But i didn't see that the joke was on me.

di ChiaraColfer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1.

 

Camminava veloce per le strade di una Londra affollata mentre con la mano destra teneva stretta una vecchia valigia appartenuta, probabilmente, a suo padre. Si addentrava nella folla con leggerezza come il fumo del treno fermo al binario nove e tre quarti, il treno che dopo anni stava per riprendere.

Harry Potter non aveva avuto un'infanzia felice ma la partenza per Hogwarts era, per lui, fonte di grande gioia e significava soprattutto ritorno a casa. Ed era ciò di cui aveva più bisogno in questo momento, di sentirsi a casa, di trovare un luogo dove potesse stare tranquillo.

Per questo si era preso una pausa dal suo lavoro di Auror, che lo impegnava moltissimo, e aveva deciso di accettare l'incarico di insegnante di difesa contro le arti oscure ad Hogwarts. Da quando lui e Ginny avevano divorziato si sentiva perso, senza un posto dove andare, senza una casa dove tornare la sera.

Poggiò il piede sullo scalino di ferro e si fece leva per poi salire sul treno.

L'interno era esattamente come se lo ricordava, sedili vecchi e consumati ma comunque in ottimo stato, corridoi lunghi e stretti tappezzati da quella moquette bordeax di pessimo gusto. Quando trovò uno scompartimento vuoto si mise a sedere, sperando che nessuno entrasse, aveva trentasette anni e finalmente tornava a casa.

Durante il tragitto non poté fare a meno di pensare ad Albus, suo figlio, il quale stava affrontando il suo secondo anno ad Hogwarts. Rispetto a James non aveva preso bene la separazione e sperava vivamente di riuscire ad avvicinarsi nuovamente a suo figlio.

Nell'anno precedente avevano avuto dei diverbi in quanto Albus veniva spesso paragonato al “grande Harry Potter.” Mentre era avvolto nei suoi pensieri non si rese conto che il treno stava rallentando e tra poco avrebbe rincontrato Hagrid che scortava gli studenti del primo anno alle rive del lago nero.

Appena il treno si fermò, Harry, afferrò la sua pesante valigia e uscì velocemente dallo scompartimento.

“Harry!” urlò una voce tuonante.

Era da diciannove anni che non vedeva Hagrid e fondamentalmente era sempre lo stesso, tranne per la barba che oramai si era ingrigita.

“Hagrid!” rispose sorridendo per poi correre ad abbracciarlo.

Il guardiacaccia gli diede una pacca sulla spalla facendolo sobbalzare per l'energia che aveva messo in quel gesto e gli rivolse un ultimo sorriso prima di allontanarsi dietro agli studenti del primo anno i quali erano leggermente smarriti.

“Ora uhm, d-devo andare Harry! Ci vediamo al banchetto! Aspettate dove andate?” urlò Hagrid agli alunni che si immobilizzarono all'istante.

Harry sorrise e prese la sua vecchia valigia per poi percorrere il viale verso l'entrata del castello.

 

Mentre percorreva la strada di pietra, i suoi occhi non poterono fare a meno di ammirare la bellezza di Hogwarts di notte. Le luci del castello, che avvolgevano le guglie e le torrette si stagliavano contro il cielo bruno e per Harry non esisteva spettacolo più bello. Sorrise, convinto di poter essere nuovamente felice.

Ancora uno scalino lo separava dall'entrata nella Sala Grande, e sinceramente poteva dire di sentirsi emozionato. Varcando la soglia avrebbe vissuto tutte le emozioni che aveva condiviso insieme ai suoi amici, alle persone che adesso non c'erano più, ai Grifondoro.

“Felice di vederla signor, Potter! Tuttavia ritengo opportuno che lei prima sistemi le sue cose nella sua stanza.” disse una voce familiare alle sue spalle.

Harry l'aveva riconosciuta subito, d'altronde come poteva dimenticare tutte le volte che quella voce lo aveva sgridato o lo aveva messo in punizione?

“Professoressa McGranitt! Non so ancora come ringraziarla per questa opportunità.”

La preside sorrise e scrollò le spalle.

“Ci sarà tempo per ringraziarmi a dovere, adesso sistemati che tra poco inizia il banchetto.” disse e sorrise per poi fare il suo ingresso nella Sala Grande.

 

Albus Potter sedeva annoiato al tavolo dei Serpeverde, aspettava che il banchetto d'inizio anno cominciasse per potersene andare velocemente nel suo dormitorio e nascondersi tra le tende del suo letto a baldacchino.

“Hey Al!” lo chiamò una voce entusiasta.

Scorpius Malfoy lo guardava sorridente in attesa che si facesse più in là per fargli spazio sulla panca, spesso Albus si chiedeva come diavolo facesse ad essere sempre sorridente. Tuttavia si spostò per fargli spazio, dato che era l'unico amico che aveva ad Hogwarts.

“Dove eri finito?” chiese con tono annoiato il ragazzo dai capelli scuri.

“Oh io ehm.. ecco vedi avevo lasciato il bagaglio sul treno. Menomale che c'era mio padre, che insomma mi ha aiutato e..”

“Hai ricevuto un'altra sgridata non è così, Scorpius?”

L'altro deglutì e abbassò lo sguardo sulle proprie mani.

“Come immaginavo.”

“Sì, uhm io veramente ero qui per dirti una cosa fantastica!” disse il Malfoy sorridendo entusiasta.

Albus alzò un sopracciglio, non c'era niente di fantastico in questo giorno.

“Tuo padre è qui! E' arrivato, Al! Sarà il nostro nuovo insegnante di difesa contro le arti oscure!”

“C-come?”

“Sì! Non sei content-... Al! Al ma dove stai andando?”

Albus si era alzato dal tavolo ed era corso fuori dalla Sala Grande, correva più veloce che poteva per raggiungere il secondo piano dove si trovava l'ufficio del loro ex professore di difesa contro le arti oscure. Ancora non capiva perché cambiassero ogni anno.

Appena arrivò davanti alla porta la trovò socchiusa, così la spinse leggermente e attraversò l'ufficio per poi salire le scale che portavano alla stanza dove avrebbe alloggiato il professore. Lì la porta era aperta così Albus sbirciò oltre la colonna e vide suo padre seduto sul letto che teneva un medaglione tra le mani.

Il ragazzo conosceva bene quel medaglione, era un regalo di nonna Molly dentro c'erano le foto di suo padre e di sua madre da giovani. C'erano stati momenti in cui detestava suo padre ma ora come ora gli faceva solo pena.

Albus continuò a guardare l'uomo, che gli somigliava così tanto ma che allo stesso tempo era così diverso da lui, sperando di non fare rumore tuttavia suo padre era un Auror ed era diventato abile a percepire qualsiasi rumore.

“Ciao Al! Puoi entrare.” disse mentre metteva via il medaglione.

