Only you You are my destiny

di Evola Who
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 Ricominciamo? ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 L’appuntamento ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 You are my destiny ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 La scelta. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 Ricominciamo? ***


Only you
You are my destiny
 
 

Capitolo 1
Ricominciamo?
 
 

Settembre, Petaulm, California U.S.A, anni 50, pomeriggio.

 
Una ragazza stava uscendo arrabbiata dalla piccola officina di un meccanico. Era una ragazza di 19 anni, altra 1.58, vestita con una camicia a maniche corte bianca, una lunga gonna color blu cielo, che le lasciava le caviglie scoperte e un paio di scarpe da ginnastica bianche, dalle quali sbucavano i piccoli calzini dello stesso colore. I suoi capelli erano castani scuri, leganti in una coda alta con un nastro bianco, e portava un piccolo foulard blu cielo legato al collo.
 
Aveva gli occhi scuri e profondi, le labbra sottili e il viso pulito, ma il suo sguardo era arrabbiato e camminava a passo svelto.
 
“Leia! Aspetta!” esclamò la voce di un uomo che la seguiva.
 
Era un uomo sui 29 anni, altro quasi due metri, con addosso una sua tuta intera blu scuro da meccanico, ed era sporco di olio e grasso. Aveva i capelli color nocciola, folti e corti, gli occhi grigio chiaro, il viso duro dai lineamenti forti e sotto al metto una piccola cicatrice.
 
Stava seguendo la ragazza, dicendo: “Leia, ascoltami! Posso spiegarti!”.
 
“Spiegarmi? Spiegarmi che cosa?” rispose lei fermandosi e girandosi verso di lui “Che ti vergoni di me davanti ai i tuoi colleghi? Che ti vergoni di aver passato l’estate con una ragazzina e con suo fratello?” disse dura con lo sguardo arrabbiato, mettendosi a braccia conserte “Non è così, Han?”.
 
Il ragazzo abbassò la testa, passandosi una mano sul collo e massaggiandoselo nervosamente.
 
“Senti, piccola…”.
 
“Non chiamarmi ‘piccola’!” gridò lei subito con tono aggressivo “Io non sono la tua piccola, la tua baby, dolcezza o qualsiasi altro stupido nomignolo dai alle tue ragazze! Mi chiamo Leia! Chiaro?”.
 
Anche se era più bassa di lui di quasi trenta centimetri e anche se aveva un colpo molto sottile che sembrava fragile come la porcellana, tuttavia aveva un carattere molto forte ed indipendente, era fiera e testarda. Quella era stata proprio la prima cosa da cui Han era stato attratto.
 
Si erano conosciuti in estate a San Francisco. Prima Han aveva fatto la conoscenza del suo fratello gemello (fisicamente e caratterialmente erano molto diversi) Luke, un giorno in officina.
 
Era entrato con la macchina di suo zio: una Ford Anglia anni 40, bianca, un po’ ammaccata e sporca.
 
Luke gli aveva spiegato che aveva fatto un giro con l’auto e che questa, dopo poco, aveva iniziato a fare un rumore strano e, per paura che suo zio si potesse infuriare, aveva deciso di portarla subito dal meccanico.
 
Mentre Han lavorava al motore, aveva cominciato a parlare con Luke, chiedendogli se fosse di quelle parti. Il ragazzo gli aveva risposto che era in vacanza con gli zii insieme alla sorella, Leia.
 
Han, incuriosito, aveva chiesto subito che aspetto avesse sorella. Luke l’aveva descritta come una ragazza seria, molto matura per la sua età, con pochi amici e con un bel carattere deciso. Il meccanico aveva pensato che non fosse il suo tipo, perché a lui piacevano le ragazze toste e molto libertine. Leia sembrava troppo seria per lui.
 
In pochi giorni, tra Han e Luke era nata una bella amicizia e una sorta di confidenza da fratelli: Han gli insegnò come aggiustare un motore, gli diede delle dritte sulla vita un po’ “discutibili” e dei consigli su come fare colpo sulle ragazze.
 
Un giorno, dopo che Han aveva aggiustato la sua macchina in cinque giorni (non aveva sistemato solo il motore, ma anche la frizione e la carrozzeria), Luke gli chiese quanto gli dovesse per le riparazioni e Han decise di fargli un prezzo molto generoso, praticamente quasi gratis, un po’ per l’amicizia che era nata tra di loro e un po’ perché gli zii di Luke possedevano un negozio di alimentari in affitto. Luke ne era rimasto talmente sorpreso e felice che, per ringraziarlo, aveva deciso di organizzare una uscita a tre: lui, Han e Leia.
Era stato allora, in una serata di fine giugno, vicino al mare, che aveva conosciuto Leia. La prima cosa da cui rimase sorpreso fu la sua bellezza:
 
i suoi occhi profondi, i suoi capelli scuri legati in una coda alta, la camicia a scacchi con un nodo sul financo, i blu-jeans a vita alta e le ballerine nere.
Non appena la vide pensò subito che non si aspettava che una ragazza descritta come tanto seria potesse essere così carina. Lo disse davanti a lei quando Luke gliela presentò.
 
