il pavimento.

E: non ne sono certa, cinque minuto dopo che ero tornata, la Chase è entrata in palestra sostenendo di voler supervisionare gli ultimi preparativi del ballo.

AC: ma invece si è messa a fare la civetta con Jacob, credo che oltre al profumo di strozzalupo avesse addosso anche quello agli ormoni di cui mi avevi parlato.

E: ad un certo punto non ho capito che ha detto, ma credo che ti abbia screditato o presa in giro, Samuel ovviamente essendo un coglione, le ha dato ragione aggiungendo però la frase “oltre ad avere stile è anche un troietta, come minimo ha perso la verginità a otto anni”.

C: COSA? Adesso lo ammazzo io! E ammazzo anche la Chase.

Faccio un passo in avanti verso l’uscita, con la reale intenzione di uccidere Samuel Stevenson e Carla Chase

Tutti nella palestra fanno un passo indietro, o meglio un salto. Se prima parevo essermi calmata, adesso probabilmente avrei ucciso chiunque non mi avesse dato ragione.

AC: Beh, comunque a quel punto Jacob è scattato, non ha detto niente, prima lo ha preso a pugni, poi, poco prima che arrivassi tu, lo ha sollevato per il collo.

Io mi massaggio le tempie.

Questa non ci voleva proprio.

C: Ok… Jacob torna a casa e fatti una dormita.

Lui annuisce, si avvicina a me e ci scambiamo un bacio.

J: a stasera allora.

Esce dalla palestra a passo veloce senza incrociare lo sguardo con nessuno dei presenti.

Emi si volta e guarda tutti quelli rimasti in palestra con un sorriso forzato.

E: allora ragazza, cerchiamo di ignorare quest’incidente e continuiamo i preparativi, ogni torni al compito che lì era stato assegnato, io prenderò il posto di Samuel e Ann quello di Jacob, Cora tu metti le scarpe che ti ho detto di prendere e fatti insegnare da Jessi a ballare.

 

 

Appartamento di Emi

 

Pov Generale

C: non lo rifarò mai più!

Esclama Cora mentre sa fa ricadere sul divano dell’amica.

E: Andiamo Cora, non sarà stato così terribile.

Cora le lancia un’occhiataccia e Emi le risponde con un sorriso divertito.

AC: Cora ha ragione, mi ricordo il ballo a cui mi hai trascinato in prima. Non metterò mai più scarpe col tacco in tutta la mia vita.

Emi la guarda accusatoria.

E: Ora che indossi scusa?

Ann abbassa lo sguardo sugli stivaletti scamosciati con tacco che indossa.

AC: questi sono comodi e non sono rigidi e torturatori come le scarpe che mi avevi fatto indossare a quel ballo.

Emi si avvicina ad Ann sul piede di guerra.

E: si beh!

C: non è questo il problema!

Le due litiganti, che erano arrivate ad un palmo l’una dall’altra, si voltano sulla ragazza stramaccata sul divano.

C: quei sandali non sono scomodi e non mi fanno male, il problema è che io non ho mai indossato nulla del genere. Qualche scarpa con la zeppa l’ho messa e anche qualche stivaletto con tacco, ma nulla di così di classe e soprattutto niente che ti l’impressione di camminare su una corda a venti metri di altezza senza rete.

E: scusami ma voi licantropi non dovreste avere i riflessi super sviluppati, ciò dovrebbe impedirti di cadere.

C: sì, e ho già dato fondo a tutti i miei fattori soprannaturali per evitarmi i tre quarti dei capitomboli che ho fatto oggi.

E: sai che tragedia, non ti ferma un’esplosione e dei lupi demoniaci, ma bastano un paio di scarpe eleganti per metterti fuori gioco?

C: ascoltami bene Emi!
AC: Ehi ragazze…

C/E: CHE C’È ?

AC: che fine ha fatto Jacob?

Le due ragazze cominciano a guardarsi intorno.

Grrrr ZZZzzz  Grrrr ZZZzzz GRRRRrrrr ZZZZZzzzz

Le tre ragazze si voltano tutte tre contemporaneamente verso una poltrona che è posta in un angolino della stanza.

Jacob dorme beatamente, rannicchiato come un bimbo sulla poltrona mentre abbraccia un cuscino come se fosse un peluche per la notte.

E: mi sa che dormirete cui stanotte, dubito che riusciremmo a portarlo fino alla macchina senza svegliarlo.

C: oh no, fidati anche se lo trascinassimo per i piedi giù per le scale, non si sveglierebbe.

AC: ma chi ne ha voglia giusto?

E: Allora è deciso, stasera pigiama parti a casa mia.

C: va bene, ma almeno aiutatemi a mettere Jacob sul divano.

E: non avrete intenzione di farlo sul mio divano.

C: certo che no, ma di certo non lo lascio dormire su una poltrona se no domani si lamenterà tutto il giorno del mal di schiena.

E: va bene, ma è meglio se ci pensiate voi, io a malapena sollevo me stessa alla sbarra in palestra figurarsi Jacob.

AC: ohh andiamo…. Sarà pure pesante, quanto peserà…. 90 Kg? Ma tu ne dovrai sollevare solo le gambe, al massimo saranno 30 Kg.

E: io peso 55 Kg, non sollevo me stessa, come pensai che riesca a sollevare Jacob?

Ann è esasperata, comincia a gesticolare.

AC: va bene, facciamo noi, a volte sei davvero…. Cocciuta.

E: e tu snervante.

AC: noiosa.

E: maschiaccio!
Cora cominciava a preoccuparsi, le due ragazze stavano sempre di più alzando i toni e si avvicinavano troppo pericolosamente.

AC: Secchiona!

E: Sfaticata!
AC: Racch…

C: BASTA!

Le due ragazze che erano (di nuovo) una a un palmo dall’altra si voltarono verso la ragazza-lupo ormai esasperata.

C: Se non la piantate di litigare per ogni singola cosa, giuro che prendo del nastro adesivo a vi scoccio la bocca.

Le due ragazze alzano le sopracciglia come se non la prendessero sul serio, incrociando simultaneamente le braccia sotto il seno.

AC: ma per favore.

E: sei alta un metro e un tappo, pensi di farci paura?

Cora odiava essere presa in giro per qualcosa, ma se quel qualcosa era la sua altezza, buon dio aiutaci tu.

Jacob alla frase di Emi spalanco gli occhi, lui avrà pure il sonno pesante, ma se ci mette il suo istinto di sopravvivenza, non può neanche pensare di continuare a dormire. Lui sapeva bene cosa succede se si prende in giro Cora per la sua altezza, lo aveva sperimentato sulla sua pelle e letteralmente, i segni degli artigli sì sulla faccia li sono rimasti per tutta la giornata.

La ragazza dai capelli nero-bordeaux impianto i suoi occhi in quelli della rossa, basto che la prima li facesse brillare per poco più di un secondo per far svenire Emi tra le braccia di Ann.

AC: EMI!!! Cora che le hai fatto.

Nel frattempo che anche Jacob si chinava a controllare le condizioni di Emi, Cora scosse la testa come appena uscita da un o stato di trans. Al quel punto si porto una mano alla bocca e cominciò ad indietreggiare lentamente, quando si ritrovo appoggiata al muro, le lacrime cominciano leggermente a uscire, si stacca rapidamente dal muro e corre fuori dall’appartamento.

C: Cos’era quel potere? Cos’era quella sensazione di onnipotenza chi mi ha pervasa? L’ho uccisa, ho sentito il suo cuore fermarsi, l’ho uccisa soltanto guardandola negli occhi. Devo riflettere….. dove allontanarmi il più possibile…

 

AC: Emi! Emi svegliati forza!

Jacob chiuse gli occhi.

J: il cuore non batte!

AC: Cosa?

Jacob senza troppi complimenti comincio a fargli il massaggio cardiaco. Passarono 13 secondi nei quali Jacob gli ha fatto 3 volte la respirazione bocca a bocca, prima che Emi riprendesse conoscenza. Ann si lancia sull’amica abbracciandola.

AC: ho avuto così paura, quando Jacob mi ha detto che il tuo cuore si era fermato mi sono spaventata a morte.

Emi si rannicchia tra le braccia di Ann.

E: Cos’è successo?

Ann e Jacob si scambiano uno sguardo non sapendo cosa rispondere.

J: non ne siamo sicura, Cora ti guardato dritto negli occhi e quando li ha fatti brillare, tu sei…. Morta.

Emi lo guarda con occhi e bocca spalancati.

E: Cosa?

AC: se Jacob non ti avesse fatto il massaggio cardiaco probabilmente ora non saresti qui.

Emi però cominciò a guardarsi intorno.

E: dov’è Cora?

Jacob abbassa lo sguardo.

J: è corsa via poco dopo che sei collassata.

E: beh che state facendo cui? Andate a cercarla.

Jacob annuisce deciso e esce veloce dall’appartamento.

E: anche tu!

AC: cosa? Io non ti lascio sola.

E: ora sto bene, Cora sicuramente no! Penserà di avermi ucciso e si sentirà sicuramente in colpa, ora hai più bisogno lei di me.

Ann annuisce ed esce dall’appartamento.

 

Ann corre fuori dall’appartamento ma non vede né Cora né Jacob.

AC: Maledizione!

AR: Ann!

Ann si gira riconoscendo la voce dell’Agente Rockstone.

AC: Agente Rockstone che ci fa in giro? Non era a riposo?

AR: sì, ma il mio frigo non si riempie mica da solo.

Ann annuisce nervosa mentre continua a guardarsi in torno.

AR: stai cercando Cora e Jacob?

AC: sì, li ha visti!?

AR: Ho visto Cora precipitarsi nel bosco, e poco fa ho visto Jacob correre nella medesima direzione, che succede?

AC: glielo spiego strada facendo ora mi deve portare dove ha visto Cora entrare nel bosco.

AR: ve bene, sali.

L’agente Rockstone apre il furgone alle sue spalle e ci sale con Ann.

 

Bosco

Cora continuava a correre.

C: Com’è possibile? Come posso uccidere qualcuno soltanto con lo sguardo? Come posso aver ucciso Emi?

Questo pensiero continuava a girarle ininterrottamente in testa, e allo stesso modo le lacrime continuavano a cadere.

 ???: sai ragazzina non si dovrebbe girare tutti soli nel bosco.

