Fight or die

di lilydreaming
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1°Il viaggio ***
Capitolo 2: *** 2° Il risveglio ***
Capitolo 3: *** 3°Dentro l'incubo ***
Capitolo 4: *** 4°Anime perdute ***
Capitolo 5: *** 5°Stardust ***
Capitolo 6: *** 6° You're my home ***
Capitolo 7: *** 7°Broken Hearts ***
Capitolo 8: *** 8°Darkness ***
Capitolo 9: *** 9°I'm not a hero ***
Capitolo 10: *** 10°Last hope ***
Capitolo 11: *** 11°beyond the light ***



Capitolo 1
*** 1°Il viaggio ***


1°Capitolo
"Il viaggio"

L’ anno  era quasi giunto al termine per gli studenti dell’ultimo anno del famigerato collegio “Amun” di Liverpool. Una leggera brezza primaverile attraversava le mura dell’edificio scolastico, e gli studenti percorrevano insicuri i corridoi, ignari che a lì a poco quel posto che tanto odiavano, sarebbe diventato il luogo più familiare a una casa che avrebbero mai  varcato da li a pochi mesi.
Joy percorse a passo svelto il corridoio, nonostante la sua statura minuta aveva un passo molto veloce. In pieno eccitamento ed euforia entrò nella sala degli studenti, dove seduta su una poltrona trovò la sua annoiata migliore amica Patricia, intenta a togliersi con le sue stesse unghie, lo smalto nero che da ormai settimane ornava le sue dita.
“Patty indovina che cosa ho appena  saputo?”  Le chiese retoricamente Joy. Ovviamente Patricia non poteva saperlo, lei stessa era appena venuta a  conoscenza della notizia bomba.
“Non chiamarmi Patty, e no, non so cosa è appena successo, non sono mica un’indovina.”Rispose seccata la rossa.
“Ho appena saputo da Mr Sweet  che gli studenti dell’ultimo anno andranno in vacanza su un isola! Un’isola? Ti rendi conto?”Disse in piena frenesia Joy.
“Su un isola? No grazie, odio il sole.”Sbottò Patricia, l’idea di prendersi un insolazione non la allettava molto, soprattutto lei che aveva una pelle cosi delicata.
“Su andiamo Patricia, la spiaggia, il mare, i ragazzi. Che altro c’è di meglio?”Le domandò Joy, dopo tutti quegli esami avevano pur diritto ad una vacanza.
“Un milione di altre cose.”Replicò la rossa, la notizia non le faceva  ne caldo ne freddo. Era del tutto impassibile.
“Ora che sei  di nuovo single possiamo buttarci a capofitto sulla conquista di bei ragazzi. “Cercò di convincerla  Joy. Dopo la rottura con Eddie Patricia era diventata più fredda del solito, come se volesse di proposito trattenere le sue emozioni. La sua migliore amica si chiedeva spesso cosa era successo veramente tra i due, ma non aveva molti responsi da parte di Patricia, ne tantomeno da Eddie, che le rispose con uno sguardo incerto.
La freddezza e l’acidità che contraddistinse Patricia dall’inizio di quell’anno scolastico si fece sentire. “Preferisco  ingoiare mille aghi. Non ho bisogno di un ragazzo.”
“Oh qualcuna è ancora cotta di  Sweetie Jr.”Joy sapeva che in fondo Patricia non si era trasformata in un iceberg, la conosceva, ed era convinta che il suo atteggiamento era solo un maschera.
“Tra me e Eddie è finita, ok? Finito.”Disse a gran voce Patricia, facendo voltare degli studenti presenti  nella sala.
“Che cosa vi è successo? Eravate cosi presi l’uno dall’altro l’anno scorso.”. Se Eddie aveva fatto soffrire Patricia, Joy gliela avrebbe fatta pagare con gli interessi. La sua migliore amica agli occhi degli altri poteva sembrare forte, ma in verità era la persona più fragile che conosceva.
Patricia continuò a essere glaciale. “Stavamo insieme, e ora non più, fine della storia.”        
Joy capì che quello non era il momento adatto, se Patricia non voleva parlarne, non doveva costringerla. A questo punto era meglio aspettare che fosse lei di sua spontanea volontà a raccontarle tutto “Ok ho capito, non ne vuoi parlare, ma sappi che alla fine mi racconterai per filo e per segno cosa è accaduto.”
“Poi!”Rispose Patricia infastidita.
 
 
Intanto Nina e Fabian si godevano i minuti di relax tra una lezione e l’altra. Godendosi  la loro relazione senza dover risolvere enigmi e sfuggire a maledizioni. Proprio come una normale coppia.
“Hai programmi per questo weekend?”
Nina sorrise, quasi stupidamente, come una ragazzina alle prese con la prima cotta, ma infondo non l’era ancora?“Stai cercando di invitarmi a un appuntamento?”
“Sarei troppo sfacciato se ti dicessi di si?”Ribatté il ragazzo prendendole dolcemente la mano.
L’americana ricambiò il gesto stringendogli la mano. “Dove hai intenzione di portarmi?”
“A una mostra, la inaugureranno questo weekend e durerà per tutta l’estate, e visto che d’estate per te  sarà difficile vederla ho pensato che sarebbe stato carino andarci questo sabato. “Rispose Fabian. Non era certo il tipo di appuntamento romantico che Nina si meritava, tuttavia quando si passano mesi minacciati dallo spirito di un fantasma diabolico, anche il solo stare insieme da soli è un gran traguardo.
“Beh renderà più dolce il nostro addio, ma non vorrei innescare l’ennesima maledizione, sai per una volta vorrei passare un anno scolastico in santa pace.”Disse Nina.
“Tranquilla, ti terrò lontana da qualsiasi oggetto che possa scaturire una ben che minima maledizione, piaga, malocchio, o da tutto quello che possa farti del male Nina.”
“È davvero carino da parte tua Fabian.”
“Sei la mia ragazza, non voglio che tu soffra.”
 
“Tutti gli alunni dell’ultimo anno sono pregati di recarsi urgentemente nella sala assemblee” La voce di Mr Sweet rimbombava dall’altoparlante.
“Hai idea del motivo?”Domandò Nina incuriosita questa improvvisa chiamata.
Il ragazzo scrollò le spalle, era ignaro anche lui del perché di questa convocazione. “Non ho idea.”
In quello stesso momento passò di Eddie. Dalla sua espressione si vedeva che era in procinto di filarsela per saltare la prossima lezione, ma l’annuncio di suo padre lo aveva colto alla sprovvista.  Cosi visto che non poteva mancare a questa assemblea, suo padre di certo avrebbe notato la sua assenza, si incamminò verso il luogo da poco annunciato con profonda noia .
“Hey Eddie, sai del perché di quest’assemblea improvvisa?”Gli domandò il suo compagno di stanza.
“L'ultima volta che mio padre mi ha detto qualcosa avevo  quattro anni e mezzo.”Rispose seccato Eddie. A quanto pare era di cattivo umore quel giorno.
“Lo prendo per un no. “Disse Fabian ignorando l’umore dell’umore.
 
Eddie si guardò intorno in cerca di un posto libero, ne trovò uno accanto a KT. KT era una buona amica, cercava sempre di tirarlo su di morale. Aveva il sentore che avesse una cotta per lui, ma il loro rapporto era più platonico, almeno lo era per lui. Alzò lo sguardo e vide che dal lato opposto della fila, seduta un paio di file avanti a lui c'era Patricia."Perfetto" borbottò tra se e se. La osservò da lontano, di sottocchio, era cambiata, in meglio. I suoi capelli non erano più rossi come mesi fa, erano più scuri, ma con la luce s’intravedeva ancora del rosso. Da perfettamente lisci da come se li ricordava, erano diventati ricci. Durante le vacanze estive in America aveva scoperto che i suoi capelli erano ricci naturali, le disse che le piaceva al naturale, lei gli gridò contro, tipico di Patricia. Eddie ridacchiò. Nonostante tutto aveva ascoltato il suo consiglio.
“Cosa c’è di divertente?”
“Nulla, stavo solo ricordando un bel momento.”
“Qualcosa riguardò Patricia?”
“Come lo hai capito?”
KT gli fece un sorriso di conforto. Era chiaro che il suo amico aveva ancora dei sentimenti per la sua ex, ma la cosa peggiore è che anche lei stava iniziando a provare qualcosa per lui. Si maledisse internamente, Eddie era un buon amico, forse uno dei suoi migliori amici, questa sua cotta non poteva rovinare tutto, e poi il suo sguardo..ne era innamorato, non poteva di certo competere con lei. “La stai fissando, non è difficile da capire.”
“Pensavo di essere stato più discreto.”
“Sono una ragazza, a noi ragazze non sfugge niente.”
“A voi ragazze non sfuggirà niente, ma io ho fatto fuggire una ragazza.” Lui e Patricia avevano passato dei bei momenti insieme, erano felici, lo amava e sentiva che anche lei lo amava, ma allora cosa era andato storto? Dopo quella notte era andato tutto a rotoli.
“Hey, andrà tutto bene.”
Quando la sala fu completamente piena, Mr Sweet fece il suo ingresso, salì sul palco, si schiarì la voce, e iniziò a parlare.
“Attenzione per favore, ho un annuncio da fare. Il signor Duncan  ha gentilmente inviato tutti gli studenti dell’ultimo anno per un progetto sperimentale.”
“Che genere di progetto?”Mara osservò attentamente il signor Duncan a prima vista sembrava un uomo distinto, di bella presenza, ed anche piuttosto attraente, ma c’era qualcosa in lui che non le convinceva, troppo perfetto, come una mela con buccia perfettamente lucida ma marcia all’interno. Ciò nonostante fermò sul nascere i suoi istinti da giornalista investigativa, sempre in cerca di notizie. L’hanno scorso aveva imparato la lezione: non immischiarsi in cose che non le riguardavano, anche se la tentazione di cercare la verità era forte.
“Si tratta di un progetto psicologico signorina..”
“Jaffray, Mara Jaffray signore.”
“Signorina Jaffray, il mio intento è di studiare il comportamento dell’essere umano in assenza di tecnologie da lui conosciute.”
“Ci ha preso per delle cavie?”Borbottò Patricia di nascosto.
Joy, seduta accanto a lei, le inviò un’occhiataccia.                                    
“Mr Duncan, perché non ci illustri con chiarezza i dettagli di questo progetto?”
“Con piacere Mr Sweet. Gli studenti passeranno due settimane su un isola al largo delle coste spagnola,in un resort  di mia proprietà , ma senza poter usufruire di nessuna tecnologia odierna.”
Un rumorio di lamenti si sentì in tutta la sala.
“Capisco il vostro essere contrariato, ma alla fine del progetto, chi avrà mostrato maggior resistenza e controllo, riceverà un premio.”
Gli studenti iniziarono a bisbigliare tra di loro.
“Secondo te che tipo di premio sarà? Cibo?”
“Alfie non puoi pensare sempre al cibo!E poi chi ha detto che vincerai tu?”
“L’importante che io abbia cibo ogni mezz’ora Jerome, il resto non conta.”
“E come la mettiamo con i posti stretti, il buio, gli zombi, e qualunque cosa respiri?”
“Non mettere il coltello nella piaga.”
“Sicura di poter resistere senza tecnologie per due settimane Amber?”
“Certo Nina.”
Fabian fisso Amber incuriosito. “Sai che non potrai usare né il cellulare, né computer, né internet, né arricciacapelli, e nemmeno la piastra per capelli?”
“Che cosa? Niente piastra? Nemmeno quella tascabile?”
Nina e Fabian mossero la testa su e giù.
“Io morirò cosi.”
Gli studenti, ignari di quello che sarebbe accaduto loro in una settimana a questa parte, risero e scherzarono, come se la loro sarebbe stata una comune gita scolastica.
La settimana passò in fretta, e gli studenti stavano preparando gli ultimi dettagli prima della partenza.
“Vuoi davvero portarti cosi tanti libri Mara?”
“Si, perché? Lo faccio sempre.”
“Perché non molli tutti quei libri, per due settimane con il tuo fantastico, adorabile ragazzo?”
Mara  gli avvolse le braccia intorno al collo, poi gli beccò velocemente le labbra“Oh certo che passerò del tempo con te Jerome! Ma porterò comunque qualcosa da leggere.”
“Sei stato librizonezzato Jerome!”
“Non hai una valigia da preparare Alfie?”
Poche ore dopo ben quattro autobus partirono, pieni di studenti in piena eccitazione per un viaggio che se avessero potuto non avrebbero mai intrapreso.
“Fabian ci vuole ancora molto per l’aeroporto?”Nina si guardò intorno, erano in viaggio da ben venti minuti e stava iniziando a sentirsi stanca, molto stanca. Appoggiò la testa sulla spalla di Fabian, si sentiva cosi bene.
“No, non manca molto.”
“Bene”
“Stai  bene?”Fabian guardò Nina appoggiarsi sempre di più a lui, le accarezzò i capelli dolcemente.
“Sì, mi sento solo un po’ stanca all’improvviso. “Nina chiuse gli occhi, ma non fu l’unica ad addormentarsi. Pian piano tutti i passeggeri si addormentarono di colpo. L’autista guardò la scena dallo specchietto retrovisore, un ghigno diabolico si palesò sul suo volto. Con molta calma pigiò un tasto.
“Prima fase completata Signor Duncan.”

“Perfetto.” Rispose una voce.

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Capitolo 2
*** 2° Il risveglio ***


2°Capitolo
"Il risveglio"

