Dr. Blaine Anderson

di Socialbutterfly85efp
(/viewuser.php?uid=1042286)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***
Capitolo 3: *** 3 capitolo ***
Capitolo 4: *** 4 capitolo ***
Capitolo 5: *** 5 capitolo ***
Capitolo 6: *** 6 capitolo ***
Capitolo 7: *** 7 capitolo ***
Capitolo 8: *** 8 capitolo ***
Capitolo 9: *** 9 capitolo ***
Capitolo 10: *** 10 capitolo ***
Capitolo 11: *** 11 capitolo ***
Capitolo 12: *** 12 capitolo ***
Capitolo 13: *** 13 capitolo ***
Capitolo 14: *** 14 capitolo ***
Capitolo 15: *** 15 capitolo ***
Capitolo 16: *** 16 capitolo ***
Capitolo 17: *** 17 capitolo ***
Capitolo 18: *** 18 capitolo ***
Capitolo 19: *** 19 capitolo ***
Capitolo 20: *** 20 capitolo ***
Capitolo 21: *** 21 capitolo ***
Capitolo 22: *** 22 capitolo ***
Capitolo 23: *** 23 capitolo ***
Capitolo 24: *** 24 capitolo ***
Capitolo 25: *** 25 capitolo ***
Capitolo 26: *** 26 capitolo ***
Capitolo 27: *** 27 capitolo ***
Capitolo 28: *** 28 capitolo ***
Capitolo 29: *** 29 capitolo ***
Capitolo 30: *** 30 capitolo ***
Capitolo 31: *** 31 capitolo ***
Capitolo 32: *** 32 capitolo ***
Capitolo 33: *** 33 capitolo ***
Capitolo 34: *** 34 capitolo ***
Capitolo 35: *** 35 capitolo ***
Capitolo 36: *** 36 capitolo ***
Capitolo 37: *** 37 capitolo ***
Capitolo 38: *** 38 capitolo ***
Capitolo 39: *** 39 capitolo ***
Capitolo 40: *** 40 capitolo ***
Capitolo 41: *** 41 capitolo ***
Capitolo 42: *** 42 capitolo ***
Capitolo 43: *** 43 capitolo ***
Capitolo 44: *** 44 capitolo ***
Capitolo 45: *** 45 capitolo ***
Capitolo 46: *** 46 capitolo ***
Capitolo 47: *** 47 capitolo ***
Capitolo 48: *** 48 capitolo ***
Capitolo 49: *** 49 capitolo ***
Capitolo 50: *** 50 capitolo ***
Capitolo 51: *** 51 capitolo - Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1 capitolo ***


foto_x_storia

Blaine Anderson viveva una vita normale a New York.

Beh.. normale quanto poteva quando sei un medico del pronto soccorso.

Le sue giornate consistevano , normalmente, nel prendersi cura dei suoi pazienti e sistemare le cartelle cliniche.

Poi tornava a casa , si rannicchiava sul divano con del cibo da asporto e guardava il finale di qualche partita.

I suoi amici lo prendevano sempre in giro sull’aver bisogno di ravvivare la sua vita amorosa, ma Blaine rispondeva sempre di non avere tempo.

Cosa che era solo una parte di verità.

L’altra era che non aveva ancora incontrato la persona giusta.

Non era più stato a rimorchiare in un bar/club .. ora che non era più al college.

Blaine voleva incontrare qualcuno alla vecchia maniera.

Era ancora giovane, poteva aspettare.

“Allora.. hai piani per questo fine settimana?” 

Santana, un’amica di Blaine, gli chiese mentre erano nel salottino dei medici.

Santana era un’infermiera del PS ed erano amici da molto tempo.

Blaine alzò lo sguardo dalla rivista che stava leggendo e scosse la testa .

“Oh.. dai Blaine.. dei fare qualcosa questo fine settimana.

E’ il primo fine settimana libero che hai da mesi..

Non hai intenzione di fare qualcosa?” si lamentò Santana.

Blaine ridacchiò.

“I miei piano sono affari miei, Santana”

Santana ruotò gli occhi.

“Senti.. non ho intenzione di lasciarti vagare da solo e depresso per il tuo appartamento.

Anche Brittany ha il fine settimana libero, così ti porteremo fuori per farti passare una bella serata”.

Blaine rise.

“Non credo proprio Santana, ma grazie comunque”, disse posando la rivista sul piccolo tavolino di fronte a lui e si alzò, “ora scusami.. ma devo tornare al lavoro”.

“Sarò da te alle 7, fatti trovare pronto per uscire” urlò Santana mentre Blaine usciva dal salottino.

“Santana sta cercando di farti divertire questo fine settimana?” lo prese in giro l’infermiera Quinn, mentre passava delle cartelle di alcuni pazienti a Blaine.

Blaine scosse la testa.

“Non chiedermelo”.

Quinn , semplicemente, rise, seguendolo in una delle stanze per gli esami.



In un'altra parte di New York, Kurt Hummel, famoso stilista di moda e padre di due bambini, era come sempre impegnato.

Correva da una parte all’altra come al solito.

La figlia più grande , Lila 8 anni, era la sua principessa e suo figlio più piccolo , Cory 3 anni , era una piccola versione di Kurt.

Lila e Cory erano tutto il suo mondo, soprattutto perché Cory aveva la sindrome di Down e portarlo a tutte le terapie di cui aveva bisogno rubava la maggior parte del suo tempo libero durante la settimana.

Ma i fine settimana la passavano solo loro tre insieme.

Era così che preferivano fare.

Kurt era diventato un padre single da poco prima che nascesse Cory.

Quando scoprirono che avrebbero avuto un bambino con speciali bisogni, il suo ex marito gli disse che non avrebbe potuto gestire la cosa e decise di lasciarli.

Lila non ricordava molto bene l’altro suo papà e Kurt preferì lasciare le cose così.

Da allora, la sua famiglia ed i suoi amici , avevano cercato di convincere Kurt ad uscire con qualcuno di nuovo, ma lui aveva sempre rifiutato.

“Dai Kurt.. penso sia un bene per te uscire almeno per un paio di ore” suggerì Rachel.

Rachel stava cenando con Kurt ed i bambini come facevano sempre durante le loro cene del Venerdì.

Qualcosa che la sua famiglia aveva sempre fatto da quando sua madre era ancora viva, fino a quando Kurt si era trasferito per il college.

Kurt scosse la testa.

“Rachel, sai che non mi piace lasciare i bambini visto che lavoro tutta la settimana.”

Rachel sospirò.

“Dai Kurt.. saranno solo un paio di ore .. ed io sarò qui per controllarli “.

Kurt la guardò negli occhi.

Sapeva che non sarebbe riuscito a venirne fuori.

Sospirò.

“Ti dico io cosa… ci penserò ok?”

Rachel strillò , saltellando e battendo le mani.

Abbracciò Kurt e gli diede un bacio sulla guancia.

“Ti divertirai… te lo prometto..” dichiarò.

Kurt annuì, riluttante..

“Si.. si.. si..”



NOTE

ed ecco la mia nuova traduzione...

la storia ha 51 capitoli .. e pubblicherò , per ora, un capitolo a settimana tutti i Lunedì ( a meno che non ci sia qualche problema .. ma farò in modo di non farvi mancare mai il capitolo settimanale..)

Che dire del capitolo..

Piccola introduzione per conoscere un pò "la vita" dei nostri amatissimi Klaine..

a Lunedì...


Il link al capitolo originale

https://www.fanfiction.net/s/10114636/1/Dr-Blaine-Anderson

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


Blaine aveva appena visitato il suo ultimo paziente per quella sera.

Aveva finito il suo turno e stava per tornare a casa.

“Aspetta Anderson!” urlò Santana.

Blaine si voltò e la vide correre verso di lui.

“Cosa c’è San?” chiese , era stanco morto.

Santana gli diede un foglietto.

“Questo è il posto dove io e Brittany ti porteremo stasera.”

“Ti ho già detto..” cominciò, ma Santana scosse la testa.

“No.. ci verrai.. anche se ti ci dovessi trascinare”.

Blaine scosse la testa, mentre infilava il biglietto in tasca , poi si voltò verso la porta.

“Ci vediamo dopo.. “ gli urlò Santana, mentre andava nella direzione opposta.

Blaine prese l’autobus per tornare a casa.

Una volta in casa si tolse le scarpe e poggiò la borse su una delle sedie in salotto.

Poi si lasciò cadere sul divano, prese il telecomando e cominciò a fare zapping tra i canali alla ricerca di nulla di particolare.

Prima che potesse scegliere un canale, Blaine sentì il cellulare vibrargli in tasca.

Lo prese e vide che era Santana; avrebbe voluto ignorarla, ma sapeva che se lo avesse fatto, lei avrebbe continuato a chiamarlo.

“Pronto?” rispose.

“E’ meglio se ti fai trovare pronto per uscire” ordinò Santana.

Blaine ruotò gli occhi.

“Dov’è questo posto comunque?”

“La festa è a casa di un’amica.

Non ti preoccupare .

Ci saranno un sacco di persone li.

Ed .. hey… potresti anche incontrare qualcuno” spiegò lei.

Blaine sospirò.

“Se ci vado.. smetterai ci cercarmi qualcuno?.. te l’ho detto.. lo farò quando sarò pronto..”

Santana ruotò gli occhi.

Aveva sentito il suo amico dirglielo un milione di volte prima.

“Ok.. se stasera esci .. ti prometto che non ti punzecchierò per tutto il resto del fine settimana”.

“E mi prometti che smetterai di farmi incontrare qualcuno?” ripeté Blaine.

Santana si morse il labbro.

“Ok.. lo prometto..”

Blaine rise.

“Bene.. ma ci vedremo li”.

“Perché?” chiese Santana.

“Perché ho bisogno di sistemarmi i capelli col gel dopo aver fatto la doccia e potrei metterci un po’” ammise Blaine.

San rise.

“Non credo che dovresti mettere il gel.. credo che dovresti lasciarli liberi.. 

Ma è solo una mia opinione.. 

Ci vediamo dopo tesoro..”

Blaine rise mentre salutava la sua amica e chiuse la telefonata.



Dopo aver cenato con la sua famiglia, Kurt iniziò a lavare i piatti .

“Non vai a prepararti per uscite?” chiese Rachel .

Kurt scrollò le spalle.

“Pensavo di aspettare fin dopo aver messo i bambini a letto.”

Rachel scosse la testa.

“Ecco.. questo è l’indirizzo del posto in cui la mia amica sta facendo la festa… 

Se dice qualcosa.. dille semplicemente che mi conosci.

Andrà bene” spiegò , mentre dava a Kurt un foglietto.

Kurt abbassò lo sguardo.

 Il posto non era così lontano.

Kurt pensò che se fosse successo qualcosa poteva sempre tornare a casa velocemente.

“Ma c’è un codice d’abbigliamento.

Quindi devi andare a cambiarti” aggiunse Rachel.

Kurt la guardò ad occhi spalancati.

“Un codice di abbigliamento? Rachel.. dai.. ho lavorato tutto il giorno ed ora devo rivestirmi?”

“E dai Kurt.. è solo per un paio d’ore” si lamentò Rachel .

Kurt sospirò.

“Va bene.. ma per favore puoi aiutare i bambini a prepararsi per andare a letto?”

Rachel annuì.



Un’ora e mezza dopo, Blaine aveva finito di prepararsi ed era pronto per uscire.

Prese il portafogli, il cellulare e le chiavi, poi uscì.

Controllò l’indirizzo sul biglietto che gli aveva dato Santana e si avviò.

Per strada , si fermò in un negozio di liquori.

Normalmente Blaine non beveva, ma pensò che , visto che stava andando ad una festa, avrebbe almeno potuto portare qualcosa.

Entrò nel negozio ed iniziò a cercare qualcosa.



Dopo essersi fatto la doccia e cambiato, Kurt andò al piano di sotto .

Rachel era seduta sul divano, leggendo una storia della buonanotte a Lila e Cory.

Rachel si voltò e vide quando bene stesse Kurt.

“Hey… stai davvero bene” lo ammirò .

“Davvero? 

Non è troppo?” arrossì Kurt.

Rachel scosse la testa .

“No.. stai davvero bene”.

“Sei bellissimo papà” disse Lila.

“Papà.. bello..” disse Cory.

Kurt sorrise e si avvicinò a loro.

“Grazie..” diede ad entrambi il bacio della buonanotte , “ ora voglio che entrambi facciate i bravi con zia Rachel stasera.

Tornerò dopo che siete andati a letto”.

“Dove sai andando?” chiese Cory.

“Sto uscendo per un po’ “ rispose Kurt quanto più semplicemente possibile.

“Sarai qui quando ci sveglieremo domattina?” chiese Lila.

“Certo che ci sarò, piccola” rispose Kurt , abbracciando forte sua figlia, “ Sarò sempre qui quando vi sveglierete”.

Kurt guardò Rachel con comprensione.

Iniziò a credere che anche lei stesse pensando a quando il suo ex marito li aveva lasciati anni prima.

E Rachel sapeva a cosa stesse pensando Kurt.

Velocemente, sillabò la parola..” vai”.

Kurt baciò Lila e Cory un’altra volta e poi uscì.



Blaine arrivò finalmente all’indirizzo segnato.

Suonò il campanello ed aspettò che qualcuno rispondesse.

Pochi secondi dopo, una giovane donna venne a rispondere.

“Si?” chiese.

“Ciao.. sono Blaine, l’amico di Santana” iniziò Blaine.

“ Oh.. giusto.. il dottore.. vieni accomodati.. “ rispose la donna, aprendo la porta per far entrare Blaine.

“Io sono Dani..”

“E’ un piacere conoscerti. 

"Oh.. questo è per te” rispose Blaine , porgendole la bottiglia di vino che aveva appena comprato.

“Oh!.. Grazie..” rispose Dani , mentre si dirigeva in cucina.

“Blaine!” sentì qualcuno chiamarlo.

Si voltò e vide Brittany avvicinarsi per poi tirarlo in un abbraccio.

“Hey Britt..” disse.

“Mi sei mancato “ ammise Brittany.

“Mi sei mancata anche tu..” disse Blaine.

“Non badarle” disse Santana, venendo in suo soccorso, portandosi un braccio di Brittany sulle spalle.

“Ha bevuto un po’ troppo” .

“Di già?” chiese Blaine.

“Due bicchieri di vino sono già il suo limite” ammise Santana, portandosi via Brittany.

Ding..dong..

“Qualcuno può andare a vedere chi è?” chiese Dani.

Blaine si guardò intorno e notò che nessuno si stava offrendo volontario, così decise di essere un buon ospite ed andò a rispondere alla porta.

Non si aspettava di vedere l’uomo che vide quando aprì la porta.

Ad entrambi gli uomini sembrò che il tempo si fosse fermato.

Kurt scosse la testa per riprendersi.

“Ciao.. sto cercando Dani.. Vive qui?”

Blaine sbatté le palpebre un paio di volte.

“Uh.. si .. scusa.. entra.. io sono Blaine..” allungò una mano verso Kurt per potergli stringere la mano.

Kurt entrò e sorrise.

Poi strinse la mano di Blaine.

“Io sono Kurt..”

“E’ un piacere incontrarti Kurt…” disse Blaine.

I due uomini rimasero così per qualche minuto, come se fossero le uniche persone al mondo.

“Um… posso prenderti qualcosa da bere?” si offrì Blaine.

“Oh.. certo” rispose Kurt, mentre seguiva Blaine in cucina, dove, a quanto sembrava, tutti avevano deciso di stare.

Blaine afferrò due bicchieri di plastica ed una bottiglia di vino.

“Andiamo.. è troppo affollato qui.. Perché non andiamo fuori?”

Kurt annuì e lo seguì.

Blaine e Kurt si diressero verso il portico posteriore e si sedettero sulle due sedie della veranda.

Blaine stappò la bottiglia e versò un bicchiere per lui ed uno per Kurt.

“Grazie..” sorrise Kurt.

“Prego..” rispose Blaine, “alle nuove conoscenze” disse brindando con Kurt.

“Alle nuove conoscenze “ rispose Kurt per poi prendere un sorso di vino.

“Allora.. come ti hanno convinto a venire qui?” si lasciò sfuggire Blaine.

Kurt quasi si strozzò.

“Scusa?”

“Oh.. mi dispiace.. conosci Dani personalmente?” disse Blaine, scusandosi.

Kurt rise.

“No.. in realtà una mia amica mi ha dato l’indirizzo.. ha detto che avevo bisogno di uscire di più.”

Blaine rise.

“Si.. la mia amica mi ha detto le stesse cose.

Non è così che tutto inizia?”

“Che tutto inizia cosa?” chiese Kurt, prendendo un altro sorso di vino.

“Avere un amico che ti dice che hai bisogno di uscire di più.. poi lo fai e finisce che ti diverti davvero e poi il tuo amico ti dice che te l’aveva detto”

Kurt rise.

Blaine guardò Kurt.

“Cosa?.. è la verità.. aspetta e vedrai”.

Kurt ruotò gli occhi .

“No.. non Rachel.. non lo farebbe mai.. almeno spero..”

Blaine annuì e prese un altro sorso di vino.

Blaine e Kurt continuarono a parlare per tutta la durata della festa.

Non si accorsero nemmeno che tutti se n’erano andati.

“Hey.. ragazzi..” disse Dani, interrompendoli.

Blaine e Kurt si voltarono.

“Odio interrompervi… ma la festa è finita tipo un’ora fa..” ammise Dani.

Blaine e Kurt guardarono i loro cellulari.

Kurt spalancò gli occhi .

“Oh mio dio..”

“Credo che abbiamo parlato per tuttala serata” disse Blaine.

“Si .. lo avete fatto” disse Dani.

“E’ stato davvero bello incontrarti Blaine.. ma ora.. devo andare..” disse velocemente Kurt che si alzò e corse fuori dall’appartamento.

“Kurt.. aspetta..” disse Blaine… ma era ormai troppo tardi.

Kurt se n’era andato.

“Ti prego.. dimmi almeno che ti sei fatto dare il suo numero..” lo prese in giro Dani..

Blaine scosse la testa, tristemente.

Dani sospirò.

“Mi dispiace Blaine.. forse un giorno lo rivedrai di nuovo..” disse con comprensione, dandogli una pacca sulla spalla.



NOTE

Blaine e Kurt si incontrano ... come faranno a "ritrovarsi?"..

Scusate vado che riguardo un pò l'Elsie Fest :P a lunedì...


Il link al capitolo originale

https://www.fanfiction.net/s/10114636/2/Dr-Blaine-Anderson

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 capitolo ***


Kurt corse a casa più in fretta che poté.

Sapeva di essere stato fuori più di quanto aveva pensato.

Aveva promesso a Lila e a Cory che sarebbe stato a casa per quando si sarebbero svegliati , cosa che sarebbe accaduta tra diverse ora, ma non voleva rompere la sua promessa.

Kurt pescò le chiavi dalla tasca ed aprì la porta.

L’interno era tutto al buio, tranne per una fioca luce in salotto.

Si tolse piano le scarpe e si avvicinò al divano.

Vide Rachel dormire tranquillamente con un libro sul petto.

Sorrise e prese una coperta con cui la coprì.

Accese la luce in corridoio così da poter vedere dove stava andando poi la spense di nuovo.

Salì verso la sue stanza, spegnendo il resto delle luci e , troppo stanco per infilarsi il pigiama, salì sul letto e si addormentò velocemente.



Dopo che Kurt se n’era andato così in fretta, Blaine si incamminò verso casa.

Sapeva che non era una buona idea per lui camminare per strada da solo, ma non aveva scelta.

Si assicurò di camminare dove ci fosse molta luce, in questo modo avrebbe visto se qualcuno si stesse avvicinando.

Non voleva ripetere quello che gli era successo dopo il suo Sadie Hawkins al liceo.

Fortunatamente per Blaine, era tornato a casa tutto intero.

Aprì la porta ed entrò.

Velocemente chiuse a chiave la porta e si lasciò cadere sul divano.

Era troppo stanco per andare in camera da letto.

Prima di avere la possibilità di chiudere gli occhi, sentì il cellulare squillare.

Decise di ignorarlo…ma continuò a suonare; così Blaine si tirò su e rispose.

“Pronto?” chiese, la voce roca.

“Ciao Blaine.. ti sei divertito?” chiese Santana.

Blaine ruotò gli occhi.

“Guarda San, sono appena rientrato a casa e sono stanco morto.

Ne parliamo più tardi. 

Ciao”

Prima che lei potesse dire altro, Blaine attaccò il telefono e lo gettò sul pavimento.

Chiuse gli occhi e si addormentò.



La mattina dopo Kurt fu svegliato da Lila e Cory che saltavano sul suo letto.

“Lila! Cory! Lasciate dormire vostro padre!” li rimproverò Rachel.

Kurt si stropicciò gli occhi.

“Va bene.. Rachel.. sono sveglio” disse , la voce rauca per il sonno.

“Ciao papà!” disse Cory.

“Ciao tesorino, “ rispose Kurt.

“Ti sei divertito ieri sera, papà?” chiese Lila.

Kurt annuì.

“Forza voi due.. andiamo giù così vi preparo la colazione mentre vostro padre si fa una doccia e si veste “ suggerì Rachel.

Kurt la ringraziò , annuendo, mentre Rachel faceva scendere i due bambini dal letto per poi portarli fuori dalla stanza.

Kurt si alzò da sotto le coperte e si diresse verso il bagno.

Si guardò allo specchio.

Notò le borse sotto gli occhi per la mancanza di sonno.

Avrebbe avuto bisogno di una dose in più di crema idratante quella mattina.

Poi iniziò a farsi la doccia.



Blaine dormiva profondamente da quelle che sembravano ore fin quando non sentì il suo cellulare squillare.

Lo ignorò .

Sapeva che poteva essere solo Santana che rompeva per sapere com’era andata la scorsa sera.

Quando il telefono continuò a squillare e tutte le chiamate finivano in segreteria, Blaine capì che c’era qualcosa che non andava.

Si mise subito a sedere ed afferrò il cellulare.

Notò che tutte le chiamate perse venivano dall’ospedale, così richiamò immediatamente.

“Hey Quinn. Cosa succede?” chiese.

“Hey Blaine.. so che è la tua giornata libera, ma siamo pieni di gente.. non è che puoi passare per un paio d’ore?” chiese Quinn velocemente.

Blaine ridacchiò.

Sapeva di non poter sfuggire al Pronto Soccorso.

“Certo Quinn.. “ 

Blaine guardò l’orologio.

“Dammi un’oretta per cambiarmi e sarò li”.

Quinn sorrise 

“Grazie Blaine.. sapevo di poter contare su di te..”

Blaine rise.

“Si.. ed io sapevo che non potevo sfuggire al lavoro questo fine settimana”

Quinn ruotò gli occhi.

“Bene.. ci vediamo dopo, Blaine.. ciao..”

“Ciao “ rispose Blaine prima di attaccare.

Poi si alzò dal divano ed incominciò a prepararsi per il suo turno in ospedale.



Dopo aver fatto la doccia ed essersi vestito, Kurt si diresse al piano di sotto e vide Rachel ed i bambini fare colazione.

“Ciao ragazzi..” li salutò Kurt.

“Hey.. com’è andata la serata?” chiese Rachel .

Kurt scrollò le spalle.

“E’ andata bene “ disse mentre si versava una tazza di caffè.

“Solo bene?” insistette Rachel.

“Beh.. ho incontrato un ragazzo…” ammise Kurt.

Rachel spalancò gli occhi.

“Davvero? Chi? Come si chiama? Cosa fa? Com’è?”.

Kurt rise.

“Rachel.. rallenta.. tutto quello che so è che si chiama Blaine.

Abbiamo passato tutta la serata sul portico , nel retro, a bere vino in bicchieri di plastica a parlare di cose stupide, tipo qual è il nostro supereroe preferito”.

Kurt sorrise.

“Beh.. almeno vi siete scambiati i numeri di telefono?” 

Kurt scosse la testa triste.

“No.. Dani ci ha raggiunti e ci ha detto che avevamo parlato per tutta la sera e che la festa era già finita da un po’”.

Rachel mise una mano sulla sua spalla.

“Aww.. mi dispiace Kurt.. hey.. non si può mai sapere.. potresti imbatterti di nuovo in lui..”

Kurt scrollò di nuovo le spalle.

“Non lo so.. “

Rachel abbracciò il suo amico.

“In questo momento voglio concentrarmi sulle due persone più speciali della mia vita” ammise Kurt, mentre si voltava verso il tavolo e cominciò a fare il solletico a Lila e a Cory.

“Cosa faremo oggi , papà?” chiese Lila.

“Beh.. pensavo che potremmo andare a scegliere i vostri nuovi letti. 

Cosa ne dite?” suggerì Kurt.

“Siii!!” dissero entrambi , battendo le mani.

Kurt rise.

Poi si voltò verso Rachel .

“Vuoi venire con noi, Rachel?”

“Oh beh.. ho bisogno di andare a casa.. farmi una doccia.. cambiarmi.. ma voi divertitevi..”

Ammise Rachel , mentre afferrava la sua borsa dirigendosi verso la porta, “ ci vediamo per la cena del Venerdì, ma chiamami se hai bisogno di me prima”.

Kurt sorrise ed annuì, salutando Rachel.

“Ciao zia Rachel!” urlarono all’unisono Lila e Cory.

Rachel li salutò di nuovo ed uscì.

Kurt abbassò lo sguardo sui figli e sorrise.

“Ok voi due.. finite.. andiamo a scegliere i vostri lettini nuovi”.

“Sii!!” batterono di nuovo le mani.

“Che lettino prendiamo papà?” chiese Lila mentre metteva i piatti nel lavello.

“Beh.. pensavo.. che potevamo prenderti un letto a castello..” disse Kurt.

“Un letto a castello? Fico!!” strillò Lila.

“Anche a me !” urlò Cory.

Kurt si inginocchiò accanto a Cory.

“Cory.. stavo pensando di prenderti un lettino a forma di auto da corsa.

Sei diventato comunque troppo grande per la tua culla.

Preferisci il letto a forma di auto da corsa rossa o blu?”

“Un’auto da corsa? “ chiese Cory.

Kurt rise.

“Si.. è a forma di auto da corsa e dentro c’è il letto”

“Fico!” sorrise Cory.

“Ok.. adesso voi due andate al piano di sopra e vi pettinate e vi lavate i denti, così poi possiamo andare” disse Kurt.

Lila e Cory andarono di corsa al piano di sopra e fecero tutto quello che gli era stato ordinato.

Kurt finì di lavare i piatti usati per la colazione e poi andò al piano di sopra per aiutare Cory a lavarsi i denti.



