Hell On Earth

di Lightvixx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 00 ***
Capitolo 2: *** 01 ***
Capitolo 3: *** 02 ***
Capitolo 4: *** 03 ***



Capitolo 1
*** 00 ***


"Ufficio Divino"

Questo era ciò che riportava la targhetta dorata posta esattamente al centro della porta celestiale che conduceva all'ufficio di Dio.

O almeno, questo era ciò che una persona qualunque e completamente estranea all'ambiente avrebbe pensato.

Perché in realtà quell'antico portone eternamente immacolato conduceva sì all'ufficio di Dio, ma non era certo Dio l'individuo che chiunque avesse varcato la soglia di quella stanza si sarebbe ritrovato dinnanzi.

No, il giovane ragazzo che sedeva dietro alla pesante scrivania in oro colato non era Dio, non lo era affatto: quel giovane ragazzo era Gesù.

E a questo punto viene spontaneo domandarselo: perché mai Gesù avrebbe dovuto trovarsi nell'ufficio di Dio? La risposta è semplice.

Dio era andato in vacanza.

Una vacanza a "tempo indeterminato", così l'aveva definita Lui qualche minuto prima di attraversare il cancello paradisiaco, un cappello di paglia in testa ed una valigia per mano, con tanto di camicia a stampa floreale in pieno stile turista Hawaiano.

Il Grande Capo si era stancato della Terra, degli umani e del suo lavoro. Si era stancato di tutto, ed aveva deciso di andarsene da qualche parte per conto suo. Perché? Perché Lui era Dio, e se Dio decideva di voler andare in vacanza, allora Dio sarebbe andato in vacanza, e non ci sarebbe stato alcun modo di fargli cambiare idea.

Ma per quanto avrebbe voluto potersene andare nel bel mezzo della notte, ad insaputa di tutti gli angeli e delle anime, accompagnato dalla luna e circondato dai suoi lunghi capelli argentati scompigliati dalla brezza estiva, doveva prima trovare un sostituto.

Era ormai chiaro che Dio non sarebbe tornato a breve, così com'era chiaro che le probabilità che non sarebbe tornato affatto erano estremamente alte. Di conseguenza, la persona che avrebbe avuto l'onore di sedersi dietro alla sua scrivania e farne le veci sarebbe dovuta essere affidabile, dedita al lavoro e, soprattutto, incredibilmente responsabile.

Fu proprio per questo motivo che le ultime parole del Signore prima di scomparire all'orizzonte furono "lascio tutto nelle mani di mio figlio. Da oggi, lui sarà Dio. Pace."

Per sua sfortuna, Gesù, il suddetto figlio, non ebbe modo di ribellarsi. In fin dei conti, non aveva poi molta scelta; il Paradiso necessitava di qualcuno che prendesse il comando, e come se non bastasse, le Sue parole erano sempre state ordini, e mai mere richieste.

All'improvviso tutti iniziarono a chiamarlo Dio, ad adorarlo e perfino a temerlo. Ed una cosa fu certa fin da subito: Gesù non era esattamente un fan della situazione.

Infatti, Gesù odiava con una certa passione essere chiamato Dio, perché, in fin dei conti, non lo era affatto; tuttavia chiamarlo Gesù non sarebbe stato appropriato, visto e considerato che il suo ruolo come tale era terminato. Cosa fare dunque in una situazione del genere?

Svariati tentativi e riunioni a seguire, il giovane venne finalmente a capo del problema con una soluzione geniale: sarebbe bastato cambiare il suo nome, crearne uno partendo completamente da zero, un nome con cui non gli sarebbe dispiaciuto farsi chiamare per il resto dell'eternità.

Avanti veloce di qualche giorno, ed ecco che sulla scrivania del suddetto comparve una seconda targhetta, anch'essa dorata, sulla quale era stato inciso il nuovo Nome del nuovo Signore:

Taemin.

Non ci volle molto prima che il resto degli angeli si arrese al fatto che "Gesù" era volato fuori dalla finestra, e che il loro nuovo Boss volesse a tutti i costi che le anime si riferissero a lui in quel modo.

Escludendo questo piccolo particolare, Taemin era, in effetti, un ragazzo perfetto. Affascinante, educato, rispettoso e responsabile. In poche parole, un ottimo sostituto; non che ci si aspettasse nulla di meno da parte della progenie di Dio stesso.

Grazie a lui, il mondo celestiale fu in grado di superare l'inaspettata partenza del Grande Capo, di rimettersi in piedi e di riprendere a funzionare in armonia come aveva sempre fatto.

E Taemin ne fu felice, estremamente felice: specialmente perché, data la sua esperienza quasi del tutto inesistente nel campo, in caso di emergenza non avrebbe avuto la minima idea di come reagire.

Per sua fortuna, non ebbe bisogno di preoccuparsi di quell'evenienza per svariati secoli a seguire. Tutto era avvolto dalla pace; certo, gli umani continuavano a causare un problema dopo l'altro, ma dopotutto quello faceva parte della normalità da tempo.

Gli angeli andavano d'accordo, i demoni sembravano non aver combinato alcun disastro, e l'universo era, semplicemente, stabile, e probabilmente lo sarebbe stato ancora per lungo.

O almeno, questo era ciò di cui Taemin era convinto.

Convinzione che venne prontamente mandata all'aria per merito di una singola chiamata. Un fulmine a ciel sereno, davvero; nessuno si sarebbe mai aspettato una svolta del genere.

Era una giornata come le altre, quando il telefono Celestiale squillò all'improvviso, obbligando Taemin a sollevare lo sguardo dalle scartoffie che era intento a compilare.

In tutta onestà, Taemin non si aspettava nessuna chiamata. Dato il numero di documenti che ancora doveva firmare e rivedere, aveva espressamente chiesto al suo assistente Jongin di non contattarlo in alcun modo e, giusto per sicurezza, di bloccare la linea.

Il Signore sospirò, scuotendo il capo e sollevando la cornetta, lievemente infastidito.

"Pronto? Jongin, pensavo di essere stato chiaro, ho un sacco di lavoro da fare, non ho tempo di..."

"Hey, figliolo."

Fu in quel preciso istante che Taemin percepì il pavimento sotto ai suoi piedi tremare, solo per poi aprirsi ed ingoiarlo al suo interno.

Non poteva essere, no, Dio non era mai stato tipo da cellulare, e come se non bastasse, Dio non se lo era nemmeno portato con sé, il cellulare. Forse perché non voleva essere disturbato, o forse perché sapeva che sarebbe stato inutile; in ogni caso, non lo aveva preso.

Quindi come, e per quale motivo, aveva deciso di contattare suo figlio senza alcun preavviso?

"Pa...Padre? Cosa? Eh? Perché state chiamando? C'è qualcosa che non va? Cosa..."

Taemin poté chiaramente sentire la risata di suo padre risuonare dall'altro capo della linea, limpida e cristallina com'era sempre stata.

"No Gesù, va tutto bene, anzi, benissimo! Non sai da quanto volevo prendermi una pausa. Ad ogni modo, ti ho chiamato perché in questi...non saprei, diciotto secoli? Un po' di più forse? Ah, non lo so, non importa. Dicevo. Questi secoli passati in solitudine mi hanno fatto riflettere, figlio mio. E ho preso una decisione, sì, eccome se l'ho presa, e che decisione. Dammi retta figliolo, non crederai alle tue orecchie."

Taemin corrugò le sopracciglia, un fazzoletto premuto contro alla tempia nel tentativo di bloccare il sudore. Dio sembrava allegro. Certo, Dio era perennemente allegro e solare, ma il quel momento, oh, in quel momento Dio era fin troppo solare.

"Padre, non chiamatemi Gesù, ho cambiato nome da quando siete partito. Ora sono Taemin. Comunque, vi ascolto. Ditemi."

"Taemin? Perché? Non ti piaceva il nome Gesù? Eppure pensavo fosse fico come nome. Alla moda, no? Almeno, a quei tempi era alla moda. Credo. Certo, anche Taemin è un bel nome, non fraintendere. Gran bel nome. Mh...Sì, lo approvo. Taemin, eh? Adorabi-"

"Padre..."

"Ah, giusto, giusto. Dicevo. Taemin, ho riflettuto a lungo, e ho preso una decisione. E' arrivato il momento di dargli un'altra occasione."

