Chi è mio padre????

di kikkalove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***
Capitolo 4: *** Quattro ***
Capitolo 5: *** Cinque ***
Capitolo 6: *** Sei ***
Capitolo 7: *** Sette ***
Capitolo 8: *** Otto ***



Capitolo 1
*** Uno ***


  Savanna

Chi è mio padre???

Vent’ anni dopo il FFI alla Raimon Junior High il calcio è cambiato…
I nostri protagonisti ormai adulti hanno una vita propria lontana dal calcio…
Ma qualcosa sta per riavvicinarli…
 
-Mamma vado a scuola!- dico prima di uscire.
-Ok non fare tardi- mi risponde lei.
 
Sono Savanna Hills, ho 13 anni e quest’anno frequento il primo anno di superiori, non vedo l’ora di
cominciare e soprattutto di entrare nel club di calcio.
Mia madre si chiama Celia Hills, è lei che mi ha trasmesso la passione per il calcio, sin da piccola per farmi
addormentare al posto delle favole mi raccontava le mitiche avventure della famosissima Inazuma Japan.
Mio padre invece, beh, di lui non so molto, non l’ho mai conosciuto e sinceramente non ho mai chiesto
nulla a mia madre anche se non vi nascondo che ogni tanto la curiosità di sapere mi pervade.
So soltanto che anche lui era un fanatico del calcio e per quanto ho potuto capire è per questa sua passione
che si è allontanato da mamma.
Non conosco nemmeno il suo nome, ma non mi importa.
Ho sempre avuto a fianco una figura che a parer mio lo ha sostituito alla perfezione, mio zio Jude.
Noi viviamo nella stessa casa e anche se non è mio padre io lo ritengo tale, è l’unica figura “paterna” che
conosco e che c’è sempre stata quando ne ho avuto il bisogno.
Io amo mio zio non so cosa farei senza di lui, lo adoro e nessuno potrà mai sostituirlo.
 
Sono appena arrivata nel cortile della scuola, c’è una confusine tale da farmi girare la testa, il cortile è
strapieno di ragazzi che si salutano e che si apprestano ad entrare, mi avvio verso l’entrata dell’istituto
quando un ragazzo al quanto strano cattura la mia attenzione.
Se ne sta immobile a fissare la struttura davanti a se con un sorrisino da ebete sul viso, che strano tipo
penso fissandolo.
-Ehi Arion, finalmente sei arrivato!- urla una ragazza correndogli incontro,
-Ciao Sky, ci sei anche tu, che bello non sto più nella pelle, dai entriamo!- risponde lui prendendo la ragazza
per un braccio e trascinandosela dietro.
A quella scena decido di fare lo stesso, così dopo aver preso un respiro profondo li seguo entrando anch’io.
La scuola è immensa, i corridoi sono enormi ma sembrano minuscoli da quanto sono popolati, mi guardo in
giro cercando la mia classe ed ecco che finalmente la trovo.
Entro e subito prendo posto in un banco vicino alla finestra, nell’attesa che arrivi l’insegnante mi volto a
guardar fuori notando subito un gigantesco campo da calcio.
Rimango così colpita da quella vista che non mi accorgo dell’ingresso dell’insegnate, infatti al richiamo del
mio cognome per l’appello salto in aria.
-Presente!- dico saltando in piedi, i miei compagni scoppiano tutti in una fragorosa risata mentre il sorriso
della prof mi tranquillizza, riprendo posto cominciando così a seguire la lezione.
Durante la spiegazione faccio una panoramica dei miei compagni sobbalzando non appena vedo che ci sono
i due ragazzi di stamattina, sorrido ripensando all’atteggiamento del ragazzo ma mentre sono intenta a
fissarlo quest’ultimo si volta verso di me e con un grande sorriso sventola la mano a mo di saluto verso di
me, mi riprendo all’istante ricambiando il saluto con un timido movimento della mano per poi ricominciare
a seguire la lezione.
La fine delle lezioni arriva subito, sistemo le mie cose nello zaino, lo chiudo e subito mi precipito fuori
dall’aula, faccio una corsa per raggiungere il campo e non appena arrivo mi fermo piegandomi a riprendere
fiato, mi avvio per raggiungere le panchine ma non mi accorgo di un dosso e prendendolo in pieno cado a
terra come un fico secco.
Che figura, penso non avendo il coraggio di rialzarmi, all’improvviso una mano sbuca sotto la mia testa,
sollevo il viso ritrovandomi di fronte quello strano ragazzo di prima col suo strano sorriso sul volto.
-Ti sei fatta male?- mi chiede aiutandomi ad alzarmi,
-No, sto bene grazie!- rispondo sorridendo imbarazzata,
-Piacere io sono Arion!- mi dice poi sorridendo ancora di più, una risata mi sfugge prima di rispondere,
-Piacere io sono Savanna!-.
-Arion, Arion dove sei???- sento urlare,
-Sono qui Sky!- risponde lui voltandosi,
-Gli allenamenti stanno per cominciare, non vorrai perderteli- dice raggiungendoci,
-Sky lei è Savanna!- dice lui presentandomi,
-Ciao io sono Sky, sei nuova anche tu, gusto?- mi chiede dandomi la mano,
-Si, siamo in classe insieme!- rispondo sorridendo,
-Ma cosa ci fai qui?- chiede Arion guardandomi,
-Beh.. io..- balbetto non sapendo cosa dire,
-Ma che domande fai, sarà venuta a vedere i ragazzi che si allenano, giusto?- risponde Sky sorridendo,
annuisco e insieme a loro raggiungo la panchina.
Guardo i ragazzi giocare e mi trasmettono talmente tante emozioni da farmi girare la testa, il calcio è un
grande sport, riesce ad unire chiunque anche chi non ha nulla in comune, è per questo che io lo adoro.
-Ehi Savanna, vieni- mi dice Sky
-Cosa c’è chiedo?- raggiungendola,
-Come mai sei venuta a guardare gli allenamenti?- mi chiede sorridendo,
-Mi piacerebbe entrare a far parte dello staff- rispondo speranzosa,
-Davvero anche noi lo vorremmo, piacere io sono Jade!- dice una stringendomi la mano,
-Io invece sono Rosy- aggiunge un’altra raggiungendoci con a fianco un signore.
-Bene, io sono l’allenatore Travis, tu sei?- mi chiede l’uomo,
-Io sono Savanna, Savanna Hills!- rispondo,
-Hills hai detto,questo cognome non mi è nuovo- mi dice fissandomi, sorrido per poi riprendere posto.
Gli allenamenti sono finiti così guardo l’ora è noto che si è fatto veramente tardi, il tempo scorre
velocemente quando ci si diverte ma ora devo proprio tornare a casa, saluto e dopo aver preso lo zaino mi
avvio verso la mia dimora.
-Ehi Savanna aspettaci!- mi urla Sky seguita da Arion e da un altro ragazzo bassino,
-Lui è Gampier! Mi dice Arion sorridente,
-Puoi chiamarmi Jp!- aggiunge lui
-Ciao Jp io sono Savanna!- rispondo facendogli una carezza sulla testa, dopo la presentazione tutti e quattro
ci rimettiamo in cammino verso casa, Sky ci lascia svoltando l’anglo di casa sua, subito dopo raggiungiamo
casa di Arion dove davanti al cancello ci sono due signore.
-Ma quella è mia madre!- dico attirando l’attenzione delle due,
-Savanna, finalmente, mi ero preoccupata e così sono venuta a chiedere a Silvia se c’erano allenamenti,
sapevo che ti saresti trattenuta- mi dice abbracciandomi,
-Silvia???- dio voltandomi verso la signora,
-Allora tu sei l’amica di mamma di quando era piccola, lei è tua madre?- chiedo ad Arion sorridente,
-No, no lei è mia zia!- risponde in imbarazzo
-Ciao Savanna, finalmente ti conosco!- dice Silvia sorridendomi, ricambio il sorriso avvicinandomi a mia
 madre, è bello conoscere qualcuno che ha conosciuto mia madre da piccola è così emozionante.
-Che facciamo torniamo a casa, Jude sarà già tornato- dice mia madre guardandomi, a quel nome scatto
come punta da uno spillo, saluto Arion e Jp dandogli appuntamento a domani e con mia madre mi avvio
verso casa.
Rientriamo trovando come immaginava mamma già lo zio a casa,
-Ehi dove eravate finite?- chiede allargando le braccia, le raggiungo subito stringendomi a lui,
-Savanna è stata trattenuta dagli allenamenti della Raimon- risponde mia madre sorridendo,
-Sai in classe con me c’è un ragazzo di nome Arion ed è il nipote di Silvia, anche tu la conosci vero zio??-
chiedo speranzosa, lo vedo irrigidirsi un attimo ma poi sorridendo mi risponde
-Certo che la conosco, ma dimmi, chi è l’allenatore della Raimon?-
-Un certo Travis- rispondo
-Certo Travis e chi se no!- aggiunge sorridendo.
Dopo la cena vado a dormire perche sono veramente stanchissima, le emozioni che ho provato oggi
sono indescrivibili e quelle di domani lo saranno ancora di più ne sono sicura.
 
 
 

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Capitolo 2
*** Due ***


 Celia "Mamma"


Chi è mio padre???

-Mamma dov’è il mio maglione?- chiedo mettendomi le scarpe,
-Nel secondo cassetto, se vuoi essere accompagnata dallo zio- mi urla.
Indosso il maglione e subito mi presento davanti la porta,
-Andiamo?- chiede mio zio salutandomi, non gli faccio finire la frase che sono già fuori, non vedo l’ora di
arrivare a scuola.
-Vedo che questa scuola ti coinvolge molto- mi dice Jude guidando,
-E già- rispondo sorridente,
-Cerca però di non entusiasmarti tanto- dice serio, lo fisso non capendo a cosa allude,
-Non vorrei rimarresti delusa- aggiunge infine abbozzando un lieve sorriso.
Stranita lo saluto e scendo dalla macchina recandomi subito in classe, durante la lezione non posso far altro
che rimuginare su quello che mi ha detto mio zio, chissà perché mi ha detto quelle cose, penso fra me e me.
-Ehi Saw, che fai ancora seduta le lezioni sono finite!- mi fa notare Sky,
-Eccomi arrivo- rispondo alzandomi.
Una volta raggiunto il campo noi dello staff cominciamo a prendere appunti sui giocatori.
Arion non è proprio bravissimo, ma la sua passione per il calcio è palese, per questo si impegna al massimo.
Invece Riccardo, il capitano, è veramente un giocatore eccezionale.
Mentre sono intenta ad osservarli uno di essi cattura la mia attenzione,
-Ehi Sky sai chi è quello li?- chiedo indicando un ragazzo sugli spalti,
-No non l’ho conosco, ehi Jade, conosci quel tipo lassù??- chiede lei,
-Ma come non lo conoscete, quello è Victor Stonewall- dice lei fiera.
Non ho idea di chi sia ma solo al guardarlo mi vengono i brividi, ha un aria così misteriosa e poi chissà
perché e qui dato che non ha neanche la divisa da calcio.
All’improvviso tutti i miei interrogativi trovano risposta, lo strano ragazzo fa il suo ingresso in campo
cominciando a calciare pallonate allucinanti contro i componenti della seconda squadra della Raimon.
-Ma cosa ti prende??- chiede furiosa Jade riferendosi al bell’imbusto, lui per risposta si avvicina col suo
sguardo glaciale verso di noi e dopo averci fissato dice,
-Non immischiatevi negli affari che non vi riguardano!- detto ciò si volta e abbandona il campo lasciando la
squadra a terra e mal ridotta.
 
