Solo istinto

di Due Di Picche
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Impulso ***
Capitolo 2: *** Voglia ***
Capitolo 3: *** Desiderio ***
Capitolo 4: *** Epilogo - 3 giorni dopo ***



Capitolo 1
*** Impulso ***


NB: questa storia si svolge tra gli avvenimenti della 6A e della 6B, quando Beacon Hills ha quel periodo di pace tra la fine del liceo e l'inizio del college, e prima di tutto quello che succede agli Scalia successivamente. Molti si sono sicuramente chiesti come si sono avvicinati questi due personaggi e io ho provato a creare una risposta divertente!

 
CAPITOLO 1
Impulso
 
Francia. La Francia sembrava una soluzione sensata al suo problema, soprattutto perché era dall’altra parte del mondo rispetto a Beacon Hills. Puntare alla Francia era sicuramente l’idea più brillante che le fosse venuta in quel momento!
Malia sorrise sfogliando il libro sulla Francia che d’impulso aveva preso dallo scaffale. Aveva accompagnato Lydia in biblioteca quel pomeriggio, l’amica studiosa e brillante aveva bisogno di alcuni testi di apporonfodimento al di fuori di quelli scolastici e Malia aveva deciso di accompagnarla sperando che l’intelligenza di Lydia la contagiasse giusto in tempo per il diploma.
Ovviamente non era riuscita a reggere la sezione matematica in cui si era fiondata la banshee, così girando per gli scaffali si era imbattuta in quella di geografia e i suoi vispi occhi erano stati catturati dalla Francia.
Forse aveva bisogno di un viaggio. Forse aveva seriamente bisogno di cambiare aria. Aria nuova. Aria fresca. Gente nuova. Carne fresca. Alla fine non aveva ancora le idee chiare su cosa fare dopo il diploma, quindi un viaggio era la soluzione migliore, un’ottima distrazione dal suo recente problema. Scott McCall.
Malia cominciò a sfogliare il libro con interesse, immergendosi nalle minuziose descrizione de La Ville Lumiere. Parigi doveva essere fantastica, con la sua Torre Eiffel, i Champs-Elysées, la cattedrale di Notre-Dame, la definivano la città più romantica del mondo. Scott McCall.
Malia chiuse il libro di scattò mentre il suo problema continuava di nuovo a farsi largo nella mente, a sentirlo lungo il corpo, come un brivido, come una scossa: e lui non era nemmeno là! Quando le si erano risvegliati certi istinti? E non c’era nemmeno una ragione romantica di fondo.
«Non ho trovato quello che cercavo, quindi possiamo andare.» la voce di Lydia alle sua spalle fece tornare Malia alla realtà. L’amica dai lunghi capelli rossi le si parò davanti e fisso il libro che aveva tra le mani con una certa curiosità. «La Francia?»
Malia cerco dentro di se della parole sensate da dire «Beh, non sapendo cosa fare dopo il diploma potrei farmi un viaggio.»
«In Francia?» il tono di Lydia si fece piacevolmente sorpreso, forse perché effettivamente non era esattamente il posto che faceva per Malia «Ti ci vedrei meglio in Australia o in Nuova Zelanda, in qualche terra più selvaggia.»
Malia cercò di ignorarla. In effetti non era esattamente una tipa da Francia o da grandi città d’arte straniere come Parigi, ma forse un cambiamento drastico era la cosa migliore. «Preferisco qualcosa di più tranquillo.»
«Parigi è una metropoli, non penso sia troppo tranquilla.»
«Più tranquilla di Beacon Hills sicuro.» i suoi occhi nocciola tornarono a fissare il libro con determinazione. «E poi ho decisamente bisogno di stare un po’ di più in mezzo agli umani, sono stufa di esser circondata da animali.» che mi solleticano gli istinti più nascosti che neanche sapevo di avere.
Lydia fece spallucce «Il sopranaturale è ovunque, anche in Francia.»
«Allora vuol dire che farò amicizia con qualche coyote francese.»
«Non ci sono coyote in Francia.»
«E allora sarà la volta buona che proverò a frequentare solo umani.» Quando Malia si metteva in testa qualcosa, era sempre difficile persuaderla a fare il contrario, e per dimostrare a Lydia che le sue intenzioni verso la Francia erano reali decise di prendere il libro.
«Vuoi scappare da qualcosa andando fino in Francia?»
Malia sfoderò i suoi artigli immaginari e cominciò la scalata mentale sugli specchi alla ricercare della parole giuste, non voleva far trapelare il suo problema. «Voglio solo vedere il mondo, fare nuove esperienze, cambiare aria.»
«C’è qualcosa che ti soffoca a Beacon Hills? In America?» quel qualcosa che aveva nominato Lydia sembrava molto più un qualcuno, e Malia percepì il tono della voce diverso, percepì la punta di malizia in quella frase e negli occhioni dell’amica: la stava analizzando.
«Con tutto quello che abbiamo passato, con voi che partite per il college, mi sembra solo una buona idea. Non ho un piano per dopo il diploma, non ho intenzione di studiare, mi sembra una buona opzione un viaggio.» Quella conversazione stava diventando soffocante, però la scusa come alternativa al college avrebbe funzionato. Una parte di lei avrebbe voluto parlare con Lydia di quel problema, ma un’altra invece si sentiva terribilmente in imbarazzo a rivelare certe cose. Quello che le stava capitando non era altro che istinto. Solo istinto. Tutt’altro che umano.
Dopo aver preso il libro, le due ragazze si avviarono fuori dalla biblioteca e, attraversando i corridoi della scuola per una delle ultime volte della  loro vita, uscirono dall’istituto.
Malia notò che Lydia stava scrivendo da un po’ al cellulare. Aveva un sorriso sornione sulle labbra carnose, forse si stava scrivendo con Stiles. Forse lo stava prendendo in giro. Stranamente quella cosa che era nata tra la sua amica e il suo ex, la sua ancora, non le dava fastidio, e si sorprese di essere così tremendamente tranquilla e felice per loro. Si appartenevano. Da sempre. Ed era bello.
Lydia doveva essersi accorta del suo sguardo sul suo cellulare e disse «È Scott. Ci chiede dove siamo.»
Cinque lettere, un nome. E Malia sentì il bisogno intenso di cambiare davvero aria, e che la Francia era davvero la sua l’idea migliore che le fosse mai venuta in mente!
«Io devo andare a casa a studiare.» mormorò Malia cercando una scusa qualsiasi per non incontrare Scott quel giorno, l’avvicinarsi della luna piena stava solo che peggiorando la situazione e lei cominciava a far fatica a contenersi.
«Tu studiare?» chiese Lydia incredula da quella frase. In effetti Malia e lo studio erano agli estremi opposti dell’universo. «Malia tu studi solo con me o Stiles, quindi non combineresti niente.»
«Ci provo.» forse avrebbe studiato se la Francia fosse il paese giusto dove scappare.
Lydia alzò le sopracciglia con fare teatrale, era incredula da quella scusa. «Beh sappi che uno dei prossimi pomeriggi ti esonero io dallo studio, quindi tieniti pronta.»
«Per cosa?»
«Perché nonostante tutto quello che è successo negli ultimi mesi, io non ho ancora trovato il vestito per il ballo di fine anno.»
«Ballo?»
«Si, hai presente quando addobbano la palestra, gli studenti arrivano tutti agghindati e a coppie?»
«Ma io non so ballare.»
«È il simbolo in se che è importante e visto che è il nostro ultimo anno sarebbe carino andarci. Tutti insieme. Anche per sviarci un po’ da tutto quello che abbiamo passato e dallo studio.»
«E quindi cosa devo fare esattamente? Non sono mai andata ad un Ballo di fine anno.» lo studio, Scott e la possibile idea di andare in Francia erano già problemi più che importanti, e ora si sommava anche questa festa. Cosa di faceva ad un Ballo? Come si andava ad un Ballo?
«Devi trovarti un vestito, un cavaliere e divertirti.» per Lydia una volta quelle cose erano l’ordine del giorno, la cosa più importante, e le piacque nuovamente ripensare a quelle frivolezze.
Malia d’altro canto era confusa. «Dopo i Cavalieri Fantasma ne ho abbastanza.»
«Se fai questo genere di pensieri allora mi sa che hai proprio bisogno del Ballo, tutti abbiamo bisogno del Ballo. Concediamoci questo lusso ora che tutto è tranquillo, creiamoci questo bel ricordo, perché il liceo sta per finire.»
«Quando sarebbe?» chiese Malia mostrando un minimo di interesse notando quanto ci tenesse Lydia a tutto ciò.
«Prossimo sabato.» 
«Il giorno prima della luna piena.»
«Si, il giorno prima. Quindi non è il giorno della luna piena.»
Ma era comunque un giorno terribilmente vicino alla luna piena. Non era più un problema controllarsi, era diventata brava, aveva imparato. Il  problema era un altro, era quell’istinto e sarebbe stato terribilmente forte proprio quel sabato. «Non ho né un vestito né un cavaliere.» 
Lydia sorrise, un sorriso che preannunciava la vittoria in tutta quella conversazione. «Non vedo il problema, un pomeriggio ti trascino a cercare un vestito, lo devo prendere pure io.»
«E il cavaliere?» Lydia ci sarebbe andata con Stiles ovviamente. Nessuno avrebbe mai invitato Malia, a scuola era considerata una tipa strana, aggressiva, mascolina, alla pari di un animale, una a cui un vestito scintillante non sarebbe stato mai bene.
«Potresti andarci con Scott.»
Malia al solo sentire quel nome si irrigidì. Il suo problema non doveva invitarla al Ballo, era un’opzione pessima vista la luna piena dietro l’angolo.
Lydia si accorse del silenzio dell’amica, il suo sguardo perso nel vuoto, le sopracciglia corrucciate in maniera preoccupata, quindi aggiunse. «Come amici intendo. Possiamo poi andare tutti e quattro assieme.»
La ragazza coyote, al sentire al parola amici e tutti e quattro, tornò sul pianeta terra. «Ci penserò.»
«Tanto deve essere lui a invitarti, quindi hai poco da pensare.» e Lydia lo avrebbe spronato ad invitarla, Malia lo sapeva. E non sarebbe riuscita a declinare se sarebbe successo. Sapeva bene pure questo.
La ragazza coyote cercò in tutti i modi di uscire da quella conversazione, soprattutto adesso che aveva tirato in ballo Scott. «È meglio che vado a casa a studiare ora.»
«Ok.» la congedò Lydia con estrema calma. «Se hai bisogno di qualcosa chiama.»
«Lo farò.»
«Lo sai che mi piace parlare di ragazzi.» e detto questo la ragazza dai boccoli rossi si avviò verso la sua macchina.
Malia rimase immobile su se stessa mentre il suo cervello analizzava l’ultima frase di Lydia. Parlare di ragazzi? Quali ragazzi? Non è che Lydia aveva intuito qualcosa?
 

