Dictionary — Cosa dire, quando dirlo e quando è meglio di no

di Ibber
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Iniziazione ***
Capitolo 2: *** Avviticchiare ***
Capitolo 3: *** Avulso ***
Capitolo 4: *** Glauco ***
Capitolo 5: *** EXTRA n°1 - Le Alte Sfere ***
Capitolo 6: *** Litote ***
Capitolo 7: *** Coercitivo&Draconiano ***
Capitolo 8: *** Incipiente ***
Capitolo 9: *** Bolso ***
Capitolo 10: *** EXTRA n°2 - Prima Punizione ***
Capitolo 11: *** Adamitico ***
Capitolo 12: *** Lapalissiano ***
Capitolo 13: *** Inveterato ***
Capitolo 14: *** Recrudescenza ***
Capitolo 15: *** EXTRA n°3 — Il Falco Ubriaco ***



Capitolo 1
*** Iniziazione ***


Questa è l'apoteosi dell'espressione della mia idiozia -lo so che lo dico sempre, ma mi supero ogni volta. E non lo sto dicendo in senso positivo.
...allora. Non è AU *le cedono le gambe* perché voglio provare a trattare Sasuke e Naruto nel loro mondo, per una volta, perché gli voglio bene così, toh.
Oltre al fatto che mi venivano in mente battute con Rasengan e Chidori che non sarebbero risultate altrettanto efficaci se avessi spacciato le tecniche per qualcos'altro. Quindi temo saranno abbastanza OOC, per la comicità quanto meno. *comincia a strisciare via*
► Non ho inserito Dopo la serie perché significherebbe dopo il capitolo 700, che per me non esiste (ne va della mia sanità mentale, ok?), quindi è un po' twt (time? what time?) dopo l'anno di Sasuke in viaggio intorno al mondo. Non c'è mai stato quel gesto sulla fronte spaziale di Sakura né la discutibile progenie che è la personificazione del SasuNaru trasmesso ai figli tanto perché het fa più comodo di tant'ovvio shonen'ai. 
Scusate la sbandata. Dicevo.
► È scema. E arancione con l'avvertimento lime, ma non aspettatevi sconcerie che non siano solo accennate e lasciate intuire, lo sapete che vado ancora in combustione sennò. E po
i perché esistono le parolacce e se messe nel punto giusto mi fanno ridere quinddevo metterle. 
► Le parole andranno in ordine sparso, non necessariamente devono seguire l'alfabeto. A proposito, se avete parole strane e poco usate da suggerire ben venga, sono accolte. XD
► La lunghezza dei capitoli varia. Non aspettatevi sfilze di oneshot perché non è detto, né flashfic (tipo questa solo brevemente introduttiva) o drabble. Tutto dipende dalla parola, dal contesto in cui mi viene d'inserirla e blablabla. 
Tr
a questo e l'altro capitolo sarà implicito che Sasuke spieghi a Naruto le sue motivazioni, che comunque è un passaggio che verrà accennato. Non l'ho scritto qui perché volevo renderla esattamente in questo modo: Sasuke vuole, Naruto esegue senza possibilità di replica (Naruto comunque non è che un bifolco ignorante ovviamente, è Sasuke che esagera. ewé)
Detto ciò, vi auguro una buona lettura e spero che non abbiate bisogno del bicarbonato una volta finita. 
Alla prossima! ^^




Se c'è una cosa che la Volontà del Fuoco ha mancato di esplicare nel suo lascito, è la maledizione della Foglia, eternamente asservita al preludio di catastrofi vaghe e guerre sempre pronte dietro le enormi porte d'ingresso del villaggio.
Tutto è cominciato quando Sasuke si è reso orrendamente conto che Naruto non persevera d'ignoranza solo in quanto ninja -benché con gli anni, lo riconosce, sia migliorato considerevolmente-, ma anche per ciò che concerne il lessico. Solo il suo povero defunto nii-san sa quali aberranti forme d'espressione che utilizza quel dattebacoso è stato costretto a sentire; lo spaventevole perimetro che circoscrive Naruto in una piccolissima bolla d'inconsapevole limitatezza linguistica. 
Oh, ma ci avrebbe pensato lui, a correggere la condotta verbale di quell'impenitente.
Ecco perché lo ha raggiunto ad un invidiabile passo di carica, meno furioso dei tempi in cui prometteva morte a Itachi e più deciso di quando non aveva seguito Orochimaru al più discutibile degli inviti. 
Naruto è esattamente dove s'immaginava che fosse: seduto su uno dei pochi sgabelli al minuto bancone del modesto Ichiraku, stravaccato su suddetta mobilia con il viso appiccicato al piatto, sbraitante e molesto nel suo risucchiare rumorosamente i tagliolini. Poi Sasuke gli lascia cadere sulla nuca esposta, con una scarsa propensione alla gentilezza, il pesante tomo che ha portato con sé; si sente un pluff, Naruto latra come un cane in agonia e solo allora il moro si rende conto di averlo affondato con la faccia nel ramen. 
Facendo attenzione a non sporcarsi lo afferra per lo collottola e lo rimette diritto. Quello sputacchia brodo e pesce senza riserve di colpi, poi si volta a fissarlo; i capelli che prima ricadevano sulla fronte ora stanno all'insù, sparati verso l'alto come se avesse preso la scossa, mentre il viso è una massa gocciolante marroncina che trasuda confusione e rabbia da ogni poro non ostruito dalla pietanza.
«Come hai fatto a trovarmi?» 
Come se non fosse ovvio saperlo da Teuchi a mezzodì. Sasuke lo ignora e sbatte il volume, stavolta sul bancone, con un tonfo che fa rizzare anche i pochi ciuffi superstiti dell'amico.
«Ma che diavolo...» sta per domandare in un fil di voce quando capisce si tratti di un dizionario pieno di sottolineature e note ai bordi, ma Sasuke non è lì perché in vena di chiacchiere né per uccidere qualcuno — altrimenti lo avrebbe lasciato affogare come un cretino nel ramen, no? — ma per rendere nota e dunque imporre la propria volontà.
La bocca si schiude sotto la voce altera pronta ad imperare.
«Ti do una settimana a partire da ora per imparare tutte le parole cerchiate in rosso. Obiezioni?»
«Beh veramente-»
«Tienitele per te.»
Naruto sbarra gli occhi orripilato e come folgorato inizia a sfogliare le pagine del libro, notando con raccapriccio crescente l'inquietante tonalità rossastra che non ha smesso un solo istante di sfrecciargli sotto gli occhi. Per un momento avrebbe detto fosse sangue, magari il suo o chissà, non era da escludere che Sasuke andasse in giro ad ammazzare la gente con lo spigolo acuminato di quel blocco di marmo.
«Sasuke ma sei impa...ah?»
Non ha avuto nemmeno il tempo di chiedergli spiegazioni.
Quando si volta dove prima stava l'altro, il moro non c'è più.
Sulla strada verso casa, Sasuke pensa distrattamente che forse è un bene che Naruto non si sia accorto del lato della bocca che aveva volutamente accompagnato verso l'alto.
 
 

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Capitolo 2
*** Avviticchiare ***


«Insisto nel dire che tutto questo non ha senso.»
Naruto se ne sta seduto a gambe larghe sul piccolo tavolo della sua cucina, la bocca pesantemente storta verso il basso e gli occhi strizzati.
Davanti a lui, a braccia incrociate, Sasuke lo fissa col mento all'insù e un cipiglio severo talmente concentrato che gli fa aggrottare la fronte.
«Leggi» impera altero come il più ligio dei professori, lanciandogli solo un'occhiata eloquente, senza muovere un muscolo.
Il jinchuuriki gli fa il verso borbottando, suo malgrado sfogliando il corposo volume che tiene tra le mani come fosse uno sciagurato girino vivisezionato.
Gli occhi cerulei corrono da una pagina all'altra della lettera A, cercando il primo ovale carminio.
«Artatamente?» legge ad alta voce con una smorfia, come se quella parola fosse stato costretto a mangiarla e gli avesse fatto schifo.
Ignora stoicamente l'occhiataccia che Sasuke gli sta lanciando dall'alto del suo Olimpo Sprezzante, passando al setaccio gli altri vocaboli; all'ennesimo, lo sguardo gli si sgrana allucinato e non fa neppure finta di non star fissando l'Uchiha come fosse pazzo.
«Ma fai sul serio? Ammazzasette?» denota quasi scoppiando a ridere. «Vuoi vedere che te la sei inventata per esprimere il tuo odio verso il Team?»
«Naruto» ringhia Sasuke, sottintendendo una minaccia.
«Che c'è? Sto leggendo, non vedi?» ride sotto i baffi, cercando di risultare il più innocente possibile.
Lo sguardo da mastino infernale di Sasuke e la sinistra aura violacea intorno al moro — che forse adduce a tutto il proprio autocontrollo per non scoccargli una freccia in mezzo alla fronte col Susan'oo —  lo induce a pensare che, molto probabilmente, non è riuscito nell'impresa. 
«Senti un po' questa» riprende subito dopo, attratto da una parola stranamente non segnata, masticandone la pronuncia. «Avviticchiare
«Ti do un indizio» lo deride Sasuke, soprassedendo sull'iniziativa dell'altro. «Non c'entra con l'avvitare.»
Naruto lo fulmina indispettito da quella provocazione.
«Se sei tanto intelligente, perché non me lo dici tu?!»  
A quel punto vede Sasuke irrigidirsi e comincia a considerarsi spacciato sotto lo sguardo da omicida seriale dell'ex nukenin di classe S — meglio essere consapevoli del grado mortale del tuo nemico quando sta per piombarti addosso in tutta la sua furia —, ma poi l'Uchiha tira un sospiro esasperato e con quello pare sbollire tutta la sete di sangue, avanzando verso di lui.
«Usuratonkachi» lo tira leggermente dal polso per farlo scendere dal tavolo, quando gli è difronte, e con una leggera spinta lo fa girare dall'altra parte. 
Naruto sta per domandargli che intenzioni abbia e suggerirgli quanto disonorevole sia per un ninja d'élite colpire l'avversario alle spalle, ma poi le braccia di Sasuke scivolano lentamente sotto le sue e lo avvolgono per i fianchi, facendo aderire la sua schiena contro il petto.
Il dizionario gli scivola di mano.
«Significa questo
Le guance della forza portante si accendono come micce e il calore vi divampa improvviso come lo scoppio di un fuoco d'artificio.
«Sa-Sasuke?!» boccheggia senza voce quando l'altro appoggia il mento sulla sua spalla. «Che stai facendo?»
Le braccia del ragazzo si fanno allora molli fino ad allentare del tutto la presa sulla sua vita, spostandosi quel tanto che basti per permettere a Naruto di voltarsi e guardarlo negli occhi.
Sasuke ha quel suo spiacevolissimo sopracciglio arcuato che evidenzia lo sdegno per la sua ignoranza e il ghigno saturo d'arroganza che non nega un sottile divertimento per la reazione del biondo al suo gesto inaspettato.
Dura un attimo, poi torna il composto insegnante dall'indole di scherno. 
«Anziché fare constatazioni cretine su una parola che non conosci, leggi cosa c'è scritto nell'illustrazione» pizzico sulla guancia congestionata di Naruto. «Dobe.»
Svanisce in una nuvola di fumo prima che all'Uzumaki venga la malsana idea d'ingaggiare con lui uno scontro in quartiere più che abitato.

 Sul pavimento, la pagina ancora aperta.



Avviticchiare:
Cingere intorno con movimento avvolgente.
Es. Due innamorati se ne stanno sempre avviticchiati l'uno contro l'altro.





 

► ARTATAMENTE: avverbio Con inganno, con astuzia, in modo artificioso. Quando qualcuno vuole farci fessi, ma in modo molto subdolo, furbissimo. 
► AMMAZZASETTE: spaccone; smargiasso.
Per qualsiasi chiarimento, domandate pure.
Un bacio, alla prossima! ^^

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Capitolo 3
*** Avulso ***


Sasuke si agita sullo sgabello, poggia e toglie i gomiti dal bancone a intermittenza e ad ogni nuovo cliente si volta a chiedergli educatamente l'ora.
Naruto lo guarda e gli sembra così visibilmente fuori posto che quasi si sente in colpa ad averlo trascinato lì — quasi, perché il conto lo paga Sasuke.
Più lo guarda e più sente quel termine premergli sulla punta della lingua per essere espresso. Naruto non è nemmeno sicuro che sia giusto, se ci riflette, ma è la prima parola che gli è venuta in mente ed è sicuro che l'amico non potrà non rimanerne colpito!
Dà un colpo di tosse bello tosto per attirarne l'attenzione, deciso a far sfoggio della sua conoscenza acquisita; quando il compagno gli pianta addosso uno sguardo irritato e perplesso insieme, tutto impettito esordisce.
«Sei proprio adulfo col ramen.»
Sasuke sbatte le palpebre due volte, per nulla impressionato, sbriciolando le sue convinzioni. 
«Potrei persino trovarlo un tentativo commovente» dice poi inespressivo, sollevando la mano per chiedere il conto. 
Naruto spalanca la bocca, sconvolto.
«Che?!» sbraita, afferrando l'amico per le spalle fino a shakerarlo come un Margarita. 
«Un- tentativo?!» bercia oltraggiato, continuando a urlare anche seguendo Sasuke fuori dal chiosco.
«Sempre a pedinarmi, usuratonkachi?» mormora tra sé il corvino, approfittando di essere più avanti del biondo per non essere sentito. Naruto, infatti, continua a ricoprire i passi lasciati da Sasuke con i suoi come fosse naturale, agitando il pugno in aria e sbuffando fumo dalle narici.
«Sei un bastardo!» lo accusa. «Che ti costa farmi un apprezzamento?» 
Sasuke si ferma di colpo e sta per prenderlo a pugni anche in mezzo alla strada pur di farlo stare zitto, ma allo sguardo offeso del biondo che si ritrova davanti inghiotte ogni replica e si limita ad una blanda correzione.
«Si dice avulso, dobe» poi, come se non fosse abbastanza, «E sì, testa quadra. Sono avulso al ramen.»  
Ghignando soddisfatto per essere riuscito a piantarlo lì, con gli occhi spalancati dalla pugnalata di rivelazione, riprende il passo verso casa.
Ovviamente il suo personalissimo stalker si è ridestato l'attimo seguente.
Dopotutto lui e Naruto c'entrano tutto, l'uno con l'altro.






