Promettimi di restare

di selena_
(/viewuser.php?uid=1043156)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~~Prologo

“Kimmy, Kimmy! Avanti, vuoi alzarti da quel letto? Lo sai che non potrai nasconderti qui ancora a lungo, vero? E poi, pensavo che ci tenessi a salutare Ty, in fondo siete o non siete inseparabili voi due?”
“ Si..lo siamo..o almeno..lo siamo stati. Ma adesso, ora cambierà tutto! Mamma, non voglio che se ne vada, non voglio che mi lasci sola! É il mio migliore amico..chi mi aiuterà a fare i compiti di matematica ora, o chi mi consolerà quando litigo con Alice?”

“Lo so tesoro che per te è difficile, come lo è per tutti noi, ma Derek ha avuto un impiego importante a Madrid  e non poteva rifiutare. Ora però non fare i capricci e vieni a salutare, anche perché sono sicura che Ty ci rimarrebbe male se non ti vedesse oggi”.
“Si mamma, forse hai ragione, non è giusto che mi veda triste, anche se mi mancherà terribilmente”
“Cosi mi piaci tesoro.” Ed è cosi che mi ritrovo stritolata in un abbraccio soffocante. Mia madre in questo campo non la batte nessuno, riesce a farti tornare il sorriso anche quando di sorridere non ne hai proprio voglia; e devo dire che anche le sue tecniche di convincimento vanno sempre a segno, tanto che la seguo giù dalle scale, diretti nella casa di fianco dove ci aspetta la famiglia Convey, già pronta per partire.

Ebbene si, mi ritrovo stritolata, nel giro di dieci minuti-devo dire un vero record- nel secondo abbraccio consolatore della giornata. Appena riesco finalmente a respirare, mi ritrovo davanti a due occhi cioccolato che mi osservano senza perdersi nessuna mia espressione.
“Finalmente sei qui. Sai..ero quasi convinto che fossi arrabbiata con me e non volessi nemmeno salutarmi” Strano, penso, quello che mi sembra di vedere è una lacrima che scende dal mio biondino preferito. Di solito Tyler non è una persona che mostra molto i suoi sentimenti, anzi non li dimostra affatto. L’ultima volta che mi ricordo che avesse pianto, è stato almeno tre anni prima quando per Halloween ha preso paura con le decorazioni che erano state appese per il nostro quartiere, un vero fifone! Certo, eravamo ancora dei poppanti, o almeno diciamo che eravamo più piccoli..insomma sette anni in confronto ai quattro che avevamo mi sembra una bella differenza! Anche se devo dire che Ty non ha mai amato molto i fantasmi o tutto ciò che avesse a che fare con il paranormale, e la situazione non è cambiata da allora. Ovviamente non lo sa nessuno di questa sua debolezza, solo io… ma infondo mi sembra anche giusto; ci conosciamo da quando portavamo il pannolino e conosciamo ogni cosa dell’uno e dell’altra. A scuola è sempre stato allegro, divertente, capace di ingraziarsi qualsiasi persona avesse a che fare con lui grazie al suo sorriso, e molto, molto..l’ho già detto molto?, molto bravo in matematica. Era il più bravo della classe, tant’è che mi suggeriva sempre quando venivo interrogata e mi aiutava con i compiti.
“Ti pare?! Certo che sarei venuta a dirti addio” e non so perché ma la risposta mi esce in modo decisamente brusco rispetto a quello che avevo deciso di dire. Ma il tono sembra rispettare perfettamente la situazione.

Ed è cosi che lo vedo raggiungere la sua famiglia, mentre sta salutando la mia. So di averlo ferito, non sono mai stata brava in questo genere di cose, ma sono arrabbiata, con lui, con suo padre, ma soprattutto con me stessa perché dovrei essere felice per lui, ma non mi riesce proprio; ed ora lo sto lasciando andare via senza dirgli quanto sentirò la sua mancanza.

