I Owe You

di marylu_83
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo. Noi due insieme contro tutto il mondo ***
Capitolo 2: *** Non è tutto passato ***
Capitolo 3: *** La lettera di Sherlock Holmes ***
Capitolo 4: *** Mi è mancato tutto questo ***
Capitolo 5: *** I'm Back ***
Capitolo 6: *** Il caso che non volevo ***
Capitolo 7: *** Afghanistan o Iraq ***
Capitolo 8: *** The Game Is On, Again. ***
Capitolo 9: *** A.G.R.A ***
Capitolo 10: *** Avrei dovuto proteggervi ***
Capitolo 11: *** promettimi che non mi lascierai ***
Capitolo 12: *** I morti sono più d'aiuto di quanto possano esserlo i vivi ***
Capitolo 13: *** we're family ***
Capitolo 14: *** Ho bisogno del tuo aiuto ***
Capitolo 15: *** La prossima vittima ***
Capitolo 16: *** Together ***
Capitolo 17: *** Rapimento ***
Capitolo 18: *** È tutto finito ***
Capitolo 19: *** John Watson non sta aggiornando questo blog ***
Capitolo 20: *** Epilogo. Tre anni dopo ***
Capitolo 21: *** Ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** prologo. Noi due insieme contro tutto il mondo ***


https://youtu.be/xu-HWkDFmMw

-John, devo dirti una cosa importante che non ti ho mai detto...-

ecco ci siamo è il momento che tanto aspettavo da una vita, finalmente sta per dirmi quanto ci tiene a me nonostante il suo caratteraccio..

-dimmi-

forza dillo

-Sherlock è un nome da femmina-

... ok ci rinuncio.

-Sherlock non chiamerò mia figlia come te, fattene una ragione-

-hahaha!okok!... John... sappi che... quello che ho fatto, si, insomma... l'ho fatto per te, per mary e per tua figlia perché avessero un futuro... infondo così fanno gli amici, no?-

-...*snif* promettimi... promettimi solo che tornerai-

-certo che tornerò... noi due insieme contro tutto il mondo, ricordi?-

non so se ti rivedrò, Sherlock Holmes, ma sappi che sei il mio migliore amico

-Sherlock Holmes, sappi che sei il mio migliore amico e non devi azzardarti a non tornare, e cerca di non farti ammazzare (di nuovo) e...oddio non ci posso credere, ma cosa ti è saltato in mente? Hai idea di quanto mi mancherai? e...-

che fai? perché mi stai abbracciando? tu non lo fai mai....

-*bisbiglia* anche tu mi mancherai e sappi che non lo ripeterò una seconda volta-

-non ce ne bisogno..-

mi piacciono i tuoi abbracci

-Sherlock?-

-umh?-

-penso che tu ora debba andare!-

-si! ora vado-

~note dell'autrice~

Ho trovato questa bozza tra i documenti di word datata 25 febbraio 2015 ed è stato più forte di me pubblicarla. Di preciso non so se farci una ff johnlock, una alla Sherlock con tanto crimine mistero e cose così, o una oneshot ditemi voi.
In più vorrei dirvi che, nel caso vorreste che la continuo, molto probalmente non saró in grado di portare carattere dei personaggi in modo corretto (questa frase ha un senso logico in una qualsiasi lingua?)per cui vi chiedo scusa in anticipo, ma dato che io non sono una scrittrice né una persona molto colta vi chiedo di essere clementi.
P.S.se ci sono errori di battitura vi chiedo perdono ma sono le 2del mattino e ho sonno.

~ By Merylu83
P.P.S. questa storia è interamente copiata e incollata dal mio account Wattpad, per questo motivo le note autrice saranno per lo più incomprensibili per chi non mi segue anche lì. In sostanza mi scoccio di aggiustare.

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Capitolo 2
*** Non è tutto passato ***


-Amore, potresti aiutarmi a sistemare casa per favore? A breve arriveranno gli ospiti e io da sola non posso farcela....Elly ti supplico smettila di torturare il gatto; Signora Hudson non si scomodi nemmeno per sogno, lei non è la nostra domestica...-

E' passato un anno da quando quello stupido di un consulente investigativo ha deciso di fare la più grande pazzia che avesse mai potuto pensare di fare, e questa casa oggi è il delirio: tutti indaffarati ad occuparsi del pranzo, dei festeggiamenti, degli ospiti, dei regali...ma nessuno che si preoccupi di pensare un secondo ''chissà dov'è ora Sherlock, se sta bene e perché ancora non è di ritorno da quella pericolosissima missione''

Sherlock, infatti, sarebbe dovuto essere di ritorno 6 mesi fa, ma di lui non abbiamo nessuna notizia. Mycroft aveva iniziato le ricerche sin da subito senza mai perdersi d'animo e io più di lui mi informavo su come stessero andando le ricerche, ma lui si era chiuso in studio e mi aveva intimato, con un tono a dir poco arrabbiato, di restarne fuori. Con il tempo tutti hanno superato la sua scomparsa un po' senza rendersene conto e io mi chiedo come abbiano fatto, come abbia fatto Mycroft o Mrs.Hudson che erano le persone più legate a Sherlock, anche più di me probabilmente.

Io non me ne sono dimenticato e nemmeno ho perso le speranze: io sono certo che un giorno rivedrò Sherlock Holmes, perché lui mi ha promesso che ci saremmo rivisti.

Mi riscuoto dai miei pensieri solo quando sento Mary imprecare contro il pranzo che sta preparando da questa mattina presto e decido di chiudere in un cassetto tutti quei pensieri che mi schiacciano e mi dirigo verso di lei per calmarla almeno un po'.

-cara perché non ti prendi una pausa? Qui ci penso io...-

-finalmente! Era ora, sai? Ti ho chiamato circa 3 o 4 volte, ma non hai dato segni di volerti muovere e ho lasciato perdere... John, è da un po' di tempo che sei sempre perso nei tuoi pensieri e non ti accorgi di quello che ti capita intorno, ti sarei veramente grata se mi dicessi cosa ti affligge così tanto...io...non so più come comportarmi con te e ho sempre paura di toccare certi argomenti...-

La osservo per un po' senza aprire bocca: lei sa bene cosa mi prende, sa che penso a Sherlock e sa bene anche che se non fosse stato per lei tutto questo non sarebbe mai successo; ma come mi aspettavo da una persona come lei fa finta di niente e si ostina a pensare che per me è tutto passato.

In realtà non è passato nulla: se lei non avesse mentito Sherlock non avrebbe rischiato il carcere per proteggerci e ora non sarebbe chissà dove a patire chissà quale pena per questo.

Quindi no, non è tutto passato.

-tranquilla, non è niente di grave a cui pensare ora-

-sei sicuro?-

-si, sono sicuro!- non sai quanto vorrei fuggire da te che mi hai fatto questo e che continui a farmi male

-però più tardi mi racconti tutto-

-d'accordo- quanto vorrei accadesse per davvero liberandomi di questo peso che mi attanaglia.

La giornata passa tranquilla per tutti e tra chiacchiere e risate, a cui ho partecipato con veramente poco entusiasmo, arriva il momento dei regali.

I primi ad avvicinarsi all'albero sono ovviamente le bambine: Elly, Diana e Narcissa.

Diana è la figlia di Greg e Lucy: vedova poco più giovane di lui che ha incontrato in un seminario su uno dei tanti casi irrisolti a cui Sherlock non ha potuto dare un occhiata in quest'anno. Devo ammettere che Lucy è una bella donna, alta, bionda, e ben piazzata nel ruolo di giornalista che le è stato affidato alla morte di Magnussen.

Mentre Narcissa è la figlia di Donovan e Anderson. Di certo era una coppia su cui non avrei puntato nemmeno una sterlina bucata e invece mi hanno sorpreso. Narcissa, però, non è loro figlia biologica dato che Sally è sterile.

La prima a scartare il regalo era stata proprio quest'ultima e la sua espressione nel trovare un peluche del cagnolino di paw patrol è stata a di poco entusiasta; a seguire c'era Diana che aveva ricevuto la sua prima polaroid istantanea, dopotutto aveva 7 anni ed aveva già dato dimostrazione delle sue abilità fotografiche.

L'ultima a scartare il suo regalo era stata Elly che non stava nella pelle mentre scartava la scatoletta contenente un tipico cappello inglese a due visiere a me molto familiare.

Quando la bambina ha lasciato la stanza insieme alle sue amiche mi sono avvicinato alla busta che conteneva quello che non poteva essere di nessun altro se non Suo.

Coperta dalla carta stracciata giaceva una lettera bianca scritta con una calligrafia che avrei riconosciuto tra tante come se fosse la mia, infatti infondo al foglio prendeva posto in tutto il suo splendore quel nome che mi aveva tormentato nell'ultimo anno rendendo qualsiasi mio tentativo di chiudermi nel mondo dei sogni un incubo: Sherlock Holmes.

~note dell'autrice~

Ecco il nuovo capitolo di questa storia che spero vi piaccia almeno un pochino.

Per questo miracolo dovete ringraziare mia sorella  xedDoryana che spero vivamente legga questo capitolo perché, anche se continuava a dirmi di muovermi a scriverlo, non ha mai voluto leggere l'anteprima per non spoilerarsi nulla e che comunque mi ha dato alcuni aiutini (perché nonostante tutto lei sa sempre più di me).

