Al vostro servizio, Team Rocket

di PanRayuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cerimonia d'inizio ***
Capitolo 2: *** La prima pre-missione ***
Capitolo 3: *** Furto al laboratorio ***
Capitolo 4: *** Uno strano duo..! ***
Capitolo 5: *** Nuovi amici ***
Capitolo 6: *** Legami..? ***
Capitolo 7: *** Non voglio fallire! ***
Capitolo 8: *** Le nuove leve ***
Capitolo 9: *** Bastoni tra le ruote ***
Capitolo 10: *** Una nuova vittoria ***
Capitolo 11: *** Direzione Celestopoli! ***



Capitolo 1
*** Cerimonia d'inizio ***


Sfilai dalla fronte le ultime fasciature che per mesi avevano ricoperto intere parti del mio corpo ferito dalle peripezie che avevo dovuto affrontare, controllai lo zaino e sorrisi.

Okay! C'è tutto!, pensai tutta solare e soddisfatta; indossai la tuta nera, guanti e stivali bianchi ed il cappello nero carica e pronta a fare faville nella mia nuova avventura. Avevo una maglia con un'enorme "R" stampata in rosso che risaltava il gruppo di appartenenza e, beh, mi parve abbastanza strano che un'organizzazione criminale dovesse farsi riconoscere, ma probabilmente mi avrebbero insegnato anche come nascondermi o dare inosservata in mezzo a degli sguardi indiscreti. Ero pronta a partire, certo, però decisi di coprire la lettera a caratteri cubitali con una felpa, dopodiché mi diressi all'esterno della mia stanza, dandole un'ultima occhiata: non avrei più rivisto per tanto tempo quel posto, ma poco m'importava. Tutti quei poster sul mio sogno erano stati strappati: avevo fatto del mio meglio per riuscire a far parte del team di Pokémon Ranger, avevo persino superato tutti i test di ammissione, ma qualcosa non era andato a genio a chi gestiva l'accademia e io con la mia dolce e fidata compagna di viaggio Evelyn non ero passata, ricevendo dei commenti terribili per il mio operato, nonostante avessi fatto tutto nel modo più giusto e corretto possibile... per me.

«Daaaah!» sbottai a quel pensiero dandomi delle pacche sulla testa, quindi rivolsi la mia attenzione a Eevee: «Che se ne vadano al diavolo, giusto Evelyn?».
«Ivaaai!»
«Noi non serviamo a loro e loro non serviranno più a noi!» portai un piede sulla ringhiera che mi avrebbe condotta al piano inferiore e con determinazione sfavillante negli occhi, volsi al cielo il pugno destro. 
«Presto tutti quanti dovranno temere i nostri nomi, Evelyn! Vedrai! Li faremo neri!»
«Ivaaai!»

Fuori casa, iniziai a percorrere la strada che da Aranciopoli, la mia città natale nella regione di Kanto, mi avrebbe presto condotta verso Azzurropoli, direzione casinò. Guardandomi attorno, notai che sparse lungo la via vi erano molte reclute e la gente non faceva nulla: non aveva timore, ma nemmeno chiamava la polizia. Scossi la testa, era meglio decisamente così, no? Meno si dà nell'occhio e meglio è.

Raggiunta la città, iniziai a sentirmi sempre più a casa mia: brulicava di reclute che si erano perfettamente mescolate alla vita cittadina, probabilmente finché non si facevano danni non si dava fastidio?

«Ci siamo Eve. Questo è il posto.», accennai mettendo nello zaino la mappa delle città. Dovevo dimostrarmi sicura e capace, dopotutto. Entrammo nella sala slot e la prima cosa che mi venne da pensare fu che posto migliore di quello non potevano sceglierlo: le entrate di soldi non sarebbero mai venute a mancare! Vidi poi vicino a un poster una recluta intenta a sfogliare un giornale, quindi alla sua destra delle scale.

«Pssst.»
«Mh?»
«Parola d'ordine?»
«Eh? ... oh, ah, sì.» sussultai, frugando poi nella tasca dove c'era segnato "Password01". Gliela mostrai. «... va bene?»
«Va bene, scendi che la cerimonia sta per cominciare...» vidi che abbassò totalmente il giornale, squadrandomi da cima a fondo. «... e leva quella felpa. Altrimenti ti scambieranno per un intruso che cerca d'infiltrarsi.»

«AH. Subito. Grazie.»
«Sì sì... sparisci prima che dia troppo nell'occhio a questi invasati giocatori d'azzardo.»
Storsi il naso, ma annuii lasciando il piano terreno, mentre quella recluta borbottò qualcosa del tipo «Adesso pure le ragazzette assumono. Proprio vero che siamo arrivati alla frutta.»
«Grrr...»
«Tranquilla Eve, sarà solo un ragazzo frustrato che non ha mai fatto nulla per salire di livello, non come noi che puntiamo al top.»

Scesa di due piani, trovai uno striscione alquanto macabro: era macchiato di rosso e nero con delle scritte dorate che invitavano a prendere posto tra le fila, a secondo di chi aveva già con sé un Pokémon e chi non ne possedeva affatto, con la scelta di 3 possibili starter. Presi posto con la mia compagna fra delle sedie vuote: sembrava che non ci fosse nessuno, ma a cinque minuti dall'inizio, spuntarono a decine di nuove reclute tra ragazzi e ragazze di ogni età. Al mio fianco si sedettero solo ragazzi, le femmine lì dentro si contavano sulle dita di una sola mano, il che la diceva lunga anche dei loro caratteri: molti di loro sembravano già conoscersi, infatti andarono ad accomodarsi tutti insieme.

Meglio così., riflessi, Non sopporto collaborare con le ragazze.
Sospirai e attesi gli ultimi istanti, quando finalmente un uomo alto coi capelli corti a spazzola neri ci scrutò da cima a fondo, scosse la testa quindi fece un colpo di tosse.
«Bene bene, carne fresca di giornata oggi. Statemi bene a sentire: voi non mi piacete affatto e sono certo che nemmeno io piacerò a voi e la cosa mi sta più che bene così.»
Ma cos- ma che razza di discorso d'apertura sarebbe questo?, pensai sorpresa.
«Il mio nome è Lewis. Sono uno dei generali del Team Rocket e stavolta tocca a me farvi il discorso d'inizio, ma la verità è che non m'importa sapere nulla di voi, e a voi non dovrà interessare nulla se non le direttive per le vostre missioni. Vi spiegherò brevemente le regole della nostra organizzazione: finché sarete delle banali e inutili reclute, non avrete missioni di rilevante importanza, noi vogliamo i risultati e i pokémon migliori. Potrete rubarli e consegnarli a Giovanni, tenervi gli scarti o allenare il vostro team acquistando dai nostri assistenti le ultra ball. Rubate i pokémon più forti e preziosi per far crescere il nostro gruppo e sbaragliare la concorrenza, e se sarete bravi abbastanza, potrete salire di livello nella nostra scala gerarchica. Ma non montatevi la testa, perché non sarà facile. Domande fin qui?»

Tutto chiaro. Questo Generale vuole i risultati, le parole stanno a zero. Rubare pokémon rari, preziosi e forti per battere ogni organizzazione concorrente per far risplendere il buon nome del nostro Team e soddisfare missioni e richieste del capo. Cristallino!, pensai sorridente. Tra le fila dei ragazzi senza Pokémon si levò una mano che immediatamente fece incavolare nel profondo dell'animo il Generale Lewis.
«Io avrei una domanda!»
«Che sia intelligente, recluta... sputa il rospo.»
«... chi sarebbe Giovanni?»
Sgranai gli occhi girandomi verso quel ragazzetto, ero in imbarazzo io per lui, dannazione. Com'era possibile che non sapesse nemmeno il nome del nostro capo?! Ebbi quasi paura della reazione di Lewis nei suoi confronti: la vena sulla sua fronte spaziosa pulsava a tal punto che sarebbe potuta esplodere da un momento all'altro.

«Oddio, ora lo ammazza.» fu il commento di qualche recluta, chi lo aveva detto ridacchiando e chi ne aveva assunto un tono invece preoccupato. Lewis si avvicinò al ragazzo che aveva appena capito dagli occhi che sentiva addosso di aver fatto un errore madornale e, come se fosse un gatto, il ragazzo venne sollevato dalla sua sedia e scaraventato contro il muro senza che il Generale perdesse un minimo di autocontrollo emotivo.

«Avevo chiesto domande intelligenti. Ringrazia che mi hanno vietato di cacciare novellini idioti come te. Ora riprendiamo con la cerimonia. I Pokémon che potrete scegliere saranno tre: Rattata, Koffing ed Ekans. Chi non ha ancora un compagno venga a prenderlo appena verrà chiamato per nome.»

Dopo una quindicina di nomi pronunciati, si passò al nostro elenco.
«Bene, vediamo ora voi sei rimasti... dovreste essere le reclute in possesso di un pokémon già vostro: appena vi chiamerò voglio che vi alziate e diciate chi vi accompagna. Iniziamo. Chris?»
«Presente. Il mio compagno è Gastly.»
«Okay. Max?»
«Presente. Il mio compagno è Growlithe.»
«Bene... Lawrence?»
«Presente. Il mio compagno è Charmender.»
«Proseguiamo. Michael?»
«Il mio compagno è Houndour.»
«Ahm... direttamente da Johto. Carino. Nick?»
«Eccomi. Il mio compagno è Pichu.»

Toccava a me, quei pochi attimi mi stavano uccidendo.
Oh mio Dio, tocca a noi. Stai calma. Stai calma. Andrà bene. Basta fare come han fatto gli altri!
«Bene, l'ultima recluta... Pan? ... mhm.»
«P-presente! La mia compagna è Eevee..!»
«Un Eevee, eh? Interessante.»
Ridacchiai un po' nervosa per l'agitazione, mi sembrava si stesse soffermando troppo su di me e la cosa mi stava mandando nel pallone, fin quando finalmente mi congedò terminando il tutto.

«Molto bene, ora dovrete salire tutti, uno per volta, al piano superiore e incontrare uno dei nostri assistenti che vi consegnerà il materiale per iniziare con la vostra prima missione. Ognuno di voi riceverà 5 pozioni e 5 ultra ball. Avrete anche una mappa delle città con segnati tutti i nostri centri di recupero e un pokégear di ultima generazione per restare in contatto tra di noi. Se lo perderete vi spezzerò le ossa. Inoltre, vi verranno consegnati dei documenti, un manuale, un registro pokémon universale olografico e un piccolo palmare su cui riceverete le vostre missioni e avvisi d'emergenza. Potrete fare gruppo o fare da soli, di queste sottigliezze non me ne frega molto. Andate, e rendeteci fieri. È tutto.»
Ci fu un minuto di silenzio dove pian piano tutti quanti ci alzammo per dirigerci verso l'assistente del piano superiore, ma mentre tutti stavano facendo conoscenza tra loro, Lewis e un altro assistente si avvicinarono.

«Pan, giusto?»
«S-sì? Che c'è..?»
Mi sentii a disagio, i due restarono lì a fissarmi, poi si scambiarono un sorriso degno di chi ha in mente qualcosa di non proprio legale e tornarono infine a osservarmi.
«Non ti preoccupare» incalzò subito l'assistente, «volevo solo dare un'occhiata più da vicino.»
«... ah... lo... lo sa che è alquanto inquietante come frase, vero?»
L'uomo scoppiò in una fragorosa risata, quindi spostò la sua attenzione su Evelyn.

«È la prima volta che qualcuno come te decide di punto in bianco di entrare nella più grande organizzazione criminale mondiale.»

Quella frase mi aveva mandata in bestia, feci un respiro profondo, in modo da ponderare bene la mia scelta su quali parole utilizzare e quando li fissai negli occhi, il mio tono di voce divenne deciso, maturo, ricolmo di una vena d'odio. Io sapevo perché ero lì, nessuno poteva pensare anche solo di provare a mettermi a confronto con qualcun altro sulle mie motivazioni.
«Mi perdoni la franchezza, ma io non credo ne esistano altri come me.»
«Che caratterino, Lewis, eh? In ogni caso, non c'è bisogno che tu salga, ho le tue forniture e documenti per la tua prima missione top secret. Ecco a te.»
«La ringrazio.»
Afferrai il malloppo, quella determinazione andò pian piano scemando riprendendo il mio solito modo di fare un po' ingenuo e impacciato.
Uscii fuori dal casinò e per prima cosa decisi di fare un salto al centro commerciale della città raggiungendo il tetto per poter fare chiarezza e leggere un po' i dettagli della missione.

«Ma ci pensi Evelyn? Ora facciamo parte di qualcosa di ben più grande dei Rangers..! »
La mia solarità lasciò poi spazio a un tono più sadico e sinistro.
«La pagheranno tutti quanti... vedranno di che pasta siamo fatte... eheheh!»

All'interno del quartier generale, Lewis e l'assistente stanno consultando dei fogli con i vari dati delle nuove reclute, in particolare quello di una.
«Così è quella la recluta particolare?»
«Esatto Robert. Giovanni vuole che venga costantemente tenuta d'occhio...»
«E così sia, non vogliamo di certo deludere il nostro boss, Lewis.»
«... mh, già...»

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Capitolo 2
*** La prima pre-missione ***


CLANG!

Una lattina di gassosa cadde dal distributore sul tetto del centro commerciale dove stavamo sostando, l'afferrai e selezionai la bottiglietta di acqua fresca che portai al nostro tavolo dove ancora stava tutto appoggiato, con Evelyn che teneva fermi dei fogli in attesa di poter bere.

«Ecco qua piccola mia. Bevi, forza... è tutta mattina che siamo in giro.»
Aperta la bottiglietta d'acqua e versata in una ciotola apposita che portavo sempre con me, mi sedetti nuovamente al tavolo, aprii la mia lattina e iniziai a osservare il materiale per valutare per bene quale sarebbe dovuta essere la nostra mossa.
Vediamo che dice sulle missioni, questo palmare..., pensai leggermente divertita mentre cominciavo a macchinare con quella specie di telefonino. Premetti qualche pulsante a caso, giusto per capire se vi fosse qualche funzionalità nascosta, finché con il dito feci inconsapevolmente il gesto di avvio delle lettere, lasciando che l'aggeggio emettesse un suono.
«Uh?»
«Dispositivo elettronico avviato.»
«WOAH!» esordii presa alla sprovvista, rischiando di far volar via quell'arnese, restando a fissarlo.
«Inizio registrazione dispositivo. Nome recluta: Pan. Età: 15 anni. Codice immatricolazione numero 546900-1. Numero missioni svolte: zero. Aggiornamento dati in corso...»
«... ma che ca..?» sussultai leggermente stupita da quella voce robotica femminile che stava elencando l'avvio del sistema.
«Beh... potevano anche avvertirmi che questo affare si avvia a caso... eh, Eve?» domandai nervosa cercando un po' di complicità nella mia compagna d'avventura che invece non aveva battuto ciglio, anzi. Di tutta risposta sbadigliò, piegò in seguito la testa e infine tornò a sorseggiare la bevanda.
«Certo che sei proprio rincuorante...» borbottai recuperando almeno un briciolo di contegno...
«Vediamo cosa abbiamo come prima missione.»
TIC TIC TIC
«Mh? E ora che gli prende a questo coso? Mi sta già facendo perdere la pazienza..!» accennai con un preludio di rabbia che tuttavia andò scemando quando si aprì una finestrella a lato.
«E questo che è?»
«Aggiornamento completato. Avvio procedure pre-missione. Ricerca nell'elenco sottocategorie base in corso. Ricerca completata. Pre-missione 01: Furto.»
«... furto?!»
«Descrizione pre-missione: prima di procedere all'avvio della prima missione, ogni recluta verrà testata per le sue capacità furtive nei confronti di un allenatore, tuttavia, per avviare la procedura della missione principale, la recluta dovrà mostrare un Pokémon di tipo volante rubato da un altro allenatore verso la fotocamera posteriore. Senza, non si potrà procedere oltre.»
TIC TIC TIC...

Dopo che il messaggio audio terminò, rimasi una manciata di secondi a guardare inebetita lo schermo che andò in stand-by; dovevamo... dimostrare le nostre capacità furtive?
Sospirai: non avevo mai sottratto qualcosa a qualcuno, quindi non ne sapevo molto a riguardo e perciò tornai con calma a sfogliare i vari documenti che ci erano stati consegnati, in cerca di un qualche consiglio per non farsi beccare...
Nulla. Tra tutta quella stramaledetta cartaccia non c'era un solo singolo indizio o direttiva per iniziare: quello che avevano spacciato per manuale si rivelò infatti essere un misero libricino di dieci pagine su cui vi erano trascritte le regole e le eventuali possibili conseguenze a seconda della gravità commessa, fino all'esilio dal team stesso. Dovevamo praticamente arrangiarci, dannazione! Avremmo dovuto agire d'astuzia, inventandoci qualcosa e tentando con qualche tattica improvvisata.

«Okay, Evelyn. A quanto pare dovremo pensarci da sole in qualche modo. Dobbiamo fare del nostro meglio, d'accordo?»
«Ivaaai!»
«Perfetto.» accennai determinata mettendo tutto a posto, posizionai poi il PokéGear sul polso sinistro al di sotto del guanto, infilai lo zaino sulle spalle, gettai nel cestino la lattina e la bottiglietta ormai vuote e infine presi in braccio Eevee.

«So che abbiamo già fatto questo discorso, ma ci tengo a sapere che tu sarai d'accordo sulle scelte che intraprenderemo con il Team Rocket. Dovremo rubare, commettere crimini, sequestrare persone e Pokémon, forse finiremo persino per eliminarne, innocenti e non che siano. Non voglio che tu possa risentirne della nostra scelta, Evelyn.» Gli occhi grandi di Evelyn si posarono senza esitazione sui miei.
«Quindi te lo richiedo: questa è la mia scelta, sei sicura che è e sarà anche la tua?»
Evelyn saltò giù dalle mie braccia raggiungendo rapidamente la ringhiera che dava sul panorama cittadino. Puntò verso il basso attirando la mia attenzione su un allenatore dai capelli verdi corti che era in possesso di un piccolo Pidgey, quindi mi fissò con una strana luce negli occhi, annuendo. Era la sua risposta: era un sì.

«Oh, Evelyn...» la recuperai in braccio dandole una dolce carezza mentre sul mio viso si posò un'espressione quasi commossa. «Grazie. Su di te posso sempre contare, amica mia.»

Con ritrovata convinzione e uno strano e sinistro sorriso, scendemmo attraverso l'ascensore al piano terra dell'enorme edificio commerciale. All'esterno di esso, avvistammo il ragazzo che stava bellamente ridacchiando con una ragazza che si complimentava con esso per le acrobazie appena svolte dal suo volatile.

Sarà una bazzecola, adoro prendere di mira gli spacconi, eheh!, pensai divertita, quindi mi avvicinai.

«Ehilà, posso disturbare?» annunciai innocentemente, cambiando tono e modo di fare, amichevole.
«Uh?» il giovane mi squadrò da cima a fondo, storse il naso e rispose con una certa diffidenza.
«Sì, che cosa vuoi?»
«Nulla, nulla! Ho solo ammirato le capacità del tuo bel Pidgey. Come gli hai insegnato a fare una cosa del genere?»
Avevo rotto il ghiaccio: sul suo viso si era formato un sorriso fiero e, tutto spavaldo, iniziò a elencare le varie peripezie che con quel Pokémon aveva vissuto. Non ero minimamente interessata a tutto quel che diceva ed ebbi per di più la botta di fortuna che la ragazza con lui si allontanò di sua spontanea volontà, ma dovevo ottenere la sua minima fiducia per attirarlo in trappola, così lo lasciai andare a ruota libera, annuendo ai suoi discorsi.

«Che figata! Ne hai proprio fatta di strada.»
«Eh sì! Io e il mio Pidgey siamo inseparabili ormai! Tu piuttosto.»

«Uh?»
«Come mai quella divisa?»
«Shhh!» schizzai verso di lui e, prendendolo sottobraccio, gli sussurrai: «Ma che, sei matto? Vuoi farmi saltare la copertura, forse?»
«Eh?!»
«So che qui intorno ci sono dei brutti ceffi, li sto tenendo d'occhio mescolandomi tra di loro... e avrei proprio bisogno dell'aiuto di qualcuno di così fenomenale come un avicoltore come te e le mosse fantastiche in volo del tuo amico..!»
«A-ah... beh, ahah, sì sono fenomenale, uno dei migliori della mia città! Però..!»
Sei mio.
Quel ragazzo ormai pendeva dalle mie labbra così, senza indugiare, proseguii con la mia fregatura.
«Seguimi, non dire altro o potrebbero notarci. Andiamo.»

Fui fortunata, dovevo ammetterlo: quel ragazzo era bravo quanto stupido. Andammo sul retro di un edificio che aveva un viale alberato alle spalle e non appena fummo lontani dal campo visivo di chiunque, sogghignai.
«Io mi chiamo Larry, comunque... come mai andiamo da ques-- URGH!»
«Preso.» accennai a bassa voce mentre le mie braccia avvolgevano ormai in una morsa il suo collo.
«Sai Larry... non credo che vivrai abbastanza da poter raccontare questa storia. Se il tuo Pidgey scappasse, non ti ritroverebbe di certo, ma una soluzione per farti restare in vita, ci sarebbe...»
Mugugnò qualcosa, spaventato a morte: il suo sguardo mi dava una certa soddisfazione..!
«Farai il bravo, Larry?»
Apparve il suo Pidgey, sorpreso; Evelyn alle sue spalle lo atterrò balzandogli addosso di sorpresa.
«Pidgey, non devi reagire. Io non voglio far del male al tuo allenatore, però... se mi ci costringerete, allora non avrò troppi problemi a farlo. Farete i bravi, vero?»
Il ragazzo cercò di liberarsi e lo stesso fece il Pokémon.
«Pessima scelta, ma sarò buona.»
Strinsi più forte, quasi da soffocarlo.
«Dammi la Poké ball del tuo Pidgey e nessuno si farà male.»
Dovetti insistere ancora un po' e, quando questo fu a pochi istanti dal perdere i sensi, finalmente cedette porgendomi la sfera, ma non ero troppo sprovveduta: afferrato con la mancina l'oggetto, lo puntai verso il Pokémon pronunciando: «Ritorna, Pidgey.», restando in attesa di vedere l'ambito fascio, come effettivamente fece.

«Molto bene.»
«Per...donami P-idgey...»
«Oh, ma sì. Lo farà, vedrai...» sussurrai dolcemente, pochi istanti prima che potessi premere con maggior forza per fargli perdere completamente conoscenza.
«Peccato che non lo farà direttamente a te.» terminai sorridendo sadicamente con tono malizioso, piegando la testa di lato. Mi stiracchiai, ero riuscita nel superare la missione base per poter procedere ad avviare la missione principale del palmare... ma prima dovevo sbarazzarmi del corpo svenuto del ragazzo.
«Che ne facciamo di lui? Lo buttiamo nella boscaglia qua dietro?»
Domandai divertita a Eevee che annuì, quindi senza attendere troppo, lo abbandonai dentro dei cespugli: non si sarebbe ripreso tanto presto, eheh!

«Okay, ora dobbiamo solo convincere Pidgey a stare dalla nostra parte... non sarà troppo difficile. Dobbiamo raggiungere un posto sicuro.»
«Ivaaai.»
Passai la mia mano sulla sua testolina che allegramente si sporse in mia direzione.
Andai via dalla cittadina, più precisamente raggiunsi il percorso 7 sul lato est dell'ingresso cittadino, superammo il muretto e il vialetto alberato, trovando un piccolo spiazzo nascosto e silenzioso.

«Vieni fuori, Pidgey.»
Rimasi immobile a guardare il Pokémon che andava a materializzarsi di fronte a noi, arrabbiato.
«La vedi questa?» accennai mostrandogli la Poké ball, «Abbiamo fatto uno scambio, Larry e io. Ora, quindi, tu mi appartieni. Non sei felice?»
L'azione di Pidgey successiva a quelle mie parole mi lasciò facilmente intuire che non lo era affatto: calò infatti in picchiata per colpirmi con beccata, ma ancora una volta Evelyn intervenne con un attacco rapido, buttandolo a terra in maniera tale che a mia volta potessi atterrarlo e tenergli le ali al suolo.
«Forse non ci siamo capiti pennuto. Tu ora sarai dei nostri, perché sennò non solo ti spezzerò queste ali, ma ti darò anche in pasto ai Persian che popolano tutta Kanto. Non farmi ripetere tutto una terza volta, non ho paura di farti molto male.»
Dovevo averlo spaventato abbastanza, dato che stava tremando come una foglia.
«Ora ti lascio andare e presto andremo d'amore e d'accordo, che ne dici?»
«Piii...»
Vediamo un po' che fa..., riflessi dandogli prima una carezza sulla testa, tornando con il mio solito modo di fare tranquillo, quindi mi alzai lasciandogli il via libera e dandogli persino le spalle. Andai così a sedermi su un ceppo d'albero, senza dedicargli alcuna attenzione; Evelyn fece altrettanto e, mentre con la sinistra le accarezzavo dolcemente il pelo, con la destra estrassi dallo zaino un pacchetto di biscotti per Pokémon che le offrii. Fu allora che sollevai lo sguardo, notando il volatile che mi scrutava a becco aperto; con un cenno della mano lo invitai a farsi avanti, sorridendogli amorevolmente.

«Visto che non te ne sei andato... ne vuoi uno? Sono molto buoni, assaggialo dai.»
Rimasi lì immobile a osservarlo avvicinarsi lentamente e nel momento in cui iniziò a cibarsi del mio dono d'amicizia, presi dalla tasca piccola dello zaino il palmare con cui effettuai la foto richiesta dall'applicazione che riprese nuovamente a parlare.

«Pokémon: Pidgey. Tipo: Volante/Normale. Allenatore d'appartenenza: Larry.»
«Certo che ne ha d'informazioni questo aggeggio, eh?»
A quel punto dalla fotocamera uscì un piccolo raggio rosso che colpì la testa del Pidgey con sorpresa mia e di Evelyn.
«GH!»
«Processo di fidelizzazione del Pokémon terminato.»
«P-processo di fidelicosa?» sgranai gli occhi stupita, lasciando intanto che il palmare continuasse il suo discorso.
«Pre-missione 01: completata. Inizio processo d'attivazione missione.»
Fidelizzazione del Pokémon? Che intende dire? ... oh, stai a vedere che-, riflessi cercando di tornare alla realtà alzando la testa in direzione del Pokémon che sembrava non aver notato nulla. Forse..?

«Eve. Dici che ora risponderà ai miei ordini?»
Evelyn fece spallucce, non sapeva nemmeno lei a cosa pensare, così in attesa di capirne di più, mi saltò in braccio.
«Ehi Pidgey.»
Subito questo balzò sull'attenti.
«... vieni qui e fammi vedere una bella acrobazia.»
Detto fatto, il volatile si alzò in volo facendo prima un giro della morte piroettando su sé stesso, quindi si avvicinò e si posò al mio fianco tutto allegro; seppur rimasta di stucco, gli passai come premio un altro biscotto, cedendogli poi il posto per far sì che potesse far amicizia con Eevee, mentre io continuai imperterrita a guardare sbalordita quell'arnese.
«Questo palmare... ha pure una funzione simile allo Styler di Cattura dei Ranger quindi. Accidenti che figata!» esultai inizialmente, voltandomi solo dopo verso quella coppietta che già giocava allegramente attorno ai resti dell'albero come se fossero amici da sempre.
«Dovrò scoprirne di più su questa storia.» pensai ad alta voce, soddisfatta. Osservai nuovamente le notifiche dove si era attivata la descrizione della missione principale.

«Avvio apertura prima missione completata. Luogo della missione: Biancavilla. Descrizione: rubare i tre starter dal laboratorio del professor Samuel Oak. Passare al quartier generale per il trasporto a Smeraldopoli.»
«Oh, andiamo sul pesante subito? Va bene...» sussurrai mettendo nella tasca dei pantaloni il palmare, «... accetto la sfida!» accennai allargando poi le braccia verso i miei Pokémon.
«Evelyn... Pidgey... si parte per la nostra prima VERA missione.»

 

 

All'interno del covo al di sotto del Casinò, il generale e il suo assistente avevano appena ricevuto le informazioni relative al completamento della prima pre-missione della recluta. Con stupore, ammirarono i risultati ottenuti.
«Caspita, ha visto Lewis?»
«Sì Robert. È riuscita a sottrarre un Pokémon a qualcuno in pochi minuti, per di più ha provato subito con un vero e proprio allenatore di tipo volante come richiesto dalle direttive, senza battere ciglio.»
«Ci ha proprio visto lungo il capo. Credo ci darà grosse soddisfazioni.» esordì Robert soddisfatto, portando le gambe incrociate e le braccia dietro la nuca, facendo così alterare il Generale.
«Non cantar vittoria, lo sai di chi è figlia quella? Hai visto la scheda?»
«Sì, certo, ed è anche per quello che lo dico... sarà divertente seguire i suoi sviluppi.»

