Salvare le apparenze di Eeureka (/viewuser.php?uid=428315)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prima parte ***
Capitolo 2: *** seconda parte ***
Capitolo 1 *** prima parte ***
Salvare le
apparenze
Ti
odio e ti amo
ti
chiederai come faccia
non
so, ma avviene
ed
è la mia tortura.
—
Catullo.
Ci sono luci psichedeliche che
rimbalzano da una parete all'altra, colorano e illuminano i visi delle
persone e rendono la situazione, già di per sé
confusionaria, ancora più caotica. La musica si diffonde
rapida, colpisce come una bomba con la sua potenza, sembra trapassare i
muri di quella sala. In quell'ammasso di gente ubriaca e di frenesia i
corpi si muovono in modi diversi gli uni dagli altri: c'è
chi si limita a saltare, chi ha abbandonato il ballo per altro; chi
ancora si muove rigidamente, temendo di essere notato e giudicato, e
non manca chi, probabilmente per stanchezza, riposa tranquillo seduto
al bancone.
Il bancone, ecco.
È lì che vorrebbe trovarsi Minamisawa in questo
momento, ma è troppo lontano e un mucchio di persone lo
dividono da esso, spintonandolo prima di qua, poi dall'altro lato. E
lui, accerchiato da quelli
che sono i suoi amici, sorride. Sorride nel modo
più falso che conosce, quello che ha imparato da piccolo e
dal quale non si è più liberato.
Di tanto in tanto
sussulta sentendosi addosso mani sconosciute e corpi che –
spera con tutto il suo cuore, involontariamente - si strusciano contro
il suo. Gli sale un conato di vomito guardandosi intorno e incrociando
solo sguardi pervertiti e idioti, e per l'ennesima volta soppesa l'idea
di andare via con una scusa qualunque, che sia credibile o no.
Nessuno lo penserebbe
mai, ma Minamisawa Atsushi – il modello, il ragazzo figo,
l'amante delle feste, del sesso, dei soldi... Non è che un
altro Minamisawa Atsushi che mente agli altri da così tanto
tempo da aver scordato la sua vera identità lui stesso. Non
sa perché indossi questa maschera, c'è da dire
che però è questo suo carattere fasullo e
apparentemente frivolo che lo ha reso ciò che è
adesso: popolare, famoso, ammirato, invidiato. Ormai, a dire il vero,
questi suoi comportamenti, queste sue bugie, queste affermazioni a cui
nemmeno lui crede, non li considera più una mera
falsità; la maschera si è saldata al suo viso,
diventando parte integrante del suo vero carattere. Non se ne vuole
liberare.
Una ragazza si fa
spazio tra la folla e gli si avvicina sorridente, ed è ben
facile immaginare dove voglia andare a parare. Ha i capelli castani e
gli occhi azzurri, la pelle abbronzata che gli ricorda quella di
qualcun’altro. Minamisawa le sorride di rimando e quando
questa attacca bottone non si tira indietro, le parla interessato
– ma in realtà non gli interessa quasi nulla di
lei. La sua coscienza, nel mentre, gli urla contro di smetterla e di
andare via se gli rimane almeno un briciolo di buon senso, ma lui non
la ascolta. I pensieri sono soppressi dalla musica e offuscati
dall'alcol. Così come lo è lo squillo di quel
cellulare nella tasca dei suoi pantaloni: potrebbe continuare a suonare
all'infinito, il trambusto eliminerà le sue urla e Atsushi
non risponderà.
∞- —
Con un sospiro e i denti
digrignati Kurama chiude la chiamata. Abbassa lo sguardo, distrutto: i
pugni gli tremano, le unghie affondano nella pelle e le nocche gli
stanno sbiancando, e non manca molto prima che il telefono venga
scaraventato violentemente sul pavimento.
Ecco il primo
singhiozzo che rompe il silenzio; gli arriva alle orecchie bruscamente,
rendendo viva la spiacevole realizzazione che per l'ennesima volta sta
piangendo per lui. Lo odia, si dice nella sua mente. Lo odia con tutto
il cuore, si ripete ancora. E realizza di odiare anche se stesso per
continuare ad andargli dietro nonostante tutto quello che Minamisawa
gli ha fatto e che continua fargli.