Sto per raggiungerlo e fermarlo, quando si gira verso di me e mi sorride…Mi guarda attentamente e in un modo -che io definisco alla Ty-, e finalmente si rivolge a me di nuovo- “ Lo sapevo che saresti venuta, anche se vuoi far sembrare il contrario; e so anche che non avevi preso bene la notizia del mio trasferimento, ma sarai sempre la migliore amica del mondo anche con tutti questi chilometri di distanza e ricordati bene Kimmy che questo è un arrivederci, perché io tornerò, questa è una promessa”.
Ed io non posso fare a meno di sorridere, perché dentro di me, speravo che mi dicesse una cosa del genere. Non ho bisogno di rispondergli, perché sa benissimo che ho recepito quello che ha detto,  siamo sempre stati bravi a capirci con un solo sguardo.

Anche la sua famiglia viene verso di me, e mentre sua madre Martha mi da un grosso bacio sulla guancia, suo padre mi accarezza i capelli. Ed è cosi che qualche minuto più tardi li vediamo imboccare il vialetto che li porterà fuori dalla città ma non dalla mia vita.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo1

10 anni dopo

Ok, sono in ritardo. No, non mi sono espressa bene, sono in uno schifosissimo ritardo! Io, Kimberly Strauss, la regina indiscussa della puntualità..cavolo, non sono arrivata in ritardo nemmeno alle gite scolastiche! E ovviamente mi doveva succedere il primo giorno dell’ultimo anno di liceo, che, per inciso è tutta colpa di Alice che mi ha tenuta sveglia fino a tardi perché, la signorina non riusciva ad addormentarsi ieri sera pensando al fatto che quest’anno un altro importante capitolo della nostra vita si sarebbe concluso e bla bla bla..insomma con tutti i momenti che aveva per pensarci, proprio alle due di notte dovevano venirle i dubbi esistenziali?! E chi se non io poteva sorbirsi questa tortura?

Fatto sta che le cose non cambiano, fra due minuti chiuderanno i cancelli e io sto correndo come una pazza per evitare di dovermi arrampicare stile koala. La vedo..la vedo! E vedo anche il custode purtroppo, che sta per toccare quel dannato cancello! Ma no caro mio, non ho fatto una corsa contro in tempo per vedere te che te la ridi mentre io mi dispero per aver perso un giorno di scuola immotivato; si, sono sempre stata lige al dovere. In ogni caso credo che nessuno avesse potuto battermi in velocità oggi, visto che con uno scatto degno del miglior corridore sono riuscita ad entrare nel cortile di quello che da quattro anni a sta parte è il mio liceo.

Sono dentro, finalmente. Cerco di regolarizzare il respiro e darmi una sistemata, saluto con un sorriso il custode e come un fulmine mi dirigo verso la mia classe, preparandomi alla ramanzina della professoressa di matematica, materia che mi è stata poco congeniale fin dall’infanzia.

Busso, e..stranamente non sento silenzio come al solito, ma un brusio di tutto rispetto, per quello decido di entrare lo stesso. E mi accorgo con immenso orrore che della prof nemmeno l’ombra e che i miei compagni di classe sembrano molto lontani anche solo dal pensare di fare qualcosa che richieda l’utilizzo di un quaderno e una penna. Allora decido di andare a passo di carica verso Alice, la quale mi sorride con aria colpevole.

“Dimmi che è uno scherzo e che la Dallowey è andata a cercare i compiti che doveva portarci da più di due settimane” in effetti, la zitella, chiamata cosi da noi studenti per il numero spropositato di gatti che ha, ha le nostre verifiche da quindici giorni ormai, ma per un motivo o un altro non si decide a restituircele; sono quasi tentata di pensare che le abbia usate come gomitoli per i suoi gatti, che, chiariamoci per me potrebbe farlo benissimo, non credo si sia persa tanto, visto che come al solito avrò ottenuto un risultato pessimo. Ma non è questo il punto..

