Battaglia di scelte: verso un nuovo futuro

di Harry Fine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Strane sensazioni di inizio anno ***
Capitolo 3: *** Un inizio singolare ***
Capitolo 4: *** La prima battaglia ***
Capitolo 5: *** Spiegazioni e decisioni ***
Capitolo 6: *** Nervosismo e testardaggine ***
Capitolo 7: *** Sorpresa: due nuovi incontri ***
Capitolo 8: *** Il contratto ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


In un luogo lontano anni luce dalla Terra, in un posto ancora totalmente ricoperto da ampie e verdeggianti foreste, deserti bollenti, monti impervi e profondi mari in tempesta, sorgeva un edificio che a molti incuteva terrore solo a guardarlo. 
Un castello massiccio, adornato da ampi portoni e fini sculture sulle finestre e alle entrate, che superava le altezze delle montagne e svettava con le sue guglie fin oltre le nuvole, che lo ammantavano come un grande ed impenetrabile velo candido. 
La pietra grigia che lo componeva era resa lucida da questa onnipresente foschia, dando a quel posto un'aura misteriosa e rovinandone in parte l'eleganza originale, ma senza comunque togliergliela del tutto. 
All'interno di questo palazzo, nell’ampio salone principale, c'era un imponente scranno sul quale sedeva l'essere più potente di quel luogo. Il sovrano di ogni cosa vivente e non di quel posto tanto strano quanto bello. 
Il suo corpo muscoloso e ancora prestante era interamente celato da un pregiato mantello color ambra, dotato anche di un ampio cappuccio che gli copriva gran parte del volto, facendo vedere solo la parte inferiore della bocca e del mento, mostrando una carnagione di un colore cinereo veramente impressionante e segnata da diverse cicatrici. 
Di fronte a lui si apriva una grande folla composta in tutto da cento ragazzi e ragazze di varie età e dall'aspetto che si poteva definire più unico che raro. 
Ognuno di loro stringeva tra le braccia un libro di colore diverso, tenendolo stretto come se ne dipendesse la loro vita, e tutti mostravano emozioni diverse, pensando alla prova che si stavano apprestando a sostenere. Chi spavento, chi fermezza, chi un'insana felicità, chi freddezza, chi coraggio, chi serietà. 
Davanti a quello spettacolo, le labbra del sovrano celato si sollevarono in un sorriso soddisfatto e vagamente spaventoso a causa delle sue zanne affilate ora scoperte. 
《Benvenuti, miei sudditi! Voi che vi trovate qui oggi, siete stati scelti per prendere parte alla battaglia dei cento. La battaglia più sacra che ci sia per la nostra specie! Ognuno di voi verrà mandato nel mondo umano e affidato ad uno dei suoi abitanti. Questi vi permetteranno di combattere tra voi, affinché si possa decidere colui o colei che mi succederà sul trono del nostro mondo quando giungerà il momento. E il vincitore sarà l'unico che, alla fine del combattimento, sarà ancora in piedi!》 Affermò il sovrano con voce profonda e stentorea, senza mai perdere quell'inquietante espressione. 
A quel punto, il pavimento del salone scomparve, facendo spazio ad un grande vortice bianco, che assorbì tutti i cento ragazzi, che si lasciarono cadere verso il basso senza opporre resistenza, proiettandoli verso la loro destinazione, e li fece sparire dalla sua vista. 
Il sovrano sorrise di nuovo in quel suo modo inquietante, mentre altre quattro figure, coperte come lui da capo a piedi con delle tuniche di vari colori, si avvicinavano a lui. 
《Questa battaglia sembra prospettarsi molto interessante fin da adesso.》 Affermò il più basso e muscoloso dei quattro, coperto da una veste arancione. 
《Già. Sangue fresco, abilità più che notevoli, voglia di vincere e caratteri molto testardi. Niente di meglio per goderci un bello spettacolo.》 Affermò la figura ammantata di rosso accanto a lui, leccandosi le labbra cianotiche. 
《Hai ragione. C'è un assortimento magnifico stavolta. Me la godrò fino all'ultimo secondo.》 Concordò l'unica figura femminile del gruppo, celata dietro una tunica verde. 
《Si! Sarà spassoso! Spassoso! Si prospetta una battaglia davvero divertente.》 Affermò la figura più alta tra loro, nascosta da una veste blu, mentre scoppiava a ridere sguaiatamente come un pazzo. 
《Già. Ma mi chiedo se in questa loro battaglia ci sarà qualche sorpresa divertente anche solo la metà di quella che io stesso ho riservato ai miei nemici.》 Si chiese il sovrano, mentre un terrificante lampo rosso balenava nei suoi occhi nascosti.

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Capitolo 2
*** Strane sensazioni di inizio anno ***


Per le strade di Tokyo, un giovane di almeno diciassette anni stava camminando lentamente verso la sua scuola dopo la fine delle sue vacanze estive. 
Era un ragazzo veramente molto molto alto, almeno un metro e ottantacinque, quindi decisamente di più dei suoi connazionali. 
Il volto pallido era coperto sulla fronte da una frangia di capelli abbastanza lunghi e color pece, la stessa tonalità della divisa scolastica da liceale, costituita da dei pantaloni e una giacca a maniche lunghe, che indossava. Infine, gli occhi smeraldini e pensierosi erano tenuti testardamente di fronte a sé, non facendo caso a chi gli passava vicino, e venendo ignorato a sua volta. 

《Hey, Shinichi! Shinichi! Ciao!》 Urlò di colpo una voce femminile ed energica alle sue spalle, distraendolo dai suoi numerosi pensieri. 

Lui si girò, riconoscendo subito il tono allegro della sua migliore amica, Sakura Momomya, ma non fece nemmeno in tempo a ribattere al suo saluto, che già era stato travolto da un abbraccio degno di una piovra. 

《Come sono andate le vacanze estive? Come stai? Ti sei divertito durante questo periodo? Hai fatto qualche conquista? Hai viaggiato molto? Mi sei mancato da matti! Non sai quanto sono contenta di rivederti!》 Disse la ragazza a raffica, continuando a stringerlo con affetto, ma con troppa forza. 

《S... Sakura... anche io sono... molto felice... di rivederti, ma... non respiro!》 Disse infatti lui a fatica. 

Lei si accorse che stava diventando violastro e si sbrigò a lasciarlo andare. 
《Mi dispiace Shinichi! Non volevo! È solo che non ci siamo visti molto quest'estate ed ero così felice di rivederti, che non mi sono potuta trattenere.》 Affermò lei in tono di scuse. 

L'altro sorrise lievemente. 《Non cambierai proprio mai. Ma stai tranquilla, ci sono abituato.》 Affermò ironicamente e strappandole una risata, prima di ricominciate a camminare accanto a lei. 

Solo che durante il viaggio, Shinichi si accorse che molti ragazzi stavano fissando la sua amica con sguardo ammirato, quasi famelico, e lui con fare invidioso. E non gli era difficile
immaginare il perché. 

Nonostante non fosse minimamente alta come il suo amico, anche lei era molto slanciata per essere una ragazza. Aveva una figura molto sottile e sinuosa, nonostante la sua divisa composta da giacca nera, camicetta bianca e gonna rossa un po' sopra il ginocchio nascondesse in parte le sue forme gentili e sode. 
E tutto il suo fisico era circondato da una fluente massa di capelli rosa che arrivava fin oltre le ginocchia, mentre sul volto chiaro, e quasi angelico, i grandi occhi blu scuro brillavano di una luce allegra. 

Era veramente molto bella, infatti non molti ragazzi riuscivano a resistere al suo fascino. Per fortuna, però, lui era tra questi pochi, anche se molti dei suoi compagni maschi affermavano il contrario, ma lui li ignorava, esattamente come faceva con tutti gli altri. 

Mentre camminavano verso la loro scuola, però, iniziarono a chiacchierare. 
《Allora, sei pronto per il nuovo anno?》 Chiese la sua migliore amica, svegliandolo di nuovo da quei suoi pensieri non proprio allegri. 

《Come no. Entusiasta.》 Rispose lui con il tono sarcastico e calmissimo che lo aveva praticamente reso famoso nell'istituto. 

《Andiamo, sei uno studente fantastico! Hai una media tanto alta da fare quasi spavento. Perfino i professori sono stufi di darti sempre il massimo nelle verifiche. Pensa a noi comuni mortali che dobbiamo studiare per fare le cose come si deve e non farci bocciare da quelle carogne. Studiare! Ma ti rendi conto!?》 Disse lei con finta indignazione. 

L'altro si aprì in uno dei suoi rarissimi sorrisi spontanei di fronte all'esuberanza della sua amica. 《Andiamo Sakura, neanche tu vai per niente male. Ci sono ragazzi che ammazzerebbero per avere dei risultati come i tuoi. E poi, se studi, non muori mica.》 Ribattè lui. 

《Ma starei molto meglio senza certe volte. Te lo assicuro.》 Rispose lei a tono. 

《Ribadisco. Non cambierai proprio mai.》 Esclamò lui con aria ironica. 

Entrambi, ridendo e scherzando su quello che avevano fatto durante l'estate e prendendosi bonariamente in giro, arrivarono di fronte alla loro scuola, in cui studiavano sia ragazzi delle medie che delle superiori, senza però accorgersi di un'ombra dai lunghi capelli che li stava seguendo da un po' e senza mai perderli di vista. 

Appena i due amici entrarono nella struttura, si unirono subito al flusso di studenti che si stava dirigendo nell'aula magna, in cui tutti presero posto per ascoltare il discorso che il preside faceva loro ad ogni inizio anno, anche se praticamente nessuno studente, eccetto forse le matricole della prima, faceva mai caso alle sue parole. Ma quella volta, stranamente, sembrava che ci fosse una sorpresa in serbo per tutti. 

Infatti, ad un certo punto, il preside, un uomo di mezza età decisamente basso, con varie rughe d'espressione e con una grossa chiazza pelata sulla testa tra i capelli neri e grigio ferro, fece posizionare accanto a sé una coppia di ragazzi che nessuno in quell'istituto aveva mai visto. E quando lui li presentò, tutti sembravano pendere dalle sue labbra. 
《Ragazzi, vi presento una coppia di nuovi studenti provenienti da oltreoceano che da quest'anno si uniranno a voi. Andrea Rossi e Penny Jones, provenienti dall'Italia e dal nord America. Fate in modo che qui in Giappone si ambientino e si trovino bene.》 Disse, lasciando poi la parola ai due affinché si presentassero da soli. 

