Elementari. di _Jessica (/viewuser.php?uid=44407)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non ci voglio andare! ***
Capitolo 2: *** Primo giorno di scuola ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 1 *** Non ci voglio andare! ***
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Capitolo 2 *** Primo giorno di scuola ***
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
round robin della fic Elementari.
CAPITOLO N°4
Mamma,
cos’è l’imprinting?
Scritto
da pinkgirl.
“Va bene,
ho capito”.
Sbuffai rassegnata, ma ciò non mi impedì di
mettere il
broncio e di incrociare le braccia. Non avevano ancora vinto.
“Per favore
Renesmee”.
La mamma mi accarezzò lentamente i boccoli ramati.
“Vedrai, ti abituerai e lo potrai trovare persino
divertente”. Ridacchiò.
“Stai
scherzando, vero? Mamma, sono tutti stupidi!”
“Renesmee!”
“Va bene,
differentemente
intelligenti, ma la sostanza non cambia: sono dei mostri. Urlano,
piagnucolano, sgusciano dappertutto. Sono peggio dei serpenti velenosi.
Poi mordono come dei carnivori. Sono ANIMALI, altro che
bambini.”
Ride portando una mano alla bocca come se lo volesse nascondere.
“Oh tesoro,
sei così adulta certe volte”.
“Che
intendi?”
“Sei molto
matura rispetto
alla tua età. Mi sorprendi, tutto qui. Sei talmente
intelligente
che credo sempre di parlare con un adulto”. Sorrido. Mi sono
sempre vantata di questo in effetti.
“Ma
ciò non
toglie”, si affrettò ad aggiungere, “che
devi
imparare a capire la sostanziale differenza tra la tua età
effettiva e la tua età celebrale. Sei molto intelligente, ma
rimani comunque una bambina, non è giusto toglierti da un
contesto che dovrebbe appartenerti. È vero che cresci in
fretta,
tesoro, ma ciò non dovrebbe darti scuse. Questi momenti, per
quanto adesso non li sopporti, non torneranno più. Crescerai
e
non potrai più riviverli”. Annui mentre mi baciava
il capo.
“Vorresti
ritornare bambina, mamma?” Sorrise dolcemente, appoggiando
delicatamente la guancia sulla mia testa.
“Si e no,
più che
altro vorrei rivivere alcuni attimi della mia infanzia. Certo, non mi
mancano affatto le cadute imbarazzanti, o la mia goffaggine. Ma la
scoperta lenta del Mondo, sì. Vedi piccolina,
adesso sono
grande ed è raro che io lo veda con delle sfumature di
colore.
All’epoca, per me, era tutto un parco
giochi. Avevo
poco di cui preoccuparmi, avevo l’innocenza spensierata
tipica
dell’infanzia. E alle volte mi manca”.
“Saresti
felice se mi comportassi più da bambina che da
adulta?”
“Solo se
farebbe felice te.
Non voglio costringerti, lo scopo del mio discorso era un altro. Volevo
farti capre la vera motivazione per cui io e tuo padre ti mandiamo a
scuola.”
“Anche a
lui manca vedere a colori?”
“Un
po’ sì”. E sorrise. La mia mamma era
veramente dolce. La migliore, senza alcun dubbio.
“Mi
comporterò bene
domani. Andrò a scuola, ma non ti prometto nulla”.
Rise
spensierata e un coro angelico di campanelli dorati fece il suo
ingresso nella mia testa, lo registrai come il suono più
bello
di tutti.
“Ti voglio
bene Renesmee.
Sei il mio tesoro”. Sorrisi e chiusi gli occhi accomodandomi
meglio tra le braccia protettive della mamma. Mi diede diversi baci di
affetto sul capo mentre continuava a cullarmi dolcemente,
accarezzandomi lentamente la mia pelle calda, in confronto alla sua.
Poi mi venne in mente
una cosa.
Una domanda, la cui risposta mi tormentava da qualche giorno,
precisamente da quando sentii quella famosa conversazione tra alcuni
componenti della mia famiglia.
