Whatever happens, I'll always be by your side

di SPNlifestyle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1_ ***
Capitolo 2: *** 2_ ***
Capitolo 3: *** 3_ ***
Capitolo 4: *** 4_ ***
Capitolo 5: *** 5_ ***
Capitolo 6: *** 6_ ***
Capitolo 7: *** 7_ ***
Capitolo 8: *** 8_ ***
Capitolo 9: *** 9_ ***
Capitolo 10: *** 10_ ***
Capitolo 11: *** 11_ ***
Capitolo 12: *** 12_ ***
Capitolo 13: *** 13_ ***
Capitolo 14: *** 14_ ***
Capitolo 15: *** 15_ ***
Capitolo 16: *** 16_ ***
Capitolo 17: *** 17_ ***
Capitolo 18: *** 18_ ***
Capitolo 19: *** 19_ ***



Capitolo 1
*** 1_ ***


POV DEAN


“SAM!! ATTENTO!” gli urlo, appena vedo la macchina sorpassare lo stop nonostante il semaforo rosso; Sam prova a sterzare, per evitare la collisione ma è troppo tardi… l’auto colpisce in pieno il mio lato, esattamente alla mia altezza ma, l'angolazione fa si che l’Impala inizia a cappottarsi su stessa, e noi con lei al suo interno.

L’impatto è così forte da farmi perdere subito i sensi…

Quando mi sveglio, sento dolore ovunque ma subito inizio a guardarmi intorno, nonostante le palpebre sempre più pesanti: sono ancora dentro la macchina, ormai dritta dopo tutti i giri, completamente sdraiato sui sedili anteriori … cerco subito con lo sguardo Sam e vedo che lui invece si trova all’esterno, probabilmente sbalzato fuori a causa del colpo.

Provo a muovermi ma il mio corpo è una statua di marmo e la mia vista si fa sempre più annebbiata.. “S-sammy” sussurro mentre le mie forze vengono meno e, mentre vedo un piccolo movimento provenire dalla sua direzione, inizio a vedere nero, per poi perdere i sensi.


Il giorno prima…

“Sammy! Ti prego dimmi che hai trovato qualcosa!” gli chiedo, ormai assegnato, nascosto dalle mie stesse braccia, incrociate sul tavolo.

“No, niente. Mi spiace Dea- TROVATO!” mi dice, con un grosso sorriso.

“Davvero?! Non stai scherzando?”.

“Senti qua.. Ieri nei pressi di una cittadina è stato ritrovato il corpo di una giovane ragazza, di circa 25 anni, e indovina un pò!? Era completa dissanguata ma, nei dintorni neanche una goccia di sangue… più o meno” mi spiega velocemente.

“Sono di sicuro vampiri… Ok, coraggio Sammy! Prepariamo le cose e andiamo a dare un’occhiata!” gli dico ma, prima di riuscire a fare un passo mi domanda “Come mai tutta questa voglia di andare a caccia?”.

“Dude, sono giorni che non ci muoviamo! Rischio di impazzire se rimango ancora un’ora in più. Quindi sbrigati o ti lascio qui.. tra 10 minuti al garage” gli urlo, ormai lontano.

Dieci minuti dopo sono seduto al lato del guidatore e, non vedendo Sam da nessuno parte, inizio a suonare il clacson, gridando contemporaneamente “Sbrigati Sam!!” e, neanche un minuto dopo, lo vedo correre nella mia direzione, con un borsone sulla spalla.

“Arrivo, arrivo! Cavolo, se sei impaziente!” si lamenta, mentre sale lentamente -troppo lentamente- su Baby.

“Ho solo voglia di andare a caccia di qualche mostro con quella spina nel fianco di mio fratello! E ora reggiti!” gli dico, prima di premere sull'acceleratore e sgommare fuori dal garage del bunker.

Ci vuole qualche ora di macchina per arrivare, così decidiamo di sfruttare al massimo quel momento di pausa: dopo l’entrata in scena dell’Oscurità e le ricerche collegate, stavamo diventando pazzi! Non so se è un bene o male, ma sono circa 2 settimane che non succede qualcosa di eclatante..se non è questo il momento perfetto per rilassarsi, allora quando?!

Il viaggio è stupendo, per un attimo mi sembra di essere tornato ai vecchi tempi, quando l’unica preoccupazione era cacciare mostri, senza pensare a angeli, demoni, Dio e la sua pazza sorella (escludendo ovviamente Cas da tutti i suoi amabili fratelli) ; passiamo il tragitto a cantare, mangiare schifezze -non so se Sammy è impazzito o cosa, ma anche lui si è mangiato un hamburger!!- e ridere fino a farci venire le lacrime agli occhi..Cavolo quanto mi era mancato!!

Sfortunatamente tutto finisce quando arriviamo a destinazione… dopotutto stiamo indagando su una ragazza che è stata uccisa e, se per noi è solo un altro caso su cui indagare, per la famiglia e gli amici è un momento di lutto.

Ci fermiamo al primo motel sulla strada, in modo da cambiarci velocemente gli abiti e tornare al lavoro; dopo aver lasciato il borsone e aver indossato il nostro classico completo da agenti dell’FBI, prendiamo i documenti falsi, le pistole e il coltello di Ruby -meglio essere prudenti- e ci rimettiamo in viaggio, verso l’obitorio.

Analizzando il corpo, notiamo che sul collo la ragazza ha due profondi buchi, a pochi centimetri di distanza tra loro ma, la cosa che ci sorprende di più è trovarne altre su braccia, spalle, mani… praticamente ovunque. Guardando Sam, capisco che sta pensando la mia stessa cosa: vampiri, e più di uno! Ringraziando velocemente il medico legale, ci lasciamo alle spalle l’ospedale per dirigerci verso l'abitazione della vittima, per parlare con i suoi cari.

L’incontro con la famiglia è davvero straziante: i genitori continuavano a ripeterci, tra le lacrime, che non capivano come un fatto del genere fosse successo proprio alla loro bambina, che doveva partire pochi giorni dopo per l’università, grazie a una borsa di studio vinta qualche mese prima, che tutti le volevano bene…

In quel momento volevo uccidere chiunque fosse stato e, non con una morte veloce, NO… doveva pagare per quello che aveva fatto a quella povera ragazza, per aver distrutto una famiglia. Sam, notando il mio sguardo, capisce che è meglio portarmi via e, porgendo nuovamente le nostre condoglianze ai genitori, usciamo e ci dirigiamo al motel; per tutto il tragitto non dico una parola, concentrandomi sulla strada davanti a me, nell’abitacolo solo silenzio, finché mio fratello non mi dice “So cosa stai provando Dean… ti prometto che pagheranno per quello che le hanno fatto”.

Quando poso il mio sguardo su di lui, noto nei suoi occhi rabbia, tristezza e determinazione e questo mi basta a far capire che i vampiri hanno le ore contate.

Non ci vuole molto a intuire dove potevano nascondersi quei maledetti succhiasangue: le alternative sono due ovvero un fienile abbandonato, a qualche chilometro dalla città, e un edificio anch’esso in disuso, situato in periferia; decidiamo di iniziare dal secondo, più probabile visto la zona del ritrovamento del corpo della ragazza.

Note autrice

Hello everybody!

Eccomi con una nuova storia!! Se volete lasciare una recensione, siete i benvenuti!! Sono curisa di sapere una vostra opinione =) .

-Eli-


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Capitolo 2
*** 2_ ***


POV DEAN


Ci fermiamo esattamente davanti all’edificio, intorno a noi solo silenzio: il palazzo di tre piani, dall’aspetto decisamente abbandonato, ha molte finestre distrutte, coperte solo da teloni di plastica, mosse dal leggero vento estivo; al portone d’entrata hè rimasta un anta, retta a malapena dai cardini al suo lato. Alle nostre spalle un bosco, attraversato il quale si arriva direttamente in centro città e dove, qualche giorno prima, era stato trovato il corpo della povera ragazza.

“Ok Sammy… Sappiamo quanti sono?” gli chiedo, tenendo sempre sott’occhio lo stabile accanto a noi.

“Non saprei Dean.. dalle ferite della vittima potrebbero benissimo essere due, o cinque o dieci..” mi risponde, mentre anche lui osserva quel posto decisamente inquietante.

“Cavolo… quindi dobbiamo entrare alla cieca. E’ in queste occasioni che l’aiuto di Cas è fondamentale.. a proposito, mi ricordi come mai non l’abbiamo chiamato?”.

“Perchè, dopo quello che è successo con l’incantesimo di Rowena, volevamo lasciarlo a casa a riposare… ricordi?” mi domanda con ironia.

“Giusto, giusto… bhe, lasciamogli almeno un messaggio così sta tranquillo” e mentre propongo l’idea, prendo il telefono e scrivo a Cas dove ci troviamo e con cosa abbiamo a che fare.

“Bene.. ora che anche questa è fatta, cosa facciamo? Entriamo a armi spianate?” chiedo e devo ammettere che l’idea mi entusiasma parecchio.

Sento Sam sbuffare e muovere la testa in modo esasperato a destra e sinistra, per poi dirmi deciso “Ecco! Non ti sembra di essere un pò troppo incosciente ?! Io direi di partire dal piano terra e far fuori chiunque ci troviamo davanti, senza farci sentire dagli altri.. ok?” .

Stavolta è il mio turno di sbuffare “Va bene! Come sei noioso Sammy!” e, così dicendo, scendo dalla macchina seguito subito da lui; prendiamo nel baule le torce, delle siringhe piene di sangue di uomo morto preparate lo stesso pomeriggio al motel, e due maceti, affilati e pronti per tagliare di netto le teste di quei schifosi succhiasangue.

Attraversiamo la strada velocemente e, senza far rumore, ci mettiamo ai lati della porta.. c’è silenzio..troppo silenzio… la notte è il momento perfetto per i vampiri di cacciare quindi..dove diavolo sono finiti tutti? e, quando guardo Sam, capisco dal suo sguardo che anche lui ha il mio stesso dubbio.

A pensarci, mi puzza un pò questo caso… è stato troppo facile… di solito quei bastardi non sono così stupidi da lasciare un corpo con tutti quegli indizi… a meno che questa è una trappola! Ma come potevano sapere del nostro arrivo? O semplicemente aspettano un cacciatore qualsiasi.. e mentre mille domande mi passano per la mente, dall’interno sentiamo dei rumori, come di lotta.

Basta scambiarci uno sguardo per capire cosa fare: al diavolo i dubbi! Potrebbe esserci qualcuno in pericolo e poi non siamo così difficili da battere!

Superiamo l’entrata, spalla contro spalla, ma appena superata la soglia, ci dividiamo, io a sinistra, lui a destra; dopo aver fatto un sopralluogo veloce, ci ritroviamo al centro, davanti a una grande porta, ancora intatta.

“Dean.. è troppo facile… probabilmente è una trappola..” mi sussurra, saldando la presa sul macete.

“L’ho pensato anche io… ma cosa vuoi fare? Tornare indietro?” gli domando, tenendo la voce più bassa possibile. “Ormai siamo qua! Andiamo e facciamola finita, Sammy” gli dico, mettendo in allerta tutti i miei sensi in modo da essere pronto a qualsiasi attacco e difendere Sam.

“Ok..al mio tre. Uno. Due. Tre.” e insieme, entriamo ma, fatto un passo, rimaniamo bloccati: la stanza davanti a noi è grandissima ma, quello che mi sconcerta è che assomiglia terribilmente al covo di quel fottuto vampiro che anni prima aveva tentato di trasformarmi.

Al centro, un grosso spazio vuoto, arredato solo con qualche soprammobile ormai del tutto irriconoscibile; la luce filtra da delle finestre poste alla nostra destra e sinistra, sopra a delle grosse balconate che sovrastano interamente l’area, su tutti i lati, gettando ovunque ombre che rendono il posto ancora più inquietante.

Mi giro verso Sam, ancora al mio fianco, anche lui immobile… sto per dirgli qualcosa quando una voce ci fa sobbalzare entrambi “Benvenuti! Benvenuti nella mia umile dimora!”.

Ci guardiamo intorno, alla ricerca del proprietario di quel suono così sgradevole; una figura esce dalla porta situata di fronte a noi, sopra alla balconata, e con passo lento, si avvicina alla ringhiera d’acciaio, dove appoggia le mani.

“Chi l’avrebbe mai detto che la mia piccola trappola avrebbe attirato i famosi Winchester!” ci dice, incurvando leggermente la parte sinistra del labbro all’insù e, quando termina la frase, la porta alle nostre spalle si chiude con un tonfo assordante. Siamo in trappola!

Istintivamente faccio un passo avanti, in modo da potermi mettere davanti a Sam “Eh già!” gli rispondo “Eccoci qua! Ma per tua sfortuna non potrai vantarti con molte persone della tua impresa” continuo, provocandolo per guadagnare tempo in modo da valutare le possibili vie di fuga.

“E come mai? “ mi chiede, continuando quel sadico gioco di sfida reciproca.

“Bhe, che domande!” gli dico, quando finalmente noto in fondo alla sala una piccola finestra; continuo a mantenere l’attenzione del vampiro su di me parlando mentre, con uno sguardo, faccio segno a Sammy della mia scoperta “Perchè, vedi tra poco mio caro succhiasangue farai la fine di Maria Antonietta!”.

“Credete davvero di riuscirci?” mi domanda ironicamente.

Sam si gira verso di me e, muovendo leggermente la testa, mi fa capire che ha visto la nostra eventuale via di fuga; così, rispondendo alla provocazione, gli dico “Certo! Da quanto posso notare siamo due contro uno! Tornerò a casa senza neanche versare una goccia di sudo-” ma non faccio neanche a finire la frase che, una dozzina di persone sbuca fuori dalla penombra.

“Chiudere la bocca ogni tanto Dean, no?!” mi dice Sam ,mentre con lo sguardo conta velocemente gli avversari.

Sento una risata e, alzando gli occhi, vedo che è il nostro ‘amico’ che ci ha accolto.

“Dicevi? Vedo che adesso non fai più lo spaccone… bene, qualche ultima parola o preghiera?” ma, dopo neanche un secondo continua “Sai che vi dico?! Non me ne frega niente! Figli miei… attaccate!” e, dopo aver pronunciato quel comando, tutti i vampiri che ci circondano si muovono all’unisono, attaccandoci da mille direzioni.


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Capitolo 3
*** 3_ ***


POV SAM

Vedo una dozzina di persone attaccarci e, nello stesso momento Dean imprecare un “Son of a-“ ma non fa in tempo a finire la frase perché è costretto a gettarsi di lato per schivare tutti i vampiri, e lo stesso faccio io.

I minuti successivi sono solo caos e sangue: i fottuti succhiasangue sono riusciti a dividerci, facendoci arrivare, a furia di evitare colpi, all’estremità della stanza, io al lato destro, Dean a quello sinistro; alzando velocemente lo sguardo verso di lui, noto che è impegnato in un corpo a corpo con un vampiro piuttosto robusto, mentre gli altri lentamente lo accerchiano, in attesa del loro turno. Quando capisco che mio fratello sta avendo la meglio, mi concentro su quel che ho davanti: cinque vampiri hanno creato un semicerchio intorno a me, ma nessuno mi attacca - forse stanno cercando di capire cosa fare- ma, neanche il tempo di formulare un piano che mi ritrovo addosso una ragazza dai capelli biondi piuttosto affamata, a giudicare dall’ avventatezza.

Con un colpo secco le taglio la testa e un secondo dopo me ne trovo un’altro davanti, che mi guarda con sguardo omicida: appena si avvicina, faccio un passo indietro ma vado a sbattere contro il muro perimetrale… il mio 'amico' dai denti affilati coglie l’occasione per provare ad azzannarmi ma, con un movimento laterale mi sposto sulla destra e, senza perdere tempo, taglio la testa anche lui.

Ok.. ne rimangono 3 penso, guardando velocemente quest’ultimi piazzati di fronte a me.

Formulo velocemente un piano di attacco e subito lo metto in atto: lancio la siringa contro quello che si trova a sinistra, tiro un calcio ben assestato al tizio in centro e, mentre il vampiro di destra sembra spaesato, recido il suo collo in un unico colpo; quando cade a terra, mi giro verso il primo e, con una spinta, schiaccio fino in fondo lo stantuffo… neanche un minuto dopo, è a terra, immobile. La mia attenzione torna a quello al centro, che si sta alzando dopo il calcio improvviso: ci scambiamo uno sguardo veloce e subito inizia un corpo a corpo che termina con me sopra di lui e la lama sotto al mento… un movimento secco e addio vampiro!.

Ok.. sistemiamo l’ultimo e poi torno da Dean ma, quando alzo lo sguardo nuovamente su di lui, noto che ha già messo al tappeto tutti i suoi nemici, e ora si sta togliendo con la manica della camicia, il sangue dal viso.

Eh bravo Dean! e, con un colpo di machete, faccio fuori anche l’ultimo della combriccola.

Torno al centro della stanza, e vedo che mio fratello sta facendo la stessa cosa… quando siamo uno di fronte all’altro mi dice “Comunque ho vinto io!”.

Di cosa sta parlando? “Ma a che cosa ti riferisci?” gli chiedo, ignaro della gara a cui sto partecipando.

“Ci ho messo meno tempo a farli fuori! Quindi direi che la vittoria è mia!” mi risponde, e sul suo viso c’è un sorriso allegro.

“Non ho parole… Siamo scampati per un pelo a una dozzina di vampiri e tu pensi a chi ci ha messo di meno a farli fuori? Seriamente?”

“Già!! Però mi spiace non aver avuto l’onore di far fuori quello stronzo che ci ha accolti.. spero che prima di tagliargli la testa lo hai fatto un pò penare..” mi dice, ma in quel momento i miei pensieri sono altrove. 

Aspetta… se io non l’ho ucciso, e Dean neanche, allora dove diavolo è sparito quel- ma un grido mi risveglia “Sam! Attento!”.

Mi volto subito e, a pochi centimetri da me c’è il diretto interessato… faccio qualche movimento ma sono troppo lento… vedo il vampiro avvicinarsi e involontariamente chiudo gli occhi, aspettandomi da un momento all’altro il colpo, e poi il dolore.

Niente.. non succede niente. Ma cosa… Apro lentamente le palpebre e la scena davanti a me mi spiazza: non so in che modo, Dean mi ha fatto da scudo e, da quel che vedo, è anche riuscito a tagliare la testa del mostro.

“Dean..” lo chiamo, quando vedo che non accenna a girarsi.

“Ehi Sammy! Direi che con questa ho decisamente vinto!” mi risponde, mentre lentamente si volta dalla mia parte.

“Ma ti sembra questo il momento di-” ma, in un attimo cambio completamente tono “Dean! Oh cazzo sei ferito!” gli dico, notanto la macchia di sangue che si sta formando sulla sua spalla.

“Oh questa? Tranquillo Sammy! E’ solo un graffio” cerca di tranquillizzarmi, ma sul suo volto noto un cenno di dolore quando cerca di alzare il braccio sinistro.

“Un graffio? Ma se non riesci neanche ad alzare il braccio!” gli urlo addosso, forse per lo spavento, forse perchè ancora una volta mi ha difeso a sue spese.

“Ehi Ehi.. easy tiger! Ok lo ammetto, mi fa un pò male.. ma non è niente di grave! Una piccola sistemata dal mio caro fratellino e una dormita e vedrai che in un paio di ore starò bene” mi dice e a quel punto, capisco che non c’è persona più protettiva e testarda al mondo di Dean Winchester.

“Va bene.. ma al ritorno guido io! “ e, quando vedo che sta per ribattere, continuo “Non vorrai metterti al volante in quelle condizioni?! Niente storie Dean!” dallo sbuffo rumoroso, capisco di aver vinto. Almeno in questo!

Torniamo all’Impala e, con uno sguardo triste ma anche furioso, Dean mi lancia le chiavi con il braccio sano, per poi sedersi dal lato del passeggero, con l atteggiamento tipico di un bambino offeso: in quel momento non riesco a trattenere un sorriso soddisfatto, ma lo faccio scomparire prima di sedermi al posto del guidatore, consapevole del fatto che, se Dean mi avesse visto, sarebbe esploso.

Durante il tragitto di ritorno iniziamo a parlare del più e del meno, finchè il discorso finisce nell’argomento più gettonato in quell’ultimo periodo: l’Oscurità.

“Dean.. secondo te riusciremo a trovare un modo per sconfiggerla?” gli domando, cercando di non pensare veramente con chi o cosa stiamo combattendo.

“Sì Sammy! Siamo pur sempre i Winchester! Queste cose per noi sono all’ordine del giorno” mi risponde, mostrandomi un sorriso confortante.

“Oddio, no! Ci mancherebbe solo quello!” gli rispondo ridendo, cercando di alleggerire la tensione che si è creata.

Passa qualche minuto, dove l’unico suono che si sente è il rumore del motore dell’Impala, finchè Dean mi dice “Sai Sammy.. mi è mancato tutto questo.. stare insieme, scherzare, cacciare senza preoccuparsi di angeli, arcangeli, Dio, demoni ... è bello poter passare del tempo così!” e, voltandomi verso su di lui, noto un sorriso.

Mi fermo allo stop, al semaforo rosso e, quando lui mi guarda, ricambio incurvando all’insù i lati delle labbra, rispondendogli “Anche a me, Dean.” .

Riparto non appena scatta il verde .. tempo neanche un secondo e sento Dean che mi urla “SAM!! ATTENTO!” e poi, un colpo violento, che fa cappottare l’Impala più volte.

Dopo non so quanto mi sveglio - probabilmente ho perso i sensi subito dopo l’impatto- e, con mia grande sorpresa, noto che sono all’esterno della macchina, ormai tornata dritta.

In qualche modo devo essere stato sbalzato fuori … DEAN! e, con lo sguardo lo cerco… è sui sedili anteriori, completamente sdraiato e, nonostante la vista un pò offuscata, vedo sangue.. troppo sangue. DEAN! provo ad alzarmi ma il mio corpo mi duole tutto.. riesco solo a fare qualche piccolo movimento, in modo da mettermi in una posizione più comoda, ma una mossa sbagliata fa irradiare in tutto il corpo una scossa dolorosa, che mi fa perdere lentamente i sensi. Intorno a me sento i suoni sempre più ovattati…


“Qualcuno chiami un’ambulanza”

“Ho già fatto! Stanno arrivando..”


Dean….

N.A. : Ehy everybody! Scusate per il ritardo!! Spero vi sia piaciuto questo capitolo e se volete, lasciate una recensione! A presto!

          -Eli-


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Capitolo 4
*** 4_ ***


POV SAM

“SAM! ATTENTO!” .... l’Impala colpita violentemente… Sangue .. troppo sangue…

Dean… DEAN!!

“Qualcuno chiami un’ambulanza”

“Ho già fatto! Stanno arrivando..”


Mi sveglio di colpo, spaventato dall’incubo … appena i miei occhi mettono a fuoco quello che mi circonda, mi si gela il sangue nelle vene: pareti bianche, una lunga vetrata su un lato, tubi ovunque. Sono in ospedale!

Provo ad alzarmi ma, quando muovo un muscolo, un dolore lancinante mi invade tutto il corpo, facendomi ricadere pesantemente sul materasso; capendo che ogni tentativo é inutile, cerco di trovare Dean solo con lo sguardo e, notando la sua assenza accanto a me, inizio ad andare in panico.

Se stesse bene sarebbe qui, ne sono sicuro… questo significa che… Dean…

“Signor Smith? Come si sente?” mi chiede una voce e, girandomi verso la porta, capisco da dove proviene: un dottore, di circa cinquant'anni si sta avvicinando lentamente al letto, mostrandomi un sorriso cordiale.

“Molto piacere, sono il Dott. Anderson e sono il suo medico curante. Vediamo cosa abbiamo qua“ e sporgendosi un pò , prende la mia cartella medica attaccata alla spalliera.

“Dov’é mio fratello? “ gli chiedo immediatamente e,quando i suoi occhi si posano sui miei, vi leggo tristezza e preoccupazione.

“L-lui é…” ma non riesco neanche a pronunciare le ultime parole dal groppo che mi si forma in gola.

“No, non é morto” e a sentire quelle parole tiro un sospiro sollevato “ma, quando é arrivato in ospedale le sue condizioni erano molto gravi..”.

“Posso vederlo?” domando speranzoso.

“Potrà andare da lui non appena finiremo di parlare delle sue condizioni” risponde subito con un tono che non ammette repliche; mentre sfoglia la cartella mi comunica gli esiti degli esami “Allora Sig Smith… da quel che posso vedere ha due costole rotte e alcune incrinate… ha inoltre molte escoriazioni sul corpo e, su alcune di queste abbiamo dovuto mettere dei punti… per finire ha la tibia sinistra rotta. Ci vorrà qualche mese per guarire del tutto ma, una volta parlato con il fisioterapista dell’ospedale e preso appuntamento per il futuro, sarà libero di tornare a casa” conclude mostrandomi un sorriso.

“Ok, Dottore. Ora posso vedere mio fratello?”.

“Certo… aspetti un attimo” e, mentre mi dice questo, si affaccia alla porta, per parlare con la prima infermiera che trova; dopo uno scambio di battute con quest'ultima,  ritorna accanto a me “Tra poco arriverà qualcuno con una sedia a rotella per permettersi di spostarsi senza fare sforzi… le farò compagnia nel tragitto così da informarla sulle condizioni di suo fratello”.

Qualche minuto dopo, nella stanza entra una giovane ragazza dai capelli biondi raccolti in uno chignon, che gentilmente, insieme al Dottor Anderson, mi aiuta a scendere dal letto per spostarmi sulla sedia…

Che male! Ogni minimo movimento é come una coltellata in petto… per non parlare della gamba che, sotto del gesso, pulsa dolorosamente . Dopo molte manovre e quelli che sembrano minuti infiniti, finalmente sono sul mio mezzo di trasporto con le rotelle.

