Million Reasons

di _Atlas_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***



Capitolo I

I close both locks below the window
I close both blinds and turn away
Sometimes solutions aren't so simple
Sometimes goodbye's the only way

Shadow of the day – Linkin Park




Dopo che Tony si chiuse la porta alle spalle Pepper non riuscì più a trattenere le lacrime.
Non avrebbe mai pensato di svuotare tutto quello che da troppo tempo aveva protetto dentro di sè, soprattutto non avrebbe immaginato di farlo con la persona che più amava al mondo, la stessa che l'aveva spinta a prendere quella decisione.
Ma è giusto così, si era detta.
Aveva aspettato a lungo, lo aveva fatto da molto tempo prima che la situazione iniziasse a peggiorare; in tutti quegli anni Pepper non aveva fatto altro che aspettare lui. Tony.
Lo aveva fatto per quasi otto anni, sperando di vederlo maturare e cambiare abitudini, sperando che si rendesse conto che lei era lì, per lui.
Lo aveva aspettato per tre lunghi mesi, senza sapere come e se sarebbe tornato indietro dall'inferno.
Poi lo aveva visto cadere e rialzarsi, e lì l'attesa era stata breve ma incredibilmente intensa, tanto da credere di non dover aspettare più.
Certo non poteva sapere che proprio l'uomo che era diventato, coraggioso e determinato come un vero eroe, sarebbe stato lo stesso che l'avrebbe portata ad allontanarsi da lui.

Pepper affondò la testa nel cuscino e strinse le lenzuola tra le dita, sperando che quel gesto potesse darle la forza di rimanere ancorata alla realtà.
La verità è che era giunta al limite, lo stesso che Tony aveva deciso di superare molto tempo prima e che metteva entrambi in un costante e sempre crescente pericolo.
Non erano più missioni ridotte e facilmente risolvibili quelle che lo riguardavano, no. Spesso duravano settimane e le conseguenze erano sempre difficili da affrontare, perchè la gravità dell'accaduto finiva sempre per sconvolgere tutto il team e in maniera peggiore Tony.
Era questo il prezzo da pagare per essere un super eroe? Pepper lo vedeva lottare giorno e notte contro le sue angoscie, mettendo da parte le proprie e supportandolo persino quando non lo meritava.
Ma adesso la sua tenacia non era abbastanza per sostenere entrambi e dopo anni passati ad aspettare Pepper aveva scelto se stessa all'uomo a cui sarebbe stata legata per sempre.





Era appena scoccata la mezzanotte quando lo sentì infilarsi sotto le coperte, gesto che non si sarebbe aspettata a quell'ora insolita per lui, nè tantomeno dopo l'accaduto di poco prima.
Lo sentì sospirare e non ebbe bisogno di chiederglielo per sapere a cosa pensasse, rimase invece ferma dandogli le spalle e pregando di riuscire a prendere sonno nel minor tempo possibile.

"Ci ripenserai...?"

La voce di Tony la prese però in contropiede e solo per un istante pensò di ignorarla e fingere di dormire; non sarebbe servito a nulla.
"Non lo so..." ammise quindi "Vorrei poterlo credere..."

"Anch'io" sussurrò Tony.

Pepper non rispose e si lasciò scivolare nel sonno, trattenendo le ultime lacrime in silenzio e sperando che la notte potesse allontanare tutto quel dolore.





NdA
Buonsalve!
In questi giorni mi sento particolarmente ispirata (vediamo quanto dura) e all'inizio questa avrebbe dovuto essere una semplice one-shot, ma dopo un'attenta riflessione ho cambiato idea e ho deciso di fare una breve raccolta di tre capitoli.
Ricordate With or without you, la storia che riprendeva grosso modo gli eventi che hanno portato a divedere (e poi riunire) Tony e Pepper? Era per lo più scritta seguendo il punto di vista di Tony, questa volta ho intenzione invece di raccontare la stessa storia focalizzandomi maggiormente su Pepper.
Vorrei che ne uscisse una sensibilità diversa, quella di una persona che non è abituata a combattere, a rischiare la vita e a ritrovarsi in situazioni drammatiche.
Il titolo della raccolta riprende una canzone (bellissima, asd) di Lady Gaga <3
Ah, IMPORTANTE: non c'è bisogno che leggiate l'altra raccolta se non l'avete fatto, ma ovviamente la lettura sarebbe più completa, visto che riprendo gli stessi avvenimenti ma da punti di vista differenti.