Blaine arrivò al New York Memorial Hospital .

Non appena entrò , capì che sarebbe stata una lunga giornata.

C’erano una dozzina di pazienti in sala d’attesa .

Stavano tutti tossendo, starnutendo o espellendo qualsiasi cosa ci fosse nei loro petti. 

“Blaine?” 

Sentì qualcuno urlare il suo nome.

Si guardò intorno e vide Quinn salutarlo.

“Hey Quinn” rispose Blaine.

“Grazie per essere venuto , anche se è la tua giornata libera” disse Quinn .

Blaine scosse la testa.

“Davvero non è un problema”.

Quinn rise , passandogli alcune cartelle.

“E’ bello essere amati” la prese in giro Blaine.

“Ha!.. Ha” finse di ridere Quinn.

“Quando hai finito con questi, ce ne sono almeno un altro milione in sala d’attesa.

Blaine scosse la testa.

Abbassò lo sguardo sulla prima cartella tra le mani; lesse il nome , il numero della stanza ed iniziò a lavorare.



NOTE

ed ecco il terzo capitolo...

Non succede molto ..ma cominciamo a scoprire un pò le vite dei nostri "eroi".. ^_^

A lunedì prossimo....


Link al capitolo originale

https://www.fanfiction.net/s/10114636/3/Dr-Blaine-Anderson

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 capitolo ***


Il fine settimana era arrivato e finito velocemente, sia per Blaine che per Kurt.

Kurt si era goduto tutto il tempo passato con Lila e Cory.

Ma era Lunedì di nuovo e lui doveva tornare al lavoro e loro a scuola.

Era sempre stato difficile farli alzare dopo un divertente fine settimana.

Kurt aveva finito di prepararsi per la giornata.

Poi era andato in camera di Lila per iniziare a svegliarla.

“Lila.. Lila.. è ora di alzarsi , principessa” sussurrò

“Ancora cinque minuti” mormorò Lila.

Kurt rise.

A Lila non era mai piaciuto alzarsi presto; era come un animale notturno.

“Ok.. torno tra un paio di minuti” .

Kurt uscì dalla sua stanza ed attraversò il corridoio fino alla stanza di Cory.

“Cory.. hey tesoro.. è ora di alzarsi” sussurrò Kurt.

“E’ ora di giocare?” chiese Cory.

Kurt sorrise.

“No.. ma puoi giocare a scuola con i tuoi compagni”

Cory scosse la testa.

“Voglio giocare con te, Lila e zia Rachel”.

Kurt tirò su il figlio e lo portò in bagno .

“Lo so.. ma abbiamo giocato per tutto il fine settimana. 

Te lo ricordi? “

Cory annuì.

Kurt gli tirò giù i pantaloni del pigiama e lo aiutò a togliersi il pannolino.

“Bleah!.. tutto bagnato.. “

“Si.. tutto bagnato.. ecco perché indossi il pannolino la notte.

Perché non ti alzi per usare il vasino” spiegò Kurt.

Cory annuì per la comprensione.

“Ok.. lava le mani “ gli ordinò Kurt mentre spruzzava del sapone sulla sue mani.

“Devo andare a controllare se tua sorella si è alzata.

Dopo torna in camera tua e sarò subito da te”.

Cory annuì e finì di lavarsi le mani.

Kurt tornò in camera di Lila e vide che si era addormentata di nuovo.

Si avvicinò al suo letto e la scosse leggermente per una spalla.

“Lila.. è ora di alzarsi..” disse un po’ più forte e con voce severa.

“Non voglio andare a scuola” piagnucolò Lila.

“Lo so… ma devi.. e penso che il tuo letto a castello arriverà oggi” le ricordò Kurt.

Non appena Lila sentì che il suo letto a castello sarebbe arrivato presto, saltò giù dal letto.

Kurt rise.

Era davvero molto emozionata di avere un letto a castello perché così quando sarebbe venuta una sua amica non sarebbe stato più necessario dormire sul pavimento.

“Ok.. tesoro.. ho bisogno che ti vesti , mentre aiuto tuo fratello..

Quando hai finito, preparerò per entrambi la colazione” le disse.

“Ok papà.. “ rispose Lila.

Kurt annuì e tornò da Cory.



Dopo aver lavorato per tutto il fine settimana , Blaine era esausto.

Doveva anche lavorare oggi, ma non fino a sera, cosa che gli diede il tempo per fare un po’ di spesa e fare un po’ di pulizie nell’appartamento.

Buzz.. buzz..

Blaine sentì il cellulare vibrare, segno che gli era appena arrivato un messaggio.

Prese il cellulare e vide che era Santana.

“Quand’è che mi racconterai quello che è successo alla festa di Venerdì?” - Santana

Blaine ruotò gli occhi.

Santana non avrebbe mai smesso di cercare di farlo uscire; così decise di divertirsi un po’.

“Ho incontrato un ragazzo eccezionale.. ci siamo sposati ed ora siamo in attesa della nascita del nostro primo figlio” – Blaine.

Blaine non poté fare a meno di ridere per quello che aveva scritto.

Avrebbe voluto poter vedere la faccia della sua amica quando avrebbe letto il suo messaggio.

“Ha.. ha.. molto divertente.. quindi.. hai davvero incontrato qualcuno? 

Perché da quello che mi ha detto Dani ha quasi dovuto cacciarti a calci , insieme ad un altro ragazzo, da casa sua dopo che la festa era finita da un pezzo” – Santana

“Si… ho incontrato qualcuno.. abbiamo parlato per tutta la festa.

Abbiamo perso la cognizione del tempo.

Sai com’è.

Abbiamo parlato delle nostre canzoni preferite, bevendo vino in economici bicchieri di plastica” – Blaine.

“Aspetta!

Tu!

Blaine – non – berrò – mai – più – di – una – birra- Anderson che bevi vino?” – Santana

“Oh… eddai Santana!

Non siamo più al liceo!” – Blaine

“No.. è solo che non ti ho mai visto bere tanto prima.. questo è tutto!” – Santana

“Hey.. hai incontrato qualcuno?” – Brittany

“Ciao anche a te Brittany” – Blaine

“Scusa.. mi ha preso il cellulare.

Dai.. dimmi qualcosa di questo ragazzo che hai incontrato” – Santana

“Non c’è molto da dire in realtà..

Tutto quello che so è che si chiama Kurt.

Quando Dani ci ha detto che la festa era finita è scappato via.. 

Non ho avuto nemmeno la possibilità di chiedergli il numero di telefono” – Blaine.

“Aww.. Blaine .. mi dispiace..” – Santana

“Va bene.. forse non era destino..” - Blaine 

“Hey.. forse lo incontrerai di nuovo.. non puoi saperlo” – Santana

“Forse.. hey.. devo andare ora.

Lavori stasera?” – Blaine

“Si .. ci vediamo al lavoro” – Santana

“A dopo allora..” – Blaine.

Dopo aver finito di messaggiarsi con Santana, Blaine iniziò con le pulizie dell’appartamento, cominciando dai piatti nel lavello.



La giornata di Kurt stava per andare di male in peggio.

Finì per portare i bambini a scuola in ritardo perché Cory aveva fatto storie sul lavarsi i denti e sullo spazzolarsi i capelli.

Portare loro a scuola tardi, significò arrivare in ritardo anche al lavoro.

Quando entrò nel suo ufficio , notò delle importanti persone in attesa.

“Ashley… chi sono quelle persone?” sussurrò alla segretaria.

Lei alzò lo sguardo dal computer e guardò le persone di cui aveva parlato Kurt.

“Oh.. quelli sono degli stilisti nuovi che sono venuti per parlare con te e la signorina Wright di certi nuovi disegni da poter mettere in alcuni cataloghi di moda”.

Kurt spalancò gli occhi.

“Non ho ricevuto nessuna email per questo”.

“oh.. lo so.. nemmeno Isabelle.. 

E’ successo tutto quando te ne sei andato Venerdì” aggiunse lei.

Kurt ingoiò un groppo in gola.

Cosa avrebbe fatto?

Non aveva nessun disegno che fosse abbastanza buono da essere messo in un catalogo e che i vertici della moda potessero vedere.

Kurt prese un respiro profondo ed entrò nel suo ufficio.

Rapidamente , ma con calma, si mise a cercare tra i suoi disegni.

“Kurt..” sentì Isabelle chiamarlo.

Si voltò e la vide sulla soglia con un finto sorriso sul viso.

“Ciao Isabelle.. entra.. “ disse Kurt.

“Lo so che questo è davvero un breve preavviso.. ma oggi abbiamo degli ospiti davvero speciali” cominciò a spiegare Isabelle.

Kurt annuì.

“Si.. Ashley mi ha già spiegato..”

Isabelle annuì.

“Bene.. così mi chiedevo se potessi prendere due o tre dei tuoi migliori outfit primavera/estate ed incontrarci in sala conferenze?”.

Kurt annuì.

“Certo.. “

Isabelle sorrise.

“Grande..” rispose e lasciò il suo ufficio.

Kurt lasciò andare il respiro che non sapeva di aver trattenuto e si lasciò cadere sulla sedia.

Continuò a cercare i migliori disegni per la primavera/estate e poi si diresse verso la sala della conferenze.



Blaine aveva finito di fare i piatti, aveva fatto la lavatrice, aveva passato l’aspirapolvere ed aveva anche avuto la possibilità di chiamare i suoi genitori.

Era stato bello sapere che andava tutto bene.

Con i suoi turni pieni riusciva raramente a parlare con loro.

Ora tutto quello che doveva fare era andare a fare la spesa prima di doversi fare una doccia e prepararsi per andare al lavoro.

Controllò in cucina quello che serviva e face una lista.



Kurt non poté essere più felice di così per aver finito con il lavoro.

Era riuscito ad uscire prima del solito grazie al precedente meeting.

Aveva deciso di fare una sorpresa a Lila per il pranzo.

Si incamminò così verso la scuola elementare quando sentì il suo cellulare squillare.

“Pronto?” chiese.

“Pronto.. il signor Hummel?” qualcuno chiese.

“Si.. chi è?” rispose Kurt.

“Sono Madison.. della scuola materna di Cory” iniziò la donna.

Kurt sospirò

“Sta bene?”

“Sta bene.. solo.. ha appena avuto un piccolo incidente nei pantaloni.. eravamo in giardino ed ha fatto, accidentalmente ,un pasticcio nei pantaloni.

E’ davvero sconvolto per questo..” continuò lei.

“ok.. penso di aver messo un cambio di vestiti in più nella borsa… arrivo subito..” rispose Kurt.

Madison sorrise.

“Grazie signor Hummel.. a presto”.

“Arrivederci” disse Kurt e riattaccò.

Sospirò .

Voleva sorprendere Lila, ma quest’idea doveva essere cancellata.

Forse poteva ancora farle una sorpresa , dopo esserci occupato di Cory.

Kurt si voltò e si diresse verso la scuola materna.

Quando Kurt arrivò finalmente a scuola, poté sentire alcuni bambini piangere da dietro la porta chiusa.

Aprì la porta e si incamminò verso l’ufficio.

“Salve.. sono il padre di Cory Hummel” disse Kurt.

La donna sorrise.

“Cory è qui” disse e si alzò rivelando Cory.

Aveva il viso rigato dalle lacrime .

“Oh.. vieni qui tesoro..” lo chiamò dolcemente Kurt.

Cory corse oltre la porta dell’ufficio e tra le braccia del suo papà ed iniziò di nuovo a piangere.

“va tutti bene.. Shhh! Va tutto bene..

Papà è qui” cercò di calmarlo Kurt.

Guardò la segretaria.

“Ho intenzione di portarlo a casa”.

Lei annuì ed allungò a Kurt lo zainetto di suo figlio.

Kurt fece un cenno del capo per ringraziarla poi firmò per farlo uscire e se ne andarono.

“Va tutto bene Cory.. è stato solo un incidente..” cercò di consolarlo Kurt.

Cory scosse la testa , appoggiata alla spalla di Kurt.

“Ho un’idea.. perché non andiamo a prendere Lila?” suggerì Kurt.

Cory annuì.

“Ok.. andiamo “.

Kurt portò Cory in braccio per tutto il tragitto fino alla scuola elementare di Lila.

Una volta arrivati , Cory individuò una vasca di pesciolini al centro dell’ufficio.

Mentre Kurt parlava con la segretaria, Cory corse a vedere i pesciolini.

Una volta finito di parlare, Kurt abbassò lo sguardo e si accorse che Cory era sparito.

Guardò verso la vasca e corse poi verso di lui.

“Cory!  Non spaventare così papà!” lo rimproverò Kurt .

“Scusa papà..” si scusò Cory, “guarda i pesciolini..!”

“Si.. vedo”.. rispose Kurt.

“Papà!” strillò Lila , correndo verso Kurt.

“Hey micina.. “ rispose Kurt mentre l’abbracciava.

“Cosa ci fai qui? “ chiese Lila confusa.

“Andiamo.. ti faccio uscire prima” disse Kurt.

Lila spalancò gli occhi.

Poi lasciarono l’edificio.

“Il mio letto è già arrivato?” chiese Lila .

Kurt rise.

“Non lo so .. ma Cory ha avuto un piccolo incidente e sono dovuto andare a prenderlo così ho pensato di venire a prendere anche te”.

Lila sorrise.

“Possiamo guardare un film quando arriviamo a casa?” chiese Lila.

“Monsters!*” intervenne Cory

Kurt rise .

“Vedremo”.



NOTE

* Monsters & Co. 

Link al capitolo originale

https://www.fanfiction.net/s/10114636/4/Dr-Blaine-Anderson

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 capitolo ***


Dopo che Kurt ed i ragazzi arrivarono a casa , il campanello suonò.

“Vado io” gridò Lila.

“No.. vado io “ la rimproverò Kurt seguendola.

Kurt aprì la porta e trovò un fattorino con un pacco grande ed uno piccolo.

“Una consegna per il signor Hummel” disse

“Si.. “ annuì Kurt e firmò per ritirare i pacchi .

L’uomo gli sorrise e poi se ne andò.

Kurt guardò i pacchi lasciati all’ingresso.

“Oh.. guardate bimbi.. sono i vostri nuovi letti” disse Kurt , cercando di sembrare emozionato.

“Il mio letto a forma di auto da corsa” disse battendo le mani Cory.

“Ed il mio letto a castello” aggiunse Lila.

“Si.. e sembra che papà li debba montare” disse Kurt, sottovoce , portando i pacchi dentro il salotto.

“Apri.. apri.. apri..” domandò Cory.

“Aspetta Cory…” disse Kurt , “fammi prendere le forbici .. sarà più facile aprirle così”.

Kurt andò a prendere la forbici e tornò al centro del salotto.

“Ok.. penso che aprirò prima il letto di Cory.. perché è più piccolo e penso che non ci vorrà molto tempo per montarlo” ammise Kurt , “Lila credo che per il tuo lettino dovrai aspettare un pò” .

“Posso aiutarti?” intervenne Lila.

“Anche io.. anche io..” aggiunse Cory, toccandosi il petto, desiderando di essere incluso.

Kurt sorrise.

“Oh.. lasciatemi prima aprire questo scatolo.”

Iniziò ad aprire lo scatolo piccolo.

Kurt aprì il pacco ed all’interno c’era il lettino rosso a forma di auto da corsa.

Cory spalancò gli occhi .

“Il mio letto a forma di auto da corsa..” strillò Cory.

Kurt rise.

“Ti piace?” 

“Siii!!” strillò Cory.

Saltò sul materasso e lo strinse forte a lui.

“Ok.. tesoro.. portiamo questo su nella tua camera da letto e magari possiamo anche metterci le tue lenzuola” suggerì Kurt.

Cory annuì eccitato mentre aiutava Kurt a portarlo in camera sua”.

“Toglierò il tuo vecchio letto domani o questo fine settimana. 

Che lenzuola vuoi mettere sul tuo letto nuovo?” chiese Kurt a suo figlio.

“Cars!*” rispose Cory ,come se fosse ovvio.

Kurt ruotò gli occhi .

“Certo.. perché non ci ho pensato”.

Cory ruotò gli occhi .

Kurt prese le lenzuola dall’armadio in corridoio e rifece velocemente il letto.

Quando Kurt finì di mettere le lenzuola sul nuovo letto di Cory, tornò al piano di sotto e trovò Lila che lo aspettava pazientemente per aprire l’altra scatola.

“Aprirai anche il mio nuovo letto?”.

Kurt annuì.

“Si.. lo apro adesso.. ma avrò bisogno del tuo aiuto, ok?”

Lila annuì.

“Cosa vuoi che faccia?”

“Beh.. ho bisogno di portare su in camera tua, tutti i pezzi , queste viti ed altre cose.

Così possiamo montarlo su.

Puoi aiutarmi a portarle su?” chiese a Lila.

“Si..” rispose lei.

Kurt sorrise.

“Bene.. “

Kurt aprì la scatola grande e vide tanti pezzi grossi e viti all’interno.

Scosse la testa.

“Sai.. vorrei proprio che tuo nonno fosse qui per aiutarmi” mormorò sottovoce, ma Lila lo aveva sentito.

“Non preoccuparti papà. Puoi farcela” lo incoraggiò, dandogli una pacca sulla spalla ed un bacio sulla guancia.

Kurt sorrise.

Dopo un paio d’ore, montando e rimontando tutti i pezzi, il letto a castello, alla fine, fu pronto.

“Siii! Papà ce l’hai fatta” urlò Lila, abbracciando il padre.

Kurt sorrise e si asciugò il sudore dalla fronte con la manica.

“Papà… cos’è questo?” chiese Lila , tirando su un pezzo che Kurt aveva dimenticato.

Kurt lo prese e lo guardò  attentamente.

“Oh.. sembra la barriera di sicurezza che va vicino al letto di sopra.

Sono davvero stanco ora.

Lo metterò domani” disse mettendolo da parte.

Dopo aver fatto i letti, Kurt era troppo stanco per preparare la cena, così decise di ordinare Cinese.

Qualcosa che faceva molto raramente.

Dopo aver cenato, fece il bagno ai bambini e li preparò per dormire nei loro nuovi letti.

“Ok.. Cory.. spero che farai tanti bei sogni nel tuo nuovo lettino a forma di auto da corsa” disse allegramente Kurt.

“Buonanotte papà.. ti voglio bene” rispose Cory dandogli il bacio della buonanotte ed un forte abbraccio.

“Buonanotte tesoro.. ti voglio bene anche io..” ripeté Kurt, poi si alzò e si diresse verso la porta.

Si voltò e vide quanto fosse adorabile Cory nel suo nuovo lettino.

Spense la luce e chiuse la porta , lasciando un piccolo spiraglio .

Poi Kurt andò nella stanza di Lila.

Guardò il lettino di sotto ma non la vide.

“Lila?” chiese.

“Quassù papà..” ridacchiò Lila.

Kurt alzò lo sguardo sul lettino di sopra.

“Sei sicura che vuoi dormire lassù?”

Lila annuì.

“Ok.. ma non dimenticarti.. devi usare la scala per scendere” le ricordò Kurt.

Lila annuì di nuovo.

“Buonanotte papà.. ti voglio bene..” disse baciando la guancia di Kurt.

“Buonanotte principessa.. ti voglio bene anche io.. spero che ti godrai il tuo nuovo lettino” disse Kurt allegramente , restituendole il bacio.

Spense la luce e chiuse la porta, lasciando , come da Cory, un piccolo spiraglio.

Visto che erano solo le 9 Kurt andò in camera sua a controllare le sue email prima di andare a letto.



Verso le 11 Blaine era impegnato come al solito.

Amava lavorare durante il turno di notte.

Quasi nessuno arrivava durante la notte.. e se lo facevano .. lo facevano ad ondate e questo faceva scorrere il tempo più velocemente.

Blaine si stava occupando , in quel momento, di una famiglia di quattro persone che avevano avuto un incidente d’auto.

Lui, gli altri medici e le infermiere correvano avanti ed indietro per assicurarsi che ogni paziente avesse la cura giusta.



A casa Hummel , Kurt stava cominciando ad addormentarsi davanti al portatile e Cory dormiva.

Lila invece doveva essere stata svegliata da qualcosa ed aveva bisogno di andare al bagno.

Visto che era ancora mezza addormentata , non sapeva bene quello che stava facendo.

Lila tirò via le coperte ed iniziò ad alzarsi per scendere dal letto.

Aveva dimenticato di essere sul letto di sopra del suo letto a castello.

Atterrò sul pavimento con un forte tonfo!

Iniziò ad urlare molto forte.

Kurt saltò per lo spavento quando sentì Lila urlare.

“Lila?” chiese, saltando giù dal letto , accendendo tutte le luci mentre andava in camera di Lila.

“Lila?” disse mentre lei continuava ad urlare e a piangere.

Quando Kurt entrò nella stanza di sua figlia , accese la luce e la vide stesa sul pavimento.

“Oh mio dio…” sussultò, “ cos’è successo?”

“Io.. io.. dovevo.. dovevo andare al bagno “ balbettò Lila.

Kurt alzò lo sguardo sul letto di sopra e sospirò.

“Oh.. avrei dovuto mettere la barriera.. oh tesoro.. mi dispiace..”

Lila continuò a piangere.

Cory entrò nella stanza, essendo stato svegliato da tutto quel rumore.

“Lila sta piangendo” osservò.

“Lo so tesoro.. puoi prendere il telefono di papà?” chiese Kurt e Cory uscì velocemente dalla stanza.

“Papà.. fa male!” urlò Lila.

“Lo so cucciola.. ma adesso chiamiamo il 911 così ti porteranno in ospedale , ok? Ci sarà un dottore che ti visiterà” spiegò Kurt 

Cory tornò un minuto dopo e porse il cellulare a Kurt.

“Grazie , tesoro..” disse Kurt.

Cory finse di fare il saluto militare. 

Kurt chiamò velocemente il 911.

“Si.. ho bisogno di un’ambulanza.. mia figlia è caduta del letto di sopra del suo letto a castello.. “ disse in fretta, “ amore.. torno subito.. devo aprire la porta.”

“No!” strillò Lila.

“Va tutto bene piccola.. torno subito.. Cory resta con tua sorella.. ma non toccarla.” Ordinò Kurt.

Corse velocemente fuori dalla stanza e al piano di sotto per aprire la porta.

Un paio di secondi dopo poté sentire le sirene venire dalla strada.

Poi vide l’ambulanza ed il camion dei pompieri fermarsi davanti al viale.

I paramedici tirarono rapidamente, fuori dall’ambulanza, una barella e raggiunsero Kurt davanti la porta.

“E’ mia figlia.. è al piano di sopra.. è caduta dal letto di sopra … avrei dovuto mettere la barriera.. è la sua prima notte nel letto a castello nuovo..” balbettò Kurt per tutto il tragitto verso la stanza di Lila.

“Signore.. deve calmarsi..” disse la paramedica..

Kurt annuì e prese un respiro profondo.

I paramedici si avvicinarono al punto in cui giaceva Lila sul pavimento.

Cory era disteso accanto a lei , voleva farla sentire meglio.

“Ciao piccola.. puoi dirmi come ti chiami?” disse la paramedica , dolcemente.

“Lila..” disse respirando a fatica, “Lila Hummel” .

“Bene.. io sono  Cathy e lui è Tyler .

Ci prenderemo cura di te, okay?” disse cercando di calmarla.

“Ok..” rispose Lila.

“Chi c’è qui accanto a te?” chiese Cathy , mentre si chinava ad esaminare Lila.

“Il mio fratellino, Cory” disse Lila, “ sta cercando di farmi stare meglio”.

Cathy rise, “ e.. ti sta aiutando?”

“No.. fa ancora male” rispose Lila e ricominciò a piangere.

“Lila.. puoi dirmi dove ti fa male?” chiese Tyler , accovacciandosi dall’altro lato.

“Dappertutto.. ma soprattutto il braccio e la gamba sinistra” ammise Lila.

Tyler annuì.

Guardò Cathy , annuendo per concordare quello che avrebbero dovuto fare.

“Ok Lila.. ho bisogno che mi ascolti molto attentamente, okay?” iniziò Cathy.

“Ok Cathy” rispose Lila.

Cathy sorrise.

“Tyler ti metterà qualcosa sotto al collo in modo che tu non possa muovere la testa e poi ti metteremo su di un piano di sostegno.

E’ davvero duro e potresti non sentirti a tuo agio, ma ne abbiamo bisogno nel caso ti fossi fatta male anche alla spina dorsale “ le spiegò , mentre Tyler cominciava a posizionare il collare al collo di Lila.

“Dov’è mio padre?”

Kurt, che era rimasto in disparte , si riscosse dai suoi pensieri e si chinò accanto alla sua piccola bimba.

“Sono proprio qui.. micia.. sono qui..” disse consolandola.

“Non mi lasciare” lo pregò Lila.

“Va tutto bene amore.. Cathy e Tyler si prenderanno tanta cura di te.. io e Cory non possiamo salire in ambulanza con te.. ci vediamo in ospedale.. ok? “ le spiegò Kurt.

“No!.. non mi lasciare!” urlò di nuovo Lila.

“Lila ..so che sei spaventata.. ma puoi essere coraggiosa per me? “ chiese Kurt.

Lila chiuse gli occhi.

“Ok.. “ rispose a bassa voce.

Kurt le diede un leggero bacio sulla fronte.

“Questa è la mia bambina .. ti voglio un mondo di bene.. ti ricordi cosa diceva zio Finn?”

“Ti voglio bene.. fino alla luna e ritorno” lo citò Lila.

“Giusto.. zio Finn veglierà su di te, va bene?.. quindi.. sii la bimba coraggiosa che so che sei..”.

Lila respirò pesantemente.

“Ok.. papà..”

Kurt la baciò di nuovo.

Cathy e Tyler tirarono su , con cautela, il piano di sostegno su cui era legata Lila e la misero sulla barella.

Tyler iniziò a spingere la barella per il corridoio mentre Cathy prendeva il suo blocco e si avvicinò a Kurt, iniziando a fargli delle domande.

“Signor Hummel?” chiese.

Kurt si voltò verso di lei.

“Si?”

“Mi dispiace .. ma.. Lila è allergica a qualche medicinale? “ chiese Cathy.

Kurt scosse la testa.

“No.. no.. è una bimba sana”.

Cathy annuì e scrisse qualcosa sul blocco.

“Di recente ha fatto qualche intervento di cui dovremo essere messi al corrente?”

“No.. nulla” ripeté Kurt.

Cathy annuì di nuovo.

“Ok.. ho solo bisogno che mi firmi questo permesso per un eventuale trattamento di emergenza” disse allungandogli il blocco.