“Mamma,
cos’è l’imprinting?”
Aspettai qualche
minuto, ma dalla
mamma non uscì alcun suono. Preoccupata mi girai e la vidi
fissarmi con uno sguardo strano, come se fosse colpevole di qualcosa.
“Chi ti ha
parlato
dell’imprinting, tesoro?”. La sua voce,
stranamente,
divenne piatta, come se stesse parlando con se stessa.
“Nessuno in
particolare. Ho sentito
una conversazione che ne parlava.”
“Sentito?”
Mi guarda
con la tipica espressione che si appropria di lei quando non
è
contenta di una mia azione. Questa suddetta espressione è
sempre
presente quando dico una bugia.
“D’accordo.
Non
proprio sentito, nel senso educato del termine. Diciamo che passavo di
là e… be’ mi è capitato di
origliare.”
“Renesmee!”
“Anche i
migliori sbagliano.” Mi difesi, sperando che mi perdonasse.
Fece una smorfia per nulla convinta.
“Comunque
non stavamo
parlando di me e delle mie doti di spia.” Feci una smorfia al
termine da me utilizzato. “Stavamo parlando
dell’imprinting.” L’accusai sperando che
la
conversazione si spostasse dal suo naturale bisogno di educarmi alla
parte che più mi interessava.
Sospirò,
per nulla
contenta. “Non credere che mi dimenticherò
facilmente di
questo, signorina.” Sorrisi sardonica, sperando di addolcirla
almeno un po’.
“Cosa sai
esattamente dell’imprinting?”
Fece una smorfia di disapprovazione. Non le piaceva, forse?
“So solo
questo: è
quando un animale nasce e la prima persona che vede la riconosce come
sua mamma.”
Recitai a memoria le parole che c’erano scritte sulle pagine
web
di un sito che avevo trovato facendo ricerche su internet, utilizzando
il computer portatile di mia zia Alice. L’unica che non pensa
che
io sia ancora una poppante.
Soppesò il
mio tono e la mia espressione. “Non ti convince molto,
vero?”
“Più
che altro non capisco come questo possa applicarsi a me. Io
non sono ancora mamma.”
“Quello che
hai trovato
nelle tue ricerche è solo la spiegazione più
logica del
fenomeno.” Ringhiò piano, per non spaventarmi, ma
si
vedeva bene come la faccenda la innervosiva.
“Purtroppo
non mi
abituerò mai, all’imprinting.”
Cercò ti
tenere a bada il ringhio che le scaturì da questo sussurro.
“È
tanto brutto?” Non riuscì a darmi altre
spiegazioni a quei bassi suoni gutturali.
“Per me, in
qualità di mamma, sì. Per te, mio dolce tesoro,
è essenziale.”
Calcò con tristezza la parola. “Più
essenziale di me.”
Oh, ora capivo la sua
tristezza.
La mia dolce mammina era gelosa. Le accarezzai piano la guancia, senza
mostrarle nulla. Volevo solo che capisse il mio bene per lei.
Catturò la mia mano e le diede un bacio.
“Prova a
rifletterci, Renesmee. So che puoi riuscire a capire il fenomeno meglio
di chiunque altro. Tu lo vivi,
io potrei solo tentare di spiegare un qualcosa di
inspiegabile.” La guardai senza capire.
“Cosa ti
succede quando guardi o senti vicino Jacob?”
Il mio letto era
confortevole,
caldo e accogliente. Quella stessa mattina avevo avuto un interessante
conversazione con mia mamma. Avevo appena trascorso la mia
prima
settimana in quell’inferno di scuola e alcuni giorni fa avevo
sentito una strana conversazione tra alcuni miei familiari su me e su
un certo imprinting.
L’indomani avrei dovuto iniziare la seconda settimana di
torture.