Ci sono volute cinque
chiamate a vuoto prima di convincersi che Atsushi non sarebbe venuto,
che avrebbe saltato come sempre un altro dei loro appuntamenti e che
l'indomani – o forse più avanti, chissà
quando si sarebbero rivisti – gli avrebbe rifilato una scusa
come "impegni con il lavoro" e cose del genere.
La prassi è
sempre quella, a distanza di anni si sente ancora come il ragazzino
delle medie abbandonato dal suo migliore amico: solo, stupido,
ingenuo... E le promesse e le parole prive di significato che
rimbombano nella mente sono ancora le stesse.
Continueremo a sentirci,
aveva detto Atsushi. Non
perderemo i contatti, altra sua frase. Non ti abbandonerò.
E la peggiore: Ti amo.
Minamisawa
è riuscito a coronarare un sogno che può
soddisfare e sfamare il suo ego smisurato: da un paio di mesi ha
iniziato a fare il fotomodello per una rivista non poco famosa. Da
quando è successo ha iniziato a farsi sentire sempre di
meno, preferendo passare le giornate – e anche le nottate,
Kurama non ne dubita – con altri modelli e modelle, magari
ricchi e di grande fama.
Ormai, Norihito lo sa,
Atsushi può avere quel che vuole e questo gli basta:
moltitudini di ragazze e ragazzi che cadono ai suoi piedi, ammiratori a
non finire e una schiera di amici ricchi e falsi che alle spalle gli
calzano a pennello.
Lo ha dimenticato
ancora una volta, ed è per questo che Kurama lo detesta. Al
tempo stesso, però, non può far a meno di
continuare ad amarlo; ogni attimo che passa senza di lui, con la
consapevolezza che Minamisawa sia con qualcun'altro e non gli sfiori
nemmeno la mente il suo nome, è un ago che s'infila
lentamente nell'anima. Questa è la tortura lenta e dolorosa
di cui non può fare a meno: sa che continuare a essere il
fidanzato – fidanzato? Loro sono fidanzati? – di
Atsushi equivale a proclamarsi un masochista di prima categoria, ma non
può farne a meno. Non può cancellare quei
famelici e intriganti occhi color ambra, né il tocco gentile
e raffinato che proviene dalle sue dita affusolate, né i
capelli color porpora che, quand'è sdraiato, gli ricadono
scompigliati sul viso, rendendolo più bello e affascinante
di quanto già non sia. Non può scordare nemmeno
la sua, incredibile ma vero, gentilezza e il suo essere, a suo modo,
premuroso nei suoi confronti. Anche il suo carattere intrigante
è irremovibile dalla memoria, e il suo potere di attirarlo
come la luce fa con le falene né è la prova.
Norihito si asciuga le
lacrime e cerca di darsi un contegno. Scivola lentamente con la schiena
alla parete e circonda le gambe con le braccia una volta seduto a
terra; poggia delicatamente la guancia sulle ginocchia e, sconsolato,
prende a osservare il pavimento.
Di tutte le persone di
cui poteva innamorarsi, ha scelto un cinico ed egocentrico bastardo.
∞- —
La musica ora non
c'è più e i pensieri sono più forti
che mai. Minamisawa sta tornando a casa, con lo sporco annidato dentro
di sé. Sono le due del mattino e i sensi di colpa che
vorticano nella sua mente reclamano la libertà all'altezza
del suo stomaco – gli viene quasi la nausea, al pensiero di
quel che ha fatto.
Non è la
prima volta che succede, prova a consolarsi, ma il tutto ha l'effetto
contrario, lo fa sentire solo una persona orribile. Ha già
tradito Kurama e, soprattutto, lui e Norihito non hanno una vera e
propria relazione: non possono definirsi fidanzati, è
più attrazione fisica quella che c'è tra loro, e
quel che fanno assieme è tutto legato a un tacito accordo
che nessuno dei due ha mai contrastato.
Allora
perché si sente in colpa? Perché gli pare di
avergli fatto un torto? Lui non appartiene a Norihito, di conseguenza
non dovrebbe farsi problemi, anzi, non dovrebbe nemmeno sfiorarlo il
pensiero di poterlo ferire. Specie perché l'azzurro gli ha
più volte ripetuto di non provare nulla per lui.
