Eyes of Ice

di SognatriceCullen_182
(/viewuser.php?uid=59186)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ritrono a scuola ***
Capitolo 3: *** Il Ballo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Eyes of ice 1




Eyes of Ice



-Questa è... Anafase!!- annunciò trionfante Jack.
-Ehi? Pan?-
Lo ignorai. Lanciai una voloce occhiata all'orologio.
Un minuto. Anora un lunghissimo e interminabile minuto. Quella stupida lezione non sarebbe mai finita.
-Pan? Vuoi guardare tu la prossima radice?-
-No, grazie, Jack. Guardala pure tu.-
Trenta... Ventinove...
-Sicura? Guarda che per me non è un problema.-
-Sicura, Jack. Sicurissima.-
-Okay...-
Quattordici... Tredici...
-Non è molto chiaro.- mi informò mentre scrutava dentro il microscopio.
-Prova a mettere a fuoco.- consigliai con voce laconica.
Cinque... quattro...
-Sai, è che non vorrei prendere un brutto voto. Sicura che non vuoi guardare?-
Due... Uno...
Driiiiin!!
Scattai in piedi come una molla, presi tutte le mie cose e uscii dall'aula.
Finalmente fuori.
-Ciao Pan!-
Amy mi raggiunse e si mise a camminare alla mia destra, sorridendo timida.
Anuii, e risposi al saluto.
-La giornata sembrava non finire mai, eh?-
-Un disastro.- confermai, tentando di ignorare il fischio di uno scemo del Sophomore Year.
-Ehi, principessa, hai da fare più tardi?-
-Sì.- risposi glaciale, continuando a camminare.
Nemmeno lo guardai. Cosa cambiava? Era semplicemente il solito idiota. Il solito scemo che mi gaurdava e commentava con gli amici, gorilla quanto lui: "Ehi, bella gnocca quella."
Nemmeno conosce il suono della mia voce. Nemmeno sa cosa mi piace, se leggo e il mio gusto preferito per il gelato. Non sapevano quand'era il mio compleanno, e se mi piaceva andare al cinema.
Non sapevano niente di me.
Ma questo non li fermava dallo svolazzarmi attorno.
-Woah, bellezza. Il tuo sguardo mi stende. Hai mica da fare la settimana prossima, sai... al ballo invernale?-
-Volatilizzati, microcefalo.-
-Uuuh, la gattina tira fuori le unghie! Mi piace..-
Mi voltai, spazientita, a guardarlo per la prima volta: nulla di nuovo. Allampato, capelli di un biondo irreale, sorriso sicuro di sé deformato in un ghigno malizioso.
-Fammi un favore. Buttati nel primo tombino che trovi aperto. Portati pure dietro un barile di gel. Non ti priverei mai del tuo patetico e unticcio migliore amico.-
Ripresi a camminare, lasciandolo nella sua umiliazione.
Per quello che mi importava! Appena avrei varcato la porta di ingresso di quella scuola mi sarei sbarazzata di quegli idioti.
Per due giorni.
Poi sarei dovuta tornare, per affrontare -ahimé- una delle settimane più orrende dell'anno scolastico: quella del Ballo Invernale.
Mi dava la nausea il solo pensarci.
Aprii il mio armadietto.
-Scusa, Amy. So che è terribile avermi come amica. Non si riesce neppure a parlare che...- sospirai. -Quegli idioti.-
-Tranquilla, Pan. Tanto sai che non avrei molto da dire.- Aggiunse con una risatina.
In effetti Amy era troppo timida per attacar bottone e non finirla più, pensai.
Riposi gli ultimi libri nell'armadietto, e lo chiusi con un colpo secco.
Lo spostamento dell'antina mi diede la visuale dell'ennesimo ragazzo che mi sorrideva.
Cos'hai da sorridere? Avrei voluto dirgli.
Ma era meglio ignorarli del tutto.
-Vieni, Amy. Andiamo.-
Annuì e mi seguì lungo il corridoio, finendo sul marciapiede appena fuori dalla scuola, che già si stava ghermendo di studenti tutti esaltati per il Ballo.
-Io vado, Amy. Buon week-end.-
-Magari ci sentiamo, che ne dici?- domandò timidamente, ma speranzosa la mia biondina preferita.
Accennai appena l'ombra di un sorriso, che ormai erano anni che non compariva sul mio volto.
-Certo.-


