IL MIO COMPAGNO DI BANCO

di DarkkkAngellll
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PRESENTAZIONE ***
Capitolo 2: *** ONE ***
Capitolo 3: *** TWO ***
Capitolo 4: *** THREE ***
Capitolo 5: *** FOUR ***
Capitolo 6: *** FIVE ***
Capitolo 7: *** SIX ***
Capitolo 8: *** SEVEN ***
Capitolo 9: *** EIGHT ***
Capitolo 10: *** NINE ***
Capitolo 11: *** TEN ***
Capitolo 12: *** ELEVEN ***
Capitolo 13: *** EPILOGO ***
Capitolo 14: *** EPILOGO ALTERNATIVO ***



Capitolo 1
*** PRESENTAZIONE ***


Ashley è una ragazza timida e sveglia, a cui piace osservare le persone. Lei però non si limita a guardarle, come fanno in molti; lei le studia, ne memorizza ogni atteggiamento, ogni parola, e poi ne ricostruisce la storia.

Sceglie una persona tra tutte quelle che incontra sul pullman, a scuola e al supermercato. La sceglie e cerca di capire il suo carattere, i suoi desideri e la sua vita. A casa poi prende il diario che tiene nascosto sotto il materasso e vi annota tutto ciò che scopre.

Ha un vero e proprio talento, è riuscita a ricreare la storia di decine di persone: dalla prof di fisica, Charlotte Shwartz,  al cassiere del supermercato, dal suo compagno di banco alla vecchietta Jocelyn del quinto sedile a destra dell'autobus. 

// ANGOLO AUTRICE //

Ehiii♥
Questa sarà una storia estremamente corta, vi avviso.
Non ci saranno più di 10 capitoli e ognuno di essi sarà abbastanza corto.
È molto diversa dai miei soliti generi.
Ho deciso di scriverla perché l'avevo nelle bozze da parecchi mesi e sopratutto gli aggiornamenti non mi prenderanno del tempo che dovrei dare alle altre storie, proprio perché sono davvero corti.

Detto questo spero vi piaccia♥

Alessia♥

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Capitolo 2
*** ONE ***


11 Settembre 2015

Caro Diario, oggi a scuola è entrato in classe il bidello Jake con un banco e lo ha messo proprio di fianco al mio.

Un compagno nuovo.

Questa cosa mi infastidiva leggermente: avrei perso la mia tranquillità...

Ci farai l'abitudine, mi sono detta.

È entrato un ragazzo abbastanza alto che trascinava i piedi, quasi non avesse piú la forza di alzarli.

Indossava una felpa grigia con un cappuccio che gli copriva gli occhi e aveva un auricolare nell'orecchio. Ha buttato lo zaino accanto al suo banco e si è accasciato sulla sedia. Mi ha investita una puzza di fumo allucinante.

Ha passato la lezione ad ascoltare la musica, senza che la prof dicesse niente. Non ha potere su di lui, è evidente. 

Nonostante io l'abbia avuto di fianco tutta la mattina sono riuscita a capire ben poco di lui.

Si chiama Edward, ha due anni in piú di me, quindi 17, gli piace il rap e odia studiare e qualsiasi altra cosa gli venga imposta.

All'intervallo ho sentito dire tantissime cose su di lui: c'è chi dice che sia appena uscito dal riformatorio, chi pensa che si sia trasferito da una zia dopo la morte dei genitori. Io non mi sono ancora fatta un'idea ma spero di scoprire qualcosa su di lui al più presto...

Alessia♥

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Capitolo 3
*** TWO ***


13 Settembre 2015

Caro Diario, oggi Edward non è venuto a scuola... Tutti dicono che se ne sia già andato. Peccato, sarebbe stato interessante scoprire il suo mondo.

// ANGOLO AUTRICE //

Capitolo estremamente corto, lo so...
Ma vi avevo già detto che sarebbero stati corti.

Alessia♥

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Capitolo 4
*** THREE ***


20 Settembre 2015

Era una settimana che Edward non si faceva vedere. Ormai nei corridoi venivano sussurrate storie di ogni tipo, alcune vicine all'impossibile. 

Durante l'ora di italiano abbiamo sentito gridare e siamo corsi nell'atrio. C'era Edward, con la stessa felpa che aveva quando l'ho conosciuto, e il preside. Il primo aveva gli occhi puntati sul pavimento e la testa bassa, mentre l'altro gli urlava contro.

