Sound Music Camp

di ali04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. L'AUDIZIONE ***
Capitolo 2: *** 2. SOUND MUSIC CAMP ***
Capitolo 3: *** 3. IL FALÓ ***
Capitolo 4: *** 4. IL RAGAZZO DELLA BACHECA ***
Capitolo 5: *** 5. DOV’É CHANYEOL QUANDO SERVE? ***
Capitolo 6: *** 6. LEZIONE DI FLAUTO SENZA FLAUTO ***
Capitolo 7: *** 7. LA GITA NEL BOSCO ***
Capitolo 8: *** 8. AMICIZIE PERICOLOSE ***
Capitolo 9: *** 9. MI SVEGLIAI ALL'ALBA ***
Capitolo 10: *** 10. NEL BOSCO DI NOTTE ***
Capitolo 11: *** 11. IL TORNEO pt.1 ***
Capitolo 12: *** 12. IL TORNEO PT.2 ***
Capitolo 13: *** 13. UN GIORNO DA SOLI ***
Capitolo 14: *** 14. TROPPO BELLO PER ESSERE VERO ***
Capitolo 15: *** 15. IL VERO BAEKHYUN ***
Capitolo 16: *** 16. FINO IN CAPO AL MONDO ***
Capitolo 17: *** 17. APPUNTAMENTI ***
Capitolo 18: *** 18. LO SPETTACOLO ***
Capitolo 19: *** 19. VUOI VENIRE AL BALLO CON ME? ***
Capitolo 20: *** 20. IL BALLO ***
Capitolo 21: *** 21. DUE PEZZI DI UN PUZZLE ***
Capitolo 22: *** 22. LA MICCIA CHE FA ESPLODERE LA BOMBA ***
Capitolo 23: *** 23. QUANDO SARAI IL MIO RAGAZZO ***
Capitolo 24: *** 24. OBBLIGO O VERITÁ ***
Capitolo 25: *** 25. SONO IO, VERO? ***
Capitolo 26: *** 26. MI FAI UNA PROMESSA? ***
Capitolo 27: *** 27. UNA SORPRESA ROMANTICA ***
Capitolo 28: *** 28. LA VERITÁ È CHE MI PIACI UN SACCO ***
Capitolo 29: *** 29. INTRAPPOLATI ***
Capitolo 30: *** 30. BAEKHYUN VS. TAEYONG ***
Capitolo 31: *** 31. OGNI GIORNO ***
Capitolo 32: *** 32. ERAVAMO ANCORA NOI ***
Capitolo 33: *** 33. LA RESA DEI CONTI ***
Capitolo 34: *** 34. NESSUNO TROVA LA PIOGGIA ROMANTICA ***
Capitolo 35: *** 35. LA LETTERA CHE PENSAVO DI VOLER RICEVERE ***
Capitolo 36: *** 36. L'ULTIMA NOTTE ***
Capitolo 37: *** 37.I MIEI DESIDERI SONO IMPORTANTI ***
Capitolo 38: *** 38. TI RENDERÓ FELICE, PROMESSO ***
Capitolo 39: *** 39. EPILOGO - SEI FELICE? ***



Capitolo 1
*** 1. L'AUDIZIONE ***


1. L'AUDIZIONE

Il cielo era sereno quel giorno: il sole splendeva e c'erano pochissime nuvole. Non era freddo, né troppo caldo. Era una giornata perfetta, oh sì. Era il mio giorno. Il giorno in cui la mia vita sarebbe cambiata, andando nella direzione che avevo sempre desiderato e programmato. 
Seoul Accademy of Art. 
Quello era il mio obiettivo: entrare nella scuola di musica e recitazione più prestigiosa di Seoul. 
Avevo appena finito la scuola superiore e finalmente vedevo avvicinarsi il mio sogno. Avevo già programmato tutto: passare l'audizione per la SAA, iscrivermi ad un corso di canto e pianoforte per tenermi in esercizio in vista dell'inizio delle lezioni, iniziare i corsi dopo l'estate e diventare uno dei migliori della classe e poi della scuola. 
Avevo pensato di infilare anche una relazione sentimentale da qualche parte, ma probabilmente mi distrarrebbe solo dal mio obiettivo. Magari mi limiterò a qualche scappatella o avventura di una notte, giusto per divertirmi. 
Io sarò lì per studiare musica. Canto e pianoforte per la precisione.
Studio canto da quando ne ho memoria. Credo che, sentita la mia bravura, i miei genitori avessero deciso che, visto che avevo un talento, era meglio sfruttarlo. 
Con il pianoforte, invece, ho iniziato a sei anni, solo perché non ritenevo che il pianista del corso che seguivo fosse abbastanza bravo per accompagnare la mia ugola d'oro. 
E, come sospettavo, ho scoperto di essere incredibilmente bravo anche in quello. Così eccomi qui: davanti alla SAA, pronto per la mia audizione. 
Sarà una passeggiata per uno come me. 
Io sono Byun Baekhyun, e la mia vita sta per cambiare.
 
*
 
POV BAEKHYUN

Non ero particolarmente nervoso quel giorno. Vedevo intorno a me gli altri ragazzi in attesa che provavano a scaldare la voce o accordavano gli strumenti: una ragazza guardava intensamente e con amore il muro e gli dichiarava i suoi sentimenti; il ragazzo che era davanti a me, sicuramente un ballerino, faceva degli strani movimenti con il piede; un altro, poco distante, guardava disperatamente tra le sue cose alla ricerca di una corda per sostituire quella che si era appena rotta sul suo violino. Poverino, era partita male la sua giornata! Beh, meglio, un candidato in meno che avrebbe potuto rubarmi il posto. 
C'erano solo un centinaio di posti a disposizione, e quello era già il secondo giorno di audizioni, visto il numero elevato di candidati. Ma a me non cambiava nulla: io sarei passato. Ero troppo bravo. Ero destinato ad essere il migliore della scuola, questa audizione era solo una formalità. 
- Byun Baekhyun.
Eccomi. Il mio turno era arrivato finalmente, non stavo più nella pelle. 
Superai una ragazza in lacrime ed entrai nell'auditorium. Mi ritrovai su di un palco e, davanti a me, la platea vuota. O meglio, solo quattro poltroncine in prima fila erano occupate da alcuni dei professori della SAA. Mi fermai vicino al pianoforte e feci un inchino. 
- Buongiorno, mi chiamo Byun Baekhyun.
Sfoderai il mio sorriso incredibilmente bello ed aspettai che mi dessero il permesso di iniziare. 
- Signor Byun, cosa ci presenta? 
- Porto un brano suonato al pianoforte e cantato. 
Li vidi parlottare tra loro. Lo so, non è niente di troppo originale, ma aspettate di sentire la mia voce. Io e lei possiamo conquistare il mondo. Okay, forse il mondo è un po' troppo, ma sicuramente possiamo far cadere ai nostri piedi una semplice giuria di insegnanti. 
- Prego, ci stupisca. 
Oh, vi stupirò. Eccome se vi stupirò. 
Mi sedetti al piano e sistemai lo spartito. Ovviamente non era necessario: sapevo quel pezzo a memoria. L'avevo provato così tante volte che ormai lo potevo suonare con i piedi e bendato.
Il canto poi, non mi preoccupava per niente: avevo scaldato bene la voce, che oggi era fantastica, ancora più del solito.
Feci un respiro profondo e misi le dita sui tasti. Il mio cuore batteva forte per l'emozione, ma il mio tocco era comunque delicato. Iniziai alla grande: vidi gli insegnanti annuire soddisfatti per il mio talento nel suonare. 
Ma fu quando cominciai a cantare che li vidi spalancare gli occhi, sorpresi.
Lo sapevo! 
La mia voce è pazzesca, non mi ero vantato troppo. Il brano durava in tutto 4 minuti e 16 secondi, e per i primi 3 minuti andò tutto alla grande. 
Poi successe una cosa, non so ancora bene come. Ero concentrato, ero in forma, andava tutto bene ma, ad un certo punto, mi era morta la voce. Si era spenta durante un acuto che avevo provato centinaia di volte ed io, d'istinto, avevo messo la mano sulla gola, incasinando così anche l'esecuzione al piano. 
In sala era sceso il silenzio più totale. 
Mi schiarii la voce e feci dei respiri profondi, cercando di rilassarmi. 
Forza, non tutto era perduto. Stavo leggermente tremando, ma misi comunque le dita sul piano e ripresi da dove mi ero interrotto.
- Non è necessario, signor Byun.
Oh no, non è possibile. 
- Io.. io posso finire il pezzo, davvero. 
Il professore si tolse gli occhiali e scosse la testa. 
- Abbiamo visto abbastanza, grazie. 
Rimasi bloccato al mio posto a guardarmi le mani: stavo tremando visibilmente. 
Come era potuto succedere? Stavo andando bene, non ero nemmeno nervoso. O forse sì? 
- Può andare, signor Byun. 
Un momento, non poteva finire così: io dovevo andare in quella scuola. 
- Aspetti - mi alzai dal mio posto e feci dei passi verso la platea - Se mi date un'altra possibilità saprò farvi cambiare idea. 
- Lei ha fatto un grave errore signor Byun.
- Lo so - abbassai la testa, triste. Potevo puntare sulla pietà? 
- È il mio sogno venire in questa scuola, mi sono preparato tanto. Per favore...
Risfoderai il mio fantastico sorriso a cui nessuno poteva resistere. Tranne l'esaminatore, ovviamente, perché lo vidi scuotere ancora il capo. 
Era finita, avevo fallito la prova più importante. Sentii gli occhi pizzicare per le lacrime e feci un respiro profondo per evitare di scoppiare a piangere davanti a loro. Abbassai lo sguardo, affranto, e mi avviai verso l'uscita. 
- Signor Byun?
Mi fermai e guardai l'esaminatore che stava sospirando. 
- Lei ha molto talento: è bravo al piano, ma soprattutto ha una bellissima voce su cui potremmo lavorare molto. Fra poco più di tre mesi, faremo un'altra audizione per chi, come lei, è particolarmente dotato, ma ha bisogno di altra pratica. Le consiglio di cercare il miglior corso estivo che riesce a trovare e ripresentarsi qui per la prossima audizione. 
Annuii e mi inchinai prima di uscire. Appena avevo messo piede nella sala dove aspettavano gli altri candidati, ci furono decine di ragazzi che mi fissarono. Cercavano di capire dal mio sguardo come fosse andata: i miei occhi ormai pieni di lacrime erano un chiaro indizio. Sentii dei commenti davvero poco gentili e qualche risatina, ma ignoravo tutto e tutti. Volevo solo andarmene di lì per potermi deprimere in pace. 
Camminavo più veloce che potevo verso l'uscita dell'istituto, ma all'improvviso mi fermai per guardare alla mia destra: c'era un'enorme bacheca con appese le iscrizioni per i corsi estivi. Ce n'erano tantissimi e cominciai ad esaminarli tutti. 
La mia idea iniziale era di andare al corso organizzato proprio dalla SAA, ma quello era per gli studenti e, beh, io non lo ero diventato. 
- Io prenderei in considerazione il Sound Music Camp.
Mi voltai verso il ragazzo da cui proveniva quella voce e riconobbi uno di quelli che avevano ridacchiato poco prima vedendomi uscire. 
- Fatti gli affari tuoi! - dissi brusco.
Lui alzò le mani: - Calmo! Scusami, non volevo farti arrabbiare. È solo che ho visto che guardavi i corsi estivi e volevo consigliarti quale, secondo me, è il migliore, visto com'è andata l'audizione..
Gli lanciai uno sguardo omicida: ma come osava? Già stavo male, era lì per prendermi in giro? 
- Volevo solo essere d'aiuto. - mi sorrise e mi ritrovai ad arrossire. 
- D'accordo, tu dove andresti? 
Lui indicò un foglietto più piccolo ed anonimo rispetto agli altri.
- Sound Music Camp. È poco frequentato, ma è uno dei migliori. Ci sono degli insegnanti bravissimi, ad alcuni di loro era stata addirittura proposta la cattedra qui. 
Lo guardai sorpreso: - E l'hanno rifiutata?
Il ragazzo alzò le spalle: - Mah, forse una scuola così prestigiosa non faceva per loro. 
Guardai ancora il foglio e presi il telefono per segnarmi tutte le informazioni. 
- Perché è così poco frequentata se è tanto perfetta?
Lui ridacchiò: - Per le condizioni in cui si deve stare per tre mesi. 
Mi voltai lentamente verso di lui: - Cioè? 

*

I miei genitori scoppiarono a ridere appena gli feci vedere in che campo estivo volevo andare. 
Ero tornato a casa molto dubbioso su quel Sound Music Camp, ma appena andai sul sito e vidi i nomi degli insegnanti, o meglio, un nome in particolare, mi convinsi che era proprio lì che dovevo andare. 
Kim Taeyeon.
Lei era uno degli insegnanti di canto e dovetti rileggere più volte il nome per essere sicuro di aver capito bene. La conoscevo di fama: era stata una studentessa della SAA, poi era diventata insegnante sempre della scuola. Almeno finché non aveva abbandonato la cattedra per scomparire misteriosamente. Ecco dov'era finita. 
Mandai subito la mia richiesta di iscrizione senza nemmeno parlare con i miei genitori e, soprattutto, senza guardare per bene il sito. 
Perciò, quando poi parlai con loro dell'audizione fallita e del fatto che dovevo seguire un corso per ritentare, siamo andati insieme a dare un'occhiata al posto che mi avrebbe ospitato per i prossimo tre mesi. 
Fu in quel momento in cui mi accorsi che mi ero cacciato in un guaio, mentre i miei genitori ridevano pensando a come me la sarei cavata in quel posto.

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Capitolo 2
*** 2. SOUND MUSIC CAMP ***


2. SOUND MUSIC CAMP

 
POV BAEKHYUN

Il Sound Music Camp era una sottospecie di campeggio. Enormi caseggiati in legno ospitavano le camere da minimo 10 persone e le varie aule. I bagni erano in comune e al centro del campo c'era, oltre all'ufficio del direttore, una grande area per fare un falò. Tutto ciò era circondato da alberi e insetti. Moltissimi insetti. Quanto odio la natura.
Ma dov'ero finito? 
Il campo si trovava tra i monti della catena Sebaek ed eravamo lontano da tutto e da tutti, lontano dalla civiltà. Lì non c'era nulla se non il minimo indispensabile. Non c'era nemmeno internet e dubito ci fosse una tv da qualche parte. 
Ero rimasto impalato come un idiota all'entrata del campo, dove c'era una grande insegna di legno con scritto "SOUND MUSIC CAMP". Avevo tutte le mie valige intorno a me e stavo valutando la possibilità di fare dietro front ed andarmene. Vedevo decine di ragazzi e ragazze che si muovevano ovunque: chi trascinando le proprie valige, chi correndo ad abbracciare gli amici, alcuni persino stavano già suonando i loro strumenti. 
L'autista di famiglia se n'era appena andato: forse, se lo avessi chiamato subito, non avrebbe avuto problemi a venire a riprendermi. Mi stavo caricando in spalla tutti i bagagli quando mi si avvicinò un ragazzo con un sorriso smagliante. 
- Ciao, sei appena arrivato?
Lo guardai sollevando un sopracciglio. 
No, sono arrivato tre giorni fa, ma mi piace stare fermo immobile e circondato di valige.
- Sì, sono arrivato poco fa.
- Bene - lui sorrise ancora ed aprì una cartellina 
-Il tuo nome?
Ormai era troppo tardi per scappare: dovevo rimanere lì. 
- Byun Baekhyun.
Lui sfogliò la cartellina almeno tre volte prima di trovarlo.
- Sei nella camerata numero 4.. oh, siamo nella stessa!
- Che bello - sfoderai il più falso dei sorrisi, ma lui non sembrò notarlo. 
- Io mi chiamo Suho. Sono uno dei responsabili del campo e questo è il mio terzo anno qui.
Lo guardai sconvolto: - Cioè sei tornato qui volontariamente per altre due volte? 
Suho scoppiò a ridere e si guardò intorno. 
- Immagino che tu abbia intenzione di tenere tutti questi bagagli.
No certo, pensavo di lanciarli giù da un dirupo.
- Nell'iscrizione era scritto di portare solo l'indispensabile. 
- Questo è l'indispensabile. 
Io e Suho ci fissammo negli occhi per qualche attimo, poi lui guardò qualcosa, o meglio qualcuno, alle mie spalle.
- CHANYEOL!
 
*
 
POV CHANYEOL

Avevo appena finito di aiutare alcuni ragazzini a portare gli strumenti nelle camerate, quando mi sentii chiamare da Suho. Si stava sbracciando per attirare la mia attenzione, così mi avvicinai. Vicino a lui c'era un ragazzo bassino ma, d'altronde, vicino a me lo erano tutti. 
- Ehi Suho.
- Ciao Chanyeol, ti presento uno dei nuovi arrivati - mi indicò il ragazzo che stava scorrendo gli occhi su di me, dal basso verso l'alto. 
- Ma cosa sei? Un gigante? 
Il suo tono non era stato molto gentile, ma probabilmente era solo nervoso per quella nuova avventura. 
- Lui è Byun Baekhyun. 
Sorrisi al ragazzo che mi guardava con superiorità, poi feci un piccolo inchino.
- Sono Park Chanyeol, è un piacere conoscerti. 
Lui non ricambiò il saluto e sbuffò. Ma chi si credeva di essere? 
Suho indicò le esageratamente tante valige che circondavano quel Baekhyun. 
- Non è che lo aiuteresti a portare tutto nella sua camera? Io non posso fermarmi ad aiutarlo.
Avrei voluto chiedere perché non poteva portarsele da solo, ma sono troppo gentile, perciò annuii e cominciai a prendere le valige. Quel ragazzo, però, se ne stava fermo a guardarmi, con le braccia incrociate. 
-Scusami - lo guardai a mia volta -Tu non prendi niente?
Suho ci guardò per un attimo, per poi dileguarsi con un: -Ci vediamo ragazzi.
-Cosa devo prendere?- mi chiese, sistemandosi la borsa sulla spalla. Non diceva sul serio, era uno scherzo. 
- Le valige. Le tue valige per la precisione. 
- Ma non sei qui apposta per portarle? - disse lui, guardandomi male - Non vieni pagato per questo? Andrò a fare reclamo al direttore. Non si è mai visto un fattorino che chiede aiuto ai clienti.
Eh sì, diceva sul serio. 
Era troppo: scoppiai a ridergli in faccia. La mia risata era così forte che alcune ragazze si girarono a guardarmi. 
-Smettila! - urlò lui, arrossendo - Perché ridi? Ci stanno guardando tutti!
Mi caricai in spalla un paio di borsoni e presi tre valige, poi mi avviai verso la camerata. 
-Andiamo piccolo, o scenderà la notte e dovrai restare a dormire fuori.
Lui arrossì ancora di più ed urlò: -Non le hai prese tutte! 
Quando vide che lo ignoravo capì che quelle avrebbe dovuto portarsele da solo, così dopo poco fu al mio fianco. Barcollava un po' visto il peso che portava, ma non avrebbe mai ammesso che non ce la faceva.
-In che camerata sei?
-La 4 - mi rispose, con il viso rosso per lo sforzo. 
-Non siamo nella stessa.
-Per fortuna- lo sentii sussurrare e sorrisi.
- Spero che ti troverai bene qui. E io non sono un fattorino, sono uno studente. 
-Certo certo. - disse lui alzando gli occhi al cielo. Non sembrava molto interessato. 
- Tu perché sei qui? Insomma, suoni uno strumento, canti oppure balli? O magari sei un attore? - gli chiesi: volevo metterlo a suo agio, farlo rilassare un po'.
- Io canto e suono il pianoforte. 
Sorrisi: - Grande, allora probabilmente ci vedremo a lezione. Anche io canto e suono il piano. 
Lui mi guardò sorpreso: - Canti con quella voce così bassa?
- Sì, perché? 
- Niente - era arrossito ancora; ma che adorabile. 
- Solo che mi sono sempre piaciuti i toni di voce bassi, soprattutto nel canto. 
Avevo finalmente scoperto che gli piaceva la mia voce: mi faceva molto piacere. 
- Perciò.. - continuò lui dopo un po' - canti e suoni il piano. 
- Non solo - dissi orgoglioso - suono anche la chitarra e la batteria. Inoltre compongo canzoni e voglio anche imparare a fare rap. Sai, mi ha sempre affascinato. 
Gli lanciai un'occhiata e vidi che mi fissava sbalordito.
- Davvero fai tutte quelle cose?
Annuii, sorridendo: - Sto pensando di aggiungere qualche altro strumento alla lista, ma non ho ancora deciso quale. 
- Perché non segui il corso di danza?
Accidenti, aveva toccato un tasto dolente. Stavolta ero io ad essere arrossito. 
- Perché faccio schifo a ballare, sono incredibilmente scoordinato e sembro un pezzo di legno. 
Baekhyun scoppiò a ridere con davvero poca grazia.
- Allora c'è una cosa che non sai fare! 
Mi sorrise e giuro di aver sentito una piccola esplosione nel cuore. Cavolo, ma che sorriso aveva?! 
- Guarda, siamo arrivati - disse lui indicando alle mie spalle - camerata numero 4. 
Mi voltai e in effetti aveva ragione: eravamo arrivati. Lo aiutai a portare tutto dentro e a mettere le sue cose vicino all'ultimo letto che era rimasto libero. 
-Grazie - disse Baekhyun, guardandosi intorno 
-Sei stato gentile e scusa se ti ho scambiato per un fattorino. 
- Non importa, tranquillo - risposi, ma lui mi ignorava, continuando a guardarsi intorno dubbioso.
- Che succede? 
- Non arriva una cameriera a farmi il letto?

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Capitolo 3
*** 3. IL FALÓ ***



3. IL FALÓ
 
POV BAEKHYUN

Quel maledetto gigante mi aveva lasciato lì, con tutte le valige e il letto sfatto. Era stato gentile fino a poco prima, perché ora se n'era andato? Forse avevo esagerato a fare il ragazzino viziato, ma insomma, mica dovrò farmi davvero il letto da solo? Poi era pure il letto in alto...
- Serve aiuto? 
Mi voltai verso chi aveva parlato e, accanto a me, c'era un ragazzo con moltissimi libri tra le mani. 
- Credo che una mano serva a te - gli dissi mentre lo liberavo da un po' di quegli enormi volumi. 
- Cosa sono tutti questi libri? 
- I testi di musica miei e di Jongin - rispose lui, posando i libri sul letto sotto il mio - Verrà più tardi a prenderli.
Misi anche io i libri sul letto e poi mi inchinai: - Piacere, sono Baekhyun.
- Kyungsoo - rispose lui con un sorriso timido.
- Chi è Jongin? Un altro compagno di stanza? 
Lui scosse la testa ed arrossì: - Jongin è il mio ragazzo. 
- Che bello, tu e il tuo ragazzo siete entrambi qui. 
- Sì, io sono qui per il canto, mentre lui per la danza.
- Già, sono la coppia perfetta: il dio del canto e il dio della danza. Che accoppiata, eh? 
Sussultammo entrambi e ci voltammo: vicino a noi c'era un ragazzo con un sorriso enorme, quasi quanto quello di Chanyeol. 
- Ciao, sono Chen - disse lui guardandomi, poi andò ad abbracciare Kyungsoo. 
- Ehi Soo, è bello rivederti.
- Anche per me, sono felice di essere in camera con te anche quest'anno. 
I due sciolsero l'abbraccio, poi Chen si arrampicò fino al letto in alto.
- Tu saresti?
- Baekhyun, Byun Baekhyun.
- Bel nome. E sei qui per..? 
Sorrisi orgoglioso: - Suono il piano e canto.
- Oh, anche noi cantiamo - disse Kyungsoo.
- In realtà Kyungsoo è il più bravo del campo: ha una voce spettacolare. Credo che nessuno canti meglio di lui.
Kyungsoo arrossiva mentre io sbuffavo. Certo, il migliore. Non lo sarebbe più stato visto che ero arrivato io. Ovviamente non lo potevo dire, per mantenere un'aura di mistero, ma ero certo che quei due non mi avrebbero mai superato. 
- Non saranno tue tutte quelle valige? - mi chiese Chen, mentre dondolava le gambe fuori dal letto. 
- Sì, certo.
Ma perché tutti erano così sorpresi? Avevo tante cose indispensabili, e allora?
- Vuoi aiuto per rifare il letto? - Kyungsoo fece per prendere il mio cuscino, ma lo fermai. 
- Non è necessario, sono perfettamente in grado di farlo da solo – risposi velocemente. In realtà non avevo la minima idea di come fare, ma non l'avrei mai ammesso davanti a loro. 
Kyungsoo annuì: - Tra poche ore inizia il falò di presentazione, meglio iniziare a prepararci. 
- Giusto! - Chen scese con un salto dal letto - Meglio essere già pronti quando Suho verrà a cercarci.
I due ragazzi fecero per avviarsi verso l'uscita, quando si ricordarono di me. 
- Vieni anche tu, Byun Baekhyun?
Ovvio che no! Un falò in mezzo alle montagne, aggredito dagli insetti e dai ragazzi ubriachi e molesti? Non ci sarei andato nemmeno morto.
- Certo, molto volentieri. Però prima sistemo il letto e i bagagli - sfoderai il mio miglior sorriso e salutai i miei nuovi compagni di stanza.
 
 
POV CHANYEOL

Quella sera, al falò, avevo suonato una delle mie canzoni preferite con la chitarra, ricevendo molti applausi. Una volta finito, mi alzai e feci un teatrale inchino, poi andai a sedermi vicino al mio compagno di camera Jongin e al suo ragazzo. Quei due erano la perfezione fatta coppia: erano in perfetta sintonia ed entrambi eccellevano nelle loro attività. 
Quanto sarebbe piaciuto anche a me trovare una persona con cui essere così affine. 
Mentre pensavo a queste cose, stranamente, mi venne in mente il ragazzino pieno si valige che avevo aiutato qualche ora prima. 
Lo cercai con lo sguardo tra la folla, che era lì per assistere alle esibizioni intorno al falò, ma non lo vidi. Certo, era talmente basso che non era facile scorgerlo così.
Un momento, non era nella camerata 4 anche Kyungsoo?
- Ehi, Soo? - lo chiamai per attirare la sua attenzione - Per caso conosci un certo Baekhyun? 
Il ragazzo sorrise: - Certo, l'ho conosciuto prima. Siamo vicini di letto.
Jongin gli lanciò un'occhiata: - Hai uno nuovo come vicino?
Ignorammo entrambi la finta gelosia di Jongin e ci guardammo intorno alla ricerca di quella testolina mora. 
- Lo vedi? - mi chiese Kyungsoo, ma io scossi la testa. 
- Non sarà ancora in camera a rifare il letto?
- Come? – chiesi, confuso. 
- Non sapeva rifarsi il letto, ma non voleva ammetterlo. Spero non sia ancora in camera.
Mi alzai dal mio posto e affidai la chitarra ai due ragazzi. 
- Vado a controllare. 
Non sapevo perché mi importasse così tanto. In fondo, io e Baekhyun non eravamo nemmeno amici, ma il fatto che mi fosse sembrato così sperduto e confuso quel giorno, aveva fatto nascere in me un istinto di protezione nei suoi confronti. 
Non avevo ancora raggiunto la camerata 4, che già nell'aria si sentivano delle molto poco fini imprecazioni: insulti e parolacce così originali che facevo fatica a comprenderli. 
Mi affacciai alla porta della camera e lo vidi: era aggrappato al letto con una mano, mentre con l'altra tentava di sistemare il lenzuolo. Ovviamente non riuscì a resistere a lungo in quella posizione e cadde all'indietro. Per sua fortuna l'avevo appena raggiunto e lo afferrai per un braccio prima che potesse farsi male. Appena mi vide sussultò e si scansò, lasciando volare un'altra imprecazione. 
- Certo che ne hai di fantasia - risi ed allungai il collo per vedere com'era il suo letto. E beh, faceva schifo. 
- Cosa ci fai qui? - chiese lui stizzito, incrociando le braccia al petto. 
- Sono venuto a vedere dov'eri finito, il falò di presentazione è già iniziato.
- Oh ma vaffanculo! Non me ne frega niente del vostro stupido falò! - urlò lui spazientito. 
Aveva davvero un brutto aspetto, con i capelli tutti arruffati, le maniche della camicia mal arrotolate sui gomiti e lo sguardo incazzato. 
Senza dire niente, mi avvicinai al letto a castello e disfai tutto quello che aveva fatto lui per ricominciare da capo. 
- Cosa fai?
- Ti faccio il letto - gli risposi sorridendo. Vista la mia altezza non avevo nemmeno bisogno di arrampicarmi: ci arrivavo senza problemi. Baekhyun aprì la bocca, probabilmente per lamentarsi ancora, ma alla fine si arrese ed andò, sospirando, a sedersi nel letto di fronte. Visto com'era perfettamente ordinato era sicuramente di Suho. 
- Perché non hai chiesto aiuto? - gli chiesi mentre sistemavo il lenzuolo. 
Lui mormorò qualche parola, ma quando lo guardai interrogativo, ripeté ad alta voce.
- Perché mi vergognavo.
Lo guardai sorridendo: provavo tenerezza per quel piccoletto perché era così fuori posto qui. 
- Non devi vergognarti di chiedere aiuto. 
Finii di sistemare il letto ed andai a sedermi vicino a lui.
- È che quel Kyungsoo e l'altro ragazzo, Chen, avevano appena finito di dire quanto fossero bravi e perfetti, fidanzati compresi. Non mi andava di uscirmene con "ehi, non so farmi il letto, mi aiutate?".
Risi e feci per mettere la mano sopra le sue, ma mi fermai appena in tempo. Che diavolo mi prendeva? 
- Ascolta - dissi per rassicurarlo - siamo tutti lontani da casa, in un luogo che ha tutt'altro che agi e comodità. Dobbiamo studiare mentre i nostri coetanei sono in vacanza a divertirsi. Siamo tutti qui e siamo sulla stessa barca. Perciò non vergognarti di chiedere aiuto, soprattutto a ragazzi come Kyungsoo, Chen o Suho. Li conosco e credimi, ti aiuteranno volentieri per qualunque cosa. 
Lui annuì tenendo lo sguardo fisso sulle sue mani. 
- Se per caso loro non sono nei paraggi, vieni a cercarmi - continuai sorridendo - Ti aiuterò io. 
- Perché sei così gentile con me?
Perché lo ero? Solo perché ero gentile di natura oppure c'era un altro motivo? 
Feci spallucce e poi mi alzai in piedi:
- Andiamo, non ci siamo persi molto del falò. 
Lui sbuffò e si alzò. 
- Va bene, vediamo perché c'è tutta questa fissazione per il falò. 
*

Arrivammo proprio mentre Jongin stava ballando. Tutti i ragazzi seduti sulle panche intorno al falò e allo spazio adibito alle esibizioni battevano le mani, dandogli il tempo. 
- È davvero bravo! - disse Baekhyun, guardandolo stupito. 
- Quello è Jongin, il ragazzo di Kyungsoo. 
Baekhyun annuì senza togliere gli occhi dal mio amico che ballava. 
- Perché non ti esibisci anche tu? - gli chiesi, ma lui scosse subito la testa. 
- No, grazie. - disse. 
- Perché no?
Baekhyun non mi rispose e, in quel momento, il numero di Jongin finì. Il direttore del campo, Leeteuk, riprese il suo posto al centro della pista.
- Allora - urlò per farsi sentire da tutti - chi vuole essere il prossimo?
Prima di potermene pentire, presi Baekhyun per un braccio e lo trascinai in mezzo alla pista. Lo lasciai lì, vicino a Leeteuk, che subito gli chiese il suo nome. 
Lui rimase un momento intimorito, ma poi il suo orgoglio prese il sopravvento e rispose con spavalderia: - Baekhyun.
- Bene Baekhyun, cosa farai per noi?
- Canto.
Leeteuk si fece da parte, lasciando tutta la scena a Baekhyun. Lui mi lanciò uno sguardo con il chiaro intento di incenerirmi, poi prese un bel respiro e cominciò a cantare. 
Non ho parole per dire cosa provai in quel momento. La sua voce era stupenda, meravigliosa, incredibile. 
Nessuno se l'aspettava, infatti rimasero tutti ammutoliti ad ascoltarlo. Nel silenzio della notte si potevano sentire solo la voce di quel piccoletto e il battito del mio cuore che, sono sicuro, fosse così forte da essere udibile a tutti.

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Capitolo 4
*** 4. IL RAGAZZO DELLA BACHECA ***


4. IL RAGAZZO DELLA BACHECA

POV BAEKHYUN

Mi svegliai con i raggi del sole dritti dritti in faccia. Provai a voltarmi verso il muro, ma una simpatica zanzara venne a ronzarmi vicino all'orecchio, così mi coprii la testa con le coperte. Finalmente stavo per riaddormentarmi, quando qualcuno iniziò a scuotermi.
- Sveglia Byun Baekhyun!
La voce squillante di Chen mi trapanò le orecchie e sbuffai sonoramente. 
- Lo so che mi odi - disse lui, ridacchiando - ma mi ringrazierai quando non arriverai tardi a lezione.
Accidenti, ma che ora era? Mi misi a sedere e vidi i miei vicini di letto già vestiti e pronti ad uscire. 
- Buongiorno - mi disse Kyungsoo con un sorriso - Se ti prepari velocemente ti aspettiamo per andare a fare colazione insieme.
- Voi lo aspettate - Suho guardò il suo orologio e si affrettò verso l'uscita - Io devo andare in sala mensa ad evitare che si azzuffino tutti per il cibo. 
- Prende troppo sul serio il suo compito di responsabile - disse Chen dopo che Suho fu uscito.
Scesi piano dal letto, facendo attenzione a non ammazzarmi già il primo giorno e cercai qualcosa da mettermi. 
- Se vuoi fare il bagno, ora non dovrebbe esserci nessuno - disse Kyungsoo, mentre Chen batteva impaziente il piede a terra. 
- Che ne dite se voi intanto andate avanti? Io mi preparo e vi raggiungo. 
- D'accordo - dissero in coro i due ragazzi per poi dileguarsi velocemente. Potevano anche evitare di fingere di volermi aspettare. Mi preparai con tutta calma e vagai un po' per il campo prima di trovare la mensa. Una volta entrato, vidi che tutti i posti erano ormai occupati. Feci la fila per la colazione, riempiendomi il vassoio con quello che era rimasto e camminai tra i tavoli, cercando un posto dove sedermi. Ad un certo punto, un braccio si sollevò tra le decine di teste: Chanyeol si sbracciava per attirare la mia attenzione e, quando si accorse che l'avevo visto, mi indicò il posto accanto al suo, che era ancora libero. Al tavolo con lui c'erano anche Kyungsoo e il suo ragazzo, Jongin. Poi c'era un altro ragazzo, che guardava la sua colazione inespressivo. 
Feci per incamminarmi verso di loro, quando una voce conosciuta mi fermò.
- Ehi, tu sei il ragazzo della bacheca. 
Mi voltai verso la voce e riconobbi il ragazzo con cui avevo parlato quel giorno disastroso, davanti alla bacheca della SAA. 
- Ciao - dissi con un timido sorriso che lui ricambiò.
- Alla fine hai ascoltato il mio consiglio. 
- Già, spero di non dovermene pentire.
Lui rise e si spostò un po' sulla panca: - Perché non ti siedi con noi? Ti posso presentare i miei amici, siamo tutti studenti della SAA. 
Guardai lui e i ragazzi con cui divideva il tavolo, poi guardai verso Chanyeol, che aveva ancora il braccio sollevato. Alla fine misi il vassoio vicino a quello del ragazzo della bacheca e mi sedetti vicino a lui. 
- Non ci siamo ancora presentati - disse lui con un sorriso - Io sono Taeyong.
- Baekhyun - risposi, rivolgendomi a tutti i ragazzi al tavolo. Loro mi ignorarono, così ci pensò Taeyong a presentarmeli. 
- Loro sono Johnny, Krystal, Victoria e il nostro bimbo prodigio: Mark.
- Non sono un prodigio! - disse il ragazzino seduto più lontano da noi, alzando gli occhi al cielo. 
Taeyong ridacchiò e sussurrò rivolto a me: - È il più giovane del campo, e ha avuto anche un posto alla SAA nonostante non prendano mai studenti così giovani.
- Dev'essere molto bravo! - dissi, provando invidia per tutti quei ragazzi che erano riusciti dove io avevo fallito. 
- Sono sicuro che entrerai anche tu durante la prossima audizione - disse lui, mentre mangiavamo la nostra colazione - Ti ho sentito cantare al falò ieri. Sei stato pazzesco. 
- Grazie. - arrossii e pregai che Taeyong non se ne fosse accorto.
Poco dopo i ragazzi si alzarono e lo stesso fece Taeyong.
- Ora devo andare, o farò tardi alla lezione di danza. Ci vediamo in giro, Baekhyun. 
Li salutai con un grande sorriso, come se fossero i miei migliori amici. Ripresi a mangiare la mia colazione e, quando vidi un movimento nel posto davanti al mio, alzai lo sguardo. 
Chanyeol mi sorrideva con ogni cellula del suo corpo, e io non capivo tutta quella felicità al mattino presto. 
- Che vuoi? - chiesi, senza nascondere la mia irritazione.
- Ti avevo tenuto il posto vicino a noi. Immaginavo non avessi nessuno con cui sederti, così.. 
Lo interruppi, sollevando una mano. 
- È mattino presto, possiamo non parlare?
Lui sembrò esserci rimasto male per un momento, ma il sorriso tornò subito sulle sue labbra. 
- Con quel ragazzo, prima, ci parlavi eccome.
Lo fulminai con lo sguardo, ma nemmeno quello minò la sua gioia. 
- Più tardi ho lezione di pianoforte e ho scoperto che siamo nello stesso corso, non è fantastico? 
Sbuffai e feci il più falso dei sorrisi: - Non immagini nemmeno la mia gioia a riguardo. 
- Bene - lui ridacchiò con quel suo vocione, che di mattina era ancora più roco e sexy, ma sempre irritante e si alzò: - Ci vediamo più tardi, piccoletto.
- Ehi! - urlai alla sua schiena mentre lui si allontanava - A chi hai dato del piccoletto?
 
POV CHEN

Ero già in aula di canto quando i miei compagni cominciarono ad arrivare. Non volevo correre il rischio di fare tardi, ma forse così avevo esagerato. Appena entrò Kyungsoo, gli feci posto accanto a me.
- Non vedevo l'ora di tornare a lezione da lei - disse lui, faticando a trattenere un sorriso - È l'insegnante di canto più brava che io abbia mai avuto. 
Ero d'accordo con lui: Kim Taeyeon era senza dubbio la più brava e sia io che Kyungsoo avevamo conosciuto parecchi insegnanti nella nostra... possiamo definirla carriera canora? 
Stavo per rispondere quando vidi il ragazzo nuovo entrare in aula e guardarsi intorno un po' sperduto. 
- Ehi, Byun Baekhyun! - lui seguì la mia voce e mi guardò - Vieni, qui c'è ancora un posto. 
Kyungsoo si avvicinò a me, così il ragazzo nuovo poté sedersi accanto a noi. 
- Spero di essere nella classe giusta - disse lui, controllando il foglietto con i suoi orari.
- Se sei nel corso di Taeyeon allora sì, sei nel posto giusto.
Lui mi guardò con gli occhi spalancati: 
- Davvero sono nel corso di Kim Taeyeon? 
Io e Kyungsoo annuimmo ed indicammo alle sue spalle dove, proprio in quel momento, stava entrando Taeyeon. Lanciai un'occhiata a Baekhyun e lo vidi mettersi in tiro sulla sedia, come se dovesse scattare da un momento all'altro. 
Anche Kyungsoo se n'era accorto e ci scambiammo uno sguardo divertito. 
- Buongiorno ragazzi - Taeyeon ci salutò con il suo dolcissimo sorriso - Vedo molte facce conosciute, ma anche alcuni nuovi studenti, perciò mi presento: sono Kim Taeyeon e sono la vostra insegnante di canto. 
- Sei fantastica! 
Ci voltammo tutti verso Baekhyun che, accorgendosi di aver pensato ad alta voce, si nascose dietro il suo quaderno. 
- Grazie - disse Taeyeon ridacchiando - Tu sei? 
Lui era ancora nascosto e non si muoveva. Allungai una mano oltre Kyungsoo e gli diedi un colpetto sul ginocchio. 
- Mi chiamo Baekhyun - rispose lui, uscendo finalmente dal suo nascondiglio. 
- Visto che sei nuovo, ti va di cantare per noi? 
Tutti gli occhi degli studenti erano puntati su Baekhyun. Lui restò un momento sorpreso da quella richiesta, ma poi si alzò con aria strafottente. 
- Ma certo, mi va sempre si cantare. 
- Bene - disse Taeyeon, facendo scorrere lo sguardo sulla classe - Facciamo un duetto con Kyungsoo.
Il mio amico si alzò subito dal suo posto e i due ragazzi si scambiarono qualche parola per scegliere la canzone. 
Poi cominciarono a cantare: iniziò Baekhyun. Avevo già sentito la sua voce ed era molto bella, ma quel giorno mise della strafottenza in ogni singola nota che cantava. Era evidente che voleva fare colpo su Taeyeon, ed ancora di più era la sua sicurezza di essere il migliore in quell'aula. 
Quando cominciò a cantare Kyungsoo dovetti trattenermi per non scoppiare a ridere alla faccia che Baekhyun aveva fatto. Kyungsoo era molto bravo e la sua tecnica era pressoché perfetta. 
Baekhyun era così sconvolto che, quando fu di nuovo il suo turno di cantare, se ne dimenticò facendo una pessima figura. 
- Grazie ragazzi - disse Taeyeon, trattenendo una risata. 
I due ragazzi si sedettero e sentii Baekhyun sospirare: si era reso conto che il SM Camp non era una passeggiata. 
 
*

Finita la lezione, salutai i miei amici e mi diressi verso l'aula di danza. Odiavo quel corso, non perché odiassi la danza in sé, ma perché ero totalmente negato.
Perché lo frequentavo? Perché mia madre era una delle ballerine più famose della Corea del Sud. Era molto conosciuta ed ammirata, e la sua più grande delusione era avere un figlio che, con la danza, non aveva proprio feeling. 
La studiavo da quando avevo imparato a camminare ma, nonostante anni e anni di lezioni con bravi insegnanti, ero sempre pessimo. 
Quando mi iscrissi al SM Camp non avevo messo la danza tra i corsi da seguire. Mi ero limitato a canto e pianoforte: lì sì che ero davvero bravo! Purtroppo, mia madre intercettò la domanda prima che potessi spedirla e mi fece aggiungere il corso di danza. 
Sperai che l'insegnante fosse gentile, perché doveva avere molta pazienza con me. Arrivai nell'aula ed andai nello spogliatoio a cambiarmi. C'erano già molti ragazzi e il loro umore era diverso dal mio: erano entusiasti e non vedevano l'ora di iniziare. Io, invece, ero pronto ad inscenare uno spettacolo comico. 
Entrammo nell'aula e vedemmo che il professore era arrivato. Non ci salutò, ma accese la musica e si mise davanti allo specchio con le mani sui fianchi. 
- Scaldatevi bene, oggi ho intenzione di farvi faticare molto. Così tanto che mi pregherete in ginocchio di smettere e di lasciarvi tornare nelle vostre stanze. 
Fantastico! Fortuna che speravo fosse gentile. Sbuffai e mi preparai mentalmente ad essere sgridato come al solito quando provavo a ballare. 
Dopo il riscaldamento, l'insegnante si mise davanti a noi ed iniziò ad insegnarci una coreografia. Ce la mettevo tutta, davvero, ma era evidente che facevo schifo, e il professore se n'era accorto.
L'anno precedente avevo avuto un'altra insegnante: lei aveva capito che con me non c'erano speranze ed evitava di mettermi troppa pressione. Questo nuovo professore lo conoscevo solo di vista, credo si chiamasse Eunhyuk. 
Forse era meglio se, alla fine della lezione, fossi andato a parlargli per spiegare la situazione. Almeno si sarebbe messo anche lui il cuore in pace. 
Lo vedevo lanciarmi delle occhiate abbastanza eloquenti. Nei suoi occhi leggevo un "ma che diavolo ci fa questo qui?". Non potevo fare altro che ignorarlo e mettercela tutta. A lezione finita, alcuni miei compagni si sedettero o si sdraiarono sul pavimento, mentre altri rilassavano i muscoli. Anche io mi misi a sedere a terra, cercando di nascondermi dietro a Jongin. 
- Perché insisti a fare danza se è evidente che non ti piace? 
Grazie Jongin per aver sostituito "fai schifo" con "non ti piace". 
- Per mia madre. Sai che vorrebbe io fossi un ballerino - sospirai e Jongin mi diede una pacca sulla spalla. 
- Migliorerai Chen. 
Certo, lo diceva ogni volta, ma non era ancora successo. 
Quando tutti gli altri ragazzi furono usciti, rimasi lì, indeciso sul da farsi. Una parte di me voleva andare da Eunhyuk e dirgli che ero al suo corso solo per volontà di mia madre e che era meglio si dimenticasse della mia presenza. Ma l'altra parte di me si chiedeva se, il fatto che non fossi migliorato nemmeno seguendo uno dei campi estivi migliori dello stato, fosse in parte dovuto al fatto che, sia io che l'insegnante, ci eravamo arresi fin da subito. 
Perciò uscii dall'aula convinto che, alla prossima lezione, ce l'avrei messa tutta e sarei migliorato.

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Capitolo 5
*** 5. DOV’É CHANYEOL QUANDO SERVE? ***



5. DOV’É CHANYEOL QUANDO SERVE?
 
 
POV BAEKHYUN

Quanto odiavo quel posto! Era il primo giorno di lezioni e già mi sentivo arrabbiato e depresso. Odiavo quel campo così sperduto, odiavo ogni singolo ragazzo che lo frequentava, odiavo il corso di canto e, soprattutto, odiavo me stesso per aver fatto la figura dell'idiota davanti alla professoressa Taeyeon. 
Maledetto Kyungsoo: poteva dirlo che era così incredibilmente bravo! 
Beh, in realtà me l'avevano detto più volte che era il migliore, ma mi sembrava impossibile fosse più bravo di me. Invece lo era. Odiavo ammetterlo, ma lo era di gran lunga.
Il canto era la mia specialità ed ero stato superato da un altro ragazzo che, oltretutto, non riuscivo ad odiare davvero, perché andavamo molto d'accordo. Si era pure scusato, perché io avevo perso l'attacco. Lui si era scusato. 
Finita la lezione, ero scappato per evitare che mi sorridesse ancora gentilmente, facendo così aumentare il mio senso di colpa per aver pensato di strangolarlo lì, davanti a tutti.
Quel posto mi aveva fatto salire l'istinto omicida.
Fantastico, adesso avevo voglia di picchiare qualcuno: dov'era Chanyeol quando serviva?
Mi misi alla ricerca dell'aula di pianoforte. Ero un po' demoralizzato, però non potevo arrendermi: era solo il primo giorno e avevo tempo per migliorare e per far vedere quanto valevo. Non avrei più fatto brutte figure. 
Perso nei miei pensieri, non mi ero reso conto che non avevo idea di dove fosse l'aula che cercavo. 
Girai su me stesso un paio di volte: e adesso? Non volevo chiedere a qualcuno, avrei ammesso che non ce la facevo da solo. D'altronde, non potevo nemmeno arrivare tardi a lezione. Ma insomma, dov'era Chanyeol quando serviva? 
Lui mi avrebbe aiutato senza che glielo chiedessi. 
- Cosa stai facendo? 
Non ci credo: l'avevo davvero evocato? Chanyeol era davanti a me, in tutta la sua altezza. 
- Girare su te stesso è un buon metodo per trovare la retta via, ma sai cos'è ancora meglio? Chiedere informazioni. 
Mi uscì un sorriso spontaneo, più per l'incredulità di essere davvero riuscito a chiamarlo con il pensiero, che per la felicità di vederlo. 
Chissà cos'aveva pensato lui, perché era arrossito visibilmente. 
- Cercavo l'aula di pianoforte. 
- Ti avevo detto che seguivamo la stessa lezione - si avviò senza aspettarmi - Vieni. 
Ma che modi! Non mi aveva nemmeno aspettato.
Lo seguii di corsa e lo affiancai.
- Come sta andando il primo giorno? - mi chiese lui, dopo un po' che camminavamo.
- Uno schifo! Ho fatto una figuraccia al corso di canto e... - mi morsi la lingua per stare zitto. Ma che mi prendeva? Perché gli dicevo queste cose? Non volevo pensasse che avevo fatto schifo: io ero perfetto.
- Anche se, in realtà, Taeyeon mi ha detto che ho una delle voci più belle che abbia mai sentito - mentii velocemente. 
- Beh, ha ragione - disse lui, per poi arrossire - Cioè... intendevo che...
- Certo certo - ridacchiai nel vederlo così imbarazzato - So che la mia voce è pazzesca. 
- Sei anche modesto. 
- No, sono sincero. 
Chanyeol rise come se avessi fatto la battuta più divertente del mondo. Tutto il suo corpo rideva: il suo viso, le mani che battevano l'una contro l'altra, le spalle che si alzavano e abbassavano. Era la risata più imbarazzante a cui avessi mai assistito. 
- Sei spaventoso quando ridi, lo sai? 
Lui prese un bel respiro, per calmarsi: - Me l'hanno già detto. Ma non smetterò di certo di ridere per questo. 
Poi mi guardò e mi scompigliò i capelli, neanche fossimo migliori amici.
- Tu piuttosto, dovresti ridere di più. Sbuffai sonoramente: - Non c'è nulla da ridere in questo posto.
- Che esagerato - disse lui, sorridendo da un enorme orecchio all'altro - Sono sicuro che ti farò ridere, prima o poi.
- Non contarci troppo, sei inquietante più che simpatico.
Ero stato troppo cattivo? Forse sì, ma quel gigante faceva uscire il mio lato perfido, che ci potevo fare? Lui non sembrò fare molto caso alla mie cattiverie e, ad un certo punto, mi prese per un braccio e mi fece entrare con sè dentro un'aula con un pianoforte al centro ed una serie di banchi tutti attorno.
- Siamo arrivati.
 
*
 
L'aula era ancora mezza vuota, perciò provai a sedermi lontano da Chanyeol: tentativo fallito. Appena scelsi un posto, lui fu subito al mio fianco. Fortunatamente, non provò a fare conversazione, probabilmente perchè finsi di trovare molto interessante il mio quaderno per gli appunti. Lo ignorai per tutto il tempo che mancava all'inizio della lezione. Chanyeol, ad un certo punto, provò a parlarmi dell'insegnante di pianoforte che, credo avesse detto, era uno dei suoi preferiti, ma non l'avevo davvero ascoltato, perchè non mi importava.
Quando finalmente il professore entrò, non me ne accorsi subito, perchè sembrava uno studente, tanto era giovane.
Non avrà avuto molti anni più di me.
Fu quando si sedette al piano ed iniziò a suonare in modo perfetto, che capii che non poteva essere uno studente.
Suonò un brano complicatissimo: ricordo di averci provato anch'io una volta, ma mi ero arreso dopo vari tentativi.
Le sue dita, invece, volavano velocemente sui tasti, come se stessero suonando la più semplice delle composizioni.
Guardai Chanyeol che stava osservando il professore con un misto di devozione e amore eterno. Ma, d'altronde, tutti lo guardavano in quel modo. Quando finì, mi aspettai un posato e rispettoso silenzio, invece in aula esplose un boato. Tutti urlavano ed applaudivano, incitando il professore a concedere un bis. Lui, però, si alzò dal suo posto e fece un teatrale inchino, che fece ridere tutti.
Inutile dire che, la risata di Chanyeol, era la più rumorosa di tutte.
- Bentornati e benvenuti ragazzi, io sono Henry Lau e vi aiuterò a diventare bravi, almeno quanto me, al pianoforte. Infatti... - indicò platealmente lo strumento alle sue spalle
- Questo è il livello che tutti voi dovrete aver raggiunto alla fine del corso.
Ce l'avrei fatta.
Se fossi davvero migliorato così tanto, imparando a suonare in quel modo, alla prossima audizione della SAA mi avrebbero pregato di entrare nella loro scuola.
- Per iniziare, faremo dei semplici esercizi...
E fu così che passammo le ore a ripassare le basi delle basi di come si suonava un pianoforte.
Era un po' noioso in effetti, ma come prima lezione poteva starci. Sicuramente quelle ore servivano al professore per vedere che nessuno di noi avesse sbagliato corso. Mancava meno di mezz'ora alla fine della lezione, quando Henry si alzò e camminò un po' per l'aula.
- Che ne dite di una bella sfida, per concludere questa prima noiosa lezione?
Ah, perciò se n'era accorto anche lui che era noiosa... aspetta, sfida?
- Chanyeol! - il professore indicò il gigante di fianco a me - Tu sei il primo sfidante.
- Ma che succede? - chiesi sussurrando, ma Chanyeol non mi rispose e si alzò, andando al centro dell'aula.
- Scegli il tuo sfidante - disse Henry, continuando a camminare per l'aula.
Oh no. No no, dai. Chanyeol ti prego, non scegliermi.
- Scelgo Baekhyun.
Vaffanculo, gigante idiota.
Scossi la testa: - No, grazie. Non so nemmeno di cosa si tratta.
Henry sorrise e fece capire a Chanyeol che doveva spiegarmi cosa succedeva.
- È un sfida. Suoniamo quello che preferiamo e poi la classe vota il migliore che, oltre alla gloria e alla possibilità di vantarsi per giorni, vince anche un bel voto.
Scossi la testa ancora, stavolta con più convinzione: - Ho fatto stamattina una specie di gara e ho... beh, non è andata come volevo. Basta sfide per oggi.
Il sorriso di Chanyeol si trasformò in un ghigno: - Cosa c'è, hai paura?
Lo guardai a bocca aperta. Come osava?
- Forse hai ragione a scappare: sono molto più bravo di te - continuò lui, trattenendo a fatica una risata.
Maledetto palo della luce: chi si credeva di essere? Mi alzai impettito e lo raggiunsi al centro dell'aula, mentre la classe si riempiva di esclamazioni ed incoraggiamenti. Il ghigno di Chanyeol era tornato ad essere il suo solito solare sorriso.
- Sarai bravissimo - mi sussurrò, ma io lo fulminai con lo sguardo.
- Questa me la paghi.
Lui rise e mi indicò il pianoforte: - Inizia tu.
Va bene, mr. Grattacielo, adesso ti farò pentire di aver scelto me per la sfida. Suonai un brano che mi era sempre riuscito alla perfezione e, stavolta, non fu diverso. Lo eseguii benissimo e, verso la fine, lanciai un'occhiata a Chanyeol, che mi guardava sorpreso. Si era già pentito: ben gli stava.
Quando finii, tutta la classe mi applaudì, compreso il professor Henry.
- Fantastico, bravo! - disse entusiasta, ed io mi alzai per lasciare il posto a Chanyeol.
- Sei stato molto bravo - disse lui, sedendosi.
- Zitto e suona! - sbottai, ma invece che offenderlo lo feci ridere.
Poi si concentrò per qualche secondo, prima di iniziare a suonare.
Era bravo, molto. Ed anche molto sexy mentre suonava e posava le sue dita così lunghe sui tasti.
Aveva delle mani virili e, senza accorgermene, gli stavo fissando ogni dito, i polsi, le braccia...
Ma che cavolo! Stavamo facendo una sfida all'ultimo sangue e io pensavo a quelle dita su... Basta Baekhyun, concentrati. Quel ragazzo è il nemico.
Stava suonando una canzone che non conoscevo, ma era davvero molto bella e, ben presto, tutti gli studenti iniziarono ad applaudire, andando a tempo. Alcuni battevano i piedi a ritmo e altri usavano le matite per battere sul banco, rendendo, così, la canzone di Chanyeol una canzone di tutti.
Lui si entusiasmò ancora di più e continuò ad improvvisare, incitando gli altri a seguirlo. Sul suo viso c'era un sorriso così felice e sincero, come se si stesse davvero divertendo. Un sorriso che, pensandoci, non avevo mai visto sul mio viso.
Appena finì la canzone, si alzarono tutti in piedi ad applaudire quella esibizione improvvisata.
Chanyeol mi guardò sorridendo, ma io gli lanciai un'occhiataccia.
- Direi che abbiamo già deciso il vincitore. Complimenti Chanyeol. Diventi sempre più bravo. - disse il professore e poi battè le mani tra di loro - Bene, ci vediamo alla prossima lezione, ragazzi.
Finalmente era finita: raccolsi velocemente le mie cose e mi precipitai fuori dall'aula, senza dare il tempo a Chanyeol di fermarmi.
Era la seconda volta in un giorno che scappavo dopo aver fallito. Il corso estivo era davvero cominciato male.
 
 
POV SUHO
 
Era così bella, così dolce, così gentile. Poteva esistere un essere umano tanto perfetto? Evidentemente sì, perchè l'avevo, proprio in quel momento, davanti a me.
Dovevo fare attenzione a non farmi beccare mentre la fissavo: non volevo mi prendesse per un maniaco.
Irene.
Anche il suo nome era dolce e bellissimo, proprio come lei. Ero convinto fosse una specie di creatura mistica, venuta tra noi per rendere le nostre vite meravigliose. No, non esagero. Irene era stupenda: non credo avesse nemmeno un piccolo difetto ed io ero innamorato di lei fin dal primo anno che ho passato al SM Camp.
Lei è la sorella del direttore, Leeteuk, ed è stata la prima persona che ho visto appena arrivato in questo posto sperduto. Mi aveva salutato con quel suo sorriso gentile e per me è stata la fine: mi sono innamorato di lei.
Ovviamente, lei non lo sa. Non avrei il coraggio di dirglielo: di presentarmi davanti a lei e dirle "Ciao Irene, ti amo da impazzire. Vuoi uscire con me?".
Uscire per andare dove, poi? Qui non c'è nulla. Che potevo fare: portarla a cena... alla mensa? 
Perciò, ho preferito rimandare, finchè non mi fosse venuta un'idea romantica che potesse conquistarla. Erano tre anni che aspettavo questa idea.
- Ciao Suho - disse lei, appena mi vide. Spero non pensasse male, visto che la stavo fissando, fermo come un idiota, in mezzo al sentiero.
- Ciao Irene. Io stavo... stavo, ecco...
Calma. Respira Suho, stai facendo la figura del cretino.
- Controllavo che fossero tutti nelle loro aule.
Lei mi guardò dubbiosa, per poi guardarsi intorno, vedendo il sentiero vuoto.
- Hai fatto bene il tuo dovere: non c'è nessuno.
Sorrisi come un idiota per il complimento. Forse avrei dovuto dire qualcosa, ma non mi veniva in mente nulla di abbastanza intelligente o interessante. Così non feci niente e lei se ne andò, dopo avermi guardato in modo strano: si sarà chiesta come fa uno così ad essere responsabile.
In realtà, lo ero diventato solo per avere più occasioni di stare con lei, per avere un motivo per parlarle e, chissà, diventare suo amico, poi il suo ragazzo, poi suo marito.
Stavo di nuovo sognando ad occhi aperti.
Sospirai e mi avviai verso la mia camerata: tra poco era ora di prepararsi per la cena e dovevo essere in mensa prima di tutti gli altri.
Ero così immerso nei miei pensieri, che quasi non mi ero accorto del ragazzo che veniva verso di me e rischiai di finirgli addosso.
- Scusa... Baekhyun?
Il ragazzo mi ignorò, puntando dritto davanti a sè.
- Ma dove vai? Tra poco si cena.
- Non me ne frega un cazzo! Odio questo posto e odio tutti voi!
 Fantastico, ecco il primo che stava per mollare. Provai ad inseguirlo: ma quanto camminava veloce? 
- Baekhyun, aspetta! - corsi per raggiungerlo - Che succede? Perché sei così arrabbiato?
- Quel gigante idiota! - urlò lui - E Kyungsoo. Mi hanno fatto fare la figura dell'idiota, di uno alle prime armi con la musica. Invece io studio da tutta la vita. Poi arrivano loro ed è come se io non valessi niente! 
Urlava sempre più forte e diversi ragazzi si giravano al nostro passaggio. 
- Chi è il gigante idiota? 
- Chanyeol! - Baekhyun si fermò così improvvisamente, che dovetti tornare indietro - Chanyeol ha suonato una canzone che si è inventato sul momento e ha vinto una sfida contro di me, che avevo eseguito uno dei brani di musica classica più complessi. 
- Ma Baekhyun - provai a farlo ragionare - Non puoi sempre essere il migliore. Stavolta ha vinto Chanyeol, la prossima, magari, vincerai tu. 
- Non vengo apprezzato qui dentro! 
Stava solo facendo il ragazzino viziato: era convinto di essere il migliore perché, evidentemente, aveva sempre avuto a che fare con persone non brave quanto lui. Ma qui le cose erano diverse: qui si riunivano alcuni dei ragazzi più talentuosi della Corea. 
- Cosa vorresti fare ora? - gli chiesi, mantenendo un tono di voce serio e maturo. Sì, a volte mi riusciva bene. 
- Vorresti andare in camera a piangere? Pestare i piedi nell'ufficio del direttore? Oppure vorresti cercare un'arma ed andare ad uccidere Chanyeol?
- Questa non è una cattiva idea - borbottò lui. 
- Sai cosa devi fare invece? Andare a cena e poi a dormire. Domani ti impegnerai al massimo per migliorare e, appena ti sentirai pronto, sfiderai ancora Chanyeol. 
Lui mi guardò serio: forse l'avevo convinto ed avevo salvato un giovane talento. Mi sbagliavo. 
Baekhyun si allontanò da me, urlando: - Invece me ne vado da questo schifo di posto! 


POV CHANYEOL
 
Non riuscivo davvero a capire perché quel ragazzino si fosse arrabbiato con me: la sfida era stata bellissima e tutta la classe si era divertita. Invece, lui se n'era andato arrabbiato e, nonostante gli fossi corso dietro subito, era già sparito. 
Poi lo cercai per tutto il campo, ma di lui non c'era traccia.
La cena era finita da un pezzo, perciò stavano quasi tutti tornando alle loro stanze. Era ormai buio e i responsabili stavano controllando che nessuno si allontanasse dal campo. 
Tornai per l'ennesima volta alla mensa, per controllare che Baekhyun non fosse tornato, spinto dalla fame. Lanciai un'occhiata dentro, ma erano rimasti solo pochissimi studenti, tra cui Jongin. 
- Chanyeol, non ti ho visto a cena - mi disse il mio amico, appena si accorse di me. 
- No, sto cercando Baekhyun. L'hai visto? 
Jongin mi guardò dubbioso e mi resi conto che non conosceva Baekhyun. Pensai che, appena l'avessi trovato, l'avrei presentato a tutti i miei amici, così non avrebbe più potuto sfuggirmi. Lo so, era un pensiero un po' da stalker, ma era la preoccupazione a farmi venire certe idee. 
Stavo per uscire dalla mensa quando vidi Suho. 
- Ehi – dissi, avvicinandomi a lui. Credo di aver avuto la preoccupazione scritta in faccia, perché Suho mi guardò allarmato. 
- Che succede?
- Hai visto Baekhyun? Sono ore che lo cerco e non riesco a trovarlo. 
Suho fece un respiro di sollievo: - Sì, l'ho visto, tranquillo. Era abbastanza arrabbiato, ma stava bene. 
- Dov'è andato? 
- Non lo so. Diceva di volersene andare, ma lo sai che, per quanto lo dicano, poi non lo fanno mai. 
Non lo lasciai finire ed uscii velocemente dalla mensa. Certo, tantissimi ragazzi minacciavano di andarsene, ma poi cambiavano sempre idea. Baekhyun però era diverso: lui l'avrebbe fatto sul serio. 
 
*

                                            
Arrivai nei pressi dell'insegna del SM Camp, all'entrata.
Non servì che lo cercassi oltre: Baekhyun era lì, seduto proprio sotto l'insegna. Il suo bel posteriore era poggiato su una delle valige che si era portato da casa, mentre le altre erano intorno a lui, esattamente come il giorno prima. 
Feci un profondo respiro, per riportare il battito del mio cuore ad un ritmo normale.
L'avevo trovato e stava bene.
Avevo davvero avuto paura gli fosse successo qualcosa di brutto. 
- Baekhyun? - lui sussultò appena si accorse di me e mi guardò truce. Ma la cosa che mi sconvolse di più, fu vedere i suoi occhi pieni di lacrime. 
- Che cosa vuoi? 
Non sapevo cosa dire: mi aveva lasciato senza parole. 
- Io... ti cercavo. 
- Perché? - disse lui, tra i singhiozzi - Che ti importa di me? 
Mi avvicinai e mi sedetti davanti a lui: - Ero preoccupato. Sei scappato via e non riuscivo a trovarti. 
- Beh, adesso mi hai trovato - si passò le mani sulle guance, per scacciare le lacrime - Perciò te ne puoi andare.
- Perché stai piangendo? - guardai le valige - E perché hai fatto i bagagli? 
- Me ne torno a casa. Questo posto non fa per me. 
- Ma come puoi dirlo? È passato solo un giorno. 
- È stata una giornata orribile! Ho fallito sia nel canto che nella sfida al pianoforte con te. Qui sto peggiorando invece di migliorare. 
- Baekhyun - gli misi una mano sul ginocchio - È il primo giorno. Non puoi basarti su oggi. 
Lui non sembrò molto convinto dalle mie parole: - Resto qui e domani chiamerò qualcuno che venga a prendermi. 
Era fermo sulla sua decisione. Avrei dovuto andarmene e lasciarlo lì: era grande e poteva prendere da solo le sue decisioni, ma mi resi conto che, se il giorno dopo fosse salito su quella macchina, probabilmente non l'avrei rivisto mai più. L'idea mi fece stare male e sentii una stretta al petto.
Non potevo permetterlo. 
- Perciò ti vuoi arrendere già ora. Non ti facevo così codardo Baekhyun. 
Lui puntò il suo sguardo arrabbiato su di me: - Come, scusa? 
- Sei un codardo - insistetti - un fifone. Ti sei arreso ora, quando i giochi non sono ancora iniziati. Nemmeno gli studenti più piccoli fanno i capricci già il primo giorno. 
- I capricci? - si alzò in piedi, serrando le mani a pugno - Non sto facendo i capricci! 
- Sì invece. E smettila di piangere: sei brutto quando lo fai.
Baekhyun spalancò gli occhi e si asciugò le lacrime: - Io non sono mai brutto. 
Sorrisi e mi alzai: - Dai a questo posto il tempo di conquistarti. Sono sicuro che, alla fine, ti piacerà. 
- Io non credo - disse lui, ma non aveva più la stessa convinzione di poco prima. Ciò mi fece capire che l'avevo convinto a non andarsene. 
Feci per prendere le valige da riportare in camera, quando un rumore ci sorprese: il ragazzo che aveva parlato con Baekhyun in mensa, ci stava guardando. 
- Ciao - disse lui, avvicinandosi - Cosa ci fai qui con tutte queste valige, Baekhyun? 
- Ecco, io... - iniziò lui, imbarazzato. Evidentemente non voleva ammettere, con il suo nuovo amico, che stava per mollare dopo così poco.
- Sono appena arrivate - intervenni per aiutarlo - Baekhyun ha davvero molti bagagli.
Il ragazzo ridacchiò e si avvicinò: - Ti aiuto. 
- No, lascia - dissi - Lo aiuto io. 
Io e il ragazzo restammo a fissarci per qualche istante in silenzio, finché Baekhyun non parlò.
- Tranquillo Chanyeol, mi aiuta Taeyong.
Lo ammetto: se mi avesse dato uno schiaffo, avrebbe fatto meno male. 
Taeyong non se lo fece ripetere due volte e prese quante più valige poteva, mentre Baekhyun prendeva le altre. 
- Grazie - mi disse lui, senza nemmeno guardarmi in faccia. Poi seguì Taeyong all'interno del campo.
Io rimasi lì, a chiedermi perché stessi provando delusione e gelosia, per colpa di un ragazzo che conoscevo appena.

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Capitolo 6
*** 6. LEZIONE DI FLAUTO SENZA FLAUTO ***


 
6. LEZIONE DI FLAUTO SENZA FLAUTO
 
POV KYUNGSOO

Mi svegliai, sentendo un peso di troppo sul mio letto. Mi girai lentamente aprendo gli occhi e vidi, davanti a me. il sorriso di Jongin. 
- Cosa ci fai qui? - chiesi, sorpreso. 
Lui si mise un dito davanti alle labbra, per farmi capire che dovevo fare silenzio. 
- Non dobbiamo svegliare Suho o ci sgriderà. 
Sorrisi e guardai l'ora: era ancora presto per le lezioni. 
- Perché sei sgattaiolato qui? 
Lui si accoccolò ancora di più a me: - Mi mancavi. 
Arrossii e passai la mano tra i capelli di Jongin.
- Quando sono entrato, mi sono quasi ammazzato su alcune valige. Chi è che non le ha ancora disfatte? - disse lui ed io ridacchiai.
- Sono del ragazzo qui sopra, Baekhyun - risposi, indicando il letto sopra il mio - Credo che ieri sera volesse andarsene, ma poi, fortunatamente, ha cambiato idea. È così viziato e sicuro di sè, che stare qui per tre mesi potrà solo fargli bene.
Jongin sorrise: - Eravamo tutti un po' come lui il primo anno: convinti di essere i migliori, solo perchè non ci eravamo mai confrontati con ragazzi al nostro livello.
Jongin aveva ragione: arrivavamo tutti al SM Camp con la sicurezza di essere i migliori, ma questo era un campo che poteva vantare alcuni dei ragazzi più bravi del paese. Però era meno conosciuto e frequentato di altri, solo perché non tutti accettavano di privarsi di internet o di un enorme letto comodo per tre mesi. Solo i ragazzi che volevano davvero concentrarsi sulla loro passione rimanevano.
Ero felice che Baekhyun fosse tra loro.
- Soo? - la voce di Jongin mi distolse dai miei pensieri.
- Dimmi.
- Perchè ogni anno chiediamo di non farci assegnare la stessa camera?
Arrossii ed evitai il suo sguardo: - Credo sia meglio.
- Perchè? - insistette lui, ma vidi un ghigno sul suo viso.
Gli diedi una leggera spinta e lui si coprì la bocca con la mano, per soffocare una risata.
- Nessuno dei due riuscirebbe a concentrarsi se stessimo sempre insieme - disse lui, guardando intensamente il mio viso - Non devi imbarazzarti nell'ammetterlo.
- Saresti sempre nel mio letto.
Jongin alzò lo sguardo ed osservò attentamente la struttura del letto: - Se mettiamo una tenda qui, possiamo fare quello che vogliamo senza che ci vedano.
Spalancai la bocca ed arrossii ancora di più: - Ecco perchè non ci facciamo mettere nella stessa... - la frase mi morì in gola, perchè in quel momento vidi Suho mettersi a sedere sul suo letto e puntare lo sguardo sulla schiena di Jongin.
- Kim Jongin! - urlò il responsabile, svegliando probabilmente l'intera camerata.
- Oh oh, ci vediamo più tardi, Soo - il mio ragazzi mi diede un veloce bacio sulle labbra, per poi scendere dal letto e correre fuori dalla stanza, inseguito da un Suho furioso.
 
*
 
La professoressa Taeyeon, per quella lezione, ci stava facendo cantare uno ad uno, dandoci dei consigli sugli errori che, chi più e chi meno, ognuno di noi commetteva.
In quel momento, la voce di Chen riempiva l’aula e la professoressa lo guardava sorridendo.
- Perciò, tu e il tuo ragazzo avete fatto cose sconce stamattina?
La voce di Baekhyun era un sussurro, che però potevo sentire benissimo.
- Come? - chiesi, arrossendo.
- Stamattina l'ho visto uscire dalla nostra camera, inseguito da Suho. Stavate facendo sesso con tutti noi addormentati intorno e, soprattutto, sotto di me.
Spalancai gli occhi, in imbarazzo, e la mia espressione fece ridere Baekhyun.
- Certo, detta così suona male. Anche se, sinceramente, avreste potuto invitarmi.
- Baekhyun! - mi coprii la bocca con la mano, rendendomi conto di aver parlato a voce troppo alta.
Mi presi pure uno sguardo di ammonimento da parte della professoressa.
- Ma che dici?!
Baekhyun ridacchiò: - Stavo scherzando, non sei il mio tipo.
- Perchè, com'è il tuo tipo?
Il mio nuovo amico chiuse gli occhi e sorrise sognante: - È alto, molto alto. Moro, spalle larghe, fisico perfetto, mani virili. È simpatico e dolce, ma non troppo, non deve trattarmi come una principessina. Inoltre, deve avere una voce profonda e roca. Cavolo, quanto amo le voci roche...
- Il tuo tipo ideale è Chanyeol.
Baekhyun mi lanciò uno sguardo assassino: - Scusami?!
- Beh, hai descritto perfettamente Chanyeol. Un po' anche Jongin, ma lui te lo scordi.
Baekhyun sbuffò: - Quel gigante non è affatto il mio tipo.
Ridacchiai: - Baek, l'hai descritto nei minimi dettagli.
- Basta! - disse lui ricevendo, a sua volta, lo sguardo di rimprovero da parte di Taeyeon. - Odio Chanyeol. Non lo sopporto, perciò non è il mio tipo. E poi, non stavamo parlando di te che fai sesso sotto di me?
Mi coprii il viso con le mani: quel ragazzo diceva cose così imbarazzanti.
- Io e Jongin non abbiamo fatto proprio nulla sotto di te. Abbiamo solo parlato.
- Ma che noia - Baekhyun alzò gli occhi al cielo - Dammi dei dettagli piccanti, Soo.
- Non ce ne sono! - Taeyeon ci guardò sbuffando e le chiesi scusa con lo sguardo.
- Se io fossi in questo posto sperduto con il mio ragazzo, compilerei una lista dei posti in cui farlo.
Baekhyun continuava a parlare, ma io provavo ad ignorarlo: quel discorso era troppo imbarazzante.
- Toglimi una curiosità Soo: tu stai sotto, vero?
- MA CHE DOMANDE FAI, BAEK?!
Stavolta avevo davvero urlato, perchè tutta la classe si era girata a guardarmi.
- Kyungsoo - disse la professoressa, seria - Ora è il tuo turno di cantare.
Mi alzai e la raggiunsi. Qualunque cosa era meglio che continuare quel discorso con Baekhyun.
 
 
POV LUHAN

Ero in ritardo per la mia prima lezione, maledizione!
Uscii dalla mia stanza in tutta fretta e quasi mi scontrai con una delle professoresse. Corsi come un pazzo per poi ricordare, improvvisamente, che avevo dimenticato il flauto in camera. 
La giornata poteva andare peggio di così?
Mi fermai in mezzo al sentiero e feci dietro front per tornare a prenderlo. Evidentemente le mie sfortune non erano ancora finite, perché finii per scontrarmi con un ragazzo.
- Ahia! - esclamai, mentre tutto ciò che avevo in mano finiva sparso sul sentiero. Mi chinai per raccogliere tutto più velocemente possibile, quando mi ricordai del ragazzo con cui mi ero scontrato: si trovava davanti a me e mi guardava, preoccupato. 
- Ti sei fatto male? 
Scossi la testa e ripresi a raggruppare i miei fogli, mentre lui si inginocchiava di fronte a me, per aiutarmi. 
- Sono in ritardo per la lezione, che vergogna. 
- Per quale lezione? - mi chiese il ragazzo sconosciuto. 
- Flauto. 
- Allora puoi stare tranquillo - disse lui, passandomi gli ultimi fogli - Perché sono in ritardo anch'io. 
Sorrisi e mi rialzai in piedi: - Grazie per avermi aiutato e scusa se ti sono venuto addosso. 
- Non c'è problema. - lo sconosciuto fece spallucce e si alzò a sua volta - Ora meglio andare, se non vogliamo fare ancora più tardi.
Guardai il mio orologio e vidi che, ormai, non avrei più fatto in tempo a tornare in camera.
Pazienza, sarei andato alla lezione di flauto senza flauto. 
- Credo sia meglio correre.
- Tu corri pure - disse lui, incamminandosi con calma - Io ho appena finito tre ore di danza e sono troppo stanco. 
- Come vuoi, poi non lamentarti se prendi un nota per il ritardo. 
Ripresi a correre verso l'aula. La preoccupazione per il ritardo, però, era stata sostituita da un pensiero: chi era quel ragazzo? L'avrei presto scoperto, visto che seguiva il corso di flauto. Era molto carino ed era stato gentile, nonostante gli fossi finito contro.
Arrivai in ritardo di 5 minuti e tutti gli studenti erano già in classe. Tutti tranne uno. 
Decisi che non gli avrei messo la nota, ma solo perché mi aveva aiutato, non perché era carino. 
Appoggiai le mie cose sulla cattedra e mi voltai verso la classe. Proprio in quel momento lo vidi entrare: mi sorrise ma, appena si rese conto che ero alla cattedra, lo vidi guardarmi prima confuso e poi sorpreso. 
- Buongiorno. Il mio nome è Luhan e sono il vostro insegnante di flauto.
 
*
 
Fare la lezione di flauto senza il flauto si rivelò abbastanza semplice, perché mi limitai a far suonare i miei studenti. All'inizio della lezione, feci fare loro un breve giro di presentazioni per poterli conoscere. Beh, in realtà volevo sapere il nome del ragazzo con cui avevo parlato poco prima. Quando fu il suo turno di presentarsi, puntò i suoi occhi scuri nei miei e rimase qualche secondo in silenzio. Era forse arrabbiato con me perché non avevo specificato che ero un insegnante? Forse non credeva che lo fossi davvero e pensava che li stessi prendendo tutti in giro.
- Sehun - disse finalmente - mi chiamo Sehun. 
Si chiamava Oh Sehun e, quando fu il suo turno di suonare, mi dimostrò che era un vero talento. Aveva tutti i requisiti per diventare il migliore della classe, anche se non mi sembrava particolarmente interessato. Faceva tutto come se fosse un obbligo per lui ma, nonostante il poco entusiasmo, era bravissimo. 
A lezione finita, assegnai ai ragazzi un brano su cui esercitarsi e poi li salutai.
Mi sedetti alla cattedra a segnare le valutazioni su di loro e non mi accorsi che uno studente era ancora seduto al suo posto. Quando me ne resi conto, mi prese un colpo. 
- Sehun? Che ci fai ancora qui? 
Lui non mi rispose e continuò a guardarmi, inespressivo.
- Sehun? - insistetti - Non hai altre lezioni ora?
Finalmente, lui si alzò e si mise lo zaino sulla spalla. 
- Non sembri un insegnante - disse, cogliendomi di sorpresa.
- Perché? Sono troppo giovane? 
- Credevo fossi uno studente - sembrava deluso.
Perché lo era?
- In realtà, lo ero fino a due anni fa. 
Sehun continuava a perforare i miei occhi con il suo sguardo: non riuscivo a capire cosa gli passasse per la testa.
- Peccato - disse, avviandosi verso la porta e, quando i suoi occhi lasciarono i miei, sentii un senso di delusione. 
- Perché ti dispiace così tanto?
- Perché volevo chiederti un appuntamento. 
Lanciata la bomba, se ne andò. 
La sai una cosa Sehun? Io avrei accettato. 


POV BAEKHYUN

Era passata la prima settimana dal mio arrivo al campo estivo e devo ammettere che, alla fine, le cose non erano andate male. Mi ero reso conto che i ragazzi del corso di canto erano degli ossi duri da battere, soprattutto Chen e Kyungsoo. Loro erano, a mio parere, i più bravi e gli unici che davvero reputavo al mio livello. Ma il fatto che mi fossero simpatici mi impediva di odiarli. Anche Suho si era rivelato meno noioso di quanto sembrava.
Ogni giorno pranzavo e cenavo con Taeyong ed i suoi amici, gli altri ragazzi della SAA. Se devo essere sincero, non avevo capito se la mia compagnia facesse loro piacere. Gli unici davvero amichevoli con me erano Taeyong e quel ragazzino prodigio, Mark. Agli altri era indifferente la mia presenza, ma non aveva importanza: saremmo andati tutti nella stessa scuola, perciò avremmo fatto sicuramente amicizia. 
Avevamo appena finito di cenare e stavo tornando alla mia camera: era stata una settimana davvero impegnativa e non vedevo l'ora di andarmene a dormire.
Sbadigliai con molta poca grazia e, in quel momento, mi accorsi che davanti a me c'era Chanyeol: era seduto sui gradini d'entrata di una camerata e, accanto a lui, c'era una ragazza. Entrambi stavano suonando la chitarra.  
Non avevo più parlato con Chanyeol dopo la sera in cui era venuto a recuperare un Baekhyun versione diva pazza, all'entrata del campo. Avevo avuto occasione di vederlo spesso, sia in mensa che al corso di pianoforte, dove però si sedeva lontano da me.
Era chiaro che mi evitava perché mi ero comportato male con lui, però un po' mi dispiaceva: mi irritava la presenza di Chanyeol, ma non credevo che mi sarebbe mancato il sorriso che faceva quando mi vedeva.
Era chiaramente impegnato con quella ragazza, ma mi avvicinai comunque. 
- Ciao - dissi, con fin troppo entusiasmo. 
- Ciao - Chanyeol sembrava sorpreso che gli rivolgessi la parola.
- Cosa state facendo? - chiesi, mentre mi torturavo le mani, nervoso. 
Lui si schiarì la voce: era imbarazzato almeno quanto me. 
- Io e Wendy dobbiamo suonare un brano alla lezione di chitarra di domani - indicò la ragazza di fianco a lui, e lei mi sorrise. 
- Sono Wendy.
- Baekhyun - dissi ricambiando il sorriso. 
-Quel Baekhyun? Chanyeol parla un sacco di te. 
Guardai il gigante, che era arrossito fino alla punta delle orecchie. 
- E cosa dice di me? - ridacchiai. 
Wendy fece per dire qualcosa, ma venne interrotta da un Chanyeol rosso come un peperone.
- Dico che sei un piccoletto antipatico e irritante.
- Ehi! - esclamai con finta irritazione - Io non sono piccolo. 
Incrociai lo sguardo con Chanyeol e ci sorridemmo.
- Com'è andata la settimana? - chiese lui, per rompere il silenzio che si era creato. 
- Bene, non ho più avuto crisi di pianto. - ridacchiai.
Chanyeol sorrise, ma poi abbassò lo sguardo, dando la sua attenzione alle corde della chitarra.
- Ho visto che ti sei fatto degli amici.
- Oh sì - mi illuminai - Taeyong e gli altri sono molto carini e simpatici. 
- Certo - Chanyeol non sembrava pensarla come me - Se lo dici tu... 
- Percepisco dell'astio nelle tue parole - dissi, mettendo le mani sui fianchi. 
- È solo che non capisco perché tu voglia così tanto essere loro amico. Sono solo degli snob che si vantano continuamente di essere stati ammessi alla Seoul Academy of Arts. 
- Non sono affatto degli snob - protestai - E voglio diventare loro amico perché, il prossimo anno scolastico, lo frequenterò anch'io alla SAA.
- Oh - Wendy mi guardò, ammirata - Sei stato ammesso? 
- Beh... - arrossii - in realtà non ancora, ma devo rifare l'audizione e, stavolta, andrà bene.
- Perciò frequenti delle persone a cui non piaci, solo perché vanno nella scuola a cui vuoi andare tu - disse Chanyeol - wow, questa sì che è la teoria alla base dell'amicizia. 
Un momento, persone a cui non piacevo? Come poteva dirlo lui, nemmeno li conosceva! 
- Perché dici che non gli piaccio? - il mio tono di voce si alzò più di quanto volessi.
- Non te ne sei nemmeno accorto, tanto sei concentrato a piacergli - Chanyeol parlava in tono calmo, ma fermo - È evidente che non ti hanno accettato nel loro gruppetto: non ti prestano nemmeno attenzione quando parli. E quel Taeyong, ti mangia con gli occhi piuttosto che ascoltarti davvero. 
Lo guardai sorpreso, ma in parte sapevo che aveva ragione: avevo notato che ai ragazzi non importava molto che io ci fossi o no, ma quello che aveva detto su Taeyong non me lo spiegavo. Non me n'ero accorto. 
- Sei solo geloso!
Stupido di un Baekhyun! Se sapevo che aveva ragione, perché lo attaccavo?
- Geloso? - chiese lui, ridendo in modo ironico - E perché dovrei essere geloso?
- Perché ho preferito essere amico loro, piuttosto che tuo! 
Sono davvero uno stronzo. 
L'espressione di Chanyeol si indurì e chiuse il suo quaderno, alzandosi in piedi. 
- Per oggi può bastare, Wendy. Facciamo un'ultima prova domani, prima della lezione. 
Wendy annuì, mentre Chanyeol se ne andava senza dire un'altra parola e senza nemmeno guardarmi. 
Nemmeno io, d'altronde, ero riuscito a dire nulla: avevo già detto abbastanza cattiverie per quella sera. 
Wendy raccolse i suoi spartiti e ripose la chitarra nella custodia; nemmeno lei mi guardava. 
- Io... - sussurrai - Ho esagerato. 
- Credo proprio di sì - disse lei - Sai, quando ho detto che Chanyeol parla sempre di te, non mentivo. Continua a ripetere quanto tu sia talentuoso, sia a suonare il pianoforte che a cantare. È rimasto incantato dalla tua voce e, l'unica cosa che vuole, è essere tuo amico. Stasera credo abbia capito che non è possibile. 
Poi se ne andò anche Wendy, dopo avermi augurato la buonanotte.
Mi sentivo davvero in colpa per quello che avevo detto a Chanyeol, non se lo meritava. Lui era sempre stato gentile con me e io, invece, lo trattavo male ogni volta. 
Dovevo assolutamente scusarmi con lui, sperando che, dopo quello che avevo detto, avrebbe accettato le mie scuse. 



POV CHEN

- Cinque, sei, sette e otto!
Eunhyuk urlava i numeri per darci il tempo e, nei passi più difficili, batteva le mani, giusto per mettere un po' più di ansia. Dopo la mia decisione di mettercela tutta per migliorare nella danza, non avevo perso una sola lezione ed avevo iniziato a provare i passi anche da solo, nascondendomi nel bosco. Inutile dire che non ero migliorato un granché, ma non volevo arrendermi. 
- Basta così - Eunhyuk spense la musica e si mise un asciugamano arrotolato sulle spalle.
Tirammo tutti un sospiro di sollievo: quella lezione era stata davvero dura. 
- Potete andare, ci vediamo domani.
Mi avviai verso la porta, quando sentii il mio nome: - Chen, tu resti. Anche Jongin, Xiumin e Seulgi.
Eunhyuk si mise al centro della stanza, con le braccia incrociate, mentre noi quattro lo raggiungevamo mettendoci in cerchio. Guardai i compagni che si erano fermati con me: erano i tre studenti migliori della classe. Perciò non capivo cosa c'entrassi io in mezzo a loro.
Eunhyuk si schiarì la voce, come a prendere tempo per cercare le parole giuste: - Chen, che ci fai al corso di danza? Sei negato.
Ecco, avrebbe potuto prendersi un po' più di tempo e provare ad essere gentile.
- Io... - abbassai lo sguardo, imbarazzato - mia madre è Kim MinSu.
Lessi lo stupore di tutti i presenti, a parte Jongin che, essendo mio amico, sapeva già chi fosse mia madre.
- Perciò tu sei qui per tua madre? - chiese il professore.
- È stata lei ad insistere perchè io frequentassi il corso di danza. Spera ancora che io diventi almeno un po' coordinato.
Eunhyuk annuì e sorrise: - Sai che ti dico? È vero, non sei per niente portato.
- Grazie - sbuffai.
- Però - continuò lui - Ho notato che ti stai impegnando davvero molto. Apprezzo chi non si arrende di fronte alle difficoltà, perciò voglio darti una mano. Anzi, te la daranno loro. - indicò i ragazzi vicino a me.
- Io non voglio costringere nessuno ad aiutarmi - dissi passandomi la mano tra i capelli, a disagio.
- Ma che dici? - Jongin sorrise e mi diede una pacca sulla spalla - Io ti aiuto molto volentieri.
- Potremmo organizzare i nostri orari, in modo da incastrare un'ora di danza al giorno - la ragazza, Seulgi, mi sorrise amichevolmente.
- Xiumin? - Eunhyuk si rivolse all'unico ragazzo che non aveva ancora parlato.
Lui mi guardò fisso negli occhi per qualche istante, poi anche lui sorrise ed annuì.
- Sono pronto ad aiutare anch'io.
- Bravi. - disse il professore, soddisfatto - Però sappiate che, se entro la fine dell'anno Chen non migliora, vi boccerò tutti. Tranne lui, ovviamente, perchè si è impegnato.
Jongin si strozzò con l'aria cominciando a tossire, mentre gli altri guardavano il professore ad occhi sgranati.
- Stavo scherzando - Eunhyuk alzò gli occhi al cielo - Andatevene ora.
Prendemmo tutti la nostra roba e ci dirigemmo verso lo spogliatoio.
Mi sentivo in colpa: non volevo che quei ragazzi facessero del lavoro in più a causa mia.
- Ragazzi - dissi, in imbarazzo - Se non avete tempo o voglia di aiutarmi non c'è problema. Non voglio che incasiniate i vostri orari per me.
- Smettila Chen. - disse Jongin, sorridendo. - Ci fa piacere darti una mano.
Seulgi annuì: - Tutta la classe ha notato il tuo impegno, e ti meriti dell'aiuto extra. Sarà divertente.
- Bene - Xiumin si mise il cappello a coprirgli gli occhi e si infilò lo zaino - Si inizia domani all'alba.
- Cosa intendi per “alba”?
Nessuno dei tre ragazzi mi rispose mentre uscivano dallo spogliatoio.
- Ehi, che intendevi?
 
*
 
Intendeva le 5 del mattino.
Infatti, eccomi nell'aula di danza, mentre il sole stava ancora sorgendo lentamente all'orizzonte. Erano davvero venuti tutti e tre per aiutarmi e, se non fossi stato ancora mezzo addormentato, mi sarei commosso.
- Devi essere più sciolto Chen - la voce di Xiumin superava il volume della musica - e devi andare a ritmo, resti sempre indietro, rispetto a noi.
Non l'avrei mai detto, ma Xiumin era severo almeno quanto il professore. Dal suo aspetto non sembrava affatto: aveva un viso adorabile ed era basso di statura. Sembrava più giovane di me, invece era ben due anni più grande.
- Non ti distrarre, Chen.
- Scusa. - sbuffai e lui rimise la musica dall'inizio perchè potessimo ripetere la coreografia.
Aveva ragione: mi ero distratto e non era la prima volta. Stavamo provando da quasi un'ora e mi ero perso a fissarlo più di una volta. Ma non era colpa mia: Xiumin era così bravo ed il suo modo di ballare e di muoversi mi incantava.
Mi sarei volentieri seduto in un angolo a guardarlo.
- Chen! - tutti e tre erano fermi e mi guardavano - Ma ti stai impegnando?
Mi sdraiai a terra a riprendere fiato.
- Non potevamo cominciare con qualcosa di più semplice?
- Questa è la coreografia che stiamo imparando con il resto della classe.
Era chiaro oramai: non ce l'avrei mai fatta.
- Forse per oggi può bastare così - disse Jongin, mentre io sospiravo di sollievo.
Grazie amico mio.
- Non demoralizzarti - mi disse Seulgi, tentando di tirarmi su di morale - Ce la farai, e noi ti aiuteremo.
Detto ciò, sia lei che Jongin uscirono dall'aula, dopo aver preso le loro cose ed averci augurato una buona giornata. Xiumin invece era rimasto e, dopo qualche secondo, venne a sedersi vicino al mio corpo sfinito, accasciato a terra.
- Ti posso chiedere una cosa? - disse timidamente.
Il tiranno sexy di poco prima era scomparso, per lasciare il posto ad un esserino adorabile.
- Certo, chiedi pure.
- A tua madre hai mai detto che non vuoi ballare?
Sospirai prima di rispondere: - Tante volte. Pensa che, quando mi sono iscritto qui, non l'avevo nemmeno messo tra i corsi da seguire, ma lei l'ha scoperto e me l'ha fatto aggiungere.
Xiumin rimase qualche istante in silenzio, perso nei suoi pensieri.
- Vorrei essere al tuo posto. Io ho fatto i salti mortali per convincere i miei a pagare i corsi di danza ogni anno. Non sono mai stati d’accordo con questa mia passione.
- Mi dispiace.
Notai il suo sguardo serio che si trasformò in un sorriso, appena si accorse che lo stavo guardando.
- È meglio andare ora, o faremo tardi alle prossime lezioni.
- Che altri corsi segui? - gli chiesi alzandomi in piedi e pulendomi i pantaloni dalla polvere del pavimento.
- Il corso di canto.
Lo guardai, sorpreso: - Davvero?
- Già, sono molto più bravo a ballare che a cantare, ma me la cavo comunque.
Sorrisi: - Anche io canto!
- Lo so - disse velocemente, per poi arrossire - Cioè.. mi è capitato di sentirti cantare. Sei bravissimo.
- Grazie. - arrossii anch'io per il complimento, poi mi schiarii la voce per toglierci dall'imbarazzo.
- Andiamo, a quest'ora non ci sarà ancora nessuno a fare colazione. Possiamo prendere tutto ciò che vogliamo.
Presi la mia roba e lo precedetti fuori dall'aula. Sentivo che, con Xiumin, sarebbe potuta nascere una bella amicizia. 

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Capitolo 7
*** 7. LA GITA NEL BOSCO ***


 
7. LA GITA NEL BOSCO
 
POV BAEKHYUN
 
Quella mattina mi ero svegliato con un peso nel petto.
Sapevo cos'era, ma non ero abituato a provare quel sentimento: senso di colpa.
Esatto, mi sentivo tremendamente in colpa per come avevo trattato Chanyeol la sera prima. Scesi velocemente dal letto e raccolsi le mie cose, avviandomi poi alle docce in comune.
Il piano era questo: finita la doccia, sarei andato da Chanyeol e gli avrei chiesto perdono, anche in ginocchio se necessario. Avrei fatto di tutto pur di far scomparire quella orribile sensazione, sennò avrebbe rovinato la mia giornata.
Arrivai ai bagni e vidi alcuni ragazzi uscire: speravo non ci fossero molte persone, così avrei fatto presto e sarei riuscito a bloccare Chanyeol, prima che uscisse dalla sua camerata.
Avevo appena messo piede nel bagno, quando sentii una voce roca a me molto conosciuta. Così sorrisi ed entrai.
- Chanyeol!
Rimasi bloccato a fissare il gigante davanti a me, che mi guardava a sua volta, sorpreso per la mia entrata improvvisa. In realtà, i miei occhi si soffermarono ben poco sui suoi, perchè poi scivolarono giù: sul suo petto nudo, sui suoi addominali e su tutta la parte sotto la vita, che era coperta solo dai boxer.
Stavo sbavando? Possibile.
Qualcuno si schiarì la voce e, solo in quel momento, mi accorsi dell'altro ragazzo nel bagno, pure lui mezzo nudo e pure lui incredibilmente bello.
Ero morto e finito in paradiso? O forse stavo ancora dormendo.
Beh, non svegliatemi mai più.
- Ciao Baekhyun – la voce di Chanyeol, mi distolse dalle mille fantasie poco caste che mi avevano affollato la mente.
- Ehi, non credevo di trovarti qui. Ti volevo cercare per scusarmi con te, ma sei già qui perciò...
Posai i vestiti sulla panca di fronte alle docce e mi inchinai davanti a Chanyeol.
- Perdonami. Mi sono comportato molto male con te e ho detto delle cose cattive, scusa.
Azzardai un'occhiata verso di lui, evitando di farmi distrarre dagli addominali, e lo vidi arrossire, mentre l'altro ragazzo ridacchiava.
- M-ma certo che ti perdono, Baekhyun.
- Davvero? - sorrisi, rimettendomi dritto.
Era stato più facile di quanto mi aspettassi.
- Che carini, avete fatto pace - disse l'altro ragazzo, per poi abbassarsi i boxer, restando nudo davanti a noi.
Era il paradiso, ora ne ero sicuro.
Ed ero anche sicuro che il detto "naso grande, pene grande" fosse vero.
Il ragazzo aprì l'acqua di una delle docce e si infilò dentro.
- Non ti impicciare, Sehun - lo rimproverò Chanyeol e mise le mani sul bordo dei suoi boxer, per toglierli.
Dovevo avere un'espressione da maniaco sessuale perchè, appena si era accorto che lo guardavo, si era bloccato.
- Baekhyun, tu non fai la doccia?
- Eh? - mi sforzai di guardarlo in faccia - Ah sì, è vero.
Mi voltai iniziando a spogliarmi e Chanyeol ne approfittò per togliersi i boxer ed infilarsi nella doccia.
Accidenti, non dovevo distrarmi!
Notai che, però, da sopra lo sportello della porta, mi lanciava delle occhiate. Ghignai e ci misi più tempo del necessario per spogliarmi ma, quando mi voltai per guardarlo maliziosamente, si era girato dandomi le spalle.
 Ma dai, così mi togli tutto il divertimento!
Sbuffai e finii di spogliarmi, per poi entrare nella doccia libera, tra quella di Chanyeol e quella di Sehun.
Sì, la mia mente perversa si stava chiedendo come fosse stare in mezzo a quei due.
- Sehun, come va il corso di flauto? - chiese Chanyeol, sicuramente per interrompere il silenzio imbarazzante che c'era nel bagno.
- Bene, abbiamo un nuovo insegnante quest'anno.
- E com'è?
- Sexy - rispose Sehun e, sia io che Chanyeol, voltammo la testa verso di lui, per guardarlo.
- Sehun - lo ammonì Chanyeol - È un'insegnante.
- E per questo non può essere sexy?
- Ci sono parecchi insegnanti sexy qui - intervenni io, e mi beccai un'occhiataccia da Chanyeol.
- Non istigarlo, per favore.
Sehun rise: - Dici così perchè non l'hai ancora visto. Si chiama Luhan ed è proprio il tipo che piace a te: aspetto adorabile, viso da cucciolo, impertinente... proprio come questo qui - concluse indicando me - Il tuo tipo ideale.
Arrossii e vidi Chanyeol lanciare il sapone addosso a Sehun, facendolo volare oltre la mia doccia.
- Smettila di dire stronzate Sehun, ma soprattutto lascia stare quel professore. Non vorrai farlo licenziare e farti cacciare?
Sehun fece spallucce e chiuse l'acqua della doccia.
- Chi l'ha detto che si deve venire a sapere? Lo sai tu e lo so io, nessun'altro.
Poi Sehun mi guardò, con i suoi profondi occhi neri, e mi mancò il fiato.
- Io non ho sentito niente - dissi con fin troppa convinzione.
- Bene - Sehun uscì dalla doccia e si mise un asciugamano intorno alla vita.
- Sei impossibile - Chanyeol sospirò - Almeno fa attenzione.
- Sì, mamma. - disse Sehun uscendo ed alzò una mano per salutarci.
Eravamo rimasti io e Chanyeol da soli e il silenzio era nuovamente calato nel bagno. Nessuno entrava, perciò l'unico suono era quello dell'acqua delle docce che scorreva.
- Senti Baekhyun - disse Chanyeol senza guardarmi - Per quello che ha detto prima Sehun...
Oddio, voleva davvero affrontare questo discorso? Avevo appena scoperto di essere il tipo di ragazzo che piaceva a Chanyeol. Anzi, avevo scoperto che a lui piacevano i ragazzi e, ripensando al discorso che avevo fatto giorni prima con Kyungsoo, in effetti anche lui era il tipo di ragazzo che piace a me.
- Non preoccuparti - intervenni, per cercare di cambiare discorso - Non parliamone e non pensiamoci, okay?
Chiusi l'acqua della doccia ed uscii: dovevo andarmene da quella situazione imbarazzante.
Sciolsi velocemente l'asciugamano, ma la mia piccola parte perversa, era consapevole che, in quel momento, Chanyeol aveva piena visuale sul mio fondoschiena nudo. Perciò, prima asciugai le braccia ed il petto, poi finalmente mi misi l'asciugamano intorno alla vita.
- Ci vediamo a lezione Chanyeol - dissi senza voltarmi a guardarlo, perchè sapevo che mi stava fissando.
- A dopo - rispose lui, in un sussurro.
Sorrisi: era così divertente mettere in imbarazzo quel gigante.
 
 
 
POV LUHAN

Ero ancora in ritardo, accidenti! Non potevo continuare così: dovevo dare il buon esempio ai miei studenti.
Corsi fuori dalla mia stanza e mi avviai verso l'aula. Tenevo la borsa ed il flauto con una mano, mentre nell'altra avevo un pacco di libri, spartiti e fogli con gli esercizi da assegnare. Camminare velocemente in quelle condizioni, era parecchio complicato, e dovetti fermarmi a riprendere fiato appoggiandomi ad un muro, per evitare che tutto ciò che tenevo in mano cadesse.
Così facendo, però, ci stavo mettendo ancora più tempo.
Bene Luhan, sei davvero un modello per i tuoi alunni. A proposito di alunni, ma quello non era...
- Sehun! - chiamai il ragazzo poco distante da me che, fortunatamente, mi sentì e si voltò.
- Aiutami, per favore. - quasi lo implorai e lui prese il pacco di libri e fogli che tenevo in mano. 
- È un miracolo che non ti sia ancora caduto niente. - commentò lui. 
- Devo portare tante cose, non posso farci nulla. 
- Se mi paghi potrei venire ad aiutarti ogni giorno a portare la tua roba da un posto all'altro. 
Risi per quella strana idea: - Sentiamo, quanto dovrei pagarti? Ti avverto che il mio stipendio da insegnante non è un granché. 
Sul viso di Sehun si formò un ghigno.
- Chi ha parlato di pagamento in denaro? 
Ah. Sicuramente avevo inteso male. 
- E come vorresti essere pagato?
Sehun si guardò intorno, poi si avvicinò a me spingendomi con la schiena al muro. 
- Avrei un paio di idee - sussurrò vicino al mio orecchio.
Sentii un brivido scorrermi su tutto il corpo e lo spinsi lontano, con la mano libera.
- Che ti salta in mente? Sono un tuo insegnante! - esclamai, ma la mia voce tremante mi tradiva. 
Sehun scoppiò a ridere e riprese a camminare. 
- Sehun! - lo chiamai camminando veloce per raggiungerlo - Non fare mai più una cosa del genere. 
- Dovresti rilassarti un po'. - rispose lui fermandosi davanti alla classe. 
Come sospettavo, l'aula era già piena, mancavamo solo noi due. 
- Dicevo sul serio prima - disse il mio alunno, guardandomi serio. 
Io arrossii sotto il suo sguardo e lui ghignò.
- Quando ti ho detto che ti avrei aiutato a portare la roba.
- Ah - abbassai lo sguardo, imbarazzato. Ma che mi prendeva? Mi stavo comportando come un ragazzino con una cotta per il bel tenebroso. 
- Credo di potercela fare da solo.
- Come vuoi. - Sehun entrò nell'aula e posò la mia roba sulla cattedra, poi andò a sedersi al suo posto, senza più degnarmi di uno sguardo.
 
*
 
Era ormai sera ed ero ancora in aula per finire di preparare la lezione per il giorno dopo. Fuori si sentivano solo i versi dei grilli e le risate degli alunni in lontananza. Ero così concentrato, che non mi ero accorto subito di lui che, appoggiato allo stipite della porta, mi osservava. Quando lo vidi con la coda dell'occhio, sussultai spaventato.
- Sehun! Che ci fai qui?
Lui incrociò le braccia al petto: -Stavo per andare a dormire, ma ho visto la luce accesa. Stai ancora lavorando?
- Sì, se vuoi fare lezione domani. - risposi con la voce che tremava. Non dovevo essere così nervoso, Sehun avrebbe potuto pensare che lo ero a causa della sua presenza. Anche se era inutile negarlo: era proprio così. Ogni volta che appariva, mandava in crisi ogni mio pensiero e il mio autocontrollo.
- Allora resto finchè non hai finito. - lui entrò ed andò a sedersi al suo banco, in penultima fila.
- Non è necessario che resti, è tardi. - dissi tornando a scrivere i miei appunti.
- Ti aiuto a portare la tua roba in camera.
Il mio cuore cominciò a battere impazzito: voleva accompagnarmi nella mia stanza ed ero certo che questa fosse davvero una pessima idea. Finsi indifferenza e gli lancia un'occhiata vedendo che mi stava fissando. Aveva la schiena appoggiata alla sedia e i piedi incrociati sopra il banco.
Passai un'altra mezz'ora a preparare la lezione, ma quando finii, non potei far finta di nulla. Chiusi i miei libri e li impilai uno sopra l'altro.
- Finito.
Sehun si alzò e si avvicinò a me, prese la mia borsa e i libri. Poi, in silenzio, si avviò fuori dall'aula e io lo seguii. Non c'era più nessuno in giro ormai, solo qualche studente che usciva dalla camera per andare al bagno o a trovare i propri amici.
Tra me e Sehun regnava il silenzio: nessuno dei due parlava e, mentre io mi sentivo incredibilmente imbarazzato, Sehun manteneva quella sue aria indifferente che mi impediva di capire cosa gli passasse per la testa. Più ci avvicinavamo alla mia stanza, più il mio nervosismo aumentava. Cosa sarebbe successo? Probabilmente Sehun sarebbe entrato per portare dentro i libri, e poi?
Dovevo smetterla di pensare a certe cose, magari Sehun voleva solo essere gentile con me. Arrivammo davanti alla mia stanza e cercai le chiavi in tasca, per poi aprire la porta. Appena entrato, Sehun si guardò intorno scrutando la camera. Io appoggiai il flauto sul tavolino, poi gli presi i libri dalle mani, senza che se ne accorgesse, tanto era perso nei suoi pensieri.
- È molto piccola - commentò appoggiando la borsa a terra.
- Sì, però a me basta.
Giocherellavo nervoso con le mie mani. Una parte di me stava sperando che Sehun se ne andasse in fretta, ma l'altra voleva che restasse ancora con me.
Lui mise le mani in tasca: - Ora devo andare, se qualcuno mi vedesse qui, potrebbe farsi un'idea sbagliata.
Annuii: - Grazie per l'aiuto.
Lui fece spallucce ed uscì dalla stanza. Stavo per chiudere la porta, quando Sehun la bloccò con la mano: il suo viso era vicinissimo al mio e i suoi occhi si fermarono sui miei. Non riuscivo a muovermi, ero come incatenato dal suo sguardo.
- Non mi hai pagato per l'aiuto.
Stavo per ribattere, quando Sehun avvicinò pericolosamente le labbra alle mie. Lasciò che si sfiorassero appena, poi si spostò, senza che si fossero davvero toccate.
- Ci vediamo domani, ti aiuto a portare tutto in classe.
Camminò all'indietro salutandomi e poi sparì.
Quel ragazzo era strano e, soprattutto, era un mio studente. Nonostante ciò, mi piaceva da impazzire.
 
 
 
POV CHANYEOL
 
Quella mattina venni svegliato dal rumore dei piedi che battevano sul pavimento: tre miei compagni di camera stavano provando una coreografia. Mi coprii le orecchie con le mani, ma il loro continuo movimento, mi impediva di riaddormentarmi.
- Ragazzi - mugugnai, nascondendo la testa sotto il cuscino.
- Scusa - disse Xiumin, senza fiato - il professore di danza è severo e non vogliamo rischiare di essere sgridati.
-Ma se siete bravissimi - replicati.
Jongin si sedette sul mio letto: - C'è sempre la possibilità di migliorare. Ora che stiamo anche aiutando Chen, non dobbiamo rischiare di rimanere indietro.
Uscii dal mio nascondiglio e sbadigliai: - Chen è il ragazzo in camera con Baekhyun?
Xiumin e Jongin si scambiarono un'occhiata e ridacchiarono.
- Che c'è? - chiesi confuso.
Lay si lanciò sopra il mio letto e fece ondeggiare sia me che Jongin.
- Ci chiedevamo quanto ci avresti messo a nominare Baekhyun - mi spiegò Lay - Diciamo che non sei andato oltre i trenta secondi.
Detto ciò, il mio amico cinese allungò le mani verso Jongin e Xiumin, che vi posarono dei soldi.
- Avevo riposto la mia fiducia in te, Yeol. - Xiumin sbuffò.
- Ma che state dicendo? - li guardai sempre più confuso.
- Chanyeol - Jongin parlò lentamente, neanche fossi un bambino - Abbiamo capito che ti piace Baekhyun.
Arrossii fino alla punta delle orecchie: - Non è vero!
I miei tre amici scoppiarono a ridere.
- Certo, non ti piace neanche un po'. - la voce di Sehun arrivò attutita dal mucchio di coperte sotto cui era nascosto.
- Smettetela! - sbottai, più imbarazzato che infastidito - Baekhyun mi è simpatico, niente di più.
- Anche a me tu sei simpatico - disse Lay - Eppure non parlo continuamente di te. Sehun, invece, ha una cotta per il suo insegnante di flauto, e ne parla almeno quanto tu parli di Baekhyun.
- È vero - confermò Sehun, tirando ancora di più le coperte sopra la testa.
Lanciai le mie addosso a Lay e mi alzai dal letto: - Vi state sbagliando. Io e Baekhyun non possiamo nemmeno definirci amici.
- Questo non vuol dire che lui non ti piaccia.
- Immagino tu ci abbia messo un po' a farti passare l'erezione ieri, dopo averci fatto la doccia insieme. - bofonchiò Sehun.
- Ci hai fatto la doccia insieme?! - esclamarono gli altri tre all'unisono.
- No, eravamo solo a farci la doccia nello stesso momento.
- Perciò l'hai visto nudo?! - la loro curiosità era irritante.
- Sì, più o meno - mi passai le mani sul viso - E in ogni caso, non sono affari vostri.
- In realtà lo sono, perchè siamo amici. - precisò Xiumin, mentre Lay annuiva d’accordo e si alzava dal mio letto.
- Sarai felice, visto che oggi il professor Henry ha chiesto la presenza della classe per l'intera giornata. Avrai un sacco di tempo da passare con Baekhyun.
Raccolsi la prima cosa che mi capitò tra le mani, cioè una mia scarpa, e la lanciai addosso a Lay.
- Smettetela tutti. Non mi piace Baekhyun e, anche se fosse, a lui io non piaccio. Perciò questo discorso finisce qui.
Prima che potessero replicare, presi i miei vestiti ed uscii dalla camerata. Non sapevo cosa fosse passato per la testa ai miei amici per aver pensato che Baekhyun mi piacesse.
Non mi piaceva affatto.
Davvero.
Per nulla.
 
*
 
Arrivai in classe insieme a Lay e vedemmo che il professor Henry non era ancora arrivato. Ci sedemmo, curiosi di sapere cosa aveva in mente e Lay cominciò ad elencare una serie di possibilità, una più assurda dell'altra. Stavo ridendo come un pazzo, quando notai che era entrato Baekhyun. Per mia sfortuna, se n'era accorto anche Lay: iniziò a sbracciarsi chiamandolo e gli indicò il posto di fianco a me.
- Che stai facendo?! - gli chiesi sottovoce.
- Baekhyun! Vieni, qui c'è un posto.
Il mio amico mi aveva ignorato senza pietà, ma la cosa che mi sorprese, fu che Baekhyun venne davvero a sedersi vicino a me.
- Buongiorno. - disse sorridendo e io ero talmente sorpreso, che non ricambiai subito il saluto.
- Buongiorno - fortunatamente, Lay fu meno maleducato di me e lo salutò con un gran sorriso - Non ci siamo ancora presentati. Mi chiamo Lay.
- Baekhyun.
- Sì, lo so. - guardai Lay, intimandogli con lo sguardo di non dire niente di stupido.
Baekhyun lo osservò dubbioso e io intervenni, per evitare che Lay parlasse ancora.
- Allora, secondo voi cosa vuole fare il professor Henry per tutto il giorno?
Proprio il quel momento, il diretto interessato entrò ed andò a posizionarsi al pianoforte, proprio al centro dell'aula. Vedendolo entrare, tutti si ammutolirono, in attesa.
- Buongiorno a tutti. Come sapete, oggi ho richiesto la vostra presenza per l'intera giornata, perchè ho organizzato una bella gita.
Io e Baekhyun ci scambiammo uno sguardo confuso mentre il professore indicava alle nostre spalle: in fondo alla classe c'erano delle tastiere elettriche. Erano parecchie, probabilmente tante quanti eravamo noi studenti.
- Ora voglio che ognuno di voi prenda una di quelle tastiere. Poi ce ne andiamo a fare una passeggiata nei boschi. Forza, vi aspetto fuori!
Detto ciò, Henry uscì dall'aula e i primi ragazzi si avviarono a prendere la loro tastiera.
- Vuole fare lezione all'aperto. - disse Baekhyun.
- Che bello! - Lay era entusiasta, come sempre del resto. Si alzò e corse a prendere la sua tastiera.
- Chissà perchè lo fa - disse Baekhyun, alzandosi a sua volta - lezione fuori intendo. Non è più comodo qui?
- Non lo so, Henry ha sempre idee strane.
Quando fu il nostro turno di prendere le tastiere, vedemmo che erano rimaste solo due tastiere, entrambe molto grandi. Baekhyun le guardò per un momento, indeciso, poi prese la più piccola e se la mise in spalla. Io feci altrettanto con la mia e notai che non aveva un peso indifferente.
- Ce la fai a portarla? - gli chiesi preoccupato.
- Certo che ce la faccio, non sono un rammollito! - disse lui con convinzione ed uscì con gli altri. Sarebbe stata per tutti una lunga giornata.
 
