sognando il camice bianco

di Elisa24g
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** promo ***
Capitolo 2: *** Puntata n.1 I risultati ***
Capitolo 3: *** Puntata n.2 La prima settimana ***
Capitolo 4: *** Puntata n.3 Festa fra colleghi ***
Capitolo 5: *** Puntata n.4 Il laboratorio di anatomia ***
Capitolo 6: *** Puntata n.5 Ciao Michele ***
Capitolo 7: *** Puntata n.6 L'appuntamento ***
Capitolo 8: *** Puntata n.7 Iniziamo a studiare ***
Capitolo 9: *** Puntata n.8 La cena ***
Capitolo 10: *** Puntata n.9 Il Natale nell'aria ***
Capitolo 11: *** Puntata n.10 Si parte ***
Capitolo 12: *** Puntata n.11 Racconti di capodanno ***
Capitolo 13: *** Puntata n.12 Cambio di facoltà ***
Capitolo 14: *** Puntata n.13 Il primo esame ***
Capitolo 15: *** Puntata n. 14 Si ricomincia ***
Capitolo 16: *** Puntata n.15 un ospite a sorpresa ***
Capitolo 17: *** Puntata n.16 Gocce di sangue ***
Capitolo 18: *** Puntata n.17 Una settimana impegnativa ***



Capitolo 1
*** promo ***


Alessia chiuse il libro: un mattone di troppe pagine con le materie da sapere per il test di ammissione, biologia, chimica, fisica, matematica, logica e cultura generale.
Aveva iniziato a studiare dall’anno prima, quando ancora frequentava il quarto liceo, gli esami di maturità erano lontani e l’università un miraggio. Adesso mancavano pochi giorni all’ultimo test che avrebbe tentato, quello dell’università pubblica. Le scuole private avevano già fatto i loro concorsi mesi prima, e ricordava con orrore la sua ultima esperienza.
Era in macchina con suo padre che la stava accompagnando all’albergo dove avrebbe svolto la prova. Erano usciti con un’ora di anticipo ma, nonostante ciò, si trovavano imbottigliati nel traffico. Alessia guardava l’orologio ogni minuto, pregando che le lancette non avanzassero e che lei riuscisse ad arrivare in tempo.
<< Scendi… >> le disse suo padre, guardandola preoccupato.
<< Cosa? >> chiese dubbiosa.
<< Devi scendere ed andare a piedi. Da qui sono un paio di chilometri. >>
<< Ma non so dove andare! >> rispose lei, spaventata. Si trovava in un’altra città, con strade che non aveva mai visto prima.
<< Lo so, ma se resti qui non farai mai in tempo. Guarda le macchine davanti a noi, stanno tutti scendendo per andare a piedi. Segui loro, io ti chiamo non appena riesco a liberarmi! >> le disse suo padre, cercando di sembrare sicuro, anche se era chiaramente preoccupato per lei.
Così scese dalla macchina e percorse a piedi quei chilometri che le sembrarono interminabili, seguendo un gruppo di ragazzi che pregava fossero diretti all’esame. Fortunatamente la strada era tutta dritta, fino alla via dell’albergo, dove svoltò a destra e raggiunse alcune palazzine che facevano parte della stessa struttura; cercò la stanza dove avrebbe svolto l’esame e si mise in attesa, sola perché suo padre non aveva fatto in tempo a raggiungerla.

Claudio si rigirava nel letto, ancora ed ancora. Dormiva in un hotel vicino al luogo dove si sarebbe svolto il test, insieme a suo padre che l’aveva accompagnato. Pensava alle fasi della mitosi e della meiosi, al carbonio ed all’idrogeno, tutte nozioni sparse che non lo lasciavano dormire. E se fosse andato male? Se non fosse entrato? Piano B: un anno di farmacia/biologia/biochimica e poi avrebbe riprovato l’anno prossimo. Si, ma se non fosse entrato nemmeno l’anno prossimo? “Basta, dormi Claudio, dormi”, si ripeteva, senza riuscirci.

Elena si svegliò all’alba, si vestì, fece colazione anche se aveva la nausea, ed uscì di casa. Abitava a Roma da quando aveva due anni, e conosceva bene quale strada fare per raggiungere l’università. Prese il motorino e in pochi minuti raggiunse l’edificio dove si sarebbe svolto il test, che era già pieno di ragazzi. Alcuni sedevano su un muretto, da soli o in gruppo, alcuni ripassavano, altri chiacchieravano; molti erano pallidi, qualcuno rideva per scacciare l’ansia; una ragazza in un angolo sfogliava il libro in bianco e nero pieno di appunti, un’altra parlava al telefono. Elena era sola e terrorizzata.
 
<< Giulia Tarzi >>
Giulia si avvicinò alla porta, diede il suo documento ed entrò. Si sedette, in una delle ultime file, le diedero la busta con le domande e il foglio dove scrivere le risposte e le dissero di aspettare. Guardò quella busta, sperando ardentemente di sapere tutto, di ricordare ogni dettaglio, di poter rispondere alle domande di logica e di cultura generale.
Poi, un attimo prima di iniziare, cercò con lo sguardo Carola, sua amica d’infanzia, che avrebbe tentato il test con lei. Avrebbe voluto un po’ di conforto, una faccia amica in mezzo a tutti quei ragazzi.

Carola aprì la busta, prese i fogli e la matita. Guardò le prime righe di quella domanda lunghissima, senza capire nulla, lesse ancora le stesse parole con la mente completamente vuota, il panico nel cuore, poi fece un respiro, e cominciò a ragionare.

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Capitolo 2
*** Puntata n.1 I risultati ***


<< Giu, Giu, Giuuu! >> la voce di Carola urlò nel telefono. Erano usciti i risultati, sicuro.

<< Ciao... >>

<< Come ciao? Non hai visto i risultati? >> era raggiante, sicuramente era entrata… e lei? Non aveva ancora avuto il coraggio di vederli.

<< No... >>

<< Ma come no?! Sbrigati! >>

<< Dimmeli tu. Ho troppa paura. >>

<< Prendi il computer e guarda i risultati! >> le disse in tono autoritario.

<< Uff va bene. >> sbuffò, poi, con molta calma, prese il computer, andò sul sito ufficiale e vide una tabella con numeri di matricola, punteggi e risultati; tremando cercò il suo numero.

<< Sono entrata! >> disse tra l’incredulo e l’euforico.

<< Lo so, anche io! >> esclamò Carola.

<< Oddio non ci credo! Siamo entrate, siamo entrate, siamo entrate! >>

<< Avevi dubbi? >> rispose con tono sicuro.

<< Ma se fino a ieri dicevi che non ce l’avremmo fatta! >>

<< Quello era ieri... oggi siamo entrate! >> rispose trionfante Carola.

 

Elena chiamò al telefono sua madre,

 << Sono entrataaaaa >>

<< Bravissima! Te l’avevo detto che ce l’avresti fatta! Lo sapevo! Appena torno a casa festeggiamo! >>

<< Che bello, non ci credo! >>

<< Hai già chiamato tuo padre? >>

<< No, ho chiamato solo te. Ora lo dico a tutti! >> riattaccò, saltellò un po’ per la stanza e poi compose il numero di suo padre, poi quello dei suoi nonni, di suo fratello, dei suoi amici. Era entrata. Incredibile, ce l’aveva fatta. Quella sera avrebbe festeggiato con la famiglia, il giorno dopo con gli amici… era vero, non riusciva a crederci. Ce l’aveva fatta!

 

Claudio andò a Roma con i suoi genitori. Presero l’aereo dalla Sardegna ed in poco tempo atterrarono a Fiumicino. Da lì avrebbero preso il treno fino alla stazione, da dove avrebbero iniziato il giro delle case. Cercavano una stanza in affitto con altri ragazzi, nelle zone vicino all’università, quindi piazza Bologna o Tiburtina, dove si trovavano più case e a un prezzo non troppo esagerato.

Vide tre o quattro appartamenti, tutto uguali, tutti con un bagno, una camera singola o una doppia, una cucina da dividere. Alcuni avevano un balcone, altri un piccolo salotto. I ragazzi erano per la maggior parte studenti universitari, qualcuno aveva iniziato a lavorare da poco, tutti erano più o meno della sua età, tutti fuori sede con le famiglie lontane.

Infine scelse una casa sulla Tiburtina, non troppo lontana dalla metro e vicina alla fermata dell’autobus. C’erano altri tre ragazzi: Maria e Alessandra, che dividevano una doppia, e Luigi. Le due ragazze frequentavano una Legge, l’altra Lettere, mentre Luigi studiava Matematica; erano tutti più grandi di lui di almeno un paio d’anni. La casa era bella, abitabile, l’avevano resa “vera”, con quadri, un divanetto ed una televisione. Si sarebbe trovato bene.

 

Alessia continuava a leggere i risultati ancora ed ancora: non era entrata. Non era passata, ed ora? Cosa avrebbe fatto? Non aveva pensato ad un’alternativa, non c’era nient’altro per lei, solo medicina, medicina e medicina. Voleva quel camice bianco, voleva uno stetoscopio, voleva essere una dottoressa, l’aveva sognato da così tanto tempo, aveva studiato così tanto. E non era entrata.

Adesso i suoi genitori insistevano perché entrasse in una facoltà da dove avrebbe potuto riprovare il test, magari le avrebbero riconosciuto qualche esame. Avrebbe perso un anno, un anno a fare qualcosa che non le piaceva. Solo un anno, poteva accettarlo? No, non poteva. 

<< Vado a fare grafica, o architettura, o le belli arti. >>

<< Ma cosa dici? >> chiese sua madre.

<< Questo: vado a fare grafica, o architettura, o le belle arti. >>

<< Ma che dici?! Non andrai a fare qualcosa del genere! >>

<< Ma perché no? >>

<< Saresti sprecata. >> e già. Uno spreco, perché Alessia era troppo brava, la più brava della classe, una ragazza studiosa, sempre preparata, non poteva “ sprecare “ il suo talento.

<< Se non te ne sei accorta non sono entrata. >>

<< Ho capito vai a fare Farmacia e l’anno prossimo ci riprovi. >>

<< Si, così butto un anno. >>

<< E che vuoi che sia? È solo un anno. >>

<< E se poi non rientro? >>

<< Studierai le materie per il test. Entrerai di sicuro. >> rispose con lo sguardo sicuro.

<< Si, certo. >> disse Alessia andandosene. Non era entrata, e non avrebbe buttato un anno a fare qualcosa che non le piaceva per poi laurearsi in qualcosa che aveva preso solo per ripiego, quando non fosse riuscire a superare quei maledetti test. No, non se ne parlava proprio.

<< Vai a fare il test a Farmacia? >> le chiese suo padre per la millesima volta.

<< Non voglio… >> rispose poco convinta, con la tristezza dipinta in volto. Non sapeva cosa fare della sua vita, era incerta su tutto, su chi sarebbe diventata, perfino su chi fosse in realtà. 

Era sempre stata brava a disegnare, se la cavava, avrebbe potuto farlo nella vita, però sarebbe stato sempre e comunque un ripiego, una magra alternativa al suo sogno. Nulla di più. Non era una di quelle persone che sapeva sin da piccola che sarebbe stata un medico, ma ormai erano parecchi anni che lo desiderava ardentemente. Sognava il camice bianco, sognava di poter aiutare gli altri, di capire quando stanno male e di poter fare qualcosa, qualcosa di effettivo, sognava di andare in Africa ad aiutare chi stava molto male, sognava tutto questo, ed il suo sogno si era infranto.

Poi il giorno del test di Farmacia arrivò e, non si sa come, i suoi genitori la convinsero a provare. Forse Alessia accettò quest’ennesimo tentativo solo per farli contenti, forse lo fece per aggrapparsi fino all’ultimo al suo sogno, fatto sta che la mattina si alzò dal letto, si vestì e si diresse alla facoltà di farmacia.

Si sedette per sostenere quell’esame, ancora una volta, altre domande, altre risposte, altre paure. E poi i risultati arrivarono: era entrata. E questo cambiava tutto. Un anno, solo un anno, poteva perdere un anno? Magari poi sarebbe entrata, avrebbe realizzato il suo sogno, forse, forse ce l’avrebbe potuto fare. Un anno, solo un anno di Farmacia, avrebbe fatto il test e se proprio non fosse entrata avrebbe lasciato stare, ma c’era la possibilità, una piccola possibilità, non poteva lasciarsela scappare!

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA :

Claudio 

I coinquilini tornarono con molte buste piene di patatine, popcorn, birra, vino e superalcolici vari, si preannunciava una grande festa.

Alessia 

 Si trasferì a casa dei suoi zii, ancora sperando che le graduatorie scorressero.

 

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Capitolo 3
*** Puntata n.2 La prima settimana ***


 

Claudio entrò in casa con una valigia enorme, l'aveva riempita di tutti i vestiti possibili e immaginabili, scarpe, caricabatterie, computer, asciugamani, saponi, e, in una borsa termica, scorte di cibo preparate da sua madre: pasta al forno, carne, salumi e formaggi.

 

<< Ma quanta roba porti? >> gli chiese Luigi

 

<< Un po' di tutto. Passerà parecchio tempo prima che torni a casa, quindi ho fatto scorta. >>

 

<< Lo sai che esistono i negozi anche qui, vero? >> gli chiese Maria.

 

<< Si, certo... >> rispose un po' imbarazzato. 

 

<< Va bene, noi usciamo a fare la spesa, te sistemati. Ah, abbiamo organizzato una piccola festa di benvenuto per stasera con qualche amico dell'università, così li conosci subito tutti. >> disse Alessandra.

 

Claudio fece un cenno con la testa, un mezzo sorriso ed entrò in camera. Aveva un letto singolo, una scrivania di fronte alla finestra ed un armadio vicino alla porta. La stanza era molto triste, visibilmente inutilizzata se non come appoggio per lo stendino o scatole varie. In origine doveva essere la camera di Alessandra o di Maria, ma poi il proprietario di casa aveva deciso che una camera era abbastanza grande per diventare una doppia così da affittare questa ad un altro ragazzo. 

 

Poggiò la valigia sul letto ed iniziò a svuotarla: magliette a maniche corte e lunghe, felpe, jeans, scarpe, tutto il suo armadio di Cagliari era stato trasferito a Roma. Poi si spostò in cucina; quando era venuto a visitare la casa, i suoi coinquilini gli avevano detto che facevano la spesa insieme dividendo i costi, così non c'erano ripiani separati che erano solo di uno o dell'altra. Poggiò il cibo in dispensa ed in frigo e tornò in camera sua a decidere cosa avrebbe dovuto indossare. Scelse un paio di jeans ed una camicia, la sua prima notte da universitario stava per cominciare.

 

I coinquilini tornarono con molte buste piene di patatine, popcorn, birra, vino e superalcolici vari, si preannunciava una grande festa.