Con al seguito anche il pennuto, entrammo nel quartier generale, lasciando che la recluta a guardia dell'ingresso mi fissasse restando a bocca aperta: dalla sua reazione, a quanto pare, sembrava che nessuna delle altre reclute avesse portato a termine una sola singola missione, ancora. Scesi le scale al primo piano sotterraneo dove venni accolta da Lewis e l'assistente di quella stessa mattina.
«Bentornata, hai già fatto progressi vedo.» se ne uscì tutto allegro l'assistente, lasciandomi lievemente sconcertata e a disagio mentre iniziò a fare due coccole al nostro nuovo compagno di avventure.
«E-ehm... s-sì.»
«Mh. Seguici al terzo piano, recluta.» si aggiunse invece il Generale. Tacitamente lasciai che mi facessero strada fino ad arrivare al suddetto livello, infilandoci in un piccolo ufficio laterale al quale entrambi si accomodarono, lasciandomi in piedi di fronte a loro.
«Questo incarico è Top Secret. Domani il professor Oak consegnerà a tre allenatori il loro primo Pokémon: un Charmander, uno Squirtle e un Bulbasaur e tu dovrai portarli da noi, senza farti scoprire. Dovrai agire stanotte, perciò andrai col mio Pidgeot a Smeraldopoli, dove ha sede la palestra di Giovanni per poi proseguire a piedi fino al Laboratorio di Biancavilla. Non devi fallire, è di vitale importanza la riuscita di questa missione.»
Vi furono dei secondi di silenzio dove dall'apparente situazione di agitazione recuperai la grinta, feci una lieve riverenza e, non appena rialzai il capo, sorrisi sadica.

«Non vi deluderò.»
«Perfetto. Robert sarà in collegamento radio con te tutta la notte per qualsiasi evenienza, ora seguimi, vedremo di rimettere i tuoi Pokémon in sesto.»
«Sissignore!»


Era ormai sera e avevamo appena raggiunto il tetto del centro commerciale da cui soffiava una pungente arietta fresca. Lewis lanciò la sfera da cui uscì Pidgeot, poi guardò Evelyn e la sottoscritta.
«Beh. Spero tu non soffra di vertigini.»
«Affatto, Generale.»
«Molto bene. Salta su.»
«Aspetti... lei non viene?»
«Non posso di certo lasciare quelle reclute sprovvedute da sole, ti pare? Ora va' e torna con ottime notizie.»
Arrossii leggermente nel sentirgli dire tali parole, confidavano in me: stavano già mettendomi alla prova, non potevo tradire la loro fiducia!
«O-okay. Pi... Pidgeot, puoi partire.» 
Lewis fece cenno di sì al proprio Pokémon che in pochi battiti d'ali si sollevò in volo dirigendosi a tutta velocità verso Smeraldopoli.
 

 

«P-Pi-Piiidgeeeot! R-rallentaaaccideeeeeenti!»
 

«Mhpf... reclute..!» accennò il generale non appena abbandonammo il cielo di Azzurropoli, andandosene via dal terrazzo, nascondendo un flebile sorriso divertito.

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Capitolo 3
*** Furto al laboratorio ***


Erano passati solo dieci minuti in groppa al Pidgeot di Lewis, stavamo sorvolando una parte di distesa marina che divideva Azzurropoli da Smeraldopoli... e già avevo i lacrimoni mentre mi tenevo saldamente attaccata al suo collo: stavo morendo di paura!

«Ti preeeeeeeeeegooo Pidgeeeeooot ralleeeentaaaaa!!»
Dall'altro capo del mio PokéGear attivo, sentii la voce seria del generale rimproverarmi.
«Andiamo recluta, non fartela sotto per la velocità base!»
«MA COSì MI VERRÀ UN INFAAAAARTO GEEENERAAALEE! CHE FRETTAA ABBIAAAAMO???»
«"Di vitale importanza", ricordi? Non fare la pappamolle, siete quasi arrivati.»
«Dhh--»
«Chiudi gli occhi e vedrai che sarai lì in un lampo.» intervenne Robert, divertito mentre in sottofondo sentivo una risata - probabilmente da parte del generale - soffocata.
Provai a seguire il suo suggerimento e, dopo altri dieci minuti, finalmente arrivammo a destinazione. Certo, ci vollero due minuti buoni prima che me ne accorgessi e, non appena toccai terra, barcollante, mi sdraiai sul manto erboso davanti all'ingresso della cittadina.

«Aaaah... Terra ferma! Dh... Dio, sto per sentirmi male...»
«In piedi recluta! Datti un po' di contegno.»
«S-sì...credo vomiterò un attimo e poi andrò a cercarlo... il contegno-»
«Ivai?»
Lewis sbroccò dall'altro capo del telefonino, ma poco importava: lo stomaco mi stava chiedendo pietà.
«Non ci provare! Non dobbiamo lasciare traccia del nostro passaggio!»
D'impeto mi sollevai in ginocchio, aprii il trasmettitore e gli inveii contro, lasciando entrambi leggermente stizziti dalla mia reazione.
«E LEI ALLORA DOVREBBE FARCI FARE UN CORSO DA PILOTA PER AEREI DA CACCIA! HA IDEA DI QUANTO ANDASSE VELOCE?!»
«Dh! Che... che caratterino!» ridacchiò l'assistente.
«Dammi qua! Ascolta recluta, basta cincischiare! Se succede qualcosa siamo in ascolto, ma ora muoviti.»
«Vaaa bene, va bene... che modi...»

Terminato il contatto telefonico mi ricomposi poggiando le mani ai fianchi e mi rivolsi al Pidgeot che stava bellamente sistemandosi il proprio manto piumato.
«Dannazione, per poco rimettevo la cena a causa tua.»
Di tutta risposta il pennuto emise un verso, quindi si alzò nuovamente in volo, lasciandomi lì. Da sola.
«Ecco, bravo. Scappa che sennò ti faccio arr-» mi bloccai, nella mia mente un nuovo pensiero si era fatto spazio, lasciando che sul mio viso dall'espressione arrabbiata se ne formasse una preoccupata a cui seguì il mio commento che sempre più si abbassava di voce, restando con l'aria di chi era appena stato abbandonato al proprio destino.
«Ma se il mio passaggio se n'è andato, io come farò a darmela a gambe a missione compiuta..?»
PANICO. Iniziai a farfugliare a bassa voce con un tono sempre più squillante in completa agitazione, muovendomi avanti e indietro mentre Evelyn mi seguiva con lo sguardo. Fu un suo verso, stufa di vedermi reagire così, a riportarmi alla realtà dei fatti.

«Ivaaaai, ivai!»
«Uh? ... ah! Hai ragione Evelyn! Non ho tempo per farmi prendere dal panico!»
Stavo per aggiungere qualche frase a effetto, quando ancora la mia compagna di avventure fece per indicare il mio PokéGear.
«... effettivamente potrei anche chiedere a Lewis... eheh... ottima trovata Evelyn..!» ridacchiai nervosa mentre il mio Pokémon sospirò profondamente, quindi premetti il pulsante per avviare la chiamata.

«Dimmi tutto recluta! Sei già riuscita a raggiungere Biancavilla?»
Per fortuna è Robert., pensai con un sorrisetto stampato in viso.
«Ah, ehm, no, non ancora... mi chiedevo come mai il Pidgeot del Generale fosse partito lasciandomi qui.»
«Aw... tutto qui? Tornerà a recuperarti, prima o poi.»
«P-prima o poi?»
«Ora muoviti prima che Lewis sappia il perché della comunicazione. Ciaoo.» 
Q-quest'uomo mi spaventa., pensai immobile lasciando che l'assistente dall'altro capo del telefono mettesse giù. Scossi la testa: era il momento di partire.
«In marcia Evelyn.»

Camminando in mezzo al sentiero del percorso 1 dovetti avviare la funzione di torcia all'interno del palmare, puntandolo davanti e intorno per capire se era la strada giusta, ma soprattutto per assicurarmi che nessuno mi stesse seguendo. Feci per girarmi, quando di fronte a noi sentii qualcuno parlare: sembrava essere un ragazzino che confabulava con un Rattata; Evelyn stava già per mettersi all'attacco, ma in tempo l'afferrai e spensi la torcia, restando nascosta tra un paio di cespugli.

«Ahahah! Non mi prendi!»
... perché diavolo c'è un marmocchio che gira a quest'ora di notte, solo, con un dannato sorcio?!
«Adam! Torna dentro che è tardi!»
Oh, fantastico. Ora c'è pure la madre in giro.
«Sì, arriviamo. Forza, Rate!» 
Rimasi nascosta finché non sparirono dalla mia vista, significava che dovevo essere proprio vicina alla cittadina se erano svaniti così alla svelta, no? Convinta di questo uscii allo scoperto per riprendere la strada, quando alle mie spalle sentii un peso improvviso. Pensai che fosse Evelyn, magari in vena di fare scherzi e invece...
«Eve, stai giù, almeno avvisa quando vuoi saltarmi in spalla.»
«Ivai?»
Non era lei ad aver intensificato il peso dello zaino.
«... ehm. Aspetta. Se non sei tu e Pidgey sta bellamente nella Poké ball... chi cavolo ho in spalla?»
«... rpiiiie.»
Un Caterpie? Possibile?, ipotizzai dal verso, così riposi per un attimo il palmare e portai le mani verso lo zaino, trovandolo al suo interno. Storsi il naso, quindi sbatacchiai leggermente la borsa, affermando: «Ehilà? Disturbo forse? Qui siamo in missione, non facciamo mica da taxi ai Pokémon selvatici, noi.»
«Rpiiiie...»
«Eh?!», il vermiciattolo verde si era bellamente rigirato all'interno.
Sospirai vistosamente seccata, poggiai quindi a terra lo zaino e lo tirai fuori, mostrandogli poi un'Ultra ball. Certo, mi sembrava sprecata per un Caterpie, ma piuttosto di portarmelo dietro in spalla, era meglio così.
«Se vuoi puoi venire con noi, non ho nulla da obiettare, però dovrai stare in questa sfera.»
Caterpie fissò prima la sottoscritta, poi Evelyn e infine se ne andò verso i cespugli, sparendo dalla nostra vista.

«Pfff, manco gli avessi chiesto di pagare l'affitto.» dissi ironicamente grattandomi la testa: quella sosta ci aveva portato via ulteriore tempo e non era il caso di attendere ancora.

Arrivammo finalmente di fronte a un cartello con la dicitura "Biancavilla: dove comincia il bianco.", feci una smorfia, doveva essere un gioco di parole fra bianco e viaggio, facendo un chiaro riferimento sia al nome della cittadina, sia per la presenza del laboratorio del professor Oak da cui molti allenatori iniziavano il loro viaggio.
M'inoltrai così nell'erba alta che mi avrebbe fatta accedere all'interno del posto, raggiungendo la piazzetta: su una collinetta si poteva intravedere il laboratorio, mentre in pianura vi erano tutte le varie abitazioni; doveva essere un paesino piuttosto piccolo ed effettivamente, riflettendoci su, quando la visitai la primissima volta quattro anni prima era molto differente, forse con ancora meno gente.
Con fare furtivo, nascondendomi dietro a recinti, appartamenti, siepi e affini, riuscii presto a togliermi di dosso il possibile problema con gli abitanti, raggiungendo il laboratorio.

«Ci siamo Evelyn. Ora dobbiamo essere silenziose e studiare una tattica.» sussurrai con decisione alla mia fidata compagna.

Restammo un buon quarto d'ora a studiarci tutto il perimetro dell'edificio, assicurandoci un buon posticino nascosto e finalmente, attorno alle due del mattino, attuammo il nostro piano. Dovevo evitare di farmi scoprire e certo, sarebbe stato comodo avere un Pokémon che fosse stato in grado di usare un qualche tipo di spore, ma dovevamo arrangiarci in qualche modo; guardando attraverso le finestre, avevamo persino scovato le Poké ball a disposizione che sarebbero state prese dai nuovi allenatori l'indomani.
«Si comincia. Pidgey, Eve, sapete cosa dovete fare.»
Ricevetti un assenso da parte dei due che andarono a posizionarsi come prestabilito, quindi la prima cosa che feci fu avvolgere la felpa che mi ero portata appresso durante l'inizio di quell'avventura attorno alla mano, in modo da evitare il contatto diretto coi cocci e ruppi una delle finestre al piano terra, una di quelle nella zona dell'ingresso per essere più precisi.

All'interno, nello specifico dal piano superiore, il Professor Oak sentì rompersi una finestra.
«Mhm..? Cosa... è stato?»
Come avevo immaginato, l'uomo scese al piano terra mezzo addormentato, mostrando lungo il tragitto almeno tre sbadigli.
Uscì dall'ingresso dell'edificio guardandosi attorno in cerca di un presunto colpevole, restando sorpreso nel non vedere nessuno. Portò la mano destra alla nuca, intento a grattarsi con fare assai confuso, quindi si girò verso il lato opposto a dove mi trovavo, incontrando Evelyn tutta allegra che stava giocando a rincorrersi con Pidgey: in quel momento sul suo volto si piazzò un sorriso sollevato.
«Ma tu guarda... siete stati voi a fare questo?»
Da parte mia vi fu un sorriso sornione nei confronti della sua reazione: la distrazione aveva funzionato e purtroppo, per Samuel Oak, le cose non sarebbero affatto migliorate.

Ormai è nelle nostre bandite mani, questo sciocco..!, ridacchiai parlando con me stessa, in procinto di raggiungerlo di soppiatto. Appena fui abbastanza vicina a lui, nel preciso istante in cui si piegò per accogliere Evelyn tra le sue braccia, saltai immediatamente al suo collo, avvinghiandomi come una ventosa per fargli perdere i sensi.
«MA COS--» cercò di urlare, Oak.
«Stia tranquillo.» sussurrai al suo orecchio con malizia.
«Presto finirà tutto. Sogni d'oro..!»
«C-chi sei?! C-cosa vuoi?!»
Accidenti, ancora parli? Dovrò aumentare la pressione., sbuffai silenziosamente nel vedere che ancora non desisteva dal lasciarsi abbandonare a sé stesso, annaspando in cerca di ulteriore aria.
Ringhiai e dovetti attendere almeno sei minuti per ottenere il risultato tanto desiderato, lasciando il corpo momentaneamente svenuto davanti alla finestra.
«Ottimo lavoro ragazzi. Ora pensiamo ad arraffare quelle tre Pokéball.»
Senza indugiare raggiungemmo il macchinario apposito con all'interno le sfere degli starter. Già mi stavo pregustando la soddisfazione e la possibilità di salire ulteriormente di rango nella gerarchia!
Aaaah! Basta fantasticare, festeggerò dopo!, promisi a me stessa ancora eccitata all'idea. Prima dovevo riuscire ad aprire la vetrata del macchinario, così provai a premere qualche tasto a caso, fin quando un rumore sordo seguito da una vibrazione, fece spostare i pannelli lateralmente, mostrando le tre sfere Poké senza alcuna difesa. Decisi di lanciarne una per volta per controllare che vi fossero i dovuti esserini, ricevendo conferma.
Caspita, era stata una vera bazzecola farla sotto il naso al Professore!
«Abbiamo ciò che ci occorre, ora possiamo anche rientrare.» annunciai allegra e decisa, mettendo in un sacco di tela marroncino le tre Poké ball, quando alle mie spalle sentii una voce familiare che interruppe i miei festeggiamenti.

«Ferma lì.»
Era ancora Samuel Oak che, ripresosi abbastanza in fretta, si stava reggendo sul ciglio della porta, ansimando per riprendere fiato.
«Ma guarda. Il vecchietto è fatto d'acciaio allora.»
Lui con forza si fece avanti avanzando a passo svelto, raggiungendo anche uno dei tavoli di quelli che dovevano essere degli assistenti.
«Non so chi tu sia, ma rubare non è lecito: quei Pokémon tra poche ore incontreranno i loro allenatori; senza non potranno mai iniziare il loro viaggio!»
Sbuffai divertita portando il sacchetto sulle mie spalle, con fare quindi saccente risposi un secco: «Sapesse quanto me ne frega, vecchio.»
«Non lo ripeterò un'altra volta: rimetti a posto quelle Poké ball! Non ti appartengono!»
«Mi dispiace per lei, ma ora sì!» risposi divertita, portai così di scatto la mano aperta davanti a me, invitando Eevee e Pidgey ad attaccare quello scocciatore.
«Evelyn, vai con Comete! Pidgey, usa Turbosabbia!»
Immediatamente i due dimostrarono una certa ostilità nei confronti dello studioso di Pokémon, facendolo indietreggiare e cadere, lasciandoci il via libera. Correndo nella sua direzione però, non mi accorsi che l'uomo era riuscito a sporgersi e all'ultimo afferrò il mio piede destro, facendomi finire a terra, perdendo momentaneamente dalle mani il sacchetto da cui uscirono gli oggetti principali del mio furto.
«Gh-uaaah!»
«Presa!»

Cercai di dimenarmi per riuscire a fargli mollare la presa, avendo successo solo dopo che riuscii a dargli un calcio ben assestato sull'avambraccio destro. Riportai lo sguardo sul pavimento in cerca di quelle stramaledette sfere, trovandole sotto al tavolo, accanto a Oak; una volta afferrate le riposi nuovamente nel sacchetto, quindi feci cenno ai due miei compagni di seguirmi verso l'uscita, pronti a ottenere la nostra prima vittoria.

«Ce l'abbiamo fatta! Siamo stati mitici ragazzoni! Ahah! Già mi pregusto la faccia soddisfatta del Generale e del nostro capo! Sarà fantastico, vedrete!»
«Iiivaaai!»
«Piiidg!»

Corremmo a perdifiato verso il sentiero del percorso 1 e, una volta lì allo stesso punto da cui eravamo partiti, chiamai l'assistente.
«Oh! Alla buon'ora recluta!» era Lewis, che da un primo impatto burbero passò a un modo di fare più neutrale.
«Pensavamo non ti saresti più fatta viva. Novità?»
«Ma certo Generale! Missione compiuta!»
Pochi secondi di silenzio assoluto fecero calare il freddo su quella conversazione.
«Compiuta? Sul serio?» rispose incredulo Robert.
«S-sì. Perché questa reazione? Mi avevate già data per scontata che avrei fallito?» domandai inizialmente preoccupata per poi cambiar tono, seccata.
«Non ci credo. Vengo a prenderti. Aspettami lì a Smeraldopoli.»
«Va beeene! Passo e chiudo.»
Terminai fischiettando allegramente. A quel punto avremmo dovuto semplicemente attendere l'arrivo e dimostrare di possedere effettivamente quanto richiesto.

Un'ora dopo, quando ormai erano le cinque del mattino, raggiungemmo il quartier generale: dentro all'ufficio laterale dell'assistente, il Generale e la sottoscritta restammo a fissarci.
«Sei davvero riuscita nell'impresa?», domandò sornione Robert.
«Se avevate dubbi potevate anche non assegnarmela questa missione, eh.»
A quella discussione intervenne Lewis che, senza dir nulla a riguardo, mi porse la mano.
«Poche chiacchiere. Fammi vedere un po'.»
Sbuffai: non sembrava mai soddisfatto! Gli consegnai così il sacchetto con dentro gli starter di fuoco, erba e acqua, restando in attesa che succedesse qualcosa.
Lewis e Robert rimasero senza fiato nel vedere le ambite sfere; ero emozionata e già nella mia mente si era formato un siparietto composto di complimenti e promozioni di rango. Tuttavia... appena fece per far uscire un Pokémon dalla sfera bianca e rossa, questa rimbalzò a terra, aprendosi senza mostrare alcun Pokémon: era vuota.
«C-COSA?!» ero ESTERREFATTA! Come cavolo era possibile?!
Rimasi a bocca aperta, mentre i due mi fissarono uno divertito e l'altro visibilmente adirato.
Anche la seconda: vuota; portai incredula le mani ai lati della testa, incurvandomi in avanti con gli occhi sgranati.
«N-non...»
La scena si ripetè nuovamente con l'ultima: avevo preso delle sfere vuote!
Caddi in ginocchio, non era possibile; Lewis sembrava essere furioso.
«Missione compiuta, eh recluta?»
«NON CI CREDOOOO!»

«Per fortuna non se n'è resa conto quella recluta...», affermò Oak ancora acciaccato mentre metteva un pezzo di cartone sulla vetrata rotta del laboratorio, in procinto di andare nuovamente a dormire, ridacchiando. Le sfere erano ancora a terra, sotto l'altro tavolino, rotolate nell'angolo; lui si chinò e le raccolse.
«... che anche qui c'erano delle Poké ball vuote che ho fatto cadere appositamente... eheh!»
Con fare amorevole, quasi come fosse un padre coi suoi figlioletti, le strinse a sé, quindi le riposizionò all'interno del macchinario: mancavano poche ore ormai all'incontro con nuovi allenatori. Però... nello sguardo di Samuel si era anche fatta spazio un'espressione incerta, quasi come se qualcosa in lui, nelle sue memorie, si fosse acceso d'improvviso.
Eppure... mi sembra di averla già vista, quella recluta...

-----AUTHOR'S NOTE-----
#spazioautore

Ciao a tutti ragazzi! Spero che vi stia piacendo questa storia: chiunque di noi che conosce il mondo Pokémon penso abbia desiderato almeno per una volta di far parte del Team Rocket, no? Io compresa ed è proprio per togliermi questo sfizio che ho deciso di scrivere questa storia!
Colgo l'occasione per ringraziarvi di aver deciso di continuare la lettura e spero che resterete con me ancora per molto tempo! Piccola domanda per voi: cosa pensate succederà ora alla intraprendente Pan? Ci avevate creduto che sarebbe riuscita a fargliela sotto al naso a quella vecchia volpe del Prof. Oak, o ve lo sentivate che sarebbe finita così? E voi? Come avreste agito? Fatemelo sapere qui sotto in un commento! Al prossimo capitolo, anzi... AL PROSSIMO VENERDÌ COL CAPITOLO NUOVO!
Chuu ~
Pan Rayuki VP

 

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Capitolo 4
*** Uno strano duo..! ***


Ero ancora lì, bloccata a terra con l'espressione incredula mantenendo gli occhi sgranati; Lewis mi stava fissando storto, mostrando dei denti con estremo disprezzo e disapprovazione nei miei confronti. Lasciò cadere a terra le Poké ball e sbuffò, voltandosi e dandomi le spalle.
«Non è possibile. I-io li avevo...»
«Detesto quando le reclute mi prendono in giro.»
Scossi la testa, cercai di alzarmi nuovamente e con inutile decisione cercai di dirgli quel che pensavo, ma soprattutto volevo renderlo partecipe che non lo stavo prendendo in giro, né tanto meno mi sarei mai permessa di fare una cosa simile!
«Glielo posso assicurare, Generale! Non so come sia potuto succedere!»
Lui non rispose inizialmente, con gli occhi andai a cercare quelli dell'assistente che mi stava quasi studiando meticolosamente, mantenendo uno strano e inquietante sorriso; con un cenno della mano, mi fece poi capire di andare comunque avanti, un po' per tentare di recuperare al danno e un po' probabilmente per poter soddisfare la propria curiosità personale.

«V-vede- ecco... stava andando tutto benissimo. Ero riuscita a introdurmi all'interno del laboratorio dopo aver stordito il Professor Oak all'esterno; ho trovato le sfere dei tre allenatori, ho fatto aprire i pannelli di vetro del macchinario, quindi le ho prese e infilate nel sacchetto!»
Fu allora che il generale si voltò verso di me con sguardo accigliato e braccia incrociate. Rimasi momentaneamente ferma, quasi come se un brivido di paura mi avesse paralizzata, ma un suo gesto minimo con la testa riuscì a farmi scrollare tale sensazione di dosso, così proseguii.
«... quando dovevamo tornare indietro ce lo siamo ritrovati davanti nuovamente, ma lo abbiamo atterrato con un attacco combinato con Evelyn e Pidgey: pensavo che fosse bastato per metterlo fuori gioco, così abbiamo optato per uscire direttamente dall'ingresso, ma lui ha afferrato il mio piede, facendomi cadere e... e--»
OH SANTI NUMI- ECCO DOV'È SUCCESSO TUTTO!, riflessi con l'espressione di chi aveva capito tutto: doveva essere stato in quel momento che le sfere si erano confuse con altre situate probabilmente sul tavolo!
«... e?» domandò Lewis impaziente ed evidentemente disturbato da quelle mie reazioni improvvise.
Feci per rispondere completamente nel panico: la sua faccia non prometteva nulla di buono.
«... e... e-... ecco--» balbettai, schizzando in aria nello scoppiare improvviso in una fragorosa risata da parte di Robert che, talmente divertito, prese persino a battere ripetutamente la mano sul tavolo.
«UAHAHAHAHAHAHAHAH!»
«G-GH!»
CHE DIAVOLO HA DA RIDERE, QUELLO?!, pensai d'istinto con le lacrime agli occhi per lo spavento, misto alla rabbia.
«Robert, contieniti.»
«Sì, sì Generale. » affermò lui asciugandosi una lacrima che aveva iniziato a produrre per il troppo ridacchiare, «È solo che ha fatto tutto giusto e non è riuscita a portare il compito a termine per una simile stupidaggine, hihihi!»
«Non importa.» iniziò lui, voltandosi poi nella mia direzione: «Hai fallito recluta, le scuse stanno a zero.»
«Ugh- io...» ribattei con amarezza, venendo zittita dal Generale.
«Controlla il tuo palmare. Entro domani dovresti ricevere la tua nuova missione. Vai a riposarti.»
«S-sì.», risposi delusa, lasciando il piano in direzione dell'uscita. Ero amareggiata e arrabbiata con me stessa: la mia prima missione, la mia prima importante missione era già finita in un dannato fiasco e la colpa era proprio mia. Digrignai i denti, portando la destra davanti al mio viso, stretta a pugno.
Dannazione a quel maledetto professore..!, pensai attirando l'attenzione preoccupata della mia fidata compagna di avventure che, con un balzo, mi saltò in spalla facendomi calmare dopo qualche coccola.

«Ha avuto delle ottime trovate dopotutto, non credi?»
«Sì, Robert, ma non posso riservarle di certo un trattamento speciale. D'altronde era una missione di rango superiore da dover affidare a una semplice recluta appena acquisita.», affermò con uno sguardo meno severo e un tono più rilassato. A quella sua modifica caratteriale, Robert lo stuzzicò, abbozzando un sorriso sornione.
«Oh, Lewis, ti stai ammorbidendo un po'?»
«Affatto.» Si ricompose lui, «Voglio capire cos'ha visto di tanto speciale in questa ragazza il capo.»
L'assistente ridacchiò, si stiracchiò sulla sedia e fece una piroetta su di essa, divertito; lo sguardo scaltro rivolto al soffitto lasciò sorpreso Lewis che, a bocca lievemente aperta, vi appiccicò gli occhi senza battere ciglio: seppur i due si conoscessero da anni, lui non si era affatto abituato a certi suoi atteggiamenti.
«Non ci vorrà molto alla prossima missione, Lewis..!»

Il giorno seguente uscii dall'alloggio che ci era stato assegnato nei piani inferiori del quartier generale, la notte precedente infatti avevo optato per passare a far dare una sistemata ai due Pokémon per poi buttarci successivamente a riposare come ci era stato consigliato. Nella mia mente si era andato a formare il pensiero di quanto fossi stata inetta a sottovalutare la missione, così decisi che mai più avrei fatto un simile errore.
All'esterno del casinò, dopo uno sbadiglio e una bella stiracchiata che fece scricchiolare le ossa, mi guardai intorno: dovevamo fare colazione, rilassarci un po' in attesa di un nuovo ordine. Puntammo così un bar a cui accedetti con indosso la mia solita felpa per coprire il logo dell'organizzazione criminale... in tutto quel tragitto però mi sentii quasi come se qualcuno mi stesse seguendo.
Sarà una mia semplice sensazione., pensai scrollandomi dalla testa quell'idea.
Ben presto al nostro tavolino arrivò un bel cappuccino e un piattino su cui vi era adagiata una brioche per me e un piatto fondo con del latte Mumu direttamente dalla cittadina di Olivinopoli, situata nella regione di Johto, per Evelyn. Presi così dallo zaino il suo cibo e ne versai un po' nella solita ciotola.
«Buon appetito piccoletta.»
«Ivaaai!»

Afferrai con la mancina la tazza calda piena di porosa schiuma di latte guardando alla finestra che era situata di lato al nostro tavolo con un'espressione mista tra tristezza e delusione.
«Dovrò fare di meglio questa volta.»
«Oh, non mi dire che hai fallito già una missione.» intervenne alle mie spalle una voce maschile, schernendo il mio pensiero detto ad alta voce, lasciandomi sussultare. Di fronte a me si erano palesate due reclute del mio stesso Team che avevano avuto la mia medesima idea, coprendosi a loro volta con delle felpe: chi aveva parlato sembrava essere lievemente più alto di me, aveva la pelle leggermente abbronzata, un paio di occhiali che nascondevano degli occhi scuri, una barbetta accennata e curata e dei capelli corti ai lati, quasi rasati e lasciati crescere sulla parte superiore, neri come la pece... la sua espressione era spavalda, quasi divertita; l'altro, di statura molto più piccola rispetto a entrambi, aveva a sua volta degli occhiali con una montatura molto leggera e meno prominente dell'altro ragazzo, gli occhi marroni, capelli molto corti di un castano molto chiaro rispetto al mio e un'aria più intimidita che, con la mano, mi fece un piccolo cenno per salutarmi.
Storsi il naso, mostrando freddezza e fastidio.
«Che diavolo ve ne importa?» ringhiai portando la mano destra ad appoggiarsi sulla mia guancia, mostrando un'insolita ira attraverso il profondo color castano scuro dei miei occhi.
«Tsè, tu sei l'unica del gruppo di nuove reclute che non ha portato a termine la prima missione, devi essere alquanto scarsa.»
Ero sempre più irritata da quel ragazzo che, senza alcuna preoccupazione, andò a sedersi accanto a Evelyn, di fronte a me.

