I was made for loving you

di clarisss95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dormi insieme a me. ***
Capitolo 2: *** Come superare un litigio: a novel by Alec Lightwood ***
Capitolo 3: *** Sentimenti che vanno, sentimenti che vengono ***
Capitolo 4: *** Dolore ***
Capitolo 5: *** Cosa accadde a Tokyo ***
Capitolo 6: *** Occhi di gatto ***
Capitolo 7: *** Il primo appuntamento ***
Capitolo 8: *** Il filo rosso ***



Capitolo 1
*** Dormi insieme a me. ***


Dormi insieme a me. 


 
Questo capitolo si svolge durante la 2x15.
Alec è preoccupato per Magnus. Da quando c'è stato quello scambio di corpi con Valentine, il suo stregone è diverso. Alec lo nota, anche se non gli e lo dice. Così, dopo aver lasciato al suo uomo un po' di spazio, si fa avanti affinché si confidi con lui.








Alec Lightwood aprì i suoi occhi verdi, si mosse nel letto e allungò una mano dalla parte opposta per sentire il vuoto. Magnus non c'era. Non aveva dormito con lui? Si mosse immediatamente, stranito, e lo chiamò non ottenendo alcuna risposta. 
Era capitato più volte - specie nell'ultimo periodo - che lo shadowhunter si svegliasse senza trovare affianco il suo stregone. Esattamente, era dalla volta in cui Valentine aveva preso il suo posto. 
Alec gli aveva lasciato i suoi spazi per non fare la parte del fidanzato troppo attaccato, non sapeva bene come gestire la situazione dato che era tutto così nuovo per lui, ma adesso, vedere Magnus di fronte a quello specchio con aria perduta, gli fece male. Magnus non stava bene. 
- Magnus - lo richiamò. 
L'uomo si mosse, e dopo qualche secondo si voltò verso di lui - Buongiorno, Alexander - disse sorridente. 
Peccato che la bocca non coinvolse gli occhi.
- Ti direi lo stesso, ma sembra che tu non abbia dormito - gli fece notare Alec.
Magnus si alzò dalla sedia, e in tono ironico, fece: - Dovrei offendermi?
- No. Amo il tuo viso. Ma sono quattro giorni che mi sveglio da solo nel letto.... - disse lo shadowhunter. Non che contasse i giorni da quando stava con lui, eh. - C'è qualcosa che ti disturba?
- Non c'è niente che mi disturba. Mi sono persino abituato al tuo adorabile russare. 
Alec si mosse poco: - Ehi. Io non russo. 
Magnus imitò Alec che russava, ma il ragazzo più alto lo interrumpe: - Ti conosco abbastanza bene da sapere che qualcosa non va.
- Alexander..sto bene - disse Magnus avvicinandosi per dargli un bacio leggero - Che mi dici di te? Hai deciso cosa segnalerai al Conclave?
Alec sospirò e gli rivelò che non sapeva esattamente come comportarsi con Luke. Avrebbe potuto dire al Conclave cosa aveva fatto, ma non sarebbe stato giusto perchè voleva evitare che i Nascosti non si fidassero di lui, dopotutto cercava di ristabilire una solida alleanza con loro. Ma, se non avesse detto niente, forse il Conclave lo avrebbe scoperto e sarebbe stato considerato un traditore e ciò avrebbe comportato la privazione delle rune......
- Qualsiasi cosa deciderai...io ti sosterrò - gli disse Magnus, accarezzandolo. 
- Sei sicuro di star bene? - domandò Alec, a sua volta toccandogli il braccio. 
- Affermativo - disse Magnus, recandosi in cucina. 
Alec lo guardò sparire e no. Magnus non stava bene. 




Quella mattina cercò di concentrarsi sul fatto che avrebbe dovuto far trasferire immediatamente Valentine, per evitare che potesse nuovamente succedere ciò che era successo con Luke. Alec sapeva quanto Valentine fosse cattivo e pericoloso,  infatti aveva già proposto al Conclave di mandarlo a morte. Zero Valentine, zero problemi. Ma il Clave aveva rifiutato la sua domanda. Era successo un'altra volta, in realtà, quando l'Inquisitrice Herondale aveva deciso di prendere in mano la situazione per ucciderlo con le sue stesse mani, ed Alec preso dal sopravvento l'aveva seguita. Forse perché una parte di lui aveva capito che in quel corpo, sotto quegli strati nei quali si intravedeva il volto di Valentine, in realtà c'era il suo Magnus. 
- La runa del circolo di Valentine è stata rimossa e ho preparato la squadra - la voce di Isabelle lo riportò alla realtà.
- Bene. Starò più trranquillo quando sarà fuori dall'Istituto.
- Hai ingaggiato Magnus per il trasferimento? - domandò Izzy.
- Forse dovremmo prendere in considerazione un altro stregone - disse Alec, con la voce ferma. Ci pensò un po' su - Catarina Loss per esempio...
- Alec. Dobbiamo trasferire il più grande ricercato del Conclave a Idris. Non ci sono molti stregoni con questa autorizzazione, e io voglio il migliore. E Magnus lo è. 
Alec non era sicuro che il suo stregone fosse nel pieno delle proprie energie per farlo, e non voleva vederlo continuare a soffrire. Pensò ad Isabelle, e a quello che aveva fatto per lui, così gli e lo disse: - Magnus non è molto in forma ultimamente. Non dorme.
Izzy lo guardò interessata: - Qualcosa non va?
- Non lo so. Lui dice che non c'è niente che non va ma io so che non sta bene. 
Isabelle si fermò un attimo: - Per alcuni è difficile chiedere aiuto. Se Magnus sta soffrendo non permettergli di respingerti. 
Alec la osservò e deglutì: - Grazie del consiglio. Ma conosco Magnus, ha bisogno dei suoi spazi. Possiamo usare un altro stregone...
Lo notò lo sguardo.
Sua sorella sembrava rimproverarlo. 
Alec ci stava male. Ricordava quando lo stesso Magnus gli aveva detto 'quando le cose si fanno difficili non respingermi' e ovviamente avrebbe lottato con il sangue affinché il suo ragazzo stesse bene. Iniziò ad affannarsi. 
Doveva parlare con lui.



Quando Alec tornò al loft di Magnus - non c'era bisogno di sapere che lo stregone gli aveva regalato una chiave per visitarlo ogni volta che voleva - notò che il suo stregone era seduto in una poltrona e fissava il nulla, con un bicchiere di vino stretto tra le mani. 
Ormai aveva imparato a riconoscere ogni suo sguardo, e quello non era dei migliori che gli aveva visto fare. Stava pensando qualcosa di brutto. 
Così - Magnus? - lo richiamò. Era la seconda volta che lo faceva in quella giornata. 
- Ehi, ciao. - L'uomo si riprese, alzandosi dalla poltrona senza guardarlo - Stavo giusto per prepararmi un drink, ne vuoi uno?
- No - disse Alec, gettando la sua giacca in un divano vicino - Trasferiamo Valentine a Idris - decise di informarlo. Magnus, voltati verso di me. 
Ma Magnus si voltò dopo qualche istante, il volto indossava un sorriso asciutto: - Ecco perché dovresti bere. Potremmo brindare alla tanto attesa dipartita di Valentine.
Lo stregone cominciò ad armeggiare con gli alcolici a sua disposizione, Alec lo osservò: - Ti amo. E so che qualcosa non va - lo shadowhunter notò Magnus paralizzarsi all'istante, e continuò a parlare: - Qualunque cosa, io sono qua per te. 
Magnus finalmente si voltò, ma, senza guardarlo negli occhi disse: - Lo apprezzo. Ma sto bene.
Dannazione, Magnus, non è vero! Pensò Alexander nella sua testa. Perché non ti vuoi confidare con me, amore mio? Ti vergogni? Non c'è niente di cui tu debba farlo. 
- Ti ricordi cosa avevi detto? 'Quando le cose si fanno difficili non respingermi?' 
E Alec notò Magnus crollare. Lo seguì in ogni suo gesto, movimento e parola. Ascoltò tutto e lo guardò  negli occhi. 
Della vita di Magnus non ne sapeva abbastanza, lo stregone era molto riservato e nonostante conoscesse tutto di Alec, lui non aveva fatto cenno delle sue vite passate. E ad Alec importavano tutte, gli sarebbe piaciuto osservare una foto di un Magnus giovane, quando ancora non aveva problemi. Ma, ascoltando ciò che gli disse l'uomo dai tratti orientali si rese conto che era tutto fin troppo difficile per lui. Una madre che non lo accettava e un patrigno che aveva dovuto uccidere. 
Dopo averlo guardato negli occhi Alec gli disse che in lui non c'era niente di sbagliato e l'aveva abbracciato. 
Non mi fai paura, Magnus. Ti amo, Magnus. 



- Alexander - lo richiamò Magnus, qualche minuto dopo. Non si erano ancora staccati da quell'abbraccio - Ho capito quanto mi vuoi bene, ma mi stai per soffocare - disse sorridendo. 
Alec solo allora allentò la presa, ma volle tenere ancora quel corpo tra le sue mani: - Io non ti lascerò mai. 
Sentì Magnus tremare leggermente, e per un attimo era sicuro di averlo sorpreso. Ne fu ancora più sicuro quando sentì il cuore dello stregone battere ad un ritmo incontrollato, quasi capace di esplodere, e sentì le mani della persona che stava pensando sulle sue spalle. Così decide di sciogliere l'abbraccio per guardarlo in quei liquidi neri, circondati ancora dal segno delle lacrime. 
- Cosa...cosa hai detto? - domandò Magnus, tremando. 
Alec sospirò, prima di ripetere le stesse parole: - Io non ti lascerò mai, Magnus. 
Magnus deglutì e si avvicinò a lui per dargli un bacio leggero, che venne trattenuto e allungato da Alec, che aveva fatto unire le loro fronti e respirava così vicino a lui. 
- Non ho fatto altro che pensarti in questi giorni. Non ero...pensavo avessi fatto io qualcosa di sbagliato. 
Magnus sorrise: - Tranquillo, Alexander. E' stata tutta colpa del demone - ci pensò un po' su: - Ma tu l'hai ucciso. E mi hai salvato. 
- Non è vero, è stata Clary...
- Non fare il modesto. Clary avrà anche superato le barriere, ma sei stato tu ad ucciderlo. 
Alec sorrise, tranquillizzato. Non gli sembrava di avere una conversazione con il suo ragazzo da tanto tempo. 
- Vieni a dormire - gli sussurrò, dandogli un bacio sulla guancia. 
- Io...non penso di... - mormorò Magnus, mentre Alec saliva a baciargli l'orecchio. - Non riesco a dormire....gli incubi.
- Ti proteggo io, Magnus - sussurrò ancora Alec - Non farti pregare... - continuò il moro, per poi baciarlo sulle labbra.
- Devo riposare.... - disse Magnus.
Alec annuì sulla sua bocca: - Inoltre, non vorrei che ti sforzassi troppo, ma sono sicuro che tu più di tutti vorresti vedere Valentine attraversare il portale per andare ad Idris. 
Magnus sorrise.




Il giorno dopo, Alec aprì gli occhi, si stiracchiò e con estrema felicità si rese conto che una mano gli accarezzava il suo petto nudo. 
Magnus aveva finalmente dormito. 
Alec sorrise sornione, prendendo la sua mano e baciando ad uno ad uno le dita. Sentì Magnus sbuffare: - Mh...Alexander...se proprio vuoi baciare qualcosa direi di venire qua.... 
E, senza rifletterci troppo, si gettò sulle sue labbra.

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Capitolo 2
*** Come superare un litigio: a novel by Alec Lightwood ***


COME SUPERARE UN LITIGIO: A NOVEL BY ALEC LIGHTWOOD.

 
Questo capitolo si svolge nel mentre della 2x20.
Izzy ha spronato Alec per andare a parlare con Magnus
dopo che è stato aperto il varco di Edom da Sebastian. 






Mentre arrivava al loft di Magnus, che aveva sempre conosciuto e che non frequentava da giorni, il respiro di Alec che si era calmato sotto le belle  e dolci parole di sua sorella riprese ad aumentare. Erano giorni che non vedeva Magnus, come stava lui? Aveva cambiato pettinatura? E i suoi occhi? Dio, quanto gli mancava... l'ultima volta lo stregone non l'aveva nemmeno guardato in faccia. E Alec non aveva saputo come reagire: Magnus era la sua prima storia, il primo uomo che aveva fatto scaturire in lui una voglia irrefrenabile di baciarlo ad ogni ora ed in ogni istante. 
Alec ci stava male, inutile negarlo. Concentrava tutti i suoi sforzi nel lavoro, ma anche Magnus faceva parte di quello. Riempiva le sue giornate domandandosi cosa stesse tramando con la Regina Seelie perché lui non era stato in grado di rivelargli della spada dell'anima. Non voleva che il suo ragazzo morisse a causa sua né voleva che il suo stesso ragazzo rinunciasse a lui per stare con il suo popolo, con i Nascosti. 
Eppure Magnus aveva scelto. E la scelta non era stata lui. 
Perché era andata in quel modo? Perché se l'aveva presa così tanto? Perché Magnus non poteva capire che ciò che stava facendo Alexander aveva il solo scopo di proteggerlo? 
Ma soprattutto, si erano veramente lasciati?
Il fiato sulla bocca cominciò ad aumentare mentre bussava alla porta del suo stregone - non voleva pensare minimamente ad una loro rottura. Avevano litigato, era normale litigare, tra le coppie, l'aveva notato in uno di quei film che Magnus gli faceva sempre vedere: tranquillità, discussioni, litigi, riconciliazioni. Alec ne era sicuro: così sarebbe andata tra loro. 
Non voleva perderlo.
Quando lo stregone aprì la porta, ad Alec mancò seriamente il fiato. E gli mancò ancor di più quando Magnus, senza guardarlo negli occhi ma fingendo che non vi fosse nessuno nei paraggi, chiuse quasi la porta. 
Fu allora che lo chiamò: - Magnus. 
Quello aprì la porta  e continuando a non guardarlo, rispose: - Cosa vuoi, shadowhunters? E' per i demoni?
Alec sospirò: - C'è qualcosa che devi sapere..sulla Regina.
Lo stregone, con tutta la sua nonchalance rispose: - Oh, se mi vuoi parlare del fatto che la Regina ha stretto un accordo con Valentine...lo so già. - Fece per chiudere la porta, ma Alec lo fermò: - Aspetta - disse. Fu a quel punto che Magnus lo guardò. - Izzy ha scoperto da dove provengono i demoni.
- Oh, e tu vuoi che io lo chiuda. Ma che sorpresa! 
Alec abbassò lo sguardo, preso in contropiede. 
Magnus pensava che lo cercasse solo quando aveva bisogno di aiuto.... - Abbiamo bisogno di uno stregone - senza far caso alle proteste di Magnus, Alec continuò a parlare: - I demoni non sanno distinguere i Nascosti, gli Shadowhunters o i Mondani. Loro uccidono chiunque.
Era sicuro di aver fatto breccia nel suo stregone, dato lo sguardo. Sapeva quanto Magnus fosse interessato ai mondani, e sapeva quanto valesse la loro vita. E Alec sapeva, guardandolo, che teneva ancora a lui. 
- Chiuderò il passaggio. Ma non per te o per gli Shadowhunters, ma perché voglio salvare delle vite - disse Magus. 
Alec avrebbe voluto ringraziarlo ed esprimere il suo amore per lui, ma Magnus chiuse la porta.
Alec deglutì e si fece da parte, aspettandolo. 




Esattamente undici minuti dopo, Magnus uscì dal loft. 
Alec notò che non indossava i vestiti scuri che aveva portato poco prima, ma una giacca chiara che gli fasciava il petto. 
- Pensavo usassimo un portale per andare direttamente all'istituto - disse Alec, schiarendosi la voce. 
Magnus prima di rispondere gli gettò un'occhiata di sufficienza: - Sfortunatamente al momento è impossibile creare un portale. Dovremmo andare a piedi. 
Alec annuì, iniziando a camminare. 
Inutile dire che tra loro vi era imbarazzo. O meglio, dalla parte di Alec lo era. Non riusciva invece a capire Magnus, che camminava con aria da spavaldo e muoveva i passi veloci. Gli ricordava un po'...
- Ti ricordi il giorno del nostro primo appuntamento? - domandò Alec. 
Notò Magnus stranirsi: - Perché?
- Be'...eravamo più o meno nella stessa situazione di adesso.
Lo stregone si fermò un istante e Alec quasi gli andò addosso: - No - fece brusco - Non eravamo affatto nella stessa situazione. Io non ti ho mai mentito, tu si. Non mettere le cose sullo stesso piano.
Alec era confuso: - Io parlavo del fatto che anche quella sera, tornando dall'appuntamento, eravamo vicini ma distanti...
- Ah - fece Magnus, calmandosi - Tutta colpa tua.
- Perché la colpa deve essere mia? - domandò Alec, avvicinandosi. 
- Ti eri arrabbiato, o meglio, eri geloso perché...
- Non ero geloso! - protestò Alec.
Magnus lo osservò scettico: - Come ti pare, ma non potevi pretendere che io non avessi degli ex. Si, possiamo parlare quante volte vuoi dei numeri, ma....ti avevo anche detto che tu per me sei l'unica cosa che conta, Alexander. Non ti devi sentire minacciato. 
Alec annuì. Dopo aver mosso altri passi, lo disse: - Magnus, mi dispiace. 
Lo stregone alzò un dito: - Non di nuovo, Alex-
- Perché non mi ascolti mai? Cosa devo fare per cercare di farmi capire? Questa cosa mi sta dilaniando dentro, Magnus. Come faccio a superare ciò che provo per te? Io ti amo.
Alec notò Magnus inspirare dal naso: - Senti. Pensiamo ai demoni, e una volta finito questo caos, parleremo di noi. 
Alec si avvicinò a lui, prendendogli la mano. La sua mano, quanto gli era mancata.... - Me lo prometti? - gli sussurrò, vicino. Così vicino da notare nuovamente quelle sfumature verdi nei suoi occhi. 
- Alexander...dobbiamo andare - gli disse Magnus, continuando la camminata. Ma non gli lasciò la mano, e questo per Alec fu un grande passo.
- Comunque, mi hai chiamato Alexander - gli disse. 
- E' il tuo nome. 
- Ah...quindi questo vuol dire che non sono uno shadowunter qualunque...
- Non metterti strane idee in testa, Alexander - continuò Magnus - Ho detto che non lo sto facendo per te, ma per i mondani. 
Alec gli strinse la mano più forte: - Lo so. E non l'ho ancora fatto, quindi...grazie, Magnus. 



