Cane e gatto

di TeamFreeWill
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fuoco e.... ***
Capitolo 2: *** .... incendio!! ***
Capitolo 3: *** Accecato dalla gelosia ***
Capitolo 4: *** Sei il mio amore ***



Capitolo 1
*** Fuoco e.... ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere o dell'orientamento sessuale di queste persone, nè offenderle in alcun modo'
 

 
 
 
Jared osservava soddisfatto e con sorriso beffardo Jensen che si metteva dietro il bancone del bar di famiglia indossando la divisa dipendenti, sbuffando e imprecando.
“Questa me la paga! Questa me la paga!” gli sentì dire Jared, che sorrideva maligno!

Dio che soddisfazione!, avrebbe potuto avere una piccola rivincita su quell’odioso e strafottente ragazzo, che non sopportava dal primo momento che lo aveva incrociato a una festa di paese.

Gli era finito addosso e nemmeno si era scusato. Anzi gli aveva dato la colpa apostrofandolo con un "Guarda dove cammini, hippie capellone. Tagliati i capelli, testone!!"
Stava per dargli un pugno, ma aveva deciso di lasciar perdere. Tanto non lo avrebbe visto mai più!

Ovviamente si sbagliava!

Tre giorni dopo fu una spiacevole sorpresa scoprire che avevano un amico in comune e quando se lo ritrovò a casa di Sebastian, la serata fu rovinata per entrambi i ragazzi che si sfottevano a vicenda, facendo ridere i presenti.
Erano cane e gatto!

Sebastian sadico com'era, ad un certo punto, propose una partita a poker ai due e chi avrebbe perso sarebbe andato dare una mano o nel bar di famiglia di Jared o nell’officina di famiglia di Jensen per due settimane. Era sicuro vincesse Jared visto che era un campione in quel gioco e Sebastian lo sapeva!
Che bastardo!
Sorrise maligno: o si uccidevano o si innamoravano.
Lui aveva occhio per certe cose ed era sicuro che sarebbe successa la seconda!

Tornando al presente, Jared si avvicinò al biondo sfottendolo: “Ackles, la divisa ti sta d’incanto! Sembri un pinguino con un palo nel culo!”

L’altro fece per avvicinarsi con fare minaccioso: “Padalecki, aspetta che finisca questa cosa e ti prendo a pugni!” ringhiò

“Provaci! ” rispose seccato l’altro fissandolo. Non aveva paura di tenergli testa.

“Quando hai finito di fare scena e fai il bravo dipendente, facciamo una prova. Su, servimi” disse buttando lo straccio sul bancone e andando verso un tavolino

“Ok.Ti sorprenderò!” lo sfidò l’altro fissandolo strafottente.

Se non fosse stato per colpa di quella partita persa e del carattere da stronzo so tutto io di Jared , lo avrebbe trovato dannatamente sexy, con quella maglietta stretta e bianca a far risultare i pettorali scolpiti, quei pantaloni stretti nei punti giusti… quelle spalle larghe….quegli occhi…
Ma che stava pensando!

Scosse la testa e prese il libretto delle ordinazioni avvicinandosi al “cliente”. Cercò di fare del suo meglio anche se stava perdendo la pazienza!

Jared stava simulando un cliente difficile!

Jensen alla fine scoppiò! “Fanculo. Serviti da solo!”

“Sei un completo disastro!” disse cercando di non ridere mentre si alzava, ma alla fine non ce la fece e gli rise in faccia.

“Padalecki ….io..io..io..” e lo spinse contro il bancone.

E fu così che scoccò la scintilla!

Erano a pochi centimetri l’uno dall’altro. Potevano sentire il respiro l’uno dell’altro sul proprio viso. Era una situazione assurda. Jared avrebbe potuto spingerlo via, ma non lo fece. I lori occhi si incatenarono. I respiri divennero affannosi e sincroni. Jared deglutì e cercò di mandare via quella scarica elettrica che aveva sentito pervaderlo fin dentro le viscere.
Una sensazione viscerale, profonda, viva.