Il ragazzo si avviò lentamente verso il padre e appena si fu seduto vicino a lui, lo abbracciò stretto perché per quanto lo avesse odiato aveva comunque bisogno di lui. Di un suo abbraccio, di sentire che lui c'era per lui.

“Perché non mi hai detto che saresti stato il nuovo insegnante di difesa contro le arti oscure?”

“Volevo che fosse una sorpresa ma a quanto pare le voci a Hogwarts girano fin troppo velocemente.”

Albus abbozzò un sorriso e si alzò di scatto.

“Cavolo il banchetto!” disse allarmato.

Harry chiuse il baule e prese la giacca per poi prendere suo figlio per mano e correre fuori dalla stanza.

“Presto! Non vorrai mica perderti tutte le prelibatezze che gli elfi domestici hanno preparato?” lo incoraggiò Albus.

Harry sorrise e insieme si avviarono verso la Sala Grande.



Angolo Autrice:
Buon salve! 
Sono tornata dopo centosette anni con una Drarry, strano ma vero, anyway questa fanfiction è stata ispirata da un video bellissimo che posterò qua:

https://www.youtube.com/watch?v=20zlZxdSWCE
Le recensioni sono ben accette.
A presto, con il secondo capitolo! 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2.

 

Fortunatamente appena arrivarono davanti alla porta della Sala Grande il banchetto non era ancora cominciato e mancava la metà dei docenti e ancora i ragazzini del primo anno, che a giudicare dalla pioggia che aveva cominciato a cadere dal soffitto incantato della sala, dovevano star ancora attraversando il lago nero.

“Vai prima tu, io aspetterò cinque minuti ed entrerò dopo.” disse Harry mettendosi la giacca.

Albus sorrise e corse velocemente al suo posto, ritrovando Scorpius che stava tamburellando le dita sul ripiano del tavolo.

“Oh, finalmente il signor Potter ci degna della sua presenza! Si può sapere perché sei scappato furiosamente dalla sala grande?” chiese Scorpius leggermente seccato.

Il suo amico sorrise e si mise a sedere vicino al Malfoy, per poi voltarsi verso di lui.

“Sono andato a trovare mio padre, che dovrebbe entrare adesso.”

Albus capì che suo padre aveva appena varcato la soglia quando tutti gli studenti furono invasi da un borbottio. La fama del grandioso Harry Potter non era ancora svanita, dunque.

Harry si diresse verso il tavolo occupato da, ancora, pochi insegnanti tuttavia notò che Neville Paciock occupava il posto che un tempo era appartenuto alla professoressa Sprite.

“Harry!” urlò Neville sorpreso sventolando la mano.

A quel saluto Harry si guardò intorno notando che oramai tutti gli occhi dei ragazzi erano puntati su di lui, compresi quelli di Albus e il figlio di Malfoy. Ma oramai non dava più peso a queste cose, ci era quasi abituato, notò invece i baffi di Neville e sorrise perchè gli stavano sorprendentemente bene.

“Hey Neville!”

Raggiunse il suo vecchio compagno e si mise a sedere vicino a lui, vedere la sala grande da quella prospettiva era un po' destabilizzante. Non era certo abituato a stare seduto lì.

Tuttavia si tranquillizzò molto dato che, come per Albus, anche per Neville era una sorpresa vederlo lì e così l'amico cominciò a riempirlo di domande.

“Sembra che il professor Paciock sia andato in iperventilazione per tuo padre, uhm?” constatò Scorpius sorridendo.

“S-sì, loro erano amici.”

Quando la maggior parte degli insegnanti raggiunsero il tavolo, Harry notò che ancora un posto era vuoto. Quello del docente di pozioni, decise di non farci caso e ascoltare il discorso che la professoressa McGranitt stava per cominciare.

 

Draco corse velocemente per i corridoi, come era possibile che in tutti quegli anni ancora non riuscisse ad arrivare in orario al banchetto d'inizio anno? Tuttavia questa volta aveva una scusa più che buona, era invaso dai pensieri verso sua moglie Astoria.

Appena fu sulla soglia della Sala Grande si infilò velocemente la giacca per poi correre verso il tavolo degli insegnanti.

“Sono lieta della sua presenza, signor Malfoy.” esclamò la preside McGranitt interrompendo il suo discorso di benvenuto.

“Mi dispiac-...” le parole gli morirono in gola.

Era Potter quello che occupava il posto di difesa contro le arti oscure? Non poteva essere lui, eppure sembrava proprio lui.

Per poco Harry non uscì dalla stanza, Malfoy? Non bastava il figlio? No, anche il padre.

“Ora, se non le dispiace. Se si sedesse e mi facesse continuare il discorso lo gradirei molto.”

Draco si mise a sedere al suo posto, vicino a quello zotico di Hagrid, si sporse leggermente per accertarsi che l'individuo seduto vicino a Paciock fosse veramente Potter e proprio in quel momento il diretto interessato fece altrettanto e i loro sguardi si incontrarono.

 

Albus e Scorpius sapevano delle ostilità tra i propri padri ed il fatto che si stessero lanciando occhiate infuocate li metteva leggermente a disagio tuttavia questo sentimento fu alleviato dalla fine del discorso della preside e dall'apparizione del cibo nei loro piatti.

“Quest'anno ci sarà da divertirsi.” disse Scorpius per poi iniziare a mangiare il suo pollo.

Albus giocherellò un po' con il cibo, non ne era poi così sicuro.

 

Dopo aver finito il banchetto, essersi accertato che quello fosse davvero Malfoy ed essersi chiesto come mai la McGranitt avesse tralasciato un dettaglio tanto importante, Harry salutò Neville per poi dirigersi nel suo ufficio. Quando fu solo nel corridoio del secondo piano sospirò e si chiese se esistesse un momento di tranquillità anche per lui.

Mentre attraversava l'aula e si dirigeva verso la sua stanza si chiese se la McGranitt non lo avesse fatto di proposito, per metterlo alla prova, per testare fin dove arrivasse la sua pazienza. Ma no, basta. Adesso aveva trentasette anni e ne aveva abbastanza delle frecciatine e dei giochetti di Malfoy, mentre si coricava sperò vivamente che fosse maturato.

 

Draco Malfoy non si diresse nei sotterranei, dove era situato il suo ufficio, ma corse più velocemente possibile verso l'ufficio della preside.

“Biscotti allo zenzero.” disse al grande gargoyle a forma di falco il quale ruotò su sé stesso per poi rivelare le scale che avrebbero portato all'ufficio dove un tempo risiedeva Silente.

Salì le scale e si trovò davanti alla scrivania della professoressa, la quale, era intenta a scrivere su una pergamena.

“Signora preside.” disse per poi sedersi dall'altro lato della scrivania.

“Oh, signor Malfoy! Voleva vedermi?”

“Sì, volevo mettere in chiaro una semplice questione.”

La McGranitt alzò gli occhi, i quali erano incorniciati da dei piccoli occhiali, dalla pergamena e rivolse tutta l'attenzione all'uomo che aveva davanti.