*
 
Baekhyun non ce la faceva. Avevamo camminato per un po' vicino a Lay ma, dopo l'ennesima volta che Baekhyun si fermava, il mio amico andò avanti senza di noi.
Il professor Henry ci aveva portato a fare una gita nel bosco, ma non si era limitato ad inoltrarsi nelle radure vicino al campo. Camminavamo ormai da più di un'ora e il terreno era spesso in salita, perciò camminare con quelle tastiere non era facile, soprattutto per Baekhyun che doveva portarne una troppo grande per lui. Si fermava continuamente a riprendere fiato e la appoggiava a terra, ma non si era lamentato una sola volta. La cosa mi sorprese parecchio: probabilmente non voleva apparire debole davanti a tutti.
Finalmente il professore si fermò in uno spiazzo d'erba e ci disse di sederci dove saremmo stati più comodi. Sentii Baekhyun tirare un sospiro di sollievo e posò la sua tastiera di fianco alla mia. Il professore si sedette su un grande masso e aveva un sorriso soddisfatto mentre faceva scorrere lo sguardo su tutti noi.
- Lay.
Il mio amico sussultò sentendo il suo nome così improvvisamente.
- Ora voglio che tu chiuda gli occhi e ascolti quello che ti circonda. Voglio che senti il calore del sole sulla pelle e il rumore degli animali che si muovono nel bosco. Voglio che ti concentri sulle emozioni che stai provando e su quelle che ti dà ciò che ti circonda. Poi voglio che le rendi una melodia che suonerai per noi.
Lay, come tutti noi, lo fissò confuso.
- Cioè vuole che io improvvisi?
- Già - disse Henry entusiasta - Voglio che ti faccia ispirare dalle emozioni che provi, da quello che senti.
Lay fece un respiro profondo e chiuse gli occhi, restò così qualche secondo prima di riaprirli e puntare lo sguardo verso il cielo. Alla fine, posò le dita sulla tastiera e iniziò a suonare la sua melodia.
Era partito un po' incerto, ma poi divenne sempre più sicuro di sè e il risultato fu una melodia molto emozionante. Henry aveva ascoltato ad occhi chiusi  e con il sorriso sulle labbra. Quando Lay finì, annuì soddisfatto.
- È esattamente quello che intendevo! - si alzò in piedi applaudendo e noi ci unimmo a lui. Poi ci fece segno di seguirlo e si incamminò nuovamente nel bosco.
- Dobbiamo camminare ancora? - Baekhyun guardò esausto tutti gli altri  seguire il professore.
- Se non ce la fai, potremmo chiedere di tornare indietro. - proposi, ma lui scosse subito la testa.
- Non ci penso nemmeno. Ce la faccio.
Continuammo così per tutta la mattina: camminavamo e ci fermavamo a suonare. Quando fu il mio turno, mi lasciai ispirare dalle intense emozioni che quella giornata mi stava facendo provare. Il tempo era bellissimo e l'atmosfera di pace e tranquillità nel bosco si univano all'emozione che provavo nell'avere Baekhyun così vicino a me e nel poter passare con lui così tanto tempo.
All'ora di pranzo, Henry aprì il suo zaino e distribuì un panino ad ognuno di noi.
Poi, ripartimmo. Io e Baekhyun eravamo sempre gli ultimi del gruppo, ma non mi dispiaceva. Nonostante camminassimo senza quasi rivolgerci la parola, mi faceva piacere stare vicino a lui ed incoraggiarlo a continuare. Mi aveva sorpreso quel giorno: si vedeva che faceva molta fatica, ma continuava coraggiosamente a portare la sua tastiera per tutto il percorso. Improvvisamente, però, Baekhyun si fermò e posò a terra la tastiera, poi si massaggiò la spalla sospirando, stanco. Era ormai pomeriggio e avevamo camminato tanto, fermandoci solo per sentire uno degli altri ragazzi suonare.
- Sono stanco. 
Finalmente lo ammetteva. Sorrisi e presi anche il suo strumento, poi ripresi a camminare. 
- Aspetta - Baekhyun mi seguì: ora che non aveva il peso da portare, era più veloce. 
- Non devi tenere anche la mia. 
- Non preoccuparti - sorrisi rassicurante - Riesco a portarle entrambe. 
- Sicuro? - mi chiese lui preoccupato ed io annuii.
Camminammo ancora un po', per poi fermarci in una radura molto estesa: era davvero stupenda, con i fiori selvatici che crescevano ovunque. Ci sedemmo sparsi sul prato e Henry indicò subito Baekhyun.
Lui sembrò sorpreso, come se non si fosse reso conto che, prima o poi, sarebbe stato anche il suo turno. 
- Forza Baekhyun, facci sentire qualcosa. 
Lui sistemò la tastiera, per poi appoggiare le dita sui tasti. Restò fermo immobile per qualche secondo, poi mi guardò spaventato. 
- Non so cosa suonare. - disse lanciando un'occhiata a Henry, che era già in attesa, ad occhi chiusi. 
- Lasciati andare. Devi trasformare le tue emozioni in musica - sussurrai e gli sorrisi - ce la puoi fare. 
Baekhyun annuì e fece un respiro profondo, poi iniziò a suonare. 
Mi dispiace ammetterlo, ma era un disastro: suonava un paio di note e poi si bloccava. Continuò così, finché non cominciò a suonare una canzone che, però, ero sicuro di conoscere. 
- Questa esiste già, Baekhyun. 
Henry aprì gli occhi e li puntò sul ragazzo accanto a me. 
- Io.. lo so - disse lui arrossendo.
- Il compito è suonare qualcosa di proprio. Qualcosa che derivi dalle emozioni che si provano. 
- Io non... - Baekhyun rimise le dita sulla tastiera. C'era un'espressione sicura sul suo viso. Suonò ancora qualche nota, ma anche questa serie formava una composizione molto famosa. 
Henry si avvicinò a noi e si inginocchiò di fronte a Baekhyun. 
- Non provi nessuna emozione ora, stando qui, in questa splendida radura?
- Ma certo che provo emozioni. - disse lui leggermente irritato. 
- Bene, allora lasciati guidare. Lascia andare la musica che è dentro di te. 
Baekhyun era davvero in difficoltà: riprovò a suonare, ma non aveva davvero idea di come fare. Era troppo abituato a suonare qualcosa già creato a composto da altri. Certo, in quello era bravissimo, ma così facendo suonava come un robot, non faceva provare alle persone nessuna emozione. 
Henry sospirò: - Basta così. 
- Non importa. - intervenni io. Sapevo che non dovevo mettermi in mezzo, non ero io il professore. Ma vedere Baekhyun così in imbarazzo davanti a tutti, mi aveva fatto sentire il bisogno di sostenerlo. 
Per mia fortuna, Henry era d'accordo con me. 
- Chanyeol ha ragione, per ora non importa. Questo era solo un esercizio per aiutarvi ad esprimere le vostre emozioni e, portandovi qui, ho pensato che vi sareste ispirati meglio. Tu devi lavorare su questo, Baekhyun. Quando suoni, io vedo un ragazzo che lo fa in modo impeccabile, ma che non prova assolutamente nulla. Sai, ho notato una cosa: tutti i tuoi compagni avevano il sorriso sulle labbra mentre suonavano. Alcuni sono andati bene, altri non molto e potrebbero migliorare. Ma tutti sorridevano e si divertivano, nonostante fossero concentrati. Tu, invece, eri serio e ingessato nemmeno un piccolo sorriso è apparso sul tuo viso. Mai. 
Poi Henry si alzò e aprì le braccia, girandosi verso gli altri ragazzi: 
- Baekhyun era l'ultimo, perciò ora possiamo tornare. Seguitemi, non voglio perdere qualcuno di voi proprio alla fine della giornata. 
Si avviò per il sentiero dal quale eravamo arrivati e, piano piano, tutti lo seguirono.
Tutti, tranne Baekhyun, che era ancora immobile, con lo sguardo perso nel vuoto. Mi alzai e presi sia la mia tastiera che la sua. 
- Andiamo Baekhyun. - gli dissi con un sorriso. Avevo notato che anche Lay era rimasto indietro per aspettarci.
- Baek...
- Non l'ho mai fatto. Improvvisare intendo... - disse lui, con voce rotta - Mi sono sempre limitato a suonare quello che serviva per un saggio, o per l'audizione. Non ho mai improvvisato, né creato una mia melodia. 
Guardai Lay in cerca di aiuto e lui colse la mia preoccupazione. Si avvicinò e si inginocchiò davanti a Baekhyun, esattamente dove si trovava prima il professore. 
- Ehi, non vorrai arrenderti? Ora sai su cosa devi migliorare. Pensa che io, al contrario, fatico tantissimo ad attenermi ad una melodia già composta. 
- Davvero? - Baekhyun lo guardò sorpreso e la sua espressione era così adorabile, che fece sorridere entrambi. 
- Già - continuò il mio amico cinese - Inizio a seguire lo spartito, ma poi modifico la melodia e suono altre note, altri accordi... 
Lay si alzò ed allungò una mano verso Baekhyun, che la afferrò subito, alzandosi a sua volta.
- Ognuno di noi ha le proprie difficoltà, ma siamo qui per migliorare - dissi io - ora meglio andare, abbiamo già perso gli altri. 
Baekhyun annuì e si avvicinò a me, con l'intento di prendere la tastiera.
- La porto io - dissi con convinzione - Tu sei stanco. 
- Grazie. - Baekhyun mi sorrise dolcemente e il mio cuore cominciò a battere così forte, che temevo potesse sentirlo. 
Mentre tornavamo verso il campo, riflettei sui miei sentimenti per Baekhyun. Non ero un idiota: avevo capito che lui non mi era indifferente, ma il suo disinteresse verso di me mi bloccava.
Avrei fatto meglio ad ignorare i miei sentimenti, oppure dovevo lasciarmi andare e capire quello che davvero provavo? Non lo sapevo, ma ero certo che tutto ciò poteva passare in secondo piano. 
Ora Baekhyun aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse ad amare il pianoforte e che lo spronasse a suonare qualcosa di personale, di creato direttamente da lui. 
E io avevo tutte le intenzioni di essere quel qualcuno.

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Capitolo 8
*** 8. AMICIZIE PERICOLOSE ***


8. AMICIZIE PERICOLOSE

POV KYUNGSOO

- Lo mangi questo? - mi chiese Jongin, rubando il cibo dal mio piatto. 
- Ormai no. - risi e lo guardai incuriosito da quella fame improvvisa. 
- Da quando mi sveglio all'alba per aiutare Chen, arrivo a colazione affamato. 
- È normale se inizi l'allenamento così presto.
Jongin annuì, d'accordo con me, poi guardò il piatto di Suho con occhi famelici. 
- Non ci pensare nemmeno. - disse il responsabile, coprendo con le mani la sua colazione, per proteggerla dalle grinfie del mio ragazzo. 
- Ho ancora fame. - piagnucolò lui e, in quel momento, Chanyeol si sedette vicino a noi. 
Non fece nemmeno in tempo a salutarci, che già dal suo piatto erano spariti metà dei biscotti. 
- Li mangi questi? - chiese Jongin, con la bocca già piena.
- No, non mi andavano poi molto. 
Chanyeol sembrava più divertito che arrabbiato per il furto della sua colazione. 
- Sei di buon umore stamattina, Yeol? 
Il gigante sorrise e addentò uno dei biscotti che erano stati risparmiati dal mio ragazzo. 
- Ho un piano per domani.
- C'entra con Baekhyun? - chiese Jongin ancora con la bocca piena. 
Il gigante annuì subito: - Deve riuscire a sbloccarsi ed esprimere i suoi sentimenti con la musica. E io lo aiuterò. 
- Sicuro che non sia tutto un piano per stare più tempo con lui? 
Sia io che Suho guardammo stupiti Chanyeol, che era visibilmente arrossito.
- Ti piace Baekhyun? - Suho fece la domanda che entrambi avevamo in mente. 
- Io.. beh, credo di...
- Buongiorno ragazzi! 
Sentendo quella voce, Chanyeol sussultò spaventato, rovesciandosi il thè su tutti i vestiti: Baekhyun era alle sua spalle e ora lo guardava preoccupato.
- Stai bene?
Il più alto annuì, mentre cercava di asciugarsi come meglio poteva. 
- Forse è meglio se torno in camera a cambiarmi - disse senza alzare una sola volta gli occhi su Baekhyun.
- Ti serve aiuto? - gli chiede e Chanyeol scosse più volte la testa. 
- Tranquillo. Ci vediamo dopo ragazzi. - disse sparendo fuori dalla mensa. 
- Ma che gli è preso? - chiese Baekhyun, guardandoci confuso. Potevo vedere un enorme punto di domanda sopra la sua testa. 
Jongin si infilò in bocca il resto della colazione del gigante e fece spallucce. 
- Bella giornata, vero? - disse Suho, nel disperato tentativo di distogliere l'attenzione dal comportamento bizzarro del gigante. 
- Vero - intervenni io - Perché non ti siedi con noi, Baekhyun?
Lui si guardò intorno e, ad un certo punto, il suo sguardo si illuminò. 
- Non posso, Taeyong mi sta aspettando. 
Ci voltammo tutti seguendo il suo sguardo e vedemmo Taeyong, seduto insieme agli altri ragazzi che Baekhyun nominava spesso. Senza un'altra parola, quest'ultimo li raggiunse, sedendosi al tavolo con loro.
- Eccomi, ho fatto prima che ho potuto. 
Chanyeol era tornato, con i vestiti puliti ed un gran sorriso sulle labbra. 
- Dov'è Baekhyun? 
Abbassammo tutti lo sguardo sui nostri piatti e il gigante fece scorrere il suo per la mensa. Quando vide Baekhyun al tavolo con Taeyong, si lasciò cadere sulla panca, affranto. 
- Meglio che mi sbrighi a finire la colazione. - disse, ma poi vide il suo vassoio tra le mani di Jongin.
- Mi dispiace - disse il mio ragazzo, sorridendo colpevole.
Chanyeol sospirò e si alzò dalla panca.
- Ci vediamo a lezione. - borbottò prima di avviarsi di nuovo verso l'uscita. 
- Gli piace Baekhyun, vero? - chiese ancora Suho e Jongin annuì. 
Poi tutti e tre ci voltammo a guardare il ragazzo, che rideva e parlava con Taeyong, pendendo dalle sue labbra.
 
*
 
Avevo passato tutta l'ora di canto ad ascoltare Baekhyun che, entusiasta, parlava di un certo gruppo musicale di cui doveva assolutamente vedere il nuovo video. Non era stato zitto un momento e fui felice quando la lezione finì. Non aspettai né lui né Chen e mi avviai verso la mensa: avevo deciso di organizzare un picnic con Jongin quel giorno. Volevo andare in un posto un po' appartato, stendere un telo e passare il pomeriggio con il mio ragazzo. 
Avevo già preparato il cestino con il pranzo grazie all'aiuto della cuoca.
Però, visto l'appetito di Jongin quella mattina, volevo aggiungere qualcos'altro prima di andare ad aspettarlo fuori dall'aula di danza. 
Entrai e subito la cuoca, Sunny, mi accolse con un gran sorriso. 
- Ciao Kyungsoo, ho messo il tuo cestino lì. - disse indicando il bancone vicino alla finestra. 
-Quello che ho preparato non basta. Jongin è un pozzo senza fondo in questi giorni. 
Lei rise: - Serviti pure. Se vuoi altri panini trovi il pane nella dispensa, sennò sto preparando il pranzo per gli altri.
Aggiunsi altri panini e misi del riso in un paio di vaschette, poi riempii il cestino al massimo. 
- Dev'essere davvero affamato se hai preso così tanta roba. - Sunny guardò il cestino che sembrava sul punto di esplodere. 
- Si sta allenando tanto ultimamente. È anche per questo motivo che ho pensato ad un picnic: voglio che, per un pomeriggio, si riposi e si rilassi. Deve staccare la spina per un po’.
- Sei molto innamorato, vero? - lei sorrise e io arrossii.
- Devo scappare - dissi in imbarazzo e trascinai il cestino fuori dalla mensa. Pesava parecchio, ma appena fossi arrivato da Jongin, mi avrebbe aiutato a portarlo.
Mi stavo avvicinando all'aula di danza e già vedevo i primi ragazzi che uscivano stanchi. Incrociai Xiumin e Chen, che mi salutarono.
- Se cerchi Jongin è ancora dentro. - disse Xiumin e poi avvicinò una mano al mio cestino.
- Giù le zampe - gli diedi uno schiaffetto sulla mano - È il nostro pranzo.
Chen scoppiò a ridere e spinse via uno Xiumin offeso e affamato. Mi sedetti con la schiena appoggiata ad un albero e aspettai Jongin. Doveva avere molto da fare, perchè dopo venti minuti, non era ancora uscito. Lasciai il cestino vicino all'albero e mi avvicinai all'aula di danza: la porta era socchiusa, ma io bussai comunque prima di entrare.
Jongin era seduto a terra, vicino ad una bella ragazza con lunghi capelli scuri. Parlavano a voce bassa e lui sorrideva, mentre lei si spostava continuamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Non si erano accorti di me, così mi schiarii la voce per attirare la loro attenzione.
- Kyungsoo - Jongin alzò lo sguardo su di me, sorpreso - Che ci fai qui?
- Ti aspettavo per pranzare insieme - risposi incrociando le braccia al petto - Sei occupato?
La ragazza si alzò in piedi ed io la osservai meglio: sapevo di averla già vista, ma non ricordavo dove. Forse seguivamo qualche corso insieme.
- È già ora di pranzo - disse lei, riavviandosi i capelli dietro la schiena - Jongin, scusami se ti ho rubato così tanto tempo.
Col cavolo che ti scusa!
- Ma certo che ti scuso, Krystal.
Il mio ragazzo la salutò con la mano, mentre lei usciva dall'aula e mi rivolgeva un piccolo inchino.
Krystal... Krystal? Perchè mi sembrava di conoscerla?
- Chi è?- chiesi a Jongin.
- È Krystal, seguiamo insieme il corso di danza. È molto brava, pensa che quest'anno è stata ammessa alla Seoul Academy of Arts.
Ecco dove l'avevo già vista: al tavolo a cui si sedeva sempre Baekhyun e, probabilmente, era stato lui a dirmi il suo nome.
- Perchè ti sei fermato con lei? Di che stavate parlando?
Jongin fece un mezzo sorriso: - Perchè tutte queste domande, Soo?
Io feci spallucce e mi avviai verso l'uscita.
- Eunhyuk ci ha affidato una coreografia di coppia e io sono finito con Krystal. Tutto qui.
Non mi voltai a guardarlo e sospirai. Perchè mi preoccupavo tanto?
- Sbrigati a cambiarti, c'è un picnic che ci aspetta.
- Faccio prima che posso!
Sentii Jongin correre e poi la porta dello spogliatoio chiudersi.
Non ero mai stato geloso o possessivo, e nemmeno paranoico. Ma stavolta avevo una brutta sensazione. Perchè?
 
 
 
POV BAEKHYUN
 
Picchiettai nervosamente il piede a terra per tutto il pranzo. Avevo molta fretta e, per una volta, non badai molto a Taeyong che mangiava vicino a me.
- Sei nervoso? - mi chiese dopo un po'. Credo proprio che il mio continuo picchiettare lo stesse infastidendo.
- È uscito il nuovo video musicale del mio girls group preferito e lo devo vedere. - dissi tutto d'un fiato, mentre finivo la colazione. Poi mi alzai.
- Lo sai vero che qui internet non arriva?
Come scusa?!
Guardai Taeyong con un'espressione da imbecille. Non poteva essere!
- Ci sarà pur un posto dove prende! Almeno un po'...
- Non che io sappia.
Sbuffai e gli augurai buona giornata, poi presi il mio telefono dalla tasca per andare alla ricerca di un punto in cui internet andasse. Non era possibile che proprio non esistesse in quel posto. Ormai internet era diventato una cosa  troppo importante.
Mentre camminavo, tenendo il cellulare sopra la testa, vidi Suho in lontananza.
Lui era un responsabile, doveva sapere dove c'era connessione.
- SUHO!
Urlai così forte, che il responsabile gridò, spaventato.
- Perchè urli? Sei pazzo?!
Mi avvicinai a lui serio, e gli misi davanti agli occhi lo schermo del mio telefono.
- Dove trovo almeno un po' di internet? Ne ho assoluto bisogno. 
- Da nessuna parte. - mi rispose calmo lui.
- Non ci credo! -dissi esasperato - È una questione di vita o di morte. 
Suho si guardò intorno con fare cospiratorio, poi si avvicinò a me e sussurrò così piano, che feci quasi fatica a sentirlo. 
- In realtà, un posto c'è. 
Lo sapevo! Va bene essere fuori dal mondo, ma così era troppo. 
- Dove? Suho, è importante. Dimmelo. 
- Leeteuk, nel suo ufficio, ha internet e lì vicino prende un po', anche senza dover entrare. 
Preso dal momento di gioia, abbracciai Suho e poi corsi verso l'ufficio del direttore urlando al mio amico che gli volevo bene. 
Arrivai lì vicino e, nello stesso momento, Leeteuk stava uscendo dall'ufficio, accompagnato da una bellissima ragazza che sapevo essere sua sorella. Visto che se n'era andato, potei avvicinarmi alla finestra, ma c'era davvero poco campo. Misi in carica il video e mi spostai un po', alla ricerca di qualche tacca in più. 
Se mi avvicinavo alla porta dell'ufficio Internet scompariva, ma se andavo verso il bosco prendeva meglio. Camminai verso gli alberi senza togliere gli occhi dallo schermo dei telefono e mi fermai appena vidi che prendeva bene. Tenevo il cellulare sopra la testa e, appena lo abbassai un po', sparì la connessione. 
Ma che sfortuna! 
Lo rialzai e mi misi in punta di piedi: più mi alzavo e più prendeva. 
Sospirai e guardai l'albero davanti a me: aveva dei rami non troppo alti che potevano tranquillamente sopportare il mio peso. Così mi misi il cellulare in tasca e mi arrampicai.
Anni di Hapkido erano serviti a farmi essere un minimo atletico. 
Arrivai al ramo più basso e mi sedetti con le gambe a penzoloni, poi presi il telefono.
Tutte le tacche! Grande! 
Aspettai ancora qualche secondo che il video si caricasse e poi lo avviai. 
Le mie regine! Quanto mi erano mancate. 
Misi il volume al massimo e guardai il video con il sorriso sulle labbra: le mie regine riuscivano a farmi dimenticare tutte le difficoltà, e per 4 minuti di video, tutto intorno a me sparì. 
Ma la realtà è sempre in agguato.
- Che ci fai lì? 
Sussultai e rischiai che il telefono mi cadesse dalle mani: sotto l'albero c'era Chanyeol, che mi guardava confuso. 
- Sei matto? Se cadi ti farai male. 
- Perché dovrei cadere? - chiesi scocciato: aveva interrotto il mio momento di quiete. 
Chanyeol sospirò ed allungo una mano verso di me, come se potessi afferrarla. 
- Dai scendi, è pericoloso. 
- Dammi un minuto. Ora che ho trovato un punto in cui prende internet voglio vedere cosa succede nel mondo. 
Il silenzio improvviso che era sceso, mi convinse ad abbassare lo sguardo verso Chanyeol, che mi guardava a bocca aperta.
- Lassù prende internet?
Annuii e sul suo viso si illuminò un sorriso.
- Salgo con te.
- Come? - sgranai gli occhi - Non puoi, non ci stai. 
- Ma che dici? - disse lui, con già una mano ed un piede appesi all'albero.
- Sei enorme Chanyeol. Ci farai cadere entrambi. 
- Non sono poi così enorme. E se ci sei stato tu, ci starò anch'io. 
- Tanto cadi.
- Sta zitto!
- Non ci arrivi qui in cima. Non sai arrampicarti.
- Dammi una mano.
- Te lo scordi, gigante scoordinato. 
Alla fine, grazie al mio aiuto, era riuscito a salire. Si era messo dal lato del ramo con il tronco, dove era appoggiato con la schiena. Aveva una gamba a penzoloni e l'altra piegata vicino al corpo. 
- Visto che ce l'ho fatta? 
Lo ignorai, troppo occupato a mandare messaggi a tutti i miei amici. Chissà se la loro estate stava andando meglio della mia. 
Accorgendosi che non gli prestavo attenzione, Chanyeol prese il suo telefono. Con la coda dell'occhio, però, vedevo che mi lanciava delle occhiate. Forse aveva qualcosa da dirmi, ma non so perché, avevo paura di scoprirlo. Ovviamente, Chanyeol non poteva stare zitto.
- Baekhyun...
- Dimmi. 
Lui fece un respiro profondo ed io ebbi la tentazione di buttarmi giù, finché ero in tempo. 
- Senti, stavo pensando... Sì, insomma... i-io... 
Sbuffai: - Metti in ordine le idee.
- Sai, non c'è bisogno di essere sempre così stronzo.
Gli lanciai un'occhiataccia: - Sei tu che fai uscire il mio lato perfido. Non posso farci niente.
- Il tuo lato perfido? - Chanyeol mi guardò con un sopracciglio sollevato - Non hai solo un lato perfido.
Gli feci la linguaccia, poi scoppiammo tutti e due a ridere. Credo fosse più una risata nervosa, causata da tutta quella strana situazione. Però erano giorni che non ridevo così, e ciò mi fece scendere un po' della tensione che avevo accumulato.
- Scusa Chanyeol - dissi asciugandomi una lacrima invisibile - Cosa volevi dirmi?
Lui si bloccò e arrossì improvvisamente: si era dimenticato che stava per dire qualcosa di importante, evidentemente.
- Ah, i-io... mi chiedevo se io e te potessimo diventare amici.
Aveva detto l'ultima frase tutto d'un fiato e quasi non avevo capito.
- Ma noi siamo già amici, Chanyeol.
Lui spalancò gli occhi, sorpreso: - Ma che dici?! C-cioè... davvero?
Risi vedendo la sua espressione. Davvero non credeva che fossimo amici? Insomma, mi aveva visto con il viso stravolto dalle lacrime, oppure esausto e sudato nei boschi e mi aveva aiutato ogni volta che ero in difficoltà. Certo che eravamo amici.
- Lo siamo. Lo so che il mio comportamento può averti fatto dubitare, ma credimi: io ti ritengo un amico.
Il gigante sorrise e abbassò lo sguardo: era così adorabile a volte.
- Ti va se, ogni tanto, pranziamo o ceniamo insieme?
Stavo per rispondere, ma in quel momento sentimmo la voce di Leeteuk. Io e Chanyeol ci guardammo terrorizzati: se ci avesse scoperti, avremmo perso il nostro angolo di paradiso.
- Se stai così lontano dal tronco ti vedrà. - sussurrò il gigante.
- Posso scendere.
- Ormai non puoi. - Chanyeol mi aiutò a spostarmi di più verso il tronco e, di conseguenza, verso di lui.
Eravamo vicinissimi: il mio braccio era appoggiato al suo petto e potevo sentire il suo respiro sul collo.
La voce di Leeteuk si avvicinava sempre di più e, infatti, apparve davanti alla porta del suo ufficio. Stava parlando con qualcuno dietro di lui ed era girato dalla parte opposta rispetto a dove eravamo noi.
- Se non ci muoviamo non ci vedrà.
Annuii e azzardai un'occhiata a Chanyeol: il suo viso era a pochi centimetri dal mio.
Restammo in assoluto silenzio ed immobili, finchè non vedemmo Leeteuk entrare nell'ufficio e chiudere la porta. Tirai un sospiro di sollievo e guardai Chanyeol.
- Pericolo scampato.
La frase mi morì in gola, quando i miei occhi incontrarono quelli di Chanyeol: mi guardava così intensamente, che era difficile sostenere il suo sguardo. Nonostante ciò, non staccai gli occhi dai suoi.
Ero confuso: una parte di me non vedeva l'ora di scendere e andarsene, perchè quella parte trovava Chanyeol irritante ed imbarazzante, con quel suo strano modo di fare.
Ma l'altra parte si era persa nei suoi occhi e, inconsciamente, si avvicinava sempre di più a lui e alle sue labbra.
- Che stai facendo? - sussurrò lui sorridendo e mi risvegliò dalla trance in cui ero caduto.
Arrossii violentemente e mi spostai da lui così in fretta, che per poco non persi la presa sul ramo.
- Attento! - Chanyeol mi afferrò per un braccio.
- Dobbiamo scendere - dissi senza guardarlo in faccia.
- Scendere? Sì, forse è meglio. - dal tono sembrava deluso, ma scese comunque dall'albero senza farsi male.  Quando i suoi piedi toccarono terra, alzò lo sguardo verso di me.
- Lasciati andare, ti prendo io.
- Ma sei matto? Non ci penso nemmeno!
Lui ridacchiò e allargò le braccia: - Dai Baek, fidati.
Scossi la testa e mi girai sul ramo, lasciando le gambe a penzoloni e tenendomi aggrappato solo con le braccia.
- Togliti Chanyeol, posso farcela...
Come non detto: persi la presa cadendo ma, per mia fortuna, Chanyeol non si era spostato e mi prese al volo. Finii tra le sue braccia e la parte di me che poco prima voleva baciarlo, tornò per farmi battere forte il cuore.
- Ti sei fatto male?
Scossi la testa e mi allontanai dal suo abbraccio.
- Tutto bene, grazie. Mai stato meglio.
Che idiota! Stavo gesticolando e parlando velocemente, mentre mi allontanavo sempre di più da lui.
- Ora devo andare. - dissi e gli voltai le spalle.
- Non hai risposto alla mia domanda.
Mi bloccai con un piede già verso la via di fuga, e mi voltai ancora verso di lui, confuso.
- Ti ho chiesto se ti va di pranzare o cenare insieme, qualche volta.
Sorrisi e annuii: - Certo. Di solito sto con i miei amici in mensa, ma quando loro non ci sono posso venire con te.
Chanyeol mi guardò storto: - I tuoi amici?
Poi sospirò e si incamminò superandomi.
- Va bene, usami come compagnia di riserva. Scommetto che ti diverti un mondo con i tuoi amici.
Aveva detto l'ultima parola con stizza. Non sapevo come ribattere, così rimasi in silenzio a guardarlo mentre se ne andava verso le aule.
In quel momento, la porta dell'ufficio si aprì e ne uscì Leeteuk che, appena mi vide, si avvicinò e mi diede una pacca sulla spalla.
- Ciao Baekhyun. Cosa stai facendo?
Già, che diavolo stavo facendo?

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Capitolo 9
*** 9. MI SVEGLIAI ALL'ALBA ***


9. MI SVEGLIAI ALL'ALBA 

 
POV CHEN
 
Sbadigliai e mi stiracchiai, mentre entravo in sala prove: erano le 5 del mattino e, come quasi tutti i giorni, avevo appuntamento con i miei tre tutor di danza. Le lezioni in più che facevo con loro, mi stavano aiutando parecchio: non ero ancora diventato un talento della danza, ma almeno ora riuscivo ad andare a tempo con gli altri, durante le coreografie che facevamo in classe. Eunhyuk sembrava molto soddisfatto del lavoro che io e gli altri stavamo facendo e non mi osservava più come se fossi un alieno nella sua classe di ballerini.
Quella mattina la sala era ancora vuota: possibile che fossi il primo ad arrivare? Mi misi davanti allo specchio a ripassare la coreografia di coppia che dovevo imparare. Il professore mi aveva assegnato come compagna Seulgi: almeno avrebbe saputo come aiutarmi, anche se avevo un po' di timore di farle fare brutta figura.
Stavo provando, quando la porta si aprì ed entrò Xiumin. Mi salutò con la mano e poi si strofinò gli occhi, assonnato.
- Sei da solo? - gli chiesi e lui annuì.
- Jongin non ne ha voluto sapere di alzarsi. Lui e Krystal hanno provato fino a tardi ieri sera.
Xiumin si mise vicino a me e mi guardò con le mani sui fianchi: - Che stai facendo?
- Provo la coreografia.
Xiumin scosse la testa: - Quello è il modo migliore per farti uno strappo ai muscoli o una storta. Ti sei riscaldato prima?
Mi grattai la testa, imbarazzato, e ridacchiai: - No, scusa.
Lui sospirò e sul suo viso apparve un sorriso.
- Dai, facciamolo ora.
Cominciai con dei semplici movimenti di stretching mentre guardavo l'orario, preoccupato.
- Seulgi non viene?
- No, ha detto che oggi ha un'importante prova di canto e preferisce riposare.
- Perciò siamo solo io e te?
- Solo io e te - rispose Xiumin, facendomi l'occhiolino - Ti dispiace?
Mi voltai verso lo specchio per non fargli vedere che ero arrossito.
- No, affatto. È solo che speravo di provare con Seulgi la coreografia di coppia.
- La puoi provare con me - disse Xiumin e poi entrambi scoppiammo a ridere.
Mi piegai in avanti per provare a toccarmi le punte dei piedi, cosa che, ovviamente, non riuscivo a fare. Dopo qualche secondo, sentii una mano fare pressione sulla mia schiena.
- Prova a piegarti di più. - Xiumin era dietro di me - Piegati e poi torna dritto, portando le braccia sopra la testa.
Seguii le sue istruzioni, mentre lui restava dietro di me e mi guardava attraverso lo specchio.
- Adesso apri le gambe e porta la mano destra sulla gamba sinistra e viceversa.
Feci ancora una volta come mi aveva detto.
- Così va bene? – chiesi, voltandomi un po' per guardarlo.
Ma... mi stava fissando il sedere?
- Xiumin! - lo chiamai per attirare la sua attenzione e lui sussultò, colto in fragrante.
- Dimmi.
Tornai dritto e ridacchiai per la sua espressione imbarazzata:
- Mi chiedevo se stavo andando bene.
- Oh sì, benissimo.
Era visibilmente a disagio per essere stato beccato, ma mi faceva così tanta tenerezza che non ero arrabbiato con lui, anzi.
- Pensi che possa bastare così con il riscaldamento? - chiesi e Xiumin annuì.
- Sì, se vuoi puoi davvero provare la coreografia di coppia con me.
- Sicuro di voler essere la mia Seulgi?
Xiumin rise e andò allo stereo per mettere la canzone.
- Vedrai che sarò una Seulgi bravissima. Farò invidia a quella originale.
Così cominciammo a provare la coreografia e Xiumin aveva ragione: era bravo quanto Seulgi e, ben presto, non feci più caso al fatto che, certi passi, prevedevano che gli mettessi la mano sui fianchi o che le sue scorressero sul mio petto.
Dopo mezz'ora di prove, ci fermammo per una pausa e Xiumin prese dalla sua borsa una bottiglietta d'acqua per sè e una anche per me. Lo ringraziai sedendomi sul pavimento della sala prove. Lui appoggiò la schiena sullo specchio e si lasciò scivolare verso il pavimento.
- Queste lezioni in più ti sono utili: sei migliorato.
- Lo pensi davvero? - chiesi speranzoso.
- Certo, sei molto più sciolto e meno impacciato. Il professore ha avuto una buona idea ad assegnarti delle lezioni in più, però il merito è soprattutto tuo: ti stai impegando tanto e ti meriti di riuscire.
Sorrisi per quei complimenti. Xiumin era timido e non sempre diceva quello che pensava sulle persone, perciò sentire che aveva quell'opinione di me mi fece piacere.
- Non sarò mai bravo come voi, ma anche un piccolo miglioramento è già tanto. - dissi e poi mi alzai - ma non possiamo battere la fiacca.
Allungai una mano a Xiumin che la afferrò. Non la lasciai subito, e nemmeno lui provò a spostare la sua: ci guardammo negli occhi entrambi imbarazzati ma, nonostante ciò, nessuno dei due voleva interrompere quel contatto.
Almeno, finchè la porta della sala prove non si spalancò ed entrò il professor Eunhyuk. Lo guardammo, sorpresi dal suo arrivo, ma non separammo comunque le nostre mani. Eunhyuk incrociò le braccia sul petto e ci guardò con un ghigno divertito sul viso.
- Torno più tardi, se ho disturbato questo momento intimo.
Rendendoci conto della situazione, ci separammo velocemente, mettendoci poi sull'attenti.
- Tranquilli - era evidente che Eunhyuk faceva fatica a trattenere le risate - Alla vostra età è normale provare certi impulsi. Se volete posso spiegarvi come funziona.
- No, grazie - rispondemmo in coro io e Xiumin. Poi lui si avviò a testa bassa verso lo spogliatoio.
- Ci vediamo più tardi, Chen.
Lo salutai e restai fermo nella mia posizione, con ancora gli occhi del professore addosso.
- Non stavamo facendo nulla, davvero. - dissi per provare a giustificarmi.
- Certo - Eunhyuk non ci credeva nemmeno un po' - Rilassati Chen, non fa niente. Vai a cambiarti, avrai altre lezioni dopo.
- Sì, giusto. - mi sbloccai e corsi verso lo spogliatoio.
Mentre aprivo la porta, però, Xiumin stava uscendo, così finimmo l'uno addosso all'altro.
- Scusa - disse lui, prima di fuggire via. Io rimasi un po' confuso e, solo il suono di Eunhyuk che si schiariva la voce  per attirare la mia attenzione, mi riportò alla realtà.
 
 
 
POV SUHO
 
Spensi la sveglia prima di darle la possibilità di suonare. Poi mi misi a sedere sul letto e sbadigliai: era ancora l'alba, ma io avevo una riunione con gli altri responsabili. Questo voleva dire solo una cosa: stavo per passare un paio d'ore con Irene.
Mi alzai dal letto e notai che quello di Chen era già vuoto: sicuramente si stava allenando nell'aula di danza. Dopo essermi preparato velocemente, uscii all'aria fresca del mattino. C'era un silenzio quasi surreale: a quell'ora stavano ancora tutti dormendo e, i pochi che erano già svegli, non avevano le energie per fare troppo rumore.
Camminai fino a raggiungere la struttura che ospitava l'ufficio del direttore e la sala riunioni, poi entrai.
Alcuni degli altri responsabili erano già arrivati, così scelsi una sedia per sedermi e mi preparai ad una lunga e noiosa riunione. Dopo qualche minuto, entrarono anche Leeteuk ed Irene: lei era bellissima come sempre. Si avvicinò sempre di più a me, fino a sedersi al mio fianco.
Va bene Suho, calma.
- Buongiorno ragazzi - Leeteuk aveva un gran sorriso ed era già pieno di energie, al contrario di tutti noi, che eravamo ancora nel mondo dei sogni. - Abbiamo molte cose di cui parlare...
Sentivo la voce di Leeteuk, ma non lo ascoltavo: ero troppo occupato a fissare Irene come un maniaco. Basta, dovevo rimanere concentrato sulla riunione. Ma come potevo fare? Lei era lì, in tutta la sua stupenda perfezione e...
- Suho!
Sussultai, lasciandomi scappare un gridolino: Leeteuk mi stava guardando, in attesa di ricevere la risposta ad una domanda che non avevo neanche capito.
- Sì?
- Ho chiesto se hai qualche problema da segnalare.
- Ah, io... - diedi uno sguardo alla mia cartellina, giusto per darmi un'aria professionale. Poi, scossi la testa.
- Niente di importante.
- Ottimo. Irene?
La splendida ragazza vicino a me, parlò di un paio di questioni che voleva risolvere con il nostro aiuto: ragazzi che stavano in giro per il campo fino a notte fonda o che provavano oltre il coprifuoco, disturbando così i loro compagni che dormivano.
Discutemmo per più di un'ora dei temi più diversi, fino ad arrivare all'argomento principale di quella riunione.
- Come voi ben sapete - introdusse l'argomento Leeteuk - tra una settimana sarà il momento dei giochi del SM Camp. Come ogni anno, per i vincitori, il premio sarà un'intera giornata da passare nella cittadina più vicina al nostro campo. Premio che i nostri ragazzi hanno rinominato "Ritorno alla civiltà".
Ridemmo tutti, compresa Irene, che aveva una risata così meravigliosa, che sarei stato ore ad ascoltarla. I giochi del Sound Music Camp erano un torneo ad eliminazione, in cui i ragazzi si dividevano in coppie e dovevano superare diverse prove. Esse erano svolte durante tutta la giornata del sabato. Poi, alla domenica, i vincitori venivano accompagnati dal direttore nella piccola cittadina vicino al campo, dove potevano stare per tutto il giorno. Lì c'erano ristoranti, sale giochi, cinema e tante altre cose che, nei mesi passati qui, nessuno di noi vedeva.
I primi anni in cui veniva organizzato, era un torneo ad iscrizione. Però, l'idea di passare una giornata a fare shopping, con cena al ristorante e serata al cinema, attirava molto. Perciò, alla fine, partecipava tutto il campo.
Era un torneo che aveva molto successo e che veniva atteso con ansia. Ogni anno, io e Chen partecipavamo insieme, ma qualcosa mi diceva che quell'anno avrebbe preferito un altro compagno.
Leeteuk ci distribuì un elenco di giochi e prove e, tutti insieme, decidemmo le più belle e divertenti per il torneo. Alla fine della riunione, Leeteuk ci fece un discorso di incoraggiamento, che ammetto di non aver ascoltato molto: visto che le cose importanti erano state risolte, potevo dare la mia attenzione ad Irene. Stavo guardando ogni particolare perfetto del suo viso, quando lei si voltò improvvisamente verso di me.
- Partecipi anche tu alla gara?
Cercai di non fare la figura dello stupido e le sorrisi.
- Sì, anche se non so chi sarà il mio compagno quest'anno.
- Perchè? - mi chiese lei, curiosa.
- Perchè il compagno che avevo gli altri anni, Chen, ha fatto amicizia con un ragazzo con cui passa molto tempo. Perciò credo che farà coppia con lui.
Lei mi guardò triste: - Mi dispiace.
- Oh, tranquilla. Troverò sicuramente un altro compagno. Certo, il mio amico Kyungsoo giocherà con il suo ragazzo, ma ci sarebbe Baekhyun...
Irene mi ascoltava, ma era pensierosa.
- Potremmo partecipare noi due, insieme.
Come scusa?! Sicuramente avevo capito male.
- C-cosa hai detto?
Lei sorrise dolcemente: - Sarebbe bello se facessimo coppia noi due. Nel mio gruppo di amiche siamo in numero dispari, perciò una di noi sicuramente avrebbe dovuto trovarsi un altro compagno. Visto che anche tu non ce l'hai...
Irene lasciò la frase a metà, in attesa di una mia risposta, che non tardò ad arrivare.
- SÌ! - urlai con troppo entusiasmo, facendo voltare tutti verso di noi.
Irene rise e posò la sua meravigliosa mano sul mio braccio.
- Allora è deciso. Appena Leeteuk appenderà la tabella per le iscrizioni, scriverò i nostri nomi.
Stava accadendo davvero? Avrei partecipato al torneo con la ragazza dei miei sogni. Se avessimo vinto, avrei avuto finalmente la mia occasione per portarla a cena e al cinema.
Un vero appuntamento.
Chissà se, magari, sarei riuscito a farla innamorare di me. Non c'era alternativa: dovevo assolutamente vincere.
 
 
 
POV CHANYEOL
 
Era l'alba ed in giro non c'era nessuno, tranne me ed alcuni rappresentanti: forse avevano una riunione in mattinata. 
Io, invece, avevo un piano ben preciso per quella giornata. Esso iniziava con me che entravo nella camerata 4 per svegliare Baekhyun. Entrai senza fare rumore e mi avvicinai al suo letto: ero così alto da avere il suo viso addormentato praticamente davanti al mio, nonostante lui dormisse nel letto sopra. 
Aveva le coperte che lo coprivano fino al mento e, ogni tanto, muoveva appena le palpebre: forse stava facendo un bel sogno. 
- Baekhyun - lo chiamai sottovoce. Da quel lato della stanza c'erano solo lui e Kyungsoo. Suho, essendo un responsabile, era sicuramente con tutti gli altri. Invece Chen era già a lezione di danza, visto che mancava anche Xiumin quando mi ero alzato. 
- Baekhyun. 
Non si svegliava, così mi presi un momento per guardarlo senza il suo sguardo assassino addosso. Era così bello ed io ero così arrabbiato con lui, perché si lasciava imbrogliare da dei finti amici, che non gli davano l'attenzione e l'amicizia che meritava. 
Ma, in realtà, nemmeno io volevo essere solo suo amico. Potevo negarlo quanto volevo, ma i sentimenti non cambiavano: mi ero preso una cotta per lui. 
- Baekhyun! - ripetei con più convinzione, ma il piccoletto non voleva proprio svegliarsi. 
A mali estremi... 
Salii sul materasso di Kyungsoo, mettendo i piedi proprio vicino alla sua faccia e mi presi pure un borbottio infastidito. Poi afferrai un lembo del lenzuolo e lo tolsi dal corpo addormentato di Baekhyun. 
- Che cazzo! 
Missione compiuta: si era svegliato. 
Era rimasto sdraiato a pancia in giù, e la prima cosa che i suoi occhi videro appena li aprì, fu il mio faccione sorridente. 
- Buongiorno! 
Era così sorpreso di vedermi, che non si era preoccupato di mandarmi al diavolo. 
- Chanyeol? Che ci fai qui? 
Aveva un solo occhio aperto e i capelli tutti scompigliati. Era così adorabile che dovetti sforzarmi per non baciarlo a tradimento. 
-Sono venuto a prenderti: noi due abbiamo una cosa importante da fare. 
Lui mi sorrise e si stropicciò un occhio. 
- Credevo fossi arrabbiato con me. 
Mi zittii e scesi dal letto di Kyungsoo. In effetti, il giorno prima ci ero rimasto male per aver capito di essere solo la seconda scelta di Baekhyun, dopo Taeyong e gli altri suoi amici. Ma lui mi piaceva così tanto e non riuscivo a far finta di nulla. Oltretutto, il giorno prima, mi era sembrato che avesse provato a baciarmi. 
Così, scossi la testa: - Va tutto bene. Ora vestiti, ti aspetto fuori. 
Senza lasciargli il tempo per ribattere, uscii dalla camera. Appena fui fuori, mi accorsi che stavo trattenendo il respiro: la vicinanza di Baekhyun mi faceva davvero uno strano effetto, ma se volevo passare la giornata con lui, dovevo calmarmi. Non potevo, ogni volta che mi si avvicinava, rischiare di farmi venire un infarto o peggio...
- Sono pronto - Baekhyun uscì sbadigliando - Cosa dobbiamo fare?
Sorrisi: - Vedrai, sarà una giornata bellissima!
 
*
 
- Te l'ho mai detto che ti odio? 
Mi chiese Baekhyun, mentre mi seguiva sul sentiero in mezzo al bosco. Io risi e mi sistemai la tastiera sulla spalla. 
- Non è vero che mi odi, perché sai che hai bisogno di sbloccarti. 
- Sai, posso farlo anche in aula. Al fresco e comodo sulla sedia - disse scacciando un insetto. 
- Smettila di lamentarti e ringrazia che non ti faccio portare la tastiera. 
Lui sbuffò e io sorrisi, senza che mi vedesse. 
- Potresti almeno rallentare? 
Mi fermai e mi voltai verso di lui: - Se vuoi facciamo una pausa. Non abbiamo nessuna fretta. 
Lui scosse la testa e mi superò: - No, volevo solo rallentare. 
Sospirai e lo seguii: ora la strada era in salita e i miei occhi non riuscivano a staccarsi dal sedere di Baekhyun. Sapevo di dover smettere di fissarlo, perché c'erano così tante belle cose intorno a me. Eppure il mio sguardo andava sempre lì...
- Quanto dobbiamo camminare ancora? 
La voce di Baekhyun mi distolse dai miei pensieri.
- Ehm... possiamo fermarci alla prima radura che troviamo. 
Camminammo ancora una decina di minuti, prima di arrivare al lago che si trovava nei pressi del campo. 
- Ci fermiamo sulla riva del lago?
Baekhyun annuì a sorrise, guardando la distesa d'acqua davanti a noi. Io posai la tastiera e lo zaino con il pranzo a terra, poi mi massaggiai una spalla dolorante. 
- Tutto bene? - mi chiese Baekhyun che, in quel momento, si era girato verso di me. 
- Sì, però al ritorno porti tu lo zaino. 
Lui rise e annuì, poi ci sedemmo su un tronco caduto. 
- È bellissimo qui - Baekhyun non riusciva a togliere gli occhi dal lago.
- È vero - dissi, sistemando la tastiera davanti a lui - Che cosa senti? Che emozioni provi? 
Lui alzò le spalle: - Non so...
Non era sicuramente bravo ad esprimere i suoi sentimenti. Sotto questo punto di vista eravamo molto diversi.
- Perchè non provi ad immaginare una melodia e poi la suoni?
- Non so nemmeno da dove cominciare - sbottò lui, poi sospirò e si passò una mano tra i capelli - Scusa, non volevo essere stronzo.
Era davvero bloccato: non sapeva come trasformare quello che aveva nel cuore in musica. Forse aveva solo bisogno di calmarsi e mettersi a suo agio.
- Dimmi Baek, che canzone avevi suonato per l'audizione della SAA?
Avevo rischiato ad introdurre quell'argomento, perchè sapevo che Baekhyun aveva fallito l'audizione. Però, per mia fortuna, non si arrabbiò e cominciò a raccontarmi, nei più piccoli particolari, quella giornata. Mi suonò la canzone che aveva portato e io sentii i brividi nel riascoltare la sua voce. Mi disse che non sapeva perchè avesse sbagliato quel giorno: forse era troppo nervoso o sicuro di sè e non ci aveva messo abbastanza impegno.
Parlava così velocemente, che quasi facevo fatica a seguirlo, ma non l'avrei di certo fermato: almeno si stava rilassando un po'. Inoltre, mi piaceva ascoltarlo e sapere che si stava confidando con me, raccontandomi un giorno che, per lui, era stato bruttissimo.
Passammo la mattina a parlare e suonare: Baekhyun suonava le sue canzoni preferite, io invece gli facevo sentire qualche pezzo che stavo componendo.
C'era una canzone, in particolare, a cui stavo lavorando da qualche giorno. Ammetto che era ispirata ai miei sentimenti per Baekhyun, perciò avevo un po' paura a cantargliela, perchè temevo potesse capire. Così, mi limitai a suonarla.
- Wow, ma è bellissima! - esclamò lui. Sorrideva e i suoi occhi brillavano.
- Sono felice che ti piaccia, ci tengo molto a questa canzone.
- Ha anche un testo?
Sì, ed è dedicato a te.
- Non ancora, ma potrei scriverlo.
- Devi - disse Baekhyun, con convinzione - Può diventare più bella con un testo emozionante.
Ero felice che fosse così rilassato, così diverso dal giorno in cui era arrivato: nervoso, antipatico e pieno di sè.
- Se io scrivessi il testo, tu lo canteresti?
Quella domanda mi era letteralmente sfuggita dalle labbra e guardai Baekhyun, timoroso che mi dicesse un no secco o che mi scoppiasse a ridere in faccia.
- Beh - arrossì un po' - Perchè no? Magari potremmo fare un duetto.
In quel momento, credevo davvero che il cuore stesse per uscirmi dal petto, per quanto batteva forte.
Pranzammo senza mai smettere di parlare. Avevamo scoperto di avere molte cose in comune: dal genere di musica che amavamo, dai videogiochi ai film.
Era ormai pomeriggio, quando Baekhyun spostò la tastiera per alzarsi.
- Secondo te è fredda l'acqua o si può fare il bagno?
- Come scusa?
Scherzava? Non poteva davvero pensare di spogliarsi. L'altra volta, in doccia, mi era stato difficile trattenermi e, fortunatamente, avevo la porta della doccia a coprire me e il mio problemino lì sotto...
- Siamo qui per suonare, non per fare il bagno.
Lui si girò e mi sorrise, divertito: - Lo so, professor Park. Però abbiamo già suonato tanto. Facciamo una pausa.
Si tolse le scarpe e i calzini, poi mise i piedi in acqua.
- Non è troppo fredda - tornò fuori per togliersi anche i vestiti
- Dai Chanyeol, non ti facevo così serio.
Accidenti Baekhyun!
Mi alzai anch'io per spogliarmi, mentre lui era già rimasto in boxer e si era tuffato nel lago: rideva come un bambino e si muoveva nell'acqua.
Dovevo essermi incantato a guardarlo, perchè fu la sua voce a farmi tornare alla realtà.
- Sbrigati e non fare il timido. Ti ho già visto nudo.
Risi e arrossii: - Non mi hai visto nudo, ma quasi nudo.
Rimasi anch'io in boxer ed entrai nel lago: l'acqua era perfetta e si stava benissimo.
- Il bagno non era previsto - dissi, spostandomi i capelli bagnati dal viso - Non ho portato un asciugamano.
- Non fa niente, ci asciughiamo al sole - disse Baekhyun, nuotando verso di me. 
Si stava avvicinando troppo, non andava bene. 
- Vai in palestra per avere un fisico così? - mi chiese, con un sorrisetto malizioso.
- I-io... come? 
Baekhyun scoppiò a ridere: - Ma che hai oggi? 
Continuava a ridere e, ad un certo punto, mi lanciò addosso l'acqua. 
Spalancai la bocca, sorpreso: - Non l'hai fatto davvero?!
- Oh, sì che l'ho fatto - disse lui ghignando e mi schizzò ancora con l'acqua. 
Stavolta lo feci anch'io e, mentre era distratto, mi avvicinai a lui e lo sollevai di peso, lanciandolo poi in acqua. 
Riemerse ridendo: - Così non vale! Tu riesci a sollevarmi. 
- Vuoi che ti lanci ancora?
Baekhyun annuì più volte e si aggrappò alle mie braccia.
- Voglio fare i tuffi! 
Quando eravamo partiti, quella mattina, non credevo che avrei trascorso una giornata così perfetta: avevamo suonato, parlato, riso e nuotato. Lui si era lasciato andare, mostrandomi un suo lato che non avrei mai immaginato. Baekhyun, quel giorno, era molto diverso da come tutti l'avevamo conosciuto. Inoltre, notai che non aveva nominato Taeyong nemmeno una volta. 
Dopo più di un'ora che eravamo in acqua, lo vidi rabbrividire. 
- Hai freddo? Forse è meglio uscire. 
Lui annuì e mi precedette fuori dal lago, poi si sdraiò al sole, lasciando che lo scaldasse asciugandolo. 
Io lo seguii sedendomi accanto a lui. 
- È una bella giornata.
- È vero - parlava con gli occhi chiusi e si godeva il calore del sole sulla pelle. 
Mi sdraiai anch'io e chiusi gli occhi. All'improvviso, sentii che Baekhyun muoveva le dita sulla mia mano, facendomi venire i brividi. 
- Grazie per avermi portato qui - disse, quasi sussurrando. 
- L'ho fatto per aiutarti - aprii gli occhi e voltai il viso verso di lui, per guardarlo - Verremo qui tutte le volte che vuoi. 
- Perché sei così gentile con me? 
Le sue dita continuavano ad accarezzarmi la mano e la mia mente si era svuotata: mi stavo trattenendo per non afferrargliela e intrecciare le dita con le sue. Avevo il terrore che un movimento da parte mia l'avrebbe spaventato.
Ma ora, cosa potevo rispondergli? Che lo facevo perché eravamo amici? In parte era vero, anche se non so se con amici come Lay o Xiumin ci avrei messo così tanto impegno. Li avrei aiutati, certo, ma per Baekhyun ce la stavo davvero mettendo tutta. 
- Sono sempre stato cattivo con te - continuò lui - Mi dispiace. 
- Continui a scusarti. Ma poi, quando si tratta di Taeyong e degli altri tuoi amici, torni a trattare tutti gli altri male come se non fossero nulla - non ero più riuscito a trattenere il mio pensiero. 
Lo so che rischiavo una litigata con Baekhyun, ma dovevo dirgli quello che pensavo. 
- Non capisco perché tu ci tenga tanto alla loro amicizia.
- E io non capisco che te ne importa.
Ecco, l'avevo fatto arrabbiare. 
Sospirai e mi misi a sedere: - Possiamo non parlare di Taeyong? 
- Sei stato tu a parlarne per primo. Io non l'avevo mai nominato, perché so che non ti sta simpatico. 
Non mi stava simpatico? Era abbastanza riduttivo, ma aveva ragione. 
Evidentemente il ragazzo accanto a me aveva lasciato in camera la sua versione permalosa ed isterica, perché il Baekhyun che era con me, mi stava sorridendo, nonostante avessimo rischiato un litigio. 
- Smettiamola di parlare di Taeyong. Siamo qui per suonare, no? 
Baekhyun si alzò e si rivestì, per mio dispiacere. Mentre mi rivestivo anch'io, mi venne un'idea. 
- Ho trovato! 
- Cosa? - mi chiese lui e si sedette accanto a me. 
Misi le dita sulla tastiera e suonai qualche nota. 
- Facciamo così: ora io improvviso qualcosa e, quando ti senti pronto, ti unisci a me. 
Baekhyun mi guardò confuso: - Cioè inizio a suonare con te?
- Esatto - sorrisi - Anche solo qualche nota, ma la cosa importante è che sia tua. 
Baekhyun annuì con convinzione ed io iniziai a suonare. 
Improvvisare qualcosa, con tutte le emozioni che stavo provando quel giorno, era un gioco da ragazzi. Mi lasciai trasportare dall'ispirazione, tanto che mi dimenticai di quello che doveva fare Baekhyun.
Almeno, finché non posò le dita accanto alle mie cominciando a suonare: provò a seguire me, suonando ad una tonalità più alta. 
Era concentrato ma, ogni tanto, gli scappava un sorriso o una risata e io non potevo essere più felice di vederlo così. Piano piano, tolsi le mani dalla tastiera e lasciai che Baekhyun suonasse da solo. Cambiò tonalità e rese la melodia più veloce e allegra. 
Quando si bloccò, esplose in una risata liberatoria.
- È stato bellissimo! 
- Visto? Non è poi così difficile. 
Baekhyun rise, imbarazzato: - Però ora mi hai aiutato, suonando anche tu. 
- Possiamo continuare a farlo, se ti sembra più facile. Però tu devi sforzarti di suonare anche da solo. Se ti imbarazza farlo con qualcuno che ti guarda, ti basta prenotare l'aula di musica e nessuno ti disturberà. 
Lui si voltò verso di me e sorrise: - Grazie, davvero. Non so cosa avrei fatto senza il tuo aiuto. 
Abbassai lo sguardo, imbarazzato, ma Baekhyun mi mise le dita sotto il mento e mi costrinse a sollevare la testa e guardarlo negli occhi.
Nessuno di noi diceva niente, solo i nostri occhi esprimevano quello che sentivamo. Era già la seconda volta, in due giorni, che finivamo così: a guardarci senza parlare, senza che la nostra voce rovinasse il dialogo che stavano avendo i nostri occhi. 
Quando Baekhyun si lasciò sfuggire un bellissimo sorriso, io non riuscii più a controllarmi ed avvicinai le labbra alle sue.
Lui, però, si scansò.
Cazzo. 
- S-scusa. I-io non volevo...
- Non importa - disse lui, arrossendo senza guardarmi in faccia - Forse è meglio tornare al campo.
Poi si alzò e cominciò a riordinare le nostre cose.
Avevo combinato un casino. 
Mi alzai anch'io e lo aiutai, poi ci incamminammo sul sentiero che ci avrebbe riportati al campo: lui camminava davanti a me, ma non ci rivolgemmo più la parola. 
Avevo provato ad iniziare un discorso, ma le sue risposte a monosillabi non mi avevano incoraggiato a continuare.
Arrivammo quando era quasi ora di cena ed accompagnai Baekhyun alla sua camera. Prima di entrare, lui si voltò verso di me per rivolgermi, finalmente, la parola. 
- Grazie Chanyeol. Sei stato gentile a passare la giornata con me. Seguirò sicuramente i tuoi consigli. 
- È stato un piacere - provai a dire, ma la porta si era già chiusa davanti a me, facendo sparire Baekhyun. 
Rimasi lì, fermo, qualche minuto: avevo trascorso la giornata migliore da quando ero arrivato al campo e non volevo che finisse.
Ma, soprattutto, non volevo separarmi da Baekhyun. Non avrei dovuto provare a baciarlo, facendo così, l'avevo spaventato. 
Ormai dovevo farmene una ragione: io non gli piacevo quanto lui piaceva a me.

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Capitolo 10
*** 10. NEL BOSCO DI NOTTE ***


In questo capitolo, come presto leggerete, appare Jonghyun. Nella mia idea, lui è l'insegnante di composizione musicale e il capitolo l'avevo già scritto prima che succedesse quello che sappiamo tutti.
Ho riflettuto parecchio su cosa fare, perchè subito ho creduto fosse meglio cambiare il nome del personaggio, ma poi ho cambiato idea.
Siamo stati tutti affezionati a Jonghyun, chi più e chi meno e l'abbiamo visto vestire i panni di molti personaggi ed entrare nelle nostre storie.
Jonghyun non va ignorato e soprattutto non deve essere dimenticato. Non possiamo fare semplicemente finta che non sia esistito.
Per rispetto di questo, ho deciso di lasciarlo come personaggio della storia. La sua scena voleva essere divertente, perciò spero che, nonostante tutto, immaginarlo in quelle vesti e in quella situazione, vi strapperà un sorriso.

10. NEL BOSCO DI NOTTE 


POV LUHAN

Raggiunsi gli altri insegnanti, nei pressi del lago, in tarda mattinata: noi professori dovevamo preparare tutto il necessario per il torneo, che ci sarebbe stato tra poche settimane e che si svolgeva sempre vicino al lago. Avevo da poco finito la lezione di flauto con la classe più giovane ed ero prontissimo a dare il mio contributo per la preparazione del torneo che, non per vantarmi, ma avevo vinto due volte quando anch'io partecipavo come studente. 
Tutti gli alunni lo aspettavano con ansia, per potersi giocare la possibilità di passare la giornata in una cittadina che aveva ristoranti, cinema, vita moderna... 
Appena mi vide arrivare, il direttore mi accolse con un enorme sorriso.
- Ciao Luhan, arrivi al momento giusto. Ho visto che Eunhyuk e Jonghyun hanno bisogno di aiuto con i bersagli.
Sorrisi: - Ci penso io. Dove sono? 
Leeteuk mi indicò la strada da seguire per trovare i miei due colleghi che, come potei vedere, erano davvero in difficoltà con i bersagli che dovevano montare e poi sistemare. 
- Se lo posizioni lì, il ragazzo che tirerà a quel bersaglio, avrà la vista bloccata da un albero - stava dicendo Jonghyun, l'insegnante di composizione musicale. 
- Allora lo metto qui - disse Eunhyuk, spostando leggermente il bersaglio.
- No, lì non va bene. Perché è più vicino rispetto a quello degli altri.
Eunhyuk si voltò minaccioso verso il suo collega: - So io dove metterti questo bersaglio...
- Ragazzi! - richiamai la loro attenzione per evitare che si picchiassero con il bersaglio, o che lo facessero finire in posti dove non doveva. 
- Luhan! - esclamarono loro, con esagerato entusiasmo e mi fecero ridere. 
- Leeteuk mi ha mandato ad aiutarvi, ma ora sospetto l'abbia fatto per evitare che litigaste.
- Perché mai? Andiamo così d'accordo. - Jonghyun sorrise contento, mentre Eunhyuk gli lanciava un’occhiataccia. 
- Sono qui per aiutarvi, perciò... - mi avvicinai al professore di danza e gli presi dalle mani il bersaglio - A questo ci penso io. Voi preparate gli archi e le frecce. 
Quando si furono allontanati, bisticciando su dove mettere di preciso l'attrezzatura, mi concentrai per distanziare bene tutti i bersagli, in modo da non agevolare nessuno. Improvvisamente, dal bosco arrivò un rumore che mi fece sussultare. Guardai in quella direzione, aspettandomi di vedere muoversi uno scoiattolo o un uccellino, invece apparve Sehun. 
- Ciao - mi salutò venendo verso di me.
- Che ci fai qui? Gli studenti non possono venire al lago mentre prepariamo i giochi per il torneo - dissi io, mentre mi guardavo intorno, terrorizzato che qualcuno vedesse Sehun. 
Lui si fermò al limitare del bosco e si sedette su un grande ramo a terra.
- Facciamo tiro con l'arco? 
- Non puoi stare qui, Sehun! - esclamai, guardandolo serio. La zona del lago era off limits agli studenti, mentre noi insegnanti organizzavamo tutto ciò che serviva per le prove. Questo evitava che si preparassero in anticipo allenandosi. 
Se Leeteuk o uno degli altri professori avesse visto Sehun, sarebbe stato un guaio per lui: non gli avrebbero permesso di partecipare. 
- Sono qui perché volevo parlarti di una cosa - disse lui, ignorando la mia preoccupazione. 
Lo guardai interrogativo: - Non possiamo parlare qui. 
Sehun annuì e si alzò, tornando da dov'era venuto, nel bosco. Rimasi un momento in dubbio su cosa fare, poi lasciai tutto e lo seguii. 
- Sehun! - lo chiamai, ma non lo vedevo. Forse mi ero sbagliato e se n'era andato. 
- Qui possiamo parlare. 
Sussultai quando Sehun comparve alle mie spalle e ciò lo fece ridere.
- Smettila, mi hai spaventato - lo colpii scherzosamente su un braccio - Allora, di cosa volevi parlare?
Lui si appoggiò con la schiena al tronco di un albero.
- Riguarda il torneo. Io e Lay partecipiamo sempre insieme, anche se io non ci metto mai molto impegno. Stavolta, invece, voglio vincere.
Non capivo perché mi diceva tutto ciò, perciò rimasi in attesa che continuasse.
- Ho già parlato con Lay e lui è d'accordo. Ora devi saperlo anche tu. 
- Di cosa stai parlando? 
- Voglio vincere, per passare la giornata lontano dal campo, insieme a te. 
Spalancai gli occhi, sorpreso: - Non capisco. 
- Se vincerò, Leeteuk porterà me e Lay nella cittadina qui vicino. Poi Lay andrà per conto suo, e noi due passeremo la giornata insieme. Tu, però, devi inventare una scusa per raggiungerci. Non so, dì che magari ti serve qualcosa di preciso in città, o che devi spedire una lettera... 
Misi le mani avanti, come a bloccare Sehun. 
- Fermo, frena. Vuoi che io menta al direttore, per passare la giornata in giro con un mio studente? 
Detto così chiaramente, suonava ancora peggio. 
- Esattamente.
- È un appuntamento? 
Sehun annuì senza esitazione e io arrossii come un ragazzino alla sua prima cotta. Non potevo fare quello che mi chiedeva: rischiavo di perdere il lavoro e lui di venire cacciato da uno dei campi musicali migliori del paese. 
- Sehun, non credo sia una buona idea. E se il tuo amico fa la spia? 
Sehun rise: - Lay è uno dei miei migliori amici e sa che mi piaci. Non farà la spia. 
Arrossii per la confessione che aveva appena fatto, ma non potevo cedere: era troppo pericoloso. 
- Luhan - Sehun mi prese la mano e mi tirò verso di sé. Io non osavo alzare lo sguardo dalle nostre mani unite. 
- Accetta. So che qui non possiamo fare nulla di quello che ho in mente, ma forse lì sì. In fondo, saremo da soli, nessuno del campo ci vedrà. 
Mi costrinsi a guardarlo in quei suoi occhi neri e profondi. 
- E cosa vorresti fare lì? Passeggiare mano nella mano? Andare al cinema e poi a cena? Non possiamo Sehun, sei un mio studente. 
Lui mi guardò deluso e serrò le labbra, lasciando andare la mia mano. 
- Mi piaci Luhan e voglio avere la possibilità di conoscerti meglio. Ma se il vero problema è che io non interesso nello stesso modo a te, allora mi arrendo e non ti disturberò più. 
Sospirai e mi coprii gli occhi con le mani. Sehun mi piaceva davvero tanto, ma la paura di essere scoperti e delle conseguenze mi frenava. 
- E se non vinci? - chiesi in un sussurro.
Sehun prese le mie mani e mi costrinse a toglierle dal viso, poi si avvicinò di più a me. 
- Se non vinco, troverò un altro modo per poter stare da soli senza correre rischi. Non sono un incosciente, so quali sarebbero le conseguenze se ci scoprissero. Però, non voglio nemmeno limitarmi a guardarti dal mio banco per tutta l'estate. 
Accidenti, se non mi avesse già conquistato da giorni, sarei caduto ai suoi piedi in quel momento. Il mio cuore batteva fortissimo e mi ritrovai ad annuire. 
- Ci sto. Inventerò una scusa per allontanarmi dal campo quel giorno. Se non vincerai, troveremo un altro modo.
Sehun sorrise e mi accarezzò una guancia con le dita. 
- Il torneo è la nostra occasione, ma se andasse male ci nasconderemo nel bosco. 
Sorrisi anch'io e chiusi gli occhi, godendomi quel contatto. 
- Anche se tu vincessi, dovremmo cercare comunque un posto per stare da soli. Non credo che un'unica giornata insieme ci basterà. 
Il sorriso di Sehun si fece così grande da illuminare tutto il suo viso. Poi, senza preavviso, prese il mio volto tra le mani e lo avvicinò al suo.
- Penso a te continuamente. 
- Non correre troppo - dissi senza distogliere gli occhi dai suoi - Magari non sono così fantastico come pensi tu. Conoscendomi meglio, potrei non piacerti.
- Non credo sia possibile, Luhan.
Sehun avvicinava sempre di più le labbra alle mie e io chiusi gli occhi. Avevo provato ad opporre resistenza e a rifiutarlo: avevo fallito. Tutto ciò che volevo in quel momento era che, finalmente, mi baciasse. 
Posò delicatamente le labbra sulle mie, un contatto minimo che, però, venne interrotto da delle voci che si avvicinavano. 
- Ti ho detto che dobbiamo già preparare arco e frecce vicino ai bersagli - la voce di Jonghyun ci raggiunse e ci scostammo l'uno dall'altro. 
- Sai cosa potremmo far usare ai ragazzi come bersaglio? Te. - c'era anche Eunhyuk ed era meglio che Sehun se ne andasse subito. 
- Vattene Sehun, appena vedranno che non ci sono, mi verranno a cercare. 
Sehun annuì e prese una mia mano, baciandola. Poi scomparì velocemente nel bosco, quasi senza fare rumore. 
- Luhan! 
Mi stavano già chiamando. Misi la mano che Sehun aveva baciato, all'altezza del cuore e lo sentii battere forte.
- Luhan!
Sospirai e tornai indietro, preparandomi ad una bella sgridata: avevo sistemato pochissimi bersagli.
 

POV BAEKHYUN

- Fantastico, Baekhyun!
Taeyeon applaudì e il resto della classe si unì a lei. Io feci un piccolo inchino e tornai al mio posto, dove Kyungsoo mi aspettava, con gli occhi che brillavano. 
- Sei stato davvero bravo. 
Taeyeon aveva passato la mattina a farci cantare ed io ne ero felice: farlo mi rendeva sempre di buon umore. 
- Suho - la professoressa chiamò il ragazzo che sedeva davanti a me - Tocca a te. 
Il responsabile si alzò per raggiungere Taeyeon, che sedeva al piano. Lo stavo ascoltando cantare, quando Kyungsoo si piegò verso di me: - Dove sei stato ieri? 
Finsi di non averlo sentito, ma lui aveva un alleato: Chen. Io ero seduto in mezzo a loro due, perciò ero letteralmente in trappola. 
- Sei sparito tutto il giorno - disse Chen, in un sussurro - Dove sei andato? 
- Non sono andato in nessun posto fantastico, se proprio volete saperlo. 
Chen mi guardò, ghignando: - Sai chi altro non si trovava ieri? Chanyeol. 
Sospirai e, sicuri che avrei raccontato loro qualche dettaglio scabroso, i miei due amici si sporsero di più verso di me. 
- Avete vinto: ero con Chanyeol e siamo andati al lago. Abbiamo suonato e poi fatto il bagno. Fine della storia. 
Continuavano a guardarmi, in attesa di sapere altro, ma io li ignorai: non avevo intenzione di parlare di quello che era successo, soprattutto del tentativo che aveva fatto Chanyeol di baciarmi. 
E dell'errore che avevo fatto io nel tirarmi indietro. 
Era stata una giornata incredibile: ci eravamo divertiti, ma avevamo anche suonato ed io ci avevo messo molto impegno per suonare qualcosa che mi venisse da dentro ed esprimesse le mie emozioni. Perché ne avevo parecchie ed erano pure forti.
Tutte emozioni che mi faceva provare Chanyeol. 
Avevo flirtato un po', l'avevo fatto spogliare ed avevo creato l'occasione perfetta per baciarlo quando gli avevo sollevato il mento, costringendolo a guardarmi. Ma, quando lui aveva fatto esattamente quello che volevo, mi ero spostato. 
Subito mi ero dato dell'idiota: ero imbarazzato per aver sperato in un suo bacio e, vedere che lui era nelle mie stesse condizioni, non aiutava. 
Per tutta la notte mi ero rigirato nel letto, incapace di addormentarmi: troppi pensieri mi affollavano la mente. 
Perché mi ero spostato? Semplice: perché negli occhi di Chanyeol avevo visto un'intensità e un desiderio che mi avevano spaventato. Era chiaro che anche lui volesse quel bacio, ma non credo che, per entrambi, avrebbe avuto lo stesso significato. Non potevo baciarlo se non sapevo cosa volevo davvero da lui. 
Non ero intenzionato ad avere una storia seria con qualcuno, io volevo solo divertirmi un po'. Negli occhi di Chanyeol leggevo l'esatto opposto. 
Finita la lezione, Chen e Kyungsoo mi rivolsero ancora la parola, mentre la classe si svuotava.
- Credo che dovresti trovarti un compagno per il torneo che ci sarà tra un paio di settimane - disse Chen e io lo guardai confuso. 
- Ogni anno viene organizzato un torneo. Ci sono una serie di prove da superare a coppie e, chi vince, passa una giornata nella città vicino al campo - mi spiegò Kyungsoo.
- Quel buco di paese?
Chen mi guardò severo: - Non dire così. Dopo un mese qui al campo, non vedo l'ora di vedermi un film al cinema. 
In effetti aveva ragione: mi mancavano la civiltà ed il mondo moderno. 
- Fantastico, chi di voi due partecipa con me? - chiesi sorridendo, ma lo sguardo che i due ragazzi si scambiarono, mi preoccupò. 
- Io non posso - disse Chen - Mi sono già iscritto stamattina. Con Xiumin. 
- Mi abbandoni per Xiumin? - finsi indignazione, ma poi risi: avevo intuito che Chen e Xiumin non passavano tutto quel tempo insieme solo per le prove di danza.
Mi voltai verso Kyungsoo: - Siamo noi due, allora? 
Il mio amico sorrise, dispiaciuto: - Io partecipo con Jongin. 
Lo guardai a bocca aperta: mi avevano dato buca entrambi!
- E io con chi dovrei partecipare? Forse con...
- Suho non puo' - mi precedette Chen - Partecipa con un'altra responsabile.
Sbuffai: - Come faccio adesso?
Kyungsoo mi mise una mano sulla spalla per rassicurarmi.
- Ti consiglio di andare a scrivere il tuo nome nella bacheca. Ci sono sempre ragazzi che non hanno un compagno e potresti partecipare con uno di loro.
Mi sentivo come una di quelle ragazze bruttine che, al ballo della scuola, stavano sedute, aspettando che un ragazzo gli chiedesse di ballare. Cosa che non succedeva mai.
Salutai i miei due amici e mi avviai verso la bacheca del campo, dove erano affissi i fogli per le iscrizioni. Quando arrivai, vidi che c'erano già due ragazzi che stavano scrivendo i loro nomi e, appena li riconobbi, capii che la mia ultima speranza di essere invitato al ballo, era sparita.
Taeyong stava scrivendo il suo nome accanto a quello di Mark.
- Ciao ragazzi - li salutai, sperando che non notassero la disperazione nel mio sguardo.
- Baekhyun! - esclamò Taeyong - anche tu sei qui per il torneo?
- Sì certo - risposi giocando nervosamente con le mie dita - Voi due partecipate insieme?
Taeyong annuì: - Mark è il migliore. L'anno scorso c'erano delle prove di intelligenza ed è stata una fortuna essere con lui.
- È bello sapere che mi sfrutti per vincere il torneo - disse il ragazzino, guardando male il suo amico - Io vado, ho lezione di danza.
Quando Mark si fu allontanato, Taeyong mi mise una mano sul braccio: - Mi dispiace di non partecipare insieme a te.
Sorrisi: - Non c'è problema, troverò un altro compagno.
In realtà, non mi andava molto di partecipare con Taeyong: non mi era piaciuto il suo modo di usare Mark per raggiungere il suo scopo.
Taeyong si allontanò salutandomi con la mano e io guardai la bacheca: c'erano già moltissime coppie iscritte.
Vidi i nomi di Chen e Xiumin, poi Suho accanto ad una ragazza. Più in basso c'era il nome di Sehun, accanto a quello di Lay... e Chanyeol?
- Ciao piccoletto.
Parli del diavolo. Chanyeol si stava avvicinando ed un enorme sorriso gli illuminava il viso.
Ma che problemi aveva? Tutto l'imbarazzo del giorno prima era sparito ed era tornato il solito Chanyeol, che sprizzava energia positiva e gioia di vivere. Come se, tutto quello che era successo al lago, fosse stato solo un sogno. Una cosa non reale o di poca importanza.
- Ciao gigante, che ci fai qui?
- Quello che fai tu, probabilmente - Chanyeol prese una penna - Mi iscrivo al torneo.
Abbassai lo sguardo, affranto: avrei fatto meglio a non partecipare affatto.
Chanyeol non se n'era accorto e aveva scritto il suo nome, ma accanto non c'era nessuno.
- Con chi partecipi? - mi chiese, senza guardarmi - Con Taeyong?
- No.- alla mia risposta, il più alto si decise, finalmente, a guardarmi.
Era il mio momento: sfoderai la mia miglior espressione da cucciolo imbronciato ed abbassai lo sguardo.
- Non partecipo con nessuno. Nessuno mi vuole.
- Non è vero, io ti voglio - rispose subito Chanyeol, per poi arrossire, vista l'ambiguità della frase.
Per nascondere il suo imbarazzo, si piegò nuovamente sulla bacheca e scrisse il mio nome accanto al suo.
- Partecipi con me.
- Davvero? - dissi, senza contenere la mia gioia.
- Davvero. - Chanyeol sorrise - Spero che tu sia bravo in questo genere di giochi, perchè voglio assolutamente vincere ed andare a strafogarmi di sushi.
- Se siamo riusciti ad arrampicarci su quell'albero solo per avere internet, possiamo fare tutto.
Chanyeol rise e annui: - Sono d'accordo.
Sollevò la mano e ci battemmo il cinque.
- Vinceremo Chanyeol, te lo prometto.
Lui rise e mi scompigliò i capelli con la sua grande mano.
- Ehi, ci ho messo venti minuti a pettinarmi! - protestai e mi scansai dal suo attacco. 
- Ascolta - Chanyeol si guardava intorno, nervoso - Io e i miei amici ci riuniamo sempre la sera prima del torneo. Andiamo nel bosco e facciamo un piccolo falò. 
- Perché lo fate? – chiesi, sinceramente incuriosito. 
Chanyeol fece spallucce: - È una specie di tradizione. L'abbiamo fatto il primo anno che ci siamo incontrati qui, poi abbiamo continuato. Xiumin ha detto che avrebbe chiesto anche a Chen di venire quest'anno, visto che è il suo compagno di squadra. Così ho pensato che, magari... 
Chanyeol lasciò la frase in sospeso e gesticolò, in imbarazzo. 
Era buffo vederlo così nervoso, ma non volevo che si tormentasse troppo.
- Mi stai chiedendo di unirmi a voi? - chiesi, cercando di non ridacchiare. 
- Esatto - il gigante annuì, arrossendo - Sei il mio compagno di squadra e sei mio amico. Se ti va, mi farebbe piacere tu venissi. 
- Nel bosco di notte? Non vedo l'ora - dissi sbuffando, ma poi sorrisi e colpii, con un pugno, il braccio di Chanyeol - Ma certo che mi va. Io porto l'alcol. 
Il gigante mi guardò con un sopracciglio sollevato e capii che non era il genere di falò che immaginavo io. 
- Come non detto - alzai gli occhi al cielo - Quindi chi ci sarà?
- Io e te. Poi Xiumin, Chen e Sehun. Jongin che, ovviamente, ha invitato Kyungsoo e, infine, Lay. 
- Ah - mi feci pensieroso: mancava qualcuno.
- Posso invitare anch'io una persona? 
Lo sguardo di Chanyeol si fece di colpo glaciale: - Chi? Perché se stai per dire Taeyong...
- Suho! - esclamai - Volevo invitare Suho. 
Chanyeol cercò di nascondere il suo sollievo, ma il suo viso era così chiaro ed espressivo, che mi accorsi subito della felicità che provava nel non avermi sentito nominare Taeyong.
- Certo che puoi invitare Suho. È il benvenuto. 
- Fantastico, vado subito a dirglielo.
In realtà, potevo benissimo invitare Suho più tardi. Però, più tempo passava, più rischiavamo di entrare in quell'argomento. 
- Baekhyun, forse io e te dovremmo parlare di quello che è successo ieri.
Già, proprio questo argomento. Cosa dovevo fare ora? Scusarmi con lui per non essermi lasciato baciare? Fingere un malore? Non ne avevo idea. Non mi ero ancora preparato a questo discorso, perché non avevo capito cosa provavo per Chanyeol. Così mi limitai ad annuire e lasciare che fosse lui a parlare. 
- Volevo scusarmi con te - un Chanyeol imbarazzato era ancora più perfetto di un Chanyeol mezzo nudo e bagnato. 
No, Baekhyun. State facendo un discorso serio: non pensare a questo. 
- Non hai niente di cui scusarti. 
- Invece sì - disse lui, con convinzione - Ti ho messo in imbarazzo, quando ho provato a... - gesticolò in modo adorabile. Oh, ma andiamo! 
- Baciarmi, Chanyeol. Hai provato a baciarmi. La puoi dire quella parola, non mi metti incinto se lo fai. 
- C-come? - il gigante sgranò gli occhi ed arrossì così tanto, che per un attimo temetti stesse per andare a fuoco. 
Scoppiai a ridere e gli diedi delle leggere pacche sulla spalla: - Stavo scherzando, gigante. È tutto a posto, davvero. 
Visto che lui non si riprendeva, ne approfittai per darmela a gambe.
- Grazie per l'invito, sei stato carino. Ora vado, ho lezione di pianoforte. 
Feci per avviarmi, ma mi resi conto che, anche Chanyeol, doveva venire a quella lezione. Visto che il gigante non accennava a muoversi, lo presi per mano e lo trascinai. 
Quel ragazzo era una continua contraddizione: prima prendeva l'iniziativa tentando di baciarmi, poi si scandalizzava se accennavo al sesso. 
Lasciai che questi pensieri mi affollassero la mente, per ignorare il calore della sua mano nella mia, e i brividi che mi faceva venire.  
*
 
Venerdì sera, mi preparai per andare al falò con Chanyeol e gli altri. Non so perchè, ma mi ero impegnato parecchio per essere carino. O forse lo sapevo, ma non volevo pensarci. Poco prima delle 23, sentimmo bussare alla nostra porta e Kyungsoo andò ad aprire: Jongin salutò il mio amico con un bacio, poi lo prese per mano.
- Andiamo e cerchiamo di non farci notare: tra poco c'è il coprifuoco.
Ci avviammo verso il bosco in silenzio, per evitare di attirare l'attenzione.
Suho era in ansia e si guardava intorno, preoccupato: - Se ci scoprono passerò dei guai grossi, essendo un responsabile. Insomma, io dovrei impedirli comportamenti di questo tipo.
- Dai Suho - bisbigliai - È divertente e non facciamo niente di male. Chanyeol non mi ha nemmeno permesso di portare l'alcol.
Il gigante, che era stato in disparte fino a quel momento, mi lanciò un'occhiataccia e si sistemò la custodia della chitarra, sulla spalla.
- Non ti farò ubriacare, visto che domani abbiamo delle prove da superare.
Alzai gli occhi al cielo e mi affiancai a lui: - Come sei noioso.
Non lo pensavo davvero e lui lo sapeva, perchè ci guardammo sorridendo.
- Baekhyun... - la frase che Chanyeol stava per dire, venne interrotta da Jongin che, a capo della fila, si era fermato.
- C'è un insegnante - sussurrò, voltandosi verso di noi.
Ci sporgemmo tutti dal nostro nascondiglio per guardare e, infatti, eccolo lì: un insegnante che, probabilmente, stava facendo la ronda, mandando a dormire gli ultimi ragazzi che non si erano accorti del coprifuoco.
- È Luhan - disse Sehun, uscendo dal nascondiglio e facendo sussultare tutti noi - Ci penso io.
- Aspetta - disse Xiumin, ma Sehun si voltò verso di lui, rassicurandolo con lo sguardo - Ho detto che ci penso io.
Restammo al nostro posto, guardando Sehun che si avvicinava e parlava con l'insegnante. Quest'ultimo sembrava piacevolmente sorpreso di vedere Sehun e non lo sgridò per essere ancora in giro a quell'ora. Anzi, arrossiva mentre Sehun parlava.
Mi avvicinai a Chanyeol e bisbigliai: - Ma solo a me sembra che, a quel professore, piaccia Sehun?
Suho, che mi aveva sentito, si voltò a guardarmi, severo: - Non dire sciocchezze.
- Scusa - sbuffai per essere stato sgridato e guardai Chanyeol. Il gigante mi stava facendo capire, con lo sguardo, che avevo ragione. Lo guardai a mia volta, spalancando gli occhi per chiedergli, silenziosamente, se ne era sicuro.
Lui controllò che Suho fosse distratto, poi avvicinò le labbra al mio orecchio: - Anche a Sehun piace lui. Ma stanno molto attenti a quello che fanno, perchè sennò passerebbero dei guai seri.
Quasi non capii quello che il gigante mi aveva detto, perchè la sua voce roca, sparata direttamente nel mio orecchio, mi aveva mandato dei brividi in tutto il corpo.
Dopo qualche altro minuto, Jongin uscì dal nascondiglio tenendo per mano Kyungsoo. Lo seguimmo, vedendo che Sehun aveva fatto voltare il professore, così lui ora ci dava le spalle. Cercammo di muoverci velocemente, ma senza fare rumore e ci inoltrammo nel bosco, allontanandoci il più possibile dal campo.
Arrivammo in una piccola radura e, dopo che Lay e Xiumin accesero il falò, ci sedemmo tutti intorno. Chanyeol prese la chitarra e suonò qualche canzone, per creare l'atmosfera da falò che era, principalmente, un'atmosfera romantica.
Infatti. Jongin e Kyungsoo, non ci misero molto a rinchiudersi nel loro mondo di sdolcinatezze. Chen e Xiumin si erano seduti vicini, molto vicini e parlavano sottovoce, con fare complice. Sehun stava raccontando a Lay quello che aveva detto al professor Luhan, mentre Suho passava lo sguardo dall'uno all'altro, incredulo nello scoprire che avevo avuto ragione a sospettare che ci fosse qualcosa tra loro due.
L'unico che si guardava intorno, ero io.
- Tutto bene? - mi chiese Chanyeol, senza smettere di suonare.
- Sì - sorrisi - È bello stare nel bosco di notte.
- Credevo avessi paura.
- Ehi! - esclamai - Io non ho paura di niente!
Un improvviso rumore, proveniente dal bosco, mi fece sussultare spaventato.
- Cosa è stato?! - chiesi terrorizzato e Chanyeol scoppiò a ridere.
- Per fortuna che non avevi paura di niente - disse il gigante, tra le risate.
Mi imbronciai e gli lanciai una serie di insulti, che però lo fecero ridere ancora più forte. Nonostante ce l'avessi un po' con lui, quel rumore mi aveva spaventato, così mi avvicinai un po' di più a Chanyeol. Mi appoggiai a lui, ma non si lamentò.
Dopo un po' che eravamo lì, Lay diede il cambio al gigante e suonò lui la chitarra. C'era la luna piena quella notte, e i ragazzi cercavano di tenere vivo il fuoco, vista l'aria fresca.
Dopo che Chanyeol aveva dato la chitarra a Lay, non si era comunque spostato da me e lasciava che gli stessi attaccato come una cozza sullo scoglio.
Ogni tanto mi guardava e sorrideva, poi guardava le mie mani: aveva scritto in fronte che mi voleva prendere la mano, ma non volevo essere io a fare la prima mossa. Io non avevo la minima idea di quello che volevo.
L'aria era sempre più fredda e cercai di scaldarmi strofinandomi le mani sulle braccia.
- Hai freddo? - mi chiese preoccupato Chanyeol.
- Un po' - risposi e Chanyeol si tolse la felpa per poi darmela.
- Non serve - provai a restituirgliela - Poi avrai freddo tu.
- Non preoccuparti, io sto bene anche così.
Come potevo rifiutare quella felpa calda? Così me la infilai, crogiolandomi nel calore.
- Meglio? - mi chiese Chanyeol, sorridendo.
- Molto meglio.
- Allora ragazzi - disse Lay - Domani è il gran giorno.
- Tanto vinceremo noi. - disse Sehun, convinto.
- Cosa te lo fa credere? - ribattè Chen - Io e Xiumin siamo forti.
- Puoi ben dirlo - confermò il suo compagno di squadra e i due ragazzi si diedero il cinque.
- Ehi, sarò io a vincere - Suho aveva uno sguardo determinato.
Mentre gli altri battibeccavano su chi sarebbe stato il vincitore, Chanyeol si voltò verso di me e mi parlò  a bassa voce, così che potessi sentirlo solo io.
- Anche se noi non vinciamo, non importa. Sono felice di partecipare con te.
Aprii la bocca per rispondere, ma la mia mente si era svuotata: come facevo a dire qualcosa, dopo una frase così dolce? Anche il mio lato competitivo si era sciolto alle parole di Chanyeol e, sinceramente, nemmeno a me importava vincere.
Volevo solo passare più tempo possibile con lui.

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Capitolo 11
*** 11. IL TORNEO pt.1 ***


 11. IL TORNEO pt. 1
 
 
POV BAEKHYUN

- E adesso giù, fino a toccarvi le punte dei piedi. 
La voce di Chen risuonava nella stanza, mentre lui, Kyungsoo e Suho facevano degli esercizi di riscaldamento. 
- Dovresti fare qualche esercizio anche tu, Baekhyun. - disse Chen, guardandomi con le mani sui fianchi - È molto rischioso fare attività fisica senza il giusto riscaldamento. 
- Chi lo dice? - chiesi, saccente. 
- Xiumin. - rispose prontamente Chen. 
- Certo, tutto ciò che dice Xiumin è giusto, no? - guardai il mio amico con un sorriso malizioso e lui arrossì visibilmente. 
- Fa come vuoi. Lo spiegherai tu a Chanyeol perché avete perso per colpa dei tuoi crampi. 
Sbuffai e liquidai il discorso con un gesto della mano, poi uscii dalla camera e mi avviai verso quella di Chanyeol. 
La sera prima, intorno al falò, avevamo creato un'atmosfera così rilassata, che ad un certo punto mi ero addormentato, con la testa appoggiata sulla spalla di Chanyeol. Mi ero ripreso quando mi aveva toccato il braccio ed aveva dovuto letteralmente trascinarmi nella mia stanza, tanto ero stanco. Quella mattina, mi ero svegliato nel mio letto e non ricordavo nemmeno come ci ero finito.
Arrivai davanti alla camerata 61, quella del gigante. Stavo per bussare quando, da dentro, sentii dire il mio nome.
Lo so: origliare è sbagliato, ma la mia curiosità era troppo forte. 
- Hai avuto fortuna ad essere in squadra con Baekhyun - aveva detto Xiumin.
La porta era socchiusa, quindi mi avvicinai di più, per sentire meglio. 
- Ero convinto avrebbe partecipato con Taeyong, perciò non glielo avevo nemmeno chiesto. - la voce del gigante era inconfondibile.
- Pensi di riuscire a non saltargli addosso, durante il torneo? - Jongin si interruppe e si sentì una leggera sberla. 
- Stai zitto. Posso controllarmi, non sono in preda agli ormoni come te.
- Senza offesa, Yeol - Jongin aveva continuato a parlare - ma Baekhyun non mi sembra molto portato per questo genere di cose. Non credo avrai molte possibilità di vincere, con lui come compagno. 
Abbassai lo sguardo: Jongin aveva ragione.
Non ero né atletico né forte e, per colpa mia, Chanyeol avrebbe perso la gara. 
- Non mi importa - la voce bassa del gigante era quasi inudibile, così avvicinai l'orecchio allo spiraglio della porta - Partecipo con il ragazzo che mi piace. Possiamo anche venire eliminati alla prima prova, non fa niente. Sono solo felice di stare con lui ed allontanarlo dalle grinfie di Taeyong per un po': quello stronzo finirà per farlo soffrire. Invece, Baekhyun merita di avere accanto delle persone che gli vogliano bene davvero e che lo trattino con rispetto, non come un bel faccino su cui fantasticare. 
Arrossii a quelle parole: era un pensiero così dolce. Nessuno aveva mai parlato di me in quel modo. 
Inoltre, Chanyeol aveva detto la frase che aspettavo di sentire uscire dalle sue labbra, per essere sicuro che i miei sospetti fossero fondati: io gli piacevo e, sicuramente, non come semplice amico. 
Io non avevo ancora capito cosa sentissi per lui. Certo, il fatto che me lo sarei fatto su ogni superficie di quel posto sperduto, non contava. A lui piacevo davvero, ma a me lui piaceva solo per divertirmi. 
Sospirai e scacciai quei pensieri: era un giorno importante e non dovevamo perdere la concentrazione. Chanyeol aveva detto che non gli sarebbe importato perdere alla prima prova, ma io non ero della stessa idea: ero troppo competitivo per non dare tutto me stesso per vincere. E poi, non volevo deluderlo.
Quando non sentii più nessuna voce provenire dalla stanza, bussai con forza, come se fossi arrivato in quel momento.
Fu proprio il gigante ad aprire la porta e, appena mi vide, un enorme sorriso illuminò il suo viso. 
- Ciao, sei arrivato.
- Ciao - il suo sorriso era così contagioso, che dimenticai tutte le mie turbe mentali - Sono arrivato troppo presto? 
- No, prendo la felpa e possiamo andare al lago. 
Il gigante tornò dentro e lasciò la porta aperta. Appena mi videro, Jongin e Xiumin mi salutarono con un po' troppa enfasi. 
- Eccomi - Chanyeol salutò i suoi amici e mi raggiunse fuori - Sehun e Lay sono già andati al lago. Credo che Sehun volesse parlare con Luhan, finché non ci sono molte persone. 
- È molto rischioso quello che fanno - dissi pensieroso, mentre ci incamminavamo.
- Già, però si piacciono. Credo che, quando c'è una persona che ti piace così tanto, non dovresti perdere tempo a pensare. Devi solo agire. 
Però Chanyeol, perché tu non facevi nulla? 
*

Poco a poco, il terreno in riva al lago si riempì di ragazzi ed insegnanti. Erano stati montati degli spalti che, al momento, erano vuoti: si sarebbero riempiti appena le prime coppie sarebbero state eliminate. 
Appena arrivati, ci avevano assegnato un numero: io e Chanyeol avevamo il 16. 
Io avevo continuato a blaterare, nervoso. Succede sempre così: quando sono agitato, parlo senza sosta, a volte anche senza riprendere fiato. 
Mi sorprese la pazienza di Chanyeol: credevo che, ad un certo punto, mi avrebbe dato una botta in testa. Invece era tranquillo e cercava di partecipare ai miei discorsi senza senso. 
Intorno a noi, i ragazzi chiacchieravano chiedendosi quali sarebbero state le prove e facevano riscaldamento. 
- Credi che serva? - chiesi, indicando Xiumin e Chen che, poco distante da noi, facevano gli esercizi che gli avevo visto fare quella mattina. 
- Certo che serve, io l'ho fatto. Tu no? 
Ops. Io no. 
- Ecco, beh.. in realtà no. Però, se serve, posso farlo ora. 
Guardai ancora i miei due amici: erano piegati in avanti e cercavano di toccarsi le punte dei piedi. 
- Dai, Baekhyun, non è...
Le parole morirono in gola a Chanyeol appena mi piegai in avanti, dandogli piena visuale del mio posteriore.
Non l'avevo fatto apposta, davvero. 
- Se serve a farmi fare meglio, lo faccio - guardai Chen molleggiare con la schiena, per toccare meglio le punte e lo feci anch'io.
Poi tornai su e mi piegai ancora.
Per tutto il tempo del mio riscaldamento copiato, Chanyeol non disse una parola. Non osavo nemmeno controllare se fosse ancora vivo. 
Finalmente, arrivò a salvarlo Leeteuk, che salì sugli spalti con un microfono in mano.
- Buongiorno ragazzi, siete carichi stamattina? 
Dalla folla arrivò un boato che voleva essere un "sì". 
- Sapevo che non mi avreste deluso - sorrise - Ora vi spiego la prima prova. Il primo concorrente di ogni coppia, deve tuffarsi in acqua e nuotare fino alla piattaforma che vedete.
Leeteuk si fermò per indicare il centro del lago dove, come aveva detto, c'era una lunga piattaforma con delle bandierine. 
- Il concorrente deve prendere la bandierina con il suo numero e riportarla a riva. Poi deve consegnarla al giudice - indicò la professoressa Taeyeon, che ci sorrise - E, solo allora, il suo compagno dovrà correre nel bosco a cercare l'altra bandierina con lo stesso numero. Ovviamente, la zona dove cercare è stata delimitata: non vorremmo perdere uno studente in mezzo al bosco. Quest'ultimo deve portare la seconda bandierina al giudice per finire la prova. Le 30 coppie che finiranno prima, passeranno alla seconda prova. 
- Hai capito tutto? - mi chiese Chanyeol, cominciando a togliersi la felpa.
- Certo, ho capito. Ma che fai? 
- Mi spoglio no? Faccio io la tratta in acqua. 
Detto ciò, si tolse anche la t-shirt, restando mezzo nudo davanti a me.
Che bella giornata. 
- Perché devi fare tu il percorso in acqua? Credi di nuotare più veloce di me?
- Credo che tu sia più agile a correre tra gli alberi per cercare l'altra bandierina, tutto qui. - Chanyeol fece spallucce e si avviò verso la riva - Possiamo vincerla questa prova, Baek.
- La vinceremo sicuramente - sorrisi e mi spostai per andare verso Taeyeon, pronto per scattare appena il gigante fosse tornato con la prima bandierina. 
Lo vidi mettersi di fianco a Lay e Suho, anche loro pronti a partire. Poco dopo, gli si affiancò Taeyong e, sono sicuro, gli avesse detto qualcosa, perché Chanyeol lo guardò con uno sguardo glaciale. 
Appena furono tutti in posizione sulla riva, Leeteuk fischiò l'inizio della prova e si tuffarono in acqua. 
Era così caotico lì, in mezzo al lago, che non riuscivo più a vedere il gigante. Chen e Jongin erano accanto a me, ed anche loro cercavano con lo sguardo i loro compagni di squadra. 
Il primo ad uscire dal lago fu Lay, che corse verso Taeyeon e, appena le diede la bandierina, Sehun partì verso il bosco.
Subito dopo, uscì anche Taeyong e Mark scattò alla ricerca della seconda bandierina. 
- Andiamo Chanyeol, dove sei? - scrutavo ogni ragazzo che usciva dall'acqua, ma non lo vedevo.
- Magari è affogato.
Mi voltai verso Taeyong e gli lanciai un'occhiataccia: ultimamente mi infastidivano sempre di più i suoi commenti.
Mentre stavo per farmi prendere dalla disperazione, vidi Chanyeol uscire dall'acqua: non ce n'erano molti prima di lui perciò, per ora, eravamo in gioco. 
Peccato che mi dimenticai di tutto e di tutti, mentre lo guardavo uscire dal lago: i capelli tirati all'indietro erano bagnati e le gocce d'acqua gli scorrevano sul collo, sul petto, sulle braccia..
- BAEKHYUN! - la voce del gigante mi risvegliò dalla mia fantasia erotica e vidi che aveva già consegnato la sua bandierina a Taeyeon.
- Vado! - corsi più veloce che potevo e con me partì anche la compagna di squadra di Suho.
Dovevo essere veloce: non potevo deludere Chanyeol.
Mi muovevo velocemente, cercando con lo sguardo il numero 16. 
- 22.. 3.. 12 ..
Accidenti, dov'era? Incrociai Jongin che tornava indietro ed anche la ragazza che era partita con me. 
Cazzo. Non volevo perdere. 
Cominciai a muovermi più velocemente e, ad un certo punto, quasi andai a sbattere contro una bandierina appesa ad un albero.
- Ma che caz.. 16!
Trovata! La afferrai e corsi più veloce che potevo verso la riva del lago. Dovevo stare attento a non inciampare ed ammazzarmi, o peggio, cadere e rovinare la mia bella faccina. 
Arrivai subito dopo Mark e la consegnai a Taeyeon.
- Sei arrivato alla posizione 13, bravo. 
Lei mi sorrise e io mi voltai per cercare Chanyeol, che mi stava venendo incontro, mentre si asciugava i capelli con un asciugamano che, probabilmente, avevano fornito i professori. 
- Sei stato bravissimo. 
- Anche tu. 
Ma cos'era tutta quella formalità? 
Lo abbracciai d'istinto e lui fu troppo sorpreso per ricambiare subito. 
- Sento che vinceremo, gigante. 
- Mi fa piacere che tu sia così ottimista, piccoletto.
 
*
 
- La seconda prova - la voce di Leeteuk interruppe il vociare dei ragazzi che si complimentavamo per la riuscita della prova e quelli che, invece, si disperavano per non avercela fatta. 
Tutti i miei amici erano riusciti a passare, perciò eravamo tutti attenti alla spiegazione della nuova prova da superare.
- Consiste nel tiro con l'arco. Ogni coppia ha 10 tiri a disposizione, che potete dividere tra voi, come preferite. Dovete colpire il bersaglio con arco e frecce e, chi fa più punti, passa la prova. Solo le 20 coppie con il punteggio più alto potranno fare la prova successiva. 
Ci incamminammo verso i bersagli, mentre dagli spalti si levavano delle grida di incoraggiamento. 
- Chanyeol - bisbigliai e afferrai per un braccio il mio compagno di squadra 
- Non so tirare con l'arco. 
Il gigante mi guardò, sorridendo: - Non preoccuparti, io sono abbastanza bravo. Posso fare la maggior parte dei tiri. 
- Sei sicuro? Magari puoi provare a spiegarmi, prima che io tiri sprecando punti. 
Chanyeol mi scompigliò i capelli: - Va bene, facciamo una lezione lampo di tiro con l'arco. 
Arrivati davanti ai bersagli, ci posizionammo su quello con il nostro numero. Il giudice era un insegnante che non conoscevo, perciò chiesi a Chanyeol chi fosse.
- È Jonghyun, insegna composizione musicale. Dovresti iscriverti al suo corso, la prossima volta.
Lo guardai male, un po' perché aveva tirato in ballo il fatto che non ero in grado di comporre nulla e un po' perché, secondo lui, ci sarebbe stata una prossima volta per me in quel campo musicale. 
Chanyeol prese il suo arco e la freccia e fece delle prove per prendere la mira. 
- Ce la puoi fare, Yeol.
- Forza Chanyeol, prendi bene la mira.
- Ehi gigante, ma lo sai che sembri davvero un arciere.
- Chanyeol, magari li potresti fare tutti tu i tiri. 
Lo so. Dovevo stare zitto, ma ero nervoso e non ce la facevo proprio.
Il gigante si voltò verso di me e mi fulminò con lo sguardo: - Stai zitto.
- Okay - borbottai ed incrociai le braccia al petto. 
Ancora pochi secondi, e il giudice diede il via alla prova: i ragazzi dovevano tirare contemporaneamente e fare una pausa ad ogni tiro, per lasciare il tempo al professore di scrivere i loro punteggi. 
Al primo tiro, Chanyeol fece 9 punti e, accanto a lui, Taeyong ne fece 10. 
Incoraggiai il mio compagno di squadra che, nei tiri successivi, fece 10 e 9 punti.
Aveva detto di essere abbastanza bravo, a me invece pareva incredibilmente bravo.
Dopo un altro tiro da 10 punti non potei più trattenermi e mi misi a saltellare battendo le mani. 
Lanciai un'occhiata agli altri miei amici, per vedere come se la stessero cavando. 
Sehun e Lay non sbagliavano un colpo: accumulavano solo tiri da 10. 
Suho, invece, non era un granché e faceva tirare soprattutto la ragazza che era con lui che, al contrario, era molto brava. 
Anche Xiumin con Chen e Kai con Kyungsoo non stavano andando male. 
Come anche Taeyong che, ogni volta che tirava, diceva qualcosa a Chanyeol, probabilmente con l'intento di farlo sbagliare. 
Chanyeol fece un lancio da 8 punti e poi si voltò verso di me: - Tira tu adesso.
Misi le mani avanti: - No no, non ci penso nemmeno. Stiamo andando benissimo e io farei un disastro.
- Baek, almeno un paio di tiri li devi fare. Non voglio essere squalificato perché le regole prevedono che entrambi tiriamo. 
Sbuffai e abbassai lo sguardo: - Non sono capace. 
Chanyeol mi prese la mano e mi tirò avanti, alla postazione di tiro. Jonghyun stava ancora scrivendo gli ultimi punti, perciò avevamo un po' di tempo.
Si mise dietro di me e mi circondò con le braccia: - Devi tendere l'arco, così..
Mi fece vedere, stando praticamente attaccato al mio corpo.
- Prendi bene la mira e solleva un po' il gomito, quando tendi l'arco. 
Feci come il gigante mi aveva detto, ma concentrarmi con il suo petto appoggiato alla schiena e la sua voce sussurrata all'orecchio, era un'impresa praticamente impossibile. 
Chanyeol mi fece spostare un po' i piedi e poi, finalmente, si allontanò da me, permettendomi di riprendere fiato. 
- Questa è la posizione corretta, ora non ti resta che tirare. 
Ridacchiai: - Sono bravo con le posizioni. 
Appena vidi Chanyeol diventare rosso come il centro del bersaglio, mi accorsi che la frase che avevo detto aveva un doppio senso. Arrossii anch'io e distolsi lo sguardo da lui: non dovevamo perdere la concentrazione proprio ora che stavamo andando così bene. 
Jonghyun diede il via per il tiro successivo ed io seguii alla lettera la lezione di Chanyeol.
Risultato: 6 punti. 
Sbuffai sconfortato: - Chanyeol...
- Non importa - il suo sorriso aveva il potere di tranquillizzarmi - Prova ancora. Andrà meglio. 
Sospirai e mi rimisi in posizione. 
Poi, accanto a me, sentii una risatina: Taeyong stava incoccando la freccia, guardandomi. 
- Il tiro al bersaglio non è il tuo sport, vero Baek? 
Mi sforzai di sorridere e tesi l'arco per tirare. 
Al diavolo! Ce l'avrei messa tutta per fare bene.
Tirai e... 8 punti! 
- SÌ! - esclamò Chanyeol, battendo le mani e mi diede una pacca sulla spalla 
- Riprova, fanne un altro.
- Ho paura di sbagliare - bisbigliai verso il mio compagno, per non farmi sentire da Taeyong.
- Smettila di avere paura, Baekhyun. Dov'è finita tutta la tua sicurezza di essere il migliore? 
- Questo è diverso.
- No, invece. Ho fiducia in te e so che sarai bravissimo - Chanyeol indicò il bersaglio - Tira! 
Feci un respiro profondo, mentre cercavo di isolarmi da tutto ciò che era intorno a me: Taeyong con la sua risatina di scherno, la folla che ci incitava, la presenza di Chanyeol...
Tesi l'arco e mirai al centro del bersaglio. 
Io ero il migliore.
Non c'era storia. 
Appena lasciai andare la freccia, chiusi gli occhi, troppo spaventato per guardare. Mi feci coraggio solo quando sentii l'urlo di gioia di Chanyeol e un - Cosa?! - esclamato da Taeyong.
Aprii gli occhi e fissai incredulo il bersaglio: avevo fatto 10 punti!
Un enorme sorriso mi illuminò il viso e mi voltai verso il gigante, che passava lo sguardo da me al bersaglio, entusiasta. 
- Sei stato bravissimo - mi disse, mentre ci davamo il cinque. 
- Visto? Sono il migliore. 
Chanyeol rise e mi prese l'arco dalle mani. Non ero riuscito a vedere come se la stavano cavando le altre coppie, ma speravo davvero che io e il gigante ce la facessimo. 
- Non era poi così male il piccoletto, eh? 
Chanyeol ghignò in direzione di Taeyong, che gli lanciò un'occhiataccia. 
I tiri successivi del mio compagno di squadra, furono tutti da 10 punti e, il totale, ci permise di passare alla prova successiva. 
Solo 20 coppie erano rimaste in gara, tra cui tutte quelle dei miei amici, compreso Taeyong. 
Mentre facevamo una pausa per mangiare, si era avvicinato a me e mi aveva fatto i complimenti per il mio tiro. Non so perché mi ero stizzito così tanto con lui, poco prima. Sarà stata la competizione. 
Taeyong era sempre così carino con me. 
Finita la pausa, Leeteuk riunì le coppie rimaste, vicino a due enormi ceppi, l'uno di fronte all'altro. 
- È arrivato il momento della terza prova. Ora ogni coppia dovrà sconfiggere la sua avversaria in una sfida individuale - il direttore indicò i ceppi e poi dei lunghi e, all'apparenza, pesanti bastoni - Un concorrente della squadra A e uno della squadra B, devono salire sul loro ceppo e poi, usando il bastone, cercare di far cadere l'avversario. La coppia i cui membri cadranno, verrà eliminata. Perciò, alla fine, rimarranno 10 coppie. 
Detto ciò, il direttore pescò a sorte la spartizione delle coppie: io e Chanyeol dovevamo combattere contro due ragazzi che non conoscevo, ma il gigante non sembrava molto tranquillo.
- Che succede? Sono troppo forti? 
- No, possiamo farcela. 
Bugia. Dovevo dire a Chanyeol che non era per nulla bravo a mentire. 
Mi avvicinai a lui, per decidere la nostra strategia.
- Prendo io Taemin - disse il gigante 
- Kibum dovrebbe essere più facile da battere, per te. 
Misi le mani sui fianchi: - Cosa vorresti insinuare? Che non sono forte?
Chanyeol aprì la bocca per rispondere, ma si bloccò, prima di dire qualche stupidaggine. 
- Lo prendo io quel Taemin.
- No, Baekhyun - Chanyeol scosse la testa - Taemin non è un tipo che gioca pulito. Non voglio che ti faccia male. 
Guardai il mio compagno di squadra, risoluto: - Starò attento, promesso. Non sono una fanciulla da proteggere, Chanyeol. Ci penso io a Taemin. 
Conclusi il mio discorso, strofinandomi le mani, con un'espressione malvagia sul viso. 
Almeno, l'intento era quello.
Il gigante sospirò ed annuì, arrendendosi.
Le prove venivano svolte contemporaneamente, perciò ci preparammo tutti ad iniziare. Mi misi il casco protettivo e presi il mio bastone, poi mi voltai verso il gigante che, appena vide la mia espressione combattiva, scoppiò a ridere.
- Sei adorabile. 
- Cosa?! - esclamai - Dovrei essere terrificante! Dovrei fare così paura da far fuggire i miei nemici a gambe levate. 
- A me sembri solo bellissimo - disse lui, senza riflettere, e io arrossii. 
Maledizione, doveva smetterla di farmi battere il cuore così. 
Anche i nostri avversari erano pronti, perciò Chanyeol si avviò verso i ceppi e salì sul suo. Un insegnante diede il bastone a lui ed al suo avversario. Accanto a me, c'erano Kyungsoo e Xiumin, in attesa del loro turno. 
- Non è un po' troppo brutale questo gioco? - chiesi ai ragazzi.
- Ormai questa prova c'è tutti gli anni. Piace proprio perché è brutale e c'è sempre qualcuno che si fa male. 
Ma dove eravamo? Agli Hunger Games? 
Visto il tiro al bersaglio di poco prima, cominciavo a sentirmi davvero una specie di Katniss Everdeen. 
Il giudice, che in questo caso era il professor Henry, diede il via alla prima coppia di sfidanti, non prima di aver detto che, l'unica regola, era non colpire alla testa. 
Tutti i ragazzi sui ceppi fecero scontrare i bastoni l'uno con l'altro. Avrei voluto godermi lo spettacolo, ma i miei occhi erano fissi su Chanyeol che, nonostante fosse forte, era talmente alto da non essere molto stabile sul ceppo. 
- Non cadere Yeol! - urlai per incoraggiarlo. Non potevamo perdere ad un gioco così stupido. Non dopo tutta la fatica che avevamo fatto. 
Urlavo così tanto che la mia voce sovrastata quella di tutti gli altri, ma non importava: il gigante aveva bisogno del mio sostegno.
Intorno a lui, le altre coppie finivano la loro partita: c'era chi vinceva e c'era chi perdeva. Chen vinse la sua sfida ed anche Jongin, facendo gridare così tanto Kyungsoo, che mi ruppe un timpano. 
Anche Sehun, Suho e Mark vinsero la loro sfida. 
Tornai a guardare il mio compagno di squadra proprio nel momento in cui, con un colpo sul fianco, fece cadere dal ceppo Kibum.
- Sì!! - urlai saltando con le braccia in aria e Chanyeol mi guardò, sorridendo. 
Ormai erano finite tutte le sfide ed i ragazzi che avevano vinto, tornarono dai rispettivi compagni.
- Ora è tutto nelle tue mani, Baek. 
Grazie tante gigante, tu sì che sei bravo a non farmi salire l'ansia. 
Mi avviai verso il ceppo, ma Chanyeol mi fermò, afferrandomi per un braccio.
- Aspetta - si mise davanti a me e mi allacciò meglio il casco protettivo - Stai attento alla testa, sarà la prima cosa che Taemin proverà a colpire.
- Ma è contro le regole.
- Lo so - mi diede un buffetto sopra il casco - Ma tu sta attento. 
Annuii e gli diedi le spalle, per andare alla mia postazione. 
Ero prontissimo e determinato a fare del mio meglio: Taemin poteva anche provare a barare, colpendomi in testa. Ma io avrei colpito, con tutta la forza che avevo, quelle belle ginocchia. 
Henry diede il via, ed iniziò la seconda sfida.
Come Chanyeol aveva previsto, Taemin provò subito a colpirmi in testa. 
- Ehi! - sentii Chanyeol urlare delle parole davvero poco educate, verso Taemin, ma il mio avversario non sembrava turbato. 
Non capivo perché Henry non lo squalificasse, ma poi mi resi conto che il ragazzo barava solo quando il giudice gli dava le spalle.
- Non puoi barare.
- Chi l'ha detto questo? - Taemin mirò al mio petto, ma mi accucciai per evitarlo.
Oltre al dover schivare i suoi attacchi, dovevo anche stare attento a non cadere da solo dal ceppo. 
- Dai Baek! 
- Lo puoi battere!
- Forza Byun Baekhyun, butta giù quello str..
- Chen! In quanto responsabile non ti permetto di dire parolacce.
- Siamo tutti con te, Baek!
Guardai con la coda dell'occhio il punto da cui provenivano quelle voci: tutti i miei amici erano accanto a Chanyeol, per fare il tifo per me. 
Non mi ero reso conto che erano rimaste ancora poche coppie a sfidarsi e loro avevano già finito.
Le loro grida mi incoraggiarono e mi spinsero ad impegnarmi di più. 
- Vai, Baekhyun!
- Sei bravissimo, spingilo giù! 
- Rompi una gamba a quel bastar.. 
- Chen!!
- Forza piccoletto - la voce di Chanyeol non era forte come le altre, ma lo sentivo distintamente. 
Taemin provò ancora una volta a colpirmi in testa, ma io fui più veloce e lo spinsi giù, mentre era sbilanciato. 
Dal mio gruppo di amici si levarono grida di gioia e io scesi piano dal ceppo, per poi togliermi il casco. 
Non so cosa mi sia preso poi: forse era stata la felicità di aver vinto o la gioia per aver avuto degli amici che mi incoraggiavano, oppure fu che lui aveva creduto in me fin dall'inizio. 
E non parlo dell'inizio della prova, ma dell'inizio del campo estivo. 
Buttai il casco a terra e corsi verso Chanyeol, saltandogli in braccio e avvolgendo le braccia al suo collo.
Lui fu bravo a prendermi al volo perché, sicuramente, non se l'aspettava e mi strinse tra le braccia, impedendomi di cadere. 
Non so per quanto tempo restammo abbracciati, ma io sarei volentieri rimasto tra le sue braccia per sempre.

