Research

di selena_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


research capitolo 1

Esattamente cos’ho fatto di male? È appena iniziata la giornata e ho già un diavolo per capello. Anzi lo so bene cos’è stato a farmi andare fuori dai gangheri, o meglio chi è stato. Un nome sentito e risentito alla Hampton. Colin Sanders, o più comunemente detto per me,  solo Sanders. Uno dei ragazzi più popolari dell’istituto e mio acerrimo nemico da sempre, o quasi.

Troppi anni che ci conosciamo, e più gli anni passano e più va peggio; sono continuamente vittima delle sue prese in giro e della sua prepotenza, e io non sono certo una ragazza che si tira indietro e sta ferma a subire perciò, non è difficile immaginare come possa andare a finire..siamo continuamente chiamati in presidenza e anche Gerard, perché ormai con quanta confidenza abbiamo col preside lo chiamiamo perfino per nome, ci ha messo una pietra sopra classificandoci come casi disperati. 

In realtà non è sempre stato così, ricordo che alle elementari era un ragazzino spensierato e con tanta voglia di divertirsi, ma poi abbiamo iniziato le medie ed è stato l’inizio della fine.

Non so cosa potrei provare se perdessi mia sorella, la mia migliore amica, la mia confidente in tutto, probabilmente mi sentirei morire, e forse è così che si sente lui anche dopo tutti questi anni.

Lucy, per quanto mi ricordo, aveva circa un paio d’anni in meno di me ed era la bambina più buona di questo mondo, non piangeva mai, non si arrabbiava mai, sorrideva sempre e contagiava tutti col suo sorriso, anche quell’orso di suo fratello. Non si è mai capito cosa fosse successo veramente, ci dissero che giocando vicino alla scogliera, scivolò e morì annegata in mare, ma il suo corpo non fu mai ritrovato. Lo conoscevamo bene quel posto, eravamo soliti recarci lì finito scuola per passare un po’ di tempo all’aperto a scrutare il mare. C’era una casa, solo una, con una vecchietta che ci preparava sempre il the con i biscotti, era vedova e per farle un po’ di compagnia noi alunni la andavamo a trovare quasi tutti i giorni. Non voleva andare a vivere con sua figlia in città, preferiva restare lì, la casa in cui lei e suo marito si erano amati per oltre 50 anni. I nostri genitori non erano contenti che passavamo così tanto tempo in quel posto, non era sicuro dicevano. Man mano che il tempo passava, sempre meno bambini andavano a trovare la signora, ma non Lucy, non lei. Aveva instaurato un rapporto speciale con l’anziana e non ci avrebbe rinunciato per niente al mondo.

Ma un tragico giorno l’incidente.  Aveva solo 8 anni e tutta la vita da vivere..ma questo non giustifica certo il comportamento di suo fratello nei miei confronti! Da quel momento, passammo da essere due bambini che giocavano assieme ad essere bambini che non facevano altro che farsi dispetti e scherzi, che negli anni divennero sempre più pesanti. È come se ce l’avesse con me, come se la sua tristezza l’avesse riversata completamente su di me, li vedo i suoi occhi ogni volta che mi guarda, è uno sguardo cattivo, quasi malvagio.

“Sel!” interrompo il flusso dei miei pensieri e lo rivolgo al mio amico Michael. “Ehi Sel sono due ore che ti chiamo. Ti eri imbambolata per caso?”

“ Scusami Mike ma ho la testa fra le nuvole oggi”

“Vuoi che inventi una scusa con la professoressa per farti saltare la prima ora?” e mi sorride. È proprio un amico se riesce ancora a starmi vicino dopo tutto questo tempo. Lo sanno anche i muri che Michael è innamorato di me, ma purtroppo non ho mai potuto ricambiare questo suo sentimento. Non mi  mai piaciuto in quel senso..

“No tranquillo, sono sicura che basterà un caffè per rimettermi in sesto. Non ho dormito troppo stanotte..” ed insieme ci avviamo nell’aula dove si sarebbe tenuta la prima lezione. Ma non faccio in tempo ad entrare nel grande atrio che mi viene spontaneo rivolgere lo sguardo a Colin che sta gettando il mozzicone della sigaretta che ha appena finito di fumare.

Alza lo sguardo su di me, e c’è stato un attimo, solo un secondo dove nei suo occhi ho visto qualcosa di diverso dal solito, paura forse?, poi ritorna freddo e pungente come sempre. Ma non sono una che dimentica facilmente, un tempo eravamo amici, un tempo eravamo bambini che giocavano a rincorrersi.