“Volevo sapere... cosa ci fa Potter nella mia scuola?” sbottò alzandosi in piedi.

La preside arricciò le labbra, chiaramente infastidita dal tono con cui si era rivolto a lei.

“Prima di tutto è la mia scuola, signor Malfoy. E volevo ricordarle che se non fosse per me e per questa scuola, lei sarebbe insieme ai suoi amici mangiamorte a patire la fame e non potrebbe permettersi di pagare il San Mugo per sua moglie e nemmeno di mantenere suo figlio o sbaglio? Quindi io decido chi assumere e chi può e chi non può stare nella mia scuola. Chiaro?”

Draco guardò la preside senza dire una parola e abbassò lo sguardo, era vero. Era tutto vero, la sua famiglia era caduta in disgrazia, sua moglie stava male e senza questo lavoro non avrebbe potuto mantenere Scorpius. Avrebbe dovuto stringere i denti e sopportare la presenza dello sfregiato.



Angolo Autrice
Eccomi di nuovo! 
Penso che riuscirò ad aggiornare la storia di lunedi/martedì in ogni caso volevo ringraziare tutte le persone che hanno recensito la fanfiction, sono felice che per adesso sia piaciuta! 
Fatemi sapere se anche questo secondo capitolo vi è piaciuto e a presto!

ChiaraColfer 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 Capitolo 3.

Harry si svegliò leggermente agitato, non gli capitava da un po', ma d'altronde quella mattina avrebbe avuto la sua prima lezione con gli studenti del quarto anno di Corvonero e Tassorosso. Sospirò e si diresse verso la sala grande per fare colazione, il suo lavoro era cento volte peggio non riusciva a capire per quale motivo era così agitato. Forse perché dopo tanto tempo stava intraprendendo qualcosa di nuovo e si sentiva libero.

“Potter!”

Harry si girò più lentamente che poté, conosceva quella voce e non voleva trovarsi davanti la persona che aveva pronunciato il suo nome.

“Malfoy.” rispose privo di entusiasmo.

“Come mai il più famoso, il più potente auror di tutti i tempi si trova ad insegnare una misera materia in una scuola mh?”

“E come mai il figlio del più potente mangiamorte si trova qui?”

 

“Cosa abbiamo alla prima ora, Scorpius?” chiese Albus mentre si dirigevano nella Sala Grande per fare colazione.

Il suo amico stava per rispondere quando si bloccò alla vista di suo padre che parlava insieme ad Harry Potter, più che parlare sembrava che si stessero battibeccando.

“Scorpius.” lo guardò suo padre con aria severa.

Il ragazzo biondo deglutì avvicinandosi di più ad Albus, come se il suo amico fosse in grado di proteggerlo dall'ira di suo padre.

“P-pap.. no ehm si padre?”

Albus quasi scoppiò a ridere, davvero Scorpius chiamava suo padre “padre?”

“Quante volte ti ho detto che non devi frequentare questa gente?”

“Ma è il mio unico amico qui ad Hogw-...”

“Non mi interessa, te ne fai di nuovi. E se non riesci rimani da solo!”

Scorpius era sull'orlo delle lacrime e sembrava sul punto di esplodere.

“Solo perché hai dei rancori con Harry Potter non significa che io debba averne con Albus!” disse guardando suo padre con rabbia.

“Non rivol-..”

“Temo che abbia ragione, Malfoy.” aggiunse Harry.

“Non ti intromettere, Potter!”

“Ma guardati! Parli come tuo padre, ragioni come tuo padre, Draco! Non vorrai certo che tuo figlio cresca come te!”

“Vedo che il signor Potter ha avuto l'onore di conoscere il nostro insegnante di pozioni.” disse la professoressa McGranitt facendo il suo ingresso nella sala grande.

“Sì, un incontro molto lieto.” rispose Draco guardando prima suo figlio poi Harry.

“Sì, bene ora forza andiamo a fare colazione!”

Sia Draco che Harry seguirono la professoressa McGranitt, uno livido di rabbia e l'altro troppo orgoglioso per ammettere di essere arrabbiato.

Scorpius sospirò e andò verso il tavolo di Serpeverde.

“Hey! Dai, non essere triste.” disse Albus sedendosi vicino a lui.

“Come faccio a non essere triste, Al! Mio padre mi odia!”

“No che non ti odia è solo un po' severo.”

Scorpius lo guardò e scrollò le spalle per poi mangiare la sua colazione. Albus non poteva vedere il suo amico in queste condizioni per questo nella sua mente si stava facendo strada un'idea, malsana, ma pur sempre un'idea.

 

“Dunque, oggi prepareremo il Veritaserum la quale obbligherà a dire la verità a chi ne assume anche una sola goccia. Ogni singolo segreto verrà rivelato se ingerirete anche meno della metà di questa boccetta.” disse Draco mostrando a tutti i suoi studenti una piccola fiala con dentro un liquido incolore.

“Bene, adesso formate delle coppie e iniziate a preparare gli ingredienti!”

Albus si avvicinò a Scorpius e quest'ultimo giurò di aver visto suo padre roteare gli occhi, detestava le lezioni insieme a suo padre.

“Avete un'ora di tempo per preparare la pozione, i passaggi sono scritti alla lavagna.”

Draco si avvicinò alla lavagna e con un colpo di bacchetta fece apparire tutti i passaggi di come preparare il Veritaserum.

“Bene! Controlliamo se abbiamo tutti gli ingredienti!” esordì Albus stranamente entusiasta.

Scorpius conosceva fin troppo bene il suo amico per capire che qualcosa non andava. Prima di tutto Albus detestava pozioni o meglio suo padre detestava lui e di conseguenza il ragazzo detestava quella disciplina. Quindi, Scorpius, si chiese per quale motivo fosse così entusiasta? E nella sua testa si fece chiaro: voleva rincuorarlo.

Scorpius sorrise e aiutò Albus a controllare gli ingredienti.

Venti minuti più tardi erano al quinto passaggio e la pozione sembrava star venendo bene quando il professor Malfoy cominciò a passare tra i banchi.

Dopo commenti del tipo “ottimo lavoro” o “deludente” e “dovrebbe buttar via quel calderone” infine, Draco Malfoy arrivò davanti al loro tavolo.

Albus lo guardò e trattenne il respiro, tra lui e il professore c'erano sempre state delle ostilità per il semplice fatto che lui era il figlio del suo acerrimo nemico. Tuttavia Draco Malfoy era un bell'uomo, aveva una carnagione chiara quasi pallida come il figlio, i biondi capelli elegantemente tenuti insieme da un sottile strato di gel, a differenza di Scorpius che li teneva scompigliati, ed infine l'espressione severa contornata da delle leggere occhiaie.

Scorpius sospirò e guardò l'interno del loro calderone, sperò vivamente di aver fatto bene perché non voleva assolutamente che suo padre gli facesse una ramanzina davanti a tutta la classe.