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Capitolo 12
*** 12. IL TORNEO PT.2 ***


 
12. IL TORNEO pt. 2
 
 
POV CHANYEOL

Posso dire con sicurezza, che quello fu uno dei momenti più belli della mia vita. 
Non esagero. 
Non mi ero aspettato che Baekhyun facesse una cosa del genere. Insomma, lui mi sopportava a malapena. Invece, aveva mollato tutto ed era corso verso di me, per poi saltarmi letteralmente in braccio. Non me l'aspettavo, ma era così leggero che non fu difficile prenderlo e non farlo cadere. Aveva affondato il viso sul mio collo ed avvinghiato le gambe intorno alla mia vita. 
Probabilmente mezzo campo ci stava guardando, ma non me ne importava nulla: l'avrei tenuto tra le braccia per sempre. 
Ovviamente non potevamo farlo, visto che c'era una gara da vincere. 
Baekhyun si lasciò cadere piano e, appena tornò in sé e si rese conto di ciò che aveva fatto, il suo viso diventò rosso ed il suo sguardo si fissò a terra. Sussurrò uno - Scusa. - che quasi non sentii nemmeno io.
I nostri amici ci stavano guardando: chi con gli occhi sgranati, chi con un ghigno sul viso e c'era chi ridacchiava. 
Più tardi mi avrebbero preso in giro senza pietà. 
Sentivo la voce di Leeteuk, ma ero ancora troppo stordito per ascoltarlo davvero. 
- Hai capito? - mi chiese Baekhyun, senza guardarmi in faccia.
- Io.. no - ridacchiai e feci ridere anche lui. Si era un po' calmato ed ora riusciva a lanciarmi delle occhiate.
- Ha detto le coppie che sono ancora in gioco e lo siamo tutti noi - indicò i miei amici, che ora ci stavano ignorando per congratularsi l'uno con l'altro. 
- Ascolta, Baekhyun.. - dissi, ma lui mi fermò con un gesto della mano.
- Parliamone dopo, di tutto. Ora dobbiamo vincere la gara - mi sorrise e io annuii.
Avrei vinto quel maledetto torneo ed avrei passato la giornata da solo con Baekhyun. 
Costi quel che costi. 
 
*
 
- Siamo arrivati alla quarta prova. Questa gara è un po' più difficile: ogni coppia avrà una barca e uno dei due ragazzi sarà bendato. Il concorrente bendato dovrà anche remare, sotto le direttive del suo compagno. Dovranno arrivare alla piattaforma - Leeteuk indicò la stessa piattaforma della prima gara, su cui era seduto il professor Eunhyuk che si sbracciava per salutarci - E prendere sempre la bandiera con il numero della coppia. Quando arriverete alla piattaforma, dovrete cambiare concorrente bendato. Alla fine della prova, resteranno solo le 5 coppie che saranno arrivate per prime. È una prova, non solo di abilità, ma anche, e soprattutto, di fiducia. 
- Vuoi cominciare tu ad essere bendato? - chiesi a Baekhyun.
- Forse è meglio che inizi tu, sei più bravo di me a remare e possiamo prendere un bel vantaggio sugli altri. Sempre se segui le mie indicazioni. 
- D'accordo, ricorda che devi essere preciso nelle istruzioni e...
- Lo so, Chanyeol - Baekhyun mi guardava, con le braccia incrociate - Riesco a dare indicazioni, non sono stupido. 
Alzai le mani in segno di resa: era tornato il solito Baekhyun. 
Salimmo sulla nostra barca, mentre accanto a noi salivano anche gli altri. Appena ci fummo sistemati, presi la benda e me la misi sugli occhi.
- Stai attento a non farci andare addosso alle altre barche. 
- Lo so. 
- E parla a voce alta, con tutto questo rumore non sento nulla.
- Lo so.
- Baekhyun..
- Lo s.. dimmi.
Sorrisi, anche se non potevo vedere la sua espressione.
- Vinceremo anche questa prova. 
Leeteuk spiegò nuovamente le regole, poi diede il via alla gara. Iniziai a remare più veloce che potevo, mentre Baekhyun mi incitava ad andare più veloce, ma farlo non vedendo nulla era una cosa molto difficile. 
- Vai di qua, Chanyeol! Di qua! 
- Qua dove? 
- Di là, sbrigati. Stiamo perdendo terreno.
- Baek sono bendato! Devi dire destra o sinistra, non vedo dove indichi. 
- Ah già..
Baekhyun dava le sue indicazioni in modo strano e impreciso, ma lo faceva con così tanto entusiasmo che non potevo non sorridere, come un idiota, tutto il tempo. 
- Cazzo!
- Cosa c'è? - chiesi preoccupato. 
- Taeyong e Mark hanno preso la bandierina e anche Sehun e Lay - il tono di Baekhyun era allarmato - Yeol, dobbiamo sbrigarci.
Ci misi più impegno nel remare veloce e, per nostra fortuna, Baekhyun fu più preciso nelle indicazioni. 
All'improvviso lo sentii sussultare: 
- Piano, rallenta rallenta. 
- Che succede? - chiesi preoccupato. 
Baekhyun non rispose e ciò mi preoccupò, così mi tolsi la benda, anche se era contro le regole.
La prima cosa che vidi fu Baekhyun che si allungava verso la piattaforma e prendeva la bandierina con il numero 16, poi si girò verso di me e mi sorrise.
- Presa! 
- Fate a cambio ora - Eunhyuk ci aiutò a far passare i remi dalla parte di Baekhyun e controllò che il ragazzo fosse ben bendato - Potete andare, e buona fortuna. 
Ora che potevo vedere, controllai la situazione: davanti a noi c'erano tre coppie. Almeno altre tre erano praticamente fuori gara, visto che si erano allontanate dalla piattaforma, invece che raggiungerla. 
Accanto a noi, si muoveva la barca di Suho ed Irene. 
Cercai di essere più preciso possibile nelle indicazioni e di incitare Baekhyun, ma per lui remare era un'impresa titanica. 
- Forza Baek, dobbiamo andare più veloci. Suho ci ha già superato.
Volevo aggiungere che stava remando la ragazza, ma avevo paura di offenderlo.
- Ce la sto mettendo tutta, Yeol. 
Aveva il fiatone e delle gocce di sudore gli scorrevano sulla fronte. Odiavo non poter fare nulla per aiutarlo.
- Stai andando bene, la direzione è quella giusta. Dobbiamo solo andare più veloce. 
Baekhyun annuì: - In che posizione siamo? 
Eravamo quinti, ma la barca con Jongin e Kyungsoo ci stava raggiungendo. 
- Siamo terzi, tranquillo. Tu pensa a remare. 
La barca dei miei amici si stava avvicinando sempre di più: rischiavamo seriamente di perdere. 
Mi spostai un po' sul mio posto, avvicinandomi a Baekhyun per poterlo incoraggiare. 
- Non manca molto, devi mantenere la stessa direzione, ti dico io quando dobbiamo girare un po' a destra - dissi, mettendogli la mano sul ginocchio. 
- Non siamo terzi, vero? 
Aprii la bocca per replicare, ma non me la sentivo di mentirgli di nuovo. 
- No, siamo quinti e Jongin ci sta alle calcagna. 
Vidi le piccole mani di Baekhyun serrarsi con più forza sui remi, e le sue labbra si tirarono in un'espressione agguerrita. 
- Col cazzo che perdiamo, Chanyeol! Non quando siamo a metà del torneo e non contro Kyungsoo. 
Ridacchiai: - Credevo foste amici.
- Certo che lo siamo. Gli voglio molto bene, ma mi brucia ancora il duetto di canto del primo giorno. Non fallirò mai più contro di lui. 
Scoppiai a ridere: - Allora forza, siamo ancora avanti a loro. Possiamo vincere. 
Il più basso annuì e diede più vigore alle sue remate. Ora andavamo così veloci, che dovetti fare attenzione a non sbagliare direzione improvvisamente. 
Dopo ancora qualche minuto, finalmente ci avvicinammo alla riva e Leeteuk disse che eravamo arrivati alla quinta posizione. 
Baekhyun si tolse la benda dagli occhi e lo aiutai a scendere dalla barca.
- Ce l'abbiamo fatta, siamo ancora in gioco! - esclamò saltellando contento. 
Poi si calmò un po' ed andò a consolare Kyungsoo, che aveva perso. 
- Per un pelo - Taeyong si era avvicinato a me - Ero sicuro che stavolta non ce l'avreste fatta.
- Non sottovalutarci, Taeyong. E soprattutto non sottovalutare Baekhyun. 
Lui rise e guardammo entrambi il più basso, che stava dando delle pacche sulla spalla a Kyungsoo. 
- Siete molto carini insieme, ma non credo che a Baekhyun tu piaccia così tanto. Lui passa un sacco di tempo con me e i miei amici, nonostante tu praticamente baci la terra dove cammina. 
Lo guardai serio, ma Taeyong continuò, prima che potessi ribattere. 
- Mettiti il cuore in pace, Park. Se qualcuno qui si porterà a letto Baekhyun, sarò io. 
Strinsi le mani a pugno mentre Taeyong si allontanava: non gli avrei permesso di fare del male a Baekhyun, anche a costo di farmi odiare da lui. 
 
*

Dopo aver fatto un'altra pausa, ci preparammo per la quinta prova: la penultima. 
Eravamo rimaste in cinque coppie: Taeyong e Mark, Io e Baekhyun, Xiumin e Chen, Suho ed Irene e, infine, Sehun e Lay.
Sehun non era mai arrivato alla quinta prova, perché si stancava molto prima e perdeva le gare. Era davvero determinato stavolta e, se lui e il professor Luhan non avessero smesso di lanciarsi occhiate eloquenti, se ne sarebbe accorto qualcuno. 
Baekhyun mi raggiunse e sul suo viso c'era un sorriso così luminoso, che mi venne ancora più voglia di prendere a pugni Taeyong per ciò che aveva detto qualche minuto prima. 
- È arrivato il momento della quinta prova, ragazzi. - i concorrenti sugli spalti erano aumentati ed ora Leeteuk aveva un bel pubblico a cui parlare.
- La prova consiste in questo: il primo concorrente di ogni coppia deve prendere un sacco pieno di pietre e portarlo, passando attraverso una trave e restando in equilibrio, al suo compagno che deve cercare nel sacco le pietre con il numero a loro assegnato. I sacchi che ogni coppia ha sono 15 e ci sono 10 pietre da cercare. Le prime tre coppie che troveranno tutte le pietre, vinceranno. 
- Mi sembra chiaro che sarai tu a portare i sacchi - disse Baekhyun, avviandosi verso il suo lato della trave.
- Perché devo fare sempre io le cose più dure? 
Baekhyun si girò verso di me e mi fece l'occhiolino. Non sapendo come interpretarlo, mi arresi ed andai accanto al mucchio di sacchi che mi era stato assegnato. 
Insieme a me, c'erano Lay, Chen, Taeyong e Suho, mentre dall'altra parte c'erano i loro compagni, pronti a cercare le pietre nel sacco. Leeteuk diede il via alla gara, e partimmo.
Il primo sacco non era molto pesante, ma ero sicuro che i successivi sarebbero stati peggiori, vista la mia stanchezza.
Con i primi cinque sacchi andò tutto davvero a meraviglia: li portai a Baekhyun, che si mise subito alla ricerca.
Ma poi la stanchezza cominciò a farsi sentire e, vista la mia poca stabilità e coordinazione, caddi un paio di volte dalla trave e dovetti tornare indietro. 
- Dai Chanyeol! - urlò Baekhyun, con il panico nella voce - Ho trovato solo 4 fottutissime pietre.
- Signor Byun! - lo redarguì Leeteuk, visto che le imprecazioni di Baekhyun erano così forti che le sentiva pure lui dagli spalti.
- Almeno prendi i sacchi giusti. 
- Non lo so quali sono i sacchi giusti. Sono chiusi!
Baekhyun sbuffò sonoramente e prese l'ennesimo sacco che gli passavo.
- Cazzo cazzo. Ce n'era solo una qui. 
Portai altri due sacchi, ma continuavo a cadere dalla trave.
- Siamo a 8 Chanyeol, ne mancano solo 2. 
In quel momento, Mark si alzò per portare le sue 10 pietre alla professoressa Tiffany, l'insegnante di chitarra. 
- CHANYEOL!
- Okay okay - gli portai un altro sacco e un altro ancora, fino ad arrivare alla fine - Ne manca solo uno.
- Qui non c'è niente. - Baekhyun passava le pietre una dopo l'altra, incredulo - Non ce ne sono.
Anche Sehun si era alzato ed aveva portato le sue pietre al giudice. 
- Cazzo, Chanyeol, manca un sacco. Non cadere. 
- Non cado - dissi afferrando l'ultimo sacco e salendo sulla trave.
- Se cadi di taglio quelle enormi orecchie e te le faccio ingoiare. 
- Non c'è bisogno di essere così volgari, Baek. 
Traballai un po' sulla trave, ma riuscii a non cadere. Lo portai a Baekhyun e mi lasciai cadere in ginocchio, esausto.
Lui lo aprì e lo svuotò, passando velocemente le pietre. 
- Forza Baek - controllai gli altri ragazzi e dovevamo fare in fretta, prima che...
- Trovate! - dissero in coro Baekhyun ed Irene. 
Il mio compagno prese la cesta con le nostre pietre e corse verso il giudice, superando di pochissimo Irene. 
- È arrivato per primo Baekhyun!
- Sì! - urlò lui, saltando e io scoppiai a ridere, vedendolo così felice. 
- Ce l'abbiamo fatta - sospirai e mi sdraiai sul prato - Sono esausto.
- No no, non dire così - Baekhyun mi afferrò per una mano e provò a tirarmi a sedere - Ci manca solo una prova. Siamo vicinissimi alla gloria! 
Mi alzai e ci incamminammo verso gli spalti, dove Leeteuk ci attendeva per spiegarci l'ultima prova. Mentre lo raggiungevamo, passammo a fianco a Sehun, che stava parlando con il professor Luhan. Misi un braccio intorno alle spalle del mio amico e lo allontanai dal professore. 
- Devi smetterla di essere così palese, Sehun.
 - Sto molto attento. 
Baekhyun ridacchiò: - Insomma, io me ne sono accorto subito. 
- Ce l'avete scritto in faccia che vi piacete - continuai - Smettila di fissarlo sbavando e cerca di vincere. 
Arrivammo da Leeteuk che ci fece i complimenti per essere le tre coppie finaliste. Dagli spalti i ragazzi applaudivano ed incoraggiavano e, ora che c'erano anche alcuni dei nostri amici, ci sarebbe stato un tifo ancora più forte. 
- Vi spiegherò ora la sesta ed ultima prova - Leeteuk assunse un tono solenne mentre, accanto a noi, i professori si impegnavano per preparare degli ostacoli.
- Le pietre che avete trovato prima e messo nel cesto le userete ora, perché dovrete portarle attraverso 4 ostacoli. I primi due ostacoli dovrà superarli il primo concorrente, gli ultimi due il secondo. Quando sarete arrivati alla fine, dovrete cercare nel fango una chiave, quella corrispondente al vostro numero e, la coppia che trova la chiave per prima, vince. 
Leeteuk fece una pausa e poi indicò il primo ostacolo: - All'inizio dovrete trasportare il cesto strisciando sotto una rete. Il secondo ostacolo è passare su una pedana che si muove ad ogni passo. Poi si deve passare il cesto al proprio compagno che deve fare un percorso saltando da un ceppo all'altro e passare attraverso dei getti d'acqua. Ovviamente, tutto questo va fatto senza perdere nemmeno una pietra, altrimenti si deve tornare indietro. Tutto chiaro? 
Annuimmo e ci incamminammo verso gli ostacoli: erano uno dopo l'altro e, alla fine, c'era una zona di fango, creata dall'acqua del lago.
- Sono pronto, sono pronto.
Baekhyun si muoveva, improvvisando un riscaldamento abbastanza ridicolo. 
- Siamo ad un passo dalla vittoria e dalla gloria eterna. Ce la faremo, Yeol. 
Lo guardai ridendo: era così carino e determinato. Era tutto il giorno che mi trattenevo dal prendergli il viso tra le mani e baciarlo. Se l'avessi fatto mi sarei sicuramente ritrovato cadavere in fondo al lago. 
Però i sentimenti che provavo per lui erano ormai fuori controllo: non riuscivo nemmeno a stargli vicino senza sentire il bisogno di toccarlo e abbracciarlo. 
- Baek, prima dell'ultima prova, volevo dirti una cosa. 
Al diavolo! Mi ero innamorato di lui e non potevo tenermelo dentro ancora. 
Lui interruppe il suo riscaldamento e mi fissò, con quei suoi occhioni da cucciolo.
- Sì, Yeol, tu fai i primi due ostacoli, io gli ultimi. Sia mai che ti veda ancora bagnato. - Detto ciò, si avviò verso la sua postazione - Buona fortuna gigante! 
Sospirai e mi misi nella linea di partenza insieme alla mia cesta. Alla mia destra c'era Lay ed alla mia sinistra Taeyong.
Tutte le volte che eravamo stati vicino alla partenza, aveva fatto di tutto per farmi perdere la concentrazione: mi aveva deriso, insultato, aveva persino usato Baekhyun per farmi perdere il controllo. 
Ma stavolta non disse nulla, il suo ghigno bastava a farmi capire che era sicuro di vincere. 
Leeteuk diede il via alla prova e partimmo. 
 
*

Trasportare una cesta piena di pietre, strisciando sotto una rete, era una delle cose più difficili che avessi mai fatto. Non ero molto agile, ma il solo fatto di dover battere Taeyong, mi dava la giusta determinazione. 
Il tifo dagli spalti era così assordante che quasi non sentivo i miei pensieri. 
Finii il percorso in seconda posizione e salii sulla pedata che si muoveva. 
Aiuto, era impossibile restare in equilibrio!
Dovevo stare attento a non cadere e, allo stesso tempo, a non perdere le pietre. 
- Forza Yeol! 
Baekhyun era ormai vicino, mancava davvero poco e poi sarebbe toccato a lui. Lay mi superò: come faceva ad essere così stabile?
Sia lui che Taeyong avevano dato la cesta ai loro compagni, che erano partiti. Arrivai alla fine della pedana e diedi la cesta ad un Baekhyun con i nervi a fior di pelle. 
Il terzo ostacolo erano i ceppi da saltare e il più basso cominciò a superarli uno dopo l'altro, come se stesse semplicemente camminando. Era agile e veloce e, ben presto, superò Mark. Era secondo dopo Sehun e io mi ero spostato accanto alla zona del fango, pronto a partire appena anche lui fosse arrivato.
Appena arrivò al percorso con i getti d'acqua, Baekhyun lanciò un urlo che probabilmente aveva reso sordi alcuni di noi. Urlo che, subito dopo, fu seguito da una risata. Baekhyun correva, colpito dai getti d'acqua, e rideva senza trattenersi. 
Da quando era arrivato al campo, non l'avevo sentito ridere molto spesso. Sembrava un bambino e io ero felice che si stesse divertendo: era quello lo scopo principale della gara. 
Mentre i ragazzi continuavano, si avvicinò a me il professor Luhan, che doveva essere il giudice di quella prova. Lo sentii trattenere il fiato, quando vide Sehun: il mio amico era completamente bagnato e la sua maglietta bianca non lasciava molto all'immaginazione. 
Dovetti trattenermi per non scoppiare a ridere.
- Tutto bene, professore? 
Lui si limitò ad annuire, senza mai togliere gli occhi da Sehun.
- Credo che dovrebbe fare attenzione alla gara, visto che è il giudice. 
Luhan arrossì violentemente e distolse subito lo sguardo dal mio amico. 
- Chanyeol! - urlò Baekhyun, per attirare la mia attenzione, quando stava arrivando agli ultimi getti d'acqua. Appena posò il cesto davanti al professor Luhan, entrammo entrambi nel fango.
Sehun e Lay erano già alla ricerca della loro chiave.
- Che schifo - Baekhyun rabbrividì - Ho fango ovunque. 
- Può aiutarti Chanyeol a lavarti - Sehun e Lay si guardarono ridacchiando, per le parole dette da quest'ultimo. 
Io arrossii e lanciai del fango contro i miei amici. 
- Fatevi gli affari vostri. 
Loro risero e vidi Baekhyun arrossire: 
- Dove sarà quella maledetta chiave? 
Nel frattempo, erano arrivati anche Mark e Taeyong ed ora eravamo tutti ricoperti di fango.
Le mani di Baekhyun si muovevano velocemente, tastando il terreno e sul suo viso c'era un'espressione concentrata. Non parlava neanche più con me. 
- Vedi qualcosa? - gli chiesi. 
Lui aprì la bocca per rispondere, ma le parole gli morirono in gola: alzò la mano, dove stringeva una chiave.
Il numero 16 era ben visibile, nonostante il fango. 
- Trovata trovata! - la voce di Baekhyun uscì stridula - Andiamo!
Senza nemmeno aspettarmi si rialzò dal fango ma, in quel momento, lo fece anche Taeyong, con in mano la sua chiave. 
- CORRI BAEK! 
Un unico grido si alzò dai miei amici sugli spalti, mentre gli altri ragazzi erano divisi su chi sostenere. 
Baekhyun e Taeyong partirono contemporaneamente verso il professor Luhan. 
Il mio compagno di squadra era un piccoletto veloce e, ben presto, fu in vantaggio su Taeyong e consegnò per primo la chiave a Luhan. 
- Vince la squadra numero 16: Baekhyun e Chanyeol! - disse Leeteuk. 
L'urlo che lanciò Baekhyun, fu probabilmente udibile fino a Seoul. Corse verso di me, ma si bloccò appena mi arrivò di fronte: - Abbiamo vinto.
- Già - sorrisi, vedendo come si tratteneva dall'abbracciarmi ancora - Sei stato bravo. 
- Siamo stati bravi entrambi. Non avrei mai vinto, senza il tuo aiuto. 
Baekhyun si inchinò in modo molto formale. Era ricoperto di fango ed era palesemente esausto, ma aveva gli occhi che brillavano per la felicità e il sorriso non ne voleva saperne di lasciare il suo viso. 
- Non mi abbracci? - azzardai e lui mi guardò con un'espressione schifata, che per un attimo mi offese. 
- Sei tutto sporco di fango! Io non ti tocco.
Scoppiai a ridere e Baekhyun si fiondò tra le mie braccia. 
Doveva smetterla di abbracciarmi così improvvisamente: avevo bisogno di almeno venti minuti di preparazione mentale prima. 
Leeteuk scese dagli spalti per farci i complimenti e ci consegnò la chiave, che il professor Luhan aveva pulito. 
- In quanto vincitori del torneo di quest'anno, Chanyeol e Baekhyun potranno passare la giornata di domani in città e fare tutto ciò che vogliono. 
- Voglio mangiare la pizza ed andare al cinema - mi sussurrò Baekhyun.
- Inoltre, quest'anno, abbiamo deciso di aggiungere una cosa speciale. 
- Poi voglio anche mangiare un sacco di dolci.
- Domani sera ci sarà una fiera in città e i due ragazzi potranno partecipare.
- Una fiera? - esclamò Baekhyun - Che bello! Ci sarà un sacco da mangiare.
- Perciò, voi ragazzi siete autorizzati a passare la notte fuori, in albergo, e questa è la chiave della vostra stanza - concluse Leeteuk, e io lo guardai a bocca aperta. 
- Hai sentito, Yeol? Possiamo dormire.. aspetta, COSA?! 
Leeteuk iniziò l'applauso per i vincitori, al quale si unirono tutti i ragazzi, ma io ero come in trance. 
Oddio, avrei passato la notte con Baekhyun.
Noi due da soli.
Sentii distintamente Sehun imprecare e guardai il mio compagno di squadra: era tutto rosso ed evitava il mio sguardo. 
Avevo un giorno e una notte intera per conquistare Baekhyun. Sarebbe andata bene: quel giorno lui mi aveva dimostrato che, almeno un po', ci teneva a me. 
Perciò non ero totalmente senza speranza, giusto? 
Mi voltai verso di lui, per gioire della nostra piccola vacanza, ma lo vidi allontanarsi da me per raggiungere Taeyong, che era già stato circondato dai suoi amici. 
Il ragazzo gli aveva subito messo un braccio intorno alla vita, con fare possessivo. 
Sentii il cuore stringermi nel petto e serrai le mani a pugno. 
- Ehi, Yeol - Jongin e gli altri mi avevano raggiunto e il mio amico mi diede una pacca sulla spalla - Sei stato grande. Tu e Baekhyun potete..
Mi scrollai di dosso in malo modo la mano di Jongin e mi allontanai da loro, mentre mi chiamavano, sorpresi dal mio comportamento. 
Presi il sentiero che mi avrebbe riportato al campo e, prima di entrare nel bosco, mi voltai un'ultima volta verso Baekhyun.
Lui mi stava guardando, perciò distolsi subito i miei occhi dai suoi e mi allontanai più velocemente possibile.

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Capitolo 13
*** 13. UN GIORNO DA SOLI ***


 13. UN GIORNO DA SOLI
 
POV BAEKHYUN

Finii di prepararmi mettendo una camicia sopra la t-shirt bianca e mi piegai per allacciarmi le scarpe. La borsa con il necessario per la notte era già accanto alla porta ed io ero prontissimo a partire.
Era il giorno dopo il torneo che io e Chanyeol avevamo vinto. Era stata una giornata fantastica, mi ero divertito ed il mio lato competitivo era stato saziato a sufficienza. Quando Leeteuk aveva detto che io e Chanyeol avremmo partecipato ad una fiera e passato la notte in albergo, quasi non ci credevo. Avevo bisogno di staccare un po' ed ero felice di fare quella piccola vacanza con Chanyeol. 
Il giorno prima, se n'era andato senza nemmeno salutarmi: sembrava arrabbiato, ma non capivo perché. Forse perché stavo parlando con Taeyong? 
Non aveva importanza, perché oggi ci saremmo divertiti tantissimo, come quando eravamo andati al lago. Questa volta, però, avremmo anche passato la notte insieme. Nella stessa stanza e, come il piccolo Baekhyun perverso sperava, anche nello stesso letto. 
Uscii dalla camera dopo aver salutato i miei amici, alcuni dei quali stavano ancora dormendo, e mi avviai all'entrata del campo, dove il direttore ci aspettava.
Quando lo raggiunsi, caricai la mia borsa in auto ed aspettammo Chanyeol, che non tardò ad arrivare. 
Mi ero fatto carino per lui, mettendoci parecchio impegno, infatti ebbi l'effetto sperato: appena mi vide, il gigante arrossì visibilmente e spalancò gli occhi.
Eh sì, sapevo come usare le mie armi. 
Mi avvicinai mentre caricava la sua borsa in auto: - Buongiorno! 
Gli mostrai il sorriso per cui arrossiva ogni volta, ma non mi guardò nemmeno e farfugliò un - Ciao -.
Rimasi sorpreso, ma non ebbi il tempo di farci troppo caso, perché salimmo in auto diretti verso la civiltà. 
Leeteuk trascorse tutto il viaggio a farci raccomandazioni su come dovevamo comportarci, sul fatto che se avessimo fatto qualcosa che avrebbe messo in cattiva luce il campo lui ci avrebbe espulso e su dove ci saremmo dovuti trovare il giorno dopo. 
Io però non prestavo molta attenzione: guardavo Chanyeol, mentre lui fissava il paesaggio fuori dal finestrino. 
Non mi aveva ancora rivolto né uno sguardo né la parola, a parte quel debole saluto. Non potevo chiedergli spiegazioni con Leeteuk lì, perciò mi sforzai di rispondere al direttore fingendo che entrambi lo stessimo ascoltando. 
 
*

Guardai l'auto del direttore partire e lo salutai con la mano, poi mi voltai verso il mio compagno di avventura.
- Allora, da dove cominciamo? Vuoi cinema o sala giochi? 
Chanyeol alzò le spalle: - Tu fa quello che vuoi, io vado a fare colazione. 
Detto ciò, se ne andò, lasciandomi lì. 
- Aspetta - lo inseguii di corsa. Quanta strada riuscivano a fare quelle sue lunghe gambe?! 
- Bella idea la colazione - dissi - Dobbiamo avere molte energie per affrontare la giornata!
Ancora nessuna risposta. 
Ma che stava succedendo? 
- Chanyeol, che ti prende?
Lui non mi rispose ed entrò in un locale che serviva la colazione. Ci sedemmo ad un tavolo e, quando arrivò la nostra ordinazione, cominciammo a mangiare. 
Tutto ciò senza dire una parola. 
Forse Chanyeol riusciva a stare zitto tutto quel tempo, io assolutamente no. 
- Ieri siamo stati fantastici, non trovi?
Niente.
- Sarà una bella giornata, possiamo fare tante cose qui. 
Ancora niente.
- Stasera voglio mangiare tutto ciò che c'è, alla fiera. 
Nulla.
- Sei molto sexy oggi. 
Bingo. Il gigante si fermò a fissarmi con le bacchette a mezz'aria. 
- Perciò mi stavi ascoltando - ridacchiai.
Lui cercò di darsi un contegno e distolse lo sguardo dal mio. 
Mi ero già stancato di quel suo comportamento. 
- Ma si può sapere che ti prende? - chiesi usando un tono di voce forse troppo alto, perché alcune persone si girarono a guardarci.
- Abbassa la voce - disse Chanyeol.
- No, prima mi dici perché mi ignori così brutalmente, stamattina. 
- Te ne importa davvero? - sbottò lui, lasciandomi sorpreso. Poi si alzò e mise, o meglio sbattè, i soldi sul tavolo. Notai che aveva pagato anche la mia colazione, prima di alzarmi ed inseguirlo fuori. 
- Chanyeol! - urlai, mentre provavo a raggiungerlo - Perché ti comporti così? Cosa ti ho fatto per farti arrabbiare? 
Lui si fermò all'improvviso e, quando si voltò verso di me, i suoi occhi erano pieni di rabbia.
- Cosa hai fatto?! - urlò a sua volta, ma la sua voce era più spaventosa della mia - Vuoi che cominci l'elenco di cose stupide che hai fatto? 
Lo guardai a bocca aperta: non riuscivo nemmeno a ribattere, tanto mi ero spaventato per la sua reazione. 
- Lasciamo stare - Chanyeol si passò una mano sul viso - Voglio solo che questa giornata finisca. Volevi andare al cinema, no? Almeno possiamo evitare di parlare. 
Guardò nel suo cellulare le indicazioni per raggiungerlo, prima di incamminarsi, mentre io lo seguivo a testa bassa.
Nonostante fosse arrabbiato, comprò lui i biglietti per il film e una enorme confezione di caramelle per me. Ero rimasto zitto per un po', ma non avevo intenzione di passare la giornata in quel modo. Perciò, appena ci sedemmo ai nostri posti, iniziai il mio monologo: -È fantastico che qui il cinema sia aperto anche di mattina, non trovi? Infatti ci siamo praticamente solo noi. Però è meglio così, almeno non ci sarà nessuno a disturbarci mentre guardiamo il film. Tu che ne pensi del film che abbiamo scelto? Le invasioni di zombie mi sono sempre piaciute, e a te? Perché a me..
- Baekhyun.. - finalmente Chanyeol si era degnato di parlarmi. 
Mi girai con tutto il corpo verso di lui : - Dimmi.
- Puoi stare zitto? 
Te lo scordi, gigante arrabbiato. 
Scossi la testa, mentre le luci si spegnevano per l'inizio del film, e sussurrai: - Ho fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare e mi dispiace. Non voglio passare tutto il giorno così, voglio divertirmi con te.
Lo sentii sospirare e guardai la sua mano, che era appoggiata al bracciolo della poltroncina. Mi sorprese la voglia che avevo di prenderla: dovetti mettere sotto le gambe le mie, per non farlo. 
Il film che avevamo scelto era davvero orrendo e terrificante! Avevo promesso a me stesso che non avrei fatto il bambino impaurito, ma non mi aspettavo così tanto sangue ed interiora. Passai tutto il film con la mano davanti agli occhi, sbirciando solo ogni tanto, aprendo appena le dita. Approfittavo delle scene più cruente per voltarmi verso Chanyeol e guardarlo. Ogni volta che lo facevo, qualcosa mi si stringeva all'altezza del cuore: era incredibilmente disinteressato. Non mi guardava, non mi parlava, non rideva nemmeno alle mie battute o al fatto che avessi una paura fottuta del film. Niente. 
Questo non era Chanyeol. Il gigante a cui volevo bene aveva sempre il sorriso stampato in faccia e la risata facile. 
Questa nuova versione, invece, teneva lo sguardo serio sullo schermo, ignorandomi.
Quando il film finì, Chanyeol si alzò dal suo posto: - Cosa vuoi fare ora? 
Stavo per dire che potevamo andare alla sala giochi, ma poi pensai che avremmo potuto fare qualcosa che piacesse tanto a lui, così magari si sarebbe sciolto un po'.
- Andiamo al negozio di musica, ti va? 
Mi aspettavo almeno un sorriso, invece si limitò a fare spallucce: - Come vuoi.
Avevo sparato quella idea, senza nemmeno controllare che ci fosse davvero un negozio del genere in quel piccolo paesino ma, per mia fortuna, c'era ed era anche molto carino. 
Appena entrammo, Chanyeol mi lasciò per girare il negozio. Nei suoi occhi c'era uno sguardo incantato, neanche fosse un bambino al parco dei divertimenti. 
Lo seguii tenendomi a distanza, e lo guardai mentre passava da un lato all'altro del negozio, troppo colpito da tutto. 
All'improvviso si fermò davanti ad una chitarra classica: era nera, con delle belle lavorazioni. Gli si inginocchiò davanti, mentre mi avvicinavo.
- È molto bella - dissi, sinceramente rapito dalla bellezza di quella chitarra. 
- Già - confermò Chanyeol e la sfiorò con le dita.
- Perché non la compri? - sorrisi - Sembrate fatti l'uno per l'altra.
Lui sospirò e scosse la testa: - Non posso permettermela. 
Mi grattai la testa imbarazzato e lanciai un'occhiata al prezzo: era davvero costosa, ma io me la sarei potuta permettere tranquillamente.
Avevo così tanto bisogno di rivedere il sorriso su quel suo faccione, che stavo per dirgli che gliela avrei regalata io. Non feci in tempo però, perché Chanyeol si alzò: - Andiamocene.
Lo seguii fuori e poi nelle viette del centro. Non sapevo come comportarmi e, l'unica cosa che avrei tanto voluto fare in quel momento, era piangere. Lui era lì fisicamente, ma era come se non ci fosse davvero. Come se qualcosa si fosse spezzato e Chanyeol fosse un perfetto estraneo. 
Mi mancava.
 
*

La giornata andò di male in peggio: dopo pranzo, Chanyeol disse che voleva andare un po' in giro da solo. Io ricacciai indietro la delusione ed annuii, sorridendo. 
Fissammo un orario in cui ci saremmo incontrati per girare le bancarelle della fiera insieme. Poi Chanyeol sparì. 
Provai a divertirmi anche da solo, godendomi quel ritorno alla vita moderna ma, in realtà, mi annoiavo a morte. Niente era come l'avevo immaginato. Una volta amavo stare da solo, lo preferivo all'avere intorno tante persone, soprattutto se erano invadenti e imbarazzanti come Chanyeol. Invece ora avrei dato qualsiasi cosa per averlo con me, o per avere un altro dei miei amici del campo. Ero via da nemmeno un giorno, e già mi mancavano tutti. 
Il vecchio Baekhyun sarebbe entrato nei locali e nei bar ed avrebbe flirtato con tutti i ragazzi carini, giusto per divertimento. Ora, anche solo l'idea che Chanyeol mi vedesse farlo, mi faceva passare la voglia. 
Perciò, il nuovo Baekhyun, aveva passato metà del pomeriggio seduto nel bordo della piccola fontana che c'era al centro della piazza, intento a guardare le bancarelle che venivano montate e preparate per la festa. 
Quello era il punto che io e il gigante avevamo deciso per incontrarci perciò, quando fece buio, lui arrivò. 
- Ehi - mi salutò in modo freddo.
- Ciao - sforzai un sorriso e mi alzai - Ti sei divertito? 
- Molto. 
Perché non mi guardava? Maledizione! 
- E tu? - mi chiese, più per non essere maleducato che per reale interesse.
Neanche un po', Chanyeol. Mi mancavi troppo. 
- Sì, tanto. È stata una bella giornata. 
- Sono felice che ti sia divertito.
Silenzio. Era così imbarazzante. 
Lo afferrai per una mano e lo trascinai verso le bancarelle: non volevo rischiare che se ne andasse ancora.
Per mia fortuna, e sorprendendomi parecchio, Chanyeol non scostò la mano dalla mia e lasciò che lo portassi da bancarella a bancarella, facendogli assaggiare tutto quello che potevo.
Provavo a farlo ridere e a comportarmi come se non stesse succedendo nulla. Era come trascinarsi dietro un manichino molto alto e pesante. E anche parecchio sexy, così arrabbiato. 
Qualche parola la disse anche lui e, ad un certo punto, giuro di aver visto un piccolo sorriso. 
Mi bastava questo, per ora.
Mentre mangiavo di tutto e camminavamo tra le bancarelle guardando la merce che era esposta, la mia mente stava pensando di adottare una misura estrema: provare a sedurre Chanyeol, una volta che fossimo stati in albergo. 
Sapevo di piacergli e avevo pensato che potesse succedere qualcosa tra di noi, ma il suo comportamento della giornata mi aveva fatto accantonare l'idea. 
Ora però, era tornata a vagarmi nella mente: ero bravo in queste cose. Ero bravo a farmi desiderare e a far eccitare i ragazzi. Se già gli piacevo, sarebbe stato ancora più facile.
Stavo ancora immaginando me stesso, nudo, sotto Chanyeol, quando quest'ultimo mi toccò la spalla. 
- Vado a farmi un giro, ci vediamo in albergo. 
Eh no. Te lo scordi, maledetto gigante. 
- No, invece - sbottai - Resterai qui con me. E se vuoi andare a vedere altro, vengo anch'io. 
- Voglio stare da solo - rispose lui, con molta calma. 
- Beh, io no. Voglio che..
- Sai Baek - mi interruppe lui, alzando il tono di voce - Non dobbiamo sempre fare tutto quello che vuoi tu.
- Non ho detto questo, solo che..
Vaffanculo, Yeol! Vuoi litigare? Litighiamo!
- Sei impossibile oggi! - alzai anch'io la voce - Che cazzo hai, eh? Dimmelo, parlami. Non posso scusarmi con te se non so perché sei arrabbiato!
- Che te ne importa? - non auguro a nessuno di vedere Chanyeol arrabbiato, mai.
- Certo che mi importa - provai a non farmi spaventare dal gigante furioso davanti a me - Perché continui a dire questo? Pensi che non mi importi di te?
- No! - Chanyeol urlò così forte che io sussultai e le persone intorno a noi si voltarono a guardarci - A te non importa di nessuno, se non di te stesso. L'unica cosa che vuoi è avere tutto esattamente come piace a te. Le ho provate tutte per avvicinarmi a te, ho provato ad aiutarti quando avevi bisogno e a starti vicino quando qualcosa non andava. Volevo essere tuo amico, ma tu mi hai sempre respinto. 
- Questo non è vero! - protestai e lui fece una risata amara. 
- Ero sempre la tua ultima scelta, Baek. Venivi da me se tutti gli altri non potevamo darti attenzione, solo allora ti ricordavi del caro Chanyeol, sempre disponibile per te. Sei soltanto un egoista!
Avevo così tanta voglia di piangere, che non riuscivo nemmeno a ribattere. 
Io non ero così: io protestavo e provavo a difendermi, ma quella volta era diverso. 
E lo era perché Chanyeol aveva ragione, su tutto. 
- Anche al torneo - continuò lui - Mi hai abbracciato, ci siamo divertiti. Poi, appena avevamo vinto e non ti servivo più, sei andato da Taeyong. Da lui, cazzo! Proprio dal ragazzo che aveva passato tutta la gara a dire cose orribili su di te per farmi arrabbiare e distrarmi. Mi hai mollato lì e sei andato da lui.
- Perciò è di questo che si tratta: sei geloso! Posso essere amico di entrambi, Yeol.
- Io non voglio più essere tuo amico! - urlò Chanyeol - Non mi basta, perché mi sono innamorato di te! Non voglio essere la tua seconda scelta, non voglio vederti correre intorno ad una persona che non ti apprezza. Tu meriti di più, meriti qualcuno che ti ami. E io ti amo, cazzo! 
Si passò una mano tra i capelli mentre io lo fissavo, ammutolito. 
- È così frustrante volere una persona e rendersi conto che questa non è minimamente interessata a te.
Aveva detto quest'ultima frase sussurrando. 
Avrei voluto dirgli che si sbagliava, che io ero interessato a lui.
Ma non avevo ancora capito se quello che volevo da lui era la stessa cosa che lui voleva da me. Non lo sapevo, non sapevo cosa fare. 
Ci guardammo per qualche istante, in silenzio. Negli occhi di Chanyeol non c'era più traccia della rabbia di poco prima: ora c'era solo tanta tristezza. 
Si voltò e se ne andò, senza più dire una parola. 
 
*

Mi trascinai fino all'albero dove Leeteuk ci aveva prenotato una stanza, camminando a testa bassa. 
Intorno a me, la cittadina era nel pieno della sua fiera, ma io non sentivo nulla. Volevo solo andare a letto e dimenticare quella giornata. Quello che mi aveva detto Chanyeol continuava a rimbombarmi in testa: ti amo. 
Lui mi amava davvero. 
E io? Cosa provavo per lui? 
Gli volevo bene e mi piaceva fisicamente, ma poi? 
Troppi pensieri mi affollavano la mente, ma ero troppo triste e demoralizzato per dargli retta.
Presi la chiave nella portineria dell'albergo e poi raggiunsi la nostra camera. 
Era carina: non molto grande, ma c'era una bella vista e due letti singoli, uno accanto all'altro. 
Il bagno era tutto per me e non condiviso con altri ragazzi, perciò ne approfittai e mi lanciai nella doccia, dove rimasi per un tempo esageratamente lungo. Sotto la doccia, mi sforzai per non pensare più a quella giornata: per oggi era davvero troppo. 
Quando mi infilai sotto le coperte, erano appena passate le 23. Anche i miei amici al campo stavano sicuramente andando a dormire, come voleva il coprifuoco. 
Ero preoccupato per Chanyeol: ormai era tardi, dove si era cacciato quel gigante? 
Spensi la luce e mi rannicchiai sotto le coperte, attento ad ogni rumore che proveniva dall'esterno. 
Stavo per addormentarmi, quando sentii una chiave girare nella serratura e vidi la luce del corridoio entrare nella stanza, superando la porta aperta. 
Sbirciai aprendo appena gli occhi e feci un sospiro di sollievo quando vidi Chanyeol. 
Lui guardò che fossi a letto, poi si tolse la maglia ed entrò in bagno. 
Lasciai andare un sospiro ed ascoltai l'acqua della doccia che scorreva.
La mia idea di sedurlo avrebbe previsto che mi infilassi nella doccia insieme a lui, ma dopo la nostra litigata e, soprattutto, dopo quello che mi aveva detto, non me la sentivo proprio di comportarmi così. 
Quando sentii che aveva chiuso l'acqua e stava per uscire, chiusi ancora gli occhi, fingendo di dormire. 
Non credevo di poterlo affrontare ancora e, probabilmente, lui non voleva più saperne di me, oggi.
Lo sentii uscire e spostarsi verso il suo letto. Aprii appena gli occhi, mentre si infilava sotto le coperte del letto a fianco al mio e si girava, dandomi le spalle. 
Fissai per qualche minuto la sua schiena e, tutto ciò che era successo quel giorno, mi crollò improvvisamente addosso. 
Era dal mattino che trattenevo il pianto, sforzandomi di non fare il piagnucolone. Ma ora, nella stanza buia e silenziosa, non riuscii più a fermare i pensieri e le lacrime. 
Cominciai a singhiozzare contro il cuscino, sperando che Chanyeol non mi sentisse. Non provai nemmeno ad asciugarmi le lacrime, non sarebbe servito a nulla, stavano cadendo tutte quelle che avevo ricacciato indietro dalla mattina. 
Piangevo perché una giornata che doveva essere bellissima, era stata la più brutta da quando ero lì. 
Piangevo perché non capivo cosa provavo per Chanyeol.
Piangevo perché mi faceva schifo il modo in cui mi stavo comportando con lui e con i miei amici. 
Quelli veri, non quelli che mi ignoravano mentre mangiavamo in mensa. 
Chiusi gli occhi e affondai il viso nel cuscino, finché non sentii che le coperte che mi coprivano, venivano spostate.
Aprii gli occhi rossi di pianto e mi trovai davanti Chanyeol, che si infilava nel mio letto e, subito dopo, mi prendeva tra le braccia. 
Fu la goccia che fece traboccare il vaso. 
Piansi ancora di più, stringendo la sua maglietta tra le dita e nascondendo il viso nel suo petto. Lui cominciò ad accarezzarmi dolcemente i capelli e mi abbracciò più forte.
- Non piangere, va tutto bene. - sussurrò, nonostante fossimo da soli nella stanza. 
Io non riuscivo a controllarmi: provai ad asciugare le lacrime con la mano, ma quelle continuavano a scendere. 
- Chanyeol..
- Tranquillo, basta piangere, cerca di dormire. 
Strinsi più forte le mani sulla sua maglia: - Tu non andrai via ancora, vero? Resti qui con me? 
Avrei capito se mi avesse detto che stava solo aspettando che mi calmassi, per tornare nel suo letto. Perché lui non mi doveva niente e, oltretutto, quel letto era troppo piccolo per tutti e due.
Invece, appoggiò le labbra sulla mia fronte: - Non vado da nessuna parte. Non ti lascio, promesso. 
Mi rilassai sotto le sue carezze e mi addormentai esausto, ascoltando il battito del suo cuore.

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Capitolo 14
*** 14. TROPPO BELLO PER ESSERE VERO ***


14. TROPPO BELLO PER ESSERE VERO 
 
POV LUHAN

Era lunedì mattina e non avevo lezioni con i ragazzi, perciò ne stavo approfittando per sistemare i miei spartiti. Ero seduto sul letto ricoperto di fogli, quando bussarono alla porta della mia camera. Mi alzai e la raggiunsi, chiedendomi chi poteva essere visto che, probabilmente, sia insegnanti che studenti erano occupati con le lezioni. 
Aprii la porta e mi trovai davanti un inespressivo Sehun.
- Cosa ci fai qui? - chiesi, sorpreso di vederlo - Dovresti essere a lezione! 
Sehun sorrise: - Mi fai entrare o aspettiamo che qualcuno mi veda alla porta della tua camera? 
Spalancai gli occhi terrorizzato ed afferrai Sehun per la maglietta, trascinandolo dentro la mia stanza. Poi chiusi la porta.
- Secondo te qualcuno ti ha visto? Spero proprio di no. 
- Calmati, Luhan - disse Sehun, camminando per la stanza. - Sono stato attento a non farmi vedere. 
Mi appoggiai alla porta, mentre lo osservavo. 
- Perché sei qui? Non hai lezioni? 
Lui annuì: - Ho finto di sentirmi male durante la lezione di danza. Non credo il professore mi abbia creduto, perciò la prossima volta mi farà restare lì del tempo in più. 
Fece spallucce, poi prosegui: - Ma non mi importa, volevo vederti. 
- Perché? - chiesi, mentre lui si avvicinava ancora a me. 
- Perché credo di aver trovato il posto perfetto per noi. 
Appoggiò una mano sulla porta, accanto alla mia testa ed abbassò la voce. 
- Un posto abbastanza lontano dal campo, in cui non correremo il rischio di essere scoperti. Ho passato tutto il giorno, ieri, a cercare un nascondiglio. Quando stavo per rimandare, l'ho trovato. 
Abbassai lo sguardo, incapace di sostenere il suo. 
- Sei davvero determinato. 
Sehun afferrò il mio viso, costringendomi a guardarlo. Non diceva nulla, ma i suoi occhi stavano perforando i miei. 
- Non ne sei più convinto? - chiese in tono duro - Se non sei sicuro al cento per cento di voler rischiare con me, allora è meglio se lasciamo stare.
- Non è questo - chiarii subito - È solo che...
- Cosa? Non tornare sulla storia del "non posso perché sei un mio studente", perché ci siamo già passati. 
Sehun cominciò ad accarezzarmi le guance con i pollici.
- Hai ragione. Sono con te al cento per cento. 
Lui sorrise, senza spostare le mani dal mio viso.
- Spero che Chanyeol e Baekhyun si siano divertiti, visto che ci hanno rubato la nostra occasione di passare la giornata insieme, lontano da qui. 
Ridacchiai e, senza pensare, misi le mani sui suoi fianchi.
- Non importa, hai trovato comunque una soluzione.
Lui avvicinò impercettibilmente il viso al mio: - Luhan?
Deglutii e sussurrai: - Sì? 
- Voglio baciarti. 
Mi si mozzò il respiro ed il cuore accelerò il battito, nel mio petto. Questo era il punto di non ritorno perché sapevo che, se io e Sehun ci fossimo dati un vero bacio, non ci sarebbe stata più la possibilità di tornare indietro.
- Fallo - dissi, stringendo più forte le dita sui suoi fianchi - Ti prego, fallo. 
Sehun non se lo fece ripetere ed annullò la distanza tra le nostre labbra. Le sue mani si spostarono sulla mia schiena, spingendomi più vicino a sé. 
Non aveva intenzione di limitarsi ad un tenero ed innocente bacio, perciò approfondì il contatto e, senza che me ne rendessi conto, cominciò a spingermi lentamente verso il letto. 
Odio ammetterlo, ma io non stavo capendo più nulla. La mia mente ed i miei pensieri erano offuscati e l'unica cosa che aveva importanza, in quel momento, era Sehun. 
Avevo mandato al diavolo la mia responsabilità come insegnante, la paura di essere scoperti, la convinzione che stavamo facendo un errore enorme. Non me ne importava più nulla, perché in quel momento eravamo solo io e Sehun. Insieme. 
Lui interruppe il bacio per far scorrere una mano sul mio letto, lanciando a terra tutti gli spartiti.
- Ehi, li avevo appena sistemati!
Lui rise e mi fece sdraiare sul letto, mettendosi poi sopra di me.
- Ti aiuto io dopo a rimetterli in ordine. 
Mi baciò il collo, senza dimenticare nemmeno un lembo di pelle.
- Sehun - sospirai di piacere e lanciai un'occhiata alle finestre della stanza.
Fortunatamente avevo lasciato le tende tirate, visto che stavo comunque lavorando, prima che quella sexy, eccitante, incredibilmente perfetta distrazione arrivasse. 
Perciò chiusi gli occhi, godendomi i baci di Sehun sulla mandibola, sotto l'orecchio e poi, ancora, sulle labbra.
- Non so come faccio a resisterti in classe - disse lui, mentre infilava una mano sotto la mia maglia - Ho questa costante voglia di scoparti sulla cattedra. 
Spalancai gli occhi ed arrossii: - Non dire certe cose ora.
- Perché? - chiese lui, divertito. 
- Perché non siamo ancora lontano dal campo.
Sehun mi stava volutamente ignorando ed alzò la mia maglia, per lasciare dei baci sul petto. 
- Non... non pensare che faremo ora quello che la tua testolina pervertita sta... sta immaginando. 
- Ah no? - Sehun mise una mano sul cavallo dei miei pantaloni - Sei sicuro? 
- Siamo ancora al campo, Sehun.
Cercai di dare un tono autoritario alla mia voce, ma ero troppo eccitato e per nulla credibile. 
Sehun ghignò: - Hai paura che ti farò urlare così tanto, che ti sentiranno tutti? 
-SEHUN!! - esclamai, completamente rosso in viso. 
Stavo per lanciare i peggiori insulti al ragazzino sopra di me, quando bussarono alla porta. 
Spalancai la bocca, sorpreso ed incapace di muovermi. 
Sehun scese da me e dal letto, attento a non fare rumore. 
- Chi è? - bisbigliò. 
Scossi la testa: - Non lo so. 
- Professor Luhan? 
Era Leeteuk, il direttore. 
Misi entrambe le mani sul viso: - Lo sapevo, era troppo bello per essere vero. 
- Vedi che vuole, Luhan. 
Sehun si muoveva piano per la stanza, cercando un nascondiglio.
- Luhan, ci sei? Posso entrare? 
Vedendo che la maniglia della porta si abbassava, mi ricordai che, quando avevo fatto entrare Sehun, non avevo chiuso a chiave.
Oh no!
- Luhan! 
Il tono allarmato di Sehun mi distolse dai miei pensieri ed esclamai: - Un momento arrivo subito!
Per nostra fortuna, il direttore lasciò la maniglia. Mi alzai dal letto e mi sistemai i vestiti. 
- Sehun, la finestra. 
Lui scostò la tenda ed aprì la finestra, che dava sul bosco.
- Mi sento un ladro - disse mentre scavalcava. 
- Mi dispiace tanto. 
Lui mi afferrò per la nuca e mi avvicinò a sé, baciandomi con foga.
- Professor Luhan? 
- Ma cazzo! - esclamò Sehun, lanciando un'occhiataccia verso la porta ed io non potei fare a meno di ridere. 
- Vai ora. 
Lui annuì e saltò giù dalla finestra, per poi dirigersi verso il bosco. Dopo pochi secondi era già sparito.
Feci un respiro profondo per darmi un contegno ed aprii la porta. 
- Finalmente - disse Leeteuk e, senza essere invitato, entrò nella mia stanza -Cosa stavi facendo? 
- Io? Sistemavo gli spartiti. 
Il direttore passò lo sguardo da me a tutti i fogli a terra. 
- Hai litigato con gli spartiti, vorrai dire. 
Ridacchiai, in imbarazzo: - Aveva bisogno di me, direttore? 
- Sì, dovevo andare a prendere Park e Byun stamattina, ma ho un imprevisto. Puoi andare tu? Ovviamente con la mia auto. 
Annuii e mi feci dire il punto esatto in cui i due ragazzi mi avrebbero aspettato. 
Quel piccolo viaggio in auto arrivava al momento giusto: potevo sfruttarlo per riflettere su quello che io e Sehun stavamo facendo e, inoltre, mi permetteva di allontanarmi da lui. 
Ero sicuro che, se lo avessi anche solo incontrato per caso, non mi sarei trattenuto.
 
 
POV BAEKHYUN

Aprii piano gli occhi e sentii che il mio corpo era ancora intrappolato tra le braccia di Chanyeol. La testa mi faceva male e mi sentivo scombussolato: il crollo emotivo della notte prima aveva lasciato degli strascichi. 
Dovevo essere un disastro e, nonostante avessi trovato appena la forza per aprire gli occhi, mi costrinsi a liberarmi dall'abbraccio del gigante per trascinarmi in bagno. Quando mi vidi allo specchio, quasi mi spaventai: avevo gli occhi rossi e gonfi, i capelli arruffati ed un'espressione depressa. 
Entrai in doccia per cercare di far sparire quell'orrenda versione di Baekhyun, prima che Chanyeol si svegliasse. Non so quanto tempo restai sotto il getto dell'acqua, con gli occhi chiusi e la testa affollata di pensieri.
Ripercorsi quello che era successo il giorno prima, istante per istante. 
Era iniziata male, continuata peggio e finita con me che inondavo la maglietta di Chanyeol con le mie lacrime. Era già la seconda volta che lui mi vedeva piangere e mi consolava. Più ci pensavo, e più mi rendevo conto che non mi meritavo tanta gentilezza da parte sua. Nessuno avrebbe fatto come lui, perché chiunque mi avrebbe mandato a quel paese.
Ma Chanyeol mi amava. 
Sospirai e lasciai che l'acqua mi scorresse sul viso. Nessuno mi aveva mai detto "ti amo" ed io non l'avevo mai detto a mia volta. Chiusi l'acqua della doccia e mi vestii, preparandomi mentalmente ad affrontare Chanyeol.
Quando uscii dal bagno vidi che era già sveglio e seduto sul letto. Scriveva un messaggio con il cellulare, così mi schiarii la voce, per fargli notare la mia presenza. Sollevò lo sguardo dal telefono e, appena i suoi occhi si posarono sui miei, mi sorrise dolcemente. 
- Ciao - disse con quella sua voce maledettamente sexy, ancora più roca al mattino.
- Ciao - risposi al saluto, giocando nervosamente con le mie mani.
- Ho appena ricevuto un messaggio da Leeteuk. Dice che lui non può venire a prenderci, perciò dobbiamo aspettare il professor Luhan. 
- D'accordo - annuii e rimasi lì in piedi, come un imbecille. 
Lui continuò a sorridere e diede dei colpetti con la mano sul letto, proprio davanti a sé. Mi avvicinai titubante e mi sedetti, poi lui si spostò un po' più avanti e mi prese le mani tra le sue. 
- Come stai?
Alzai le spalle, tenendo lo sguardo basso. 
- Baekhyun, guardami. 
Chanyeol mi sollevò il mento con le dita ed intrappolò i miei occhi con i suoi. 
- Non mentirmi. Come stai?
- Sono confuso ed esausto, per aver pianto e per tutta la giornata orribile di ieri. 
Lui mi guardò, dispiaciuto: - Mi sono comportato male con te ieri. Perdonami.
Io facevo lo stronzo e lui si scusava.
Scossi la testa e gli afferrai le mani con forza.
- Non scusarti, è tutta colpa mia. Sono stato insopportabile con te troppe volte. Avevi il diritto di essere arrabbiato. Però...
Mi bloccai e spostai lo sguardo, imbarazzato. 
- Però? 
- Q-quello che hai... sì, insomma... che hai detto ieri. Hai detto che tu... ecco...
- Ah - disse lui, arrossendo - Speravo che non l'avessi notato.
Mi lasciai sfuggire una risata: - Come facevo a non notarlo? Me l'hai urlato ed era una cosa abbastanza importante. 
- Non era per quello che piangevi, vero? - chiese lui, improvvisamente spaventato - Non ti faccio così tanto schifo da piangere dopo la mia confessione.
Risi ancora più forte e lui si accigliò.
- Smettila, sono serio. 
- No - sorrisi per rassicurarlo - Ho pianto per un insieme di cose, soprattutto perché sono confuso e di solito so sempre cosa voglio e cosa no. 
- Quello che ti ho detto... - Chanyeol fece un respiro profondo prima di continuare - Era la verità, anche se non avrei dovuto dirtelo in quel modo. Anzi, non avrei dovuto dirtelo affatto. 
Abbassò lo sguardo ed io mi spostai un po' più vicino a lui. 
- Perché dici che non avresti dovuto dirmelo? 
- Perché mi sembra chiaro - rispose senza guardarmi - Non ti interesso in quel modo e non ti piaccio. 
Sospirai e mi lascai cadere indietro, sdraiandomi con la schiena sul letto.
- In realtà non lo so. 
Nella stanza calò il silenzio: io non sapevo che dire e Chanyeol mi guardava sorpreso per il mio dubbio e in attesa che continuassi a parlare. 
- Che vuol dire che non lo sai?
- Vuol dire che non lo so - girai la testa per guardarlo - Non è che tu non mi piaccia, insomma, sei sexy. 
Il gigante rise ed arrossì: - Però? 
- Però credo che quello che tu vuoi da me sia troppo. 
- Cosa pensi che voglia? 
- Mi hai detto che mi ami - dissi in un sussurro - È chiaro che vuoi che la nostra amicizia diventi qualcosa di molto molto più grande. 
- E tu non vorresti? - mi chiese, serio - Provare a diventare qualcosa di più. 
Mi coprii il viso con le mani: non ero sicuro di volerlo. Io mi volevo solo divertire. 
Però...
- Baek, ascolta. 
Chanyeol sospirò e mi spostò le mani dal viso in modo gentile. 
- Non voglio costringerti a fare qualcosa che non vuoi.
Perciò aspetterò una tua decisione. Ora sai quello che provo per te. Pensaci e, quando avrai capito cosa vuoi fare, torna da me e dimmi la tua decisione. Accetterò qualunque cosa ti renda felice.
Annuii, incapace di parlare di fronte a quell'ennesima dimostrazione di affetto. Poi Chanyeol si alzò dal letto per andare a prepararsi.
Mentre era sotto la doccia, mi infilai di nuovo tra le coperte, a riflettere. 
Una parte di me scartava totalmente l'idea di provare ad uscire con Chanyeol, a conoscerlo meglio. Quella parte voleva solo divertirsi con lui. Mica ero cieco: me lo sarei fatto volentieri. 
Ma l'altra parte di me aveva amato addormentarsi sentendo il battito del suo cuore e svegliarsi tra le sue braccia. Aveva amato sentire le sue mani sulle mie. Inoltre era ancora scombussolata per la confessione ed il "ti amo". 
Quale parte dovevo ascoltare? 
Quale parte era più forte?
Ma, soprattutto, quale parte mi avrebbe reso più felice? 
Stavo ancora valutando i pro e i contro, quando Chanyeol uscì dal bagno. 
- Cosa stai facendo? - mi chiese, vedendomi sotto le coperte, immerso nelle mie riflessioni. 
- Penso. 
Lui rise: - A cosa? A quello di cui abbiamo parlato prima? 
Annuii ed uscii finalmente dal letto. 
- Credo che tutto ciò meriti un'attenta riflessione.
- Dovrebbe essere una scelta dettata dal cuore, non dal tuo cervellino che riflette - Chanyeol ridacchiò ed aprì la porta della camera, aspettando che io uscissi. 
Ci avviammo nel corridoio in silenzio, fianco a fianco.
- Posso sentire le tue rotelle girare, Baekhyun
- Sta zitto, gigante. Lasciami pensare. 
Quando arrivammo al posto concordato con Leeteuk, trovammo il professor Luhan ad aspettarci, appoggiato alla macchina del direttore. 
- Ciao ragazzi - ci salutò, mentre caricavamo gli zaini e poi salivamo in auto - Allora, com'è andata?
- Alla grande! - rispondemmo in coro io e Chanyeol, per poi scoppiare a ridere. 
- Beh, mi fa piacere - Luhan sorrise, per poi mettere in moto l'auto che ci avrebbe riportati al campo. 
 
*

Durante tutto il viaggio non parlai molto: fu Chanyeol a rispondere alle domande di Luhan, mentendo spudoratamente su quanto ci fossimo divertiti insieme e su che giornata fantastica avessimo passato. Mi faceva sorridere, perché lui non era per nulla bravo a mentire e credo se ne fosse accorto anche Luhan, ma non glielo fece notare. Arrivammo al campo poco dopo l'ora di pranzo, ma non avevo molta fame, perciò dissi a Chanyeol che sarei andato nella mia stanza.
- Ti accompagno - rispose lui, prendendo anche il mio zaino, prima che io potessi fare qualsiasi cosa. 
Credevo volesse passare ancora del tempo con me, per potermi parlare di qualcosa. Ma arrivammo davanti alla mia camera senza che nessuno dei due dicesse una parola. 
Posò a terra il mio zaino e rimase lì, a fissarmi con uno sguardo così intenso che mi era difficile sostenerlo. 
- Allora ci vediamo un giro o a lezione o in mensa... 
Stavo forse parlando a vanvera? Sicuramente, ma il suo sguardo mi rendeva nervoso. 
Improvvisamente fece un passo verso di me, poi un altro ed un altro, fino ad arrivare a pochi centimetri dal mio corpo tremante ed imbarazzato. Prese il mio mento con le dita e mi costrinse ad alzare la testa. I miei occhi si posarono subito sui suoi, che si facevano più vicini, mano a mano che lui avvicinava il viso al mio. 
Chiusi gli occhi, in attesa del bacio che sapevo sarebbe arrivato. Stavolta non avrei fatto lo stupido errore di spostarmi. C'era solo una cosa che avrei fatto: l'avrei ricambiato. 
Serrai gli occhi e sentii una piccola risata roca, poi le labbra del gigante si posarono sulla mia fronte e rimasero lì, per più tempo del necessario. 
Quando Chanyeol si staccò da me e se ne andò, salutandomi con la mano, sentii una grande tristezza avvolgermi: non volevo se ne andasse, non avevamo passato abbastanza tempo insieme. 
Non avevamo parlato abbastanza, né mi aveva toccato abbastanza. 
Sentivo il bisogno fisico di averlo ancora accanto a me. Non avevo mai provato queste sensazioni.
Cosa significavano?
 
 
POV CHEN

Erano già passati due minuti dall'inizio dell'esibizione, e non avevo ancora pestato i piedi a Seulgi. Il che era un enorme passo avanti e lei era d'accordo, visto che ogni tanto mi faceva l'occhiolino. Quella ragazza era un tornado ed io faticavo a stare a ritmo con lei, ma mi ero imposto di non farle fare brutta figura e, finora, ci stavo riuscendo. 
Seulgi si buttò tra le mie braccia e il nostro numero finì, lasciandoci senza fiato. 
- Mmh..
Questo fu il commento del professore, che subito scrisse le sue considerazioni nel registro. 
- Allora? - chiesi, nervoso di sapere se potevo considerare la mia performance quantomeno decente. 
- Non male - Eunhyuk alzò lo sguardo dal registro - Davvero niente male. Anche tu Chen, si vede che avete provato tanto.
Tanto? Avevamo provato giorno e notte, e non esagero. 
Visto che io e Seulgi eravamo gli ultimi a far vedere la nostra coreografia di coppia, il professore lesse le valutazioni e, quando arrivò il mio nome, quasi non credetti alle mie orecchie: avevo preso un voto alto! 
Non come quello di Seulgi e di sicuro non come quello di Jongin, ma era alto per i miei standard. Seulgi mi sorrise e mi fece i complimenti, io la ringraziai per l'aiuto enorme che mi aveva dato e cercai con lo sguardo Xiumin.
Era poco distante da me, ancora stanco per la sua esibizione che era stata poco prima della mia. I nostri occhi si incrociarono e lui mi sorrise, alzando il pollice in segno di vittoria. 
Alla fine della lezione, Eunhyuk ci comunicò che stava valutando l'idea di farci esibire con queste coreografie in uno spettacolo per gli altri studenti. Questa idea mi rendeva nervoso: odiavo ballare davanti a degli spettatori, perché avrebbero sicuramente deriso la mia incapacità. Gli altri, ovviamente, non erano d'accordo con me, perché si lasciarono andare ad esclamazioni di gioia. 
Uscii dall'aula dopo essermi cambiato e vidi che Xiumin mi stava aspettando. 
- Ciao - mi salutò sorridendo. Dopo aver partecipato al torneo, avevamo legato ancora di più e passavamo ogni momento libero insieme.
Mi piaceva davvero tanto Xiumin: passare il tempo con lui a parlare o passeggiare nel bosco. Cosa che avevamo fatto il giorno prima. 
- Finalmente un bel voto al corso di danza! - esclamò lui e dal suo tono si intuiva un certo orgoglio. 
- Ne sembri molto entusiasta - ridacchiai e Xiumin mi diede una leggera spinta. 
- Sono fiero di te e del lavoro che hai fatto - ribattè lui e io non potei fare a meno di arrossire.
Parlando, arrivammo davanti alla mia camera, ma Xiumin sembrava pensieroso: si torturava le dita ed aveva smesso di cercare i miei occhi. 
- Tutto bene? 
Lui annuì e fece un passo verso di me: - Stavo solo pensando ad una cosa. 
Lo guardai confuso e lui finalmente alzò lo sguardo, per puntarlo sul mio. 
- Chen...
Si avvicinò ancora di più e io deglutii a vuoto, nervoso.
- Sì?
- Ecco io... io credo che...
Ormai il viso di Xiumin era a pochi centimetri dal mio ed entrambi chiudemmo gli occhi. 
Stava succedendo davvero? Xiumin stava per baciarmi? 
Non riuscii a trattenermi e sorrisi, aspettando il momento in cui le sue labbra si sarebbero appoggiate sulle mie. Era troppo bello per essere vero.
Infatti, prima che succedesse, la porta della camera si spalancò ed entrambi sussultammo, allontanandoci.
- Chen!
Baekhyun ci osservava e io non potei fare a meno di lanciargli un'occhiata scocciata.
- Ti pare il momento di interrompere?
- Chen...
- Sei un guastafeste, Byun Baekhyun. 
- Chen! 
- Ma quando sei tornato? Perché non...
La frase mi morì in gola, perché finalmente avevo capito il motivo per cui Baekhyun ci aveva interrotti. E capii anche cosa cercava di dirmi.
Dietro di lui, in tutta la sua eterea eleganza, apparve mia madre.

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Capitolo 15
*** 15. IL VERO BAEKHYUN ***


15. IL VERO BAEKHYUN

 
POV BAEKHYUN

Quando la voce di Suho mi svegliò, per poco non lo mandai al diavolo: stavo facendo un sogno bellissimo. 
C'ero io, nudo. Poi c'era Chanyeol, nudo. 
Stavamo giocando a Scarabeo, ma ero sicuro che presto avremmo giocato a ben altro. 
Invece no, perché la voce di Suho si fece largo nel mio sogno ed eliminò tutta l'eccitazione che provavo. Sbuffai infastidito, ma lui mi tirò per un piede e chiese l'attenzione di tutti noi. 
- Ho appena finito una riunione d'emergenza con gli altri responsabili.
- Addirittura? - mi sollevai un po' sul letto, strofinandomi gli occhi - Sta per esserci la fine del mondo?
- Molto divertente, ma no - disse lui - Abbiamo pensato di organizzare uno spettacolo in onore della madre di Chen.
Il diretto interessato alzò gli occhi al cielo: - Non era necessario. 
- Scherzi? - a Suho brillavano gli occhi - Tua madre è una grandissima artista e siamo onorati di averla qui. 
- Certo certo - Chen liquidò il discorso con un gesto della mano - Perciò cosa volete fare di preciso?
- Lei starà qui circa una settimana perciò, la sera prima della sua partenza, abbiamo pensato di fare uno spettacolo per lei. Le iscrizioni sono aperte a tutti: ballo, canto, recitazione... basta iscriversi.
- Che bello! - Kyungsoo era entusiasta - Io e Jongin potremmo fare qualcosa insieme. 
- HO UN'IDEA! - urlai, alzandomi in piedi sul letto e sbattendo violentemente la testa sul soffitto.
- AHIA, CAZZO!
- Baekhyun, le parolacce! - mi redarguì Suho, ma io stavo già scendendo dal letto per cercare i miei vestiti. 
- Ho un'idea ho un'idea! 
- Ma di che stai parlando? - mi chiese, confuso, Kyungsoo. 
- Di un modo per passare del tempo con Chanyeol, da soli. 
I miei tre amici mi guardarono, come se fossi un idiota.
- Non ti basta chiedere a Chanyeol di stare un po' insieme? Direi che non aspetta altro. - mi fece notare Chen, ma io scossi la testa e mi infilai una maglietta. 
- No, non è così semplice. Quello che prova Chanyeol è chiaro a tutti ormai, ma quello che davvero resta un mistero è quello che provo io. E devo capirlo senza dargli false speranze. 
Avevo passato buona parte della nottata precedente a raccontare ai miei amici ciò che era successo, in città, con Chanyeol. La litigata, il "ti amo", le mie lacrime e la discussione della mattina dopo. Avevo parlato io tutto il tempo e loro mi avevano ascoltato attentamente. Quando avevo finito, se n'erano usciti con un - Ti piace Chanyeol, idiota! 
Così, mi ero girato dall'altra parte e avevo dato loro la buonanotte. Molto maturo, vero? 
Ma questo era il mio modo per proteggermi dalla vocina nella mia testa che aveva subito iniziato ad urlare: - Hanno ragione loro, idiota! 
- Perciò - continuai, allacciandomi le scarpe e prendendo un quaderno di spartiti bianco - Devo passare del tempo con lui per capire i miei sentimenti. 
Uscii in fretta e furia dalla camera, ma non potei fare a meno di sentire Chen dire: - Vuoi passare del tempo con lui perché ti piace! 
- NON È VERO! - mi girai urlando, anche se sapevo che ormai non mi avrebbero sentito, ma mi trovai davanti il professor Luhan. 
Lui si mise una mano all'altezza del cuore, spaventato.
- Mi scusi - ridacchiai.
- Perché voi ragazzini mi fate sempre prendere un colpo? 
- Stavo dicendo ai miei compagni di camera una cosa, ma non credo mi abbiano sentito. 
- Già.. - il professor Luhan aveva già smesso di prestarmi attenzione e muoveva velocemente gli occhi, guardandosi intorno. 
- Va tutto bene? - gli chiesi e, lasciandomi contagiare, mi guardai intorno anch'io. 
- Sì - disse lui - Sto solo aspettando una persona. 
Oh. Un ghigno malvagio si fece largo sul mio viso. 
- Sta aspettando Sehun? 
- S...NO! - si corresse al volo, ma ormai avevo capito che voleva dire sì. 
- Avete appuntamento qui? - insistetti incuriosito, ma lui mi guardò severo.
- Vai a lezione, Baekhyun. 
- Non ho lezione stamattina. 
Luhan sospirò: - Ti prego, la situazione è già pericolosa così. Non farmi domande la cui risposta metterebbe entrambi in una posizione difficile. 
Stavo per scusarmi, quando lo vidi illuminarsi per qualcosa, o meglio qualcuno, apparso alle mie spalle. Certo che, nonostante volesse tenere segreta la sua attrazione per uno studente, non faceva molto per nascondere le sue emozioni quando vedeva Sehun.
Infatti, il ragazzo era dietro di me e subito si diresse verso il bosco. Luhan mi superò per seguirlo, ma all'improvviso si ricordò della mia presenza. 
- Baekhyun...
Feci il gesto di chiudermi le labbra con una chiave invisibile.
- Sarò muto come un pesce perché non ho visto niente. 
Luhan mi sorrise e mi ringraziò, poi seguì velocemente Sehun nel bosco. Avevo paura anche solo ad immaginare cosa avrebbero fatto da soli quei due, ma non era un mio problema. 
Io ne avevo un altro, molto alto, sexy e con le orecchie a sventola. 
Andai alla camerata 61 e bussai con forza. Poco dopo, uno Jongin ancora mezzo addormentato aprì la porta.
- Ciao, cerco Chanyeol - dissi sorridendo e Jongin sbadigliò.
- Non è qui. È già uscito. 
- Sai dove posso trovarlo? 
Jongin si grattò la testa, pensieroso: - Che giorno è oggi? 
Ridacchiai: - Lascia stare, lo trovo da solo. 
Mi allontanai e cominciai a vagare per il campo: magari l'avrei incontrato per caso.
Andai nei bagni, con la speranza di rivederlo nella doccia, ma niente. Provai a cercare nell'aula di chitarra, ma incontrai Wendy e mi disse che non avevano lezione. In aula di pianoforte non ci andai nemmeno: se non c'ero io, non c'era nemmeno lui.
Che altri corsi seguiva quel gigante? 
Rap. Faceva rap. 
Stavo imprecando perché non avevo idea di dove fosse quell'aula, quando sentii il mio nome e, voltandomi, vidi Taeyong. 
- Ciao Baekhyun, ti stavo cercando. 
Mi avvicinai a lui, sorridendo. 
- Tu fai rap con Chanyeol, giusto? 
- Sì, certo - Taeyong sollevò il mento, orgoglioso - Ma io sono dieci volte più bravo. 
- Non mi interessa - liquidai velocemente il discorso e, dalla sua espressione, capii che ci era rimasto male. 
- Lo sto cercando, l'hai visto? 
- Non al corso, non abbiamo fatto lezione oggi. - rispose lui.
Poi, come se fosse una cosa naturale, mi prese la mano. 
- Io però stavo cercando te.
Passai lo sguardo dai suoi occhi alle nostre mani unite e viceversa. 
- Perché? 
- Volevo chiederti una cosa - intrecciò le dita con le mie ed io non sapevo se esserne emozionato o irritato - Ho saputo che vogliono organizzare uno spettacolo. Stavo pensando che io e te potremmo partecipare insieme. 
Dovevo avere un'espressione tutt'altro che entusiasta, perché lui ridacchiò nervoso. 
- Potremmo fare una canzone: tu canti e io faccio il rap.
- Ehm... - non potevo fare quella cosa con lui. Proprio no.
- Non posso, mi dispiace. - dissi, sfoderando la mia miglior espressione dispiaciuta - Perché non partecipi con Johnny o con Mark?
- Perché io volevo te. 
Fino a qualche giorno prima sarei caduto svenuto per il modo in cui Taeyong mi stava guardando e per quello che aveva appena detto. Sarei andato in iperventilazione e avrebbero dovuto portarmi via in barella. Ora, invece, mi affrettai a sciogliere le nostre dita e feci un passo indietro, per allontanarmi da lui.
- Scusami, ma davvero non posso. So che troverai un altro compagno e...
Mi interruppi quando, improvvisamente, mi ricordai cosa avevo dimenticato. 
- Batteria!
- Come? - chiese Taeyong confuso e io lo salutai in tutta fretta, iniziando a correre verso l'aula dove si tenevano i corsi di batteria, altro strumento che Chanyeol suonava. 
Stranamente, non mi sentii minimamente in colpa per come avevo lasciato lì Taeyong e non mi dispiaceva di non partecipare con lui allo spettacolo. 
Non potevo farlo.
Perché volevo partecipare con Chanyeol e lo stavo cercando proprio per questo. 
 
*

Appena mi avvicinai all'aula, sentii il suono di alcune batterie che stavano suonando insieme. Mi avvicinai e, visto che la porta era chiusa, sbirciai dalla finestra. Individuai subito Chanyeol, nell'ultima fila: stava suonando con il solito sorriso sulle labbra ed indossava una canotta nera, che lasciava scoperte le braccia muscolose, tese per lo sforzo a cui erano sottoposte.
Ero tentato di sbattere la testa sul vetro della finestra, per far sparire i pensieri erotici che mi erano venuti in mente.
Io avevo dormito circondato da quelle braccia. 
Sono proprio un idiota. 
Mi allontanai dalla finestra e camminai avanti e indietro, aspettando che la lezione finisse. Passarono una ventina di minuti prima che gli studenti iniziassero ad uscire dalla classe. 
Visto che di Chanyeol non c'era traccia, entrai e lo vidi intento a mettersi una camicia, lasciandola poi sbottonata. Stavo per dirgli che non era necessario si rivestisse, invece mi limitai a salutarlo con un semplice: - Ciao. 
Appena si accorse che ero io, mi sorrise. 
- Ciao, cosa ci fai qui? 
- Volevo parlarti di una cosa. Ti ho cercato ovunque. 
Chanyeol tornò a sedersi sullo sgabello della batteria e mi guardò, curioso.
- Ti ascolto. 
Mi avvicinai e resistetti a fatica alla tentazione di sedermi sulle sue gambe. 
- Hai saputo che la madre di Chen è venuta a trovarlo? 
- Oh sì - Chanyeol annuì - la famosa ballerina Kim MinSu. Inorridirebbe se mi vedesse ballare. 
Scoppiò a ridere e io con lui. 
- Prima o poi ti vedrò ballare? 
- Neanche per idea - ridacchiò imbarazzato ed attese che arrivassi al punto. 
- Ecco, Leeteuk vuole organizzare uno spettacolo in suo onore e io, insomma...
Respira Baekhyun, chiediglielo. 
- Volevo sapere se volevi partecipare insieme a me.
La sua reazione fu così felice, che arrossii: - Ti va? 
- Se mi va? Ma certo! - esclamò. 
- Sai, stavo pensando che potremmo cantare la canzone che stai componendo. 
- Ne sto componendo parecchie, Baek. 
Lo guardai negli occhi: - Parlo di quella che mi hai suonato al lago e che mi hai chiesto di cantare per te. 
Chanyeol sgranò gli occhi: - Ah... quella canzone. 
- Già - gli feci vedere il quaderno che tenevo in mano - Se non hai ancora scritto le parole, possiamo farlo insieme. 
Lui scosse la testa: - Ho già scritto il testo. 
- Fantastico! - sorrisi - Allora ci basterà fare qualche prova. La vuoi suonare al piano o con la chitarra? 
Chanyeol sospirò ed io mi bloccai: forse mi sfuggiva qualcosa. 
- Cosa c'è che non va? - chiesi, spaventato dalla possibile risposta.
Lui tentennò un po' prima di rispondere: - Niente, è solo che tengo molto a quella canzone.
- E non vuoi che la canti io? - dissi, in un sussurro. 
- Non è questo - Chanyeol mi prese la mano. Al contrario di poco prima con Taeyong, con lui non sentii nemmeno per un attimo la voglia di allontanarlo. Perciò strinsi la presa. 
- Non vorrei che nessun altro la cantasse, se non tu. Perciò voglio che tu le dia valore e che non la canti solo per avere un bel pezzo da presentare allo spettacolo. 
Era così serio e deciso, che mi ritrovai ad annuire. 
- Promesso. 
- Bene - sorrise e mi lasciò la mano, per aprire il suo zaino e prendere un blocco pieno di fogli. 
- Qui c'è sia la musica che il testo. Puoi tenerli, io la so a memoria. 
- Devi averla suonata davvero tantissime volte - dissi prendendo dalle sue mani il blocco, poi Chanyeol si alzò e si mise lo zaino in spalla. 
- Te l'ho detto, ci tengo molto. 
Strinsi al petto il blocco: - Non ti farò pentire di avermi chiesto di cantarla. Quando facciamo qualche prova? 
- Anche stasera se vuoi - rispose, mentre uscivamo dall'aula - Visto che la voglio suonare con la chitarra, potremmo vederci in quell'aula subito dopo cena. 
- D'accordo, oggi ho tutto il tempo per darle un'occhiata prima di cena - aprii già il blocco, per sbirciare. 
- A stasera, Baekhyun. 
Chanyeol mi aveva salutato e credo di avergli risposto distrattamente. Non mi ero nemmeno accorto che se ne fosse andato. 
Mi sedetti lì dov'ero, con la schiena appoggiata ad un albero. Non riuscivo a staccare gli occhi da quei fogli, dalle parole di quella canzone. 
Era uno dei testi più belli che avessi mai letto: era così romantico e pieno d'amore. Da quelle parole, si capiva benissimo che Chanyeol era innamorato di qualcuno. 
Ma, aspetta un momento...
 

POV KYUNGSOO

L'idea dello spettacolo era stata fantastica e non vedevo l'ora di partecipare, insieme a Jongin naturalmente. Avevo già in mente tutto: avremmo scelto un brano che io avrei cantato, mentre il mio ragazzo ballava. Avevamo già fatto questo tipo di duetto ed era sempre stato un successo: la mia voce, unita alla sua danza, conquistavano sempre tutti, senza eccezioni. 
Era l'ora di cena e io e Chen eravamo in fila ad aspettare il nostro turno, con i vassoi in mano. 
- Sai già che brano proporre a Jongin? - mi chiese Chen, improvvisamente. 
Scossi la testa: - Lascio che sia lui a decidere, visto che deve creare una coreografia. 
- Vi siete già iscritti?
- Non ancora, non ho nemmeno un momento per proporgli l'idea. Oggi è stato impegnato tutto il giorno. 
Sospirai e feci un altro passo verso la mia cena. 
- Tu invece? - chiesi al mio amico - Parteciperai, vero? 
Chen rabbrividì: - Temo di doverlo fare, per non offendere mia madre. Ma canterò, non esiste che mi metta a ballare davanti a tutto il campo. 
- Credevo avresti ballato con Xiumin. 
- Perché?! - esclamò Chen, facendo sussultare sia me che Sunny. 
- Che succede, ragazzi? - chiese la cuoca, riempiendo il vassoio di Chen. 
- Parlavamo dello spettacolo - risposi - Chen dovrebbe ballare, così sua madre vedrebbe quanto è migliorato. 
- Ha ragione lui - Sunny ora stava dando a me la cena - Anche se non sarai perfetto, vedrai che lo apprezzerà. Sennò mandatela da me, le parlerò di tutte le volte che hai fatto colazione all'alba dopo aver fatto le prove di danza. 
Chen ridacchiò e ringraziò Sunny: - Forse avete ragione, però non riuscirò ad imparare una coreografia in una settimana. Chiederò a Seulgi se vuole fare la coreografia di coppia che abbiamo già provato. 
Salutammo Sunny e cercammo il nostro tavolo, dove era già seduto Chanyeol. Il gigante stava mangiando molto velocemente, riempiendosi la bocca il più possibile. 
- Perché così tanta fretta, Yeol? - gli chiese Chen, mentre entrambi ci sedevamo davanti a lui. 
- Ho un appuntamento - rispose lui, parlando con la bocca piena - Con Baekhyun. 
- Davvero? - chiedemmo in coro io e Chen, ricevendo un sorriso sognante da Chanyeol.
- Non è proprio un appuntamento. Mi ha chiesto di partecipare insieme a lui allo spettacolo per tua madre, Chen. 
- Strano che il suo ego non gli abbia suggerito di partecipare da solo, per far vedere a tutti quanto è bravo. 
Diedi una leggera gomitata a Chen: - Non essere così cattivo con lui.
- Chen ha ragione - disse Chanyeol - Non so cos'abbia in mente, ma... 
- Oh, noi lo sappiamo bene - disse il mio amico ed io gli intimai con lo sguardo di stare zitto.
Appena Chanyeol aveva parlato di quella specie di appuntamento, avevo ricordato dell'idea di Baekhyun, quella mattina: voleva passare del tempo con lui durante le prove, per chiarire i suoi sentimenti.
- Di cosa state parlando? - Chanyeol era confuso, ma io e Chen ci scambiammo un'occhiata con cui decidemmo di tenere la bocca chiusa. 
Visto che non gli rispondevamo, Chanyeol finì la sua cena e si alzò. 
- Io vado, Baekhyun mi starà aspettando - dicendo quelle parole era arrossito sempre di più - Auguratemi buona fortuna.
- Buona fortuna - rispondemmo in coro e lui se ne andò: era così felice, che sembrava stesse per prendere il volo. 
Stavo per farlo notare a Chen, quando vidi Jongin entrare in mensa, insieme a Krystal. Avevano passato insieme molto tempo a causa della coreografia di coppia, ma ora che avevano avuto la loro valutazione, speravo che Jongin avrebbe avuto un po' più tempo da passare con me. 
Si mise in fila per la cena, senza smettere di chiacchierare con la ragazza. Non aveva nemmeno guardato se io c'ero. Sentii una strana sensazione all'altezza del cuore: ero geloso? 
Non ce n'era motivo, perché io e Jongin eravamo innamorati e non dubitavo di lui. Finalmente, si accorse di me e lasciò Krystal, per venire a cenare con noi. 
- Ciao - ci salutò e si sedette al mio fianco, poi mi prese la mano sotto il tavolo.
- Non siamo riusciti a vederci oggi, Soo. Cosa hai fatto? - mi chiese interessato, ma io non riuscivo a togliermi dalla testa una domanda: non eravamo riusciti a vederci perché era stato tutto il giorno con Krystal? 
Smettila Kyungsoo, ti stai facendo delle paranoie. 
- Niente di che - feci spallucce, poi lo guardai, spaventato dalla possibile risposta alla mia successiva domanda - E tu? 
Anche lui alzò le spalle: - Niente di che. 
Stavamo forse mentendo entrambi? Alzai lo sguardo ed incrociai quello di Chen, che mi chiedeva silenziosamente se fosse tutto a posto. 
Feci un respiro profondo e strinsi la mano di Jongin, che era ancora unita alla mia.
- Volevo chiederti una cosa.
Il mio ragazzo mi guardò: - Dimmi. 
- Non so se hai già saputo che ci sarà uno spettacolo in onore della madre di Chen. Pensavo che potremmo scegliere una canzone per partecipare insieme, sai come... 
Mi interruppi appena notai come mi stava guardando Jongin: era forse dispiaciuto? 
- Senti, Soo...
Sia io che Chen eravamo in attesa della sua risposta. Sicuramente anche il mio amico aveva avuto il mio stesso brutto presentimento. 
- In realtà, io pensavo di partecipare con Krystal. 
Già, come avevo immaginato. Ma non per questo aveva fatto meno male. 
- C-con Krystal - maledizione, stavo balbettando. 
- Sì, visto che ci siamo trovati bene durante la coreografia di coppia, abbiamo pensato di ballare insieme - Jongin stava evitando i miei occhi. 
- Sai, ci sarà una ballerina famosa a guardarci. Potrebbe essere un'occasione. 
Io non aprivo bocca e mi limitavo a guardarlo, incredulo. Sentii Chen schiarirsi la voce, per interrompere il silenzio assoluto che era sceso al nostro tavolo.
Chiusi un momento gli occhi, poi li riaprii, sforzandomi di sorridere. 
- Non fa niente, tranquillo. Hai ragione, se la signora Kim ti nota, potrebbe aprirti molte porte. 
- Perciò non ti dispiace? - finalmente gli occhi di Jongin si erano posati sui miei. 
Alla buon’ora. 
- No, non preoccuparti. 
Il mio ragazzo sorrise contento e mi diede un veloce bacio sulle labbra. 
- Grazie, sei il migliore! 
Poi si voltò verso Chen, entusiasta: - Non è che potresti mettere una buona parola per me con tua madre?
Mentre loro due parlavano, io rimasi in silenzio a pensare. 
Non era successo niente di così grave, perché mi stavo sentendo così? Andava tutto bene: io amavo Jongin e lui amava me.
Uno stupido spettacolo non cambiava le cose.
 
 
 
POV CHANYEOL

Guardai un'altra volta l'orologio: Baekhyun era in ritardo. Le prime quindici volte che avevo guardato l'ora non mi ero preoccupato troppo, ma adesso iniziavo a pensare che se ne fosse dimenticato, o che gli fosse successo qualcosa, o che... no, non poteva avermi dato buca.
Baekhyun, ti prego. 
Sussultai sentendo la porta dell'aula aprirsi e feci un sospiro di sollievo. 
Era lui. 
- Ciao - lo salutai, sorridendo. 
- Ciao - sorrise timidamente e io sentii un brivido, come sempre quando sorrideva.
- Sei in ritardo, avevo paura volessi darmi buca - risi, per alleggerire l'atmosfera di imbarazzo da cui eravamo circondati. 
Lui si sedette composto sulla sedia accanto alla mia e io mi spostai un po', per evitare di colpirlo per sbaglio con la chitarra. 
Era stranamente silenzioso e la cosa non mi piaceva per niente. 
- Va tutto bene? 
Baekhyun aprì il mio blocco sulle ginocchia ed annuì, poi mi guardò.
- È una canzone davvero bella. 
Arrossii: quella canzone l'avevo scritta pensando a lui e sapere che gli piaceva era un'emozione indescrivibile. 
- Stavo pensando - continuò lui - Che potremmo cantarla insieme, non io da solo. 
Si avvicinò a me per farmi vedere il testo dove, accanto alla mia grande e disordinata scrittura, c'era la sua, piccola ed elegante. 
- Vedi qui? - indicò delle annotazioni che aveva scritto - Questa parte potrebbe diventare un rap?
- Sì, perché no? - sorrisi - Potrei fare anche la seconda voce a te. 
Eravamo così vicini, mentre guardavamo gli spartiti, che potevo scorgere ogni minimo particolare del suo viso: il profilo del suo piccolo nasino, il neo sull'orecchio...
- Chanyeol, mi stai ascoltando?
 Mi ero incantato a guardarlo, che cosa imbarazzante.
- Sì, ti ascolto. Proviamo? 
Era meglio che mi concentrassi sulla musica, se volevo arrivare alla fine della serata.
Cominciai a strimpellare le prime note e, appena lui iniziò a cantare, sentii il cuore esplodermi nel petto. 
Quelle parole, che esprimevano i miei sentimenti, cantate dalla sua bellissima voce, mi facevano mancare il fiato e dovetti concentrarmi per non perdere il segno nello spartito. 
Cantavo con lui, facendo la seconda voce dove vedevo che aveva messo un appunto, e cantavo le parti che mi aveva affidato. Però la voce dominante era la sua ed era così bella che sarei rimasto ore ad ascoltarla. 
- "Anyone can see that you are my only angel".
Baekhyun si interruppe bruscamente. 
- S-scusa. 
- Tutto okay? - lo guardai, preoccupato. 
Lui annuì e si schiarì la voce: - Scusa, mi sono distratto. 
- Possiamo fare una pausa, se vuoi - sorrisi rassicurante - Non abbiamo fretta. 
- Insomma, dev'essere pronta in una settimana - sbottò lui, stizzito, per poi passarsi le dita tra i capelli - Scusami. 
- Tranquillo - non sapevo cosa gli prendesse, non è che forse...
- Baekhyun - dissi con calma - Se il testo non ti è piaciuto, possiamo cambiare canzone. Non siamo obbligati a fare questa. 
- È l'esatto contrario! - esclamò lui, con il viso completamente rosso - Questa canzone è meravigliosa, è così... così...
- Così?
- Piena d'amore! - Baekhyun mi guardò, con quei suoi occhi così luminosi e dolci e, in quel momento, mi resi conto di una cosa: aveva capito. 
Aveva capito che la canzone l'avevo scritta per lui.
Nell'aula calò il silenzio: io ero troppo imbarazzato per dire qualunque cosa, mentre Baekhyun non la smetteva di fissarmi. 
- Quando l'hai scritta? - mi chiese, dopo qualche secondo - Dopo la gita al lago? 
Scossi la testa: - Quando te l'ho fatta sentire quel giorno, avevo già scritto le parole. 
Baekhyun spalancò gli occhi, sorpreso: - Davvero? Perciò mi hai mentito. 
-Non volevo che ti insospettissi. 
Mi ero comunque fatto beccare: che stupido! 
Baekhyun ridacchiò: - Non volevi che capissi di piacerti dalle parole di una canzone, ma poi mi hai urlato che mi ami. 
Già, proprio uno stupido. 
Tamburellai nervosamente le dita sulla chitarra e guardai ovunque nella stanza, pur di non incrociare i suoi occhi.
- Come hai fatto a capirlo? 
- Beh - Baekhyun alzò le spalle - Quando l'ho letta ho pensato che fosse chiaro che eri innamorato di qualcuno. Poi mi sono ricordato che, quel qualcuno, sono io. 
Rise ancora ed arrossì: non sembrava arrabbiato con me o infastidito, perciò presi coraggio e lo guardai.
- Poi me l'ha confermato questa frase - Baekhyun si avvicinò ancora di più a me - "Your bright smile makes me breathe". Mi è venuta in mente la tua espressione ogni volta che ti sorrido. 
- Ti ha dato fastidio? - chiesi, quasi sussurrando, per non rovinare quel momento tra noi. 
Avevo paura che, alzando un po' la voce, lui si sarebbe allontanato da me. Non doveva farlo.
Nemmeno di un centimetro.
- Non mi ha dato fastidio. Mi ha lusingato e fatto piacere. - rispose arrossendo.
- Ci sono frasi molto importanti in questa canzone. - dissi, ed entrambi voltammo il viso per guardarci negli occhi.
Eravamo così vicini che solo pochi centimetri ci separavano. Sarebbe bastato un piccolo movimento di uno di noi per far unire le nostre labbra. 
Baekhyun schiuse appena le sue: sapevo che avevo capito a che frase mi riferissi.
"I would do anything if we can be together forever"
- T-tu - anche Baekhyun adesso sussurrava - Lo pensi davvero? Io non sono come mi hai descritto nella canzone. 
- Perché dici così? 
- Perché mi hai descritto come un angelo, una creatura perfetta... ti sembro perfetto io? Più che un angelo sono uno stronzo egocentrico ed egoista. Tratto male le persone che ritengo inferiori a me. 
- Baekhyun... 
- Ho trattato male anche te - la sua voce era così lieve che, se non fossimo stati a pochi centimetri l'uno dall'altro, non l'avrei sentito.
Molto lentamente, gli misi una mano sulla guancia: - Nonostante ti comporti male con tutti ed in particolare con me, ho visto quello che sei davvero. Sei un ragazzo dolce, gentile ed altruista. Anche se i tuoi modi sono, come dire, maldestri, ho visto come tu abbia messo da parte il tuo spirito competitivo e la sua convinzione di essere il migliore, per diventare amico di ragazzi bravi quanto te. Nonostante tu passi il tuo tempo con i ragazzi della SAA, sono Chen, Kyungsoo, Suho, persino io, quelli che hai sempre chiamato amici. Ho semplicemente capito com'era il vero Baekhyun, quello nascosto dietro agli insulti, il linguaggio colorito e i suoi "sono il migliore". Tutto qui. 
Lui mi stava guardando con gli occhi lucidi e stavo per pregarlo di non piangere, quando venni interrotto.
Baekhyun aveva annullato la poca distanza che c'era tra di noi ed aveva posato le labbra sulle mie. 
La mia mente non aveva subito capito quello che stava succedendo, ma il mio cuore sì, perché iniziò a battere così velocemente, che temevo mi sarebbe uscito dal petto. 
Non riuscivo a ragionare, a pensare, a fare nulla: mi stavo semplicemente godendo le labbra di Baekhyun sulle mie. Avrei tanto voluto approfondire il bacio, ma per ora bastava così. Ero così felice che dovetti stringere le dita sulla chitarra per convincermi che fosse reale e non un altro dei miei sogni.
Il bacio sembrò durare in eterno e troppo poco allo stesso tempo. 
Quando Baekhyun si allontanò da me, il suo viso era completamente rosso ed i suoi occhi sfuggenti.
- I-io.. mi dispiace. 
- Non devi scusarti. 
Non mi ascoltò nemmeno e si alzò dalla sedia, prendendo anche il mio blocco con sé. 
- Non doveva succedere. Scusa. 
- Baekhyun - mi alzai per fermarlo, ma lui aveva già raggiunto di corsa la porta dell'aula. 
Prima di uscire, si voltò un'ultima volta verso di me. 
- Domani pomeriggio, dopo la lezione di pianoforte, continuiamo le prove? 
Non riuscii a fare altro, se non annuire, poi lo vidi sparire fuori dalla porta. 
Mi sedetti, cercando di riprendermi dopo quello che era successo. 
Baekhyun era scappato, ma mi aveva dato appuntamento all'indomani. 
Quel ragazzino mi confondeva, ma niente mi rendeva felice come essere confuso da lui.

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Capitolo 16
*** 16. FINO IN CAPO AL MONDO ***


16. FINO IN CAPO AL MONDO

 
POV BAEKHYUN

Ma che cosa mi era saltato in mente? Ero forse impazzito? Certo, era l'unica giustificazione per quello che avevo fatto: avevo baciato Chanyeol.
Quanto posso essere stupido!
Avevo detto che, finché non avessi capito i miei sentimenti, non gli avrei dato false speranze. Invece, alla prima occasione, che faccio? Lo bacio!
Quella notte avevo dormito pochissimo ed ora stavo camminando avanti e indietro per la camerata. Dovevo riflettere per capire quale sarebbe stata la mossa successiva: fare i bagagli e scappare più velocemente possibile, magari in un altro stato o, ancora meglio, in un altro pianeta; oppure andare alle prove dopo la lezione di pianoforte, come avevo promesso. 
Sospirai e mi lasciai cadere seduto sul letto di Kyungsoo: avrei scelto la seconda. 
Il mio amico sussultò e si tirò su dal letto.
- Che succede?! - esclamò spaventato, finché non mi vide - Baekhyun? Tutto bene? Che ore sono?
- Presto. 
Probabilmente era ancora l'alba.
- Che ci fai già sveglio, proprio tu? Stai forse male? - Kyungsoo si mise comodo a sedere, e mi appoggiò una mano sulla fronte - Non sembri avere la febbre..
- Ma no - gli spostai la mano - Non sto male. 
- Che succede allora? 
Guardai Kyungsoo per qualche secondo, poi controllai che Chen e Suho stessero dormendo. Infine, mi avvicinai al mio amico, sussurrando: - Ho fatto una cosa, Soo..
- Cosa? - anche lui parlava a voce bassissima, curioso.
- Una cosa grave.
- Hai ucciso qualcuno?! - misi subito la mano davanti alla bocca di Kyungsoo per fargli capire di abbassare la voce.
- Ma certo che no! Però... - sospirai. Era inutile tenere tutto dentro e poi mi serviva un consiglio. 
- Ho baciato Chanyeol.
Gli enormi occhi di Kyungsoo si spalancarono e lo stesso fece la sua bocca: avrei riso della sua espressione, se non fossi stato in crisi esistenziale. 
- Hai fatto cosa? 
- Baciato Chanyeol. Ma senza lingua - precisai subito e vidi Kyungsoo arrossire. 
Mi alzai e presi il mio zaino, poi tornai accanto a Kyungsoo e gli passai il blocco con la canzone. 
- Questa l'ha scritta Chanyeol. Per me. 
Kyungsoo aprì il blocco e lesse velocemente il testo della canzone. Quando arrivò alla fine, alzò lo guardo verso di me.
- Wow.
- Già. 
Il mio amico appoggiò il blocco sul letto: sembrava uno strano ponte tra noi due. 
- Chanyeol fa proprio sul serio. - Kyungsoo aspettò una mia risposta, che però non arrivava.
- Ascoltami, Baek - riprese - So cosa stai pensando: che adesso è tutto più complicato, che sei in imbarazzo con Chanyeol perché, come se non bastasse la sua dichiarazione d'amore e una canzone scritta per te, ora c'è di mezzo anche un bacio. Ma io credo che dovresti lasciarti andare. Se l'hai baciato, significa che almeno un minimo di sentimenti per lui li provi. 
Mi coprii il viso con le mani: - Non lo so. L'ho baciato perché mi sono sentito così amato.. 
- Però tu cosa provi?
- Non lo so! - esclamai e, subito dopo, sentimmo dei movimenti nel letto di Suho.
- Che state facendo voi due? - il responsabile sbadigliò - È prestissimo.
- Scusa - disse Kyungsoo - Non volevamo svegliarti.
Suho si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi: - Non starete male? 
- Chi sta male? - Chen si sporse dal suo letto, sopra quello di Suho. 
- Nessuno sta male - dissi - Mi stavo solo confidando con Kyungsoo.
- Su cosa? - chiese Chen.
- Su Chanyeol. Baekhyun l'ha baciato. 
Mi voltai verso Kyungsoo e lo fulminai con lo sguardo, mentre lui si metteva entrambe le mani davanti alla bocca. 
- Hai baciato Chanyeol?! - ora anche Chen e Suho erano sveglissimi. 
Alzai gli occhi al cielo: ormai il danno era fatto. 
- Sì, lui mi ha dedicato una canzone e io l'ho baciato. 
- Ora lo ammetterai che ti piace - disse Chen, mentre gli passavo il blocco con la canzone. 
- Non lo so se mi piace. 
- Baekhyun - Suho mi guardò come se fossi stupido - L'abbiamo capito tutti che ti piace, anche se ti nascondi dietro al menefreghismo nei suoi confronti.
- Io mi conosco, okay? - mi alzai e ricominciai a camminare avanti a indietro tra i nostri letti - So come sono fatto. Mi piace una persona, ci vado a letto, la lascio. Fine. 
- Sei proprio un..
- Chen! - Suho interruppe il mio amico, prima che potesse esprimere quello che voleva dire. Ma io l'avevo capito, e anche tutti gli altri. 
- Lo so, non sono fatto per le relazioni stabili. La più seria che ho avuto in vita mia è durata due settimane, con una femmina, all'asilo.
Suho annuì: - Allora perché non sei ancora andato a letto con Chanyeol?
Aprii la bocca per rispondere, ma mi bloccai. 
- Già, perché? - Kyungsoo mi guardava, insieme agli altri due.
- Te lo dico io perché - continuò Suho - Perché stavolta hai trovato qualcuno a cui tieni e sei terrorizzato di perderlo, se ti comportassi come tuo solito. Perciò stai procedendo a piccoli passi e facendo attenzione a tutto ciò che fai. La tua mente sta riflettendo ed elaborando sulla strategia da usare per soffrire il meno possibile. Il tuo cuore, invece, ha già deciso e ti ha fatto baciare Chanyeol ieri sera. 
Restammo tutti in silenzio, ammutoliti.
Accidenti, forse Suho aveva ragione. 
Tornai lentamente a sedermi sul letto di Kyungsoo, che subito mi mise una mano sulla spalla. 
- Cosa faccio adesso? - chiesi in un sussurro, a nessuno in particolare. 
- Fai le prove con Chanyeol, passa del tempo con lui e sii gentile, soprattutto. Lasciati andare a quello che provi e non tenerlo a freno. Non ti trattenevi per non dare false speranze a lui, lo facevi perché eri troppo spaventato dai tuoi sentimenti. - Suho mi sorrise incoraggiante - Andrà tutto bene. 
- Wow, sei sempre stato così saggio? - gli chiese Chen.
- Certo, sennò non sarei diventato responsabile - disse Suho, con orgoglio e Chen si sporse dal suo letto, per colpirlo con un cuscino. 
- Ehi! - esclamò lui, ridendo insieme a Chen. Anche Kyungsoo iniziò a ridacchiare e, infine, scoppiammo tutti e quattro in una forte risata che smorzò almeno un po' l'atmosfera pesante che si era creata. 
Suho aveva ragione. 
Su tutto. 
 
*

Arrivai nell'aula di chitarra prima di Chanyeol. La lezione di pianoforte mi era sembrata infinita e l'avevo passata a fissarlo, dall'altra parte della stanza. Si era seduto così lontano da me di proposito? Non mi aveva mai lanciato un'occhiata, nemmeno una volta. Perfino Lay ogni tanto mi guardava e mi sorrideva, ma forse lo faceva perché, fissando Chanyeol, guardavo anche lui. 
Ormai non aveva importanza: tra pochi minuti avrei scoperto se Chanyeol mi odiava, era arrabbiato, era troppo eccitato per guardarmi...
- Ciao Baek - sussultai perché, così immerso nei miei pensieri, non l'avevo sentito entrare. 
- Ciao Chanyeol - sorrisi e mi sedetti - Tutto bene? 
Lui annuì, mentre apriva la custodia della chitarra. Io, invece, gli stavo fissando le mani. Ancora. Doveva essere una specie di fissazione. 
- Dobbiamo impegnarci oggi - disse, sedendosi accanto a me - Ieri non abbiamo lavorato molto. 
Arrossii: - È colpa mia. 
- No - finalmente Chanyeol mi guardò, sorridendo - È stata colpa di entrambi. Ma oggi dobbiamo darci dentro. 
- Oh sì, dacci dentro - il tono malizioso non era stato volontario, davvero. 
Lui arrossì ed iniziò a suonare, senza dire un'altra parola.
Continuammo per quasi un'ora, senza fare nemmeno una pausa. Il testo ormai lo sapevo a memoria, viste tutte le volte che avevo letto quelle parole. L'unica cosa su cui lavorare era la melodia e mischiare bene la mia voce con quella di Chanyeol. 
Dopo un'altra ventina di minuti, lui si fermò e mise a terra la chitarra.
- Facciamo 5 minuti di pausa - fece dei movimenti con le spalle - Sono esausto.
- Certo - presi la bottiglietta d'acqua per bere e lo guardai: si toccava una spalla con aria sofferente.
- Stai bene? - chiesi preoccupato e Chanyeol annuì. 
- Tutto bene, tranquillo. 
- A me non sembra - misi a terra la bottiglietta e mi alzai in piedi - Ti fa male la spalla? 
- Non è niente...
Non lo lasciai finire e mi misi dietro di lui, poi posai le mani sulle sue grandi spalle ed iniziai a fargli un massaggio.
Lo sentii irrigidirsi sotto le mie dita, ma non mi fermai e, dopo qualche secondo, si rilassò.
Sorrisi e ci misi più impegno: - Va meglio?
- Mmh.. - visto il mugolio uscito dalle sue labbra, stavo andando bene.
- Dove hai imparato? - mi chiese, sospirando di piacere. 
Alzai le spalle, anche se non mi poteva vedere: - Ho fatto Hapkido per qualche anno, perciò ho imparato a fare un po' di massaggi. Ma più che altro sono le mie manine ad essere magiche.
Ridacchiai e Chanyeol fece lo stesso.
- Le tue manine perfette. 
- Non sono perfette - risi e lui voltò un po' il viso verso di me.
- Ogni piccola parte di te è perfetta. 
Arrossii fino alla punta dei capelli, ma non mi fermai. 
- In ogni caso - disse Chanyeol, per rompere il silenzio - Questo ti riesce molto bene. 
- Grazie - sussurrai e poi mi fermai - Vuoi che continui? 
Lui scosse la testa: - Vorrei che non ti fermassi mai, ma ora abbiamo delle prove da fare. 
Mi sedetti ancora accanto a lui, mentre prendeva la chitarra.
- Chanyeol? 
- Dimmi - puntò i suoi occhioni gentili su di me e mi sentii così male, per come l'avevo trattato fino a quel momento. 
- Sei arrabbiato con me?
Lui sbattè le palpebre, confuso: - Perché dici così? Non sono affatto arrabbiato con te. 
- Perché... - un bel respiro profondo, Baek - Perché ti ho baciato. 
Lui abbassò lo sguardo e poi si passò una mano sul viso: - Come faccio ad essere arrabbiato, se quel bacio era ciò che desideravo da settimane? 
Mi sorrise e mi mise una mano sulla guancia: le sue carezze erano così leggere che quasi non le sentivo, ma proprio per questo mi emozionavano di più. 
- Non voglio che ti crucci troppo. Ho capito come sei fatto: ora la tua testolina starà riflettendo su ciò che è successo. Non farlo. Pensiamo allo spettacolo, poi avremo il tempo per tutto il resto. 
Annuii e misi la mano sulla sua, ancora appoggiata alla mia guancia.
- D'accordo - risposi in un sussurro e Chanyeol sorrise, poi spostò la mano e la riportò sulla chitarra. 
Le prove continuarono per un'altra ora, poi ci fermammo, entrambi esausti. 
Provai in tutti i modi a mettere da parte ciò che era successo, ma il mio cuore che batteva impazzito non mi rendeva il compito facile.
 
 
POV CHEN

Arrivai nei pressi dello spazio in cui ci sarebbe stato lo spettacolo e mi sedetti. Essendo un campo musicale, a poca distanza dall'ufficio del direttore c'era un piccolo palco in legno, che veniva usato in occasiono come questa. Alcuni ragazzi avevano già sistemato le sedie davanti al palco ed era lì che mi ero seduto. 
Cosa stavo facendo? Semplice, fissavo il palco su cui c'erano Jongin e Krystal che provavano la loro coreografia. I miei occhi guardavano loro, ma la mia mente stava pensando a ciò che ormai la occupava da giorni: Xiumin. 
Quella mattina Baekhyun ci aveva confidato di aver baciato Chanyeol. Quella confidenza aveva smosso qualcosa nella mia testa: che cosa stavo aspettando io? Xiumin mi piaceva davvero tanto, però non riuscivo a cambiare la situazione tra di noi. Ci eravamo quasi baciati e passavamo ogni momento libero insieme. Chen, santo cielo, fa qualcosa!
- Ehi.
Feci un urlo da ragazzina, spaventando anche Jongin e Krystal, che si fermarono per guardarmi.
- Tutto okay? - chiese la ragazza e Xiumin le fece un cenno con la mano.
- Colpa mia, l'ho spaventato. 
I due ragazzi sul palco si lanciarono un'occhiata e poi ripresero da dove si erano interrotti.
Xiumin si sedette accanto a me: - Cosa ci fai qui? 
Mi sorrise e io dovetti controllare di non essermi sciolto. 
- Non lo so. Li ho visti provare e mi sono fermato a guardare. Inoltre dovevo riflettere...
- Su cosa? - mi chiese lui, incuriosito.
Su cosa, Chen?!
Alzai le spalle, fingendo che non fosse una cosa importante: - Mi madre, lo spettacolo, la coreografia con Seulgi. 
- Ah - Xiumin sembrava deluso. 
- Pensavo anche a te - dissi, dopo qualche secondo.
Xiumin si voltò a guardarmi, ma io non staccavo gli occhi dai due ragazzi sul palco.
- Puoi essere più preciso? 
- Mi chiedevo se... ecco... 
Stavo tremando? Balbettando? Oddio, non ero pronto per quel discorso, per esprimere i miei sentimenti. 
Non ancora. 
- Mi chiedevo se ti andava di aiutare me e Seulgi a sistemare la coreografia. Sai, visto che ci sarà mia madre, voglio che sia perfetta.
Xiumin sospirò, come se avesse trattenuto il fiato fino a quel momento, poi borbottò un - Certo - non molto convinto. 
Sapevo di averlo deluso, sapevo che aspettava altro. 
Ma non ce l'avevo fatta. 
 