Ti voglio bene <3

~ By Merylu83

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Capitolo 3
*** La lettera di Sherlock Holmes ***


"Mio carissimo John,
So bene che è stato scorretto da parte mia non scriverti nemmeno per farti sapere se ero ancora vivo o meno, ma le cose da queste parti si sono complicate non poco.
Circa 4 mesi fà sono stato catturato. È stato difficile evadere e ancora adesso non so come io abbia effettivamente fatto ad uscirne. Spero che questa lettera riesca ad arrivarti in tempo per Natale e non dopo il mio arrivo a Londra (si sto tornando, non soffermarti troppo sulla stessa frase). Posso solo immaginare come tu possa aver passato tutto questo tempo non sapendo che fine avessi fatto, so bene quanto tu ci tenga a me nonostante tutto quello che ho combinato in passato, spero di non avere altri intoppi lungo il viaggio di ritorno. 
L'unica cosa che ti chiedo è di non dire ancora a nessuno che sto tornando a Londra, non vorrei che mio fratello mandasse l'intero governo britannico a cercarmi (ne sarebbe capace, sono sicuro) vorrei fare una sorpresa a tutti, sai solo tu che sono vivo. 
Cavolo ora potrò sembrare troppo smielato, ma mi sei mancato tantissimo, e anche Mrs Hudson, non vedo l'ora di essere di nuovo li con tutti voi e finalmente conoscere la piccola Elly. Ora devo andare, non poaso fermarmi troppo se voglio arrivare il prima possibile. 
Un abbraccio 
SH
Quando finisco la lettera sto piangendo, come quando ho cominciato del resto, ma non me ne preoccupo tanto perchè sono nella mia stanza, che condivido ovviamente con Mary. 
Ripensandoci ancora non ci credo che Sherlock sta per tornare, è un vero peccato che non ne posso parlare con nessuno, spero solo faccia presto voglio riabbracciarlo, però non voglio piangere davanti a lui... modestamente non è che mi interessa tanto se mi vede piangere quindi me ne frego, piangerò come una fontana e ne sono fiero (oddio non proprio però la OK). Cristo quanto sono felice. 
-amore tutto ok? Sei li dentro da una ventina di minuti circa hai bisogno di aiuto? Sento Mary dall'altro lato della porta che mi chiama con tono preoccupato
-emh si...cioè no, no tranquilla tutto ok, ti serve qualcosa? Appena si accerta che io stia bene apre la porta per potermi parlare senza alzare la voce. 
-volevo solo avvisarti che Elly vorrebbe andare al centro commerciale per ringraziare Babbo Natale, tu vuoi venire con noi o preferisci riposarti? 
-credo che verro con voi, dammi due minuti e sono pronto 
-daccordo...ah! Volevo anche dirti che è arrivato uno strano pacco per te, l'ho poggiato sul tavolino in salotto...fai presto amore ti aspettiamo in macchina. Mi scocca un bacio sulle labbra e si avvia per le scale insieme ad Elly. 
Mi cambio velocemente la camicia e prendo la giacca,scendo di sotto velocemente, sono curioso di sapere di che pacco si tratta dato che non ricevo mai niente da nessuno. 
Poggio la giacca accanto a me sul divano sperando di non dimenticarla, la sera fa molto freddo a Londra, e comincio a scartare la carta con cautela, spero solo non sia una bomba (da quando ho conosciuto Sherlock e Mary sono abituato ad aspettarmi di tutto).
Sollevo le ante della scatola e quello che trovo mi lascia perplesso.

~anglo autrice
Si lo so che doveva uscire ieri insieme a quello dell'altra storia, ma è uscito oggi e quindi...SORPRESA!!! 
spero mi perdonerete. 
Cosa avrea ricevuto il nostro caro John? 
Al prossimo mese caramelle salate (?) alla fragola (divento sempre più disagiata, help) 
~By merylu83

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Capitolo 4
*** Mi è mancato tutto questo ***


Pov Sherlock
Non pensavo di poterlo dire ma devo ammettere che Londra mi mancava, certo perchè c'è John, ma non solo...
Mi manca un po' tutto e Underson un po' meno. Sono giorni che giro per le strade di questa città fantastica e ho gia incontrato quasi tutti cercando di trattenerli dal dirlo a John, ma ancora non mi decido a voler tornare a Backer Streat, forse ho paura...
Sherlock Holmes ha paura?
Si ho paura di far venire un infarto alla signora Hudson è forse vietato?
Ma Sherlock, tu non hai sentimenti!
Errato mia cara Coscienza, io ho sentimenti, solo che per tutto il tempo li reprimo per poter svolgere al meglio il mio lavoro da consulente investigativo.
Anche per John provi sentimenti?
Adesso basta non sono tenuto a risponderti, che diamine, resta al tuo posto. 
Mycroft ti sta pedinando.
Lo so...
Giro velocemente un angolo di strada e mi ritrovo il un vicolo buio per quanto possa esserlo alle 10 del mattino. Come pensavo Mycroft mi ha seguito fin qui e non lo biasimo quando mi giro e lo sguardo che mi rivolge è arrabbiato, deluso...
-che c'è Myke? Non te lo aspettavi?
-ho pensato per mesi che fossi morto...cosa è successo di così importante da aver fatto ritardare la riuscita della missione?
-davvero? Tuo fratello torna dall' "inferno" e tu chiedi della missione? Gia! è proprio da te, come sono andati questi mesi senza di me?
-fin troppo bene...rispondi alla mia domanda ora
-sono stato catturato e torturato, come sta John?
-male a causa tua, ma sembra cambiato qualcosa qualche giorno fa, non so dirti cosa
-lo so io...e gli altri? Sono sopravvissuti senza di me?
-se ne sono fatti una ragione e poi quando non sei più tornato tutti hanno pensato che fosse meglio dimenticare quanto accaduto e andare avanti con le loro vite, ma John non l'ha mai fatto per davvero.
-lo so...come sta la piccola? Com'è che si chiama? Selly? Trilly?...
-Elly...
-ci sono andato vicino
-sta bene...ha già cominciato a camminare e parla anche...un po'
Ho lo sguardo rivolto verso il basso e comincio a ridere senza una ragione, o almeno questo è quello che pensa mio fratello.
-cos' è che ti fa ridere?
-sono passati 3 minuti e 53 secondi e siamo riusciti a costruire una conversazione senza frecciatine o commenti da sociopatici quali siamo è...strano
-non ti vedo da sei mesi...
-non mi hai visto per 2 anni l'altra volta 
-si...ma l'altra volta sapevo che eri vivo
-oh avanti non fare il sentimentale adesso.
-penso che siamo cambiati entrambi, quindi posso permettermi di dire che mio fratello mi è mancato.
Pensavo ne sarei stato sorpreso, ma non è stato così 
-quindi adesso ci abbracceremo e piangeremo come degli adolescenti?
-non esagerare! Ancora non sto così male. E comunque non hai tempo da perdere...John Watson ti sta aspettando sicuramente.
Gia...John!
Sorrido.
Mi manca tantissimo!
Cosa?
Si Coscienza mi manca John Watson.
-hahaha ma fai sul serio?
-che intendi?
-tu non te ne accorgi Sherlock, ma si vede lontano un miglio che sei cotto.
-non dire sciocchezze- arrossisco- ora vado, non ho tempo da perdere io
Detto questo vado via da quel vicolo procedendo verso Backer Streat.
10 minuti e 23 secondi. La conversazione più lunga che abbiamo mai avuto, è davvero strano...
Penso che si senta in colpa per averti mandato da solo a risolvere quel caso.
Non dire sciocchezze, non ha avuto altra scelta.
C'è sempre un altra alternativa.
Certo! Passare il resto della mia vita in prigione per aver ucciso Magnussen...
Non ci faccio troppo caso quando arrivo davanti al 221b di Baker Streat e busso, è una mossa dettata dall'istinto. Non mi sentivo a casa da un sacco di tempo e questa sensazione mi è mancata tantissimo anche se può non sembrare.
Che sdolcinato! Ti stai rammollendo Sherlock.
Ah sta zitta.

~angolo autrice
Si lo so sono in anticipo di ben due giorni...io fatto è che ho finito il capitolo la settimana scorsa e poi è successo di tutto ieri che avevo veramente voglia di pubblicare per togliermi almeno un impegno. 
Spero vi piaccia...e vi prego, ditemi cosa ne pensate.
~by merylu83

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Capitolo 5
*** I'm Back ***


La porta si apre.
Il mio cuore corre veloce.
La prima cosa che appare davanti ai miei occhi è un ammasso informe di capelli biondi tenuti insieme da un codino rosso cremisi, e poi due occhi azzurri molto familiari e al contempo completamente diversi dal solito.
Non ricordavo che John fosse così basso.
Per forza genio, deve trattarsi di Elly.
Ovviamente.
-ciao piccolina! Il tuo papà è in casa?
-ciao signore! Papà è uscito, ma posso chiamare la zia Martha se va bene.
-con chi stai parlando cara? Non sarà mica uno di quei venditori porta a.... oh buon dio Sherlock cosa ci fai qui?
-sono tornato per salutare, immagino che ormai il mio appartamento appartenga a John e Mary non è così? 
- si, ma rimane sempre la vecchia stanza di John....oh ma che sciocca, su entra caro.
Niente è cambiato da quando sono partito se non che ci sono molti giocattoli e bambole sparse per scale.
Appurato che John stia a lavoro e che quindi faccia tardi, la signora Hudson mi prepare una tazza di tè come d'abitudine mentre Elly gioca con le sue adorate bambole.
Assomiglia molto a John, certo anche a Mary, ma più a John: è una bambina bellissima.
-zio Sherlock? Vuoi giocare con me?
-non sono tuo zio...
-però sei amico di papà... anche Martha non è mia zia.
-sei molto intelligente piccola peste sicura di voler gicare con le bambole? 
-...io voglio giocare agli investigatori, ma papà non me lo permette mai.
-e perché non vuole?
-dice che mi metto nei guai.
-ok...prendi un oggetto a caso dalla stanza della signora Hudson e vediamo cosa sai fare.
....... 
Non so quante ore di servizio abbia fatto, ma sono esausto e non vedo l'ora di tornare a casa e buttarmi nel letto.
Durante il tragitto in bici il pensiero della lettera di Sherlock mi ha invaso come mai in questi giorni, ogni giorno ho la speranza di tornare a casa e ritrovarmelo davanti la porta del 221b, ma ogni volta è grande la tristezza che mi porta non vederlo. Mi manca.
Finalmente sono arrivato, poso la bici legandola con la catena alla ringhiera ed entro.
Quello che vedo e un casino: vestiti sparsi ovunque, fogli di casi che pensavo andati perduti sembrava essere tornati ai tempi in cui Scherlock si annoiava perché era senza un caso.
La prima cosa che mi viene in mente è che possa essere entrato un ladro quindi il mio pensiero va a Elly e alla signora Hudson, ma poi vedo appeso alla porta un cappotto molto familiare e corro subito al piano di sopra.
Salgo le scale velocemente e mi interessa poco che possa sentire i miei passi; spalanco la porta del salotto e vedo Elly con una lente di ingrandimento tra le mani e Lui che le sorride orgoglioso (Elly deve aver fatto una giusta deduzione).
Appena si accorgono di me mi fissano sorpresi e senza pensarci due volte corro ad abbracciare Sherlock.
-John...
-sei qui....sei veramente qui
Quasi non mi accorgo della mia voce tremolante e delle lacrime che spingono per uscire.
Mi stringo forte a lui con la paura che possa svanire, sapevo che sarebbe tornato a breve, ma è comunque inaspettato.
-mi sei mancato, Dio se mi sei mancato
-anche tu mi sei mancato John! Sono tornato.
~angolo autrice
Finalmente pubblico!
Penso sapete già il perchè di questo ritardo, e per chi non lo sa... beh vi dico solo che Wattpad è cattivo.
Comunque fatemi sapere cosa ne pensate che magari almeno voi mi date una gioia in questa settimana.
~By merylu83
 