«Sei un ingrato!» sbraitava il preside «Con tutto quello che ho fatto per te, è così che mi ripaghi! Per una settimana, sparisci, una settimana! Hai idea di cosa mi hai fatto passare?».

Uno schiaffio in piena faccia.

«Come ti salta in mente di...».

Gli avrebbe dato un altro schiaffo, se non ci fossero stati centinaia di studenti a fissarlo.

«Tornate nelle classi!» ha aggiunto in tono piú calmo.

Tutti se ne sono andati, ma io sono sicura di aver sentito il preside aggiungere rivolto ad Edward: «Anche tu, piccolo bastardo».

Alessia♥

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Capitolo 5
*** FOUR ***


21 Settembre 2015

Oggi Edward non aveva le cuffie, e aveva anche una felpa pulita.

Puzzava ancora di fumo, però.

All'intervallo è andato in bagno, e ci è rimasto fino al suono della campanella.

Non era in ritardo a nessuna lezione, era preciso, puntale, silenzioso. Era spaventato. Da cosa, non l'ho ancora esattamente capito.

Il preside, certo, ma perchè?

Un ragazzo ribelle come lui non si fa certo spaventare da uno come il Professor Black, no. Deve esserci dell'altro. Lo scoprirò.

Alessia♥

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Capitolo 6
*** FIVE ***


23 Settembre 2015

Caro Diario, oggi ho fatto una cosa che non avrei mai dovuto fare e che, effettivamente, non avevo mai fatto. Ho deciso di seguire Edward dopo la scuola.

Mi incuriosisce troppo, lui e il suo mistero. 

Ho fatto la cartella qualche minuto prima della fine delle lezioni e mi sono preparata a uscire in tutta fretta. Al congedo della prof sia io che lui siamo scattati in piedi. Sapevo che sarebbe uscito dalla porta di servizio del corridoio per fare prima, così io sono passata dal cancello principale per perdere un po' di tempo e per essere abbastanza distante da non venire notata e abbastanza vicina per poterlo vedere.

Camminava veramente veloce, dovevo quasi correre per stargli dietro. Arrivato all'angolo tra il supermercato e la gelateria si ferma e si fuma una sigaretta.

Butta il mozzicone a terra.

Ricomincia a camminare.

Ad un certo punto svolta in una via sulla destra, in cui non ero mai stata.

Io ero troppo vicina, così ho svoltato anche io solo dopo aver contato fino a dieci.

Me lo sono trovato davanti, spaventoso. 

«Ti sei persa, bimba?»

Ho guardato in basso.

Eravamo esattamente come il preside ed Edward, l'altro giorno, ma questa volta la vittima ero io.

«Ashley, giusto? Massì, sei tu, la mia compagna di banco. Bhe, che cazzo vuoi, eh? Guardami, idiota»

Ho alzato lo sguardo.

Si è avvicinato.

Mi ha dato uno schiaffio.

«Cosa credi, che io non sappia dartele? Lasciami in pace, stronzetta.»

Se ne è andato, e io sono rimasta a piangere in quel vicolo per mezz'ora con la guancia in fiamme. Non voglio andare a scuola domani.

Alessia♥

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Capitolo 7
*** SIX ***


1 Ottobre 2015

La prof continua a lasciarmi in banco con Edward, nonostante le abbia fatto capire in tutti i modi che non ci sto bene, con lui. Come se non bastasse ci fa anche lavorare in coppia, perchè dice che sono l'unica che può riuscire a farlo studiare e che potrebbe cambiarlo.

Io non sono d'accordo.

Se c'è una cosa che so è che le persone non cambiano.

Le persone si limitano a mettere in evidenza o a nascondere di volta in volta i diversi aspetti del loro carattere, ma non cambiano mai.

Fortunatamente quando dovremmo studiare insieme lui si mette le cuffie e ascolta la musica. Io però sono terrorizzata. Un episodio come quello della settimana scorsa non si è ripetuto, ma potrebbe accadere ogni martedì, visto che la prof ci costringe a fare i compiti insieme in biblioteca. Io ho paura. Lui potrebbe picchiarmi, potrebbe farmi qualsiasi cosa. 

L'altro giorno ho sentito che diceva il mio nome a Celine e a Wesley, due di 5A. Non so di cosa stessero parlando, ma la cosa mi spaventa. E non poco. Durante le lezioni mi fissa e appena mi giro verso di lui guarda da un altra parte. È strano. Non lo capisco.