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Capitolo 4
*** Glauco ***


«Non puoi essere serio.» 
«Ti sembro uno che sa scherzare?» 
Naruto apre la bocca e sta per dire sì, ma poi ci pensa giusto un attimo e quello dopo scuote vigorosamente la testa per dire no.
«Appunto.»
«Ma perché proprio Ino?»
«Se lei non ti piace hai l'intero clan Yamanaka a disposizione.» 
«Non c'è un altro modo proprio, invece?» 
«Certo, ti metti tu a cercare un ulivo a Konoha? Magari lo pianti anche.»
«Davvero po-» 
«Ma se nemmeno sai che aspetto ha un ulivo, cretino! Concentrati!» 
«Non avrò mai più il coraggio di guardarla in faccia...» 
«Dopo oggi non credo che avrai poi tutta questa voglia di farlo comunque.» 
«Te l'ho già detto che non mi sei simpatico per niente?»
Sasuke rotea teatralmente gli occhi al cielo, provocando un sommesso fruscio di foglie per spostarsi dietro Naruto.
«Che stai-» 
«Piantala di perdere tempo e vai da Ino!» sussurra animatamente, spingendolo in avanti.
Il jinchuuriki sbuca così fuori da un cespuglio lì accanto, paralizzato ad occhi sgranati; rilascia il fiato solo dopo essere certo di non essere stato visto da nessuno.
Sta per voltarsi e strappare uno ad uno i capelli di quello psicopatico del suo migliore amico tirandoselo appresso, quando quello lo precede con uno psst e un gesto della mano per attirarlo.
«Naruto!» bisbiglia.
«Che diavolo vuoi?» risponde quello con lo stesso tono, fissandolo risentito; Sasuke storce la bocca nel tipico ghigno malandrino, affilando lo sguardo nero.
«Ti raccomando di guardarle solo gli occhi.» 
L'Uzumaki impiega circa cinque secondi a capire e diventare rosso come i capelli di sua madre.
«Per chi mi hai preso?!» 
Una linea sottilissima di bianco esordisce fra le labbra dell'Uchiha, e Naruto è sicuro di non avercela mai avuta tanto con lui.
Non gli chiederò mai più niente che si trovi su quello schifosissimo dizionario. Piuttosto chiedo a Sai di prestarmi i suoi colori.
Se non altro adesso — cioè dopo aver fissato Ino negli occhi ai limiti del maniacale, che l'ha pure colpito con una cinquina non da poco per suddetto sguardo deviato — sa che glauco è una tonalità sull'acquamarina e non un disturbo gastrico — come aveva intelligentemente supposto lui. Perché poi è arrivato Sasuke e Naruto non sa tutt'ora spiegarsi come abbia fatto a lasciarsi convincere — imporre — una cosa del genere.
«Sarai contento, spero!» borbotta lamentoso una volta tornato all'interno del loro cespuglio, massaggiandosi la guancia offesa. 
Sasuke, difronte a lui, braccia incrociate e fronte corrugata, osserva speculativo il danno provocato dall'amica dell'Haruno.
«In effetti non immaginavo che Ino potesse colpire così forte» ammette pensoso, toccandosi il mento. Come se il punto della questione fosse quello.
«Bastardo, non sono la tua cavia!» ringhia Naruto, allugando le mani nel tentativo di afferrare il collo di Sasuke, che senza il minimo sforzo lo tiene lontano da sé premendogli semplicemente la mano sulla guancia.
Quella lesa, per intederci; Naruto si stacca e urla senza neanche preoccuparsi delle reazioni dei passanti — che sarà mai un cespuglio che grida di dolore alla luce del sole?
«Tu dici?» mormora irrisorio l'altro, ghignando sadico alla vista del compagno sofferente e ignaro del suo commento. Gli avrebbe regalato qualcosa di glauco, tanto per ricordargli a vita quel momento.
Tra un lamento e l'altro, Naruto capta la malvagità che prospetta sciagura negli occhi scuri di Sasuke puntati su di lui.

Fottuto manipolatore psicotico.




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Capitolo 5
*** EXTRA n°1 - Le Alte Sfere ***


Sasuke ha sempre avuto un'ottima predisposizione intuitiva riguardo una certa tipologia di eventi — della portata devastante di uno tsunami o un uragano Katrina, per rendere l'idea.
La convocazione del tutto inaspettata nell'ufficio dell'Hokage rientra nella serie di suddette calamità.
Fa schioccare una volta sola le nocche sul legno consunto della porta, entrando senza ricevere il consenso.
«Mi ha fatto chiamare» chiede monotono. «Hokage-sama?»
Dall'altro lato della scrivania posta difronte la grande finestra, il Rokudaime chiude gli occhi nella sua tipica smorfia di quando sta sorridendo, muovendo le dita di una mano come pizzicassero una corda per salutarlo.
«Sasuke, è tanto che non ci si vede!» fa allegro l'uomo, allargando le braccia in direzione di quello che era il suo pupillo. 
«Mai abbastanza...» sussurra l'Uchiha tra sé, guardando un punto indefinito del pavimento. Sta giusto sperando che l'incontro sia breve, quando l'altro gli si pone a fianco con aria palesemente propensa alla chiacchiera.
«Come stai? Ti vedo un po' sciupato. Dormi poco? O forse hai la ragazza?» suppone con tono cospiratorio, coprendosi la bocca — che è già coperta, eh — come se stesse confidando un segreto, esaltandosi alla sua stessa affermazione; Sasuke potrebbe anche tollerarlo, finché poi quello non si mette a sgomitare come uno schizofrenico patologicamente affetto da epilessia. «È lei che ti tiene sveglio? Eh? Oppure è un ragaz-» 
Un fulmine a ciel sereno, letteralmente, si schianta al suolo a poco più di un centimetro dalla testa dell'uomo.
«Taglia corto, Kakashi» sibila infastidito il discendente di Indra. «Se vuoi fare salotto con uno dei tuoi allievi ti conviene convocare Sakura o Naruto.» 
«Oh, Naruto!» fa il più grande come se si fosse appena ricordato dell'esistenza dell'altro ragazzo. Poi, di colpo, gli occhi di Obito si schiudono, assumendo un taglio sottile e serio come la voce dell'Hokage. «Quello di cui volevo parlarti riguarda proprio lui.» 
Sasuke corruga la fronte, confuso e solo-un-pocuccio-che-non-ammetterebbe-nemmeno-sotto-tortura allarmato dall'improvviso cambio di atteggiamento del suo vecchio sensei.
«Cosa riguarda Naruto?» domanda circospetto.
Un enorme plico di fogli si materializza improvvisamente sulla scrivania; alcuni finiscono in terra, altri svolazzano sulla testa di Sasuke.
«Sai cosa sono questi?» mormora serissimo il Sesto. 
Il ragazzo afferra un pezzo di carta e lo guarda attentamente, prima di decretare: «Sono rapporti di missioni.» 
L'Hatake annuisce soddisfatto, aggirando il mobile per mettersi a sedere.
«Sai anche di chi sono?»
A quel punto non ha molti dubbi. 
«Di Naruto.»
Altro cenno d'assenso. Kakashi poggia il viso sulle dita intrecciate, fissando intensamente Sasuke negli occhi. 
«Hai mai letto un rapporto di Naruto, Sasuke?» 
«Fammi indovinare: usa dattebayo al posto della punteggiatura» ghigna il corvino, immaginando la faccia oltraggiata del compagno se fosse stato presente e l'avesse sentito. 
L'Hokage però non ride né ha asseconda la sua battuta: sgrana gli occhi, chiaramente sorpreso da quella sua sparata, e Sasuke comincia a temere che le sue parole non siano poi così lontane dalla verità.
«Allora li hai letti!» conferma l'uomo dai capelli grigi, premendosi le mani sulle guance in evidente shock.
«Certo che non l'ho fatto!» urla Sasuke in risposta, senza sapere nemmeno lui perché — si è sentito in qualche modo accusato e, per un momento, complice della demenza cronica che affligge Naruto Uzumaki.
«Oh» soffia poi l'Hokage, portandosi una mano al cuore; Sasuke lo vede cercare qualcosa nel cassetto e tirare fuori un libricino, sfogliarlo rapidamente e prendere in altrettanto modo colore.
«Vuoi?» propone all'ex allievo, porgendoglielo. Quello scuote la testa.  
«Non leggo porno» e Kakashi torna a sentirsi mancare. 
«Dov'eravamo rimasti...» mormora tra sé l'Hokage dopo aver riposto il volumetto nella scrivania. «Oh, sì!» esulta poi, battendosi il pugno sul palmo. Dopodiché punta il dito verso Sasuke con un'energia tale da far sussultare quello che ai tempi considerava come il suo discepolo. 
«Devi occuparti della preparazione linguistica di Naruto.» 
«Che cosa?!» tuona l'Uchiha stringendo i pugni con le braccia rigide lungo i fianchi. «Sei diventato completamente pazzo?!» 
«Shhh!» lo ammonisce l'altro, sventolando la mano verso il basso per suggerirgli di calare i toni. «E poi come sei scortese Sas'ke-chan, proprio tu che dai del pazzo a qualcuno...» 
«Io me ne vado.» 
«NONONONONO!» 
Kakashi gli si getta letteralmente ai piedi, arpionandogli le gambe come se ne andasse della sua stessa vita — e venendo preso a calci per essere allontanato nel mentre.
«Ti prego Sasuke -ahi- non puoi -ahi- abbandonare il tuo migliore amico nel momento del -ahi!!!- bisogno!» 
Quello, dall'alto, lo fissa con occhi ardenti come braci. «Se sei tanto caritatevole, perché non ci pensi tu ad insegnare a quel caso senza speranza un po' di grammatica?!» 
«Ovvio» garantisce quello pratico scattando in piedi e spolverandosi la toga. «perché è come hai detto tu: un caso senza speranza. E poi io sono l'Hokage, gestisco uno stato, non una scuola elementare.» 
«E io sono un...» 
«Genin» tossisce il più grande. 
«...una persona impegnata con altre faccende per aggiungere anche quella testa quadra alla lista» ringhia infine, deciso più che mai a voltare i tacchi. 
Crede di aver avuto l'ultima parola, quando la voce piatta di Kakashi lo blocca con la mano sul pomello della porta.
«Dovrai aggiungerci un punto, alla tua lista» suggerisce calmo, guardandosi distrattamente le unghie. «O Naruto potrebbe venire a sapere quanto loquace sai essere con un bicchierino di troppo dopo una missione particolarmente sfiancante.» 
L'Uchiha, fermo nella sua posizione, si volta lentamente a fissarlo, gli occhi spiritati e i muscoli tesi fino allo spasmo.
«Non oseresti» intimida, ma risulta incerto persino a se stesso.
«Oh no, certo che no!» lo rassicura il Rokudaime, sorridendo benevolo. «Se tu mi aiuterai a togliermi questo sassolino dalla scarpa.» 
Sasuke lo guarda indecifrabile.
Non posso picchiarlo, considera mentalmente, è l'Hokage e il Concilio non aspetta altro che un pretesto per tagliarmi la testa.
A denti stretti, dichiara la sua condanna.
«Lo farò.» 
Gli schiamazzi entusiasti che seguono rimangono chiusi dentro l'ufficio dell'Hokage.
Dannato usuratonkachi, lo maledice tra sé, diretto a passo spedito all'Ichiraku. Prima però dovrà fare una piccola deviazione verso casa per prendere ciò che gli serve.
Non farmene pentire.





