Dottor Hale?

di erica1609
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 pt.1 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 pt.2 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao! Ho pensato di scrivere una nuova storia, spero vi piacerà!

Stiles, 17 anni, per l'ennesima volta si è rotto il braccio.

Il suo complice? Scott Mccall, migliore amico dalla scuola elementare.

Altra complice? Allison Argent, fidanzata di Scott e migliore amica di Stiles.

Come è successo? Una bella domanda, che lo Sceriffo ha smesso di farsi, negli ultimi quattro anni suo figlio si è rotto il braccio sinistro due volte e una volta il destro, ma adesso quel povero braccio sinistro era probabilmente rotto di nuovo.

Ed ora i tre amici si trovano in una piccola stanzetta bianca dell'ospedale ad aspettare che un dottore venga a controllare ed ingessare il povero braccio di Stiles.

-Figliolo, se mi dici subito come è successo, tenterò di non arrabbiarmi..-

-Papà, credimi, ti arrabbierai comunque..- Rispose dolorante il ragazzo.

-Signor Stilinski, non è stata colpa di Stiles, siamo caduti tutti e tre sul lago ghiacciato, ma a lui è andata peggio che a noi.- Intervenne Allison, massaggiandosi un polso.

-Cosa ci facevate sul lago ghiacciato?- Domandò abbastanza perplesso lo Sceriffo, che non smetteva mai di sorprendersi.

-Volevamo solo guardare il panorama, ma siamo scivolati su quel ponte vicino alla collinetta, appena è scivolato il primo di noi, gli altri lo hanno seguito a ruota.- Terminò Scott.

Lo Sceriffo parve accontentarsi, e dopo aver accarezzato la testa del figlio sussurrandogli che deve stare più attento, annunciò di andare a prendersi un caffè. Appena l'uomo uscì dalla stanza, i tre si guardarono.

 

-Ragazzi, miraccomando, nessuno deve scoprire che in realtà abbiamo provato a pattinare con dei sacchetti sotto i piedi.-

 

 

Dieci minuti dopo, un'infermiera annunciò l'arrivo del medico.

Un ragazzo sui venticinque anni entrò dalla porta della piccola stanza con una cartellina in mano, sfogliando concentrato quelle pagine per lo più bianche.

-Salve Sceriffo, sono il dottor Hale.-

-Salve, può ingessare anche la testa di mio figlio oltre al suo braccio?-

Risatine da Scott e Allison si sentirono perfettamente, e Stiles si infastidì nel vedere il lievissimo, quasi invisibile, ghigno divertito di quel bel dottore.

-Tu devi essere Stiles, cosa è successo?- Chiese poi il dottore, cominciando a toccare il braccio di Stiles, chiedendo poi se sentisse male.

-Sono scivolato sul ghiaccio, al lago.-

-Il braccio non è rotto, ti sei slogato il polso, non dovrai mettere il gesso ma tenere per tre settimane una fascia che ti permetta di tenere il braccio più fermo possibile.-

Stiles annuì, era sollevato, non avrebbe potuto sopportare il gesso ancora una volta.

-Ora te lo fascio, ma prima un'ultima cosa.- Continuò Hale aprendo un cassetto e afferrando del ghiaccio e delle fasce. -Nella tua cartella c'è scritto che non è la prima volta che ti ferisci in questo modo, devi stare attento da ora in poi, per evitare danni permanenti.-

Stiles annuì ancora, aveva rischiato ancora, doveva smetterla di fare cose pericolose con i suoi amici.

-Bene, torna tra una settimana, controllerò come procede la situazione, niente sforzi.-

-Grazie dottore.- Rispose il ragazzo, seguito poi dagli amici e dallo Sceriffo.

 

 

La settimana dopo, Stiles tornò in ospedale da solo, avrebbe potuto tranquillamente affrontare una veloce visita.

-Dottore.- Salutò il ragazzo dopo essere entrato nella solita stanzetta dell'ospedale.

-Stiles, accomodati.- Il dottore era di spalle.

Dopo essersi seduto, si trovò lo sguardo del dottore addosso.

-Stiles, puoi dirmi come ti sei fatto male?-

-L'ho già fatto, sono scivolato sul ghiaccio.-

-No, non credo.-

-Come scusi?-

-Conosco tanti ragazzi come te, quella slogatura è quasi una frattura, non puoi essere semplicemente scivolato.-

Stiles si trovò a ridere leggermente, quel dottore era sveglio.

-Ho dovuto mentire a mio padre, sono davvero scivolato sul ghiaccio, ma io e i miei amici stavamo pattinando..-

-Pattinando?-

-Sì, sa, quella cosa che si fa in questo mese in prossimità del Natale..-

-Stilinski, so cosa vuole dire pattinare.-

Stiles rise ancora, un po' più forte. Poi alzò le mani in segno di resa.

-E va bene, ha vinto, stavo pattinando senza pattini.-

Fu il turno del dottore di ridere sotto i baffi.

-Quindi tu e i tuoi amici stavate stupidamente correndo sul ghiaccio.-

-La sua descrizione è decisamente più adatta.-

Risero entrambi.

-Apparte gli scherzi, devi stare più attento, comunque, ti ha fatto male il braccio?- Tornò poi serio il dottore, sedendosi sulla sedia dietro la scrivania.

-Solo qualche volta, mi è capitato di sbattere da qualche parte, ma non ho fatto sforzi.-

-Va bene, andiamo nel mio studio al piano di sopra, ti do la ricetta per una crema che ti aiuterà con il dolore nelle prossime due settimane.-

I due uscirono dalla stanzetta triste e bianca, e presero l'ascensore. In quei pochi secondi di silenzio, la curiosità di Stiles prese il sopravvento.

-Posso chiederle quanti anni ha?- Domandò poi, cercando di essere cordiale.

-Ventiquattro.-

-E come mai ha uno studio in un ospedale, nonostante sia così giovane?-

-Sono un fisioterapista, ma in assenza del medico che si occupa delle fratture, slogatura eccetera, sono venuto io da voi.-

-Interessante.-

 

Arrivati nello studio, Stiles non fece a meno di notare alcune foto appese alla parete, una raffigurava il dottore diplomato con quella che doveva essere la sua famiglia, l'altra invece la sua laurea, sempre con la famiglia.

-Ok, questa è la ricetta, ci vediamo tra due settimane, quando ti toglierò le fasce.-

-Ah dottore, una settimana dopo il nostro appuntamento, avrei un'importante partita di lacrosse, sarò in grado di giocare?-

-Non credo sia al caso, dovresti aspettare che passino le vacanze di Natale prima di fare sport.-

-Ma manca poco meno di un mese a Natale, il campionato inizia prima.-

-Quando verrai qui tra due settimane, ti darò una risposta più certa.-

-Grazie, arrivederci.- Salutò Stiles.

 

 

Quelle due settimane passarono in fretta, tanto che Stiles quasi si dimenticò dell'appuntamento con il dottore. Ma fortunatamente il padre glielo ricordò.

-Stiles, tra sei giorni hai la partita, è meglio che ti presenti all'ospedale se vuoi avere almeno qualche possibilità di giocare.-Urlò lo Sceriffo, svegliando Stiles di soprassalto.