 

Il campanello suonò ogni cinque minuti e, nel giro di poco, la casa si riempì. Venne introdotto come il nuovo arrivato ai primi ospiti, poi, man mano che la gente aumentava, si dimenticarono di lui ed ognuno iniziò a bere, a parlare o a fumare.

 

Claudio era un tipo socievole, solo che in quella circostanza non conosceva veramente nessuno, quindi vagò per la casa con una bottiglia di birra in mano passando da una conversazione all'altra senza mai intervenire; infine  si sedette sul divano.

 

<< Non ti senti un po' troppo a sociale? >> gli chiese una ragazza dai capelli ricci e rossi, sedendosi vicino a lui.

 

<< Un po'... >>

 

<< Io sono Beatrice, la cugina di Luigi. >>

 

<< Piacere, Claudio. >>

 

<< Si, lo so. So anche che studi medicina. >>

 

<< Devo iniziare. Te cosa studi? >>

 

<< Nulla, lavoro. >> attimo di imbarazzo in cui non seppe cosa dire.

 

<< Sei di qui? >>

 

<< No, sono di Trieste. Mi sono trasferita insieme a mio cugino quando volevo frequentare l'università e poi sono rimasta qui. Te di dove sei? >>

 

<< Cagliari >>

 

<< Bella, ci sono stata l'anno scorso con il mio ragazzo. >> Ahia, era fidanzata! 

 

<< Ah... E lui cosa fa? >>

 

<< Si laurea quest'anno in Medicina. >> beato lui!

 

<< Va bene... >> disse lei alzandosi dopo qualche minuto di silenzio.

 

In poche ore erano tutti ubriachi; qualcuno si era addormentato sul divano, altri cantavano e fumava no, una festa favolosa. Claudio aveva bevuto tanto, come mai prima, ed era completamente ubriaco. Raggiunse il suo letto barcollando e sbattendo qua e là, poi si stese sperano che il mondo smettesse di girare.

 

Alessia si trasferì a casa dei suoi zii, ancora sperando che le graduatorie scorressero e che riuscisse ad entrare a Medicina. Sarebbe stata là per qualche mese e poi avrebbe cercato una stanza vicino all'università.

 

<< Benvenuta! >> le disse sua zia abbracciandola. << Come stai? >> 

 

<< Bene >> disse portando la valigia, << Voi? Dove sono zio e Jessi? >>

 

<< Allora Jessica è da un'amica e tornerà per cena, tuo zio è ancora al lavoro >>

 

<< Va bene... >>

 

<< Vieni, ti faccio vedere la tua camera. È in comune con quella di Jessica, non è un problema, vero? >>

 

<< No, anzi! >> sua cugina aveva undici anni e le voleva molto bene.

 

<< Io vado a cucinare, te sistemati pure. >> disse sua zia uscendo dalla camera.

 

Alessia si stese sul letto, pensando a quanto fosse lontana da casa sua, lontana dai suoi sogni, lontana da tutto.

 

Carola e Giulia  avevano affittato una camera doppia in una casa a piazza Bologna, avevano già incontrato la proprietaria e si erano fatte dare le chiavi. Arrivarono alla nuova casa curiose di conoscere la loro coinquilina: Annalisa.

 

<< Ben arrivate, io sono Annalisa. Quella è la vostra camera. In cucina gli scaffali a sinistra sono i miei, gli altri divideteli come volete; in frigo il ripiano in mezzo è il mio. Nel bagno potete mettere le vostre cose nelle mensole che ho lasciato vuote,  comunque sono due a testa. L'accappatoio è meglio se lo tenete in camera perché il bagno è piccolo. Detto questo io esco. >> disse tutto d'un fiato e se ne andò.

 

<< Oddio che tipo! >> esclamò Carola.

 

<< Speriamo che non ci rompa troppo.. " Questo è mio.. quello è mio.." >> rispose Giulia facendole il verso.

 

L'amica rise ed entrò in camera. C'erano due letti, con due armadi alla sinistra, una finestra sulla destra e due scrivanie.

 

<< Quale letto vuoi? >> chiese Giulia

 

<< Quello... vicino alla finestra? >>

 

<< Va bene. Vado a vedere gli scaffali della cucina. >> rispose Carola, mentre l'amica si buttava sul letto.

 

<< Allora, questi sono suoi. Noi abbiamo due scaffali a testa, di cui uno sembra mezzo rotto. >> urlò dalla cucina.

 

<< Lo sapevo! >>

 

Carola si affacciò sulla porta:

 

<< Mettiamo le cose insieme, vero? O vuoi fare come... già non mi ricordo il nome. >>

 

<< Annalisa. No, mettiamo tutto insieme. Io non ho problemi a condividere. >>

 

Dopo aver sistemato ogni cosa si misero a vedere un film al computer.

 

<< Ciao. >> disse Annalisa rientrando.

 

<< Ciao. Ti vuoi unire a noi? Stiamo vedendo un film, è appena iniziato. >>

 

<< No, grazie. Mangio qualcosa in  fretta e poi esco di nuovo... >>

 

<< Mm... ok... >>

 

Elena attraversò una delle numerose porte dell'università con il cuore che le batteva forte. Stava per iniziare.

 Il giorno prima aveva festeggiato con il suo ragazzo e gli amici di sempre, pizza e birra in un locale vicino San Lorenzo, niente di straordinario, non voleva presentarsi il suo primo giorno ubriaca. 

 

Nessuno dei suoi amici aveva scelto di frequentare medicina e il suo ragazzo lavorava già da un paio d'anni in un ristorante di famiglia; era sola e aveva paura di non fare amicizie. 

 

Guardò i numerosi cartelli alla ricerca della facoltà e dell'aula dove avrebbe fatto lezione. Il loro corso era speciale, diverso dagli altri perché sarebbero stati solo una quarantina di studenti, come due classi del liceo.

 

Entrò che molti già chiacchieravano e si sedette in un posto nella penultima fila. Erano tutti banchi attaccati, dove per uscire dovevi passare sopra ai colleghi , quindi scelse un posto molto esterno. 

 

<< Piacere, mi chiamo Claudio. >> disse un ragazzo dietro di lei presentandosi.

 

<< Elena. >>

 

<< Conosci già qualcuno qui? >>

 

<< No, te? >>

 

<< Ho parlato con qualcuno prima di entrare, ma già non ricordo più i nomi. >> Elena sorrise.

 

<< Di dove sei? >>

 

<< Cagliari, te sei di qui? >>

 

<< Si, si sente molto? >>

 

<< Abbastanza. >> rispose lui.

 

Il professore di Anatomia entrò nell'aula.

 

<< Benvenuti. Iniziate il primo anno con anatomia, la base di tutto. Vi do subito qualche informazione generale prima di cominciare. Questo corso è diviso in tre parti: Anatomia I il primo semestre, Anatomia II e III il secondo anno. L'orario delle lezioni e la guida dello studente le troverete sul sito dell'università. Poi... ogni lunedì c'è il laboratorio, non è obbligatorio, ma vi può servire per recuperare le frequenze, inoltre potrete vedere il sistema muscoloscheletrico dal vivo con le ossa, da maneggiare con molta cura, e i modelli dei muscoli. 

L'esame sarà orale: vi sarà sicuramente chiesto di riconoscere e descrivere un osso, prendendolo da quelli del laboratorio, quindi vi consiglio di andarci. Detto questo iniziamo con Anatomia I: ossa, muscoli e cuore. >>

 

Alessia raggiunse l'aula dove avrebbe frequentato la sua prima lezione di Farmacia e vi trovò  una marea di studenti in attesa; quando la  professoressa arrivò ed aprì la porta, ci fu una corsa per prendere i posti migliori, Alessia riuscì a sedersi in una delle ultime file, mentre alcuni studenti furono costretti a rimanere sulle scale.

 

<< Mi dispiace che non ci siano posti per tutti >> disse la professoressa, << Purtroppo questa è l'aula che ci è stata assegnata e non posso farci nulla. Il mio corso, che dura un solo semestre, è Anatomia. Questo è il libro su cui dovrete studiare >> disse scrivendo il nome sulla lavagna, << L'esame sarà orale. >>

 

<< Scusa, sai se a medicina viene riconosciuto? >> le chiese una ragazza seduta accanto a lei.

 

<< Non so, ma non credo o comunque sarà da ampliare. Qui è solo un semestre, lì sono tre. >>

 

<< Fate silenzio! So che questo è un esame difficile, ma vi consiglio di non accettare un diciotto, perché  poi sarà quasi impossibile da recuperare, perché per alzare la media dovrete faticare moltissimo.  Detto questo, iniziamo. >>

 

NEL PROSSIMO CAPITOLO :

Claudio tornò a casa dopo ore di lezione che gli sembrarono eterne : anatomia, biologia e genetica, fisica e chimica, tutte nella stessa giornata.

 