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Capitolo 6
*** Il caso che non volevo ***


-anche tu mi sei mancato John, ma di questo passo potresti uccidermi
-scusa...- Dico staccandomi di poco, tanto da guardarlo negli occhi, e asciugandomi le lacrime - é solo che...cavolo sei davvero qui
-papà non credo che alla mamma piacerebbe.
-tranquilla tesoro non stiamo facendo niente di male. Dico guardando Sherlock negli occhi sicuro che abbia capito.
-------------
Amo i suoi occhi.
Smettila, sei imbarazzante.
-Sherlock...devo farti vedere una cosa, 
Elly potresti andare ad aiutare la signora Hudson in cucina?
La piccola annuisce mentre corre al piano di sotto, John mi chiede di seguirlo al piano di sopra dove si trova la sua vecchia stanza da letto.
La stanza si presenta buia e piena di scatoloni, almeno cosí mi pare, non si vede granché e la lampadina è fulminata
-quando mi è arrivata e l'ho aperta sono rimasto perplesso,-dice poggiando le mani su uno degli scatoloni al centro di un tavolo- ma poi mi sono ricordato che una volta ci fu un caso simile, ho provato a rifletterci su ma io non sono te e non ho concluso niente, ma tu sicuramente ci riuscirai...
No ti prego, no.
-John... Non penso che sia una buona idea, hai una figlia e ogni volta che comincio un caso finisco sempre per metterti nei guai e non penso che Mary me lo perdonerebbe.
Non stai facendo sul serio
-che vuoi dire? Che noi...
-non risolveremo più casi. Tu continuerai con il tuo lavoro all'ospedale, ti prenderai cura della tua famiglia e io farò di tutto purché ciò accada.
No,Tu stai scherzando! Non fai sul serio
-... Sherlock, io...almeno dai un occhiata
-No John, sai che se comincio non finisco più e poi mi sono disintossicato da questa cosa
Stai mentendo.
-Bene! Vado a prendermi cura di mia figlia.
-John...
-No, stai sbagliando Sherlock e lo sai, potresti aiutare un sacco di persone volevo che tutto tornasse come prima, sono stato mesi male perchè tu non c'eri e ora torni e mi dici che non risolveremo più casi...questa cosa ci teneva vicini, se ora la lasciamo andare ci allontaneremo e... Io non voglio.
Sta piangendo
Idiota fa qualcosa, bacialo
No! ma sei pazza.
Io pazza? E tu che lasci il tuo lavoro?
È un lavoro pericoloso e non voglio che John sia in pericolo.
Sta andando via.
Scendo al piano di sotto quasi correndo e lo vedo entrare in quella che presumo sia la stanza che condivide con Mary e sbattere la porta. Non volevo che accadesse tutto questo, mi avvicino lentamente alla porta: so che sta piangendo, ma non posso fare nulla, gli passerà e capirà.
~angolo autrice
Questo capitolo è orribile, ma è così che deve andare. Mi dispiace se è più corto di 100 parole in confronto agli altri, ma non sapevo che scrivere.
 

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Capitolo 7
*** Afghanistan o Iraq ***


Mi svegliai con un dolore terribile alla schiena, presumo a causa del divano scomodo. La stanza di John era ancora piena di scatoloni da mettere a posto, per questo oggi mi sarei messo all'opera per sistemarli. Un odore di tea raggiunge le mie narici e mi sveglia completamente, non bevo tea da troppo tempo.
Mi sistemo un po' meglio e mi dirigo in cucina, pronto per fare colazione prima di cominciare a sistemare quella che sarà la mia stanza.
-buongiorno...
dico tutto pimpante e felice, a differenza degli altri che mi guardano male per il mio buonumore. Solo la piccola Elly sembra essere contenta di vedermi.
La prima a parlare è Mary, che ancora non avevo incontrato, ma che non sembra affatto sorpresa...o felice nel vedermi.
-buongiorno Sherlock, spero tu abbia dormito bene, quando hai intenzione di andar via?
-cosa intendi dire? io non andrò più via, prenderò la vecchia stanza di John, sarà come non avermi in casa.
-bene! spero che non lascerai i tuoi esperimenti in giro, ricordati che ora viviamo con una bambina.
Il suo tono era freddo e sembrava a tanto così dallo uccidermi con lo sguardo.
-non dovrai preoccupartene, ho smesso con queste cose.
Uno stridio ci destò dal nostro attacco all'ultimo sguardo: John aveva spostato la sedia per poi allontanarsi andando in camera, chiudendosi la porta alle spalle.
Continuo a ripetermi che se ne farà una ragione, ma cominciano a venirmi i dubbi che non mi perdonerà così facilmente: non è mai stato così tanto tempo senza parlarmi, nemmeno quando scoprì che non ero morto per davvero dopo essere saltato dal Bart's.
Finisco il mio tea guardando dritto avanti a me, dove dovrebbe esserci John, anche se è passato molto tempo le vecchie abitudini non passano mai, era così ogni mattina: io bevevo il mio tea guardando John leggere il suo giornale e tenendo le gambe intrecciate sotto al tavolo troppo piccolo per entrambi. Ora il tavolo era diverso, o forse solo ripulito da tutti quegli esperimenti, ci entravamo tutti.
Le pareti sono state ridipinte, mantenendo comunque lo stesso colore ma più luminoso, anche i mobili della cucina erano gli stessi ma più nuovi, deve essere stato John. Ha voluto tenere tutto come prima e Mary glielo ha permesso a patto che fosse tutto nuovo.
Sposto la mia attenzione su Elly che è appena uscita dalla sua cameretta, vestita e profumata. Ha i capelli legati in due codini disordinati ai lati della testa, sicuramente opera di John, un abitino bianco e delle scarpette nere. Deve essere un giorno speciale per la famiglia Watson, dal momento che anche John e Mary sono vestiti di tutto punto, si sente tanto un odore di pino molto familiare, proveniente sicuramente da John, e un'altro... Claire de la lune, di Mary. 
A questo punto la domanda mi sorge spontanea:
- matrimonio o comunione?
- Afghanistan o Iraq? 
- come scusa? Dice John spiazzato dalla mia domanda, eppure non mi pare di aver chiesto chissà cosa.
-vi ho visto vestiti molto eleganti, hai messo anche il profumo, e Mary è truccata, la domanda è sorta spontanea quindi: matrimonio o comunione?
John abbassa lo sguardo perdendosi nei suoi pensieri senza rispondere alla mia domanda, ma credo di aver capito cosa gli sia successo.
-Afghanistan o Iraq? 
-scusi?
- dove è successo, in Afganistan o in Iraq? 
-....Afghanistan, ma le come fa a saperlo...
~angolo autrice
Sono tornata merdeee! Ok basta.
Ciao a tuttiii, come state? Vi sono mancata? Mi odiate perché sono sparita? Perfetto chiama anche tu al 389....aspetta no, volevo dire... 
Comunque finalmente ho aggiornato, e state tranquilli che adesso arriva l'estate e ho più tempo da dedicare a wattpad.
Comunque  3 settimane fa ho cominciato teen wolf e giovedì l'ho già finito, e devo dire che mi piace...perché non l'ho cominciata prima? Ok la smetto e ci risentiamo tra un mese (o forse prima). Ciao mie piccole caramelle di fragola e panna (mmh buone).
 

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Capitolo 8
*** The Game Is On, Again. ***


"Ho bisogno del tuo aiuto"
-GL
Fisso il mio cellulare come se avesse fatto qualcosa di sbagliato, il che è giusto. Non avrebbe dovuto far arrivare questo messaggio.
Rileggo più volte indeciso se rispondere o ignorare. Lestrade sa che non faccio più questo e se mi ha chiamato vuol dire che è importante....o che ha parlato con John.
"Sai che non lavoro più sui casi, Geremy"
-SH
Invio e continuo a fare quello che sto facendo: mettere in ordine l'ex stanza di John per poterci vivere.
Apro gli scatoloni per vedere cosa contengono, valuto se sono importanti o meno, e decido dove sistemarli. La maggior parte contengono cose mie, vestiti, sciarpe, fogli di casi mai conclusi, provette e parti umane (in vasetti sottovuoto) ancora ben tenuti.*
Altre cose di John, maglioni, distintivi, attestati e il suo bastone. Credo che abbia cercato di allontanare tutto ciò che gli ricordasse me ripromettendosi di ritirarli fuori al mio ritorno, ma quello che mi stupisce non vedere è la sua pistola. Presumo non la tenga esposta per non farla prendere alla bambina ma sono più che certo che la tenga sempre con se.
"Non ti avrei chiamato se non fosse importante. Omicidi in serie, le vittime non hanno niente in comune, sono stati torturati e strangolati, tutti hanno ricevuto un pacco 5 giorni prima che venissero uccisi"
-GL
Sono sicuro che se accetto me ne pentirò ma è difficile resistere, vedere ciò che ti circonda nei minimi dettagli per così tanto tempo ti abitua ad un certo stile di vita e dopotutto amavo il mio lavoro ed ero anche molto bravo devo ammettere.
Guardo il telefono e sospiro, speravo di resistere almeno qualche giorno ma a quanto pare tornerò ad essere il detective Sherlock Holmes molto prima di quanto pensassi.
Lascio tutto così com'è e mi dirigo verso l'entrata principale per prendere cappotto e sciarpa ed uscire, veloce come il vento. Chiamo subito un taxi e salgo nel mentre che rispondo a Lestrade che sto arrivando.
-dove la porto signore?- mi dice il tassista, lo guardo attraverso lo specchietto e poi mi volto ad osservare il paesaggio londinese ricoperto di neve che ancora cade. Deve essere più o meno di tre ore se non di più.
Gli comunico la strada da prendere continuando a guardare fuori, mille pensieri mi invadono la testa: come farò a non farlo sapere a John? non voglio immischiarlo ancora in queste cose e per farlo ho bisogno di non dirglielo o vorrà farne parte anche lui, però se non glielo dico sarà ancora più arrabbiato perché gli avrò mentito. Non so cosa fare e nel frattempo sono arrivato a destinazione, ringrazio e pago il tassista mentre scendo dal veicolo in direzione della scena del crimine dove vedo già appostata la polizia e la scientifica. Spero solo non abbiano inquinato le prove tanto possono essere incompetenti a volte.
Vedo Lestrade avvicinarsi e salutarmi con una stretta di mano, quando mi ha rivisto dopo il mio ritorno non sapeva che dire e si limitò a sorridermi e presentarmi la sua nuova famiglia dal momento che ero andato a salutarlo a casa sua. In questi mesi sono cambiato parecchio, non sono più la stessa persona, potrei definirmi quasi normale.
-Sherlock, sono felice che tu abbia cambiato idea, la situazione è parecchio grave è già il quarto questa settimana e pare che ce ne saranno altri. Il killer ha lasciato una lista da decifrare e ci sono più di 500 nomi ma ancora non sappiamo chi sarà il prossimo, per quanto riguarda le vittime sembra che non abbaino niente in comune ma nemmeno di questo siamo sicuri, stiamo praticamente andando alla cieca e la cosa non porta risultati. Ci serve il tuo aiuto.-
Il suo tono è agitato, sapere che la prossima vittima si nasconde tra quei 500 nomi deve farlo sentire impotente, lo capisco ma questo non è il momento per farsi prendere dalle emozioni, bisogna chiuderle in un cassetto e pensare lucidi.
Sorrido a Lestrade che mi guarda confuso e gli annuncio:
-niente panico Graham, il gioco è iniziato e noi lo vinceremo.-