Il primo a farsi avanti fu il ragazzo. Era molto alto e magro, quasi quanto Shinichi, e non portava la divisa, ma dei jeans blu scuri, una maglia nera attillata e delle scarpe da ginnastica bianche. La sua pelle era molto abbronzata e faceva spiccare gli occhi grigio-verdi e allegri sul suo viso dai tratti netti e mascolini, mentre i capelli, lunghi fino alle spalle, erano mossi e biondo grano ed erano raccolti in un codino alla base della nuca. Sembrava molto più grande, ma avrebbe potuto avere al massimo sedici anni. 
《Salve a tutti. Molto piacere di conoscervi. Io sono Andrea Rossi, ho sedici anni e provengo da Firenze, il capoluogo della Toscana. Amo mangiare dolci di ogni tipo e i videogiochi. Spero vivamente di trovarmi bene qui e di godermi tutte le specialità culinarie e le meraviglie tecnologiche di questo posto.》 Disse con un gran sorriso sulle labbra che lo rese subito simpatico più o meno a tutti i ragazzi, nonostante la sua presentazione lievemente insolita. 
Aveva anche una parlata molto fluente, nonostante in essa si distinguesse un forte accento italiano e qualche errore negli accenti. 

Dopodiché, si fece avanti la ragazzina, che, visto il suo fisico ancora vagamente acerbo e i lineamenti leggermente infantili, sembrava non avere più di dodici anni. 
Aveva due lunghissimi codini alti di un biondo argenteo, mentre i suoi grandi occhi erano di un bell'azzurro e risaltavano sul viso pallido e liscio. Vista nel complesso, soprattutto visto che indossava un abito fru-fru di colore azzurrino lungo fino al ginocchio, assomigliava moltissimo ad una bambola di porcellana. 
《Buongiorno a tutti. Io sono Penny Jones. Provengo da New York, negli Stati uniti d'America. Adoro i racconti di avventura e di fantasia e la storia antica. Spero di trovarmi bene qui con voi e di imparare tutto sulla storia e la mitologia di questo paese.》 Disse con voce soave e gentile. 
Anche lei parlava in una maniera molto fluida, anche se l'accento si sentiva moltissimo e lei sembrava essere un pochino più stentata rispetto al ragazzo. 

Entrambi sembravano essere molto simpatici ed interessanti, oltre che molto particolari, dato che avevano già suscitato molta curiosità, ma Shinichi e Sakura non ci fecero molto caso in quel momento, visto che entrambi avevano da un po' di tempo la sgradevole impressione che qualcuno li stesse osservando da lontano e con insistenza. 

《Hai visto? Due nuovi arrivati. E per di più vengono da paesi molto lontani da qui. Chissà come sono le loro città di origine. Mi piacerebbe molto vederle di persona. Soprattutto l'Italia. Sembra un posto così bello e pieno di arte e storia.》 Disse la ragazza dai capelli rosa, cercando di ignorare quella fastidiosa sensazione. 

《Hai ragione. Anche a me piacerebbe.》 Si limitò a rispondere il suo amico, ma continuando comunque a percepire chiaramente la presenza di un paio di occhi puntati su di lui, anche se non aveva idea di chi fosse il loro padrone. 
Anzi, entrambi si sentivano spiati da qualcuno, ma nessuno dei due si azzardò ad aprir bocca su questo argomento. 

《Secondo te cosa succederà quest'anno?》 Domandò Sakura. 

《Credo che, tutto sommato, non sarà molto diverso dagli altri che abbiamo passato qui.》 Rispose Shinichi col la sua solita calma. 
Ma non sapeva ancora quanto si sbagliasse.

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Capitolo 3
*** Un inizio singolare ***


Seguendo il flusso di studenti, inclusi anche i due nuovi arrivati, diretti verso le aule per ascoltare le lezioni, Shinichi e Sakura si diressero verso la loro classe, prendendo posto l'uno di fianco all'altra, scatenando, come al solito, le risatine e i commenti poco lusinghieri che ragazzi e ragazze riservavano loro ogni inizio anno. 
Nessuno del loro compagni di classe riusciva a capire come tra quei due ci fosse un'amicizia tanto forte, soprattutto perché, per quanto lei fosse molto dolce e socievole, le sue maggiori attenzioni erano sempre per il suo amico e anche per lui era la stessa cosa. Quindi, la gelosia dilagava ovunque, esattamente come le chiacchiere. 
Infatti, nonostante la palese diversità caratteriale che c'era tra i due, fin dalla prima elementare erano diventati migliori amici, anche se nessuno aveva mai capito come fosse stato possibile. 

Dove c'era Sakura, c'era sempre Shinichi e viceversa. Ed entrambi erano sempre stati pronti ad aiutarsi e difendersi a vicenda dai bulli, che sempre più spesso li prendevano di mira, anche se nessuno dei due capiva il perché.
 

E questo loro rapporto, quasi simbiotico a volte, si era sviluppato specialmente grazie alla loro intelligenza più che spiccata. 
Ma ciò non toglieva che fossero comunque molto molto diversi. 

Un fulgido esempio di questo era che, mentre la ragazza dai capelli rosa aveva sempre un atteggiamento molto solare e mostrasse grande cortesia e gentilezza verso chiunque, il ragazzo dagli occhi verdi, seppur molto educato, non mostrava quasi mai le proprie emozioni, rivelandosi anche molto schivo e scontroso con tutti. 
E anche in quel momento, entrambi mostravano un comportamento praticamente opposto. 
Infatti, mentre Sakura prestava un'attenzione quasi maniacale la lezione, seppur quella fosse solo la prima giornata, Shinichi non ci faceva poi molto caso, tenendo lo sguardo fuori dalla finestra accanto al suo banco con fare pensieroso, osservando il cielo e il panorama sotto di esso, anche se si vedeva a stento attraverso le fitte fronde dell'albero che cresceva lì davanti. 

La prima ora passò relativamente tranquilla per tutti, con gli insegnanti che parlavano a ruota libera come sempre e gli studenti, molti dei quali erano già annoiati, che ascoltavano pigramente. 

Solo che, ad un certo punto, quando il ragazzo corvino voltò di nuovo lo sguardo verso l'esterno, le sue iridi smeraldine ne incontrarono un altro paio, cosa che lo fece scattare all'indietro per la sorpresa. 
Quegli occhi erano decisamente impressionanti. Grandi, freddi, color azzurro ghiaccio e, soprattutto, completamente privi di pupilla, e ora lo stavano fissando con grande interesse ed intensità attraverso il vetro della finestra. 

Il diciassettenne sbarrò gli occhi e sbiancò di colpo per lo spavento. 《S… Saku… Sakura…》 sussurrò. 
《Cosa c'è?》 Rispose lei a bassa voce. 

《Lì… lì fuori. Sul ramo. C'è qualcuno appeso al ramo!》 Rispose lui, voltandosi di nuovo insieme a lei verso la finestra. 

Entrambi fecero appena in tempo a vedere una vaga figura femminile dai lunghi capelli che scendeva a gran velocità dal ramo e correva via senza che nessuno la vedesse. 
Entrambi, sbarrarono nuovamente gli occhi e spalancarono le bocche, si fissarono per due secondi, perdendo completamente l'attenzione per la lezione, e si acquattarono sui loro banchi per non farsi vedere dal prof. 

《L'hai vista anche tu quella ragazza, non è vero?》 Chiese a bassa voce la ragazza dai capelli rosa, non sapendo dire se avesse avuto le traveggole, cosa in cui sinceramente sperava, oppure no.
 

《Certo che l'ho vista! Era a dieci centimetri dalla mia faccia!》 Replicò il suo migliore amico nello stesso modo, ancora un po' scioccato. 
Entrambi presero un bel respiro, cercando di mantenere la calma ed evitare di essere beccati  dal professore di fronte a tutti. 

《Ok ora. Calmiamoci. Potrebbe semplicemente essere uno dei soliti scherzi che certi studenti si divertono a farci qualche volta.》 Provò a ragionare lei. 

《Ma tu li hai visti quegli occhi!? Non avevano la minima traccia di pupilla! Non esistono occhi così!》 Ribattè lui. 

La ragazza si ritrovò costretta ad assentire. 《Hai ragione. Stanno succedendo delle cose leggermente strane, giusto?》 

L'altro annuì con fermezza. Dopotutto, non era esattamente normale la scena a cui avevano assistito. 

《Senti, parliamoci chiaro adesso. Anche tu senti fin da questa mattina la sensazione di essere continuamente pedinata vero?》 Chiese lui, sempre bisbigliando. 

《Si. È come se ci fosse qualcuno che ci fissa costantemente. Solo che non so chi possa essere. Secondo te potrebbe trattarsi di quella ragazza di prima?》 Domandò lei, sentendo un leggero senso di nervosismo pervaderla. 

《Probabilmente è così.》 Rispose Shinichi. 

《Allora è sicuramente uno stupido scherzo di cattivo gusto. Insomma, non possiamo mica metterci a sospettare chissà cosa. Magari è semplicemente una studentessa che non aveva voglia di stare a lezione ed è venuta a darci fastidio.》 Affermò lei ragionevolmente. 

《Si. Hai ragione.》 Assentì lui, recuperando la sua classica espressione stoica. 

Fortunatamente per loro, le tre ore seguenti passarono senza ulteriori intoppi o brutte sorprese, quindi nessuno dei due pensò più alla bizzarra scena di quella mattina e, quando finalmente suonò l'ultima campanella, si unirono a tutti gli studenti e uscirono per tornarsene a casa. 

《Hey Shinichi, ti va di andare a prendere un gelato da Pariya? Tanto i professori non hanno ancora iniziato a sommergerci di compiti.》 Propose la ragazza con la sua solita allegria. 

Negli occhi del corvino passò un lampo. Il modo migliore per farsi passare il malumore o dimenticare qualcosa di spiacevole, almeno secondo lui, era mangiarsi qualcosa di dolce, e quella era la gelateria migliore di tutta Tokyo, quindi accettò di buon grado l'offerta della sua migliore amica. 

Entrambi si diressero verso il luogo indicato, trovando ad attenderli un locale molto accogliente, nonostante fosse alquanto spartano, e una grandissima gamma di gusti colorati. 
Shinichi si prese una coppetta al limone e arancia, mentre Sakura un cono alla fragola e cioccolato e presero posto in uno dei tavolini all'esterno. 

Mentre si godevano tranquillamente il loro dolce, però, una voce maschile dal forte accento straniero li distrasse. 
《Ciao ragazzi.》 Salutò allegramente Andrea, il biondo italiano che si era presentato quella mattina di fronte a tutti gli studenti insieme a Penny, la ragazzina americana dai grandi occhi azzurri, che era proprio accanto a lui in quel momento. 

《Possiamo unirci a voi?》 Domandò lei, tenendo in mano una coppetta alla vaniglia e crema. 