“ Mi dispiace Kim, ma la prof oggi non c’è, ci hanno informato che starà a casa tutta la settimana per malattia. Te lo avrei detto..”

“Me lo avresti detto?!? Mi hai fatta correre per mezz’ora, facendomi quasi investire, quando sapevi già da minimo venti minuti che sarebbe stata assente?!”

“Si, ok, hai ragione..ma vedi te lo stavo per scrivere quando Eric..beh abbiamo iniziato a parlare e mi è completamente passato di mente” e dicendo questo un leggero rossore comincia a imporporarle le guance..ah Alice e la sua innata timidezza. Eccolo li il problema allora. Eric Nashville, o anche detto -cotta di Alice da tutta la vita-. Ok, ammettiamolo, non è affatto un brutto ragazzo..alto, castano, occhi scuri, spalle pronunciate-dovute ad anni di allenamenti di nuoto-, e bel sorriso, ma per la miseria! Nessuno dei due si decide a fare il primo passo, sono anni che va avanti questa pseudo amicizia. Lei perché troppo timida e lui..boh..non saprei spiegare quali gravi problemi lo affliggano per non riuscire a dichiararsi alla mia amica.

“Perdonata?” e lo sa bene che quando fa quegli occhioni da cucciolo bastonato, anche uno con un po’ di resistenza non riesce a resisterle e io non ne ho affatto, quindi direi che siamo a posto.

“Perdonata. Lo sai bene che non riesco mai ad avercela con te quando mi fai quella faccia.”

“ Oh lo so bene mia cara, per questo applico la mia tecnica su di te”

“ Sei davvero perfida” e cominciamo a ridere come pazze, ma succede sempre cosi tra noi.

“ Comunque basta parlare di cose inutili e veniamo al punto della situazione. Non ti sei chiesta perché in classe c’è tutta questa confusione?” e in effetti ora che me lo fa notare, c’è parecchio movimento tra i nostri compagni di classe e dubito che sia solo perché abbiamo un’ora buca.

“ No, non me lo sono chiesta. Sai com’è..stavo pensando a non finire uccisa per arrivare qui” ahh lo so, sono una persona estremamente ironica, ma cavolo ero davvero infuriata per prima, un po’ di risentimento ci sta, no?

“Farò finta di non averti sentita e piantala di alzare gli occhi al cielo! Comunque stavo dicendo, e gradirei non essere interrotta, che un nuovo studente sta per trasferirsi qui dalla Spagna. Cioè..ti rendi conto?! Dalla Spagna! Anche se si dice che di origine dovrebbe essere americano; sono tutti curiosi di conoscerlo!” certo come no..

“Io e te siamo curiosi di conoscerlo, i ragazzi vogliono farselo amico per farlo entrare nella squadra di football e le ragazze, Maddison in particolare, vogliono infilarsi nel suo letto” perché diciamocelo, avete mai visto uno spagnolo che non sia abbronzato, palestrato e con un sorriso perenne neanche dovesse commercializzare un nuovo dentifricio?

“Può darsi.. ciò non toglie che sta per arrivare qui, anzi a dire il vero è in ritardo..e magari potrebbe essere un tipo simpatico con cui è facile relazionarsi!” Alice è sempre la solita, vede il buono in tutti e prima di catalogare una persona ci pensa almeno non due ma dieci volte; il contrario di me insomma, molto più frettolosa a giudicare le persone, ma a mio favore posso dire che anche da un primo sguardo, di rado mi sono sbagliata a dare un giudizio. 

Ecco, neanche a farlo apposta, la campanella della seconda ora suona, annunciandoci la fine della pacchia e l’inizio dell’ora più agognata da tutti i cavernicoli che ho in classe e quella più temuta dalle ragazze, in quanto non sia mai che ci si possa spezzare un’unghia cercando di raccogliere un pallone . Educazione fisica.  Ma posso assicurare che questo non è il mio caso. Ho sempre amato ginnastica, in quanto posso staccare la spina dai problemi abituali e concentrarmi su altro. E pur non praticando sport, me la sono sempre cavata niente male.