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Capitolo 3
*** Sentimenti che vanno, sentimenti che vengono ***


SENTIMENTI CHE VANNO, SENTIMENTI CHE VENGONO.



Questo capitolo è ambientato nella puntata 1x13, dopo che Alec
vede Magnus e Camille baciarsi.













Inutile dire che quando aveva visto quella ragazza avvinghiata al suo - poteva usare quel termine? - uomo - e, anche questa, era una parola da definire, gli aveva fatto male. Era una visione che non avrebbe mai potuto sostenere nessuno: un'ex indimenticabile nella vita dello stregone, e lui.....l'aveva baciato. Alec non sapeva come prendere questa cosa. Era un novellino, alle prese con la prima esperienza amorosa - e desiderava, anzi, ci sperava - che il Sommo Stregone di Brooklyn potesse essere anche l'ultimo. Ma quella moretta aveva detto una cosa giusta....lui era immortale. Era la verità, Magnus era immortale e avrebbe vissuto per sempre, e Alec sarebbe stato uno dei tanti nella lista dei suoi ex. Ma Camille, invece, sarebbe rimasta. Perché anche lei era immortale, una vampira. Ed era anche piuttosto bella, non che ad Alec importasse della bellezza femminile, ma Camille...Camille non era come Isabelle, no. Aveva una bellezza particolare. Era per questo che era riuscita a legare a sé Magnus?
Alec non riusciva a toglierselo dalla mente. E anche se continuava a prestare attenzione a Valentine e alla ricerca del Libro Grigio, lui...non riusciva a guardare Magnus negli occhi. 
Lo Stregone se n'era accorto, dato che il ragazzo più alto l'aveva visto avvicinarsi e toccargli la spalla: - Alexander...è da quando siamo usciti dal mio loft che non mi rivolgi la parola. Mi devo preoccupare? - gli domandò. 
Alec abbassò lo sguardo, fingendo di prestare attenzione ad un libro, ma Magnus prontamente gli e lo alzò con un dito, in modo tale che si guardassero negli occhi. Verde contro nero, petrolio contro il prato. Io non ti starò accanto per tutta la vita, Magnus.  Deglutì, ma non parlò. 
Magnus distese le labbra e poi disse: - Camille è storia passata. Non hai nulla di cui preoccuparti. 
Come può non preoccuparmi? Tu sei immortale, Magnus. Io no. Non staremo insieme per tutta la vita ed io forse ho fatto un passo più lungo della gamba, avrei dovuto cercare di tenere a freno queste cose ma mi piaci talmente tanto che-
- Quanto pensi, Alexander! - esclamò lo stregone in un sorriso. Di fronte allo sguardo preoccupato del ragazzo, continuò: - Non posso leggere la mente - lo rassicurò - sfortunatamente - fece dopo - ma...parlami, ti prego.
- Non posso, Magnus - furono le sue prime parole. 
- Non puoi che cosa, Alexander?
Ogni volta il suo nome pronunciato dalle labbra del ragazzo dai tratti orientali gli dava una scarica di adrenalina, come se il suo corpo prendesse fuoco: - Tu sei immortale, Magnus. Io no. Perché hai giocato con i miei sentimenti? Perché.... - Alec deglutì - Perché hai lasciato che mi innamorassi di te? 
Magnus sbattè più volte le palpebre, come fosse rinchiuso in un sogno, ma Alec non voleva smettere di parlare: - Tu... tu ci tieni? Perché in così tanti anni, anzi secoli, avrai sicuramente avuto storie più tradizionali rispetto alla nostra, anche se non sono sicuro che definirla storia possa essere corretto, ma....
- Alexander - fece Magnus, zittendolo - Cerca di respirare, fiorellino. 
Alec lo guardò, ma non disse niente, aspettò solo che lo stregone continuasse il dialogo: - Ricordi cosa ti ho detto quando sei rimasto al loft? Provo qualcosa per te, una cosa che non avevo mai provato con nessuno. E per nessuno intendo nessuno. Che tu ci creda o meno, io tengo a te e non ti lascerei mai andare. Mai. 
- Ma tu sei immortale, Magnus...non credi che questo cambi le cose? Ora me ne sto rendendo conto, io....
Prima che Alec potesse terminare, qualcosa colpì entrambi sulla schiena, ed in qualche secondo si ritrovarono stretti in una morsa da degli uomini in divisa nera. Il Circolo. Era arrivato Valentine.




Vedere Jace prendere quell'orribile decisione di andare via con suo padre lo fece rabbrividire, ma capiva che solo lui avrebbe potuto cambiare le cose. Valentine non gli aveva lasciato molto su cui confrontarsi: o me o i tuoi amici. E Jace aveva messo al primo posto gli amici. 
Vederlo scomparire in quel portale che lo avrebbe portato chissà dove gli fece stringere i pugni, ma si preoccupò quando Clary decise di gettarsi senza sapere esattamente cosa stesse facendo, tanto che la afferrò ricordandogli che si sarebbe potuta perfino disintegrare. Solo Valentine conosceva il posto in cui si stavano recando. Lei no. 
Alec aveva notato che la ragazza non si era data pace, ma aveva accantonato quel pensiero quando si era ritrovata ad avere tra le mani il libro grigio. Sua madre poteva essere risvegliata.
Perciò Alec, che si ritrovava in istituto, era con la testa per aria appoggiato al muro, che si domandava per quale motivo stessero capitando cose del genere. Aveva vissuto vent'anni in piena tranquillità, ed ora era tutto scivolato nel caos per colpa di Valentine. E loro non avevano alcun potere.
Sentiva il suo legame parabatai scivolare nell'abisso, se l'era portato via, Valentine aveva portato via suo fratello, il suo migliore amico, la sua altra parte....e il dolore faceva così male....ma non si sarebbe fatto sopraffarre dalle emozioni. Avrebbe direttamente agito, come sempre, perché lui era un Lightwood e anche Jace lo era e lo sarebbe sempre stato.
Perso com'era nei suoi pensieri non si rese conto che qualcuno era giunto nel suo campo visivo, qualcuno con i lineamenti felini e di poco più basso di lui. Magnus. 
- Ti ho trovato - gli disse in un sorriso. 
- Già... - disse il più alto, abbassando lo sguardo. 
Magnus sospirò, prima di dire: - So che non vuoi sentirlo, ma te lo dirò un'ultima volta: qualunque cosa io provassi per Camille...è storia passata. Quasi letteralmente.
Alec lo guardò negli occhi: - Si, ma quello che ha detto sull'essere immortale...aveva ragione. Tu vedi le persone che ami invecchiare e morire.
Ci fu silenzio, tra loro.  Gli sguardi parlavano tra loro, entrambi carichi di comprensione. Fu Magnus a spezzare il silenzio: - Alexander...sarò pure il Sommo Stregone di Brooklyn ma nemmeno io posso vedere il futuro.
Quella frase non l'aveva rassicurato per niente. 
Vide l'occhiata di Magnus, significava 'continuiamo a parlarne più tardi', perché Luke l'aveva chiamato. Era il momento di risvegliare Jocelyn. Si, perché a quanto pare tutto girava intorno a Clary. 
Alec pensava che non avrebbe mai avuto una vita felice se fosse stato insieme a lei.





- Sono felice che Jocelyn sia rinsavita - disse Magnus, giungendo nella stanza di Alec.
Alec strabuzzò gli occhi vedendolo entrare: - Come fai a sapere che questa è camera mia?
- Alexander, per favore... - disse Magnus - me l'ha detto tua sorella - confessò. - E come mai ti trovi tutto solo soletto in questo sgabuzzino? - domandò poi, con la sua voce soave. 
- Volevo solo un po' di tranquillità. 
- Ti sei pentito per quello che è successo al tuo non-matrimonio?
- E' che... è stato tutto così...improvvisato - annaspò Alec. Era tutto così strano.
- Io credo che le cose improvvisate siano le migliori. Tu no?
- Si...anche a me piacciono le cose improvvisate. 
- Ah si? - domandò lo stregone, e il suo sorriso malizioso non prometteva niente di buono.
Infatti.
Magnus lo prese per la vita e gli assalì le labbra in una morsa famelica. Questo bacio non aveva niente a che vedere con quello che si erano dati al matrimonio, casto e innocente, questo era famelico, Magnus voleva assaporare di e per tutto le sue labbra, e Alec, anche se inesperto, cercò di adeguarsi. Non voleva che Magnus pensasse fosse un novellino. 
Alec non aveva mai baciato nessuno, ma con quel bacio il suo cuore prese a galoppare in modo frenetico, e non appena Magnus si staccò da lui si sentì vuoto. Si guardarono, ancora vicini, respirando il loro odore.
- Non smetti mai di sorprendermi, Magnus - disse Alec, citando il suo uomo al matrimonio. 
L'altro sorrise e disse in risposta: - Spero sia in senso buono.



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Capitolo 4
*** Dolore ***


Dolore.
 


Questo capitolo è ambientato durante la 2x05. 
Alec, impossessato dal demone ha ucciso Jocelyn e non riesce
a darsi pace, così va da Magnus per cercare conforto. 
Avete notato che ha passato la notte da lui, e non all'istituto?
Quando va a porgere le scuse a Clary è già mattina, 
di conseguenza, potrebbe aver passato la nottata dal suo uomo.








Nella testa di Alec erano impresse le parole di che Jace una volta aveva detto a Clary. "Ad Alec non piace nessuno" e si, l'aveva sentito. 
Se non gli fosse piaciuto nessuno, come poteva stare così male? Aveva sofferto, per l'amore - o quello che credeva si chiamasse in quel modo - impossibile per Jace, l'amore nascente e sviluppato con Magnus, quella farsa di lui interessato a Lydia solamente per il bene dei suoi genitori e dell'Istituto, ed ora.... Jocelyn
E' tutto iniziato per colpa sua, si disse.
Alec non l'aveva mai conosciuta, non gli aveva mai parlato, eppure quel demone era entrato dentro di lui e l'aveva uccisa. La madre di Clary. E la madre di Jace. Alec non riusciva a darsi pace. 
Perché tutto questo doveva capitare a lui? Perché non era stato in grado di fermare l'avvenire da solo? Perché l'aveva fatto? Tanti erano i quesiti, eppure lui non trovava una risposta.
Non aveva paura della morte: essa in ogni caso sarebbe arrivata, prima o poi e sfuggirgli non avrebbe potuto. Molte persone la temevano eppure dovevano rendersi conto che finché rimanevano in vita non avevano alcun timore: il modo migliore per sconfiggerla era rimanere vivi.
Ma adesso, mentre cercava un rifugio dopo aver sbattuto le sue mani contro il muro e lasciarle sanguinare perché quel dolore lui lo meritava era sicuro che la morte non lasciasse niente. Solo un vuoto. Un vuoto provato dalle persone che amavano quella scomparsa. 
E mentre faceva a botte con l'ennesimo muro un: - Perché? - strozzato gli uscì dalla gola. 
Non si dava pace, provava un senso di colpa e non avrebbe retto lo sguardo di Clary. Doveva andare dall'unica persona che non l'avrebbe mai giudicato. Doveva andare dall'unica persona che non sarebbe mai morta, né avrebbe provato tale dolore. Doveva andare dal suo stregone.
Salì le scale esterne e si appoggiò alla ringhiera, toccandosi le mani per dare un po' di sollievo. Aveva paura di non sentire dolore. 
Quando sentì la porta del balcone aprirsi, vide Magnus che lo osservò con un sorriso dipinto sulle labbra, seppur malinconico. - Stai bene? - gli domandò. 
- Non posso stare in quell'istituto.
- Alec..
Ma lo shadowhunter cambiò argomento: - Ho sentito che hai consegnato Camille. Com'è andata?
Magnus si sentì spaesato: - Onestamente? E' stato orrendo. Ne abbiamo passate molte, io e lei. - Lo osservò: - Scusa se sembra strano.
- Non lo è. Di quello che pensi - disse toccandosi le mani.
Fu a quel punto che Magnus le notò: - Sei troppo occupato per usare la runa di guarigione?
- Sto bene.
- No, non è vero. Stai soffrendo. Parecchio. Speri che questo dolore sovrasti quest'altro dolore. Magari fosse così semplice...
Alec deglutì e lo disse ad alta voce: - Ho fatto entrare un demone in me, Magnus - aveva gli occhi lucidi.
- Non è stata colpa tua - cercò di tranquillizzarlo lo stregone.
Il più alto si agitò: - Non so cosa dire a Clary. Non riesco ad affrontarla.
- Ma lo farai perché è quello che sai fare, Alexander. - Ribadì Magnus, senza mezzi termini: - Ci puoi mettere del tempo, ma l'ho visto da vicino. Sono venuto al tuo matrimonio...ti faresti esplodere la terra da sotto i piedi per fare la cosa giusta.
Quelle erano parole di conforto per Alec. Nessuno avrebbe mai saputo parlare e affrontare quel discorso meglio della persona che aveva di fronte. Sentì un desiderio crescere nel suo petto, di fronte a quello sguardo dello stregone che ormai aveva preso parte della sua vita. 
- Forse - annunciò.
- Forse? Alexander, io credo in te. Saprai cosa fare con Clary. 
- Dovrei parlarle. 
- Questa mi sembra un'ottima idea - disse Magnus alzando un dito.
- Posso....posso restare qua, stanotte? Domani parlerò con Clary, ma ora...adesso voglio stare qua. Con te.
Passò circa un minuto e Alec non capì le numerose sensazioni che passarono sul viso di Magnus. Era....contento? Spaesato? Ma lo stregone se ne uscì con: - Ne sarei felice.




Magnus passeggiò lungo la stanza, mentre Alec era seduto sul divano che lo osservava.  - Ti va del cibo d'asporto? O preferisci recarti in qualche ristorante d'alta moda e mangiare fino allo sfinimento?
- In verità non ho molta fame.
- Alexander. Sei sovrappensiero. Metti da parte la tua coscenza per un attimo e fammi prendere cura di te.
Alec arrossì: - Non è che io abbia bisogno di cure, eh....
- E' forse un modo per scacciarmi via? A casa mia? Mh...che ragazzo cattivo che sei. 
- Magnus...
- Rilassati, Alexander. Stasera sei mio.
Alec si agitò: - Cos-
Magnus lo tranquillizzò: - Non ho intenzione di farti niente. Anche se, per Lilith, vorrei toccare quei tuoi addominali fino a-
- Magnus... - lo rimbeccò Alec.
- Scusa, Alexander. Mi sono lasciato prendere dal mio istinto. Come dicevo, potremmo guardare un film.
- Un film?
- Ma certo. Le coppie normali lo fanno.
- O-ok - fece Alec. 
- Qui in casa sfortunatamente ho solo quel banale '10 cose che odio di te', me l'ha lasciato Catarina l'ultima volta, urlandomi che gli aveva fatto schifo. - Magnus ci pensò un po' su: - Se vuoi posso far apparire un altro dvd, basta che tu mi dica il titolo.
- N-no - Alec non era molto esperto di film - Quello va bene.
Magnus osservò il dvd: - Sai che è una storia romantica? Di quelle banali e scontate? Il film è tratto da La Bisbetica Domata di Shakespeare. 
- Mi piace Shakespeare - disse subito Alec.
- Oh...abbiamo un romantico.
- Uno dei due deve pur esserlo. 
- Alexander, ma io so essere romantico.... - Magnus gli si avvicinò lento dopo aver posato sul tavolo il dvd. Alec lo osservò guardingo e quando in un battito di ciglia si ritrovò tra le sue mani sospirò. 
- Questo lo chiami essere romantico? Mi hai attirato con la magia. 
- Questo per me è essere romantico - Magnus lo strinse forte, tenendogli con una mano le mani e con l'altra il suo collo.  - Sai che altro vorrei fare?
- Sentiamo.
- Questo - Magnus si chinò sulle sue mani e le baciò. Alec non seppe descrivere il sentimento che lo inebriò sotto ogni punto di vista, incantato com'era a vedere le labbra del suo ragazzo impegnate a baciare le sue mani. Per l'angelo, e se avesse provato a baciargli qualche altra parte...? Gemette istintivamente, e lo stregone lo guardò da sopra le mani con un sopracciglio alzato, che gli dava un'aria decisamente sexy: - Alexander, per così poco?
Alec abbassò lo sguardo a quelle parole, vergognandosi. Era un novellino, ma Magnus ancora non lo sapeva....meglio evitare quel discorso. Chissà lui quanti ex aveva avuto. 
Decise di accantonare quel pensiero e godersi ancora il tocco di Magnus, che finì qualche istante dopo. Alec osservò le sue mani e notò che non erano più spaccate, non erano più sporche di sangue né doloranti. Magnus gli aveva assorbito il dolore. Sorrise: - Meglio di una runa di guarigione. 
- Già - fece Magnus, come eco. Gli sorrise e Alec notò  la sua mano accarezzare tutto il braccio sinistro fino a ricongiungersi all'altra, ancorata al collo: - Sono o no un romantico?
Alec gli sorrise e si avvicinò più a lui, baciandolo. Il bacio era dolce, piano e asciutto, uno sfioramento di labbra impacciato ma desiderato. Quando il ragazzo fece per allontanarsi per osservare il suo uomo, Magnus lo riportò su di se per dare vita ad un bacio più passionale, scivoloso, dove la lingua di entrambi giocava a sperimentare con l'altra. 
Quando finirono quel bacio, ansimando,  Magnus esclamò soddisfatto: - Questo è un bacio.
- Allora... questo film?