“Tu...cosa?, che vuoi fare??!” cercando di mantenere il controllo, ma il cuore batteva talmente forte che era certo sarebbe scoppiato.

“Ti piacerebbe sul serio saperlo?!” disse Jensen, la voce gli era uscita bassa e roca.

La posizione non era delle migliori e averlo dannatamente vicino gli stava facendo perdere la testa.

“Si!” rispose Jared anche lui con la voce bassa ora.

Stava perdendo la testa anche lui. Solo lo squillo di un sms sul cellulare di Jared fece ricomporre i due che si staccarono subito.

Jensen uscì dal locale per prendere aria. Ne aveva bisogno. Molto bisogno.

Era fuori ora che si passava le mani tra i capelli. Che cazzo era successo? Se non avesse squillato il cellulare di Jared, avrebbe baciato il moro, lì , come se non ci fosse un domani.
Era attratto da quel gigante!.
Non poteva essere!.

“Sono nei guai. Questa cosa non va bene. Non vedo l'ora che questa tortura finisca presto perché qua finisce male” pensò tra sé e sé.

Jared, all’interno del bar, non rispose al messaggio. Era rimasto sconvolto da quello che era successo. Davanti agli occhi il viso di Jensen. Gli occhi verdi e intesi. Il profumo di dopobarba e gel che ancora lo stordivano. E quella sensazione. Quel brivido.

C’era stata attrazione tra i due. Forte. Intensa. Sconvolgente. Cristo!, voleva baciare quelle labbra.

“Cazzo!” e si allontanò per andare in bagno a rinfrescare i bollenti spiriti che si erano risvegliati in lui.

I due dopo quel momento di pura tensione sessuale si erano evitati, anche se davanti ai loro amici facevano ancora vedere che si prendevano in giro e non si sopportavano.
Ognuno comunque stava per le sue quando erano soli anche se ogni tanto l'occhio cadeva in certi punti proibiti, quando erano certi di non essere visti.
Che situazione!!

Jensen non riusciva a non staccare la mente da quel corpo.

Dio!, voleva toccarlo, assaporarne ogni centimetro. Farlo suo.

E lo stesso valeva per Jared!! Solo a vedere il biondo bere una birra in quel modo estremamente sexy lo faceva immaginare in certe situazioni piccanti. Cercava ogni volta di smorzare l'eccitazione che sentiva crescere in lui mordendosi il labbro avvampando come un pomodoro. La cosa lo faceva vergognare.

Jensen un pomeriggio lo vide e impazzì del tutto. La cosa era sfuggita al suo controllo.

Andó a casa dicendo che non si sentiva bene!

Un altro giorno ancora poi, Jensen aveva caldo e si mise a mangiare un cono gelato in una maniera illegale.

Il cervello del moro si spense del tutto perchè il sangue confluì in altri punti. Qualche secondo dopo corse nel suo ufficio e sparì dalla circolazione per un tempo indefinito.

Si provocavano constantemente ed erano arrivati al punto che si sognavano l'un l' altro di notte e certo non erano sogni casti.

Stavano impazzendo!!

Se la cosa non si fosse fermata sarebbe successa una catastrofe!

E la catastrofe si presentò inevitabilmente , l'ultimo giorno in cui Jensen avrebbe dato una mano nel bar della famiglia di Jared. Una piacevole catastrofe!
 

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Capitolo 2
*** .... incendio!! ***


Quella notte, fuori stava piovendo, anzi diluviando.
Non potevano uscire anche perché grandinava.

Era molto tardi. Il locale aveva appena chiuso.
L'unica cosa da fare era aspettare che il temporale finisse. Erano parecchio nervosi a stare soli, ma non c’era altra soluzione.

Andarono nell’ufficio di Jared. Li c’era la tv e un pc. Avrebbero passato il tempo così. Senza parlarsi.

Ma il destino giocò bene le sue carte.