Cora si fermo di botto sentendo quella voce e dei flash della notte del massacro cominciarono ad apparigli in testa.

Cora non vedendo o in altro modo percepire il suo interlocutore, comincio a guardarsi intorno con foga.

C: tu sei quello che ha ucciso Lucas vero?

???: non doveva morire, gli avevo detto di uccidere subito Jacob e non lasciarli il tempo di pianificare una contromossa. Anche senza il tuo aiuto, Jacob era perfettamente in grado di battere o lupi di Lucas, forse i due Rockstone non sarebbe sopravvissuto, ma di sicuro ce l’avrebbe fatta, ma lui si è montato la testa, dopo che compiuto quel massacro nel bosco, si sentiva onnipotente.

 In un attimo Cora si ritrovò accerchiata da almeno quindici lupi-demone.

C: tu non hai idea di con chi hai a che fare.

Cora fece brillare i suoi occhi da alpha.

???: devo ammettere che la tua trasformazione totalmente casuale ad alpha mi ha lasciato perplesso, hai scombinato non poco i miei piani.

C: perché non ti fai vedere così scombino un po’ anche te….

???: come preferisci….

Questa volta la voce proveniva da un punto ben preciso, l’aveva anche riconosciuta. Il responsabile di tutte le morti violente avvenute di recente a Rock Country si stava lentamente facendo avanti.

Cora intanto ribolliva per la rabbia scoprendo di aver avuto il responsabile sotto il naso per tutto questo tempo.

C: Sceriffo….

 

Fine Capitolo

 

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Capitolo 22
*** è finita? ***


Capitolo 22:

È finita?

 

Bosco

Cora ringhiava imperterrita contro lo sceriffo che con un ghigno in faccia si faceva forte dietro il suo esercito di lupi.

C: tu….. quante persone hai ucciso per avere un simile esercito?

SS: non saprei… quante persone sono morte 30 anni fa?

C: non puoi essere stato tu…

Lo sceriffo rise dell’affermazione di Cora e comincia a camminare intorno a lei guardando le fronde degli alberi.

SS: è vero, lo sceriffo era solo un povero ragazzino di 15 anni quando tutto questo è accaduto……

 

Pov Cora

Si è riferito a se stesso in terza persona, non dirmi che….

C: tu non sei veramente lo sceriffo. Giusto?

Lui ghigna divertito e compiaciuto della mia deduzione.

SS: sì, esatto. Ho preso il possesso del corpo dello sceriffo circa 4 anni fa quando lui diventò sceriffo. Trovò casualmente nel bosco il mio amuleto, dove io trasferii parte della mia anima tempi addietro, prima di essere ucciso da quelli stolti che cercavano di fermarmi.

C: Richard Milton, presumo…. Il nonno di Lucas…. Hai ucciso il tuo stesso nipote.

Lui guarda verso l’alto mentre cammina una gamba davanti all’altra e annuisce con la testa.

RM (Richard Milton): Sì, si può dire così.

C: non è stato un licantropo a commettere il massacro di trent’anni fa, vero? Sei stato tu.

RM: Sì.

Ridacchia con sorriso sadico in volto mentre mi si piazza a meno di tre metri davanti.

RM: quello stupido lupo, Nicolas Chase, la pecora bianca della sua famiglia. Lui era la persona più onesta e altruista che conoscessi, nonostante la sua famiglia sia una di quelle più malvage e infide d’America, lui era “buono”, sposò Linda Chase una delle ragazze più egoiste e spocchiose della città solo perché non aveva altra scelta, lui era innamorato di un'altra, voleva fuggire con lei, questa era anche riuscita a convincere il suo alfa a renderlo come loro.

C: quindi non era stato trasformato accidentalmente e non ha dato le spalle al branco.

RM: No, per evitare problemi con la famiglia, lui si sposò ugualmente con Linda, il piano era che una volta sposata Linda avrebbe dovuto fingere la sua morte e scappare con Amelie, la bella lupa francese di cui era innamorato. Io ero il suo migliore amico e ovviamente mi aveva raccontato tutto. Non aveva tenuto conto di un dettaglio però… anch’io ero innamorato di Amelie, anch’io volevo stare con lei, anch’io le dichiarai il mio amore ancor prima di Nicolas ma lei scelse lui. Così feci ciò che di sicuro nessuno dei due si aspettava, usai la magia della mia famiglia, sono stato istruito fin da giovane a praticarla e nessuno neanche Nicolas ne era al corrente. Uccisi Amelie davanti ai suoi occhi e agli occhi di tutto il suo branco e loro, compreso Nicolas, cercarono di uccidermi, ma ero troppo potente e sterminai il branco, lasciai vivo solo Nicolas. Mai errore fu stato più grande, quando cominciai a mietere vittime per creare il mio esercito quel cane rognoso fece di tutto per mettermi i bastoni tra le ruote, sappiamo tutti come andò a finire, ma lui aveva detto come fermarmi al sindaco che al tempo era suo zio che insieme con altri riuscì a uccidermi. Ma prima che la mia fine o meglio la fine del mio precedente corpo, riuscì a fare due cose, prima immettere quel poco che restava della mia anima nell’amuleto di famiglia che porto sempre al collo e poi ordinare al mio esercito di lupi di nascondersi e attendere, anche se quel corpo era morto, parte della mia anima viveva ancora e con essa i miei lupi.

C: hai detto che Nicolas non amava Linda, allora come che anno avuto una figlia, la madre di Clarissa e Carla?

RM: a quei tempi la gente di qui aveva ancora la mente ristretta e c’era l’obbligo di consumare il primo rapporto per figliare la notte subito dopo il matrimonio e lo stesso valse per me, io mi sposai solo qualche giorno dopo Nicolas.

C: Fm….

RM: ma ora, bando alle ciance, lo sai che anche se sei più potente di tutto il mio esercito, me compreso, non sai come usare quel potere che hai dentro e quindi sei condannata a morte certa, vero?

C: se fossi da sola….

Allo sceriffo/Richard spari il sorriso dal volto quando capì che il mio intento era di farli perdere tempo per permettere a Jacob di trovarmi.

Neanche detto che tre lupi sono scagliati via da un’enorme esplosione, dalla quale con un balzo fa il suo ingresso a effetto Jacob-Lupo.

C: serviva per forza fare un’entrata così Hollywoodiana?

Il lupo mi guarda come per dire “certo, è ovvio”.

RM: bene, bene, bene…

Immagino che tu abbia sentito tutto e che aspettassi solo il momento giusto per entrare inscena.

Per quanto sia possibile, il lupo al mio fianco ghigna soddisfatto.

RM: ma non servirà a niente, sarete anche più potenti, ma come ve la caverete con un esercito di 100 lupi?

C: semplice… uccidendo te.

Jacob al mio fianco torna normale.

J: il rituale per il trasferimento dell’anima per la seconda volta si può fare solo in determinate condizioni, la prima è che la parte della tua anima presente nel corpo ospite si ampiamente sufficiente a mantenere il controllo anche se dimezzata, non m’immagino di quanto fosse ridotta la tua anima quando hai fatto l’incantesimo la prima volta, ma immagino che l’hai ricomposta sacrificando un centinaio dei lupi che avevi creato, vero?

RM: molto arguto, ma anche se lo avete capito, non vi servirà a niente.

Lui fa un cenno con la mano e tutti i lupi ci si avventano contro, Jacob si trasforma e non ha troppi problemi a tenere a bada i lupi. Io, al contrario, seppur cosciente dei miei poteri, non riesco a trasformarmi, so che posso farlo, ma al momento non so come. Noto con piacere che sono molto più forte e anche con molta difficoltà riesco a tenere a bada i lupi.

La battaglia infuria, due contro cento, non era esattamente leale. Credo che tra Jacob ed io avessimo già ucciso una dozzina di lupi, però io mi sentivo già le forze mancare quanto basta perché un lupo mi butti a terra e mi azzanni un braccio, io chiusi gli occhi per il dolore ed è lì che accadde.

???: Cora, alzati!

C: chi parla?

???: Cora tu puoi batterli, devi solo cercare dentro di te!

C: chi sei?

???: lo sai.

Riapri gli occhi di scatto.

C: mamma!             

Sentendomi un enorme potere scorrermi dentro, feci brillare i miei occhi, il lupo sopra di me molla la presa, io mi alzo in piedi e con ancora gli occhi “accesi” sprigionai tutto il mio potere, lancia un ruggito, un ruggito così forte che credo l’abbiano sentito fini in città.

Molti dei lupi-demone vicino a me guairono e cominciarono a “fumare” fino a dissolversi completamente.

Nel giro di qualche secondo, almeno metà dell’esercito di Richard era stato ridotto letteralmente in fumo.

Jacob confuso guarda nella mia direzione, anche se in forma di lupo vedo che mi sorride soddisfatto e orgoglioso.

J: sei bellissima…

Aspetta, è in forma di lupo come ho fatto a capirlo e perché sembrava nella mia testa?

J: Cosa? Mi hai sentito?

C: sì, com’è possibile?

J: forse perché sei in forma di lupo.

Io abbassai lo sguardo per ammirare il mio corpo, è vero, sono una lupa, il mio manto è dello stesso colore dei miei capelli solo più sfumato verso il rosso.

A quel punto rialzai lo sguardo e vedo l’espressione sbigottita dello sceriffo.

SS: andiamocene!

Lui e il demone alfa cominciarono a correre verso l’uscita dal bosco.

Io guardai verso Jacob e lui, mi annuisce prima di prendere fuoco e lanciarsi verso i restanti lupi demone che si stanno avventando su di noi!

Io invece parto all’inseguimento, pensavo di raggiungerlo subito essendo solo un umano, invece era sparito.

Maledizione!

A un certo punto, mi viene una specie di visione, dove vedo lo sceriffo alla strada che passa per il bosco qui vicino e non era solo.

 

Pov Esterno

Lo sceriffo Smith o meglio, Richard Milton teneva la sua pistola puntata alla testa di Ann, mentre l’agente Rockstone puntava la sua verso il suo ormai ex-capo.

L’Alfa era bloccato sotto il fuoristrada dall’agente. Rockstone e Ann si sono visti sbucare l’alfa davanti come se venissi dal nulla, Rockstone ovviamente non riuscì a frenare e lo prese in pieno, l’auto rimase bloccata sopra l’animale, che nonostante fosse ancora “vivo” non poteva fare molto per liberarsi, con un’auto di quasi due tonnellate addosso, con schiena e zampe spezzate.

