due vite che si incontrano

di sognatrice14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo incontro ***
Capitolo 2: *** conosciamoci ***
Capitolo 3: *** domeniche insieme ***



Capitolo 1
*** primo incontro ***


CAPITOLO 1: PRIMO INCONTRO
Strade deserte, illuminate dai fiocchi lampioni, e rallegrate solo dal cinquettio degli uccelli. La nuova città si presentava cosi.

Marta si era dovuta far lasciar un pò lontano rispetto la nuova casa. Con due valigie, una grossa borsa si avvvia verso casa. Non credeva che Padova si poteva presentare cosi. Era molto stanca, non c'è la faceva più.

All'improvisso le si avvicinarono due ragazzi. Le chiedero,sorridendo," Vuoi una mano, ti aiutiamo noi?“ c’era qualcosa nel loro sguardo che non la convinceva“ no,no grazie!“ disse cercando di non far capire che la voce tremava.Marta cercava di schivarli ma loro seguivano i suoi movimenti, la paura sali nel suo corpo,non c'era via  per scappare.

Marta era sul punto di urlare, di piangere.

" Ragazzi,ragazzi" si senti una voce proveniente da lontano,al richiamo i due ragazzi si girarono, videro di chi si trattava.  Il ragazzo si avvicino e diede una pacca sulla spalla a uno dei ragazzi e continuo " Volevate aiutare mia sorella, vi ringrazio", disse abbracciando Marta.

Il ragazzo riprese parola, dicendo " Ora, però  me ne occupo io, grazie ragazzi" e poi guardo Marta negli occhi castani "Andiamo sorellina".

 Gli mise un braccio intorno al collo di lei e iniziarono a camminare, cercando di allontanarsi il più possibile da quei due. I due ragazzi osservarono a capo chino la scena.

" Grazie "disse Marta

 " Shhhhhssh... dobbiamo allontanarci da qua".

Dopo un pò che camminavano,senza dirsi una parola, gli tolse il braccio  e disse " Ok, li abbiamo seminati.  Non devi girare cosi tardi!!"

 Marta lo guardo e gli disse " Sono appena arrivata, non sapevo che potesse succedere quello che non successo, mi dispiace che mi hai dovuto salvare, grazie comunque", si stava prendendo le valigie ma la mano di lui la fermo " dove vuoi andare? Dimmi dove è casa tua, che ti accompagno."

Marta scuote la testa, si riprende le valigie e stava per andare, lui le prende il bacio e le dice " Sei sempre cosi orgogliosa, dai fatti aiutare." Alla fine cedette e le disse la via e il numero civico, lui si mise a ridere, lei lo guardo innervosita, lui vedendo il suo sguardo, disse " Ok, la smetto. Rido perchè abiti nello stesso plesso."
Sorrise, allungo la mano e si presento, lui disse  Andrea:“ Ti porto io queste, sono più pesanti di te."
Marta si fece aiutare, iniziarono a camminare e scese il silenzio tra i due, poi lo rupe Andrea "Come mai qui? Uhm.. Aspetta, voglio indovinare sei qui per studiare,ehm... studi medicina giusto?" , Marta lo guardo e poi disse " Sei anche un indovino?", sorrise " la guardo con aria dubbiosa "anche'cosa sarei inoltre?,Marta un po vergognandosi disse£ quacuno sarai per fare andare quei ragazzi cosi!  " Ahahahah- rise Andrea- sono solo un ragazo che lavora in un pub vicino e qui mi conoscono tutti. Quei due ragazzi hanno proprio superato il limiti. Quando li ho chiamati e mi hanno riconosciuto, ti hanno lasciato andare.
Marta rimase ad ascoltare in silenzio e pensando che anche se questo ragazzo era un pò presuntuoso senza di lui non sa che cosa sarebbe successo. Andrea la guardo e disse " I miei discorsi, ti mettono inquetudine"
 Marta scosse il capo e disse " No, pensavo a ciò che è successo. Non ti ringrazierò mai abbastanza per ciò che hai fatto"disse guardandolo negli occhi neri
  " Se vuoi ti posso dire dei modi per desbitarti, ad esempio puoi non rimproverarmi per rumori notturni, puoi essere sempre disponibile,sai dimentico sempre qualcosa, zucchero,sale, pepe,pasta... e tutto il resto. Se mi viene in mente qualcos'altro,te lo dico" sorride anche Marta lo fa.
Dopo cinque minuti, Andrea esordi " Ecco, la tua nuova casa!". Davanti a loro si ergeva un grande palazzo, di colre rosa, era vecchio ma  nello stesso tempo moderno. Marta aveva un sorriso che arrivava alle orecchie, Andrea la vide e non potè fare a meno di non sorridere. " Andiamo" dissero insieme. Presero l'ascensore e salirono al quinto piano. Andrea l'accompagno davanti la porta della nuova casa,che era di fronte alla sua, si salutarono.
Marta entro nella sua nuova casa, era veramente felice. Era l'inizio di un sogno, era la vita che voleva, era ciò che sempre aveva sperato. Avvanzo verso il divano nero e vi sprofondo, c'era molto da fare ancora ma adesso era il suo momento si doveva godere questa scena