Bene, ora basta.
Spero che la storia vi piaccia :)

_Atlas_

 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***



Capitolo II
 


Through the storm we reach the shore
You give it all but I want more
And I'm waiting for you
With or without you – U2



Pepper allineò sulla scrivania un paio di documenti che aveva appena finito di revisionare, erano quasi le cinque del pomeriggio e presto sarebbe tornata a casa. Il signor Mitchell aveva inoltre comunicato che la riunione prevista per quella sera sarebbe stata rimandata a data da destinarsi, perciò avrebbe avuto il resto della giornata completamente libero.
Certo in altre occasioni sarebbe stato allettante, ma non in quel momento.
Aveva bisogno di essere concentrata, di distrarre la mente dai pensieri invadenti che nelle ultime quarantotto ore le avevano impedito persino di dormire serenamente.
I notiziari non parlavano altro che dei recenti attentati che vedevano come responsabile l'ex soldato James Barnes, il Soldato d'Inverno, come lo avevano identificato, e di certo la situazione non sembrava essere sotto controllo.
C'erano stati disordini all'aeroporto di Lipsia, Rhodey aveva subìto un brutto incidente e Happy era stato pronto ad informarla sull'accaduto. Solo pochi giorni dopo si era quindi decisa a telefonare Tony e la sua voce spezzata e preoccupata la riportò bruscamente alla realtà, ricordandole che quelle circostanze erano la causa del loro distacco, i problemi insormontabili con cui ogni supereroe doveva fare i conti.
Qualcosa aveva sconvolto l'animo di Tony al punto da fargli fare un passo indietro, ma siglare un accordo governativo non era la soluzione per rimediare al loro rapporto; era un gran passo avanti, Pepper doveva riconoscerlo, ma purtroppo non bastava.

Tuttavia l'eco della loro ultima telefonata aveva scosso in maniera violenta il corso delle sue giornate.
Da quando aveva lasciato Malibù si era concentrata unicamente sul lavoro e la cosa sembrava avere avuto riscontri positivi, un sacco di impegni e pensieri razionali e concreti di cui occuparsi.
Ma la voce di Tony era tornata prepotente a tenerla sveglia e Pepper, nonostante ci provasse, non riusciva a scacciarla dai suoi pensieri.

"Signorina Potts? La macchina è pronta" intervenne a quel punto Happy, fermo sulla soglia dell'ufficio.

La giovane trasalì, tornando improvvisamente alla realtà.
"Grazie Happy..." mormorò accennando un sorriso. Poi si passò le dita sulle tempie, nel vano tentativo di scacciare il mal di testa che da troppe ore la stava torturando, raccolse gli ultimi documenti e lasciò l'ufficio.

*


Il tragitto verso casa era insolitamente breve, privo della vista mozzafiato della costa californiana e ben lontano dalla brezza marina che accarezzava le pareti rocciose di Malibù.
Pepper cercava di ignorarlo, ma persino il rientro a casa era più difficile da affrontare giorno dopo giorno.
Negli ultimi quindici anni quello era stato solo il suo appartamento a due passi dalla periferia, il posto in cui si era rintanata dopo il lavoro, quello dove aveva trascorso ben poche ore delle sue giornate.
Casa, la sua casa, era altrove.