Kurt ricacciò indietro le lacrime che stavano minacciando di cadere.

Prese il blocco e firmò nel punto in fondo alla pagina che Cathy gli stava indicando.

“La stiamo portando al New York Memorial Hospital., signor Hummel.

Ci vedremo li” aggiunse Cathy.

Kurt annuì.

“Grazie..” 

Cathy sorrise ed annuì.

Tornò poi da Tyler e lo aiutò a portare la barella al piano di sotto e nell’ambulanza in attesa.

Kurt non poté fare altro che guardare i due paramedici mettere la sua piccola bimba nell’ambulanza ed andare via.

Rimase li a guardare fin quando non perse di viste le luci dell’ambulanza.

Tornò in casa, preparò alcune cose che di sicuro avrebbero fatto sentire Lila a casa, Cory e la sua borsa da viaggio, assicurandosi di avere il suo cellulare, il portafogli e le chiavi ed uscì di casa.

“Come va Lila?” chiese Cathy, mentre si dirigevano verso l’ospedale.

“Sto bene..” rispose Lila a bassa voce.

“Il tuo braccio e la tua gamba ti fanno ancora male come prima? “ chiese Cathy.

“Si.. ma sento uno strano formicolio alla gamba “ la informò Lila.

“Un formicolio come quando le tue gambe sono ancora addormentate?”  chiese Cathy, preoccupata.

“Si una specie..” rispose Lila.

Cathy appoggiò la sua mano sotto il piede di Lila.

“Lila .. puoi spingere contro la mia mano con il piede?

Come se stessi semplicemente premendo l’acceleratore della macchina?”

Lila provò, ma la sua gamba faceva ancora molto male.

“Lila.. il tuo lato destro.. ti fa male come il sinistro” le chiese Cathy.

“No.. non credo..” rispose Lila, sbadigliando.

“Tesoro.. lo so che sei stanca.. ma ho bisogno che resti sveglia per me “ le ordinò Cathy, “ siamo quasi arrivati.

“Il mio papà sarà li?” chiese Lila.

“Dovrebbe arrivare poco dopo di noi” le disse Cathy

Poco dopo l’ambulanza si fermò fuori dall’ospedale e Cathy saltò giù.

Cominciò a scaricare Lila sulla barella; subito arrivò Tyler ad aiutarla.

Poi entrarono in ospedale.

“Cosa abbiamo ragazzi?” chiese Blaine.

“Beh.. questa piccola bimba stava trascorrendo la sua prima notte nel letto a castello e doveva andare in bagno.

Il padre ha dimenticato di metterle la barriera di emergenza ed è caduta dal letto di sopra” spiegò Cathy.

Blaine guardò Lila ed aggrottò la fronte.

“Aww.. sono sicuro che il fatto che il tuo papà ha dimenticato di mettere la barriera sia stato solo un incidente, vero?”  scherzò Blaine.

“Si.. ha detto che era troppo stanco per aver montato il mio letto a castello che lo avrebbe messo domani” aggiunse Lila.

Blaine annuì.

“Bene.. vediamo cosa posso fare per farti stare meglio” disse Blaine guardando l’infermiere.

“Frank.. quale sala c’è libera?”

“Sala 1”  gli urlò.

“Avete sentito.. questa piccola bimba va in sala 1” ordinò, mentre spingeva la barella nella direzione della sala.

“Ok.. spostiamola piano e velocemente al mio tre” ordinò Blaine, ed  insieme agli infermieri e ai paramedici, afferrò forte la barella su cui era legata Lila ed attesero che desse l’ordine di spostarla.

“1..2..3..!” 

La spostarono dalla barella al lettino con molto attenzione.

Lila non sentì nulla.

“Come ti chiami , principessa” chiese Blaine.

“Lila.. Lila Hummel “ rispose.

Blaine sorrise.

“Che bel nome..”

“Grazie” sorrise Lila.

“Il mio nome è Blaine” le disse Blaine mentre Cathy gli passava la sua cartella.

Blaine ci diede un’occhiata.

“Mio padre è già arrivato?” chiese Lila

“Sta arrivando tesoro..” le ricordò Cathy.

Blaine abbassò lo sguardo sulla bimba.

“Lila.. puoi dirmi dove ti fa male?”

“Il mio braccio e la mia gamba sinistra. 

Sono caduta su questo fianco.” Spiegò

Blaine annuì.

“Ok.. facciamole delle radiografie a tutto il corpo, una risonanza ed una tomografia”  ordinò all’infermiera Quinn.

“Lila.. stiamo per farti alcune foto delle tue ossa  in modo che possa dare  un’occhiata migliore a quello che è successo” spiegò Blaine.

“Quando mi toglierete queste cose  dal collo e dalla schiena?” chiese Lila, frustrata per essere bloccata.

Blaine ridacchiò.

“So che non ti senti a tuoi agio ma è necessario che resti così ancora per un po’” .

Lila sospirò.

Quinn iniziò a spostare fuori dalla sala 1 il lettino .

“Aspettate!” urlò Lila.

“Cosa c’è?” chiese Blaine.

“E mio padre?” domandò Lila.

“Quando arriva , ti verrò a cercare “ disse Blaine.

“Lo prometti?” chiese Lila.

“lo prometto” disse Blaine, mettendosi una mano sul cuore.

“Ok” rispose lei .

Blaine sorrise.

“Ok.. ci vediamo tra poco”.

Quinn continuò a spingerla fuori dalla stanza e verso l’ascensore.

Blaine si diresse verso l’accettazione .

Stava scrivendo il nome della sua paziente sulla lavagna, quando sentì una voce familiare.

“Mi scusi!.. mi scusi! .. sto cercando mia figlia.. 

E’ stata portata qui in ambulanza.. il suo nome è Lila Hummel” disse la voce.

Blaine si voltò e lo vide.

“Kurt?” chiese.

“Blaine” disse Kurt.



NOTE

Cosa si sarà fatta la povera Lila?...

Ed ecco che si incontrano di nuovo....

Link al capitolo originale

https://www.fanfiction.net/s/10114636/5/Dr-Blaine-Anderson

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 capitolo ***


Blaine allungò a Kurt una tazza di caffè 

Kurt la prese, annuendo per ringraziarlo.

“Non sapevo fossi un medico” si lasciò scappare.

Blaine scrollò le spalle e si sedette accanto a Kurt.

“Non sapevo che avevi dei figli”.

Kurt ingoiò il sorso di caffè.

“Beh.. l’essere padre di due figli , di cui uno ha la sindrome di Down, non è qualcosa di cui parli quando incontri la prima volta qualcuno”, sbottò, poi scosse la testa, in segno di scuse.

“Scusami”.

Blaine scosse la testa.

“Va bene.. capisco..” 

Mentre Blaine e Kurt aspettavano al pronto soccorso, Quinn  era arrivata su in Radiologia con Lila.

“Ok Lila.. questa macchina ti farà  delle foto davvero fiche del tuo scheletro.

Quindi stai li ferma e finiremo prima che te ne accorga” le spiegò Quinn.

“Dove stai andando?” le chiese Lila.

“Sarò al di la della finestra se hai bisogno di me, okay?” rispose Quinn.

“Ok..” sussurrò Lila.

Quinn sorrise e se ne andò.

Si sedette accanto al tecnico.

“Va bene… cominciamo subito” ordinò Quinn.

Lui annuì e premette alcuni bottoni.

Non appena il lettino cominciò a muoversi e Lila fu all’interno del macchinario, la bambina cominciò ad urlare.

“PAPA’! PAPA’!” 

“Lila.. va tutto bene” cercò di calmarla Quinn, parlando attraverso il microfono .

“VOGLIO IL MIO PAPA’! DOV’E’” continuò Lila.

Quinn si voltò verso il tecnico.

“Ferma la Tac e tirala fuori.”

Lui annuì e fece come gli era stato detto.

Quinn si alzò e si diresse verso Lila.

“ e poi .. fai venire il dottor Anderson qui” aggiunse.

Quinn si avvicinò a Lila.

“Lila.. Lila.. va tutto bene.. è tutto ok..” disse Quinn con dolcezza.

“Voglio il mio papà” urlò di nuovo Lila.

“Lo so tesoro.. ma dobbiamo fare prima queste foto” iniziò Quinn.

Giù al pronto soccorso, Kurt stava stringendo Cory che si era addormentato tra le sue braccia.

Blaine e Kurt non sapevano cos’altro dirsi.

“Ascolta Blaine.. avrei dovuto dirti che ero un padre single..” iniziò Kurt, ma Blaine lo interruppe.

“No.. Kurt.. non ti scusare.. sono sicuro che mi avresti detto dei tuoi figli se e quando saresti stato pronto..”

Kurt annuì.

“Dottor Anderson?.. hanno bisogno di lei in Radiologia” li interruppe una delle infermiere.

“Ok.. arrivo subito” rispose Blaine e si voltò verso Kurt.

“Kurt.. ti prego.. fammi saper se c’è qualcosa che posso fare” disse Blaine, alzandosi ed iniziando ad allontanarsi.

“Blaine!” urlò Kurt, facendo fermare Blaine.

“Ti prego.. prenditi cura di mia figlia..” lo pregò Kurt.

Blaine sorrise tristemente ed annuì.

Poi si diresse verso l’infermeria.

“Che succede?” chiese appoggiandosi al bancone.

“Dicono che hanno dei problemi con la vostra paziente” spiegò l’infermiera.

Blaine spalancò gli occhi e cominciò a salire le scale velocemente verso Radiologia.

Blaine piombò nella stanza e sentì Lila urlare.

“Quinn? Cosa succede?” gridò, avvicinandosi a Lila.

Quinn scosse la testa.

“Stava bene.. fino a quando non abbiamo fatto partire il macchinario.

Credo sia stato il rumore a spaventarla.”

Blaine annuì ed abbassò lo sguardo sulla bimba spaventata.

“Lila.. Lila.. sono Blaine.. ti ricordi ? Mi hai visto quando sei arrivata..”

“Dov’è il mio papà?” chiese Lila di nuovo.

“ Ti sta aspettando giù” disse Blaine.

“Davvero?” chiese lei incredula.

Blaine annuì.

“Si.. davvero.. ma dobbiamo davvero fare prima questo test “.

“Voglio il mio papà” strillò Lila.

Blaine sospirò.

“Lo so .. tesoro .. ma ti dico io cosa facciamo.

Perché non indossi queste cuffiette? “ disse mentre Quinn gli allungava un paio di grandi cuffie e Blaine le mise a Lila, “ in questo modo.. il rumore non ti darà più fastidio, ma così puoi sentire noi e noi possiamo sentire te, e tutto finirà prima ancora che te ne renda conto” terminò Blaine

 “Te ne vai?” chiese Lila.

Blaine scosse la testa.

“No.. io e Quinn saremo proprio dall’altra parte della finestra.

Così chiudi gli occhi e cerca di rilassarti”.

Lila prese un profondo respiro e chiuse gli occhi , cercando di rilassarsi.

Blaine le accarezzò con leggerezza la mano ed andò dall’altra parte con Quinn che lo seguì.

“Okay.. proviamo di nuovo” disse Blaine al tecnico.

Il tecnico premette alcuni bottoni ed il lettino cominciò a muoversi di nuovo.

Una volta che fu all’interno del macchinario, Lila non ne fu turbata.

“Come va Lila? “ chiese Blaine, parlando nel microfono.

“Sto bene..” disse con semplicità Lila.

“Stai andando alla grande.. tesoro” si complimentò Blaine.

Blaine, Quinn ed il tecnico guardarono le immagini man mano che apparivano.

“Non vedo nessun problema alla spina dorsale” ammise il tecnico.

“Nemmeno io” concordò Blaine.

“Le avete già fatto le radiografie?” chiese Blaine a Quinn.

“Anche se il pronto soccorso va a rilento, sembra che in qualche modo siano intasati “ scherzò Quinn.

Blaine ruotò gli occhi.

Afferrò il telefono e digitò alcuni numeri.

“Come farai a farle fare la radiografia?” chiese Quinn.

Blaine sogghignò.

“Ho i miei metodi”.

Quinn si poggiò le mani sui fianchi.

“Hey Nick.. ho una paziente che ha bisogno di fare al più presto delle radiografie” disse Blaine.

Annuì mentre ascoltava l’uomo dall’altro lato del telefono.

“Dai.. ne ho davvero bisogno..” lo pregò Blaine, “ ok.. grazie amico.” Finì ed attaccò il telefono.

Blaine sorrise a Quinn.

“Perché sorridi?” chiese lei .

Blaine tornò a guardare le immagini in bianco e nero sullo schermo.

“Okay Lila.. abbiamo finito. Vengo a prenderti” disse Blaine.

“Sono stata brava?” chiese Lila.

“Sei stata eccezionale” ammise Blaine.

Attraversò la porta con Quinn alle calcagna.

“Cosa hai promesso a Nick che avresti fatto per fargli fare le radiografie subito?” lo implorò Quinn.

Blaine scosse la testa.

“Nulla” disse con non curanza.

Quinn piegò la testa di lato , mentre lo aiutava a spostare Lila, ancora sul piano di sostegno , di nuovo sulla barella.

“Gli ho solo promesso che mi sarei occupato di casa sua la prossima volta che partirà per il fine settimana” ammise alla fine Blaine.

“Uh.. huh..” disse Quinn , non credendolo.

Quinn poi lo aiutò a spingere la barella di Lila al piano di sotto verso la sala delle radiografie.

“Hey.. facciamo presto .. e facciamola andar via prima che il dottor Romano si accorga che ti ho fatto passare prima del suo paziente” sussurrò Nick.

“Cavolo!” rispose Blaine, spaventato anche lui.

Il dottor Romano era uno di quei dottori che non avresti mai voluto incrociare durante il turno di notte; se facevi passare avanti un tuo paziente prima del suo, trovava sempre un modo per fartene pentire.

Blaine , Quinn e Nick aiutarono Lila a fare velocemente le radiografie.

“Le aspetterò io “ di offrì volontaria Quinn .

“Ne sei sicura?” chiese Blaine.

Quinn annuì.

“Ok.. ci vediamo dopo al piano di sotto” disse Blaine e spinse la barella verso gli ascensori.

“Indovina un po’, Lila?” chiese Blaine.

“Posso vedere il mio papà ora?” sorrise Lila.

Blaine le sorrise ed annuì.

“Si.. ti sto riportando  giù e ti toglierò anche il piano di sostegno ed il collare dal collo.

Così potrai vedere il tuo papà ed il tuo fratellino.”

Lila sorrise.

Un paio di minuti dopo l’ascensore arrivò.

Blaine aspettò che tutti uscissero per poi spingere la barella all’interno.

Premette il bottone del primo piano ed aspettò che si chiudessero le porte.

“Fermi l’ascensore” gridò qualcuno.

Blaine bloccò velocemente le porte con il braccio prima che si chiudessero.

“Grazie” disse l’uomo.

“Prego” rispose Blaine.

Lo sconosciuto guardò verso la pulsantiera e vide che il tasto 1 era già stato premuto.

I due uomini iniziarono la discesa in silenzio.

“Allora.. che tipo di medico sei?” chiese l’uomo rompendo il silenzio.

“Medicina d’urgenza” rispose Blaine , “ e tu?”

“oh.. in realtà era qui solo per far visita ad un amico” rispose l’uomo.

“In radiologia?” chiese Blaine con sospetto.

L’uomo fissò Blaine.

Prima che uno dei due potesse aggiungere altro, le porte dell’ascensore si aprirono e l’uomo se ne andò così velocemente che Blaine non ebbe la possibilità di chiedere il suo nome.

Scosse la testa e spinse la barella di Lila verso una delle sale aperte.

Mise la sicura alle rotelle della barella così che non potesse muoversi.

“Okay, signorina Lila.. cosa ne dici se ti togliamo il collare ed il piano di sostegno?” la prese in giro Blaine.

“Siii!” concordò Lila.

Blaine sorrise e staccò il collarino di Lila.

“.. ora.. come ti senti?” chiese Blaine.

Lila sorrise.

“Meglio.. ma mi sento ancora molto rigida.”

Blaine rise.

“Ok.. credi di poterti girare sul fianco destro così che posso togliere il piano di sostegno?”

“Penso di si” rispose Lila e cominciò a girarsi sul fianco molto attentamente.

“Ecco fatto” si complimentò Blaine, “ torno subito.. vado a prendere il tuo papà”.

“Siii” urlò Lila.

Blaine sorrise.

Sistemò la testa del letto e si diresse verso la sala d’attesa.

Kurt aveva finito per addormentarsi in una delle scomode sedie della sala d’aspetto.

La sua testa era leggermente piegata all’indietro , in una posizione che sicuramente gli avrebbe causato dolore una volta sveglio.

Blaine lo svegliò con dolcezza, dandoli dei colpetti sulla spalle.

“Kurt.. Kurt..” sussurrò.

Kurt gemette ed iniziò a svegliarsi lentamente.

“Hmm?.. Che succede? Lila sta bene?” chiese chiaramente ancora confuso da quello che stava succedendo.

Blaine annuì.

“Si .. l’ho appena riportata giù.

Stiamo aspettando le radiografie.

Ha chiesto di te.”

Kurt annuì.

Si alzò con attenzione, con Cory ancora addormentato tra le braccia, mentre raccoglieva tutte le sue cose.

Blaine gli mostrò quale fosse la stanza in cui si trovava Lila.

“Papà!” urlò Lila quando vide Kurt entrare.

“Hey.. piccolina” gli rispose Kurt.

Si diresse verso il lato destro del letto e si sedette sulla sedia accanto al letto.

“Mi dispiace.. così tanto principessa.. avrei dovuto mettere la barriera..”

Lila scosse la testa.

“Va tutto bene papà.. non è colpa tua” disse Lila appoggiando la mano sana su quella del padre.

Blaine sorrise leggermente e, silenziosamente, lasciò la stanza.


NOTE

Link al capitolo

https://www.fanfiction.net/s/10114636/6/Dr-Blaine-Anderson

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7 capitolo ***


Blaine era seduto in infermeria, controllando alcune delle sue cartelle .

Non stava davvero prestando attenzione a quello che stava facendo.

Stava pensando a Kurt ed alla sua famiglia ed anche all’uomo che aveva incontrato in ascensore prima.

“Hey.. va tutto bene?” sentì Quinn chiedergli.

Blaine si strofinò gli occhi ed alzò lo sguardo.

“Oh.. hey Quinn.. si.. sto bene..” rispose sbadigliando.

“Sembri uno che ha proprio bisogno di un riposino” rise Quinn.

Blaine annuì.

“Si.. come se questo fosse possibile.. non finirò prima di altre 4 ore.” 

Quinn scosse la testa.

“Beh.. ho le radiografie di Lila” disse Quinn allungandogli una busta.

“Grazie” rispose Blaine mentre prendeva la busta.

Tirò fuori le radiografie e le alzò sotto la luce.

“Oh dio.. sembra che Lila abbia bisogno di un intervento”.

Quinn aggrottò la fronte.

“Poverina”.

Blaine sospirò.

“Vuoi che venga con te quando andrai a parlare con la sua famiglia?” si offrì Quinn.

“No non fa nulla..” Blaine scosse la testa, “ ma grazie per l’offerta”.

Quinn sorrise.

“Hey,, volevo chiederti una cosa” disse Blaine.

“Si … cosa c’è?” rispose Quinn.

“Beh.. quando stavo riportando Lila giù, c’era un altro uomo in ascensore.

Ha detto che era li per far visita ad un amico” iniziò Blaine.

“In Radiologia?” disse Quinn incredula.

“E’ quello che ho pensato anche io , ma prima di avere la possibilità di chiedergli altro, è uscito dall’ascensore e se n’è andato.”

Quinn sollevò un sopracciglio.

“Questo è davvero strano.

Ti ricordi com’era?

Cioè ..lo riconosceresti se lo vedessi di nuovo?”

Blaine scrollò le spalle.

“Non lo so.. 

L’ho visto solo per pochi minuti.. “ ammise, “ forse aveva i capelli castano chiaro.. non lo so..”

“Beh.. non preoccuparti” insistette Quinn.

“A meno che non succeda qualcosa di veramente brutto.. non preoccuparti..”

Blaine non poté fare a meno di ridere.

“Vai a parlare col padre di Lila.. o aspetti che stia per entrare in sala operatoria prima di dirglielo?” lo prese in giro Quinn.

Blaine ruotò gli occhi.

“Ha.. ha.. Vado .. vado ..” 

Blaine si alzò dalla sedie e si diresse verso la stanza di Lila.

Blaine bussò piano alla porta fin quando non sentì Kurt, a bassa voce,  dargli il permesso di entrare ed aprì lentamente la porta.

Diede una sbirciatina prima e vide Lila dormire nel suo letto stringendo la mano di Kurt con la sua mano sana, e Cory che dormiva profondamente  sul suo grembo.

“Scusa se ti ho svegliato” si scusò Blaine , mentre entrava nella stanza.

Kurt scosse la testa.

“Non stavo dormendo”.

Blaine annuì.

“Si.. queste sedie non sono proprio confortevoli”.

Kurt rise sotto voce.

“Soprattutto quando hai un bambino di tre anni sul tuo grembo e la mano di tua figlia che stringe la tua”.

Blaine rise.

“Sono le sue radiografie ?” chiese Kurt, notando la grande busta in mano a Blaine.

Blaine abbassò lo sguardo sulla sua mano.

“Oh.. si..” rispose.

Prese uno sgabello e si sedette di fronte a Kurt.

“Ti prego.. non dirmi che è rimasta paralizzata?” chiese Kurt, spaventato dall’esito  possibile.

Blaine scosse , immediatamente, la testa.

“No.. non è rimasta paralizzata”.

Kurt si lasciò scappare un sospiro di sollievo.

“Ma.. purtroppo ha bisogno di fare un intervento” aggiunse Blaine.

Alla parola “intervento” Kurt spalancò gli occhi.

“Intervento?” ripeté ad alta voce.

Blaine annuì.

“Quando?.. voglio dire quanto presto?”  balbettò Kurt.

Blaine sospirò.

“Beh.. a giudicare dalle lesioni.. penso che con ogni probabilità la opereranno non appena arriva il chirurgo pediatrico”.

Kurt guardò la figlia addormentata.

Le lacrime cominciarono a scendere.

“E’ tutta colpa mia.. se avessi montato la barriera , tutto questo non sarebbe mai successo” singhiozzò.

Blaine si alzò dallo sgabello e si avvicinò a Kurt.

Poggiò delicatamente una mano sulla spalla di Kurt.

“C’è qualcosa che posso fare per te?  Posso chiamare qualcuno che venga a tenerti compagnia?” si offrì.

Kurt si asciugò gli occhi con la mano libera.

“Dovrei chiamare mio madre. Lui e la mia madre adottiva vivono in Ohio, ma dovrebbero sapere cosa è successo alla loro nipotina”.

Blaine annuì.

“C’è qualcuno che vive più vicino che puoi chiamare?”

“Ho un’amica.. ma non posso disturbarla in questo momento” ammise Kurt.

“Sei sicuro? Se vuoi posso parlarle io” insistette Blaine.

Kurt scosse la testa.

“Grazie.. ma no”.

Blaine annuì per la comprensione.

Kurt si alzò con cautela e mise Cory sulla sedia , coprendolo con una coperta.

“Posso lasciarli un attimo mentre vado a fare una telefonata?” sussurrò Kurt a Blaine.

“Si.. mi assicurerò che stiano bene” Blaine rassicurò Kurt.

Kurt gli sorrise .

Si diresse verso la porta, ma si fermò e si voltò.

“Dottor Anderson?”

Quando sentì Kurt chiamarlo con il suo nome professionale, gli si rizzarono le orecchie.

“Si?” chiese.

“Grazie per tutto quello che ha fatto per Lila.

Non sa quanto l’o apprezzi” ammise Kurt.

Blaine non poté fare a meno di sorridere.

“Prego”.

Kurt annuì e poi lasciò la stanza.

Una volta che se ne fu andato, Blaine coprì Lila con una coperta e si assicurò che sia lei che Cory fossero comodi , prima di risedersi sullo sgabello di fianco al letto di Lila.

Kurt uscì dall’ospedale per usare il cellulare, perché ovunque andasse c’era pochissimo segnale, e chiamò suo padre.

Si era dimenticato che era l’1 di notte oltre al fatto che ci fosse fuso orario tra New York e l’Ohio.

Kurt stava per attaccare e richiamare più tardi , quando sentì una voce rispondere.

“Pronto?” chiese Burt con voce burbera.

“Papà? Mi dispiace tanto averti svegliato “ iniziò Kurt.

“Kurt?” chiese Burt, “ siamo nel bel mezzo della notte. Va tutto bene?”

“So che è davvero tardi e mi sono dimenticato del fuso orario… ma.. va tutto male..”

Kurt cominciò a piangere.

Burt si alzò immediatamente.

“Kurt? .. Kurt cosa è successo?”

“E’ tutta colpa mia, papà! È tutta colpa mia..” singhiozzò Kurt.

“Kurt.. calmati.. qualsiasi cosa sia successa , sono sicuro che non è colpa tua” Burt rassicurò il figlio.

Kurt prese un profondo respiro.

“Ok.. beh.. ho appena preso due nuovi letti per i bambini.

Ho preso a Lila un letto a castello, ma non ho montato la barriera al letto superiore, perché ero stanchissimo dopo averli montati .

Ho pensato che sarebbe stata bene anche senza” iniziò Kurt.

Burt annuì e mormorò per tutto il tempo in cui suo figlio gli spiegava cosa era successo.

“La cosa successiva che ho sentito è stato un tonfo fortissimo e Lila urlare.

Papà… è caduta dal letto superiore.. sono circa 60/70 cm dal pavimento..” continuò Kurt.

“Lo so .. figliolo.. Ma.. hai chiamato un ambulanza?.. l’ha già visitata un dottore?” chiese Burt.

“Si.. ho chiamato il 911 non appena è successo.

Cavolo papà.. era così spaventata.

L’hanno messa su una piano di sostegno e le hanno dovuto mettere un collare al collo… sembra così piccola..” lo informò Kurt, “ per tutto il tempo ho solo pensato che potesse rimanere paralizzata.. e sarebbe stata tutta colpa mia..”

“Ora Kurt.. non voglio che ti incolpi per quello che è accaduto.. è stato un incidente..” lo rimproverò Burt.

Kurt sospirò.

“Lo so.. lo so.. ma il dottore ha detto che la buona notizia è che non è rimasta paralizzata; la cattiva è che deve essere operata.”

Burt sospirò.

“Non dire altro , Kurt.. io e Carole saremo li non appena possiamo.”

Kurt fece un piccolo sorriso.

