Salvare le apparenze

di Eeureka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prima parte ***
Capitolo 2: *** seconda parte ***



Capitolo 1
*** prima parte ***


Salvare le apparenze
Ti odio e ti amo
ti chiederai come faccia
non so, ma avviene
ed è la mia tortura.
— Catullo.



Ci sono luci psichedeliche che rimbalzano da una parete all'altra, colorano e illuminano i visi delle persone e rendono la situazione, già di per sé confusionaria, ancora più caotica. La musica si diffonde rapida, colpisce come una bomba con la sua potenza, sembra trapassare i muri di quella sala. In quell'ammasso di gente ubriaca e di frenesia i corpi si muovono in modi diversi gli uni dagli altri: c'è chi si limita a saltare, chi ha abbandonato il ballo per altro; chi ancora si muove rigidamente, temendo di essere notato e giudicato, e non manca chi, probabilmente per stanchezza, riposa tranquillo seduto al bancone.
Il bancone, ecco. È lì che vorrebbe trovarsi Minamisawa in questo momento, ma è troppo lontano e un mucchio di persone lo dividono da esso, spintonandolo prima di qua, poi dall'altro lato. E lui, accerchiato da quelli che sono i suoi amici, sorride. Sorride nel modo più falso che conosce, quello che ha imparato da piccolo e dal quale non si è più liberato.
Di tanto in tanto sussulta sentendosi addosso mani sconosciute e corpi che – spera con tutto il suo cuore, involontariamente - si strusciano contro il suo. Gli sale un conato di vomito guardandosi intorno e incrociando solo sguardi pervertiti e idioti, e per l'ennesima volta soppesa l'idea di andare via con una scusa qualunque, che sia credibile o no.
Nessuno lo penserebbe mai, ma Minamisawa Atsushi – il modello, il ragazzo figo, l'amante delle feste, del sesso, dei soldi... Non è che un altro Minamisawa Atsushi che mente agli altri da così tanto tempo da aver scordato la sua vera identità lui stesso. Non sa perché indossi questa maschera, c'è da dire che però è questo suo carattere fasullo e apparentemente frivolo che lo ha reso ciò che è adesso: popolare, famoso, ammirato, invidiato. Ormai, a dire il vero, questi suoi comportamenti, queste sue bugie, queste affermazioni a cui nemmeno lui crede, non li considera più una mera falsità; la maschera si è saldata al suo viso, diventando parte integrante del suo vero carattere. Non se ne vuole liberare.
Una ragazza si fa spazio tra la folla e gli si avvicina sorridente, ed è ben facile immaginare dove voglia andare a parare. Ha i capelli castani e gli occhi azzurri, la pelle abbronzata che gli ricorda quella di qualcun’altro. Minamisawa le sorride di rimando e quando questa attacca bottone non si tira indietro, le parla interessato – ma in realtà non gli interessa quasi nulla di lei. La sua coscienza, nel mentre, gli urla contro di smetterla e di andare via se gli rimane almeno un briciolo di buon senso, ma lui non la ascolta. I pensieri sono soppressi dalla musica e offuscati dall'alcol. Così come lo è lo squillo di quel cellulare nella tasca dei suoi pantaloni: potrebbe continuare a suonare all'infinito, il trambusto eliminerà le sue urla e Atsushi non risponderà.
∞- —