In un modo o
nell'altro, nell'ultimo periodo, gli sembra che i suoi pensieri tornino
sempre su quel piccoletto, ma ammettere di esserne innamorato
è l'impresa più ardua che si sia mai trovato ad
affrontare. Minamisawa non ha mai pensato di legarsi a una sola
persona, il pensiero di ritrovarsi ufficialmente fidanzato è
lontano anni luce dalla sua logica e non gli è mai
interessato. Non riesce a comprendere il perché inizi a
provare qualcosa di diverso dalla comune attrazione fisica verso
Kurama, e la sola idea che sia effettivamente così lo
terrorizza. Insomma... È uno spirito libero, lui; le sue
relazioni durano sì e no una settimana o due, e mettersi con
Kurama comporterebbe a uscire dalla sua vita per sempre una volta
finita.
Atsushi continua a
camminare per la strada buia, con l'unica compagnia della luce emanata
dai lampioni e dei suoi pensieri come sottofondo. Praticamente nessuna
stella è visibile nel cielo a causa dell'inquinamento
luminoso; è un manto oscuro, quasi nero, quello che lo
avvolge, molto simile al suo animo in quel momento. Mentre la luna,
unica fioca speranza, probabilmente si rifugia sotto una coperta di
nuvole.
A un certo punto il
viola svolta a destra e si ritrova finalmente davanti alla sua
palazzina. Prende le chiavi e apre il portone, per poi salire le due
rampe di scale che lo dividono dal suo appartamento. Sale, sale e sale;
si ferma a qualche gradino prima della porta, notando la sagoma di una
persona a lui ben conosciuta seduta lì davanti. Avanza
ancora, verso quella, chiedendosi che ci faccia lui lì, se
lo stesse aspettando e per quale motivo. Avvicinandosi, la fioca luce
del corridoio inizia a definire i tratti del ragazzo e, non si sa
perché, un Hayami assopito è seduto davanti a
casa sua. Minamisawa alza un sopracciglio, perplesso, prima di smuovere
il corpo dell'altro con il piede – non si scomoda neanche ad
abbassarsi e a toccarlo con la mano – per svegliarlo.
Tsurumasa spalanca gli
occhi e salta in aria, poi sembra rendersi conto della situazione
bizzarra e di dover giustificare la sua presenza.
«Minamisawa! Oh- ehm, ciao! Ehm... Ecco... devo
parlanti.»
∞- —
Il campanello suona e Kurama
drizza la testa. Non riesce a credere alla possibilità che
si tratti di lui, non riesce a immaginare che Minamisawa alla fine
abbia deciso di mantenere la promessa e venire all'appuntamento che si
erano dati. Si alza faticosamente in piedi, le gambe gli tremano. Dopo
aver deglutito e raggiunto l'ingresso, inizia a meditare su tutto quel
che dovrà fare una volta che se lo ritroverà
davanti.
Dopo minuti di
elaborazione, concorda con se stesso di mostrare il suo reale stato
d'animo: liberare la propria rabbia e fargli capire che non
può continuare così. E forse... Forse dovrebbe
anche rinunciarci, dovrebbe lasciarlo.
Degluisce e, senza
chiedere chi è – vuole che sia una sorpresa, se si
tratta di una delusione scoprirlo un minuto prima o dopo non
cambierà nulla – apre la porta.
«Kurama!»
è Hamano. Solo Hamano; il suo vecchio amico delle medie, con
cui ha continuato a sentirsi – potrebbe considerarlo il suo
migliore amico, a dire il vero.
Una risata isterica
vibra nella mente di Norihito, e per l'ennesima volta della giornata
maledice la sua stupidità.
«Oh,
Kurama... Di nuovo?» Chiede Hamano accorgendosi evidentemente
dei suoi occhi arrossati. È una domanda stupida quella che
ha appena fatto e se ne rende conto ben presto da solo. Lui
è l'unico assieme al suo ragazzo, Hayami, a conoscere la
situazione di Kurama: loro sono i soli con cui, non si sa come, ha
trovato il coraggio di confidarsi e sfogarsi ignorando la sua indole
solitaria e riservata.
Norihito, nonostante
la resistenza iniziale, scoppia a piangere, neanche riflettendo su
quello che sta facendo e alla vergogna che proverà quando si
renderà conto della situazione.
«Quello
stronzo... Quel maledetto stronzo» mormora tentando di
giustificarsi, mentre un Hamano mortificato agita nervosamente le
braccia per tentare di calmarlo.