Nella sede Raimon..
-Mister ha visto anche lei come ha ridotto i nostri compagni-
-Si ma non per questo dovete arrendervi- risponde l’uomo,
-E con quali giocatori dovremmo continuare a giocare, tutti stanno lasciando la squadra, nessuno vuole fare
la stessa fine della seconda squadra- risponde il capitano continuando a tenere il volto basso,
-Noi giocheremo sempre e a ogni costo, il calcio è lo sport più bello che esista e per questo tocca a noi
difenderlo- risponde Arion alzandosi,
-Allenatore Travis il preside vuole vederla- dice un uomo entrando all’improvviso, il mister a quel richiamo
si volta seguendolo per poi chiudersi la porta alle spalle.
-E’ tutto inutile, il calcio che amavamo ormai è finito!- dice Riccardo a bassa voce,
-No capitano, il calcio, il nostro calcio non può finire, non così!- risponde Arion dandogli forza,
-Così come, cosa sta succedendo al calcio?- chiedo non avendo capito nulla.
Così Arion e gli altri cominciano a raccontarmi tutto, rimango a bocca aperta nel sentire le loro parole,
come può qualcuno odiare così tanto qualcosa a tal punto da distruggerlo.
A spezzare il silenzio dei nostri pensieri ci pensa l’allenatore col suo rientro,
-Ragazzi qui c’è il risultato della prossima partita- dice passando un cartellino al capitano, quest’ultimo
dopo averlo letto lo gira mostrandolo a noi tutti, la Raimon deve perdere per un risultato di 3-0.
E’ scandaloso come comandino il calcio, uno sport che dovrebbe essere giocato liberamente, sono talmente
scioccata che durante il tragitto non riesco a spiaccicare parola.
-Ehi Saw, non pensarci, io non ho alcuna intenzione di stare sotto le regole di quelli la- mi dice Arion
speranzoso, abbozzo un sorriso ma in realtà sono talmente scioccata che nulla riuscirebbe a tirarmi su.
Saluto i miei amici continuando il mio tragitto verso casa, non appena scorgo il cancello noto una figura
poggiata su esso, man mano mi avvicino la figura prende sempre più forma fin quando non la focalizzo.
Mi fermo fissando a mia volta la figura che ho di fronte,
-Io so chi sei Savanna!- mi dice con voce soave per poi voltarsi e allontanarsi.
-Aspetta, chi sei tu?- chiedo ormai al nulla perche la figura si è appena dissolta davanti ai miei occhi.
Rientro in casa ancora più sconvolta, tant’è che non riesco a celare il mio stato d’animo.
-Ehi piccola cos’hai?- mi chiede mia madre,
-Oggi è arrivato uno strano ragazzo a scuola che minaccia di cancellare il vero calcio per sempre- rispondo
facendo un breve riassunto,
-Dai Savanna non esagerare nessuno vorrebbe mai cancella re il calcio- risponde mia madre rassicurandomi,
stringo i pugni dicendo
-Nessuno tranne Victor Stonewall- a quel nome vedo mia madre irrigidirsi,
-Come hai detto?- mi chiede con voce tremante
-Victor Stonewall- ribadisco fissandola e non capendo la sua reazione,
-E’ un tuo compagno?- mi chiede tranquillizzandosi, scuoto la testa per poi salire direttamente in camera,
non ho neanche fame così dopo poco avverto mia madre e mi fiondo subito sotto le coperte
addormentandomi.
Mio sveglio di soprassalto avendo fatto un incubo così decido di andare a prendere un bicchiere d’acqua, la
luce della cucina è ancora accesa e sento la voce di zio Jude..
 
Pov Jude
In cucina..
-Celia ti prego calmati, sicuramente hai capito male- dico cercando di rassicurarla,
-No Jude ho capito benissimo, l’ha ripetuto due volte,ha detto proprio Stonewall- ribatte lei sicura,
-Calmati Celia, vedrai che non hai nulla da temere-dio cercando di convincere più me stesso che lei.
-Jude ho paura se lui dovesse sapere di.. oh Jude- dice abbracciandomi
-Sta tranquilla non lo saprà e poi se è vero che stanno  cercando di cancellare il vero calcio i suoi obbiettivi
maggiori al momento sono ben altri, la cosa basilare da fare e di chiedere a Savanna di avere meno contatti
possibili con quel ragazzo- aggiungo.
 
Pov Savanna
Victor Stonewall chi sei????

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Capitolo 3
*** Tre ***


 Jude (Zio)

Chi è mio padre???

La partita tanto attesa contro l’Istituto Superiore per Prodigi è appena iniziata ma in campo non si respira
affatto un’aria buona, come del resto anche dentro di me.
Dopo aver ascoltato la conversazione tra mamma e lo zio Jude ci sono degli interrogativi che continuano a
tormentarmi, chi è quel ragazzo, perché devo stargli lontana.
Ho una tale confusione in testa che non riesco nemmeno e stare attenta alla partita, vorrei poter rivedere
Victor, chiedere a lui qualcosa, ma non si è più fatto vivo.
Finalmente mi decido a seguire un po’ ciò che sta succedendo in campo, la situazione è peggiore di come mi
aspettavo,il capitano è in campo ma e come se non ci fosse,è del tutto assente, sbaglia i passaggi e non
segue minimamente il gioco, gli unici che ce la stanno mettendo tutta sono Arion e Jp.
Ecco che gli avversari attaccano di nuovo e Riccardo è del tutto paralizzato, finisce il primo tempo col
risultato di 3-0 per gli avversari.
-Ragazzi ma cosa vi prende, Riccardo non sembri neanche tu in campo- dice Jane sgridandolo, ma lui
sembra che neanche l’ascolti, infatti non emette nessuna risposta.
-Non possiamo arrenderci agli ordini di quegli uomini, il calcio il nostro calcio non può svanire nel nulla- urla
Arion cercando di smuovere la squadra.
Il fischio dell’arbitro da inizio al secondo tempo, all’inizio sembra non esser cambiato nulla ma
all’improvviso ecco che il capitano si sveglia, noi dalla panchina cominciamo ad incitarlo finche non
raggiunge la porta avversaria li carica un destro e calcia il pallone in porta con una potenza tale da lasciare il
portiere basito.
L’ennesimo fischio dell’arbitro annuncia la fine della partita.
-Ragazzi siete stati in gamba, non abbiamo vinto ma ci siamo comunque ribellati a coloro che vogliono
cancellare il calcio in cui crediamo- dice l’allenatore Travis negli spogliatoi,
-Si,ma ora ci toccherà subire le conseguenze- risponde Riccardo,questa volta col viso alto e fiero,
-E noi le accetteremo!- conclude Arion sorridendo.
Durante il tragitto verso casa mi abbandono nei meandri della mia mente non ascoltando completamente
le parole di Arion che soddisfatto continua ad elogiare la partita disputata.
All’improvviso una figura cattura la mia attenzione.
Victor Stonewall cammina velocemente ad un paio di metri da noi, decido di seguirlo, così saluto Arion ed
accelero il passo.
Lo vedo entrare in ospedale, incuriosita lo seguo, entra in una stanza dove c’è un ragazzo intento a fare
fisioterapia, così mi nascondo e ascolto la conversazione.
-Ehi fratellino, come mai non hai giocato oggi?- gli chiede l’altro, sobbalzo sentendolo chiamare fratello così
sbircio il suo nome sulla cartellina del letto, rimango interdetta leggendo che si chiama Vladimir Blade, ma
se è suo fratello perché hanno due cognomi diversi mi chiedo, con questo interrogativo decido di togliere il
disturbo ma nel voltarmi sbatto il piede sulla porta attirando la loro attenzione.
Victor vedendomi lascia la stanza salutando il fratello e subito mi raggiunge.
Mi fissa col suo sguardo severo facendomi venire la pelle d’oca,
-Cosa ci fai tu qui?-mi chiede minaccioso, non so cosa dirgli tant’è che boccheggio come una sciocca,
-Io, io ti ho visto e quindi…- cerco di spiegare, a quel punto lui mi afferra il polso e mi trascina fuori.
-Perché mi hai seguito?- mi chiede non guardandomi,
-E tu perché sei venuto sotto casa mia?- dico sicura, lo vedo sussultare ma non risponde,
-Avevo chiesto a te e alle tue amiche di starvene fuori- dice col tono calmo,
-Fuori da cosa e poi come fai a conoscermi?- rispondo adesso incuriosita,
-Tu fai troppe domande- dice sorridendo,
-E tu dai troppo poche risposte- ribatto posizionandomi davanti a lui,
-Non dovresti frequentare tipi come me- aggiunge allontanandosi,
-Lo so, non sei il primo che me lo dice, ma io in te non ci trovo nulla di male, sei un comune ragazzo a cui
piace giocare a calcio- dico sapendo di aver toccato un tasto dolente,
-Tu non sai un bel niente di me, adesso lasciami in pace- mi urla lasciandomi sola e scioccata dalla sua
reazione.
Ritorno a casa un po’ delusa, ma subito cerco di sembrare il più normale possibile, non voglio che mia
madre o mio zio comincino con le loro domande.
Entro in silenzio interrompendo l’ennesima discussione tra i due..
 