Si chiuse la porta alle spalle e si liberò dei tacchi ancor prima di entrare nel salotto.
Diede uno sguardo alla parete dove un piccolo orologio in legno stava per scoccare le cinque e mezza, si ricordò di non aver pranzato ma in quel momento anche solo l'idea di riempire lo stomaco le faceva salire la nausea. Così si diresse in camera, consapevole che quel che stava per fare si sarebbe riversato contro di lei qualche ora dopo. In che modo non osava chiederselo.
Si stravaccò sul letto, spofondando tra i tanti cuscini che amava tenervi sopra, tenendo nervosamente tra le mani il suo smartphone.

Che ora sarà in Europa? Sono otto ore più avanti, all'incirica...

E' notte fonda, realizzò poi, ma qualcosa la spinse ugualmente ad avviare la telefonata, certa che nonostante l'ora lo avrebbe trovato sveglio.
Per tre volte Pepper attese una manciata di secondi solo per ottenere risposta dalla voce monocorde della segreteria telefonica: Tony aveva il telefono staccato.
Per quanto la cosa non avrebbe dovuta farla preoccupare, conoscendo Tony e quindi le sue abitudini, qualcosa in quel momento la turbò lo stesso e la spinse, senza pensarci due volte, a telefonare il Colonnello Rhodes.

"Rhodey?" lo chiamò quando dall'altra parte le parve di sentire qualcosa.

"Sì? Pepper...? Che succede?" chiese quello con voce evidentemente assonnata ma già sull'attenti.

"No, niente...scusa se ti ho svegliato. Ho provato a chiamare Tony ma ha il telefono staccato e..."

"...e ti sei preoccupata" concluse per lei il colonnello scuotendo la testa. "Voi due me le pagherete tutte, un giorno o l'altro" scherzò.

"Immagino di sì..."

"Sta bene, Pepper. E' che sono successe un po' di cose e..."

"E' per gli accordi, vero? I notiziari non fanno altro che nominarvi."

Rhodey annuì tristemente e sospirò "La situazione è più complicata di quel che dicono in tv. Io credo che Tony te lo dirà di persona...avete bisogno di parlare."

A quelle parole la preoccupazione della giovane non fece altro che aumentare smisuratamente.
"Rhodey..."

"Pepper, ascoltami: Tony ti racconterà tutto non appena arriverà a Malibù. E' partito poco più di un'ora fa, è per questo che ha il telefono staccato, è in viaggio" spiegò.

"Come?" chiese sconvolta "Che vuol dire? E come farete con gli accordi e insomma...tutto il resto?" aggiunse iniziando ad agitarsi.

"Quello è il male minore, credimi. Tony ha dovuto raggiungere il capitano Rogers in Siberia e lì...beh, le cose hanno preso una piega inaspettata, decisiva immagino."

Pepper deglutì, capendo come mai avesse avuto il sentore che qualcosa non andava.
"Rhodey, Tony sta bene?" chiese di nuovo, ma questa volta con un tono di voce differente e che lasciava ben capire cosa intendesse davvero.

Il colonnello sospirò di nuovo e rispose con voce altrettanto mesta.
"E' a pezzi" ammise "Fà del suo meglio per nasconderlo ma...credo sia davvero sconvolto. Immagino abbia bisogno di aiuto, Pepper. Io non posso fare molto nella mia condizione, ma forse tu..."

"Io...beh, non appena sarà arrivato a Malibù..."

Ma Rhodey la interruppe prima che potesse continuare.
"Sai che in genere non amo difenderlo – e hai tutto il mio appoggio per la decisione presa, credo gli abbia fatto bene stare un po' con sè stesso...- ma in questo momento sei l'unica persona che potrebbe davvero fare la differenza. Io ho fatto del mio meglio ma..." concluse lasciando cadere il discorso, sicuro che Pepper avrebbe compreso.


"Certo, ho capito..." rispose infatti la giovane.

La conversazione terminò qualche momento dopo e quando Pepper chiuse la telefonata la vera realtà della situazione le piombò addosso, come se all'improvviso qualcuno l'avesse svegliata da un lungo incubo.

