Il mio diario

di FunnyYoungMe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

Ogni volta che ti vedo, che ammiro il tuo sorriso, il tuo sguardo… mi perdo completamente. Il mio cuore comincia a battere all'impazzata, le mani cominciano a sudarmi, le guance si accaldono e la mia mente si fa i suoi filmini con te come protagonista. E tutto questo… da dietro uno schermo.

Ciao, sono Emma e ho una piccola, ma veramente minuscola, crush per un personaggio famoso. Sì ecco, diciamo che personaggio famoso in realtà è troppo, visto che è conosciuto principalmente in un unico continente. La mia più grande cotta è un ragazzo - meglio uomo, vista l'età del suddetto - coreano, modello, presentatore televisivo, ma soprattutto cantante.

Cho Kyuhyun - questo è il nome del disgraziato che ha osato diventare l'uomo più importante nella mia misera vita, dopo mio padre ovviamente - ha 29 anni, è il più giovane di uno dei più famosi gruppi coreani e ha una voce che spacca.

Comunque, torniamo a quanto dicevo. Questo tizio qui, che ora sta facendo il militare da ormai quasi 4 mesi - su 24 che deve fare - provoca in me quelle reazioni che vive una persona quando si innamora di un'altra. E in questo momento mi manca da morire.

Forse per questo motivo sono su un aereo diretto in Corea del Sud, da sola e con un preavviso di circa una settimana ai miei genitori. No tranquilli, non avrò problemi con la comunicazione perché nonostante sia una che fa poco nella vita, ho approfittato per studiare il coreano nell'eventualità di un futuro viaggio in questa terra orientale. Cosa che sto facendo ora, dopo un anno di studi, e solamente perché mi manca una persona. Problemi seri i miei.

Gran parte del viaggio l'ho passato ad immaginarmi Kyuhyun davanti a me e a quale sarà la mia reazione; se non svengo, sarà un miracolo. Già mi crea problemi da dietro uno schermo, figuriamoci quando vedrò lui dal vivo, quando avrò il suo corpo davanti che mi urlerà “sì, sono io”, invitandomi a toccarlo - a sua insaputa, ovvio… Non voglio spaventarlo. E non sono pazza… Credo.-

Arrivata in aeroporto, scendo quasi di corsa dal velivolo, guadagnandomi occhiatacce dagli altri passeggeri, ma non m'importa nulla. Come dice Paperon de Paperoni, “il tempo è denaro.” Più tempo ci metto ad uscire da qui, più tempo ci metto a cercare il centro dove Kyuhyun svolge il servizio.

Dopo aver ritirato il mio bagaglio ed essermi diretta all'esterno in attesa di prendere un qualunque veicolo per andare in hotel, vedo avvicinarsi un taxi. Ignorando il fatto che si sta fermando per prendere su la coppia che è in piedi sul ciglio del marciapiede, li supero e mi approprio dell’auto. I due mi guardano male e cominciano a maledirmi - perché sono sicura che nessuno sano di mente mi ringrazierebbe per il mio comportamento - in una qualche lingua a me sconosciuta. Ma bando alle ciance, non ho tempo da perdere.

 

∆∆∆∆

 

“Allora, vediamo un po' dove trovare quei maledetti”, mormoro tra me e me seduta alla scrivania della mia stanza d'albergo.

Prendo un pennarello in mano e osservo la cartina stesa di fronte a me.

“Qui c'è il bar di Yesung, qui quello della mamma di Kyuhyun”, sussurro disegnando dei cerchi nei posti interessati. “E qui dove lavora Kyuhyun”, aggiungo un cerchio.

Ecco, una delle piccole manie che ho sviluppato da quando ho cominciato ad ascoltare musica kpop è quello di parlare da sola. Lo facevo già prima, ma è peggiorato e non posso farci nulla, pur sapendo che la gente potrebbe guardarmi male per questo, però non devo piacere a loro.

Tornando alla mia situazione attuale, ora so dove trovare i miei “polli”. Però, prima di cominciare con Kyuhyun e morire subito senza aver avuto l'opportunità di vedere altro, andrò al Mouse Rabbit per contemplare quel bias wrecker dei miei stivali, a.k.a Kim Jonghoon - anche se sua madre gli ha cambiato il nome a Jonghoon, ma non m'importa minimamente -.

Una cosa che mi accomuna al disgraziato strano che adora le tartarughe è il gusto per i vestiti di colore nero. Ora, non sono una dark o emo come molti potrebbero pensare. No. Semplicemente fin da giovane ho sempre indossato cose scure, preferibilmente di colore nero. Non dico questo perché voglio fare colpo su di lui, assolutamente - anche se…-. Però devo essere comoda in un posto sconosciuto e nuovo, sooooo… mi vesto di nero.

Apro la valigia e tiro fuori i miei jeans neri preferiti e non aderenti, per la gioia delle mie gambe che non si sentiranno oppresse dentro la tela, una maglia nera semplice con sopra il nome del liceo che ho frequentato e una giacca in pelle nera. Ovviamente non possono mancare le mie fidate e amate Converse nere, purtroppo ormai sbiadite e con macchie di candeggina - una pezzente, lo so, ma sono in buono stato e a me piacciono, cosa più importante di tutte -.