Si aspettava che sorridesse in maniera ossessiva come tutte le giovani ragazze che cercavano di flirtare con lui. Così lei rispose a tono, dicendo che si sarebbe aspettata che i meccanici fossero tutti grassi e brutti.
 
Han rimase stupito e stranamente affascinato dal suo carattere. Ovviamente, per quasi tutta la serata, non avevano fatto altro che stuzzicarsi a vicenda e bisticciare tra di loro e il povero Luke aveva cercato invano di dividerli; nonostante tutto, la serata si era conclusa bene e si erano divertiti tutti.
Da allora erano usciti insieme per quasi tutte le sere, una volta Han aveva cenato con loro in compagnia degli zii.
 
Ma pian piano si stava avvicinando a Leia, tutto di lei lo affascinava: la sua bellezza, la sua intelligenza e il suo carattere.
 
Un giorno le aveva confessato i suoi sentimenti dicendo solo: “Mi piaci”, ed era rimasto sorpreso di essere ricambiato da lei. Dopo il loro primo appuntamento aveva avuto inizio la loro relazione e avevano trascorso tutta l’estate tra passeggiate, serate al cinema e baci sulla spiaggia (nel modo più innocente possibile).
 
A metà agosto si sarebbero dovuti dire addio, ma si erano giurati che un giorno si sarebbero incontrati e avevano suggellato la loro promessa con un bacio.
 
Dopo un mese, Han aveva deciso di trasferirsi da San Francisco, andando a vivere in una piccola città di contea. Si era trovato un appartamento decente e un posto da meccanico in quella città.
 
Un giorno, per puro caso, aveva incontrato Luke fuori dall’officina e lo aveva chiamato. Il giovane ne era rimasto davvero stupito, ma si era affrettato a spiegare che lui e Leia vivano lì da sempre.
 
Solo il giorno dopo quell’incontro, Leia (dopo che Luke le aveva raccontato di aver visto Han) andò da lui con un grosso sorriso in viso, pronta a riabbracciarlo.
 
Han aveva raccontato ai suoi colleghi di aver avuto diverse esperienze con donne bellissime, in stile femme fatale. Quindi, quando tutti loro videro arrivare una ragazzina bene educata di provincia, iniziarono a ridere di lui. Han si sentì costretto a prenderla in giro davanti ai colleghi. Leia non la prese bene, gli piazzò un sonoro schiaffo davanti a tutti, dandogli dello sporco, bugiardo, cafone, e uscì in preda alla collera.
 
I colleghi di Han lo presero in giro ancora di più quando capirono che, così facendo, aveva solo peggiorato la situazione.   
 
Così, Han decise di seguirla, per provare a giustificarsi.
 
“Leia, ascolta, mi dispiace. Non volevo farlo” cercò di spiegare.

Allora perché l’hai fatto?”.
 
“Perché agli altri ho raccontato che ho avuto molte storie con donne molto affascinanti – che è la pura verità – e poi sei arrivata tu, hanno cominciato a ridere di me e…”.
 
“E ti sei vergognato di me, mi hai presa in giro solo per salvare il tuo stupido ego e il tuo orologio” concluse lei.
 
Han sopirò rassegnato, dicendo: “Sì…”.
 
Leia gli lanciò una occhiataccia, alzò lo sguardo verso di lui e, con aria stufa, gli voltò le spalle e fece per allontanarsi.
 
Han la seguì, la prese per un braccio, dicendo: “Leia, aspetta”.
 
La ragazza si girò verso di lui, guadandolo negli occhi con uno sguardo infuriato e sprezzante.
“Lo so. Sono stato un idiota. E sì, mi merito il tuo disprezzo” iniziò a dire con tono serio “Ma non ho mai dimenticato né te, né Luke, né i nostri appuntamenti. Perché tu mi piaci veramente”.
 
Leia rimase sorpresa da quelle parole, ma cercò di non abbassare la guardia.
 
“Ti ricordi il nostro primo appuntamento? Quando siamo andati a mangiare quei cheeseburger con frappè in quel locale vicino alla spiaggia?”.
 
Leia abbassò gli occhi, guadando dalla parte opposta, come se non volesse ricordare, anche se in realtà non voleva dimenticare il loro primo appuntamento. 
 
“E durante la sera abbiamo passeggiato, per poi andare in quel drive-in per vedere quel brutto film di fantascienza. Quando ti spaventavi per una scena, stringevi il mio braccio” continuò Han e sorrise per il ricordo.
 
Anche lei fece un mezzo sorriso, ricordando che si era appoggiata al suo petto, mentre Han la stringeva forte su di lui, facendola sentire protetta.
 
“Ricordi che poi ti ho portato fin sopra quella piccola collina per ammirare il Golden Gate sotto le stelle? Dentro alla macchina, in radio passavano la canzone ‘Only You’ dei Platters e ci siamo bacati. E tu mi hai confessato che era il tuo primo bacio” Han la guardò con aria romantica, nascosta dietro ad uno sguardo da duro.
 