«Ti ho forse dato il permesso di sederti al nostro tavolo?»
«Non ho bisogno del permesso di qualcuno di basso rango come il tuo.»
«Come osi?» ringhiai, fissandolo malissimo. A sua volta, il ragazzo più giovane si accomodò accanto a me, accennando un sorriso intimidito e quasi pregante di scusare il compagno.
«E sia. Siamo qui a proporti qualcosa che ti piacerà, visto gli scarsi risultati che hai ottenuto.» accennò con superiorità il primo, allungando successivamente la mano per afferrare la brioche; d'impulso, l'arto con impugnato il cucchiaino andò a colpire il suo, lasciandolo stizzito. Mi feci avanti verso di lui, inviperita.
«Provaci di nuovo e il cucchiaino te lo faccio ingoiare, stronzetto.»
«Che cavolo, non sai fare gruppo? Le cose si condividono, sai?»
«Non intendo far gruppo con nessuno, specie con un pallone gonfiato come te..!»
A quel punto smisi di ascoltare il ragazzo che ancora stava sventolando la sua mano rossa e dolorante, Evelyn in tutto quel trambusto si era semplicemente presa da parte il cibo, guardando in malo modo i due infiltrati. Fu in quel momento che il piccoletto intervenne, alzandosi dalla sedia.

«Insomma! La nostra proposta è di unirti a noi.»
«Non ci senti forse? Non sono interessata a unirmi a voi.»
«Potremo darci man forte tra noi per raggiungere i nostri obiettivi comuni e completare le missioni!»
Finii di bere la bevanda, lasciando che potessi riflettere sull'offerta. Scostai da davanti al viso una ciocca di capelli multicolore, mista fra il naturale castano scuro, l'arancione vivo e il blu, facendovi passare in mezzo qualche dito a seguirne i lineamenti morbidi delle onde che padroneggiavano la mia acconciatura per tutta la loro lunghezza che si concludeva appena sopra le spalle.
«...»
«Allora?»
«Quante missioni avreste portato a termine, sentiamo un po'.» accennai con noia, piegando la testa; lo sbruffone si portò appoggiato allo schienale con le braccia conserte, già lo stavo prendendo a sberle nella mia mente.
«La mia prima missione è stata quella di trovare delle pietre lunari nel Monte luna dopo aver completato la pre-missione del rubare un Pokémon di tipo volante. È stato facile.»
Capirai., riflessi d-istinto, adirata. Sapessi che difficoltà trovare un pezzo di pietra evolutiva.
Il ragazzo al mio fianco invece arrossì guardando altrove, iniziando a balbettare.
«I-io...»
Alzai un sopracciglio a quella sua reazione che lo fece cominciare a grattare la testa, nervoso.
«Lui» intervenne l'altro, «ancora non ha completato la sua prima pre-missione. Dovrò insegnargli come fare a sopravvivere come membro del Team Rocket. In questo modo, il nostro gruppo sarebbe composto da un timido, un'inetta e il più bravo di tutti, il sottoscritto.»

Sbuffai a quell'ennesima affermazione, non sapeva neanche con chi avesse a che fare, ma non potevo picchiarlo lì dentro, o fare un casino: ci tenevo a tornare nel migliore dei bar adatti al preparare caffè e cappuccini, così decisi di lasciare il posto recuperando le mie cose e andando a pagare alla cassa; i due ragazzi rimasero momentaneamente fermi al posto a guardarmi uscire, quindi accennarono fra di loro un sorriso, seguendomi poi all'esterno del locale.

«Facciamo così.»
Ancora? Non vuole mollare proprio la presa!, pensai ormai in preda all'ira, senza voltarmi.
«Ti propongo una sfida: uno contro uno e se perdi, entri nel nostro gruppo.»
«E se vinco io?»
«Ti lasciamo in pace.»
Ero adirata, ma a quanto pare non mi sarei mai sbarazzata di loro se non battendoli. Mi voltai a fissare negli occhi il mio ormai prossimo sfidante, incrociando le braccia.
«... perché ci tenete così tanto?»
«Fa parte della seconda pre-missione.»
Cosa?, riflessi stupita. Afferrai il mio palmare che iniziò a vibrare in aggiornamento con la medesima pre-missione.
«Avvio dispositivo elettronico in corso.  Numero missioni svolte: una. Portate a termine: zero. Aggiornamento dati in corso...», la mia espressione mutò in una più ferita, quasi quel maledetto arnese mi avesse voluto ricordare di fronte ad altri membri che avevo fallito.
«Aggiornamento completato. Avvio procedure pre-missione. Ricerca nell'elenco sottocategorie base in corso. Ricerca completata. Pre-missione 02: Alleanza. Descrizione pre-missione: cerca altri due membri con cui allearti. Il Team Rocket è diventata la potenza criminale più forte proprio perché la collaborazione tra reclute si è saldata, permettendo di creare legami e di vincere contro ogni difficoltà, insieme. Una volta trovato un membro, poni il palmare di fronte al loro in modo da poter essere registrati tra di voi-- bzzz!»
Quell'ultima parte sonora di un processo di collegamento elettronico mi sorprese: «Pre-missione 02 completata.»
«COSA?!» alzai gli occhi esterrefatta: mentre il mio dispositivo descriveva la missione, i due ragazzi avevano posizionato i loro di fronte, lasciando che si registrassero tra di loro, salvando i dati e mettendoci così in connessione, facendo formare un nuovo collegamento attivo nel display base.

«Ma che diavolo?!»
«Abbiamo accelerato i tempi, tanto avresti comunque perso contro me e il mio Charmander.» accennò il corvino facendo spallucce, voltato nella direzione opposta alla mia.
«Registrazione dati nuovi alleati. Codice matricola: 54308, nome recluta: Lawrence, 13 anni, compagno: Charmander. Codice matricola: 07841, nome recluta: Nick, 12 anni, compagno: Pichu. Invio dati server in corso...»
Ero nera. La rabbia annebbiò la mia lucidità che, in pochi attimi, mi portò ad assalire il ragazzo di fronte a me, atterrandolo.

«Ouch! Ma che--»
«Mi hai veramente rotto le palle adesso! E sai cosa succede a chi m'importuna così assiduamente, specie di prima mattina?! Che gli spacco le ossa!»
«Eddai, dovresti esserci grata invece!»
«Registrazione dati nuovo alleato in corso.»
«Come mai i nostri ci stanno mettendo così tanto, Lawrence?» intervenne sbalordito Nick, rimasto fermo sul posto a controllare il suo palmare; la sua domanda mi riportò coi piedi per terra e, sbuffando, mi alzai dal ragazzo, avvicinandomi al ragazzo, incuriosita.
«Che ne so..!»
«Codice matricola: 546900-1, nome recluta: Pan, 15 anni, compagna: Eevee. Invio dati server in corso...»
«Che strano.» accennò Lawrence portando la mano al mento, attirando la nostra attenzione.
«Come mai tu hai più numeri dei nostri?»
«... cosa vuoi che ne sappia io?»
«Magari erano rimasti senza numeri.», intervenne Nick.

«Oppure potrebbe essere anche un glitch del suo palmare.» 

Alle loro espressioni interrogative portai le mani dietro la testa, dando loro le spalle.
«Proverò a chiederne di più, appena vedrò il generale.» incalzai con noncuranza facendo qualche passo più in là, infine lasciai cadere le braccia lungo il corpo, amareggiata: mi avevano obbligata contro la mia volontà a far gruppo con loro e la cosa non mi piaceva, però...
Se è una cosa prevista... per ora mi accontenterò di questi due.

«Allora Pan! Siamo in gruppo ormai. Vediamo di fargli rubare un Pokémon anche a Nick?»
«Uff... dannate palle al piede.» sospirai scrutandoli svogliata, a quel punto mi feci avanti, passando in mezzo a loro.
«Diamoci una mossa, così sblocchiamo la missione principale anche per lui.»
«D-davvero?! G-grazie!»
«Non ti ci abituare però, marmocchio. Se doveste intralciare il mio avanzamento, vi mollerò a voi stessi senza troppi complimenti.» affermò con decisione Lawrence, facendo rabbrividire Nick che rispose mettendosi sull'attenti, portando persino la mano destra alla fronte in una specie di saluto militare.
«S-sissignore!»
Gli occhi del ragazzo dai capelli neri si posò su di me; con tono glaciale, risposi: «Non ti aspetterai un mio atteggiamento nei tuoi confronti spero.»
«Un "sissignore" è più che sufficiente, Pan.»
«Avrai solo un "fottiti", da parte mia.», ribattei con decisione, incamminandomi.

«Hai un Pokémon volante anche tu da rubare, no?»
«Esatto, Pan.»
«Va bene, diamoci una mossa allora.»
I ragazzi rimasero attoniti dalla mia risolutezza immediata, tant'è che dovetti richiamare la loro attenzione per iniziare il nostro viaggio insieme.

Al computer dell'assistente, intento a parlare con il suo collega e amico, arrivarono delle notifiche che mostrarono un aggiornamento sulle informazioni del palmare della loro recluta: in pochi istanti sui loro volti si piazzò un'improvvisa perplessità, lasciando perdere per qualche istante le varie scartoffie con cui stavano avendo a che fare.
«Ma come? Quei due?»
«Oh, oh. Avremo a che fare anche con quei due generali allora?»
«Già... accidenti. Pensavo che con il suo sistema d'immatricolazione si fosse cancellata per lei quella pre-missione.»
«Suvvia Lewis, non farne un dramma: sarà divertente vedere cosa combineranno insieme.»
«... ma tu non ti stanchi mai di essere così su di giri, Rob?»
«Mmmmai!» gongolò l'assistente, divertito.

-----AUTHOR'S NOTE-----
#spazioautore #news #uscite #capitoli #successivi

Ciao a tutti ragazzi! Come state? 
Un'altra settimana è passata e sono riuscita a scrivere un capitolo nuovo, nonostante le difficoltà; mi auguro che sia di vostro gradimento, anche se mi rendo conto che non sia successo molto nel corso di questo capitolo, vedrete che già dal prossimo assisterete a una bella impresa!
Ma ora ditemi un po': adesso avete ottenuto anche la descrizione di Pan, ve la immaginavate così? Cosa ne pensate invece di questi due nuovi ragazzi? Finirà bene la situazione secondo voi o combineranno solo disastri questo terzetto? Avete idea di quale possa essere la futura missione?
Fatemelo sapere qui sotto in un bel commento!
Al prossimo capitolo, se tutto andrà bene, di Mercoledì oltre che di Venerdì, in modo da compensare la mancanza di azione di questo capitolo: dipende da come andrà la visita reumatologica di oggi. Auguratemi buona fortuna: sono preoccupatissima, ma terrò comunque duro!

Chuu ~
Pan Rayuki VP

 

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Capitolo 5
*** Nuovi amici ***


C'eravamo appena addentrati nel sottopasso che collegava Azzurropoli a Zafferanopoli, principalmente per tener d'occhio se vi fosse la presenza di un qualche allenatore, ma stranamente là sotto non c'era la ben che minima traccia nemmeno di un qualche Pokémon.
«Insomma, perché diavolo dobbiamo usare questo sottopassaggio?»
«Perché non daremmo nell'occhio se dovessimo rubare il Pokémon di qualche allenatore.» risposi seccata a Lawrence che, di tutta risposta, portò le mani alla nuca, stuzzicandomi.
«Non avrai mica paura di rubare a cielo aperto, mia cara inetta...»
«Bel tentativo.», sogghignai facendogli capire che stavolta non ci sarebbe riuscito a farmi perdere facilmente la pazienza.
«Siccome dovremo istruire il piccoletto, sarebbe più opportuno fargli svolgere un'azione simile in completa sicurezza...», sospesi il tutto con tranquillità, alzando mani e spalle, aggiungendo e terminando il discorso con un velo d'ironia: «... ma se tu preferisci metterti nei casini, fa' pure: se ti sbattessero in cella, non mi farei alcun problema a lasciarti lì.»
Nick, in tutto questo, se ne stava diligentemente in silenzio, leggermente incurvato e preoccupato: sembrava quasi che stesse andando al patibolo e non me ne capacitavo minimamente di un simile comportamento; sentii la voce del corvino ribattere ancora, ma ormai non stavo prestandovi la ben che minima attenzione.

«Ehi, mi stai ascoltando sì o no?!» sbraitò Lawrence.
«Affatto.» sussurrai con apatia.
«Cos-»
«Fa' silenzio.»
«Non prendo ordini da un'inetta come te.» terminò lui incrociando le braccia, indispettito. Nick allora lo superò e si affiancò, dato che ero rimasta immobile a fissare di fronte a noi con insistenza.
«Qualcosa non va?» chiese timoroso. Scossi la testa, spostai poi la mancina sospesa a mezz'aria, di lato, mostrando uno sguardo più serio; Nick cercò di trovare il medesimo punto che stavo guardando nel fondo del sotterraneo, notando che sembrava starsi presentando qualcuno dalla rampa di scale.
«Che vi prende?» domandò spaesato il ragazzo dai capelli neri; accanto alla figura umana fu possibile assistere a un fascio di luce, proveniente da una Poké ball, che rivelò un Pokémon: un Growlithe.

Merda., pensai mordendomi il labbro, Manco l'avessimo chiamata noi.
«Ehi ragazzi.» urlò per farsi sentire. La voce era quella di una ragazza e, mano a mano che avanzava, se ne poteva riconoscere la divisa che lei e tutte le sue sorelle, cugine, parenti e affini la distinguevano: era una poliziotta, più nello specifico si trattava dell'agente Jenny di Zafferanopoli che, a quanto pareva, stava facendo un giro di perlustrazione con il suo Pokémon. Con la coda dell'occhio osservai le reazioni dei miei due gregari: Nick sembrava preoccupato mentre Lawrence quasi divertito e per di più sul piede di guerra.
Feci un piccolo passo indietro senza perdere di vista la ragazza dai capelli verde acqua che si stava avvicinando con calma, sussurrando loro: «State buoni e lasciate parlare me, altrimenti siamo fregati... e... magari chiudete meglio le felpe.»
Detto fatto, la poliziotta sembrò dire qualcosa, ma nessuno di noi vi prestò attenzione e, quando ce la ritrovammo di fronte, questa incalzò con un: «... allora?»
«Ci scusi.» risposi sorridendo, cambiando modo di fare e intonando una strana allegria.
«Stavamo andando verso il percorso otto, ma la guardia al passaggio per Zafferanopoli ci ha vietato l'accesso.»
«Davvero?», chiese questa, sorpresa. Annuii mentre i due alle mie spalle si scambiarono uno sguardo interrogativo, imitandomi solo dopo che la ragazza li ebbe guardati.
«Eh sì.» tentò di darmi manforte Nick, mostrandosi tuttavia alquanto impacciato. Prima che l'agente Jenny potesse così farsi delle domande più che lecite, cercai di recuperare la situazione.

«Diceva che se gli avessimo portato da bere ci avrebbe fatti passare, altrimenti potevamo anche sloggiare.»
«Seriamente?» corrugò la fronte a metà tra il sospetto e la sorpresa.
«Perché dovremmo mentirle? Non è colpa nostra: siamo stati obbligati a passare di qui.»
«Mhm... beh, adesso mi sentirà quello scansafatiche: altro che bibite..!» ringhiò infastidita, rossa di rabbia superandoci con il suo compagno e, prima di mettersi in marcia in direzione dell'altra uscita, si assicurò d'informarci nel fare attenzione lì sotto: dall'espressione dell'agente, dedussi che non se la sarebbe affatto passata bene la guardia di turno..!
«Ma certo, non si preoccupi. A presto.», affermai solare agitando la mano in segno di saluto e lasciando Nick e Lawrence esterrefatti.
«Pan... perché le hai detto... quella frottola?», domandò curioso il piccoletto, inclinandosi verso la sottoscritta che non diede subito risposta.
«Perché mentendo avremo più tempo a disposizione per agire: ci vorrà un po' per avere delle spiegazioni valide e convincenti da parte della guardia e l'agente Jenny di Zafferanopoli è alquanto insistente. Credetemi: ce ne siamo sbarazzati per almeno un'oretta.»
Nick e Lawrence rimasero sbalorditi da quelle mie informazioni ottenute chissà come e chissà dove, così senza attendere che il nostro tempo guadagnato andasse sprecato, decisi di avviarmi accelerando il passo per uscire da lì.

«Come mai hai certe conoscenze dell'agente Jenny?»
«Ho avuto a che fare più volte con loro.», risposi con noncuranza, accorgendomi solo una volta fuori che, detta così, quella frase poteva risultare ambigua.
«Sei già stata dentro?», chiese Lawrence con un sopracciglio alzato in un tono divertito, mutando poi in uno più imbronciato alla mia negazione.
Rimasi incerta se dire loro qualcosa riguardo al mio passato, ma lo sguardo di Evelyn che, per tutto il tempo, era rimasta accanto in silenzio, mi fece far marcia indietro, abbandonando nei mille pensieri sorti nelle menti dei ragazzi.
Non posso dir loro cose così importanti., riflessi stringendo il pugno.
Presi a stiracchiarmi togliendo la felpa che riposi nello zaino, quindi mi guardai attorno in cerca della nostra vittima: c'erano ben pochi allenatori, ma sembrava che nessuno di loro avesse con sé un tipo volante.
«Prima lezione, sei pronto Nick?»
«Prontissimo, signore!»
«Gh!»
Sussultai stizzita non appena sentii i due parlare come se fossero a scuola, tant'è che rimasi persino immobile a contemplare i loro movimenti con Lawrence che camminava con fare sapiente e l'altro che poco ci mancava prendesse appunti. Portai la mano destra aperta sul viso amareggiata e, sospirando, cercai lo sguardo complice della mia amica che aveva ricambiato la mia reazione.
Non posso credere di essere finita con due come loro..!, pensai e, dato che ci sarebbe voluto molto, presi l'iniziativa per non sprecare tempo, permettendo ai due di parlare occupandomi della ricerca della nostra vittima con un qualche Pokémon particolare... la fortuna volle che non ci mise molto a palesarsi un avicoltore, se non fosse che sembrava essere abbastanza forte. Assottigliai lo sguardo nascosta dietro la parete della struttura che portava all'ingresso del sotterraneo da cui eravamo usciti quando questo, tutto allegro, fece roteare sul suo indice una Poké ball da cui vi fuoriuscì un Murkrow.

Perfetto., pensai con malizia passando poi ad attirare l'attenzione dei due che ormai stavano parlando da dieci minuti ininterrottamente.
«Ehi.»
«Che vuoi Pan? Non devi disturbarci, non vedi che lo sto istruendo per non fallire?»
... ma che ci provo a fare?, pensai combattuta dal dovermi trattenere dal strozzarlo. 
«C'è uno con un Murkrow. È la tua occasione, Nick.»
Appena si sentì tirato in causa, il timidone divenne rosso per l'agitazione e iniziò a scuotere la testa come a rifiutarsi di agire; Lawrence, alle sue spalle, intervenne dandogli una pacca sulla schiena per incitarlo a mettere in pratica gli insegnamenti appena appresi.
«Io non credo di farcela...»
«Non vorrai restare indietro, da solo, vero?!», lo minacciò l'altro, facendogli rizzare i capelli in testa. Roteai gli occhi sospirando, quindi alla nuova sentenza dell'amico, mi aggiunsi per fargli coraggio: ero stufa di aspettare.
«Tu prova, se non ci riesci, ti daremo supporto noi per stavolta, vero Lawrence?»
«Esatto.»
«V-va... va bene.», deglutì lui avviandosi successivamente verso l'allenatore.
Nascosti dietro degli alberi che costeggiavano la via, restammo a fissare il piccoletto che, mano a mano che si faceva sempre più vicino alla preda, notava la differenza di stazza: il ragazzo pareva essere molto più grande di lui, forse doveva avere sedici o diciassette anni e la cosa sembrava seriamente intimorirlo.
«Dici che ce la farà?»
«Ne dubito...», sospirò contrariato Lawrence, mostrandomi dello stesso pensiero.

«Ehi... ehilà.», tentò un approccio diretto, Nick, sussultando nel momento in cui i due voltarono la testa verso di lui.
«Sì?», chiese pacato l'interlocutore, ignaro di chi avesse di fronte (... considerando che non aveva alcun motivo fondato per potersi effettivamente preoccupare).
«A-ah... ehm...», balbettò unendo e separando più volte le dita, nervoso.
«Sigh... è senza speranza.»
«Dagli un'occasione.», accennai cercando di sollevare il morale del mio interlocutore.
«Allora?», chiese annoiato l'allenatore con il Pokémon che lo fissava, accennando persino uno sbadiglio.
«E-ecco... è che...», ridacchiò nervosamente grattandosi la nuca, quindi infossò la testa e indicò Murkrow.
«B-bel Murkrow.»
«Mh?», l'allenatore, sempre più confuso dal suo atteggiamento, scambiò uno sguardo con il proprio Pokémon che rivolse successivamente la sua attenzione nei confronti di Nick, piegando la testa.
«Krrooow?»
«Sei proprio strano, sai?»
Storsi il naso, spostai così lo sguardo su Lawrence che intuì cosa stavo per chiedergli e mi rispose ancora con quella maledettissima arroganza che tanto avrei voluto fargli ingoiare.
«Ci penso io: osserva e impara, inetta.»
Evelyn gli ringhiò innervosita proprio com'ero anch'io, tuttavia decisi di farmi da parte per controllare come avrebbe ottenuto la sfera di quel ragazzo.

«Ehi amico!», agitò la mano per inserirsi successivamente nel discorso.
«Ma che bel Murkrow! Non ne avevo mai visto uno con un simile piumaggio tanto brillante e folto, sai? Devi volergli molto bene!»
Incurvai la bocca verso il basso: sembrava che il loro approccio fosse basato su un siparietto montato ad hoc... ma quell'allenatore che prima rimase in allerta verso il nuovo arrivato, si sciolse rapidamente, cascandoci in pieno. Probabilmente anche il fatto che le felpe nascondevano bellamente il logo sulle divise, aveva aiutato l'ignaro ragazzo a fidarsi e lasciarsi andare.
«Oh, ti ringrazio! Certo, abbiamo viaggiato a lungo insieme e il nostro legame è indissolubile, vero Murkrow?»
«Krooow!» rispose allegro sbattendo le ali qualche volta.
«Senti, mi piacerebbe fare una sfida, il mio Spearow contro il tuo Murkrow. Una bella lotta amichevole, che ne dici?»
«Sì, può andare, sei d'accordo amico mio?»
Il Pokémon annuì iniziando a spiccare il volo, quindi si spostarono in mezzo al sentiero: Lawrence fece uscire il proprio compagno dalla sfera, mostrando effettivamente il suddetto Spearow che sembrava pieno di energie e voglia di lottare.
Personalmente sospirai: tutto quel tempo perso per inscenare un combattimento mi pareva stupido, ma d'altronde non dovevo immischiarmi, no? Rimasi così appoggiata al tronco dell'albero incrociando braccia e gambe, vigilando su quella che presto si sarebbe trasformata in una sfida aerea.
In pochi istanti, Nick divenne l'arbitro e annunciò le regole: ero sempre più basita.

«Okay Spearow, vai con beccata!»
«Troppo facile, Murkrow evitalo!»
In un lampo, l'attacco di Spearow fallì miseramente, venendo recuperato a favore dell'avversario che non si perse in chiacchiere.
«Colpiscilo con attacco d'ala!»
Il colpo del Pokémon oscurità andò a segno, buttando rovinosamente a terra l'avversario. Lawrence invitò Spearow a continuare la battaglia, dimostrando una grande forza di volontà da parte del rapace.
«Non è finita ancora! Spearow usa furia!»
«Vai con doppioteam!»
Beh, quell'avicoltore non è del tutto uno sprovveduto per lo meno, ma questa sceneggiata sta durando fin troppo..., pensai poco interessata alla sfida tra i due, intanto il povero Spearow si era ritrovato fregato, ricevendo il successivo attacco da parte di Murkrow che lo mandò al tappeto, facendo perdere Lawrence.
«Spearow non è più in grado di lottare, vince Murkrow!»
«È stata una bella lotta, amico. Ma credo che dovresti allenare di più il tuo Spearow.»
«Eh sì, in realtà l'ho appena catturato, è normale che sia ancora debole.», incalzò lo sconfitto tutto allegro strofinandosi la punta del naso, quindi gli porse la mano; Nick si avvicinò a fare i complimenti all'allenatore, ricevendo nuovamente quello sguardo interrogativo da parte del volatile.
«Sì, l'importante è voler sempre mirare a migliorarsi: è il nostro motto!»
«Vieni da Johto, immagino, no?», si aggiunse Nick.
Oh, ma andiamo..! Ora ci fanno pure comunella?!, la situazione mi stava iniziando a urtare i nervi, così abbandonai il posto che avevo occupato tutto il tempo con Evelyn.

«Esatto. Vengo da Borgo Foglianova, ma ho girato per molte delle regioni. Paradossalmente mi mancava Kanto e perciò eccomi qui, eheh!»
«Ahhh! Io invece pensa che vengo da Kalos, conosci?»
«Uh, anche quella regione mi manca, non vedo l'ora di partire e visitarla!»
«Il mio nome è Leroy comunque!», mentì Lawrence porgendo la mano verso l'avicoltore che l'afferrò saldamente e sorrise, presentandosi col nome di Joss.
«E dimmi Leroy, hai mai visitato Luminopoli?»
«Ma certo, sono originario di lì. Conosco quella città come le mie tasche, ahah!», rispose sicuro e spavaldo come suo solito. I due continuarono a parlare e scambiarsi informazioni di ben poco interesse: la loro attenzione venne attirata nel momento in cui Joss, a seguito di un rumore ovattato, si bloccò quasi paralizzato, facendo sussultare i presenti.
Il Murkrow scattò sull'attenti nel momento in cui l'allenatore crollò a terra, lasciando che potessi mostrarmi ai colleghi con viso truce.
«Ma che-»
«Ci stavate mettendo decisamente troppo tempo, ragazzi.»
«Che gli hai fatto?» chiese preoccupato e sbalordito Nick; di tutta risposta scostai prima la chioma lasciandoli aleggiare nell'aria, quindi portai gli occhi verso il Murkrow che dalla rabbia prese prima a gracchiare per poi fiondarsi verso di noi; senza che dicessi nulla a Evelyn, questa usò protezione, permettendoci di annullare il colpo, in seguito afferrai la maglietta del ragazzo a terra, cercando la sfera del Pokémon... il tutto ovviamente con la mia fidata compagna che copriva dagli attacchi del volatile, lasciando a bocca aperta i due per l'intesa che c'era tra di noi. Frugai ancora un po', trovando qualche Poké ball nuova, insieme finalmente alla nostra tanto ambita sfera.
Eccola qua., pensai risoluta, alzai così lo sguardo e feci cenno alla mia Eevee di scansarsi, proiettando la sfera bianca e rossa verso il Murkrow che inaspettatamente venne richiamato all'interno di essa.
«Et voilà.», sogghignai passando l'oggetto a Nick che ne era rimasto con un'espressione allucinata.
«Ora prendi il tuo palmare, fai uscire Murkrow dalla Poké ball e scattagli una foto: un raggio rosso lo farà passare dalla nostra.»
«G-grazie..?»
Detto fatto, mantenendo quella faccia sorpresa che sembrava quasi lo stesse ossessionando, afferrò il palmare e fece ciò che gli suggerii.
«Pokémon: Murkrow. Tipo: Buio/Volante. Allenatore d'appartenenza: Joss. Processo di fidelizzazione del Pokémon terminato.»
Nick rimase spiazzato: non se lo sarebbe mai aspettato di vedere una simile tecnologia nelle proprie mani.
«Quindi ora... lui..?»
«È il tuo nuovo Pokémon in squadra. Trattalo bene.», affermai allegra.
«Oh.»
I due si fissarono, portando Murkrow a piegare la testa con la solita espressione che metteva soggezione al ragazzo, ascoltando poi in sottofondo il dispositivo che annunciava la riuscita della sua prima pre-missione.
Mi rivolsi a Lawrence che sembrava contrariato dalla mia azione, stava per aprir bocca, quando sentimmo Joss lamentarsi da terra, frastornato.
«Cosa mi è..?»
«Andiamocene.», invitai diretta, ricevendo risposta affermativa dai due. In particolare, seppur l'avicoltore non stesse capendo nulla degli eventi che lo avevano coinvolto, nel momento in cui vide Nick richiamare nella sfera il Murkrow, questo cercò di alzarsi da terra barcollante.
«E-ehi tu..! C-cosa stai facendo con... con il mio Murkrow?»
Nick non rispose, scambiai un'occhiata d'intesa con Lawrence che replicò mettendosi in posa con le mani sui fianchi, divertito.
«Il tuo Murkrow? Credo che tu stia facendo confusione, non dovresti essere in grado di riconoscere il tuo Pokémon dagli altri della stessa specie?», ridacchiò.
«Aspettate..!»
Il ragazzo corse incontro a Nick, iroso.
«Ridammi immediatamente il mio Pokémon!»
«Ehi, giù le mani!»
«Siete dei ladri!»
«Ora basta.», sentenziai seccata bloccando quel che poteva benissimo essere interpretato come un bisticcio tra bambini per il medesimo giocattolo. Joss fece per controbattere, tuttavia venne fermato da Evelyn che, alle sue spalle, lo colpì con azione senza buttarlo a terra.
«Ne ho le scatole piene adesso. Gira a largo pidocchio, o giuro che al tuo prossimo risveglio non ti sentirai più le ossa.», intimai guardandolo dall'alto in basso con superiorità, incutendo un certo timore. Questo si sentì un brivido percorrergli la schiena, ma tentò in ogni caso di controbattere; i miei occhi si assottigliarono, quasi dovessero essere un avvertimento che purtroppo lui non ebbe afferrato e, in breve tempo, il ragazzo si ritrovò per la seconda volta al suolo svenuto mentre presi a massaggiarmi la mano destra per il pugno appena sferrato nell'addome di quel noioso giovane. 
«Avviamoci prima che il baccano attiri sguardi indiscreti.»
«S-sì...», risposero increduli.