 

Quando commette l'errore di credere che oltre un certo limite l'idiozia non ci arrivi!
Ordunque siamo giunti alla tanto attesa motivazione — prima che qualcuno si lamenti riguardo il vero motivo che ha indotto Sasuke a prendersi l'ingrato compito sulle spalle, vi dico già da subito che questo capitolo è nato con lo scopo di essere l'inizio della Raccolta, per cui non ho avuto né l'ho ora intenzione di modificarlo in alcun modo. Poi, onestamente, ma che vi aspettavate? '-'
Tralasciando la mia polemica, toh. Kakashi che ha i mancamenti quando legge i rapporti scritti indecentemente di Naruto. E Sasuke che cede sotto ricatto (vedete che l'ha avuta pure lui, una batosta dall'abuso di potere?). C'è anche il capitoletto dedicato alla scena da cui Kakashi trae il suo asso nella manica, ma lo pubblicherò molto più avanti -sì, mi spiace ma attualmente si prospetta una Raccolta abbastanza lunga.
Grazie ancora a tutti, miei dolcissimi pancakes.
Un baciosssss! 

 

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Capitolo 6
*** Litote ***


«Lìtote» legge ad alta voce Naruto. 
«Litòte» corregge Sasuke dal divano.
L'Uzumaki si volta a guardarlo a occhi stretti.
Eccezionalmente, quel giorno si sono trovati a casa dell'ex-nukenin dopo che l'eroe della Foglia ha espresso la sua perplessità circa la comprensione di alcuni termini.
«Perché non mi aiuti anziché startene comodo?» borbotta con la bocca sporta, fissandolo truce; Sasuke se ne sta placidamente coricato sul sofà scuro che lo contiene appena, tanto che ha le gambe penzoloni da un bracciolo; tiene l'avambraccio destro sulla fronte e un libro nella mano sinistra, sospeso a pochi centimetri sul viso. 
«Perché sei tu che devi studiare» risponde quello con tono pratico, sfogliando un'altra pagina. 
Naruto torna ai suoi compiti, incassando indispettito la testa fra le spalle.
«Litòte» rilegge con la giusta pronuncia. «Figura retorica che consiste nell'attenuare formalmente l'espressione negando l'idea contraria.» 
«Complimenti dobe» si finge stupito l'Uchiha. «sai leggere
Il jinchuuriki deve tenere in considerazione, a denti stretti, di non aver ancora preso la giusta confidenza col braccio artificiale, e che perciò attaccare Sasuke in quel momento, con un anno di vantaggio, gli sarebbe solo che controproducente.
Oltretutto quella piccola definizione gli è rimasta in testa.
«Negando l'idea contraria...» pensa con un dito sul mento e lo sguardo al soffitto. Sta per chiedere a Sasuke un esempio, quando gliene balena uno in mente. 
Un sorriso malvagio che preannuncia una piccolissima vendetta.
«Neh, Sas'ke» lo chiama con voce ostentatamente innocente; l'amico emette solo un Mh? svogliato, indice che lo sta ascoltando. 
«Quindi se affermo che non mi sei simpatico sto solo dicendo gentilmente che per me sei uno stronzo» ghigna saputo. «Giusto?» 
Un forte tonfo — Sasuke che chiude di scatto il libro —, un sinistro scricchiolio — Sasuke che sta sfregando i denti —  e un fruscio sommesso — Sasuke che si sta alzando — smorzano la smorfia sorniona della forza portante, che rizza le orecchie come un animale che ha fiutato il pericolo. 
«Naruto...» ringhia l'Uchiha a bassa voce; si è levato in piedi, adesso, a capo chino con i capelli scuri che ricadono sul volto, le braccia morte lungo i fianchi. 
L'Uzumaki deglutisce, flettendo le gambe, in attesa.
Difatti poi l'altro, sollevando lo sguardo — l'occhio col Rinnegan scoperto —, con voce spaventosamente tetra suggerisce:
«Comincia a correre.» 

E Naruto, per una delle rarissime volte nella sua vita, gli dà ascolto.








Ho due "brutte" notizie per voi (meno di quanto sembri detto così ma shh, non uccidetemi il pathos!).
► La prima è che ho deciso di fermarmi per qualche giorno con queste pubblicazioni: scrivendo questa sesta flash (di cui non sono soddisfatta, per inciso, ma avevo bisogno di un modo per comunicarvi la mia decisione) ho notato quanto meccanico sia diventato per me scrivere e quasi pesante dover levigare il testo per non renderlo omologo a quelli passati -perché ho avuto la sensazione di essere ripetitiva e mi è venuta l'ansia. Direte "Ma se hai appena cominciato!" e appunto! Sono solo all'inizio e già ha preso questa piega! Faccio uso di un tema ricorrente che, alla lunga, ho il timore possa stancare, soprattutto con un aggiornamento al giorno. È come mangiare, a pranzo, cena e colazione sempre lo stesso tipo di piatto; si perde il senso del sapore e si smette di apprezzarlo, per non dire che poi dà la nausea. Inoltre è una questione che mi tocca a livello personale, poiché non voglio limitare le mie possibilità/capacità in sviluppo con un solo genere. 
► La seconda è che ho ultimato la lista delle parole -più quelle da voi suggerite- e tirando le somme ho appena considerato quanto davvero sarà lunga la Raccolta (sotto i 100, tranquilli!); il problema è che a Settembre comincerò gli esami e non potrò dedicarmi come ora agli aggiornamenti, di conseguenza la prima notizia incrementa la seconda, dal momento che non aggiornerò prima di sabato/domenica e agosto è ormai agli sgoccioli. Quest'ultima cosa l'ho scelta perché da giovedì sera partirò brevemente per Roma e tornerò in quell'arco di tempo. Magari il cambiamento mi stimola, chi lo sa. 
Posso dirvi solo che, se non con la Raccolta, potrei pubblicare qualcos'altro (non sono nel fandom di Naruto, però). 
Purtroppo sto passando davvero un brutto periodo (non riguardo lo scrivere) e non voglio influenzare negativamente la Raccolta. 
Riguardo la flash, ho solo un piccolo appunto: ho detto che Sasuke è un anno avanti rispetto a Naruto per quanto riguarda la riabilitazione col braccio artificiale perché, alla sua partenza, Sasuke ha già il braccio; Naruto no. Difatti lui stesso gli dice: "Tu sei ancora così", e dal momento che temporalmente non è stato specificato un tubo, mi sono presa questa libertà di licenza poetica -se qualcuno ne sapesse di più non esiti a correggermi. XD
Ringrazio tutti voi che seguite/leggete/recensite la Raccolta, non faccio promesse circa il prossimo aggiornamento ma dovrei pubblicarne almeno altri 2 entro la fine di agosto.
Scusate la serietà e le big notess, farò in modo di alleviare i toni con le prossime pubblicazioni. XD
Un baciosssss!

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Capitolo 7
*** Coercitivo&Draconiano ***


Naruto ha riscoperto un dolcissimo piacere nello scovare termini atavici e smessi, soprattutto se può ritorcerli contro l'Uchiha.
«Lo sai come si chiama l'atteggiamento che hai con me? Coercitivo!» 
Sasuke non lo guarda nemmeno quando parla con tono pratico, facendosi uccidere mentalmente da Naruto.
«Io avrei detto draconiano, ma non pretendo che la tua ciotola di ramen vuota che la gente si arrischia a definire mente vada oltre l'immagine di me che addestro draghi.»
Il jinchuuriki boccheggia scandalizzato. Sia perché Sasuke lo ha preso in contropiede con quella parola a lui totalmente estranea, sia perché ha davvero immaginato l'amico con un cappello alto e una frusta alla mano come il miglior addestratore di lucertoloni che si rispetti. 
Ma questo, davanti al sorriso già fin troppo trionfante di Sasuke, ovviamente non lo ammetterà mai.






È una mancata drabble. Dio non ha deciso di miracolarmi col dono della sintesi e mi ha fatto scrivere una quasi drabble, ma sono 135 parole che mammamia non ho mai messo meno di 200 patate in fila (what-). È scema, breve e semplice. E quindi che vi posso dire? Vi metto qua un piccolissimo glossario.
► COERCITIVO: gravemente limitativo dell'altrui volontà o possibilità di azione; Se qualcuno ci obbliga a fare qualcosa, magari sotto minaccia, sta compiendo un'azione coercitiva. 
► DRACONIANO: detto di ordine o provvedimento rigorosissimo e intransigente.
Dite che c'entrano un po' con Sasuke? XD Comunque ho deciso/pensato di farla altre volte, questa cosa di accoppiare due o più vocaboli, a seconda della situazione.
Vi risponderò appena ricorderò come si respira! ^^
Un baciosssss~

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Capitolo 8
*** Incipiente ***


In uno slancio di genuina magnanimità, in un pomeriggio assolato e dal caldo torrido, Sasuke si siede accanto a un Naruto dal viso arrossato e visibilmente stanco, coi capelli incollati alla fronte madida che cerca invano di rinfrescarsi sventolandosi con la mano, per sfilargli delicatamente il dizionario sotto lo sguardo perplesso — e grato — del ragazzo; la guancia baffuta impatta prontamente contro la superficie fresca del tavolo in legno, le braccia nude si abbandonano lungo i fianchi e le nocche finiscono inerti sul pavimento.
«Oggi basta compiti?» sorride ferino, guardando a occhi socchiusi la figura in orizzontale, da quell'angolazione, di Sasuke.
L'Uchiha scrolla le spalle, appoggiandosi al mobile col gomito, il viso sorretto sul palmo; con la mano libera scosta i ciuffi più impertinenti dagli occhi del jinchuuriki, insinuando le dita fra i capelli chiari che sente umidi sotto la pelle. 
«Che schifo» mormora con una smorfia, senza però allontanarsi da quei fili un po' annodati. Naruto borbotta un'imprecazione a mezza bocca, troppo piacevolmente instupidito dalla carezza distratta di Sasuke per arrabbiarsi sul serio con lui.
«Ti verrebbe una sincope se continuassi a usare il cervello a queste temperature» lo schernisce con un piccolo ghigno, ma a bassa voce, perché Naruto ha chiuso gli occhi e gli è sfuggito un piccolissimo sospiro quando gli ha sfiorato la pelle calda dell'orecchio col palmo fresco. 
«Proprio non sai essere carino senza comportarti da bastardo subito dopo» biascica assonnato con gli occhi aperti a fatica.  
L'ex nukenin gli tira una ciocca per ripicca, indispettito, facendolo mugolare di fastidio, ma poi riammorbidisce la presa e Naruto ancora non ha voglia di fare qualcosa che potrebbe farlo smettere.
Solleva le palpebre quando sente il tocco affievolirsi, vedendo calate quelle di Sasuke stesso, col volto rilassato che traballa giusto un po' sul braccio indebolito dalla stanchezza. 
Lo stomaco della forza portante emette un basso brontolio quando lo sguardo ceruleo quasi totalmente assopito scivola sulle labbra leggermente schiuse del corvino, incastonate nell'incarnato pallido del viso, così affilato da sembrare scarno; il polso brunito da sotto il tavolino ha un leggero guizzo, che il ragazzo realizza con reticenza essere smosso dall'appena compreso bisogno di voler sfiorare quella pelle chiara con la sua. 
Un altro gorgoglio, come di insoddisfatto appetito. 
È così che Naruto lo sente per la prima volta, quello stimolo che incipiente, ha letto fino a pochi minuti prima sul vocabolario; l'anteprima di una sensazione che gli gonfia il petto di un piacevole refrigerio e gli fa danzare il cuore sulle note d'esordio di una canzone ancora senza voce. È tutt'altro che piacevole, come quel caldo sfiancante che lo svuota di ogni energia, ma c'è quel vellichio in sottofondo, nascosto sotto la pelle, che è come se lo incitasse a rimanere sveglio nonostante il torpore estivo.
Sono le parole che Naruto non potrà mai trovare sul dizionario.
«Sasuke?» lo chiama, la voce roca di sonno e indefinito; quella di Sasuke tradisce l'essersi quasi appisolato a sua volta.
«Che cosa c'è?» 
Il jinchuuriki chiude gli occhi, voltandosi dall'altra parte.
«Nulla. Puoi continuare ancora un po'?» 

L'ultima cosa che sente, quel pomeriggio, è lo sbuffo di Sasuke vicinissimo alla nuca, e la mano che non si è mai fermata.