Un tuono squarciò l’aria facendo gridare Jared.
"Oddio! Padalecki hai paura dei temporali?” Lo scimmiottò il biondo, ma dentro di sé lo trovava tenero.

"Finiscila ok?!" Disse tremando visibilmente. Senza rendersene conto si era avvicinato a Jensen e quando ci fu un terzo e poi un quarto fulmine….beh!, Jared abbracciò d'istinto Jensen che rimase spiazzato.

"Che fai?! Stammi lontano.". La voce alzata di un’ottava.

"E' più forte di me. Non riesco....è imbarazzante, lo so... ma se fossi nel mio letto stringerei il mio cuscino!"

"Beh!! Io non sono il tuo cuscino!!" Disse, ma Jared stringeva sempre più forte.

Jensen però lo sentiva tremare e quasi d'istinto ricambiò l'abbraccio.

"Grazie" sussurrò l'altro nell'incavo del collo del biondo che rabbrividì.
Averlo così vicino gli stava facendo perdere la testa.

"Jensen...se lo dici a qualcuno ti uccido!" se ne uscì il moro, sussurrando e stringendo gli occhi all’ennesimo tuono.

Jensen lo allontanò e lo guardò strafottente! "Sarà la prima cosa che farò!" disse.

"Bastardo!" E spinse via Jensen che scivolò tirandosi dietro Jared e finirono entrambi sul divanetto dietro il biondo.

Il moro, che per non finire completamente sopra Jensen aveva messo le mani sullo schienale, lo guardò solo negli occhi intensamente.

Fino ad un attimo prima voleva picchiarlo, ma ora aveva smesso di pensare lucidamente. Si stava mordendo il labbro inferiore facendolo sbiancare, mentre Jensen si perdeva nei suoi occhi.

Ipnotizzato da quello sguardo iniziò ad accarezzare il viso del moro che rispose chiudendo gli occhi sospirando.

Il dito indice del biondo si soffermò sulle labbra sottili e socchiuse di Jared, che istintivamente baciò. Il mondo sparì.

Jensen prese il viso di Jared tra le mani e lo attirò a sé in un bacio lento che il giovane ricambiò immediatamente.

Le lingue si unirono in una danza perfetta, si rincorrevano sinuosamente per poi allontanarsi. Stilettate di piacere inebriante erano quei colpi. Il piacere che stavano provando era pura estasi.

Jensen si staccò da quelle labbra invitanti solo un secondo per poi avventarsi sul collo del moro che tirò indietro la testa salendo a cavalcioni sul biondo.

"Cristo" sussurrò il moro, mentre iniziava a sfilargli la maglia e baciava il petto sempre più ansante di Jensen che ringhiò un roco: "ti desidero, cazzo"

Lo disse con un'eccitazione e una passione tale che fecero eccitare ancora di più il moro che senza parlare si sfilò anche la sua maglietta. La lanciò lontano tanto da finire vicino a quella di Jensen, in fondo alla stanza.

"Sei magnifico!” disse toccando i pettorali di Jared e un attimo dopo lo baciò di nuovo. 
Voracemente, appassionatamente.
Poi sempre più lentamente, con calma, dolcemente.

Le mani scesero a toccare i fianchi per poi risalire la schiena di Jared in maniera frenetica, ma dolce. Jared ricambió il bacio, ma poi decise di lasciare una scia infuocata di baci che dalle labbra scendeva lentamente fino al collo del biondo accarezzando, anche lui, le braccia forti e protettive di Jensen che lo avvolsero in un stretto abbraccio.

Che sensazioni stavano provando. Non era solo pura passione fisica.
No! era qualcosa di profondo, mai provato.
E quello che sentivano li facevano sentire vivi.

Jensen poi si sorprese di se stesso!
Lui che della strafottenza, dell'essere un macho faceva il suo biglietto da visita per il mondo, in questo momento stava cedendo alla dolcezza.

Lentamente i due si alzarono e continuando a baciarsi si spogliarono.
Solo il naturale bisogno d'aria li fece allontanare.
"Jensen... Sarai il mio cuscino contro i fulmini stanotte?". Lo disse con una tale dolcezza che il biondo perse un battito.