<< Ciao >> salutò entrando. Un piccolo tuffo al cuore quando vide la cugina di Luigi, “ È fidanzata! “, si ripetè, come se se ne potesse dimenticare.

~~~

Carola entrò in camera aprendo la porta con violenza.

<< Allora che facciamo stasera? >>

<< Che dovremmo fare? >> rispose Giulia 

<< È il nostro primo fine settimana a Roma! Dobbiamo uscire, andare da qualche parte. >>

 

 

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Capitolo 4
*** Puntata n.3 Festa fra colleghi ***


 

Claudio tornò a casa dopo ore di lezione che gli erano sembrate eterne : anatomia, biologia e genetica, fisica e chimica… tutte nella stessa giornata.

<< Ciao >> salutò entrando. Un piccolo tuffo al cuore quando vide la cugina di Luigi, “ È fidanzata! “, si ripetè, come se se ne potesse dimenticare.

<< Ciao >> rispose lei.

<< Gli altri? >>

<< Luigi è di là >> disse indicando la camera, << Le ragazze sono uscite. >>

Claudio si sedette su una sedia senza poter trattenere un sospiro di stanchezza.

<< Stanco? >>

 << Abbastanza >>

<< mm...questo è un problema. >>

<< Perché? >>

<< I tuoi coinquilini hanno grandi idee per stasera. >> No! Un’altra festa! Nell’ultima settimana avevano già organizzato tre serate con pochi amici che poi erano diventati molti di più; I suoi coinquilini amavano festeggiare, questo era poco, ma sicuro!

<< Non sembri molto contento... >>

<< Ma sono sempre così? >>

<< In che senso? >>

<< Da quando sono arrivato hanno già organizzato tre serate… >>

<< Guarda mio cugino ama divertirsi, questo da sempre, e loro sono come lui... Quindi non hai speranze >> concluse sorridendo.

<< Come mai non inviti anche  il tuo ragazzo? >> le chiese lui, titubante.

<< Durante la settimana ha sempre da studiare, e non gli piace fare tardi se poi si deve svegliare presto, però stasera rimedierò >> “ Che speravi ti rispondesse? Che sono in crisi?! Illuso “

<< Sono contento per te... Così sei in compagnia... >>

<< La compagnia non mi manca… Tranquillo >> disse facendogli l’occhiolino.

<< Va bene... Io me ne vado in camera… >>

<< Ciao. >> rispose lei. Beatrice era molto più a suo agio in quella casa di quanto fosse lui. Una sera aveva chiesto a Maria come mai venisse praticamente tutti i giorni e le aveva detto che I due cugini  erano molto legati perché cresciuti insieme, nello stesso palazzo. Poi, dopo la morte della madre di Luigi, lui si era praticamente trasferito in casa degli zii, tornando dal padre solo per cenare e dormire; erano come fratelli. 

 

 Elena entrò  in casa e salutò suo padre, seduto alla scrivania davanti al computer.

<< Com’è andata? >> le chiese 

<< Bene, anche se oggi le lezioni non finivano più. >>

<< Già ti sei stancata? >> le disse guardandola da sopra gli occhiali. 

<< Ma che dici! >>

<< Chiedevo. >> rispose sorridendo. Suo padre era un avvocato importante, mentre sua madre era una dottoressa, specializzata in chirurgia generale.

Elena si sedette sul divano ed accese la televisione 

<< Sto lavorando. >>

<< Devi farlo proprio qui? >>

<< E tu devi per forza guardare qui la televisione? >> Elena si alzò sbuffando e se ne andò in camera.

<< Ahia >> disse una ragazza un po’ più grande di lei, dai capelli biondi e gli occhi castani, quando Elena le sbatté contro.

<< Oh... Scusa... >> la guardò incerta.

<< Elena quanto sei goffa! >> la prese in giro Michele, alto e muscoloso con capelli rossi e lentiggini.

<< Ti sei appena scontrata con mia sorella >> disse alla ragazza presentandole. Non l’aveva mai definita sorella strada anche se effettivamente erano figli dello stesso padre, ma non della stessa madre.

<< Finalmente ti conosco! Parla sempre di te! >> disse Elena alla ragazza che arrossì.

<< State uscendo? >> gli chiese.

<< Si, andiamo a prenderci qualcosa qui vicino… Vuoi venire? >> disse dopo molto tempo invitandola solo per farle piacere, ma era evidente che volesse stare da solo con la fidanzata.

<< Si, perché no. >> rispose guardando la faccia sorpresa e delusa del fratello, << Sto scherzando, vi lascio soli. >> e se ne andò in camera sua.

 

Carola entrò in camera aprendo la porta con violenza.

<< Allora che facciamo stasera? >>

<< Che dovremmo fare? >> rispose Giulia 

<< È il nostro primo fine settimana a Roma! Dobbiamo uscire, andare da qualche parte. >>

<< Ma io sono stancaaaa  >> si lamento l’amica.

<< Adesso ti riposi un po’ e poi usciamo. >>

<< E dove andiamo? >> 

<< Mi ha scritto Claudio, capito chi è? >>

<< Il ragazzo che era seduto dietro di noi oggi? >>

<< Si. Ha detto che organizza una festa a casa sua e ci ha invitato. >>

<< Ma se non ci ho mai parlato! >>

<< Io si, è molto simpatico. Eddai! >> 

<< Ma non conosco nessuno!  >>

<< Che vi siete presentati te lo ricordi, vero? >>

<< Si, ma non vuol dire che lo conosca! >>

<< Andiamo e basta! >> disse Carola prepotentemente.

<< Non lo so. Poi vediamo. >>

<< No “ poi vediamo “, ti do un’ora di tempo per trovare qualcos’altro da fare, sennò andiamo lì. >>

L’ora passò troppo rapidamente e Giulia non riuscì a trovare nessun’alternativa, quindi, a malincuore, si decise a vestirsi per una festa: scelse dei pantaloni attillati, una maglietta molto carina  e scarpe con il tacco; poi  ombretto, rossetto e mascara; Carola indossò un vestito molto allegro, non troppo formale, uno di quelli che potresti mettere tutti i giorni, con accessori e trucco era perfetta.

<< Quanto è lontana questa festa? >>

<< Dobbiamo prendere solo un autobus, tranquilla, sono tre o quattro fermate. >> 

<< Dai che ti divertirai! >>

<< Si… >> rispose lei poco convinta. Non è che non le piacesse divertirsi, anzi, solo che non le piaceva andare in luoghi dove non conosceva assolutamente  nessuno.

<< Ciao! >> disse Elena salutando Claudio con due bacetti dopo aver miracolosamente trovato l’indirizzo giusto e il citofono.

<< Ciao! >> disse Claudio contento, << Ci sono anche altri di classe, non so se vi siete già conosciuti, lì c’è Elena, poi Stefano, e Sofia... L’avevo detto solo a te, Elena e Stefano, ma poi loro hanno portato altri... C’è metà classe. >>

<< Vedi che conosci quasi tutti? >> disse Carola dando uno schiaffetto all’amica.

I tre si unirono al gruppo  e rimasero insieme per tutta la serata.

<< Finalmente hai portato qualche amico! >> disse Beatrice arrivando alle spalle di Claudio.

<< Si, il tuo ragazzo? >> 

<< È laggiù con Luigi. Te lo presento? >>

<< Magari più tardi… >> rispose lui.

Nel frattempo Elena stava raccontando un aneddoto successo con il professore di fisica, un tipo molto duro che evidentemente non sopportava nessuno dei suoi studenti, al ragazzo, mentre i suoi colleghi ridevano ed aggiungevano dettagli.

Claudio ascoltava  e si divertiva, incurante del fatto che Beatrice fosse a pochi metri da lui, con la mano sulla spalla del fidanzato. Indossava un vestito a fiori, azzurro, molto attillato;  non la guardò per molto tempo, si dimenticò perfino che lei fosse lì, fino a quando, per sbaglio, gli cadde l’occhio sul divano e la vide seduta sopra il ragazzo che le stringeva la vita. Gli sarebbero potuti sembrare una bella coppia se non fosse che, in quel momento,  lui le diede un bacio sulla guancia seguito da uno sulla bocca, e Claudio sentì la gelosia arrampicarsi sulla sua pelle ed entrargli fin dentro le ossa.

<< Claudio... Claudio?? >> lo stava chiamando Elena

<< Eh...si? >>

<< Ma che stai pensando? Ti stavo chiedendo se te hai capito dove si trova il laboratorio di anatomia. >>

<< No... Quando ci dovrò andare ci penserò. >>

<< Ci devi andare lunedì! >>

<< Ah già… >>

<< Ahah, a che stavi pensando? >> gli chiese Carola, che biascicava le parole per una vodka di troppo.

<< Niente, niente... >> disse prendendo un’altra birra, di lì a poco non si sarebbe più retto in piedi, ma voleva divertirsi e sopratutto distrarsi  perché sul divano le mani sembravano stringerle troppo la vita, la pancia, le gambe, suggerendo un’intimità che lui poteva solo sognare.

Giulia stava cantando una canzone insieme a una sua collega, un po’ brilla, ma non troppo, quando vide che Carola si stava praticamente addormentando su una sedia.

<< Che dici, andiamo? >>

<< Mh Mh... >> 

<< Ma come tornate? >> chiese Elena

<< In autobus... >>

<< Ma no, vi accompagnamo noi! >> disse indicando il ragazzo.

<< Siete in macchina? >>

<< Si, lui non ha bevuto nulla perché mi fa d’autista >> disse dandogli un bacio sulla guancia.

<< Allora va bene, se non disturbiamo. >> rispose Giulia, mentre Carola era mezza tramortita sul tavolo.

<< In che zona? >>

<< Piazza Bologna. >> i quattro salutarono Claudio e gli altri colleghi, e si diressero a casa, troppo stanchi per parlare nel tragitto.

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA:

<< Qualche novità? >> 

<< No, la graduatoria sta scorrendo, ma ci sono ancora troppe persone davanti a me. >> rispose Alessia.

<< Ma sai fino a quando continueranno a chiamare? >> le chiese sua zia.

<< No... Spero almeno fino a me. >> rispose tagliando un pezzetto di carne.

<< Si, non sono troppe le persone prima di te. >>

<< Vuoi che ti racconto il film? >> le disse Jessica, vedendo come l’umore della cugina si stesse annuvolando.

 

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Capitolo 5
*** Puntata n.4 Il laboratorio di anatomia ***


 Alessia era tornata a casa per il fine settimana, aveva passato il weekend con le amiche di sempre, con la famiglia, il suo ragazzo, era andata al cinema, era stata bene.

 

<< Fai buon viaggio... >> le disse il padre salutandola prima che salisse sull'autobus, un mezzo molto rovinato che per qualche miracolo l'avrebbe condotta fino alla stazione Tiburtina.

 

Da lì avrebbe preso la metro e sarebbe andata a casa degli zii.

 

<< Ben tornata! Ieri siamo andati al cinema... Saresti dovuta restare qui con noi! >> le disse Jessica, aprendole la porta.

<< Dai il prossimo fine settimana mi fermerò qui, così ci vediamo un film insieme e mangiamo qualche schifezza! >>

<< Va bene... >> rispose sorridendo.

<< Sei arrivata appena in tempo... È pronto. >> le disse suo zio, sedendosi a tavola.

<< Qualche novità? >> 

<< No, la graduatoria sta scorrendo, ma ci sono ancora troppe persone davanti a me. >>

<< Ma sai fino a quando continueranno a chiamare? >> le chiese sua zia.

<< No... Spero almeno fino a me. >> rispose tagliando un pezzetto di carne.

<< Si, non sono troppe le persone prima di te. >>

<< Vuoi che ti racconto il film? >> le disse Jessica, vedendo come l'umore della cugina si stesse annuvolando.

<< Si, dimmi, che avete visto? >>

 

 

Elena sentì bussare  alla porta della camera.

<< Ti posso parlare? >> le chiese suo fratello.

<< Mh...  Se chiedi il permesso deve essere qualcosa di grave, che hai combinato? >>

<< Nulla >> rispose ridendo, << È una cosa bella. >>

<< Dimmi. >> disse mettendosi seduta.

<< Vado a vivere con Laura. >>

<< Che cosa? E me lo dici così?! >>

<< Come te lo dovrei dire? >>

<< Non lo so. Avvertimi prima di dare queste grandi notizie! >>

<< Ma se avevi capito che ti dovevo dire qualcosa di serio! >>

<< Oddio, non ci credo, cioè... Sono contenta per te. Non so che dire! >> disse alzandosi e abbracciandolo.

<< Dove andrete a vivere? Ma l'hai già detto a papà e mamma? >>

<< Lei è in affitto in una casa non troppo lontana da qui, vive da sola, quindi pensavo di trasferirmi lì. No non gliel'ho detto...ma comunque non è che mi possono dire di no. >> disse titubante.

 

<< Riesci a pagare l'affitto da solo? >>

<< Si, con il lavoro guadagno abbastanza per pagare la mia parte, lei studia, ma ha anche un lavoretto, e poi è ora che io me ne vada di casa! >> si era laureato in legge due anni prima ed aveva iniziato subito a lavorare nello studio del padre, senza mai risparmiarsi.

 

<< Si... Però... Mi mancherai! >>

<< Non sarò troppo lontano, tranquilla. Stasera lo dirò agli  altri. >>

<< Ah ecco perché me l'hai detto ora. Paura è? >>

<< Ma che dici! >>

 

Scesero le scale insieme e si diressero in cucina, suo padre era già seduto, mentre la madre stava facendo i piatti.

 

<< Michele ha un annuncio da fare! >>

<< Elena! >> esclamò arrabbiato.

<< Dai, adesso puoi parlare! >> gli disse dandogli un colpetto  d'incoraggiamento.

 

Il fratello fece un lungo respiro e poi disse :

<< Vado a vivere con Laura. >>

<< Che fai?! >> disse suo padre.

<< Vado a vivere con Laura. >>

<< Che conosci da quanto? >>

<< Abbastanza. >> rispose innervosendosi.

<< Non abbastanza da sposarvi, però? >>

<< Eddai papà! >>

<< Che c'è? Se potete vivere insieme potete anche sposarvi. >> continuò lui.

<< È una ragazza molto carina, state bene insieme. Sono contenta per te! >> disse la madre abbracciandolo.

<< Ameno tu mi capisci! >>

<< Mi piacerebbe vederti sposato, ma se sei felice così.. >> rispose lei. Quando lui aveva un anno, la madre era morta in un incidente stradale, il padre, rimasto solo, si era occupato di lui, aiutato dai genitori che vivevano a pochi metri di distanza. Poi, dopo cinque anni, aveva conosciuto  la madre di Elena, l'unica donna con cui fosse uscito per più di un solo appuntamento: l'aveva portata al cinema, a cena fuori, al mare, ed infine l'aveva sposata.

 

 

Claudio 

<< Che corsa! Però sono arrivato in tempo! >> 

<< Il prof non c'è . >> disse Giulia. Era seduta su un gradino davanti alla porta del laboratorio di anatomia, che era ancora chiuso.

<< Ma come! Tutta questa fatica e lui è in ritardo! >>

<< Già... >> 

<< Ragazzi mettetevi seduti>> disse un dottore in camice bianco dopo aver aperto  laboratorio. <> disse indicandolo << Voi dovrete studiare solo su questo>> Claudio si voltò per guardare quell'uomo a grandezza naturale, senza pelle o vestiti a coprirlo, si potevano vedere i muscoli e, sollevandoli, le ossa.

 

<< E le firme? >> chiese uno studente.

<< Ah giusto,tra poco  farò passare il foglio, mi raccomando: firmate solo per voi stessi, nessuna firma falsa! >>

 

Claudio, Giulia, Carola ed Elena si sedettero allo stesso tavolo.

 

<< Allora, da cosa cominciamo? >>

<< Cranio? >>

<< Va bene >> rispose Giulia andando a prenderlo. Afferrò una scatola e tornò da loro, poi, con estrema cura, sollevò quella testa.

 

<< Allora... Qui dice: la volta cranica, composta da.. >>