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Capitolo 2
*** conosciamoci ***


La mattina per Marta arrivo presto,era domenica ma lei aveva una casa da sistemare. Si fece una fresca doccia, e si mise più comoda possibile, pantaloncini e top. Coda alta per leggare i lunghi capelli castani. Una perfetta donna di casa. Avevo comprato diversi detersivi, la prima volta che era venuta. Ne prese uno e decise di inizare a pulire il bagno, strofino ogni pezzo con tanta forza, e poi lavo il pavimento che divento di un luminoso bianco.Poi passo alla sua camera da letto, apri la finestra e senti il profumo della città, fu innebriata da quello odore mai sentito dopotutto veniva soltanto da un piccolo paesino. Smaattelo quella stanza, puli l'armadio marroncino, e mise sotto sopre il suo materasso,puli il suo comodino e la cassettiere all'angolo. Erano le nove e mezza è gia aveva fatto due stanze,ne mancavano solo tre, di cui una erano un altra camera da letto, ma che lei avrebbe utilizzato come ripostiglio. Fini di pulire e cosi prese il suo nuovo compagno e lo adogio al piccolo tavolo bianco, il libro di biologia aspettava che qualcuno iniziasse ad aprirlo, ed era Marta. Inizava cosi la sua avventura.



Erano passate solo nove ore da quando Marta si era seduta, ma in quel momento fu interrotta dal suono del campanello, si avvicino alla porta ripetendo, apri " Si, la cute è il rivestimento esterno del corpo umano blabla... blabla..." disse entrando Andrea, "...non puoi passare la domenica sera a studiare, e poi sei appena arrivata non puoi, forza vestiti ti faccio conoscere la città"



 Marta rimasta allipita di quello che era appena successo, era immobile vicino al divano con lo sguardo rivolto verso Andrea. " Ok, ti scelgo io i vestiti" disse dirigendosi verso la camera di Marta,  Marta lo insegui e cerco di fermarlo. Apri la porta, la guardo e disse " C'è stata una squadra di pulizia qui, mah vediamo che c'è in questo a rmadio" disse avvicinadosi all'armadio, lo apri e inziò a  frugare " si, questo va bene." disse indicando un vestito beice, con molti colori. Era il preferito di Marta, lei sorrise, ma nel suo cuore aveva paura di quel ragazzo. " Ok, va bene. Adesso puoi uscire, mi devo vestire.", " Perchè devo uscire, non mi vergogno sai, ho visto molte donne sai..." Marta lo prese a spintoni e lo buttò fuori dalla sua camera.