《Ma certo. Venite pure.》 Rispose la ragazza dai capelli rosa. 

I due nuovi studenti si sedettero accanto a loro. 

《Allora, voi siete Shinichi Higurashi e Sakura Momomya, giusto?》 Chiese il ragazzo italiano mangiando il suo gelato. 

Il corvino si limitò ad annuire. 《E voi siete i due nuovi studenti provenienti da oltreoceano. Andrea Rossi e Penny Jones. È un piacere.》 Rispose piatto. 

《O mamma mia! Allora sai parlare!》 Esclamò il biondo, cogliendolo di sorpresa. 

《Cosa?》 Chiese lui con un sopracciglio inarcato. 

《Sei rimasto zitto per tutto questo tempo. Pensavo che fossi muto o qualcosa di simile. Ti dirò che metti in soggezione.》 Spiegò il giovane italiano con naturalezza. 

《Oh, vi assicuro non dovete farvi ingannare dal suo aspetto freddo o dall'aria da duro. Vi assicuro che ha davvero un cuore d'oro.》 Intervenne Sakura, facendo diventare cremisi la faccia del ragazzo.
 

《Sakura!》 Esclamò lui in imbarazzo. 

《Che c'è? È la verità! Non ricordi come mi consolavi sempre quando ero bambina e gli altri mi prendevano in giro o mi rubavano i giocattoli? E poi me li riportavi sempre e giocavi con me per farmi stare meglio.》 Disse lei, col chiaro intento di metterlo ancor più in difficoltà. 

《Ohhh. Che cosa dolcissima!》 Esclamò Penny con gli occhi scintillanti, abbracciando il corvino, mentre Andrea e Sakura ridevano sotto i baffi. 

Inizialmente, Shinichi stava seriamente meditando di commettere un triplice omicidio, ma poi riuscì calmarsi. 

《Io vado un attimo in bagno.》 Disse, dirigendosi verso di esso. 

Solo che, mentre camminava, sentì una voce provenire da dentro la cella frigorifera. 
《Sbrigati e dammi quel libro!》 Esclamò qualcuno, sicuramente un ragazzo visto il tono basso e profondo della voce, proprio da lì dentro. 

Spinto dalla curiosità, si avvicinò al portellone e, ignorando il freddo, lo attraversò. 

La scena che gli si parò di fronte era veramente strana. 
Un uomo sulla quarantina con due incredibili baffi a manubrio, apparentemente di origini tedesche, e imbacuccato come dovesse andare al polo sud, era lì dentro con in mano uno strano libro dalla copertina violastra era in piedi dietro un ragazzo leggermente mingherlino di si e no quattordici anni.
 

Questo aveva dei curati riccioli biondi lunghi fino alle spalle ed era vestito con un gilet violetto sotto cui si vedeva una camicia bianca, dei pantaloni neri alla zuava e dei mocassini. 

Ma la persona che lo colpì di più fu la terza in quella stanza.
Era una ragazza lievemente minuta, sui quindici anni, con una lunga e fluente chioma di capelli viola scintillante e la pelle veramente chiarissima. Vestiva con una felpa bianca molto larga che le lasciava scoperta la spalla sinistra, degli shorts di jeans e delle lunghe calze a righe blu e viola che le arrivavano a metà coscia. 


Ma la cosa più impressionante di lei erano gli occhi. Nonostante si fosse nascosto dietro gli scaffali, li aveva visti chiaramente. 
Erano grandi, freddi, color azzurro ghiaccio e, soprattutto, completamente privi di pupilla. 
Non ci poteva credere. Quella era la ragazza di quella mattina. 

Ma il suo flusso di pensieri fu interrotto dal ragazzo ricciuto. 《Muoviti e dammi quel libro Mizore! Se non hai trovato un compagno fino ad ora, direi che è inutile farti rimanere in gioco.》 Disse, indicando il libro dalla copertina azzurra che lei stringeva spasmodicamente tra le braccia. 

《Scordatelo Boru. Dovrai portarmelo via se lo vuoi.》 Rispose lei con tono tagliante. 

《Come preferisci tu allora. Senza un partner sei comunque indifesa. Gustaf!》 Esclamò lui, stendendo il braccio in avanti. 

L'uomo annuì e il libro che teneva in mano si illuminò intensamente. 《Garon!》 Esclamò lui. 

Dal palmo del ragazzo partì subito un lungo braccio meccanico ricoperto di punte di ferro, facendo sbarrare gli occhi a Shinichi per la sorpresa. 

La ragazza non battè ciglio e, con un'invidiabile agilità, lo evitò per un pelo, ma l'altro gliene diede un'altra dose e poi un'altra ancora. 

Solo che, alla quarta volta in cui l'attacco venne scagliato, la ragazza non riuscì ad evitarlo e venne centrata in pieno e il libro le sfuggì di mano e finì proprio sotto la mano di Shinichi, che lo raccolse istintivamente.
 

Solo allora i tre lo notarono.
《Chi tu essere? Cosa tu ci fare qui ragazzo?》 Chiese l'uomo con una parlata stentata.
 

《Non importa. Dacci subito quel libro e nessuno ti farà niente ragazzo.》 Disse il riccio.
 

Nonostante sentisse il panico divorargli le viscere, soprattutto dopo aver visto cosa fosse in grado di fare quel tipo, il corvino vide un lampo di paura e sorpresa passare negli della ragazza dai capelli viola. 

Sapeva che, qualsiasi cosa stesse succedendo, consegnare quel libro avrebbe significato grossi guai per quella ragazza e qualcosa nella sua testa gli diceva che non doveva assolutamente succedere, che quel libro doveva essere difeso. In qualche modo, sentiva di essere legato a quella ragazza. 

《Scordatelo! Non ho idea di chi tu sia o di cosa stia succedendo qua, ma non metterai le mani su questo libro.》 Disse, mascherando il panico dietro la sua facciata calma e decisa. 

《Bene. Allora…》 Iniziò a dire lui, stendendo di nuovo il braccio in avanti, ma fu bloccato dalla potente luce azzurra che il libro aveva cominciato ad emanare.

 

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Capitolo 4
*** La prima battaglia ***


Shinichi non aveva la più pallida idea di che cosa stesse succedendo. La situazione era a dir poco ridicola. Pericolosa, certo, ma anche assolutamente ridicola.

Una semplice uscita insieme a Sakura, Andrea e Penny era diventata qualcosa di irreale e lui ci era rimasto invischiato senza nemmeno accorgersene.

Era finito dentro una cella frigorifera insieme ad un tedesco ricoperto da strati su strati di pelliccia, in compagnia di un ragazzino che sembrava essere appena saltato fuori dagli anni quaranta e che lanciava martelli chiodati dalle mani.

E per finire, insieme a loro c'era anche la ragazza che, chissà per quale motivo, aveva seguito lui e la sua migliore amica per tutta la giornata.

Come tutti questi pezzi si incastrassero tra di loro era qualcosa che gli era impossibile capire.

E soprattutto, non comprendeva cosa fossero quegli strani libri. 
Non sapeva il perché, ma sentiva che quelli erano degli oggetti veramente importanti.

Anzi, visto il comportamento del ragazzino, sembrava addirittura che tutta la situazione che era venuta a crearsi ruotasse intorno ad essi. 

Per questo non voleva cedere quello che la ragazza, Mizore, che stranamente sembrava essere la più sorpresa lì dentro, aveva con sé.
Solo che non aveva la minima strategia su come fare a difenderlo. 

Aveva visto cosa fosse in grado di fare quel ragazzino e sapeva che uno scontro diretto con lui sarebbe stato inutile.

Ma sentiva anche che la situazione stava in qualche modo mutando. 
Il volume che aveva in mano stava scintillando di azzurro in una maniera impressionante, e sembrava quasi che, di colpo, tutta la sua paura e confusione fossero state assorbite dalla luce.

In quel momento, aveva la mente lucida e la sua calma non era solo una facciata. Il suo sguardo era fermo e deciso, esattamente come la sua mano quando aprì il libro.
Non sapeva esattamente perché lo stesse facendo, ma si fidò del suo istinto.

Le pagine erano piene di strani segni grafici che non aveva mai visto, e infatti non ci capiva assolutamente niente, ma poi una parola gli saltò all’occhio.
Era l'unica cosa che riusciva a leggere distintamente in mezzo a quel marasma di caratteri illeggibili, ma esattamente non capiva come mai.

ma questo non aiutava.
Per quanto avesse inspiegabilmente ritrovato la calma, in ogni caso la situazione non cambiava e se non avesse trovato alla svelta una soluzione per uscirne, a nulla sarebbe servito provare a difendere il libro.

《Ora basta ragazzo. Tu dare noi libro. Subito!》 Urlò di colpo il tedesco, svegliandolo dai suoi pensieri. 

《No. Io non dare voi libro! Ne ora, ne mai!》 Rispose coraggiosamente lui, facendogli persino il verso. 

E questa fu una mossa che, lo dovette ammettere, non era stata esattamente furba. Infatti era servita solamente a far infuriare di più lui e il suo compare.

《Come vuoi. Allora ci limiteremo a farti a pezzi. Gustaf!》 Ringhiò nuovamente il ragazzino.

《Garon!》 Esclamò il tedesco col suo libro davanti, facendo sì che il martello chiodato si dirigesse verso di lui.

Shinichi lo evitò per un pelo, ma sapeva che, se Mizore, che di colpo sembrava scomparsa nel nulla, non era riuscita a sfuggirgli per molto con le sue manovre acrobatiche, nemmeno lui ne sarebbe stato in grado.

In quel momento, non poteva fare altro che cercare di prendere tempo evitando lo scontro diretto.

Si mise a correre per tutta la cella frigorifera, svoltando e scivolando tra gli scaffali, sempre con quei due alle calcagna che lanciavano attacchi a destra e sinistra. 

Il ragazzo si diresse a gran velocità verso la porta d'uscita, visto che aveva capito che lì dentro non sarebbe riuscito a reggere per molto a causa del freddo, visto che si era accorto di essere completamente intirizzito, ma l'ennesimo colpo di martello gli passò proprio accanto al viso e lo obbligò a fermarsi.

Subito quei due gli si avvicinarono.
《Bene. Direi che il nostro gioco è finito. Dacci subito quel dannato libro, altrimenti non ne uscirai bene.》 Affermò il ragazzino biondo con un sorriso mefistofelico.

Shinichi, dopo essersi imposto per la decima volta di non farsi prendere dal panico, rimase testardamente in silenzio, ricevendo da entrambi un ringhio furioso in risposta.
《Come tu volere allora. Garon!》 Urlò nuovamente il tedesco.