Taemin rimase in silenzio per qualche istante, nel tentativo di assimilare ciò che suo padre gli stava dicendo.

"Dargli un'altra occasione? Di chi state parlando?"

"Oh andiamo Taemin. Di lui. Insomma. Sai di chi sto parlando! Quel ragazzo. Il Boss là sotto."

Il giovane Signore sobbalzo, sgranando gli occhi.

"Satana? Padre, state parlando di Satana?!"

"Abbassa la voce, figliolo. Sì sto parlando di lui. Non credi sia l'ora di dargli una seconda chance? Cos'è che avevi detto agli umani tempo fa? Porgere l'altra guancia o qualcosa di simile? Penso sia arrivato il momento di farlo!"

Taemin si passò la mano libera sul viso, cercando di trattenersi dal sospirare.

"E in quale modo, Padre? Di quale "seconda chance" state parlando?"

Dall'altro capo della linea, ci fu un attimo di pausa. Come se Dio stesse cercando di creare della suspense. Tipico.

"Taemin, ho un piano per farlo. Devi ascoltarmi e prestare attenzione, capito? Se tutto andrà a buon fine, quel ragazzo potrà riavere le sue ali e tornare in Paradiso. Ah, sono così emozionato. Sarà divertente, credimi. Okay, prima di tutto..."

●○●

"Hai bisogno di qualcosa?"

"Jongin, prendi con te Kyungsoo e andate ai piani bassi. Ho bisogno che mi facciate un favore."

Jongin inclinò il capo, visibilmente confuso.

"Ai piani bassi? Per quale motivo?"

Taemin sospirò, buttando giù l'ennesimo shot.

"Ho bisogno che portiate Satana nel mio ufficio. Il prima possibile."

L'angelo aprì la bocca, come se volesse dire qualcosa, per poi bloccarsi, evidentemente preso alla sprovvista.

"Satana? Stai parlando di... Lui? Davvero Taemin? Sul serio? Lui?"

Il Signore annuì, guardando fuori dalla finestra, i capelli argentati scompigliati a causa di tutte le volte che vi aveva fatto passare le dita.

"Sì. Lui. Portatelo qua."

Un altro sospiro.

"Portatemi Baekhyun."

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Capitolo 2
*** 01 ***


"Heaven's day,

Be my chou-cream yeah yeah,

scream yeah yeah,"

"Allora? Cosa ne pensate di questa canzone come sottofondo? L'ho scelta io stesso."

Jongin e Kyungsoo si scambiarono un rapido sguardo, le mani infilate nelle tasche e le ali premute le une contro le altre. 

Gli ascensori divini erano sempre stati piuttosto stretti, specialmente per gli angeli, data la presenza delle loro ali. Di conseguenza, era raro che più di una persona alla volta vi mettesse piede. 

Ma questa era un'emergenza. 

"Sbaglio o questa è la tua canzone, Changmin?"

L'uomo in uniforme si illuminò, rivolgendo ai due un sorriso smagliante. "Lo è! Hai orecchio, Kyungsoo, questo è certo. Quindi ti piace?"

Kyungsoo sospirò, annuendo brevemente, prima che Jongin prendesse la parola. 

"A proposito, dov'è Yunho? Non è lui a fare il turno su questo ascensore di solito?"

Changmin schioccò le dita, carezzandosi il mento. 

"Lo è, ma abbiamo deciso di scambiarci i ruoli. È noioso stare sempre sullo stesso ascensore, ogni giorno, tutto il giorno, sapete?"

Jongin inarcò un sopracciglio, squadrando Changmin da capo a piedi. 

"Pensavo fossero tutti uguali gli ascensori divini?"

"Lo sono."

I due ignorarono la risposta dell'uomo, riprendendo ad osservare la porta di vetro di fronte a loro. Un piano dopo l'altro, stavano lentamente scendendo nelle profondità degli Inferi.

In effetti, era comodo potersi servire di un ascensore per spostarsi da un livello all'altro.

Quello di farne installare una decina era stato il primo comando di Taemin, dovuto in particolar modo al fatto che il nuovo Signore stesso non ne poteva più dell'infinità di scale che doveva salire e scendere ogni volta che necessitava spostarsi nel mondo dell'aldilà. 

Una mossa geniale, poco ma sicuro, che fu accolta di buon grado dalla maggior parte degli angeli e delle anime. 

Certo, una cosa era ovvia: l'uso di tali ascensori era consentito solo ai residenti del Paradiso. Non per questo erano stati selezionati degli addetti appositi. 

Due di loro erano particolarmente conosciuti: Changmin e Yunho. Non era certo un segreto che i due fossero buoni amici da secoli, come non era certo un segreto il fatto che fossero impeccabili nello svolgere il loro lavoro. 

Gestire gli ascensori, ecco in cosa consisteva il loro compito. Assicurarsi che solo coloro che erano stati autorizzati da Taemin potessero farne uso, e che, in nessun caso, le anime ed i demoni che ospitavano gli Inferi potessero entrarvi. 

Un ding risuonò nel cubicolo, segno che i tre avevano raggiunto l'ultimo piano; il pannello in cima alle porte riportava la scritta "Club Baekhyun". Gli angeli sbuffarono, pronti a scendere.

"Eccoci! Prego ragazzi."

Changmin premette il pulsante d'apertura, scostandosi di lato per consentire ai due di passare. "Ah, e per favore, non dite a Taemin che ho tolto le sue canzoni dalla playlist dell'ascensore, okay? A presto!"

Ed in un secondo, le vetrate si richiusero, lasciandoli soli.

Jongin e Kyungsoo si guardarono intorno, nel tentativo di capire in che direzione muoversi. Nessuno dei due era mai stato in quel posto, o almeno, non negli ultimi decenni. L'ultima volta che avevano visitato il "Club Baekhyun" era stato durante il loro addestramento per poter diventare assistenti di Taemin, e le loro memorie di quel luogo erano a dir poco offuscate. 

"Da che parte dobbiamo andare?" Jongin si passò una mano tra i capelli, scuotendo appena le spalle per far riavviare la circolazione nelle sue ali. Quell'ascensore era davvero troppo stretto.

"Non lo so... Forse dritti? Mi pare che ci fosse un'entrata da qualche parte. Deve essere qui vicino."

I due rimasero immobili per qualche istante, prima di intrecciare le loro dita e farsi strada lungo il sentiero di terra bruciata. Fin dal loro primo giorno come assistenti, Taemin gli aveva sempre raccomandato di stare vicini in caso avessero dovuto sostare negli Inferi, e di non allontanarsi per nessun motivo. 

In genere non vi erano anime all'esterno del palazzo principale, ma si trattava pur sempre di dannati: nulla era mai certo con loro nei paraggi.

"Dio, questo posto è davvero... Opprimente."

Kyungsoo annuì, dando una rapida stretta alla mano di Jongin. "Già. Dopotutto è l'unica parte degli Inferi sulla quale quel tizio non ha potuto mettere le sue mani."

I due proseguirono, ignorando le grida che potevano essere udite in lontananza. 

Non erano grida di dolore, questo era certo, ed era una delle cose che più di tutte faceva rabbrividire gli angeli. 

No, quelle erano grida di piacere.

Dopo qualche minuto, finalmente raggiunsero l'accesso principale. Un enorme portone in ferro, completamente nero, sul quale era stato affisso un cartello che riportava "Club Baekhyun" in neon rosa.

Un respiro profondo ed un battito di ciglia più tardi, ed i due avevano fatto il loro ingresso nel cuore degli Inferi.

Il Club.

Una stanza enorme, infinitamente grande, era impossibile vederne la fine. Un luogo immenso.

Le luci stroboscopiche si alternavano dal rosa, al rosso, al viola. Corpi che si strusciavano gli uni contro agli altri, alcolici, droghe, stanze private disseminate qua e là, angoli con tavoli, bar, camerieri che si facevano spazio tra la folla, palchi, sbarre, catene, perfino postazioni con cibo di ogni genere. 

Un ammasso di qualsiasi cosa fosse in grado di sviare le anime. 

Gemiti e urla, sospiri, risate, era il caos più totale.

E, dinnanzi a loro, al centro del Club, sopra ad un palcoscenico in particolare era posto un palo, illuminato dall'unica luce chiara presente in tutto il locale.

Era impossibile sbagliarsi.