Cosi io e Alice raccogliamo le nostre cose e seguiamo gli altri per raggiungere la palestra, che ovviamente doveva essere dalla parte opposta della scuola, in quanto l’hanno rifatta nuova dopo il terremoto di due anni fa che aveva reso la vecchia palestra impraticabile. Ovviamente ad attenderci c’è già il professor Donovan nella sua impeccabile tuta con tanto di fischietto alle labbra. Per essere un uomo di mezz’età devo ammettere che ha lo spirito di un giovincello.

“ Buongiorno ragazzi! Avete passato delle buone vacanze? Quest’anno voglio vedervi dare il massimo, e non battere la fiacca come molti di voi hanno fatto l’anno scorso! Iniziamo subito con le comunicazioni importanti. Da oggi avrete un nuovo compagno di classe che..”

“Te l’ho detto che sarebbe arrivato oggi!” di sicuro nessuno riuscirebbe mai a battere Aly in quanto ad entusiasmo..

“Tyler Convey” e non so perché ma ho completamente smesso di prestare attenzione alla mia amica che sta ancora parlando, e l’ho completamente rivolta al ragazzo biondo appena entrato che si sta affiancando al professore. Indossa un paio di jeans scuri strappati e una maglietta bianca che gli fascia in modo delizioso i muscoli che si ritrova. Credo anche di aver cominciato a sbavare, e a quanto sto vedendo non sono l’unica a farlo.

Con un rapido movimento si toglie i Rayban che aveva indosso e a me sembra di aver appena ricevuto un pugno nello stomaco. Quegli occhi, quei dannati occhi li riconoscerei tra mille, color cioccolato con pagliuzze color caramello man mano che ci si avvicina alla pupilla. Non può essere lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


promettimi di restare capitolo 3

“Ciao a tutti, sono Tyler Convey e da oggi studierò con voi. Spero che sia ben accetto in questa classe.” E sbaglio o quello che ho visto era un sorriso decisamente malizioso? No, a giudicare dal modo languido in cui lo guardano Maddison e il suo branco di galline.

“Aspetta un momento..è davvero chi penso che sia? Il nostro Ty? O meglio il tuo Ty?

“Smettila, non è mai stato mio, eravamo amici, anzi è già tanto se si ricorderà ancora di me dopo tutto questo tempo”

“Beh a giudicare dal modo in cui ti guarda direi che si ricorda bene chi sei” alzo la testa di scatto e mi accorgo che Aly ha ragione, in effetti mi sta fissando cosi intensamente che è impossibile non distogliere lo sguardo. Cavolo! Certo che sa come mettere in soggezione le persone!

“Bene ragazzi silenzio! Adesso andatevi a cambiare per la lezione e..ah! signor Convey mi farebbe piacere se entrasse nella nostra squadra di football; il primo allenamento si terrà oggi pomeriggio nel campo sportivo dietro scuola. Se ha tempo, venga a dare un’occhiata".

“Con molto piacere Professore”

“Eccellente! Alle 15 e 30 puntuale davanti agli spalti. E adesso iniziamo la lezione.”

Finalmente! Anche queste due ore sono terminate ed è arrivata l’ora da ma più odiata e amata allo stesso tempo. Il pranzo. No, non sono una fissata con la dieta, ma questo è dato anche dal fatto che qualsiasi cosa mangio la brucio piuttosto in fretta. Ohh sia lodato il metabolismo! Infatti, mi riempio il piatto di pasta al ragù e per finire mi prendo una mela. Finito di riempirci i vassoi, io e Aly andiamo a sederci al primo tavolo libero che troviamo e disgraziatamente è proprio dietro al tavolo di Maddison.