Quando i due scesero dall’auto, tutto accade molto in fretta, Ann fu afferrata da dietro e quando Rockstone si volto estraendo la sua pistola da civile (una Smith&Wesson-500 Perfonmance center) si ritrovò a puntarla contro quello che fino a quel momento riteneva una delle persone più fidate che conosceva.

AR: Sceriffo, che sta facendo?

Lo sceriffo non rispose, si limita a un ghigno divertito.

AC: è lei vero, è lei quello che ha creato i lupi demone.

SS: perspicace la ragazzina, peccato che deve morire.

Rockstone vede qualcosa di grande e nero balzare fuori dal bosco alle spalle dello sceriffo, vede quindi un enorme lupo color rosso sangue con gli occhi rossi ringhiare furioso verso lo sceriffo.

AC: Cora.

Quella di Ann è più una supplica di aiuto che un affermazione, difatti ha gli occhi lucidi.

AR: per te è finita Matthew!

SS: ne sei così sicuro John? Io credo che la nostra lupetta non mi farà niente finche avrò la sua amica come ostaggio.

Un altro fruscio e dal bosco salta fuori Jacob in forma umana, ha tutti i vestiti a brandelli, è pieno di ferite più o meno gravi ed è ricoperto di fuliggine.

J: Perché non ti volti e non ci guardi in faccia se proprio ci devi minacciare?

SS: Così che la tua fidanzatina mi uccida con lo sguardo. Come ha fatto con la vostra amica?

Rockstone aggrotta la fronte.

J: Emi adesso sta bene e quello è stato un incidente.

C: ma se tu morissi ora per mano mia… non sarebbe un incidente.

Cora era tornata alla forma umana e si era porta a pochi centimetri dalle spalle dello sceriffo.

SS: ho aspettato trent’anni rinchiuso in uno stupidissimo amuleto per finire ciò che avevo cominciato, non mi farò fermare da un branco di adolescenti rognosi.

Rockstone è ancora più confuso.

AR: di che stai parlando?

C: lui non è il vero sceriffo, il vero sceriffo è andato perso quattro anni fa quando questo parassita prese possesso del suo corpo.

AR: che sei?
L’uomo a quella domanda rise soddisfatto.

SS: tu eri solo un ragazzino al tempo Rockstone, ma dovresti ricordarti di me, c’eri anche tu al Rock Caffè quando litigai pesantemente con Nicolas Chase.

Rockstone spalanca gli occhi, avendo capito che si trovava davanti.

AR: Sì, mi ricordo bene quel giorno, avevo solo quindici anni ma lo ricordo bene, tu e Nicolas litigaste pesantemente e arrivaste perfino alle mani finche il barista e alcuni ragazzi non vi buttarono fuori. Com’è possibile? Come fai a essere Richard Milton.

SS: credo che questo te lo dovrei far raccontare dai tuoi amici, io e la signorina ora vorremmo andarcene.

A quelle parole, Ann morse la mano dello sceriffo che mollo la presa, lei corse verso Cora, la quale subito cercò di farla mettere dietro di lei, ma il susseguirsi rapido di due colpi di pistola la fece tornare a guardare verso lo sceriffo.

Quest’ultimo aveva una macchia di sangue all’altezza del petto.

SS: almeno porterò uno di voi con me…

Detto questo, l’uomo cade a terra ormai privo di vita.

Cora è confusa dalle sue ultima parole, almeno finché non sente Ann accasciarsi contro di lei con una ferita all’addome.

AR: maledizione!

Cora fa sdraiare l’amica sull’asfalto mentre le tiene la mano con le lacrime agli occhi.

AR: il proiettile l’ha trapassata, dalla posizione deve aver colpito il fegato….

Rockstone dice queste parole come se ormai non ci fosse più speranza….

J: dobbiamo portarla subito all’ospedale.

AR: non servirebbe, dovrebbe fare un trapianto e comunque non arriverebbe in tempo all’ospedale.

Ad un certo punto si sente un’auto avvicinarsi, la Camaro di Jacob sbuca fuori da dietro la curva e quando si ferma, la portiera si apre ed Emi esce di corsa, precipitandosi su Ann.

E: no, no, no Ann, ti prego no.

Ann allunga la mano verso il viso di Emi e le accarezza la guancia.

AC: mi dispiace…

Ann chiude gli occhi, Cora e Jacob sentono il suo cuore battere sempre più debolmente.

E: trasformala!

Cora alza lo sguardo e incontra il viso furioso di Emi.

C: Cosa?

E: Cora sei un alfa trasformala, così magari si salverà.

Rockstone che si era allontanato ritorna velocemente sui suoi passi.

AR: puoi farlo?

C: io…non lo so… non l'ho mai fatto prima e non lo mai visto fare….. non so che effetti potrebbe avere, io non sono un normale alfa…. Potrebbe anche ucciderla…

E: ti prego! È la mia migliore amica.

Emi è in lacrime mentre continua ad accarezzare il viso di Ann.

J: Cora se devi farlo, fallo in fretta.

Cora guardo un attimo negli occhi i suoi due amici, poi prese con fretta il braccio di Ann e ci affondo i denti, fece brillare i suoi occhi e tutti distolsero lo sguardo accecati. Cora cerco di pensare di trasformare Ann, non sapeva se bastava un morso o se ci doveva essere anche la volontà dell’alfa per trasformare qualcuno. Ad un certo punto a Cora venne un flash, il ricordo di quando sua madre rese Jacob suo beta.

C: Ann Curtis io ti trasformo in licantropo e ti accetto nel mio branco come mio beta.

A quel punto sentendo il cuore di Ann smettere di battere lascio la presa.

C: Emi…

La ragazza alzo lo sguardo e fisso Cora dritta negli occhi….

C: mi dispiace….

Emi scoppio a piangere e si accasciò su Ann.

E: Noooo!

Cora si alzo e fece per avvicinarsi a Jacob che aveva abbassato la testa.

Poi un battito.

Cora si volto e Jacob alzo la testa.

Un altro, i due licantropi si avvicinarono lentamente in tempo per vedere la ferita di Ann rimarginarsi completamente.

Un altro battito, il petto di Ann comincio ad alzarsi e abbassarsi velocemente.

C: Emi allontanati.

Cora afferra l’amica e la tira indietro, proprio nel momento in cui Ann spalanca gli occhi che brillano di un giallo intenso, non brillano come quelli di Cora ma di sicuro brillano di più di quelli di un lupo normale. Ann scatta seduta e lancia un ruggito fortissimo al cielo, trasformandosi completamente e mostrando quindi zanne e artigli. Subito dopo aver ruggito Ann ricade a terra svenuta. L’agente Rockstone, che era caduto a terra spaventato dal ruggito di Ann, si avvicina lentamente per controllare il polso della ragazza.

AR: è viva!

Emi lancia un urlo di gioia si alza e corre ad abbracciare Cora, la quale se non avesse avuto i super riflessi, sarebbe cascata per terra.

Da lontano si sentono delle sirene avvicinarsi e i tre ragazzi si voltano verso Rockstone.

AR: ho dovuto.

Jacob annuisce insieme a Cora ed Emi.

AR: Cora è sicuro se Ann fa dei controlli in ospedale? Per stare più sicuri?

C: sì, non dovrebbero esserci problemi…

 

La mattina del giorno dopo

Pov Ann

Ho un mal di testa tremendo e sento un nauseante odore di medicinali.

Comincia a rigirarmi nel letto, quando sento un fastidio al braccio destro e qualcosa che trattiene il braccio sinistro. Apro gli occhi e non riconosco al stanza, cerco di mettere a fuoco e noto di essere in ospedale, guardo il mio braccio destro e noto che una flebo nel braccio ma quando guarda il braccio sinistro, vede un ammasso di capelli rossi appoggiati alla sua spalla e la mano della proprietari che stringe saldamente la mia. Poi noto seduti in fondo alla stanza Jacob e Cora, la seconda in braccio al primo, entrambi dormono serenamente abbracciati.

AC: Emi….

La ragazza non si muove.

AC: Emi…. Svegliati…

Ancora niente.

AC: EMI!

La ragazza dai capelli rossi spaventata alza la testa di scatto inchiodando i suoi occhi marroni in quelli verdi nell’amica, entrambe le ragazze perdono un battito e restano a fissarsi finche non vengono distratte dalla voce di Jacob.

J: Ann finalmente ti sei svegliata.

Jacob si abbassa verso di lei a gli da un leggero abbraccio. Anche Cora l’abbraccia, ma la sua espressione a qualcosa di strano.

AC: Cora che hai?

Anche se inconsciamente, Emi comincia a massaggiare con il pollice il dorso della mano di Ann per tranquillizzarla.

C: vedi Ann, per salvarti ho fatto una cosa….

Ann ci riflette un attimo, poi un ricordo li torna alla mente e delle parole gli risuonano in testa.

Ann Curtis io ti trasformo in licantropo e ti accetto nel mio branco come mio beta.

AC: mi hai…. Trasformata.

Cora annuisce come dispiaciuto.

Però Ann fa un sorriso smagliante, guarda prima Emi e poi Jacob.

AC: Forte!

Cora alza lo sguardo e appena incontra il sorriso da ebete di Ann scoppia a ridere trascinando con se tutti i ragazzi.

 

 

FINE CAPITOLO

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** WereWolves Vs Rock Country's CIA ***


Capitolo 23:

Werewolves Vs Rock Country’s CIA

Pov Jacob

Rimbalzo ovunque per la città accompagnato da Ann, il ballo sarà domani ed io non avevo pensato a un tubo secco, non avevo abiti eleganti, non sapevo ballare e tecnicamente non avevo neanche chiesto a Cora di venire con me, l’avevo dato per scontato. Quando però l’ho detto a Emi, lei mi ha rifilato uno scappellotto e ha obbligato Ann, che è stata dimessa ieri sera, a trascinarmi per tutta la città per farmi organizzare al meglio la serata.

Ormai era pomeriggio inoltrato e mancava solo una cosa…

J: OK, manca solo l’abito…

Ann mi guarda incerta.

AC: dove lo troviamo?