Eccolo lì, ricoperto di sudore, un drink in mano, la camicia rossa pressata contro al torso, i pantaloni neri ad avvolgergli le gambe, i capelli, dello stesso colore della camicia, appiccicati alla sua fronte, ed il suo ghigno tipico stampato in viso: Satana stesso stava ballando a ritmo della musica ridicolmente alta, scivolando lungo il palo, circondato dalle mani delle anime dannate che spingevano per poterlo anche solo toccare. La star dell'Inferno.

Non appena il suo sguardo incrociò quello degli angeli, il suo ghigno si plasmò in un sorriso, e nei suoi occhi crebbe una scintilla. Staccandosi dal palo, posò il bicchiere a terra. 

"Fate largo."

Disse solo, e non appena batté le mani, la folla si divise in due, creando un passaggio dal palco all'entrata. 

"Hey ragazzi! Quanto tempo!" Strillò Baekhyun, correndo verso di loro a braccia aperte, avvolgendo entrambi in un abbraccio dopo averli raggiunti.

Dopo averli lasciati, Satana si riavviò i capelli, studiando i loro visi. "Quanto tempo, quanto tempo! Che piacere avervi qui. Volete un drink? Qualcosa da mangiare? Ditemi pure." Schioccò le dita, ed una cameriera comparve al suo fianco. 

"No, siamo a posto così, Baekhyun." 

Lui alzò gli occhi al cielo, ordinando alla ragazza di portare loro qualche drink al tavolo sei, ignorando bellamente le proteste dei due. 

"Venite, venite, so che se siete arrivati fino a questo posto significa che avete qualcosa da dirmi. Ma prima, andiamo a sederci, che ve ne pare?"

Baekhyun li guidò fino ad uno dei tavoli più riservati, dove il suono delle casse era quasi del tutto attutito. Dopo essersi seduti, Kyungsoo e Jongin notarono che i drink richiesti da Baekhyun erano già di fronte ad ognuna delle loro sedie. 

Satana ne bevve un sorso, senza mai interrompere il loro contatto visivo. "Allora, come va ai piani alti?"

Jongin scrollò le spalle, concedendosi di assaggiare il liquido arancio che gli era stato offerto. "Bene. Come al solito."

"Taemin fa il suo dovere alla perfezione. Non ci sono problemi di nessun tipo." Aggiunse Kyungsoo, seguendo a ruota il compagno.

Baekhyun annuì, poggiando il mento sul palmo della sua mano, sporgendosi leggermente verso di loro. "Mmmmh. Mi fa piacere saperlo. E tra voi due invece? Tutto a posto?"

Kyungsoo spalancò gli occhi, mandando di traverso parte del drink, iniziando a tossire. "D-Di cosa stai parlando?"

"Uh? Come di cosa sto parlando? Un uccellino mi ha detto che siete arrivati mano nella mano, come un'adorabile coppietta~"

Jongin si limito a scrollare le spalle. "Lo abbiamo fatto per protezione. Non si sa mai cosa può accadere quaggiù."

Satana si portò una mano al cuore, visibilmente offeso. "Cosa intendi dire? Nulla succede quaggiù. Così mi ferisci, Jongin. Ad ogni modo, non riuscite ad ingannarmi. Ormai sanno tutti del triangolo amoroso divino, o sbaglio?"

"Sbagli." Risposero in unisono gli angeli, scambiandosi una rapida occhiata.

"Sbaglio, eh? Eppure le voci dicono altro. Kyungsoo, tutti sanno che vai pazzo per Jongin. E Jongin, ti suggerisco di prendere una decisione. Sono secoli che questa tua indecisione tra Taemin e Kyungsoo va avanti, amico mio." Sorrise, soffiando un bacio ad entrambi. 

Kyungsoo rimase in silenzio per qualche secondo, prima di scuote il capo. "Comunque. Non è di questo che siamo venuti a parlarti Baekhyun."

"Esattamente. Taemin ci ha mandato qui per darti un messaggio."

Baekhyun inarcò un sopracciglio. "Non poteva chiamarmi e basta?"

"Gli avresti riattaccato in faccia."

Il Re degli Inferi ridacchiò, finendo il suo drink. "Non posso negarlo." 

Jongin si schiarì la voce, aggiustandosi sulla sedia. "Allora, per farla breve... Taemin vuole vederti. Nel suo ufficio."

Subito, il rosso smise di ridere e corrugò le sopracciglia. "Per quale motivo?"

"Deve parlarti di qualcosa. A quanto pare è importante. Nemmeno noi sappiamo di cosa si tratti... Ci ha solo detto che non puoi rifiutare. Apparentemente sono ordini di Dio, non solo di Taemin."

Lui sbuffò, lasciandosi cadere contro allo schienale. "Eh? E perché mai dovrei dar retta a quel vecchiaccio? Sono impegnato sapete, sono così impegnato che... Anzi, ve lo mostro. Aspettate un secondo." Batté le mani, e subito dopo, due uomini comparvero al suo fianco. Entrambi erano vestiti come lui, l'unica differenza era il colore delle loro camice: nere, così come le cartellette che stringevano al petto.

"Chi sono loro?" Domandò Kyungsoo, osservando prima uno, poi l'altro. 

"Loro sono Jongdae e Minseok, i miei assistenti. Jongdae, passami la mia agenda." 

Il più alto dei due frugò nella sua cartella, prima di tirarne fuori un piccolo quadernetto rosa. 

Baekhyun prese a sfogliare le pagine, mostrandone alcune ai due angeli. Tutte erano ricoperte di scritte, senza alcuno spazio bianco. Progetti, riunioni, piani, controlli, programmati nel minimo dettaglio ed inseriti in qualsiasi ora possibile. "Come potete notare, sono davvero impegnato. Non ho nemmeno tempo di respirare ultimamente. Sapete quante anime vengono spedite qua da me? Centinaia, ogni singolo giorno. Incredibile, davvero. Sono esausto. Tra poco mi toccherà anche espandere il Club. Si sta piuttosto stretti ormai." 

Jongin e Kyungsoo sospirarono, richiudendo l'agenda. "Lo immaginiamo, ma Baekhyun, questa volta è davvero importante. Cosa ti costa? Devi solo parlarci per qualche minuto. Anche Taemin sa che sei impegnato, non penso ti tratterrà troppo a lungo."

Satana mise il broncio, facendo sporgere il labbro inferiore e accasciandosi contro al tavolo. "Che noia. Non ho voglia di salire ai piani alti. Sapete come mi guardano lassù tutti gli angeli e le anime nuove? Nemmeno mi conoscono e pensano che io sia il Demonio o qualcosa del genere."

Kyungsoo prese a massaggiarsi le tempie. "Ma tu lo sei, Baekhyun. Tu sei il Demonio." 

"Tsk. E cosa ci guadagno se mi presento nel suo ufficio?"

Jongin scrollò nuovamente le spalle. "Cosa vorresti?"

Baekhyun si alzò in piedi in un lampo, piegato sopra al tavolo, il viso a pochi centimetri da quello di Jongin. "Posso chiedere qualsiasi cosa?"

 L'angelo deglutì. "Sai che puoi farlo."

Baekhyun lasciò un rapido bacio sulla punta del suo naso, per poi allontanasi. "Voglio che passiate una serata quaggiù. Sia voi che Taemin. Vi divertirete, ve lo garantisco. Ogni tanto anche gli angeli possono fare qualcosa che va contro le regole, no? E voglio che Taemin mandi giù qualcuno per aiutarmi ad ampliare il Club. Ho già un sacco di dipendenti, ma più siamo e meglio è, dico bene?" Detto ciò, allungò un braccio di fronte a sé, in attesa di stringere le loro mani e sigillare il patto. Baekhyun era sempre stata una persona che andava dritto al punto. Forse infantile, ma senza ombra di dubbio, una persona decisa e sicura di sé.

Kyungsoo e Jongin esitarono. Tutti sapevano che un patto col Diavolo era un patto col Diavolo, e che se non fosse stato rispettato, ci sarebbero state delle ripercussioni, a prescindere da chiunque stesse stringendo tale accordo. Dio stesso avrebbe potuto fare un patto con Baekhyun e pagarne le conseguenze.

Finalmente, dopo averci pensato a sufficienza, i due afferrarono la sua mano. 