Durante il tragitto, la ragazza se ne va per occuparsi di altri pazienti, così mi trovo da solo con il Dottore che lentamente mi porta da Dean, parlando del più e del meno per distrarmi… da quanto mi aveva riferito poco prima, si trovava in un altro piano rispetto alla mia camera.

Quando saliamo in ascensore, il tono di Anderson si fa d’un tratto serio “Ascolti, signor Smith… devo avvertirla che le condizioni di suo fratello sono ancora incerte… quando è arrivato qua in ambulanza riportava ferite ovunque…”.

“Esattamente di cosa sta parlando?” chiedo, in un sussurro al solo ricordo di Dean sdraiato, pieno di sangue.

“Come le dicevo, le sue condizioni sono ancora incerte… per ora siamo riusciti a intervenire sulle ferite… suo fratello ha la spalla destra slogata, il polso dello stesso braccio rotto, quattro costole a destra e due a sinistra rotte, così come la gamba sinistra, e molte escoriazioni dovute ai vetri della macchina, in cui alcune abbiamo dovuto mettere dei punti” e mentre mi elenca tutti questi danni fisici, sento gli occhi riempirsi di lacrime “ma la cosa che ci preoccupa maggiormente è la ferita alla testa; finchè non si sveglia, non possiamo essere sicuri al cento per cento delle sue condizioni”.

Rimango scioccato, non so cosa dire. Dean…

La voce del Dottore mi risveglia dai miei pensieri “Eccoci qua… se non le dispiace prima di farle vedere suo fratello, vorrei visitarlo”.

“Certo, non c’è problema… Intanto faccio qualche chiamata” rispondo subito.

Quando vedo Anderson entrare e chiudersi la porta alle spalle, prendo il telefono, lo accendo e, scorrendo la rubrica, cerco il contatto di Cas; premo sulla cornetta accanto al nome e lascio squillare, finché una voce dall’altra parte non mi risponde.

“Cas!”

“Sam! Finalmente! Dove siete spariti? Sono ore che provo a chiamarvi, ma sia il tuo cellulare che quello di Dean sono irraggiungibili”

“Lo so amico...ascolta è successo un casino… adesso siamo al Central Hospital, nella città vicina a dove siamo andati a caccia..”

“In ospedale?! Sam cos’è successo?! State bene?!” mi chiede, una domanda dopo l’altra.

“E’ una lunga storia, te la spiego quando ci vediamo… io sto bene, è Dean..” ma mi interrompo quando la voce di un infermiera mi dice che posso vedere mio fratello.

“Ascolta Cas, devo andare. Vieni qua il prima possibile… per favore”

“Ok Sam, faccio prima che posso” mi dice, prima di riattaccare.

Ti prego Cas, fai in fretta. Prendo un profondo respiro e, spinto dall’infermiera di prima, entro nella stanza di Dean: la camera è identica alla mia, a parte qualche mobile con colore differente.

La mia attenzione si focalizza sulla persona sdraiata nel letto, e mentre esamino il suo corpo, mi ritorna in mente la descrizione che mi ha fatto il dottore in ascensore: da sotto le lenzuola vedo il suo petto nudo, abbassarsi e alzarsi lentamente, ricoperto solo da fasciature sulle spalla e sul costato; le ingessature della gamba e del braccio sono appoggiate a dei cuscini, in modo da mantenerle nella posizione più comoda e corretta.

Infine, la fasciatura sulla testa, così bianca da risaltare sul volto pallido di Dean, segnato da piccole ferite meticolosamente disinfettate e curate. Dean…

Chiedo gentilmente a qualcuno presente di avvicinarmi al letto e, una volta a fianco, appoggio la mia mano su quella di mio fratello. Sono qui! Ti prego svegliati!

E come esaudito un desiderio, gli vedo le palpebre sbattere più volte, per poi aprirsi lentamente; dietro di me percepisco lo stupore dei dottori, ma la cosa non mi interessa.. Dean è sveglio!

Noto che si guarda in giro un pò confuso così, con la voce più bassa e tranquillizzante che riesco a fare, gli dico “Ehi Dean! Come ti senti?”.

Lui volta lentamente il viso verso di me, poi guarda attentamente prima me, poi il dottore e infine l’infermiera, per poi ritornare nuovamente su di me; quando vede la mia mano sulla sua, la sposta di lato e con un pò di titubanza domanda “Tu chi sei?”.


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Capitolo 5
*** 5_ ***


La stanza è avvolta da un silenzio assordante: Sam fissa il fratello, incredulo e scioccato dalla sua domanda; Dean, invece, continua a guardarsi intorno, alla ricerca di qualcosa che potesse fargli capire dove si trova e chi sono le persone accanto a lui; infine il Dottore alle spalle del minore, che osserva la scena, con sguardo carico di tristezza.

Da quello che ho intuito nel poco tempo con cui ho parlato con il ragazzo, questi due fratelli sembrano molto legati. Dio, chissà cosa sta passando per la sua mente in questo momento... pensa, mentre osserva la schiena del giovane ragazzo sempre più ricurva, come schiacciata dal peso della verità.

Dal canto suo, Sam non può che sentirsi sempre più spaventato: suo fratello, il suo Dean, la sua roccia, con cui ha condiviso tutte le esperienze, dalle più belle a quelle più brutte, non si ricorda nulla… come può sopportare una situazione del genere?

E, mentre gli occhi iniziano a farsi sempre più lucidi, osserva il ragazzo di fronte a lui, ma quando guarda attentamente i suoi occhi nota qualcosa che non vedeva da anni: il caratteristico color smeraldo dell’altro sembra risplendere più del solito, come se i suoi occhi si fossero lasciati alle spalle la tristezza e l’angoscia di tutto quel periodo. Dean…

“Signor Smith.. le devo chiedere gentilmente di accomodarsi un attimo fuori, così posso visitare suo fratello” dice Anderson, spezzando il momento surreale che si è creato.

Sam, senza pronunciare una parola, fa un piccolo cenno con la testa e, qualche secondo dopo viene spinto fuori dall’infermiera che ancora non aveva lasciato la stanza; e mentre si allontana, continua a mantenere lo sguardo sul viso del fratello, spaventato di poterlo perdere ancora.

Il minore è accanto alla stanza di Dean, in corridoio, assorto nei suoi pensieri, quando una voce lo richiama alla terribile realtà “Signor Smith… Signor Smith? Mi sente?”; quando lentamente Sam volta il viso nella direzione del suo interlocutore, capisce dallo sguardo dell’altro che probabilmente lo stava chiamando da molto tempo.

“Senta, so che per lei è un bruttissimo momento… ma vorrei discutere delle condizioni di suo fratello” gli dice con lentezza, in modo da far arrivare chiaro il messaggio.

“Va bene… dove?” chiede il ragazzo fin troppo altro per la sedia a rotelle.

“Nel mio ufficio.. è solo qualche stanza più il là… andiamo” e, mettendosi dietro alla carrozzina, lo spinge delicatamente fino a una porta bianca con su una piccola targhetta con inciso ‘Dott. H. Anderson’ .

Una volta sistemato il minore dei fratelli davanti alla scrivania, il medico prende il suo posto dall’altro lato, per iniziare, non prima di aver preso un grosso respiro, la spiegazione “Ok… adesso che suo fratello si è svegliato, possiamo farci un’idea chiara della situazione attuale” ma Sam lo interrompe, troppo irrequieto per aspettare; così domanda “Perchè Dean non si ricorda di me?” e nella sua voce, si può sentire forte il dolore e la preoccupazione.

“Come le dicevo mentre eravamo in ascensore, la ferita che ci preoccupava di più di tutte era quella alla testa… ora che si è svegliato, sappiamo l’entità del danno…”.

“La prego dottore.. non ci giri attorno.. mi dica cos’è e se è possibile farlo tornare come prima”

“Suo fratello durante l’incidente deve aver sbattuto molto violentemente la testa, causando così una commozione cerebrale… per quanto riguarda la cura, dipende se l’amnesia è temporanea, causata solo dall’impatto o dallo shock del momento, o ha effetti permanenti… nel primo caso, molto riposo e un clima famigliare potrebbero aiutare notevolmente..” il dottore lascia in sospeso la frase, conscio del fatto che, per la seconda alternativa non c’è alcuna opzione.

Lo sguardo di Sam, nel frattempo è perso nel vuoto.. nella sua mente un solo pensiero, un’unica frase, ripetuta all’infinito come una preghiera...Per favore, fai che sia temporaneo.

“Quindi mi sta dicendo che l’unica opzione è quella di aspettare?” chiede, una volta capito cosa gli stava dicendo Anderson.

“Esatto...mi spiace ma questa è l’unica opzione.. mi dispiace davvero.. una volta che sarete guariti sia lei che suo fratello, potete tornare a casa, ma periodicamente dovete passare a fare dei controlli” gli spiega velocemente quando, qualcuno bussa alla porta e entrambi sentono una voce “Dottore? Mi spiace disturbarla ma hanno bisogno di lei al reparto pediatrico”.

“Arrivo.. bene signor Smith.. un’infermiera l'accompagnerà in camera sua.. e prima che me lo chieda, visto la situazione, ho chiesto di spostarla nella stessa stanza di suo fratello… così in questo modo potrà stare con lui senza fare qualcosa che potrebbe solo peggiorare la sua situazione attuale” gli dice, sorridendo al ragazzo contento per quella inaspettata notizia.

“Grazie, grazie mille dottore!” cerca di allungare il braccio per mostrare la sua gratitudine con una stretta di mano, quando un fitta di dolore all’altezza delle costole lo coglie alla sprovvista, facendogli mancare il respiro.

“Ehi Ehi.. lunghi respiri, coraggio!” lo incoraggia il medico , corso al suo fianco per aiutarlo; dopo qualche minuto in cui i respiro piano piano si regolarizza, lo sguardo di Sam torna sul volto del  dottore rassicurandolo “Non si preoccupi, va tutto bene. Grazie ancora”.

Usciti dalla porta, Anderson prende una direzione mentre Sam, spinto da un infermiera, va nell’altra.

Ci mettono meno dell’andata ad arrivare alla stanza di Dean e, quando arriva davanti alla porta socchiusa, nella mente di Sam mille pensieri iniziano a vorticare, senza fine; solo dopo aver superato la soglia e aver visto suo fratello addormentato - probabilmente lo avevano imbottito di morfina per le ferite - tutti i suoi dubbi si azzerano.. solo un unico pensiero Questa volta Dean , sarò io ad aiutarti. E mentre rifletteva sul da farsi, un sonno improvviso si abbatte su di lui nel momento esatto in cui la testa tocca il cuscino, facendolo immediatamente addormentare, sempre con lo sguardo rivolto verso il suo Dean.

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Capitolo 6
*** 6_ ***


POV SAM


Mi risveglio a causa della forte luce proveniente da fuori; appena riesco ad aprire gli occhi, molto lentamente in modo da abituarmi a tutto quel chiarore, mi giro verso Dean.

Diversamente da me, sta ancora dormendo profondamente, a giudicare dal respiro calmo e lento… subito mi pervade un senso di tenerezza ma anche malinconia..da quanto tempo non dormiva così tranquillamente? e senza accorgermene, un grosso sospiro esce dalle mie labbra, facendomi sussultare per il dolore alle costole.

“Sam”.

Sobbalzo al richiamo, non avendo percepito nessuno al mio risveglio ma, quando mi volto verso la fonte del suono, mi ritrovo a fissare due occhi azzurri spalancati dalla preoccupazione.

“Cas, amico sei tu.. cavolo mi hai fatto prendere uno spavento” e, mentre gli faccio presente la cosa, un piccolo gemito sofferente si fa spazio per uscire, dovuto a un movimento sbagliato.

“Samuel, che è successo?” mi chiede con tono ansioso e, dal nome che ha usato, capisco che è molto preoccupato .

“Eravamo a caccia di vampiri.. ti è arrivato il messaggio di Dean giusto?”.

“Sì”.

“Beh quando siamo entrati nell’edificio ci hanno accolto con una trappola.. avevano calcolato tutto per uccidere qualche cacciatore ma non pensavano di trovarsi noi.. comunque appena abbiamo finito, neanche il tempo di realizzare che ne mancava una alla lista che questo ci ha attaccato, cioè ha attaccato me.. ovviamente Dean si è messo in mezzo facendolo fuori, ma ferendosi così alla spalla..” gli spiego e dalla sua espressione, capisco che sta ascoltando attentamente ogni mia parola.

“Tipico di Dean.. ma a vedervi non penso che tutte queste ferite siano state causate dai vampiri, giusto?”.

“Esatto.. quando ce ne siamo andati, mi sono messo io a guida dell’Impala perché il testone faceva fatica ad alzare il braccio.. stava andando tutto bene finchè ad un incrocio un idiota è passato con il rosso prendendoci in pieno… Io sono stato più fortunato visto che ero dal lato del guidatore, mentre Dean ha subito il colpo più forte…” nel frattempo mi volto verso mio fratello, ancora nel mondo dei sogni.

“Ma non è questo che ti preoccupa… c’è qualcos’altro.. ho ragione?” mi domanda.. era sorprendente vedere quanto Cas fosse cambiato dal loro primo incontro.

“Sì, c'è altro. Quando mi hanno portato da lui il medico mi ha detto che l’unica ferita che ancora li preoccupava era quella alla testa...visto che non si era ancora svegliato non sapevano dirmi le sue reali condizioni..”

“Sam, non capisco.. cosa vorresti dirmi?”

“Cas, Dean non si ricorda più niente… quando si è svegliato mi ha chiesto chi sono” e, nel dirlo, non posso fermare una lacrima solitaria che mi scivola sul viso.

Quando guardo Cas, vedo nei suoi occhi azzurri la stessa tristezza e confusione che provo io ma, un movimento al mio fianco, fa scattare la mia testa da quel lato.

Dean si sta lentamente svegliando, dopotutto non so neanche da quanto tempo stesse dormendo; appena apre gli occhi, si guarda intorno e, quando incontra lo sguardo di Cas, vedo che si irrigidisce all’istante “Dean, non ti preoccupare lui è Castiel.. è un nostro amico”.

Lo vedo osservarlo attentamente per poi dire, con la voce ancora impastata dal sonno “Castiel? Wow amico, hai uno strano nome… “ e, a sentirlo, entrambi non possiamo che fare una piccola risata perché, nonostante la mancanza di memoria,è sempre lo stesso Dean.

“Cosa è successo? Perchè non mi ricordo di voi? E soprattutto.. chi sono?” nel suo tono paura, un aspetto che mi fa ripiombare ,come una doccia ghiacciata,nella realtà.

Decido di raccontargli tutto..cioè, quasi tutto. Per ora voglio lasciare discorso ‘Family business’ da parte.. già è spaventato così, meglio non farlo scappare.

“Ti chiami Dean, Dean Winchester e io sono Sam, bhe Samuel , tuo fratello minore. Lui invece è Castiel, il nostro più caro amico… Ieri sera abbiamo avuto un incidente e, essendo tu al lato del passeggero, hai preso la botta più forte che ti ha causato un amnesia…”

Vedo che riflette su quello che gli ho detto e poi mi chiede “I nostri genitori? Non li hai avvertiti? O altri parenti?”.

Cosa gli dico? La verità? Mi volto verso Cas e vedo lui che mi fa un lieve cenno con la testa, facendomi intuire la strada da prendere.

“Dean, i nostri genitori sono morti e purtroppo non abbiamo parenti… siamo rimasti solo io e te della nostra famiglia” e appena termino, lo vedo abbassare lo sguardo triste, per poi appoggiare la testa sul cuscino, e addormentarsi nuovamente, e in controluce, riesco a vedere una piccola lacrima solitaria solcare il suo volto. Oh Dean…

“Cas, cosa facciamo? Non possiamo restare…” chiedo supplicandolo con lo sguardo per una soluzione.. vista la situazione non riesco nemmeno a pensare.

“Sam, anche se lo guarisco dai danni fisici, non so se riesco a fargli tornare la memoria… e poi dove lo portiamo? Al bunker? Sarà un pò difficile spiegargli perché vivete lì..” mi risponde, come se nel frattempo stesse dando sfogo ai suoi pensieri per una soluzione.

“ Per quello non c'è problema, mi inventerò qualcosa… come sei arrivato qui?”.

“Ho fermato il primo che passava e gli ho preso la macchina..” e se non fossimo in questa situazione di merda, ci riderei su al pensiero di un angelo del Signore che ruba.

“Ok, allora direi di tornare al bunker con quella e poi lasciarla da qualche parte.. tu guarisci prima me e, mentre preparo tutto, fai la stessa cosa con Dean.. non c’è nient’altro che possono fare qui.. magari al bunker troviamo qualcosa”.

“Ma Sam, non credi che Dean possa insospettirsi quando si ritroverà senza un graffio? A quello non possiamo dargli una spiegazione che non sia la verità..”.

Non ha tutti i torti.. cosa si potrebbe fare? E osservando le varie garze che ricoprono Dean, mi viene un’idea “Cas, riesci a guarire solo alcune delle sue ferite?” gli domando, speranzoso.

“Sì.. a cosa stai pensando?”

“Gli curi le fratture alle costole, lasciando solo le escoriazioni e la spalla lussata.. almeno in questo modo abbiamo una base su cui inventarci la storia.. tanto non ha ancora parlato con il medico quindi non c’è problema” gli spiego velocemente.

“Ok va bene.. iniziamo con te “ e, appoggiandomi due dita sulla fronte, fa sparire tutto il dolore e le contusioni.

“Grazie Cas. Ora, io vado a recuperare la macchina, tu guariscilo e poi portalo giù.. ci troviamo sul retro, al parcheggio delle ambulanze” e, senza aspettare un attimo, esco dalla stanza, prendendo tutti i miei vestiti depositati nell’armadio.

Mi fermo al primo bagno giusto per far cambio abito, e poi velocemente mi dirigo al parcheggio dove si trova la macchina, evitando nel frattempo infermiere e dottori.

Dopo qualche minuto raggiungo finalmente la mia destinazione, trovandomi davanti a un decappottabile rosso fuoco, vecchio stampo. Come non farsi notare…

Tempo di mettere in moto e fare il giro dell’edificio, mi accosto ad un'ambulanza aspettando Cas, che si presenta un istante dopo con Dean addormentato tra le sue braccia.

Quando tutto questo sarà finito, lo prenderò in giro a vita! e, in cuor mio, spero davvero che tutta questa finisca per il meglio.

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Capitolo 7
*** 7_ ***


POV DEAN


Cerco di riaprire gli occhi, ormai sveglio da un sonno senza sogni - come potrei.. non ricordo neanche chi sono.. - ma, quando sento delle voci vicino a me discutere, continuo a fare finta di dormire per poter ascoltare la conversazione.

“Sam, lo sai anche te che non potremo farlo uscire dal bunker.. se qualcuno dovesse venire a conoscenza che Dean ha perso la memoria, farebbero di tutto per catturarlo e fargliela pagare” e, sentendo ciò, mille brividi mi percorrono il corpo. 

Cosa facevo prima per meritare una punizione? nel frattempo, quello che dovrebbe essere mio fratello risponde all’altro tizio.. come si chiama? Castiel? Certo che è uno strano nome da dare a un figlio!

“Lo so Cas… ma che alternative avevamo? Non potevamo stare in ospedale… prima o poi ci avrebbero scoperto … torniamo al bunker e speriamo di trovare qualcosa per sistemare questo casino..” e nella sua voce, posso percepire un accenno di paura.

Decido di rivelare la mia presenza, ma prima che potessi aprire bocca, la voce del tizio in trench mi fa sobbalzare sul sedile “Dean, so che se sveglio.. è inutile che fai finta di dormire”.

Colto in flagrante, mi alzo lentamente, ancora un pò dolorante e noto che mi avevano sdraiato sui sedili posteriori, con sopra .. una giacca?

“Mi spiace aver origliato..” e, dallo sguardo sorpreso del gigante alla guida, capisco che non è una cosa che dicevo molto spesso prima; ignorando tutto, decido di porre le domande a cui voglio aver risposta immediata “ Ok, visto che non devo fare finta di non aver sentito, ho alcune cose da chiedere… perchè ce ne siamo andati dall’ospedale? Cosa diavolo è questo bunker? E soprattutto, cosa posso aver fatto prima di perdere la memoria per far sì che qualcuno mi cerchi e me la faccia pagare?” e, senza volerlo, sputo tutto fuori, alzando un pò il tono della voce.

Vedo i due ragazzi davanti lanciarsi degli sguardi complici e, dopo qualche secondo di silenzio, è Sam ha prendere la parola “Ok Dean, calmati. Il bunker è il luogo dove stiamo mentre non siamo in giro per il paese.. è come se fosse la nostra casa.. mentre per il resto vorrei spiegartelo una volta arrivati lì.. va bene?” mi chiede; dal suo sguardo capisco che è sincero e, con un grosso sospiro, annuisco per fargli sapere che va bene.

“Va bene, posso aspettare” gli dico, ma dentro di me sono nervoso… non ricordo niente, sono in una macchina lontano dall'ospedale e subito nella mia mente si forma un pensiero.. come faccio a sapere che queste persone non stanno mentendo?

Il panico mi assale e, senza rendermene conto, inizio a spostare freneticamente lo sguardo ovunque, alla ricerca di una via di fuga.

Il ragazzo alla guida, notando i miei movimenti, accosta al lato della strada e, non appena la macchina si ferma, si volta verso di me, il viso contratto dalla preoccupazione.

“Dean.. Ehi Dean che succede?” ma quando punto i miei occhi nei suoi, vedo dalla sua espressione che ha capito cosa sta succedendo - come può farlo?- e, mentre mi avvicino piano alla portiera per uscire ed andarmene, sento qualcuno afferrarmi per il polso.

“Dean, lo so che sei confuso e hai paura… ma prima che tu possa fare qualcos’altro, lascia che ti faccia una domanda.. in cuor tuo, cosa senti nei miei confronti? Senti che puoi fidarti?” mi chiede e, quando lo sento, mi blocco fino a voltarmi a fissarlo, stupito dalle sue parole - come posso fare a sapere se mi fido di lui? Non ricordo niente! - ma, diversamente a quello che penso, gli dico “Si..mi fido” sorprendendo anche me stesso.

Lui mi rivolge un grande sorriso affettuoso, per poi aggiungere, guardandomi negli occhi “Ok, allora fidati di te e soprattutto fidati di me” e, con quella frase, almeno una delle mie preoccupazioni svanisce. Si, posso fidarmi di lui.

Terminata la scenetta da film, ripartiamo verso il famoso bunker ma la voce del ragazzo dagli occhi azzurri, spezza l’atmosfera di quiete che si era creata “Sam, dobbiamo fermarci da qualche parte.. abbiamo finito le scorte di cibo”.

“Ok, al prossimo supermarket ci fermiamo e prendiamo qualcosa.. grazie per avermi avvertito Cas”.

“Di nulla Sam” e, dallo scambio di battute tra i due capisco che, non lo so, Castiel ha qualcosa di strano, di diverso da Sam.. magari ho questa sensazione perchè non mi ricordo di lui.

Fortunatamente, neanche 10 minuti dopo, sulla strada troviamo un piccolo negozio, dove decidiamo di fermarci a fare la spesa e una piccola pausa prima di ripartire.

Appena scesi dalla macchina, ci dividiamo, in modo da fare il prima possibile; quando, vagando tra gli scaffali mi trovo al reparto dolci, la mia attenzione viene catturata da una meravigliosa crostata ai mirtilli e, involontariamente urlo “Sammy!!! Pie!!”.

Vedo il ragazzo troppo cresciuto girarsi verso di me con gli occhi così spalancati da uscire quasi dalle orbite; con passo svelto mi si avvicina e, involontariamente, faccio un passo indietro.

“Come mi hai chiamato?” mi domanda e, nella sua voce sento speranza e.. tristezza?

“A dir la verità non mi ricordo… come ti ho chiamato?” gli dico sinceramente ma quando finisco, capisco dalla sua espressione delusa che forse sarebbe stato meglio inventarmi qualcosa “Mi spiace..”.

“Non ti preoccupare...almeno so che sei sempre tu. Adori le crostate, sin da piccolo!” indicando la torta che avevo adocchiato prima.

“Speriamo di ricordare anche il resto..” dico in un sussurro, continuando a guardare quel ragazzo che, da quello che mi hanno detto, è mio fratello. Perchè non mi ricordo di te? Eppure sembriamo così legati...

Mille pensieri mi opprimono la mente … così, con un cenno, faccio capire agli altri due che esco a prendere una boccata d’aria per distrarmi prima del fatidico momento della verità al bunker.

Vado nel bagno situato a lato dello stabilimento, per sciacquarmi un pò la faccia con l’acqua fresca, sperando di scacciare così i brutti pensieri; quando apro la porta, noto che non c’è nessuno al suo interno così, con tre falcate azzero la distanza tra me e il primo lavandino.

Faccio scorrere l’acqua per un attimo, metto le mani sotto al getto, a coppa, e poi mi bagno il viso, facendo attenzione alla fasciatura sulla spalla; mentre sono intento a ripetere l'operazione, sento lo scricchiolio della porta alle spalle ma lo ignoro e continuo quello che sto facendo.

“Deve essere il mio giorno fortunato! Il famoso Winchester qui alla mia mercè da solo e senza ricordi!!” urla qualcuno, estasiato; mi giro giusto in tempo per essere colpito in pieno stomaco da un pugno molto forte e ben assestato e, mentre le mie forze vengono meno, mi accascio sul pavimento; sento la persona sopra di me dirmi con un ghigno inquietante  “Bene.. ora ci divertiamo un pò insieme” e poi, solo nero.


Hello everybody! 