"Certo piccolo. Certo" Con lentezza lo spinse di nuovo sul divanetto, dove Jared si distese e lui, lentamente, gli salì sopra iniziando a bearsi di quel corpo.
Lo baciò piano saggiando la pelle che fremeva ad ogni tocco. Era una cosa dolcissima.
Piena d'amore?!
Possibile?! No era presto. Non poteva essere!.

Sta di fatto che gli veniva naturale fare così. Dare piacere, non pensando solo a se stesso.

Jared dal canto suo era completamente sconvolto. Jensen non era lo stronzo che aveva conosciuto. No, era un'altra persona.
Dio era stupendo!!
Questo era il vero Jensen, allora?! E questo era l'amore?!

Il desiderio di appartenersi era veramente troppo . Carezze, baci e sospiri non bastavano più e con delicatezza il biondo s’insinuò in quel meraviglioso corpo e lo fece suo.
"Oddio" dissero all'unisono.
Il respiro si spezzò e il cuore accelerò i suoi battiti. L'unione di due anime, questo era quell’atto naturale. Non era solo sesso.
Era di più. Era molto di più.

Con movimenti dolci e sensuali Jensen si spingeva sempre più a fondo e quando raggiunse il punto segreto di Jared capì che di quelle sensazioni che provava e dava, non poteva più farne a meno e lo stesso valeva per Jared.

Inutile dire che quando entrambi raggiunsero la vetta più alta di quell’ amplesso meraviglioso avevano il cuore a 1000, erano senza fiato ed erano felici.
Vivi. Appagati anche nell’anima.

Jensen si accasciò, nascondendo la testa nell’incavo del collo di Jared e si lasciò cullare dal respiro di lui che diveniva man mano sempre più regolare.

Facendo forza con le braccia si issò e a malincuore uscì da quel meraviglioso amante che lo guardava estasiato accarezzandolo delicatamente.

“Direi che sono stato un ottimo cuscino, piccolo!” Disse Jensen cercando di smorzare un po’ l’imbarazzo che c’era nel suo viso.
“Ottimo. Molto meglio di quello del mio letto!” disse Jared dando un bacio a fior di labbra a Jensen che sorrise timido.

Poi, improvvisa, una leggera stanchezza iniziò a pervaderli e si addormentarono uno tra le braccia dell’altro facendosi le coccole.

Il mattino, il sole che sorgeva ed entrava dalla finestra, li trovò così ancora abbracciati. Stretti uno all’altro.

Il primo a svegliarsi fu Jensen che si alzò piano per non svegliare Jared, che immediatamente mugugnò qualcosa nel sonno.

“Dormi piccolo. Ora ti preparo la colazione” sussurrò accarezzandolo delicatamente, non accorgendosi che Jared si era svegliato e che fingeva di dormire.

Il cuore del ragazzo accelerò mentre con occhi socchiusi osservava il maggiore rivestirsi.
Lo vide poi uscire dall'ufficio chiudendo piano la porta. Il cuore pervaso da una consapevolezza nuova. Vitale.

Jensen, al bancone, preparò la colazione scaldando le brioche e facendo un ottimo cappuccino.

Quando ritornò nell’ufficio con il vassoio pieno di roba trovò il ragazzo che si stava rivestendo sorridendo beato.
Il moro si girò appena e quando lo vide gli andò incontro per aiutarlo.

“Wow…sei davvero cambiato Jensen!” gli disse addentando la brioche alla crema, la sua preferita! "Che dolce, se lo è ricordato!" pensó.

“Non esagerare…avevo fame e mica potevo prepararla solo per me” negò il biondo imbarazzato.

“Ok. Se lo dici tu!!…Comunque, stanotte è stato bellissimo ” fece il minore facendo brillare gli occhi dolcissimi verso il biondo che s’ immerse perdendosi in quel mare dalle mille sfumature.

Annuì soltanto, incapace di parlare.