“Lavoro discreto. Tuttavia vorrei sapere perché Scorpius continui ad aiutare Potter quando è chiaro che dovrebbe fare da solo il suo lavoro.”

“No i-io.. non l'ho aiutato abbiamo fatto insieme d-davvero, casomai è lui che ha aiutato me!” cercò di giustificarsi il figlio.

“Oh quindi è Potter il nuovo pozionista provetto?” chiese Draco per poi spostare lo sguardo verso il ragazzino con i capelli neri e scompigliati come quelli del padre.

“No, signore abbiamo fatto insieme la pozione.”

“Non avevo dubbi, Potter. Dalla prossima lezione non starete più in coppia insieme, chiaro?”

Scorpius annuì e la tristezza tornò ad invaderlo, suo padre era accecato da quest'odio verso Harry Potter e forse anche da qualcos'altro ma non riusciva a capire cosa. Era preoccupato per le condizioni di salute di sua madre forse?

“Non è giusto, signore!” esclamò Albus mentre Draco stava tornando alla cattedra.

Sulla classe calò un silenzio imbarazzante e Scorpius guardò Albus in attesa che ritirasse ciò che aveva detto e chiedesse scusa, insomma non era una cosa per cui valeva la pena rischiare.

“Prego, signor Potter?”

“Non è giusto che io e suo figlio non possiamo essere amici perché lei detesta mio padre!” sbottò Albus alzandosi in piedi per farsi udire da tutti.

“Al smetti..” sussurrò Scorpius tirando la manica della divisa del suo amico.

Draco rimase impassibile mentre abbassava lo sguardo sul ripiano della cattedra, si alzò e si diresse lentamente verso il tavolo di Albus e Scorpius.

Era finita per lui, lo avrebbe sospeso da Hogwarts e non sarebbe mai più tornato, poteva vedere la delusione negli occhi di suo padre e la disperazione nel tono di rimprovero di sua madre o la derisione di suo fratello James.

“Cinque punti in meno per Serpeverde, per l'insolenza di Potter. Sparite, fuori! Lezione finita!”

Tutti gli alunni radunarono le proprie cose e Albus tornò a respirare, aveva solo fatto perdere cinque punti alla sua casa e si sentì molto sollevato nonostante le occhiatacce dei suoi compagni.

Dopo aver messo tutto in ordine si diresse verso l'uscita, insieme a Scorpius, quando si sentì chiamare.

“Ah Potter, dimenticavo. Sei in punizione così impari a non ficcanasare nei fatti altrui, ci vediamo questa sera dopo cena nel mio ufficio. Non dire una sola parola Scorpius.”

Il ragazzo biondo guardò suo padre con disprezzo e corse fuori dall'aula lasciando Albus intento a meditare su quello che era appena successo.


Angolo Autrice:
Buon Salve!
Sono tornata con il terzo capitolo, ho ricevuto delle recensioni piuttosto positive e sono molto contenta che, per adesso, la storia vi stia piacendo!
Spero di non deludervi e a presto!

ChiaraColfer 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4.

   AVVISO IMPORTANTE:
Buon Salve a tutti, oggi aggiungo due capitoli in quanto questa settimana parto per le vacanze
per cui ritornerò la settimana prossima!
Buona Lettura e buone vacanze.
 

 

Harry stava spiegando come evocare un Expecto Patronum ai suoi studenti del quarto anno quando qualcuno bussò alla porta.

“Avanti.” disse interrompendo la spiegazione.

Albus fece capolino dalla porta e gli studenti si voltarono tutti verso di lui, alcuni ridacchiarono e le ragazze sorrisero in modo compassionevole.

“Ehm.. i-io volevo.. uhm parlare un attimo con te.. no lei signore, papà?”

Nella classe si alzarono dei lievi risolini, Harry guardò l'orologio e vide che mancavano pochi minuti alla fine della lezione così decise di congedare tutti.

Harry si sentiva così felice, finalmente suo figlio dopo tanto tempo era tornato a confidarsi con lui e no non gli importava se aveva interrotto la sua prima lezione.

Quando furono completamente soli, Harry chiuse la porta e fece accomodare Albus su una sedia.

“Dimmi tutto, figliolo.”

Albus sospirò e si guardò le scarpe.

“Papà.. io ecco ho combinato un guaio.”

Harry si preoccupò un poco, eravamo solo al primo giorno di scuola e già suo figlio aveva combinato un guaio.

“Che guaio, Albus?”

“Il professor Malfoy mi ha messo in punizione perché io e Scorpius volevamo stare in coppia insieme e lui non voleva e lo so ho sbagliato non dovevo rispondere e..”

“Al..”

“...ho fatto perdere anche cinque punti alla mia casa e la gente mi guarda male, quello lo fa sempre oramai. E non so nemmeno dove sia finito Scorpius.”

“Al, figliolo riprendi fiato!”

Albus si zittì e guardò suo padre, non sembrava arrabbiato.

“Oramai che Malfoy ti ha assegnato questa punizione la devi scontare, perché comunque non puoi rispondere male ai professori.”

“Ma tu lo facevi sempre.”

“Devi imparare dai miei errori, Albus.”

Il ragazzo annuì e guardò suo padre.

“Papà?”
“Si?”
“Io non voglio che Scorpius sia infelice per via di suo padre, già sta per perdere sua madre. Dovrebbero stare vicini no?”

Harry rimase in silenzio per un attimo, Scorpius stava per perdere sua madre? La moglie di Draco stava morendo? Per un attimo un senso di compassione lo invase.

“I-io..”

“Quindi, papà, ti posso chiedere un favore?”

Harry annuì.

“Puoi far finta di essere amico con il professor Malfoy? Così forse non sgriderà più Scorpius e non metterà più me in punizione.”

Suo padre sorrise e gli scompigliò i capelli.

“Non so se funzionerà, Al. Ma ci proverò te lo prometto.”

Albus sorrise e uscì dall'aula di suo padre molto alleggerito, adesso doveva trovare Scorpius.

 

Harry non avrebbe mai pensato in vita sua che avrebbe provato pena o compassione per Draco Malfoy. Nella sua vita aveva provato solo disprezzo e rabbia per lui ma adesso che aveva ottenuto questa informazione da Albus non riusciva a non pensare a come potessero sentirsi Draco e Scorpius.

Per questo subito prima di cena, finite le ultime lezioni, si diresse verso i sotterranei più precisamente verso l'aula di pozioni. Appena arrivò davanti alla porta bussò e sentì vari rumori e poi dei passi frettolosi che venivano verso la porta.

“Potter ti avevo detto dopo cena e non pr-...Oh, che vuoi?”

Harry analizzò Draco Malfoy, aveva gli occhi stanchi e arrossati contornati da delle occhiaie, i capelli biondi scompigliati come se ci avesse passato le mani più di una volta.

“Ciao Malfoy, mi chiedevo se potevamo scambiare due parole.”

Draco alzò un sopracciglio e annuì per poi far entrare Harry nel suo ufficio il quale era sottosopra e il tavolo era ricoperto di fogli che Harry riconobbe come analisi del San Mugo.