Pov Jude
-Ho fatto delle ricerche, quel ragazzo non può essere suo figlio!- dico fissando mia sorella,
-Ma allora chi è?- mi chiede lei dubbiosa,
-Non lo so ma quel Victor e più grande Savanna e se fosse suo figlio doveva già essere nato quando..-
interrompo il mio discorso perché mi accorgo di qualcuno.
Savanna sbuca da dietro  il muro con uno sguardo perplesso.
-Ciao tesoro com’è andata la partita?- le chiede Celia facendo finta di nulla,
-Bene la Raimon ha perso 3-1 disubbidendo agli ordini dati- risponde lei,
-Finalmente la Raimon si sta svegliando, povero Travis, chi sa cosa lo aspetta adesso- dico sorridendo.
 
Pov Savanna
Arrivo a scuola serena finchè non mi accorgo che i componenti della squadra
sono tutti riuniti davanti alcancello.
-Ehi Sky- dico richiamando la mia amica,
-Ciao Saw, vieni!- mi dice
-Cosa succede?- chiedo stranita
-Hanno detto all’allenatore Travis di lasciare la squadra- mi risponde lei triste,
-Cosaaaa, e chi allenerà la Raimo adesso????- chiedo scioccata,
-Un certo Mark Evans- mi risponde lei.
Le lezioni ci distraggono un attimo dai pensieri, ma una volta finite ecco che scendono in capo assieme ai
giocatori, il nuovo allenatore si presenta in campo puntuale, ha un viso familiare, ma non ricordo dove l’ho
già visto, gli allenamenti iniziano e nell’aria si sente una strana e nuova forza, così per la prima volta
torniamo tutti a casa col sorriso.
Entro trovandomi di fronte mia madre sorridente, ricambio all’istante del resto anche il mio umore è
migliorato ed ecco che subito mi chiede
-Come sono andati gli allenamenti?-
-Bene abbiamo un nuovo allenatore- dico sorridendo,
-E chi sarebbe?- chiede mio zio spuntando all’improvviso,
-Mark Evans- rispondo.











Angolo dell'autrice
Buon salve a tutti, spero la mia storia 

vi abbia incuriosito.
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate.
Mi scuso in anticipo per il breve capitolo
ma vi prometto che il prossimo oltre ad essere
più lungo sarà ancora più intrigante.
Un bacio Kikka

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Capitolo 4
*** Quattro ***


 Mark (Allenatore)

Chi è mio padre???

Il giorno della seconda partita arrivò prestissimo, il morale della squadra era ancora più basso di prima,
dopo l’abbandono di Mister Trevis e l’arrivo dell’allenatore Evans era come se i giocatori si fossero divisi in
due gruppi.
Uno era formato da Arion, Jp e Riccardo che credevano nel vero spirito del calcio e avrebbero impedito a
tutti i costi al Quinto settore di distruggerlo.
L’altro invece era composto dal resto della squadra, demoralizzati per la punizione subita, e soprattutto
impauriti dall’idea di non poter più giocare, per questo motivo si accontentavano di sottostare agli ordini.
Il fischio dell’arbitro segna l’inizio dell’incontro contro la Via Lattea, con questa partita comincia la fase a
gironi del torneo Cammino Imperiale al quale la Raimon aspira.
Subito infatti grazie al Tiro Sonoro di Riccardo la Raimon si porta in vantaggio.
-E’ cambiato qualcosa da quando è arrivato l’allenatore Evans- dice Jade sorridente,
-Già l’ho notato anche io, e come se la sua grinta li sproni a dare il meglio- aggiunge Rosy, io e Sky siamo
incantati dalla partita quindi ci limitiamo solo ad annuire concordando con le due.
Gli avversari ad un certo punto cominciano ad attaccare ed ecco che in poco tempo si ritrovano davanti la
porta di Samguk, ma cosa fa, pensiamo contemporaneamente tutti.
Se ne sta immobile mentre l’avversario carica un calcio che ovviamente finisce con lo schiantarsi contro la
rete, non ha mosso neanche un muscolo, è rimasto impassibile e non ha neanche tentato di parare il tiro.
Tutta la fatica fatta dal capitano e dagli altri a un certo punto ci sembra vana, se oltre a competere con gli
avversari devono anche affrontare i propri compagni la cosa diventa molto più complessa.
Per fortuna il capitano non si lascia abbattere ed invocando il suo spirito guerriero lancia una pallonata
micidiale con la sua Armonia Atomica.
-Abbiamo vinto!!-urlo saltellando assieme a Sky,
-Si c’è l’abbiamo fatta- aggiunge Jade abbracciandoci
All’improvviso l’allenatore si avvicina a Samguk,
-Non preoccuparti sono sicuro che la prossima volta giocherai per divertirti sin dall’inizio- gli dice
sorridendo, lui ricambia il sorriso annuendo, subito dopo Mr Evans si volta verso di noi.
-In quanto a voi quattro- dice attirando la nostra attenzione,
-Siete delle sostenitrici eccezionali, avet un ruolo fondamentale nella squadra ricordatelo, del resto anche la
vecchia Raimon aveva le sue- aggiunge sorridendo
-E già, ti ricordi Mark?- chiede mia madre spuntando all’improvviso seguita da Silvia
-Silvia, Celia che piacere rivedervi,qual buon vento vi porta?- chiede Mark sorridendo come un ebete,
-Siamo venute a fare il tifo per la squadra!- risponde Silvia,
-Mamma??- dico sorpresa
-Zia??- chiede anche Arion
-Mamma, zia ma cosa??- si chiede Mark confuso così come il resto della squadra.
-Savanna è mia figlia e Arion è il nipote di Silvia- risponde mia madre ridendo.
-Non sapevo avessi avuto una figlia, e dimmi Jude?- chiede Mark ancora scioccato,
-Jude sta bene, ansi e meglio che torniamo a casa,sicuramente è già rientrato- risponde lei, annuisco
seguendola all’istante.
Come aveva detto mamma zio Jude è già a casa quando rientriamo.
-Celia è finito il pane- dice lui
-Ci vado io- rispondo mettendomi di nuovo le scarpe.
Dopo aver fatto l’acquisto mi incammino verso casa, passo vicino al campo al fiume e vengo incuriosita da
dei rumori, così mi avvicino stranendomi non appena noto una figura intenta a calciare un pallone.
Victor continua a colpire la palla con una potenza immane tante che mi blocco a fissarlo, lui si accorge
subito della mia presenza così si ferma.
-Chiacchierona, allora il  tuo è proprio un vizio quello di spiare- dice sorridendo,
-Io non ti stavo affatto spiando- rispondo irritata,
-A no, allora cosa stavi facendo?- mi chiede avvicinandosi,
-Passavo di qua e mi sono chiesta chi era il folle che a quest’ora giocava ancora a pallone- dico acida
-E come mai sei fuori a quest’ora?- mi chiede, non gli rispondo ed indicandogli il pane che tengo tra le mani
mi avvio verso casa lasciandolo la.
-Aspetta ti accompagno- mi dice seguendomi.
Durante il tragitto non spiaccichiamo parola,mi sento un po’ in imbarazzo nello stargli vicino, mi volto
leggermente a guardarlo trovandolo tranquillo mentre fissala strada di fronte a se.
-Io sono arrivata- dico in fine interrompendo lo strano silenzio creatosi,
-Grazie- aggiungo aprendo il cancello,
-Figurati- mi risponde voltandosi ed allontanandosi.
Dopo cena corro subito sotto le lenzuola, sono stanca e domani dovremo affrontale un’altra dura partita,
spero che questa volta andrà meglio, ne ha bisogno la squadra ed il calcio.
La squadra della Fiducia Incrollabile fa il suo ingresso in campo, gli ordini per questa partita sono che la
Raimon deve perdere per  1-0.
I giocatori di entrambe le squadre prendono posto e subito si comincia dopo il fischio dell’arbitro.
Sussulto non appena mi accorgo che in campo c’è anche Victor, quel ragazzo è veramente strano penso.
All’improvviso e proprio quest’ultimo che ruba palla agli avversari e voltandosi dalla parte opposta calcio il
pallone con potenza verso la propria porta lasciando Samguk completamente pietrificato.
-Ma cosa gli prende???-urla Jade
-La partita è finita, potete tornarvene a casa-dice lui al capitano avversario.
-Non hai capito un bel niente, noi oggi annienteremo la Raimon, così gli faremo passare la voglia di giocare
a calcio- risponde l’altro sorridendo sadico e rubando palla.
Vedo Victor immobilizzato dalle parole dell’avversario, tante che loro in possesso palla cominciano a
bombardare i calciatori di pallonate mettendoli al tappeto uno per uno.
Mi copro il viso inorridita da quella scena finchè non vedo Victor scattare, fisso i suoi occhi vedendovi
ardere una nuova fiamma, porto le mani al petto sentendo una strana sensazione pervadermi.
Victor riesce a recuperare il pallone e subito si fionda verso la porta avversaria segnando il magnifico goal
del pareggio, lo scontro continua concludendosi con un risultato di 3-2 per la Raimon.
Finalmente tutta la squadra riesce di nuovo ad immaginare di giocare a calcio liberamente come una volta.
 
-Ehi Chiacchierona, che fai?- mi chiede Victor dopo la partita,
-Che domande torno a casa- rispondo sorridendogli,
-Ti va un gelato?-mi chiede con un lieve solletico,
-Va bene ma solo se la smetti ci chiamarmi chiacchierona- rispondo,
-Ok chiacchierona, ops..scherzavo, scherzavo- dice ridendo.
Raggiungiamo il centro e prendiamo posto ad un tavolino di un bar, ordiniamo il gelato e il cameriere non
tarda a portarcelo.
-Posso chiederti una cosa?- chiedo mangiando,
-Dipende- mi risponde
-Come mai tu e tuo fratello avete dei cognomi diversi?- chiedo un po’ impacciata,
-I miei sono morti in un incidente, e io e mio fratello siamo stati adottati da Caila Stonewall, io ero
minorenne mio fratello no, così io ho preso il suo cognome mentre a Vlad è rimasto il nostro- risponde,
annuisco intristendomi un po’, in fondo io e Victor non siamo poi così diversi, l’unica differenza e che io ho
mia madre e zio Jude al posto di due perfetti estranei.
Finiamo il gelato e come il giorno prima Victor mi riaccompagna a casa, una volta davanti il cancello ci
salutiamo ed io mi appresto ad entrare.
 