Si scivolo via i pantaloncini e si tolse la maglia, si mise il vestito. Si sciolse i capelli e cerco di dargli una forma, poi passo al viso, matita nera, ombretto chiaro, un pò di far per colorar le guancie e lucida labbra. Si guardo allo specchio, si sentiva carina. Usci. Andrea la aspettava seduto sul divano. La vide passare, e guardo le sue gambe " Dai, muoviti!", si alzo dal divano e disse " Dovrò dire a molti che sei mia sorella!". Uscirono e preserono l'ascensore, Marta interrupe il rumore delle rotaie dell 'ascensore esrdendo " vorrei capire che università fai, per stare cosi tranquillo.", Andrea fece un sorisetto " Non ci credereai ma Medicina." Marta lo guardo come per dire ma sei serio, lui continuo " vorrei diventare un chirurgo. Tu?", " pediatra" disse, " C'era da spettarselo da te, si vede.", Marta sorrise e ripate " da te invece non me lo sarei aspettato.",lui " come no? Se no perchè  faccio cosi studio di anatomia" rise alla sua stessa battuta, continuo " dai,questa notte è ancora nostra!"



Uscirono per la strada, Andrea spiegava passo dopo passo tu quello che lui riteneva importante. " Li è il pub dove lavoro da qualche anno" disse Andrea inidicando un pub con molto gente davanti al locale ," Entriamo?" disse Marta con occhi da cerbiatto, " Non funziona con me quello sguardo,  ma entriamo lo stesso perchè ho voglia di un ottima birra e qui è la migliore". Marta rise, lui gli diede la mano, lei si fece accompagnare facendosi portare dentro da lui.



"Ohi Andrea, che fai qui, e chi la bella signorina, nuova... ?" il barman diede un occhiata ad Andrea, dopo due secondi tutti si girarono e salutarono Andrea. Andrea saluto tutti e si sedette in un sgabello al bancone, Marta si sedette accanto. " Lisa, ci prepari due birre!"disse Andrea. Stesero li per mezz'oretta, ridendo e parlando. Uscirono, ridendo ancora di più. " Da quanto tempo vivi qui?"disse Marta ad Andrea, " chi ti fa pensare che non sono un padovano?" disse Andrea, " Il tuo accento,dice molto!".



Andrea stese in silenzio per  un pò, poi disse " Sono  di origine siciliana come te, sono andato via da Catania quando mio padre si dovette trasferire per lavoro a Padova, avevo diciasette anni,  Ci torno poco in Sicilia e parlo poco di questa storia, non ho mai perdonato mio padre per non avermi lasciato li, mancava solo due mesi per fare diciottanni,mi poteva lasciare li, non pensi o comunque farmi ritornare a casa, invece lui no, si è sempre opposto, per questo ho deciso di andare via di casa, e starmi da solo."



Marta ascolto in silenzio sapeva che avevo toccato un tasto dolente, Andrea vide il suo sguardo. Il silenzio imbarazzante non gli piaceva.  "E'peggio più di quando, ti ho salvato,basta con questo silenzio. Se non la smetti, non ti parlerò mai più".



 Marta lo guardo, lo prese per il braccio e appoggio il suo viso sulla sua spalla, si direso cosi verso casa.


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Capitolo 3
*** domeniche insieme ***


Erano passati tre mesi dalla nascita di questa nuova amicizia, era domenica. Andrea era già pronto da un pò e aspettava Marta sul divano, lei chiusa ancora nella sua stanza , non sapeva ancora cosa mettersi. Alla fine prese il vestito blu a tubo dall'armadio, prese le scarpe argento dalla scarpiere. Dopo mezz'ora che era chiusa nella camera, usci.  " Non capisco, perchè ci metti cosi tanto ogni volta. Vai ogni domenica allo stesso ristorante, allo stesso orario e con lo stesso ragazzo, non hai bisogno di farti sempre cosi carina no?", disse Andrea stanco di aver aspettato.

 Marta ribatte subito " Per te, serve un secondo. Metti un paio di pantaloni, una camicia e poi tu con il tuo fascino tutti ai tuoi piedi, anzi con la tua tecnica ma io  non c'è lo tua tecnica, e poi è giusto che una ragazza si sistemi no!".

Andrea le prende la borsa e scocciato gliela da..Uscirono.