Una volta che ci fummo allontanati abbastanza dal posto,  il palmare di Nick vibrò annunciando lo sblocco della sua primissima vera missione: andare al Bosco Smeraldo per incontrare un ricercatore lungo il percorso che avrebbe portato con sé un pacchetto contenente delle pepite d'altissimo valore e che dovevano assolutamente essere consegnate al quartier generale, ovviamente sottraendogliele, visto che non era un ricercatore dell'organizzazione, bensì del museo della scienza di Plumbeopoli.
«Una bella missione complicata per uno come te, eh?», ridacchiò Lawrence mettendo a disagio Nick. Lanciai un'occhiataccia al corvino, quindi poggiai una mano sulla spalla del moro, rincuorandolo.
«Ti daremo una mano, non ti preoccupare.»
«Ti ringrazio Pan...» sorrise lui, quasi commosso e infine, si aggiunse anche Lawrence a dire la sua.
«Ora sarà meglio metterci in marcia, Bosco Smeraldo non è proprio "dietro l'angolo".»
In quel momento, il ragazzo ricevette una chiamata dal suo PokéGear, attirando la nostra curiosità: purtroppo non si sentiva chi vi fosse dall'altro capo, ma le risposte che lui, secco, stava dando, lasciavano presagire che fosse un altro generale.
«Sì? Oh, sì! Sono in attesa di un'altra missione. Come? Ah, sì! Va bene, ci vado subito!»
Io e Nick restammo lì in disparte a fissarlo quando questo, tutto contento, accennò col pollice il suo consenso per avviarsi.
«A quanto pare anche io devo andare lì per una missione.»
«Ma non mi dire.», ammiccai sorridendo.
Dovevamo trovare un modo per dirigerci verso la nostra nuova meta, ci sarebbe voluto almeno un giorno per arrivare laggiù a piedi: decisamente troppo tempo, perciò scelsi di prendere il mio dispositivo di comunicazione per richiedere una semplice domanda.
«Che succede recluta?»
Andiamo bene, il generale è già incavolato., pensai preoccupata.
«Sì, ecco... vorrei sapere se c'è la possibilità di aver un passaggio per Bosco Smeraldo. Le reclute con me hanno una nuova missione ed essendo ormai noi tre dello stesso gruppo, ho deciso di accompagnarli, ma dovremmo fare alla svelta e non siamo proprio lì... quindi-»
«Ho capito. Inviami le coordinate col palmare, così vi mando i nostri tre Pidgeot.»
«Oh, davvero? O-okay!», conclusi, colta alla sprovvista.
TIC TIC TIC...

Non appena riattaccai, iniziai a smanettare con il palmare in cerca della funzione d'invio della nostra posizione attuale, facendo attendere col fiato sospeso i due.
«E-ehm... avremmo da fare.», biascicò Lawrence lievemente spazientito.
«Guarda che se vuoi fartela a piedi fino a quasi Biancavilla nessuno ti trattiene.» sbottai infastidita dal suo dannato commento: invece di ringraziarmi per aver richiesto un passaggio, quello aveva ancora di che lamentarsi, accidenti!
In pochi minuti, sulle nostre teste iniziarono a svolazzare in cerchio dei Pidgeot: erano il nostro taxi! Beh, certo, speravo per lo meno che stavolta potessero andare piano... ma le mie preghiere non vennero affatto ascoltate e, nell'esatto momento in cui tutti e tre salimmo sopra di essi, questi spiccarono il volo a tutta velocità, squarciando l'aria come se fosse carta velina. La fortuna però volle che non fui l'unica a urlare: Nick infatti se la stava quasi facendo sotto dalla paura; Lawrence invece aveva la tipica espressione di chi saliva sulle montagne russe ricordandosi solo alla loro partenza di soffrire di vertigini. Da parte mia, aggrappata al volatile, chiusi gli occhi per tutto il resto del viaggio e solo quando il vento avesse smesso di scuotermi i capelli, li avrei riaperti, trovandoci davanti all'uscita del bosco, vicino a Plumbeopoli.

«SIA. LODATO. IL. CIELO-», affermò con affanno e sdraiandosi sul manto erboso, Nick.
«MA SONO IMPAZZITI A FARCI USARE DEI PIDGEOT COSÌ!?»
Ridacchiai a mia volta, ancora stordita, ma la mia strigliata sul modo di volare che avevano quei Pokémon al generale Lewis l'avevo già fatta e avrei dovuto farci semplicemente l'abitudine. Dopo che questi ripartirono per restare nei paraggi senza destare sospetti e che noi ci potessimo riprendere da quel movimentato passaggio, c'inoltrammo nella distesa e fitta vegetazione del Bosco Smeraldo.
Qui dentro, il più giovane si fece più vicino, incuriosito del perché Evelyn non stesse nella sua Poké ball.
«Tu metteresti mai un tuo caro amico in una sfera da portare agganciato a una cintura o nello zaino?»
Bastò quella singola domanda per far sì che sia Nick che Lawrence decidessero di far uscire i loro compagni d'avventura: Pichu e Charmander.
«Lui si chiama Rei, è il mio migliore amico.»
«Pichu pichu pi!»
«Chaaaar.»
«E il tuo Charmander, ha un nome, Lawrence?»
«Sì, Nick. Si chiama Char. La tua Eevee invece si chiama Evelyn se non ho capito male, giusto?»
Annuii permettendo a Evelyn di saltarmi in braccio per proseguire il cammino silenziosamente.
Dovevamo organizzarci per scovare quel ricercatore e restare nei pressi dell'uscita era certamente l'ideale.
«E se andassimo avanti?»
«No piccoletto, rischieremmo di farcelo scappare e di farti fallire la missione.»
«Già, dopotutto ne basta una d'inetta in questo gruppo..!» ridacchiò il corvino sfidandomi, ricevendo di tutta risposta un ennesimo ringhio da parte mia e di Eevee.
Ci piazzammo ai lati, nascosti nei cespugli, in attesa di vedere questo famigerato scienziato, ma dopo solo quindici minuti, Lawrence cominciò a perdere le staffe. Era inutile tendere un agguato con quel baccano, così optammo per separarci: il primo sarebbe infatti andato verso l'ingresso della parte sud del bosco, Nick sarebbe rimasto all'uscita e io mi sarei diretta nella parte centrale.
Cercammo di metterci in contatto tra di noi, ma in quel verde sembrava che non vi fosse proprio alcuna traccia di segnale: avremmo dovuto affidarci all'istinto.
Rei e il suo allenatore iniziarono a intavolare un ricco discorso pieno di principi e di scelte, quali anche grandi aspettative e voglia di mettersi in gioco; Char e il sapientone si ritrovarono seduti su di un grosso ceppo d'albero che dava in tre direzioni e infine Evelyn e la sottoscritta immerse nel pieno del verde.
Quasi pronti ad addormentarsi sul pezzo d'albero rimasto, Charmander e Lawrence vennero colti di sorpresa da un Weedle che si era avvicinato, probabilmente in fuga da quel che sembrava essere un ragazzino con in mano un retino, un capello di paglia sulla testa e un borsello con dentro le Poké ball.

«Mh?»
«Weeeedle!»
«Vieni subito qui, fatti catturare!», inveì il giovane pieno di determinazione, bloccandosi davanti alla recluta.
«Uh?»
«Che hai da guardare?», domandò serio e feroce con Char che gli dava manforte.
«N-nulla!»
«Allora sparisci prima che ti faccia prendere fuoco..!», minacciò mostrando Charmander sbuffare fumo dalla bocca, in procinto di caricare una presunta fiammata; il piccolo pigliamosche si diede facilmente alla fuga, lasciando così scampare il piccolo Weedle che ora lo guardava con occhi pieni di gratitudine.

«Non capisco, Evelyn.»
«Ivai?»
Ero seduta, con in spalla la mia amica, ad assicurarmi di non aver mancato eventuali missioni principali attive: nessuna novità era presente e la cosa non riuscivo a mandarla giù.
«Secondo te perché questo affare non mi sblocca nuove missioni? Persino il sistema delle pre-missioni sembra essersi momentaneamente bloccato.»
Sospirammo all'unisono, quindi ci stiracchiammo, restammo sedute a guardarci intorno e proprio nel momento in cui stavo riponendo con cura il mio palmare nello zaino, sentii qualcosa all'interno muoversi.
«Eh? Ma cosa...»
Provai ad avvicinarmelo, scoprendolo improvvisamente pesante; guardai all'interno e vi ritrovai nuovamente un Pokémon!
«Ma- ancora tu?»
«Rpiiiie...»
«Ivai..?»
Girai la testa verso Eevee: che fosse lo stesso..? Provai a scuoterlo per vederne il modo di fare: questo aprì gli occhi mezzo addormentato.
«... piiie?»
«Mi hai davvero preso per un taxi allora.», affermai esasperata.
Non avevo dubbi: era lo stesso Caterpie che avevo incontrato la notte precedente.
Afferrai una delle piccole Poké ball che poche ore prima avevo sottratto all'allenatore svenuto e l'appoggiai a fianco del vermiciattolo.
«Se vuoi l'offerta è ancora aperta, eh... mh, aspetta.», dalla tasca laterale presi un sacchetto con all'interno un contenitore di metallo che provai ad agitare per sentire quanto cibo per Pokémon avessi ancora con me.
Non credo sia tanto, ma dovrebbe bastare.
«Ecco qui, ne vuoi un po'?»
Caterpie osservò scrupolosamente il cibo che stava nella mia mano e, con sospetto, provò ad avvicinarsi per iniziare successivamente a mangiarlo.
«Visto? Non è stato traumatico, no?»
Il Pokémon baco uscì dallo zaino, mettendosi in braccio a dormire; Evelyn e io ci guardammo, abbozzando un sorriso, quindi incominciai ad accarezzarlo portando la mia attenzione sull'ambiente circostante.

FRUSH FRUSH

Dal fondo del percorso lungo il mio raggio visivo, vidi una figura correre agitandosi con in mano un grosso sacchetto rossiccio e, alle sue spalle, delle fiammate: non c'erano dubbi. Char e Lawrence avevano trovato il ricercatore!
«DANNATA RECLUTA! LASCIAMI ANDARE!»
«Non finché non mollerai il malloppo! Vai ancora con braciere, Char!»
«AAAAAAAH!»
Come un fulmine, questo ci passò davanti e, una volta superati, picchiettai su quella che doveva essere la schiena del verdognolo nuovo amico.
«Ehi, mi spiace disturbarti, ma dovremmo andare. Pensaci su all'offerta e se vuoi, ci trovi all'uscita del bosco.», annunciai dolcemente, spostandolo dal mio grembo, afferrai quindi lo zaino e partii di corsa appresso a Lawrence e al ricercatore, ormai nei pressi di Rei e Nick.
«Tana per lo scienziatino.», lo sbeffeggiò l'inseguitore; alle spalle dell'attuale possessore delle pepite invece, il piccoletto e il suo Pichu bloccavano il resto della strada.
«Due contro uno è una vigliaccata..!»
«Beh, tu sei scappato anche in un uno contro uno, quindi non è che cambi molto le sorti della tua fuga.», controbatté Lawrence.
«Aggiungi il tre contro uno.», annunciai presentandomi con Evelyn, «Siamo criminali, cosa ti aspettavi, un invito a cena?»
«Luride canaglie...», digrignò i denti, tremante. Feci cenno a Nick di farsi valere, questo prese perciò coraggio e lo puntò col dito, determinato.
«S-se... se ci darai quelle pepite senza indugiare, n-noi non ti torceremo un capello!»
«Dai, ci sta provando per lo meno.»
«Sì, è ammirevole la sua tenacia, dopotutto.», confabulammo Lawrence e io.
«Non... non vi permetterò di portarmi via la mia ultima fatica!»
«Andiamo amico. Non sarebbe comunque sprecato: il Team Rocket ne farà senz'altro un buon uso senza troppi complimenti. Cosa ve ne fareste voi del museo di scienza, dopotutto?», additò il mio compare a fianco, mostrandosi spaccone come suo solito e schernendolo di gusto. Lo scienziato digrignò ancora i denti e, seppur stesse venendo minacciato successivamente da Rei e Nick, non volle comunque buttare all'aria il tempo passato a trovare materiale per aumentare i fondi della propria struttura, così lanciò una sfera Poké mettendoci davanti un Drowzee.

«Vai Drowzee, fagliela pagare a questi maledetti criminali! Usa confusione!»
«Evelyn, protezione!»
Evelyn, per parare il colpo anche al proprio compagno Char, si posizionò dinanzi a lui, bloccando la mossa generando un campo di forza verde e blu attorno a sé che annullò l'attacco, mentre Rei purtroppo, essendo alle spalle, venne colpito.
«Forza Rei, ce la fai a continuare??»
«P-pichu pì!»
«Grande! Allora colpisci con tuonoshock!»
«Vai Char, usa braciere!»
«Evelyn, vai con comete!»
Il povero Drowzee si ritrovò fregato da ben tre direzioni, finendo presto K.O.; il nostro gruppo esultò all'unisono, quando questo fece per richiamare a sé l'esausto compagno, accorgendosi subito dopo di aver perso la presa sul sacchetto che era finito accanto. Stava per recuperarlo quando un filo di seta avvolse improvvisamente davanti ai nostri occhi il tessuto rossastro e, tirandolo a sé, scoprimmo che l'ideatore di quel trucchetto era stato proprio il Caterpie che avevo incontrato in precedenza.
«Ottimo lavoro amico mio!», esclamai allegra raggiungendo il Pokémon e afferrando il pacchetto, consentendo al Pokémon di strisciare dal braccio lungo la spalla.
«Mi dispiace per te, ma sei stato comunque utile. Il Team Rocket ti sarà riconoscente.», ammiccai con un ghigno sadico, terminando il tutto con un «... forse!» divertito, mettendoci successivamente a correre verso l'uscita del bosco e richiamando l'attenzione dei Pidgeot con un fischio prolungato.
La missione era riuscita, avevamo fatto il nostro piccolo colpaccio e Nick, che ora si ritrovava con in mano il sacco pieno di dieci belle pepite dorate, sembrava rincuorato di non aver sbagliato a prendere la decisione di entrare a far parte dell'organizzazione: un po' di fiducia ritrovata in sé stesso, l'aiuto del suo fidato amico e l'essersi unito a noi parevano fargli un buon effetto e la cosa non poteva che rendermi felice.
«Chi se lo immaginava che saresti stata in grado di renderti utile, Pan!»
«Guarda che se mi ringrazi una volta ogni tanto l'ego non ti diminuisce comunque, eh.»
«... mhm... sì, in effetti. Grazie.»
«... prego.»

Ritornammo rigorosamente allegri e soddisfatti al quartier generale di Azzurropoli, lasciando che i due Pidgeot spiccassero il volo diretti chissà dove; Nick era impaziente di dimostrare di aver portato a termine la missione e, con mio stupore, appena questo ricevette l'okay da qualche parte con il suo generale, sul mio palmare apparve un messaggio di missione principale completata.
«Missione "collaborazione" completata con successo. Invio dati al server in corso...»
«Uh?»
«Ah, allora si è sbloccata anche a te alla fine?», accennò incuriosito Lawrence, mostrandomi poco dopo la medesima missione portata a termine.
«Era la stessa che ti avevano comunicato?»
«Già, a quanto pare alcune missioni sul tuo si sbloccano a sorpresa.»
«Che strano...»
«Rpiiiiiie piiiie!», gioì Caterpie ai miei piedi, intento a giocare con la piccola Evelyn e con Char.
«Ah, giusto.», sussultai, quasi me ne stessi per dimenticare.
Afferrai dallo zaino una sfera Poké di quelle classiche, posizionandola di fronte al Pokémon.
«Visto che ci hai aiutati e che stai così bene in mezzo a noi, credo che tutti qui sarebbero felici di averti nel nostro gruppo. Che ne dici, piccoletto?»
Caterpie, senza esitazione, toccò col naso il tasto posizionato al centro della sfera, facendosi così risucchiare all'interno di essa. Era fatta: avevo un nuovo compagno di avventure!
Subito dopo, lo feci nuovamente saltar fuori, vedendo che anche Lawrence stesso lanciò una Poké ball da cui vi uscì un Weedle che, immediatamente, si strofinò contro le gambe del ragazzo.
«Vedo che entrambi abbiamo fatto spese di vermiciattoli nel bosco, quindi.»
«Pfff! Così sembra..!», ridacchiai, una volta tanto sembrava che stessimo andando d'accordo, finché quello, aprendo un occhio e incrociando le braccia, affermò con arroganza: «... ma tanto è ben noto che la mia Weedle diverrà migliore del tuo misero Caterpie.».

Nick ritornò allegro con in braccio Rei, restando paralizzato dall'imbarazzo: io e Lawrence stavamo di nuovo azzannandoci a male parole, terminando la discussione accesa con la sottoscritta che, per l'ennesima volta, gli saltò addosso intenta a spaccargli qualche osso. Il moretto sospirò, guardò il suo Pichu che era della stessa espressione e, dopo aver annunciato: «È andata bene... ma ora sarà meglio dividerli, eh eh..!», ci vennero incontro per cercare di separarci.
All'esterno del casinò intanto avevano fatto capolino alcune strane presenze, tra cui uno dall'aspetto gassoso che stavano facendo spaventare alcuni cittadini e sembravano insistere attorno alla struttura come se ne fossero attirati da essa. Che stessero cercando qualcosa... o qualcuno?

 

-----AUTHOR'S NOTE-----

#spazioautore 

Ed eccoci qua, Mercoledì e un nuovo lungo capitolo!
Perdonatemi la lunghezza, ma ve lo dovevo dopo l'ultimo capitolo e non potevo dividervelo, eheh! 
Come vi pare proceda la situazione qui dentro? Vi stanno piacendo questo ritrovato e battibeccoso (?) trio? Secondo voi... chi sarà mai la misteriosa presenza che gironzola indisturbata attorno al casinò della città?
Fatemelo sapere qui sotto in un bel commento!
Il prossimo capitolo, come promesso, arriverà di consueto al Venerdì, quindi fra due giorni!
Ho anche delle novità per quanto riguarda la situazione: la reumatologa mi sta facendo fare un sacco di ulteriori analisi, per il momento mi ha diagnosticato l'artrite per entrambi i polsi, spero presto di poter iniziare con una cura! Inoltre, ho iscritto la fan fiction a un contest di scrittura, spero possa piacere sia a loro oltre che a tutti voi che continuate a seguirmi.
Vi svelo infine una piccola chicca: appena tornerò nel pieno delle mie forze, creerò un piccolo contest creativo! Il premio? Sarà l'apparizione del vostro personaggio nella storia! Troverete l'annuncio all'interno dello spazio autore di uno dei prossimi capitoli, spero che vi piaccia questa idea! :3 (... altrimenti posso anche semplicemente offrirvi una pizza, eh!)

Chuu ~
Pan Rayuki VP

 

 

 

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Capitolo 6
*** Legami..? ***


Dopo aver fatto vedere i nostri compagni agli assistenti che si occupavano di rimetterli in forze, quella sera ci radunammo in una stanza con tre letti, adibita a nuova camera per il nostro gruppo, tuttavia ricevemmo tutti un messaggio che dal prossimo giorno saremmo dovuti star fuori per missioni più durature, quindi era d'obbligo godersi quel letto un'ultima volta e procurarsi dei sacchi a pelo con delle tende. Approfittammo dell'occasione per tenere anche gli altri Pokémon fuori dalle loro sfere: chi dormiva sulle coperte, chi sotto e chi ancora preferiva i cuscini che mi ero premurata di posizionare su un tavolo con accanto delle ciotole dell'acqua e qualche spuntino.

Il giorno dopo, con la schiena risanata e molta più voglia di fare, raggiungemmo il piano terreno da cui si poté constatare il piacevole calore dei raggi solari che, dalle finestre, filtravano, rallegrando il clima di quel periodo settembrino. Avevamo una bella lista di oggetti d'acquistare, prima della nostra partenza.
«Forza ragazzi.», incitai, «Prima facciamo spese e prima andiamo.»
«Non possiamo dormire ancora un po', vero?», ci scherzò su Nick senza ricevere risposte.
«Dai, muoviamoci allora.», terminò mettendosi lo zaino a tracolla sulla spalla con fare risolutivo, Lawrence.
Accompagnati da Evelyn, Char e Rei raggiungemmo in poco tempo l'esterno del centro commerciale, notando che vi erano pochissime persone nei dintorni e chi bazzicava i dintorni sembrava temere qualcosa da un momento all'altro.

«Oggi i cittadini si comportano in modo più strano del solito. Non trovate anche voi?»
«Già Nick... chissà che diavolo è successo.», concluse Lawrence, sospettoso. Personalmente non ci diedi troppo peso, pensai anzi di scrocchiarmi qualche osso che sentivo leggermente fuori posto, così feci di conseguenza spallucce ed entrai. Le stranezze aumentarono lì dentro, lasciandoci abbastanza confusi: i commessi in particolare sembravano essere turbati e, cavolo, non poteva di certo essere la nostra misera presenza, perciò mi feci avanti verso uno dei cassieri.
«Salve..?»
«C-come... posso... esserti u-utile, c-cara?»
«Ehm...», mi girai verso i ragazzi sollevando le spalle e assumetti un'espressione quasi smarrita. I due replicarono il gesto alzando pure le mani, non sapendo che fare, così scossi la testa e, sorridendo, chiesi: «... avrei bisogno di prendere del cibo per Pokémon e trovare delle attrezzature per campeggio.»
«S-secondo e terzo p-piano.»
«... ma che sta succedendo?»
«Non... non l'hai ancora visto?»
Feci cenno di no mentre con la mancina invitai Nick e Lawrence a farsi avanti per ascoltare.
«Sembra che Azzurropoli sia stata invasa dagli s-sp-spettri!»
«... eh?», stentai a credere alle mie orecchie: «Parla sul serio? Degli spettri?»
«S-sì! E sono ovunque! Ci hanno invasi! Ci hanno messo a soqquadro il terrazzo e il quarto piano..!»
Il cassiere sembrava seriamente spaventato, quasi potesse avere un attacco di panico da un momento all'altro; guardai i ragazzi con me e i nostri Pokémon: Nick e Pichu stavano sudando freddo, cercando comunque di non darlo a vedere, mentre Lawrence sembrò essere del mio stesso pensiero.
«Che siano dei Pokémon di tipo spettro?»
«Lo credo anche io. Teniamo gli occhi aperti: faremo le nostre spese e controlleremo la situazione.»
«D-d-dobbiamo proprio?»
«Tranquillo piccoletto, bisogna sempre aver più paura dei vivi che dei morti, dopotutto.», sorrisi per cercare di calmarlo, quindi ringraziai il commesso e andammo al secondo piano.
All'interno di questo settore potevamo procurarci tutto quel che ci sarebbe servito per il campeggio: tende, amache, sacchi a pelo, persino qualche stoviglia per cucinare!
In particolare, lasciammo quest'ultima scelta a Lawrence dato che sembrò essere l'unico, dopo un rapido dialogo, a capirci qualcosa di cucina, insieme a qualche scorta di alimenti a lunga durata, sia per noi che per i Pokémon.
Il terzo piano era dedicato a una parte di alimenti particolari per Pokémon, un altro per le evoluzioni tramite pietre e materiale per allenatori di cui ognuno di noi si premunì di pozioni, cure totali e Poké ball meno pregiate delle Ultra ball, per poter risparmiare.
Dopo una buona oretta passata tra scaffali, acquisti di zaini più spaziosi, materiale di sopravvivenza e carica batterie portatili, decidemmo che era giunto il momento di dare un'occhiata ai piani incriminati dalla presenza spiritica.

Appena salimmo le scale, notammo che le luci iniziavano a sfarfallare, come se vi fosse un cortocircuito; Char e Rei assunsero un'aria difensiva ringhiando e preparandosi ad attaccare nell'evenienza, Evelyn invece sembrava solo curiosa. Varcata la soglia del quarto piano, sentimmo nell'aria una risata profonda che sembrava straripare di malvagità, il che fece rizzare i capelli a Nick e spaventare i due loro Pokémon.
Scossi la testa e, vedendo che nemmeno Lawrence faceva alcun passo, ebbi l'impulso di addentrarmi all'interno del settore, seguita solo dopo qualche minuto dagli altri; il commesso aveva ragione: scaffali ribaltati, sporcizia sparsa sul pavimento, attrezzature messe in posizioni assurde e via dicendo dovevano aver fatto fuggire il personale.
«Ehilà?», tentai un approccio con calma, venendo però assalita da Lawrence che mi tappò la bocca.
«Ma sei impazzita?! E se poi vogliono farci del male, eh?!», sussurrò agitato, lasciandomi poi andare.
«... ma non mi dire. Hai paura anche tu?», ridacchiai divertita mentre il ragazzo dai capelli neri arrossì (non sapevo se per rabbia o imbarazzo, sembrava per entrambe, per me!).
«Si chiama buonsenso.»
«Si chiama paura.»
Andammo avanti con queste due frasi per almeno due minuti aumentando, da parte mia, sempre più l'enfasi per prenderlo in giro, fin quando all'improvviso sentimmo prima un tonfo, quindi un rotolare a terra e infine un rumore che sembrava quasi simile a qualcuno che taglia l'aria con la velocità, tipo come facevano i Pidgeot di Lewis in volo. Fatto stava che ai nostri piedi ruzzolò un rotolo di carta igienica ormai finito, lasciando una striscia di carta a quattro veli che andava verso l'ascensore, probabilmente in direzione del terrazzo.
«Vi prego, vi prego, vi prego!», implorò con voce bassa, ma dal tono acuto, Nick.
«Torniamo indietro, non voglio vedere uno spettro..!»
Sospirai.
«Non sei obbligato a venire di sopra, puoi anche aspettarmi qui.»
«Eh?»
«Ma non so se incontrerete fantasmi.», incalzai maliziosa e lievemente sadica.
«M-m-meglio stare insieme, n-no?», finse sicurezza Lawrence, facendomi ridacchiare.
«Dai.», dissi premendo il tasto di richiamo dell'ascensore. «Vedrete che non sarà così traumatico.»