J: sei tu che sei cresciuta qui, non io.

Lei sbuffa seccata.

AC: sì, ma non so dove si possa comprare un abito da uomo di quel genere.

J: al centro commerciale?

Assottiglio lo sguardo dicendo una cosa che a me pare ovvio.

AC: Sì può essere, ma sarebbe un rischio, non solo non potrebbe esserci la taglia, ma potremmo spenderci al massimo quaranta minuti perché il negozio di vestiti chiude alle 18.30.

J: ma il centro chiude alle 21.00.

AC: il centro sì, ma il negozio no.

J: che due cavoli…..

Ann alza la testa di scatto e mi è quasi parso di vederle una lampadina apparirle sulla testa e accendersi.

AC: forse so chi potrebbe prestarti un abito del genere. Seguimi.

Ann comincia a correre come una pazza lungo le vie del centro, da quando era un lupo non stava un attimo ferma, Emi ci ha detto che ieri sera dopo che Ann è stata dimessa, quest’ultima l’ha trascinata nel bosco per provare a trasformarsi e dopo averlo fatto, Emi è stata costretta a inseguire Ann per tutto il bosco mentre questa correva, saltava e faceva pezzi tutto ciò che le capitava. Alla fine sono tornate a casa che erano le 4 di notte e si sono prese un mega cazziatone dalle famiglie, Emi per l’ora, Ann anche perché sembrava che si fosse rotolata in una pozzanghera di fango e foglie.

J: Ann non correre così veloce, stai attirando l’attenzione.

Parlai a bassa voce, ma lei mi ha sentito comunque infatti comincia a rallentare. Ci mettiamo circa 5 minuti ad arrivare al posto a cui aveva pensato Emi, è un vecchio edificio del centro a due vie dalla piazza centrale, credo che ospiti all’incirca quattro appartamenti, ogni balconcino è decorato con dell’edera che ricopriva le ringhiere e a tratti risaliva anche i muri, è interamente in mattoni, non è verniciato, ma comunque molto bello e ben curato.

Vedo Ann che cerca tra i campanelli finche non suona il primo sulla destra.

???: Chi è?

Riconosco subito la voce dell’agente Rockstone.

Perché Ann mi ha portato da lui? Anche se conosce il nostro segreto e ci ha aiutati, non lo conosciamo così tanto da presentarci a casa sua.

AC: salve agente Rockstone sono Ann Curtis, sono qui con Jacob e avremmo bisogno di un favore.

AR: OK?

Un’ora dopo mi ritrovo nel piccolo salotto dell’agente Rockstone, mi sto specchiando per osservarmi con l’elegante abito che l’agente aveva preso dall’armadio. All’inizio era rimasto un po’ sorpreso della nostra visita e ancor di più della richiesta che Ann li ha fatto senza troppi preamboli. Dopo che IO gli ho spiegato la situazione, lui si è fatto una risata e mi ha mostrato un elegante completo composto da una giacca color sabbia, una camicia di lino bianca, un pantalone anch’esso di lino ma nero, una cintura di eco-pelle sempre nera, il tutto abbinato alle scarpe nere lucide che avevo già.

J: non so ancora come ringraziarla agente.

AR: Chiamami John quando non sono in divisa.

J: va bene.

Ann era seduta sul divano, anche se seduta non era esattamente il termine giusto, non so che le aveva preso, ma da quando era stata trasformata sembra essere stracolma di energie, infatti sul quel divano sembra quasi una molla impazzita. Cora stamattina ha chiamato Derek, che gli ha assicurato che a volte può succedere, soprattutto se si è trasformati in punto di morte per via di tutta l’adrenalina rilasciata.

AR: sai, questo era il completo che indossai io al mio ballo di diploma, è stato circa 25 anni fa, io ero uno dei giocatori della squadra di football, non ero uno dei migliori ma avevo sempre il posto di titolare assicurato. Quella serata è stata una delle migliori della mia vita.

J: chi ci portò al ballo?

AC: io lo so! Io lo so!

Ann se prima stava rimbalzando come una molla, ora sembrava un canguro a cui andava a fuoco il fondoschiena.

AR: lo immaginavo Ann.

AC: ci andò con mia madre. Quest’anno io non ci vado, dato che l’anno scorso ho avuto una brutta esperienza, ma mia madre non lo accetta e in queste settimane non so quante volte mi ha parlato del suo ballo di diploma, ma soprattutto di quanto era contente del suo cavaliere.

Ann lancia uno sguardo di malizia all’agente Rockstone e lui risponde con un ghigno.

AC: quando mi ha detto che si trattava di lei, io non ci credevo.

AR: già, ma tutto fini quando lei continuò l’attività di famiglia ed io intrapresi la carriera di militare, ci lasciammo quando partii.

L’agente Rockstone sembrava perso nei ricordi mentre Ann mi aiutava a sfilarmi il vestito senza far danni, anche se era molto grande, mi stava leggermente stretto.

 

Venti minuti dopo, io e Ann stiamo passeggiando per le strade del centro, è da quando siamo usciti da casa dell’agente Rockstone che qualcuno ci segue, sento l’odore ma non lo riconosco.

Maledizione! Chiunque sia non ci molla! Vorrei proprio sapere chi ci sta seguendo.

A un certo punto, sento qualcuno di poco gradito avvicinarsi alle nostre spalle.

NM: guarda chi c’è qui! Blaze, hai fatto una nuova conquista? Non credo che la Hale ne sarebbe felice.

Nick Mikaelson e i suoi amici con le loro giacche da football e l’atteggiamento da duri ci sono arrivati alle spalle e ora ridono come dei deficienti.

AC: Mikaelson….. vedo che stasera hai proprio voglia di tornartene a casa con un occhio nero.

Ann sembra più inquieta di me, lei non si sa ancora controllare e non vorrei che li attaccasse.

NM: guardo un po’ chi c’è qui, so che quest’anno non vai al ballo, cos’è? Quello dell’anno scorso non ti è piaciuto?

Capisco che la brutta esperienza che ha avuto Ann l’anno precedente al ballo di fine anno deve aver a che fare con Nick Mikaelson.

J: senti Nick non stiamo cercando rogne quindi vedi di girare a largo.

Lui scoppia a ridere.

NM: avete sentito ragazzi? Non cerca rogne. La rogna te la sei cercata quando hai rifiuta di entrare nella squadra di football e quando hai tratto male la mia ragazza.

J: e chi sarebbe la tua ragazza?

NM: Carla Chase.

Quella vipera! Anche senza la sua presenza riesce comunque a farmi avere problemi.

J: ma per favore! Quella si sbatte mezza scuola mentre sta con te e tu la difendi pure? Sei proprio uno sfigato…andiamocene Ann.

Metto una mano sulla schiena di Ann e la spingo nella direzione opposta a quella dei quattro ragazzi.

NM: dove pensi di andare è?

Nick mi afferra per la spalla e mi fa voltare cercando di colpirmi con un pugno, io ovviamente lo evito, ma lui continua ad attaccarmi mentre i suoi amici mi circondano.

Maledizione, dovevano venire a rompere quando c’era anche Ann naturalmente, non hanno idea in che cosa si stanno cacciando.

J: Ann, stai indietro.

NM: Oh, ti preoccupi per la tua ragazza?

Mentre Nick continua a camminarmi attorno pensando di essere in situazione di vantaggio grazie alla superiorità numerica, noto che la via non è più tanto deserta, tre persone sono nascoste dietro l’angolo e ci stanno spiando.

J: Mikaelson, questa è una faccenda tra me e te, quindi perché non la pianti di farti forte dei tuoi amici e non mi affronti da solo? O sei troppo codardo?

A Nick sparisce il sorrisino che aveva stampato in faccia e al suo posto c’è un’espressione decisamente incazzata.

J: Ann non intervenire.

NM: come se servisse a qualcosa.

Nick si avventa su di me ed io evito tutti i suoi colpi, continuiamo cosi per cinque minuti buoni.

NM: E poi sarei io il codardo?

A quella provocazione capisco che Nick sta perendo le staffe ed è il momento per contrattaccare. Con una serie di rapidi colpi dati con i palmi delle mani alle spalle e al petto di Nick, lui finisce per cadere e atterrare di sedere.

NM: Brutto stronzo!

Nick si alza di scatto ed estrae un coltello a molla. Sento le tre persone che ci spiano sussultare e così facendo anche Ann le nota e subito si dirige rapidamente verso di loro.

Io evito tutti i fendenti che Nick fa con il coltello finché non gli blocco il braccio con cui in pugna l’arma e glielo torco, facendogli cadere la lama, lo faccio mettere di schiena rispetto a me e gli pianto forte calcio nel fondoschiena così che lui cada in avanti di faccia.

Nick è atterra con un labbro spaccato che gronda sangue.

NM: che fate lì impalati, massacratelo!

In un attimo i tre energumeni mi si avventano contro, io blocco i pugni di uno mentre gli altri due mi prendono a pugni fianchi e schiena. Io non accuso i colpi, a malapena li sento, con quattro mosse i tre sono atterra tutti doloranti.

NM: incapaci….

Nick è dietro di me ed ha ripreso il coltello, cerca di pugnalarmi alle spalle, ma io ovviamente evito l’affondo, afferro Nick per un braccio e glielo torco lussandogli la spalla. Lo lascio e lui si accascia per terra dolorante. Io suoi amici si avvicinano intimoriti, afferrano Mikaelson rapidamente e se la svignano.

AC: Ehi Jacob! Guarda chi ci stava spiando!

Ann mi richiama e quando mi volto, la noto che viene verso di me strattonando tre vecchiette, tutte sui sessant’anni.

LC (Linda Chase): maledetta ragazzina lasciaci andare.

AC: No! Prima mi diteci perché ci stavate spiando.

GS (Giorgi Stewart): Noi non vi stavamo spiando!

La voce di questa mi ha spaccato e timpani, è squillante e fastidiosa, sia io che Ann ci portiamo le dita alle orecchie, infastiditi.

J: ah sì? Allora perché ci stavate guardando da dietro l’angolino della via?

LC: e che dovevamo fare? Venire a fare a botte con voi?

AC: oppure chiamare la polizia?

Le tre si guardano un po’ tra loro, finché la Chase Senior non fa un passo avanti, con testa alta e sguardo di superiorità.