"Capo, non penso sia una buona idea, tra poco deve passare dal secondo piano a controllare le anim-"

Baekhyun sventolò il braccio libero di fronte al demone, "Io penso sia un'ottima idea, Minseok. Nemmeno io voglio andarci, ma quanto meno potrò guadagnarci qualcosa. E poi potete sempre sostituirmi tu e Jongdae per qualche minuto, no?" Si voltò verso i suoi assistenti, rivolgendo loro un sorriso tutto meno che amichevole. "No?"

Jongdae e Minseok annuirono, evidentemente frustrati, prima di scomparire nella folla non appena ebbero porto i loro saluti al Diavolo.

"Bene, allora è deciso!" Esclamò lui, senza perdere un secondo, obbligando i due angeli ad alzarsi e iniziare a camminare.

"Prego ragazzi, fatemi strada. Si va dal caro vecchio Taemin."

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Capitolo 3
*** 02 ***


Satana era seduto.

Satana era seduto nell'ufficio di Dio.

Satana era seduto nell'ufficio di Dio, i piedi comodamente poggiati sulla scrivania divina e le braccia lasciate a penzoloni.

Le palpebre socchiuse, lo sguardo di una persona annoiata e allo stesso tempo vagamente intrigata.

Perché sì, Satana si era sempre interessato a Taemin, e sapere che il figlio di Dio aveva percepito la necessità di parlare faccia a faccia con lui tutto d'un tratto aveva innegabilmente stuzzicato la sua curiosità.

Le braccia incrociate di fronte al petto ed un sopracciglio inarcato, coperto dalla cascata di ciocche rosse, Satana attendeva che il Signore aprisse bocca.

D'altra parte, anche Taemin era seduto.

Taemin era seduto dietro alla scrivania divina sulla quale Satana aveva comodamente poggiato i suoi piedi, le gambe accavallate e la fronte imperlata di sudore, sebbene fosse difficile notarlo data la cascata di ciocche nere.

Taemin era preoccupato, e volendo essere onesti, aveva tutte le ragioni di esserlo. 

Sapeva perfettamente quanto Satana amasse il suo ruolo negli Inferi. Era evidente. Sebbene il giovane non avesse mai avuto modo di intrattenere una conversazione decente con il Demonio stesso, non era certo difficile creare un profilo mentale di quest'ultimo avendo a disposizione qualche informazione di base. 

Satana era una star, una re ed una regina allo stesso tempo; Satana amava il potere ed amava averlo per sé. Odiava condividere, così come odiava rispettare qualsiasi tipo di regole. E più di tutto, Satana amava essere al centro dell'attenzione. Bramava l'adorazione altrui, la scarica di adrenalina che lo attraversava ogni volta che i dannati lo osservavano dal basso, urlando il suo nome, spingendosi per potersi avvicinare a lui anche solo di un millimetro. 

Satana amava essere il centro del suo mondo e di quello delle persone che lo circondavano. Una divinità.

E l'unico posto dove poteva esserlo, era l'Inferno. Ed entrambi lo sapevano alla perfezione.

Se Baekhyun fosse tornato in paradiso, tutto il suo potere sarebbe scomparso in un battito d'ali. Sarebbe tornato ad essere un angelo come tutti gli altri.

Certo, un angelo con una storia alle spalle impossibile da ignorare, ma pur sempre un angelo. 

Le tipiche ali, la solita camicia candida, i pantaloni bianchi da regolamento.

Nulla di speciale, nulla che gli consentisse di distinguersi dalla massa, nulla che gli desse la possibilità di elevarsi, di porsi sopra un piedistallo irraggiungibile ed intoccabile.

Era ovvio, elementare, che Satana non avrebbe mai accettato la sua proposta.

Come poteva l'idea che quel piano potesse funzionare aver anche solo attraversato l'anticamera del cervello di Dio?

Non c'era alcuna speranza.

Ma nonostante ciò, nonostante il tutto fosse una causa persa, Taemin sapeva di non potersi tirare indietro. 

Perché per quanto stupido e decisamente infattibile quel progetto fosse, era pur sempre un ordine emesso da suo Padre, e lui non aveva intenzione di opporvisi. 

Taemin sospirò, massaggiandosi le tempie, evitando in tutti i modi di incrociare lo sguardo di Baekhyun.

Era come se i suoi occhi rossi stessero scavando un buco nella su fronte. 

Si sentiva in soggezione, si sentiva in soggezione e non poteva fare altro che ammetterlo.

Satana non era poi così alto, né così minaccioso, ma la sua sola presenza era in grado di far tremare l'anima di chiunque si trovasse nelle sue vicinanze.

Una goccia di sudore scivolò lungo lo zigomo di Taemin; Satana sorrise.

"Allora, come già sai ti ho convocato qui per parlarti di una questione piuttosto importante. Vorrei solo mettere in chiaro il fatto che ciò che sto per comunicarti non è stato deciso da me, ma..."

"Ma da tuo Padre. Da quel vecchio. Lo so, Taemin, Jongin e Kyungsoo me lo hanno già accennato." Baekhyun fece schioccare la sua lingua contro al palato, concedendosi di studiare per qualche secondo il viso del ragazzo di fronte a lui. 

Era bello, estremamente affascinante, non c'era alcun dubbio, ed il rosso non poté fare a meno di sbuffare una risata; dopotutto era pur sempre il figlio di Dio, cos'altro avrebbe dovuto aspettarsi?

"Ah, perfetto. Quindi... Sì, insomma, ordini di mio Padre. Vedi, oggi mi ha chiamato, e so che può sembrare strano, perché a me è decisamente sembrato strano, ma... Mi ha chiamato per parlarmi di te."

Il ghigno stampato sul viso di Satana vacillò per un breve istante.

"Di me? Cosa diavolo vuole da me quel tizio?"

Taemin prese un respiro profondo. Poteva chiaramente percepire la lieve nota di rancore nella voce di Baekhyun.

"Lui...Come dire...In parole povere...Lui vuole... Cioè, non proprio "vuole", diciamo che lui mi ha suggerito di..." Chiuse gli occhi. "Proporti un modo per tornare a vivere qui. Di darti una seconda occasione."

Un silenzio infinitamente pesante calò come un telo sulla stanza, immobilizzando entrambi, congelando i loro respiri. 

Era un silenzio sinistro, un silenzio fin troppo improvviso.

Baekhyun era impassibile. La sua espressione, stoica. Ma i suoi occhi, Taemin lo notò subito, i suoi occhi sembravano bruciare. 

Satana si leccò le labbra, lentamente, senza mai spezzare il contatto visivo tra lui ed il moro. 

Un milione di pensieri diversi attraversarono la sua mente nell'arco di un secondo, facendogli perdere la sua tipica compostezza per qualche istante. 

Una seconda occasione?

Non poteva nemmeno crederci.

Erano passati secoli, così tanti secoli, e solo ora, tutto d'un tratto, quel vecchio decideva che era arrivato il momento di riaccoglierlo in Paradiso? Come se nulla fosse? 

Solo ora che se ne era andato, probabilmente per l'eternità?

Solo ora decideva che, andiamo, non sarebbe stato poi così male riavere il buon vecchio Baekhyun all'interno dei cancelli divini, giusto? 

Cancelli dai quali era stato bandito, gli stessi cancelli che gli erano stati sbattuti in faccia, gli stessi cancelli dai quali era stato buttato a peso morto solo per sprofondare nell'abisso più totale.

La rabbia prese a divorarlo dall'interno.

A mangiarlo lentamente, a contaminare uno dopo l'altro i suoi organi, i suoi muscoli, la sua pelle, l'ira cominciò ad espandersi e ad avvolgerlo.

Nemmeno lui era in grado di ricordare l'ultima volta che un'emozione talmente intensa lo aveva assalito. 

Quella proposta, quella singola proposta, quell'idea, era talmente stupida, talmente ridicola, talmente irrispettosa, talmente egoista che Satana, Satana non poté fare a meno di...

Semplicemente, scoppiare a ridere.

Piegato in avanti, le braccia ad avvolgergli lo stomaco ed il capo gettato all'indietro, Satana rise, rise come se avesse appena udito la battuta più divertente di tutto il mondo.

Taemin corrugò le sopracciglia, visibilmente confuso, approfittando del momento per asciugare quelle poche gocce di sudore che erano riuscite a trasparire dalla sua barriera di capelli corvini. 