-La prossima volta che decido di prendere un appuntamento con il dottore la mattina presto prima di andare a scuola, fermami padre.-

-Va bene figlio, ora alza le chiappe.-

 

Venti minuti dopo, Stiles si trovava in sala d'attesa all'ospedale, con il libro di biologia sulle ginocchia, intento a ripassare gli argomenti della verifica di quel giorno. L'infermiera lo chiamò e lui dovette abbandonare i suoi studi per entrare nello studio del dottor Hale.

-Come mai oggi nello studio e non nella triste stanzetta bianca?-

-Buongiorno anche a te, Stilinski.-

Il ragazzo si sedette sul lettino dentro la stanza e lasciò che il medico gli togliesse le fasciature.

-La situazione è molto positiva, forse potrai giocare alla partita, ma prima di quella è meglio fare qualche esercizio per il polso, per riscaldarlo, chiedi informazioni al tuo coach.-

Il dottore si interruppe per rispondere a una telefonata.

-Malia? Sto lavorando! Sì, lo so che ti devo accompagnare a scuola, sto arrivando, non ritarderò, promesso, adesso arrivo, ho un paziente.-

Malia? Aveva sentito bene? Come aveva fatto a non pensarci, Hale era il cognome della sua amica.

-Dottore, è con Malia Hale che stava parlando?-

-La conosci?-

-Frequenta il mio corso di storia, matematica e chimica, fa parte del nostro gruppo di amici!-

-Allora mia cugina ha degli amici, non pensavo che andaste allo stesso liceo, devo accompagnarla lì e sono già in ritardo.-

-Non si preoccupi, vada pure.-

-Aspetta, dovrai andarci anche tu a scuola, vuoi un passaggio?-

Stiles ci pensò. Andare a piedi o andare con quel dottorino apparentemente simpatico?

-Va bene, grazie.-

 

Il viaggio in macchina fu abbastanza silenzioso, perchè Stiles doveva finire di ripassare.

-Quanto odio biologia.- Disse poi tra sé e sé.

-Mh, è affascinante.-

Stiles guardò male il suo dottore, come poteva essere affascinante studiare come si riproducono le rane? Per dimostrare a quell'Hale che si sbagliava, Stiles sollevò il libro per mostrare al guidatore l'immagine di due rane riprese in atti sconci.

Il dottore rise.

-Va bene, hai ragione.-

Nel frattempo la macchina si era fermata davanti alla casa di Malia, che stava uscendo di casa proprio in quel momento, stranita ma contenta di vedere Stiles in macchina.

-A proposito di cose affascinanti, complimenti per la macchina?-

Il dottore sorrise guardando la sua macchina fiero, facendo ridere il ragazzo.

 

La portiera posteriore si aprì.

-Derek? Perchè il mio amicone Stiles è nella tua macchina, nel posto del passeggero dove tu non fai mai sedere nessuno?- Malia finse di essere offesa, ma era perplessa per davvero.

Siles guardò il dottore il cui nome pareva essere Derek con sguardo divertito e interrogativo.

-Malia, vuoi andarci a piedi a scuola?-

La ragazza sbuffò, poi rise, sedendosi nei sedili posteriori dopo aver dato a Stiles un bacio sulla guancia.

 

Arrivati a scuola, i due ragazzi scesero.

-Grazie dottore.- Disse Stiles, facendo sorridere Malia.

-Chiamami Derek.- Rispose lui.

 

Oh sì, sarebbe stato divertente passare del tempo con quel Derek.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Sei giorni, sei giorni alla prima partita di campionato.

Il braccio era a posto, almeno sembrava. Il coach Finstock aveva consigliato a Stiles qualche esercizio per riscaldare il polso ed evitare danni permanenti.

-Stiles?- Malia si stava avvicinando al ragazzo, seduto nel campo di lacrosse con degli elastici che gli permettevano di eseguire correttamente gli esercizi.

-Ciao, dimmi.-

-Non mi avevi detto di aver conosciuto mio cugino!-

-L'ho visto tre settimane fa la prima volta, ma ho scoperto solo ieri che foste parenti, tu non avevi detto di avere un cugino fisioterapista!-

-Non pensavo potesse interessarti.- Rise Malia.

Stiles la seguì.

-Hai intenzione di giocare? Non rischi?-

-Sono preoccupato in realtà, ma farò gli esercizi con l'aiuto di Scott e domenica prima della partita mi farò controllare dal Dottor Hale.-

Malia sorrise.

-Fai bene, spero tu possa giocare, ora vado a fare qualcosa di più interessante, ciao!-

-Sei sempre la solita.- La salutò Stiles ridendo.

 

Domenica, tre ore prima della partita, Stiles passò dall'ospedale, sperando che Derek fosse libero o che almeno avesse qualche minuto da dedicargli. Aspettò parecchi minuti fuori dallo studio del dottore, cercando di diminuire l'ansia.

Dopo una buona mezz'ora, Derek uscì dal suo studio insieme a due ragazze, probabilmente gemelle, che sembravano lamentarsi per l'impegno dovuto agli esercizi che il dottore aveva loro assegnato. Avevano entrambe un gomito slogato, o almeno così gli sembrava. Mentre Stiles valutava quanto dovesse fare male una slogatura al gomito, il dottore lo notò, e finita la discussione con leragazze, gli si avvicinò.

-Stilinski?-

-Salve,sono passato per chiederle se avesse un minuto libero, non vorrei disturbarla ma..-

-Certo, accomodati.-

Il dottor Hale spinse Stiles ad entrare nel suo studio, e il ragazzo non potè fare a meno di notare che sulla parete c'era una nuova foto. Erano rappresentati Derek con una ragazza a lui molto simile, sulla sponda di un meraviglioso lago.

-Sono passato per chiederle se poteva dare un'occhiata al mio polso, fra due ore e mezza dovrei giocare, quindi ho pensato fosse opportuno passare qui.-

-Hai fatto bene, fammi vedere.-

Stiles osservò la fronte del dottore corrugarsi, mentre muoveva il suo polso, che non faceva più male da qualche giorno.

-Le condizioni sono buone, ma non ottime, avresti bisogno di un'altra settimana di riposo, rischieresti a giocare Stiles.-

-Non c'è niente che possa fare da qui a due ore e mezza?-

-I miracoli non li posso fare.-

Stiles guardò fintamente male il dottore, che rise leggermente.

-Posso chiederti perchè tieni così tanto a questa partita, mi sembra di aver capito che sia la prima di campionato.-

-Sì, posso chiamarla Derek, giusto?-

-Puoi anche non darmi del lei, Stiles.-

Il castano rise leggermente imbarazzato.

-Allora, io e Scott, il ragazzo che era con me un mese fa qui, siamo i capitani della squadra di lacrosse della nostra scuola. Il campionato comincia oggi, e terminerà a marzo, la squadra che vince la finale avrà come premio una trasferta in Italia, in un agriturismo, e andiamo è l'Italia, chi non ci andrebbe?-

Derek annuì, interessato.

-Inoltre, l'anno scorso, non ho potuto giocare insieme a Scott perchè volevo avere il massimo dei voti e concentrarmi su.. beh.. la relazione con tua cugina, sono sincero. Così quest'anno ho promesso a Scott di accompagnarlo sempre, in ogni partita. Quest'estate mi sono allenato insieme a lui e a settembre il coach mi ha nominato co-capitano.-

Stiles terminò, fiero di sé.