“Grazie papà.. sai che questo significa molto “.

“Hey.. sei mio figlio e loro sono i miei unici nipoti” ammise Burt, “ a meno che tu non me ne faccia altri”.

“PAPA’”.. urlò Kurt.

“ Sto scherzando .. sto scherzando..” lo prese in giro Burt, “ Ma ascolta figliolo.. io e Carole saremo li non appena possiamo. Sai a che ora faranno l’intervento?”

“Non appena il chirurgo arriva… quindi in qualsiasi momento.. non ne so davvero sicuro.

Probabilmente tra le 5 e le 7.. suppongo.. “ rispose Kurt.

“Ok.. ti chiamo o ti mando un messaggio per farti sapere quando saremo li” disse Burt.

“Ok.. grazie.. ti voglio bene papà” disse Kurt.

“Ti voglio bene anche io figliolo” rispose Burt ed entrambi attaccarono.

Mentre Kurt stava facendo la sua telefonata, Blaine stava guardando Lila e Cory mentre dormivano.

Non sentì la porta aprirsi né nessuno entrare fin quando non sentì una voce.

“Sembrano degli angioletti vero” disse la voce.

Blaine si voltò e vide Santana accanto a lui e le sorrise.

“Non avrei mai pensato di poterti sentir chiamare dei bambini addormentati angeli”.

Santana scosse la testa.

“Si.. beh.. ci sono un sacco di cose che nemmeno io pensavo di poter dire”.

Blaine annuì , concordando.

“Tipo.. suo padre è quel Kurt che hai incontrato a quella festa la settimana scorsa?”  si impicciò Santana.

Blaine ruotò gli occhi

“Lascia perdere Santana”.

Santana rimase a bocca aperta.

“E’ lui vero? OMG!”

“Santana.. ti prego.. non sapevamo nulla della vita dell’altro, okay?” la pregò Blaine.

“E allora cosa? .. sei un dottore ed ami i bambini”  ribatté Santana.

Blaine ruotò semplicemente di nuovo gli occhi al suo commento.

“Solo.. qualsiasi cosa tu stia pensando di fare.. solo .. non farla.. ti avverto” disse Blaine, puntandole un dito severo contro il viso.

Prima di tornare dentro l’ospedale, Kurt pensò di poter mandare un veloce messaggio a Rachel.

“Hey Rach..

lo so che è tardi.. ma Lila è caduta dal suo letto a castello nuovo.. siamo tutti in ospedale ora..

Sta bene..

Ma ha bisogno di fare un intervento.

Il dottore dice al più presto.

Ho chiamato papà.. lui e Carole stanno arrivando.

Comunque.. il Blaine di cui ti ho parlato .. è il dottore di Lila.. cioè il dottor Anderson.. 

Piccolo il mondo.

Se vuoi.. siamo al New York Memorial Hospital.

Siamo stati qui tutta la note, penso che Cory comincerà ad agitarsi presto.

Preparati ad affrontare i capricci di un bambino di 3 anni.

Chiamami o manda un messaggio quando ne hai la possibilità.

In ospedale c’è pochissimo segnale.. quindi meglio forse se mi messaggi.

Ti voglio bene, 

Kurt”

Una volta inviato il messaggio, tornò in ospedale.

Si incamminò per il corridoio , verso la stanza degli esami in cui era Lila.

Aprì la porta e trovò Blaine che fissava Lila e Cory come se fossero i suoi figli.

Kurt non voleva disturbarlo, così entrò silenziosamente nella stanza.

Con gentilezza ed attenzione tirò su Cory e se lo mise in grembo.

“Papà?” chiese Cory con voce roca.

“Shh! .. torna a dormire..” disse Kurt a bassa voce, dando leggere pacche sulla schiena di Cory.

“Lila piange?” chiese Cory.

Kurt scosse la testa.

“No.. Lila non piange più.. ma s’è fatta molto male.”

“Lila si è fatta la bua?” chiese Cory.

Kurt rise leggermente.

“Si.. Lila si è fatta la bua..”

“Le darò tanti bacini e la farò stare meglio?” si offrì Cory.

“Forse più tardi .. figliolo.. ora hai bisogno di dormire..” disse Kurt.

Premette un bottone sul muro e la luce del letto di Lila di spense.

“Buio!” strillò Cory.

“Va bene.. sono proprio qui..” lo rassicurò Kurt.

Cory poggiò la testa sul suo petto.

Kurt accarezzò la schiena di Cory e presto entrambi si addormentarono.



NOTE

Link al capitolo https://www.fanfiction.net/s/10114636/7/Dr-Blaine-Anderson

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8 capitolo ***


La mattina dopo , Blaine scosse gentilmente per una spalla Kurt per svegliarlo.

“Kurt… cioè.. Signor Hummel..” iniziò Blaine per poi correggersi immediatamente.

Kurt si riscosse , strofinandosi gli occhi.

“Che ore sono?” chiese con voce rauca per il sonno.

Blaine guardò il suo orologio.

“Quasi le 6 del mattino”

Kurt annuì e guardò entrambi i suoi figli che stavano ancora dormendo.

“Volevo solo farti sapere che il chirurgo pediatrico è appena arrivato e verrà a prendere Lila per portarla su tra pochi minuti”, spiegò Blaine.

“Ora?” chiese Kurt sorpreso.

Blaine annuì.

“Si.. lo so che è presto.. ma è meglio se le viene fatto l’intervento al più presto possibile”.

“Le faranno sia il braccio che la gamba, o le faranno poi un altro intervento?” chiese Kurt.

“Sono quasi sicuro che le faranno gamba e braccia insieme…

Il chirurgo di solito non ama riportare in sala operatoria i suoi pazienti se non deve” gli spiegò Blaine.

Kurt annuì.

“Sai quanto dovrebbe durare?”

“Probabilmente una o due ore”  suppose Blaine.

Kurt sospirò.

La porta della stanza di aprì all’improvviso.

“Dottor Anderson.. c’è una certa Rachel Berry qui fuori… dice che questa bambina è sua nipote?” esclamò l’infermiera.

Kurt rise.

“Mi dispiace.. ma è la mia amica.. e si.. è la zia di Lila”

“Quindi posso farla passare?” chiese l’infermiera.

Kurt annuì e l’infermiera chiuse la porta.

Un minuto dopo Rachel entrò come una furia nella stanza.

“Oh mio dio Kurt… ho appena ricevuto il tuo messaggio” strillò Rachel.

“Rachel stai calma” la rimproverò Kurt.

“Scusa” sussurrò lei.

Blaine fece un piccolo colpa di tosse, per ricordar loro che era ancora nella stanza.

“Oh.. mi dispiace.. Rachel .. lui è il dottor Anderson. Il dottore di Lila.

Dottor Anderson .. lei è Rachel.

La mia migliore amica dal liceo e la madrina/zia di Cory e Lila” li presentò Kurt.

Blaine e Rachel si sorrisero e si strinsero le mani.

“E’ un piacere incontrarti, Rachel” disse Blaine.

“Anche per me Dottor Anderson” rispose Rachel.

Prima che qualcuno potesse dire altro, la porta si spalancò di nuovo ed un uomo col camice blu entrò.

“Buongiorno Dottor Anderson, “salutò il chirurgo pediatrico, il Dottor Gordon

Blaine sorrise.

“Buongiorno Dottor Gordon. 

Questo è il signor Hummel e quella è sua figlia Lila”.

Kurt sorrise.

“è un piacere conoscerla, signor Hummel “ disse il dottor Gordon.

Kurt diede velocemente Cory a Rachel e strinse la mano del Dottor Gordon .

“La prego mi chiami Kurt”.

Il Dottor Gordon sorrise.

“Ok.. Kurt.. ora… il Dottor Anderson le ha già spiegato cose faremo?”

“Beh.. mi ha detto che interverrete sul braccio e sulla gamba… e che sarà una cosa lunga” confessò Kurt.

Il Dottor Gordon rise rumorosamente.

“Beh.. Proveremo a riparare le ossa rotte del braccio e dalla gamba di sua figlia”

“Quanto tempo ci vorrà?” chiese Rachel.

“Probabilmente due ore” suppose il Dottor Gordon.

“Ma dopo l’intervento starà bene.. voglio dire.. avrà solo bisogno di portare il gesso e questo è tutto .. giusto?” chiese Kurt , preoccupato.

“Beh.. dovrà fare della terapia riabilitativa dopo che avrà tolto il gesso.. e dovrà usare una sedia a rotelle mentre è in convalescenza. “ spiegò il Dottor Gordon.

Si voltò verso Blaine.

“Dottor Anderson.. ha mangiato o bevuto qualcosa da quando è arrivata qui?”

“No.. non ha mangiato o bevuto nulla dalla scorsa sera” ammise Blaine.

Il Dottor Gordon annuì.

“Bene.. portiamola sopra allora..” lasciò la stanza e si diresse verso il reparto di chirurgia.

Kurt guardò Blaine.

“Sarà sicuramente spaventata… posso andare con lei? “ chiese Kurt con un nodo in gola.

“Certo che puoi” rispose con dolcezza Blaine.

Kurt poi si voltò verso Rachel.

“Rachel , mio padre e Carole stanno arrivando.. ti dispiacerebbe aspettarli qui con Cory e poi venire su? “ le chiese Kurt.

Rachel annuì.

“Certo Kurt.. sai che farei qualsiasi cosa per voi.. vai con Lila”.

Kurt sorrise lievemente.

Si chinò e diede un bacio sulla testa di suo figlio che ancora dormiva.

“Se si dovesse svegliare e dovesse cominciare a fare capricci , la borsa nera è piena di cose che dovrebbero intrattenerlo per un po’.

Ci sono anche degli spuntini li dentro”.

“Ci penso io.. questa non è la prima volta che gli faccio da babysitter” gli ricordò lei.

“Lo so.. lo so..” sospirò Kurt, mentre scompigliava piano i capelli di Cory.

“E’ meglio se portiamo Lila di sopra, prima che il Dottor Gordon inizi a chiamare qui e si chieda cosa ne ho fatto della sua paziente” scherzò Blaine.

Kurt annuì.

“Ci vediamo dopo Rachel” .

“Andrà tutto bene Kurt” lo incoraggiò Rachel .

Kurt sospirò di nuovo e seguì Blaine, fuori dalla stanza,  che spingeva la barella di Lila verso gli ascensori.

Lila, che stava ancora dormendo, iniziò piano a svegliarsi.

“Papà?” chiese, assonnata.

Kurt abbassò lo sguardo ed accarezzò il suo viso con dolcezza.

“Hey piccola mia.. sono qui..”

“Il braccio e la gamba mi fanno male” piagnucolò .

“Lo so tesoro.. è per questo che siamo in ospedale” cominciò a spiegare Kurt, “ ti ricordi che hai fatto delle radiografie prima?”.

Lila annuì.

“Beh.. prima che ti mettano il gesso , hai bisogno di fare un intervento” continuò Kurt.

“Non voglio!!” urlò Lila.

“Lo so.. ma la sai una cosa?.. sai chi ho chiamato ?” chiese Kurt.

Lila scosse la testa lentamente.

“Nonno..  lui e Carole stanno arrivando” rispose cercando di sembrare allegro.

Lila non disse nulla.

L’ascensore arrivò e la gente ne uscì.

Blaine ci spinse dentro la barella, premette il pulsante del piano di chirurgia e le porta si richiusero.

Blaine poteva dire con sicurezza che Lila non era felice di doversi operare e di dover restare in ospedale.

Pensò di poter fare qualcosa.

“Hey Lila.. “ iniziò Blaine e Lila alzò lo sguardo su di lui.

“Dopo l’intervento .. sarai in una stanza speciale per bambini.

Posso portarti una tv ed un lettore dvd e qualche film se vuoi.

Che film ti piacerebbe vedere?” le chiese.

Lila scrollò le spalle.

“Non lo so..”

“Oh andiamo…se non me lo dici.. poi prenderò qualche film da maschio  tipo i Ninja Turtles e non penso che ti piacerebbe” la prese in giro Blaine e Kurt non poté fare a meno di ridere.

“Lila.. se non scegli qualcosa forse io ed il Dottor Anderson vedremo qualcosa insieme” la preso in giro Kurt, ma Blaine non poté fare a meno di vedere lo sguardo degli occhi di Kurt.

Blaine avrebbe amato più di qualsiasi cosa passare più tempo con lui.

“Mi piace Aladdin e La sirenetta” rispose Lila alla fine.

Blaine sorrise e si chinò su di lei, sussurrandole all’orecchio.

“Anche a me “.

Kurt non poté fare a meno di sorridere.

Pensò che era una cosa che avevano in comune.

L’ascensore si fermò e le porte si aprirono così Blaine spinse fuori la barella .

Si fermò davanti al bancone delle infermiere.

“Dove devo portarla Lynn?” chiese Blaine ad una delle infermiere di chirurgia.

“Puoi metterla nella sala 1 per ora… il Dottor Gordon verrà a prenderla presto… deve essere solo preparata ..” spiegò Lynn, “ arrivo subito  a metterle la flebo.”

Blaine annuì e spinse la barella nella stanza assegnatele.

Blaine sistemò il letto contro il muro, le ruote dritte ed i freni inseriti.

“Grazie Bl...uhm… voglio dire Dottor Anderson.. ho davvero apprezzato tutto quello che hai fatto” lo ringraziò Kurt.

Blaine sorrise.

“Prego.. fa parte del mio lavoro…”

Kurt scosse la testa.

“No.. non il restare con la famiglia di una paziente dopo che il turno è finito”.

Blaine arrossì.

“Okay.. forse non questo”.. 

“Forse ero solo io che volevo essere con te” pensò.

“Papà.. sentirò qualcosa mentre mi operano?” chiese Lila, interrompendo la conversazione degli adulti.

Kurt scosse la testa e guardò sua figlia.

“Cosa tesoro?” le chiese.

“Quando il dottor Anderson farà l’operazione .. sentirò quando mi sistemano il braccio e la gamba?” ripeté lei.

Blaine e Kurt risero leggermente.

“No tesoro.. non sentirai nulla.. ti farai un bel sonnellino lungo e quando ti sveglierai sarà tutto finito… ma potresti sentirti un po’ dolorante” le spiegò Kurt.

“Dottor Anderson.. mi opererai tu?” chiese di nuovo Lila.

Blaine sorrise.

“No.. mi dispiace.. non sono un chirurgo.. ma mi assicurerò che tu stia meglio una volta finito.”

“Resterai col mio papà?” insistette Lila.

Blaine e Kurt arrossirono.

“Uh.. mmm.. cioè.. solo se vuole.. voglio dire.. se va bene per te Kurt… cioè per lei signor Hummel?” balbettò Blaine.

A Kurt si seccò la gola.

Incapace di rispondere semplicemente annuì.

“Ok.. signorina Hummel.. il mio nome è Lynn e sarò la tua infermiera oggi” disse Lynn allegramente , mentre entrava in camera.

Lila sorrise.

“Chi è la signorina Hummel?” chiese Lila , confusa.

Gli adulti nella stanza risero.

“Sei tu sciocchina” rispose Lynn.

“Oh.. “ rispose Lila.

“Ok tesoro.. prima che ti operino ho bisogno di darti delle medicine attraverso una cosa chiamata flebo… “ le spiegò Lynn , mentre allargava un paio di guanti per infilarseli, “ora.. quello che voglio che tu faccia .. è guardare il tuo papà e concentrarti su di lui.

Pensa a qualcosa di speciale o di divertente..

Qualcosa che ti rende felice..

Puoi fare questo?”

Lila annuì e voltò la testa verso Kurt mentre Lynn si avvicinava al lato del suo letto .

Lynn cominciò a disinfettare il braccio di Lila poi trovò una buona vena per inserire la flebo.

“Lila .. nonno e nonna arriveranno presto..” le ricordò Kurt.

“Si..” mormorò Lila, “Papà.. possiamo vedere un film quando torniamo a casa?”

“Certo che possiamo” le rispose Kurt.

“Posso dormire nel tuo letto?” lo pregò Lila.

Kurt sospirò.

Dovrebbe , probabilmente, sbarazzarsi del letto a castello e comprarle qualcos’altro.

“Certo tesoro..”

“Lila.. sai di che colore vuoi il tuo gesso?” le chiese Blaine.

“Viola per il braccio e verde fluorescente per la gamba. Per favore..” insistette Lila.

“Ok.. mi assicurerò che useranno questi colori” disse Blaine.

L’infermiera Lynn , avendo trovato una buona vena, iniziò ad infilare l’ago.

Non appena Lila lo sentì, cacciò un urlo spacca timpani, e pianse iniziando a scalciare con la gamba destra violentemente.

“Lila.. Lila.. Lila.. .. va tutto bene,.. va tutto bene.. ho finito.. sei stata così brava.. è tutto finito..” le disse Lynn per calmarla.

Kurt le accarezzò il viso.

“Shh.. Shh.. Lila.. va tutto bene.. papa è qui.. sono proprio qui.. stai bene.. ti voglio bene..” disse Kurt rassicurante.

Lila continuò a piangere.

“Lila.. nonno e nonna stanno arrivando e Rachel è qui..” continuò Kurt, “ pensa a Finn.

OK?.

Ti ricordi quanto era buffo con te?”

Non appena Kurt menzionò Finn, Lila iniziò a calmarsi.

Lynn legò il tubo al braccio di Lila e fissò la sacca della flebo al lettino.

“Le ho dato alcune medicine che la faranno sentire assonnata presto” spiegò Lynn, “ il dottor Gordon mi ha detto che verrà a prenderla tra un 5 minuti”.

“Ok.. piccola.. sarò qui quando uscirai, ok?.. ti voglio un mondo di bene” sussurrò Kurt tra i capelli di Lila, baciandole la testa.

“Ti voglio bene anche io papà” mormorò Lila, i suoi occhi iniziarono a chiudersi.



NOTE

Allora.. a partire da questa settimana le pubblicazioni passeranno a due invece di una... ed ho aggiunto un capitolo.. per scusarmi x Lunedì.. ho mio figlio con la febbre ed ho avuto problemi..

Link al capitolo https://www.fanfiction.net/s/10114636/8/Dr-Blaine-Anderson

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9 capitolo ***


Mente stavano operando Lila, Blaine era seduto in sala d’aspetto con Kurt che andava avanti ed indietro.

“Perché non ti siedi?” gli suggerì Blaine.

Kurt si fermò di colpo e prese un profondo respiro.

Si voltò verso Blaine e si sedette accanto a lui, poggiando la testa sulla mani.

“Hey.. andrà tutto bene” lo incoraggiò Blaine, “ il dottor Gordon è il miglior chirurgo pediatrico di tutto l’ospedale”.

Kurt guardò Blaine e sospirò.

“Non è questo.. è solo che Lila.. non ha mai dovuto subire nessuna operazione prima”.

Blaine annuì.

“Lo capisco.. sai .. ho a che fare con tanti genitori che non sono mai stati in ospedale prima”.

Kurt sorrise.

“Non so se sarei capace di fare quello che fai tu”.

Blaine rise.

“Sai.. anche quello che fai tu è piuttosto incredibile”.

Kurt arrossì.

“A volte mi sento anche io come se stessi correndo in un pronto soccorso”

Blaine sospirò.

“Spero di non stare esagerando ma.. hai un aiuto? Voglio dire con Cory?”

Kurt scosse la testa.

“No.. cioè.. lo porto a fare terapia un paio di volte a settimana e Rachel passa ogni volta che ho bisogno, ma a parte questo.. siamo solo noi tre.

Lo siamo stati da quando è nato Cory”.

Blaine aggrottò la fronte.

“Mi spiace..”
Kurt scosse di nuovo la testa.

“Non esserlo.. non sei tu quello che è scappato via da noi”.

Blaine sospirò.

“Posso chiederti una cosa?”

“Certo!” rispose Kurt.

“Quando stavi cercando di calmare Lila prima.. hai menzionato… qualcuno di nome Finn.. spero non sia la persona di cui stai parlando ora”.

Kurt soffocò una risata.

“No.. no.. Finn è mio fratello.. fratellastro in realtà”.

Blaine arrossì.

“Oh.. scusa.. “

“No.. va bene.. in realtà ho avuto una stupida cotta per lui prima di fare pubblicamente coming out” spiegò Kurt , asciugandosi , all’improvviso , alcune lacrime vaganti. 

“Oh.. scusa.. non volevo sconvolgerti” ammise Blaine.

Kurt tirò su col naso.

“No.. è tutto okay.. è solo che.. lui.. lui.. uh.. è morto prima che nascesse Cory”

“Oh.. mi dispiace..” sussurrò Blaine, poggiando una mano, confortante,  sulla spalla di Kurt.

Kurt guardò Blaine dritto negli occhi.

Aveva dei meravigliosi occhi nocciola.

Cosa erano tutti questi sentimenti che stava provando?

Anche Blaine era gay?

“Avrei voluto solo che  si fossero incontrati” aggiunse Kurt.

Blaine annuì, togliendo la mano.

“Sai.. io ed il mio ex marito abbiamo scoperto che avremo avuto un altro bambino il giorno che Finn è morto” continuò Kurt, “ ma una volta che abbiamo scoperto che sarebbe nato con la sindrome di Down, il mio ex pensò di non poter gestire un bambino con bisogni particolari.

 La cosa successiva che so.. è che stava impacchettando tutta la sua roba e che se n’è andato di corsa da casa nostra.. dalla nostra vita mia e di Lila.

Per sempre” finì Kurt.

“Mi dispiace davvero tanto per tutto quello che ti è successo” disse Blaine.

Kurt sorrise.



Giù al pronto soccorso, Rachel era nella sala d’attesa , cercando di calmare uno stranito Cory, mentre aspettava Burt e Carole.

Aveva notato un uomo alto dirigersi verso la postazione delle infermiere.

“Mi scusi.. sto cercando il dottor Anderson” disse il misterioso uomo.

Santana , che per caso era li al banco, guardò verso la lavagna dei turni e poi verso l’uomo.

“Um.. sembra che sia fuori per il resto della nottata”.

L’uomo guardò la lavagna che Santana aveva appena guardato.

“Beh.. il suo nome è sulla lavagna”.

“Hey.. se n’è andato” sbottò lei.

“Beh.. allora può lasciargli un messaggio da parte mia?” chiese l’uomo

“Sono un’infermiera non una segretaria” sbottò di nuovo Santana.

Il tizio la guardò.

“Bene.. credo che tornerò un’altra volta allora”.

“Lo faccia allora” ribatté Santana.

L’uomo si voltò e cominciò ad andarsene.

Catturò lo sguardo di Rachel, che lo guardò, spaventata.

“Per caso conosce il dottor Anderson?” le chiese all’improvviso l’uomo.
Rachel scosse la testa velocemente.

L’uomo annuì e si diresse di nuovo verso la porta.

Rachel sentì un brivido lungo la schiena.

Qualcosa in quell’uomo l’aveva fatta sentire a disagio.

Poi sentì il cellulare vibrare nella sua tasca.

Lo prese velocemente e vide che era arrivato un messaggio.

“Rachel, siamo a 20 minuti di distanza.

Ci vediamo presto.

Burt e Carole.”

Rachel sorrise al messaggio.

“Papà!” piagnucolò Cory.

Rachel abbassò lo sguardo sul bambino tra le sue braccia.

“So che vuoi il tuo papà Cory.. ma nonna e nonno stanno arrivando” gli disse.

“No.. voglio papà!”  piagnucolò di nuovo il bimbo.

“Shh.. va tutto bene, tesoro.. è tutto okay.. vedrai presto i nonni..” provò a calmarlo Rachel, cercando nel suo borsone , “ oh.. Cory guarda.. lo vuoi il tuo pupazzetto di Elmo?”

Cory allungò le mani verso il pupazzo.

“Eccolo qua..” disse Rachel.

Dopo aver preso il suo giocattolo , Cory si calmò un pò, così Rachel decise di inviare un messaggio a Kurt.

“Kurt..

Burt e Carole saranno qui tra una ventina di minuti.

Cory ha iniziato a stranirsi un po’, ma per fortuna si è calmato.

Forse , dopo che sono arrivati, posso portarlo a casa per farlo riposare.

Lila è già entrata in sala operatoria?

Ti hanno detto qualcosa?

Per favore tienimi informata.

Ti voglio bene 

Rachel “

Rachel posò il cellulare ed accarezzò la schiena di Cory , mentre il bambino si calmava.

Kurt sentì il suo cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni.

Lo prese e lesse il messaggio di Rachel.

Blaine vide un sorriso apparire sul suo volto.

“Qualche buona notizia?” gli chiese Blaine.

Kurt annuì.

“Si.. mio padre e la mia matrigna sono quasi arrivati.. ma mio figlio inizia a stancarsi di essere qui”.

Blaine sospirò.

“Povero bambino”

“Si.. “ concordò Kurt.

“Sai.. avrai bisogno di aiuto quando Lila tornerà a casa.. 

Dovrà stare su una sedia a rotelle per un po’” gli spiegò Blaine.

“Oh.. non ci avevo pensato” rispose Kurt, attonito.

“Dovrò anche  accompagnarla a scuola presto e poi portarla a fare fisioterapia..”

Kurt continuò a divagare e a fare di nuovo avanti ed indietro.

“Kurt.. calmati.. andrà tutto bene” lo rassicurò Blaine.

  “Probabilmente mi dovrò anche sbarazzare del letto a castello” continuò Kurt , parlando più che altro tra se.

“Ma se questo terrà i miei figli al sicuro.. allora farò tutto quello che serve”.

Blaine annuì..

“Spero di non sembrare troppo sfacciato.. ma…” iniziò, ma fu interrotto dalla voce di qualcuno.

“Papà..” urlò Cory, correndo verso di lui.

Kurt si chinò  ed aprì le braccia per accogliere Cory.

Kurt baciò tutto il suo viso.

“Papà sciocchino” strillò Cory.

“Mi sei mancato piccolino mio” esclamò Kurt.

“Mi sei mancato anche tu” rispose Cory.

Si guardò intorno ma non vide sua sorella.

“Dov’è Lila?”

“La stanno ancora operando amore” disse semplicemente Kurt .

“Per colpa della sua bua?” chiese Cory.

Kurt rise.

Amava quanto suo figlio fosse premuroso.

“Si.. a causa della sua bua” .

Cory puntò il dietro verso qualcuno dietro di lui.

“Nonna.. e nonno!”

Kurt si alzò e sorrise.

“Ciao figliolo” disse Burt.

Kurt abbracciò suo padre ed iniziò a piangere.

“va tutto bene.. tutto andrà bene” lo consolò Burt.

Dopo aver salutato Burt e Carole, Kurt li aggiornò sulle condizioni di Lila e su quello che era successo la sera prima.