Sbuffo e Alice non può fare a meno di sghignazzare, lo sa che l’odio che provo contro quella biondina tinta risale all’epoca in cui i dinosauri erano ancora sul nostro pianeta.

“Ragazze! Scusate il ritardo, ma le barbie avevano ingombrato il passaggio! Pensavo di dover prendere l’elicottero per venire fin qui! E solo perché è arrivato quello nuovo..non hanno mai visto due pettorali e un paio di chiappe?! ” ah.. Nat e la sua finezza, devo dire che mi era proprio mancata.

Natalie non è di certo una che le manda a dire le cose, anzi cerca sempre di affrontare i problemi quando sorgono e non hanno ancora avuto il tempo di svilupparsi. La nostra amica ha un carattere parecchio estroverso e con la bellezza che ha, ha fatto capitolare parecchi ragazzi della nostra scuola, senza mai innamorarsi davvero. Nat ha un anno in meno di noi, e al contrario di Alice che conosco da tutta la vita, lei l’abbiamo conosciuta al secondo anno di liceo, quando ci ha chiesto informazioni per trovare un’aula, in quanto il suo era il primo anno e non sapeva ancora bene come orientarsi. Dalla prima parola, ho capito che saremmo diventate grandi amiche, e cosi è stato. Non abbiamo quasi mai corsi in comune, ma nel pomeriggio ci troviamo molto spesso. Noi tre siamo inseparabili, e non potrei chiedere di meglio, sono le migliori amiche del mondo.

“Già..quello nuovo sta suscitando parecchio scalpore. Ma vuoi sapere il meglio? Il nostro bel giovincello è una vecchia conoscenza della nostra Kim”

“Davvero?! Voglio che mi raccontiate tutta la storia!”

“Sbaglio o a voi non interessavano queste sciocchezze e spettegolare non rientrava tra i vostri hobby preferiti?” quelle due si stanno facendo troppi castelli in aria. Ty ed io eravamo buoni amici che un giorno si sono dovuti separare per un trasferimento improvviso e da allora non ho più avuto sue notizie, fine della storia.

“D’accordo d’accordo abbiamo toccato un tasto dolente, perciò cambiamo argomento..che ne direste di andare a prendere un bel gelato oggi pomeriggio, vicino a quel nuovo centro commerciale che hanno appena aperto?” Nat è anche un’ inguaribile golosa. Però un gelato va anche a me, perché in fondo anche se siamo a settembre inoltrato l’aria è ancora abbastanza calda, che ce lo possiamo permettere.

“Direi che è un’ottima idea! Verso le quattro al parco vicino a casa mia” le ragazze mi sorridono, e prendendo i nostri vassoi cominciamo a sgomberare per poi incamminarci nelle varie classi per seguire le ultime lezioni della giornata.

…..

Sono quasi le tre… e.. dio ti prego fai suonare quella campanella che annunci la fine dell’incubo.  Ora di chimica. E ironia della sorte, la professoressa sta interrogando! Ed io sto cercando tutti i modi possibili ed immaginabili per fare in modo che non mi chiami.

Adesso sta sentendo Amanda, la secchiona della classe..e so che dovrei stare attenta alle domande che le porge così che la prossima volta sappia almeno dove andare a parare..ma la mia attenzione è rivolta tutta verso il profilo di un biondino di mia conoscenza. Ha le braccia incrociate e la testa posata su di esse, e se anche non riesco a vederlo in viso, sono quasi certa che abbia lo sguardo imbronciato e si stia annoiando da morire. Certe cose non cambiano..

Da quando siamo entrati in classe non mi ha rivolto la parola, nemmeno uno sguardo o un cenno di saluto. Forse dovrei dimenticarmi del mio migliore amico, di quel bambino sempre sorridente che aveva occhi solo per me, dei suoi occhi vispi e attenti che ti scrutavano come se volessero scavarti dentro. Quel bambino non esiste più e io dovrei farmene una ragione..sento che è successo qualcosa in Spagna che l’ha fatto cambiare..e mi chiedo proprio cosa.