*non so se effettivamente gli organi, messi sotto vuoto, si mantengano veramente così a lungo.
~angolo autrice
TAN TAN TAN! Sherlock è durato davvero poco lontano dal suo lavoro però e fermamente deciso a non dire niente a John, riuscirà a tenere nascosto il nuovo caso o cederà al silenzio assordante dell'ex-soldato? Oppure sarà John da solo a scoprire quello che il Consulente gli nasconde? Come pensate la prenderà se venisse a saperlo da qualcun'altro?
Lo scoprirete nei prossimi capitoli solo leggendo.
E ora, dopo questo angolo autrice in cui non sapevo che scrivere ma che dovevo scrivere per principio, vi saluto con un enorme abbraccio e tanti biscotti al cioccolato.
P.S. sul mio profilo, giusto ieri, è apparsa una piccola, nuova storiella e mi farebbe davvero piacere se la leggeste e metteste una stellina (anche qui dovete lasciare stelline e commenti, non fate i furbi) e un commentino per farmi sapere se vi piace. Grazie a chi lo farà. 
Alla prossima <3
 

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Capitolo 9
*** A.G.R.A ***


Ci ho impiegato all'incirca 15 minuti per creare il profilo delle vittime, ho un po' perso la mano. 
-allora? Scoperto qualcosa? 
Mi dice Anderson con il solito tono scettico, anche lui non ha detto niente quando mi ha rivisto se non "sei saltato giù dal tetto di un ospedale, perché non farti credere morto in missione?", credo che riponga troppe speranze in me nonostante quello che dicono i suoi atteggiamenti. 
Osservo ancora i corpi: ho capito quasi tutto tranne il movente. 
-una cosa in comune ce l'hanno... 
Sposto lo sguardo dai 4 cadaveri e lo porto ai due alle mie spalle. 
-tutti e quattro hanno avuto a che fare con le armi chi per lavoro chi per altro, tutti hanno slogature e contusioni a spalle o polsi dovuti al rinculo di un arma quindi ciò sta a significare che lo hanno fatto anche di recente, magari a un poligono o a caccia. Il fatto che abbiamo anche una donna esclude che l'assassino scelga la vittima in base al sesso o per età dato che tutti e 4 variano dai 28 agli 85, e nemmeno per razza, devo anche dire che purtroppo non segue la lista dal momento che i loro nomi sono mischiati.
-e quindi come faremo ad anticipare le sue mosse? 
A parlare questa volta è Lestrade che pare parecchio preoccupato e vorrei tanto saper rispondere alla sua domanda ma non saprei come. 
-cosa conteneva la scatola che era stata spedita? 
...
Mi vengono consegnate le 4 scatole da esaminare, ma il loro contenuto collega tutti i puntini in meno di 10 minuti. 
-perfetto! Ho capito.
Esulto senza fare minimamente caso agli sguardi altrui tanto sono abituato. 
-tutti hanno ucciso qualcuno di innocente- punto il dito sulla prima vittima mostrando le foto che lo ritraggono- uno era un cecchino, un sicario, pagato per uccidere tanta gente- punto il dito sulla seconda vittima e, come prima, mostro le foto- il secondo ha ucciso dei bambini, che poi come hanno fatto a non finire dentro vabbeh,- altro cadavere- la terza, rapina finita male e l'ultimo... Beh nazista, c'è poco da dire. Ora sappiamo che pista seguire... 
-detective...scusi se la disturbo ma non riusciamo a decifrare questo nome. 
Ad interrompere il mio discorso è una recluta appena uscita dall'Accademia, probabilmente piena di lavoro dato le sue occhiaie,  ma molto ambizioso. 
Lestrade fa cenno di avvicinarsi e mostrargli il documento. 
-...
Mi guarda senza dire una parola in attesa che io faccia qualcosa, ma cosa? 
-Sherlock so che hai tanta voglia di dare un occhiata, avanti non essere timido. 
Dice tendendomi il foglio. Leggo tante lettere e numeri messi insieme senza un senso, non sono mai stato bravo a decifrare codici, mi ci vuole troppo tempo, quindi nemmeno ci provo andando direttamente al punto evidenziato. 
Rimango senza parole, il terrore mi pervade facendomi tremare, i tre che sono davanti a me mi guardano preoccupati e spaventati allo stesso tempo. In un secondo la consapevolezza si abbatte su di me. 
"Qualche giorno fa mi è arrivato questo pacco..."
Quanti giorni fa? 
-Sherlock, Sherlock mi senti?....Sherlock che significa? 
-non... Non riuscite a decifrarlo perché è già decifrato. 
-Sherlock che c'è scritto? 
Mi chiede Lestrade che non ha ancora letto. 
-A.G.R.A

~angolo autrice
E lo so che sono stronza a lasciarvi così a dovrete aspettare al prossimo mese. 
Ditemi cosa ne pensate e lasciate una stallina, mi raccomando.

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Capitolo 10
*** Avrei dovuto proteggervi ***


Pov John
Quella mattina ci sarebbe stato il matrimonio di una mia cara amica, ci aveva invitati tutti e tre e ovviamente non potevamo rifiutare. Beh, meglio questo che stare a casa con Sherlock, soprattutto dopo Il nostro "litigio".
-papà, non sei arrabbiato con zio Sherlock vero?- a distogliere la mia attenzione dai miei pensieri fu mia figlia. Ora eravamo al ristorante e stavamo aspettando l'arrivo degli sposi. 
-perché dovrei essere arrabbiato con lui tesoro?- le risposi non facendo trasparire niente dalla mia espressione, nonostante sapessi che Elly non fosse stupida mi ostinavo a credere che anche se fosse arrivata alla conclusione non l'avrebbe capita. 
-perché a colazione te ne sei andato via e lui era triste, io non voglio che sia triste perché tu sei arrabbiato con lui. Quindi quando torniamo a casa tu farai pace con lui e accetterai che lui non vuole il tuo caso!- sobbalzai a quell'affermazione rimanendo shoccato dalle sue parole, da chi aveva preso tutta quel l'intelligenza non lo sapeva proprio. 
-come fai a... -non ebbi tempo di ridattere che Mary mi si avvicinò per avvisarmi che avrebbe fatto un salto a casa. 
-Ho dimenticato il regalo per gli sposi, torno subito, ti amo- detto ciò mi salutò con un bacio è andò via senza lasciarmi dire niente. 
Intanto Elly era corsa dai suoi nuovi amici per non continuare la conversazione di prima.Emisi una sospiro affranto nel pensare che è proprio come la madre...

Era passata mezz'ora da quando Mary era andata via e ancora non era tornata. In TV dicevano che il traffico non era affatto scorrevole quindi mi disse che era per quello che non era ancora tornata ma qualcosa nel mio petto mi disse che c'era dell'altro. 
Quando il mio cellulare squillò l'ansia mi invase ancor prima di leggere il nome sul display: era Sherlock. 
-John!  Dove sei? Stai bene? Dove sta Mary?  Ti prego dimmi che siete lontani da casa.-
Appena accettai la chiamata non ebbi nemmeno il tempo di dire A che subito mi bombardò di domande che non aiutavano a lasciar andare la brutta sensazione all'altezza del petto. 
-Sherlock che stai dicendo? Si sto bene, che centra Mary? Comunque è tornata un secondo a casa ma cosa dovrebbe esserle successo?-
-John...quando hai avuto quella scatola che volevi farmi esaminare?- chiede quasi temendo la risposta. 
-5 giorni fa ma l'ho aperto solo 3 giorni fa, anche se ammetto che non si capisce granché dal suo contenuto... Sherlock ci sei ancora? Hai deciso di prendere in considerazione il caso? Sherlock?- continuavo a chiamarlo ma non mi rispondeva e la mia preoccupazione iniziale aumentò quando lo risentii parlare
-John, devi mantenere la calma: probabilmente Mary è in serio pericolo ma tu devi essere forte e soprattutto fidarti di me. Io non sono in casa ma ho mandato alcuni uomini del dipartimento a Baker Street... Prendi Elly, portala da Mycroft e vieni subito a Scottland Yard...ho bisogno del mio partner per risolvere questa faccenda-
Capii subito la situazione e cercai di mantenere la calma ma il cuore sembrava impazzito, di certo non mi sarei aspettato che avremmo ricominciato in questo modo, all'improvviso. 
-Sherlock,ti prego dimmi che starà bene- sentii il rumore di una porta aprirsi dall'altro capo del telefono. 
Non rispose, e anche questa volta capii. 
-avrei dovuto proteggervi...-

~angolo autrice

Ed eccoci qui... Che sarà successo a Mary? Penso si sia capito ma teniamo comunque la suspense che non si sa mai. 
Probabilmente John si arrabbierà con Sherlock ma non perdiamoci d'animo, sicuramente la piccola Elly (in cui potete liberamente riconoscervi se volete) darà il suo tocco. Oppure neanche lei riuscira a far cambiare idea al dolce e buon papà John, chi lo potrà mai sapere? Beh sicuramente chi leggerà il capitolo del prossimo mese. 
Un bacino a tutti.