Con un sospiro e i denti digrignati Kurama chiude la chiamata. Abbassa lo sguardo, distrutto: i pugni gli tremano, le unghie affondano nella pelle e le nocche gli stanno sbiancando, e non manca molto prima che il telefono venga scaraventato violentemente sul pavimento.
Ecco il primo singhiozzo che rompe il silenzio; gli arriva alle orecchie bruscamente, rendendo viva la spiacevole realizzazione che per l'ennesima volta sta piangendo per lui. Lo odia, si dice nella sua mente. Lo odia con tutto il cuore, si ripete ancora. E realizza di odiare anche se stesso per continuare ad andargli dietro nonostante tutto quello che Minamisawa gli ha fatto e che continua fargli.
Ci sono volute cinque chiamate a vuoto prima di convincersi che Atsushi non sarebbe venuto, che avrebbe saltato come sempre un altro dei loro appuntamenti e che l'indomani – o forse più avanti, chissà quando si sarebbero rivisti – gli avrebbe rifilato una scusa come "impegni con il lavoro" e cose del genere.
La prassi è sempre quella, a distanza di anni si sente ancora come il ragazzino delle medie abbandonato dal suo migliore amico: solo, stupido, ingenuo... E le promesse e le parole prive di significato che rimbombano nella mente sono ancora le stesse.
Continueremo a sentirci, aveva detto Atsushi. Non perderemo i contatti, altra sua frase. Non ti abbandonerò.
E la peggiore: Ti amo.
Minamisawa è riuscito a coronarare un sogno che può soddisfare e sfamare il suo ego smisurato: da un paio di mesi ha iniziato a fare il fotomodello per una rivista non poco famosa. Da quando è successo ha iniziato a farsi sentire sempre di meno, preferendo passare le giornate – e anche le nottate, Kurama non ne dubita – con altri modelli e modelle, magari ricchi e di grande fama.
Ormai, Norihito lo sa, Atsushi può avere quel che vuole e questo gli basta: moltitudini di ragazze e ragazzi che cadono ai suoi piedi, ammiratori a non finire e una schiera di amici ricchi e falsi che alle spalle gli calzano a pennello.
Lo ha dimenticato ancora una volta, ed è per questo che Kurama lo detesta. Al tempo stesso, però, non può far a meno di continuare ad amarlo; ogni attimo che passa senza di lui, con la consapevolezza che Minamisawa sia con qualcun'altro e non gli sfiori nemmeno la mente il suo nome, è un ago che s'infila lentamente nell'anima. Questa è la tortura lenta e dolorosa di cui non può fare a meno: sa che continuare a essere il fidanzato – fidanzato? Loro sono fidanzati? – di Atsushi equivale a proclamarsi un masochista di prima categoria, ma non può farne a meno. Non può cancellare quei famelici e intriganti occhi color ambra, né il tocco gentile e raffinato che proviene dalle sue dita affusolate, né i capelli color porpora che, quand'è sdraiato, gli ricadono scompigliati sul viso, rendendolo più bello e affascinante di quanto già non sia. Non può scordare nemmeno la sua, incredibile ma vero, gentilezza e il suo essere, a suo modo, premuroso nei suoi confronti. Anche il suo carattere intrigante è irremovibile dalla memoria, e il suo potere di attirarlo come la luce fa con le falene né è la prova.
Norihito si asciuga le lacrime e cerca di darsi un contegno. Scivola lentamente con la schiena alla parete e circonda le gambe con le braccia una volta seduto a terra; poggia delicatamente la guancia sulle ginocchia e, sconsolato, prende a osservare il pavimento.
Di tutte le persone di cui poteva innamorarsi, ha scelto un cinico ed egocentrico bastardo.
∞- —