Il martello chiodato si diresse ad alta velocità verso di lui, che comprese che non sarebbe riuscito ad evitarlo di nuovo, visto che il colpo sembrava essere molto più grande e potente rispetto agli altri.
Solo che il ragazzo sentiva che c'era una soluzione per uscire da quella maledetta trappola. E che era più vicina di quanto pensasse.

Il martello chiodato gigante si diresse verso di lui a grande velocità.

Lo stava proprio per centrare quando lei arrivò. 
Esattamente come era sparita di colpo, Mizore era praticamente ricomparsa dal nulla di fronte a lui.

《Non ti lascerò mettere quelle manacce sul mio partner, Boru! Presto Shinichi! Leggi l'incantesimo presto!》 Esclamò la ragazza dai capelli viola.

Gli occhi del ragazzo, nonostante la confusione e la sorpresa, volarono istintivamente al libro, che aveva ricominciato a splendere, e individuò l’unica parola che riusciva a tradurre e capì cosa doveva fare. Comprese qual era la soluzione.

《Burizzadu!》 Urlò, mentre il libro scintillava ancora più intensamente e un sorrisetto di vittoria compariva sul volto niveo di lei.

Subito nella stanza scese un gelo ancora più opprimente e, nonostante fossero al chiuso, cominciò a nevicare.
Tantissimi fiocchi di neve bianchi e leggeri erano comparsi dal nulla e si stavano posando dappertutto.

Ma non era finita qui. Da una nevicata leggera, si trasformò in una vera e propria tormenta di neve e ghiaccio, che congelò il gigantesco martello e lo ridusse in pezzi.

Se l'espressione di Shinichi era scioccata per quello che era appena successo, quella dei loro oppositori era addirittura sconvolta.

《Non… non… non… non è…. Come diamine ha fatto quell'umano a…!?》 Urlò il ragazzino, mentre il compare urlava frasi in tedesco decisamente poco lusinghiere.

《Oh beh, lui semplicemente è il mio partner. L'unico in tutto il mondo in grado di leggere il mio libro e attivare i miei poteri.》 Rispose Mizore senza mostrare minimamente emozioni.

Nonostante il freddo che sentiva e l'incredibile spossatezza che di colpo lo aveva avvolto, oltre che al vago senso di confusione per tutto quello che stava succedendo, Shinichi riuscì ad alzarsi in piedi con il libro ancora splendente in mano.

《Burizzadu!》 Urlò nuovamente, cogliendo sorpresa i due avversari, che vennero travolti in pieno dalla bufera generata dalla ragazza.

Uno strato di ghiaccio li ricoprì da capo a piedi e allora i due ragazzi ne approfittarono per attaccare anche fisicamente. 

Il diciassettenne, approfittando della sua stazza imponente, tirò una poderosa spallata al tedesco, facendogli perdere l'equilibrio, per poi tirargli un pugno in piena faccia, cosa che fece scricchiolare il suo naso in maniera preoccupante, terminando l'opera con una gomitata alla gola, che lo spedì contro uno degli scaffali.

Intanto Mizore aveva ingaggiato una vera e propria rissa con Boru, sfruttando il fisico sottile e le sue lunghe gambe per assestargli continuamente calci al mento ed evitare i suoi. Dopodiché, si esibì in una impressionante spaccata ad angolo piatto e la usò per colpirlo, ma lui la schivò e la colpì con un pugno allo stomaco, salendo a cavalcioni su di lei.

《Come accidenti hai fatto a capire che quello era il tuo partner!? E come hai fatto a farlo venire proprio qui!?》 Urlò furibondo il ragazzino.

《Istinto. Ho sentito un'affinità incredibile con lui. La sua anima si lega alla perfezione con la mia, esattamente come la tua con quella del tuo compagno. E me ne sono assicurata perché è da quando sono arrivata qui che lo tengo d'occhio. Ma il merito se l'ho finalmente incontrato è della tua smania di battermi e di un pizzico di fortuna.》 Disse lei gelida, prima di rifilargli una tremenda testata che lo fece scattare in piedi con il naso sanguinante.

《Maledizione! Gustaf, serve un altro incantesimo!》 Urlò rivolto al suo partner, che si stava ancora accapigliando con Shinichi.

Solo che di colpo il tedesco, che ormai aveva il fiato corto, tirò fuori una pistola da una tasca e permette subito il grilletto.
《Tu non dovere scherzare con me. Io essere stato grande ricercato in Germania grazie a Boru. Io abere distrutto, saccheggiato e ucciso. Io fare sul serio.》 Affermò con una punta di orgoglio.

Il ragazzo, che aveva già capito da un pezzo che quel tipo era serissimo nelle sue intenzioni, potè ringraziare il fatto di essere scivolato, perché il proiettile gli passò proprio sopra il naso e colpì il quadro elettrico del muro, che iniziò a sprizzare scintille elettriche a raffica. 

L'uomo non sembrò farsene un problema e prese di nuovo il suo libro, solo che questo, stranamente, non brillava più come prima, cosa che colse l'uomo e il suo compagno alla sprovvista.

《Adesso Shinichi! Non può più usare incantesimi! Prendi il suo libro svelto!》 Urlò Mizore, tenendo fermo Boru.

Il corvino non se lo fece ripetere.
Mettendo da parte lo spavento per quel colpo di pistola, si buttò a peso morto sul tedesco prima che potesse spararne un altro contro di lui e afferrò il suo libro, cercando di portarglielo via con tutte le sue forze.

Quel tipo aveva una presa forte, ma il ragazzo  gli portò via comunque il libro.

《NO!》 Urlarono all'unisono lui e Boru, ricominciando ad inseguirlo, mentre Mizore gli correva dietro.

Il cervello di Shinichi stava lavorando a gran velocità, cercando una soluzione per uscire da quella situazione.

Sentiva che quei due lo stavano per raggiungere e il freddo stava continuando a debilitarlo. Quindi, prima o poi avrebbe dovuto fermarsi e allora sarebbe stata la fine.

Ma poi, di colpo, ebbe un lampo di genio. Se era quel libro viola a dare loro la possibilità di usare i poteri di quel ragazzino, avrebbe semplicemente dovuto sbarazzarsene.
《Burizzadu!》 Urlò per la terza volta, mentre la bufera di Mizore scaraventava indietro i suoi avversari.

Sfruttando questo diversivo, svoltò verso destra e corse a perdifiato verso il quadro elettrico distrutto.
Di certo quelle scintille facevano al caso suo.

Appena ci arrivò di fronte, afferrò il libro violastro e lo gettò contro l’impianto
.
Il volume, esposto all'elettricità, prese automaticamente fuoco e un grido disumano proruppe dalla gola di Boru.

Quando il corvino si voltò verso di lui, vide una scena impressionante.

Il corpo del ragazzino si era fatto trasparente e più il libro ardeva, più lui spariva.
A nulla valsero i suoi tentativi disperati di spegnere le fiamme e, appena il libro venne ridotto in cenere, lui scomparve nel nulla.

Shinichi, ancora sconvolto per quella scena, non ebbe neanche il tempo di chiedersi cosa fosse successo, che sentì dei colpi sul portellone della cella frigorifera.

《Shinichi! SHINICHI! Sei lì dentro!?》 Urlò la voce di Sakura piena di preoccupazione, mentre degli uomini aprivano il portellone e lo aiutavano ad alzarsi.

Lui si sbrigò a nascondere il libro e avviarsi in modo malfermo verso l'uscita accanto a Mizore.

Appena uscirono, trovarono una folla di persone dall'aria preoccupata che li fissavano.
《Shinichi! Santo cielo, stai bene! Non hai idea di quanto tu mi abbia fatto preoccupare! Ma che diavolo ti è successo?!》 Urlò la sua migliore amica, travolgendolo con un abbraccio.

《Ci hai fatto preoccupare a morte. Ti hanno fatto del male o qualcosa di simile?》 Chiese Andrea.

《Non fare mai più una cosa simile!》 Disse Penny con dei lucciconi sotto gli occhi.

Il ragazzo, cercando di darsi un contegno, comprese effettivamente di non essere esattamente un bello spettacolo. 
I suoi vestiti erano stati ridotti a stracci ricoperti di ghiaccio, aveva le labbra livide, esattamente come le dita, era pieno di lividi per tutte quelle cadute e ovviamente tremava di freddo. E nemmeno l'aspetto di Mizore era molto diverso, nonostante lei non sembrasse curarsene molto.

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Capitolo 5
*** Spiegazioni e decisioni ***


Successivamente a quando Shinichi e Mizore erano stati tirati fuori da quella cella frigorifera, gli adulti presenti nella gelateria avevano chiamato subito la polizia, di cui casualmente faceva parte anche il padre del ragazzo, che arrivò subito lì per portare via Gustaf.
Come lui stesso aveva affermato, dopotutto, era diventato un criminale ricercato grazie ai poteri di Boru.

Dopo che lo ebbero portato alla loro centrale per rimandarlo in Germania, il signor Higurashi prese suo figlio e la ragazza dai capelli viola e li portò con sé a casa loro.

《Spiegami che ti è successo Shinichi. Come hai fatto a farti coinvolgere con quel tipo!? E anche tu, signorina, che ci facevi in quella cella!?》 Chiese lui con freddezza appena entrarono nell’abitazione.

Suo figlio rimase in silenzio e con lo sguardo basso, mentre la giovane, zitta anche lei, continuava ad osservare l'uomo con attenzione.

Era praticamente identico al figlio, solo con il volto solcato da rughe sottili e tutto in lui trasudava severità. 
I capelli corti erano in parte brizzolati, gli occhi erano nero pece, oltre che molto cupi e intimidatori, e il suo naso era leggermente aquilino.

《Allora? Parla ragazzo. Se sei entrato in qualche brutto giro, non credere che la passerai liscia solo perché sei mio figlio. E nemmeno tu ragazzina. Non ho intenzione di lasciare impuniti dei criminali solo perché siete due minorenni.》.

Il ragazzo sollevò lo sguardo. 《Ti assicuro che non ero coinvolto in niente con quel tizio e non sono finito in nessun brutto giro. Nemmeno lo conoscevo quell’uomo. Semplicemente ho sentito dei rumori provenire dalla cella frigorifera mentre andavo in bagno e quando ci sono entrato per vedere che cosa stava succedendo… l'ho trovato mentre stava cercando di mettere le mani addosso a Mizore e ho tentato di aiutarla.》.

Sperò sinceramente che quella sua mezza verità bastasse a convincere suo padre senza destare troppi sospetti. 
Non gli sembrava il caso di fargli sapere cosa era realmente successo lì dentro. Oltre al fatto che lui non gli avrebbe nemmeno creduto.
Nemmeno lui riusciva ancora a capacitarsene del tutto.