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Capitolo 8
*** SEVEN ***


7 Ottobre 2015

Stavo tranquillamente camminando per andare a scuola quando è arrivato Edward correndo.

«Piangi» mi ha detto.

«Come scusa?» ho balbettato io.

«Inizia a piangere!» ha ripetuto, guardandosi indietro come se temesse l'arrivo di qualcuno.

Ho sentito delle voci e ho visto due ragazzi correre in fondo alla via. Edward, vedendo che non stavo ancora piangendo, mi ha preso per i capelli e mi ha dato una sberla.

Di nuovo.

Sono scoppiata in lacrime.

I ragazzi che stavano correndo là in fondo si sono arrivati piú vicini a noi.

Edward ha urlato «È qui, l'ho già sistemata» e mi ha buttata a terra.

Io ci sono rimasta, con gli occhi gonfi e la testa che mi pulsava.

Prima di andarsene si è girato e ha detto «Scusa, non volevo».

Non ho capito cosa intendesse.

Prima picchia una persona e poi chiede scusa? Ma che razza di comportamento è?

Comunque se devo dire la verità non ho visto nei suoi occhi la cattiveria della prima volta in cui mi ha picchiata. Ah, oggi non sono andata a scuola.

Alessia♥

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Capitolo 9
*** EIGHT ***


11 Ottobre 2015

Dopo educazione fisica mi sono attardata a fare la doccia in spogliatoio, e così sono rimasta sola.

Ad un certo punto sento la porta aprirsi e vedo entrare Edward, tutto di fretta.

Incurante del fatto che fossi senza maglia mi ha sbattuta contro il muro e ha iniziato a sputarmi addosso un fiume di parole.

Farneticava di una fuga e di addii.

Ad un certo punto io non ne potevo piú, così mi sono divincolata e gli ho urlato «Basta! Io non so cosa tu voglia da me, ma io da te non voglio niente! Quel giorno ho sbagliato, lo so, ma da allora ti ho sempre lasciato in pace!»

Non sono riuscita a continuare, perchè un singhiozzo mi ha scossa. Ero terrorizzata. Mi ha preso per le spalle e mi ha sbattuta ancora contro il muro. Io ho fatto per urlare, ma lui mi ha baciata.

Sì, mi ha baciata.

Non so perchè, nè come. So che è stato il mio primo bacio, e so che mi ha fatto schifo.

Sapeva di sigarette e di sudore. Io non volevo baciarlo. «Dovevo farlo almeno una volta prima di andarmene» Ha detto. Poi è corso via.

Alessia♥

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Capitolo 10
*** NINE ***


12 Novembre 2015

Dal giorno del bacio in spogliatoio Edward non si è piú visto nè a scuola nè in città. Se n'è andato. Meglio così, io non lo capivo, e lui era un idiota. 

ANONYMOUS' POV

Da quel giorno il diario di Ashley iniziò a riempirsi di altre storie e di altre persone. I giorni passavano, poi i mesi e gli anni. Ashley si innamorò e soffrì per amore. Non dimenticò mai Edward e i suoi modi di fare.

Alessia♥

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Capitolo 11
*** TEN ***


17 Settembre 2017

Caro Diario, se ti dicessi chi ho incontrato oggi non ci crederesti mai. Ero al funerale del Professor Black, quando un ragazzo con una felpa nera e un cappuccio mi si è messo davanti.

Aveva gli stessi occhi, lo stesso sguardo sfuggente e la stessa bocca serrata di quando entrò nella mia classe circa 2 anni fa.

Era Edward. Si è passato una mano tra i capelli e ha borbottato un "ciao".

Io sono rimasta zitta, quindi lui mi ha consegnato una busta e se ne è andato. La lettera era tutta stropicciata, come se fosse stata riletta piú e piú volte da mani incerte e tremanti.

Tornata a casa ho aperto la busta. Era piena di errori e cancellature. 

"Ciao Ashley, sono Edwars. Ti devo dare un po' di spiegazioni, lo so. Non sono mai stato bravo con le parole, ma non posso lasciarti scappare senza dirti nulla. Ho deciso di andarmene, perciò domani verrò nello spogliatoio dopo ginnastica e ti bacerò, ho deciso. Ovviamente tu non leggerai questa lettera prima di domani, quindi non saprai niente. Ti chiedo scusa già ora, soprattutto perchè non credo sarà il bacio che sogni. Se ti chiedi perchè lo voglio fare bè... Perché ti amo mi piaci, Ashley, tanto. Ma non ti preoccupare, so che non ti piaccio.