*

- Bene così - Xiumin fermò la musica e io stramazzai al suolo, con davvero poca grazia. 
- Sono esausto. 
Seulgi ridacchiò: - Da quanto proviamo? 
- Un centinaio di ore, almeno - dissi e loro due risero.
- Sarà neanche un'ora, Chen. 
- Così poco?! - esclamai e mi misi a sedere - Oggi non ce la faccio proprio. 
Xiumin fece ripartire la musica, mentre io e Seulgi riprovavamo per l'ennesima volta la coreografia. 
- Vai a tempo, Chen.
- Più su quel braccio. 
- Hai dimenticato un passo.
Xiumin era inflessibile e molto severo, neanche fosse lui il professore di danza. 
- Vuoi per caso prendere il posto di Eunhyuk? - chiesi ridendo, ma lui mi lanciò un'occhiataccia che mi rimise al mio posto. 
Era sempre serio e severo con me, mentre facevamo le prove. Ma così era troppo.
Dopo un'altra intera ora, Seulgi disse che doveva andare a lezione di canto, perciò ci demmo appuntamento per il giorno dopo. 
Andai a cambiarmi e, quando uscii dagli spogliatoi, vidi Xiumin davanti al grande specchio, intento a provare. 
- È la coreografia che porterai allo spettacolo? - gli chiesi, avvicinandomi. 
- No - disse lui, guardandomi attraverso lo specchio - Non partecipo allo spettacolo.
- Perché? 
Ero davvero sorpreso: avrei scommesso che avrebbe partecipato anche lui.
Xiumin abbassò lo sguardo sui suoi piedi: - Ho troppo su cui lavorare, ultimamente. Non ho tempo di inventare una coreografia. 
- E quella che stavi facendo ora? 
- Lascia stare, Chen! - sbottò lui, per poi guardarmi dispiaciuto - Scusami, non volevo alzare la voce.
Restammo entrambi in silenzio, senza staccare i nostri occhi che si incontravano sullo specchio.
- Cosa c'è che non va? - chiesi con voce flebile.
- Perché pensi ci sia qualcosa che non va? 
- Perché i tuoi occhi non mentono, Xiumin.
Lui abbassò lo sguardo: - Niente, è solo che più mi muovo, più quello che voglio si allontana. Dopo che ti ho quasi baciato, credevo che la situazione sarebbe cambiata tra di noi, invece siamo sempre fermi qui: tu che provi a ballare e io che ti urlo di andare a tempo. 
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro, poi posai il mento sulla sua spalla.
Xiumin alzò di nuovo lo sguardo e vi lessi sorpresa, mentre un sorriso si faceva largo sulle sue labbra.
- Non stavo pensando di chiederti di aiutarmi, stamattina - confessai - Mi chiedevo come fosse possibile che la situazione tra di noi fosse rimasta bloccata in questo modo.
Lui si lasciò andare a una risata: - Ho la sensazione che siano giorni che pensiamo alla stessa cosa. 
- Lo credo anch'io - dissi. 
Xiumin mise le mani sopra le mie: - Quindi adesso che si fa? 
Aprii la bocca per rispondere, ma in quel momento la porta della sala prove si aprì. Mi spostai velocemente da Xiumin, convinto fosse entrato Eunhyuk. 
Ma mi sbagliavo. 
Mia madre entrò nell'aula e si guardò intorno: - È una bella sala prove.
Xiumin si mise subito sull'attenti, tentando di sistemarsi i vestiti meglio che poteva ed io gli diedi una gomitata, per fargli capire di smetterla.
- Cosa ci fai qui, mamma? - mi avvicinai a lei e la salutai con un bacio sulla guancia. 
- Sono venuta a chiederti se ti va di cenare in città con me, domani sera. Ho chiesto a Leeteuk un permesso speciale e ha acconsentito. 
- Certo - sorrisi - Mi salvi dal cibo della mensa. 
All'improvviso sentii qualcuno che si schiariva la voce e mi girai verso Xiumin, che fissava mia madre, in estasi.
- Mamma, lascia che ti presenti Xiumin. È anche grazie a lui se ora sono un po' coordinato.
Lo presi per un braccio e lo trascinai davanti a mia madre. Lui fece un inchino, mentre le diceva quanto la ammirava, quanto lei sia stata di ispirazione per lui e per molti altri ballerini della Corea eccetera eccetera.. avevo smesso di ascoltare al secondo complimento.
Mia madre sorrise gentilmente: - È un piacere per me, conoscere un amico di Chen. Perché non vieni anche tu a cena con noi domani?
 - COSA?! - chiedemmo all'unisono.
- Ma certo, perché no? Così salvo anche te dal cibo della mensa - mia madre mi diede un buffetto sulla guancia - Ora vado, non voglio disturbare troppo i vostri allenamenti. Mi raccomando, voglio vedere un bello spettacolo. 
Io e Xiumin ci guardammo, mentre lei usciva dalla classe. Eravamo appena stati incastrati?
 

POV LUHAN

Camminavo tra i banchi, ascoltando i miei studenti che suonavano il brano che avevano imparato. Erano così bravi! 
Se non fossi stato il professore, avrei saltellato battendo le mani. Invece cercavo di mantenere un certo controllo e un'espressione seria ed indecifrabile.
Ammetto che stavo tentando di imitare la costante espressione di Sehun.
Quando raggiunsi proprio lui, vidi che mi guardava con la coda dell'occhio, senza smettere di suonare il suo flauto. 
Lo guardai a mia volta ed accennai un sorriso che lui ricambiò, per quanto possibile, con il flauto tra le labbra.
Tornai verso la cattedra e mi ci appoggiai, con le braccia incrociate al petto. Il pezzo finì e mi trattenni dall'applaudire. 
- Fantastico, siete stati molto bravi. Sono davvero soddisfatto. Ora... - passai lo sguardo tra i miei studenti, per non far notare che guardavo Sehun il 90% del tempo - Proviamo i tre assoli.
Indicai una ragazza in prima fila che subito eseguì il suo assolo in modo impeccabile.
Poi toccò ad un ragazzo, che dovetti fermare un paio di volte, per correggere degli errori. Infine, toccò a Sehun.
Mi aveva odiato per avergli assegnato quell'assolo: lui preferiva di gran lunga starsene in disparte, lontano dalle luci della ribalta.
Io invece volevo che fosse il protagonista di ogni pezzo, di ogni esecuzione, delle mie giornate. 
Lui girò le pagine dello spartito, fino a trovare quelle giuste. 
- Sono pronto, professore. 
Mi guardò ed avvicinò con infinita lentezza il flauto alle labbra, poi fece uscire appena la lingua, per leccare la cima del becco, mentre la sua mano si muoveva impercettibilmente nella parte centrale, dove c'erano i fori.
Tutto ciò, ovviamente, senza togliere gli occhi dai miei.
Ero svenuto? Non ne avevo idea, sicuramente lo stavo fissando con un'espressione da idiota. 
Maledetto ragazzino pervertito! Non poteva fare certe cose in classe.
Per mia fortuna, smise il suo teatrino pornografico e suonò il suo assolo, senza nemmeno un errore e con un ghigno sul viso. 
Peccato, avrei avuto la scusa per urlargli contro. 
Finita la lezione, mi sedetti alla cattedra, per evitare di perdere davvero i sensi. Gli studenti mi salutarono ed un paio di loro si fermarono qualche minuto a chiedermi dei consigli. Alla fine l'aula era vuota, ad eccezione di me e un altro studente.
Io e Sehun ci fissammo negli occhi per secondi che mi sembrarono interminabili. 
Poi, senza dire nulla, mi alzai ed uscii dalla classe, diretto nel bosco.
Non mi girai nemmeno una volta per vedere se mi stava seguendo: i suoi passi erano ben udibili dietro di me. 
 
*

Non avevamo aspettato nemmeno un secondo prima di saltarci addosso e baciarci. Addio autocontrollo. 
Avevo sbattuto Sehun contro un albero e gli avevo infilato la lingua in bocca, ma sapete che vi dico? Chi se ne frega! 
Ero stanco di dovermi controllare: mentre eravamo al campo non potevo toccarlo, baciarlo, guardarlo troppo a lungo né sorridergli con troppa felicità. C'erano occhi ovunque. 
Invece lì, nella radura in mezzo al bosco che Sehun aveva trovato, potevamo fare ciò che volevamo senza trattenerci. 
Mentre lo baciavo con foga, lo sentii ridacchiare.
- Ehi, piano. Che ti prende?
- Che mi prende?! - gli diedi uno schiaffo sul braccio - Mi prende che devi smetterla di fare cose che non dovresti. 
- Cosa avrei fatto?
- Hai fatto intendere che il flauto fosse qualcos'altro. 
Sehun rise e mi guardò malizioso: - Eh no, io mi sono limitato a suonare il mio assolo. Sei tu che hai inteso un'altra cosa. 
Arrossii e lo colpii ancora, poi mi sedetti sull'erba: - Sei un pervertito. 
Sehun non la smetteva più di ridere, nemmeno mentre si sedeva accanto a me, per poi posarmi la testa sulle gambe. 
- Hai ragione, l'ho fatto apposta. Ma la tua espressione è stata fantastica. 
Sbuffai, ma a stento trattenevo un sorriso. 
- Rischi troppo - dissi, facendo scorrere le dita tra i suoi capelli.
- Una parte di me spera che qualcuno ci scopra, così non saremmo più costretti a nasconderci.
- Già, ma io non avrei più un lavoro e tu saresti espulso. Perciò contieniti e fa cose ai limiti del porno solo qui, lontano da tutti.
Sehun si rialzò, mettendosi seduto ed avvicinò il viso al mio.
- E quali cose ai limiti del porno posso fare qui? - sussurrò sulle mie labbra. 
Dentro di me stavo gridando, lo giuro.
- Puoi fare quello che hai fatto con il flauto - risposi, sussurrando anch'io. 
- Oh - Sehun ammiccò, con malizia - Suonalo come un flauto.
- Ma sta zitto - risi e gli diedi uno spintone, poi lui appoggiò di nuovo la testa sulle mie gambe. 
Restammo così per un po': lui che giocava con i ciuffi d'erba e io che gli passavo le dita tra i capelli. 
Era bello stare così. Non volevamo solo un posto per fare cose sconce, ma anche per farci le coccole, cosa che al campo era impensabile. 
- Non ho visto il tuo nome tra gli iscritti per lo spettacolo - dissi - Non vuoi partecipare?
Sehun alzò le spalle: - Non mi interessa.
- Ma la signora Kim è una ballerina famosa, potrebbe notarti. 
Oltre al mio corso, Sehun seguiva anche quello di danza e mi era capitato di vederlo ballare un paio di volte: era bravissimo. Sapevo, inoltre, che quel corso per lui contava più del mio, perché il suo sogno era ballare. 
- Lo so, ma odio farmi vedere in questo modo. A settembre farò qualche audizione e, se sarò abbastanza bravo, mi prenderanno.
Rimasi in silenzio, pensieroso e, ovviamente, Sehun se ne accorse. 
- Che succede? 
- Niente - mi affrettai a rispondere, ma lui non ci cascò e si sedette di nuovo.
- Luhan, non mentire. Cosa c'è? 
Abbassai lo sguardo per non incontrare il suo: - Quando il campo estivo finirà, tu entrerai in qualche scuola di danza. E... e io? 
Sehun mi sollevò il mento, con le dita: - Tu verrai con me. Non so se resterò a Seoul o se mi sposterò, ma tu verrai con me. 
- Hai già deciso senza chiedere il mio parere? 
- Sì - disse semplicemente Sehun - Perché non vedo altre possibilità. Tu sei un insegnante qui in estate, ma per il resto dell'anno ti voglio con me. Tutto e solo per me. 
- La prossima estate torneremo qui insieme e ci ignoreremo ancora? 
- Non so cosa succederà la prossima estate, voglio pensare solo a questa. E voglio che ti sia chiaro, che non ti lascerò e che non ti permetterò di restare qui a deprimerti. Sempre se lo vuoi. 
Ridacchiai: - Quindi ho libera scelta? Che onore.
- Smettila - disse Sehun, sorridendo - Mi seguirai? E non dire "fino in capo al mondo", fa troppo film sdolcinato e mi vengono i brividi. 
Scoppiai a ridere e, invece di rispondere a parole, lo baciai. 
L'avrei seguito ovunque, fino in capo al mondo.

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Capitolo 17
*** 17. APPUNTAMENTI ***


17. APPUNTAMENTI

POV BAEKHYUN

Chen lanciava gli abiti che non gli sembravano adatti sul letto di Suho. Ormai aveva svuotato il suo armadio ed aveva scartato tutto: niente era abbastanza per la cena con sua madre e Xiumin. Niente era perfetto per Xiumin. 
- I miei vestiti fanno tutti schifo - sbuffò - Non ho niente di elegante, ma non troppo. Qualcosa che sia abbastanza per Xiumin, ma non troppo per mia madre. 
Io ero sul mio letto: le gambe alte, appoggiate al muro e la testa a penzoloni fuori dal letto. Vedevo Chen al contrario, perciò non potevo essere un grande aiuto. 
- Perché non metti solo jeans e camicia? Quelli vanno sempre bene. 
Chen si guardò intorno: - Dove sono i miei jeans scuri? DOVE SONO?!
- Chen - scesi dal letto e gli misi entrambe le mani sulle spalle - Fai un bel respiro profondo. 
Il mio amico mi guardò con un sopracciglio sollevato.
- Ehi - replicai - Non ti fidi di me? Ho avuto moltissimi appuntamenti e so come ci si sente nervosi, inadatti, mai abbastanza belli.
- Già - disse lui, sospirando.
- Bene, perciò ascoltami. Fai un bel respiro profondo e calmati. Chiudi gli occhi e rilassati.
Vidi Chen fare esattamente quello che dicevo, poi lanciando un'occhiata alle sue spalle, notai che i pantaloni che cercava erano proprio in cima al mucchio.
Alzai gli occhi al cielo e presi i jeans: - Apri gli occhi, Chen.
Lui li aprì e ridacchiò, vedendo i jeans nelle mie mani: - Ops, eccoli.
Glieli passai, poi scrutai un po' nell'enorme mucchio di abiti sopra il letto di Suho e presi una camicia bianca.
- Metti questi e stai tranquillo. Andrà tutto benissimo. 
Chen mi sorrise: - Grazie, Byun Baekhyun. Sono molto nervoso per questa uscita.
- Lo vedo - risi e mi sedetti sul letto di Kyungsoo, mentre Chen risistemava i suoi vestiti.
Avevo un'idea che mi vagava nella mente. Un'idea che non se ne voleva andare e non sapevo se seguire il mio istinto ed assecondarla o lasciare stare.
Mi passai le mani sul viso e mi alzai di scatto dal letto, facendo sussultare Chen.
- Cosa succede? - mi chiese, confuso. 
Presi il mio zaino e frugai un po', fino a trovare il portafogli. Contai che ci fossero abbastanza soldi e poi li diedi a Chen.
Quando vide quanti erano, il mio amico sgranò gli occhi: - E quelli per cosa sono?
- Chen, ho bisogno che tu mi faccia un favore. 
 
*

Arrivai nei pressi dell'aula di chitarra e, da fuori, sentii Chanyeol suonare e cantare. Restai fuori ad ascoltarlo, ad occhi chiusi per concentrarmi sulla sua voce. 
Oggi non volevo fare il timido, non volevo essere in imbarazzo: oggi sarei stato un Baekhyun allegro, simpatico, pronto a scherzare. 
Appena mi sentì entrare, Chanyeol si interruppe e mi sorrise.
- Ehi, sei arrivato presto.
- Sì, Chen stamattina ha svuotato il suo armadio facendo un sacco di confusione e mi ha svegliato. - spiegai, sedendomi nella sedia, accanto a lui.
- Perché? Va da qualche parte?
Ghignai: - Ha un appuntamento. Con Xiumin.
Chanyeol rise della mia espressione: - A me è stato detto che è una cena con sua madre.
Scacciai quella stupida frase con un gesto della mano: - Sua madre c'è, ma è un appuntamento tra loro due. Andranno in città, a cena in un bel ristorante. 
- Con la madre di Chen.
- Non è importante - sbuffai e Chanyeol rise ancora più forte. 
- Beh - disse il gigante - Sono fortunati. Almeno andranno ad un appuntamento insieme... nonostante la signora Kim. 
- Stamattina era molto nervoso e non sapeva cosa indossare, così l'ho aiutato - dissi, orgoglioso di me stesso - Farà un figurone stasera.
- Se l'hai aiutato tu, non ne dubito. Sei un grande esperto. 
Alzai il mento, con orgoglio: - Hai detto bene, caro gigante. Look e stile non hanno segreti per me.
Chanyeol scosse la testa, sorridendo. 
- Nemmeno gli appuntamenti - continuai.
- Ah sì? - chiese lui - Ne avrai avuti tanti.
- Moltissimi - lo guardai per cercare di capire se questo argomento lo infastidiva, ma il suo sguardo era sereno, perciò continuai. 
In fondo stavamo solo chiacchierando. 
- Sono sempre stato parecchio popolare tra i ragazzi e in molti mi hanno chiesto di uscire. 
- E dove ti portavano? 
Alzai le spalle: - Cinema, cena, discoteca. Niente di troppo impegnativo. 
Chanyeol mi guardava dritto negli occhi, il che mi metteva un po' in imbarazzo. 
- E per farli diventare il tuo fidanzato, cosa dovevano fare questi pretendenti?
Deglutii a vuoto, nervoso: - Beh, niente di quello che hanno fatto. Perché nessuno di loro lo è diventato. 
Vidi Chanyeol sgranare gli occhi: - Nessuno? 
- No. Non sono il tipo di persona che si impegna in relazioni serie. 
Mi morsi la lingua appena pronunciai quelle parole: stupido Baekhyun!
Chanyeol abbassò gli occhi: - Ah... e che tipo di persona sei? 
Mi sbattei una mano in faccia e Chanyeol mi guardò, preoccupato.
- Vuoi sapere che persona sono? Sono quel genere di persona che ama divertirsi senza impegnarsi. Che vuole fare sesso senza avere relazioni che la costringano a richiamare il giorno dopo. Odio le cose sdolcinate come San Valentino, i mesiversari e i nomignoli teneri. 
- E hai sempre vissuto così? - Chanyeol ridacchiò: o era davvero di buon umore, o non aveva capito di cosa stavamo parlando. 
- Sì, le storie da una notte sono l'unico tipo di relazione che conosco. 
Tolsi la mano dalla faccia e lo guardai: era arrossito visibilmente.
Beh, che male c'era se l'avessi preso un po' in giro? 
- E tu, mr. Park? Dove dovevano portarti i tuoi pretendenti per conquistarti? 
Chanyeol scosse la testa, ridacchiando: - Prima di tutto, di solito ero io ad essere un pretendente. Poi, li portavo a cena e a fare una passeggiata o a bere un bubble tea. 
- Niente cinema? - chiesi incuriosito. 
- No - Chanyeol mi sorrise - Al cinema non si può parlare. 
- È questo il punto - dissi con convinzione - Nessuno vuole parlare al primo appuntamento, perché sarebbe imbarazzante.
- Ma se non parli con una persona, come fai a sapere se ti piace abbastanza da chiedere un secondo appuntamento?
Risi e gli misi una mano sulla spalla: - Sei così innocente. Chi se ne frega di conoscerlo? Basta che sia carino e sexy e, possibilmente, bravo a letto. 
Chanyeol scostò la mia mano: - Non tutti hanno in mente quello, Baekhyun. Ci sono persone che vogliono trovare qualcuno da amare e da cui farsi amare. 
- Perciò tu non hai mai avuto storie da una notte? - sorrisi maliziosamente, facendolo arrossire. 
- Certo che no! 
- Ma hai fatto sesso, vero?
Sì, stavo facendo domande invadenti ed imbarazzanti, ma l'espressione che aveva Chanyeol in quel momento, mi impediva di fermarmi.
Era rosso fino alla punta delle orecchie e i suoi occhi vagavano per la stanza, sfuggendo ai miei.
- Sì, Baekhyun. Ho fatto sesso. Ora possiamo provare la canzone?
- E tu preferisci essere attivo o passivo? 
Cercavo in tutti i modi di non scoppiare a ridere.
- Baekhyun, ti prego... 
- Perché io preferisco essere passivo, sai, quella sensazione di... come dire...
- Oddio Baekhyun.
- Allora, tu cosa preferisci? 
Mi guardò, palesemente in crisi su cosa dire e io non resistetti più: gli scoppiai a ridere in faccia. 
Ero piegato sulla sedia e, solo per non sembrare completamente pazzo, non mi misi a rotolare sul pavimento. 
- Smettila di ridere - borbottò Chanyeol e mi diede un leggero spintone.
- Posso essere sincero con te? - dissi, tra le risate. 
- Non mi dirai che in realtà sei quello attivo? - ci guardammo ridacchiando e io scossi la testa. 
- No, volevo dirti che, quella notte in città, io l'avevo immaginata molto diversa. 
Chanyeol rimase in silenzio, ad osservarmi ed aspettare che continuassi.
- Mi ero fatto carino con un unico obiettivo: andare a letto con te, in albergo. 
- Non l'hai fatto perché ero arrabbiato? 
Annuii: - Sì, mi sentivo così male e non volevo farti arrabbiare ancora di più. 
Chanyeol sospirò e io gli diedi dei leggeri colpetti sulla spalla.
- Ti stai mangiando le mani, eh?
Mi lanciò un'occhiataccia e io smisi subito di fare lo spiritoso.
- Sai, Baek, anche io voglio essere sincero con te - il gigante guardava la sua chitarra mentre parlava - Se il tuo obiettivo con me è quello, puoi anche scordartelo. Non sono il ragazzo che userai per avere una notte di divertimento, mi piaci troppo perché ti permetta di farlo.
Però credo che Taeyong non veda l'ora di divertirsi un po' con te.
Ahi, se quelle parole non avevano fatto male, ci aveva pensato lo sguardo con cui mi aveva guardato dopo: delusione? Sfida? 
Scossi la testa: - Io non voglio Taeyong.
- Cosa vuoi, allora? 
E che ne so?! 
- Voglio altro tempo per pensare - mi grattai la testa, in imbarazzo. 
- Puoi avere tutto il tempo che vuoi, Baekhyun - Chanyeol sospirò, poi avvicinò il viso al mio, facendomi indietreggiare leggermente - Pensaci bene, perché se deciderai di cedere e provare a rendere la nostra amicizia qualcosa di più, voglio che tu sappia fin da ora che non ti lascerò giocare con i miei sentimenti, né andartene dopo una notte. Se stai con me, sei mio. 
Che potevo dire? Niente, perciò mi limitai ad annuire come un idiota. 
Chanyeol sorrise: - Ora proviamo la canzone, dobbiamo essere i migliori. 
Mentre provavamo, mi sorpresi a pensare come sarebbe essere davvero solo suo. 
Essere il ragazzo di Chanyeol. 
E più di una volta giunsi alla conclusione che poteva essere davvero bello.
 
 
POV CHEN

Mia madre era passata a prendere me e Xiumin al campo. Arrivati in città, avevo dovuto fare una sosta, perché Baekhyun mi aveva chiesto un favore e, visto che era sempre così carino e gentile, non potevo non accontentarlo.
E sì, sono ironico.
Mia madre e Xiumin mi aspettarono in auto e, una volta finito il mio compito, ci dirigemmo verso il ristorante. Lei non aveva badato a spese ed aveva prenotato nel ristorante più di classe di quella piccola cittadina. Certo, non era ciò a cui era abituata, ma non era nemmeno una tavola calda. 
Ci sedemmo al nostro tavolo e subito mia madre ci chiese com'era andata la giornata.
- È stata faticosa. In ogni pausa dalle lezioni abbiamo provato per lo spettacolo - risposi, sbuffando.
Xiumin, invece, era in estasi, esattamente come l'altra volta. Gli diedi una gomitata per farlo riprendere e lui mi lanciò un'occhiata di scuse. 
- Io mi sono iscritto allo spettacolo - disse, con orgoglio ed io alzai gli occhi al cielo. 
L'avevo sorpreso, quella mattina, accanto alla bacheca delle iscrizioni. 
- Tua madre si aspetta di vedermi, Chen - mi aveva detto - Non posso deluderla.
E certo. Infatti si stava comportando come il più accanito degli ammiratori: annuiva con interesse mentre lei parlava e ripeteva in continuazione: - Lei è eccezionale, signora Kim.
Il fatto che non avesse mostrato particolare interesse per me, mi aveva deluso un po'. Ci avevo messo impegno per sistemare i capelli ed avevo indossato gli abiti che aveva scelto Baekhyun, ma Xiumin aveva occhi solo per mia madre. Se l'avessi saputo, sarei rimasto al campo a dormire. 
A mia madre non sembrava vero di cenare con un ragazzo che la ammirava così tanto e con cui poter parlare di danza, senza che quest'ultimo sbadigliasse continuamente, come facevo io. 
Avevo smesso di ascoltarli quando avevano iniziato a parlare delle compagnie di danza migliori del paese ed avevo rivalutato quanto potessero essere interessanti le briciole. 
- Che ne dici, Chen? 
Chissà se riuscivo a metterle tutte in fila...
- Chen?!
Alzai lo sguardo e vidi che entrambi mi guardavano, aspettando una risposta. 
- Scusate, mi ero distratto. 
- Ho chiesto a Xiumin se avreste ballato insieme, ma a quanto pare lo farai con una ragazza. - disse mia madre, per poi continuare - Perché non ballate tutti e tre insieme? 
- Perché ho già imparato questa coreografia e non ho nessuna intenzione di fare anche la più piccola delle variazioni. 
Mia madre appoggiò una mano sulla mia: - Tesoro, non sarà difficile. Sono sicura che sarai perfettamente in grado di fare la coreografia un po' modificata.
- Nemmeno volevo ballare! - sbottai e mia madre si zittì improvvisamente - Se fosse per me, non ballerei nemmeno e canterei, che è quello che amo davvero fare.
Al nostro tavolo era sceso il silenzio, così ne approfittai per continuare. 
- Ballo solo per fare piacere a te, ma se fosse per me non lo farei mai. Non mi sarei iscritto al corso di danza, non mi farei venire gli incubi se non so fare una coreografia. Niente di tutto ciò. Potrei concentrare tutte le mie energie nel canto, cosa che ora non faccio perché mi sfinisco per imparare a ballare. 
Quando finii il mio sfogo, mi resi conto che stavolta non mi ero limitato a pensare quelle cose: le avevo dette davvero!
Abbassai lo sguardo, in imbarazzo. 
Bravo Chen, sei in un bel ristorante con il ragazzo che ti piace (e tua madre, ma è un dettaglio) e fai certe scenate? Avrei voluto sprofondare in quel preciso momento. 
- Sa, signora Kim - la voce di Xiumin ruppe il silenzio - Chen è migliorato davvero tantissimo nel ballo. Quando l'ho conosciuto era completamente scoordinato e non riusciva ad imparare le coreografie. Però si impegnava così tanto, che il professore ha deciso di affiancargli i suoi tre migliori allievi, per delle lezioni in più. Sono sicuro che resterà sorpresa quando lo vedrà allo spettacolo. Certo, non si può dire che seguirà le sue orme, ma la renderà orgogliosa, ne sono sicuro.
Xiumin afferrò la mia mano sotto il tavolo e la strinse, poi prese il suo bicchiere: - Io farei un brindisi, allo spettacolo e a Chen, che è diventato un ballerino quantomeno decente.
Mia madre ridacchiò, il che mi sorprese, e si unì al brindisi. Lo feci anch'io, senza mai lasciare la mano di Xiumin. 
 
*

Il resto della cena procedette in modo totalmente diverso: Xiumin aveva smesso di guardare mia madre come se fosse una divinità, io avevo passato almeno una ventina di minuti a raccontarle quello che stavo combinando al campo e lei si era sciolta un po', buttando la maschera della ballerina più brava del paese e mettendo quella della mamma di Chen. 
Stavamo passando una serata piacevole e non l'avrei mai detto, visto com'era iniziata. Subito dopo aver ordinato il dolce, mia madre si alzò per andare a sistemarsi il trucco e ci lasciò, finalmente, da soli.
- Mi dispiace per essere scattato, prima. 
Xiumin rise e mi guardò, con quei suoi occhi bellissimi: - Sei stupendo stasera.
Oh. Mi sentii arrossire per quel commento improvviso. 
- Credevo non mi avessi nemmeno notato - dissi, con un filo di voce. 
- Come avrei potuto non notarti? - chiese lui, arrossendo - Mi hai lasciato senza parole. 
Avrei dovuto ricambiare i complimenti, perché anche lui era bellissimo e avevo dovuto trattenermi per non fissarlo imbambolato. 
Invece mi limitai a sorridere e lui mi riprese la mano: - Al prossimo appuntamento saremo da soli, d'accordo? 
Ridacchiai: - Hai notato anche tu mia madre? 
Ridemmo entrambi e, quando lei tornò, fingemmo che avessi raccontato una barzelletta incredibilmente divertente. 
Tornammo al campo poco dopo il coprifuoco, ma visto che avevamo un permesso speciale, nessun insegnante ci avrebbe dato una nota. Xiumin avrebbe voluto accompagnarmi in camera, glielo leggevo negli occhi, ma mia madre voleva restare un momento da sola con me, perciò lo salutammo e rimanemmo seduti in macchina.
Niente bacio della buonanotte, Xiumin.
Mia madre restò in silenzio per qualche secondo, poi mi rivolse un dolce sorriso: - Sono fiera del lavoro che stai facendo quest'anno. 
- Aspetta a dirlo. Non mi hai ancora visto ballare. 
Lei rise e mise la mano sulla mia: - Non parlo solo del ballo. Ti vedo più maturo, più sicuro di te stesso. Evidentemente, l'amore aiuta. 
Sussultai e la guardai, con gli occhi sgranati: - C-cosa? Di che stai parlando?
- Chen - lei mi rivolse un'occhiata complice - Credi davvero che non mi sia accorta che tu e quel ragazzo vi piacete? Sono tua madre, me ne sono accorta appena vi ho visti insieme. 
Abbassai lo sguardo: - È per quello che hai invitato anche lui alla cena?
- Non solo, anche perché mi sembrava simpatico e volevo conoscerlo. Conoscere il ragazzo che fa battere il cuore a mio figlio. 
Le rivolsi un timido sorriso e lei continuò: - Se fossi in te non me lo farei scappare, è un ragazzo fantastico e il modo in cui ti guarda fa capire che ci tiene molto a te. 
La abbracciai di slancio, cosa che non facevo da quando avevo 8 anni e lei ricambiò, nonostante la sorpresa.
- Grazie, mamma. Per la cena, per l'invito a Xiumin e per aver capito che ce la sto mettendo tutta per renderti orgogliosa di me. 
- Lo stai facendo, per l'impegno con cui affronti tutto.
Salutai mia madre che si allontanava con l'auto e pensai che la serata era stata un mezzo successo. 
Sospirai e mi avviai verso la mia camera, trascinandomi dietro il favore che mi aveva chiesto Baekhyun.
 
 
POV SUHO

Controllai per l'ennesima volta la scaletta che avevo preparato per i ragazzi che si sarebbero esibiti allo spettacolo. In quel momento, due violinisti stavano provando il loro pezzo e io ero seduto su una delle sedie davanti al palco, per assicurarmi che fosse tutto a posto. Ero così assorto a contare quante esibizioni erano previste dalla scaletta, che sussultai appena vidi che la sedia accanto alla mia veniva occupata. 
E non da una persona qualunque. 
Da Irene.
La ragazza mi sorrise gentilmente: - Ti ho visto qui tutto solo. Cosa stai facendo?
Boccheggiai, per poi cercare di darmi un contegno. 
- Ricontrollavo la scaletta. 
Lei si sporse verso di me, per guardare la mia cartellina: - Ed è tutto a posto?
Annuii come un idiota, senza smettere di guardarla. Da quando avevamo partecipato al torneo insieme, il nostro rapporto era migliorato. 
Non eravamo ancora marito e moglie, ma era solo questione di tempo. Aver passato del tempo con lei, mi aveva reso più sicuro di me stesso e ora cercavo ogni scusa per parlarle e stare ancora in sua compagnia. Che poi io parlassi di cose intelligenti ed interessanti, è un altro discorso. 
- Questo spettacolo sarà un successo - disse - Non vedo l'ora di esibirmi con le ragazze. Tu farai qualcosa? 
Arrossii: - Ehm.. no, io non mi esibisco. Ero troppo occupato con l'organizzazione e la scaletta, sai com'è..
Assunsi un'aria impegnata e la feci ridere: beh, almeno mi trovava divertente. O ridicolo. 
Meglio non pensarci. 
I due violinisti avevano finito il loro numero quando, accanto a me, si sedette Kyungsoo. 
Salutai il mio amico con un sorriso, ma mi ero accorto subito che qualcosa non andava. 
E se n'era accorta anche Irene: - Va tutto bene? 
Kyungsoo fece spallucce e stette zitto. Io ed Irene ci scambiammo un'occhiata perplessa. 
- Soo, se hai bisogno di parlare noi...
- Guardateli - Kyungsoo indicò il palco, su cui erano saliti Jongin e Krystal. 
- Hanno fatto un sacco di prove su quel maledetto palco - continuò Kyungsoo - Stanno sempre lì, perché Jongin vuole che il loro numero sia perfetto. Niente deve andare storto, durante la sua esibizione davanti alla grande ballerina. 
- Ci tiene davvero molto - provai a dire io, ma ricevetti un'occhiataccia da Kyungsoo, con cui avrebbe potuto incenerirmi. 
- È uno stupido - disse il mio amico, ma il suo insulto venne coperto dalla musica della canzone ballata dalla coppia sul palco. 
Guardammo tutti e tre la loro coreografia e, più andava avanti, più Kyungsoo si afflosciava sulla sedia, mentre io ed Irene ci lanciavamo delle occhiate eloquenti. 
Era un balletto molto molto, davvero troppo, sexy. 
Bello, certo, eseguito alla perfezione e pieno di passione. Ma credo che, se avessi Irene ballare quella coreografia con qualcuno che non ero io, mi sarei sciolto nella gelosia. 
E lei non era nemmeno la mia fidanzata. 
Guardai Kyungsoo e provai a tirarlo su di morale: - Faranno un figurone davanti alla signora Kim. 
- Credo che Jongin si stia innamorando di Krystal. 
Irene sospirò e si spostò accanto a Kyungsoo, così ora lui si trovava in mezzo a noi due.
- Non dire così - cercò di confortarlo - Stanno solo ballando, è tutta scena. 
Il mio amico non ne era convinto per nulla: - Passa un sacco di tempo con lei, fa gli spettacoli con lei, è sempre un sala prove con lei. Lo vedo sempre meno spesso. 
- Hai provato a parlargli? - gli chiese ancora la ragazza.
Le ero davvero grato per come stava parlando con Kyungsoo, perché io ero rimasto talmente sconvolto, da essere ammutolito. 
Quando avevo conosciuto Kyungsoo, lui e Jongin stavano già insieme. Erano la coppia d'oro del campo, una specie di certezza per tutti. 
Nessuno aveva mai osato flirtare o dichiararsi a uno dei due: Kyungsoo era di Jongin e Jongin era di Kyungsoo. 
- No, non apertamente. Ogni volta che ci vediamo lui è sempre di fretta, oppure lo vedo stanco e non ho il coraggio di affrontare l'argomento. 
- Dovresti farlo - dissi - Finché è concentrato con lo spettacolo non credo sia in sé ma, quando sarà finito, potrai parlargli e dirgli tutto quello che provi. Sono sicuro che è tutta una tua impressione.
 Misi una mano sulla spalla del mio amico e gli sorrisi, rassicurante.
- Dovrei aprire la posta del cuore, visti i consigli che ho dato a te ed a Baekhyun - risi per alleggerire l'atmosfera.
- Perché, cos'è successo a Baekhyun? - chiese Irene, felice diportare l'attenzione di tutti da un'altra parte.
Io scossi la testa, facendole capire che era un segreto tra amici e che Baekhyun si era confidato con noi.
- Ha baciato Chanyeol - disse, atono, Kyungsoo.
Ecco, addio fiducia tra amici. 
- Credo fosse una specie di segreto...
Kyungsoo sospirò affranto e si alzò: - È bello vedere due persone che si amano. 
- Non so se si possa già parlare di...
- Beati loro - concluse il mio amico e si allontanò, diretto verso le camerate.
Io ed Irene non sapevamo cosa dire: la tristezza di Kyungsoo era così palpabile che ci aveva un po' contagiato. 
Restammo a guardare Jongin e Krystal finché non finirono il loro numero. I due ragazzi ci rivolsero uno sguardo, visto che eravamo gli unici spettatori, aspettandosi un applauso. 
Irene fu la prima ad alzarsi per andarsene ed io la seguii, subito dopo.

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Capitolo 18
*** 18. LO SPETTACOLO ***


18. LO SPETTACOLO 
 
 
POV CHANYEOL

Appena suonò la sveglia, saltai giù dal letto e corsi a vestirmi: - Stasera c'è lo spettacolo! - esclamai entusiasta. 
- Vaffanculo! - l'insulto di Sehun mi arrivò attutito, visto che il mio amico aveva la faccia spiaccicata sul cuscino. 
- Se tu non sei felice ed entusiasta, non significa che non lo siano anche tutti gli altri - gli dissi, sedendomi sul suo letto. 
- Odio te e odio quello stupido spettacolo. 
- Non è vero che mi odi - ridacchiai - Ma che c'entra lo spettacolo? 
Sehun aprì finalmente gli occhi per guardarmi: - Avevo ideato un piano diabolico che prevedeva di nascondermi da qualche parte con Luhan, mentre voi eravate tutti distratti dallo spettacolo. Ma indovina un po', Leeteuk lo ha voluto dietro le quinte, per aiutare i ragazzi a prepararsi.
Sehun sbuffò e si mise il cuscino sulla faccia, con il chiaro intento di soffocarsi: - Non scoperemo mai! 
- Non essere così tragico - mi alzai dal suo letto e gli tolsi il cuscino - Ci saranno altre occasioni. 
Ignorai gli improperi di Sehun e mi vestii, per poi uscire, diretto verso la camera di Baekhyun. Oggi era il gran giorno e volevo assicurarmi che non fosse troppo agitato.
Quegli ultimi giorni passati a provare per lo spettacolo erano stati meravigliosi, almeno per me.
Dopo che mi aveva baciato era passato dall'essere molto imbarazzato, per poi arrivare a fare discorsi fin troppo espliciti, ma andava bene così. 
Mi stava facendo vedere le varie sfumature del suo carattere e della sua personalità e ciò non poteva rendermi più felice. 
Bussai alla porta della sua camera e sentii prima un - Avanti! - poi una parolaccia ed un tonfo e, infine, Baekhyun bloccò la porta, che io tentavo di aprire. 
- Chanyeol! Che ci fai qui? - disse, tenendo la porta aperta solo per un piccolo spiraglio.
- Ero venuto a vedere se eri sveglio. Non posso entrare? - chiesi, confuso da quel suo comportamento.
- No! C-cioè, meglio di no.. ecco, io.. ehm.. sono nudo - concluse lui e chiuse completamente la porta, davanti alla mia faccia. 
- Tutto bene? - chiesi preoccupato.
- Sì! - urlò, per farsi sentire da fuori - Aspettami, esco subito. 
Che strano. Stava nascondendo qualcosa? Per un secondo mi balenò nella mente il sospetto che mi stesse nascondendo qualcuno, ma Baekhyun non l'avrebbe mai fatto, giusto? 
Uscì pochi minuti dopo: bello, sorridente, normale. 
Doveva aver visto la mia espressione confusa, perché si affrettò a prendermi per un braccio e trascinarmi verso la mensa.
- Sono così emozionato per stasera! Amo cantare in pubblico, e non perché sia egocentrico. Okay, forse un po' sì. Però che bello! Tu non sei emozionato? 
Arrivammo in mensa e Baekhyun non aveva ancora smesso di parlare. Era così allegro che dimenticai lo strano comportamento di poco prima. 
Misi la mia colazione sul vassoio e mi voltai verso di lui: aveva un dito sul mento ed era indeciso su cosa prendere da mangiare. 
- Ci vediamo dopo, Baekhyun - lo salutai, visto che poi sarebbe andato al tavolo di Taeyong e lui annuì distrattamente. 
Raggiunsi i miei amici e mi sedetti accanto a Lay. Al tavolo con noi c'erano anche Xiumin, Chen e Kyungsoo.
I ragazzi parlavano dello spettacolo: era l'argomento del momento. 
Chen stava dicendo che sua madre sarebbe arrivata nel pomeriggio, quando vidi un vassoio venire appoggiato accanto al mio. 
Mi voltai e un sorridente Baekhyun si sedette accanto a me.
- Allora, voi siete emozionati per stasera? - chiese il piccoletto ad una tavolata completamente ammutolita.
- Cosa c'è? - passò lo sguardo su tutti noi, che lo stavamo fissando imbambolati.
Si era seduto con noi? Davvero?! 
Lanciai un'occhiata al tavolo di Taeyong e beccai quest'ultimo a guardarmi con uno sguardo di fuoco.
Lo ignorai e sorrisi a Baekhyun: - Siamo tutti emozionati, vero ragazzi?
Il mio sguardo eloquente valeva più di mille parole, perché loro annuirono contemporaneamente e poi iniziarono a parlare, tutti insieme. 
Baekhyun rise ed iniziò un monologo su quanto lui fosse agitato ma felice, perché la nostra canzone era bellissima. 
Io me ne stavo in silenzio a guardarlo parlare con Xiumin, ridere per una battuta di Lay, incoraggiare Chen. 
Più lo guardavo e più sentivo di essere completamente innamorato di lui. 
Lo stavo ancora fissando, quando si girò verso di me: - Cosa c'è? 
Arrossii e guardai il mio piatto: - Niente.
Baekhyun sorrise e, per un secondo, strinse la mia mano sotto il tavolo. 
 
*

C'erano tantissime persone a vedere lo spettacolo. I ragazzi continuavano ad arrivare e la madre di Chen era seduta accanto al direttore, in prima fila. 
Non credevo sarei stato nervoso, invece era così: il cuore mi batteva fortissimo, non riuscivo a stare seduto e camminavo avanti ed indietro. 
Sarà stata l'ansia da palcoscenico, sarà stato perché stavo per cantare la mia canzone per Baekhyun davanti a tutti o magari sarà stato perché il piccoletto ancora non si vedeva. 
Dov'era finito?! 
I partecipanti erano già tutti qui e il professor Luhan li stava aiutando a prepararsi. 
Mi passai nervosamente una mano tra i capelli ed imprecai.
- Calmati - mi disse Lay - Vedrai che è solo un po' in ritardo. 
- E se ci ha ripensato? Magari ha capito che uno come lui non può fare brutta figura accanto a me. 
- Chanyeol, ti prego! - esclamò Xiumin, mentre passava una mano sulla schiena di un tremante Chen - La tua ansia è contagiosa, lo sai? 
Sbuffai e mi allontanai da loro, stringendo la mia chitarra così forte che avrei potuto romperla. 
- Ti ha dato buca eh? - mi girai e vidi Taeyong che mi veniva incontro - Ha finalmente capito che non vali quanto lui.
Provai ad ignorarlo, per evitare di spaccargli la chitarra in testa e, per sua fortuna, il professor Luhan lo chiamò perché era il primo ad esibirsi. Quando si fu allontanato ghignando, io feci un respiro profondo: lo spettacolo era appena cominciato e noi non eravamo tra i primi, perciò c'era ancora tempo.
Nonostante cercassi di pensare positivo, il mio sconforto e la delusione crescevano mano a mano che il tempo passava. Si erano già esibiti anche alcuni dei miei amici, tra cui Xiumin e Lay e non mancava molto al nostro turno. 
Stavo per andare a dire al professor Luhan che poteva escluderci dallo spettacolo, quando sentii una vocina a me conosciuta che mi chiamava. 
- Eccomi eccomi!!
Non sapevo se abbracciarlo o urlargli contro, ma... cosa stava portando con sé?
 
 
POV KYUNGSOO

Gli applausi dei ragazzi e le loro grida di incoraggiamento erano così forti che a fatica sentivo la voce di Chen che, accanto a me, cercava di mantenere la calma, in vista della sua esibizione. 
- Andrà tutto bene - Seulgi mise una mano sulla spalla del mio amico - Respira.
- Sbaglierò - disse Chen, disperato - È sicuro che sbaglierò. 
- No che non sbaglierai - sorrisi e cercai con lo sguardo Xiumin. Sapevo che sarebbe stato l'unico in grado di calmare il mio amico. 
Eravamo dietro al palco, insieme agli altri ragazzi che aspettavano di esibirsi.
Xiumin arrivò subito e prese la mano di Chen, mentre io e Seulgi ci scambiavamo un'occhiata, vedendo quel gesto. 
- Calmati, perché sei così nervoso? 
- Perché ballo da schifo e mia madre lo vedrà. La metterò in imbarazzo per l'ennesima volta.
- No che non lo farai - Xiumin si spostò di fronte a Chen, poi gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarlo negli occhi.
- Ripeti con me - disse - Mi sono impegnato tanto e andrà tutto bene. 
Chen lo guardò con la disperazione negli occhi.
- Ripeti, Chen.
Il tono di Xiumin non ammetteva repliche, perciò il mio amico ripeté la frase per almeno cinque volte, prima che il professor Luhan lo chiamasse perché era il suo turno. 
- Oddio! - esclamò e Seulgi lo prese a braccetto.
- Saremo bravissimi, vedrai.
Chen si voltò un'ultima volta verso me e Xiumin, che sorridemmo ed alzammo i pollici, come incoraggiamento. 
Appena furono sul palco, ci spostammo per riuscire a vedere la loro esibizione. 
Nonostante il nervosismo, Chen se la stava cavando davvero bene. Sia io che Xiumin apprezzammo il fatto che Seulgi trattenesse un po' della sua bravura per non mostrare troppo la differenza tra lei ed il mio amico. Anche lei era più concentrata a divertirsi che non a dimostrare qualcosa e ciò aiutò Chen a lasciarsi andare e conclusero ricevendo una standing ovation da tutto il campo, insegnanti e signora Kim compresi.
- Non male - mi voltai e vidi che dietro di me era arrivato Jongin, mentre Xiumin se ne andava, per congratularsi con Chen.
- Si è allenato tanto - borbottai freddo, ma il mio ragazzo non sembrò notarlo.
- Tra poco tocca a me - disse lui, sorridendo nervoso - Sono agitato. Questa è la mia occasione per farmi notare. 
Lo guardai serio, per un momento, poi tornai a dare la mia attenzione al palco.
Jongin finalmente si accorse che qualcosa non andava, perché si abbassò per sussurrare vicino al mio orecchio.
- Va tutto bene? - mi chiese, confuso.
Il fatto che non si fosse accorto del mio stato d'animo, la diceva lunga su quanto tempo avessimo passato insieme ultimamente e su quanto lui fosse stato interessato a me. 
- In realtà no - sbottai - Ma tu continua pure a pensare alla tua occasione, mi sembra che sia l'unica cosa importante per te.
Sentii il mio ragazzo muoversi nervosamente dietro di me, ma non avevo nessuna intenzione di voltarmi a guardarlo: sapevo che, se l'avessi fatto, il suo sorriso e i suoi occhi dolci mi avrebbero distratto ed avrei finito con l'augurargli buona fortuna per l'esibizione, senza dirgli quello che provavo davvero. 
- Soo, non capisco di cosa stai parlando. 
- Non capisci? - alzai il tono di voce - Non ti sei nemmeno reso conto che sono triste da giorni. Prima con la coreografia di coppia, poi con questo stupido spettacolo. Credevo avremmo partecipato insieme.
- Sei arrabbiato per questo? - chiese Jongin, leggermente scocciato - Ti ho chiesto se ti andava bene e tu hai detto di sì. 
- Non mi hai dato molta scelta. Non hai nemmeno preso in considerazione di partecipare con me, perché avevi già deciso che lo avresti fatto con Krystal.
- Kyungsoo...
- Ti sei innamorato di lei? 
Finalmente avevo avuto il coraggio di fargli la domanda che mi frullava in testa da giorni, ma non riuscivo comunque a guardarlo negli occhi.
Avevo paura che mi dicessero, prima della sua voce, quello che temevo.
Jongin stette in silenzio e questo per me fu un po' una conferma, poi lui mi afferrò un braccio.
 - Non dire sciocchezze, non sono affatto innamorato di lei. Io amo te!
Non feci in tempo a rispondere, perché apparve Krystal che gli fece capire a gesti che toccava a loro.
- Soo, resta qui. Appena ho finito l'esibizione ne parliamo. 
- Non serve - dissi e finalmente mi girai, tenendo però lo sguardo basso - Basta che tu sia sincero con me. 
- Jongin - Krystal lo chiamò ancora e gli fece segno di raggiungerla. 
- Kyungsoo, ti stai sbagliando - disse il mio ragazzo, mentre si allontanava per andare da lei - Ne parliamo quando ho finito. 
Sospirai, mentre Jongin e Krystal salivano sul palco ed iniziavano la loro performance. 
Provai a guardare, vedendo tutto come uno show, un balletto che non significava nulla. Ma era più forte di me: non ce la facevo.
Ogni volta che Jongin la toccava, la prendeva tra le braccia, la faceva appoggiare al suo petto, io non potevo non pensare a quante volte l'avessero fatto in sala prove, da soli.
Non potevo non pensare che lui aveva preferito questo a, non solo fare l'esibizione con me, ma anche passare del tempo in mia compagnia. 
Non ce la facevo a starmene lì, come il fidanzato orgoglioso: mi feci largo tra i ragazzi che erano in piedi, per allontanarmi.
Quando riuscii ad uscire da quella folla, mi voltai verso il palco e, in quel momento, Jongin si accorse di me e vide che me ne stavo andando.
Restò a guardarmi per un attimo di troppo e mancò una presa su Krystal, che quasi cadde a terra. 
Tutto il pubblico sussultò e Jongin rimase immobile, come pietrificato dall'errore che aveva fatto. 
Poi alzò nuovamente lo sguardo verso di me e potei leggere chiaramente la delusione e la rabbia che provava: l'avevo distratto e aveva fallito quella che credeva essere la sua grande occasione. 
Non mi aveva mai guardato così e non potei restare lì un secondo di più. 
Mentre me ne andavo, sentivo ancora il suo sguardo su di me, mentre la voce di Leeteuk chiedeva ai due ragazzi se volessero ripetere il numero.
 
 
 POV BAEKHYUN

Accidenti, ero davvero così in ritardo? Avevo perso un sacco di tempo a sistemarmi i capelli, a truccarmi un po', a cercare di incartare il regalo per Chanyeol, finché mi ero reso conto che era un'impresa impossibile. Perciò avevo lasciato stare e guardato l'orario.
In quel momento mi ero reso conto di essere tremendamente in ritardo. 
Così, ero uscito di corsa dalla camera e mi ero diretto verso il palco, ma trascinarsi dietro quella cosa e correre non era il massimo. 
Quando arrivai, vidi che Chanyeol era, allo stesso tempo, arrabbiato e sollevato di vedermi.
- Scusami, mi sono distratto e non ho visto che era così tardi - avevo il fiatone e mi misi una mano sul cuore, neanche potessi calmarlo dopo la corsa impazzita. 
Chanyeol non mi rispose, perché fissava quello che avevo appena appoggiato ai suoi piedi. Gli sorrisi ed aprii la custodia, rivelando la sorpresa: la chitarra nera che aveva visto nel negozio di musica in città. 
Sapevo che si era innamorato di quella chitarra, così avevo chiesto a Chen di comprarla, quando era andato alla cena con sua madre. 
- M-ma... - Chanyeol era ammutolito e passava lo sguardo da me, alla chitarra, poi ancora a me. 
Io la tolsi dalla custodia e gli presi dalle mani l'altra chitarra. 
- So che ti piaceva tanto e ho voluto farti un regalo.
- Perché? - mi chiese, guardandomi negli occhi.
Alzai le spalle: - È il mio modo di scusarmi perché...
Non riuscii a finire, perché sentimmo il professor Luhan che ci chiamava: eravamo i prossimi ad esibirsi.
- Andiamo Chanyeol! - esclamai e misi la sua vecchia chitarra nella custodia, perché non si rovinasse.
- Non dovevi farlo, Baek. Costava tanto.
- Non pensarci, mi ha fatto piacere regalartela - dissi, mentre mi avviavo verso un ansioso Luhan.
Ma Chanyeol non mi seguiva.
- Yeol, ora dobbiamo esibirci.
- Hai fatto davvero questo per me? - i suoi occhi erano lucidi. Non si stava mica per mettere a piangere, vero? 
- Ragazzi? - Luhan ci chiamò ancora - Tra poco tocca a voi!
Feci segno al professore che stavamo arrivando e mi avvicinai nuovamente a Chanyeol.
- L'ho fatto per scusarmi per il mio comportamento. Sono stato insopportabile, maleducato, stronzo e tante altre cose brutte. Invece tu sei sempre stato carino con me - sorrisi - Te la sei meritata, gigante. 
Chanyeol guardò la chitarra, in estasi: - Devo accordarla...
- Ragazzi?
- L'ho già fatto. Andiamo. 
- Ragazzi!
Presi Chanyeol per mano e raggiungemmo il professor Luhan, che si stava congratulando con Mark per la sua esibizione. 
- Eccovi qui, allora... - mi diede il microfono ed iniziò a farci un sacco di raccomandazioni, poi ci spinse sulle poche scalette che portavano al palco, proprio mentre il direttore Leeteuk ci annunciava.
- Aspetta - disse improvvisamente Chanyeol e si voltò a guardarmi, con un enorme sorriso sulle labbra - Grazie, per la chitarra. È un bellissimo regalo. I-io...
- Dovete andare - Luhan diede una spinta a Chanyeol, che però non si muoveva.
- Baek io...
- Lo so - lo interruppi: sapevo quello che cercava di dirmi. 
Ma lasciarsi sfuggire un "ti amo" durante una lite era molto diverso dal dirlo davvero ad una persona, nel modo giusto. 
- Ne parliamo dopo, adesso ci aspettano sul palco - lo presi ancora per mano e salimmo i pochi gradini. 
 
*

Mi ero già esibito davanti ad un pubblico, ad una giuria e pure davanti agli esaminatori della Seoul Academy of Arts.
Ma quella volta c'era qualcosa di diverso, perché il mio cuore batteva velocissimo e mi tremavano le mani, mentre sistemavo il microfono sull'asta.
Chanyeol si sedette nella sedia, accanto a me, che ero in piedi. 
Anche lui sistemò il microfono all'altezza giusta, poi mi guardò e mi fece l'occhiolino. 
- Questa canzone si chiama Heaven. Io e Baekhyun ci abbiamo lavorato tanto ed è dedicata ad una persona molto speciale, che sta piano piano imparando ad amare le cose davvero importanti. - disse Chanyeol, ad un pubblico in silenzio. Poi iniziò a suonare.
 Dovevo iniziare subito a cantare, perciò non ebbi più tempo per essere nervoso, agitato e nemmeno per pensare a quanto fosse bello e felice Chanyeol con la sua chitarra nuova.
Ero concentrato, ma allo stesso tempo mi stavo divertendo un mondo. Se guardavo il pubblico vedevo i ragazzi che battevano i piedi e muovevano la testa a tempo, sorridendo. 
Ma preferivo guardare Chanyeol.
Era così entusiasta che ero sicuro si sarebbe presto alzato dalla sedia, per camminare sul palco, con la sua chitarra. Ma la canzone era pur sempre romantica perciò, per mantenere l'atmosfera, tolsi il microfono dall'asta e mi avvicinai a lui, gli misi una mano sulla spalla per tenerlo lì, sulla sedia. 
Era impossibile non guardarlo e, ben presto, lui ricambiò i miei sguardi. Cantammo quasi tutta la canzone guardandoci negli occhi e percepii un'intensità più forte quando Chanyeol, nella sua parte di rap, cantava quella frase.
"I would do anything if we can be together forever".
Non potei evitare di arrossire, ma non per questo spostai gli occhi dai suoi. 
Eravamo così immersi l'uno nell'altro, che finimmo la canzone senza nemmeno rendercene conto e, solo sentendo Leeteuk schiarirsi la voce ed incitare il pubblico all'applauso, tornammo alla realtà.
Facemmo un piccolo inchino, mentre gli altri ragazzi ancora applaudivano e qualcuno chiese pure il bis, ma sono quasi sicuro fosse la voce di Chen. 
Tornammo dietro le quinte, appena prima che il successivo partecipante salisse sul palco.
Senza nemmeno dargli il tempo di appoggiare la chitarra, abbracciai Chanyeol e lui mi strinse a sé, facendomi sprofondare tra le sue braccia. 
- Mi avete emozionato - il professor Luhan aveva gli occhi lucidi - Non fatelo mai più! 
- Ci dispiace - disse Chanyeol, sorridendo e io ridacchiai.
- Può sempre chiedere a Sehun di consolarla - feci appena in tempo a finire la frase, perché poi Chanyeol mi mise una mano davanti alla bocca e mi trascinò via, prima che Luhan mi colpisse in testa con un flauto. 
Il gigante mi portò un po' in disparte, con la scusa di salvarmi dal professore, ma io intuii che il motivo era un altro. Ci spostammo nei pressi del bosco ed appoggiò la chitarra ad un albero, poi fece un passo indietro, per ammirarla.
- È davvero bella - disse, incantato. 
- Molto - risi e gli schioccai le dita davanti al naso - Ma smettila di guardarla così, o la farai sbiadire. 
Lui ridacchiò: - Preferisci che guardi te? 
- Beh, quella chitarra è stupenda, ma io sono molto molto più bello.
Aspettavo un - È vero Baekhyun, sei la creatura più bella del mondo - ma, visto che sentivo solo silenzio, guardai il gigante che stava ancora sbavando sulla chitarra.
- Puoi smetterla? - gli diedi un leggero schiaffo sul braccio e lui scoppiò a ridere. 
- Scusa, è che ancora non ci credo che hai davvero fatto questo per me.
- Tu hai fatto molto di più per me - dissi, improvvisamente timido - Un regalo era il minimo che potessi fare.
- In realtà - Chanyeol smise finalmente di guardare la chitarra e si concentrò su di me - Mi hai già fatto un regalo che ha cancellato tutte le cazzate che avevi fatto.
Alzai un sopracciglio: - Innanzitutto, io non faccio cazzate. Poi, di che regalo stai parlando? Non ricordo di averti mai regalato nulla prima o magari mi sbaglio? Perché sennò me lo ricorderei e...
- Mi hai baciato. 
Ah. Ammutolii. 
- Beh, ehm... sì, per quanto riguarda quello... 
Chanyeol si fece improvvisamente serio ed appoggiò delicatamente una mano sulla mia guancia. 
Oddio. Stava davvero per succedere? 
Cosa dovevo fare? Alzarmi in punta di piedi o si sarebbe abbassato lui? Dovevo mettergli le mani sulla vita, sulle braccia o sulla schiena? Avevo già baciato altri ragazzi, perciò, perché ero così nervoso? 
Stavo ancora immaginando ogni possibile scenario, quando Chanyeol si abbassò e posò leggermente le labbra sulle mie.
- Posso sentire le tue rotelle girare, Baekhyun. 
Ridacchiò sulle mie labbra e io persi la testa: gli infilai le dita tra i capelli e lo baciai.
Stavolta però non feci il timido e mi strinsi più possibile a lui. Chanyeol non perse neanche un secondo e portò le sue grandi mani sui miei fianchi, poi infilò la lingua nella mia bocca, approfittando dello spazio che un mio sospiro aveva lasciato. 
Sentivo ogni sensazione come amplificata: le sue dita che piano piano si erano infilate sotto la mia maglia ed ora mi accarezzavano i fianchi, il suo petto contro il mio e i nostri cuori che battevano all'unisono, la sua lingua sulla mia. 
Era diverso, me ne ero reso conto subito. Diverso da ogni altra volta in cui avevo baciato qualcuno. 
Le sensazioni, le emozioni che provavo, la voglia di non smettere mai: non avevo mai provato tutto ciò. 
Chanyeol mi spinse piano verso un albero e sentii la mia schiena toccare il tronco. 
Le nostre labbra si separavano per permetterci di riprendere fiato, ma poi ricominciavamo a baciarci, incuranti di tutto il resto. 
Improvvisamente, il gigante interruppe il bacio e posò la fronte sulla mia. 
- Voglio che tu sia solo mio - disse con voce roca - Lo so che non sei fatto per le relazioni serie, ma almeno... almeno proviamo. 
Mi si strinse il cuore a sentire quelle parole e chiusi gli occhi, indeciso su cosa fare. Avevo una paura enorme di deluderlo, di iniziare questa cosa e stancarmi dopo poche settimane, lasciando Chanyeol triste e deluso. 
Quel "Together forever" mi rimbombava in testa: non ce l'avrei mai fatta. 
- Baekhyun...
- Mi dispiace - lo spinsi via e mi allontanai un po' da lui - Non voglio farti stare male. 
- Non dire così - ribattè lui, provando ad avvicinarsi, ma io feci un altro passo indietro. 
Scossi la testa, come per scacciare i pensieri di me e Chanyeol insieme.
- Ti deluderei, ti farei soffrire. Non voglio. Perché non cerchi qualcuno migliore di me? 
- Non voglio uno migliore di te, io voglio te! - esclamò Chanyeol ma, più che rabbia, nel suo tono c'era disperazione - Come puoi sapere come andranno le cose prima di provarci? Ti prego...
Scossi la testa: - No, mi dispiace. 
- Perché fai così ogni volta?! - Chanyeol ora era furente. Il suo improvviso cambio di umore mi spaventò.
- Ti avvicini a me e poi scappi via, ti lasci abbracciare e poi te ne vai, ora ti avevo finalmente tra le mie braccia e tu che fai? Mi dici che non vuoi stare con me? È una bugia e tu lo sai.
- Non lo so! - urlai anch'io, con gli occhi pieni di lacrime.
In lontananza sentivamo ancora gli applausi, per gli ultimi ragazzi che si stavano esibendo. 
Era uno strano sottofondo per quel momento. 
- Sì che lo sai, ma non hai il coraggio di buttarti.
- Tu non sei nessuno per dirmi quello che provo! - gli andai incontro e gli colpii il petto con i pugni - Pensi davvero di essere stato carino nel dirmi che mi ami? Mi hai mandato in crisi, cazzo!
- Perché tu provi lo stesso - mi fermò le mani, tenendole strette tra le sue - Ma sei troppo vigliacco per affrontare i tuoi sentimenti!
- Vaffanculo Chanyeol! - liberai in malo modo le mani e le misi sui miei occhi, cercando di nascondere le lacrime che continuavano a scendere. 
Quante volte ancora avrei pianto davanti a Chanyeol? 
Lui mi mise una mano sulla spalla, poi mi attirò a sé e mi abbracciò. 
In quel momento lo odiavo, ma allo stesso tempo volevo che mi stringesse forte, come quella volta in albergo. 
- Sei un maledetto testardo - le voce del gigante era bassa e gentile - Mi stai facendo diventare pazzo.
Serrai gli occhi: - Se io ora ti dicessi che ho bisogno di altro tempo, tu cosa faresti?
Lo sentii sospirare: - Aspetterei. Mi stai facendo incazzare, ma ti aspetterei. 
Mi asciugai le guance con la mano, poi mi allontanai da lui: - Ancora un po', ti prego. 
Non aspettai un'altra sua parola e corsi via, verso la zona delle camerate. 
Corsi più veloce che potevo, scappando dalle decisioni che sapevo avrei dovuto prendere e non ne avevo il coraggio. Dalle cose che volevo, ma che non sapevo se sarei riuscito ad affrontare.

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Capitolo 19
*** 19. VUOI VENIRE AL BALLO CON ME? ***


19. VUOI VENIRE AL BALLO CON ME? 

POV BAEKHYUN

Era passata una settimana dallo spettacolo e dal mio bacio con litigata e successiva fuga da Chanyeol. Durante tutta la settimana avevo cercato di comportarmi il più naturalmente possibile con lui: a lezione alternavo le volte in cui mi sedevo accanto a lui, a quelle in cui mi sedevo il più lontano possibile. Alternavo anche i momenti in cui mi sedevo al suo tavolo, con quelli in cui mi sedevo al tavolo di Taeyong.
Taeyong che, non sapevo se era una mia impressione o no, aveva cominciato a flirtare spudoratamente con me. 
Certo, dopo che Chanyeol mi aveva aperto gli occhi sulle intenzioni del ragazzo, avevo iniziato a notare che spesso cercava di stare solo con me o che mi toccava e prendeva per mano. 
Ma da qualche giorno era diventato proprio palese, il suo interesse. 
Ogni volta che, in mensa, mi prendeva la mano o mi sussurrava qualcosa all'orecchio, il mio sguardo andava in automatico a Chanyeol e spesso i suoi occhi incrociavano i miei, per poi spostarsi sulla mia mano, unita a quella di Taeyong.
In quei momenti, il suo sguardo era così indecifrabile, che mi sentivo uno schifo. 
Ai miei compagni di stanza avevo raccontato tutto quello che era successo e si erano divisi: Suho diceva di comprendere i miei dubbi; Kyungsoo era in modalità depressa, perciò se ne andava in giro a dire che l'amore faceva schifo e che dovevo lasciar perdere Chanyeol, perché l'amore non dura mai; Chen mi dava dell'idiota ogni volta che entravo in una stanza, da che pulpito poi, visto che tra lui e Xiumin non stava succedendo ancora nulla. 
L'unica cosa positiva in quella settimana terrificante, fu il mio andamento scolastico. Avevo spaccato durante un test di canto, con la professoressa Taeyeon e Henry mi aveva fatto i complimenti per come avevo eseguito un brano al pianoforte, durante l'ultima lezione. 
Quella mattina stavo vagando senza meta per il campo, quando mi sentii chiamare: il direttore urlava il mio nome, mentre teneva tra le mani un pacco di locandine e dei rotoli di scotch.
- Signor Byun aiutami, sta per cadermi tutto!
Corsi verso di lui e gli presi dalle mani i fogli: - Cos'è tutta questa roba? 
- Le locandine per il ballo!
Lo guardai, confuso: - Le cosa? 
- Locandine - Leeteuk si fermò davanti alla bacheca e ne appese una - A metà dei corsi facciamo sempre un ballo. Sarà venerdì prossimo. 
Guardai uno dei fogli che avevo in mano: erano davvero per un ballo, come quelli dei licei americani. 
- Signor Byun, ti conviene andare di corsa dalla ragazza...
- Ragazzo.
- Ragazzo che ti piace a chiedergli di venire al ballo con te, prima che qualcun'altro lo faccia. 
Il ragazzo che mi piace...
- E, signor Byun? - guardai il direttore che, in un batter d'occhio, mi mise in mano tutto ciò che teneva lui - Pensa tu ad appendere il resto.
- Ma... - provai a protestare, ma lui se n'era già andato.
Sbuffai infastidito e mi avviai per il campo, appendendo di qua e di là le locandine. 
Finii poco prima di cena e mi trascinai in mensa, poi presi il mio pasto ed andai a sedermi accanto a Taeyong: quella sera era il suo turno. 
Appena mi vide, il ragazzo sorrise: - Ciao, dove sei sparito per tutto il pomeriggio? 
Sospirai: - Leeteuk mi ha incastrato ad appendere delle locandine in giro per il campo. 
Taeyong mi mise una mano sulla gamba, proprio nell'esatto momento in cui Chanyeol entrava in mensa. 
La mia speranza che non avesse visto svanì, appena vidi una scintilla di rabbia attraversare i suoi occhi. 
Poi spostò lo sguardo e, presa la sua cena, andò a sedersi accanto a Sehun. 
Lo stavo ancora guardando, quando Taeyong attirò la mia attenzione, dandomi un colpetto sulla spalla. 
- Che locandine erano, quelle che dovevi appendere?
- Ah, per il ballo.
Il ragazzo sorrise e si girò per dire alla sua tavolata di amici che era già tempo del ballo. 
- Quand'è?
- Venerdì - risposi distrattamente: Chanyeol stava ascoltando attentamente Sehun e scuoteva la testa, guardandolo severamente.
Che stava succedendo? 
Ero così concentrato su di lui, che non sentii la domanda che mi aveva fatto Taeyong.
- Baekhyun? - richiamò la attenzione ed avvicinò la sedia alla mia - Hai capito quello che ho detto?
Scossi la testa, arrossendo: - Ehm... no, scusami. 
Lui rise ed iniziò a giocare con alcune ciocche dei miei capelli: - Sei carino quando sei distratto. 
Oh dio. Arrossii ancora di più ed abbassai lo sguardo, perché lui era troppo vicino.
- Ti ho chiesto - continuò Taeyong - Se ti va di venire al ballo insieme a me. 
Ammutolii e i suoi occhi imprigionarono i miei: e adesso?
Non sapevo cosa fare. Da una parte ero felicissimo che me l'avesse chiesto, perché Taeyong era mio amico e l'anno prossimo saremmo andati alla SAA insieme, inoltre l'avevo sempre trovato sexy, carino, senza complicazioni. 
Ma dall'altra parte... 
Impedii al mio sguardo di scivolare verso Chanyeol e lo incollai a quello di Taeyong. 
Stavo per dirgli che poteva scordarsi che la serata finisse come sperava, perché sapevo che lo sperava, quando lui fece un gesto teatrale verso gli altri ragazzi.
- Ci andiamo tutti insieme! I ragazzi della Seoul Academy of Arts - sorrise.
- Io non lo sono, in realtà - dissi, ma Taeyong mi fermò con un gesto della mano.
- Non dirlo, tu sei assolutamente uno studente della SAA. Non ancora ufficialmente, ma per noi la tua ammissione è scontata, perché sei troppo bravo per esserne escluso. 
Sentii il mio cuore esplodere: davvero mi ritenevano uno di loro? 
Ignorai il fatto che il mio invito al ballo fosse diventato un invito per tutti ed annuii, contento. Finalmente ero compreso nel loro gruppo! 
Poi un pensiero mi passò per la mente: e se Chanyeol mi avesse chiesto di andare con lui? Beh, gli avrei proposto di venire con me e Taeyong. Così almeno avrebbero deposto l'ascia di guerra e, magari, sarebbero diventati amici.
 
*

L'occasione per parlare con lui arrivò il giorno dopo, durante la lezione di pianoforte. Avevo provato a sedermi accanto a lui, ma avevamo Lay a separarci e ora stavamo seguendo la lezione, senza rivolgerci nemmeno un'occhiata. 
Ad un certo punto, un bigliettino venne posato sopra il quaderno dove stavo prendendo appunti.
"Immagino tu abbia già un compagno per il ballo. -C." 
Alzai lo sguardo, ma nessuno dei due ragazzi mi guardava: eravamo alle elementari?
Alzai gli occhi al cielo, ma avevo il sorriso sulle labbra, mentre scrivevo la mia risposta. 
"Immagini bene, però non è come credi".
Passai il biglietto a Lay che, a sua volta, lo passò a Chanyeol. Poco dopo tornò a me.
"Perché, com'è invece?"
"Ci vado con gli amici, non con un singolo ragazzo".
"??"
"Con i miei amici della SAA"
"Ah, certo. I tuoi amici. Come ho fatto a non pensarci?! Immagino che Taeyong abbia usato questa scusa per averti tutto per sé".

Gli lanciai un'occhiataccia, ma lui non mi stava guardando.
"Smettila di fare il bambino a cui hanno rubato il suo peluche preferito! Piuttosto, volevo chiederti se ti andava di venire con noi..."
"No, mi dispiace. Le cose a tre non mi hanno mai attratto".

Arrossii e lo mandai mentalmente a fanculo.
"Idiota! Voglio solo che tu stia con me e i miei amici. Sai, magari tu e Taeyong fate pace. Chi ti dice che non potresti anche trovarlo simpatico, alla fine?"
"Non potrei mai"
"Perché?"
"Perché a lui piace il mio peluche preferito".

Sospirai triste e guardai ancora verso di lui, ma incrociai solo lo sguardo di Lay, che fece spallucce.
"E chi ti dice che al tuo peluche preferito lui piaccia più che come semplice amico?"
Lo fissai mentre leggeva il biglietto, attento a non perdermi nemmeno una reazione del suo viso.
"In ogni caso non sarei di grande compagnia"
"Tu sei sempre di compagnia, scemo"
"Devo fare il Dj al ballo. O meglio, io e un altro ragazzo ci alterniamo durante la serata".
 
Oh, faceva anche il dj? Ma c'era qualcosa che non sapeva fare?
Sì, una c'era. 
"E dimmi, avrò finalmente l'onore di vederti ballare?"
Lui arrossì visibilmente e io ridacchiai.
"NEANCHE MORTO! Per quello mi sono proposto come Dj e, quando non sarò a suonare, me ne starò in un angolo a mangiare".
"Nemmeno un balletto?"
"No"
"Uno solo?"
"Ho detto no!"
"Un ballo con me"

Alzò finalmente lo sguardo e trovò i miei occhi che lo fissavano e il mio sorriso che lo invitava a rispondere. 
"Taeyong è un ballerino più bravo di me e sono sicuro che ti divertirai con lui. Meglio che tu chieda ai ragazzi di lasciarti la camera libera, perché sappiamo tutti e due come andrà a finire la tua serata, peluche."
Quando lessi il messaggio, sentii gli angoli degli occhi pizzicare per le lacrime. 
Fanculo, Chanyeol. 
Accartocciai il biglietto e glielo lanciai addosso, poi misi una mano a fare da barriera tra me e lui. 
Lo sentii chiamarmi sussurrando ma, a parte un gestaccio con il dito medio, da me non ebbe più niente.




POV KYUNGSOO

Uscii dalla camerata tenendo lo sguardo puntato a terra, ma con la coda dell'occhio lo vidi lo stesso: era fuori dalla mia porta, come lo era stato tutte le mattine dopo quel disastroso spettacolo. 
Ma, come ognuna di quelle mattine, io lo ignorai, avviandomi verso l'aula di canto. 
Quella volta però Jongin non si sarebbe limitato a seguirmi e augurarmi una buona giornata. Quella volta mi si parò davanti.
- Buongiorno Kyungsoo.
Non vedevo se sorrideva o no, perché non lo guardavo. 
Non ci riuscivo. 
- So che al momento mi odi, ma voglio che questa situazione cambi. E lo sai perché? - Jongin si piegò sulle ginocchia ed inclinò leggermente la testa, per intrufolarsi nel mio campo visivo.
- Perché? - chiesi in un sussurro.
- Perché ti amo e voglio chiederti una cosa importante e che ti renderà molto felice.
Escluso che volesse chiedermi di sposarlo, alzai lo sguardo, curioso.
Lui mi sorrise: - Vuoi venire al ballo con me?
Assottigliai gli occhi e lo fulminai con lo sguardo.
- Cosa c'è? - mi chiese lui, confuso. 
- Perché non lo chiedi a Krystal? 
Jongin si passò una mano tra i capelli e sospirò. 
- Kyungsoo - mi prese la mano e io mi resi conto, solo in quel momento, di quanto mi fosse mancato. Lui, il suo sorriso, il suo tocco, tutto. 
- Soo, ti prego. Smettila di pensare che mi piaccia Krystal. Non è affatto così, perché lei è solo una mia amica e mi sono trovato bene con lei, per ballare. Abbiamo scoperto di avere chimica durante il ballo, nient'altro. 
Jongin mi prese il viso tra le mani e lo inclinò, così che potessi guardarlo negli occhi.
- Cosa devo fare perché tu mi creda? 
Chiusi gli occhi per un momento, perché mi perdevo così tanto nei suoi, che non riuscivo a concentrarmi. 
- Smettila di preferire la sua compagnia alla mia, innanzitutto. 
- Va bene. Ho smesso di passare così tanto tempo con lei, perché non ne ho più motivo. Altro?
- Pranziamo insieme oggi, ma non in mensa. Facciamo un picnic, come quando sei stanco per le troppe prove.
Il mio ragazzo sorrise ed annuì: - Ma certo, non chiedo niente di meglio.
Poi avvicinò le labbra alle mie, ma io misi una mano a bloccare il contatto.
- Voglio che tu risponda ad una mia domanda. 
- Okay.
Sospirai e feci un passo indietro, allontanandomi da lui.
- Quando durante lo spettacolo hai sbagliato, cosa hai pensato nei mie confronti?
Jongin mi guardò confuso per un attimo, ma poi capì a cosa mi riferivo: quando aveva sbagliato quel passo e si era bloccato, facendo una pessima figura, l'avevo visto guardarmi come non aveva mai fatto.
Quello sguardo racchiudeva così tanto odio, che mi ero ritrovato a tremare nel letto, poco dopo. 
- Ero arrabbiato - ammise Jongin, e gli fui grato per essere stato sincero - Ti avevo chiesto di aspettare, invece tu te ne stavi andando.
- Ti ho fatto perdere la concentrazione?
Annuì: - Sapevo che, se te ne fossi andato, non avremmo potuto chiarire subito e non volevo. Dovevamo parlare, perché noi siamo innamorati e...
- Davvero? 
Ammutolimmo entrambi per quella mia domanda. Avevo pensato ad alta voce, ma ormai il danno era fatto.
- Davvero siamo innamorati? 
- Certo che lo siamo! - esclamò Jongin - Perché? Hai dei dubbi?! 
Lo guardai arrabbiato: - Io no, e tu?
- No! - urlò, ma poi si calmò, vedendo gli sguardi che ci lanciavano gli altri ragazzi che passavano per andare ai corsi. 
- Non ho dubbi Kyungsoo e te lo dimostrerò. Vieni al ballo con me, vedrai che non è cambiato nulla tra di noi.
Non sapevo cosa dire: dovevo mandarlo al diavolo per avermi fatto soffrire e chiudere di conseguenza la nostra relazione, o dovevo dargli fiducia e andare al ballo con lui? 
Io e Jongin eravamo stati insieme così tanti anni, che l'idea di stare senza di lui mi sembrava insopportabile, soprattutto perché non volevo dire addio al ragazzo che amavo così, semplicemente, senza provare a sistemare le cose. 
Perciò ignorai quello sguardo d'odio, che vedevo ancora davanti agli occhi, ed annuii.
Sarei andato al ballo con lui.
 
 
POV CHEN

Camminavo avanti e indietro, di fronte all'aula di danza. Quella era una lezione per gli alunni più bravi e non credo sia nemmeno necessario spiegare perché io non vi partecipassi. 
Ero nervoso ed agitato perché stavo aspettando Xiumin: da quando avevo saputo del ballo, avevo cercato di invitarlo, ma o non avevo il coraggio di chiederglielo oppure parlavamo d'altro e l'occasione non si presentava.
Però mancava qualche giorno e non potevo più rimandare: oggi sarebbe stato il giorno in cui glielo avrei chiesto. 
Mi arruffai i capelli ed imprecai, per il nervosismo.
- Le parolacce, Chen. 
Mi voltai e vidi il professor Luhan, che mi guardava severo.
- Mi scusi - dissi e abbassai lo sguardo - È che sono agitato e mi sono lasciato andare. 
- Perché? Cosa succede? 
Mi sedetti sull'erba e il professore si mise accanto a me.
- Sto aspettando Xiumin per chiedergli di venire al ballo con me - arrossii e sbuffai, per la facilità con cui mi accadeva ultimamente. 
Luhan ridacchiò: - Non devi essere nervoso. Temi forse che ti dirà di no? 
Scossi la testa: - Sono abbastanza sicuro che mi dirà di sì. È solo che, nonostante ciò, è imbarazzante. E poi lui mi piace davvero tanto e vorrei che il ballo fosse il nostro trampolino di lancio, capisce cosa intendo? 
Lui sorrise triste e annui: - Capisco perfettamente. Sai Chen, credo che non dovresti essere nervoso e dovresti buttarti. Va da Xiumin e chiedigli quello che vuoi, senza pensarci più. Sei fortunato a poter dichiarare il tuo amore così apertamente. 
Sapevo di lui e Sehun, ma forse era meglio far finta di niente, per non metterlo in imbarazzo.
Però Luhan aveva ragione: io almeno potevo parlare tranquillamente con Xiumin tutte le volte che volevo, potevo cercare un contatto con lui, abbracciarlo, avrei anche potuto baciarlo davanti a tutto il campo, se fossimo stati insieme.
Alcune persone invece non potevano farlo.
Mi stavo facendo prendere dal nervosismo per nulla, quando invece ero fortunato ad avere la possibilità di crearmi dei bei momenti con Xiumin.
- Aspetterò che finiscano la lezione e glielo chiederò subito. Grazie, professor Luhan.
Lui mi diede dei colpetti sulla spalla e si alzò: - Potresti farmi un favore? 
- Ma certo.
- Anche Sehun è a questa lezione. Potresti dirgli che la mia risposta è no? 
- No? 
- Esatto - lo sguardo del professore era triste e vuoto - Digli solo che Luhan ha detto di no. 
Poi se ne andò, salutandomi con una mano alzata. 
 
*

Quando Xiumin uscì, lo presi per un braccio e lo trascinai in un luogo più appartato.
- Che succede? - mi chiese ridendo - Vuoi portarmi in un luogo isolato per uccidermi. 
Mi fermai di colpo e gli diedi un leggero spintone.
- Ma cosa dici?! Volevo solo allontanarmi da orecchie indiscrete. 
- E perché? - Xiumin si avvicinò a me, con l'orecchio teso - Devi rivelarmi un segreto.
- Non fare così - sbuffai, in imbarazzo e Xiumin ridacchiò.
- Scusa, è solo che vedo che sei nervoso e volevo farti rilassare un po'.
- Sono nervoso perché voglio chiederti una cosa.
- Anch'io, voglio chiederti una cosa. 
Lo guardai, sorpreso: - C-cosa?
- Credo sia la stessa cosa che vuoi chiedermi tu - quando Xiumin sorrideva, il suo visino era così adorabile che me lo sarei mangiato. 
- Allora cosa si fa? - chiesi titubante - Lo chiedo prima io, prima tu oppure insieme? 
Xiumin scoppiò a ridere: - Insieme, mi piace. 
Annuii e ci guardammo negli occhi, poi iniziai:
- Uno.
- Due - contò lui, con un sorriso divertito. 
- Tre! 
- Vuoi venire al ballo con me?
- Vuoi venire al ballo con me? 
Scoppiammo a ridere ed insieme esclamammo un - Sì! - che ci fece ridere ancora più forte. 
- Ci divertiremo al ballo - disse Xiumin - Poi, se sarai bello come a quella cena con tua madre, non so se arriverò a fine serata.
Arrossii violentemente ed iniziai a balbettare delle frasi totalmente a caso, finché lui non mi interruppe, dandomi un bacio sulla guancia. 
- Non vedo l'ora sia venerdì - sorrise e mi prese la mano - Andiamo a pranzare adesso, ho una fame tremenda. 
Non potei fare altro che seguirlo, tenendolo per mano. Quando passammo davanti all'aula di flauto, vidi il professor Luhan che ne usciva e mi guardò, interrogativo. 
Sollevai il pollice in segno di vittoria e lui sorrise, facendomi l'occhiolino.
 
 
POV SUHO

Glielo chiedo o non glielo chiedo?
Volevo chiederglielo, ma ero terrorizzato ed imbarazzato. 
Irene era fuori dalla sua camerata e parlava con una ragazza alta e con un'altra sua compagna, più giovane. Feci per avvicinarmi, ma poi tornai indietro. 
Così, per almeno cinque volte.
Calma Suho, fai un bel respiro, poi va da Irene e chiedile se vuole venire al ballo con te.
Ma perché doveva essere così difficile?
Irene era una, anzi no, era la ragazza più bella del campo, perciò era questione di secondi prima che una fila di ragazzi si presentasse alla sua porta per invitarla. 
Che possibilità avevo io? Forse, solo se fossi riuscito ad essere il primo, avrei avuto fortuna e avrebbe accettato. 
Finalmente le sue compagne si allontanarono, così mi feci coraggio e la chiamai. 
- Irene! 
Non volevo urlare, ma l'avevo fatto. 
Lei sussultò e si voltò, ma quando vide che ero io sorrise.
Era un buon segno, no? 
- Ciao - mi disse - Come stai?
- Benissimo - sorrisi anch'io e tentai di darmi un tono maturo - Tu? Stai bene?
- Sono emozionata per il ballo! Non vedo l'ora sia venerdì, così possiamo divertirci un po'. 
Bene, era il momento perfetto, visto che aveva già introdotto proprio lei l'argomento.
Feci un respiro profondo, ma lei mi anticipò. 
- Tu hai già invitato qualcuno? 
Stavo tentando, in realtà. 
- I-io, ecco... non ancora, ma...
- Dovresti sbrigarti, altrimenti la ragazza che ti piace verrà invitata da qualcun'altro. 
- Esatto, proprio per questo io...
- Per fortuna io ho già qualcuno con cui andare.
Ammutolii. Cosa aveva detto?? 
Restai imbambolato come un perfetto imbecille, a guardarla, mentre il mio cuore sprofondava sotto terra.
Che diavolo mi era passato per la mente? Davvero credevo che una creatura così perfetta sarebbe venuta al ballo con me? 
Deglutii a vuoto e mi sforzai di sorridere: - Sono felice per te. Hai proprio ragione, vado subito ad invitare qualcuno. 
- Bravo - Irene mi diede una leggera pacca sulla spalla - Buona fortuna. Vedrai che renderai quella ragazza molto molto felice. 
Detto ciò, se ne andò, dopo avermi augurato una buona giornata. 
Mi appoggiai al muro della camerata e mi passai la mano sul viso.
Ma chi l'aveva invitata?! Certo, era bellissima, ma ero stato molto attento ai possibili spasimanti, per essere sicuro di neutralizzarli in tempo. 
Chi mi era sfuggito?
 
Piccolo capitolo di passaggio prima del grande ballo di metà estate. Ne succederanno delle belle e nessuna coppia passerà una serata tranquilla!
Ne approfitto per farvi sapere che ho iniziato a pubblicare un'altra fan fiction: "My Little Brother".
Se vi va passate a darle un'occhiata e fatemi sapere che ne pensate. 
Grazie ancora a tutti voi che leggete la mia storia!

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Capitolo 20
*** 20. IL BALLO ***


20. IL BALLO

POV SUHO

Finii di sistemare la cravatta a Chen, mentre facevo le ultime raccomandazioni ai miei amici.
- Avete capito? Niente alcol o cose più forti. Comportatevi bene mi raccomando, non voglio dover passare la notte ad assistervi mentre vomitate.
Un coro di - Sì, mamma! - si sollevò dai ragazzi ed io alzai gli occhi al cielo. 
- E non imboscatevi con qualcuno per del sesso occasionale. 
- Dillo a Chen - sghignazzò Baekhyun.
- Dillo a Baekhyun - protestò Chen.
Io invece sbuffai: - Davvero ragazzi, fate i bravi. 
- Hai dimenticato di darci il coprifuoco - disse Baekhyun e io gli lanciai addosso la scarpa che stavo per indossare. 
- Mi preoccupo per voi. E oltretutto, se fate casini, devo risolverli io, in quanto responsabile e supervisore della festa. 
Baekhyun e Chen protestarono per la mia troppa severità, ma io li ignorai: ero preoccupato per Kyungsoo.
Si era preparato in silenzio, senza dire nemmeno una parola. Sapevo che sarebbe andato al ballo con Jongin e speravo che questa serata di divertimento fosse la loro occasione per sistemare le cose e per tornare uniti come prima. 
I miei pensieri da madre preoccupata, vennero interrotti dal forte bussare alla porta: quando aprii mi trovai davanti due bellissimi Jongin e Xiumin. 
Il primo indossava un completo blu, senza cravatta. Xiumin invece aveva un elegante smoking nero. 
I loro rispettivi compagni si precipitarono fuori. O meglio, Chen si precipitò fuori, rischiando anche di inciampare. Kyungsoo invece fece un respiro profondo ed uscì, salutando Jongin con un timido sorriso. Quest'ultimo lo prese per mano ed insieme si avviarono verso il centro del campo.
Rimasi a guardarli sentendo l'orgoglio e la preoccupazione dentro di me, ma poi mi ricordai che non tutti i miei uccellini avevano preso il volo.
Baekhyun era ancora davanti allo specchio, intento a sistemarsi la cravatta.
- Ti serve aiuto? - gli chiesi, ma lui scosse la testa. 
- Come sto? 
Sei sempre bello, accidenti a te.
- Secondo te ho messo troppo eyeliner?
Sì. 
- Credi che piacerò a Chanyeol?
Certo, quando ti vedrà Taeyong... aspetta.
- Chanyeol? - mi avvicinai a lui - Non andavi al ballo con Taeyong e i suoi amici?
- Sì, certo - rispose lui, mentre si sistemava i capelli per la duecentesima volta - Però credi che Chanyeol mi troverà bello, quando mi vedrà? 
Resistetti alla tentazione di darmi una manata in faccia e poi darla anche a Baekhyun.
Ma quanto era scemo questo ragazzo?! 
- Senti Baek, non pensi che, il fatto che ti sia fatto bello per Chanyeol, significa che...
Per mia sfortuna, venni interrotto da qualcuno che bussava. Il mio amico corse verso la porta e mi urlò un saluto, prima di uscire dalla camera.
Quando sbirciai fuori, lo vidi andare verso il ballo con Taeyong, che gli teneva un braccio intorno al fianco. 
Baek, svegliati santo cielo! 
 
*

Il ballo era sempre un successo, ma quell'anno avevano davvero partecipato tutti, anche quelli che non avevano un partner. Come me. Io però avevo mascherato la cosa offrendomi volontario per la sorveglianza. 
Una cosa da sfigati, lo so. 
Ma era con Irene che volevo andare. Solo con lei.
La fanciulla però non si vedeva ancora ed io iniziavo ad innervosirmi, pensando a chi potesse essere il suo cavaliere. 
Avevo avuto un dubbio su Lay ad un certo punto, ma ora il ragazzo ballava davanti a me, con una ragazza molto carina, che però non era Irene.
Sbuffai sonoramente, attirando l'attenzione del professor Luhan, che si avvicinò a me. 
- Va tutto bene? Se vuoi andare a ballare, ci penso io qui. 
Scossi la testa, senza smettere di sorvegliare la pista da ballo.
- Non importa, è solo che sto cercando una persona e non la vedo. 
- Non avevi nessuna ragazza da invitare? - mi chiese gentilmente il professore. 
Quanto dovevo sembrare patetico? 
- Sì, volevo invitare una ragazza, ma lei era già impegnata. Perciò eccomi qui. 
Luhan mi diede dei colpetti sulla schiena, per solidarietà. 
- È lei che ci perde. 
- Non lo sappiamo ancora, magari è stata invitata da un figo, sexy, possente ragazzo bellissimo. 
Luhan ridacchiò: - In ogni caso, ci perde a non stare con un ragazzo dolce, intelligente e maturo come te.
- Certo - sbuffai.
- Se ti può consolare, non sei l'unico a non poter stare a questo ballo con la persona che ama.
Il suo tono era così triste, che mi voltai a guardarlo: - Mi dispiace. 
Sapevo che si riferiva a lui e Sehun. Non potevano certo partecipare al ballo insieme, Leeteuk li avrebbe cacciati entrambi. 
Io ed il professor Luhan eravamo le due persone più sfortunate del campo. 
Per quella sera, il suo centro era stato addobbato alla perfezione: la pista da ballo era enorme ed era sovrastata da una postazione per i dj degna di una discoteca. Intorno a tutta la pista erano sistemati i tavoli per il buffet e le bibite, dove alcuni degli insegnanti erano addetti a servire i ragazzi.
Tutta la zona era illuminata da delle piccole luci che però riuscivano ad illuminare e allo stesso tempo a creare la giusta atmosfera.
Passavo lo sguardo su tutta la pista, un po’ per tenere d’occhio la situazione ed un po’ per cercare Irene.
Stavo per arrendermi, quando il mio sguardo si posò finalmente su di lei.
Probabilmente mi ero pietrificato sul posto, incapace anche solo di fare un pensiero di senso compiuto.
Era così bella da non sembrare reale: aveva un abito lungo e nero, leggermente scollato e i lunghi capelli neri erano legati in una treccia laterale.
Camminava aggraziata verso il centro della pista da ballo e, accanto a lei, c'erano le sue quattro amiche. 
Oh sì, le sue amiche. 
Quando mi ripresi dallo shock, controllai se le si avvicinava qualcuno: magari il suo cavaliere la aspettava già sulla pista. 
Invece niente, lei ballava e si divertiva con le sue amiche.
Non volevo crederci e mi diedi dell'idiota. Non aveva un appuntamento, ma voleva semplicemente passare la serata con le altre ragazze e, se quel giorno non mi fossi bloccato e le avessi chiesto di venire con me, magari mi avrebbe detto di sì. 
Mentre fissavo Irene come un imbecille, lei incrociò i miei occhi e mi salutò, con quel suo splendido sorriso.
Non potei fare a meno di ricambiare, con forse più enfasi del necessario. Quando la canzone finì, lei si avvicinò velocemente a me.
- Ciao - mi salutò e il mio cervello partì per le Bahamas in quel momento - Perché non vieni a ballare con noi? Ci sono i professori a fare sorveglianza. 
Spalancai gli occhi: - Vuoi che balli con te? 
- Certo, meriti anche tu di divertirti! 
Detto ciò, mi afferrò la mano e mi trascinò in mezzo alla pista, vicino alle sue amiche, ma abbastanza lontano da loro da far intendere che volesse ballare solo con me. 
Non so quale santo dovetti ringraziare, forse San Chanyeol il Dj, perché fece partire in quel momento un lento.
Misi le mani sui fianchi di Irene e lei mise le sue sulle mie spalle. 
Iniziammo a muoverci a ritmo con la musica: lei era una ballerina molto più brava di me, ma non ero proprio impedito, perciò cercai di godermi il momento. 
Piano piano, le sue mani scivolarono dietro il mio collo e io sentii un brivido percorrermi tutto il corpo. 
Quello poteva essere il momento perfetto per dirle tutto quello che provavo, per dichiararle il mio amore. 
Non sapevo se sospettasse qualcosa, ma credevo di no perché ero così bravo a nascondere i miei sentimenti che nemmeno i miei amici se n'erano accorti. 
O forse Chen e Kyungsoo erano troppo occupati con le loro situazioni per prestare attenzione a me.
Invece Baekhyun non si accorgeva nemmeno dei suoi di sentimenti, figuriamoci se si accorgeva dei miei.
Irene appoggiò la testa sulla mia spalla e io sentii il cuore esplodermi nel petto. Era il momento.
- Irene?
- Sì - disse lei, senza spostare la testa e io deglutii a vuoto. 
- Volevo confessarti una cosa. 
- Dimmi.
Perché la sua voce era così dolce? Perché era così bella? Speravo che i nostri futuri figli somigliassero a lei. 
- L'altro giorno, quando stavamo parlando del ballo, in realtà io volevo invitarti. 
Lei sollevò la testa e mi guardò fisso negli occhi, in attesa che continuassi. 
- Volevo venire al ballo con te perché mi... 
- SUHO!
Sussultai nel sentirmi chiamare dal professor Eunhyuk.
- C-cosa c'è? - lo guardai, leggermente spaventato. 
- Dovresti fare sorveglianza. 
- Sì, ma... c'è il professor Luhan - guardai nel punto in cui l'avevo lasciato solo pochi minuti prima, ma Luhan era sparito. 
Non serviva nemmeno che controllassi, per sapere che era sparito anche Sehun. 
- Torna al tuo posto, io devo andare a controllare dei ragazzi che si stavano nascondendo nei bagni con dell'alcol.
- Ma...
- Niente ma, ORA! 
Il tono di Eunhyuk non ammetteva repliche, perciò mi scostai a malincuore da Irene. 
- Scusami. 
Lei sorrise gentilmente: - Non preoccuparti, hai un lavoro da fare. Ne riparliamo un'altra volta.
Fece per tornare dalle sue amiche, ma poi si fermò e mi chiamò. 
- La prossima volta, rischia lo stesso, anche se non ti sembra di avere possibilità. Se mi avessi chiesto di venire al ballo con te, avrei detto di sì.
 
 
 
POV CHEN

Quando la musica finì, feci un inchino a Seulgi e la ringraziai per il ballo. Lei rise e mi disse di divertirmi, poi raggiunsi Xiumin, che si trovava poco distante dalla postazione del dj.
- Tu e Seulgi siete molto amici - disse lui, ma nel suo tono non c'era la minima traccia di gelosia. Credo avesse ben chiaro che era lui a piacermi. 
Nessun altro. 
- Sono felice di aver fatto delle nuove amicizie quest'anno. Seulgi, Baekhyun, Chanyeol... 
Gli lanciai un'occhiata e vidi che aspettava dicessi il suo nome. La sua espressione mi fece ridere.
- Qualcun'altro? - mi chiese, arrossendo.
- Sehun e Lay.
Xiumin alzò gli occhi al cielo e io scoppiai a ridere: - E te. Anche se, per quanto ti riguarda, io punterei a qualcos'altro, oltre all'amicizia.
Sì, ero stato parecchio diretto, ma ormai ero deciso a buttarmi.
Io e Xiumin avevamo perso un sacco di tempo perché entrambi eravamo troppo imbarazzati per fare la prima mossa.
Insomma, persino Baekhyun aveva baciato il ragazzo che gli piaceva prima di me. Cosa stavo aspettando ancora?
- Sai già cosa farai dopo l'estate? 
Lo so, sono un cretino: le chiacchiere stupide erano proprio la strada giusta. 
- Io... non lo so - era evidente che Xiumin non si aspettava quella domanda totalmente inutile - Cioè, credo che andrò in una scuola di danza. E tu?
Alzai le spalle: - Cercherò una scuola di canto. Credo che...
- Balliamo? - Xiumin mi interruppe e capii che non ne poteva più di quelle chiacchiere inutili. Mi guardava negli occhi in un modo così dolce che non potei rifiutare. 
Avevamo già ballato almeno tre canzoni, prima che Seulgi mi chiedesse l'onore di un ballo. Però erano stati tutti balli allegri e movimentati, per nulla adatti al mio obiettivo: baciare Xiumin.
La canzone successiva non era ancora cominciata e io spostai lo sguardo verso Chanyeol che, con il suo elegante completo nero e le cuffie alle orecchie, cercava il disco giusto. 
Era così bello quella sera che, se Baekhyun non fosse stato così scemo, avrebbe mollato al volo Taeyong. 
Lo stavo ancora guardando, quando lui puntò gli occhi sui miei e mi vide con Xiumin.
Non so se quel ragazzo sapesse leggere la mente, forse quelle orecchie da elfo avevano qualche potere speciale, ma capì. 
Mi sorrise malizioso e poi mise un lento. 
Ringraziai Chanyeol in tutte le lingue del mondo e misi le mani intorno al collo di Xiumin, mentre lui appoggiava le sue sui miei fianchi.
L'atmosfera era perfetta, la serata era perfetta, persino la musica ora era perfetta: non avrei sprecato quel momento.
- Sei bellissimo stasera.
Oddio, non dire queste cose, Xiumin.
- Anche tu lo sei.
Dovevo essere rosso come un peperone, perché Xiumin spostò una mano dal mio fianco e me la appoggiò sulla guancia.
- Non arrossire. 
Fosse facile.
- Sai, sarebbe bello se, l'anno prossimo, cercassimo una scuola che comprende sia la danza che il canto. Così... 
- Così potremmo stare insieme - abbassai lo sguardo, imbarazzato - Insieme nel senso di andare a scuola insieme. C-cioè...
Lui mi alzò il mento, così che potessi guardarlo negli occhi: - No. Insieme nel senso che stiamo insieme. Tu il mio ragazzo e io il tuo. 
Non sapevo cosa dire: mi ero perso in quei suoi occhietti, furbi e dolci allo stesso tempo.
- Mi stai chiedendo di diventare il tuo ragazzo?
Lui ridacchiò: - Non dirmi che ti ho colto di sorpresa?! 
Scossi la testa e mi strinsi ancora di più a lui. Ballammo in silenzio: lui mi stringeva forte e io mi lasciavo cullare, facendo comunque attenzione a non pestargli i piedi.
- La tua risposta è sì o no? - chiese in un sussurro.
Sì sì e sì!
Alzai lo sguardo su di lui e sorrisi: - Sì, voglio essere il tuo ragazzo. Voglio passare le ultime settimane che ci restano qui, insieme a te. Voglio che, il prossimo anno, seguiamo i corsi nella stessa scuola. Voglio passare più tempo possibile insieme a te.
I suoi occhi si illuminarono, ma poi vidi che li spostava in un punto alle mie spalle.
Non mi servì voltarmi per capire che Chanyeol gli stava facendo capire che quello era il momento giusto. Infatti subito dopo lo vidi annuire e poi tornò a guardarmi.
Quel dj gigante era davvero stato la nostra fata madrina, quella sera.
- Chen?
- Xiumin?
- Posso baciarti?
Non gli diedi nemmeno una risposta e posai le labbra sulle sue. 
Ormai non ballavamo più: eravamo fermi in un angolo della pista a baciarci.
Chi se ne importava se disturbavamo gli altri ballerini, chi se ne importava se infastidivamo qualcuno. 
Avevo aspettato quel momento per settimane e l'avevo immaginato milioni di volte, ma la realtà era molto molto meglio. 
Solo un - Ragazzi, ci sono tante camere... - del professor Eunhyuk, ci convinse a separarci. 
Restai con la fronte appoggiata alla sua, finché la canzone non finì e ne partì una più ritmata.
Io e Xiumin ci guardammo ridendo, increduli e felici che avessimo finalmente avuto il coraggio di sbloccare le cose.
Poi lui mi fece fare una giravolta e ballammo tutta la serata, persi l'uno nell'altro. 
Quella serata era solo nostra. Il resto avrebbe aspettato.




 
POV LUHAN

Suho si era allontanato con Irene e capii subito, dal modo in cui la guardava, che era lei la ragazza che gli piaceva. Speravo che almeno lui avrebbe passato una bella serata con la persona a cui teneva. 
Io? Beh, io facevo il possibile per non cercare Sehun tra la folla.
Sapevo che c'era, lo sentivo. Ma non volevo vederlo perché sapevo che, se l'avessi fatto, avrei esaudito ogni suo desiderio, che fosse ballare insieme o scappare nella nostra radura. 
Perciò me ne stavo a guardare i ragazzi ballare e feci un giro della pista, per cercare di tenere d'occhio tutto.
Mi fermai accanto alla tavolata delle bibite e, poco dopo, una voce a me conosciuta parlò alle mie spalle.
- Non c'è neanche un po' di alcol a questo ballo.
Non potei fare a meno di sorridere, ma non mi voltai.
- È una festa scolastica. Non possiamo permettere che voi marmocchi vi ubriachiate.
- Ehi, a chi hai dato del marmocchio? - nella voce di Sehun c'era un tono divertito.
Lo sentii fare un passo verso di me, o meglio verso la mia schiena. Non osavo voltarmi: sapevo che sarebbe stato bellissimo e non volevo morire giovane. 
- Luhan.
- Professor Luhan, mentre siamo in mezzo ad insegnanti e studenti. 
Lui ridacchiò e si sporse un po', per sussurrare al mio orecchio: - Ti eccita che ti chiami 'professore'?
Sentii un brivido corrermi lungo la schiena e, se qualcuno mi avesse toccato in quel momento, avrebbe preso la scossa. 
- Non dire certe cose, qualcuno potrebbe sentirti.
- Sono tutti concentrati sul ballo, siamo invisibili.
- Io non ne sarei tanto sicuro.
Sehun fece un altro passo avanti e venne al mio fianco. Sapevo che non dovevo farlo, ma gli lanciai un'occhiata. 
Dire che era bellissimo era riduttivo: il completo grigio fasciava perfettamente il suo fisico da dio greco; aveva la cravatta aperta sul colletto, sicuramente era troppo svogliato per allacciarsela; la camicia bianca, con i primi bottoni slacciati, aspettava solo di essere sbottonata completamente e... ma che stavo pensando?! 
Arrossii e spostai lo sguardo da lui, ma il maledetto ragazzino se ne accorse e ghignò.
- Tutto bene, Lu?
- Stai zitto - sbottai - Era proprio necessario essere così bello?
Sehun scoppiò a ridere, attirando l'attenzione di alcune ragazze, che poi si fermarono troppo tempo a fissarlo.
- Luhan - Sehun mosse una mano e sfiorò la mia - Vieni a ballare con me. 
Scossi impercettibilmente la testa: - Sei matto? Non possiamo ballare davanti a tutti! 
Lui indicò la professoressa Taeyeon che ballava con alcuni studenti. 
- Ci buttiamo nella mischia.
- No - spostai la mano dalla sua ed incrociai le braccia al petto.
Non potevamo rischiare così tanto: se avessimo ballato insieme sarebbe stato chiaro a tutti quello che provavamo l'uno per l'altro. Ormai io riuscivo a nascondere a malapena i miei sentimenti. 
Sehun ovviamente non aveva intenzione di arrendersi e si mise con il petto appoggiato alla mia schiena, una mano sul fianco e la sua voce sussurrata nell'orecchio. 
- Allora vieni nella radura con me. Ti prego. 
Deglutii e chiusi gli occhi, cercando di capire quale fosse la cosa giusta da fare.
Nel frattempo Sehun si era scostato da me: - Io ti aspetto lì. Tutta la notte se sarà necessario, perché voglio stare con te. 
Mi mise una mano sul fondo della schiena, poi si allontanò andando verso il bosco. 
Restai a guardarlo finché non sparì alla mia vista. Nella pista da ballo si stavano tutti divertendo, studenti ed insegnanti stavano passando una bellissima serata.
Perché non potevo farlo anch'io? 
Feci qualche passo all'indietro, tenendo d'occhio che nessuno mi vedesse, poi corsi verso il bosco, diretto alla radura. 
 
*

Ormai conoscevo la strada a memoria, viste tutte le volte in cui eravamo andati lì. Nelle ultime settimane ci eravamo incontrati almeno una volta al giorno. Passavamo il tempo a parlare, io sapevo ogni piccolo particolare della vita di Sehun e lui della mia; stavamo semplicemente sdraiati sull'erba a non fare nulla se non tenerci la mano; ci baciavamo e a volte eravamo andati anche un po' oltre, ma non avevamo ancora fatto sesso. Qualcosa mi bloccava: sarà che non volevo una sveltina in mezzo ai boschi, sarà che l'erba sulla schiena pizzicava, o forse sarà che mi sentivo in colpa. 
Fatto sta, che eravamo ancora al livello delle toccatine e dei baci, anche se non credo che a Sehun andasse bene così. 
Più mi avvicinavo al nostro posto segreto, più ero confuso: uno strano bagliore sembrava indicarmi la strada da seguire. Superai gli ultimi alberi e scoprii di cosa si trattava: sull'erba era stesa una grande coperta, con sopra molti cuscini e tutto intorno c'erano delle candele accese, unica illuminazione per quel piccolo angolo. 
Intento ad accendere le ultime candele, c'era Sehun. Si era tolto la giacca e la cravatta e, quando mi vide, sorrise.
- Sapevo che saresti venuto.
Io ero incredulo ed ammutolito. Aveva creato una specie di nido d'amore ed era tutto incredibilmente romantico. Una cosa del genere l'avevo vista solo nei film e di certo non me la sarei mai aspettata da uno come Sehun. 
Mentre me ne stavo ancora in piedi come un imbecille, lui si sedette sul telo e battè dei colpetti accanto a sé. 
Cosa potevo fare se non raggiungerlo?
Mi sedetti accanto a lui, appoggiandomi ai cuscini. 
- Come hai fatto a fare tutto questo da solo?
- Ammetto che i ragazzi sono stati d'aiuto. Xiumin ha rubato la coperta, Jongin ha rubato i cuscini, Chanyeol ha rubato candele e fiammiferi e Lay.. beh, lui è meglio che non ti dica cosa ha rubato. 
Arrossii e risi: - E tu cos'hai rubato?
- Io avevo il compito di portare tutto qui. Non volevo che nemmeno loro sapessero dov'era il nostro posto segreto.
Non sapevo cosa dire: aveva fatto un gesto così dolce che sentivo come se il cuore volesse uscirmi dal petto per abbracciarlo. 
- Sehun...
Lui mi zittì e fece scorrere un dito sulle mie labbra: - Andiamo da Leeteuk a dirgli la verità, domani. 
Spalancai gli occhi: - Non possiamo farlo! Ci manderà via entrambi e io non voglio perdere questo lavoro. Mi piace e sono grato a Leeteuk per avermi assunto subito dopo il diploma e...
Stavo parlando così velocemente, che l'unico modo che Sehun aveva per zittirmi, era baciarmi.
E così fece, posando le labbra sulle mie e dandomi il bacio più dolce che ci fossimo mai scambiati. 
Quando ci separammo, mi presi alcuni secondi per guardarlo. Solo la luce delle candele illuminava quel suo viso perfetto e io non capivo come potevo essere stato così fortunato da averlo incontrato.
Chiusi gli occhi: - Diciamoglielo alla fine dell'estate. Voglio che almeno tu possa finire il lavoro che stai facendo qui. Poi, prima di tornare a casa, andremo da lui e glielo diremo.
- Sei sicuro? 
Annuii e gli sorrisi: - Io me la caverò e troverò un altro lavoro. Farei qualunque cosa per stare con te senza doverci più nascondere.
Anche Sehun sorrise e mi accarezzò una guancia: - Ci sono tanti campi estivi in cui posso andare. Non poter stare con te mi spaventa di più che essere espulso.
Che altro c'era da dire? Eravamo innamorati ed avevamo ben chiare le prossime mosse. L'unica cosa che potevamo fare, quella sera, era renderla ancora più bella, sfruttando la vena romantica di Sehun. 
Non ci mettemmo molto a ritrovarci entrambi nudi e abbracciati: i vestiti erano volati chissà dove e io e Sehun eravamo un tutt'uno. 
Non saprei dire quanto in quel momento ero felice e non mi importava più di niente e nessuno. 
Eravamo importanti solo io e Sehun.
 

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Capitolo 21
*** 21. DUE PEZZI DI UN PUZZLE ***


21. DUE PEZZI DI UN PUZZLE

 
POV KYUNGSOO

Ero stato così stupido! Come avevo fatto a dubitare di Jongin? Lui era l'amore della mia vita ed avevo smesso di avere fiducia in lui alla prima difficoltà. 
Io e il mio ragazzo stavamo passando una serata bellissima: avevamo ballato così tanto che non avevo più fiato. Lui era stato un cavaliere e mi aveva portato da bere e da mangiare senza farmi muovere un passo, e mi aveva ripetuto in continuazione che mi amava.
Mi diedi mentalmente dell'idiota e guardai Jongin: stava riempiendo due bicchieri e intanto parlava di quanto si stesse divertendo. 
Era così bello quella sera, che faticavo a guardarlo troppo a lungo: il completo blu gli stava benissimo e la camicia, slacciata sul colletto e senza cravatta, lasciava intravedere parte della sua pelle ambrata.
- Ti stai divertendo, Soo? - mi chiese sorridendo - È la serata perfetta per il ballo.
Presi il bicchiere che Jongin mi porgeva e, per un attimo, i nostri occhi restarono incatenati.
- Mi sto divertendo tanto, grazie a te.
Jongin sorrise e mi mise un braccio intorno alle spalle.
- Perciò mi hai perdonato? Te l'avevo detto che non dovevi dubitare di noi, Soo.
Già, non avrei dovuto dubitare di noi. 
Annuii ed appoggiai la testa sulla sua spalla. L'avevo fatto così tante volte ormai, che era come se fossimo due pezzi di un puzzle che si incastravano proprio in quel punto. 
Sorrisi e lo dissi a Jongin, facendolo ridere, poi ci baciammo dolcemente, prima di ributtarci nella mischia per ballare ancora. 
Dopo altri venti minuti passati a tentare di fare una figura decente accanto a Jongin, misi le mano sui fianchi e mi fermai.
- Basta, io ho già ballato abbastanza.
- Dai Kyungsoo - Jongin rise e mi prese la mano - Non puoi lasciarmi ballare da solo. Sembrerei uno sfigato.
- Credimi - sbuffai, esausto - Sembri tutto tranne che sfigato. Io devo andare a sedermi un po'.
- D'accordo, ti raggiungo subito - lo sentii dire, mentre mi allontanavo. 
Mi lasciai cadere sulla prima sedia disponibile e sbuffai. Non ero fatto per ballare tanto a lungo, ma l'avevo fatto con piacere. Passare del tempo con Jongin, parlare e scherzare con lui come facevamo un tempo, sentire le sue frasi smielate unite ad altre più maliziose. Tutto ciò mi era mancato.
Restai su quella sedia a riposare per un bel po', ma Jongin ancora non si vedeva. Ne approfittai per guardarmi intorno e cercare i miei amici.
Vidi che la postazione del Dj non era più occupata da Chanyeol, ma dal ragazzo che si divideva con lui il compito di mettere la musica. Lì accanto, Chen e Xiumin ballavano stretti l'uno all'altro. Il professor Eunhyuk andava avanti e indietro, lamentandosi del fatto che il professor Luhan fosse sparito. Anche Baekhyun non si vedeva, ma visto che mancava anche Chanyeol, potevo mettere la mano sul fuoco che fossero insieme. In un angolo della pista c'era Jongin che ballava con Krystal e... un momento. 
Socchiusi gli occhi per vedere meglio, ma non mi ero sbagliato: Jongin e Krystal ballavano una canzone romantica, abbracciati.
Lei aveva la testa posata sulla sua spalla, nello stesso punto in cui era stata la mia solo qualche minuto prima. 
Sentii una grande rabbia crescere, ma mi costrinsi a stare calmo.
Poco prima mi ero dato dello stupido per non aver creduto in Jongin e nel suo amore, non potevo già cedere di nuovo.
Eravamo ad un ballo e la cosa principale che si fa è ballare, no?
Ormai era chiaro che quei due erano amici, che io lo volessi o no, perciò sicuramente Krystal aveva visto Jongin tutto solo e l'aveva invitato. 
Il fatto che avessero come sottofondo proprio una musica romantica e non una pop come per gli ultimi venti balli che avevo fatto io, era solo sfortuna.
Sfortuna per me. 
Fortuna per Krystal.
Mi costrinsi a non guardare e cercai di concentrarmi su altro, tipo la professoressa Taeyeon che, tentando di calmare il professor Eunhyuk, lo costringeva a ballare con lei.
Dopo altri interminabili minuti, la canzone finalmente finì. Guardai Jongin, sperando che lui ricambiasse lo sguardo, per fargli capire che mi ero riposato abbastanza. 
Invece lui non mi guardò, né mi cercò minimamente. 
Partì un'altra canzone e la ballò con Krystal.
Poi un'altra e un'altra ancora. 
Più passava il tempo, più mi sentivo morire dentro: era come se non esistessi più. 
Mi feci forza e, alla fine dell'ennesima canzone, mi alzai e raggiunsi i due ragazzi.
- Ehi ciao - volevo provare ad essere gentile, perché forse ero io ad essere troppo geloso.
- Kyungsoo, credevo te ne fossi andato - mi disse Jongin, tranquillamente, come se fossi l'amico rompiscatole che era stato costretto a portarsi al ballo.
- I-io... mi stavo solo riposando un po' - lanciai un'occhiata a Krystal, che batteva il piede a terra, aspettando che me ne andassi - Ma adesso sto bene. Balliamo? 
Sorrisi verso Jongin che ricambiò nel modo più falso che avessi mai visto.
Le sue labbra erano tirate, più in una smorfia, che in un vero sorriso. I suoi occhi dicevano chiaramente "Perché non te ne vai?". 
Lui e Krystal si scambiarono uno sguardo eloquente e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Appena tornò a guardare me, lo colpii al viso con tutta la forza che avevo, anche se non era poi molta. 
Il suono dello schiaffo rimbombò per tutta la pista e poi scese un silenzio di tomba.
La musica non era ancora partita e tutti si erano fermati, per guardarci. 
Non si sentiva nessun suono. 
Ah no, uno si sentì: il mio cuore che si spezzava.
Jongin si mise una mano sulla guancia e poi, quasi a rallentatore, mi guardò.
Nel suo sguardo c'era la stessa espressione che gli avevo visto il giorno dello spettacolo. 
- Che cazzo fai?! 
Tremavo: - Che cazzo faccio io? Che cazzo fai tu, piuttosto?! Dillo che sei qui con me solo per prendermi in giro! 
- Stai dicendo delle stronzate! - Jongin urlava e i suoi occhi mi fulminavano.
- Ti piace Krystal, perché non lo ammetti? Ho abbassato la guardia per un minuto e già sei andato da lei. 
- Stavamo solo ballando!
- Col cazzo! - non credo di aver mai detto così tante parolacce come in quel momento - Non è il ballo che mi ha fatto incazzare, è il modo in cui mi hai appena trattato. 
Guardai Krystal, ma lei non aveva nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo da terra.
- Non vedevi l'ora di poterti liberare di me, vero? E quando mi avresti accompagnato in camera, che avresti fatto poi? Te lo dico io. Saresti tornato da lei, perché è con lei che vuoi stare, non con me!
Durante la mia sfuriata, mi si erano avvicinati sia il professor Eunhyuk che Chen. Il mio amico mi mise la mano sulla spalla, ma io me la scrollai di dosso. 
- Ragazzi - intervenne il professore - Forse dovreste parlarne con calma e...
- Non serve - sbottai e guardai Jongin, con gli occhi pieni di lacrime - Me ne vado. Così puoi continuare la tua serata e divertirti con Krystal.
- Kyungsoo, aspetta - il mio ragazzo provò ad afferrarmi la mano, ma io scappai più veloce possibile, lontano da lui.
La mia fuga, però, non durò molto: appena mi fui allontanato abbastanza da non sentire più la musica e il vociare della festa, Jongin mi raggiunse. 
- Dove stai andando? - mi chiese, trafelato per la corsa.
- Fottiti, Jongin.
Passare il tempo con Baekhyun aveva avuto i suoi lati positivi: il mio repertorio di parolacce ed insulti era aumentato. 
- Non scappare Kyungsoo, dobbiamo parlare!
Mi voltai, furioso: - E di cosa vorresti parlare? Di quanto ti stavi divertendo a ballare con Krystal? O preferisci parlare del modo in cui mi hai guardato? 
Jongin mi fissava, in parte arrabbiato e in parte triste: era senso di colpa quello che vedevo nei suoi occhi? 
- Di cosa..?
- È la seconda volta che mi guardi come se mi odiassi. Come se volessi che sparissi dalla tua vita. 
- Ma non è vero! - sbottò lui.
Non era mai stato bravo a mentire, il suo viso era un libro aperto, soprattutto per me.
Avrei voluto piangere, urlare, picchiarlo. Invece lo guardai inespressivo.
- Basta Jongin. Credo sia meglio finirla qui - dissi in modo atono.
- C-cosa stai dicendo? - chiese lui - Soo, che cosa stai dicendo?!
- Sto dicendo che è giusto che tu vada per la tua strada e io per la mia. Tanto è chiaro che tu è già da un po' che sei concentrato su altro e io non voglio essere l'ultima cosa a cui pensi, se sono fortunato.
L'espressione di Jongin si indurì: - Perciò finisce così? Stiamo insieme da sempre e finisce in questo modo? È davvero questo quello che vuoi?
- No. È quello che vuoi tu. 
Fu come se il corpo di Jongin si fosse afflosciato, come se avesse deposto le armi e si fosse arreso.
Ci guardammo senza che nessuno dei due sapesse cos'altro dire. Non eravamo mai stati bravi a litigare e probabilmente questa era la lite più violenta che avevamo avuto dall'inizio della nostra relazione. 
Il primo a cedere fu lui: si voltò e se ne andò, tornando verso il ballo.
Io invece me ne tornai in camera. Volevo lasciarmi alle spalle la serata più brutta della mia vita.
 