La musica ora non c'è più e i pensieri sono più forti che mai. Minamisawa sta tornando a casa, con lo sporco annidato dentro di sé. Sono le due del mattino e i sensi di colpa che vorticano nella sua mente reclamano la libertà all'altezza del suo stomaco – gli viene quasi la nausea, al pensiero di quel che ha fatto.
Non è la prima volta che succede, prova a consolarsi, ma il tutto ha l'effetto contrario, lo fa sentire solo una persona orribile. Ha già tradito Kurama e, soprattutto, lui e Norihito non hanno una vera e propria relazione: non possono definirsi fidanzati, è più attrazione fisica quella che c'è tra loro, e quel che fanno assieme è tutto legato a un tacito accordo che nessuno dei due ha mai contrastato.
Allora perché si sente in colpa? Perché gli pare di avergli fatto un torto? Lui non appartiene a Norihito, di conseguenza non dovrebbe farsi problemi, anzi, non dovrebbe nemmeno sfiorarlo il pensiero di poterlo ferire. Specie perché l'azzurro gli ha più volte ripetuto di non provare nulla per lui.
In un modo o nell'altro, nell'ultimo periodo, gli sembra che i suoi pensieri tornino sempre su quel piccoletto, ma ammettere di esserne innamorato è l'impresa più ardua che si sia mai trovato ad affrontare. Minamisawa non ha mai pensato di legarsi a una sola persona, il pensiero di ritrovarsi ufficialmente fidanzato è lontano anni luce dalla sua logica e non gli è mai interessato. Non riesce a comprendere il perché inizi a provare qualcosa di diverso dalla comune attrazione fisica verso Kurama, e la sola idea che sia effettivamente così lo terrorizza. Insomma... È uno spirito libero, lui; le sue relazioni durano sì e no una settimana o due, e mettersi con Kurama comporterebbe a uscire dalla sua vita per sempre una volta finita.
Atsushi continua a camminare per la strada buia, con l'unica compagnia della luce emanata dai lampioni e dei suoi pensieri come sottofondo. Praticamente nessuna stella è visibile nel cielo a causa dell'inquinamento luminoso; è un manto oscuro, quasi nero, quello che lo avvolge, molto simile al suo animo in quel momento. Mentre la luna, unica fioca speranza, probabilmente si rifugia sotto una coperta di nuvole.
A un certo punto il viola svolta a destra e si ritrova finalmente davanti alla sua palazzina. Prende le chiavi e apre il portone, per poi salire le due rampe di scale che lo dividono dal suo appartamento. Sale, sale e sale; si ferma a qualche gradino prima della porta, notando la sagoma di una persona a lui ben conosciuta seduta lì davanti. Avanza ancora, verso quella, chiedendosi che ci faccia lui lì, se lo stesse aspettando e per quale motivo. Avvicinandosi, la fioca luce del corridoio inizia a definire i tratti del ragazzo e, non si sa perché, un Hayami assopito è seduto davanti a casa sua. Minamisawa alza un sopracciglio, perplesso, prima di smuovere il corpo dell'altro con il piede – non si scomoda neanche ad abbassarsi e a toccarlo con la mano – per svegliarlo.
Tsurumasa spalanca gli occhi e salta in aria, poi sembra rendersi conto della situazione bizzarra e di dover giustificare la sua presenza. «Minamisawa! Oh- ehm, ciao! Ehm... Ecco... devo parlanti.»
∞- —


Il campanello suona e Kurama drizza la testa. Non riesce a credere alla possibilità che si tratti di lui, non riesce a immaginare che Minamisawa alla fine abbia deciso di mantenere la promessa e venire all'appuntamento che si erano dati. Si alza faticosamente in piedi, le gambe gli tremano. Dopo aver deglutito e raggiunto l'ingresso, inizia a meditare su tutto quel che dovrà fare una volta che se lo ritroverà davanti.
Dopo minuti di elaborazione, concorda con se stesso di mostrare il suo reale stato d'animo: liberare la propria rabbia e fargli capire che non può continuare così. E forse... Forse dovrebbe anche rinunciarci, dovrebbe lasciarlo.
Degluisce e, senza chiedere chi è – vuole che sia una sorpresa, se si tratta di una delusione scoprirlo un minuto prima o dopo non cambierà nulla – apre la porta.
«Kurama!» è Hamano. Solo Hamano; il suo vecchio amico delle medie, con cui ha continuato a sentirsi – potrebbe considerarlo il suo migliore amico, a dire il vero.
Una risata isterica vibra nella mente di Norihito, e per l'ennesima volta della giornata maledice la sua stupidità.
«Oh, Kurama... Di nuovo?» Chiede Hamano accorgendosi evidentemente dei suoi occhi arrossati. È una domanda stupida quella che ha appena fatto e se ne rende conto ben presto da solo. Lui è l'unico assieme al suo ragazzo, Hayami, a conoscere la situazione di Kurama: loro sono i soli con cui, non si sa come, ha trovato il coraggio di confidarsi e sfogarsi ignorando la sua indole solitaria e riservata.
Norihito, nonostante la resistenza iniziale, scoppia a piangere, neanche riflettendo su quello che sta facendo e alla vergogna che proverà quando si renderà conto della situazione.
«Quello stronzo... Quel maledetto stronzo» mormora tentando di giustificarsi, mentre un Hamano mortificato agita nervosamente le braccia per tentare di calmarlo.
«Ohi, senti, non si può continuare così.» attira l'attenzione del più piccolo. L'azzurro alza gli occhi verso di lui, incuriosito e dubbioso.
«Eh?»
«Non voglio che questa situazione continui. Ho qualcosa da dirti.»
Kurama non riesce a immaginare cosa abbia da dirgli l'altro. Esclude a priori che si tratti di qualcosa per tirarlo su di morale, considerando che quando si tratta di empatia, di consolare la gente e cose del genere, chiunque potrebbe essere più utile di Hamano. Nonostante ciò il suo animo s'infiamma di curiosità, e spostandosi sulla sinistra invita l'altro ad entrare dentro casa.
«Dimmi.»