Pov Jude
-Savanna sei tu?- chiede Celia al rumore della porta,
-Si mamma- risponde lei entrando
-Come mai hai fatto tardi oggi?- le chiede mia sorella,
-Mi sono fermata a magiare un gelato con Victor Stonewall- risponde, vedo Celia sussultare a quel nome
così decido di intervenire.
-Non credo che quel ragazzo sia una compagnia adatta a te- dico serio, la vedo sobbalzare alle mie parole,
-Ma perché c’è l’avete così tanto con lui, da quando vi ho detto che l’ho incontrato non avete fatto altro
che parlarne di nascosto- dice lei tristemente,
-L’altra notte vi ho sentito, chi è questo Stonewall e perché non posso frequentare Victor?- chiede adesso
con le lacrime agli occhi.
-Savanna noi vogliamo solo il tuo bene- dico cercando di calmarla,
-Allora se è così lasciatemi in pace, so badare a me stessa- risponde richiudendosi in camera.
Fisso Celia sapendo di trovarla sconvolta,
-Jude, si sta innamorando di quel ragazzo- mi dice facendomi sobbalzare.
-Beh come biasimarla del resto è figlia tua- rispondo sorridendo.
 
I giorni trascorrono tranquillamente finalmente ecco che arriva il tanto atteso incontro con la Royal
Academy, dopo l’ultima sorpresa del quinto settore che ci ha cambiato la squadra col quale dovevamo
batterci ormai non ci aspettavamo più nulla.
Le squadre raggiungono le rispettive panchine finalmente anche Victro fa parte della Raimon anche se la
squadra non si fida ancora ciecamente di lui, ma io sono sicura che lavorando insieme alla fine riusciranno a
diventare una grande squadra unita.
La partita sta per cominciare ma ecco che non appena stanno per  entrare in campo mi blocco così come
l’allenatore Mark.
-Non posso crederci quello è..- dice sottovoce
-Jude Sharp- rispondo scioccata.







Angolo dell'autrice
Eccomi qua come promesso con un nuovo ed
elettrizzante capitolo spero vi piaccia.
Fatemi sapere un bacio Kikka

 

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Capitolo 5
*** Cinque ***


 Victor

Chi è mio padre???

Jude Sharp, sono scioccata,cosa ci fa mio zio ad allenare la Royal Academy.
-Ehi Saw, ma quello è tuo padre??- mi chiede Arion,
-Ma cosa dici Arion- rispondo ancora scioccata,
-Ma l’altra volta non era lui il Jude che vi aspettava a casa a te e a tua madre?- dice ancora,
-Si ma lui è..-cerco di dire
-Jude è suo zio- risponde Mark anticipandomi.
-E così anche tuo zio fa parte del quinto settore- dice Victor intromettendosi nel discorso,
-Non dire sciocchezze, mio zio ama il calcio- rispondo adirata,
-Vero, Jude era un mio compagno dell’Inazuma, ma fatto sta che è seduto dalla parte opposta e
non riesco a capirne il motivo- aggiunge l’allenatore.
La partita comincia e tra alti e bassi la Raimon riesce a guadagnarsi un’altra vittoria col risultato di 3-2.
 
-Ehi Savanna, aspettami- mi urla Victor dopo la partita,
-Cosa vuoi?- chiedo fredda,
-Cosa c’è adesso sei tu che fai la dura?- mi chiede sorridendo,
-Lasciami in pace Victor- dico voltandomi ed allontanandomi.
 
Mi dispiace Victor ma mamma e zio Jude non vogliono che ti frequenti, loro mi hanno sempre protetta
e se la pensano così avranno i loro validi motivi, però non riesco a capire il comportamento dello zio.
Lui ha sempre ritenuto il calcio un grande sport ed ora è il primo a cedere al volere del Quinto Settore.
 
-Savanna- urla Arion raggiungendomi,
-Arion- dico fermandomi,
-Vieni siamo stati invitati dalla Royal Academy nella loro sede- mi dice afferrandomi per un braccio e
trascinandomi con se.
Rimango a bocca aperta di fronte alla maestosità di questo edificio,caspita è immenso, penso stupita
come del resto tutti gli altri.
Una porta si apre facendoci entrare in quel labirinto e subito un ragazzo si presenta davanti a noi.
-Mark, venite- dice riferendosi all’allenatore,
-Si David- risponde lui facendoci cenno di seguirlo.
Questo ragazzo era accanto allo zio durante la partita e Mark lo conosce pure, suppongo che
anche lui era un loro compagno.
Una porta si apre lasciandoci entrare il un ascensore,
-Quello che vedrete qui dentro deve rimanere segreto- dice il ragazzo fissandoci, annuiamo e subito ecco
che la porta si riapre facendoci incontrare di nuovo Jude.
-Zio Jude- dico fissandolo,
-Savanna- risponde allargando come al solito le braccia, mi allontano dal gruppo raggiungendole all’istante,
-MI ero spaventata vedendoti su quella panchina- dico stringendolo forte,
-Mi dispiace- risponde ricambiando l’abbraccio
-Ma non ha dubitato un attimo della tua lealtà- aggiunge Mark
-lo immaginavo,ma ora seguitemi devo presentarvi delle persone- dice incamminandosi verso una porta.
Quest’ultima si apre mostrandoci quattro uomini seduti ad un tavolo, ne riconosco solo uno, è l’allenatore
Travis, poi gli altri sono il signor Hillman , il signor Raimon ed il quarto non riesco a capirlo.
-E’ bello rivederti Mark- dice Hillman sorridendo,
-Anche per me è lo stesso, ma ora volete spiegarmi cosa succede?-chiede l’allenatore grattandosi la testa,
-Noi siamo la resistenza contro il quinto settore- risponde lo zio Jude
-Ma non via abbiamo potuto avvertire prima perché loro dovevano fidarsi di noi- aggiunge Hillman.
-Voi siete la squadra che darà inizio al nostro piano, e vinceremo liberando per sempre il calcio- aggiunge in
fine zio Jude sorridendomi, ricambio il sorriso come tutti i miei compagni, da oggi il vento soffia aria di
rivoluzione, noi ce la faremo e finalmente chiunque potrà giocare liberamente.
 
Pov Victor
-Victor sei tornato- dice Caila vedendomi entrare,
-Si- dico raggiungendola,
-Com’è andata la partita contro la Royal?-chiede mio zio entrando,
-Bene, anche il loro allenatore Jude Sharp, vuole annientare il quinto settore- rispondo sorridendo,
-Jude Sharp hai detto?- chiede lui sobbalzando,
-Si perché lo conosci?- chiedo fissandolo,
-Si, chi non conosce Jude, e poi anche il facevo parte dell’Inazuma ricordi, quindi li conosco tutti-
risponde sorridendo, ma negli occhi gli scorgo chiaramente un po’ d’amarezza.
 
Pov Savanna
I giorni trascorrono velocemente e quasi arrivato il giorno del mio quindicesimo compleanno ed io
non so ancora cosa fare, vedo Victor solo durante gli allenamenti ma non vi nascondo che stagli
lontana mi costa una certa fatica.
C’è qualcosa in lui che mi attrae come mai mi è successo, ed evitarlo mi fa stare male.
Gli allenamenti sono appena finiti,mi intrattengo un po’ in compagnia di Sky, Jade e Rosy finchè non lo
vedo uscire dagli spogliatoi, saluto le mie amiche apprestandomi a seguirlo.
-Ehi solitario- dico richiamandolo, lui non tarda a voltarsi fissandomi stupito,
-Che c’è- mi dice fulminandomi con lo sguardo,
-MI stavo chiedendo se ti andava un gelato- dico con un filo di imbarazzo, lui mi fissa ancora confuso,
-Non mi avevi chiesto di lasciarti in pace- risponde pungente,
-Beh, si, ma ho cambiato idea- dico distogliendo lo sguardo dal suo,
-Beh, adesso sono io che voglio essere lasciato in pace- mi dice pungente e voltandosi
-Aspetta Victor, io..- cerco di dire ma le sue labbra all’improvviso mi bloccano poggiandosi sulle mie.
Mi stacco da quel contatto dandogli un ceffone in pieno viso e senza dargli il tempo di riprendersi mi
allontano avviandomi verso casa.
Mi metto a letto cercando di prendere sonno ma non ci riesco, ripenso ancora a quel bacio, le labbra al sol
pensiero mi ardono, il cuore al sol ricordo mi batte all’impazzata ed il viso mi va completamente in fiamme.
Il mattino seguente decido che devo parlargli, devo chiarirmi con lui, non posso più stargli lontano e dopo
quello che è successo ieri ne sono ancora più sicura.
Dopo le lezioni raggiungo subito il campo sicura di trovarlo la, infatti non appena arrivo ecco che lo vedo.
Lui si accorge subito della mia presenza, mi fissa ma subito dopo riprende a palleggiare, mi avvicino fino a
raggiungerlo, lo guardo timidamente non sapendo sa dove cominciare,
-Scusami- dico infine decisa,
-Per cosa?- chiede lui vago,
-Per ieri, non dovevo colpirti- dico sincera,
-E io non dovevo baciarti- mi risponde serio,
-Victor, io non voglio stare lontana da te- dico afferrando il suo braccio,
-Sul serio, perché da come ti comporti si direbbe il contrario- risponde staccandosi dalla presa,
-E’ complicato- dico cercando di scusarmi,
-No, sei tu che rendi tutto complicato- mi dice quasi ringhiando,
-Io, io non mai avuto un ragazzo ed ho paura- dico abbassando il viso,
-Neanche io ho mai avuto una ragazza- risponde sollevandomi il viso, a quel punto mi perdo nel suo
sguardo e senza rendermene conto mi sollevo quel tanto che mi basta per raggiungere le sue labbra.
Il mio compleanno è ormai alle porte, ho deciso di dare una festa in maschera dato che compio gli
anni il giorno di Halloween, così le giornate le trascorro in compagnia dei miei amici e di Victor il
mio ragazzo ad organizzare l’evento.
Le cose alla Raimon sono cambiate, l’allenatore Evans ha lasciato la squadra ed ora c’è mio zio Jude alla
guida, quando siamo al campo io e Victor evitiamo di stare assieme, non voglio che sappiano di noi, ho
paura della loro reazione quindi per il momento ho deciso di celargliela.
-Ehi Saw, stasera ti va di venire a cena da me,ovviamente verranno anche Arion e Sky- mi dice Victor,
-Beh io non so- dico pensandosi su,
-Ma si tanto è una cena di gruppo- aggiungo sorridendo, lui alla mia risposta sorride e dopo avermi
regalato un lieve bacio sulle labbra corre a cambiarsi.
Comincio a cercare qualcosa di carino da mettere quando mia madre fa capolino in camera mia,
-Come mai tutti questi vestiti sono sparsi per la stanza- mi dice cominciando a sistemare,
-Stasera volevo andare a mangiare una pizza con i miei amici se per te va bene- rispondo fissandola,
-Ma certo tesoro, l’importante e che poi non torni da sola- risponde accarezzandomi i capelli,
-Non preoccuparti, ci sono anche Arion e Sky, quindi facciamo strada assieme- dico sorridendo.
Finalmente dopo svariate prove sono pronta, ho deciso di indossare un jeans e una maglietta blu, ho
lasciato i capelli sciolti e ho aggiunto un cerchietto, mi fisso allo specchio un’ultima volta prima di
sentire il campanello, mi precipito alla porta ritrovandomi davanti un Arion un po’ imbarazzato,
saluto mia madre e zio Jude e col mio amico mi incammino verso casa di Sky, una volta presa anche
 lei raggiungiamo casa di Victor.
-Mamma mia che casa- dice Arion fissandola scioccato, la porta si apre facendo spazio alla figura di Victor,
lo raggiungiamo e subito entriamo seguendolo.
C’è un odore buonissimo, sua madre deve essere proprio brava in cucina, voltiamo l’angolo
trovandola infatti ai fornelli.
-Mamma loro sono Arion, Sky e Savanna- dice presentandosi,
-Piacere di conoscervi ragazzi io sono Caila- dice sorridente,
-Victor puoi andare a chiamare Caleb, la cena è pronta- dice dolcemente, lui annuisce e noi
prendiamo posto a tavola.
Caila comincia a metterci prelibatezze di tutti i generi sotto il naso, l’odore che emanano mi invade le
narici ma subito mi riprendo non appena Victor e l’uomo fanno il loro ingresso.
Per un attimo interminabile io e l’uomo ci fissiamo, non so perché ma c’è qualcosa in lui di familiare.
-Salve ragazzi, io sono Caleb Stonewall- dice fissandoci,
-Loro sono Arion, Sky e Savanna- risponde Victor al porto nostro.
Cominciamo a consumare la cena tra una chiacchiera e l’altra, è tutto buonissimo,infatti io sto per
scoppiare fin quando Victor comincia a parlare di zio Jude.
-Sai Caleb abbiamo un nuovo allenatore- dice fissando l’uomo,
-Di nuovo,ma non era venuto Mark- dice col tono di chi lo conosce,
-Si ma non so perché se ne andato lasciandoci nelle mani dell’allenatore Jude- aggiunge Arion,
-Jude, Jude Sharp??- chiede col viso sconvolto, Caila si volta a guardare il fratello
 tranquillizzandolo con lo sguardo,
-Si proprio lui, Savanna è sua nipote quindi sta attento a ciò che dici su di lui- dice Victor ma Caleb non
lo sta più ascoltando, ha gli occhi completamente immobili sul mio viso tant’è che tutti se ne accorgono.
-Tu sei la figlia di Celia?- mi chiede con un filo di voce, annuisco non capendo il perché del suo
sconvolgimento, forse anche lui conosce mia madre e mio zio.
All’improvviso si alza dalla sedia e senza dire nulla sparisce al di la del muro, tutti rimaniamo straniti
dal suo comportamento, infatti Caila non tarda ad alzarsi e a seguire il fratello a quel punto anche
noi decidiamo di andare.
Victor mi sta riaccompagnando a casa,mi tiene la mano stringendola alla sua.
Raggiungiamo il cancello di casa mia così mi volto per salutarlo.
-Mi dispiace per come è finita la serata e ti chiedo scusa anche per mio zio- dice tristemente, gli regalo un
bacio abbracciandolo forte contro il mio corpo.
-Non preoccuparti- dico sorridendo e assaggiando di nuovo le sue labbra per poi voltarmi ed entrare.
 