«Ohi, senti,
non si può continuare così.» attira
l'attenzione del più piccolo. L'azzurro alza gli occhi verso
di lui, incuriosito e dubbioso.
«Eh?»
«Non voglio
che questa situazione continui. Ho qualcosa da dirti.»
Kurama non riesce a
immaginare cosa abbia da dirgli l'altro. Esclude a priori che si tratti
di qualcosa per tirarlo su di morale, considerando che quando si tratta
di empatia, di consolare la gente e cose del genere, chiunque potrebbe
essere più utile di Hamano. Nonostante ciò il suo
animo s'infiamma di curiosità, e spostandosi sulla sinistra
invita l'altro ad entrare dentro casa.
«Dimmi.»
Blaterazioni:: L'avevo scritta tempo fa per
un contest su wattpad che alla fine non ha mai visto luce, e
rivedendola mi pareva ottima come ultima fic da postare su questo
fandom. In origine doveva essere una oneshot, ma superando quasi le
5000 parole ho preferito dividerla in due parti (so bene che le storie
troppo lunghe spaventano i lettori di efp, lol)
Spero che finora vi
sia piaciuta, tra circa una settimana posterò la seconda e
ultima parte.
-
Eeureka
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Capitolo 2 *** seconda parte ***
Salvare le
apparenze
Ti
odio
Kurama lo ha fatto accomodare
dentro casa, e inaspettatamente da quanto avrebbe pensato ha deciso di
ascoltare quel che ha da dirgli. Hamano ora è nervoso, il
motivo per cui si trova lì era ben intuibile ancora prima
che aprisse bocca: ha iniziato l'ennesima discussione su quanto la
situazione fra l'azzurro e Minamisawa sia contorta, e, questa volta,
è intenzionato più che mai ad aiutarli a
sistemare le cose. Non ce la fa più a vedere Kurama soffrire.
I due sono seduti nel piccolo tavolo della cucina e, mentre discutono,
bevono un po' di caffè, offerto precedentemente dal
più piccolo.
«Io... Io lo so cosa fa. So che mi tradisce, e so che non
dovrei reagire così perché noi due non siamo
niente» dice Kurama con l'imbarazzo che gli corrode l'animo,
dopo interminabili minuti di silenzio, come risposta al "che
è successo questa volta?" dell'amico.
Kaiji sa che quella che sta trattando è una situazione
più che complicata, e prima di rispondere soppesa
attentamente le parole che ritiene più giuste, temendo di
finire con l'intristire Norihito anziché aiutarlo.
«Forse dovresti parlargliene.» se ne esce
così alla fine, deglutendo subito dopo, incerto. Accavalla
le gambe, e prende a sorseggiare il caffè che gli ha
preparato Kurama, mentre osserva distrattamente la cucina. Se non fosse
stato per quella bevanda avrebbe potuto addormentarsi da un momento
all'altro, considerando l'ora tarda; ha però scelto un
orario simile per andare a trovare l'amico perché sapeva che
lo avrebbe trovato sveglio, in attesa di Minamisawa e, probabilmente,
frustato, deluso e arrabbiato. Insomma, voleva dargli prova di quanto
quella loro relazione fosse nociva per lui.
«Scherzi?! Non ho intenzione di farlo, affatto. Mi riderebbe
in faccia, e non voglio altre prese per il culo da parte sua»
gli urla in faccia Kurama e il bruno comprende di essere una frana nel
consolare e consigliare la gente. Posa la tazzina sul tavolo e sospira
sconsolato.
«Ohi, calma- piano con le parole! Insomma... Allora, se non
siete niente come dici, perché sei triste?»
ritenta.
«Io non sono triste!» ma ottiene un altro urlo
feroce.
Norihito dopo questo abbassa subito gli occhi verso la tazza di
caffè che gli è davanti e inizia ad osservarla
assorto, immerso in chissà quali pensieri. Poi prende il
cucchiaino in mano, e con quello comincia a disegnare nella bevanda
cerchi immaginari, mentre nuvolette di vapore convergono verso l'alto.
Chissà con chi è Minamisawa in quel momento...