Stava per presentare loro Blaine, non essendosi accorto che Blaine era sgattaiolato via per dare alla famiglia un po’ di privacy.

Blaine era tornato giù al pronto soccorso.

Si diresse verso la sala dei dottori per prendere le sue cose dal suo armadietto.

“Sei ancora qui? Pensavo che il tuo turno fosse finito ore fa?” chiese Quinn entrando.

Blaine voltò la testa e la vide.

“Sono stato con la mia paziente per tutto il tempo “.

“La piccola ragazzina caduta del letto a castello?” chiese Quinn . 

Blaine annuì.

“Si.. suo padre pensa sia colpa sua quello che è successo”.

“Tutti i genitori pensano che sia colpa loro quando i loro figli di fanno male” disse Quinn.

Blaine sbuffò.

“Si!”

“Hey.. ti ricordi quando mi hai detto di aver visto quel tipo strano in ascensore?” gli domandò Quinn.

Blaine annuì.

“Cosa sai di lui?” 

“Beh.. non so se è la stessa persona… ma Santana ha visto questo ragazzo che era venuto a cercarti prima.

Gli ho dato un’occhiata, aveva i capelli castano scuro.

Non so chi sia o cosa volesse.

Ma è stato piuttosto insistente nel chiedere di vederti o di parlarti” spiegò Quinn.

Blaine sollevò un sopracciglio.

“Non ho nessuna idea su chi possa essere”.

Quinn scosse la testa.

“Nemmeno io”.

“Guarda… se dovesse tornare.. chiama semplicemente la sicurezza” le suggerì Blaine.

Quinn annuì.

“Te ne stai andando?”

Blaine scosse la testa .

“No.. pensò che resterò .. solo fino a quando Lila non uscirà dalla sala operatoria” disse Blaine, dirigendosi verso la porta.

“O resti solo per flirtare con il padre?” lo prese in giro Quinn.

Blaine voltò la testa e le cacciò la lingua, mentre lei ruotava gli occhi.

Kurt e la sua famiglia stavano ancora aspettando nella sala d’attesa di chirurgia.

Blaine era tornato su con un paio di buste di plastica con del cibo.

Notò che Carole, Rachel ed il piccolo Cory erano andati via.

Capì che erano andati a casa.

Kurt e Burt erano seduti uno accanto all’altro.

Avevano entrambi gli occhi chiusi.

Blaine si diresse verso Kurt e gli diede un colpetto sulle spalle.

Kurt si svegliò immediatamente e notò Blaine accanto a lui.

“Bla.. cioè dottor Anderson.. dov’eri andato? Volevo presentarti la mia famiglia” chiese Kurt.

“Scusa.. ho pensato che avevate bisogno di un po’ di privacy” ammise Blaine.

“Ti ho portato qualcosa per fare colazione” disse , dandogli la busta, “ non è molto.. solo qualche fetta di toast ed alcuni biscotti alla frutta.

Ho pensato potessi aver fame”.

Kurt guardò nelle scatole e poi di nuovo Blaine.

“Aw.. non dovevi farlo “ disse con comprensione.

“Lo so.. ma volevo.

So che sei qui da ore ..e so che non è il cibo migliore del mondo… perché ..hey.. è cibo dell’ospedale” scherzò Blaine.

Kurt sorrise.

Burt, ascoltando l’ultima parte della loro conversazione , si avvicinò  a loro ed appoggiò una mano sulla spalla di Kurt.

Kurt voltò la testa.

“Oh.. papà.. voglio presentarti il dottor Anderson.. si è preso cura di Lila quando è arrivata al pronto soccorso… è stato anche tanto gentile da rimanere con noi per tutto il tempo” ammise Kurt.

Blaine sorrise e tese la mano.

Burt gliela strinse.

“E’ un piacere incontrarla dottor Anderson… ma, la prego, mi chiami Burt.”

“E’ un piacere, Burt” rispose Blaine, “ e.. quando non sto lavorando, sono Blaine..” disse facendo l’occhiolino a Kurt.

Kurt sentì il proprio cuore perdere un battito.

Burt osservò l’interazione tra suo figlio ed il giovane dottore.

“Hey Blaine.. sembra che stiamo aspettando da un’eternità che Lila esca dalla sala operatoria.. sai come mai ci vuole così tanto?” chiese Burt.

“Nessuno è venuto a parlare con voi?” chiese Blaine sorpreso.

Entrambi gli Hummel scossero la testa.

Blaine guardò il suo orologio e rimase davvero molto sorpreso dal fatto che nessuno fosse ancora uscito a parlare con loro.

L’operazione doveva essere finita.

“Vado a vedere cosa scopro”.

Kurt sorrise.

“Grazie”

Blaine restituì il sorriso e se ne andò.



Scusate per ieri...

Giovedì il capitolo 10.. quindi due pubblicazioni .. lunedì ( di solito ) e il giovedì

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10 capitolo ***


Blaine si diresse verso il banco delle infermiere li al reparto chirurgia.

“Scusatemi.. mi chiedevo se il dottor Gordon avesse finito con l’operazione?” chiese educatamente Blaine.

L’infermiera guardò il computer che aveva davanti .

“Um.. ha appena finito. Dovrebbe star portando la sua paziente nella sala  post-operatoria proprio adesso” rispose lei.

Blaine sorrise per ringraziarla e se ne andò per cercare il dottor Gordon per chiedergli come era andato l’intervento a Lila.

Blaine trovò il dottore che stava sistemando il lettino di Lila nella sala degenze.

Si avvicinò a lui.

“Dottor Gordon?” chiese Blaine e l’uomo più grande si voltò.

“Dottor Anderson.. pensavo se ne fosse ormai andato da molto” lo prese in giro il dottor Gordon.

“ A dire il vero, lei è una mia paziente e volevo assicurarsi che stesse bene” ammise Blaine.

Il dottor Gordon lo fissò.

“Solo per questo?”

Blaine annuì per confermare.

“Beh.. stavo proprio andando a parlare con i familiari” disse il dottor Gordon.

“Com’è andata?” chiese velocemente Blaine.

Il dottor Gordon rise.

“Tutto è andato bene, dottor Anderson.

Santo cielo..

Se non la conoscessi bene.. avrei detto che lei era sangue del suo sangue”.

Blaine rise ancora.

“E’ solo che sono stato con lei e la sua famiglia da quando è arrivata giù e volevo solo assicurarmi che tutto fosse andato senza intoppi”.

Il dottor Gordon sorrise ed annuì in conferma.

“Beh.. stavo proprio per andare a parlare con la sua famiglia.. vuole venire con me?”

“A dire il vero.. penso che rimarrò qui fino a quando non arriva la sua famiglia.. sa.. solo in caso si dovesse svegliare.

Potrebbe essere spaventata … essere in un posto che non conosce e tutto..” spiegò Blaine.

Il dottor Gordon sollevò un sopracciglio.

“Ok.. tornerò tra poco allora” rispose, si voltò e si diresse verso la sala d’attesa.

Non appena Kurt vide il dottor Gordon entrare nella sala d’attesa, si alzò dalla sedia , spalancando gli occhi.

“Dottor Gordon? Lila sta bene? E’ andato tutto bene?” chiese in fretta.

Il dottor Gordon non poté fare a meno di ridere.

“Si signor Hummel.. tutto è andato bene.

Sua figlia sta bene.

Potrà sentire un po’ di dolore, ma questo c’era da aspettarselo” iniziò a spiegare, “ deve restare qui almeno per un paio di giorni… probabilmente potrà tornare a casa Venerdì o Sabato”.

Kurt sorrise.

“Grazie tanto dottor Gordon”.

Il dottor Gordon gli sorrise in risposta.

“Prego Signor Hummel”.

Kurt poi notò che Blaine non era tornato con lui.

“Um.. dottor Gordon?.. sa dov’è il dottor Anderson? Ha detto che veniva a vedere come mai ci stavate mettendo tanto .. ma non è ancora tornato”.

Il dottor Gordon sbuffò.

“Si.. è venuto .. mi ha trovato mentre mi assicuravo che sua figlia fosse sistemata a dovere.

Ha insistito per rimanere con lei fino a quando non sarebbe arrivato lei”.

Kurt fissò l’uomo più grande con un’espressione vuota sul viso.

Blaine si stava comportando come se fosse l’altro padre di Lila o era solo per il fatto che Blaine era un bravo dottore/una persona fantastica?

“Vuole che l’accompagni da sua figlia? “ chiese il dottor Gordon , riportando Kurt alla realtà.

Kurt scosse la testa.

“S.. si per favore..”

Il dottor Gordon sorrise e si voltò e Kurt e Burt lo seguirono giù per il corridoio fino alla stanza dov’era ricoverata Lila.

Il dottor Gordon si avvicinò al letto di Lila.

L’infermiera Lynn stava cambiando la sua flebo e Blaine era seduto su di una sedia alla destra del letto, leggendole a bassa voce un libro.

Blaine vide i tre uomini avvicinarsi e smise di leggere.

Si alzò e posò il libro sulla sedia.

Kurt corse da sua figlia.

Le tolse, con dolcezza, un ciuffo ribelle dal viso e le baciò la fronte.

Lila spalancò gli occhi .

“Hey.. tesorino” disse Kurt dolcemente.

“Papà!”, sorrise Lila , la voce rauca per il sonno.

“Come ti senti? “ le chiese.

“Assonnata” rispose lei.

Burt si avvicinò un po’ di più.

“Hey.. scimmietta”.

“Nonno!” sorrise Lila, “ dov’è nonna?”

“E’ tornata a casa con zia Rachel e Cory. La vedrai più tardi” rispose Kurt.

Lila annuì e sbadigliò.

“Potrebbe sentirti un po’ stordita” Lynn informò i due Hummel, “ le stiamo dando anche dei dolorifici” aggiunse mentre finiva di sistemare la nuova flebo e se ne andò.

 “Torna a dormire tesoro.. saremo proprio qui quando ti sveglierai… ok?” le disse Kurt.

Lila annuì.

Kurt sorrise e le baciò di nuovo la fronte.

Burt le baciò una guancia.

“Papà?” sussurrò Lila.

“Si tesoro?” chiese Kurt.

“Dov’è il dottor Anderson?” chiese Lila.

“Cosa tesoro?” chiese Kurt, non sicuro di aver sentito bene.

“Dov’è il dottor Anderson?” ripeté.

Kurt si guardò intorno.

Blaine non era da nessuna parte.

“Penso sia andato a casa , tesoro”.

“Dovresti dirgli di tornare” insistette Lila.

Kurt non poté fare a meno di ridacchiare.

“Vai a dormire Lila..”

Lila annuì e chiuse gli occhi.

Burt e Kurt si allontanarono dal letto di Lila per poter parlare senza disturbarla.

“Cos’è questa storia?” chiese Burt.

“Cosa?” disse Kurt  con disinvoltura.

“Sai di cosa parlo” ridacchiò Burt, “ ti piace quel dottore, quel ragazzo.. Blaine.”

“Papà… è il dottore di Lila. Non può piacermi, ok?” insistette Kurt.

Burt alzò le mani in segno di resa.. 

“Ok.. ok.. hai ragione…”

Kurt sospirò.

“Grazie”

“Signor Hummel?” Kurt sentì Lynn chiamarlo così si voltò.

“Si?” chiese.

“Il dottor Anderson mi ha detto di dirvi che è dovuto andar via, ma mi ha chiesto di darvi questo” disse Lynn, allungandogli una busta.

Kurt abbassò lo sguardo sulla busta.

“Cos’è? Chiese.

Lynn scrollò le spalle mentre Kurt prendeva la busta e poi se ne andò.

Kurt si voltò e guardò suo padre.

“Cos’è?” chiese Burt.

Kurt aprì la busta.

“E’ una lettera del dottor Anderson” rispose, “ Da Blaine” si corresse mentre si sedeva e lesse la lettera il silenzio.

“Caro Kurt, 

So che ci siamo incontrati solo pochi giorni fa ed ora sono il medico di tua figlia.

Spero davvero tanto che guarisca molto presto e che abbia una degenza veloce. 

Lo so.. che ci siamo appena incontrati e tutto .. ma so che potresti aver bisogno di aiuto una volta che Lila sarà dimessa e ,spero di non stare oltrepassando nessun limite.. ma se dovessi aver bisogno di qualsiasi cosa.. non esitare a chiamarmi.

Ti ho scritto il mio numero dell’ospedale e se dovesse capitare che chiami in una giornata in cui non ci sono, solo dì che ti ho dato il permesso di chiamarmi sul cellulare e ti daranno il mio numero.

Perché legalmente, i dottori non potrebbero dare i loro numeri privati.

E’ stato bello incontrarti Kurt.

Mi dispiace per quello che ti è successo in passato, ma ora puoi solo guardare avanti, al futuro..

Inoltre… non ti incolpare per l’incidente di Lila.

Li chiamano incidenti per un motivo.

Credimi ne ho visti tanti.

Spero di poterti rivedere un giorno.

Abbi cura di te, 

Dottor Blaine Anderson.”


Kurt sentì il cuore battergli più forte in petto, dopo aver letto la lettera di Blaine.

"Figliolo? Va tutto bene?" chiese Burt, quando notò alcune lacrime scorrere sulle guance di Kurt.

Kurt alzò lo sguardo su suo padre.

"Huh? Oh.. si .. sto bene.." mentì , " Andiamo a sederci con Lila in attesa che si svegli" disse e si avvicinò al letto di Lila.

Blaine era seduto in autobus diretto a casa dall'ospedale .

Non era tornato a casa da un bel pò.

E visto che aveva fatto gli straordinari non sarebbe potuto tornare di nuovo in ospedale quella sera, cosa che gli dava la possibilità di dormire un pò di più.

Quando l'autobus arrivò alla sua fermata, Blaine , praticamente, saltò giù.

Prese la posta, per lo più bollette e pubblicità, poi si trascinò faticosamente nell'appartamento.

Accese la luce e notò una busta da lettera sul pavimento.

"Cosa sarà?" disse tra se, chinandosi a prenderla.

La studiò , notando che non c'era scritto nulla sopra a parte il suo nome.

Blaine poggiò la borsa e la posta sul tavolo , si tolse le scarpe prima di lasciarsi cadere sul divano.

Aprì la misteriosa busta da cui tirò fuori un pezzo di carta ;lo aprì ed iniziò a leggere quella misteriosa seppur familiare calligrafia.

"Blaine, so che è passato molto tempo, ma penso che abbiamo bisogno di parlare.

Mi sei mancato.

Sto cercando di mettermi in contatto con te , ma sei una persona difficile da rintracciare.

Però ho immaginato che vivessi ancora nello stesso appartamento in cui vivevi anni fa.

Il mio numero non è cambiato, quindi chiamami appena puoi.

Grazie"

Blaine appallottolò la lettera e la gettò sul pavimento.

Sapeva esattamente di chi era e non voleva assolutamente avere più nulla a che fare con quella persona.

Iniziò a respirare rapidamente .

Solo pensare a quella persona gli faceva ribollire il sangue .

Sapeva che c'era una sola cosa che poteva calmarlo in quel momento.

Si alzò dal divano e si diresse in cucina.

Aprì il frigo e presa una birra.

Normalmente non beveva per allontanare le sue frustrazioni.. ma in quel momento pensava che avrebbe potuto esplodere.


NOTE

Ed eccoci al 10 capitolo... a lunedì

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11 capitolo ***


Dopo aver passato un paio di giorni ricoverata, Lila fu pronta per essere dimessa dall’ospedale.

“Possiamo andarcene ora?” piagnucolò Lila.

Kurt rise.

Probabilmente quella era la milionesima volta che Lila glielo chiedeva da quando si era svegliata da dopo l’operazione.

“Presto tesoro.. dobbiamo solo aspettare che venga il dottore e che ci dica che è tutto okay e poi andremo a prendere la sedia a rotella.”

“Nonna e zia Rachel mi stanno aspettando a casa?” chiese.

“Si... e Cory chiede sempre della “sua” Lila” rispose Burt.

“Huh?” chiese Lila confusa.

“Tua zia Rachel mi ha detto che Cory ti chiama la “sua” Lila da quando sono tornati a casa senza di te.

Gli manchi” spiegò Kurt.

“Aww… amo il mio fratellino” tubò Lila.

Burt e Kurt sorrisero.

Il dottor Gordon entrò nella stanza con un gran sorriso sul viso.

“Buongiorno Lila” disse allegramente, “ pronta per tornare a casa?” 

Lila annuì entusiasta.

Il dottor Gordon rise .

“Sono sicuro che tu non veda l’ora di andartene da questo posto, vero?”

“Ci può scommettere” rispose Lila.

Il dottor Gordon continuò a sorridere .

“Bene… sono qui per dirti che non è necessario che tu resti ancora qui… a meno che... tu non voglia farlo”.

Lila spalancò gli occhi e scosse la testa.

Il dottor Gordon rise.

“Ok... “poi si voltò verso Kurt e gli porse una cartellina.

“Signor Hummel, qui c’è il foglio di dimissioni di Lila più i documenti di tutto quello che le abbiamo fatto” cominciò a spiegare, “ se ha bisogno di qualcosa o ha qualche domanda, il numero di telefono del reparto è qui e qualsiasi dottore o infermiera sarà felice di aiutarla.

Mi raccomando anche che lei prenda un appuntamento con il pediatra di Lila nel giro di una settimana per spiegargli cosa è successo.

Se ha qualche domanda da fare, può dirgli di chiamare me o il dottor Anderson , qui in ospedale.

Oltretutto potranno toglierle i gessi tra un 4/6 settimane; fino ad allora Lila deve tenere i gessi asciutti.

Tutto quello di cui ha bisogno per prendersi cure di lei mentre ha i gessi è scritto in questa cartella” finì il dottor Gordon.

“Poi... come vi dicevo l’altro giorno, Lila avrà bisogno di fare fisioterapia una volta che le toglieranno i gessi .

Ma sono sicuro che il vostro medico curante ne parlerà con lei quando sarà il momento” aggiunse.

Kurt diede un’occhiata alla cartellina annuendo per la comprensione.

“Grazie mille dottor Gordon”.

“Si figuri” rispose il dottor Gordon, “ Andrò a cercare un’infermiera per farle portare una sedia a rotelle e poi potrete andare”.

Si voltò ed uscì dalla stanza.

Kurt infilò la cartellina nella sua borsa.

“Papà.. ricordami di chiamare il dottor Micheals  , la settimana prossima, per prendere un appuntamento per Lila” chiese Kurt e Burt annuì.

L’infermiera Lynn entrò nella stanza spingendo una sedia a rotelle.

“Ok Lila.. pronta per andare a casa?” 

Lila sorrise ed annuì.

“Ok.. vuoi che ti aiuto io a sederti qui o preferisci il tuo papà?” chiese Lynn, anche se la risposta era ovvia.

“Papà!” strillò Lila .

Lynn sorrise.

“Ci avrei giurato” .

Kurt si avvicinò alla destra di Lila , la tirò su con attenzione e la sistemò sulla sedia a rotelle.

“Stai bene?” le chiese.

Lila annuì.

“Si! Andiamo”... rispose , ansiosa di andarsene.

“Ok... portiamoti fuori di qui...” disse Lynn, mentre girava la sedia a rotelle ed iniziò a spingere Lila verso gli ascensori, con Kurt e Burt al seguito.

Mentre aspettavano l’ascensore, una persona familiare si avvicinò loro.

“Dottor Anderson?” disse Kurt , sussultando.

“Oh Salve signor Hummel” lo salutò Blaine.

Poi abbassò lo sguardo su Lila, seduta sulla sedie a rotelle.

“Hey Lila... ho sentito che stai tornando a casa oggi”.

“Si... finalmente” rispose Lila.

“E’ fantastico Lila… Sono davvero contento di vedere che stai bene” si complimentò Blaine, “ voglio anche darti questo”, aggiunse , tirando un sacchetto da dietro la schiena.

Lila spalancò gli occhi per la sorpresa.

“Per me? Grazie..” sussultò.

Blaine sorrise.

“Ho pensato che avessi bisogno di qualcosa che ti tirasse su di morale” le disse Blaine, allungandole il sacchetto.

Lila cercò di aprirlo con una sola mano, ma fu più difficile di quanto pensasse.

“Vuoi un aiuto , tesoro?” chiese Kurt.

“No! Non voglio nessun aiuto!” urlò Lila per poi gettare , frustrata , il sacchetto per terra e poi iniziare a piangere.

Kurt si accigliò.

“Tesoro... va tutto bene... non piangere.-.” disse accarezzandole le spalle , cercando di calmarla.

Lila strofinò gli occhi con la mano sana.

“Possiamo andarcene a casa adesso?” 

“Certo tesoro.. “ rispose Kurt.

Si voltò verso Blaine.

“Ti va di accompagnaci fuori?”

Blaine arrossì.

“Uh… certo... mi piacerebbe”, guardò Lynn , “ Li accompagno io”.

Lynn tolse le mani dalla sedia a rotelle.

“Oh... così mi risparmi di dover fare tutta la strada” scherzò Lynn “Oh... il dottor Gordon mi ha detto che possono portarsi la sedia a casa”.

Blaine annuì e spinse la sedia a rotelle nell’ascensore.

Quando arrivarono all’ingresso, Burt andò a prendere la macchina , lasciando Kurt con Blaine e Lila.

“Um... hai ricevuto la mia lettera?” chiese Blaine.

“Si, si... grazie..” disse Kurt.

Blaine sorrise.

“Figurati...”

“Non ti conosco tanto... ma mi piacerebbe rivederti... so che ci siamo appena incontrati ma... so che anche a Lila farebbe piacere rivederti...” ammise Kurt.

Blaine arrossì di nuovo.

“Piacerebbe anche a me”

Kurt non poté fare a meno di sorridere.

Lila alzò lo sguardo su suo padre.

“Papà... ma Blaine viene a casa con noi?” chiese.

Kurt spalancò gli occhi per la sorpresa.

“Perché mi fai una domanda del genere Lila?

“Perché Blaine ti piace” lo prese in giro Lila.

Kurt cercò di ingoiare l’enorme groppo in gola, ma prima che potesse dire qualcosa, suo padre parcheggiò la macchina accanto a loro e suonò il clacson.

Burt saltò fuori dalla macchina.

“Ok scimmietta... andiamocene a casa...” esclamò e le si avvicinò per tirarla su dalla sedia a rotelle.

Poi la sistemò con attenzione in macchina, agganciandole la cintura di sicurezza.

“Dai Kurt... andiamo..” gridò Burt agitando un braccio.

Kurt sbatté le palpebre un paio di volte, realizzando cosa stesse succedendo.

“E’ meglio se vado” mormorò, “ è stato belle rivederti”.

Blaine sorrise.

“Anche per me...” disse allungando la mano che Kurt strinse.

Kurt poi, con un ampio sorriso sul volto, andò via.

Blaine sentì all’improvviso qualcosa nel palmo della sua mano .

Abbassò lo sguardo sulla mano e vide un foglietto appallottolato.

Lo aprì e ci trovò scritto il nome ed il numero di telefono di Kurt scarabocchiato sopra.

Blaine sorrise ed alzando lo sguardo, vide che la macchina di Kurt non c’era più-

Burt fermò la macchina di fronte casa di Kurt.

Kurt guardò Lila seduta dietro.

“Lila... siamo a casa”.

Lila rimase in silenzio.

Kurt sospirò e guardò suo padre.

“Mi odia...” sussurrò.

“Hey... non ti odia” sostenne Burt,  “Voglio che la smetti di pensarlo... tutto questo è stato un incidente.

Poteva capitare a chiunque in qualsiasi momento”.

Kurt non poté fare a meno di roteare gli occhi.

“Si… ma è successo alla mia piccola bambina perché io ero troppo stanco per montare la barriera al suo letto , che in realtà avrei dovuto montare come prima cosa.” 

Burt poggiò una mano sulla spalla di Kurt.

“Ascolta Kurt... voglio che la smetti di colpevolizzarti per questo... sa non lo fai ora... non lo farai mai”.

Kurt prese un profondo respiro per calmarsi ed annuì.

“Forza... portiamo mia nipote dentro prima che Carole inizia a chiamare per chiederci dove siamo finiti” scherzò Burt.

Entrambi scesero dalla macchina  e Burt  aprì il bagagliaio per tirare fuori la sedia a rotelle e la spinse poi verso il lato dove si trovava Lila.

Kurt tirò su Lila, attentamente, e la portò fuori dalla macchina per poi poggiarla sulla sedia a rotelle.

Chiuse la portiera e spinse Lila verso la porta d’ingresso, mentre Burt finì di scaricare il bagagliaio.

Kurt aprì la porta.

“Ciao?” urlò, “ Siamo a casa...!” annunciò.

“Lila!”

Rachel e Carole strillarono , correndo verso di lei per salutarla.

“Lila, Lila, Lila!” strillò Cory, correndo verso la sua famiglia quanto più velocemente le sue piccole gambe gli permisero.

Lila si sforzò di sorridere.

“Lila a casa!” disse Cory.

“Si Cory... Lila, finalmente, è a casa” disse Carole, prendendo suo nipote in braccio.

“Come ti senti tesoro?” chiese Carole.

Lila scrollò le spalle.

“Il regalo adesso nonna?” chiese Cory.

“Ok tesoro...” rispose Carole, mettendo giù Cory che corse su per le scale.

“Di cosa stava parlando?” chiese Kurt, confuso.

“Oh... vedrai...” scherzò Carole.

Kurt spinse la sedia di Lila in salotto e Burt entrò in casa.

“Vuoi sederti sul divano o vuoi restare qui?” le chiese Kurt.

Lila scrollò le spalle.

Kurt sapeva che portare due gessi e dover stare su una sedia a rotelle sarebbe stata dura per sua figlia.

Sapeva di dover essere li per lei ed essere super paziente con lei.

Un paio di minuti dopo, Cory tornò con un pacco incartato.

Dopo aver visto quello che Lila aveva fatto con il regalo di Blaine, Kurt non era sicuro che un altro regalo potesse essere una buona idea.

Cory allungò il regalo a sua sorella.

“Ecco Lila... per te” disse Cory.

Lila sorrise leggermente.

“Grazie Cory.. lo aprirò più tardi”.

“No!” strillò Cory, “ aprilo adesso Lila...”

Kurt si abbassò davanti a Cory.

“Cory... cucciolo... Lila è ancora un po’ stanca... ma aprirà il tuo regalo più tardi, ok?”

“No...” urlò di nuovo Cory, incominciando ad avere una crisi.

Si gettò sul pavimento, iniziando a piangere.