 
 
POV BAEKHYUN

Arrivai alla festa insieme a Taeyong e trovammo che gli altri erano già lì. La pista da ballo era piena di ragazzi e ragazze e io mi sentii finalmente nel mio mondo: io ero l'anima delle feste! 
Questi ragazzi dei boschi non avevano idea di quanto potesse essere eccezionale Byun Baekhyun, se gli si dava una pista da ballo, la musica sparata a tutto volume e un buona quantità di alcol.
Ma, ovviamente, dovevo immaginare che non ce ne sarebbe stato neanche un goccio, perché i professori non l'avrebbero permesso. 
Sentii che Taeyong mi chiamava e mi voltai verso di lui ma, nel farlo, incrociai lo sguardo con quello di Chanyeol.
Oh cazzo.
Era alla sua postazione da Dj: un paio di grandi cuffie sulle sue grandi orecchie, le mani che si muovevano veloci sul mixer, il completo elegante e nero che strideva con il suo ruolo da dj. 
Non riuscivo a staccare gli occhi da lui, né lui da me. Gli sorrisi timidamente e lui fece altrettanto, poi tornò a concentrarsi sul suo compito.
- Baekhyun, mi stai ascoltando?
Ah già, Taeyong.
- Sì - dissi al ragazzo accanto a me - Dicevi? 
- Ti ho chiesto se ti va di ballare - mi disse il ragazzo e nel suo tono c'era una traccia di irritazione.
Feci finta di niente e lo spinsi in mezzo alla pista: - Tu non immagini nemmeno quanto sia fantastico Byun Baekhyun sulla pista da ballo.
Taeyong ridacchiò e si voltò, mettendomi le mani sui fianchi.
- Fammi vedere.
E fu così, che ballai fino a non avere più fiato. Non eravamo mai usciti dalla pista, ballando una canzone dietro l'altra. 
Mi stavo divertendo un mondo, come non facevo da quella che mi sembrava una vita. Saltavo, cantavo, ridevo: era fantastico. 
Improvvisamente, la musica pop finì, per lasciare il posto ad un lento. 
Mi guardai intorno e vidi tutti dividersi a coppie, stringersi gli uni agli altri e muoversi lentamente. 
Il mio sguardo si posò su Taeyong, che mi stava sorridendo.
- Vuoi concedermi l'onore di questo ballo?
Ridacchiai ed annuii, prendendo la mano che mi stava porgendo.
Taeyong mi strinse forte a sé: le sue mani erano sulla mia schiena e io misi le mie intorno al suo collo. 
- Ti stai divertendo? - mi chiese sorridendo - Io moltissimo. 
- Anch'io - risposi - Mi mancavano le feste. 
- Sarebbe meglio se non ci fossero così tanti sorveglianti in giro.
Risi ed annuii: - In effetti sono un po' troppi per un ballo. 
Taeyong mi fece fare una giravolta e poi mi strinse di nuovo a sé. Mentre volteggiavamo come due liceali dei film, guardai Chanyeol.
Lo sorpresi a fissarmi, con uno sguardo indecifrabile: né arrabbiato, né felice. Era... indifferente?
Spostai subito lo sguardo, ma non resistetti a lungo: non riuscivo a non guardarlo e nemmeno lui smetteva di guardare me. 
Sapevo che lo faceva stare male vedermi con Taeyong, ma nonostante ciò, i suoi occhi erano incollati a me, qualunque movimento facessi. 
Provai a sorridergli, ma non ricambiò e questo mi fece male. Davvero tanto male.
Stavo per scostarmi da Taeyong, perché forse era meglio rallentare un po', ma proprio in quel momento lui parlò.
- Sai Baek, stavo pensando che potremmo rendere la serata più divertente. 
Aggrottai la fronte, confuso: - In che modo?
- Beh - Taeyong ghignò e bisbigliò sul mio orecchio - Johnny ha recuperato qualcosa di meglio da bere, che non le schifezze che sono qui. 
- Davvero?! - esclamai e lui mi fece segno di abbassare la voce.
- Davvero, però dobbiamo andare lontano da qui perché i professori non devono vederci.
Mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla pista. 
Mentre lo seguivo, mi voltai ancora verso Chanyeol: la sua espressione delusa mi fece desiderare di sparire dalla faccia della terra. 
Andammo poco lontano, in un nascondiglio tra gli alberi, e lì trovammo alcuni ragazzi, tra cui Johnny e Mark.
- Il professor Eunhyuk ha beccato un gruppetto nei bagni, dobbiamo stare attenti - disse Johnny, mentre versava l'alcol per tutti.
Quando fece per passare il bicchiere a Mark, lui scosse la testa.
- No grazie. 
- Cosa c'è? La mamma non vuole che tu beva? - lo prese in giro il suo amico, ma Mark non diede segno di essersi offeso. Anzi, alzò gli occhi al cielo e fece per andarsene. 
- Non voglio finire nei guai per colpa vostra. Se il professor Eunhyuk mi scopre, non mi aiuterà ad entrare nella scuola di danza che voglio. Perciò divertitevi, io passo.
- Forse ha ragione - dissi, guardando Mark che se ne andava. 
- Andiamo Baek, non ti credevo un codardo - Taeyong mi mise sotto il naso un bicchiere pieno.
- Non sono un codardo, solo che... 
Perché avevo tutti quei dubbi? Ero ad una festa con i miei amici, mi stavo divertendo e il vecchio, festaiolo, perfetto Baekhyun stava cercando di farsi strada per superare questo nuovo, tranquillo, strano, costantemente confuso Baekhyun che stavo diventando in quel campo estivo.
Al diavolo! Quella sera volevo solo divertirmi! 
Presi il bicchiere e buttai giù tutto d'un fiato, lasciando Taeyong e gli altri ragazzi sorpresi ed ammirati.
- Versamene ancora.
 



POV CHANYEOL

Si stavano tutti divertendo quella sera e io, dalla mia postazione, tenevo d'occhio i miei amici, per dar loro le canzoni giuste al momento giusto.
Misi un bel lento quando mi accorsi che Chen e Xiumin stavano per andare oltre l'abbraccio, misi la canzone preferita della ragazza che piaceva a Lay per dargli l'occasione di dedicargliela. 
Nonostante non stessi ballando o facendo il piccioncino con nessuno, mi stavo comunque divertendo. Certo, se Baekhyun fosse venuto al ballo con qualcun'altro invece di Taeyong, sarebbe stato meglio.
Mi sentivo una specie di stalker a tenerlo d'occhio, ma non potevo farne a meno. Era anche un po' da masochisti in realtà, perché quei due avevano tutta l'aria di divertirsi un mondo. Baekhyun rideva in continuazione e il sorriso, che tanto mi faceva impazzire, era fisso sulle sue labbra. Aveva le guance tutte rosse e ballava come un pazzo. 
Quanto avrei voluto essere io a farlo divertire così. 
Purtroppo, alla fine dovetti mettere un lento, nonostante li avessi evitati più possibile, mentre Baekhyun era in mezzo alla pista da ballo con Taeyong. 
Quando loro si strinsero l'uno all'altro, io sentii l'insana voglia di lanciare il mixer in testa a Taeyong. Ma non potevo farlo per ovvie ragioni. 
Cercai di non dar a vedere che stavo morendo per la rabbia e la gelosia, nemmeno quando Baekhyun mi guardò, gli diedi la soddisfazione di mostrargli quanto stavo soffrendo.
Nei suoi occhi leggevo il senso di colpa, ma ciò non gli impediva di continuare a ballare con Taeyong.
Quando l'avevo visto arrivare, solo poche ore prima, mi ero quasi strozzato con il mio respiro: era più bello di quanto avrei potuto immaginare. 
Il vestito nero elegante, i capelli finalmente in ordine, il trucco che rendeva il suo sguardo ancora più malizioso. 
Stavo ancora fantasticando, quando vidi Taeyong prenderlo per mano e trascinarlo fuori dalla pista, verso il bosco. 
Il mio primo istinto fu di seguirli e fermarli, ma sapevo che non potevo impormi nella vita di Baekhyun in quel modo.
Lui mi guardò e credo che fosse riuscito a leggere nei miei occhi quello che provavo.
Nonostante ciò, ancora una volta, seguì Taeyong. 
 
*

Quando risbucò, era passata quasi un'ora e io mi accorsi subito che qualcosa non andava: ondeggiava visibilmente e rideva in modo isterico, mentre Taeyong lo seguiva, insieme ai suoi amici. Baekhyun andò subito al centro della pista e si mise a ballare come un pazzo, facendo ridere tutti.
Persino io ridacchiai ma, subito dopo, le risate mi morirono in gola. 
Baekhyun aveva cominciato a muoversi in modo sensuale: sollevava le braccia ed ondeggiava i fianchi, buttando indietro la testa, come se stesse seguendo un ritmo tutto suo. 
Mi ero impalato a guardarlo, ma sentivo come se quella situazione fosse sbagliata. Certo, Baekhyun era il tipo di persona che si butta senza problemi in un balletto erotico davanti a tutta la scuola, ma avevo comunque una brutta sensazione. 
Quando cominciò a togliersi la giacca, guardai Taeyong, preoccupato. 
- Perché non lo ferma? - parlai tra me e me, fissando il ragazzo che, invece di andare da Baekhyun a fermarlo, se ne stava a bordo pista a ridere di lui.
Quando finalmente capii quello che stava succedendo, la voglia di picchiarlo divenne più forte: Baekhyun era ubriaco fradicio. 
Quando erano spariti nel bosco, sicuramente si erano nascosti a bere. Anche se, per questo, non potevo certo dare la colpa solo a Taeyong. 
Baekhyun fece girare la giacca sopra la testa e la lanciò verso il suo accompagnatore, che la prese al volo, ridendo. Poi si allentò la cravatta ed iniziò a sbottonarsi la camicia. 
Quando vidi che nemmeno in quel momento lo fermavano, feci segno al ragazzo che doveva sostituirmi di darmi il cambio, e scesi dalla mia postazione. 
Più mi avvicinavo a Baekhyun, più era evidente il suo stato. 
Appena mi vide, il suo sorriso divenne strano, più che meraviglioso.
- CHANYEOL! - sparò il suo urlo ed ero sicuro che, in quel momento, tutto il campo sapesse dov'ero.
- Ehi, cosa stai facendo? - gli presi le mani, ma lui si scostò da me e ricominciò ad aprire i bottoni.
- Fa caldo stasera e ho promesso a Taeyong uno spogliarello.
Se il mio sguardo fosse stato in grado di uccidere, in quel momento avremmo detto addio a Taeyong.
- Basta Baek, non puoi spogliarti qui.
- Allora andiamo in camera - Baekhyun si aggrappò alla mia camicia - Sono tutti qui, avremo la camera tutta per noi.
Non tentarmi, piccoletto. 
- No Baek, rivestiti - dissi, provando ad allacciargli la camicia e lui mi lasciò fare. 
- Non vuoi vedermi nudo? - chiese mettendo il broncio. 
Sospirai e feci per rispondere, ma venni interrotto dalla voce di Taeyong. 
- Lascialo stare, ci stai togliendo tutto il divertimento.
Non mi voltai nemmeno perché sapevo che, se l'avessi fatto, niente gli avrebbe evitato un pugno sul naso. 
- Sai che sei sexy stasera? - il tono di Baekhyun era malizioso, come il suo sguardo su di me. 
Mi guardava come se vedesse attraverso i vestiti e la cosa mi metteva a disagio. 
- Sei ubriaco e non ragioni. 
- Non sono ubriaco - ridacchiò e poi avvicinò il pollice e l'indice tra di loro - Forse solo un po'.
- Ehi Park, vattene via - mi gridò Taeyong - Se Baekhyun vuole spogliarsi, perché impedirglielo?
Ancora una volta non gli diedi la soddisfazione di mandarlo al diavolo. 
La giacca di Baekhyun ce l'aveva Taeyong perciò, pur di non rivolgergli la parola, mi tolsi la mia e la misi sulle spalle al piccoletto. 
- Yeol Yeol! - il tono di voce di Baekhyun era alto e stridulo - Andiamo a fare sesso?
Arrossii ed ignorai le risate che venivano dal gruppetto di idioti, poi presi Baekhyun per mano ed iniziai a camminare, senza una vera meta.
Volevo solo portarlo lontano da quei ragazzi che credeva amici e che avevano riso di lui. 
Lo portai nel posto dove sapevo sarebbe stato al sicuro: la mia camera. 
Non avevo previsto però che, appena entrati, Baekhyun mi sarebbe letteralmente saltato addosso. Si era messo in punta di piedi ed aveva tentato subito di baciarmi. La cosa non mi sarebbe dispiaciuta, se non fosse stato così ubriaco, da darmi la sensazione di approfittare di lui.
- Baek no - lo allontanai più delicatamente che potevo - Devi stenderti.
- Solo se tu ti metti sopra di me.
Oh santo cielo.
- No, devi...
- Ho capito! - gli occhi di Baekhyun si spalancarono, per la grande scoperta che credeva di aver fatto - Preferisci stare sotto!
Alzai gli occhi al cielo e non riuscii a trattenere una risatina: - Volevo dire, che devi metterti qui buono e...
Mi interruppi perché Baekhyun era sbiancato improvvisamente e si era messo una mano davanti alla bocca, trattenendo un conato.
- Fuori! - quasi urlai e lui corse, barcollando, fuori dalla camera e vomitò sull'erba. 
Avevo immaginato quella serata in modo molto diverso. 
Lo raggiunsi e gli misi una mano sulla schiena. 
- Stai bene? - chiesi e lui annuì. 
- Credo di sì. 
Sospirai: - Entra e siediti. Io arrivo subito. 
Annuì ancora e io andai in bagno a prendere un po' d'acqua, poi tornai in camera, trovandolo seduto immobile sul mio letto.
Senza dire nulla, mi arrotolai le maniche della camicia, presi un fazzoletto e lo immersi nell'acqua fresca, poi glielo passai sul viso. 
Lui teneva lo sguardo basso e finalmente stava zitto. 
Gli porsi una bottiglietta d'acqua: - Bevi, vedrai che starai meglio. 
Annuì e fece come gli avevo detto, poi alzò lo sguardo su di me.
- Scusa - disse in tono flebile e sembrava sul punto di mettersi a piangere. 
- Non pensarci, la cosa importante è farti stare meglio. 
Fece un timido sorriso mentre passavo il fazzoletto sulla sua fronte. 
- Ho bevuto dell'alcol.
- Me ne sono accorto - ridacchiai - Anche parecchio mi pare.
- Già, ma volevo che mi ammirassero.
Lo sguardo severo che gli lanciai gli fece abbassare gli occhi. 
- E pensi che ora ti abbiano accettato nel loro gruppetto? Baek, stavano ridendo di te durante il tuo spettacolino da night club. Non perché fossi buffo, ma perché ti stavi mettendo in imbarazzo e loro non hanno fatto nulla per fermarti. Gli amici non fanno così. 
- Lo so - rispose in un sussurro - Mi dispiace. Sei arrabbiato con me?
Scossi la testa: - Sono più arrabbiato con loro, ma spero che ora tu sappia come stanno le cose. 
- Sì - disse e bevve ancora l'acqua. 
Gli presi la mano, cercando di confortarlo.
- Stanotte resti qui, okay? 
Annuì ed appoggiò la testa sulla mia spalla.
- Sono stato molesto.
- Parecchio. Dovresti ammirare il mio autocontrollo - dissi e ridacchiammo entrambi.
- Hai perso un'occasione. 
- Non mi sarei mai approfittato della situazione. Eri sexy, ma non eri in te. 
- Davvero preferisci stare sotto?
Risi e sbuffai: - Sei fissato con questa storia! 
La sua risatina partì piano, per poi trasformarsi in una risata fragorosa e liberatoria. Risi anch'io e gli accarezzai i capelli, poi mi alzai ed iniziai a cercare tra i cassetti di Sehun.
- Non stai cercando quello che penso io, vero? - chiese Baekhyun, ammiccando.
- No, razza di pervertito. Anche Sehun ogni tanto si trucca, così... trovato! 
Presi tutto il necessario per struccare, poi mi sedetti di nuovo accanto a Baekhyun e gli tolsi tutto quel trucco dal viso. 
Feci sparire l'eye liner, trasformando quegli occhi maliziosi, negli occhioni da cucciolo che amavo di più. 
Durante tutto il tempo, né io né lui parlammo, anche se Baekhyun seguiva attentamente ogni mio movimento. 
Quando finii lo guardai sorridendo: - Ora sei molto più bello. 
Lui mi abbracciò, nascondendo la testa sul mio petto e avrei voluto che non si staccasse mai.
- Non disturbo, se resto qui? - chiese dopo qualche minuto. 
- No. Puoi dormire nel mio letto e io in quello di Sehun. Ho la certezza che lui non tornerà, stanotte. 
- Perché? - Baekhyun mi guardò curioso e io non potei non arrossire.
- Ehm, beh... sta facendo altro.
- Cosa? 
- È nel bosco. 
- A fare cosa??
- Baekhyun - lo guardai - È nel bosco con il professor Luhan. 
- Oh.
- Già. 
Eravamo entrambi arrossiti, perciò mi alzai dal letto e cambiai subito discorso, per toglierci dall'imbarazzo. 
Andai al mio armadio e presi una maglietta. 
- Questa dovrebbe andarti bene. Però non ho pantaloni della tua misura. 
Baekhyun sorrise e prese la maglia che gli porgevo: - Non fa niente, tengo solo questa.
- O-okay - balbettai e presi il mio pigiama.
Ci cambiammo senza guardarci a vicenda e Baekhyun fu il primo ad infilarsi sotto le coperte. La mia maglietta gli era visibilmente grande e lo rendeva ancora più adorabile. 
- Se vuoi puoi dormire con me - disse, per poi aggiungere velocemente - Solo dormire. È che non voglio costringerti a stare in un letto non tuo. 
Scossi la testa e gli scompigliai i capelli, prima di infilarmi sotto le coperte di Sehun, il cui letto si trovava accanto al mio.
- Credo sia meglio se stiamo separati. 
Baekhyun arrossì e si coprì quasi tutto il viso con le coperte, lasciando fuori solo gli occhi. 
- Allora buonanotte. 
- Buonanotte Baek.
Nel buio della stanza, filtrava solo la luce della luna, ma a noi bastava per guardarci. 
Non so quanto tempo passammo semplicemente a guardarci negli occhi e, solo quando Baekhyun chiuse piano i suoi, scivolando nel sonno, mi permisi di farlo anch'io.

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Capitolo 22
*** 22. LA MICCIA CHE FA ESPLODERE LA BOMBA ***



22. LA MICCIA CHE FA ESPLODERE LA BOMBA

 
 
POV BAEKHYUN

Che mal di testa terrificante! Era come se un picchio mi stesse tormentando il cranio. Sapevo che era mattina, sapevo che ormai la luce stava illuminando la stanza, ma non avevo comunque la forza di aprire gli occhi: le palpebre erano troppo pesanti.
Non ero sicuro di che giorno fosse, forse sabato o forse domenica, in ogni caso ero abbastanza certo di non avere lezioni.
Perciò niente e nessuno mi avrebbe impedito di starmene nascosto in quel comodo, accogliente, profumato letto. Anche se non era il mio profumo a circondarmi. Era quello di... Chanyeol?!
Improvvisamente, tutto ciò che era successo la sera prima, mi piombò addosso. Ricordai ogni minimo dettaglio, anche se era tutto un po' confuso e senza senso. Perché ricordavo di aver visto tre Chanyeol, ad un certo punto? 
- Mmh.. - mugugnai e nascosi ancora di più la testa sotto le coperte. 
Magari, se mi fossi concentrato abbastanza, sarei riuscito a sprofondare nel materasso e scomparire per sempre. 
Invece non potevo, perciò mi costrinsi ad aprire piano gli occhi. La luce mi trafisse: il sole brillava di più, quel giorno? 
Feci un altro tentativo ed andò meglio. Non ero nella mia camera e, nel letto accanto, c'era un Chanyeol ancora addormentato. 
Provai a mettermi a sedere e filare via, ma ad ogni movimento sentivo il bisogno di vomitare, perciò mi limitai a far vagare lo sguardo per la stanza.
In un letto poco lontano dai nostri, c'era Jongin. Invece gli altri due erano vuoti. 
Lay e Xiumin avevano finito la loro serata meglio di me, non c'erano dubbi.
- Buongiorno. 
Il vocione roco del gigante mi fece sussultare: si era svegliato e mi guardava. 
- Come stai? - chiese, mettendosi a sedere.
- Mmh... 
Non sapevo dire altro, al momento. 
- Lo considero un "male" - Chanyeol sorrise e scese dal letto - Resta qui, io vado a prenderti qualcosa da mangiare. 
Mi venne da vomitare solo a pensare al cibo.
Scossi la testa, ma lui si stava già infilando una felpa sopra la t-shirt con cui aveva dormito. 
- Fidati di me, so come farti stare meglio - si avvicinò al mio letto e fece per baciarmi la fronte, ma poi sembrò ricordarsi che non eravamo due fidanzatini felici, perciò si bloccò ed uscì velocemente dalla stanza. 
Feci un respiro profondo e ce la misi tutta per sedermi. Dovevo avere un aspetto orribile e forse era meglio se evitavo di guardarmi allo specchio. Fortunatamente, ricordavo che Chanyeol mi aveva tolto il trucco, la sera prima. Perciò almeno avevo evitato l'eyeliner sbavato e l'aspetto da panda. 
Stavo tentando di sistemarmi i capelli, quando Jongin si svegliò e si sedette sul letto.
- Ciao Baek.
- Ciao Jongin.
- Qualcuno ha vomitato qui fuori.
- Credo di essere stato io - dissi in imbarazzo, ma Jongin fece spallucce.
- La cosa importante è che ora tu stia meglio. 
Sorrisi: - La tua serata com'è andata? 
Jongin abbassò lo sguardo, mentre si tormentava le mani: - Kyungsoo mi ha lasciato. 
Ammutolii, incredulo. Speravo che, grazie al ballo, le cose tra loro si sarebbero sistemate. 
- Secondo te sono un cattivo fidanzato? - chiese Jongin, in un sussurro.
- Beh...
- Ecco. 
La mia non risposta gli aveva detto tutto ciò che gli serviva sapere.
- Non è che tu sia un cattivo fidanzato - provai a rimediare - Però forse dovresti pensare a cosa potrebbe provare Kyungsoo, vedendoti in certe... situazioni. 
Non ero in grado di fare ragionamenti sensati, ma speravo di essermi comunque spiegato. 
Jongin annuì e sospirò: - La tua serata invece, com'è andata?
- Uno schifo. Mi sono ubriacato, credo di aver fatto una figura orribile con Chanyeol e Taeyong e poi ho anche vomitato. 
- Wow.
- Già. 
L'aura depressa che era scesa nella stanza, venne spazzata via dall'entrata di un Lay in vena di canticchiare. 
- Ehi ragazzi! - esclamò e Jongin gli lanciò addosso un cuscino - Scusate. Baekhyun? Che ci fai qui? 
Mi guardò ammiccando e io mi coprii la faccia con le mani. 
- Non so voi, ma la mia serata è stata fantastica! - Lay si lanciò sul letto sfatto di Sehun - Abbiamo ballato tutta la notte e ora avete davanti a voi il nuovo fidanzato di Aemin! Un bell'applauso...
Visto che né io né Jongin lo stavamo seguendo, Lay sbuffò.
- Come siete deprimenti. 
Per fortuna, arrivò Chanyeol, con un vassoio pieno di roba. 
- Dimmi che hai la colazione anche per me - disse Lay e il gigante annuì, poi lasciò i suoi due amici a contendersi il cibo, mentre a me dava un bicchiere di spremuta e una pastiglia.
- Ho chiesto una pillola per il mal di testa - disse, facendo le virgolette in aria sull'ultima parola - Spero vada bene lo stesso.
- Lo scopriamo subito - sorrisi e ingoiai la pastiglia, bevendo poi il succo. 
Chanyeol si sedette sul mio, o meglio suo letto, proprio davanti a me. 
Non diceva niente, ma mi guardava con quei suoi occhioni dolci. 
- Devo avere un aspetto orribile - dissi e lui ridacchiò.
- Hai avuto momenti migliori, ma non importa, sei carino anche con la faccia verde e i capelli tutti scompigliati. 
Arrossii per l'imbarazzo e la vergogna e feci di tutto per non guardarlo più negli occhi. 
Poco dopo, nella camera, entrò anche Xiumin.
- Ciao ragazzi, siete tutti qui? Anche tu, Baekhyun?
Risi: - Levo subito il disturbo. 
- No no - Xiumin mi sorrise e fece l'occhiolino a Chanyeol, che rispose con un gestaccio.
- Non è come pensi. Tu piuttosto, dove sei stato?
- Io e Chen siamo rimasti a parlare fino ad ora. 
- Certo - Lay ridacchiò - Parlare. 
- Ehi, è vero. Non siamo andati oltre i baci. Abbiamo tempo per fare il resto. 
Lay diede da intendere che non ci credeva e Xiumin stava per picchiarlo, quando entrò Sehun.
Nella stanza calò un silenzio assoluto e tutti lo guardammo. Sapevamo quello che aveva fatto, ma nessuno era abbastanza coraggioso da chiedere come fosse andata. 
Per nostra fortuna, Sehun ci tolse dall'imbarazzo.
- È stato fantastico - disse, semplicemente. 
Si vedeva lontano un miglio che era innamorato. Come si vedeva che lo erano Lay e Xiumin. Sì, anche Chanyeol. 
Gli occhi di Jongin erano troppo tristi perché potessi leggerci altro se non il dolore che stava provando. 
Mentre gli altri si complimentavano con Sehun ed insistevano per farsi raccontare i dettagli, cosa che Sehun non sembrava intenzionato a fare, Chanyeol rimase nel letto insieme a me.
- Va un po' meglio? 
Annuii ed era vero, le sue premure avevano funzionato. 
- Grazie, la testa non sembra più sul punto di esplodermi.
Chanyeol mi prese la mano e giocò con le mie dita, evitando di guardarmi in faccia. 
- Ti prego, lascia perdere Taeyong. So che non sono nessuno per dirti che amici devi frequentare, ma quello che ha fatto ieri non riesco a perdonarglielo.
- È colpa mia, sono io che ho bevuto - dissi, tentando di difendere il mio amico, anche se sapevo che era indifendibile.
- Sei tu che hai deciso di bere, lo so. Però quello che è successo dopo... - Chanyeol fece una pausa e capii che cercava di trattenere la rabbia - Ha lasciato che ti mettessi in ridicolo, senza fare nulla. Era chiaro che non fossi in te, ma lui ne ha approfittato e, invece di aiutarti, ha riso di te. 
- Hai ragione, io non... - sospirai e, sentendo troppo silenzio, mi voltai e vidi che gli altri ragazzi ci stavano guardando, in attesa di una mia risposta.
- Scusate - sbottò Chanyeol, infastidito - Potete lasciarci un minuto? 
Una valanga di - Certo! - e - Assolutamente! - riempì la stanza ma, anche se non ci stavano più fissando, era chiaro stessero origliando. 
Chanyeol si passò una mano sul viso: - Parliamo dopo, va bene? 
- Certo - ridacchiai e mi alzai dal letto, dimenticando che indossavo solo la maglia di Chanyeol e i boxer.
Quando sgambettai verso la sedia dov'erano appoggiati i miei vestiti, sentii dei risolini e, voltandomi, vidi Chanyeol che mi fissava imbambolato e gli altri ragazzi che lo guardavano ridacchiando. Quando se ne accorse, gli lanciò contro il cuscino con cui avevo dormito.
Mi affrettai a mettere i pantaloni, ma tenni la sua maglia. 
- Grazie per tutto. Io.. ehm, adesso vado.
Tutti loro mi salutarono con la mano e io scappai fuori dalla camera. Un sorrisino scemo mi sbucò dalle labbra, mentre ripensavo al modo in cui mi aveva guardato Chanyeol. 
 
*
 
Passai tutto il week end a fare da supporto morale a Kyungsoo. La rottura con Jongin l'aveva lasciato distrutto: non avevo mai visto nessuno così triste e depresso per la fine di una relazione. Forse perché, tra i miei amici di Seoul, nessuno aveva avuto storie serie e durature come quella tra Jongin e Kyungsoo.
Trascorsi due giorni nel letto del mio amico, ad abbracciarlo e a farmi inondare i vestiti di lacrime. Le mie orecchie facevano male per tutti gli insulti che gli avevo sentito dire contro Jongin e per tutte le volte che aveva borbottato che gli mancava. 
Suho faceva avanti e indietro, perché eravamo a metà del campo estivo e lui aveva delle riunioni da fare con gli altri responsabili. Però non voleva lasciare il nostro amico, quindi invece di usare le pause per se stesso, le usava per stare con Kyungsoo. 
Chen era rimasto una giornata con noi, ma la sua relazione con Xiumin era appena cominciata, perciò quei due non volevano far altro che passare tempo insieme. Dopo l'ennesima volta che Xiumin era venuto a cercarlo nella nostra camera, avevo dato a Chen la mia benedizione e il permesso di andare via con lui.
Oltre a fare da peluche a Kyungsoo, dovevo anche fare da buttafuori per Jongin. Il ragazzo le aveva tentate tutte per incontrare il suo ex, ma lui non ne voleva sapere. Quindi io avevo chiuso la porta in faccia a Jongin almeno una ventina di volte. 
Visto come stava soffrendo il mio amico, misi al secondo posto quello che volevo fare io: parlare con Chanyeol. 
Avevamo interrotto un discorso, ma poi ero stato intrappolato nella mia camera, perciò non l'avevo visto per tutto il week end. 
Era domenica sera e stavo ascoltando i singhiozzi di Kyungsoo, quando sentimmo bussare alla porta.
- Se è lui, dagli una botta in testa.
Rabbrividii per la violenza che sprigionava Kyungsoo e sciolsi il nostro abbraccio.
Mi alzai a fatica, sentendo le gambe intorpidite a causa di tutta la giornata passata a letto ed aprii la porta, sbuffando.
- Jongin ti ho detto che...
Ma non era Jongin.
Era Chanyeol.
Lo guardai come se fosse il cavaliere arrivato a salvare la principessa dalla torre.
- Ciao - disse sorridendo - Ero preoccupato per te.
Mi appoggiai alla porta e bisbigliai: - Sta male, non potevo lasciarlo.
- Chen me l'ha detto. Posso fare qualcosa per te? 
Era davvero il mio cavaliere. 
- La cena, ti prego. Nessuno ce l'ha portata e Soo sta un po' meglio, dopo aver mangiato. 
Chanyeol sorrise: - Torno subito. 
Lo guardai allontanarsi, sperando tornasse il prima possibile. Non per la cena, ma perché mi era mancato. 
- Era lui? L'hai cacciato? Dovremmo procurarci un'arma, per la prossima volta che torna. 
Sospirai e tornai dentro, trovando Kyungsoo che abbracciava il cuscino invece di me.
- Era Chanyeol, sta andando a prendere la cena. 
Lo sguardo del mio amico si indurì: - Non te lo meriti.
Lo guardai, sorpreso: - Ma che stai dicendo?!
- Hai idea di quanto sia speciale un ragazzo come Chanyeol? Tu sei una diva isterica e viziata ma, nonostante ciò, lui sta aspettando che il tuo cervello torni dalle vacanze e che ti decida a dargli la possibilità di essere il tuo fidanzato. La maggior parte dei ragazzi, a quest'ora, avrebbero già guardato da un'altra parte. Invece Chanyeol è ancora qui. Per te. 
Non sapevo che dire. Kyungsoo era sempre stato quello che aveva espresso il suo pensiero con calma e tatto. Invece quella era una sgridata in piena regola.
- Se non avessi passato il week end con me per aiutarmi, ti avrei anche dato dell'egoista - borbottò poi. 
- Mi piace. 
Ci guardammo negli occhi, mentre aprivo il mio cuore e lo mettevo sul letto, accanto a Kyungsoo.
- Mi piace davvero tanto. Non ho mai provato i sentimenti che provo per lui, ma ho paura di deluderlo.
Il mio amico stava per rispondere, ma sentimmo ancora bussare alla porta. Andai ad aprire e lasciai entrare Chanyeol, che reggeva due vassoi pieni fino all'inverosimile di cibo. 
- Ho la cena! - esclamò con esagerata felicità e ne mise uno sul letto di Kyungsoo.
- Non ho fame - protestò lui, ma Chanyeol lo guardò severamente e, sbuffando, iniziò a mangiare.
Poi appoggiò l'altro sul letto sopra e io mi arrampicai, sedendomi finalmente sul mio letto.
Aggredii la cena come se non mangiassi da settimane e sorrisi a Chanyeol, riconoscente.
- Dopo cena dovresti riposare - disse il gigante a Kyungsoo - Non vorrai essere uno straccio domani, a lezione. 
- Non ci vado - borbottò lui.
- Come sarebbe che non ci vai? Certo che lo farai! 
- No! Non voglio vedere Jon... quello lì.
Chanyeol mi guardò e io alzai le spalle: avevo già provato a convincerlo a non saltare le lezioni, ma non c'era verso di fargli cambiare idea.
Il gigante sospirò e si inginocchiò accanto al letto di Kyungsoo.
- Jongin è stato davvero uno stupido e tu hai ragione ad essere arrabbiato. Ma Soo, voi due vi amate. Non potete finire così una storia che va avanti da.. quanti sono? 5 anni? 
- Dieci - rispose Kyungsoo e io quasi mi strozzai con la cena. 
Dieci anni? 
- Da così tanto? - chiesi sorpreso e sentii solo la voce di Kyungsoo perché, dalla mia pozione, non lo vedevo. 
- Era il mio migliore amico dall'asilo e poi è diventato il mio ragazzo alle superiori. Forse proprio per questo, appena ne ha avuto l'occasione, ha voluto cambiare aria.
- Io non credo sia così - disse dolcemente Chanyeol e si alzò - Secondo me ha trovato in Krystal una perfetta compagna di danza. Jongin, da quando lo conosco, è sempre stato quello che doveva rallentare per non lasciare gli altri indietro, che doveva ballare da solo perché era troppo bravo e tutti avrebbero sfigurato accanto a lui. Ci sono tantissimi bravi ballerini qui, ma lui è sempre stato un passo avanti. In Krystal ha trovato qualcuno che, anche se non è proprio alla sua altezza, almeno non lo evita per non fare brutta figura e accetta di ballare con lui, standogli dietro meglio degli altri. Credo gli siano venuti dei dubbi sui suoi sentimenti, ma solo perché lui vive per il ballo e trovare la partner perfetta è stato come trovare l'anima gemella. 
Lanciai un'occhiataccia a Chanyeol, che subito si corresse.
- Nel ballo. Solo nel ballo. La tua rabbia è perfettamente giustificata Kyungsoo, ma credimi se ti dico che ora Jongin sta così male, che si è risvegliato dal suo mondo dei sogni sul ballo, e ha capito quello che ti ha fatto. 
Kyungsoo restava in silenzio e, sia io che Chanyeol, aspettammo pazientemente la sua risposta.
- Ci devo pensare. 
Sospirammo entrambi di sollievo e, per il resto del tempo, nella stanza ci fu silenzio. Quando finimmo di mangiare, Chanyeol spostò i vassoi e si piegò, per rimboccare le coperte a Kyungsoo.
- Cosa fai? - gli chiese il mio amico, confuso.
- Adesso tu farai la nanna e ti riposerai - gli disse, come se stesse parlando a un bambino. 
- Aspetta, voglio abbracciare Baekhyun. Solo così riesco a dormire. 
Sospirai e feci per scendere dal mio letto, ma Chanyeol scosse la testa.
- No, Baekhyun serve a me. Tu riposati e non pensare a cose brutte. Tutto si sistemerà, Kyungsoo. Vedrai.
Il mio amico non disse niente, ma poi sentii che si muoveva sul letto e, subito dopo, restava immobile. 
Chanyeol rimase in silenzio ancora qualche secondo, poi mi guardò. 
- Usciamo? 
- Sì, ti prego. 
Saltai giù dal mio letto ed insieme scappammo fuori dalla stanza. Andammo fino alla mensa, per restituire i vassoi e poi ci incamminammo, senza una meta.
- Non sai quanto sono stato felice di vederti - dissi - Non ne potevo più di stare in quella stanza. Dovevo aspettare che Kyungsoo si appisolasse anche per andare in bagno. 
Chanyeol rise: - Mi dispiace tanto per quei due, ma credo che questa rottura serva ad entrambi. Kyungsoo stava rovinando la loro relazione con la gelosia e Jongin la stava rovinando con il suo disinteresse verso il suo ragazzo. 
- Tu credi che si rimetteranno insieme? - gli chiesi e lui annuì. 
- Sono fatti l'uno per l'altro. Torneranno insieme. 
Mentre camminavamo, le nostre mani si sfioravano continuamente e di proposito. Improvvisamente, Chanyeol afferrò la mia e io non la spostai, anzi, strinsi la presa. 
Stavamo passeggiando mano nella mano e mi piaceva, quella sensazione. 
Anche se avevamo tante cose da dirci, non parlammo molto.
Entrambi ci stavamo godendo quel momento, senza rovinarlo con le parole e i discorsi complicati. 
Girammo fino ad arrivare di nuovo davanti alla mia camera. Era il momento di dare la buonanotte a Chanyeol, ma non volevo. 
Lui si accorse che c'era qualcosa che non andava, come sempre. Non potevo davvero nascondere niente a quel gigante. 
- Va tutto bene? - chiese, senza lasciare la mia mano e portò l'altra ad accarezzarmi una guancia. 
Io non gli risposi e mi fiondai tra le sue braccia. L'avevo colto di sorpresa, ma non perse tempo e ricambiò il mio abbraccio.
- Ti voglio bene, Chanyeol.
Lo sentii irrigidirsi e mi strinse più forte a sé.
- Facciamo passi avanti. 
Ridacchiai: - Non lo dico a molte persone, perciò sentiti onorato.
Chanyeol sciolse l'abbraccio e prese il mio viso tra le mani.
Voleva baciarmi? Va bene!
Invece no, o meglio, mi baciò la fronte.
- Buonanotte Baek. Ci vediamo domani a lezione. 
- Buonanotte - mi alzai in punta di piedi e gli diedi un bacio sulla guancia.
Poi aprii la porta della camera e, prima di entrare, lo salutai ancora con la mano. 
Una volta dentro, restai qualche minuto appoggiato alla porta, con una mano all'altezza del cuore, cercando di calmare il suo battito impazzito.



 
POV LUHAN

Fu come se, quella notte nel bosco, fosse stata la miccia che fa esplodere la bomba. 
Io e Sehun passammo tutto il week end a rotolarci tra le lenzuola. O meglio, un po' tra le mie lenzuola e un po' contro gli alberi del bosco. Non riuscivamo a stare più di mezza giornata senza vederci e, appena i nostri occhi si incrociavano, i vestiti volavano via. 
Lo so, sarei dovuto essere più responsabile e maturo perché, in fondo, ero io l'adulto tra i due. 
Ma Sehun era troppo... troppo! 
Dopo una pausa pranzo nella radura, gli dissi che dovevo preparare la lezione per il giorno dopo, perciò non ci saremmo potuti vedere. 
Lui sbuffò e protestò, ma sapeva che non potevo di certo trascurare il mio lavoro. 
Perciò ero in classe, domenica sera, a preparare la lezione. 
Sbadigliai e mi stropicciai gli occhi: per colpa di tutto quel sesso, ero rimasto parecchio indietro e mi sarebbe servita metà della notte per finire di preparare tutto. 
Guardai l'ora e vidi che era da poco passata la mezzanotte: Sehun era sicuramente già a letto. Mi aveva proposto di vederci nella sua camera qualche volta, ma non volevo correre il rischio che i suoi amici ci sorprendessero.
Sapevo che sapevano di noi e la cosa non mi preoccupata perché, se si fidava Sehun, mi fidavo anch'io. 
Ma in ogni caso non ci tenevo a farmi beccare in quella situazione da degli studenti. 
Avevo le palpebre pensanti, ma dovevo assolutamente finire almeno per le lezioni dei successivi due giorni. 
Ero talmente concentrato che, quando qualcuno bussò alla finestra della classe, sussultai e quasi caddi dalla sedia.
Alzai lo sguardo e... Sehun? 
Andai subito ad aprirgli la porta.
- Che cosa ci fai qui?! - esclamai e lui mi zittì con un bacio a stampo. 
- Da quand'è che chiudi la porta a chiave? 
Non aspettò nemmeno la mia risposta ed andò a sedersi al suo banco. 
- Dovresti essere a letto, Sehun. Se ti avessero scoperto ti avrebbero messo in punizione. 
Sehun fece spallucce: - Ma non mi hanno scoperto, giusto? 
Sospirai e tornai alla cattedra, per finire il mio lavoro. Quel momento, con me seduto a lavorare e Sehun che mi fissava dal suo posto, mi fece tornare in mente i primi giorni in cui l'avevo conosciuto. 
Gli sorrisi: - Non hai anche tu uno strano senso di deja vu? 
- Ricordo tutte le volte che ho immaginato di fare sesso con te qui.
Arrossii ed abbassai lo sguardo, facendolo ridere.
- Sei un ragazzino pervertito, lo sai? Mi riferivo a quando tu mi aspettavi per aiutarmi a portare la mia roba da un posto all'altro. 
- Avevo capito - Sehun mi fece l'occhiolino - Ti aiuto anche stasera.
Lo ringraziai con un sorriso, poi cercai di finire velocemente il lavoro. All'improvviso, Sehun si alzò dal suo posto ed iniziò a vagare per la stanza. Non ci feci molto caso, finché non mi resi conto che stava chiudendo tutte le tapparelle delle finestre.
- Che stai facendo? - chiesi confuso.
- Niente - disse lui, innocentemente. 
O meglio, ci provò a farlo risultare innocente.
- Sehun - lo ripresi, in tono severo. Ogni tanto Luhan Il Professore prendeva il controllo. 
- Tu continua, non farti distrarre da me - disse, chiudendo l'ennesima tapparella.
Sbuffai e provai ad ignorarlo, ma la presenza di Sehun era così ingombrante, in senso positivo ovviamente, che la mia mente non poteva pensare ad altro che a lui. Quando finì di chiudere tutto, si avvicinò alla cattedra e mi abbracciò da dietro, iniziando poi a baciarmi il collo.
E lì capii. Sì, ci avevo messo un po'. 
- Sehun no! - mi spostai e mi girai, per guardarlo - Non qui. 
- Dai Luhan. È da quando ti conosco che ho questa fantasia. 
- Non faremo sesso in classe, levatelo dalla testa! - sbottai ed iniziai a raccogliere i miei spartiti. 
Appena mi alzai, Sehun mi intrappolò contro la cattedra. 
- Andiamo Luhan, mi stai davvero dicendo che non ti eccita farlo sulla tua cattedra? - sussurrò vicino al mio orecchio e io sentii un brivido corrermi lungo la schiena. 
Come faceva a farmi quell'effetto? 
- Sehun... - ansimai - E se ci vede qualcuno?
- Ho chiuso tutto e pensano che siamo a letto. Non ci scoprirà nessuno. 
Sospirai e mi girai nel suo abbraccio, facendo andare le mie labbra subito in contatto con le sue. 
Devo ammettere che, fare sesso sulla mia cattedra e in giro per l'aula, si rivelò più eccitante di quanto pensassi.
La sapeva lunga, quel ragazzino pervertito.

 

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Capitolo 23
*** 23. QUANDO SARAI IL MIO RAGAZZO ***


23. QUANDO SARAI IL MIO RAGAZZO 

 

POV BAEKHYUN

"Spero che ti stia divertendo e stia studiando tanto, lì al campo estivo".
Stavo leggendo l'ultima lettera che mi aveva mandato mia madre. Quel campo era così sperduto che, per comunicare con il mondo esterno, dovevamo usare le lettere. I miei genitori erano molto impegnati con il lavoro, le feste, la beneficenza, il golf... ma riuscivano a mandarmi una lettera a settimana e questo mi bastava. Almeno mi ricordavano che c'era un mondo lì fuori e che, prima o poi, ci sarei dovuto tornare. 
"Le polaroid del campo che ci hai mandato erano bellissime, sembra un villaggio dei fuorilegge".
Per mia madre una costruzione di legno in mezzo al bosco era da considerarsi dei fuorilegge.
"Quelli sono i tuoi amici? Sono molto carini e sembrano felici, nonostante le umili origini".
Le avevo mandato una foto che avevo fatto con Kyungsoo, Chen e Suho. Lasciamo stare.
"E con l'amore come va? So che dovresti concentrarti sulla musica, ma conosco il mio bambino e so che non può non aver ammaliato qualche bel ragazzone dei boschi". 
Mi venne un po' da ridere ad immaginare Chanyeol come un ragazzone dei boschi, con la camicia a quadri, le manone strette intorno al manico di un'ascia. Basta così. 
"Io e tuo padre siamo sicuri che stai studiando tanto".
Vero.
"E che sei lo studente migliore del campo".
Falso.
"E speriamo ti stia piacendo, nonostante i dubbi iniziali".
Vero, ma non lo avrei mai ammesso.
"Non vediamo l'ora che torni a casa Baekkie. Ci manchi tanto. Mamma e papà".
Sorrisi e mi girai a pancia in giù, sul mio letto. Aprii il mio quaderno ed iniziai a scrivere una lettera per mia madre. Quel giorno era stato abbastanza tranquillo: avevo avuto solo lezione di canto e, subito dopo, Chen e Kyungsoo mi avevano chiesto di fare una passeggiata fino al lago con loro. Ma io avevo bisogno di stare un po' da solo con i miei pensieri e i miei dubbi. La lettera di mia madre era arrivata al momento giusto: avevo voglia di scriverle tutto quello che mi stava succedendo, così magari mi sarei schiarito le idee. 
Quel pomeriggio dall'esterno non arrivava nemmeno un suono e io chiusi per un attimo gli occhi. 
Sapevo che avrei dovuto restituirla, ma non ce la facevo. Non ancora. 
A cosa mi sto riferendo? Alla maglia che avevo rubato a Chanyeol. Quella che mi aveva prestato per dormire, la sera del ballo.
L'avevo tenuta per non cambiarmi davanti a lui, mettendolo ancora di più in imbarazzo, ma poi non ce l'avevo fatta a ridargliela e, ora che ero tutto solo, la stavo indossando. Averla addosso mi dava una sensazione strana, come di protezione. Non so, era una cosa così stupida, ma non mi importava.
Mi piaceva averla con me, perciò me la sarei tenuta. Se me l'avesse chiesta indietro, gli avrei detto che era bruttissima e l'avevo buttata via. Semplice. 
Ripresi a scrivere sulla carta come un matto e non sentii subito bussare. Solo quando i colpi si fecero più forti, me ne accorsi.
- Avanti!
Ero sempre più convinto di essere in grado di evocare quel gigante perché, ogni volta che pensavo a lui, appariva. 
E infatti era entrato in quel momento nella mia camera, con il sorriso che andava da un elfico orecchio all'altro. 
- Ciao Baek, che stai facendo? 
Sventolai i fogli che avevo in mano.
- Scrivo alla mia famiglia. 
Lui si avvicinò al mio letto ed appoggiò il mento sul materasso, accanto al mio braccio. 
- Posso stare qui con te?
Eh. Bella domanda, caro il mio gigante. 
Annuii, e mi spostai un po' di più verso il muro. Chanyeol si arrampicò nel mio lettino e si sdraiò a pancia in su, accanto a me.
- Come stanno i tuoi genitori? 
- Molto bene. Sempre super impegnati e snob. 
Chanyeol ridacchiò: - Non ti assomigliano affatto vedo.
Gli tirai una gomitata, facendolo ridere ancora di più. 
- Come sta oggi Kyungsoo? - mi chiese dopo qualche secondo. 
- Meglio. Io e Chen l'abbiamo letteralmente trascinato a lezione tutta la settimana, ma non può perdere ore in questo modo. E Jongin? 
Guardai con la coda dell'occhio il gigante e lo vidi sospirare, preoccupato. 
- È sconvolto. Si trascina per il campo solo perché sa che deve andare a lezione. 
- Dovremmo costringerli a parlare. 
- Sono d'accordo. 
Restammo in silenzio per alcuni secondi, mentre riflettevamo sulla situazione disastrosa in cui erano finiti i nostri amici. - Non dobbiamo preoccuparci, sono sicuro che risolveranno tutto - disse Chanyeol sorridendo incoraggiante, poi indicò il mio quaderno - Ma tu continua pure la tua lettera, non volevo interromperti.
- Okay...
Ripresi a scrivere anche se, è inutile dirlo, non riuscivo più a concentrarmi come prima. 
E non perché fossi in pensiero per Jongin e Kyungsoo, ma per la vicinanza del gigante.
Chanyeol se ne stava zitto e buono, con piena visuale sulla mia faccia concentrata e, infatti, mi stava fissando. 
La cosa però non mi dava fastidio, anzi.
Sorrisi, senza guardarlo: - Mia madre mi ha chiesto se ho conquistato un ragazzone dei boschi.
Lui scoppiò a ridere, facendo un po' traballare il letto.
- Se posso essere considerato così allora sì, mi hai conquistato. 
Arrossii violentemente e lui se ne accorse.
- Non arrossire.
E come faccio, stupido gigante? 
- Tu allora non dire certe cose. Almeno non farlo mentre siamo qui, da soli.
- Perché, hai paura di non riuscire a controllarti?
Finalmente lo guardai: nella posizione in cui eravamo, i nostri visi erano uno sopra l'altro. 
- E tu? Riusciresti a controllarti? 
Lui non rispose: se ne stava zitto a guardarmi negli occhi. 
Una situazione del genere avrebbe irritato ed infastidito il vecchio Baekhyun.
Che mi aveva fatto quel posto? Mia madre non mi avrebbe nemmeno riconosciuto, al mio ritorno.
- Baek?
- Dimmi.
- Perché indossi la mia maglia? 
Cazzo!
- Io, ehm... beh sai...
- Vuoi tenerla? Se ti piace te la regalo.
Mi fa schifo, ma è tua. Per quello voglio tenerla. 
Ma questo era meglio non dirglielo. 
Dovevo fingere.
- Questa è tua? - chiesi, con tutta la sorpresa e l'incredulità di cui ero capace - Ora si spiega tutto! Infatti non ricordavo di aver comprato una maglietta così brutta. 
- Stai mentendo. 
E va bene.
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai: - Sì, sto mentendo. Me la sono tenuta perché... beh, perché è tua.
- Non credevo fossi un cleptomane.
Chanyeol rise, quando gli diedi uno spintone. 
- Stupido! Ti ho appena detto una cosa tenera. 
- L'ho sentita. 
Sorrise e con una mano cominciò ad accarezzarmi il fianco. 
- Ti posso regalare altri vestiti, se vuoi. 
- E correre il rischio di farti andare in giro nudo? Beh... - immaginai la scena e non era per niente male.
Lo vidi arrossire ed era così tenero che non potei non regalargli quel sorriso che lo faceva quasi svenire ogni volta. 
Il sorriso che piaceva a tutti ma che solo a Chanyeol dava un evidente effetto di smarrimento. 
Vedendolo, lui si irrigidì e si fece serio di colpo, poi portò la mano che non stava vagando sul mio fianco, a toccarmi la guancia. 
Con il pollice accarezzò il mio zigomo, poi scese sul labbro inferiore. 
Io non osavo nemmeno respirare, per evitare che smettesse. 
- Vorrei tanto che questo sorriso fosse solo per me - disse quasi sussurrando.
Avrei voluto rispondere con una frase ad effetto, qualcosa di altrettanto dolce. Invece la mia mente si era svuotata e il cuore stava per vincere una gara di velocità. Era raro riuscire a lasciarmi senza parole. 
Avvicinai piano il viso al suo e lui fece lo stesso, fino a che le nostre labbra furono a pochi millimetri di distanza. 
Poi mi baciò. E io baciai lui.
Era diverso dal primo bacio, che era stato più un contatto da parte mia. Era diverso anche dal secondo, molto più passionale e finito malissimo. 
Questo era dolce, gentile, lento. 
Ci stavamo prendendo il nostro tempo, senza fretta. 
Misi una mano sul petto di Chanyeol e sentii il suo cuore battere forte: batteva così grazie a me, alla mia vicinanza, al mio bacio.
Era così rassicurante sentirlo e sono sicuro che anche il mio cuore battesse allo stesso modo. 
Chanyeol mi attirò gentilmente verso di sé e io mi lasciai guidare, fino a finire sopra di lui. 
Ero sicuro che non volesse spingersi fino in fondo, cosa che io invece avrei fatto più che volentieri, ma forse voleva solo sentire il mio corpo contro il suo. Sentire che quello che stava succedendo era reale.
Separò appena le nostre labbra, per permetterci di riprendere fiato. 
- Tutto bene? - mi chiese. 
Aveva le guance rosse e gli occhi che brillavano. 
Annuii: - Potrei abituarmi ai tuoi baci. 
- Ne puoi avere quanti vuoi, ti basta solo...
Gli impedii di continuare, baciandolo ancora. Lui lasciò perdere quello che stava per dire e infilò le mani sotto la mia, anzi sua maglia, facendole poi scorrere sulla mia schiena. Avevo i brividi e mi stavo eccitando: se non ci fossimo fermati subito, sapevo che nessuno dei due si sarebbe più trattenuto.
E chi se ne frega! 
Feci scivolare la mano che era sul petto, più giù, sempre più giù, e lasciai che la mia lingua torturasse la sua.
- Baekhyun, ti stanno cerc... O MIO DIO!
Io e il gigante sussultammo e guardammo verso la porta della camera, dove c'era Suho, con gli occhi chiusi e il viso tutto rosso.
- C-cosa state facendo?!
- Secondo te? - sbottai, arrabbiato per quella interruzione.
- Baek, il professor Henry ti stava cercando. Devi andare nella sua classe - disse Suho e mi indicò l'uscita della camerata, senza però aprire gli occhi.
Io sbuffai ed appoggiai la fronte sulla spalla di Chanyeol, che stava ridacchiando.
- Dai vai, non farlo aspettare. Magari deve dirti una cosa importante. 
Visto che Chanyeol mi spingeva ad andare e che comunque Suho non sembrava avere intenzione di abbandonare la stanza senza di me, mi sforzai di allontanarmi dal gigante. 
- Possiamo continuare più tardi - dissi io, ma Chanyeol scosse la testa.
- Possiamo continuare quando sarai il mio ragazzo. 
Sbuffai e, prima che potesse sfuggirmi, gli diedi un altro bacio, ma la voce di Suho ci interruppe di nuovo.
- Baekhyun?
Uffa... 
Ci mettemmo entrambi seduti e io scesi le scalette del letto a castello.
- Stai scendendo? - chiese Suho, che aveva ancora gli occhi chiusi. 
- Non lo so, guarda - risposi scocciato e uscii, sentendo il - Non ci penso nemmeno! - di Suho e la risata di Chanyeol. 
 
*

Entrai nell'aula di pianoforte che al momento era vuota, fatta eccezione per il professor Henry, intento a sistemare degli spartiti. 
- Mi cercava? - chiesi, raggiungendolo. 
- Sì, Baekhyun. Spero di non averti disturbato. 
- Certo che no. Non stavo facendo nulla di interessante. 
Alzai le spalle e Henry rise: dovevo avere scritto in faccia che stavo mentendo. Forse avrei dovuto darmi una sistemata, prima. 
- Volevo parlare con te di una cosa. 
Incrociò le braccia al petto e si appoggiò al pianoforte.
- Ormai siamo a metà del campo estivo e mi chiedevo se avevi cominciato a pensare alla tua audizione. 
Oh. L'audizione. 
Non che l'avessi dimenticata, certo, ma di sicuro non occupava costantemente i miei pensieri. Diversamente dalla prima volta.
Qui ero troppo impegnato: mi avevano distratto il torneo, lo spettacolo, Chanyeol, il ballo, la voglia di prendere bei voti ai corsi, Chanyeol, le lezioni, Chanyeol... 
- Io veramente non ci ho ancora pensato, ma credo che porterò la stessa canzone dell'altra volta - dissi, e Henry aspettò qualche secondo prima di parlare.
- Perché non porti una canzone originale? 
Silenzio. 
Come? 
Annuii: - Buona idea, chiederò a Chanyeol di scrivere qualcosa perfetto per me. Farò un figurone! - dissi con entusiasmo e mi voltai per andarmene, prima che Henry dicesse quello che temevo.
- Baekhyun.
Accidenti. Mi rivoltai, giocando nervosamente con le mie dita.
- Intendevo qualcosa scritto da te. 
- Lo immaginavo - dissi - Ma io non sono capace di...
Henry si spostò dal pianoforte e venne verso di me: - Nessuno ti vieta di chiedere aiuto e sono sicuro che Chanyeol sarebbe ben felice di aiutarti. Ma credo che, un brano composto da te, farebbe colpo sugli esaminatori. Inoltre, se lo esegui bene, avrai sicuramente la strada spianata e ti accetteranno. 
Aveva assolutamente ragione, ma non avevo mai preso in considerazione l'idea perché non volevo andare ad incastrarmi in qualcosa che non sapevo fare. 
Avevo già fallito una volta e questa sarebbe stata la mia ultima possibilità di entrare nella scuola dei miei sogni: un fallimento non era accettabile.
- Da solo non ce la farò, però se Chanyeol mi aiuta... - dissi, ma Henry mi interruppe subito. 
- Chanyeol non ci sarà sempre per aiutarti, Baekhyun.
Poi il professore sospirò e mi mise una mano sulla spalla.
- Chiedigli aiuto, ma il grosso del lavoro devi farlo tu. Lui può consigliarti e correggere i tuoi errori, può spronarti e aiutarti a tirare fuori quello che hai dentro. Ma dev'essere una tua canzone. 
Annuii sovrappensiero: stavo già pensando a come organizzare le mie giornate, per poter lavorare per l'audizione ogni giorno, fino alla fine del campo.
- Ce la farai, Baekhyun - Henry mi diede una pacca sulla spalla che mi risvegliò dai miei pensieri - Sei uno degli studenti più bravi che ho mai avuto. Aspetto tue notizie per darti un'opinione sulla canzone. Sempre se la vorrai. 
Ringraziai il professore ed uscii dall'aula, sempre più pensieroso.
Sapevo che, se avessi portato una canzone interamente scritta da me, gli esaminatori mi avrebbero guardato con occhi diversi ed avrei avuto più possibilità di passare l'audizione. 
Ero pronto a far scontrare il vecchio, perfettino, prevedibile Baekhyun con questo nuovo, più o meno creativo Baekhyun.
Avrei passato quell'audizione, ma non ce l'avrei mai fatta da solo.
- CHANYEOL!!

 
 
POV CHEN

- Secondo te siamo abbastanza lontani? - mi chiese Kyungsoo, mentre ci inoltravamo nel bosco, diretti al lago. 
- Lontani dal campo?
- Lontani da Jongin che è al campo.
Sospirai e misi un braccio intorno alle spalle del mio amico. 
- Soo, tu sei consapevole che non potrai evitare Jongin per sempre, vero? 
- Sì, lo so - rispose Kyungsoo, quasi sussurrando.
- Non credi che sarebbe meglio se voi due parlaste una volta per tutte. Certo, vi siete lasciati, ma da quello che mi hai raccontato eri molto arrabbiato con lui. Forse se parlaste, potreste chiarire. 
Kyungsoo scosse la testa: - Non mi fido più di lui. Non me la sento di perdonarlo e nemmeno voglio parlargli. O vederlo. 
Non c'era nulla da fare: Kyungsoo era fisso nella sua decisione. Io e Baekhyun le avevamo provate tutte per convincerlo a parlare con Jongin, senza la rabbia e il dolore della sera del ballo. A mente lucida, forse avrebbero chiarito.
Invece il mio amico non sembrava averne l'intenzione e noi non ce la sentivamo di insistere ancora. 
Per evitare che Kyungsoo si chiudesse ancora in camera a piangersi addosso, avevo proposto una passeggiata fino al lago, dove sapevo ci avrebbe aspettato Xiumin. 
In realtà l'appuntamento era solo per me, ma come potevo restare a sbaciucchiarmi con Xiumin sapendo che in camera c'era un Kyungsoo triste e depresso. 
- È stata bella la tua idea di venire al lago - mi disse, dopo un po' che camminavamo, il mio amico - Peccato che Baek non sia venuto. 
- Figurati se veniva a camminare in mezzo al bosco pieno di insetti.
Ridemmo entrambi e fui felice di vedere il sorriso sulle labbra del mio amico.
- Spero non ci sia nessuno - disse. 
- Tranquillo, avremo il lago tutto per noi oggi. Ci sarà solo Xiumin.
Kyungsoo annuì e poi sorridemmo entrambi: tra gli alberi si intravedeva il lago.
 
*

Lago tutto per noi? 
Col cavolo. 
Ma perché avevamo così tanta sfortuna?
Appena eravamo usciti dalla boscaglia, eravamo stati travolti da urla, schiamazzi e risate: il lago e la sua riva erano pieni di ragazzi e ragazze che si divertivano. 
Praticamente quasi tutto il campo era lì. 
Io e Kyungsoo alzammo gli occhi al cielo nello stesso momento.
- Come non detto - sbuffai.
- Non fa niente, la cosa importante è che non ci sia Jongin. 
- Ciao Kyungsoo.
Ma dai!
Jongin si stava avvicinando lentamente a noi, come se avesse avuto paura che, facendo un movimento brusco, avrebbe fatto scappare Kyungsoo. 
Il mio amico era pietrificato e guardava a terra, perciò decisi di intervenire.
- Hai visto Xiumin? - chiesi al ragazzo e lui annuì, indicando un punto poco distante da noi.
- Siamo tutti lì, se volete seguirmi.
Jongin lanciò un'altra occhiata a Kyungsoo, che però continuava a trovare le sue scarpe incredibilmente interessanti, poi si avviò e io afferrai il mio amico per mano, trascinandolo con me.
Poco distante dalla riva e in un punto in cui non c'era molta confusione, c'erano Sehun, Lay e Xiumin letteralmente spiaggiati a prendere il sole. 
E io che speravo Xiumin non ci restasse male se avevo portato Kyungsoo al nostro appuntamento. 
Il mio ragazzo si abbassò gli occhiali da sole e mi sorrise: - Ciao, ragazzi. 
Gli lanciai un'occhiataccia, poi indicai Kyungsoo e Jongin. Lui alzò le spalle come a dire che non ci poteva fare niente.
- Se vuoi ce ne andiamo - dissi a Kyungsoo, girandomi verso di lui, ma il mio amico scosse la testa.
- No, restiamo. Non preoccuparti per me, io sto bene. 
Gli sorrisi ringraziandolo, poi ci sedemmo accanto ai tre divi da spiaggia. Jongin fece lo stesso, ma dal lato opposto rispetto al nostro. 
- Sapete, io e Sehun abbiamo avuto un'idea - disse Lay.
- Cioè? - chiesi incuriosito e un po' spaventato. Chissà quale idea malsana era nata dalla mente di quei due.
Lay si tirò su, appoggiandosi ai gomiti. 
- Visto che domani è sabato e non ci sono lezioni, stasera potremmo fare qualcosa. 
- Del tipo? - ero sempre più spaventato.
- Stasera faranno tutti una festa qui al lago - disse Xiumin.
- Ma noi avevamo pensato a qualcosa di più intimo. Qualcosa per soli uomini - continuò Lay.
Iniziavo ad avere davvero paura.
- Un pigiama party - concluse Sehun.
Io e Kyungsoo ci guardammo per un momento. 
- Un pigiama party? 
- Chi vuole fare un pigiama party? 
Sussultammo tutti sentendo una voce alle nostre spalle, ma era solo Chanyeol.
Il gigante si sedette accanto a Jongin: - Di cosa stavate parlando? 
- Vogliono fare un pigiama party - spiegai.
- Non è una cosa da ragazzine delle medie? - chiese lui e io lo ringraziai mentalmente, perché mi aveva tolto la domanda di bocca. 
- No, è un modo per stare tutti insieme senza il casino della festa - rispose Lay e poi guardò Chanyeol e Jongin, attraverso gli occhiali da sole scuri.
- Ci state? 
Loro due si lanciarono un'occhiata e poi annuirono.
- Solo se posso invitare Baekhyun - disse Chanyeol e io ebbi l'impressione che i suoi tre amici alzassero gli occhi al cielo, nascosti dagli occhiali.
- Certo che puoi invitare Baekhyun. L'avevamo già incluso - disse Lay - Anche Suho.
Ci guardò in attesa di una nostra conferma.
- Soo - bisbigliai rivolto al mio amico - Ci andiamo solo se vuoi tu. Non devi sentirti costretto. 
Il mio amico abbassò lo sguardo e poi lanciò un'occhiata veloce a Jongin, che lo stava guardando, triste. 
- Va bene, ci veniamo! - disse dopo qualche secondo e Lay alzò i pollici, entusiasta. 
- Fantastico. Stasera alle 20, nella nostra camera. 
- D'accordo - dissi un po' titubante e guardai Kyungsoo.
- Sei sicuro? 
Lui annui: - Hai detto tu che non posso continuare ad evitare Jongin. E poi non voglio rinunciare a divertirmi per colpa sua. 
Sorrisi e abbracciai Kyungsoo, che rimase per un attimo sorpreso dal mio gesto. 
Avrei fatto in modo che si divertisse e passasse una bella serata.




POV CHANYEOL 

Io e i miei amici stavamo sistemando la camera, visto che di lì a poco sarebbero arrivati gli altri. Sarebbero tutti rimasti a dormire, perciò avevamo arraffato cuscino e coperte da altre camere.
Chiedendoli in prestito, naturalmente. 
Non erano molti i ragazzi rimasti al campo, perché erano quasi tutti alla festa al lago. Però le luci di alcune camere erano accese, perciò non eravamo i soli ad aver evitato la festa. 
Per quanto mi riguardava, piuttosto che passare la serata con un branco di ragazzi urlanti, preferivo sicuramente passarla con i miei amici e con Baekhyun.
Ma anche da solo con lui non sarebbe stato male. 
Quel pomeriggio, dopo il nostro bacio, ero rimasto in uno strano stato di trance. Mi muovevo, parlavo, avevo anche suonato per un po', ma la mia mente era fissa lì. 
In quel preciso momento della giornata, sul letto di Baekhyun.
Avevamo appena finito di sistemare, quando sentimmo bussare. 
- Sono arrivati! - esclamò Xiumin e si precipitò ad aprire la porta, come se Chen potesse sparire se non gli avesse aperto entro 10 secondi.
Un coro di - Ciao! - e - Come state?. - riempì la stanza, ma arrivavano solo da Chen e Suho, perché Kyungsoo era zitto ed imbarazzato. 
Avevamo raccomandato a Jongin di non stargli troppo addosso e, dopo una bella litigata in cui noi insistevamo e lui diceva che non dovevamo impicciarci nella sua relazione con Kyungsoo, alla fine aveva accettato, dando ragione a noi. 
Kyungsoo aveva bisogno di una serata tra amici e, il fatto che tra loro ci fosse anche il suo ex, era una bella sfortuna. Perciò avevamo deciso di fargli passare comunque una bella serata e ciò prevedeva che Jongin se ne stesse buono per un po'. 
Entrati i tre ragazzi, guardai alle loro spalle e, finalmente, vidi apparire Baekhyun.
Lui cercò subito i miei occhi e, quando li trovò, mi fece capire con un cenno che dovevo seguirlo. 
Cercai di non preoccuparmi, ma era difficile non farlo, visto che voleva parlarmi da solo.
Lo seguii fuori: - Ehi, che succede?
- Volevo parlarti di due cose.
Giocava nervosamente con le sue mani e ciò mi fece preoccupare ancora di più. 
- Dimmi.
- Prima cosa - Baekhyun alzò un dito ad indicare un 1 - Oggi, dopo aver parlato con il professor Henry, ho incontrato Taeyong.
Strinsi istintivamente le mani a pugno: - E?
- E mi ha chiesto scusa per quello che era successo alla festa. Incredibile vero? Mi ha evitato per tutta la settimana e poi, solo perché quasi ci scontriamo camminando, si degna di scusarsi per essersi comportato da stronzo. 
Vederlo così arrabbiato con Taeyong mi provocò un moto di vittoria. E non mi dispiacque per nulla.
- Tu cosa gli hai detto? - gli chiesi e Baekhyun sospirò. 
- Gli ho detto che lo perdono, ma che è stato davvero stronzo. Poi gli ho detto che venivo qui a fare un pigiama party stasera e mi ha chiesto se poteva unirsi a noi.
La risata che avevo fatto per la prima parte della frase, mi morì in gola sentendo il resto. 
Non aveva invitato Taeyong alla nostra serata, vero?!
- E t-tu... gli hai detto di sì? - chiesi, preparandomi già ad una serata d'inferno. 
Baekhyun mi guardò triste e dispiaciuto, per poi aprirsi in un sorriso bellissimo.
- Gli ho detto di no. Che questa serata l'avrei passata con i miei amici. Poi me ne sono andato, salutandolo con la mano. Avresti dovuto vedere la sua faccia...
Non lo lasciai finire e lo abbracciai.
- Mi hai fatto prendere un colpo. Stavo già per andare a prendere un coltello in cucina. 
- Non ti avrei mai fatto una cosa del genere - disse Baekhyun, ridacchiando - O meglio, non te l'avrei fatta di nuovo.
Sorrisi e sciolsi l'abbraccio: - La seconda cosa?
Prima che Baekhyun potesse rispondere, Suho uscì per chiamarci: aveva le mani a coprirgli gli occhi.
- Stiamo aspettando solo voi due - disse e, sia io che Baekhyun ridemmo.
- Che stai facendo? 
- Non ho più intenzione di vedervi fare certe cose, chiaro?
- Non stiamo facendo niente - Baekhyun sbuffò e poi si rivolse a me - Parliamo più tardi, va bene?
- Certo, ormai siamo abituati ad essere interrotti.
Lui rise ed entrambi seguimmo Suho dentro la camera. 
Gli altri erano già tutti seduti a terra, in cerchio. Io e Baekhyun ci sedemmo vicini, lui accanto a Kyungsoo e io a Xiumin.
- Allora, ragazzi. 
Lay fece scorrere lo sguardo su tutti noi:
Sehun, Suho, Jongin, Chen, Xiumin, io, Baekhyun e Kyungsoo. 
- Ho pensato ad un modo per rendere questa serata molto molto interessante. Potremmo fare un gioco. 
- Mi piacciono i giochi! - esclamò entusiasta Baekhyun - Cosa proponi?
Lay si scambiò un'occhiata complice con Sehun, poi ci guardò in modo solenne.
- Obbligo o verità.

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Capitolo 24
*** 24. OBBLIGO O VERITÁ ***


24. OBBLIGO O VERITÁ
 
 
POV BAEKHYUN

- Obbligo o Verità? Stai scherzando? - chiese Suho, con un tono di voce stridulo.
- Oh sì - Lay ghignò, scrutandoci, come se potesse leggere i nostri pensieri. 
Io mi scambiai un'occhiata un po' spaventata con Chanyeol e, dalla sua espressione, capii che non sapeva l'idea che avevano avuto i due ragazzi per la serata. 
Eravamo tutti nella camera 61, quella di Chanyeol e dei suoi amici. Ci eravamo appena seduti quando Lay aveva proposto Obbligo o Verità come gioco per il nostro pigiama party da ragazzine delle medie. Quel pomeriggio Chen era venuto da me e mi aveva detto che gli altri ragazzi avevano avuto questa idea. Lì per lì non volevo credere che preferissero una serata tranquilla piuttosto che andare alla festa sul lago, con il resto del campo.
Ma l'idea era stata di Lay e Sehun, perciò dovevo immaginare che non sarebbe stata affatto una serata tranquilla. 
- Va bene, giochiamo! - esclamai, contento.
Avevo già giocato un sacco di volte a quel gioco ed ero super bastardo con gli obblighi, ma prima dovevo capire fin dove erano disposti a spingersi, quella sera.
- Per chi non conoscesse il gioco - disse Lay e, inconsciamente, guardò Suho che ricambiò con un'occhiataccia - Ognuno di noi dovrà scegliere un compagno che, a sua volta, deciderà se ricevere un obbligo o se dire una verità, ovviamente entrambi decisi da chi l'ha nominato. 
- Sappiamo come si gioca - Sehun alzò gli occhi al cielo - Iniziamo.
Lay annuì: - Allora dovrebbe iniziare chi ha parlato per primo.
Detto ciò, puntò lo sguardo su Suho che spalancò gli occhi. 
- Inizia Suho, così vediamo se ha capito le regole. 
- Pensi davvero che io non ci abbia mai giocato? 
Rispondemmo con un coro di - Sì! - e Suho arrossì, borbottando che lui era troppo maturo per fare quei giochi da ragazzini. Poi indicò Lay, con sfida.
- Obbligo o Verità? 
Lay sorrise tranquillo, convinto che Suho non fosse un grande pericolo. 
- Verità. 
- Hai mai fatto qualcosa di illegale?
Appena Suho pronunciò la domanda, le reazioni degli amici di Lay furono immediate.
Sehun scoppiò a ridere, tanto da rotolare a terra; Chanyeol si strozzò con la sua stessa aria ed iniziò a tossire; Xiumin sgranò gli occhi ed ignorò Chen, che gli chiedeva perché tutti reagivano così; invece Jongin si limitò a guardarsi intorno, fingendo di non sapere di cosa stavano parlando. 
- Che succede? - chiesi a Chanyeol, ridacchiando, e gli diedi delle pacche sulla schiena. 
Lui non mi rispose e tutti guardammo Lay, che era l'unico a sorridere tranquillo. 
- Caro amico mio - disse, rivolto a Suho - Credo sia meglio non risponda a questa domanda. 
Suho spalancò gli occhi: - P-perché? 
- Perché poi potreste diventare tutti persone informate sui fatti, e non mi sembra il caso. 
Scoppiammo tutti a ridere, tranne Suho ovviamente.
- Hai fatto cose tanto brutte? - chiese Chen, tra le risate.
- Niente di così grave da finire in prigione, vero? - ero curioso anch'io e pendevo dalle labbra di Lay. Che aveva combinato quel ragazzo?
- Beh, c'è stata quella volta in cui io e Chanyeol...
- Lay! - esclamò il gigante e fulminò il suo amico con lo sguardo - Avevamo detto che ce lo saremmo portati nella tomba. 
- Va bene va bene - Lay alzò le mani e rinunciò al racconto, deludendo me e Chen, che sembravamo due bambini in attesa della favola della buonanotte. 
Sbuffai e bisbigliai a Chanyeol: - Me lo racconterai, prima o poi? 
Il gigante scosse la testa, senza guardarmi in faccia: - Te lo scordi.
Tutto quel mistero mi fece ridere e, notando l'espressione ancora imbarazzata di Chanyeol, gli passai una mano sul braccio, per confortarlo. 
- Visto che la domanda è stata rivolta a me - disse Lay, dopo qualche secondo - Scelgo io. 
Il suo sguardo finì la sua corsa... sulla mia faccia. 
Accidenti.
- Baekhyun, obbligo o verità? 
Deglutii a vuoto e giocai nervosamente con le mie dita. Lo ammetto: Lay mi terrorizzava. Non nel senso che avevo paura di lui, ma l'avevo di quello che avrebbe potuto farmi fare, se avessi scelto obbligo. Perciò...
- Verità. 
- Secondo te, in tutto il SM Camp, chi è il migliore nel canto? 
- Ovviamente i...
Mi interruppi e 8 paia di occhi si girarono a fissarmi, in attesa.
Il mio primo istinto era stato dire che ero io perché, non mentiamo, ma io sono il migliore. 
Ero il migliore. 
Ora non più. 
Cioè, diciamo che... wow, che domanda difficile! 
- Sta facendo una lotta con sé stesso - sussurrò Chen, per spiegare agli altri il mio silenzio.
Credevo di essere il migliore e forse, tra le persone con cui mi ero confrontato in tutti quegli anni, lo ero davvero. Ma al Sound Music Camp avevo sbattuto la faccia contro il talento enorme di questi ragazzi. Non facevo schifo, in confronto a loro, ma ero consapevole del fatto che alcuni di loro erano una spanna sopra di me.
Senza dubbio. 
E uno di loro era in quella stanza. Potevo dirlo ad alta voce, senza che un meteorite mi colpisse in testa?
Il vecchio Baekhyun stava per evaporare. 
- Kyungsoo - dissi dopo la mia attenta riflessione - Il migliore di tutto il SM Camp è Kyungsoo.
Con la coda dell'occhio vidi lo sguardo ammirato ed incredulo di Chanyeol, mentre Lay sorrideva soddisfatto. 
Che stronzo: era stata proprio una domanda a trabocchetto.
- Dici così solo perché siamo amici - provò a protestare Kyungsoo, ma lo ignorammo tutti, perché nessuno era in disaccordo con me. 
Chanyeol avvicinò le labbra al mio orecchio: - Non credevo avresti mai ammesso una cosa del genere.
Ridacchia e sussurrai a mia volta, perché gli altri non sentissero: - È stata durissima, ma era la verità. 
- Per quello che vale - continuò lui - Per me sei tu il migliore. 
Arrossii e lo guardai sorridendo, ma il nostro gioco di sguardi venne interrotto dalla voce di Xiumin.
- Baek, tocca a te.
Giusto. Non eravamo in quella stanza da soli.
Beh, visto che c'ero...
- Scelgo Chanyeol. Obbligo o Verità? 
Il gigante non aveva spostato di un millimetro gli occhi dai miei e nel suo sguardo leggevo sfida e divertimento.
- Obbligo. 
Un coro di ammirazione si alzò dai nostri compagni e io sorrisi malizioso. 
L'hai voluto tu, gigante.
- Ti obbligo - lasciai qualche minuto di suspense, giusto per terrorizzarlo - A fare un balletto sexy. 
Il sorrisetto sul volto di Chanyeol sparì alla velocità della luce, mentre i suoi amici ridevano a crepapelle.
- C-cosa? - balbettò e sul suo viso si dipinsero tutte le gradazioni del rosso.
- Devi farlo, Yeol. È la regola del gioco - disse Sehun, probabilmente consapevole che Chanyeol avrebbe fatto di tutto per evitare il mio obbligo.
Avevo detto di essere un bastardo. 
- È dal primo giorno che ci conosciamo che voglio vederti ballare - ridacchiai - Questa è l'occasione perfetta. 
Jongin non aspettò oltre e prese il suo telefono, scegliendo nella playlist una canzone adatta a quel momento. 
Chanyeol si alzò titubante, non prima di avermi sussurrato un - Me la pagherai - e poi si mise al centro del cerchio, che per l'occasione si era allargato. 
Mi dava le spalle imbarazzato e, dopo qualche attimo per concentrarsi e trovare la forza di farlo, iniziò a ballare. 
Va bene, aveva ragione: faceva davvero schifo. 
Era impacciato e molto più simile ad un pezzo di legno che ad una persona. La sua altezza di certo non aiutava e, ben presto, gli altri ragazzi iniziarono a ridacchiare sotto i baffi e ad incoraggiarlo con delle finte urla di apprezzamento. 
Cosa facevo io nel frattempo? Beh, dalla mia posizione avevo piena visuale sul posteriore di Chanyeol e mi ritrovai anche a piegare leggermente la testa, per guardarlo meglio. 
Perché non mi ero mai accorto che aveva un bel culo? Ero sicuramente stato distratto dalle orecchie...
Mentre fantasticavo, finalmente il gigante si girò anche verso di me, continuando a fare i suoi movimenti orribili che, piano piano, stavano migliorando: ci stava prendendo la mano.
Era rosso fino alla punta delle orecchie ma, quando la canzone stava per finire, si inginocchiò sul pavimento e beh... lascio immaginare cosa fece.
Gli altri ragazzi urlarono peggio che allo stadio, io invece ero morto.
Anzi, mi ero pietrificato con un'espressione da idiota in faccia.
Finita la musica, finì anche il balletto di Chanyeol che fece un piccolo ed imbarazzato inchino e tornò a sedersi, accanto al mio cadavere. 
- Tutto bene? - Kyungsoo mi mise una mano sulla spalla, tentando di farmi tornare in me. 
- Mi sono eccitato. - dissi e, subito dopo, mi misi una mano sulla bocca. 
Oh sì, avevo pensato ad alta voce. 
Sperai che nessuno mi avesse sentito, finché non vidi le loro espressioni maliziose e i loro ghigni dipinti in faccia. 
Se mi aveva sentito pure Jongin, che era il più lontano da me, mi aveva sentito sicuramente anche Chanyeol.
Ma non l'avrei mai scoperto, perché non l'avrei mai più guardato in faccia. 
C'era un silenzio totale in quella camera, e tutti gli occhi erano rivolti a me e al gigante al mio fianco che, per interrompere quel momento, riprese il gioco.
- Kyungsoo, obbligo o verità? - la voce di Chanyeol era leggermente tremolante e più roca del solito. Sicuramente era in imbarazzo, ma io non lo sapevo perché non avevo il coraggio di guardarlo. 
- Scelgo verità - disse un intimorito Kyungsoo ed aspettò pazientemente la domanda. 
Domanda che però non arrivava e ciò mi convinse ad alzare lo sguardo sul gigante. Lui stava fissando Jongin e Jongin fissava lui. Stavano chiaramente comunicando con il pensiero e nessuno di noi se la sentiva di interromperli.
- Sei mai stato deluso da qualcuno a cui tenevi? - chiese, infine, Chanyeol. 
Jongin abbassò lo sguardo e, accanto a me, Kyungsoo sospirò. 
- Sì, sono stato deluso dalla persona a cui più tenevo. 
Tutti e sette noi, passavamo lo sguardo da Kyungsoo a Jongin e poi da Jongin a Kyungsoo, come se stessero facendo una partita a tennis. 
- Soo... - provò a dire l'ex ragazzo del mio amico, ma venne subito interrotto da quest'ultimo. 
- No! - sbottò Kyungsoo, facendoci sussultare - Non voglio nessuna scusa, nessuna spiegazione. Sono ancora troppo arrabbiato con te. 
- Ma come facciamo a sistemare le cose se non vuoi nemmeno parlarmi?! - esclamò esasperato Jongin.
- Non prendertela con me! Tutto questo è colpa tua!
- Permettimi di rimediare allora! 
- L'unica cosa che ti farei ora, è darti un pugno.
- Beh, fallo! Fallo se ti può far sentire meglio! 
Mentre quei due si urlavano contro, guardai Chanyeol. Eravamo entrambi ancora in imbarazzo, ma quello che stava succedendo tra i nostri amici ci costrinse a mettere da parte tutto il resto.
- Perché hai fatto quella domanda? - chiesi, forse un po' arrabbiato con lui.
Era stato davvero un colpo basso e non me lo sarei aspettato da Chanyeol.
- Guardali - rispose lui, con calma e io feci come mi diceva - Si stanno dicendo tutto ciò che hanno tenuto dentro finora. Jongin mi ha detto che aveva bisogno di parlare con Kyungsoo perché lui lo evitava da giorni e non aveva ancora avuto nemmeno un'occasione per chiarire e scusarsi. Da quando si sono lasciati, Kyungsoo non ha fatto altro che scappare da Jongin, facendo aumentare così la sua rabbia e il suo risentimento. Credimi, dopo che avrà finito di urlargli contro si sentirà meglio. 
Pensandoci mi resi conto che Chanyeol aveva ragione, come sempre. 
- Non possiamo finirla così, Soo. Non dopo tutti gli anni e le difficoltà che abbiamo superato insieme. - stava dicendo Jongin.
- Magari con Krystal sarà tutto più facile.
- Smettila, Krystal non...
- Smettila tu! - urlò Kyungsoo e nella stanza calò il silenzio - Non voglio parlarne, soprattutto ora, davanti a tutti. 
E così, la discussione si concluse. 
Per qualche minuto nessuno osò aprire bocca, ma poi Kyungsoo si ricompose e sforzò un sorriso.
- Suho, obbligo o verità? 
Il diretto interessato sussultò, sentendo il suo nome.
- I-io??
Kyungsoo annuì e Suho prese un bel respiro profondo.
- Anche se mi fido di Kyungsoo, voi altri mi fate paura. Perciò... verità. 
- È una cosa che mi chiedo da un po' e... beh, sono curioso. Sei innamorato di qualcuno? 
Suho si irrigidì ed arrossì visibilmente. 
- Cosa? I-io innamorato? - scacciò la sciocca domanda con un gesto della mano - Ma no...
- Davvero? - chiese Chanyeol - Non ti piace proprio nessuno?
- Non sarò mica l'unico? - chiese il mio amico, ma il silenzio tombale gli fece capire che sì, era l'unico a non avere almeno una cotta.
Io intanto non dicevo nulla, per non rischiare che qualcuno notasse che ero incluso in quelli che erano innamorati. 
- Stai mentendo. - disse Lay, fissando Suho con gli occhi ridotti a due fessure.
- No!
- Sì, è una bugia. 
Il mio amico si guardò intorno terrorizzato, poi sospirò, arrendendosi.
- Va bene! Sì, sono follemente innamorato di una ragazza. Ma non ho ancora capito se ho una chance con lei, perciò me ne resto nel mio angolino e mi limito a fulminare con lo sguardo tutti quelli che le si avvicinano. 
Oddio, Suho era innamorato?! 
Come diavolo avevo fatto a non accorgermene? Certo, ero stato un tantino occupato a capirci qualcosa su tutta la mia situazione, ma io avevo un radar per queste cose. Invece nulla. 
Ero davvero un pessimo amico.
Mi aggiunsi al coro di Chen e Kyungsoo che chiedevano, increduli, perché non avesse mai detto niente.
- Perché avevate i vostri problemi anche voi - Suho fece spallucce. 
- Ma al ballo hai fatto sorveglianza - disse Xiumin - Non l'hai invitata? 
- Ci ho provato ma, quando stavo per chiederglielo, mi ha detto che aveva già un invito. Perciò non l'ho fatto. 
- Ha un ragazzo? - chiese Sehun, ma Suho scosse la testa.
- È andata con le sue amiche e io, stupido, non ho nemmeno rischiato di invitarla lo stesso. Mi sono subito arreso.
- Dovresti farle capire che ti piace e confessarti. Se sei innamorato, non fartela scappare - Chanyeol sorrise e, per un attimo, guardò me. 
- Ma chi è? - chiesi, per sfuggire allo sguardo del gigante. 
- Ah no, non ve lo dico! 
Provammo a protestare, ma Suho era irremovibile. 
- Chissà cosa potreste fare voi, criminali pervertiti, se sapeste il suo nome. Non esiste che ve lo dica.
- Non vuoi darci nemmeno un indizio? - chiese Chen.
- No.
Borbottammo in coro un - Va bene. - e poi aspettammo che Suho scegliesse chi nominare. 
- Jongin.
Il ragazzo era così immerso nei suoi pensieri, che sussultò, sentendo il suo nome.
- Io scelgo... - guardò Kyungsoo e, sicuramente, pensò che fosse meglio evitare Verità - Scelgo obbligo.
Suho sorrise e, piano piano, il sorriso si trasformò in un ghigno malefico.
Guardai Suho leggermente spaventato: non l'avevo mai visto con quell'espressione. 
- Ti obbligo a prenderti una cuscinata in faccia da tutti, qui in questa stanza, durante il corso della serata. Una cuscinata per ogni persona. Ah, e non devi assolutamente reagire né lamentarti.
Ridacchiai e feci per commentare, ma Kyungsoo si era già alzato e si era diretto verso Jongin, con un cuscino in mano.
Senza dire nulla gli aveva assestato una cuscinata in faccia così forte che avevo sentito dolore pure io.
- Ahi! - commentò Chanyeol e ridacchiammo entrambi. 
Jongin tenne gli occhi chiusi, anche mentre Kyungsoo si andava a risedere, tentando di non protestare.
- Io ho usato il mio colpo - disse il mio amico, con un sorrisetto soddisfatto dipinto in faccia.
- Sapete una cosa? - la voce di Sehun risuonò nella stanza - Io voglio cedere il mio colpo a Kyungsoo.
- Cosa?! - Jongin spalancò gli occhi e Kyungsoo non perse un secondo: si alzò di nuovo e colpì ancora Jongin, più forte di prima.
- Caz-
- Non puoi protestare - Suho bloccò subito Jongin, che stava per propinarci tutto il suo repertorio di parolacce. 
Il ragazzo lanciò uno sguardo d'odio a Sehun che, in tutta risposta, mimò con le labbra un "te lo meriti".
Kyungsoo tornò a sedersi e Chen alzò la mano.
- Anch'io regalo il mio colpo a Soo!
- Pure io - lo seguì a ruota Xiumin e, poi, tutti gli altri.
Ora a Jongin spettavano 6 cuscinate da parte di Kyungsoo.
Il mio amico si lasciò andare ad una risata e io mi scambiai uno sguardo con Chen: erano giorni che non lo sentivamo ridere ed eravamo felici di vedere che si stesse divertendo. 
Jongin si stava ancora massaggiano il naso, quando esclamò: - Sehun!
- Obbligo - disse subito il ragazzo, allungando le gambe davanti a sé. 
Come poteva starsene così tranquillo, non riuscivo a capirlo. Ora Jongin lo odiava, perciò io avrei avuto paura.
Invece Sehun aveva il suo sorrisino menefreghista in faccia ed aspettava.
- Allora... - iniziò Jongin, pensieroso. Poi, improvvisamente, ghignò.
- Ti obbligo ad andare da qui al falò, senza farti beccare dagli insegnanti che sorvegliano. 
Sehun sbuffò, annoiato: - Tutto qui? Ce la fac...
- No, non è tutto qui - continuò Jongin - Perché dovrai farlo... completamente nudo. 
Il gigante accanto a me scoppiò a ridere in quel suo modo spaventoso e tutti lo seguimmo a ruota, mentre Sehun arrossiva.
- Che stronzo - commentò Lay, tenendosi la pancia per il troppo ridere. 
- Cosa c'è? - chiese Jongin, guardando Sehun con sfida - Non ce la fai? 
Il ragazzo gli fece un gestaccio con il dito medio e si alzò in piedi, iniziando a spogliarsi. 
In un attimo, erano volati via maglia, jeans e boxer. Avevo già visto Sehun nudo, ma santo cielo, non ci si abitua mai.
Il professor Luhan doveva essere stato un santo, nella vita precedente. 
Io e Chen lo guardavamo come se fosse una visione divina, mentre Suho copriva i proprio occhi con una mano e quelli di Kyungsoo con l'altra.
- Gli stai facendo una radiografia? 
La voce di Chanyeol si fece largo tra i pensieri impronunciabili che stavo facendo su Sehun.
Arrossii e mi voltai verso di lui: - Scusa. 
- Perché ti scusi? Lo so che Sehun è il sogno erotico di buona parte della popolazione mondiale. 
Non capivo se fosse tranquillo o offeso.
- Non essere geloso.
Chanyeol arrossì e sorrise, imbarazzato. Poi avvicinò le labbra al mio orecchio: - Non ho niente da invidiare a Sehun. 
Ridacchiai: - Niente?
- Niente - ripeté serio il gigante, fissandomi negli occhi. 
Povero me. 
Sehun si posizionò con le mani sui fianchi, in tutto il suo splendore. 
- Allora, mi seguite? 
- Meglio di no - rispose subito Suho - Saremmo troppo visibili, tutti insieme.
- Magari possono andare due o tre di noi - propose Xiumin e, neanche il tempo di finire la frase, che io e Chen alzammo la mano.
- Vado io! - esclamammo in coro.
Xiumin abbassò in malo modo la mano di Chen: - Va Baekhyun.
Mi alzai in piedi tutto contento e lo stesso fece Jongin, anche se non aveva il mio palese entusiasmo. 
- Vengo anch'io, voglio controllare che Sehun faccia bene la prova.
- La farò bene - disse il diretto interessato e, tutti e tre, uscimmo. 
Sehun camminava al centro del sentiero, invece io e Jongin ci tenevamo nascosti, usando le camerate e gli alberi. 
- Sono quasi tutti alla festa, siamo fortunati - dissi. 
- Ma ci sono comunque degli insegnanti che sorvegliano, sono quelli che deve sperare di non...
Il ragazzo si interruppe perché vedemmo un'ombra avvicinarsi. Anche Sehun se n'era accorto e subito si nascose, sfruttando il buio della notte.
Appena l'ombra sparì, ricominciammo a camminare. Ormai mancava pochissimo e, appena girato l'angolo di una costruzione, Sehun fu sulla piccola piazza in cui si faceva il falò.
Andò al centro e sospirò di sollievo: - Fatto.
Io e Jongin stavamo per uscire dal nostro nascondiglio per dirgli che aveva superato la prova, ma una voce ci fece impietrire sul posto.
- Oh Sehun!
Il ragazzo chiuse gli occhi ed esclamò un - Cazzo, che sfiga! - che sentimmo distintamente anche noi.
A lui si stava avvicinando il professor Eunhyuk: teneva le braccia incrociate sul petto e guardava Sehun, con un'espressione indecifrabile.
- Sehun, posso sapere che cosa stai facendo qui fuori, nudo? 
- Faceva caldo - disse Sehun, beccandosi uno sguardo giudicante dal professore. 
- Vai spesso in giro nudo? Giusto per sapere se metterti in punizione solo per questa volta o anche per tutte le precedenti. 
- Ecco, io...
- Ehi, professor Luhan! Vieni a vedere cos'abbiamo qui. 
Le parole di Eunhyuk fecero sbiancare sia Sehun che noi due. Da una angolo sbucò Luhan e, appena vide Sehun, arrossì di colpo. Non so se fosse perché il ragazzo era stato beccato in giro o perché fosse nudo. 
- S-Sehun, che ci fai in giro, tutto... tutto nudo?
Io e Jongin ci guardammo ed insieme recitammo una preghiera perché Luhan la smettesse di balbettare e tenesse un contegno. E anche perché non si facesse venire un'erezione.
- Avevamo un nudista tra di noi e non lo sapevamo - disse Eunhyuk, guardando malissimo Sehun.
- Io me ne tornerei nella mia camera - provò a dire il ragazzo, ma l'insegnante di danza sembrava divertirsi troppo, per lasciarlo andare. 
- Luhan, che punizione potremmo dargli? Gli facciamo raccogliere tutte le foglie da terra o contare tutti i sassolini del sentiero. Tutto ciò, ovviamente, nudo.
Sehun ridacchiò, beffardo: - Meglio di no, se non vuole far eccitare tutto il SM Camp.
Eunhyuk diede una bella sberla sulla testa a Sehun.
- Non fare lo sbruffone, non sei niente di che.
- Beh... - disse Luhan e, dopo essersi beccato uno sguardo interrogativo da parte di Eunhyuk, cominciò a blaterare frasi totalmente senza senso.
- Finirà male - bisbigliò Jongin e io sperai che uscissimo vivi da quella situazione. 
- Tornatene in camera - disse infine Eunhyuk, in tono serio - E preparati ad affrontare una lezione di danza così faticosa, che te la sognerai di notte per il resto della tua vita. 
Sehun non se lo fece ripetere due volte, e si avviò in velocità verso la camera 61.
- Lo accompagno, così vedo se torna davvero in camera - disse Luhan nel tono più innocente possibile, prima di affiancarsi a Sehun.
Appena uscimmo dalla visuale del professor Eunhyuk, Luhan cominciò ad inveire, a bassa voce, contro Sehun.
- Che diavolo stavi facendo?! Sei completamente impazzito! 
- Calmati - disse Sehun, tranquillo - Stavamo solo facendo un gioco. 
- Stavamo?
Sehun indicò verso il nostro nascondiglio e, sia io che Jongin, uscimmo salutando Luhan, imbarazzati. 
Il professore ci guardò severamente: - Andate tutti in camera. Subito. 
Io e Jongin bisbigliammo delle scuse davvero poco credibili e ci avviammo sul sentiero. 
Quando mi voltai per un momento, vidi Sehun e Luhan intenti a parlare. Poi Sehun abbracciò Luhan e lo baciò in un modo davvero poco casto. Quei due erano davvero due calamite l'uno per l'altro. 
Lasciai i due amanti alle loro smancerie e seguii Jongin fino alla nostra camera. 
- Per fortuna non ha scoperto anche noi - dissi, ridacchiando. 
- Secondo te, Sehun tornerà a giocare prima o po...
La frase di Jongin venne interrotta da una cuscinata che il ragazzo si era preso in pieno.
Kyungsoo gli aveva lasciato appena il tempo di mettere un piede nella stanza, prima di colpirlo.
Sarebbe stata una serata ancora molto lunga.

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Capitolo 25
*** 25. SONO IO, VERO? ***


25. SONO IO, VERO?
 
 
POV CHANYEOL

La cuscinata che Kyungsoo aveva tirato in faccia a Jongin era stata così forte, che mi era corso un brivido lungo la schiena.
Che male. 
Il mio amico restò qualche secondo con gli occhi chiusi, mentre faceva dei respiri profondi. Kyungsoo invece tornò tranquillamente a sedersi a terra. Noi tutti lo guardammo leggermente spaventati, felici che questa sorte fosse toccata a Jongin e non a noi. 
- Sehun è stato beccato dai professori Eunhyuk e Luhan - ci spiegò Baekhyun, mentre si sedeva di nuovo accanto a me.
- L'hanno punito? - chiese Chen e Baekhyun ridacchiò.
- Punito o no, non credo che gli importi, visto che è qui fuori a sbaciucchiarsi il professor Luhan.
Proprio in quel momento, Sehun rientrò nella camera e, passando accanto ad un ancora immobile Jongin, lo guardò confuso. 
- Posso rivestirmi o resto così?
- Ma resta così! - esclamò Baekhyun, per poi coprirsi subito la bocca con le mani. 
- Dovresti smetterla di pensare ad alta voce - lo sgridò Kyungsoo.
Io invece alzai gli occhi al cielo: Sehun aveva la capacità di mandare in pappa il cervello a chiunque. 
Una volta che si fu rivestito e Jongin ripreso, ricominciammo il nostro gioco. Toccava a Sehun scegliere ed io ero terrorizzato: il mio amico era così stronzo che non osavo immaginare cosa mi avrebbe fatto fare, se avesse scelto me.
Già avevo dovuto fare un balletto sexy e orribile per colpa di Baekhyun...
La sua espressione, mentre mi guardava, mi era rimasta fissa in testa. Sembrava così... eccitato? Sconvolto? Morente? 
Fatto sta che ciò mi aveva fatto molto piacere e mi ero accorto che, più di una volta, nel corso della serata, ci eravamo scambiati degli sguardi complici. Riuscivo a leggere gli occhi di Baekhyun come mai mi era successo con altre persone. 
- Suho! Obbligo o verità? 
La voce di Sehun interruppe il filo dei miei pensieri e tutti guardammo Suho, che stava letteralmente tremando.
- Scelgo... obbligo? 
Appena pronunciata la sua decisione, Suho si era sicuramente pentito, vista l'espressione malvagia e maliziosa che era apparsa sul viso di Sehun.
- Ti obbligo ad andare nella camerata di ragazze più vicina, a chiedere qualcosa da mangiare. 
Suho fece un respiro di sollievo: - D'accordo posso...
- Devi farlo in mutande.
- CHE COSA?!
La risata di Chen riempì la stanza e il ragazzo si beccò una spinta da parte di Suho. 
- Sei fortunato - intervenni, cercando di tranquillizzarlo - C'è una camerata di ragazze proprio qui di fronte. Perciò non devi andare in giro per il campo.
- E pensi che questo mi faccia stare meglio?! - sbottò il responsabile, arrossendo.
- Ho visto la luce accesa - disse Baekhyun - Perciò non sono alla festa. Vedrai che finirà presto, questa prova.
Entrambi alzammo i pollici, per incoraggiare Suho e lui, sospirando, si alzò.
Mentre si spogliava, noi ci alzammo per correre alla finestra dalla quale si vedeva benissimo la camerata delle ragazze.
- Magari c'è solo una ragazza e non sarà troppo imbarazzante - disse Xiumin.
Lui, Lay, Sehun e Kyungsoo erano alla finestra. Invece io, Baekhyun, Chen e Jongin ci eravamo spostati sulla posta. 
Rimasto con solo i boxer addosso, Suho fece un paio di respiri profondi e si avviò all'uscita.
- Che camera è quella qui davanti? - mi chiese Baekhyun e, appena gli risposi, sentimmo Suho sussultare. 
- No no e NO! Io non vado lì! 
Lo guardammo tutti confusi: sembrava pronto a fare la prova, ma ora scuoteva la testa con forza. 
- Cosa succede? - chiese Jongin.
- QUELLA È LA CAMERA 64?? - Suho stava decisamente urlando - IO NON VADO LÌ! 
- Perché? - chiese Sehun - Hai scelto obbligo e lo devi fare.
- Ma...
- Niente ma! - dissero in coro Chen e Baekhyun e, insieme, presero Suho per le braccia e lo trascinarono, fino a buttarlo fuori.
Il ragazzo rabbrividì, nonostante non facesse freddo quella sera e si avviò coraggiosamente verso la camera di fronte. 
Sollevò un pugno per bussare, ma poi lo riabbassò e si voltò verso di noi.
- Capisco che sia in imbarazzo, ma era esagerato - disse Chen, dubbioso.
- Stiamo parlando di Suho: una cosa del genere non l'aveva mai fatta nemmeno nei suoi peggiori incubi - spiegò Sehun e, tutti insieme, indicammo a Suho la porta di fronte a lui, facendogli capire che si doveva sbrigare a bussare. 
Lui fece un altro respiro profondo e bussò.
La porta si aprì pochi secondi dopo e, sulla soglia, apparve Wendy. La conoscevo bene, visto che frequentavamo insieme il corso di chitarra. 
La ragazza guardò Suho da capo a piedi, mentre lui teneva lo sguardo basso.
- Posso aiutarti? - gli chiese e, dietro di lei, arrivò un'altra ragazza.
- Ma guarda un po', stavamo parlando di ragazzi e cosa succede? Uno di loro appare - disse ridacchiando. Se non ricordavo male, Wendy mi aveva detto che si chiamava Joy.
- Io sarei sprofondato - bisbigliò Baekhyun.
- Devo ricordarti che stavi per spogliarti davanti a tutto il campo, al ballo? - risi e lui divenne tutto rosso.
- Ti ho già ringraziato per avermi aiutato?
- Non c'è di che, piccoletto.
- Zitti, non riesco a sentire - ci riprese Chen, attento a quello che succedeva fuori. 
Nel frattempo era arrivata anche Seulgi, insieme ad una ragazza più giovane. 
- È vero! - esclamò Chen - Seulgi sta nella camerata 64. Domani mi chiederà sicuramente delle spiegazioni.
Suho intanto se ne stava zitto ed immobile, troppo imbarazzato anche solo per alzare lo sguardo.
- Allora? - chiese Joy - Hai bisogno di qualcosa? 
- Ecco.. i-io, vorrei...
- Suho?!
Il nostro amico si irrigidì e si voltò a guardarci, con un'espressione disperata.
Tra le ragazze si fece largo un'altra figura. La conoscevo: quella era la sorella del direttore. 
- Suho, cosa ci fai qui? - chiese lei, facendo scorrere lo sguardo sul corpo seminudo del ragazzo - E sei... beh, cosa succede?
- Io volevo... - Suho alzò la testa e lottò contro la voglia irrefrenabile di fuggire a gambe levate - Volevo sapere se avete qualcosa da mangiare. 
- Oh - disse Seulgi - Vuoi qualcosa in particolare? 
- So io cosa dargli - Joy ridacchiò e rientrò in casa - Vieni Yeri, aiutami.
La ragazza più giovane la seguì dentro e lo stesso fece Wendy.
- Va tutto bene? - chiese ancora la sorella di Leeteuk e, finalmente, lei e Seulgi si accorsero di noi.
Non facevamo nulla per nasconderci e, quando le ragazze ci guardarono, salutammo educatamente con la mano. 
- State giocando, vero? - Seulgi rise e Suho annuì. 
- Obbligo o verità. 
- Immagino tu abbia scelto obbligo - disse ancora la ragazza e rientrò, urlando alle sue amiche di sbrigarsi, così quel povero ragazzo se ne sarebbe potuto andare.
Solo una ragazza era rimasta e Suho si guardava intorno, sfuggendo ai suoi occhi.
- Perché non la guarda nemmeno? - chiese Lay.
- Beh, è imbarazzato. Quella ragazza è una responsabile, come lui.
Appena Kyungsoo finì la frase, un'enorme lampadina si accese sopra le nostre 8 teste.
- Vuoi vedere che... 
Guardammo tutti più attentamente la scena. 
Lei stava sorridendo, imbarazzata almeno quanto lui: - È un modo buffo per passare la serata. 
- Li ammazzo tutti nel sonno. Uno ad uno. 
Alla frase di Suho, lei scoppiò a ridere e lo vedemmo arrossire visibilmente. 
- È lei. - decretò Baekhyun, sicuro.
- La ragazza che gli piace? - chiesi e il piccoletto annuì. 
- È palese, guardate come si comporta - continuò Sehun.
- Ci credo che voleva tenercela nascosta. Quella ragazza è perfetta - concluse Xiumin.
Finalmente, Joy riapparve con una fetta di torta, in cui Wendy stava mettendo la panna spray. 
- Questa è tutta per te - gli disse e lanciò un'occhiataccia nella nostra direzione - E non per i tuoi pessimi amici.
Suho sorrise, per la prima volta da quando era uscito, e prese il piatto con la torta. Poi Wendy gli diede anche la panna spray.
- Tieni anche questa. Serve sempre durante obbligo o verità. 
A quell'affermazione, fummo tutti noi ad arrossire, consapevoli che ora ci sarebbe stata un'arma in più sull'arsenale di tutti. 
- Beh, grazie - Suho fece un piccolo inchino e si voltò per tornare da noi, mentre le ragazze rientravano in casa.
Però poi si fermò di colpo: - Irene? 
La sorella di Leeteuk si bloccò sulla porta, in attesa.
- B-buona.. Buonanotte. 
- Buonanotte anche a te - rispose lei, con un dolce sorriso, prima di entrare nella sua camera. 
Suho entrò nella nostra e sbattè il tubetto di panna contro il petto di Sehun, poi si sedette a mangiare la sua meritata fetta di torta. Noi avevamo silenziosamente deciso di non fare parola sulla nostra scoperta, per ora.
Dopo averla finita con calma ed essersi rivestito, Suho ci guardò, prendendosi il suo tempo per decidere.
- Siete stati così... vi odio tutti.- disse, fulminandoci con gli occhi - Chanyeol, obbligo o verità? 
Ma perché io? 
Sbuffai e mi passai una mano tra i capelli. Obbligo l'avevo già fatto...
- Scelgo verità. 
- Con chi, tra i presenti, faresti sesso? 
Credo che la mia mandibola fosse crollata a terra. 
- La sappiamo tutti la risposta - Sehun sbuffò, annoiato.
- Lo so - disse Suho - Ma pensate all'imbarazzo di dirlo.
Lay fece un verso di apprezzamento per l'idea subdola di Suho: certe volte i miei amici sapevano essere davvero cattivi, per non dire di peggio. 
Subito guardai Baekhyun, che teneva gli occhi bassi, incapace di guardare me e gli altri.
- Non so se questa domanda sia...
- Rispondi. - mi incitò Chen, ghignando.
Si stavano divertendo un mondo, eh?
Più che per me, pensavo all'imbarazzo che avrebbe provato Baekhyun. 
Ma il piccoletto era pieno di sorprese, ormai dovevo averlo imparato.
- Sono io, vero? - chiese in un sussurro - Perché... perché ci resterei male se ora tu dicessi che non sono io. 
Poi mi guardò: aveva le guance rosse ed era così carino che dovetti resistere all'impulso di abbracciarlo.
Nella stanza, intanto, c'era un silenzio così totale, che temevo avrebbero sentito il mio cuore battere forte. 
- Chi altri potrebbe essere, se non tu? - chiesi, tremando leggermente. 
- Allora diglielo, così sono contenti - sorrise e io annuii, poi presi un bel respiro.
- Baekhyun. Tra le persone in questa stanza, in tutto il campo e probabilmente in tutta la Corea, io farei l'amore con Baekhyun. Già, non solo sesso. 
Forse avevo esagerato, ma non mi importava. Volevo Baekhyun così tanto che ogni occasione era buona per fargli sapere ciò che provavo per lui. 
- Chanyeol - lo sentii sussurrare, ma non capii cosa mi disse dopo. 
Kyungsoo si era alzato e con poche falcate aveva raggiunto Jongin e l'aveva colpito più forte che poteva, con un cuscino.
- Sentito?! - esclamò il ragazzo - Queste sono le cose che si dicono alla persona che ami! 
 