La campanella non aveva nemmeno finito di suonare che già ero fuori dalla mia aula, con Freddie. Mi strinsi nel mio cappotto e imboccammo un altro corridoio, verso il rispettivo armadietto. Il chiacchiericcio attorno a noi era un continuo crescendo, causato dalle masse di ragazzi e ragazze che si riversavano fuori dalle aule.
-Domani sera c'è la partita.-
-Infatti, - confermai, -oggi sto tutto il giorno ad allenarmi in palestra. E tu?-
-Avevo giusto in mente di chiederti cosa avevi intenzione di fare. Perfetto.-
-Chiami tu Ryan per dirglielo? Oggi ha fatto fuga.-
-Lo so.. Stronzo, eh? Poteva dircelo!- mugugnò indispettito corrugando le sopracciglia chiare.
-Ehi, ragazzi!- trillò una voce alle nostre spalle.
Ci voltammo in tempo per vedere una massa di capelli riccissimi e rossi saltarci addosso.
-Uffaa! Mi avete rovinato il balzo!!- si lamentò ridendo Maggie.
-Che scema!- commentammo in sincrono io e Freddy.
-Com'è andata la giornata?- chiese scollandosi dalle nostre spalle, e tornando al suo metro e sessanta scarso.
-Bene, mamma.- rispondemmo laconicamente io e Freddie.
La sua risata cristallina ruppe la monotonia delle chiacchiere attorno a noi.
-Io devo assolutamente da Lizzie entro quindici minuti, quindi devo proprio scappare. Ciao, ragazzi!!- disse, e fulminea come era arrivata, venne inghiottita dalla folla.
Io e Freddie ci scambiammo un'occhiata divertita e riprendemmo a camminare.
-Uuuh! Ecco la Wood. Lei si che è proprio bella.... Che spettacolo.- commentò ammirato Freddie, scoccando un'occhiata alla nostra sinistra. Guardai anche io.
-Chi è?- chiesi incuriosito. Non l'avevo mai vista, ma era... Wow. Notevole.
-Non mi ricordo il nome. Tipo Penny. O Pam... Pamela, credo. Bho. Comunque di cognome fa Wood. Ed è una delle ragazze più belle della scuola. Come fai a non averla sentita nominare? E' il sogno di ogni singolo ragazzo delle scuola... E mica per niente.- Terminò ammiccando.
-Ragazzo?-
-Nemmeno uno, per quanto ne so io. Una figa di legno mica da niente, quella. Non la da a nessuno... Più fredda del ghiaccio.- aggiunse.
Annuii arricciando le labbra. Più fredda del ghiaccio.
Ma forse...  Stava trafficando dentro il suo armadietto, e quando lo richiuse con forza incontrò il mio sguardo. Sorrisi automaticamente di fronte a quel  viso perfettamente ovale, circondato da bellissimi capelli color miele scuro che raggiungevano metà della schiena in una morbida onda, per terminare con boccoli scompigliati. Gli occhi blu penetranti e annoiati mi sfiorarono appena. Non rispose al sorriso. Si voltò e se ne andò, con la sua amica bionda al seguito.
-Woah.-
-Ehh?!-  commentò divertito Freddie tirandomi un piccolo pugno sulla spalla. - Che ti dicevo?-
Mentre uscimmo da scuola mi accorsi che avevo l'impellente bisogno di vederla sorridere.
E l'avrebbe fatto, lo sapevo.
Sarei riuscita a farla sorridere.
-*-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ritrono a scuola ***


cap 2

Eyes of Ice

Capitolo 1

 

 

Ero davanti  all’ entrata dalla scuola, disseminato per ogni centimetro di volantini che pubblicizzavano quello stupido ballo.

Il week end era passato decisamente troppo in fretta, pensai con una smorfia. Sabato avrebbe avuto luogo il ballo – al quale ovviamente non avevo intenzione di partecipare - e per cinque lunghissimi giorni avrei avuto a che fare con inviti da tutte le parti. Non volevo nemmeno pensare quante stupidissime frasi fatte mi sarebbe toccato di ascoltare, frasi che avrei liquidato con una delle mie risposte pungenti che mi avevano fatto guadagnare il titolo di “Eyes of Ice”.

Patetico.

No, non volevo proprio pensarci.

Vidi da lontano arrivare Amy, con i suoi lunghissimi capelli biondi che raggiungevano il fondo della schiena.

Salutai con la mano, mentre attraversava il marciapiede.

- Ciao Pan.-

-Ciao, Amy.-

-Andato bene il week-end?- si informò.

-Più corto di quanto sperassi.- confessai, mentre passavamo sotto il mini portico che dava sulla porta d’ingresso della Minot High School.

-Lo immaginavo. Terrorizzata all’idea degli avvoltoi?-

­- Abbastanza, in effetti.-

Mi rispose un po’ imbarazzata ma con un grande sorriso:

-Tranquilla, andrà tutto bene.–

Entrammo tutte e due nella scuola, nel corridoio ghermito di ragazzi più o meno svegli.

Nemmeno il tempo di dire “ba” che un paio di ragazzi si misero di fronte a me, bloccandomi il passaggio.