Leia non lo guardò e disse: “Era una vacanza, Han. Ora non conta più niente” si liberò dalla sua stretta e riprese a camminare.
 
Quel ricordo, dopo l’episodio di prima, le faceva male. Pensò al loro addio e alla loro promessa di rivedersi con la speranza che la loro storia potesse andare avanti. Ma ora si sentiva offesa.
 
“Questo non è vero! E tu lo sai!” esclamò Han convinto.
 
Leia si fermò, si girò verso di lui con aria seria. Han le si avvicinò, dicendo: “So che provi ancora qualcosa per me, il nostro ultimo bacio e la promessa di rivederci ne è la prova. E ti giuro che provo le stesse emozioni” guardò in basso con aria incerta.
Per lui era difficile, anzi, quasi impossibile aprirsi e confessare i suoi sentimenti in quel modo, soprattutto davanti a una donna, ma per conquistare la fiducia di Leia avrebbe fatto qualsiasi cosa.
 
“Ti giuro che farò qualsiasi cosa per dimostralo” aggiunse, quindi la guardò dei occhi.
 
“Ad esempio? Che cosa faresti?” domandò Leia, guardandolo negli occhi a braccia conserte.
 
Han capì che gli stava dando una occasione per ricominciare con lei, così ci pensò per qualche istante e disse convinto: “Un altro primo appuntamento!”.
Leia lo guardò stupita.
 
“Un altro primo appuntamento. Come a San Francisco, ma qui a Petalum. Sempre con cheeseburger, frappè e drive-in. Certo, non sarà proprio identico al nostro primo appuntamento, ma… sarebbe un bell’inizio per la nostra storia” fece un mezzo sorriso. 
 
Leia ci pensò, non era sicura di fidarsi ancora di lui, ma non poteva dimenticare le belle serate passate in sua compagnia in vacanza, sia da soli che insieme a Luke. Il ricordo del loro primo appuntamento era il più bello della sua vita.
 
Pensò anche alla loro promessa di incontrarsi di nuovo in futuro, e si disse che forse era stato per volere del destino che si erano incontrati a Petalum nel giro di pochi mesi.
 
“Va bene” rispose Leia, guardandolo negli occhi.
 
Han rimase stupido e lei continuò: “Aspettami domani dentro al Mel’s Drive-in. Questa volta il film lo scelgo io” sorrise sicura “Alle sette. Ti voglio puntuale”.
 
“Non vuoi che ti venga a prendere a casa?” domandò lui, avvicinandosi al suo viso.
 
Leia sorrise, dicendo: “Non siamo più San Farcisco con i miei permissivi e comprensivi zii, siamo a Petalum con i miei genitori protettivi”.
 
“Non vogliono che tu abbia un ragazzo?” chiese Han, con tono profondo, avvicinandosi sempre di più alle sue labbra.
 
“Diciamo che, per ora, dobbiamo essere discreti” rispose Leia e frappose una mano in mezzo a loro per fermare il bacio.
 
Han rimase sorpreso dal quel gesto, ricordando gli infiniti baci che si erano dati durante l’estate.
 
“Mi raccomando. Alle sette in punto dentro al Mel’s” ripeté lei, gli diede un bacio sulla guancia e se andò via soddisfatta.
 
Han rimase ancor più sorpreso dal quel gesto così veloce e quel bacio rabido sulla guancia. Ma sorisese sodisfatto e non vedeva l’ora che arrivasse l’indomani.

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Note:
Riecomi! Con una nuova storia! 
La mia seconda AU (La prima è una Jonlock AU Teen. Vi prego,
non leggettera) ma spero che vi piaccia!
Sì, se ve lo state chiedento, l'inizio mi sono sipirtata
a "Grease" (Ma lo odio. Perchè sono tipo da "Fantamsa Dell'opera) 
Ma volevo che Leia avesse un carattere forte in un epoce dove 
le ragazze e le donne erano molto remisive per colpa del maschiismo.
E non volevo che i personaggi forsero troppo OOC e che mattegono i loro
carateri originali. Almeno un minimo. 
Spero che questa storia vi piaccia e ci vediamo con il porssimo capitolo!
Evola. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 L’appuntamento ***


Capitolo 2
L’appuntamento
 
 
 
Il giorno dopo…
 
Mel’s drive-in, 6:59 P.m.
 
Han parcheggiò la sua Ford Thunderbird grigia metallizzata davanti al parcheggio del locale. Aveva indosso la sua giacca di pelle nera, una canotta bianca, dei blue jeans attillati, gli stivaletti neri e i capelli tirati all’indietro. 
 
All’inizio aveva pensato di mettere qualcosa in stile “bravo ragazzo”, ma era vestito in quel modo anche a San Francisco, quindi non ci badò molto.
 
Il sole stava tramontando e si incamminò verso all’entrata del locale. Davanti al parcheggio vide un ragazzo con una camicia blu e un paio di pantaloni chiari, aveva i capelli rossi. Era appoggiato alla sua macchina, ovvero su una Ford Thunderbird bianca a strisce rosse.
 