-Ammirevole, davvero, ma continuo a credere che non sia il caso di giocare, ne abbiamo parlato dei possibili danni permanenti, il lacrosse è uno sport con troppo contatto fisico, non è sicuro.-

-Quindi mi stai dicendo che dovrei rinunciare a questa partita.-

-Sì, è il mio consiglio come dottore.-

-Va bene, non giocherò.-

 

Mentiva, e lo sapeva.

 

**********************************************************

-Cora, sono a casa!- Derek era rientrato a casa.

-Ehi Der, la tua giornata? No vabbè, non mi interessa.-

Derek le tirò un cuscino.

-Sai, non ti ho raccontato di aver incontrato Stilinski, il ragazzo che al terzo anno stava con Malia, l'anno scorso.-

-Davvero? Come fai a sapere che avevano una relazione, quella furbona di nostra cugina non ce lo aveva detto!-

-Me lo ha detto lui, senza che io facessi domande, e ti dirò che ora ho collegato un po' di cose, ricordi quando Malia ci raccontava di questo suo amico conosciuto, simpatico e leggermente logorroico che l'aveva aiutata ad ambientarsi fin da subito?-

-Dici che potrebbe essere Stilinski? Lei aveva anche detto che era gentile e testardo.- Ragionò la sorella di Dere, stendendo le gambe su suo fratello.

-Credo proprio che sia lui.-

 

Derek non l'avrebbe mai ammesso a voce alta, ma ringraziava quel ragazzino tanto particolare, aveva permesso a sua cugina, con una storia complicata alle spalle, di trovare in pochissime settimane amici, passioni e hobby in una città che non aveva mai visto. Era grato a Stiles Stilinski.

-Derek? Mi porti a conoscerlo?-

-Cosa? No.-

-Ti prego.-

-No, non mi va.-

-Dov'è ora?-

-Ha una partita di lacrosse, ma sarà in panchina, ha un polso messo male.-

-Ci vado da sola e mi porto anche Malia.-

-Va bene, ciao.-

 

Cora guardò così male il fratello che quest'ultimo rise.

-Andiamo, non facciamo mai niente la domenica quando torni da lavoro, ho vent'anni io e voglio uscire a divertirmi, non come te!-

-E vedere una partita di lacrosse di adolescenti è la tua tipologia di divertimento domenicale?-

-Ti odio.-

-Non è vero.- Rise Derek, tirando un altro cuscino a sua sorella.

-Dai Derek, prometto che domenica prossima facciamo quello che vuoi, però accompagnami!-

-Cora, facciamo sempre quello che voglio la domenica, cioè niente.-

Derek rise ancora della sorella.

-Sei sempre così burbero.-

-Mi ami anche così.-

-Se la casa non fosse tua, ti butterei giù dal divano e ti sbatterei fuori.-

-Ci vediamo stasera Cora!-

La sorella di Derek uscì, intenzionata a conoscere quello Stilinski che aveva così tanto aiutato la cugina, e lasciò senza rancore suo fratello a non fare niente sul divano.

 

***************************************************

-Stiles, passa!- Urlò Scott da fondo campo.

Il castano prese la rincorsa e tirò con tutta la forza che aveva la palla, che arrivò a Scott. Quest'ultimo la passò ad Isaac, il più vicino alla porta, che contrastando il portiere, riuscì a segnare.

Stiles sorrise soddisfatto, la partita era cominciata bene e sarebbe finita bene, o forse no.

 

***************************************************

Derek era mezzo addormentato sul divano, quando venne però svegliato da un tuono. Prima che potesse chiamare Cora per dirle di tornare a casa prima del temporale, gli arrivò un messaggio proprio da lei.

 

“Fratello scorbutico, ho conosciuto Stiles, hanno vinto la partita, interessante ti dirò, più delle mie aspettative che tu avevi abbassato completamente, è tanto gentile e gioca anche benone a lacrosse, parla solo un po' troppo!” Cora, 20.02.

 

Derek lesse due volte il messaggio.

“Aspetta, Stiles ha giocato? Comunque vieni a casa, sta per piovere.” Derek, 20,03.

 

Una risposta arrivò non prima di venti minuti.

“Dormo da Malia e Peter, tanto tu dopo torni a lavorare, ti pare che un fisioterapista possa lavorare pure la domenica sera? Comunque sì ha giocato, peccato si sia fatto male al polso, Malia mi ha detto che lo avevate appena messo a posto, a domani!”

 

Derek sbuffò, decisamente infastidito.

-Merda..- Sussurrò.

 

*********************************************************

Scott, Malia, Cora, Allison e Lydia, tornata da poco dalla vacanza in Brasile, stavano aspettando l'amico fuori dall'infermeria, dove Stiles si stava facendo controllare il polso.

-Non capisco, Stiles aveva detto che il polso era a posto, come può essersi fatto male di nuovo a causa di una normale botta contro l'altro giocatore?- Domandò Allison.

Scott capì al volo la situazione.

-Ha mentito, ovviamente.-

-Che idiota!- Urlò Malia.

-Ti ho sentito.- Stiles era appena uscito dall'infermeria, stava in piedi e sembrava tutto a posto, se non fosse per la fascia al polso e al ghiaccio che reggeva con l'altro braccio. In quel momento uscì anche l'infermiera, che mise in guardia il ragazzo.

-Stilinski, è grave, credo tu debba andare in ospedale, si sta gonfiando molto, non posso fare altro qui.- Spiegò l'anziana signora.

-Va bene, grazie.- Rispose rassegnato.

 

-E adesso chi lo sente Derek appena scopre che hai mentito?- Intervennero Cora e Malia.

-Stiles, sei davvero un idiota, so che l'hai fatto per me, ma potevi evitare!- Disse poi Scott, infuriato.

Lydia ed Allison si limitarono ad avvicinarsi all'amico e fargli coraggio.

-Lo so, lo sono, vado subito in ospedale e chiamo mio padre.- Sussurrò Stiles.

-Ti porto io, non puoi guidare.- Si offrì Lydia, ma anche Scott sarebbe andato con loro.

 

***************************************************************

Nemmeno dieci minuti dopo arrivarono all'ospedale, e non appena lo studio di Derek si liberò da un paziente, il ragazzo uscì e osservò la scena che aveva davanti.

Uno Stilinski seduto sulla sedia, con Scott che lo guarda male e Lydia che guarda male Scott.

 

-Entra.- Si limitò a dire con le braccia incrociate.

“Sarà imbarazzante” pensò Stiles, ed entrò.

 

 

​Ciao! Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ecco il nuovo capitolo, buona lettura!

-Credevo di essere stato chiaro.- Derek non perse tempo a fare la ramanzina a Stiles.

-Lo so, dottore, ma io ave-

-Avevi buone intenzioni per farlo? No, non ci sono intenzioni abbastanza buone per comportarsi così.-

-Mi sono allenato un'intera estate per questo campionato e tu-

-Io cosa? Io sono il tuo dottore e tu devi ascoltarmi quando ti parlo, Stiles, sono io quello qualificato in materia.-

La conversazione tra Derek e Stiles si mise in pausa, a causa dell'interruzione di un'infermiera che entrò nello studio per avvisare il dottore che la sala per le radiografie era pronta.