- Oh bellezza, non vuoi venire al ballo con me? Saremmo proprio  una bella coppia sai?-

Lo fulminai con uno sguardo infastidito: –No, non lo so, e non ho intenzione di saperlo. Ma ci puoi andare con una bella bambola di pezza,  almeno lei non si lamenterà se gli pesti i piedi –

Riprovai a fare un passo, ma il secondo ragazzo mi bloccò e tentò: - Se proprio non ti va di ballare io avrei un programmino alternativo… - disse sorridendo malizioso, seguito dalle risate gutturali dei suoi amici.

-Sparisci, Gunther. Ti ho già detto quarantacinque volte che non voglio avere niente a che fare con te. Vattene immediatamente e lasciaci passare.-

-Ma dai, Pan…-

Arricciai le labbra in un gesto di sfida.

-Gunther? Vado dalla Preside. Credi che le piacerebbe scoprire che molesti le ragazzine della sua scuola? Mhm. –finsi di pensarci un po’ su. –Io credo di sì. E credo che anche lei ha in mente un programmino per te… Se capisci cosa intendo.-

Mi lasciò passare.

Mi avvicinai già irosa all’armadietto e incrociai nuovamente lo sguardo dello stesso ragazzo che venerdì aveva provato a sorridermi. Che sorrideva a fare? Cosa voleva da me?

Notai una leggera nota di divertimento nei sui occhi. Cosa c’era di divertente? Il modo in cui umiliavo i ragazzi che provavano ad abbordarmi? Ahah, proprio divertente. 

Mi girai verso l’armadietto dandogli le spalle, decisa ad ignorare l’ ennesimo pretendente.

Aprii l’armadietto, che trovai intasato di stupidissimi inviti e bustine.

Che palle!! Il mio autocontrollo stava già sfuggendomi di mano.

Sospirai rumorosamente.

E pensare che era solo lunedì mattina.

Presi tutte le carte, e buttai tutto nel cestino all’angolo del corridoio. Mi voltai verso Amy, che cercava di trattenere un sorriso. Personalmente non ci trovavo nulla di divertente.

-Devo andare in classe, okay? Ci vediamo a mensa.-

Annuì: -Certo, Pan. Ci vediamo!-

Mi allontanai per chiudere l’armadietto e percepii ancora la sua presenza qualche metro più in là. Mi stava ancora guardando, soddisfatto e divertito come chi conosce una battuta divertentissima. Solo che io non sapevo che battuta fosse, e questo mi procurava un’irritazione assurda.

Chi era? Ma soprattutto, cosa voleva?!

 

***

 

Presi il mio vassoio e mi diressi verso il tavolo che ero solita ad occupare con Amy, ignorando i fischi che arrivavano dagli altri tavoli. Mi stupiva constatare che la gente non ha proprio nulla di meglio da fare… Soprattutto quando ormai sembrava ovvio che non avevo la minima intenzione di stare al gioco di nessuno di loro.

-Pan? Strepitose novità!!- mi accolse festosa la mia biondina, leggermente accaldata.

-Cosa c’è?- chiesi incuriosita. Era raro vedere Amy così entusiasta per qualcosa che non avesse nulla a che fare con l’equitazione.

-Ho fatto una corsa, per dirtelo subito.. Come mai ci hai messo tanto?- mi interrogò.

-Euh.. Non lo so..- risposi confusa. –Ma dai, dimmi cos’è successo!-

Si scostò i capelli dal collo, e cominciò a raccontare, sorprendentemente loquace: -Stavo cambiando i libri per l’ora dopo, quando ad un certo punto noto una busta appoggiata sul ripiano superiore dell’armadietto; mi sono detta che era per te, e anzi mi sono un po’ scocciata che stessero ricorrendo a me per arrivare a te. Stavo per buttarla, perché tanto sapevo che non avevi intenzione di accettare l’invito, quando leggo: Per Amy.-

-Grande!- commentai partecipe. – E quindi? Di chi è?-

-E quindi,- continuò, -non so di chi sia. Perché non era firmata… Era anonima.-

Annuii: -E cosa diceva?-

-Tieni, ce l’ho qui…-  disse tirando fuori una lettera spiegazzata dalla tasca posteriore dei jeans. La aprì:

 

Per Amy:

Fatti trovare al centro della palestra il giorno del ballo.  

Ci vedremo lì…

Sarò lì ad aspettarti.

xoxoxo  

 

Sbattei più volte le palpebre: -Oh.-

Amy si voltò verso di me, e sorridente disse: -Inquietante, vero?-

-Sì.. Ma non come la intendi tu. Inquietante.. davvero.-

Fu il suo turno di commentare: -Oh.-

Mi dispiacque vederla così giù, per colpa mia. Cercai di riparare: -Ma secondo me dovresti andarci.-

Si illuminò: -Davvero??-

Annuii: -Assolutamente! Poi mi racconti tutto per filo e per segno, okay?-

-Ma… In realtà credevo che mi avresti accompagnata.-

Sgranai gli occhi: -Amy ma io non voglio andare a quel ballo!- esclamai.