L'uomo parve sospettoso per un attimo, ma poi sembrò rilassarsi un poco.
《E tu signorina? Chi sei esattamente?》 Domandò rivolto alla giovane.

《Mi chiamo Mizore. Ero semplicemente andata lì per un appuntamento, ma poi quel tizio mi ha colta di sorpresa e mi ha trascinata dentro la cella e ha tentato di spogliarmi contro la mia volontà.》 Mentì lei spudoratamente.

《E dove sono i tuoi genitori?》 Domandò di nuovo l'uomo.

Per la prima volta, lei apparve più rigida del solito e abbassò gli occhi. 《Non li ho più. E mi hanno cacciata via dalla casa famiglia in cui vivevo.》.

L'uomo ammorbidì la sua espressione, soprattutto osservando lo stato pietoso dei vestiti che indossava e la sua aria stanca. 《Capisco. Beh, ma non puoi vivere in strada. Non vorrei che qualcun altro provasse a farti qualcosa di orribile come quel tipo.》.

《Perché non la facciamo stare qui con noi?》 Domandò Shinichi di punto in bianco.

Suo padre sembrò riacquistare il suo cipiglio severo nel rivolgersi nuovamente al figlio. 《Perché proprio in  questa casa?》

《Perché non ha nessun posto dove andare e perché tu sei un agente di polizia, quindi la proteggeresti se ci fosse qualche altro balordo che volesse farle del male.》

L'uomo sembrò titubante per un po', ma poi cedette. 
《E va bene. Dopotutto è una ragazzina minorenne, non posso lasciarla per strada.》 Si limitò a dire senza espressione.

Il ragazzo annuì con un mezzo sorriso e, dopo che entrambi ebbero mostrato la casa alla loro nuova coinquilina, lui e Mizore andarono in camera sua, dove il signor Higurashi portò un futon per la ragazza, per poi andarsene.

Dopo questo, nella stanza piombò un tremendo silenzio.

《Tuo padre si comporta sempre così?》 Chiese la ragazza, spezzandolo.

《Sempre. Da quando è morta mia madre è cambiato tantissimo.》 Rispose lui mestamente. 

Poi, per cambiare argomento, tirò fuori il libro azzurro dalla tracolla e lo pose a terra.
《Ora, spiegami esattamente chi sei, che cosa è successo con quel ragazzino nella cella frigorifera e tutto il resto! Che cosa è questo libro e come mai io posso leggerlo?! E perché sei stata attaccata in quel modo? È chiaro che non sei un’umana, visto quello che riesci a fare, quindi devi per forza saperlo.》 Chiese finalmente lui con il tono più calmo che possedeva.

Mizore lo guardò per un attimo e poi rispose. 《Hai detto bene. Io non sono un’umana e nemmeno provengo da questo mondo. Io sono nata in un posto lontano anni luce da questo e molto molto più antico. Lì tutti hanno poteri incredibili e io e quelli come me siamo la razza che, nell'antichità, i tuoi simili chiamavano mamodo.》

《Sei un demone in pratica.》
Lei annuì. 《Esatto. Come sai, mi chiamo Mizore. Sono venuta qui per partecipare alla battaglia dei cento. Uno scontro che si tiene ogni mille anni, in cui cento mamodo del mio mondo si battono qui sulla Tetta gli uni contro gli altri per poter decidere il prossimo re o la nuova regina che prenderà il posto sul trono per governarci tutti.》.

《Come!? Quindi è per questo che Boru ti ha attaccata in quel modo?! E mi vuoi anche dire che, oltre a te e a lui, ci sono ben altri novantotto partecipanti in questo scontro!?》 Chiese lui sorpreso.

《Precisamente. Lo scopo di questa battaglia è fare in modo che resti in piedi solo uno di noi cento. E colui o colei che prevarrà su tutti gli altri, diverrà il nuovo sovrano. Per questo lui ha tentati di eliminarmi. E quella che si sta svolgendo ora è la sesta battaglia.》.

Shinichi aggrottò la fronte. 《Ma se dici che il tuo mondo è molto più antico del mio, come mai ci sono state così poche battaglie?》

La ragazza sospirò. 《Perché questa è stata sommariamente una decisione recente. All'inizio, quando il nostro mondo si fu evoluto a sufficienza, fu scelta dal popolo una famiglia reale che avrebbe dovuto regnare sul nostro mondo per tutta l'eternità. Ma purtroppo, anche se la nostra vita media è molto più lunga di quella di un umano, siamo comunque vulnerabili alle malattie. Infatti, circa duecentocinquantamila anni fa, l'ultimo sovrano appartenente a quella famiglia morì senza lasciare eredi per colpa di un morbo sconosciuto. 
Questo fece in modo che i suoi consiglieri cominciassero a contendersi il trono vuoto. Ognuno lo voleva e non trovarono mai un accordo. Infatti, man mano che il tempo passava, ognuno di loro iniziò a raccogliere seguaci attorno a sé, così da poter combattere. E purtroppo, da una semplice disputa a quattro, quella si trasformò nella più sanguinosa guerra che il mio mondo abbia mai visto. Innumerevoli furono le vite spezzate, sia tra i soldati che tra i civili. E questa lotta continuò per secoli e secoli, distruggendo ogni città che trovava, fino a che il popolo, guidato da un giovane mamodo chiamato Arion, insorse. E alla fine, riuscì a prevalere, uccidendo i quattro consiglieri e mettendo il capo della rivolta sul trono. Solo che lui, per evitare che altre dispute simili sorgessero in futuro, istituì questa battaglia in cui tutti i candidati avrebbero avuto la possibilità ereditare il trono.》 Raccontò lei.

Shinichi si sfregò il mento. 《E perché siete venuti qui sulla terra? Da quanto ho capito, qui voi mamodo non potete utilizzare autonomamente i vostri poteri.》.

Mizore annuì. 《Semplicemente, per evitare imbrogli o interventi esterni, noi cento siamo stati mandati qui per scontrarci in un territorio neutrale in cui possiamo contare solo sulle nostre abilità in combattimento.》.

A quel punto, Shinichi pose la domanda che più di tutte gli interessava. 《E questi libri a che servono?》.

《Sono dei conduttori di energia. Come hai capito, qui noi non abbiamo poteri autonomi. È necessario che i nostri incantesimi vengano evocati tramite quei libri per poter combattere. E gli umani servono proprio a questo. Loro sono la sorgente dell'energia che occorre al libro per attivarsi. Senza un compagno umano, nessuno di noi potrebbe diventare il sovrano perché nessuno avrebbe poteri. E ogni libro può essere letto da un solo umano in tutto il mondo. È per questo che ho bisogno del mio unico partner. Per questo ho bisogno di te.》 Affermò seria lei.

Il ragazzo rimase un attimo spiazzato.
Quella situazione era seriamente troppo strana anche per la sua fervida fantasia. Gli sembrava quasi di essere finito dentro uno dei suoi romanzi.

《E che cosa dovrei fare adesso?》

《Semplicemente, combattere al mio fianco e aiutarmi a diventare la nuova regina.》

Il ragazzo sospirò 《E quindi, io adesso dovrei semplicemente accettare tutta questa storia della battaglia e combattere con te contro i tuoi simili? Dovrei semplicemente mettere da parte la mia vita normale e buttarmi in questa follia solo perché tu me lo hai chiesto?》

Mizore lo guardò per un attimo. 《Dovresti farlo. Dopotutto, la tua vita normale mi sembra alquanto monotona. Nemmeno tu ne sei contento. E questa sarebbe finalmente l'opportunità per te di mettere un freno a tutto questo. Alle prese in giro, allo scherno, alla malinconia e alla solitudine. Basta solo che tu accetti perché la tua vita muti, così come il tuo destino.》.

Il giovane si fece di colpo più attento. Sapeva che sarebbe stato costretto a combattere con lei se avesse accettato, cosa che sinceramente non lo entusiasmava, ma quell'offerta lo allettava leggermente. 
Era un'occasione per poter finalmente fuggire da quella vita che gli era sempre sembrata troppo grigia e cupa. 

Ma poi si impose di tornare coi piedi per terra. Era una cosa praticamente impossibile da realizzare e quella situazione lo spaventava. Soprattutto perché aveva capito che la gente coinvolta in quella battaglia non scherzava.

Il partner di Boru neanche lo conosceva, ma aveva provato in ogni caso ad ucciderlo senza problemi.

《Inoltre… se tu non leggerai il mio libro, questo rischierebbe di venire distrutto. E questa è l’unica cosa che tra tutte non deve accadere. Perché se il libro dovesse andare distrutto in qualsiasi modo, il mamodo che lo possiede perderebbe il suo diritto di salire al trono e svanirebbe nel nulla, come è successo a Boru.》 Terminò Mizore, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.

A quelle parole, Shinichi non potè fare a meno di immaginarsi la scena. 

Il corpo ferito di Mizore che si faceva via via più trasparente ed incolore di fronte al libro in fiamme, mentre lei lo fissava con aria delusa e accusatoria. 
Il ragazzo scacciò all'istante quella visione con un moto di orrore.
Non voleva che una cosa simile accadesse.

Ma comunque, per quanto volesse aiutarla e gli dispiacesse la sua attuale situazione di impotenza, c'era ancora qualcosa che lo bloccava. 
Non gli era mai piaciuto rischiare troppo, e una cosa simile avrebbe potuto portarlo a qualcosa di troppo pericoloso.

E infatti, con un sospiro, diede la sua risposta. 《Mi dispiace tanto Mizore. Ma non combatterò al tuo fianco. Non so perché sia proprio io il tuo partner e giuro che vorrei aiutarti, ma non ho intenzione di venire coinvolto in questa storia. Mi dispiace molto.》 Affermò, porgendole il libro azzurro.

La ragazza sgranò gli occhi con un’espressione di amara sorpresa, ma riprese subito il controllo. 

《Bene. Come preferisci tu allora.》 Affermò, lasciandogli comunque il libro.

《In ogni caso resterò a vivere qui. Adesso… ricordati che domani mattina per colazione voglio che mi siano serviti a letto dei bignè alla crema pasticcera e succo d'arancia ghiacciato insieme a dei pancake freschi.》 Disse con il solito tono freddo, ma anche molto stizzito.

Il corvino ci rimase di sasso. 《Come sarebbe!?》 

《Hai ragione. È troppo poco. Aggiungi anche della frutta fresca e crema di nocciole. Buonanotte.》 Ribadì con lo stesso tono, buttandosi sul letto del ragazzo e iniziando subito a russare leggermente.
Il povero ragazzo era ancora a bocca aperta.