-Quando hai prenotato la sala?- Chiese il ragazzo, confuso.

-Due ore fa, sapevo che saresti passato perchè Cora mi ha detto tutto, almeno una cosa ragionevole l'hai fatta.-

-Puoi essere leggermente più comprensivo? Farò lo stesso percorso che ho fatto anche un mese fa dopo la prima slogatura!-

-Ecco, vedi Stiles, ripeto che qui quello qualificato in materia sono io, e sono sempre io che ti dirò cosa devi o non devi fare, e ti garantisco che le cose che non potrai fare sono numerose!- Derek era davvero infastidito dal comportamento del ragazzo, perchè oltre ad aver agito come un idiota, tentava di convincerlo che non fosse niente di grave.

-Cosa intendi?- Domandò Stiles, che smise di ribattere, cosa che comunque faceva per convincere se stesso di non aver fatto un'azione troppo stupida, ma cominciava a rendersi conto della situazione.

-Il polso è gonfissimo Stiles, sono certo che sia rotto e capisco che tu stia cercando di dire a te stesso che le cose andranno benissimo, ma non è così e il tuo pretendere di sapere le cose meglio di me non ti aiuterà.- Derek si calmò, finalmente.

-Cosa intendevi con 'le cose che non potrai fare sono numerose'?- Stiles si sedette sul lettino, sbuffando leggermente.

-Seguimi.-

 

I due uscirono dalla stanza, imbattendosi in Lydia e Scott.

-Stiles!- Scott fermò l'amico, facendo finta di non notare la fretta che il dottore aveva di portarlo da qualche parte.

-Hai lasciato qui il telefono, tuo padre ha tentato di chiamarti dieci volte, così ho risposto io e gli ho spiegato la situazione.- Spiegò Scott, guardando l'amico con comprensione.

-Quella tua espressione così dispiaciuta devo interpretarla con 'tuo padre ti sparerà da quanto è infuriato'?- A Derek quasi venne da ridere nel vedere il sarcasmo di Stiles attivo e l'espressione scocciata ma anche sorpresa del suo migliore amico.

-Sì.- Si limitò a rispondere Scott.

Fu quello il momento in cui il dottore fu grato a quella ragazza tanto bella e tanto biondo fragola, che, accorgendosi della situazione scomoda e del polso di Stiles che peggiorava sempre più, mise una mano sulla spalla di Scott. -Scott, sediamoci, lasciamoli andare, sono sicura che Stiles è in buone mani.- Sorrise poi leggermente, guardando Derek.

Il dottore annuì e condusse Stiles in ascensore.

 

-Ti dispiace se chiamo mio padre?-

-No.- Rispose Derek, osservando la cartella del ragazzo che aveva di fianco.

Dopo nemmeno due squilli lo Sceriffo rispose, e il dottore non fece a meno di notare come Stiles, ascoltando la sfuriata di suo padre, si passava le mani sul viso, serio e visibilmente stanco.

-Lo so, papà, sono un coglione, mi dispiace, vieni qui appena puoi.-

Anche quella telefonata finì, e Derek cominciò ad essere un po' più dispiaciuto per quel ragazzo diciassettenne che aveva appena rischiato di rompersi un polso per una semplice partita di lacrosse. Fu lì che si rese conto che mancava una parte della storia.

 

Stiles e Derek entrarono in una grande stanza metallizzata, con apparecchiature elettroniche strane, che a Stiles al momento non interessavano.

-Siediti qui, perfavore, e stendi il braccio sotto questo scanner, la procedura durerà qualche minuto.-

Derek diede le istruzioni al ragazzo e sedendosi difronte alla macchina utilizzata, osservò l'immagine del polso del ragazzo che prendeva forma sugli schermi.

-Menomale che è il sinistro.- Sussurrò Stiles a un certo punto.

I due si guardarono, e insieme sbuffarono una lieve risata, condividendo un piccolo momento di tranquillità in quel casino.

-Dottore?-

-Sì?-

-Continuo a non capire, se sei è un fisioterapista, perchè continui a seguire il mio caso?-

-L'ho preso io fin dall'inizio, e me la cavo anche in questo campo.-

-Come è possibile?-

-Va bene, ti ho a cuore Stiles, perchè ricordo bene di come mia cugina mi parlasse di uno Stiles Stilinski che le avesse migliorato la vita, e per questo voglio portare a termine questo caso, seguendoti fino alla fine, ed essendo qualificato anche in questo campo posso permettermelo.-

Stiles sorrise sinceramente, ricordava benissimo la sua relazione con Malia, aveva meravigliosi ricordi.

-Grazie.- Rispose il ragazzo, tornando a guardare i raggi rossi che gli illuminavano il polso dolorante.

-Abbiamo ancora tre minuti per parlare del vero motivo per cui hai giocato.-

-Come?-

-Hai capito.-

-Non ho mentito, dottore.- Stiles scandì l'ultima parola, come per provocare Derek.

-Non ho detto che tu abbia mentito, hai giocato perchè il tuo bisogno di concentrati su mia cugina e sulla scuola, ti aveva fatto allontanare da Scott e lo sport è stato un buonissimo compromesso per tornare come prima.-

-Beh, se sai già la storia, perchè chiedi?- Derek vide Stiles innervosirsi.

-Perchè non mi hai detto l'altra parte della storia.-

Il ragazzo sbuffò, quel dottore aveva ragione.

-Se te lo dico non mi dai addosso come hai fatto appena sono arrivato?-

-Ci provo.- Rispose Derek.

-Tutto quello che hai detto su Scott e Malia è giusto. Però, durante la mia relazione con Malia, Scott ha avuto dei problemi con degli avversari affrontati nello scorso campionato, hanno fatto a botte e il mio amico ne è uscito con un trauma cranico. Era cosciente, e mi ha chiamato, aveva disperatamente bisogno di andare all'ospedale e io avrei dovuto portarcelo. In quel momento ero purtroppo con Malia, in piscina, e non avevo il telefono con me, per cui non ho risposto a nessuna delle telefonate. Grazie al cielo fu un passante ad accorgersi di lui e arrivò in tempo all'ospedale. Da lì ho promesso a me stesso che non lo avrei più lasciato solo e non parlo solo del lacrosse.-

Stiles terminò la 'confessione' con un sorriso triste che fece tenerezza a Derek.

-Stil-

Derek fu interrotto dallo Sceriffo, che entrò nella stanza seguendo un'infermiera e subito abbracciò il figlio, dicendogli che avrebbero finito dopo di fare i conti. La radiografia fu pronta e dopo alcuni minuti di studio da parte del dottore, la risposta finale fu il bisogno di un'operazione.

-Sarà necessario operare, il danno potrebbe diventare permanente.-

Stiles sbuffò.

-Tienilo a riposo, ti darò del ghiaccio e tornerai qui domani mattina per discutere con un altro dottore della tua operazione, poi con me per la fisioterapia.-

-Grazie, dottor Hale.- Disse lo Sceriffo stringendogli la mano.

-Derek annuì e osservò Stiles guardarsi intorno leggermente spaesato e spaventato.