Eccomi con un nuovo capitolo! Non uccidetemi - e soprattutto non mandatemi gli hellhound- dopo questo finale..

Grazie mille per le recensioni e un grazie anche a tutti i lettori silenziosi =) 

-Eli-



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Capitolo 8
*** 8_ ***


POV DEAN


La prima cosa che sento quando mi riprendo é un terribile dolore alla nuca; in un flash, ricordo quello che è successo al bagno del negozio dove ci siamo fermati.

Non so perchè queste persone ce l’hanno con me ma sento nella mia mente di nuovo le parole che aveva detto Sam in macchina, sul fatto che sarei stato in pericolo se fossi uscito dal bunker, e subito avverto il terrore invadermi il corpo, facendomi entrare nel panico: la prima cosa che mi viene da fare è alzarmi e scappare ma, quando ci provo, la dura realtà si abbatte su di me.

Corde strette legano le mie caviglie, busto e petto.. cerco di muovermi, tentando di spezzare o allentare i nodi ma smetto poco dopo a causa della spalla che, al più piccolo movimento, mi lancia scariche di dolore che mi spezzano il respiro.

Provo a calmarmi, in modo da analizzare la situazione davanti, nonostante in questo momento ho solo voglia di urlare, sperando nell’aiuto provvidenziale di qualcuno: faccio uno, due, tre respiri lenti, con gli occhi chiusi, sperando di controllarmi; quando li riapro, inizio a guardarmi intorno alla ricerca di indizi sul luogo in cui sono rinchiuso e soprattutto di una via di fuga.

La stanza è molto piccola, vuota e vecchia, a giudicare dai muri ridotti male… mi sa che sono in un seminterrato penso, notando la piccola finestrella in alto alla parete sinistra, da cui filtra la luce.

Davanti a me una porta, ormai arrugginita, da cui provengono delle voci e, tra queste, riconosco la stessa persona che mi ha sferrato il pugno all’interno del bagno.

“ Cosa ne facciamo?” domanda qualcuno, probabilmente il suo complice.

“ Secondo te?! Proviamo a estorcergli qualche informazione” e questa volta, è lui a parlare.

“ Ma hai sentito Jennifer, ha perso la memoria!! Non può dirci niente!”

“ Sai cosa si dice a proposito della perdita di memoria?  Molte volte basta rivivere un trauma per far sì che i tuoi ricordi vengano a galla… e quale miglior modo, per il nostro amato Dean Winchester, se non la tortura? “

Tortura? Cosa? sento di nuovo il panico impossessarsi di me… provo a strattonare con più forza le corde, ignorando il dolore, sentendo i rumori dei passi avvicinarsi piano alla stanza.

Non so se prima credevo in qualcosa ma ti prego, ti prego Dio, se esisti, aiutami! ma la mia preghiera viene interrotta dal rumore della porta che si apre.

“Il bell’addormentato s’è svegliato finalmente!” mi dice la prima persona che sorpassa la soglia e, dalla voce, riconosco in lui il mio aggressore.

“Temevo di dover aspettare… e non hai idea di quanto questo mi irriti” finisce, con un sorriso a dir poco inquietante sul volto, che mi fa sentire mille brividi in tutto il corpo.

“Su smettila Jade! Non vedi quanto è terrorizzato il nostro cucciolo smarrito? Se continui così probabilmente sviene ancor prima di iniziare” aggiunge l’altro, avvicinando il suo viso al mio, per osservarmi bene.

“I-iniziare cosa?” domando, in un sussurro. So qual’è la risposta, ma spero davvero di aver sentito male prima.

“Ah allora riesci a parlare! Non ti preoccupare per ora, lo scoprirai molto presto… a meno che non collabori dicendoci tutto quello che sai”.

In qualche modo riesco a calmarmi e, mantenendo il tono di voce più fermo possibile, gli dico “Ascolta, non ho idea di chi voi siate! L’unica cosa che mi hanno detto è che mi chiamo Dean e, a quanto pare, ho un fratello e un carissimo amico. Niente famiglia. Quando mi sono svegliato ero in ospedale e loro erano lì con me… non so altro” non so perchè, ma decido di non dire niente riguardo la nostra destinazione, ovvero il famoso bunker.

“Si, beh.. non ci stai dicendo nulla di nuovo.. queste cose le sapevamo già” mi risponde il complice, muovendo la testa a destra e sinistra, rassegnato; si gira verso l’altro e, insieme, si mettono nell'angolo della stanza - forse a decidere cosa fare? .

Ora che ne ho l’occasione, osservo meglio i miei sequestratore: il primo, quello che mi ha steso - Jade? - è un ragazzo molto magro, non alto, dall’aspetto direi di circa 40 anni; l’altro, invece, nonostante la sua altezza, è di costituzione molto asciutta, di circa 30 anni.

Come hanno fatto a stendermi con un colpo solo? mi chiedo ma, quando guardo il loro volto, mi si blocca il respiro. I loro occhi...I LORO OCCHI SONO NERI!!

Notando la mia espressione a dir poco terrorizzata e confusa, con passo lento, si riavvicinano a me, tenendo ben aperto le palpebre in modo da farmi vedere l’oscurità dei loro sguardi “Ops, mi spiace. Beh, a dir la verità no. Se non avessi perso la memoria, sapresti cosa significa quando vedi qualcuno con questi occhi e, visto che sei un cacciatore, sapresti esattamente cosa fare”.

“Cacciatore? Ti sbagli.. non penso di aver mai cacciato animali in vita mia..” e, anche se non ricordo nulla, sento che quella è la verità; rimango incredulo quando entrambi iniziano a ridere sonoramente… una risata falsa ma anche crudele.

“Eh no cacciatore, non hai cacciato animali, su questo hai ragione… se solo sapessi! Sai potrei raccontarti molte cose sul famoso Dean Winchester e la sua furia omicida.. ma poi dove sarebbe il divertimento? Giusto Brian?” “Giusto Jade!”

“Vedi” inizia, tirando lentamente fuori un coltello dai pantaloni “ almeno Brian oggi si è potuto divertire un pò a giocare con quel tizio che vi aveva visto passare… ha spifferato subito la vostra direzione ma cosa potevamo fare? Lasciarlo andare?” mi chiede ironico e subito capisco qual’è stata la sorte di quel pover'uomo che si è trovato in mezzo, solo perchè li aveva visti di sfuggita.

“Quindi, visto che lui ha avuto la sua parte, direi che tocca me! E chissà.. magari riusciamo ad unire il lavoro con il piacere” e, senza preavviso, compie un movimento laterale che mi provoca un taglio sulla coscia destra, facendomi emettere un urlo, più per la sorpresa che per il dolore.

Sul suo volto appare un ghigno divertito e, dopo aver osservato la lama sporca del mio sangue, mi fissa coi suoi occhi neri, dicendo “Bene.. diamo inizio ai giochi!”


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Capitolo 9
*** 9_ ***


POV DEAN


Dopo avermi procurato quel taglio - non molto profondo - sulla coscia, quell’essere si gira verso il suo complice chiedendogli “Hai protetto l’edificio come ti avevo chiesto?”.

L’altro, con un piccolo sorriso divertito gli risponde “Sì. Ora l’intero stabile è protetto.. neanche quel maledetto angelo che li accompagna potrà trovarlo facilmente”.

Angelo? Quale angelo? E’ solo una metafora, giusto? Allora perchè sento che in realtà non è così? e un forte dolore alla testa mi fa chiudere gli occhi; quando li riapro e mi concentro su quello che c'è intorno a me, sento uno dei miei aguzzini dire “Se vuoi fare un giro, fai pure. Ci sarà da divertirsi qui”, i suoi occhi ancora nero pece.

Appena il suo complice lascia la stanza, sbattendo rumorosamente la porta alle sue spalle, il mio aggressore si fa più vicino, mentre lentamente si passa un coltello da una mano all’altra, gioendo del mio sguardo terrorizzato.

“Sai - mi dice mentre piano si piega in modo da essere all’altezza della mia faccia - non sarò bravo come Alastair, ma qualcosa ho imparato anche io. Spero davvero che non ricorderai nulla, così ho la scusa perfetta per torturarti.. se no che divertimento ci sarebbe? “.

Cerco di mandare giù la saliva, ma sono così spaventato da tutto quello che sta succedendo che la mia bocca è completamente asciutta.

“Fai bene a preoccuparti - mi dice, notando il mio gesto - non hai idea di quello che ti aspetta. Bene, basta chiacchere. Iniziamo”.

_ _ _ _


Troppo lentamente, troppo doloroso: quella ‘cosa’ - sì perché nessun essere umano poteva definirsi tale con quei spaventosi occhi pieni di oscurità - si stava godendo ogni attimo, ogni grido, ogni gemito di dolore.

Il taglio alla gamba era solo l’inizio… dopo quello era iniziata la vera tortura.

Successivamente aveva inciso entrambe le braccia con solchi profondi, che partivano dal gomito fino al polso, accuratamente fatti per evitare le vene principali, in modo da non farmi morire subito dissanguato; poi, senza neanche un secondo di tempo per riprendere fiato, aveva inserito lentamente il coltello nel mio fianco, sempre facendo attenzione a evitare punti vitali.

Neanche le mie grida o le suppliche di fermarsi riuscivano ad interrompere quella lenta agonia… solo la perdita dei sensi poteva essere l’unica salvezza ma, neanche quello mi fu concesso: ogni volta che vedeva che stavo per perdermi nel buio dell'incoscienza, faceva pressione sui tagli pieni di sangue oppure mi sferrava qualche pugno in viso, così forte da far cadere la sedia a terra.

La tortura con il coltello continuò per un'altra mezz’ora, fin quando finalmente, nonostante tutte le sue ‘premure’, persi i sensi…


Al mio risveglio percepisco chiaramente tutte le ferite sul mio corpo: il viso é gonfio e livido a causa dei colpi subiti per farmi rimanere sveglio; le mie braccia hanno ciascuna quattro profondi tagli, due da spalla a gomito, due da gomito al polso; il busto è ricoperto anch’esso da lunghe lacerazioni, distribuite senza una logica apparente, e alcuni incisioni verticali dove il coltello era penetrato nella carne; le gambe, per ora sembravano gli unici arti a essersi salvati da quel doloroso attacco.

Provo a muovermi ma subito noto che mi trovo sul fianco, a terra , ancora legato alla sedia e solo in quel momento percepisco tutti i vestiti appiccicati al mio corpo e, un attacco di panico mi assale.. quanto sangue! Troppo sangue! Ti prego Sam o Castiel.. aiutatemi!

La mia preghiera purtroppo sembra aver l’effetto opposto visto che, in quel preciso istante, la porta si apre rivelando la presenza del mio torturatore “Oh vedo che ti sei svegliato finalmente” mi dice mentre si pulisce con uno straccio le mani dal sangue - il mio sangue.

“Pensavo di dover aspettare ma fortunatamente non è stato così!” esprime la sua gioia, mostrandomi ancora quel suo sorriso inquietante. “Occupiamoci un attimo di affari.. ricordi qualcosa? Qualunque cosa?”

“N-n-no “ rispondo in un sussurro “no-non ricordo niente.. per favore...la-lasciami andare” per pronunciare quelle parole faccio uno sforzo enorme, che mi fa riappoggiare la testa al pavimento.

“Eh no, mi spiace mio caro Dean, ma non posso farlo. Tu ci sei utile.. ma prima di ucciderti voglio divertirmi per bene.. sai mi aspettavo di più dal famoso Dean Winchester, colui che è riuscito a resistere alle torture dell’Inferno per 30 anni e poi è diventato l’allievo prediletto di Alastair..”.

Sono troppo stanco anche per cercare di capire cosa sta dicendo così ,ormai rassegnato a quello che mi farà, gli chiedo, anzi lo supplico “Ti prego… facciamola finita… lasciami andare o uccidimi.. “ e non so neanche io dove trovo la forza per pronunciare quelle parole.

“Ah, così vuoi arrenderti? Bhe, mi spiace ma non sarà così semplice” e, dopo aver pronunciato la frase, inizia a tirarmi senza sosta calci ovunque, facendomi provare stilettate di dolore in ogni punto che colpisce… quando per sbaglio - o forse no - centra la spalla, non riesco a trattenere un urlo più forte degli altri, che provoca nel mio aggressore un sorriso compiaciuto.

Chiudo gli occhi, sperando che il mio corpo ceda e mi faccia ricadere di nuovo nella pace dell'incoscienza quando, all’improvviso sento un urlo agghiacciante provenire da dietro alla porta...dalla pausa da quell'infinito dolore, capisco che non sono l’unico ad averlo udito.

Un attimo dopo, odoo il tonfo della porta della stanza scardinata via e, una volta aperti gli occhi, nonostante la vista appannata, scorgo la figura di una bambina dai capelli castani, in un abito bordeaux, in piedi poco dopo a soglia.

“Tu chi diavolo sei? Come hai fatto a entrare?”

“ Non osare rivolgermi la parola.. dopo quello che hai fatto, meriti solo di morire” e, pronunciato ciò, vedo il mio torturatore cadere a terra, afferrandosi la gola, finché del fumo nero non esce dalla sua bocca per finire in quella della mia salvatrice, lasciandolo riverso esanime.

In un sussurro, nonostante il dolore che percepisco ovunque, le chiedo “T-tu c-chi sei? C-che cosa è-è s-successo?”.

“Ciao Dean. So che non puoi riconoscermi in questa forma ma sono io, Amara”.


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Capitolo 10
*** 10_ ***


POV DEAN


“Ciao Dean. So che non puoi riconoscermi in questa forma ma sono io, Amara”

Amara...Amara.. provo una strana sensazione nei suoi confronti..ma cos’è?

“M-mi spiace, ma non ho la minima idea di chi t-tu sia..” e il solo pronunciare questa frase, mi azzera le forze. 

Sento di essere al limite: il corpo è ricoperto di ferite e sangue che piano piano si sta seccando sulla pelle e miei vestiti sono ormai irriconoscibili; i pensieri sono annebbiati per la fatica e soprattutto per il dolore accecante che mi pervade ogni singola fibra.. non credo che riuscirò a rimanere cosciente ancora a lungo..

Con le ultime briciole di energia che mi rimangono, tento di chiedere alla bambina di fronte a me di uscire e chiamare aiuto “S-senti Amara.. n-non so p-per quanto t-tempo riesca a re-resistere… puoi farmi un favore? R-riesci ad uscire e c-chiamare aiuto? O-oppure prendere il m-mio telefono nell’altra s-stanza” - e per fortuna che Sam aveva insistito a lasciarmene uno con su il suo numero e quello di Cas perchè, sue testuali parole ‘Dean, è meglio essere prudenti.. - “per favore?”.

Terminato di parlare osservo la ragazzina di fronte a me e, nonostante la vista sempre più sfocata, noto sul suo giovane viso un sorriso compiaciuto.

“Oh Dean, Dean… mi spiace che tu abbia perso la memoria… altrimenti sapresti esattamente cosa dovresti chiedermi e soprattutto chi realmente io sia” mi dice, avvicinandosi lentamente verso di me e, più la distanza tra noi diminuisce, più avverto sottopelle una sensazione strana, inquietante.

“F-ferma! N-non ti avvicinare” le dico istintivamente, avvertendo la minaccia incombere su di me.

“Ormai è tardi Dean.. sai, non puoi saperlo ma la mia forma fisica dipende dallo stato dei miei poteri..come puoi vedere adesso sono ancora una bambina,questo significa che stanno crescendo.. ora come ora non posso guarirti del tutto perchè rischierei di fare più male che bene.. ma posso darti una mano nel processo” e detto questo, appoggia il palmo della sua mano sul mio petto ferito e, quando torno a guardarla in viso, noto che ha chiuso gli occhi.

Provo a spostarmi, in modo da sfuggire alla sua presa, ma la posizione in cui mi trovo - ancora legato alla sedia caduta sul pavimento sul fianco - non mi permettono di fare altro se non restare immobile e osservare la ragazzina di fronte a me, fare qualunque cosa stia facendo.

Qualche secondo dopo, accade qualcosa che mai mi sarei aspettato: lentamente vedo le mie ferite risanarsi e poi sparire, lasciando solo il loro ricordo con una linea rossa e un leggero pizzicore ...dopo qualche minuto, il mio corpo è tornato esattamente come prima di quella terribile esperienza, compresa la spalla.

“Ma cosa?!” domando, sconcertato e spaventato.. se poteva guarirmi con un solo gesto, cos’altro poteva farmi? mi chiedo mentre lei, finalmente, riapre gli occhi e, con un tocco delicato, scioglie tutti i nodi per liberarmi dalle corde che ancora mi costringevano seduto sulla sedia ribaltata a terra.

Appena finisce, mi siedo, non sapendo cosa fare: indubbiamente Amara è molto forte, nonostante le apparenze, quindi pensare di scappare è inutile.

Lei, vedendo il mio volto preoccupato, confuso e soprattutto pensieroso, si abbassa in modo da essere alla mia stessa altezza e, con tono rassicurante -diverso da quello che le ho sentito nel suo ingresso trionfale - mi dice “Dean, non ti preoccupare, non ti voglio fare nulla. Appena lascierò l’edificio, tutte le protezioni magiche verranno cancellate, così il tuo caro angioletto ti troverà in un batter d’occhio..o sarebbe meglio dire d’ali”.

“Perchè mi lasceresti andare? E soprattutto perché mi hai aiutato?” chiedo, sentendo dentro me nascere un briciolo di speranza dopo le sue parole.

“Perchè Dean, tu mi hai liberato, anche se non te lo ricordi.. e inoltre, io e te siamo legati.. ma prima devi riacquistare la memoria, così come io devo essere al massimo delle mie forze.. non ti preoccupare, ci vedremo ancora.. e finalmente diventeremo una cosa sola” e, detto questo, appoggia due dita sulla mia fronte, facendomi perdere i sensi.


Nel frattempo…


POV SAM


“Cosa vuol dire che non riesci a rintracciarlo?” chiedo a Cas, ormai al limite della pazienza; Dean era sparito ormai da 3 ore e di lui ancora nessuna notizia. Insieme a Castiel abbiamo provato qualsiasi tipo di incantesimo di localizzazione ma nulla.. in qualunque posto l’hanno portato, è ben protetto.

Continuo a percorrere senza sosta l’intera lunghezza della piccola stanza del motel, pensando e ripensando a tutti i vari metodi utilizzati duranti gli anni per rintracciare le persone ma, analizzandoli uno a uno, la speranza di rivedere mio fratello si affievolisce sempre di più.

Cas, nel frattempo è seduto al tavolo della cucina, concentrato: è da qualche minuto che sta provando, con tutte le sue forze o meglio dire, con tutta la sua Grazia, di rintracciare Dean… forse in qualche modo riesce a percepirlo grazie a  quel ‘profondo legame’ che li lega, ma quando lo guardo, l'angelo ricambia con un’espressione sconfitta e, nei suoi occhi così azzurri e innaturali, riesco a vedere la tristezza e la colpa per quello che non è riuscito a fare.

Dopo tutto questo tempo sappiamo solo che sono stati dei demoni a rapirlo - visto lo zolfo sul pavimento del bagno … non sappiamo neanche se è vivo e, al solo pensarci, sento gli occhi riempirsi di lacrime. No, è vivo! Me lo sento.. ti prego Dean.. resisti!! Riusciremo a trovarti!

E infatti, nel momento in cui tutto sembrava perduto, vedo Cas sobbalzare all’improvviso, alzandosi in piedi con una velocità tale che la sedia viene scaraventata a terra.

“Ehi Cas! Che succede?” gli chiedo preoccupando, notando la sua espressione incredula e allo stesso tempo preoccupata.

“Io.. Ecco percepisco qualcosa… ma non so se è una buona notizia” mi risponde, tenendo lo sguardo puntato verso il vuoto.

“Cosa? Avanti Cas, parlami!” gli urlo esasperato.

“Amara” e quel semplice nome mi manda completamente in tilt: sin dalla sua prima apparizione, era chiaro che quella donna - almeno così l’ha descritta Dean - aveva un particolare interesse per mio fratello… ma che fosse andata addirittura a cercarlo? E poi? Cosa voleva fare? Portarlo via?

“Cas sai dove si trova?” chiedo, sempre più preoccupato per la sorte di Dean.

“Sì.. è molto debole ma la riesco a percepire. Andiamo”  e senza aspettare un minuto di più ci fiondiamo fuori dal motel, verso l’Impala.



Hello everybody!!
Volevo solo ringraziare tutti quelli che stanno leggendo la mia storia =) sia quelli silenziosi, sia quelli che l'hanno aggiunta nell'elenco delle storie seguite o ricordate ;) .
Un ringraziamento in particolare a BALTO97 e cin75 per le loro fantastiche recensioni!!
Grazie ancora, -Eli-




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Capitolo 11
*** 11_ ***


POV SAM


Spingo il pedale dell’Impala fino in fondo, azzerando la distanza tra noi e Dean in pochi minuti, probabilmente infrangendo un milione di limiti di velocità, ma la cosa non mi importa…mio fratello è da solo, senza memoria, rapito da demoni e ora in presenza dell’Oscurità!! Devo raggiungerlo al più presto!

‘Fortuna’ vuole che il luogo dove lo tengono non è molto lontano dal motel in cui soggiorniamo, così vicino da raggiungerlo dopo neanche 10 minuti.

Appena arrivati, parcheggio la macchina esattamente davanti all’entrata di quello che dall'esterno appare come il classico palazzo abbandonato, con tanto di scritte sui muri e sulle finestre.

Scendo dall Impala, ancor prima che si fermi del tutto e in un attimo mi ritrovo a fianco di Cas, il cuore che batte all’impazzata.

“E’ questo il posto Sam” mi dice, mentre entrambi scrutiamo ogni dettaglio dello stabile.

“Sei sicuro? Amara è ancora qui?” gli chiedo, consapevole del fatto che non siamo minimamente pronti a un faccia a faccia con l’Oscurità..non adesso.

“No… deve essere andata via da poco perchè percepisco, anche se molto debole, la sua aura”.

Prendo un respiro profondo e gli dico “Ok Cas. Entriamo e salviamo Dean”; dopo un cenno della testa da parte sua, ci infiliamo attraverso la porta d’entrata, a armi spianate, io con il coltello di Ruby, lui con la lama angelica, fianco a fianco.

Appena fatta irruzione, percepisco un odore pungente e nauseante provenire da quelle che sembrano scale per il piano seminterrato; non so spiegare il perchè, sarà l’istinto, ma so che Dean è lì sotto, anche se lo schifo che sente il mio naso non promette nulla di buono.. “Di qua” sussurro a Cas, qualche passo dietro di me.

Scendiamo lentamente, i sensi all'erta, pronti a scattare contro qualsiasi cosa vuole ostacolare la nostra strada; arrivati alla fine della scalinata, entriamo in una grande sala completamente vuota, ad esclusione del corpo di un signore morto in un angolo, accanto a una porta aperta.

“Secondo te era uno dei demoni che ha rapito Dean?” domando perplesso per quella strana situazione.

“Non lo so… Se Amara è venuta a salvarlo, avrà ucciso chiunque si sia trovata davanti” mi risponde e, pensandoci, realizzo quanto è terrificante l’entità contro cui stiamo combattendo.

“Ok… troviamo Dean” dico, preoccupato che possa essere successo qualcosa a mio fratello.

Sorpassata la porta, mi blocco sul posto, i miei occhi che cercano in qualche modo di guardare quello che ho davanti: Dean è riverso a terra, i vestiti ridotti a brandelli, in mezzo a del sangue, sia fresco sia asciutto, accanto a quella che doveva essere la sedia sopra cui lo hanno tenuto prigioniero e torturato. Oddio!

Quando i miei arti finalmente reagiscono ai comandi, corro da lui, posando immediatamente due dite sulla vena del collo, pregando con tutto me stesso di percepire il suo battito… ed è così.

“DEAN!!! Cas! E’ vivo” urlo al nostro amico piumato, con tono sollevato per la scoperta; lo sento avvicinarsi alle mie spalle e inginocchiarsi vicino, mentre nel frattempo appoggio delicatamente la testa di Dean sulle mie gambe.

“Cas, coraggio! Cura le sue ferite, tutte stavolta, e andiamocene da qui” gli chiedo, sempre più impaziente e ansioso di poter lasciare quell’orribile luogo, impregnato di sangue.

“Sam… guarda…” mi dice solo, indicando Dean.

“Coraggio Cas, cosa sta-” ma le parole mi muoiono in gola quando abbasso nuovamente lo sguardo su mio fratello, notando per la prima volta le sue vere condizioni fisiche… come ho fatto a non accorgemene subito?! mi chiedo, mentre continuo a fissare tutti quei tagli sui suoi vestiti e vedendo solo ora che al di sotto di quelli non c’era niente. Niente! Neanche una ferita!! Ma com- “Amara” pronuncio ad alta voce, rispondendo da solo alla domanda.

“Esatto. Probabilmente è venuta qua per salvarlo… e vedendo le sue condizioni ha deciso di guarire le sue ferite… Non credevo fosse già così potente.. da quello che aveva detto Dean, l’ultima volta che l’ha vista era solo una bambina… possibile?” lo sento parlare, ma da quel che dice, sembra quasi che stia dando sfogo ai suoi pensieri.

“Penseremo a lei più tardi Cas… meglio andarcene da qui e portare Dean in un luogo sicuro.. il bunker dista solo un’ora di macchina.. forse è meglio portarlo là...”

“Sì, sono d’accordo. Andiamo” e quando pronuncia quell’ultima parola, faccio ricorso a tutte le mie forze per alzarmi portandomi a dietro Dean, in modo da trasportarlo in braccio fino alla macchina.

Lo sforzo è grande ma non mi importa: se i ruoli fossero invertiti, lui avrebbe fatto lo stesso con me; e con questa consapevolezza nel cuore, stringo di più il suo corpo al mio, facendo appoggiare la sua testa alla mia spalla.