Come Lydia aveva previsto Malia e lo studio non sarebbero andati d’accordo quel pomeriggio. La ragazza coyote aveva finito per rotolarsi sul letto in pantaloncini e canottiera, rosicchiando carne essiccata e leggendo il libro sulla Francia. Quale ragazzo avrebbe mai potuto invitare una tipa come lei al Ballo? Una volta avrebbe detto Stiles, ci sarebbero andati insieme. Ora però nessuno lo avrebbe fatto. Stiles aveva Lydia ed era giusto così, e poi lui e Malia avevano perso la loro chimica in quell’ultimo anno. Sarebbe stato comunque bello andarci da amici.
Amici. Solo da amici. Poteva andare con Scott solo da amica?
I suoi pensieri vennero interrotti dal campanello di casa che suonava. Suo padre non c’era, così Malia fece lo sforzo di chiudere il libro, alzarsi dal letto ed andare ad aprire la porta. Chi poteva essere a quell’ora?
Come Malia aprì la porta i suoi occhi incrociarono un paio di gemme brillanti scure, gli ultimi occhi che avrebbe voluto avere davanti a se in quel momento. Scott McCall, con il casco sotto braccio, se ne stava in piedi sul portico di fronte a lei.
«Ciao! Ti disturbo?» la voce di Scott, sempre molto gentile, le arrivò alle orecchie e la scosse dal suo stato di trans apparente in cui era piombata da quando aveva realizzato chi aveva davanti. Perché il suo udito da coyote non aveva sentito il rombo della moto?
«Ehm, no.» rispose Malia non del tutto sicura della risposta. Quel giubbotto da motociclista gli calzava sempre troppo a pennello, per non parlare della maglietta scura troppo aderente che portava sotto. Davvero troppo aderente.
Notò che lo sguardo di Scott si appoggiò su una sua spalla. Malia guardò cosa stesse fissando e notò che sia la spallina della canotta che quella del reggiseno avevano deciso di ribellarsi nel momento sbagliato ed entrambe le erano scivolate giù sul braccio. Perché aveva notato quel dettaglio?
Malia se le sistemò in velocità. «Come mai qui? E non dirmi che eri di passaggio perché casa mia è piuttosto lontana dalla tua o dalla scuola.»
Scott le sorrise e qualcosa dentro la ragazza coyote si sciolse. «No. Sono venuto perché volevo vederti.»
«Ah, è successo qualcosa? Hai bisogno di una mano?»
Il ragazzo lupo scosse la testa e Malia provò il forte desiderio di passare le dita tra i suoi capelli scuri «Stranamente è tutto tranquillo ed è meglio che continui così per un po’.»
«Ok, quindi? Vuoi entrare in casa? Sono sola.» perché quella frase suonava terribilmente in sintonia con gli istinti che stava cercando di reprimere dentro di se?
Vide Scott tentennare su cosa rispondere esattamente. Aveva un comportamento strano, l’odore attorno a lui era strano, l’odore che li circondava entrambi era qualcosa di insolito. «No non occorre.» rispose infine il ragazzo spostando lo sguardo più volte da lei al patio attorno a loro. Poi tornò su di lei. Nei suoi occhi. «In verità volevo solo chiederti se verresti al Ballo di fine anno con me. Come amici.»
C’era solo un motivo se la conversazione che aveva avuto con Lydia prima si stava avverando in quel momento e si trattenne del digrignare i denti in modo infantile davanti al suo capo «Va bene, ci sto.»
Scott sembrava sorpreso che Malia avesse accettato così velocemente. «Davvero? Non ci vai già con qualcuno?» sembrava quasi sollevato da quella risposta.
«No. E poi fino ad un’ora fa il Ballo era l’ultima delle mie preoccupazioni.»
«Si anche la mia. A dire il vero non volevo andarci.» la sua voce stonò in una nota triste, e Malia percepii che il ballo doveva far parte di qualche doloroso e bel ricordo di Scott. «È stata un’idea di Stiles e Lydia. A Stiles non da nessun fastidio se andiamo insieme da amici e Lydia ha insistito perché ti invitassi immediatamente di persona.»
«Anche Lydia ha insistito di accettare se mai mi avessi invitato.» Scott sorrise dopo quella frase di Malia.
«Ci hanno fregati!» e Malia ricambiò il sorriso dopo quella esclamazione di Scott. 
I due si fissarono per un lungo istante, l’uno negli occhi dell’altra, c’era ancora quell’odore strano intorno a loro, qualcosa di animale che entrambi percepivano molto bene. Malia lo leggeva negli occhi di Scott, pure lui sentiva quell’istinto, quel qualcosa di animale che poteva prendere il sopravvento in ogni momento e portarli a strapparsi i vestiti di dosso a vicenda. I suoi occhi scuri scivolarono sul corpo della ragazza, dal viso, al seno alle gambe per poi risalire. Lei sentiva il suo sguardo sulla pelle, il suo corpo andare in fiamme. L’aveva già vista nuda, non era una novità, e lei non si era mai imbarazzata, eppure in quel momento era vestita e si sentiva più vulnerabile che mai.
«Ora devo andare.» disse Scott mandando in frantumi quell’atmosfera per il bene di entrambi.
«Io tornerò a studiare.»
«Studi davvero da sola? Fa strano quando dici che studi.»
«Perché pensate sempre male di me quando parlo di studio?»
«Perché sei semplicemente Malia. Domani vieni a studiare con noi, Stiles e Lydia sono la soluzione migliore.»
Malia sorrise. Tutto era tornato alla normalità. Si salutarono e Scott salii in sella alla sua moto e partì. Lei lo osservò per tutto il tempo, finché non spari dalla sua vista e il rombo del motore dalle sue orecchie, poi rientrò in casa.
La ragazza coyote si diresse velocemente in camera sua e un ringhio di frustrazione le uscì dalla bocca.
Recuperò il cellulare. Compose il suo messaggio di resa per Lydia “Ok. Quando vuoi parliamo di ragazzi.”
 