-Ah e Sceriffo, non sia troppo duro con suo figlio.- Derek fece un occhiolino a Stiles, cosa che gli fece tornare subito il sorriso, e poi dottore e paziente risero all'alzarsi al cielo degli occhi dello Sceriffo.

 

-Grazie.- Mimò Stiles con le labbra prima di seguire il padre fuori dalla stanza.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ciao! Mi sto divertendo un sacco a scrivere questa storia, spero vi stia piacendo, ecco il nuovo capitolo.

Stiles quella notte non aveva dormito un granchè a dire la verità, era molto preoccupato per la tanto necessaria operazione, sapeva di avere rischiato ed esagerato, ma non era pentito. Non era assolutamente pentito, perchè per Scott avrebbe fatto questo e altro. Almeno ci sarebbe stato Derek, pensò, era un dottore più simpatico rispetto agli altri, solo poco paziente e forse un po' scorbutico, ma Stiles non era sicuramente perfetto, per cui andava bene così.

Erano le sette di lunedì mattina, non sarebbe andato a scuola quel giorno per non mettere fretta ai dottori durante le visite, e soprattutto non desiderava mettere alla prova la pazienza dello Sceriffo, che era stato anche troppo carino con lui, evitando una punizione.

'La tua punizione è l'operazione' aveva detto, e non aveva tutti i torti.

 

Lo Sceriffo non si sorprese di vedere il figlio già in piedi e vestito, pronto per andare in ospedale.

-Figliolo, sei preoccupato?-

-Un po', non ho mai affrontato un'operazione.-

-Vedrai che andrà tutto bene, è peggio il dopo piuttosto che il durante.-

-Incoraggiante, papà.-

-Ti voglio bene figliolo, e ora scendi che ci sono Lydia e Scott ad aspettarti.-

 

Stiles non comprese subito l'ultima informazione, tanto che rimase stupito nel vedere i due amici in salotto comodamente seduti, che lo aspettavano.

-Buongiorno grazioso fiorellino!- Esclamò Scott, con un fumante caffè in mano.

-Che ci fate qui?- Chiese il castano, evitando di sembrare scortese, era solo curioso.

-Ti accompagniamo all'ospedale.- Rispose Lydia, dando un piccolo bacio sulla guancia di Stiles.

-Sì figliolo, non posso prendere un permesso questa mattina, ho un caso importantissimo, è coinvolta persino l'FBI, fortunatamente questi due ragazzi decisamente gentili si sono offerti di prendersi cura di te.- Spiegò lo Sceriffo, afferrando qualche documento sul tavolino davanti al divano.

-Scott non è gentile.- Disse Stiles, incrociando le braccia.

-Ehi!- Rispose l'amico, facendo ridere gli altri tre.

 

Dieci minuti dopo i tre amici erano davanti alla porta dell'ospedale.

-Ragazzi, torno alla macchina, ho dimenticato la sciarpa.- Lydia si allontanò.

Scott fece quello che voleva fare dalla sera prima.

-Stiles, non abbiamo parlato di quello che è successo..-

-Non c'è nulla da dire, Scott.-

-So che hai rischiato per ciò che mi è successo e volevo dire ch-

-Lo farei altre cento volte.-

-Lo so, e non sono qui per farti cambiare idea sullo sport o per dirti che puoi smettere di preoccuparti per me, perchè so che non lo farai, vorrei solo dirti che come tu mi sei stato vicino durante la partita nonostante tutto, io ti starò vicino durante tutta l'operazione e successivamente la fisioterapia.- Scott riprese fiato e mise un braccio sulle spalle dell'amico.

-Grazie, Scott.- Sorrise Stiles, apprezzando davvero il gesto.

 

La prima visita che Stiles dovette fare fu con il dottore che lo avrebbe operato, a Lydia e a Scott non fu permesso entrare. Dopo quarantacinque eterni minuti, Stiles uscì dalla sala in cui era entrato.

-Finalmente! Credevo ti stessero operando!- Sbuffò Scott.

-Ci ha messo tre quarti d'ora per dire una cosa che avrebbe potuto spiegare tranquillamente in cinque minuti!- Si lamentò Stiles, ridendo.

-Cosa ha detto?- Intervenne Lydia.

-In sintesi ha detto che esaminando le radiografie, reputa necessario un intervento. Durerà solo una trentina di minuti, sarò anestetizzato solo nella zona interessata e dopo dovrò fare parecchia fisioterapia.- Spiegò il ragazzo.

-Quando?- Si limitò a chiedere Scott.

-Tra due giorni.- Rispose Stiles. -Ora devo andare dal dottor Hale.-

I tre amici si diressero verso lo studio di Derek, che li stava aspettando da pochi minuti, avrebbe dovuto mettersi d'accordo con Stiles sugli appuntamenti da prendere. Fu contento di vedere anche Scott con lui, segno che la loro amicizia fosse forte e che le cose andassero bene.

-Dottore.- Salutò il ragazzo, seguito dai suoi due amici.

-Stiles, come va il polso?-

-Fa male, ma se sto attento a non muoverlo quasi non ci penso e non me ne accorgo.-

-Come ti avrà spiegato il dottor Mallow, dovrai operarti tra due giorni e poi fare molta fisioterapia, che farai con me.- Cominciò a spiegare Derek.

-Sì.- Rispose Stiles.

-Sarà un impegno, voglio essere sincero con te, dovrai venire qui tre volte a settimana a causa della gravità del danno.-

-Va bene, ma cosa succede se non faccio fisioterapia?-

-Il polso guarirà dall'operazione, ma non sarai più in grado di muoverlo nel peggiore dei casi, il tuo cervello si abituerà all'assenza di movimento e avrai polso e mano sinistra paralizzati, o quasi.-

-Merda.- Disse Scott.

-In una sua conferenza ha spiegato che il sistema nervoso della mano non sarebbe più collegato al cervello, ed è per questo che non saresti più in grado di muoverlo.- Lydia terminò la spiegazione all'amico, riferendosi a Derek.

Ci fu un istante di silenzio.

-Sei venuta a una delle mie conferenze?- Chiese il dottore, perplesso.

-Fai anche delle conferenze?- Domandò Stiles.

-Che noiose le conferenze.- Disse Scott

Lydia rise. -Sì, dottore, è per questo che la conosco bene e so che Stiles è in buone mani.-

Derek annuì in segno di ringraziamento, poi tornò a guardare il suo paziente. Prima che potesse parlare però, i due amici lo avvisarono di non potere trattenersi ancora dato che le lezioni stavano per cominciare, così dovettero andare via.

 

-Scusali, ma ci tenevano a venire con me.-

Derek sorrise.

-Torniamo al punto, dobbiamo accordare dei giorni in cui riesci a venire.-

-Sì, non ho problemi per i giorni, ma posso venire solamente al pomeriggio.-

-L'avevo messo in conto, facciamo lunedì, mercoledì e venerdì alle 16.00?-

-17?-

-Cosa devi fare prima?-

-..dormire, sai la scuola è stancante..-

-17 sia allora, ti capisco, ma puntuale.- Ordinò Derek.

-E nelle vacanze di Natale come faremo? Cominciano fra quattro giorni.-

-Stessi giorni e stessi orari, nessun problema e non puoi permetterti di saltare anche solo un appuntamento.- Spiegò Derek, che cominciava a notare l'ansia del ragazzo, che era rimasto silenzioso.