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Capitolo 11
*** promettimi che non mi lascierai ***


Pov Sherlock 
La porta si aprì permettendo a Lestrade di affacciarsi nella stanza, il suo sguardo diceva tutto, non aveva bisogno di parole: Mary è morta. 
John ancora aspettava una mia risposta alla sua domanda, era difficile, come avrei potuto dirglielo? 
-avrei dovuto proteggervi... -
La chiamata viene chiusa senza una parola e una lacrima scende sul mio volto. 
John... Mi dispiace. 
Pov John
Tutto intorno girava, ad annebbiarmi la vista c'erano le lacrime che scendevano a fiotti mentre nella mia mente l'unico pensiero era rivolto alle parole di Sherlock. 
Avrei dovuto proteggervi. 
Se solo... Se solo non fosse stato così cocciuto... Se solo mi avesse dato ascolto.... 
Se solo... 
Elly... Devo portarla via da qui.. 
Elly dove sei? 
-Elly! ELLY? ELLY ANDIAMO VIA! -
I suoi occhi azzurri mi guardano spaventati, di solito non alzo la voce né piango davanti al lei. Di solito sono forte e calmo, ma ora sono rotto, stanco, debole. 
-che è successo?-
Il suo viso è serio, la sua postura ferma, come se sapesse già cosa è successo ma non permetterebbe a nulla di piegarla. 
-dovè la mamma?-
Non rispondo, non saprei che dirle e non le direi mai una bugia su sua madre. Le mi osserva con quelle iridi azzurre, che non sono né mie né di Mary ma di Lui. 
Sherlock... 
Mi avvicino prendendola per mano, lei continua a guardarmi negli occhi che hanno ricominciato a bruciare. 
-Lui lo prenderà e tutto andrà bene, anche senza la mamma, noi staremo bene-
È l'unica cosa che esce dalla mia bocca per tranquillizzarla o forse per tranquillizzare me stesso, prima di prenderla tra le braccia e accompagnarla da Mycroft. 
...

"Dove sei?"
-JW

Invio. 
Fuori dal finestrino Londra cola come olio su tela, appena risalito in taxi la pioggia ha cominciato a scendere fitta fino a diventare un vero diluvio. 
Sono diretto da Sherlock, se solo sapessi dov'è ora. Ci ho messo più o meno 3 ore a riprendermi dalle lacrime, Elly è da Mycroft così posso stare tranquillo per un po'.

"Sono a casa, l'hanno portata via un'ora fa.... Hanno già ripulito tutto, per quanto si possano rimuovere le macchie di sangue hanno fatto davvero un ottimo lavoro"
-SH

"Scusa sono stato pessimo"
-SH

"Come stai?"
-SH

Osservo i messaggi senza leggerli seriamente ma non rispondo, indico la strada al tassista continuando a guardare le gocce scendere sul finestrino. 
Sono sicuro che ora si stia sentendo in colpa per quello che è successo e che probabilmente penserà che sono arrabbiato con lui, la realtà è che nemmeno io so come mi sento: sono triste ma mi sento più leggero, sono arrabbiato ma non con lui, ho paura ma non per me.

"Ho paura"
-JW

"Non permetterò che ti faccia del male, non più."
-SH

"No, non è per me. Promettimi che non mi lascerai e tutto andrà bene"
-JW

~angolo autrice (in anticipo di 20 giorni, amatemi)

😭😭😭😭😭Che pucci John! 
Finalmente Mary di è levata di mezzo! E mentre Elly sembra molto più adulta di chiunque altro, Sherlock si dispera e si ammazza di sensi di colpa. Cosa succederà nel prossimo capitolo? Scopritelo leggendolo (in uscita a ottobre)
♥♥
P. S. Come avrete potuto notare ho cambiato sia la copertina che il nome ad entrambe le mie storie in corso, beh che dirvi era da un po' che volevo farlo e quindi ecco qua. Sono molto volubile lo so 😚😚

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Capitolo 12
*** I morti sono più d'aiuto di quanto possano esserlo i vivi ***


Pov Sherlock 
Mi lascio cadere sulla mia poltrona di pelle, pensare che una delle prossime vittime potrebbe essere John mi fa sentire inutile, impotente. Per la prima volta nella mia vita tutto questo mi fa paura, "non mi lasciare" dice lui ma chi mi assicura che non sarà lui a lasciare me? A lasciare un vuoto nel petto impossibile da colmare? No, non posso permetterlo, devo assolutamente fare qualcosa. 
Salgo i gradini, supero i piani, sorpasso le stanze, evito quella porta (potrei non uscirne più)Corro per i corridoi, mi agito, mi guardo intorno...sono spaesato. Eppure....questo posto è mio.
Non la trovo.... 
Sherlock... 
Mi volto varie volte ma non la vedo
Sherlock... 
La seguo ma non la trovo
-Sherlock-
Eccola... 
-allora?- dice lei mentre cerca di sistemarsi il più possibile, ignara dell'impossibilità delle sue azioni. 
-dobbiamo parlare, ragionare, devi aiutarmi a salvare John-
-e come pensi che io possa esserti utile nella mia situazione? Non so se ne hai preso atto ma sono un tantino...trapassata- inutile dire che, nonostante la sua palese frecciatina, mi strappa un ghigno divertito. 
-mia cara, a volte i morti sono più d'aiuto di quanto possano esserlo i vivi-
....
Il sangue tinge il pavimento del 221 b di Baker street, al secondo piano. Ha cambiato modo di fare le cose. 
-allora? Cosa vedi?-
Ci penso, la giusta espressione non è vedere ma osservare... 
-non ti ha strangolata o almeno non si è limitato solo a quello. Ti ha torturata, dissanguata, probabilmente nel tentativo di estorcerti qualche informazione: su John o me.-
Cammino di fianco al corpo steso sul pavimento nella speranza di cogliere più particolari possibile. L'abito beige chiazzato di sangue e strappato in alcuni punti. 
-hai tentato di scappare ma lui ti ha afferrata, ed è successo più volte....-
-potrei aver cercato di chiedere aiuto? -
-lo escludo, sapevi che la signora Hudson era fuori e prima di fare le tue commissioni hai controllato se io ero in casa-
-da cosa lo deduci?-
Continuo ad osservare il cadavere cominciando a sentire il peso del troppo tempo rinchiuso qui dentro. 
Volto lo sguardo alle scale che si intravedono dalla porta d'ingresso dell'appartamento. 
-il manico delle scale non ha più tanta polvere e ne io ne John tendiamo ad appoggiarci, ma tu si soprattutto dopo una corsa per non fare tardi. Poi sei scesa a cercare quello per cui eri tornata...-continuo indicando un pacco poco lontano dalla scena incriminata- ed è qui che tutto è incominciato.-
Subito la scena si materializza davanti ai miei occhi seguendo tutte le sequenze da me accennate. 
-molto bene!-
L'aria comincia a mancarmi, devo uscire da qui. Osservo un ultima volta il corpo disteso ai miei piedi e poi volto lo sguardo alla figura accanto a me che ha già capito la situazione. 
-penso sia ora Sherlock-
Annuisco con la vista sempre più appannata e la consapevolezza che il mio prossimo aiutante in questa indagine non sarà più Mary Watson, per lei è giunto il momento di avere la pace che tanto agogna.

~angolo autrice

So che doveva uscire ad ottobre maaaa.

Settembre è sempre un mese complicato (non per me, io lo adoro): inizia la scuola, il lavoro, si ritorna alla vita quotidiana....più o meno. Quindi questo capitolo extra prendetelo come bonus regalo per chi ha cominciato la scuola/lavoro e già vuole le ferie.

<3 <3 

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Capitolo 13
*** we're family ***


Pov John
Sapevo che lo avrei trovato sulla sua poltrona, nel suo palazzo mentale. 
Chi sa da quanto tempo è li, a rimuginare sulle sue azioni o ad analizzare ogni cosa. 
Decido di non infastidirlo: so per lui quanto è faticoso restare nella sua testa senza l'utilizzo di una dose e a quanto pare è quello che sta succedendo ora. Per lui è difficile annebbiare la sua mente al punto giusto da non sentire nulla al di fuori di essa. 
Entro con cautela nell'appartamento e mi poggio sulla mia poltrona rossa, accanto al camino, nel silenzio più totale e aspetto che ne esca da solo, senza disturbarlo. 
...
Pov Sherlock 
Il freddo che mi pervade mi avvisa del tempo che corre. Sono rimasto fermo nella stessa posizione per ore e ora sono intorpidito e gelido come un cubetto di ghiaccio, apro i miei occhi lentamente e cerco di abituarmi alla penombra. Il mio udito lo sente benissimo il respiro pacato che invade la stanza, come il mio fiuto annusa l'odore di pino: John. 
Accendo il lumino posto al mio fianco e subito la sua luce fioca illumina quel poco che basta per poterlo guardare in viso. 
È stanco, spezzato, debole.... Glielo si legge nelle rughe che, per quante poche sono, costellano la sua fronte e gli angoli dei suoi occhi. Ha pianto e a farne testimonianza sono i solchi asciutti sulle sue guance, tutto questo mi stringe il cuore: lui non merita questo dolore. 
Mi alzo silenziosamente e prendo una coperta posandogliela sulle gambe e sul petto fino alle spalle. Mi chino su di lui portando le mie labbra all'altezza del suo capo, poggiandole in un bacio innucuo come quello che si da ad un figlio per la buonanotte. 
-non hai risposto al mio messaggio-
Un sussurro a mala pena udibile sfugge alle sue labbra ancora vicine al mio viso che non ho ancora spostato. 
Poso il mio sguardo sull'Oceano che sono quegli occhi così profondi e poso una mano sul suo viso, accarezzandolo delicatamente per paura di frantumarlo. 
-non devi preoccuparti per me ma per te e tua figlia, per la tua famiglia- i nostri respiri si scontrano, si mischiano e sono rumorosi, affannati.
Lui poggia le sue mani sul mio petto, io ormai sono seduto sulle sue gambe e entrambi siamo così vicini che anche un solo movimento può far scontrare le nostre bocche. 
-io mi preoccupo per te perché tu sei la mia famiglia, adesso- le sue mani salgono sulle spalle fino ad agganciarsi al mio collo. 
Il silenzio ci avvolge facendoci udire bene i nostri battiti e respiri. Il lumino ci illumina ancora e io posso vedere i suoi occhi farsi languidi e vagare dal mio sguardo, ancora puntato su di lui, e le mie labbra, che bramano di assaporare le sue da troppo tempo. 
-noi siamo una famiglia- l'ultimo sussurro prima di distruggere la distanza che ci separava unendo le nostre labbra in un bacio a lungo sofferto e sperato, ma che finalmente entrambi abbiamo.

~angolo autrice

salve a tutti :)

Mi duole dirvi che manca poco alla fine di questa storia ed è proprio per questo che ho deciso di pubblicare ora un altro capitolo.