Afferro la borsa nera a tracolla dove ci infilo scatole degli occhiali, cartina, dizionario nel caso in cui ne abbia bisogno, bottiglietta d'acqua, portafogli… e l’album “Mamacita”, nell'eventualità che mi trovi davanti Yesung. Infilo gli occhiali da sole e con tutta l'aria da badass girl - o almeno, è così che mi sento -, esco dalla stanza dell'albergo, diretta alla mia prima meta.

 

∆∆∆∆

 

“Yesung-ah non si trova qui”, è la prima cosa che sento appena poso piede dentro il locale.

Ma chi è la demente che chiede di Yesung con nonchalance a sua madre? Tsk, queste fan accanite, penso dirigendomi verso la cassa.

Mi osservo ai lati, cercando un posto dove sedermi e dopo averlo individuato, mi giro verso il cassiere che, guarda un po' se non è fortuna la mia, è Jongjin, il fratello di Yesung. Mi ricordo che non posso flirtare perché ha la ragazza, per cui ordino un the freddo - sul serio? Siamo in autunno e chiedo una bevanda fredda… La mia menopausa si fa sempre sentire -, provocando un sorriso sulle sue labbra.

Faccio per voltarmi in direzione al posto che avevo visto, però torno a guardare Jongjin.

“Yesung-ssi… Uhm… Oggi viene?” Gli domando speranzosa.

“Non mi ha detto nulla. Però a quest'ora di solito è in sala prove, quindi se viene, lo fa più tardi”, mi risponde lui con tranquillità.

“Okay. Grazie dell'informazione”, replico facendo una lieve venia che lui ricambia con un sorriso sulle labbra.

Se non fosse impegnato e io non fossi innamorata di un certo ragazzino arrogante viziato membro dei Super Junior, ci avrei già provato spudoratamente, penso andandomi a sedere.

Nell'attesa che passino le ore - sì, ho intenzione di aspettare che Yesung venga qui -, tiro fuori un piccolo quaderno che mi porto sempre appresso perché ci scrivo tutti i miei pensieri, sperando di lasciarlo nelle mani di Kyuhyun e che solo lui legga.

Persa come sono nella scrittura, annotando tutte le mie impressioni della città, dell'albergo dove alloggio, del locale e delle persone che ho potuto osservare fino ad ora, non mi accorgo dell'entrata di Yesung, almeno fino a quando alcune ragazze non cominciano a squittire.

Dirigo il mio sguardo dove si trova e sorrido, felice come una pasqua di vederlo finalmente dal vivo; le foto non mi basteranno più. Come mi aspettavo, è vestito tutto di nero e non posso far altro che gongolare internamente perché mi sento più vicina a lui.

Raggiunge suo fratello dietro il bancone e comincia a prendere ordini col sorriso sulle labbra, salutando tutte le ragazze che si accalcano davanti. Siccome non voglio essere accomunata a queste pazze, mi alzo, decisa a tornare in questo locale un altro giorno.

Mi dirigo all'entrata, però prima di uscire mi giro verso la cassa e richiamo l'attenzione di Jongjin.

“Grazie per il the, era veramente buono”, esclamo osservandolo, mentre noto lo sguardo curioso di Yesung che si sposta tra me e suo fratello.

Jongjin mi saluta sorridendo e io esco quasi saltellando. Posso dire che questa giornata è stata produttiva. Voglio dire, almeno ho visto Yesung.

 

∆∆∆∆

 

Mi stiracchio sul letto, sbadigliando mentre mi passo una mano tra i capelli. Ho passato una notte piacevole in cui ho sognato che Yesung veniva a cercarmi in albergo e si dichiarava a me. Scusami Kyuhyun, ma la distanza si fa sentire.

Dato che ieri sono stata al Mobit, oggi posso finalmente andare dal mio bias in assoluto, sperando di vederlo, almeno da lontano.

Dopo essermi fatta una doccia veloce e aver preso la mia borsa fidata, esco dalla stanza, andando al ristorante dell'albergo per fare un po' di colazione; non ho voglia di restare rinchiusa ad aspettare il servizio in camera.

Giunta alla reception, mentre i miei passi si dirigono alla sala ristorante, sento una mano posarsi sulla mia spalla e una calda voce maschile chiedermi gentilmente di fermarmi. Mi volto e mi trovo faccia a faccia con Yesung.

Mi immobilizzo e rimango ferma a fissare davanti a me, non curandomi della figura che potrei star facendo davanti a lui. Però ragazzi, sta succedendo come nel mio sogno. Kim Jonghoon si trova a due passi da me, sorridente e con tutta l'intenzione di voler dire qualcosa. Che non stia squittendo è tanto.

“Mi scusi, ma… lei è Emma-ssi, vero?” Domanda imbarazzato.

Un attimo. Imbarazzato?! Dovrei essere io quella che sta morendo dalla vergogna! A meno che si senta a disagio per come mi sto comp… Okay, torno coi piedi per terra. Non è venuto a dichiararsi, vero?

“Ehm, sì, sono io.”

“Oh per fortuna. Ho trovato questo ieri su un tavolino e non sapendo se sarebbe tornata nel nostro locale, ho dato un'occhiata per vedere se almeno c'era un indirizzo dove la avrei rintracciata”, dice tutto d'un fiato tirando fuori da uno zainetto il mio quaderno. Quello che solo Kyuhyun dovrebbe leggere.

Senza molta grazia glielo sfilo di mano e lo metto dentro la mia borsa, notando il suo sguardo sorpreso.

“Ecco, vede… In realtà questo taccuino è per…” Cerco di spiegarmi, ma come al solito la mia maledetta timidezza, quella che si fa presente ogni volta che mi trovo davanti ad un ragazzo, mi blocca.