Blaterazioni:: L'avevo scritta tempo fa per un contest su wattpad che alla fine non ha mai visto luce, e rivedendola mi pareva ottima come ultima fic da postare su questo fandom. In origine doveva essere una oneshot, ma superando quasi le 5000 parole ho preferito dividerla in due parti (so bene che le storie troppo lunghe spaventano i lettori di efp, lol)
Spero che finora vi sia piaciuta, tra circa una settimana posterò la seconda e ultima parte.
- Eeureka

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Capitolo 2
*** seconda parte ***


Salvare le apparenze
Ti odio     



Kurama lo ha fatto accomodare dentro casa, e inaspettatamente da quanto avrebbe pensato ha deciso di ascoltare quel che ha da dirgli. Hamano ora è nervoso, il motivo per cui si trova lì era ben intuibile ancora prima che aprisse bocca: ha iniziato l'ennesima discussione su quanto la situazione fra l'azzurro e Minamisawa sia contorta, e, questa volta, è intenzionato più che mai ad aiutarli a sistemare le cose. Non ce la fa più a vedere Kurama soffrire.
I due sono seduti nel piccolo tavolo della cucina e, mentre discutono, bevono un po' di caffè, offerto precedentemente dal più piccolo.
«Io... Io lo so cosa fa. So che mi tradisce, e so che non dovrei reagire così perché noi due non siamo niente» dice Kurama con l'imbarazzo che gli corrode l'animo, dopo interminabili minuti di silenzio, come risposta al "che è successo questa volta?" dell'amico.
Kaiji sa che quella che sta trattando è una situazione più che complicata, e prima di rispondere soppesa attentamente le parole che ritiene più giuste, temendo di finire con l'intristire Norihito anziché aiutarlo.
«Forse dovresti parlargliene.» se ne esce così alla fine, deglutendo subito dopo, incerto. Accavalla le gambe, e prende a sorseggiare il caffè che gli ha preparato Kurama, mentre osserva distrattamente la cucina. Se non fosse stato per quella bevanda avrebbe potuto addormentarsi da un momento all'altro, considerando l'ora tarda; ha però scelto un orario simile per andare a trovare l'amico perché sapeva che lo avrebbe trovato sveglio, in attesa di Minamisawa e, probabilmente, frustato, deluso e arrabbiato. Insomma, voleva dargli prova di quanto quella loro relazione fosse nociva per lui.
«Scherzi?! Non ho intenzione di farlo, affatto. Mi riderebbe in faccia, e non voglio altre prese per il culo da parte sua» gli urla in faccia Kurama e il bruno comprende di essere una frana nel consolare e consigliare la gente. Posa la tazzina sul tavolo e sospira sconsolato.
«Ohi, calma- piano con le parole! Insomma... Allora, se non siete niente come dici, perché sei triste?» ritenta.
«Io non sono triste!» ma ottiene un altro urlo feroce.
Norihito dopo questo abbassa subito gli occhi verso la tazza di caffè che gli è davanti e inizia ad osservarla assorto, immerso in chissà quali pensieri. Poi prende il cucchiaino in mano, e con quello comincia a disegnare nella bevanda cerchi immaginari, mentre nuvolette di vapore convergono verso l'alto.
Chissà con chi è Minamisawa in quel momento... Forse con una bella ragazza che, senza dubbio, ha attributi che lui non potrà mai avere. Oppure con un ragazzo anche più alto di lui, che lo stringe fra le sue possenti braccia, e lo fa sentire più al sicuro e al caldo di quanto possano fare quelle di Kurama, piccole ed esili. O, ancora, con un ragazzo mingherlino come lui, solo che molto più carino e probabilmente con un carattere migliore. Magari qualcuno che non finga che non gli importi nulla, qualcuno che non gli dica di odiarlo quando in realtà prova tutto l'opposto. Kurama si morde il labbro inferiore. Sente le guance che gli stanno andando a fuoco, e si maledice più e più volte mentalmente ogni attimo che si accorge quanto sia fissato con Atsushi, nonostante, ufficialmente, non siano un bel niente.