Arrivati alla macchina, Cas mi aiuta a metterlo nei sedili posteriori, posizionandolo in modo che non possa cadere in caso di frenata, e poi gli appoggio la mia giacca sulla camicia ormai distrutta, come se fosse una coperta.

Il viaggio è silenzioso: Cas non ha spiaccicato parola sin dalla partenza, troppo perso nei suoi pensieri, anche se ogni tanto lo vedo guardare dietro, verso Dean; io sono concentrato sulla strada davanti a me e la mia unica compagnia è il respiro lento e regolare di mio fratello, che nonostante i nervi a fior di pelle - dopotutto quello che è successo - mi rilassa, quel poco che basta per non andare a prendere, persino all’Inferno, quei maledetti demoni che hanno osato mettere le mani su di lui… Se non fossero morti per mano di Amara, le torture degli Inferi sarebbero apparse a loro come il Paradiso, a confronto di quello che gli avrei fatto io. 

Sono così preso da questi pensieri che non mi accorgo di essere arrivato al bunker e di aver già parcheggiato la macchina nel garage.

“Cas” cerco di richiamare la sua attenzione su di me e, quando finalmente vedo i suoi occhi puntati nei miei, continuo “Porto Dean e gli do una sistemata … dovremo pensare a cosa dirgli … sarà molto sconvolto dopo tutto quello che è successo e io… bhe, non so cosa fare” e non mi importa di apparire debole.. stiamo parlando di mio fratello e io non ho assolutamente idea di come agire!!

“Non ti preoccupare Sam… lasciamolo riposare ora che può.. appena si sveglia, cerchiamo di capire com’è la situazione e da lì decidiamo… se ha recuperato i suoi ricordi, penso che tutto sarà molto più semplice… in caso contrario, ci occuperemo di lui, come facciamo sempre” ed è solo una mia impressione o sul suo volto c’è un sorriso accennato?.

Scendo veloce dalla macchina, per poi spostarmi dietro e accogliere Dean tra le mie braccia, esattamente come ho fatto per trasportarlo fuori da quell’edificio abbandonato; una volta arrivati in camera sua, lo adagio delicatamente sul letto, levandogli i vestiti ridotti in brandelli e, con un panno caldo/tiepido, pulisco tutto il sangue che copre il suo corpo, ormai secco.

Nonostante la delicatezza usata, il suo istinto da cacciatore lo avrebbe fatto svegliare dopo appena il primo tocco, ma così non è successo.. Coraggio Dean! Apri gli occhi e insultami! Dimmi che solo una ragazza può permettersi di lasciarti seminudo sul letto! e più ci penso, più mi ribolle il sangue di rabbia.

A operazione terminata, lo rivesto con dei vestiti comodi e puliti, mentre quelli ormai ridotti a uno straccio li butto nell’angolo della stanza; finito anche questo compito, porto la sedia accanto al letto, accanto a lui e aspetto.. aspetto il suo risveglio.


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Capitolo 12
*** 12_ ***


POV SAM

Sono seduto su questa sedia, più scomoda che mai, da ormai non so quanto tempo...continuo a fissare il petto di Dean abbassarsi e alzarsi lentamente, come se fosse il mio stesso sguardo, la mia stessa presenza, a tenerlo in vita.

Non ho lasciato la stanza neanche un secondo, troppo preoccupato per la sorte immaginaria che il mio cervello ha formulato in caso che i miei occhi si fossero staccati anche solo per un secondo da lui.

Cas é arrivato dopo qualche minuto che avevo messo a Dean dei vestiti comodi... é rimasto lì con me, un compagno silenzioso: ha provato solo qualche volta a convincermi a prendere una pausa per mangiare o per dormire, ma un solo mio sguardo lo faceva tornare al suo posto, in piedi accanto alla porta, ad osservare tutta la scena, ancora in silenzio.  

Non so quanto è passato, forse é un'allucinazione, ma vedo Dean muoversi nel letto, sbattendo leggermente le palpebre per abituarsi al chiarore della luce provocata dalla lampada sul comodino; mi siedo accanto al suo corpo disteso, appoggiando una mano sul braccio per dargli conforto ma a quel contatto lo vedo spalancare gli occhi di scatto e tirarsi su a sedere con una velocità tale che per poco non mi tira una testata.

“Hei Dean! Ehi! ehi! Tranquillo sei al sicuro!” gli dico quando vedo sul suo volto un'espressione terrorizzata e il respiro sempre più affannoso.

“Cosa è successo? Dove sono?” mi domanda con voce quasi impercettibile.

“Castiel è riuscito a trovarti.. quando siamo arrivati eri incosciente sul pavimento .. .così ti abbiamo trasportato qua” gli dico , rassicurandolo sia con il tono della voce sia con lo sguardo.

“Ah.. ok” risponde solamente, guardandosi intorno.

“Torna a riposare Dean.. quando ti sarai ripreso, ti spiegheremo tutto , tranquillo” gli dico, poggiando entrambe le mani sulle spalle e spingendolo lentamente di nuovo verso il materasso.

Lo vedo scuotere la testa in senso affermativo e, prima di chiudere gli occhi noto che sta guardando la porta, dove c'è Castiel appoggiato allo stipite e sussurrargli un “grazie Cas” prima di riaddormentarsi ancora.

Mi giro verso di lui con l'espressione più incredula della storia..

“Cas hai sentito come ti ha chiamato? Non dirmi che me lo sono immaginato .. ” chiedo, spostando lo sguardo su quello che ormai era il nostro amico più fidato.

Lo vedo avvicinarsi a mio fratello, con il viso nelle mie stesse condizioni e, quando finalmente si posiziona accanto al letto, si rivolge a me “Mi ha chiamato Cas.. da quando si é svegliato non mi ha mai rivolto la parola… e soprattutto non mi ha mai chiamato come fa di solito lui .. cosa sarà successo ?” e più che una domanda, sembra quasi una preghiera per conoscere la realtà dei fatti.

“Non lo so .. dobbiamo aspettare che si svegli e capire cosa gli ha fatto Amara.. Magari insieme alle ferite è riuscita a guarire anche l’amnesia” gli dico pieno di speranze ma, guardando lo stato dei suoi vestiti buttati a terra - ancora ridotti a brandelli e pieni di sangue - il mio morale va a finire sottoterra, quindi aggiungo “Ma non fasciamoci la testa prima del previsto ...magari é stato solo un riflesso incondizionato o si é ricordato come ti chiamavo io quando eravamo in macchina”.

“Si, hai ragione.. meglio lasciarlo riposare” mi dice, non muovendosi di un passo.

“Lo sai già che non lo lascerò qua da solo Cas..  soprattutto dopo quello che è successo… so che il bunker è a prova di qualunque essere soprannaturale ma io-”

“Si, capisco Sam. Ma hai bisogno di riposare almeno qualche ora.. starò qua io con lui...e quando ti sarai svegliato, se vorrai restare, non ti dirò niente, promesso” .

So che ha ragione, so che devo riposare un po per poter reggere qualunque cosa succederà o ci dirà dopo, ma non riesco a lasciarlo..non ora. Alzo lo sguardo su Cas per ribattere ma quando lo faccio, mi accorgo che nei suoi occhi azzurro c'è una luce particolare.. determinazione? protezione? E in quel momento capisco che non c'è nulla che possa fare.. quindi, con un leggero cenno della testa, lo ringrazio, uscendo dalla stanza il più silenziosamente possibile, in modo da non disturbare il sonno di Dean, conscio del fatto che mio fratello fosse protetto da qualcuno che lo avrebbe tenuto al sicuro, anche a costo della sua stessa vita.

Con passo lento raggiungo la mia stanza, senza neanche ragionare sul percorso da fare, perso nei miei pensieri: sono così abituato a percorrere quei corridoi che non ho bisogno di sforzarmi.. anche se all’inizio ammetto che tutto mi sembrava un gigantesco labirinto!

Appena mi ridesto da quei pensieri, faccio ancora qualche passo e mi trovo esattamente davanti alla porta di camera mia: appoggio la mano sulla maniglia e lentamente la apro. La vista del letto fa scattare qualcosa nella mia mente e subito mi ritrovo a sbadigliare di continuo, la stanchezza che finalmente si fa sentire.

Mi butto letteralmente sul materasso, senza neanche cambiarmi o levarmi le scarpe e proprio in quel momento mi viene in mente un ricordo di quando ero piccolo, insieme a Dean..


Novembre, 1993. La caccia è stata faticosa, ma alla fine il mostro è morto per mano di mio papà… nonostante questo, trovarlo è stato più difficile del previsto, facendoci vagare per molte ore nel buio della foresta, alle fredde temperature dell’anno ormai in procinto di finire.

Il ritorno sull’Impala è molto silenzioso, tutti troppo nervosi e stanchi per poter iniziare una conversazione, ma va bene così… basta che siamo qui, tutti.

Appena parcheggiata, ci catapultiamo dentro, per scaldarci e poter dormire qualche ora prima di ripartire per la prossima destinazione… Papà si dirige subito verso il frigo, stappando una birra per poi sedersi sul vecchio divano a guardare la tele; Dean inizia a liberarsi di tutti quegli strati di vestiti che indossava per stare al caldo; io invece, troppo stanco per fare qualsiasi cosa, tolgo solo la giacca, per poi lasciarmi andare sul mio letto, a pancia in giù, più spossato che mai.

“Coraggio Sammy, togliti almeno le scarpe” mi dice Dean che ora è accanto a me… ma non lo ascolto… le mie palpebre sempre più pesanti, i suoi ovattati, il sonno che si impossessa veloce di tutto il mio corpo e la mia mente.

“Non importa.. Buonanotte Sammy” mi sussurra, appoggiando su di me la coperta del suo letto, in modo da non prendere freddo.

La mattina dopo, quando mi sveglio alle prime luci dell’alba, noto che qualcuno mi ha tirato via le scarpe e istintivamente mi volto verso Dean, ancora nel mondo di sogni, girato verso il mio lato con solo una coperta a coprirlo perché l’altra è ancora su di me.

E in quel momento capisco quando sono fortunato ad avere LUI come fratello maggiore.


E con questo ricordo, mi lascio andare alla stanchezza, con un piccolo sorriso sulle labbra e la speranza che tutto possa tornare come prima.


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Capitolo 13
*** 13_ ***


POV SAM


Mi sveglio dopo quella che sembra un’eternità ma, appena lancio uno sguardo alle ore sul telefono accanto a me, mi accorgo che è passata solo un’ora e mezza; sì, può sembrare poco, ma per noi cacciatori dormire 2 ore equivalgono a 8 ore degli altri.. il mio corpo è ancora a pezzi, dopo la terribile giornata passata, ma la mia mente è reattiva, piena di domande e poi sono troppo preoccupato per le condizioni di Dean … ancora non sappiamo cosa Amara gli abbia fatto, e questo fa crescere nel mio stomaco un macigno di ansia e inquietudine.

Mi siedo sul letto, con i piedi appoggiati al pavimento, la testa tra le mani, mille pensieri che vagano incontrollati nella mia mente: cosa avrà in mente Amara? Perché sembra così legata a Dean, tanto da andarlo a salvare? E soprattutto, avrà guarito Dean del tutto o avrà solo peggiorato le cose? 

Devo schiarirmi le idee o non pensare a questo punto, così decido di farmi una doccia veloce - puzzo ancora di disinfettante dell’ospedale misto all’odore pungente del sangue - prima di raggiungere nuovamente mio fratello e Cas.

Entro nella piccola doccia della camera, lasciando che tutta la tensione scivoli via con tutta l’acqua bollente che mi colpisce dall’alto e quando chiudo gli occhi per rilassarmi completamente, nella mia mente appaiono le immagini di quell’orribile seminterrato pieno di sangue.. del sangue di Dean. Di nuovo un moto di rabbia mi assale ma faccio un lungo respiro, conscio che questa volta sarebbe stato il mio compito proteggerlo , come lui ha fatto per un’intera vita, anteponendo ogni mio bisogno al suo. 

Questa volta sarai tu a poter contare su di me Dean! e con questa consapevolezza nel cuore e nella mente, mi asciugo e rivesto velocemente, in modo da raggiungere subito mio fratello e l’angelo in camera.

Appena entro vedo Cas seduto sulla sedia dove qualche ora prima me ne stavo io, perso nei suoi pensieri ma con gli occhi sempre fissi su Dean; sembrava di rivedere la scena solo con i ruoli invertiti.

Un passo all’interno della stanza fa scattare la sua attenzione verso di me, i sensi ancora all'erta, ma quando mi vede, torna nella posizione che aveva fino a quel momento.

“C’è stato qualche cambiamento?” gli domando , sperando in una risposta affermativa, mentre lentamente mi avvicino, guardando a fasi alterne lui e Dean.

“No… ha continuato a riposare… ogni tanto si è mosso nel sonno ma non si è ancora svegliato… Sam, cosa gli avrà fatto Amara?” e in quel momento davanti a me non vedo un angelo, no… ora sembra molto più umano, con pacchetto sentimenti incluso… dopotutto, ora che ci penso, nei confronti di Dean era sempre stato così… lui poteva fare finta di niente, ma si vedeva lontano un miglio che tra loro c’era un legame ben profondo a cui neanche io so dare un nome… molte volte ne ero stato geloso, soprattutto nei primi periodi dove sembrava che Dean si fidasse di più del neo angelo che di me - ma come dargli torto in quel momento… dopotutto quello che gli  ho fatto e le bugie che gli ho detto.. - ma adesso è diverso… Cas è diventato parte integrante della famiglia, ci ha aiutato così tante volte a sue spese, che ho perso il conto… lui farebbe di tutto per noi ma forse non ha ancora capito che la cosa è reciproca, soprattutto per mio fratello…

“Sam? Tutto bene?” mi sento chiamare da lui e capisco solo ora che mi ero estraniato da tutto.

“Sì Cas, tutto bene. Vedrai che starà bene, dopotutto stiamo parlando di Dean!” e con questo provo a risollevare il morale al nostro amico, anche se fin nel profondo sono preoccupato per tutta la situazione.

“Sammy..” e quel sussurro mi fa girare di scatto verso mio fratello, steso sul letto ma che finalmente stava riaprendo gli occhi.

“Dean!” e in un attimo gli sono accanto, il cuore a mille per la gioia: non solo si era svegliato, ma mi ha chiamato come fa sempre! 

“Ehi ehi! con calma tigre! Come ti senti?” gli chiedo, mentre lo aiuto a sedersi sotto lo sguardo attento e sconcertato di Cas.

“Prima di tutto Sam, non rubarmi le battute.  Secondo, non ne ho idea.. sembra che qualcuno abbia fatto un frullato sia con il mio corpo che con la mia mente… che diavolo è successo?”.

Rimango pietrificato. ‘Non rubarmi le battute’.. quindi.. si ricordava tutto?

“Dean, ti ricordi chi siamo?” gli chiedo, il cuore che batte sempre più forte.

Lui mi guarda un attimo accigliato, poi si volta anche verso Cas che ancora ha gli occhi spalancati per la sorpresa, e alla fine risponde “Sam hai battuto la testa? Che domande sono queste? Certo che ricordo chi siete! Non ho mica l'Alzheimer!” ok, è decisamente lui! e senza aspettare un secondo di più, mi butto su mio fratello, abbracciandolo - forse il termine più corretto sarebbe placcandolo - facendoci cadere nuovamente sul letto.

“Ohi Ohi piano con le effusioni Samantha! Mi dici che diavolo succede? Cas? Un aiutino?” ma nulla adesso ha importanza perché è qui e sta bene.. sta più che bene!

“Ti spiegheremo tutto con calma Dean.. sono solo felice che tu sia tornato!” gli dico, mentre ancora lo sto abbracciando.

“Sì sì ok ho capito.. ma ora potresti lasciarmi andare? Non sei leggero sai?” mi fa presente e con una risata lascio la presa su lui, facendolo sedere nuovamente.

“Bene ora che hai finito, posso almeno sapere dove diavolo ci troviamo?”  chiede e in quel momento posso sentire chiaramente il peso della realtà cadermi nuovamente addosso.

“Dean.. cosa stai dicendo? Non riconosci questo posto?” Ti prego dimmi che è solo uno scherzo, che lo stai facendo solo per farmi preoccupare.. penso mentre trattengo il respiro.

“Sam non ho idea di cosa tu stia dicendo… è per caso un nuovo motel in cui ci siamo fermati?” e dal suo sguardo, capisco che non sta mentendo.

Mi giro verso Cas, ancora fermo sulla sedia, non sapendo cosa fare e, con una sola occhiata gli pongo una muta domanda.. Che diavolo sta succedendo?


Hello everybody!
Volevo solo darvi un informazione.. purtroppo per impegni lavorativi/scolastici la storia potrebbe subire rallentamenti..ma state pure tranquilli che avrà la sua fine! Comunque cercherò di fare tutto il possibile! Detto questo, ringrazio tutti quelli che la stanno leggendo!! Grazie mille <3
Alla prossima! ; )
-Eli-

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Capitolo 14
*** 14_ ***


POV DEAN


“SAM! SAMMY” urlo con tutto il fiato in corpo quando vedo davanti a me la figura di un uomo farsi sempre vicina… noto la sua bocca muoversi ma non emette alcun suono, il che mi fa pensare subito a un fantasma … ma come è possibile ? Il bunker è altamente protetto, almeno da quello che mi ha detto Sam!
“Dean! DEAN! Che succede?” sento la sua voce provenire dal corridoio, il suono che cresce man mano.
Appena arriva, la faccia sconvolta e il fiatone per la corsa, mi si avvicina, appoggia le sue enormi mani sulle spalle , si guarda intorno e mi domanda ancora “Dean che succede?”.
Rimango di sasso. Come é possibile che non riesca a vederlo? “Sam! Di fronte a noi! Non riesci a vederlo?!” gli urlo, i nervi a fior di pelle mentre lentamente indietreggio in modo da mettere più distanza possibile tra me e quella ‘cosa’.
Volto lo sguardo verso mio fratello e lo vedo guardarsi intorno con aria perplessa, la pistola pronta nelle sue mani, e appena finisce di fare un giro su se stesso mi guarda e mi dice “Dean , non c'è nessuno qui..” e dal suo tono percepisco preoccupazione che va a unirsi con la mia… Ma che diavolo sta succedendo?!

(Fine POV DEAN)

I giorni passano lenti e più scorrono le ore, più Sam capisce che la situazione in cui si trovano stava decisamente per peggiorare…
Appena sveglio, il minore e l'angelo erano riusciti a capire alcune cose sulla situazione di Dean: a quanto pare, il cacciatore riusciva a ricordare perfettamente gli avvenimenti degli ultimi giorni, compreso l'incontro con Amara - raccontato per filo e per segno agli altri due - e il rapimento da parte dei demoni…. Ricordava anche alcune persone come il fratello e Cas ma per quanto riguarda altri (come John, Bobby o Jody ) aveva completamente dimenticato ogni dettaglio … la caccia era rimasta impressa a fuoco nella sua memoria, così come il metodo per uccidere i mostri ma, per quanto riguarda il bunker , c'era il vuoto completo .
Dopo la richiesta di aiuto del fratello, sia Cas che Sam capirono, dalla descrizione fatta della presunta persona, che quello che aveva visto Dean non era nient'altro che il padre, il che aveva preoccupato sia il cacciatore che l’angelo.
Non sapendo cosa Amara avesse fatto a Dean, i ragazzi continuavano a procedere come se stessero camminando su una lastra di ghiaccio sottile, angosciati dall'idea che anche ogni minimo dettaglio fuori posto potesse far scattare qualcosa nel maggiore; così, dopo giorni dove i nervi di tutti erano tesi peggio di una corda di violino, a Sam viene un'idea che forse potrebbe risolvere il problema.

“Dean, Cas.. credo di aver avuto un idea per risolvere questa situazione.. Non so se potrebbe funzionare ma vale la pena tent-” ma non fa in tempo a terminare la frase che Dean lo interrompe “Io ci sto!”; lo sguardo allibito degli altri due cade immediatamente sul maggiore, fiero e convinto della sua scelta.
“Dean.. Non sai ancora di cosa si tratta” gli dice Sam, anche se in cuor suo non sperava in risposta migliore.
“Esatto! E poi potrebbe essere rischioso!” conclude Cas, lo sguardo ancora fisso negli occhi smeraldo dell’ altro.
“Primo, Cas, Sam non mi farebbe mai del male quindi dubito che qualunque cosa abbia pensato possa recarmi qualche tipo di sofferenza… Secondo , sono stanco di questa situazione! Se vado avanti a vedere quelle ‘cose’ in giro per il bunker rischio un infarto prima o poi .. per non parlare di voi due che mi trattate peggio di una principessa! Voglio solo ricordare tutto così da far tornare tutto alla normalità..  o almeno al nostro tipo di tranquillità” conclude così il suo monologo, nello sguardo una determinazione che fa capire a entrambi i ragazzi che la decisione é presa, visto anche la testardaggine del soggetto interessato.
Ma, ad un tratto, l'espressione di Sam cambia, e Dean capisce subito il motivo e quello che sta per dirgli, dandosi dell'idiota da solo per aver commesso un errore così stupido..
“Aspetta un secondo.. hai detto ‘cose’, al plurale...Dean… é ricapitato? Quando?! “ È più va avanti, più il tono della sua voce si alza.
“Ieri.. e poi qualche giorni fa” inizia a parlare Dean, lo sguardo ovunque tranne che su Sam “Non ve l'ho detto perché percepisco il modo in cui mi guardate!” ed ora sembrava lui quello alterato.
“E sarebbe?” domanda quasi sarcastico il minore.
“Come un oggetto che sta per rompersi da un momento all’ altro! Ecco come!” e detto ciò nella stanza cala il silenzio.
“Dean, ascolta…” prova a iniziare Cas ma un solo cenno della mano da parte del maggiore lo zittisce subito.
“Sentite.. so che siete preoccupati della mia situazione ..so che siete preoccupati per quello che mi ha fatto Amara.. Ma star qua a fissare il soffitto non aiuterà voi e di certo non me! Quindi sentiamo a cosa ha pensato Sam e vediamo di mettere la parola ‘fine’ a questa storia .. va bene?”.
Un solo sguardo tra di loro fa capire a tutti che quella é la via giusta da seguire, non importa il costo, perché anche se ora tutto appare tranquillo, nessuno sa che cosa il futuro ha in serbo per loro.
“Ok Sam, parla. Che cosa ha formulato la tua testa da nerd?” domanda Dean, con un sorriso beffarda in volto.
“Jerk”
“Bitch”
“Comunque pensavo… ricordate Anna? Quando ancora era umana?” .
“Si” rispondono all’unisono Dean e Cas, lanciandosi subito dopo uno sguardo complice.
“Bhe, Cas, tu non puoi saperlo ma quando abbiamo provato a farle riacquistare la memoria, io Dean e..Ruby” e il solo ricordo di quella persona e di quello che gli ha fatto gli fa sfuggire una nota di rabbia incontrollata dalle sue labbra “abbiamo chiesto aiuto a Pamela” ma il solo pronunciare il suo nome provoca un piccolo dolore a entrambi i fratelli perchè lei era stata una delle vittime delle loro battaglie, così come Jo e Ellen, e ancora il ricordo della loro morte faceva male.
Un colpo di tosse da parte di Sam fa tornare alla realtà tutti i presenti e, quando tutti gli occhi sono puntati su di lui, ecco che continua la spiegazione “Con l’aiuto dell’ipnosi è riuscita a farle recuperare i ricordi che aveva perso riguardo la sua esistenza da angelo...magari potrebbe funzionare anche su Dean…potrebbero essere semplicemente bloccati, forse perchè alcuni troppo dolorosi.. non lo so.. vale la pena tentare.. cosa dite?” e appena conclude, uno sguardo veloce agli altri due gli fa capire che probabilmente ha convinto pure loro.
“Ok, va bene. Ci stavo anche prima della spiegazione ma ora sono più tranquillo” gli dice subito Dean, mostrando a Sam il suo miglior sorriso “Hai già trovato qualcuno al caso nostro, nerd?”.
“Ho trovato qualcosa cercando su internet” gli risponde subito e il maggiore rimane un attimo deluso dal fatto che non il ragazzone non lo avesse insultato per l’appellativo dato “A qualche ora da qui si trova una medium non molto famosa ma alquanto brava..”.
“Come facciamo a sapere che non è un'imbrogliona?” stavolta è Cas a domandare, dopo minuti di silenzio.
“Ho già contattato alcuni cacciatori di nostra conoscenza e mi hanno confermato le voci su di lei… è proprio quello che dice di essere” dice convinto Sam, speranzoso.
“E come si chiama questo prodigio?” chiede ironico Dean.
“Aeils… si chiama Aeils Moore”


Hello everybody!!
Rieccomi con un nuovo capitolo! Perdonate l'attesa ma sono stati giorni da delirio!!
Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo la storia =) Grazie mille!!!!
Vi aspetto al prossimo capitolo!
-Eli-


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Capitolo 15
*** 15_ ***


“Come diavolo puoi chiamare una figlia A- Ae- Ae… oddio è impronunciabile?!!? Come cazzo ci riesci Sam!!” continua a urlare Dean all’interno dell’abitacolo della macchina , sin dalla loro partenza dal bunker.
“Dean, calmati altrimenti se vai avanti così ti verrà un infarto” ed è anche da quel momento che Sam non smette di prendere in giro il fratello per la sua mancata capacità di pronunciare un nome che in effetti non era proprio semplice da dire.
“Sam ha ragione Dean.. perchè questa tua rabbia? Ti importa così tanto essere in grado di pronunciare il nome della ragazza?” chiede innocentemente Cas ma, al posto di tranquillizzare il cacciatore, provoca solo l’effetto opposto.
“Ci riesco! Ae-Aei… va bhe io ci rinuncio…” dice alla fine Dean, sconfitto.
“Non ti preoccupare… in effetti è un nome davvero difficile da pronunciare… io riesco solo perchè assomiglia molto all’enochiano” cerca di consolarlo l’angelo, ottenendo solo in cambio un piccolo sbuffo seccato da parte del guidatore.
“Lasciamo stare, non importa.. Sam, raccontaci qualcosa di questa ragazza” chiede alla fine, senza distogliere lo sguardo dalla strada; il minore prende in mano il suo fedele portatile e, dopo qualche secondo in cui si sente solo il suono fisso del ticchettio della tastiera, finalmente inizia a leggere le notizie trovate, raccontando così agli altri due per filo e per segno l’intera vita della ragazza, ma non trovando niente che potesse rassicurarli del tutto.
“Quindi mi stai dicendo che stiamo andando completamente alla cieca? Fiducia assoluta?” ed è questa l’ultima domanda che Dean pronuncia prima di tornare concentrato sulla guida, mentre nell’abitacolo cala il silenzio.