“Sono contento di averla trovata”, aggiunge lui tranquillo.

“Gra-grazie mille”, replico abbassando il capo perché cavolo, il suo sguardo è davvero intimidante come molti dicono!

“Spero faccia delle buone vacanze", commenta prima di fare una lieve venia e girarsi per uscire dall’hotel.

“Scusi”, esclamo posandogli una mano sul braccio e facendo sì che si giri a guardarmi. “Io… Io sono una sua grande fan e… Sì insomma, mi piacerebbe sapere se posso…”

Lui inarca un sopracciglio. “Vuole il mio autografo?”

Annuisco, sentendo le mie guance tingersi di rosso. Senza farlo attendere oltre, tiro fuori l'album dei Super Junior e glielo passo con un pennarello. Yesung li prende tranquillamente e firma in una delle pagine.

“È stato un piacere conoscerla”, mormora.

“Oh no, il piacere è tutto mio”, replico mettendo via album e pennarello.

“Buon divertimento”, aggiunge prima di sorridermi e uscire dall'albergo.

Imbambolata, resto ferma nell'ingresso per qualche minuto, senza rendermi conto di aver attirato l'attenzione delle donne alla reception che, in un moto di gentilezza probabilmente - se non di compassione, visto che sembro una demente -, mi risvegliano dal mio sogno.

Chinando leggermente il capo più volte, esco quasi correndo dall’hotel, dimenticandomi della così tanta agognata colazione. Chi può pensare a mangiare dopo aver visto un angelo davanti a sé?!

 

∆∆∆∆

 

Cammino lentamente, guardandomi bene intorno nella speranza di intravedere Kyuhyun da qualche parte. Se dovessi contare sulla mia fortuna, allora non lo incontrerei mai. Però, visto che è da circa due ore che girovago da queste parti, sono sicura che lo incontrerò.

Più il tempo passa, più le mie speranze si affievoliscono e quando noto che sono le cinque del pomeriggio, sospiro irritata perché non l'ho visto. Pago il caffè che stavo bevendo ed esco dal locale, cercando di pensare a cosa fare.

Decido di andare al Mobit nuovamente. Anche se non ci fosse Jonghoon, ci sarà Jongjin, o almeno spero, per cui passerò il mio tempo guardando qualcosa che mi piace.

Entro nel locale e vado subito alla cassa, mettendomi in coda aspettando il mio turno. Controllo se c'è qualche tavolo libero e quando ne individuo uno a pochi passi dall'entrata, una voce mi risveglia dai miei pensieri.

“Se sapevo che sarebbe venuta anche oggi, le avrei ridato il quaderno adesso.”

Mi giro scombussolata e mi trovo il volto di Jonghoon dall'altra parte del bancone. Lui mi sorride e noto come gli occhi, da dietro quegli schifi di occhiali da vecchio che insiste ad usare, formano delle mezzelune. Ricambio il sorriso.

“Non era prevista una fermata qui, ma siccome i miei piani sono andati a monte…” Rispondo cercando con tutte le mie forze di non balbettare.

“Brutta giornata?”

“Abbastanza.”

“Allora questo", dice allungandomi un piattino dove si trova una fetta di cheesecake, “te lo offre la casa.”

“Oh no, non ce n'è bisogno, davvero”, replico ridandogli il dolce.

“Mi offendo così”, mormora lui cominciando a mettere il broncio.

Oh mamma. Il broncio. Il fatidico broncio di Yesung non si può sperimentarlo così, a sangue freddo… Dovevo prepararmi mentalmente prima, ma no, lui doveva fare questa stupida mossa e mandare a pu...zzole la mia sanità mentale.

Dal mio stato di beatitudine mi risvegliano le voci arrabbiate delle clienti alle mie spalle, pensando io stia flirtando con il loro “oppa”. Bah, come se fosse nelle mie intenzioni.

“Se insiste…” Dico a bassa voce prendendo il piattino e andando a sedermi al tavolo che avevo visto poco fa.

Tiro fuori il quaderno e comincio a scrivere come una forsennata, senza rendermi conto del bicchiere con il frullato che viene posato davanti a me.

“Cosa scrivi con così tanta foga?”

Sussulto e alzo lo sguardo trovandomi quello di Jonghoon di fronte a me, seduto comodamente sulla sedia libera.

“Ehm… Miei pensieri”, rispondo arrossendo.

“Interessante… Posso darti del tu? Non credo siamo molto distanti come età…”

“Dieci anni.”

“Come scusa?”

“Abbiamo dieci anni di differenza… Io ho 23 anni.”

“Non ne dimostri.”

“Parla quello che sembra avere perennemente venti anni”, scherzo incrociando le braccia al petto.

“Touché”, ribatte prontamente.

Sorrido e prendo in mano il bicchiere, cominciando a sorseggiare il frullato.

“Come mai sei in Corea? Voglio dire… Stai studiando o sei in vacanza?”

“Sono in vacanza.”

“C'è un motivo per cui hai scelto Seoul?”

“S-sì”, rispondo sentendo le guance arrossire violentemente.

Lui inarca un sopracciglio incuriosito dalla mia reazione.

“Vedi… Sono una grandissima fan di voi Super Junior e… Il mio bias è Kyuhyun-ssi e mi manca tantissimo da quando ha cominciato il servizio. Ho approfittato del fatto che a casa non facevo nulla e… E sono venuta qui.”