 Nonostante tutto quello che mi stai facendo passare io voglio aiutarti, sento di doverlo fare, perciò preparati, non ti libererai di me facilmente, ti darò il tormento se necessario ma scoprirò il motivo che ti ha fatto cambiare tanto, il motivo per cui i tuoi occhi sono sempre così cupi. Questa è una promessa, e Selena Mason mantiene sempre le sue promesse.

Che i giochi abbiano inizio.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


research capitolo 2

“E non dimenticatevi della verifica di domani” con queste parole ci saluta la professoressa di lettere.

La campanella dell’ultima ora è finalmente suonata, e io come una cavalletta schizzo fuori dalla mia classe. Che giornata pesante! Ho la testa che scoppia e come se non bastasse mia madre mi ha scritto chiedendomi di andare a fare la spesa mentre l’unica cosa che vorrei fare è dormire come se non ci fosse un domani.

Scendo dalle scale così velocemente che neanche me ne accorgo, e infatti non vedo assolutamente la ragazza che sta sopraggiungendo dalla parte opposta alla mia.

“Oddio scusami! Ti ho fatto male?!” presumo di sì visto che l’ho praticamente scaraventata in fondo alla scala, merito della mia solita delicatezza. Spero non abbia niente di rotto.

Mi avvicino per aiutarla ad alzarsi quando di scatto alza il viso verso di me e mi fissa. Certo, se qualcuno tentasse di ammazzarmi in questo modo anche io lo squadrerei male, ma il suo sguardo è completamente diverso, e mi mette soggezione. I suoi occhi neri come la pece mi scrutano e la sua bocca si incurva in un sorrisetto che di rassicurante ha ben poco. Ha lunghi capelli biondi, cosi biondi che se uno la vedesse da lontano per la prima volta, potrebbero essere scambiati per bianchi. Ed una carnagione chiarissima, in contrasto con i suoi grandi occhi neri.

Sto per chiederle se ha qualche problema visto che non proferisce parola da quando ci siamo incontrate, o meglio scontrate; quando finalmente dopo dieci minuti interminabili, sento per la prima volta la sua voce.

“Non preoccuparti, sto benone. È anche colpa mia, avevo la testa fra le nuvole e non ti ho vista arrivare” come se niente fosse si rialza e mi tende la mano

“Meglio così, scusami ancora. Comunque io mi chiamo Selena, piacere di conoscerti”

“Il piacere è tutto mio, io sono Cynthia”

“ Non ti ho mai vista da queste parti, sei nuova?” ed in effetti la mia domanda è più che lecita visto che la cittadina dove abito non è una metropoli e tutti conoscono e sanno i fatti di tutti.

“Esatto, mi sono trasferita qui da poco. Stavo andando a consegnare le ultime carte al preside per l’ammissione visto che mi aveva detto di passare finito le lezioni” si, confermo, quella ragazza mi mette uno strano senso di inquietudine addosso. Sarà meglio tagliare la corda, ora.

“Cavolo si è fatto davvero tardi, e devo assolutamente andare a fare la spesa altrimenti mia madre è capace di lasciarmi fuori per tutto il giorno, se non rientro col bottino ahahah”

“ Certo capisco, mi dispiace averti fatto perdere tempo”

“Non preoccuparti. Spero ti troverai bene nella nostra scuola”

“Lo spero anch’io. Mi ha fatto piacere averti conosciuta, spero di rivederti presto Selena”

“Anche io, ciao ciao” e con questo le lascio un ultimo sorriso e mi fiondo fuori dalla scuola, cercando a sto giro di non travolgere nessuno.

No, sinceramente non speravo affatto di rivederla tanto presto, mi aveva lasciato una brutta sensazione e per un attimo, un attimo che è durato in eterno, ho creduto che non fosse la prima volta che mi vedeva, come se mi conoscesse già. Ma probabilmente sono io che mi faccio troppi viaggi come al solito.

Ora però è meglio sbrigarsi.

 Così a passo di carica in dieci minuti raggiungo il supermercato ‘Nievo’. Non è affatto un posto in cui vorrei passare le mie giornate. L’edificio che si erge di fronte è imponente, i muri sono di colore giallo paglierino, o meglio il colore una volta doveva essere quello visto che ormai l’intonaco è quasi del tutto rovinato, ed è delimitato da due grandi cancelli verdi. L’ho sempre trovato un posto abbastanza lugubre, poco arieggiato e con poca illuminazione all’interno. Il posto dei sogni insomma.