Tre giorni fa ti ho picchiata. Scusami. Non volevo. I miei amici Celine e Wesley mi avevano sfidato a farlo per dimostrare che non ci tengo a te, e io l'ho fatto. Scusami. Ho capito che loro sono degli stronzi e io un idiota. 

C'è un'ultima cosa che ti devo spiegare. Il professor Black è mio padre. O meglio, il marito di mia madre. Lei mi ha avuto con un altro uomo, ma poi è morta dopo il parto. Il professore mi ha tenuto cresciuto, e dopo essere stato bocciato due volte in altre scuole ha deciso di mandarmi qua. Ah già, un'altra cosa. Me ne vado perchè lui mi picchia. Le felpe e i cappucci servono a nascondere i lividi. Hai visto anche tu, quel giorno, davanti a tutti, quanta forza ci mette. Sono un codardo, è vero, ma non ce la faccio piú. Scusa per tutto.

Edward

P.S. Lascia i capelli sciolti piú spesso, sei bellissima."

Appena ho finito di leggerla sono rimasta di stucco, poi ho capito cosa dovevo fare. Sono andata all'angolo tra il supermercato e la gelateria, e l'ho trovato lì, appoggiato al muro.

«Non fumi?» gli ho chiesto. Non ha risposto. Si è avvicinato.

«Non ti era piaciuto il nostro bacio, vero?»

Scuoto la tesa, imbarazzata. Si avvicina ancora di più e mi bacia.

Stavolta con delicatezza, con dolcezza.

«Non fumo da due anni, aspettando questo momento. Solo per poterti dare un bacio migliore.» mi confessa. «Ci sei riuscito» gli sussurro.

Alessia♥

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Capitolo 12
*** ELEVEN ***


20 Settembre 2017

Caro Diario, dopo il nostro bacio Edward se n'è andato. Credo che avesse ragione, quando diceva di non saperci fare con le parole. Preferisce andarsene piuttosto che rovinare tutto.

Non si è fatto sentire fino a stamattina, quando è venuto a bussare a casa mia. Non mi spiego come abbia fatto a trovarmi, ma devo ammettere che mi ha fatto piacere. Non so ancora se mi piaccia o no, per ora ho solo capito che non sono riuscita a capire il suo comportamento perchè era innamorato di me, e non era mai successo.

Innamorato di me, ci credi? Io ancora no.

Comunque ora sono in un bar, con lui. Sta provando a parlare di sè, o di qualunque altra cosa gli venga in mente. Io provo ad ascoltarlo, ma sai, ha delle labbra così belle che mi viene difficile non baciarle... Magari lo bacio... Troppo tardi, lo sta già facendo lui.

// ANGOLO AUTRICE //

Ehiii♡
Questo era l'ultimo capitolo di questa storia.
A breve pubblicherò anche i due epiloghi.
Uno dal punto di vista di Ashley e uno da quello di Edward.

P.s. A breve farò anche la copertina ahaha♡

Alessia♥

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Capitolo 13
*** EPILOGO ***


Oggi sono andato ad un funerale. Non era un funerale qualunque ma quello della persona a cui più tenevo in assoluto.

Sapete queste cose non sono mai facili, una vita interrotta a 22 anni.

Non sono cose che dovrebbero accadere. Lei era una persona solare, sempre sorridente, amichevole e determinata. La 'preside' dell'università oggi le ha dato la laurea in anticipo e durante l'elogio funebre l'ha descritta come "una studentessa modello". E ha ragione.

Non perché fosse brava. Oltre ad essere brava lei era anche aperta con tutti, onesta, responsabile e piena di voglia di fare. Lei era una di quelle che preferiva andar male piuttosto che copiare. Lei era quella che faceva le condoglianze a nome della classe. Perche era forte. Aveva coraggio. Non aveva paura. Nemmeno della morte.

Beh lei non è morta per un incidente stradale, nessun sabato sera sfrenato, nessuna moto, nessun suicidio... nulla di tutto ciò. Lei è morta lottando. Ha combattuto contro una malattia terribile fino alla fine. Lottava per la vita e la voleva ad ogni costo.

Circa un anno fa, quando le è stato diagnosticato un tumore al cervelletto lei si è trovata di fronte due scelte: non curarsi per poi restare in coma, o curarsi con medicinali potenti e dannosi.