“Grazie Amanda, puoi andare al tuo posto ora. Un bel 10 non te lo leva nessuno” come se fosse possibile il contrario..quella ragazza macina più informazioni di un computer.

“Signorina Strauss ora venga lei, ho ancora tempo per farle qualche domanda”…no! No che non ce l’hai. Mancano esattamente 7 minuti alla fine di questa interminabile giornata e invece di avere pietà di noi poveri studenti con ancora la mente in vacanza, lei vuole davvero farmi qualche domanda!?

Con tutta la calma e la lentezza, che non credevo nemmeno di possedere, mi alzo dal mio banco e mi avvio verso quella “simpatica” arpia. Che non so per quale ragione mi avesse preso così di mira, ogni scusa era buona per ammonirmi se non ero sempre sul pezzo e non rispondevo correttamente. Lo ammetto non mi ammazzavo di studio, ma chimica la tolleravo abbastanza bene e cercavo di impegnarmi di più rispetto alle altre materie. Ovviamente non il primo giorno di scuola però! Avrebbe trovato impreparato chiunque- vabbè tranne Amanda lei era un robot-.

Guardo Aly con un espressione sconsolata e tiro un sospiro, preparandomi ad una figuraccia storica.

“Professoressa, mi scusi se la interrompo, ma non sarebbe meglio se lei valutasse la mia preparazione visto che vengo da un’altra scuola? Potrei accennarle il programma che ho svolto in questi anni, in modo da non partire subito svantaggiato e rimettermi in pari se fosse necessario” alzo la testa di scatto a quelle parole..

“In effetti ha ragione signor Convey venga pure che ne parliamo, ha fatto proprio bene a ricordarmelo. Signorina Strauss è stata salvata in corner, fossi in lei ringrazierei il suo compagno” e con un cenno mi rimanda malamente al posto.

Tyler si alza e va verso di lei, con passo felpato, sembra sia su una passerella..si ricorda che questo è un istituto scolastico vero?

Fatto sta che in una cosa sono d’accordo con quella str- ehm buona donna; mi ha davvero salvato il posteriore se no era un quattro assicurato, quindi dovrò sicuramente ringraziarlo.

Sembrano entrambi molto presi dal programma e quindi anche io mi metto a fissarli per sentire meglio i loro discorsi..e … cosa vedono i miei occhi?! Una sua mano, neanche in modo troppo discreto, si è andata a depositare sul braccio della Clarke e con un lento movimento la fa scendere e risalire. Cioè ok, che la nostra professoressa non è vecchia, anzi, avrà circa quarant’anni, ma provarci in un modo cosi spudorato è davvero troppo! Oltretutto mi sembra che lei si sia messa pure ad arrossire.

Di scatto quel “santo” ragazzo, alza la testa e mi fissa. Dopo non molto vedo la sua bocca tramutarsi in un ghigno, che di galante ha proprio poco.

Altrochè la storia del ragazzo che voleva aiutare una sua compagna di classe in difficoltà, l’ha fatto solamente per il suo tornaconto, riuscire ad ingraziarsi l’insegnante per avere più previlegi, e dal suo atteggiamento presumevo non si sarebbe fermato ad un massaggio più o meno casto.

Che razza di coglione!

Giro la testa alla mia sinistra per non vedere più quella scena sconcertante e mi accorgo che anche Aly è perplessa.

Allora lo rifisso, solo un secondo, e i nostri sguardi si riscontrano di nuovo. In tutto questo tempo non ha mai allontanato lo sguardo da me, mi fissa come se volesse scavarmi all’interno, e tutto per me si ferma; non sento la campanella che è finalmente suonata e non sento nemmeno Aly  che mi chiama da almeno due minuti buoni.

E solo una domanda mi sorge spontanea:” Davvero è questo il ragazzino per cui avevo avuto la mia prima cotta?”

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3710438