Ormai è quasi tutto pronto, manca solo la stesura delle idee, saranno si e no 6 capitoli.  O almeno questi ho contato per ora.

Chissà però, magari un giorno potrei fare un sequel o che so uno spin off.

Detto questo ci risentiamo, questa volta davvero per metà ottobre.

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Capitolo 14
*** Ho bisogno del tuo aiuto ***


Pov Sherlock 
Apro leggermente gli occhi aspettandomi una luce accecante, ma l'unica cosa che vedo è il buio. 
'Non può essere ancora notte' 
Mi volto verso il comodino per vedere l'ora sulla sveglia: 8:30, John deve aver chiuso la persiana prima di coricarsi ieri sera. Il mio stomaco comincia a reclamare del cibo quindi decido di alzarmi, ma qualcosa me lo impedisce, o meglio qualcuno: John dorme placidamente sul mio petto, con un braccio che mi cinge la vita e le gambe incrociate alle mie. 
Lo osservo trasognante, quante volte avrei voluto svegliarmi così, sorrido e accarezzo i suoi capelli così morbidi, lentamente apre gli occhi e mi guarda stralunato. Sicuramente cerca di svegliarsi totalmente, per un attimo ho avuto paura che qualcosa non andasse ma, quando ho visto il sorriso prendere posto su quelle labbra perfette, mi sono rilassato e sciolto per quanto era bello in quel momento. 
-buon giorno- mi dice con voce roca e i capelli spettinati che per poco non muoio in quel letto, sotto di lui. 
Rispondo in ugual modo e lui posa le sue labbra sulle mie in un dolce bacio morbido. Dopo svariati secondi, o forse erano minuti, passati a guardarci negli occhi, ci alziamo per fare colazione e andare al lavoro. 
....
-avanti, prova-
-Sherlock non è il momento, vi farei perdere solo del tempo prezioso, la prossima vittima è lì fuori nell'attesa di...-
-John.... Ho bisogno del tuo aiuto, ti prego- il silenzio cala su di noi per pochi secondi, mentre i nostri sguardi annegano gli uni negli altri. 
-ok- distoglie lo sguardo quasi controvoglia e lo porta dritto sui corpi davanti a se. Le osservazioni saranno le stesse che ho fatto io giorni prima, ma voglio che sia lui a parlarne, voglio che ci arrivi da solo perché, dopotutto, lavora con il migliore. 
Ma smettila, sbruffone
Shhhhh
-sono di diverso sesso e razza.... Anche d'età da quel che vedo....- gli gira intorno, li osserva li tocca.... Li sposta. 
-tutti hanno un incisione sulla schiena.... Come un tatuaggio....-
-aspetta cosa? Un tatuaggio hai detto?- mi avvicino velocemente a lui che sta tenendo una delle vittime in modo che io potessi vedere l'indizio che aveva trovato. 
-non ha senso....- dico tra me e me sottovoce. 
-Lestrade, dammi la lista trovata nella scatola di quest'uomo-
Il detective obbedisce e come sospettavo le incisioni coincidono e non mi resta che ammetterlo:
-è stupido non c'é altro motivo, perché avrebbe dovuto farlo? È la cosa più stupida che un assassino possa fare, che senso ha?-
Tutti mi guardano confusi e impazienti di sapere la mia sentenza
-marchiava le sue vittime in base ai loro codici da decriptare e quello della vittima dopo, la cosa più stupida che abbia mai visto in vita mia, e di inetti in entrambe le parti c'è ne sono a bizzeffe-
-quindi che dobbiamo fare?- chiede John con quegli occhi da cucciolo.
-dobbiamo esaminare il corpo di.... Mary-
Tutti mantengono il silenzio e mi guardano come a supplicare di non farlo, ma purtroppo è così che deve andare. 
....
-se non vuoi....- dico comprensivo verso John
-no, devo.... dobbiamo farlo- la sua voce trema. 
Scopro il corpo freddo e pallido della donna e, nel silenzio più totale, lo volto vedendo i segni sulla spalla destra risaltare a causa del colorito della pelle. 
Si vede benissimo John tremare e respirare a fatica, così come si vede che è distrutto, scappare dalla stanza con le lacrime agli occhi. 
Trovo quasi subito il codice sulla lista e lo mando immediatamente ad decodificare. 
Pov John
Non ce la faccio.... Vederla li su quel tavolo in ferro,  così freddo..... Mi fa male. 
Anche se non l'amavo più mi fa male, è comunque la madre di mia figlia e mai mi perdonerò di non essere stato con lei. 
Fuggo dalla stanza, ormai al limite, aspetto che escano cercando di calmarmi e smettere di piangere, tra poco sapremo chi sarà la prossima vittima così potremo salvarla. 
Sherlock esce poco dopo, venendo verso di me abbracciandomi non lasciandomi nemmeno il tempo di parlare. 
Senza che io possa fare niente scoppio in lacrime tra le sue braccia, così forti da farmi sentire al sicuro, protetto.... Amato. 
Lo abbraccio a mia volta cercando di calmarmi, di nuovo. 
-non.... Non le ho mai *snif* detto che non.... Che non l'amavo più *snif*, non sono riuscito a dirglielo-
-shhh, non dire così, tu la amavi, e lei amava te-
-no *snif* no, io non l'amavo..... Non l'ho mai amata.... Non ne ho amata nessuna-
Mi fissa con quei suoi occhi ghiaccio ma sempre calorosi quando si posano su di me, mi asciuga le ultime lacrime che scendono sulle mie guance. 
-forza- dice- dobbiamo andare, devi riposare e poi devi andare a trovare Elly-
E, tenendomi sempre stretto a se, ci incamminiamo alla ricerca di un taxi.

~angolo autrice
Ciao a tutti! 
Per chi fosse interessato, ho pubblicato un trailer della storia, su you tube, chi segue il mio profilo wattpad lo avrà visto, dato che l'ho condiviso, (chi non mi segue lo faccia, altrimenti niente biscotto) chi non lo ha visto può facilmente andare nelle conversazioni sulla mia bacheca e cliccare sul link, oppure andare indietro fino al prologo e vederlo da lí.
La storia sta giungendo al termine, ho già scelto tutti i titoli dei capitoli mancanti con annesso capitolo dei ringraziamenti, che emozione!

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Capitolo 15
*** La prossima vittima ***


Pov Sherlock
Inspiro. 
Espiro. 
Ancora. 
Mi concentro sul silenzio intorno a me, sulla signora Hudson al piano di sotto, sulle auto fuori in strada che continuano a passare. Il perché delle sue azioni mi sono ormai chiare in testa, uccide chi ha ucciso. Dirlo ad alta voce non ha senso, ma è così. Magari a causa di un trauma? O magari per giustizia, ma non è così che si fa giustizia. 
Ma uccidendo persone che a loro volta hanno ucciso qualcuno non ti rende di conseguenza uguale a chi hai ucciso? E quindi anche lui dovrebbe essere ucciso. 
Questo caso non ha senso, i casi senza senso sono i più difficili: non sai mai quando potresti avere ragione e su cosa hai torto, perché nulla di quello che esamini ha senso. Non so nemmeno se quello a cui sto pensando è giusto o meno. 
Passi pesanti salgono le scale, è Lestrade. 
-sappiamo chi è la vittima.-
È affannato, ha corso, è a piedi. 
Perché è a piedi? 
-e come mai sei qui invece che a fermare l'assassino?-.
Mi alzo dalla mia poltrona e sbatto un paio di volte le palpebre a causa della luce che, fino a quel momento, non mi aveva raggiunto. 
-è.... Morto-
- Dannazione!- alzo la voce, questo caso mi sta facendo impazzire. 
-Sherlock calmati, lo prenderemo.-
Annuisco e sospiro. 
...
-22 anni, maschio, bianco, era qui con la famiglia in vacanza. Ha vissuto qui per 35 poi è partito per lavoro, questa è la prima volta che tornava dopo 5 anni...-
-...ed è morto- concludo io per Lestrade, lo sguardo rivolto al cadavere e i pensieri torturati nella mente. 
John, che aveva insistito tanto esserci, poggia una mano sulla mia spalla. Non ricordavo che fosse così difficile, ma devo farcela o altre persone moriranno. 
-controlla il codice, cerchiamo almeno di salvare la prossima vittima.- Lestrade annuisce con lo sguardo basso ed esegue le mie indicazioni. 
Volto lo sguardo a John, che ancora ha la mano poggiata sulla mia spalla. Mi sorride e mi fa cenno di non mollare, nonostante sia lui quello che soffre di più per questa storia. 
-Sherlock...abbiamo un problema-
Mi volto verso Lestrade, inginocchiato vicino al corpo, in attesa che mi dia la brutta notizia. 
-il codice non... Non c'è sulla lista-
Interdetto e confuso mi avvicino al cadavere di corsa strappando la lista dalle mani dell'agente. 
-non è possibile!- la mia attenzione torna su John, con la paura negli occhi di entrambi. 
Non è lui. 
Quante possibilità ci sono? 
Poche. 
È troppo. 
Mi alzo e riconsegno il foglio a Lestrade e,  agitato come non mai, comincio a dare ordini. 
-decodificate quel codice immediatamente, continuate con le ricerche su quel pazzo che uccide la gente, controllate le registrazioni delle telecamere di sicurezza, torturate i vicini se necessario, devo sapere chi è quel bastardo-
-Sherlock- John -stà calmo, lo prenderemo- 
'Non sono io' questo mi dice con gli occhi, con quell'oceano in cui mi perdo ogni volta. Ma lo sappiamo entrambi che, questa, potrebbe essere l'ultima volta che anneghiamo negli occhi dell'altro.

~angolo autrice
Finalmente ho pubblicato, solo io penso sia passata una vita? 
Si sta avvicinando Natale siete contenti? Sicuramente mai quanto me. 
Cosa succederà nel prossimo capitolo? Che faranno i nostri Johnlock? Scopritelo leggendo 😘
Alla prossima.

