Giorni di fuoco

di jarmione
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vita da genitore ***
Capitolo 2: *** Di malviventi e donne infuriate ***



Capitolo 1
*** Vita da genitore ***


Tranquilli è una cosa breve, il prossimo capitolo è la fine, così non vi annoio troppo.

Ho immaginato cosa sarebbe successo se Bonnie fosse stata con Michael ed Amy.

Insomma, ho modificato gli eventi da me stessa narrati.

Buona lettura e dedico la storiella ad Evelyn80 che, lo so per certo, non mi perdonerà mai ciò che ho fatto a Bonnie nella mia Long XD ti adoro stalker

 

 

Era l'alba, fuori stava per diventare chiaro.

Bonnie stava facendo avanti e indietro per tutta la stanza, recuperando tutto il necessario.

Devon le aveva proposto di venire con lui ad una conferenza, che si sarebbe tenuta in California e che sarebbe durata qualche giorno.

Ovviamente, in tutta la Fondazione, sapevano che le valige erano la cosa più semplice e veloce.

La sua unica preoccupazione era il materiale e la lista delle cose che avrebbe dovuto lasciare a Michael per la cura della loro bambina.

Michael si sentiva un idiota.

Era nata da un anno e Bonnie era convinta che Michael non sapesse prendersene cura, solo perché era sempre in viaggio a causa di lavoro.

Intanto, quando KITT era stato distrutto dall’acido, lui l’aveva tenuta, l’aveva curata, il tutto mentre Bonnie aveva lavorato per dei giorni senza sosta e aveva visto la bambina solo la notte.

Alla fine non poteva biasimarla.

Lui stava poco la piccola, ma non per questo non sapeva come fare con i bambini…o no?

Era figlia sua dopotutto.

“La copertina, il biberon, i cambi…” Bonnie elencava tutto l’occorrente da lasciare a Michael, che ad ogni nominativo sospirava e sorrideva.

Bonnie era unica, sia come donna che come madre.

La osservava preparare le cose, con le braccia incrociata seduto sul letto mentre la bambina, che ormai stava seduta da sola, era vicino a lui con un pupazzo.

Ad un certo, dopo la decima volta che Bonnie elencava le cose, padre e figlia si scambiarono uno sguardo quasi annoiato e scocciato.

La bimba sembrava capire, il suo sguardo implorava Michael di farla smettere.

“Stai chiedendo a quello sbagliato” mormorò.

Quando Bonnie si decise a calmarsi, ed a tirare un sospiro, Michael si alzò.

“Se hai finito possiamo anche salutarci”

“Finito?” domandò lei quasi scandalizzata “come posso aver finito? C’è tanto da fare, la bambina ha bisogno di continue attenzioni e…”

“Bonnie” Michael la zittì mettendole le mani sulle spalle “non stai andando in guerra e la bambina starà benissimo” le disse “e poi, se dovessi aver bisogno di consigli posso sempre chiedere a Grace che ne ha cresciuti tre”

Bonnie non si sentiva tranquilla.

Non si era mai allontanata da sua figlia, quando aveva riparato KITT la vedeva quando usciva per un caffè o transitava nella zona dove stava Michael, altrimenti MAI era stata senza vederla anche solo un secondo.

Si sentiva una pessima madre per questo e non riusciva a darsi pace.

“Ti fidi di me?” le chiese Michael, sorridendo dolcemente alla sua amata

Bonnie annuì “Si…si mi fido di te”

“Problema risolto” le diede un bacio “sta tranquilla, quando tornerai sarà come nuova”

“Ora sono di nuovo preoccupata”

Michael prese le valige e Bonnie la bambina.

Scesero nel cortile, dove la macchina della Fondazione li aspettava.

Una volta caricato le valige, era tempo dei saluti.

“Michael, affido a te tutto quanto, mi raccomando” si assicurò Devon.

“Tranquillo Devon, tutto resterà in ordine”

“E’ proprio questo che mi preoccupa”

“Ma che avete contro di me tutti?”

“Non si fidano del tuo istinto Michael” la voce di KITT risuonò dall’orologio “sei molto impulsivo e lo studio di Devon è stato rimesso a nuovo quattro volte da quando ci sei tu”

“Grazie KITT, ne parliamo dopo io e te” persino KITT era poco fiducioso.