Era ormai quasi la mezzanotte, il film era quasi finito sotto lo sguardo di Magnus, gli occhi uscivano dalle orbite ogni qual volta veniva inquadrato quel belloccio del protagonista, e Alec aveva pure notato come Magnus si fosse leccato le labbra durante una parte. 
A lui non era piaciuto molto il film. Insomma, una commedia adolescenziale? - Non capisco perché Kat deve perdonarlo - disse, osservando lo schermo. Sul tavolo vi era del cibo cinese ordinato da Magnus, e entrambi l'avevano finito guardando la pellicola. 
- Gli ha regalato una chitarra. Con i soldi che quello stronzo gli aveva dato. Non è bellissimo?
- Bah... odio questi film d'amore.
- Ma non eri una persona romantica? - gli domandò Magnus, osservandolo.
- Non c'entra...okay, lui sarà pure belloccio e tu hai passato più tempo a sbavargli dietro che altro, ma-
Magnus ammiccò: - Sei geloso, Alexander?
- Di un tipo dai capelli ricci, con i tratti australiani e un fisico da paura? Ma soprattutto che fa l'attore? Neanche per idea.
- Heath Ledger non c'è più - sussurrò Magnus affranto. 
- Chi?
- L'attore che interpretava Patrick Verona. E' morto. 
Alec s'incupì: - Mi dispiace...
- E' una di quelle persone che avrei voluto conoscere e non per il fatto dell'essere un belloccio, ma perché era una brava persona. Non meritava quella fine. 
- Nessuno merita questa fine. - I pensieri di Jocelyn lo attanagliarono nuovamente, spazzati via dalla mano di Magnus che si posò sulla sua coscia.
- Alexander - gli disse - Sei venuto qua per distrarti, non per rimpiangere qualcuno. Che ne dici adesso di andare a dormire?
Cioè.... - Vuoi dire...nel tuo letto? - domandò stupidamente Alec
- Si, dove se no? - domandò ironico Magnus, in un'alzata di spalle
- Aspetta, ma tu intendi...i-insieme?
- Qualche problema?
Il cuore di Alec batté frenetico. Non stava succedendo. Per l'angelo, già quella mano sulla sua coscia gli faceva venire i brividi, in più Magnus era così esperto che si sarebbe accorto che quella probabilmente sarebbe stata la sua prima volta....... Che faccio, dannazione, Alec. - N-no, è che...non abbiamo mai dormito insieme... e l'ultima volta che sono rimasto a casa tua è stato dopo l'attacco a Luke, e mi hai fatto dormire sul divano...
Magnus levò la mano dalla coscia e si alzò in piedi: - Primo, ti sei addormentato sul divano. Ed ero solo andato in bagno per aggiustarmi il trucco e far colpo! E secondo, non avresti mai accettato di venire a letto con me, pensavi che fossi un poco di buono! O lo pensi anche adesso? - gli domandò.
Alec deglutì: - N-non lo pensavo, veramente. Non capivo bene i miei sentimenti.... 
- Ma adesso puoi venire. Se ti va puoi venire a dormire con me - fece lo stregone in un'alzata di spalle. - Se preferisci il divano posso portarti una coperta. - Fece subito.
- No - disse Alec senza nessuna esitazione - Andiamo a letto.


La camera di Magnus era grande e piuttosto eccentrica: un letto matrimoniale con lenzuola di seta rosse e un tappeto per terra in argilla. Era fresco. 
- Credo sia la prima volta che vedo camera tua.
- Quale onore! - Magnus battè le mani e subito Alec sentì avviare il condizionatore. 
- Perché il condizionatore?
- Fa' freddo, non credi? Ho solo acceso il riscaldamento. Così se per esempio volessi toglierti la maglia e stare comodo....
Alec strabuzzò gli occhi: - Mi hai portato in camera tua per-perché tu vuoi....?
- Certo che no! Non farei niente che tu non voglia fare. 
Alec si rassicurò a quelle parole. Non era ancora pronto per far qualcosa che non fosse baciare il suo fidanzato. Distese le lenzuola dal letto, notando Magnus fare lo stesso e infilarcisi con una grazia inaudita. 
Alec ricordò di tutte le volte che Magnus aveva sbavato sul suo petto scoperto, o come si ipnotizzava guardando e accarezzando le sue braccia. Be, non era l'unico. Magnus apprezzava il suo corpo, e Alec faceva altrimenti con quello dell'altro. Quando avevano avuto quella piccola discussione e lui era dovuto andare a scusarsi con Magnus lo aveva trovato a petto nudo e gli si era seccata la gola. Capiva quanto gli sarebbe piaciuto rivederlo in quel modo. Sentiva ciò che sentiva Magnus quando lo guardava. Lo faceva sentire apprezzato. E amato come non aveva mai fatto nessuno. Era sempre cresciuto all'ombra di Jace, senza poter fare ciò che più desiderava al mondo né amare ciò che preferiva in quanto considerato sbagliato. Ma sbagliavano gli altri, non lui.
Voleva lasciarsi amare e desiderare ogni giorno finché non fosse arrivato l'ultimo. Così, preso da quella sensazione, si tolse la maglietta sotto lo sguardo curioso di Magnus. - Ora non so se è stata una buona idea lasciartelo fare, Alexander.
- Hai detto che non avresti fatto niente - disse Alec, sdraiandosi nel letto.
- Lo so, ma....sei comunque il mio ragazzo e questo - disse Magnus, accarezzando la prima runa che trovava sul suo corpo - posso farlo. Anzi, posso anche accarezzarti tutto... - disse, continuando ad accarezzare il suo corpo e notando Alec distendersi rilassato - Ti piace? - Alec annuì solamente.  Nessuno gli aveva mai fatto delle carezze. Anzi, nessuno lo aveva mai amato come stava facendo lo stregone. 
Magnus smise di dedicare le attenzioni al suo corpo e si rilassò anche lui sul cuscino. Si voltò verso Alec, trovandolo con gli occhi chiusi: - Sai, dovremmo fare un'uscita prima o poi... - sussurrò.
Alec portò un angolo della bocca in alto: - Troveremo il modo. - Disse, allungando un braccio per tirare Magnus a sè. In questo modo lo stregone si trovava ancorato al suo petto nudo, e ad uno sguardo stranito di questo, lo shadowhunters rispose: - Così stai meglio, lo so.



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Capitolo 5
*** Cosa accadde a Tokyo ***


Cosa accadde a Tokyo.







 
Questo capitolo è ambientato tra la 2x12 e l'inizio della 2x07.
E' narrato sotto forma di flashback.
Il rating è arancione.










Alexander Lightwood stava perdendo la pazienza. Perché Valentine si spacciava per Magnus? 
Lo aveva afferrato per il bavero della camicia e poi lo aveva sbattuto al muro dicendo di smetterla, ma l'uomo non aveva voluto saperne, continuando a dire di essere lo stregone. A chi voleva darla a bere? Non ci sarebbe cascato, sapeva dei tranelli strani di Valentine e non voleva avere niente a che fare con lui. 
Poi era arrivata una strana confessione, e il ragazzo più alto si era paralizzato, incapace di muovere un muscolo. 
- Mi hai regalato un amuleto omamori che porto sempre con me. Me l'hai dato dopo la nostra notte a Tokyo. Al Palace Hotel. Ci siamo baciati sul terrazzo. E poi tu..
- Smettila! - gli aveva detto, preso da un attacco di nervosismo. 
Ma Valentine aveva continuato: - Poi mi hai portato dentro..
- Smettila!- lo aveva ripreso. Poi, perplesso, aveva detto: - Come  fai a sapere queste cose?
- Perché sono io, Alexander... - e lo shadowhunter dopo averlo guardato se n'era andato. 
Come poteva conoscere Valentine quei dettagli intimi che aveva condiviso con Magnus a Tokyo? Jace gli aveva detto che forse si trattava di un incantesimo perché Valentine era sempre un passo avanti a loro, ma Alec, e di questo ne era sicuro, si sarebbe accorto subito se fosse stato sotto incantesimo. Quello a Tokyo era successo davvero, ed era stata una serata così piacevole....
Decise di sedersi in una sedia trovata lì per caso, e rifletté. 
Adesso che Valentine aveva parlato di Tokyo, ci ripenso e si trovò immerso in un mare di sensazioni che mai nella vita aveva provato.






Si erano dati appuntamento a casa di Magnus, in quanto lo stregone era alle prese con un  cliente, lo aveva telefonato e poi era andato da lui. Da quando Jace si era trasferito nel loft non avevano avuto tempo di rimanere soli, e questo ad Alec infastidiva perché voleva condividere tutto il tempo necessario con il suo fidanzato. Doveva ammetterlo, era anche un po' geloso del fatto che Jace e Magnus potessero rimanere soli e insieme nella stessa stanza. Chissà di cosa parlavano. 
Mentre entrava in quella casa che conosceva bene, Alec osservò il suo fidanzato intento a cercare qualcosa per la casa. 
- Tutto bene? - gli domandò. 
Magnus si accorse di lui in quell'istante e, dopo aver accennato un grosso sorriso, disse: - Alexander! Ti stavo aspettando!
- Eccomi qua. - Lo shadowhunter si guardò intorno, stranito - Jace è...
- Non lo so, ma credo sia uscito. 
- Bene. Quindi...che avevi in mente, oggi? Parigi? O potremmo rimanere qua a mangiare cibo d'asporto....
- Nessuna delle due, Alexander - fece Magnus, avvicinandosi - Ho una sorpresa per te. 
Alec lo guardò incuriosito, ma non domandò nulla. Magnus fece subito apparire un portale e loro due si catapultarono dentro. 


Nonostante ci fosse abituato, viaggiare tramite un portale era sempre una sensazione strana: il corpo si aggrovigliava in una massa uniforme ovale  e al ritorno dal posto di partenza ti sentivi più pesante di prima. 
Quando Alec si trovò immerso in un luogo differente, il primo senso a svilupparsi fu l'olfatto, poi la vista, poi il tatto e l'udito. 
L'aria aveva un odore di sale e pioggia. Il posto aveva un'aria buia, eppure non sembrava eccessivamente tardi, probabilmente erano appena passate le 19. Sentì la mano di Magnus sfiorare la sua, e subito si voltò, notando un cartello con una scritta. Lo shadowhunter aggrottò la fronte e strabuzzò gli occhi. 
- Non pensavo avrei vissuto tanto a lungo da venire qua - fece sbalordito. 
- Sapevo che ti sarebbe piaciuto. Insomma....chi non mette Tokyo nella lista dei posti da vedere? 
Alec era ancora sorpreso. Aveva desiderato più volte viaggiare ed ora ne aveva la possibilità, ma non credeva che Tokyo fosse una delle mete desiderate dal suo fidanzato. Si era sbagliato.
- Alexander? Ti va di andare a fare un giro per i negozi? - Sentì la voce di Magnus. 
Annuì, incapace di proferire altro. Era a Tokyo.
A Tokyo! 
Camminò per le strade seguendo Magnus che le conosceva bene, da quel che gli raccontava c'era stato nel 1977 con una congrega di stregoni ai quali serviva aiuto per una questione riservata dei Nascosti.
Avevano attraversato dei giardini e si erano fermati in numerosi negozi: Magnus si aveva comprato parecchi vestiti appariscenti  e ne aveva regalato anche qualcuno ad Alec - di nero, ovviamente, perché, come aveva citato quest'ultimo, altrimenti non lo avrebbe mai indossato. Magnus aveva messo su una faccia mascherata dal disaccordo, ma infine aveva accettato. 
- Quello è il mio negozio preferito! - fece Magnus, e Alec, con numerose buste tra le mani, osservando la luminescenza che offriva il cartello di quel negozio, gli disse che era meglio aspettarlo fuori, mentre lui si accingeva a comprare chissà cosa.
Erano passati cinque minuti quando lo shadowhunter avvertì un rumore. Si rese conto che proveniva dall'angolo buio poco distante, e si stranì. Era un rumore sordo e rauco, al quale si aggiunse poco dopo un grido. Immediatamente scattò, portando con se le buste che aveva in mano, che non lo rallentavano. Il suo spirito di rinforzo aveva sempre la meglio, e qualunque cosa stesse accadendo, doveva accertarsi che fosse tutto nella norma. 
Arrivato nel vicolo, vide una scena da fargli venire i brividi. 
Una donna si trovava per terra, con i vestiti srappati e piangeva, mentre un uomo stava sopra di lei e le gridava parole in giapponese. Alec non aveva ancora disegnato una runa per poter capire e parlare quella lingua, e lo fece immediatamente tirando fuori lo stilo dalla tasca. 
- Stai zitta, ho detto di stare zitta, altrimenti ti ficco questo in gola - l'uomo diceva.
Alec notò che aveva tra le mani un coltello. Deglutì: - Ehi - fece dopo.
Immediatamente i due si voltarono verso di lui. L'uomo mantenne lo sguardo minaccioso e con i denti stretti disse: - Va' via, ragazzino.
Alec si avvicinò nuovamente senza averne il timore e si abbassò vicino alla ragazza: - Stai bene? - domandò, tendendole la mano.
Dapprima lei lo guardò impaurita, poi l'afferrò e si alzò. Aveva i capelli scuri e sul collo indossava un talismano appartenente sicuramente a quella cultura. 
- Cosa vuole questo qui? - le domandò.
La ragazza deglutì a vuoto e parlò tenendo gli occhi sbarrati: - I-io...non lo so, non lo conosco nemmeno - prese fiato: - Stavo tornando a casa ed è sbucato fuori all'improvviso, stavo correndo e lui...lui mi ha afferrata.
Alec strinse i pugni: - Cosa vuoi da....
- Rejae - disse la ragazza. 
- Perché seguivi Rejae? - domandò.
Quello non rispose. Immediatamente si fiondò verso di lui, con il coltello fra le mani, pensando di avere qualche possibilità. Alec fece un sorriso sghembo, prima di afferrare la mano che conteneva l'oggetto e girarla. Notò l'uomo gridare di dolore e stendersi a terra, così lui gli si accasciò sopra. - Cosa pensavi di fare? Prenderti gioco di una ragazza innocente? - domandò. - Non ti azzardare più a inseguire qualcuno, o ti assicuro che... - prese il coltello e passò la punta sulla sua gola -...tornerò e sarò io a farti del male. Hai capito? 
Quando vide quello annuire Alec si alzò da lui e quellò scappò velocemente, mentre Alec si avvicinò alla ragazza.
- Stai bene? - le domandò.
Rejae annuì: - Grazie....mi hai salvato - disse, toccando il talismano. 
Alec annuì: - Nessuno dovrebbe farti del male. Nessuno dovrebbe fare del male a nessuno. 
Alec notò che la ragazza si stava sfilando il talismano, aveva tolto la catenina ed ora quell'oggetto rimaneva da solo come un semplice oggetto che si porta ovunque.
- Questo è un omamori - disse la ragazza. - Serve per portare fortuna e protezione. 
Alec non capì cosa intendesse dire, quando lei gli e lo mise tra le mani: - Io non ne ho più bisogno. Le carte che ho fatto due settimane fa dicevano che saresti venuto e mi avresti salvato. In cambio io avrei dovuto darti un oggetto prezioso.
- Le carte? Ma che....
- Sono appena stata salvata dal mio Salvatore - fece la ragazza, senza ascoltarlo - Grazie ancora - disse, uscendo dal cunicolo. 
Alec la seguì, ritornando a vedere il negozio nel quale era entrato Magnus. 
Decise che l'oggetto che gli aveva dato Rejae lo avrebbe regalato proprio al fidanzato, dato che lui era già un Salvatore. Magnus aveva più bisogno di lui di quell'oggetto. E poi, voleva più di ogni altra cosa ce fosse protetto lo stregone. 
La ragazza era sparita, e Alec si affrettò a raggiungere il posto dove si trovava poco prima di salvare Rejae, ponendo l'omamori in una delle buste e decidendo di toglierlo una volta tornati nel loft.
Poco dopo sentì la porta del negozio aprire e chiudersi, e ne venne fuori il suo stregone.
- Come mai a mani vuote? -  gli domandò Alec, stranito.
Magnus rispose in tono sconfitto: - Sfortunatamente non avevano niente che mi potesse interessare stavolta. Quarant'anni fa c'era più scelta!
Alec abbozzò una risata e Magnus lo ignorò - Adesso direi di andare a fare una bella cena. Ti va? - gli propose invece. 
Alec annuì - Dove andiamo?
- Oh, ti piacerà il posto - gli disse lo stregone, strappandogli un bacio leggero.