Ma non volevo affrontarla senza una risposta logica hai miei
quesiti. Avevo sperato che la mamma, l’unica che mi
capisse
veramente, mi avrebbe aiutato, invece, avevo ottenuto più
dubbi
che certezze. Quella mattina la mamma, sedute sul divano color crema
del salotto di casa Cullen a coccolarci, mi aveva posto la domanda che,
in teoria, avrebbe dovuto svelato tutti i miei dubbi: “Cosa ti succede
quando guardi o senti vicino Jacob?”
Già cosa
mi succedeva?
A quello proprio non
avrei mai saputo dare risposta.
“Prova a
rifletterci per un momento Edward.”
“Non
avrebbe dovuto saperlo.”
“Non ho
detto nulla di
più di quello che da sola avrebbe potuto intuire:
è
troppo intelligente, sarebbe arrivata alla conclusione da sola e si
sarebbe sentita tradita dal fatto che noi, i suoi genitori,
volevamo nasconderglielo.”
“È
ancora una bambina.”
“Credi che
non lo sappia?”
I mormorii di
discussione tra i
miei genitori vengono attutiti dalla pesante porta che separa la mia
camera dal corridoio. Ma non vengono eliminati. Li sento ugualmente
discutere.
“Non voglio
che si attacchi
di più a quel cane. È ancora la mia
bambina.”
Papà ringhia arrabbiato.
“Lo so,
sento anche io i
tuoi medesimi istinti di protezione verso la mia piccola brontolona. Ma
è giusto che sappia Edward. E sai che ho ragione.”
Il tono
dolce di mia madre fa calmare le acque. Sento un sospiro e i passi
silenziosi di mio padre avanzano. Ma non saprei dire verso quale
direzione. “Scusami, mi sto comportando in modo
insensato.”
“No, ti
stai comportando da padre.”
Credo che questo
schiocco sordo sia un bacio, ma non ne sono certa. Io non ho mai
baciato nessuno.
Mi raggomitolo di
più nella
coperta che mi ha regalato Jacob. È blu con al centro una
splendida luna gigante, che colora un lupo ululante sottostante di un
lilla quasi nero.
Sospiro rassegnata.
Cos’è
veramente
l’imprinting?
_____________________________
Ciao a tutti!!!
Mi presento: sono Jessica e il capitolo che avete appena letto
è stato partorito dalla mia mente malsana.
Volevo ricordare che questa è una Round Robin, quindi
potete partecipare anche voi. Coraggio, fatevi avanti!
Contattate la vera creatrice dell'idea (SognatriceCullen_182)
nello spazio autori e inviatele una bozza del prossimo capitolo,
sarà felicissima di aiutarvi.
Sono stata autorizzata da Marta a ringraziarvi per i vostri bellissimi
commenti:
ledyang: Grazie, siamo contente che gli scorsi
capitoli ti siano piaciuti. Spero che anche questo non sia da meno. A
presto.
Fler: Grazie mille. Sei molto gentile. Spero che
anche questo capitolo ti abbia lasciato qualcosa. Alla prossima.
hale1843: Già, povera Nessie, spero che
non rimanga traumatizzata dall'esperienza. hihihihi. grazie del
commento. A presto.
noe_princi89: Non si sa cosa succederà.
Comunque grazie del commento. Speriamo di sentirti presto.
lory_lost_in_her_dreams: A chi non piace la piccola
brontolona?? Io l'adoro. Troppo simpatica. Grazie del bel commento.
Ci sentiamo.
Lady_Vampire: Se volessi partecipare,
saremmo tutti felici di leggere un tuo capitolo. (Ho letto alcune tue
storie. Molto carine.) Spero che questo capitolo ti piaccia.
Alla prossima.
Ringraziamo, inoltre, tutte le persone che hanno aggiunto la storia tra
le seguite e i preferiti.
Specifico un punto
(non sono molto brava a descrivere il tempo che passa, non vorrei
creare confusione. ^^): Siamo a fine settimana, quindi è
domenica. Renesmee dovrà iniziare la sua seconda
settimana di scuola con un dubbio: Che cos'è l'imprinting.
Starà a voi continuare la storia e decidere come evolverla.
Al prossimo capitolo!
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