Lei amava Tony.
Lo amava con tutta se stessa e per quanto in tutti quegli anni avesse provato svariate volte a ignorarlo, adesso capiva – ancora una volta – che nient'altro le avrebbe mai fatto cambiare idea.
Per quanto Tony continuasse a fare del male a sè stesso e, indirettamente, a chi gli stava vicino, per quanto si trovasse in continua lotta con la sua mente geniale ma terribilmente contorta e problematica, per quanto la sua assenza fosse sempre così presente, Pepper continuava ad amarlo.
E sentiva la sua mancanza, ora più che mai.





NdA
E' stato un parto ma ce l'ho fatta, eccovi il secondo capitolo di questa raccolta.
Mi sono dilungata un po' più sullo stato d'animo di Pepper, cercando di farvi capire in che modo ho immaginato la sua vita dopo l'allontanamento da Tony.
In particolare, mi sono divertita a collegare questa raccolta a With or without you utilizzando proprio alcuni versi di questa canzone.
Spero vi sia piaciuto :)

Alla prossima,

_Atlas_

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III
 
So you hit the lights and I'll lock the doors
Let's say all of the things that we couldn't before
Won't walk away, won't roll my eyes
They say love is pain, well darling, let's hurt tonight

Let's hurt tonight – One Republic



L'auto avanzava lentamente lungo la costa a due passi da Malibù combattendo contro un temporale insolito e inatteso in quei giorni di primavera.
A compromettere la visuale della donna era la strada poco illuminata a quell'ora tarda e gli occhi ancora arrossati e velati da qualche lacrima.
Erano stati giorni intensi e pieni di emozioni contrastanti, Pepper aveva faticato molto a capire la differenza fra ciò che in quel momento sarebbe stato giusto fare e quel che invece desiderava profondamente.
Non sapeva con certezza cosa l'avesse infine spinta a prendere quella decisione, ma quando si era seduta in macchina e aveva acceso il motore, aveva capito.


Non avrebbe mai dimenticato lo sguardo che le rivolse Tony non appena la vide entrare nella villa, nè la forza con cui l'aveva stretta a sè dopo interminabili attimi di silenzio. Non avrebbe dimenticato il suo volto atterrito, le mani tremanti e le lacrime che rigavano le sue guance.

"Shh...va tutto bene" gli aveva sussurrato Pepper stringendolo al petto, ancora ignara di ciò che lo stava torturando all'interno.

"Mi dispiace..." aveva balbettato lui tra i singhiozzi.

Fu allora che Pepper lo obbligò a raccontarle ogni cosa, vedendo svelati, man mano che l'uomo parlava, tutti i retroscena di cui fino a quel momento era rimasta all'oscuro.
Le raccontò di come gli Avengers erano arrivati a dividersi, di come aveva temuto per la sorte di Rhodey e di quanto si sentisse in colpa; infine le raccontò del soldato Barnes e di come l'Hydra avesse manipolato la sua mente per eliminare i suoi genitori e di quel che avvenne subito dopo, nel gelo siberiano.
A quel punto Tony crollò ancora e ancora, mentre Pepper ascoltava il suo dolore senza poter fare nulla.
Si lasciò stringere dalle braccia dell'uomo fino a quando non fece male, ma neanche allora sciolse l'abbraccio; Tony aveva bisogno di un punto fermo nella sua vita, qualcuno che non gli avrebbe voltato le spalle per obiettivi personali, qualcuno che era disposto a vedere il peggio di sè e restare, nonostante tutto. Qualcuno che, malgrado il suo caratteraccio e le sue inquietudini, lo avrebbe amato e basta.
Se le fosse stato possibile Pepper gli avrebbe portato indietro Maria e Howard, avrebbe reso migliori gli anni crudeli e banali che aveva vissuto dopo la loro morte, avrebbe cancellato l'Afghanistan, New York e tutto il resto...Non poteva fare niente di tutto ciò, è vero, ma almeno una cosa era sicura di poterla fare.