► INCIPIENTE, comunque, è qualcosa che: sta cominciando, che comincia a maninfestarsi - vuol dire che inizia e non inizia, sta per esplodere qualcosa e senti i primi sintomi; l'esempio che mi riportava il sito da cui ho tratto la parola aveva a che fare con un malessere fisico (tipo qualche crampo allo stomaco che indica l'inizio di uno scomodo mal di pancia), ma qui l'ho usato più... allegoricamente? Naruto sta cominciando a capire di non essere mica indifferente a Sasuke in un attimo catartico e contemplativo dell'amico, quindi non è che è già consapevolmente cotto, ma inconsciamente inizia a prenderne coscienza [Fra poco vedrete che ciò avverrà anche fisicamente... B)]. Ecco perché ho parlato di parole che ancora non si conoscono e che sul vocabolario, di sicuro, non troverà. Ed è paradossale, no? Il libro delle parole che non sa fornirtene. 
► VELLICHIO, teoricamente, è un'altra parola facente parte della lista, ma poi a pensarci non me ne facevo nulla e non ne sarebbe venuto granché, quindi l'ho usata qui per descrivere la sensazione che prova Naruto: sensazione prolungata di solletico, pizzicore, formicolio, frizzo sottopelle. Capite perché l'ho accostata al fatto del rimanere sveglio? Voi riuscireste a dormire col prurito, nonostante la stanchezza? Personalmente no, mi gratterei pure con la grattugia del formaggio (...ahi). Quindi qui significa che nonostante Naruto sia turbato da questi emergenti, estranei sentimenti, non li potrà comunque ignorare. Ci sono, li sente, li affronta. Prima o poi. Voi altri: vi adoro e ringrazio di cuore. 110 recensioni in così poco tempo e con così pochi capitoli sono... la sincope è venuta a me quando ho aperto Efp, ecco. Perciò, grazie. ♥
 

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Capitolo 9
*** Bolso ***


«Non dire una parola
Sasuke ha gli occhi rossi — non per lo Sharingan — le guance calde, il naso gocciolante e le spalle scosse da brividi di freddo. Fa uno starnuto ogni tre parole e ha la fronte così aggrottata che le sopracciglia scure potrebbero tenersi per mano.
Totalmente sommerso da fazzoletti di ogni sorta.
Davanti a lui, a godersi lo spettacolo in prima fila c'è Naruto Uzumaki, l'eroe della Foglia elegantemente piegato in due dal ridere.
«Ma ne ho proprio una sulla punta della lingua!» protesta, asciugandosi una lacrima di brio; l'Uchiha sta pensando a come cavargli quello stesso bulbo oculare senza doversi necessariamente scomodare dal letto. 
«Tienitela lì se non vuoi che te la stacchi a morsi» borbotta poi con voce nasale, pentendosene quando ciò rincara la dose d'ilarità del suo personalissimo amico cretino. 
Sasuke lo fissa astioso. 
«Non farmi perdere tempo» lo rimprovera, portandosi una mano sulla fronte. 
«Oggi non posso darti retta» biascica avvolgendosi sotto le coperte, dandogli le spalle. «Tornatene a casa.»
C'è un attimo di silenzio, poi un rumore di passi attutiti dalla moquet. 
Certo di essere rimasto solo, Sasuke sospira pesantemente, il mal di testa più acuto.
Dobe, impreca fra sé, chiudendo gli occhi appesantiti dalla febbre. 
Quando è sul ciglio del sonno, un peso estraneo fa abbassare il materasso.
L'ex nukenin si gira lentamente, ignorando le fitte alle tempie, sgranando gli occhi quando Naruto appare nel suo offuscato raggio visivo, armato di bacinella e un piatto dal discutibile contenuto. 
«Che stai facendo?» domanda in un fil di voce, sospirando di sollievo quando un asciugamano fresco gli sfiora il collo e infine la fronte. Naruto gli fa un sorriso impertinente, picchiettandosi la punta del naso col dito.
«Preparati, non sono sicuro che tu riesca a sopravvivere alla notizia» anticipa divertito, portando la roba commestibile sotto gli occhi confusi e poi orripilati del moro.
«Ti curo, teme!» 
«...per caso vuoi che muoia?» 
Il jinchuuriki spalanca la bocca oltraggiato.
«Ma sei bastardo pure da malato?» lo squadra schifato l'Uzumaki. «Anzi, da bolso!» 
Sasuke si gonfia difensivo come un pescepalla nel suo giorno peggiore. 
«Ti avevo detto di non dirlo!» 
«Ma è quello che sei!» 
«Io ti...» minaccia il corvino cercando di mettersi a sedere, trattenuto da una vertigine che lo fa gemere dolorante.
Naruto gli puntella un dito fra gli occhi, spingendolo nuovamente sul cuscino.
«Sì sì» chioccia canzonatorio, sistemandogli le coperte. «Mi ucciderai quando starai meglio.» 
L'ex nukenin biascica qualcosa circa la dignità perduta, suo malgrado lasciandosi rimboccare dal biondo.
Che avrebbe potuto andarsene, ma è tornato indietro comunque.
«Naruto?»  
Gli occhioni blu della forza portante lo fissano attenti. Sasuke incassa la testa fra le spalle, sparendo sotto il piumone fin sopra il naso.
«Ti... permetto di curarmi.»
Naruto lo guarda sorpreso, scoppiando a ridere.
«Prego, teme.»
 
 
 
 
«...Sasuke?» 
«Ghe cosa buoi?» 
«Mi hai fatto una pernacchia?» 
«No, demente, mi dono doffiato il daso.» 
«...» 
«Prova a ridere e ti uccido, Daruto
 



Voglio dedicare questo capitolo a ryanforeverperché mi ha inconsapevolmente ispirata accennando ad un'allergia nel precedente e per tutta la dolce, incoraggiante gentilezza che non manca mai nelle sue righe. 

► BOLSO: di persona che respira a fatica, affannosamente, di aspetto fiacco e malato - un malaticcio che tossicchia, reggendosi precariamente sui gomiti, uno raffreddato che si soffia il naso di continuoAll'inizio avevo approfondito lo stato pietoso in cui è piombato Sasuke, ma stava venendo un po' noiosa e ho fatto dei tagli. :< Il dialogo finale, con Sasuke che ha il naso talmente otturato da cambiare il suono delle parole quando le pronuncia e storpiare il nome di Naruto, è l'unica cosa che ho risparmiato. Boh, mi faceva troppo ridere Naruto che crede Sasuke gli faccia una pernacchia quando invece si stava solo soffiando il naso! XD
Sì, tranquilli, ho già chiamato la Neuro.
Tenete MOLTO in considerazione il fatto che l'esito dell'esame che avrò martedì (uccidetemi.) sarà di... una fondamentale influenza? Circa. Non voglio apparire pessimista, ma se andasse male potrei non aggiornare per un bel po'. Purtroppo è un esame che ho già fallito e non ho davvero il cuore di ricominciare da capo (UCCIDETEMI.). Perciò non sarei neanche lontanamente dell'umore per stare su Efp, né come autrice, né come lettrice. 
Quindi pregate per me, evocate il Demonio, mandatemi un esorcista o il Papa, una wikka scaccia-sfiga o quel che volete, vanno più che bene anche onde positive perché giuro che la mia l'ho sotto i piedi. ç_ç
Vi ho già chiesto di uccidermi? No perché vi ringrazierei anche di quello.
Un baciosssss, a... spero presto!
 


 

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Capitolo 10
*** EXTRA n°2 - Prima Punizione ***


«Sasuke, ti prego, cerca di ragionare.»
La voce di Naruto è ferma, la postura decisa, ma gli occhi cerulei rivelano un innegabile senso di paura e la rigidità del corpo tradisce ogni emulazione di sicurezza. 
Il Chidori scoppietta minaccioso nel palmo del ragazzo difronte a lui, lo sguardo nero carico d'insopprimibile disprezzo nei suoi confronti. Con una fitta al cuore, il jinchuuriki vi legge in fondo anche delusione e tradimento.
«È troppo tardi» decreta l'Uchiha, aumentando l'intensità della scarica sul suo braccio. 
L'Uzumaki stringe i pugni, le braccia tese lungo i fianchi.
«Come l'hai scoperto?» mormora guardandosi i piedi, sconfitto e con la voce afflitta; Sasuke gli scocca un'occhiata raggelante, prima di ghignare in quel modo mefistofelico e perverso che gli aveva rivolto al loro secondo incontro dopo i due anni di lontananza. La stessa risata malata e spregevole, solo un po' più sommessa, sporca il timbro baritonale del discendente di Indra. 
«Mi pare ovvio» lo schernisce superiore. «Ho guardato nella tua spazzatura.»
Un'impavida cicala ha l'ardire di frinire sul davanzale della finestra lasciata aperta da Naruto la sera prima.
Gli occhi della forza portante ricordano vagamente quelli tondeggianti e spalancatissimi di un lemure; la voce un velo sottile d'incredulità.
«...Hai guardato dove
L'Uchiha non sembra scomporsi.
«Nella tua spa-»
«Nella spazzatura?» sibila Naruto isterico, interrompendolo. «Nella mia spazzatura?!»
Già se lo immagina, tutto verde e furtivo a frugare tra i cassonetti col ghigno satanico del Grinch.
«Sasuke!» sbraita quando l'altro apre la bocca per replicare, facendolo saltare sul posto e guardarlo allibito. Lui!
«Tu guardi nella mia spazzatura?! Perché?! Che cosa cerchi tra la mia immondizia?!»
Una scintilla divampa minacciosa contro il jinchuuriki, che scansa per un pelo una potente scossa a lui diretta. 
Sasuke fuma di rabbia e il familiare odore di bruciato puzza pericolosamente di perdita di pazienza.
«Credo che tu non abbia capito appieno la tua posizione» dice col tono più infernale del suo repertorio; con orrore Naruto lo vede sollevare il braccio libero dalla tecnica ma occupato da qualcos'altro.
Il figlio dello Yondaime deglutisce sonoramente, carico di una nuova dose di tensione.
«Sasuke...» geme implorante, stringendosi la maglia bianca ad altezza del petto dove sta la figura rossa della spirale. «Non farlo, ti supplico!»
«È l'unico modo» reitera il moro, irremovibile come quando si rifiutava di tornare a Konoha. 
Basta quel paragone per far sì che Naruto ci veda rosso. Decisamente non può permettersi di fallire!
«Lui non c'entra nulla!» urla, un tentativo di extremis, indirizzando lo sguardo disperato al lui in questione.
«Mi spiace» sorride mesto l'ex nukenin, fintamente rammaricato. «Ma è soltanto colpa tua.»
Ciò detto rincara la potenza della tecnica, illuminando la stanza a giorno nonostante sia notte inoltrata; tutto si svolge tragicamente a rallentatore, nella mente della forza portante, gli occhi sgranati preda del dolore più totale e le gambe che, maledettamente lente, paiono non voler arrivare in tempo.
«NNNNOOOOOOOOOOO!» grida il biondo — la voce grave del rallenty —, balzando in avanti come la più agile delle rane; Sasuke si accorge tardi della sua presenza incredibilmente ravvicinata, e quando la mano è sul punto di colpire il suo obiettivo, quella di Naruto la sfiora, deviandone impercettibilmente la traiettoria.
«Usuraton...»
Un fragoroso scoppio inonda l'appartamento dove Sasuke e Naruto stanno in piedi al centro. Gocciolanti.
«Bravo il cretino» sibila il moro scrollandosi le braccia zuppe, promettendo silenziosamente vendetta.
Naruto snobba platealmente il suo tono minaccioso, guardandosi intorno con occhi prossimi al pianto e il labbro inferiore tremante. Dandosi un contegno si volta poi di scatto verso l'assassino con sguardo carico di risentimento. 
«Mostro!» lo addita ferito. «Sei stato tu a far esplodere Ramen-chan! La colpa è tua! Avrò da pulire per giorni!»
In effetti tutto nel piccolo monolocale, loro inclusi, gronda brodo preconfezionato; le pareti sono chiazzate ad arte da un marroncino rossastro, dando un effetto alquanto sinistro, come se lì dentro fosse esplosa una bomboletta di vernice — o qualcuno fosse stato sventrato a morte con una motosega. Per non parlare dell'odore di cui l'abitacolo è pregno; Sasuke cerca d'inspirare il meno possibile, ostacolando l'ingresso al tanfo pungente di miso al suo raffinatissimo naso. 
«Se tu non avessi buttato il dizionario nell'immondizia alla prima occasione non sarei dovuto ricorrere a certe misure!» esclama quello al culmine dell'insensibilità ed esasperazione, muovendo i primi stizziti passi — disgustosamente appiccicosi e stridenti col pavimento — verso l'uscio. 
Una grossolana tirata di naso lo ferma a metà dall'esterno.
«Se domani sarai più collaborativo» getta casuale, disinteressato. «ti porterò all'Ichiraku.»
Probabilmente, se si fosse girato, avrebbe visto un paio di occhi azzurrissimi puntarlo con stupore.
Il borbottio umiliato di Naruto e gli improperi alla sua persona manipolatrice — perché il maledetto, familiare malloppo di pagine sul tavolo l'ha notato eccome — invece, gli arrivano chiari e tondi anche con la porta chiusa.
 