***
2♠
Era da tanto che non scrivevo e pubblicavo una fan fiction, non mi ricordavo nemmeno quanto fosse divertente: è stato bellissimo poter scrivere questi dialoghi e giocare con le emozioni dei personaggi, soprattutto con quelle di Malia che è sempre stata più animale che umana. Se state leggendo le note vuol dire che siete arrivati alla fine di questo primo capitolo e vorrei davvero davvero ringraziarvi per averlo letto, spero vi sia piaciuto :) doveva essere una drabble all'inizio, poi una one shot, ma alla fine è venuta una long che durerà tre capitoli. Sarà una storia leggera e anche divertente spero, i Balli scolastici sono sempre una buona scusa! Gli Scalia mi hanno sempre attirata moltissimo anche quando non era in vista la minima possibilità che succedesse qualcosa tra loro, essendo entrambi due mannari mi ispirava la questione dell'istinto sessuale che poteva prendere il sopravvento, ecco perché ho deciso di scrivere questa fic approfittando di qualche momento mancante della trama del telefilm ♥
Il termine "carne fresca" che usa Malia, era un modo di dire della me adolescente 18enne per definire "ragazzi maschi nuovi" XD
Alla prossima!!

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Capitolo 2
*** Voglia ***


CAPITOLO 2
Voglia
 
Lydia le lanciò un quarto vestito, questa volta dalle tinte oro, e Malia lo afferrò al volo tra le braccia insieme a tutti gli altri. Si era già pentita di aver deciso di partecipare al Ballo, di aver accettato l’invito di Scott e di aver parlato con la banshee dei suoi problemi ormonali. Aveva sviscerato tutto, ogni cosa, ogni dettaglio, ogni voglia che si risvegliava in lei quando stava con il suo capobranco. Doveva ammettere che si sentiva meglio dopo aver condiviso quel problema con qualcuno, di essersi confidata senza chiudersi in se stessa ad affrontare le sue pene da sola.
Ora che ci pensava quello strano istinto sessuale non le era nuovo ma si era intensificata troppo in quelle ultime settimane, stava diventando insostenibile per il suo lato animale.
«Quindi sei come un animale in calore?» Lydia non la guardava sconcertata, anzi continuava a frugare tra i vestiti con una calma esasperante. «Quindi anche chi è un animale mannaro ha il periodo dell’accoppiamento?»
«Ti ho detto che non so come funziona.» rispose Malia pregando di non continuare ancora per molto quel discorso. «Pensavo di aver già superato questa fase qualche anno fa.»
Questa volta gli occhioni di Lydia prestarono la completa attenzione alla sua amica. «Davvero? Con chi?» e quando vide Malia alzare gli occhi al soffitto aggiunse «Anzi, non me lo dire. Ho capito e non voglio i dettagli.»
Il nome di Stiles riecheggiava silenzioso tra loro, ma nessuna delle due lo nominò davvero. Ogni tanto quelle situazioni erano ancora imbarazzanti visti i trascorsi tra lui e Malia, visto che per entrambi erano stati la prima volta per molto cose. È proprio in quella prima volta che la ragazza coyote aveva sfogato quel tipo di istinti.
«La questione è diversa ora.» insistette Malia «Non centra niente con quelle passate. È completamente diversa.»
«Perché Scott è un lupo mannaro e non un semplice umano?»
«Peggio, è un maschio alfa. Un capobranco.» fattori che non aveva mai trascurato la ragazza coyote da quando era entrata a far parte del branco.
«Uhm, quindi?»
«Quindi io sono l’unica femmina del suo branco ormai, se parliamo di mannari.» sottolineò ricordandosi che pure Lydia faceva parte del branco di Scott anche se era una banshee. «Il maschio alfa è dominante in un branco, e le femmine di solito fanno a gara per diventare la sua compagna, la femmina dell’alfa.»
L’amica dai boccoli rossi si accigliò dopo quella spiegazione, stava mettendo insieme i pezzi del problema di Malia nella sua testa. «E quindi sei l’unica femmina che ha le attenzioni del suo capobranco e questo motivo giustifica la tua voglia di saltargli addosso?»
«Penso di si.»
«Quindi se Liam ti passa davanti non hai nessuna reazione nei suoi confronti?»
«Certo che no, è un semplice beta. Io voglio l’alfa.» rispose Malia con una sorprendente decisione ammettendo a voce alta quanto lo voleva.
«Ragioni davvero come un animale.»
«Non dovrebbe sorprenderti più di tanto.»
«No, hai ragione.» concluse Lydia lanciano un altro vestito tra le braccia di Malia.
Questa volta l’abito era color rosa confetto particolarmente ingombrante e vaporoso, tanto da coprirle la vista. «È il sesto vestito che mi lanci, quanti hai intenzione di provare?»
Lydia le prese via dalle mani il vestito rosa per aiutarla, ma gliene mostrò un altro rosso fuoco. Poi con un cenno del capo le indicò i camerini. «Ah, ma non sono per me. Sono per te.»
«E devo provarli tutti?» chiese con aria preoccupata. Sembrava una di quelle scene da film adolescenziali dove le ragazze cercavano l’abito perfetto. Scene che Malia aveva sempre trovato noiose.
«Si, e sono pure pochi quindi ritieniti fortunata.» le rispose l’amica con un sorrisetto divertito.
Malia cominciò a provare un vestito dopo l’altro, finché non trovò quello che ottenne l’approvazione di Lydia. La ragazza coyote se li sarebbe strappati di dosso uno ad uno vista la scomodità, non era adatta a quel genere di cose, era tutto troppo femminile per lei. La scelta delle scarpe fu un altro trauma, non capiva perché Lydia insistesse tanto con i tacchi alti quando era già alta di suo. Alla fine riuscì a sopravvivere a quel pomeriggio, a quell’inferno.
Quando le due ragazze si sedettero in macchina soddisfatte degli acquisti, Lydia le chiese «Un’ultima curiosità, è per questa faccenda dell’istinto da accoppiamento che vuoi andare in Francia?»
Non poteva negarlo, sapeva che la banshee era troppo sveglia così rispose «Si, ho bisogno di distrarmi da Scott.»
«Non riesci a puntare a nessun altro ragazzo?»
«No. La Francia, un altro continente e l’oceano a dividerci, sarebbe la situazione migliore.» la Francia era davvero la soluzione più sensata al suo problema, e poi era una paese che desiderava davvero visitare.
«Forse dovresti parlargli di questo tuo stato, anche in vista della luna piena.»
«Non penso che sia una buona idea, sarebbe imbarazzante soprattutto perché ho come la sensazione che anche lui abbia il mio stesso problema.»
«E come lo sai?»
«L’odore che emana. L’odore che poi si crea attorno a noi. C’è una tensione sessuale che non hai idea.» e le venne in mente il giorno che si era precipitato a casa sua per invitarla al Ballo. Tra loro non c’era mai stato imbarazzo, erano sempre stati ottimi amici, compagni di branco, pronti a sostenersi, ma quel giorno la loro parte animale aveva percepito qualcosa di diverso, una voglia irresistibile l’uno verso l’altra.
Lydia sospirò e mise in moto la macchina «Insomma questione di istinti animali.»
 