Ore dopo gli studenti di casa Anubis si svegliarono di soprassalto, confusi, e disorientati si guardarono attorno.
“Ragazzi dove siamo?”Joy aprì gli occhi e si guardò intorno disorientata. Che cosa ci faceva li? L’ultima cosa che ricordava era il viaggio in autobus, Patricia seduta al suo fianco, una lunga chiacchierata, e poi il vuoto. Ancora intontita cercò di alzarsi in piedi.
Fabian scrutò l’ambiente attorno a lui. “A occhio e croce sembrerebbe un bosco o una foresta.” A lui stesso quest’affermazione era davvero assurda, era davvero impossibile che avessero raggiunto un luogo del genere in poco tempo ma fatto sta che aveva un vuoto nella sua memoria, vuoto che iniziò quando Nina si addormentò dolcemente sulla sua spalla.
“Grazie mille capitan ovvio!Pensavo fossimo al polo nord!”
“Patricia fare l’acida non risolverà la situazione.”La rimproverò Nina.
“Cosa molto difficile per Yacker.”
“Chiudi il becco Weasel!”
I due ex amanti si guardarono per qualche secondo, quelli che erano dei nomignoli affettuosi, erano ormai usati per denigrare e beffeggiare l’altro. Era passato davvero tanto tempo, da quando avevano usato quei sopranomi con affetto. Era passato quasi un anno da allora, lo ricordavano ancora, quel giorno, sotto la veranda della sua casa. Il sole era da poco tramontato, loro due seduti su quel vecchio divano da esterno, avvinghiati come se il caldo soffocante non avesse effetto su di loro.
“A mia madre piaci davvero Yacker.”
“Davvero? Non sono il tipo che piace, se parliamo di madri poi.”
“Dico sul serio, dice che sei carina, intelligente, sveglia, con un buon senso dell’umorismo.”
“Carina?”
Eddie alzò un sopraciglio civettuolo. “Beh io avrei detto sexy, ma visto che sono parole dette da mia madre,  sexy mi era sembrato troppo.”
“Sicuro che non siano parole tue?Non mi hai lasciato un secondo da quando sono qui.”
“Non fingere che la cosa non ti dispiace Yacker.”
Patricia scosse la testa sorridendo. “sei proprio un weasel.”
Eddie si alzò di scatto dal divano. “Su, alzati.”
“E se volessi rimanere seduta.”
L’americano rise. “Voglio portarti in un posto.”
“Stai cercando di rapirmi Eddie?”
“Vedremmo.”Cosi dicendo le porse la mano,la prese, la tirò a se. Percorsero velocemente il viale di casa, e raggiunsero l’ auto di Eddie parcheggiata su il ciglio della strada.
E cosi il dolce ricordo di un’estate d’amore svanì in un istante, proprio come una follata di vento passeggera Quell’estate si erano amati, un periodo che ormai appariva come lontano e perso.
 “Ragazzi litigare non servirà a nulla, cerchiamo di capire cosa è successo.”Fabian cercò  di stanare la discussione sul nascere.
“Io ricordo di essermi addormentata nell’autobus.”Confessò Joy.
“Anch’io, credete che siamo fuori dal Regno Unito?”Domandò Nina. Pensavo che fosse stata l’unica a essersi addormentata di colpa, ma a quanto pareva si sbagliava.
“Non credo, come avremmo potuto in autobus.”Sostenne Mick.
“Qualcuno mi spieghi dove diavolo siamo!”Amber urlò. Era lì da poco meno di due minuti, e già ne aveva abbastanza di questa maledetta foresta, o qualunque posto lei si trovasse. Si aspettava una lussuosa spiaggia di sabbia bianca, non un campeggio in una dannata foresta sperduta chissà dove.
Alfie sentiva un piccolo peso sulla una caviglia guardò in basso, e vi ci trovò uno strano aggeggio attaccato. “Ragazzi guardate le vostre caviglie.”
“Perché? Ho qualcosa sulla caviglia?Toglilo toglilo!”
“Amber tranquilla non è nessun  insetto.”Le assicurò Mara.
“Allora cos’è?”
I dieci rimasti guardarono in basso, alle loro caviglie era collegato un piccolo aggeggio elettronico.
“Che roba è questa?”Chiese Eddie.
“Sembrerebbe una cavigliera elettronica.”Rispose Jerome. Ne aveva già vista una. Suo padre la indossava da quando gli fu concessa la liberta vigilata. Ogni mese aveva dei controlli, procedeva tutto a gonfie vele, aveva perfino trovato lavoro in un’officina.
“Quelle usate per chi ha la libertà vigilata?”Le Chiese Mara.
“Proprio quelle.”
“Ma cosa vuol dire? Che siamo prigionieri?”Affermò infastidita  Patricia. Ci mancava solo degli altri tizi con la smania dei rapimenti.
“Proprio cosi mie cari.”Una misteriosa voce proferì, prendendo tutti alla sprovvista. Da dove proveniva quella voce? Come faceva a sentirli. Gli undici adolescenti si guardarono attorno in cerca di qualcuno nascosto dietro a qualche tronco di un albero, o addirittura seduto comodamente su un suo ramo.
“Chi sei? E perché ci hai rapiti?”Gridò Nina.
“Rapito?Oh no, io vi ho solo offerto una vacanza da lusso.”
“Narcotizzarci e spedirci in una foresta non è esattamente quello che io chiamo vacanza da lusso!” Urlò Amber.
Mara fece mente locale. Aveva già sentito quella voce, ma dove? “È mr Duncan! Riconosco la voce!”
“Sono lusingato, vi ricordate di me.”
“Lo sentivo che c’era qualcosa che non andava in lei! Tutta la storia del progetto psicologico è una bufala!”
“Molto perspicace signorina Jaffray, ma devo contraddirla il mio progetto sta andando secondo i miei piani.”
“Che cosa vuole farci?”Domandò minaccioso Mick.
“Lei è un pazzo!”Gridò Eddie.
“Cosa voglio farvi? Per adesso voglio farvi correre.”
Gli undici ragazzi furono colpiti improvvisamente da piccole pietre, sparate a gran velocità da quella che sembrava essere uno, spara palle di quelli usati dai giocatori di baseball per allenarsi.
“Correte!”
Ognuno di loro corse a perdifiato, cercando di non farsi colpire dalle pietre, correvano e correvano, senza voltarsi indietro, senza meta. Gli undici si divisero in piccoli gruppi, e senza saperlo, quella sarebbe stata  una delle ultime volte che si sarebbe visto.
KT guardò indietro, avevano corso molto. “Ci siamo allontanati dagli altri.”
“Patricia!Devo tornare da lei!”Affermò Eddie.
Fabian lo fermò trattenendolo per un braccio.”Eddie non possiamo tornare indietro.”
“Non posso lasciare Patricia da sola.”
“Patricia sa cavarsela, ora pensiamo a come uscirne vivi.”
A malincuore Eddie si voltò, e insieme a Fabian, Nina, e KT s’incamminò verso l’uscita della foresta.
I quattro camminarono per quello che pareva loro ore, tra la foresta, cercando di destreggiarsi tra gli arbusti e la vegetazione troppo fitta. Il sole stava quasi calando, e il cielo si stava tingendo di rosso, rosso come il sangue che avrebbe si sarebbe versato.
“Propongo di fermarci qui per la notte.” Disse Fabian una volta che i quattro arrivarono in un punto in cui la vegetazione non era molto fitta.”
“Buona idea, vado a raccogliere della legna per accendere un fuoco, inizia a rinfrescarsi.”
“Ti do una mano Eddie.”
Cosi mentre Eddie e KT si allontanarono per raccogliere dei rametti secchi, Fabian e Nina rimasero da soli.
“Credi che usciremo vivi da questa storia?”
“Hey abbiamo affrontato  guai peggiori.”
“Lo so, ma ho una strana sensazione d’inquietudine.”
“Andrà tutto bene Nina, te lo prometto.”
“Grazie Fabian.”
Nina notò una piccola ferita sul braccio di Fabian.”Sei ferito.”
“dove?”
“Sul braccio.”
Il ragazzo diede una veloce occhiata sul punto indicatogli. “È solo un graffio, non è nulla di grave.”

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Capitolo 3
*** 3°Dentro l'incubo ***


3°Capitolo

“Dentro l’incubo”

 
La notte giunse, e il piccolo gruppo rimasto decise di dormire, per quanto fosse possibile. Eddie rimase di guardia, a detta sua  bisognava stare attenti e controllare la zona,i suoi sensi da osiriano stavano man mano crescendo di più,e il senso del dover nel proteggere Nina, e non solo, aumentava sempre più. La pure verità era che Eddie non sarebbe riuscito a chiudere occhio. La preoccupazione che aveva per la sua Yacker superava il resto. Rise internamente, ancora continuava a chiamarla la sua Yacker.Quanto ero patetico?Pensare ad una ragazza che ormai si è allontana da lui.
“Non devi rimanere per forza sveglio per tutta la notte.”
 Eddie alzò lo sguardo verso la voce che aveva interrotto i suoi pensieri.“Non credevo fossi ancora sveglia Nina.”
“Non riuscivo a dormire.”Proferì la  giovane , mentre si sedette accanto ad Eddie sul terreno freddo, solo un piccolo fuoco  a fare da luce in quella notte buia.
“Siamo in due.”
 “Eddie non devi sentirti in obbligo a proteggermi solo perché sei il mio osiriano.”
“Non lo faccio per obbligo, e poi cosi so che mi renderò utile.”
“Tu non sei inutile Eddie, non c’è bisogno che tu mi protegga 24 ore su 24.”
“Disse la ragazza che stava rischiando di essere trascinata viva nell’aldilà.”
“Touchè.Comunque grazie per avermi salvato la vita, non credo mai di averti ringraziato come si deve.”
“Di nulla. Ti sei mai chiesta cosa volesse dire?” Chiese retoricamente l’americano. Era una domanda che non aveva mai avuto risposta, in pochi sarebbe stato in grado di capire la loro situazione,anzi forse nessuno avrebbe potuto capire come si sentivano, non era stato lasciato  loro un libretto con delle istruzioni, non c’era una guida ad indicare loro la via.
“Intendi essere la prescelta e l’osiriano?”
“Già.”
“Portarsi dietro molte seccature, ecco cosa vuol dire. Sono quasi tre anni che ho scoperto di essere la prescelta, ed ho solo rischiato per la mia vita e per quella di mia nonna e dei miei amici. Tra maledizioni  e spiriti maligni, non so se è essere la prescelta sia una fortuna, sono solo al liceo. Dovrò passare il resto della mia vita con la paura che mi possa succedere qualcosa? E se accadesse qualcosa alle persone che amo?Non posso vivere con questo terrore,no,non me lo merito. “ Dichiarò esausta Nina, ne aveva passate cosi tante, che ormai emotivamente non ce la faceva più. Che cos’altro aveva in mente per lei il destino? Quanto ancora doveva soffrire?
Eddie abbozzò un sorriso amaro, per lui quello di cui parlava la sua compagna di sventure  era iniziato di recente,ma  i continui incubi,le visioni,la paura di non essere in grado di prendersi cura delle persone a cui voleva bene, lo consuma dentro. i “È come quando dicono che c’è un omaggio per te, ma per averlo devi spendere un minimo di 30$. Una totale fregatura.”
“Esatto,ma nel nostro caso i 30$ sono spiriti maligni,visioni raccapriccianti,e incubi giornalieri.”
“Se avessi saputo non avrei mai chiesto di essere l’osiriano, ma mi rincuora il fatto che almeno posso fare qualcosa di buono proteggendo te.”
Nina gli sorrise. Eddie era diventato una sorta di fratello maggiore per lei. Essendo figlia unica, nonché orfana, aveva  sempre desiderato una figura fraterna  che la proteggesse dai bulli, e che la consolasse da un cuore spezzato.“Non saresti costretto a farlo se fossimo dei comuni adolescenti.”
“Già,protezione dal Dio Osiride, mi sta causando solo guai. Ho passato la mia intera vita pensando che mio padre non volesse avere a che fare con me, poi scopro dopo quasi dieci anni scopro che lo ha fatto solo per  proteggermi,lasciando me e mia madre da soli. Tutto questo perché sono l’osiriano.La mia famiglia è andata in pezzi per causa mia,la prima ragazza che ho mai amato mi ha scaricato senza un perché. Rovino ogni cosa che mi circonda.”
La quasi adulta gli diede un pacca sulla spalla per rincuorarlo.“Non darti tutte le colpe adesso, e sono certa che anche Patricia ti ama ancora.”
“Io non sono poi cosi sicuro.”Sospirò il giovane. Tutto era ormai confuso, ogni cosa aveva assunto un significato diverso, spesso non lo aveva  affatto, ma in fondo che cosa importava? Se ciò che rappresenta il tuo intero mondo va via portando con te la tua unica ancora di salvezza.
“Che cosa è successo tra voi due?”
“Abbiamo passato dei bei momenti insieme, le ho detto che l’amavo,abbiamo passato la notte insieme, e poi boom distruzione di massa.”
“Oh, mi dispiace Eddie, ma non disperarti, so che tra te e Patricia non è finita definitivamente, ne sono certa. Conosco Patricia, e lei non abbandonerebbe chi la ama senza una ragione valida.”
 
A qualche kilometro di distanza da li,al sorgere del sole, Joy aprì gli occhi. Li  aprì e li richiuse più di una volta, prima di rendersi conto di dove si trovava. Sperava che l’essere stata rapita, di nuovo per giunta, la foresta, il pazzo maniaco di Mr Duncan fosse solo un incubo, e che presto si sarebbe svegliata comoda e sicura nel suo letto. La dura realtà la travolse, non era nel suo letto, ma distesa per terra sotto ad un letto di foglie.
“TI sei svegliata finalmente.”
“Alfie, dove è Jerome?” Joy  si strofinò gli occhi ancora incredula di quello che le era capitato.
“È andato a cercare gli altri, se entro due ore non ritorna dobbiamo andarcene.”
“Quanto tempo è passato?”Domandò la ragazza guardandosi intorno, ad occhio e croce  guardando il cielo sembrava che fosse l’alba o giù di li.
“Poco meno di mezz’ora.”Rispose Alfie visibilmente scosso e esausto. Aveva dormito poco o niente quella notte. Anche se a modo suo amava l’avventura e la vita all’aria aperta, il trovarsi senza nulla  su un’isola sperduta chissà dove lo rendeva  molto più nevrotico di quanto non fosse già.
“Perfetto. Potevate anche svegliarmi.”
“Jerome non voleva. Andava di fretta , sai è in ansia per Mara.”
“Capisco, e tu non lo sei per Amber?”
“Sono nell’ansia più assurda, ma cerco di non darlo a vedere.”
“E perché?”
“Per non farti preoccupare, un ansioso in un gruppo è più che sufficiente.”
 Gridò entusiasta Jerome mentre spuntò da un piccolo sentiero.“Senza gioia ti sei svegliata finalmente!”
“Mi dispiace, non avevo impostato la mia sveglia per le 5 del mattino!”
“Touchè, ma visto che sei sveglia possiamo metterci in marcia.”
“Hai notizie di Mara e degli altri?”
“No, nessuna. Per questo vorrei controllare la zona opposta.”Affermò Jerome mesto.
“È ancora l’alba, hai controllato se ci fosse qualcuno addormentato?” Gli chiese Alfie.
“Ovviamente, ma non c’era nessuno .In verità non volevo allontanarmi troppo.”
“Se mi hai chiesto di andarcene se non arrivavi entro due ore.”Sostenne
“Poi mi sono reso conto che aspettare  due ore solo insieme a senza gioia poteva essere una tortura.”La verità era che il simpatico burlone non voleva abbandonare  Joy, nonostante il loro non fosse un buon rapporto, Jerome in fin dei conti teneva a lei, e al resto dei suoi compagni.
“A-ah, giuro che ti ammazzo Jerome.”
 
Patricia stava camminando da molto ormai, quasi da tutta la notte, non aveva chiuso occhio, come poteva? Dispersa da sola su in sola. Il suo unico pensiero era quello di trovare gli altri, la stanchezza era un fattore irrilevante in quel momento. Si fermò notando dei resti di un piccolo falò, qualcuno era stato li di recente. Vide delle persone avvicinarsi al piccolo campo improvvisato, li riconobbe come dei ragazzi della sua scuola, casa Mut  o casa Hathor non lo ricordava di preciso, frequentava pochi corsi con loro, e per lo più i residenti erano ragazzi di scambi culturali che cambiavano saltuariamente.
Una ragazza la vide, capelli biondi come il grano tenuti in ordine da una treccia laterale, il viso sporco e gli stanchi. “Tu sei di casa Anubis, giusto?” Le chiese con un forte accento francese
Patricia annuì, era cosi stanca che non riusciva nemmeno a  dire una sola sillaba.
“Sono  Michelle di casa Hathor, e loro sono Dan e Tess.” Disse la bionda riferendosi ad un ragazzo dai tratti ispanici dalla corporatura robusta, e ad una ragazza esile con dei folti capelli  scuri, quasi neri.
“Sei  quella che si scopa il figlio di Sweet.” Disse senza pelli sulla lingua l’ispanico.
Patricia roteò gli occhi, era nell’accademia Amun da più tempo di questi tre messi insieme, e sto pompato arrogante la ricordava solo per il suo rapporto con Eddie. Lo trovava stomachevole , e piuttosto discriminatorio.” Ex ragazzo, sono anni che sono in questo collegio, sono famosa, e non di certo per quello che pensi tu.”
“Avevo sentito che avevi un bel caratterino, ma pensavo fossero solo delle voci.”Proferì il ragazzo. Patricia aveva l’impressione che ci stesse provando con lei, disgustoso a dir poco.
Una delle ragazze sospirò. Era abituata ai continui tentativi  di flirt del compagno, ma proprio come ora, quello non era ne il luogo nel momento adatto per  provarci con una ragazza.“Dan ti sembra questo il momento di rimorchiare?”
“Oh andiamo Tess, e quando sarebbe il momento giusto?”
“Non lo so, ma di certo non questo.”
Patricia fece un smorfia di disgusto.  Diamine  certe persone non avevano proprio tatto.“Eww chi ti ha detto che ci sto?”
Inaspettatamente  un forte sibilo si sentì,e  la voce sgradevole di Mr Duncan riempì le loro orecchie.”Buongiorno miei cari, dormito bene?” Disse  sarcasticamente, quasi a prenderli in giro. “Vi starete chiedendo perché siete qui, beh è semplice. Sapete fin da piccolo amavo giocare con i soldatini di plastica, cosi ho pensato perché non giocarci per davvero? E se sono dei ragazzini ad uccidersi la cosa è ancora più divertente ed eccitante! Volete  uscire da questa isola  vivi? Allora vi consiglio di far fuori chi è non è della vostra casa. Chi si rifiuta,mi dispiace ma non avrà una vita lunga.”  Terminò la chiamata  con una fragorosa risata malefica che fece rabbrividire ogni persona presente sull’isola, vicina e lontana.  Chi era davvero Mr Duncan? E perché voleva un genocidio di massa? Le domande erano molto, alcune senza risposta, ma di certo  una cosa era indiscutibile, Mr Duncan era un pazzo.
“Quel tizio ha decisamente qualcosa che non va.” Sbottò Patricia incrociando le braccia al petto. Uccidersi tra di loro? Non erano mica in uno stupido videogame, ma poi  si sentì stringere sul collo, Dan la teneva bloccata con braccio.”Che diavolo stai facendo?”
“Cerco di sopravvivere, tu sei l’estranea in questo gruppo, e come ha detto Mr Duncan, dobbiamo far fuori chi non è del nostro gruppo.”
“Vuoi stare al gioco di quel pazzo?  Allora è proprio vero che gli scimmioni  hanno poco cervello.”Lo prese in giro  la rossa.
“Continui ad avere il tuo pessimo carattere anche  quando stai per morire? La cosa sarebbe stata eccitante se non fossi costretto ad uccidersi.”
“Fallo allora uccidimi, se ne hai il coraggio.” Disse spavalda, ma dentro moriva di paura. Era già stata in una situazione di pericolo, molte in realtà, ma nessuno l’aveva mai minacciata di ucciderla senza un motivo apparente, e mai solo per il gusto di farlo.
Ci fu un attimo di silenzio, e poi un corpo cadde a terra, qualcuno urlò, un urlo straziante. Era accaduto tutto velocemente, vittima e carnefice  si confusero, i presenti non videro che cosa successe. Qualcuno scappò, qualcun altro rimase esamine a terra incapace di muoversi, e poi il caos divampò come un incendio per tutta l’isola.