<< Ma dite che dobbiamo sapere tutti i foramina? Tutti tutti? >> chiese Carola,  sconsolata. Stava osservando i disegni del suo enorme libro di anatomia, dove ogni piccola linea o foro aveva un nome diverso, avrebbero dovuto sapere quale nervi o quali arterie lo attraversavano, descrive la parte superiore e inferiore... Un incubo!

 

<< Si, ho sentito dire che uno dei professori lo chiede sempre, e vuole sapere ogni cosa. All'ultima sessione ha bocciato quasi tutti! >>

<< Oddio, allora io se c'è lui non lo faccio! >>

<< E che fai? Prenoti l'esame e non lo fai finché non c'è l'altra prof? >> chiese Elena.

<< Si >> rispose Carola ridendo.

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA :

<< La tavola periodica indica la massa atomica degli elementi, il peso molecolare... >>

 

<< Avete da fare stasera? >> Elena bisbigliò all'orecchio di Carola.

 

<< Io no, Giulia non so, ma non credo.. Perché? >>

 

<< Perché mio fratello domani si trasferisce, quindi stasera ho organizzato una cena per salutarlo.. >>

 

<< Ma non lo conosciamo nemmeno! >>

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Capitolo 6
*** Puntata n.5 Ciao Michele ***


Alessia era molto presa da una conversazione con alcune sue colleghe.

 

<< Io sto aspettando di essere ripescata da un’università privata, non ci sono moltissime persone davanti a me. >> stava dicendo.

<< Si anche io, però alla pubblica. >> rispose una ragazza dai capelli castani lunghi fino a metà schiena.

<< Beate voi. Io quest’anno non ho nemmeno provato. >> aggiunse una ragazza con gli occhiali.

<< Vuoi fare farmacia? >> chiese Alessia.

<< No, ma ormai mi sono adeguata. Ho provato per due anni di seguito senza riuscire ad entrare. Alla fine mi sono rassegnata. >> Alessia sperò con tutta sé stessa di non trovarsi come lei l’anno prossimo.

<< Nessuna di voi voleva fare farmacia? >> era  in un gruppo di cinque persone.

<< No, noi abbiamo tutte tentato a Medicina e non siamo entrate. Poi conosco quel ragazzo lì – disse indicandolo-  che ha provato e sta sperando in un ripescaggio. Penso che la maggior parte dei nostri colleghi stia facendo farmacia come ripiego. >> la portata delle sue parole sconvolse Alessia: quante persone avevano il suo stesso sogno e quante di loro erano state costrette a rinunciare, ad adattarsi, a fare qualcosa che non amavano.

 

<< Sofia aveva proprio scelto di fare questo corso >> disse la ragazza con gli occhiali parlando di una sua amica.

<< Si, ma suo padre ha una farmacia, non fa molto testo. >>

<< Sicuramente ci sarà qualcuno che vorrà fare il farmacista, solo che noi non lo conosciamo. Ci sono molte persone con cui non abbiamo mai parlato. >> disse Alessia. 

 

Stavano mangiando un pezzo di pizza sedute sul prato dell’università. Avevano avuto lezione di Anatomia le due ore precedenti ed avrebbero avuto matematica l’ora successiva, seguita da Biologia vegetale.

<< Per caso conoscete qualcuno che affitta una stanza? >> chiese la ragazza con gli occhiali.

<< No, ma non stavi in collegio? >>

<< Sì, ma  i miei sembrano meno restii a farmi vivere in una casa, sto cercando di convincerli. >>

<< Ti trovi male in collegio? >> chiese Alessia

<< Non più di tanto, però non posso far salire nessuno in camera mia, non posso invitare persone a pranzo, preferirei vivere in una casa. >>

<< Io sto in un collegio gestito da suore laiche>>,  rispose una di loro << E sono molto tranquille. Posso invitare chi voglio a pranzare nella sala comune e non ho bisogno di avvertire se torno tardi. >>

<< Allora stai molto meglio di me. Proprio nel  collegio peggiore dovevo finire! >> disse poggiando la testa sulla spalla dell’amica.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

<< La tavola periodica indica la massa atomica degli elementi, il peso molecolare… >> stava spiegando il professore di chimica. Aveva già dato alcune informazioni sull’esame : uno scritto con esercizi da risolvere e la struttura di una lista di aminoacidi da saper scrivere; il tutto seguito dall’orale.

<< Avete da fare stasera? >> Elena bisbigliò all’orecchio di Carola.

<< Io no, Giulia non so, ma non credo… Perché? >>

<< Perché mio fratello domani si trasferisce, quindi stasera ho organizzato una cena per salutarlo. >>

<< Ma non lo conosciamo nemmeno! >>

<< Lo so,  ho invitato i suoi amici, e qualcuno che conosco io, sarà una cosa molto tranquilla, niente d eccezionale anche perché ci sono pure i miei. >> 

<< Per me va bene... >> rispose Carola che non rifiutava mai un’uscita.

<< Ci sei per una cena da Elena stasera? >> chiese a Giulia.

<< Una cena con chi? >>

<< Boh, un po’ di gente. Tanto starai con me ed Elena. Daaaai  >> iniziò l’opera di convincimento che sarebbe durata per tutto il giorno.

 

Alle otto di sera suonarono  alla porta e rimasero a bocca aperta.

<< Che casa! >> esclamò Giulia

<< Mamma mia! È bellissima! >>

<< Grazie... >> rispose Elena, arrossendo.

<< Siamo arrivate in ritardo..  >>

<< Tranquille. Siamo di là  >> e le condusse in sala, dove si trovavano una quindicina di ragazzi e ragazze, più i genitori di Elena

<< Quello lì è mio fratello; lei è la ragazza. >> disse indicandoli.

<< Sembrano una bella coppia..  >> rispose Carola, tanto per dire qualcosa.

<< Boh, sono stati un po’ frettolosi. Stanno insieme solo da tre mesi. >>

<< E vanno a vivere insieme? >> chiese Giulia.

<< Si, per la gioia di mio padre, che è l’uomo arrabbiato seduto sulla poltrona. >>

<< Non è d’accordo? >>

<< Per nulla. Invece mia madre è più tranquilla... >> si guardò intorno cercandola, << Ve la presento. >>.

<< Mamma, loro sono le colleghe che ho invitato. >>

<< Piacere. >> rispose, << Non doveva venire anche un ragazzo? >>

<< Si, non è ancora arrivato. >>

<< Come vi sembrano le lezioni? >> chiese la madre dopo un po’.

<< Beh, per ora a parte anatomia, il resto non sembra proprio medicina. >>

<< Dovrete aspettare almeno il terzo o quarto anno per fare qualcosa di veramente medico. In Italia funziona così. >> disse la madre.

<< Così tanto! >> esclamò sconsolata Elena, << Era diverso quando studiavi tu? >>

<< No, i primi anni sono questi, chimica, fisica, biochimica… Certo voi farete tante cose in più, ci  sono state molte scoperte da quando mi sono laureata. >>

<< Ha studiato medicina? >> chiese Carola 

<< Sì,  ora sono in Chirurgia generale. >>

<< Bello! >> rispose Giulia.

<< Avete qualche idea della specializzazione o è troppo presto? >>

<< Troppo presto >> rise Giulia.

<< Elena è arrivato Paolo. >> le disse il fratello avvicinandosi. << Piacere, Michele. >> 

 

Le due ragazze si presentarono. Giulia non poté fare a meno di notare come fosse attraente, uno che non definiresti proprio bello, ma che lo è a modo suo: un tipo.

<< Studiate insieme, vero? >>

<< Sì >> rispose Elena dopo aver salutato  il fidanzato con un bacio tenero sulla bocca. Paolo e Michele erano a proprio agio l’uno con l’altro, “ Non deve essere un fratello geloso! “, pensò Giulia.

 

Finalmente arrivò Claudio e, dopo averlo presentato ai genitori, al ragazzo e ad alcuni amici, si misero a mangiare.

Avevano riempito un tavolo con pizze al taglio, patatine, pizzette, panini, e poi insalate, pasta fredda e dolci vari. Claudio riempì il piatto con un po’ di tutto e si sedette sul divano vicino ad Elena.

<< Posso sedermi anche io? >> chiese una ragazza  magra e riccia, con gli occhi azzurri. 

<< No, non puoi. >> rispose scherzando Elena, mentre si spostava per farle posto.

<< Claudio lei è Eleonora, la mia migliore amica. Lui è un mio collega, te ne ho parlato. >>

<< Sì, mi ricordo,, piacere! >> disse stringendogli la mano e sorridendogli in un modo dolcissimo.

<< Spero che non ti abbia detto niente di brutto su di me. >> rispose Claudio .

<< No, solo che sei sempre in ritardo. >> e sorrise di nuovo. Aveva della belle labbra carnose, rosa scuro.

<< pPurtroppo non ci posso fare nulla, arrivo sempre con almeno dieci minuti di ritardo. >>

<< Dai, pensavo peggio. >>

<< Infatti, dieci minuti non sono nulla! >> mangiò per un po’ in silenzio, poi disse: 

<< Così te sai già che studio medicina, che sono ritardatario e sicuramente avrai anche capito da dove vengo per il mio Accento; io  non so nulla di te. >> 

Eleonora rispose, mentre Elena si alzava per raggiungere il fidanzato e sedersi accanto a lui.

<< Allora... Sono di Roma, studio giurisprudenza e sono una ballerina. >>

<< Una ballerina? Di cosa? >>

<< Balli da sala, faccio  anche le gare. >>

<< Bello! Ti verrò a vedere! >> poi aggiunse per paura di essere stato troppo sfacciato, << Se vorrai, ovviamente. >>

<< Fa sempre piacere avere qualche faccia conosciuta nel pubblico.>> rispose lei. Quindi non le sarebbe dispiaciuto se si fossero rivisti.

<< E quando hai la prossima gara? >>

<< Per ora sono molto lontane, la prossima estate. Però parteciperò a un evento di beneficenza nel periodo di Natale. >>

<< Che peccato, io a Natale tornerò a casa. >> 

<< Già cerchi scuse per non venire  >> rispose Eleonora prendendolo in giro. 

<< No, ma che dici! Parlavo seriamente, mi piacerebbe vederti di nuovo, cioè vederti ballare... >> rispose diventando rosso.

<< Tranquillo, stavo scherzando. >>. Claudio iniziò a chiedersi quale fosse il suo problema, possibile che fosse così imbranato con le ragazze?!

<< Io ora vado via. >>

<< Come, di già ? >> chiese Claudio.

<< Si, sono venuta solo perché conosco Michele da tutta la vita; avevo avvertito Elena che sarei stata per poco. >>

<< Mi dispiace che tu te ne vada già. Mi piaceva la tua compagnia. >> disse diventando un pomodoro e  ricevendo un sorriso come risposta.

<< Devi tornare da sola? Vuoi che ti accompagni? >>

<< No, non c’è bisogno, sono venuta in macchina. >> rispose  Eleonora alzandosi. << Va bene… allora ciao. >>

<< Ciao… >> rispose lui, facendo un movimento strano sulla sedia perché indeciso se alzarsi per salutarla oppure no. Eleonora si allontanò senza dire più nulla, raggiunse Elena e Michele, li salutò e se ne andò, lasciando Claudio a chiedersi per quale assurdo motivo non si fosse fatto dare il suo numero. 

 

Nel frattempo Elena era andata dal ragazzo, sporcandolo con la pizza mentre si sedeva.

<< Elena sei un disastro! >>

<< Eddai, scusa! Si lava. >>

<< Se me l’hai macchiata la ricompri. >> rispose lui prendendola in giro.

<< Stai cercando scuse per ricevere un regalo! >> disse Elena

<< Forse >> rispose sorridendo. << Che ne pensi di questa convivenza? >>

<< Non so. Lei è molto carina, ma stanno insieme da pochissimo, si conoscono a malapena, non come noi. >> rispose lei guardandolo con gli occhi dolci.

<< Che stai dicendo, che dovremmo andare noi a convivere? >> rispose lui, tra il divertito e lo stupito.

<< Sì guarda, andiamo a vivere insieme e io vengo a fare la cameriera da te, perché sicuro mio padre non mi paga più gli studi. >>

<< E chi ha detto che ti prenderei a lavorare? Guarda che casino hai fatto con la  mia maglietta; saresti un disastro! >>

<< Grazie, molto carino da parte tua. >>

<< Prego! >>

 

Dopo qualche tempo arrivò Eleonora per  salutarla, seguita qualche istante dopo da Claudio.

Si sedette molto pesantemente sulla sedia accanto alla coppia.

<< Che succede? >> chiese Elena.

<< Niente niente... >> 

<< Sicuro? >> insistette lei.

<< Senti una cosa… ma la tua amica… è fidanzata? >>

<< Eleonora? No… perché? >> chiese con fare malizioso.

<< Non è che mi potresti dare il suo numero? >>

<< Io?! Non lo potevi chiedere a lei? >>

<< Eddai, ti prego! È che mi vergognavo e… ho fatto un disastro. Dai, per favore. >>

<< Su, Ele, non lo vedi che ti sta supplicando? >> s’intromise Paolo.

<< Non sto supplicando... però mi farebbe piacere averlo. Eddai che ti costa? >>

<< E se lei non te lo volesse dare? Se poi la riempirai di messaggi tipo stalker e lei darà tutta la colpa a me? >>

<< Ti prometto che non la tempesterò di messaggi. Darai! >>

<< Va bene. >> 

<< Grazie! >> rispose lui abbracciandola, ricevendo un’occhiataccia da Paolo.

<< Scusascusa, non volevo… mi sono fatto prendere la mano. >>

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA:

-    Ciao, scusa il disturbo. Sono claudio, ti ricordi?-  “ No, non va bene.. “

-    Buongiorno-  “ No, è pomeriggio, quindi forse buon pomeriggio… uff “ Claudio aveva già scritto e cancellato lo stesso messaggio almeno dieci volte e non si decideva ad inviarlo.

-    Ciao Eleonora, tutto bene? Sono Claudio, l’amico di Elena. – scrisse infine, decidendosi ad inviarlo.

 

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Capitolo 7
*** Puntata n.6 L'appuntamento ***


-    Ciao, scusa il disturbo. Sono Claudio, ti ricordi?- " No, non va bene..."

 

-    Buongiorno- " No, è pomeriggio, quindi forse buon pomeriggio... uff"  Claudio aveva già scritto e cancellato lo stesso messaggio almeno dieci volte e non si decideva ad inviarlo.

 

-    Ciao Eleonora, tutto bene? Sono Claudio, l'amico di Elena. – scrisse infine, prendendo coraggio.

 

-    Tutto bene, se non sbaglio non mi avevi chiesto il numero... -

 

-    No, me lo sono fatto dare da Elena, ti dispiace? – pregò che rispondesse di no.

 

-    E come mai te lo sei fatto dare?-

 

-    Mi ha fatto molto piacere conoscerti, l'altra sera... mi piacerebbe 

 

rivederti...-

 

-    Anche io sono stata bene... -

 

-    Quindi ti andrebbe di uscire con me?-

 

-    Si 😊-

 

-    😊😊😊😊

 

-    Ti va bene se ci vediamo questa sera?-

 

-    È un problema se facciamo domani? Ho già un impegno...-

 

-    Nono, va benissimo. Dove vuoi andare? –

 

-    Che avevi in mente?-

 

-    Non so, pensavo un cinema, o cena e cinema, o cena e pub, quello che vuoi. –

 

-    😊 Facciamo cena e cinema-

 

-    Allora ti passo a prendere per le 8? Dove abiti?-

 

Eleonora gli disse la via e si salutarono, dopodiché Claudio corse in camera di Luigi.

 

<< Domani posso prendere la tua macchina? >>

 

<< Perché? >> chiese lui.

 

<< Perché mi devo vedere con una, la  devo passare a prendere...come faccio se non ho la macchina? >>

 

<< E non ci potevi pensare prima di dirle che saresti andato a prenderla? >>

 

<< Dai, ti prego. >> stavo pregando un po' troppe persone, per i suoi gusti.

 

<< Ma hai mai guidato per Roma? Non è che mi distruggi la macchina? >>

 

<< No, starò attentissimo. Dai. >>

 

<< E va bene. Com'è questa ragazza? >> disse Luigi, rassegnato.

 