Pov Celia
Sto guardando un film quando all’improvviso il suono del telefono mi fa sobbalzare, rispondo,
-Celia- dice il mio interlocutore, mi blocco non appena riconosco la voce,
-Devo vederti- aggiunge lui,
-Caleb- riesco solo a dire prima di sentire Savanna rientrare.







Angolo dell'autrice...
Allora????
Che ve ne pare????
La storia si va infittendo sempre più, siamo agli
sgoccioli,l'ora della verità si avvicina per Savanna.
Chissà cosa succederà.
Continuate a segiurmi e farmi sapere cosa ne pensate,
baci Kikka

 

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Capitolo 6
*** Sei ***


 
Victor e Savanna

Chi è mio padre???

Oggi è il mio compleanno, non vedo l’ora sia stasera per la festa, io e i miei amici l’abbiamo organizzata
 in ogni minimo dettaglio, niente può rovinarla.
-Buon giorno tesoro mio, auguri- dice mia madre entrando in camera e abbracciandomi,
-Grazie mamma- rispondo sorridendo debolmente,
-Savanna cosa succede, sai che con me puoi parlare- mi dice accarezzandomi i capelli,
-Niente mamma non preoccuparti- dico cercando di tranquillizzarla.
Raggiungo il campo e subito vengo raggiunta da Arion e Sky
-Auguri- mi urlano attirando l’attenzione di tutti ed abbracciandomi,
-Grazie- rispondo paonazza e cercando di non soffocare tra le loro braccia,
-Ehi Arion,va ad allenarti-dice mio zio riprendendo il ragazzo,
-E tu Savanna vieni a farti dare un bacio- aggiunge sorridendo, abbraccio mio zio lasciandomi
coccolare per un attimo dal suo affetto, subito dopo prendo posto alla solita panchina ricevendo
gli auguri dal resto dello staff.
Gli allenamenti sono ancora in corso ma io non posso restare a vederli tutti perché devo prepararmi
per la festa di stasera, così in compagnia delle ragazze lascio il campo.
-Saw alla fine lo hai detto a tua madre di Victor?-mi chiede Sky,
-Non ancora ma stasera Victor ci sarà quindi- rispondo dopo aver sospirato,
-Beh non sai quanto ti invidio, hai un ragazzo e non solo è pure un bel fusto- dice Jade malinconica,
-Ehi Jade smettila mi metti in imbarazzo- dico diventando paonazza,
-E perché mai, è noto a tutti che Victor è il ragazzo più ambito della squadra- aggiunge sorridendo,
-E’ vero ed è stato fatto anche un sondaggio su questo- aggiunge Rosy,
-Dai ragazze smettetela- urlo completamente rossa in viso,
-Va bene, va bene, la smettiamo- dice Jade ridendo di gusto.
Saluto le mie amiche e dopo aver fatto un respiro profondo entro in casa.
Richiudo la porta stranendomi di non ritrovarmi mia madre tra i piedi, faccio un giro della casa
tranquillizzandomi nel notare che di lei non vi è traccia, così più tranquilla mia fiondo in bagno a preparami.
 
Pov Celia
Arrivo al luogo dell’appuntamento un po’ in anticipo ma subito mi accorgo che qualcuno è arrivato anche
prima, raggiungo la sagoma poggiata sull’albero camminando lentamente, sono talmente nervosa che mi
sudano le mani, è da troppo tempo che non ci vediamo, cosa gli dico, mi chiedo nella totale confusione.
-Caleb- sussurro raggiungendolo, lui si volta lentamente facendo crescere in me il desiderio di guardarlo,
finalmente ecco che si para davanti a me,mi fissa col suo solito sguardo indifferente e corrucciato.
-Celia- pronuncia con nonchalance, mi sento sciogliere solo al sentire la sua voce,
-E’ passato tanto tempo- dice avvicinandosi sensualmente,
-Non sei affatto cambiata- aggiunge regalandomi una semplicissima carezza sul viso che su di me ha
l’effetto di una fiamma.
-Oh Caleb- riesco solo a dire prima di gettarmi tra le sue braccia, lui sussulta al mio gesto ma stranamente
ricambia l’abbraccio affondando il viso tra i mie capelli ed accarezzandoli.
Mi allontano a mal in cuore dalle sue braccia fissando il suo splendido viso.
-Mi sei mancata Celia- dice all’improvviso facendomi sussultare,
-Sono stato un idiota a lasciarti e non sai quanto ogni giorno io mi penta di averlo fatto- aggiunge
fissandomi nelle iridi ormai velate dalle lacrime,
-Caleb io..- cerco di dire ma un suo dito arresta la mia voce,
-Aspetta fammi parlare altrimenti non riuscirò più a dire nulla- dice asciugandomi una lacrima,
-Ho conosciuto tua figlia, Savanna- dice facendo una pausa, alle sue parole sussulto,
-E’ venuta a cena a casa mia, a quanto pare ha fatto amicizia con mio nipote Victor- dice fermandosi di
nuovo, le sue parole mi provocano un altro sussulto, Victor è suo nipote, penso fissandolo,
-L’ho guardata negli occhi, ha i tuoi stessi occhi, belli, vivi e sinceri- aggiunge sorridendo debolmente.
-In quel momento mi sono sentito accecato dalla gelosia al pensiero che fossi stata di qualcun altro, ma poi
mi sono dato dello sciocco- dice allontanandosi,
-Sono felice per te Celia, ma dovevo rivederti almeno per un’ultima volta, volevo sentire il tuo profumo,
un’ultima volta- sussurra al mio orecchio raggiungendolo,
-Volevo  assaggiare il tuo sapore un’ultima volta, prima di dirti addio- conclude sigillando le nostre labbra.
Come se non aspettassi altro ricambio il bacio all’istante stringendomi con tutta la mia forza al suo collo,
inebriando mente e polmoni del suo profumo, lo stesso profumo che vent’anni fa mi ha fatto
innamorare di lui.
Le sue braccia si stringono attorno alla mia vita, i nostri bacini si incontrano risvegliando sensazioni che
entrambi credevamo ormai svanite.
-Caleb, mi sei mancato, non sai quanto mi sei mancato- sussurro con la voce rotta dai singhiozzi,
-Adesso e meglio se vai o non risponderò più delle mie azioni- dice sorridendo,un sorriso mi sfugge alle sue
parole, guardo l’ora sussultando,
-Cavolo è tradissimo, oggi è il compleanno di Savanna- dico asciugandomi gli occhi,
-Davvero e quanti anni fa tredici o quattordici?- mi chiede,
-Ne fa quindici- dico senza neanche rifletterci,
-Bene allora falle gli auguri- aggiunge regalandomi un ultimo bacio sulla guancia,
-Lo farò- rispondo baciandolo lievemente anche io ma sulla bocca.
 