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Capitolo 4
*** 4°Anime perdute ***


4°Capitolo

“Anime perdute”

 
Patricia realizzò solo poco dopo quello che era successo, qualcuno aveva colpito Dan, e probabilmente ucciso. Rimase in mobile incapace di muoversi e anche solo di parlare, e addirittura di respirare.  Qualcuno era morto davanti a lei. Non conosceva affatto Dan, l’aveva visto solo di sfuggita nei corridoi della scuola, forse avevano qualche corso insieme, ma non aveva mai fatto attenzione a quel ragazzo di origini ispaniche. Lo stesso studente che poco prima aveva un braccio intorno al suo collo, minacciandola di ucciderla. Era salva, ma allora perché si sentiva cosi persa?
Le due ragazze di casa hathor si avvicinarono al corpo esamine del loro compagno e amico. Una delle due pareva più sconvolta, quasi incredula  a quello che era successo. Le lacrime rigarono il suo viso pallido. Il suo Dan,  il suo stupido Dan non c’era più. Quasi meccanicamente Tess raccolse per terra un grosso bastone di legno, e inferocita si scaraventò violenta contro Patricia.
La rossa bloccò facilmente l’attacco dell’altra ragazza, spingendola e facendola cadere per terra. “Ma che diavolo!”
“Dan è morto per colpa tua! L’hai ucciso tu!”Inveì rabbiosa l’esile ragazza mentre cercava di alzarsi in piedi.
“Mia? Non è stata colpa mia! E tu lo sai, lo sapete entrambi.”
“È stato uno della tua casa ad ucciderlo! Hai solo finto di essere da sola.”
“Datti una calmata miss baguette! Non incolpare me e nessuno dei miei amici di qualcosa che non abbiamo fatto.”
“Ti ucciderò. È questo che dobbiamo per poter uscire da qui, sbarazzarci di chi non fa parte del proprio gruppo, e tu mia cara sei un estranea.”La bionda si avvicinò minacciosa alla sua rivale, impugnando tra le mani un bastone simile a quello raccolto dalla sua compagna. Lentamente, quasi tremando si appressò verso una Patricia intimorita, ma lei lo nascondeva,  celava la sua paura dietro un sguardo forte e deciso. Aveva terribilmente l’angoscia di morire, di cessare di respirare come il ragazzo che giaceva senza vita accanto a lei. Si sarebbe aperto un ciclo di vendette e omicidi se fosse morta, qualcuno dei suoi amici avrebbe ucciso le sue aguzzine, per poi essere ucciso da un altro povero sventurato ragazzo, e cosi sarebbe continuato fino all’ ultima goccia di sangue innocente. La ribelle di casa Anubis forse ucciderà, ma non ora, e non due ragazze innocenti accecate dal dolore della perdita del loro amico. Con rapidità scappò via da quel luogo, ora come ora la sua priorità era di cercare i suoi amici.
 
Per Mick ritrovarsi da solo con due delle sue ex ragazze su in’isola era davvero una tortura, anche perché aveva ancora dei sentimenti per una di loro, Mara.  La loro relazione era iniziata con degli alti e bassi, erano diversi, forse troppo diversi, ma entrambi volevano che il loro rapporto funzionasse,che il loro amore durasse. L’atleta si era chiesto più  volte se non fosse mai partito, sarebbe ancora con Mara? Avrebbe scambiato ancora baci e carezze con lei? Le loro mani si sarebbero di nuovo intrecciate?Erano stati due pezzi di un puzzle, ma doveva amaramente ricordare che accanto c’era sempre un terzo pezzo di puzzle.
“Dobbiamo camminare ancora per molto?” Sbuffò Amber non rendendosi conto del pericolo in cui erano finiti. Forse inconsciamente sapeva che stava rischiando la vita, che quella non era più una semplice vacanza. In fondo lo sapeva, ma si era creata intorno a se un mondo tranquillo, dove nessuno poteva farle del male. La mente gioca brutti scherzi quando si rischia di perdere ciò che si ama. Lei non era sciocca, qualcosa in futuro avrebbe rotto il suo incantesimo di autodifesa, ed era ciò che più temeva, perché sarebbe stata a faccia a faccia con la crudele realtà.
“Sì, Amber, dobbiamo camminare.”
“Abbiamo bisogno di armi.”
“Armi? Hai intenzione di uccidere qualcuno?”Mara guardò quasi con disprezzo Mick. A quanto pareva non era più il ragazzo che conosceva.
“Voglio solo difendermi, e difendervi, e se questo implica il dover uccidere qualcuno, mi dispiace ma sarò costretto a farlo.”Affermò deciso  il biondo atleta
“Vuoi stare al gioco di quel pazzo?Questo è inconcepibile! Non possiamo uccidere, io non sono un’assassina.”
“Non lo sono neanche io.”
“Sei pronto a uccidere senza farti degli scrupoli.”
“Dio mio Mara!Credi davvero che non mi faccia degli scrupoli?Pensi davvero che io voglia ammazzare un povero ragazzo o una povera ragazza  a sangue freddo? Sono pronta a questa evenienza per salvare chi tengo! Guarda Amber, è sotto shock! Conciata cosi è un bersaglio facile, e scusami se  sembrerò maschilista, qui l’unico ragazzo sono io, ho i dover di proteggere te e Amber.”
 
“Cosa diavolo le è saltato in mente? Allontanarsi dal gruppo.”Gridò Eddie andando avanti e indietro come un forsennato.
Fabian cercò di tranquillizzarlo, ma Eddie era già in modalità super ansia attivata. “La ritroveremo, ok? Ora cerca di stare calmo.”
“Calmarmi?Come posso calmarmi?KT è sola nel bel mezzo di una battle royal!” Ormai L’osiriano non poteva farci niente, la sua natura di protettore prendeva sempre il sopravvento, nel bene, e nel male.
“So che sei preoccupato, tutti noi lo siamo, ma perdere la calma non risolverà la situazione.”Nina ormai era abituata alle situazioni in cui inizialmente non c’erano via di uscita, ma nel corso delle sue avventure sibuna aveva imparato che agitarsi e perdere la calma non serviva a nulla.
“Non posso permettere che a qualcuno di voi accada qualcosa.”
“Eddie smettila un attimo di considerarti l’unico responsabile, non puoi occuparti di tutti.”
“Ma..”
“KT se la sarà cavare, se si è allontanata avrà avuto i suoi buoni motivi.”Disse Fabian dando ad Eddie una pacca sulla spalla
Eddie sospirò.”Non ho molta scelta a quanto vedo. due contro uno.”
“Già. Fabian hai idea di cosa fare?”Domandò Nina.
Fabian alzò le spalle. “Non molte, ma  viste le circostanze io direi non stare troppo tempo nello stesso posto.”
“Beh leviamo le tende allora.”
Il sole aveva raggiunto il suo culmine da poche ore, e del sangue era già stato versato. Corpi d’innocenti avevano toccato terra. La morte aveva messo piede su quell’isola maledetta, e ben presto ne avrebbe messo le radici.
I due burloni di casa Anubis colpirono con una mazza da baseball due ragazzi, ma senza ucciderli, non avrebbero ucciso nessuno  se non fosse assolutamente necessario. Per ora li avrebbero semplicemente tramortiti.
“È incredibile quanti in realtà abbiano accettato questo specie di gioco.”Affermò Joy intenta a schivare un attacco.
“Cosa vuoi farci? Quando uno rischia di perdere la vita non pensa che ne possa spezzare un’altra cercando di difenderla.”Affermò Alfie
“Lo so, ma è triste. Uccidere non deve mai essere una scelta.”Era cosi che doveva andare? Uccidere o essere uccisi? No, doveva esserci un altro modo per sfuggire a tutto questo, Joy lo pensava, ci credeva.
“Morire non deve essere mai un opzione Joy, soprattutto quando si è giovani.”Sostenne Jerome.
“Noi non uccideremo nessuno, vero?”
“Parola mia.” Promise Alfie mettendosi una mano sul petto. Era una promessa. Nessuno sarebbe morto per mano sua.
Posso davvero fidarmi di voi due?” Chiese scherzando Joy. In fondo lo sapeva Jerome e Alfie, l’avrebbero difesa, anche a costo della loro vita. Perché sotto gli scherzi infantili, le battute, e il non prendere mai tutto sul serio, c’erano due ragazzi che avrebbero fatto senz’altro la cosa giusta.
“Hai la mia parola d’onore senza gioia.”Disse Jerome sorridendo. Dietro quel sorriso si nascondeva l’incertezza, un dubbio risiedeva nel suo cuore. Ben presto avrebbe dovuto prendere una difficile decisione.
KT si destreggiava nei boschi. Aveva passato l’infanzia tra campeggi estivi e scarpinate lungo i monti. Passare un paio di notti all’aperto non la spaventava, in più sapeva come nascondersi senza farsi trovare. Il rivivere i ricordi d’infanzia non era la ragione per cui si era allontanata dal gruppo. Voleva trovare Patricia, loro non erano mai state grandi amiche, anzi non lo erano per niente.  KT aveva il sentore che Patricia provasse per lei un odio quasi viscerale, e la riccia poteva ben immaginare il perché la odiasse, o meglio il chi: Eddie. Il biondo suo conterraneo era carino, divertente, dolce, tutte qualità che KT amasse in un ragazzo, ma lei sapeva che con lui non aveva possibilità. Eddie era ancora Irrimediabilmente innamorato di Patricia, e con la sua minuscola cotta non poteva competere.
La trovò finalmente, intenta ad abbeverarsi vicino a fiumiciattolo. Lo sguardo sempre truce, e il pessimo umore ormai scalfito nel dna. Anche in una situazione di stress e pericolo Patricia manteneva sempre le caratteristiche che la contraddistinguevano tra molte.
“Oh mio Dio Patricia stai bene?” Le chiese KT avvicinandosi a lei
“Oh sei tu.” Disse acida Patricia. KT non si aspettava un caloroso benvenuto da parte sua, e nemmeno un grosso abbraccio.
“Sono cosi felice di vederti! Eddie era cosi in pensiero per te.”
“Era in pensiero per me?”Domandò la rossa cercando di mascherare il sussulto che il suo cuore, ormai carico di emozioni l’aveva provocato in quei due giorni. “Beh non è un mio problema.” L’indifferenza verso Eddie e su ciò che gli riguardava si era insediata nei meandri del suo cuore.
“Patricia..”Iniziò la riccia.
“Che cosa?”
“Senti lo so che noi due non siamo partite con il piede giusto, e che provi ancora qualcosa per Eddie.Ed aver fatto quello che ho fatto mi ha costato molto, ma lascia che ti dica una cosa che ho imparato osservandovi: è finita finché entrambi dicono che è finita, e credimi tu e Eddie avete ancora molto da scrivere sulla vostra storia.”
“Tu..”
“Ho baciato Eddie.”
“Oh mi hai cercato solo per rinfacciarmi il fatto che hai limonato con il  mio ex ragazzo? Potevi risparmiartelo!”Inveì Patricia contro la sua rivale.
“No no no, non hai capito, io l’ho baciato, ma lui mi ha respinto. Eddie ti ama ancora, crede che abbia fatto qualcosa che ti ha ferito, e si colpevolizza per questo. Perché entrambe non cercate di abbattere questo muro  che si è edificato tra voi?Perché vi è cosi difficile mostrare i vostri sentimenti?”
Patricia si bloccò, KT aveva praticamente  fatto centro. Lei, Eddie, quello che avevano passato. Momenti come quelli difficilmente potevano essere cancellati.“Perché mi stai dicendo questo? Cosa ci guadagni? Non sono affari che  ti riguardano!”
“È vero non mi riguarda, ma ogni persona merita di essere guardata come Eddie guarda te, e non lascerò che voi sprechiate tutto per delle misere incomprensioni.” Disse determinata KT.

 
 
 

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Capitolo 5
*** 5°Stardust ***


5°Capitolo
“Stardust”
 
Eddie parcheggiò il fuori strada all’angolo della via, trascinò una Patricia contrariata nei pressi di una collina, dove le stelle erano le uniche cose che li illuminava loro il cammino.
“Tadan! Ecco, siamo arrivati.”Annunciò l’americano  entusiasta
“Perché mi hai portato qui?”
“È il mio posto speciale”
“Oh ci porti le ragazze qui?Dio Weasel è  disgustoso!”
“Che cosa? No no,ci vengo quando ho bisogno di pensare, e  stare da solo.”
“Allora ci vieni poco qui.”
“Davvero divertente Yacker.”
“Beh allora perché siamo qui?”
“Volevo portare una ragazza speciale in un posto speciale.”
Patricia deglutì, e se Eddie volesse spingersi oltre con lei?Non ne avevano mai parlato seriamente. E se non fosse come si aspettava? E se non fosse adatta alla situazione? Una moltitudine di domande e dubbi si affollarono nella sua testa. Era questo il momento? Si sarebbe abbandonata lentamente e inesorabilmente a lui? L’aveva in suo pugno, odiava quando non riusciva a essere dominante, ma allo stesso tempo era attratta dal potere ipnotico che esercitava su di lei.
“Va tutto bene Yacker? Sei impallidita.”
“Certo che sto bene.”
Eddie la guardò fisso negli occhi in cerca di qualche spiegazione, aveva imparato a conoscerla, ma di tanto in tanto diventava indecifrabile, e ogni cosa che conosceva di lei si cancellava, boom resettato, come se non fosse mai esistito. “Yac,Patricia, se c’è qualcosa che non va dimmelo, prima che inizi a pensare che il problema sia io.”Proferì incerto.
La rossa si morse il labbro nervosamente, era in imbarazzo, sperava che avesse colto tutti i segnali.
“Dio ti prego Yacker mi stai uccidendo!”
“Non sono ancora pronta per fare sesso!Ok?”Affermò tutto di un fiato la ragazza. Il cuore a mille, il calore del corpo che le sembrava bruciare.
Le labbra di Eddie si arricciarono formando un o di stupore, poi scoppiò in una fragorosa risata. “Yacker non è questo che voglio.”
Patricia alzò un sopraciglio confusa “Non vuoi fare sesso con me?”
“Cosa? Si che lo voglio, e tanto. Sarei un terribile bugiardo se ti dicessi il contrario, tu mi piaci tantissimo, più di quanto mi sia piaciuta mai una ragazza. Non voglio spingerti a fare qualcosa che non vuoi. “
“Allora perché siamo qui?Perché mi hai portato in questo posto?”
“Volevo condividere qualcosa di speciale con te. Tu sei straordinaria Yacker, volevo solo che tu lo sapessi. Penso davvero di essermi innamorato di te yacker.”
“I io..”Per la prima volta Patricia rimase senza parole, ma in fondo a cosa servivano? Cosi fece l’unica cosa sensata che le venne in mente in quel momento. Si sporse verso di lui e lo baciò. Era l’unico modo che conosceva per dimostrare i suoi sentimenti senza dover parlare. Senza dover ammettere a voce che anche lei lo amava. Il bacio divenne sempre più passionale. La rossa sentì crescere sempre di più la voglia di averlo, i loro corpi erano vicini all’inverosimile, ma non era abbastanza, volevo essere sempre più vicina a Eddie, il quale stravolto e confuso dalla foga della ragazza si staccò da quel trascinante bacio, se per di malavoglia. “Yacker che cosa sta succedendo?” fiatò, cercando di riprendere il respiro.
“Lo voglio, io ti voglio Eddie.”Fu l’unica risposta della ragazza, prima di travolgere nuovamente il biondo in un nuovo intenso appassionato bacio. Le mani che toccavano il corpo dell’altro, e i vestiti pian piano tolti dai loro corpi.
“Stai bene Patricia?”
“Sì, smettila di chiedermelo ogni tre secondi KT.”
KT fece spallucce, osava dire che la sua compagna era leggermente sulle nuvole. “Sembravi stessi pensando a qualcosa.”
“Saranno fatti miei!No?”
Poi improvvisamente le due ragazze udirono un urlo provenire non lontano da loro.
“Cos’è stato?”
“Era un urlo, presto andiamo a vedere!” Disse KT precipitandosi verso il luogo di quel grido.
“Che cosa?Diamine KT e se fosse una trappola?”
“E se fosse qualcuno dei nostri nei guai?”
Patricia roteò gli occhi, mai una volta che qualcuno le desse retta. Cosi raggiunse KT, ma una volta arrivate li non si aspettarono di trovare una ragazza circondata da altri ragazzi con l’intento di ucciderla. Quella ragazza era Willow di casa Isis.
 
 
 
Nel frattempo Jerome, Alfie, e Joy  stavano proseguendo senza intoppi il loro cammino. Durante il tragitto avevano incontrato pochi che hanno voluto intraprendere una lotta con loro, e ad ogni modo era sempre riusciti a cavarsela senza far del male troppo ai loro avversari. Di tanto in tanto Alfie però si fermava, tirava dalla tasca un coltellino svizzero trovato come arma,  e incideva sugli alberi.
“Che cosa fai Alfie?”Domandò Joy curiosa del suo comportamento.
“Lasciò una traccia per gli altri, cosi capiranno che qui ci sono passato io.”
“Geniale!ma cosi non lo capiranno gli altri delle altre case?”
“Ho lasciato un messaggio in codice, in pochi  lo capiranno.”Le spiegò Alfie sorridendole. I suoi amici avrebbero sicuramente capito.
 