“Bella la tua macchina” disse, continuando a camminare.
 
Il rosso lo guardò con aria un po’ perplessa, ma rispose: “Grazie”.
 
Entrò dentro al locale che erano le sette precise. Si guardò introno e sentì una voce femminile che lo chiamava: “Han!”.
 
In fondo al locale vide Leia seduta ad un tavolo accanto alla finestra, stava sorridendo con il braccio alzato in segno di saluto. Han ricambiò sia il saluto che il sorriso.
 
Si diresse verso al tavolo e la guardò: anche se era seduta si notava il suo vestito, ne stava indossando uno di color rosso scuro, con una grande gonna ampia e, in vita, una piccola cintura dello stesso colore del vestito. Indossava un piccolo coprispalle corto bianco e delle ballerine rosse ai piedi. Aveva lasciato i capelli sciolti, che le cadevano dietro alle spalle, fermati con un cerchietto bianco.
 
“Sei puntuale” disse Leia, sorridendo.
 
“Beh, avevi dei dubbi?” chiese Han, sedendosi di fronte a lei e sorridendo.
 
“Tu, invece? Aspettavi da molto?” domandò lui.
“No. In fondo, vivo abbastanza vicino” rispose lei, guardando fuori dalla finestra.
 
Si formò un silenzio piuttosto imbarazzante tra i due. Han si sentiva un po’ a disaggio, dopo il loro addio e la scena del giorno prima, non sapeva come ricominciare con lei da capo.
 
Il silenzio fu interrotto dall’arrivo della cameriera che voleva prendere le loro ordinazioni.
 
Leia ordinò subito, dicendo: “Due Cheeseburger, due Coca-Cola e due frappè al cioccolato” e sorrise.
 
La cameriera scrisse tutto e se andò. Han rimase stupito della sua spavalderia, ma comunque le sorrise.
 
“Scusami, volevi ordinare tu?” chiese Leia, con tono ironico.
 
“No. In fondo, tua la città, tua le scelte” rispose Han sicuro.
 
Leia rise e anche Han si aggiunse alla risata.
 
“Poi, hai ordinato proprio le stesse cose che abbiamo mangiato al nostro primo appuntamento” disse lui.
 
“Ma lì avevamo la vista del mare. Non quella di una cittadina di contea” aggiunse Leia, guadando fuori dalla finestra.
 
“Ma l’importante è che ci sia tu” disse Han.
 
Leia rimase un po’ sorpresa dalla sua frase, guardò in basso con un piccolo sorriso.
 
Era da un po’ che non sentiva i complimenti di Han. Così fece una battuta per alleggerire la tensione: “Beh, era questo il tuo intento, no?” risero.
 
Quando smisero, Han disse: “Non te l’ho ancora detto, ma… sei stupenda” sorrise.
 
“Non ti avevo mai visto con i capelli sciolti. Sei un incanto”.
Leia si accarezzò una ciocca di capelli con un piccolo sorriso, dicendo: “Beh, li porto sempre legati per abitudine e comodità. Li porto sciolti solo per qualche evento speciale o festa”.
 
“Allora, sono onorato di essere il tuo evento speciale” disse Han con un sorriso sfacciato.
 
“Non fare tanto il gradasso” rispose Leia sicura “Se questo appuntamento andrà male, non ci frequenteremo più. Intensi?” aggiunse subito, e lo guardò con aria inespressiva.
 
Han capì che Leia diceva su serio, alzò le mani per farle sapere di aver capito, dicendo: “Come vuoi tu” quindi abbassò le mani.
 
In quel momento arrivò la cameriera con i loro piatti, li posò sul tavolo e se andò. Cominciarono a mangiare e Leia domandò a Han come mai si fosse trasferito lì a Petalum. 
 
Han iniziò a spiegare: il lavoro da Jabba a San Francioso cominciava ad essere pesante e ormai quella città non aveva più nulla da offrirgli. 
 
“Così ho deciso di cambiare aria. E mi sono trovato qui” finì di raccontare Han.
 
“Facendo sempre il meccanico” disse Leia, guardando la cannuccia del suo frappè.
 
“Beh, smontare e montare le cose è una delle poche cose che so fare bene nella mia vita” rispose Han, con tono sicuro.
 
Leia rise e lui continuò: “Almeno qui non c’è Jabba che mi sfrutta, ho una buona paga e un appartamento decente”.
 
“Sono felice per te” rispose Leia, sorridendo.
 
“Tu e Luke, invece? Presto inizierete il liceo, giusto?”.
 
“Veramente, il college” precisò Leia.
 
Han rimase sorpreso, ma si ricordò che gli avevano detto che avevano finito il liceo.
“Presto patiremo per la nostra vita universitaria. Non è un poso molto lontano da qui, ma dicono che ci sia una buona scuola” spiegò Leia.  
 
“E che cosa studierete?” domandò Han incuriosito.
 