Forse con una bella ragazza che, senza dubbio, ha attributi che lui non
potrà mai avere. Oppure con un ragazzo anche più
alto di lui, che lo stringe fra le sue possenti braccia, e lo fa
sentire più al sicuro e al caldo di quanto possano fare
quelle di Kurama, piccole ed esili. O, ancora, con un ragazzo
mingherlino come lui, solo che molto più carino e
probabilmente con un carattere migliore. Magari qualcuno che non finga
che non gli importi nulla, qualcuno che non gli dica di odiarlo quando
in realtà prova tutto l'opposto. Kurama si morde il labbro
inferiore. Sente le guance che gli stanno andando a fuoco, e si
maledice più e più volte mentalmente ogni attimo
che si accorge quanto sia fissato con Atsushi, nonostante,
ufficialmente, non siano un bel niente.
«Kurama? Andiamo!» è uno sguardo
scettico quello che rivolge Hamano all'amico. Non sa come dirglielo,
non sa come spiegargli che ogni gesto che compie è segno di
un'incredibile tristezza, rabbia e delusione che tiene dentro
sé da chissà quanto.
«Oh, okay, va bene! Io... Io sono innamorato di lui, okay? Ma
non so perché, non lo capisco. Credo di essere un
masochista.»
«Gliel'hai mai detto?»
«Eh?!»
«Gli hai mai detto che lo ami?»
«Beh... No.» Norihito abbassa nuovamente lo sguardo
su quel che è diventato ormai un oggetto d'interesse.
Effettivamente, mettendola su questa prospettiva lui ha sempre evitato
di mostrare i suoi veri sentimenti a Minamisawa. E, a dire il vero, ha
negato lui stesso più volte di non formare una coppia con
lui. Forse è perché lo spaventava l'idea, forse
è perché avrebbe finito per distruggere il loro
già di per sé fragile rapporto così. O
forse è perché non è mai riuscito a
credere realmente alle parole dell'altro, dopo quello che è
successo alle medie. Ogni "ti amo" di Atsushi appariva come una mera
illusione: Kurama ci credeva un attimo e poi puff, si rendeva
conto di essere stato preso in giro.
«Dovresti provare, dovresti provare a dirglielo.»
«Lui non mi ama... Insomma, la nostra è una
situazione strana, immagino di piacergli solo fisicamente. Sono il suo
passatempo quando non ha di meglio da fare...» e a quel punto
stringe i denti. Hamano abbassa lo sguardo, afflitto. Ancora una volta
ha fatto tutto il contrario di quel che erano le sue iniziali
intenzioni. Eppure non vuole rinunciarci, non è andato dal
suo migliore amico solo per vederlo piangere insensatamente e finire
con il rivelare per l'ennesima volta la sua incapacità
nell'aiutarlo.
«E a te va bene che continui così?! Okay, ho
capito che sei innamorato pazzo, ma non vale la pena di trasformarti,
come dici tu, in un masochista. Che ti costa dirgli che lo
am--»
«POTREI DISTRUGGERE TUTTO!»
E se questo è
l'unico modo che ho per stare con Minamisawa potrei accettarlo,
sta per dire, ma un groppo alla gola gli impedisce di continuare, e con
tutta la sua forza trattiene le lacrime che gli si sono appostate sotto
gli occhi e che premono per mostrarsi al mondo esterno. Si rende conto
solo in quel momento di aver gridato come un idiota, e si pente subito
del suo gesto avventato.
Il silenzio riempie la stanza, e Kurama guarda Hamano per pochi
secondi, prima di accorgersi di non riuscire a sostenere il suo sguardo
tanta è la vergogna.
Che stupido.
«No, Kurama, no. Due persone che si vergognano di amarsi non
dovrebbero stare assieme. Non hai motivo di nascondere quel che provi
verso Minamisawa, che questo comporti la fine del vostro rapporto o no
– anzi: se questo comporta la fine del vostro rapporto vuol
dire che non ti meritava. Mentre lui, se davvero tiene a te, sono certo
che si pentirà di tutto quel che ha fatto, e sono sicuro che
questo rapporto in bilico diventerà finalmente stabile e
tranquillo. Dovreste scegliere: voi due oppure continuare a salvare le apparenze?
Volete continuare a fingere che così vada bene nonostante
sia tutto il contrario?»