Entro sperando di trovare in poco tempo quello che mi occorre, così mi dirigo subito verso il reparto surgelati. Adocchio immediatamente le patate da friggere e sto già pensando a stasera quando me le gusterò con la salsa barbecue.

“Ma guarda un po’ chi si vede..”

Mi blocco a mezz’aria con la busta delle patate in una mano e quella dei piselli surgelati nell’altra e lentamente, molto lentamente, giro la testa verso quella voce tremendamente conosciuta, purtroppo.

E chi mi ritrovo davanti se non il re degli stronzi in persona? Oggi è decisamente una giornata strana, per non dire sfigata, prima quella ragazza che sembrava uscita da un film horror e per finire lui, Colin, che oltretutto mi sta squadrando per bene.

Ma oggi la gente non ha niente da fare a parte fissarmi? Sono quasi tentata di toccarmi la faccia per vedere se sono sporca da qualche parte, ma desisto dall’idea e piantono lo sguardo nel suo. Vogliamo vedere chi si stanca per primo?

“Anche tu qua, che bella sorpresa”

“In realtà è un supermercato Mason, quindi credo che siamo qua per lo stesso motivo”

“In realtà sono stupita invece, pensavo che una mansione umile come fare la spesa la lasciassi fare alla governante” si, perche Colin è ricco da far schifo, e da quando lo conosco non si è nemmeno mai rifatto il letto, figuriamoci se credevo che avrebbe alzato il suo bel sederino per venire al supermercato.

“Hai ragione, ma Corinne oggi non si sentiva troppo bene e ha mandato me a prendere le cose che mancavano”

“Allora anche tu hai dei sentimenti, non lo avrei mai detto.”

“Eh si Mason, a quanto pare sono pieno di sorprese, sorprese che neanche ti immagini” e dicendo questo si avvicina pericolosamente al mio viso. Sbaglio, o troppi pochi centimetri ci separano? Che diavolo sta facendo?! Perché sta invadendo in questo modo il mio spazio vitale?

Come se la sua bocca non fosse già pericolosamente vicina alla mia, la sua mano comincia a muoversi e risalire lungo il mio braccio fino a posizionarsi sulla mia guancia. Mi scosta dolcemente i capelli dal viso ed eccolo lì di nuovo quello sguardo che avevo visto la mattina stessa prima di entrare a scuola; paura mista forse a malinconia, come se stesse provando dolore.

Ma cosa mi sta succedendo? Perché non riesco a muovermi? Quelle mani che mi stanno accarezzando la guancia sono gentili, non sembra affatto il ragazzo che conosco da una vita e che mi ha sempre trattato con sufficienza e cattiveria.

“Colin..” è l’unica cosa che riesco a pronunciare, e oddio!; davvero quella che è appena uscita è la mia voce? Sembra che abbia corso una maratona per quanto è affannata.

Come se si fosse scottato, Colin si stacca all’improvviso da me, e devo dire che mi dispiace parecchio non sentire più il suo corpo caldo attaccato al mio.

“Scusami, non so cosa mi sia preso, non accadrà più puoi strane certa. Non mi piaci affatto in quel modo” e ritorna il suo sorrisetto sghembo a far capolino dalle sue labbra; quelle stesse labbra che poco prima erano quasi sulle mie

“Eppure mi sembravi piuttosto preso da quello che stavi facendo”

“Ahahahah tu sogni Mason, non montarti la testa, sei carina, ma il mio tipo deve essere decisamente più disponibile, non so se hai capito” purtroppo avevo capito, ma ci rimasi comunque male anche se non capisco il perché, in fondo del parere di quell’energumero non me ne è mai importato molto. Eppure non piacergli in quel senso mi ha lasciato uno strano vuoto, prima mi sembrava piuttosto coinvolto, ed io ahimè quanto mi costa ammetterlo, non ero da meno.

“Certo, vai pure dalle tue amichette, di sicuro loro ti daranno quello di cui hai bisogno”

“Ci stavo giusto per andare, ci si vede in giro, e mi raccomando, non farti troppi filmini a luci rosse con il sottoscritto” detto ciò mi fa l’occhiolino e se ne va.