Pov Savanna
Sono quasi le nove i miei amici stanno per arrivare e di mia madre non vi è ancora ombra.
Anche mio zio Jude sembra preoccupato anche se non lo da a vedere, all’improvviso il suono del
campanello attira la nostra attenzione.
-Finalmente è tornata ma dove sarà stata?- chiedo a zio Jude, apro ritrovandomi però davanti i miei
compagni che felici mi urlano all’unisono buon compleanno.
Li faccio entrare dando inizio alla festa.
L’ennesimo suono del campanello mi fa sobbalzare, mi fiondo sulla porta aprendola all’istante.
-Buon compleanno Savanna- mi dice Victor baciandomi lievemente sulle labbra, non gli do il tempo di
allontanarsi e tirandolo ancora di più verso il mio corpo intensifico il contatto.
La festa è favolosa io indosso un vestitino da strega mentre Victor da vampiro, beh con la sua aria
misteriosa non c’è voluto molto per farcelo sembrare.
 Pov Celia
Rientro in casa trovandola già piena di ragazzi, Savanna è in salotto con loro che scherzano raccontandosi
gaffe passate, così decido di preparare il tutto per la torta entrando in cucina.
-Dove sei stata?- mi chiede Jude con voce severa,
-Ho incontrato una persona- dico rimanendo sul vago,
-E chi sarebbe questa persona non è possibile saperlo- chiede insistente,
-Jude ti prego, non è il momento- dico cercando di celare gli occhi rossi dal pianto,
-Celia dove sei stata?- mi chiede di nuovo questa volta con tono forte fissandomi nelle iridi,
non ho il coraggio di rispondergli, non ho il coraggio di dirgli che ci sono ricaduta, abbasso il viso
decidendo di non rispondere.
-Sei stata con Caleb, non è vero?- mi chiede sicuro, sussulto alle sue parole voltandomi verso di lui.
-Si, ho visto Caleb- ammetto col viso basso,
-Celia io non voglio vederti di nuovo stare male per lui- mi dice abbracciandomi,
-Non preoccuparti abbiamo solo fatto due chiacchiere- rispondo sorridendo debolmente,
-Ma c’è una cosa che devi assolutamente sapere- aggiungo.
-Victor come pensavamo non è figlio di Caleb- dico sollevata,
-Ma allora perche ha il suo stesso cognome?- mi chiede stranito,
-E’ figlio di Caila, la sorella di Caleb- dico sicura,
-Quindi Savanna e Victor sono..- cerca di dire,
-Sono cugini- dico fissando mio fratello.
 
Pov Victor
Cerco la cucina per prendermi da bere , finalmente la trovo ma non appena sto per entrare delle voci
dall’interno mi fermano.
-Quindi Savanna e Victor sono..- cerca di dire Jude,
-Sono cugini- dice Celia fissando il fratello.
Che cosa, Savanna è mia cugina,è mia cugina, mi sento la mente scombussolata dalla notizia, non può
essere veramente mia cugina, ma se lo dice sua madre deve essere vero, cosa faccio adesso, non possiamo
stare insieme se siamo cugini ed io non voglio che lo sappia proprio il giorno del suo compleanno, decido
così di tornare in salotto facendo finta per il momento di non sapere nulla sulla discussione.
 
Pov Savanna
-Ehi, dove ti eri nascosto- dico aggrappandomi al braccio di Victor,
-Ero, ero in bagno- dice sorridendo, lo fisso per poi sorridergli, all’improvviso ecco che si spengono le luci e
dall’entrata appare mia madre con in mano una torta con delle candeline accese, mi stacco da Victor
avvicinandomi al tavolo, tutti cominciano a cantare la solita canzoncina ed io mi appresto a spegnere le
candeline ed ad esprimere il mio desiderio, non appena ho finito sollevo lo sguardo cercando subito quello
di Victor ma lui non mi guarda nemmeno, se ne sta pensieroso poggiato sulla spalliera del divano, cosa gli
prende adesso, penso sospirando.
La festa si conclude e gli invitati cominciano a lasciare la casa, l’ultimo ad andarsene è Victor.
Lo accompagno alla porta salutandolo, lui si avvicina dandomi un bacio sulla guancia a quel gesto sussulto,
cos’è questo uno scherzo penso fissandolo.
-Buona notte- aggiunge voltandosi, quel saluto a me non basta così lo blocco voltandolo verso di me e
baciandolo con foga, lui all’inizio si lascia trasportare dal bacio, ma subito dopo si stacca fissandomi.
-Adesso devo andare, ci vediamo domani- dice allontanandosi, annuisco per poi rientrare anche io.
 
L’indomani mattina non vedo l’ora di vedere Victor voglio sapere il perché del suo comportamento
di ieri, sfortunatamente non appena arrivo a scuola la campana suona e quindi sono costretta a
rimandare al pomeriggio.
Una volta finite le lezioni mi fiondo all’istante fuori dall’aula raggiungendo il campo, subito lo
vedo e correndo lo raggiungo.
-S..Savanna, che ci fai qui?- dice quasi sorpreso,
-Ho bisogno di parlarti- dico trascinandolo lontano dal campo,
-Savanna ci sono gli allenamenti- dice lui cercando di divagare
-Non me ne frega niente degli allenamenti- dico quasi con rabbia,
-O tu mi dici cosa ti sta succedendo, o per oggi scordati gli allenamenti- aggiungo fissandolo,
lo sento sospirare.
-Saw, noi due non possiamo più stare insieme- dice tutto d’un fiato, il mio cuore perde un battito a
quelle parole, perché, mi sta lasciando mi chiedo sconvolta.
-Perché?- riesco solo a chiedere, lo sento sussultare quindi alzo il volto fissandolo,
-Perché è giusto così- mi risponde allontanandosi e lasciandomi pietrificata.
Ritorno a casa sconvolta,non sono nenache riuscita a seguire dieci minuti di allenamento .
Mi chiudo in camera cominciando a piangere, mi sento una sciocca solo per aver pensato che uno come lui
potesse essere diverso, mia madre decidi di venire a vedere cosa è successo dopo avermi vista scappare di
corsa senza degnarla neanche di un saluto.
-Savanna,è successo qualcosa?-mi chiede preoccupata,
-Victor mi ha lasciata, sarete contenti adesso tu e zio Jude- dico quasi ringhiando,
-Tesoro, mi dispiace- dice abbracciandomi, mi allontano dalle sue braccia fulminandola con lo sguardo,
-Non mentirmi, mamma, lo so che tu e lo zio non aspettavate altro- dico scappando via,
-Savanna, aspetta- mi urla,ma io sono già lontana.
 
Pov Victor
Rientro in casa stanco, ma non per gli allenamenti ma per i pensieri, non credevo di possedere
una tale forza capace di separarmi da lei.
-Victor stai bene?- mi chiede Caleb fissandomi,
-Io e Savanna abbiamo rotto- dico fissandolo,
-Ma cosa dici, perché?-mi chiede scioccato,
-Beh questo dovreste dirmelo tu e Caila- rispondo serio,
-Non capisco il motivo- aggiunge lui confuso,
-Ho sentito Celia dire a Jude che io e Savanna siamo cugini- dico guardandolo negli occhi.
 
Pov Caleb
Che cosa, Victor e Savanna sono cugini, ma è impossibile penso scioccato, all’improvviso il suono
del mio cellulare mi richiama, guardo il display rispondendo all’istante.
-Celia- dico stranito,
-Caleb dobbiamo vederci- dice con la voce tremante,
-Subito- aggiunge.











Angolo dell'autrice
Ecco a voi un altro stratosferico capitolo,
la storia sta per concludersi ancora qualche capitolo.
Spero vi piaccia. 
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio Kikka
 

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Capitolo 7
*** Sette ***


 Caleb (Papà)

Chi è mio padre???

Pov Celia
Ho dato appuntamento a Caleb in un motel fuori città, sono già seduta al tavolo da un paio di minuti, come
al solito sono venuta in anticipo, l’ansia mi sta divorando, come faccio a dirgli la verità, a sconvolgere la sua
vita dopo quindici anni di silenzio.
Sono persa nei mie pensieri quando l’ombra di qualcuno riflessa sul tavolo mi costringe a voltarmi.
-Caleb, sei arrivato finalmente- dico alzandomi dal posto,
-Siediti, non mi piace mangiare a stomaco vuoto- dice prendendo posto davanti a me.
Sono le undici di sera e in effetti neanche io ho ancora cenato, ordiniamo un panino e nell’attesa che arrivi
prendiamo una birra.
-Allora di cosa volevi parlarmi- dice tranquillo,
-E’ un argomento un po’ delicato- dico abbassando il viso,
-Lo so- dice stupendomi, sollevo il viso fissandolo, lo sa, cosa sa, mi chiedo.
-Prima che mi chiamassi era rientrato da poco Victor- dice fissandomi, deglutisco, che abbia sentito tutto.
-Mi ha detto di aver sentito parlare te e Jude- aggiunge guardandomi adesso con un altro sguardo.
-Savanna ha cominciato a frequentarsi con Victor ma loro non possono stare insieme- dico cercando di
trovare le parole migliori, in realtà non so neanche da dove cominciare a dirgli la verità.
-Loro sono..- sto per dire ma l’arrivo della cameriera interrompe il mio discorso.
Cominciamo a consumare la cena prima che si freddi nel frattempo rifletto su cosa dirgli.
 