Lo specchio rifletteva l’immagine di una bella ragazza alta dal fisico snello e slanciato, fasciato in un ambito rosa chiaro stretto sul busto per poi allargarsi e finire in una vaporosa gonna in tulle lunga fino alle ginocchia. La ragazza si sentiva così fuori posto in quel momento con quello splendido vestito roseo tempestato di brillantini un po’ ovunque. Le faceva strano persino indossare orecchini con le perle mentre i capelli castano chiaro erano accuratamente acconciati e appuntanti con forcine brillanti. Solo quando i suoi occhi incrociarono le scarpe si sentì un po’ più se stessa, si sentì la Malia di sempre. Aveva messo un paio di scarponcini marrone chiaro con i lacci, comodi per affrontare la serata. Vedere qualcosa di familiare ai suoi piedi la rilassò e si ritrovò a sorridere pensando che alla fine tutta quella eleganza e femminilità era sopportabile: Lydia aveva scelto bene l’abito e le aveva acconciato divinamente i capelli quel pomeriggio. Ora doveva solo aspettare l’arrivo del suo cavaliere, avventurarsi a questo Ballo di fine anno e cercare di ignorare la pulsione sessuale che le dava la luna piena in arrivo.
Il suo sensibile udito percepì il rombo di un motore in lontananza, un suono troppo familiare per non riconoscerlo all’istante e farle accelerare il battito cardiaco in modo anomalo. Scott si stava avvinando.
Facendo un bel respiro Malia recuperò il giubbotto jeans e si precipitò giù dalle scale. Uscì sul portico di casa proprio nel momento esatto in cui il ragazzo lupo spense la moto.
Scott si tolse il casco e scese dal suo veicolo venendole incontro. Malia dovette trattenere qualsiasi tipo di istinto quando lo vide con il completo elegante. La giacca nera era ben tesa sulle spalle, in perfetto contrasto con la camicia bianca allacciata fino all’ultimo bottone, per non parlare della cravatta. Se avesse avuto la possibilità di spogliarlo avrebbe cominciato proprio dalla cravatta.
Basta con questi pensieri, Malia. Si ammonì da sola cercando di sfoderare un sorriso calmo e rilassato. Scese dal portico e si ritrovarono subito l’uno di fronte all’altra.
«Ehi! Come siamo eleganti sta sera.» cercò di ironizzare Malia per calmarsi. Sentiva l’odore di lupo, l’odore di maschio alfa e l’atmosfera tra loro si fece carica di quella voglia.
«Per un evento del genere è d’obbligo.» rispose Scott sorridendole con aria incantata. Gli fu inevitabile squadrarla dalla testa ai piedi perché la sua amica era davvero bella, diversa ma bella. «Stai molto bene.» Malia in rosa era sempre stata un’utopia, eppure in quel momento era lì, era vera, e quel colore le donava, anche le perle le donavano. E Scott sentì la necessità si allentarsi un po’ la cravatta per il caldo improvviso che lo invase.
«Grazie.» rispose, era strano per lei ricevere un complimento.
L’alfa, continuando a squadrarla con interesse, notò gli scarponcini che aveva scelto, così in contrasto con l’abito rosa, così troppo in stile Malia. Si mise a ridere «Penso che le scarpe siano il pezzo che preferisco.»
«Anche il mio.» annuì sorridendo la ragazza coyote agitando un piede davanti a se.
Scott le si avvicinò e da un sacchetto prese fuori un bracciale di fiori rosa coordinato a quelli che aveva appuntato sulla sua giacca. Lei lo guardò dubbiosa non capendo esattamente cosa fare così lui le disse «Devi metterlo al polso, è coordinato al mio sulla giacca.»
«Ah, non sapevo che si usassero queste cose!»
«Io si, però me ne stavo dimenticando.» e detto ciò le si fece più vicino. Troppo vicino. Scott le afferrò la mano, alzandola e portandola davanti a se, poi prese il bracciale di fiori e glielo legò al polso. Malia rabbrividì a quel contatto e il suo istinto la mise in allerta.
«Visto che i fiori sono rosa come il mio vestito suppongo che sia stata Lydia a ricordarteli.»
«In verità è stata mamma a prenderli. Era contenta che andassi al Ballo e che ci andassi con te, ha detto che il rosa ti sarebbe stato bene.» non era difficile immaginare Melissa entusiasta ad aiutare Scott a prepararsi per il Ballo.
«A quando pare l’opinione femminile concorda sul rosa.»
«Anche quella maschile. O almeno la mia. Ti sta bene questo colore.» Scott era particolarmente in vena di farle complimenti e quella sera la sua amica se li meritava tutti. Doveva anche ammettere che più guardava quel vestito e più fantastica su dove si slacciasse: destra, sinistra o dietro? La strana sensazione che veleggiava attorno a loro da un po’ quella sera era più forte che mai: entrambi lo percepivano.
«Mi sa che è meglio andare.» si affrettò a dire Malia.
«Sono venuto in moto, è un problema? Sai non sono esattamente il tipo da limousine e mamma non mi ha lasciato la macchina e …»
«Scott.» lo richiamò lei. «La tua moto è perfetta quanto lo sono le mie scarpe.»
Ed ecco che la strana espressione di Scott si sciolse, si rilasso. La semplicità e la schiettezza di Malia gli piacevano un sacco, riusciva sempre a farlo stare bene. Il Ballo di fine anno lo metteva un po’ a disagio, forse perché era associato ad un ricordo troppo bello e doloroso allo stesso tempo, eppure in quel momento era contento di andarci proprio con la sua amica. Malia riusciva a rendere il tutto meno pensante, più divertente e più interessante. C’era qualcosa di particolarmente interessante in lei quella sera, anzi non solo quella sera, il suo corpo la trovava interessante da un po’.
«E poi non sono il tipo da preoccuparmi per i capelli o per la scomodità del vestito.» continuò Malia infilandosi il giubbotto jeans e il casco.
«Direi che ho fatto bene ad invitarti.» infilandosi a sua volta il casco.
Scott salii sulla moto e fece rombare il motore più volte. La ragazza coyote stava pensando ad un modo per salire dietro di lui, ma il vestito era parecchio d’impiccio e non trovò soluzione più drastica che alzarsi completamente gli strati di tulle della gonna. Nonostante il vestito voluminoso riuscì a sedersi dietro di lui e a far aderire il suo corpo al suo, cingendolo poi con le braccia. Scott si irrigidì e Malia trattenne il respiro. Era certa che quell’odore animale li circondasse nuovamente, era sicura che pure lui provasse lo stesso istinto che le faceva fremere ogni cellula del suo corpo.
La moto partì verso la scuola. Malia si teneva il più stretta possibile a Scott, decise di concedersi quel minimo contatto che il suo corpo bramava come non mai, con la speranza che avrebbe placato un po’ la voglia che aveva di lui. Si lasciò inebriare dall’odore di maschio alfa che tanto le piaceva. E desiderò che la luna piena non fosse così terribilmente vicina proprio quella sera.




***
2♠
Come prima cosa ringrazio chi ha letto la storia, chi le ha dato una possibilità, chi l'ha aggiunta tra le preferite e chi tra le seguite: mi ha fatto davvero tanto piacere :)
Due paroline su una cosa: il vestito di Malia (scelto da Lydia). Penso che sia stata la parte più difficile del capitolo scegliere cosa farle indossare, le sarebbe stato benissimo qualcosa di sexy, provocante, magari un abito lungo o un colore acceso, però alla fine ho voluto fare totalmente l'opposto: qualcosa di femminile e quasi principesco, fatto di rosa, tulle e perle. Voi come avreste immaginato l'abito di Malia per il Ballo di fine anno? Alla fine Scott si sarebbe fatto fantasie su di lei con qualsiasi cosa addosso!
Ho inserito un piccolo feels per la Scallison che ho amato tantissimo, per Scott il Ballo è sicuramente un bel ricordo, doloroso forse ma resta bello. 
Penso di aver superato l'ingiustizia di non avere più la Scallision ora che c'è la Scalia.
Un bacio.
 