“Penso che sia stanco... non si è riposato oggi, perché voleva aspettare che Lila tornasse a casa” spiegò Rachel.

Kurt annuì.

Prese in braccio Cory in lacrime, cercando di calmarlo.

Poi lo portò in braccio fino alla sua camera.

Lo poggiò con dolcezza nel suo lettino a forma di auto da corsa.

“No... non a letto... papà!” strillò Cory ancora tra le lacrime.

“Shh... lo so... va tutto bene...” lo consolò Kurt, mentre Cory continuava a piangere.

Kurt guardò sul pavimento e trovò il suo pupazzetto di Elmo li per terra e lo prese.

“Guarda piccolino... c’è Elmo... ricordi cosa dice Elmo? Elmo ti vuole bene”.

Cory iniziò a calmarsi.

Abbracciò il suo pupazzetto di Elmo.

Un paio di minuti dopo, completamente calmo, si addormentò.

Kurt, in silenzio, lasciò la stanza e tornò al piano di sotto.

Una volta giù, notò che tutti erano in cucina, che pranzavano in ritardo.

“Kurt... hai fame?” chiese Carole quando vide Kurt entrare in cucina, “ Ho preparato un paio di sandwich”.

Kurt sorrise ed annuì in risposta, ma prima che potesse aggiungere qualcosa, sentì il suo cellulare vibrare nella sua tasca.

Lo prese e vide che gli era arrivato un messaggio.

“Torno subito” disse velocemente ed andò in salotto.

Si sedette sul divano , sbloccò il cellulare e vide che era un messaggio di Blaine.

“Kurt..

Spero che non sia troppo presto da parte mia mandarti un messaggio.

Ma qualcosa mi ha spinto a farlo e spero che non sia anche troppo presto farti sapere che Martedì è il mio prossimo giorno libero e speravo che, se per te va bene lasciare Lila e Cory con i tuoi genitori o con una babysitter, ti avrebbe fatto piacere uscire per un appuntamento con me.

Ma se non puoi o pensi che sia troppo presto lasciare Lila... capisco perfettamente...

Ma comunque... hai il mio numero e spero che lo userai… 

Spero di sentirti presto.

Blaine.


Kurt lesse il messaggio e pensò a cosa Blaine gli stesse chiedendo.

Era passato molto tempo dall’ultima volta che era uscito per un appuntamento; non era sicuro di cosa avrebbe dovuto fare.

Doveva uscire con questo meraviglioso, attraente e gentile ragazzo?

Era gentile per quello che era successo a Lila e per quello che gli aveva detto ?

Kurt non ne era sicuro.

I suoi pensieri furono interrotti quando sentì qualcuno sedersi accanto a lui sul divano.

Si voltò alla sua destra e vide che Rachel si era seduta.

“Ecco... Carole pensava avessi fame...” disse Rachel allungandogli un piatto con un sandwich al tacchino.

“Grazie”.

Rachel lanciò un’occhiata al telefono di Kurt.

“E’ lo stesso Blaine che credo io?” scherzò Rachel.

Kurt quasi si strozzò col cibo.

“Si...” riuscì a dire.

“Gli hai dato il tuo numero?” chiese Rachel .

Kurt ruotò gli occhi.

“Si Rachel... mi ha dato prima lui il suo numero... beh tecnicamente mi ha dato il numero dell’ospedale perché , legalmente, non può dare il suo personale ai pazienti...

Poi prima di salire in macchina per lasciare l’ospedale, gli ho fatto scivolare tra le mani il mio numero” spiegò Kurt.

Rachel strillò e batté le mani.

“Uscirai con lui?”

“Non lo so... è quello che mi ha appena chiesto via sms... 

Mi ha chiesto di uscire Martedì perché è la sua giornata libera…

Ma solo se mi andava bene di lasciare Lila e Cory con i miei genitori o con una babysitter...” cominciò a spiegare, “ed io... non lo so... voglio dire... non ho un appuntamento da anni...”

“Una ragione in più per andare” insistette Rachel.

Kurt scosse la testa.

“Oh no... ci andrai... anche se ti ci devo trascinare di peso, mentre scalci ed urli... proprio come fa un bambino di tre anni...” lo tormentò Rachel.

Kurt sospirò.

“Voglio dire... sarebbe bello poter passare un po’ di tempo a chiacchierare con qualcun altro... che non sia la mia famiglia...” finì Kurt.

Rachel annuì...

“Hey... ti capisco perfettamente... cioè... anche io stavo così dopo Finn…

Certo... sembra che io non mi stia mettendo in gioco... ma solo perché non lo faccio io... questo non significa che tu non possa farlo.” 

Kurt annuì.

“Hai ragione...” e guardò oltre la sua spalle , verso la cucina, proprio nel punto in cui era seduta Lila.

“Ma forse... dovrei aspettare ancora un po’... almeno fino a quando Lila non si abitui ad essere a casa dopo l’ospedale...”

Rachel si lasciò scappare un sospiro esasperato.

“Andiamo Kurt... ti conosco... se non esci ora... non lo farai mai... ed è solo un’appuntamento… se questo ragazzo non dovesse piacerti... non devi rivederlo per forza...

Non è come se la prossima cosa che faremo sia organizzare un matrimonio in grande per voi o qualcosa di simile...”

Entrambi iniziarono a ridere.

Rachel si alzò e tornò in cucina.

Una volta che se ne fu andata, Kurt decise di rispondere al messaggio di Blaine.

“Blaine

Spero che ora possiamo darci del tu... e si... mi farebbe molto piacere uscire con te... 

Non so se hai già in mente un orario... ma vorrei davvero tanto poter mettere a letto Cory e Lila... così... cose ne pensi delle 8pm?

Vuoi che ci incontriamo da qualche parte?

Fammi sapere.

Kurt.”


Kurt sorrise mentre inviava il suo messaggio.

Andò in cucina per mettere il piatto nel lavello.

“Papà... sono stanca... “ disse Lila, sbadigliando.

“Ok... zucchetta, vuoi fare un riposino sul divano?” suggerì Kurt.

Lila scosse la testa..

“No... voglio dormire nel tuo letto”

Kurt sospirò.

Sapeva che Lila non avrebbe voluto dormire da nessuna altra parte se non il suo letto.

“Ok piccola... “ spinse la sedia a rotelle fino alle scale e poi la prese in braccio per portarla su nella sua camera da letto.

Kurt sistemò Lila sul suo letto e le rimboccò le coperte.

Le diede un bacio sulla fronte.

“Ti voglio tanto bene, Lila”.

Lila sbadigliò.

“Ti voglio bene anche io”

Kurt uscì silenziosamente dalla stanza.

Sentì il suo cellulare vibrare di nuovo.

Quasi strillò quando vide che Blaine gli aveva risposto così in fretta.

Scese al piano di sotto e vide che la sua famiglia stava chiacchierando in salotto.

Visto che era una bella giornata, decise di uscire e sedersi nel portico.

Kurt iniziò a leggere il messaggio.

“Hey Kurt, 

Si... possiamo darci del tu... tranne quando passi in ospedale.

Li è tutto più formale.

Alle 8pm è perfetto per me…

Se vuoi possiamo vederci al ristorante o posso passare a prenderti.

Scegli quello che preferisci...

Ma comunque... che cibo ti piace? 

Così posso sapere dove poter prenotare.

Blaine.”


Kurt sorrise.

Iniziava a pensare che Blaine gli sarebbe piaciuto.

Poi iniziò a rispondere a Blaine.

“Blaine... 

Davvero non sono così esigente... 

Solo non mi piace mangiare grigliata al primo appuntamento.

Fidati.

Quindi se hai intenzione di prenotare... è meglio se passi a prendermi.

Credo ti abbia già il mio indirizzo grazie ai moduli che ho compilato all’ospedale quando ho portato Lila al pronto soccorso...

Quindi immagino che ci vediamo Martedì.

Kurt.”



NOTE

Finalmente Lila esce dall'ospedale... e Blaine chiede un appuntamento a Kurt...

Buona lettura e ci sentiamo Giovedì...

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12 capitolo ***


Da quando Kurt aveva accettato il suo invito, Blaine era stato al settimo cielo.

Aveva cominciato a cercare online un bel ristorante per l’appuntamento.

Quando trovò il nome di un piccolo ristorante italiano, che guarda caso era vicino a dove abitava Kurt, Blaine fece immediatamente la prenotazione.

Blaine era davvero eccitato e non vedeva l’ora che arrivasse Martedì.

Anche se aveva dal lavoro su cui concentrarsi, ogni volta che aveva una pausa, il suo imminente appuntamento con Kurt riempiva i suoi pensieri.

Invece Kurt, che era stato molto impegnato ad occuparsi di Lila e Cory, non ebbe quasi un attimo di tempo per pensare al suo appuntamento con Blaine.

Forse era stata una cosa buona.

Quando finalmente arrivò il Martedì, Blaine passò la maggior parte della giornata ad assicurarsi che tutto fosse perfetto.

Decise di aver bisogno di un nuovo completo perché quando aprì l’armadio non trovò nulla che andasse bene per un “primo appuntamento”.

Blaine afferrò velocemente il portafogli, il cellulare e le chiavi ed uscì di casa.

Aveva un paio di ora per fare compere prima di dover andare a prendere Kurt, così si avviò verso il centro commerciale.

Una volta al centro commerciale , Blaine si diresse verso uno dei negozi più grande.

Cominciò a guardarsi intorno nel reparto liquidazioni per uomo.

Niente colpì la sua attenzione , così continuò a cercare.

Alla fine, trovò una bella camicia blu con il pantalone abbinato.

Trovò velocemente la sua taglia ed andò a provarli.

Mentre era nel camerino si guardò attentamente allo specchio.

Gli piaceva come gli stava questo nuovo completo , ma pensò di aver bisogno di qualcosa da abbinare.

Forse un nuovo papillon?

Blaine si cambiò ed andò a cercare dove fosse il reparto accessori.

Una volta trovato, cercò tra i papillon di vari colori e forme fin quando non trovò quello perfetto.

Poi pagò il suo nuovo completo e tornò nel suo appartamento e cominciò a prepararsi per l’appuntamento.

Nel frattempo a casa Hummel, Kurt stava aiutando Carole a preparare la cena, prima di prepararsi per il suo appuntamento.

Aveva parlato del suo appuntamento con Blaine insieme a Burt e Carole, ma aveva tenuto il segreto con Lila e Cory.

Non voleva sconvolgerli e lasciarli in lacrime con i suoi genitori.

“Allora... sei eccitato per il tuo appuntamento di stasera?” sussurrò Carole mentre tagliava le verdure.

Kurt scrollò le spalle.

“Credo... voglio dire... come ho anche detto a Rachel... è passato così tanto dall’ultima volta che sono uscito per un appuntamento.”

Carole annuì.

“Ma scommetto che una volta fuori... ti divertirai..” 

“Non so se mi ricordo cosa significhi divertirti” confessò Kurt.

Carole rise ed avvolse un braccio sulle spalle dei suo figliastro.

“Oh tesoro... andrà bene” lo rassicurò.

Kurt sorrise per tutto il tempo in cui finirono di preparare la cena.

Dopo che Lila e Cory finirono di cenare, Kurt per prima cosa, fece il bagno a Cory mentre Lila finiva di fare i compiti con Burt e Carole.

“Ok... ometto... è l’ora di lavare i capelli” disse Kurt, passandogli un asciugamano  per coprirsi gli occhi.

“Ok  papà” rispose Cory, coprendosi gli occhi.

Kurt raccolse un po’ d’acqua in un contenitore di plastica  e la versò sulla testa di Cory già bagnata.

Quando sentì l’acqua scorrergli sulla schiena , Cory iniziò ad agitarsi e a ridacchiare.

Amava la sensazione dell’acqua che scorreva sulla sua schiena.

“Ok pesciolino... finito” disse Kurt, “ vuoi giocare con i tuoi giocattoli nella vasca per un po’?”

Cory annuì e Kurt rise.

“ok... metto il timer e quando suona... significa che è il momento di uscire” lo istruì Kurt , mentre prendeva il timer dal mobiletto sopra il lavandino , impostandolo su 3 minuti.

Cory sprizzò l’acqua  con i suoi giocattoli , ridendo.

Amava stare in acqua...

Era un piccolo pesciolino...

Amava fare il bagno... ma odiava uscire dalla vasca...

Non appena il timer suonò, indicando che Cory doveva smettere di giocare e che era il momento per lui di uscire dalla vasca… Cory non ne fu felice.

“Ok Cory... è l’ora di uscire...” disse Kurt

“No!” piagnucolò Cory.

“Si... è ora di andare a letto” lo rimproverò Kurt, mentre tirava su un bagnato Cory fuori dalla vasca e lo avvolgeva in un asciugamano asciutto e pulito.

Cory iniziò a sbadigliare.

“Storia?” chiese.

Kurt rise, mentre continuava ad asciugare suo figlio.

“Si... ma penso che tu debba aspettare che faccia il bagno a Lila”

“La “mia” Lila!” lo corresse Cory.

Kurt rise per quanto divertente fosse suo figlio.

“Ok... la “tua” Lila”

Cory sorrise.

Una volta che Cory fu completamente asciutto, Kurt gli mise un pannolino ed un pigiama pulito.

“Perché non vai al piano di sotto a leggere un libro con nonno e nonna mentre faccio il bagno alla “tua” Lila” gli suggerì Kurt.

Cory annuì e scese al piano di sotto con Kurt che lo seguiva fino in salotto, dove Lila stava leggendo un libro con Burt e carole.

“Hey Lila... è l’ora del tuo bagno... zucchina” disse con dolcezza Kurt.

Lila mise il suo segnalibro nel libro e lasciò che Kurt la prendesse in braccio e la portasse al piano di sopra.

“Mi laverai i capelli stasera?” chiese Lila mentre andavano in bagno.

“No.. te li ho lavati ieri sera...” rispose Kurt, mentre la sistemava con attenzione sul gabinetto.

“Prima di farti il bagno... vado a prenderti il pigiama” 

Lila annuì.

Kurt andò nella stanza di sua figlia, prese un pigiama pulito e tornò in bagno.

“Ok... nanerottola... andiamo a pulirci...” sorrise Kurt.

Le tolse con attenzione i vestiti , cercando di non farle male.

Poi iniziò a farle delle spugnature. 

“Per quanto tempo ancora devo fare queste spugnature schifose” chiese Lila, chiaramente annoiata.

Kurt sospirò.

“So che non ti piace tesoro... ma non dobbiamo far bagnare i gessi” le spiegò Kurt.

Lila si accigliò.

“Mi dispiace” si scusò Kurt.

Una volta che Lila fu lavata, Kurt le infilò il pigiama e la portò in braccio nella sua camera da letto.

Stava dormendo nel letto di Kurt da quando era tornata dall’ospedale.

Era quasi terrorizzata di dormire nel suo letto a castello.

Kurt capiva.

Cory entrò di corsa e si infilò nel lettone accanto alla sorella.

Burt e Carole erano uno accanto all’altro sulla soglia.

“Ok... nonno e nonna vi hanno letto due storie... quindi è ora di augurare la buonanotte” disse con dolcezza Kurt.

“Vi voglio un mondo di bene… ci vediamo domattina” diede ad entrambi un bacio sulla guancia e li guardò chiudere gli occhi ed addormentarsi.

Kurt afferrò il vestito che aveva lasciato appeso sull’anta dell’armadio e lasciò silenziosamente la stanza, chiudendo la porta dietro di se.

“Vado a cambiarmi adesso” sussurrò ai suoi genitori.

Loro annuirono e poi, mentre Kurt si diresse verso la camera degli ospiti, scesero al piano di sotto.

Kurt aveva portato tutto l’occorrente per la doccia e le sue creme idratanti nel bagno degli ospiti, solo per quella sera, perché sapeva che i suoi figli volevano dormire nel suo lettone e non voleva disturbarli o farli arrabbiare.

Dopo aver fatto la doccia, si vestì; aveva scelto una camicia bianca con un gilet nero , i jeans scuri e le sue Converse blu.

Scese al piano di sotto e si diresse in salotto.

“Allora... cosa ne pensate?” chiese a suo padre e a Carole, in piedi davanti a loro facendo una piroetta.

“Sei bellissimo Kurt” disse Carole con enfasi.

“Stai bene figliolo” rispose Burt .

“Non pensate sia un po’ troppo?” chiese Kurt preoccupato.

“ No tesoro... stai benissimo... ti amerà” si complimentò Carole.

Kurt sorrise.

“Grazie” disse guardando l’orologio, “ sono quasi le 8”

“Rilassati Kurt...arriverà” disse Burt , alzandosi e poggiando una mano sulle spalle di Kurt cercando di tranquillizzarlo.

Kurt prese un profondo respiro e cominciò a pensare a tutto quello di cui aveva bisogno di fare prima di uscire e ad assicurarsi di avere tutto quello di cui aveva bisogno per la serata.

“Se Lila o Cory si dovessero svegliare durante la sera, per favore non ditegli dove sono andato... solo... ditegli semplicemente che sono da Rachel.” esclamò Kurt.

“Ti vuoi rilassare?” lo pregò Burt, “ tutto andrà bene... non c’è nulla di cui preoccuparsi... questa non è la prima volta che ci occupiamo dei nostri nipotini...”

Kurt annuì.

“Lo so... ma sono stati davvero appiccicosi in questi giorni... soprattutto da quando Lila si è fatta male”.

Carole annuì.

“Lo capisco tesoro... ma fidati di me... andrà tutto bene.

Vogliamo che esci... che resti fuori tutto il tempo che vuoi e che tu diverta “ insistette Carole.

Kurt sospirò.

“Hai ragione... per quanto odi ammetterlo... avete entrambi ragione.”

Sia Burt che Carole sorrisero e risero.

Un paio di minuti dopo, ci fu un lieve bussare alla porta seguito dal vibrare del cellulare di Kurt.

Kurt lo prese e vide che era un messaggio di Blaine.

“Hey Kurt... sono qui fuori...

Non voglio suonare il campanello perché hai detto che i bambini avrebbero dormito a quest’ora così ho provato a bussare quando più piano ho potuto... 

Ti sto messaggiando solo nel caso non avessi sentito.

Blaine”

Kurt sorrise ed andò ad aprire la porta.

Blaine era li, un sorriso sul volto ed un mazzo di rose gialle e rosse in mano.

“Ciao Kurt” lo salutò Blaine.

Kurt restituì il sorriso .

“Ciao Blaine...”

Blaine abbassò lo sguardo sui fiori.

“Oh... questi sono per te” gli disse Blaine allungandogli i fiori.

Kurt cominciò ad arrossire.

“Wow.. .sono bellissimi… grazie..”

Blaine sorrise.

“Prego..”

“Vuoi entrare un minuto?” suggerì Kurt.

“Umm...” esitò Blaine.

“Perché non lasciate a me i fiori così voi due potete uscire?” suggerì Carole, arrivando da dietro Kurt e prendendo i fiori.

“Oh... Blaine... lei è la mia matrigna... Carole...  Carole lui è Blaine” li presentò Kurt.

“E’ un piacere incontrarti Blaine” rispose Carole.

“Anche pe me” rispose Blaine.

“Divertitevi voi due” urlò Burt dal salotto.

Kurt ruotò gli occhi.

“Pronto ad andare?” chiese Blaine.

Kurt afferrò velocemente il suo cappotto ed uscì con Blaine, chiudendosi la porta alle spalle.

“Pronto”

Blaine e Kurt di incamminarono verso il ristorante.

“Allora... dove stiamo andando?” chiese Kurt.

“E’ una sorpresa” rispose Blaine , mentre giravano l’angolo.

“Ti prego... dimmi che non è un BBQ*?”  si lamentò Kurt.

Blaine rise.

“No... non preoccuparti... ho ascoltato le tue raccomandazione e mi sono tenuto alla larga dalla salsa barbecue.”

Kurt scosse la testa.

“Allora,.. Lila come sta?” chiese Blaine.

“Sta bene... mi dispiace tanto che ha gettato per terra il tuo regalo... credo fosse arrabbiata perché non riusciva ad usare entrambe le mani...” spiegò Kurt, “quando è tornata a casa... e Cory le ha dato il suo regalo di bentornata... non ha voluto aprirlo...

Credo fosse troppo da affrontare per lei in un solo giorno”.

Blaine annuì.

“Non ti preoccupare... capisco...”

Voltarono ad un altro angolo e si ritrovarono davanti ad un ristorante italiano.

Kurt si voltò verso Blaine.

“Blaine... dove siamo?” chiese chiaramente confuso.

Blaine prese le mani di Kurt tra le sue e lo tirò verso l’entrata.

“Qui è dove mangeremo... ma solo per  la cena.

Prenderemo il dessert da un’altra parte”.

Kurt sollevò un sopracciglio, ma comunque seguì Blaine. 

“Buonasera... tutto okay stasera?”

Blaine sorrise.

“Si... ho una prenotazione a nome Anderson”.

La direttrice abbassò lo sguardo sul blocco delle prenotazioni, poi guardò di nuovo Blaine.

“Si... se mi seguite, vi mostrerò il vostro tavolo...” prese due menù e li accompagnò al loro tavolo.

Gli aveva riservato un tavolo molto intimo, con luci soffuse.

Porse loro i menù, quando Blaine e Kurt si sedettero uno di fronte all’altro.

“La vostra camerier arriverà tra un minuto... buon appetito” disse dolcemente e se ne andò.

Blaine e Kurt aprirono i loro menù.

Blaine alzò lo sguardo dal menù e sorrise a Kurt.

Kurt alzò lo sguardo velocemente e vide il sorriso sul volto di Blaine.

“Cosa?” chiese preoccupato Kurt.

Blaine rise.

“Nulla... sono solo molto felice” 

Kurt sorrise.

“Anche io...”

La loro conversazione fu interrotta dall’arrivo di una giovane donna al loro tavolo.

“Buonasera... il mio nome è Jessica e sarò la vostra cameriera per stasera” si presentò, “volete cominciare con un po’ di vino?”

Blaine guardò Kurt.

“Vuoi del vino?” 

Kurt sospirò.

“In realtà non bevo vino da anni” .

“Entrambi prenderemo un bicchiere di vino rosso della casa” disse Blaine.

Jessica annuì e segnò l’ordinazione sul suo tablet.

“Due bicchieri di vino rosso della casa... volete anche dell’antipasto?”

“Umm... in realtà ancora non abbiamo deciso...” ammise Blaine.

Jessica annuì.

“Bene... vado a prendervi da bere e vi lascio dell’altro tempo per studiare i menù”.

Blaine e Kurt annuirono, ringraziandola, poi Jessica andò via.

Blaine e Kurt studiarono i loro menù per decidere, finalmente, cosa ordinare.

“Sai già cosa prendere?” chiese Kurt.

Blaine annuì.

“Penso che prenderò i manicotti”.

Kurt rise.

“E tu? “ chiese Blaine.

“Stavo pensando alla parmigiana di melanzane” ammise Kurt.

Jessica tornò e poggiò i bicchieri di vino di fronte a loro.

“Grazie” dissero Blaine e Kurt all’unisono.

Jessica sorrise.

“Prego... avete deciso o avete bisogno di un altro po’ di tempo?”

“Penso che siamo pronti” rispose Kurt.

Jessica prese il suo tablet pronta a segnare le loro ordinazioni.

“Io... prendo la parmigiana di melanzane, per favore” chiese Kurt.

Jessica annuì.

“ E per lei?” chiese a Blaine.

“Io prendo dei manicotti*, per favore” rispose Blaine.

Jessica annuì di nuovo.

“C’è altro che posso portarvi?”

Entrambi gli uomini scossero la testa.

“Ok... porto di la le vostre ordinazioni che arriveranno presto” sorrise Jessica, mentre riprendeva i menu, poi andò via.

Una volta che furono di nuovo soli, Blaine decise di  iniziare una nuova conversazione.

“Allora... hai sempre vissuto qui a New York?” gli chiese

“A dire il vero, dopo il diploma mi sono trasferito qui , per il college, dall’Ohio”.

Blaine spalancò immediatamente gli occhi.

“Davvero? Anche io vengo dall’Ohio”

“Oh mio dio... io sono di Lima e tu?” chiese Kurt.

“Io da Westerville... penso sia , probabilmente, ad un paio di ore da Lima” ammise Blaine.

Kurt annuì.

“Quindi... hai incontrato la mia famiglia... cosa mi dici di te? Hai fratelli o sorelle?” 

Blaine annuì, prendendo un sorso di vino.

“In realtà, ho un fratello più grande di me... è un attore e vive in California. 

Col fatto che siamo entrambi molto impegnati, non ci vediamo molto spesso” 

Kurt aggrottò la fronte.

“Oh... mi dispiace... per questo“.

Blaine scosse la testa.

“Non esserlo... 

Non andiamo molto d’accordo quando siamo nella stessa stanza... quindi penso... sia meglio così” si lasciò scappare una risatina.

Kurt prese un sorso di vino.

“ Hai sempre voluto diventare un medico?”

Blaine scrollò le spalle.

“Beh... all’inizio volevo diventare un famoso cantante... ma mio padre… ha distrutto il mio sogno molto in fretta”, prese un altro sorso di vino, “ dopo averci pensato per un po’... mi sono preso una cotta per George Clooney, quando interpretava il dottor Doug Ross in E.R.

E dopo... aver seguito tutta la serie ed aver visto come i dottori salvassero vite, anche se erano attori, ho realizzato … che volevo aiutare le persone.”

Kurt sorrise.

“Quindi è allora che hai deciso di diventare un medico?”

Blaine annuì continuando a sorseggiare il suo vino.

Jessica tornò con le loro ordinazioni e li posò davanti a loro.

“Fatemi sapere se c’è altro di cui avete bisogno, per favore” disse con dolcezza prima di andar via.

Blaine alzò il bicchiere.

“Penso che dovremmo fare un brindisi”.

Kurt sollevò un sopracciglio ma alzò comunque il suo bicchiere.

“ A cosa brindiamo?”

Blaine ci pensò un attimo.

“ A noi! E... alla speranza di una nuova amicizia”

Kurt sorrise, mentre facevano tintinnare i bicchieri, e sorseggiò il suo vino.

Blaine e Kurt si godettero la cena in un confortevole silenzio.

Quando arrivò il momento di pagare il conto, Blaine insistette per pagare.

Dopo aver cenato , Blaine e Kurt lasciarono il ristorante.

“Ed ora... il dessert” dichiarò Blaine.

“Il dessert? Sono già pieno per la cena... scherzò Kurt.

Blaine prese Kurt per mano e lo trascinò via dal ristorante italiano.

Si incamminarono, attraversarono alcune strade, fin quando non arrivarono davanti ad una piccola pasticceria/ gelateria.