Cerco di finire velocemente di prendere le ultime cose che mi servono, ed esco fuori da quel luogo, ormai diventato decisamente troppo stretto.

L’aria fresca del pomeriggio che mi sferza il viso mi fa subito sentire meglio. Siamo già a metà ottobre, il periodo dell’anno che mi piace di più, le giornate cominciano ad accorciarsi, inizia a fare più freddo ma il sole è ancora l’elemento preponderante di questo periodo.

Ripenso mentalmente alle strane sensazioni che mi ha lasciato vedere Colin prima ed istintivamente porto la mano alla bocca, poso due dita sulle labbra screpolate e sospiro. Sarebbe stato davvero un bel bacio.

Con le mani piene zeppe di buste mi incammino verso casa, sperando di non fare altri incontri poco graditi. Ho assolutamente bisogno di mettere qualcosa sotto i denti, visto che sono le 3 passate e non ho ancora pranzato e sì, credo che farò anche una doccia fredda, sperando con tutto il cuore che il mio cervello sia clemente e stanotte non mi faccia sognare cose strane.

 

 

Angolo Autrice:

Ciao a tutte! Ed eccoci qua, con il primo capitolo vero e proprio di Research. Succedono un po’ di cose. Intanto facciamo la conoscenza di un nuovo personaggio, la misteriosa Cynthia, che non posso svelarvi niente, ma sarà fondamentale per lo svolgimento della storia. E poi finalmente il primo testa a testa di Colin e Selena! Colin è un personaggio abbastanza ambiguo, qualcosa lo tormenta, ma che cosa?? E soprattutto, questo cosa ha a che fare con la nostra Sel?

Prima storia che scrivo, quindi passate a darci un occhio e se ne avete voglia lasciate un commentino, spero vi piaccia, anche se devo migliorare ancora tanto :D ci vediamo al prossimo aggiornamento!

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


research capitolo 3

“Selena.. Sel.” Ma di chi è questa voce? Sembra quella di un uomo.. E soprattutto dove mi trovo?

Mi guardo intorno per scorgere qualcosa di famigliare ma non ho idea di che posto sia questo. Sembra una soffitta, piena di polvere e ragnatele, e a giudicare da quanto è trasandata, non ci mette più piede nessuno da un pezzo. Decido di iniziare ad esplorare e guardandomi intorno noto che sulle pareti ci sono appese varie fotografie, ma una più di tutte colpisce la mia attenzione; è raffigurata una bambina, non avrà più di 10/11 anni, e indossa un incantevole vestito azzurro con i merletti, sembra una bambola per quanto è impeccabile. Ha lunghi capelli castani e occhi di un azzurro chiarissimo (molto simili ai miei per intenderci), ma la cosa che più mi colpisce è che dalla sua schiena spuntano due enormi ali, sono quasi impercettibili, trasparenti e bisogna veramente concentrarsi per poterne distinguere i contorni.  Accanto a lei ci sono un uomo e una donna sorridenti che presumo siano i suoi genitori, la donna ha in braccio un neonato che guarda adorante, mentre l’uomo appoggia una mano sulla spalla della primogenita. A giudicare dalle loro espressioni, in quel momento dovevano essere veramente felici..e non so perché ma provo un tuffo al cuore vedendoli e silenziosamente delle piccole lacrime salate cominciano ad incorniciarmi il viso … non so nemmeno perché ma sento che è successo qualcosa di brutto.

“Selena” ancora questa voce..

“ Ehi, non ti vedo, ma dove sei? E soprattutto cosa sei? Un fantasma? Un alieno? Se è così hai preso di mira la ragazza sbagliata, non ho mai creduto a fatti sovrannaturali o eventi inspiegabili. Quindi ti consiglio di dirmi immediatamente a che gioco stai giocando. E soprattutto..come fai a conoscere il mio nome?!”

“Sei diventata una ragazza forte tesoro, saprai tutto a tempo debito. Ricordati solo queste mie parole: te sei la chiave. E non avere paura ci rincontreremo di nuovo, molto presto ti sarà tutto più chiaro, molto presto tutto tornerà alle origini.”

“In che senso? Che cosa vuol dire che io sono la chiave?”

“Vedi vicino a quel baule laggiù? Al suo interno vi è riposto un medaglione, prendilo e portalo sempre con te, lui ti guiderà e saprà indicarti la strada.”