LC: noi non vi dobbiamo niente….. e ora se volete scusarci, si sta facendo ora di cena.

J: Beh…. Comprendo il perché voi non siate intervenute per la rissa….

Una delle tre, quella che non aveva ancora parlato, rallenta il passo e mi guarda con la coda dell’occhio.

J: Ma dovete ancora dirmi perché ci stavate spiando da quando siamo usciti da casa dell’agente Rockstone.

Dette quelle parole, le due, che avevano distaccato già di un paio di metri la prima signora che si era fermata, inchiodano sul posto e si volta verso di me con uno sguardo truce. Anche la prima che si era fermata, ora è completamente voltata verso di me.

Quella lì, ha qualcosa di strano nello sguardo, sembra una via di mezzo tra il compiaciuto e il sadico.

SB (Sarah Bennett): Ve l’avevo detto no? Che se ne era accorto.

Le due lanciano un’occhiataccia all’amica prima di tornare su di me.

AC: Ci seguivano già da prima? Io non me ne sono accorta!

J: Imparerai…..

Le due più distanti vengono con passo deciso verso di noi, io lancio un’occhiata minacciosa a entrambe, la signora che non conosco rallenta e si affianca all’amica, mentre nonna Chase si avvicina a me sempre più furibondo, quando è a meno di un metro, rallenta il passo e comincia a fissarmi negli occhi con una rabbia e una furia che non avevo mai visto. Quando mi è ad un passo dal naso, comincia a parlare con tono minaccioso.

LC: Ascoltami bene ragazzino, non m’importa chi tu sia ma sappi che!

Ca: NONNA!

Sia io che la Chase Senior ci voltiamo dal punto da cui proveniva la voce, a metà di una via sulla mia sinistra vedo Carla Chase che ci fissa. Stranamente è da sola, si avvicina con passo deciso ma proprio quando è poco meno di cinque metri da noi, inchioda sul colpo e guarda qualcosa alle mie spalle, è visibilmente spaventate.

Io annuso l’aria ma non sento niente, sento però, una strana forza che m’invade il corpo, mi rende più sicuro e più forte. Al quel punto mi volto e trova Cora Hale, in tutta la sua magnifica espressione arrabbiata che fissa la Chase minore.

J: Cora? Che ci fai qui?

Lei stacco lo sguardo da Carla e lo sposta su di me, ma la sua espressione resta arrabbiata.

C: Ann doveva essere a casa di Emi quaranta minuti fa, sapevamo che era con te ma dato la sua “condizione” ci siamo preoccupate.

Guardo alle spalle di Cora e vedo qualche metro da noi una Ann rossa come un peperone che si deve essere presa una bella strigliata dalla Emi incazzata nera che le sta accanto e le stritola il braccio in una morsa di ferro.

J: Scusa Cora, ho incontrato….. “problemi” lungo la strada.

Mi volto e guardo una a una le tre vecchiette che in quel momento erano alle mie spalle.

LC: Problemi? Noi saremmo problemi? Voi siete i problemi qui! Voi due che con questa città, con i suoi cittadini non avete niente a che fare, da quando siete arrivati voi ci sono stati problemi su problemi, prima gli omicidi, poi l’esplosione nel bosco, poi il massacro alla battuta di caccia e infine la morte al quanto sospetta dello sceriffo.

C: Si può sapere perché ce l’avete tanto con noi?

SB: perché tutto si sta ripetendo…. Esattamente come trent’anni fa’.

Sia io che Cora guardiamo la donna interrogativi.

J: di che parla?

SB: Vedi ragazzo, il massacro di trent’anni fa cominciò con una ragazza, una ragazza che veniva da fuori, doveva restare qui giusto il tempo di finire la scuola, proprio come te.

Punta lo sguardo su Cora che sembra essere stata messa alle corde con quella rivelazione.

SB: sai noto solo ora che vi assomigliate anche….

C: Che cosa successe esattamente trent’anni fa? Lei lo sa, vero? Sa esattamente cos’è successo, anche quella parte di storia che avrebbero dovuto sapere solo persone che ora sono morte.

La donna fa un sorriso dolce, mentre le altre due la guardano quasi sconvolte.

LC: cos’è che sai esattamente? Cosa non ci hai mai detto in questi anni?

La donna si rivolta verso di noi e ci fa un sorriso compiaciuto.

SB: mi dispiace molto per tua madre Cora, Thalia era una grande donna.

A quel punto tutte le persone in quel vicolo sono più confuse che mai, soprattutto chi non era informato del soprannaturale.

C: lei…. Conosceva mia madre?

SB: mi aiutò molto a comprendere ciò che sono.

LC: Ma. Di. Che. Cosa. State. PARLANDO?

Tutti la ignorano e quindi la donna anziana di qui ancora non sapevo in nome, comincia a raccontare cosa accade trent’anni fa.

SB: tutto cominciò con l’arrivo di Amelie François e il branco di suo padre in città, a quei tempi non eravamo così diffidenti verso gli estranei e la città gli accolse a braccia aperte, due persone in particolare….

J: Nicolas Chase e Richard Milton…

SB: esatto, nonostante quei due avevano già promesso alle loro famiglie di sposare le donne con cui le loro famiglie gli avevano combinato le nozze, i due si mostrarono entrambi molto interessati alla ragazza. Nicolas e Richard erano molto amici e anche se io avevo tre anni in meno di loro li conoscevo bene. Non appena capirono di essere entrambi innamorati della stessa ragazza la presero come una sfida, restando comunque amici, continuavano imperterriti a sedurre la ragazza, Richard in modo molto più avventato ed esplicativo di Nicolas. Tutto cambio quando Amelie si dichiarò a Nicolas, naturalmente Richard s’infuriò e litigò con Nicolas, poi la situazione precipito e Richard, ricorrendo alla sua dote di famiglia, uccise Amelie….

Lì, tutti quelli che non ne erano a conoscenza prima si ammutolirono.

GS: Cosa? Mi stai dicendo che mio marito, uccise quella puttanella francese? Sei forse impazzita? Hai ritrovato tu il corpo ed era stato fatto a pezzi dai lupi, lo confermò anche l’autopsia!

Sarah guardo verso di noi come per chiederci di intervenire, ma fu Emi a prendere la parola.

E: signora Stewart, mia nonna mi racconto che si pensava che il responsabile di quegli omicidi non era umano e neanche animale, lei dovrebbe sapere a cosa mi riferisco….

LC: i demoni-lupo? O per l’amor del cielo ancora con questa storia? Erano solo storie che s’inventarono alcuni ragazzi per fare notizia e finire in TV.         Anche gli omicidi di adesso hanno riscontrato la presenza di questi “demoni” e guarda caso siete proprio voi due i testimoni.

SB: non erano storielle Linda, io non ve l’ho mai detto ma anch’io li vidi al tempo, o almeno, vidi la creazione di uno di essi…

La Chase senior scoppia in una risata sarcastica.

LC: Cosa? E chi li avrebbe creati scusa?

SB: prima ho accennato a delle abilità di famiglia in possesso di Richard, ricordi?

La Chase senior fa qualche passo indietro.

SB: Giorgi, Richard era tuo marito, hai ripreso il tuo cognome dopo la sua morte e hai sempre rinnegato qualcuno vostra relazione, ma tu passavi con lui più tempo di tutti nel periodo digli omicidi.

GS: era sempre distante, ogni giorno che passava era sempre più freddo, anche quando facevamo l’amore, lui era sempre freddo e distaccato, passava molto tempo nel suo studio a leggere, non so cosa, una volta mentre li portavo il caffè, ho provato a sbirciare, però non riuscì a leggere perché il libro era scritto con strane rune, io ero appassionata di lingue antiche a scuola e posso affermare che era Gaelico Antico. La cosa m’incuriosi molto ma quando gli feci delle domande lui s’infurio molto e arrivo a schiaffeggiarmi, fu il giorno prima dell’aumento di omicidi, da tre a settimana passammo a uno al giorno…..

La donna era in lacrime. La Chase senior fece qualche passo verso la donna che era di fronte a noi con sguardo duro.

LC: Sarah, tu l’hai sempre saputo e non hai mai detto niente?

La donna, che ora so chiamarsi Sarah, scoppia in un pianto isterico e liberatorio.

SB: che avrei potuto dire eh? Che Richard usava la magia nera della sua famiglia per creare demoni e che per ogni persone uccisa corrispondeva un demone? Che l’unico che poteva qualcosa era Nicolas perché era l’unico con la capacità di farlo?

LC: che centra Nicolas con questo?

Linda era furiosa, ringhiò l’ultima frase tra i denti e con gli occhi lucidi.

SB: lui dato quello che era diventato per stare con Amelie era l’unico che poteva fermare Richard.

LC: CHE COS’ERA?

SB: LUPI! Nicolas, Amelie, tutto la gente di Amelie era lupi, lupi mannari.

La Chase senior scoppio di nuovo a ridere.

LC: mi stai prendendo in giro Bennett? Lupi mannari? Fai sul serio?

Linda continuava a ridere, Giorgi era impassibile, mentre Sarah aveva la testa bassa e le scendevano ancora le lacrime.

Ca: Nonna…. È vero….

LC: Cosa tesoro? Non ti ho sentito.

Ca: è vero…. Dei lupi mannari….dei Licantropi.

Scandisce bene l’ultima parola, mentre guarda intensamente e con ribrezzo me e Cora.

LC: Che cosa?

Ora la Chase senior è incredula davanti alle parole della nipote.

LC: stai scherzando? Mi stai prendendo in giro!

La donna comincia a guardarsi intorno divertita.

Ca: No, Nonna e te lo posso dimostrare.

Dalla borsa estrae una bomboletta spray.

 

Pov Cora

Quando Carla estrasse quella bomboletta, mi ricordai di quado mi accenno che ne aveva una contenente strozzalupo puro.

C: Strozzalupo attenti!

Io, Jacob e Ann facciamo uno scatto per mettere distanza dalla Chase.

Lei sorrise compiaciuta mentre sua nonna ci guardava sconcerta.

Ca: Che c’è Hale? Pensavi che le minacce della Highmore e quella storiella strappalacrime sulla tua famiglie mi avrebbe fatto desistere sul non far sapere al mondo cosa siete davvero? Ovvero dei mostri assassini?

E: Questo è troppo Carla!