"Baekhyun?...Baekhyun? Hey, Baekhyun, non sto scherzando, perché stai ridendo? É una proposta seria, okay?"

Gradualmente, la risata di Satana si placò, lasciandolo esausto e con la traccia di qualche lacrima ad imperlargli gli occhi. 

"Diamine, sapevo che il Grande Capo era divertente, ma non pensavo potesse esserlo fino a questo punto. Che uomo, eh? Una seconda occasione. Oh, cielo. Esilarante."

Taemin si morse il labbro, osservando l'altro riaggiustarsi sulla poltroncina e scuotere il capo, per poi lisciarsi la camicia come se nulla fosse, completamente indisturbato.

"Quindi...Quindi non sei, non lo so, arrabbiato? Pensavo che a questo punto te ne saresti già andato da qui."

Lui scrollò le spalle, sporgendosi verso Taemin e rivolgendogli un rapido sorriso.

"Nah, perché dovrei esserlo? Era da molto che non mi divertivo così, complimenti a lui." Baekhyun annuì tra sé e sé. "Ad ogni modo, se questo è quanto, io avrei delle faccende da sbrigare. Ovviamente la mia risposta è no. Ci si vede giovanotto, e mi raccomando, ricordatevi di passare per il Club un giorno di questi, okay? Ti ricordo che avete stretto un patto con il Diavolo. A presto." Fece per alzarsi, sospirando nel processo, quando Taemin si allungò sulla scrivania, afferrandogli un braccio.

"Hey hey hey, okay, aspetta un secondo, cosa ne dici? Parliamone, mh? Non c'è bisogno di rifiutare così, possiamo negoziare, no? E poi non hai ancora nemmeno sentito cosa dovresti fare per riavere le tue ali! Per favore, Baekhyun, resta qui ancora un po', d'accordo?"

Baekhyun lanciò un'occhiata a Taemin da sopra alla sua spalla, squadrandolo da capo a piedi.

"Uh, perché dovrei? Non sono interessato, piccoletto. E ripeto, ho da fare. Sono così impegnato, così impegnato! Non ho tempo per star dietro a queste stronzate." Il Signore vacillò. "Dì pure a tuo padre che ho detto di no e che non ho intenzione di stare a sentire il suo piano. Un bacio." Gli fece l'occhiolino, prima di scrollarsi di dosso la sua mano ed incamminarsi verso la porta.

In quel preciso istante, un milione di sirene diverse scattarono nel cervello di Taemin. Non poteva lasciarlo andare così, assolutamente no, era inammissibile. Aveva ricevuto un ordine, ed aveva intenzione di portarlo a termine. 

Si alzò a sua volta, il più in fretta possibile, e con uno scatto, si gettò sulla schiena di Satana, avvolgendo le braccia intorno alle sue spalle.

"Ascolta Taemin, so di essere attraente, così come so di emanare un'aura irresistibile, ma lascia che ti chieda cosa diamine pensi star facend..."

Il Signore strinse la presa, servendosi di tutta la forza che possedeva per trascinare il rosso verso la sedia; fortunatamente, quest'ultimo non sembrava abbastanza in forma da poter porre resistenza. Certo, un battito di ciglia e avrebbe potuto scaraventare il moro dall'altra parte della stanza, ma doveva ammettere che la situazione iniziava a divertirlo.

"Mi dispiace Baekhyun, ma non posso permetterti di andartene senza prima avermi ascoltato, e soprattutto, senza prima aver accettato di seguire questo stupido piano, chiaro? Pensi che sia io a volerlo? Se avessi potuto non ti avrei nemmeno chiesto di venire qua! Quindi ora siediti e cerca di sopportarmi per altri cinque minuti."

Satana sbuffò, lasciandosi cadere nuovamente sulla poltroncina, il suo classico broncio stampato in viso ed il labbro inferiore spinto in fuori, chiaro segno che per quanto avesse voluto andarsene, non era poi così irritato. 

"Come ti pare, ma fai in fretta, non ho tutto il giorno. Cristo, questo è davvero inutile." Ancora una volta, Taemin vacillò non appena udì il suo vecchio nome, ma tentò di non darlo a vedere.

Riavviandosi i capelli con la mano, Taemin si poggiò contro alla scrivania, tentando di elaborare il modo migliore di spiegare il progetto divino al ragazzo di fronte a lui.

"Perfetto. In sostanza, quello che devi fare per riavere le tue ali..."

"Cosa che non voglio riavere."

"...Quello che devi fare per riavere le tue ali è semplice. Prima di tutto, e questa è la parte più importante, devi..." Esitò. "Andare sulla terra."

Baekhyun sgranò gli occhi, sporgendo il collo in avanti. "Come scusa?"

"Devi...Andare sulla terra. Non so per quanto, dipende tutto da te, davvero. E una volta lì, le cose che devi davvero fare sono due: comportarti bene, comportarti come un essere umano decente, niente peccati, niente droghe, niente crimini, niente di niente. Conosci i dieci comandamenti, no? Ecco. Nessuna di quelle robacce. Ed infine, per provare che finalmente sei diventato un individuo migliore, che sai comportarti a modo e che hai un cuore, devi... Rendere migliore la vita di una persona a tua scelta. Il modo in cui farlo sarai tu a deciderlo. Basta che tu renda la vita migliore ad una singola persona. Tutto qua. Allora," Taemin batté le mani, sorridendogli. "Cosa ne pensi?"

Le labbra del rosso si plasmarono in una linea sottile, così come i suoi occhi. "Cosa ne penso? Penso che sia un'idea tremenda. Sul serio pensavate che avrei accettato? Non ho intenzione di andare sulla terra, e non ho certo intenzione di seguire quei dieci comandaqualcosa. Dannazione Tae, ti facevo più sveglio di così."

Taemin grugnì, esasperato. Si aspettava una reazione simile, ovviamente se l'aspettava, ma in fin dei conti, nel profondo, sperava che Baekhyun sarebbe stato disposto ad accettare l'offerta senza fare troppe storie. 

"Per favore, Baekhyun! Ti prego! Mi hai sentito? Ti sto letteralmente pregando. Capisci quanto sono disperato? Ti sto pregando, okay? Di solito la gente prega me, non te! Per favore. Non posso disubbidire a mio Padre, lo sai. E poi sembrava davvero convinto al telefono. Penso voglia davvero che tu accetti la sua proposta. E inoltre, cosa c'è di tanto bello negli Inferi? Davvero ti diverti ad essere circondato ventiquattro ore su ventiquattro da assassini, pedofili, stupratori e..."

Baekhyun sollevò un dito, facendo segno a Taemin di smettere di parlare. 

"Prima di tutto: gli Inferi sono una bomba. Non penso esista posto migliore. Secondo: quelle anime non sono le benvenute nel mio Club. Gente del genere è ammassata nel secondo livello, e sono i miei demoni a prendersene cura. Non ho intenzione di permettere a feccia simile di mettere piede nel mio Mondo. Il mio Club è fatto per permettere ai dannati di godersi ciò che tuo padre ha proibito e per cui li ha condannati.  E terzo: gli Inferi sono una bomba. Dovresti venire a farci un giro."

Il moro sospirò per l'ennesima volta nell'arco di dieci minuti, decidendo su due due piedi di procedere con il piano B: snocciolare una serie di suppliche e motivazioni secondo le quali Baekhyun non poteva rifiutare un'occasione talmente rara. Suppliche e motivazioni che Baekhyun trovò tutto fuorché convincenti.

Non voleva andare sulla terra, non ci teneva. A cosa sarebbe servito? Stava molto meglio a casa sua, nel suo palazzo. E soprattutto, anche se avesse mai accettato di andare laggiù, era più che certo che non si sarebbe comportato bene. Quindi, che senso aveva tutto ciò?

Era un'idea che non aveva né capo né coda.

Ma nonostante ciò, il tempo scorreva, e Taemin sembrava intenzionato a continuare a parlare, almeno fino a quando Satana non avesse deciso di cedere. 

E forse fu colpa del fatto che Baekhyun era sfinito, o forse fu colpa del fatto che il metodo di persuasione di Taemin stranamente stava facendo effetto, ma all'improvviso, il re degli Inferi si mise a pensare.

Per quanto la possibilità di redimersi non lo attraesse affatto, una cosa era certa: il Signore non intendeva tirarsi indietro. 