<< Bellissima e pure simpatica. >> rispose lui.

 

<< E allora come mai esce con te? >>

 

<< Molto divertente. >>

 

<< Siamo suscettibili è... Dove la porti? >> chiese sorridendo.

 

<< Non ne ho idea... >>

 

<< Ragazzeeee.. >> urlò Luigi. I suoi coinquilini si misero a discutere su dove fosse meglio andare, quale ristorante, quale cinema, cosa fargli indossare, doveva essergli sembrato molto bisognoso di aiuto, perché passarono tutta la serata a programmare il suo appuntamento.

 

 

 

Il giorno seguente Claudio seguì alla lettera le istruzioni dei suoi amici più esperti di lui, si vestì bene, si sistemò i capelli, mise il profumo, prese le chiavi della macchina e, dopo aver assicurato Luigi che non l'avrebbe distrutta, uscì.

 

" Oddio mio...ma chi me l'ha fatto fare?! Non potevo scegliere un posto vicino casa sua per cenare ed andare in autobus? Avrei potuto proporre una passeggiata sotto la luna...con le macchine... e lo smog...sì, molto romantico. Adesso giro a destra, che incrocio assurdo! Qui non ci posso passare... È solo per gli autobus...oddio come minimo mi avranno fatto dieci multe. Veramente gli distruggo la macchina..."

 

<< Ciao... >> lo salutò Eleonora, dandogli un bacio sulla guancia. Indossava una maglietta con un grande scollo, quelle larghe che arrivano alle spalle, azzurra, jeans e scarpe con tacchi.

 

<< Ciao... Sei bellissima. >>

 

<< Grazie. Andiamo? Dove andiamo? >>

 

<< Pensavo in una pizzeria molto carina, poi il film inizia alle 22.30... >>

 

<< Perfetto. >>

 

" Dai, ce la puoi fare, mostrati sicuro di te. Guidi benissimo. Sei bravissimo. Ora se riesci anche ad intrattenere una conversazione sei perfetto. Che le dico? "

 

<< È tua la macchina? >> chiese lei.

 

<< No, è di Luigi, il mio coinquilino. >>

 

<< Ah okay  >> " Bene, si è accorta che la macchina non può essere la mia, visto che sto guidando malissimo. "

 

<< Il film non dovrebbe essere male... >> disse Claudio

 

<< Già. Alcuni miei amici l'hanno già visto e hanno detto che è molto bello, soprattutto il finale. >>

 

<< Vedremo >> rispose lui.

 

<< Come va l'università? Elena ha iniziato a studiare. >>

 

<< Si, dovrei iniziare anche io, ma il primo appello è a febbraio, ho ancora due mesi e mezzo. >>

 

<< Perché pensi di studiare a Natale? >>

 

<< Sì, per forza; vorrei dare anatomia. Ecco siamo arrivati. >> Claudio tirò un sospiro di sollievo e scesero dalla macchina.

 

Il locale era molto carino, ogni tavolo aveva delle piccole candele, le pareti erano ricoperte di citazioni  ed aforismi e c'era una musica molto gradevole di sottofondo.

 

<< Che bello! Non c'ero mai stata. >>

 

<< Sono contento che ti piaccia. >> rispose lui mentre si sedevano.

 

Ordinarono due antipasti misti, seguiti dalla pizza. 

 

<< Allora, quando avrai il ballo di beneficenza? >>

 

<< Mi stavi sentendo veramente l'altro giorno! >> esclamò felice, << Il 22 Dicembre. Sarà un bell'evento.. e con  tanta gente. >>

 

<< Mi dispiace non poterti vedere... >>

 

<< Sarà per un'altra volta. Te fai qualche sport? >>

 

<< A Roma ancora nulla. Nel mio paese giocavo a basket. >>

 

<< Mi piace il basket! >>

 

<< Davvero? >>

 

Continuarono a chiacchierare con tranquillità, a loro agio, poi Claudio pagò e si diressero al cinema.

 

Il film era un thriller, molto avvincente, parlava di morti o di un assassinio o di qualcos'altro, ma Claudio non riusciva a concentrarsi, era troppo impegnato a guardarla.

 

Eleonora aveva la mano poggiata sul bracciolo, tra le due sedie, Claudio mise il braccio vicino al suo, senza nemmeno sfiorarla, poi si mosse piano, fino a toccarla appena, infine le prese la mano. 

 

Rimasero così per buona parte del film, poi in un attimo di coraggio, Claudio avvicinò la testa alla sua, Eleonora poteva sentire il suo respiro vicino, le diede un bacio sulla guancia, e si ritrasse. 

 

Lei si girò a guardarlo, gli sorrise, e lui si avvicinò, le loro labbra si sfiorarono, prima piano, leggere, poi più appassionate; sullo schermo scorrevano i titoli di coda, avevano perso il finale.

 

Claudio la riaccompagnò a casa, le diede un bacio, le disse che si sarebbero sentiti il giorno dopo e se ne tornò in macchina,  felice. " Adesso devo solo arrivare a casa sano e salvo... "

 

 

 

 

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA :

Alessia aveva iniziato a studiare seriamente, il primo esame sarebbe stato a gennaio, appena tornata dalle vacanze di Natale. Aveva scelto di fare anatomia sperando che almeno una parte dell'esame le venisse riconosciuta una volta entrata a Medicina. 

 

Controllava la sua mail in continuazione...

 

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Capitolo 8
*** Puntata n.7 Iniziamo a studiare ***


- Buongiorno, bellissima. Sono stato molto bene ieri… –
- Buongiorno :) Anche io! –
- Non vedo l’ora di rivederti. -


<< Con chi parli? >> chiese Elena dalla fila dietro.
<< Nessuno... >>
<< Eddai... Tanto lo so già! >>
<< Come lo sai già? >>
<< Immagino... Eleonora mi aveva detto che sareste usciti… >>
<< Di che parlate? >> si aggiunse Giulia.
<< Di Claudio che è uscito con la mia migliore amica. >>
<< Oooh e com’è andata? >>
<< Elena, ma quanto sei pettegola! >> rispose lui.
<< Dai, siamo solo noi! >>

<< Oggi faremo i fluidi, con le leggi di Pascal, Stevino e Bernoulli. Prima un breve ripasso del peso specifico... >> cominciò a spiegare il professore di fisica e Claudio prese appunti, evitando di rispondere.
Poi un foglio gli toccò la spalla: “Ci racconterai tutto oggi pomeriggio… Venite a studiare a casa mia? “, lo lesse, e lo passò a Giulia e Carola, sapeva che sarebbe stato costretto a rispondere e che una volta a casa anche i suoi coinquilini gli avrebbero fatto mille domande…ma un po’ di privacy no?!
Finite le lezioni salirono sul tram e raggiunsero casa di Elena.

<< Mettete le borse dove volete, tanto ci siamo solo noi >> si sedettero al tavolo, erano molto belli da guardare, ognuno con un libro enorme, le teste chine: il primo giorno di vero studio. Avevano deciso tutti di dare anatomia, eccetto Elena che aveva scelto di fare fisica come primo esame.
<< Allora... non ci racconti niente? >> chiese Carola dopo un’oretta buona.
<< Che vi dovrei raccontare? >>
<< Com’è andata, dove siete stati... cose così... >>
<< Siamo stati bene... >> disse lui arrossendo.
<< Che carino! Arrossisci! Allora ti piace sul serio! >> fece Giulia.
<< È meglio per lui che le piaccia veramente. È la mia migliore amica, non fare danni. >> disse Elena, guardandolo in modo minaccioso.
<< E che danni dovrei fare? >>
<< Non si sa mai... >>
<< Pensa a studiare fisica tu. >>
<< Sisi, va bene. >> rispose guardando l’orologio.

Dopo nemmeno mezz’ora suonò il campanello, Elena si alzò, andò ad aprire e poi rientrò nella stanza, trionfante.
<< Guarda chi ti ho portato? >> fece tutta sorridente, facendo entrare Eleonora.
<< Ciao! >> esclamò Claudio stupito, e si alzò per darle un bacio sulla bocca.
<< Ah, ma allora è andata molto bene! >> disse Elena ridendo e ricevendo un pugnetto da Eleonora.
<< Voi vi siete già conosciute? >> chiese Claudio.
<< Sisi, ci siamo presentate alla festa per salutare Michele >> ripose Giulia, mentre Carola la guardava in un modo strano, tra il divertito e il curioso.
<< Come mai sei passata? >> chiese Claudio.
<< Devo prendere un quaderno che mi sono dimenticata qui e poi scappo di corsa, mi accompagni a cercarlo? >> Claudio si alzò mentre le sue amiche ridevano.
<< Dove devi andare così di corsa? >>
<< Ho una lezione alle quattro... e mi serve il quaderno di appunti che ho lasciato qui. >>
<< Peccato… >> disse lui stringendole il braccio per farla girare. Erano sulle scale che conducevano al piano superiore, lei un gradino sopra al suo, e le loro labbra si trovavano esattamente alla stessa altezza; Claudio le strinse la vita e iniziò a baciarla.
<< Peccato cosa? >> chiese lei tra un bacio e l’altro.
<< Mi piacerebbe che ti fermassi di più. >> le disse.
<< Dai, che vado di fretta! >> rispose lei ridendo e sciogliendosi dall’abbraccio.
<< Cerchi questo? >> chiese lui prendendo un quaderno che si trovava in bella vista sulla scrivania di Elena.
<< Si. Bravo! >>
<< Prima che scappi via mi dici quando ci rivediamo? >>
<< Non so, oggi ho lezione fino alle sette… poi devo andare a casa perché ho una cena con i miei. Domani pure finisco tardi... forse una mezz’ora prima >>
<< Anche io sarò all’università fino a quell’ora, potremmo vederci quando finisci la lezione e venire a cena a casa mia, ti preparo qualcosa di buono! >>
<< Sai cucinare? >>
<< Si, sono bravissimo. >>
<< Quanta modestia! >> rispose Eleonora, mentre gli occhi esprimevano tutta la sua felicità.
<< Dai, allora vieni? Ti faccio anche conoscere i miei coinquilini… >>
<< Mh... va bene. >> rispose, << Ora ti lascio studiare. >> e lo salutò con un bacio.

Tornò dalle sue colleghe e le trovò a discutere su dove si trovasse il muscolo gracile, quale fosse la sua inserzione e a cosa servisse. Mentre Elena cercava di risolvere un esercizio di fisica sulla velocità di una macchina, lui si sedette, guardò il libro che era rimasto aperto sull’etmoide, e si mise a pensare ad Eleonora.
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Alessia aveva iniziato a studiare seriamente, il primo esame sarebbe stato a Gennaio, appena tornata dalle vacanze di Natale. Aveva scelto di fare anatomia sperando che almeno una parte le venisse riconosciuta quando sarebbe entrata a Medicina.
Controllava la sua mail in continuazione, ogni volta apriva la sua casella di posta con la speranza di un’e-mail, ogni volta guardava i messaggi in arrivo con pubblicità e spam, ogni volta aveva un colpo al cuore quando realizzava di non essere ancora stata presa. Mancava poco alla fine di Novembre e si chiedeva per quanto tempo ancora avrebbero chiamato altri ragazzi, iniziava ad aver paura di non essere stata presa, di non avere più alcuna possibilità; tutti pensieri appena abbozzati che non aveva nemmeno il coraggio di formulare.

Non si trovava male a Farmacia, aveva fatto amicizia con un gruppo di ragazze che come lei avevano sperato in qualcosa di diverso, alcune ancora aspettando di ottenerlo, mentre altre avevano accettato di restare in quel corso di laurea e, tutto sommato, si erano rese conto che non era poi così male.
Le materie erano sempre scientifiche, studiavano anatomia, biologia, matematica, non così diverse da medicina. Alessia però non si era ancora rassegnata, non voleva diventare una farmacista, non voleva proprio, non era quello il suo futuro, e avrebbe continuato a sperare fino all’ultimo secondo.
 
NELLA PROSSIMA PUNTATA:
<< Questa sera verrà a cena Eleonora, non è che potreste.. diciamo.. sparire? >>
<< Si, tranquillo. Ce la presenti e poi ci nascondiamo nelle nostre camere. Non ci accorgerete nemmeno della nostra presenza. Non fate troppo rumore però. >> disse Luigi, facendogli l’occhiolino. Questo discorso sembrava infinito.

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Capitolo 9
*** Puntata n.8 La cena ***


<< Ragazzi mi potete ascoltare un attimo… >> chiese Claudio.

<< Mm… Quanto sei serio! >> rispose una sua coinquilina.

<< Stasera verrà a cena una ragazza... >>

<< Puoi dire che è la tua ragazza sai... Perché lo è, vero? >> disse Luigi. Dal giorno dell’appuntamento ad ora l’avevano tempestato di domande e lui era sempre riuscito a svicolare, ma ora aveva bisogno di un favore.

<< Dicevo... Questa sera verrà a cena Eleonora, non è che potreste... diciamo... sparire? >>

<< Ma quanto sei maleducato! >> rispose Maria prendendolo in giro. 

<< Si vergogna di noi, il ragazzo >> rispose l’altra.

<< No, non mi vergogno, però vorrei che fossimo… Soli... >>

<< Hai grandi piani è?! >> disse Luigi.

<< Per favore! Vi costa tanto aiutarmi? >>

<< Ma che ingrato. Ti abbiamo praticamente organizzato l’appuntamento! >>

<< Infatti visto che mi avete già aiutato potete continuare a farlo? >>

<< Sì, tranquillo. Ce la presenti e poi ci nascondiamo nelle nostre camere; non vi accorgerete nemmeno della nostra presenza… non  fate troppo rumore però >> disse Luigi facendogli l’occhiolino. Questo discorso sembrava infinito.

<< Va bene, grazie. >> ed uscì a fare la spesa. Avrebbe fatto tutto a base di mare, primo e secondo. Era cresciuto in una famiglia di cuochi, quindi sapeva cucinare molto bene. Scelse tutto con gran cura, dal pesce, alla pasta, al vino. Poi tornò a casa, mise ogni cosa in frigo urlando ai coinquilini di non toccare nulla e andò a lezione.

<< Ciao Giu..  >> 

<< Ehi ciao >>

<< Le altre? >>

<< Carola non viene ed  Elena ha detto che avrebbe saltato la prima ora. Firmi tu per lei? Io devo già pensare a Caro. >>

<< Va bene >>  le firme false erano una cosa abituale, sia per gli studenti  che per i professori che, per la maggior parte, li lasciavano fare, completamente indifferenti. C’era qualcuno, però, che ci teneva molto, come il prof di anatomia, e in quel caso ognuna firmava per sé e per nessun altro. Capire se il professore fosse interessato alle firme oppure no, era una delle prime cose da sapere.

<< Che fai stasera? >> gli chiese Giulia.

<< Te lo dico, ma poi non dici niente a nessuno, va bene? >> lei annuì.

<< Ho invitato Eleonora a casa mia, per cena. >>

<< Ah, ma allora fate sul serio. Ti piace? >> lui arrossì, ma rispose lo stesso:

<< Si, molto. È simpatica… Intelligente... Bella... >>

<< Ma che ti sei già innamorato? >> lui sorrise e non rispose.

<< Vabbé, te stasera che fai? >> chiese dopo un po’.

<< Nulla. >>

<< Nessun appuntamento galante? >> 

<< Ma smettila! >> rispose, dopo essersi persa per qualche minuto nella sua immaginazione.

<< Tanto lo so che ti piace qualcuno.. E prima o poi scoprirò anche chi. >>

<< Non mi piace nessuno! Smettila... >>

<< Vabenevabene  >>

Le lezioni gli sembrarono eterne, specie perché, all’arrivo di Elena, fu bombardato di domande su cosa avrebbe cucinato, come si sarebbe vestito e ancora e ancora; l’aveva assalito non appena era entrata in aula, ovviamente già sapeva della cena, era la sua migliore amica!

------------------

<< Ciao... >> disse ad Eleonora quando uscì dalla facoltà di legge, lui l’aspettava già da un quarto d’ora. Lei gli diede un bacio.

<< Mi dispiace, abbiamo finito tardi. >>