Era proprio bello sentirsi apprezzati.

Bonnie, dal canto suo, lasciava discutere gli uomini e si dedicò alla sua bambina “Mi raccomando amore” sapeva che la bimba non poteva ancora capire “la mamma ti vuole bene, fa la brava”

“Ma…ma!”

“Oh tesoro” la strinse ancora e dovette fare ricorso a tutta la sua forza di volontà per darla a Michael e salire in macchina.

“Mi raccomando Michael…”

“Bonnie, ti faccio andare in California con KITT e ben legata”

“Lo so ma…”

“Amy starà benissimo, è una Knight”

“Adesso dammi un motivo per salire in quella macchina”

“Se non sali la tengo io per un mese e tu non la vedi”

Motivazione più che convincente.

Bonnie salì sulla macchina e finalmente partì, lasciandosi alle spalle la Fondazione e Michael ed Amy, che faceva ciao con la manina.

Quando la macchina giunse in fondo al viale e scomparve dopo la curva, Michael poté finalmente tirare il respiro.

Bonnie faceva tutto per amore ma stava risultando pesante.

“Finalmente soli!” Sorrise Michael alla bimba “che vogliano fare adesso?”

“Ma…ma!” Amy indicò l'uscita della Fondazione 

“Vuoi la mamma?” Chiese Michael “mamma torna presto, adesso c'è papà, ti va di stare con papà?”

Amy scosse la testa

“Grazie!” Esclamò lui “la tua considerazione è ammirevole” 

Per tutta risposta la piccola rise.

“Per essere una bambina ha capito anche lei che tipo sei, Michael”

“Appena torna Bonnie ti faccio diventare un portachiavi, KITT!”

 

*********

Il primo giorno trascorse in modo tranquillo…o quasi.

Michael ebbe parecchia difficoltà a tenere ferma Amy.

Essendo che ormai era in grado di reggersi in piedi da sola, erano più le volte che sfuggiva alla sua vista che quelle che restava sotto sorveglianza.

Meno male che KITT gli dava una mano, avvisandolo se si allontanava troppo.

Si chiese come faceva Bonnie a badare a lei senza uscirne matto.

Forse aveva ragione.

Forse non era così in grado come credeva.

La sera l'aveva chiamato, avvisandolo che erano giunti a destinazione e che stavano bene, poi aveva chiesto di Amy tenendolo quasi un quarto d'ora alla cornetta.

Michael dovette liquidarla con la scusa che la bimba aveva ancora fame e doveva mangiare.

La notte si addormentò sfinito e con ancora i vestiti addosso, con Amy che dormiva nel suo lettino ai piedi del lettone.

La mattina dopo non ebbe un risveglio dei migliori.

Era ancora in piena fase rem quando un forte colpo allo stomaco lo costrinse a svegliarsi.

Gemette, evitando di dire tutte le parole che gli venivano in mente.

Amy era sgusciata fuori dal suo lettino e si era arrampicata sul lettone lanciandosi, nel vero senso della parola, su Michael.

“Amy!” Esclamò “ti sembra questo il modo?” La prese in braccio e la mise seduta “non si fa Amy, non si fa!” Disse Michael serio, anche se non poteva pretendere granché da una piccina.

La bambina sgranó gli occhi e iniziò a piangere.

“No no no” la prese nuovamente in braccio.

Tentò di calmarla ma ci vollero circa dieci minuti.

“Meglio?” Quando si assicuró che era tranquilla, sospiró e si lasciò cadere pesante sul cuscino.

“Buongiorno Michael”

“Ciao KITT” biascicò.

“KITT!” Esclamò Amy battendo le mani.

Per essere una bambina che non parlava ancora bene, aveva imparato al volo come si chiamava il suo migliore amico.

Quello che la difendeva di continuo.

“Direi che Amy è sveglia”

“Ah si?” Chiese Michael “non lo avevo notato”

KITT aveva imparato il sarcasmo e quindi non ribattè.

“Visto che sei in piedi potremmo andare giù alla spiaggia” propose KITT “non c'è nessuno a quest’ora e il vento è completamente assente”

“L'unica cosa che voglio è un caffè forte…anzi due”

Si alzò e si stiracchiò.