Ragionandoci su, era evidente che non avrebbe mai abbandonato quell'ufficio senza piegarsi alle richieste delle due divinità. O meglio, avrebbe potuto farlo con la forza, ma che bisogno c'era di causare inutili drammi?

Dopotutto, forse passare un po' di tempo sulla terra non sarebbe stato così male.

Non avrebbe seguito le regole di Dio, no, non lo avrebbe fatto per nulla al mondo, e di sicuro non si sarebbe comportato bene, ma escluse queste due condizioni, quanto poteva essere tremendo farsi una rapida vacanza tra gli umani?

Alla fine della giornata, le sue opzioni erano due: causare un conflitto divino, oppure mentire e divertirsi a scapito del Vecchio.

E Baekhyun sapeva già quale delle lo interessava maggiormente.

"...Inoltre, se ben ricordi, tu eri il preferito di mio Padre. Vedi? Significa che ci tiene a te! Ti rivuole qua! Andiamo Baek, fallo, dai, fallo, non te ne pentirai, ti preg..."

"Okay."

Taemin sobbalzò, colto alla sprovvista dall'improvviso cambio di atteggiamento del rosso.

"O...Okay?"

Annuì.

"Okay, va bene, lo farò."

Un sorriso, finto, aveva del perfido, ma lui era sempre stato incredibilmente bravo a nasconderlo.

Dall'altro lato, un sorriso onesto, sollevato.

"Davvero? Io non... Grazie Baekhyun, sul serio, grazie, non capisco perché ti chiamano il Demonio quando sei talmente gentile, grazie mille, mi hai salvato, graz..."

"Quando dovrei partire?"

Taemin tossicchiò, arrossendo impercettibilmente, sopraffatto dalla felicità di essere riuscito a far cambiare idea a Satana.

"Questa notte. Presentati all'ascensore di fronte al tuo Club quando sarai pronto. Darò io ordine a Yunho di portarti là. So che puoi farlo per conto tuo, ma devo essere in grado di monitorare il tutto. Siamo d'accordo?"

Dio allungò la mano, fiducioso, ingenuo.

E Satana la strinse.

"Siamo d'accordo."

●○●

"Sehun."

"Sehun, svegliati."

"Sehun, non ho intenzione di ripeterlo un'altra volta, se non ti svegli all'istante giuro che darò fuoco sia a te che al tuo stupido ragazzo."

L'anima aprì gli occhi lentamente, confuso, guardandosi intorno alla ricerca dell'origine della voce che lo aveva svegliato.

E quando il suo sguardo incrociò quello ardente del suo Signore, tutta la stanchezza abbandonò il suo corpo, facendolo scattare in piedi.

"C-Capo, mi dica."

Baekhyun alzò gli occhi al cielo, lanciando un'occhiata al suo orologio da polso.

"Dobbiamo partire. Dì ciao a Luhan, staremo via per un po'."

Sehun corrugò le sopracciglia, confuso. Il Signore non gli aveva mai parlato personalmente, mai prima d'ora. Il solo fatto che conoscesse il suo nome era estremamente sorprendente.

"Io e lei? Partire? Per andare dove? Perché io? E... E... Perché dovrei dirgli ciao? Cosa sta succedendo?"

Satana sbuffò, voltandosi e facendo segno all'uomo in ascensore di attendere.

"Fai troppe domande, ragazzo. Non abbiamo tempo. Perché tu? Perché sei una delle anime che più mi ispira simpatia. Tutto qua. E sei una delle anime che mi ha causato meno problemi. Quindi, e sappi che questa è l'ultima volta che lo ripeto, dì ciao alla bella addormentata e seguimi."

Ed era vero, lui era sempre stata una delle anime meno problematiche.

Sehun e Luhan, condannati agli Inferi insieme. I loro peccati? L'essersi amati, e l'essersi levati la vita con le loro stesse mani.

A Baekhyun non interessava minimamente il passato delle anime che popolavano il suo regno, ma nonostante ciò, era a conoscenza di ognuno di essi.

Per quanto perplesso, Sehun obbedì; non aveva alcuna intenzione di infastidire il Re degli Inferi, sapeva quanto pericoloso poteva essere andare contro ai suoi ordini. Si chinò, lasciando un bacio sulla fronte al giovane che ancora stava dormendo, per poi risollevarsi e correre in direzione di Baekhyun, che si era già avviato verso l'ascensore.

Quando entrambi furono saliti, Yunho li osservò, esitando per qualche secondo. Taemin gli aveva comunicato che avrebbe dovuto portare Baekhyun sulla terra, questo sì, ma non aveva menzionato nessun'altra anima. 

Nonostante ciò, appena il rosso gli diede il via, un sorriso meschino stampato in viso ed una scintilla distorta ad illuminargli gli occhi, Yunho decise di ignorare la cosa, e semplicemente, dare inizio alla loro ascesa verso il mondo degli umani.

Perché in fin dei conti, Taemin non aveva mai proibito a Baekhyun di portare con sé un compagno.

Giusto?

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Capitolo 4
*** 03 ***


Se c'è una cosa da sapere riguardo alle anime, è che esse sono morte.

Per quanto questo fatto possa risultare abbastanza palese, bisogna specificare che ciò comporta determinati aspetti spesso ignorati dalla gente comune. 

Certo, non ci vuole un genio per capire che un'anima è, di fatto, morta, ma la maggior parte delle persone non sempre è in grado di realizzare quello che questo piccolo dettaglio implica.

Fondamentalmente, le anime, così come i demoni e tutti gli altri esseri che popolano l'aldilà, non necessitano, in alcun modo, di cibarsi. 

Non necessitano di cibarsi, così come non necessitano di idratarsi, di dormire, di lavarsi, nessuna di queste sciocchezze.

Se un umano considera una determinata azione "vitale", con ogni probabilità un'anima qualsiasi la troverà completamente inutile.

Questo perché, in fin dei conti, tali non hanno alcun bisogno di mantenersi in vita. 

Ma nonostante ciò, nonostante esse siano morte, ovvero non vive, e di conseguenza indipendenti dai bisogni primari degli esseri umani, sorprendentemente la maggioranza delle anime si ostina a compiere comunque gli atti menzionati.

Chi per abitudine e chi per comodità, i morti, ed in particolare i dannati, amano far festa: si abbuffano nonostante non siano in grado di percepire la fame, ingurgitano litri di alcolici nonostante non siano in grado di ubriacarsi, iniettano stupefacenti di qualsiasi tipo nei loro corpi nonostante non siano in grado di sentirsi leggeri o di distruggere le loro menti dopo averlo fatto.

Tuttavia, la regola di base non cambia: le anime esistono. Esistono e basta. Le anime sono decedute, ed essendo decedute, esistono senza bisogno di qualcosa che le alimenti. 

Sehun era sempre stato a conoscenza di questo, per così dire, "privilegio" spirituale. 

Lo aveva sempre saputo, ed era sempre stato uno dei suoi aspetti preferiti della sua vita oltre la morte.

Fu proprio per questo che, non appena lui e Satana emersero dagli Inferi attraverso uno degli svariati canali utilizzati come sistema di comunicazione tra Terra e Aldilà, le parole del suo capo dopo aver rapidamente rivolto un cenno di saluto ed un breve "manda un bacio a Taemin da parte mia" a Yunho lo lasciarono a dir poco perplesso. 

"Ho voglia di una bistecca. Un filetto. Oh, eccome se ne ho voglia. Muovi quelle gambe e andiamo a cercare un ristorante. Sappi che non mi fermerò fino a quando avremo trovato un cinque stelle. Lo senti il mio stomaco? Brr, brr. Cristo, sto morendo di fame. Sto per svenire, me lo sento. Datti una mossa, vuoi che Satana svenga nel bel mezzo di questo posto?"

●○●

Baekhyun osservò l'involucro di carta posto di fronte a lui, le braccia conserte e le sopracciglia corrugate.

Fece schioccare la lingua contro al palato, bisbigliando tra sé e sé per l'ennesima volta nell'arco di cinque minuti.

"Un hamburger. Sul serio credono di potermi dare un hamburger del genere come se nulla fosse? Sul serio pensano di poter rifilare a Satana della carne surgelata e del pane vecchio di settimane? Sehun, sbaglio o avevo detto di volere un filetto? Sbaglio o avevo menzionato un cinque stelle? Sbaglio o un McDonald's è l'esatto opposto di un ristorante cinque stelle?"