«Kurama? Andiamo!» è uno sguardo scettico quello che rivolge Hamano all'amico. Non sa come dirglielo, non sa come spiegargli che ogni gesto che compie è segno di un'incredibile tristezza, rabbia e delusione che tiene dentro sé da chissà quanto.
«Oh, okay, va bene! Io... Io sono innamorato di lui, okay? Ma non so perché, non lo capisco. Credo di essere un masochista.»
«Gliel'hai mai detto?»
«Eh?!»
«Gli hai mai detto che lo ami?»
«Beh... No.» Norihito abbassa nuovamente lo sguardo su quel che è diventato ormai un oggetto d'interesse. Effettivamente, mettendola su questa prospettiva lui ha sempre evitato di mostrare i suoi veri sentimenti a Minamisawa. E, a dire il vero, ha negato lui stesso più volte di non formare una coppia con lui. Forse è perché lo spaventava l'idea, forse è perché avrebbe finito per distruggere il loro già di per sé fragile rapporto così. O forse è perché non è mai riuscito a credere realmente alle parole dell'altro, dopo quello che è successo alle medie. Ogni "ti amo" di Atsushi appariva come una mera illusione: Kurama ci credeva un attimo e poi puff, si rendeva conto di essere stato preso in giro.
«Dovresti provare, dovresti provare a dirglielo.»
«Lui non mi ama... Insomma, la nostra è una situazione strana, immagino di piacergli solo fisicamente. Sono il suo passatempo quando non ha di meglio da fare...» e a quel punto stringe i denti. Hamano abbassa lo sguardo, afflitto. Ancora una volta ha fatto tutto il contrario di quel che erano le sue iniziali intenzioni. Eppure non vuole rinunciarci, non è andato dal suo migliore amico solo per vederlo piangere insensatamente e finire con il rivelare per l'ennesima volta la sua incapacità nell'aiutarlo.
«E a te va bene che continui così?! Okay, ho capito che sei innamorato pazzo, ma non vale la pena di trasformarti, come dici tu, in un masochista. Che ti costa dirgli che lo am--»
«POTREI DISTRUGGERE TUTTOE se questo è l'unico modo che ho per stare con Minamisawa potrei accettarlo, sta per dire, ma un groppo alla gola gli impedisce di continuare, e con tutta la sua forza trattiene le lacrime che gli si sono appostate sotto gli occhi e che premono per mostrarsi al mondo esterno. Si rende conto solo in quel momento di aver gridato come un idiota, e si pente subito del suo gesto avventato.
Il silenzio riempie la stanza, e Kurama guarda Hamano per pochi secondi, prima di accorgersi di non riuscire a sostenere il suo sguardo tanta è la vergogna.
Che stupido.
«No, Kurama, no. Due persone che si vergognano di amarsi non dovrebbero stare assieme. Non hai motivo di nascondere quel che provi verso Minamisawa, che questo comporti la fine del vostro rapporto o no – anzi: se questo comporta la fine del vostro rapporto vuol dire che non ti meritava. Mentre lui, se davvero tiene a te, sono certo che si pentirà di tutto quel che ha fatto, e sono sicuro che questo rapporto in bilico diventerà finalmente stabile e tranquillo. Dovreste scegliere: voi due oppure continuare a salvare le apparenze? Volete continuare a fingere che così vada bene nonostante sia tutto il contrario?»