Una volta che la porta si aprì sulla terrazza, dinanzi a noi si presentò uno scenario preoccupante: i tavolini erano stati ribaltati su sé stessi, le piante sradicate dai vasi con la terra sparsa su tutto il pavimento intorno, prodotti di vario genere, dall'alimentare a quello sanitario sparso ovunque, i distributori completamente bloccati e svuotati e parti delle barriere protettive della terrazza malridotte. Sembrava un vero e proprio atto di vandalismo compiuto da qualche teppista, altro che uno spettro.
«... forse è meglio andarcene.», suggerì a bassa voce Nick, ricevendo accettazione da parte di Lawrence. Personalmente non ero intenzionata ad andarmene senza scoprire chi fosse stato.
Alle spalle di quella che sembrava essere una muraglia composta con le sedie e dei teli di cellophan, s'intravidero degli esseri violacei che stavano ridacchiando.
«Chi va là?»
«Che cazzo fa--»
«Non lo so!», commentarono stizziti il corvino e il moretto, tenendosi abbracciati per la paura.
Alla mia richiesta le risate cessarono immediatamente e, finalmente, si fecero vedere quelli che erano due Haunter, due Gengar e un Gastly. Quest'ultimo in particolare sembrava non darci alcuna retta e appariva con un muso lungo. I quattro Pokémon spettro si fecero avanti con intenzione di attaccarci, ma non ero affatto intenzionata a far ciò. Alzai le mani in segno pacifico, sbalordendo gli altri, quindi mi feci più vicina a loro, cercando di rassicurarli.
«Non vi faccio nulla, non intendo cacciarvi o catturarvi.»
«...»
«Cosa ci fate qui? Di solito voi non dovreste stare a Lavandonia, nella Torre Pokémon?»
A quella mia domanda che mi consentì di abbassare le mani, i quattro volsero i loro sguardi in direzione del Gastly che ancora dava le spalle. Tentai di avvicinarmi ulteriormente, ma Haunter si piazzò in mezzo, allontanandomi. Provai in ogni caso a farmi avanti, o quanto meno di mettermi in punta per cercare di capire il motivo, ma a quel punto venni tirata a terra da uno dei Gengar, contrariato.
«Ehi-- che cavolo...», mi massaggiai la testa adirata, venendo affiancata da Evelyn e gli altri ragazzi.
Eevee allora decise di prendere l'iniziativa e di scattare in avanti, superando i Pokémon spettro e raggiungendo l'altro lato della barriera, emettendo solo alla fine un verso stizzito.
«Evelyn! Che hai trovato?!», trasalii preoccupata. La cosa che mi stupì fu che dopo a una nuova sua risposta anche i quattro Pokémon assunsero un'aria sorpresa e decisi così di approfittarne per superare quella massa di mobili accatastati alla carlona.
«Tutto bene, Evel--», non finii in tempo la frase, la voce si era come bloccata in gola così come gli occhi che, per poco, pareva potessero uscirmi dalle orbite.
«Come..?»
«Pan? Tutto bene?», domandò preoccupato Nick prendendo coraggio e facendosi avanti nel momento in cui non sentirono alcuna mia risposta.
Sorpassato l'ostacolo, il gruppo mi vide inginocchiata a terra di fronte a una foto bruciacchiata con rappresentata una famiglia composta da tre persone di cui non si vedevano bene i volti, se non una piccola parte di una bambina di 7-8 anni massimo, con capelli lunghi fin sotto le spalle, mossi e castano scuri, avente un paio di ciocche fucsia e metà di quella che doveva essere la madre con occhiali, capelli raccolti color biondo cenere e occhi azzurri, vestita con una tunica che pareva appartenere a un medico o scienziato; l'uomo accanto invece non si vedeva, si percepiva la sua presenza per via di un braccio che cingeva in un caloroso abbraccio la vita della figura materna.
«Cos'è?», si sporse a vedere meglio, sistemandosi gli occhiali, Nick.
«Com'è... possibile..?», sussurrai incredula, allungando poi la mano per afferrarla, quando il Pokémon gassoso di scatto l'agguantò con veemenza, voltandosi come se volesse attaccarmi, ma il suo sguardo, da iroso, mutò in meravigliato. Restò a bocca aperta a fissarmi, cominciando a girarmi attorno senza staccare un solo secondo gli occhi di dosso, ritornando infine al punto di partenza per guardarmi dritto negli occhi.
Da parte mia l'espressione stupita rispecchiava l'emozione mista a paura, malinconia e sofferenza che quella foto ormai rappresentava da tempo e che avevo cercato inutilmente di cancellare.
«Come fai a... ad avere questa foto?»
«Gasstly..?»
«Ivai! Ivaai!»
«... tu ci stai capendo qualcosa, Lawrence?»
«Ne so quanto te.», confabularono tra loro i due ragazzi.
Mi alzai da terra, fissando con insistenza quella foto rovinata dalle fiamme, quindi vi fu un unico pensiero che trapassò la mia mente. Un nome.
«... Cheryl?»
Anche quel Gastly fu sorpreso al sentir nominare quel nome.
Possibile? ... effettivamente... ricordo che... da piccola..!, il pensare intensamente al passato, in particolare a quando avevo circa sei, sette anni, mi fece tornare in mente che avevo incontrato più volte un Pokémon simile a lui e fu proprio in quel momento che mi ricordai, sobbalzando con tanto di piccolo salto indietro!
«... sei il Gastly di Cheryl?!»
Lui annuì, rimasi immobile.
«Cheryl?»
«Boh, non chiedere e osserva, Nick.»
«Sei... il Gastly... di mia madre?!»
Tutti quanti i presenti vennero colti alla sprovvista, quindi Gastly assunse un'aria quasi commossa, fece un altro giro attorno alla mia persona che lo guardavo meravigliata con un sorriso enorme: «M-ma! Com'è possibile? Dov'eri finito tutto questo tempo??»
«Gass gasstly gaaas!»
In quel momento, iniziai a mia volta a girare intorno a lui, seguendone i movimenti e gesticolando in preda a un misto di emozioni predominati dall'euforia. Ero felicissima!
«I-io, io ti avevo dato, chessò! Per disperso tipo! E invece ora sei qui, davanti a me! Chi cazzo se l'aspettava??», terminai quel monologo con un abbraccio verso Gastly, divertito.
«E ora che sei tornato! Ahah! Ti prometto che non ti lascerò mai, mai, maaaai più!»
«Gaaaastly!»
«Ivaaai!»
Sembrava quindi che i quattro Pokémon alle nostre spalle avessero deciso di aiutare il mio amico d'infanzia a ritrovarmi, girando in lungo e in largo e, non riuscendoci, avessero pensato di portarlo lì per cercare quantomeno di sollevarne il morale facendo degli scherzi.
Nick a quel punto si fece avanti, chiedendo di vedere la foto che mostrai cercando di recuperare un po' di contegno.
«Mhm... questa faccia... io questa donna credo di averla già vista.»
«S-sì, eheh...», iniziai a ridere nervosamente mentre Gastly riempiva la sottoscritta ed Evelyn di attenzioni, «... è possibile, ecco.»
«Mhm...», aggrottò le sopracciglia invece, toccando la montatura degli occhiali, Lawrence, senza aggiungere nulla prima che me la ridessero indietro.
Da parte mia, la misi rapidamente in tasca, acchiappando una Poké ball che mostrai a Gastly.
«Bentornato a casa e benvenuto nella squadra allora, amico mio!»
Senza indugio, il Pokémon gas entrò nella sfera, uscendo nuovamente quando rilanciai la stessa nel cielo, estasiata.
Gastly sembrava sprizzare allegria da tutti i pori e danzava attorno ai due Gengar e ai due Haunter per ringraziarli; entro pochi minuti ormai tutti i presenti avevano bellamente fatto amicizia tra loro. Dopo una buona mezz'ora i quattro Pokémon ci salutarono, allontanandosi da Azzurropoli per dirigersi verso casa, mentre noi uscimmo dal centro commerciale, ricevendo i ringraziamenti dai vari commessi e cassieri per averli liberati dai fantasmi.

«Da che parte si va allora?»
«Tu che dici, Lawrence?»
«Proviamo a ripassare per Zafferanopoli?»
«Ma sì Nick, potremmo provarci. Tanto dubito che quella guardia lavori ancora al passaggio.», conclusi divertita: il pensiero di chissà quale mirabolante discorso l'agente Jenny avesse fatto al malcapitato di turno mi fece scappare una risata.
A quel punto nei nostri tre palmari arrivò una notifica: una nuova missione principale ci aspettava.
«C-cosa?!», sobbalzò Nick completamente preso alla sprovvista.
«Mhm, niente male. Si comincia a fare sul serio quindi...», annunciò Lawrence con flebile interesse riportando il dispositivo nella tasca posteriore dei pantaloni.
«Dobbiamo rubare delle Poké ball dal centro Pokémon di Celestopoli..?», riflessi ad alta voce in un misto di emozioni, memore anche dallo spiacevole furto non riuscito al laboratorio.
Riposi a mia volta l'oggetto elettronico nel suo solito posto nello zaino, guardai quindi Evelyn e Gastly che sembravano decisi nel portare a termine la nostra missione, così annuii portando le mani strette a pugno davanti a me: era il momento esatto per potersi riscattare!
Nick probabilmente pareva essere il più contrariato dei presenti, ma per paura più che per i principi e, onestamente, ne fui sollevata: perché unirsi al Team Rocket altrimenti?!
«Forza allora!», scattò Lawrence con voce cupa, «Si va a Celestopoli!»
«Aspetta un momento!»
«Mh?»
«Che ne pensi di fare una sfida? Sai, noi due ne avremmo ancora una in sospeso...», ammiccai maliziosamente, facendo riferimento a quando, con l'inganno, mi avevano fatta aggregare al loro gruppo.
Dell'espressione quasi incisa sul suo volto, non ebbi alcun dubbio su cosa significava: Lawrence credeva di avere già la vittoria in tasca.

«Va bene, pronto Char?»
Il Pokémon fece per rispondere, ma intervenni d'impulso per impedirgli di fraintendere e alzai al cielo una sfera.
«No, no! Una sfida alla pari: il mio Caterpie contro la tua Weedle.»
Si disegnò una smorfia quasi sadica in viso del ragazzo che prese a sistemarsi gli occhiali, lasciando che la luce del sole si riflettesse sulle lenti, impedendo di vederne lo sguardo fiero: era carico. Nick intervenne con Pichu, preoccupato, con l'intento di far placare gli animi, ma ormai eravamo partiti: avremmo messo in chiaro chi dei due comandava?
«Avanti, Caterpie. Vieni fuori!»
«Tocca a te Weedle!»
«... rrrpiee?»
«Weeeedle!»
«... ehm...», ero rimasta sconcertata: mentre infatti Weedle era pronta al combattimento, il mio Caterpie sembrava spaesato se non addirittura addormentato, il che fece scoppiare in una fragorosa risata il mio avversario.
«AHAHAHAHAHAHAHAH!»
Che umiliazione..., pensai amareggiata. Pestai a terra il piede, urlando: «CATERPIE, SVEGLIA!»
Immediatamente il Pokémon balzò in aria e si preparò alla sfida, ripristinando un briciolo di dignità, sia sua che mia.
«Non sarai veramente convinta di vincere, vero?»
«Piantala di vantarti come se l'avessi già fatto!»
«Ragazzi...»
«HA! Ma come, non lo sai? Io ho già vinto! Vai Weedle, usa velenospina!»
Accidenti!
Lawrence aveva attaccato alla sprovvista e immediatamente urlai: «Presto! Contrattacca con millebave, Caterpie!», lasciando che il filo di seta tessuto dalla bocca del bruco verde andasse a rallentare l'avversario che, probabilmente, non se lo sarebbe mai aspettato, proprio come s'intuì dalla sua espressione. Con Weedle impantanata nei fili, Caterpie aveva il via libera per passare all'offensiva, ma si sa: gli allenatori imparano in fretta!
«Attaccala con azione!»
«Rrrrpiee!»
«Non cantar vittoria! Vai con millebave, Weedle!»
«Spostati!»
Il bruco ruzzolò a lato, quasi come se fosse appena rotolato fuori dal mio zaino, mostrando uno sguardo serio e concentrato, quasi rabbioso si poteva definire. Lawrence decise allora di continuare a mirare alla velocità di Caterpie che, diciamocelo, era alquanto irrisoria e, in pochi minuti di lotta i nostri Pokémon si ritrovarono entrambi bloccati dietro a fili e fili di seta.
Nick sembrava incuriosito a mille e il suo Rei non era da meno: la nostra lotta alla pari li stava entusiasmando talmente tanto che, nuovamente, il moro riprese a prendere appunti.
«Tutto bene, Caterpie?»
«Forza Weedle, dimostriamo loro quanto sei forte!»

Di tutta risposta dai due interpellati arrivò un verso convinto, quindi si fissarono tra loro con una determinazione fuori dal comune: non ci volle molto che infatti entrambi, chi con le antenne e chi con l'aculeo sulla propria testolina, si liberassero dalle fila, caricassero nei confronti di l'un l'altra... e fu proprio in quel momento che i due s'illuminarono, brillando come se fossero stati esposti a una di quelle sfere stroboscopiche presenti nei locali notturni che creavano effetti a seconda delle modalità in cui le luci si riflettevano su di esse.
«Cosa..?», fissai a bocca aperta la scena.
«Di già..?», chiese invece retoricamente l'avversario con la medesima emozione in corpo.

Finita l'evoluzione, con tanto del giovane Nick meravigliato, di fronte a noi rispettivamente si erano mostrati un Metapod e una Kakuna.

Si sono già evoluti?, pensammo all'unisono Lawrence e io. Nick ci corse incontro saltando stupito ed esuberante per poi osservare i loro due nuovi aspetti.
«Un Metapod e una Kakuna! Non ci credo!», urlò in preda all'euforia per poi dimostrare effettivamente il perché vero e proprio della sua stramba reazione.
«Non avevo mai assistito a un'evoluzione in diretta! Che cosa magnifica!»
Portai la mancina alla testa, grattandomi in segno d'incertezza, quindi mi rivolsi a Lawrence: il mio vero obiettivo era testare le capacità di Caterpie e addirittura questo si era evoluto. Non c'erano dubbi: avevo fatto bene ad accogliere quel piccoletto in squadra.
Ritirai il Pokémon dalla lotta, scoprendo in completo accordo il ragazzo dai capelli corvini.
«È andata bene.»
«M-mh.», affermai tacitamente, facendogli gesto con il capo, a quel punto non restava che rimettersi in marcia verso il centro Pokémon!

Raggiunta finalmente Celestopoli fra una battuta e una frecciatina, ci accorgemmo che la sicurezza era improvvisamente aumentata senza che vi fosse un apparente motivo. Circa.
Cercammo l'edificio designato e ne guardammo la zona perimetrale in cerca di un qualche ingresso indiretto, scovando un accesso in prossimità del retro, ma avevamo anche a che fare con le guardie e i Growlithe degli stessi: sarebbe stato pericoloso agire di giorno, così optammo per uscire dalla zona controllata e iniziammo a organizzare un piano di attacco...
«Tutto pronto? È chiaro come dobbiamo agire?», affermò Lawrence dopo una buona decina di minuti passati a spiegare il suo piano.
«Cristallino.», rispose sicuro di sé Nick.
«Questo piano farà acqua da tutte le parti.», risposi con leggera disapprovazione.
«Ah sì, è così saputella?»
«... già. E lo sai anche tu che ci sono dei buchi che ci fregherebbero fin troppo facilmente.», ribattei con un leggero tono di arroganza, come aveva mostrato più volte anche lui. Questo scosse la testa scegliendo in seguito un posto in cui accamparci nell'attesa della notte, nei pressi della zona erbosa situata subito in basso a sinistra del percorso quattro.
Una volta preparato il tutto, riprendemmo a discutere delle migliorie per puntare alla riuscita del piano, indicando ogni minimo dettaglio.
«Secondo me potremmo fare anche così... e così poi, per arginare la falla di questo punto... e infine...»

«Ohhh! Mi sembra un buon piano.», sentenziò soddisfatto il morettino, ma anche stavolta Lawrence non sembrava minimamente convinto delle nostre scelte, impuntandosi sulla sua idea.
«... fidati di me, così è perfetto.», borbottai riuscendo a convincerlo e, appena calò la notte, nel momento in cui le guardie si allontanarono dal centro Pokémon ci avvicinammo e buttammo giù una grata all'esterno in modo da poter penetrare all'interno, lasciando che fosse Gastly a procedere davanti, in modo da non essere visti subito.
Appena la grata fu recuperata e riposizionata nel modo corretto, si sentirono dei rumori e delle voci ricollegabili a dei poliziotti e dei Pokémon dell'unità cinofila che avevano appena sostituito i colleghi precedenti.
Che avessero già fiutato la nostra presenza o meno, poco c'importava: ormai eravamo già dentro e non ce ne saremmo andati a mani vuote..!
 

-----AUTHOR'S NOTE-----

#spazioautore  

Ciao ragazzi! Scusate il ritardo del post in questa piattaforma del nuovo capitolo, ma l'esame medico mi ha obbligata ad alzarmi prima del previsto - fortuna vuole che avevo già scritto una buona parte del testo Mercoledì sera e Giovedì mattina! -, inoltre la stanchezza torna a farsi sentire e non avevo avuto occasione di fare il tutto dal pc. In ogni caso ci tenevo a mostrarvi questo capitolo il prima possibile perché finalmente si può dire di aver inculcato qualche idea e curiosità che voi lettori già vi state facendo commentando nel box sottostante. I dubbi aumenteranno, ma saranno chiariti, non temete e vedrete!

Che dirvi di più?
Lasciatemi le vostre impressioni sul capitolo nei commenti, mi raccomando!
Ci si vede come sempre Venerdì prossimo!

Chuu ~
- Pan Rayuki VP

 

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Capitolo 7
*** Non voglio fallire! ***


«Avanti, muoviti pelandrona..!»
«Fa' silenzio dannazione, o ci farai scoprire..!»
«Sono troppo giovane per finire in cella..!»
«Non ci finirai Nick, ma dovete far silenzio!»
«Sei tu quella che parla e rallenta il piano d'azione!»
«Scusami tanto se non voglio che ci scoprano. La prossima volta vai avanti tu col tuo piano di carica al forte...»

Eravamo lì, intenti a bisticciare a bassa voce all'interno del passaggio di ventilazione, strisciando tra un cunicolo e l'altro. Il motivo? Mi ero bloccata dopo aver sentito delle voci in lontananza e avevo optato per restare ferma in silenzio, cosa che invece Lawrence e Nick non avevano minimamente pensato di fare, dato che in principio l'idea del ragazzo era quella di penetrare nel centro Pokémon e prendere possesso del posto con la forza che - ovviamente - ancora non avevamo a nostra disposizione.
«Detesto i deboli... sempre a fare tutto di nascosto...»
«Nessuno ti ha obbligato a unirti a noi. Ah, giusto. Voi due sì, l'avete fatto..!», ringhiai a quell'ennesima lamentela, sentendo Evelyn, Gastly, Char e Rei sospirare, insieme a Nick.
A quel punto calò il silenzio e le luci nel passaggio stesso calarono di più, quasi come se all'esterno avessero finalmente spento le luci: botta di fortuna migliore di quella non potevamo avere!
«Sembra che abbiano spento le luci. Nick?»
«S-sì?», sobbalzò.
«Rei è in grado d'illuminarci la via?»
«Può farlo benissimo anche Char.», brontolò Lawrence fissandomi in malo modo, ma appena incrociò il mio sguardo, questo capì e fece cenno a Nick di rispondere. Gli occhi del ragazzo s'illuminarono e, sorridente per essere stato preso in considerazione, annuì.
«Ehi, Rei. Usa flash e indicaci la strada.»
«Alla prima grata fermati, mi raccomando: non possiamo sbagliare.»
«Pichu pi-chu!», assecondò alla nostra richiesta il piccolo topo elettrico, quindi iniziammo nuovamente a muoverci, strisciando.
Appena incappammo in una grata, guardai Gastly che capì immediatamente cosa doveva fare senza che gli dicessi nulla: in men che non si dica oltrepassò il cunicolo per fare un'ispezione della stanza. Bingo.
Ritornò poco dopo di fronte al separatore in metallo, ridacchiando.
«È la nostra fermata?», chiese Nick dalla retrovia.
«Sembrerebbe di sì...», rispose Lawrence con un tono quasi retorico.
«Ci sono dei sensori di controllo?», domandai al Pokémon gas che, facendo delle piroette divertito, negò.
«Ma dove credi di essere, in un bunker pieno di soldi..?!», azzannò alterato il corvino; con calma e risolutezza, senza nemmeno rivolgergli lo sguardo, risposi: «Visto come sono aumentate le guardie di giorno, non mi stupirebbe se avessero aggiunto dei mezzi di sicurezza nuovi in studio nella Silph SpA.»
«... ma tu che ne sai..?», domandò confuso con l'espressione mista alla rabbia, proprio nel preciso istante in cui diedi un colpetto ai punti in cui vi erano inserite le viti nell'oggetto metallico, per farlo venir via, recuperato da Gastly con psichico che posò successivamente a terra. A quel punto, sporgendomi in avanti per osservare dei punti d'appoggio per i piedi, dissi: «Ne so molto più di te, se proprio vuoi saperlo.»

Una volta che tutti e tre fummo a terra, chiesi a Nick di far ripetere a Rei la mossa, in modo da poterci orientare meglio. Eravamo nella stanza dove le Poké ball contenente i Pokémon di svariati allenatori erano conservate in attesa di guarire. Nella cartella davanti a ognuna di esse vi era descritto il nome dell'allenatore e del tipo di Pokémon.
Senza attendere troppo tempo, cominciammo a contare le sfere che quella dispensa conteneva, in modo da saggiare ponderatamente la nostra scelta, non potendo trascinarci appresso un quantitativo enorme di sfere. La situazione calma, di riflessione, portò anche i due miei compagni a farsi domande in merito a quanto avessi detto in principio.
«Senti un po'... tu che ne sai della Silph SpA?», indagò Lawrence.
«Da quanto ne so, in quell'industria non producono sistemi di sicurezza.»
«Diciamo che è così, Nick, ma alcuni loro progetti non sono noti nemmeno a chi lavora all'interno e so che in cantiere avevano un prototipo legato all'aumento della sicurezza degli edifici.», conclusi quel discorso con noncuranza, accorgendomi solo quando alzai lo sguardo nella loro direzione di aver nuovamente parlato troppo. Lawrence mi fissava quasi come se fossi un'infiltrata speciale, squadrandomi da cima a fondo, rabbioso; Nick aveva semplicemente piegato la testa, come se non avesse ben chiaro il senso delle mie parole.
«Cosa ci stai nascondendo, eh?», s'inclinò verso di me il primo, facendomi assumere un aspetto quasi agitato con le mani poste in avanti.
«N-Nulla...», incalzai inizialmente nell'intento di recuperare il mio tono pacato e misterioso, «... nulla che vi possa effettivamente interessare, già.» terminando con un ripristino della normale posa eretta: avevamo appena finito la conta e dovevamo tirare le somme prima che potessero beccarci.
«Tornando alla missione, quante ne avete contate?»
«Mhm... di qua sono ventidue.», esordì pensieroso Nick, guardandosi intorno e additando il punto che gli era stato assegnato.
«Però almeno una decina sono Rattata, non so quanto possiamo farci con quelli.»
«Immagino di no, di qua ce ne sono quindici, ma tre quarti delle sfere contengono Rattata e qualche Pidgey.»
«Okay... di qua invece sono tredici, di tipo differente per fortuna. Perfetto. Vediamo quante ne riusciamo a prendere a testa.»
«Dobbiamo lasciar perdere i Rattata?», chiese Nick, incerto sul da farsi.
«Prendine giusto un paio: magari servono per nuove reclute.», si aggiunse a rispondere l'altro.

Con l'aiuto di Gastly, Evelyn e Char a fare il palo, riuscimmo a farci una scorpacciata di Pokémon, in tutto avevamo raccattato due Rattata, un Raticate, un Wartortle, due Fearow, due Pidgey, un Meowth, un Clefable, due Cubone, un Rhyhorn, un Vulpix, un Nidorino, una Nidorina, un Venomoth, un Jigglypuff e due Abra per un totale di venti Poké ball che saremmo stati in grado di dividerci tra noi per trasportarle con facilità all'interno dei sacchetti, nascosti nei nostri zaini.
Proprio quando avevamo finito di passarceli, i nostri pali iniziarono a ringhiare per attirare la nostra attenzione.
«Cosa succede?», domandò Nick mentre feci cenno a Evelyn e Gastly di venir via da lì, seguiti anche da Rei e Char, nascondendoci tutti quanti nelle parti più buie della sala.
«State nascosti e in silenzio, altrimenti ci troveranno.», sussurrò Lawrence con fare da leader, avvicinando a sé Charmander nell'oscurità per occultarne quanto possibile la fiamma sulla coda: lo si poteva benissimo intuire dal tono di voce che avrebbe voluto dare addosso a un eventuale intruso...
Dall'altra parte della porta delle voci iniziarono a farsi sempre più vicine e nitide, dimostrando essere una banale guardia accompagnata dal compagno Growlithe e un'infermiera Joy, responsabile del centro Pokémon di Celestopoli. Se fossero entrati, avrebbero certamente dato l'allarme notando la mancanza delle sfere, così mi rivolsi a Gastly.

«Ehi Gas, tu conosci la mossa ipnosi, giusto?», lui annuì. 
Perfetto..!
Sul mio volto si era disegnato un sorrisetto compiaciuto perché ora sapevo di poter mettere in moto un nuovo piano: lanciai la Poké ball di Metapod davanti alla porta, facendovi poi ruzzolare accanto la stessa, quindi mi alzai dal posto facendo cenno a Evelyn di aspettarmi lì, attirando le attenzioni dei miei due compagni.
«Cosa stai facendo?!», sbraitò sottovoce il corvino, mentre il moro se la stava già facendo sotto con mille scongiuri. Feci loro l'occhiolino in segno di complicità, ma l'interlocutore sembrava non accettare quell'azione da parte mia. 
«Hai intenzione di farci fallire questa missione a un passo dalla vittoria?!»
«Fa' silenzio e osserva, malfidato..!», ribattei adirata, nascondendomi alle spalle dell'apertura della porta insieme a Gastly.
Cos'ha intenzione di fare?! Se dovessimo fallire per causa sua..!, pensò attonito Lawrence digrignando i denti.
La porta si spalancò, illuminando una parte della stanza grazie alle luce emessa dal corridoio e dalla torcia in dotazione alla guardia che era accompagnata dalla giovane infermiera. I due rimasero sorpresi ritrovandosi di fronte a Metapod che ciondolava vicino alla Poké ball.
«Ecco cos'era quel rumore.», esordì rallegrata Joy, accedendo alla stanza per prendere tra le braccia il Pokémon bozzolo mentre il ragazzo restò sul ciglio della porta.
«Probabilmente si è mosso troppo ed è caduto a terra.», ridacchiò lei dirigendosi verso il punto in cui sarebbe dovuta mancare la Poké ball. In quel medesimo istante il Growlithe della guardia iniziò a ringhiare in direzione di uno degli scaffali dov'era nascosto Nick che, per l'agitazione, dovette portare le mani alla bocca per non emettere suoni.
«Mh... le dispiace se diamo un'occhiata per sicurezza? Growlithe non è totalmente convinta.»
La ragazza acconsentì alle gentilezze e premure del giovane con la torcia, quando sobbalzò.
«Certament- ma cosa..?», accennò confusa: la mano con cui stava cercando il punto in cui doveva esservi l'assenza di una sfera, ne tastò una, scoprendo che il Metapod che aveva in braccio non doveva essere lo stesso.
Ci siamo..!, sogghignai in attesa del momento propizio con accanto Gastly.
«Tutto bene?»
«Non capisco... la sfera di questo Metapod è ancora al suo posto.»
«... non è che magari non era lì inizialmente?»
«No, ne sono sicura: in questo Centro in cura c'è solo un Metapod di un pigliamosche. Ma la sua Poké ball è qui... di chi sar-»
Era il segnale: appena la guardia fece un altro passo mettendosi in linea d'aria con la porta, feci forza per farlo sbattere contro la stessa e stordirlo, saltandogli in seguito addosso non appena questo riprovò a entrare nella stanza.

«Preso!»
«UAAH!»
«GRRRR!»
MALEDIZIONE! CI FARÀ SALTARE TUTTO, NON VOGLIO FALLIRE A CAUSA SUA!, riflesse rabbioso, quasi potesse scoppiare, Lawrence, stringendo i pugni a tal punto da far sbiancare le nocche.
«Ma che sta succedendo?!», urlò spaventata l'infermiera. Il Growlithe stava per caricare, così sorrisi e urlai ai miei amici Pokémon di attaccare.
«METAPOD BLOCCA QUESTI DUE CON MILLEBAVE! GASTLY, USA IPNOSI!»
«Ma- il Team Rocket?!», domandò stordito il ragazzo in divisa, quindi continuò incitando la fedele compagna ad attaccare.
«G-Growlithe vai con braciere, presto!»
A bloccare il Pokémon della guardia intervenne però Charmander che, alle sue spalle, lo colpì con graffio, insieme a tuononda di Pichu.
Gastly procedette perciò a utilizzare ipnosi sull'infermiera e l'agente, facendoli crollare addormentati.
«TI RENDI CONTO?! EH?!»
«Mh?»
«Ci avresti fatto DAVVERO fallire?! Sul serio?!», urlò esasperato dall'ira il corvino, seguito da Nick che cercò di calmarlo.
«Non te la prendere Lawrence! Ce l'abbiamo fatta, dopotutto.»
«Esatto.», risposi iniziando a frugare nelle tasche dell'agente, dormiente, in cerca della sfera del Growlithe, svenuto anch'esso davanti a noi.
«Dopotutto, speravo che vi sareste aggiunti all'assalto, una volta visto il mio primo attacco, altrimenti avrei dovuto fare intervenire Evelyn. Grazie dell'aiuto.»
«A-aiuto?! Noi ti abbiamo parato il culo, con la tua inesperienza e inettitudine avresti potuto far saltare tutto il piano!»
«Il piano?», lo fulminai con lo sguardo, facendolo sussultare, «Alludi quello di rientrare nella grata senza farci beccare?», ammiccai quindi ridendo, assumendo un modo di fare sinistro e inquietante, «Quel piano ci avrebbe condotti in bocca alla seconda guardia all'esterno, una ragazza per di più: un'agente Jenny. E non avremmo comunque fatto in tempo a risalire nel condotto: dovevamo cambiare piano, ma tu non eri d'accordo, Lawrence... così ho improvvisato e, per mia fortuna, vi siete aggregati. Missione riuscita: non hanno dato l'allarme e ora...», trovai finalmente la Poké ball in cui feci rientrare il Growlithe, «... abbiamo pure un Pokémon poliziotto che ci tornerà estremamente utile.»
«Tu...», ringhiò iroso; da parte mia ci fu un semplice sbuffo.
«Ora..? Usciamo dalla porta principale?»
«No, Nick, passeremo dal retro, appena la guardia di ronda supererà l'angolo.», sorrisi con risolutezza e tranquillità, afferrando le chiavi che avrebbero aperto la porta secondaria, dalla ragazza dai capelli rosa.
Non fu molto difficile abbandonare il centro medico per Pokémon: appena infatti l'agente Jenny si avviò verso l'angolo lasciando il via libera, ci defilammo in pochi istanti, raggiungendo così il percorso quattro in cui ci eravamo accampati.
L'avevamo fatta franca e con la bellezza di venti Pokémon! I nostri tre palmari risuonarono all'unisono con la frase "missione completata", ricevendo da parte dei nostri tre generali una chiamata sui nostri PokéGear.

«Ottimo lavoro, recluta! Ti sei rifatta del fallimento sul furto precedente.»
«Ugh...»
Perché diamine deve ricordarmelo?, pensai amareggiata, ricevendo ulteriori indicazioni da Robert che mi fece saltare in aria, attirando lo sguardo dei due ragazzi, intenti a loro volta a parlare al telefonino.
«Ehiii, Pan!»
«DH!»
«Ho visto che avete superato la nuova missione, eh? Complimenti! Sarà stato divertente, eh?»
«S-sì, è stata una bella... rivincita, eheh..!», affermai nervosamente.
«Senti! Dovete riuscire a portarci il malloppo! Così i generali nuovi si presenteranno a voi altri.»
«Okay, provvediamo a partire.»
«Traaanquilla! Abbiamo già mandato in volo per Celestopoli il Pidgeot del generale.»