Avevano appena terminato una cena a base di pesce e insalate di vari tipi.  Magnus si era accorto anche della runa attraverso il quale Alec aveva parlato giapponese, perciò il ragazzo aveva dovuto raccontargli di Rejae e di quell'orribile avventura - tralasciando l'omamori che riservava come sorpresa che gli avrebbe fatto una volta tornati a casa.
Il Palace Hotel era un posto etnico, lussuoso e ricco di luci di vario tipo: doveva ammetterlo, Alec non se lo aspettava minimamente in quel modo. 
Avevano optato per una stanza, al posto di cenare con tutta la folla presente nel ristorante, e grazie a Magnus - che aveva le sue conoscenze anche in quel posto - avevano deliziato con un menù  ricco di pietanze del paese, in modo che il suo ragazzo assaggiasse tutto ciò che di buono offriva il luogo. 
Ed Alec, il quale non aveva mai assaggiato cibo vero e proprio del Giappone, alcune pietanze erano piaciute parecchio, dato che aveva anche fatto il bis, sotto lo sguardo soddisfatto di Magnus. 
Le cose per il moro dagli occhi verdi si erano complicate quando alla porta della loro stanza si era presentato un certo signor Yuzaki, un uomo dai quarant'anni, che non vedeva l'ora di incontrare Magnus. 
Lo stregone gli aveva presentati: si trattava di un amico stregone con cui era entrato in contatto una cinquantina di anni prima. I due si erano messi a ricordare i tempi passati, e Alec aveva solo ascoltato le loro conversazioni, quel Yuzaki non gli stava simpatico, ma il suo fidanzato era così spensierato che gli fece piacere vederlo discutere in tal modo.
Quando Yuzaki se ne andò, rivelando di essere anche il capo chef e fingendo che Alec non vi fosse - l'amico di Magnus non amava particolarmente gli shadowhunters - Alec potè sospirare e fare una domanda che gli uscì con tono più grave di ciò che si aspettasse: - Era...è un tuo ex?
Magnus sollevò un sopracciglio: - No, hai sentito, siamo amici di vecchia data. 
- Okay - disse Alec, semplicemente. 
Magnus capì che qualcosa non andava, così gli poggiò una mano sulla spalla: - Ogni volta che ti presenterò qualcuno mi chiederai se è un ex? - disse accennando un sorriso. 
Alec fece una smorfia ma non rispose. 
- Vieni - Magnus gli porse una mano - Ti mostro la vista dal tetto dell'Hotel. La amerai. 
Alec avrebbe voluto dirgli che la sola cosa che amava era la persona che si ritrovava di fronte in quell'istante, ma aveva paura di diglierlo. Le parole non erano mai state il suo forte, spesso si faceva tante - moltissime - paranoie da solo perché credeva di non essere abbastanza. 
Tutto di Magnus era ignoto: i suoi genitori, le cose che aveva nel cassetto.... e lui aveva avuto così tanti ex..... chissà se avrebbe ricordato il suo nome, cento anni dopo. 
Alec non voleva essere inferiore agli altri. Magnus gli piaceva e non avrebbe voluto perderlo a causa della sua inesperienza, e nonostante lo stregone lo tranquillizzasse in ogni modo -
Il passato è il passato, ciò che conta è il presente. Sei tu, Alexander - gli aveva detto un giorno, Alec non era sicuro. 
Dannazione. Perché era in questo modo?
Sicuramente gli altri ex di Magnus si mostravano tranquilli e sicuri di sé stessi....
Lo shadowhunter smise di riflettere non appena sentì le mani di Magnus lasciare le sue. Erano arrivati sul tetto.
La vista era davverò bella, come gli aveva fatto notare Magnus: da quell'altezza riusciva a vedere quasi tutta la città, le strade illuminate, le case, le macchine che circolavano nonostante fosse tarda notte.... 
- E' bellissimo - mormorò.
Magnus gli stette vicino: - Sapevo ti sarebbe piaciuto.
Alec avvertì il suo profumo di sandalo e questo gli inebriò le radici. 
- Grazie, Magnus - disse all'improvviso.
- Oh, per quale motivo? - si stupi l'altro.
- Non ho mai visto altri posti oltre Idris e New York.  E tu.... questo viaggio a Tokyo...
grazie - ripeté nuovamente, non sapendo cosa dire. 
Magnus deglutì e gli si parò di fronte: - Non mi devi ringraziare, Alexander. Desidero solo che tu veda i posti dove sono stato. I posti che mi intrigano, questo fa parte anche del conoscersi.....
Alec gli si fece più vicino. Sotto la penombra di Tokyo l'uomo che aveva di fronte era ancora più bello. Non aveva idea dell'ora, sapeva solo fosse tardi e aveva più che mai voglia di baciarlo. Non poteva certo dirsi ubriaco, dato che aveva a stento bevuto una birra e assaggiato un coctail proposto dallo stregone ma che non l'aveva fatto impazzire, quindi poteva dirsi sobrio.  La ricerca di un contatto con Magnus, invece, be', quello..... quello era fortemente presente. 
Così quando lo stregone si voltò verso di lui, probabilmente per dire qualcosa, lo baciò in maniera un po' violenta, dato che Magnus si allontanò per un istante, per guardarlo. - Tutto okay? - gli domandò.
Alec annuì: - Voglio baciarti...  - detto questo, l'altro sembrò sorpreso ma non proferì niente, dato che riprese a baciarlo con più delicatezza stavolta, ma con lo stesso trasporto di prima, quasi avesse una necessità.
Le loro bocche collidevano e si staccavano ormai da cinque minuti, Magnus non aveva il tempo di riprendere il fiato che Alec si avventò nuovamente, scendendo a baciargli il collo. 
Il primo, con le sopracciglia che andavano a sfiorare quasi l'attaccatura dei capelli - anche per il piacere provocatogli da quel contatto - ma soprattutto per la sorpresa di un Alec così spavaldo e sicuro di sè come non l'aveva mai visto, si riprese. Non che quel contatto non gli facesse piacere, poi.
Ma c'era qualcosa di strano....
Notò Alec annaspare: - Ritorniamo in stanza - disse.
Magnus ebbe appena il tempo di annuire, che Alec gli prese la mano e corse dentro in fretta e furia. 

Una volta nella loro stanza lo shadowhunter riprese a baciarlo portandogli la mano lungo il petto, oltre la maglietta. Non aveva mai sentito Magnus, e poteva constatare quanto fosse tonico. 
L'ultimo si mosse immediatamente.
Stava succedendo qualcosa. 
- Alec cosa vuoi fare? - gli domandò, osservandolo. 
- Voglio dimostrarti che sono all'altezza dei tuoi ex - gli rispose l'interpellato, con naturalezza.
-
Cosa...?
Ma lo shadowhunter aveva altro in mente, e non consisteva nel parlare, dato che inchiodò al muro Magnus e riprese a baciarlo. Lo stregone lo sentì dai suoi baci, il diverso sapore. Un sapore strano, che non apparteneva al suo Alexander. Decise di scostarlo. 
- Non hai detto che non ti importava dei miei ex?
- L'ho detto. E sul serio, non m'importa. Ma io...voglio...ecco io voglio... - il ragazzo sembrava in difficoltà, adesso. 
-
Cosa? - lo incitò. 
- Non voglio essere inferiore agli altri. - Lo disse in un sussurro che alle sue orecchie fu chiaro e forte. - Probabilmente sono il primo che hai incontrato ad essere
vergine, ma posso mostrarti che non sono così innocente. Leggo molto e da ragazzino trovavo sempre quei giornalini porno di Jace...
Magnus lo osservò e scosse la testa: - Alexander, non posso lasciartelo fare. 
- Perchè no?
- Perchè...le cose si fanno perché le sentiamo. Tu adesso vuoi solo dimostrarmi che sei all'altezza degli altri, ma....non ti rendi conto di quanto suoni ridicolo? Sarebbe sbagliato farlo. 
- Quindi non vuoi. - Alec sembrava turbato, dato che aveva iniziato ad agitarsi. Si era anche allontanato da lui per sedersi nel letto.
- Alexander... - mormorò Magnus, raggiungendolo - quante volte dovrò dirti che
ti voglio? Eccome se ti voglio, ma non adesso. Adesso...sei confuso, ti senti smarrito. Io posso aspettare - gli poggiò una mano sulla spalla ed Alec alzò gli occhi per guardarlo, mentre Magnus diceva: - Non sentirti inferiore a qualcuno per queste banalità - e gli diede un bacio sulle labbra che risuonò nella stanza - E non dubitare del fatto che non mi piaci così come sei - un altro bacio casto - Perché la verità è che sei la cosa migliore che mi potesse mai capitare. Hai capito?
Alec a quelle parole si tranquillizzò e gli prese la mano stringendola alla sua. 
- Abbiamo ancora tempo prima di tornare a New York... - osservò lo stregone -  Ti va di coccolarci a suon di baci nel letto? 
Alec annuì, lasciandosi trasportare sul letto. 
Le
coccole. Quella cosa banale e scontata che lo shadowhunter aveva sempre detestato. Mentre Magnus gli dava numerosi baci  a stampo e gli accarezzava le braccia, si rese conto che in fondo non le detestava poi più di tanto. 
Finalmente lo stregone si avvicinò alle sue labbra e fece incontrare le loro bocche. Il bacio fu dapprima uno sfiorarsi di labbra, come se fosse la prima volta, poi divenne più profondo e nessuno dei due si accorse che lo stregone era finito su di Alec ed entrambi erano stretti, legati, chiusi, compatti. Alec portò le sue mani sulle spalle dello stregone, spingendolo contro di se e Magnus inaspettatamente avvertì qualcosa spingere lungo il suo ventre mentre stringeva le sue mani sui capelli dell'altro.  
Magari era una sua impressione.... 
Diminuì le frequenze dei baci decidendo di accantonare quel pensiero. Alec lo stava baciando dappertutto: sulla guancia, sulla fronte, sul collo.....le sue labbra si spostarono su quelle delle stregone e il nuovo bacio lo trafisse come una pugnalata, mentre i loro bacini erano a contatto e lo shadowhunter nel bacio aveva pure emanato un gemito.
Ma era sempre lì.
Magnus si allontanò un istante da lui e Alec, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato si ritrasse da sotto  e si rimise in piedi schiarendosi la voce. 
- Che succede? - domandò lo stregone, cercando di fingere. 

- Niente...
- Perché ti sei alzato all'improvviso? - domandò ancora Magnus. Era anche un po' curioso di sapere la risposta che l'altro gli avrebbe dato.
Alec era in imbarazzo, si notava chiaramente: - Forse dovremmo tornare di là....sicuramente a New York sarà già tardi, non credi? Dovrei fare proprio una doccia fredda...
- Una doccia fredda? Addirittura? - disse Magnus, sorridendo. Portò lo sguardo in basso, dove si trovava l'evidente erezione. Alec arrossì notando il suo sguardo, cercando di coprirsi, ma non ci sarebbe mai riuscito.
Che figura! - Vieni qua - gli disse allora lo stregone.
Alec lo osservò attento, prima di avvicinarsi a passo lento. Deglutì. Adesso erano così: Magnus seduto al bordo del letto, e Alec in piedi di fronte a lui, con un'erezione che gli faceva male da morire. 
Quando il più grande gli sfiorò appena la patta dei pantaloni, ebbe un sussulto. 
- Alexander... - mormorò lo stregone, alzandosi in piedi. Adesso gli stava di fronte, non arrivava alla sua altezza, ma era abbastanza per guardarlo negli occhi. 
Lo shadowhunter non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, troppo imbarazzato dal momento. La situazione non fece che peggiorare quando Magnus si avvicinò al suo orecchio e sussurrò: - Da quanto non ti tocchi?
Alec strabuzzò gli occhi, incapace di proferire parola. Sentì il sospiro di Magnus ancora sfiorargli il lobo: - Non vergognarti. Non con me.
Il ragazzo annaspò, senza parole. Non riusciva a trovare niente da dire perché la sua mente era in subbuglio. 
Non contava i giorni di quando lo faceva o no, ma era sicuro che fosse decisamente da troppo tempo senza farlo. Altrimenti quell'erezione a cosa era dovuta? Era un uomo, santo cielo. Si sapeva controllare.

Ma non in presenza di Magnus, gli ripeté una voce nella sua testolina, volevi andare al letto con lui fino a qualche istante fa. 
Scosse la testa e Magnus lo interpretò come un rifiuto, tant'é che tolse la mano che si trovava sui suoi pantaloni e la portò lungo il mento dello shadowhunter, per portare i loro occhi  a contatto. 
Sospirò, prima di proferire parola: - Posso toccarti - disse. Non era una domanda. Non che Alec se ne aspettasse una, dopotutto. Quella frase successiva però non se l'aspettava: - Me lo permetti, Alexander? Altrimenti ti lascerò andare nella tua doccia fredda tranquillo.... 
Anche Alec sospirò prima di annuire fortemente, per poi riprendersi: - Voglio che tu lo faccia - disse velocemente. Si schiarì la voce: - Non voglio andare a fare una doccia fredda....voglio te. 
Il volto di Magnus si aprì in un sorriso: - Be', allora direi di proseguire...  - lo stregone lo baciò, prima di portare la mano sulla sua spalla, facendola scendere lentamente lungo il petto coperto da una maglietta scura, fino ad arrivare al bacino. 
I timori di Alec si fecero vivi immediatamente: - Ma tu....tu lo vuoi? - gli domandò.
Magnus lo osservò, e nel suo sguardo, notò Alec, c'era una traccia di qualcosa di familiare. Magnus lo guardava come se esistesse solo lui. E, incosciamente, si rese conto che era lo stesso sguardo che gli rivolgeva lui stesso. 
La frase che gli rivelò Magnus lo fece arrossire ed eccitare ancora di più: - Non mi toglierei mai il privilegio di vederti mentre vieni sotto il mio tocco.
Nessuno dei due smise di guardarsi negli occhi quando Magnus trafficò con la cerniera dei jeans e li abbassò lentamente. Poi, come se fosse la cosa più normale del mondo, infilò le mani nei boxer dell'altro e afferò la sua erezione proprio come con la mano libera afferrò il collo di Alec per avvicinarlo a sé e baciarlo di nuovo. Alec, dapprima spaesato, poi più sicuro, portò le sue mani sulle spalle di Magnus, gemendo quando lo stregone fece con le mani il primo movimento. 
Mentre Magnus continuava ad accarezzarlo la sua bocca si spostò sul collo per lasciare alcuni baci che diedero sollievo allo shadowhunter, che inarcò la testa per riceverne ancora.
La pressione sulla mano si fece ancora più veloce, e sotto il tocco di un bacio sulla mascella Alec si rese conto che aveva iniziato ad ansimare ma non solo: aveva preso il ritmo della mano di Magnus ed iniziava a muoversi contro di essa. Ma non gli importò dell'imbarazzo, mentre sussurrava il suo nome e l'altro lo baciava, lo accarezzava e si prendeva cura di lui. 
Fu così, con un'esplosione di baci e di gemiti e sussurri, che venne nella mano di Magnus e si accasciò contro il suo corpo. Lo stregone fece  appena in tempo ad abbracciarlo che si ritrovò gettato sul letto con addosso il ragazzo che lo baciava.
Sentì il suo respiro tornare normale, prima che lo shadowhunter si rendesse conto della posizione e fece per alzarsi: - Mi dispiace - disse.
Magnus era rimasto sdraiato sul letto nella medesima posizione in cui l'altro l'aveva lasciato: - Di cosa ti stai scusando? - domandò, toccandosi le labbra. Il
sapore di Alec...Alec sulle labbra, Alec sulla mano, Alec dappertutto....
Il giovane balbettò, prima di dire: - Di..questo. Non ho il controllo delle mie azioni quando sto con te. Mi sento strano, Magnus, io...
Quest ultimo deglutì e si alzò dal materasso: - E' normale sentirsi in questo modo, Alexander. Quando si provano dei sentimenti verso una persona non si può fare a meno di pensarla. In continuazione. Diventa il fulcro centrale delle tue giornate e prende possesso del tuo cuore. Non è niente di nuovo.
- Si ma.... - Prese aria -  Questo poteva essere evitato...
Lo stregone sospirò profondamente, prima di dire, docilmente: - Senti, Alexander, è naturale sentire queste cose....anche sentirle nella zona sotterranea. Non devi sentirti in imbarazzo. Non con me.  Ti svelo un segreto...ma lo faccio in buona fede, eh, non ho cattive intenzioni. Lo faccio anche io.
Pensando a te. - Magnus sapeva di starsi sbilanciando un po' troppo con quelle parole, ma lo shadowhunter ormai gli aveva rapito il cuore. Lui, con le sue paure, i suoi timori, con il suo essere così naturale. E Magnus non voleva più nascondere i suoi sentimenti.
- D-davvero?-
- Dovrei mentirti?
Mi piaci ed è evidente che io piaccio a te. Siamo due persone che si piacciono. Non c'è niente di imbarazzante. Dovresti mettertelo in testa. 
Alec fece un sorriso sincero, prima di dargli un lungo bacio.
- Che ne dici se torniamo a casa, adesso? - domandò lo stregone dopo essersi staccato.  Lo shadowhunter annuì, e Magnus riprese, felice: - Tokyo non mi è mai sembrata così bella - prendendo le buste dello shopping e aprendo un portale per tornare a casa.




Alec si ridestò di colpo, notando l'Inquisitrice Herondale passare davanti a lui con aria determinata. Cosa aveva in mente? Decise di avvicinarla a sé, scoprendo che il Conclave aveva rifiutato l'offerta di sottoporre Valentine ad una condanna a morte. La donna lo voleva uccidere. 
La seguì, contrastando le ansie e i timori presenti nella mente, e contrastando perfino una vocina che gli gridava forse è davvero Magnus fingendo che non vi fosse.






Ciao a tutti! So che avevo detto che avrei aggiornato mercoledì, ma alla fine ho deciso di spostare il mio programma, però dovrete aspettare la settimana prossima per il prossimo capitolo.
Prima di tutto devo ammetterlo, scriverlo è stato un parto e non sono nemmeno convinta che sia venuto  come lo avevo immaginato all'inizio. La seconda cosa, invece, riguarda la parte finale, non me la sentivo di andare oltre e scrivere il post della 2x12, ovvero quando Magnus torna nel suo corpo, questo capitolo è già lungo di per se, ma se voi volete anche quello, sarò più che felice di scriverlo sotto forma di bonus!
Vi spiego: questa fanfiction sarà incentrata su otto capitoli, più un capitolo bonus nel quale metterò diversi momenti che non sono citati in quest'opera. Che ve ne pare?
Adesso un'altra domanda: che altri episodi vi piacerebbe approfondire? Fatemelo sapere, ci tengo moltissimo!
Le critiche e i pareri sono sempre bene accetti. A presto!






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Capitolo 6
*** Occhi di gatto ***


Occhi di gatto. 


 
Questo capitolo riprende la
fine della 2x07 più alcune
scene rivelate nella 2x18. 
Il rating è rosso.