Gli angoli delle sue labbra puntarono verso il basso in una smorfia di malinconia che mi spezzò il cuore: -Ah…-

-Ma sai benissimo che per te farei questo e altro!!- le dissi con voce dolce.

Mi abbracciò di slancio: -Oh, grazie Pan!! Grazie, grazie, grazie!-

Vedere così felice la mia biondina preferita valeva un ballo? Ma sì, mi dissi. Lo valeva.

 

Mi sedetti sulla moto, aspettando che arrivassero Freddie e Ryan.

-Ehi, scemo scemo. – attaccò Meggie alla mia destra, -chi ci porti al ballo?-

Sbuffai. –Bho!-

-Nessuno mi ha invitata, ancora.-

Ridacchiai: -La solita speranzosa, eh?-

Incassai il pugno, e continuai: -Io aspetto solo che qualche bellissima dama mi chieda in ginocchio di invitarla.- dissi con un sorriso modesto.

Due pugni in una sola mattinata erano anche troppi: -Ti dispiace, Meggie!?-

-Seh, seh.. Ehi! Arriva Ryan! .. E Freddy.- annunciò. Ma non la stavo ascoltando.

In fondo al marciapiede vidi la Wood salutare un’amica dai capelli lunghi e biondissimi. Senza sorridere.

Era bellissima quella mattina: i capelli miele scuro erano stati raccolti in una treccia un po’ particolare, e la camicetta bianca si accompagnava alla sua carnagione chiara. I jeans stretti sul fondo le slanciavano le gambe già lunghe.

Strano, mi dissi: non ero mai stato un buon osservatore. Forse perché semplicemente ancora non c’era nulla di bello da osservare.

Mi voltai verso Meggie, senza vederla: ero concentrato a scrutare i volantini che pubblicizzavano il ballo della scuola che avrebbe avuto luogo quel sabato. Mi si accese una lampadina.

-Ehi, Seth? Tutto okay?- chiese la voce squillante alla mia destra.

-Ciao, vecchio!- mi salutò Ryan, battendomi fiaccamente un pugno sulla spalla.

Freddie guardò nella direzione del mio sguardo, e bevve una sorsata di caffè: -Togli gli occhi di dosso alla Wood. Ti ho già detto che quella ragazza..-    

-Io quella la invito.-

-Prrrftuui!!- sputò Freddie.

Addosso a me.

-Aaaah!- urlai, -Ma sei scemo?!!? Controllati, idiota!-

Meggie si stava rotolando a terra dalle risate, aggrappandosi a Ryan, che sghignazzava in modo indecente, indicandomi con il dito : -Che scemo!!-

-Io?!? Ma è stato Freddie a sputarmi tutto in faccia! Hai un fazzoletto?-

-No!!- urlarono in coro. Che simpatia.

-Seth, seriamente,- insisté Freddie, -Col cavolo che la inviti. Credo che potrebbe staccarti la pelle a morsi.-

-Eccitante..- commentò Ryan con un sorriso malizioso – che venne subito incenerito dai nostri sguardi, e una sberla da parte di Meggie.

-Okay, okay, scusate. Come se non avessi parlato.- si scusò lui.

Freddie tornò a guardarmi: -Guardami negli occhi e dimmi che non inviterai la Regina dei Ghiacci.-

-Okay… okay, promesso. Mamma.-

-Entriamo, su che è tardi!!- ci esortò Meggie, che scomparve in un turbinìo di capelli rossi.

-Non invitarla. Davvero.- ripeté Freddie mentre superavamo il portone centrale.

-HO CAPITO!!- strepitai, scocciato. Cosa mai sarebbe accaduto di orrendo?! Sentii una voce avanti a me: - Se proprio non ti va di ballare io avrei un programmino alternativo… - 

Continuai a camminare: certi ragazzi abbassavano davvero il livello generale della scuola, pensai.

Superai la Wood, cercando di non guardarla: occhio non vede…

-Sparisci, Gunther. Ti ho già detto quarantacinque volte che non voglio avere niente a che fare con te. Vattene immediatamente e lasciaci passare.-

Mi fermai. Il tono era secco, deciso. Ma al contempo non riusciva a nascondere la naturale intonazione dolce e morbida della voce.

-Ma dai, Pan..-  

Ecco qual’era il suo nome! Pan! La guardai un poco, adattandole il nome addosso.