-Stiles, non ti preoccupare, ci lavoreremo e ne uscirai.- Cercò poi di tranquillizzarlo.

Il ragazzo annuì e tornò tranquillo, almeno per il momento.

-Abbiamo finito, puoi andare.- Lo salutò il dottore.

-Grazie, ci vediamo tra due giorni.-

Il ragazzo si alzò e si diresse verso la porta, quando Derek lo interruppe.

-Stiles?-

-Sì?-

-Ciò che hai fatto per Scott è bello.- Disse, con lieve imbarazzo.

Stiles fece un piccolo sorriso. -Forse prima o poi verrò a una delle sue conferenze.-

 

Derek pensò che quel ragazzo lo avrebbe fatto diventare matto.

Il giorno successivo Stiles decise di andare a fare un giro nei parchi della città, faceva davvero freddo ma in casa si annoiava, così prese il giubbotto e uscì. Nell'osservare le persone che come lui passeggiavano, non si accorse di qualcuno di familiare, che parlava al telefono.

-Dottore?-

Derek si fermò e guardò confuso il suo paziente, che con un enorme giubbotto lo guardava con le guance rosse.

-Stilinski.- Disse terminando la telefonata. -Niente scuola?-

-Mio padre sa quanto mi preoccupi tutto ciò che riguarda l'ospedale, così mi ha permesso di cominciare le vacanze di Natale prima.- Tentò di spiegare.

-Capisco.- Rispose lui.

-Tu non lavori?-

-Non ho appuntamenti questa mattina, e tra due ore devo andare a prendere Malia, ho la macchina qui, vuoi un passaggio a casa?- Derek non seppe dire perchè gli fosse uscita così spontanea quella domanda.

E nemmeno Stiles seppe dire perchè accettò subito.

Andarono verso la macchina in silenzio, fino a quando Stiles ebbe il dubbio su dove sedersi.

-Posso sedermi davanti oppure mi cacci?-

Derek rise. -Siediti prima che io me ne penta, ragazzino.-

Fu il turno di Stiles di ridere.

 

-Posso chiederti una cosa?- Il ragazzo ruppe il silenzio.

Derek annuì.

-Malia ha mai parlato di me alla sua famiglia?-

-Sapevamo che avesse un amico speciale di cui parlava sempre bene, ma non aveva mai detto il nome, ho capito io che eri tu perchè me ne hai parlato la prima volta che ci siamo visti.-

-Ah.-

-Perchè chiedi?-

-Curiosità, mi sarebbe piaciuto conoscere suo padre, ora me ne parla sempre bene.-

Derek sorrise alla bontà del ragazzo che aveva di fianco.

-Tornerà, adesso è fuori città per lavoro, ma sono sicuro che avrebbe piacere di conoscerti, ti avviso però che è un po' matto.-

-Matto?- Stiles rise di gusto. -Non parlare così di tuo zio!-

-Tu non lo conosci!- Borbottò Derek, mentre fermava l'auto davanti a casa Stilinski.

-Non ancora.- Rispose Stiles, facendo al suo dottore un occhiolino, per poi scendere dalla macchina.

 

Derek pensò ancora una volta che quel ragazzo lo avrebbe fatto diventare matto.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 pt.1 ***


Ecco la prima parte del quinto capitolo, è corta perchè il seguito lo pubblicherò domani, buona lettura!

8.00
Stiles è in macchina con lo Sceriffo, davanti alla porta scorrevole dell’ospedale.

-Papà, sei sopra il marciapiede.-

-Sono lo Sceriffo, fermo la macchina dove preferisco.-

Stiles rise, era abbastanza nervoso, gli ospedali non gli piacevano e non gli sarebbero mai piaciuti.

-Figliolo, intanto entra, parcheggio in un posto decente e ti raggiungo subito.-

Stiles scese dalla macchina, faceva freddissimo e pioveva pure, forte, decisamente forte. Corse con il cappuccio in testa fino all’entrata, poi, dopo essersi pulito per bene le scarpe sui tappeti da educato gentiluomo, si fece strada tra i corridoi per raggiungere la macchinetta del caffè. Niente fu più bello di sentire quel sapore caldo e familiare, tanto che per un attimo quasi si dimenticò di essere preoccupato.

-Stiles!- Una voce di donna risuonò per il corridoio, e il ragazzo non potè fare a meno di esserne contento. Era Melissa, la madre di Scott, una madre per lui.

-Melissa.- Le andò incontro sorridendo.

-Come stai?-

-Preoccupato, ma per il resto va tutto bene.-

-Stai tranquillo, ho fatto in modo di essere dietro al tuo caso questa mattina, ti farò da infermiera così avrai un volto familiare, anzi due con il dottor Hale, durante l’operazione.-

Stiles notò la figura del padre avvicinarsi, doveva aver trovato parcheggio.

-Il dottor Hale assisterà all’operazione?-

-Certo, deve farlo, ovviamente non starà nella sala operatoria, cosa che posso fare io in quanto infermiera, però osserverà dall’esterno per seguire attentamente la procedura ed elaborare una scheda di esercizi adatti a te, per la tua fisioterapia.- Melissa terminò legandosi i capelli, mentre entrambi attendevano che lo Sceriffo arrivasse da loro.

-Buongiorno Melissa!- Sorrise lo Sceriffo. –Immaginavo di trovarti qui dal caffè Stiles.-

-Non vivrei senza.- Rispose Stiles con un occhiolino. I tre poi si recarono verso la sala operatoria e la sala in cui avrebbero preparato il ragazzo.
 
8.30

-Questo abito mi fa sentire una donna.- Stiles era seduto su una sedia, in attesa che venissero a chiamarlo per l’operazione. Gli avevano fatto indossare un
camice azzurro, senza vestiti sotto, insomma, non era poi un’operazione a cuore aperto.

Melissa rise. –Stiles, è solo per precauzione ed igiene.-

-Quindi sono una donna pulita.-

Melissa rise ancora.

-E poi sono nudo.- Aggiunse il ragazzo.

-E sembro Scott quando ha perso una scommessa con Isaac e ha dovuto girare per la scuola con un vestito di Allison azzurro.- Terminò poi con occhi sognanti.

Melissa non potè evitare di ridere, anche se era perplessa.

-Quante probabilità ci sono di uscirne incolume, se mi butto dalla finestra e scappo?- Quando era nervoso il suo essere logorroico si amplificava. E non di poco.

-Nessuna, Stilinski.- Una voce arrivò alle orecchi di Stiles, era il dottor Hale, che dal corridoio poco illuminato faceva il suo ingresso.

-Dottore, da quanto sei lì?- Domandò Stiles.

-Da poco, ma mi è bastato per sentire quanto non ti piacesse essere una principessa.-

Stiles alzò gli occhi scherzosamente.

-Ero venuto a chiamarti, comunque, la sala è pronta.- Continuò il dottore.

Stiles deglutì, ma senza fiatare e obbiettare si alzò e seguì Derek nella sala, ancora vuota.

-Intanto siediti, a breve arriverà Melissa, che ti farà l’anestesia.- Derek notò come Stiles fosse preoccupato. –Non ti piacciono molto gli ospedali, non è così?- Provò a smorzare la tensione.