Un altro gruppo invece non se la passava molto invece. Quello formato da Mick, Amber, e Mara.
Amber continuava a essere chiusa nella sua bolla di autodifesa, mentre Mick e Mara discutevano sulla strategia da usare, creando cosi nel gruppo dei dissapori, dovute per lo più a motivi personali.
“Mara perché non vuoi difenderti? Ci sono pazzi in giro che cercano di ucciderci!” Sbraitò Mick esasperato.                                                                          “Non ho mai detto che non voglio difendermi!Voglio trovare solo un altro modo.”Ribatté la mora.
“Come vuoi che possiamo difenderci senza armi?  Non farò del male a nessuno se non è necessario, te lo prometto.”
“Dici sul serio?”
“Certo, non sono mica un  freddo assassino.  Questo dovresti saperlo.”
“Lo so, so che non faresti male ad una mosca.”
Mick le sorrise. I sentimenti che provava per lei non si erano affievoliti. L' amava ancora, anche se lei non amava più lui. L’amore funziona cosi, si può amare anche senza essere ricambiati, ciò che importa è la felicità di colui o colei che ami, la tua non ha importanza.
“Questo maledetto posto  ci sta trasformando in mostri, c’è molta gente che non ha ci pensato due volte, ha ucciso a sangue freddo. Come la gente può essere cosi crudele? Cosa li spinge ad agire cosi?”Per Mara tutta quella violenza era inconcepibile, ma ancora più grave è che c’era qualcuno che ne gioiva. L’essere umano è una creatura davvero spregevole.
“Suppongo che sia dovuto alla paura di morire, quando si è spaventati o in preda al panico si fa di tutto per cercare si salvarsi, o per proteggere chi si ama.”
“Capisco, ma credo che ci siano mille modi per proteggere chi si ama.”
“E mille modi per perderla.”
“Hey voi due? Vi dispiace? C’è un grosso capanno qui davanti a noi!”  urlò Amber, interrompendo il discorso dei due.
Mick corrucciò la fronte. “Un capanno?Qui su isola abbandonata?”
“Tanto abbandonata no è, non mi stupirei se incontrassimo un orso polare.”Disse Amber come nulla fosse.
“Amber lo sai che è impossibile che un orso polare viva qui?”le ricordò Mara. Anche in una situazione come questa doveva sempre puntualizzare.
“lo so!Per questo sarebbe incredibile.”
“Diamoci un’occhiata, potrebbero esserci cibo o acqua, o qualcosa con cui difenderci.” Affermò Mick
“io spero che ci sia una crema protettiva, mi sto rovinando la pelle.”
“Amber!” La rimproverò Mara prima di entrare nel vecchio capanno.
 
 
“Hey in tre contro uno, è sleale!”Urlò KT ai tre ragazzi.
“Qui non conta! O uccidi o muori, è la legge dell’isola!”Rispose uno di loro
“La legge dell’isola? Ma fammi il piacere!” Affermò Patricia dando un calcio ad uno dei tre ragazzi. Il quale cade a terra stremato, e si l’aveva colpito proprio in quel punto li, in mezzo alle gambe.
“Ouch, deve far male li.”Osservò KT. Patricia sapeva come difendersi.
“È lui che mi ha provocato.”  Fu l’unica risposta della rossa.
KT ridacchiò, ma improvvisamente vide in lontananza qualcosa di strano, c’era qualcosa che si stava avvicinando a grande velocità verso di loro. Sgranò gli occhi quando capì che cosa erano: Frecce.”State tutti giù!”Grido.
Patricia, KT, e Willow, che se ne stava accovacciata in mobile in preda al panico dentro ad una buca, riuscirono a schivare le frecce, ma purtroppo i tre ragazzi furono trafitti.
I tre ragazzi morirono all’istante. Patricia, KT, e Willow si guardarono Incredule. Erano salve per miracolo, ma chi aveva scagliato quelle frecce? E perché avevano colpito esclusivamente quei ragazzi?
“Grazie per avermi salvata.” Pronunciò Willow mentre cercava di riprendersi. Era ancora sotto shock, prima alcuni suoi compagni uccisi davanti ai suoi occhi, poi l’aggressione. Era cosi sollevata  e grata che ci fossero ancora delle persone di buon cuore su quell’isola.
“È stata una cosa istintiva, ma purtroppo quei ragazzi non si sono salvati.”
“Beh peggio per loro.”
“Patricia!”La rimproverò KT.
“Che c’è? È stato il karma, volevano uccidere la ragazza hippie, se lo sono meritato. “Patricia era scioccata, anche se non lo dava a vedere. Per ben due volte aveva rischiato la vita, ma straordinariamente era riuscita a salvarsi.
“Ma..”
“Posso venire insieme a voi?”Chiese Willow speranzosa. Era rimasta da sola, e l’idea di vagare per l’isola senza nessuno a tenerle compagnia non le piaceva per niente. In più non era capace di difendersi come Patricia e KT.
“Certo.”
“No!”
“Come no? Andiamo Patricia è innocua, ed è sola che male può fare?”
“Quelle più innocenti sono in realtà quelle più pericolose, può aver finto di essere da sola.”
“Io non credo che stia fingendo, e lo sai anche tu.”
Patricia pensò per qualche secondo, non c’era verso, in fondo KT aveva ragione, Willow sembrava innocua, solo un po’ troppo euforica.”ok può venire, ma la terrò d’occhio lo stesso.
“Squeee”              
Nel frattempo Amber, Mara, e Mick
“Abbiamo trovato cibo e acqua a sufficienza, credo che possiamo andare.”
“Basteranno per lo stomaco Mick?”
“Me lo farò bastare Amber, credo che un piccolo sacrificio possa farlo.”
“Peccato che non abbiamo trovato delle garze o dei medicinali, potevano essere utili.”
“Non disperare Mara, non è ancora detta l’ultima parola.”
Improvvisamente si udì uno sparo, seguito dal rumore di passi che si allontanavano veloci.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH” Gridò Amber terrorizzata. Mick era stato colpito. Morente si accasciò a terra, Mara prontamente cercò di tirarla su invano.
“Mick coraggio resisti!Amber dobbiamo cercare di fermare l’emorragia.”
“Che cosa devo fare?”Chiese impaurita la bionda.
“Passami la tua camicetta!”
Amber si tolse immediatamente la sua camicetta, Mara la prese e la mise sulla ferita di Mick, cercando in qualche modo di bloccare il sangue che fuori usciva, ma la ferita era troppo profondo.
Mara cominciò singhiozzare, si sentivano cosi impotente, non era in grado di fare niente per salvare Mick, il ragazzo che un tempo amava. “Ti prego resisti, riusciremo a salvarti.”
“Sto m morend d o.” Sospirò debole il biondo.
“Non lo dire nemmeno per scherzo. Noi ti salveremo, non ti lasceremo da solo.”Disse Amber tra i singhiozzi. Le lacrime ormai le scendevano avide sulle guance, come un fiume in piena.
“Sì, Amber ha ragione, tu non morirai Mick, vedrai che riusciremmo a salvarti.”
“Sono stata un idiota, mi dispiace..”Sospirò sempre più debolmente Mick, ormai non aveva più la forza per combattere..
“Shh non parlare, risparmia le forze.”Disse Mara stringendolo stretto.
“Mi dispiace.”Furono le ultime parole dell’atleta di casa Anubis, i suoi occhi si chiusero per sempre. Lasciando a Mara e ad Amber un vuoto  dentro di loro.
 
Eddie, Fabian e Nina stavano camminando dal lato opposto dell’isola. Improvvisamente La prescelta e l’osiriano si fermarono di colpo.
“Perché vi siete fermati?”Domandò Fabian. Poi vide il volto spaventato dei suoi due amici, qualcosa di grave era accaduto.

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Capitolo 6
*** 6° You're my home ***


6°Capitolo

 “You’re my home”


Eddie, Fabian, e Nina stavano continuando il loro cammino. I tre avevano cercato la via più veloce per uscire dal bosco, e magari dirigersi in spiaggia.
“Giuro che se qualcuno mi parla di campeggio lo uccido.”
Fabian sorrise alle parole dell’amico. “Un po’ fuori  luogo, non ti pare Eddie?”
“Sai cosa intendo.”
Nina sospirò, e iniziò a camminare più lentamente.
“Nina stai bene?”Domandò preoccupato Fabian.
La giovane annuì. Erano in cammino da giorni, le forze le stavano iniziando a cedere, ma non per questo doveva fermarsi. Dopotutto aveva trascorso tre giorni rinchiusa in un buco. Non doveva lamentarsi. “Sì, certo, sono solo un po’ stanca.”
“Se vuoi, possiamo fermarci per riposare.”
“Sto bene, ho avuto solo un piccolo mancamento.”
Fabian le prese le mani, e le mise tra le sue. “Per questo ti dico che dobbiamo fermarci, non stai mangiando a sufficienza, stai perdendo le forze.”
Nina ricambiò il gesto con un sorriso. “Smettila di preoccuparti per me, io sto bene, davvero, “.
“Ne sei sicura?”
“Certo.”
“Avete bisogno di una camera voi due?”Li prese in giro Eddie.
 
Nel frattempo Patricia, KT, e Willow stavano marciando verso il luogo in cui KT aveva lasciato Eddie, Nina, e Fabian. L’americana  si muoveva spedita tra i boschi, lasciando sorprese le due ragazze.
“Sei sicura che questo sia la strada giusta?”Domandò Patricia seccata.
“Sì, ricordo il posto.”
“Ricordi il posto? Solo a me sembra tutto uguale?”Sbottò Patricia annoiata.
“Beh ho passato praticamente l’infanzia  passeggiando tra i boschi con mio nonno, diciamo che  riesco a orientarmi per bene.”
“Una volta mi sono persa in un parco pubblico, avevo 8 anni, in realtà credo che mi stessero rapendo..”
“Questa la dice lunga su di te Willow.”
“Davvero? Cosa?”
“Oh nulla davvero. “
Improvvisamente Patricia si fermò, aveva notato una strana incisione su un albero.
KT si avvicinò. C’era ancora un po’ di strada da percorrere, non avevano il tempo per fermarsi. “Patricia perché ti sei fermata?La strada è dall’altra parte.”
Patricia la ignorò.“Guarda questa incisione.” Disse indicando appunto un’incisione sulla corteccia di un albero.
“Un’incisione? Sarà stato qualcuno a farla.”
“Noo, è fenomeno naturale di alcune specie di alberi.”
“Ci sono alberi che riescono a scrivere?Questo è fantastico!” Si meravigliò Willow.
“No! L’incisione è stata fatta da qualcuno, e io so chi è stato.”
“Chi?”Chiesero all’unisono KT e Willow.
“Dall’unico che può firmarsi A-Dog!”Affermò Patricia, mentre sul suo volto si stava formando un sorriso.
                                   
Amber e Mara vagarono senza metà per ore, almeno per loro erano sembrate ore. Avevano la mente vuota, non riuscivano più a pensare a niente, tranne che al corpo senza vita di Mick disteso sotto una pozza di sangue. Era accaduto tutto cosi in fretta,il mondo si era mosso a grande velocità, e loro due erano rimaste  inermi a osservare gli eventi che si susseguivano senza poter far nulla.
Mara si sentiva dannatamente in colpa, se fosse stata più capace, se avesse agito più velocemente, forse Mick sarebbe ancora vivo. Se non avesse perso  tempo nel volere sempre ragione.  Avrebbe voluto dare ascolto alle parole del ragazzo, e forse sarebbe stata più attenta, si sarebbe sicuramente accorta del pericolo se non avesse perso tempo a discutere. Una miriade di se e di ma albergavano nella sua testa, ma tutti quei dubbi di certo non avrebbero riportato in vita Mick,e questo Mara lo sapeva perfettamente, ciò la  distruggeva ancora di più.
Amber invece era diventata impassibile, quasi una bambola, non una sola parola era uscita dalla sua bocca dopo la morte di Mick. Sul suo volto un’espressione impassibile, quasi come un’inquietante bambola di porcellana, si palesava dominante. Il suo piccolo mondo immaginario da lei creato era stato spazzato via come un misero castello di carte. Improvvisamente la realtà l’aveva fatta aprire gli occhi. Non era nel paese delle meraviglie, era caduta in un buco senza fine, e il suolo era ancora ben lontano.
 
 
“Patricia Eddie e gli altri sono di là!”Sostenne KT. 
“Voglio seguire queste tracce, non ho bisogno di andare da Eddie ora.” Patricia voleva seguire le tracce, ma esse erano al lato opposto rispetto alla via che stavano percorrendo.
“Si che ne hai bisogno, e anche lui ha bisogno di sapere che stai bene.”KT avrebbe fatto di tutto pur di ricongiungere quei due, anche spingere a calci Patricia se era necessario.
“Vacci tu allora.”Ribatté la rossa. Non voleva ammettere a se stessa che aveva pienamente bisogno di lui.
“Non sarebbe la stessa cosa. “KT prese una pausa.” Seguirò io le tracce  di Alfie, tu vai da Eddie Patricia.”
“Ma..”
“Tranquilla ti darò delle indicazioni, Willow tu vieni con me?”
La ragazza annuì.” Ma cosi Patricia rimarrà da sola?”
“Stai tranquilla, sono sicura che saprà cavarsela.”
  Cosi le tre ragazze si divisero, KT e Willow seguirono le tracce lasciate da Alfie, mentre Patricia iniziò a incamminarsi verso il lato opposto, verso Eddie. Era forse questo un segno? Delle tracce invisibili che l’avrebbero portate da chi nonostante tutto amava ancora. Perché dopotutto quello che facciamo per restare lontane da una persona, c’è sempre un filo rosso che ci riporta da essa.
 
“Oh mio Dio! Ragazze che cosa vi è successo?” urlò Joy vedendo arrivare Mara e Amber. Le due erano sconvolte, e i loro vestiti erano macchiati di sangue.
Alfie si precipitò dalla sua ragazza. “Amber che cosa ti è successo?” il suo volto, come da molto tempo ormai non mostrava alcuna emozione, i suoi bei capelli biondi erano ricoperti di terra, coprendo cosi il loro colore lucente. I suoi vestiti erano sporchi. Il ragazzo la guardò negli occhi in cerca di una spiegazione, ma nel suo sguardo leggeva solo paura e disperazione. L’abbracciò stretta a se, non voleva forzala a parlare, le parole erano superflue in quel momento.
“Mara sei salva! Grazie al cielo!” Anche Jerome come Alfie si precipitò verso la sua amata. Anche Mara come Amber era ridotta a uno straccio, m al contrario della bionda, lei non riusciva a trattenere le sue emozioni, cosi si avvicinò a Jerome, nascose il viso sulla sua spalla, e pianse a dirotto, come una bambina . Jerome le accarezzò la schiena dolcemente, e le diede il tempo di riprendersi prima di cercare spiegazioni a tutto ciò. “Ci sono io adesso.”
Fu la stessa Mara a staccarsi dall’abbraccio, si asciugò le lacrime e iniziò a parlare, beh almeno tentava. “N noi eravamo, non poco lontano da qui, una vecchia capanna, c’è stato uno sparo, e poi Mick.”Balbettò Mara tra i singhiozzi.
“Mara dimmi, che cosa vi è successo? Dove è Mick?”Chiese Jerome. Sperava vivamente che quello che avesse capito era il falso.
“È andato, Mick è morto! Gridò tra un lungo pianto Mara.
I presenti, esclusa Amber, si mostrarono subiti sconvolti dalla notizia. Il loro amico non c’era più, l’amico con cui avevano condiviso  gran parte della loro vite era morto.
“Ho provato a salvarlo, ma la ferita era troppo profonda, e il poi tutto quel sangue..”
“Shh, sono sicuro che hai fatto il tuo meglio per salvarlo, entrambi lo avrete fatto.” Disse Jerome cercando di tranquillizzare Mara.
“Se solo fossi stata più capace..”
“Mara non è stata colpa tua.”Cercò di tranquillizzarla anche Joy.  Anche lei come tutti era scioccata e devastata dalla morte di Mick, ma dover assistere inermi alla sua morte deve essere stato uno shock  inimmaginabile.
“Amber ti prego parlami.”Chiese speranzoso Alfie.  Amber non dava segni, e il ragazzo stava iniziando seriamente a preoccuparsi.
“È da quando è successo che ha quest’aspetto.” Spiegò Mara
“Deve essere  stato lo shock.”Farfugliò Joy.
“Che cosa facciamo? Non possiamo lasciarla cosi!”Chiese disperato Alfie.
Jerome sospirò in capace di poter prendere una decisione. In quel momento la sua testa e il suo corpo erano altrove. “Io non lo so Alfie, davvero non lo so.”
 
Intanto uno schermo mostrava Patricia camminare tra i boschi, un’ombra la osservava mentre cercava di raggiungere la sua meta.
“Dove stai andando mia piccola Patricia?”Chiese una voce.” Sai che prima o poi arriverai da me, non ti lascerò andare da nessun altra parte, sei la mia bambolina non permetterò a nessuno di portarti via da me.
La voce uscì dall’ombra, e il sorriso maligno di Mr Duncan fu rivelato. Aveva scelto il suo giocattolo preferito, e non avrebbe mai permesso a nessuno di strapparglielo tra le mani.
 