《Santo cielo. Con o senza battaglie, temo che questo sarà un anno moooolto lungo.》.

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Capitolo 6
*** Nervosismo e testardaggine ***


Quella mattina, Shinichi aveva seriamente un diavolo per capello.
Era nervoso, irritabile e stanchissimo, cosa dimostrata dalle due profonde occhiaie bluastre che raggiungevano gli zigomi e dagli occhi rossi e pesanti. Insomma, era in chiaro debito di sonno e lui sapeva benissimo perché.

Era passata solo una settimana da quando Mizore era arrivata in casa sua e di suo padre e gli aveva raccontato la storia del suo mondo e della battaglia in cui era coinvolta per stabilirne il nuovo sovrano.

Ed era anche una settimana che la sua vita era diventata un inferno!

Dopo che aveva declinato l'offerta della mamodo di diventare il suo compagno in quella assurda competizione, la ragazza aveva iniziato a combinargliene di tutti i colori.

Una notte si era svegliato di soprassalto perché aveva sentito qualcosa di viscido che gli si stava attorcigliando attorno alle gambe. Ed era saltato fuori che c’erano delle lunghissime e squamose bisce nel suo letto.
E lui odiava i serpenti! Erano la sua più grande fobia!

Ed era per la tremenda paura che potesse tirargli un altro scherzo del genere che stava dormendo malissimo in quei giorni.
E non era finita lì.

Ormai aveva paura anche di farsi semplicemente una doccia senza prima essersi guardato intorno come un ossesso.
Perché in quei giorni gli era successo fin troppo spesso che gli arrivasse addosso un getto gelato al posto di uno caldo.

Ma, soprattutto, stava iniziando seriamente a temere l'ora di pranzo.

Questo perché Mizore aveva chiesto a suo padre di potersi occupare lei di cucinare il loro cibo, e lui, che sembrava stravedere per lei, aveva acconsentito.
E non era tanto per il fatto che lei sapesse o meno cucinare a preoccuparlo, ma che potesse tirargli qualche altro scherzo di cattivo gusto.

Ed era successo esattamente così!

Aveva dovuto bere latte per ore per togliersi il sapore bruciante del peperoncino dalla lingua dopo aver mangiato i suoi piatti!

Ovviamente, lui si era infuriato più di una volta con la mamodo, urlandole anche a male parole di finirla, ma lei aveva continuato a mantenere quell'espressione di calma gelata tutto il tempo, facendolo solo infuriare di più.

Se non ci fosse stato suo padre, che lo teneva d'occhio come se fosse tutta colpa sua, l'avrebbe già cacciata!

E ormai, tutti quelli che lo conoscevano anche solo di vista avevano capito che c'era qualcosa che non andava.

Non l'avevano mai visto ridotto così male.

Sakura gli aveva chiesto almeno tre dozzine di volte che cosa stesse succedendo in casa sua, ma lui, nonostante le avesse già detto che lui e suo padre avevano accolto una nuova “coinquilina”, non poteva certamente spiegarle come mai ce l'avesse tanto con lui.

A parte il fatto che odiava mentirle, la sua migliore amica aveva la singolare capacità di sapere sempre quando mentiva. 
Quindi non poteva rifilarle nessuna scusa, ma non poteva nemmeno rivelarle la vera identità di Mizore e del libro azzurro che aveva portato con sé.
Sapeva che gli avrebbe creduto, ma non voleva coinvolgerla.
L'avrebbe solo fatta preoccupare di più.

E non era una buona idea.
Dopo tutto quello che era successo una settimana prima dentro quella dannata cella frigorifera, era sempre attanagliata dal terrore che potesse succedergli qualcosa di tremendo, quindi era meglio non farle sapere nulla.

E con questi pensieri, si stava lentamente dirigendo a scuola.

Ma quando entrò in classe, sentì uno sgradevole brivido lungo la schiena. 

《Oh no. Dimmi che non è venuta anche qui!》 Disse a se stesso, guardandosi intorno con gli occhi sgranati.

Aveva imparato che Mizore era incredibilmente abile nel seguire la gente senza farsi vedere, ma spaventando comunque il suo bersaglio con la sua inquietante presenza e quel suo sguardo gelido e accusatore.

E sembrava che lui fosse diventato la sua vittima preferita.

Per fortuna, con l'inizio della lezione potè distrarsi un po' da quei pensieri, ma continuò comunque a sentire quella brutta sensazione.

Temeva che gli sarebbe successo qualcosa di molto imbarazzante se la mamodo dai lunghi capelli viola fosse saltata fuori davanti a tutti.
E questo presentimento persistette per tutta la mattinata, nonostante le lezioni si stessero svolgendo apparentemente senza intoppi.
Le ore trascorrevano tranquillamente, e lui cominciò a rilassarsi un poco.

“A quanto pare nemmeno lei è così matta da farsi vedere in un posto tanto affollato” pensò il ragazzo sollevato dagli occhi verdi.

Ma, durante l'ultima ora, il professore lo mandò a fargli delle fotocopie.

Una volta uscito dall'aula, il ragazzo andò verso la fotocopiatrice e iniziò a stampare.

Quella giornata era trascorsa più o meno normalmente. Le solite lezioni, i soliti prof eccetera.
E pareva che anche Mizore fosse rimasta calma quel giorno.

Ma proprio quando Shinichi stava pensando di essersela cavata, vide che nella sua tracolla qualcosa stava scintillando.

Senza pensarci, tirò fuori il libro che gli aveva dato la giovane mamodo. Lo aveva infilato nello zaino senza neanche accorgersene.
Sfogliò rapidamente le pagine e si fermò sull'unica frase che riusciva a capire in mezzo a tutti quegli strani caratteri.

《Il primo incantesimo: Burizzadu!》 Lesse senza volere ad alta voce.

Subito dopo, si sentì uno strano scricchiolio provenire dal soffitto.

Una grossa patina di ghiaccio ne avvolse una parte e questa si ricoprì di crepe.

E un attimo dopo, questo si sfasciò in un attimo, aprendo un buco enorme e producendo una pioggia di intonaco e calcinacci, oltre che un rumore assordante, e Mizore gli piombò proprio davanti ai piedi.

Successe tutto in un lampo.

Il ragazzo battè le palpebre, diventò rosso di rabbia e urlò a pieni polmoni 《CHE COSA DIAVOLO STAI COMBINANDO TU QUI!?》.

Un attimo dopo, si rese conto che il suo tono era stato talmente alto da far aprire molte aule del piano.

Colto dal panico, gettò la mamodo dentro lo sgabuzzino del bidello, che stava proprio lì accanto, e ci si chiuse dentro con lei.

In tutto questo, la ragazza dai capelli viola non aveva detto una parola.

《Cosa ci fai tu qui!?》 Chiese nuovamente Shinichi, ma a voce bassa.

《Sei pronto ad accettare di essere il mio partner?》 Chiese di rimando lei, facendo finta di non sentirlo.

Lui si Strofinò le mani sulle tempie, prossimo ad un crollo nervoso.
《Ma mi ascolti?!》

《Hai il libro con te. Hai di nuovo letto l'incantesimo.》 Continuò imperterrita lei.

《È stato un errore! Non voglio avere niente a che fare con te o con la battaglia in cui sei coinvolta! Ti ho già detto che non voglio essere il tuo partner.》.

L’espressione di Mizore rimase, come al solito, gelata e calmissima. 
《Ti ho già spiegato che tu sei il mio partner, che tu lo voglia o no. Non c'è nessun altro in questo mondo che possa leggere il mio libro.》.

Il ragazzo, a quel punto, perse la pazienza. 《Beh, sai che ti dico? Non me ne importa nulla! E non riuscirai a convincermi. Nemmeno con i tuoi scherzetti stupidi o con i pedinamenti. Io voglio solo restare in pace!》 Disse, uscendo come una furia dallo sgabuzzino e tornando in classe, raccattando la sua roba e uscendo al suono della campana.

Sakura provò a raggiungerlo per fare la strada insieme, ma lui preferì andare solo.

Lei parve decisamente delusa, ma anche preoccupata.
Si sentiva uno stupido a reagire così. Le avrebbe dovuto chiedere scusa in ginocchio un milione di volte il giorno dopo. 

Lo sapeva che lei non aveva nessuna colpa per il suo nervosismo, ma non poteva fare a meno di essere arrabbiato.
Ne aveva sinceramente avuto abbastanza.
Di Mizore, dei suoi scherzi, delle sue pretese e di tutta quella storia. 

Ma che pensava? Che lui fosse una specie di marionetta ubbidiente pronta a leggere quel dannato libro ogni volta che le sarebbe servito!?

Era talmente nervoso, che non si accorse che una coppia di ragazzi si stava dirigendo nella direzione opposta e lui andò a sbattere contro il più alto, finendo con il sedere per terra.

《Mi dispiace. Non volevo venirti addosso. Non ti avevo visto.》.

L'altro, un bel ragazzo molto pallido sui diciannove anni dai grandi occhi azzurri e una scarmigliata zazzera di capelli neri, non sembrava essere molto infastidito per il loro scontro.

D'altronde, non gli aveva fatto nulla, e gli era piuttosto chiaro che quel ragazzo non aveva avuto una gran giornata.

《Non importa.》 Disse, guardandolo rialzarsi.

Shinichi lo ringraziò con gli occhi per la sua pazienza, ma poi lo sguardo gli cadde sull'altro ragazzo.

Lui doveva avere non più di quindici anni, ed era molto più basso di loro due, ma aveva qualcosa di strano. Qualcosa che lo mise subito in allarme.

Se la pelle di Mizore era candida come neve, la sua era talmente cerea, da sembrare addirittura grigiastra. I suoi corti capelli neri erano sparati verso l’alto ed erano dello stesso colore dei due tatuaggi a forma di saetta sui suoi occhi. Due occhi rossi talmente feroci e inquietanti da far accapponare la pelle.

Indossava una sorta di pelliccia ispida, rigorosamente nera, che lo copriva dalle spalle fino ai fianchi, lasciando scoperte le braccia muscolose, e dei pantaloni e stivali alti fino a metà polpaccio, il tutto sempre in nero.

《Che hai da guardare?》 Chiese lui in tono aggressivo.

Il diciassettenne comprese all'istante che quello che stava guardando non era un umano. Bensì un mamodo.

Infatti, notò che il ragazzo più alto teneva in mano una borsa e da essa proveniva un tenue scintillio nero.
E la stessa luce, solo azzurra, proveniva dalla sua tracolla.

E la cosa non sfuggì al diciannovenne.