P. S.

 

Grazie mille ♥

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Capitolo 16
*** Together ***


C'è troppo silenzio nella stanza, sento tutti i rumori e gli scricchiolii. Siamo chiusi in casa da almeno 46 ore, in attesa di qualche notizia, da parte di Lestrade o da Mycroft. Anche lui ha deciso di aiutare, a modo suo, mettendo a disposizione i suoi uomini. 
Ormai la situazione sfugge di mano, sembra quasi di essere tutto daccapo senza uno straccio di indizio. 
Io e John non siamo usciti di casa dal ritrovamento dell'ultima vittima, lui sta perdendo la pazienza, lo percepisco, è nervoso, ma non permetterò che gli succeda nulla. 
Ho lo sguardo perso nel vuoto quando John afferra la maniglia della porta, subito mi riscuoto e preoccupato lo fermo. 
-Dove stai andando?- Dico, alzandomi in piedi di scatto. 
Devo avere un aspetto orribile, a giudicare dallo sguardo che mi rivolge, forse ho le occhiaie, sono pallido e non faccio una doccia da due giorni. 
-Vado a fare una passeggiata e ne approfitterò per fare la spesa: le provviste stanno finendo.- Avvisa con un tono freddo, ma comunque gentile e calmo. 
-Non puoi uscire, non sappiamo chi sarà la prossima vittima e ciò comporta che siamo tutti in pericolo. Resta qui, vado io a fare la spesa.- mi muovo verso l'attaccapanni e faccio per prendere il cappotto, ma vengo fermato dal dottore. 
-Sherlock, tu sei molto più importante di me, non puoi metterti ad uscire per strada e comunque non puoi tenermi chiuso qui in casa per sempre, devo pur vedere mia figlia- dice quasi rimproverandondomi e lasciandomi interdetto per un secondo. 
Abbasso lo sguardo, portandolo sulle mie scarpe: ha ragione, per Londra io sono importante, non lo nego, ma lui è importante per me e non saprei come vivere senza la sua presenza al mio fianco. 
Sospira e riprende, allontanando la mano dalla mia maniglia mentre io tiro un respiro di sollievo. 
-Sherlock, se decodificando il codice, uscisse il mio nome...-
-Non succederà, non è...- lo interrompo subito, sentendo un brivido percorrermi la schiena -non ti succederà nulla-. 
-Allora fammi uscire- mi supplica, prendendo le mie mani tra le sue e stringendosele al petto. 
-Non... Non posso, sei troppo importante, per me-
Abbassa il capo, portando lo sguardo sulle nostre mani intrecciate, sorridendo. Anche se non posso vederlo in faccia so che ha lo sguardo triste e stanco. 
-Dobbiamo parlare di una cosa, mi dovrai fare una promessa- dice, tornando a guardarmi con quell'oceano che è il suo sguardo. 
-Se il codice rivela il mio nome... -
Mi irrigidiscono e lui mi stringe di più la mano, lo interrompo ancora. 
-Non ti succederà nulla, non lo permetterò-
-Ma se dovesse succedere...- continua iperterrito, poggiando una delle sue mani delicate sulle mie labbra. 
Gli prendo il polso, con calma e con gentilezza lo sposto di poco, tanto da riuscire a parlare. 
-Se dovesse succedere ti proteggerò, troverò quel bastardo e...-
-Sherlock, fammi finire!- mi ordina, alzando di poco il tono guardandomi con rimprovero. 
Sto in silenzio, lasciandogli un bacio sul palmo, ancora stretto nella mia mano, spronandolo a continuare e promettendo di lasciarlo finire. 
-Se dovessi essere io la prossima vittima- io mio cuore saltò un battito a quella supposizione, ma ingoio il groppo che mi si è formato in gola e lo lascio finire il discorso -e se non riuscissimo a fermarlo in tempo, voglio... voglio che sia tu a prenderti cura di Elly-. 
Il suo sguardo mi trafigge da parte a parte dandomi il consenso di parlare. 
-John... non lascerò che ti succeda nulla-
-promettimi che ti prenderai cura di lei, promettimelo Sherlock, a prescindere da quello che succederà- dice con tono tremante, trasmettendo comunque il bisogno di avere una risposta ora. 
Sospiro e lo guardo negli occhi stringendo il suo viso tra le mani. 
-Prometto che mi prenderò cura di entrambi, ma sappi che se qualcuno osa toccarti io...-
-se qualcuno osa toccarmi, tu lo troverai e lo consegnerai a Lestrade. Sherlock Holmes non può fare più pazzie, ora ha una famiglia da proteggere- conclude lasciando un delicato bacio sulle mie labbra. Lo attiro a me approfondendo quel contatto, prima di attaccarci con entrambi il fissato corto. 
Fisso il mio sguardo nel suo e con fare rassicurante gli parlo ancora. 
-Si risolverà tutto, ne usciremo vincitori...- poggio la mia fronte contro la sua. 
-... Insieme- il mio fiato si infrange ancora sulle sue labbra, prima che lui possa annullare, ancora una volta, la distanza che ci separa. 
-Adesso però...- interrompe il contatto -và a lavarti o non ti permetterò di entrare in camera stasera.- sorrido e mi avvio verso il bagno, chiudendomici all'interno.

~angolo autrice
Finalmente sono riuscita a pubblicare! 
Bene spero che vi sia piaciuto, alla prossima. 
Si, non so che dirvi, pazienza*-*

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Capitolo 17
*** Rapimento ***


Pov John 
Il rumore del portone che si chiudeva alle sue spalle era il segno che aveva fatto una grande stronzata. Era uscito, senza dire niente a Sherlock: sapeva che se ne sarebbe pentito, ma ne aveva bisogno. Sentiva che stava per impazzire e le probabilità che cercassero proprio lui erano pochissime, c'erano migliaia di persone a Londra e lui era sicuramente la meno importante, anche se....lui aveva ucciso qualcuno e ciò lo contava come vittima del giustiziere (così lo avevano chiamato). 
Aveva mandato Sherlock a farsi una doccia, con la scusa dell'igiene del compagno era fuggito senza fare il minimo rumore. Non sarebbe passato molto, però, prima che Sherlock lo avrebbe scoperto. 
Era in un parco, vicino le scuole, dove portava di solito Elly che, invece di giocare con gli altri bambini, preferiva chiacchierare con il papà della scuola e di quello che voleva fare da grande. 
Il detective, chi gli aveva messo in testa quella cosa non lo sapeva, ma la sua bambina voleva fare il detective. 
Proprio come Sherlock Holmes, aveva detto una volta e fu quel giorno che le vietò di parlare o anche solo pensare a Sherlock o a imitarlo. Non era ciò che voleva per sua figlia, una vita in continuo pericolo tra un assassino e un vicolo di drogati, ma questo era prima che il compagno tornasse per lui. 
Il sole cominciava a calare e le luci ad accendersi, per poter illuminare ancora quelle poche ore che rimanevano, prima di andare a dormire. 
John decise che il tempo che aveva passato fuori casa bastava come "boccata d'aria"  e che sicuramente Sherlock lo stesse aspettando a braccia conserte, seduto sulla sua poltrona, pronto a fargli una predica inimmaginabile, sempre se non avesse già mandato l'intera Scotland Yard a cercarlo. 
...
Pov Sherlock 
Doveva aspettarselo, fuggire alla prima occasione era proprio da John, infondo era diventato come un carcerato e quello che più agognava era la libertà. 
Era sicuramente preoccupato per il suo coinquilino/amico... O era meglio dire fidanzato? Che cos'erano loro? Sembra quasi un cliché; Era anche arrabbiato, perché sperava che dopo la loro chiacchierata si fosse un pò calmato e avesse ragionato su ciò che faceva, ma si era sbagliato. 
Era fuori da poco più di due ore, ancora nella norma, avrebbe aspettato ancora nonostante la preoccupazione che gli montava in petto. 
...
Ormai è notte fonda e aspettare non ha piu senso: lui sa che John è stato rapito. 
In fretta chiama Lestrade, cercando di non perdere la ragione, avvisandolo dell'accaduto e ordinandogli di prendere i suoi uomini migliori, per andare a cercare il suo amico. 
-non posso mobilitare una squadra solo perché John è scappato di casa, non prima delle 48 ore. Mi dispiace Sherlock, ho le mani legate- aveva detto, anche il fratello non sembrava intenzionato ad inviare qualcuno ma Sherlock non si arrese e, presa la giacca, si catapultò fuori dalla porta con l'intenzione di mettere a soqquadro l'intera Londra, se necessario, pur di ritrovare il suo John. 

~angolo autrice
Finalmente ce l'ho fatta, sono riuscita a pubblicare. 
Perdonatemi ma tra febbre, scuola e vari compleanni di amici non ho trovato un momento libero. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi aspetto con il prossimo che, spero, non tarderà ad arrivare. 

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Capitolo 18
*** È tutto finito ***


-Perché lo fai? Perché uccidi le persone?- chiede John, mentre tu sei nascosto in attesa del momento giusto per attaccare.
L'assassino è in piedi e dà le spalle all'uomo legato alla sedia, rigido come un pezzo di legno, con le braccia incrociate al petto, ghigna ed emette un verso stizzito.
-perché, mi chiedi? È molto più interessante il perché Tu hai sparato a quell'uomo tanti anni fa, non trovi? Uccidere in guerra è una cosa ma questo....- risponde, la sua voce è cupa e bassa, ti dà un senso di inquietudine.
-anche tu sai che era un assassino- risponde John sulla difensiva, cominciava ad avere paura.
-non mi risulta che abbia mai ucciso qualcuno con le sue mani.- si avvicina al prigioniero, osservandolo attentamente- stai tremando! Non avere paura, johnnino non sei tu la mia preda di oggi, sto aspettando il tuo compagno, lui sì che mi ha dato un sacco di problemi ultimamente.- era ora, il gioco stava per finire.
[…]
Ce l'avevano fatta, il giustiziere era stato preso: Lestrade era arrivato giusto in tempo per arrestarlo.
Tutto era andato per il meglio e loro ne erano usciti vincitori, insieme.
Elly era tornata a casa e John era felicissimo, quasi piangeva. Non se l'era passata bene quella volta, soprattutto psicologicamente, a causa della morte di Mary. Ma ora è tutto finito, e loro erano salvi.
Poco tempo dopo la sua cattura, l'assassino si suicida in carcere, dopo aver ingerito un veleno preso non si sa dove.
Il poveretto aveva perso il padre, la madre e la sorellina a causa di un assassino e per questo, dopo aver perso la testa, si era dedicato anima e corpo ad uccidere le persone che commettevano omicidio.
Pov John
Ho appena finito di fare un bagno rilassante, mi ci voleva proprio. Elly è con Sherlock, li ho lasciati che giocavano al detective: alla fine ha vinto lei, decisa che è la strada che vuole prendere.
Un piccolo gorgoglio mi sale lo stomaco: è ora di cena.
Mi muovo verso la cucina per prepararmi qualcosa da mettere sotto i denti ma la scena che mi si presenta davanti agli occhi mi blocca: sul divano poggiato alla parete, Sherlock e Elly dormono beati.
Senza pensarci due volte affero di fretta il cellulare, cercando di non fare nulla che li possa svegliare, per poi scattare una foto ai due. Resto a guardarli ancora per un po': Elly con la testa poggiata sul petto di Sherlock che le teneva una mano sulla schiena per evitare che cadesse, la testa sul bracciolo del divano.
Mi avvicino di soppiatto, accucciandomi al suo fianco lasciandogli un bacio sul collo che lo fa trasalire, svegliandolo. I suoi occhi si posano su di me, indagano e chiedono e io non so che rispondere. Lo bacio, le sue labbra sono morbide e la sua bocca impastata ma non rompo il contatto finché entrambi non restiamo senza fiato, staccandoci con un sonoro schiocco.
Elly, ancora distesa su Sherlock, si muove nel sonno profondo che la avvolge ma noi continuiamo a guardarci.
"Cosa c'è?" sussurra lui, cercando di non svegliare Elly e il mio cuore si riempe d'amore al solo pensiero di lui al mio fianco come altro padre di mia figlia.
-Ho cambiato sfondo del cellulare- dico, completamente senza senso e lui mi guarda confuso, finché non mostro la foto scattata poco prima.
-È bello come in una sola foto si possa racchiudere la mia intera vita. Grazie di essere qui a completarmi, Sherlock- una lacrima scende sul mio viso, ormai al limite delle forze e subito viene raccolta dall'uomo di fronte a me.
Mi attira a se per un altro bacio, dolce e lento, poi si stacca piano e mi accarezza il viso.
-E tutto finito.-