Dopo neanche un ora di viaggio, finalmente l’Impala fa il suo ingresso nella cittadina di Topeka, luogo in cui vive la ragazza dei miracoli, soprannominata temporaneamente così da Dean in modo da evitare di pronunciare il suo nome.
Non ci vuole molto ai ragazzi per trovare l’abitazione di Aeils, una piccola casa su due piani in cui all’interno vi è anche il suo studio personale; parcheggiato nel vialetto, i due cacciatori scendono immediatamente dalla macchina, lanciandosi nel frattempo delle occhiate, come per avvertire l’altro di esser pronto per un eventuale pericolo imminente, e poi è il turno di Cas, che alterna sguardi curiosi da i due ragazzi alla strana abitazione di fronte a loro.
Negli animi di tutti e tre, sentimenti contrastanti: Dean vuole a tutti i costi recuperare i suoi ricordi perduti ma è anche preoccupato per quello che questo comporta; Sam, come di consuetudine, ha timore per la sorte del fratello, soprattutto quella mentale visto il carico emotivo che dovrà sopportare una volta ricordato tutto.. e Cas? Ovviamente non vuole che niente possa far del male a Dean, diventato con il tempo suo migliore amico, suo fratello.
Ed è con questi sentimenti che si avvicinano uno affianco all’altro verso la casa, il passo lento, pronti ad affrontare qualunque cosa li aspetta dietro quella porta.
Giunti finalmente davanti all’entrata, Dean alza il pugno per bussare ma, prima di riuscire nel suo scopo, ecco che quest’ultima si apre, mostrando sulla soglia una ragazza di circa trent’anni dai capelli marroni e gli occhi grigi con mille sfumature dorate.
“Dean Winchester.. ti stavo aspettavo” gli dice subito con un gran sorriso in volto, per poi guardare anche i suoi accompagnatori “Samuel e Castiel.. ovviamente avevo visto anche il vostro arrivo.. prego, entrate pure” e con un gesto della mano, invita i tre ragazzi ad accomodarsi.
Sorpresi da quanto detto, senza proferire parola, seguono la misteriosa donna all’interno dell’abitazione, curiosi di sapere di più sulla persona di fronte a loro.
“Ciao. Se vi state domandando chi io sia, bhe.. Sono Aeils Moore. Come facevo a sapere del vostro arrivo? Molto semplice… Sono una medium, ma con il tempo ho sviluppato alcuni poteri psichici, come la lettura del pensiero e l’ipnosi che utilizzo in particolare sui clienti che vengono da me in cerca di aiuto” e detto questo, passa lo sguardo tra i suoi nuovi ospiti.
Dal canto loro, i ragazzi sono sempre più incuriositi ed affascinati dalla ragazza di fronte a loro: oltre a ostentare una forte sicurezza nelle sue capacità e in quello che fa, è anche molto bella da vedere, alta, con capelli castani ricci che cadono morbidi sulle spalle, ma quello che risplende come un faro sul suo viso, sono gli occhi…. un grigio intenso con venature dorate , così luccicanti alla luce del sole da sembrare oro.
Aeils, leggendo i loro pensieri, risponde subito alla tacita domanda “Ah, si, i miei occhi… non so neanche io il perchè di questo colore particolare… noi pensiamo sia dovuto alle mie capacità… però è solo una supposizione... “ e notando le bocche spalancate degli altri aggiunge “Lo avete dimenticato? Leggo nella mente” mostrando un sorriso rassicurante per sciogliere la tensione.
Capendo che la persona di fronte a loro è quella che cercano e in cui possono riporre la loro fiducia, Sam prende parola dopo un lungo respiro, dicendole “Sì, scusa hai ragione… Allora… abbiamo bisogno del tuo aiuto”.

Passano la mezz'ora successiva a raccontare per filo e per segno cosa era successo a Dean dal momento dell’incidente fin al risveglio dopo il rapimento, ovviamente tralasciando il fatto che Amara fosse la sorella di Dio.. volevano rendersela amica, non terrorizzarla a morte!
A racconto terminato, i tre ragazzi, ormai seduti sul comodo divano della sala, guardano Aeils di fronte a loro, accomodata su una poltroncina apparentemente molto comoda , aspettando una risposta per la soluzione al loro problema.
“Quindi, da quello che mi avete spiegato e da quel che ho capito, avete bisogno che gli faccia tornare tutti i suoi ricordi prima che le visioni delle persone del suo passato lo facciano impazzire del tutto.. è corretto?” chiede, soffermandosi in particolar modo su Dean.
“Esatto” rispondono tutti e tre all’unisono.
“Bene. Vi avverto già.. non sarà una cosa semplice. I ricordi alla fine sono solo informazioni .. ecco perchè quando si è svegliato all’ospedale, tu, Sam hai visto negli occhi di Dean quella lucentezza che non aveva da molto tempo” dice, rivolgendo poi lo sguardo verso il minore dei fratelli, capendo a cosa stesse pensando “Semplicemente perchè molti dei suoi ricordi erano svaniti, rendendolo ‘libero’.. quindi vorrei farvi pensare a quando succede la situazione inversa… durante il procedimento per fargli riacquistare la memoria, trasferirò la mia coscienza all’interno della sua mente, in modo da guidarlo nel processo.. ma mi servirà l’aiuto di uno di voi due, in caso i ricordi fossero troppo difficili e opprimenti da gestire da solo… in pratica mi serve qualcuno che lo sostenga durante il percorso”  termina la spiegazione. “E credo che abbiamo già un volontario… non è vero Sam?” si gira di nuovo verso il minore, percependo chiaramente nei suoi pensieri la richiesta di esser lui quella persona.
“Cosa devo fare io invece?” domanda Cas, notando come tutti avessero un ruolo fondamentale nella faccenda.. escluso lui.
“Non sappiamo se qualche demone ci stia seguendo, quindi vorrei chiederti di rimanere qua e sorvegliare la zona… durante tutto il procedimento saremo incoscienti e se i demoni sapevano della perdita di memoria di Dean , magari sono al corrente anche di questa soluzione” gli risponde subito Sam, spiegando velocemente il suo ragionamento agli altri; a un cenno di assenso da parte dell’angelo, tutta la stanza cala nel silenzio.
“Bene, ora che tutti i ruoli sono stati decisi.. quando iniziamo?” domanda Dean, spezzando quel momento surreale, desideroso di ricordare tutto quello che ha dimenticato.
“Bhe, se per voi va bene, direi di iniziare subito!” e detto questo Aeils, con un cenno del capo, invita i tre ragazzi a seguirla nella stanza accanto, usata quotidianamente come suo studio.
Una volta entrati all’interno, la medium si appresta a chiudere la porta a chiave e, alla domanda muta degli altri, risponde con “Cosa? E’ solo per sicurezza! Tanto ci sarà il nostro bodyguard alato a proteggerci!”, facendo subito un occhiolino in direzione di Castiel che, non capendo cosa stia succedendo, si guarda intorno dubbioso.
Un alzata degli occhi al cielo, fa intuire alla ragazza che è meglio lasciare stare e iniziare il procedimento; quindi, accompagna Dean su un divanetto posto al lato della stanza, e lo fa sdraiare sopra, assicurandosi che il cacciatore fosse al proprio agio.
Dean, una volta mosso un paio di volte per trovare la posizione giusta, guarda negli occhi la dottoressa chiedendole “Come funziona esattamente?”.
Aeils, una volta prese due sedie e posizionate accanto al divano, fa accomodare Sam su una delle due, mentre lei si siede sull’altra; quando tutto è pronto, inizia la sua spiegazione “Non so dirti per certo cosa succederà Dean.. la mente di ognuno di noi è diversa.. molti quando devono recuperare i loro ricordi, vedono un tunnel pieno di porte.. altri invece percorrono un sentiero di montagna… in poche parole, come ti dicevo, è diverso da persona a persona… non so cosa ci aspetta, ma non ti preoccupare.. io e Sam saremo al tuo fianco passo dopo passo, ok?”.
“Capito.. e non trattarmi come un bambino, ragazza dal nome impronunciabile” risponde subito, mostrando un attimo dopo un sorriso divertito, a cui si aggiungono anche Sam e Castiel, ricordando la conversazione in macchina.
“Bene, direi che è ora di iniziare” e, dopo un lungo sospiro per scacciare l’ansia, chiude gli occhi, attendendo le istruzione di Aeils.
“Dean rilassati, immagina il percorso che vuoi percorrere per riavere i tuoi ricordi… una serie di porte, un sentiero, una scala.. qualunque cosa… e una volta fatto, ricrealo nella tua mente, con ogni minimo dettaglio… fatto?” e, un piccolo cenno della testa da parte del maggiore dei fratelli, le fa capire che può continuare; “Bene.. ora voglio che rilassi ogni fibra del tuo corpo… ora che siamo pronti voglio che ti concentri sulla mia voce… io ti guiderò dall’esterno, come una voce fuori campo, mentre Sam sarà accanto a te, come promesso” e detto ciò, fa appoggiare una mano del minore alla tempia del fratello, e l’altra stretta nella presa della ragazza. Una volta fatto anche questo passo, chiudono entrambi gli occhi, per poi iniziare nuovamente a parlare “Ok” dice, dopo un respiro più lungo degli altri “Ora dovresti vedere Sam in piedi accanto a te.. giusto?” e un “Sì” appena accennato fa tirare un sospiro di sollievo da parte di Cas, che nel frattempo assiste a tutta la scena da un angolo della stanza.
“Bene...Dean, Sam… ora davanti a voi c’è una porta che darà il via a tutto… una volta superata, dovete procedere sempre in avanti.. prendetevi tutto il tempo di cui avete bisogno, soprattutto te Dean.. se c’è qualche problema, non esitate a dirmelo e vi tiro fuori da lì… per tutto il tempo necessario, resterò in disparte, per lasciare la privacy di cui avete bisogno.. tutto chiaro? Qualche domanda?”.
“No, tutto chiaro” rispondono all’unisono i due ragazzi.
“Bene ragazzi.. buona fortuna”.


Hello everybody!!
Innanzitutto buon anno (anche se in ritardo) ! Scusate l'attesa ma il lavoro e la scuola mi stanno portando via molto tempo =(  Quindi vi chiedo di avere un attimo pazienza ; ) .
Grazie a tutti quelli che leggono la mia storia e un grazie anche a coloro che la recensiscono =)
Alla prossima!     -Eli-


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Capitolo 16
*** 16_ ***


(Aeils da ora in poi sarà solo una voce che li seguirà nel percorso, e quel che dice sarà in corsivo)



Tutto intorno è nero pece, solo la porta davanti...sono uno accanto all'altro, spalla contro spalla, i cuori che battono furiosi all’ unisono. ?￰゚リヘ?

Bene Dean.. quando sei pronto andiamo” dice subito Sam al fratello, un pó per tranquillizzare il maggiore, ma più per preparare se stesso a quel che sarebbe successo da lì a poco.

Va bene. Diamo inizio alle danze” e detto ciò, abbassa la maniglia della gigantesca porta in acciaio davanti a loro; appena superata la soglia, si bloccano immediatamente sul posto, sorpresi di vedere quel luogo.

Ma che diavolo?” dice subito Dean, guardandosi intorno con gli occhi sempre più grandi, sbalordito ogni secondo di più.

Dean… perché ci troviamo al bunker?” gli domanda subito Sam, la voce quasi impercettibile e gli occhi che balzano da un lato all'altro della stanza di fronte a loro.

N-non ne ho idea.. non ricordo nemmeno cosa rappresenta questo luogo per me!”

Io penso di saperlo ..” interviene subito il minore, per evitare di turbare già il maggiore..dopotutto era questo il suo scopo, sostenere l’altro e aiutarlo nel percorso “secondo me il tuo subconscio ha scelto un luogo che ritieni sicuro.. so che non ricordi cosa rappresentava per te il bunker prima della perdita di memoria, ma molte volte mi hai detto che questo posto era diventato come la nostra casa…  un luogo in cui tornare e in cui ci sentiamo più protetti che mai.. beh quello è anche dovuto a tutti i sigilli che ci sono” e con quest'ultima frase riesce a far scappare a Dean un piccolo sorriso.

Ok.. probabilmente hai ragione.. dopotutto sei tu il nerd intelligentone.. quindi, ora che si fa?” domanda, non accorgendosi neanche di star facendo completamente affidamento sul fratello, ponendo in lui la sua completa fiducia.

Sam, memore di quelli che Aeils aveva detto, gli dice subito “Andiamo avanti.. Vediamo come la tua mente contorta ha deciso di farci proseguire”

Ah - ah .. Bitch”

Jerk”

Detto ciò, con un solo sguardo decidono di iniziare a guardarsi in giro per capire la strada da percorrere, visto che non hanno la minima idea di cosa cercare;  infatti, dopo neanche qualche minuto “Sam, ma cosa stiamo cercando esattamente? “ domanda a un certo punto Dean, stanco di vagare per la stanza alla ricerca di qualcosa indefinito.

Sinceramente ? Non ne ho idea.. non so come funziona esattamente questa cosa…”.

Bene.. sarebbe stato più facile se ci fosse stata una strada da seguire.. magari con Baby…” ma i vaneggiamenti di Dean vengono interrotti da Sam “Aspetta! Forse ho una teoria.. ricordi quando i due cacciatori ci hanno ucciso e ci siamo ritrovati in Paradiso ? Lì abbiamo ripercorso i nostri momenti più belli, seguendo ogni volta quella che sembrava una strada.. forse il concetto è lo stesso … “.

Sei sicuro Sam? Mi sembra azzardata come idea.. e poi quello era in Paradiso..questa è la mia cavolo di testa ..”

Vale la pena tentare” risponde subito, iniziando subito a cercare; Dean, in seguito a un sonoro sbuffo seccato, inizia a guardarsi in giro anche lui, controllando anche l'interno di ogni libro della biblioteca.

Dopo quello che sembra un tempo infinito, i due cacciatori si trovavano ancora al punto di partenza… e quella era solo la prima stanza! Ci avrebbero messo un intera vita a cercare per tutto il bunker!

Ehi ragazzi?! Tutto bene?



Aeils!” urlano all'unisono i due ragazzi, contenti di poter sentire la voce della ragazza.



Che succede? Perché siete bloccati?



Perché non abbiamo idea di cosa cercare!!! Non puoi darci un indizio?” domanda al nulla Dean, sperando di mettere al più presto la parola fine a tutto.



Dean, non é una caccia al tesoro.. comunque posso dirvi questo: molte persone che ho aiutato mi hanno detto di aver visto uno specchio in cui vedevano i loro ricordi, come un portale.. altri invece delle porte, dietro alle quali potevano o assistere o addirittura partecipare in prima persona a quello che avevano dimenticato…



Dean, non abbiamo pensato alla cosa più ovvia!” dice subito Sam , dopo aver riflettuto sulle parole della ragazza.

Ovvero?”

Il bunker è pieno di corridoi con mille porte! Proviamo andare a vedere di là! Grazie Aeils!”



Di nulla! Se avete bisogno chiamatemi pure!



Giratosi verso il maggiore, Sam con lo sguardo più deciso che mai gli dice “Bene Dean.. Andiamo!” dirigendosi poi a passo svelto verso le scale che conducevano alle loro stanze.

Accidenti.. Aspetta Sam! Neanche fosse lui a dover recuperare i suoi ricordi..” borbotta frustato il più grande, seguendo l’altro poco dopo.



Iniziato a camminare per il corridoio che dalla biblioteca conduce normalmente alle loro camere, ecco che Dean ad un tratto blocca l’avanzata di Sam afferrandogli il braccio.

Cosa succede?” domanda subito il minore.

Non lo senti?” chiede l’altro, guardandosi nel frattempo in giro con fare circospetto, lo sguardo attento come alla ricerca di qualcosa.

Dean.. io non sento niente...Tu?”.

Sembra.. non lo so.. seguimi” e detto questo, supera il minore per dirigersi a passo svelto verso una porta qualche metro più in là; una volta vicini, ecco che dice “Proviene da qui..sembra una canzone..” e senza aspettare un secondo di più, abbassa la maniglia e entra nella stanza; appena messo un piede all’interno, davanti a loro si materializza una nuvola di fumo grigia.

Ma che diavolo è? “ domanda subito Dean prima che all’interno della nube inizia a vedersi quella che ai ragazzi sembra una classica scena di vita familiare , dove la madre mette a letto il suo bambino.

Quella...Dean, quella è la mamma..con te” sussurra Sam, emozionato nel vedere la madre così giovane e il fratello così piccolo.

Mamma… ora mi ricordo..” mormora, avvicinandosi lentamente, allungando una mano per toccare l’immagine davanti a loro “Ogni sera, per farmi addormentare mi cantava la sua canzone preferita… ‘Hey Jude’ .. adoravo la sua voce” e mentre dice ciò la sua espressione cambia, diventa malinconica ripensando a quel momento della sua infanzia e, come colpito da un’improvvisa consapevolezza, si gira verso Sam, ancora incantato a guardare la scena, e domanda “Cosa le è successo?”.

Il minore, sorpreso dalla domanda, non fa neanche in tempo a rispondere quando le immagini all’interno della nuvola cambiano, come in risposta al quesito posto; ed è così che davanti a loro, si ripete la tragedia del 1983, la notte in cui tutto ebbe inizio.

Non capisco.. perchè-” ma non termina la frase che tutti i ricordi legati a lei iniziano a susseguirsi uno dopo l’altro davanti a loro; Sam è così preso a cercare di tenere il passo con quel che vede che non si accorge che nel frattempo Dean è caduto in ginocchio, tenendosi la testa fra le mani, gli occhi chiusi stretti.

Dean..” e quando si volta e vede lo stato del fratello, subito si abbassa al suo fianco, cercando il suo sguardo “Dean..ehi DEAN! Che succede!! Parlami!”.

E’-è come s-se mi stessero scaricando t-tutti i ricordi che l-la riguardano allo stesso t-tempo… mi scoppia la testa Sam!” cerca di dire ma quello che vede è così intenso che non riesce a pronunciare una parola di più.

Dean.. ehi Dean ascoltami.. ripensa alla canzone.. Concentrati su quel ricordo.. lascia passare gli altri.. focalizzati con tutto te stesso sul quel momento..” gli dice quasi urlando Sam, sempre più preoccupato per la sorte del fratello; quando finalmente vede l’altro rilassarsi e mimare con le labbra le parole, butta fuori l’aria che inconsciamente stava trattenendo.

Dopo qualche minuto, ripreso da quel che successo, Dean si gira verso il fratello, ancora a terra al suo fianco, mormorando “Grazie… il tuo trucchetto ha funzionato..”.

Di nulla.. sono qui per questo.. per sostenerti in tutto il percorso” dice, mentre lentamente si alza, porgendo poi una mano per aiutare il maggiore ancora a terra “coraggio.. ci manca ancora molto..”.

Va bene.. Samantha.. “ e quando si rimette in piedi, solo in quel momento, nota che la nuvola all’interno della stanza è sparita, lasciando la visuale libera su quella che nel mondo esterno è la camera del più grande.. “Visto che sai tutto, nerd, mi spieghi perchè il ricordo della mamma era proprio qui?”.

Prima di rispondere Sam si guarda un attimo intorno e poi, quando finalmente comprende la risposta, torna a fissare il fratello, ancora immobile nella stessa posizione “Dean, questa è la tua stanza… probabilmente il tuo subconscio ha collegato questo posto al ricordo della mamma che ti canta ‘Hey Jude’ nella tua vecchia camera…”.

Quindi mi stai dicendo che le stanze in cui sono i miei ricordi riguardano in qualche modo la persona in questione?” domanda subito Dean, cercando di seguire e comprendere il ragionamento del fratello.

Esatto...è proprio quello che intendevo.. quindi basta seguire le tue sensazioni… niente è stato messo a caso..”.

Va bene, Sammy. Chi è il prossimo della lista?” domanda il maggiore mentre esce dalla stanza, impaziente di concludere tutto il più in fretta possibile.

Bhe, a questo punto, visto che hai ricordato la mamma, direi di passare a papà… qual è la prima cosa che ti viene in mente quando pensi a lui?” chiede mentre lo segue nel corridoio e quando Dean si blocca di colpo, fa giusto in tempo a fermarsi prima di finirgli addosso.

Baby” risponde l’altro.

Mi dici cosa c’entra ora l’Impala?” gli dice, alzando gli occhi al cielo.. possibile che in quella situazione il fratello pensasse alla macchina? .

Intendo.. quando dici ‘papà’ mi viene in mente Baby… non so perchè..” risponde, lo sguardo concentrato, alla ricerca di quel ricordo che potesse ricollegare le due cose.

Ah.. capisco.. molto plausibile visto che papà ti ha insegnato a guidarla ed aggiustarla… quindi visto che ti viene in mente l’Impala direi che la prossima tappa è il garage.. coraggio, ti faccio strada” e completata la spiegazione, ecco che nuovamente a passo svelto supera Dean, ed ecco ancora una volta lo sbuffo frustato del maggiore, intento a inseguire di nuovo il fratello per il bunker.



Attraversato metà edificio, ecco che finalmente i ragazzi giungono davanti alla porta che conduce al garage; Sam stava giusto per entrare quando all’improvviso Dean gli mette una mano sulla spalla, frenando la sua corsa.

Dean, cosa succede? “ domanda subito… ormai quello sembrava il suo slogan da quante volte lo aveva detto.

E’ che… bhe… secondo te succederà la stessa cosa di prima? Ricorderò tutto insieme?” e nella sua voce il minore può percepire la preoccupazione velata per quella domanda, e l’altro è così imbarazzato da quanto chiesto che neanche lo guarda in faccia.

Penso proprio di sì Dean… mi spiace.. “ e in quella risposta mette tutta la sua ansia.. come poteva aiutarlo in quel momento? cosa poteva fare per lui se non sostenerlo e dargli conforto solo con la sua presenza?

Non ti preoccupare per me , Sammy… riusciremo a superare anche questa… almeno adesso ho quel fantastico trucchetto che il mio fratellino mi ha consigliato” gli dice subito, rassicurando l’altro con un sorriso che, al solo vederlo, ogni preoccupazione di Sam svanisce in un istante.

Hai ragione.. dovresti dare più retta a questo fratellino di cui parli… dopotutto la maggior parte delle volte ha ragione!” risponde ridendo, consapevole che in questo modo spezzano la tensione creata prima.

Ehi, non esageriamo, tigre! “ esclama il maggiore, ridendo sotto i baffi.

Quando finalmente lo stato d’animo di entrambi sembra sereno, ecco che riprende la parola Dean “Bene.. cerchiamo di concludere questa storia, più in fretta possibile” e dopo un lungo respiro, spinge la porta che li separa dal garage e dai prossimi ricordi.


Hello everybody!

Eccomi con un nuovo capitolo! Chiedo scusa per l'attesa! Purtroppo gli esami mi stanno portando via un sacco di tempo..

Comunque vorrei ringraziare tutte le persone che stanno seguendo la mia storia e un grazie speciale anche a coloro che mi lasciano una recensione! GRAZIE mille!!

Al prossimo capitolo! 

-Eli-


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Capitolo 17
*** 17_ ***


Dean con una calma inimmaginabile apre la porta che li separa dal garage, posto in cui è custodita Baby e moltre altre macchine e moto appartenute anni prima ai Men of Letters.
Saliti i pochi gradini davanti a loro, ecco che finalmente la vedono, lucidata alla perfezione in tutta la sua bellezza nera, parcheggiata esattamente dove solitamente il maggiore la lasciava al bunker.
“Wow… la mia Baby é sempre bella.. che sia vera o solo una proiezione nella mia mente” dice subito incantato, non riuscendo a distogliere gli occhi da quella che da tempo era diventata la loro compagna fidata; è così preso a fissarla che non si accorge che nel frattempo Sam ha iniziato a parlare.
“... qualcosa di strano..”
“Cosa?” chiede subito, accorgendosi solo in quel momento di essersi completamente estraniato dal mondo, o sogno.. insomma, qualunque cosa fosse.
“Dicevo.. guardati intorno… c’è qualcosa di strano…”
“Che intendi?”
“Appena entrati nella tua stanza, è apparsa una nuvola grigia al cui interno si materializzavano i ricordi riguardanti la mamma.. ma qui… qui non c’è niente” gli risponde Sam, continuando a guardare in giro.
“Forse la tua teoria è errata e semplicemente abbiamo sbagliato stanza.. forse non sei così intelligente come credi, mio caro fratellino” gli dice ridendo, provocando il minore.
“Ah - ah … sicuro più di te... “ e quando vede Dean avvicinarsi nuovamente a Baby ed aprire lo sportello dalla parte del guidatore, gli urla “Ehi! Ma che stai facendo”, raggiungendolo un attimo dopo.
“Dean.. mi spieghi perchè ci siamo seduti dentro l’Impala?” domanda quando entrambi si ritrovano all’interno dell’abitacolo; passa qualche secondo, ma da parte del maggiore nessuna risposta.
“Dean? Ehi mi stai-” ma quando si gira, nota solo in quel momento lo sguardo fisso del fratello davanti a loro, l’espressione indecifrabile, immobile come una statua.
“Dean! Ehi, non scherzare!” ma dal maggiore nessuna risposta… qualche secondo dopo lo sente pronunciare le prime parole “Papà, non sono troppo piccolo per guidare?” e solo in quel momento comprende che stavolta Dean non sta solo vedendo i suoi ricordi... no... li sta rivivendo in prima persona! 
Non sapendo esattamente cosa fare, decide di aspettare, pregando con tutto se stesso che stavolta il recupero totale dei ricordi non finisse come con la madre.
Nel frattempo, lo stesso Dean stava rivivendo la scena di quando, ancora molto piccolo, il padre gli stava insegnando a guidare ed aggiustare la macchina.