Il ragazzo lo guardò e fece un debole sorriso. –Non ho nessun problema con gli ospedali, solo qualcuno con le operazioni.- Spiegò. –Cose come gli aghi o le ossa rotte non mi danno fastidio, soprattutto per l’ultima sono abituato.-

Derek sorrise alle battute del ragazzo.

-Come mai questa fobia delle operazioni?-

-Beh, mia madre, insomma ne ha dovute fare parecchie.-

Derek annuì, non avendo capito per davvero il senso della frase, così cercò di fare altre domande, come faceva con tutti i pazienti, per farli stare tranquilli.

-Non sei stanco di avere traumi di questo tipo?-

-Un po’, forse sono l’unica cosa di cui potrei lamentarmi nella mia lunga vita da diciassettenne, se mia madre fosse qui non avrei alcun problema, perché alla
prima ossa rotta mi avrebbe sgridato così tanto che non mi sarei più rotto niente, garantisco.- Stiles rise tristemente al ricordo della madre in casa.

Fu qui che Derek capì. Capì che il ragazzo aveva perso la madre, così come lui.

-Mia madre mi tirava le ciabatte quando mi facevo male, posso capirti.-

-Davvero?- Rise Stiles.

-Sì, ogni tanto mi sembra di sentirla mentre la afferra e si prepara a scagliarmela addosso.-

E fu invece questo il momento in cui Stiles capì che anche Derek aveva perso la madre, proprio come lui. Non erano servite parole esplicite e nessuno aveva dovuto dare troppe informazioni. La cosa era uscita naturale, spontanea.

-Il 24 cominciamo fisioterapia, te lo ricordi?- Derek riprese a parlare.

-Sì, è anche la Vigilia di Natale, e dovrò passarla qui!-

-Faccio finta di non essermi offeso.- Derek alzò gli occhi alle risate di Stiles, poi vide la sagoma del chirurgo avvicinarsi alla porta. Dopo poco entrò, sorridente.

-Ci rivediamo Stilinski, seguimi, prima cominciamo e prima finiamo!- Il dottore battè le mani.

-Non è sempre così euforico, vero?- Domandò a Derek.

-Purtroppo sì..-

Stiles rise ancora. In pochi secondi anche il padre e Melissa erano con loro, diretti alla sala operatoria.
 
9.00

-Allora, siamo pronti?- Domandò il dottore.

-Stiles, Scott e i ragazzi ti fanno gli auguri, saranno qua non appena le lezioni termineranno.- Gli sussurrò Melissa.

-Ringraziali.- Rispose il ragazzo, ora sdraiato su un lettino con il braccio steso su una specie di tavola.

-Bene, ora Melissa ti farà l’anestesia, sarà locale, quindi sarai sveglio. Se ti dà fastidio guardare, gira la testa.- Il dottore spiegò tutto.

-Ok.- Rispose il ragazzo.

Poco dopo l’operazione cominciò.
 
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 pt.2 ***


Assicuratevi di aver letto la prima parte del quinto capitolo prima di cominciare a leggere!


L'operazione era stata tutt'altro che complicata, era durata trenta minuti, un tempo infinito per Stiles che si annoiava a morte. Gli era bastato guardare da un'altra parte mentre il dottore lo operava, non aveva ovviamente percepito niente. Ogni tanto guardava fuori dalla sala la sagoma di Derek e del padre che osservavano attraverso un vetro come procedeva la situazione.

-Sta andando tutto bene?- Domandò lo Sceriffo a Derek.

-Sì, Sceriffo, il dottore sta mettendo i punti.-Rispose il dottor Hale.

-Bene, menomale, spero che questo gli serva da lezione per le prossime volte in cui si metterà in situazioni pericolose.- Continuò Noah, osservando come il dottore al suo fianco osservasse attentamente il polso del figlio.

-Abbiamo fatto tutti delle cretinate.- Rise Derek pensando a ciò che aveva fatto lui solo pochi anni prima.

 

I due non si accorsero che il paziente, visibilmente sollevato, era uscito dalla sala operatoria.

-Come stai figliolo?-

-Benone.- Rassicurò il padre.

-Sceriffo, suo figlio ora andrà con il dottor Hale per qualche controllo e per fasciare la ferita, lei deve venire con me per occuparsi di qualche scartoffia che deve firmare per la fisioterapia.- Il dottore lasciò il corridoio dopo aver salutato Stiles con dietro lo Sceriffo.

-Andiamo, ragazzino.- Disse Derek, spingendo la sedia a rotelle su cui era Stiles.

-Perchè sono su una sedia a rotelle?- Domandò poi, mentre veniva spinto verso la stanza dove aveva lasciato i suoi vestiti.

-Per evitare che il tuo corpo si stanchi dopo aver subito il trauma dell'anestesia unito all'operazione.-

-Capisco.-

 

Poco dopo i due entrarono nella stanza numero 13, dove Stiles si mise comodo sul lettino, aspettando che Derek prendesse tutto il necessario per fasciare la ferita.

-Il 24, prima di iniziare fisioterapia, ti verranno tolti i punti, ma prima di allora non togliere le fascia che ora ti metto e non bagnare la ferita, miraccomando.- Il dottor Hale cominciò a raccomandarsi.

-Va bene.- Rispose Stiles.

-L'operazione è stata così insopportabile come credevi?-

-No, decisamente no.-

-Bene.-

 

Derek cominciò a fasciare il polso del ragazzo con una delicatezza disumana.

-Non vorrei fare una domanda stupida o fuori luogo ma devo farla.-

-Certo.- Rispose Derek non perse la concentrazione.

-Quando potrò ricominciare a giocare? Farò ciò che mi dirai stavolta, attenderò anche più del necessario, ma vorrei solo sapere.-

-Per marzo dovresti essere pronto, parteciperai a quel viaggio in Italia che tanto desideri.-

-Riuscirò a giocare alla finale.- Sorrise il ragazzo.

 

Seguì qualche istante di silenzio.

-Sono preoccupato per Scott, non vorrei lasciarlo da solo.-

-Vedrai che le cose andranno bene.-

-Lo spero.- Rispose Stiles. -Tra poco verranno qui, per quanto dovrò rimanere?-

-Due ore basteranno, dobbiamo assicurarci che non ci siano state complicanze, anche se dubito ci saranno, ti fa male il braccio?-

-No, lo sento ancora un po' addormentato.-

-Normale, quando l'effetto dell'anestesia finirà ti daremo degli antidolorifici per questa notte, poi da domani il dolore sarà quasi inesistente.- Derek concluse la fasciatura. -Miraccomando, nessun movimento brusco e nessuna botta.-

-Sì.- Rispose il ragazzo.

Qualcuno bussò alla porta. Era Melissa.

-Derek, hai le sorelle Hast che ti aspettano nel tuo studio.-

-Va bene, grazie.-

 

-Dopo torni qua?- Domandò Stiles.

-Sicuramente prima che tu vada via.- Disse Derek.

Qualcuno bussò nuovamente.

 

-Dottor Hale?-

Due ragazze bionde con il gomito rotto entrarono nell'aula, ma certo, le gemelle Hast sono quelle che Stiles aveva visto tempo prima uscire dallo studio di Derek.