 
 
 
 
 
 
 

Ormai è un dato di fatto che gli Extra cadano nel demenziale, che tra l'altro mi viene fuori più lungo del solito. E dire che a me piace l'angst.   
DUNQUE. 
Questo capitolo è ambientato, cronologicamente, tra il primo e il secondo; un intermezzo fra Iniziazione e Avviticchiare, e c'è anche il terzo, Avulso... ora vi spiego:
Quando Sasuke dà a Naruto il dizionario (in Iniziazione), vi pare che Naruto si metta coscienziosamente a fare il bravo studente? E dove lo mettete il crollo psicologico che ha causato a Iruka ai tempi dell'Accademia? Nossignore, il Naruto Uzumaki di questa Raccolta non è affatto maturato sotto questo punto di vista! Perciò che fa, tornato a casa? Se ne infischia dell'imposizione di Sasuke e lo butta. Sasuke se ne accorge -Sasuke lo sapeva- e come confermato dalla spazzatura di Naruto, toh, eccolo! Come far perciò capire a quel caso perso chi è che ha il coltello dalla parte del manico? Prendendo in ostaggio una confezione di ramen istantaneo direttamente dalla dispensa di Naruto e punirlo di conseguenza. Anche se poi è finita in food-art. Dunque è lo stesso giorno del prologo, ma di notte; il giorno dopo è lo stesso di Avviticchiare e Avulso -tenete a mente che Naruto ha una settimana di tempo per imparare più parole possibile, quindi è scontato che alcune siano nello stesso dì-, nonché il primo approccio con le parole, che se vi ricordate vede poi proprio Sasuke e Naruto da Teuchi con il primo che offre al secondo. Diciamo che ho un po' ingentilito Sasuke, però stranamente non è un tratto che vedo così OOC (autrici a caso che fanno minacce circa questo punto: non mi avrete mai!).
Per quanto riguarda il riferimento al Grinch: lo so che non esiste nell'universo di Naruto, ma non ho saputo resistere! Immaginare Sasuke in quel modo mi faceva morire! XD 
In poche parole è tutto molto stupido. Ma questa è solo la prima di tre punizioni che Naruto subirà per aver mancato di rispetto al volere di Sasuke. ùwù
Da notare che il documento è datato alle 21:56 del 12/08/2015 in quanto a creazione e aille 14:01 del 02/09/2015 come ultima modifica. Ci ho messo quasi un mese ad ultimarlo, OK.
Vi dico solo che sono qui, con la Raccolta, eccezionalmente: l'esito dell'esame (a proposito, grazie a tutti per gli auguri! ❤ ç_ç) l'avrò fra due settimane circa, grazie ai professori meravigliosi che se la prendono comoda, quindi non mi andava di star totalmente ferma fino ad allora. Indi per cui, toh! Capitolo 10! ^^ Vi avviso però che non posterò l'11 prima di domenica, dato che comunque ho di che studiare in caso volessi aumentare il voto all'orale (translate: MASOCHISM). Pubblicherò altro nel mentre, cose piccole, esperimenti con anche altri pairing, ma non avrò il tempo di dedicarmi alla Raccolta e mi spiace. :( Però non sparirò del tutto! c: 
Come sempre ringrazio tutti voi, chi mi segue/legge/recensisce. Grazie di cuore! 
Un baciosssss!

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Capitolo 11
*** Adamitico ***


«Ti prego, spiegamelo.» 
«Mioddio. Sei una lagna. Ma non ce l'hai un interruttore?» 
«Perché devo stare qui a studiare questo stupido coso mentre voi —tu vai a fare il bagno e ti diverti con gli altri?»
«Tanto per cominciare non mi diverto, meno che mai con gli altri. Sei stato tu a volere che venissi anch'io. Non sapevo nemmeno che ci sarebbe stato qualcun'altro oltre noi due e Kakashi nel Paese dell'Acqua. Secondo poi lo stupido coso è il tuo biglietto per il viaggio di ritorno dalla tua ristrettezza mentale. Persino Kiba conosce più sinonimi di te. Quello che parla coi cani.» 
«E quindi?!» 
Sasuke emette un lungo sospiro esasperato; avere un confronto verbale con quel capriccioso di un Uzumaki è peggio che beccarsi un Rasengan tanto devastante da farti saltare il braccio.
«Quindi,» reitera, spingendo il dizionario contro il petto nudo del biondo. «te ne stai qui, buono buono, sotto l'ombrellone, a...»
«Ti odio» lo interrompe il jinchuuriki, lapidario.
Sasuke resta poco più di un nanosecondo a bocca aperta, poi sbuffa un sorriso leggerissimo.
«Non ci credi nemmeno tu.»
Naruto lo guarda allontanarsi, trafiggendolo con tutta l'indignazione di cui straborda il suo sguardo.
È ovvio che non ci crede. Certo non è nemmeno negabile però che delle volte, smosso dal più sincero e spassionato ardore non del tutto amichevole abbia provato ad attentare per vie discrete — e non — alla vita del suo miglior compare di sempre. 
Tipo sabotando la sua attrezzatura durante una missione particolarmente intrisa di pericoli promiscui o invitandolo a bere un caffè rigorosamente nero, addolcito con dieci cucchiaini di zucchero clandestini — tattica a cui ha però presto rinunciato, dal momento che Sasuke è finito con urgenza sotto le cure di una lavanda gastrica che l'ha salvavo per tanto così dal serio trasferimento al Campo Santo.
Adesso che però è costretto a starsene lì, tutto solo, a guardare Sakura-chan e Ino correre sul bagnasciuga, Kiba in sella ad Akamaru con appresso uno Shino ben poco propenso a scoprirsi e un'Hinata altrettanto pudica, un po' si pente di non aver più rifilato uno dei suoi intrugli a quel bastardo steso comodamente sul ciglio dell'acqua. 
Non ha la minima voglia di assecondarlo e ne è sempre più convinto quando lo sguardo gli cade proprio sul tomo che ormai è divenuto, in soli pochi giorni, un inseparabile compagno di disavventure. Del resto è anche innegabilmente offeso con tutto il resto del gruppo dal momento che nessuno di quella mandria di ingrati ha pensato per un attimo di fargli compagnia.
Sasuke in primis.
E meno male che non voleva venire, ringhia mentalemente, fulminandolo dalla sdraio. 
«Qualcosa non va, Naruto?»
Il biondo salta sul posto, preso alla sprovvista dall'improvvisa presenza al suo fianco.
«S-Sai» ansima il ragazzo con una mano sul cuore; solo Yamato era riuscito a terrorizzarlo tanto, accidenti a lui! «C-che ci fai qui?» 
Il moro lo degna del suo tipico sorriso inespressivo, sollevando ad altezza del volto un piccolo libro.
«Come relazionarsi in spiaggia» legge Naruto ad alta voce, non senza una punta di scetticismo. «Fai sul serio?» 
Quello scrolla le spalle, stringendole appena. «Non sono mai stato al mare, se non per svolgere qualche missione. Una volta ho provato, ma credo di aver sbagliato posto perché erano tutti sull'adamitico
Un sopracciglio dorato si inarca all'insù al termine nuovo; per un brevissimo frangente la mano freme d'istinto per correre al dizionario lì vicino, ma proprio in quel momento Sasuke è uscito dall'acqua e pare dirigersi verso di lui. 
Naruto si morde il labbro per la frustrazione, rifiutandosi categoricamente di mostrare un cedimento a quell'arrogante saputo dell'Uchiha.
Quando l'ex nukenin avanza di un passo di troppo, il jinchuuriki scatta in piedi come una predatore pronto ad attaccare.
Sotto lo sguardo magistralmente inespressivo di Sai, senza mai distogliere l'attenzione dal nemico in avvicinamento, «Che vuol dire “adamitico”?» sibila a denti stretti, pianissimo, in modo che l'altro non possa sentirlo o leggere il movimento delle sue labbra.
Gli occhi scuri del giovane ANBU balzano comicamente da un ragazzo all'altro, adesso vagamente più perplesso. 
«Significa-» 
«Teme!» lo interrompe Naruto, sovrastando l'intero vociare degli altri compagni col rumoroso richiamo. «Sei venuto a controllarmi?»  
Sasuke, che è ormai a pochi passi dall'amico, si ferma. Una mano scivola elegantemente sul fianco e lì si pianta mentre le ciocche corvine, appesantite dall'acqua, ondeggiano sulla fronte nivea quando questi scuote il capo con rassegnazione.
«Ho di meglio da fare che sorvegliarti, dobe» replica asciutto senza nemmeno guardarlo. Ovviamente è una mancanza su cui il biondo non può proprio soprassedere. Sai del resto se n'è rimasto in disparte sotto l'ombrellone color arancio della forza portante, le parole smorte sulla punta della lingua; l'Uzumaki si è avvicinato notevolmente a Sasuke, che ancora tiene gli occhi chiusi con sufficienza, e pare più propenso a staccargli il collo con un morso netto che ascoltare la sua spiegazione del vocabolo. Probabilmente si è persino scordato di averglielo chiesto, si dice, quindi che fare? Non è del tutto sicuro che sarebbe un gesto carino glissare la questione. Ha letto spesso che ignorare una domanda è sintomo di scortesia, perciò preferisce esplicare comunque quanto detto.
Mentre i due ragazzi continuano a beccarsi fra loro — più Naruto che urla addosso a Sasuke che il contrario o il reciproco —, nel suo angolo di silenzio, le dita diafane del ninja pittore si aggrappano ai bordi del costume del biondo come nulla fosse; nella totale ignoranza di quest'ultimo, troppo concentrato ad insultare l'Uchiha, scosta l'elastico e abbassa totalmente i pantaloncini dalla tonalità mandarino in un gesto talmente brusco che il jinchuuriki deve aggrapparsi alle spalle del moro per non cadere; Sasuke, turbato da quell'improvviso contatto, riapre gli occhi.
«Sai...» ringhia tetro l'aspirante Hokage, tremando da capo a piedi come una foglia — ancora spalmato addosso a Sasuke. «Che diamine hai combinato...?»
Quello, evidentemente estraneo alla minaccia insita nel rantolo demoniaco dell'amico, «Volevi sapere che significava adamitico» risponde con tutta la semplicità del mondo. «Te l'ho mostrato.» 
Naruto è sul punto di urlargli che l'ha fatto con anche tutto il resto della spiaggia, ma poi metabolizza le parole del ragazzo, traditore, che rivelano il suo cedimento, ed è pronto a giurare che non appena incontrerà gli occhi del suo bastardo aguzzino vi troverà la derisione che, appellandosi a quell'incosciente anaffettivo di Sai, aveva sperato di risparmiarsi.
Quando però si volta le sue previsioni sfatano come il più screditato dei miti.
Lo sguardo di Sasuke è ora sì aperto e a una distanza considerevolmente ridotta — gli basterebbe staccarsi, per dire — ma non c'è segno di scherno nelle iridi di pece. Al contrario, Naruto le vede brillare di una luce alquanto sinistra, sconosciuta, ma non inquietante o spettrale, quanto più curiosa. Intrigate.
Si domanda cosa gli occhi del ragazzo abbiano tanto da fissare a quel modo, quasi incantate, quando lo vede: è giusto un accenno, così sottile che non avrebbe mai potuto notarlo se non fosse stato per l'avere il suo viso ad un palmo dal naso. 
Una spolverata di rossore emergente sulle guance lattee di Sasuke fa la sua sussurrata comparsa sotto l'incredulo sguardo di Naruto, che come risvegliato da quel colore tanto inusuale in quell'incarnato diventa rosso di riflesso, realizzando solo allora di essere vergognosamente ignudo e ancora stretto al corpo di Sasuke col precedente intento di non cadere.
Oh mio Dio, si dispera mentalmente quando i propri muscoli acquistano la consapevolezza del petto dell'ex nukenin dalla pelle così fresca e bagnata premuto contro il suo, le gambe erroneamente quasi intrecciate e le dita ancorate alle spalle larghe del compagno, mentre un pensiero s'insinua viscido fra le pieghe della sua mente accartocciata, morta, e nella sua imbarazzante zona X, parallelamente in procinto di svegliarsi.
«Naruto...» 
L'Uzumaki balza letteralmente indietro quando la voce grave e roca di Sasuke lo chiama, chinandosi fulmineo a raccogliere e indossare il costume perduto facendo ben attenzione a non voltarsi prima di aver completato l'operazione.
«Ehm» fa poi a disagio, scompigliandosi ridacchiante i capelli in un goffo tentativo di dissimulare.
«Vado un attimo in cabina a... a...» 
Rassegnato all'assenza di una scusa che regga — non sotto quello sguardo — con un'ultima risata nervosa si eclissa con un polverone di sabbia al seguito. Subito dopo, Sakura e gli altri si avvicinano.
«Che è successo a Naruto?» domanda il neomedico con la fronte aggrottata, seguendo la scia dorata che quell'uragano del suo amico sta tirando con sé; si volta verso Sasuke, fermo esattamente nella stessa posizione di prima, sperando in una spiegazione da parte sua.
«Sai» dice lui ad un tratto senza muoversi.
L'altro ragazzo, girato anch'egli verso l'Uzumaki in fuga, gli rivolge uno sguardo genuinamente sorpreso; da che ne ricordasse, Sasuke gli si era avvicinato solo in circostanze poco piacevoli. 
«Sì, Sasuke-kun?» 
A quel punto l'Uchiha lo guarda ad occhi socchiusi — ma non abbastanza da nascondere i tomoe agitati dello Sharingan felicemente attivo.
«Se provi a rifarlo un'altra volta, ti uccido.» 
E Sai, memore della sua esperienza sotto l'influsso di quegli occhi, decide sapientemente di assecondare quella richiesta
Forse è pure solo una sua impressione, quell'usuratonkachi che gli sente borbottare quando si allontana dal resto del gruppo.
 
Chissà perché è scappato via in quel modo, Naruto.