“Uhm, capito. Però venendo qui, non sei sicura al cento per cento che lo vedrai”, commenta a braccia conserte aggrottando le sopracciglia.

“Me ne sono resa conto…” Mormoro a bassa voce.

Passano i minuti senza che apriamo bocca per parlare. Io bevo e mangio, sentendo su di me lo sguardo inquisitore di Yesung. Quando ho finito e faccio per alzarmi per andare via, lui finalmente spezza il silenzio.

“Vuoi che ti porti da lui?”

Spalanco gli occhi. “Cosa?!”

“Stasera. I ragazzi vogliono uscire a cenare e tutti abbiamo detto che ci saremo. Se vuoi vederlo, puoi venire con me.”

“Ma… Ma tu cosa ci guadagni?”

Ridacchia. “Le espressioni sgomente degli altri quando mi vedranno arrivare con una bella ragazza, straniera tra l'altro.”

Mi sembra sincero. Cioè, mi sembra una brava persona e sinceramente, sto morendo al solo pensiero di uscire non solo con lui, ma con tutti gli altri Super Junior.

“Se non disturbo…”

“Affatto”, ribatte sorridendomi.

Ci scambiamo numero di cellulare e dopo avermi promesso che passerà verso le otto davanti al mio albergo, esco dal locale più contenta che mai. Domani posso morire felice.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

“Jonghoon, chi è lei?” Domandano all'unisono i ragazzi quando ci vedono arrivare insieme.

Ringrazio che lui mi stia tenendo la mano sulla schiena, altrimenti sarei già caduta a terra per quanto mi tremano le gambe. Non tutti i giorni ti trovi davanti tutti i membri dei Super Junior che ti sorridono amichevolmente.

“Lei è Emma, una mia… amica.”

La pausa nella sua presentazione fa sogghignare tutti e incurante dei loro commenti, mi metto a cercare con lo sguardo a Kyuhyun, trovandolo seduto vicino a Siwon. Sorrido lievemente quando incrociamo lo sguardo prima che Yesung mi richiami l'attenzione.

“Vieni”, commenta mantenendo la mano sulla schiena e portandomi al mio posto. Di fianco a Kyuhyun.

“Ma cosa?!” Sussurro cercando di resistermi con la forza e non lasciarlo trascinarmi verso quel posto.

“Eddai, non morde mica.”

“Questo è quello che pensi tu…”

“Lo conosco da anni… Abbaia ma non morde.”

Quella sua frase mi fa pensare a un cane che appena ti vede, comincia a grugnire prima di abbaiare quando gli sei di fianco. Collego l'immagine a Kyuhyun e la mia risata parte, zittendo i presenti per il baccano che sto causando, ma poco m'importa; l'idea di un Kyuhyun-cane è esilarante.

Yesung si ferma e si volta a fissarmi, cercando di capire perché sto ridendo come una pazza. Quando noto il suo sguardo curioso, mi asciugo una lacrima dall'occhio e cerco di riprendere il fiato.

Una volta calmata, posso rendermi conto della figuraccia che ho fatto e degli sguardi dei membri dei Super Junior; se non mi hanno scambiato per una pazza, è un miracolo.

“Tutto bene?” Sento domandare alla mia sinistra. Mi volto e Jungsoo mi rivolge un sorriso di circostanza.

“Oh sì, scusate, è che… Uhm… Jonghoon-ssi mi ha detto una cosa che mi ha fatto ridere”, rispondo arrossendo e grattandomi imbarazzata la nuca.

“Dovevamo capirlo che era a causa di Yesung”, commenta Heechul osservando il suo amico prima di posare nuovamente lo sguardo su di me. “Da quanto vi conoscete? Voglio dire, lui non ci aveva mai accennato ad una ragazza sua amica…”

“Ecco noi… Insomma, lui…”

“L'ho conosciuta ieri”, risponde sinceramente Jonghoon prima di farmi sedere sulla sedia vicino a Kyuhyun e prendendo posto al mio fianco.

“Ieri?!?” Esclamano tutti all'unisono con gli occhi spalancati e fissandolo increduli.

Faccio per parlare, ma vengo interrotta bruscamente dalla sua voce alla mia destra.

“Hai portato una completa sconosciuta ad una cena nostra?” Domanda serio e sprezzante.

Evito di girarmi a guardarlo, ma il suo tono di voce mi fa male, per quanto le sue parole siano vere. Jonghoon nota la mia scomodità e mi posa una mano sulla spalla, in segno di conforto, anche se tutto quello che vorrei fare è uscire a gambe levate da questo locale.

“Non è una sconosciuta. Almeno non per me”, risponde tranquillamente. Guarda gli altri ragazzi in modo penetrante. “Lei è Emma, un'italiana, fan del nostro gruppo, che è venuta qua in Corea per compiere il suo sogno, per quanto questo sarebbe stato alquanto complicato da raggiungere se non mi avesse conosciuto”, aggiunge serio.

“Tutte le nostre fan internazionali vogliono venire a Seul per conoscere il loro “oppa”, perciò che cosa la rende diversa dalle altre?” Domanda Kangin con un tono curioso.

“Sinceramente non lo so. L'ho vista al Mobit mentre usciva senza avvicinarsi a me per parlare, ma solo ringraziando Jongjin del thè. Mentre pulivo i tavoli, ho notato un libricino su uno di questi e sfogliandolo, ho capito che era di una fan che l'aveva dimenticato. Sono andato all'hotel che c'era scritto in una delle pagine di questo quaderno e ho incontrato lei.”