“Io vado a studiare legge. Luke ha deciso di studiare storia e filosofia” rispose Leia, bevendo il suo frappè.
 
“Luke ha deciso di studiare storia?” chiese Han, sorpreso “Sicuramente non me lo sarei mi aspettato”.
 
Leia rise, dicendo: “Gli è sempre piaciuto scoprire cose nuove. Sapere che cosa è successo prima di tutto lo intriga molto. Poi, a scuola era molto bravo in storia”.
 
“E tu vorresti diventate un avvocato?”.
 
“Beh, sì. Forse mi piacerebbe anche diventare un po’ come mia madre” rispose lei, guardando in basso.
 
Han la fissò con aria perplessa, si ricordò che durante tutta le vacanze non avevano mai parlato dei loro genitori, né Leia né ne avevano mai fatto parola. Han sentiva una domanda sulla punta della lingua, ma non sapeva se farla ora o no. Così domandò: “Anche tua madre ha studiato legge?”.
 
Leia guardò in basso, dicendo con tono un po’ incerto: “Beh… diciamo che la nostra famiglia è un po’ diversa dalle altre…”.
 
Han era ancora più confuso e Leia decise di spiegare: sua madre non era una casalinga come tutte le altre del suo quartiere, ma lavorava al municipio come vice sindaco e, anche se tutti ammiravano il suo lavoro, molti non erano convinti che un lavoro così importante fosse adatto ad una donna. Spesso le vicine di casa invidiose parlavano male di lei dietro alle sue spalle e la allontanavano.
 
“Caspita” disse Han sorpreso.
 
“Già, mi piacerebbe avere una carriera politica simile alla sua, magari più prestigiosa, come governatore”.
 
“O come presidente” disse Han con tono sicuro, ma con un sorriso divertito.
Leia rise, dicendo: “Non credo che il mondo sia ancora pronto per un presidente donna” finì il suo frappè.
 
Dopodiché Leia chiese ad Han se lui avesse sempre viaggiato e che cosa avesse fatto nella vita.
 
Han le raccontò che aveva lasciato la scuola, aveva cercato di arruolarsi in marina, ma era stato espulso per pessima condotta e per anni non aveva mai fatto altro che spostarsi da una città all’altra.
 
“Non hai mai pensato di fermarti in un posto in maniera permanente?” domandò Leia.
 
Han ci pensò e non sapeva che cosa rispondere, si chiedeva se quella domanda nascondesse qualcos’altro.
 
“Beh, se un giorno troverò un motivo per rimanere, beh, potrei farlo, potrei sistemarmi da qualche parte” rispose convinto.
 
Leia sorrise felice della sua risposta e Han lo ricambiò. Continuarono a parlare del più del meno, finendo le loro ordinazioni, talvolta Han la stuzzicava per farla ridere.
 
Dopo la cena, andarono in un drive-in, Leia aveva deciso il film.
 
Han pensava che Leia avesse scelto un musical con Debbie Reynolds o una commedia romantica con Rock Hudson e Doris Day.
 
Ma lei l’aveva stupito anche in quell’occasione, perché aveva scelto di vedere “Mr. Smith va a Washington” con James Stewart, un film drammatico, della durata di ben due ore, con complessi intrecci politici.
 
Han lo trovava un film molto noioso ed era stupito di come Leia lo seguisse con attenzione. In fondo, aveva capito che lei era diversa da tutte le ragazze che aveva conosciuto, ed era contento così.
 
Han sbadigliò, alzando il braccio e lo mise attorno alle spalle di Leia. Rimase un po’ sorpresa, ma capì che voleva un contatto fisico come quando avevano visto quel film di fantascienza a San Francisco, così si appoggiò alla sua spalla, sorridendo.
 
Han sorrise e la strinse nel suo abbraccio, godendosi di più il film. 


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Note:
Ecco il mio nuovo capitolo!
So che sono un pò iritardo, ma spero che vi sia piacuto
compresso i miei riferimenti al film (sempre di Lucas) 
"American Grafitti" 
Alla proissima!
Evola.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 You are my destiny ***


Capitolo 3
You are my destiny
 
 
Quando il film fu finito, Han portò Leia sulla collina da dove si vedeva tutto il panorama notturno della città.
 
Era bello vedere il cielo notturno e stellato con la luna mezza piena e, proprio lì sotto, la città di Petalum ancora luminata dalla luce della cittadina.
 
“Non è stupendo?” domandò Han “Certo, non abbiamo il panorama del Golden Gate Bridge, ma è pur sempre una bella vista e...”.
 
Si girò verso di Leia, notò che aveva uno sguardo serio e stava con le braccia conserte. Gli sembrava strano, fino a poco prima si era divertita e ora aveva quello sguardo e quegli occhi quasi arrabbiati.
 
“Leia…” disse Han perplesso dal suo sguardo.
 
“Con quante donne hai fatto la stessa cosa?” rispose diretta, guardandolo negli occhi.
 
“Cosa?” domandò Han, confuso dalla sua domanda.
 