-Gunther? Vado dalla Preside. Credi che le piacerebbe scoprire che molesti le ragazzine della sua scuola? Mhm. –finse di pensarci un po’ su, inarcando appena le sopracciglia. –Io credo di sì. E credo che anche lei ha in mente un programmino per te… Se capisci cosa intendo.-

La ragazza andava sul pesante. Quel ragazzo non doveva avere una fedina penale proprio linda, a quanto pareva. Ridacchiai.

-Visto? Che ti avevo detto?- mi borbottò Freddy nell’orecchio. –Ti aspetto in classe.. Io ho bisogno di una ripassata all’ultimo minuto.-

-Vedi a rifiutare gli aiuti di ripasso di un amico, che succede?..- gli urlai mentre si allontanava nel corridoio. Alzò il dito medio senza voltarsi, e poi scomparve nella folla.

Mi voltai a controllare dove fosse Pan, e – come era successo la prima volta – le sorrisi: e , come la prima volta, mi guardò infastidita, e tornò alle sue faccende.

Il mio armadietto era giusto cinque più in là di quello di Pan, e quindi potei assistere allo spettacolo esilarante che si ebbe qualche istante più tardi, quando il suo viso perfetto si contraé  in una smorfia insofferente nel vedere una marea di inviti caderle addosso.

Ridacchiai divertito, nel vedere che li prendeva a mucchi e li buttava nel cestino più vicino.

Tornò a guardarmi, dopo aver chiuso l’armadietto. Era ancora una volta infastidita. Mi immaginai di tirarle verso l’alto gli angoli della bocca: doveva avere un sorriso dolcissimo.

I suoi occhi blu e sterminati, nei quali sentivo di potermi perdere, mi sfiorarono appena, annoiati e distratti. Sorrisi divertito: che donna!!

Mi incenerì con lo sguardo, come se avesse udito i miei pensieri, e si voltò di scatto, facendosi cadere la treccia sulla spalla. La tirò indietro con un gesto rabbioso, e proseguì impettita verso la sua classe.

-*-

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il Ballo ***


capitolo 3

Eyes of Ice

Capitolo 2

 

 

Mi sistemai ancora una volta il vestito bianco aderente che avevo addosso: quando mia mamma aveva saputo che sarei andata al ballo della scuola era uscita di testa.

Mi scostai un boccolo dalla spalla, e dissi ad Amy: -Sei pronta?-

-Sì!- disse eccitata. Prese un gran respiro, e poi si corresse: -No. Hai del lucidalabbra?-

Glielo passai con un gesto annoiato.

-Grazie!- diede una passata veloce e poi fece una leggera pressione tra le labbra.

Mi guardò con un sorriso timido, ma felice all’ennesima potenza: -Come sto?-

La guardai con tenerezza: era un vero e proprio incanto nel suo abitino nuovo, bianco aderente, che finiva in una gonna morbida a volant, sopra il ginocchio, esaltando il suo fisico esile e minuto.

La parte superiore del capelli era legata in un mini chignon, ma sotto i capelli scendevano slegati fino alla fine della schiena, puliti e morbidi.

Gli occhi azzurro chiaro erano truccati con raffinatezza, e le labbra erano rosee e scintillanti, grazie al lucidalabbra che aveva appena applicato.

Scossi leggermente la testa, quasi sorridendo: -Oh, Amy. Sei un incanto.-

Sorrise timida, segretamente entusiasta della risposta che le avevo dato.

Poi sembrò ripensarci: -Mai quanto te, però.- sbuffò.

Sospirai guardando altrove: -Oh, per favore, Amy. Non scherziamo. Lo sai che questo è solo il mio più grande difetto.-

Sorrise: -Lo so, scusa. E’ che…Sei così bella!!- terminò con voce quasi commossa.

Sbuffai, scuotendo la testa in segno di disapprovazione. Se anche Amy me lo diceva dovevo essere uno schianto.

Mi venne la nausea il solo pensarci: non avrei dovuto sottovalutare le capacità di mia mamma nell’abbigliarmi.

-Dai, entriamo.- proposi per metter fine a quella conversazione.

Amy sembrò ricevere una scarica da 10mila watt: spalancò gli occhi e si mordicchiò l’interno del labbro inferiore.

-Pan?- mi chiamò mentre scendevamo le scale verso la palestra.

Mi voltai verso di lei, inarcando le sopracciglia.

-Ho un po’ paura.-

L’abbraccia forte, la mia piccola biondina, che aveva la sua Prima Occasione con un ragazzo – di cui non sapeva nemmeno il nome.

-Andrà tutto bene.- le sussurrai nei capelli.

Sorrise rincuorata, ed entrammo in palestra.

 

La preside e la commissione studentesca si era data davvero da fare; la palestra era irriconoscibile: luci, festoni, tavoli con tovaglie colorate, bibite e addobbi dovunque. E, mi accorsi con un mugolio di disapprovazione, vischio.