Dean aveva appena compiuto 13 anni quando suo papà, convinto più che mai, decise che era arrivata l’ora per il più grande di imparare a guidare e soprattutto a riparare l’Impala.. il motivo? Non glielo avrebbe detto mai… ma Dean lo capì solo anni dopo, quando il padre, ormai convinto delle capacità del figlio, decise che era giunto il tempo per il maggiore de fratelli di iniziare a cacciare da solo.
“Papà.. come mai proprio ora? Insomma.. non sono ancora troppo piccolo per guidare?” chiese un Dean ancora tredicenne.. un conto era imparare a sparare e cacciare, ma guidare? Cosa avrebbero fatto se beccati dalla polizia? Che ne sarebbe stato di Sam?.
“Dean, non fare il bambino. Sei grande abbastanza… e poi ora ti sto insegnando solo come si fa.. non guiderai in strada almeno fino a quando avrai 16 anni” e in quel momento un sorriso comparve sul volto di Dean.. forse era una cosa che tutti i padri facevano con i propri figli! Ma il suo entusiasmo venne smorzato all’istante quando il padre aggiunse “E poi, se in una caccia mi ferisco, mi servi pronto”... Eccolo.. eccolo il vero motivo… solo e sempre la caccia… ma nonostante tutto Dean era felice perchè finalmente aveva la possibilità di mettere le mani sulla macchina che da sempre adorava.

Passarono le successive ore con John che spiegava al maggiore dei figli come funzionava ogni parte all’interno del cofano e come ripararlo in caso di guasti… i giorni successivi furono un alternanza di guide e caccia ma, dopo una settimana, Dean era perfettamente in grado di maneggiare tutto quello che riguardava Baby… già, è così che iniziò a soprannominarla, perché mai aveva visto cosa più bella e in cuor suo, sapeva che quella bellezza non lo avrebbe lasciato molto presto.
Il padre non gli disse mai quanto fosse fiero di lui per aver imparato così in fretta tutto.. no.. ma alla fine a Dean non importava; uno dei suoi sogni più grandi, quello di guidare la magnifica macchina del padre, era stato realizzato e niente al mondo lo avrebbe reso più felice.

Immerso ancora nel sogno, Dean non si rende conto di aver pensato inconsciamente a cosa potesse essere successo al padre e, come era capitato con la madre, ecco che il ricordo cambia e lui si ritrova a rivivere quell’orribile giorno in ospedale, dove la vita dell’uomo che lo ha cresciuto è terminata.

Si era appena risvegliato da quella che ai medici sembrava una cura miracolosa, senza spiegazione logica; qualche minuto prima stava parlando con Sam di quello che era successo durante il suo coma e soprattutto delle cose che non ricordava, quando il padre, dopo aver fatto la sua entrata e essersi accertato della salute del maggiore, aveva interrotto sul nascere una discussione con il minore che, sorpreso quanto Dean per quella strana reazione e per le parole pronunciate subito dopo, aveva deciso di seguire per una volta le richieste del padre e di andare a prendere del caffè.
Dean ricorderà bene nei mesi a seguire l’ultima conversazione con il padre e il peso che dovrà portare, da solo, per una semplice frase pronunciata all’orecchio dall’uomo che fin da sempre li aveva protetti e cresciuti… e soprattutto ricorderà bene quei pochi istanti, sulla soglia della porta di una stanza come un altra di un ospedale, ad assistere impotente alla morte di una persona importantissima per lui.

Nel frattempo, all’interno dell’abitacolo, Sam è ancora concentrato sul viso del fratello, cercando qualsiasi cambiamento che potesse fargli capire cosa stesse succedendo; passano solo pochi istanti prima che una lacrima solitaria si faccia strada sul volto impassibile del maggiore, ed è in quell’esatto momento che il minore capisce cosa sta per succedere, memore di quel che è accaduto con la madre.
Ma come disse un grosso leone in un film ‘Le cose non accadono mai due volte allo stesso modo’: infatti, qualche secondo dopo, Dean chiude lentamente le palpebre e, sopraffatto dai mille ricordi condivisi con il padre, si lascia andare, cadendo a peso morto sul fratello che, prontamente, lo accoglie tra le sue braccia.
Nonostante i riflessi pronti, il minore, preoccupato per quel che è successo all’altro, inizia leggermente a scuoterlo, chiamandolo anche a voce e ogni tanto schiaffeggiarlo sulla guancia in modo da farlo riprendere il prima possibile.
Quando ormai l’ansia di Sam è alle stelle per la sorte del fratello e ogni suo muscolo è in tensione per l’agitazione, ecco che come se nulla fosse, Dean riapre gli occhi, tirandosi su a sedere, guardandosi poi in giro con aria pensierosa.
“Sammy… che è successo?” domanda all’altro mentre è ancora intento a cercare di venir a capo di tutto; non fa neanche in tempo a voltarsi verso il minore che questo, di slancio, lo abbraccia, dicendogli all’orecchio “Oh Dean! Stai bene!! Meno male!! Mi sono preoccupato!!! Non farmi mai più una cosa simile!!”.
“Wooo wooo Samantha! Te l’ho già detto! Piano con le effusioni… ora mi dici di cosa diavolo stai parlando?” chiede, ancora confuso per quell’assurda situazione e sopratutto per la reazione del fratello.
“Di cosa sto parlando?  Dean… sei svenuto tra le mie braccia!”.
“Aspetta. Due cose Sam… primo: io non svengo.. cado a terra velocemente per sorprendere il nemico; e secondo… anche se fosse vero, posso svenire nel mio sogno o qualunque cosa sia questa?”. 
“Non lo so.. ma direi di sì a questo punto… penso che alla fine noi siamo solo proiezioni nella tua testa… “ inizia a pensare a voce alta, quando lo interrompe Dean dicendo “Non ne hai idea neanche tu, ammettilo!”.
Sam, prima ci pensa un attimo, mostrando al fratello un sorriso strafottente, per poi cambiare espressione in un attimo e dire “No.. non ne ho idea”.
“Comunque, mio caro fratellino, finiamo al più presto questa cosa! E’ peggio di Inception!”.
“Tu e i tuoi film… ma prima di continuare, mi spieghi cosa diavolo è successo?! Era diverso stavolta o sbaglio?” domanda, curioso di saper cosa fosse accaduto , ma tralasciando di proposito la storia della lacrima.
“Non lo so Sam.. in un certo senso è stato diverso.. stavolta ho rivissuto un ricordo con papà e, prima che me lo chiedi, è quello in cui lui mi ha insegnato a riparare e guidare Baby.. ma come è successo con la mamma, tutto è cambiato appena ho pensato, credo inconsciamente, a cosa gli fosse successo...e bhe… lì il ricordo è mutato ed ho rivissuto in prima persona il giorno all’ospedale…”.
“Capisco… mi spiace Dean di non esserti stato d’aiuto questa volta… non sapevo cosa fare e tu eri come in trance!”
“Tranquillo Sammy. Alla fine tutto è bene quel che finisce bene… quindi per favore evitiamo altre smancerie e andiamo diretti alla prossima persona da ricordare” dice convinto il maggiore, mostrando al fratello un sorriso che di nuovo lo tranquillizza.
“Ok.. come vuoi tu. Ho già in mente chi potrebbe essere il prossimo.. e forse so anche dove lo troveremo..” e detto ciò, i ragazzi scendono contemporaneamente dalla macchina, per poi chiudere nello stesso istante le portiere alle loro spalle, e con Sam in testa, si dirigono nuovamente all’interno del bunker, verso la successiva meta.

_______________________________

Durante tutto il tragitto che li separa dalla prossima destinazione, nessuno dei due ragazzi pronuncia parola, riempiendo l’aria solo con il rumore dei loro passi, entrambi troppo assorti nei loro pensieri… più i metri tra loro e la successiva tappa diminuiscono, più il cuore di Sam batte all’impazzata, lo stomaco che si contorce poco alla volta dalla preoccupazione: se con i ricordi del padre Dean era svenuto, cosa sarebbe successo con quelli della seguente persona? E cosa avrebbe fatto lui per aiutarlo? L’ultima volta era stato del tutto impotente di fronte al susseguirsi degli avvenimenti, stavolta sarebbe riuscito a sostenerlo così come aveva promesso?.
Mentre questi e mille altri più pensieri invadono la mente di Sam, ecco che i ragazzi arrivano a destinazione, intuibile da una sonora affermazione di Dean “Dude! Perchè siamo tornati all’entrata?! Non dovevamo dirigerci verso i prossimi ricordi?”.
Sammy, ripresosi dallo stato di profonda riflessione in cui era caduto, si guarda intorno, accorgendosi solo in quell’istante del luogo che lo circonda e, una volta fatto mente locale del perchè si trovavano lì si gira verso l’altro e gli dice “Dean.. penso che questo sia il posto più adatto per riacquistare i ricordi della prossima persona..”.
Il maggiore, ancora all’oscuro dei pensieri del fratello, guarda per un istante la libreria piena di libri davanti a loro, per poi rivolgersi ancora all’altro, gli chiede, dopo una doverosa alzata di sopracciglio,  “E chi dovrei ricordare?”.
“Bobby… qui ricorderai Bobby.. coraggio… iniziamo a cercare”.

Con l’entusiasmo di Dean quando deve bere l’acqua, i ragazzi iniziano a dare un’occhiata in giro, sperando di trovare al più presto quell’oggetto o quel qualcosa che potesse dare il via al processo di recupero dei ricordi.
Dopo aver vagato per tutta la stanza, i fratelli scambiandosi un'occhiata incredula che agli occhi di qualcuno esterno sarebbe sembrata un ‘Seriamente?!’, nello stesso istante prendono il primo libro in mano e iniziano a sfogliare le pagine; qualche minuto dopo un sonoro sbuffo da parte di Sam fa alzare lo sguardo di Dean, impegnato nella lettura di pagine completamente bianche di un manoscritto che dalla copertina sembrava avere almeno 100 anni.
“Coraggio Sammy! Prima troviamo qualunque cosa sia, prima torniamo a casa.. questa versione del bunker ha iniziato un pò a-”
“Ehi Dean? Cosa stavi dicendo?” chiede subito il minore quando non sente la conclusione della frase.
“Sam..SAM! Guarda!” gli dice, camminando velocemente nella sua direzione; una volta di fronte a quel gigante del fratello, gli si affianca mostrando stupefatto il libro ancora nelle sue mani.
“Ma che diavolo…” esclama subito il minore, osservando le pagine, bianche fino a un attimo prima, piene di disegni e scritte.
“Ora ricordo Sammy.. questo è uno dei miei ricordi di bambino con Bobby..” dice l’altro, avvicinandosi al tavolo e sedendosi al primo posto trovato, subito seguito da Sam, il libro nel mezzo, in modo da poter essere visto da entrambi.
I ragazzi, ancora increduli della magia appena accaduta sotto i loro occhi, tornano a fissare le pagine piene di disegni e scritte, molto simili ai fumetti, e in cui viene raccontato l’episodio di un Dean ancora bambini al parco con Bobby.

Era un giorno caldo d’estate quando John, in fretta e furia, decise di lasciare i suoi figli ancora piccoli da Bobby, in modo da seguire le tracce di un possibile caso che lo avrebbe avvicinato di più a scoprire l’identità della creatura che aveva ucciso Mary.
Ovviamente Bobby era più che contento di ospitare i due bambini che nel tempo aveva imparato a conoscere e che ormai vedeva come suoi figli: Dean, di soli 8 anni, aveva deciso di portarsi tutto il peso della sua famiglia sulle spalle, occupandosi del piccolo fratellino e la maggior parte delle volte anche del padre; Sam, invece, aveva solo 4 anni e già gli piaceva passare il tempo a sfogliare libri, nonostante non fosse in grado di leggere, e già da lì Bobby aveva capito che quel bambino sarebbe stato sicuramente un grande studioso.
Dopo qualche giorno bloccati in casa per un temporale che infuriava in tutta la zona, finalmente ecco che una mattina i bambini si svegliarono e, al di fuori di quelle vecchie persiane, videro il sole splendere in mezzo a un cielo limpido come l’acqua.
“Che ne dite di andare al parco?” chiede Bobby ai due ragazzini, intenti a mangiare la loro abbondante colazione preparata da Dean.
“Io vorrei vedere i tuoi libri! Sono così tanti e molti hanno su dei simboli così particolari! Posso rimanere a casa?”.
“Va bene Sam. Dean?”.
“Io dovrei allenarmi a sparare.. ho promesso a papà che l’avrei fatto anche senza di lui” e, nonostante la sua bravura nel capire le cose, non riuscì mai a comprendere quello sguardo che gli rivolse Bobby, carico di tristezza e allo stesso tempo rabbia, ovviamente rivolta a qualcun altro.
“Se vuoi lo faremo più tardi Dean.. oggi andiamo insieme al parco e ti insegno qualcosa di nuovo, va bene?” gli chiese dolcemente, mostrando al bambino un bellissimo sorriso.
“Va bene. Ci prepariamo e poi possiamo andare”.

Dopo aver fatto il discorsetto a Sammy sulle solite precauzioni, Dean e Bobby si diressero in macchina verso il parco pubblico più vicino, nonostante un'iniziale resistenza da parte del maggiore, preoccupato di lasciare a casa da solo il suo fratellino; ma un “Dean, non ti preoccupare! Starà benissimo! Stai certo che neanche si accorgerà della nostra assenza da quanto sarà preso a sfogliare i libri”  bastò per tranquillizzare il maggiore.
Arrivati a destinazione e parcheggiato, Bobby estrasse dal baule un guantone e una palla da baseball sotto lo sguardo confuso di Dean…. a vedere quella reazione l’uomo iniziò a ridere.
Passato qualche secondo, Bobby con un gesto della mano invitò il maggiore a seguirlo all'interno e, arrivati in un punto dove c’era poca gente, decise di spiegargli velocemente come funzionava la cosa, in questo caso lanciare la palla e prenderla al volo con il guantone.
Iniziarono subito e si stavano pure divertendo da matti, soprattutto Dean, gioiva nel prendersi gioco dell’ altro lanciando troppo lontano la palla e sentire il vecchio brontolone lamentarsi e borbottare qualcosa di incomprensibile; però purtroppo l'entusiasmo del maggiore si azzerò all’istante quando, ripensando alle parole del padre sul fatto di allenarsi, gli vennero in mente le conseguenze di quel mancato ordine… Bobby, accortosi del cambiamento d’umore del più piccolo, gli si avvicinò e domandò preoccupato  “Che succede?”.
“Bobby… non dovrei allenarmi a sparare ? Se papà viene a sapere che non ho eseguito quello che mi ha detto…” ma non ci fu bisogno neanche di concludere la frase perchè l’uomo di fronte a lui sapeva benissimo a cosa si riferisse.
“Dean.. se la cosa ti preoccupa tanto appena arriviamo a casa facciamo qualche tiro… ma ricordati che sei sempre un bambino di 8 anni ed è giusto che giochi e ti diverti anche te.. quindi che ne dici se restiamo qua ancora un pò?” e Bobby neanche si rende conto che con quelle parole ha reso quel giorno il migliore di sempre per Dean, perchè per una volta poteva togliere quel tremendo peso sulle spalle e comportarsi come qualunque bambino della sua età.

“Dean…” sussurra Sam quando, girandosi, vede sul volto del maggiore un sorriso nostalgico per quel ricordo così lontano nel tempo.
“Va tutto bene Sammy… è solo che … sono preoccupato…”.
“Perchè?” .
“Perchè ora capiterà esattamente come è successo con mamma e papà.. perchè appena terminato di leggere mi sono domandato come.. “ e neanche finisce la frase che le immagini all’interno del libro cambiano nuovamente, mostrando ai ragazzi quell’orribile giorno di tanti anni prima, in ospedale.

Il furgoncino sfrecciava veloce tra le vie della cittadina, allontanandosi sempre di più dall’azienda di Dick Roman… Dean al volante con i nervi a fior di pelle, cercava in tutti i modi di concentrarsi solo sul percorso davanti a lui ed evitare di lanciare sguardi al dietro del veicolo dove Sam, da qualche minuto, premeva sulla ferita alla testa di Bobby cercando in qualche modo di poter ridurre l'emorragia.
Le ore successive furono un susseguirsi di paura, per quella che sarebbe stata la sorte di Bobby, la vita sul filo di un rasoio, e rabbia, per quel maledetto consulente che dava già per spacciato quello che agli occhi dei ragazzi era diventato come un padre, e per Roman, presentatosi davanti all’ospedale nella sua luccicante macchina, godendosi con un ghigno strafottente sulla faccia la scena da lontano.
I medici ormai erano scettici sulla possibile ripresa di Bobby, colpito alla testa da un proiettile sparato proprio da quel maledetto leviatano, e Sam e Dean cercavano in tutti i modi di non pensare anche a solo la minima possibilità di perdere un altro componente della loro famiglia.
Qualche ora dopo, ecco che una speranza si riaccese nei cuori dei due ragazzi quando le condizioni dell’uomo sembrano migliorare, abbastanza da far sperare in un operazione per estrarre il proiettile… ma purtroppo niente è come sembra e, in un attimo di gioia in cui l’uomo riesce a riprendersi e a scrivere un numero sulla mano di Sam, ecco che perde nuovamente i sensi, non prima di averli salutati con il nomignolo preferito...ed è così che i due ragazzi assistono anche stavolta impotenti alla morte di un’altra persona a loro cara, un’uomo che si è sempre presa cura di loro.

Sam, con le lacrime agli occhi, osserva senza proferire parola l’ultima immagine di quel racconto per lui ancora così doloroso; ma un movimento al suo fianco attira la sua attenzione, facendolo girare giusto in tempo per accorgersi che, come accaduto con il padre, Dean ha perso i sensi.. per fortuna il minore riesce ad afferrare  in tempo il corpo dell maggiore, evitando così alla faccia dell’altro un incontro ravvicinato con la superficie più che dura del grande tavolo.
“Dean..DEAN! Coraggio! Non farmi spaventare” continua a chiamarlo senza sosta, non ottenendo nessuna reazione da parte dell’altro… passano i minuti e Sam è sempre più preoccupato, soprattutto da quando sul volto del fratello si è creata un espressione sofferente.
Quando ormai niente sembra funzionare e Dean non sembra volersi svegliare, al minore non resta che chiedere aiuto, non avendo idea di quel che sta succedendo “Aeils! AEILS! Abbiamo bisogno di te… Ho bisogno di te!”. 



Hello everybody! 
Chiedo scusa per il ritardo ma Febbraio è stato un mese folle tra esami e lavoro! Spero di riuscire a scrivere un pò di più ora che la situazione si è un pò calmata... comunque per quanto riguarda la storia, ormai manca poco alla fine quindi preparatevi per il finale! Un grazie a tutti quelli che stanno leggendo la mia storia.. GRAZIE!
Al prossimo capitolo! 
-Eli-

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Capitolo 18
*** 18_ ***



“Aeils! AEILS! Abbiamo bisogno di te… Ho bisogno di te!”.

Wooo che succede? Stavo avendo una conversazione molto interessante con il vostro amico angioletto!

“Si tratta di Dean! Non riesco a svegliarlo!” urla al nulla, la voce carica di preoccupazione.

Sam, prima di tutto rilassati. Tuo fratello non è in pericolo! In ogni caso vi tiro fuori da lì così posso spiegarti tutto con calma, almeno evito che le tue urla mi rimbombino nella testa.

“Ok.. ok va bene” risponde, nonostante dentro di sé percepisce ancora forte l’ansia che gli schiaccia lo stomaco come una pressa.
E come successe all’inizio del loro viaggio ‘spirituale’, Sam chiude gli occhi e quando li apre di nuovo si ritrova nel suo corpo, lo sguardo che vaga per tutta la stanza come a cercare di riabituarsi all’idea di non esser più al bunker, o almeno la sua versione alternativa.
Quando casualmente l’occhio cade sulla figura di Cas, che dallo spavento per le parole di Aeils si è fatto più vicino, ecco che, come ripresosi da dallo shock, Sam si volta verso il fratello ancora disteso sul divano, il cuore che martella furioso nel petto.
“Aeils! Che succede? Perchè non si sveglia? Cosa gli è successo?” chiede alla ragazza accanto a lui.
“Ok, innanzitutto fai un bel respiro! Troppe domande insieme!! Sam, non ti preoccupare.. come ti ho già detto, Dean sta bene. Il processo per recuperare i ricordi è molto faticoso a livello mentale… ha semplicemente bisogno di riprendere fiato. Che ne dici di lasciarlo riposare e continuare una volta che ha riacquistato le forze?”.
“Sì….sì, hai ragione” gli risponde, osservando nel frattempo il movimento ritmico del petto del fratello, preoccupato che da un momento all’altro potesse fermarsi.
“Ok, ragazzi. Direi di spostarci nell’altra stanza, così lo lasciamo riposare in pace… E prima che tu dica qualcosa Sam, sai che leggo nella mente e la risposta è no.. vieni anche tu! Non gli succederà niente, non ti preoccupare”.
Una volta spostati nell’altra stanza, Aeils chiude la porta che li separa dallo studio, in modo da attutire in qualche modo eventuali rumori; fatto ciò, si butta letteralmente sul divano posizionato al centro della sala e, rivolgendosi ai due ragazzi rimasti gli dice “Beh.. se non vi dispiace colgo anch'io l’occasione per riposare.. mantenere il contatto tra voi nella mente di Dean è faticoso anche per me. Prego, fate come se foste a casa vostra!”.
Sam e Cas si guardano un attimo perplessi, sorpresi di tutta quella gentilezza rivolta a loro, estranei per la proprietaria di quella casa: mentre lei dormiva, potevano far di tutto… come poteva fidarsi a tal punto? Aeils, percependo chiaramente i dubbi dei due, risponde alla tacita domanda “Mi fido perchè è come se vi conoscessi… dopotutto ho letto nelle vostre menti! Quindi per favore ora fatemi riposare in pace e andate in cucina a prendere qualcosa… i vostri pensieri mi stanno disturbando” e detto questo, si sdraia sul lato, e volge la schiena ai due ragazzi ancora fermi a bocca aperta.
Facendo più silenzio possibile, Sam e Cas si spostano nell’altra stanza, il passo incerto per tutto quello che è successo in quella giornata a dir poco folle; raggiunto finalmente il bancone dove era situata la macchinetta del caffè, il minore dei fratelli senza neanche pensarci inizia a prepararsi la bevanda, sotto lo sguardo attento dell’angelo, che scruta il volto sempre più pensieroso dell’altro.
“Sam… non c’ è bisogno di leggere la mente per capire che c’è qualcosa che non va…”.
“E’ così evidente?”.
“Cosa è successo? Pensavo stesse andando bene…” gli chiede curioso.
Sam ferma tutto quello che sta facendo e si gira a guardarlo, e negli occhi dell’altro vede riflesse la sua stessa preoccupazione “Si Cas… sta recuperando tutti i ricordi… è solo che ho paura per quello che succederà, visto come sono andare le cose finora ..”.
“Che intendi dire?”.
“Vedi, quando ha ricordato nostra madre, si è accasciato a terra, la testa che gli stava scoppiando, ma in qualche modo siamo riusciti a superarla, sono riuscito a dargli una mano.. ma il peggio è successo quando ha ricordato papà… probabilmente il carico emotivo era così forte che è svenuto tra le mie braccia! E lo stesso é capitato con Bobby… ed eccoci qua…” .
Cas continua a fissare il ragazzo davanti a lui, appoggiato con entrambe le mani sul grande bancone, tutto il peso del corpo su quelle muscolose braccia, la schiena curva, quasi a dimostrazione di tutto il peso che grava sulle sue spalle.
“Ma non è questo che ti preoccupa davvero… o sbaglio? C’è di più?” gli domanda l’angelo, triste nel vedere le condizioni del suo amico.
“No, hai ragione… c’è altro… sono preoccupato, molto preoccupato per i ricordi che mancano…”
“Ti riferisci all’Inferno” e a sentire quell'affermazione, Sam si gira di scatto a guardare Cas, come colto in flagrante, per poi mostrargli un sorriso complice.
“A quanto pare non sono l'unico che ci ha pensato... Cas, se con Bobby le sue condizioni sono queste, cosa pensi che capiterà quando ricorderà tutto quel periodo, ben 40 anni di Inferno?! Entrambi abbiamo presente com’era una volta tornato.. gli incubi, il bere.. Cas, non voglio rivivere tutto di nuovo! Non lo voglio vedere ancora in quello stato!”.
“Lo so, Sam. Lo stesso vale per me.. ma che possibilità abbiamo? Non credo che possiamo evitargli di ricordare quel periodo…”.
Sam, colto da un’improvvisa idea, si alza di scatto e con un sorriso che illuminerebbe l’intera stanza guarda Cas, che nel frattempo lo scruta curioso per quel cambio di umore improvviso. “Ecco la soluzione! Cas sei un genio!”.
“Non capisco Sam. Qual è la soluzione?”.
“Semplice! Evitiamo che Dean riviva quei momenti! Ogni suo ricordo è collegato in qualche modo a una stanza o a un oggetto.. devo solo stare attento a non farlo avvicinare troppo a cose che potrebbero ricordargli l’Inferno! “ gli spiega Sam, in una nuova luce degli occhi.
“Credi che possa funzionare? Non potrebbe avere conseguenze sulla sua personalità?”.
“Non lo so.. sinceramente non ne ho idea Cas. Ma tutto ciò che ha dato l’Inferno a Dean sono solo incubi e la capacità di torturare persone...e anche se perdesse entrambe non credo sia un problema…”.
“E se ci chiede qualcosa a riguardo? Ad esempio come faceva a conoscere Alastair quando l’abbiamo incontrato per la faccenda di Anna?” domanda ancora Cas, incerto su tutta la questione.
“Ci inventeremo qualcosa”.
“Sam… non mi piace mentire a Dean… non ha mai portato nulla di buono.”
“Lo so Cas… ma stavolta lo stiamo facendo per il suo bene..e poi pensala così: non gli mentiremo, ma semplicemente eviteremo di parlare di alcune cose”.
“Non mi piace molto l’idea… ma vale la pena tentare” gli risponde alla fine l’angelo, speranzoso per tutta la faccenda, nonostante dentro di sè percepisca ancora qualche dubbio… ma lo stavano facendo per il bene di Dean, e questa è la cosa più importante.
“Ok..” riprende la parola Sam, dopo un’attimo di silenzio “visto che dobbiamo aspettare i due addormentati, io mi preparo un caffè” e detto questo, si mette a trafficare con le mille ante della cucina, alla ricerca di tutto l'occorrente, sotto lo sguardo fisso di Cas.