*

- Chen, obbligo o verità? 
Il ragazzo sussultò, sentendomi pronunciare il suo nome: aveva scordato che prima o poi sarebbe stato anche il suo turno.
- lo scelgo obbligo - rispose, sicuro di sé. 
Cosa potevo fargli fare? Ci pensai un po': io e Baekhyun avevamo appena passato un momento molto imbarazzante ed ero un po' arrabbiato con gli altri, nonostante fosse un gioco. 
Beh, perché non far imbarazzare anche qualcun'altro? 
- Ti obbligo - dissi alzandomi e raggiungendo il tubetto di panna spray, che era rimasto abbandonato sul letto di Sehun - A mettere la panna sul collo di qualcuno in questa stanza e poi leccarlo via. 
Lanciai il tubetto a Chen, che mi guardava sorpreso. Se volevano giocare sporco... 
Tornai a sedermi e fui felice di vedere che Baekhyun stava ridacchiando.
- Gli hai restituito la figura imbarazzante.
- Se la sono meritata. 
Baekhyun rise e si spostò un po', avvicinandosi a me.
Chen intanto stava muovendo il tubetto di panna: - Xiumin, dammi il collo, per cortesia. 
Il mio amico non se lo fece ripetere due volte e si avvicinò a Chen, piegando un po' la testa, per esporre meglio il suo collo. 
- Io mi ecciterei in un attimo - sussurrò Baekhyun, mentre Chen metteva la panna e poi iniziava piano piano a leccarla via.
Non risposi, ma presi mentalmente nota. 
Dopo qualche secondo, Xiumin cominciò a mugugnare e sospirare.
- Non stiamo girando un porno, trattenetevi - Sehun alzò gli occhi al cielo, ma poi rubò la panna dalle mani di Chen e la rimise sul suo letto - Questa la tengo io. Magari a Luhan piace la panna.
 - Non devi sempre farci capire cosa farai durante il sess... - Jongin non finì la frase, perché Kyungsoo, che si era mosso vedendo tutti distratti dallo spettacolino di Chen e Xiumin, gli aveva tirato la quinta cuscinata. 
- Siete dei pervertiti - borbottò Suho e, sia io che Baekhyun, gli lanciammo un'occhiataccia. 
Non era stato lui a chiedermi con chi avrei voluto fare sesso?
Una volta che Chen finì di pulire tutto il collo di Xiumin, si allontanò soddisfatto, lasciando il mio amico sconvolto ed ansimante. 
- Stiamo perdendo il controllo, non trovate? - chiese Baekhyun, ma tutti lo ignorarono, divertiti da come stavano evolvendo le cose. 
Chen fece un respiro profondo e sorrise, inconsapevole che, accanto a lui, Xiumin fosse in crisi esistenziale. 
- Lay, tocca a te. Obbligo o verità?
- Scelgo obbligo - rispose prontamente il mio amico. 
- Allora ti obbligo a salire sul tetto della camerata del direttore e fare il verso di un animale. 
Lay rise e si alzò, facendo uno stupido riscaldamento sul posto: - Sono pronto. Lo faccio! 
- Stavolta voglio vedere - dissi alzandomi e, nello stesso momento, si alzò anche Baekhyun.
- Vengo anch'io. 
Mentre noi tre stavamo per uscire, sentimmo Jongin imprecare per l'ennesima cuscinata: povero ragazzo. 
Raggiungemmo velocemente e nel silenzio assoluto la struttura che ospitava la camera e l'ufficio del direttore. Mentre Lay si dirigeva sul retro, per cercare il punto adatto in cui arrampicarsi, Baekhyun mi prese per mano e mi trascinò verso il bosco.
- Andiamo di qua, così se esce non ci vede.
Lo seguii senza oppormi e, guardandomi intorno, mi ritornò in mente il giorno in cui io ed il piccoletto ci eravamo arrampicati su un albero, per trovare la connessione ad internet.
Mi sembrava passato un secolo e le cose erano molto cambiate, nel frattempo. 
Ci nascondemmo in un punto da cui si vedevano bene la porta della struttura e il tetto.
- È stato molto imbarazzante prima, eh? - la voce di Baekhyun era un bisbiglio e non mi guardava.
- Mi dispiace - dissi e lui scosse la testa. 
- Non scusarti, hai solo risposto ad una domanda del gioco.
Restai qualche secondo in silenzio, scrutando il suo bellissimo profilo.
- Dicevo sul serio, quando ho detto che sei tu quello con...
- Lo so. 
- Davvero ci saresti rimasto male, se non avessi detto il tuo nome?
Baekhyun finalmente mi guardò negli occhi: - Ti avrei ammazzato, se avessi detto qualcun'altro. 
Ridacchiai, un po' spaventato, ma poi venimmo entrambi distratti da Lay, che era riuscito a salire sul tetto.
Il nostro amico era a carponi e, dopo essersi schiarito la voce, iniziò a fare il suo verso.
Avevo immaginato avrebbe fatto il verso del gufo, o quello del lupo, giusto per non dare nell'occhio e far pensare provenisse dal bosco.
Ma stavamo parlando di Lay: dovevo immaginare non avrebbe fatto una cosa scontata. 
La pecora. Si era messo a belare come una pecora. 
Baekhyun si mise una mano davanti alla bocca, per coprire le risate. Io invece guardavo il mio amico a bocca aperta, incredulo. 
- Attirerà subito l'attenzione così. 
Neanche il tempo di dirlo, che il direttore era uscito dalla camerata. Lay si sdraiò, per non farsi vedere, mentre io e Baekhyun sfruttavamo gli alberi. 
- Chi c'è? - chiese Leeteuk e noi restammo immobili. 
Il direttore si guardò intorno, per poi rientrare. 
- Andiamo - disse Baekhyun, ma il nuovo belare di Lay lo fece bloccare: il mio amico aveva ricominciato a fare il verso della pecora e, pochi secondi dopo, il direttore era ancora fuori, a guardarsi intorno. 
- Ma chi c'è? Ci sono pecore nei boschi?
Quando rientrò per l'ennesima volta, Lay scese dal tetto e ci passò davanti correndo come un pazzo e urlando: - È stato bellissimo! 
Io e Baekhyun non potemmo fare altro che seguirlo, esterrefatti. 
 
*

Rientrati nella nostra camera, scoprimmo che Kyungsoo aveva colpito Jongin ancora: eravamo a quota sette. Gli mancava solo un colpo ed ero sicuro se lo sarebbe giocato bene.
Tornammo a sederci: io e Baekhyun ancora più vicini, con Kyungsoo accanto al piccoletto e Xiumin accanto a me.
Toccava a Lay scegliere e si strofinò le mani, come un cattivo dei cartoni.
- Kyungsoo, caro Kyungsoo. Obbligo o verità? 
Kyungsoo, che aveva preso coraggio grazie a tutte le cuscinate inferte al suo ex, scelse obbligo.
- D'accordo. Ti obbligo a baciare, in questa stanza, la persona che ritieni il fidanzato perfetto. 
Tutti guardammo Jongin, che si era risvegliato dal paese dei depressi. Il mio amico fece un timido sorriso al suo ex, che si stava muovendo.
Lay aveva avuto una bella idea: forse quei due avrebbero finalmente chiarito, se Kyungsoo avesse dato ancora fiducia a Jongin.
Improvvisamente però, sentii qualcuno afferrarmi per il colletto della maglia e spingermi verso di sé, intrappolando le mie labbra in un bacio. 
Kyungsoo stava baciando me. 
E lo stava facendo davanti agli occhi di Jongin e... davanti alla faccia di Baekhyun, che si trovava tra noi due.
Oh no.
Il bacio mi sembrò infinito, ma finì senza che io mi fossi mosso in nessun modo per ricambiarlo.
Nella stanza non volava una mosca, tranne per il - Oh cazzo! - sparato da Sehun. 
Quando i nostri visi si allontanarono l'uno dall'altro, i ragazzi ebbero piena visuale sulla faccia allibita ed incazzata di Baekhyun.
Kyungsoo, subito dopo, fulminò Jongin con lo sguardo: - Il fidanzato perfetto è sicuramente Chanyeol. 
Il mio amico fremeva di rabbia, ma sapeva di non essere stato il fidanzato ideale, anzi, perciò si limitò ad incenerirmi con lo sguardo, per poi abbassarlo. Tremava e io non sapevo cosa dire. Non avevo nemmeno il coraggio di guardare Baekhyun. 
Tutto ciò non sarebbe dovuto succedere. 
- Bene, Xiumin. Scegli obbligo o verità? 
Xiumin rispose subito obbligo, per cercare di distrarre tutti da quello che era appena successo.
- Ti obbligo a scrivere il tuo nome sul petto di qualcuno.
Xiumin annuì e si alzò per prendere un pennarello, mentre Chen si toglieva la maglia. 
Quando il suo ragazzo lo vide, rise: - Sei così sicuro che lo scriverò su di te?
Chen lo guardò inarcando un sopracciglio: - Perché? Vuoi farlo sul petto di Chanyeol? 
Xiumin sussultò e scosse la testa, avvicinandosi velocemente a Chen. Poi iniziò a scrivere il suo nome completo, mentre Chen ridacchiava per il leggero solletico che gli stava procurando. 
Quando ebbe finito, i due si guardarono negli occhi e si scambiarono un bacio.
- Adesso è certo che sono tuo - disse Chen, in tono dolce, mentre Sehun e Lay alzavano gli occhi al cielo, per l'aria romantica che emanavano quei due.
- Beh ragazzi, tocca a me - annunciò Xiumin e puntò subito lo sguardo su Baekhyun - Obbligo o verità? 
Finalmente trovai il coraggio di guardare il ragazzo accanto a me: aveva uno strano luccichio negli occhi e la cosa mi preoccupò un po'.
Non riuscivo a capire se era arrabbiato con me, con Kyungsoo o con entrambi. Non lasciava più trasparire nulla, dopo l'evidente rabbia iniziale e mi chiedevo se Kyungsoo fosse preoccupato di aver fatto arrabbiare uno dei suoi migliori amici.
- Scelgo obbligo. - disse, risoluto.
- Ti obbligo a baciare la persona che ti piace. Se è da un'altra parte, ci spostiamo. 
Nella mia mente era partito il mantra "fa che non sia Taeyong", ma non durò a lungo: Baekhyun mi afferrò per la nuca e mi spinse verso di sé, baciandomi con foga. Bacio che, diversamente da quello che mi aveva dato Kyungsoo, ricambiai all'istante. 
Mentre Baekhyun rendeva il nostro bacio degno di un film porno, sentii Xiumin dire: - Sapevo che avrebbe baciato lui.
Non riuscii a trattenere un sorriso, a quelle parole. 
Baekhyun si allontanò piano da me, interrompendo il bacio.
- Fatto - disse, tenendo lo sguardo basso. 
Vidi i miei amici scambiarsi delle occhiate complici, poi Sehun guardò l'ora. 
- È tardi, ragazzi, forse è meglio...
- Vaffanculo! 
Ci spaventammo tutti sentendo Jongin imprecare, dopo l'ultima cuscinata.
- Scusate, non volevo sprecarne nemmeno una - disse Kyungsoo, facendo spallucce.
- Dicevo - continuò Sehun, trattenendo una risata - Che forse è meglio andare a dormire. 
- Sono d'accordo - Lay sbadigliò e tutti ci alzammo da terra.
Avevamo cinque letti ed alcuni sacchi a pelo. Chen si infilò subito nel letto di Xiumin, per dormire insieme a lui.
Sentii Jongin chiedere a Kyungsoo se voleva il suo letto, ma il ragazzo scosse la testa con convinzione ed aprì un sacco a pelo sul pavimento, accanto a quello di Suho.
Vidi Baekhyun frugare nella sua borsa e mi avvicinai a lui, raccogliendo tutto il mio coraggio. 
- Ehi, ti va di...
- Buonanotte, Chanyeol - mi interruppe e, trovato quello che cercava, raggiunse Suho e si sistemò nel sacco a pelo. 
Erano tutti sotto le coperte, tranne me, che ero rimasto in piedi come un idiota. 
Era arrabbiato con me? Io... 
- Yeol, visto che sei in piedi, spegni la luce. - disse Sehun, con la testa già infilata sotto le coperte. 
Sospirai triste e spensi la luce, chiudendo definitivamente quella strana serata.

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Capitolo 26
*** 26. MI FAI UNA PROMESSA? ***


 26. MI FAI UNA PROMESSA?
 
 
POV BAEKHYUN

Mi girai dal lato destro e poi da quello sinistro. Mi misi a pancia in su e in giù, ma nessuna posizione era comoda per dormire. Non avevo mai dormito sul pavimento: in qualunque posto andassi, avevo un letto comodo ad aspettarmi. Invece, quella notte, dopo il pigiama party, ero stato costretto a dormire a terra, con un sacco a pelo. 
Sbuffai sonoramente e provai per l'ennesima volta a cambiare posizione, ma nulla, ero troppo scomodo. Intorno a me si erano tutti addormentati: Chen e Xiumin erano abbracciati; Kyungsoo aveva allargato braccia e gambe, il che lo faceva assomigliare ad una stella marina; Sehun era scomparso sotto le coperte... solo io ero l'idiota che alle 3 di notte stava ancora disperatamente cercando di dormire. 
Sbuffai un'altra volta e mi coprii il viso con le mani: la schiena mi faceva già un male assurdo.
- Baekhyun? 
Sussultai sentendo la voce sussurrata che mi chiamava. Piegai leggermente la testa per guardarlo: avevo riconosciuto subito la sua voce. 
Chanyeol si era seduto sul letto e mi guardava.
- Va tutto bene? - mi chiese ed io sbuffai ancora. 
- Non riesco a dormire. Il pavimento è scomodo.
Lui sorrise e diede dei colpetti sul materasso, accanto a sé: - Vieni. 
Arrossii e scossi la testa: - No no, tranquillo. Devo solo trovare la posizione. 
- Baekhyun, per favore. 
Il suo tono non ammetteva repliche, perciò mandai al diavolo quel maledetto pavimento e mi alzai, raggiungendo di corsa il letto di Chanyeol. Lui si spostò per farmi spazio e ci stendemmo, l'uno accanto all'altro, su un fianco, così da poterci guardare.
- Grazie - bisbigliai. 
- Va meglio? 
- Molto, è sicuramente più comodo del pavimento. 
Ridacchiai, ma Chanyeol non mi seguì: scrutava il mio viso, come se potesse leggerci qualcosa. 
- Cosa c'è? - chiesi, dubbioso.
- Non capisco se sei arrabbiato con me.
- No, perché dovrei esserlo? 
- Per il bacio di Kyungsoo.
Ah. Per quello. 
Scossi la testa: - Non sono arrabbiato né con te, né con Kyungsoo. Solo che...
- Solo che?
Solo che ero impazzito di gelosia e, il vecchio Baekhyun, avrebbe preso Kyungsoo per i capelli e l'avrebbe fatto pentire di aver baciato il suo uomo.
Aspetta, ma che stavo pensando? 
In ogni caso, il nuovo Baekhyun aveva riflettuto ed aveva capito che era solo un gioco e che Kyungsoo era un buon amico. 
- Era un gioco, Chanyeol. Quel bacio non aveva importanza.
Il gigante sorrise: - Sono felice di sentirtelo dire. Avevo paura che ti fossi arrabbiato. Anche se ciò avrebbe significato che ti importa davvero qualcosa di me. 
Mi spostai un po' avvicinandomi di più a lui: - Mi importa di te. 
Chanyeol allungò una mano, per spostare i capelli che mi stavano coprendo gli occhi.
- Lo senti?
- Che cosa? - chiesi, confuso.
- Questo silenzio. 
Visto che lo guardavo ancora senza capire, lui continuò. 
- Direi che finalmente possiamo parlare, senza essere interrotti.
Non potei fare a meno di ridacchiare: - Era ora! 
- Allora, qual è la seconda cosa che volevi dirmi stasera, prima che iniziassimo il gioco. 
Giusto, l'avevo quasi scordata.
- Ho parlato con Henry della mia audizione. 
Chanyeol mi ascoltava attento, perciò continuai: - Ha detto che avrei più possibilità di passarla, se portassi un brano scritto da me.
Lui annuì: - È vero. Lo apprezzerebbero. 
- Perciò, i-io volevo chiederti... sì, insomma... se ti andava di aiutarmi. 
Chanyeol sorrise dolcemente: - Ma certo che ti aiuto. 
- Davvero? - lo guardai sorpreso - Immagino che avrai molto da studiare anche tu, con tutti i corsi che segui. Perciò, se non puoi...
- Baek, ti aiuterò. Non preoccuparti per i miei corsi, per te troverò sempre il tempo. 
Che dire? Quel gigante era la persona più speciale del mondo. 
Sorrisi: - Grazie. 
- Non c'è di che, piccoletto. 
Restammo qualche secondo in silenzio, a guardarci negli occhi, mentre mi balenava nella mente una domanda. 
- Yeol? Posso farti una domanda? 
- Ma certo. 
- Perché non provi anche tu a fare l'audizione per la SAA?
Il gigante ridacchiò: - Ma no. Io non riuscirei mai ad entrare in quella scuola. 
- Ma che dici? Certo che ce la faresti! Sei bravissimo e pieno di talento. Ti prenderebbero al volo. 
- Grazie per i complimenti, ma sai... - Chanyeol abbassò lo sguardo, in imbarazzo - Non me la posso permettere.
Sospirai, affranto. Era così ingiusto che, un ragazzo con così tanto talento, non potesse andare nella miglior scuola del paese perché era troppo costosa. 
Inoltre ormai era tardi per le borse di studio. 
- Non è giusto. 
Chanyeol mi accarezzò una guancia, lentamente. 
- Lo so. Ma dubito che mi avresti voluto intorno anche durante l'anno scolastico.
- Sbagli. Mi avrebbe fatto molto piacere. 
Ero sincero. L'idea di avere accanto Chanyeol anche durante la scuola mi piaceva sempre di più.
- Cosa vuoi fare, alla fine nel campo estivo?
Lui si prese del tempo per pensare, ma poi fece spallucce: - Non lo so. Credo che cercherò un lavoro per cui serva il mio talento. Oppure una scuola. Davvero, non ne ho idea e non voglio pensarci ora, mi piace improvvisare.
Sorrisi: mi piaceva questa sua capacità di adattarsi e non programmare nulla. 
- Mi fai una promessa? - gli chiesi. 
- Tutto quello che vuoi.
- Se non dovessi superare l'audizione per la SAA nemmeno stavolta - rabbrividii al solo pensiero - Cercheremo una scuola a cui andare insieme, che vada bene per entrambi. 
Chanyeol mi guardò, sorpreso: -Davvero? Ti mancherei, allora, se alla fine dell'estate ci separassimo?
- Mi mancheresti tanto - risposi in un sussurro. 
- Allora te lo prometto, però se anche tu mi fai una promessa.
- D'accordo. 
- Se, invece, supererai l'audizione ed andrai alla SAA, non farmi sparire dalla tua vita - mentre parlava, i suoi occhi erano tristi - So che i corsi saranno molto difficili e sarai impegnato, ma per favore trova ogni tanto tempo per me. Non so, per un messaggio, per una chiamata o per vederci. Mi farò bastare il tempo che riuscirai a dedicarmi, ma non voglio perderti. Non riesco a pensare di non vederti mai più, alla fine del SM Camp. 
Mi avvicinai ancora di più e mi accoccolai tra le sue braccia.
- Te lo prometto. Non sparirò e resteremo in contatto. 
Lo sentii sospirare ed iniziò ad accarezzarmi i capelli. Sapevo che avrebbe voluto molto di più del mio "resteremo in contatto".
Lo sapevo. 
Nessuno dei due disse più nulla: entrambi speravamo che avremmo davvero mantenuto le promesse e che non sarebbero state parole vuote.
Finalmente mi addormentai, coccolato dalla mano di Chanyeol che mi accarezzava e dalle sue braccia che mi circondavano. 
 
*

Il mattino dopo fui svegliato dalla sensazione di essere osservato. Aprii piano gli occhi e sollevai la testa, che era nascosta nel petto di Chanyeol. Le sue braccia mi tenevano ancora stretto a sé, come se avesse paura potessi scappargli. 
Non mi ero sbagliato: piegato verso la mia faccia, c'era Kyungsoo.
- Ciao - disse e io mi misi l'indice davanti alle labbra, per fargli capire di abbassare la voce, visto che Chanyeol stava ancora dormendo.
- Che succede? 
- Volevo sapere se eri arrabbiato con me - rispose e non potei fare a meno di alzare gli occhi al cielo. 
- Non sono arrabbiato, Soo. Era un gioco. 
- Lo so... ma ho baciato Chanyeol e lui ti piace e...
Lo zittii con lo sguardo: - Davvero, va tutto bene, non sono arrabbiato. 
Kyungsoo finalmente sorrise, tranquillizzato: - Per fortuna. Allora io vado, prima che Jongin si svegli.
Una rapida occhiata mi mostrò che nella camera eravamo rimasti solo noi, Jongin e Sehun. 
- D'accordo, a dopo.
Kyungsoo se ne andò, salutandomi con la mano ed io tornai a sprofondare tra le braccia del gigante.
Sembravano fatte apposta per accogliere me. Solo me.
Visto che dormiva, ne approfittai per guardarlo e, i miei occhi, furono subito attratti dalle sue orecchie.
Non avevo ancora avuto nessuna scusa per toccarle, perciò... 
Ne tirai una con le dita e, subito, il sorriso di Chanyeol si allargò. 
- La vuoi come ricordo? 
Sussultai e risi, per essere stato scoperto: - Scusa, volevo sentire se erano vere.
Lui aprì un occhio: - Certo che sono vere. Noi elfi le abbiamo tutti così.
Risi ancora più forte, per poi coprirmi la bocca con la mano: non volevo svegliare gli altri due ragazzi nella stanza.
- Che ore sono? - chiese Chanyeol, ancora assonnato.
Amavo la sua voce, ma al mattino era ancora più sexy e bassa. Sarei rimasto tutto il giorno ad ascoltarlo parlare. 
- Non lo so - risposi - Non voglio alzarmi per guardare il telefono.
Lui sorrise: - Allora resta qui. Tanto non abbiamo lezioni oggi.
- Vuoi che stiamo qui tutto il giorno? Perché a me starebbe bene.
- Anche a me - disse e poi, senza che me ne rendessi conto subito, infilò una mano sotto la mia maglia, facendola scorrere piano sulla mia schiena. 
Se stava provando a farmi cedere usando l'attrazione fisica, beh... stava funzionando. Mi aveva già dato un assaggio del suo lato romantico, ma ora si stava spingendo verso quello fisico. 
Rabbrividii sotto il suo tocco e restai immobile, per godermene ogni istante.
- Allora - parlò, come se non mi stesse facendo lentamente eccitare - Quando vuoi cominciare a lavorare sulla canzone? 
MAI! Restiamo su questo letto per sempre, ti prego! 
- Quando vuoi tu. - la mia voce tremava, per quanto stessi provando a controllarla - Tu segui molti più corsi di me, perciò dovremmo usare i momenti in cui sei libero, come quando abbiamo fatto lo spettacolo.
Annuì: - Vedrai che riuscirai a creare una canzone meravigliosa. 
Sarebbe stato bello prestargli attenzione, ma la sua mano che vagava per la mia schiena, mi distraeva e non mi permetteva di pensare ad altro.
- Chanyeol, stiamo parlando di una cosa seria. Stai fermo. 
- Perché? - chiese con un innocente sorriso.
- La mano... 
Mano che aveva cambiato direzione, infilandosi dentro i miei pantaloni. 
Eh già: aveva davvero piazzato la sua manona sul mio culo perfetto. 
Per fortuna non la muoveva più, ma non accennava a toglierla dalla mia natica.
- Baekhyun? - sussurrò con voce roca e fottutamente eccitante.
- S-Sì? 
Non riuscivo nemmeno a parlare, maledizione. 
- Per rispondere finalmente al tuo dubbio: io sto sopra.
Mi si mozzò il respiro e la mia mente si perse immediatamente tra i filmini mentali. Tutti porno, naturalmente. 
- Buongiorno. 
La voce di Jongin ci distrasse e Chanyeol spostò prontamente la mano dal mio sedere.
Ma no, dai!
- Ciao - salutò il suo amico e lo stesso feci anch'io, mentre Jongin si stiracchiava.
- Kyungsoo non c'è.
- È già uscito - spiegai ed il ragazzo si alzò dal letto, trascinandosi verso l'uscita e borbottando che andava a farsi una doccia e poi lo avrebbe cercato.
Rimasti soli, speravo che avremmo ripreso da dove eravamo stati interrotti, ma Chanyeol non era della stessa idea.
Si mise a sedere e poi scese dal letto.
- Visto che abbiamo il week end davanti, ti va di iniziare a lavorare subito?
Dovetti resettare il cervello e riportarlo sulla retta via, prima di rispondere.
- Va bene, buona idea. 
- Allora vado a prepararmi - mi sorrise e si piegò, dandomi un bacio sui capelli - Ci vediamo in aula di pianoforte tra un'ora? 
Non riuscii a fare altro se non annuire e lo guardai uscire dalla camera.
E adesso chi riusciva più a concentrarsi? Avevo solo una cosa che mi monopolizzava la mente: la sua enorme mano.
Ero ancora seduto sul letto a sognare ad occhi aperti, quando Sehun parlò. 
- Peccato. Se aveste cominciato a fare sesso, mi sarei unito.
 

POV KYUNGSOO

Ero riuscito a sgattaiolare fuori dalla camera prima che Jongin si svegliasse, per fortuna. Non me la sentivo di affrontarlo. 
Già avevo dovuto passarci insieme un'intera serata, migliorata sicuramente dall'obbligo che aveva ricevuto: dargli quelle cuscinate era stato molto liberatorio. Speravo di averlo fatto arrabbiare, baciando Chanyeol, invece nulla. Quando era stato il momento di andare a dormire, mi aveva chiesto se volevo usare il suo letto invece del pavimento: che gentiluomo. 
Mentre camminavo verso la mensa, non potei fare a meno di rendermi conto di una cosa: vedere come si erano addormentati abbracciati Chen e Xiumin; vedere come Chanyeol stringeva forte Baekhyun mentre dormiva; anche vedere tutta la passione che univa Sehun e il professor Luhan; tutto ciò mi aveva reso incredibilmente invidioso.
Non lo ero mai stato, perché ero soddisfatto della mia vita: avevo una bella famiglia, talento, studiavo quello che amavo fare, avevo un fidanzato perfetto. 
Già, avevo. 
Sospirai triste e scossi la testa per scacciare quei pensieri. Dovevo andare avanti e non pensare al passato.
- Kyungsoo!
Oh no.
Aumentai il passo, sperando che lui mi lasciasse stare, ma ormai lo conoscevo bene e non era tipo da arrendersi.
- Kyungsoo, aspetta! 
Jongin mi affiancò, respirando affannosamente.
- Wow, cammini davvero veloce - ridacchiò, ma io non lo seguii - Soo, possiamo parlare?
- No.
- Okay, sei arrabbiato e mi odi. Ma mi devi almeno cinque minuti.
Mi fermai e mi voltai verso di lui, rabbioso: - Io non ti devo proprio niente! Non voglio più vederti.
- Non ci credo - replicò lui - Non posso credere che tu voglia davvero buttare via tutto ciò che c'è tra noi. 
Risi amaramente e ripresi a camminare.
- Non sono io il primo ad aver buttato all'aria tutto. 
- Allora lascia che mi scusi.
- D'accordo - mi bloccai di nuovo e lo guardai - Scusati.
Jongin rimase leggermente confuso, ma si riprese subito. 
- I-io... mi dispiace per come ti ho trattato, Soo. Sono stato molto scorretto...
- Scorretto? 
- Stronzo.
- Meglio.
Jongin sorrise, ma poi capì che non c'era nulla da scherzare.
- So che ti ho deluso e fatto soffrire, ma spero che tu possa perdonarmi, prima o poi. Io ti amo, Kyungsoo.
Stava andando così bene, prima di quell'ultima frase.
- Sicuro che ami davvero me? - chiesi con rabbia. Non riuscivo più a trattenere il tremito della mia voce e gli occhi mi si stavano riempiendo di lacrime.
Maledizione. 
- Mi hai trattato come se fossi un conoscente qualsiasi, non come il tuo ragazzo! - esclamai.
- Ho detto che mi dispiace! Non posso credere che un unico errore possa eliminare tutto ciò che abbiamo vissuto insieme. 
Le lacrime avevano cominciato a scendere sulle mie guance e mi odiavo per questo. Volevo apparire forte e sicuro, invece ero crollato subito. 
- Davvero Chanyeol è un fidanzato migliore di me? - chiese in un sussurro - Cos'ha che io non ho?
- Hai visto come si comporta con la persona che ama? - chiesi, guardandolo con gli occhi carichi di rabbia - Quando Baekhyun entra in una stanza, Chanyeol si illumina; quando Baekhyun parla, Chanyeol lo ascolta; quando Baekhyun ha bisogno di aiuto, Chanyeol molla tutto per aiutarlo. E non stanno nemmeno insieme! 
Avevo urlato l'ultima frase ed alcuni ragazzi si erano voltati a guardarci, incuriositi.
- Parli come se io non avessi mai fatto tutto ciò per te! - esclamò Jongin.
Scossi la testa: - Tu invece è da quando hai iniziato a lavorare con Krystal che mi lasci come ultima scelta, mi hai trattato malissimo al ballo e mi hai guardato con odio. Chanyeol non ha mai guardato Baekhyun così, e se lo sarebbe meritato più di una volta. 
- Allora fidanzati con Chanyeol! - Jongin sputò fuori quelle parole con rabbia. 
- Non sarebbe male, ma a differenza tua, lui è fedele alla persona di cui è innamorato. 
- La sai una cosa, Kyungsoo? - mentre litigavamo, intorno a noi, si era riunito un piccolo gruppo di impiccioni.
Ma non ci facevo caso: per me, in quel momento, esisteva solo Jongin e per lui esistevo solo io.
- Sei mai rimasto a vedere le prove che io e Krystal abbiamo fatto in aula? Ti sei mai fermato a guardare come lavoravamo insieme? Hai mai visto la situazione dal mio punto di vista? Per una volta, in tutta la mia carriera da ballerino, una persona non si rifiutava di ballare con me, perché spaventata che le facessi fare brutta figura. Krystal non si è tirata indietro nemmeno per un secondo e, in più, ha accettato di fare lo spettacolo con me. Stanno sempre tutti alla larga da Kim Jongin, perché è troppo bravo, perché non riescono a stare al suo passo, perché li mette in cattiva luce. Krystal non ha mai pensato nessuna di queste cose e si è messa in gioco. Non sono innamorato di lei, non lo sono mai stato. Le ero grato ed ero felice di passare il tempo con lei, ma l'unica persona che ho mai amato in vita mia e che amerò per sempre sei tu, Kyungsoo.
Intorno a noi, il silenzio era totale: i curiosi non parlavano, io non parlavo, Jongin non parlava più ed aveva il fiatone, come se avesse appena corso una maratona. 
I nostri occhi erano incollati e non accennavano a separarsi.
- L'unico mio errore, è stato darti per scontato. Ma credimi se ti dico che non lo farò più perché perderti mi ha aperto gli occhi. Perciò, ti prego, perdonami.
Non sapevo cosa dire. La mia mente era andata in blackout, invece il mio cuore batteva forte e mi urlava che Jongin gli mancava e che dovevo dargli un'altra possibilità perché senza di lui non potevo essere felice. 
Mi asciugai le lacrime con la mano e, in quel momento, mi resi conto che la folla era aumentata.
Ero così imbarazzato! Ma non avevano niente di meglio da fare? 
- Fate largo! Ehi! 
Io e Jongin ci voltammo verso Lay, che aveva superato il muro di persone che ci circondava. 
- Ehi, voi! - urlò per farsi sentire da tutti - Smammate! Non c'è niente da vedere. 
Quasi li cacciò in malo modo, uno ad uno, protestando perché ormai non si poteva più litigare in santa pace.
Quando finalmente se ne furono andati tutti, lo ringraziai, riconoscente.
- Non c'è problema. Vi stavo cercando, ma poi ho visto tutti quegli impiccioni... 
Si zittì quando si accorse di quali erano le nostre condizioni in quel momento.
Ci mise una mano sulla spalla: - Mi dispiace per quello che sta succedendo tra di voi. Ma vi amate così tanto, che risolverete tutto. E se lo dico io, c'è da crederci.
Jongin lo guardò, con un sopracciglio sollevato ed io non riuscii a trattenere una risatina.
- Perché ci cercavi? - chiesi e Lay si diede una manata sulla fronte, poi mise le braccia intorno alle nostre spalle e ci spinse verso il falò. 
- Ho indetto una riunione speciale. Ci aspettano già tutti nell'aula di chitarra. 
- Tutti chi? - chiese Jongin, confuso.
- Sehun, Chanyeol e Baekhyun, Chen e Xiumin... 
- Suho non c'è? - chiesi e Lay ghignò.
- No. È proprio per lui che ho indetto la riunione.

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Capitolo 27
*** 27. UNA SORPRESA ROMANTICA ***


27. UNA SORPRESA ROMANTICA 

 

POV SUHO

Era stata una giornata davvero strana! 
Non avevamo lezioni perché era domenica, perciò avevo pensato di provare un po' la canzone che ci aveva assegnato la professoressa Taeyeon. Avevo chiesto a Chen di provare con me, ma aveva detto di avere degli impegni improrogabili e, essendo la sua storia con Xiumin appena iniziata, avevo immaginato a quali impegni si riferisse. Allora avevo chiesto a Kyungsoo, così l'avrei distratto un po' dalla sua depressione post Jongin, ma aveva da fare anche lui.
Così avevo aspettato che Baekhyun tornasse in camera per chiedere a lui, ma era scappato subito dalla stanza, blaterando che aveva un sacco di cose da fare, qualcosa su Chanyeol, l'audizione e la mano enorme e molesta di qualcuno. Non avevo capito bene.
Fatto sta che eravamo rimasti solo io e Suho a provare la canzone. Sicuramente ero riuscito a concentrarmi di più senza i miei amici strani intorno, ma allo stesso tempo mi ero sentito solo e abbandonato. 
Ormai era tardo pomeriggio e non mancava molto all'ora di cena: poco ma sicuro che li avrei trovati tutti in mensa. Entrai nella nostra camerata dopo la doccia e mi lanciai sul letto a pensare a tutti gli impegni che avrei avuto nelle settimane successive. 
Improvvisamente, nella stanza entrò Chen. Era trafelato e, appena mi vide sul letto, fece un respiro di sollievo e si mise una mano sul petto.
- Stai bene? 
- Ho corso. - mi rispose a fatica, con il fiatone. 
- Perché? Che cosa...
Ma Chen non mi lasciò finire la frase: mi prese per un braccio, costringendomi ad alzarmi dal letto. Poi mi mise le mani sulle spalle.
- Suho, amico mio - disse, con sguardo serio, ed io iniziai a tremare leggermente. 
- Sì? 
- Ti fidi di me?
- No.
Chen sembrò offeso, ma la cosa non durò molto. Si allontanò da me ed aprì il mio armadio, iniziando poi a frugare tra i miei vestiti.
- Che cosa stai facendo? - chiesi confuso, mentre i vestiti volavano per tutta la stanza.
- Non hai qualcosa di elegante da mettere? 
- Beh sì, ma...
Finalmente Chen trovò una camicia bianca e me la lanciò direttamente in faccia.
- Mettila - mi ordinò, continuando a scavare. 
- Si può sapere cosa sta succedendo? Perché devo vestirmi bene?
- Perché fai tutte queste domande? - chiese lui, di rimando e ci fissammo negli occhi per qualche istante. 
Il primo ad arrendersi fui io.
Mi tolsi la felpa ed infilai la camicia, poi Chen mi lanciò anche i pantaloni neri del completo. 
Mentre mettevo anche quelli, notai il suo abbigliamento: camicia nera, come i pantaloni. 
- So che non devo fare domande ma..
- Shhh...
- Perché sei...
- Shhh...
- Perché sei vestito così? 
Chen si alzò e tra le mani teneva una cravatta. Non voleva strangolarmi, vero?
- Ascolta - iniziò, chiudendomi la patta dei pantaloni e mettendomi la cravatta - C'è un motivo per cui sta succedendo tutto questo, ma non posso dirtelo, perché è una specie di sorpresa. 
- Bene, ora sì che ho paura.
Finito di sistemarmi, Chen fece un passo indietro ed ammirò la sua opera.
- Perfetto! Davvero, davvero perfetto! 
Mi passò le dita tra i capelli, tentando di sistemarli e io mi scostai, infastidito. 
- Basta così, sono pronto. 
Chen sfoderò un enorme sorriso e mi prese per mano, trascinandomi fuori dalla camera. 
- Io ho compiuto la mia missione. - disse contento. 
- Missione? 
Ma che stava succedendo? 
- Chen, davvero, puoi spiegarmi cos...
- Suho, davvero, devi fidarti di noi.
Ammutolii e mi lasciai guidare verso una destinazione sconosciuta. 
Noi? Aveva detto noi? 
Ora mi era permesso essere preoccupato?! 
 
*

Ci inoltrammo nel bosco e Chen non lasciava la mia mano: temeva forse che sarei scappato via? Beh, aveva ragione. 
Non gli feci più domande, perché avevo capito che non avrei avuto risposte soddisfacenti, ma avevo intuito che tutto ciò c'entrava anche con gli altri psicopatici dei miei amici.
Mi guardai intorno e notai che stavamo solo prendendo una scorciatoia nel bosco, ma che non ci eravamo allontanati dal campo e, in lontananza, si scorgevano le cucine e la mensa.
- Siamo quasi arrivati - Chen si voltò verso di me e mi sorrise.
- Non è che volete sacrificarmi a qualche divinità e seppellire il mio cadavere nel bosco? 
- Sehun l'aveva proposto, ma non ci era sembrato vantaggioso. 
Visto che non rispondevo, Chen si voltò a guardarmi: - Sto scherzando!
Mugugnai terrorizzato, ma poi la mia attenzione venne attirata da una strana luce che arrivava dal bosco.
- Eccoci. - disse Chen e io non potei fare a meno di spalancare gli occhi, sconvolto. 
Davanti a me, una piccola zona d’erba, era stata illuminata grazie a delle lanterne appese agli alberi che la circondavano e ai rami che la sovrastavano. Inoltre, in essi, si intrecciavano delle luci come quelle natalizie, solo tutte bianche. Al centro della piccola radura c'era un tavolo apparecchiato per due persone: piatti e bacchette erano perfettamente ordinati e sul tavolo una candela era già accesa. Poco lontano, c'erano due sedie con appoggiati sopra una chitarra e un flauto. 
Accanto a tutto ciò, i miei amici mi sorridevano. Chen, Chanyeol, Sehun, Lay e Jongin tutti vestiti nello stesso modo, tutti con camicia nera e pantaloni neri.
Non riuscivo a parlare: ero confuso e sconvolto, ma una lampadina si era già accesa nella mia testa. 
- Ragazzi... cosa?
Lay si schiarì la voce: - So che non ci stai capendo molto, perciò lascia che ti spieghiamo. Quando abbiamo giocato a obbligo o verità, abbiamo intuito che la ragazza di cui avevi parlato, quella che ti piaceva, ecco... fosse Irene. 
Ero sbalordito: si vedeva davvero così tanto? Talmente tanto che anche degli scemotti come i miei amici l'avevano capito? 
- Perciò ci siamo riuniti e abbiamo ideato un piano per regalarti una bella serata con lei - continuò Chanyeol - Una serata che ti desse l'occasione di dichiararle i tuoi sentimenti. 
- Conoscendoti, abbiamo immaginato che non l'avessi ancora invitata da nessuna parte perché sei un perfezionista e non volevi portarla a cena in mensa - disse Chen.
- Quindi abbiamo creato un appuntamento per voi due - concluse Jongin.
- Speriamo ti piaccia - Sehun fece spallucce, ma sorridendo.
Ero commosso da tutto ciò: oltre ad aver intuito chi era la ragazza che mi piaceva, avevano anche intuito tutte le mie turbe mentali ed avevano unito le forze per risolverle. Per regalarmi l'appuntamento con Irene che tanto avevo desiderato.
- Io... io non so che dire. Grazie. - mi guardai intorno - Ma.. gli altri?
- Xiumin e Kyungsoo sono in cucina, a preparare la cena - mi spiegò Lay - Invece Baekhyun è andato a prendere Irene.
Irene. 
L'ansia mi aggredì improvvisamente.
- Oddio! Ma sta davvero venendo qui? Io non posso farlo, annullate tutto! 
Chen mi prese per un braccio e mi fece mettere accanto al tavolo.
- Sta calmo, va tutto bene. Sarà una serata bellissima e tu te la godrai.
- Magari lei non verrà - iniziai a giocare nervosamente con le mie dita - Forse ha da fare, o non si fida. 
- Credi davvero che Baekhyun non riesca a portarla qui? - mi chiese scettico Chanyeol - Quello che ci preoccupava eri tu, non di certo Irene.
Deglutii nervosamente e mi arresi. I miei amici avevano ragione: dovevo sfruttare al meglio la serata che mi stavano regalando ed essere sincero con Irene. Sarebbe andato tutto bene. 
Ad un certo punto, sentimmo delle voci e delle risate provenire dal bosco. 
- Stanno arrivando. 
I ragazzi si misero ordinatamente dietro di me e Lay si piegò per sussurrare: - Ricorda, tutto questo l'hai fatto tu per lei. Noi ti abbiamo solo aiutato.
Non feci in tempo a ringraziarlo, che dal bosco sbucarono Baekhyun e Irene.
Lei era bella da togliere il fiato. 
Ecco perché avevano mandato Baekhyun: sarebbe stato in grado di aiutarla a prepararsi al meglio.
Indossava un vestitino bianco che le arrivava appena sopra il ginocchio e la rendeva eterea, i capelli erano sciolti sulle spalle e le scarpe non avevano tacco alto.
Mentre Irene si guardava intorno con la stessa espressione che dovevo aver avuto io, Baekhyun raggiunse gli altri ragazzi e, passando accanto a me, mi fece l'occhiolino. Poi, da dietro, mi arrivò un leggero spintone.
- Irene...
- Wow, ma è stupendo! 
Gli occhi di Irene brillavano e poi si posarono su di me.
- Hai fatto tu tutto questo? 
Tentennai un po' prima di rispondere, ma poi ascoltai il suggerimento di Lay.
- Sì, ho voluto organizzare una serata tutta per noi.
Irene sorrise e un altro spintone mi fece capire che dovevo raggiungerla. 
Le presi la mano e la accompagnai al tavolo, dove si erano già posizionati Jongin e Lay. I due ragazzi spostarono le nostre sedie e ci accomodammo, uno di fronte all'altra. 
Subito dopo, Sehun e Chanyeol iniziarono a suonare flauto e chitarra, creando un'atmosfera degna di ogni cena romantica a lume di candela.
- È meraviglioso, io non ho parole - Irene era davvero felice: i suoi occhi, le sue labbra, tutto il suo viso stava sorridendo. 
- Sono felice ti piaccia, volevo fosse tutto perfetto.
- E lo è. - Irene abbassò lo sguardo arrossendo e Lay, alle sue spalle, alzò un pollice in segno di vittoria. Poi lui e Jongin sparirono verso la cucina. 
- Dove hai trovato tutte queste luci?
- Ehm... 
Sussultammo entrambi sentendo un fastidioso suono provenire dal flauto di Sehun.
- Scusate. - disse e riprese da dove si era interrotto. 
Tornai a guardare Irene, un po' confuso ma, quando lei iniziò a parlare della serata e di come ci fosse un tempo perfetto per una cena fuori, capii che Sehun aveva sbagliato di proposito, per togliermi dalla situazione scomoda che la domanda di Irene aveva creato. 
Poco dopo Lay e Jongin tornarono, e misero davanti a noi due piatti.
Dall'aspetto sembrava davvero ottimo ed era tutto molto elaborato: poco ma sicuro c'era lo zampino di Kyungsoo.
- Accidenti, hai anche assunto uno chef? - Irene ridacchiò.
- No - dissi senza riuscire a smettere di sorridere - Ho semplicemente degli amici fantastici. 
 
*

La serata stava procedendo a meraviglia! 
Le prime portate erano state ottime. Lay e Jongin erano bravi come camerieri e la musica di Sehun e Chanyeol faceva da sottofondo alle nostre chiacchiere. Irene, solitamente, non era tipo da parlare molto e stava sulle sue, perciò temevo di non riuscire a trovare un argomento di conversazione. Invece, quella sera, era tutto diverso: non aveva smesso un attimo di parlare e io avevo fatto lo stesso, felice che si sentisse così a suo agio.
- Quando ho visto entrare Baekhyun - mi stava raccontando - Avevo paura volesse aggredirmi, ma non aveva l'aspetto di un criminale.
Risi e vidi che lo stava facendo anche Chanyeol.
- Poi mi ha fatto tutto un discorso sul fatto che dovevo fidarmi di lui e non fare domande. Mi ha stordito con le sue chiacchiere, perciò l'ho lasciato fare. 
- Sì, lui è così.
- Ho fatto bene a fidarmi. - Irene sorrise guardandomi negli occhi e io ero sicuramente arrossito.
Poi al tavolo calò il silenzio.
Con la coda dell'occhio vidi i miei musicisti personali fare dei gesti e li guardai: Sehun stava comunicando con gli occhi, invece Chanyeol mimava con le labbra "Dille che è bella".
Oh, giusto. 
- Sei bellissima stasera. - dissi sorridendo e Irene abbassò lo sguardo.
- Grazie, merito di Baek...
- No - la interruppi - Tu sei sempre bellissima. Così bella che a volte mi chiedo se sei reale.
Forse avevo esagerato. Cavolo!
Irene mi guardò sorpresa, ma non sembrava sul punto di voler scappare. 
- Lo pensi davvero? 
Annuii e, in quel momento, Jongin e Lay ci servirono la portata successiva. 
Non capivo se l'avevo messa in imbarazzo, ma non dovevo scoraggiarmi: eravamo lì quella sera perché io potessi dichiararle i miei sentimenti, dirle che mi piaceva. 
Tra una portata e l'altra, parlammo ancora delle lezioni, del torneo che avevamo fatto insieme, dei suoi progetti per l'anno scolastico e dei miei.
Fui felice di sentire che la scuola di danza che aveva scelto, non distava molto da quella di canto che avevo scelto io.
Arrivammo al dolce senza rendercene conto e, quando finimmo anche quello, guardai i miei amici in cerca di soccorso.
Cosa dovevo fare adesso? La serata stava finendo e io non avevo detto nulla di significativo...
 Chanyeol lasciò per un attimo la chitarra e allungò le braccia davanti a sé, piegandole così che sembrassero circondare qualcosa. Ero confuso, finché non ondeggiò un po' col corpo e mimò "balla" con le labbra.
Dovevo invitarla a ballare. Come avevo fatto a non pensarci? Ero davvero in trance quella sera.
Giocai nervosamente con le mie mani, sotto il tavolo, mentre Irene si guardava intorno, ancora incredula della bellezza di quel posto.
- Irene? Ti va... ti va di ballare? 
Lei mi sorrise dolcemente: - Ma certo. 
Poi mi alzai, non prima di aver visto un sorrisetto incoraggiante sulle labbra dei miei amici.
Tesi la mano ad Irene e lei la afferrò subito, poi ci spostammo un po' dal tavolo e ci stringemmo l'uno all'altra, iniziando a ballare. Ero un po' ingessato all'inizio: avevo paura di pestarle i piedi o di fare qualche altra gaffe, ma piano piano mi rilassai. 
Lei appoggiò la testa sul mio petto, come quella sera al ballo. Una piccola parte di me era imbarazzata che i miei amici stessero assistendo a quella scena, ma decisi di scacciarla. 
C'eravamo solo io e Irene.
- Non so davvero come ringraziarti per la bellissima serata che hai organizzato - disse lei, dopo qualche minuto passato solo a ballare.
- Grazie a te per aver accettato l'invito. 
Gli sguardi di Chanyeol e Sehun mi fulminarono e vidi, poco distante, Lay spiaccicarsi una mano sulla faccia.
Okay, frase sbagliata. 
- Non devi ringraziarmi, l'ho fatto perché volevo passare una serata perfetta con te. Perché, vedi.. i-io...
Calma. Respira e non balbettare.
Deglutii e sorrisi ai gesti di incoraggiamento dei miei amici.
Era il momento.
La guardai in quei suoi bellissimi occhi gentili e mi diedi mentalmente il via.
- Irene, tu mi piaci davvero tanto. Ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati: mi hai sorriso e in quel momento il mio cuore è stato tuo. Sono tre anni che vengo al SM Camp con la convinzione che sia l'anno giusto per dichiararmi a te, ma non l'ho mai fatto perché sono un vigliacco, e perché tu sei così perfetta che mi blocco ogni volta. Stavolta è diverso, stavolta non ho più potuto rimandare. Quest'anno, grazie al tempo che abbiamo passato insieme, ho capito che ti amo da impazzire e non riesco più a tenerlo nascosto, nemmeno a quegli idioti dei miei amici. Ho sempre immaginato che ti avrei invitata ad un appuntamento, ma non sapevo dove perché niente era abbastanza romantico e degno di te. Poi i miei amici hanno organizzato tutto questo perciò eccoci qui, al nostro appuntamento perfetto. Ti amo Irene e vorrei tanto essere il tuo ragazzo. So che forse non sono abbastanza per te, ma ti amerei con tutto il mio cuore, ti proteggerei da tutto ciò che potrebbe farti soffrire, ti sosterrei nei momenti difficili e sarei al tuo fianco, per gioire con te, nei momenti belli. Voglio stare per sempre con te e lo so che tutto ciò forse è esagerato e può fare paura, ma non riesco ad immaginarmi accanto ad una persona che non sia tu. Tu sei la mia anima gemella e l'ho capito dal primo sorriso che mi hai rivolto. Se vuoi pensarci puoi farlo, non voglio metterti fretta o ansia o... voglio solo che tu sappia che i miei sentimenti sono forti e, qualunque sia la tua scelta, io la rispetterò e... ho finito. 
Ripresi fiato, visto che avevo sparato tutto fuori senza quasi respirare. Irene mi guardava senza una precisa espressione sul viso, ma i suoi occhi erano lucidi.
- I tuoi amici hanno organizzato questo? 
Oh no, mi era sfuggito. 
Ma stava per piangere per quello? E, di tutto ciò che avevo detto, si era concentrata su quella frase?
- Ehm.. i-io..
Poi Irene scoppiò a ridere. 
Rideva e piangeva insieme, ed era bellissima anche così. 
- Questa è stata la dichiarazione d'amore più strana, veloce, confusa e meravigliosa che io abbia mai ricevuto. 
La guardai, incredulo. Ora aveva smesso di ridere, ma sui suoi occhi erano ancora ferme alcune lacrime.
- Non so cosa dire. Io non credo di essere perfetta come mi hai descritto, ma... tu sei fantastico. Sei gentile e sempre pronto ad aiutare gli altri. Sei affidabile e serio, ma non in modo negativo perché sei anche divertente e buffo. Con te mi sento sempre a mio agio e, anche se ti piaccio, cosa di cui mi ero accorta, non mi guardi o mi tratti come.. come fanno certi ragazzi. Mi hai sempre rispettata e hai ascoltato sempre la mia opinione. Ammetto di aver cominciato a pensare a te come a qualcosa di più di un semplice amico solo quest'anno, dopo il torneo, ma posso dire che sei riuscito a conquistarmi e ci sono rimasta malissimo quando non mi hai invitata al ballo. 
Fermò il suo discorso per ridacchiare, ma io non dissi nulla. Ero ancora sconvolto per quello che stava dicendo: aveva forse inteso che le piacevo? 
- Ascolta - continuò, prendendo la mia mano nella sua - Non ho idea se siamo fatti l'uno per l'altra, ma il per sempre che hai nominato non mi spaventa. Mi piaci anche tu, perciò io sarei felice di essere la tua ragazza. Non so se ce la faremo o no, ma sono pronta a mettermi in gioco, se è con te. 
La guardavo a bocca aperta, senza dire nulla. Nella mia mente vorticavano le parole che aveva detto e stavo rielaborando tutto il suo discorso. 
Aveva accettato? Aveva detto che anch'io le piacevo? Aveva detto che voleva essere la mia ragazza?
Sentii Sehun schiarirsi la voce e mi resi conto che non avevo ancora detto nulla.
- Perciò... ora sei la mia ragazza?
- E tu il mio ragazzo. - sorrise e allungò una mano, mettendola sulla mia guancia. 
Sentii dei movimenti accanto e intorno a me, ma li ignorai. Mi ero ormai perso negli occhi di Irene e non mi importava più di nient'altro. Ero la persona più felice del mondo e promisi a me stesso che avrei fatto qualunque cosa per renderla felice.
Mi abbassai verso di lei e Irene chiuse gli occhi.
Avevo immaginato quel momento, quel bacio, centinaia e centinaia di volte. Ma la realtà era tutta un'altra cosa.
La realtà era molto meglio.

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Capitolo 28
*** 28. LA VERITÁ È CHE MI PIACI UN SACCO ***


28. LA VERITÁ È CHE MI PIACI UN SACCO
 
 
 
POV BAEKHYUN

Sbuffai infastidito e brontolai per l'ennesima volta, venendo però ancora ignorato. 
Avevo compiuto la mia missione, aiutando Irene a prepararsi e portandola all'appuntamento con Suho, poi io e Chen eravamo rimasti tra i cespugli a spiare quello che succedeva. Era stato divertente vedere il nostro amico così imbarazzato, ma allo stesso tempo deciso a fare una buona impressione e conquistare la sua bella. Inoltre, i ragazzi erano stati fantastici con i loro suggerimenti.
Purtroppo, io e Chen ad un certo punto avevamo fatto l'errore di andare in cucina per provare a sgraffignare un po' di cibo.
Avevamo appena messo piede nella stanza, che Kyungsoo ci aveva letteralmente urlato di sbrigarci a lavare i piatti. E lì eravamo stati bloccati. 
L'atmosfera che si respirava nelle cucine era degna di una dittatura e il capo era Kyungsoo.
Ordinava a Xiumin cosa fare e lo sgridava senza pietà, preparava i piatti con una perfezione maniacale e non lasciava uscire nulla senza che fosse perfetto e approvato da lui. 
Provai solo una volta a dirgli che era una cena per due e che erano nostri amici, che non eravamo in un affollato ristorante stellato, ma avevo ricevuto una cucchiaiata sulla testa, perciò non avevo più detto nulla.
A parte i brontolii che ogni tanto mi sfuggivano.
Quando arrivammo al dolce, accelerai il mio lavoro di lavapiatti e, dopo qualche minuto, nella cucina entrò Chanyeol.
- È andata. Le ha dichiarato i suoi sentimenti. 
- E? - Chen smise di asciugare una grande pentola e tutti fissammo Chanyeol, curiosi. 
- E lei ha detto che vuole provarci, perché anche lei iniziava a provare dei sentimenti. Perciò si sono messi insieme!
Il gigante sorrise soddisfatto e allungò una mano verso la torta che era avanzata beccandosi uno schiaffo, sulle dita, da Kyungsoo.
- Giù le zampacce. Poi, cosa ci fai qui? Non dovresti essere a suonare?
- È rimasto solo Sehun, così gli lasciamo un po' di privacy, visto che hanno iniziato a sbaciucchiarsi.
- Beh, alla fine è andata bene. - Xiumin sorrise soddisfatto ed iniziò a riordinare la cucina.
Sorrisi, contento per il mio amico. Mi sentivo ancora un po' in colpa per non aver capito prima che aveva una cotta per una ragazza, ma tutto si era concluso a meraviglia, perciò ero felicissimo. 
Ricominciai a lavare con più vigore le pentole, per finire prima e, ad un certo punto, sentii una presenza accanto a me.
- Non credevo ti avrei mai visto lavare i piatti.
Sorrisi senza che mi vedesse, poi mi voltai verso Chanyeol, con un'espressione arrabbiata.
- È colpa di quel dittatore di Kyungsoo, mi ha intrappolato! 
Il mio amico mi indicò minacciosamente con un mestolo: - Cosa avresti voluto fare? Oziare mentre noi qui sgobbavamo?
Sbuffai e misi le mie mani bagnante davanti alla faccia di Chanyeol, che ridacchiava divertito.
- Guarda le mie mani! Sono tutte raggrinzite e puzzano di detersivo per i piatti.
Chanyeol le prese tra le sue e, senza preavviso, le baciò, lasciandomi a bocca aperta.
- Sono bellissime anche così. 
Provai a ritirarle, ma lui ne lasciò andare solo una, tenendo stretta l'altra.
- Andiamo, vediamo come procedono le cose.
Appena Kyungsoo vide che ce ne stavamo andando, provò a protestare, ma si bloccò vedendo entrare Jongin.
- Ehi Jongin, a Kyungsoo serve un aiuto per finire di lavare i piatti - disse il gigante e, prima di sentire la risposta del ragazzo, mi trascinò fuori dalle cucine. 
Camminammo in silenzio e ci nascondemmo in mezzo ai cespugli, in un punto da cui si vedevano bene Suho e Irene.
Erano abbracciati e ballavano, parlottando tra loro di chissà cosa. Lay aveva sostituito Sehun e ora era rimasto solo lui a suonare la chitarra. Improvvisamente mi sentii commosso per quello che avevamo fatto per il nostro amico. Avevo sempre avuto tanti amici, ma nessuno di loro si era mai impegnato tanto per gli altri, non avevamo mai fatto squadra, diviso i compiti, usato il nostro tempo solo per aiutare uno di noi. 
Farlo era stato bellissimo. 
- Sono carini insieme. - commentai e Chanyeol annuì. 
- È raro vedere una coppia così ben assortita. 
La sua frase mi fece ridere, tanto che dovetti coprirmi la bocca con la mano.
- Cosa c'è? - mi chiese confuso. 
- Scusa, è che ho subito pensato a quanto siamo mal assortiti noi, invece. 
- Perché? A me pare che siamo ben assortiti anche noi. Tu parli un sacco, io pure. Tu urli continuamente per ogni cosa, io rido rumorosamente... 
- Tu ridi in modo inquietante.
Chanyeol sorrise: - Siamo logorroici, strani, simpatici, molto belli.
- Io sono molto bello.
- Sì, è vero.
Arrossii per quell'ultimo commento: - Hai ragione, staremmo molto bene insieme. 
Chanyeol mi guardò intensamente e io sentii le gambe diventare molli. 
- Balliamo? - chiesi improvvisamente, per scappare dal suo sguardo.
- C-cosa?! - Chanyeol si accigliò e scosse la testa - No grazie, passo.
- Ma dai - lo presi per mano e lo tirai in piedi - Solo un ballo, per me.
Il gigante era visibilmente titubante, ma alla fine cedette e lasciò che lo posizionassi, con le sue grandi mani sui miei fianchi e le mie attorno al suo collo. Iniziai a muovermi, portandomi dietro anche lui, che era davvero un ballerino pessimo. 
- Sai, Yeol, sono felice che tu non sappia ballare.
Mi guardò con un sopracciglio sollevato: - Certo, così hai una scusa per prendermi in giro. 
- No, così sei meno perfetto. 
Ammutolì e i suoi occhi cambiarono espressione, diventando più intensi. 
Io ricambiai lo sguardo, sforzandomi di non abbassarlo per sfuggire al suo. 
- Smettila, ti prego. Non riesco a capire a che gioco stai giocando e sto per impazzire. 
Il suo tono era così serio, che mi spaventai un po'.
- Io non sto...
- Mi abbracci dicendomi che mi vuoi bene, liquidi il tuo amicone Taeyong perché sai che non lo sopporto, mi baci quando ti chiedono chi ti piace, ora vuoi ballare e mi dici che sono perfetto, cosa che tra l'altro non sono affatto. Mi stai dando delle speranze, Baek. E se non hai intenzione di dare una svolta a questa situazione che mi sta facendo uscire fuori di testa, smettila. Perché mi sto davvero...
- AHIA! - urlai quando mi pestò per l'ennesima volta un piede, interrompendo il suo discorso. 
Barcollai un po', imprecando mentalmente per il dolore, mentre Chanyeol mi teneva stretto a sé, per non farmi cadere.
Avevamo smesso di ballare ed eravamo immobili, le sue braccia intorno a me e la mia testa appoggiata al suo petto.
Senza dubbio, la mia posizione preferita. 
- Non sto giocando - bisbigliai e la mia voce era così bassa che sperai Chanyeol la sentisse lo stesso. 
- Ma...
- È il mio modo impacciato e confuso di farti capire che mi piaci e di avvicinarmi a te. 
In quel momento non avevo il coraggio di guardarlo, perché le mie stupide difese erano ancora in allerta e avevo paura che, se avessi visto tutto l'amore che i suoi occhi esprimevano per me, sarei di nuovo scappato via ponendo fine definitivamente a tutta quella storia. 
Perché, ero sicuro, Chanyeol non avrebbe sopportato un'altra fuga da parte mia.
 - Non sono bravo con l'amore, lo sono molto di più con l'attrazione fisica. Non ho mai dovuto esprimere i miei sentimenti per qualcuno, non ho mai detto "mi piaci" o "ti amo", perché non ho mai provato quei sentimenti e perché ho sempre pensato solo a divertirmi. Poi sono arrivato qui e tu mi sei piombato addosso con tutto questo tuo... essere un gigante. Sei bello, muscoloso, sexy, tanto alto e fisicamente sei proprio il mio tipo ideale. Ma caratterialmente non ti sopportavo: eri troppo rumoroso e ingombrante, troppo imbarazzante e appiccicoso. Ma non mi ero accorto che mi stavi entrando piano piano nel cuore. Nonostante tu faccia tutto in modo irruento, ti sei avvicinato a me lentamente, diventando prima mio amico e poi... beh, spero che poi diventerai il mio ragazzo. Non so se per te sia stato amore a prima vista, ma per me non lo è stato affatto. Quando mi sono accorto che mi ero innamorato di te, era ormai tardi e per questo mi sono spaventato. Perché non ero abituato a quei sentimenti, non ero abituato a pensare costantemente ad una persona, a chiedermi cosa stesse facendo e se stesse pensando a me, non ero abituato a sentire i brividi ogni volta che quella persona mi toccava o mi guardava, a sentire il cuore battere forte ogni volta che mi sorrideva e a desiderare di essere abbracciato e baciato solo da quella persona. Tutto ciò mi ha confuso e sono andato in crisi, soprattutto dopo che mi hai detto che mi ami. Perché mi avevi sbattuto in faccia i tuoi sentimenti, mentre io non capivo i miei. Ma la verità è che mi piaci un sacco, così tanto che vorrei che questo momento, con te che mi abbracci, non finisse mai. Sai, faccio ancora un po' fatica a dire le altre due parole, quelle che mi hai detto tu, ma spero che avrai pazienza e saprai aspettare un po'. Anche perché saresti il primo a cui le dico e direi che puoi ritenerti più che soddisfatto. Però ti dico che, quando è iniziato il campo estivo, non ti volevo nemmeno intorno e invece adesso non riesco a fare a meno di te, non riesco a non vederti per più di un paio d'ore perché poi sento la tua mancanza. Perché mi hai fatto innamorare di te, maledetto gigante.
Chiusi gli occhi e ripresi fiato, dopo essermi finalmente svuotato il cuore da tutti i sentimenti che si erano nascosti. 
Chanyeol non diceva nulla, ma potevo sentire il suo cuore battere all'impazzata e mi crogiolai in quel suono, sorridendo.
Sentii la sua presa su di me, farsi più stretta e alzai finalmente lo sguardo: mi fissava e il suo viso esprimeva perfettamente ciò che stava provando. Era confuso, sorpreso, felice, commosso, incredulo.
- Ti prego, dì qualcosa - sussurrai arrossendo, improvvisamente consapevole di quello che avevo appena detto. 
- Ti amo Baekhyun. E ora sono troppo sconvolto per dire altro se non questo, perciò accontentati perché...
Non lo lasciai finire e lo tirai per il colletto della camicia, intrappolando le sue labbra in un bacio. Il bacio più bello della mia vita. 
Cosa mi aveva fatto quel gigante? 
Lui ricambiò subito, abbracciandomi più forte e piegandosi un po' verso di me. Sentivamo ancora il suono della chitarra e quella colonna sonora rendeva tutto più romantico.
Nessuno dei due voleva interrompere il bacio, volevamo che quel momento durasse ancora e ancora. Non so quanto tempo restammo stretti l'uno all'altro, ma so che poi eravamo entrambi senza fiato, con le guance arrossate e gli occhi lucidi. 
- Se non ci fermiamo subito...
- Finiremo a fare sesso sull'erba. - completai la sua frase e lui scoppiò e ridere. 
Ci rilassammo entrambi grazie a quello scambio di battute. 
- Non potrei mai farlo la prima volta con te sull'erba, con Lay che suona e gli altri ragazzi poco lontano. Ma meglio fermarsi in ogni caso, perché voglio essere sicuro di aver capito bene.
Mi prese il viso tra le mani e lo piegò un po', per costringermi a guardarlo negli occhi.
- Vuoi essere il mio ragazzo? Vuoi stare con me per tanto tanto tempo, e non dico "per sempre" solo per non spaventarti. Vuoi essere solo mio, Baekhyun? 
Deglutii e fissai i suoi dolci occhioni, che erano tra le cose che mi piacevano di più di lui. Più delle spalle larghe e delle mani enormi.
Amavo i suoi occhi perché esprimevano tutto ciò che provava ed erano sempre dolci e gentili.
- Lo voglio. Che sembra una frase da matrimonio, ma per quello direi che è un po' troppo presto, non credi? 
Lui rise ancora e lo feci anch'io, poi mi abbracciò.
- Mi dispiace - dissi - Non volevo farti aspettare così tanto e farti stare male, ma...
- Non importa - mi accarezzò i capelli - Ti avrei aspettato ancora giorni, settimane, mesi... ti avrei aspettato Baek. Non potevo fare altro perché i miei sentimenti per te sono troppo forti. 
Sorrisi e chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dalle sue carezze. Avevo fatto il fatidico passo, quello che mi spaventava a morte. Finalmente avevo ascoltato il cuore invece della testa ed avevo fatto il salto nel vuoto, verso Chanyeol.
Non sapevo se sarei stato un bravo fidanzato o se lo sarebbe stato lui. Non sapevo cosa avremmo combinato insieme, io e quell'elfo. 
Ma, nonostante ciò, ero felice come mai in vita mia e non avevo più paura, perché sapevo che avevo Chanyeol accanto a me e sarebbe andato tutto bene. 
 
*

Ma perché cavolo avevo aspettato così tanto?!!
Chanyeol era il prototipo di come dev'essere il fidanzato perfetto. 
La mattina dopo, appena mi vide, il suo viso si illuminò e io non potei fare a meno di correre e buttarmi tra le sue braccia. Durante tutta la giornata cercò continuamente il contatto con me: mi teneva la mano, faceva sfiorare le nostre ginocchia quando eravamo seduti, mi abbracciava, mi baciava... ma tutto ciò non mi dava fastidio, anzi. Mi resi conto che spesso ero proprio io a cercare il contatto con lui. 
Quella mattina durante la colazione, dopo la cena per Suho, avevamo detto ai nostri amici quello che era successo e le loro reazioni furono diverse: Chen sputò il thè addosso a Xiumin; Sehun non cambiò minimamente espressione; Jongin sorrise appena e si congratulò con noi; Kyungsoo mi abbracciò così forte che mi ruppe qualche costola; Lay sorrise maliziosamente, dicendo che lui sapeva sarebbe finita così; Suho, che era seduto vicino ad Irene, disse che era contento per noi e che adesso eravamo tutti felici, poi morì fulminato da uno sguardo di Jongin e Kyungsoo. 
Era tutto così bello e tenero e io ero innamorato perso. 
Ma c'era una piccola ombra in tutto quel paradiso e, anche se avrei preferito ignorarla, sapevo di non poterlo fare perché non era giusto. Perché questo nuovo Baekhyun affrontava tutto con coraggio e ora dovevo risolvere anche quello, per poter davvero godermi la mia storia con Chanyeol. 
Dovevo chiarire con Taeyong.

 
POV CHEN

Finalmente! Quando Baekhyun e Chanyeol avevano fatto il grande annuncio, avevo sputato la mia colazione addosso a Xiumin per la sorpresa. Si erano davvero messi insieme! 
Quell'imbecille di Baekhyun finalmente aveva buttato giù il muro che si era costruito intorno. Ero davvero molto felice per loro, anche perché si vedeva lontano un miglio che si piacevano e, mentre Baekhyun era indeciso su cosa fare, Chanyeol stava pian piano diventando pazzo. 
Beh, tutto è bene quel che finisce bene. 
Visto che tutti i nostri amici erano impegnati ad amoreggiare, io e Xiumin riuscimmo finalmente a ritagliarci un momento tutto per noi. Ci rintanammo nell'aula di danza, che era vuota, e passammo 2 minuti a parlare e tutto il resto del tempo a baciarci. 
Ero così felice, stava andando tutto a meraviglia: avevo un ragazzo, avevo degli amici fuori di testa, ma con cui mi divertivo, nella danza ero quantomeno decente e nel canto ero fantastico. 
Cosa potevo volere di più? 
Xiumin mi sorrise e appoggiò la fronte sulla mia.
- Dovremmo iniziare a pensare alla scuola per l'anno prossimo.
Sorrisi: - Sei ancora convinto di voler cercare una scuola che accetti entrambi? 
Xiumin annuì e mi baciò il collo, facendomi venire i brividi: - Non cambierei mai idea.
Chiusi gli occhi e mi rilassai per i baci di Xiumin. Era scomodo il pavimento dell'aula di ballo per fare sesso?
Non l'avrei mai scoperto, perché la porta si aprì proprio in quel momento.
Io e Xiumin sussultammo e ci allontanammo, spaventati che potesse essere il professor Eunhyuk.
Invece era Jongin.
- Ciao - disse arrossendo - Non volevo disturbarvi, ma... insomma... volevo chiedervi...
Balbettava e si muoveva nervosamente. 
- Jongin, che succede? - gli chiese Xiumin.
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli: - Rivoglio Kyungsoo. 
Io e il mio ragazzo lo fissavamo in silenzio, così Jongin si avvicinò a noi e si sedette sul pavimento. 
Addio momento privato. 
- Lo rivoglio a qualunque costo. Ma lui mi odia e non so che fare.
- Gli hai parlato? - chiese Xiumin e Jongin annuì. 
- Mi sono scusato, gli ho detto le mie ragioni e quello che provavo - sbuffò - Ma non so cosa pensa perché non me lo dice. Mi evita e mi ignora. 
- Cosa volevi chiederci? - gli misi una mano sulla spalla per confortarlo.
- Possiamo fare una riunione straordinaria anche per me?
Io e Xiumin ci scambiammo un'occhiata.
- È che non credo che questi siano affari nostri. - provò a spiegargli il mio ragazzo.
Lo sguardo di Jongin si indurì: - Anche quelli di Suho non erano affari nostri, ma l'abbiamo aiutato lo stesso. 
- Sì, ma...
- Ho capito - Jongin si alzò, arrabbiato - Siete tutti dalla parte di Kyungsoo. Certo, è comprensibile visto come mi sono comportato. Ma credevo che mi avreste aiutato perché sapete che lo amo. Come non detto. 
Mi alzai per provare a fermarlo: - Aspetta.
Jongin si liberò in malo modo della mia mano e si avviò verso l'uscita ma, appena aprì la porta, andò a sbattere contro il professor Eunhyuk. 
- Che succede qui? 
Jongin provò ad aggirarlo per uscire, ma il professore lo afferrò per un orecchio e lo tirò verso di noi, mentre il ragazzo imprecava e provava a liberarsi. 
- Ripeto e stavolta voglio una risposta. Che succede qui? 
Io e Xiumin ci rialzammo velocemente dal pavimento ma capimmo, dal suo sguardo, che il professore aveva intuito cosa stavamo facendo noi due.
- Stavamo solo parlando. - disse Jongin dolorante e il professore gli lasciò finalmente l'orecchio.
- Di cosa?
Restammo in silenzio, finché Jongin parlò di nuovo. 
- Volevo chiedere il loro aiuto per riconquistare il mio ragazzo.
- Ex. - disse Eunhyuk.
- Come? 
- Ex ragazzo. Se devi riconquistarlo vuol dire che ti ha lasciato. Perciò è il tuo ex.
Dovetti sforzarmi per trattenere una risatina e poi parlai, spiegando al professore tutta la situazione. Lui ascoltò in silenzio e, quando finii, diede una sberla sulla testa a Jongin.
- Sei un idiota. Ti credevo più sensibile, Kim Jongin. Invece hai ignorato proprio i sentimenti della persona che ami. 
- Sono un idiota, lo so.
Poi Eunhyuk si avvicinò a noi e ci diede la stessa sberla sulla testa.
- E voi, un vostro amico vi ha chiesto aiuto e dite di no? Dovreste vergognarvi.
Non so se aveva fatto più male la sberla o quelle parole. Fatto sta che tutti e tre abbassammo lo sguardo, per sfuggire agli occhi di fuoco di Eunhyuk.
- Bene - disse lui dopo qualche secondo - Se non avete idee su come fare, io avrei una proposta.
 
Ebbene ci siamo, è finalmente successo! Il momento che tutti noi aspettavamo (Chanyeol compreso) è arrivato.
Il discorso di Baekhyun mi ha emozionata e spero sia lo stesso per voi. Ora che i nostri eroi stanno finalmente insieme, cosa succederà? Baekhyun saprà essere un bravo fidanzato o farà soffrire il povero Yeol?
Io lo so, ma non ve lo dico eheheh
Per ora ringrazio tutti voi che leggete, recensite, amate la fan fiction e spero che questo capitolo pieno di amore e sdolcinatezze vi sia piaciuto.
A domenica prossima!

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Capitolo 29
*** 29. INTRAPPOLATI ***


 
29. INTRAPPOLATI
 
 
POV CHANYEOL

Potevo essere più felice di così? 
Era diventato tutto improvvisamente molto più bello e io ancora non ci credevo. 
Baekhyun finalmente aveva accettato di essere il mio ragazzo. Tutto mio. Come potevo essere così fortunato? 
Scesi dal letto canticchiando e non feci in tempo a fare un passo che mi arrivò un cuscino in faccia. 
- Se non la smetti, ti soffoco.
- Buongiorno anche a te, Sehun.
Sorrisi e gli rilanciai il cuscino. Eravamo solo io e lui nella camera quella mattina. Chissà dov'erano tutti gli altri.
- Anche tu eri felice quando ti sei messo con il professor Luhan - dissi, mentre prendevo il necessario per la doccia.
- Io non ero così irritante - borbottò Sehun e si nascose sotto le coperte. Fine della discussione. 
Alzai gli occhi al cielo ed uscii dalla camerata, diretto in bagno. 
Mi sembrava di camminare ad un metro da terra e tutto sembrava più bello. 
Io e Baekhyun stavamo insieme da esattamente 2 giorni, 3 ore e 16 secondi. E sì, li stavo contando. Ma avevo atteso così tanto questo momento! 
Il discorso che Baekhyun aveva fatto quella sera mi aveva emozionato e quasi fatto piangere. Io gli piacevo, ma era troppo confuso e insicuro per buttarsi subito in una relazione, la prima per lui. Per questo lo avevo aspettato così tanto e lo rifarei altre mille volte. Lo aspetterei sempre. 
Entrai in bagno e mi spogliai per fare la doccia. Quella mattina non c'era davvero nessuno in giro, perciò mi ritrovai da solo, con il getto dell'acqua addosso, intento a cantare un mix di tutte le canzoni che mi venivano in mente. 
La vita è meravigliosa, ero l'unico a pensarlo? 
Inoltre ero d'accordo con Baekhyun che l'avrei aiutato con la canzone per la sua audizione, perciò non vedevo l'ora di stare da solo con lui. Certo, avremmo lavorato e sarei stato costretto a mantenere la concentrazione, ma avrei passato del tempo con lui, perciò ero felice. 
L'avevo già detto? 
Stavo cantando una canzone di un qualche gruppo femminile, quando sentii dei rumori alle mie spalle e mi voltai, sussultando.
- Chi se lo aspettava, un gigante sotto la doccia.
Sorrisi quando vidi che era Baekhyun. Il piccoletto aveva ancora il pigiama e i capelli tutti scompigliati, dopo aver dormito. 
- Ciao, sei anche tu qui per fare la doccia?
La domanda era così stupida che Baekhyun alzò gli occhi al cielo. Poi, da bravo piccolo pervertito, mi sorrise maliziosamente, iniziando a spogliarsi. 
Arrossii, ma non riuscii a togliere gli occhi da lui.
- S-se vieni nella doccia accanto alla mia possiamo parlare senza che ci disturbino.
- Mmh... ho un'idea migliore. 
Ora Baekhyun era nudo davanti a me e io ero nel paese delle meraviglie. Come poteva essere così bello? Ogni piccolo particolare di lui era perfetto e io sentii tutto il mio corpo, dalla punta dell'alluce fino alla punta delle mie orecchie da elfo, andare a fuoco. 
Fortuna che la doccia mi copriva dalle spalle fino alle ginocchia. 
- Faccio la doccia con te. - disse e poi fece per aprire la porta della doccia, ma la bloccai in tempo.
Cosa aveva detto? 
- Baek, no. Non puoi fare la doccia con me.
- Perché? - chiese, riprovando ad aprire la porta che tenevo bloccata.
- P-perché no.
- Che vuol dire perché no?
- Qualcuno potrebbe entrare e vederci.
Mi sembrava una buona scusa e mollai un po' la porta, che Baekhyun riprovò subito ad aprire. Quando la ribloccai, sbattè forte.
- Nessuno entrerà. - alzò gli occhi al cielo.
- Come fai ad esserne così sicuro? 
Lui mi sorrise: quel sorrisino furbo che avevo imparato a temere.
- Perché ho messo un cartello con scritto "Bagno Guasto". 
Non potei fare a meno di scoppiare a ridere.
- Sei impossibile.
- No, sono pieno di risorse. E adesso fammi entrare. 
Scossi la testa e Baekhyun mise le mani sui fianchi, guardandomi scocciato.
- Davvero non vuoi fare la doccia con me? Non sarai pudico? Andiamo Yeol, non voglio farti niente, voglio solo...
- Non puoi entrare qui mentre siamo entrambi nudi. - dissi con decisione e restammo qualche secondo e fissarci, lasciando che i nostri occhi litigassero al posto nostro.
Baekhyun fu il primo a parlare: - Sei davvero un...
Non fece in tempo a finire la frase, perché sentimmo la porta del bagno aprirsi. Ero rimasto così sorpreso, che mollai la porta della doccia e Baekhyun ne approfittò per infilarsi dentro con me. 
Mi voltai verso l'entrata e lui si nascose dietro di me, lasciando che la mia schiena e la parete della doccia lo coprissero. 
Dopo pochi secondi nella stanza entrò il professor Henry.
- Cosa sta succedendo qui? 
Ero ammutolito e non riuscivo nemmeno a parlare, perciò Baekhyun dovette darmi un pizzicotto per farmi riprendere.
E non dico dove me l'aveva dato. 
- S-sì ci s-sono io...
Henry mi fissò con gli occhi socchiusi: - Perché fuori c'è un cartello che dice che il bagno è guasto? A me sembra sia tutto a posto.
Deglutii e ridacchiai, nervoso: - È colpa mia. I-io mi vergogno a fare la doccia con gli altri, perciò metto il cartello. 
Era una scusa davvero pessima, ma Henry sembrò crederci, perché sospirò rassegnato.
- Va bene, ma solo per stavolta. Non puoi tenere un bagno occupato solo per te.
- Non lo farò più, mi dispiace. 
- D'accordo - Henry scosse la testa e fece per uscire, ma poi si bloccò e si voltò di nuovo a guardarmi. 
- Ah, vi voglio entrambi in aula di pianoforte in tempo per la lezione. Non accetterò nemmeno un secondo di ritardo. Chiaro, Baekhyun? 
Cazzo. 
Mi pietrificai e vidi la mano di Baekhyun alzarsi e mostrare un pollice in su.
- Bene - Henry uscì, urlando per farsi sentire - La prossima volta attenti a nascondere le altre due gambe!
Mi voltai verso il piccoletto, che stava ridacchiando.
- Che imbarazzo. - commentai, arrossendo.
- Ma no - Baekhyun mi abbracciò, posando la testa sul mio petto - L'importante è che non ci metta in punizione. Ora non ho tempo per niente che non sia la canzone per l'audizione. 
- Quindi non hai tempo neanche per me? - ridacchiai e Baekhyun alzò la testa, per guardarmi.
- Se non avessi tempo per te, non avrei fatto tutto questo per infilarmi nella tua doccia. 
Sorrisi e mi piegai un po', per baciarlo. Baekhyun ricambiò subito il mio bacio e mi fece scorrere le mani sulla schiena. Non credo che mi sarei mai abituato a tutto ciò. 
Finita la doccia, uscimmo e mi affrettai a coprire Baekhyun con un asciugamano, poi ne presi uno anche per me. Lui se ne stava zitto e aveva scritto in fronte che voleva dirmi qualcosa, ma forse non sapeva da dove iniziare.
- Tutto bene? - chiesi, per provare ad aiutarlo. 
- Più tardi vado a fare una chiacchierata con Taeyong.
Ah.
- Spiegati meglio. 
Baekhyun sospirò e smise di vestirsi, restando solo con i boxer e la maglietta. 
Chanyeol, concentrati. 
Mi sedetti sulla panca davanti alle docce: - Allora? 
- Credo sia giusto che vada a chiarire con lui. Dopo il ballo non ci siamo quasi più parlati e, anche se le sue scuse non sono state troppo sentite, lui è comunque mio amico...
- Tuo amico?
- Sì, Chanyeol. - si avvicinò e si sedette in braccio a me.
Chanyeol, ti prego, resta concentrato.
- So che non si è comportato da amico, ma non voglio che ci veda insieme e ci resti male. 
Lo guardai con un sopracciglio sollevato e lui sbuffò.
- Non mi sto spiegando bene...
- Ho capito. Vuoi evitare di lasciare qualcosa in sospeso e far soffrire Taeyong - sorrisi - E poi tu saresti l'egoista stronzo.
Baekhyun alzò gli occhi al cielo e provò ad alzarsi, ma io glielo impedii.
- Sei molto più buono di quello che credi e sono d'accordo con te, devi chiarire con Taeyong. 
- Perciò non ti arrabbi se lo faccio? - mi chiese, sorpreso.
- Baek, credo che al momento non mi arrabbierei con te nemmeno se mi staccassi le orecchie per venderle al mercato nero. Certo, non mi piace che tu ti senta in dovere di essere gentile con Taeyong, ma tu sei così e questo è uno dei motivi per cui mi sono innamorato di te.
Lui arrossì e abbassò lo sguardo, ma gli misi due dita sul mento e gli sollevai la testa.
- Vuoi che venga con te?
- No, è una cosa che devo fare io. E poi non voglio rischiare che tu e Taeyong vi prendiate a pugni - ridacchiò e, per mio dispiacere, si alzò per finire di vestirsi e lo feci anch'io. 
- Quando hai fatto torni da me? 
Mi ero subito reso conto che, dicendo così, rivelavo quanto ero tremendamente insicuro e spaventato di perderlo proprio adesso che era mio. Baekhyun si alzò in punta di piedi e mi baciò dolcemente sulle labbra.
- Ma certo che torno da te, gigante. - Poi saltellò verso l'uscita del bagno - Devi aiutarmi con la canzone. 
Lo sentii ridere fin fuori e scossi la testa, rassegnato. Che piccolo sfruttatore!
 
 
 
POV KYUNGSOO

Cantai la seconda strofa della canzone che mi aveva assegnato la professoressa Taeyeon e mi congratulai con me stesso.
Wow, ero migliorato in quei mesi! 
Ero nella mia camera e camminavo avanti e indietro, cantando. Durante un difficile acuto, quasi inciampai sulle scarpe di Baekhyun e la mia grande performance si concluse con un'imprecazione. Maledetto, perché doveva essere così disordinato?! 
Feci un respiro profondo e mi concentrai, per ricominciare da dove mi ero interrotto.
- KYUNGSOO!!
Urlai spaventato: - COSA SUCCEDE?!
Chen era entrato come una furia e ora mi sorrideva: - Ciao.
Misi una mano sul mio petto e sentii il cuore battere forte.
- Sei impazzito?! Mi hai fatto prendere un colpo!
- Kyungsoo! - mi stava ignorando? - È successa una cosa!!
Il mio amico saltellava sul posto e io non potei fare a meno di ridacchiare.
- Che è successo?
- Finalmente l'ho fatto! 
La risata mi morì in gola. Come?
- C-che hai detto?
- Sì - Chen aveva un enorme sorriso sulle labbra - È stato bellissimo, anche se ero un po' titubante all'inizio, ma poi non ho potuto non lasciarmi andare. Xiumin ha avuto tanta pazienza con me, perché non sapevo davvero come fare, ma lui mi ha aiutato. 
Arrossii completamente. Stava davvero parlando di... quello??
- Chen... m-ma...
- Eravamo come un'unica persona ed è stata una sensazione bellissima. Spero di non essere troppo dolorante domani, sennò è un guaio. 
Ridacchiai in imbarazzo: - Beh, probabile che tu senta dolore, però se ne è valsa le pena...
- Eccome! - esclamò entusiasta.
Credo di non essere mai stato così in imbarazzo. Chen era il tipo di ragazzo senza peli sulla lingua, ma addirittura parlarmi con così tanta tranquillità della sua prima volta? Io ero stato in imbarazzo e in silenzio per una settimana, neanche avessi fatto qualcosa di illegale.
- D-dove l'avete fatto? - chiesi, sforzandomi di mostrare interesse. Ma perché non parlava con Baekhyun di certe cose?!
- In aula di danza, ovviamente. 
Oh santo cielo.
- Ma avrebbero potuto scoprirvi! 
- No no, il professor Eunhyuk era d'accordo. 
Di male in peggio.
- Allora magari dopo mi racconti tutto.
- Faccio di meglio - disse Chen, afferrandomi per un braccio - Te lo facciamo vedere. 
Eh?!
Provai a spostare la mano, ma la presa di Chen era ferrea.
- Andiamo, ti facciamo vedere. Così mi dici se vado bene.
Non potei impedirgli di trascinarmi fuori. 
- Chen, ti prego. Non credo sia il caso...
- Ma certo che lo è! Ho bisogno di qualcuno esterno che mi dica com'è. 
Stavo andando a fuoco dall'imbarazzo e puntai i piedi, strappando via la mia mano da quella di Chen. Il ragazzo si voltò confuso.
- Non voglio vedere! - esclamai, con il viso così in fiamme che avrei potuto usarlo come griglia per la carne.
Chen sembrò restarci davvero male: - Perché no? È una cosa importante per me e voglio che uno dei miei migliori amici mi veda farlo.
Aveva messo il broncio, ma io non avevo nessuna intenzione di vedere lui e Xiumin fare sesso. Non credevo fossero due pervertiti a cui piace farsi guardare.
- Dimmi perché mai dovrei guardarvi mentre lo fate? Sarebbe una cosa troppo imbarazzante!
- Imbarazzante? 
- Perché non lo chiedi a Baekhyun? È lui il pervertito! 
- Pervertito? Ma che c'entra?
- È escluso che io veda te e Xiumin fare sesso! 
Avevo quasi urlato l'ultima frase e, improvvisamente, il viso di Chen diventò forse più rosso del mio.
- Ma che cazzo stai dicendo?! - urlò anche lui, ora palesemente imbarazzato - Non parlavo del sesso! 
Sbattei le palpebre, confuso: - E di cosa...
- Di una coreografia! - esclamò - Io e Xiumin abbiamo ideato una coreografia insieme! 
Tra di noi scese il silenzio. Chen era troppo imbarazzato per parlare e io troppo confuso.
Oh, mi sa che avevo sbagliato.
Ridacchiai nervosamente: - Ah, una coreografia? Non avevo capito.
- Già, non avevi capito. - Chen mi riprese per mano e mi lasciai trascinare verso l'aula di danza.
- Chen, scusa. Davvero, avevo intuito un'altra cosa. 
- E poi siamo io e Baekhyun i pervertiti. 
Non potei evitare di dargli ragione.
 
*

Entrammo nella deserta aula di danza, illuminata dalla luce del sole. 
Mi guardai intorno: - Dov'è Xiumin? 
- Non so... sarà nello spogliatoio. 
Feci qualche passo verso il centro della stanza, guardando il mio riflesso e quello di Chen allo specchio.
- Allora, dove mi siedo? - indicai un angolo - Disturbo se mi metto...
Uno strano rumore mi interruppe e mi voltai: Chen stava uscendo, chiudendo poi la porta alle sue spalle.
- Chen? - ero confuso, ma solo il suono della chiave che girava nella serratura mi spaventò sul serio.
- Chen? - ripetei e raggiunsi velocemente la porta che, come temevo, era chiusa a chiave. 
- Chen, apri subito! - diedi dei pugni sulla porta con sempre più forza.
Dall'altra parte non veniva nemmeno un suono, così mi misi in punta di piedi, per sbirciare fuori da una delle finestre. Fuori, sull'erba, erano seduti quel traditore bugiardo di Chen, Xiumin e il professor Eunhyuk che, appena si accorse che li stavo guardando, fece tintinnare le chiavi davanti alla sua faccia, con un sorrisino furbo sulle labbra. 
Mi aveva chiuso dentro lui? Anzi, loro?
Ma perché? 
Sbuffai e mi girai a guardare la stanza vuota: ero stato parecchie volte lì, quando aspettavo Jongin o lo guardavo allenarsi. Anche se non l'avevo fatto molto spesso quest'estate... 
Sentii una serratura scattare e sussultai: mi stavano facendo già uscire? 
Ma non era la porta d'entrata quella che si stava aprendo. Era la porta degli spogliatoi. E nell'aula stava entrando Jongin.
Restai pietrificato a guardarlo poi, quando si avvicinò, capii.
- Mi hai fatto chiudere qui dentro?! - esclamai incredulo.
- Soo, ti prego, voglio solo parlare. 
Il mio ex ragazzo mi guardava serio e si avvicinava con le mani tese in avanti, neanche temesse che lo aggredissi.
- Non voglio parlare con te!
- E invece parliamo. Anche perché siamo chiusi qui e, finché non lo dirò io, il professor Eunhyuk non aprirà la porta. 
Non potevo crederci! 
Feci un passo indietro e intrecciai le braccia al petto: - D'accordo, parla. L'abbiamo già fatto, ma non ha funzionato molto.
- È vero, però ora siamo qui e voglio che tu accetti le mie scuse. L'altro giorno non l'hai fatto. 
Deglutii ed abbassai lo sguardo: - E se ti dico che accetto le tue scuse, poi che succede? Che tu ti metti a posto la coscienza e poi?
- E poi posso fare di tutto per riconquistarti.
Alzai di scatto lo sguardo e lo puntai sul suo. Non mi stava prendendo in giro, non stava scherzando: voleva davvero stare ancora con me.
- Soo, voglio che ti sia chiaro che non posso stare senza di te. E sono un idiota perché credevo che niente e nessuno ci avrebbe separato, perciò ho ignorato i segnali, non ho pensato al mio comportamento e facendo così ti ho perso. Ma non mi arrendo, farò qualunque cosa per... 
- Perché non stai con Krystal? - lo interruppi - Ora che hai la strada libera puoi stare con lei. Credimi se ti dico che non vede l'ora. 
Jongin si passò una mano tra i capelli, sospirando.
- Vuoi la verità? Ho detto a Krystal che non voglio più fare duetti con lei. 
Sgranai gli occhi, sorpreso.
- Ma...
- Ti faceva soffrire, perciò l'ho fatto - disse Jongin, con decisione - Vuoi che faccia altro? Dillo e ti accontenterò.
- Io non voglio che tu sia il mio zerbino, Jongin. Non voglio che tu sia costretto a fare solo ciò che voglio io per farmi stare buono. Questa non è una vera relazione. 
Feci un passo avanti, verso di lui.
- Abbiamo sempre lavorato tanto e ognuno di noi è sempre stato libero di fare ciò che voleva, perché avevamo piena fiducia l'uno nell'altro. Ma con Krystal tu sei cambiato. Prima trovavi il tempo per stare con me, da quando è arrivata lei sei letteralmente sparito. 
Non mi ero reso conto di essere arrivato di fronte a lui e dovetti alzare un po' la testa per guardarlo in faccia. 
- Non hai più fiducia in me? - chiese e io chiusi gli occhi, pensando alla risposta da dare.
- Ho capito che non siamo indistruttibili. Ma credo... non so, credo di avere ancora fiducia in te.
Jongin mi guardò sorpreso e, se devo essere sincero, lo ero anch'io. Averlo lì davanti a me, che faceva di tutto per chiedermi scusa, dicendo che avrebbe lottato per noi, mi stava facendo vedere una piccola luce in fondo al tunnel.
- E sappi che non dimentico il modo in cui mi hai guardato quando ti ho fatto sbagliare - continuai - Quello sguardo mi ha fatto più male di tutti gli appuntamenti annullati per fare le prove con Krystal.
- Mi dispiace - disse in un sussurro - Ero accecato dal bisogno di fare un'esibizione perfetta. 
- Lo so, ma non voglio vederlo mai più. 
- Non succederà più. 
- Okay - sospirai - Allora ti perdono, ma non me la sento di tornare insieme già ora. Ho bisogno di altro tempo.
Il sorriso che Jongin aveva fatto, sparì appena pronunciai quelle parole.
Annuì: - Lo capisco e me l'aspettavo. Ti riconquisterò, Soo. Questi giorni senza di te sono vuoti e tristi. 
Lo capivo, perché io provavo la stessa cosa. Le giornate senza Kim Jongin che correva a destra e sinistra, che sorrideva, che rideva in quel modo buffo, che mi prendeva per mano ignorando il mio imbarazzo, erano vuote e senza senso. 
- Le cose dovranno cambiare, Jongin.
- Farò tutto ciò che vuoi.
Sollevai una mano e gli spostai i capelli, che continuavano a cadergli sugli occhi. 
- Non voglio che tu rinunci a nulla per me, ma voglio che parliamo l'uno con l'altro. Voglio che mi racconti tutto quello che ti succede e che mi dici le cose come stanno, anche se sospetti che potrei arrabbiarmi. Voglio essere importante per te e non l'ultima ruota del carro. Sono il tuo ragazzo, non un conoscente. 
- Sei il mio ragazzo? - sorrise e io arrossii.
- Forse.
- Certo, forse. 
Gli diedi un piccolo spintone, facendolo ridere, poi continuai a parlare.
- Io invece devo smetterla di starti addosso e prometto che verrò a vedere le tue prove extra, quando i miei studi non me lo impediranno. Avevi ragione, se fossi venuto a vedere e mi fossi interessato di più a quello che facevi con lei, forse le cose sarebbero andare diversamente. 
- Abbiamo sbagliato entrambi - disse lui - Però abbiamo una seconda possibilità. Giusto? 
Mi guardò pregandomi con gli occhi di dire di sì. L'avevamo un'altra possibilità o era tutto perduto per sempre? 
No. Io amavo Jongin e la seconda possibilità era lì per noi.
- Sì, abbiamo una seconda possibilità. Vediamo come va e poi, forse, potremmo tornare insieme. 
Jongin sospirò, come se avesse trattenuto il fiato fino a quel momento. 
- D'accordo. Allora ci riproviamo.
- Ci riproviamo.
- E quando tornerai ad essere il mio ragazzo ti impedirò di lasciarmi di nuovo. Anche a costo di rapirti ancora.
Mi lasciai andare ad una risata: - Lo sai che questo è sequestro di persona? 
- Dillo al professor Eunhyuk, è stata sua l'idea. 
Aprii la bocca, incredulo: - Sua? 
- Già - Jongin allungò una mano verso di me, ma io non la presi.
Feci un passo avanti e posai piano la testa sul suo petto, come se non volessi che se ne accorgesse. Lui mi strinse forte a sé. 
- Stavolta non rovinerò tutto. Sfrutterò la nostra seconda possibilità. 
- Lo farò anch'io. E spero che tua riesca a riconquistarmi, altrimenti sono guai.
Ridemmo entrambi e, in quel momento, la porta dell'aula si aprì e i tre infami entrarono.
- Non gli hai detto che potevano entrare - dissi confuso, ma senza spostarmi dalle braccia di Jongin.
- Scusate - disse Eunhyuk - Ma tra poco devo fare lezione. Ah, ma se vi state abbracciando vuol dire che è tutto a posto. 
Arrossii e mi staccai a malincuore da Jongin, mentre lui guardava male il professore.
- E se non fossi riuscito a convincerlo in tempo per la lezione?
- Cavoli tuoi - rispose il professore e, quando iniziarono ad entrare i primi studenti, capimmo che era il momento di andarsene.
Uscimmo seguiti da Chen e Xiumin. 
- Non sei arrabbiato con me, vero? - chiese il mio amico e io lo fulminai con lo sguardo, facendolo scappare verso la mensa, seguito dal suo ragazzo.
- Kyungsoo, mi prometti un'altra cosa? - disse Jongin, interrompendo le maledizioni che stavo inviando a Chen.
- Sì. 
Jongin mi guardò e scandì bene le parole: - Non baciare mai più Chanyeol.
Ridacchiai arrossendo: - Promesso. 
Poi ci avviammo anche noi verso la mensa, lasciando che le nostre mani si sfiorassero involontariamente. 
O forse no.
 
Bene bene, sembra che le cose per Jongin e Kyungsoo siano un po' migliorate, mentre aspettiamo di vedere cosa dirà Baekhyun a Taeyong.
Grazie a tutti voi che leggete la storia e volevo ricordarvi che sto pubblicando anche una HunHan (My Little Brother), se vi va di darle un'occhiata!

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Capitolo 30
*** 30. BAEKHYUN VS. TAEYONG ***



30. BAEKHYUN VS.TAEYONG 



POV LUHAN         

Uscii dal bagno strofinando i capelli con un asciugamano e guardai l'ora: quel giorno avevo lezione solo al pomeriggio, perciò avevo avuto il tempo di fare un bel bagno rilassante e ora avevo tutta l'intenzione di sdraiarmi sul letto e non fare assolutamente nulla. 
Stare dietro a un ragazzo come Sehun stava finendo tutte le mie riserve di energia, ma non mi sarei mai lamentato di ciò: che continuasse pure a fare di me ciò che voleva. 
Aprii porta e finestre per lasciar passare un po' d'aria e mi lanciai sul letto, ma non avevo fatto in tempo ad atterrare sul materasso, che nella mia camera era entrato il direttore Leeteuk.
- Luhan! 
Sussultai e quasi caddi dal letto: - Sì?!
Leeteuk sorrise vedendo che mi ero spaventato.
- Scusa se ho interrotto la tua pausa, ma devo parlarti di una cosa.
Mi alzai in piedi e mi misi di fronte a lui, mentre cercavo di non tremare. 
Ogni volta che il direttore voleva parlarmi, mi cercava o chiedeva di me a qualcuno, temevo fosse perché aveva scoperto la mia relazione con Sehun. Ero terrorizzato che ci scoprisse e, invece di essere più prudente, Sehun mi spingeva a rischiare sempre di più. 
Ma, come ho detto prima, non mi lamentavo. 
Almeno finché non incombeva su di me il dubbio che Leeteuk ci avesse scoperto. 
- S-sì, perché mi cercava?
- Che programmi hai per settembre? - mi chiese, mentre guardava alcuni fogli che teneva in mano. 
- Ehm... non lo so, non ci ho pensato. 
In realtà ci avevo pensato: sarei andato con Sehun. Che fosse Seoul, Busan, Incheon... io sarei andato con lui. 
- Allora ho una proposta per te - Leeteuk sorrise e mi allungò i fogli che teneva in mano - Ti va di fare l'insegnante di musica in una scuola media di Seoul? So che al tuo livello potresti insegnare al conservatorio, ma avendo già il lavoro qui con ragazzi impegnativi ho pensato che ti sarebbe piaciuto fare qualcosa di più, come dire, tranquillo.
Ero ammutolito e guardavo i documenti che avevo tra le mani. Non era una cattiva idea... 
- Wow, io non so che dire. 
- Grazie direttore. - mi suggerì.
- Grazie direttore - ripetei sorridendo - È davvero una bella...
- Luhan! 
Mi bloccai: non era la voce di Sehun, vero? 
- LUHAN!
Anche Leeteuk l'aveva sentito e il suo sguardo si era fatto severo.
- Luhan, non immagini cosa ho... - Sehun era entrato come una furia nella stanza, ma appena ci aveva visto, si era bloccato. 
- Signor Oh. - Leeteuk lo guardò sconvolto - Ma ti pare il modo di comportarsi? 
Sehun aprì la bocca per rispondere, ma un mio sguardo fulminante lo convinse a stare zitto. 
Stiamo tutti calmi!
- Non puoi entrare in questo modo nella camera di un insegnante, senza bussare. È una grave mancanza di rispetto. E chiamarlo solo con il nome!
Sehun si stava prendendo una bella sgridata, ma non potevo intervenire per difenderlo, sennò avrei peggiorato la situazione. 
- Mi dispiace.
- È il minimo. Il professor Luhan non è un tuo amico, è il tuo insegnante. E mi aspetto che gli porti rispetto. 
Sehun annuì e abbassò lo sguardo, affranto. Io sapevo che in realtà non lo era affatto e sicuramente stava pensando a tutto ciò che aveva fatto con il suo insegnante. 
Maledetto ragazzino. 
- Adesso vai - lo congedò Leeteuk - E non voglio mai più vedere un comportamento del genere, sono stato chiaro? 
- Certo. - Sehun si affrettò ad andarsene, ma prima di uscire e mentre Leeteuk gli dava le spalle, ghignò guardandomi.
Ormai lo conoscevo troppo bene. 
- Incredibile - commentò Leeteuk, una volta che Sehun fu scomparso - Non farti mettere i piedi in testa, Luhan. Altrimenti se a questi ragazzi dai una mano, si prendono tutto il braccio. 
Mi morsi la lingua per non fare battute su cosa avevo ormai già dato a Sehun e mi concentrai sui documenti per la scuola media.
L'idea mi stuzzicava e, se Sehun fosse andato in una scuola a Seoul, saremmo stati insieme. Avremmo potuto prendere un appartamento insieme, fare la strada insieme tutte le mattine, cenare insieme tutte le sere... 
- Pensaci - la voce di Leeteuk interruppe le mie fantasticherie - Non mi serve una risposta subito, ma prima me la dai meglio è. 
Detto ciò, lo ringraziai e lui se ne andò. 
Non vedevo l'ora di dare la bella notizia a Sehun e scoprire cos'aveva così tanta fretta di dirmi. 
 
*

Non l'aveva detto apertamente, ma sapevo che era andato nella radura per parlare senza nessuno che ci disturbasse. Perciò, subito dopo che Leeteuk se ne fu andato, mi incamminai verso il nostro posto segreto e, infatti, Sehun era lì. Era appoggiato ad un albero e aveva in mano... una busta? Non l'avevo notata prima, troppo spaventato che Leeteuk capisse.
- Ehi. - mi salutò e mi venne incontro.
- Ciao. - lo baciai e lui intrappolò il mio viso con le mani, per impedirmi di allontanarmi subito. 
- Ho una bella notizia da darti.
- Ho una bella notizia da darti.
Avevamo parlato contemporaneamente e ci guardammo negli occhi, confusi.
- Prima tu. - disse lui, ma io scossi la testa. 
- No, vai tu. Sembravi avere molta fretta. - ridacchiai.
- Abbiamo rischiato prima, eh? - chiese Sehun, giocando con la busta che aveva tra le mani, poi sul suo viso si aprì un enorme sorriso.
Cosa strana per Sehun.
- Mi hanno preso alla Los Angeles Ballet Academy!
Sbattei le palpebre, convinto di non aver capito bene.
Visto che non dicevo nulla, Sehun continuò, sempre più entusiasta. 
- Ho fatto domanda quasi per scherzo. Avevo registrato un video da mandare alle scuole coreane e alle compagnie di ballo, ma poi ho visto questa scuola americana e mi sono detto "perché non provarci?". Giuro che non me l'aspettavo! - ridacchiò e si passò una mano tra i capelli - Invece mi hanno mandato questa lettera...
Me la porse e io, come un automa, la presi e lessi ad alta voce.
- Gentile Signor Oh, siamo lieti di comunicarle che la sua domanda è stata accettata... - continuai a leggere in silenzio, mentre le parole si confondevano ed erano sfocate davanti a me. 
Ero così sconvolto. Ero felice per Sehun, ma allora, perché non glielo avevo ancora detto?
- Luhan - mi prese il viso tra le mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi - È una cosa fantastica! Los Angeles, ma ti immagini? 
- È... è lontana. 
Bravo, Luhan. Non era di certo questo che lui si aspettava dicessi. 
- Meglio, no? - disse Sehun, senza perdere il sorriso - Ce ne andiamo insieme e lì non dobbiamo nasconderci. Né perché sei un insegnante, né perché siamo due ragazzi. 
Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo, gesto che fece sorgere dei dubbi a Sehun sulla mia felicità per la notizia. Infatti mi lasciò e si allontanò. 
- Non sei felice. 
Non era una domanda.
- Non lo so - ammisi - Los Angeles è... negli Stati Uniti.
- Grazie per la lezione di geografia, Lu. - Sehun cercava di stare calmo, ma era evidente che ci era rimasto male.
Feci un altro respiro profondo, poi parlai.
- Leeteuk mi ha trovato un lavoro come insegnante di musica in una scuola media, a Seoul.
Lo sguardo di Sehun si fece duro: - Beh, rifiutalo.
- Magari non lo voglio rifiutare. - dissi, ma mi pentii subito. 
Sehun iniziò a camminare avanti e indietro: - Perciò che succederà a settembre? Io andrò a Los Angeles e tu a Seoul? Saremo separati ancora?! 
- Non voglio. 
- Beh, nemmeno io! - sbottò. - Ma se vogliamo stare insieme, uno dei due deve rinunciare. 
Aveva ragione. Perfettamente ragione. 
- Ed è scontato che sia io a farlo? - chiesi. 
- Potremmo trovare un'altra scuola media a Los Angeles.
Risi amaramente: - Non so nemmeno la lingua! Forse potrei trovare lavoro in un fast food, se sono fortunato. 
- Ma torneresti a fare l'insegnante qui, in estate. - ribattè Sehun.
- Non so se mi sta bene.
Sehun mi guardò così intensamente, che sentii il bisogno di nascondermi dietro qualcosa. 
- Eravamo d'accordo che saresti venuto con me, ovunque fossi andato. Se avessi saputo che te ne volevi stare comodamente a casa, non avrei nemmeno mandato per scherzo quel video in America. 
Si stava arrabbiando e aveva ragione. Ero pronto a seguirlo ovunque ma, ora che me lo chiedeva davvero, dicevo di no. 
Avevo promesso a me stesso che l'avrei seguito fino in capo al mondo.
Ma ora mi tiravo indietro. 
- Ci devo pensare. - dissi, per provare a prendere tempo e perché davvero volevo pensarci.
Era un cambio di vita. Significava lasciare tutto per seguire un ragazzo che avevo conosciuto solo pochi mesi prima. Lì saremmo stati io e lui, da soli, in un posto che non conoscevamo. E se, stando sempre insieme, non fossimo andati d'accordo? 
Se avessimo passato il tempo a litigare?
Se io fosse stato bloccato in un minuscolo appartamento perché non trovavo lavoro?
Se ci fossimo lasciati? 
Guardai Sehun, che stava in silenzio, rispettando la mia confusione. Poi camminai velocemente verso di lui e lo abbracciai più forte che potevo. 
Lui fu pronto a ricambiare il mio abbraccio, come sempre. 
Solo un'ora prima fantasticavo su come sarebbe stato vivere con Sehun, svegliarsi con lui, passare tutto il tempo in sua compagnia... e ora queste cose le vedevo come un problema. 
Ero palesemente confuso.
- Lasciami qualche giorno per pensarci - lo pregai - Ho bisogno di assimilare la notizia e ideare un piano. 
- Non devi farlo da solo. Lo faremo insieme. - Sehun mi accarezzò i capelli, dolcemente. 
A volte mi chiedevo chi fosse l'adulto tra i due. 
Ci stendemmo sul prato e passammo lì il resto della giornata, parlando di qualunque cosa.
Tranne Los Angeles.
 
 
 
POV BAEKHYUN

Numero 13... 12.... 11.... 10! 
Bingo!
Eccola, la camerata di Taeyong. Avevo aspettato la sera per cercarlo, perché non volevo né parlare con lui in mensa, né tantomeno piombargli a lezione. Perciò, dopo aver cenato, mi ero diretto verso la sua camera. Speravo davvero di trovarlo perché, più tempo passava, più avevo paura della sua reazione. 
Gli sarebbe importato o se ne sarebbe fregato? In fondo era dal ballo che quasi non parlavamo e non è che lui fosse venuto a cercarmi... 
Non importava: volevo avere la coscienza a posto e dovevo fare quella cosa.
Bussai alla porta e subito sentii rumore di passi venire dall'interno, ma non aprii Taeyong, bensì Johnny.
- Ciao Johnny, stavo cercando...
- Taeyong! C'è qui il tuo ragazzo!
Arrossii a quelle parole, irritato. Fortunatamente alle spalle di Johnny apparve Taeyong.
- Ehi, Baek! Che ci fai qui?
Se era sorpreso di vedermi non lo dava a vedere, anzi, mi guardava malizioso. 
Mi resi conto che l'aveva sempre fatto, ma solo ora mi dava enormemente fastidio. 
- Devo parlarti, puoi uscire un momento? 
Ignorai il fischio che fece Johnny.
- Perché non entri tu, invece? Ci stiamo divertendo. - disse Taeyong, ma io scossi la testa.
- Non lo vedi? Il piccolo Baekhyun vuole stare da solo con te. - ci prese in giro Johnny e poi diede un leggero spintone a Taeyong per farlo uscire.
Io non dissi nulla e mi allontanai dalla porta, anche se mi fu impossibile non sentire il ragazzo che diceva a Taeyong di divertirsi e l'altro ridacchiare.
Erano sempre stati così stronzi? 
Appena fummo lontani da orecchie indiscrete, feci un respiro profondo e lo guardai negli occhi, cercando di non farmi mettere in soggezione.
- Come stai? 
- Ora che ti vedo sto molto meglio. - mi rispose, appoggiandosi con una mano alla parete in legno di una camerata. 
- Non per fare il puntiglioso, ma non me n'ero andato. Avresti potuto venire a cercarmi. 
Taeyong ridacchiò nervoso. 
Baekhyun 1 - Taeyong 0
- Hai ragione, ma ho avuto molto da fare con le lezioni. Scusami, piccoletto. 
Rabbrividii al soprannome. 
Ehi, solo Chanyeol poteva chiamarmi così!
- Non sono il tuo piccoletto, chiaro? Non dirlo mai più. 
Baekhyun 2 - Taeyong 0
- Perdonami - il ragazzo sorrise, dispiaciuto - Sei molto arrabbiato con me, vero? Mi sono comportato male e le mie scuse non sono state sincere, l'altra volta. 
Taeyong mi prese le mani e mi guardò negli occhi.
- Baekhyun, ti prego perdona il mio comportamento. Sia al ballo, che in queste ultime settimane.
Sospirai e annuii: - Accetto le scuse.
Baekhyun 2 - Taeyong 1
- In realtà... - sfilai le mani dalle sue - Sono qui per dirti una cosa. Magari non te ne importerà nulla, ma sentivo che era giusto fartelo sapere, prima che lo vedessi da solo. 
Taeyong attendeva, perciò mi feci coraggio e lo dissi.
- Io e Chanyeol stiamo insieme. 
Il ragazzo davanti a me sbarrò gli occhi: - Come, scusa?
- Chanyeol è il mio ragazzo adesso e... beh, so che ti piaccio, perciò ho ritenuto fosse giusto dirtelo.
Taeyong fece un verso di disapprovazione, poi scoppiò a ridere, lasciandomi confuso. 
- Ma dai! Certo, sapevo che quel gigante non avrebbe mollato, ma non credevo che tu avresti davvero ceduto. Non durerete nemmeno fino alla fine del campo!
Le sue parole, dette tra le risate, mi fecero tremare di rabbia.
- Non è vero! Perché dici così? Tu non sai...
- Non so cosa? - mi chiese, avvicinandosi minaccioso - Cosa provi per lui? Invece lo so: niente. Ti stai solo godendo una nuova esperienza, ma ti stancherai di essere fedele ad una sola persona, di averlo sempre attorno, di non avere più la tua libertà. Lo so, perché io sono come te. Siamo uguali io e te, Baek.
- Non è vero! - urlai, sentendo le lacrime pizzicare. Non dovevo piangere davanti a lui: sarebbe stata una soddisfazione troppo grande. 
- Io non sono come te!
- Sì, invece. Per quello eri la persona perfetta con cui divertirmi qui al campo. Ma poi ti si è appiccicato addosso quello sfigato di Park e non ti sei mai lasciato completamente andare. 
Tremavo per la rabbia, per lo sforzo di trattenere sia le lacrime che un pugno, che non vedeva l'ora di scontrarsi con il naso di Taeyong.
- Non hai capito niente! - urlai - Io amo Chanyeol! Lui non è solo un divertimento, sennò non gli avrei mai dato speranze mettendomi con lui. L'ho fatto aspettare così tanto perché volevo essere sicuro di voler stare con lui. E ora sono sicuro. 
- No, ora ci vuoi fare sesso e l'unico modo è metterti con lui.
Strinsi le mani a pugno, mentre una lacrima scivolava sulla mia guancia. 
Ma non piangevo perché Taeyong si era rivelato uno stronzo.
Non piangevo per quello che aveva detto. 
Piangevo perché avevo detto ad alta voce e ammesso che amavo Chanyeol. E la prima persona che l'aveva sentito non era lui, ma Taeyong.
Mi asciugai velocemente un'altra lacrima solitaria e alzai lo sguardo sul ragazzo davanti a me. Lo fissai serio ed ebbi quasi la sensazione di avere fuoco al posto degli occhi. 
- Tu non sei me e non sei lui. Puoi credere che siamo uguali, e magari una volta era così, ma adesso io sono cambiato. Questo campo estivo e Chanyeol mi hanno cambiato. Quello che dici, non mi interessa assolutamente, perché io ti credevo mio amico e non hai fatto altro che dimostrarmi che non era così. Perciò, Taeyong, ti dico che ora sono fidanzato e ti ringrazio. Davvero, grazie. 
Lui mi guardò confuso: - Perché mi ringrazi?
Sorrisi: - Perché mi hai consigliato tu questo campo. Davanti alla bacheca della SAA, sei stato tu a dirmi che questo campo estivo era ottimo e io ti ho creduto. È grazie a te se sono qui, se ho imparato tanto e non solo nel canto e nel pianoforte, ed è sempre grazie a te se ho potuto conoscere Chanyeol. 
Indietreggiai e feci per andarmene: - Ci si vede alla SAA.
Poi mi incamminai velocemente, sentendolo urlare: - Sempre se ci entri! 
Risposi alzando il dito medio nella sua direzione, senza nemmeno voltarmi.
Baekhyun 3 - Taeyong 1
Addio Taeyong. 
 