Fare il papà era gratificante ma accidenti che cosa complicata.

La gratifica non riusciva a vederla.

Per quanto amasse Amy, si rese conto di essere troppo immaturo per fare il genitore.

Si mise a cercare nei cassetti e prese i vestiti per la bambina.

A parte averla dovuta cambiare a causa di un bisognino, vestirla non fu così complicato.

Era rimasta ferma e si era fatta mettere la maglietta e i pantaloni senza fare storie.

Michael ne fu sorpreso e, per sicurezza, recuperò anche un cambio.

La prese e scese in garage da KITT, che era già pronto.

Mise Amy sul sedile del passeggero e salì anche lui.

“Michael, la legge prevede che i bambini siano adagiata sul rispettivo seggiolino e che vadano dietro legati con le cinture di sicurezza in dotazione e della macchina”

“Grazie per l'insegnamento KITT ma il suddetto seggiolino si trova nel ripostiglio della Fondazione che, vorrei precisare, non può essere aperto neanche da te”

KITT rimase zitto.

“Bene” mise in moto, facendo esultare Amy “si parte” ed uscirono dal garage e dalla Fondazione, avviandosi verso le spiagge.

Giunti lì, la prima cosa che Michael fece fu ordinare un caffè forte al baracchino e poi andò sulla spiaggia, camminando vicino alla riva con Amy in braccio.

La piccola rideva e voleva scendere.

Lui acconsentì e si allontanò dalla riva, sedendosi sulla sabbia e mettendo giù anche Amy.

KITT li teneva sotto sorveglianza.

Amy iniziò subito a giocare e ridere.

Vederla ridere era la più grande soddisfazione che Michael aveva.

Forse erano quelle le gratifiche per un genitore.

Le piccole cose.

Una risata, una passeggiata sulla spiaggia.

C'erano alcune ragazze che facevano jogging e mentre passavano si innamoravano sia di Amy che di Michael, quest'ultimo aveva giurato che non avrebbe guardato nessun altra donna all'infuori di Bonnie.

E comunque non sentiva la necessità di tradire, altrimenti Amy non sarebbe mai nata.

“Michael, avverto strani movimenti al bar”

“Non ora KITT”

“Lo stanno rapinando!”

Michael sospiró e si alzò.

“Michael dietro attento!”

Fece per girarsi ma un pugno in pieno stomaco lo fece finire a terra.

Due volte nel giro di un ora era troppo.

Un uomo, più robusto e alto di lui, iniziò a correre.

L'unica cosa di cui Michael si rese conto, era il pianto di Amy che, spaventata, si faceva più lontano.

“Amy!” La vide nelle mani dell'uomo “KITT cerca di fermarlo!”

KITT obbedì e sgommò.

L'uomo salì in macchina e anche lui sgommò allontanandosi.

KITT fece di tutto per fermarlo ma quando era sul punto di raggiungerlo dovette bloccarsi, a causa di un tir che finì testa coda.

“Li ho persi Michael”

“Vieni a prendermi” Michael, che si era rialzato, attese KITT vicino al baracchino, che aveva subito la rapina.

Gli tremavano le gambe.

Amy era stata presa.

Se non la trovava, Bonnie lo avrebbe ucciso.

Quando KITT arrivò lo fece salire “Hai preso la targa?”

“Certo” la fece apparire a video.

“3FSB678” lesse Michael “è una targa Californiana”

“Prima di perderli di vista” comunicò KITT “ho visto la macchina svoltare verso l'autostrada in direzione Sud”

Michael sbiancó “A sud si va in California”

Qualcosa non quadrava.

Doveva esserci un motivo per quell’aggressione e rapimento.

Qualcuno ce l'aveva con la Fondazione e la rapina era solo un diversivo.

Mise in moto e, seguendo le informazioni di KITT, prese l'autostrada in direzione sud.

“Vedrai che la troveremo” lo incoraggiò KITT 

“Se ci riusciamo prega che non lo scopra Bonnie o saranno le mie ossa quelle dovrai trovare”

“La cosa è semplice, il cranio, comunemente chiamato teschio…”

“KITT!” Lo zittì Michael “dacci un taglio”

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Capitolo 2
*** Di malviventi e donne infuriate ***


FINE! Chiedo scusa se ci sembra che io corra troppo, ma non volevo fare nulla di complicato.