 

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Capitolo 3
*** Desiderio ***


CAPITOLO 3
Desiderio

 
Perché faceva così caldo? Mentre Malia e Scott attraversavano i corridoi della scuola per raggiungere la palestra, un silenzio imbarazzante dominava la scena. Quel contatto in moto non aveva fatto bene a nessuno dei due e lo sguardo sconcertato di Stiles e Lydia non fece che peggiorare la situazione. Qualcosa non andava, ed era evidente non solo ai loro occhi ma anche a quelli degli altri.
«Cosa vi è successo?» chiese Stiles guardando sorpreso le condizioni in cui erano i suoi amici: Scott aveva la cravatta allentata e i primi bottini della camicia slacciati; Malia, i capelli tutti spettinati e la gonna del vestito spiegazzata.
Lydia dietro di lui, avvolta in un sfavillante abito argento, simulò due colpi di tosse per poi prendere  parola «Non dirmi Scott che l’hai portata in moto? Sai quanto tempo ci ho messo per acconciarle i capelli?»
«Non avevo alternative.» si giustificò l’alfa cercando di darsi una sistemata, un contegno, allontanandosi di qualche passo da Malia.
«Potevi avvertirci, in jeep ci si stava tutti e quattro.»
«Lydia, non è un problema.» Malia cercò di sistemarsi i capelli da sola prima che l’amica le scacciasse le mani per intervenire.
«Si che è un problema, e anche le tue scarpe sono un problema. Che fine hanno fatto i tacchi?»
«Ho deciso di non metterli.»
«Non vi si può lasciare soli un momento voi due.» li ammonì entrambi la banshee corrugando la fronte.
Meno male che Stiles intervenne per calmarla. Il suo ragazzo la allontanò da Malia e le appoggiò le mani sulle spalle. «Ora tranquillizzati. Non mi sembra tragica la situazione, abbiamo visto di peggio.»
«Ma sono i nostri ultimi giorni di scuola. È il nostro ultimo Ballo di fine anno. Beacon Hills è tranquilla. Vorrei solo che tutto fosse perfetto.» mugugnò Lydia perdendosi nel suo sguardo, tra il sollievo e la sicurezza che solo Stiles sapeva trasmetterle.
Lui le schioccò un bacio sulla guancia. «È tutto perfetto. Io sono con te di nuovo al Ballo, tu sei bellissima e siamo insieme ai nostri migliori amici. Poi, quando mai Scott ha usato la macchina? Ha sempre sfruttato quella degli altri. E Malia piuttosto che tacchi sarebbe più a suo agio scalza, quindi è tutto fin  troppo normale.»
Alla fine la ragazza dai boccoli rossi sospirò e si calmò. Voltandosi verso i suoi amici disse «Divertiamoci, questo e il nostro ultimo Ballo.» ma due ciuffi troppo ribelli di Malia la obbligarono a intervenire solo un attimo, giusto il tempo di sistemale qualche forcina.
Stiles di soppiatto si avvicinò a Scott scoccandogli un’occhiata confusa. «Tutto bene?»
L’alfa non capiva il perché di quella domanda ma annuì. Il suo migliore amico poi abbassò la voce e gli sussurrò «Mi sono un attimo sorpreso a vedervi arrivare in quelle condizioni, sembravate due che si sono appena appartati per fare certe cose.»
Scott lo fisso stupito. Davvero avevano dato quell’impressione così esplicita? «Non è successo niente. Ma ti pare? Io e Malia?» si giustificò immediatamente ridacchiando al solo pensarci. Anche se non c’era molto da ridere.
«Bene, meglio così. E che avevi la camicia un po’ aperta, lei spettinata, tutti e due accaldati e con il fiatone ... »
«Stiles.» lo richiamò Scott facendo il modo che smettesse di parlare. Non aveva intenzione si sentire le fantasie che il suo migliore amico si stava facendo su di loro, gli bastavano quelle che si era fatto su Malia durante tutto il viaggio in moto.
Stiles capì l’antifona «Va bene, la smetto.»

 
Quando tutti e quattro varcarono la soglia della palestra, si ritrovarono catapultati in un’atmosfera scintillante, fatta di luci soffuse, stelle filanti e palloncini bianchi e rossi ovunque. Era magico quell’ultimo Ballo. Lydia trascinò subito il gruppo verso il set fotografico per immortalare quel momento, era quella più elettrizzata per la festa, di un’allegria contagiosa.
Com’era prevedibile Stiles invitò Lydia a ballare, e lei non se lo fece ripetere due volte a gettarsi nella mischia, a crearsi un indelebile ricordo degli ultimi giorni di scuola con il ragazzo che amava.
Malia per non pensare ad altro, si buttò sul buffet per poi sedersi ad un tavolo a gustarsi il bottino e la bella atmosfera che la circondava. Non era esattamente l’ambiente adatto a lei, ma vedere a scuola di Beacon Hills così tranquilla le faceva piacere, la metteva di buon umore.
La musica che suonava la band dal vivo cambiò più volte ritmo, fino a quanto si fece particolarmente lenta. Molte coppie si precipitavano in pista avvinghiate l’un l’altra dondolando sul posto.
Una mano si tese davanti a lei, e quando Malia alzò gli occhi incrociò quelli scuri e profondi di Scott accompagnati da un sorriso gentile. «Vuoi ballare?» la invitò.
Voleva accettare, lo voleva fare davvero. Cercò di trattenersi. «Non so ballare.»
«Dai, un lento lo sanno ballare tutti. E poi è il tuo unico Ballo quindi devi per forza ballare.»
«Oppure devi per forza farmi ballare sennò Lydia ti ucciderà?»
«Non centra Lydia. Voglio che ti diverta e che balli, sennò che cavaliere sarei.» e Scott era il cavaliere che ogni ragazza sognava e non avrebbe mai lasciato la sua dama ad annoiarsi al tavolo.
«Non penso che sia una buona idea ballare insieme.» puntualizzò Malia alzandosi ma senza afferrargli la mano. Era sicura che l’alfa avrebbe compreso il significato di quella frase, perché era certa che sentisse pure lui quell’impulso, quella voglia, quel desiderio.
Scott la prese per mano invitandola a camminare verso la pista da ballo. «Non lo so nemmeno io, ma facciamo un test.» e già quel contatto, palmo contro palmo, poteva confermare che il test era superato.
Si ritrovarono così ai lati della pista da ballo, l’uno di fronte all’altra. Malia si guardava attorno, per capire cosa fare, come muoversi e dove mettere le mani. Avrebbe messo le mani ovunque addosso a Scott.
L’alfa fece la prima mossa, le appoggiò le mani sui fianchi avvicinandola un po’ a se. Malia fu sorpresa da quel contatto, da quelle mani salde appoggiate in una zona così intima, ma non disse niente e seguì le istruzioni di lui quando la invitò a mettergli le braccia attorno al collo.
Lei gli mise le mani sulle spalle senza avvinarsi troppo. «Così?»
«Magari un po’ più vicini.» la incitò il ragazzo lupo. E lei non se lo fece ripete due volte. Le bastò un passo più lungo e si ritrovarono corpo contro corpo, Scott ad avvolgerle la vita e Malia ben aggrappata al suo collo. «Così è anche troppo, Malia.» sussurrò lui quasi senza fiato per quel contatto.
«Ah, scusa.» si ricompose facendo mezzo passo indietro.
«Non importa. Ora ondeggia e in qualche modo ti guido io.»
«In qualche modo?»
«Non ho mai detto di essere un ballerino esperto, ma non è difficile condurre un lento.» e Malia si lasciò cullare dai movimenti di Scott. Anche se erano movimenti lievi e lenti, per Malia era sempre il primo ballo di coppia della sua vita, quindi fu inevitabile calpestargli qualche volta i piedi. Piano piano però entrarono in sintonia e il tutto diventò piacevole, mentre loro sempre più vicini, e sempre più avvinghiati.
«Scott.» sussurrò Malia quando iniziò il lento successivo. Continuarono a ballare.
«Si?» rispose lui. Il suo respiro caldo le arrivò all’orecchio.
«Lo senti anche tu, non è vero?»
«Si.» un sì che dichiarava resa.
«Sai, lo vorrei davvero tanto. Il mio corpo lo vuole tanto.»
«Anche il mio, anche in questo momento.» era sottointeso cosa.
«Ma è meglio di no, giusto?»
«No, meglio di no.»
«Potremmo rovinare tante cose per uno stupido istinto.»
«Può darsi.» ipotesi. Non negò.
«Odio il mio lato animale in questo momento. Non sai cosa ti farei.»
«E meglio che non immagini cosa ti farei io.» non la aiutava.
«Scott. Sto arrivando al limite, possiamo uscire a prendere una boccata d’aria?» ansimò Malia in modo quasi esasperato, un lamento tra il dolore e il piacere. Le bruciavano i fianchi, le bruciava il ventre, le bruciava chissà quale altra parte del corpo. Ballare un lento era stata una pessima idea, come andare al Ballo insieme d’altronde. 
Fecero un passo indietro, presero le distanze, sciolsero ogni forma di contatto e si guardarono negli occhi. Occhi blu per lei. Occhi rossi per lui. Pregarono entrambi che nessuno notasse quel dettaglio.
Malia sospirò e per poco un ringhio frustrato non le uscì dalla bocca, si morse un labbro per trattenerlo. Scott si rese conto dello stato pericoloso in cui era la ragazza coyote, non che lui fosse messo meglio, ma lei era più istintiva in tutto quello che faceva e quindi più incontrollabile di lui in quella situazione. L’alfa la afferrò per un polso e la trascinò fuori dalla palestra, via dal Ballo. Concesse solo quel contatto tra loro, era necessario per portare entrambi via da quella situazione.
 