<< Non ti preoccupare, andiamo? >> 

<< Che mi prepari per cena? >>

<< Vedrai… >>

<< Mm… Speriamo bene. >> disse sorridendogli.

<< Fidati, sono bravo. >>

<< Va bene >>  fece lei, accondiscendente.

<< Eleonora, questi sono i miei coinquilini, Maria, Luigi ed Alessandra. Ci tenevano molto a conoscerti. >>

<< Piacere! >> rispose lei sorridendo. << Cenate con noi? >>

<< Nono, Claudio ci ha cacciato. >> disse Luigi.

<< Non vi ho cacciato… >> iniziò Claudio, arrampicandosi sugli specchi.

<< Scherzavo. No, abbiamo già preparato qualcosa da mangiare per noi, non volevamo essere d’impiccio. >>

<< Ma quale impiccato! Mi dispiace... >> iniziò Eleonora. 

<< Guarda veramente non ti preoccupare. Siamo tutti stanchissimi, mangiamo e ce ne andiamo in camera. Voi cenate con calma >> disse Alessandra.  

Claudio preparò la cena con cura, mentre Eleonora lo osservava chiacchierando del più e del meno, entrambi perfettamente a loro agio, come se trovarsi in quella cucina fosse la cosa più naturale di questo mondo.

<< Sei proprio bravo! >> disse Eleonora poggiando la forchetta 

<< Te l’avevo detto... >>

<< E già. Mi dovrai invitare altre volte; è  tutto così buono. >>

<< Tranquilla, c’è sempre posto per te in casa mia… Vabbé non è proprio casa mia, ma il concetto è lo stesso. >> Eleonora rise, si avvicinò e gli diede un bacio leggero sulla bocca. Poi iniziò a sparecchiare.

<< Non mi hai fatto fare nulla in cucina, adesso lasciami almeno sistemare. >> disse

<< Ci mancherebbe! Io ora mi metto sul divano e non muovo un muscolo  >> rispose lui. Eleonora iniziò a prendere i piatti, ma Claudio la tirò per un braccio sul divano. Si baciarono per un po’; poi le disse di scegliere un film mentre lui sparecchiava, << Solo per questa volta è! >>

Misero un thriller, promettendosi  l’avrebbero seguito interamente, ma dopo pochi minuti entrambi stavano pensando ad altro. 

Erano soli, sul divano, sapevano che nessuno li avrebbe disturbati, così il film smise di essere interessante. Claudio si girò a guardarla, era così bella, con la coda che le raccoglieva i capelli e i cerchi alle orecchie; avvicinò la mano all’orecchino ed iniziò a giocarci. Eleonora rise e si girò a guardarlo, poi gli diede un bacio, semplice, a stampo, seguito da un altro e un altro ancora, finché non iniziarono a baciarsi con passione, le mani di Claudio si muovevano sotto la maglietta di Eleonora, e lei lo toccava sulla schiena. Poi le baciò il collo, le morse l’orecchio, nessuno dei due aveva intenzione di fermarsi.

<< Andiamo di là? >> disse lui indicando la camera da letto, lei annuì.

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA :

Alessia stava preparando la valigia. Stava raccogliendo le sue cose in giro per la casa degli zii, un libro qua, una maglietta nell’armadio di sua cugina, il caricabatterie in sala. Tornava a casa per le vacanze di Natale e, molto probabilmente, una volta finite avrebbe dovuto cercare casa, sia se fosse stata chiamata a Medicina, sia se fosse rimasta a Farmacia, ormai era ora.

 

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Capitolo 10
*** Puntata n.9 Il Natale nell'aria ***


Eleonora era seduta sul bordo del letto, si stava infilando la maglietta mentre Claudio cercava disperatamente le mutande, nascoste da qualche parte tra le lenzuola.

 

<< Devi proprio andartene ora? >> le chiese dopo averle trovate in fondo al letto.

 

<< Sì, devo tornare a casa, cercare parcheggio, e domani mi devo svegliare presto. Ah e dobbiamo andare a casa di Elena per aiutarla ad addobbare casa. Questo è il primo anno senza suo fratello ad aiutarla >>

 

<< Non abbiamo finito il film... >> disse lui, ignorando completamente il suo discorso, in un misero tentativo di trattenerla.

 

<< Lo vedremo la prossima volta >> rispose sorridendogli, poi si avvicinò e gli diede un bacio a stampo. Infine si girò per cercare la sua borsa. 

 

<< Quanta fretta >> disse Claudio prendendola per un braccio per farla voltare, subito baciandooa sul collo. Eleonora rise e rispose ai suoi baci. 

 

 

 

Alessia si svegliò con il suono di una musica jazz che veniva dal piano di sopra, salendo le scale poteva sentire l'odore del caffè che si espandeva rapido per tutta la casa. Suo zio si era svegliato, aveva accesso la radio e iniziato a preparare  la colazione: aveva messo le tovagliette sulla tavola, con una tazza ciascuno e una tazzina  per il caffè, una cesta al centro con biscotti, cereali, fette biscottate, insomma tutto il necessario per una buona colazione.

 

 

<< Buongiorno >> gli disse Alessia entrando nella cucina.

 

<< Buongiorno! A che ora hai lezione? >>

 

<< Da mezzogiorno alle sette >> rispose sconsolata.

 

<< Se vuoi ti posso passare a prendere all'università, dovrei staccare a quell'ora... >>

 

<< Grazie >> rispose felice, avrebbe evitato di aspettare un tram, cambiare mezzo a Porta Maggiore e poi fare un pezzetto a piedi. 

 

 

<< 'Ngiorno >> mugugnò sua zia entrando nella stanza, non era una persona mattiniera  e aveva bisogno di una caraffa di caffè per svegliarsi.

 

<< Jessica ancora dorme? >>

 

<> rispose  Alessia, sua cugina aveva preso dalla madre e aveva bisogno delle cannonate per svegliarsi.

 

<< Ci penso io! >> disse suo zio prendendo un bicchiere d'acqua e dirigendosi verso la camera della figlia,  l'avrebbe svegliata in un modo molto piacevole!

 

 

 

Elena aveva preso tutte le scatole con gli addobbi natalizi, le aveva disposte in bell'ordine nell'ingresso e si era seduta per terra lì accanto: stava aspettando l'arrivo dei suoi amici e guardava in continuazione l'orologio.

 

<< Finalmente! >> esclamò quando sentì suonare il campanello.

 

<< Ciao Ele >>  la salutarono Giulia e Carola.

 

<< Non arrivavate più! Gli altri dove sono? >>

 

<< Sono le 11 adesso! Siamo pure in anticipo! >>

 

 

Elena guardò l'orologio, sicura che non potesse essere vero, dovevano essere in ritardo! Poi ammise sconfitta:

 

<< Sì, è vero. Vabbè... possiamo iniziare lo stesso? >>

 

<< Per noi non c'è problema... >> risero le amiche guardandola dubbiosa.

 

<< È che sono un " elfetto di Natale"  >> rispose.

 

<< Che sei? >>

 

<< Un elfetto... un aiutante di Babbo Natale >> le amiche la guardarono confuse, << Amo il Natale, quindi lo aspetto con tantissima ansia e non vedo l'ora d'iniziare a preparare il tutto. In questa festa le persone si dividono in due gruppi : chi la ama e chi la odia; io appartengo al primo  >> concluse con fare trionfante.

 

<< Io non aiuto nemmeno nelle decorazioni di casa mia... >> disse Carola.

 

<< Quest'anno lo farai! >> esclamò Elena .

 

 

Iniziarono ad aprire le scatole, trovandovi oggetti di tutti i tipi: nastri, palle per l'albero, luci, candele e così via. Vennero presto raggiunte da Claudio ed Eleonora, e, tutti insieme, riempirono la casa di quell'atmosfera natalizia, quell'odore di muschio, di dolci di Natale, tavole imbandite con I parenti e regali sotto l'albero; mancavano ancora due settimane, ma già si poteva sentire quest'aria di festa. .

 

<< Manca l'agrifoglio >> disse Carola ridendo.

 

<< Per cosa? >>

 

<< Per far baciare i piccioncini... >> rispose guardando la coppia che si era seduta sul divano e chiacchierava di cose private.

 

<< Non credo ce ne sia bisogno >> rispose Giulia. 

 

<< Ehi, voi due, qui stiamo lavorando! >> li richiamò all'ordine Elena.

 

<< Ma abbiamo finito... >> disse Claudio.

 

<< No c'è ancora molto da fare. Susu, in piedi! >>

 

<< Ma chi me lo ha fatto fare! >> sbuffò Claudio alzandosi.

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA :

Alessia stava preparando la valigia. Stava raccogliendo le sue cose in giro per la casa degli zii, un libro qua, una maglietta nell'armadio di sua cugina, il caricabatterie in sala. Tornava a casa per le vacanze di Natale e, molto probabilmente, una volta finite avrebbe dovuto cercare casa, sia se fosse stata chiamata a Medicina, sia se fosse rimasta a Farmacia, ormai era ora.

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Capitolo 11
*** Puntata n.10 Si parte ***


Alessia stava preparando la valigia: raccoglieva le sue cose in giro per la casa degli zii, un libro qua, una maglietta nell’armadio di sua cugina, il caricabatterie in sala. Tornava a casa per le vacanze di Natale e, molto probabilmente, una volta finite avrebbe dovuto cercare una sistemazione, sia se fosse stata chiamata a Medicina, sia se fosse rimasta a Farmacia, ormai era ora.

Sua madre non vedeva l’ora che lasciasse la casa degli zii, non voleva che sua figlia continuasse ad approfittare della loro disponibilità, si, erano la sua famiglia, ma era ora di andarsene ed Alessia lo sapeva.

L’idea di non tornare lì la terrorizzava. Era stata così bene, a guardare la televisione tutti insieme sul divano, con suo zio che si addormentava dopo i primi minuti ed iniziava a russ re; era stata bene, dormendo nella stanza accanto a sua cugina  ed a volte nella stessa camera, quando volevano stare insieme e chiacchierare fino a tardi. Vivere lì era stato come non essere mai partita, come se i suoi genitori e fratelli fossero lì con lei.

Aveva paura di quello che sarebbe successo con i coinquilini, le bollette da pagare, I turni per le pulizie, però decise che ci avrebbe pensato una volta tornata, che si sarebbe goduta le vacanze e avrebbe pensato solo allo studio visto che il primo esame si stava avvicinando.

 

Giulia e Carola 

<< Sai dove ho messo il quaderno? >> chiese Giulia 

<< Quale? >>

<< Quello blu. >>

<< È sulla scrivania, davanti ai tuoi occhi. >> rispose lei ridendo.

<< Hai ragione… Hai già finito di preparare la valigia? >>

<< Si, mancano le ultime cose. Poi appena torno a casa prendo la roba da sci e ripartiamo  >> disse Carola 

<< Dov’è che andate in settimana bianca? >> 

<< In Trentino. Se vuoi puoi venire anche tu! >>

<< No, come faccio? Poi vengono i parenti per le vacanze… anche se mi piacerebbe tanto >>

<< Vabbé dai, almeno stai con la tua famiglia. >>

<< Sai quanto litigheremo? >>

<< Ti lamenti tutti gli anni, però poi quando i tuoi cugini ripartono dei tristissima! >>

<< Già… >>

 

Claudio

<< Mi mancherai.. >> gli disse Eleonora.

<< Anche tu, però ci  sentiremo tutti i giorni! >>

<< Lo spero. Sei pure tanto lontano  >>

<< È solo un’ora di aereo  >>  Eleonora non rispose.

<< Mi dispiace non venire al tuo spettacolo... >> disse Claudio

<< La smettete di fate i piccioncini? >> disse Elena entrando in sala. Le due amiche si dovevano vedere per passare il pomeriggio insieme, mentre Claudio era venuto a salutare: sarebbe partito la mattina presto.

<< Te che farai a Natale? >> le chiese Claudio.

<< Niente di che: vengono i miei nonni e mio fratello a cena qui. Non vedo l’ora di vederlo! Da quando si è trasferito ci sentiamo pochissimo. >>

<< Meno male >> disse Eleonora, << Stavate sempre insieme! >>

<< E che c’è di male? >>

<< Niente, però era ora che andasse a vivere da solo. È grande. >>

<< Che palle che sei >> suo fratello le mancava molto, e nessuno poteva dirle di stare esagerando.

<< Non litigate... >>  disse Claudio, con tono quasi paterno.

<< Tranquillo ,non  faremo a botte mentre tu non ci sarai! >> rispose Eleonora ridendo 

<< E io andrò al suo spettacolo... Mica come te che la lasci sola >> disse Elena.

<< Eddai! >>

Claudio rimase  con loro ancora per una mezz’ora, poi abbracciò la sua ragazza ed andò via, sarebbe tornato a casa dalla sua famiglia che non vedeva già da tre mesi.

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA:

<< Te che hai fatto? >> le chiese Claudio.

<< Tutto tranne che studiare! >> rispose Elena. 

<< Vabbé tanto ci mancano solo due settimane di lezione e poi avremo tutto il tempo a disposizione >> rispose lui.

<< Ho capito ma poi mancherà troppo poco agli esami! >> rispose Carola  

<> disse sprizzando gioia da tutti i pori.

 

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Capitolo 12
*** Puntata n.11 Racconti di capodanno ***


<< Allora come sono andate le vacanze? >> chiese Elena. Erano tutti riuniti in casa sua: Giulia e Carola sedute vicino al tavolo, Elena sulla poltrona e Claudio ed Eleonora abbracciati sul divano.

<< Tutto bene, a parte mia madre e mia nonna che hanno discusso per chi dovesse cucinare il capitone, mia cugina che si è messa a piangere perché ha litigato con..boh mio fratello forse? Non mi ricordo >> disse Giulia.

<< Nulla di nuovo insomma! Io sono stata a sciare. Non vedevo l’ora! Che tristezza che sono già tornata! >>

<< Io non ho mai sciato... >> disse Eleonora 

<< Allora l’anno prossimo ci organizziamo tutti insieme! >> fece Elena, che si faceva prendere subito dalla gioia.

<< Te che hai fatto? >> le chiese Claudio.

<< Tutto tranne che studiare! >> rispose lei 

<< Vabbé tanto ci mancano solo due settimane di lezione e poi avremo tutto il tempo . >> rispose lui.

<< Ho capito ma poi mancherà troppo poco agli esami! >> disse Carola  

<< Sì, infatti da questa settimana inizio a studiare sul serio. Comunque non ho proprio  avuto la possibilità di aprire il libro, c’erano tutti i parenti… e  poi si è fermato mio fratello qualche giorno!  >> disse sprizzando gioia da tutti i pori.

<< E come mai? >> chiese Eleonora 

<< Ah boh, è venuto da solo >>

<< Già ci sono problemi? >> chiese Giulia, ricevendo un’occhiataccia da Carola.

<< Spero di no… Mi dispiacerebbe per lui... Anche se così tornerebbe da me. >>

<< Elena ma ti pare! >> disse Eleonora 

<< Che c’è che ho detto di male?! >>

<< Nulla… Solo stai augurando che si lascino per averlo qui con te… È un amore malato  >>

<< Mica per sempre… Solo finché vivo in questa casa. >>

<< Cambiamo argomento… a capodanno che avete fatto? >> chiese Claudio.

<< Io ero ancora in settimana bianca; la  notte del 31 gli istruttori hanno organizzato una specie di spettacolo, sciando con le fiaccole in mano mentre noi li guardavamo dal basso. Bellissimo, una fila di luci rosse che fa lo slalom! >>

<< Beata te! Che bello… Io invece ho passato tutta la serata tra il bagno e la camera da letto, con la febbre a 38! >> rispose Giulia.

<< Oddio poverina! Anche a me è successo l’anno scorso! >> esclamò Eleonora.

<< Invece voi che avete fatto? >>

<< Noi due siamo state ad una festa fantastica! C’era la musica bellissima e tanto tanto alcol… >> disse Elena.