Buona lettura 

 

 

 

Fu il viaggio più lungo che Michael ebbe mai affrontato.

Ma perché capitavano sempre a lui?

Nel giro di due ore aveva pensato ad almeno un migliaio di modi in cui Bonnie poteva mandarlo all'altro mondo.

Una pistola non ci sarebbe riuscita ma una donna infuriata si.

La parte più dura del viaggio fu circa a metà quando…

“Michael, c'è Bonnie in linea”

“Accidenti!” Michael pensó in fretta ad una soluzione ma non ne trovò “ok passamela e stai zitto” sì raccomando.

Sullo schermo apparve l'immagine di Bonnie.

Stava seduta ad una scrivania, in qualche studio in California.

“Ciao Michael”

“Bonnie!” Sorrise lui, cercando di non lasciar trapelare la minima emozione “come stai? Già al lavoro?”

Lei alzò le spalle “Devo preparare il discorso e tra poco ho un brench con il presidente del convegno”

“Decisamente una giornata movimentata”

“E voi state bene?” Chiese Bonnie, facendo sentire a Michael un peso sullo stomaco e facendolo sudare freddo “Amy ti dà problemi? Vuoi che torno?”

“Stai scherzando? Amy è un angelo” disse “la stavo portando a fare un bel giro al parco”

“Posso vederla?”

“Meglio di no!” Disse con troppa foga

“Perché?” Bonnie iniziò a preoccuparsi “Michael se è successo qualcosa torno indietro subito e…”

“Bonnie!” La zittì lui “sta calma, Amy sta solo dormendo sui sedili di dietro”

Bonnie fece un sospiro di sollievo “Mi hai fatto prendere un colpo”

“Rilassati, ho tutto sotto controllo”

“Mi fido più di KITT in questo momento”

Michael alzò gli occhi al cielo “Ti amo anche io Bonnie”

“KITT mi raccomando tienila d'occhio”

“Sarà fatto Bonnie”

“Grazie ad entrambi” sbuffó Michael “ci sentiamo più tardi Bonnie”

“Ciao Michael e sta attento”

Ci mancava solo Bonnie.

“Avresti dovuto dire la verità”

“Perché? Per farla correre fino a qui ad uccidermi?” Domandò Michael “sto bene così”

Il resto del viaggio lo passarono in silenzio.

KITT aveva ritrovato le tracce della macchina ed erano giunti fino ad un garage nella periferia.

Erano esattamente a due chilometri dal luogo dove si trovava Bonnie.

La macchina era proprio lì.

“KITT rilevi qualcosa?”

KITT fece una scansione del garage

“Rilevo tre uomini, dalla corporatura direi che sono parecchio robusti”

“Ed Amy?”

“C'è anche lei e sta bene”

Michael si sentì già meglio.

Almeno una notizia buona dopo un viaggio disperato.

“Riesci a vedere chi sono?”

KITT cercò il modo di identificare i tre uomini collegandosi al circuito delle telecamere presenti nel garage.

Una di esse puntava proprio Amy.

Che stava seduta in un angolo e sbatteva le mani ridendo, come se volesse attirare l'attenzione dei rapitori.

Su quello aveva preso da Bonnie.

Il coraggio non era di Michael.

Le altre puntavano verso gli uomini.

“Ma quello sono…”

KITT fece dei fermo immagine e a fianco delle foto apparvero i nomi.

“Sam Danford, Glenn Summer e Thomas Print” mormorò Michael

“Sono le ex guardie esterne della Fondazione” precisó KITT “sono stati licenziati tre mesi fa a causa di una continua infrazione alle regole”

“Mi ricordo” affermo Michael “erano stati trovati nella stanza dell'archivio che guardavano le pratiche delle indagini”

“Più precisamente delle indagini che i media non hanno mai saputo”

Michael scosse la testa

“Non mi interessa, voglio riprendere Amy” e, senza preavviso, saltò fuori dalla macchina e si diresse verso il garage.

KITT non fece in tempo a fermarlo ma attivò il suo sistema di sorveglianza.