∞- —


È una delle situazioni più imbarazzanti in cui sia mai incappato, e ben presto si ritrova a maledire Hamano per averlo obbligato a fare quello, e se stesso per aver accettato. Innanzitutto, le cose sono cominciate malissimo: essere trovato appisolato davanti alla casa di qualcuno non è il massimo. E considerando che è arrivato nell'appartamento di Minamisawa alle nove, l'ha trovato vuoto, si è seduto a terra ad aspettarlo e si è addormentato circa alle dieci, chissà cosa hanno pensato di lui il via vai di condomini del viola.
Atsushi, ovviamente, ora davanti a lui, forse per indole o forse per stanchezza, non fa nulla per metterlo a suo agio e confortarlo. Anzi, gli mette più pressione e agitazione di quanto non ne abbia già addosso, continuando a richiedergli di sbrigarsi a dire quel che deve perché "ho di meglio da fare, tipo dormire."
Entrando a casa del viola – è stato sconvolgente per lui essere stato accolto lì dentro senza dir nulla – si è messo a fissare l'arredamento, trovando un accostamento di colori e forme perfetto che, del resto, non ci si potrebbe aspettare da altri se non che dal suo "amico" delle medie. Atsushi nota la sua faccia meravigliata e sorride compiaciuto e orgoglioso, poi lo scorta in salotto.
«Allora? Che hai da dirmi?» Insiste ancora Minamisawa, per poi, con nonchalance e incuranza, lasciarsi cadere sul divano. Si sdraia lateralmente, con il busto rialzato grazie alla mano che gli sorregge il viso. Hayami deglutisce.
«O-Okay, allora. Io e Hamano lo sappiamo. I-Insomma, sappiamo della vostra strana situazione e...» inizio pessimo.
«E...? E cosa? Illuminami.» Un sorriso strafottente si dipinge sulle labbra di Atsushi, quasi che la situazione lo diverta. Hayami si sente in suggestione.
«E...» forse, anziché dormire, avrebbe potuto elaborare un discorso più o meno decente. Dannazione, lo sapeva che sarebbe finita così! Sapeva che avrebbe mandato tutto a rotoli! «E... E basta!» Tsurumasa non comprende come sia riuscito a urlare, e si pente subito dell'azione, specie perché in dieci minuti non ha detto nulla di più logico di qualche borbottio.
«Uhm... Fingerò di aver capito qualcosa del tuo discorso, 'kay?»
«Basta» ripete ancora Hayami, conscio di non essere stato molto comprensibile prima. «Devi smetterla... C-Cioè, se tieni a lui, devi smetterla di comportarti così.» Questa volta Hayami si riempie il petto d'aria, orgoglioso. È riuscito a dirlo!
«Così come?»
... Ma a quanto pare, l'essere riuscito a esprimersi per bene non è bastato: Atsushi è testardo e oltre che ad illustrargli il motivo per cui è lì deve anche convincerlo che è nel torto, e che deve cambiare al più presto atteggiamento se ama Kurama. Insomma, se Hamano gli avesse chiesto di fare il viaggio del mondo in una settimana e senza l'ausilio di mezzi oltre che ai suoi piedi, sarebbe stato tutto più semplice.
Il castano fa una breve pausa di silenzio, spazientito, cercando di pensare a qualcosa per controbattere, ma non sa come tener testa alle provocazioni di Atsushi. Tsurumasa, del resto, non è come Kurama e al contrario di quest'ultimo detesta litigare, tutto quel che vuole è solo tentare di sistemare le cose.
«Così... Lo sai come! Kurama soffre per tutto questo.»
«Perché dovrebbe? A lui mica importa. Se pensi che la colpa sia mia, sta’ certo che non avrei mai fatto nulla se lui non mi avesse confermato più di una volta di non amarmi. Se davvero vuole una relazione con me, basta chiederlo» e a quel punto sembra che la conversazione sia chiusa.
A Hayami sta per esplodere la testa. Questa è una delle situazioni più strane che gli sia capitata davanti: non esiste coppia più bizzarra, ne è certo. Norihito che lo ama ma che finge che non sia così, e Atsushi che lo ama, ma non vuole convincersene.
E Hayami si chiede il perché, fra i due, a lui sia toccato proprio Minamisawa. Vorrebbe dire al viola quanto sia stronzo, ricordarglielo sebbene sia certo che quest'ultimo si sia ritrovato più volte nel corso della sua vita a confronto con questa parola – molte, moltissime volte. Al tempo stesso però, conosce Atsushi da un bel po' di anni, e quindi può personalmente confermare che "stronzo" non è l'unico aggettivo con cui lo si può definire; e sebbene non siano mai andati particolarmente d'accordo – non era il tipo di amicizie che gli garbavano – sa bene che tutto quello non è che una maschera per non mostrare i propri sentimenti. Atsushi è alla continua ricerca di un'identità che non sia la sua, ed è pronto a tutto, anche a offuscare i sani principi in cui qualcuno con un minimo di cervello dovrebbe credere, pur di non ammettere che dentro di lui, annidato tra il suo essere, c'è qualcosa di buono; umile e umano. Qualcosa che non è solito né abituato a mostrare agli altri, e che, non sa per quale motivo, lo fa vergognare.
«Sai benissimo che non è così. Lui ti ama.»
«Allora che lo ammetta davanti a me.»
«Oh, andiamo, per ripicca quindi gli fai questo?! » Ohi, ohi, Hayami, che succede? Da dove viene questo tuo lato sfacciato?
«No! Non sono un idiota! È che...»
«Hai paura dei tuoi sentimenti. Hai paura della persona che c'è in fondo a te e che cerchi da una vita intera di scacciare via, perché l'unica cosa che ti importa – o almeno, che credi che ti importi – sei tu stesso, un montato egoista. Hai paura che quel sentimento che provi diventi troppo forte e ingestibile, e a te sono sempre piaciute le cose non troppo complicate e da cui puoi ricavare senza alcun impegno situazioni a te favorevoli. Una relazione seria comporterebbe tantissimi rischi e tantissimi doveri, tu lo sai. E, al tempo stesso, approfitti del fatto che Kurama non ti abbia mai rivelato i suoi veri sentimenti per dire ancora in giro che non sia il tuo fidanzato, cercando di convincerti che non provi nulla per lui. Beh, sai una cosa? Dovresti scegliere. Vuoi davvero continuare a salvare le apparenze? Ti importa così tanto della tua schiera enorme di amici ricchi e famosi quanto stupidi?»
Minamisawa sta per aprire la bocca, ma resta stupito nell'accorgersi ben presto di non sapere come controbattere. Sotto lo sguardo sconvolto di entrambi, Tsurumasa ha detto tutto quel che c'era da dire.
∞- —