Sehun sospirò, ingoiando l'ultima manciata di patatine fritte e prendendo un sorso della sua bibita. 

Fin dal momento in cui erano entrati in quel fast food, Satana non aveva fatto altro che lamentarsi, premurandosi di far sapere ad ogni singolo lavoratore che nulla di ciò che il loro "deludente" menù aveva da offrire era anche solo lontanamente all'altezza di essere mangiato dal Re degli Inferi in carne ed ossa.

"Lo so Capo, ma abbiamo vagato per strada per almeno due ore, e questa era l'unica opzione disponibile. In più è stato lei a dire di essere in punto di morte."

Baekhyun ridusse gli occhi a due sottili fessure, fulminando con lo sguardo il ragazzo.

"Non sfidarmi, giovanotto. Se prima ero in punto di morte una volta assaggiato questo ammasso di scarti puoi star certo che tornerò dritto dritto negli Inferi. Me lo sento."

Il moro scosse il capo, sporgendosi dalla sedia per gettare i resti della sua cena nel cestino vicino al loro tavolo. 

Si prese un istante per studiare il suo Boss colpire di tanto in tanto l'hamburger ancora intatto con l'indice, storcendo il naso ogni singola volta per poi leccare via dal dito i residui di salsa, come se stesse cercando di valutare se fosse commestibile o meno. 

"Non le succederà niente, io l'ho mangiato e non mi pare mi sia successo nulla di strano, dico bene?" 

Il rosso esitò per qualche secondo, prima di imprecare sottovoce e dare un morso al suo BigMac tenendo gli occhi serrati. 

Lentamente, senza mai azzardarsi ad aprire le palpebre, ingoiò il boccone, riluttante. 

"Allora? Sta bene, capo?"

Baekhyun sollevò l'hamburger, rigirandoselo tra le mani ed esaminandone ogni singolo dettaglio, per poi scrollare le spalle ed infilarsene un altro pezzo in bocca.

"Sto...Bene...É tremenfo, ma ci vuole ben più di... un panino... per ammaffarmi." 

Satana annuì tra sé e sé, e Sehun non poté far altro che inarcare un sopracciglio.

Prima d'allora, non aveva mai avuto modo di parlare davvero con il più basso, e spesso si era ritrovato a pensare che il Demonio fosse una creatura estremamente intimidatoria. Ma in quel momento, si rese conto di non essersi perso nulla. 

L'anima prese un respiro profondo, valutando se fosse o meno il caso di porre a Baekhyun le domande che gli stavano ronzando in testa ormai da ore. 

"Capo, posso chiederle una cosa?"

L'altro annuì, quasi senza pensarci, la sua attenzione volta esclusivamente al pezzo di carne stretto tra le sue dita. 

Forse il cibo spazzatura degli umani non era così male. Forse a Satana McDonald's non dispiaceva poi molto.

"Perché siamo qui? Perché mi ha portato qui così all'improvviso? Lo sa qualcun altro? Non ho sentito nessuna voce girare riguardo alla sua partenza..."

Il rosso terminò la sua cena, ingoiando la metà restante in soli tre bocconi, per poi passarsi il palmo della mano sulla bocca nel tentativo di ripulirsi dalle briciole e dall'unto, gesto a cui Sehun pose subito fine afferrando una manciata di tovaglioli e posandoli sulla sua parte del tavolo. Era incredibile la quantità di somiglianze tra il Diavolo ed un bambino di cinque anni.

"Certo che fai davvero tante domande..." borbottò, riavviandosi i capelli e svuotando mezzo bicchiere di Sprite in un sorso. "Perché siamo qui? Per ordine di Taemin e di suo Padre. "Ordine". Diciamo che siamo qui per mia scelta forzata."

Inconsciamente, la mascella di Sehun cadde, e di riflesso il giovane si sporse in avanti, guardandosi intorno per essere certo che nessuno stesse origliando la loro conversazione. "Taemin e suo Padre? Intende...Quel Taemin? Quel Padre? Vuole dire...Dio e ancora più Dio?"

Baekhyun alzò gli occhi al cielo, mordicchiando la cannuccia della sua bibita. "Esatto. Loro. Ora apri bene le orecchie Sehun, perché sto per spiegarti tutto e come già sai odio ripetermi. Chiaro?"

"Cristallino."

Satana sbuffò, ignorando la risposta del compagno. "Oggi, come probabilmente avrai notato, nel Club sono entrati due Angeli. Jongin e Kyungsoo, gli assistenti personali di Taemin. Non ho voglia di raccontare tutto per filo e per segno, quindi te la farò breve: mi hanno detto che Taemin voleva vedermi. Nel suo ufficio. E io ho pensato, perché quel ragazzino dovrebbe voler vedere me, il vecchio zio Baekhyun, l'adorato Satana, nel suo ufficio senza alcun preavviso? Mi sono detto, col cazzo che ci vado. Ma alla fine ci sono andato. Perché? Perché so negoziare. Ad ogni modo. Ci sono andato, e ho parlato con Taemin. A quanto pare lui e suo padre hanno architettato un piano per farmi riavere le mie ali e tornare in Paradiso. E a questo punto starai pensando, "cosa?!" E lo capisco. Ma non è mica finita qui. Il piano, da quel che ho capito, consiste nello spedirmi sulla Terra e valutare le mie azioni. Hai capito no, controllare che io mi comporti bene e segua quelle dieci frasette sui blocchi di pietra o quel che è. E rendere migliore la vita di un essere umano. A proposito, cosa diamine vuol dire rendere migliore la vita di un essere umano? Pensano davvero che me ne importi qualcosa di uno stupido essere um..."

Sehun scosse il capo, tentando di elaborare ciò che il suo Capo stava dicendo e tralasciando i commenti superflui.  "Aspetti un attimo. Se la condizione per farla tornare in Paradiso è quella...E noi ora siamo sulla Terra...Allora significa che ha accettato? Cosa? Vuole davvero tornare ad essere un Angelo? Lei? Un Angelo?"

Il Signore degli Inferi agitò una mano di fronte a sé, ridacchiando. "Gesù, no. Per niente. Non ci tengo proprio. Ma come pensavo Taemin ha paura di suo Padre e non farebbe mai nulla per andare contro ai suoi ordini. Credimi quando ti dico che mi ha pregato. Lui. Quel bell'imbusto. Mi ha pregato di accettare la loro generosa offerta. E stai certo che se Dio arriva al punto da sentirsi in dovere di pregare Satana significa che è proprio disperato. Quindi la situazione era questa: se non avessi accettato la loro proposta, probabilmente avrei scatenato un conflitto divino. Ora, non fraintendermi: amo i conflitti divini. Sono esilaranti. Però non ho davvero il tempo di prestare attenzione a sciocchezze simili. Di conseguenza, ho pensato "hey, magari farmi un giro sulla Terra non sarà così pessimo". Ed ho accettato. Sostanzialmente sono qua per farmi una vacanza, e per la cronaca, non penso ci sia bisogno che io ti dica che non ho intenzione di seguire le loro regole. Perché ti ho portato qui così all'improvviso? Per irritare Taemin. Insomma, lui non mi ha mai vietato di portare con me un compagno, ed io ho scelto te. Per finire...Lo sa qualcun altro? Escludendo..." Baekhyun iniziò a contare i nomi sulle sua dita. "Kyungsoo, Jongin, Taemin e Yunho, no, non lo sa nessuno. Infatti prevedo una chiamata da parte di Jondae e Minseok nei prossimi cinque minut..."

Satana smise di parlare, interrotto dalla suoneria del suo telefono. Lanciò una rapida occhiata allo schermo, e dopo aver visto il numero, lo sbloccò, premendosi il cellulare contro all'orecchio. "Visto?, disse solo, massaggiandosi le tempie.

"Capo, dove si trova? L'abbiamo cercata in ogni angolo del Club e non c'è nessuna traccia di lei. É ancora nell'ufficio di Taemin? Quanto le manca? Deve andare a controllare il livello due, abbiamo provato a sostituirla noi poco fa ma quelle anime sono incontrol..."

"Minseok, non sono nell'ufficio di Taemin."

"Dov'è allora? Abbiamo davvero bisogno di lei al momento e..."

"Minseok, sono sulla Terra."