“Come sta?” chiese.

L'uomo con i capelli biondi si girò di scatto e guardò Harry in faccia.

“Oh, ecco l'intento del misericordioso e grande Harry Potter. Ci facciamo spifferare dal figlioletto la vita degli altri, prendiamo le informazioni che più ci aggradano e dopo veniamo a consolare il povero Draco Malfoy non è così? Pensi che io abbia bisogno del tuo aiuto? Pensi che non sia in grado di gestire mio figlio da solo, forse?”

Harry rimase fermo in silenzio, Draco era rimasto tale e quale al Draco Malfoy che aveva conosciuto ad Hogwarts molti anni prima.

Draco si avvicinò di scatto puntando la bacchetta contro il petto di Harry.

“Stai fuori dai miei affari personali.” sussurrò ad un centimetro dalla sua faccia.

Harry rimase immobile per poi afferrare la bacchetta nella tasca del mantello.

“Stupeficium!”

Draco venne scagliato contro la sua scrivania creando un grande scompiglio ma soprattutto un grande rumore che attirò Pix.

“Oh Potty e Malfoy fanno scintille!” canticchiò per poi sparire.

Draco era ricurvo contro la scrivania e stava piangendo, aveva un'aria quasi maniacale.

Harry fece per avvicinarsi quando sentì dei passi nel corridoio e poco dopo apparvero la preside McGranitt e Pix.

“Potter! Malfoy! Non ci posso credere che continuate a fare queste stupidaggini! Non siete più dei ragazzini, per l'amor del cielo!”

La professoressa si avvicinò a Malfoy e lo aiutò ad alzarsi.

“Sei un codardo, Potter! Un maledetto codardo proprio come tuo figlio!” urlò Draco.

“Taccia Malfoy! Venga con me, andiamo in infermeria.” disse la McGranitt per poi lanciare un'occhiataccia a Potter.

“Mi aspettavo grandi cose da lei, signor Potter. Grandi cose.”

Harry sospirò e si passò una mano sulla faccia, che diavolo gli era preso? Malfoy aveva ragione, era un codardo. Aveva paura che in quello stato potesse fargli del male.

 

“Lo odio.” disse Scorpius a denti stretti mentre erano nella sala comune dei Serpeverde.

Albus lo guardava con compassione, non poteva dire parole confortanti dato che il sentimento verso suo padre era lo stesso.

“Scorpius, mi dispiace vedrai che le cose andranno meglio.”

“Come potrebbero andare meglio? Mio padre mi sgrida sempre, odia il mio migliore amico e mia madre.. Beh, lei saprebbe come calmarlo ma mia madre è rinchiusa nel San Mugo e non so nemmeno se ne uscirà!” sbottò il ragazzo dai capelli biondi.

Albus rimase leggermente spiazzato quando Scorpius gli rispose con questo tono, ma era ferito e arrabbiato con il mondo e lo capiva bene. Accennò un sorriso e abbracciò il suo amico.

“Puoi sempre contare su di me, lo sai.”

Scorpius sorrise mentre una lacrima gli rigava la guancia.

“Grazie.”

“E ora andiamo a cena forza!” esclamò Albus.

I due si alzarono dal divanetto e fecero per dirigersi in Sala Grande quando Jace Zabini, un serpeverde del loro anno li fermò.

“Hey Potter, hai sentito?”

“Che cosa?” chiese.

“Tuo padre ha spedito il professor Malfoy in infermeria!” disse ridacchiando.

Scorpius si voltò verso Albus che aveva un espressione indecifrabile ed entrambi corsero in infermeria.

Appena arrivarono trovarono la professoressa McGranitt, Madama Chips e Harry Potter che circondavano il letto in cui il professor Malfoy era sdraiato e in uno stato di calma apparente.

“Papà!” esclamò Scorpius correndo verso di lui.

Nonostante non avesse un rapporto roseo con suo padre non poteva permettersi di perdere anche lui, come avrebbe fatto da solo? Senza nessuno dei suoi genitori?

“Scorpius..” sussurrò suo padre.

“Ho somministrato al signor Malfoy un calmante, lo schiantesimo non gli ha procurato alcun danno solo che al momento in cui è stato scagliato il paziente era in uno stato instabile.” disse Madama Chips a Scorpius che si era avvicinato a suo padre per poi allungare la mano con fare incerto.

Non sapeva mai come suo padre reagisse ad un gesto affettuoso, ultimamente era un po' imprevedibile.

“Papà, come stai?” chiese Scorpius per poi afferrare la mano destra di suo padre e accarezzarne il palmo con il pollice.

“Bene, figliolo. Non elimineranno mai un Malfoy, nonostante molti vorrebbero.” disse lanciando un'occhiata sprezzante a Harry che deglutì sentendosi leggermente in imbarazzo.  

Angolo dell'autrice:
Grazie ancora a tutti coloro che hanno letto e recensito la fanfiction, sono contentissima che per adesso stia piacendo!
Mi scuso anticipatamente se ci metto cento anni a rispondere alle recensioni ma utlimamente sono un po' impegnata con i preparativi del viaggio, anyway grazie ancora e ci vediamo tra due settimane!

ChiaraColfer 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5.

 

Albus uscì dall'infermeria lasciando Scorpius da solo con suo padre.

“Grazie tante, papà. Ti sei veramente impegnato ad essere amico del professor Malfoy!” disse Albus guardandolo con disprezzo.

“Senti ti posso spiegare lui ha cercato di-..”

“Signor Potter, nel mio ufficio.”

Entrambi si voltarono e guardarono la preside McGranitt che fece cenno ad Harry di seguirla, quest'ultimo lanciò un'occhiata di scuse ad Albus che scosse la testa.

“Senta le posso spiegare-..”

“Nel mio ufficio, Potter.”

Albus guardò suo padre seguire la professoressa McGranitt quando sentì dei passi dietro di lì, si voltò e vide Scorpius che lo guardava dalla porta dell'infermeria.

“Hey!” disse il ragazzo dai capelli castani avvicinandosi al suo amico.

“Mi dispiace Scorp-..”

Scorpius poggiò un dito sulle sue labbra zittendolo.

“Per favore, andiamo nel dormitorio.”

Albus annuì e insieme si incamminarono verso i sotterranei.

 

“Come le è saltato in mente di schiantare Malfoy? Adesso che è in questo stato!”

“Mi lasci spiegare.”

“Sentiamo.”

“Ero andato con l'intento di parlare con lui, di riappacificarmi. Avrei messo da parte i rancori, dopo quello che Albus mi ha detto sulla madre di Scorpius io avrei lasciato perdere le ostilità davvero. Solo che Malfoy era instabile, ha iniziato ad urlare e mi ha puntato la bacchetta contro il petto minacciandomi. Forse non avrebbe fatto niente ma la prudenza non è mai troppa tuttavia mi dispiace, professoressa.”