Sono passati vari giorni, e Kurama non ha avuto il coraggio di fare quel che aveva promesso ad Hamano. Ha più volte preso il telefono fra le mani, e si è limitato ad osservarne i tasti, i numeri bianchi incisi sullo sfondo nero, mettendo da parte la forza per chiamare Minamisawa.
Atsushi ha trascorso la medesima routine di sempre, solo che, a differenza dell'azzurro, il telefono non l'ha neanche toccato.
Hamano ha scoperto che se ci mette impegno riesce a consolare le persone, e che sa essere un bravo amico; ed è fiero di se stesso per essere riuscito a consigliare Kurama, ignaro che quest'ultimo non abbia, nel corso di una settimana, fatto nulla di quel che gli aveva promesso.
Hayami non ha mai raccontato al suo ragazzo, Hamano, com'è riuscito a urlare in faccia a Minamisawa. Non l'ha trovato necessario, ma da quel giorno si sente più coraggioso e ha più fiducia in sé... Più o meno.

°°°

Sono passati altri giorni e Kurama, sotto lo sguardo di un Hamano eccitato che gli ha chiesto "com'è andata?" ha detto all'amico di non essere riuscito a chiamare Atsushi. Norihito ha visto il sorriso di Kaiji spegnersi, evidentemente deluso. Hamano ha constatato, per l'ennesima volta, di essere un pessimo amico, e di essersi solo illuso per qualche attimo di essere riuscito ad aiutare Kurama, quando in realtà non ha concluso nulla.
Tsurumasa ha ricevuto la notizia dal suo ragazzo, scoprendo che le sue urla, le sue parole, il suo impegno e la rabbia che aveva rivolto a Minamisawa, nel salotto di quest'ultimo si erano solo apprestate a uscire dalla finestra e andar via col vento.
Per finire in bene, Atsushi ha preso il telefono in mano per la prima volta, per un secondo. Poi si è ricordato di avere un appuntamento con i suoi amici ed è andato via.