Ha scelto di combattere.

Le cure sono state molto invasive. A volte il suo cervello tornava come quello di una bambina non permettendole nemmeno di frequentare scuola o di continuare la relazione con me, con il suo ragazzo.

Il suo corpo poi era stato completamente trasformato. Aveva preso un po' chili, il cortisone la gonfiava, e non riconoscevo più il suo fisico perfetto, nonostante sia sempre rimasta bellissima.

Ma nonostante ciò, lei ha lottato ancora. Era una persona determinata. Non se ne importava davvero del giudizio della gente. Proprio grazie alla sua determinazione è riuscita a frequentare scuola per un altro breve periodo di tempo, ha provato con altre cure, ma purtroppo il male era più forte.

Secondo me, noi tutti, la dovremmo prendere come esempio. Sì perche anche sul letto dell'ospedale sorrideva. E quando le hanno detto "ti rimangono 48 ore" lei ha lottato per trasformare quel 48 in un 62.

Non si è mai arresa.

Ha lottato per la vita.

Non si è lasciata morire.

Non si è vergognata di tornare all'università anche quando il suo fisico era lievitato in maniera spaventosa.

Non ha pensato "oddio mi diranno che sono cicciona e brutta".

Lei è venuta ed era pronta di voglia per studiare Seneca, "il poeta dell'amore" che tanto le piaceva.

È stata la bellezza del suo carattere che oggi ha portato in quella chiesa gente di tutta la città. C'erano 500 palloncini bianchi che abbiamo lasciato volare nel cielo davanti la sua bara bianca, sulle note della sua canzone preferita, "Imagine" di John Lennon.

Era questa la sua risposta ogni volta che la insultavano. Era questo che la rendeva forte. Il suo sorriso perenne. La sua voglia di combattere.

E con questo, l'unica cosa che mi rimane da dirle è "Riposa in pace mia piccola Ashley. Sappi che ti ho amato, ti amo e sempre ti amerò" dico guardando una sua foto mentre le lacrime ricoprono i miei jeans.

Volevo avvisarvi che scriverò un epilogo alternativo nel caso non riusciste ad accettare il fatto che Ashley sia morta 😂😢❤

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Capitolo 14
*** EPILOGO ALTERNATIVO ***


5 years later...

"No no no no, non ci riesco. Non ce la faccio, sono troppo nervosa. Penso che sto avendo un attacco di panico" dico a mio fratello.

"Ehi, Ash. Tranquilla, andrà tutto bene" dice accarezzandomi la nuca, mentre mio padre irrompe nella conversazione avvisandomi del fatto che devo andare.

Annuisce lievemente alzandomi in piedi.

Mio fratello Kyle mi volge un occhiolino per rassicurarmi e insieme a mio padre comincio a farmi strada verso l'altare.

****

I suoi occhi brillano, sembrano diamanti sospesi tra le nuvole. Non riesco a non guardarlo. Siamo a pochi millimetri di distanza l'una dall'altro:

" Ashley Green, vuoi tu prendere come sposo il qui presente Edward Shwartz, amarlo e onorarlo, in ricchezza e in povertà, nella salute e in malattia, finché morte non vi separi?"
Sento queste parole rivolte a me e mormoro un 'sì' forte e chiaro.

"Edward Shwartz, vuoi tu prendere come sposa la qui presente Ashley Green, amarla e onorarla, in salute e in povertà, nella salute e nella malattia, finchè morte non vi separi?"

Edward rimane qualche secondo a fissare i miei occhi, facendomi rimanere in ansia per la sua risposta.

Dopo pochi secondi riecheggia nella chiesa il suo 'sì'.

Sorrido mentre si passa allo scambio delle fedi e non appena terminato gli getto le braccia al collo baciandolo con tutta me stessa.

Usciamo dalla chiesa e tutti gli invitati si preparano per lanciarci il riso. Mi inoltro nella folla con Edward accanto, che ad un certo punto si ferma.

"Edward, cosa c'è?" chiedo preoccupata.

"Ashley" mormora lui.

"Cosa?"

"Ti amo" dice sincero facendomi sorridere.

"Edward?"

"Sì?"

"Ti amo anch'io" dico baciandolo un'altra volta.

Questo è l'epilogo alternativo di questa breve storia parecchio diversa dalle altre che ho scritto.
Spero comunque vi sia piaciuta 😘❤ Grazie di tuttooo

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