Arrivati al ristorante, si siedono al loro tavolo. Marta attira gli occhi di tutti, anche dei camerieri. Si avicino il proprietario a loro tavolo, con i menù, li saluto poi disse ad Andrea " Oggi, la tua ragazza è in una forma smagliante" vide lo sguardo di Andrea e il suo dito che stava indicando il suo disappunto " lo so, che non è la tua ragazza, ma i vostri occhi" guardo quelli di Andrea, " parlano", Marta fece un leggero sorriso, " anche i suoi signorina, cosa crede" disse guardando Marta, che nascose il sorriso ricoperto dal rossore,il vecchio proprietario continuo " io sono un povero vecchio, ma certe cose le capisco e non ti nascondo, giovanotto, che se avessi avuto quarantanni in meno sarei stato il primo a provarci con la signorina, come vorrebbero fare tutti i giovanotti che ci sono qui dentro, ma non lo fanno perchè guardano i suoi occhi,, quando è entrate guardava te e non si è nemmeno accrorta che aveva cento occhi puntati adosso e anche tu la guardavi , solo che t, voi ancora non lo sapete che cosa provate, non lo sa nessuno di voi due, e mi auguro per voi, miei cari ,che lo capirete presto perchè un giorno sarà troppo tardi. Detto questo che vi porto come vino?"

 Andrea sorrise e disse " Il solito".

Il veccho anziano si trascino verso la cucina, Marta e Andrea spettarono che si fosse allontanato per iniziare  a parlare, " Una cosa è vera, di quello che ha detto- disse Andrea,guardando Marta nei suoi piccoli occhi- qui tuti guardano te, non ti potresti mettere qualcosa di più sobrio?", Marta gli prese la mano e gli disse " no,mio caro. E comunque anche le ragazze ti sbavano, anche quelli con fidanzati, guarda la?" , Andrea guardo nella direzione in cui indicava Marta e le vide, rise compiaciuto.

Uscirono dal locale, lasciando tutti nell'invidia. Tutti avrebbero voluto un uomo che  allungava la mano verso la sua ragazza, che la stringeva se, e tuti avrebero voluto vedere lo sguardo di Marta verso Andrea.  Loro erano felici ne anche se ne accorgevano.

Vicino casa , Marta disse " non mi hai mai parlato dei tuoi amici, i invece ti ho parlato di Manuela, delle Sabrine, di Luigi e di tutti gli altri, ti ho raccontato la mia vita, dimmi almeno come si chiamano i tuoi amici?"

 "Non ne ho molti, sai con il fatto che vieni a diciottani in una città che non conosci non riesci a farti cosi amici, ne ho solo due, Marco e Stefano, sono più amico di Stefano però, Marco a volte è superficiale."

 Meravigliata Marta esclamo " detto da uno che si scopa dieci ragazze in un mese, non so quante vale!"

 Andrea deluso " Io, sono sempre chiaro, le ragazze che vengono con me sanno, io no prendo per il culo", detto questo si stacco da Marta e aunmento il passo per arrivare il più veloce possibile a casa. Marta cerco di inseguirlo ma le scarpe argento non la aiutavano, cosi se le tolse. Andrea entro nell'ascensore e Marta ci arrivo ad un pelo, Andrea premette il cinque, e l'ascensore sali. Al quarto piano Marta disse " Ti sei mai innamorato, tu?", Andrea stete in silenzio un pò, poi arrivati, al quinto, allo aprire le porte disse " Si, una volta, ma ha fatto cosi male che ho giurato di non innamorarmi più."

Usci dall'ascensore e entro a casa, senza salutare Marta, lei rimase immobile, con le scarpe tra le mani e con lo sguardo fisso verso quella porta chiusa. Andarci o non andarci, scusarsi adesso o domani, erano molte le domande che frullavano nella testa di Marta, si decise, cammino verso la sua metà e suono. Andrea apri la porta, aveva gli occhi rossi, pronti allo scoppio di un pianto. Marta lo abbraccio e all'orecchi le sussuro " Scusami, ho esagerato!" , Andrea non rispose, la strinse sempre più forte.  “un giorno mi racconterai tutto quando vorrai dopotutto sono la tua vicina di casa” sorrisero e  poco dopo si lasciarono, si diedoro la buonanotte, entrando ognuno nelle proprie case. La notte calo e con essa i ricordi vennnero fuori.

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