“Oh, che romantico!” Esclama una voce entusiasta. Mi giro a guardare di sottecchi e vedo Donghae con le mani giunte davanti a sé ed una espressione sognante nei suoi occhi, facendomi sorridere lievemente.

“No Hae, non hai capito. Lei mi piace come amica, ma niente di più. Voglio solo che Emma faccia quello per cui è venuta fin qui cosicché il suo cuore si plachi.”

“Che sarebbe? Non voleva solo incontrare il suo bias?” Chiede Shindong, seduto di fronte a me.

“Sì, ma… Solo per dargli una cosa”, rispondo a bassa voce e con la testa china, sperando che tutti sentano ma non vedano il rossore sulle mie guance.

“Cosa?” Sento domandare da una voce dal tono dolce e gentile. Alzo lo sguardo e noto Siwon che mi sorride.

Tiro fuori il quaderno che Yesung mi ha ridato stamattina e dopo averlo fissato un attimo, lo lascio davanti al piatto di Kyuhyun. Mi alzo di scatto prima che chiunque possa commentare qualcosa e guardo lui.

“Questo è per te. Spero ti piaccia e che ti faccia passare questo servizio militare in fretta. È stato bello vederti. Ciao”, e dopo una venia a lui e a tutti gli altri, esco quasi correndo dal ristorante.

Non è andata come speravo e pensavo e non ho detto quello che mi ero preparata, ma almeno ora ha il mio quaderno e questo mi basta. Sono contenta di essere riuscita a consegnarglielo, anche se non nella situazione migliore.

Non penso di aver fatto una buona impressione con loro, soprattutto con Kyuhyun e con Jonghoon che si è premurato di aiutarmi. Però so che prima o poi se ne dimenticheranno tutti e l'imbarazzo sparirà, visto che non ci vedremo mai più.

Questa è la prima e ultima serata in cui posso dire di aver visto e conosciuto i Super Junior, ma da domani, torno al mio mondo di fangirl multifandom.

 

∆∆∆∆

 

Questi ultimi cinque giorni li ho passati visitando i posti più belli di Seul e, come fedele ascoltatrice del kpop, raccogliendo informazioni su possibili eventi aperti ai fan riguardanti i miei altri gruppi preferiti; non posso tornare in Italia senza aver visto dal vivo SHINee e Seventeen. Ad ogni modo, facendo così, ho scoperto che oggi i miei principi del kpop (i cinque deficienti che mi hanno sostenuta in tutti questi anni di ascolto del genere) faranno un fanmeeting ed io, da brava Shawol quale sono, andrò a vederli.

Armata del loro unico album posseduto da me e la mia immancabile borsa a tracolla, esco dall'albergo e mi dirigo al centro commerciale dove si terrà l'evento. Avete presente quella sensazione alla bocca dello stomaco che si sente quando si sta per fare qualcosa che si ha sempre sognato di fare? Be’, è quello che sto provando ora.

Sono talmente persa nei miei pensieri, soprattutto sull'immagine dei miei cinque idol preferiti in assoluto, che non mi rendo subito conto della suoneria del mio cellulare. Quando lo faccio, dopo essere quasi andata a sbattere contro un uomo che usciva da un palazzo, tiro fuori in fretta dalla tasca l'apparecchio e rispondo appena in tempo.

“Pronto?”

“Ehi Emma, sono io, Jongwoon”, sento dire dalla voce all'altro lato del telefono.

“Oh ciao! Hai bisogno?” Domando mentre riprendo a camminare.

“In effetti, sì. Hai da fare adesso?”

“Ecco… Sì”, rispondo e sento un sospiro di rassegnazione da parte sua. “Sto andando al fanmeeting degli SHINee e…”

“È così, eh? Uhm…”

Mi guardo attorno per vedere dove sono e capire da che parte andare mentre aspetto che parli ancora.

“Facciamo così. Tu vuoi conoscere i ragazzi, no?”

“Sì…” Trascino la 'i’, intuendo già dove vuole andare a parare.

“Io te li presento, così eviti di andare lì e ti trovi con me. Che ne dici?”

Fermo i miei passi in mezzo al marciapiede, rischiando di fare sbattere contro la mia schiena chiunque mi stia camminando dietro.

Kim Jonghoon, a.k.a Yesung, membro dei Super Junior, vuole presentarmi i miei idol preferiti solo perché vuole incontrarmi?! Oddio. O mamma! Sto rischiando di andare in iperventilazione a causa sua, ma m'importa poco. Tanto tra poco morirò per mano di chi amo di più al mondo.

“Emma? Ehi, ci sei ancora? Mi senti?” La voce di Jonghoon suona così lontana mentre cerca di riscuotermi dai miei pensieri.

“Come? Ah sì, scusa, ero… Ero solo sovrappensiero.”

“Allora è un sì?” Domanda e nella sua voce sento una punta di soddisfazione.

“Certo.”

“Allora ti passo a prendere al tuo hotel tra venti minuti, okay? A dopo”, dice tutto d'un fiato prima di mettere giù.

In quel momento mi rendo conto che devo tornare correndo all'albergo se voglio arrivare puntuale.

 

∆∆∆∆

 

“Oggi sarà il giorno migliore della tua vita!” Esclama Yesung non appena entro nell'abitacolo al suo fianco.