Magnus si trovava a casa, quando qualcuno bussò alla sua porta. Si stranì. Che fosse Trace? 
Non aveva idea che si trattasse di un Alexander che chiedeva dove fosse il suo parabatai, togliendosi la giacca e guardandosi intorno. 
Dopo la notte di Tokyo aveva notato che il suo shadowhunter cercava sempre di trovare un istante libero per andare a trovarlo, aveva constatato che lo baciava molto più spesso, incurante degli altri, e di questo ne era contento. Pensava che Alec avrebbe avuto imbarazzo nel farsi vedere, e lui in tal modo avrebbe potuto stuzzicarlo - amava stuzzicare lo shadowhunter - ma il fatto che quella vicenda li avesse uniti ancor di più lo rendeva felice.
Non dovette stupirsi quando Alec si avventò sulle sue labbra, guardandolo con disperazione, perché era la sola cosa che voleva. Magnus non poteva sapere che era la prima volta che lo shadowhunter si trovava a desiderare così fortemente qualcuno. Aveva bisogno di lui.
- Ehi... questo per cosa è? - domandò Magnus, guardandolo stupito: - Voglio dire, non che mi lamenti, ma... - si accorse di avere il fiatone, quando il ragazzo più alto, di fronte a lui, con la più semplice tranquillità disse: - Ho solo pensato che, sai....potremmo fare il passo successivo. 
Aveva puntato lo sguardo sulle sue labbra. 
E' davvero sicuro di questo? 
- Il sesso... 
- Si.
Magnus portò le mani lungo le sue spalle, poi abbassò lo sguardo un istante. Vedere Alec così deciso a fare ciò che voleva lo rendeva alquanto spaesato e gli faceva al contempo piacere, ma i problemi erano fin troppi....
- Alexander... - incominciò - Forse avrò esperienza, ma... - notò la sicurezza del suo interlocutore vacillare dopo quella frase - E' raro che io provi qualcosa di simile per qualcuno e...temo che quando....
Le mani del ragazzo erano già andate via dal suo corpo, e lo stregone gli diede le spalle. Non voleva fargli male, ma era meglio mettere in chiaro alcuni punti. - ...che se affrettiamo le cose... - continuò, e poi si voltò, quando gli fu un po' più distante: - Potrei perderti.
Evidentemente Alec non era del suo stesso parere dato che: - Cosa? - domandò - Perché pensi una cosa simile?
Magnus sospirò: - Ascolta...non sei l'unico a sentirsi vulnerabile.
- Magnus... - disse lo shadowhunter, avvicinandosi a lui - Non hai nulla di cui preoccuparti - lo rassicurò - Lo voglio - gli disse  baciandolo.
Senza indugiare, trascinò il più grande dentro la stanza, le loro labbra si toccavano e si staccavano, Alec si allontanò solo per chiudere la porta alle loro spalle, mentre Magnus gli accarezzava le spalle per portarlo più vicino. Si udiva solo il rumore delle loro bocche che entravano in contatto. 
Alec fece un saltello, cercando di togliersi le scarpe, e lo stregone si mise a ridere, imbarazzato ed appagato nel medesimo istante. Allora il più alto toccò il suo corpo ancora coperto dalla maglia e sorridendo gli diede due baci leggeri sul labbro superiore , mentre l'altro si staccò di poco dal suo viso ma solo per consentirgli di togliere la maglietta.
Magnus lo aveva già visto a petto nudo. Bello da togliere il fiato. Nonostante non amasse gli uomini con il petto ricoperto di peli, lo stregone, in quel petto sconvolgente che si trovava davanti, pensò che avrebbe voluto lambire fino all'ultima porzione di pelle ricoperta. 
Lo shadowhunter gli si avvicinò nuovamente, ricercando un contatto per poi togliergli la giacca. Magnus sentì le sue dita toccarlo appena lungo le braccia, timido e inesperto, e intuì anche trascinarlo all'indietro verso il letto.  Quando Alec si tolse definitivamente le scarpe i due si respirarono a vicenda, restando vicini, entrambi  affannati: quello di Alec era però il più pesante. 
Magnus gli afferrò i lati della sua testa e lo trascinò a letto stando sopra di lui. Che bellezza, pensò lo stregone. Avere Alec sotto di lui....era una cosa che si era spesso immaginato, ma non poteva sapere che sarebbe stato reale. E quella posizione era così comoda.....
- E' stato grazioso - gli disse allora, guardandolo con occhi luminescenti.
- Shadowhunters... - fece l'altro con la voce roca, come se fosse più chiaro. Magnus alzò un sopracciglio, prima che Alec lo attirasse a sé per coinvolgerlo in nuovi baci che sapevano di eccitazione, passione, voglia, amore...
Lo shadowhunter portò le mani ad alzare la maglietta dello stregone, mentre questi accennava una spinta che lo fece sospirare di piacere. Magnus nel sentirlo aveva esultato internamente. Avrebbe certo voluto fargli provare più di quel semplice sospiro. Approfondì dunque il bacio, portando una mano alla guancia  per tenerlo più vicino, ma quando avvertì la mano di Alec accarezzarlo mentre cercava di togliergli la maglia avvertì uno scatto improvviso, e fu costretto ad alzarsi da quel corpo che tanto bramava. Non ora, per Lilith. 
Diede le spalle al suo ragazzo, sistemandosi la maglietta. Sapeva che ogni volta qualcosa doveva pur andargli male, era troppo semplice altrimenti. C'era quel dannato particolare che gli impediva di godersi il momento migliore con il ragazzo che gli piaceva....come l'avrebbe presa, Alec? 
Magnus scosse la testa, tenendo gli occhi chiusi e portandosi una mano lungo il naso. Doveva riflettere....
- Ho fatto qualcosa di sbagliato? - sentì la voce di Alexander.
- Niente del genere... - lo tranquillizzò.
L'altro si mosse, sistemandosi probabilmente sul letto: - Non vuoi? - la voce aveva avuto un leggero calo. Forse era....triste?
- No...- lo stregone si corresse - Volevo dire si, certo che voglio... - certo che ti voglio. 
- Magnus...che succede? - Alec era davvero preoccupato.
Fu a quel punto che lo stregone prese una decisione. Emise un sospiro, prima di parlare e svelarsi completamente: - E' che... a volte perdo il controllo.
Mostrò al ragazzo che aveva di fronte i suoi occhi. Il suo marchio, degli occhi da gatto, gialli con le pupille nere verticali. Si vergognò tantissimo, nel farsi vedere. Probabilmente se ne andrà, aveva pensato. 
Ma l'altro ragazzo - che non faceva altro che stupirlo da quando si erano conosciuti - lo fece nuovamente, sorridendo, forse accennando il più bel sorriso che lo stregone gli avesse mai visto fare: - Magnus - disse per prima cosa, poi si leccò le labbra, e questo passaggio non fu perso di vista dallo stregone, le cui fondamenta interiori gridavano di gioia e si tramutavano in farfalle svolazzanti. Patetico gli disse una vocina nella mente. Perché aveva la voce di Camille? Decise di non prestargli attenzione, mentre Alec continuava a sorprenderlo: - Sono bellissimi. - Gli aveva toccato il volto, mentre lo diceva, guardando i suoi occhi di gatto. - Tu sei bellissimo.
Magnus si rasserenò, con un luccichio negli occhi gli fece un sorriso e gli prese la mano che toccava la sua faccia. Quel ragazzo non si era spaventato, né l'aveva guardato come se gli facesse pena, al contrario l'aveva guardato come se fosse l'unica cosa al mondo, come se non gli importasse di quel marchio, costretto a viverci anche lui dato che erano insieme in questa relazione. Alec, forse inconsapevolmente, gli stava dicendo che non gli importava, e che sarebbe rimasto comunque.


Gli occhi di gatto non erano ancora spariti, quando con tutta la calma del mondo, e osservandolo in quei bulbi che erano suoi, Alec gli poggiò un bacio in fronte. Magnus non ricordava neppure quando gli era stato dato un bacio in quel modo. Probabilmente mai. Il ragazzo che aveva di fronte non sembrava intimorito, mentre continuava a guardarlo negli occhi e lo coinvolgeva in un nuovo e lento bacio. 
Dapprima le sue labbra si posarono su quelle superiori dell'altro, le toccarono due volte, e poi scese al labbro inferiore ripetendo il medesimo movimento. Poi portò la sua bocca su quella dello stregone, accarezzandola leggermente e soffermandosi a racchiuderla tutta. Infine toccò alla lingua, muovere dei passi esperti che già conosceva, e quando s'incontrò con quella di Magnus cercò di assaporare ogni minima sezione che ancora non aveva avuto il piacere di gustare. Alec gli racchiuse il volto con entrambe la mani, senza volersi staccare da quel contatto che gli faceva venire i brividi, non curante del rivolo di saliva che aveva preso ad uscirgli mentre continuava quell'intreccio. 
Senza dirsi niente, ma staccandosi quanto serviva per riprendere aria, lo shadowhunter se lo attirò addosso, riprendendo le posizioni iniziali. Magnus aveva ancora quegli occhi che Alec pensava fossero stupendi e aveva preso a baciargli il volto, ma il ragazzo lo voleva su di se, sulla sua bocca, dove sentiva la necessità, dove ne aveva bisogno. E quando le loro bocche si incontrarono nuovamente poté respirare felice e affannosamente. 
Ebbe uno spasmo di piacere quando Magnus si mosse su di lui, dando vita ad una nuova spinta. Sospirò lungo il bacio, portando le mani lungo la schiena per togliere, finalmente, quella maglia, rivelando il petto del suo fidanzato che toccò immediatamente, facendo scivolare le mani dapprima sulle spalle, lungo i capezzoli e la pancia priva di ombelico.
- Sei bellissimo - ripeté le parole, abbassandosi a baciargli quella pelle ambrata. Il corpo di Magnus sapeva di sandalo, come lui, del resto, che a furia di stare a contatto con il suo stregone ne aveva preso  l'odore.
Interruppe la frequenza dei baci quando Magnus diede un'altra spinta, facendo incontrare i loro bacini. Alec deglutì, affannato, portandosi il volto su di se per baciarlo con una foga estenuante. Sentiva Magnus, tra le sue gambe, eccitato quanto lui.
Lo stregone passò le mani lungo il suo petto e scese fino ad arrivare ai pantaloni, dov'era evidente una leggera sporgenza. Alec non se ne vergognò, anzi, si beò di quel tocco leggero: le mani leggiadre di Magnus che si muovevano e abbassavano caute la cerniera e poi lo spogliarono dei pantaloni.  - Tutto okay? - si premurò di domandargli. 
Il ragazzo annuì anche troppo frettolosamente, al che l'altro ridacchiò infilando la mano nei boxer per farli scendere piano. Vennero tolti grazie anche all'aiuto di Alec, che aveva mosso le gambe facendoli scivolare via. 
Lo shadowhunter si trovava così di fronte a Magnus nudo. 
Annaspò, guardando quest ultimo osservarlo, bramoso, desideroso di immergersi dentro la sua pelle, dentro di lui, per essere così carne nella sua carne. Alec gli portò una mano sul volto, per riportare l'attenzione su di lui. Gli imbarazzava essere guardato, anche se oltre l'imbarazzo ci stava anche quella sensazione là che era del tutto....inaspettata. 
- Lo devo dire, Alexander - disse Magnus, scendendo a baciargli il collo - Sei perfettamente proporzionato.
Alec ridacchiò imbarazzato: - Magnus...potresti fare il serio in questo momento? Mi sto vergognando come un ladro.
Lo stregone gli scrutò il volto: - E perché mai? Sei la cosa più bella che i miei occhi abbiano mai visto. Non preoccuparti. 
Dette queste parole gli accarezzò l'erezione che chiedeva di ricevere attenzioni. 
Alec non era ancora abituato a sentire delle mani che non fossero le sue a contatto con il suo essere, ma dal giorno che erano stati a Tokyo non faceva altro che pensare a quella esperienza, desiderava le mani di Magnus e anche qualcos'altro sempre più a fondo, avrebbe volentieri sperimentato ogni genere di cosa per Magnus. Lo amava. Ma era ancora presto, secondo lui, rivelare quelle cose. Magari lo stregone lo avrebbe preso per pazzo o per un bambino che si affezionava subito alle cose, ma non era affatto così. Al momento opportuno Alec gli e lo avrebbe gridato, di amarlo alla follia, e che Magnus era tutto ciò che lui voleva. Perché era veramente così. 
Venne con un gemito più forte degli altri, quasi gridando il nome del suo ragazzo, che con uno schiocco di dita fece apparire dei fazzoletti per pulire la sua pancia e la mano con la quale aveva fatto quel lavoro.
- Magnus... - mormorò Alec, e si stupì a sentire la sua voce così graffiata e roca - ...posso....posso spogliarti? - mormorò, alle prime armi. 
Dopotutto non c'era bisogno di nascondersi, entrambi sapevano che era la prima volta per il giovane, non sapeva come comportarsi, ma voleva vedere il suo ragazzo totalmente. 
Non appena lo stregone acconsentì, Alec prese a togliergli i jeans, inceppando nella cerniera fino a quando sentì le mani dell'altro tenere le sue e abbassarle insieme: - Calma, Alexander... non c'è fretta  - gli diceva all'orecchio. 
Lo shadowhunter espirò, prima di togliere definitivamente pantaloni e boxer insieme. Si trovò a contatto con un qualcosa di nuovo e ne rimase sbalordito dalle sue dimensioni. Rimase a fissarlo qualche istante di più, perché poi lo stregone ridacchiò: - Alec, sono quassù - Alec annuì riportando lo sguardo su di lui. 
Il più giovane fece una domanda e solo dopo che la pose gli sembrò stupida: - Come ci...?
- O, non preoccuparti, Alexander. Devi solo stenderti. E ti ricordo che se non vuoi possiamo solo....
- No - lo fermò subito il ragazzo - Lo voglio. Lo voglio. Davvero. 
Lo stregone lo accarezzò. Gli occhi gli erano tornati normali: - Non mentirò dicendoti che non farà male. E' la prima volta, dopotutto.... e se ti senti più sicuro potresti essere tu a far-
- No - ribadì Alec - Voglio farlo adesso. E voglio che sia tu a... insomma, hai capito - disse svelto. 
Magnus deglutì e si avvicinò a lui, baciandolo. Si sdraiarono legati l'uno all'altro, fino a quando Alec non si ritrovò con la pancia schiacciata sul letto e Magnus che torreggiava su di lui. Non lo poteva vedere, ma poteva sentire il tocco. L'indice che si era infilato al suo interno. Represse un urlo, stringendo forte uno dei tanti cuscini che si trovavano sul letto. Le prime spinte di quel dito furono atroci, era sul punto di lacrimare ma non lo fece. Poteva resistere. Quando lo stregone inserì il secondo dito era ancora stretto, ma si abituò in qualche minuto a quella sensazione. Più imbarazzante invece fu l'entrata in scena del terzo dito: Alec lanciò un urlo più di piacere che di fastidio, abituandosi a quelle presenze dentro di sè. Quando le dita vennero sfilate gli uscì dalla bocca un gemito incurante, ma si rese conto che stava per subentrare qualcos'altro. 
Alec pensò di star morendo quando Magnus gli sfiorò il didietro con la sua erezione, strusciandosi semplicemente. Si mosse un paio di volte in quella posizione, prima di decidersi. Lo stregone aveva portato una mano lungo un gluteo e lo stringeva, quasi per confortarlo. 
Prima che entrasse dentro di sé avvertì il rumore di una bustina che veniva strappata, la punta lungo la sua entrata, poi piano avvertì tutta la lunghezza e trattenne il respiro. 
Adesso Magnus era dentro di lui, e con una mano gli accarezzava la schiena, mentre con l'altra raggiungeva una mano per stringerla. - Mi muovo quando vuoi tu - disse lo stregone. Aveva la voce affannata, era evidente che si stava trattenendo. 
- Vai - disse semplicemente lo shadowhunter.
E fu allora che Magnus si mosse, una spinta cauta. Alec inarcò la schiena, urlando dal dolore. Faceva male, dannazione.
Magnus diede un'altra spinta, sempre lenta, e vi fu un altro nuovo urlo. 
Gli urli durarono ancora per altre spinte, fino a quando lo stregone non colpì un punto particolare che fece gemere il ragazzo che stava sotto di lui. Alec gli aveva anche lasciato la mano - Fallo ancora - gli ordinò, e Magnus non se lo sarebbe mai lasciato ripetere, continuando le spinte in quel punto e aumentandone gradualmente la velocità.
Fu un'esplosione di colori e suoni, che il più anziano non aveva mai provato con nessuno. 
Fu una sensazione uguale per lo shadowhunter, che chiuse gli occhi assaporando quel piacere arrivare. 
Le spinte diminuirono di frequenza e Magnus sentì qualcosa dentro di se scoppiare, fu così che venne all'interno di Alec. 
Quando il respiro di entrambi riprese ad essere normale, Magnus uscì dal suo corpo e si posizionò di fronte all'altro, che teneva ancora gli occhi chiusi.
- Tutto bene? - gli domandò. La premura nella sua voce.
Alec aprì gli occhi e lo abbagliò della sua nuova luce: - Mai stato meglio. 
Lo shadowhunter si mise supino e lo baciò delicatamente, prima di tirare su le coperte. 
- Nessun rimorso? - domandò Magnus.
- Non avrò mai dei rimorsi su di te. Ad eccezione del fatto di quella volta che sono rimasto a dormire sul divano.... 
- Non volevi rimanere da me? - domandò lo stregone, curioso.
- Avrei dovuto accettare le tue avances da prima..... - sospirò Alec. 
L'altro ridacchiò: - Faresti meglio a dormire adesso, shadowhunter. Sai, non vorrei che qualche stregone ti saltasse addosso....
Il ragazzo si voltò verso di lui, sorridendo: - C'è solo uno stregone di cui mi importa. E, sai, mi ha fatto suo qualche minuto fa  - disse, sistemandosi meglio nel letto - E, per giunta, sono parecchio stanco e indolenzito - fece, dandogli un bacio sulla fronte - Quindi si, direi che è meglio dormire...
Dopo aver sentito il suono della risata, entrambi si addormentarono stretti tra loro, felici e contenti come forse non lo erano mai stati.