∞- —
È una
delle situazioni più imbarazzanti in cui sia mai incappato,
e ben presto si ritrova a maledire Hamano per averlo obbligato a fare
quello, e se stesso per aver accettato. Innanzitutto, le cose sono
cominciate malissimo: essere trovato appisolato davanti alla casa di
qualcuno non è il massimo. E considerando che è
arrivato nell'appartamento di Minamisawa alle nove, l'ha trovato vuoto,
si è seduto a terra ad aspettarlo e si è
addormentato circa alle dieci, chissà cosa hanno pensato di
lui il via vai di condomini del viola.
Atsushi, ovviamente, ora davanti a lui, forse per indole o forse per
stanchezza, non fa nulla per metterlo a suo agio e confortarlo. Anzi,
gli mette più pressione e agitazione di quanto non ne abbia
già addosso, continuando a richiedergli di sbrigarsi a dire
quel che deve perché "ho di meglio da fare, tipo dormire."
Entrando a casa del viola – è stato sconvolgente
per lui essere stato accolto lì dentro senza dir nulla
– si è messo a fissare l'arredamento, trovando un
accostamento di colori e forme perfetto che, del resto, non ci si
potrebbe aspettare da altri se non che dal suo "amico" delle medie.
Atsushi nota la sua faccia meravigliata e sorride compiaciuto e
orgoglioso, poi lo scorta in salotto.
«Allora? Che hai da dirmi?» Insiste ancora
Minamisawa, per poi, con nonchalance e incuranza, lasciarsi cadere sul
divano. Si sdraia lateralmente, con il busto rialzato grazie alla mano
che gli sorregge il viso. Hayami deglutisce.
«O-Okay, allora. Io e Hamano lo sappiamo. I-Insomma, sappiamo
della vostra strana situazione e...» inizio pessimo.
«E...? E cosa? Illuminami.» Un sorriso strafottente
si dipinge sulle labbra di Atsushi, quasi che la situazione lo diverta.
Hayami si sente in suggestione.
«E...» forse, anziché dormire, avrebbe
potuto elaborare un discorso più o meno decente. Dannazione,
lo sapeva che sarebbe finita così! Sapeva che avrebbe
mandato tutto a rotoli! «E... E basta!»
Tsurumasa non comprende come sia riuscito a urlare, e si pente subito
dell'azione, specie perché in dieci minuti non ha detto
nulla di più logico di qualche borbottio.
«Uhm... Fingerò di aver capito qualcosa del tuo
discorso, 'kay?»
«Basta» ripete ancora Hayami, conscio di non essere
stato molto comprensibile prima. «Devi smetterla...
C-Cioè, se tieni a lui, devi smetterla di comportarti
così.» Questa volta Hayami si riempie il petto
d'aria, orgoglioso. È riuscito a dirlo!
«Così come?»
... Ma a quanto pare, l'essere riuscito a esprimersi per bene non
è bastato: Atsushi è testardo e oltre che ad
illustrargli il motivo per cui è lì deve anche
convincerlo che è nel torto, e che deve cambiare al
più presto atteggiamento se ama Kurama. Insomma, se Hamano
gli avesse chiesto di fare il viaggio del mondo in una settimana e
senza l'ausilio di mezzi oltre che ai suoi piedi, sarebbe stato tutto
più semplice.
Il castano fa una breve pausa di silenzio, spazientito, cercando di
pensare a qualcosa per controbattere, ma non sa come tener testa alle
provocazioni di Atsushi. Tsurumasa, del resto, non è come
Kurama e al contrario di quest'ultimo detesta litigare, tutto quel che
vuole è solo tentare di sistemare le cose.
«Così... Lo sai come! Kurama soffre per tutto
questo.»
«Perché dovrebbe? A lui mica importa. Se pensi che
la colpa sia mia, sta’ certo che non avrei mai fatto nulla se
lui non mi avesse confermato più di una volta di non amarmi.
Se davvero vuole una relazione con me, basta chiederlo» e a
quel punto sembra che la conversazione sia chiusa.
A Hayami sta per esplodere la testa. Questa è una delle
situazioni più strane che gli sia capitata davanti: non
esiste coppia più bizzarra, ne è certo. Norihito
che lo ama ma che finge che non sia così, e Atsushi che lo
ama, ma non vuole convincersene.