“Potter, siamo solo al primo giorno di scuola si può sapere perché devi sempre combinare guai?”

“Non era mia intenzione!”

“Un altro passo falso, Potter. E dovrò cercare un altro insegnante di difesa contro le arti oscure. Intesi?”

“Si, professoressa.”

“E ora fuori dalla mia vista!”

Harry si alzò e lasciò l'ufficio della professoressa per poi correre nel suo ufficio, appena arrivò si chiuse la porta alle spalle e si buttò sul letto. Perché doveva essere così idiota?

 

Albus ci mise un'eternità per alzarsi tuttavia quando guardò l'orologio si accorse di essere nettamente in ritardo. Schizzò fuori dal letto alla velocità della luce e fece per chiamare Scorpius quando notò che il suo letto era vuoto, se ne era già andato? Strano, pensò, normalmente era lui il primo a svegliarsi.

Scrollò le spalle per poi vestirsi velocemente e radunare tutti i libri che gli sarebbero serviti per oggi dopo di che corse verso la Sala Grande aveva ancora dieci minuti per fare colazione.

Appena arrivò al tavolo dei Serpeverde notò che il suo amico non era nemmeno lui, questo lo fece preoccupare seriamente, non esisteva giorno in cui Scorpius saltasse la colazione. Guardò il tavolo degli insegnanti e notò che suo padre non stava toccando cibo nonostante fosse seduto comodamente al suo posto e il professor Paciock lo stesse riempendo di domande, il suo sguardo cadde anche sulla sedia destinata al professor Malfoy e vide che era vuota. Forse sapeva dove trovare Scorpius.

Lasciò perdere la colazione e si diresse in infermeria dove venne bloccato da Madama Chips.

“Le visite non sono consentite a quest'ora.”

“La prego, devo parlare con il professor Malfoy! Urgentemente.” disse sfoggiando una delle sue espressioni più compassionevoli.

L'infermiera roteò gli occhi e lo fece passare per poi dirigersi verso un ragazzino addormentato.

“Ciao Al!” lo salutò Scorpius che era seduto vicino al letto di suo padre.

“Ciao!”

“Potter, sei ancora in punizione ricordi?” disse il professor Malfoy guardandolo.

“C-certo, signore. Vedo che si sente meglio, i-io in realtà.. volevo scusarmi.”

Draco lo guardò, tale e quale a suo padre: commetteva un errore e poi pretendeva di scusarsi e che queste suddette scuse fossero accettate.

“Non mi interessa, oramai la punizione la sconti lo stesso.”

“Oh, no io mi riferivo a quello che ha fatto mio padre. Volevo scusarmi per mio padre.” disse guardandosi i piedi leggermente imbarazzato.

Scorpius sorrise fiero del suo amico e poi guardò suo padre che rimase spiazzato da questa frase.

“Non dovreste essere a lezione?” chiese il professore guardando il grande orologio dell'infermeria.

“Oh cavolo! Abbiamo Erbologia!” disse Scorpius prendendo i libri dalla sedia vicino al letto.

Il giovane Malfoy si avvicinò al padre e preso dall'euforia del momento diede un bacio sulla guancia dell'uomo che aveva davanti.

“Ci vediamo dopo, Papà!” disse per poi correre verso le serre di erbologia.

Draco guardò i due sparire oltre la porta, infondo Albus Potter non era così male se riusciva a far sorridere Scorpius.

 

Harry sospirò e si alzò dal tavolo degli insegnanti con un groppo nella gola, questo non era proprio un roseo inizio della sua carriera ad Hogwarts.

Aveva due ore libere prima della lezione con Albus e Scorpius, in realtà era più in ansia per quella lezione che per ciò che stava per fare. Uscì lentamente dalla Sala Grande e salì al secondo piano fino ad arrivare davanti alla porta dell'infermeria.

“Buongiorno!”
Madama Chips roteò gli occhi e sbuffò borbottando qualcosa come “questi Potter sono tutti uguali.” Harry alzò le spalle e si avvicinò, a malincuore, al letto di Draco Malfoy.

“Ciao.”

L'altro alzò lo sguardo fino ad incontrare gli occhi verdi di Harry Potter, che diavolo voleva ancora da lui?

“Potter.”

Harry si mise a sedere sulla sedia di fianco al letto e sospirò prima di cominciare a parlare.

“Mi dispiace di averti schiantato.”

Draco Malfoy alzò un sopracciglio.

“Tuo figlio è molto più bravo con le scuse, Potter.”

Il professore di difesa contro le arti oscure lo guardò stranito, cosa c'entrava suo figlio adesso?

“Stamattina è venuto a trovarmi insieme a Scorpius e si è scusato per il tuo comportamento codardo ed infantile.”
“Lo so, non avrei dovuto schiantarti ma avevo paura che tu in quello stat-..”

“Sì, probabilmente ero un po' instabile e non era una vera minaccia.”

Harry annuì e si guardò le mani.

“Astoria sta morendo.” disse Draco in tono grave.

“E io non so come dirlo a Scorpius, sto seguendo le orme di mio padre e adesso mi odia.”

“Signor Potter, la prego di uscire! Devo controllare la salute del signor Malfoy prima di farlo uscire. Non è mica Diagon Alley qui!” sbottò Madama Chips con voce irritata.

“S-sì, mi dispiace io stavo proprio andando.”

Harry si alzò in fretta e guardò Malfoy, sperando di poter riprendere nuovamente quella conversazione.



Angolo Autrice:
Eccoci anche con il quinto capitolo, spero vi sia piaciuto!


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6.

 

Albus sbuffò e guardò l'orologio, tra pochi minuti sarebbe iniziata la prima lezione insieme a suo padre e poteva sentire le ragazze di Grifondoro squittire entusiaste. Per quanto lo riguardava lui non riusciva a stare tranquillo, tamburellava le dita sul tavolo e non faceva altro che muoversi sulla sedia.

“Al! Vuoi stare fermo? Sembra che tu abbia un furetto nelle mutande!” sbottò Scorpius guardando il suo amico con aria irritata.

Il giovane Potter stava per ribattere quando suo padre fece il suo ingresso, aveva un'aria pensierosa quasi turbata.

“Bene, dunque avete tutti il libro?”

La classe rispose in modo positivo e alcuni iniziarono a sfogliare distrattamente il volume che avevano davanti.

“Non serve a niente. Difesa contro le arti oscure non è una materia che si studia sui libri per questo motivo vi chiedo di alzarvi dai vostri banchi.”

“Perché deve essere così plateale?” sussurrò Albus roteando gli occhi.

“A me piace!” rispose Scorpius sorridendo entusiasta.

Quando tutti si alzarono dai rispettivi banchi, Harry con un colpo di bacchetta li fece spostare ai lati dell'aula per poi far apparire un armadio.

“Chi di voi vuole diventare un auror?”

Alcune mani, tra cui quella di Scorpius slittarono in alto, Albus invece guardò suo padre annoiato. Non sarebbe diventato un Auror.