Whatever. Ben trovati, tesori miei! Come va? Spero tutto bene, la vostra bakautrice ha arrotondato il suo voto alla prova orale e ha un 30 così allegro stampato in fronte che nulla potrebbe abbatterle l'umore in questo momento (ancora grazie a tutti voi per il sostegno!! ❤). BD Se non fosse per il fatto che, ahimè, come qualcuno ha già notato dal mio profilo, oggi è ufficialmente l'ultimo giorno in cui aggiornerò la Raccolta per almeno i prossimi due mesi: non sono così carica di studio come temevo, ma ho altri due esami in vista e sono tragicamente ravvicinati, quindi non toccherò Wordpad. Comunque mi sento libera di auspicare che non è del tutto detto che non aggiorni prima del 21 Dicembre, potrei tornare anche prima. Sicuramente non mi fermerò totalmente in quanto allo scrivere fanfiction, ho in mente due-tre long e con l'ispirazione giusta potrei iniziarle senza impegno. Dictionary, invece, è la prima storia a più capitoli che tratto e voglio renderla al meglio, perciò la tratterò a mente totalmente serena. Magari questa pausa mi farà bene! ^^ Spero solo che sappiate aspettarmi!
Ugh, questo capitolo è stato un po' ingestibile. Vi dico con tutta onestà che ci sono periodi che non mi piacciono e non mi sono divertita granché nello scriverlo. Temo anzi di star precipitando nel sentimentale. Ma parliamo seriamente.
Sai va nelle spiagge per nudisti. Sensato, no? XD Sinceramente il capitolo si svolgeva alle terme (e quindi Sai sfilava l'asciugamano a Naruto), ma poi qui siamo piombati nello scirocco e leggere di saune a 40° nella revisione (distratta, scusate, ho mal di testa ç_ç) del testo mi stava provocando una sincope. Non mi fido molto di questo contesto, urla LP (Licenza Poetica) da tutte le parti: ho dato per scontato che nel Paese dell'Acqua ci fosse il mare perché non ricordavo altre località in cui avesse senso metterci il mare, perciò ho improvvisato una sorta di riunione tra Hokage e Mizukage in cui Kakashi si faceva accompagnare da Sasuke e Naruto e gli altri poi a seguito (che sono solo sullo sfondo perché m'interessava Sai, ma da solo aveva poco senso). 
...lo dico o non lo dico? Massì, lo dico, stavolta è giusto.
L'OOC di Naruto e Sasuke, per adattamento di trama, è voluto. Può essermi sfuggito di mano, ma non potevo trattare una cosa del genere con l'implicazione sentimentale *coff* e sessuale *coff* senza cambiarli un po'. Razionalmente parlando, invece, credo che abbiano avuto reazioni legittime: Sasuke contenuto ma imbarazzato suo malgrado (arrossisce dopo il secondo bacio con Naruto, qui avrebbe avuto senso il contrario? Vi ricordo che le esperienze sessuali dello scoiattolo si limitano a Sakura.........) e Naruto pronto ad uccidere Sai e poi se stesso per la figura che ha fatto. Insomma. L'avete capito perché è corso via, no?
La lettera A è la mia favorita, sì. Ce ne sono delle altre con questa vocale, mi spiace.
Ho fatto un romanzo come al solito, quindi vi lascio! Per altre perplessità chiedete, non mordo. ^^
Un arrivederci grosso quanto l'Everest (nel senso che spero di risentirvi presto... No, nemmeno io capisco il nesso),
Un baciossss~ alla prossima!

 

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Capitolo 12
*** Lapalissiano ***



Da un po' di giorni, Naruto ha notato, Sasuke pare avercela con lui. Non sa se il motivo sia l'aver sforato il suo limite imposto — ma dopotutto non poteva davvero credere che gli sarebbero bastati sette dì per imparare tutte quelle parole che a malapena ricorda — o qualcosa che in un modo o nell'altro sente sulla punta del naso, come un moscerino fastidioso e ostinato che non vuole staccarsi; ne percepisce la presenza, ma non riesce a concretizzarla, e chiedere al diretto interessato darebbe lo stesso frutto di un cactus bruciato. Tra l'altro non gli è nemmeno andato giù il modo in cui si è rifiutato categoricamente di aiutarlo in quell'arco di tempo. Persino lui, a quel punto, non ha avuto difficoltà nel capire che lo stesse evitando senza neanche un'ombra di fumo per scoraggiare quell'ipotesi. Come se Sasuke voglia che sappia che ce l'ha con la sua persona, senza se e senza ma. Ecco perché adesso si trova lì, sullo stesso ramo di un albero indefinito della rinata Konoha che Sasuke ha scelto per appollaiarsi e lucidare la Kusanagi. Naruto, invece, è armato di sola perseveranza. 
E il dizionario, ovviamente.
«Neh, Sas'ke!» 
Folata gelida d'indifferenza.
Fronte corrucciata in risposta, ma non scoraggiata.
«Oggi ho beccato una parola che-» 
«Non m'interessa.» 
Almeno ha parlato.
Il jinchuuriki ha un attimo di esitazione, tenendo bene a mente che la sua priorità va diretta verso una pacifica riconciliazione, al momento.
Ha tutto il resto della vita per picchiarlo. 
«Dicevo, una parola che non-» 
«Chiedi a Sakura o Sai. Non ho tempo per giocare con te.» 
Una vena propende minacciosamente allo scoppiare sul collo abbronzato, teso, come le spalle del tutto irrigidite. La voglia di menar le mani contro quel bipolare traviato del suo migliore amico rinnovata di determinazione da una ventata di calda nostalgia, come quando l'obbiettivo prefissatosi era quello di riportarlo a casa tutto raccattato con scopa e paletta.
Ora invece mi tocca riportarlo alla ragione.
Adottando una tattica più discreta e salvaguardando entrambi da un esito altrimenti caustico, con la tipica nonchalance di un assassino sulla scena del crimine sfoglia le pagine — già spiegazzate e con non pochi orecchioni — fino alla lettera col punto desiderato.
Naruto legge la parola più volte per essere certo di non proferire castronerie di sorta che aggraverebbero l'irritazione dalle origini ignote di Sasuke, poi solleva lo sguardo convinto su quello ancora chino e concentrato sulla lama del moro.
Si umetta le labbra, morsicchiate dal nervosismo represso. 
«Me la fai una frase con lapalissiano
Per un attimo di brevissima catarsi, la mano dell'Uchiha si ferma, solo per tornare in basso e strofinare l'elsa. L'aspirante Hokage non demorde nemmeno quando lo vede rinfoderare la katana con uno schiocco violentemente secco, finché il carbone ardente degli occhi profondamente oltraggiati di Sasuke non si aggrappa con la tenacia di un boa constrictor al suo.  
«È lapalissiano che tu sia un cretino.»
L'Uzumaki ci mette svariati secondi per fare mente locale, il tono glaciale dell'ex nukenin registrato e messo in replay da un Naruto più confuso che persuaso sino a quando il cervello, ridestatosi dallo shock di quella voce dalla cadenza mortale, non elabora l'insulto.
Quando Sasuke scende dall'albero con un elegante balzo, ignorandolo platealmente, s'infiamma con una facilità nettamente superiore all'erba secca sotto un sole cocente.
«Bastardo! Ti avevo solo chiesto un esempio!» urla al suo indirizzo, dimenando le braccia e sbattendo il piede sul ramo. La figura in allontanamento si ferma, giusto un attimo.
«Quello era il mio esempio, usuratonkachi.» 
Avrei dovuto picchiarlo quando ce l'avevo davanti agli occhi.
«Piantala di agitarti se non vuoi finire di sotto» aggiunge monocorde, riprendendo a camminare. Naruto è lì lì per insultarlo pesantemente, quando un'ulteriore replica, dal tema inaspettato, lo blocca di colpo.
«Stavolta non tornerò su per afferrarti.» 
La bocca del biondo si schiude appena, colto di sorpresa da quel rivangamento, certo che l'altro non custodisse ancora simile memorie, e le guance gli si imporporano appena per il ricordo di quell'umiliazione.
«Chi diavolo te l'ha mai chiesto?!» sbotta irritato, agitando il pugno in aria con un tale vigore che quasi si sbilancia per davvero. Al broncio offeso, però, subentra un sorriso a tutto tondo, quasi sghignazza, mentre un dito va a strofinare il naso con impertinenza.
 
La nota suo malgrado divertita nella voce di Sasuke è bastata a intendere che qualsiasi cosa lo avesse immusonito, è sfumata via come la breve impalpabilità di una nuvola di condensa. 




La parola è poco "protagonista", ma era per rafforzare il fatto che Sasuke ce l'abbia con Naruto; lapalissiano è infatti qualcosa di ovvio, talmente tanto che non c'è bisogno di dare spiegazioni in merito, è così e basta. XD
Penso che mi cimenterò nuovamente nell'angst/malinconico, oltre che in altri fandom, nel mentre che ultimo altri capitoli della Raccolta (tra l'altro ho scritto il 25 (extra) e il 26, stamane. Gli altri 12 me li mangio AHAHAH- lo capite il disagio? Poi, piccolo consulto: in uno dei capitoli pronti (ma non vi dirò mai  quale) tecnicamente fanno, uhm, qualcosa. Dal momento che Lime sta per toccatine e simili ma non per roba effettiva e Lemon invece sì, dite che dovrei cambiarlo? Considerate i miei parametri di scrittura su tematiche sessuali eh.
E nulla, perdo colpi ma non appena potrò ridare alla Raccolta un ritmo più sostenuto vedrò di rifarmi!
Un grazie enorme a tutti coloro che seguono/preferiscono/ricordano/recensiscono/leggono questa Raccolta nata per puro passatempo. Siamo quasi a 200 recensioni e fa tanto strano. Fate come se vi stessi abbracciando tutti, ecco.
Un baciossss!~

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Capitolo 13
*** Inveterato ***


«Smettila.» 
«Di fare cosa, 'teba?» 
«Quella parola, quella cosa. Non devi dirla.» 
«Ma di che stai parlando? Sei strano forte oggi, dattebayo!» 
«Lo hai fatto di nuovo!» 
«Cosa?!» 
«Hai detto quella roba!» 
«Quale?!» 
«Datteb-» 
Un brivido. Panico. Sasuke prende un respiro profondo e chiude prontamente la bocca; sigillata. 
C'è mancato poco che quel mentecatto lo spingesse a pronunciare quello scarto verbale quando è da quasi un'ora che prova invano a farlo desistere anche solo dal pensarla. Ovviamente una cosa dal suono tanto cretino e molesto non poteva che venire in mente ad uno come Naruto.
«Teme? Ch'è, il vento ti ha bloccato la faccia?» 
Si ricompone prima che l'idiota in questione lo delizi di un'altra perla sarcastica. Poi lo fissa, piatto, con evidente rassegnazione; in cuor suo sa che la realtà non è altra se non questa e che Naruto, per quante parole possa riuscire ad inculcargli, dovrà tenerselo così com'è.
Un rintronato con tendenze all'autismo.
«Perché mi guardi così, dattebayo?»
«Perché sei senza speranza.»
L'Uzumaki ha tutto il tempo di indignarsi — senza sapere esattamente a cosa sia rivolto quell'insulso commento, ma gliel'ha posto Sasuke, quindi deve offendersi — ma non di replicare, stroncato sul nascere dal tono monocorde dell'ex nukenin. 
«Cerca inveterato nel dizionario, usuratonkachi.» 
«...» 
«...»
«Guarda che lo so cos'è un invertebrato, dattebayo!» 
Sasuke, in quel momento, vorrebbe dirgli tante cose, molte delle quali non adatte al gruppo di ragazzini che giocano appostati là vicino. Naruto se ne sta lì, a sbattere gli occhioni azzurri da povero sventurato inconsapevole, e l'Uchiha non ha poi così a cuore l'idea di mandare all'aria il suo piano di redenzione per spedire all'altro mondo quel minorato del suo migliore amico.
Sotto lo sguardo perplesso e gli schiamazzi infastiditi del jinchuuriki per essere stato ignorato, se ne va. 
 
Un sospiro profondo e pesante incastrato in gola, sconfitto — per la seconda volta — dall'insistenza di Naruto Uzumaki.
 