“Lo pensavo anche della scorsa serata…”

“Non pensare a quello. Kyuhyun è un po' indisposto verso chi non conosce, ma dopo stasera, cambierà tutto.”

Lo guardo curiosa ma lui non aggiunge altro e comincia a guidare, allontanandosi dall'albergo senza smettere di sorridere neanche un attimo.

“Mi dirai almeno dove stiamo andando?” Domando dopo dieci minuti passati in silenzio.

“Ti basti sapere che piangerai dall'emozione”, risponde tranquillamente prima di cominciare a canticchiare contento.

“Lo sai che sei inquietante? Potresti anche essere un assassino, una cosa che nessuno al mondo sa, e io mi trovo in macchina con te andando in un posto sconosciuto.”

Lui assume un'aria enigmatica prima di sorridere ampliamente. “Gran bella immaginazione. Mai pensato di diventare scrittrice?”

“L'unica cosa che scrivo sono fanfic…” mormoro a bassa voce.

“Hai detto qualcosa?”

“No no, tranquillo.”

“Comunque siamo arrivati”, commenta Yesung prima di scendere dall'auto per venire ad aprirmi la portiera.

“Tutto un gentiluomo.”

“Sempre", ribatte facendomi l'occhiolino.

“Dove siamo?” Domando guardando in alto verso la punta dell'enorme edificio che si trova davanti a noi.

Dall'esterno si vedono solo dei grandi finestroni di vetro, alcuni illuminati dalle luci interne, altri bui. L'entrata è costituita da una porta scorrevole automatica di vetro e nell'ingresso si trova un bancone dietro al quale si trova un uomo in divisa, quello che presumo sia la guardia di sorveglianza.

L'uomo, non appena ci vede entrare, china leggermente il capo e saluta Jonghoon prima di rivolgermi un sorriso e dirigersi verso gli ascensori per chiamarne uno.

“Troppo gentile, sig. Oh”, commenta Yesung appena ci fermiamo davanti all'uomo.

“Il mio dovere”, replica questi prima di allontanarsi e tornare al suo posto dietro il bancone.

Entriamo nell'ascensore e Jonghoon schiaccia il numero tredici e per tutta la salita non apre bocca, sorridendo soltanto mentre si aggiusta i capelli e gli abiti. A questo punto evito di farmi delle domande inutili perché tanto lui non risponderà mai.

Prima di scendere, però, si gira verso di me e mi sistema una ciocca di capelli, guardandomi poi da capo a piedi. Sotto il suo sguardo attento, arrossisco, sperando non pensi male, però è la mia reazione ogni volta che un ragazzo mi guarda.

“Spero tu sia contenta”, e detto ciò, esce dall'ascensore, dirigendosi alla porta numero 1106.

Bussa alla porta e dopo qualche attimo di silenzio dall'altra parte, sento dei passi avvicinarsi e la serratura scattare. La porta si apre, rivelando il volto sorridente di Leeteuk.

“Jonghoon-ah!” Esclama abbracciandolo con forza, sorprendendomi per il gesto.

“Leeteuk, sei troppo melenso.”

“È dall'altra sera che non ti vediamo, nemmeno alle prove.”

Guardo Yesung, ma lui evita il mio sguardo e mi spinge dentro l'appartamento che pensavo fosse del leader, ma dopo aver visto Shindong e altri ragazzi affacciarsi dal salotto, sono convinta sia quello del gruppo.

“Ciao Emma”, salutano i ragazzi in salotto.

“Ehm, ciao?” Ricambio il saluto con diffidenza.

“Vuoi diventare un soprammobile o pensi accomodarti?” Sento domandare dietro di me.

Mi giro e trovo lo sguardo inquisitore di Kyuhyun su di me che mi fa sentire piccola.

“Accomodati”, aggiunge indicando la sala.

Raggiungo i ragazzi che sono in salotto e questi mi fanno sedere sul divano bianco di pelle, di fronte ad una TV enorme. I membri si siedono attorno a me, dove trovano posto, e così riesco a contare undici volti che mi fissano.

Kyuhyun, seduto proprio davanti a me, per terra e ai piedi del televisore, si gratta nervoso il capo, guardando dappertutto tranne che me.

“Noi… Io volevo chiederti scusa per come mi sono comportato la scorsa sera; sono stato un vero cafone”, dice sommessamente.

“Oh no, non preoccuparti”, cerco di dire senza riuscirci, dato che Leeteuk mi interrompe.

“No, fa bene a chiederti scusa. Così come anche noi dobbiamo farlo.”

“È per questo che abbiamo chiesto a Yesung di portarti qui, cosicché possiamo mangiare insieme”, aggiunge Ryeowook, sorridendomi dolcemente.

“In più, ci ha detto poco fa che stavi andando dagli SHINee per cui, visto che abbiamo rovinato i tuoi piani, li abbiamo invitati stasera qui, dopo il fanmeeting”, commenta Hyukjae.

“Io… Non so cosa dire.”

“Niente. Goditi questa giornata; in pochi hanno il piacere di stare così tanto tempo con noi”, dice con orgoglio Heechul, destando le risate di tutti i presenti.

Non ci posso credere. Sono seduta nel salotto del vecchio dormitorio dei Super Junior con i membri del gruppo e mangerò anche con loro. Ho salvato un paese nella mia vita precedente?