Pov Caleb
Cazzo, quant’è bella, non so se stanotte riuscirò a resistere dal saltargli addosso, nel pomeriggio mi è
costata una certa fatica contenermi.
Sono stato davvero un idiota a lasciarla, ma ora dopo quindici anni chissà se lei prova ancora qualcosa per
me, per la prima volta darei tutto per qualcuno, qualcuno di veramente speciale.
Credevo che l’incontro pomeridiano sarebbe stato realmente l’ultimo tra noi, ora invece mi ritrovo qui in un
motel con lei, se il destino ha deciso di darmi un’altra possibilità devo sfruttarla al meglio.
Finiamo la cena e prendiamo un’altra birra, ogni qual volta la vedo poggiare la bottiglia sulle labbra
immagino le mie al porto del freddo vetro.
-Caleb- dice facendomi riprendere dal mio stato di trance,
-Dove eravamo arrivati?- chiedo cercando di stare attento,
-Vieni andiamo in macchina- dice alzandosi, in macchina cavolo dovremmo andare in un luogo aperto pieno
di gente non in macchina dove staremo a pochi centimetri di distanza, penso confuso.
Mi sollevo e dopo aver pagato mi appresto a seguirla, esco trovandola intenta a cercare le chiavi dell’auto,
delle gocce cominciano a bagnarmi,cavolo penso, ci mancava solo la pioggia.
-Celia sta cominciando a piovere- dico richiamandola,
-Non riesco a trovare le chiavi- risponde nervosa, e ti pareva, è rimasta la sbadata di sempre.
Mi volto a fissare l’edificio dietro di me, beh se non trova le chiavi non possiamo tornare a casa, io sono
venuto in autobus sperando di scroccarle il passaggio del ritorno, a questo punto non mi resta altro da fare
che affittare una camera nell’attesa che la pioggia ormai forte si plachi.
-Vieni Celia- dico facendole segno, lei non tarda a raggiungermi e fissandomi mi regala un dolce sorriso.
-Ho affittato una camera, torneremo a casa non appena smette di piovere- dico avviandomi all’entrata.
Sento i suoi passi deboli dietro di me, sto impazzendo, la voglia di baciarla e di sentire di nuovo il suo sapere
mi sta logorando, prendo la chiave ed apro lasciando entrare per prima beandomi del profumo che lascia.
Chiudo la porta e subito mi tolgo la giacca poggiandola in una sedia, lei fa lo stesso ma il risultato è ben
diverso, la sua maglietta è fradici a causa della pioggia che le è caduta addosso, questo non mi facilita per
niente le cose.
-Se vuoi asciugarti in bagno dovrebbe esserci un phone- dico fissandola, lei si limita solo a guardarmi e
voltandosi entra in bagno, ritorna dopo un paio di minuti con addosso la maglia asciutta.
-Adesso è meglio se parliamo- dice sedendosi sul letto, la raggiungo prendendo posto accanto a lei.
-Caleb- comincia a dire, ma io sono talmente intento a fissarle le labbra da non ascoltarla nemmeno,
dovremmo parlare, la faccenda è seria ma non riesco a non desiderarla.
Mi sbilancio quel che basta per raggiungere le sue labbra, la sento sussultare ma subito dopo ricambia il
bacio come se non aspettasse altro anche lei.
Le nostre lingue abbandonano le rispettive bocche incontrandosi, le mie mani desiderose raggiungono la
sua vita cingendola ed avvicinandola ancora di più a me.
 Le sue braccia circondano il mio collo intensificando il contatto, ci lasciamo ricadere sul letto cominciando
ad accarezzarci senza smettere un attimo di baciarci.
 
Pov Celia
Oh mio dio non posso crederci, sono in una camera con Caleb e stiamo per fare l’amore.
Non so per quanto tempo ho sognato questo momento, credevo di essere solo io la sciocca sentimentale
ad avere rimpianti, invece con il suo gesto sto capendo che in realtà anche lui non vedeva l’ora.
Le sue mani accarezzano lentamente la mia pelle, la sua bocca bacia ogni parte del mio collo facendomi
rabbrividire, sopraffatta dalla voglia di lui, lo tiro su di me così da sentire il suo corpo sopra il mio.
Gli abiti che indossiamo in poco tempo si ritrovano sul pavimento, i nostri corpi si strofinano l’uno con
l’altro alimentando la scintilla che dentro ci sta facendo ardere di passione.
Le sue mani accarezzano il mio seno provocandomi brividi di pura passione , il suo alito soffia tra i mie
capelli facendomi venire la pelle d’oca, subito dopo lo sento dentro di me, ci muoviamo raggiungendo un
piacere che per tanto, troppo tempo ci siamo negati.
Cerco di regolarizzare il respiro, mi volto mettendomi di fianco e fissando il suo bellissimo viso sereno,
lui fa altrettanto incontrando immediatamente i miei occhi.
-Caleb, Savanna è tua figlia- dico d’un fiato a brucia pelo, il suo volto si irrigidisce, mi fissa confuso, si solleva
asciugandosi la fronte, mi fissa di nuovo non sapendo cosa dire.
-Caleb,mi dispiace- dico a bassa voce.
-Celia, io.. io non so cosa dire, perché me lo stai dicendo solo adesso- dice nella più totale confusione,
-Perché lei si è innamorata di tuo nipote- dico sollevandomi anche io,
-Victor..Victor non è mio nipote- dice scioccandomi,
-Ma come no,è figlio di Caila, me lo ha detto Savanna e me lo hai detto anche tu- dico confusa,
-Caila è la madre adottiva di Victor, era amica della vera madre che è morta e da quel giorno lo ha cresciuto
come un figlio decidendo in fine di adottarlo- dico fissandola,
-Io credevo,oh mamma, ho combinato un casino- dico mettendomi una mano in fronte,
-Savanna è mia figlia- dice dolcemente, mi volto a fissarlo, non l’ho mai visto così, così direi quasi
emozionato, sorrido dolcemente poggiando il viso sulla sua spalla.
-Caleb io ho amato solo te, e ti amo ancora- dico baciandolo dolcemente.
Si volta facendomi incontrare di nuovo le sue labbra che morbide si modellano con le mie,
-Perché non me lo hai detto?- mi chiede  guardandomi negli occhi,
-Avevo paura, non volevo che tu rinunciassi ai tuoi sogni, facendoti carico di questa responsabilità- dico,
-Celia, noi due stavamo insieme,io ti amavo,e per me non sarebbe stato un carico- risponde
abbracciandomi, le lacrime cominciano a rigare il mio viso, lui se ne accorge subito,
-Ehi adesso calmati, ci sono qua io, questa volta non ti lascerò andare- dice baciandomi, ricambio
l’abbraccio trascinandolo di nuovo sul letto dove insieme ricominciamo a fare l’amore.
 
Pov Savanna
Ho terminato le lacrime,ormai è quasi tutto il giorno che piango, non posso ancora capacitarmi del fatto
che Victor mi abbia lasciato, non mi ha neanche dato una spiegazione, come faccio ad accettarlo.
Mi alzo dal letto e dopo essermi vestita decido di uscire, in casa non sento nessuno, controllo le camere è
quasi mezzanotte data l’ora suppongo che stiano dormendo.
Infatti zio Jude è nel suo letto ma mia madre non c’è, la sua camera è vuota chissà dov’è.
Esco raggiungendo il campo al fiume, mi siedo sulla riva lasciandomi cullare dalla leggera brezza che mi
batte addosso mentre mi perdo ad osservare il cielo pieno di stelle.
All’improvviso dei passi mi fanno sobbalzare, mi volto notando due tizzi che si avvicinano, li fisso notando
che non sono del tutto lucidi ansi oserei dire che sono completamente ubriachi, mi sollevo spaventata
avviandomi verso la strada, ma al mio movimento i due si accorgono della mia presenza.
-Ehi bambolina cos ci fai in giro a quest’ora- mi dice uno, accelero il passo cercando di allontanarmi
velocemente, ma il mio gesto è vano, uno un po’ più lucido mi raggiunge all’istante afferrandomi
per il braccio.
-Ehi sei sorda, il mio amico ti ha fatto una domanda- dice alitandomi direttamente in faccia, faccio una
smorfia cercando di divincolarmi,
-Lasciami mi stai facendo male- dico allontana dolo la mio viso,
-Come, vuoi già abbandonare la festa- dice spingendomi fino a farmi cadere.
Indietreggio terrorizzata, a quest’ora in giro non c’è nessuno che può aiutarmi.
Il tizio comincia ad avvicinarsi lasciandosi in dietro l’amico ubriaco, si piega per raggiungermi ma
all’improvviso si blocca ricevendo una pallonata in peno stomaco.
Mi volto per vedere chi è stato a calciare quel pallone rimanendo pietrificata.
Il mio cuore perde un battito non appena il mio sguardo si incontra col suo.
Victor se ne sta immobile sulle scale fissandomi,mi sollevo da terra raggiungendo le lue braccia e
cominciando a piangere.
Lo stringo forte senza nessuna intenzione di staccarmi, all’improvviso è lui ad allontanarsi, mi fissa e dopo
un momento che a me sembra interminabile mi bacia.
Ricambio il bacio all’istante stringendomi ancora di più al suo corpo, lui fa lo stesso intensificando il
contatto.
Ci stacchiamo riprendendo fiato, lo fisso confusa, lui a quel punto decide di parlare.
-Mi dispiace Savanna- dice con un filo di voce,
-Perché mi hai lasciato- dico cercando di trattenere i singhiozzi,
-Perché sono uno stupido- dice sorridendo debolmente, gli regalo una carezza seguita da un sorriso,
-Victor io mi sono innamorata di te- dico fissandolo,
-Anch’io mi sono innamorato di te, e sono stato un idiota a lasciarti- risponde sincero,
-Ho sentito tua madre mentre parlava con Jude, gli ha detto che siamo cugini, e come uno sciocco senza
pensare ti ho lasciato evitando di dirtelo- dice lasciandomi completamente scioccata,
-Poi una volta a casa ho riflettuto, non riesco a capire come possiamo essere cugini- aggiunge fissandomi,
-Quindi credo che prima di lasciarci dovremmo farci spiegare tutto da tua madre- conclude baciandomi.
Rimaniamo ancora un po’ ad ammirare le stelle abbracciati, vorrei che questo momento non finisse mai.
-Victor come mai eri qui?- chiedo curiosa,
-Stavo venendo a fare due tiri a pallone per chiarirmi le idee- mi risponde sorridendo,
-Domani ci sarà la Finale del torneo cammino Imperiale vero?- chiedo non ricordandolo,
-Si e vinceremo noi- dice sicuro,mi sollevo offrendogli la mano, lui non tarda ad afferrarla, lo abbraccio di
nuovo beandomi ancora del suo calore, sollevo il viso fissandolo, lui lo abbassa unendo le nostre labbra.
Questa volta il bacio è diverso, anche le nostre lingue si uniscono all’incontro e per la prima volta il nostro
bacio si riempie di passione.
-Ti amo- sussurro sulle sue labbra,
-Ti amo anche io- mi risponde unendole di nuovo.
-Vieni ti riaccompagno a casa, se i tuoi si accorgono che non ci sei gli viene un colpo- dice incamminandosi
tenendomi stretta la mano.
Raggiungiamo casa mia soffermandoci ancora qualche minuto, mi stringo di nuovo a lui incapace di
resistere ad un contatto col suo corpo.
All’improvviso i fari di un auto ci fanno voltare, la macchina si ferma a pochi centimetri da noi, rimaniamo
scioccati non appena vediamo scendere mia madre e Caleb,
-Savanna, Victor- dicono i due all’unisono,
-Caleb?- chiede Victor stranito,
-Mamma ma cosa?- chiedo io fissandola.