Passata un’ora, tra noia e qualche parola qua e là, ecco che dalla porta dello studio si affaccia Dean, l’aspetto stanco, prova di tutto quello che stava passando e che, nonostante il breve riposo, non era riuscito del tutto a recuperare.
“Ehi Dean! Come ti senti?” domanda subito Sam, alzandosi dalla sedia su cui era per andare incontro al traballante fratello.
“Ho la testa che mi scoppia, Sammy. Ecco come mi sento! Mi sembra di essere in uno dei peggiori dopo sbronza della mia vita!”.
“Cavolo! Detto da te è tutta un’altra cosa!” ma nel rispondere, il minore non riesce a trattenere una leggera risata, sollevato nel vedere il fratello come il suo solito.
“Si.. va beh.. lasciamo stare… ora potete spiegarmi cosa è successo e soprattutto come mai mi sono risvegliato da solo nello studio?” domanda Dean quando tutto sembra calmarsi nella stanza.
“Te lo spiego io” e sentite quelle parole, tutti e tre i ragazzi si girano verso il divano, dove da una coperta era comparsa la testa di Aeils, i capelli tutti arruffati per il breve riposo.
“Ma prima.. vorrei almeno due tazze di caffè solo per me!”.
“Quindi mi stai dicendo che sono svenuto nella mia stessa mente?” domanda Dean ancora sconcertato dopo il racconto fatto dalla ragazza mentre sorseggia la sua amata bevanda calda.
“Ma è possibile?”.
“Beh, il fatto che ti sia capitato direi che è la prova più eloquente… genio” gli risponde, seguita da una risata da parte di Sam, piacevolmente sorpreso di aver trovato una ragazza che riuscisse a tener testa a suo fratello.
“Ah- ah .. molto simpatica… comunque lo prendo come un sì. E da quel che ci hai appena spiegato, da ora in poi non ci dovrebbero essere più problemi, visto che la parte più difficile è sorpassata..”
“Esatto! Da quel che ho capito hai ricordato le persone più importanti della tua vita… quindi per come la vedo io, ora il percorso è tutto in discesa!” ma mentre dice ciò, fortunatamente non fa caso allo sguardo che si lanciano Sam e Cas, memori del loro piano per evitare al maggiore di ricordare il periodo più oscuro della sua esistenza.
“Ok… ora sono più tranquillo! E visto che abbiamo riposato abbastanza, direi di rimetterci subito in pista e concludere il più in fretta possibile!” e con l’entusiasmo di un bambino con un nuovo gioco, Dean a tutta forza si dirige verso lo studio, seguito a ruota dall’angelo e dal minore, ma quest’ultimo viene bloccato dalla stretta di Aeils.
“Voi andate! Io devo fare prendere una cosa a quello spilungone di tuo fratello!” e quando sente dei suoni simili ad affermazioni - o grugniti, chi lo sa … - si gira verso Sam e con il suo miglior sguardo omicida, gli dice “Non potete decidere quali momenti fargli ricordare e quali no! Non funziona così!”.
“Non capisc-”
“Vi ho sentito.. beh, ho sentito i vostri pensieri! Tu e l’angioletto dagli occhi azzurri avete pensato a un piano per non fargli ricordare una parte della sua vita! E ti ripeto.. Non funziona così! Togliendo quelle esperienze Dean non sarà lo stesso che era prima di tutto questo casino!”.
“Tu non capisci..” prova a spiegargli Sam “quei ricordi riguardano una parte della sua vita che perfino lui vorrebbe dimenticare e che tutt’ora lo fa soffrire! Non voglio rivedere mio fratello star male Aeils!”.
“Sam, ora ascoltami. So quanto vuoi bene a tuo fratello, lo posso percepire molto chiaramente .. lo stesso vale per Dean! Ma tutto quello che avete passato, esperienze belle o brutte che siano, vi hanno fatto crescere e vi hanno portato fino a qui! Le avete superate e condivise.. ed è proprio questo un pilastro portante del vostro rapporto” ma quando guarda l’espressione dell’altro, capisce purtroppo di non averlo convinto.
“Fate come volete, io vi ho avvertito! Però ti metto in guardia su un’ultima cosa.. il suo subconscio farà di tutto per uscire alla luce del sole, diciamo così… quindi che tu provi o meno a mettere in atto il piano, può darsi che non abbiate altra scelta che fargli rivivere quei ricordi”.
Sam guarda negli occhi Aeils, di un colore così particolare che ci puoi leggere ogni sfumatura, ogni emozione della ragazza; e in quel momento, il minore di fratelli percepisce la tristezza e allo stesso tempo la convinzione per le parole appena pronunciate.
“Ok.. lascerò che le cose accadano … ma ti dico già che non farò nulla per facilitare il ‘procedimento’ “ afferma sicuro della sua scelta.
Un “Ragazzi! Dove siete finiti” da parte di Dean, fa tornare entrambi alla realtà e dopo aver lanciato all’altro uno sguardo complice, si dirigono verso lo studio, dove gli altri li stavano aspettando.
“Era ora! Ancora un pò e facevo in tempo a fare un’altra siesta!” li prende in giro, mentre sorride furbo e compiaciuto al fratello, per fargli capire che ha capito il reale motivo della loro assenza.
“Dean! Te lo dico ora e vedi di non farmelo ripetere! Non ho alcun interesse nel gigante di tuo fratello! Per chi mi hai preso? Per una delle tue conquiste senza cervello con cui bastano quattro chiacchiere ed è fatta?” urla addosso al maggiore , mentre Sam ride sotto i baffi nel vedere il balbettio confuso di Dean.
“Non possiamo portarla in giro con noi? Adoro vedere come ti mette in riga ahah” continua a rigirare il dito nella piega, nonostante gli sguardo omicidi che il maggiore gli lancia.
“Ok! Ok! Non apro più bocca! Ma possiamo iniziare” domanda e quando si gira verso Aeils aggiunge un “per favore?”.
“Eh poi si domandano dove sia finita la galanteria! Direi che è ora .. adoro battibeccare con voi ma prima finiamo e prima torno alla mia beata tranquillità!”.
E come qualche ora prima, la ragazza ripete lo stesso procedimento sui ragazzi, sotto lo sguardo di Cas, silenzioso per tutto il tempo, cosa che non sfugge a Dean.

Di nuovo nel bunker 2.0, uno affianco all’altro, i fratelli si guardano intorno, alla ricerca di qualche indizio che potesse condurli verso la prossima destinazione ma dopo qualche minuti Sam prende l’iniziativa e, consapevole delle persone che rimangono dalla lista, con una piccola spinta, indirizza Dean verso i meandri della loro casa, in particolare verso una stanza.
Durante il tragitto il maggiore non fa domande, andando alla cieca per quei corridoi così sconosciuti ma allo stesso tempo così familiari.. ma dopotutto davanti a lui c’è Sam, e se c è una cosa che ha capito nelle ultime ore è che il suo fratellino aveva intuito per questi strani indovinelli!
“Sammy… ti devo chiedere una cosa” gli dice, dopo qualche metro.
“Dimmi Dean”.
“E’ successo qualcosa a Cas?” domanda incerto, tenendo sotto controllo le spalle larghe del fratello, pronto a qualsiasi cambiamento: i due suoi ‘compagni d’avventura’ gli stavano nascondendo qualcosa, e lui è deciso più che mai a scoprire di cosa si tratta.
“Non credo...Perchè questa domanda? Hai notato qualcosa di strano?” e mai in tutto quel tempo si gira per guardare l’altro in volto.
“ Non lo so… Cas è sempre stato una persona di poche parole, ma lo hai visto prima! Non ha detto neanche una sillaba o una vocale!”
“Dean… è Cas! Ci sarà qualche motivo oppure era troppo pensieroso… non saprei dirti.. quando usciamo da qui potrai chiederglielo di persona, ok? Ora, che ne dici di concentrarci sui problemi presenti e pensar poi a queste cose? Siamo arrivati…”
“Arrivati dove? Sam, non so se hai qualche problema di memoria pure te ma, come ben sai, per me questo posto rimane un mistero e ogni porta è uguale all’altra” gli dice il maggiore, indicando gli altri ingressi identici a quello che hanno davanti a loro.
“Hai ragione, scusa. Entra così lo capirai da solo” e senza aspettare una risposta, piega la maniglia facendo intravedere all’altro l’interno della stanza e, solo dopo uno sguardo a dir poco confuso il maggiore entra, seguito subito dopo dall’altro.
Dean, una volta messo il primo piede nella stanza, inizia subito a guardarsi intorno in modo circospetto, non capendo appieno il vero motivo della loro presenza in quel luogo così strano, soprattutto insolito per quello che stanno facendo.
“Sam” richiama l’attenzione dell’altro tossendo leggermente “inizio a dubitare delle tua capacità a questo punto… Per quale assurdo motivo mi ha portato al poligono di tiro? E come mai c’è questo posto nel bunker?”.
“E non hai ancora visto tutto..” risponde in un sussurro Sam mentre con la mente ripercorreva le stanze di quel luogo nascosto, dall'infermiera, al garage fino alla cella in cui avevano intrappolato per un periodo Crowley e dove il minore aveva curato suo fratello versione demoniaca.
“Cosa?” chiede Dean, non avendo sentito le parole pronunciate dall’altro.
“Niente, lascia stare… Comunque ti ho portato qua per un motivo… non appena ti sei svegliato dopo l’incontro con Amara, ci hai detto quale erano le persone che ricordavi, come me e Cas..”
“Mi ricordo Sam, c’ero anche io... per favore, arriva al punto. Non voglio invecchiare in questo strano posto..”
“Come dicevo, quando hai fatto la lista ho notato che, oltre ai nostri genitori e Bobby, avevi dimenticato qualcun altro..e penso che questo sia il posto più adatto per farti tornare la memoria…” spiega il più piccolo sotto lo sguardo sempre più confuso dell’altro.
“Non capisco Sammy…“.
“Dean, mi riferisco a tutte quelle persone che abbiamo conosciuto grazie alla caccia e che ci hanno aiutato sempre, diventando con il tempo parte della nostra famiglia…” .
Il maggiore, ancora perplesso per tutto quello che stava sentendo, distoglie lo sguardo dal fratello, per guardarsi in giro, nonostante dentro di sé sente sempre più forte la preoccupazione che cresce: ricorda bene le parole che i ragazzi gli avevano detto all’ospedale, sul fatto che della loro famiglia non rimanevano altri se non lui, Sam e Cas… quindi queste famose persone di cui parlava Sam dov’erano? E soprattutto cosa li era successo?.
Con queste e altre mille domande continua a guardarsi in giro, finchè il suo sguardo non si posa su una serie di piccoli nuvole bianche, molto simili a quella che aveva trovato nella sua stanza quando aveva ricordato la madre.
“Sam..” richiama l’attenzione dell’altro che, non appena pronunciato il suo nome, si volta di scatto, rimanendo con gli occhi sbarrati alla vista di quella strana nebbia.
“Dean.. credi che sia-”
“Non lo Sam.. avviciniamoci e scopriamolo” e detto ciò, si muovono in avanti di qualche passo.

“Mamma, conosci questi ragazzi?” domanda incerta Jo mentre continua a far saltare lo sguardo da un fratello all’altro.
“Sì, credo siano i ragazzi di John Winchester. Ehy! Sono Ellen. Questa è mia figlia Jo” si presenta la donna, mostrando ai due un grosso sorriso, mentre abbassa nello stesso istante l’arma.

“Sam.. dimmi che l’hai sentito anche tu!” chiede all’altro, mentre con gli occhi cerca la fonte del suono.
“Sì Dean! Guarda!” gli risponde indicandogli nel frattempo una nuvola al cui interno si stava svolgendo il dialogo udito un attimo prima.

“Abbiamo bisogno di te, amico” dice Dean al ragazzo di fronte lui.
“Perchè sono utile” gli risponde senza esitare, gli occhi rossi per le lacrime trattenute a causa di tutto quello che sta passando.
“Perchè sei di famiglia. Dopo tutta la merda che abbiamo passato, dopo tutto il bene che abbiamo fatto, amico se non pensi che moriremmo per te… non so cosa dirti. Perchè tu, io, Sam e Cas, siamo tutto quello che abbiamo”.

“E’ diverso stavolta.. come mai tutti contemporaneamente?” domanda preoccupato Dean, voltandosi verso una nuova forma bianca ogni volta che sentiva qualcuno parlare.
“Non lo so” risponde subito l’altro, percependo lo stato d’animo dell’altro e terrorizzato anche lui da quello che stava accadendo.

“Il medico legale dice che il corpo mostra chiari segni che sia stato ucciso dalla belladonna” riferisce Sam ai due ragazzi, dopo la sua scoperta.
“La porno star?” chiedono nello stesso tempo Dean e la ragazza; il minore dei fratelli, dopo averli guardati più che confuso e ormai senza speranze aggiunge “Il veleno”.
“Oh”.

“Vi direi di stare fuori dai guai ma… che senso avrebbe?” dice scherzosa la donna ai due ragazzi, appena prima di abbracciali uno alla volta.
“Grazie per avermi tirato fuori” la ringrazia Dean perchè è anche merito suo se è riuscito a uscire da quella strana prigione sotterranea, insieme a tutti i ragazzi rapiti prima di lui.
“Che posso dirti? Inizio a capire come funziona”.

“Sam… Dean… Sam e Dean!” urla il ragazzo sulla porta, fortunatamente per i due Winchester socchiusa in modo da non mostrare la nudità della persona davanti a loro.
“Ehi, Ash. Abbiamo bisogno del tuo aiuto” gli riferisce Sam, facendo ben attenzione a tenere lo sguardo lontano da lui
“Bhe, diamine. Penso di aver bisogno dei miei pantaloni” gli risponde un’attimo prima di chiudere la porte alle sue spalle.

“Mmm-mmm-mmm. Dean Winchester. Fuori dal fuoco e di nuovo nella padella, eh? Ti rende un raro individuo” parla rivolgendosi a Dean, squadrandolo da capo a piedi divertita.
“Se lo dici tu”.
“Entrate”.

“Ora sta zitto e vieni qui” gli dice Dean al ragazzo, dopo che quest’ultimo gli ha fatto un lungo discorso.
“Davvero?” chiede l’altro dubbioso.
“Sbrigati prima che cambi idea” le braccia aperte, pronte a salutare con un abbraccio l’amico.

Sam, cercando di star al passo con tutti quei ricordi, così cari ma allo stesso tempo così dolorosi, non si accorge che nel frattempo Dean si è allontanato di qualche passo, andando ad appoggiarsi al muro.
“Dean-” lo chiama il minore ma, quando si volta e lo vede piegato in avanti, una mano sulla testa e l’altra sulla fredda parete a sostenere il suo peso, spaventato si avvicina a lui, richiamando la sua attenzione “Ehi Dean! Ehi, coraggio!”.
“Non mi devi urlare nelle orecchie, ti sento Sam” gli dice mentre lentamente si gira verso il minore, gli occhi e il viso visibilmente stanchi.
“E’ colpa tua! Mi hai spaventato!”
“Mi sono allontanato solo un attimo Samantha… non è come la volta scorsa ma comunque è tanto da digerire, per così dire” cerca di spiegargli, nonostante il mal di testa che sente piano piano espandersi.
“In che senso ‘non è come la scorsa volta’?”.
“Non so come spiegarti.. forse perchè sapevo cosa mi aspettava e quindi ero pronto, o forse perchè so che finalmente questo strano delirio è finito, visto che questi erano gli ultimi ricordi.. non so .. sta di fatto che è stato meno doloroso della scorsa volta, per fortuna!” riassume i suoi pensieri, sotto lo sguardo attento di Sam.
“Mi sai che hai ragione… che ne dici di uscire di qua e andare a festeggiare con birra e crostata?” gli propone, conoscendo molto bene il fratello e sapendo che di sicuro non avrebbe rifiutato l’offerta… in questo modo poteva definitivamente allontanarlo da quello strano posto e concludere così il suo piano senza intoppi.
“E me lo chiedi?! Usciamo di qui immediatamente!” e senza aspettare una risposta, corre fuori dalla porta, anche se un pò traballante; Sam, contento per la reazione e per come stavano andando le cose, lo segue sorridendo, felice che tutto quell’incubo fosse davvero finito.
Appena esce dalla stanza, si ritrova però Dean immobile, intento ad ascoltare qualcosa e, dagli occhi chiusi e la testa leggermente inclinata, doveva essere un suono appena udibile.
“Dean, che succede?” chiede subito preoccupato Sam.
“Non ne sono sicuro.. sento qualcosa… seguimi” gli risponde subito, incamminandosi un attimo dopo per il lungo corridoio, sotto lo sguardo sempre più terrorizzato dell’altro.


Hello everybody!
Sì, lo so.... ci ho messo una vita ad aggiornare! Sorry!!!  Comunque manca veramente poco alla fine quindi tenete duro!!! Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo, recensendo la storia <3 Grazie mille!! 
A presto!!!       -Eli- 
PS: fatemi sapere se avete riconosciuto tutte le persone a cui appertenevano i ricordi di Dean!!


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Capitolo 19
*** 19_ ***


“Dean! DEAN! Fermati! Accidenti… o almeno rallenta” urla Sam al maggiore cercando di tenere il passo e azzerare quei pochi metri che li separano; quando finalmente, dopo aver attraversato tutto il bunker, Dean si ferma, Sam ha giusto il tempo per riprendere fiato prima di guardarsi intorno e realizzare dove sono finiti e soprattutto cosa c’è dietro la porta che entrambi stanno fissando.
“Ok Dean.. mi dici che succede?” domanda il minore facendo finta di niente, nonostante dentro di sé sentiva crescere sempre di più l’ansia e il cuore battere mano a mano più forte.
“Sam, non le senti? Sono come.. non lo so… grida! “ spiega nervoso, sul viso il chiaro segno del disagio che sente a udire quelle voci; il minore, ben consapevole di cosa stesse parlando e soprattutto memore del piano, cerca in tutti i modi di sviarlo dicendogli “Non sento niente… forse sono solo i ricordi che hai appena recuperato che si sono sovrapposti uno all’altro e creano quelle che tu percepisci come grida…”.
Dean, con l’espressione confusa e allo stesso tempo incredula, si gira verso il minore e, insieme a un’alzata di sopracciglia gli domanda “Si può sapere cos’hai?”.
“In che senso scusa? Non capisco..”
“Sam, cosa stai cercando di fare? Perchè ti stai comportando così?” chiede, l’espressione sempre più curiosa per lo strano comportamento dell’altro.
“Così come? Dean, sto solo cercando di darti una mano….”.
“Sam. Fammi un favore… se vuoi tenerti i tuoi piccoli segreti, non posso fermarti ma… non .. trattami… come… un’idiota…”
“Dean, che succede?” domanda Sam preoccupato quando Dean, a pronunciare la frase, diminuisce sempre di più il tono fino a sussurrare l’ultima parola, guardando in giro perplesso.
“Non saprei. Ho come un dejà vu… abbiamo già avuto una conversazione simile.. ma non ricordo esattamente il motivo… la mia testa in questo momento sembra un frullato di ricordi… ma sono sicuro di averla già detta…” pensa ad alta voce, lo sguardo fisso altrove, segno della concentrazione nel recuperare quel ricordo così lontano.
“Sono sicuro che ti verrà in mente… E giusto per chiarire, io non ho segreti con te Dean”.
“Allora perchè vuoi a tutti i costi allontanarmi da qui, nonostante sappiamo entrambi che dietro a questa porta c’è qualcosa che devo ricordare?!” gli urla addosso quando nello stesso istante realizza cosa sta succedendo, mettendo insieme tutti gli indizi.
“Aspetta… credo di aver capito… il tuo comportamento, quello di Cas prima di rientrare nella versione 2.0 del bunker… e poi quello che hanno detto i demoni quando mi hanno rapito…”.
Sam, capendo che Dean stava rimettendo a posto tutti i pezzi, prova per l’ultima volta a far finta di niente, sperando in una rinuncia da parte dell’altro, anche se in cuor suo sa che, ora che il maggiore ha scoperto tutto, mai avrebbe desistito a riacquistare quei maledetti ricordi.
“A che cosa ti riferisci Dean?” domanda ma, appena l’altro punta i suoi occhi smeraldi carichi di consapevolezza e decisione, intuisce che niente l’avrebbe fermato ora.
“Ricordo quasi tutta la mia vita, ma c’è ancora qualche dettaglio che mi sfugge… ed ora ho finalmente capito il perchè!!! Sai, non so se ve l’ho raccontato, ma quando i demoni mi hanno rapito, uno di loro mi ha detto una cosa ma, visto com’ero ridotto, non ci ho fatto molto caso…” spiega velocemente al minore, il ricordo di quell’esperienza ancora viva nella sua memoria nonostante tutto; Sam, nel frattempo, più sentiva parlare l’altro, più percepiva la gola secca, la saliva impossibile da mandare giù nonostante tutti i suo tentativi.
“Dean… di cosa stai-”
“Mi disse ‘Sai mi aspettavo di più dal famoso Dean Winchester, colui che è riuscito a resistere alle torture dell’Inferno per 30 anni e poi è diventato l’allievo prediletto di Alastair’... ed ora ha tutto senso! Ecco di cosa si trattava… del fottutissimo Inferno!” urla al ragazzone di fronte a lui, la mano sul viso per scacciare dalla mente quel ricordo così doloroso e la conseguente consapevolezza di ciò che è successo nel periodo ancora oscuro nella sua mente.
“Mi dispiace Dean… volevo evitarti ancora tutto quel dolore… pensavamo che non ricordando quel periodo, nulla sarebbe cambiato…ma dubito che a questo punto tu voglia rinunciare..”.
Preso un profondo respiro, Dean punta i suoi occhi in quelli multicolore del fratello, dicendogli poi, convinto più che mai “Sammy, capisco che sia te che Cas volete proteggermi da qualunque cosa ci sia oltre quella porta.. ma questo è il mio passato e, bello o brutto che sia, lo devo affrontare per poter andare avanti..” e vedendo ancora l’espressione preoccupata dell’altro aggiunge, mostrandogli un sorriso che lo tranquillizza subito “Non ti preoccupare! In ogni caso, so che avrò pronta qua fuori quella spina nel fianco del mio fratellino!”.
“Jerk”.
“Bitch”.
Pronto per entrare e fronteggiare qualunque cosa ci sia dietro quella porta, Dean si gira ancora verso il fratello e, quasi in un sussurro gli dice “Sam… ho bisogno di chiederti un favore… ”.
“Dimmi Dean..” e non sa neanche perchè, ma dentro di sé prova già una bruttissima sensazione.
“Aspettami qua fuori, per questa volta..” gli chiede, il tono della voce così basso da essere a malapena udibile, lo sguardo che vaga ovunque, eccetto che su quello dell’altro.
“Perchè!? Soprattutto in questa situazione dovresti aver-” ma non fa in tempo a finire che Dean lo interrompe dicendogli un “Per favore” così supplichevole che Sam si ammutolisce all’istante; ed è proprio nello stesso momento che capisce il perché di quella richiesta: il maggiore non vuole che il suo fratellino veda quello che gli è successo all’Inferno, delle torture e delle sofferenze, perchè nonostante non ricordi nulla, sa esattamente cosa dovrà affrontare una volta superata la soglia.
“Va bene. Ti aspetto qui … ma anche io ho una richiesta da farti… se hai bisogno di aiuto, non esitare neanche un istante a chiamarmi.. intesi?” e il suo sguardo è così determinato che il più grande accenna una piccola risata per poi rispondere “Sissignore”, e detto questo, abbassa la maniglia e, lanciando un'ultima occhiata fugace al fratello, entra all’interno della stanza.