I vestiti erano sparsi sulla moquette quando Magnus si risvegliò ascoltando il rumore del respiro del ragazzo che gli stava accanto. Decise di avvicinarsi al suo fianco poggiandogli una mano sul torace coperto.
Era strano. Strano in senso buono. 
Nonostante la sua mente cercasse in tutti i modi di fargli installare il pensiero del non affezionarti perché poi rimarrai solo comunque, il sentimento che provava per quel ragazzo non aveva eguali, era più forte, più potente, più grande di ogni altra cosa al mondo. E, infondo, nemmeno gli dispiaceva così. Nei secoli di vita aveva avuto delle storie e degli amori ma quello per Alec non aveva precedenti. Durante la notte che avevano passato insieme lo stregone l'aveva capito, che non era affatto come le precedenti volte. 
Chi l'avrebbe mai detto che uno shadowhunter gli avrebbe preso il cuore?
Il respiro di Alec si fece più pesante e Magnus lo osservò mentre ad occhi chiusi il primo lo salutava: - Buongiorno - aveva detto. 
Notò la sua bellezza solo da quel minimo particolare: un risveglio, nel suo letto, loro due accanto, e un Alec tranquillo come non lo era mai stato.
- Buongiorno - gli disse in risposta.
Alec volse lo sguardo verso di lui dopo aver aperto gli occhi - Che ore sono?  Dovrei tornare all'Istituto - fece, allontanandosi da lui per sistemarsi su un fianco e guardarsi così occhi negli occhi.
Oh. - Oh - il verso che aveva detto nella sua mente gli uscì di fretta. 
Magnus, datti un contegno. Si tranquillizzò alle parole che il moro gli disse dopo qualche secondo: - Stavo scherzando. - Magnus scosse la testa e si appoggiò sul cuscino. Anche l'Alexander divertente è una scoperta. Il mattino gli fa quest'effetto, per caso? Si trovò a domandare nella sua mente, ma la voce di Alec lo ridestò, mentre ridacchiava: - Avevi davvero paura che me ne andassi?
- No - esclamò subito Magnus, toccandosi un orecchio.
Era una bugia. Aveva il terrore che Alec se ne sarebbe andato, e al momento lo voleva lì accanto, dov'era adesso, con lui. Ma non gli e l'avrebbe mai detto. Non in quel momento, per lo meno. 
Ma poi Alexander, che era ormai suo a tutti gli effetti, gli pose una domanda: - Di cosa hai paura? - lo guardava negli occhi. 
Lo stregone ci pensò un po' su, prima di dare una risposta: - Dei jeans macchiati con la candeggina.
- Avanti, Magnus - disse l'altro, girandosi nel letto per mettersi in posizione frontale. Magnus in questo modo poteva vederlo senza che lui se ne accorgesse. Bello. Incredibilmente, stupefacemente, splendidamente, eternamente.... - Sono serio. - Ancora la voce di Alec, che sembrava pensieroso - Tu sei uno stregone potente che vive da secoli...e sei immortale. Cosa ti spaventa?
Gli e lo disse voltandosi per guardarlo negli occhi. Di nuovo. 
Ora, nominare quel fastidiosissimo punto riguardante l'immortalità gli faceva male. E gli e ne avrebbe sempre fatto. Sapere lui stesso di non poter mai morire a meno che qualcuno  non ne avesse trovato il modo lo faceva stare male. Tutti sognavano l'immortalità, ma in fin dei conti quella aveva sempre un prezzo. Essere nato mezzo demone aveva i suoi difetti, uno dei quali consisteva nel vedere le persone amate morire. 
Deglutì prima di rispondere. - Il segreto per non avere paura è non avere niente da perdere. - notò Alec guardarlo come se non comprendesse. Tutti hanno qualcosa da perdere. Perciò gli rivolse un sorriso accennato prima di continare: - Non lo so....credo sia questo  il motivo per cui non ho aperto il mio cuore per quasi un secolo...fino  a che non ti ho incontrato. 
Non stava guardando lo shadowhunter, non poteva sapere che questo aveva sorriso, rapito da quelle parole. E gli tese una mano, gli e la poggiò sul bacino e lo stregone capì che quella non era nient'altro che una sua tacita promessa, un qualcosa che a parole non avrebbe mai retto ma che potevano conoscere solamente loro. 
Non ti abbandonerò mai, per quel che vale. 
E stringendogliela, Magnus, cercò di pensare solo al presente.
- Credo tu debba davvero tornare in Istituto, al momento... - gli disse ricordò Magnus. 
Alec sembrava incurante dell'Istituto in quell'istante, e Magnus ricordava perfettamente di Valentine che voleva dare la caccia ai Nascosti e dunque servivano tutte le forze necessarie. 
Alec strinse ancora più forte la presa della sua mano, e quando lo stregone si voltò per una tacita domanda,  rispose: - Mi stai cacciando via, per caso?
Magnus sorrise: - Non avrei motivi per farlo, e poi sei un adulto, sai cosa fare e cosa non.... - sentì Alec spostarsi senza staccare la mano, ma non vide che si muoveva verso il suo collo per dargli un bacio, quindi la voce gli tremò quando disse: - Ti ricordavo i tuoi doveri di shadowhunter...
Alec sorrise sulla sua pelle, lo stregone ne ebbe conferma quando avvertì anche qualche dente sfiorarlo: - I miei doveri di shadowhunter non mi impediscono di stare con il mio fidanzato.
Fidanzato. L'aveva detto. Magnus rimase spiazzato qualche istante, prima di sorridere e sentire le labbra di Alec risalire fino alla guancia e poi posarsi sulle sue in un bacio focoso: le mani si erano lasciate ed una andava a posarsi sulla guancia dello stregone e l'altra lungo il petto scoperto. Magnus rivolse attenzione alla coperta: quando si era spostata? Quando Alec fece entrare la lingua dentro la sua bocca la sua attenzione venne spostata e si concentrò su quel bacio, portando le mani lungo le spalle dure del suo fidanzato e riscoprendo a desiderare di più. 
- Alexander... - mormorò, quando i due si staccarono per riprendere fiato. Ma Alec era sempre vicino a lui. Lo richiamò, e l'ultimo accennò un verso per dirgli che lo stava ascoltando. Magnus sospirò: - Direi che è meglio.... - Alec lo zittì con un bacio a stampo che poi divenne un intreccio di mani e lingue che si accarezzavano. 
Wow. Era quello il sapore della felicità?
Ad un certo punto Magnus notò che fu lo stesso Alec ad allontanarsi. 
- Forse dovrei tornare in Istituto... - disse, guardandolo negli occhi. 
- Credo sia una buona idea - gli fece da eco Magnus. Altrimenti non riuscirei a resisterti e sei appena stato sver...
- Io..mi sono trovato bene, qui con te, stanotte, Magnus. 
L'uomo in questione sorrise: - Mi fa molto piacere, Alexander. E mi fa piacere che i miei occhi non ti abbiano impressionato.
- Io amo i tuoi occhi da gatto - esclamò subito Alec: - Non devi vergognarti di niente, con me - gli fece, riprendendo le parole che Magnus aveva detto a lui stesso la notte di Tokyo - Sei bellissimo. Tu lo sei sempre, per me. 
Dicendo queste parole Alec aveva mantenuto gli occhi nei suoi  e Magnus si era sporto per baciarlo nuovamente. Lento. Come se lo stesse assaporando per la prima volta. - Adesso - disse lasciandogli dei baci: - Ti lascio.... - un altro bacio sulla mascella: - andare.... - gli diede un bacio sulle labbra, accarezzandogli il labbro superiore, e appena si rese conto che Alec gli stava accarezzando i capelli lo allontanò con uno spintone. 
Allo sguardo confuso del ragazzo, Magnus disse, con la sua unica nonchalance: - Va' e svolgi i tuoi doveri, shadowhunter. Noi possiamo vederci stasera.... - alluse a quello che avevano fatto la notte precedente.
Alec annuì velocemente, prese i suoi vestiti  e uscì dalla stanza.
Magnus sorrise e immediatamente i suoi occhi da gatto uscirono fuori. 
Sentiva sbucare dentro al suo petto una nuova sensazione, e non ce l'avrebbe fatta a reprimerla.






ciao a tutti! 
Lo so, dovevo aggiornare la settimana prossima, ma a quanto pare le mie idee sono fisse e mi consentono di aggiornare con assiduità. Spero che il capitolo vi piaccia, non ho mai scritto scene di questo tipo e spero abbiate pietà di me e dei miei difetti. 
Detto questo, non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, ma già so a quale episodio si farà riferimento, un bacione a tutti!

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Capitolo 7
*** Il primo appuntamento ***


Il primo appuntamento.


 
Questo capitolo è ambientato durante
la 2x06. Nel testo ho voluto inserire
una parte di ciò che c'è scritto nei
libri a proposito del primo 
appuntamento Malec. 
Spero vi piaccia, buona lettura!






Nonostante Alexander Lightwood non avesse mai avuto nessun appuntamento in vent'anni di vita, non poteva considerare il termine perfetto per descrivere quell'uscita con Magnus. Oh, per lo meno, ad un certo punto la piega della serata era diventata anormale, ma la sua curiosità aveva sempre la meglio su ogni cosa. 
Quando lo stregone gli aveva domandato se avesse avuto altri ex, lui si era imbarazzato, non voleva che la sua inesperienza fosse un ostacolo alla loro frequentazione, e poi Magnus gli piaceva sul serio, lo faceva sentire vivo come mai nessuno aveva fatto. Nell'ultimo periodo si erano baciati - e molto pure - ma in quella nottata improvvisamente tutto si era fatto scuro, come un salto in un tunnel nel quale inciampi senza farci caso.
Diciassette mila ex. Quanti anni aveva Magnus? Quanto conosceva di lui? Niente. Sapeva che era un ottimo seduttore, che lo aveva conquistato con tutti i suoi dettagli più strampalati, ma.... lui cos'era, infondo? Un altro tra i diciassette mila? Sarebbe stato solo questo? Un ricordo? 
Alec non avrebbe mai potuto sopportarlo. Già non avere esperienza era uno svantaggio, per lui, in più...come avrebbe potuto competere con diciassette mila ricordi?
Sbuffò, mettendosi le mani in tasca, seguendo il ragazzo che aveva al suo fianco e osservandolo di nascosto. Aveva le labbra piegate come se stesse accennando un sorriso, le braccia lungo i lati del corpo, gli occhi puntati verso il cielo, ma non proferiva parola. 
Non avevano parlato molto da quando erano usciti dal bar, in realtà. Magnus si era premurato di pagare i drink che avevano bevuto e quando Alec aveva fatto per ribattere gli aveva detto che non ce n'era bisogno: aveva proposto lui di uscire. 
Così erano andati via dal bar e all'unica domanda che gli aveva posto lo stregone 'Ti va di passeggiare al posto di prendere il portale?' aveva semplicemente annuito. Il freddo gli penetrava nelle ossa e non sapeva per che cosa fosse: per l'aria ghiacciata di gennaio o per quella situazione?


La casa di Magnus era molto distante dall'Hunter's Moon, i due ragazzi svoltarono l'angolo di Blackworth Street1 e si ritrovarono alla fermata della metropolitana. Lo stregone gli aveva fatto vedere due biglietti che teneva tra le mani, e Alec ne aveva afferrato uno sfiorandogli il polso. Era il primo contatto che aveva avuto con lui per tutta la serata.
Il ragazzo si accorse che Magnus era bollente. Voleva allungare la mano per verificare se fosse solo una sua impressione, e fece per alzarla, ma poi la riabbassò. Represse uno sbuffo, desolato, notando la quantità di persone presenti nel veicolo. 
- Scommetto che stai pensando a quanto fosse bello utilizzare una runa dell'invisibilità - sentì la voce di Magnus al suo fianco. 
I loro corpi erano attaccati. In ogni senso. Erano seduti in un sedile che condividevano, quindi lo stregone per richiamare la sua attenzione gli aveva sfiorato il braccio. 
- Se avessi saputo che c'era così tanto fracasso ti avrei detto di aprire il portale.
Magnus ridacchiò: - Ma non avrei avuto modo di contare tutte le volte che ti vedo sbuffare, Alexander.
Lo shadowhunter si voltò verso di lui, così stupito, tanto che le sopracciglia andarono a sfiorare l'attaccatura dei capelli. - Conti le volte che sbuffo? - domandò. 
- Certo, guardo il tuo viso ogni momento - rispose l'altro, con una tranquillità disarmante - Anche se non te ne accorgi - continuò.
- Perché? - chise Alec, senza parole.
- Perché amo il tuo volto - Alec deglutì per la sorpresa di quella confessione. - Dovresti saperlo, ormai, Alexander. Che mi piaci, intendo - sottolineò. 
Alexander si trovò a deglutire. Certo, era ancora scombussolato per il fatto dei diciassette mila ex dell'uomo che aveva di fronte, ma quella confessione così inaspettata lo aveva messo di buonumore....ma non poteva certo togliere quel numero nella sua mente. Alec inspirò, chiudendo gli occhi. Ne avrebbero parlato a casa sua.
Erano quasi arrivati alla loro fermata, quando due ragazzi vestiti con una cuffia, una maglietta e un paio di pantaloni larghi, si misero a pavoneggiare sulla metro.
- Noi siamo due rapper e ora vi faremo sentire il nostro ultimo singolo! - disse quello con la cuffia rossa.
- Non preoccupatevi, a breve conoscerete il nome del nostro duo! - fece l'altro, che aveva la cuffia blu.
Mentre i passeggeri - tra cui gli stessi Alec e Magnus - li guardavano confusi e straniti, c'era anche chi tra coloro  gettava delle occhiate, loro intonarono una canzone rap:
Le rose sono rosse e l'amore no, non dura
ma io lo so che quel culetto è sodo da paura
tutta quella roba che tieni nei pantaloni
uno sguardo e io ho già la lingua fuori
se ti stai chiedendo perché canto così
E' perché nessuna ha il tuo lato B
Se ti dico che sei bella dici 'non ci credo'
ma quello che interessa è la vista da dietro
mai stato romantico, non so cos'è l'amore
lo dico, non lo nego: me gusta il tuo sedere
non andare via però cammina lentamente
gira e poi volta e poi ancheggia fra la gente
io ti seguo a ruota zia, nessuno ti batte
lasciatelo dire, hai delle gran chiappe

Ci fu silenzio non appena quei due terminarono la canzone. Durò solo qualche istante, perché poi la maggior parte delle persone iniziarono a dar vita a un tonfo di risate che coinvolse lo stesso Magnus. 
Alec lo guardò mentre sorrideva e venne anche a lui da ridere - anche per la canzone che era orrenda - Dio, i mondani  non sapevano fare di meglio?
Ad un certo punto lo shadowhunter si sentì afferrare una mano e scese giù dalla metro insieme a Magnus. Pensò che una volta scesi dal vagone l'avrebbe lasciata, ma lo stregone tenne la stretta e Alec se ne beò. 
Ma c'era sempre quella vocina nella testa....


Mancavano solo poche centinaia di metri per arrivare al loft. 
Di certo i due che stavano mano nella mano non avevano pensato a quell'altro inconveniente. Quell'appuntamento aveva davvero preso una strana piega.
- Ragazzi, scusate, siete favorevoli a un sondaggio? - una ragazza che indossava un cartoncino verde attorno al corpo con scritto 'MATRIMONI OMOSESSUALI? NON SONO FASULLI: SONDAGGI LIBERATORI PER COLORO CHE NON HANNO PAURA DI MOSTRARSI' si avvicinò a loro.
Alec staccò la stretta di Magnus mormorando qualcosa di negativo. Probabilmente, pensò lo stregone, stava lanciando delle maledizioni.
- Un sondaggio? 
- Si, per i ragazzi omosessuali che hanno paura di circolare a Brooklyn. Sapete, non devono sentirsi diversi, non lo sono. Io sono a favore delle coppie gay e dei matrimoni tra entrambi i sessi. L'importante è che si amino.
- Quanti sondaggi hai ricevuto per ora? - Magnus sembrava davvero curioso.
- Meno di quanto credi - disse sconfitta la ragazza - Purtroppo i ragazzi si nascondono dietro le mille sfacettature che vogliono mostrare. Credo sia una cosa piuttosto comune...
- Se mi dicessi in cosa consistono questi sondaggi potrei darti una mano.
- Per l'angelo, ecco perché preferisco la runa dell'invisibilità... - mormorò Alec. Fortunatamente la ragazza non l'aveva sentito.
Prese dei fogli, porgendoli allo stregone: - E' solo questione di minuti. Dovresti segnare solo una crocetta.
Lo stregone guardò il foglio. Le domande erano banali, adatte ad una ragazza della sua età, probabilmente aveva solo sedici anni, ma il fatto che se ne premurasse così tanto gli fece stringere il cuore. Porse l'altro foglio ad Alec, che lo guardò smarrito, prima di leggerlo.
Mentre compilavano entrambi i sondaggi, la ragazza gli tartassò di domande: - Da quanto state insieme?
I due si guardarono un secondo, prima che Magnus rispondesse. Dei due era quello più abile nella parola: - Da un po'.
- Si, ma è un po'...po' o un po'...meno?
- Cosa? - disse Alec lamentandosi.
Magnus ridacchiò: - Posso solo dirti che è qualcosa di serio, signorina...
- Lena. Mi chiamo Lena - gli sorrise.
- E' un nome splendido.
- Grazie. Comunque, per quel che vale la mia opinione, vi shippo già.
- Anche io mi shippo con il mio uomo! - disse subito Magnus.
- Ci shippi? - Alec era davvero confuso.
- Oh, Alexander. E' un termine per indicare una coppia....
- Si - si intromise Lena. Sembrava avere sedici anni - Una coppia come voi che diventa l'epicentro del mondo. Un po' come i Brangelina.
- Ma i Brangelina non si sono lasciati? - domandò Magnus, curioso della risposta.
- Be', si...ma quando una coppia sta insieme da così tanto tempo, nonostante si lascino, continuano  a vivere nei cuori di-
- Tutto ciò è veramente carino. - Fece Alec, spazientito - Ma noi dovremmo proprio andare. 
Magnus non aveva mai sentito quel tono. 
Cercò di afferrargli il braccio, cercando di guardarlo negli occhi, ma lui si scansò da quel tocco: - Magnus, dobbiamo andare...
Lo stregone annuì semplicemente, prima di rivolgere l'attenzione a quella ragazza che li guardava stranita. - Scusa, cara. Io e il mio uomo qui dobbiamo proprio andare via....
Lei annuì poco convinta: - Come.....posso sapere come vi chiamate?
- Io mi chiamo Magnus, e lui è Alec. 
- Malec - il viso di quella ragazza si illuminò.
Magnus non ebbe il tempo di replicare, che la ragazza esclamò subito: - E' un bel tipo, quell'Alec. Nonostante sia così scorbutico, penso abbia un bel cuore. Tienitelo stretto.
Magnus annuì sorridendo: - Lo farò.


Quando Magnus e Alec raggiunsero il loft, l'ultimo sentì di cosa parlava lo stregone a stento, troppo impegnato con i suoi pensieri.  - Già - disse solo, sorprendendosi che la voce risultasse tanto calma. Lui non lo era affatto. - Ti da il tempo di pensare.
- Devi aver pensato molto - Magnus non sembrava turbato. Si versò qualcosa da bere, dandogli le spalle. 
Alec iniziò ad agitarsi. Era qualcosa di difficile da fare, eppure...
- Magnus... - iniziò. Vide l'interpellato bloccarsi un istante - Non credi che forse noi due siamo...
- Diversi? - subito disse lo stregone. Non si era ancora voltato.
Alec sospirò: - Si...
Notò Magnus annuire, prima di voltarsi completamente: - Proveniamo da due mondi diversi...
- Da secoli differenti.... - mormorò il più giovane. Non lo guardò negli occhi mentre borbottava qualcosa riguardo il fatto che dovesse andarsene. Né Magnus lo fermò, e forse fu proprio questo  a non far attraversare la soglia allo shadowhunter. Si bloccò, indeciso. Quello era l'uomo per cui aveva rischiato tutto. Era inutile negare, Magnus ormai possedeva il suo cuore e la sua anima. Non era arrabbiato per il fatto che avesse avuto tanti ex, quanto la nonchalance con il quale l'aveva ammesso. Sembrava che non gli importasse niente. Alec, in quell'istante, bloccato al centro della porta, poteva scegliere. Scegliere di andare via, rinunciando ad un amore complicato. O scegliere di restare e continuare a dar vita a qualcosa di cui non si sarebbe pentito. Scegliere di amare l'uomo che stava alle sue spalle, anche se questo significava doverlo lasciare, un giorno. E cercare di non essere più uno dei suoi tanti ragazzi sulla lista, ma essere l'unico. Chiuse gli occhi, prima di prendere la sua decisione.
Tornò indietro, svelto: - Ascolta, non m'importa con quante persone sei stato.
Magnus lo osservò assottigliando gli occhi: - Non m'importa con quante persone non sei stato.
Alec annuì e vacillò un istante, guardandogli le labbra. 
L'altro istintivamente si rese conto che lo voleva baciare. Alexander Lightwood, prima di dargli un bacio, si comportava sempre in quel modo: il respiro gli aumentò di ritmo, diventava più timido, gli occhi verdi erano più luminosi e sporgenti e soprattutto gli fissava le labbra. Quando il più giovane gli si avvicinò, lo stregone fu più che contento di riassaporarle. Nonostante Alec non avesse avuto alcuna relazione e nei baci non era un grande esperto, sentire le loro labbra a contatto gli dava sempre una sensazione universale, come fosse la prima volta che anche lui baciava qualcuno.
Il contatto era cauto e durò poco più di dieci secondi, ma entrambi rimasero a stretto contatto, quando Alec sussurrò con voce roca: - Ho sentito dire che le relazioni richiedono impegno.
Magnus sorrise: - Sono a favore dell'impegno. 
Anche lo shadowhunter sorrise, e fece per avvicinarsi, se non fosse stato per Jace. Perché il suo parabatai era ovunque?
Si era presentato con un borsone ed aveva chiesto a Magnus se avesse una stanza disponibile. Alec lo aveva guardato in cagnesco, sicuro che il biondo riuscisse a comprendere che aveva appena rovinato il momento, ma quello non lo colse. 
Jace noi due faremo una chiacchierata ed io....
Sentì la mano di Magnus accarezzare il suo braccio, e poi udì la sua voce dire che tornava subito, dirigendosi con Jace verso una stanza degli ospiti per mostrargliela.