《Hem… grazie mille per la tua pazienza.》 Disse il ragazzo dagli occhi verdi notando che cosa aveva catturato l'attenzione del suo interlocutore, partendo di corsa verso casa sotto lo sguardo sempre attento di quei due, ma anche di qualcun altro. 

Dietro l'angolo, Penny, la ragazzina americana, aveva visto tutto, in special modo lo scintillio proveniente dalla borsa del suo compagno di scuola.

Prese subito il cellulare e digitò in fretta un numero.
《Sono io. Ne ho trovato un altro.》 Affermò, con un sorriso.

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Capitolo 7
*** Sorpresa: due nuovi incontri ***


Il giorno dopo, in casa Higurashi si respirava una tensione quasi palpabile.
Shinichi, suo padre e Mizore stavano facendo colazione, ma l'atmosfera era veramente orribile.
I due ragazzi, ricordando ancora l'incidente della giornata precedente, si lanciavano continuamente sguardi ostili, ignorando bellamente l'uomo, che stava chiedendo da un pezzo cosa ci fosse che non andasse.
Suo figlio si chiedeva come fosse possibile. 
Lui era un ottimo agente di polizia, e quindi era un tipo molto metodico, razionale e sospettoso, ma non aveva fatto nessuna ricerca all'anagrafe o simili per sapere chi fosse seriamente la ragazza che aveva accolto in casa sua e non aveva nemmeno provato a mandarla in una scuola o a contattare almeno un insegnante privato.
Non che gli dispiacesse, visto che gli aveva risparmiato la fatica di provare a dare una spiegazione logica a quello che in realtà era Mizore e ciò che era capace di fare, ma comunque non capiva come mai fosse stato così… credulone?
Insomma, non era possibile che gli avesse semplicemente creduto sulla parola quando gli aveva raccontato la storiella del tentato stupro. 
E comunque quella non sarebbe stata una scusa per non darle un'istruzione o scoprire chi fosse.
Naturalmente, lui sapeva che lei non era nata in quel mondo e che forse aveva una famiglia e aveva ricevuto un'educazione scolastica nel luogo da cui proveniva, ma suo padre non ne era ovviamente al corrente!
E questo rendeva la situazione alquanto strana, anche se stava seriamente iniziando a sospettare che la mamodo c'entrasse qualcosa in quella mancanza di sospetti da parte si suo padre. 
Soprattutto perché lui non si era mai mostrato tanto comprensivo, dolce e aperto con qualcuno. Eppure, trattava la ragazza dai capelli viola come se fosse anche lei sua figlia.
E questo pensiero lo rodeva come un tarlo.
Suo padre con lui era stato quasi sempre rigido, severo e composto, quasi come se avesse ingoiato un bastone! 
Invece con lei era sempre molto cortese e dolce. Ci chiacchierava, le chiedeva come stesse, l'aiutava a cucinare o con le faccende di casa e le sorrideva molto spesso.
Stava cominciando ad avvertire una cocente gelosia bruciargli nelle viscere mentre li guardava comportarsi come padre e figlia.
Si sentiva escluso e lasciato indietro. 
Come nel primo periodo dopo che sua madre se n'era andata.
《Bene. Io adesso vado a scuola.》 Disse di colpo, afferrando la tracolla e uscendo senza salutare nessuno.
Sbuffando, si diresse verso l’edificio scolastico.
Appena arrivò alla sua destinazione, entrò in classe e si sedette con uno sbuffo irritato.
Non gli piaceva affatto la piega che stava prendendo quella situazione. 
E Non gli piaceva nemmeno comportarsi in quel modo tanto acido, lui che era quasi sempre padrone delle proprie emozioni. Ma non poteva farci nulla.
Era geloso e arrabbiato. Anzi no, furibondo!
Sinceramente, non ne poteva più di suo padre, che preferiva una quasi estranea a lui, e Mizore era peggio di una piattola!
Le aveva detto no, e adesso aveva iniziato a tormentarlo. 
Ma c'era anche una parte di lui che gli diceva che, forse, avrebbe fatto meglio a scegliere se bruciare il libro della mamodo e liberarsene del tutto, così da tornare alla sua vita di prima, oppure assecondarla e combattere al suo fianco.
Dopotutto, gli aveva chiesto un aiuto e solo lui poteva leggere i suoi incantesimi.
Era una totale pazzia quella in cui lo voleva trascinare, ma comunque anche lui non avrebbe accettato tanto facilmente un rifiuto se fosse stato nei suoi panni.
Ma, mentre si arrovellava su questi pensieri, sentì una mano toccarlo sulla spalla.
Si voltò e vide Penny sorridergli. 
《Ciao Shinichi.》 Lo salutò allegra la ragazzina.
《Ciao. Cosa c'è?》
La dodicenne sorrise di nuovo, anche se in maniera vagamente sospetta.
 《Ci hanno detto che alcuni professori della prima ora sono rimasti a casa a causa di un'epidemia di influenza. Quindi, io e te abbiamo un'ora buca e mi chiedevo se volevi farti una chiacchierata, tanto per ammazzare il tempo.》.
Il corvino ci pensò un attimo e acconsentì. Era un ottimo modo per distrarsi.
Seguì la ragazzina in cortile e si sedette con lei.
《Allora, di cosa volevi parlarmi?》
《Ti piacerebbe venire a prendere un thè a casa mia stasera?》
Quella richiesta lo sorprese un po'.
《Perché?》
《Beh, perché mi sei simpatico e vorrei che diventassimo amici. Io vengo dall'America, quindi non conosco quasi nessuno, e vorrei rimediare. E ci sarà anche Andrea con noi. Così passeremo una bella serata tutti quanti insieme. E poi casa mia è molto grande. Non ci annoieremo di sicuro.》 Affermò lei con un sorriso.
Shinichi sorrise a sua volta. Dopotutto, i due studenti in Erasmus gli erano molto simpatici e magari passare la serata con loro lo avrebbe rilassato.
《Va bene allora. Ci vediamo stasera alle cinque.》.
Penny annuì e scrisse rapidamente il suo indirizzo, per poi andarsene.
Il corvino, dopo la fine delle lezioni, tornò a casa con Sakura, chiedendole ovviamente perdono per come si era comportato il giorno prima, e mangiò in fretta una volta a casa.
Lì, avvertì suo padre di essere invitato da un'amica quel pomeriggio e poi si mise a studiare.
Una volta terminato, si diresse rapidamente verso il quartiere in cui abitava Penny.
Si accorse subito che quello era il quartiere più ricco della città.
Il quartiere Roppongi. 
Era un luogo gigantesco, costituito completamente da larghe strade, parchi, grattacieli enormi e ville gigantesche.
E appena vide la casa di Penny, rimase di Sasso.
Una elegante abitazione bianca dalla forma leggermente pentagonale a quattro piani con tanto di giardino ben curato con un'enorme piscina personale lo attendeva.
Aveva almeno una ventina di finestre per piano, tutte chiuse da pregiate tende, e un imponente portone laccato dava sull'ingresso.
Una casa tanto sfarzosa lui non l'aveva mai vista.
Sakura gli aveva detto che il padre della ragazzina bionda era una persona molto importante in America ed Europa, e che era molto molto ricco, ma non avrebbe mai pensato che lo fosse fino a tal punto.
Con un po' di soggezione, si avviò al portone e suonò al campanello.
Ad aprirgli furono due uomini di colore, grossi come armadi e in divisa da camerieri.
《Lei sarebbe l'altro amico che la signorina Penny ha invitato questa sera?》 Chiese quello sulla destra.
Quando ricevettero una risposta affermativa, scortarono il corvino fino alla così detta “sala della merenda”.
Shinichi dovette ammettere che una casa simile lui non poteva nemmeno sognarsela.
E non solo l'esterno, anche l'interno era incredibilmente sfarzoso.
Quadri e statue decoravano i corridoi chilometrici, mentre pregiati tappeti ne ricoprivano il pavimento in legno. E non c'era un solo granello di polvere su nessun mobile o soprammobile o qualsiasi altra superficie.
E quando arrivarono alla stanza dove si trovavano Penny e Andrea, ebbe un'altra sorpresa.
L'americana e l'italiano erano seduti di fronte ad un tavolo lungo tre volte lui e ricoperto di ogni dolce leccornia da mangiare e bere.
Tentando di non sbavare di fronte a tutti quei dolcetti, il corvino annunciò la sua presenza.
《Buonasera.》
Subito i due biondi si voltarono con un sorrisone stampato in faccia.
 《Ciao Shinichi! Come stai? Albert e Jhon ti hanno trattato bene?》 Chiese la ragazzina, scoccando un'occhiata ai due energumeni, che sembrarono farsi piccoli piccoli di fronte ad una dodicenne alta poco più di un metro e mezzo.
《Si. Non preoccuparti.》.
Soddisfatta, la ragazzina congedò i due uomini e lo fece accomodare.
《Mi spiace. Avrei voluto darti una scelta più ampia, ma oggi molti cuochi avevano la giornata libera.》 Si rammaricò poi, indicando il tavolo con aria critica.
Il corvino sgranò gli occhi.
Scelta più ampia!? Tutto quel cibo sarebbe bastato per sfamare una cinquantina di persone!
Andrea lo notò e rise. 《Stai tranquillo. Anche io ho reagito così quando me lo ha detto. Questa ragazzina non ha idea di cosa sia la semplicità.》
《Voglio solo avere il meglio quando mangio.》 Ribattè lei.
Il ragazzo rise leggermente. Quei due gli stavano simpatici.
Solo che, un attimo dopo, la padrona di casa iniziò a ricoprirlo di domande, chiedendogli di casa sua, della scuola, se avesse una ragazza, della sua famiglia, che cosa gli piacesse mangiare o fare e lui cercò di starle dietro, mentre il biondo se la rideva di gusto.
Ma poi anche lui gli pose una domanda.
《Beh, che genere di libri leggi?》
《Perché me lo chiedi?》 Domandò lui, leggermente sulla difensiva. 
Quei due avevano assunto un'espressione fin troppo seria.
《Perché in America io ho trovato un libro veramente bello, e pensavo che ti sarebbe piaciuto.》 Si intromise Penny, prendendo il suo zaino.
Un attimo dopo, ne tirò fuori un volume dalla copertina verde acqua.
Sembrava abbastanza antico, ma la rilegatura era perfettamente intatta, ma non aveva titolo e nemmeno immagini.
Shinichi sgranò gli occhi.
Eccetto per il colore, quel libro era identico in tutto e per tutto a quello di Mizore!
《Cosa sarebbe?》 Chiese, provando a fare il finto tonto.
《Lo sai bene. È un libro di incantesimi. Incantesimi dei mamodo. Ne hai uno anche tu, non è vero?》 Domandò lei, senza perdere l'espressione allegra.
Il corvino era stato messo all'angolo.
《Stai tranquillo, a noi puoi dirlo.》 Affermò Andrea, tirando fuori dal suo borsone un libro identico, ma di colore viola scuro.
《Come avete fatto a scoprirlo?》
《Abbiamo sentito i suoni dello scontro che hai sostenuto nella cella frigorifera.》
《E cosa volete da me? Se volete combattere, mi dispiace, ma…》
L'arrivo di una coppia di figure in ombra lo zittì.
Quando entrambi vennero alla luce, Shinichi capì subito che erano i mamodo di Andrea e Penny.
La più alta dei due dimostrava al massimo quattordici anni. 
La pelle pallidissima esaltava le occhiaie bluastre sotto i grandi occhi viola, mentre i corti capelli neri incorniciavano il viso delicato e leggermente malinconico.
Indossava un abito nero scollato dai riflessi viola scuro e lungo oltre il ginocchio. Era stretto sotto il seno piatto e le corte maniche erano a sbuffo.
In mano reggeva un lungo scettro dorato col pomolo a falce di luna. 
Ma la cosa che più saltava all'occhio erano le corna da diavolo che spuntavano tra i capelli.
Lei si mise vicino all'italiano, mentre l'altro, un bambino sorprendentemente magro di circa nove anni con un viso allegro e vispo, si accomodava in grembo all'americana.
Lui era scuro di pelle e aveva delle lunghe e affilate orecchie, che facevano capolino tra gli spettinati capelli verde acqua, lo stesso colore dei suoi occhioni scintillanti.
Indossava una casacca e dei pantaloni larghi sulle maniche e le caviglie, tutto della tonalità dei suoi capelli ed era completamente scalzo.
《Ti presentiamo Kyo…》 Iniziò Lei
《… e Layla.》 Finì lui.