“E qui, Kurt Hummel... è dove prenderemo il dolce” annunciò Blaine.

Kurt guardò il piccolo negozio ad occhi spalancati mentre Blaine lo trascinava all’interno fino al bancone.

“Allora Kurt... scegli qualsiasi dolce ti piaccia” disse Blaine, “ prendine qualcuno anche per Cory e Lila”.

Kurt sorrise.

“Di solito non lascio che mangino dolci” ammise.

“Oh... andiamo Kurt... un po’ di cioccolata non può far male” scherzò Blaine.

Kurt ruotò semplicemente gli occhi.

“Ok... forse... prendo solo un paio di pezzetti per loro.”

Blaine sorrise.

Dopo che Blaine e Kurt finirono di prendere i dolci , Blaine accompagnò Kurt a casa.

“Oh Kurt... stavo quasi dimenticando di chiedertelo... che lavoro fai? Voglio dire... a parte l’essere un padre meraviglioso di due bambini?” chiese Blaine, mentre camminavano.

Kurt arrossì.

“ Sono uno stilista”

“Davvero? Wow... è fantastico” Blaine sorrise

Kurt abbassò lo sguardo.

“Blaine... posso farti una domanda?”

“Certo... puoi chiedermi tutto” rispose Blaine.

“Umm... davvero non so come chiedertelo... ma... sai del mio ex marito... mi stavo solo chiedendo...se avevi qualche ex” balbettò Kurt.

Blaine sospirò.

“Si... ho un ex fidanzato”

Kurt alzò di nuovo lo sguardo su Blaine.

“Ti dispiace se ti chiedo cosa è successo? Voglio dire... tu sai quello che è capitato tra me ed Adam..”

Blaine si massaggiò il retro del collo.

“Beh... hum...  c’era questo ragazzo che incontrai al liceo.” Iniziò, “  all’inizio... non sopportavo questo ragazzo… poi iniziammo ad uscire insieme... ed iniziammo a conoscerci veramente.

Dopo il liceo... ci siamo trasferiti qui insieme.

Lui andò alla Columbia per fare legge, mentre io andai alla NYU per medicina...” continuò Blaine, “ ma... una sera... tornai a casa dal lavoro... sono entrato nell’appartamento ed ho sentito della musica soft venire dalla camera da letto... e lui era li a letto con un altro ragazzo”.

“Oh mio dio Blaine... mi dispiace” disse con dolcezza Kurt, poggiando una mano confortevole sulle spalle di Blaine.

Blaine scosse la testa.

“Va bene... non sei il mio ex e nemmeno il ragazzo con cui mi ha tradito.”

Prima di poter dire un’altra parola , entrambi voltarono la testa realizzando dov’erano.

Erano arrivati a casa di Kurt.

“Credo che dovrei lasciarti entrare, ora” ammise Blaine.

Kurt arrossì.

“Si... credo anche io...”

“Beh... l’appuntamento non è completamente finito fin quando non ti accompagno alla porta” sorrise Blaine.

Kurt rise.

Poi Blaine intrecciò le loro dita mentre si dirigevano verso la porta.

“Ho trascorso una bellissima serata “ disse Kurt, felice e sorridente.

Blaine sorrise.

“Anche io”

Rimasero fermi davanti alla porta per un minuto, insicuri su cosa dire o fare.

“Dovrei davvero entrare” insistette Kurt.

“Oh si... certo...” 

Blaine sospirò.

“Ti chiamo domani?”

Kurt annuì.

“Certo... naturalmente”.

Blaine annuì.

“Ok... buonanotte Kurt “

“Buonanotte Blaine” disse Kurt.

Blaine si voltò verso il sentiero ed iniziò ad andarsene, mentre Kurt  prese le chiavi e si voltò verso la porta.

Prima che potesse aprire la porta, Kurt sentì qualcuno picchiettare la sua spalla.

Kurt trasalì, prima di realizzare che era Blaine.

“Blaine... mi hai fatto prendere un colpo” sussultò Kurt.

“Scusami” si scusò Blaine, “ ho solo dimenticato una cosa”.

Prima che Kurt potesse dire qualcosa, le labbra di Blaine furono sulle sue.

Quando si separarono , si guardarono negli occhi e non potettero fare a meno di sorridere.

Nessuno dei due aveva bisogno di dire qualcosa.

Blaine baciò la guancia di Kurt un ultima volta, poi si voltò e si diresse verso casa.

Kurt si voltò ed aprì la porta, entrano in casa.

Era al settimo cielo.

Aveva appena avuto un meraviglioso appuntamento con l’uomo più fantastico al mondo ed era finito anche meglio di quanto potesse immaginare.

Kurt notò che tutte le luci di casa erano spente, cosa che indicava che tutti erano addormentati.

Accese, silenziosamente, una delle lampade da terra del salotto e si preparò per andare a dormire sul divano.

Non voleva rischiare di svegliare Lila e Cory o rischiare di ferire sua figlia mentre aveva i gessi.

Una volta sistematosi comodamente, spense la luce e scivolò nel sonno, sognando del suo perfetto appuntamento col perfetto dottor Anderson.


NOTE

Buona lettura

A lunedì

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13 capitolo ***


Il giorno dopo , Blaine si preparò  per tornare al lavoro. 

Si svegliò prima che suonasse la sveglia, si fece una doccia veloce e si vestì.

Si preparò una tazza di caffe e si incamminò.

Mentre si dirigeva al lavoro, Blaine non riusciva a cancellare l’ampio sorriso dal suo viso.

Quando entrò in ospedale, in attesa davanti al banco dell’accettazione, c’erano Quinn e Santana.

“Hey... com’è andato il tuo appuntamento ieri sera?” chiese Santana.

“E’ stato incredibile!” rispose Blaine, mentre si dirigeva verso la sala dei medici.

Santana e Quinn si guardarono l’un l’altra ed immediatamente seguirono il giovane medico.

“Allora... cos’è successo?” chiese Quinn .

“Si … dai ... dacci tutti i dettagli “ aggiunse Santana.

Blaine chiuse l’armadietto e si voltò a fronteggiare le due donne.

“Quello che è successo tra me e Kurt è affare nostro” disse , avviandosi verso la porta.

Quinn e Santana si fecero delle buffe facce l’un l’altra.

“ Ma vi dirò una solo cosa... “  aggiunse Blaine, prima di lasciare la stanza, “ finisco sempre le mie serate con un bacio della buonanotte..." poi uscì.

Quinn e Santana squittirono, poi lo seguirono.

Blaine si diresse verso il banco dell’accettazione per prendere alcune cartelle quando notò qualcosa sul bancone.

“Quinn... da dove vengono?”  chiese, indicando l’oggetto di fronte a lui.

Quinn si voltò, dalla sua postazione al computer.

“Oh... quelli sono per te... penso siano un ringraziamento per l’appuntamento di ieri sera” rispose Quinn.

“Qualcuno ti ha mando dei fiori? Deve essere una cosa seria...” lo prese in giro Santana.

Blaine ruotò gli occhi .

“Non è niente di che...” disse, quando trovò una bustina tra le rose rosse e gialle, poi lo tirò fuori.

“Cosa dice il bigliettino?” chiese Quinn.

Blaine aprì il bigliettino ed iniziò a leggere ad alta voce.

“Caro Blaine, 

grazie per la bellissima serata... mi sono divertito molto...

Spero che possiamo uscire di nuovo insieme molto presto...

Fammi sapere quando avrai la prossima giornata libera.... così organizziamo qualcosa.

Kurt.”


Blaine non poté nascondere il sorriso che si stava formando sul suo viso né il rossore sulle sue guance.

Quinn e Santana cominciarono a fischiare e a fare naso naso. 

“Cosa?” chiese Blaine, seccato.

“Qualcuno è innamorato...” canticchiarono insieme.

Blaine ruotò gli occhi .

 “E allora? Siamo entrambi adulti ... perché dovrebbe importare?” chiese prendendo le cartellina... poi se ne andò.

Quinn e Santana si guardarono l’un l’altra e scoppiarono a ridere.

Quello stesso giorno, Kurt era impegnato a fare degli schizzi di alcuni abiti per il suo lavoro.

Visto che Kurt lavorare da lei da molto tempo, Isabelle gli aveva permesso di lavorare a casa un paio di giorni la settimana.

Si rivelò un’ottima cosa all’inizio quando Kurt divenne un padre single ed ora... sembrava una necessità.

Ma né Kurt né ad Isabelle, sembrava importare, perché Kurt si sarebbe presentato sempre in ufficio se lei avesse avuto bisogno.

“A cosa stai lavorando, tesoro?” chiese Carole, sedendosi sul divano accanto a lui ed offrendogli una tazza di tea.

Kurt prese la tazza e la poggiò sul tavolino, mostrando alla sua matrigna i suoi schizzi.

“Kurt... questo è chi penso che sia?” chiese Carole. 

 Kurt guardò il foglio ed arrossì.

Realizzò di non aver disegnato nessun abito.

Alla fine aveva disegnato Blaine...

Nascose il viso tra le mani.

“Oh mio dio..” disse, con voce attutita.

Carole mise da parte il blocco ed avvolse un braccio attorno alle spalle di Kurt.

“Hey... non sentirti in colpa, significa che ti piace” ammise Carole.

Kurt alzò la testa.

“Suppongo di si... perché gli ho mandato dei fiori al lavoro... per ringraziarlo per ieri sera”.

Carole sorrise.

“Quindi... lo rivedrai?” 

Kurt scrollò le spalle.

“Non lo so... lo spero...”

Carole abbracciò Kurt.

“Lo spero anche io... insieme saresti così belli”.

Kurt sbuffò guardando l’orologio.

“Oh... devo andare ...

Devo andare a prendere Cory e Lila a scuola... “

Carole tolse il braccio dalle sue spalle e lasciò che Kurt si alzasse.

Kurt prese le sue cose e si diresse verso la porta, salutando con la mano Carole prima di uscire.

Mentre si dirigeva verso la scuola di Cory, il suo telefono squillò.

Lo tirò fuori dalla tasca e vide che era Rachel.

“Ciao Rachel” disse Kurt.

“Hey... allora... com’è andato il tuo appuntamento ieri sera?” chiese Rachel.

Kurt ruotò gli occhi .

“Non vorresti saperlo , signorina ficcanaso...”

“Hey... volevo solo essere sicura che il mio migliore amico fosse felice… questo è tutto...” ammise Rachel.

“Uh-huh” scherzò Kurt.

“OK... va bene” sospirò Rachel, “ma guai a te se non mi fai organizzare l’addio al celibato”.

“Rachel... siamo usciti per un solo appuntamento... siamo piuttosto lontani dal parlare di matrimonio... ancora...” ammise Kurt.

“Ok... devo proprio andare ora... volevo solo sapere come erano andate le cose... ma se non vuoi dirmelo... immagino che lo scoprirò più tardi” disse Rachel, tristemente.

“Ciao Rachel…” disse Kurt, attaccando il telefono e continuando a camminare verso la scuola di Cory.

Quando arrivò a scuola di Cory, firmò per farlo uscire.

“Papà! “ strillò Cory, correndo tra le sue braccia.

“Hey tesoro...” sorrise Kurt,” ti sei divertito oggi?”

Cory annuì.

“Ho disegnato!”

“Davvero? Cos’hai disegnato?” chiese Kurt, eccitato.

“Un arcobaleno!” rispose Cory, felicemente mentre allungava il suo zainetto al padre.

Kurt sorrise al figlio.

“Forte... sei pronto per andare a prendere Lila?”

“La “mia” Lila “ lo corresse Cory.

Kurt semplicemente rise.

“Si... la “Tua” Lila... poi andiamo a casa dove ci sono nonna e nonna.”

“SI!” saltellò Cory allegramente.

Prese la mano di Kurt ed insieme lasciarono l’edificio.

Kurt e Cory si diressero verso la scuola elementare di Lila e l’aspettarono per poter spingere la sua sedia a rotelle.

“Dov’è Lila papà?” chiese Cory , diventando impaziente.

Kurt abbassò lo sguardo su suo figlio.

“Dobbiamo aspettarla , piccolo. Dovrebbe uscire tra pochi minuti.

Qualcuno sta andato da lei per spingerle la sedia prima che suoni la campana, così nessuno può farla male”

“Oh... ok...” annuì Cory, soddisfatto della risposta di Kurt.

Mentre stavano aspettando , qualcosa catturò lo sguardo di Cory.

“Papà... guarda!” esclamò puntando il dito verso un volantino vicino al muro.

“Cosa Cory?” chiese Kurt.

Cory prese la mano di Kurt e lo tirò verso il muro e gli mostrò cosa stava guardando.

“Cos’è questo papà?” chiese Cory.

Kurt lesse il volantino.

“Sembra che qui a scuola ci sarà una specie di fiera”.

“Cos’è?” chiese Cory.

Kurt rise.

“E’ una specie di luna park con giostre e giochi”.

Cory spalancò gli occhi.

“Ci andiamo? Ti prego papa?”

Kurt si trattenne dal ruotare gli occhi.

Poi gli venne un’idea.

Perché non parlarne con Blaine? Se Blaine voleva frequentarlo questo significava anche che doveva farsi coinvolgere dai suoi figli, giusto?

“Vedremo tesoro... fammici pensare ok?” alla fine rispose Kurt.

Cory annuì.

Un minuto dopo, videro Lila che veniva spinta fuori dalla scuola.

“Lila!” urlò Cory , correndo verso di lei, “ la “mia” Lila!”

Kurt sorrise.

Amava davvero tanto quanto Cory tenesse a sua sorella.

“Stai bene Lila?” chiese Cory, baciandole i gessi.

Lila sorrise.

“Si Cory... sto bene...”

Kurt si avvicinò a sua figlia e le baciò la guancia.

“Ciao principessa... com’è andata a scuola?”

“Bene... nonna e nonno sono ancora qui?” chiese Lila.

Kurt annuì.

“Si... sono ancora qui... rimarranno qui per un paio di settimane...”

Cory si mise dietro la sedie di Lila cercando di afferrare il manubrio.

“Spingo io”

“No tesoro... non puoi spingere... sei troppo piccolo... ma puoi aiutarmi a spingere..” suggerì Kurt.

“NO!” urlò Cory, “ Faccio da solo...”

“Cory...” lo rimproverò Kurt, “ Vuoi andare in camera tua quando arriviamo a casa?”

Cory scosse velocemente la testa.

“Allora andiamo... puoi aiutarmi a spingere tua sorella” disse Kurt con calma.

“No!” urlò di nuovo Cory.

“Ok... vieni qui” disse Kurt, afferrando Cory e prendendolo in braccio, poggiandoselo su un fianco.

“No... no... no...!” continuò a strillare Cory.

Kurt portò Cory e spinse la sedia di Lila.

Quando arrivarono a casa, Kurt mise giù Cory.

“Cory... va su in camera tua” ordinò Kurt.

Cory scosse la testa.

“Ho detto vai subito su in camera tua” ripeté Kurt.

“NO!” urlò forte Cory.

Kurt si passò le mani sul viso, chiaramente stanco e frustrato per tutti gli scatti giornalieri di Cory.

Burt e Carole, che poterono sentire quello che stava succedendo dal salotto, arrivarono per vedere se potevano aiutare.

“Kurt... c’è qualcosa che possiamo fare per aiutarti?” si offrì Burt.

Kurt annuì.

“Per favore... potete portare Lila in cucina o in salotto... dove preferisce lei”

Burt annuì e prese in braccio sua nipote con attenzione e la portò in salotto.

Kurt si inginocchiò davanti a Cory.

“Cory... puoi dirmi perché ti sei arrabbiato prima?” chiese con calma Kurt.

“Volevo aiutare” disse semplicemente Cory.

Kurt sospirò. 

“So che vuoi aiutare tesoro... ma a volte ci sono cose in cui non puoi aiutare.

Tipo spingere la sedia a rotelle da solo... 

Non sei abbastanza alto...”

“Per favore?” lo pregò Cory.

“Puoi aiutare solo se un adulto aiuta te a spingere” continuò Kurt.

Cory scosse la testa.

“Da solo...”

Kurt sospirò.

Sapeva che sarebbe stato difficile...

“Perché non vai da Lila e le chiedi se vuole uno snack?” suggerì Kurt, “ glielo puoi portare tu... questo sarebbe di grande aiuto.”

Cory sorrise e se ne andò.

Kurt prese un profondo respiro.

Era felice  che lo scatto di Cory non si era trasformato in una vera e proprio crisi.

Si rialzò e prese lo zainetto di Lila.

Aprì lo zainetto delle principesse e ne tirò fuori il diario ed i libri per fare i compiti.

Aprì velocemente il diario nella pagina indicata dal segnalibri e vide che Lila doveva fare degli esercizi di ortografia e di matematica.

Stava per guardare nei libri , quando sentì il suo cellulare vibrare.

Lo tirò fuori dalla tasca e sorrise quando vide il familiare nome lampeggiare sullo schermo.

Blaine.

Blaine gli aveva mandato un messaggio.

Lo aprì ed iniziò a leggerlo.

“Kurt, 

tante grazie per i fiori.

Davvero non dovevi... ma li ho apprezzati anche di più.

Mi piacerebbe tanto uscire di nuovo con te... e forse... anche con i bambini questa volta?

Mi farebbe piacere conoscerli.

Sempre se a te va bene.

Lavorerò Giovedì sera poi non lavorerò fino a Lunedì.

So che sono turni strani... ma è il prezzo che devo pagare per essere un medico del pronto soccorso.

Ok... ne parliamo più tardi.

Blaine”


Kurt non poté fare a meno di sorridere dopo aver letto il messaggio di Blaine.

Poi si ricordò della fiera a scuola di Lila.

Era questo fine settimana.

Forse a Blaine avrebbe fatto piacere andarci con loro.

Sapeva che la maestra di Lila aveva mandato dei volantini tra i libri , così, prima di mandare una risposta a Blaine, controllò.

Sicuramene ci sarebbe stata una nota per ricordare ai genitori della fiera.

Kurt andò da Cory e Lila.

Voleva parlare con loro sull’invitare Blaine, giusto in caso avessero dei problemi.

“Lila... Cory... voglio chiedervi una cosa” disse Kurt.

Lila e Cory gli prestarono attenzione.

“Questo fine settimana c’è una fiera a scuola di Lila... è una specie di luna park con giostre e giochi” spiegò Kurt.

“Ma papà... non posso fare nessuna delle giostre “ esclamò triste Lila.

“Beh... puoi fare qualche gioco se vuoi , tesoro...” suggerì Kurt.

Lila scosse la testa.

“Tutti i miei amici saranno li ed io sarei l’unica a non fare le giostre” le lacrime iniziarono a scendere sulla sue guance.

Kurt sospirò.

“Ok tesoro... non andiamo”

Cory baciò Lila sulla guancia per farla sentire meglio.

Lila sorrise.

“Lila non piangere... Lila felice!” disse Cory.

Kurt sorrise.

Lila guardò il suo fratellino.

“Grazie Cory...” disse, “ papà... puoi portarmi vicino al tavolo della cucina? Ho dei compiti da fare”.

Kurt annuì.

“Certo” la prese in braccio e la portò in cucina sistemandola su una sedia.

Carole le portò lo zainetto e Lila tirò fuori tutti i suoi libri e quaderni e li sparpagliò sul tavolo

Una volta che Lila iniziò a studiare, Kurt decise di rispondere al messaggio di Blaine.

“Blaine, 

Mi fa piacere che ti siano piaciuti i fiori… inoltre... credo sia una bella cosa che tu voglia conoscere i bambini.

Penso che anche loro debbano conoscerti.

Aveva pensato alla fiera che hanno organizzato a scuola di Lila, ma quando gliel’ho suggerito, è rimasta turbata perché non potrebbe fare nessuna delle giostre con i suoi amici.

Così forse... un’altra volta quando ci sarà un’altra fiera e lei non avrà i gessi.

Se tu hai qualche suggerimento su dove portare un bambino di 3anni ed una bimba di 8 che ha un braccio ed una gamba rotta… ci sto.

Inoltre penso anche che sia una buona idea far uscire Lila di casa.

Kurt”


Dopo aver mandato il messaggio, Kurt sentì Cory chiamarlo.

“Papà! Papà!” lo chiamò Cory.

Kurt si voltò e lo vide giocare sul pavimento del salotto con Burt.

Kurt si avvicinò loro.

“Cosa c’è, piccolo?” chiese Kurt.

“Guarda papà…  abbiamo fatto una torre” esclamò Cory, indicando la torre di fronte a lui.

“Vedo... che bella torre alta” disse Kurt, allegro.

“Ed ora la torre fa Boom!” urlò Cory buttandola giù.

“Cade!” strillò Burt mentre Cory applaudiva.

Il turno di Blaine finalmente finì così Blaine si incamminò verso casa.

Sentì vibrare il cellulare in tasca.

Quando giunse davanti alla porta del suo appartamento, tirò fuori il cellulare, ma prima che potesse leggere il messaggio aprì la porta restando bloccato dalla stupore.



NOTA

Ed eccoci col 12 capitolo...

Rose gialle e rosse... ricordano qualcosa???

Dove andranno per il loro "primo appuntamento" in famiglia?

Perché Blaine resta stupito?

A giovedì...

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14 capitolo ***


Blaine rimase a bocca spalancata quando vide chi era seduto sul suo divano.

“Ciao Blaine...” disse l’uomo misterioso con voce velenosa.

“S...S...Sebastian!” balbettò Blaine “ Cosa cazzo ci fai qui?” 

Sebastian si alzò e si fermò davanti a Blaine, sporgendo il labbro inferiore.

“Aw… e comunque è così che parli al tuo fidanzato?”

“Ex fidanzato!” sbottò Blaine.

Sebastian alzò le mani in segno di resa e fece un piccolo passo indietro.

“Cosa ci fai qui Sebastian?” ripeté Blaine.

“Beh... non ho avuto tue notizie da quando…” iniziò Sebastian, ma Blaine lo interruppe.

“Da quando mi hai tradito!” lo corresse il suo ex fidanzato.

“E sono davvero dispiaciuto per questo... ed è per questo che penso che dovremo riprovarci... sai? Un nuovo inizio...” suggerì Sebastian .

Blaine ruotò gli occhi ed aprì la porta.

“Addio Sebastian...” 

Sebastian annuì.

“Bene... vedo che sei ancora arrabbiato... “

“Addio Sebastian!” ripeté Blaine con rabbia.

Sebastian si diresse verso la porta ma si fermò di fronte a Blaine e gli sussurrò all’orecchio...” Solo... chiamami quando vorrai tornare con me...”

Blaine spinse Sebastian fuori dall’appartamento e sbatté velocemente la porta, chiudendola a chiave inserendo anche il catenaccio.

Guardò attraverso lo spioncino per essere sicuro che Sebastian se ne fosse andato .

Tutto quello che vide fu un corridoio vuoto.

Blaine corse verso la finestra e guardò fuori.

Vide Sebastian uscire dall’edificio e fermare un taxi .

Blaine guardò dalla finestra fin quando il taxi non si allontanò.

Aveva sperato di non rivedere mai più Sebastian.

Blaine si era dimenticato di aver ricevuto un messaggio prima fin quando non realizzò di avere ancora in mano il cellulare.

Si sedette sul divano e lesse il messaggio.

Invece di mandare un altro messaggio, pensò che sarebbe stato più bello se avesse chiamato Kurt per sentire la sua voce.

“Pronto?” chiese Kurt.

“Ciao Kurt... sono il dottor Ander… sono Blaine...” disse Blaine correggendosi .

Kurt sorrise.

“Ciao Blaine... come stai?”

“Bene...e tu? cosa stai facendo?” chiese Blaine.

Kurt arrossì.

“Bene... in questo momento sto cucinando.

Blaine si sentì in imbarazzo per averlo chiamato nel bel mezzo della preparazione della sua cena.

“Oh... scusami... posso chiamarti più tardi”.

Kurt scosse la testa, uscendo poi dalla cucina.

“No... no... non ti preoccupare... 

Va tutto bene?”

“Si... è tutto okay... ho appena visto il tuo messaggio ed ho pensato che, invece di rimandarti un messaggio... potevo chiamarti... così potevo sentire la tua voce...” ammise Blaine.

Kurt sorrise.

“Sei molto dolce”.

Blaine si massaggiò la nuca nervosamente.

“Hey... stavo pensando... visto che Lila non può andare sulla giostre per la fiera... cosa ne dici se Sabato andiamo al Bronx Zoo? Porta anche i tuoi genitori... offro io”.

Kurt spalancò gli occhi.

“Blaine... non posso lasciarti pagare per tutti... è troppo.”

“No... non lo è... lasciarmi pagare per questa avventura e ti lascio pagare la prossima... affare fatto?” affermò Blaine.

Kurt sospirò.

“Ok... affare fatto... ma per favore non spendere così tanto ogni volta che usciamo.”

Blaine si lasciò scappare una risata.

“Non posso fare nessuna promessa”.

Kurt sorrise e rise al commento di Blaine.

“Allora... a che ora ci incontriamo li?”

“Oh… speravo di passare io a prendervi” insistette Blaine.

“Blaine... siamo in cinque e dobbiamo caricare un passeggino ed una sedia a rotelle... perché non vieni qui e andiamo con la nostra macchina? Così sarà più facile” suggerì Kurt.

Blaine annuì.

“Ok... a che ora vuoi che venga sabato?”

“Cosa ne dici delle 8?” chiese Kurt.

“Perfetto” rispose Blaine.

“Preparo anche un cestino per il picnic” aggiunse Kurt.

“Ottimo... oh... non dire a Lila e a Cory che andiamo allo zoo... penso che potrebbe essere una bella sorpresa” disse Blaine.

“Oh... ma non gli ho ancora detto di noi” ammise Kurt.

“Oh...” Blaine sospirò, “ Non hai intenzione di dirglielo?”

“Certo che lo farò” disse Kurt, “ solo... non ne ho avuto l’occasione... lo farò appena potrò... lo prometto.”

“Lo so che lo farai... ci vediamo sabato allora” disse Blaine.

Kurt sorrise.

“Ci vediamo sabato... mettiti la crema solare.. “

Blaine rise.

“Anche tu... goditi la cena... ciao “.

“Grazie... Ciao Blaine” disse Kurt ed attaccò.

Dopo aver parlato con Blaine, Kurt tornò in cucina ad aiutare Carole a finire di preparare la cena.

“Chi era al telefono, tesoro?” chiese Carole.

“Oh... era solo Blaine.” rispose Kurt con non curanza.

“Oh che bello... cosa ti ha detto?” chiese Carole.