°°°

I giorni continuano a passare e Kurama si è arreso. Non ha più provato a chiamare Minamisawa, e ha rinunciato all'idea che questo decidesse di chiamarlo o si facesse anche semplicemente sentire.
Hamano e Hayami hanno constato di essere una coppia fortunata, e che, purtroppo, non possono più far nulla per i loro amici - tutto si è distrutto, e forse proprio a causa loro e dei loro buoni propositi.
Minamisawa ha preso una decisione.
∞- —


È la medesima situazione che gli si ripresenta. Kurama, ormai privo di speranze, apre la porta a cui hanno appena bussato. Sa che incontrerà i sorrisi finti dei due suoi migliori amici, che fingeranno di avere la felicità che non hanno a causa sua, e che a causa sua mai avranno. Ha cercato di spiegarglielo più volte, che non avrebbe fatto nulla per contattare Minamisawa, e che non dovevano star male per questo. Insomma, lo sapeva che sarebbe finita così, tanto, non dovevano più preoccuparsi per lui.
«Norihito.»
Ma è un volto diverso quello che compare. È un bel ragazzo: alto, slanciato, dal taglio degli occhi affascinante e dai capelli viola che gli ricadono elegantemente sull'occhio sinistro.
«Atsushi...»
Le labbra di Minamisawa prendono una piega all'insù, e senza rendersene conto, Kurama gli sorride di rimando. Non sa perché lo fa: lui lo odia. Forse è un sorriso di rinuncia, un sorriso triste, perché sa cosa sta per accadere. Sa che coglierà l'occasione per parlargli, e finalmente seguire il consiglio dell'amico, Hamano, dichiarandosi. Come sa quel che seguirà dopo: la fine di un rapporto che, realmente, non è mai esistito.
Quel che invece non sa, è che Atsushi non è venuto lì perché non ha di meglio da fare e perché quindi ha bisogno di qualcuno che lo intrattenga. Quel che non sa è che il viola è lì perché Hayami, ormai tre settimane fa, gli ha parlato e lo ha fatto ragionare, gli ha fatto capire che ama Kurama e che deve sistemare le cose con lui. Atsushi teme che l'azzurro con tutte le probabilità del mondo lo rifiuti, ma pensa che ormai valga la pena tentare.
«Atsushi, c'è una cosa che ti devo da molto tempo.»
«Anch'io.»
Ti amo








Blaterazioni:: Eccoci alla fine! Grazie mille a chi ha seguito e recensito questa stroriella. Mi dispiace per chi ha pensato che fosse una long, sebbene io avessi ribadito più volte la sua primordiale natura di oneshot in seguito divisa in due parti D:
Devo ammettere che i personaggi su cui ho scritto non li conosco molto bene, e ho anche osato un po' - sopratutto con la caratterizzazione di Kurama e Hayami - quindi se ritenete che sia necessario l'avvertimento OOC, fatemelo sapere che provvederò a inserirlo al più presto. Nonostante questo, spero comunque che vi sia piaciuta!
Credo che sia la mia fanfic di addio al fandom - come autore, non come recensore. Purtroppo sono passati taaanti anni (tre lol) da quando ho visto la serie di IE, e la mia memoria e i ricordi su ogni personaggio inizia a scarseggiare, di conseguenza anche l'ispirazione per scrivere su di loro. Difatti, quelle che ho pubblicato in questo periodo non sono che fanfic che avevo già pronte da più di un anno. Esattamente, è un anno che non scrivo su Inazuma, quindi non so se riuscirò a ricominciare a farlo. Spero vivamente di sì, ma per un periodo purtroppo in questa sezione rimarrò quasi sicuramente inattiva come autrice TwT
Dopo avervi annoiato con cose che davvero non interessavano a nessuno - ma a me piace anche solo fingere di convincermi del contrario -, vi saluto!

- Eeureka

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