In quel momento Emi si avvicino a lei per strapparle di mano la bomboletta, ma la Chase si difese spruzzandone il contenuto in faccia a Emi che ora tossisce, Ann vorrebbe avvicinarsi per aiutarla ma non può farlo per via della strozzalupo. La frustrazione per Emi e la debolezza data dallo strozzalupo fanno imbestialire Ann che si avventa sulla Chase junior.

Gli occhi di Ann brillano di un giallo intenso mentre si avvicina furiosa a Carla già pronta con la bomboletta. Io m’interpongo tra le due e blocco senza troppe difficolta Ann, la mia evoluzione in Alfa mi ha reso molto forte e immobilizzare Ann a terra dopo una breve colluttazione non è troppo difficile.

Ciò nonostante è la Chase che si avvicina e ci spruzza con la bomboletta. Per istinto io volto lo sguardo verso di lei e faccio brillare i miei occhi, la loro luce rossa illumina tutta la via e lo strozzalupo viene deviato come se ci fosse un campo di forza invisibile davanti a me.

La Chase ammutolisce, io con ancora gli occhi rossi di un normale alfa mi avvicino a lei minacciosa, un solo pensiero e una sola intenzione albergano nella mai mente, guidata dall’istinto di proteggere il mio branco sono sempre più vicina alla ragazza che ormai paralizzata dalla paura ha fatto cadere la bomboletta.

J: Cora!

Io mio volto verso di lui e non appena incrocio il suo sguardo per me è come riprendermi da un trans, ricorda cosa volevo fare e lo voglio ancora fare, ma ora che non sono più in preda all’istinto che ha un alfa di proteggere il branco, so che sarebbe la scelta peggiore, così retrocedo.

Mi avvicino a Jacob a mi faccio avvolgere dalle sue braccia, appoggio la fronte sul mio petto e per qualche secondo mi faccio cullare dal battito del suo cuore e dalla sensazione di sicurezza che mi da la sua vicinanza.

Apro gli occhi che sono tornati normali, mi volto e parlo alle quattro persone che ho difronte tenendo la testa alta e il tono deciso e minaccioso.

C: Se una sola di voi fa parola di ciò che è successo qui stasera, tutte voi ne pagherete le conseguenze.

Detto questo, mi volto e mi avvio verso casa con Jacob, Emi e Ann subito al seguito, ignorando completamente le reazioni e le espressione di quello che al momento è il maggior pericolo per i licantropi qui a Rock Country.

 

FINE CAPITOLO.

 

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Capitolo 24
*** Finale ***


Capitolo 24:

 

 

Pov Cora

Io, Jacob, Emi e Ann siamo tornati all’appartamento mio e di Jacob.

C: Cazzo! Cazzo! CAZZO!

Sono inferocita, ora ci sono altre tre persone che conoscono il nostro segreto. Sono un alfa adesso e tutto quello cui devo pensare, è proteggere il mio branco.

C: Cazzo!

Tiro un calcio al divano.

E: Cora….

C: Che stavi facendo?! Jacob mi dici che cosa ti passava per la teste mentre sfidavi quella donna!

Tiro un calcio a una sedia facendola cadere.

AC: Cora non è colpa sua…..

C: non fate a scarica barile, ho visto che tu te ne stavi in un angolo a osservare. Certo, le tue intenzioni erano rese chiare come il sole dalla tua espressione omicida, ma tu non hai aperto bocca.

AC: se non ci fosse stato Jacob, la bocca l’avrei aperta ma dicerto non per parlare, ma per azzannare e sventrare!

C: sì, forse sotto questo punto di vista è stato un bene, ma ora abbiamo tre persone spaventate, che conoscono il nostro segreto e ci odiavano già prima, t’immagini cosa succederebbe se andassero alla polizia!

J: Beh, in quel caso l’agente Rockstone…

C: non potrebbe fare niente, forse lui è uno degli agenti più rinomati e con più esperienza del distretto, ma al momento le decisioni le prende il vice sceriffo Mitchel, che si di al caso non conosce il nostro segreto e che non  ci penserebbe due volte ad arrestarci.

J: o a mettere quelle tre in manicomio.

C: O CERTO! Ora non ci preoccupiamo più che la gente scopra il nostro segreto perché se provassero a divulgarlo, sarebbero rinchiuse in una casa di cure! Dovremmo farlo saperlo a tutto il mondo! Così tutti possono fare come Ann e andarsene in giro a sfoggiare le loro abilità sovrumane!

AC: EHI! Che centro io adesso?

Ann, che si era a sua volta seduta sul divano, si alza di scatto pronta a un confronto con me. Io faccio brillare i miei occhi e le intimo di tornare seduta, lei esegue subito il mio “ordine” intimorita dal mio tono e dal mio sguardo.

Sposto di nuovo il mio sguardo su Jacob, vedo che anche a lui non piace questa situazione, ma capisco anche che non mi vuole dar ragione.

E: OK! ORA BASTA VOI DUE! Jacob hai esagerato, accettalo! Cora, hai ragione a preoccuparti, ma non per questo ti devi sfogare su di noi.

C: come sarebbe a dire, sfogarsi su di voi?

E: guarda Ann…

Io abbasso lo sguardo, Ann fissa il vuoto con uno sguardo terrorizzato.

Oddio, non pensavo che un ordine dato da un alfa facesse questo effetto….

Faccio un lieve cenno a Jacob, cercando di farli capire che per me non c’era più niente da dire e che era perdonato.

Lui ricambia facendomi un cenno con la testa verso Ann.

Io mi siedo accanto a lei, le poggio una mano sulla spalla e Ann gira con uno scatto la testa verso di me.

C: Ann… tranquilla, non sono arrabbiata con te.

Emi si siede accanto a lei dall’altro lato circondandole le spalle con un braccio, Ann sembra rilassarsi e appoggia la testa nell’incavo del collo della rossa.

AC: Cora… se con quegli occhi riesci ad avere questo effetto quando sei solo irritata, credo che quando sei arrabbiata, potresti uccidere qualcuno con lo sguardo.

Emi fa una leggera risata.

E: veramente la già fatto…

Tutti noi scoppiamo a ridere.

AC: Scusa, me ne ero completamente dimenticata….. Scusa.

E: l’avevo capito!

 

22:30

Pov Esterno

Cora e Jacob sono accoccolati nel loro letto, sono nudi dato che hanno finito da circa una mezzora di fare l’amore. Jacob è a pancia in sue, tiene la mano sinistra sulla pancia intrecciata con quella di Cora, che dorme appoggiata al petto del ragazzo mentre quest’ultimo le cinge la vita con il braccio destro.

C: Jacob?
J: sì?

C: tu l’avresti immaginato?

J: Cosa? Di ritrovarmi legato a qualcuno per l’eternità?

C: anche, insomma, scappo da una città perché gli eventi sovrannaturali che infestano quel posto sono troppo pericolosi e mi ritrovo in una città, dove il livello di pericolo è uguale, ma dove sono schierata in prima linea.

J: sì, in effetti, sembra che sia destino di voi Hale riportare l’ordine nel sovrannaturale, dopo aver sentito cosa mi hai raccontato, da quando tuo fratello è tornato a Beacon Hills, è diventato un paladino della giustizia.

Jacob ridacchia della sua affermazione e Cora sorride divertita.

C: sai, mi sono appena accorta di una cosa…

J: Cosa?

Jacob incuriosito dal tono della ragazza volge il capo verso di lei che lo guarda a sua volta, entrambi facendo brillare gli occhi per potersi vedere bene.

C: ti ricordi il giorno che mi hai riportato a casa per quello che era successo negli spogliatoi, il giorno del nostro secondo bacio.

J: intendi quando l’abbiamo fatto sul divano e l’abbiamo quasi distrutto.

Cora usa la mano che prima intrecciava con quel di Jacob per dare a quest’ultimo un colpo sul petto, ma ridacchiando allo stesso tempo.

C: stupido….

J: beh, cosa mi devi dire riguardo quel giorno?

C: cosa ci siamo detti dopo il primo bacio che ci siamo dati in casa?

J: “Ti amo” ?

Cora a quel punto abbassa lo sguardo.

C: appunto, non l’abbiamo detto…. Entrambi abbiamo detto: credo di amarti.

J: Cora….. Mi stai lasciando.

Lei volge rapidamente il capo verso il compagno.

C: Cosa? No, no, no, no, semplicemente…… ti amo e lo farò per sempre.

Le parole di Cora fanno breccia nell’animo del lupo infernale, che inizialmente non risponde. Quando Cora abbassa la testa sconfortata, lui però le prende il mento tra due dita, le fa alzare il viso e la bacia dolcemente.

J: Cora, anch’io ti amo e lo farò per sempre.

Dopo l’affermazione decisa del ragazzo, questa volta è la lupa che si avventa sulle labbra del compagno, facendolo nuovamente distendere e salendo su di lui con il busto.

Continuano a baciarsi e nel mentre Jacob parla tra un bacio e l’altro.

J: Beh…. Cora…. Se la…. Vogliamo….. Mettere…. Così….

La ragazza si stacca completamente per sentire cos’ha da dire il ragazzo. Il ragazzo si tira su e si mette seduto con gli occhi alla stessa altezza di quelli di Cora.

J: tecnicamente non ti ho mai chiesto una cosa…

C: Cosa?

J: Cora Hale, principessa dei lupi, Regina Alfa, Alfa del branco di Rock Country…

Cora ride al sentire gli appellativi dategli da Jacob, almeno finche lui non prende entrambe le mani della ragazza tra le sue.

J: Vuoi essere ufficialmente la mia ragazza?

A quel punto Cora rimane basita, la bocca semi aperta e gli occhi spalancanti.

C: Ora che ci penso, Jacob non mi ha mai chiesto di essere la sua ragazza e non ne abbiamo mai parlato…

C: sì, voglio essere la tua ragazza.

Cora dopo essersi ripresasi, risponde decisa per poi fiondarsi sulle labbra del ragazzo facendolo sdraiare nuovamente sotto di lei.

 

 

7.45 Scuola Atrio

E: ragazzi, ma che vi è successo?

Jacob e Cora erano due zombie, avevano due occhiaie da far paura e si reggevano a malapena in piedi, il primo si reggeva agli armadietti, la seconda si reggeva al primo, Ann ed Emi erano in piedi di fronte ai due.