*

Non andai nella mia camera, nonostante fosse quasi ora del coprifuoco. Andai subito in quella di Chanyeol, trovando la porta socchiusa e lui sdraiato sul letto, intento a leggere un manga.
Quando entrai, sussultò.
- Oddio, mi hai spaventato!
Non gli risposi e mi sdraia sul letto, accanto a lui. Gli posai la testa sul petto e chiusi gli occhi, sentendo di essere con chi mi voleva bene. 
- Ehi - Chanyeol mi accarezzò lentamente i capelli - Stai bene? 
Annuii e strinsi la sua maglietta tra le dita: - Adesso sì. 
- Vuoi parlarne?
Sospirai: - Ho appena finito un'interessante conversazione con Taeyong.
- E? 
- E avevi ragione, su tutto. 
Mi sollevai un po' e lo guardai. Lui ovviamente capì subito che avevo pianto.
- Lo vado ad uccidere.
- No - sorrisi per rassicurarlo - Non ne vale la pena. Non voglio che tu finisca in prigione proprio adesso. 
Chanyeol non rise e mi scrutò attentamente, come se volesse rivedere quello che mi era successo solo leggendolo nei miei occhi. Gli raccontai tutto, parola per parola.
Tralasciai però la parte della dichiarazione d'amore per lui.
- Quel ragazzo è più stupido di quanto pensassi. 
Scossi la testa: - Cambierà quando troverà la persona giusta. 
Chanyeol sorrise e mi baciò. E quel bacio riuscì a cancellare tutte le cattiverie che aveva detto poco prima Taeyong. 
Quando separammo le nostre labbra, mi accorsi finalmente che eravamo soli.
- Dove sono tutti? 
- So che Lay è con la sua ragazza e Xiumin con Chen. Sehun non lo vedo da stamattina, ma non ho visto nemmeno il professor Luhan... 
Ci scambiammo uno sguardo divertito.
- Jongin l'ho visto in mensa, accanto a Kyungsoo.
- Spero si rimettano insieme - dissi.
Poi circondai i fianchi di Chanyeol con la gamba e nascosi il viso sul suo collo.
Eravamo così appiccicati che quasi ogni parte del mio corpo era a contatto con una del suo. 
Ed ero incredibilmente a mio agio.
- Lo sai che Taeyong sbagliava, vero? - chiesi. 
- Quando?
- Quando ha detto che mi sono messo con te solo per fare sesso.
Chanyeol ridacchiò: - Lo so, non mi avresti fatto una cattiveria del genere. 
Restammo in silenzio qualche secondo, finché lui non parlò di nuovo: - Se stai per chiedermi quando lo faremo, non lo so. Non si decide una data, succede e basta.
- Ah no? - lo presi in giro - Non esiste un'agenda di coppia in cui si decide ora, giorno e posizione? 
Chanyeol rise ancora, stringendomi più forte a sé. 
- Sai, io non sono un esperto della vita di coppia. - dissi. 
- Non c'è nessuna agenda - mi assecondò Chanyeol - È una cosa spontanea, il più delle volte. 
- Quindi possiamo farlo in qualunque momento?
- Direi di sì. 
- Anche adesso? 
Chanyeol smise subito di ridere e mi guardò. 
- A-adesso?
Feci scorrere una mano sul suo petto ed annuii, poi lo baciai
Lui ricambiò subito, ma non durò molto.
- Non credo sia una buona idea. - disse ansimando.
- Perché no? - cominciai a lasciargli dei baci sul collo, che subito si trasformarono in piccoli morsi.
- P-perché ci interrompono sempre. E... e arriverà qualcuno anche ora, ci scommetto.
Ci zittimmo entrambi e ascoltammo attentamente: dall'esterno non arrivava nemmeno il più lieve dei suoni.
Guardai Chanyeol, ma non feci nemmeno in tempo a dirgli che non sembrava stesse arrivando nessuno, che lui ribaltò le posizioni e mi fece finire sotto di sé. 
Iniziammo a baciarci come se da quello dipendesse la nostra vita.
Ma eravamo Baekhyun e Chanyeol.
E Baekhyun e Chanyeol non possono mai starsene in pace.
- Ciao ragazzi!
Chanyeol si spostò così velocemente da me, che cadde dal letto. 
Mi sedetti ridendo e, accanto alla porta, c'era Lay. Il ragazzo si appoggiò allo stipite, a braccia incrociate. 
- Perché vi siete fermati? Continuate pure. Io riesco a dormire lo stesso, anche se fate rumore. 
Chanyeol si alzò finalmente da terra e, dolorante, si sedette sul letto.
Non protestavamo nemmeno più: ormai ci eravamo abituati a quelle interruzioni.
Risi e gli diedi un leggero bacio sulle labbra.
- Ci vediamo domani. 
- A domani. - rispose lui, sorridendo. Era arrossito, sia per l'imbarazzo di esserci fatti beccare da Lay che per quello che stavamo per fare. 
Mi alzai dal letto di Chanyeol e, prima di uscire, salutai Lay. 
Tornando in camera, riflettei su tutto ciò che era successo quella sera.
Capii che il tempo passato con Chanyeol aveva annullato tutto il mio malumore, la sofferenza e la rabbia che provavo dopo aver parlato con Taeyong. 
E capii che lo amavo davvero tanto.
 

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Capitolo 31
*** 31. OGNI GIORNO ***



31. OGNI GIORNO



POV CHANYEOL
 

Non potevo credere di essere in ritardo proprio il primo giorno che avevo appuntamento con Baekhyun! Dovevamo trovarci al mattino, visto che entrambi non avevamo lezione, in aula di pianoforte. Invece io non avevo sentito la sveglia, non avevo trovato gli asciugamani per il bagno, le docce erano tutte occupate e poi non ricordavo dove avevo messo il mio zaino. 
Speravo che anche Baekhyun fosse in ritardo o che non si arrabbiasse: non volevo credesse che non davo abbastanza importanza alla sua audizione. 
Arrivai davanti alla porta dell'aula e la spalancai, precipitandomi dentro.
- Sono qui! Mi dispiace per il ritardo, ma... - avevo il fiatone, perciò mi piegai sulle ginocchia e feci dei respiri profondi. 
Baekhyun era nella classe, seduto ad un banco, e mi guardava ridacchiando. 
- Non importa se sei in ritardo, basta che non fai un infarto proprio ora, perché io non saprei rianimarti. 
Non potei fare a meno di sorridergli: - Non ho nessuna intenzione di andare all'altro mondo. Non adesso che questo è diventato così bello.
Baekhyun arrossì ed abbassò lo sguardo sul quaderno che aveva davanti a sé. 
- Perché arrossisci? È la verità. 
Finalmente avevo abbastanza fiato per muovermi, perciò lo raggiunsi e gli diedi un bacio sulla testa, prima di lasciarmi cadere nella sedia accanto alla sua. 
Baekhyun borbottò qualcosa che però non capii.
- Come scusa? 
- Smettila. 
- Di fare cosa?
- Di dire cose così... così... 
- Romantiche? 
- Imbarazzanti. 
Risi nervosamente: - Ti metto in imbarazzo? 
Respira, Chanyeol. Non vedere già la tragedia! 
- Ma certo che sì. - disse Baekhyun, come se fosse una cosa naturale, poi si alzò e me lo trovai seduto a cavalcioni in braccio. 
O santo cielo!
- Però sei sempre imbarazzante e mi piaci lo stesso, no? 
Gli piacevo. Mio dio, ero ancora convinto fosse tutto un sogno.
- E stavo scherzando: certo che arrossisco perché dici cose romantiche. Perciò smettila, perché adesso dobbiamo concentrarci sulla canzone e abbiamo un sacco di lavoro da fare. 
Sorrisi e gli baciai la punta del naso: - Ricevuto, mettiamoci al lavoro. 
Baekhyun mi baciò sulle labbra e addio, io andai in paradiso. 
Quando si alzò, blaterando su che punizione mi avrebbe dato la prossima volta che avessi fatto tardi, notai il quaderno aperto sul banco accanto e... cosa c'era scritto?
Senza pensarci lo presi: - Hai già iniziato a buttare giù qualcosa? 
Baekhyun sussultò visibilmente e mi strappò in malo modo il quaderno dalle mani.
- Non toccare ciò che non è tuo, gigante! 
Ridacchiai: - Dai, se hai già iniziato posso dare un'occhiata. 
- No! - Baekhyun scosse la testa e nascose, in modo molto maldestro, il blocco nello zaino. 
Era tutto rosso e nervoso.
- Tutto bene, Baek? Scusa se ho preso il quaderno. Non credevo avessi un diario segreto. 
Baekhyun alzò gli occhi al cielo: - Sei proprio scemo, lo sai? Non era il mio diario. Stavo provando a scrivere un testo per la canzone. 
- E allora perché non posso vederlo?
- Perché no! - Baekhyun sbuffò e si sedette al pianoforte.
Sospirò e mi guardò: aveva le guance tutte rosse. Era così carino! 
- Senti, Yeol, ho bisogno del tuo aiuto per la musica perché vorrei provare a scrivere da solo il testo. So che faccio schifo in entrambe le cose, ma forse nella scrittura un po' meno, perciò a quello ci penso io.
Sorrisi e lo raggiunsi, sedendomi accanto a lui.
- Va bene, sono felice tu voglia pensare da solo al testo. Vorrei solo che avessi qualcuno che ti aiutasse se dovessi essere in difficoltà o che ti correggesse se sbagli. 
Lui annuì: - Ho già chiesto al professor Henry.
Ah.
Cercai di non dare a vedere che ci ero rimasto male e sorrisi.
- Bene, iniziamo a comporre qualcosa e...
- Non offenderti. 
Ecco. Quel ragazzino mi leggeva la mente. 
Sospirai e gli presi la mano: - Non mi sono offeso, è solo che non capisco perché vuoi aiuto da due persone diverse.
Baekhyun alzò gli occhi al cielo e mi diede una pacca in testa. 
- Ahia!
- Davvero non ci arrivi? 
No, non ci arrivavo. 
- Senti, lasciamo stare. Ti sto chiedendo di aiutarmi con la musica e se non vuoi farlo puoi anche andartene. - Baekhyun aveva sparato tutto senza riprendere fiato e gesticolando.
- D'accordo, mi arrendo. Audizione tua, canzone tua, decisioni tue.
Alzai le mani: non volevo mi sbattesse fuori. 
- Perciò iniziamo? - chiese Baekhyun, impaziente. 
- Iniziamo. 
 
*

Avevamo cominciato da 40 minuti ed avevamo suonato sì e no cinque note. 
- Prova a lasciarti andare. - dissi per incoraggiare un Baekhyun sempre più nervoso e arrabbiato. 
- Non sono capace! - sbottò e si mise le mani sul viso. 
Io gliele presi e le appoggiai di nuovo sui tasti del pianoforte. 
- Concentrati e non scoraggiarti. Se non sai farlo è ovvio che non puoi comporre una melodia al volo. 
Lui si alzò ed iniziò a camminare su e giù per la classe.
- Forse dovrei semplicemente fare un brano che esiste già. 
- Sì, lo potresti fare. Ma visto che è la tua ultima possibilità io tenterei qualcosa di eccezionale. 
- Non le so fare le cose eccezionali! - esclamò Baekhyun, facendomi sussultare. 
- Okay, così non va. - mi alzai anch'io e lo presi per un braccio, interrompendo quel suo avanti e indietro. Poi gli presi il viso tra le mani.
- Tra venti minuti ci troviamo davanti alla mensa. Okay?
Baekhyun mi guardò, sospettoso: - Ti pare il momento di mangiare? 
Non gli risposi e mi avviai all'uscita dell'aula.
Dopo venti minuti esatti ci incontrammo davanti alla porta della mensa, che era già piena di ragazzi per il pranzo. Io tenevo in mano uno zaino e la tastiera elettronica. Quando Baekhyun la vide, fece dietro front.
- Io me ne torno in camera. Buona giornata, Yeol. 
Alzai gli occhi al cielo: - Andiamo Baek, ci aspetta una bella camminata. 
Mi avviai nel bosco senza controllare se mi stava seguendo ma, pochi secondi dopo, Baekhyun mi si affiancò.
- Stiamo andando al lago?
Annuii e lui mi prese lo zaino: - Non fare sempre tu tutto il lavoro. 
Risi e gli presi la mano, mentre camminavamo spediti.
L'altra volta che eravamo andati al lago da soli, il mio piano aveva funzionato: Baekhyun era riuscito a suonare qualche nota senza spartito e ricordavo ancora la gioia nei suoi occhi per esserci riuscito. 
Volevo tentare ancora quella strada: forse l'atmosfera del lago, con la sua calma, il suo silenzio e la mia emozionante presenza l'avrebbero aiutato. 
Arrivammo in poco tempo e Baekhyun posò a terra lo zaino, poi si perse a guardare le acque del lago, come la prima volta. 
- Ricordi quando abbiamo fatto il torneo? Non credevo avremmo vinto, ma alla fine abbiamo fatto gioco di squadra e abbiamo battuto tutti. 
Sorrise e io ricambiai: come potevo dimenticare il torneo?
- Sembra passata una vita. - dissi, mentre mi sedevo a mangiare il panino che avevo messo nello zaino.
- Già. - sussurrò Baekhyun, con lo sguardo perso.
Sembrava in un altro mondo, pensieroso.
- Baek, tutto bene? 
Lui annuì semplicemente, poi venne a sedersi accanto a me e mi rubò il panino, mangiandone un grosso boccone.
- Ehi, quello era mio! Il tuo è nello zaino. - borbottai, ma lui sorrise e io mi sciolsi.
Che ci potevo fare? Ero schiavo del suo sorriso. 
Non mi lamentai oltre e presi l'altro panino dallo zaino. Mangiammo in silenzio, godendoci la tranquillità di quel posto, così diverso dalla mensa dov'erano gli altri. 
La prima volta che eravamo stati lì, avevamo passato tutto il tempo a parlare: non ci conoscevamo ancora bene ed avevamo un sacco di cose da raccontare l'uno all'altro 
Com'erano cambiate le cose. 
Dopo aver mangiato, Baekhyun si spostò e mi raggiunse, per mettersi tra le mie gambe. La sua schiena era appoggiata al mio petto e sembrava lui volesse nascondersi nel mio abbraccio. 
- Odio l'idea che tutto questo finirà. 
Abbassai lentamente lo sguardo su di lui: - Che intendi?
- Il Sound Music Camp. Non manca molto che finisca.
Sospirai e lo abbracciai, posando il mento sulla sua spalla.
- Ricordi cosa ci siamo promessi? - chiesi. 
- Certo che lo ricordo. - Baekhyun rimase in silenzio, per poi sussurrare - Posso confidarti una cosa? 
- Sì, dimmi.
 - Ricordi la tua parte di promessa? Che se io non fossi passato all'audizione, avremmo cercato una scuola a cui andare insieme.
- La ricordo. - dissi, non capendo dove volesse arrivare.
- Ultimamente mi trovo sempre più spesso a pensare che preferirei fallire l'audizione. 
Sgranai gli occhi: - Ma che stai dicendo? 
- Non voglio andare in una scuola diversa dalla tua. 
- Baek - lo costrinsi a voltare il viso - Anche se andremo in due scuole diverse, ci vedremo lo stesso. 
- Ma qui siamo sempre insieme e... 
Deglutii a vuoto, quando capii qual era la sua paura. Mi spostai per mettermi davanti a lui e poterlo guardare negli occhi.
- Non stai dicendo che hai paura che, se non ci vediamo sempre, la nostra storia non durerà, vero? Perché sai, queste paure non sono belle come base per una relazione. 
Lui abbassò lo sguardo: - Lo so e non è questo. Non farmelo dire, ti prego. 
- Dimmelo.
- No.
- Baekhyun!
- No!
- Ma...
- Mi mancheresti troppo! - Baekhyun quasi urlò, mentre arrossiva - Maledetto elfo, non riesco nemmeno a pensare di non vederti sempre. Già mi manchi mentre siamo qui, dove gli unici momenti in cui non ci vediamo è quando dormiamo o siamo a lezioni diverse. Mi manchi se non ti vedo due ore, come cavolo faccio a non vederti per giorni o settimane?!
Ero rimasto a bocca aperta e Baekhyun distolse lo sguardo.
- Ti odio, Yeol.
Sorrisi e gli presi il mento con le dita, costringendolo a guardarmi.
- Ci vedremo tutti i giorni, promesso. Sono sicuro che, mentre sarai a lezione, sarai troppo impegnato per sentire la mia mancanza. Poi, appena uscirai da scuola, io sarò lì ad aspettarti.
- Ogni giorno? - chiese, in un sussurro.
- Ogni giorno. Con il sole cocente o con il gelo, con la bufera di neve o la pioggia. Te lo prometto. 
Baekhyun chiuse un momento gli occhi, come ad imprimersi nella memoria quella promessa. Invece io non riuscivo a credere che ci tenesse così tanto a me, che la paura di separarsi da me gli facesse addirittura dubitare di voler andare nella scuola dei suoi sogni.
Quando riaprì gli occhi, mi guardò con severità. 
- Se non mantieni la promessa...
- Me ne farai pentire amaramente, lo so.
- Ti strangolerò con le corde della tua chitarra.
- Okay.
- E nasconderò il tuo cadavere nella custodia. 
Rabbrividii: - Ho capito, basta così. Anche se dubito di starci nella custodia della chitarra. 
Sul viso di Baekhyun si formò un ghigno e io mi alzai di scatto.
- Va bene, tu mi ci faresti stare. Ora basta con questi discorsi lugubri e suoniamo. 
 
*

Per più di un'ora suonammo. Baekhyun era molto più tranquillo e rilassato rispetto a quando eravamo in aula di piano: era proprio vero che il lago lo ispirava. 
Quando lo lasciavo fare da solo gli prendeva il panico e non riusciva a suonare nulla; invece se iniziavo io e lui si univa, magari suonando ad una tonalità più alta o più bassa, andava meglio. 
Dopo due ore mi alzai per sgranchirmi le gambe.
Mi stiracchiai e, improvvisamente, una melodia interruppe il silenzio. Mi voltai verso Baekhyun, che non sembrava essersi accorto di nulla.
- Cos'era?! - esclamai e lui mi guardò confuso. 
- Cosa?
- Quello che hai appena suonato. 
Baekhyun guardò la tastiera come se fosse uno schifoso insetto.
- Non capisco. 
Tornai a sedermi accanto a lui e presi il blocco con tutte le note che avevamo scarabocchiato quel giorno. 
- Risuonala.
Baekhyun mi guardò sconvolto: - Non la so risuonare! 
- Beh vedi di farlo, perché era la melodia giusta! 
Lo incoraggiai con lo sguardo e Baekhyun fece un respiro profondo. 
- Mi pare fosse... così? 
Suonò di nuovo le note precedenti e io mi affrettai a scriverle, poi le ascoltammo attentamente ancora e ancora. 
- Non mi pare di riconoscere nessuna canzone. - bisbigliò Baekhyun e io scoppiai a ridere.
- Credo proprio tu abbia appena composto una melodia. O almeno, una parte. 
Baekhyun mi guardò come se avessi tre teste: - Non dire cazzate, Park.
- Non dico cazzate, Byun. Questa melodia è bella e ora dobbiamo lavorarci, ma direi che ci siamo.
Baekhyun fece un respiro profondo: - Sei sicuro che non l'abbia copiata? 
Ridacchiai: - Sai che sono un'enciclopedia della musica e credimi se ti dico che questa melodia l'hai appena creata tu. 
Lui guardò la tastiera, ancora sconvolto, poi guardò me e il suo viso si illuminò.
- Chanyeol, stai davvero dicendo che ce l'ho fatta?!
- Sto dicendo che ce l'hai fatta, piccoletto. Ora però dobbiamo lavorarci e...
Venni interrotto da un urlo spaccatimpani e una risata liberatoria. Non potei fare a meno di ridere vedendo Baekhyun così felice. 
- Ce l'ho fatta sul serio!! 
Urlò ancora, prima di buttarsi addosso a me, facendo cadere entrambi sull'erba. 
Mi abbracciò così forte che per un attimo mi mancò il respiro. O forse era successo perché lui era sdraiato sopra di me.
- Sono poche note, ma tu mi aiuterai a trasformarle in una canzone, vero? - mi chiese, sorridendo.
Come facevo a dirgli di no? 
- Ovvio che ti aiuto. Impazziremo su questa canzone, ma uscirà perfetta. 
Baekhyun si spostò e si alzò da sopra di me. Peccato.
Mi alzai anch'io e lo guardai saltellare battendo le mani.
- Hai scritto le note, vero? Perché non voglio che ce le dimentichiamo! E non perdere il blocco, mettilo subito nello zaino! 
Parlava a raffica perciò, per farlo stare zitto, lo afferrai per un braccio e lo baciai. Lui ricambiò aggrappandosi alle mie spalle e sentii che finalmente tutto il suo corpo si rilassava. Non doveva essere facile per lui lo sforzo di comporre una canzone. 
Baekhyun sorrise nel bacio e sussurrò tenendo le sue labbra vicinissime alle mie.
- Dovremmo festeggiare. 
Eh??
Arrossii: - Come?
Lui rise notando come il mio viso era diventato rosso.
- Non fare il timido. 
Oddio.
- Siamo qui tutti soli.
Baekhyun sorrise malizioso e io sentii un brivido lungo la schiena. 
- T-tu lo sai che arriverà qualcuno, v-vero? - balbettai in imbarazzo.
Volevo fare l'amore con lui così tanto... ma sentivo che quello non era né il posto né il momento perfetto, anche se lo sembrava. 
Eravamo al lago, era tutto romantico, Baekhyun aveva appena messo insieme delle note da solo... ma sentivo che ci sarebbe stato un momento migliore di quello.
- Chanyeol? 
Mi accorsi che mi guardava, in attesa di una mia risposta. No, era troppo improvviso e volevo avere l'opportunità di rendere quel momento il più romantico possibile.
Sorrisi e ghignai: - Io ho un'idea migliore. 
Baekhyun sbattè le palpebre confuso e, prima che potesse dire qualcosa, me lo caricai in spalla ed entrai nel lago.
Appena capì cosa stavo facendo, iniziò a scalciare e protestare. 
- No no, Chanyeol, ti prego! Mettimi giù! 
- Non ci penso nemmeno, volevi festeggiare. 
Baekhyun grugnì di disapprovazione: - Ma non così, stupido gigante. Immaginavo più un "tu sopra di me e dentr-".
Non lo lasciai finire e lo buttai in acqua. 
Se non mi avesse mollato in quel momento, ero sicuro che saremmo stati insieme per sempre. 
Quando riemerse aveva tutti i capelli davanti agli occhi, la maglietta bianca era trasparente e aderiva al suo corpo. 
Okay, forse non avevo avuto proprio una brillante idea.
Ero così impegnato a sbavare, che urlai spaventato quando Baekhyun iniziò a schizzarmi con l'acqua. 
Rideva e non era arrabbiato, neanche un po'. 
Il vecchio Baekhyun mi avrebbe affogato nel lago e mi avrebbe odiato, per averlo buttato in acqua completamente vestito. 
Invece quel nuovo Baekhyun rideva e urlava contento. 
Giocammo e nuotammo nell'acqua finché non notai che lui rabbrividiva sempre più spesso. 
- Meglio uscire, si sta facendo tardi. - sorrisi e lui annuì, anche se era evidente che gli dispiaceva.
Appena fummo fuori dal lago mi resi conto che adesso saremmo dovuti tornare al campo tutti bagnati e, per di più, Baekhyun continuava a tremare. 
Ero un fidanzato pessimo.
Fortunatamente mi ricordai che mi ero tolto la felpa e l'avevo lasciata accanto allo zaino.
- Togliti quei vestiti bagnati, Baek.
Lui fece subito come gli avevo detto e io sospirai di sollievo quando vidi che non mi ero sbagliato: la felpa c'era.
- Tieni, metti quest...
Baekhyun era davanti a me, mezzo nudo. No, non mi sarei mai abituato a quella visione.
- Tu come fai? - chiese lui, mettendo la felpa: era così larga che lo copriva abbastanza da non metterlo in imbarazzo. 
Alzai le spalle e iniziai a raccogliere le nostre cose. 
- Non preoccuparti, io non mi ammalo mai.
Baekhyun alzò un sopracciglio: - Sicuro?
Annuii e mi caricai la tastiera in spalla, mentre lui prendeva lo zaino. 
- Sono forte, Baek. Non preoccuparti per me. 
Tornammo al campo chiacchierando, con Baekhyun che ancora parlava delle poche note che aveva messo insieme completamente da solo. 
Mentre andavamo verso la sua camerata, notammo gli sguardi degli altri studenti ed entrambi arrossimmo. Sapevamo cosa pensavano avessimo fatto, visto che Baekhyun aveva addosso solo una felpa, anche se speravo che il mio essere completamente bagnato li portasse nella direzione giusta.
Arrivammo davanti alla camerata di Baekhyun proprio mentre Xiumin, Chen e Suho stavano uscendo. 
- O.
- Mio.
- Dio.
Dissero in perfetta sincronia, poi Chen ammiccò: - Dove siete finiti tutto il giorno? 
Baekhyun gli lanciò un'occhiataccia e si voltò verso di me, ignorandoli.
- Grazie per la giornata.
Sorrisi e mi piegai a baciarlo, fingendo che fossimo soli e che non avessimo tre curiosi che ci fissavano. 
- Buonanotte. E tieni la felpa se vuoi. 
Baekhyun arrossì: - Questa felpa orribile? Non ho nessuna intenzione di tenerla!
Risi e mi allontanai, camminando all'indietro.
- Mettila con l'altra maglia che mi hai rubato.
Lui borbottò e, di proposito, si voltò e sgambettò su per le poche scalette della camerata.
Avevo davvero appena lasciato un Baekhyun con solo la mia felpa addosso? 
Ero proprio un gigante idiota.
 
*

Starnutii e rabbrividii per colpa della febbre. Baekhyun smise per l'ennesima volta di suonare e mi guardò, lanciandomi fulmini con gli occhi. Eravamo in aula di pianoforte, il giorno dopo la nostra piccola gita al lago ed io, come Baekhyun aveva predetto, stavo malissimo.
Restare con i vestiti bagnati non era stata una grande idea.
- Io non mi ammalo mai - disse, imitando la mia voce roca - Sono forte, Baek.
Ridacchiai in imbarazzo. 
Dovevo immaginare che non l'avrei passata liscia.
 

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Capitolo 32
*** 32. ERAVAMO ANCORA NOI ***


32. ERAVAMO ANCORA NOI
 

POV KYUNGSOO 

Mi sedetti sul letto con il quaderno degli spartiti sulle ginocchia ed ero pronto per un pomeriggio di studio. Avevo la camera vuota, come spesso in quel periodo: avere tutti gli amici fidanzati aveva i suoi vantaggi.
Baekhyun ormai passava tutto il suo tempo con Chanyeol, oppure in aula di pianoforte, ma sempre con Chanyeol; Chen e Xiumin sparivano per ore e ore e non avevo nessuna intenzione di scoprire cosa facessero; Suho e Irene facevano qualche cosa noiosa da responsabili o da neo fidanzatini, tipo guardare le stelle. 
Poi c'ero io, che... beh, diciamo che mi sembrava di essere tornato al periodo in cui io e Jongin stavamo passando dall'essere amici al diventare fidanzati. Quel periodo fatto di sguardi sfuggevoli, sorrisi accennati, mani sfiorate...
Jongin si stava davvero comportando bene con me, lasciandomi il mio tempo per riavvicinarmi a lui. Io, d'altro canto, mi stavo sforzando a lasciarmi tutto alle spalle e a seppellire la mia gelosia. 
Le cose stavano pian piano migliorando e ciò mi rendeva molto felice, perché Jongin mi era mancato più di quanto avessi mai osato ammettere. 
Sorrisi al pensiero che tutto stesse andando bene ed aprii il quaderno ma, da esso, scivolò fuori un foglietto che cadde a terra.
Convinto fosse un appunto che avevo preso, mi piegai per prenderlo ma mi accorsi subito che quella non era la mia calligrafia.
 
"Gentili amici,
Siete pregati di recarvi in aula di danza per una riunione straordinaria. Vi aspetto oggi alle 16. Non mancate se non volete che venga a cercarvi. 
Lay"

 
Rilessi un'altra volta il biglietto e sospirai: giornata di studio finita. Però non capivo perché Lay avesse indetto un'altra riunione, non mi pareva ce ne fosse motivo. Poi mi balenò un pensiero nella mente: quand'era che Lay aveva messo il biglietto nel mio quaderno? L'avevo tenuto con me tutto il giorno... 
Scossi la testa: meglio non pensare a come quel ninja ci fosse riuscito. Tutto ciò che riguardava Lay era meglio ignorarlo.
Presi solo il biglietto ed uscii dalla camerata, visto che mancavano già pochi minuti alle 16 ma, appena messo piede fuori, vidi Jongin a pochi passi da me, anche lui con il fogliettino in mano. 
Ci sorridemmo e mi affrettai a raggiungerlo.
- Sai il perché di questa riunione? - chiesi confuso - Non riesco ad immaginare il motivo.
- Forse è per noi due. - disse Jongin, alzando le spalle. 
- Io non credo, tra noi le cose vanno meglio, no? - chiesi arrossendo, poi mi avviai velocemente verso l'aula di danza, in imbarazzo.
Jongin si affrettò a seguirmi, ridacchiando: - Perciò possiamo dire che tra di noi è tutto come prima.
Mi voltai e lo fulminai con lo sguardo: - Non esagerare adesso.
Vidi Jongin tremare, ma subito gli sorrisi: - Diciamo che quello che è successo è passato. Io non ci voglio pensare più, e tu?
Jongin sorrise: - È passato.
- Bene. - afferrai Jongin per una mano e camminammo in silenzio, fino ad arrivare all'aula di danza. 
Sentire la sua mano nella mia era una delle cose che mi erano mancate di più. 
Appena entrati, sei paia di occhi si voltarono a guardarci: eravamo gli ultimi. 
- Finalmente! - esclamò Chen - Vi stavamo aspettando. 
Poi tutti i loro sguardi si spostarono sulle nostre mani, che erano ancora unite e vidi Chen e Baekhyun lanciarsi un'occhiata eloquente.
Alzai gli occhi al cielo e io e Jongin andammo alle ultime sedie libere, separando le mani solo una volta seduti. 
Lay aveva sistemato le sedie in cerchio, come durante la riunione per Suho, solo che stavolta eravamo tutti presenti. 
- Dunque, ora che ci siete tutti, possiamo cominciare. 
Lay si alzò e fece il giro, distribuendo dei fogli. Appena li diede anche a me, vidi subito che era il testo di una canzone.
- Bene - Lay tornò a sedersi, mentre nell'aula era calato il silenzio - Come ben sapete, il Sound Music Camp sta per finire.
A quelle parole, Baekhyun sussultò e Chanyeol gli prese subito la mano. Chissà cosa gli succedeva.
- Perciò, come ogni anno - continuò Lay - Sta per arrivare il momento del saggio finale. 
Oh, era vero. Con tutto quello che era successo avevo dimenticato completamente il saggio.
Era uno spettacolo obbligatorio per tutti gli studenti del campo e segnava la vera e propria chiusura del periodo di studio. Al saggio erano invitati tutti i genitori degli studenti ed era un grande evento perché poi ognuno sarebbe tornato alla sua vita nella civiltà. 
- Fate davvero un saggio finale? - Baekhyun scoppiò a ridere - Come all'asilo? 
Le occhiatacce che gli lanciammo tutti lo fecero zittire all'istante.
- Dicevo - Lay non perse il sorriso - Visto che quest'anno abbiamo legato tantissimo ed abbiamo esteso il nostro gruppo, facendoci entrare elementi maturi ed intelligenti come Suho e Kyungsoo... 
- Ehi! - esclamarono Chen e Baekhyun, facendo ridere tutti noi. 
- Scusate, dicevo...
- Ti prego, arriva al dunque. - Sehun sbuffò.
- Okay. Allora, visto che quest'anno siamo diventati tutti molto amici, ho pensato che sarebbe stato carino fare il saggio di fine anno tutti insieme. Perciò ho lavorato a una canzone e ad una coreografia che, se siete d'accordo, possiamo fare insieme sul palco.
Lo fissammo tutti, increduli. 
- Quando hai avuto il tempo di fare tutto questo? - chiese giustamente Xiumin.
- Mentre voi eravate tutti imboscati a fare i piccioncini. E, per mia fortuna, la mia ragazza è una coreografa pazzesca e ha fatto lei metà del lavoro. 
Il ragazzo sorrise orgoglioso, mentre noi piano piano ci rendevamo conto di ciò che ci stava proponendo.
- Io ci sto - Jongin fu il primo a parlare - Fare una canzone tutti insieme è un'idea bellissima. 
- Io non so se... - Baekhyun era pensieroso - Devo preparare la canzone per la SAA.
- Lo so - disse Lay - Ma né la canzone né la coreografia sono troppo difficili. Sono sicuro che basterà impegnarsi un po' e ce la faremo.
- Tranquillo, vedrai che riusciremo ad organizzarci. - disse Chanyeol, per rassicurare il suo ragazzo. 
Poi però la sua espressione cambiò improvvisamente.
- FERMI TUTTI! - esclamò, alzandosi in piedi - Hai detto coreografia? Cioè devo ballare??
Sehun scoppiò a ridere con davvero poca grazia e Chanyeol arrossì fino alla punta delle orecchie.
- Io non ballo!
- Invece ballerai anche tu! - disse Chen, sorprendendo tutti - Ballo io che faccio mediamente schifo, perciò ballerai anche tu.
- Nemmeno io sono molto bravo a ballare - dissi, sorridendo - Ma partecipo volentieri. 
- Bene - Lay battè le mani contento - Perciò chi accetta alzi la mano.
Subito io, Jongin, Lay, Sehun, Chen, Xiumin e anche Suho alzammo la mano. Chanyeol guardò Baekhyun che, dopo un attimo di tentennamento, alzò la mano.
Al gigante non restò che imitarlo ed ora tutte le nostre mani erano alzate.
- Grande! - urlò Lay, balzando in piedi - Sono così felice che abbiate accettato! Vedrete che sarà fantastico! 
Annuimmo contemporaneamente, entusiasti di poter fare quell'ultima cosa tutti insieme, anche Chanyeol.
L'appuntamento era per il giorno dopo: stessa ora, stessa classe. 
Prima che ce ne andassimo, Lay ci aveva fatto sentire la base della canzone.
Già, aveva davvero pensato a tutto.
Salutai gli altri e mi avviai verso la camerata: quella riunione alla fine era durata parecchio, perciò era quasi ora di cena.
- Kyungsoo! - mi sentii chiamare e mi voltai, vedendo Jongin correre verso di me.
Il ragazzo mi sorrise, appena mi raggiunse. 
- Ceniamo insieme, ti va? - mi chiese e io annuii timidamente. Come se nulla fosse, Jongin mi prese la mano e mi guidò verso la mensa.
Sentivo i brividi in tutto il corpo, brividi che partivano dalle nostre dita intrecciate. Ma non spostai la mano: sentire il tocco di Jongin dopo così tanto tempo aveva il potere di farmi battere forte il cuore e di svuotarmi la mente. 
Prima di entrare in mensa, Jongin si fermò per guardarmi.
- Sono felice che Lay abbia avuto questa idea, così possiamo passare più tempo insieme. 
Arrossii ed abbassai lo sguardo, ma lui mi prese il mento con le dita e mi costrinse ad alzare la testa. 
- Soo...
- Meglio entrare in mensa, no? - chiesi, in un sussurro, ma in realtà nemmeno io volevo che lui togliesse gli occhi dai miei.
O che fermasse il suo dito, che ora mi toccava le labbra.
- Ti rivoglio, Soo. Non resisto più in questo limbo di "stiamo insieme?", "non stiamo insieme?". È un tormento starti accanto e non poterti toccare o baciare.
- Perché non lo fai allora? - chiesi, mentre le mie guance diventavano ancora più rosse.
Jongin mi guardò, sorpreso: - Sicuro? Posso... posso baciarti? 
Come a rallentatore annuii e subito Jongin avvicinò il viso al mio. Non chiusi gli occhi finché lui non fu a pochi millimetri, perché volevo essere sicuro che fosse davvero reale. 
Appena posò le labbra sulle mie, il tempo sembrò tornare indietro alla mattina in cui eravamo arrivati insieme al Sound Music Camp. 
Non era successo nulla con Krystal, non avevamo litigato, non ci eravamo lasciati, non avevamo sofferto. 
La mia vita era completa solo se Jongin era al mio fianco e, in un attimo, entrambi dimenticammo tutto ciò che era successo di brutto quell'estate. 
Certo, avevamo imparato un'importante lezione: mai dare per scontata la persona che ami, perché basta un attimo per perderla. Basta quello che ti sembra un piccolo errore, una sciocchezza, e trovi la tua vita cambiata e il cuore a pezzi. 
Noi non avremmo mai più fatto questo errore perché avevamo capito che non eravamo indistruttibili come pensavamo, ma ciò non voleva dire che non ci amassimo alla follia.
Quando le nostre labbra si separarono, un timido sorriso sfuggì ad entrambi, poi Jongin mi prese di nuovo per mano ed insieme entrammo in mensa. 
Tutto era come prima, se non migliore. 
Eravamo ancora noi.
Eravamo ancora Jongin e Kyungsoo, la coppia d'oro. 
Eravamo ancora Jongin e Kyungsoo, due pezzi dello stesso puzzle.
 



POV BAEKHYUN

Era così ridicolo! Scoppiai a ridere, incapace di trattenermi e Chanyeol mi lanciò un'occhiataccia, mentre si rimetteva in piedi. Eravamo in aula di danza ed era una splendida mattina. Il giorno prima Lay ci aveva detto la sua idea sul saggio finale da asilo ed ora eravamo alla nostra prima prova della coreografia. Io e Chanyeol avevamo passato tutta la sera prima a programmare le nostre giornate perché, tra lezioni, ultimi esami, prove per il saggio e per la canzone dell'audizione, avevamo le giornate piene fino all'ultimo minuto. 
Per stare insieme ad oziare e scambiarci smancerie ci restavano sì e no 3 minuti la sera, prima del coprifuoco. Per nostra fortuna, in buona parte di quegli impegni eravamo insieme, altrimenti non ci saremmo mai visti e non credo proprio che mi sarebbe andato bene.
Dunque, perché stavo ridendo? Perché Chanyeol era scivolato mentre provavamo la coreografia. Di nuovo. Era così scoordinato, ma adorabile. 
- Possiamo ricominciare? - mi riprese Lay, vedendo che non avevo ancora smesso di ridere. 
Mi asciugai le lacrime e mi scusai con Chanyeol che mi sussurrò un - Dopo me la paghi. 
Cosa voleva farmi? Abbracciarmi fino a stritolarmi? Baciarmi fino a farmi mancare il fiato? Oppure... 
Arrossii e cercai di concentrarmi su Lay, che ci mostrava i passi. 
Jongin e Sehun li avevano imparati dopo averli visti praticamente tre volte. Io ci avevo messo un po' di più, ma me la stavo cavando bene, come anche Xiumin e Kyungsoo. Invece Suho, Chen e Chanyeol stavano facendo più fatica, ma si stavano impegnando duramente. 
A parte le cadute di quel grattacielo del mio ragazzo, le prove non stavano andando male. 
Lo guardai con la coda dell'occhio e vidi il suo sguardo serio e concentrato. 
Era ancora più sexy quando si impegnava per fare una cosa che non gli riusciva bene. 
Aveva arrotolato le maniche corte sulle spalle e, facendo così, aveva messo in bella vista le sue braccia muscolose. 
Mi diedi uno schiaffo mentale. 
- Smettila, Baekhyun. - bisbigliai a me stesso, ma smettere di pensarci mi era impossibile. 
La mia eccitazione stava diventando sempre più difficile da controllare e non solo perché Chanyeol era... wow.
Ma anche per come mi faceva sentire: amato, ascoltato, considerato, protetto.
Tutto ciò lo faceva apparire così irresistibile, che a volte mi era difficile non buttarlo a terra e spogliarlo.
Come in quel momento: sudato, ansimante, con i muscoli in tensione...
- Baekhyun!
Sussultai e guardai gli altri, che mi fissavano.
- C-cosa?
- Ho chiesto - disse Lay, ridacchiando. Bene, aveva letto i miei pensieri - Se vi va di provare anche la canzone. Usando il testo, ovviamente. 
Annuii, felice di avere modo di concentrarmi su qualcosa e non pensare a quel maledetto gigante nudo. 
Prendemmo gli spartiti e le prove ricominciarono. 
Vedere coreografia e testo, insieme alla musica, ci entusiasmò e, dopo un'altra intensa ora e mezza, Lay disse che le prove erano finite.
Si può dire che Chanyeol letteralmente collassò a terra.
- Credo di non riuscire più a muovere un muscolo.
- Ma no! - ridacchiai e mi sedetti accanto a lui - Non puoi già essere stanco alla prima prova. Ne abbiamo molte altre da fare. 
- Faccio schifo - borbottò, chiudendo gli occhi - Ballo malissimo e rovinerò l'esibizione. Sicuri che mi volete?
Lay gli si avvicinò e toccò il corpo inerte del mio ragazzo con il piede.
- O tutti o nessuno, Yeol. Perciò vedi di impegnarti. 
Chanyeol sbuffò e intanto gli altri ragazzi iniziarono a lasciare l'aula. L'ultimo ad uscire fu Sehun, che si fermò sulla porta.
- Tra poco inizia la lezione del professor Eunhyuk. Se dovete fare quello che penso, meglio che vi sbrighiate perché se vi scopre vi uccide.
Arrossii: - Ma noi non... 
Tutto inutile: Sehun se n'era andato. 
Sbuffai e guardai Chanyeol, che non dava segni di vita, tanto che pensai si fosse addormentato.
- Yeol? 
- Mmh...
Ridacchiai: - Almeno so che sei vivo.
Mi piegai verso di lui e posai le labbra sulle sue. Quando mi spostai, lui aprì finalmente gli occhi.
- Ciao, Bello Addormentato - risi - È proprio vero che il bacio del vero amore funziona sempre. 
Chanyeol sorrise e si mise seduto. 
- Non sento più le gambe. 
- Mi dispiace per te, ma non credo di riuscire a portarti in braccio. 
Infilai le dita tra i suoi capelli e mancò poco che Chanyeol facesse le fusa.
- Stavo pensando - dissi - So che sei stanco e che tra poco l'aula sarà occupata, ma finché non arriva il professor Eunhyuk potremmo provare la coreografia.
- Come fai ad averla già imparata? 
Ridacchiai, imbarazzato: - Ricordo bene l'inizio e il ritornello, perciò se vuoi proviamo quelle, per ora.
Chanyeol sospirò stanco, ma si alzò.
- Proviamo, dai. 
Sorrisi, felice che avesse accettato, e mi posizionai davanti a lui. Vedevo il suo sguardo concentrato attraverso lo specchio e mi dissi che avrei rinunciato volentieri a quei tre minuti di ozio e smancerie prima del coprifuoco, per stare con lui a ripassare la coreografia. 
Iniziammo senza musica, facendo i passi piano piano. Ad ogni movimento, dicevo cosa doveva fare, così che i miei ordini gli restassero impressi. Non avevo idea se quello fosse un buon modo per insegnare un balletto, ma volevo tentare.
- Braccio piegato, braccio piegato e poi giri. 
Lui seguiva sia la mia voce che i miei movimenti e le cose andarono un po' meglio. 
- Adesso giri e poi ti pieghi a terra, poi ti rialzi e... Chanyeol?
I nostri occhi si incrociarono sul riflesso dello specchio e lui arrossì.
L'ultimo pezzo non l'aveva nemmeno provato, impegnato com'era a fissarmi il sedere.
Siamo messi male entrambi. Vero, gigante? 
Risi per smorzare la tensione e, in quel momento, entrò il professor Eunhyuk.
- Che ci fate voi qui? - chiese severamente e noi ci affrettammo a raccogliere le nostre cose.
O meglio, io mi affrettai, invece Chanyeol arrancò fin fuori l'aula. 
Quando fummo al sicuro, lo presi a braccetto, per sostenerlo in caso piombasse a terra. 
- Sai cosa ti ci vuole ora? 
- Dormire per un mese?
- No - risi - Una doccia e poi il pranzo a letto.
Chanyeol sorrise, stanco: - Non si può portare il pranzo in camera. 
- A meno che... - ghignai.
- A meno che? - chiese lui, preoccupato dalla mia espressione. 
- Vai a farti la doccia, Yeol. Ci vediamo in camera tua. 

 
*

- Ti prego! Sta malissimo e non riesce nemmeno ad uscire dal letto.
Giunsi le mani e mi piegai in un inchino davanti a Sunny, la cuoca. Era impegnata a preparare il pranzo per tutto il campo, ma mi aveva comunque concesso un po' di attenzione. 
- Ma non era già stato male qualche giorno fa? - chiese lei, giustamente. 
Avevo pensato che, se qualcuno ha la febbre altissima, non può di certo uscire dal letto. Perciò avevo fatto un tentativo, fingendo che Chanyeol avesse l'influenza. 
- Sì, è già stato male, ma si è trascurato l'altra volta e ora ha avuto una ricaduta. Ti prego, lascia che gli porti il pranzo in camera. Non vuoi che se ne vada in giro come uno zombie a contagiare tutto il campo, vero? Sei mai stata in quarantena? 
Sunny mi guardò sospirando: non mi aveva creduto nemmeno per un secondo.
- Senti, io ti do il pranzo per entrambi, ma cerca di non farti beccare mentre glielo porti, d'accordo? 
Feci il mio sorriso assassino, ma Sunny continuava a guardarmi seria. O il mio sorriso aveva perso il suo potere, oppure quella donna era strana.
Lasciai perdere le tecniche di conquista e la ringraziai.
- Torna tra dieci minuti, non è ancora pronto. 
- Agli ordini! - feci il saluto militare ed uscii dalla mensa, diretto alla mia seconda tappa.
Quando tornai da Sunny, avevo in spalla la tastiera elettrica. Lei mi diede il vassoio carico di cibo, visto che non riuscivo a portarne due, e mi avviai verso la camera del mio ragazzo. 
La tastiera pesava e temevo di far cadere il pranzo, ma non mi lamentai. Ormai non mi lamentavo più per nulla. 
Aprii la porta socchiusa, con il piede, e poco mancò che il vassoio mi cadesse di mano.
Chanyeol era davanti al suo armadio, senza maglietta. L'avevo già visto così, anzi l'avevo visto nudo, ma ogni volta mi mancava il respiro e mi spariva una buona percentuale di autocontrollo. 
- Ce l'hai fatta. - disse lui, infilandosi velocemente una maglietta. 
Grazie a dio. 
- Ne dubitavi, forse? - ridacchiai e posai tutto sul suo letto, poi la tastiera a terra.
- Perché quella? - chiese, indicandola. Si sedette di fronte a me, con il vassoio a dividerci.
- Perché proviamo qui, così non ti devi alzare dal letto - sorrisi - È stata dura convincere Sunny e non penso mi abbia creduto, ma alla fine è andata bene.
Chanyeol ridacchiò, scuotendo la testa: - Riesci sempre ad ottenere ciò che vuoi, vero?
- Non sempre - lo guardai, ghignando - Non abbiamo ancora fatto sesso.
Come immaginavo, Chanyeol diventò di fuoco ed iniziò a tossire, tanto che dovetti dargli delle pacche sulla schiena. 
- Tutto bene? - chiesi, divertito - Stavo scherzando. Non sentirti sotto pressione. 
Lui mi lanciò un'occhiataccia: - Molto divertente. 
- Scusa. - alzai le spalle e gli sorrisi, per ucciderlo definitivamente. 
Finimmo di mangiare, poi Chanyeol si distese sul letto e io mi sedetti sul bordo, accanto a lui. Alzai il cavalletto e ci misi sopra la tastiera. Davo le spalle a Chanyeol, così ero sicuro che non mi sarei deconcentrato. 
Iniziai a suonare: ormai lavoravamo alla melodia della canzone da una settimana e stava pian piano prendendo forma. Forse troppo piano, ma Chanyeol stava davvero lasciando fare quasi tutto a me.
Il testo, al contrario, era già pronto. 
Era stato più facile di quello che credevo perché non avevo fatto altro che prendere un bel respiro e aprire il mio cuore. L'ispirazione era arrivata di notte, mentre mi rigiravo nel letto, con delle frasi e dei pensieri nella mente. Capendo che era proprio quella la tanto famosa ispirazione, avevo acceso la torcia del mio telefono, preso carta e penna e ci avevo lavorato tutta la notte. Quando, il giorno dopo, l'avevo fatto leggere al professor Henry, lui l'aveva stracciato in mille pezzettini, ma mi aveva detto che l'idea era bella e che ero sulla strada giusta. Così ci avevo lavorato come un matto ed ora il testo era pronto. 
- Prova in Do minore. - la voce di Chanyeol interruppe i miei pensieri. 
Feci come mi aveva detto: - Meglio. 
- Meglio. - ribadì lui, così mi affrettai ad appuntare il cambiamento sullo spartito.
Ripresi a suonare e provare, sforzandomi di capire come continuare e feci diversi tentativi.
- Ti piace così? - chiesi, facendo risentire a Chanyeol quello che avevo appena provato. 
- Mi piace. - sussurrò lui e poi, con molta tranquillità, infilò una mano sotto la mia maglia. 
- Prova però ad una totalità più bassa. 
Sembrava far vagare la sua mano sulla mia schiena distrattamente, ma mi stava mandando brividi in tutto il corpo. 
Feci finta di niente e provai come aveva detto lui e, come sempre, aveva ragione. Annotai le nuove aggiunte e misi di nuovo le mani sulla tastiera, ma non premetti nessun tasto. Intanto la mano di Chanyeol si era fermata ma restava lì, sul mio fondo schiena. 
- Yeol, non so se per te è presto, anche se credo che anche tu non veda l'ora. Ma, ecco io... voglio fare l'amore con te. 
Chiusi gli occhi, aspettando una sua risposta o azione. Invece niente. 
- Yeol? - non ricevendo ancora risposta, mi voltai.
Dormiva. Si era addormentato proprio nel momento meno adatto. 
Indeciso se svegliarlo buttandolo giù dal letto o lasciarlo dormire, sospirai e mi voltai di nuovo verso la tastiera. 
Continuai a lavorare da solo, ascoltando il suono del respiro di Chanyeol. 
Avere il gigante addormentato accanto mi aiutava ad evitare di lanciare la tastiera contro il muro ogni volta che non mi piaceva ciò che stavo suonando. Ero così concentrato che non mi accorsi del tempo che passava, finché non sentii il letto muoversi.
- Ehi - mugugnò un Chanyeol ancora mezzo addormentato - Che ore sono?
Finalmente guardai l'orologio e mi accorsi che avevo lavorato tutto il pomeriggio. Mi passai le mani sul viso e sospirai, esausto. 
- Ti sei addormentato e mi hai abbandonato. 
Chanyeol ridacchiò e mi tirò la maglia, facendomi stendere accanto a lui.
- Com'è andata? - mi chiese, accarezzandomi una guancia. 
Alzai le spalle: - Non ne sono convinto, ma prima voglio che la senta anche tu. Non ora però, per oggi non voglio più vedere quei tasti.
- D'accordo, rimandiamo a domani. 
Sorrisi e lo guardai: dovevo ripetergli quello che avevo detto quando si era addormentato o no? 
Decisi che non avrei detto niente perché non volevo né che Chanyeol si sentisse costretto né che lo programmassimo. Sarebbe successo al momento giusto.
Balzai in piedi e lo tirai per la mano.
- Andiamo, gigante! È ora di cena e io ho una fame che potrei mangiarti tutto in un boccone. E non pensare che ti porti anche la cena a letto, non sono il tuo schiavetto!
Chanyeol scoppiò a ridere e si alzò dal letto: - Va bene, sei già stato troppo gentile oggi a non farmi fare nulla. Andiamo, ho fame anch'io e non voglio che mi mangi.
Sorrisi e corsi fuori, precedendo Chanyeol. Non dovevamo affrettare le cose e dovevamo goderci ogni singolo istante che il Sound Music Camp aveva ancora da regalarci.
 

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Capitolo 33
*** 33. LA RESA DEI CONTI ***


33. LA RESA DEI CONTI

 

POV CHANYEOL

Baekhyun muoveva le dita sui tasti del pianoforte, tenendo lo sguardo fisso sullo spartito. Io ero seduto accanto a lui, gli occhi chiusi e la concentrazione al massimo, per evitare di farmi scappare qualcosa che non andava. Quando lui finì, ci guardammo e sorridemmo entrambi.
- Che ne dici? - chiese lui, timidamente - Pensi che possa andare? Perché a me non sembra male. Anzi, mi sembra davvero bella.
- Perché lo è - sorrisi - È davvero stupenda, Baek. 
La melodia per la canzone dell'audizione era pronta per buona parte e io ero molto soddisfatto di come stava venendo. Però doveva esserlo anche Baekhyun.
- Dimmi quello che pensi. - dissi e gli spostai i capelli che, come sempre, gli erano ricaduti sugli occhi.
Lui mi guardò sorridendo: - Penso che ci siamo, Yeol. Penso che sia perfetta. 
Poi fece un respiro profondo, ad occhi chiusi: - Non riesco a credere che sia quasi pronta. 
Ridacchiai: - Invece ci siamo, e tu sei stato bravissimo. 
- Senza di te non avrei nemmeno iniziato. - disse lui e si sporse verso di me, per baciarmi. 
Nonostante i baci fossero diventati la normalità per noi, ognuno era come il primo. Ogni bacio di Baekhyun mi mandava in tilt il cuore e la mente e non potevo non pensare che ero davvero fortunato ad averlo tutto per me. Nei primi giorni della nostra relazione avevo prestato attenzione ad ogni suo sguardo, parola, occhiata, perché volevo cogliere un segno di dubbio o ripensamento. 
Magari avrebbe cambiato idea, magari avrebbe capito che non facevo per lui.
Ma non avevo mai visto nemmeno l'ombra di un minimo dubbio nei suoi occhi. 
Sarebbe andato tutto bene, doveva essere così perché ce lo meritavamo. 
Gli scompigliai i capelli e tornammo entrambi concentrati, per continuare a lavorare, ma un lieve bussare alla porta ci interruppe.
Quando si aprì, entrò un ragazzino. 
- Cerco Park Chanyeol. - disse intimidito e io e Baekhyun ci scambiammo un'occhiata. 
- Sono io. - dissi, confuso. 
- Il direttore Leeteuk ti vuole nel suo ufficio. 
- Oh oh - Baekhyun ridacchiò, malefico - Cos'hai combinato, piccolo delinquente?
- Ehi, non ho fatto niente. Perché vuole vedermi? 
Il ragazzino alzò le spalle e scappò via. 
- Meglio se vai - disse Baekhyun, sempre con la sua espressione perfida - Non rimandare l'inevitabile. 
- Simpatico - sbuffai e mi alzai, poi gli diedi un bacio sulla fronte - Ci vediamo dopo, tu continua senza di me.
- Ma certo, sempre se tornerai. Magari il direttore ti vuole espellere. - ridacchiò lui e io alzai gli occhi al cielo. 
Nonostante fossi sicuro di non aver combinato nulla di male, avevo una paura terribile. Perché il direttore voleva vedermi? Nella mia mente si affollarono mille pensieri e mi passarono davanti tutte le mie azioni degli ultimi giorni.
Niente, non mi veniva in mente nulla per cui il direttore potesse essere arrabbiato con me. 
Arrivai davanti al suo ufficio e bussai, cercando di farmi coraggio: ero grande e grosso, non potevo aver paura di un semplice incontro.
- Avanti! 
Sospirai ed entrai nell'ufficio. Era abbastanza spazioso, con la scrivania accanto alla grande finestra. Appena entrato, Leeteuk si alzò dalla sedia.
- Ciao, signor Park. 
- Mi cercava, direttore? 
Leeteuk annuì sorridendo e mi fece segno di accomodarmi. Sembrava sereno e non mi fulminava con gli occhi, perciò mi rilassai un po'. Forse non voleva punirmi per qualcosa. 
- Allora, Park, com'è andata quest'estate? - mi chiese e io mi mossi nervosamente sulla sedia.
- Bene, direi. I miei voti sono...
- Ottimi, li ho visti. - Leeteuk aprì una cartellina che prima non avevo notato dove, in bella calligrafia, era scritto il mio nome.
- Perché voleva vedermi? È successo qualcosa? 
Leeteuk incrociò le dita davanti al viso e mi fissò: - Che progetti hai per settembre?
Andare a prendere Baekhyun fuori dalla SAA, ogni giorno.
- Beh, niente di deciso. Tornato a Seoul mi guarderò un po' intorno.
- Non vuoi frequentare una scuola? O fare un provino per un'agenzia? 
Alzai le spalle: - Non ci ho ancora pensato, vedrò quando sarò a Seoul.
- Certo - Leeteuk fece muovere la sedia a destra e sinistra - Bene, allora ho io una proposta da farti. 
Mi zittii, in attesa che continuasse. 
- Purtroppo uno dei miei insegnanti di chitarra ha deciso di abbandonarci l'anno prossimo. Così ho pensato che, prima di cercarlo altrove mettendo qualche annuncio, avrei dovuto dare un'occhiata tra i miei studenti e mi è balzato subito all'occhio il tuo nome. Sei uno dei migliori del tuo corso, se non addirittura il migliore. Saresti un elemento validissimo dello staff. Perciò, signor Park, vuoi diventare un insegnante del Sound Music Camp? 
Non risposi, perché mi ero pietrificato. 
Avevo capito bene? 
Mi aveva davvero chiesto se volevo diventare un insegnante di chitarra? 
Dovevo avere stampata in faccia un'espressione da idiota, perché Leeteuk scoppiò a ridere.
- Il tuo entusiasmo mi commuove. 
- M-mi dispiace, io... non me l'aspettavo. 
Non riuscivo a mettere in ordine le idee, ancora incredulo.
- Ascolta - continuò Leeteuk - Ti spiego brevemente cosa succederà se accetti. Come già immagini, gli insegnanti sono i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene, qui al campo. Partono un paio di settimane prima, se non un mese, per controllare che sia tutto in ordine e in caso sistemare. Poi, quando il campo finisce, restano ancora qualche settimana. Perciò ogni insegnante deve essere a disposizione un mese prima e uno dopo l'inizio e la fine ufficiali del Sound Music Camp. 
Annuii, come un automa, cercando di memorizzare tutto ciò che Leeteuk mi stava dicendo. Parlava di programmi, lezioni, esami... tutto ciò che io avevo fatto come studente prevedeva una grande preparazione da parte dell'insegnante. E, se avessi accettato, tutto quel lavoro sarebbe spettato a me.
Però... però l'idea mi piaceva sempre di più. Non avevo mai visto un lavoro da insegnante nel mio futuro, ma pensandoci non era affatto male. Aiutare gli altri e spiegare loro mi era sempre piaciuto ed avevo la pazienza per farlo. 
Riflettendo mi resi conto che il mio anno sarebbe stato spaccato a metà, circa: una metà a Seoul e l'altra lì, al Sound Music Camp. 
Mentre rimuginavo, non mi ero accorto che il direttore si era zittito e mi osservava, sorridendo. 
Arrossii: - Scusi, stavo...
- Tranquillo - lui mi fermò con la mano - Sai, ho già visto quella stessa espressione e capisco che tu abbia bisogno di pensarci, è una decisione difficile. 
- L'ha già vista?
- Luhan - Leeteuk sorrise - L'ho vista quando ho chiesto a Luhan di diventare insegnante di flauto. Anche in quel caso un professore mi aveva abbandonato all'ultimo momento e io avevo subito chiesto a lui. Perciò, se vuoi qualche chiarimento o consiglio, va da lui. Saprà aiutarti. 
Annuii e feci per alzarmi, sperando che le gambe non mi cedessero.
- Quando devo darle una risposta? - chiesi.
- Prenditi tempo per pensarci, ma non aspettare troppo. Se tu non accetti devo avere il tempo di cercare altrove. 
Uscii dopo aver salutato Leeteuk e, senza rendermene conto, mi incamminai verso gli alloggi degli insegnanti. 
Era inutile negarlo: l'idea mi piaceva ed ero tentato di accettare subito. L'unica cosa che mi aveva trattenuto era Baekhyun: non avrei mantenuto nessuna delle due promesse che avevo fatto, se avessi accettato.
Per almeno due mesi, prima e dopo la sua partenza per il SM Camp, non sarei potuto andare a prenderlo fuori dalla SAA e, se avesse fallito l'audizione, non saremmo potuti andare a scuola insieme.
Mi fermai ad osservare le camere dei professori e sospirai: dovevo parlarne con lui, prima di decidere. 
 
*

Tornai in aula di pianoforte, ma Baekhyun non era più lì, così provai subito nella sua camera e infatti era steso sul letto, a pancia in giù e muoveva le gambe avanti e indietro, mentre scriveva su un foglio. 
Bussai piano alla porta semiaperta e lui subito alzò lo sguardo: - Ciao, sei ancora vivo!
Sorrisi appena e mi avvicinai: - Posso salire? 
Baekhyun annuì e si sedette sul materasso, con la schiena appoggiata al muro, mentre io lo raggiungevo e mi sedevo accanto a lui.
Avevo appena ricevuto una bellissima proposta, ma nonostante ciò non riuscivo ad aprire bocca. 
- Cosa voleva Leeteuk? Che hai combinato? - chiese sorridendo ma, visto che non parlavo e non lo guardavo, mi toccò il braccio - Chanyeol?
- Leeteuk mi ha fatto una proposta - feci un respiro profondo e lo guardai - Mi ha chiesto di lavorare come insegnante di chitarra, la prossima estate. 
Negli occhi di Baekhyun riuscii a leggere esattamente ciò che gli era appena passato per la mente: sorpresa, felicità, consapevolezza, tristezza, rassegnazione, orgoglio. 
- Wow, è una bellissima notizia! 
Sospirai ed appoggiai la testa sul muro dietro di me. 
- Ti prego, dimmi quello che pensi davvero. 
Baekhyun chiuse un attimo gli occhi e, quando li riaprì, mi sorrise dolcemente.
- Sono molto orgoglioso di te, Yeol. Perché non mi sembri felice? Dovremmo festeggiare!
- Perché non potrò mantenere le promesse che ti ho fatto. - dissi flebilmente e, in tutta risposta, Baekhyun mi diede un sonoro schiaffo sul braccio. 
- Ahia! - esclamai massaggiandomelo.
- Sei un grandissimo idiota, lo sai?! - sbottò lui - Questa è un'occasione fantastica e devi assolutamente accettare. È vero, le promesse non saranno mantenute e ciò mi dispiace e ammetto che subito ci sono rimasto male. Ma tu avrai un lavoro che sono sicuro amerai tantissimo e allora vai, spicca il volo, gigante!
Ridacchiò e io mi sentii sul punto di commuovermi, ma dovevo trattenermi per non fare la figura del frignone. 
- E poi non starai qui tutto l'anno, giusto? - chiese Baekhyun e io gli spiegai ciò che Leeteuk mi aveva detto, o almeno quello che il mio cervello aveva registrato nella confusione più totale. In breve, non ci saremmo visti per due mesi all'anno e, sapendo che Baekhyun non voleva che ci separassimo, temevo che non sarebbe più stato così orgoglioso. Invece ascoltò attentamente, senza che il sorriso lasciasse mai le sue labbra.
- Tu lo vuoi fare? - mi chiese quando finii - Se io non fossi qui e tu dovessi prendere questa decisione, accetteresti? 
Ci pensai circa 2 secondi prima di annuire: - Sì, accetterei.
- Allora fallo - disse lui, deciso - Ma devi dare una condizione a Leeteuk. 
- Cioè? - chiesi, confuso.
- Ti deve lasciare usare Internet nel suo ufficio. Non voglio dover solo leggere le tue lettere per due mesi. Non vai al fronte e io non sono la damigella che lasci a casa. Voglio poterti vedere e videochiamarti, chiaro? 
Stavo per ridere, ma capii dallo sguardo di Baekhyun che non stava scherzando, nemmeno un po'. 
- Allora dirò che accetto, ma che voglio poter usare il suo internet per... una volta a settimana? 
Baekhyun alzò un sopracciglio e mi fulminò con lo sguardo.
- Tre volte a settimana. - dissi e lui scosse la testa.
- Ogni giorno, Yeol. Hai promesso ogni giorno. - disse e, per la prima volta da quando avevamo iniziato quel discorso, la sua voce tremò.
Lo abbracciai più forte che potevo: - Lo farò, ti chiamerò ogni giorno e parleremo per tutto il tempo che vorrai. Non ti sembrerà nemmeno che io sia lontano. 
- Meglio se ti compri un computer, non so se Leeteuk possa darti il suo per così tanto tempo. 
Risi e gli accarezzai i capelli: - Grazie per aver capito. 
- Più fiducia, Yeol. Devi avere più fiducia in me.
Aveva ragione. Avevo dato per scontato che si sarebbe arrabbiato e che l'avrei fatto stare male, che mi avrebbe detto di non andare perché le promesse vanno mantenute. Invece lui mi aveva sorpreso, come sempre. 
Ci sdraiammo sul letto a non fare nulla se non goderci l'uno la vicinanza dell'altro. Avevamo tantissime cose da fare e non potevamo usare così il tempo, ma in quel momento avevamo solo bisogno di stare insieme.
- Yeol? 
- Dimmi. 
- Ma poi diventeremo un'altra versione di Sehun e del professor Luhan? 
Ridacchiai: - La versione simpatica. 
- Ma dovrò chiamarti professor Chanyeol?
- Meglio di no.
- E potrò iscrivermi al tuo corso? La chitarra non mi ha mai attratto, ma per un insegnante così sexy potrei anche imparare. 
- Meglio se ti iscrivi a composizione musicale... Ahia!
 
 
 
POV LUHAN 

Mi ero girato e rigirato nel letto per tutta la notte, senza riuscire a dormire per più di paio d'ore. I giorni passavano e io non avevo ancora detto la mia decisione a Sehun: seguirlo a Los Angeles oppure restare qui ad insegnare musica alle medie? Non avevo davvero idea di quello che era meglio fare, di ciò che era giusto. 
Ciò che il mio cuore voleva. 
Quando la stanza iniziò ad illuminarsi per la luce dell'alba, mi alzai e mi fiondai a fare una doccia gelata. Quel giorno avremmo deciso, non potevamo più rimandare. 
Sapevo che Sehun avrebbe passato la mattinata in aula di danza per le prove del saggio finale perciò, dopo le mie lezioni del mattino, andai subito lì. 
Già da fuori si sentivano la musica e le voci dei ragazzi che cantavano. Aprii un po' la porta e sbirciai dentro, curioso.
La maggior parte di loro cantava tenendo in mano lo spartito con le parole ed alcuni ogni tanto si confondevano con i passi, ma vederli esibirsi tutti insieme era uno spettacolo unico. 
Si muovevano come se fossero un'unica persona ed avevano un entusiasmo contagioso. Ero così preso a guardarli, che non notai che Sehun si era accorto di me. Lo guardai e lui mi fece un cenno con la testa, per farmi capire di entrare a guardare. 
I ragazzi mi salutarono velocemente per non perdere il ritmo e, finita la canzone, esultarono all'unisono. 
- Wow, è andata meglio ora. - disse Lay, sorridendo come una mamma orgogliosa. 
- Sono esausto, non sento più le gambe. Baekhyun, ho ancora le gambe? - chiese Chanyeol, prima di cadere al suolo e il suo ragazzo scosse la testa, rassegnato. 
Sehun si avvicinò a me, asciugandosi il sudore con un asciugamano.
- Ciao, cosa ci fai qui? 
- Come le sembriamo, professor Luhan? - mi chiese Jongin.
- Fantastici, mi sembrate fantastici. 
I ragazzi si fecero un applauso da soli prima che Lay desse 10 minuti di pausa.
- Se vuoi parlare usciamo. - mi disse Sehun e io lo seguii fuori. 
Ci sedemmo sui pochi gradini davanti alla porta, l'uno accanto all'altro. 
- Non voglio disturbarti, parliamo quando hai finito. - dissi, ma Sehun scosse la testa.
- No, voglio dirti subito una cosa. 
Mi zitti ed aspettai che parlasse. Sehun prese un respiro profondo e mi guardò, con quella sua espressione seria ed imperscrutabile.
- Ho deciso di non andare a Los Angeles.
Aprii la bocca per parlare, ma non ne uscì alcun suono. 
- Ci ho pensato tanto - continuò lui, visto che non dicevo nulla - E ho capito che niente è più importante di te. Ho capito che non saresti stato felice a Los Angeles e rischiavo di perderti, perciò ho deciso di rifiutare. Andrò in un'altra delle scuole che mi hanno accettato e staremo insieme, Lu. Perché amo la danza, amo ballare e avrei amato Los Angeles. Ma più di tutte queste cose, amo te. Perciò il resto passerà sempre in secondo piano. 
Non sapevo cosa dire, non riuscivo nemmeno a mettere in ordine i miei pensieri. Amava me più di qualunque altra cosa e, questa consapevolezza, mi fece venire le lacrime agli occhi. 
Sehun sorrise e me le asciugò con i pollici: - Non piangere.
- Volevo rifiutare la proposta di Leeteuk. - dissi con voce tremante e Sehun mi fissò, sorpreso.
- Davvero? 
- Sì, ti avrei seguito a Los Angeles e avrei fatto il possibile per far andare bene le cose. Perché amo insegnare e avrei amato quel lavoro alla scuola media, ma più di tutte queste cose amo te.
In quel momento vidi negli occhi di Sehun tutto l'amore che provava per me e capii che, in ogni caso, ce l'avremmo fatta, a Los Angeles. 
Lui poi scosse la testa: - Accetta quel lavoro e restiamo a Seoul. 
- Ne sei sicuro? - chiesi, cercando di capire dai suoi occhi se era sincero. 
- Sicurissimo, dì a Leeteuk che accetti il lavoro. Io avevo fatto altre domande e andrò in una di quelle scuole. 
- Non voglio che ti accontenti per...
- Non mi sto accontentando - disse con decisione - Sono ottime scuole anche quelle coreane. Sono felice così, Lu, e voglio che lo sia anche tu.
Risi tra le lacrime che ancora scivolavano sulle mie guance ed annuii.
Io ero disposto a rinunciare per lui. Sehun era disposto a rinunciare per me.
Niente sarebbe mai riuscito a separarci perché non potevamo fare a meno l'uno dell'altro, ci amavamo troppo. 
Sehun mi baciò gli angoli degli occhi, tenendomi stretto a sé. 
- Basta, non piangere più. - sussurrò e io alzai la testa, per poterlo baciare. 
Tutto si era risolto, tutto andava bene. Io avevo l'amore di Sehun e lui aveva il mio. 
Sorrisi nel bacio: era tutto perfetto. 
- Cosa state facendo voi due?!
Sussultammo e ci separammo velocemente l'uno dall'altro. 
Non era vero. Non stava succedendo. 
Davanti a noi, intento a fissarci con uno sguardo furioso, c'era Leeteuk. 
- Ehi, Sehun, smettila di sbaciucchiarti con Luhan e torna a fare le prove. 
Lay spalancò la porta alle nostre spalle ma, appena vide ciò che stava succedendo, si bloccò.
- Oh cazzo!
Leeteuk lo guardò severamente, ma un'imprecazione passava in secondo piano quando avevi una relazione tra studente e insegnante sotto il naso. 
- Voi due, nel mio ufficio. Subito! 
Senza aspettarci, si avviò a passo spedito. 
- S-Sehun.. - tremavo e Sehun si alzò, tenendomi la mano. 
- Vieni, è il momento della resa dei conti. 
 
*

Leeteuk entrò nel suo ufficio e restò in piedi, accanto alla scrivania. 
- Sedetevi! - sbottò e noi eseguimmo all'istante. Ero sicuro che avesse seguito qualche consiglio da film poliziesco, in cui il cattivo era sempre seduto e il poliziotto lo aggrediva dall'alto, restando in piedi. 
- Posso avere una spiegazione per ciò che i miei occhi hanno visto poco fa?
Feci un bel respiro. Cosa potevo fare? Negare? Dire che si era sbagliato? No. 
Dire che era la prima volta? Era evidente che non lo era.
Dire che era tutta colpa mia e che avevo sedotto Sehun? Oddio no. 
In ogni caso dovevamo prendere tutto ciò con la calma dovuta e...
- Ci stavamo baciando, e allora? Ha mai visto due persone che si amano baciarsi? 
Grazie, Sehun. 
Leeteuk lo osservò attentamente e Sehun sfoggiò la sua miglior espressione menefreghista. 
- Due persone che si amano? 
Oh no, dovevo intervenire: - Sehun non si è spiegato bene. Stavamo solo...
- Sì - mi interruppe lui - Io e Luhan siamo innamorati e stiamo insieme. So che tutto ciò la sconvolge perché lui è un insegnante e io uno studente, ma non me ne frega un accidente. 
- Sehun. - bisbigliai, tentando di fermare quel fiume di parole. 
- Amo Luhan dal primo momento che l'ho visto e sono stanco di dovermi nascondere. Sono arrivato al limite.
- Sehun, ti prego. - ritentai, ma lui era ormai partito in quarta. 
Leeteuk stava zitto e lo guardava dall'alto; Sehun manteneva la sua espressione apatica e lo guardava dal basso, ma nei suoi occhi non c'era traccia di paura. 
- Non ho mai avuto nessun tipo di facilitazione per essere il suo ragazzo. Non ho mai avuto voti alti che non meritavo, né compiti in meno. Luhan è sempre stato professionale e ha fatto benissimo il suo lavoro. Inoltre non è un vecchio 50enne che sta con un ragazzino. Abbiamo quasi la stessa età. 
- Sehun, i 50enni non sono vecchi. - sussurrai, ma potevo parlare quanto volevo, nessuno dei due mi prestava attenzione. 
- Lei può anche espellermi, cacciarmi subito, mandarmi a casa a calci in culo, non me ne frega niente! Però non mandi via Luhan. Ama questo lavoro ed è stata colpa mia: l'ho tormentato finché non ha ceduto, ma non dirò che mi dispiace. Perché avevo trovato l'amore della mia vita e non avevo nessuna intenzione di lasciarmelo scappare per delle stupide regole. 
Dopo quell'ultima frase lo fissai sbalordito: se andava avanti così rischiavo di piangere di nuovo.
- Hai finito? - chiese il direttore e Sehun annuì - E tu, hai niente da dire?
Ecco, questa era la domanda per me. 
Cosa potevo dire ancora? 
- Mi dispiace solo di averle tenuto nascosto tutto questo - dissi, con voce flebile - Non meritava che le mentissi, dopo tutto quello che ha fatto per me. Ma non mi pento di niente. 
Leeteuk non si era nemmeno degnato di guardarmi, teneva lo sguardo su Sehun che finalmente iniziava a mostrare i primi segni di nervosismo. 
- Andate via. 
Mi pietrificai: lo sapevo che sarebbe finita così. Era ora di fare i bagagli.
 - Devo pensare a cosa fare - disse poi Leeteuk, lasciandosi finalmente cadere sulla sedia - Cercate di non far sapere agli altri studenti di questa relazione, almeno non prima che io abbia deciso cosa fare. 
- Cosa c'è da decidere? - chiese Sehun e io gli misi una mano sul braccio, ma lui la scrollò via - Meglio che sappia fin da subito che, se fosse indeciso se chiederci di lasciarci, può anche risparmiarsi la fatica. Non lascerò Luhan per uno stupido campo estivo!
Abbassai lo sguardo e mi alzai, tirando Sehun con me.
- Andiamo via, Sehun. 
Per mia fortuna il ragazzo non protestò e si avviò fuori. Stavo per uscire anch'io, quando la voce di Leeteuk mi fermò. 
- Sehun c'entra qualcosa con il fatto che non sapevi se accettare il lavoro che ti ho proposto? 
Lo guardai ed annuii: - Avevamo appena risolto il problema. Sehun ha rinunciato ad andare a studiare a Los Angeles per stare con me.
- È molto deciso e determinato quel ragazzino. 
Non potei non sorridere: - Lo è. 
Uscii dall'ufficio e trovai Sehun ad aspettarmi.
- Credo che ci serva un momento da soli, che ne dici? - mi chiese e io gli tesi subito la mano, che lui afferrò. Poi ci avviammo nel bosco, per passare quelli che probabilmente sarebbero stati i nostri ultimi momenti insieme al Sound Music Camp.

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Capitolo 34
*** 34. NESSUNO TROVA LA PIOGGIA ROMANTICA ***


34. NESSUNO TROVA LA PIOGGIA ROMANTICA
 

POV CHEN 

Pioveva. E non una pioggerella estiva, ma un vero e proprio diluvio. Ero affacciato alla porta della mia camerata e guardavo gli altri ragazzi che correvano di qua e di là: chi completamente fradicio, chi con i libri in testa per proteggerla, chi metteva gli strumenti più piccoli sotto i vestiti per non farli bagnare. Io avevo già fatto sia la mia lezione mattutina di canto che le prove con i ragazzi, perciò non avevo la minima intenzione di uscire dalla camera per il resto della giornata. 
Sbuffai annoiato: odiavo la pioggia perché impediva di fare qualunque cosa. 
Anche se era divertente vedere tutti correre, infangarsi, bagnarsi. 
Stavo ridacchiando per un ragazzino che era finito dritto dritto dentro un'enorme pozzanghera, quando una figura attirò la mia attenzione. 
Sorrisi, riconoscendolo: era Xiumin e veniva verso di me. Probabilmente il mio ragazzo era la persona più intelligente in quel campo, perché era l'unico che camminava tranquillamente, protetto da un ombrello.
- Ciao - lo salutai, appena mi fu davanti - Credo tu sia l'unico che aveva un ombrello in valigia. 
Xiumin rise ed entrammo nella mia stanza.
- Nessuno pensa mai che in estate può anche piovere - disse ridendo - Tu avevi portato un ombrello? 
Ehm.. no.
- Ma certo! - esclamai con tutta la sicurezza possibile - Sarei stato un idiota a non farlo. 
Xiumin scosse la testa: non mi aveva creduto. Era l'unico che riusciva a capire al volo se mentivo. 
Per evitare di continuare il discorso, mi arrampicai sul mio letto, sopra quello di Suho. 
- Non avevi altre lezioni oggi? - gli chiesi e mi spostai un po', perché potesse sedersi accanto a me. Ma Xiumin preferì sdraiarsi sul letto e, tirandomi per la maglia, mi costrinse a seguirlo. 
- Niente lezioni, ho già finito tutto per oggi. 
- Spero che domani non piova, odio questo tempo. - sbuffai, facendolo ridere.
- A me piace invece. È romantico. 
Mi sollevai per guardarlo, appoggiando la testa alla mano.
- Scusa? Nessuno trova la pioggia romantica. 
- Non è vero, è molto malinconica...
- Appunto. 
- Triste...
- Appunto. 
- Crea un'atmosfera particolare ed è romantico. 
Lo guardai con un sopracciglio sollevato: - Mah, non mi hai convinto più di tanto. 
Xiumin mi guardò con i suoi occhietti furbi.
- Se piove si può stare chiusi in camera. 
Oh.
- A fare cosa? - lo presi in giro - È noioso stare in camera. 
- Ah sì? - ghignò e mi diede un bacio sul mento, scendendo poi sul collo - Perciò ti stai annoiando ora qui con me? 
Ma neanche un po'!
Ridacchiai: - Okay okay, hai vinto! Usare la pioggia come scusa per stare chiusi in camera non è una cattiva idea.
Mi accoccolai contro di lui e restammo qualche minuto in silenzio, ad ascoltare la pioggia che batteva forte sul tetto e sulle finestre della camerata.
- Xiumin?
- Dimmi.
- Sarà sempre così? Quando saremo nella stessa scuola saremo sempre così uniti e felici? 
- Certo che lo saremo - rispose lui, passandomi le dita tra i capelli - Sarà sempre così, Chen. Sto bene insieme a te e non voglio che niente cambi. 
Chiusi gli occhi e sorrisi: ero la persona più felice al mondo. 
Io e Xiumin avevamo programmato tutto per l'inizio dell'anno scolastico: avevamo fatto domanda nella stessa scuola di canto e danza ed eravamo stati accettati entrambi. Perciò l'avremmo frequentata insieme e, in estate, saremmo tornati qui, al Sound Music Camp. 
Iniziammo a parlare dei nostri progetti, di quello che avremmo fatto e visto, del periodo felice che stava per aprirsi davanti a noi. Ma, improvvisamente, la porta della camera di spalancò, facendoci sussultare.
- Non voglio vedere niente...
Dal borbottìo seccato, era Baekhyun. 
- Ehi Baek - mi sollevai un po' e vidi il mio amico che cercava dei vestiti asciutti nell'armadio - Tutto bene?
- Fanculo! - sbottò lui - Che brutta giornata! Ero tutto infangato, perciò mi sono fatto una doccia. Ma ora guarda, sono bagnato di nuovo! 
Xiumin, accanto a me, cercava di non ridere e mimò con le labbra "Non ha l'ombrello". 
- Ma voi non badate a me - continuò lui - Fate pure le vostre cose sconce. 
Arrossii e gli lanciai un cuscino.
- Non stavamo facendo niente di quello che pensi! - esclamai, cercando di evitare lo sguardo di Xiumin. 
- Certo certo... - disse lui, poco convinto, ed iniziò a cambiarsi. 
- È vero - dissi - Stavamo solo parlando dell'anno scolastico. Di ciò che faremo a scuola insieme. 
Baekhyun si bloccò con un braccio dentro e uno fuori dalla maglietta.
- Andrete a scuola insieme? 
Annuii, sorridendo felice: - Siamo stati accettati dalla stessa scuola e, inoltre, la prossima estate torneremo qui entrambi. Non è fantastico?
Il viso di Baekhyun si scurì di colpo: - Insieme. 
- Già - ripetei titubante - Insieme. 
Mi scambiai un'occhiata con Xiumin, che era confuso come me. Entrambi avevamo intuito che c'era qualcosa che non andava.
- Baek, stai bene? Sei strano.
Il mio amico non mi rispose e finì di vestirsi. Era così silenzioso che mi preoccupai ancora di più. 
- Baek, ascolta...
- Spero che siate felici passando tutto quel tempo insieme. - sbottò e lo guardammo, sorpresi dal suo tono.
- Si può sapere cos'hai?! 
- No. - disse, prima di prendere il suo zaino ed uscire dalla camera, sbattendo la porta così forte che temetti ci sarebbe crollato tutto addosso. 
- Era arrabbiato - disse Xiumin confuso - Chissà per cosa. 
Mi passai una mano sul viso e tornai a sdraiarmi accanto a lui. 
- È inutile insistere, se vorrà confidarsi sa che siamo qui per lui. Se vedrò che peggiora lo costringerò con la forza a parlare con me.
Il mio ragazzo mi sorrise e mi baciò dolcemente: - Sei un buon amico. Ma ora io e te dobbiamo parlare di una cosa importante.
Tutti i miei sensi si misero in allerta: di cosa voleva parlare? Dovevo preoccuparmi o no? 
- Volevo chiederti.. 
- Sì?
Respira Chen, magari non è niente di brutto.
- Hai intenzione di frequentare il corso di danza anche a scuola?
Mi pietrificai: Come? Danza? Ma neanche per idea! 
- Non scherzare - dissi, ridendo - Non ci penso nemmeno! 
- Ah. - Xiumin sembrò esserci rimasto male, così alzai lo sguardo verso di lui.
- Xiumin, ti prego, non voglio fare la figura dell'idiota anche nella nuova scuola. 
- Ti sbagli - mi disse lui, sorridendo - Non faresti la figura dell'idiota, perché sei migliorato tantissimo quest'estate. 
- Ma non sono bravo.
- Lo sei, invece. Credo che potresti migliorare ancora di più e passare da "ballerino quantomeno decente" a "buon ballerino". Ci sarà da lavorare molto e, se vorrai, io sarò pronto ad aiutarti. Ma credo che sia sbagliato buttare al vento tutto il lavoro che hai e abbiamo fatto qui, tutte le sveglie all'alba, il sudore e la fatica, tutti i piccoli miglioramenti che hai fatto, tutti gli errori che sei riuscito a correggere. So che ballare non è la tua grande passione, ma vedo nel tuo sguardo che la ami nonostante tutto, anche se dici il contrario. Perciò, secondo me, dovresti iscriverti anche al corso di danza. 
Restai in silenzio, pensieroso.
In effetti quell'estate avevo lavorato come un pazzo, avevo faticato tanto e i miglioramenti erano arrivati. Ormai il professor Eunhyuk non mi guardava più come se fossi un insetto nel suo ramen, ora mi trattava come uno qualunque dei suoi bravissimi studenti. 
I miei voti miglioravano poco a poco e, dovevo ammetterlo, ballare mi divertiva parecchio. Anche durante le prove per il saggio finale era bellissimo: ballare e cantare mi piaceva davvero tanto. 
Mi misi seduto sul letto: - Credi che sarei in grado di affrontare quelle lezioni?
Xiumin si sollevò, appoggiandosi ai gomiti: - Credo che tu possa fare qualunque cosa. Perché lo credo? Perché te l'ho visto fare quest'estate. Ti ho visto passare dalla totale incapacità nella danza, all'essere coordinato e preciso. Hai fatto cose su cui, lo ammetto, non avrei mai scommesso. Sei in grado di affrontare tutto ciò che ti si para davanti, Chen. 
Scacciai le lacrime e sorrisi: - Grazie. Ma se non dovessi farcela...
- Ti aiuterò io. E, non so se lo sai, ma nella nostra scuola verranno anche Seulgi e Jongin. Perciò, se avrai bisogno, ci sarà tutta la tua squadra di soccorso pronta ad aiutarti.
Risi e lo abbracciai forte. Potevo amarlo più di così? 
- Allora lo farò. Mi iscriverò anche al corso di danza e mi impegnerò al massimo, te lo prometto. 
Com'erano cambiate le cose dall'inizio dell'estate! Ero arrivato sbuffando e imprecando per essere stato costretto da mia madre ad iscrivermi ad un corso che odiavo. Avevo provato a farmi buttare fuori, ma avevo trovato un insegnante che, piuttosto che far fallire entrambi, mi aveva affiancato i suoi migliori studenti. Avevamo lavorato duramente e spesso ero stato sul punto di mollare, ma alla fine ero riuscito a sbloccarmi e, oltre ad essere diventato decente nella danza, avevo iniziato anche ad amarla. 
Era stato un lavoro di squadra, con Jongin, Seulgi e soprattutto Xiumin. 
Quel ragazzo con gli occhietti furbi che, tra una coreografia e l'altra, aveva conquistato anche il mio cuore.




POV BAEKHYUN

Pioveva. Odio la pioggia. È così noiosa e bagnata e io, ogni volta che piove, mi sento triste e depresso. Quando piove so già che sarà una giornata tutta storta e, come volevasi dimostrare, anche quel giorno niente era andato bene.
La sveglia non aveva suonato e, per chissà che ragione, i miei amici non mi avevano svegliato, perciò ero arrivato tardi alla lezione di canto, ovviamente completamente bagnato. Avevo stonato almeno dieci volte in un'unica strofa, tanto che la professoressa Taeyeon mi aveva detto che era meglio rimandare il mio test. Poi ero uscito per andare a fare le prove in aula di danza, ma avevo preso in pieno ogni singola pozzanghera e, lì in mezzo ai boschi, le pozzanghere erano unicamente fango. Perciò ero arrivato in aula così bagnato ed infangato, che avevo spaventato Lay e pure Chanyeol. 
Inoltre, vedere Chen e Xiumin intenti a fare programmi sul loro fantastico anno insieme non aveva aiutato. Loro passeranno tutto il tempo insieme, ogni maledetto giorno. Andranno a scuola insieme, al campo estivo insieme, non si separeranno mai. Io e Chanyeol invece sì, noi passeremo due interi mesi separati e chissà se qui sarà come quest'anno. Lui sarà un insegnante, perciò avrà degli obblighi e delle responsabilità che ora non ha. Dovrà preparare lezioni, correggere compiti, partecipare a riunioni... e chissà cosa dirà Leeteuk della nostra relazione! A Luhan e Sehun era andata male, perciò perché a noi doveva andare meglio? 
Certo, noi stavamo insieme da prima, ma magari avrebbe obbligato Chanyeol a non baciarmi in pubblico, a non tenermi per mano, a lasciarmi?!
Non saremo più a lezione insieme perciò ci vedremo meno di ora. E se lui decidesse che vuole frequentare qualcuno di più maturo? Qualcuno che non sia un suo studente, io poi che faccio? Oltretutto, se non passassi l'audizione per la SAA, dovrei scegliere una scuola che non voglio frequentare e mi sentirei un fallito. 
Che orribile giornata. 
Dopo pranzo mi ero lavato via il fango e i brutti pensieri ed ora stavo correndo verso l'aula di pianoforte, passando da un edificio all'altro per bagnarmi il meno possibile. Finalmente ero arrivato: aprii la porta della classe e...
- Cazzo! - esclamai, sentendo che la terra mi slittava da sotto i piedi. 
- Tutto bene? - Chanyeol mi raggiunse e mi aiutò ad alzarmi - Ti sei fatto male? Non devi correre con le scarpe bagnate.
- Grazie, Yeol, senza il tuo intervento geniale non sarei sopravvissuto! - sbottai in tono acido e mi scostai da lui.
Lui mi guardò sorpreso, ma non disse niente. 
Arrancai verso il pianoforte e posai il mio zaino nel banco lì accanto ma, appena aprii la cerniera e tolsi il quaderno con gli spartiti, ne uscì solo un ammasso molliccio e bagnato. 
- Ma cosa...
- Ti è caduto lo zaino nel lago? - Chanyeol sbirciò dentro e ne tolse il mio astuccio e gli altri libri bagnati. Ma niente era ridotto come gli spartiti.
- Questa era la canzone. - dissi in un sussurro. 
- Non preoccuparti - Chanyeol sorrise per rassicurarmi - Io ho la copia della melodia. 
Lo fulminai con lo sguardo: - Ma non hai il testo! 
- Non ne hai una brutta copia da qualche parte? Magari ne avevi lasciato una al professor Henry.
- No, Yeol! - sbottai e scagliai l'ammasso di fogli a terra - Non ne ho una cazzo di copia! 
Mi voltai e andai al pianoforte, aprendo il quaderno di Chanyeol. Lui mi raggiunse, paziente, e mi ascoltò suonare. O meglio, picchiare sui tasti in modo meccanico e particolarmente incazzato. 
- Baek. - Chanyeol mise una mano sulle mie per fermarmi, ma io lo scacciai in malo modo.
- Lasciami stare, sto suonando!
Il mio ragazzo si arrese e sospirò, lasciandomi sfogare sul pianoforte.
Che schifo di giornata! Ma perché non potevo avere la fortuna dalla mia parte almeno una volta?
Arrivai al punto in cui la melodia si interrompeva e provai a continuare, ma era inutile: non ero per nulla ispirato.
- Aspetta, prova così - Chanyeol premette sui tasti - Che ne dici? 
- Va bene. - borbottai ed appuntai sullo spartito. 
- Se non ti piace proviamo altro.
- No, va bene. Tanto tutto quello che faccio io fa schifo.
Chanyeol smise di suonare e mi rivolse uno sguardo duro.
- Posso sapere cos'hai oggi? Sei inavvicinabile.
- Ah, sono inavvicinabile? - risi in modo ironico - È normale, no? Tu non riesci mai ad avvicinarti a me. 
Lui si pietrificò ed abbassò lo sguardo. 
- Proviamo ad una tonalità più alta. - disse serio, tornando a concentrarsi sulla canzone. Lo guardai con la coda dell'occhio: dovevo darmi una calmata, mi stavo comportando da stronzo.
- Yeol - lo chiamai con voce flebile - Scusa, oggi è una pessima giornata. 
- Ho notato - disse lui - Se vuoi continuiamo domani. 
Scossi la testa: avevamo ancora tanto lavoro da fare e il tempo stringeva. 
Perciò continuammo, con me sempre più nervoso e Chanyeol che mi stava accanto, paziente. 
Provai e riprovai, ma niente andava bene, niente era abbastanza bello. Era così orribile, quella melodia.
- È orrenda! - esclamai, premendo i tasti contemporaneamente - Non va bene per l'audizione, non andrebbe bene nemmeno per lo spot di un detersivo.
- Baek, non è...
- E non dire che non è vero! - urlai, senza riuscire a trattenermi - Come ho potuto pensare di riuscire a farcela? Non sono in grado di comporre una canzone, non sono in grado di fare niente!
Chanyeol appoggiò la mano sul mio braccio, ma io mi alzai, con lo spartito in mano.
- Non valgo niente! - urlai ed iniziai a strappare i fogli dal quaderno di Chanyeol.
La canzone che avevamo composto con tanto impegno, cadeva a pezzi, ai miei piedi. 
- Baek, basta. - disse Chanyeol, alzandosi, ma io mi allontanai.
- Non passerò mai questa audizione, non sono abbastanza bravo per quella scuola! Mi sono solo dato tante arie, ma non ce la farò! 
- Ora smettila! - Chanyeol mi strappò quel che restava del quaderno dalle mani - Capisco la giornata storta, ma ora stai facendo il bambino capriccioso e viziato!
Lo guardai con tutto l'odio che riuscivo a scagliare dagli occhi e scappai, uscendo dalla classe. Appena messo piede fuori, la pioggia mi bagnò completamente. 
Ero esausto, arrabbiato, triste e, prima che potessi provare a fermarle, le lacrime mi bagnarono le guance. Camminai velocemente e stavo per mettermi a correre, quando una mano dalla presa forte mi costrinse a voltarmi.
Davanti a me c'era Chanyeol.
- Cosa credi di fare? - mi chiese, alzando la voce per sovrastare il frastuono della pioggia che batteva sui bassi tetti degli edifici. 
- Lasciami in pace!
- No! - urlò - Non ti lascerò in pace, perché sei il mio ragazzo e risolveremo insieme i problemi. Cosa ti succede? 
Non sapevo se si era accorto delle lacrime, con tutta quella pioggia che ci bagnava, ma avrei scommesso di sì. 
- Va tutto male! La canzone, le lezioni, tu.
Fu come se gli avessi dato un pugno in faccia.
- Io?
- Mi lascerai - ora non riuscivo più a nascondere le lacrime ed iniziai a singhiozzare - Staremo lontani due mesi e ti accorgerai di volere un ragazzo più adatto a te. Non mi vorrai più! Non voglio che mi lasci! 
Misi una mano sul viso e provai ad asciugare le lacrime, ma era impossibile. 
- Io ti amo, non voglio lasciarti. - disse Chanyeol, con tranquillità. 
- Lo dici ora! Ma quando non supererò l'audizione non vorrai stare con un fallito e userai quei due mesi per trovarti qualcun'altro. 
Finalmente mi lasciò il braccio, che ancora stringeva, e mi prese il viso tra le mani.
- Ascoltami bene - disse in tono duro, intrappolando i miei occhi con i suoi - Non so che cazzo hai oggi, ma non lascerò che questi pensieri ti passino per la testa. Ti amo da impazzire, Baek, e non cambierà nulla durante quei due mesi. L'audizione andrà bene, perché la canzone è stupenda e tu sei fantastico. Perché non mi hai detto subito che questo mio lavoro ti aveva mandato così in crisi?
- Non l'ha fatto - dissi tra i singhiozzi - Ero felice per te, davvero. Ma poi ho sentito Chen e Xiumin parlare del loro anno scolastico nella stessa scuola e dire che verranno entrambi qui in estate e... e noi no.
- Non cambierà niente - Chanyeol avvicinò il viso al mio - Saremo qui entrambi e passeremo un sacco di tempo insieme. Farò in modo che sia così, te lo prometto. 
- Anche se sarai un insegnante impegnato? 
- Non sarò mai impegnato per te, piccoletto. Se mi chiami, io mollo tutto e arrivo. 
Mi sorrise dolcemente e io non potei fare altro che piangere più forte. Mi buttai tra le sue braccia e mi ci nascosi dentro. 
- Baek, ma perché non mi hai parlato, invece di fare il pazzo tutto il pomeriggio? 
Non gli risposi, perché non riuscivo a calmarmi e smettere di piangere. Chanyeol mi strinse forte a sé, come se avesse paura che, lasciandomi un po', sarei sgusciato via dalle sue braccia. 
- Ci ammaleremo se restiamo qui - disse e poi ridacchiò - E io ho già dato.
Annuii e tenni lo sguardo basso, mentre Chanyeol mi prendeva per mano. 
- Andiamo a recuperare ciò che resta delle nostre cose. Per fortuna io faccio sempre una copia degli spartiti. 
 
*

Dopo aver preso la mia roba bagnata e buttato i pezzettini di carta che una volta erano il quaderno di Chanyeol, uscimmo di nuovo sotto la pioggia, per andare in camera sua. Quando entrammo lui mi tenne forte, perché non scivolassi di nuovo e mi fece togliere le scarpe. 
- Non voglio che ti rompa una gamba: abbiamo il saggio finale da fare e quello che dovrebbe rompersela sono io. - disse ridacchiando, ma io non risposi. 
Me ne stavo accanto al suo letto e guardavo il pavimento: non avevo più aperto bocca dopo essere finalmente riuscito a smettere di piangere. 
Chanyeol andò al suo armadio e lo aprì: - Spogliati, Baek. Un piccoletto mi ha insegnato che ci si ammala restando con i vestiti bagnati. 
Si tolse la t-shirt e la lasciò cadere a terra ma, visto che io non dicevo ancora nulla, si voltò a guardarmi. 
- Baek? 
Alzai finalmente lo sguardo e mi avvicinai timidamente a lui.
- Baek, dimmi qualcosa, ti prego. Non ti è sparita la voce a furia di piangere, vero? Perché sarebbe un bel guaio vista l'audiz...
- Ti amo, Chanyeol. 
Potei leggere chiaramente la sorpresa e l'incredulità nel suo sguardo.
- C-cosa hai detto?
Non l'avevo mai detto a nessuno in vita mia, non mi era nemmeno mai passato per la mente di dire quelle due parole ad un ragazzo. Deridevo le coppie che se le dicevano, ritenendoli dei rammolliti e degli illusi perché l'amore non esisteva o non era importante. Almeno così credevo.
Ma l'amore esisteva eccome e io ci ero piombato dentro senza nemmeno rendermene conto, finché non era stato troppo tardi e non potevo più tornare indietro e rinunciarci. Non volevo farlo. 
- Ma quelle enormi orecchie ti funzionano? Ho detto che ti amo. 
Ridacchiai ed arrossii, in imbarazzo. 
- Mi dispiace per come mi sono comportato oggi, mi dispiace per averti distrutto il quaderno e averti detto quelle cose orribili. Tu lo sai che non le pensavo, vero? 
Chanyeol sembrava non ascoltare davvero quello che stavo dicendo: i suoi occhi sembravano voler cogliere ogni reazione del mio viso. 
- Yeol? 
- Mi ami davvero? 
Sorrisi ed annuii, poi mi misi in punta di piedi: - Ti amo.
Non gli diedi più il tempo di dire nulla e lo baciai. Chanyeol fu pronto a ricambiare e mi sollevò da terra, facendomi avvolgere le gambe intorno alla sua vita. Mi strinsi più forte a lui e mi persi in quel momento. 
Cosa mi ero perso, impedendo al mio cuore di accettare l'amore?! Ma forse non era come pensavo: forse il mio cuore sapeva che l'amore della mia vita non era ancora arrivato e si era aperto solo per lui, solo per accogliere la persona che mi avrebbe davvero reso felice. Perso nei miei pensieri, non mi resi subito conto che Chanyeol era arrivato accanto al suo letto e mi ci aveva steso sopra. 
Separò le nostre labbra e mi guardò come nessuno mi aveva mai guardato. 
- Ti amo anch'io, Baek. 
Sorrisi e lo avvicinai di nuovo, per poterlo baciare ancora. 
- Adesso togliamo questi vestiti bagnati. - sussurrò e io lo lasciai fare.
Ero nudo sotto di lui e lui nudo sopra di me.
Avevo immaginato tante volte quel momento, il momento in cui avremmo fatto l'amore. 
Avevo fantasticato su come mettere in imbarazzo Chanyeol con uno spogliarello molto spinto, avevo immaginato di mettermi sopra di lui e fargli vedere quanto ero bravo nel sesso, credevo che avrei urlato per tutto il tempo, fermandomi solo per dirgli frasi sconce. 
Invece fu tutto diverso. Tutto molto più bello. 
Chanyeol fu dolce e mi trattò come se fossi un pezzo di cristallo, come se quella fosse la mia prima volta. Io non provai nemmeno per un secondo a prendere il controllo o ad esagerare. Facemmo l'amore lentamente e quasi in silenzio, guardandoci negli occhi: eravamo incantati l'uno dall'altro, incapaci di distogliere lo sguardo.
Non avrei mai immaginato che sarebbe stato tutto così perfetto, così pieno d'amore. 
Chanyeol mi disse che mi amava tante tante volte: sussurrando, gemendo, baciandomi. Voleva imprimermelo bene in mente e io non avevo davvero più dubbi: mi amava e niente l'avrebbe allontanato da me, nemmeno due mesi separati. Sarebbe stato mio per sempre, e io sarei stato suo. 
Quando raggiungemmo entrambi il limite, Chanyeol mi guardò affannato ed esausto. 
Alzai una mano e feci scorrere le dita sul suo viso: prima sulla fronte, poi sulla guancia, sul mento, sulle labbra. 
Lui restò immobile per tutto il tempo, poi posò lentamente la testa sul mio petto.
Sapevo che stava ascoltando il mio cuore che, in quel momento, batteva impazzito e sperai che sapesse che era per lui. 
Quel battito folle era per lui. 
Non dicemmo più niente e feci scorrere le dita tra i suoi capelli finché sentii che si era addormentato. 
Fuori la pioggia continuava imperterrita a scendere, ma ora non era più un suono odioso. Mi avrebbe ricordato per sempre quel momento e non potevo esserne più felice.
 

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Capitolo 35
*** 35. LA LETTERA CHE PENSAVO DI VOLER RICEVERE ***


35. LA LETTERA CHE PENSAVO DI VOLER RICEVERE 
 
 
POV CHANYEOL

Quando mi svegliai, quella mattina, ero convinto di aver appena fatto il sogno più bello del mondo. Ancora con gli occhi chiusi ripercorsi quegli attimi: Baekhyun sotto di me, con gli occhi che brillavano e le labbra socchiuse; le sue dita sulla mia schiena e sul mio viso; i suoi gemiti, quasi sussurrati, nelle mie orecchie. 
Ma non era stato un sogno e sentire il suo corpo contro il mio anche in quel momento ne era la prova. Aprii piano gli occhi e la prima cosa che vidi fu il suo viso addormentato. Non potei fare a meno di sorridere e allungai una mano verso di lui: dovevo accertarmi che fosse reale, che lui fosse davvero lì. 
Premetti un dito sul suo naso, quasi fosse un pulsante, e...
- Se non togli quel dito te lo stacco.
Era reale, non c'erano più dubbi. 
Baekhyun aprì gli occhi e sbattè le palpebre velocemente, infastidito dalla luce del sole. 
- Buongiorno. - sussurrai, sorridendo come un idiota. 
Lui sorrise timidamente: - Buongiorno, gigante. Perché mi toccavi il naso? 
- Volevo essere certo che tu fossi davvero qui e che non fossi un sogno o un'allucinazione. 
Baekhyun ridacchiò e poi piazzò la sua manina sul mio amichetto lì sotto.
- Che ne dici? Sono reale?
Eccolo tornato, il vecchio e malizioso Baekhyun.
Quando la sera prima si era arreso totalmente a me e avevamo fatto l'amore dolcemente, ero rimasto in parte sorpreso. Non avevo mai visto Baekhyun così docile e devo ammettere che la cosa mi era piaciuta parecchio. 
Ma dovevo immaginare che non sarebbe durata a lungo. 
- Baek... la mano.
- La mano cosa? - ridacchiò, iniziando a muovere le dita su e giù. 
Era meglio che mi abituassi a certi attacchi, stavo con Baekhyun dopotutto. 
Il sesso mattutino non mi era mai piaciuto, ma con lui era tutto diverso: riusciva a farmi amare anche le cose che non mi piacevano. 
Era così bello anche al mattino, con gli occhietti assonnati e i capelli arruffati, e la sua voce che gemeva il mio nome era uno dei suoni più belli che avessi mai sentito. 
Quando finimmo, si spostò sopra di me, appoggiando la testa sulla mano.
- Potrei restare qui tutto il giorno. - disse ridacchiando.
- Piacerebbe anche a me, ma...
Mi interruppi: ma i miei amici? 
Guardai velocemente la stanza e i letti erano tutti vuoti. 
- Dove sono gli altri? - chiesi mettendomi a sedere, con Baekhyun a cavalcioni su di me.
- Oh oh - disse, arrossendo completamente - Non avranno visto... 
Arrossii anch'io: - Sono sicuro di no. Magari si sono fermati a dormire fuori.
- Tutti quanti? 
- Ma certo...
Ci guardammo: era poco probabile. Baekhyun sbuffò fingendosi irritato, ma le guance rosse per l'imbarazzo lo tradivano.
- Pazienza, hanno visto il grande Byun Baekhyun all'opera.
Trattenni a fatica la risata che stavo per fargli scoppiare in faccia: certo, perché il grande Byun Baekhyun aveva fatto numeri da pornostar. 
Lo baciai sulla guancia ed uscii dal letto, infilandomi velocemente i boxer.
- Divertimento finito, vero? - chiese imbronciandosi.
Sospirai: cos'avrei dato per tornare sotto le coperte con lui! 
- Mi dispiace piccoletto, ma abbiamo tante cose da fare oggi. 
Lui sbuffò e si alzò, per raccogliere i suoi vestiti da terra, ovviamente nudo.
Aiuto. 
Spostai lo sguardo e frugai nel mio armadio: meglio vestirsi, prima di trovarci a rotolare di nuovo tra le coperte. 
Quando fummo pronti, lo presi per mano e ci avviammo verso la mensa. Durante il tragitto e anche mentre eravamo in fila per la colazione, Baekhyun non smise un attimo di parlare: la canzone che doveva riscrivere, ma di cui fortunatamente ricordava quasi tutto; la coreografia per il saggio...
Ad un certo punto lo interruppi: - Ridimmelo.
Baekhyun mi guardò confuso: - Ho detto che ho imparato bene anche tutti i passi della fine e...
- No - sorrisi - Ridimmi che mi ami.
Lui arrossì e guardò quanto mancava perché fosse il nostro turno, ma gli andò male perché avevamo ancora cinque ragazzi davanti.
Alzò gli occhi al cielo, ma poi mi abbracciò, posando la testa sul mio petto 
- Ti amo, gigante.
- Ti amo anch'io, Baek.
- Ma che carini.
Mi voltai sentendo già la rabbia crescere: Taeyong.
Il ragazzo stava ghignando, guardandoci: - Ciao ragazzi, è da un po' che non ci si vede.
Sia io che Baekhyun gli voltammo le spalle: gli avrebbe dato più fastidio se lo avessimo ignorato.
- Siete davvero teneri insieme, lo sapete? Così adorabili da dare il voltastomaco.
Sentii la mano di Baekhyun stringere forte la mia, come a voler impedire ad entrambi di intervenire.
Avevamo ancora due ragazzi davanti, poi ce ne saremmo andati al nostro tavolo.
- Allora, Yeol, sei già riuscito a farci sesso? Perché a me è andata male, ma forse tu hai più possibilità. Il che è sorprendente, non credi? E non solo perché io sono molto meglio di te, ma anche visto quanto è puttana Baekhyun. 
Mi voltai di scatto: - Cos'hai detto?! 
- No no no, calma.
La mano di Lay si appoggiò improvvisamente sul mio petto e mi costrinse a voltarmi. Poi Jongin, apparso da chissà dove, mi mise un braccio intorno alle spalle.
Quello stronzo, come osava dire una cosa del genere?! Guardai Baekhyun e vidi che teneva lo sguardo basso. 
Provai a voltarmi di nuovo, con le mani già strette a pugno, ma tra me e Taeyong ora c'erano Sehun e Xiumin.
- Ehi! - esclamò il ragazzo, scocciato - Dovete rispettare la fila!
- Chiudi la bocca, Taeyong. - disse, in tutta calma, Xiumin.
- Scusami? Ehi!
Il ragazzo stava per dire altro, ma Sehun si voltò e lo guardò: - Qualche problema? 
Il suo tono era piatto e sono sicuro non lo stesse nemmeno fulminando con lo sguardo. Ma era Sehun, e a Sehun bastava guardarti inespressivo per farti tremare. 
Infatti Taeyong cambiò subito espressione e distolse lo sguardo, zittendosi finalmente. Arrivò il nostro turno e i miei amici si riempirono i vassoi, mentre Baekhyun prese solo una confezione di latte.
Quello che aveva detto Taeyong l'aveva fatto soffrire e la voglia di spaccargli la faccia tornò a farmi fremere le mani.
- Calma, Rocky, non ne vale la pena. 
Lay e Jongin mi spinsero verso il nostro tavolo, il più lontano possibile da Taeyong, mentre Sehun e Xiumin aspettavano Baekhyun.
Seduti a fare colazione c'erano già Chen, Kyungsoo e Suho. Il tavolo fu presto riempito di vassoi.
Baekhyun si sedette accanto a me e, prima che potessi dire qualunque cosa, posò una mano sulla mia gamba, sorridendo timidamente. 
- È proprio un'idiota. 
Lo abbracciai, baciandolo sulla fronte: - Non ha capito nulla, non sa quanto sei speciale. 
Iniziammo anche noi a mangiare, ma sentivo lo sguardo degli altri addosso. 
Temevano forse che sarei scattato ed avrei picchiato Taeyong da un momento all'altro?
No, il loro sguardo non era attento, era malizioso. 
- Cosa c'è? - sbottò, improvvisamente, Baekhyun.
Anche lui si era accorto che ci fissavano. 
- Niente. - disse, facendo il finto tonto, Jongin.
- Ma dai - continuò il mio ragazzo - Ci guardate come se fossimo nud... 
Improvvisamente sia io che Baekhyun arrossimmo: sapevano.
- Sapete - disse Chen, ridacchiando - Ieri abbiamo fatto un pigiama party nella nostra camerata. È stato bello veder arrivare questi quattro poverelli che chiedevano un letto per la notte. 
- Non abbiamo visto tanto. - provò a rassicurarci Xiumin.
- Parla per te. - disse Sehun, ghignando. 
- Fortunatamente avevamo il tuo letto vuoto, Baek, e ci siamo arrangiati. 
- Non fatelo mai più - disse Suho, serio - Non voglio dover dormire con Sehun ancora. 
- Quante storie. - il diretto interessato alzò gli occhi al cielo. 
Ero così in imbarazzo, ma dovevo aspettarmelo: in fondo avevamo occupato la stanza per tutta la serata e la notte. Lanciai un'occhiata a Baekhyun, aspettandomi di vederlo rosso come me, invece lui stava trattenendo le risate e, infine, scoppiò a ridere.
- Ci dispiace tanto - disse - Non volevamo mettervi in difficoltà, ma è successo.
Scossi la testa, ridacchiando: - A quanto pare alla fine hanno davvero visto il grande Byun Baekhyun all'opera.
Lui rise ancora più forte ed appoggiò la testa sulla mia spalla.
Ero felice che fosse lì con noi e non tra le grinfie di Taeyong. Il fatto che non avesse mai ceduto alle avances del ragazzo era la prova che non era come lui pensava: Baekhyun non era un ragazzo facile, era solo spaventato dall'idea di legarsi a qualcuno, dall'idea di amare. 
Ma con me era al sicuro, perché non l'avrei fatto soffrire. 
Azzardai un'occhiata nella direzione di Taeyong e vidi che guardava il nostro tavolo. Anzi, guardava me e Baekhyun.
La nostra non era mai stata una gara: io volevo il cuore di Baekhyun, non solo il suo corpo. 
I nostri sguardi si incontrarono e io mi voltai, tornando ad ignorarlo. Non ne valeva davvero la pena. 
 
*

Finita la colazione, passammo la mattinata nell'aula di danza, a provare per il saggio finale. 
Facevo sempre schifo, ma almeno ricordavo più o meno i passi e mi stavo impegnando meglio che potevo. 
Dopo aver provato l'intera coreografia, Lay ci concesse 10 minuti di pausa. Mi sedetti a terra ed aspettai che Baekhyun mi portasse la bottiglietta d'acqua perché era troppo lontana e non ero sicuro che le mie gambe avrebbero retto i cinque metri di strada.
Stavamo chiacchierando, quando nell'aula entrò il professor Henry.
- Ciao ragazzi, speravo foste davvero qui - sorrise, poi il suo sguardo si fermò - Baekhyun, è arrivata questa. 
Prese dalla tasca una busta e se la rigirò tra le mani, sorridendo. 
Il mio ragazzo balzò in piedi: - La lettera della SAA!
- Esatto. - Henry gliela porse e Baekhyun la prese subito, strappando poi la busta.
Il professore lasciò la stanza, mentre gli occhietti del mio ragazzo scorrevano velocemente sulle parole scritte, ma ad un certo punto il suo sorriso sparì. 
- Allora? - chiese, incuriosito, Kyungsoo. 
- Cosa dice? Cosa dice? - anche Chen sembrava non stare più nella pelle.
- Baek? - mi alzai e mi avvicinai a lui: qualcosa non andava. 
- Hanno confermato la mia audizione e devo presentarmi alla SAA alle 7 del mattino, di venerdì 2 settembre. 
Nella stanza calò il silenzio. Nessuno parlava, nessuno si muoveva. 
- Non è possibile, non può essere davvero il 2 settembre! - esclamò Chen.
Suho sospirò: - Ma abbiamo il...
- Saggio - terminò Lay - La sera del 1 settembre abbiamo il saggio.
 
 

POV SUHO 

Oh no! Nessuno di noi riusciva a crederci: Baekhyun aveva l'audizione la mattina dopo il saggio finale e ciò significava che non avrebbe partecipato. 
- Ci dev'essere una soluzione! - esclamò Chen.
- No, Baekhyun deve andare a Seoul - disse Kyungsoo - L'audizione è troppo importante e deve essere riposato. 
- Ma forse... - provò Xiumin.
- Se partisse dopo il saggio dovrebbe guidare tutta la notte e forse non farebbe nemmeno in tempo. - spiegai ai ragazzi, vedendo che i loro visi si scurivano sempre di più. 
Baekhyun intanto non diceva nulla. Stava zitto a guardare la lettera e non sapevo se stesse davvero ascoltando ciò che dicevamo.
A smorzare il clima di depressione che era piombato nella stanza, ci pensò il professor Luhan, entrando in quel momento.
- Ciao ragazzi, vi abbiamo portato uno spuntin... cosa succede?
Alzammo tutti lo sguardo e, oltre a lui, c'era Irene. Avevano entrambi in mano dei sacchetti pieni di cibo. 
Sorrisi alla mia ragazza. Già, la mia ragazza. A volte mi capitava ancora di vederla da lontano e limitarmi ad osservarla, in adorazione. Ma poi mi ricordavo che le cose erano cambiate e che potevo avvicinarmi, baciarla, abbracciarla. 
Non mi sembrava ancora vero.
Mi avvicinai a lei e le tolsi i sacchetti dalle mani.
- Cosa succede? - mi chiese e io sospirai, triste.
Mentre ci sedevamo a terra, in cerchio, ed iniziavamo a mangiare, spiegammo ad Irene e al professor Luhan quello che era appena successo.
- Temo che abbiate ragione - disse Luhan - Per Baekhyun è meglio partire in anticipo così da essere a Seoul per la notte e poter riposare. 
Il diretto interessato sospirò: - Volevo fare il saggio. 
- Ehi, non fa nulla - Chanyeol gli mise la mano sulla spalla, cercando di rassicurarlo - La tua audizione è la cosa più importante, perciò devi concentrarti su quella. Noi... beh, ci mancherà il cantante migliore, ma ce la caveremo.
A quelle parole, sia Chen che Kyungsoo lo guardarono con un sopracciglio sollevato. Che ci potevano fare? Per lui Baekhyun era il migliore in tutto. 
Un essere perfetto. 
Come per me lo era Irene, anche se non era solo perché ne ero innamorato: lei lo era davvero. 
- Mi dispiace, ragazzi. - disse lei e io le presi la mano. 
Perché? Semplicemente perché ora potevo e l'avrei fatto tutte le volte possibili. 
- Mia madre mi aveva già detto che sarebbe venuta a vederci - piagnucolò ancora Baekhyun - Era così curiosa di vedere il villaggio dei fuorilegge e i suoi abitanti plebei. 
- Ehi!
- Stava scherzando! - si affrettò a dire Chanyeol, bloccando le proteste di tutti. 
- Come andrai a Seoul? - chiese improvvisamente Luhan. 
Baekhyun alzò le spalle: - Credo verrà a prendermi l'autista di famiglia. 
Ignorammo tutti Jongin che ripeteva bisbigliando - Autista di famiglia. - e guardammo Baekhyun.
- Sarà orribile - continuò il ragazzo - Sarò super nervoso. 
- Ti porto io. 
Ci voltammo tutti verso Luhan, che sorrideva.
- Se vuoi, ti accompagno io e resto con te all'audizione. 
Baekhyun lo guardò, incredulo: - Davvero? Cioè... non deve stare qui per il saggio?
- Ti vuoi davvero perdere il mio culo danzante? - chiese Sehun, ma dal suo tono si capiva che era felice per la proposta del suo ragazzo. 
- Sì. Cioè, no... no per il culo danzante, ma sì per Seoul. Credo che tu abbia bisogno di avere accanto qualcuno che ti aiuti a rilassarti e a farti restare concentrato. Chi ti aveva accompagnato la prima volta?
Baekhyun abbassò lo sguardo: - Nessuno. 
- Stavolta non sarà così - concluse Luhan - Sei d'accordo? 
Il mio amico annuì, sorridendo: - Grazie. 
Chanyeol gli prese la mano: - Andrà tutto bene. 
Ero molto felice per la seconda occasione di Baekhyun ed ero sicuro che sarebbe andata bene stavolta. 
- Mi dispiace tanto, Lay. - disse lui, triste. Sapeva, come tutti noi, quanto Lay tenesse a quell'esibizione e quanto ci stesse lavorando. 
Il ragazzo però sorrise: - Non ci pensare. Mi dispiace, certo, ma la tua audizione è più importante del saggio. A tal proposito... 
Lay si alzò e battè le mani: - Tutti in piedi, sfaticati, dobbiamo ricominciare le prove e modificare un po' la coreografia. 
Irene mi diede un bacio sulla guancia mentre ci alzavamo.
- Ci vediamo dopo. 
Sorrisi e la salutai, guardandola uscire. 
Era così bella, così eterea. Come potevo essere così fortunato? Una ragazza così che stava proprio con...
- SUHO!
- Arrivo! 
 