 





 
Per citare il mio ragazzo, sono pessima.
Sono le 23:43 ora che scrivo le note e devo darmi una mossa, perciò mini-note (forse)!
Partendo dal glossario: inveterato (quanto posso aver reso cretino Naruto che lo scambia con "invertebrato" per assonanza? XD) è qualcosa di così abituale che smettere di far/dire suddett* è praticamente impossibile. L'ho giocata col dattebayo di Naruto perché è una cosa che dice spesso e sin dal primo capitolo ho espresso il fastidio di Sasuke verso questa parola tutta made in Uzumaki. XD Tipo lo shannaro di Sakura. (?) Per questo gliel'ho fatta ripetere più volte. Di solito non la uso, ma credo che d'ora in poi lo farò più spesso. Giusto per fare impazzire Sasuke. XD
Ho fatto riferimento alla redenzione di Sasuke perché per me è ancora in corso. Sempre. Amo farlo sentire in colpa e, per quanto lo adori, un po' se lo merita.
...
No non è vero ma i sottintesi angst li ficco ovunque.
Tipo la frase di chiusura.
Ora sono le 23:48, quindi: non ho nulla da spiegare, è breve e quant'altro, scema a sufficienza? Sto perdendo lo smalto. ç_ç Ma spero di rifarmi in questi giorni. E poi fra due capitoli c'è L'extra. B) Sì, tutto evidenziato, col maiuscolo. *gongola* 
È volutamente breve e più dialogata che altro, come sketch/gag insomma. Non potevo perdermi troppo in chiacchiere, una Flash piena di dattebayo non la reggo nemmeno io! XD
Adesso scappo, e ringrazio tutti, come sempre, di continuare a seguire questa Raccolta! Grazie di cuore, davvero! ;w; 

Un b
aciosssss~  

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Capitolo 14
*** Recrudescenza ***


Regna il cosiddetto silenzio di tomba alla riesumata Villa Uchiha. Nel senso più stretto del termine, non vola una mosca e l'unica che ha provato a ronzare fra quelle mura ha fatto dietrofront al primo cenno di fastidio del padrone di casa. Persino le lancette dell'orologio si sono fermate, intimorite all'inverosimile dall'alone nero che contorna gli occhi quanto mai rossi e furiosi di Sasuke, fissi su quella che fra non molto si aggiungerà alla lista delle carcasse che gli gravano sulla coscienza — al diavolo ogni buon proposito partorito dal corso di yoga a cui è stato costretto a partecipare da Kakashi e allo scopo del suo viaggio. Sasuke è scisso fra la voglia di abbandonare il villaggio una seconda e definitiva volta e quella di annichilire l'essere che ha turbato l'equilibrio già di suo precario della propria persona. Non ha il tempo di fare il figliol prodigo redento, lui, gli tocca il saio del martire. 
Non si può dire che non abbia provato a far desistere Sua Cretinità dal disturbarlo in un momento tanto delicato nella vita di un uomo, invero. Ha messo ogni goccia della buona volontà di cui è fisicamente — e mentalmente — fornito per scatenare tutta la propria dose di avvertenze in un solo, lesto e preciso come la scocca di una freccia, sguardo intimidatorio. Risultato? 
Prontamente ignorato. 
Un minuscolo sghignazzo in sottofondo urta il suo sistema nervoso quel giusto che serve a far rimbombare tutto nella sua testa, l'emicrania che preme contro la tempia destra e una lunga serie di effetti nevralgici gli si ripercuote contro con la sinergia di un mucchio di petardi del Capodanno che scoppiano in un colpo solo.
«Naruto...» ringhia, pianissimo, tanto è perforante l'eco della sua stessa voce.  «Vattene.» 
Ovviamente Rimbecillito-sama non si scrolla mica dalla sua posizione strategica — ossia felicemente accovacciato sul bozzolo informe di coperte e plaid che non è altro che Sasuke stesso, tutto avvolto e infreddolito come se fuori imperversasse l'Era Glaciale, al contrario di Naruto che per poco non se ne va in giro nudo tanto senta (o sia?) caldo. Motivo ulteriore per cui l'Uchiha lo odia più che mai, assottigliando gli occhi liquidi e neri come il catrame in una rinnovata carica d'astio verso di lui e le sue idiotissime maniche corte.
«Naruto» ripete, gutturale, venendo prontamente punito dalla gola arrossata.
«Vattene» gracchia, singhiozzando nel tentativo di trattenere un colpo di tosse. Sente le palpebre talmente pesanti che a fatica le tiene su, e fa un male cane già così, senza muoversi o toccarsi perché sarebbe solo peggio. Tutto davanti a quell'ente parassitario che è la reale causa di tutti i suoi mali. 
Che umiliazione.
Il jinchuuriki è ostinatamente davanti a lui, ma Sasuke lo percepisce come nulla più che una macchia gialla e blu sfocata, perciò non se ne cura.
Magari si dissolve.
«Neh, teme.»
No, non lo fa.  
Gli risponde con un grugnito che è la traduzione dell'ennesimo invito ad andarsene, che però quello non coglie. Poi c'è un tonfo e il moro si costringe ad aprire gli occhi più che può per capire cosa sia stato; nulla più che Naruto, evidentemente stanco della postura di prima, seduto in terra a gambe e braccia incrociate. Lo vede piegare il collo e abbassarsi impercettibilmente per fissarlo da sotto, vicinissimo — e Sasuke ha la faccia bollente e la febbre troppo alta per trovare la forza di allontanarlo un po'; è solo per questo che si lascia invadere dallo sguardo perplesso di Naruto e la sua bocca storta per la concentrazione: un mmm pensieroso in sottofondo e macchie azzurre sono tutto ciò che riesce a distinguere, ed è quasi sopportabile. 
Fintanto che quella bocca — troppo vicina — non la apra. 
«Questa è una recruda...» tentenna, alla ricerca della giusta desinenza. «Recrudescenza?» 
Sasuke non sa nemmeno dove trovi la forza di dirgli di sì. Forse spera che accontentandolo finalmente schiodi da casa sua, o la smetta di sporgere le labbra in quelle smorfie che non gli appaiono ben chiare. 
Naruto contento lo è di certo, data l'esclamazione entusiasta con cui accoglie la sua conferma; l'Uchiha e il trigemino decisamente meno, ma prima che possa lamentarsene apertamente — perché tutti i versi da animale in agonia che emette è evidente non rendano chiaro al biondo il suo malessere — l'aspirante Hokage è di nuovo appiccicato a lui. Sasuke starnutisce apposta per prenderlo in pieno, ottenendo un ew teme, ti sembro un fazzoletto? sdegnato. 
«Levati» impera allora, ma suona così debole che nemmeno lui stesso si darebbe ascolto. Infatti Naruto gli sorride volutamente dispettoso e gli è, se possibile, ancora più vicino. 
Insiste. Maledetto. Ti tossisco addosso a morte.  
«Sarebbe questo il modo di ringraziare un amico che viene a farti visita?» sbuffa l'Uzumaki, fintamente contrito.
Lo vedo che ridi, cretino.
«L'ultima volta sono stato io ad aiutarti, dopotutto!»
Ed è stato tremendo.
«Ho anche cucinato per te!»
Hai cercato di avvelenarmi vorrai dire
«Mi sono preso cura di te e tutto il resto!» 
Fai confusione col tentato omicidio.
«E nemmeno un “grazie Naruto, nonostante ti tratti come uno schiavo ci sei sempre per me Naruto, ottimo stufato Naruto”!»
Provavo a non morire affogato nel brodo di pollo già decomposto che mi ficcavi in boc- 
«Ti ho imboccato, Sasuke!» 
Appunto, e ho ancora il mal di denti per questo.
E va avanti così per attimi spaventosamente lunghi e dall'apparenza interminabile, con Naruto che recrimina e rinfaccia quanto più gli viene in mente e Sasuke che vorrebbe urlargli di stare zitto, perché gli scoppia la testa e se non la pianta seriamente di ciarlare sarà lui a esplodere per mano sua, ma quello è sordo e se la ride tra un borbottio e l'altro. Per giunta, gli è ancora così terribilmente vicino che con tutto il raffreddore sente l'odore salmastro della pelle di Naruto, nitido e fresco come se fosse appena uscito dal mare. Ha come l'idea di ricordare qualcosa in merito, sulla spiaggia, lui con Naruto addosso quasi come adesso. 
Poi è solo un momento, in cui traballa e si sente instabile quando prova a sollevarsi un attimo dal futon. Il jinchuuriki è ancora impegnato a blaterare su non sa più cosa — ha smesso di ascoltarlo da quanto, ore? — e in una constatazione fuori luogo si accorge di un paio di foglie che ha fra i capelli, all'altezza dell'orecchio. Lo vede persino nella sua visione offuscata.
Verde nel giallo. 
«Sei troppo colorato, tu» borbotta scocciato, troppo fiacco e stanco perché Naruto lo percepisca più di un sussurro ansimato e delirante, ma forte abbastanza da attirare la sua attenzione. 
Un istante.
Gli pare che si agiti, non è del tutto certo. Ha gli occhi così gonfi e la testa talmente pesante che non gli è chiaro proprio un bel niente all'infuori del fatto che stia respirando a fatica e si tenga a stento diritto, tanto che deve poggiare la fronte sulla spalla del biondo per non cadere di faccia sul pavimento, chiudendo gli occhi. C'è qualcosa di strano, però. La sensazione tipica del dejà-vù di quando un'azione pare di averla già svolta. 
Quando è successo?
«Sasuke?» 
Stai zitto, usuratonkachi. Mi fa male la testa.
«Ti... ti senti male?»
Mi fa male tutto. 
«Sembri...» 
Non ridere. Basta.
«Sembri...»
C'è qualcosa che devo ricordare? 
«...sembri ubriaco!» 
...
«Che hai detto?» 
«Ho detto che sembri ubriaco, hai il naso tutto rosso e dici cose senza senso!»
Dico cose senza senso. L'ho già sentito. Da chi?
«Ohi, teme, spostati, stai cominciando a pesare.»
Solleva lentamente le palpebre, ancora sostenuto dall'altro — e in effetti sì, gli grava addosso. Altrettanto piano si scosta, intercettando il mento di Naruto con la punta del naso in un errore di manovra. Solo che si ferma lì. 
Ah, ecco. 
«Sasuke?»
Me l'ha detto Kakashi.
Quel che succede dopo è strano.
C'è lo sguardo di Naruto, allucinato, o forse solo confuso. Le pupille sono dilatate? Non lo sa, c'è tanto azzurro, Naruto è davvero troppi colori insieme che gli fanno aumentare il mal di testa — e lo prenderà a pugni per questo suo continuo infierire, ma poi, quando sarà pienamente consapevole di sé. Adesso ha in mente solo la voce divertita di Kakashi, un suo uhuh, davvero? che non riesce a collocare in alcun contesto.
«Testa quadra» mormora, la voce roca per la gola provata mentre alza ancora un po' il capo. Naruto contrae le sopracciglia biondissime e apre la bocca per rispondergli a tono, probabilmente, solo che non ne ha il tempo, perché Sasuke si è slanciato — col risultato di essergli caduto addosso — e lo bacia così precipitosamente che all'Uzumaki scappa un urlo che nessuno sentirà, soffocato dalle labbra dell'ex-nukenin contro le sue. 
Dal suo punto di vista, Sasuke sente solo di non avere più il mento contro il naso — anche se l'odore è lo stesso —, bensì qualcosa contro la bocca, adesso, più soffice e calda, benché risulti comunque fresca a confronto con l'alta temperatura di Sasuke. Dà quasi sollievo. Forse è per questo che  preme più forte e gli pare di sentire Naruto mugolare, quasi sul punto di schiudere le labbra per riflesso, come una proposta che ha tutta l'intenzione di assecondare. Tuttavia al mugugno se ne aggiungono altri e le fitte alla tempia si rifanno sentire; Sasuke si tira via come punto da un ago in quella stessa parte, la bocca che schiocca su quella di Naruto nell'allontanarsi. Quando prova a metterne a fuoco i contorni si sente come sfibrato e si lascia andare ad un capogiro.
L'ultima cosa che sente sono le mani del jinchuuriki sulle spalle per sorreggerlo e un vociare confuso che non ha voglia di ascoltare.
 
Proprio come ha detto Kakashi.






 
B
Guarda come gongolo, guarda come gongolo cooon il twist che faccio fare al SasuNaru... ♪
Ditelo or ora, che sono pessima. 
Come d
ire. Lo avevo pronto, no? Se ne stava là, tutto solo soletto, fra le Indiscusse (roba che non ho mai finito, nel senso che non ne discuto proprio perché non ne vale la pena, sennò mi mangio le mani) e visto che la Monsters&Co. mia famiglia si è messa d'accordo col mio ragazzo per rapirmi per tutte le feste fino al 31, privandomi della sicurezza di riuscire a pubblicare per Natale/Capodanno come avevo annunciato, mi son detta “dai, non faccio la stVonza, aggiorno prima nel dubbio”. Sicché ho detto che il prossimo extra sarà quell''extra è per una questione cronologica questo c'andava messo prima, toh. Eccovi il 14esimo! \(^o^)/ 
RECRUDESCENZA : notevole aggravamento, ripresa preoccupante di un male fisico, morale o sociale, susseguente una fase di stasi o attenuazione.
Ordunque, nel capitolo 9, Bolso, se vi ricordate Sasuke ha l'influenza. Quindi la parola del giorno è collegata/si rifà a quello. Dopo 6 capitoli ho steso Sasuke nuovamente per la febbre, totalmente K.O. al punto da delirare e... altro. *muahahaheggia convinta*
Piccolo appunto: Naruto sente caldo ed è in giro a maniche corte perché è tecnicamente estate, l'avevo ambientata in quel periodo lì e sono passati appena 8-9 giorni per loro. Mentre qui abbiamo dai 15° in giù loro stanno fra i 35°-39° insomma. (?)
Veniamo a Sasuke.
Questo capitolo ha sbrodolato climax da tutte le parti durante la prima stesura. Era tutto molto serio e accaldato, nel senso che descrivevo le peggio calure che quel povero disgraziato malato ha dovuto patire per questa febbre da ricaduta fuori stagione. Ma roba che mi sarebbe toccato alzare il rating per il modo in cui questo povero figliolo febbricitante vede Naruto (del tipo “Sì, parla pure da solo, intanto io mi metto comodo e aspetto il momento propizio per saltarti addosso”) e per lo svolgersi effettivo del Chu:* TimeHo una domandina che mi sorge spontanea farvi. 
Secondo voi, cosa avrà mai detto Kakashi di così mirato per l'occasione da indurre Sasuke (che delira e sta così male in perfetto stile manga/anime dove anche un semplice raffreddore ha una potenza tale da far svenire e tutte quelle cose così) a tornarci più volte? >:D Se non dovessimo effettivamente sentirci prima, auguro a tutti voi buon Natale e felice anno nuovo. ❤   
Un b
aciossssss!~

 
 
 

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Capitolo 15
*** EXTRA n°3 — Il Falco Ubriaco ***


Vi chiedo la cortesia di leggere le note a fine capitolo. Buona lettura!
  