Passare dalla porta era rischioso.

Michael notò una scala sul fianco e ci andò.

Salì fino sul tetto, dove trovò una finestra aperta che dava proprio sulla stanza dove stavano i tre uomini ed Amy.

Si avvicinò e rimase in ascolto.

“…il tutto entro domani mattina”

“Quando sarà la conferenza?”

“A mezzogiorno, all’hotel Hilton”

Michael rabbrividì.

All'hotel Hilton alloggiava Bonnie con Devon.

Non voleva sapere altro, sapeva già troppo.

Scosse la testa e cercò Amy.

Era ancora seduta nello stesso angolo.

Batteva le mani e faceva dei versi, come se volesse cantare una canzone.

Poi alzò lo sguardo e incroció quello di Michael.

Michael ebbe un sussulto ma non poteva mostrarsi debole difronte alla bambina, anche se piccola per capire.

Le fece un sorriso e un ciao con la mano.

Non lo avesse mai fatto 

“Pa..pa!” Esclamò con quanta voce aveva in gola Amy, indicando il soffitto e facendo voltare gli uomini.

Inizialmente Michael fu lieto di sentirla dire papà, visto che lo diceva poco, poi ebbe uno strano istinto omicida.

-Grazie Amy- pensó -non ti userò mai come diversivo-

“È Knight!”

“Prendetelo!”

Due uomini uscirono e il capo rimase a sorvegliare la bambina.

Michael torno verso la scala, ma la trovò occupata dai due che stavano salendo.

Una volta in cima iniziarono a colpire Michael, che però si difese.

La cosa durò poco.

Michael ricevette un pugno in pieno volto e cadde da basso, per fortuna su una piccola montagna di sacchi di sabbia.

Non era il massimo ma almeno attutivano la botta.

Appena riuscì ad alzarsi, non fece a tempo a realizzare che i due uomini sul tetto erano scesi e lo avevano afferrato.

“Salve signor Knight” il capo era uscito e teneva fra le braccia Amy, che non sembrava felice di stare in braccio al tizio.

“Sam Danford!” Tentò di liberarsi ma con insuccesso “lasciala andare altrimenti…”

“Altrimenti cosa?”

Michael gli lanciò uno sguardo di fuoco.

“Ci avete sbattuto fuori senza ritegno” disse Sam “le nostre famiglie sopravvivono a stento mentre voi andate avanti”

I due che tenevano Michael risero.

“Che vuoi fare?”

“Mostreremo a tutti chi e che cosa è la Fondazione, del marcio che c'è dentro e di ciò che hanno fatto a noi” poi ordinó agli altri due di sistemarlo e lui andò via con Amy.

“Amy!” I due legarono Michael “Amy! Sta tranquilla Amy!”

“Pa…pa!” La piccola iniziò a piangere, mentre il cuore di Michael si frantumava.

Sentirla piangere era l'ultima cosa che voleva.

Venne portato dentro al garage e gettato, nel vero senso della parola, in un angolo del garage.

“Amy!” Ma ormai erano lontani “ti troverò Amy…” mormorò “papà ti salverà”

Fece un profondo respiro “KITT riesci a vederli?”

“Hanno cambiato piano, si stanno dirigendo all’hotel”

“Dobbiamo fermarli, dammi una mano!”

KITT mise in moto e puntó dritto alla porta del garage, sfondandola.

Poi si mise dietro a Michael e con un piccolo laser brució le corde che lo legavano.

“Grazie amico” salì in macchina

“Di nulla”

Si misero all'inseguimento.

La macchina con i tre uomini era già a buon punto.

Quando furono vicini, Michael poté sentirsi più rilassato.

KITT aveva i sensori attivi e sentiva Amy che piangeva e chiamava la mamma e il papà.

Evitò di far sentire a Michael.

“KITT avvicinati e aprì il tetto” mollò il volante, obbligando KITT ad usare il pilota automatico, salendo sul tetto e mettendosi in piedi sul cofano.

“Michael attento!”

Il baule della macchina davanti si aprì e i due uomini, che avevano legato Michael, erano pronti a sparare con delle pistole.

“KITT a zigzag!” Michael si resse agli specchietti e KITT eseguì, iniziando a fare a zigzag per evitare i colpi di pistola.