“Mi sa che mi sono innamorato sul serio, porca puttana!!” pensò venendo investito da quella consapevolezza che gli fece tremare il cuore.
 

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Capitolo 3
*** Accecato dalla gelosia ***


Da quella fantastica notte passarono due settimane e tra i due ogni volta che si vedevano o incontravano, era un'emozione nuova, che li faceva sentire vivi e completi e avvicinare sempre più.

Come attratti da una calamita, i loro corpi si cercavano per baci fuggevoli o carezze appena accennate; certo i battibecchi c'erano sempre ma erano una cosa simpatica non offensiva come prima.

Perfino i loro amici si erano accorti che c’era qualcosa tra loro anche se i diretti interessati cercavano ovviamente di trattenersi, ma certi sguardi o sorrisi erano troppo evidenti e Sabastian era al settimo cielo quando Jensen lo ammise finalmente a voce alta.

Anche stavolta aveva fatto centro.
Si considerava il cupido del ventunesimo secolo!
Una nuova coppia era nata grazie a lui!

Comunque Jensen oramai si sentiva pronto e decise di confidarsi con l’amico.

“Amico…la tua partita ha fatto molti danni!” disse tutto rosso e l’amico sorrise malizioso

“Ah si?! E questo danno collaterale si chiama amore, vero?”

“Si cazzo. Si! Mi sono innamorato di Jared! Non credevo possibile una cosa così ma è successo. La credevo solo attrazione fisica, ma poi quando ho fatto l’amore con lui…oddio il paradiso!” spiegò con sguardo sognante, poi aggiunse: “Il mattino dopo l’ho visto dormire e gli ho preparato la colazione e lì ho capito che oramai il mio cuore gli apparteneva! E pensare che non ci sopportavamo! E guardaci ora!”

“Perchè credi io abbia proposto la partita a poker? Sapevo che avresti perso e che vi sareste innamorati” disse ovvio e con un gran sorriso beffardo e Jensen gli diede uno scappellotto amichevole.

Poi si fece serio. “Gli confesserò che lo amo!”

“Vai amico...e dacci dentro!” Jensen rise dicendo un ironico:"Pervertito!" ma poi annuì.
Aveva capito che il suo amico era felice per lui.

*****
Quando arrivò all’appartamento di Jared entrò visto che la porta era socchiusa.

“Ma che incosciente!” si ritrovò a pensare!

Entrò piano, stava per dire che era lui quando sentì Jared parlare con qualcuno o meglio ridere di gusto. Chi era che lo faceva ridere così?
Una certa irritazione stava prendendo piedi in lui.

Si avvicinò alla portafinestra che dava sul giardino socchiudendola piano, senza farsi sentire e quello che vide gli spezzò il cuore.

Jared stava abbracciando un ragazzo dai capelli corvini e dagli occhi blu e rideva come non mai.

Quando il moro si staccò ritornò serio.

“Sul serio, Misha. Era un vero stronzo quando l’ho conosciuto. Si dava tante arie da spaccone e ora è così…” ma il biondo non aspettò altro.

Non aspettò che lo umiliasse ancora in quel modo. Spalancò come una furia la portafinestra urlando “Cosa sono è? Un patetico? Un tromba amico?! Dimmelo in faccia!” Jared non riusciva a parlare e Misha, vedendo che era sbiancato, cercò di intervenire in suo favore.

“Jensen, giusto? Io sono Misha...calmati ora. Non ti stava offendendo, se solo lo lasci finire…”disse titubante l’uomo, ma Jensen non lo ascoltò.

“Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Ti sei scopato anche lui? Ti fai sbattere anche da lui?” gridò. “Jensen calmati!!” cercò di mediare il bruno prima che fosse troppo tardi, ma Jensen gli intimò di andarsene se non voleva essere preso a pugni.
Misha guardò Jared che gli disse d’andare e che sapeva gestirlo. Misha annuì e se ne ritornò in casa, mettendosi dietro la porta-finestra.

Conosceva Jared da anni e da lì a poco sarebbe scoppiato.