Mosso il primo passo dentro quello strano posto, Dean inizia a guardarsi in giro, non riuscendo a capire il motivo per cui il suo subconscio lo avesse condotto in quello che a prima vista sembrava un deposito di vecchi scatoloni, pieni di fascicoli e oggetti vecchi; prima di iniziare a insultarsi da solo per quella strana scelta, decide di concedersi qualche minuto e dare un’ occhiata in giro, alla ricerca di quel qualcosa che, come era accaduto anche in precedenza, facesse scattare tutto. Ed è proprio in quel momento che, per pura coincidenza, nota una linea nera per terra, troppo spessa e ben delineata per essere stata tracciata casualmente…abbassandosi e seguendo il contorno con il dito, percepisce sulla pelle uno spiffero e, osservando lo scaffale davanti a lui, capisce che c’ è qualcosa dietro.
Con gesti titubanti, Dean afferra l’estremità di ferro del ripiano e, con tutte le sue forze, lo tira verso di sè, lasciando così scoperta la camera nascosta: uno spazio abbastanza grande, in cui al centro c’è una sedia di legno, esattamente nel mezzo di una trappola per demoni; sorpreso, il ragazzo si avvicina lentamente, il braccio proteso verso quell’oggetto così inusuale ma allo stesso tempo familiare… quando manca neanche un centimetro per far sì che la sua mano toccasse la strana seggiola, ecco che un ricordo fa breccia prepotente nella sua mente, lasciandolo del tutto senza fiato, come successe la prima volta nella sua stanza.

Ricorda perfettamente il giorno in cui gli hellhound vennero a prenderlo… ogni momento,immagine, parola è impressa nella sua mente come un segno indelebile.
Rammenta quando, allo scoccare della mezzanotte, aveva guardato il viso di Sam, bagnato dalle lacrime, impotente di fronte allo svolgersi degli eventi, e per il destino che il fratello avrebbe dovuto affrontare, tutto per salvarlo un anno prima.
E ancora ora, rivive i suoi ultimi istanti, quando i cani infernali lo attaccarono, squartando qualsiasi cosa trovassero sotto i loro artigli, mentre suo fratello pregava, urlava al demone di fermare quella tortura, ottenendo in cambio solo una risata gelida.
Nel momento in cui si era svegliato, rimase sorpreso nel vedersi in piedi accanto al suo corpo, mentre Sam lentamente si avvicinava, gli occhi pieni di lacrime alla vista del corpo martoriato del suo amato fratello.
‘Forse non finisci subito all’Inferno.. forse c’è ancora tempo per-’ prova a formulare la sua mente cercando di elaborare il tutto, quando all’improvviso percepisce su di sé qualcosa, simile a serpenti, che lentamente si stavano arrampicando su per tutto il suo corpo; volgendo lo sguardo verso il basso, si sorprende nel vedere delle catene scivolare gradualmente su di lui, raggiungendo poco dopo le spalle.
Un dolore acuto alla spalla lo sveglia da quella strana visione, facendolo gemere per la fitta improvvisa… mentre si gira verso l’origine di quello spasimo, rimane boccheggiante nel vedere la punta di un grosso amo squarciare la sua carne e la maglietta, sporgendo verso l’esterno.
Facendo grandi respiri per mantenere la calma, un altro dolore gli spezza il fiato, stavolta proveniente da delle catene che si erano attorcigliate intorno ai suoi polsi, stringendo sempre più stretto, fino a penetrare lentamente nella carne e facendo colare gocce di sangue denso lungo tutto il braccio; mentre il panico fa sempre più spazio nella mente e nel cuore di Dean, un altro uncino va ad
unirsi al primo, stavolta però sul fianco sinistro, ed è proprio quello che violentemente inizia a trascinare verso il basso, seguito da tutte le altre catene, il corpo teso del maggiore dei Winchester, ormai conscio di quello che da lì a poco avrebbe visto e soprattutto vissuto… e infatti, quando pochi attimi dopo riapre gli occhi, chiusi per istinto per la pressione dolorosa nei punti ricoperti ormai fiotti di sangue, si ritrova appeso in mezzo al nulla, mille catene che lo circondano mentre quelle presenti già sul suo corpo tirano in ogni direzione, intensificando quella sofferenza che stava provando.
Con la paura come unico sentimento nella sua mente, urla con tutte le sue forze il nome dell’unica persona che in quel momento potesse dargli forza e speranza…. “Saaaaaaaam!”.

“Saaaam!” urla ancora assorto dal quel ricordo così doloroso.
Il minore, fermo dall’altra parte della porta, si spaventa immediatamente a sentire quel grido provenire da Dean e, preoccupato per l’altro, prova a entrare; quando ogni suo tentativo sembra fallire, inizia a tirare delle forti spallate all’entrata di ferro, il cuore che pompa furioso il sangue, l'ansia che di secondo in secondo cresce sempre di più a sentire i gemiti soffocati del maggiore.
“Aeils! Aeils! Dove sei?! Cosa diavolo sta succedendo?” grida con lo sguardo verso l’alto, sperando nell’aiuto provvidenziale della ragazza.

Nel frattempo, all’esterno, Cas continua a tener sotto controllo la situazione, sperando con tutto se stesso che il piano che aveva ideato Sam funzionasse, senza conseguenze a lungo termine; la sensitiva, percependo i dubbi dell’angelo, prova a consolarlo dicendogli “Senti occhi azzurri! So quali sono le vostre intenzioni, tue e del tuo amico spilungone… ma come ho già detto a lui, non potete sapere se i ricordi di Dean relativi a questo ‘brutto periodo’ rimangano sepolti o vengano in qualche modo a galla.. l’unica cosa che ti posso dire è che, qualunque cosa succeda, dovete stare al suo fianco perché questo processo è difficile sotto ogni punto di vista… E da quello che ho chiaramente percepito dai tuoi pensieri, so che non abbandonerai mai questo testone.. vero Castiel?” aggiunge dopo aver guardata per un istante l’amico alato. 
“Hai ragione… non lo abbandonerò, qualunque cosa succeda… posso chiederti, se è possibile, come sta andando lì dentro?” chiede titubante, indicando l’intreccio di mani tra i tre ragazzi.
“Certo… li sto lasciando la loro privacy ma una piccola occhiata possiamo darla, giusto?! Sarà il nostro piccolo segre-” ma non termina neanche la frase che il corpo di Dean inizia a muoversi agitato sul letto, la testa che si volta da un lato all’altro di scatto, le mani lungo i fianchi chiusi a pugno.
“Aeils che sta succedendo?! Perchè Dean si comporta così?” domanda spaventato Cas mentre con tre grandi passi raggiunge il fianco della sedia dove è seduta la ragazza.
“Per favore, devi stare in silenzio ora! Sto cercando di capirlo… qualunque cosa sia successa, sto facendo più fatica a mantenere il contatto tra loro… quindi mi serve più concentrazione..”.

_____________________________

Sam! Sam che diavolo sta succedendo lì dentro?!”


“Eccoti finalmente! Non lo so!! Non sono riuscito a fermarlo dal ricordare quel periodo e ora, non so perchè, sono bloccato fuori dalla stanza! Non era mai successo! Riesci a farmi entrare?” le spiega, nella voce la preoccupazione per il fratello.

Non riesco Sam! E’ questo il punto! Mi sta bloccando fuori! E’ come se si fosse creato una sorta di stanza impenetrabile, in cui neanche io riesco ad entrare! Ma non è questo il problema principale… il suo corpo qua all’esterno sta iniziando ad agitarsi e io sto facendo sempre più fatica a mantenere il contatto tra voi!”


“Che significa? Potrebbe succedere qualcosa?”

Non lo so… non mi è mai capitata una situazione del genere! Ma non voglio scoprirlo… io cerco di resistere più che posso… tu devi riuscire in qualche modo a calmarlo! Sam, lascio tutto nelle tue mani… “

E detto questo, la voce di Aeils scompare, lasciando il minore in preda ai suoi pensieri: sapeva che era una pessima idea lasciar ricordare quel maledetto periodo a Dean, ma che alternative ha avuto? Non ha mai visto nessuno più testardo di suo fratello quando si puntava su qualcosa e, il discorso che avevano avuto minuti prima, era una chiara dimostrazione...ma ora non ha tempo per pensare a tutto questo! Suo fratello ha bisogno di lui e, in un modo o nell’altro doveva riuscire a tranquillizzarlo, così da uscire tutti incolumi da quell’esperienza assurda.
Mentre tutto questo si stava svolgendo al di fuori della massiccia porta in ferro, Dean all’interno della stanza stava rivivendo il viale dei ricordi dell’Inferno, 40 anni di torture senza fine, fisiche e psicologiche… ed è proprio in quel momento che ricorda uno dei momenti peggiori di quel terribile soggiorno: l’istante in cui ha ceduto e ha detto ‘Sì’.

Un’altra giornata di torture era appena terminata… il suo corpo, o almeno quello che ne era rimasto, era tornato in perfetto stato, pronto per una nuova sessione con il prossimo demone che aveva voglia di divertirsi.
Sapeva esattamente quanto era passato dal momento in cui aveva messo piede in quel lurido posto: 30 anni precisi, esattamente quel giorno… come faceva a saperlo? Molto semplice: ogni giorno era scandito dall’arrivo di Alastair, il torturatore per eccellenza dell’Inferno e, ogni singola volta in cui lo vedeva, gli domandava la stessa identica cosa, volta dopo volta.

Allora Dean… come siamo andati oggi? Sei pronto ad accettare la mia offerta?” gli chiedeva sempre con un sorriso gelido in volto, così perverso che avrebbe spaventato persino Lucifero stesso.
Sai che ti dico Alastair …Fottiti! Prenditi la tua offerta e ficcatela lì dove non batte sole! La mia risposta non cambia!” gli urlava addosso, determinato più che mai a non cedere, nonostante nella sua voce si sentiva chiaramente dolore e paura.
Vedremo, vedremo… a domani Dean! Non vedo l’ora di sentire le tue urla riecheggiare per tutto l’Inferno” e con un risata che ti faceva venire i brividi, se ne andava, lasciando il maggiore dei fratelli appeso alle sue catene, a riprendere quei pochi attimi di respiro prima di una nuova sessione.
Durante la sua permanenza in quel terribile posto aveva compreso in poco tempo come veniva portata avanti la baracca: ogni giorno un nuovo aguzzino si presentava nella sua cella - i luoghi variavano a seconda del torturatore - e, per l’intera ‘giornata’ si divertiva a infierire su lui, senza alcuna pietà… ognuno aveva la sua tecnica: c’era chi, con un solo coltello, non lasciava niente se non un singolo organo ancora pulsante… oppure l’appassionato di veleni, che si divertiva a veder contorcere le proprie vittime sotto gli effetti di quella lenta tortura… oppure ancora, quello che neanche appoggiava un singolo dito sulla pelle candida del cacciatore, pronta a una nuova tortura, aggiungendo sempre alla fine ‘I miglior torturatori sono quelli che non si sporcano le mani’ … molti altri riempivano quei giorni lenti di Dean ma ormai il ragazzo aveva iniziato a temere sempre di più il finale del ciclo di torture, dettate dall’arrivo di Alastair; appena iniziava, Dean avrebbe voluto poter morire o anche svenire, per dare un attimo di sollievo al suo corpo o alla sua mente ma non era possibile… ed era questo il problema dell’Inferno: nonostante la tortura fosse insopportabile, alla tua anima - perché era quello il problema, il fatto di essere solo un anima… - non era permessa né la morte, né uno svenimento per riprendere fiato… potevano strapparti anche il cuore dal tuo petto, tu rimanevi lì a fissarlo battere e battere ancora, senza poter far nulla se non restare impotente di fronte al tuo aguzzino.
Era questo che aveva dovuto sopportare Dean per 30 anni, torture e sofferenza senza limiti… ed è proprio in quel particolare giorno, l’anniversario del suo arrivo, che mandò al diavolo tutti i suoi buoni propositi di resistere per Sam, per Bobby.

Allora Dean...come siamo andati oggi? Sei pronto ad accettare la mia offerta? Tu scendi dalla ruota, mettendo qualcun altro al tuo posto e inizia a torturare… allora, accetti?” gli chiese e, dallo sguardo che gli regalò in quel momento, Alastair aveva già capito quale fosse la sua risposta.
Sì… Accetto”.

“Noooooo” urla al vuoto, le immagini di quel terribile momento impresse a fuoco nella sua mente.
Sam, che intanto stava cercando in tutti i modi di entrare in quella sorta di camera blindata, a sentire l’urlo dell’altro gli gela il sangue nelle vene: non aveva idea a che punto Dean fosse con i ricordi, ma doveva intervenire in fretta, prima che potesse succedere qualcosa di terribile, come annunciato da Aeils.
“DEAN! DEEEEAN! Ti prego, ascoltami! Concentrati solo sulle mie parole… ti supplico” gli urla dall’altro lato della porta, inginocchiato a terra, per la disperazione, con i pugni che colpiscono più volte senza fermarsi su quella barriera solida e allo stesso tempo psicologica.
Dean nel frattempo stava continuando a ricordare altri momenti della sua permanenza all’Inferno quando, come in un sogno, sente una voce che riconosce come quella del fratello: è come un eco lontano, sovrastato dalle milioni di grida che lo circondano… prova a concentrarsi solo su quel suono, per capire cosa gli stesse dicendo e resistere a tutto quel dolore che sta provando.
E come a rispondere alla sua richiesta, il tono diventa sempre più forte, fino a quando il maggiore riesce a comprendere ogni singola parola dell’altro.
“Sam..” sussurra, la voce intrisa di disperazione, mentre prova ad aggrapparsi in tutti i modi a quel suono così familiare.
Sam, sentendo pronunciare il suo nome, gioisce sorpreso, sperando che quelle sue parole e soprattutto quelle future potessero raggiungere il fratello “Sì, Dean.. sono qui… ascoltami per favore e concentrati solo su quello che ti dico… ricordi quando eravamo piccoli e ci siamo fermati in quel motel così assurdo, con le pareti colore giallo senape? Papà è andato a caccia per più di una settimana e tu come sempre ti sei occupato di me, nonostante i miei mille lamenti… Ricordi però quella sera che ci siamo seduti insieme sul divano, uno accanto all’altra a guardare la tele? Abbiamo passato ore a guardare i cartoni, soprattutto Scooby Doo e in quel momento, vedendoti al mio fianco ridere e scherzare con me, sapevo che avrei potuto sempre contare sulla tua presenza.. quindi ti prego, lascia che sia io ad aiutarti questa volta…” finisce quel discorso così lungo, le lacrime che lente lasciano traccia sul suo giovane viso, cadendo a terra.
Dean nel frattempo ha ascoltato ogni singola parola e, più sentiva, più le grida e il dolore diventavano ovattati, fino a scomparire del tutto… i ricordi continuavano incessanti nella sua mente ma l’unica cosa che udiva in quel momento è la voce del fratello, sola ancora di salvezza nei momenti più bui.
“Sam…” sussurra quando, ormai sopraffatto dalla stanchezza di tutta quella situazione, si lascia completamente andare, finendo sdraiato sul pavimento freddo della cella; nello stesso identico istante che il corpo tocca terra, la porta d’entrata si sblocca per poi aprirsi lentamente, come ad invitare il ragazzo al di fuori ad entrare. Ed è infatti quello che fa Sam non appena vede uno spiraglio di luce provenire dalla stanza: si butta subito all’interno, cercando nel frattempo Dean con lo sguardo e, quando lo vede disteso a terra privo di sensi, corre al suo fianco; l’ansia è forte mentre lo accoglie tra le sue braccia, la mano che si posa tremante su capelli biondo cenere sudati, accarezzandoli lentamente, quasi con il timore di rompere qualcosa se solo avesse fatto più pressione.
“Aeils… Aeils mi senti?” chiede guardando in alto, la voce incrinata dalla preoccupazione mentre senza accorgersi stringeva a sé il fratello in modo protettivo.

Sono qui Sam… la situazione qui fuori sembra essersi risolta.... come sta Dean?”

“Non lo so… è svenuto… penso sia finita ormai.. ti prego, tiraci fuori di qui..”

Ok va bene”

E detto questo, una luce avvolge i due fratelli, catapultandoli nel mondo esterno.
Appena Sam riapre gli occhi, posa lo sguardo sul maggiore, sdraiato sul divano, il respiro lento, il volto per la prima volta rilassato dopo tutta quella storia, nonostante fosse ricoperto di sudore dovuto all’agitazione degli ultimi ricordi.
“Sam… cosa è successo?” domanda Cas un pò titubante, mentre sorregge per le spalle la ragazza, privata di energie per mantenere il difficile contatto tra le loro menti.
“Non lo so Cas… dovremo chiederglielo a lui quando si sveglia… per ora portiamolo al bunker e lasciamolo riposare..” poi, girandosi verso la sensitiva che lo stava guardando attenta aggiunge “Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto… siamo in debito con te… per quanto riguarda il pa-”.
“Non ti preoccupare per quello… so cosa fate e so qual’è la vostra vita… l’ho letto nelle vostre menti.. facciamo così: se avrò bisogno di voi in futuro, vi chiamerò e salderemo così il nostro debito. Cosa dici?” conclude, sul volto la stanchezza di tutta quella esperienza.
“Va bene… Grazie ancora Aeils! Cas, puoi aiutarmi a trasportarlo in macchina?” e senza aspettare un attimo, i due ragazzi si posizionano al fianco del maggiore, portando rispettivamente un braccio per uno intorno al collo in modo da sorreggere il peso non poco leggero di Dean; una volta sdraiato nei sedili anteriori, Cas e Sam si mettono in quelli davanti, con il minore dei fratelli alla guida, partendo alla volta del bunker, salutando nel frattempo Aeils, che li segue con lo sguardo fino alla fine della via dall’ingresso della casa.

_____________________________

Sono passati due giorni da quel momento quando Dean riapre gli occhi nella sua stanza del bunker; confuso, si guarda intorno per capire cosa stesse succedendo e, quando si volta verso sinistra, scorge nella penombra la figura di Sam, piegato sulla scrivania a leggere quello che da lontano sembra un fascicolo dei Men of Letters.
“Sam..” lo chiama prima di iniziare a tossire per la gola secca; in un momento, Sam gli è accanto, dandogli immediatamente in mano un bicchiere di acqua, pronto per lui sul comodino.
“Oddio Dean! Sei sveglio!” gli urla addosso prima di abbracciarlo, la testa nell’incavo della spalla del maggiore per nascondere le lacrime di gioia che ribelli hanno lasciato gli occhi del minore.
“Sei vai avanti a stringermi così mi sa che svengo per asfissia! Si può sapere perchè sei così contento? E cosa è successo?” domanda subito il maggiore, mentre ricambia l’abbraccio del fratello nonostante le parole dette perchè entrambi hanno bisogno di sentire il contatto con l’altro.
“Cosa ti ricordi?” domanda Sam, allontanandosi lentamente dall’altro in modo da dargli un attimo di respiro; ma prima che Dean potesse aprire bocca aggiunge “Aspetta, sarà meglio chiamare Cas… almeno non devi ripetere tutta la storia due volte”.

Quando anche l’angelo si unisce ai festeggiamenti per il risveglio di Dean, scambiando con quest’ultimo un abbraccio soffocante, si spostano tutti insieme all’ingresso del bunker, sul grande tavolo della libreria, per esser più comodi e soprattutto per mangiare qualcosa visto le rumorose proteste dello stomaco di Dean.
“Ok Dean.. cosa è successo quando sei entrato nella cella? La porta si è chiusa e nè io nè Aeils siamo riusciti a entrare….” spiega velocemente Sam al fratello in quanto aveva già detto all'angelo cosa era successo.
Dean alza un secondo gli occhi dal panino che stava per addentare e, deciso a dare un chiarimento a tutta la storia così da metterci definitivamente una pietra sopra, lo riappoggia nel piatto e dice “Non sono molto sicuro… appena entrato ho scoperto la camera nascosta, dove c’è la trappola per demoni e la sedia… mi sono avvicinato giusto qualche passo quando, come era accaduto tutte le volte prima, tutti i ricordi dell’Inferno mi hanno inondato la mente, lasciandomi senza fiato… anche se erano in qualche modo diversi dagli altri…”.
“In che senso?” domanda stavolta Cas, cercando di spronare l’amico a continuare; Dean si era perso così tanto nei ricordi di quel momento che aveva interrotto la spiegazione guardando il vuoto. “Dean?”.
“Sì, sì, ci sono… diversi nel senso che erano molto più intensi… era come essere tornato laggiù … non riuscivo a fermarli e più andavano avanti, e più diventavano reali… finchè non ho sentito la tua voce Sammy..” spiega fissando poi il fratello, che ricambia lo sguardo con un'espressione tra il sorpreso e il confuso.
“La mia voce? ”
“Sì Sam… inizialmente era come un eco lontano ma piano piano si è fatta sempre più forte… mi sono concentrato solo sul tuo racconto e in quel momento, tutto quello che avevo intorno ha cessato di esistere… non ricordo altro”.
Terminato il racconto, sia Cas che il minore fissano Dean che nel frattempo ha ricominciato a mangiare il panino lasciato lì qualche minuto prima: erano contenti che quella storia fosse finita e che a quanto pare, grazie all’aiuto inconsapevole di Sam, il maggiore era riuscito a recuperare i ricordi del periodo peggiore della sua vita senza ulteriori danni… o almeno così sembrava ai loro occhi.
“Quindi ora ricordi tutto? Va tutto bene? “ domanda incerto Sam, scambiandosi prima un'occhiata fugace con Cas.
“A parte la fame, direi di sì… a proposito: perché diavolo ho così fame?”.
“Dean” inizia l’angelo con la sua classica intonazione che, alle orecchie degli altri, sembrava nascondesse un intera frase in in un unico nome “credo sia dovuto al fatto che hai dormito per due giorni consecutivi… io e tuo fratello ci siamo preoccupati, pensavamo non ti svegliassi più”.
“Oh, capisco … non volevo farvi preoccupare..”
“Non ti preoccupare Dean! L’importante è che tu stia bene e che abbia riacquistato tutti i ricordi, giusto?” gli dice Sam, sul viso un sorriso ricambiato immediatamente dal maggiore.
“Hai ragione.. hai ragione Sammy” sussurra mentre lentamente l’incurvatura delle sue labbra diminuisce sempre di più, lasciando spazio ad un'espressione pensierosa e confusa.
“A che stai pensando?” gli chiede Cas, notando quel cambiamento improvviso.
“Mi domandavo… perchè secondo voi Amara mi ha aiutato? Anche se ammettiamo, ha fatto un lavoro di merda visto l’ ‘a-bi-bone’ con i miei ricordi…”.
Dopo un attimo di silenzio è Sam a parlare per primo “Io non penso che la sua scelta sia stata casuale … Ha deciso di lasciare in te solo i ricordi migliori, per non farti pesare le esperienze passate che in qualche modo ti hanno lasciato un segno, per così dire. E’ stato il suo modo per proteggerti Dean”.
“Non capisco. Se quel che dici è vero, perchè lasciarmi la caccia? Non fa parte anche quella delle cose che, come dici te, ‘hanno lasciato un segno’?” domanda incerto, mimando le virgolette nelle ultime parole; Sam ci pensa qualche secondo e alla fine gli risponde “Per assicurarsi che tu fossi al sicuro da tutto quello che si nasconde nel buio. E poi credo perchè, nonostante le brutte esperienze che abbiamo passato combattendo creature di ogni genere, è stato proprio grazie alla caccia se siamo riusciti a fare del bene! E credo proprio che voleva lasciarti proprio quella sensazione”.
I tre rimangono in silenzio dopo la spiegazione di Sam, tutti con la stessa idea nella mente: Amara o l’Oscurità sembra tenere in particolar modo alla vita di Dean, spingendola addirittura ad uscire allo scoperto per salvarlo; perchè si è legata particolarmente a lui e soprattutto, potevano usare la cosa a loro vantaggio? .
“Bhe direi che la nostra piccola pausa, se così possiamo chiamarla, dalla ricerca dell’Oscurità è finita! Direi di rimetterci al lavoro! Vado a fare rifornimenti: è finita la birra e già che ci sono prendo una crostata, così riesco a rimanere concentrato… Sam dove sono le chiavi di Baby?” chiede Dean ma, mentre pronuncia la domanda, il minore si gira verso Cas, gli occhi grandi e spaventati come un cerbiatto con i fari puntati dritti sul muso.
“Sam… dov’è Baby?” domanda di nuovo lento, il tono così minaccioso che Sam fa qualche passo indietro allontanandosi dall’altro con le mani alzate, in modo da arrestare un eventuale attacco a sopresa.
“Dean, è complicato. E’ successo tutto così in fretta in questi giorni… e-eravamo davvero preoccupati per te che non mi è venuto neanche in mente! “.
“SAM! Hai abbandonato Baby! Come hai potuto fare una cosa del genere! Povera, povera… da sola in qualche assurdo deposito!”.
Sam, vedendo la reazione del fratello, inizia a correre verso la sua stanza, senza voltarsi, sentendo dietro di sè i passi pesanti ma anche lenti del fratello “SAM! Appena ti prendo te la faccio pagare!”.
Cas nel frattempo guarda la scena divertito, sollevato nel vedere battibeccare i suoi due amici: è vero, i problemi sarebbero arrivati presto e la questione di Amara era tutt’altro che risolta, ma l’importante è che per ora si stanno godendo quel piccolo momento di pace.
Un solo pensiero vaga nella sua mente ‘Speriamo solo che Dean non uccida Sam! Ci manca giusto un altra missione di salvataggio’ mentre nel bunker si sentono ancora riecheggiare le urla dei ragazzi.


Hello everybody! 
Eccoci giunti all'epilogo di questa storia! Vorrei ringraziare di cuore tutti coloro che sono arrivati fino a qui! Grazie mille <3.
Un grazie in particolare a coloro che mi hanno accompagnato con le loro recensioni per tutto il percorso - Balto97 , Cin75, Biota e TeamFreeWill - ... GRAZIE!

Bene.. allora alla prossima storia!!
-Eli-




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