Angolo dell'autrice
Eccomi qua con il penultimo capitolo.
Ormai quasi tutti i misteri di questa soria 
sono venuti a galla.
Chissà come reagirà Savanna alla notizia.
Questo lo scoprirete solo leggendo il prossimo
ed ultimo capitolo.
Un bacio Kikka.

 

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Capitolo 8
*** Otto ***


Fisso mia madre scendere dall’auto in compagnia di Caleb. Cosa ci fa fuori a quest’ora e perché è con lo zio di Victor, mi chiedo pensierosa. Non so perché ma ho una strana sensazione, la stessa sensazione che ho avuto quando ho visto per la prima volta quell’uomo. “Ragazzi che ci fate fuori a quest’ora?” chiede mia madre avvicinandosi, “Potremmo chiedervi la stessa cosa” rispondo pungente, “Credo sia meglio entrare in casa” dice Caleb all’improvviso destandoci, mia madre annuisce e subito si affretta ad aprire lasciandoci accomodare. Ci sediamo attorno al tavolo fissandoci tutti, la tensione è palpabile, sembra che tutti siamo in attesa di un verdetto, vedo mia madre sospirare fortemente per poi cominciare a parlare. “Savanna, io devo dirti una cosa importante” dice cercando di trovare le parole adatte, “C’entra per caso il fatto che non vuoi che io stia con Victor?” chiedo con tono forte, “Perché se è così puoi anche risparmiare le parole” aggiungo ancora più nervosa, “Io lo amo e non ho intenzione di lasciarlo” aggiungo ancora in fine quasi urlando. Alle mie parole vedo il suo viso tramutarsi, ho paura, ho il terrore che le parole che Victor ha sentito siano la verità, in quel caso le cose sarebbero più complicate anche se non riesco ancora a capire il legame che potrebbe unirci. All’improvviso l’entrata di mio zio ci desta tutti. “Che cosa sta succedendo qui?” chiede lui con tono severo, un flash improvviso mi balena in mente, non è che Victor è figlio di mio zio Jude?, mi chiedo sgranando gli occhi al solo pensiero, sarebbe l’unica soluzione plausibile. “Che ci fai qui Caleb?” chiede mio zio piuttosto irritato, “Siamo qui per chiarire una situazione personale, non credo ti debba interessare” risponde Caleb fissando Jude. “Come ti permetti, mi interessa e come, Savanna è mia nipote” aggiunge mio zio ora furente, Caleb alla sua risposta non emette suono si trattiene dal ribattere fermato dalla mano di mia madre poggiata sul suo braccio, limitandosi solo a stringere i pugni. “Calmati Jude, credo che sia arrivato il momento di dire la verità a Savanna” aggiunge mia madre calmando un po’ le acque. “Perché, perché adesso?” chiede mio zio quasi dispiaciuto. “Perché l’ho appena detto anche a Caleb” risponde mia madre facendo scioccare mio zio. “Cosaa, vuoi farmi credere che in tutti questi anni lui non l’ha mai saputo?” chiede Jude confuso, “No, gli e lo detto stasera” conclude mia madre abbassando il viso. Li fisso non capendo una mazza di quello di cui stanno parlando,  mi volto a fissare Victor trovandolo nel mio stesso stato confusionale. “Allora vi decidete a parlare?” chiede Victor stanco di tanti giri di parole, “Perché io e Savanna non possiamo stare assieme?” chiede ancora sollevandosi dalla sedia, “Victor” dico sollevandomi e afferrando il suo braccio con l’intenzione di calmarlo. “Beh se la cosa che vi interessa di più è stare insieme, vi comunico che potete farlo tranquillamente” risponde Caleb sorridendo malizioso, “Come?” chiedo confusa, fino a qualche giorno fa avrebbero fatto di tutto per tenerci separati ed ora se ne escono con questa risposta. “Si, Caleb ha ragione, abbiamo solo fatto un po’ di confusione non conoscendo la vera realtà dei fatti” aggiunge mia madre fissandomi serena. Mi siedo seguita da Victor curiosa adesso si sapere tutto. “Sarebbe?” chiedo curiosa, “Pensavamo che tu e Victor foste cugini” risponde mio zio fissando Caleb, “Cugini, ma come vi è venuto in mente?” chiedo non capendo, “Credevo che Victor fosse figlio di Caleb, poi ho scoperto che è figlio di Caila in realtà” risponde mia madre fissandoci, “Poi invece Caleb mi ha spiegato che Victor è stato adottato da Caila” aggiunge sorridendo debolmente, “Ho capito ma anche se fosse stato realmente figlio di Caila non capisco come avrebbe potuto essere mio cugino” dico confusa, “Non è che per caso è figlio tuo zio Jude?” chiedo fissando l’interessato che alle mie parole sgrana gli occhi. “Figlio mio, sei impazzita?” mi risponde lui arrestando i miei film mentali,  “Allora non capisco” aggiungo abbassando il viso, “Forse io ho capito” risponde invece Victor fissando suo zio e destando tutti. Caleb fissa Victor sorridendo debolmente e annuendo con la testa. “Savanna, Caleb è tuo padre” aggiunge mia madre spezzando il  silenzio creatosi, alle sue parole sgrano gli occhi. Fisso Caleb scioccata, mio padre, Caleb è mio padre. “Savanna, stai bene?” mi chiede Victor notando il mio stato di trance, annuisco appena tranquillizzandolo, “Tu sei mio padre?” chiedo rivolgendomi a lui che abbassando il capo annuisce senza proferire parola. “Tutto questo tempo” sussurro con le lacrime che prepotenti cominciano a pizzicarmi gli occhi. “Non è sua la colpa Savanna, lui non lo sapeva” risponde mia madre portandosi le mani sul viso, “Celia” dice Caleb abbracciandola. “Perché non l’hai detto prima, perché tacere per tutto questo tempo?” chiede all’improvviso mio zio, “Perché non volevo pesare su di lui” risponde mia madre con viso rigato dalle lacrime, “E me l’hai fatto odiare fino ad ora senza che lui avesse colpa” risponde  mio zio fissando Caleb quasi dispiaciuto. “Questa sua scelta non l’ho condivisa nemmeno io, a quei tempi noi due stavamo insieme non sarebbe stato per me un peso prendermi le mie responsabilità, non sarebbe stato un peso crescere mia figlia” risponde mio padre fissandomi dolcemente. “Mamma, perché non gi e lo hai detto?” chiedo volendo sapere tutto, “Perché ero sicura che avrebbe lasciato la sua carriera nel mondo del calcio pur di stare con noi, e la paura che un giorno potesse rinfacciarmi tutto ha avuto il sopravvento” risponde lei sincera. “Sei stata una sciocca, e  vero io amo il calcio più di ogni altra cosa ma più del calcio amavo te e ti amo ancora adesso” risponde Caleb fissandola. “Scusami Caleb per quello che ho pensato di te fino ad ora, credimi, se avessi saputo che mia sorella ti aveva celato tutto sarei venuto io stesso da te, invece ero convinto che i foste lasciati perché non ne volevi sapere nulla” dice Jude destando mio padre, “Grazie Jude” risponde lui sorridendo. “Adesso però sarà meglio andare a dormire, domani dobbiamo alzarci tutti presto, c’è la finale” dice mio zio riportandoci alla realtà. “Già sarà meglio tornare a casa” aggiunge mio padre facendo segno a Victor di seguirlo, mi sollevo fissando il ragazzo al mio fianco, subito dopo mi volto verso Caleb. Mi avvicino a lui fissandolo negli occhi rispecchiandomi nelle sue iridi, “Buonanotte, Papà” dico gettandomi tra le sue braccia, lui mi stringe accarezzandomi dolcemente i capelli, “Buonanotte Savanna” sussurra. La mattina seguente la sveglia comincia presto a suonare, mi alzo di scatto e subito comincio a prepararmi, una volta pronta entro in cucina trovando mia madre e zio Jude intenti a fare colazione. “Buongiorno a tutti” dico con voce pimpante, “Buongiorno, vedo che sei di ottimo umore” mi risponde mio zio Jude, “Già tesoro” aggiunge mia madre, “Si, in effetti sono eccitatissima al pensiero che oggi si disputerà l’ultima partita del torneo” rispondo gasata, “Bene allora sarà meglio muoverci se non vogliamo fare tardi” risponde mio zio alzandosi dalla sedia, “Ehi voi due non vorrete andarvene senza di me” aggiunge mia madre seguendoci. In compagnia di mio zio e mia madre raggiungo il campo della scuola, mia madre sale sugli spalti a fare il tifo con Silvia la zia di Arion, io e mio zio invece raggiungiamo la panchina della nostra squadra. “Ciao Saw, finalmente non ci speravamo più” dice Sky vedendomi arrivare, “Ciao ragazze, allora sono arrivati?” chiedo ansiosa, “Non ancora ma i nostri sono già in campo a riscaldarsi” risponde Jade. Fisso i ragazzi in campo cercando la sua chioma blu non trovandola. Mi guardo in torno non vedendolo da nessuna parte, sospiro finchè qualcuno non attira la mia attenzione. Caleb, ovvero mio padre, e Victor camminano nella nostra direzione e in poco tempo ci raggiungono. “Buongiorno” dice mio padre fissandomi, sorrido e subito dopo corro ad abbracciarlo. Mi stacco voltandomi a fissare Victor del tutto intento a fissarci, lo raggiungo baciandolo dolcemente sulle labbra, facendo accorgere a tutti di quel gesto, “Ehi, ehi, ehi, mi sono per caso persa qualcosa?” chiede Jade maliziosa, “Già non avevi detto che tua madre e tuo zio non volevano che stessi con Victor?” chiede Sky indicando la presenza di mio zio, “Si, ma adesso le cose sono cambiate” rispondo abbracciando il mio ragazzo. Il fischio dell’arbitro ci avverte dell’inizio della partita, ci sediamo sulla panchina cominciando così a seguire il tutto. Tra calci,  spinte e parate la partita finalmente si conclude con la vittoria della nostra squadra sotto lo sguardo scioccato di tutti. Cominciamo così a festeggiare saltando e ridendo tutti insieme finalmente come un'unica e grande famiglia.
 

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