Sussultai: come mai solo uno?
Scossi la testa in silenzio, convinta che vi fosse per forza di cose un motivo che, puntualmente, mi sarebbe stato spiegato solo una volta che avrei chiuso il collegamento.
«Va bene, allora ci vediamo lì tra poco.»
«Ti aspettiamoo.», cantilenò Robert tutto allegro, aggiungendovi uno sbuffo da parte del generale che concluse la chiamata.
Mi stiracchiai voltandomi in direzione dei due ragazzi che avevano appena finito di armeggiare coi palmari; confusa, mi avvicinai chiedendo cosa stessero facendo.
«Stiamo inviando le coordinate di posizione: a breve verrà a prenderci il Pokémon dei nostri superiori.»
Ecco perché mi mandano solo Pidgeot: probabilmente si sono accordati tra loro per recuperarci ognuno per sé., pensai inizialmente, quando sentii Lawrence dire a Nick delle parole che mi lasciarono basita.
«Non ti preoccupare, ho inviato tutto io. Sta già arrivando.»
«Ah, okay, Lawrence. Ti ringrazio.»

«Dovere.»
Piegai la testa, quindi osservai Gastly ed Evelyn.
«Non ti passano a prendere, Nick?»
«S-sì.», rise nervoso, quasi temesse la mia reazione.
«La mia superiore ha deciso di dargli un passaggio.», concluse seccato Lawrence, tagliando corto.
«Ah... okay. A me tocca un altro viaggi con Pidgeot.», risposi con le mani incrociate dietro la testa, senza rendermi conto di quanto improvvisamente ce l'avesse con me il ragazzo dai capelli scuri. Pochi istanti dopo, alle spalle di Nick e Rei sbucò un Hypno con al collo una catenella che fece prendere uno spavento a dir poco assurdo al poverino.
«AAAAAAAAAAAAAAAARGH!»
«Ecco il nostro passaggio.», affermò Lawrence apatico, sistemandosi gli occhiali. Portò la mano destra appoggiata al Pokémon psico mentre con l'altra libera prese quella di Char, invitando Nick a fare altrettanto una volta che si fosse ripreso e infine rivolsero lo sguardo in mia direzione: il primo con un atteggiamento superiore, ma non com'era solito fare da quel poco tempo insieme, era proprio uno di quelli spietati, che ti trapassano, quasi volesse ucciderti sul posto, mentre Nick addirittura accennò un saluto con la mano.
«Ci vediamo al quartier generale, Pa-»

 

WOOOOSH

«M-ma?!», rimasi sbigottita: non avevano atteso nemmeno che il Pidgeot arrivasse.
Sospirai, ringhiando un: «Villani... scommetto che quel Pokémon appartiene al generale di Lawrence.», quindi mi sedetti su un muretto in attesa di avvistare il volatile.
Visto che l'attesa si stava improvvisamente prolungando, feci uscire allo scoperto anche Pidgey e Metapod per poter radunare il mio team e complimentarmi con loro per il magnifico lavoro svolto.
«Evelyn, Gastly, Pidgey e Metapod. Questa è stata solo la prima missione di furto. Di sicuro ne verranno tante altre in futuro e spero di poter sempre contare sul vostro appoggio.», incalzai sorridente, lodandone i pregi di ognuno per caricarli.
«Le imprese diverranno certamente sempre più difficili e intricate, ma voglio che sappiate che farò del mio meglio per far uscire ogni vostro potenziale e per uscirne vincitori, insieme. Nessuno verrà mai lasciato indietro, ve lo prometto... e insieme... scaleremo il successo nella gerarchia del Team Rocket fino a raggiungere i livelli più alti!»
Durante il discorso, dopo un abbraccio caloroso, mi ero alzata sul muretto, puntando la mano verso l'alto, stretta a pugno, terminando il tutto con un particolare scintillio negli occhi.
«Al suono dei nostri nomi... le organizzazioni di polizia locali, regionali e persino federali tremeranno! E soprattutto...», sogghignai, dimostrando un astio ancor più impetuoso e dirompente per le parole successive, incupendovi l'ultima parte, sadica: «... quegli stupidi dei Pokémon Ranger di qualsiasi regione... ne saranno terrorizzati. Sì, voi soprattutto... me la pagherete tutti. È una promessa!», conclusi infine, scoppiando in una risata di sfogo.

 

Dopo ancora una mezz'ora, sdraiati nel bel mezzo dell'erba tutti quanti, finalmente venimmo svegliati dal rumore del Pidgeot di Lewis che alzò il vento non appena planò accanto a noi.
«Era ora.», accennai sorridente, alzandomi e recuperando i miei tre Pokémon che feci rientrare nella sfera, lasciando che Evelyn mi saltasse in spalla, in direzione del quartier generale.
Cosa ci avrebbe atteso una volta là, non lo sapevo... ma ero decisa a proseguire il mio nuovo sogno, piena di aspettative, speranze e... vendetta!

 

 

-----AUTHOR'S NOTE-----
#spazioautore

Ciao a tutti ragazzi!
Anche stavolta ce l'ho fatta per poco!
Un capitolo più corto (in realtà con il numero che avevo stabilito tra un capitolo e l'altro-- nda), ma solo perché ho deciso che l'altra parte, che doveva esserci in questo, avrà un capitolo tutto dedicato e scoprirete di cosa tratterà solo leggendolo Martedì prossimo, eheh!

Passiamo alle nostre solite domande: ve l'aspettavate da quel che avete letto finora della reazione di Pan e di Lawrence? Avete qualche piccola Ship che frulla già nelle vostre testoline? Vi siete mai chiesti perché il cielo è azzurro? E soprattutto... ultrasole o ultraluna?! Credo dovrò aspettare ancora un po' per prendere la copia di ultraluna-- comunque! 
Come sempre, se avete domande e/o curiosità, fatemelo sapere qui sotto in un commento! 
Noi ci rivediamo al prossimo capitolo Martedì, insieme al solito del Venerdì! Non mancate!

Chuu ~
Pan Rayuki VP

 

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Capitolo 8
*** Le nuove leve ***


Il sole risplendeva e riscaldava l'aria sulla pacata e tranquilla cittadina da dove migliaia di allenatori partivano per un lungo e decisivo viaggio che ne forgiava il carattere e permetteva la realizzazione dei loro sogni: Biancavilla.
Tre ragazzini, da tre differenti cittadine della regione di Kanto, stavano per mettere piede nel laboratorio del professor Oak che, un po' acciaccato, li accolse con un sorriso.
«Benvenuti ragazzi, oggi per voi inizia una nuova avventura. Immagino ne sarete entusiasti.»
«Ci può scommettere professore!», esultò il primo dei tre con un berretto bianco in testa che copriva la maggior parte dei capelli neri sbarazzini e probabilmente alquanto scompigliati là sotto; aveva gli occhi verdi e indossava una maglietta bianca con sopra un gilet rosso, un paio di blu jeans e delle scarpe da ginnastica rosse e nere.
«Quanta foga!», ridacchiò mentre si massaggiava la schiena. Dai suoi dati, se non ricordava male, il ragazzino si chiamava...
«Sei Zeno, giusto?»
«Precisamente! Lo tenga a mente perché il ragazzo di Azzurropoli farà tabula rasa di qualsiasi criminale per tutta Kanto, ahahahah!»
Sembrava molto convincente, se non fosse che subito alle sue spalle una risatina divertita femminile si fece spazio, attirando le attenzioni del professore e di Zeno stesso.
«Hihihihi! Prima dovresti iniziare ad allenarti seriamente, sei molto gracilino per affrontare un qualsiasi criminale. O persona in generale..!», lo punzecchiò lei.
«Come ti permetti, Sharon!», ribatté lui imbufalito mentre la ragazzina lo schernì nuovamente, ridendo giocosamente e facendo terminare il giovane con uno sbuffo fintamente offeso. La ragazza aveva degli occhietti vispi azzurri, dei lunghi e fluenti capelli castani raccolti in una coda alta e indossava una maglietta color panna con delle balze e un fiocchetto appena sotto al seno a malapena accennato, i pantaloni erano degli shorts corti a cui, sotto, vi erano posti dei leggings neri; gli stivaletti erano neri, piatti ed eleganti, abbinati con la borsa. Ad adornarne il piccolo decolté vi era infine una collanina con un ciondolo portafoto, argentato.
Per ultimo, con aria annoiata, vi era l'ultimo allenatore con degli occhi blu come la profondità dell'oceano, dei corti capelli biondo cenere coperti da un cappello con visiera nero e bianco, sul cui lato vi era inserita una spilletta con un logo stilizzato dei Pokémon Ranger; la maglia, a mezze maniche, bianca, nera e blu con il colletto alto e una zip, nascondeva una canottiera scura; i pantaloni erano neri con svariate tasche ed erano sorretti da una cintura con una fibbia intera su cui era rappresentato il logo della lega di Kalos, probabilmente un cimelio di un parente lontano, finendo con delle scarpe da ginnastica nere con suole bianche.
«Allora, possiamo iniziare?», riferì l'ultimo, sbadigliando.
«Key!», intervenne la ragazza dandogli una pacca più forte di quel che poteva sembrare dall'esterno. 
«Non dirmi che ti stai già per addormentare!»
«N-no..?»
I tre sembravano essere amici di vecchia data, riuniti per iniziare insieme un nuovo viaggio in compagnia. Il professor Oak rise a quella scenetta dove il biondino cercò di riprendersi dal colpo ricevuto, venendo sbeffeggiato dagli altri due, quindi si schiarì la voce, facendo in modo che i tutti e tre si girassero a guardarlo.

«Ebbene... Key, Sharon, Zeno. Seguitemi.», accennò l'uomo con tranquillità, facendo loro strada.
Insieme, raggiunsero un macchinario apparentemente vuoto: i ragazzini si sporsero sopra di esso intenti a capirne un possibile funzionamento; Oak fece loro il solito discorso che ormai sapeva a menadito, quasi fosse un copione da studiare e ripetere ogni volta che incontrava dei novellini e, terminato il tutto, premette un pulsante sulla tastiera che immediatamente fece trasferire dal fondo un trio di Poké ball, lasciando che un cigolio facesse aprire i pannelli di vetro.
«Bene ragazzi: ora la scelta sta a voi. Spero abbiate già deciso cosa fare durante questi anni.»
«Certamente!», intervenne alzando la mano al cielo, deciso, Zeno. Questo stava infatti per scegliere il proprio compagno, quando con un colpo di fianchi venne spinto di lato dalla ragazzina.
«Con permesso, prima le signorine.», ammiccò lei ridendo, ricevendo di tutta risposta dal primo un sarcastico: «Eh, appena ne vedrò una allora sarò galante..!», beccandosi un ringhio che li fece fronteggiare in uno splendido e divertente siparietto comico - se ovviamente visto da un esterno.
«Calma, calma ragazzi.», s'inserì leggermente imbarazzato il professore. Fu allora che Key, senza farsi notare, prese una delle sfere e vi fece uscire il Pokémon, attirando le attenzioni dei due litiganti.
«Mia madre dice sempre: "tra i due litiganti, il terzo gode".»
«Key!», urlarono i due suoi coetanei presi alla sprovvista.
Il mostriciattolo tascabile che venne fuori era azzurro, la coda era arrotolata ed era ricoperto da un guscio: assomigliava a una tartaruga. Non poteva che essere Squirtle che, con un verso di eccitazione, si fiondò tra le braccia dell'apatico Key.
«Ma ciao, amico.», esordì lui, molto calmo... forse persino fin troppo!
Mentre Zeno sospirava, Sharon prese l'occasione per afferrare la seconda Poké ball.
«Molto bene! Io allora scelgo... te!»
La sfera lanciata al suolo fece fuoriuscire una Bulbasaur che sembrava essersi appena svegliata; Sharon l'accolse tra le proprie braccia e, in brevi istanti fatti di coccole, parvero conoscersi praticamente da sempre.
Zeno storse il naso, ma era comunque soddisfatto: la sua scelta era ricaduta fin da subito su Charmander e, fiero della sua scelta, fece uscire il piccolo Pokémon di fuoco.

«Vieni fuori, Charmander!», urlò pimpante, continuando solo una volta che si fosse chinato verso il nuovo compagno d'avventure: «Ciao amico mio! Noi diventeremo una squadra formidabile, vedrai!», ricevendo di tutta risposta un verso d'approvazione con successivo balzo in braccio.
«Perfetto. Prima che voi andiate, vi lascio questi tre Pokédex; delle Poké ball per iniziare a catturare nuovi Pokémon durante il vostro viaggio e una scheda da inserire all'interno del Pokédex: con questo potrete accedere a una guida interattiva in tempo reale della mappa di tutta Kanto.»

«... che figata!», sgranò gli occhi euforico, Zeno.
«Ne avevo sentito parlare: se non sbaglio è l'ultima invenzione della Silph SpA, giusto?», chiese mentre ne guardava la schedina, Sharon.
«Esattamente. Ne sono state consegnate una decina gratuite per farle testare agli allenatori, sia novelli che veterani. Non perdetela, mi raccomando.»
«Grazie mille, professore!», risposero con occhi trasognanti i due ragazzini.
Key, dal canto suo, ripose tutto diligentemente nello zaino che mise nuovamente in spalla, quindi portò gli occhi sui due amici e salutò il professor Oak, intento a partire.
«Ehi, Key, aspettaci un po'!»
« A presto, professore!»
«Fate attenzione e avvisate i vostri genitori appena raggiungete la prossima città!», rispose lui, ricambiando il saluto della mora mentre, insieme agli altri, si allontanava.
Sharon, Key e Zeno. Chissà se diventeranno campioni della Lega, o semplicemente punteranno ad altro..., pensò Samuel Oak sorridendo per poi emettere uno sbuffetto rallegrato. Ma sì, l'importante è che inseguano i loro sogni. Buon viaggio ragazzi.
 

«Key, sei davvero lento! Datti una mossa o non raggiungeremo più Plumbeopoli!», sbraitò nervoso Zeno all'amico; questo di tutta risposta rispose con noncuranza e sottile disinteresse: «Non c'è alcuna fretta... perché vuoi sempre correre?»
«Non capisci che è proprio questa tua indole che non ti ha fatto accedere all'accademia da Ranger?»
«Ma se non ho nemmeno compilato la domanda.»
«Appunto: sei troppo pigro.»
«Lo so, Sharon. Non me lo ricordare.»
«Mah.», sbuffò lei, adirata. «Certo che sei strano: come pretendi di raggiungere il tuo sogno se non ti applichi nemmeno?»
«Lo diceva anche la maestra: "è bravo eh, ma non si applica abbastanza". È la mia indole.», terminò la frase, sbadigliando.
«Chissà che il viaggio non ti serva di lezione per darti una mossa.», aggiunse Zeno dandogli una pacca sulla schiena.
«... è stata più dolorosa Sharon dal professore.»
«Gh-»
«... femminuccia.», incalzò lui malizioso per prenderlo in giro, quasi volesse vendicarsi.
«Ehi!»
«Forza forza, abbiamo un po' di strada da fare.», cercò di distrarre i due Sharon, intenta a inserire la scheda dati nel Pokédex: questo in pochi istanti rivelò una nuova schermata nel dispositivo enciclopedico chiamato "Mappa". La ragazzina lo premette e immediatamente questo mostrò un sacco d'informazioni utili sul luogo dove si trovavano, emettendo una voce meccanica femminile che ne elencava tutto.

«Sistema di rilevazione segnale GPRS attivato, inizio scansione posizione in corso. Scansione completata. Regione di localizzazione: Kanto, percorso attuale: 1. Direzione prossimo centro Pokémon: Nord. Città più vicine: Biancavilla, Sud; Smeraldopoli, Nord. Possessore: Sharon. Età: 10 anni. Provenienza: Aranciopoli.»
«Uao...»
«Potente...»
«Mh. Carino.»
Mentre Sharon e Zeno erano rimasti a bocca aperta, stupiti, Key fissava tutto con poco entusiasmo, il che lo fece fulminare col solo sguardo dai due, facendolo sussultare. Zeno e Key decisero perciò di attivare il sistema, ricevendo le medesime informazioni.
«Possessore: Zeno. Età: 10 anni. Provenienza: Azzurropoli.»

«Possessore: Key. Età: 10 anni. Provenienza: Celestopoli.»

«Certo che ne fanno sempre una in più del diavolo alla Silph SpA.»
«Si dice "sanno", Zeno.»
«Saputella.», grugnì lui. Sharon puntò davanti a sé, divertita.
«In marcia ragazzi! Prossima tappa: Smeraldopoli!»

Percorsero il tratto d'erba alta molto tranquillamente, incontrando un Rattata che però tutti e tre all'unisono rifiutarono di catturare, facendolo scappare con l'ausilio di Bulbasaur. Non ci volle troppo tempo a raggiungere il cartello della cittadina dove predominava il color smeraldo sull'insegna che li accoglieva in città.
«"Benvenuti a Smeraldopoli: l'eterno paradiso verde". Mh, non si era capito.», affermò dopo aver letto il cartello, Key.
«Uffa!», sbuffò Sharon portando le mani ai fianchi, adirata, «Persino a leggere sembra che ti stiano costringendo!»
«Sono pigro anche per fare un tono da lettura. Non è colpa mia.»
«Tu devi essere caduto dal seggiolone più volte da piccolo...»
«Nah, in realtà era talmente pigro anche da piccolo che non ci saliva nemmeno.», si aggiunse Zeno, ridacchiando.
«Può darsi. Sono troppo pigro per ricordarmelo.»
«...»
Sharon sospirò, quindi riprese a camminare imboccando l'ingresso in città.

«Che dite, passiamo al centro Pokémon e chiamiamo i nostri genitori?»
«Conviene, sono due giorni che non ci sentono, meglio non farli preoccupare, Zeno.»
I due si guardarono, aspettando poi una risposta dal terzo che, all'ennesimo sbadiglio, fece spallucce: probabilmente attendevano che dicesse qualcos'altro legato alla sua poca voglia di fare, ma per sua fortuna Key sembrò aver intenzione di seguirli senza dir nulla, se non annuire. Effettuata così la chiamata con i genitori e avendo mostrato loro i nuovi amici Pokémon, poterono finalmente riprendere la strada.
Lungo il percorso però, videro un anziano che, non appena incrociò il loro sguardo, li affiancò.

«Ehi ragazzi!»
«Mh?»
«Nuove leve, eh?», domandò divertito. Sharon osservò i due amici, quindi annuì silenziosamente.
«Fantastico, fantastico. Avrete con voi delle Poké ball immagino, giusto?»
«... sì? E allora?», chiese Key, disinteressato.
«Nessuno però vi ha mai mostrato come catturare un Pokémon, vero?»
«Veramente...», intervenne Zeno alzando l'indice destro, venendo zittito dall'anziano che sovrappose di prepotenza, esaltato, la sua voce.
«Eccellente! Sapete, in giro per il mondo ci sono tanti allenatori e per molti di questi sono stato proprio io a mostrargli come fare! Ricordo in particolare un giovane di Biancavilla che è stato così gentile dal perdonare i miei modi di fare così scontrosi per la carenza di caffeina in corpo e che ormai è diventato un esperto allenatore e maestro di Pokémon, che agli inizi non sapeva nulla a riguardo. E sapete chi gli ha insegnato a catturarli? Esatto: proprio io!»
Ci fu un lungo sproloquio su un ragazzo con un Pikachu, ma il gruppo decise di tagliar corto e di defilarsi con un: «Tutto questo è molto interessante, ma abbiamo da fare e non siamo così sprovveduti, dato che i nostri genitori ci hanno già insegnato come fare!»
«Sì, ma non lo hanno fatto con lo stesso mio stile e passione che potrei trasmettere a vo-»

«Magari un'altra volta, addio!»
«Ehi! ... tsk... non ci sono più i giovani di una volta.»

Scampati dal vecchietto di cui ancora facevano battutine sarcastiche, i tre s'inoltrarono oltre il percorso due. Lungo questo sentiero i ragazzi ebbero modo di sfidare qualche allenatore, facendo uso degli insegnamenti ricevuti dai propri genitori e negli anni di lotte in televisione. Non lo si poteva negare: erano bravi, delle menti brillanti in grado di sfruttare anche l'ambiente intorno a loro per combinare nuove sfavillanti mosse. In particolare, Sharon aveva già dimostrato un grande senso dell'eleganza nelle sue poche battaglie.

«Ehi, complimenti. È stata una lotta formidabile.», incalzò lo sfidante, vinto. Sharon ringraziò, quindi il giovane fece notare un particolare che non si sarebbe potuto dimenticare tanto facilmente.
«È la prima volta che vedo un entusiasmo nella danza e nella lotta allo stesso tempo. Credo che tu abbia un talento.»
«Oh, ti ringrazio.», arrossì lei; dalle retrovie si sentì un commento sottile da parte di Zeno e un risolino soffocato di Key.
«Provolone.» 
«Pff...» 
«Il mio sogno è di raggiungere Kalos e diventare un'ottima performer. Ma visto che la prossima stagione si aprirà con l'anno nuovo, tanto vale iniziare ad allenarsi e prepararsi già da qui!»
«Ottima idea. Voterò per te nel caso, sappilo!»
«Che carino!», ridacchiò lei, ringraziandolo.
«Lecchino.» 
«Pff..!»
«Certo che siete proprio noiosi!»
«Scusa, la prossima volta ti prendiamo una stanza d'albergo per farti flirtare con ogni sfidante.»
«Che villano che sei, Zeno!», sbottò offesa Sharon, pestandogli il piede con violenza portandolo così a saltellare su quello sano mentre si teneva l'altro dolorante, imprecando.
«Ma dove sono finito, in una gabbia di matti..?», si chiese Key ad alta voce, guardando il sole che cominciava già a tramontare. 
«GABBIA DI MATTI A CHI?!»
«UGH!», sussultò spaventato alle urla dei due compari apparsi alle sue spalle.
«S-scherzavo, andiamo!»
«Non eri troppo pigro anche per scherzare?!», inveì la ragazzina, intenta a prendergli il braccio intenzionata a buttarlo a terra, seppur fosse solo per gioco come facevano da sempre.
«S-sì, però-- urgh! S-Shaaaaaron pietààà!» 
«AHAHAAHAH!»
In breve tempo, Sharon, Key e Zeno si ritrovarono a terra in mezzo all'erba a riprendere fiato, ridendo divertiti dopo essersi fatti qualche assalto, insieme ai loro amici Pokémon.
Eh sì, quello sarebbe stato solo l'inizio di un lungo e movimentato viaggio pieno di scoperte, avventure e scelte..!

 

-----AUTHOR'S NOTE-----
#spazioautore

Ehilà miei cari ragazzi!
Capitolo extra, introduttivo delle nuove leve!
Questa parte doveva essere presente nel capitolo precedente, ma ho deciso di introdurli a parte per dargli il giusto spazio ed evitare di "allungare troppo il brodo"!

Ditemi un po': avete grandi speranze in questi tre nuovi allenatori? Anche loro saranno parte integrante della storia, seppur saranno dei personaggi secondari, li vedrete apparire molto spesso d'ora in poi!
Ah! Avete beccato le "easter egg" del videogioco, vero? ♫
Come sempre, se avete domande e/o curiosità, fatemelo sapere qui sotto in un commento!
Noi ci rivediamo al prossimo capitolo questo Venerdì!

Chuu ~
Pan Rayuki VP

 

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Capitolo 9
*** Bastoni tra le ruote ***


«Urgh...»
C-credo... non mi abituerò mai e poi mai al volo del Pidgeot di Lewis-, riflettei a terra ancora stordita, mentre Evelyn cercava di rincuorarmi insieme a Gastly, uscito di sua spontanea volontà dalla Poké ball.
Cercai di alzarmi barcollante, lasciando che Pidgeot spiccasse nuovamente il volo diretto da qualche parte misteriosa della regione; varcai così la soglia del casinò, passando in mezzo a giocatori di ogni tipo con l'espressione di chi non ne poteva più, tant'è che la solita guardia vicino all'entrata segreta si mise a ridacchiare divertito: ero troppo scossa per potergli rispondere, ma ci pensò per benino il mio fidato compagno Gastly che, con una leccata, lo paralizzò, ridendo a sua volta. Una volta giunta al piano inferiore, trovai Lawrence intento a sistemarsi gli occhiali con noncuranza della mia presenza e Nick molto più socievole che, infatti, mi venne presto incontro.
«Eccoti finalmente! Stai bene?», chiese preoccupato.
«Ti... ti rispondo tra qualche minuto-», sussurrai prima di sedermi al pavimento, sulle ginocchia.
«Ti abbiamo aspettata per un'ora e mezza.», incalzò infastidito Lawrence, quindi continuò: «Noi abbiamo già consegnato il nostro bottino ai superiori, datti una mossa.», terminando poi con le braccia incrociate. Giuro che avrei tanto desiderato rispondergli a tono, ma quel che ne uscì dalla mia bocca fu un semplice grugnito mormorato di dubbia chiarezza che lasciò basito il piccoletto, intento ad aiutarmi nel rialzarmi.

«Non... non pensarci, eheh...», ridacchiò nervoso Nick.
«Lasciatemi svenire su un letto...», mormorai sconnessa.
«Ehm... la... l'accompagno io. Andiamo Pan.»
«Traaaanquilli, tranquilli!», intervenne squillante una voce alle loro spalle. In breve tempo davanti a noi si presentò infatti Robert, seguito da Lewis e altre quattro persone che avevano i medesimi abiti sia dell'assistente che del generale.
«Ma tu guarda...», affermò con lieve crudeltà, Lewis, avvicinandosi con entrambe le braccia dietro la schiena, riportandomi alla realtà.
«... ce ne hai messo di tempo, recluta.»
«Sarei... arrivata prima se... se Pidgeot fosse passato in tempo.», ribattei con poca fermezza, venendo tuttavia folgorata dallo sguardo del mio interlocutore che mi portò a infossare la testa nelle spalle: sembrava seriamente arrabbiato e probabilmente quella mia frase non gli era minimamente piaciuta. Per mia fortuna, dietro di me sopraggiunse con una pacca amichevole l'assistente Robert che, all'orecchio, mi sussurrò: «Colpa mia che ho dato le coordinate sbagliate al capo e al suo Pidgeot, tranquilla che ce l'ha anche con me.», ricevendo un verso di stupore da parte mia. Portai nuovamente lo sguardo sul generale che allungò la mano.
Sussultai annuendo, quindi afferrai le poche sfere con me del bottino, porgendone successivamente una extra.
«Mh?»
«Ecco, ho recuperato anche il Pokémon di una delle guardie che abbiamo tramortito durante la missione: si tratta di un Growlithe.»
Le persone presenti rimasero sbalordite: chi in positivo e chi invece in negativo, ma poco importava, m'interessava l'approvazione del mio superiore che, senza farmi restare col fiato sospeso, afferrò l'oggetto, osservandolo.
«Mh...»

«Wow?! Di una guardia?! Non mi aspettavo che fossi così intraprendente!», affermò in completo visibilio Robert, venendo rimpiazzato dalla voce ferma e spietata di una donna, un'altra generale che era lì presente: si avvicinò, lasciando ondeggiare la lunga e larga treccia dal color nero come la pece, seguita dal frusciare della veste e e della gonna nera che lasciavano trasparire un minimo accenno di pelle delle cosce, prima che venisse nuovamente coperta da dei lunghi stivali neri; gli occhi rossi si fissarono su di me, incutendomi un certo timore. Sentivo che quella donna non mi avrebbe reso la vita tanto facile.

«Ma davvero? Un Growlithe?», incalzò inizialmente, facendomi eseguire un piccolo scatto con le spalle, «Credi davvero che un Growlithe possa elevarti al di sopra di altre reclute, stupida mocciosa?»
«Cos-», pronunciai stupita venendo sopraffatta dal terrore che quella donna, intenta a urlarmi contro, ormai stava ottenendo da me.
«Mi stupisce che il tuo generale non ti abbia già cacciata o punita per un simile gesto! Sei solo l'ennesima montata che è entrata nel Team Rocket per la gloria!», ringhiò spietata, scagliandomi in testa la sfera Poké, continuando in seguito a schernirmi con una rabbia, a mio parere, inaudita. 
«Urgh-»
«È colpa di quelli come te se la nostra organizzazione ha sempre qualche problema! Voi che volete tanto mettervi in mostra, non dovrest-»
«Adesso basta, generale Claire!», intervenne Lewis di scatto, bloccandone il discorso e mettendosi davanti a me che ancora tenevo la testa, dolorante.
«Tsk. Ti sei rammollito forse, generale Lewis?», domandò con malizia, seppur nei suoi occhi, per un singolo istante, si poté intravedere rabbia a quel suo gesto.
«Ti ha dato di volta il cervello?», si aggiunse alle sue spalle il terzo generale, calmo e serio. La sua tenuta era diversa da quella di Lewis: i pantaloni erano bianchi, quasi si volesse distinguere dalla massa, in più, i suoi capelli lucenti e blu si scontravano con il castano impresso nei suoi occhi che trasparivano solo quiete e serietà.
Mentre i tre iniziarono a discutere sul comportamento di quella donna, sopraggiunsero anche Lawrence e Nick, intenti a darmi una mano a rialzarmi l'ennesima volta, seguiti dai loro Pokémon; Evelyn e Gastly ringhiarono con ira verso quel generale, ma con la mano cercai di far cenno loro di non intervenire.
«Va tutto bene?»
«Non lo so, Nick.», risposi scrutando quella donna che percepivo dalle spalle del mio generale e che, a spada tratta, stava difendendomi rispondendole a tono.
«Che strano.», si aggiunse pensieroso Lawrence, «Non avevo ancora visto il mio generale così rabbioso verso una recluta.»
«Chissà come mai, non avevo dubbi che quella fosse il tuo superiore.», ridacchiai sottovoce, facendogli abbozzare un risolino a sua volta.