“La prima regola per diventare un buon Auror è quella di sconfiggere le proprie paure, per questo oggi entreremo nelle paure più profonde e affronteremo un molliccio. Qualcuno di voi sa cosa è?”

Harry sorrise appena quando nessuna delle mani si alzò, ricordava quella lezione con Lupin quando Hermione fece guadagnare cinque punti a Grifondoro per il suo sapere infinito.

“Un Molliccio è una creatura magica che può assumere le sembianze di ciò che più ci spaventa. I mollicci temono le risate quindi quando vi si presenterà davanti la vostra più grande paura dovrete gettare l'incantesimo Riddikulus che trasformerà la creatura in qualcosa di divertente. Come disse uno dei più bravi insegnanti di difesa contro le arti oscure che abbia mai avuto, affrontare un Molliccio è necessario per sconfiggere la paura. Tutto chiaro? Siete pronti?”

La classe rispose con un po' di timore.

“Bene! Mettetevi in fila allora!”

La prima fu una ragazzina di Grifondoro che aveva, evidentemente, paura degli scorpioni perché il molliccio si trasformò in uno scorpione gigante.

“Riddikulus!” urlò la ragazzina.

Lo scorpione si trasformò in un palloncino per poi esplodere.

Dopo che il molliccio si trasformò in un ragno, in un cane, in un clown fu il turno di Scorpius che strinse la sua bacchetta più forte che potè.

“Forza signor Malfoy, pensi intensamente alla sua più grande paura!”

Albus trattenne il fiato e guardò il suo amico per poi spostare lo sguardo su suo padre che era intento a liberare il molliccio.

L'immagine che si presentò davanti fece gelare il sangue sia ad Harry che ad Albus, il molliccio si trasformò in una donna, che Harry riconobbe come la moglie di Malfoy, sospesa a mezz'aria con gli occhi chiusi. Sembrava quasi che dormisse ma Harry sapeva bene che non stava dormendo.

“Riddikulus!” urlò Scorpius con voce rotta.

“Con più convizione Scorpius! Forza!”

“Riddikulus! Riddikulus!” urlò e la donna si sgonfiò piano piano fino a trasformarsi in una sciarpa colorata.

Scorpius sembrava provato dopo questo episodio ma fiero di sé stesso.

“Ottimo lavoro signor Malfoy, davvero ottimo lavoro!”

Albus era immobile con gli occhi sgranati ma appena vide l'espressione piena d'orgoglio sul volto di Scorpius, si rilassò all'istante tentando anche di fare un sorriso.

“Con oggi può bastare! La lezione termina qui!”

Tutti gli alunni uscirono dall'aula chiacchierando eccitati tra loro e Albus e Scorpius stavano seguendo la folla quando il professore parlò.

“Scorpius, potresti trattenerti un momento?” chiese.

Albus si fermò e guardò il suo amico avviarsi verso suo padre.

“Credete di farcela a stare separati per dieci minuti?”

“Certo.” rispose Albus leggermente irritato.

Harry socchiuse la porta del suo ufficio facendo accomodare Scorpius sulla sedia davanti alla scrivania.

“Come ti senti?” chiese guardando il ragazzino che aveva un colorito più pallido del solito.

“I-io.. bene credo.”

Il professore aprì un cassetto della scrivania dove dentro c'era una scatola di biscotti alla cannella che Hermione le aveva regalato l'ultima volta che era andato a trovarla.

“Tieni, prendine uno.”

Scorpius guardò la scatola di biscotti e ne prese uno.

“Grazie.”

“Senti mi dispiace di aver schiantato tuo padre non era mi-..”
“E' tutto ok signore, lo so che non lo ha fatto di proposito. E so anche che mio padre a volte può essere un po' agitato.”

“Mi dispiace anche per tua madre, Scorpius. Il molliccio si è trasformato in lei non è così?”
Il ragazzino annuì per poi guardare un punto indefinito sul tavolo.

“Nel corso della mia vita ho perso tante persone care. Purtroppo non ti so dire come è perdere i genitori, ero ancora troppo piccolo per ricordare ma ho perso amici, parenti e anche elfi domestici.”

“E come ha fatto a rialzarsi?” chiese Scorpius.

“Grazie alla mia famiglia e ai miei amici che mi hanno sempre sostenuto.”

“Ma mio padre è mio padre.” rispose scrollando le spalle.

“Dovete stare uniti più che mai, adesso. Draco non è in grado di avvicinarsi a te ma io so che tu puoi avvicinarti a lui.”

Scorpius lo guardò e abbozzò un sorriso mentre il suo volto prendeva un'espressione pensierosa.

“Ora, raggiungi Albus che sta origliando fuori dalla porta.” disse Harry facendo ridacchiare il giovane Malfoy.

“Grazie signore, davvero!”  


Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti! Sono tornata dalle vacanze, ahimè, e come promesso ho aggiornato la storia!
Tuttavia non so quanto sarò presente nel mese di Agosto in quanto devo studiare per gli esami universitari di settembre... Comunque eccovi il sesto capitolo e fatemi sapere che cosa ne pensate! :)

ChiaraColfer 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7.

 

Scorpius era sdraiato sul suo letto e stava meditando sulle parole che il professor Potter gli aveva detto il giorno precedente: “Draco non è in grado di avvicinarsi a te, ma io so che tu puoi avvicinarti a lui.”

Per questo quando suo padre gli disse che sarebbero andati a trovare sua madre al San Mugo voleva cogliere l'occasione per tentare di avvicinarsi al suo genitore. Controllò l'ora e tra dieci minuti si sarebbe dovuto trovare con suo padre all'ingresso del castello così si alzò dal letto e si mise le scarpe.

Fece più piano che potè per non svegliare gli altri compagni, d'altronde era Sabato mattina ed era giusto che gli altri dormissero fino a tardi. Passò vicino al letto di Albus e vide che il suo amico stava dormendo tranquillamente e sorrise, era così carino.

“Ci vediamo dopo, Al.” sussurrò per poi spostargli un ciuffo che gli copriva gli occhi.

Risalì velocemente i sotterranei e si trovò nel corridoio del primo piano, svoltò a sinistra oltrepassando la Sala Grande e trovò suo padre seduto su uno dei grandi scalini che accedevano ad Hogwarts. Il castello era deserto a quell'ora di sabato mattina, c'era solo il custode che aprì il portone per farli uscire.

“A dopo signor Malfoy.” disse il custode con la sua voce melliflua per poi dirigersi verso la sala grande.

“Andiamo figliolo.”

I due uscirono dal castello per poi attraversare il giardino di Hogwarts in un silenzio totale, erano le otto e il sole era offuscato da una leggera nebbia conferendo al tutto un'aria tenebrosa.

Appena attraversarono il cancello suo padre gli porse il braccio e Scorpius lo afferrò per poi chiudere subito gli occhi, non gli piaceva smaterializzarsi.