Lo stregone ritornò dopo qualche minuto, massaggiandosi il collo: - Si sta sistemando nella stanza degli ospiti.
Alec annuì, avvicinandosi: - Bene... - lo guardò un istante. 
Magnus, capendolo al volo, domandò con ironia: - Dove eravamo rimasti?
Lo shadowhunter sorrise e gli si avvicinò per baciarlo. 
Il bacio che si erano dati poco prima non aveva niente a che vedere con questo - o meglio, con questi - che si stavano dando. Ogni bacio era sempre più focoso, ardeva, ed i due rimasero a stretto contatto. Ad un certo punto si ritrovarono sdraiati sul divano con Magnus che teneva le mani sul collo di Alec e questo che aveva le mani sui passanti dei jeans dello stregone per tenerselo vicino. Le loro lingue si accarezzavano in una danza continua, cercandosi disperatamente, come se non lo facessero da mesi. La mano di Magnus si era spostata dal collo al viso dell'altro e lo accarezzava mentre con la bocca esplorava quella del minore in cerca di una qualche profondità. 
Si staccarono solo dopo che non riuscirono più a trovare fiato, ma Alec si spinse a baciargli il collo e lo stregone non poté fare a meno di emettere un miagolio.
Improvvisamente Alec, che aveva tenuto tutto l'istante gli occhi chiusi, si ricordò di Jace. Era a casa con loro, e lui e Magnus erano sul divano a baciarsi incuranti.... Si alzò dal corpo di Magnus, e  si sistemò meglio su quel divano. Si schiarì la voce prima di dire:  - Forse dovrei tornare all'Istituto.
- Forse dovresti.... - gli fece da eco, Magnus. Aveva il fiato incastrato sulla gola, a causa di tutti quei baci dati allo shadowhunter.
- Ma non voglio farlo - disse quest'ultimo, sincero.
Magnus sospirò - Ed io non voglio che tu lo faccia. Ma, se rimani....
- C'è Jace qua. - Gli ricordò Alec - Vorrei che tu lo controllassi.
- E' un adulto, Alexander. 
- E' stato appena cacciato dall'Istituto...
- La  comprensione per il tuo parabatai è ammirevole, Alexander. E, per quanto non mi piaccia Trace-
- Jace - lo corresse.
Magnus lo ignorò, borbottando: - Lo  controllerò per te. 
- Grazie... - si sporse verso di lui per potergli dare un solo bacio a stampo e andar via. O meglio, quella era l'intenzione, ma si trovò immerso  in un intreccio di mani sui capelli, mani sul collo, lingue che si accarezzano e ansiti da volere qualcosa di più.... 
Magnus per Alec era come l'ossigeno, ne aveva bisogno e non poteva farne a meno. Sentiva di raggiungere la deriva quando il suo stregone non era nei paraggi. Un senso di panico lo assalì, temendo che prima o poi quell'uomo che lo aveva catturato con tante frequenti avances lo avrebbe abbandonato, e allora strinse più forte la presa su quel bacino perfetto, facendo scivolare la sua bocca lungo il collo dell'altro, alternando tra baci e carezze con i denti. Avrebbero dovuti tutto vedere che erano fidanzati e qualunque cosa avessero detto lo shadowhunter gli sarebbe stato accanto senza se o ma. Si erano trovati, pensava lui, come quella storia che raccontanavano a Isabelle riguardo quel filo rosso che faceva da perno a due persone che si stavano cercando da sempre. E si, ti ho trovato....
Il più giovane gli tenne il volto fra le mani mentre esplorava per l'ennesima volta la sua bocca, e Magnus tenne la stretta sui suoi capelli più docile per non fargli male. Sembravano persi nel loro mondo di baci, carezze e il solo rumore era quello delle loro bocche che si incontravano  e si ritiravano..... quando qualcosa - o meglio qualcuno - li riportò alla realtà.
- Per favore, almeno fino a che non trovo un altro posto potreste evitare di sbaciucchiarvi? - disse Jace sorridendo.
I due si allontanarono quel poco per scrutarlo. 
- Se inizi a tormentarmi ti caccio - fece subito Magnus.
Jace alzò le mani per difendersi e ritornò in camera sua, mentre lo stregone si rivolse ad Alec: - Allora.... a domani?
E' una promessa, si rese conto il più giovane.
- A domani - Alec gli diede un ultimo bacio veloce ed uscì da casa sua.





ciao a tutti!
Vi scrivo per dirvi che la storia sta volgendo al termine. Questo è il penultimo capitolo. Il prossimo sarà l'ultimo, ma la storia si concluderà con un capitolo extra che racchiude alcuni momenti che la serie tv non ci ha mostrato, dovrebbero essere otto momenti in tutto, e nelle note del prossimo capitolo vi farò sapere di quali parti si tratta. 
Mi fa piacere che questa storia sia stata apprezzata. 
Alla prossima.

Ps: il prossimo capitolo si baserà sulla 2x10!

eccone un (piccolo) spezzone:

"Nessuno era mai riuscito a farlo sentire così vivo come lo facevano i baci con quel ragazzo inesperto. E quello stesso ragazzo gli aveva pure fatto un regalo. Il primo regalo della sua vita. 
Ecco perché anche Magnus gli aveva risposto che si, lo amava anche lui. Perché anche se avesse provato a non amarlo, non ci sarebbe mai riuscito. Avrebbe aspettato tutto il tempo del mondo se alla fine avrebbe trovato ad attenderlo Alec Lightwood. "

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Capitolo 8
*** Il filo rosso ***


Il filo rosso
 
Questo capitolo è ispirato
alla 2x10.
Il rating è arancione.




Fin da bambino aveva sempre notato quanto sua sorella fosse emozionata nel sentire le leggende riguardanti il filo rosso. Alec non aveva mai voluto credere a questa storiella: perché ci si deve per forza innamorare di qualcuno? Perché quel qualcuno dovrebbe per forza ricambiare i nostri sentimenti? 
Secondo la leggenda ogni persona porta fin dalla nascita un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha una caratteristica indistruttibile: se due persone sono destinate prima o poi si incontreranno.
Dicono che durante tutta la nostra vita abbiamo due grandi amori: uno è quello con cui ci si sposa e si vive per sempre, e che forse sarà il padre o la madre dei nostri figli; quella persona con la quale si ha la massima compenetrazione e si desidera passare il resto della vita.
E dicono che esista un secondo grande amore, una persona che perderemo sempre. Qualcuno al quale siamo legati dalla nascita, talmente legati che le forze della chimica sfuggendo alla ragione gli impediranno, sempre, di avere un lieto fine. Finché un giorno, entrambi smettono di provarci. Si arrendono, e iniziano a cercare l'altra persona che alla fine troveranno.
Alexander non si poteva certo considerare un fanatico di quelle cose, ma nell'ultimo periodo che aveva passato in compagnia di Magnus - e lo aveva pure baciato, molto - gli era sembrato tutto così diverso, pieno di speranza e con un futuro ad attenderlo. Un futuro che avrebbe costruito insieme all'altro. 

Nel momento in cui scese i gradini correndo, alla ricerca disperata del suo stregone, ebbe una situazione di paura. La paura di perdere quel  filo rosso appena trovato. La paura di non avere più il futuro da lui immaginato. Respirò a fatica, sentendosi morire. Metà dei Nascosti era morta all'interno dell'Istituto e dopo che Clary gli aveva detto che era giunta con un portale insieme a Magnus, Alec era sicuro di aver sentito qualcosa in lui sprofondare. No, si disse. E' impossibile. Non può essere morto, l'avrei sentito. Era distrutto, si, ma non rotto. Non avevano nemmeno chiarito quella sfuriata che lui gli aveva fatto per Isabelle. Il suo cuore batteva nella speranza di incontrare nuovamente Magnus, e, quando l'aveva visto gli aveva dato un abbraccio, lo aveva stretto più forte che mai e gli aveva confessato il suo amore per lui. Lo stregone aveva ricambiato quelle parole e Alec si era sentito felice, come se, davvero, le cose potesse cambiare in meglio. Erano solo lui e Magnus mentre si dicevano che si amavano, erano loro due mentre si abbracciavano, erano loro due mentre si baciavano e mentre si respiravano. 
Sentendo i loro corpi a contatto, lo shadowhunter si rese conto che era la prima volta che lo abbracciava e che sentiva per davvero il suo cuore. Era una bella sensazione.
Dopo essersi scambiati un altro lungo bacio si erano dati appuntamento a casa di Magnus quella sera stessa, mentre Alec andava in Istituto ad aiutare i suoi amici. Jace era parecchio scosso e aveva bisogno di lui.



Magnus si era recato da Catarina prima che la Spada Mortale venisse attivata. Aveva portato la piccola Madzie dalla sua amica, e per fortuna la bambina si era tranquillizzata vedendo che loro avevano gli stessi poteri. Non poteva negarlo, gli aveva fatto tenerezza. Metterla al sicuro significava salvarla. E chi meglio di lui poteva farlo? Si era già ritrovato in questa situazione innumerevoli volte, aveva spesso viaggiato all'avventura e aveva aiutato parecchie persone.
Il pensiero corse immediatamente a Raphael. Si erano persi di vista nell'ultimo decennio. Almeno fino a quando non era comparsa quel pel di carota di Clary, che lui aveva visto crescere diventando una pel di carota sempre più grande. Aveva salvato Raphael dalla morte certa, e l'aveva aiutato ad essere un vampiro nonostante lui si rifiutasse e avesse cercato più volte di togliersi la vita. Magnus non poteva avere figli - era uno stregone dopotutto, e quel privilegio era riservato solamente a Tessa - ma Raphael per lui lo era stato: aveva solo diciassette anni. Per sempre. Loro due potevano capirsi, perché entrambi sarebbero rimasti in vita fino a che il sole non si fosse spento. Be', magari Raphael anche più a lungo, dato che non può uscire alla luce del sole... Con il tempo il vampiro aveva dato forza e spirito di un grande leader, tanto che era poi riuscito a subentrare alla guida di Camille - quest'ultima, un ricordo che lo stregone avrebbe volentieri voluto sorvolare, peccato che se la ritrovasse in mezzo ai piedi ovunque. Ma ora apparteneva al Conclave, dunque non gli ronzava intorno né avrebbe distrutto ciò che aveva adesso. 
Alexander Lightwood.
Che gli aveva confessato di amarlo. E lo aveva pure abbracciato.
Qual era stata l'ultima persona che l'aveva fatto? Forse Etta, mezzo secolo prima? 
Ma non aveva importanza il ricordo della donna. Aveva sentito la stretta con il quale lo shadowhunter lo aveva tenuto, premendo i loro corpi a contatto. Aveva perfino sentito la paura che lui provava nel poterlo perdere. 
Anche Magnus aveva avuto paura che Alec e Valentine si incontrassero faccia a faccia e che lo shadowhunter non avrebbe saputo difendersi contro quel forte uomo che era stato ai suoi tempi Valentine.
Ma l'aveva trovato fuori dall'Istituto, a guardarsi intorno e con il fiatone. E gli aveva detto che lo amava. 
Lo amava. 
Amava lui. 
Alexander Lightwood amava Magnus Bane.

Si ritrovò a sorridere, mentre chiudeva la porta di casa sua. Ne avevano fatto di passi, da quando si erano conosciuti per la prima volta. 
Magnus lo aveva trovato davvero affascinante e il fatto che il ragazzo nemmeno se ne rendesse conto lo mandava in estasy. Lo shadowhunter era schietto e timido. E, soprattutto, era alto e moro. Una costante che lui adorava nelle persone. E quegli occhi.......aveva capito il colore dell'iride a furia di stargli vicino. Erano verdi e marroni insieme, in una danza quei due colori si univano per formarne un altro che circondava l'occhio di Alec. Anche questa caratteristica lo aveva fatto impazzire. 
Lo shadowhunter era così diverso dagli altri. Magnus era trattato da tutti come se fosse un qualcosa da niente, un uomo che svolgeva solo lavori. Non era stato mai accettato come nient altro, dagli shadowhunter. Dopotutto, era pur sempre un Nascosto. Alec non lo aveva fatto sentire in quel modo, e la prima volta che l'aveva capito era quando si era presentato a casa sua fornendogli la sua energia, quando avevano parlato a lungo e lui si era addormentato comodamente nel suo divano, e quando la mattina successiva gli aveva detto che si fidava. 
Non l'aveva più visto per un paio di giorni, e aveva capito il perché. 
Il fidanzamento con Lydia non faceva parte dei suoi piani, ma i genitori rischiavano di perdere l'Istituto. Alec avrebbe rischiato, sposando Lydia, di perdere la ricerca del vero amore.
Magnus non era mai sceso a patti con nessuno, ma ciò che gli aveva detto Ragnor gli aveva dato la spinta necessaria. Alexander non doveva mostrarsi ciò che non era. Avrebbero capito tutti se non avesse sposato Lydia. Non era costretto a farlo. 
Quando lo vide prendere la decisione e scegliere di stare con lui, si era stupito. Vederlo attraversare la navata e poi coinvolgerlo in un bacio - e, Dio, aveva sempre sognato di baciare quelle labbra fin dalla prima volta che l'aveva visto - gli aveva fatto capire che era quello giusto.
Forse Alexander Lightwood non gli avrebbe spezzato il cuore. 
Forse era lui la parte mancante che non era mai riuscito a trovare, nonostante fosse immortale e con migliaia di esperienze alle spalle.
Nessuno era mai riuscito a farlo sentire così vivo come lo facevano i baci con quel ragazzo inesperto. E quello stesso ragazzo gli aveva pure fatto un regalo. Il primo regalo della sua vita. 
Ecco perché anche Magnus gli aveva risposto che si, lo amava anche lui. Perché anche se avesse provato a non amarlo, non ci sarebbe mai riuscito. Avrebbe aspettato tutto il tempo del mondo se ad attenderlo avesse trovato Alexander Lightwood. Lo avrebbe aspettato tutto il resto della sua vita, anche se sapeva che questo significava vederlo morire.