Gli prese il viso tra le mani e gli baciò le labbra, percependo sulle proprie il sapore salato delle sue lacrime.
"Sono qui" gli disse prima di baciarlo ancora.

 
*

La vecchia maglietta dei Black Sabbath le arrivava appena sopra le ginocchia, ma per quella sera poteva andare bene.
Pepper guardò il proprio riflesso allo specchio, nei suoi occhi le sembrava di rivedere l'espressione serena di un tempo, quando era solo una timida segretaria di un miliardario troppo pigro per occuparsi della sua azienda. Niente nemici all'orizzonte, nessuna battaglia da cui uscire vincitore, nessuna sconfitta. Solo loro due e una villa immensa che affacciava sull'oceano.
Certo in quasi dieci anni ne erano cambiate di cose...

"Vieni a letto?" fece capolino Tony dalla porta del bagno.

Pepper tornò subito alla realtà e gli sorrise :"Arrivo".

"Ehi" aggiunse poi l'uomo osservandola meglio "Mi era mancata vederla addosso a te..." e puntò l'indice sulla sua maglietta.

"Già...per me è sempre troppo grande, ma per stasera andrà bene. Domani vado a prendere il resto dei vestiti..."

Tony sospirò e si avvicinò per abbracciarla, strofinando il naso tra i suoi capelli e respirandone il profumo, proprio come aveva fatto poco prima, nudo e stretto a lei, tra le pieghe del divano.
"Sono contento che tu sia qui..."

"Anch'io..." ammise Pepper ricambiando l'abbraccio "Come ti senti?" chiese poi guardandolo negli occhi.

"Una favola..."

"Tony..."

Tony deglutì e le prese una mano a sorpresa, accarezzandola per qualche istante.
"Con te è un po' più sopportabile" confessò, vide che la giovane stava per dire qualcosa ma la bloccò.
"Vorrei solo essere capace di mantenere le cose in un certo equilibrio, per evitare di vederti andare via di nuovo..."

"Non me ne andrò" disse con sicurezza Pepper, quella pausa non era servita solo a Tony e lei era piuttosto sicura della sua decisione.

"Voglio dire, lasceremo una stanza da letto libera se mai dovessimo litigare ancora, così potrai dormire lì ma sarai sempre a casa. Con me." concluse stringendole con più forza la mano.

Pepper ricacciò indietro le lacrime che quella notte erano cadute copiose sulle guance di entrambi, poi lo attirò a sè e lo abbracciò forte, lasciandosi stringere a sua volta.
Andava tutto bene, erano a casa ed erano insieme, di nuovo.





Nda
Buonaseeeera!
Iniziare con delle scuse mi sembra decisamente doveroso visto che non aggiorno da tempo immemore; è stato faticoso ma alla fine sono riuscita a concludere anche questa mini raccolta.
Questo capitolo ho iniziato a scriverlo mesi fa, quando l'idea di scrivere "la reunion dei Pepperony" dal punto di vista di Pepper era un'idea che mi stuzzicava ancora molto, ma ovviamente in tutto questo tempo mi sono un po' ricreduta e ho davvero faticato a scrivere ancora una volta un argomento che per quanto mi riguarda è più che esaurito (chi mi segue da tanto sa bene che ho trattato questo tema sin dall'uscita di Civil War ^^').
Ma per fortuna anche questa raccolta può essere finalmente eliminata dalla lunga lista di cose che devo portare a termine (questo significa che vorrei dedicarmi anche alle altre due storie che ho lasciato in sospeso .-.)
Spero come sempre che vi sia piaciuta, perdonate il fluff esagerato nella seconda parte del capitolo, ma ultimamente sono diventata romantica e coccolosa (e NON è una cosa bella).

Un abbraccio a tutte e grazie a chi continua a seguirmi <3

_Atlas_
 

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