«Dacci un taglio!»
«Non osare comandarmi!»

Il generale che, per esclusione, doveva essere il capo del piccolo Nick, si schiarì la voce, attirando l'attenzione dei due litiganti.
«Non stiamo affatto dando il buon esempio, specialmente tu, Claire, sappiatelo.»
I due sussultarono, facendo sì che la donna emettesse un verso stizzito, incrociasse le braccia e guardasse altrove, infuriata; Lewis si voltò verso il nostro gruppetto, riprendendo un tono pacato e risoluto.
«Bene, reclute... visto che ormai formate un team, è giusto che anche voi conosciate i generali che si occupano dei vostri compagni. Io sono il generale Lewis, avete fatto la cerimonia d'iniziazione con me e sono il superiore di Pan; Robert è il mio assistente. Principalmente noi ci occupiamo di fornire supporto in attesa che le reclute abbiano un Pokémon che li possa trasportare ovunque vogliano, oltre a svolgere le nostre mansioni.»
«Io invece sono il generale Shirou e, insieme alla mia assistente Amila...», fece cenno in direzione della ragazza bionda con i capelli corti e gli occhi a sua volta castani che eseguì un timido inchino, «... mi occupo di Nick e il suo Pichu. Il nostro team procura piani strategici d'emergenza per missioni ad alto rischio e per attutire eventuali danni alle nostre infrastrutture segrete sparse per il mondo. Se doveste avere necessità di una planimetria dei vari covi e vie d'uscita d'emergenza, chiedete a noi.»
Vi fu un attimo di silenzio, la donna era ancora irritata dalla discussione avuta con il generale che sembrava essere più anziano di tutti i presenti... così intervenne il suo assistente a presentarli.
«Ehm... io sono Rowan, l'assistente del generale Claire e ci occupiamo di Lawrence. Il nostro principale ruolo è in funzione di attacchi d'assalto a sorpresa, principalmente notturni. Utilizzando la forza dei Pokémon di tipo buio penetriamo nelle difese nemiche e sbaragliamo i pezzi grossi e... e...», sospese tutto, assumendo un'aria quasi spaventata dal non riuscire a proseguire il discorso: purtroppo sembrava non si fosse minimamente organizzato alla presentazione e la terribile occhiataccia della donna con cui disgraziatamente si ritrovava a collaborare, lo aveva completamente mandato nel pallone.
«Noi siamo quelli sempre impegnati, meno ci chiederete e meglio sarà, per voi! Portate a termine le missioni, altrimenti non fatevi minimamente vedere al mio cospetto.»

Non vi fu tempo di dire nulla che Claire immediatamente se ne andò verso il piano superiore, ringhiando qualcosa a cui non diedi minimamente retta. Shirou sospirò, mentre Lewis si fece vicino per osservare il punto in cui mi aveva colpito, lasciando che Robert recuperasse la Poké ball "proiettile".
«A ogni modo, vi abbiamo riuniti anche per assegnarvi una nuova missione.», s'inserì il generale di Nick, nel silenzio tombale che era calato intorno a noi.
«Abbiamo avuto informazioni su dei nuovi allenatori appena partiti da Biancavilla. Dovrete cercare d'impedirgli di raggiungere la città di Plumbeopoli, in quanto stiamo preparando un assalto con altri gruppi alla palestra e al museo della cittadina. Teneteli impegnati per la giornata di domani: non devono assolutamente oltrepassare il confine del bosco Smeraldo. Seguite la mia assistente Amila, vi accompagnerà a ripristinare le forze ai vostri Pokémon.»
Le due reclute con me annuirono, rispondendo all'unisono un «Signor sì, generale!», mentre da me non vi fu alcuna risposta. Il generale fece cenno loro di proseguire, in modo che restassimo solo noi due e Robert.
Dovevo ammetterlo: in cuor mio, ero rimasta ferita dalla reazione esagerata di quella donna.
«Non farci caso.», se ne uscì con un tono quasi gentile, portandomi a sgranare gli occhi dalla sorpresa.
«Già.», si aggiunse divertito Robert dandomi una pacca sulla schiena, «Il generale Claire è perennemente mestruato. La chiamiamo "la musona".»
«Ah...», affermai in un sussurro.
«Ha un gran caratteraccio, ma sa il fatto suo.», aggiunse Lewis portando in seguito la mano ad accarezzarmi la testa.
«Vedrai che passerà, ora vai a far dare una sistemata ai tuoi Pokémon.»
Alle azioni di Lewis ero rimasta quasi pietrificata: non mi sarei mai aspettata un atteggiamento così protettivo e... gentile? Nei miei confronti. Mi lasciarono quindi andare, seguita dai due Pokémon, cominciando così a confabulare tra loro.
«E del Growlithe che ne facciamo, Lewis?»
«Direi che per il momento lo teniamo noi, potrebbe effettivamente tornarci utile in qualche missione sotto copertura.», annunciò convinto, abbozzando infine un sorriso soddisfatto nell'istante in cui il suo sguardo andò a posarsi sulla sfera tra le sue mani.
«Bel lavoro, piccoletta.»

Perché?, mi domandai, intenta ancora a massaggiarmi il lato della testa sotto gli occhi preoccupati di Gastly ed Evelyn.
Perché diavolo quella ce l'aveva tanto con me? Non mi sembra di aver fatto nulla di errato nella missione. Ho pure raccattato un Pokémon in più. Forse semplicemente-, non terminai il pensiero che Nick mi corse incontro in un abbraccio improvviso che mi riportò coi piedi per terra.

«Eccoti qua!»
«Che-», dissi confusa.
Appena mi liberai dalla presa, notai l'assistente Amila: con la mancina fece cenno di avvicinarmi per appoggiare e consegnare i miei Pokémon per curarli.
«Mi dispiace per il generale Claire.», affermò lei; scossi la testa.
«Non importa. Voi siete pronti a partire per il bosco?»
«Certo che sì.», rispose Lawrence con calma, aggiungendo: «Aspettavamo solo te... come sempre.», intento a punzecchiarmi. La cosa mi fece un po' sorridere, riportando nel gruppo una certa armonia; l'assistente, non appena riconsegnò le sfere con annessi Evelyn e Gastly allegri che s'inseguivano, unendosi poi a Rei e Char, si avvicinò.
«Visto che dovrete tornare al bosco, ho chiesto a Rowan di lasciare a disposizione il suo Hypno per teletrasportarvi al percorso tre: almeno avrete più tempo per allenarvi strada facendo. Buona fortuna con la missione, ragazzi.»
Insieme, all'unisono, dopo uno scambio di sguardi, affermammo: «Grazie mille Amila!», quindi si presentò dinanzi a noi il Pokémon psichico e, in pochi istanti, fummo trasferiti sul nostro nuovo sentiero.

«EVVAAAI! Ho preso il mio primo Pokémon! Benvenuto in squadra Rattata!»
«Wow. Non ho mai visto nessuno esultare per aver preso un topolino.», ammiccò scherzoso Zeno nei confronti dell'amica che, immediatamente, gli inveì contro; Key, sospirando, guardò altrove. Si era fatta notte e l'accamparsi nel bosco non lo allettava più di tanto, così propose di sostare nel centro per Pokémon: i due compagni, alle prese coi battibecchi, accettarono di buon grado l'idea, intenti a ripartire di mattina presto, il giorno successivo.

«Che mi dici del tuo Rei, Nick?»
«Mh?», sussultò lui a sentirsi tirato in ballo all'improvviso.
«È da tanto che è con te?», domandai sorridente. Lui, imbarazzatissimo, arrossì annuendo e iniziando a giocherellare con le dita.
«S-sì. Ormai sono tre anni e mezzo che siamo insieme: mi sono preso cura di lui sin da quando era un piccolo uovo.»
«Ah...», aggiunse Lawrence. «È un regalo dei tuoi genitori?»
«N-no. Diciamo che è una lunga storia. Siamo diventati inseparabili, ormai.»
«Pichu pi chu!»
«Tu invece, Lawrence?»
«È Char che ha trovato me: è con me da due anni e non potevo chiedere un amico migliore di lui.», affermò il corvino, mostrando un lato tenero che non si era ancora visto in lui.
A quel punto i due si voltarono nella mia direzione, leggermente più avanti di loro.
«Tu da quanto conosci Evelyn?»
«Sei anni.»
«Regalo?»

«Già. I miei genitori per il mio nono compleanno decisero di regalarmi l'uovo di Eevee. Dopo qualche settimana si schiuse e d'allora non ci siamo mai separate.»
«Sei anni?», riflesse Lawrence. «Non dovrebbe essersi ormai evoluta in un Espeon, Umbreon o Sylveon?»
Di tutta risposta, vi fu un risolino da parte del piccolo Pokémon evoluzione.
«Nah. A me piace così com'è. Quando vorrà evolversi, sarà lei a deciderlo.»
I ragazzi annuirono, portando poi gli sguardi in direzione opposta. Arrivammo a Plumbeopoli dove notammo esserci dei movimenti di alcune reclute, mentre da un lato della cittadina vi erano Pokémon, allenatori e guardie addormentate, quindi ci venne incontro un ragazzo di almeno diciannove anni che ci chiese se fossimo lì in supporto alla loro missione; Lawrence scosse la testa.

 

«Dobbiamo bloccare l'avanzata di tre novellini da Biancavilla.»
«Ah, siete i pali in pratica.»
«Err... sì.», risposi mentre la fronte del corvino iniziò a corrugarsi infastidito.
«Andate avanti allora! Buona fortuna!», annunciò questo, correndo via in tutta fretta e furia.

Inoltrati nel bosco, non trovammo nessun allenatore novello che assomigliasse a una delle foto che ci erano state inviate sul palmare, così decidemmo di aspettare nell'ombra, allenandoci tra di noi. Giunse finalmente il giorno propizio: Nick e Lawrence dormivano ancora, così aprii il mio PokéGear e collegai l'auricolare, sintonizzandomi sui vari canali radio delle notizie. Ero curiosa di sapere cosa stesse succedendo a Plumbeopoli, ma sfortunatamente le onde radio subivano delle interferenze, costringendomi così a uscire dalla boscaglia all'entrata dello stesso.

«Sta succedendo qualcosa di davvero terribile!», quello che parlava era un reporter insieme alla sua troupe, a bordo di un elicottero.
«Nathan puoi raccontarci cosa vedi?!», chiese una ragazza, conduttrice del telegiornale, vistosamente allarmata.
«Dev'essere opera del Team Rocket, non ci sono dubbi!»
«Cosa stai guardando Sharon?», domandò dopo un grosso sbadiglio, Key, intento a cambiarsi mentre l'amica osservava confusa lo schermo della televisione che proiettava le immagini in diretta da Plumbeopoli.
«Stanno facendo un'edizione straordinaria su quel che è successo stanotte a Plumbeopoli. Se fai silenzio riesco a seguire.», rispose stizzita lei, intenta a pettinarsi i capelli.
«Hanno appena assalito il museo e ora stanno contrastando il capopalestra Brock, ma credo che siano in troppi anche per lui!»
«Mh?», sbucò dalla porta del bagno, curioso come un gatto, Zeno.
«Che fine hanno fatto le autorità, Nathan?!»
«Non lo so! Sembra che l'organizzazione abbia bloccato qualsiasi accesso alla città! Oh? Cosa-»
All'improvviso, alle sue spalle si videro una serie di Pidgeot e Fearow, su uno di essi s'intravide un membro del Team Rocket coi capelli neri e la tunica nera con una "R" rossa sul petto che sembrò dire qualcosa, precedendo così la caduta del mezzo e la fine del collegamento, agitando tutti i presenti nello studio televisivo.

«Oh mio Dio..!», urlò esterrefatta Sharon, portando le mani al viso, spaventata; Zeno era rimasto allibito, mentre Key aveva sospeso il respiro. Si scambiarono uno sguardo preoccupato, quindi fu chiaro per tutti e tre che la situazione era diventata decisamente grave.
«Muoviamoci! Magari possiamo aiutare il capopalestra e i cittadini!», annunciò ricolmo di rabbia e determinazione, Zeno.
«Ma come facciamo?! Non siamo ancora così forti, Zeno!»
«Sharon ha ragione.»
«Non importa! Non possiamo rimanere qua a guardare restando con le mani in mano!»
«Non essere stupido! Come potremmo aiutarli se nemmeno il capopalestra stesso pare esserne in grado?»
«E poi...», intervenne Key. «... gli accessi alla città pare siano completamente ostruiti.»
«Dobbiamo comunque provare! Prenderemo a calci in culo quei maledetti del Team Rocket e libereremo la cittadina!»
Sembrava non vi fosse alcun verso per far ragionare il ragazzino che già aveva imboccato la via d'uscita dalla camera, intento a raggiungere l'esterno del centro Pokémon.

Ah però... ci stanno dando dentro di là., riflettei con un accenno di allegria, sentendo in lontananza dei rumori della battaglia che incombeva.
Presi a stiracchiarmi, riponendo le auricolari nella tasca della maglietta che ancora copriva il logo della nostra uniforme.
Oggi avremo un bel da fare con questi tre allenatori... mi auguro non risulti troppo complicata come missione.
«Andiamo ragazzi, datevi una mossa o non raggiungeremo in tempo Plumbeopoli!»
«Mh?»
Girai la testa in direzione della voce che avevo appena sentito, vedendo spuntare da lì a poco un ragazzino che sembrava corrispondere a una delle foto che erano in nostro possesso; alle sue spalle in pochi secondi si presentarono anche una seconda figura maschile e una terza femminile: erano i tre allenatori che avremmo dovuto tenere impegnati!

Accidenti! Sono già qui così presto?!, riflettei istintivamente digrignando i denti.
Senza rendermene conto, me li ritrovai a pochi passi di fronte, ma la ragazza atterrò con l'aiuto del suo Bulbasaur il ragazzo, utilizzando una delle liane per afferrarlo e metterlo sottosopra con la testa.

«Insomma Zeno! Datti una calmata! Non puoi irrompere così senza avere ben in mente un buon piano!»
«Sharon ha ragione.»
«Lo so, lo so! Che palle! Ora mettimi giù..!»
Cercai di non farmi notare da loro, ma purtroppo era già troppo tardi.
«Uh?»
Gemetti facendo un passo indietro, ridacchiando nervosa.
«Ehm-»
«E tu chi sei?», chiese la ragazzina, sorpresa.
Adesso che m'invento?, pensai a sangue freddo, ritrovandomi tuttavia additata dal ragazzo col berretto bianco in testa, agitato e felice al tempo stesso.
«Che bello! Un'allenatrice! Io sono Zeno! Lo sai che quando due sguardi di due allenatori s'incrociano, è l'inizio di una nuova sfida?!»
«... eh?»
«Certo che si è ripreso alla svelta...»
«Eh sì, Key.»
«Coraggio! Ti sfido a una lotta con il mio fantastico Charmander! Vieni fuori!»
Rimasi sbigottita a osservare la creatura di fuoco che neanche qualche giorno prima avevo tentato di portare al quartier generale, ma decisi di tentare il tutto subito.
«Ci dev'essere un errore.», affermai nervosa, facendo corrucciare lo sguardo al ragazzino.

«Che dici? Non vuoi lottare?»

Scossi la testa: «Non sono un'allenatrice.»
«Eeeeeeh?»
«Sei sempre il solito precipitoso, Zeno!», esordi con le braccia incrociate la ragazzina coi capelli raccolti.
«Sigh- e io che speravo di allenarmi in vista dello scontro con qualche ladruncolo..!», annunciò Zeno con dei finti lacrimoni, intento a far ritirare nella sua sfera Charmander. Ebbi in poco tempo un lampo di genio, decidendo di prendere tempo per allontanare il trio dalla zona.

 

 

«Però... in realtà avrei bisogno del vostro aiuto. Il mio Metapod è sparito e non riesco più a trovarlo...», mentii iniziando ad avviarmi nella parte opposta alla quale loro erano diretti; la ragazzina cercò di rifiutare l'invito, ma Zeno sorpassò la sua frase con uno spumeggiante: «Ci sto! Ti daremo una mano a ritrovarlo, così poi ci sfideremo!»
«Oh, che caro..!»
«Santo cielo..!», sbuffò rassegnata, scuotendo la testa, Sharon.
«Io sono Key, lei è Sharon. Come ti chiami?», intervenne Key porgendomi la mano in segno di conoscenza.
«Mi chiamo Eve.», mentii nuovamente, stringendo forse con troppa forza la mano del ragazzo.

In poco tempo, Zeno mi domandò dove avessi visto per l'ultima volta il mio Metapod, affermando che doveva essere nei dintorni di Smeraldopoli. Vidi lo sguardo di Sharon insospettirsi al perché allora lo stessi cercando intorno all'ingresso del bosco, quindi dovetti inventarmi l'ennesima scusa di un fantomatico gioco che facevamo spesso: nascondino.
«... e a quanto pare, stavolta c'è riuscito fin troppo bene, eh eh..!», affermai ridendo.
«È un bel problema...», sussurrò Zeno, distraendo l'attenzione di Sharon dalla sottoscritta.
Arrivammo vicino a dei cespugli in cui i ragazzi iniziarono a cercare: era il momento propizio per mandare un messaggio ai miei colleghi nel bosco.

«Che fine ha fatto Pan?!», annunciò nero di rabbia Lawrence mentre Nick cercava di mantenere la calma di Evelyn e Gastly.
«Vedrete che è solo andata a fare due passi! O... o anche al bagno! Sì, sapete... la privacy!»
«Me ne frego altamente della sua maledetta privacy! Dove cazzo è andata a ficcarsi senza avvisarci?! GIURO CHE APPENA LA TROVO L'AMMAZZO!»

BEEP BEEP

Il palmare del piccoletto emise un suono, quindi vi trovò una notifica fra i messaggi.
«Che succede adesso?», chiese iracondo il primo in attesa di una risposta del moro.
«C'è un messaggio da parte di Pan. "Ho trovato i tre allenatori, li sto distraendo a cercare Metapod. Li trascino verso il percorso uno se riesco, così li allontano ancora di più dal bosco. Se riuscite raggiungetemi che li pestiamo!", dice questo.»
«Maledetta... si è portata avanti solo perché dormivamo!»
«Io credo che cercasse il bagno e si sia imbattuta in loro.»
«Non importa! Raggiungiamola che devo pestare IO lei!»
Così, senza ulteriore indugio, i due cominciarono a correre verso il percorso designato, indossando a loro volta delle felpe e togliendosi i cappelli che li avrebbe senz'altro resi più sospetti.

«Qui non c'è!», se ne uscì adirato Zeno con un piccolo ramo infilato tra i capelli, seguito da Key che, più pigro degli altri, spostava giusto qualche foglia.
«Nemmeno qui. Eve, sei sicura che sia da queste parti?»
«Non saprei, Key... forse potrebbe essere andato anche verso Biancavilla.»
«Cosaaa?!», sbraitò inizialmente il gruppo. Sharon cercò quindi di dire la sua, intenta a rinunciarvi, ma dietro di lei apparve Zeno che l'afferrò tappandole la bocca, prima che potesse finire la frase.
«Senti, niente di personale eh, ma noi avremmo da f--»
«Proviamo a dare un'occhiata eheh... d'altronde, che male c'è», rise nervoso, avvicinandosi poi all'orecchio dell'amica: «Stai zitta e lasciami fare, Sharon.» per terminare il tutto con un modo di fare accomodante e divertente.
«Allooora... andiamo verso il percorso uno a questo punto, sì?»
Alla sua risposta abbozzai un sorriso, quindi pronunciai: «In marcia!», trascinandoli sempre più indietro, nella speranza che potessero arrivare i miei compari.

Seguirono altre ore di ricerca dove, ormai, li avevo praticamente spolpati e condotti quasi alla bianca cittadina, ma a quel punto Sharon s'impuntò.
«Adesso basta! Mi rifiuto di tornare indietro!»
«Ma lo stiamo facendo per una buona causa, Sharon.», tentò di placarne la rabbia, Zeno, ricevendo di tutta risposta un inviperito: «Non m'importa! Dovevamo andare a Plumbeopoli, non perdere tempo appresso a una svampita che perde il Pokémon mentre gioca a nascondino!»
«Ehi! Modera i termini!», rispose il primo in mia difesa.
«No, non lo faccio! Nessuno si perderebbe mai un compagno per una simile stupidaggine!»
«Effettivamente...», si aggregò al commento, Key.
Dal canto mio abbassai lo sguardo, intenta a continuare la recita, dimostrandomi effettivamente convincente, singhiozzando.
«Ah! Hai visto che hai combinato, Sharon?! Scusati subito!»
«Non ci penso neanche.»
«Dovresti farlo, però.»
«MA TU DA CHE PARTE STAI?!»
«Scusate... non... volevo farvi perdere... tempo.. è solo che... ci tengo al mio Metapod e...», dopo qualche altro singhiozzo, scoppiai a piangere in una scena drammatica degna di un grande oscar. I due ragazzi cercarono di calmarmi, fin quando alle mie spalle non sentii chiamare il mio vero nome, attirando le loro attenzioni. In volto, il pianto si trasformò in un risolino divertito e sulle mie labbra si dipinse un sorriso sadico che li disorientò.

«Paaaaan!»
«Uh? Avete sentito?», chiese frastornata Sharon.
«Sì... di chi è quella voce?», si aggiunse Key.
«Ti abbiamo trovata! E vedo che sei davvero in compagnia di quei tre..!», annunciò Lawrence quasi fosse una sentenza di morte, avvicinandosi a me alquanto alterato.
«Ce ne avete messo di tem- Gh!», affermai prima di essere presa per la maglietta e tirata contro il viso del mio compare, seriamente indiavolato.
«Tu e io faremo i conti dopo.»
«Ma che-- pensiamo alla missione, dopo passiamo alle minacce..!», sussurrai mettendo davanti alla bocca la mano, come a non voler far sentire quel che avevo da dire all'amico.
«Si può sapere che succede?», domandarono confusi i giovani allenatori.
«Scusate, in realtà non stavo cercando nessun Metapod.», affermai loro, lasciandoli di stucco e aggiungendo con soddisfazione: «Ho dovuto improvvisare un po'.», ridendo.
Sul viso della ragazza si dipinse un'ira incontenibile, probabilmente perché sotto sotto se lo sentiva che qualcosa non andava. Zeno era rimasto amareggiato e l'espressione di Key era rimasta quella sua di sempre, indifferente a tutto e tutti.
«Me la pagherai, farabutta!»
«Grazie!», annunciai divertita, quindi osservai Lawrence e Nick, pronti a dare inizio alla lotta.
Per noi le regole non esistevano e, insieme, scagliammo contro di loro Evelyn, Gastly, Char e Rei.
«Ehi! Non è leale!», brontolò Zeno.
«Non è un problema mio, moccioso!», rispose di tutta punta Lawrence scagliando in una lotta di fuoco il proprio compagno contro il suo simile a colpi di braciere, graffio e azione.
«Char, attacca con Azione!»
«Charmander rispondi con braciere!»
«Salta e colpiscilo!»

Dal canto mio il ragazzo con il cappello in testa scagliò in mia direzione il suo Squirtle, ma dovette affrontarsi contro ben due Pokémon, scoprendo che per sua sfortuna Gastly ed Evelyn erano troppo forti rispetto a lui.
«Due contro uno... se ti batto potrò vantarmene con gli altri di non essere poi così tanto pigro.»
«Convinto tu. Io non lo sarei al tuo posto.»
«Vai Squirtle, usa pistolacqua!»
«Evelyn, Gastly, schivate! Evelyn vai con turbosabbia, tu Gastly usa leccata!» «Squirtle, no!»
«Te l'avevo detto io..!», infierii ridacchiando, scostando una delle ciocche di capelli di lato.Sharon invece sembrò essere in netto vantaggio contro il Pichu di Nick.

«Non mi farò battere da uno come voi!»
«N-noi...», balbettò Nick tremando, facendosi forza non appena Rei gli saltò giù dalla spalla, incitandolo.
«Pichu pichu!»
«Hai ragione Rei... noi non perderemo!»
Erano carichi almeno quanto la ragazzina che immediatamente ordinò a Bulbasaur di scagliare foglielama.
«Salta Rei, vai con tuonoshock!»
«Rotola via Bulbasaur!»
«Eh?!»
«E ora colpisci quel Pichu con azione!»
«Attento Rei!»
Il Pokémon elettro venne centrato in pieno dall'avversario che lo diresse a terra.
«Bulbasaur, concludiamo l'incontro: usa frustata!»
A quel gesto, Nick si fiondò immediatamente verso il proprio amico, prendendosi in pieno l'attacco, difendendolo col suo stesso corpo. I colpi vennero ripetuti fin quando il ragazzo non venne buttato a terra, attirando la nostra attenzione.
«Nick!», urlò Lawrence; feci per avvicinarmi, ma a quel punto Rei prese a illuminarsi mentre l'ennesima frustata cercò di colpire la recluta.
«Cosa..?», annunciò stupito Nick alla vista di quella scena, di quella luce che gli correva incontro, rivelando una volta finito, un Pikachu: Rei si era appena evoluto!
«Pika!»
«Oh, Rei... piccolo mio!»

Quella scena molto toccante lasciò stupiti tutti i presenti, consentendo a Squirtle e Charmander di aggregarsi a Bulbasaur, mentre Evelyn, Gastly e Char affiancarono Rei; Nick, non appena si rialzò da terra più carico che mai, annunciò con grinta: «LA SFIDA NON È ANCORA FINITA! VAI REI, ENERGISFERA!»
Pikachu balzò in alto e con l'ausilio della coda concentrò su di essa la propria energia in una forma sferica che lanciò in pochi istanti contro il loro gruppo, sollevando un cumulo di polvere dal terreno di lotta. La vera sfida... iniziava ora!

 

-----AUTHOR'S NOTE-----

#spazioautore 

Ciao a tutti ragazzi!
Come procede? Vi siete goduti la domenica? Io sì!
Vi chiedo scusa per il ritardo di due giorni, ma in questo periodo settimanale sto cercando di rimettermi in sesto con le mani e i polsi che non accennano a darsi una calmata - e nemmeno io, ma dettagli! 
Nuovo capitolo e sorpresa! Finalmente un'altra bella evoluzione! 
Come ve li immaginavate i generali dei due ragazzi? Vi sareste mai aspettati una reazione simile nei confronti di Pan, da parte di Lewis?
Secondo voi come finirà lo scontro? Riusciranno a tenere i tre tipetti occupati, o falliranno?
Voi per quale trio fate il tifo?

Fatemelo sapere qui sotto in un bel commento!
Presto annuncerò anche il famigerato contest che sarà disponibile su ben quattro piattaforme: Wattpad, EFP Fanfiction, Instagram e Facebook!
Non mancate per avere ulteriori dettagli, noi ci becchiamo Venerdì prossimo col prossimo capitolo!

Chuu ~
Pan Rayuki VP

 

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Capitolo 10
*** Una nuova vittoria ***


«REI, VAI CON ENERGISFERA!», urlò con tutta forza Nick, lasciando che il proprio amico elettrico balzasse in aria e scagliasse quel concentrato d'energia con l'ausilio della coda a saetta verso i nostri avversari.
Il colpo alzò un enorme polverone, lasciando che il nostro gruppo esultasse, ma avevamo fatto male i conti: perché con un battito d'ali, gli avversari lasciarono che la piccola nube si diradasse per mostrare altri due Pokémon volanti, uno Spearow e un Pidgey che gli altri due ragazzi dovevano aver catturato da poco.
«Come ha detto la nostra Sharon...», incalzò con leggera apatia Key, lasciando che Zeno terminasse la frase con maggior grinta e determinazione: «... non ci faremo battere da dei criminali come voi!»
Probabilmente credevano di poterci spaventare.
Tsè, illusi!, riflettei divertita mostrando un piccolo ghigno sadico in volto.
«Finalmente facciamo sul serio.», affermai afferrando una terza sfera, invitando anche gli altri a far lo stesso.
Saremo sempre in superiorità numerica., pensai facendo due rapidi calcoli, mentre rivelammo Spearow, Pidgey e Murkrow agli occhi dei presenti.
Ci scambiammo degli sguardi d'intesa, quindi ognuno si preparò all'attacco, lasciando però il trio avversario confuso nel vedere la mia Eevee in prima linea, immobile, mentre Gastly svanì nel nulla. 
«Non intendo aspettare di vedere che vogliono fare.», sussurrò Sharon ai suoi amici, così indicò in direzione di Evelyn, ordinando a Rattata e Bulbasaur di attaccare insieme e quando furono abbastanza vicini, ordinai al Pokémon Evoluzione di effettuare la mossa fossa, lasciando i due disorientati; Pidgey iniziò così a volare attorno al nostro gruppo aumentando sempre più la velocità, alzando un gran polverone; Spearow e Pidgey di Zeno e Key effettuarono nuovamente raffica per far disperdere la terra alzata, scoprendo che non c'era più nessuno lì in mezzo.
«D-dove diavolo sono scappati?!», urlò sbalordita Sharon; Zeno puntò il buco nel suolo, proponendo che forse dovevamo essere scappati da lì.
«Ma neanche nei film d'azione: è troppo piccolo.», ribatté Key.
In quella frangente dove si trovavano occupati a confabulare tra di loro, Evelyn venne allo scoperto facendo prima cadere all'interno di una buca i loro Pokémon, in seguito anche loro stessi, lasciando che potessimo presentarci sopra di loro.