Corsero vero l’esterno della scuola, verso il campo di lacrosse, poi oltre, verso il bosco. Il più lontano possibile da occhi indiscreti e da qualsiasi umano. Scott si chiese se avessero sbagliato a isolarsi da soli in mezzo al nulla. Era più facile controllare gli istinti con altre persone attorno, e stare da solo con Malia non era esattamente la soluzione migliore. Né per lui né per lei. Avrebbe voluto slacciarsi i pantaloni del completo, si erano fatti decisamente stretti, ma alla fine decise di allentarsi la cravatta.
La ragazza coyote, appoggiata contro un albero percepì quel movimento, capì cosa stava per fare e lo fermò. «Non toglierti la cravatta. È da tutta la sera che voglio farlo io.»
«Ok, non lo farò se questo può aiutarti a stare tranquilla.»
«Per stare davvero tranquilla dovrei sfogare questo dannato desiderio sessuale che ho nei tuoi confronti.»
«Sono nella tua stessa situazione.»
«Da quanto abbiamo perfino questi effetti collaterali noi mannari?»
«Non lo so, Malia. Va avanti da un po’ e domani con l’arrivo della luna piena sarà molto peggio. Magari passa, magari no.» non era di conforto.
Malia alzò gli occhi al cielo notturno. «Bisogna trovare una soluzione.» fece dei bei respiri profondi facendo entrare l’aria nei polmoni. «Non voglio fare solo sesso con te.»
Scott osservò attentamente l’alzarsi e l’abbassarsi del petto di Malia, avrebbe dovuto distrarsi non pensare perennemente a come toglierle quel vestito, e cosa peggiore sapeva già cosa aspettarsi sotto tutto. «Sarebbe sesso, sarebbe solo sesso. Tutto ciò è solo istinto.»
«Non vorrai …»
«Si, lo vorrei e lo vorresti pure tu. Ma non lo faremo.» il tono di Scott si fece più controllato. «Non rovineremo niente solo per istinto. Abbiamo imparato a controllarci e lo faremmo anche sta volta.»
Malia si lasciò andare contro l’albero, le gambe le cedettero accasciandosi a terra. Le movenze della ragazza coyote come al solito erano tutto tranne che femminili perfino quando si trattava di sedersi. Scott la rimproverò. «Malia, hai un vestito. Io non mi slaccio la cravatta a patto che tu chiuda le gambe.» la ragazza si accigliò e cercò di ricomporsi ma il tulle era particolarmente scomodo e voluminoso e continuava ad alzarsi. Esasperato da quella situazione sempre più critica decise di sfilarsi la giacca e di appoggiarla, come una coperta, sulle lunghe gambe di lei.
«Pensi di aver risolto qualcosa?» chiese Malia sistemandosi meglio la giacca-coperta.
«Ho cercato di eliminare almeno la fantasia dove ti alzo la gonna.»
La ragazza arrossì al solo pensarci, non era difficile da immaginare la scena. Ora che osservava Scott solo con la camicia bianca non era nemmeno difficile immaginare i lineamenti dei suoi muscoli sodi, gli stava decisamente troppo aderente, tesa nei punti giusti e forse anche facile da strappare.
Malia provò a pensare alla sua ancora. Alla voce di Stiles che la aiutava a controllarsi, che le diceva che comportarsi come un animale era sbagliato, perché lei non era quello, lei era una persona. Tutto quel pensare non le attenuò troppo il desiderio ma fece emergere un’altra parte di lei, quella da coyote, quella primordiale. La mente di Malia cominciò a correre nel bosco, a cacciare, a sopravvivere, a trovare rifugio. Immaginarsi in forma animale le diede modo di porre un freno agli istinti sessuali.
Forma animale. Coyote. Tornare ad essere un coyote.
«Forse ho trovato un modo, Scott.»
Il ragazzo lupo si voltò verso di lei piuttosto sorpreso da quella affermazione le si accucciò di fronte interessato. «E quale sarebbe?»
«E se mi trasformassi in un coyote? Solo per tre giorni, solo per la luna piena.» propose Malia con il tono più controllato possibile. Voleva dare una spiegazione sensata e non sembrare la solita ragazza avventata.
«Perché?»
«Potrei far cedere al mio corpo alla mutazione aiutato dall’arrivo della luna piena, così tutti i miei istinti animali importanti prenderebbero il sopravvento su quello dell’accoppiamento.»
«E se incontri un coyote maschio?» e una punta di gelosia lo colse di sorpresa al solo pensare la sua ragazza coyote del suo branco con un altro, umano o animale che sia.
«Io mio istinto vuole il mio alfa, il mio capobranco non altri. Ora come ora sarei disposta perfino a lottare con un’altra ragazza per averti.» ogni volta che Malia parlava di comportamenti animali lo faceva con una disinvoltura ovvia e naturale.
A Scott faceva piacere che quel desiderio di possesso fosse reciproco, ma obbligare Malia a trasformarsi per risolvere la situazione non gli andava a genio. «Non mi piace l’idea che ti trasformi in un coyote. Se ti succedesse qualcosa non potrei fare niente.» Era pur sempre parte del suo branco, una sua responsabilità. La sua ragazza coyote. «Non potrei proteggerti.»
«Ma se continuiamo così non possiamo proteggere noi stessi da questo istinto.»
«E se la trasformazione non cambiasse niente?»
«Al massimo mi trovi nuda nel tuo letto domani.» e a Scott non sarebbe di certo dispiaciuto. «Ma sono abbastanza sicura che funzionerà. L’istinto di sopravvivenza, di caccia, di libertà, prenderà il sopravvento. Tu sei più bravo a controllarti con la luna piena, io no. Tu puoi superarlo, io no.» io non riesco più a resistere. L’odore tra loro stava diventando troppo forte, il desiderio di Malia troppo ardente.
«Continua a non piacermi l’idea. Se potessi fare qualcosa per te, qualcosa di diverso … »
«Ma non puoi questa volta, tu sei il mio problema e più ti ho attorno e peggio è, e viceversa. Davvero, voglio liberarmi di questo istinto nei tuoi confronti non voglio complicare le cose.»
«Io nemmeno voglio complicarle, vorrei che tutto tornasse normale tra di noi.»
«Quindi ho prendiamo le distanze e cerchiamo di controllarsi, ognuno a modo suo, oppure facciamo sesso.»
Malia e Scott dopo quell’ultima frase, dopo quell’ultima parola si guardarono in silenzio come se stessero valutando davvero di risolverla nella maniera più comoda e veloce: il sesso. Tutti e due lo volevano, ma entrambi sapevano che non era giusto assecondare tutto ciò. Non ancora.
Fu l’alfa a rompere l’atmosfera avvicinando un po’ il viso verso il suo in modo pericoloso. «Promettimi che non ucciderai nessuno, non ti allontanerai tanto e che tra tre giorni sarai di nuovo qui.»
Lei sorrise, quella frase voleva dire che le lasciava carta bianca. Però anche lei voleva qualcosa da lui. «E tu promettimi che sarai qui ad aspettarmi e che se avrò problemi per mutare forma mi darai una mano.»
«Ci sarò, sono il tuo alfa.» rispose Scott, accettando finalmente l’idea che separarsi fosse la soluzione migliore, doveva fidarsi di Malia.
«E io faccio parte del tuo branco, quindi tornerò.» lo rassicurò lei.
Si alzarono in piedi, consci che quella decisione fosse l’unica soluzione. Non la migliore. L’unica. Stare lontani, reprimere il desiderio sessuale, dovevano farlo per non cambiare le cose. Per non incasinare le cose.
Malia si innumidì le labbra pensierosa continuando a perdersi nello sguardo intenso di Scott. Aveva un’ultima richiesta, una favore per facilitare la mutazione del suo corpo che solo l’alfa lì in quel momento avrebbe potuto esaudire.
Consapevole che tutto ciò avrebbe messo a dura prova il loro desiderio di accoppiamento chiese «Potresti aprirmi il vestito?» sentì immediatamente le guance avvampare e l’espressione di Scott non la aiutò. «Non fare quella faccia, non riesco ad aprirlo da sola e durante la mutazione potrebbe rovinarsi o lacerarsi.»
Quello che Malia non sapeva era che Scott non aveva pensato ad altro per tutta la sera, quindi gli offrirà sul piatto d’argento la sua fantasia e l’alfa pregò con tutto se stesso di trattenersi. Gli occhi gli divennero rossi quando Malia si votò di schiena. Il mistero era risolto: il vestito si slacciava da dietro.
Il ragazzo lupo si avvicinò a lei. Osservò prima la base del collo reclinata leggermente vero avanti, poi le spalle nude ricurve. La pelle. L’odore. Il desiderio. Trovò la cerniera dell’abito e la afferrò con delicatezza tra le dita. Fece un bel respiro profondo che andò a schiantarsi contro la pelle di Malia. Gli occhi della ragazza divennero blu, i denti cominciarono ad allungarsi facendo fuoriuscire un lamento esasperato che invitava il suo alfa a continuare il più in fretta possibile. Ma lui decise di prendersi quell’attimo.
Scott abbassò la zip. Piano. Controllandosi alla vista della schiena sempre più nuda dell’amica. Sempre. Più. Nuda. La zip sembrava non finire mai. Il momento sembrava non finire mai. Né per lui né per lei. Una tortura.
La cerniera arrivò a destinazione e anche gli occhi di Scott. Tutti e due si fermarono in fondo alla schiena e oltre, lasciando intravedere il bordo delle mutande. Un rantolo eccitato gli uscì dalla gola.
Malia si voltò. Occhi azzurri, zanne e artigli. Il suo controllo stava arrivando alla resa: o il sesso o la mutazione. E il suo corpo stava puntando sulla seconda.
«Grazie.» balbettò la ragazza respirando per l’ultima volta quell’atmosfera, concedendosi per l’ultima volta a quell’odore di maschio alfa.
Scott le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Voleva il contatto. Voleva lei. Decise di affidare tutti i suoi desideri in quell’ultimo gesto. Le regalò il suo sorriso più dolce e rassicurante. «Ti aspetto.» e si voltò.
Malia lasciò andare il vestito, il controllo, Scott. Il coyote che c'era in lei prese forma.
 