Tanto, ma tanto vischio.

-Okay. Andiamo?- chiese Amy tocchicciandosi i capelli con fare nervoso.

-Sì, dai.-

Cominciammo a camminare con passo incerto verso il centro della pista da ballo. Più ci avvicinavamo, più Amy si guardava attorno, per cercare… cosa? Uno che avesse la faccia da anonimo? Mah. Comunque sia, si guardava attorno.

Al centro stavano ripetendo la stessa sua operazione due ragazzi.

Mi bloccai.

Eh, no, ehh!! E’ una persecuzione, questa!

-TU?!- chiesi con tono accusatorio quando li raggiungemmo.

-TU?!- chiese contemporaneamente lui.

-No, - si aggiunse il ragazzo accanto a lui, -Io.- Poi guardò verso Amy, e aggiunse: -e lei.-

Incenerii con lo sguardo il Ragazzo dell’Armadietto, e passai a guardare il ragazzo che aveva parlato. Aveva una faccia simpatica, da tipo a posto.

Per capirci, lui non mi avrebbe mai detto certe cose che mi sentivo ripetere ogni giorno.

Mi voltai quindi verso Amy, con sguardo compiaciuto: -Buon ballo, Cenerentola.-

Sorrise felice.- Grazie.-

Mentre mi allontanavo, sentii alle mie spalle la sua voce un po’ roca presentarsi: -Ciao, Amy. Io sono Freddie.-

-Ciao, Freddie.-

-Balliamo?-

La immaginai annuire con quel suo sorriso timido: -Assolutamente sì.-

Mi sarebbe venuto da sorridere, se non fosse che vidi spuntare davanti a me lui.

Lo ignorai, indurendo il mio sguardo, e mi diressi al tavolo con le bibite, evitando accuratamente il ponch, dove era tradizione versare alcolici mentre la Preside non guardava, e afferrai un bicchiere.

Un paio di ragazzi attorno a me mi guardarono, facendo poi scendere pericolosamente lo sguardo in basso, verso la mia scollatura. Eppure non era profonda!! Mi voltai dando loro le spalle, e cominciai a sorseggiare un’aranciata, riflettendo sul fatto che magari era il caso, ora che la mia Amy era sistemata, di andarmene a casa.

Un ragazzo che di sobrio non aveva niente si avvicinò pericolante al tavolo, costringendomi a fare un passo indietro: non l’avessi mai fatto!

-Uh, ma guarda un po’ dove siamo capitati.- osservò una voce alle mie spalle. Alzai lo sguardo e gemetti sconfortata: vischio.

Mi voltai. Lui. Ma non aveva altre ragazzine da importunare? Ce n’erano sicuramente di più provocanti (ma soprattutto più disposte a cedere al suo semi corteggiamento) nella sala. Questo, stavo per dirgli, quando qualcuno dietro di me mi spinse verso di lui, tanto da poter sentire il suo profumo.

Tentai di fare un passo indietro, ma altri ragazzi che non avevano sicuramente nulla di meglio da fare fecero da barriera umana, chiudendoci in un piccolo cerchio.

-No, eh..- attaccai, ma mi posò un dito sulla bocca.

Le mie sopracciglia schizzarono così in alto che probabilmente si erano confuse con l’attaccatura dei capelli, ma non replicai.

-Ba-cio, ba-cio!!- sillabavano quelli dietro di noi.

Imbronciai il labbro in un’espressione scocciata.

No..! Non lui!! Furono le ultime cose che pensai prima che le sue labbra sfiorassero le mie.

 

 

Cavolo. Non ci potevo credere. Lei qui.

Credevo che avrebbe evitato quel posto peggio della peste.

Ma probabilmente l’aveva fatto solo per l’amica…

Ridacchiai al ripensare alla galante presentazione che ci eravamo fatti a inizio serata. Lei nemmeno sapeva come mi chiamavo, ma mi aveva subito riconosciuto.

Fico!

Buttai giù del ponch, facendo schioccare la lingua sulle labbra. Mi girai distrattamente per dare un’occhiata alla sala – si erano dati davvero da fare per abbellirla – ma il mio sguardo si fermò su di lei.

Ora che non mi stava guardando, mi sentivo tranquillo nell’ osservarla più liberamente.

I lunghi e folti capelli ondulati scendevano sciolti sulla schiena, ma non furono – al contrario delle altre volte – quelli a catturare la mia attenzione: il vestito che indossava, infatti, era la cosa più spettacolare che avessi mai visto. O meglio. Il vestito.. addosso a lei.

La vita stretta, che i giorni scorsi non avevo avuto l’occasione di notare, scendeva linearmente verso i fianchi morbidi in una curva invitante. Cavolo, era.. strepitosa!