Dall'altro capo della linea ci fu un breve istante di silenzio, interrotto solo da un leggero fruscio. Dopodiché, una voce stridula fece sobbalzare Satana, obbligandolo ad allontanare il telefono dal suo viso.

"Cosa vuol dire "Sono sulla Terra?" Capo! Sta scherzando vero? Perché non ci ha detto nulla? Perché è in quel posto? Cosa facciamo noi ora? Capo capisco che lei possa essere stanco e voglia prendersi un po' di tempo per stare in solitudine ma non può farlo in segreto! Come dobbiamo comportarci con quelle anime? Se non c'è lei a tenerle a bada sono perfettamente in grado di irrompere nel Club! Capo!"

"Jongdae, prima di tutto, calmati. Starò via per un po', quindi vi suggerisco di chiedere aiuto a Jonghyun durante la mia assenza. Se la caverà, almeno per qualche giorno. Fategli rimettere in riga i dannati e ditemi com'è andata, okay? Ci si vede tesori. Un abbraccio."

"No aspetti, Capo, Capo!  Minseok, sta per riattaccare! Capo! Cap..."

Bakhyun sospirò, terminando la chiamata ed infilandosi il cellulare in tasca. 

Non aveva bisogno di una conferenza telefonica con i suoi assistenti, non in quel momento e soprattutto non nel bel mezzo della sua pseudo-vacanza. 

Senza aggiungere altro, si alzò in piedi, seguito a ruota da Sehun.

"Sehun, sai cosa? Ho voglia di divertirmi. Sono decenni che non vado a letto con nessuno. Satana ha bisogno di trovarsi qualche bell'umano con cui giocare. Lo chiederei a te ma so già che sei uno di quelli fedeli. Quindi, si va. Su. Muoviti. Andiamo in un bar. Ah, vedrai, vedrai. Ci farà proprio bene."

Sehun corrugò le sopracciglia, perplesso, lasciando che il rosso lo spintonasse in direzione della porta.

"Ma...Come facciamo con il conto? Nessuno dei due ha pagato."

E, semplicemente, il Diavolo rise.

"Pensi davvero che questa gente possa denunciare Satana per non aver pagato un hamburger? Ti prego. Più camminare e meno parlare ora. Ho tutto sotto controllo."

●○●

"Sai cosa sto pensando, Sehun?"

"Cosa, Capo?"

"Che vorrei tanto poter essere in grado di ubriacarmi Gesù Cristo questo posto è una noia."

Baekhyun sbuffò, lasciandosi cadere sul ripiano del bancone nel bel mezzo del locale in cui si erano fermati.

Un gay bar, ecco dov'erano finiti.

L'odore del McDonald's ancora impregnato nei loro vestiti ed i piedi doloranti, quella era stata la loro prima meta.

Tuttavia, nonostante la loro condizione attuale, una cosa era certa: gli abiti degli Inferi erano perfetti per quel posto.

In un certo senso, ricordava molto il Club Baekhyun; infinitamente più piccolo e decisamente meno libero e stravagante, ma in un certo senso, lo ricordava.

Era ormai passata mezz'ora da quando vi erano entrati, e per quanto Baekhyun si fosse sforzato di individuare almeno un solo ragazzo che fosse in grado di attirare la sua attenzione, si trovava ancora al punto di partenza.

Per non parlare del fatto che, dopo gli innumerevoli drink ordinati dalla coppia nella vana speranza di potersi ubriacare, o per lo meno di  sentirsi leggermente brilli, al bartender risultava più che impossibile credere ai propri occhi.

Sehun sospirò, poggiando il mento sul palmo della mano e osservando il suo Capo lamentarsi da solo, la bocca pressata contro al vetro del bancone ed i capelli scompigliati.

"Non è ancora riuscito a trovare nessuno? Proprio nessuno? Zero?"

Baekhyun soffocò un urlo tra le sue braccia, scuotendo il capo. "Zero. Ah, Sehun, quanto sono stanco. Sono tutti così...piatti. Non ricordavo la Terra fosse così triste e monotona." All'improvviso, si risollevò, afferrando il polso di Sehun e cominciando a trascinarlo tra la folla. 

"Ce ne andiamo, ho voglia di dormire. A proposito, sappi che andremo a stare nel vecchio appartamento tuo e di Luhan."

Sehun inclinò lievemente la testa, urlando per potersi far sentire da Satana nonostante la musica a volume decisamente troppo alto che rimbombava contro alle pareti del locale. 

"Non penso sia possibile, Capo, ormai sarà di nuovo in vendita!"

"Tu non preoccuparti e lascia fare a me! Quante volte devo ricordarti di chi sono io? Stai zitto e seguimi!"

Dopo innumerevoli spinte ed imprecazioni da parte di Baekhyun, i due raggiunsero l'uscita, sudati e sfiniti.

Non appena misero piede fuori dal bar, presero un respiro profondo, rabbrividendo a contatto con la brezza serale. 

Il rosso si lisciò la camicia ed i pantaloni, voltandosi verso il più alto. "Capito? Tutto quello che devi fare è darmi le indicazioni per arrivarci. Del resto mi preoccupo io. In marcia."

Senza attendere una risposta, Baekhyun cominciò ad incamminarsi verso la strada principale, il suo solito broncio stampato in viso. 

Era deluso, questo era sicuro, ed in un certo senso, anche irritato.

Sperava davvero di poter trovare qualcuno all'altezza dei suoi standard.

Ovviamente, avrebbe potuto scegliere un qualsiasi ragazzo ed accontentarsi di lui, perché in fin dei conti, nessuno sarebbe mai stato in grado di resistere Satana stesso.

Ma non era questo ciò che lui voleva. 

No, Baekhyun voleva solo il meglio, Baekhyun odiava accontentarsi.

Forse era solo il suo giorno sfortunato, ma in tutta onestà, qualcosa gli faceva credere che tutti gli umani fossero così; simili tra loro e assolutamente irrilevanti.

Chiuse gli occhi, camminando senza nemmeno guardare da che parte stesse andando; ne aveva già abbastanza della Terra.

Al diavolo Taemin e al diavolo il conflitto divino. 

Se non era nemmeno in grado di trovarsi un ragazzo decente con cui andare a letto, che senso aveva restare in quel posto?

"Capo..."

Probabilmente era una decisione affrettata, ma in quel momento, tutto il suo organismo gli stava urlando di tornarsene negli Inferi.

E lo avrebbe fatto, eccome se lo avrebbe fatto.

"Capo, guardi dove sta andando, Cap..."

Il pomeriggio seguente, no, sciocchezze, la mattina seguente si sarebbe alzato e se ne sarebbe tornato a casa sua, nel suo Regno.

Era deciso.

Taemin avrebbe anche potuto pregarlo per tutto il resto dell'eternità e lui non avrebbe cambiato idea.

Dopotutto, i Demoni non erano affatto male.

"Capo!"

O almeno, di sicuro erano meglio di quegli stupidi esseri uma...

D'un tratto, senza nemmeno rendersene conto, il viso di Satana entrò in collisione con qualcosa di caldo, ed un secondo più tardi, la schiena di Satana entrò in collisione con qualcosa di freddo.

"Capo! Si sente bene?"

Il rosso aprì gli occhi, ignorando Sehun e sollevando lo sguardo, alla ricerca della persona che lo aveva appena fatto cadere.

Poteva già. sentire il sangue ribollirgli nelle vene.

"Possibile che la gente non guardi più nemmeno dove sta andando al giorno d'oggi? Chi diamine si è azzardato a far cader me, il solo, l'unico, il grande Satan..."

E le parole gli morirono in gola.

Le parole morirono nella gola del solo, dell'unico, del grande Satana, perché di fronte a lui, accanto a Sehun, per la prima volta nel corso di quella nottata, vide una persona in grado di fargli percepire un fremito attraverso tutto il corpo.

"Hey, scusami, stai bene? Mi dispiace, ero al telefono e...Hey? Stai bene? Ci sei? Mi senti?"

Lo squadrò da capo a piedi.

I capelli rossi leggermente sbiaditi, tendenti al rosa.

La camicia nera a pois, sbottonata quel poco che bastava a far intravedere le sue clavicole.

Alto, decisamente alto.

Le mani, grandi, poggiate sulle sue spalle.

Baekhyun si leccò le labbra, sorridendo.

Trovato.

"Oh, ti sento eccome."

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