 
“Siamo sicuri che questa via sia sicura?”Domandò Nina. Erano giunti ai piedi di una montagna.
“Beh di qua sicuramente non troveremo nessuno che possa assalirci. Le  rispose Fabian.
“Qui non troveremo nessuno e basta.”
“Dobbiamo raggiungere la spiaggia.”
“E poi una volta li cosa faremo? Costruiremmo una zattera o ce ne andremmo da quest’isola a nuoto?”Scherzò Eddie.
“Cercheremmo di non farci uccidere.”Dichiarò Fabian con un sorriso. Durante il tragitto erano riusciti a cavarsela egregiamente, senza incontrare nessuno di minaccioso o pericoloso.
“Tutto nella norma allora.”
Poi accadde l’imprevisto. Nina scivolo per via del terreno, si trovo cosi penzolante  da sopra un dirupo. Eddie afferrò prontamente  la sua mano.
“Resisti Nina, ti tiro su.”
Fabian immediatamente tentò di aiutare l’amico. “Afferra la mia mano Nina.”
L’americana provò invano di raggiungere la sua mano,ma la distanza era troppa.” Non ci arrivo.”
“Non ti azzardare a lasciare la mia mano Nina.”Urlò Eddie mettendoci tutta la forza che aveva in corpo. Non poteva farla cadere, non poteva fallire nel proteggerla.
“Non resisto più.”Disse esausta Nina. Lo sforzo era enorme, e lei non riusciva più a tenere la presa.
“Eddie fa qualcosa!”
“Ci sto provando! Dammi una mano Fabian.”
Detto questo, Fabian iniziò a tirare, in modo che Eddie avesse più forza per riuscire a sollevare Nina, ma successe l’inevitabile, la ragazza lasciò la presa. Entrambi i ragazzi tentarono senza successo di afferrarla, anche solo per un dito.
“Ninaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”Gridò Fabian.
 

 
 

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Capitolo 7
*** 7°Broken Hearts ***


7°Capitolo            

                “Broken Hearts”                        

 
Aveva fallito, aveva miseramente fallito il suo compito. Non era stato in grado di proteggerla, di impedire che rimanesse ferita. Era solo un incapace. Come aveva potuto essere incompetente?  L’osiriano più inutile della storia. Nina aveva lasciato la sua mano, ed era precipitata. Rimase lì imbambolato per chissà quanto tempo, in preda ai sensi di colpa. Doveva proteggerla, ero solo questo il suo compito.
“L’hai lasciata morire!” Gridò Fabian avventandosi contro di lui.
“Ho provato in tutti i modi a salvarla.”
Il moro lo colpì, stendendolo con un pugno.”Non è stato sufficiente! Nina è morta per colpa tua!”
Eddie una volta ripreso si alzò, era davvero un pugno molto forte quello ricevuto. “Credi che non mi senta in colpa? Dovevo proteggerla!E guarda che cosa è successo! Sono un totale fallimento.  Prima KT scompare senza lasciare tracce, poi Nina, colei di cui ho compito di difendere muore davanti ai miei occhi! E poi Patricia. so nemmeno che cosa le sia successo! E mi strugge non saperlo!Potrei aver perso per sempre la ragazza che amo. Lei potrebbe essere morta..e mi uccide, perché non ero li accanto a lei, non le ho ancora detto quanto in realtà mi manca.”
“A te è rimasta ancora la speranza  che sia ancora viva. Io cosa ho? Cosa mi è rimasto?Amavo Nina, e ora lei non c’è più. Come posso andare avanti sapendo che lei è andata?Tu puoi ancora sperare di ritrovare Patricia, la mia speranza è ormai inesistente.”
“Fabian mi dispiace, davvero..”Disse sincero Eddie. Era un suo dovere proteggere Nina, e invece falli miseramente.
“Ora le scuse è l’unica cosa di cui non ho bisogno adesso.”
“Se potessi tornare indietro lo farei. Ho questi poteri, ma sono totalmente inutili. Farei di tutto per rimediare ai miei errori.”
“Il tuo errore è stato quello di esserti fidato troppo delle tue capacità da osiriano. Te ne sei stato lì ad aspettare che qualcun altro trovasse una soluzione, che ti fosse mandato un segnale. Nina aveva delle sensazioni, una specie di sesto senso da prescelta, ma non si affidava completamente a loro, lei reagiva senza perdersi  d’animo.”Gli urlò contro Fabian pieno di rabbia e di rancore. Nina non c’era più, e nessuno l’avrebbe riportata indietro.
“Cosa vuoi che ti dica? Chiunque sia stato a fare di me un osiriano ha scelto la persona sbagliata.”Rispose Eddie allargando le braccia. Si sentiva inadatto a questo ruolo, ovunque andasse o qualunque cosa facesse, si sentiva sempre incompreso e fuori luogo. “Sicuramente starai meglio senza la mia compagnia.”
“Vuoi andartene da solo? Ben fatto Eddie!”
“È la cosa migliore amica, credimi.”
 
“Adesso che cosa facciamo?”Chiese Joy guardandosi intorno.
“Non lo so, stiamo girando da giorni senza metà. Non so più cosa fare.”Rispose Jerome.Inizialmente aveva un piano, ma ormai non sapeva più se seguirlo oppure no.
“Non possiamo restare di certo qui.”
“E perché no? Che senso camminare in lungo e largo, sapendo che alla fine saremmo uccisi a uno a uno. Tanto vale che restiamo qui e aspettando la morte.”Proferì Mara scioccando tutti i presenti.
Jerome sgranò gli occhi incredulo.“Ma che diavolo! Vorresti startene lì senza reagire? Senza lottare? Che ne è stato della Mara che conosco?Lei non si sarebbe arresa. La Mara che conosco avrebbe lottato  fino all’ultimo, per poter trovare una soluzione a questo maledetto inferno.”
“Lei è andata. Sono stanca di tutto questo, non ho più voglia di combattere.”Replicò la ragazza.
“E vuoi startene ferma ad aspettare che le cose accadano da sole?Vuoi morire senza aver prima combattuto. Io non lascerò che le persone che amo muoiano davanti ai miei occhi. Proteggerò chi mi è caro anche a costo della mia vita.” Ribatté Jerome.
“Mick pensava la tua stessa cosa, e guarda come è finito! Lui è morto!”Strepitò Mara.  La sua morte l’aveva sconvolta, era morto proprio tra le sue braccia. Come poteva reagire a tutto questo?
“È morto con la consapevolezza che  ti saresti salvata, ti ha protetta, anche Amber. Ha rispettato i suoi principi fino all’ultimo respiro. Ed è questo quello che conta, salvare la vita di chi ami.”
“Che cosa vorresti dire? Che non ti importa di morire?”
“M’importa solo sapere che le persone che amo siano salve, la mia vita non ha importanza.”
“Ragazzi basta..ci salveremo tutti. Nessun altro morirà.”Affermò Joy  interrompendo la discussione.
Alfie iniziò a farsi prendere dal panico.“E se fosse inevitabile? E se solo con la morte potremmo lasciare l’isola.” Oh perché aveva proprio adesso dei pensieri negativi? Doveva essere forte per Amber.
“Cambieremo il nostro destino, se la morte è l’unica ancora di salvezza, beh sarò lieto di spezzare questa catena.”
“Io ho bisogno di tempo per riflettere.”Sostenne Mara dopo un lungo silenzio.
“Questo vuol dire che non proseguirai con me la strada?”Le chiese retoricamente Jerome. In realtà sapeva fin dall’inizio che non l’avrebbe più seguito.
“Mi dispiace.”
“No, non dispiacerti. Hai perso la tua speranza, ora devi ritrovarla. Alfie, amico mio occupati tu delle ragazze, io proseguirò la mia strada da solo.”
“Da solo? Jerome aspetta solo un moment.” Ma il ragazzo era già andato via.”o
Inaspettatamente però qualcuno lo segui.
 Patricia ne aveva abbastanza di dover sempre fuggire, quel bosco maledetto era diventato il suo incubo peggiore. Avrebbe fatto di tutto pur di ritrovarsi in qualunque altro luogo, anche stare in classe durante una lezione mattutina di Mr Sweet. “Odio questo accidenti di posto” borbottò come se qualcuno potesse sentirla. Ridacchiò, chiedendosi se stava diventando pazza a parlare da sola, beh si sarebbe meravigliata del contrario, a breve avrebbe avuto anche delle allucinazioni, se non avesse placato il brontolio del suo stomaco. Vide Eddie davanti a lei. Perfetto stava già avendo le allucinazioni, ma perché proprio Eddie? E non  tipo un panino gigante?Aveva una fame terribile. Diamine stava ragionando come Alfie, forse perché gli mancava, le mancavano tutti in realtà, anche quel  weasel che aveva davanti, e che la guardava impaziente di una sua reazione.
“Hai intenzione di fare qualcosa Yacker?”
“Tu, che cosa ci fai qui?” Ribatté la rossa, fingendo che in realtà lo stava cercando, da qualche tempo, forse da prima di finire su questa isola maledetta.
“Ti stavo cercando, grazie a Dio sei viva.”Detto questo si avvicinò, e senza neanche pensarci  la strinse a se. Respirando il suo profumo, e accarezzando  la sua pelle candida. Sapeva che questo suo gesto era avventato, e che se ne avesse avuta la possibilità, e i mezzi, Patricia lo avrebbe inzuppato con qualche liquido gridandogli: Tieni le tue manacce lontane da me Weasel! Poco gli importava, l’unica cosa di cui aveva bisogno, era sapere che lei era viva, e poterla prenderla tra le sue braccia, era l’unica prova di cui si sarebbe fidato.
Patricia stette immobile per un paio di secondi, titubante sul da farsi. Doveva abbracciarlo? E farsi stringere ancora di più? Lo voleva, dentro di se sapeva che era la cosa che più desiderava, ma il suo muro d’indifferenza e finto odio nei suoi confronti si palesò nuovamente alla porta dei suoi sentimenti. “Non abbracciarmi Weasel!” Gli gridò contro sciogliendo l’abbraccio.
Eddie rimase colpito da quel gesto, come poteva essere cosi fredda? “Scusami se sono stato troppo euforico Yacker, ma ero felice che tu fossi ancora viva.” Le disse freddamente. Se Patricia voleva giocare a chi era il più distaccato dei due, era entusiasta di poter esaudire la sua richiesta.
La rossa roteò gli occhi. “Smettila di fare il melodrammatico e cammina.” Gli ordinò.  Voleva sempre avere il controllo. Su di lui, su i suoi sentimenti, su i sentimenti di Eddie che provava per lei.
“Patricia perché sei cosi.argh!”
“Cosi come?”
“Che cosa diavolo ti è preso? Ti avevo detto che ti amavo, e poi te ne sei andata lasciandomi senza una spiegazione. Non puoi giocare cosi con miei sentimenti, fingendo che tra noi non sia successo nulla. So che anche tu provavi i miei stessi sentimenti, e allora perché tutto questo? Ti prego dimmelo.”Domandò Eddie. Una spiegazione, una sola spiegazione, era questo quello di cui aveva bisogno.
Patricia sospirò.”Ho avuto paura”
“Paura? “
“Si, di quello che stavo iniziando a provare per te. La nostra relazione stava andando avanti cosi velocemente, e questo mi ha spaventata.  Sono passata dall’odiarti al non poterti stare lontano in breve tempo. Mi stavo pericolosamente innamorando troppo in fretta di te, cosi ho reagito frettolosamente per proteggere il mio cuore da una possibile delusione. Tutto inutile però, non sono stata in grado di reprimere il mio amore. Perché ti amo.” Confessò Patricia, ammettendo finalmente i suoi veri sentimenti.
Eddie sorrise debolmente. “Sempre la solita Yacker, io ti amo, e sarà sempre cosi.”
“Sempre?”
“Abbi un po’ di fiducia Yacker.” Le disse prima sfiorare le labbra con le sue in un dolce bacio. In fondo non avevano più altro da aggiungere, altre parole sarebbero state superflue.
“Aww che coppia carina, che peccato ben presto dovete separarvi per sempre.”  Dichiarò una voce proveniente da uno dei tanti altoparlanti presenti su l’isola.
“Che cosa vuoi da noi?”
“Che cosa voglio? Voglio solo fare una chiacchierata con voi.” Asserì fingendosi innocente Mr Duncan.
“Vattela a fare con uno strizzacervelli, psicopatico!”Gli urlò Patricia.
Eddie la fermò.“Non dargli ascolto, stai solo cercando di provocarci.”
“Mia cara piccola Patricia è davvero un piacere parlare finalmente con te.” Continuò a provocarla Mr Duncan. Aveva un’ossessione quasi malsana per la rossa, e la cosa faceva davvero rabbrividire.
“Non chiamarmi piccola!”
“Patricia è solo un pazzo psicopatico, non fare il suo gioco.” Affermò Eddie. Quel pazzoide stava solo cercando di provocarli, non dovevano cadere nella sua trappola.
“È cosi  sarei un pazzo? Che coincidenza anche tuo padre pensava  la stessa cosa.”
“Che cosa centra adesso mio padre?”Domandò l’americano. Un brutto presentimento si stava insinuando nella sua mente.
“Il tuo caro paparino non voleva che io attuassi il mio piano, cosi ho fatto in modo che non intralciasse più i miei piani.”
“Che cosa hai fatto a mio padre!”
Sul volto di Mr Duncan si formò un sorriso agghiacciante, né Eddie, né Patricia lo videro, ma il suono stridulo della sua risata li fece gelare il sangue.“Sweetie junior non l’hai ancora capito? L’ho ucciso.”
 
 In quello stesso momento dei lamenti si udivano nella notte, qualcuno che credevano morto stava riprendendo conoscenza.

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Capitolo 8
*** 8°Darkness ***


8°Capitolo

“Darkness”

 
Erano su quell’isola da quasi una settimana, si erano persi e ritrovati tante di quelle volte, che era sembrato loro passato  più di una settimana, mesi addirittura. Non c’erano vie di fuga, ne aiuti dal cielo, spesso i poveri sventurati si chiedevano se qualcuno era a conoscenza della loro scomparsa, o se molto semplicemente risultavano effettivamente scomparsi. Erano all’oscuro di molte cose, il perché erano lì beh a questo, avevano trovato una risposta, un folle pazzo volle giocare a fare Dio. Il perché loro, a questo nessuno aveva saputo rispondere.
Di certo arrendersi e gettare la spugna, non avrebbe loro magicamente salvato la vita. Non si sarebbero svegliati di colpo nei loro letti, realizzando che l’isola era solo un brutto incubo. Ciò che li circondava era veritiero.
“Perché mi hai seguito Joy?”
La ragazza prese un sospiro prima di non rispondere alla domanda del ragazzo.” Perché sono d’accordo con te, si deve lottare fino all’ultimo respiro per chi si ama.”
“È ciò che ci rende vivi.”Affermò Jerome.
“Propri cosi.”
“Ad ogni modo non hai risposto alla mia domanda.”
“Beh perché per quanto una persona voglia salvare un’altra, ha sempre bisogno di qualcuno che lo accompagni.”
“Mi stai dicendo che non volevi lasciarmi da solo?Molto carino da parte tua Mercer.”
“Detto in parole povere. si Clarke.”
Il ragazzo ridacchiò.”Ricordami di offrirti da bere quando usciamo da qui.”
“Vuoi cavartela offrendomi una bibita in lattina, presa da un distributore automatico?” Disse  Joy usando un tono di finto rimprovero, per poi ridere anche lei. “Sai la prima cosa che farò una volta usciti di qui?”
“Che cosa?”
“Mi stenderò sopra a un comodo e confortevole letto.”Dichiarò la ragazza. Da quando erano su quell’isola, non avevano dormito o semplicemente riposato  quasi per nulla.
“Un letto.. wow sono giorni che non dormiamo decentemente, o che non mettiamo sotto ai denti qualcosa di caldo. Ora che mi ci fai pensare, la prima cosa che farò sarà una doccia calda, seguita da uno spuntino.”
Joy finse di essere arrabbiata. “Hey!Non dovevi offrirmi da bere?”
“Ovviamente, quello è tra le cose nella lista.” Si giustificò il biondo, per poi ridere di gusto insieme alla compagna.
 
“Chiunque tu sia sono armato e pericoloso!” Urlò Alfie, notando uno strano movimento tra i cespugli.
“Alfie non puoi dire ad alta voce la tua posizione. Stiamo cercando di non farci trovare.” Gli ricordò Mara alzando gli occhi al cielo.
“Vado in panico quando sono sotto stress.” Si giustificò il ragazzo.
“Tranquillo Alfie, sono solo io.”  Disse KT uscendo dal nascondiglio.
“Oh grazie a Dio.” Il giovane prese un sospiro di sollievo, ma  poi quando vide uscire Willow  dal cespuglio , dalla sua bocca uscirono solo parole incomprensibili.” Auhfeyahgdgf!”
“State calmi, lei è come.”
“Con te? KT, lei è di casa isis, potrebbe ucciderci.” Le ricordò Mara. Non aveva intenzione di far del male a nessuno, ma questo non significava che avrebbe accolto chiunque andasse in giro da solo.
“Oh io non lo farei mai.”Sostenne Willow con un grande sorriso.
Alfie la guardò sospettoso. Se c’è qualcuno di cui non fidarsi, è certamente quello  che è felice per tutto il tempo. Almeno  cosi aveva sentito dire.“Chi ci dice che non lo farai?”
“Andiamo ragazzi, guardatela, credete davvero che possa fare del male a qualcuno?”Domandò KT esasperata.
“È proprio quello più innocente che si rivela essere l’assassino nei film horror.”Disse Alfie ancora preso dai i suoi dubbi.
“Fidatevi di me. Se avesse voluto farmi del male, lo avrebbe già fatto.”
Mara rifletté, dopotutto il ragionamento di KT non era del tutto sbagliato.“Ha senso..”
“Allora, che cosa vi è successo?”
L’unico ragazzo del gruppo iniziò cosi a raccontare. Di com’erano scampati a degli agguati, del ricongiungimento con le ragazze, della morte del loro caro amico, e della separazione avvenuta solo di recente.
“Amber è in questo stato da allora?”Domandò KT guardando Amber.  Aveva ancora lo sguardo  vuoto, anzi no impaurito, sembrava un piccolo cucciolo abbandonato  sotto una pioggia battente.
Mara annuì.” Credo  sia dovuto allo shock, ho paura che sia grave.”
Alfie strinse la mano di Amber, da quando l’aveva ritrovata, non l’aveva lasciata un secondo. Gli piaceva pensare che in qualche modo la confortasse, o almeno ci sperava.
“Vedrai che si rimetterà, ha solo bisogno di tempo.”
“Già tempo, sembra che tutti qui ne abbiamo bisogno.”Farfugliò Mara.
 
