E Se..?

di Yurha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensieri Pericolosi ***
Capitolo 2: *** Constatazioni ***
Capitolo 3: *** Ancora Un'Ora Sola ***
Capitolo 4: *** Come Posso Farti Cambiare Idea? ***
Capitolo 5: *** Le 3 Regole Assolute ***



Capitolo 1
*** Pensieri Pericolosi ***


Pensieri Pericolosi
 
Era la nona sera di fila che andava in quel maledetto bar.. o forse era la decima?
In ogni caso..
Sperava tanto di incontrare la sua migliore amica ed assistente Connie Rubirosa, dato che quello era il suo locale preferito.
"Connie" pensò, "dove diavolo sei finita? Non è da te sparire così, non vieni neanche a lavoro da nove giorni.. o forse sono dieci?" continuò mentre prendeva un altro sorso di scotch single malt invecchiato 18 anni.
"Diavolo, mi manca la voce di quella donna, mi manca quando contesta qualsiasi teoria che presento." pensò ancora mentre rigirava l'ottimo liquido alcolico nella sua bocca.
Connie era sparita da quando i detective del 27° Distretto erano andati nell'ufficio di Jack. Quello stesso pomeriggio uscì prima dal lavoro, senza spiegazioni, e da allora, Mike Cutter non seppe più nulla.

«Jack, voglio solo sapere dov'è, nient'altro.» disse Mike alterato il quarto giorno che lei mancava dall'ufficio.
«Mike, lo so che ti preoccupi per lei, ma non posso dirti niente, se potessi lo farei, credimi. Ricevo ordini anch'io, cosa credi?!» rispose più alterato di lui, liquidandolo.

Era seduto in quel bar da almeno un paio d'ore e cominciò a pensare al caso di Woll.
"Quel maledetto bastardo.. Come ha osato farle passare tutti quei guai.. Gli avrei messo io stesso un ago nel braccio.." pensò rabbioso.
"Hey.. fallo, io l'ho fatto.."
Sentì quelle parole nella sua mente come se quel verme di Marcus Woll le stesse dicendo proprio in quel momento e si sentì montare ancora di più la rabbia.
Strinse il bicchiere che aveva in mano finchè le dita non divennero bianche.
Pensò alle mani di Woll sulla nuda carne di Connie, pensò a come e a quanto sospirava ed ansimava al suo tocco, ai suoi baci, ad ogni sua spinta.
Ma la rabbia saliva sempre di più quando pensava a quell'uomo che era riuscito ad avere tutto di lei, soprattutto perchè quell'uomo aveva avuto tutto quello che lui desiderava da tanto, tanto tempo.
"Maledetto.. Maledetto!!" gridava la sua mente.

Per qualche ora, il suo amato scotch lo rese stupido, lasciò correre la sua fantasia e la sua memoria, una cosa che faceva solo quando si sentiva solo, debole, senza difese, stupido appunto..
Quando gli mancava qualcosa di veramente importante.
A Mike passò per la testa un altro pensiero di una nuda Connie e si lasciò scappare un mezzo sorriso.
"Dannazione, dove sei.." pensò avvicinandosi lentamente alla disperazione, prendendo un altro sorso di scotch.
Qualche istante dopo, sentì una voce a lui molto familiare, salutarlo.
Pensò che si trattasse dell'alcol ingerito fino a quel momento..

«Ah, Mike, allora sei qui! Ti ho cercato anche in ufficio, ma la guardia all'ingresso mi ha detto che sei andato via prima questa sera.» disse Connie avvicinandosi a lui, ma Mike non si rese neanche conto di essersi alzato dallo sgabello, averla raggiunta ed intrappolata in un bacio profondo, uno di quei baci che ti liberano da ogni dubbio e proccupazione, pieno d'amore, che le fece sentire quanto gli era mancata, anche se erano passati solo nove giorni..
O forse erano dieci..?

 

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Capitolo 2
*** Constatazioni ***


Constatazioni

"Hey.. fallo, io l'ho fatto.."
Le parole di Woll risuonavano nella sua mente come un colpo di pistola.
Mike era così arrabbiato, ma non era certo per cosa fosse più arrabbiato.. Forse lo era con Connie per aver avuto un rapporto fisico con quel verme, forse era il fatto che ogni tanto veniva trattato come un bambino da chiunque o forse era solo frustrante il fatto che qualcosa tra lui e Connie non potrebbe e non dovrebbe accadere mai.

Mike si ritrovò a fissarla da dietro la pila mozioni e cartellette e notò che anche lei lo stava fissando, però in modo interrogativo.
Connie si guardò attorno.
«Che c'è?» chiese lei.
Senza aprire bocca, Mike si alzò dalla sua poltrona ed andò verso di lei, che continuava a guardarlo sempre più interrogativa.
Lui si abbassò e premette le sue labbra su quelle di lei.
«E questo per cos'era?» chiese lei confusa e senza fiato.
Mike alzò leggermente le spalle. «Niente, volevo solo constatare una cosa.» rispose tranquillamente rimettendosi dritto e mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni.
Connie si morse il labbro inferiore. «Questa non è una cosa che puoi accendere o spegnere a tuo piacimento Michael.» disse fermamente.
Lui sorrise appena, mise le dita tra i suoi capelli e si abbassò ancora su di lei, per guardarla dritta negli occhi.
«Allora facciamo in modo che non si spenga mai.» sussurrò prima di premere di nuovo le sue labbra su quelle di lei.

 

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Capitolo 3
*** Ancora Un'Ora Sola ***


Ancora Un'Ora Sola

Lei si stava vestendo nel buio della camera da letto dell'appartamento di Mike.
L'unica luce che dava modo di non andare alla cieca, proveniva dalla luna e filtrava attraverso le stecche della persiana.