“Con quante donne hai fatto lo stesso appuntamento che hai fatto con me?” ripeté con lo stesso tono “Tranquillo, non voglio giudicarti”.
 
Han pensò molto alla sua domanda e lei continuò: “Beh, ti sei sempre vantato con Luke che hai avuto molte ragazze ‘focose’ durante la tua vita, ma ti sei vergognato di me davanti ai i tuoi colleghi”.
 
Il ragazzo guardò in basso, voleva tornare indietro per cancellare quella cosa terribile che aveva fatto. Anzi, se fosse potuto tonare indietro l’avrebbe presa e baciata davanti a tutti, fregandosi di prese in giro o commenti inopportuni.
 
“Se per te se sono una dalle tante me ne farò una ragione”.
 
“Perché pensi che tu sia solo una delle tante?” domandò Han con tono serio.
Leia rimase stupita dalla sua domanda.
 
“Pensi che con loro sarei andato a mangiare cheeseburger e frappè, per poi per portarle al cinema senza concludere niente?”.
 
“Questo mi dovrebbe farmi sentire meglio?” chiese Leia un po’ indignata.
 
Han capì la sua frase e cercò di spiegarsi: “Intendo dire che sì, ho avuto molte ragazze, talmente tante che non so nemmeno io quante effettivamente siano” confessò Han.
 
Leia si girò dalla parte opposta con lo sguardo furioso.
 
“Ma perché ero giovane e stupido” continuò Han, con tono convinto “Leia, anche io ho avuto 19 anni. Volevo scoprire il mondo, avevo lasciato la scuola, mi avevano cacciato dalla marina e potevo solo viaggiare in solitudine…”
 
Guardò in basso con aria malinconica “All’inizio era divertente, ma poi la solita routine ti rende più cinico e indifferente, sia nei confronti della vita che delle altre presone…”.
 
Leia non girò la testa, ma ascoltò con attenzione.
 
“Poi ho conosciuto Luke e lui mi ha fatto scoprire le gioie delle piccole cose”.
 
Fece un mezzo sorriso, Luke gli aveva fatto ricordare che cosa significasse avere un buon amico.
 
“Tu, invece, mi hai ricordato che cosa vuol dire essere innamorati…”
 
Leia rimase stupita dalla sua frase e lo guardò negli occhi.
 
“Non devi pensare di essere una delle tante. Perché non lo sei affatto” disse con voce profonda avvicinandosi al suo viso, mentre lei si perdeva nei suoi occhi grigi “Mi hai ricordato che cosa vuol dire essere innamorati e apprezzare le piccole cose che si fanno insieme. Posso assicuranti che, dopo il nostro addio, non sono stato con nessun’altra”.
 
Han le prese le mani.
 
“Prima di te non ho mai creduto al destino. Non ho mai pensato che potesse esistere qualcuno che decide il nostro percorso, ma dopo il nostro incontro ho pensato che forse si trattava davvero del destino”.
 
Si avvicinò al suo viso, dicendo: “Tu sei il mio destino, Leia”.
 
“Han…” disse Leia dolcemente.
 
In quel momento di silenzio sentirono che la radio, a basso volume, passava una canzone:
 
“Only you can make this world seem right…”
 
Entrambi rimasero sorpresi nel sentire quella canzone e guardarono la radio, era “Only You” dei The Platters.
 
“La nostra canzone” disse Leia sorridendo.
 
“Only you can make the darkness bright…”
 
“Già, dove ci siamo baciati quella sera” disse Han sorpreso.
 
“Only you and you alone…”
 
“Non è che hai organizzato tutto nei minimi dettagli per arrivare a questo momento?” chiese Leia con tono sarcastico.
 
“…can thrill me like you do
and fill my heart with love for only you.”
 
Han si finse stupito, dicendo: “Pensi che avrei chiamato la stazione radio e chiesto di mettere questa canzone proprio in questo preciso momento?”.
 
“Only you can make this change in me…”
 
“Non sarei stupita se fosse vero” rispose lei e risero insieme.

“for it’s true, you are my destiny
when you hold my hand”
 
“Allora… questo appuntamento è stato soddisfacente per te?” domandò Han, posandole una mano sulla guancia e perdendosi nei suoi occhi.
 
“I understand the magic that you do…”
 
“Potremmo stare di nuovo insieme…”
 
“You’re my dream come true…”
 
“Potrei venire a trovarti al college…”
 
“My one and only you”
 
“Potremmo iniziare una nuova storia…”
 
“Only you can make this change in me…”
 
“E poi… magari fra 50 anni staremo ancora insieme…”
 
“For it’s true, you are my destiny…”
 
“Solo se anche tu vuoi tutto questo…”
 
“When you hold my hand…”
 
Leia sorrise per le sue parole: “Non lo so, Han. Preferisco i bravi ragazzi” disse con tono ironico.
 
“I understand the magic that you do…”
 
“Ma io sono un bravo ragazzo” rispose sfacciato.
 
“You’re my dream come true…”
 
“No, non lo sei…” disse Leia sorridendo.
“My one and only you
(One and only you)”.