Notai che proprio a un passo da lei c'era del vischio. Se solo avesse fatto un passettino indietro..

La fortuna girò dalla mia parte: un ragazzo dal passo barcollante caracollò sul bancone delle bibite dove lei stava, costringendola ad arretrare. Colsi al volo l'occasione: -Uh... Ma guarda un pò dove siamo capitati!- dissi sorridendo.

Spalancò gli occhi blu, stupefatta subito e, in un secondo tempo, disgustata.

Provò a fare un passo indietro, ma qualcuno alle sue spallela spinse ancora più vicino a me potevo sentire il suo profumo fresco di pulito entrare nelle mie narici e stordirmi, inebriato.

-Eh, no...- attaccò, ma la interruppi posandole un dito sulle labbra. Sembrò sconvolta, ma non insistette.

-Ba-cio, ba-cio!!- sillabavano sempre più esaltate le persone che si erano radunate attorno a noi. Cominciavo a divertirmi.

La folla si era radunata attorno a noi, a bloccarci, tutti lì per vedere se Eyes of Ice mi avrebbe davvero baciata. Ahah. Chissà... Sorrisi malizioso, nel vedere la sua espressione corrucciata.

-Ba-cio! Ba-cio!!-  scandivano sempre più a voce alta.

Era splendida in quell'espressione confusa e disgustata..  Mi avvicinai a lei, e chiudendo appena gli occhi posai le mie labbra sulle sue, reggendole la testa con una mano. Resto rigida, ma tra le ciglia vidi che anche lei chiudeva gli occhi.

Una scarica di adrenaline mi percorse tutto il corpo, facendomi sorridere sulle sue labbra. Era.. wow! Sentii un flash abbagliarci.

Baciai un ultima volta le sue labbra di piuma e mi staccai da lei.

-Ciao.- sussurrai prima di andarmene, lasciandola interdetta.

Andai da Ryan, ricordandomi che Freddie non era disponibile - stava ancora ondeggiando in mezzo alla pista con la sua biondina.

-L'ho baciata!!-

Alzò un sopracciglio. -Che?-

-La Wood, cazzo! Ryan, ho baciato Pan!!-

Mi prese per le spalle e mi scosse forte: -Svegliati, Seth! Cosa stai dicendo?- poi mi guardò strano. -Hai bevuto, vero?-

-No, no!- negai gesticolando. Credo che sarei potuto metermi a saltellare per la palestra.

-Il vischio, Ryan! Il vischio!!-

Capì, finalmente, e strabuzzò gli occhi:-Giura! No, che culo!-

Annuii sorridendo maliziosamente.

- E bravo il nostro Seth!- si complimetò abbattendo pesantemente la sua grande mano sulla mia spalla. -Così si fa!-

-Lingua?- si informò.

-Ma va! Era rigida come uno stoccafisso, e teneva i denti ben serrati. Ti pare?-

Fece una smorfia: -Già, hai ragione. Ehi, sai mica dov'è Meggie?-

-Bho.- rispondo, -Se è riuscita a farsi invitare sarà in pista. E se non si è fatta invitare... sarà in pista comunque.- terminai ridendo.

-Mhf. Giusto.- si guardò attorno per cercarla.

-Senti, devo rifarlo.- ripresi.

Continuò a far scorrere le sguardo per la sala, e mormorò distrattamente: -Sì. Giusto.-

-Quindi ho bisogno che tu mi aiuti!- continuai.

-Ma certo.- rispose, occupandosi del lato sinistro della sala.

-Grande! Allora:  ci avviciniamo a lei, io mi posiziono sotto il vischio, tu la urti facendola cadere, ma io la prenderò al volo e... bhè, il resto lo sai.- conclusi sorridendo malizioso.

Finalmente Ryan si voltò verso di me, con espressione perplessa: -Eh? Chi... chi, scusa?-

Sbuffai spazientito: -Pan Wood! Il vischio!-

-Ah, certo scusa.- fece una piccola pausa. -Lo vuoi rifare?-

Gli tirai un pugno. -Oh, ma ce la puoi fare!  Sì, voglio finire sotto il vischio di nuovo con lei. E tu mi aiuterai.-

-E come?-

-Mi fai cadere le palle, Ryan!- sbuffai, e ripetei il piano.

-Okay, ci sto! Ora?-

-No, pensavo domani verso le cinque, cinque e mezzo.- risposi sarcastico. -Andiamo, va!-

-Quella ragazza ti rende nerv oso...- borbottò Ryan, ma mi seguì.

-Eccola!-

Era seduta in mezzo a tante altre ragazze che non avevano trovato un cavaliere che le accompagnasse al ballo, ma erano venute nella speranza di trovare qualcuno che le scegliesse. Stonava, in mezzo a quelle ragazze un pò sovrappeso, con problemi di acne, spessi occhiali e sguardo insicuro.