J: ieri sera..... Ci siamo stancati parecchio.

E: che avete fatto per conciarvi così? Avete affrontato Godzilla?

C: Ann, senti il nostro odore...

Cora neanche apre gli occhi e la sua voce fa trapelare tutta la stanchezza della ragazza.

Ann chiude gli occhi e inspira profondamente.

AC: i vostri odori, non lì distinguo, sono perfettamente identici...

C: e quando gli odori di due persone cominciano ad assomigliarsi?

Ann ci pensa un attimo, quando però, capisce quello che intende Cora, spalanca occhi e bocca.

AC: mio dio, ma il letto è ancora intatto?

Anche Emi, sentendo le parole dell'amica, spalanca gli occhi capendo a che tipo di attività si sono dedicati i suoi amici la notte scorsa.

J: la gamba sinistra del letto ha ceduto la terza volta, quindi le altre tre volta lo abbiamo fatto sul pavimento, dove ci siamo svegliati stamattina

Le due ragazze avevano occhi e bocca spalancati.

 

DRIIN DRIIN DRINN

 

J: Materia?

C: Matematica...

Jacob a sentire nominare una delle materie che più non sopporta in assoluto, fa un grugnito di disgusto e sempre con Cora attaccata al braccio, si dirige in classe. Dove entrambi i ragazzi dormono profondamente fino alla fine della seconda ora.

PR: ragazzi...

Il Prof Riddick passando davanti alla classe vuota, ha visto i due ragazzi dormire sui banchi e ora cerca di svegliarli.

PR: ragazzi!

Il Prof scuote la spalla a Jacob che mugola contrariato.

MR: Giorno professore.

Melissa  Reaser entra allegramente nell'aula.

PR: ciao Melissa.

MR: ma che succede?

PR: non lo so, gli ho trovati così...

MR: sono nel club di botanica con Jacob, una volta è capitato che si addormentasse, Emi li ha sussurrato qualcosa all'orecchio e lui è balzato sull'attenti.

PR: E cosa gli ha detto?

La ragazza si abbassa all'altezza dell'orecchio del ragazzo.

MR: Mark ci sta provando di nuovo con Cora.

Il ragazzo scatta in piedi seduta stante e si guarda attorno più volte con fare minaccioso.

PR: Cavolo, non credevo funzionasse!

J: prof, che succede?

PR: ti eri addormentato.

Jacob si passe le mani sul viso.

J: Che ore sono?

MR: le 10 e 13.

Lui si toglie le mani dal volto e quando vede la sua compagna di club, la saluta con un sorriso.

J: Ciao Melissa…

La ragazza arrossisce prima di sussurrare un “ciao”.

J: Cora, svegliati.

Jacob scuote leggermente la spalla della ragazza che lentamente comincia a svegliarsi.

C: ma che….. mi sono addormentata?

PR: tutte e due vi siete addormentati. E ora fuori di qui, devo organizzare la mia prossima lezione.

I due ragazzi prendono le loro cose e si avviano alla biblioteca.

 

J: allora…. Che cosa prendiamo oggi?

C: potresti prendere un libro per studiare, per una volta…

J: Come se fosse possibile!

Il ragazzo si fa una breve risata mentre Cora sbuffa e si allontana da Jacob per andare nella sezione Horror, sezione da cui Jacob si tiene sempre alla larga.

Non aveva visto che c’era anche un'altra persona, almeno finché entrambe non hanno afferrato il medesimo libro.

JM: Oh, scusa.

Jessica Mitchel ritrae la mano intimorita dalla ragazza che ha di fronte.

C: Scusami tu… volevi questo.

Cora le porge il libro che entrambe avevano afferrato.

JM: sì, ma non fa niente ho visto il film.

C: prendilo pure, io l’ho già letto….

JM: ok, grazie…

Jessica è visibilmente a disagio per la presenza di Cora, anche se quest’ultima è più bassa di lei di almeno 5 cm, la mette molto in soggezione.

C: senti Jessica…. Non ti ho mai ringraziato per le lezioni o meglio, lezione, di ballo che mi hai dato…. Quindi, grazie.

JM: figurati, a me piace insegnare a ballare, comunque sarei io che dovrei ringraziarti, sei venuta subito da me quando hai deciso di lasciare il tuo vecchio appartamento.

C: sì, mi ricordo che il giorno prima ti avevo sentito dire che volevi lasciare casa dei tuoi genitori ma non volevi andare stare da tua sorella.

JM: sì, beh, da quando i miei hanno divorziato, la situazione in casa era tesa, mio padre essendo disoccupato stava ancora da noi e mia madre non lo sopportava più, poi non volevo arrecare disturbo a mia sorella che lavora tutto il giorno, quindi….

C: tranquilla, credo di comprendere le situazioni famigliari complicate, tra me e mio zio non scorre buon sangue, anche mio fratello non lo sopporta.

JM: già, beh grazie per il libro.

C: figurati….

La ragazza bionda si allontana e dopo aver registrato il libro prese alla reception della biblioteca, esce da essa.

C: sarebbe un’ottima beta…

 

Pov Jacob

Ma perché a Cora piacciono tanto gli horror? Ma soprattutto, cosa ci trova di bello la gente nel provare paura?

Sono come mio solito nella sezione della narrativa romantica moderna, ho già letto parecchio di questi libri, ormai non so più cosa prendere. Decido quindi di andare nella sezione sovrannaturale, anche se ne dubito, credo che ci possa essere un bel libro incentrato su una bella storia d’amore.

Ma proprio mentre sto svoltando l’angolo per entrare nella sezione, noto che in essa è seduto per terra un ragazzo, ha le cuffie nelle orecchie e posso sentirne la musica anche senza il mio super udito, questa, come il suo look, è dello stile metallaro/gotico.

Faccio finta di niente e li passo davanti, comincio a passare in rassegna gli scaffali, ma sento lo sguardo fisso del ragazzo su di me e la cosa mi fa innervosire.

J: Hai intenzione di parlare, o vuoi continuare a fissarmi.

Sono sicuro che mi può sentire, dato che non sento più la musica anche con il mio udito da lupo.

MT(Mason Terinno): non ti sto fissando.

J: sì, come no…

MT: senti, stai cercando qualcosa di particolare? Conosco tutti i libri di questa sezione…

J: così che me ne vada prima? No, grazie, preferisco fare da solo.

MT: Cos’è? Hai già letto tutto nella sezione romanzi rosa.

Io continuo a rimanere impassibile e a guardare i libri senza mai guardare lui, però so che ora è in piedi con una posa di sfida.

J: veramente sì…

MT: nessuna reazione…. Interessante.

La mia sicurezza comincia a vacillare.

J: cosa è interessante?
MT: vedi, io sono uno dei più promettenti studenti d’informatica della scuola e ho svolto ricerche su tutti quelli che frequentano questa scuola…

J: cavolo, è un grosso lavoro.

MT: sì, ma per uno come me è un gioco da ragazzi…

Da come parla, deve aver svolta ricerche anche su di me…

J: mi stavi aspettando vero….

MT: arguto, immagino che tu sappia anche il perché….

J: perché nonostante la tua bravura, non sei riuscito a trovare niente su di me prima del mio arrivo qui.

MT: già, non sono neanche riuscito a risalire al tuo vero nome…

J: ho degli amici che sono bravi con il computer.

MT: tu sì, ma la tua ragazza no!

E lì tutte le mie sicurezze crollano, mi volgo subito verso il ragazzo, il mio sguardo non è di certo dolce e coccoloso, ma lui ne rimane impassibile.

Lo squadro dalla testa ai piedi, è un ragazzo smilzo, alto sul metro e ottanta, capelli neri medio lunghi, eyeliner nero, carnagione bianca, anelli e collane gotici, anfibi e smalto nero.

J: chi sei?

MT: mi chiamo Mason Terinno….

J: cosa vuoi?

Quasi ringhio l’ultima frase ed è l’unico momento in cui lo vedo vacillare.

MT: solo la verità…

Io sto per ribattere, ma suona la campanella, lui indica la indica, per poi ghignare e andarsene.

Anch’io mi dirigo spedico all’uscita della biblioteca a pochi passi da lui.

A un certo punto mi si affianca Cora che nota subito che sono nervoso.

C: che hai? Sembri nervoso?

J: quel ragazzo….

Gli faccio cenno con la testa al ragazzo di fronte a noi, che in quel momento varcava l’uscita della biblioteca.

J:…. Ha fatto ricerche su di noi, su di me non ha trovato niente perché dei miei amici avevano ben protetto i miei vecchi dati, ma a quanto pare ha trovato qualcosa su di te.

Cora non si scompone troppo e continua a guardare dritto davanti a se.

C: che cosa vuole?

Il suo tono è serio, calmo e minaccioso allo stesso tempo.

J: ha detto che vuole “la verità”.

C: pensi che sospetti che siamo esseri sovrannaturali?

J: non credo, ma sa che nascondiamo qualcosa e vuole sapere cosa?

Cora annuisce e insieme entriamo nell’aula di filosofia, che oggi per una ragione a noi ignota, è la classe dove di solito si tengono le lezioni di matematica.

 

Pov Esterno

I due ragazzi entrano nell’aula che al momento conta solo sette allievi su 24.

J/C: Buongiorno!

PR: ’Giorno ragazzi.

 

Dopo una decina di minuti arrivano tutti e il prof finisce l’appello.

PR: allora…. Assenti sono solo: Chase, Desiraio, DueMonti e Derin, giusto?

Classe: sì, prof!

PR: chissà perché?

Il tono del prof è palesemente ironico, sapeva perfettamente che le quattro Cheerleaders erano rimaste a casa per prepararsi al ballo di quella sera.

C: beh, almeno nessuna starnazzerà tutta l’ora come al solito.

Tutta la classe scoppia in una leggere risata, perfino il prof.

PR: Bene, ora prima di cominciare la lezione devo fare alcuni annunci, inizio ricordando a tutti che per oggi, questa è l’ultima ora di scuola visto che stasera ci sarà il ballo di fine anno e oggi è anche l’ultimo giorno di scuola. Secondo, come ogni anno, è severamente proibito anche per gli alunni maggiorenni portare o consumare alcolici, lo stesso vale ovviamente anche per le sostanze stupefacenti e se si nota una di queste infrazioni, sarà vostro compito farlo notare a uno degli insegnante presenti al ballo che saranno: io, il vicepreside Deucalion, il coach Cox, la professoressa Samuels, il professor Merrick, il professor Manzo, la professoressa Mirreal e il professor Lucas. Voglio anche ricordare, anche se le persone maggiormente interessate non sono presenti, che non sarà permesso l’ingresso al ballo a ragazze o ragazzi che indosseranno vestiti troppo succinti o provocanti.