-Ragazze, tornate nel mio studio, arrivo subito.-

-Non ci presenta il suo paziente?- Chiese una delle due osservando Stiles.

-Ragazze, uscite da qui.-

-Sempre così burbero con noi, vogliamo solo conoscere questo grazioso biscot- L'altra gemella venne interrotta proprio da Stiles.

-Le bionde non mi piacciono.-

-E nemmeno le ragazze che parlano più di lui.- Intervenne Derek.

-E stavi per chiamarmi biscottino?- Continuò il castano.

-Gli stavi per dare dell'alimento pieno di grassi.- Disse il dottore, fingendosi pensieroso.

-Quindi mi trovate grasso?- Le stuzzicò ancora Stiles.

 

Le due ragazze non poterono fare altro che uscire di fretta dalla stanza, rosse come due peperoni.

-La prima volta che mi hanno visto una di loro mi ha chiesto una foto e l'altra ha tentato di convincermi del fatto che fosse troppo caldo e che avrei dovuto togliermi i vestiti.- Raccontò Derek.

-Due ragazze mi hanno appena dato del biscottino nonostante io sia ancora vestito come una principessa blu, in fatto di stranezze oggi vinco io.- Rise Stiles.

 

Non poterono aggiungere altro perchè Scott, Malia, Lydia, Allison e Isaac si fiondarono all'interno della stanza senza bussare con del cibo.

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Nuovo capitolo! Buona lettura!


Quando, dopo una buona ora e mezza, Scott e gli altri andarono via, il ragazzo potè finalmente dormire un po', entro poco sarebbe andato a casa ma non gli importava.

Era appena entrato nel mondo dei sogni, quando il dottor Hale fece il suo ingresso.

 

Derek entrò per controllare un'ultima volta Stiles e consegnargli il programma con i giorni esatti della fisioterapia, una sorta di calendario. Non appena però alzò lo sguardo si trovò davanti uno Stilinski addormentato, stavolta vestito con felpa e pantaloni.

'Ha detto basta al vestito da principessa blu', pensò.

 

Senza nemmeno pensarci troppo, gli lasciò accanto il foglio con le date e andò nella stanza accanto. Avrebbe aspettato qualche minuto, poi avrebbe svegliato il ragazzo per comunicargli di poter andare a casa. Mentre metteva in ordine alcune medicine e fasciature nella stanza accanto, sentì la porta della stanza di Stiles aprirsi. Inizialmente pensò fosse lo Sceriffo, ma il passo era troppo leggero.

Si sporse leggermente dalla porta per vedere, e fu sorpreso di trovare la cugina Malia accanto al letto di Stiles.

La ragazza si chinò e diede un bacio sulla fronte del suo amico, gli passò la mano tra i capelli e rise, poi fece per andarsene quando notò Derek guardarla stranito e intenerito.

-Pensavo non ci fosse nessuno.- Si giustificò.

-Deve essere importante per te.- Sussurrò Derek, avvicinandosi a lei.

-Sì, lo è sempre, mi ha tirata fuori da momenti bui.- Spiegò la ragazza, sedendosi sul bordo del letto. -Non stiamo più insieme e nessuno dei due andrebbe oltre a un'amicizia ora, ma sono così legata a lui, siamo così legati, non potrei mai ringraziarlo abbastanza, mi preoccupo per lui.-

Derek decise di non infierire, sapeva che Malia sotto sotto era buona, affettuosa e altruista, ma preferiva riservare questi aspetti per se stessa e per le persone a cui teneva di più, e a Derek andava bene così, perchè lui, come cugino, era tra quelle persone.

-Lo sai che mi piace questo lato di te.- Si limitò a dire.

-E tu sai che se dici cosa è successo qui dentro a qualcuno ti ammazzo.-

-Buona giornata Malia!- La salutò poi Derek come se non si ricordasse già nulla di quei due minuti.

La ragazza uscì sorridendo dalla stanza, lasciando il dottore al suo lavoro.

 

Dopo quindici minuti, decise di svegliare Stiles.

Lo scosse leggermente.

-Stiles, svegliati.-

Il ragazzo aprì gli occhi e si mise a sedere. -Mi sono addormentato?-

-Ti sei addormentato.- Confermò Derek. -Ti ho svegliato perchè puoi andare a casa, inoltre ti volevo dare personalmente il calendario della fisioterapia.-

-Oh, grazie mille.- Rispose lui.

Il dottore fece per salutare e uscire, quando venne fermato dal suo paziente.

-Malia è stata qui?-

Derek fece finta di non saperne nulla, alzando le spalle.

-Derek, c'è la sua giacca sul bordo del letto, e prima che io mi addormentassi non c'era.-

Non poteva negare l'evidenza. -Sì, è stata qui.-

-Tipico.- Sorrise lievemente Stiles.

-Che cosa?- Chiese il dottore, curioso dell'espressione tenera del castano.

-Che quando sa di non essere vista, dimostra a modo suo quanto ci tenga.- Tentò di spiegare.

-Sì, è vero.- Concordò Derek.

 

 

 

Quella sera, Stiles e Scott dormirono insieme.

-So di avertelo già chiesto oggi insieme agli altri, ma è stato così pesante l'intervento?- Domandò il moro.

-Oh, no, poi in sala c'era tua madre.- Rispose Stiles.

-Senti amico, dovrei parlarti di una cosa.-

-Dimmi.-

-Le cose non vanno bene con Allison.-

Stiles si mise seduto. -Che succede?-

-Niente, è questo il problema, non succede mai niente, stiamo bene anche lontani.-

-E ne avete parlato?-

-Sì, vorremmo prenderci una pausa, credo che ovviamente teniamo da morire l'uno all'altro, ma forse il nostro rapporto non va più oltre un sincero affetto.-

-L'importante è che siate d'accordo, e che chiariate tutto.-

-Quando tu e Malia prima dell'estate vi siete lasciati, come avete fatto?-

-Beh, eravamo entrambi d'accordo di terminare la relazione e rimanere amici, stavamo insieme già da un anno, sai com'è, era diventata abitudine.-

-Abitudine, esatto!- Scott si mise in ginocchio sul letto.

-Ecco cosa non va!- Continuò poi, guardando euforico il suo amico che si passava le mani tra i capelli ridendo.

-Scott, stai facendo cadere tutti i cuscini!-

-Ok Stiles, vado a chiamarla, devo parlarle anche di questo, cerco di essere svelto!-

 

I due amici si separarono per un attimo, così Stiles controllò il suo telefono. C'era un messaggio da un numero che non conosceva.

 

“Stiles, sono Derek, volevo avvisarti di un cambiamento di orario per il 24, dovrai venire alla fisioterapia alle 17.30 e non più alle 17, solo per quel giorno. Derek.” (21.14 Derek)

 

“Va bene, ma come mai?” (21.47 Stiles)

 

“Le gemelle hanno spostato il loro appuntamento alle 17, probabilmente per rivederti.” (21.53 Derek)

 

“Verrò il più tardi possibile, a questo punto.” (21.54 Stiles)

 

“Inoltre, volevo dirti che il padre di Malia verrà a Beacon Hills per Natale, vuole incontrarti.” (21.55 Derek)

 

“Fantastico!” (21.55 Stiles)

 

La conversazione finì così, e Stiles era al settimo cielo.

 

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