Mentre si metteva il reggiseno color carne, sentiva il Procuratore Cutter respirare profondamente e tranquillamente.
Ebbe un secondo di esitazione, si girò e lo guardò.
Lo vide sdraiato a pancia sotto con la testa girata verso di lei e con entrambe le braccia sotto il cuscino, dormiva tranquillo, sembrava dolce e tenero, proprio com'era stato quella notte con lei.
Gli lanciò un sorriso che trasmetteva una dolcezza infinita, poi prese da terra la gonna blu scuro e ricominciò a vestirsi.

«Vai già via, Connie?» sospirò con voce addormentata mentre la guardava con un solo occhio aperto.
Tirò via un braccio dal cuscino e con la punta delle dita, le accarezzò dolcemente la schiena.
Connie si fermò un secondo. «Devo, mi dispiace Mike, domani è una giornata impegnativa, lo sai bene, dobbiamo essere riposati.»
Mike si trascinò vicino a lei, avvolse il braccio attorno ai suoi fianchi e la tirò indietro, in mezzo al groviglio di lenzuola che hanno accolto la loro notte di passione, quindi cominciò a baciarle dolcemente il collo e le spalle, poi l'abbracciò ed iniziò a passarle la punta della lingua sull'orecchio.
Lei si lasciò scappare una risatina ed un sospiro.
«Mike..»
Lui strusciò la testa contro il collo di lei, mugugnando leggermente, stringendola un pò di più a sé.
«Ti prego.. resta qui con me.» sospirò al suo orecchio, poi passò la lingua sulla sensibile pelle del collo. «Ho bisogno di te mia bellissima.» continuò Mike cercando di convincerla.
Per Connie era come se il tempo si fosse fermato ed alla fine si fece convincere.
Lei si alzò, si tolse di nuovo la gonna e tornò a sdraiarsi vicino a lui.
Prima che entrambi si addormentassero, lei lo strinse tra le sue braccia, lo coccolò, gli accarezzò i capelli e l'ultima cosa che Mike disse fu: «grazie.. Amore mio..»

Il Procuratore Cutter, l'uomo più duro, determinato ed intransigente della Procura Distrettuale di New York, dopo Jack McCoy, in quel momento sembrava un'indifeso bambino tra le sue braccia.
Connie sorrise.
«Ancora un'ora sola, mio dolce Mike.» sussurrò baciandolo sulla fronte.

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Capitolo 4
*** Come Posso Farti Cambiare Idea? ***


Come Posso Farti Cambiare Idea?
 
Era un'altra notte di pioggia nella città di New York.
La strada brillava mentre il rumore costante delle gocce creava una dolce melodia.

Lei non era sicura del perchè accettò di andare a bere qualcosa con lui, era ancora arrabbiata per come l'aveva trattata in uffico.
Lui disse una cosa tipo "dai, è stata una lunga giornata ed un drink potrebbe aiutare, non credi?"
... Bhé... "quel drink" divennero tre ed ora Connie stava cercando un modo gentile per congedarsi senza ferire i suoi sentimenti.
Connie finì il suo terzo drink ed appoggiò la sua mano sull'avanbraccio di lui, salutandolo.
«Vai già via?» chiese Mike guardandola.
«Mi dispiace, Jack vuole che io finisca di sistemare dei documenti entro domani sera, quindi devo alzarmi presto.»
Mike sorrise abbassando lo sguardo e si grattò la fronte, come se fosse imbaazzato per quello che stava per chiederle.
«Come posso farti cambiare idea..?» 

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Capitolo 5
*** Le 3 Regole Assolute ***


Le 3 Regole Assolute
 
Ci sono infinite ragioni per cui iniziare qualcosa con lui era semplicemente sbagliato, tre sono quelle più importanti:

PRIMO: c'era una regola non detta che creò appena divenne sua assistente: mai, MAI, bramare qualcosa che non potrai mai avere.

SECONDO: la differenza d'età.
Cosa aveva detto una volta Mike scherzando?
«Dai Connie, tu hai 30, quasi 31 anni, io ne ho quasi 40, è normale che io sappia qualcosa più di te, no?» disse lanciando in aria una palla da baseball.
«Ceeerto.. eppure ricordo che solo tu sei riuscito ad avere una sentenza a favore che subito dopo ti si è rigirata contro, signor "Boomerang Mike"..» rispose lasciando il suo capo attonito.
Mike la guardò e mancò la presa sulla palla da baseball, che cadde a terra.
La indicò sorridendo, quasi facesse fatica a trovare le parole per rispondere a quell'acuta osservazione lanciata da lei.
«Touché signorina Rubirosa, touché..»

TERZO: ...
...

Connie alzò gli occhi dalle carte e vide Mike che si stava avvicinando alla sua scrivania, distraendola dai suoi pensieri.
«Per favore Connie, devo avere pronta quella mozione per domattina, mi raccomando, al massimo puoi consegnarmela prima di entrare in aula.» disse appoggiando una mano sulla scrivania.
Lei sorrise. «Sarà fatto.» rispose mentre prendeva un foglio, ma le loro dita si toccarono e fu per entrambi come toccare il fuoco.
I loro cuori impazzirono.
Mike si schiarì la voce.  «Mi.. mi raccomando..» disse un'altra volta, imbarazzato, mentre toglieva la mano dal tavolo e ritornava nel suo ufficio.
...

TERZO: le prime due regole sono impossibili da seguire..

«E lui fece di tutto per farle perdere la ragione..» sussurrò lei appena Mike fu fuori dalla portata d'orecchio.

 

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