“Michael, mi fanno il solletico”

“Tu avvicinati al resto ci penso io!”

Quando KITT fu abbastanza vicino, Michael approfitto delle pistole scariche per saltare dentro al baule.

I due uomini si trovarono presi alla sprovvista e per Michael fu facile metterli ko e scaraventarli fuori dalla macchina.

Passando dal baule si ritrovò sui sedili dietro, dove stava Amy.

“Pa…pa!” Sorrise la piccola

“Te l'avevo promesso”

Sam Danford cercava di far finire la macchina fuori strada, ma l'istinto di sopravvivenza era tale da fargli prendere paura all'idea.

“KITT ferma le ruote”

KITT obbedì e fece inchiodare la macchina.

Sam sbattè la testa contro il volante e Michael strinse Amy evitando che prendesse un colpo contro al sedile.

Una volta sicuro che la bambina stesse bene, scese dall'auto e trascinó Sam fuori.

“Adesso ti mostro io chi e che cosa è la Fondazione” gli diede un pugno in pieno volto “e questo è per Amy!”

La bambina battè le mani e rise.

“KITT?”

“Ho già provveduto a chiamare la polizia Michael”

“Ottimo lavoro”

Poi prese Amy e la strinse a se “Adesso ci sono io”

“Pa…pa!”

Le diede un bacio sulla fronte, facendola ridere.

Michael attese che la polizia arrivasse e arrestasse i tre uomini

“La pagherai Knight!”

“Sempre dopo di te Danford”

Quando la strada fu sgombrata poté finalmente rilassarsi.

“Michael, che intendi fare adesso?”

“Non lo so” disse fingendo di pensare “forse andrò a fare una sorpresa a Bonnie”

“Ma…ma!”

“Esatto Amy, dalla mamma”

 

********************

 

Devon stava osservando gli operai abbellire il salone dell’albergo.

Amava le conferenze in California, anche se un po' noiose.

Bonnie, invece, era nervosa e faceva avanti e indietro.

Odiava le conferenze e odiava stare lontano da Amy.

“Rilassati Bonnie” la rassicurò Devon “Amy sta bene e Michael sa quello che fa”

“Lo so ma…è solo che non l'ho mai lasciato solo con la bambina e…in effetti non ho mai voluto che stesse solo con lei”

“Puoi fidarti di lui”

“È questo che mi preoccupa”

“Grazie!” Esclamò Michael dall’ingresso dell'hotel “è sempre un onore essere considerato!”

“Michael?”

“Michael!” Bonnie sgranó gli occhi ne vederlo davanti a lei che teneva Amy per mano “Amy!”

La prima cosa che fece fu abbracciare la piccola.

“Che ci fate qui?” Chiese Devon, felice di vederli

“Ci annoiavamo e abbiamo deciso di farvi una sorpresa”

“Una sorpresa più che gradita” sorrise Bonnie prendendo Amy in braccio “ciao amore”

“E a me?” Anche Michael ricevette un bacio.

All'improvviso, Bonnie iniziò a scrutare Michael da cima a fondo “Che hai sulla giacca?”

Lo ispezionò ancora “Ma questa sembra…”

“Terra per edilizia” si intromise KITT, suscitando l'istinto omicida di Michael

A quel punto Bonnie guardò Amy e noto che anche Amy ne aveva un po' suo vestiti, in quanto Michael l'aveva presa in braccio.

“Michael Knight esigo una spiegazione…adesso!”

“Bonnie rilassati…” cerco di intervenire Devon 

“No!” Sbottó lei “ti do cinque secondi prima di prenderti e mandarti all'inferno!” Passo Amy in braccio a Devon e si avvicinò pericolosamente a Michael, obbligandolo ad indietreggiare.

“Posso spiegare”

“Ti conviene!” Gli diede una bordata in testa, prima che Michael si chiuse dentro KITT per proteggersi

“Non voglio finire in mezzo”

“Tu sta zitto KITT o ti mando a rottamare!”

Devon, in disparte, rideva assieme ad Amy, che batteva le mani felice.

“Io e te godiamoci lo spettacolo, va bene piccola?”

“No…no!”

A Devon scomparve il sorriso

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