“Ackles va a fanculo!” gridò infatti. “Vieni qua, mi spii e mi accusi di essere una puttana! Che cazzo ti prende?!”

“Lo sei! Sei solo un ipocrita che fa tanto il bravo ragazzo! Mi hai provocato per farti scopare e poi farmi inzerbinare? Ma il gioco è finito. Tu, con me hai chiuso. Non doveva succedere! E’ stato il più grande errore della mia vita quello che è accaduto con te! Quella sera è stata solo una scopata e dopo...beh!, un piacevole passotempo!” disse, ma a ogni parola il suo cuore gridava di smetterla perché vedeva il dolore che provocava nel viso dell’altro, ma non ci riusciva.

La gelosia era troppa. Il dolore provato ancora di più! Si sentiva preso in giro, tradito.

“Non hai capito un cazzo!Ti odio!!” sussurrò il moro in lacrime. Rientrò in casa andando addosso a Misha e prese le chiavi della macchina. Era sconvolto!

Jensen rientrò infuriato in casa, quando un braccio lo fermò.

Il biondo guardò prima il braccio poi l’uomo che lo aveva fermato.

Stava per colpirlo, il braccio fermo a mezz’aria. "Lasciami brutto figlio di puttana! Sai?, te lo lascio! E’ tutto tuo!" ringhiò.

Misha lo fissò e lo lasciò immediatamente.

" Mi aveva appena detto che avevi un brutto carattere, ma che fossi un imbecille, non me l'ha mica detto!"

"Ma come ti permetti?!". La voce in un sussurro carico d’odio.

"Mi ha raccontato che eravate come cane e gatto appena conosciuti! Ma dopo che si è donato a te sei diventato dolce e totalmente diverso. Che sei meraviglioso ai suoi occhi" Rispose ovvio.

"Cosa?! Ma tu chi sei?! Non ti ho mai visto!" fece sorpreso il biondo, iniziando ad agitarsi.

"Sono Misha. Sono il suo migliore amico. Sono appena tornato da Roma dove ho insegnato storia americana per un semestre all'università. Lo avevo avvisato del mio ritorno ad Austin. Evidentemente lo hai sconvolto talmente tanto che si è scordato di dirtelo! E per giunta sono etero e felicemente fidanzato con la mia Victoria. Quindi hai fatto una figuraccia.” Disse sorridendo alla faccia rossa di Jensen.

Poi aggiunse serio “Lui è innamorato di te. Ti ama profondamente. Te lo dico, perché non ti ha preso a pugni. L’ultimo che l’ha offeso solo la metà di come hai fatto tu, si è ritrovato con un occhio nero e un dente rotto. So quel che dico: ti ama!"

“ Mi ama? Oddio, sono un deficiente, coglione e stronzo” Il biondo stava per avere un attacco di panico.

Che aveva fatto?! Era agitato e sudava, gli mancava l’aria.
Non aveva davvero capito un cazzo!

Misha annuì confermando entrambe le cose. Poi osservó bene l'uomo di fronte a lui. Vedeva, nel volto di Jensen, la consapevolezza dell'errore che aveva commesso e il terrore di aver perso Jared per sempre. Capì che quello era stato un attacco esagerato e folle di pura gelosia. Sorrisse scuotendo la testa e aggiunse, vedendo il biondo incapace di muoversi, bloccato dall'attaco di panico

“Va da lui ora! Muoviti! Ah sì! mi raccomando Jensen. Basta trattarlo così dopo! Che la prossima volta ti prendo sul serio a pugni. Non mi limito a fare da paciere”.

“Non lo faró mai più! Grazie e scusami ancora!” rispose destandosi e dirigendosi verso l'uscita.
Misha annuì e uscì anche lui con Jensen, chiudendo a chiave l'appartamento con una chiave di riserva che teneva Jared sotto un vaso. Il biondo, nel frattempo salì in auto in volo e corse verso il bar.

Era certo che lo avrebbe trovato lì.

Poco importava se avesse preso 2 o 3 multe.