-Seth, io ti aiuto, ma finché quella sta seduta io posso farci poco.-

-Cavolo!- imprecai. Quella ragazza doiveva finire sotto il vischio, con me.

Guardò verso l'amica che rideva e scherzava, assolutamente rapita da Freddie; sorrisi: e chi lo sapeva di questa sua infatuazione? Nessuno - o meglio, io no di certo. E poi, zitto zitto...

Spostai nuovamente lo sguardo sulla sedia, e sbarrai gli occhi: era vuota!!

Ma dov'era andata?

Mi voltai e feci scorrere le sguardo per la sala.

-Di là!- indicai, - Se ne sta andando!-

Cominciammo a farci largo, correndo. -Scusate.. permesso.. Oh, ma levati!!-

-Ahah!- urlò Ryan, -Fa molto film poliziesco! Acchiappala, sergente Cohen!- 

-Chiudi la bocca, mascotte!-

-Oh, mascotte per un cazzo!- si offese Ryan.

-Mhmm! Corri, piuttosto!!-

Ryan fece uno scatto, la superò e, mentre lei afferrava il coprispalle dall'appendiabiti, la urtò facendola cadere.

-Mr. Delicatezza...- borbottai.

-Ahia!- si lamentò lei, -Sta attento, stupido orso!-

Ryan mi strizzò l'occhiolino e si fece inghiottire dalla folla; era Il mio Momento.

-Scusalo, è peggio di un grizzly appena butta giù del ponch- esordii, prendendole la mano.

-Cosa vuoi?- sibilò inferocita.

Le sorrisi: -Ti sto solo aiutando.-

-Ce la faccio da sola.- disse sfilando la sua mano dalla mia, -Grazie.-

Senza che se ne fosse accorta, l'avevo portata dove  volevo io. Alzai lo sguardo con un sorriso furbo: il vischio.

-Oh, no, eh!- disse scuotendo la testa.

Sogghignai: - Dai, Pan. E' la tradizione!-

-Per questa volta non si seguirà la tradizione.- disse seria, -Davvero.-

-Scommettiamo?-

-Non so nemmeno come ti chiami...- protestò debolmente, mentre mi avvicinavo al suo viso.

Mi baciò.

Non come la prima volta, in un bacio infantile. Ma tenendomi la testa, muovendo dolcemente le sue labbra sulle mie in una danza lenta e nuova. 

Chiusi gli occhi, sbalordita.

Si staccò dalla mia bocca, e mi diede un bacio sull'angolo della mascella.

-Mi chiamo Seth.- mi sussurrò all'orecchio, facendomi socchiudere appena gli occhi.

Sorrise per l'ultima volta e si allontanò. Presi un grande respiro. Dovevo schiarirmi le idee.

No.

Dovevo andare a casa.

Quel ballo era durato anche troppo.

Angolo dell'autrice:

Buongiorno!!  Eccoci con il secondo capitolo della storia! Spero che vi sia piaciuto quanto è piaciuto a me e a Erica immaginarlo, trovare i vestiti e all'occorrenza disegnarli!! xD

Spero che non vi siate demoralizzate  a vedere che non aggiornavamo ma ho avuto dei problemi a pubblicare - lo pubblicavo ma nessuno vedeva l'0aggiornamento!! o.O^

Comunque alla fine siamo tutti qua, curiosissime di sapere che ne pensate!! Ma intanto, ringrazio chi già ci ha tenuto a farcelo sapere *-*

Grazie!!

Ashleys (Ale): Sono così felice che ti piaccia!!  ^________^   Adori Amy? Ne sono così felice, secondo me è adorabile!! *-* E poi per gli amici di Seth oggi abbiamo potuto conoscerli un pò meglio - almeno Ryan!  Grazie anche da parte di Erica, che ha ufficialmente deciso che ti adora U____U  Scusa se ci ho messo tanto ad aggiornare ç.ç Ma ogni tanto sto stupido PC mi gioca brutti scherzi... -.-°  Spero che recensirai anche questo!! Ciaooo!! Ci vediamo su messenger ;)

Emily Doyle:  Grazie!! Figurati, è stato un piacere avvisarti!! ^^ A presto! 

BlackIceCrystal: Uha, questa storia ti ispira!! Grande!! xD Grazie da entrambe, te ne siamo molto grate.. E scusa se ci ho messo così tanto ad aggiornare ç____ç A presto - mi auguro!!  ^^

Bè, io qui ho finito. Un grazie enorme da parte anche di Erica!! Speriamo di vedervi aumentate per il prossimo capitolo ;)

Baci, e a prestoo!!

Marta & Erica*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=362425