Kakashi vorrebbe non ridere davanti a Sasuke, chiaramente in difficoltà e totalmente perso nel delirio alcolico, ma poi il suo ex allievo se ne esce con quella voce biascicata che petula insulti rivolti al suo biondo adorato che lo attende a casa — «Come un perfetto casalingo imbeeeshille.» — e persino la maschera rischia di cascargli giù tanto una risata a scoppio gli esce forte. E dire che se lo è portato perché non voleva che si annoiasse troppo a farlo lui, il casalingo, ma Sasuke non è mai andato forte con la diplomazia e trascinarselo appresso fino al Paese del Fiulmine come sua scorta — insieme alla Hyuuga, visibilmente a disagio, e l'Inuzuka, che maledice ripetutamente Shino per essersi dato malato e averlo costretto a sopportare l'unica persona al mondo che delira ogni volta che apre bocca — non è stata la più magnanima delle scelte. Si sono fermati a metà del tragitto per fare una sosta, data la sera essere sempre più prossima, e Kakashi gli ha offerto da bere. «Per riscaldarci» ha detto per persuaderlo, vedendolo storcere il naso come il più eccentrico degli snob. 
Non si aspettava di certo che si sarebbe scolato tutta una bottiglia di sakè. Quello che aveva promesso al Raikage come omaggio e che adesso stava danzando allegramente nello stomaco e nel cervello di Sasuke. A lo avrebbe odiato, se possibile, più di prima. 
Nulla di tutto quello ha però il giusto spessore per l'Hokage, che prende posto su una roccia al fianco dei tre ragazzi per assistere alla scena attuale: è bastato che Kiba, ad un passo dall'addormentarsi, nominasse Naruto una volta perché Sasuke iniziasse a dimenare le braccia come se stesse scacciando qualcosa. Tuttavia il movimento repentino gli causa un capogiro improvviso ed è costretto ad appoggiarsi alla gamba di Hinata, accanto a lui per essere pronta ad aiutarlo, che arrossisce per il contatto inaspettato.
«S-Sasuke-kun» pigola imbarazzata, sussultando quando il ragazzo solleva lo sguardo arrossato dall'alcol su di lei. «Se ti agiti troppo finirai per sentirti male!»
Sasuke assottiglia gli occhi; scruta un occhio e poi l'altro, indagando un segreto che ancora non comprende, poi si rialza con uno sbuffo scontroso.
«Non mi sento male» dice strascicato, barcollando sul posto. «Non sono come quell'idiota.»
E ancora, Kakashi sta lì e lo guarda con una briciola di compassione, perché è così terribilmente ovvio e divertente il fatto che, da che ha bevuto, Sasuke abbia nominato Naruto — direttamente o meno — almeno venti volte e tutte in contesti diversi. 
Mentre fa questa osservazione interiore, l'ex allievo si sposta verso un albero vicino e gli impatta contro, estraendo con foga un kunai per attaccare il nemico.
Ti prego, Domani-sama: fagli ricordare tutto!
Hinata gli è nuovamente vicina per convincerlo a tornare a sedersi — anche perché Kiba è ad un passo dal dire ad Akamaru di sbranarlo se continua a fare tutto quel casino e non lo lascia dormire. Sasuke però non pare dello stesso avviso e la scansa, sgarbato, portandosi dal lato di Kakashi. La Hyuuga fa una smorfia un po' ferita e quasi l'Hatake si dispiace per lei, per non aver detto nulla a quell'ubriaco inaspettatamente rumoroso, ma poi lo sente borbottare qualcosa quando lei torna nuovamente alla carica con dell'acqua e le sue orecchie non ancora sazie di divertimento si rizzano.
«Non c'è bisogno che mi stai dietro così. Non sono Naruto.»
Rieccolo
«Uchiha,» riemerge Kiba dal suo giaciglio — cioè addosso ad Akamaru —, ringhiando. «giuro che se non fai silenzio-»
Ma Hinata ignora entrambi, inginocchiandosi alla sinistra di Sasuke, che la fissa con fastidio. Sembra che nessuno dei due voglia parlare, finché poi non è la Hyuuga stessa a prendere parola.
«Naruto-kun si preoccuperebbe per te.»
L'Uchiha si irrigidisce visibilmente a quel nome e Kakashi, per un attimo, resta perplesso da quell'azione involontaria. Non è per il nome in sé, considera poi velocemente, dato che lo ha ripetuto lui stesso fino a qualche attimo prima, ma perché è stata Hinata a pronunciarlo. Ed è sufficiente abbastanza perché a Sasuke si rizzi ogni pelo in corpo — come fanno i gatti pronti a soffiare. 
Oddio, sta per farlo.
Sasuke la fissa e non capisce che cosa ci sia di così straordinario in una persona così semplice, così... pura, innocente, buona. 
Sta per metterle il broncio.
Tutta roba che con lui non c'entra niente. Per un istante il volto sorridente di Naruto, sporco di fango e sangue rappreso, si sovrappone a quello gentile e turbato di Hinata. Se li immagina accanto, in battaglia; negli anni in cui lui non c'è stato. 
«Sasuke-kun?» lo richiama lei, incerta.
Che hai fatto tu di così speciale?
«Ti senti bene?»
Lo hai schiaffeggiato? Io gli ho fatto saltare un braccio.
«Vuoi un po' d'acqua?»
Lo hai tenuto per mano mentre ti accendeva come una fiaccola? Io l'ho baciato.
«Forse è meglio se ti stendi...»
In bocca. 
«Sasuke-kun...?»
Due volte.
Poco lontano, un urlo di giubilo. 
I due giovani si voltano in contemporanea verso Kakashi, che ha un'espressione a dir poco estasiata.
«Che accidenti hai da strillare?» bercia l'Uchiha come il peggiore degli anziani del villaggio.
Kakashi non risponde, ma esibisce quello che s'intuisce essere un ghigno — e anche piuttosto compiaciuto — all'indirizzo di Sasuke, rivolgendosi subito poi a Hinata: «Vai a stenderti, ci penso io a lui prima che cominci a dire cose senza senso.»
La ragazza fa per opporsi ma troppo debolmente perché l'Hokage non insista facendola cedere e seguendola con lo sguardo per assicurarsi di averla abbastanza lontana. Dopodiché torna a girarsi verso l'altro, che pare già dimentico della sua presenza, tutto intento a fissarsi le dita delle mani.
«Allora, Sasuke!» inizia, giososo. «Come va tra te e Naruto?»
Quello solleva un sopracciglio, scettico. "Come deve- hic... andare?"
Sembra così poco colpevole, accidenti a lui. Ma Kakashi lo sa, eccome se lo sa, che quel piccolo ingrato rancorso ha un segreto da nascondere.
«Non lo so, ad esempio: tra biscia e rana, chi ha vinto?»
Sasuke gli regala lo sguardo più vacuo che qualcuno abbia mai rivolto ad un altro essere umano sulla faccia del pianeta.
L'Hokage ci pensa un attimo, poi riformula: «Stai sopra o sotto?»
«Veramente sto sottosopra. Che cazzo mi hai fatto bere?»
"Sakè, sakè, non cambiare argomento" fa sbrigativo, sventolandogli una mano sotto al naso — che Sasuke si sporge ad azzannare. «Ahi! Comunque dicevo, chi è che inzuppa il biscotto?» 
Ancora, l'espressione di Sasuke non sembra per nulla promettente e Kakashi è seriamente tentato di finirla lì. Quando è seriamente sul punto di rinunciare, però, gli occhi di Sasuke si fanno grandi e consapevoli e le guance, già rosse per l'alcol, diventano ancor più accese.
«Noi non-!» gli si arrotola la lingua. «Noi- io e lui» corregge. «non facciamo... quello
Il più grande, felice della reazione ottenuta, oltre a guardarlo con pietà, gli dà una solidale pacca di comprensione.
Devo giocarmela bene!
«Guarda che non devi sentirti in imbarazzo, non sono mica nato ieri, puoi dirmi la verità!»
«Ma è la verità. Io non...» replica Sasuke, prima accalorato, poi col tono sempre più basso, quasi stanco. «Non ho quel tipo di relazione con lui.»
Bingo! esulta interiormente l'Hokage, sentendosi giusto un po' intenerito da quella visione così infantile e imbronciata del suo ex allievo. Ormai si è però spinto fin lì e non avrebbe senso non cogliere l'occasione.
Gli si fa un po' più vicino, facendo gesto al ragazzo di imitarlo. Quello borbotta qualcosa contro i movimenti che gli fanno girare la testa, ma comunque scivola un poco più in là, vicino a Kakashi, che si copre la bocca con la mano — come se la maschera non bastasse — con fare cospiratorio.
«Senti un po', Sasuke. Sii sincero per davvero, stavolta.»
"Perché bisbigli? Mi fa male la testa. Dov'è Kusanagi?"
«Zitto e ascoltami» lo ammonisce, abbassando ulteriormente la voce. «A te...»
«Mhh?»
«Per caso...»
«Eh.»
«Non è che...»
«Kakashi
«Scusa, volevo creare la giusta suspense. Dicevo.»
E dire che voleva prendersela comoda e snervarlo un po' di più. Dannato ragazzino isterico dal repertorio espressivo di un assassino seriale costipato. Peggio per lui. Gliel'avrebbe sganciata tutta d'un fiato.
Si accerta di averne la piena — ...più o meno — attenzione; il silenzio circostante è interrotto dal russare di Kiba e i singhiozzi periodici dell'Uchiha — che nel mentre ha deciso di prendere un sasso che ha conquistato la sua attenzione. Non c'è nulla di considerevolmente invasivo perché non lo senta o capisca.
«Sasuke» comincia per richiamarlo. «Ti piace Naruto?»
Il tonfo del ciottolo sul terriccio fa sussultare Sasuke stesso, che se lo è lasciato scivolare di mano. La fronte si corruga un poco e gli occhi si fanno più lucidi, vigili, quasi l'effetto del sakè fosse svanito di colpo. Le guance sono ancora rosse e i la postura non è del tutto ferma, quanto più traballante e la mano stessa che prima tratteneva il sassolino pare ora smossa da un leggero fremito.
Una pausa di riassetto; poi un singhiozzo: «Sì.» 
Kakashi ne resta sinceramente sorpreso perché, sul serio, non se lo aspettava. Piuttosto era del tutto certo che gli avrebbe inveito contro, o dato qualche rispostaccia su cui poi avrebbe riso su. Voleva anche tormentarlo, ma era sinceramente curioso di cosa Sasuke gli avrebbe detto, o cosa sarebbe emerso dal suo comportamento.
Non si aspettava quello, il sentirsi dare una risposta che già conosceva, ma questa è una conferma in piena regola e, ne è sicuro, Sasuke ne è pure consapevole.
Resta ancora lì, seduto, a guardarlo con dello stupore residuo mentre quello si alza, togliendosi la polvere dai pantaloni, per andare a stendersi vicino agli altri.
L'Hokage sbatte le palpebre, sospira e si gratta la nuca, sconsolato e un po' divertito al contempo.
Ah Naruto. Ti aspetta una faticaccia.








 
Mi dispiace.
Non credevo che sarebbe passato davvero tutto questo tempo, prima di tornare ad aggiornare Dictionary. In teoria non è oggi che dovrei farlo, perché questo capitolo non mi piace, non è come lo volevo né come me lo aspettavo. Tuttavia, se ci ho messo più di un anno un motivo c'è. Oltre al fatto di aver avuto non pochi problemi personali, più passava il tempo più mi rendevo conto ch questa raccolta ha smesso di piacermi. Grazie a Dictionary ho conosciuto persone splendide e ho ricordi felici legati al periodo in cui la pubblicai, quando almeno una volta al giorno pubblicavo qualcosa. Avevo anche detto che si sarebbe conclusa intorno ai 50 capitoli. Beh, per le ragioni su, non è più così. So che sbaglio ma voglio chiudere così il mio ruolo di autrice. Mi dispiace per chi segue le altre raccolte che ho in corso, ma sono piuttosto sicura che le cancellerò o segnerò come Incompiute. Vi prego di non volermene e di capirmi. Sono stata davvero bene, e vi adoro e ringrazio per avermi sostenuta così tanto. Ho letto tutte le vostre recensioni. Chiedo ancora scusa per questo capitolo, per l'OOC e il resto. Purtroppo ho perso l'originale e non sono riuscita a fare di meglio. L'unica cosa che non è cambiata è il titolo dell'extra, che fu sia un riferimento a Bacchus di Fairy Tail che a Sasuke, in quanto capace di evvocare un falco. Grazie ancora, per questi due anni insieme. 
Un bacio, arrivederci. <3





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