<< Sì, ci siamo divertite troppo! Abbiamo ballato tanto, la musica era perfetta, poi Elena ha visto bene di esagerare con la vodka. Il ragazzo l’ha dovuta portare praticamente di peso fino alla macchina, con il rischio che vomitasse da un momento all’altro! Mi ha riaccompagnato e poi sono andati a casa sua, così i genitori non l’avrebbero vista. Ha detto che ha passato tutta la notte a sorreggerla in bagno. >> concluse Eleonora.

<< Io non ricordo nulla di tutto ciò ! >> disse l’amica ridendo.

<< Insomma vi siete date alla pazza gioia! Io invece ho rivisto i miei amici, siamo stati a casa di uno di loro e abbiamo giocato al drago… Dragone… Non ricordo come si chiama… Insomma il gioco dell’oca per bere! >>

<< Allora anche te ti sei divertito! >> disse Eleonora.

<< Tranquilla, non ho fatto nulla che ti potrebbe dar fastidio, sono stato bravissimo! >> rispose Claudio dandole un bacio ; la ragazza lo guardò dubbiosa, non capendo se la stesse prendendo in giro, mentre le amiche ridevano.

 

Alessia era tornata a casa degli zii. Questa settimana avrebbe ripassato per l’esame di anatomia, che sarebbe stato il giovedì successivo ed avrebbe girato per case alla ricerca di quella adatta. Aveva lo sguardo fisso sulle pagine, ma la mente persa nei ricordi di capodanno.

Era stata a casa di un amico del suo ragazzo, avevano giocato a carte, bevuto e fumato, aveva riso come non faceva da tempo, forse da prima che iniziasse a studiare per il test di medicina. 

Non aveva esagerato  fino a star male, aveva bevuto quel che bastava per sentire la testa girare e lasciare che le frasi uccisero da sole, senza pensarci troppo. Poi il ragazzo l’aveva fatta ballare, I piedi instabili e l’equilibrio precario, finché non si erano accasciati sul divano, dice  lui l’aveva tenuta stretta, mentre il mondo continuava a girare.

<< Sei pronta per l’esame? >> le chiese Jessica.

<< Lo spero, che  paura… Devo ripetere tutto un’ultima volta >> rispose Alessia tornando sul pianeta libri.

<< Dai che andrai benissimo! >> erano solo loro due in casa, Jessica si mise a guardare la TV, mentre la cugina prese il telefono per la millessima volta per guardare le mail. 

Stava per accedere al solito account per l’Università privata, quando si rese conto che ormai era troppo tardi, che non l’avrebbero presa e che era ora di rassegnarsi. 

Spense il cellulare e tornò al libro, giurando di concentrarsi, poi ebbe un ripensamento, chissà...così… giusto per vedere… decise di aprire l’email per il test dell’università pubblica.

“ Si comunica che la S.V. è subentrata al corso di laurea in medicina… “ 

<< Jessicaaaaaa >> cominciò ad urlare. << Sono entrata! Sono entrata! Sono entrata! Oddio non ci credo! >> era entrata!

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA :

L’email era arrivata il 16 Gennaio e Alessia l’aveva letta e riletta, fino a conoscere ogni punto, ogni virgola, ogni parola; era entrata!

~

Claudio si era rinchiuso in camera da una settimana, uscendo solo per mangiare e andare in bagno. Aveva poco tempo e ancora molto da studiare. 

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Capitolo 13
*** Puntata n.12 Cambio di facoltà ***


"Si comunica che la S.V. è subentrata al corso di laurea in medicina in lingua inglese, l'accettazione/rinuncia dovrà essere comunicata tramite e-mail entro e non oltre il 17 gennaio. La mancata accettazione comporterà la rinuncia al posto. La regolarizzazione dell'immatricolazione (pagamento I rata) dovrà avvenire entro il 18 gennaio.

 

Mandare mail comunicando se interessato o meno, si chiede comunque inoltro di risposta anche se negativa entro le ore 16 di domani.

 

Cordiali saluti"

 

 

 

L'email era arrivata il 16 Gennaio e Alessia l'aveva letta e riletta, fino a conoscere ogni punto, ogni virgola, ogni parola; era entrata! Quando ormai aveva perso ogni speranza era finalmente entrata, adesso aveva solo due giorni per rispondere alla mail e pagare la prima tassa.

 

Scrisse in tutta fretta che accettava, certo che era interessata! 

 

Il passo successivo sarebbe stato di recarsi nella segreteria di Farmacia, chiedere il cambio di facoltà , andare alla segretaria di Medicina e regolarizzare il tutto.

 

Il giro di questi edifici, con le file e i documenti da consegnare fu estenuante.

 

La prima tappa passò senza troppi problemi: in una piccola stanzetta con un solo ufficio e una scrivania sulla destra, dopo appena qualche persona, poté lasciare quella facoltà che non aveva mai fatto parte della sua vita.  

 

La segreteria di Medicina, invece, era piena di gente, di cubicoli, di sedie e di file interminabili. Alessia entrò e prese il numeretto, vedendo con orrore che aveva almeno quaranta persone davanti a lei. 

 

La sua attesa sarebbe stata premiata, però, nel giro di qualche ora sarebbe diventate ufficialmente una studentessa di Medicina.

 

 

 

Claudio si era rinchiuso in camera da una settimana, uscendo solo per mangiare e andare in bagno. Aveva poco tempo e ancora molto da studiare.  

 

<< Ciao vampiro! >> disse Luigi spalancando la porta della camera. 

 

<< Ciao... >> rispose Claudio a mezza voce.

 

<< Meno male che la tua ragazza non ti vede in questo stato! Sei in pigiama da non so quanti giorni, la tua camera è uno schifo e, senza offesa, qui c'è una puzza incredibile! >>

 

<< Ma non hai nient'altro da fare? >> rispose Claudio stizzito.

 

<< No, mi diverto così >>

 

<< Beato te che ridi. Io ho ancora tantissimo da fare e l'esame è vicinissimo! Giuro che la prossima volta inizio a studiare da subito, con regolarità, senza dover fare questa follia dell'ultimo secondo! >>

 

<< Sì, lo dicevo anche io, ma sta tranquillo,  ci sarà sempre un buon motivo per rimandare! >> concluse uscendo dalla stanza.

 

 

Elena sfogliava le pagine del suo libro, ripetendo le ultime cose;  aveva già studiato tutto, era pronta per l'esame, e non ne poteva più di leggere le stesse formule, gli stessi esercizi, gli stessi appunti.

 

Chiuse il quaderno e chiamò il ragazzo :

 

<< Che fai? >> 

 

<< Lo sai che a quest'ora lavoro... >> rispose lui.

 

<< Sì uff, una cosa al volo... A che ora ci dobbiamo vedere questa sera? >>

 

<< Vengo da te alle 8... Te l'ho detto dieci volte! >>

 

<< Va bene, ho capito. Sei antipatico quando lavori! >> rispose chiudendo la telefonata. Riaprì il libro e si costrinse a continuare il suo ripasso, "  Ancora qualche minuto... Dai...questo lo so... Questo anche ... stasera metto il vestito blu e la scarpe con i tacchi... La velocità d'impatto delle due macchine è uguale a... Ah le scarpe le ho prestate ad Eleonora! Devo andarle a prendere!" e si alzò, uscendo dalla stanza. 

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA :

Claudio era già andato in bagno tre volte; aveva la tachicardia e stava morendo di paura : il suo primo esame. E per di più anatomia, pure difficile! Era uscito un’ora prima di casa, per essere sicuro di arrivare in tempo...

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Capitolo 14
*** Puntata n.13 Il primo esame ***


Claudio era già andato in bagno tre volte; aveva la tachicardia e stava morendo di paura : il suo primo esame. E per di più anatomia, pure difficile! Era uscito con un'ora d'anticipo, per essere sicuro di arrivare in tempo al dipartimento. Vagò per tutta la facoltà alla ricerca dell'aula in cui si sarebbe svolto l'esame, poi riconobbe alcuni colleghi e si mise a chiacchierare con loro. 

C'era un ragazzo alto con i capelli scuri e una ragazza vestita di blu, persone con cui non aveva mai parlato, ma che in quel momento sarebbero potuti sembrare amici d'infanzia.La cosa bella di un esame è che sei talmente in ansia che parli anche con chi conosci a malapena, tutti insieme a ripassare qualche cosa, a scambiarsi consigli o domande degli appelli precedenti, in quei momenti non ci sono gruppetti o preferenze, tutti uguali e tutti spaventati.

<< Claudio! >> esclamò Giulia.

<< Giu... Che ansiaaaa. Mi vieneda vomitare... >>

<< A chi lo dici! Sei arrivato addirittura in anticipo! >>

<< Già. Questo dimostra quanto abbia paura. >> Giulia rise 

<< E Carola? >>

<< Arriverà tra poco, solo per vedere. >>

<< Come per vedere?! E l'esame? >>

<< Ha detto che non lo fa. Guarda ho provato a convincerla in tutti i modi, ma niente. Dice che non è pronta. >>

<< Ma così non fa nessun esame! >>

<< Ha detto che non le importa.. >>

<< Che cavolata... >>

<< Vabbé... Te hai studiato tutti i muscoli della faccia? >>

<< Sì, erano in programma. >>

<< Oddio non li ho fatti! >> disse Giulia.

<< Ma non penso li chiedano... >>

<< Lo spero... >>

In quel momento arrivò la professoressa. 

<< Cominciamo... >>

Iniziò a chiamare in ordine di prenotazione, diceva il nome, lo studente si sedeva, mostrava un documento e poi aspettava la prima domanda; qualche secondo in cui le mani sudavano, la gamba tremava, e la testa aveva solo un attimo per sperare che tutto andasse bene e che questa prima domanda fosse quella giusta. 

La professoressa pescava un osso da una scatola e si faceva dire di tutto: l'anatomia, la descrizione di ogni faccia, linea o foro, le articolazioni, ogni cosa. Poi chiedeva i muscoli di un'altra parte del corpo ed infine il cuore. 

 Claudio e Giulia erano terrorizzati. Il primo  si sedette ed iniziò a parlare tentennando qua e là, era preparato e rispose a tutte le domande, ma l'ansia lo fece sembrare insicuro. Giulia invece, normalmente titubante e restia alle novità, si mostrò sicura di sé e  padrona della situazione.

Elena si trovava insieme agli altri ragazzi che avrebbero dovuto sostenere l'esame di fisica. << Dite che verrà lui o l'assistente? >> chiese uno.

<< Sicuramente ci sarà il professore, figurati se perse un'occasione per bocciarci tutti! >> 

Girava la voce che il loro professore fosse convinto che gli studenti di Medicina non sapessero nulla di fisica, ed era deciso a cambiare le loro conoscenze bocciandoli finché non fosse stato più che sicuro della loro preparazione.

Elena entrò nell'aula e si sedette in uno dei primi banchi, era sempre stata brava in fisica e non era per nulla preoccupata per lo scritto ; aveva scelto questo come primo esame proprio perché voleva iniziare con qualcosa che le fosse stato più semplice.

Dopo 45 minuti di tempo, il professore ritirò i loro compiti, c'erano esercizi sui fluidi, le pressioni, la velocità, la legge di Pascal, l'energia e così via, coprendo tutto il programma. Potevano utilizzare il libro, per vedere qualche formula, tanto per risolvere gli esercizi avrebbero comunque dovuto ragionare molto.

Uscirono dall'aula ed aspettarono un'altra ora per avere i risultati. Elena chiacchierò del più e del meno un po' con tutti, cercando di distrarsi.

<< Un attimo di silenzio! >> li chiamò il professore. << Entrate e mettetevi seduti. >>

Con la pila di compiti davanti, iniziò a chiamarli uno per uno, dicendo loro i voti. Per passare lo scritto c'era bisogno di un 16, solo un 16, un voto molto basso per poter fare l'orale, eppure la maggior parte di loro venne bocciata, ci furono due  27, di Elena e di un altro ragazzo, un 25 e un paio di 17, il resto sarebbe dovuto tornare al prossimo appello.

Elena tirò un sospiro di sollievo, che venne subito interrotto dal professore << Elena Carpi? >> la chiamò per l'orale. 


NELLA PROSSIMA PUNTATA:
Alessia varcò la porta d'ingresso e si trovò davanti una quarantina di ragazzi; un gruppetto venne da lei e si presentò, una sfilza di nomi e facce senza che lei potesse memorizzarne qualcuna. Le dissero che non era la prima ad essere stata ripescata, c'erano altri cinque o sei ragazzi nella sua stessa situazione e che presto i professori del primo semestre avrebbero deciso come far recuperare le loro lezioni.

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Capitolo 15
*** Puntata n. 14 Si ricomincia ***


<< Allora come ti è andato l’esame? >> chiese Giulia sedendosi.
<< 26… Mi ha abbassato il voto dello scritto. >> rispose Elena, seccata. In classe c’era già un po’ di gente, tutti chiacchieravano in attesa dei professori di Istologia, Citologia ed Embriologia, una materia del secondo semestre.
<< E ti lamenti? >> s’intromise Claudio, << Ho sentito che ha bocciato quasi tutti! >>
<< Sì… A voi invece com’è andata? >> Giulia e Claudio si scambiarono uno sguardo imbarazzato, poi Carola disse:
<< Io non l’ho fatto >>
<< Come non l’hai fatto?! >> lo stupore di Elena venne interrotto dall’arrivo della nuova ragazza : aprì piano la porta e si guardò intorno chiaramente spaventata e disorientata. 
 Alessia si trovò davanti una quarantina di persone ; un gruppetto venne da lei e si presentò, una sfilza di nomi e facce senza che lei potesse memorizzarne alcuna. Le dissero che non era la prima ad essere stata ripescata, c’erano altri cinque o sei ragazzi nella sua stessa situazione e che presto i professori del primo semestre avrebbero deciso come far recuperare le loro lezioni. 
<< Buongiorno, oggi iniziamo il corso d’Istologia, Embriologia e Citologia. Io farò la prima parte, mentre le mie colleghe si occuperanno delle altre due. >> disse un uomo di mezza età indicando le due professoresse accanto a lui, una alta con i capelli biondo platino, l’altra bassa e mora.
<< Il programma del corso, con le date delle lezioni sono tutte su internet, potrete fare due esoneri durante questo semestre, uno di Citologia e l’altro di Embriologia, poi ci sarà l’esame finale. Ah un’ultima informazione generale prima di cominciare la lezione: i ragazzi che sono stati ripescati adesso dovranno seguire le corsi di recupero, c’è una tabella appesa fuori dall’aula con tutte le informazioni. >>
Finita la parte introduttiva le due professoresse se ne andarono, lasciando quell’uomo sorridente  a fare la lezione. Parlò dei vari modi in cui I tessuti bioptici venivano tagliati, colorati e visti al microscopio; infine descrisse i vari strumenti che potevano essere usati.
Nel quarto d’ora di pausa tra una lezione e l’altra Alessia diede un’occhiata alla tabella con le lezioni da seguire: laboratorio di anatomia il lunedì pomeriggio, chimica il mercoledì, fisica il giovedì, in più tutte le lezioni del secondo semestre che si sarebbero svolte di mattina… quando avrebbe trovato il tempo per studiare?! Si guardò attorno e vide altre facce disperate come la sua, cinque persone che avrebbero dovuto seguire lo stesso programma di recupero, almeno non si sarebbe sentita sola!