Era notte fonda quando aprì gli occhi, si guardò intorno incredula. In qualche modo era riuscita a sopravvivere. Una protuberanza della roccia l’aveva salvata, procurandole solo ferite lievi. Con tutte le forze che aveva cercò di alzarsi in piedi, sollevò lo  sguardo verso l’alto.”Non so se potrei  ritornare al punto di partenza.” Mormorò tra se e se, notando l’altezza non tanto elevata  della scogliera da cui era precipitata, ma purtroppo essa non aveva appigli con cui aggrapparsi e ritornare su. “Aiuto!C’è qualcuno?” Gridò, ma poi si tappò lei stessa  la bocca, se avesse attirato l’attenzione di qualcuno sbagliato, sarebbe morta seduta stante. Decise  di ricorrere a un piano b, scendere dalla scogliera.
Poco lontano da li, il suo osiriano stava attraverso un crollo emotivo, ignaro che colei che credeva persa per sempre stava in realtà lottando. La sua presunta morte e quella di suo padre avevano portato Eddie nello sconforto. Sapere di non essere stato in grado di salvare le persone a cui teneva lo uccideva.
“È morto,mio padre..ho passato cosi tanti anni  a odiarlo, che adesso non saprà mai quanto in realtà mi è mancato. Non gli avevo ancora detto che gli volevo bene. Ho passato davvero cosi poco tempo con lui. Sono davvero un figlio orribile.”
“No, che non lo sei, e so di certo che tuo padre sapeva quanto ci tenevi, quanto lui ci teneva  a te. Ti ha sempre protetto,in ogni momento della tua vita, anche da lontano. Si è sempre preoccupato per te. Tuo padre lo sapeva, non  colpevolizzarti per la sua morte.”Cercò di tranquillizzarlo Patricia.” E sono certa che per tuo padre passare anche un singolo momento con te è stato importante.
“La morte di Nina è stata colpa mia però.”
Patricia sbarrò gli occhi increduli. La sua amica che inizialmente trovava irritante con il suo continuo patriottismo, se ne era andata per sempre. Una lacrima scese avida sulla sua guancia, e un nodo le si formò in gola. “Nina è morta?”
Eddie si sentiva come se ogni piccola cosa nell’universo, anche quella più insignificante, fosse provocata per via sua. Aveva il potere di  cambiare le cose, ma questi cosiddetti poteri non entravano in azione quando si trattava di salvare le persone che amava.“Si, ed è stata solo colpa mia, se solo fossi stato in grado di proteggerla come dovevo. Non sono riuscito nel mio compito. Avevo solo un fottuto compito, ed ho fallito miseramente. Sono solo un fallito.”
Patricia gli accarezzò una guancia. Vederlo in quello stato le si spezzava il cuore, e si sentiva impotente, perché non riusciva a sistemare il suo  mondo,  se solo avesse saputo che lui era il suo mondo.
“Shh, non è stata colpa tua, sono certa che hai fatto di tutto per salvarla. Hai sempre svolto il tuo ruolo da osiriano egregiamente, l’hai sempre protetta, anche quando non aveva bisogno di protezione. Non buttare tutto all’aria per una fatalità. Io sono orgogliosa di ciò che sei, e se fosse qui, Nina ti direbbe le stesse cose.”
“E se tutto questo fosse causato per colpa mia?Per quello che sono.”
“Che cosa?Credi che quello ci è capitato sia per un tuo errore? Eddie non è assolutamente vero. La  nostra condizione non è interamente  dipesa da te, in alcun modo, siamo tutti sulla stessa barca che sta affondando, e tu  ne sei il povero sventurato capitano.”
“Vorrei solo aver fatto di più, aver avuto una visione, o qualunque segnale di pericolo. Ti avrei protetta e non ti avrei lasciato andare nemmeno per un secondo.”
“Ma ora sono qui, insieme a te. è questo ciò che conta.”
Il ragazzo si avvicinò lentamente a lei, per poi chiudere ogni distanza con un bacio. Bacio che da lento e quasi esitante, si tramutò in uno appassionato e desideroso.”
Patricia si staccò da lui, non perché non volesse. Lo voleva , anzi desiderava  stare con lui in ogni modo fosse umanamente possibile. Non voleva però approfittarne della sua momentanea fragilità.”Eddie..”
“Ti prego, solo per questa volta, ho bisogno dell’unica cosa che funzioni in questo dannato posto. Ho bisogno che tu mi stia vicina, ho bisogno dell’unica cosa positiva che c’è nella mia vita. Io ti voglio, per favore non dirmi di no.”Dichiarò Eddie. Stava camminando  durante una notte buia e senza stelle, e quello  che più  voleva in quel momento, era una luce a fargli da guida. Scorse il suo viso per un segno di approvazione, e quando lo vide riprese a baciarla con più foga di prima.
  Era bastato solo un bacio per far capire che entrambi bramavano l’un l’altro. I baci si fecero sempre più avidi, la pelle lentamente fu scoperta, aumentando sempre più il desiderio, e in breve tempo i due amanti si lasciarono andare all’impeto di essere ancora una volta un tutt’uno.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

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Capitolo 9
*** 9°I'm not a hero ***


9°Capitolo

“I’m not a hero”

 
Vagava da un bel po’ ormai, per quasi tutta la notte aveva girovagato senza una meta ben precisa. Non gli importava di essere visto, né di essere ucciso. Ormai per lui non aveva più importanza. Se la morte lo attendeva, non gli interessava andarci in contro a grande velocità. Aveva perso la persona che amava più di qualsiasi cosa, lottare ormai non aveva più senso.
Alzò  lo sguardo verso un albero. I suoi occhi si focalizzarono su una piccola cassa incastrata sui rami. Certo era cosi che riuscivano a sentire la voce di quel pazzoide, colui che aveva portato via la sua Nina per sempre. Poi un’intuizione lo colpì, se c’erano delle casse poste in vari punti dell’isola, allora doveva esserci una stazione  radio da dove partiva il segnale. Forse aveva trovato un modo per fuggire da questo incubo, ma era davvero quello che voleva? Dopotutto l’inferno è dove non c’è la persona che ami, e anche  il paradiso può diventare un inferno se non hai la persona che ami al tuo fianco. Sentimenti contrastanti offuscarono la sua mente. Che cosa doveva fare? Lasciarsi abbandonare a una morte quasi certa, oppure provare a far qualcosa per salvarsi,e per salvare gli altri?Chiuse gli  occhi indeciso sul da farsi.
“So quello che devo fare.”Pronunciò sicuro. Aveva preso la sua decisione.
 
 
Patricia gli occhi. Si sentiva irrazionalmente felice. Quello che era successo la notte scorsa, i baci, le carezze, lo sfiorarsi pelle su pelle, non avrebbe mai immaginato che sarebbe successo nuovamente, e certamente non in questo posto infernale.“Buongiorno.”
“Buongiorno Yacker.”
“Come ti senti? Scusa è stata una domanda stupida.”Domandò Patricia, mettendo da parte per un momento la sua gioia. Le sembrava  fuori luogo, e non rispettosa nei confronti di Eddie.
“No, non lo è stata. Mi sento meglio comunque, grazie Yacker.” La ringraziò Eddie. Aveva bisogno di smettere di pensare, anche solo per un momento,  di aggrapparsi a ciò che amava, ed era grato a Patricia per questo.
Patricia fece spallucce.“Di nulla, ma non ho fatto granché.”
“Hai fatto più del dovuto, mi sei stata vicina.”
“Non sopportavo vederti in quello stato, se c’è qualcuno che può salvarci quello, sei tu Eddie.”
“Io?Non sono stato in grado di salvare una persona, figuriamoci più persone.”
“So che puoi farcela.”
“Perché sono l’osiriano, beh che gran punto a favore.”
“No, perché sei l’unica persona a cui affiderei la mia vita. Sei quello che più si avvicina ad un eroe.”
“Io non sono un eroe.” L’osiriano pronunciò queste parole con convinzione. Si era sempre convinto di essere un eroe, e gli altri gli davano persino atto, ma la verità era che non lo era assolutamente.
“Si che lo sei, pensa a quando hai salvato Nina l’anno scorso. Sarebbe finita nell’aldilà se tu non fossi intervenuto.”
“Ve la stavate cavando alla grande anche senza di me, non vedo tanta differenza.”
“Nessuno di noi sarebbe stato in grado di salvarsi da Senkhara, solo tu potevi. Hai sconfitto uno secolare spirito malvagio, che cosa ti blocca nel farlo anche con un pazzoide?”Cercò di convincerlo Patricia. Sapeva che poteva farcelo, si fidava ciecamente di lui.
“Potrei perdere anche te, ed non voglio essere responsabile anche della tua morte Patricia.Ho già perso mio padre, e Nina, dannazione se solo l’avessi salvata.”
“Tu non mi perderei,ok? Non ti sarà cosi facile sbarazzarti di me, Weasel.”
Eddie  sorrise.“Cos’è?Una minaccia, Yacker?”
“No, è una promessa.” Disse Patricia prima di scoccargli un veloce bacio sulle labbra.
Il ragazzo sorrise nel bacio.“Ci conto.”
“Eddie?”
“Si?”
“Hai bisogno di una doccia.”
Il ragazzo scoppiò a ridere, era per questo che l’amava.
 
Fabian riuscì in qualche modo a trovare la stazione radio da cui partiva il segnale. Non seppe nemmeno lui come ne fu in grado, forse era stato solo un colpo di fortuna, o magari qualcuno lassù voleva che la trovasse. Ad ogni modo il ragazzo stette per quasi una decina di minuti buoni fermo a decidere sul da farsi, ma alla fine prese coraggio e decise di addentrarsi nella piccola casupola.
“Quanti partecipanti sono rimasti?” Il giovane udì  delle voci, cosi si nascose immediatamente per non essere scoperto. Nel frattempo fece mente locare per capire dove avesse già sentito quella voce. Era chiaro era Mr Duncan, l’unico vero responsabile della morte di Nina.
“Più della metà è stata uccisa signore.”
“Chi ha subito maggiori danni?”
“Casa Mut e Casa Hathor è stata quasi decimata, casa Isis e casa Anubis sono quelle con più sopravvissuti.  Casa Isis ne ha persi la metà, mentre casa Anubis solo uno.” Fabian ascoltò attentamente il resoconto dei uno degli uomini di Duncan, un solo morto in casa Anubis, stavano sicuramente parlando della sua Nina. Le parole che sentì pronunciare dopo lo sconvolsero non poco.
“Un ragazzo signore, almeno cosi risulta dai nostri dispositivi di controllo.” Nina poteva essere ancora viva? Un’enorme gioia pervase Fabian, ma allo stesso tempo si sentiva affranto per l’accertata morte di uno dei suoi amici.
 
Amber, Willow, Alfie, KT, e Mara si resero immediatamente conto di essere caduti in una trappola.
“Non vorrei proprio dirlo, ma credo che siamo finiti in una trappola.”
“Alfie ce ne siamo accorte.”Lo rimproverò Mara
“Ok, qualcuno ha un piano?” Chiese Alfie
“Siamo circondati, e senza possibilità di attaccare. l’unico piano è cercare di non farci uccidere.”Dichiarò KT.
“Bene, dovremmo cambiare un po’ i piani, stanno diventando monotoni ultimamente.”Bofonchiò Alfie.
“Sono i miei compagni, sono contenta che siano vivi.” Sospirò Willow sollevata. Iniziò a camminare verso i suoi vecchi compagni, ma qualcosa d’inaspettato la fece bloccare.
Sono armati!” Gridò Mara. Uno di loro aveva un fucile, e la stava puntando come se niente fosse su Willow, una sua compagna.
Il colpo partì, e la povera Willow rimase bloccata lungo la traiettoria del proiettile, incapace di muoversi. “Attenta!”Urlò Alfie gettandosi addosso alla ragazza. I due caddero per terra, procurandosi solo lievi escoriazioni.
“Grazie Alfie.”
“Stai bene? Sei ferita?”
“Sto bene, ho solo qualche graffio.”
“Sono arrivati persino a tentare di uccidere una loro compagna. Non credevo arrivassero a tanto.”Proferì Mara. Era questo ciò che voleva Mr Duncan? Che i compagni, gli amici, si uccidessero tra di loro. Che razza di persona perversa e malata era quel pazzoide.
“Già, è davvero inconcepibile. Ad ogni modo sembra che se ne siano andati.”
I cinque continuarono il cammino, fino a quando un crick li fece fermare. Qualcuno era alle loro spalle, puntando loro un fucile.
“Tieni giù quel fucile, non abbiamo intenzione di farti del male.”
“Certo, e dopo che io lo avrò fatto, mi attaccherete, non sono stupido.”Affermò un ragazzo dai capelli color grano.
KT cercò di far ragionare in qualche modo il ragazzo, ma purtroppo senza successo. “È la verità, non vogliamo uccidere nessuno.”
“Raccontalo a qualcun altro.” Il ragazzo iniziò a prendere la mira.
“Per favore Jamie, la violenza non porta mai a nulla.” Willow lo conosceva, almeno cosi credeva. Perché il Jamie che conosceva non avrebbe mai tentato di uccidere nessuno.
“Stai zitta Willow! Sei passata dalla parte del nemico, la pagherai per questo!”
“Noi saremmo il nemico?  Quando vorrai iniziare a capire che il vero  responsabile di quello che ci è successo è quel pazzoide di Mr Duncan?” Odio,  rancore. L’isola era solo questo, possibile che non c’era nessun altra scelta? No, ci doveva essere, c’è sempre, nel bene e nel male. Qualcosa in cui credere, un’ancora di salvezza cui aggrapparsi.
“Lui ci ha dato solo i mezzi per farlo, siamo stati sempre nemici, e questo non cambierà le cose.” Pronunciò Jamie. L’isola l’aveva stravolto completamente, trasformandolo da ragazzo dolce, a uno spietato assassino senza scrupoli.  Il grilletto era quasi tirato, e mancava davvero poco all’arma da fuoco che sparava un altro colpo.
“No fermò!”
E poi il loro assalitore cadde al suolo, con il sangue che gli sgorgava dalla testa. Da dietro Amber incredula da quello che aveva appena fatto. “Mmi dispiace, io non volevo farlo.” Borbottò tra i singhiozzi.

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Capitolo 10
*** 10°Last hope ***


Capitolo 10

“Last Hope”

 
Le sue mani erano sporche, del sangue a lei sconosciuto ricopriva le sue mani. Il rosso era l’unico colore che vedeva in quel momento. Che cosa aveva fatto? All’improvviso tutto quello che aveva in qualche modo rimosso, le si palesò davanti come una grossa pugnalata allo stomaco. Non voleva arrivare a tanto, non sapeva nemmeno cosa stesse facendo. Tutto era buio e offuscato, lei non voleva farlo.
“A ..Alfie..” Riuscì a farfugliare Amber poco dopo.  Rimase immobile, incapace sul da farsi.
Il ragazzo le corse incontro per rassicurarla. “Stai tranquilla Amber, va tutto bene.”
La bionda però non riuscì a trattenere le lacrime, che ormai scendevano ininterrottamente sulle sue guancie, per poi cadere al suolo, in terra, perché era cosi che si sentiva. Assorbita completamente dal senso di colpa e dalla paura, come la terra aveva assorbito le sue lacrime.  “Ma ma io l’ho ucciso.”
“Voleva farci del male, tu ci hai solo difeso.”L’assicurò Mara. Lei stessa era contro la violenza gratuita che era nata su quest’isola, ma allo stesso tempo sapeva che bisognava difendere chi si amava.
“Non volevo ucciderlo, davvero.”
“Shh lo so che non volevi.”
“Cosa ho fatto? Non volevo davvero farlo.”
“Amber hai preso la scelta più ovvia, ci hai salvato.”
La bionda annuì tra i singhiozzi, poi si rivolse a Willow mormorandole un “ Scusami”.
La ragazza in questione si asciugò le lacrime con la manica della sua maglietta.” Hai fatto la scelta migliore che tu potessi fare in quel momento. Jamie rappresentava un pericolo per noi. Ormai quello non era più Jamie.”
“È stata legittima difesa Amber, lo abbiamo visto tutti.” Si mostrò d’accordo anche KT.
“Che cosa devo fare adesso?”
“Impedire che qualcun altro sia costretto a fare quel gesto.”
 