Quando l’alfa si voltò Malia non c’era più. Al suo posto un coyote stava cominciando a correre immergendosi nell’oscurità del fitto bosco. Scott finalmente riuscì a respirare, l’atmosfera carica di desiderio sessuale si stava dissolvendo come l’odore di Malia presente solo sui vestiti che aveva lasciato per terra. Per la prima volta dopo anni, Scott si rese conto che stava per perdere il controllo, gli sarebbe bastato davvero poco. Poco. Quante cose ancora c’erano da scoprire sull’essere un lupo mannaro?
Tornando verso la scuola, si accorse della presenza di Lydia e Stiles all’ingresso principale. I due suoi amici si stavano guardando attorno, sicuramente li stavano cercando. Stiles fu il primo a individuare Scott «Si può sapere dove eravate?» poi il suo migliore amico notò gli indumenti che teneva in mano: vestito rosa, scarponcini, mutande. «Hai tutti i vestiti di Malia in mano, ma lei dov’è? Perché è senza mutande?»
Lydia si parò davanti al suo ragazzo e fissò Scott con una certa sicurezza. «Lo avete fatto?»
«Cosa dovevano fare?» Stiles non sapeva, ma la banshee sì, e l’alfa lo intuì dal suo sguardo. Malia doveva averle confidato i problemi.
«Vi siete sfogati?» chiese ancora la ragazza dai boccoli rossi.
Stiles non ci stava capendo niente. «Cosa dovevano sfogare? Qualcuno vuole darmi una spiegazione.»
Scott però si rivolse a Lydia. «Non abbiamo fatto niente. Abbiamo deciso di stare separati per qualche giorno. Malia era allo stremo e ha deciso di prendersi qualche giorno in giro per i boschi.»
«Nuda per i boschi?» chiese ancora Stiles con aria sempre più sconcertata.
Lydia invece intuì il vero significato della frase si Scott, e sembrò soddisfatta della risoluzione della faccenda. Prese dalle mani dell’alfa gli indumenti dell’amica, li avrebbe custoditi lei, poi i suoi occhioni squadrarono per bene i due ragazzi e disse «Ora Scott spiega a Stiles le tue frustrazioni sessuali verso Malia.»
La bocca di Stiles si spalancò incredula da ciò che aveva appena detto la sua ragazza. Gli ci volle un po’ prima di comporre una frase sensata da dire al suo migliore amico. «Che cosa avete fatto tu e Malia?!»




***
2♠
Il capitolo è venuto lungo, decisamente molto lungo, e io sarei andata avanti per ore a scrivere scene Scalia di tensione sessuale e pensieri impuri senza farli arrivare ad una conclusione concreta. Ma il mio scopo era non arrivare alla conclusione concreta perché per quella ci vuole la 6B. E poi non volevo torturarvi ancora tenendovi sulle spine con scenette imbarazzanti che non avrebbe portato a nulla (anche se sarebbero state divertenti!)
Ma la storia è finita? A dire il vero a metà settimana farò uscire l’epilogo, così vediamo se e come questi due hanno superato l’istinto dell’accoppiamento.
Vi ringrazio ancora per essere arrivati fino a qui, e spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che vi siate divertiti a leggerla quanto io mi sono divertita a scriverla!
Ho aggiunto anche un piccolo assaggio di Stydia, perché gli Stydia sono d'obbligo ♥

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Capitolo 4
*** Epilogo - 3 giorni dopo ***