«Non credevo onestamente che avrebbe seriamente funzionato.», annunciò stupito Lawrence, giocoso.
«Lo ammetto, nemmeno io.», si aggiunse Nick, ridendo.
«Ora tocca a te, Gastly.», sentenziai schioccando le dita e lasciando che si facesse vedere ai ragazzi.
«Aspetta un secondo!», intervenne Zeno, stupendomi.
«Perché fate parte del Team Rocket?! Perché state dalla loro parte?»
«Non sono affari che ti riguardano.», cercai di tagliare corto, portando entrambe le mani ai fianchi.
«Sì che mi riguarda!»
Dannato impertinente ficcanaso...
«Non sapete che il Team Rocket è l'organizzazione criminale più perfida e infame che ci sia?! Loro non vogliono bene ai Pokémon, li sfruttano per i loro loschi piani come se fossero solo degli inutili oggetti da combattimento! Dovreste combatterli e no-»
«Hai finito?», ringhiai, quasi fosse una sentenza di morte, spaventandolo.
«Non m'interessa quello che propinano i mass media alle persone di tutto il mondo. Voi non sapete proprio niente del Team Rocket.»
«Ma è la ve-»
«Un momento...», sussurrò Sharon, attirando l'attenzione di tutti, quindi prese a indicarmi.
«Ma tu..?»
Scossi la testa e, con ferocia, intimai: «SILENZIO! Gastly, vai con ipnosi.»
«A-aspetta!», furono le ultime parole che uscirono dalle loro bocche. Sbattei insieme le mani come a volermi togliere di dosso la polvere, quindi mi voltai verso l'altra buca da cui, seppur malconci, i Pokémon dei ragazzi erano appena usciti.
«Guardali come sono ammaccati.», annunciò Lawrence.
«E non finiranno bene, te l'assicuro.», aggiunsi con tono sadico.
In pochi istanti, i nostri compagni ebbero la meglio contro quel piccolo team, lasciandoli paralizzati, scottati e persino avvelenati. Il gruppetto avrebbe certamente dovuto fare retro-front e dirigersi al centro Pokémon più vicino per salvarli, semmai ce l'avessero fatta, certo.

Quando gli allenatori si risvegliarono, scoprirono che era ormai calata la sera e, cosa peggiore, che i loro compagni d'avventure erano in gravi condizioni; spaventati fino al midollo, li fecero rientrare nelle sfere e si diressero immediatamente dall'infermiera Joy di Smeraldopoli.

«Infermiera Joy! Infermiera Joy!»
«Uh? Ehi ragazzi, che succede?»
«Abbiamo bisogno del suo aiuto! I nostri Pokémon..!»
Percepito il rischio della situazione, la donna dai capelli rosa richiamò l'attenzione dell'aiutante Chansey e, in men che non si dica, prese in cura i Pokémon dei tre allenatori e cominciò a curarne le ferite, lasciandoli in sala d'attesa, terrorizzati delle conseguenze.
Zeno in particolare rifletteva sulle parole e sui modi di fare che la recluta femminile aveva assunto prima che potesse addormentarli.
«Cosa stavi per dire, Sharon?»
«Eh?»
«Sì, infatti. Stavi per dire qualcosa prima che quella ragazza ordinasse a Gastly d'ipnotizzarci.»
«Ah... ecco...», la giovane dai capelli castani cominciò a sfregarsi le braccia come se volesse cercare di scaldarsi: dei tre infatti era l'unica rimasta in piedi a camminare avanti e indietro in attesa di notizie e forse, quel dialogo, avrebbe potuto aiutarla a scaricare la tensione.

«Sapete che io vengo da Aranciopoli, no?», i due annuirono, «Ebbene, c'è una strana voce che gira attorno alla cittadina che parla di una famiglia che è andata allo scatafascio, tempo fa.»
«Leggende urbane?» tentò d'indovinare Key.
«No, solo voci di corridoio. Nella mia città viveva una famiglia il cui padre di famiglia era un famosissimo Pokémon Ranger: un certo Joel-»
Key a quel nome sgranò immediatamente gli occhi, alzandosi dalla sedia esterrefatto.
«JOEL?! INTENDI QUEL JOEL?!»
I due lo fissarono sconcertati, sembrava che stesse parlando come se fosse il suo più sfegatato ammiratore.
«Il Joel dell'Accademia Rangers di Kanto?!»
«Sì, quel Joel.»
«OMMIODDIO NON CI CREDOO! E MAGARI CI SONO PURE PASSATO DAVANTI AAAAAH! CHE IDIOTA, IDIOTA, IDIOTA CHE SONO!», sbraitò in preda ai mille pensieri mentre si agitava ossessivamente, attirando le attenzioni di altri allenatori spazientiti dal suo modo di fare.
«S-scusate--»
«Pfff! Non credevo che fossi così attivo, Key.»
«È normale. Io volevo fare il Pokémon Ranger...», incalzò lui sconfortato calciando il vuoto, continuando: «... ma sono troppo pigro per studiare l'esame d'ammissione.»
«Insomma.», cercò di attirare nuovamente i loro sguardi, Sharon: «La famiglia era composta da tre persone: padre, madre e figlia. A seguito di un incidente stradale la moglie morì e la famiglia iniziò a sgretolarsi. La figlia cercava di ripercorrere le orme del padre, senza successo, finché un giorno l'accademia prese fuoco e della figlia non si ebbe più traccia. Sembra che sia morta tempo dopo, ma non hanno mai detto le dinamiche e il ranger si è trasferito nella nuova struttura dell'accademia in cui ormai vive con una collega, Melody.»
«M-M-MELODY?!», riprese ad agitarsi Key, venendo tuttavia zittito da Zeno che immediatamente domandò confuso: «Perché ci racconti questo?».
«Perché... io ho sempre creduto che la figlia non fosse morta.», rispose quasi malinconica, facendo sussultare i due amici; Sharon portò allora lo sguardo verso la porta a vetrata... 

«E credo che quella ragazza sia proprio la figlia scomparsa. Nonostante ci siano grosse differenze dell'aspetto fisico, hanno il nome in comune: anche quella ragazzina si chiamava Pan.»
I tre rimasero in silenzio, come se non vi fosse nulla più da dire, almeno fin quando non spuntò Key esordendo con un: «Dovremmo provare a indagare.».
«Ci penseremo domani. Ora dobbiamo pensare a come stanno i nostri-», concluse Zeno.

TU TU TURUTUUUUN

La musica che precedette la luce verde nella sala d'attesa bloccò i pensieri dei tre allenatori che immediatamente si videro apparire di fronte l'infermiera con un bel sorriso in volto e con le loro sfere Poké.
«Infermiera Joy!»
«Come stanno?», l'assalirono quasi subito con mille altre domande che vennero placate con una singola frase.
«Non preoccupatevi, i vostri amici stanno bene adesso.»
«Oh, meno male!», annunciò Zeno come se fosse toltosi un peso dallo stomaco, abbracciando le sue Poké ball e, mentre gli altri due ragazzi recuperarono i loro compagni d'avventura, alla donna passò di mente una domanda che avrebbe ricevuto una brutta risposta.
«Posso chiedervi però cosa è successo? I vostri Pokémon erano proprio conciati male.»
«Abbiamo affrontato un gruppo del Team Rocket.», rispose trionfale Zeno, lasciando che però Key continuasse il discorso, facendo logicamente cadere a terra l'idea che l'amico aveva intenzione di rappresentare, inutilmente speranzoso che nessuno dei due annunciasse tale fallimento.
«Sì e ci hanno fregati.»
«E-ehi, Key! Non c'è bisogno di dirlo così...»
«È vero!», si aggregò Sharon.
«Sono due ragazzi e una ragazza, bisogna avvertire le autorità di fare attenzione: sono molto pericolosi!»
«Vi ringrazio, comunicherò tutte le informazioni possibili alle varie città della regione, almeno se li vedranno potranno arrestarli.», annunciò spietata Joy, lasciando che si sollevasse da parte dei tre un «Urrà!» di gioia.

Nel corso della nottata, Sharon, Zeno e Key decisero di prendere una stanza nel centro, decidendo di allenarsi duramente per poter far fronte anche all'organizzazione criminale e per non fallire un'altra volta, qualora li avessero nuovamente incontrati.

«... non capisco. Cos'è successo effettivamente in quella famiglia..?», sussurrò nel cuore della notte, Sharon, intenta a cercar di prendere sonno.
Dovremo stare attenti... se quella è davvero la figlia di Joel, sono certa che sarà molto più furba, persino del padre., rifletté infine, girandosi nel letto.

 

-----AUTHOR'S NOTE-----

#spazioautore

Ciao a tutti ragazzi e buon anno!
Mannaggia alla peppetta, com'è che è già passato tutto 'sto tempo?! Chiedo scusa a tutti i miei lettori per averci messo così tanto, prometto che non succederà più! 
Allora, come state scriccioli? Spero bene! Personalmente sono ancora alla ricerca di 'sta benedetta cura e diagnosi, ma spero di avere dei risultati dal prossimo mese perché i dolori mi stanno uccidendo..!
Appena saprò qualcosa aggiornerò il mio profilo. Mi spiace avervi fatto attendere così tanto, ma con questo capitolo finalmente vi ho rivelato qualcosa di nuovo e soprattutto c'è una novità su cui potrete fantasticare voi lettori!

Secondo voi è solo una leggenda? Pan e la figlia del famoso Joel sono la stessa persona? Che idee vi siete fatti, eh?

Fatemelo sapere qui sotto in un bel commento!
Settimana prossima uscirà la locandina che darà il via al contest della storia che vi consentirà di vedere uno dei vostri personaggi apparire in alcuni capitoli! Non perdetevelo, mi raccomando! Inoltre v'informo che ho deciso di rendere l'uscita bisettimanale, sempre di Venerdì, per poter prendere i giusti tempi coi vari progetti in corso.
Noi ci becchiamo Venerdì 2 Febbraio col prossimo capitolo, non mancate!

Chuu ~
Pan Rayuki VP

 

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Capitolo 11
*** Direzione Celestopoli! ***


Avevamo lasciato da poco il posto in cui avevamo bloccato i tre allenatori, portando a compimento la nostra missione per distrarli e, a quel punto, stavamo dirigendoci verso la cittadina sotto assedio. Arrivati a pochi metri dal passo finale che ci divideva dal grigio paesino, immersi ancora una volta nel verde, Lawrence si fermò, pensieroso.
«Pan?»
«Che c'è?»
«Mi spieghi perché non abbiamo sottratto i Pokémon a quei novellini?»
Ci rimasi di stucco a quella domanda, piegando successivamente la testa mentre ero intenta a guardare altrove, come se stessi riflettendo su cosa dire. In realtà sapevo già il perché: «Perché probabilmente saranno moribondi. Saranno belli che fortunati se sopravvivranno. E in ogni caso, la missione era solo di bloccarli, non di portargli via qualche Pokémon, attirando ulteriormente attenzioni su di noi.»
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata fugace, quindi riprendemmo il cammino mentre finalmente veniva aggiornato il palmare nel settore archivio missioni.
Non avevamo ricevuto nuove direttive: dovevamo solo uscire dal bosco, peccato che quando ne uscimmo, trovammo una serie di agenti che, fortunatamente, erano troppo impegnati a tenere a bada i vari cittadini spaventati, mentre dall'altro capo della strada si sentivano ancora rumori e frastuoni incessanti di combattimenti fra le forze dell'ordine e il Team Rocket. Restando nell'ombra a osservare la vicenda, Nick suggerì: «... e se restassimo ancora un po' nascosti nel bosco?», ma insieme a Lawrence, non ero affatto d'accordo.
«Non conviene.», disse scuotendo il capo, Lawrence. 
«Già. Penso anzi che a breve faranno anche un giro qui dentro per vedere se troveranno altre reclute: meglio avvisare i nostri capi e al massimo chiedere il trasporto ad Azzurropoli.»
«D-dite?», chiese vagamente intimorito il piccoletto, quando finalmente i nostri poké-gear iniziarono a squillare.

«Sì?»
«Congratulazioni!!»
«Gh--», rimasi stizzita a tal punto da non riuscire a capire cos'altro disse subito dopo, ma dovevano certamente essere solo delle esclamazioni di gioia. Chi era?
«R-Robert! Che... che succede?»
«Sei appena stata promossa!»
«Che?!», stentai a credere a quelle parole: ero completamente eccitata all'idea di aver già superato il primo gradino da semplice recluta a qualcosa di più impegnativo. Stavo per chiedere quale fosse il mio nuovo rango, quando l'uomo scoppiò in una fragorosa risata, sbattendo persino una mano alla scrivania - o muro che fosse.
«Naaah! Mi fai morire piccoletta, ahah! Nessuna promozione, spiacente!»
Ma vaff--, pensai adirata e con un diavolo per capello.
«E allora cosa c'è?»
«Abbiamo una nuova missione per voi tre! Dovrete rubare Starmie e Staryu sotto il naso della capopalestra di Celestopoli, Misty!»
«Ah sì?», i miei occhi s'illuminarono, assumendo un non so che di sinistro: era qualcosa di ancor più appagante da chiederci che far semplicemente i pali..!
«Va bene! Ora però abbiamo la strada bloccata per raggiungere Celestopoli dal bosco: intendete mandarci supporto o..?»
«Ma sì, tra poco dovrebbe arrivare Hypno a teletrasportarvi da noi, così potrete far recuperare energie ai vostri compagni.»
«Figo. A più tardi allora.»
Una volta interrotta la chiamata rivolsi la mia attenzione agli altri due che erano già in compagnia di Hypno, feci allora per avvicinarmi, ma il Pokémon scosse la testa.
«EH?! ANCORA?!»
«Devi stare proprio sulle palle al mio comandante se non ti vuole dare nemmeno un passaggio.», se la rise sotto i baffi Lawrence, pochi attimi prima di sparire sotto i miei occhi.
«GRRRR! DAAAAAAAAAH! Quella dannata arpia maledetta! Spero le venga un attacco di dissenteria fulminante e che non trovi bagni liberi funzionanti con carta igienica!», sbraitai furiosa mentre Evelyn, rimasta tutto il tempo a fissarmi sopra un piccolo ceppo d'albero, sospirò; iniziai così a fare avanti e indietro gesticolando e imprecando in cerca di una soluzione, quand'ecco che alle mie spalle riapparve Hypno: la mia reazione fu un'occhiataccia degna del più pressante visotruce mai eseguito da un Pokémon prima d'ora.
«Mi prendi per il culo?!»
«Hyyyypno...», rispose lui iniziando a gongolarsi. Aveva un atteggiamento che mi ricordava qualcuno... presi perciò in braccio Evelyn per poi avvicinarmi con l'intenzione di domandargli a chi appartenesse e quello, tutto pimpante, mi afferrò e portò il braccio verso l'alto, teletrasportandoci davanti all'assistente.
«Waaaah--»
«Ohhh! Ma allora ha funzionato! Bravo birbantello mio!», ridacchiò Robert tutto allegro mentre, ancora una volta, mi ritrovavo con la faccia spiattellata sul freddo suolo piastrellato del covo. Stavo per inveir contro l'uomo, quando vidi il secondo Hypno fare un salto e tramutare in un Ditto.
«E chi è il Ditto più bravo del mondo? Eh? Eh? Chi è?! Ma sì, sei tu! Cuci cuci cuuu..!»
«... sant'iddio che scena pietosa.», mormorai afferrando Evelyn per lasciarla salire nuovamente in spalla, facendo in modo che Gastly si posizionasse subito accanto, raggiungendo Nick e Rei. Lasciai che le reclute addette al reparto di cure, capitanate da un'infermiera Joy molto diversa dalle altre sparse per il globo, recuperassero i nostri amici per farli rimettere in forze.
«Dunque.», intervenne l'assistente Rowan, proprietario dell'Hypno. 
«Questo discorso dovrebbero farvelo i nostri superiori, ma attualmente come ben sapete sono in missione. Ebbene, avete portato a termine il vostro compito.», fece quindi un solo singolo applauso, mantenendo un'espressione neutra, «Bel lavoro. La vostra prossima missione sarà appunto rubare lo Starmie e lo Staryu di Misty, in quanto abbiamo bisogno di effettuare degli esperimenti che potrebbero funzionare solo se avessimo quei due Pokémon molto allenati... dopo un rapido riscontro, abbiamo dedotto che la scelta più semplice fosse quella di rapirli per ottimizzare i tempi di ricerca. Starmie sarebbe l'ideale, ma se non riusciste a sgraffignarlo, sappiate che anche solo Staryu potrebbe bastare. Impegnatevi e soprattutto... non fallite.»
Vi fu un attimo di silenzio nella stanza. L'agitazione sembrava palpabile nell'aria: Nick era preoccupato e alzò dunque la mano, prendendo parola. 
«E-ecco... che genere di esperimenti..?»
Rowan risultò quasi scocciato: la parte del comandante la stava recitando davvero bene..! 
«Non sono fatti che vi devono interessare.», a quella frase Nick sobbalzò imbarazzato, abbassando lo sguardo, così intervenne Lawrence: «Rowan, credo che Nick volesse semplicemente sapere se... se i Pokémon potrebbero soffrirne durante la sperimentazione.»
L'assistente sospirò senza aggiungere nulla, quindi si girò dandoci le spalle per poi sparire dietro alla doppia porta della stanza dedicata ai laboratori. Rimasi in silenzio a osservare la scena dove Amila, l'assistente del generale di Nick, cercò di risollevare gli animi.
«Diciamo che è per il bene della scienza...!», concluse ridendo nervosa, venendo poi fatta accompagnare nel laboratorio da Robert che accennò un saluto giocoso com'era suo solito. 
Insieme a Nick e Lawrence m'incamminai verso il centro medico del covo, dove trovammo i nostri amici che si stavano bellamente rimpinzando di mele, crocchette e pokébignè di ogni tipo. Nick in particolare era il più turbato: con la mano posata ad accarezzare la testa del suo piccolo Rei, sussurrò: «... e se invece facessero loro del male..?»
«Beh... le sperimentazioni sono sempre un'incognita... ma magari non saranno pericolosi per l'incolumità dei Pokémon.»
Restai ancora una volta in silenzio, intenta a spazzolare il pelo di Evelyn, lanciando tuttavia qualche occhiata fugace verso i due ragazzi. Volevo dire loro come la pensavo, che per la scienza esistono dei sacrifici da fare talvolta, ma sarei certamente risultata ipocrita se avessi dovuto immaginare anche per un solo istante di cedere loro uno dei nostri compagni. Tuttavia scossi la testa: «... meno si sa e meglio è, in certi casi.».

Una volta che indossammo nuovamente le felpe per confonderci tra la folla, ci dirigemmo verso Celestopoli, scoprendo che stavolta, al transito da Zafferanopoli, vi era posizionata un'agente Jenny che ci fece sobbalzare e sparire dietro l'angolo.
«Merda! Come ce ne sbarazziamo?», chiese schietto Lawrence. Da parte mia vi fu un sorrisetto sornione.
«Lasciate fare a noi.», ammiccai loro facendo andare avanti Gastly con cui scambiai un cenno d'intesa col pollice rivolto verso l'alto. 
In pochi secondi infatti, questo si avvicinò giocoso alla poliziotta che si lasciò coinvolgere allegramente dalle movenze del Pokémon Gas, facendola rivolgere verso il muro. 
«Andiamo.», annunciai sgattaiolando alle sue spalle dall'altra parte, finendo nel percorso 5 che ci avrebbe collegati alla cittadina.
Una volta giunti davanti all'ingresso di Celestopoli, ci fermammo per pensare a un piano d'azione.
«Ora che Rei si è evoluto in Pikachu, dovremmo avere più fortuna nella cattura dei due Pokémon d'acqua della capopalestra.», riferì Lawrence.
«Tu... tu dici?», proferì parola Nick mentre prese a guardare Rei che aveva sbattuto un paio di volte le orecchie; tuttavia... non mi trovavo minimamente d'accordo.
«Non credo che dovremmo affidarci solo alla singola presenza di un Pokémon elettrico, onestamente. Dovremmo allenare un po' i nostri altri partner.», conclusi prendendo poi la Pokéball di Metapod che feci uscire.
«Personalmente preferirei aspettare e vedere prima com'è strutturata la palestra, se magari ci sono stati dei cambiamenti nell'edificio e...»
«Cambiamenti?», domandò sorpreso Lawrence, facendomi sobbalzare lievemente, «Come sarebbe a dire?».
«E-ecco...», balbettai in cerca di qualcosa da dire per evitare di parlar troppo; Lawrence a quel mio atteggiamento s'insospettì maggiormente.
«Che diavolo ci nascondi, eh?!»
«Nulla di troppo importante!», esclamai arrossendo: mi sentivo a disagio e questo Nick lo percepì, intervenendo e spostando il ragazzo da davanti il mio viso.
«Se non vuole parlarcene, non possiamo obbligarla, Lawrence.»
«Oh sì che possiamo! Sputa il rosp--», finì di sbraitare il moro, venendo zittito da un attacco millebave di Metapod che fece ridere gli altri Pokémon. Quell'azione fece indiavolare a tal punto il ragazzo che, dopo essersi tolto la seta prodotta dal baco, nella rabbia lanciò la sfera contenente Kakuna, urlando: «Ah, la mettiamo così?! Allora ti sfido subito! Abbiamo ancora un conto in sospeso noi due!»
Posai la mano sul fianco sospirando, quindi scambiai un cenno d'intesa con Metapod, ma stavolta si aggiunsero anche Evelyn e Char.
«Ragazzi...», sospirò Nick con accanto Rei che pareva disperato quanto il suo allenatore.
«Kakuna! Millebave su Eevee! Char, attacca con braciere!», in men che non si dica, i due Pokémon combinarono la tattica, ma per loro sfortuna, Eve e io eravamo preparate. Non appena Eevee schivò l'attaccò, urlai «Protezione Eve!», in modo che si piazzasse di fronte a Metapod per difendere entrambi, quindi fu il nostro turno di contrattaccare. Evelyn fece un verso a Metapod che prese a dondolarsi e in seguito venne usato come trampolino, lasciando stupiti i nostri avversari e chi in quel momento, dalla strada, stava assistendo allo scontro.
«Vai con comete, Evelyn!»
L'attacco centrò in pieno sia Char che Kakuna che però fu in grado di difendersi usando in autonomia rafforzatore. Charmander ed Eevee iniziarono così ad affrontarsi, schivando alcuni colpi e incassandone altri tra graffio, azione, attacco rapido e così via, fin quando a un certo punto, attirai l'attenzione di Evelyn: «Usa fossa Eve!»
«Immaginavo che avresti usato una mossa tanto meschina, ma siamo preparati anche noi.», accennò Lawrence con un ghigno sinistro, stupendomi di un tale comportamento da parte sua.
«Char, usa braciere dentro la fossa scavata da Eevee!»
Merda!, riflettei istintivamente, «Esci ora, Evelyn!»
Le fiamme raggiunsero Evelyn nell'esatto istante in cui questa uscì dal terreno, lasciandole la coda scottata mentre Lawrence e Char si gongolavano. Digrignai i denti mentre Evelyn stava cercando di attenuarsi la ferita, quand'ecco che Kakuna venne letteralmente scagliato da una codata di Charmander contro il Pokémon evoluzione; Metapod però si mise in mezzo: si era dondolato sul terreno letteralmente tutto il tempo.
In quell'istante, una luce avvolse di nuovo il baco che, davanti ai suoi avversari, finalmente si schiuse in un bellissimo esemplare di Butterfree sotto gli occhi soddisfatti della sottoscritta.
«Sei grande Butterfree!», esultai inizialmente, quindi sogghignai verso il gruppo: feci cenno a Evelyn di ritirarsi, quindi invitai Butterfree ad attaccarli usando confusione, confondendo Char che, in un attimo, diede fuoco a Kakuna, difesosi di nuovo inutilmente con rafforzatore. Una volta diradatosi il fumo delle fiamme, scoprimmo che la crisalide aveva lasciato spazio a un bellissimo esemplare di Beedrill.
«Whoa! Che figata..!», proferì sbalordito Nick.
Batteì quindi le mani per attirare l'attenzione dell'avversario che rimase stordito dalla mia reazione.
«Ben fatto. Ora avremo certamente più chance contro la capopalestra.»
«... eh?! Il nostro scontro non è finito!»
«... devo ricordarti che abbiamo una missione, forse? Che non dobbiamo deludere i nostri superiori e che dobbiamo portare a termine tassativamente questa missione?» 
A quelle mie puntualizzazioni, Lawrence digrignò i denti e a quel punto non lo degnai più delle mie attenzioni, prendendomi anzi cura dei miei Pokémon.
«... odio quando fa così.», sussurrò con un'occhiataccia nella mia direzione, Lawrence, venendo raggiunto da Nick che cercò di farlo placare: «Lo sai che dopotutto ha ragione... e poi, ora hai Beedrill. Abbiamo più Pokémon per affrontare la capopalestra...»
«Sì... ma questa storia non mi piace affatto.»
«Basta chiacchiere, muoviamoci.», annunciai con fermezza, convincendoli a seguirmi... ma facendo una piccola variazione di percorso! Non potevamo entrare nei centri Pokémon e rischiare che ci riconoscessero in qualche modo - ero piuttosto prudente -, quindi afferrai la mappa per trovare il centro di recupero del Team Rocket, scoprendolo qualche centinaio di metri più indietro, nascosto dentro una piccola pensione per Pokémon.

«... e questo sarebbe un altro nascondiglio?», domandò frastornato Lawrence. 
«Credo che sia ottimo come camuffamento, non trovate? In pratica gli allenatori lasciano a quest'uomo un Pokémon d'allenare e d'accudire, per poi sostituirlo con un altro.»
Varcammo la soglia della porta, trovando un uomo apparentemente anziano, alle prese con una nuova consegna da parte di un'allenatrice che cedeva un piccolo Cyndaquil.
«Mi raccomando, ne abbia estrema cura! A presto!»
«Ma certamente.», sorrise tutto allegro, «Faccia buon viaggio mi raccomando!».
Con lo sguardo osservammo l'ignara vittima uscire e chiudere la porta alle nostre spalle, quindi Lawrence si fece avanti.
«Benvenuti alla pensione Pokémon di Celestopoli. Come posso aiutarvi?»
«Curando i nostri Pokémon maga--», incalzò rabbioso il moro, ma venne zittito da Nick, lasciando che fossi io a prendere parola.
«Lei è Ryan della sezione ricerca e studio, vero?»
L'uomo sussultò: «... chi vuole saperlo?»
«Siamo dei membri del Team Rocket. Abbiamo bisogno di curare i nostri Pokémon prima di passare all'azione.», dissi con la massima serietà; l'uomo mi squadrò da cima a fondo, quindi aprii la felpa mostrando il logo rosso sulla divisa nera.
«Aaaahn... okay... quindi necessitate di cure, eh?», Ryan fece qualche passo indietro, quindi spostò il tavolo e il tappeto ai suoi piedi, mostrando un passaggio segreto che ci condusse verso un vero e proprio centro medico per Pokémon occultato in grande stile.
«Riposatevi qualche istante, i vostri compagni saranno subito da voi.», annunciò la donna a comando di quel Pokémon center, tuttavia, la nostra attenzione venne riportata sul televisore che sembrava trasmettere la pubblicità di un grande evento che si sarebbe svolto quella sera stessa alla palestra della città.

«Signore e signori! Benvenuti a Celestopoli! La città stasera si tinge di magia e giochi acquatici! Siete tutti invitati a partecipare all'evento più atteso dagli abitanti della nostra ridente e fresca cittadina! Questa sera assisterete al magnifico spettacolo acquatico organizzato dalla nostra capopalestra Misty che si esibirà in compagnia dei Pokémon più famosi della palestra! Non potete assolutamente mancare!», disse con entusiasmo e allegria l'annunciatore, lasciando poi spazio a un adorabile primo piano della capopalestra: «Vi aspettiamo numerosi!».
Era un'assoluta botta di fortuna..!

«... perfetto.», sentenziai sinistramente, suscitando curiosità e qualche brivido nei miei due compagni.
«... perfetto cosa..?», domandò titubante Nick.
«Colpiremo subito dopo lo spettacolo..!»

----- AUTHOR'S NOTES -----

Ciao a tutti ragazzi! Lo so, sono imperdonabile, è passato un anno dall'ultimo capitolo pubblicato..!
Purtroppo non so ancora quando potrò riprendere a pubblicare periodicamente, ma spero molto presto, così come per poter indire un bel contest di disegno e scrittura, con premio la partecipazione di un vostro personaggio in alcuni capitoli della storia!
Finalmente so qual è il nome del mio problema, CRPS, ovvero algodistrofia localizzata a entrambe le mani e i polsi, cosa che causa dolore e limita molti movimenti del polso e delle dita, motivo per cui non posso ancora assicurarvi quando tornerà la scadenza, ma so che sarà sempre al Venerdì e che se ci saranno degli extra avverranno di Mercoledì!
Vi ringrazio infinitamente per i messaggi d'interesse e per l'apprezzamento che state mostrando per questa storia! Grazie di cuore!

Parlando del capitolo, spero non sia passato troppo tempo per tenere a mente i personaggi, avete qualche curiosità, o domanda? Secondo voi come andrà a finire la nuova missione? Ce la faranno o no a fare il colpaccio all'ignara capopalestra? Sotto con le scommesse!

Alla prossima, un grosso saluto dalla vostra acciaccata e onnipresente Pan! <3

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