 
Intanto Patricia s’incamminava con Eddie, ma la ragazza aveva con sé dei dubbi.
“Eddie c’è una cosa che devo dirti, è da tempo che mi sento osservata.”Dichiarò la giovane.
Eddie si fermò, per poi avvicinarsi a lei preoccupato. “Intendi che qualcuno ti sta spiando?”
La rossa annuì.
“Questo posto è pieno di telecamere, è normale che tu ti senta osservata.”
Patricia sospirò. Una sensazione d’inquietudine l’accompagnava da quando erano sull’isola.“C’è dell’altro. Da quando siamo qui, ho rischiato la vita diverse volte, e mi sono sempre salvata per un soffio.”
“Questo è un bene, no?”
“Non ne sono cosi sicura..”
L’americano le diede un sorriso di conforto. “Yacker cosa c’è che non va?”
“Nulla, forse sto solo impazzendo.”
“Tu non stai impazzendo, ok? Se c’è qualcosa che non ti convince non devi fare altro che dirmelo.”
“Le telecamere..”
“Quel pazzoide le avrà installate per poterci spiare, non c’è limite all’indecenza di quell’essere.”
“Ci avranno ripreso durante la notte, sai, quando noi due..”
“Abbiamo fatto sesso?”Finì Eddie per lei. Nonostante la loro relazione si era spinta oltre già da un bel po’, Patricia ancora s’imbarazzava a parlarne con disinvoltura.
“Non dirlo ad alta voce!”Inveì Patricia in pieno imbarazzo contro Eddie. Odiava essere imbarazzata ma tutta la faccenda della relazione, del sesso, era ancora un argomento sconosciuto a lei.
“Andiamo Yacker puoi dirlo, non è mica una brutta parola!”
“Ho una brutta sensazione al riguardo.”
“Che genere di brutta sensazione?”
“Non lo so, è come se quello che abbiamo fatto ci si ritorcerà contro.”
“In che senso?”
“Non chiedermelo!Perché esattamente non lo so nemmeno io!”Disse sincera la rossa, non aveva idea di cosa potesse significare questa sua sensazione.
Eddie le prese una mano dolcemente, riuscendo ad attenuare quello stato d’ansia che si era creato intorno a lei“Ok, qualunque cosa ci possa accadere, farò in modo che non ti ritorceranno nemmeno un capello, è una promessa.”
Patricia roteò gli occhi, fingendosi indifferente a quel tenero gesto, ma in realtà le suscitò sicurezza e protezione. “Stai diventando sdolcinato da far schifo Weasel.”
Il ragazzo ridacchiò.”Ti piacerebbe.”
Patricia roteò gli occhi. “Oh per favore.”
“Su andiamo.”
I due ripresero come nulla fosse il loro cammino.
Nel frattempo, non poco lontano da li, Nina stava valutando quale strada prendere, se  dirigersi verso la spiaggia, come  era in programma prima di separarsi da Fabian e Eddie, oppure percorrere la strada che riportava  al bosco. Scelse la seconda, non sapeva il perché, ma sentiva che doveva continuare per questa strada. Una sensazione che ad ogni passo fatto, sembrava farsi sempre più viva, quasi a indicarle il giusto cammino, come una luce in fondo al tunnel.
“Non ho ancora trovato nessuno..” Mormorò l’americana tra se e se. Non seppe se esserne triste o rallegrarsi.  Era preoccupata per i suoi amici, questo non poteva nasconderlo, ma essere rimasta da sola poteva giovare a lei stessa, dopotutto credendola morta poteva spostarsi senza dare nell’occhio. Quello che però non sapeva Nina, era che i suoi nemici, quelli veri, sapevano perfettamente che lei era viva e vegeta. La giovane camminò per un paio di metri, poi una mano le coprì la bocca, chiuse gli occhi, e da quel momento non ricordò più nulla.
 
Mr Duncan osservava con dedizione i filmati delle telecamere di sorveglianza, vedere soffrire quegli sfortunati ragazzi lo eccitavano non poco, cosi deboli, e indifesi, impauriti. Era cosi che voleva i suoi giocattoli. Un sorriso di soddisfazione ricoprì il suo volto, era quasi macabro e inquietante, chiuso nel suo mondo folle, a compiacersi delle disgrazie altrui. Presto però il suo sorriso scomparve, facendo posto alla rabbia, la sua bambolina preferita aveva osato fare qualcosa di davvero spiacevole, doveva punirla.  Con una calma quasi glaciale chiamò una delle sue guardie, la quale si precipitò immediatamente sul posto.
“Portami lei.”Ordinò
 
Non era sicuro di quello che stava facendo, non sapevo nemmeno se avrebbe funzionato, ma sapeva che doveva, in qualche modo doveva provare a salvare gli altri. Cosi Fabian prendendo tutti il coraggio che aveva decise di entrare in azione, Trafficò con alcuni cavi della  radio trasmittente, e registrò una richiesta d’aiuto.  Poteva non essere un attacco diretto e a corpo a corpo, ma come il detto diceva:” la difesa era il migliore attacco:”E in quel momento  ne avevano bisogno.
 
In un remoto angolo della foresta.
Joy si fermò di punto in bianco, un eco si ripeteva tra gli alberi. Era una voce a lei familiare. “Lo senti anche tu?”
“Sentire cosa?”Le chiese Jerome.
“Questo.è Fabian!”
“Quel  topo da biblioteca! Solo a lui poteva venire un’idea del genere!”Strepitò a pieni polmoni Jerome felice come una pasqua
“Pensi che il messaggio arriverà fuori da quest’isola?”Domandò Joy.
“Non lo so, ma diamine spero di si!”
“Potremmo tornare a casa! Siamo salvi!”
E poi il silenzio cadde fra loro, una leggera brezza li pervase. Non seppero nemmeno loro come successe, o perché, era come se qualcosa li guidasse, o addirittura controllasse, ma improvvisamente si ritrovarono a condividere un bacio. Uno di quelli semplici, di cui non c’è bisogno di dire molte parole, ma che nascondono numerosi pensieri non detti.
 
 
 
“Dove hai intenzione di andare?”Ormai Patricia era stanca di seguire Eddie, che percorreva in lungo e largo quella dannata isola senza una meta ben precisa. Era cosi dannatamente frustante.
Eddie si girò verso di lei, quasi titubante. “Vuoi sapere la verità?”
“No, mentimi Weasel.”
“Non so dove andare.”
“Tu cosa? Vuoi dire che stiamo camminando senza una meta?Perché? E soprattutto perché non me lo hai detto prima?” Sapeva che Eddie aveva la tendenza ad agire prima, e poi pensare, ma questo era davvero il colmo!Non avrebbe mai pensato che non pensare proprio era una sua attitudine.
Il giovane osiriano placcò sul nascere la crisi isterica della sua ragazza. Oh quanto gli era mancato anche solo litigare con lei, farla arrabbiare solo per vedere il suo adorabile viso imbronciato. Se Patricia lo avesse saputo, non avrebbe potuto gioirne. “Un attimo, non lo sapevo prima, ma ora lo so.”
“Vuoi spiegarmi, o vuoi continuare a perdere tempo, sperando che io capisca cosa ti passa per la testa?”
“Beh vedi Yacker..” Ma il ragazzo non riuscì a finire la frase, un urlò proveniente da Patricia lo destabilizzò. Di scatto si voltò verso di lei.  erano circondati da vari uomini, qualcuno teneva prigioniera la sua Yacker tenendole legate braccia e gambe.”Lasciala andare!” Gridò
“Mi dispiace ma lei viene con noi, è un ordine.”Disse uno degli uomini.
“Eddie!”Urlò Patricia, ma ormai era troppo tardi, la stavano già trascinando lontano.
 
Eddie era rimasto nuovamente da solo, e come se non bastasse sull’isola qualcun, altro stava per perdere la vita. Unico segno, un urlo straziante che rimbombava tra gli alberi.
“Noooooooooooooooooooooooo”


So che avevo detto che questo sarebbe stato l'ultimo capitolo, ma poi ho pensato che sarebbe stato meglio aggiungerne un altro ;)
Spero che c
ontinuiate a seguirmi
Lilydreaming <3 <3 


 

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Capitolo 11
*** 11°beyond the light ***


11°Capitolo

“Beyond the light”

 
Quando aprì gli occhi, non capì immediatamente, dove si trovasse. Percepiva solo il pavimento freddo sotto di lei. All’istante comprese che c’era qualcosa che non andava, si guardò intorno, e vide che si trovava all’interno di una camera completamente bianca. Si alzò di scatto, ma fu presa da un capogiro. Si sentiva cosi disorientata, e poi un volto apparve davanti ai suoi occhi.
“Ben sveglia raggio di sole.” Le disse Mr Duncan con un’allegria talmente inquietante e irritante, che fece accapponare la pelle a Patricia.
“Dove diavolo sono pazzoide?”
“In un luogo dove tu non puoi disubbidirmi.”
“Non è mai stata mia intenzione ubbidire, e certamente non a uno come te!”
Mr Duncan scosse la testa a destra e a sinistra varie volte, sibilando di volta in volta un contrariato no.“Patricia Patricia, hai fatto davvero la cattiva ragazza, ti ho vista sai.”
La giovane sgranò gli occhi, i suoi dubbi non erano infondati. “Che cosa vorresti dire?”
“Che d’ora in poi ti terrò qui cosi non farai più cose cattive.”
“LIBERAMI PSICOPATICO CHE NON SEI ALTRO!” Gridò Patricia, per poi sentire di colpo una stanchezza sempre più forte, facendola nuovamente cadere sul quel pavimento freddo.
“Buonanotte mia bambolina.” Le disse sogghignando.
 
 
 
“Joy per favore non chiudere gli occhi!”
La ragazza quasi non riusciva a fiatare. Il suo respiro si faceva sempre più tenue.“Mi sento cosi stanca e debole.”
“Mi hai sentito? Non ti azzardare a chiudere gli occhi!”
“Altrimenti cosa fai Clarke? Sto morendo, lo so.”Lo stuzzicò la ragazza, quasi cercando di dissimulare la sua agonia.
Jerome le accarezzò dolcemente il volto, spostandole delicatamente le ciocche dei capelli dalla sua fronte. “Tu non morirai, ok? Farò qualsiasi cosa per impedirlo.”
“E cosa? Mi sveglierai con il bacio del vero amore?”
Il biondo soffocò quasi una risata. Era cosi che funzionava? Quando si ottiene finalmente qualcosa di cosi importante, viene tolto via senza spiegazione apparente? “Posso provarci Mercer, ma non posso garantirti nulla.”
“Ti sottovaluti Jerome, sei meglio di quello che tu pensi.”
“Sono davvero un cosi bravo baciatore?” Scherzò Jerome.
Joy ridacchiò.”Sei nella media.”
“Davvero gentile da parte tua.”
“Il bacio del vero amore è sempre stato la mia parte preferita.” Asserì Joy. Aveva sempre amato le favole, piene di storie in cui bellissime principesse venivano salvate da aitanti e forti principi azzurri. Spesso però la vita l’aveva più mostrata come una delle tante sorellastre cattive o come la strega maligna. Ahimè si sa che a questi personaggi il lieto fine non era concesso. Nessuno l’avrebbe salvata
“Sì, questo è molto da te, ma lasci che ti dica una cosa.”
“Che cosa vuoi dirmi?”
“Tu sei molto meglio di tutte quelle principesse. Non hai bisogno di un principe per svegliarti, puoi farcela anche solo con le tue forze.”Dichiarò  fermamente convinto Jerome.
 
 
“Dove è Patricia?”Urlò Eddie, ad una delle tante telecamere disposte sull’isola.” So che puoi sentirmi! Lurido verme!Se solo provi a toccarla con un solo dito, ti giuro che te la faccio pagare!” Oh se solo lo avesse avuto tra le mani, quel pazzo non avrebbe avuto che di sorridere. La sua risata irritante, piena di falsità, nascosta dietro ad un gesto all’apparenza benevolo.  Eddie trovava questo semplicemente ripugnante. Inveì contro l’apparecchio elettronico, con la vana attesa che il responsabile delle sue sciagure si palesasse, confrontandosi definitivamente a faccia a faccia con lui. Mr Duncan era, però un codardo, e le minacce di Eddie non lo scalfirono minimamente, anzi aumentarono ancora di più il suo ego.
“Perché non mi rispondi?Codardo!”
“Eddie?”
L’americano si voltò, perdere Patricia davanti ai suoi occhi l’aveva fatto perdere lucidità, non accorgendosi di cosa gli stava accadendo intorno. Davanti a lui c’era Fabian. Sembrava avesse corso sette maratone tutte in una volta, ma allo stesso tempo era sereno, anzi felice, poiché sul suo volto c’era abbozzato un sorriso.
“Fabian? Che cosa ti è successo?” Chiese Eddie.
Il bruno rispose a sua volta con una domanda. “A te cosa è successo?Perché stavi inveendo contro la telecamera?”  Era seriamente preoccupato per l’amico. Che lo stare su quell’isola, mescolati ai vari sensi di colpa, lo avevano portato alla pazzia? No, Eddie era più forte di cosi.
“Quel lurido bastardo ha preso Patricia. Si è preso la mia Yacker, ed io ho paura che possa farle qualcosa. Se le dovesse capitare qualcosa.. Dio io non riuscirei mai a perdonarmelo.”
“Eddie calmo, Patricia sa cavarsela, e sono convinto che saprà come difendersi. Non si farà toccare nemmeno le punte dei capelli. Lei è forte.”
Il giovane osiriano prese un sospiro di sollievo. Aveva agito impulsivamente senza pensare, come al suo solito, perdendo di vista l’obiettivo principale. La sua ragazza non era il tipo da stare con le mani in mano, sottomettendosi. Starà già progettando un piano per sfuggire dal suo sequestratore, e lui non doveva essere da meno. “Hai ragione.”
“C’è una cosa che dovresti sapere, e scusami se me la sono presa con te in precedenza.”
“Di che cosa parli?”
“Nina è viva.” Quasi pianse dalla gioia mentre diede la notizia. Quasi non riusciva a crederci. Certo non aveva prove materiali, solo un languido sospetto. Seppur piccolo però, decise però di aggrapparsi al quel minuscolo barlume di speranza.
Eddie spalancò gli occhi dallo stupore.
“Non chiedermi come lo so, ma lo sento, so che è viva.”
“Ti credo, e forse ho sempre saputo che non era morta. Chiamalo sesto senso , o abilità da osiriano, ma c’è qualcosa che mi ha spinto  in questa direzione, e forse ora ne ho capito il motivo.”
“Andiamo a cercare le nostre ragazze allora.”
“Salviamo le ragazze, salviamo tutti.”
 
“cough cough”Tossì Patricia, una volta ripresa conoscenza. Era ancora lì chiusa in quella stanza. Doveva trovare un modo per uscirne, e alla svelta.” Tanto uscirò da qui!Mi hai sentito pazzoide? Te la farò pagare!” Inveì Patricia, urlando e sbraitando per tutta la stanza. Una voce poi la distrasse dai i suoi inefficaci tentativi di avere un qualsiasi responso da parte del suo rapitore.
“C’è qualcuno dall'altra parte?” Ripeté nuovamente quella voce, voce assai familiare a Patricia.
“Nina? Sei tu?” Chiese incredula la rossa. La sua amica era morta, questo le aveva detto Eddie, eppure sentiva la sua voce. Stava forse impazzendo? Aveva inalato un qualche gas allucinogeno, causandole una qualche visione o problemi a livello mentale?
“Patricia? Stai bene?” Domandò dall’altra parte l’americana.
“Tu piuttosto, credevamo fossi morta.”
“È una lunga storia. Un momento. credevamo?
“Si, Eddie e Fabian pensano che tu sia morta, precipitando dal dirupo. Eddie si è davvero sentito in colpa per quello che ti è successo. Si sente responsabile della tua morte, beh di quella che pensava fosse la tua morte.”
“Sono precipitata su una protuberanza che mi ha salvata. Fortunatamente la caduta non era ad un’altezza vertiginosa, ma ho perso conoscenza,  e non sono riuscita a riprendermi se non prima di notte fonda, a quel punto  ero già da sola, risalire era un problema, cosi ho deciso di scendere il promontorio, da li ho cercato per lo più di nascondermi, beh finché non mi hanno catturato.”
“Vedo che  quel pazzoide è propenso ai rapimenti. Perché attiriamo sempre dei sequestratori? “
Nina quasi ridacchiò alle parole dell’amica. “Dobbiamo preoccuparci la volta in cui non finiremo per attrarne.” Era cosi, non erano loro a cacciarsi nei guai, erano i guai che li andavano a cercare.
“Sarò in prima in fila per godermi lo spettacolo.”
 