Io e i ragazzi cominciamo a scherzare tra di noi mentre Ryeowook e Sungmin ogni tanto si uniscono a noi dalla cucina dove stanno cucinando. Amo troppo questi ragazzi; come faccio a trovare un fidanzato se in questo momento davanti a me, ci sono delle divinità?!

Dopo un'ora di chiacchierate, approfittando che alcuni ragazzi stanno aiutando i due cuochi ad apparecchiare la tavola, mi alzo dal mio posto e mi siedo di fianco a Kyuhyun che, da un paio di minuti, ha cominciato a giocare coi videogames.

Mi sembra così surreale trovarmi vicino al mio bias. Non può essere vero tutto ciò, non posso crederci. Molte, o anche molti, pagherebbero per trovarsi qui al mio posto. Non me lo merito.

“A cosa stai pensando?”

“Che non voglio svegliarmi da questo sogno stupendo”, rispondo in automatico, non prestando attenzione a nulla.

Sento la risata di Kyuhyun alla mia sinistra, risvegliandomi dai miei pensieri e facendomi girare a fissarlo.

Ha la testa buttata all'indietro mentre ride e il controller stretto in mano. Guardo lo schermo e vedo che il gioco è stato messo in pausa.

“Perché ridi?”

“Mi fai ridere. Sei qui da una settimana circa e pensi ancora che sia un sogno. A questo punto dovresti aver già capito che è tutto vero.”

“Hai ragione…”

Mi perdo di nuovo tra i miei pensieri e così non mi accorgo che la tv è spenta.

“Scusa”, sussurra Kyuhyun.

Mi giro a guardarlo e questa volta ha il capo chinato, però riesco comunque a intravedere un rossore leggero sulle guance.

“Non dovevo trattarti così e sminuirti, però… devo anche ringraziarti. Ho cominciato a leggere quel tuo taccuino e… mi piace. Tantissimo.”

E qui, muoio. Insomma, il mio più grande idolo mi ha appena detto che gli piace ciò che ho scritto… e stiamo parlando della mia vita piatta e monotona, eh!

Gli rivolgo un sorriso smagliante e con l'ambiente più rilassato, cominciamo a chiacchierare di qualunque cosa, ma soprattutto di questo periodo che ha fatto svolgendo il servizio civile.

Da dietro uno schermo ti sembra tutto così… perfetto, ma non lo è. Gli idol sono comunque delle persone come chiunque e pensano come noi che non viviamo in questo ambiente. E Kyuhyun… Lui è speciale per me, perché da quando ho saputo che aveva avuto un incidente che avrebbe potuto finire con la sua vita, ho cominciato a pensare che era un dono e i regali, si sa, allietano le giornate, le vite. Questo ragazzo, qualunque difficoltà si trovasse davanti, ha sempre lottato, rimanendo umile. È degno di ammirazione.

 

∆∆∆∆

 

“Ti accompagno in albergo?”

La giornata è passata volando e devo tornare in hotel. È stato un giorno pieno di emozioni e di sorprese. Per riassumervi, le parole di Kyuhyun e gli SHINee nel salotto del dormitorio dei Super Junior.

Dire che quando ho visto i miei cinque uomini preferiti nella galassia non sono esplosa è poco. Diciamo che potrebbero ricordarsi di me come “la ragazza che svenne e che urlò quando vide davanti a sé Onew, Jonghyun, Key, Minho e Taemin”. Però dai, almeno si ricorderanno di me!

Ovviamente, dopo quel piccolo imprevisto, mi sono fatta firmare l'album dai cinque ragazzi e ho fatto anche una foto con loro. In più, ho chiesto a Jonghyun se poteva scrivere una lettera per una mia grandissima amica che lo ama e lui ha acconsentito, aggiungendo pure un selfie autografato e con dedica scattato con la polaroid di Yesung. Sono dei tesori!

Guardo Kyuhyun fermo davanti alla porta d'ingresso che attende la mia risposta. Ammetto che quando si è offerto di portarmi in albergo mi sono sorpresa, però Yesung è riuscito a tranquillizzarmi, soprattutto quando ha confermato che il maknae guida mille volte meglio di lui.

“Sì certo”, rispondo prima di girarmi verso i ragazzi in salotto.

Li guardo uno ad uno e sento che mi si stringe il cuore. Sapere che questa è l'ultima sera che li vedrò dal vivo mi sta uccidendo e mi mancheranno tantissimo. Oddio, li amo troppo.

Trattengo le lacrime e comincio ad abbracciare tutti quanti, sentendomi così apprezzata da loro che, in pratica, non mi conoscono ma comunque mi hanno accettata. Tutti mi promettono che manterranno i contatti con me e che li rivedrò presto.

Dopo un ultimo sguardo a quelli che ora considero dei fratelli maggiori - come se non mi bastassero tutti quelli che ho a casa -, raggiungo Kyuhyun alla porta e usciamo insieme. Con l'ascensore ci dirigiamo al parcheggio sotterraneo e lui mi indica la sua auto, ignorando il fatto che lo sto seguendo per inerzia, senza curarmi di guardarmi intorno.

Mi sento prendere dalla mano e mi giro verso la persona che mi ha fermato, trovandomi di fronte allo sguardo preoccupato di Kyuhyun. Faccio per aprire bocca, ma mi interrompe.

“Vedrai che ci faremo sentire e anche vedere. Non ci dimenticheremo di te, okay?” Mormora voltando leggermente il capo, senza riuscire però a nascondere dalla mia visuale il rossore delle sue guance.