Doveva arrivare prima di subito. 

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Capitolo 4
*** Sei il mio amore ***


Finalmente arrivò e quando entrò nel bar trovò il moro in lacrime nel suo ufficio. Gli occhi arrossati, il viso nascosto tra le mani.

Jensen gli si avvicinò piano, titubante. S'inginocchiò e lo fece voltare mettendogli una mano sulla sua coscia. Il moro chiuse gli occhi gustandosi quel tocco delicato.

“Piccolo…scusami. Mi sono fatto prendere dalla gelosia” disse rosso come un peperone.

“Geloso tu?! Come no! Per te sono solo sesso!!” riuscì a rispondere e fece per alzarsi, ma Jensen lo fermò. “Sta’ seduto! Io voglio dirti che quello che provo per te non è solo attrazione fisica. Va oltre. Molto oltre! Mi tocca qui!” e si mise una mano al centro del petto dove il cuore batteva forte.

Contemporaneamente mise l’altra mano al centro del petto di Jared che a quel gesto perse un battito, poi accelerò all’improvviso.
Il corpo del ragazzo iniziò a fremere.

“Da come tremi percepisco che anche per te sia la stessa cosa” disse mettendosi sui talloni e allungandosi verso Jared che istintivamente si sporse verso Jensen.

Il biondo posò le labbra su quelle del moro in un bacio dolce a fior di labbra. Riparatore anche. Istintivamente la mano di Jensen andò a posarsi sulla guancia di Jared che si beò di quel tocco. Il bacio finì in un sorriso e gli sguardi s’incantenarono come quella sera.
Il mondo sparì di nuovo.

“Perdonami piccolo. Sono stato uno stronzo‼ Ma la gelosia è stata troppa perchè..” sospirò.
Ora mai più.

“Sì, lo sei! Ma ora dimmi.... perché?" chiese Jared pregustano e intuendo quello che stava per dirgli, che desiderava da quando, il mattino dopo aver fatto l’amore, lo aveva accarezzato dolcemente preparandogli la colazione credendo che dormisse. Aveva capito di amarlo allora.

“Perché mi sei entrato dentro piccolo. Nel cuore. Nell'anima. Nella testa. Nei miei sogni. Io ti amo come non ho mai amato in vita mia! Ti amo più della mia stessa vita!” lo disse guardando il minore intensamente negli occhi, occhi che si velarono di lacrime a quella dichiarazione d’amore così dolce, ma che cercò di trattenere.

“Dovrei prenderti a pugni per quello che mi hai detto e per come hai trattato il mio amico Misha. Lo sai vero?” fu comunque la risposta di Jared, che voleva tenerlo un po’ sulle spine.

“Lo so, ma non lo farai! Perché con Misha mi sono già chiarito e poi perché mi ami anche tu piccolo!” disse sicuro Jensen, sorridendo strafottente. Le rughette intorno agli occhi in bella mostra.

“Tigre, chi ti dà tanta sicurezza?!” continuò il più piccolo sorridendo ora più dolcemente.

“Il tuo cuore, i tuoi splendidi occhi dolci, il tuo amore verso di me che percepisco, il tuo corpo che freme al mio tocco, Misha che me l'ha confessato!" disse il maggiore iniziando a baciarlo più intensamente e insinuando le mani sotto la maglia.
Jared, vinto, sorrise nel bacio annuendo.
Solo il bisogno d'aria li fece staccare un attimo.

"Hai ragione. Ti amo da impazzire! Sai....Misha ha salvato la situazione. Dovremo ringraziarlo a vita!" convenne il moro appoggiando la fronte su quella del biondo, che annuì per poi riprendere a baciarlo con passione e amore.

Con movimenti delicati, il biondo, si alzò portando con sé Jared verso quel divanetto che avrebbe accolto di nuovo i loro sospiri, i loro gemiti, i loro mille “ti amo". Il loro amore!




Note autrice
Grazie a Cin75 per avermela betata e a Balto97.
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla.  Ciao a tutti.

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