E Hayami si chiede il perché, fra i due, a lui sia toccato
proprio Minamisawa. Vorrebbe dire al viola quanto sia stronzo,
ricordarglielo sebbene sia certo che quest'ultimo si sia ritrovato
più volte nel corso della sua vita a confronto con questa
parola – molte, moltissime volte. Al tempo stesso
però, conosce Atsushi da un bel po' di anni, e quindi
può personalmente confermare che "stronzo" non è
l'unico aggettivo con cui lo si può definire; e sebbene non
siano mai andati particolarmente d'accordo – non era il tipo
di amicizie che gli garbavano – sa bene che tutto quello non
è che una maschera per non mostrare i propri sentimenti.
Atsushi è alla continua ricerca di un'identità
che non sia la sua, ed è pronto a tutto, anche a offuscare i
sani principi in cui qualcuno con un minimo di cervello dovrebbe
credere, pur di non ammettere che dentro di lui, annidato tra il suo
essere, c'è qualcosa di buono; umile e umano. Qualcosa che
non è solito né abituato a mostrare agli altri, e
che, non sa per quale motivo, lo fa vergognare.
«Sai benissimo che non è così. Lui ti
ama.»
«Allora che lo ammetta davanti a me.»
«Oh, andiamo, per ripicca quindi gli fai questo?! »
Ohi, ohi, Hayami, che
succede? Da dove viene questo tuo lato sfacciato?
«No! Non sono un idiota! È che...»
«Hai paura dei tuoi sentimenti. Hai paura della persona che
c'è in fondo a te e che cerchi da una vita intera di
scacciare via, perché l'unica cosa che ti importa
– o almeno, che credi che ti importi – sei tu
stesso, un montato egoista. Hai paura che quel sentimento che provi
diventi troppo forte e ingestibile, e a te sono sempre piaciute le cose
non troppo complicate e da cui puoi ricavare senza alcun impegno
situazioni a te favorevoli. Una relazione seria comporterebbe
tantissimi rischi e tantissimi doveri, tu lo sai. E, al tempo stesso,
approfitti del fatto che Kurama non ti abbia mai rivelato i suoi veri
sentimenti per dire ancora in giro che non sia il tuo fidanzato,
cercando di convincerti che non provi nulla per lui. Beh, sai una cosa?
Dovresti scegliere. Vuoi davvero continuare a salvare le apparenze? Ti
importa così tanto della tua schiera enorme di amici ricchi
e famosi quanto stupidi?»
Minamisawa sta per aprire la bocca, ma resta stupito nell'accorgersi
ben presto di non sapere come controbattere. Sotto lo sguardo sconvolto
di entrambi, Tsurumasa ha detto tutto quel che c'era da dire.
∞- —
Sono passati vari
giorni, e Kurama non ha avuto il coraggio di fare quel che aveva
promesso ad Hamano. Ha più volte preso il telefono fra le
mani, e si è limitato ad osservarne i tasti, i numeri
bianchi incisi sullo sfondo nero, mettendo da parte la forza per
chiamare Minamisawa.
Atsushi ha trascorso la medesima routine di sempre, solo che, a
differenza dell'azzurro, il telefono non l'ha neanche toccato.
Hamano ha scoperto che se ci mette impegno riesce a consolare le
persone, e che sa essere un bravo amico; ed è fiero di se
stesso per essere riuscito a consigliare Kurama, ignaro che
quest'ultimo non abbia, nel corso di una settimana, fatto nulla di quel
che gli aveva promesso.
Hayami non ha mai raccontato al suo ragazzo, Hamano, com'è
riuscito a urlare in faccia a Minamisawa. Non l'ha trovato necessario,
ma da quel giorno si sente più coraggioso e ha
più fiducia in sé... Più o meno.
°°°
Sono passati
altri giorni e Kurama, sotto lo sguardo di un Hamano eccitato che gli
ha chiesto "com'è andata?" ha detto all'amico di non essere
riuscito a chiamare Atsushi. Norihito ha visto il sorriso di Kaiji
spegnersi, evidentemente deluso. Hamano ha constatato, per l'ennesima
volta, di essere un pessimo amico, e di essersi solo illuso per qualche
attimo di essere riuscito ad aiutare Kurama, quando in
realtà non ha concluso nulla.
Tsurumasa ha ricevuto la notizia dal suo ragazzo, scoprendo che le sue
urla, le sue parole, il suo impegno e la rabbia che aveva rivolto a
Minamisawa, nel salotto di quest'ultimo si erano solo apprestate a
uscire dalla finestra e andar via col vento.