La classe scoppia di nuovo a ridere.

 

Ore 19:23 appartamento di Emi

E: Forza Melissa, quanto ci metti!

MR: mica è colpa mia, lo sai che quanto sono difficili i capelli di Annabeth!
AC: non chiamarmi con quel nome sfigato!

MR: tu però sta ferma!

Nella camera di Emi c’era il caos più totale, Emi che mentre aspettava il suo turno per farsi acconciare i capelli da Melissa, si sistemava il trucco, Ann che era già pronta, si stava per l’appunto facendo sistemare i capelli da Melissa, questa invece, non aveva ancora avuto il tempo di fare nulla troppo occupata a evitare che Ann facesse un disastro con trucco e capelli. Cora invece aveva preferito chiudersi nel bagno della madre di Emi, che aspettava pazientemente in cucina le ragazze, per sistemarsi da sola; aveva deciso di lisciarsi i capelli e spruzzare una specie di lacca che le aveva prestato Melissa che avrebbe dovuto rendere i capelli più lucenti, aveva già infilato il vestito.

 

Pov Cora

Spero che a Jacob piaccia, questo vestito è fantastico, ma di solito vanno abbinati a una corporatura più slanciata, ho paura che la mia latezza rovini tutto…

Passo a infilarmi le scarpe, fatico un po’ perché non mi ero mai messa delle scarpe del genere, al negozio Jessica mi aveva dato una mano, ma ora ci ho messo il doppio del tempo.

Esco dal bagno, a passo lento e incerto mi avvio verso la camera di Emi, non sento urla che provengono dalla stanza e questo inquieta. Ma quando apro la porta, la situazione che mi trova davanti non era proprio quella che mi aspettavo, Ann e Emi sono a 2 cm di distanza, i loro occhi prima inchiodati gli uni negli altri, ora sono su di me.

C: ma che cavolo stavate facendo?!?

Le due ragazze come risvegliate da un trans diventano rosse come peperoni e si allontanano. Rimangono in silenzio entrambe fissando il pavimento.

MR: Oh My God!

Sento Melissa alle mie spalle che si avvicina velocemente, mi sorpassa e si ferma davanti a me. Anche lei ora è pronta fatta eccezione per le scarpe.

MR: mio dio Cora, sei bellissima!

Io dimentico la strana situazione in cui ho trovato Ann e Emi e arrossisco.

C: sul serio?

MR: assolutamente, aggiungo anche che dovresti indossare tacchi alti più spesso, questi centimetri di altezza in più fanno miracoli!

Non so se considerarlo un insulto o un complimento.

Melissa si volta e guarda l’orologio, o cavolo, 10 alle 20, abbiamo giusto il tempo degli ultimi ritocchi prima che arrivino i ragazzi!

C: ma tu con chi ci vai?

Melissa è su un piede solo mentre cerca di infilarsi le scarpe, anche Emi si sta infilando le sue.

MR: Ci vado con Duncan LockRood, se non sbaglio, è un tuo compagno.

C: sì, so chi è.

Dieci minuti dopo sentiamo il campanello dell’appartamento di Emi suonare, sento la madre di Emi che da il benvenuto ai ragazzi e gli fa i complimenti per i vestiti.

E: fortunate voi che avete un cavaliere!

AC: Emi ti ricordo che anche se James mi porta al ballo, ti ricordo che ci sei pure tu e li concederò solo un ballo, quindi per la maggior parte della serata, sarò anch’io senza cavaliere.

E: giusto.

Tutte noi cominciamo ad avviarci verso il salotto dove ci aspettano i ragazzi.

 

Pov Esterno

La prima ad arrivare in salone è Melissa, sfoggia un bellissimo abito celeste senza spalline, con gonna al ginocchio, abbinato a delle semplici scarpe con tacco 10 sempre celesti, mentre i capelli sono stati fatti a boccoli e lasciati liveri.

Poi arriva Ann che sfoggia un falso sorriso, lei invece indossa un semplice abito color viola scuro, anche il suo con gonna che arriva fino al ginocchio e abbinato a delle semplici scarpe nere con tacco, i suoi capelli sono leggermente mossi e anche i suoi lasciati liberi. Al suo ingresso subito James si precipita verso di lei e le infila il tipico bracciale con fiore al polso, come poco prima aveva fatto Duncan con Melissa.

È il turno di Emi, lei indossa un bellissimo vestito verde scuro con scollo a cuore, gonna lunga e anche se non si vedono, delle scarpe con tacco nere simili a quelle di Ann e i capelli acconciati in uno chignon

Quando entra Cora, tutti si zittiscono, perfino Duncan e James che prima non avevano occhi che per la loro dama ora la fassano. Jacob ha una paralisi e non accenna a muoversi, almeno finche Emi non li rifila un pizzicotto. Il ragazzo si avvicina lentamente a Cora la quale, lo fissa negli occhi.

J: sei bellissima..

Jacob praticamente sussurra con il viso a un palmo da quello di Cora.

C: anche tu…

Jacob le prende la mano sinistra, le fa il baciamano e le infila il bracciale con il fiore al polso.

A quel punto tutti escono dall’appartamento e una volta in strada ognuno alla propria auto, Emi sarebbe stata accompagnata dalla madre, Ann per la sua felicità sarebbe andata sulla Mercedes di James con lui, Melissa con Duncan sulla modestissima Mini Cooper blu del ragazzo e Cora naturalmente sarebbe andata con Jacob con la Camaro del ragazzo.

 

La serata alla festa trascorre tranquilla, l’unico momento d’inquietudine è stato quando Cora e Jacob sono entrati nella palestra e tutti i presenti si sono fermati e hanno cominciato a fissarli, più Cora che Jacob, ma comunque erano entrambi in imbarazzo. Tra balli lenti e da discoteca arriva il momento clou della serata, la nomina della regina del re del ballo.

Emi sale sul palco, dove James e la sua band si stanno esibendo, scambia due parole con ragazzo il quale le lascia il microfono senza troppi problemi e ordina alla band di fermarsi.

E: un attimo di attenzione per favore….

Emi aspetta qualche minuto che tutti si siano concentrati su di lei per continuare a parlare.

E: grazie, è arrivato il momento di annunciare il re e la reginetta del ballo…

Parte un forte applauso mentre Emi comincia ad aprire la busta tra le sue mani.

E: il re del ballo è…… Blake Livarro!

Un forte applauso scaturisce dai ragazzi mentre Blake sale sul palco accompagnato dal suono della batteria.

E: e la regina del ballo è……

Qui al contrario che con l’annuncio di Blake dove tutti avevano fatto “Oooooo” c’era il silenzio più totale, da quando l’anno precedente Carla Chase aveva soffiato il titolo alla sorella maggiore, c’è stata molta tensione a scuola per la possibile nuova regina.

E:…. Clarissa Chase.

Mentre la Clarissa esultava dalla gioia e correva sul palco per farsi incoronare, a Carla usciva il fumo dalle orecchie, anche se non era arrabbiata con la sorella per averle soffiato il titolo, era comunque incazzata per non essere stata incoronata reginetta anche quell’anno.

Appena i due sovrani si sono alzati dal trono dove erano stati incornati, parte la musica di un lento suonato dalla sorella si James e dalla sua band.

In sala calano le luci fatta eccezione per l’occhio di bue che illumina il centro della sala dove danzano il re e la regina e intorno a loro stando fuori dalla luce dell’occhio di bue, tuttala scuola.

Tutti ballano, tranne Ann che aveva già concesso il ballo a James e Emi che non aveva un cavaliere.

E: Uff….

AC: ti annoi?

E: no, è bellissimo stare a bordo pista senza cavaliere mentre tutti ballano l’ultimo ballo della serata al mio ultimo anno di scuola.

Ann ci pensa un po’ su, avendo colto il sarcasmo dell’amica, si guarda intorno alla ricerca di una soluzione.

AC: uff…. Senti Emi…

La rossa si volta verso l’amica guardandola annoiata.

AC: per ballare ti serve per forza un cavaliere…. O va bene anche la tua migliore amica?

Ann con un dolce sorriso pone la mano ad Emi chiedendole di ballare.

E: direi che può andare bene.

Emi afferra la mano dell’amica e insieme si dirigono ridendo sulla pista da ballo dove cominciano a ballare inchiodando gli occhi l’una in quelli dell’altra.

Poco più in là, Cora e Jacob ridacchiano avendo assistito alla scena.

J: secondo me, finiranno per mettersi insieme.

C: dopo quello che ho visto stasera, credo che potrebbero darsi il primo bacio anche stasera.

J: che hai visto?

C: beh, diciamo che se fossi entrata in  camera di Emi un secondo più tardi, credo che le avrei beccate a limonare.

J:  ah però!

Jacob comincia a ridacchiare continuando a guardare le due amiche ballare. Cora a quel punto si da una leggera spinta e fa combaciare le due labbra con quelle del ragazzo. Jacob risponde al bacio con delicatezza e amore, senza lussuria o desiderio di altro genere, se non quello di amare la sua ragazza, le appoggia una mano su un fianco e la attira a se facendo aderire i loro corpi, Cora a quel gesto mette le braccia intorno al collo del ragazzo e continua a baciarlo. I due continuano a ondeggiare sulla pista da ballo senza rendersi conto che ora l’occhio di bue che prima era puntati sul re e sulla regina del ballo, ora era puntato su di loro, facendo si che tutta la scuola veda tutto l’amore presente in quel bacio e facendone così i testimoni dell’amore tre i due ragazzi che a loro insaputa, avevano salvato la loro città.

 

Angolo Autore

Ciao tutti, questo è l’ultimo capitolo di Teen Wolf: WerwCerberus e anche se la mia storia non è stata né molto seguita né molto recensita, ci tenevo a ringraziare tutti quelli che hanno letto per intero la mia fanfiction.

Quindi grazie a tutti e alla prossima storia da Colpani392.

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