 
Stavano per baciarsi, quando un forte suono di un clacson e due fari che li illuminavano in pieno, distrussero tutta la loro atmosfera. 

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Note:
Ecco il terzo e non ultimo capitolo della storia! ;)
Era da quando scrivevo le storie sui i Beatles
che non mettevo un testo di una canzone, che spero
vi piaccia la canzone, che vi tinteressa, vi lascio il
link per ascotarla 
https://www.youtube.com/watch?v=5p2k55F-uag
spero che vi piaccia :)
Non so quando uscirò ll nuovo capitolo, mi sa che ci vorra
un pò. 
Mi scucso.
Evola


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 La scelta. ***


Capitolo 4
La scelta.
 
 
La coppia uscì fuori dalla macchina: Leia era perplessa, mentre Han era irritato dal fatto che qualcuno avesse rovinato il suo bacio.
 
Videro una Cadillac Eldorado nera decapottabile. Alla guida c’era un ragazzo e, seduta accanto a lui, una ragazza.
 
Lui continuò a suonare il clacson e Han disse, quasi urlando: “Ehi, ehi, ehi! Dacci un taglio con quel clacson! Abbiamo capito che sei qui!”.
 
Il ragazzo smise di suonarlo e si affacciò al finestrino, dicendo: “Perfetto! Ora, andatene via da qui!”.
 
“Che cosa?!” esclamò Han arrabbiato.
 
Il ragazzo scese dall’auto insieme alla ragazza. Lui doveva essere sui 25 anni, portava il ciuffo alla Elvis, i jeans attillati, gli stivaletti neri e la giacca di pelle rossa. La ragazza era sui i 20 anni, altra e magra, aveva indosso dei pantaloni di pelle nera e una maglia scollata dello stesso colore, aveva i capelli rossicci e ricci legati con un foulard rosso, un paio di scarpe rosse con il tacco alto e il trucco pesante.
 
“Vi ho detto di andare via da qui, adesso!” ripeté il ragazzo, irritato, fermandosi davanti a loro.
 
“Ma siamo arrivati qui prima noi!” rispose Leia davanti a lui con tono sicura “E poi, questo è un lungo pubblico! Non è di nessuno, men che meno vostro!”.
 
“Ehi, Ragazzina!” esclamò la rossa, poi si avvicinò a lei e rimase sorpresa di vedere Leia: “Skywalker…” mormorò subito dopo.
 
Leia la riconobbe: “Bria?”.
 
La ragazza sorrise in maniera cinica, dicendo: “Bene, bene, bene. La piccola secchioncella è arrivata fin qui… allora sai che cosa fanno le coppiette oltre i baci su questo collina” rise insieme al suo ragazzo.
 
Leia la guardò arrabbiata, mentre Han rimase perplesso della scena: “E tu chi saresti?” chiese, guardandola male.
 
“Nessuno. È solo una immatura che si diverta a perdere in giro le persone più intelligenti di lei!”  Rispose Leia a braccia conserte, guardando male Bria.
 
“Preferisco prendere in giro i ragazzini imbranati come te e il tuo strambo fratello” rispose Bria con tono sicuro. Dopodiché guardò Han con aria stupita e chiese: “Lui chi sarebbe?”.
 
Gli si avvicinò, scansando Leia con una gomitata, in modo decisamente maleducato. 
 
“Ciao” gli disse Bria con tono sicuro e gli accarezzò una guancia con aria lussuriosa.
 
Il ragazzo guardava la scena con aria incuriosita, mentre Leia era davvero disgustata dal gesto di Bria. Nel frattempo Han osservava la scena con aria in passabile e lo sguardo duro.
 
“Perché uno carino e affascinante come te perde il suo tempo con una ragazzina innocente come lei…”, lanciò un’occhiataccia a Leia, “invece di passare una bella serata con una donna esperta come me?” lo guardò e gli accarezzò le labbra con le dita.
 
“Ho un’idea” disse a quel punto il ragazzo con la giacca rossa.
 
Si avvicinò a Leia: “Visto che siamo tutti e quattro qui, perché non facciamo uno scambio di coppia?” propose. Mise il braccio intorno alle spalle di Leia, guardandola con aria maliziosa.
 
 “Tu ti prendi lui e io mi prendo la ragazzina” disse, rivolto a Bria.
 
Leia lo guardò con aria disgustata: “Cosa?! Ma neanche per idea!” esclamò Leia, dandogli una gomitata allo stomaco e buttandolo per terra per liberarsi del suo braccio.
 
“Peter!” urlò la rossa guardando il suo ragazzo con aria preoccupata.
 
Il ragazzo si alzò da terra con aira furiosa e dalla tasca estrasse un coltello a scatto, puntandolo verso di loro. Leia si spaventò e si spostò di nuovo vicino a Han.
 
Il ragazzo si avvicinò a loro, ma Han fu rapido ad afferrare Bria: con un braccio le bloccò le mani dietro la schiena e con l’altro braccio le afferrò il collo, mettendola davanti al bullo come scudo umano: “Butta quel coltello e farò in modo che lei non si faccia molto male” gridò.
 