Mi accosto al baule, lo apro ed effettivamente vedo questo medaglione color oro con sopra incisa una S .. S come Selena? Possibile che sia davvero destinato a me?

Sto per porgere questa domanda alla presenza che mi ha parlato fino ad adesso quando.. sento un’ondata di vento sferzarmi il viso, ma non è spiacevole, anzi è una bella sensazione, come se fosse una carezza. Socchiudo gli occhi e mi lascio “cullare” da questo tepore; poi in un attimo sento di nuovo il freddo della stanza avvolgermi. Riapro gli occhi, mi guardo intorno ma non vedo finestre … e allora il vento da dove è arrivato??

Capisco subito che questo era il mio fantasma che mi stava salutando; volgo gli occhi al soffitto e in un attimo tutto svanisce, i muri cominciano a diventare sfocati, lo sguardo mi si annebbia, il cuore comincia a pulsarmi più veloce nel petto e a rimbombare nelle orecchie..credo proprio di stare per perdere i sensi.

Riapro gli occhi con fatica e l’unica cosa a cui riesco a pensare è al frastuono infernale che mi sta bombardando le orecchie..  aspetta ma questo rumore..in un attimo mi tiro su di scatto, decisamente più lucida e con meraviglia mi accorgo che della soffitta tetra e buia neanche l’ombra, al suo posto però vedo i muri dipinti di glicine -(il mio colore preferito)- della mia cameretta.

Tirando un sospiro di sollievo e ridendo di me stessa per averci creduto veramente, mi do della stupida in quanto era solo un banalissimo sogno, anche se devo ammettere che ho una fervida fantasia! Oltretutto ieri sera ero così stanca dalla giornata che mi sono addormentata con i vestiti senza neanche infilarmi il pigiama. Sospiro di nuovo, seconda volta in dieci minuti che son sveglia (un record anche per me), infilo le pantofole e scendo dalle scale per andare a fare colazione; anche perché se non mi sbrigo rischio di fare tardi a scuola, e non posso proprio permettermelo oggi con la verifica di lettere alla prima ora.

 

Entro in cucina e la scena che mi si presenta davanti è quella quotidiana. Vedo mia madre sorridermi con in mano la sua ormai nota tazza di caffè amaro e mio padre leggere il quotidiano. Sono 22 anni che i miei genitori stanno insieme e ogni giorno che passa sono sempre più innamorati l’uno dell’altra.

 

Faccio solo in tempo ad avanzare di un passo quando un piccolo uragano mi salta letteralmente addosso, augurandomi il buongiorno e schioccandomi un grosso e sonoro bacio sulla guancia. La mia sorellina, Crystal, è la bambina più bella e vivace del mondo.

Decido ti togliermela dalla schiena, la giro per potermela posizionare meglio in braccio, quando rimango letteralmente spiazzata dall’oggetto che ha intorno al collo.

Crys deve essersene accorta perché mi guarda con i suoi grandi occhioni nocciola e mi porge l’oggetto con le sue piccole manine.

“Sorellona, stavo venendo a svegliarti come tutte le mattine, ma ho visto che ti eri già alzata. Però vicino al tuo letto ho trovato questo. Ho pensato di portartelo, e intanto me lo sono provata. Perche non lo indossi mai? Ti starebbe benissimo sorellona” e finisce il suo monologo tutto d’un fiato e con il viso rosso, come se mai potessi arrabbiarmi se si mettesse a provare le mie cose, lo fa tutti i giorni- l’ho beccata più di una volta con in mano i miei trucchi o che provava le mie magliette che le facevano da vestiti-.

Le faccio una carezza sulla testa e le sorrido in modo un po’ forzato, lei mi guarda come un angioletto, scende dalle mie braccia e corre incontro alla mamma.

Metto la mia piccola reliquia nella tasca dei pantaloni, la stringo forte fino a farmi sbiancare le nocche.

Questa è la prova tangente che quella notte non avevo decisamente sognato …

 

 

Angolo Autrice:

Ed eccoci qui finalmente! Un piccolo punto di svolta nella narrazione. Non abbiamo altri incontri tra Colin e Selena, ma questo capitolo era essenziale per il proseguimento della storia. Anche perché grazie a “questo sogno”, i nostri due protagonisti dovranno imparare a collaborare e ad andare d’amore e d’accordo..beh più o meno ahahha hanno entrambi due bei caratterini.  Alla prossima! :D

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