Alec arrivò a casa di Magnus con una mano sotto il mento. Aveva confessato di amarlo, ma doveva togliersi un altro sassolino nella scarpa. Lo aveva trattato male a casa di Raphael per proteggere sua sorella, e al momento non aveva capito che Magnus aveva fatto tutto il necessario. Nonostante Raphael gli fosse indifferente, sapeva che per il suo stregone era il contrario, e non voleva avergli dato modo di metterli contro. Doveva rimediare. Sorrise. Magnus aveva risposto al suo ti amo... senza rendersene conto aveva bussato alla porta e gli era apparso un Magnus vestito con colori vivaci e super sorridente. - Alexander! - lo salutò.
- Ehi - gli fece lui, chiudendosi la porta alle spalle. Gli si avvicinò subito, mentre lo stregone era girato di spalle, e lo sorprese abbracciandolo. Magnus lo amava. Lo ricambiava. Sentì il cuore del suo ragazzo aumentare i battiti a quella stretta, poi lo lasciò e lo vide voltarsi: - Come mai questa dolcezza? - domandò, accarezzandogli il volto.
- Io...sono solo felice - ammise il moro, abbassando lo sguardo. 
- Anche io lo sono - lo stregone gli e lo fece alzare con un indice. Gli si avvicinò per posargli un delicato bacio sulle labbra, poi parlò nuovamente: - Come sta Jace? Clary? Simon è ancora vivo?
- Stanno tutti bene. Jace...ha scoperto che Valentine non è suo padre - confessò. 
- Davvero? 
- Davvero...è parecchio stranito. Cerca la sua identità ma non la trova...dev'essere difficile per lui.
- E' un bravo ragazzo, Alexander. E mi ricorda qualcuno che ho conosciuto parecchio tempo fa....con demoni dentro. Se la caverà - fece Magnus, assottigliando gli occhi.
- Sai che ti sei ricordato il suo nome? - gli ricordò Alec. Anche lui come l'altro era sotto shock.
- L'ho fatto?
- Forse il mio parabatai sta iniziando a starti simpatico.
- Be', ho condiviso il mio loft con lui e quindi ci siamo adeguati. 
- Ne sono contento - fece Alec, sincero.
- Allora..l'Istituto è in perfette condizioni?
- Si. - Alec sospirò mentre lo disse - Aldetree ha portato Valentine nei sotterranei e lo lascerà là finché il Conclave non deciderà cosa farne. Siamo stati attaccati da alcuni shadowhunter del team di Valentine, ma Izzy ci ha salvato.
- Come sta lei? - domandò Magnus. Alec capì che, come lui, ricordava ancora quella famosa questione.
- E' tornata nella sua stanza - rispose - Gli ho messo dell'acqua bollente, ma ho paura per lei. La dipendenza di yin fen può portare anche alla morte...
- Tua sorella è forte, Alexander. 
- Lo credevo anche io....adesso non ne sono più sicuro. Non l'ho mai vista così fragile. Ho paura che ci ricaschi e che vada da...... da un vampiro.
Fu allora che Magnus si scusò: - Alexander...mi dispiace. Avrei dovuto dirti di-
Alec scosse la testa: - Sono io che dovrei scusarmi per aver alzato le voci. 
- Ti preoccupavi per tua sorella, della tua famiglia. Avevi paura fosse in pericolo.
- Non avrei dovuto reagire in quel modo nemmeno contro Raphael. So che tu e lui siete molto legati....
- Gli ho salvato la vita una volta.
- E anche l'altro giorno gli e l'hai salvata.
- E' solo un ragazzo che pensava di esserne invaghito... 
- Può esserlo? - domandò Alec. Il terrore nella sua voce.
- No. Era il sangue di tua sorella a farlo parlare. Bere sangue direttamente da un umano per i vampiri è...come l'ossigeno. Anzi, forse qualcosa di più. Era asuefatto da lei.
- Non capisco come io non me ne sia mai potuto accorgere...
- Eri impegnato con la caccia a Valentine e....
- Questi sono sbagli che non mi posso permettere. Io....lasciarla sola è stata una buona idea? - domandò il giovane, più a se stesso.
- Puoi andare a controllare come sta, per sentirti più sicuro.
- No. Veramente...sono venuto qua perché volevo stare con te - lo disse con una semplicità disarmante che quasi stupì lo stregone.
- Sai che qui sei sempre il benvenuto, Alexander, ma non voglio che ti tormenti riguardo Isabelle....sei suo fratello e ne hai tutto il motivo per esserlo, ovviamente. E credo che andare in Istituto a controllarla ti farebbe bene. 
- Mi hai sentito, Magnus? - domandò, guardandolo negli occhi.
- Certo. Pensavo solo... è la tua famiglia e....
- Anche tu sei la mia famiglia. E...sono stanco, non mentirò. Non ho voglia di tornare all'Istituto, preferisco stare qui, insieme a te. Dopo ciò che è successo in Istituto, quei Nascosti che sono stati uccisi.... per fortuna sei ancora qua.
- Sono il Sommo stregone di Brooklyn, Alexander. E avevo una missione che per fortuna ho portato a termine.
- Madzie.... - mormorò Alec
- E' una ragazzina sveglia.
- Non mi ha ucciso. - ricordò lo shadowhunter - Quando è entrata nell'Istituto mi ha mandato in ascensore per non uccidermi. E'....è perché ho apprezzato il suo marchio?
- Noi stregoni amiamo chi fa i complimenti sul nostro marchio. Quindi si, direi che è stato per quello.
Alec sorrise. C'era qualcosa in quella bambina che lo attirava, e non si trattava solo del fatto che fosse una piccola strega. Era qualcosa di più profondo, gli aveva mosso il cuore solo come aveva fatto...
- Sarai stanchissimo. Puoi andare a farti una doccia, posso far comparire magicamente qualche tuo indumento per rimanere a dormire qua.  - ...l'uomo dalla voce che gli parlava proprio in quell'istante.
- Oh, va bene. Grazie.. - rispose, grattandosi la testa.
Magnus gli sorrise avvicinandosi a passi lenti: - Figurati. 
Non vedeva l'ora di baciarlo. E d'altra parte, anche lo shadowhunter non vedeva l'ora di farlo. Quelle labbra gli erano mancate così tanto.... quando si posarono l'una sull'altra come  fossero pezzi di puzzle adatti a completarsi a vicenda, Alec fece scivolare le sue mani sotto la maglia dell'altro, accarezzando così il suo petto. Il bacio nel frattempo stava prendendo vita: la lingua di Magnus aveva preso possesso della sua bocca e si muoveva sulle sue labbra, accarezzandole e assaporandole, lentamente, poi lungo il palato, strisciò sui denti e infine s'intrecciò a quella dello shadowhunter, in una danza ritmica che conoscevano soltanto loro.
- E' meglio se ti lascio andare... - disse lo stregone, dopo essersi allontanato quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi. Fece per muovere i primi passi ma Alec gli afferrò il braccio: - Forse potrei fare dopo la doccia - esclamò, stringendolo.
Magnus alzò un sopracciglio, sorpreso, ma non obbiettò, al contrario si sporse nuovamente per dargli un bacio. Presi dalla passione in pochi secondi si trovarono nella camera da letto che entrambi conoscevano, seduti al bordo del materasso. Le loro mani si toccavano e si cercavano, la ricerca di un contatto sempre più profondo spinse entrambi a toccarsi il bacino a vicenda e ad un gemito piacevole.


- Magnus posso...? - chiese Alec timidamente, affannato. Non aveva mai preso l'inziativa, almeno non le volte che l'avevano fatto. Cioè una, se non si prendeva in considerazione la loro prima volta. Magnus l'aveva visto da sopra, gemere dal piacere mentre si tratteneva il più possibile per dargli ciò che voleva. Adesso era il ragazzo che voleva darlo a lui.
- Mi domandavo quando sarebbe successo, effettivamente... - Magnus notò le guance di Alec che si tinsero di un rosso scarlatto, poi non perse tempo a baciarlo, in maniera goffa e scoordinata, accarezzandogli i capelli e salendogli addosso a cavalcioni. Non si erano ancora sdraiati ma erano seduti sul materasso e si baciavano avidamente. Entrambi essendo a contatto avvertirono qualcosa risvegliarsi tra loro.
Lo shadowhunter si spalmò completamente su di lui, i respiri affannati e il rumore dei baci scambiati facevano da sfondo sonoro a quella che sarebbe diventata la loro nottata. La bocca di Alec si era spostata lungo la mascella, che aveva preso a baciare lentamente, come se volesse assaporare ogni minima porzione della pelle dello stregone, infatti scese lungo il collo per baciarlo e morderlo di tanto in tanto, avvertendo i mugolii del suo ragazzo. Che bella melodia...
Non appena alzò la testa per andare incontro alla sua bocca e scambiare un nuovo bacio, il ragazzo vide quegli occhi da gatto e gli accarezzò il volto con una mano, sorridendogli. Lo baciò con tutta la passione che aveva dentro di sé: lento ma focoso. Assaporare Magnus era come assaporare l'estate, l'inverno, le stagioni tutte insieme. L'ebrezza di averlo addosso e di sentirlo su e dentro di sé lo faceva sentire come se avesse messo piede nel mondo per la prima volta. Lo stregone lo faceva rinascere, era una sensazione indescrivibile - specie perché Alec con le parole non era mai stato bravo - ma quello che provava per Magnus, oh....andava oltre. Oltre il sole, oltre le stelle, oltre le galassie. Oltre i pianeti, oltre l'universo, oltre i mondi paralleli. Dante parlava dell'amore che muoveva le stelle, e lo shadowhunter era convinto di raggiungere direttamente il paradiso, quando stava con lui. E' quello giusto, si disse. Lo era davvero. Era Magnus l'unico e solo uomo che voleva avere. Era lui che gli faceva battere il cuore. 
Riconfermò il pensiero che gli aveva svelato quella stessa mattina, fermandosi a guardarlo. Vide lo stregone, con i suoi occhi da gatto che stava in attesa, gli occhi sbarrati, il fiato corto, le labbra arricciate in una smorfia buffa. 
- Non mentivo su quello che ti ho detto fuori dall'Istituto. - Disse Alec. Aveva il fiatone anche lui. - Ti amo davvero.
Gli diede un bacio sulla fronte, sapendo che allo stregone sarebbe piaciuto.
- Anche io ti amo. 
Nonostante l'avesse già detto quella mattina, il più giovane rimase abbagliato da quelle parole pronunciate dal suo fidanzato, tanto che: - Magnus....puoi ripeterlo? - chiese docilmente.
Gli occhi da gatto emanarono uno scintillio, che Alec interpretò come curiosità - o sorpresa - fino a quando la voce del suo interlocutore non esclamò: - Ti amo. - Con la più lenta tranquillità. Ma non solo, aveva continuato: - Ti amo, Alexander. Vieni su di me, vieni dentro me, fai di me ciò che vuoi. Sono tuo adesso e fin quando lo vorrai. 
- Io sono tuo per sempre. Perché è questo tutto il tempo che voglio stare con te.
- Allora saremo noi due per sempre. Insieme.
Alec annuì felice, prima di riprendere le sue labbra e dar vita ad un nuovo bacio. Quando Magnus alzò il bacino facendolo scontrare con il suo, Alec capì che aveva bisogno di sentire di più. 
Non pensò a niente, cercò di annullare la sua mente per sentire ogni tocco, respiro e ansito del suo ragazzo. E quelli che lui gli procurava. Cercò di rilassarsi mentre gli toglieva i vestiti con calma, come un gatto felino che aspettava le sue mosse. Quando anche lui si tolse i suoi indumenti velocemente - sentì perfino Magnus ridacchiare - trovò quest ultimo adagiato sul letto che lo guardava mordendosi un labbro. 
Ovviamente il suo sguardo cedette dov'era presente quell'erezione che chiedeva di darle una mano. Alec sorrise. Era questo l'effetto che gli faceva, e non poté fare a meno di immaginare Magnus che si dava piacere da solo pensandolo. Si passò la lingua sulle labbra - un po' per l'imbarazzo - ma soprattutto per l'eccitazione che provava in quell'istante.
- Alexander... per quanto mi piaccia la tua vista in questo modo, direi che possiamo pure passare all'altra fase.... 
Il ragazzo si ridestò un minuto: - Pensavo che volessi....sai - iniziò a mormorare confuso: - Cioé magari hai bisogno di una mano e vuoi che io...
Lo stregone si allungò su di lui e gli diede un bacio per zittirlo. - L'unica cosa che voglio è..... - si bloccò, stendendosi sul letto. 
Alec osservò la sua schiena ambrata, le scapole e i suoi glutei sodi. Deglutì. E se gli avesse fatto male? E se non avesse centrato il punto giusto? E meno male che non dovevi pensare a niente, Alec.
Magnus capì e si voltò subitissimo, prendendogli il viso per guardarlo negli occhi. - Ti ho già detto che io non ho preferenze, Alexander. A me piace anche stare sotto - gli fece un occhiolino.
Alec arrossì: - Ma io forse non sono capace.... - mormorò, mettendo in mostra le sue insicurezze. 
Magnus gli sorrise, di nuovo: - Certo che ne sei capace. 
- Magnus, io.....  - il ragazzo si fermò quando sentì una presa ferrea sulla sua erezione - Cosa...
- Alexander, devi mettere da parte le tue insicurezze. C'è una prima volta per tutti, tu stesso ne hai avuto la prova qualche settimana fa! -  Magnus aveva preso a massaggiarla delicatamente - Adesso ciò che ti serve è sul comodino. Ti mostro io come infilarlo. Il resto verrà da sé. 
Dopo queste parole lo stregone lasciò la presa alla sua erezione e andò a prendere il profilattico dal comodino. Si sedette di fronte a lui e Alec notò il movimento che fecero le dita attorno per farglielo indossare. Espirò. Magnus lo afferrò e gli diede un bacio, facendo incontrare le loro lingue e gli uscì un sonoro gemito da quelle labbra. Dopo di che si stesse a pancia in giù e Alec sospirò. Poteva farcela. Era abbastanza semplice. Poteva.... Oh, avanti Alec. 
Prese un respiro e con cautela si posiziono dentro di lui. Con quella stessa entrò dentro Magnus, il quale sentì lasciare dalle sue labbra un verso ovattato, dato da quella intrusione. Alec spinse un po' più il fianco per trovarsi completamente dentro il suo uomo.
Se quando lo baciava aveva visto le stelle e il paradiso, stare dentro di lui gli faceva vedere direttamente l'altro mondo. Non si era ancora mosso, e sapeva che Magnus lo stava aspettando, anche se ancora non aveva detto niente. Stare dentro il suo uomo era una situazione empirica. Non avrebbe saputo definirla in altro modo. Sempre lento, decise di tirarsi indietro e dare una spinta. Vide il suo ragazzo muoversi, sotto di lui, e poi un ansito di piacere. Quello fu tutto ciò di cui ebbe bisogno, e non si tirò indietro. Prese a muoversi, le prime volte lento, poi, come vedeva che il suo stregone si trascinava all'indietro per avere più contatto, cominciò a muoversi più veloce. Sentire che Magnus gemeva e gridava il suo nome gli diede una scarica di piacere, lo fece sentire importante, lo fece impazzire, lo fece andare oltre ritmi che pensava di non avere. 
Quando avvertì i muscoli di Magnus stringersi, capì che era arrivato al limite, e lo raggiunsero insieme: così come avevano promesso di rimanersi accanto. 
La sensazione di libertà assoluta e di profonda e serena pace si fece viva dentro di lui, anche se quando uscì dal corpo di Magnus sentì come se una parte di lui non fosse più presente: era a metà. E, dopo che si accomodò al suo fianco per baciarlo e lui gli diceva le più dolci parole del mondo, non fece altro che pensare a quella leggenda del filo......quel filo rosso che univa due anime gemelle. 
- Sei pensieroso... - mormorò al suo orecchio Magnus.
- Tu credi alla leggenda del filo rosso? - gli domandò Alec.
- Potrei aver incontrato chi ha dato vita a questa stupida leggenda....
- Quindi non ci credi?
- Non so più a cosa credo...ma immagino tu lo sappia.
- Io....io ci credo. - Alec tremava dicendo quelle parole - Credo che questo filo rosso ormai si sia spezzato, perché tu ed io siamo insieme da un po' ed io non ho più bisogno di cercare la mia anima gemella perché l'ho trovata. Ti ho trovato.
Notò Magnus deglutire, prima di parlare: - Dopo aver vagato per secoli ho pensato che non ci sarebbe mai stato nessuno in grado di farmi aprire il cuore. Ma tu....tu e i tuoi occhi...
- I miei occhi?
- Sono così belli che mi hai conquistato solo alla tua prima vista. 
- Oh... - Alec era rimasto ammirato dal mondo in cui lo stregone si era confidato. Non aveva mai pensato di essere bello, a quello ci pensavano Jace e Isabelle con la loro sicurezza. Lui compensava con le qualità di leader. Ma Magnus....lui lo faceva sentire bello come mai si era sentito, e lo capiva dai suoi sguardi, dal modo in cui lo accarezzava e dal modo in cui gli parlava. Aveva provato a vestire i panni dello stregone e ai suoi occhi  era bello nella sua semplicità. 
- Se due anime gemelle sono destinate a stare insieme allora si troveranno. Che abbiano questo filo o meno. 
- Romantico.... - borbottò Alec. Ma gli piaceva che Magnus lo fosse.
- Ancora con questa storia? Abbiamo entrambi appurato che lo sono... - esclamò lo stregone, fingendosi offeso.
- Se te lo dici da solo.... - Alec continuò a stuzzicarlo.
Magnus lo guardava negli occhi mentre diceva le cinque frasi che fecero quasi uscire il cuore dal petto di Alec - Io non sono mai andato alla ricerca di un'anima gemella. Ma sai una cosa? Tu mi fai sentire più vivo che mai. Tu....mi completi. E anche io ti ho trovato, Alexander. E mi ritengo fortunatissimo. 
E forse aveva ragione Magnus, forse quel filo rosso che tanto faceva sognare tutti quanti non esisteva ma era solo un modo banale per descrivere l'avvicinamento tra due anime affini. Forse era solamente una leggenda che sarebbe continuata a vivere per secoli perché nessuno voleva ammettere la verità, e cioè che noi siamo gli artefici del nostro destino, comunque vada. Ma Alec aveva scelto di crederci. Aveva scelto di prendere posizioni che mai immaginava di fare, aveva scelto di credere nell'amore. L'amore, quella piccola condizione dell'uomo che ti fa perdere la testa. L'amore, quello semplice e banale, l'emozione più pura tra tutti. L'amore, quello fatto di baci, carezze accennate, sorrisi languidi e genuini, sospiri felici, occhi abbagliati e labbra aperte. 
Tutto è amore. 
E Alec, finalmente, l'aveva capito.









Ciao a tutti!
Se siete arrivati fino a questo punto vuol dire che avete letto la storia, l'avete terminata ed io spero che vi sia piaciuta (e soprattutto che non l'abbiate trovata banale), nelle cose che scrivo mi piace avere un'impronta 'originale' e spero che questa storia un po' lo sia sembrata.
Come già sapete, questo è l'ultimo capitolo. 
Avrei voluto dirvi che il capitolo 'bonus' è già in fase di preparazione, ma purtroppo non è così, inoltre questo capitolo è il mio preferito e penso che sia degno del finale. 
Questa storia, oggi sarà completa in questo modo. 


Per quanto riguarda il capitolo 'bonus' lo farò sotto forma di One Shot che non so quando pubblicherò e che racchiuderà otto momenti quali:

- 2x01: il momento in cui Alec va a scusarsi con Magnus e vede il suo corpo. Questo momento ha suscitato il mio interesse, non riesco a domandarmi se Alec possa aver trovato quel corpo bellissimo. Ricordiamoci che lui non ha mai visto nessuno - ad eccezione di Jace - nudo, quindi quel piccolo particolare mi ha dato la spinta necessaria per poter costruirci su qualche pensiero.

- 1x06: Alec rimane a casa di Magnus per bere. Nei flashback ci è stato mostrato la mattina successiva,  ma i due piccioncini di cosa avranno parlato realmente? E perché Alec aveva così il timore di incontrare lo stregone? Io non dimentico il fatto che lui dica a Lydia che 'Magnus is quite magical'

- 2x07: i due piccioncini ritornano a Tokyo. Come si comporta Alec dopo ciò che è successo tra loro? (Nel mio capitolo 'occhi di gatto' ho accennato solo una parte di questo, ma sono pronta a stupirvi).

- 2x08: Dopo la festa di Max sappiamo che Alec è rimasto da Magnus. Magnus, a parer mio, ha preso molto a cuore quella faccenda del buttarsi giù, quindi perché non farci vedere quel momento di disperazione?

- 2x12: Dopo che Magnus torna nel suo corpo e Alec cerca in qualche modo di 'rassicurarlo'.

- 2x13: I malec hanno litigato per la storia del Conclave; Alec va a scusarsi e rimane da lui.

- 2x17: I sentimenti di Alec, dopo che ha scoperto che il Conclave non possiede la Spada Mortale e cena con Magnus, dove lui lo ricopre di belle parole.

- 2x20: finale. Ci hanno lasciato i Malec che andavano via dal party. Quindi potrebbe succedere di tutto....


spero che questi momenti suscitino il vostro interesse.
Nel mentre che scrivo questa one shot  - il cui titolo sarà sicuramente Fragments - vi invito, se volete, a leggere la mia nuova fanfiction malec incentrata sul mondo capovolto della puntata 10 della prima stagione. 

Grazie ai lettori silenziosi, a coloro che hanno recensito e messo tra le preferite/seguite/ricordate questa storia: siete voi che l'avete mandata avanti! 
Un abbraccio,

Chiara.

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