“Han!” esclamò Leia sconvolta da quella scena.
 
Peter alzò le mani in segno di resa, con il coltello ancora in mano, e lo guardò con aria terrorizzata.
 
“Ho detto di buttarlo!” disse Han arrabbiato.
 
Il ragazzo gettò il coltello a terra, rimanendo con le mani alzate.
 
C’era un silenzio di tensione, nessuno voleva dire o fare qualcosa.
 
Han aveva lo sguardo duro e severe: “Sentite, io non volevo fare nulla di tutto questo, ma mi avete costretto!” cominciò “Non ho intenzione di farvi del male, se non mi provocate” guardò i due ragazzi “Ma visto che siamo arrivati qui prima noi, penso che sia giusto che voi due ve ne andiate a trovare un altro posto. Ve lo dico con le buone! Quindi andate via prima che io sia costretto ad usare le cattive!”.
 
Liberò Bria, spingendola verso Peter, i due senza dire nulla corsero in macchina e partirono a tutto gas.
 
Leia non sapeva come descrivere la scena che aveva visto e nemmeno sapeva che emozione provare.
 
Han prese da terra il coltello, lo richiuse e lo lanciò lontano verso il burrone. Poi sopirò e guardò in basso, dicendo: “Scusa. Non volevo che tu vedessi quella scena”.
 
Leia rimase perplessa dal suo discorso.
 
“Hai ragione, non sono un bravo ragazzo…” continuò Han, andando ad appoggiarsi alla sua macchina a testa china, con le mani sul collo.
 
“Han…” disse Leia, avvicinandosi a lui.
 
“Ho rovinato tutto” continuò lui, guardandola: “E se non vorrai più frequentarmi, ti capirò… non sono un buon esempio” mentre parlava aveva davvero un’aria malinconica.
 
Leia sorrise, mise una mano sulla sua guancia e disse con tono dolce: “Ma io voglio frequentarti”.
 
Han rimase stupito dalle sue parole, la guardò con aria sorpresa, dicendo: “Davvero? Anche dopo tutto quello che è successo?”.
 
“L’hai fatto per difenderci. Io avrei preferito andare via, mai hai scelto di difendere il nostro diritto a stare qui a modo tuo. E so che non avresti fatto del male a nessuno” lo rassicurò Leia “So che tu sei molto di più che un ‘duro meccanico’. Durante l’estate e il nostro primo appuntamento me lo hai dimostrato”.
 
Han la guardò ammirato, ricambiò il sorriso e, senza pensarci, la baciò sulle labbra.
 
Leia rimase sconvolta per un attimo da quel bacio, ma si lasciò andare, ricambiando e mettendo le braccia intorno al collo, mentre Han avvolgeva le sue ai fianchi di lei.
 
Quando si staccarono, Han disse ironico: “Ne sei sicura, principessa? Guarda che questa volta durerà più di tre mesi” fece un mezzo sorriso.
 
Leia lo guardò sicura, dicendo con lo stesso tono: “Tu riuscirai a resistere in una relazione più lunga di tre mesi?” e sorrise.
 
Si guardarono con aria di sfida, risero e si baciarono di nuovo. Han la sollevò da terra, facendole fare una piccola giravolta in aria, per poi posarla nuovamente.
 
E fu così l’inizio della loro storia, piena di altri e bassi, ma straordinaria.
Fine.
 
 
 
 
Scena bonus:
 
Era quasi notte, Han e Leia erano in macchina per le vie della città, entrambi avevano l’aria sognante per l’inizio della loro nuova storia. Ad un certo punto, videro una Chevrolet Alfa nera che andava tutta velocità.*
 
I due rimasero stupiti nel vedere una macchina andare a tutto gas sulla strada di una zona centrale.
 
“Hai visto come andava veloce quella macchina?” disse Leia stupita.
 
“Sì, hai visto quel tizio alla guida con il capello da cowboy?” disse Han.
Lei lo guardò confusa dalla sua domanda.           
 
“Insomma, quale idiota va in macchina con capello da cowboy?”.
 
Leia guardò il ragazzo con aria sempre più confusa e rise. Anche Han si mise a ridere della sua stupida domanda.

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*la mia scena è un "continuo" di questo video.
Ovvero la scena con Harrison Ford in "America
Graffiti" (sempre diretto da George Lucas) e visto
che ho apientato le vicende sullo stesso tempo del
film, ho pensato di mettere questa scena! 

Spero che vi sia piacuto! :) 
Note:

Ecco il nuovo capitolo!
Lo so, lo so..
Avevo detto che arrivava un pò più tardi,
ma la corezzione mi è arrivata prima!
Volevo pubblicarla Lunedì, ma non avevo
tempo, così ho pensato di pubblicarlo mercoldì
Ma per me era troppo tardi, così ho deciso di pubblicala oggi :)
Almeno non ci penso più! 
Spero che vi piaccia e ci vediamo
alla prossima storia!
Evola 

 

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