Pochi secondi dopo atterrarono davanti ad un edificio abbandonato di Londra, una magia per i babbani, e suonò al citofono.

“Sì?” rispose una voce gracchiante.

“Malfoy, dobbiamo trovare la signora Astoria Malfoy.”

“Bacchetta, prego.”

Sia Draco che Scorpius fecero scivolare le bacchette all'interno della cassetta della posta e la porta si aprì con uno scatto rivelando un grande atrio pieno di maghi e streghe infermiere che correvano su e giù.

I due presero l'ascensore e si fermarono al terzo piano, dopo di che andarono alla stanza numero nove.

“D-draco... S-Scorpius..” sussurrò la donna voltandosi lentamente.

“Ciao mamma!”

La donna aveva l'aria stanca ed era sempre più magra ma sembrava felice di vedere la sua famiglia, sembrava volesse parlare ma non aveva abbastanza ossigeno così si limitò a fissare i suoi famigliari.

“Lo sai che ieri ho fatto la mia prima lezione di difesa contro le arti oscure e ho sconfitto un molliccio! Cioè non so se l'ho proprio sconfitto ma l'ho messo buono per un po'!”

Draco si avvicinò al comodino della donna e cambiò l'acqua al vaso dove dentro c'era un unico tulipano appassito, levò il fiore e mise una rosa bianca.

Scorpius cercò di essere il più positivo possibile ma sua madre non parlava, era la prima volta che non le rivolgeva la parola da quando andava a trovarla.

“Vado a parlare con i medici, tu resta qui a farle compagnia ok?” disse Draco per poi dare un leggero bacio sulla fronte della moglie.

Appena suo padre uscì dalla stanza, sua madre fece un leggero movimento e prese la mano del figlio.

“S-scorpius..” sussurrò.

“Sì?”

“P-promettimi... prometti di..stare vicino a tuo padre.” sussurrò con un grande sforzo.

Il ragazzo annuì e capì che da lì sua madre non sarebbe mai più uscita.

“Te lo prometto, mamma. Te lo prometto.”

 

Albus andò a fare colazione da solo, senza Scorpius non parlava con nessuno dato che molti dei suoi compagni lo prendevano in giro.

Stava tranquillamente sorseggiando il suo succo di zucca quando Hagrid, il guardiacaccia, si avvicinò a lui e sussurrò qualcosa a bassa voce.

“Ciao Hagrid, dato che la tua stazza non è proprio invisibile puoi anche alzare un po' di più la voce tanto penso che oramai ti abbiano notato tutti.”

L'uomo si guardò a giro e vide che tutto il tavolo di Serpeverde lo stava fissando.

“Ho un messaggio da parte di tuo padre.”

Albus alzò un sopracciglio e si avvicinò ad Hagrid per sentire il messaggio.

“Ha chiesto se ti fai trovare nel suo ufficio dopo colazione.”

“Grazie Hagrid!” disse e si alzò dal tavolo.

Cosa diavolo voleva suo padre da lui? Prima schiantava Malfoy, poi chiacchierava fitto fitto con Scorpius, insomma che cosa aveva in mente?

Corse fuori dalla Sala Grande e salì la scalinata più in fretta che potè finché non fu dentro l'aula di difesa contro le arti oscure. Bussò alla porta dell'ufficio di suo padre il quale rispose con un “avanti.”

“Volevi vedermi papà?”
“Pronto?”

“Per cosa?” chiese sorpreso Albus.

“Oggi andiamo ad allenarci!”

“Allenarci?”

“Quidditch!”

Albus spalancò gli occhi.

“Ah, no, no no! Ti sbagli di grosso, non salirò mai più su una scopa in vita mia! Le mie lezioni di volo sono atroci e ogni volta gli altri non fanno altro che ridere e prendermi in giro. Non voglio giocare a Quidditch.”

Mezz'ora più tardi erano nel bel mezzo del campo da Quidditch e Harry gli stava insegnando come stare in equilibrio sulla scopa.

“Stai cercando di farti perdonare per aver quasi ucciso il padre di Scorpius?”

“Non l'ho quasi ucciso, Al. Un po' meno rigido con le gambe!”

Albus cercò di seguire i consigli di suo padre ed effettivamente il volo sembrava un po' più leggero.

“Avresti dovuto far domanda per il posto di insegnante di Qudditch!” urlò Albus mentre si alzava in aria. Stava volando e non era ancora caduto.

“Perfetto Al! Spingiti di più e cerca di darti un po' di velocità, ora ti lancerò una pluffa e tu dovrai provare a schivarla ok?”
“C-cosa? N-no non lo far-..”

Prima che finisse la frase una pluffa lo sfiorò ma lui riuscì a schivarla, doveva ammettere che non era poi così male volare.

“Bravissimo Albus! Continua così!”

Appena il ragazzo si fu un po' ambientato iniziò a sfrecciare su e giù e passò anche in uno degli anelli del campo di Quidditch.

 

Draco e Scorpius si erano appena smaterializzati fuori dai confini di Hogwarts quando suo figlio gli porse quella domanda.

“La mamma non uscirà più dal San Mugo, vero?”

Suo padre si bloccò sul posto e lo guardò, socchiuse leggermente la bocca come per dire qualcosa ma poi la richiuse.

“Non sono stupido, papà!”

Draco non riuscì a dire niente, e non se la sentì di dire a Scorpius la verità, si limitò ad abbracciarlo. Un abbraccio disperato, un gesto che non aveva mai fatto e per Scorpius fu tutto.

Appena si sciolsero dall'abbraccio, suo padre gli prese il volto tra le mani e lo guardò negli occhi.

“Ce la faremo, Scorpius. Io credo in te e credo in noi.”

Il ragazzo sorrise mentre alcune lacrime gli rigarono le guance e annuì.

“Anche io.” rispose per poi prendere la mano del padre e ricominciare a camminare verso il castello.

Stavano costeggiando il campo di Quidditch quando qualcosa attirò l'attenzione di Scorpius.

“Hey! Ma quello non è Albus?” chiese il ragazzo indicando un puntino nel cielo.

“E cosa diavolo sta facendo da solo al campo di Quidditch? Questa volta non la passerà liscia!”

Suo padre cominciò a correre verso il campo e Scorpius lo seguì, appena arrivarono all'interno del campo videro Harry Potter che diceva ad Albus di scendere.

Albus atterrò vicino a suo padre e sorrise entusiasta quando vide arrivare il suo amico.

“Scorpius! Scorpius! Hai visto? Sono atterrato senza cadere!”

L'altro sorrise e corse verso di lui per poi dargli un cinque.

“Ben fatto, Al!”



Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti! (se ci siete ancora)
sono una pessima persona lo so, non aggiorno la storia da diecimila anni ma come avevo, penso, precedentemente detto sono andata in vacanza e in più devo studiare per un esame universitario. In ogni caso sono tornata con il settimo capitolo e niente... Fatemi sapere che cosa ne pensate, se vi va, con una recensione!
ChiaraColfer 

 

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