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Capitolo 8
*** Il contratto ***


Shinichi rimase immobile.
Aveva appena scoperto che i due studenti in Erasmus erano in possesso di un libro e che entrambi avevano un mamodo come partner.
Dunque anche loro erano partecipanti alla battaglia dei cento.
Ma la cosa non lo turbava. 
Anzi, quella poteva essere l'occasione per liberarsi da tutta quella situazione. 
Anche lui tirò fuori il suo libro.

Andrea sorrise. 《Bravo. Ottima mossa.》
《Grazie. Adesso, chi di voi mi farebbe il piacere di bruciarlo?》.

L'atmosfera si congelò per l'incredulità.
L'italiano restò a bocca aperta. 《Cosa!?》

Il corvino alzò un sopracciglio.
Anche Penny sembrava negativamente sorpresa.
《Ci hai appena chiesto di bruciare il tuo libro? Ma… ma lo sai che cosa significa?! Il tuo partner…》
《Svanirebbe? Si. Lo so benissimo. È proprio per questo che voglio. Ne ho abbastanza di sopportare la sua presenza e non voglio avere nulla a che fare con la battaglia dei mamodo. Quindi, si. Vorrei che lo bruciaste. Chiunque di voi.》

《Ma… ma… ma… 》 continuò a ripetere il biondo.
Quella non era di sicuro la reazione che si aspettava dal ragazzo!

Infatti, lui e Penny stavano per dire qualcosa, però, Kyo saltò in braccio a Shinichi con dei lucciconi sotto gli occhi.
《Noi mamodo non ti piacciamo? Perché vorresti bruciare il tuo libro?》 Chiese in tono sconsolato.
Il corvino rimase di sasso.
Non sapeva mai come reagire di fronte a qualcuno che piangeva. Soprattutto se si trattava di un bambino come lui.
《No... piccolo. Non… non è che non mi piacete. È solo che…》
《Stai scappando dallo scontro.》 Ribattè Andrea.

Lo sguardo smeraldo del ragazzo giapponese mandò un lampo. 
《Io non sono semplicemente disposto a diventare una batteria di energia per una ragazza di ghiaccio ingrata e insopportabile! E poi, dovreste essere contenti. Ci sarebbe un combattente in meno da sconfiggere e una possibilità in più che uno dei vostri compagni diventi re. Se non era questo il motivo per cui mi avete attirato qui, qual era?》
《Volevamo chiederti di combattere gli altri partecipanti con noi. Solo questo. Kyo e Layla dicono che la battaglia che si sta svolgendo ha qualcosa di strano. Pare che qualcuno stia usando mezzi scorretti per vincerla, e questo è pericoloso per tutti. Quindi, ci servono altri alleati se vogliamo andare avanti senza cadere in qualche trappola.》 Rispose Penny.

Shinichi stava per dire altro, ma, A quel punto, Layla, rimasta in disparte fino ad allora, gli chiese 《È Mizore la tua compagna di battaglia. Non è vero?》
《Come lo sai?》
《Riconosco il suo libro. E la descrizione che hai fatto è quella che quasi tutti le affibbiano quando parlano di lei. Solo un branco di stupidi.》 Affermò, perdendo per un rapido secondo la sua aria apatica e calma.

《Ti assicuro che lei è diversa da come la vedi. Fa la dura e la fredda, ma tutto quello che vuole è un po' di compagnia.》
Shinichi sentì una brutta sensazione alla bocca dello stomaco. Sentiva che la giovane mamodo stava per rivelargli qualcosa che forse lo avrebbe fatto vergognare di tutto quello che aveva detto e pensato della ragazza di ghiaccio.

Infatti, la ragazzina riprese. 《Nel nostro mondo, lei non si è mai aperta molto con gli altri mamodo. Di lei non si sapeva quasi nulla. I suoi genitori erano grandi nobili un tempo, ma ne i loro nomi ne le loro imprese sono scritte da qualche parte. E lei non ne ha mai parlato. Nella nostra patria, i bambini con maggiori potenzialità vengono portati in un centro di addestramento, dove devono essere rieducati e trasformati in guerrieri di prima categoria. Ma quasi nessuno ce l'ha mai fatta. Solo lei e un altro ci sono riusciti. Lei ha passato la vita ad allenarsi. Non giocava o parlava con altri. L'unica cosa che diceva seriamente su se stessa, era che voleva essere una buona regina. Mizore e l'altro bambino che aveva superato l'addestramento erano totalmente fuori dal comune in quanto a poteri e ambizione. Erano entrambi terribili. Solo che lei Non si è mai mostrata a nessuno Per come è davvero. Ma il punto non è questo. Tu pensi che lei sia insopportabile e fredda vero? Una che non riesce mai a smettere di inseguirti o tormentarti.》

Shinichi fu costretto ad annuire.
《Beh, ti dico che in parte è colpa del suo carattere, ma si comporta così soprattutto perché ha paura.》 Affermò Layla.
《Paura? Paura di essere eliminata dalla battaglia?》

《Non solo quello. Lei ad essere regina ci tiene tantissimo, ma la cosa che davvero spaventa tutti noi mamodo, è che ci è impossibile sfuggire al nostro destino. Noi siamo obbligati a combattete in questa battaglia, che lo vogliamo oppure no. Una volta che si è stati scelti, se non combattiamo per un motivo o per l'altro, rischiamo che all'interno del nostro libro compaiano degli incantesimi che manipolano la nostra personalità e ci costringono a combattere, facendoci diventare aggressivi e sanguinari. E nessuno di noi vuole diventare una macchina da guerra senza cervello.》 Gli rispose Kyo con gli occhi bassi.

Il corvino aveva ascoltato con attenzione. Come aveva previsto, ora non poteva che sentirsi più comprensivo nei confronti di Mizore. 
Ripensandoci… magari lui avrebbe fatto come lei se si fosse trovato in quella situazione.
《Devo andare a casa mia ora.》

Andrea lo guardò un attimo. 《Non ti obbligherò a combattere se non vuoi, ma Rifletti su quello che ti abbiamo detto.》
《E se sceglierai di combattere, sappi che noi ti saremo alleati》 Concluse Penny.
Shinichi annuì e si diresse verso la stazione.

Mentre viaggiava verso casa, continuò a rimuginare senza sosta su ciò che gli avevano detto.
Qualche mamodo stava utilizzando dei mezzi scorretti per sconfiggere tutti i suoi avversari e lui e Mizore sarebbero stati di sicuro trascinati nella lotta, esattamente come chiunque altro tra i possessori dei libri e i loro partner.

A meno che il suo libro non fosse andato distrutto. Ma adesso quella soluzione gli sembrava troppo crudele.
Mizore sarà stata una persona con un carattere terribile, ma in ogni caso non aveva chiesto lei di essere la sua partner e non aveva deciso lei le regole di quel gioco.

E di certo non si poteva andare avanti con quel ritmo. Che lui lo volesse o no, prima o poi altri partecipanti alla battaglia sarebbero venuti per distruggere il suo libro e lui avrebbe dovuto lottare.
Quindi, una decisione andava presa.

Appena scese dal treno, si diresse verso casa a passo spedito.
Una volta dentro, trovò Mizore nella sua camera.

La ragazza gli rivolse la sua attenzione per un attimo.
《Com'è andata la gita fuori porta?》
《Ho conosciuto altri due mamodo.》
Lei si irrigidì di colpo.

《Si chiamano Kyo e Layla. Ti conoscono a quanto pare. Mi hanno raccontato qualcosa su di te e sulle regole di questa dannata battaglia. Perché non mi hai detto come hai vissuto nel tuo reame originario o che saresti diventata un mostro senza cervello se non avessi combattuto?》
《Semplice. Io non voglio che tu combatta con me per pietà o compassione nei miei confronti. E Layla doveva stare zitta riguardo il nostro mondo e ciò che ho fatto lì. Non sono affari suoi o tuoi il motivo per cui mi sono allenata così tanto.》

《E a me nemmeno interessa. Solo che non possiamo continuare così. Con te che mi insegui ovunque e io che mi arrabbio a vuoto. È ovvio che non andremo da nessuna parte.》
《E allora cosa vorresti fare?》
《Un patto. Un patto con te. Io combatterò seriamente al tuo fianco per farti diventare regina, ma che si vinca o si perda, dopo la fine di tutto questo voglio essere libero da qualsiasi cosa riguardi il tuo mondo o la battaglia. Ci stai?》

Un sorrisetto piegò le labbra di lei. 《Per me va bene. È un ottimo compromesso. Dopo che sarò diventata regina, nessuno in questo mondo ricorderà nulla di noi mamodo, ne tu, ne nessun altro.》
Il moro annuì.

Avrebbe tenuto fede a quella promessa.
Ormai era in ballo, quindi valeva la pena impegnarsi al massimo per arrivare alla fine.
Mizore sarebbe diventata la sovrana e lui sarebbe tornato alla sua vita normale.

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