Epilogo
3 giorni dopo
 

Le dita affusolate raschiavano la terra. Le lunghe gambe a contatto con il sottobosco. La nuda pelle morsa del vento. Malia era tornata umana.
Erano passati tre giorni dalla sera del Ballo e lei, come promesso, era di nuovo nel bosco dietro il campo di lacrosse della scuola e Scott, come promesso, l’aveva aiutata a mutare dalla sua forma animale a quella umana. Il ruggito del suo alfa l’aveva scossa, le aveva riempito le orecchie, fatto vibrare il pelo e richiamata a riprendere il suo vero aspetto.
L’ultima cosa che aveva visto da coyote erano gli occhi rossi del suo capobranco. La prima cosa che aveva inquadrato in forma umana era Lydia che le porgeva dei vestiti.
«Ben tornata tra gli uomini!» le disse la banshee sfoderando un bel sorriso. «Ti sei divertita a fare l’animale?»
«Abbastanza, ammetto che mi era mancato tutto ciò.» rispose Malia alzandosi a fatica da terra, il suo corpo era ancora scosso dalla mutazione. Era un po’ sporca di fango ma non si fece problemi ad indossare gli indumenti puliti, soprattutto per il freddo improvviso sulla pelle, fino a pochi minuti fa aveva una folta pelliccia, poi il nulla. Notò due figure maschili di spalle oltre a Lydia, Scott e Stiles, e si chiese che problemi avessero a vederla nuda visto che non era la prima volta che capitava.
Quando Malia finì di vestirsi Lydia richiamo i due ragazzi, ed entrambi si voltarono. Gli occhi di Scott la trovarono per primi ma fu Stiles a parlare catturando un secondo dopo la sua attenzione «Malia, sappi che non mi è piaciuta questa idea di trasformarti.»
«Stiles, va tutto bene, so badare più a me stessa quando sono coyote che da umana.»
«È quello che gli ho ripetuto tutto il tempo.» intervenne Lydia.
Ma Stiles non demordeva facilmente, glielo si leggeva in faccia quanto era stato preoccupato per lei, certe cose non cambiavano mai. «Siamo a Beacon Hills, chissà cosa poteva capitarti.»
«Gli unici a cui è capitato qualcosa sono i conigli e il cervo che ho cacciato.» e le era mancata molto la carne di cervo, davvero molto.
Stiles impallidì restando in silenzio al solo pensare l’amica che si avventava su un animale e lo sventrava per cibarsene.
Poi Malia guardò Scott. E Scott guardò Malia. E Lydia intuì che i due dovevano parlare, così prese Stiles sotto braccio e si avviarono fuori dal bosco. La ragazza coyote si concentrò sul fine udito per capire cosa stavano borbottando, soprattutto vista la faccia infastidita di Stiles nell’esser portato via.
«Perché mi trascini via? Non avevo finito di parlare, e poi volevo dire la mia sui loro istinti di accoppiamento.» si lamentò il ragazzo.
La banshee rispose «Penso che sia meglio per noi non immischiarsi in certi discorsi. Lasciamoli fare mal che vada si saltano addosso.»
Malia non riuscì a sentire la risposta di Stiles perché l’odore di Scott, di maschio alfa, le inebriò le narici catturando la sua attenzione. Scott era davanti a lei. T-shirt bianca come sempre attillata, muscoli tesi e ben definiti, e occhi scuri e gentili. Istinti o meno, per Malia era impossibile non notare quanto fosse un bel ragazzo, se ne rese conto per la millesima volta. Ma qualcosa tra loro era cambiato.
«Passato bene la luna piena?» chiese Malia in modo ironico.
Scott rise. «A fare da babysitter a Liam? È stato più bravo del solito a controllarsi..»
«Almeno sei stato occupato.»
«Tu no?»
«Certo, ero al massimo delle forze. Un cervo non lo prendi tutti i giorni.» disse con una certa soddisfazione ripensando alla caccia.
«Quindi ha funzionato? Sai, la questione del sesso, dell’istinto.» c’era una nota incerta nel tono dell’alfa.
«Ha funzionato. » rispose Malia soddisfatta che tutto fosse andato per il meglio. «E tu? Sei riuscito a controllarti?»
«Si, dopo la luna piena si. Durante ero quasi tentato a venirti a cercare però ho resistito, l’ho passato. Mi pento però di averti lasciata trasformare.» a Scott dispiaceva davvero, era limpida del suo sguardo quella emozione. Si era preoccupato tanto per lei, la sua voglia di cercarla durante la luna piena si era divisa tra il bisogno sessuale e quello di proteggerla: lui era fatto così quando si trattava di Malia, quando si trattava di un membro del suo branco.
«So badare a me stessa da coyote, da umana invece ho bisogno di te, ho bisogno del mio alfa che mi protegga.» lei gli afferrò la mano con una certa disinvoltura e dondolò la stretta tra loro. Un gesto avventato, forse inusuale, ma che voleva dimostrare quanto fosse contenta di esser parte del suo branco e mettere alla prova la reazione del proprio corpo in quel momento.
«E io ho bisogno del mio coyote mannaro nel mio branco.» lui assecondò quel contatto, intrecciò le dita con le sue in maniera complice continuando a dondolare. Era un gesto sciocco da fare, ma forse serviva a dimostrare a vicenda che tutto era passato. Che pelle contro pelle, palmo contro palmo, dita tra dita, non erano più l’innesco di una miccia. Non erano più impulso, voglia e desiderio. Non erano più sesso.
Non c’era più niente.
Scott e Malia si accorsero che la tempesta era passata. Si sorrisero a vicenda continuando a dondolare le mani come se niente fosse. Perché niente c’era più. Non c’era più quell’odore, non c’era più quella febbrile eccitazione di saltare l’uno addosso all’altra, non c’era più quel bisogno da soddisfare.
C’era altro.
Un battito. Uno sguardo. Le mani che si sciolgono di colpo. La consapevolezza appena acquisita che si incrina.
C’era altro.
«Mi sarebbe piaciuto slacciarti la cravatta, sai?»  disse Malia interrompendo quel silenzio senza istinti, rinnovando l’amicizia con la sua disinvoltura che tanto piaceva a Scott. Incrociò le braccia al petto e cominciò ad incamminarsi fuori dalla boscaglia.
L’alfa affondò le mani nelle tasche dei jeans. Strinse i pugni. «Io sono riuscito ad aprirti il vestito quindi mi ritengo soddisfatto.»
«Non è valido.» sentenziò lei con fare ironico. Sembrava una provocazione.
Scott fece un bel respiro. Cercò le parole giuste per porle la domanda giusta, quasi avesse paura della risposta. «Considerami in debito con te, cosa vorresti?» si, era decisamente della risposta che doveva aver paura o forse perché  si ritrovò a desiderate un certo tipo di risposta.
Malia si fece pensierosa, lo tenne sulle spine. Tutto ciò che voleva era stare al suo fianco, essere parte del suo branco, ma dopo la scuola molte cose sarebbero cambiate, così decise di seguire il suo piano. «Dammi una mano a comprare un biglietto aereo per la Francia.»
Qualcosa le diceva che quella intossicazione da Scott McCall poteva prendere il sopravvento di nuovo, e quella consapevolezza d’un tratto le fece paura. Aveva il timore che la situazione potesse ripetersi, lo sentiva, e non solo lei. Si guardarono di nuovo, camminando in silenzio. Un sorriso complice che dissimulava altro.
C’era altro.
Forse c’era sempre stato altro, infondo. Nascosto. Ora emerso a causa di quello che avevano passato.
Era meglio lasciar perdere.
Qualsiasi cosa fosse doveva essere ignorata in quel momento.
Perché poteva non essere solo istinto.




***
2♠
... per tutto il resto (la doccia) non vi resta che gustarvi l'evoluzione di questa ship nella 6B. Che ansia!! Domani finisce la serie, quindi mi sono prefissata di pubblicare questo ultimo capitolo il giorno prima. La fic è finita e spero che vi sia piaciuta, spero che vi abbia fatto fangirlare sugli Scalia, quanto ho fangirlato io (tanto) scrivendo su di loro, magari lasciatemi qualche commentino così fangirliamo insieme!
Se vagate su Wattpad la potete trovare pure lì però pubblicata in modo diverso (tutti i primi tre capitoli sono stati divisi in due) perché sto facendo un esperimento ahah. Su Wattpad la fic non è ancora completa dato che è più "lunga" e il mio esperimento è ancora in corso!
Scriverò altro di questo fandom? Può darsi, in verità ho una AU che mi frulla per la testa, ma intanto aspetto la mia felpa "24 STILINSKY" appena ordinata su Ebay e attendo con ansia il gran finale!!
Un bacio e grazie!
 

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