Per finire in bene, Atsushi ha preso il telefono in mano per la prima
volta, per un secondo. Poi si è ricordato di avere un
appuntamento con i suoi amici ed è andato via.
°°°
I giorni
continuano a passare e Kurama si è arreso. Non ha
più provato a chiamare Minamisawa, e ha rinunciato all'idea
che questo decidesse di chiamarlo o si facesse anche semplicemente
sentire.
Hamano e Hayami hanno constato di essere una coppia fortunata, e che,
purtroppo, non possono più far nulla per i loro amici -
tutto si è distrutto, e forse proprio a causa loro e dei
loro buoni propositi.
Minamisawa ha preso una decisione.
∞- —
È la
medesima situazione che gli si ripresenta. Kurama, ormai privo di
speranze, apre la porta a cui hanno appena bussato. Sa che
incontrerà i sorrisi finti dei due suoi migliori amici, che
fingeranno di avere la felicità che non hanno a causa sua, e
che a causa sua mai avranno. Ha cercato di spiegarglielo più
volte, che non avrebbe fatto nulla per contattare Minamisawa, e che non
dovevano star male per questo. Insomma, lo sapeva che sarebbe finita
così, tanto, non dovevano più preoccuparsi per
lui.
«Norihito.»
Ma è un volto diverso quello che compare. È un
bel ragazzo: alto, slanciato, dal taglio degli occhi affascinante e dai
capelli viola che gli ricadono elegantemente sull'occhio sinistro.
«Atsushi...»
Le labbra di Minamisawa prendono una piega all'insù, e senza
rendersene conto, Kurama gli sorride di rimando. Non sa
perché lo fa: lui lo odia. Forse è un sorriso di
rinuncia, un sorriso triste, perché sa cosa sta per
accadere. Sa che coglierà l'occasione per parlargli, e
finalmente seguire il consiglio dell'amico, Hamano, dichiarandosi. Come
sa quel che seguirà dopo: la fine di un rapporto che,
realmente, non è mai esistito.
Quel che invece non sa, è che Atsushi non è
venuto lì perché non ha di meglio da fare e
perché quindi ha bisogno di qualcuno che lo intrattenga.
Quel che non sa è che il viola è lì
perché Hayami, ormai tre settimane fa, gli ha parlato e lo
ha fatto ragionare, gli ha fatto capire che ama Kurama e che deve
sistemare le cose con lui. Atsushi teme che l'azzurro con tutte le
probabilità del mondo lo rifiuti, ma pensa che ormai valga
la pena tentare.
«Atsushi, c'è una cosa che ti devo da molto
tempo.»
«Anch'io.»
Ti
amo
Blaterazioni:: Eccoci alla fine! Grazie
mille a chi ha seguito e recensito questa stroriella. Mi dispiace per
chi ha pensato che fosse una long, sebbene io avessi ribadito
più volte la sua primordiale natura di oneshot in seguito
divisa in due parti D:
Devo ammettere che i personaggi su cui ho scritto non li conosco molto
bene, e ho anche osato un po' - sopratutto con la caratterizzazione di
Kurama e Hayami - quindi se ritenete che sia necessario l'avvertimento
OOC, fatemelo sapere che provvederò a inserirlo al
più presto. Nonostante questo, spero comunque che vi sia
piaciuta!
Credo che sia la mia fanfic di addio al fandom - come autore, non come
recensore. Purtroppo sono passati taaanti anni (tre lol) da quando ho
visto la serie di IE, e la mia memoria e i ricordi su ogni personaggio
inizia a scarseggiare, di conseguenza anche l'ispirazione per scrivere
su di loro. Difatti, quelle che ho pubblicato in questo periodo non
sono che fanfic che avevo già pronte da più di un
anno. Esattamente, è un anno che non scrivo su Inazuma,
quindi non so se riuscirò a ricominciare a farlo. Spero
vivamente di sì, ma per un periodo purtroppo in questa
sezione rimarrò quasi sicuramente inattiva come autrice TwT
Dopo avervi annoiato con cose che davvero non interessavano a nessuno -
ma a me piace anche solo fingere di convincermi del contrario -, vi
saluto!
-
Eeureka
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