~angolo autrice
Finalmente sono riuscita a pubblicare anche questo mese.
Manca davvero poco, so di non essere brava a scrivere, presto questa tortura finirà.
Alla prossima 💙

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Capitolo 19
*** John Watson non sta aggiornando questo blog ***


John Watson non sta aggiornando questo blog...
Lampeggiava sullo schermo di quello che una volta era il suo diario, uno sfogo per quello che gli succedeva da quando aveva incontrato Sherlock. Non apriva il sito da 3 anni ed era successo tanto in quei mesi che non sapeva da dove partire a raccontare.

Clicca qui per scrivere un articolo...
Leggeva quelle parole con le mani pronte sulla tastiera deciso a scrivere di quell'ennesima avventura, ma come iniziare?
"Lui è tornato, ho perso mia moglie e ho rischiato di morire ancora..."
Magari andare dritto al punto oppure...
"Sono successe troppe cose tutte insieme e davvero non so come raccontarle ma credo che partirò dall'inizio, come ogni avventura d'altronde. Tutto ha inizio il 25 Dicembre, a casa Hudson..."
Sì, così era sicuramente meglio.

Con calma e tranquillità cominciò a scrivere tutto quello che era successo, dalla lettera, al pacchetto fino anche alla loro litigata, così anche il resto. Quello che gli fu difficile scrivere fu la morte di Mary ma lo fece, con un nodo allo stomaco raccontò tutto nei minimi dettagli.
Quando ebbe finito fu pienamente soddisfatto quando, lanciando un occhiata al contatore in basso della schermata, lesse 11.463 parole.
Rilesse attentamente, correggendo tutti gli errori di battitura e pubblicò senza esitare.
Chiuse il portatile e si alzò per prepararsi una tazza di thè, nonostante fossero a giugno. Quando tornò in salotto sobbalzò nel ritrovarsi Sherlock sulla poltrona che armeggiava con il suo PC, con uno sguardo concentrato intento a leggere qualcosa.
-che fai?- chiese, curioso di sapere cosa prendesse così tanto il suo ragazzo.
Sì ragazzo, anche quella era una novità che aveva scritto nell'articolo e sperava vivamente che le persone non si fermassero troppo su quel punto e che i commenti fossero concentrati sul caso che avevano risolto.
-il tuo blog- rispose il corvino -ho notato che hai scritto un nuovo articolo, hai... Parlato anche di noi- aggiunse sorridendo sommessamente nell'ultima frase.
John lo notò lo stesso e ricambiò -ovvio che ho parlato di noi, sei il mio fidanzato- disse pacato e facendo arrossire il detective.
Dunque si avvicinò e si sistemò sulle sue ginocchia, per leggere insieme i commenti lasciati dai suoi lettori.
Ce ne erano tanti che dicevano "condoglianze per la perdita" o "mi dispiace per quello che hai dovuto attraversare" e altrettanti si congratulavano per la sua nuova conquista ed erano felici per loro. Altri erano rivolti al caso e non si preoccupò troppo di leggerli quando Sherlock passò una mano sul suo stomaco, circondandogli la vita. Da quando stavano assieme, si erano molto addolciti entrambi, soprattutto grazie ad Elly. A quel pensiero si riscosse voltandosi di scatto verso Holmes -dov'è Elly?- disse allarmato spalancando gli occhi.
-tranquillo, è di sotto con la signora Hudson, volevano preparare una torta- rispose massaggiandogli la schiena nel tentativo di rilassarlo. John emise un verso sollevato, poggiando la fronte contro quella di Sherlock rimanendo fisso a guardarlo negli occhi per indeterminati minuti.
Ed in quel momento, John capì: Sherlock era il suo salvatore.
Lo aveva salvato dalla solitudine quando era tornato dall'Afghanistan, dalla depressione e gli aveva permesso di rivivere quel brivido senza il quale non riusciva a vivere, gli aveva dato una nuova vita.
-te ne devo una- soffiò sulle sue labbra, appoggiando una mano tra i suoi riccioli neri e accarezzandoglieli.
Sherlock distese il viso, stupito e confuso -cosa mi devi?- rispose con un sorriso divertito, sempre mantenendo un tono sussurrato e stringendo le sue mani sui fianchi del dottore.
-ti devo una vita-

~angolo autrice
Ragazziiiiiii è finitaaaa... No non è vero manca ancora l'epilogo e i ringraziamenti, ma tecnicamente è finita qua.
Dal momento che manca solo un capitolo penso che accorcerò i tempi facendolo uscire la settimana prossima, invece che il mese prossimo, anche grazie al fatto che è estate finalmente.
Grazie a chi legge,commenta e stellina siete bellissimi 😘😘😘

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Capitolo 20
*** Epilogo. Tre anni dopo ***


Le grida riempivano l'aria di quella mattina soleggiata. Tanti bambini correvano verso quella che sarebbe diventato il loro incubo, ignari di questo salutavano i loro genitori allegramente intanto che questi ultimi piangevano con i fazzoletti alla mano. Elly era l'unica che ancora non si era staccata dalla mano del suo papà, era arrabbiata e annoiata da quello che la aspettava.
Indignata alzò il visino verso Sherlock, speranzosa di essere salvata almeno da lui.
-Non voglio andarci... A cosa mi serve giocare con i LEGO quando potrei imparare a scrivere e leggere, o meglio risolvere crimini-
Sbuffando John la guardò dritto negli occhi e, per la milionesima volta probabilmente, glielo rispiegò.
-La scuola è importante e per andarci sei ancora piccola, l'anno prossimo potrai andarci ma fino ad all'ora dovrai andare all'asilo. Diglielo anche tu Sherlock-
Il corvino a quel punto non seppe che rispondere e si limitò ad annuire. Poi si inginocchiò davanti alla bambina e le poggiò le mani sulle piccole spalle.
-se andrai all'asilo senza fare storie, quando tornerai ti prometto che andiamo a prendere un gelato e ti porto con me sulla scena di un crimine.. OK?- a quella proposta la piccola non poté rifiutare e baciando sia Sherlock che John e salutandoli con la manina corse verso l'entrata dell'Istituto che si ergeva dietro i cancelli bianchi con lo zainetto che si dimenava al suo saltellare felice.
John sospirò e una piccola lacrima d'orgoglio gli rigò il viso ma subito la raccolse con la mano.
-non avresti dovuto promettergli di portarla a vedere dei cadaveri, è solo una bambina-
Disse in tono di rimprovero rivolto a Sherlock.
-quella bambina...- rispose voltandosi a guardarlo negli occhi -rincorre il gatto urlando "so che sei stato tu a uccidere quel topo, sappi che ti catturerò nel nome della giustizia"- concluse con tanto di vocina per imitare la piccola peste, alzando le sopracciglia sarcastico.
John sbuffò ancora e sorrise scuotendo la testa.
-chissà da chi avrà preso?- disse ironico incamminandosi verso casa.
-non so di cosa tu stia parlando.- rispose il detective fingendo di non sapere e seguendo il compagno. John gli sorrise e gli afferrò la mano, intrecciando le dita e poggiando la testa sulla sua spalla alla quale arrivava a stento.
Ed è qui che, con lo sguardo puntato sulle due piccole fedi che adornano le loro dita, la nostra storia si conclude con un...
E vissero felici e contenti.

Fine

~angolo autrice
Ed ecco qui l'ultimo capitolo "speciale". Non mi dilungo troppo con l'angolo autrice perché dopo ci sono i ringraziamenti quindi dirò tutto lì.
L'unica cosa che volevo dirvi è che anche se il capitolo è corto, ci ho impiegato due ore per scriverlo e poi che l'ho pubblicato oggi perché non so se a fine settimana avrò ancora internet.

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Capitolo 21
*** Ringraziamenti ***


Finalmente è finita, anche se...
Un pò mi mancherà questa storia, sapete, dopo quasi due anni dalla prima pubblicazione, oggi si conclude il viaggio dei nostri due "amici".
Non so se mai farò un sequel, sarebbe complicato, ma non si sa mai.
Oggi ho messo la spunta 'completa' a questa storia e, come una coltellata al petto, mi sono sentita morire. È la prima long che porto al termine, ed è quella a cui mi sono affezionata di più dopo "Sisters" (che sta per tornare 😉).
Spero che questa storia sia piaciuta a qualcuno e spero che abbia trasmesso un po' del sentimento che ci ho messo per scriverla.
Volevo ringraziare, prima di concludere, mia sorella XedraFox che mi ha betato quasi tutti i capitoli e mi ha consigliato molto anche nella stesura, senza di lei starei pubblicando ancora il primo capitolo, probabilmente.
Poi voglio ringraziare tutto il fandom perché, anche se inconsapevolmente, mi ha dato tante idee che hanno dato la possibilità a questa storia di completarsi per il meglio.
E infine, ma non meno importanti, anzi, voi che avete letto commentato e stellinato ogni capitolo o anche solo uno. Grazie a voi e al vostro supporto, anche chi lo ha fatto in silenzio, mi avete dato la possibilità di continuare e finire ció che avevo iniziato.
Con questo Sherlock, John e Elly vi salutano. Scende una lacrimuccia orgogliosa
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Grazie! ♡

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