“G-grazie. Io… Mi sono affezionata a voi. Cioè, sì, ci conosciamo da un giorno, però… Mi sembra di conoscervi da una vita e… E ho paura che, una volta tornata in Italia, con tutti i vostri impegni non ci riusciremo più a sentire”, sussurro abbassando lo sguardo per evitare di fargli vedere i miei occhi lacrimosi.

“Non lo faremo, ti giuro. Stai parlando dei Super Junior; noi possiamo fare qualunque cosa… Anche viaggiare in aereo per andare in vacanza in qualche paese all'estero… Come l'Italia, ad esempio.”

Senza aggiungere altro, mi conduce alla sua auto e mi fa sedere nel sedile del passeggero, andando poi dall'altra parte e accendere il motore.

In totale silenzio, comincia a guidare, dirigendosi all'albergo dove alloggio. Ogni tanto noto che mi osserva con la coda dell'occhio per poi sorridere lievemente. Un ragazzo particolare, ecco qual è il mio tipo ideale.

Quando ferma l'auto davanti all'ingresso dell’hotel, scende per aprirmi la portiera offrendomi la mano.

“Vi siete messi d'accordo, vero? Intendo, tu e Yesung-ssi.”

Lui ride e mi porta dentro l'edificio prima di girarsi verso di me. “No, è solo che abbiamo dei genitori che ci hanno insegnato ad essere dei gentiluomini in presenza delle ragazze.”

Gli sorrido. “Grazie per avermi portato e… per aver accettato il mio regalo.”

“Di nulla, è stato un piacere.”

“Bene, ora… Sarà meglio che vada in camera. Devo… devo svegliarmi presto domani per…”

Ma prima di finire la frase, sento le sue labbra sulla mia guancia, facendomi arrossire violentemente e guardarmi attorno sperando che nessuno abbia assistito a quella scena; non vorrei mai che si comincino a diffondere dei pettegolezzi falsi su di noi.

“Ci sentiamo, Emma”, mormora ad un soffio dal mio orecchio, mandando dei brividi lungo la mia schiena.

“C-ciao, Ky-Kyuhyun”, riesco a ribattere prima che esca dall'albergo salutandomi con la mano alzata e dandomi le spalle.

Cho Kyuhyun mi ha dato un bacio. Un bacio! Ora posso morire felice, okay?! Oddio, ma stiamo scherzando? La gente pagherebbe per anche solo avere la sua attenzione e io… io ho avuto un bacio senza nemmeno sborsare un euro - tralasciando i soldi del viaggio, ma non li tengo conto quelli -.

Con la testa tra le nuvole, quasi saltellando come l'agnello rimbalzello dei corti Pixar, mi dirigo alla mia stanza fischiettando una delle sue canzoni, “And We”.

Sì, il mio amore per lui potrà essere catalogato come quello di una fan ossessionata dal suo idolo, ma non è così. Nonostante non lo conosca da tanto, che lui abiti in un altro paese, che non sappia molto della sua vita personale… Questo ragazzo è riuscito ad entrare nel mio cuore.

 

∆∆∆∆

 

“Che due scatole~”, comincio a lamentarmi sdraiandomi a letto. “Voglio tornare in Corea.”

Sono appena tornata dal lavoro e sono totalmente distrutta, ad un passo dall'addormentarmi pur non avendo cenato.

Sono tornata dalla Corea da due mesi e ho cominciato a lavorare da uno nell'impresa dove lavora mia madre. In tutto questo periodo non ho ricevuto altro che mail dai Super Junior, e ogni tanto anche dagli SHINee - con grande gioia della mia amica che partecipa alle nostre conversazioni, quasi morendo perché parla con Jonghyun -, e sento la loro mancanza, soprattutto quella di Kyuhyun.

Sto per chiudere gli occhi, ma l'avviso di una videochiamata sul cellulare mi sveglia completamente. Guardo lo schermo e noto che è Leeteuk.

“Ehilà, Jungsoo-ssi.”

“Ehi ragazza, non saluti anche noi?” Domanda Heechul entrando nell'inquadratura e spostando a un lato il leader.

Ridacchio. “Vorrei vedervi tutti…”

Detto fatto… Adesso vedo i ragazzi, seduti sul divano e a terra, che mi sorridono eccitati. Nell'angolo dello schermo scorgo Kyuhyun, in piedi appoggiato alla parete con un accenno di sorriso sulle labbra.

Ringrazio che i ragazzi mi abbiano contattato e che li possa vedere sullo schermo. Mi mancavano i loro visi, nonostante li veda ogni tanto in televisione, e le loro espressioni genuine.

Passiamo un'ora a parlare e loro riescono anche a farmi ridere. E quando li vedo salutarmi e interrompere la telefonata, mi sento nuovamente sola. Almeno fino a quando non mi squilla nuovamente il cellulare. Controllo il nome e un sorriso mi incurva le labbra.

“Ehi~”

“Stai bene?” Sento domandare dall'altro capo del telefono.

“Sì, e tu, Kyuhyun?”

Sì. Non tutti i mali vengono per nuocere, vero? Nonostante abbiamo cominciato col piede sbagliato, potremmo anche riuscire a formare qualcosa, seppure questa possa essere una semplice amicizia. Ma si comincia così, no? Un passo alla volta.

Dovrò ringraziare Jonghoon per avermi dato fiducia e avermi fatto conoscere Kyuhyun. Magari, potrei trovargli la ragazza perfetta per lui.

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