<< Stavamo dicendo…>> continuò il discorso Elena, come se non ci fosse stata un’intera lezione di mezzo, << Perché non hai dato l’esame? >>
<< Perché non me la sono sentita, non ero abbastanza preparata. >>
<< Io penso che hai fatto una cazzata >> disse Claudio
<< Sei sempre molto educato >> rispose Carola, iniziando ad innervosirsi.
<< Scusa, ma è così. Avresti dovuto provare, ti avrebbero potuto promuovere, un esame in meno da fare, oppure bocciare e avresti dovuto ridare l’esame quest’estate, cosa che dovrai fare in ogni caso. >>
<< Sì, ha ragione lui. >> continuò Giulia.
<< Va bene, non mi sentivo pronta, basta. >> chiuse il discorso Carola e si allontanò dal gruppo.
<< Se l’è presa… >> disse Elena dispiaciuta.
<< Ho capito, io continuo a dire che ha fatto una cazzata. >>
<< Va bene Claudio, abbiamo capito. >> rispose Giulia ridendo.

NELLA PROSSIMA PUNTATA :
Elena era sdraiata sul letto in camera sua, la porta della stanza appena accostate, le serrande abbassate.  Paolo si sedette accanto a lei, iniziarono a baciarsi, le mani che correvano verso bottoni e cerniere.
 ~
<< Cosa è stato ? >> chiese Elena fermandolo di colpo, avevano sentito la porta di casa aprirsi. 

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Capitolo 16
*** Puntata n.15 un ospite a sorpresa ***


Elena era sdraiata sul letto in camera sua, la porta della stanza appena accostata, le serrande abbassate.  Paolo si sedette accanto a lei, poggiò la testa sul cuscino  e chiuse gli occhi. 
<< Che fai, dormi? >> chiese Elena dandogli un pugnetto sulla spalla. 
Paolo fece di sì con la testa, sempre con gli occhi chiusi; sapeva che di lì a poco Elena si sarebbe innervosita, avrebbe stretto la mascella , si sarebbe girata dal verso opposto al suo o si sarebbe addirittura alzata. 
<< Contento tu… >> disse, girandosi. Paola la prese per il braccio, << Non si può mai scherzare con te >> disse ridendo. 
<< Pure?! >> 
La baciò, e in un lampo il nervosismo svanì dalla testa di Elena, le mani correvano lungo la schiena, accarezzavano il collo e s’infilavano sotto le magliette verso bottoni e cerniere; poteva sentire  il calore della pelle del suo ragazzo a contatto con la sua pancia, il cuore che batteva,  poi, quando una mano raggiunse il bordo dei suoi jeans, lei fu costretta a fermarlo. 
<< Cosa è stato ? >> chiese Elena, avevano sentito la porta di casa aprirsi. 
<< Non avevi detto che non c’era nessuno oggi? >> chiese Paolo rimettendosi la camicia. 
<< Sì, i miei sono al lavoro. >> rispose lei allacciandosi il reggiseno. 
<< Tuo fratello? >> 
<< Michele non viene mai! Di solito telefona prima di passare. >> 
Scesero le scale insieme , trovando davanti a loro un ragazzo con la valigia e lo sguardo spento. 
<< Michele! Che ci fai qui?! >> 
<< Sono tornato a casa. >> rispose lui, piatto, e si diresse in camera sua. 
Elena lo seguì, non sapendo bene come comportarsi. 
<< Cosa è successo? >> 
<< Niente, lasciami stare. >> rispose chiudendole la porta in faccia. Elena e Paolo rimasero a guardarsi, non sapendo se dovessero seguirlo o lasciarlo in pace. Poi, vedendo che la porta non si apriva, scesero in sala e guardarono un film, cambiando completamente i loro piani. 
 
Il mattino seguente: 
<< Allora ragazzi, vi dico subito che nell’esonero troverete solo la parte riguardante la fecondazione e i primi stadi, la morula, la divisione in ectoderma, mesoderma ed endoderma; insomma tutto lo sviluppo degli apparati verrà chiesto all’esame orale. >> disse la professoressa di embriologia. 
<< Questa materia mi piace proprio, è così bello vedere come si forma un  bambino. >> disse Carola 
<< Sì, anche a me. Speriamo che l’esame non sia difficile. >> rispose Elena. 
<< Non so, dovremo comunque farlo con più professori, anche passando gli esoneri rimane sempre un bel programma da portare all’orale. >> rispose Claudio. 
<< Già… volete sapere la novità? >> disse Elena che non vedeva l’ora i raccontare quello che era successo con suo fratello << Michele è tornato a casa. >> 
<< Come è tornato?! >> disse Giulia. 
<< Sì, si sono presi una pausa di riflessione. >> 
<< Ma se sono andati a convivere solo qualche mese fa! >> esclamò Carola. 
<< Già. Non so nient’altro, non ha voluto dirmi nulla. Si è presentato all’improvviso a casa con la valigia in mano >>> arrossì mentre pensava a cosa sarebbe potuto succedere, sarebbe potuto entrare in camera sua, trovandoli nudi sotto le coperte… che scena terribile! << Non potete  immaginare la cena di ieri sera, nessuno sapeva cosa dire. >> 
<< Ci credo… >> rispose Giulia << Quindi… Si sono lasciati? >> chiese ricevendo una gomitata da Carola 
<< Certo che hai un tatto… >> 
<< Perché che ho detto?! Mi sembra una domanda logica. >> 
<< Sì, me lo sono chiesta anche io. Michele non ci ha racconto niente, alle nostre domande insistenti ha solo detto che lei sarebbe dovuta tornare dalla sua famiglia per qualche mese. Mentre parlava mio padre aveva una faccia impassibile, non ha mostrato nessuna emozione anche se so che ha pensato di aver avuto ragione; invece mia madre gli ha solo detto che si sistemerà tutto… >> 
<< Già… >> rispose Giulia con tono assente, persa nei suoi pensieri. 

NELLA PROSSIMA PUNTATA:
<< Ma il professore? >> chiese Claudio ad Elena. 
<< Ancora non si è visto. >> 
<< Sono le nove e mezza! Doveva aver iniziato da mezz’ora! >> 
<< Stava aspettando te >> s’intromise Carola, ridendo. 
<< È già la seconda volta che non viene. Genetica non la faremo mai!>> 

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Capitolo 17
*** Puntata n.16 Gocce di sangue ***


<< Prima d’iniziare la lezione vi ricordo che oggi alle 2 dovrete venire nel dipartimento d'Istologia per l'attività pratica >> disse il professore quando si furono seduti tutti. << Sarà divertente, vedrete! >> si capiva che andava il suo lavoro, una di quelle persone fortunate che aveva fatto la scelta giusta. Aveva studiato per qualche anno in America, era diventato professore di una prestigiosa università, aveva fatto carriera all'estero, poi aveva deciso che l'Italia gli mancava ed era tornato introduzione, dove aveva ottenuto una cattedra e un lavoro che amava.
La lezione seguente era genetica, avrebbero dovuto iniziare con Mendel, la trasmissione autosomica dominante e recessiva e le malattie legate al cromosoma X, ma il professore tardava ad arrivare.
<< Ma si può sapere dov’è? È passata mezz’ora! >> sbottò Claudio
<< Lo so. Qui non si vede nessuno… >> rispose Elena.
<< È già la seconda volta che non viene. Genetica non la faremo mai! >>
<< Già...ho sentito alcuni del secondo e hanno detto che da loro il prof  è fatto vedere solo all’esame! >>
<< Senza mai venire a lezione! Con che coraggio! >> disse Giulia, innervosendosi. 
<< Poi hanno detto che ci sono alcune domande che dobbiamo studiare e chiederà solo quelle >> aggiunse Elena.
<< Ho capito, ma non le dovremmo sapere queste cose? >>
<< Perché te vuoi fare genetica? >>
<< No, però qualcuno ce la dovrebbe insegnare, fa parte del corso di laurea! >>
<< È incredibile! >> disse Claudio, << Io aspetto un quarto d’ora e me ne vado, non ho tempo da perdere qui. >>
<< Io ho il libro di anatomia nella borsa, mi metto a studiare… >> disse Carola. 
<< Qualcuno mi accompagna a fumare? >> chiese Giulia 
<< Da quando è che fumi? >> rispose Elena.
<< Da un po’… Allora, chi viene? >>
<< Vengo io… >> disse Claudio, mentre Elena vedeva I capitoli da studiare dal libro di Carola, stava pensando di darlo ad inizio Giugno, magari insieme a lei.
<< Allora… Come mai hai ripreso a fumare? >>
<< Così, avevo smesso all’inizio dell’Università, però tra gli esami, le vacanze a casa, una sigaretta ogni tanto ci sta. >> 
<< Se lo dici tu… che esame vuoi dare a Giugno? >>
<< Io pensavo di fare i vari esoneri di Istologia ecc… E poi l’esame al primo appello. Te? >>
<< Gli esoneri li faccio anch’io; però darò fisica. Stavo anche pensando di seguire il corso di recupero per essere pronto, visto quanto è difficile. >>
<< È un’idea… >>
<< Vabbé il quarto d’ora è passato. Io me ne vado a casa. >>
<< E non vieni oggi pomeriggio?  >>
<< Ah giusto! Non me ne posso nemmeno andare! >> Esclamò sbuffando.

Il dipartimento d'Istologia era leggermente isolato rispetto al resto dell’Università e aveva un bel giardino, addirittura delle panchine dove  Alessia sì era seduta. Ancora non aveva fatto amicizia, non conosceva praticamente nessuno e guardava tutti dall'esterno, li osservava mentre parlavamo, ridevano, gesticolavano e sperava di diventare presto una di loro.
<< Entrate e mettetevi seduti >> disse una professoressa che non conoscevano. << Allora, faremo un breve ripasso sul sangue e le sue cellule, vi mostrerò le immagini così saprete come riconoscerle quando le vedrete al microscopio. Poi ognuno di voi prenderà questi aghi >> disse indicando un secchio pieno di aghi chiusi nelle loro confezioni << Vi pungerete e passerete la goccia di sangue sul vetrino per vederla al microscopio. >>
<< Mi dovrei pungere?! >> Disse Giulia
<< Hai paura del sangue? >> la prese in giro Elena.
<< No, però non mi piace dovermi fare del male! >>
Alessia non poté trattenersi dal sorridere, sentendo i loro discorsi. 
<< È sciocca, vero? >> Le chiese Elena.
<< Nono… stavo pensando lo stesso, fa un po' impressione doversi pungere… >> rispose Alessia arrossendo.
<< Finalmente qualcuno che mi capisce! >> Esclamò trionfante Giulia.

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Capitolo 18
*** Puntata n.17 Una settimana impegnativa ***


Erano tutti insieme a casa di Elena per un pomeriggio di studio, erano seduti intorno al tavolo della sala davanti a un libro aperto, un quaderno, qualche penna e un pacco enorme di patatine al centro. Giulia e Claudio stavamo studiando fisica, mentre Elena e Carola anatomia.

<< Ti sei alzato! >> Esclamò Elena sorpresa, vedendo il fratello andare in cucina. Era dimagrito, aveva gli occhi spenti e li aveva degnati a malapena di uno sguardo. 
<< Sta così male? >> Chiese Claudio. 
<< Già… e ancora non ci ha detto cosa è successo realmente. >> 
<< L’avrà tradito… per forza altrimenti non starebbe così male >> disse Carola. 
<< Non so, di sicuro è stata una bella botta… vedeva già il suo futuro con lei. >> 
<< Erano andati a vivere insieme, per forza pensava al futuro. >> Disse Giulia. 
<< Vabbè… te vai al corso di recupero di fisica ?>>chiese a Claudio. 
<< Si, così sono sicuro di essere pronto. >> 
<< Allora andiamo insieme. >> 
<< Perfetto >> rispose. 
Passarono il resto della giornata a studiare, poi Claudio andò via per vedersi con la ragazza, Giulia e Carola tornarono a casa loro ed Elena rimase sola, con suo fratello che soffriva mentre lei era completamente impotente.

Il giorno seguente Claudio entrò in aula quasi puntuale e si sedette vicino a Giulia che stava parlando con una delle ragazze nuove. 
<< Quindi come ti trovi? >> 
<< Bene! Solo che ho tutti i giorni impegnati per recuperare le ore che ho perso… >> 
Alessia aveva iniziato la settimana con le lezioni mattutine, lunedì era così felice di trovarsi lì che aveva preso appunti su ogni cosa e l’ora di biologia era finita in un lampo;, aveva mangiato una cosa al volo ed era andata al laboratorio di anatomia.

<< Allora la professoressa mi ha detto che dovrete frequentare tutti i lunedì per questo semestre;  questo è il foglio per le firme. Potete prendere le ossa , facendo attenzione a non rompere nulla, e studiare; se avete domande io sono qui e potete chiedere. Poi arriverà la professoressa e vi dirà qualcosa per ogni argomento, credo che vi darà anche delle fotocopie da vedere. >> disse lo specializzando con il suo camice bianco e gli occhialetti.

E così era iniziato il laboratorio di anatomia, con cranio, fibula, muscoli dorsali e ancora e ancora.

La sera era rientrata stanca morta, aveva scambiato due parole con le coinquiline e era andata a dormire. 
Il martedì frequentò la lezione di embriologia,prese qualche appunto e  poi tornò a pranzo a casa.

<< Ciao… >> salutò le coinquiline. 
<< Ciao…già tornata! Ti va bene un piatto di pasta? Facciamo un etto a testa e mangiamo solo quello… >> 
<< Sì, va bene. >> 
Le loro conversazioni si limitavano al cibo, oppure le ascoltava mentre parlavano di futuro, figli e matrimoni. Erano più grandi di lei e avevano stretto una forte amicizia negli anni precedenti, quando avevano avuto coinquiline prepotenti ed erano state costrette ad allearsi… non c’è nulla che ti leghi più di un nemico in comune. Alessia era la nuova arrivata, la più piccola. Avevano stabilito loro i turni per le pulizie, facevano loro la spesa e pagavano le bollette, lei doveva solo mettere i soldi e non veniva mai inclusa nelle decisioni.

Il mercoledì aveva lezione di genetica, dove, per la prima volta, di presentò un assistente. Parlò della trasmissione delle malattie, quali fossero rare e quali no, quali disordini venissero trasmessi soltanto dal Dna mitocondriale e di come, secondo lui, qualsiasi patologia fosse dovuta alla genetica. La lezione fu molto interessante, era un professore che parlava con entusiasmo, con passione, ma che, purtroppo, gli avrebbe fatto solo quella lezione,di tutte le altre non si sapeva ancora nulla. 
Alessia uscì di corsa dall’aula, mangiò e andò nel dipartimento di chimica, dove anche lì le dissero di studiare, per la prima ora, mentre nella seconda la professoressa gli avrebbe fatto una lezione di recupero. Insieme a lei c’erano gli altri ragazzi che erano stati ripescati, alcuni avevano fatto biologia o farmacia e avevano già perso un anno, altri si erano trasferito in un paese dell’est, dove era più facile entrare a medicina, ed erano tornati non appena erano riuscito a passare il test; tutto per il sogno di diventare un medico. 
Il giovedì era l’ultimo giorno della settimana in cui  aveva il recupero e chiudeva in bellezza: un professore faceva ripetizioni di fisica in un inglese da brividi, con tentennamenti, pause ed errori ovunque, mentre Alessia si chiedeva per quale assurdo motivo avessero assegnato qualcuno del genere a un corso di medicina in inglese! 

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