“Hai un piano? Perché io sinceramente voglio solo spaccare la faccia a quel verme.” Eddie fremeva. Sapeva di non essere del tutto obiettivo, e di pensare per lo più per lo proprio tornaconto, ma con la sua Yacker nelle mani di quell’essere schifoso, la sua lucidità era andata a farsi benedire.
Fabian cercò di placcare i suoi bollenti spiriti. Capiva perfettamente l’amico, e stesso lui avrebbe voluto farla pagare con le sue stesse mani, al mostro che gli aveva fatto questo.“Evitiamo  inutili spargimenti di  sangue. Credimi vorrei anch’io farla pagare a quel farabutto, ma usare i suoi stessi metodi lo farà solo vincere ulteriormente.” Ma combattere il fuoco con il fuoco di certa non era la soluzione migliore.
“Ha senso, ma toglimi almeno la soddisfazione di tirargli un pugno.”
“Questo te lo concedo.”
L’americano si sfregò le mani.“Allora, hai un piano?”
“Si ne ho uno. Allora ho inviato un messaggio di aiuto grazie ad una radio trovata in uno degli  edifici non troppo distanti da qui.”
“Edifici? Ci sono costruzioni su quest’isola?”
“Si, beh  l’edificio in cui veniva ripetuto il segnale non è altro che una misera costruzione. Mr Duncan credo si nasconda in una più protetta.”
“Patricia quindi è stata portata li, e probabilmente anche Nina.”
“Si, probabile, e forse non dista nemmeno tanto lontano da qui. Non impiegheremo non più di venti minuti ad arrivarci.”
“Sempre se non ci perdiamo prima.”Sbuffò Eddie in segno di resa. Perfetto c’era sempre un intoppo nei loro piani.
“Non se hai una cartina dell’isola.”  Dichiarò Fabian, estraendo dalla tasca un piccolo foglio di carta.
Eddie sorrise entusiasta. “Fabian tu sei un genio!”
 
 
 
 
Jerome cercava senza sosta di tenere sveglia Joy, se avesse solo chiuso gli occhi per un attimo, l’avrebbe persa per sempre. Non poteva permettere che accadesse.
“Ricordi il primo giorno a casa Anubis?” Domandò Jerome a un certo punto.
“Sì, tu e Alfie avete rubato il mio Bunsie bunny.”
“Era solo un  prestito. Ad ogni modo ricordi cosa è successo dopo?”
Joy ridacchiò.“Io e Patricia per vendicarci prendemmo  la copertina di Alfie. Andò in crisi isterica per ore.”
“Già, e per settimane andò in giro con la sua copertina per paura che qualcuno se la prendesse.”
“Ricordo, ma perché stai raccontando questo?”
“Perché penso sia bello rievocare ricordi piacevoli. Non ci si rende conto di quanto ci si tiene a una persona o a una cosa, fino a quando non si rischia di perderla.”Replicò il biondo.
“Tranquillo Jerome, i nostri ricordi non andranno perduti. Ne costruiremo degli altri, e poi altri ancora. Nessun altro perderà chi ama.”
“Se solo fossi riuscita a fermarti, ora sarei io a rischiare, lottando per la vita e la morte.”
“Sono stata io a voler mangiare quelle bacche. Ho preso io la decisione, e ora ne pagherò le conseguenze. È il karma per lo cose cattive che ho fatto in passato.”
“Al diavolo il karma! Chiunque ha bisogno di un’altra possibilità, nessuno escluso. Tutti noi commettiamo errori, chi lievi, e c’è chi ne commette di gravi. Star li, a ricordare loro ciò che hanno fatto, non fa altro che peggiorare la situazione.  Soffermarsi sugli errori e i difetti di ogni singola persona, non fa apprezzare le qualità e le buone azioni di quest’ultima.”
 
Intanto Nina e Patricia, in due stanze opposte, pensarono un piano per uscire dalla loro prigione.
“Dobbiamo uscire da qui, idee?”Sussurrò
La rossa dall’altra parte del muro replicò con un“Non sono quella che ha idee di solito.”  Non era lei che di solito creava i piani, lei agiva piuttosto.
“C’è qualcosa che puoi fare, e solo tu riesci farlo al meglio.”
Patricia sorrise. “Ai miei tre?”
Entrambe le ragazze iniziarono a contare “ un due, tre”.
“Hey ho fame! Mi avete sentito? Dite al vostro capo che sto morendo di fame.” Gridò Patricia per attirare l’attenzione.”Siete sordi? Ho  F.A.M.E!  Mr Duncan non sarà felice se non ottengo quello che voglio!”
“Che accidenti vuoi ragazzina?”Sbraitò una voce dall’altoparlante.
“Ho fame. Voglio delle uova strapazzate, bacon croccante, e del pane tostato! E voglio anche una tazza di latte!”Ordinò Patricia.
“Stupida ragazzina..” Borbottò una voce.
Qualche momento dopo qualcuno si avvicinò alla porta della stanza, aprì la porta, e con agile scatto Patricia lo colpì stendendolo per terra.” Avevo detto strapazzate!” Prese le chiavi dalla tasca dell’uomo, e poi corse a liberare l’amica.
“Nina stai bene?”
Le due amiche si scambiarono un abbraccio.
“Sì, sto bene, ma ora fuggiamo da qui.”
Le due iniziarono a correre per i corridoi in cerca di un’uscita, ma inaspettatamente un’assordante sirena suonò.
“Accidenti! È il sistema d’allarme! Sanno che siamo fuggite.” Disse Nina in panicata
“Che cosa facciamo adesso?”Domandò Patricia guardando da tutte le parti in cerca di qualche via d’uscita.
 “Quello che facciamo sempre, correre.”
 
Intanto Eddie e Fabian erano vicinissimi alla prigionia delle loro amate.
 Fabian lesse attentamente la mappa che aveva tra le mani, visionandola nei minimi dettagli.“Non dovrebbe mancare molto. Ci siamo quasi.”
“Credi che il posto sia sotto sorveglianza?” Chiese Eddie avvicinandosi per vedere meglio il punto indicato dall’amico.
“Non è da escludere l’ipotesi.”
L’americano roteò gli occhi. “Dovresti rassicurarmi, non crearmi preoccupazioni.”
“Andrà bene, ce la siamo sempre cavata.” Replicò il moro. Dopotutto se le erano sempre cavata, anche quando la situazione sembrava ardua da superare.
L’osiriano  fu preso da un improvvisa insicurezza. Sentire che era cosi vicino alla fine, lo spaventava. Che cosa sarebbe successo se non fosse stato in grado di salvare gli altri? Se fosse stato il responsabile della loro fine.“E se  andasse male? Ho questa brutta sensazione.. e se qualcosa andasse storto?”
Fabian alzò la voce, quasi in un impeto di rabbia, anzi no, di sicurezza.“Eddie! Questa è la paura che parla, lascia stare fuori il pessimismo. Andrà tutto bene. Io non ho intenzione di rinunciare a Nina, so che la rivedrò, e questo mi fa andare avanti. Trova la tua luce oltre il tunnel, e dannazione  fai in modo che non si spenga.”
“Grazie, davvero. Mi stavo facendo prendere dalle mie paranoie. Non so da quando ho iniziato a essere  cosi paranoico.”
“È perché ti addossi tutte le responsabilità, anche quando non dovresti. Il peso del mondo non ricade tutto sulle tue spalle, a volte si ha bisogno di un piedistallo in più per non cadere.”
 
 
“Signore le prigioniere stanno scappando.”
“E tu catturale di nuovo, razza d’imbecille!”
 
Amber, Alfie, Mara, KT, e Willow ignari di tutto quello che stava succedendo, erano fermi in un punto impreciso del bosco, in attesa sul da farsi.
“Ragazzi avete sentito?” Chiese Willow, interrompendo la quiete del gruppo. Fin da allora nessuno aveva parlato, se non per qualche parola “fugace”. Quel suono però non poteva non essere sentito. Era un segno.
KT si avvicinò a Willow.“Sentito cosa?” Non aveva udito nulla di strano, beh non ci aveva fatto particolarmente caso, ma poi realizzò.
“Sono.. degli elicotteri? Si sono proprio elicotteri!” Gridò entusiasta Alfie. Finalmente qualcuno dalla loro parte in  questa brutta, assurda, possibilmente dimenticabile   situazione
“Aspetta e se fosse una trappola?”Proferì Mara allarmata e diffidente.
“No, non è trappola! Presto facciamoci vedere!”
“Mara chiudi il becco, e inizia a correre.” La rimproverò Amber, per poi esser trascinata per una mano da Alfie.
 
 
 
Nel mentre Eddie e Fabian erano nascosti dietro ad un cespuglio, in attesa sulla prossima mossa da fare.
Il giovane osiriano vide degli uomini appostati vicini ai cancelli. Come avevano predetto il posto era sotto sorveglianza. “Ci sono delle guardie, dobbiamo trovare un modo per entrare.”
“Ci serve un diversivo..” Dichiarò Fabian.
Neanche il tempo di elaborare un piano, che i due furono travolti da un assordante sistema d’allarme.
“Che cosa sta succedendo?”
Eddie uscì dal suo nascondiglio. “Non lo so, ma questo gioca a nostro favore.”
Così i due ragazzi si avvicinarono di soppiatto verso l’edificio, approfittando della confusione createsi.
 
“Questo posto è peggio di un labirinto! Dove diavolo è l’uscita?”
“Proviamo ad andare da questa parte.”
“Dove credete di andare? Nessuno scappa da me.”Dichiarò Mr Duncan, lasciando le due ragazze di stucco.
Patricia però non si fece spaventare, e con spavalderia rispose. “Notizia flash per te: noi lo facciamo.”
“Forse non mi avete capito nessuno fugge da me.” Replicò l’uomo.
Le due ragazze tentarono di fuggire, ma finirono in un vicolo cieco.
“Che cosa vi avevo detto? Non potete scappare da qui.”
Patricia fece quello che le sembrava più giusta fare, permettere all’amica di salvarsi. “Nina scappa, me la vedrò io con lui.”
L’americana spalancò gli occhi. Non avrebbe di certo lasciato Patricia in balia di quel pazzo. “Che cosa? No, non ti lascio da sola.”
Il loro aguzzino fece finta di essere commosso.“Aww tutto  questo è molto commovente, ma è inutile giocare alle amichette del cuore coraggiose. Tanto rimarrete  tutte e due qui.”
“VAI! E chiama aiuto!Urlò Patricia.
“Non posso lasciarti qui.”
La rossa roteò gli occhi. Sapeva quella che faceva, aveva un piano, o quasi. “Stai tranquilla, vai.”
“ma..”
“Vai!”
Nina spinta da Patricia corse via, seppur a malincuore.
“È stato davvero altruista da parte tua lasciarla andare, ma sai una cosa? A me le persone troppo buone non piacciono.”
“A me non piacciono gli squilibrati, siamo pari.”Replicò la rossa.
“Tu ragazzina, ora non mi parlerai più in questo modo.” L’uomo cacciò dalla tasca una pistola, e la puntò dritto verso la rosa.
Patricia impallidì. Era davvero nei guai. Che cosa doveva fare adesso?
“Non hai più la tua lingua lunga, non è vera bambolina?”
“Smettila di chiamarmi bambolina.” Sibilò Patricia.
 
Nina corse a perdifiato i corridoi dell’edificio, senza guardarsi mai indietro. Non poteva fermarsi, doveva trovare aiuto. Qualcosa però la fermò anzi qualcuno.
“Nina?”
La ragazza si fermò sentendo il suo nome, e quando vide chi fu a chiamarla, il suo cuore non trattenne più la commozione. Cosi scoppiò in un pianto di gioia. “Fabian.”
I due si abbracciarono stretti. Era come se fossero stati lontani per anni, anzi secoli.
 Fabian l’abbracciò stretta, senza lasciarla un secondo, aveva troppa paura di perderla nuovamente.“Sapevo che eri viva,che non potevi avermi lasciato. Ti ho cercata sempre.”
“Sempre?”Domandò Nina con le lacrime agli occhi.
“Sì.”
“Dove è Patricia?” Chiese Eddie, interrompendo l’idilliaco incontro dei due.”
“Oh mio Dio Patricia! Stavamo scappando, e Mr Duncan ci ha trovate, così Patricia per permettere  a me di scappare è rimasta prigioniera di quel mostro.”
Alle parole di Nina Eddie scattò.“Che cosa? Dove è adesso?”
“Procedi dritto per questo corridoio, e poi gira a destra.” Affermò Nina.
“Grazie.”Detto questo si precipitò immediatamente nel luogo indicatogli da Nina.
“Eddie!” Lo chiamò Nina.
Il ragazzo si voltò.
“Stai attento.”
 
Intanto Patricia, ancora prigioniera di Mr Duncan, cercava un modo per sfuggire dalle grinfie di quel pazzoide. Il quale giocherellava con la sua pistola, in attesa del momento propizio per sparare-“Tu eri la preferita bambolina, e sai mi dispiace proprio ucciderti, ma devo farlo.” Aggiunse infine fingendosi dispiaciuto.
 Patricia non aveva via di scampo, cosi decise di recuperare tempo. “Perché vuoi uccidermi?”
“Sei stata una bambolina cattiva, e ora devo punirti.”
“Pensavo fossi la tua preferita, hai trovato un’altra con cui giocare?” Continuò la ragazza nel suo intento.
“So quello che stai cercando di fare, l’ho capito..”
 
 
Il rumore di uno sparo rimbombò per i corridoi.
Eddie temendo il peggio accelerò il passo.  Lo sparo non poteva finire cosi, no, non adesso. Non lei, ma le sue paure svanirono quando vide la sua Yacker.“Patricia!”
“Eddie!”
“Stai bene? Quel pazzo ti ha fatto qualcosa? Giuro se ti ha solo sfiorato io.” Disse a perdifiato Eddie. La sua Yacker era li, davanti ai suoi occhi. Non riusciva a contenere l’emozione che provava.
La ragazza lo zittì con un bacio." Sto bene.”
Il giovane osiriano sorrise.” Non potevo sopportare l’idea di poterti perdere.” Per poi ricambiare il bacio.
“Andiamo via da questo inferno.”
Ma quando il peggio sembrava ormai passato, Eddie stramazzò al suolo di colpo.
“Eddie!”gridò Patricia.”
Da dietro di loro un compiaciuto Mr Duncan, che si reggeva a stento in piedi. Una mano copriva la sua ferita all’addome, il sangue che gli colava a picco,e con l’altra mano puntava dritto con la pistola. “Te l’avevo detto bambolina che ti avrei punita.” Replicò l’uomo tra risate maligne, per poi crollare definitivamente al suolo.
“Sto bene, non preoccuparti.”Disse Eddie ansimante.
Patricia sbuffò alle parole del ragazzo. Perché le doveva mentire cosi spudoratamente?“Ti ha sparato, sono più che preoccupate.”
Ma Eddie continuava a dirle che non era nulla, che stava bene. “È solo un graffio, non è nulla Yacker.”
“Nulla?  Stai perdendo sangue,è più di un semplice graffio.”
“Starò bene”continuò incessante il ragazzo.
“Giuro che sei muori Weasel ti ammazzo.”Sostenne Patricia tra i singhiozzi, non perdendo però il suo carattere duro. Non poteva farsi vedere fragile, non il quel momento.
Eddie ridacchiò.”È un controsenso questo Yacker.” La vista gli si stava annebbiando, non sarebbe più riuscito a vedere il viso della sua Yacker.
Patricia si asciugò le lacrime con la manica della sua maglia ormai logora. “Promettimi che non morirai.”
“Posso provarci.”Ormai  mentire sarebbe stato inutile.
“Starò qui accanto a te, non ti lascio doofus.”La ragazza strinse le sue mani tra le sue, non lasciandole nemmeno per un attimo, stringendole sempre più forte ogni secondo di più. Lottando  tra l’essere forte per lui, e il trattenere le lacrime per la sua  vita in bilico,non volendo lasciarlo andare. Non voleva perderlo. Li, quel corridoio buio, capì quanto in realtà avesse  bisogno di lui, di quanto in realtà fosse fragile senza di lui. Oltre l’orgoglio, oltre la sofferenza, la rabbia, l’amore, la gelosia, Eddie era la sua luce oltre il tunnel. E come un eco risonante tra le pareti di un tunnel, un “Ti amo” fu sussurrato tra quei corridoi.
 
 
Quando lasciarono quell’isola maledetta, abbandonando dietro di loro tutte le paure, i rancori. Erano ormai diventate storie perse nel vento. Dimenticare sarebbe stato difficile, questo era ovvio, solo il tempo poteva curare le ferite, e questo lasciava dentro di loro un senso di vuoto. Avevano amato, perso, e ricevuto su quell’isola, ma il tutto tra mille sofferenze.
Tornati a casa, fu celebrata un'onoranza funebre per Mick, e per tutti gli altri sventurati ragazzi. Non furono fatti colpevoli, ne furono detti nomi. Tutti loro erano delle vittime, e il vero responsabile aveva già pagato con la sua vita.
Dopo una lunga convalescenza Joy si riprese. Non sapeva come si sarebbero evolute le cose con Jerome, ma questo non la demoralizzò, decise di aspettare che le cose facessero il loro naturale corso.  Per quanto riguarda Amber invece, lei aveva ferite più gravi, quelle dell'anima.  Iniziò un ciclo di terapie.  Fu seguita da un terapista, che la seguì passo passo, e grazie  a questo, e all'immancabile sostegno di Alfie e dei suoi amici, la sua guarigione non sembrava poi così lontana. Nina e Fabian riuscirono a vedere finalmente quella mostra cui avevano progettato di andare da mesi, e da quel momento non si separarono più. Nina decise di continuare gli studi in Inghilterra, aveva trovato una nuova casa li, e non aveva di certo intenzione di lasciarla.
E infine per quanto riguarda Eddie e Patricia, l’esperienza sull’isola li aveva avvicinati molto. Imparando che per quanto loro fossero lontani, avrebbero sempre trovato la strada verso l’una l’altro. Perché non è importante quanto tu sia lontano da una persona, se il tuo cuore è legata a lei, non c’è distanza che tenga.

 

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