*

Finite le prove mi trascinai a fare una doccia e poi verso la sala riunioni. Leeteuk ne aveva indetto una, ancora. Ultimamente ne avevamo fatte così tante che non ne capivo la necessità. 
Ero quasi arrivato, quando dalla porta vidi Irene uscire. In quel momento mi resi conto che non volevo entrare e fare un'altra riunione, avevamo già parlato di tutto ciò di cui c'era da parlare. Volevo passare il pomeriggio con la mia ragazza a non fare assolutamente nulla. Volevo passare qualche ora da Suho, non da Suho il responsabile. 
Mi avvicinai velocemente ad Irene.
- Andiamo! - le dissi, prendendole la mano.
- Cosa? Dove? 
- Non lo so - risposi, trascinandola via - È una bella giornata e io non voglio chiudermi in una stanza a parlare sempre delle stesse cose. 
Lei ridacchiò e si arrese. Non avevo mai infranto una regola e mancato ad una responsabilità. I miei amici mi avevano forse influenzato? Sapevo che uscire con quei criminali pervertiti non avrebbe portato nulla di buono. 
Camminammo senza una meta precisa, mentre i nostri passi riecheggiavano nel bosco silenzioso. 
- Il periodo qui al campo sta per finire, sei triste? - mi chiese improvvisamente lei, interrompendo il silenzio che ci circondava. 
- Un po' - sorrisi appena - Questo era il terzo anno che venivo qui, ma è stato totalmente diverso da tutti gli altri. Mi rattristerà non svegliarmi più in quella camera di pazzi, non dover più sparare cannonate per svegliare Baekhyun, non sentire Chen parlare di cose inappropriate già al mattino, mettendo in imbarazzo Kyungsoo. Mi mancheranno anche quei criminali di Sehun, Chanyeol, Jongin, Xiumin e pure Lay.
Irene annuì, sorridendo: - Quest'anno è stato speciale. E... ti mancherò io?
Mi fermai per guardarla. La luce del sole che filtrava attraverso le foglie degli alberi le illuminava i capelli e il viso. Sembrava una fata dei boschi.
- No, non mi mancherai. - dissi dopo qualche secondo e vidi lo sguardo di Irene farsi sorpreso e triste. 
- Perché ci vedremo ogni ora di ogni giorno - continuai, facendo un passo verso di lei - E stavolta non resterò nascosto a fissarti.
Lei si lasciò andare ad una risata liberatoria: - Meglio, anche perché l'idea è parecchio inquietante.
- È ciò che ho fatto per tre anni, fino ad ora.
Ridemmo entrambi e lei mi abbracciò, posando la sua bellissima testa sul mio petto.
- Mi dispiace tanto, se me ne fossi accorta prima...
- Mi avresti considerato lo stalker che ti dava il tormento - finii la frase - È stato meglio così, perché mi hai conosciuto senza sapere che ti amavo da molto prima. Hai visto le mie figuracce e ciò che ero disposto a fare per te. 
- Beh, caro il mio collega responsabile, ora non ho nessuna intenzione di lasciarti andare. E se mi accorgo che spii di nascosto un'altra ragazza...
- Me la farai pagare. 
Annuì, ma sapevamo entrambi che non l'avrebbe mai fatto: era troppo buona e gentile, troppo dolce. 
Avrebbe sofferto e io non accettavo nemmeno l'idea che potesse succedere. 
Irene non avrebbe mai sofferto nella sua vita, soprattutto non a causa mia, perché avrei fatto qualunque cosa per proteggerla e per renderla felice. 
Me lo ero ripromesso la sera della cena, quando ci eravamo messi insieme, e lo confermai anche in quel momento. 
Lei era troppo speciale e io ero il ragazzo più fortunato del mondo, niente e nessuno mi avrebbe mai separato da lei.
Le presi la mano e ricominciammo a camminare, stavolta diretti al lago. Avevo saputo da una fonte attendibile che era un luogo romantico e perfetto per passare qualche ora con la persona che si amava. 
E io amavo Irene, con tutto il mio cuore.
 

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Capitolo 36
*** 36. L'ULTIMA NOTTE ***




36. L'ULTIMA NOTTE 
 
 
 
POV BAEKHYUN

- Veloci, veloci! Non voglio correre il rischio che Chanyeol si svegli e la senta per caso. 
Chen sbuffò per le mie parole e sbadigliò rumorosamente. 
- Non ho ancora capito perché dobbiamo sentirla all'alba.
- Te l'ha appena detto - gli spiegò Suho - Al mattino presto ci sono meno possibilità che Chanyeol sbuchi all'improvviso e la senta.
- Sono così curioso! - esclamò Kyungsoo, accelerando il passo - Mi sembra di essere a conoscenza di un enorme segreto.
- Lo sei - dissi - Nessuno di voi deve fare parola di ciò che sentirete ora. Né con Chanyeol, né tanto meno con i vostri fidanzati e fidanzate. Chiaro? 
- Chiaro! - esclamarono i miei tre amici, in coro. 
Erano le 5 del mattino e l'alba era appena sorta. Ci eravamo svegliati prestissimo e stavamo camminando a passo spedito verso l'aula di pianoforte dove avrei fatto sentire ai miei amici la canzone per l'audizione. 
Io e Chanyeol avevamo completato la melodia un paio di giorni prima ed avevo già riscritto il testo, che si era rovinato con la pioggia. 
Nonostante le insistenze del mio ragazzo, non gli avevo fatto sentire la canzone per intero, anche se ero combattuto: la mia audizione, fissata proprio il giorno dopo il saggio, mi rovinava i piani.
Avevo programmato di far sentire a Chanyeol la canzone direttamente all'audizione, perché volevo che fosse lì con me. Lo volevo al mio fianco in quel momento della mia vita ma, invece, non ci sarebbe stato. Sapevo che anche lui non sapeva che fare: venire con me, oppure non deludere i suoi amici e fare il saggio con loro. Alla fine avevamo deciso che lui sarebbe rimasto al campo e io sarei andato a Seoul. 
Ma quando gli avrei fatto sentire la canzone? 
Ci avrei pensato poi, ora volevo un parere dai miei amici perché, se loro avessero detto che era brutta, non valeva la pena di farsi tante crisi. 
Entrammo nell'aula deserta cercando di fare meno rumore possibile.
- Il professor Henry l'ha sentita? - mi chiese Kyungsoo sussurrando, nonostante fossimo soli.
- Non per intero, ha letto il testo e ne ha sentito delle parti quando io e Chanyeol ci lavoravamo. Ma prima volevo che la sentiste voi. 
Aprii lo spartito e mi misi al piano, mentre i miei amici si sedevano sui banchi in prima fila. 
Dopo aver scaldato la voce, mi voltai verso di loro.
- Promettete che sarete sinceri? Non voglio che mi diciate che è bella se invece non vi piace, perché i professori della SAA non saranno gentili e comprensivi. Voglio la vostra vera opinione. Okay? 
I ragazzi annuirono.
- Prometto di dire ciò che penso davvero.
- Anch'io prometto.
- Saremo brutali. 
Li ringraziai con un sorriso, poi misi le dita sui tasti ed iniziai. 
Ogni volta che premevo quei tasti, mi sorgeva una domanda: ero davvero stato io a comporre questa canzone? 
Avevo avuto Chanyeol al mio fianco, ma il grosso del lavoro l'avevo fatto io. Non avrei mai immaginato che, un giorno, sarei riuscito a comporre una melodia così bella. 
Ancora stentavo a crederci.
Le mie dita si muovevano veloci sui tasti e la mia voce riempiva l'aula. Non volevo guardare i miei amici perché temevo che un loro sguardo mi avrebbe bloccato. Preferivo restare concentrato e dare il meglio di me.
Questa canzone era bella, non avevo dubbi. Avrei fatto un figurone.
Quando finii, chiusi gli occhi e feci un bel respiro: dovevo proprio guardare quei tre? Forza, Baekhyun, sei orgoglioso del tuo lavoro!
Aprii piano gli occhi e li guardai.
- È davvero fantastica.
La voce che aveva parlato non proveniva da uno dei miei amici: era il professor Henry. 
Lo guardammo tutti, sorpresi dal suo arrivo improvviso. Henry entrò nell'aula e si appoggiò al pianoforte. 
- È tutta opera tua? 
Annuii: - Chanyeol mi ha aiutato un po', ma ho composto soprattutto io.
Finalmente mi decisi a lanciare un'occhiata ai miei amici: Suho stava piangendo, Chen mi fissava a bocca aperta e Kyungsoo aveva sgranato ancora di più i suoi enormi occhi.
Dovevo intuire che gli piaceva? 
- Allora? - chiesi titubante - Vi piace? 
Tutti e tre annuirono ed iniziarono a parlare contemporaneamente, per dirmi quanto amavano la canzone. Io sorrisi e, mentre li ascoltavo, il mio sguardo cadde sul calendario.
Era il 31 Agosto.
Improvvisamente sentii una stretta all'altezza del cuore: l'audizione sarebbe stata tra due giorni, ma il giorno dopo sarebbe stato il mio ultimo al SM Camp, perché nel pomeriggio sarei partito con Luhan verso Seoul. 
Chiusi gli occhi e cercai di non farmi prendere dal panico: andava tutto bene, no? Però il tempo era davvero volato. Mi sembrava ieri che ero sceso dall'auto con le mie innumerevoli valige ed avevo parlato con Suho e con... 
Sospirai e mi resi conto che nella stanza c'era silenzio. 
- Baek, tutto bene? - mi chiese Kyungsoo.
Non mi ero accorto che si erano zittiti e mi guardavano. 
- Sì - mi sforzai di sorridere e guardai il professor Henry - Secondo lei passerò l'audizione? 
Lui sorrise ed annuì: - Se non fai un errore sciocco come l'altra volta, sono sicuro che la passerai.
I miei amici saltarono giù dai banchi in cui erano seduti e mi strinsero in un abbraccio a 4.
- Andrà benissimo! 
- Non puoi fallire stavolta. 
- Se non ti prendono, sono degli idioti bastar...
- Chen!! 
Mi lasciai abbracciare e ridemmo tutti quando anche il professor Henry si unì all'abbraccio.
Un capitolo della mia vita stava per concludersi, ma mi aveva portato amici veri, la passione per la musica in tutte le sue forme, la conoscenza del vero Baekhyun e l'amore della mia vita. 
Non dovevo aver paura di ciò che sarebbe successo tra due giorni. 
In ogni caso, avrei vinto.
 
*

Feci gli ultimi test di canto e pianoforte e in entrambi presi il massimo dei voti: direi che potevo essere fiero di me stesso.
All'ora di pranzo corsi in mensa, affamato. Il nostro tavolo era già pieno di ragazzi urlanti, o meglio, l'urlante era Lay che usava quei momenti per dare gli ultimi ordini prima del saggio.
Il giorno prima erano arrivate le giacche e i pantaloni che componevano l'outfit per l'esibizione. C'era anche il mio perché, cito testualmente le parole di Lay: "Non importa se ci sei o no. Sei pur sempre parte del gruppo."
Avevo pensato di tenere la giacca durante l'audizione, perché forse così avrei avuto la sensazione di averli tutti con me. Soprattutto Chanyeol.
Riempito il mio vassoio li raggiunsi.
- Devi andare a tempo, Suho. Resti sempre indietro. - stava dicendo Lay ad un Suho stizzito.
- Sto facendo del mio meglio! 
- Non è abbastanza! 
- Chanyeol fa più schifo di me!
Il mio ragazzo scoppiò a ridere: non si offendeva davvero mai.
- Nel pomeriggio dovrebbero iniziare ad arrivare i primi genitori. - disse Kyungsoo, per interrompere quel battibecco. 
- Mia madre non vede l'ora di vedere un altro spettacolo - Chen sorrise - Vedrà che sono migliorato ancora nel ballo.
- Non vedo l'ora che tu conosca i miei genitori. - bisbigliò Xiumin al suo ragazzo.
Guardai Chanyeol: - I tuoi genitori verranno? 
Con tutti i pensieri che avevo avuto in quei giorni non mi ero reso conto che forse avrei conosciuto i genitori di Chanyeol. Chissà com'erano... di sicuro un gigante e un elfo.
- No, i miei sono troppo impegnati con il lavoro - mi rispose lui, alzando le spalle - Non sono mai venuti a vedere un saggio. I tuoi invece? 
- Mia madre sarebbe venuta, ma visto che non faccio più il saggio le ho detto di non fare il viaggio per nulla. 
Chanyeol sospirò e mi prese la mano, sotto il tavolo. 
- Sono ancora arrabbiato con quelli della SAA per aver organizzato l'audizione proprio quel giorno. 
- Lo so - sbuffai - Ma dopo che avrò fatto l'audizione tornerò a prendere le mie cose. Tu mi aspetterai qui, vero?
Chanyeol abbassò lo sguardo ed annuì: - Certo, sarò qui quando arriverai e torneremo insieme a Seoul.
Cercai di fermare le lacrime e gli appoggiai la testa sulla spalla. Di solito amavo i cambiamenti nella mia vita, ma l'idea di finire il campo estivo mi lasciava senza fiato, non riuscivo ad esserne felice. Avrei voluto che quel periodo durasse tutto l'anno.
Finito il pranzo uscimmo diretti alla palestra. Io non avrei più provato con loro, ma niente mi impediva di guardarli. Ciò avrebbe anche evitato che mi mettessi in un angolino a pensare alla SAA e a deprimermi. 
Lay guidava il gruppo, mentre lui e Jongin parlavano di un cambiamento che avrebbero dovuto fare alla coreografia perché si notasse ancora meno che mancava una persona; Kyungsoo, Suho e Sehun parlavano del saggio; Chen e Xiumin dei loro genitori. 
Invece Chanyeol teneva stretta la mia mano, come se potessi scappare via da un momento all'altro. 
Fu allora che la vidi.
I capelli castani e lunghi perfettamente in ordine, gli enormi occhiali da sole scuri, il tubino bianco, i tacchi alti, l'aria sperduta e curiosa. 
Era lei. Non ci volevo credere.
Socchiusi gli occhi, convinto di aver avuto solo un'allucinazione. Invece no, era davvero lì. 
Oddio.
- Mamma?! - mi staccai da Chanyeol e le andai incontro. I primi passi verso di lei si trasformarono in una corsa e mi buttai letteralmente tra le sue braccia. Ciò la sorprese così tanto che non ricambiò subito: odiavo gli abbracci, e lei lo sapeva bene, ma quel posto mi aveva cambiato e ora anche mia madre se ne sarebbe accorta. 
- Baekhyunnie caro! 
Appena mi spostai, lei mi prese il viso tra le mani e i suoi occhi, nascosti dagli occhiali scuri, mi scrutarono il viso. 
- Caspita, ma sei così... non so. C'è qualcosa di diverso in te. Mi sei mancato, piccolino mio.
- Mi sei mancata anche tu! - la abbracciai ancora, troppo felice e sconvolto per controllarmi. 
- Cosa ci fai qui? - chiesi poi, guardandomi alle spalle: i ragazzi erano spariti, forse capendo ciò che stava succedendo e volendomi lasciare i miei spazi. 
- Sono venuta per il saggio.
La guardai, sorpreso: - Ti avevo scritto che io non partecipo. Ho l'audizione per...
- Lo so - disse lei, scacciando la mia frase con la mano - Ma io volevo vedere lo stesso questo posto così... rustico.
Ridacchiai: - Vieni, ti faccio fare un giro e poi ti presento i miei amici. 
Presi mia madre sotto braccio e la guidai per tutto il SM Camp. 
Le feci vedere la mensa, l'aula di canto e quella di pianoforte, per poi arrivare alla mia camerata. Avrei voluto portarla anche al lago, ma già quel breve giro era stato un'impresa, visto il suo abbigliamento inadatto. 
Entrammo e ringraziai mentalmente Suho per aver messo un po' d'ordine.
- È molto... 
- Il mio letto è quello sopra. - la interruppi, indicando il letto.
- Questo posto è davvero... non da te.
Mia madre finalmente si tolse gli occhiali, poi tentennò un po', ma alla fine si decise a sedersi sul letto di Suho.
- Baekhyunnie, sei stato davvero felice qui? - mi chiese, improvvisamente. 
Annuii subito: - All'inizio è stato difficile, ma poi... non lo so, è stato come se avessi trovato il posto perfetto per me. 
Lei mi fissò, abbassandosi un po' con il busto.
- Sei davvero il mio Baekhyunnie? Il mio bambino che voleva il bagno in camera così da usarlo solo lui? Che non è mai voluto andare in campeggio perché odiava la natura e l'aria aperta? Che se aveva un letto più piccolo di due piazze e mezza aveva una crisi di nervi?
Mio dio, ero davvero così odioso? 
Ridacchiai nervosamente: - Credo di essere cambiato parecchio, mamma.
- Sì, me ne sono subito resa conto. - disse lei dolcemente e poi si rimise gli occhiali, alzandosi in piedi. 
- Allora! - esclamò - Chanyeol? Quando hai intenzione di farmelo conoscere? 
Arrossii di colpo: avevo dimenticato di averle raccontato tutto su Chanyeol. Tutti i miei dubbi, la mia confusione, la sua pazienza. Mia madre sapeva ogni cosa.
- I-io te lo presento subito. - balbettai ed uscimmo dalla camerata, diretti verso l'aula di danza. 
Camminavo veloce e mia madre arrancava per starmi dietro, ostacolata dal vestito troppo stretto e dai tacchi troppo alti.
- Tesoro, anche questo ragazzo non è come quelli con cui... beh, hai avuto interazioni prima?
Mi bloccai e lei rischiò di finire addosso alla mia schiena. 
- Mi sono innamorato, mamma.
Lei mi guardò a bocca aperta: - Davvero? Innamorato innamorato? 
Annuii e sospirai: - Innamorato. Lo amo come non ho mai nemmeno immaginato di poter amare una persona. E lo so che ti sembrerà rumoroso, fastidioso e preparati alla sua risata inquietante, ma quando lo conosci bene, scopri che è la persona più buona e amorevole del mondo. 
Mia madre sorrise e mi prese sotto braccio: - Allora dev'essere davvero un ragazzone dei boschi speciale. 
Risi: - Lo è. 
Arrivammo all'aula di danza ed entrammo senza bussare. I ragazzi stavano facendo gli ultimi passi della coreografia e, quando si accorsero di noi, si fermarono subito. Lay spense la musica e battè le mani, raggiungendoci.
- Ma che piacere conoscere la mamma del nostro amico Baekhyun!
Mia madre lasciò che lui le facesse il baciamano e potrei giurare di averla vista arrossire.
- È lui Chanyeol? - mi chiese e io scossi la testa, cercando il mio ragazzo. Lo vidi di spalle, intento a parlottare con Chen e Kyungsoo che gli stavano... sistemando i capelli? 
Ridacchiai intenerito e feci qualche passo verso di lui, gli afferrai la mano e lo trascinai da mia madre. 
- Mamma, lui è Chanyeol. 
La sua reazione fu esattamente quella che mi aspettavo: si abbassò gli occhiali sul naso e fece scorrere uno sguardo incredulo dall'alto verso il basso e viceversa.
- Salve, signora Byun. Io sono Chanyeol e sono il ragaz...
- Santo cielo, Baekhyunnie! - lo interruppe mia madre - Wow! 
I ragazzi ridacchiarono e sia io che Chanyeol arrossimmo, in imbarazzo. 
- B-beh, ora loro devono fare le prove, mamma. - provai a spingerla verso la porta, ma lei continuava a guardare Chanyeol.
- Lui viene con noi? 
- No.
- Ma dai, lo voglio conoscere. Voglio sapere chi ha fatto innamorare il mio bambino. - disse, puntando i piedi, e riuscì a liberarsi. 
Sospirai rassegnato e Chanyeol mi sorrise incoraggiante.
- Mamma, ti presento anche gli altri. Loro sono Chen, Kyungsoo e Suho, e sono i ragazzi con cui divido la camerata - iniziai indicando i miei amici e loro salutarono educatamente - Poi ci sono Lay, Jongin, Xiumin e Sehun.
Mia madre salutò tutti, soffermandosi particolarmente su Sehun.
- Ciao a tutti - disse, scandendo lentamente parola per parola, come se non fosse certa riuscissero a capire la sua lingua - È un piacere conoscere tutti voi, persone umili. 
Mi spiaccicai una mano sulla faccia: - Mamma, ti prego. Ti capiscono. 
- Ma i plebei sono istruiti? 
- Mamma?! - esclamai sconvolto e in imbarazzo: temevo che i miei amici potessero offendersi. 
Invece sentii una risatina da parte di Chanyeol, poi di Lay ed infine scoppiarono tutti a ridere fragorosamente. 
- Adoro tua madre! - esclamò Chen.
- Perché non resta anche lei a vedere le prove? - chiese Jongin - Magari una piccola parte, così non si rovina la sorpresa dell'esibizione. 
- Sì, per favore! - Kyungsoo e Xiumin accompagnarono mia madre su una panca appoggiata contro il muro perché si sedesse.
Lei si tolse gli occhiali e si rilassò, incuriosita da tutta quella situazione. 
Sospirai: era andata meglio di quello che mi sarei aspettato. 
- Ehi - Chanyeol mi sorrise - Tutto bene? 
Annuii: - Mia madre è strana ed impegnativa. 
Lui mi baciò la fronte: - Dovevi pur aver preso da qualcuno. 
Arrossii e ridacchiai, poi gli diedi uno spintone scherzoso: - Fai le prove, gigante. 
Chanyeol rise e mi fece l'occhiolino, ma prima di riprendere le prove sussurrò con fare cospiratorio: - Dopo il coprifuoco vengo a prenderti. 
Tutto qui. Sentii un brivido lungo la schiena ed annuii, raggiungendo poi mia madre che, ogni volta che la musica partiva, batteva le mani a tempo. 
La mia vecchia vita e quella nuova erano insieme in una classe di danza. Che situazione strana e meravigliosa. 
 
*

Dopo aver spedito mia madre in un piccolo hotel in città e aver cenato, aspettai con ansia il coprifuoco. Quando improvvisamente sentii bussare piano alla porta, aprii e Chanyeol mi prese subito la mano.
Ci inoltrammo nel bosco, ma non troppo lontano dal campo, fino ad arrivare a una piccola radura illuminata dalla luce della luna. Chanyeol si sedette a terra, con la schiena appoggiata ad un tronco, e io mi accoccolai tra le sue gambe. 
- Questa è la nostra ultima notte insieme qui al campo. - disse in un sussurro, nonostante fosse impossibile che qualcuno ci sentisse. 
Non risposi e gli presi una mano, appoggiandola poi sulla mia guancia. Chiusi gli occhi e mi imposi di essere allegro e simpatico: non volevo passare l'ultima notte a piangere mentre Chanyeol cercava di consolarmi. 
- Baek?
- No. Non voglio pensarci, ti prego. Salutarti domani sarà tremendo e dover affrontare l'audizione senza averti accanto... voglio solo parlare di cose belle stasera. 
- Va bene - sorrise - Di cosa vuoi parlare?
Ci pensai un po', poi ridacchiai: - Di quanto fai schifo a ballare.
- Ehi! - esclamò Chanyeol, mentre io scoppiavo a ridere - Vi avevo avvertiti che ero negato, ma Lay mi ha voluto lo stesso.
- Credo che a lui non importi se siamo bravi a ballare o a cantare. Gli basta che facciamo questa cosa tutti insieme. 
Sentii le braccia di Chanyeol stringermi di più a sé: - Senza di te mancherà sempre un pezzetto. 
Restammo qualche minuto in silenzio, ad ascoltare i rumori del bosco e a goderci quell'ultima notte. 
- Yeol? - sussurrai dopo un po' - Qual è stata la prima cosa che hai pensato quando mi hai visto il primo giorno? 
Lui ridacchiò: - Che eri così piccolino, in mezzo a tutte quelle valige. 
Gli diedi una leggera gomitata: - Dico davvero. 
- Okay - si arrese ridendo - Beh, ho pensato che sembravi così spaesato e confuso. Era evidente che ti sentivi fuori posto. 
- E quando... quando ti sei innamorato di me?
Lui restò in silenzio qualche secondo, pensieroso.
- Vuoi sapere quando mi sono innamorato di te? 
Voltai leggermente il viso per guardarlo ed annuii.
Lui sorride, ripensando a quel momento: - Mi sono innamorato di te la sera del falò. 
Sgranai gli occhi, sorpreso: - Ma... era la prima sera!
- Già - mi sorrise dolcemente - Avevo pensato che eri carino, ma quando hai iniziato a cantare... beh, il mio cuore è diventato tuo. 
Mi asciugai velocemente una lacrima che era sfuggita al mio controllo: non dovevo piangere! Mi ero ripromesso di non farlo.
- Tu invece? - chiese lui - Cos'hai pensato la prima volta che mi hai visto? 
- Che eri troppo sexy per essere vero. - risposi ridacchiando, per alleggerire l'atmosfera.
Infatti lui scoppiò a ridere: - Baek, la verità. 
- È questa! - esclamai - Questa è la primissima cosa. Poi ho pensato che eri tanto alto, tanto strano e che dovevi starmi alla larga il più possibile. 
Chanyeol scosse la testa, rassegnato: - E quando ti sei innamorato di me? 
Mi voltai, mettendomi seduto a cavalcioni sopra di lui.
- Lo vuoi davvero sapere? 
Lui annuì e io presi un bel respiro.
- Mi sono innamorato di te quando sei venuto a rifarmi il letto la prima sera, perché io non ero capace - lui sbattè le palpebre, sorpreso, ma io non avevo finito - Mi sono innamorato di te quando mi hai recuperato all'entrata del campo, con tutti i miei bagagli e una crisi isterica in corso, mi hai calmato e convinto a restare; mi sono innamorato di te quando hai portato la mia tastiera, oltre alla tua, nel bosco perché ero esausto e quando poi mi hai portato al lago la prima volta, per aiutare la mia creatività inesistente; mi sono innamorato di te quando hai scritto il tuo nome accanto al mio per il torneo e quando mi hai abbracciato in hotel, nonostante fossi arrabbiato con me, mentre io piangevo; mi sono innamorato quando ho letto la canzone che hai scritto per me; quando mi hai salvato al ballo e, togliendomi tutto il trucco che mi ero messo, mi hai detto che così ero più bello; infine mi sono innamorato quando hai aspettato e aspettato che io finalmente mi svegliassi ed aprissi il mio cuore. Non mi sono innamorato di te in un momento preciso, è successo per tante piccole cose che hai fatto.
Finito il mio monologo, asciugai le lacrime a Chanyeol.
- Non piangere, gigante - ridacchia e gli sollevai i lati delle labbra, in uno strano sorriso - Così va meglio. 
Lui posò la fronte sulla mia: - Ti amo, piccoletto. Non immagini nemmeno quanto. 
- Ti amo anch'io, Yeol, e vorrei tanto che tu fossi con me all'audizione. 
- Sarò con te. Non fisicamente, ma la mia mente e il mio cuore saranno con te. Quando sarai seduto davanti al pianoforte, chiudi gli occhi e immagina che io sia seduto accanto a te. 
Annuii e mandai al diavolo il mio tentativo di trattenere le lacrime. 
Lo baciai cercando di trasmettergli tutto l'amore e la gratitudine che provavo per lui. Avrei passato quella maledetta audizione e l'avrei reso orgoglioso di me.
 



POV LUHAN

L'ultimo studente del mio corso stava affrontando il suo esame e sapevo già che gli avrei dato un voto alto. Finalmente il periodo delle verifiche era finito e potevo rilassarmi un po', anche se tutto questo stress da prove finali mi aveva distratto da Sehun, Leeteuk e la decisone che doveva prendere riguardo a noi due.
Sehun era stato uno dei primi a fare il suo esame. Quando era arrivato il momento di mettergli il voto avevo tentennato un po': dovevo dargli un voto non troppo alto per evitare sospetti sulla mia imparzialità? Il ragazzo meritava il voto massimo, ma... avevo scosso la testa e mandato mentalmente a fanculo tutto.
Sehun meritava il massimo dei voti? Bene, l'avrebbe avuto. 
Quando anche l'ultimo studente finì, gli sorrisi e scrissi la sua valutazione sul registro, poi mi alzai.
- Ragazzi, con oggi abbiamo finito le verifiche. È stata davvero un'estate fantastica e volevo ringraziarvi per il lavoro fatto insieme. 
I miei ragazzi si alzarono dai loro posti per uscire ed alcuni si fermarono da me per salutarmi e ringraziarmi. Questo era il momento che preferivo in assoluto: il momento in cui mi rendevo conto che avevo davvero fatto qualcosa di buono.
Non servì nemmeno che controllassi dov'era Sehun: sapevo che stava aspettando che la classe fosse vuota. 
In quei terribili giorni di attesa eravamo stati attenti come prima, ma tra di noi era sorta un'ombra: quella della decisione di Leeteuk.
Rimasti da soli, Sehun si alzò e mi raggiunse, poi mi abbracciò stretto.
- Sei stato il miglior insegnante di flauto che ho avuto. 
Ridacchiai: - Sono stato anche l'unico con cui sei andato a letto, spero.
Sehun scoppiò a ridere e ciò smorzò per qualche secondo la tensione che ci circondava.
- Dopodomani tornerò a Seoul e verrò a prenderti nell'albergo in cui starai con Baekhyun? 
- No - mi allontanai da lui per raggiungere la cattedra e raccogliere le mie cose - Dopo l'audizione io e Baekhyun torniamo qui, anche perché andiamo con l'auto di Leeteuk. Tu aspettami, ce ne andiamo insieme. 
Sorrisi e Sehun mi baciò, ma proprio in quel momento la porta della classe si aprì. 
Ci allontanammo lentamente l'uno dall'altro, ormai senza timore di essere scoperti ma, fermo a guardarci, c'era proprio Leeteuk.
Sehun passò visibilmente in modalità combattimento e gli misi una mano sul braccio, per cercare di calmarlo. 
- Ciao, ragazzi. - ci salutò il direttore e fece qualche passo dentro l'aula. 
- Salve. - salutammo io e Sehun, all'unisono.
- Allora, noi abbiamo lasciato un discorso in sospeso.
Leeteuk si appoggiò ad un banco ed incrociò le braccia al petto.
Né io né Sehun parlavamo ne ci azzardavamo a muovere un muscolo, ma ero certo che, se Leeteuk avesse provato in qualche modo a separarci, nessuno di noi due l'avrebbe accettato. 
Leeteuk fece un respiro profondo e ci guardò, rassegnato. 
- Come posso separarvi, vedendo come siete legati l'uno all'altro?
Sbattei le palpebre: stava davvero dicendo quello che credevo?
- In questi giorni vi ho osservati e ho controllato tutte le valutazioni di Sehun. Devo ammettere che niente è stato fatto nel modo sbagliato: Sehun non ha avuto nessun tipo di agevolazione e, inoltre, siete stati molto discreti. Vi ho guardati e ho capito che siete davvero innamorati. Perciò chi sono io per separarvi?
Un sorriso si aprì spontaneo sul mio viso e guardai Sehun: anche lui aveva capito.
- Oltretutto - continuò il direttore - Ho chiesto a Chanyeol di essere il nuovo insegnante di chitarra l'anno prossimo e, visto che lui e il signor Byun stanno insieme e spero di riavere anche lui qui l'anno prossimo, ciò li porterà ad essere nella vostra stessa situazione. Mica posso far separare tutte le giovani coppie e distruggere tutti questi nuovi amori! 
Non riuscii più a trattenermi ed abbracciai Leeteuk.
- Grazie grazie! Davvero io...
- Aspetta, Luhan. - mi interruppe e io temetti di aver mal intuito che ci stava dando la sua benedizione. 
- Non mi opporrò in nessun modo a questa vostra storia, ma a tre condizioni. 
Io e Sehun ci preparammo mentalmente: avevamo esultato troppo presto. 
- La prima - Leeteuk contò con le dita - È che Luhan continui ad essere imparziale e giusto nei riguardi di Sehun. La seconda è che siate discreti anche l'anno prossimo. Non dico che non vi potete guardare, ma non sbaciucchiatevi in mezzo al campo come quando vi ho sorpresi.
Arrossimmo entrambi ed annuimmo.
- La terza?
Leeteuk mi guardò fisso negli occhi: - Niente più bugie. Per qualunque cosa, bella, brutta, imbarazzante, sconvolgente, venite a parlarmene. La cosa che mi ha fatto stare più male non è stata la vostra relazione, ma aver scoperto l'enorme bugia che mi avevate propinato. 
Abbassai lo sguardo: - È colpa mia.
- No - disse subito Sehun - La colpa è di entrambi e accettiamo le condizioni. 
- Bene - Leeteuk tornò a sorridere e mise una mano sulla spalla ad entrambi - Siete davvero adorabili, e odio avervi dato l'impressione di non poter essere sinceri con me. 
- Ci dispiace davvero tanto. - dissi e Leeteuk alzò le spalle.
- Ormai è fatta. Bene, ora io torno al mio lavoro, che ormai sta per concludersi. Vi auguro una buona giornata.
Quando Leeteuk fu uscito, abbracciai Sehun e nascosi il viso contro il suo collo.
- Non ci posso credere! - disse lui - Ha davvero accettato?!
- Sì - sospirai - Siamo stati degli stupidi a non dargli fiducia. 
Sehun mi prese il viso tra le mani e mi baciò con passione: era il primo bacio che mi dava sapendo di non doverlo più fare di nascosto. 
Si era concluso tutto per il meglio e ora vedevo solo la felicità dritta davanti a me.
La felicità con Sehun.

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Capitolo 37
*** 37.I MIEI DESIDERI SONO IMPORTANTI ***


37. I MIEI DESIDERI SONO IMPORTANTI
 
 
 
POV BAEKHYUN

La sveglia. Il suo suono insistente era totalmente inutile quella mattina: ero sveglio già da un paio d'ore. La spensi per non disturbare i miei amici e saltai giù dal letto. 
Ancora in pigiama, uscii dalla camerata e mi incamminai senza una meta precisa. Il mio cuore batteva all'impazzata nonostante la morsa che lo stringeva: ero eccitato e non vedevo l'ora di fare l'audizione, ma allo stesso tempo ero triste di lasciare il Sound Music Camp. Ogni angolo racchiudeva un ricordo: il falò mi ricordava la prima sera lì; l'ufficio del direttore mi ricordava quando io e Chanyeol ci eravamo arrampicati alla ricerca di Internet; la bacheca mi ricordava il torneo e il ballo... 
Raggiunsi l'aula di canto ed aprii la porta, convinto di non trovare nessuno. Invece dentro c'era la professoressa Taeyeon.
- M-mi scusi - balbettai in imbarazzo, visto anche il mio abbigliamento ed i capelli arruffati - Volevo solo...
- Entra. - disse lei sorridendo ed io ubbidii.
- Domani mattina hai l'audizione, sei nervoso? - mi chiese, sedendosi su un banco. 
La raggiunsi e mi sedetti accanto a lei: - Molto. Soprattutto perché è la mia ultima possibilità. 
Lei annuì: - Capisco ma, Baekhyun, spero di averti insegnato bene quest'estate e sono sicura non fallirai. Inoltre…
Taeyeon ridacchiò, sistemandosi meglio sulla sedia: - Non so se l'hai notato, ma con te mi sono concentrata su delle tecniche per evitare l'errore che hai fatto alla prima audizione. 
Sgranai gli occhi e riflettei: era vero. Non ci avevo fatto caso ma, pensandoci, Taeyeon si era spesso soffermata a darmi piccoli consigli e correggermi e tutto era ricollegabile all'errore che avevo fatto.
- M-ma... 
- Leeteuk mi aveva detto cosa ti era successo - sorrise - Tutto ciò che hai fatto in quest'aula è stato una preparazione per l'audizione. Perciò sono sicura andrà bene. 
Trattenni l'impulso di abbracciarla e sorrisi: - Ho scelto il Sound Music Camp perché c'era lei. Quando mi sono iscritto ho letto il suo nome e non ho nemmeno guardato il resto del sito. 
Lei ridacchiò: - Grazie, ne sono onorata. 
- Posso farle una domanda? - lei annuì, perciò presi coraggio - Lei era insegnante alla SAA, ma poi ha mollato. Perché? 
La professoressa sorrise: - La vita alla SAA non faceva per me, ma non avevo il coraggio di andarmene per non deludere le persone intorno a me e me stessa. Però poi ho capito che dovevo fare ciò che il mio cuore mi consigliava, non dovevo fare una cosa solo perché credevo che quella fosse la mia strada. Io e i miei desideri eravamo le cose più importanti. La proposta di Leeteuk poi è arrivata nel momento perfetto e ho mollato la SAA di corsa. 
La guardai, registrando bene le sue parole.
I miei desideri erano importanti. 
Mi alzai e feci un piccolo inchino davanti a lei.
- Grazie, per tutto. 
Taeyeon sorrise e mi augurò ancora una volta buona fortuna, poi mi affrettai a raggiungere la camera per vestirmi e dare inizio alla giornata. 
I miei desideri erano importanti. 
 
*

La mia partenza era prevista subito dopo pranzo: lo zaino era pronto e l'ansia era alle stelle.
Quel giorno era interamente dedicato alle prove generali del saggio: il palco e le sedie per gli spettatori erano già pronti, i gruppi o i solisti si alternavano sul palco per l'ultima grande prova.
Per mia fortuna i miei amici si erano esibiti poco prima di pranzo, così ero riuscito a vederli.
Che dire? Erano a dir poco spettacolari! 
Cantavano e ballavano in un'armonia perfetta, nessuno era lasciato in un angolo e non c'era un vero protagonista. Lo erano tutti, uno per uno.
E Chanyeol, beh... il suo ballo non era malaccio. Certo, era un po' impacciato ma... al diavolo, era fantastico! 
Nella magia dell'insieme i punti deboli di Chanyeol erano nascosti da Jongin, come i punti deboli di Sehun lo erano da Kyungsoo o quelli di Xiumin lo erano da Lay. Quello era il potere di essere un gruppo. 
Dopo aver pranzato con i miei rumorosi ed eccitati amici, andai in camera per cambiarmi e prendere lo zaino. Stavo per uscire, quando mi fermai e mi voltai a dare un'occhiata alla stanza.
La mia valigia pronta era ancora lì, ma quel momento aveva un sentore di addio.
Quante mattine i ragazzi mi avevano dovuto svegliare con la forza, quanta fatica per imparare a farmi il letto da solo, quante risate e prese in giro tra quelle quattro mura. Feci un respiro profondo, godendomi ancora per qualche istante il silenzio confortante di quella camera, poi mi voltai ed uscii.
Non osavo nemmeno guardarmi intorno, per non scoppiare a piangere. 
Vidi i ragazzi: erano in piedi a guardare un gruppo che si stava esibendo in quel momento e facevano commenti tra di loro. 
Il primo ad accorgersi che mi stavo avvicinando fu Lay, che subito mi sorrise.
- Eccolo il nostro guerriero, pronto ad andare a conquistare la SAA! 
Anche tutti gli altri si voltarono. Tutti tranne Chanyeol.
- Io sto per andare. - dissi con voce tremante e subito Chen mi strinse in un abbraccio. 
- Sarai fantastico, Byun Baekhyun. Non ho dubbi.
Appena Chen mi liberò dalla sua presa, fui assalito da tutti gli altri.
Mi abbracciarono uno ad uno ed ognuno di loro mi disse che ce l'avrei fatta.
Per la prima volta in vita mia erano gli altri ad essere convinti che sarei stato in grado di fare qualcosa, mentre io nutrivo ancora qualche dubbio. 
Quando anche l'ultimo della fila mi abbracciò, vidi che nel frattempo ci aveva raggiunti il professor Luhan.
E Chanyeol non si era ancora voltato.
- Possiamo partire? - mi chiese, controllando l'ora. 
Io guardai la schiena del mio ragazzo, e lo fecero anche tutti gli altri 
- Yeol? 
Niente.
- Yeol, sto andando via. 
Il silenzio era totale e gli altri iniziarono ad essere in imbarazzo. 
- Chanyeol? - lo chiamai con voce tremante. 
- Sta andando, Yeol. - disse Sehun e la sua voce sembrò avere effetto.
Chanyeol si voltò: lo sguardo basso e gli occhi arrossati.
- Ti accompagno alla macchina, okay? - mi chiese e io mi limitai ad annuire. 
Ci incamminammo con il professor Luhan e io mi voltai un'ultima volta a salutare gli altri con la mano. Loro ricambiarono, sbracciandosi ed urlando i loro saluti. 
Camminammo in silenzio: la mia mano sfiorava quella di Chanyeol, ma non osavo prenderla, per paura che poi non sarei più riuscito a lasciarla.
Ma, come sempre, lui sapeva ciò che avevo in testa e, infatti, la afferrò e la strinse forte. Quel gesto mi fece capire quanto anche lui stesse odiando quel momento. 
Arrivati alla macchina, Luhan salì subito, per lasciarci un po' di privacy. 
Chanyeol non mi aveva ancora guardato: teneva lo sguardo fisso a terra, ma io lo volevo guardare negli occhi. Volevo che i suoi occhioni gentili mi rimanessero impressi così da farmi coraggio durante l'audizione.
Presi il suo viso tra le mani e lo costrinsi a guardarmi.
- Credevo sarei stato io quello che avrebbe pianto e tu quello che mi consolava. - ridacchiai ed asciugai le lacrime che si erano formate agli angoli dei suoi occhi.
- Scusami, mi ero imposto di non piangere, ma... - sussurrò e posò la fronte sulla mia. 
Restammo così per minuti che mi sembrarono, allo stesso tempo, interminabili e troppo brevi. 
Fu lui il primo a trovare il coraggio di parlare: - Devi mettercela tutta e dare il massimo. Se lo farai, so che passerai quell'audizione. 
- Ti volevo lì con me - bisbigliai, con voce tremante - Volevo che fossi al mio fianco. E avrei voluto fare il saggio con voi e... 
Chanyeol mi interruppe, abbracciandomi forte, e io nascosi il viso sul suo petto. 
- Ci rivediamo tra un paio di giorni - disse, appoggiando le labbra sulla mia fronte - E quando succederà sarai uno studente snob della SAA e io... io sarò un tuo insegnante. 
Ridacchiai tra i singhiozzi e mi aggrappai alla sua maglia. 
Perché era così difficile lasciarlo? Ci saremmo rivisti tra qualche giorno... 
Lo era perché avrei voluto restare lì con lui e i miei amici. Lo era perché volevo che mi accompagnassero tutti all'audizione e facessero il tifo per me. Lo era perché non ero pronto a tornare nel mondo reale. Almeno, non senza il mio gigante accanto.
Feci un respiro profondo e sciolsi l'abbraccio, più lentamente che potevo. Il mio cuore martellava nel petto e mi mancava il fiato.
Feci un passo indietro e misi la mano sulla maniglia della portiera.
- La canzone che ho scritto è per te.
Lui sorrise: - L'avevo intuito. 
- Mi... mi dispiace non avertela fatta sentire. Non so perché non l'ho fatto. Me ne pento perché ora non so se ti sarebbe piaciuta interamente.
- Ehi - Chanyeol fece un passo verso di me e si abbassò un po', per avere il viso all'altezza del mio - La sentirò quando tornerai qui. 
Annuii ed annullai la poca distanza che c'era tra noi, baciandolo. 
Quello era il momento che avrei dovuto avere in mente mentre sedevo davanti agli esaminatori della SAA. 
Se fosse andata bene o male non aveva più così importanza: io avevo Chanyeol, avevo degli amici, avevo l'amore per la musica e quello non sarebbe cambiato in base alla scuola che avrei frequentato. 
- Devo andare. - sussurrai sulle sue labbra e lui annuì, allontanandosi.
Salii in auto, accanto al professor Luhan, ed abbassai subito il finestrino. 
- Ti renderò orgoglioso di me, gigante! 
Lui rise ed alzò una mano per salutarmi: - Non ho dubbi, piccoletto. 
Sorrisi e guardai il professor Luhan.
- Andiamo? - mi chiese con un sorriso dolce sulle labbra. 
Annuii e lui partì. Mentre superavamo l'insegna del Sound Music Camp mi sporsi dal finestrino per guardare Chanyeol, che non perdeva di vista la macchina. 
I nostri occhi si incontrarono e mimai con le labbra: - Ti amo. 
Lui sorrise e mimò a sua volta: - Ti amo anch'io. 
 
*
 
Durante la prima ora di viaggio non aprii bocca, nonostante i tentativi di Luhan. Era arrivato persino a commentare il tempo, pur di farmi parlare, ma non aveva funzionato. 
Infine, rassegnato, aveva acceso la radio ed avevamo viaggiato con solo la musica a tenerci compagnia. Il viaggio sarebbe stato lungo e saremmo arrivati giusto in tempo per fare una cena veloce, prima di andare a dormire.
Appoggiai la testa sul sedile e chiusi gli occhi: ciò che dovevo fare ora era concentrarmi. Dovevo mettere in un angolino della mia mente tutta la tristezza e pensare all'audizione. 
Ci riuscii, finché in radio non passò una canzone. 
- Questa è la canzone preferita di Chanyeol. - dissi distrattamente.
Luhan colse al volo l'occasione di farmi parlare: - Davvero? È una bella canzone. 
- Qual è la canzone preferita di Sehun? - chiesi, mettendomi più comodo per guardarlo. Mi sentivo un po' in colpa per averlo totalmente ignorato fino a quel momento. 
- La canzone preferita di Sehun? - lui ci pensò un po' - Ehm... non credo di conoscerla.
- Ah no?
- Noi, ecco... non abbiamo mai parlato di questo. 
Stavo per chiedergli qualche retroscena su Sehun, ma poi notai il rossore sulle sue guance. 
- Oh - sorrisi maliziosamente - Immagino non perdiate molto tempo a parlare. 
Luhan arrossì ancora di più ed io non resistetti più: scoppiai a ridere. 
- Smettila, Baekhyun! - mi sgridò lui, ma io non riuscivo a fermarmi: quella risata era riuscita a far sparire l'ansia e la tristezza che mi attanagliavano.
- Non prendermi in giro! Ti ricordo che sono pur sempre un tuo insegnante! - il tono di Luhan era severo, ma la sua espressione imbarazzata dimostrava che non era affatto arrabbiato.
- Beh, l'anno prossimo il mio ragazzo sarà un professore... questo non fa anche di me un insegnante? 
Luhan mi guardò incredulo: - No! 
Ci guardammo in silenzio e poi ci lasciammo andare ad una risata liberatoria. 
Dopo alcune ore di viaggio, Luhan si fermò ad una stazione di sosta perché potessimo sgranchirci le gambe e mangiare qualcosa. 
Arraffai qualche dolcetto e tornai in auto, controllando subito il telefono: nessun messaggio. Ma d'altronde sia i miei amici che mia madre erano al SM Camp, senza Internet, perciò... 
Un momento: io avevo internet! 
Come avevo fatto a non pensarci subito, appena uscito dalla zona d'ombra in cui era relegato il campo? Stavo per accenderlo, quando mi resi conto che non ne sentivo per nulla la mancanza.
Non mi importava cosa stessero facendo quelli che credevo miei amici a Seoul. Buttai il telefono nello zaino ed aspettai che tornasse Luhan, per ripartire. 
Ormai eravamo quasi a metà viaggio e probabilmente ognuno di noi conosceva tutti i segreti dell'altro. Avevamo parlato di tutto, senza il limite da rapporto studente-insegnante. 
Luhan era davvero fantastico. Mi sentivo più come se stessi parlando con un amico e non con un professore. 
- Quindi i miei amici di Seoul non mi hanno mai mandato nemmeno una lettera - stavo raccontando - Avevano promesso di farlo, ma non ho ricevuto nemmeno un bigliettino. Che so, un "Baek, sei ancora vivo?".
Luhan sorrise comprensivo: - Non sono stati molto gentili.
- Non avevo capito cosa fosse l'amicizia prima di conoscere i ragazzi al campo. Credevo di avere degli amici, invece erano solo persone con cui uscire, persone che mi impedivano di essere solo. Per nessuno di loro avrei sprecato un week end, passandolo ad abbracciarlo dopo una rottura, come ho fatto con Kyungsoo. Per nessuno di loro avrei passato un'intera giornata a preparare l'appuntamento perfetto, come ho fatto per Suho. Per nessuno di loro avrei accettato di esibirmi in gruppo, perdendo l'occasione di essere al centro dell'attenzione, come ho fatto per Lay. È tutto diverso con loro.
Luhan annuì: - Sono davvero felice che tu abbia trovato dei veri amici. 
- Non credevo nemmeno di innamorarmi di Chanyeol... - sospirai - Ma ci crede? Io e Chanyeol?
- In effetti siete molto... particolari, insieme. - disse Luhan, ridendo.
- Se i miei amici di Seoul lo conoscessero, non ci crederebbero mai.
- E a te importa? - Luhan mi guardò - Ti importa di ciò che pensano i tuoi amici di Seoul?
Una volta sì, la loro opinione era l'unica di cui mi importava. Ora invece non me ne fregava un accidente.
- No. Io amo Chanyeol, e non devo rendere conto a loro. 
Luhan annuì, e notai un certo orgoglio nel suo sguardo. 
- Ti dispiace non essere con loro ora? Per il saggio. 
Sospirai e guardai fuori dal finestrino.
Se mi dispiaceva? Ne ero distrutto. 
Loro contavano su di me e io non c'ero. Lay mi aveva subito detto che l'audizione era importante, ma io avevo notato quel piccolo guizzo nei suoi occhi, quando avevo letto la lettera della SAA: ci era rimasto male e sono sicuro fosse triste perché aveva immaginato un ultimo saggio perfetto, con noi nove tutti insieme.
Ciò che lui voleva farci capire, era che non importava se qualcuno di noi non era bravo a cantare o a ballare, eravamo un gruppo.
Un gruppo.
E ora io mancavo. 
Non ero mai stato in un gruppo così, in cui tutti si impegnavano così tanto anche solo per uno degli altri. Eravamo così diversi l'uno dall'altro. 
C'era Suho, il ragazzo serio e responsabile, che avevamo portato sulla cattiva strada.
Sehun, pervertito, apatico e dio greco. A cui sembrava non importare di niente e di nessuno, ma che si era dimostrato pronto a lottare fino all'ultimo per la persona che amava. 
Chen, che con i suoi abbracci ti stritolava e sembrava così sicuro di sé, ma quando aveva davanti Xiumin si scioglieva.
Lay, la persona più strana che avessi mai incontrato, ma anche l'amico più fidato. 
Jongin, che era sempre costretto a rallentare per non far sfigurare gli altri nel ballo, ma con noi non l'aveva fatto. Non glielo avevamo mai chiesto perché non ce ne importava nulla se lui ballava meglio di noi, ciò ci spronava solo ad impegnarci di più. 
C'era Kyungsoo che mi aveva fatto rivalutare le mie doti canore, ma nonostante questo era diventato uno dei miei migliori amici.
Xiumin, il più grande e dolce, che però non si tirava indietro quando c'era da scherzare con quegli idioti dei suoi amici. 
Poi c'era Chanyeol. Il mio Chanyeol. Alto, strano, con una risata da manicomio e le orecchie da elfo. Il mio Chanyeol, che sapeva suonare alla perfezione tre strumenti e ne voleva imparare un altro. Che sapeva cantare, fare rap, comporre.
Chanyeol, che era riuscito a farsi odiare da me e poi a farmi innamorare come mai mi era successo. Chanyeol, che era grande e grosso, ma era la persona più dolce del mondo.
E, infine, c'ero io. Ricco, viziato, stronzo, eccentrico, estroverso. Io, che all'inizio ero schifato da ogni singolo particolare del SM Camp, persone comprese. Io, che ero arrivato credendo di essere il migliore e invece avevo capito di avere ancora tantissima strada da fare. Non sapevo suonare nulla che non fosse già stato composto da altri, invece ora stavo andando all'audizione con un pezzo scritto e composto da me. Io, che pensavo solo a divertirmi più possibile e che tenevo l'amore a distanza di sicurezza, invece ora ero cotto in modo imbarazzante. Io, che credevo di avere degli amici, invece non avevo nemmeno idea di cosa fosse la vera amicizia. 
Io, che desideravo solo una cosa in quel momento: fare il saggio con i miei amici.
E i miei desideri erano importanti. 
- Torniamo indietro. - sentii sussurrare alla mia voce. 
Luhan mi guardò con la coda dell'occhio: - Come?
Mi voltai verso di lui, con la determinazione negli occhi: - Torniamo indietro. 
- B-Baek, non credo che...
- Per favore! - esclamai - Voglio tornare e fare il saggio con gli altri.
- Ma... e l'audizione? Devi pensare...
- Non importa! Lei non capisce: per la prima volta in vita mia faccio davvero parte di qualcosa. Per la prima volta non ho scansato tutti per attirare l'attenzione su di me, ma mi sono messo in mezzo a dei ragazzi a cui voglio un mondo di bene. Io, Byun Baekhyun, che voglio bene a qualcuno. 
Luhan mi guardava a bocca aperta, incapace di parlare. 
- Loro ci tenevano alla mia presenza, e io ci sarò. Ciò che voglio io è importante, e io voglio fare il saggio con i ragazzi. Mi hanno insegnato così tante cose che non riesco nemmeno ad elencarle tutte e glielo devo. Ha mai rinunciato a qualcosa che sembrava fatto apposta per lei, per rendere felici altre persone? Perché io lo voglio fare adesso! 
Luhan frenò di colpo e la macchina si fermò in mezzo alla strada. Molto pericoloso, ma per nostra fortuna non arrivavano altre auto.
- Sei sicuro? È davvero quello che vuoi? - mi chiese serio, ed io annuii.
- Sicuro al 100%. 
Luhan guardò nel vuoto: - Rinunciare a qualcosa che sembra fatto apposta per me, pur di rendere felice qualcun'altro. 
Il professore ripeté le mie parole, poi fece un'inversione da pirata della strada e premette al massimo l'acceleratore, per riportarci al Sound Music Camp. 




POV CHANYEOL

Non credevo che salutare Baekhyun mi avrebbe reso così triste. Mi ero ripromesso di essere forte e cercare di sostenere il piccoletto, invece ero crollato già al suo "Io sto per andare". 
Avevo guardato l'auto finché non era sparita dalla mia vista, poi mi ero asciugato le lacrime ed avevo raggiunto gli altri che, per una volta, non avevano fatto commenti sui miei occhi rossi e l'aura depressa. 
Ma il saggio era vicino, perciò dovevo tornare in me e dare il meglio, come avevo detto a Baekhyun di fare. I ragazzi meritavano che mi impegnassi al massimo. 
Eravamo verso la fine della scaletta e, quando i primi ragazzi salirono sul palco per esibirsi, iniziammo a prepararci. 
- Mi raccomando, non sporcate o rovinate i vestiti. Non abbiamo preso completi in più.
Lay camminava avanti e indietro tra di noi, facendoci le ultime raccomandazioni. 
- E Jongin, allacciati le scarpe. Non vogliamo succeda come in prova, giusto? 
Jongin gli fece vedere il pollice, in segno affermativo, poi si piegò per allacciare meglio le scarpe. Xiumin stava facendo fare a me e Chen dei respiri profondi, che ci avrebbero aiutato a calmarci.
- Farò schifo. - piagnucolai - Inciamperò nei miei piedi e vi farò fare una figuraccia. 
- Basta che non cadi addosso a me. - disse Sehun, mentre faceva stretching. 
Xiumin gli lanciò un'occhiataccia: - Nessuno farà schifo, nessuno cadrà e nessuno stonerà. Chiaro? 
Io, Chen e Sehun annuimmo ubbidienti.
Quanto avrei voluto che Baekhyun fosse lì con me. Lui avrebbe saputo come calmare il battito del mio cuore, come far smettere alle mie mani di tremare. Lui mi avrebbe preso in giro così tanto, che alla fine avrei riso tutto il tempo. 
Mi ero esibito tante volte davanti ad un pubblico, ma mai ballando: era quella la vera sfida. 
- Baekhyun sarà arrivato a Seoul? - chiese improvvisamente Kyungsoo.
- Non credo - risposi - Dovrebbe avere ancora due o tre ore di viaggio. 
Sospirai e mi sforzai di non pensare a Baekhyun lontano. Lui era lì con me e, se avessi sbagliato i passi, avrebbe riso così tanto da rotolare per terra.
Perciò non dovevo sbagliare. 
Il pubblico era davvero numeroso quella sera. Avevo intravisto la madre di Chen, i genitori di Xiumin e quelli di Sehun. Persino la madre di Baekhyun era presente e, ogni volta che sbirciavo nella sua direzione, la sorprendevo a battere le mani a tempo e a sorridere. 
Baekhyun aveva preso da lei il sorriso. 
Il tempo passava e ormai mancavano pochi gruppi e alcuni solisti. Il gruppo di Irene era appena sceso dal palco, dopo un'esibizione che aveva mandato Suho all'altro mondo e che l'aveva fatto ballare con più impegno di quando lo faceva con noi. Ci complimentammo con le ragazze e, in quel momento, il professor Eunhyuk attirò la nostra attenzione. 
- Siete i prossimi.
Annuimmo e io andai in panico. 
- Ci siamo! Oddio, ci siamo! 
- Calmati, andrà tutto bene. - gli enormi occhi di Kyungsoo mi seguivano mentre andavo avanti e indietro. 
- Vorrei che Baekhyun fosse qui - diedi finalmente voce ai miei pensieri - Ho bisogno che lui mi prenda in giro e mi faccia calmare. 
- Ragazzi! 
- È pazzesco no? Che io voglia così tanto che sia qui, nonostante l'abbia spinto ad andare a Seoul. 
- Ragazzi, aspettate! 
- Sembro pazzo se ammetto che mi sembra di sentire la sua voce? 
Guardai gli altri ragazzi, ma loro stavano fissando increduli e confusi un punto alle mie spalle. Mi voltai e... non era possibile! 
Baekhyun correva verso di noi, con il professor Luhan che tentava di aiutarlo a mettere la giaccia uguale alla nostra. 
- Ho chiesto se vi eravate già esibiti e mi hanno detto di no! - esclamò senza fiato, quando ci raggiunse - Così sono subito andato in camera a cambiarmi. 
Nessuno di noi parlava, nessuno si muoveva. Guardavamo Baekhyun come se avessimo avuto davanti un fantasma. 
- Ragazzi, tocca a voi. - Eunhyuk tornò a chiamarci e quello sembrò risvegliare tutti noi.
- Ma che ci fai qui, Byun Baekhyun?
- E l'audizione? 
- Ma non eri a Seoul?
Feci un passo avanti e gli presi il viso tra le mani, bloccandolo mentre si sistemava la giacca.
- Che diavolo stai facendo? 
- Ragazzi, dovete salire - Eunhyuk sbuffò - Subito! 
- Un momento. - disse Kyungsoo.
Jongin andò a dargli man forte: - Baekhyun è appena arrivato. Ci dia qualche minuto. 
- Non poss... - iniziò il professore, ma venne interrotto.
Taeyong indicò ai suoi amici la scaletta che li avrebbe portati sul palco.
- Andiamo noi - disse, con un sorriso furbo sulle labbra - Così Baekhyun ha il tempo di prepararsi. 
Lo guardammo, tutti increduli da quella sua improvvisa gentilezza.
Il ragazzo guardò Baekhyun: - A quanto pare non ci vedremo alla SAA. 
Lasciai il viso di Baekhyun e lui scosse la testa: - No.
Taeyong fece spallucce: - Mi dispiace, sarebbe stato bello rivederci lì. 
Nel suo tono non c'era presa in giro, era molto sincero. Detto ciò, salì sul palco per raggiungere i suoi compagni e subito la musica partì. 
Il suo gesto ci aveva dato qualche minuto in più. 
- Come sto? - chiese il mio ragazzo, come se non avesse appena buttato al vento la sua occasione nella migliore scuola del paese. 
- Baek! - quasi urlai, facendolo sussultare - Perché sei qui?! 
- Perché vi voglio bene - rispose lui, con molta tranquillità - E volevo fare il saggio con voi. Siete miei amici e vi sono debitore. Mi avete aiutato a migliorare come persona e come artista, e sapevo che andando via vi avevo reso tristi, quindi sono tornato.
- Ma...
- No, niente ma - Baekhyun si mise in punta di piedi e mi diede un bacio sulle labbra - E poi non mi sarei perso per niente al mondo la visione di te che balli. 
Ridacchiò e io lo intrappolai in un abbraccio, seguito poi anche da tutti gli altri. 
- Tu sei pazzo. - dissi, con la voce tremante dall'emozione. 
- Sì, ma lo siete anche tutti voi. Sennò non saremmo amici. 
Quell'enorme abbraccio di gruppo ci restituì la calma e la concentrazione.
Sentimmo la musica finire e un enorme applauso alzarsi dalla folla: Taeyong ed il suo gruppo avevano finito.
- Ci siamo. - Lay ci fece riunire in un cerchio ed unimmo tutte le nostre mani al centro.
- Volevo dirvi solo un’ultima cosa - disse Baekhyun e ci guardò, mentre un enorme sorriso si apriva sul suo viso - Grazie.
Gli restituimmo il sorriso e, pochi secondi dopo, il professor Eunhyuk venne a chiamarci. Ora era davvero il nostro turno.
Ci mettemmo in fila sulla scaletta, aspettando che Leeteuk ci presentasse. L’ansia non era sparita del tutto, perciò muovevo nervosamente le mani, tentando di scaricare la tensione. Almeno, lo feci finchè Baekhyun prese la mia mano nella sua.
- Stai tranquillo. - sussurrò, intrecciando le nostre dita e quello bastò per darmi la calma che mi serviva.
Il direttore ci annunciò, e salimmo sul palco.
 
*
 
Non avrei mai immaginato di poter vivere quell’esperienza.
Il pubblico era in delirio e noi eravamo come un’unica persona. Nessuno fischiò il mio modo di ballare, e già questa fu una gran cosa. Forse in mezzo a tutti gli altri la mia poca, molto poca, bravura scompariva e restava solo un grande gruppo che sembrava avere il potere della musica. D’altronde era proprio quello il titolo della canzone: Power.
Fu una delle esperienze più divertenti della mia vita e il fatto di averla fatta con i miei amici ed il mio ragazzo mi rendeva ancora più felice.
Dalle occhiate che ci lanciavamo a vicenda era chiaro che anche gli altri si stavano divertendo, soprattutto Baekhyun. Il suo enorme sorriso sembrava illuminare da solo il palco e la sua stupenda voce era in perfetta sintonia con le nostre. Era tutto meraviglioso.
Finita la nostra esibizione, il pubblico si alzò applaudendo e noi ci mettemmo l’uno accanto all’altro, per fare un inchino. Poi scendemmo dal palco, canticchiando ancora la canzone.
Tornati giù, quasi fui travolto dal professor Luhan, che si gettava tra le braccia di Sehun.
- Andiamo a Los Angeles! - esclamò, attirando l’attenzione di tutti noi.
- Andiamo a Los Angeles, Sehun. Baekhyun mi ha fatto riflettere oggi e ho capito che voglio seguirti a Los Angeles.
Sehun lo fissò incredulo: - Stai dicendo davvero? Ma… il lavoro alla scuola media?
Luhan scosse la testa: - Ho già il lavoro qui. Perciò voglio che sia tu a realizzare il tuo sogno. Se mi vuoi con te, sono pronto a seguirti.
Sehun prese il viso di Luhan tra le mani e avvicinò le labbra alle sue: - Fino in capo al mondo?
- Fino in capo al mondo, te lo giuro.
Poi si baciarono e sentii Baekhyun prendermi la mano.
- Non sono carini?
Lo guardai: nel suo viso non vedevo nemmeno un piccolo segno di rimorso o dubbio per quello che aveva fatto. Era davvero tornato indietro per noi e non se ne pentiva.
Il viziato ed egocentrico Byun Baekhyun aveva messo al primo posto gli altri.
Afferrai il braccio del professor Luhan, interrompendo il suo momento d’amore con Sehun, e guardai l’ora.
- Andiamo! - trascinai Baekhyun lontano da loro.
- Aspetta, dove stiamo andando? - mi chiese confuso - Vuoi già nasconderti da qualche parte? Eh, gigante?
Arrossii e mi voltai verso di lui: - No, piccolo maniaco. Ti porto a Seoul.
Baekhyun spalancò la bocca per la sorpresa: - Cosa?
Anche gli altri ragazzi mi avevano sentito e si erano radunati intorno a noi.
- Se partite ora fate in tempo. - disse Xiumin, controllando l’orologio.
- No! - protestò Baekhyun - Dovresti guidare tutta la notte.
- Ed è proprio quello che farò - dissi con convinzione, poi mi abbassai alla tua altezza - Io ora parto per Seoul e farò il possibile per essere davanti alla SAA alle 7 precise. Vieni anche tu?
Baekhyun ci pensò due secondi esatti, prima di avviarsi a passo spedito verso la macchina.
- Andiamo! - urlò a tutti noi e ci affrettammo a seguirlo.
Mentre camminavamo, i ragazzi gli facevano mille raccomandazioni e gli davano consigli, che Baekhyun ascoltava attento.
Arrivati alla macchina, presi le chiavi dal professor Luhan e io e Baekhyun salimmo.
- Sei sicuro di volerlo fare? - mi chiese un’ultima volta e io, invece di rispondergli, mi sporsi sul sedile e lo baciai.
Accesi l’auto e partimmo, mentre sentivamo ancora gli auguri e i buona fortuna gridati dai ragazzi.
Presi la mano di Baekhyun e lui appoggiò la testa sul sedile, girato a guardarmi.
- Ti farò arrivare in tempo all’audizione, promesso.
- Mi fido delle tue promesse.
 

Come avete letto, la canzone del saggio è "Power".
Avevo modificato e sistemato più volte il finale e l'idea del saggio non mi aveva proprio sfiorata, finché un giorno ho visto per caso uno specifico live degli Exo di, appunto, Power.
In quel live erano così simili a come io li avevo immaginati per tutta la fan fiction, che l'idea è arrivata. 
Perciò vi lascio il link di quel live così, se vi va, quando finite questo capitolo potete vederlo e immaginarli sul palco del Sound Music Camp.
 
https://www.youtube.com/watch?v=vjkXSiIGp4U
 

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Capitolo 38
*** 38. TI RENDERÓ FELICE, PROMESSO ***


38. TI RENDERÓ FELICE, PROMESSO
 
 
POV CHANYEOL

Guidare di notte aveva il suo lato positivo: non c'era quasi nessuno in giro. Ma i lati negativi erano che gli occhi si chiudevano, si sbadigliava di continuo e i muscoli facevano male.
Ah no, quello era a causa dell'esibizione che avevo fatto neanche dieci minuti prima.
L'unica consolazione era la mano di Baekhyun sulla mia, che mi faceva ignorare tutto ciò che non andava. 
Dovevamo arrivare alla SAA, non c'erano alternative né seconde possibilità. 
- Siamo ancora in tempo per tornare indietro. - la sua voce interruppe improvvisamente il silenzio.
- Vero, ma noi non vogliamo tornare indietro - sorrisi - Giusto? 
Baekhyun ricambiò il mio sorriso: - Cosa posso fare per ricambiare tutto quello che fai per me? 
- L'hai già fatto. Poco fa avevo bisogno di te, della tua presenza e tu sei arrivato. 
- Ma quello non è stato nulla. - ridacchiò, scuotendo la testa. 
- Invece sì! È stato tantissimo e non solo per me. Hai fatto un gesto bellissimo per tutti noi, per Lay soprattutto. 
- Avevi notato anche tu il suo sguardo dispiaciuto? 
Annuii: - Ci teneva che fossimo tutti insieme, ma non ti avrebbe mai impedito di fare l'audizione. 
Baekhyun girò il corpo verso di me e si appoggiò con la testa al sedile. 
- Sei il miglior fidanzato del mondo.
Risi: alla buon ora, piccoletto! 
- Sono un fidanzato normale, sei tu che non hai possibilità di paragone. 
- Sarà difficile per il mio prossimo ragazzo essere alla tua altezza. Dovrà impegnarsi tanto. 
Gli lanciai un'occhiataccia, facendolo ridere.
- Non ci provare! Non esisterà mai nessun "prossimo ragazzo".
- Sicuro? - alzò un sopracciglio, malizioso.
Si stava divertendo a prendermi in giro? 
- Sicuro. Dove lo trovi uno simpatico come me?
- Imbarazzante come te, vorrai dire. 
- Alto come me. Perché so che ami la mia altezza.
- Con le orecchie come le tue.
- E con le braccia grosse il doppio delle tue.
- Non è l'unica cosa grossa il doppio del...
- BAEKHYUN!
Arrossii e liberai la mano, per dargli uno spintone. Lui poi la riafferrò subito. 
- Parlavo delle spalle!
- Certo...
Ci guardammo sorridendo: era così bello scherzare con lui. Con Baekhyun sentivo di poter davvero dire qualunque cosa mi passasse per la testa. Le battute non lo offendevano, anzi, me le restituiva con gli interessi. 
Avevo trovato la persona con cui non avere limiti.
- Però davvero - continuai - Dove lo trovi uno che ti ami quanto ti amo io? 
Baekhyun sorrise dolcemente: - Non esiste questa persona. 
- Già. - spostai la mano per appoggiarla sulla sua gamba. 
Le ore di viaggio erano parecchie e avevamo contato di avere tempo per massimo una pausa di dieci secondi. Era passata la prima ora e io avevo già bisogno di un caffè e un materasso. 
Baekhyun evidentemente se ne accorse, perché accese la radio, mettendola ad un volume esageratamente alto. 
- Baek! - urlai per sovrastare la musica - Non credi sia un tantino alta?! 
Lui scosse la testa ed urlò a sua volta: - Ti aiuta a stare sveglio! 
Risi ed abbassai la musica, mettendola ad un volume accettabile.
- Sei gentile, ma così mi viene solo il mal di testa.
- Scusa. È che voglio aiutarti a non addormentarti. 
Lo guardai: - Non preoccuparti per me. Tu dormi pure. Prometto che arriveremo a Seoul sani e salvi.
Baekhyun non mi sembrava molto convinto, infatti scosse la testa con decisione.
- Voglio stare sveglio con te.
- Non puoi, Baek. Devi essere riposato per domani mattina. Vuoi sbadigliare davanti alla commissione ed addormentarti sul pianoforte?
Lui sbuffò: - Va bene, dormirò qualche ora, ma adesso voglio stare sveglio per farti compagnia. 
Discutere con lui era impossibile: la sconfitta era certa. Perciò mi arresi e gli feci promettere che sarebbe rimasto sveglio al massimo un'ora o due. 
- Facciamo un gioco! - esclamò improvvisamente, facendomi sussultare.
- Okay, che gioco? 
- "Quale parte di Baekhyun ti piace di più".
Scoppiai a ridere: - Non ho mai giocato a questo gioco. 
- Ah, come sei noioso. - ridacchiò.
Nonostante la musica spaccatimpani e i giochi strani, gli ero davvero grato per quello che stava facendo. 
- Ti piace di più - appoggiò un dito sul mento, intento a pensare - Le mie mani o il mio naso?
Lo guardai con un sopracciglio sollevato: era quello il gioco? 
Aspettava una risposta e non me la sentii di criticare il suo tentativo di tenermi sveglio. 
- Le tue mani, senza dubbio. 
- Sembri convinto. 
- È una delle cose che mi piace di più di te. 
Arrossì, ma ciò non gli impedì di fare la seconda domanda: - La mia voce o il mio carattere incredibilmente fantastico? 
- Da quando il tuo carattere è incredibilmente fantastico? 
Mi beccai uno schiaffo sul braccio per quel commento. 
- Rispondi. 
- Ehm... la tua voce mi ha fatto innamorare di te, perciò direi quella.
- Capelli o ginocchia? 
- Capelli.
- Polsi o caviglie? 
- Polsi.
- Collo o il mio culetto perfetto?
- Il tuo cul... Baek!
Scoppiò a ridere vedendomi diventare tutto rosso.
- Dovrei fermarmi e farti scendere! - sbottai, ancora imbarazzato.
- Così fai tu l'audizione al posto mio? - chiese tra le risate ed abbracciò il mio braccio, come un bambino. 
- Scusa, gioco finito. 
- Bravo. - dissi in tono duro, ma poi sospirai - Quale parte di Baekhyun mi piace? Beh, direi tutto. Le mani, il naso, i capelli, i polsi, le ginocchia, il collo e sì, anche il suo culetto perfetto. Mi piacciono le sue labbra, le sue braccia, i suoi piedi, il neo sull'orecchio e quello sul pollice. Mi piace la sua voce e anche il suo carattere imprevedibile. Mi piace tutto e spero che ora ti sia chiaro. 
Mi zittii e per qualche minuto nell'auto non si sentì nessun suono, oltre alla musica che faceva da sottofondo. 
- Ti amo. - sussurrò Baekhyun. 
Sorrisi e liberai il braccio dalla sua stretta, poi abbassai un po' lo schienale del suo sedile.
- Dormi un po', Baek. Se mi sembra di non farcela ti sveglio. 
Lui annuì e si stese meglio che poteva. 
A fatica mi tolsi la giacca dell'esibizione e lasciai che la usasse come coperta. Aveva anche la sua, ma così sarebbe stato meglio. 
Resistette nemmeno cinque minuti, prima di iniziare a sbattere gli occhi, assonnato. 
Gli presi la mano e ne accarezzai il dorso con il pollice, finché non chiuse gli occhi e si addormentò. 
 
*

Buona parte del viaggio era in strade fuori dalla città, il che rendeva i miei sforzi di stare sveglio molto più difficili. 
Quell'atmosfera di pace e tranquillità sarebbe stata meravigliosa in un altro momento e sicuramente mi avrebbe ispirato anche una canzone, ma quella notte no. Quella notte mi induceva solo il sonno. 
Non potevo fermarmi per nessun motivo al mondo, anche perché facendolo avrei svegliato Baekhyun e non volevo disturbarlo.
Domani, o meglio oggi, era il suo grande giorno e doveva essere nel pieno delle forze. Ero orgoglioso di lui come non lo ero mai stato di nessuno: la strada che aveva fatto da quando lo conoscevo era stata tantissima ed era cambiato e cresciuto. 
Non era rimasto quasi nulla del ragazzino viziato ed egocentrico che avevo aiutato con le valige il primo giorno. Ma quel Baekhyun non era sparito, era solo maturato: aveva capito che nella vita essere il migliore in tutto non era la cosa fondamentale. 
Guidai ore che mi sembrarono infinite. Ad un certo punto della notte il mio corpo doveva aver capito che non avrebbe riposato, perché il sonno sparì e mi sentii meno terrorizzato di chiudere gli occhi.
L'alba arrivò quasi improvvisamente, proprio mentre entravamo a Seoul. I primi palazzi furono come una sveglia che mi aveva riportato nel mondo reale. 
Preferii non svegliare ancora il mio compagno di viaggio addormentato: avrei cercato da solo la SAA.
Seoul era anche la mia città, perciò non ebbi particolari difficoltà a trovare la scuola e parcheggiai lì davanti, dall'altro lato della strada. Era un edificio davvero maestoso, bianco con delle colonne decorative. Ogni centimetro di quella costruzione esprimeva ricchezza e mi sentii intimorito, ma non per me: immaginavo il piccolo Baekhyun tra quelle mura. 
Lo guardai: dormiva ancora tranquillamente, come se non avesse nessuna preoccupazione al mondo.
Allungai una mano e gli spostai la frangia, che gli era ricaduta sugli occhi, poi controllai l'ora: erano le 6.40, perciò avevamo tempo per una colazione al volo. Scesi dall'auto e quasi le gambe non riuscirono a reggermi: guidare per ore senza nemmeno una pausa non era il massimo. Poco lontano da dove avevo parcheggiato c'era un piccolo bar che faceva al caso nostro. Entrato, notai che era pieno di ragazzi che di sicuro dovevano fare l'audizione: gli strumenti erano ovunque e alcuni stavano addirittura provando la loro canzone. 
Quando fu il mio turno, la prima cosa che ordinai fu caffeina: ora che ero arrivato e l'ansia di non fare in tempo era sparita, la stanchezza si faceva sentire. 
Tornai in auto con tutto ciò che avevo comprato e, piano piano, svegliai Baekhyun.
- Baek? Sveglia piccoletto. 
Lui aprì un solo occhio: - Chanyeol, che succede? Vuoi che ti dia il cambio per guidare? 
Non risposi e gli indicai, con un cenno del capo, la scuola alle sue spalle. Quando si voltò e vide che eravamo arrivati, sussultò.
- Siamo arrivati! 
- Sì, e ora dobbiamo... 
Venni interrotto da un abbraccio stritolante, che rischiò di farmi rovesciare tutta la colazione.
- Piano, piccoletto, attento ai viveri. 
- Ce l'abbiamo fatta davvero! - esclamò incredulo: i suoi occhi brillavano e sorrideva. 
- Ne dubitavi? 
Scosse la testa: - Non ne ho dubitato nemmeno per un secondo. 
Sorrisi e gli misi davanti al naso il suo caffè.
- Mangiamo, devi essere in forze. 
Dopo essermi ricaricato e aver aspettato che Baekhyun si abbuffasse sia con il suo cibo che con il mio, scendemmo dall'auto. Io lasciai la giaccia del saggio lì, invece Baekhyun voleva indossarla.
- Sarà come avere tutti gli altri qui con me.
Lo guardai commosso e gli accarezzai una guancia, prima di baciarlo. 
- Grazie per aver fatto questo per me. - sussurrò sulle mie labbra.
- Ora devi fare tu una cosa per me - dissi e lui mi guardò, confuso. - Passa questa audizione. 
Sul suo viso apparve il più bel sorriso del mondo, poi mi prese la mano ed insieme attraversammo la strada, diretti alla Seoul Academy of Arts.
 
 
 
POV BAEKHYUN

La sala d'attesa della SAA era la stessa dell'altra volta e lo era anche la donna all'entrata. 
- Buongiorno! - dissi con voce squillante e lei mi lanciò un'occhiataccia.
Poteva fare ciò che voleva: nulla avrebbe intaccato il mio buonumore.
- Sono qui per l'audizione! 
Lei sbuffò: - Nome?
- Byun Baekhyun.
Controllò nella lista e, trovato il mio nome, mi indicò dove aspettare. Poi guardò Chanyeol.
- Nome? 
- Ah, io non sono qui per l'audizione. - disse lui, in imbarazzo.
- È qui per accompagnare me! - intervenni - È il mio ragazzo. Ha guidato tutta la notte per arrivare qui in tempo. Sa, noi eravamo al Sound Music Camp, su sui monti. Abbiamo fatto... quante ore di viaggio erano?
- Molto interessante - disse la donna, con voce atona - Ma ora andatevene.
Feci per ribattere, ma Chanyeol mi afferrò per il braccio e mi trascinò via.
La sala era già piena di ragazzi e ragazze. Trovammo un angolino e ci sedemmo a terra.
- Inizia a scaldare la voce. - mi consigliò Chanyeol e io annuii. Era arrivato il momento di stare concentrati. 
Con l'aiuto di Chanyeol feci degli esercizi per la voce e per la respirazione, ma non riuscivo a starmene seduto, fermo ad aspettare, perciò iniziai a camminare avanti e indietro. 
- Andrà tutto bene, andrà tutto bene. - ripetei almeno venti volte, come un mantra.
- Baek, stai tranquillo. Sei in piena forma oggi.
Apprezzavo i tentativi di Chanyeol di tranquillizzarmi, ma mi sentivo una bomba ad orologeria. Volevo esibirmi, ma allo stesso tempo volevo scappare a gambe levate.
Mi inginocchiai davanti al gigante e gli presi la mano, appoggiandola sul mio petto. 
- Lo senti? Il cuore sta per esplodermi!
Lui ridacchiò: - Batte fortissimo. 
- Non ridere! - esclamai con voce stridula e mi coprii il viso con le mani.
Ero felice che ci fosse Chanyeol con me, perché avrei spaventato il professor Luhan.
- L'altra volta non ero così nervoso. - la mia voce era attutita dalle mani.
Chanyeol mi costrinse a sedermi accanto a lui mi strinse a sé.
- Perché l'altra volta non avevi dato la giusta importanza a questa audizione. L'altra volta avevi dato l'ammissione per scontata, pensando fosse un test da nulla, che fosse uno scherzo, per te. Invece ora senti che è la tua vera occasione e che devi superare te stesso. 
Sospirai: - Sono felice che tu sia qui. 
- Anch'io lo sono. Sarei impazzito se fossi rimasto al campo, in attesa di tue notizie. 
- Yeol - sussurrai per non farmi sentire dagli altri ragazzi in attesa - Voglio che entri con me anche dopo. Voglio che tu senta la canzone che ho scritto per te. 
- Non me la perderei per niente al mondo. 
Lo abbracciai forte, come se in quel modo tutte le mie preoccupazioni potessero sparire. Chanyeol mi accarezzò i capelli, sussurrandomi che mi amava e che sarebbe andato tutto bene.
- Vuoi almeno dirmi come si intitola la canzone? - chiese dopo un po'.
Annuii: - Si intitola...
- Byun Baekhyun? 
Il cuore diventò improvvisamente di pietra e sentii in brivido. 
Chanyeol mi sorrise incoraggiante: - Tocca a te. 
- Byun Baekhyun? 
Mi voltai verso la donna ed alzai la mano: - Sono io.
- È il tuo turno. 
Io e Chanyeol ci alzammo e la raggiungemmo. Dalla porta che portava al palco uscì un ballerino il cui viso esprimeva chiaramente com'era andata la sua audizione: fallimento. 
Il mio corpo si bloccò a quella vista, ma subito sentii una mano sulla mia: Chanyeol la teneva stretta e mi guidava dentro l'auditorium.
Camminavamo come a rallentatore e il battito del mio cuore scandiva il tempo. 
Ce l'avrei fatta. Ero troppo bravo e questa audizione era solo una... 
No. Dovevo mettercela tutta, perché niente mi era dovuto e avevo ancora tante cose da imparare. 
Per questo ero alla SAA: per imparare, perché non ero affatto il migliore. 
- Lui aspetta qui. - disse la donna, indicando Chanyeol. Eravamo dietro le quinte e solo pochi passi mi separavano dal centro del palco. 
Da quella posizione Chanyeol avrebbe visto tutto.
La donna ci lasciò e Chanyeol mi prese il viso tra le mani.
- Ci siamo. Ricorda: stai facendo la cosa che ami di più al mondo. Cantare e suonare sono la tua vita, perciò sali su quel palco e fagli vedere quanto è bravo il mio piccoletto.
Mi alzai in punta di piedi e lo baciai, per ringraziarlo: - Ascoltami mentre canto per te. 
Feci un respiro profondo, poi gli voltai le spalle e camminai fino al centro del palco.
 
*

Gli insegnanti erano gli stessi dell'altra volta: seri, imperscrutabili, terrificanti.
Ma non mi facevano paura. Non troppa, almeno. 
- Buongiorno, sono Byun Baekhyun.
- Signor Byun - disse l'uomo che la volta precedente mi aveva bocciato - Bentornato. 
Sorrisi timidamente: - Sono qui per riprovare. 
L'uomo annuì e si levò gli occhiali: - Ci fa davvero piacere. Vorremmo tanto avere la sua voce nella nostra scuola. 
- Ora posso dimostrarvi che merito di essere uno studente della SAA. - dissi, fingendo una convinzione che non avevo.
- Canta e suona il piano?
Annuii: - Stavolta però porto un brano scritto da me.
Scrutai attentamente i visi degli esaminatori: lo stupore era evidente e capii che erano piacevolmente sorpresi.
- Prima di iniziare volevo dire solo una cosa - presi un bel respiro e lanciai una breve un'occhiata a Chanyeol - Quando ho fatto la prima audizione non avevo nemmeno idea di come iniziare a comporre una canzone. L'estate appena passata mi ha cambiato e ho imparato tante cose. Questa canzone è dedicata alla persona che non ha smesso nemmeno per un secondo di credere in me e che mi ha amato anche nei miei momenti peggiori, che mi ha abbracciato anche quando non lo meritavo, che ha saputo aspettare i miei tempi e che mi ha promesso che non ci saremmo mai separati. Io credo alle sue promesse e voglio che lui creda alle mie. 
Mi voltai verso Chanyeol, che mi guardava con gli occhi lucidi, e gli sorrisi.
- Questa canzone si intitola "Promise". 
Senza aggiungere altro, mi sedetti al pianoforte e feci un bel respiro. 
Poi iniziai.
 
*

 "Despite my clumsiness, you still like me no matter what.
But do I deserve to be loved by you?"

No, non lo meritavo affatto.
Lui aveva davvero amato ogni parte di me, sia del mio aspetto che del mio carattere. Mi aveva visto piangere innumerevoli volte, mi aveva visto isterico, arrabbiato, confuso, ridicolo.
Ma lui mi aveva amato comunque. Nonostante tutto. 

"You who have always been waiting for me
You who embraced me with your arms".

Era stato così paziente con me, così gentile. 
Gli ero sfuggito dalle mani più di una volta, ma nonostante ciò lui c'era sempre per me. 
Mi aveva aspettato, aveva lasciato che mi prendessi i miei tempi e decidessi da solo cosa fare. 
E quando avevo avuto bisogno di lui mi aveva abbracciato. Ancora. Ancora. 
Anche se era arrabbiato, se lo stavo facendo impazzire, se lo deludevo.
Lui mi aveva aspettato e abbracciato. 

"I won't forgot 
I will make you happy".

Te lo prometto, Chanyeol.
Questa è la mia promessa.

"Although time passed, there is a word I cannot express,
Sinking down in my heart.
'I'm sorry' 'I love you'
Asking you to believe in me like this time".
 
Ci avevo davvero messo tantissimo tempo ad aprirgli il mio cuore. Avevo inghiottito quei "mi dispiace" perché ero troppo orgoglioso, perché non volevo ammettere di averlo trattato male. Avevo inghiottito i "ti amo" perché non sapevo cosa significassero davvero quelle parole.
Io non avevo mai amato e temevo di farlo soffrire, di stare male io stesso. 
Non sapevo cosa fare.
Lui invece non aveva nascosto a lungo i suoi sentimenti per me ed aveva atteso che gli dicessi che lo amavo.
Da quando l'avevo finalmente fatto, non smettevo più di ripeterglielo.
Lui aveva creduto in me anche in quel momento e volevo che continuasse a ritenermi degno della sua fiducia. 

"I will hug you and hold your hands
If I am able to express my heart.
I will devote myself to you
I want to protect you
Forever".

Te lo prometto, Chanyeol.
Questa è la mia promessa. 

"I know that is difficult to keep believing in me since the promise was broken once.
However, I wanna stay with you forever, living and sharing breaths".
 
So che non tutte le promesse che ci siamo fatti potranno essere mantenute, ma so che non molleremo. So che ce ne faremo altre. So che non lo farò pentire di niente.
E sì, voglio stare con te per sempre, Chanyeol.

"Thank you, I'm sorry, love you"
Prometto che non gli dirò queste parole solo in una canzone. 
Stai con me, Chanyeol, e ti ringrazierò ogni giorno. Ti chiederò scusa per come mi sono comportati con te, ogni giorno. Ti dirò che ti amo, ogni giorno.

"Even if I have given my all to you, it's not gonna be enough my  love".
No, non lo sarebbe. Perché lui è troppo speciale e non credo che sarò mai alla sua altezza.
Il migliore non sono io, è lui.

"You who have always been waiting for me
You who embraced me with your arms, thankful to you"

Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per tutto quello che mi ha dato, che mi ha insegnato. 

"I'll promise, I won't disappoint you.
Promise me, just stay what you are right now".

Te lo prometto. Promettimelo.
 
*

Appoggiai le mani sulle mie gambe e rimasi qualche secondo in silenzio: gli occhi chiusi e un senso di pace che non avevo mai provato. 
Non avevo fatto errori, non avevo stonato ne sbagliato il tempo. Come esecuzione era stata impeccabile, ma quello che più mi interessava era se le mie parole avevano emozionato la persona a cui erano rivolte. 
Nell'auditorium regnava il silenzio e mi concessi ancora qualche secondo nel mio mondo. Era andata. 
Aprii gli occhi e, invece di voltarmi verso gli esaminatori, guardai subito Chanyeol.
Il suo viso era rigato di lacrime e, quando i nostri occhi si incontrarono, mi sorrise dolcemente e mimò con le labbra "Te lo prometto".
- Signor Byun?
Risposi la stessa cosa, mimando anch'io con le labbra 
- Signor Byun? 
Ah, giusto.
Mi alzai e tornai al centro del palco, giocando nervosamente con le mie dita. 
Dalle espressioni degli esaminatori non capivo se la canzone era piaciuta o no, se la mia esecuzione era andata bene.
Mio dio, nemmeno Sehun era così inespressivo!
 - Benvenuto alla Seoul Academy of Arts, signor Byun.
Come? 
Li guardai a bocca aperta: - Ma davvero? 
- SÌ! - l'esclamazione di Chanyeol era rimbombata per tutto l'auditorium e, subito dopo, fece irruzione sul palco.
- Non potevate lasciarvi scappare Baekhyun! 
Gli esaminatori lo guardarono, sconvolti dalla sua entrata.
- Il mio piccoletto è il migliore. 
Risi e mi inchinai: - Grazie, a tutti voi. Non vi pentirete di avermi ammesso. 
- Non ne dubito, signor Byun - disse l'uomo e, finalmente, un piccolo sorriso comparve sulle sue labbra - Ci vediamo in classe. Io sarò il suo insegnante di canto. 
Mi inchinai ancora, ringraziando.
- E ora porti fuori quel gigante - continuò, trattenendo una risata - Prima che chiami la sicurezza. 
Annuii e trascinai Chanyeol dietro le quinte, mentre lui continuava a ringraziarli per avermi accettato. 
Quando fummo nascosti dai loro sguardi, Chanyeol mi afferrò il viso e mi baciò.
- Ce l'hai fatta.
- Ce l'ho fatta. - ripetei, ancora incredulo ed esplosi in una risata, prima di saltare in braccio a Chanyeol.
- Oddio ce l'ho davvero fatta. Vado alla SAA!
- Ci vai, piccoletto. Il tuo sogno si è realizzato. 
Mi tenni alle sue spalle, per non cadere.
- La... la canzone ti è piaciuta? 
Lui posò la fronte sulla mia: - È la canzone più bella che io abbia mai sentito e sono fiero di te. Ti amo, Baek.
- Ti amo anch'io, Yeol. E ti renderò felice. Promesso. 
 
*

Quando la mattina dopo tornammo al Sound Music Camp, i nostri amici ci attendevano dove li avevamo lasciati: davanti all'insegna.
C'erano tutti: Kyungsoo e Jongin, Lay, Chen e Xiumin, Sehun e Luhan, Suho. 
Io e Chanyeol scendemmo in silenzio dalla macchina e tenemmo lo sguardo basso, imperscrutabile. 
- Allora? - la voce di Jongin ruppe il silenzio e io li guardai, mentre un enorme sorriso si apriva sul mio viso.
Chen lanciò un urlo che rese sordo Suho e corse ad abbracciarmi, insieme a Kyungsoo. Poi fu il turno di tutti gli altri, che mi strinsero in un enorme abbraccio, mentre Chanyeol rideva.
Ero stritolato dai miei amici ed ero la persona più felice del mondo. 
 
*

Quando mi lasciarono libero, andai a salutare i miei insegnanti, gli altri ragazzi che avevo conosciuto, Leeteuk e anche Sunny.
Corsi dal professor Henry e dalla professoressa Taeyeon per dirgli com'era andata l'audizione e vedere nel loro sguardo la fiducia che avevano in me mi commosse. 
Quando incrociai Taeyong, lui mi sorrise e mi guardò, in attesa.
- Ci vediamo alla SAA. - dissi e il suo piccolo gesto di esultanza mi rese felice. 
Dopo andai a cercare Chanyeol e lo trovai nell'aula di chitarra. L'aula che la prossima estate sarebbe stata sua.
Rimasi sulla porta a guardarlo, visto che non si era ancora accorto della mia presenza. 
Lui fece scorrere le dita sulla cattedra e si fermò davanti alla lavagna.
- Scusi, professor Park. - lo chiamai, facendolo voltare.
- Ehi, piccolo snob della SAA, che ci fai qui?
- Volevo sapere se eri pronto ad andare?
Annuì e sorrise: - Non vedo l'ora di iniziare ad insegnare. Sai, ho anche una chitarra nuova! 
Risi e gli tesi la mano, che lui afferrò, poi uscimmo dall'aula. 
Tornammo prima alla sua camerata a prendere le valige, Sehun, Xiumin, Jongin e Lay. Poi andammo alla mia e, tutti i ragazzi, mi aiutarono con i miei numerosi bagagli. 
Piano piano il campo si stava svuotando e noi eravamo tra gli ultimi ad andarcene. 
Arrivati all'insegna, ci voltammo verso l'entrata del campo. 
- Ora dovremmo dire una frase ad effetto - disse Lay - Sapete, qualcosa per concludere quest'avventura. 
- A me viene solo da piangere. - borbottò Chen e Xiumin gli prese la mano per confortarlo. 
- Io direi "Tutto è bene quel che finisce bene"! - esclamò Jongin.
- Che schifo di frase. - protestò Sehun.
- Ci si vede qui l'anno prossimo? - chiese Chanyeol e tutti annuimmo. 
- Ci sarò anch'io, nonostante la natura, gli insetti, il bagno in comune e voi persone umili. - ridacchiai e i miei amici alzarono gli occhi al cielo.
- Ci saremo tutti - concluse Lay - Anche se uno di noi sarà un professore, uno sarà mezzo americano e un altro sarà ancora più snob di ora. Ci saremo tutti. 
Annuimmo e voltammo le spalle al campo.
Era finita l'estate e con lei la mia avventura al Sound Music Camp.
Solo pochi mesi prima volevo lasciare quel posto e tornarmene a casa. Pochi mesi prima credevo che per nulla al mondo sarei tornato in quel luogo sperduto.
Invece ora sentivo che stavo lasciando su quei monti un pezzetto del mio cuore e non vedevo l'ora di tornare al Sound Music Camp.
 

Cosa posso dire? Anche la nostra avventura al Sound Music Camp è finita e non avete idea di come mi senta triste in questo momento. 
Questo, però, non è l'ultimo capitolo perché ci sarà un piccolo epilogo, ma voglio fare ora i miei ringraziamenti. 
L'idea per questa storia mi è venuta improvvisamente e non avrei mai immaginato che mi avrebbe rapito il cuore in questo modo. Ho fatto il possibile per curare il mio metodo di scrittura, i personaggi, la storia. 
Ce l'ho messa davvero tutta e spero di aver fatto un buon lavoro. 
Volevo ringraziare chi leggeva i miei capitoli in anteprima e mi dava i giusti consigli su cosa andava e cosa no. Chi mi correggeva gli errori di battitura che, nonostante io rileggessi anche venti volte, mi scappavano puntualmente. Ringrazio chi ha feelsato con me, sia per le cose giuste che per quelle sbagliate. Ringrazio chi mi ha corretto e insegnato la punteggiatura, che non è ancora perfetta e forse non lo sarà mai. Poi ringrazio chi mi ha sostenuto e incoraggiato anche nei momenti in cui non riuscivo a scrivere nemmeno una riga. Chi mi ha detto che sicuramente avrei scritto un capitolo bellissimo e che ha sempre creduto che ce l'avrei fatta. 
Ringrazio tutti voi che avete letto la storia e vi siete emozionati. Vi ringrazio per le recensioni e per il sostegno.
Ringrazio gli Exo, per regalarci sempre delle canzoni meravigliose e per averci dato "Heaven", "Power" e soprattutto "Promise" che io ho usato nella storia. 
Infine, ringrazio Baekhyun e Chanyeol, perché mi ispirano ogni giorno una trama e un'avventura diversa. Li ringrazio perché, con dei semplici gesti, mi sbloccavano e in una giornata scrivevo un capitolo che era fermo da settimane. Grazie, ragazzi, per essere personaggi delle mie storie.
 

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Capitolo 39
*** 39. EPILOGO - SEI FELICE? ***


 
 
39. EPILOGO - SEI FELICE?
 
 
POV CHEN

- A tempo Chen! Non restare indietro!
Facile a dirsi, accidenti. Dopo aver ballato due ore di seguito, avevo bisogno di una pausa, un massaggio, una vacanza ai Caraibi. 
Eh già, alla fine mi ero iscritto al corso di danza.
Sbuffai ed alzai lo sguardo, incrociando gli occhi di Xiumin. Mi fece l'occhiolino e rallentò un po' per permettermi di copiare e seguire i suoi movimenti. 
Sapevo già cosa mi aspettava: una serata con lui a ripassare la coreografia.
Nonostante gli enormi sforzi, gli urli dell'insegnante, la stanchezza ed il dolore ai muscoli, ero soddisfatto di ciò che stavo facendo.
Mi lamentavo, ma quando c'era da imparare una nuova coreografia ce la mettevo tutta e, il più delle volte, andava davvero bene e le mie valutazioni erano buone.
Certo, non ero il primo della classe, ma non era quello il mio obiettivo. 
- D'accordo ragazzi, per oggi basta così. 
Mi lasciai cadere ed allungai le gambe davanti a me.
- Ho dolore ad ogni singolo muscolo del mio corpo. 
Xiumin si piegò accanto a me, ridacchiando. 
- Stai facendo un buon lavoro, sono fiero di te. 
Sorrisi e lui mi scompigliò i capelli, mentre mi stendevo sul pavimento dell'aula di danza. 
Le lezioni nella nuova scuola erano iniziate da un mese ed ero davvero entusiasta. Io e Xiumin seguivamo insieme sia il corso di danza che quello di canto e ci aiutavamo a vicenda. Non mi ero pentito neanche per un secondo di aver accettato il suo consiglio ed essermi iscritto anche a quel corso, perché sentivo che stavo pian piano migliorando. 
Un po' ogni giorno e questo bastava. 
- Ragazzi, vi va di andare a mangiare insieme? - chiese Seulgi, accucciandosi accanto a me.
- Non possiamo - rispose, per entrambi, Xiumin - Io e Chen ci fermiamo a ripassare la coreografia. 
Oh no.
Mi misi seduto e guardai Seulgi, con la disperazione negli occhi: - Ti prego, salvami! 
Lei scoppiò a ridere e si alzò: - Ho una proposta. 
Io e Xiumin la guardammo, attenti.
- Oggi abbiamo già faticato abbastanza, perciò propongo di andare a mangiare e riposarci un po'. Domattina iniziamo prima e vi aiuto anch'io a ripassare la coreografia. 
Alzai la mano: - Io ci sto.
- Cinque del mattino? - chiese Xiumin.
- Cinque del mattino. - confermò Jongin che, essendo poco distante da noi, ci aveva sentiti.
- La vecchia squadra di salvataggio Chen è sempre unita. - risi e mi alzai in piedi. 
- Siamo qui per te - disse Jongin - Però offri tu la cena. 
- Bella idea! - esclamò Seulgi, seguendolo fuori. 
Sospirai: - Credevo fosse l'amicizia a guidarli.
Xiumin mi baciò sulle labbra e mi prese la mano.
- Sei felice? 
Annuii: lo ero, ero molto felice. 
Uscimmo dalla classe insieme, mano nella mano. Come potevo non esserlo?


POV KYUNGSOO

Guardai la valutazione che mi aveva appena dato l'insegnante: il voto massimo! 
Sorrisi felice e corsi fuori dall'aula di canto, per andare alla ricerca di Jongin.
Sapevo che aveva appena finito danza, perciò doveva essere in giro per i corridoi.
Camminavo veloce, muovendo gli occhi a destra e sinistra. Ma dov'era? 
Girai l'angolo e... eccolo! 
Ma, la ragazza con cui parlava... chi era?!
Feci un respiro profondo: non avrei mai più fatto l'errore di non aver fiducia nel nostro amore. Io e Jongin eravamo due pezzi dello stesso puzzle ed eravamo più uniti che mai.
Mi avvicinai, con il sorriso sulle labbra.
Almeno, speravo fosse un sorriso normale, non la sua versione da assassino.
- Soo! - esclamò Jongin quando si accorse di me - Vieni, stavamo parlando di te. 
Eh? Parlavano di me? 
Sorrisi alla ragazza, che ricambiò.
- Lei è Sunyoung. Seguiamo il corso di danza insieme. - Jongin ci presentò - Sunyoung, lui è Kyungsoo. Il mio ragazzo.
Sunyoung fece un piccolo inchino: - Sono felice di conoscerti, finalmente. Jongin non parla che di te.
Non potei fare a meno di sorridere e lo guardai: era così sereno e io ero un idiota. 
Dovevo davvero smetterla con questa stupida gelosia perché, ne avevo una prova davanti in quel momento, Jongin amava me e nessun altro.
Non aveva amato Krystal e non avrebbe amato Sunyoung.
Amava me.
- Io sto andando a cenare con Xiumin, Chen e Seulgi. Vieni con noi? - mi chiese il mio ragazzo - Offre Chen.
Risi ed annuii: - Se offre Chen vengo volentieri. 
Jongin mi prese la mano: - Ci vediamo domani, Sunyoung.
- A domani. - sorrise e ci salutò, mentre ci allontanavamo.
Alzai lo sguardo e Jongin mi stava sorridendo. Mi voltai e Sunyoung stava andando via, dalla parte opposta.
- Sei felice? - mi chiese Jongin ed io gli diedi un veloce bacio sulle labbra.
Ero felice, molto. 
- Sunyoung! - urlai per farmi sentire e lei si voltò, confusa. 
- Sì? 
- Ti va di unirti a noi? - chiesi. 
Lei annuì sorridendo e ci raggiunse, mentre Jongin mi guardava sorpreso e felice.
Avevo piena fiducia in lui. 


POV SUHO

Camminavo avanti e indietro per il corridoio, canticchiando tra me e me. Mi avevano assegnato un assolo, al corso di canto, e la cosa mi aveva messo così tanta ansia che non la smettevo più di provare.
La sera prima Irene era rimasta pazientemente ad ascoltare le mie prove ed ero consapevole di averla annoiata ed aver rovinato quella che poteva essere una serata romantica, perciò avevo intenzione di rimediare.
Pochi secondi dopo che la campanella aveva suonato, i ragazzi iniziarono ad uscire ed io aspettai la mia ragazza.
Irene fu l'ultima ad uscire e non si accorse subito della mia presenza, ciò mi permise di osservarla indisturbato per qualche secondo. 
Quando avevo scelto quella scuola, non avevo idea che in quella accanto ci sarebbe stata lei, perciò a volte mi ero fermato a riflettere: se non le avessi dichiarato il mio amore al SM Camp, l'avrei fatto durante l'anno scolastico? Se i miei amici non avessero creato l'appuntamento perfetto, l'avrei invitata ad uscire qui a Seoul? Ne avrei avuto il coraggio? 
Sinceramente non ne avevo idea. Non ero molto coraggioso con le ragazze, figuriamoci con Irene, che era una creatura divina ed eterea. 
No, probabilmente sarei rimasto ad osservarla da lontano e a spiarla come avevo fatto fino all'appuntamento. Non avrei mai ringraziato abbastanza quei disgraziati dei miei amici per avermi aiutato. Era l'unico motivo per cui non li avevo ancora denunciati alle autorità. 
Scherzo, volevo davvero bene a quei criminali.
Il suono del mio telefono rimbombò per il corridoio ormai deserto e rivelò la mia presenza ad Irene.
- Ehi, ciao. - mi salutò avvicinandosi, mentre io controllavo il telefono. 
- Ciao - le presi la mano e gliela baciai - Le prove sono andate bene? 
Lei annuì, sorridendo, poi indicò il mio telefono: - Chi era?
- Ah - alzai le spalle - Era Kyungsoo. Mi ha chiesto se vogliamo andare a cenare con loro. Offre Chen.
Irene sorrise: - È una bella idea, andiamo. 
- Avevo un programma per stasera - dissi, in imbarazzo e, visto che lei aspettava, continuai - Cena, cinema, passeggiata sul fiume Han...
Irene mi diede un bacio sulla guancia e io mi bloccai, imbambolato.
Già, non mi sarei mai abituato a lei.
- Mi stai forse invitando ad un appuntamento? - chiese e io mi resi conto solo in quel momento che, da quando eravamo arrivati a Seoul, non l'avevo ancora invitata ad un appuntamento organizzato da me.
Ridacchiai, nervoso: - Vuoi uscire con me, Irene? 
Lei rise e mi prese per mano, mentre raggiungevamo l'uscita della scuola. 
- In realtà la cena offerta da Chen mi attira - disse e io non potei che essere d'accordo.
- Attira anche me.
- Allora potremmo fare il nostro appuntamento dopo cena, che ne dici?
Annuii, ridendo: - Cinema e passeggiata? 
- E un bubble tea, grazie. Magari anche una fetta di torta. 
- Tutto quello che vuoi. 
Non riuscivo a smettere di sorridere come un idiota.
- Sei felice? - mi chiese improvvisamente Irene e io la baciai.
Se ero felice? Non potevo esserlo più di così. 


POV LUHAN

Sehun mi prese la mano appena iniziammo a vedere i primi grattacieli. Ero stupefatto e mi persi a guardare fuori dal finestrino del taxi.
Appena entrammo in città, mi sentii minuscolo. Certo, Seoul non era un paesino, ma Los Angeles... c'era qualcosa di maestoso in quella città.
Sehun disse, con un inglese incerto, l'indirizzo al nostro autista e, dopo ancora qualche minuto di viaggio, arrivammo davanti ad un palazzo tutt'altro che di lusso. 
- Casa dolce casa. - disse Sehun, mentre portavamo a fatica i nostri bagagli su per le scale perché l'ascensore non funzionava. 
L'appartamento era... diciamo che la mia stanza al Sound Music Camp non era tanto più piccola, ma c'era tutto ciò che ci serviva ed ero soddisfatto: Sehun aveva cercato il meglio che potevamo permetterci e non mi sarei di certo lamentato. 
- So che non è una reggia - disse e mi prese la mano - Però tra i tanti orribili buchi che ho visto, questo aveva una cosa che me l'ha fatto scegliere. 
- Il bagno senza scarafaggi? - scherzai, facendolo ridere.
- No. - si mise dietro di me e mi coprì gli occhi con le mani - Tieni gli occhi chiusi.
Annuii e feci come mi aveva detto, mentre lui mi guidava qualche passo avanti. Poi sentii un rumore come di un balcone che veniva aperto e l'aria della sera mi colpì.
- Apri gli occhi. - sussurrò Sehun, abbracciandomi da dietro. 
Appena lo feci, sussultai, incredulo. 
La vista sulla città era magnifica: la più bella che avessi mai visto.
- So che non sarà facile e che dovremo mettercela tutta per far funzionare questa cosa - la voce di Sehun era quasi un sussurro - Ma ti amo e so che ce la faremo. 
Mi voltai e gli misi le braccia intorno al collo: - Sei felice? 
- E tu? 
Ridacchiai: - L'ho chiesto prima io.
- Allora rispondi anche per primo. 
Scossi la testa, rassegnato: - Sì, sono molto molto felice. 
- Lo sono anch'io. 
Ci baciammo: come sfondo una magnifica città e come colonna sonora i suoi suoni e rumori pieni di vita. 
- Se non sei troppo stanco potremmo uscire un po'.
Annuii: non vedevo l'ora di buttarmi in quella nuova città, con Sehun al mio fianco. Avevo la bellissima sensazione che sarebbe andato tutto bene. 


POV BAEKHYUN

Imprecai quando la punta della mia matita si spezzò per l'ennesima volta: maledizione! Avevo l'ispirazione e delle matite difettose non mi avrebbero bloccato.
Risuonai le note e sorrisi soddisfatto: perfetto. 
Improvvisamente la porta dell'aula di pianoforte si aprì ed entrò il professor Kim. Era il mio insegnante di canto, nonché colui che mi aveva comunicato la mia ammissione alla SAA.
- Signor Byun, credevo fosse già tornato a casa.
Mi alzai ed iniziai a raccogliere frettolosamente le mie cose.
- Stavo uscendo, ma poi sono stato aggredito da un attacco di ispirazione e ho cercato un pianoforte libero. 
L'uomo rise sentendo il mio discorso ed annuì, comprensivo.
- Devo dedurre che il corso di Composizione Musicale va bene.
Sorrisi contento: andava alla grande! 
Stavo studiando come un pazzo, ma i risultati mi rendevano ogni giorno più fiero di me. Nonostante ciò, ero consapevole che c'era ancora tantissima strada da fare e che la musica era ancora tutta da scoprire per me.
- Non sarò mai il primo della classe, ma va bene così. 
Il professore annuì, d'accordo. Lo salutai e mi avviai verso l'uscita della scuola. 
Alla SAA le cose stavano andando meglio di quanto mi ero aspettato: le classi erano composte da ragazzi incredibilmente bravi e gli insegnanti erano severi, terribili, crudeli, ma era tutto meraviglioso. 
Quando era arrivato il momento di fare l'iscrizione vera e propria, avevo messo un altro corso nella lista, oltre a canto e pianoforte: composizione musicale. 
Sapevo che la canzone per l'audizione poteva essere stata un caso e che lì non avrei avuto l'aiuto di Chanyeol, ma sentivo che volevo farlo. Volevo superare la mia difficoltà più grande e sfidare me stesso. Le cose stavano andando bene ed ero soddisfatto. 
Quando uscii il sole mi abbagliò per qualche secondo e dovetti aspettare che i miei occhi tornassero a vedere prima di cercarlo, ma sapevo che lui c'era: davanti al cancello della scuola, sorridente e con due bubble tea in mano.
Avevo iniziato le lezioni alla SAA da poco più di un mese e lui mi aveva sempre aspettato fuori dalla scuola.
Ogni giorno.
Con la pioggia, con il vento, persino con le strade bloccate a causa di una manifestazione, lui era lì in tempo per la mia uscita.
Scesi di corsa le scale e Chanyeol fece appena in tempo a posare i bicchieri a terra, prima che gli saltassi letteralmente in braccio. 
- Ciao piccoletto, com’è andat...
Lo interruppi intrappolando le sue labbra in un bacio. Mi era mancato. 
- Scusa il ritardo - dissi mentre mi rimetteva a terra e mi dava il mio bubble tea - Ma sono stato brutalmente aggredito dall'ispirazione e non potevo lasciarmela sfuggire. 
Chanyeol rise in quel suo modo inquietante e bellissimo: - Mi fa piacere sentirlo. Diventerai più bravo di me a comporre.
Scossi la testa: - Impossibile, ma potrei darti del filo da torcere.
Lui ridacchiò e mi mise un braccio intorno alle spalle, mentre camminavamo bevendo il bubble tea.
- Sai, oggi ho speso i pochi spiccioli che avevo in tasca per comprare un computer. - disse e io, senza farmi vedere, sorrisi.
- E perché hai usato i pochi risparmi che avevi per una spesa del genere?
Chanyeol mi strinse più forte a sé: - Perché tra qualche mese devo poter chiamare il mio piccoletto ogni giorno. Sai, è un gran rompiscatole e, se non mantengo la promessa, potrebbe staccarmi le orecchie e mangiarsele.
Scoppiai a ridere e gli diedi una gomitata: - Sei un idiota.
- Ma mi ami lo stesso, no?
Scossi la testa, rassegnato e mi alzai in punta di piedi per baciarlo.
- Sei felice? - mi chiese, con le labbra ancora appoggiate alle mie.
Annuii: - Sono molto molto felice.
- Anch’io lo sono ed è merito tuo.
Arrossii e sbuffai, fingendo che quel complimento non mi avesse fatto piacere. Invece ne ero lusingato e Chanyeol lo sapeva.
- Poco fa mi ha scritto Lay: lui e i ragazzi vanno a mangiare insieme. Ci uniamo?
Mi imbronciai e poi mi avvicinai a Chanyeol, sorridendo maliziosamente: - Credevo che io e te saremmo andati a casa tua, per stare un po’ da soli…
- Offre Chen.
- Andiamo! Ho una fame che non ci vedo più! - esclamai e mi affrettai ad attraversare la strada, seguito da Chanyeol che era quasi piegato in due dal ridere.
Ero davvero tanto felice. La mia vita, il mio comportamento, il mio modo di vedere le cose e le persone era cambiato, ma in meglio.
Le cose non potevano andare meglio di così e contavo i giorni che mancavano al mio ritorno al Sound Music Camp, ma nel frattempo mi godevo i miei strambi amici, il mio gigantesco fidanzato e la mia musica.
Ed ero felice.

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