“Beh... ha invitato tutti noi ... mmm... non vuole che lo dica ai bimbi ancora... così dobbiamo mantenere il segreto fino a sabato" spiegò Kurt, avvicinandosi alla sua matrigna.

"Ci ha invitati tutti a passare la giornata al Bronx Zoo"

"Oh... è meraviglioso... Kurt" squittì Carole.

"Si... ha invitato anche te e papà" aggiunse Kurt ,

"Oh... che carino da parte sua" rispose Carole.

"Si... l'ho pensato anche io ... l'unica cosa che devo fare ora è dire ai ragazzi di me e Blaine" ammise Kurt.

"Sai già come glielo dirai?" chiese Carole.

Kurt scosse la testa .

"No... penso che potrei semplicemente "strappare via il cerotto" e parlargliene a cena."

Carole sorrise poi chiamò tutti per la cena.

Mentre la famiglia si stava godendo la cena, Kurt pensò che fosse il momento giusto per parlare ai ragazzi di Blaine.

Si schiarì la gola e guardò Cory e Lila.

"Lila... Cory... ho bisogno di dirvi una cosa" iniziò Kurt.

I due bambini lo guardarono preoccupati.

"Siamo nei guai papà?" chiese Lila.

Kurt si accigliò.

"No tesoro... non siete nei guai...volevo solo parlarvi di una cosa e sapere cosa ne pensavate" ammise Kurt.

"Oh... ok..." rispose Lila.

"Bene... vi ricordate del dottor Anderson dell'ospedale?" chiese Kurt.

Liala annuì, Cory scosse la testa.

"Chi è?"

Kurt rise.

"Va bene Cory... hai dormito per la maggior parte del tempo  quando Lila è stata in ospedale.

Era il dottore di Lila quando siamo arrivati in ospedale dopo che Lila si è fatta male".

"Oh..." rispose semplicemente Cory che tornò a mangiare.

"Che cosa devi dirci del dottor Anderson?" chiese Lila.

"Beh... cosa ne pensi di  lui?" chiese Kurt.

Lila scrollò le spalle.

"In realtà non me lo ricordo bene... ma sembrava una bella persona".

Kurt sorrise.

"Beh. ti piacerebbe vederlo di più? Voglio dire senza dover andare in ospedale!" chiese Kurt.

"Penso di si..." rispose Lila, "Perché?"

Kurt prese un profondo respiro.

"Perché io ed il dottor Anderson abbiamo iniziato ad uscire insieme".

Lila sorrise ampiamente.

"E' meraviglioso papà".

Kurt fu davvero sorpreso dalla reazione di Lila.

"Ne sono felice tesoro."

Dopo cena, Kurt ed i suoi genitori prepararono Lila e Cory per andare a dormire.

Kurt cercò di far dormire Cory nel suo lettino a forma di auto da corsa.

"No... no... no!" strillò Cory, aggrappandosi alla sua maglietta quando Kurt provò a sistemarlo nel letto.

 "Cory... va tutto bene piccolo... " lo consolò Kurt.

"Non nel lettino... nel letto di papà" urlò di nuovo Cory.

Kurt sospirò.

"No tesoro... devi dormire nel tuo lettino".

Cory scosse la testa.

Kurt abbassò lo sguardo sul lettino e vide il pupazzo di Elmo di suo figlio lì per terra.

Lo prese e lo mostrò a Cory .

"Guarda tesoro... Elmo è qui... vuole che tu dorma nel tuo letto" cercò di calmarlo Kurt.

Cory tirò su col naso e si asciugò gli occhi.

"Elmo?"

Kurt sorrise ed annuì .

"Si... sarebbe triste se tu non dormissi nel tuo letto... vuoi che Elmo sia triste?"

Cory scosse la testa.

Kurt fece stendere Cory delicatamente nel letto e gli allungò il pupazzo di Elmo.

"Eccolo qui tesoro... il tuo Elmo".

Cory strinse forte il suo pupazzo e chiuse gli occhi.

Kurt gli baciò la fronte dolcemente e lasciò la stanza.

Andò nella stanza di Lila per vedere se Burt e Carole l'avevano convinta a dormire nel lettino di sotto del suo letto a castello.

Quando entrò, la stanza era vuota.

Guardò in bagno e nella stanza degli ospiti.

Ma entrambe erano vuote.

Kurt controllò in camera sua, ma nemmeno lì c'era nessuno.

Andò poi al piano di sotto e vide che Lila stava leggendo una storia ai nonni.

Kurt non poté fare a meno di sorridere alla scena davanti a lui.

"Ok... zucchina... è l'ora di andare a letto" disse Kurt.

Lila guardò suo padre.

"Altri cinque minuti?" chiese.

Kurt scosse la testa.

"No... ti ho già dato qualche minuto in più.

Andiamo... devi andare a letto."

Lila scrollò le spalle.

"Ok... " piagnucolò, ma ascoltò il padre.

Mise un segnalibro nel suo libro e diede il bacio della buonanotte ai nonni.

"Buonanotte tesoro..." disse Carole, dandole un bacio sulla guancia.
"Buonanotte scimmietta" disse Burt.

Kurt tirò su Lila dal divano e la portò al piano di sopra , nella sua cameretta.

"No... papà.. voglio dormire nel tuo letto! Ti prego..." strillò Lila.

"Tesoro... va. tutto bene... puoi dormire nel lettino di sotto... non ti succederà nulla" spiegò Kurt.

Lila scosse la testa .

"Lila... principessa... ti voglio tanto bene... ma non puoi dormire nel mio letto... starai bene! " insistette Kurt.

Lila tirò su col naso.

"Ne sei sicuro?" 

Kurt annuì.

"Certo tesoro... starai bene".

"Ok..." disse semplicemente Lila.

Kurt la sistemò sul letto di sotto.

"Se hai bisogno di me, di nonno o di nonna... basta che ci chiami, ok?"

Lila annuì.

"Ti voglio bene piccolina..." Kurt le diede il bacio della buonanotte e si avviò verso la porta.

"Papà... ma il dottor Anderson diventerà il nostro nuovo papà?" chiese Lila e Kurt si fermò.

Si voltò e si inginocchiò accanto a letto di Lila.

"Tesoro... perché mi fai questa domanda?" chiese Kurt.

"Perché io e Cory non abbiamo due papà... io lo avevo... ma Cory no..." spiegò Lila.

Kurt sospirò.

Non sapeva come spiegare la loro situazione.

"So che vorresti un altro papà... ma non è così facile..."

Lila annuì.

"Papà?"

"Si tesoro?"  rispose Kurt.

"Perché l'altro mio papà se n'è andato?" chiese.

Kurt sussultò.

"Tesoro... è davvero una lunga storia... ed ora... hai bisogno di andare a dormire" 

Si sporse e le baciò di nuovo la fronte.

"Buonanotte zucchina..." 

"Buonanotte papà... ti voglio bene..." disse Lila con tenerezza.


"Ti voglio bene anche io..." rispose Kurt, alzandosi e lasciando la stanza.


NOTE

Buona lettura... a Lunedì

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15 capitolo ***


Presto fu sabato e questo significò che Blaine avrebbe portato Kurt e la sua famiglia al Bronx zoo .

Kurt, Burt e Carole si alzarono presto ed iniziarono a prepararsi per la loro speciale uscita.

Mentre Carole era impegnata a preparare la colazione, Burt aiutò Kurt a svegliare Lila e Cory.

“Lila… è ora di alzarsi... zucchina” disse dolcemente Kurt.

“Mm... “ mormorò Lila, “ è sabato... non c’è scuola...” 

Kurt rise .

“Lo so... ma penso che vorrai svegliarti questa mattina... 

C’è una sorpresa speciale”

Lila iniziò lentamente ad alzarsi dal letto.

Burt l’aiutò a vestirsi, mentre Kurt si diresse in camera di Cory, lo fece alzare e lo preparò.

Dopo che i bambini si furono alzati e tutti avevano fatto colazioni , il campanello suonò.

“Chi è papà?” chiese Lila.

Kurt sorrise.

“Non lo so...” alzandosi da tavola per andare ad aprire la porta.

“Buongiorno” sorrise Blaine.

“Buongiorno “ rispose Kurt, “ entra...” disse poi aprendo la porta per far entrare Blaine.

Kurt portò Blaine in cucina.

“Lila... Cory... vi ricordate del dottor Anderson? “ chiese Kurt.

I bambini alzarono lo sguardo su Blaine.

“Oh si...” esclamò Lila, “ mi ricordo di te adesso…”

Blaine e Kurt risero.

Cory si alzò e tirò la gamba dei pantaloni di Blaine.

Blaine abbassò lo sguardo e vide Cory che lo osservava.

Blaine allora sorrise al piccolo bimbo e si inginocchiò davanti a lui.

“Hey. Ciao ometto... come stai?”

“Hai curato tu la bua di Lila?” chiese Cory.

Blaine rise.

“Si... sono stato io...”

“Grazie” disse Cory abbracciando Blaine.

Blaine e Kurt sorrisero.

Erano entrambi felici e sorpresi dal modo in cui Cory avesse accettato Blaine.

Una volta che Cory lasciò andare Blaine , Kurt pensò che fosse un buon momento per rivelare dove sarebbero andati.

“Bimbi... indovinato dove andiamo con Blaine oggi?” esclamò Kurt.

“Chi è Blaine?” chiese Cory, confuso.

“Oh... scusa tesoro... il nome del dottor Anderson è Blaine” chiarì Kurt.

“Dove stiamo andando?” chiese Lila.

“Beh... ho pensato che visto che tu non puoi andare alle giostre della festa della scuola... ti saresti potuta divertire di più allo zoo” ammise Blaine.

“Siii!! “ esultarono Lila e Cory.

“Beh... dai... andiamo” disse Kurt cercando di far uscire tutti di casa per salire in macchina.

Kurt sistemò Lila e Cory nella loro macchina, mentre Carole portava le borse con dentro tutto quello di cui avevano bisogno, lasciando Blaine e Burt ad occuparsi della sedia a rotelle e del passeggino, che furono caricati nel bagagliaio.

Una volta che tutto fu sistemato nella macchina, Burt si mise alla guida con Carole affianco, lasciando che Blaine e Kurt prendessero posto sul sedile posteriore con i bambini.

Il viaggio fino allo zoo fu più lungo del previsto, a causa del traffico di New York.

Quando finalmente arrivarono , Blaine e Burt scaricarono la macchina, mentre Kurt e Carole slacciarono le cinture ai bambini e li sollevarono fuori dalla macchina. 

Kurt sistemò Lila sulla sedia a rotelle .

Una volta che tutto fu scaricato dalla macchina, si avviarono verso l’entrata dello zoo.

“Benvenuti al Bronx zoo...” disse l’uomo al di la della cassa, “ in cosa posso aiutarvi?”

“Quattro adulti e due bambini . 

Una di 8 anni e uno di 3 per favore” rispose Blaine, allungandogli la sua carta di credito, prima che Kurt potesse obiettare.

“Grazie” sussurrò Kurt all’orecchio di Blaine, “ sai che non devi pagare per tutti noi”.

Blaine sorrise.

“Prego... e lo so... che non devo... ma voglio”.

Kurt diede una leggera spallata a Blaine.

Una volta che tutti ebbero il loro biglietto e le loro mappe, si avviarono ai tornelli dello zoo per iniziare la loro avventura.

“Ok... dove vogliamo andare prima?” chiese Kurt.

“Dagli elefanti!” urlò Lila.

“No... dalle scimmie “ esclamò Cory.

Kurt guardò la mappa.

“Beh... vediamo... sembra che incontreremo prima gli elefanti e poi le scimmie... ma di qua possiamo vedere le tigri se volete.”

Cory strinse i denti , socchiuse gli occhi e ringhiò come una tigre.

“Oh... sei così spaventoso...” esclamò Blaine.

“Forza... andiamo!” disse Burt , indicando la strada che portava alle tigri.

Tutti seguirono Burt fino alla recinzione delle tigri.

Arrivarono davanti ad un locale al coperto e al buio .

Cory e Lila guardarono attraverso i finestroni alla ricerca delle tigri.

Cory alzò lo sguardo su Kurt.

“Papà… dov’è tigro?”

Kurt guardò attraverso il finestrone cercando di vedere dove fosse l’animale.

“Non lo so tesoro... forse è nascosto...” 

Continuarono a cercare la tigre per alcuni minuti .

“Forse la tigre è all’interno che dorme” disse Carole.

“Tigro sta dormendo?” chiese Cory.

Non appena Cory fece questa domanda, una veloce macchia nera ed arancio passò davanti al finestrone

“Tigro” urlò contento Cory, “Tigro papà... tigro!”

“No... tigre Cory... tigre...” lo corresse Lila.

Cory scosse la testa .

“No... tigro... tigro saltella, vero papà? Vero Blaine?”

Kurt rise e Blaine si inginocchiò davanti al passeggino di Cory.

“Hai ragione Cory... tigro saltella… ma quello lì non è tigro… è una tigre... non può saltellare” spiegò Blaine.

“Perché no?” chiese Cory.

“Beh… sai cosa dice Tigro... che la sua testa è fatta di gomma ed il suo sedere è fatto di molle?” chiese Blaine.

Cory annuì.

“Beh... questa tigre... il suo sedere e la sua testa non sono fatti di gomma e molle” ammise Blaine. 

“Ne sei sicuro?” domandò Cory .

Blaine si lasciò scappare una lieve risata.

“Si ... ne sono sicuro” 

Cory guardò la tigre attraverso il finestrone poi di nuovo Blaine.

“Ok... è una tigre...”

Blaine e Kurt si guardarono e si sorrise.

Dopo aver visto le tigri si incamminarono per vedere gli altri animali.

Blaine si stava godendo la compagnia di Kurt e della sua famiglia così come loro si stavano godendo la sua presenza.

Ogni adulto stava facendo a turno nel spingere il passeggino di Cory e la sedia a rotelle di Lila.

Fu Blaine ad iniziare a spingere la sedia a rotelle di Lila mentre Kurt spingeva Cory nel passeggino.

Burt e Carole camminavano mano nella mano dietro di loro.

Mentre stavano percorrendo una piccola collina, Lila intravide qualcosa di enorme e grigio.

“Gli elefanti!” urlò.

Blaine spinse la sedia a rotelle quanto più vicino al recinto degli elefanti.

“Kurt porta Cory... così faccio una foto di voi tre con gli elefanti” suggerì Blaine.

Kurt si avvicinò a Blaine e sorrise allungando una mano...

“Dammi il tuo cellulare... faccio io la foto”.

“Che ne dite se facciamo noi la foto?” suggerì Burt, cercando di evitare una piccola discussione.

Blaine e Kurt annuirono ed allungarono i loro cellulari a Burt.

“Ok ragazzi… avvicinatevi un po’ di più” diresse Carole.

“Ok... ora sorridete e dite elefanti” disse Burt.

“Elefanti” dissero insieme i quattro, mentre Carole e Burt scattarono le foto con i due cellulari.

“Come sono venute?” chiese Kurt.

Burt si avvicinò a suo figlio, allungandogli poi il cellulare.

“Penso che siano venute abbastanza bene”.

Kurt prese il cellulare e guardò la foto... cose che fece anche Blaine.

Blaine sorrise, impostando, velocemente, la foto come sfondo del suo cellulare.

“Andiamo a vedere gli altri animali” suggerì Carole.

“Papà...” piagnucolò Cory.

Kurt si chinò sul passeggino .

“Cosa c’è tesoro?” 

“Ho fame...” disse Cory.

“Forse possiamo fermarci per pranzare...” suggerì Kurt.

“Penso di aver visto una delle aree da picnic da quella parte” disse Blaine, puntando il dito verso una zona all’ombra.

Si incamminarono tutti verso la zona picnic, poi iniziarono a sistemare le cose per il pranzo.

“Allora... Carole... cosa c’è per pranzo?” chiese Kurt, prendendo Cory in braccio per sistemarlo sulla panchina davanti al tavolo da picnic.

“Beh... per i ragazzi ho fatto dei panini al burro di arachidi e marmellata, salatini e fette di mela” iniziò Carole, mentre tirava fuori il cibo dalla borsa frigo.

“ E per noi adulti, involtini di tacchino e formaggio con carote e sedano” 

Dopo che Carole aveva elencato tutto quello che aveva nella borsa frigo, Kurt notò Blaine prendere in braccio Lila .

“Oh Blaine non c’era bisogno che lo facessi” disse Kurt.

Blaine scosse la testa, continuando e sistemando, con cautela, Lila sulla panchina accanto a Cory.

“E’ tutto ok Kurt... ho visto che eri impegnato ed io sono più che in grado di aiutare una giovane signorina a scendere dalla sua sedia a rotelle.”

Kurt sorrise.

“Scusami... “ sussurrò , “ e grazie per averla aiutata”.

Blaine annuì.

“Figurati...”

Una volta che tutti avevano finito di pranzare , continuarono la loro passeggiata dall’altra parte dello zoo.

“Papà... le scimmie per favore...” chiese Cory.

Tutti gli adulti risero.

“Ok ometto... andiamo a vedere le scimmie” rispose Kurt e si diressero su per la collina dove c’era il recinto delle scimmie.

Una volta li, Cory iniziò a strillare per la gioia.

Si divertì un mondo a vedere le varie razze di scimmie che avevano lì allo zoo.

“Scimmie!” urlò Cory.

Kurt sorrise.

“Ami le scimmie, vero Cory?” chiese Blaine.

Cory annuì.

“Scimmie, scimmie...” 

Blaine continuò a ridere.

Dopo aver visto le scimmie giocare per un po’, si incamminarono poi verso la voliera.

Per strada, Kurt notò che i bambini si stavano stancando, perché Lila cominciò a sbadigliare e Cory saltò giù dal passeggino iniziando a fare storie per nessuna ragione.

“Cory... penso che tu sia solo stanco...” disse Kurt,” credo che dovresti sdraiarti un po’ nel passeggino e bere un po’ di succo dal biberon”.

Cory scosse la testa.

“Vieni qui ometto” disse Blaine, mentre prendeva Cory in braccio.

Blaine prese il biberon dalle mani di Kurt e lo porse a Cory che lo afferrò stretto.

Cory appoggiò la testa sulla spalla di Blaine e chiuse gli occhi.

Si diressero verso l’uscita.

Per quando arrivarono alla loro macchina, Lila dormiva sulla sedia a rotelle e Cory sulla spalla di Blaine.

Kurt sistemò , con attenzione, Lila in macchina , mentre Blaine sistemò Cory sul suo seggiolino.

Burt e Carole sistemarono tutte le loro cose nel bagagliaio dello macchina.  

“Papà... vuoi che guido io?” chiese Kurt.

Burt scosse la testa.

“No... va tutto bene figliolo... siediti dietro con Blaine”.

Kurt sorrise .

“Grazie” disse , sistemandosi sul sedile posteriore con Blaine che lo seguì.

Una volta a casa, Burt e Carole si assicurarono che Blaine e Kurt restassero un po’ da soli.

I due uomini rimasero sul portico.

“Mi sono divertito molto...” disse Kurt, sorridendo.

“Anche io” rispose Blaine.

“Penso che anche i bambini ed i miei genitori si siano divertiti molto” aggiunse poi Kurt.

“Ne sono felice “  disse Blaine.

“Io sono anche felice che i bambini ti abbiano accettato così velocemente” si complimentò Kurt 

Blaine scrollò le spalle.

“Suppongo di saperci fare con i bambini”.

“Deve avere a che fare con il tuo lavoro” scherzò Kurt, facendo ridere Blaine.

Kurt non poté fare a meno di sciogliersi al suono della risata di Blaine.

Si chinò lentamente verso di lui e lo baciò con dolcezza sulle labbra.

Questo bacio fu leggermente più lungo del loro primo bacio, ma ugualmente dolce.

Quando si separarono nessuno dei due riuscì a far sparire il sorriso dal loro volto.

“Blaine?” sospirò Kurt.

“Si?” chiese Blaine, ugualmente senza fiato.

“Quando posso rivederti?” chiese Kurt.

Blaine sorrise.
“Solo io e te... o con tutta la famiglia?”

“Beh... i miei genitori vivono in Ohio... quindi andranno via presto... ma ci sono comunque Lila e Cory” iniziò Kurt.

“Ed io già li amo” ammise Blaine.

Kurt gli sorrise .

“E spero continuerai a farlo”.

“Lo farò...” ammise Blaine .

“Ma comunque... quando possiamo rivederci?” chiese di nuovo Kurt.

“Saremo solo noi due o anche i bambini?” chiese Blaine.

“Cosa ne pensi se usciamo io e te e poi per la prossima volta facciamo un’uscita di famiglia e potremo così poi fare a turno?” suggerì Kurt.

“Mi piace l’idea “ rispose Blaine, “ soprattutto quando hai parlato di “uscita di famiglia”.

Kurt arrossì .

“Beh… domani non sono di turno...” ammise Blaine.

Kurt annuì.

“Potrebbe andare... ma sono titubante a chiedere ai miei genitori di stare con Lila e Cory... non voglio pensino che ne stia approfittando” ammise Kurt, “poi vorrei passare anche del tempo con i miei figli...”

Blaine scosse la testa .

“ha ha... divertente... beh... se vuoi basta che mi fai una telefonata domani.. ok?”

Kurt annuì.

“Bene… dovrei andare...” disse Blaine, dando un bacio veloce sulla guancia a Kurt , “ a presto Kurt...” poi si voltò.

“Ciao Blaine.. “ gli disse Kurt .

Blaine si voltò e salutò con la mano dirigendosi poi verso casa.



NOTE

godetevi il capitolo

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16 capitolo ***


Due settimane dopo che Burt e Carole erano ritornati in Ohio, Kurt tornò ad occuparsi di Lila e Cory da solo.

Si era così abituato ad avere li i suoi genitori a dargli una mano con i bambini , che ci mise un po’ a riprendere la solita routine da padre single.

Doveva anche iniziare a pensare ai nuovi modelli de disegnare per lavoro.

Mentre Kurt fu impegnato nel suoi ruolo di genitore single, Blaine fu impegnatissimo al pronto soccorso

Anche se entrambi gli uomini avevano vite molto attive, ebbero comunque il tempo di vedersi, sia per un pranzo veloce o per una serata fuori.

Kurt era davvero felice che Lila e Cory si fossero affezionati così tanto e velocemente a Blaine.

Era stato preoccupato che le cose potessero andare diversamente.

Una sera dopo che Kurt aveva messo a letto i bambini, ed era concentrato a disegnare alcuni modelli, seduto al tavolo della cucina, il suo telefono squillò.

Gli occhi di Kurt erano annebbiati dalla stanchezza, così se li strofinò prima di guardare lo schermo.

Sorrise quando vide che era Blaine.

“Salve dottor Anderson” scherzò Kurt.

Blaine rise.

“Beh... salve anche a lei signor Hummel” 

“A cosa debbo l’onore di questa telefonata serale?” continuò a scherzare Kurt.

Blaine sorrise.

“Beh... sono appena uscito da lavoro e sapevo che i tuoi genitori sono andati via, così volevo vedere come andava con i bambini, visto che sei solo da quando sono via.

Hai bisogno di aiuto o altro?”

Kurt sentì il viso arrossire.

Blaine stava davvero offrendosi di venire ad aiutarlo?

O se lo stava solo immaginando?

“Kurt... sei ancora li? “ chiese Blaine.

Kurt sbatté le palpebre, realizzando di essere ancora al telefono.

“Oh scusa... devo essermi perso in uno dei miei modelli” mentì.

Blaine annuì.

“Va bene...” 

Kurt rise.

“Mi stavo chiedendo... se ti andava di uscire insieme questo fine settimana...

Sono riuscito a prendere due biglietti per un concerto e pensavo... che ti sarebbe piaciuto venire... con me” disse Blaine.

“Oh... è meraviglioso... mi piacerebbe molto...” strillò Kurt, saltando dalla sedia, per poi lasciarsi cadere di nuovo.

“...ma non posso... non so se riesco a trovare una babysitter in così poco tempo...”

Blaine sospirò ed annuì.

“Va bene… capisco...”

Kurt odiava dover annullare l’appuntamento con Blaine, ma sapeva che qualcosa di simile sarebbe potuta accadere, visto che era un padre single.

“Blaine... aspetta!” esclamò Kurt, fermando Blaine prima che potesse riattaccare.

“Cosa c’è Kurt?” chiese Blaine, preoccupato.

“Fammi vedere se riesco a trovare una babysitter” balbettò.

“Kurt... non devi... non è un grosso problema...” sostenne Blaine.

“No davvero... mi dispiace che hai dovuto affrontare una sacco di casini per prendere i biglietti del concerto per noi due ed ora io devo annullare” spiegò Kurt

“Almeno posso provare a cercare qualcuno che stia con i bambini per una sera, no?”

Blaine rise.

“Penso che tu abbia ragione... “

“Certo che ho ragione...” scherzò Kurt.

Blaine scosse la testa per la sfacciataggine di Kurt.

“Ok... ascolta... io devo andare, ma chiamami e fammi sapere se hai trovato qualcuno.

Kurt annuì.

“Ok... ti chiamo dopo”.

“Ciao Kurt...” disse Blaine ed attaccò.

Dopo aver finito la telefonata con Kurt, Blaine si avviò verso la pizzeria per ritirare la pizza che aveva ordinato in precedenza, per poi continuare a dirigersi verso casa.

Blaine salì le scale, con il cartone della pizza.

Aprì la porta ed entrò.

Si tolse le scarpe, poggiò il cartone della pizza sul tavolo e la borsa sul divano.

Non appena iniziò a mangiare la prima fetta di pizza, il suo telefono vibrò.

Lo tirò fuori dalla tasca e sospirò vedendo che era sua fratello Cooper.

Non parlava con lui molto spesso, ma quando lo faceva , parlavano principalmente di cose di famiglia e della vita amorosa di Blaine o della sua mancanza.

“Hey Blaine... come va a New York? Come va in ospedale?

Hai incontrato qualche bel dottore o studente in medicina o forse anche uno o due infermieri?

Ok... sto solo scherzando.

Volevo solo farti sapere che ho deciso di venire a New York per un paio di giorni e speravo potessi portarmi un po’ in giro.

Essere la mia piccola guida... x intenderci.

Sai che è passata una vita dall’ultima volta che siamo stati insieme...

Ok... spero di sentirti presto, schizzo...

Oh... a proposito... ho preso un paio di drink con alcuni amici stasera... se te li stavi chiedendo..

Cooper.”


Blaine scosse la testa.

Dopo aver letto il messaggio di suo fratello, capì che il fratello non era proprio sobrio quando lo aveva scritto.

Oh beh...

Così Cooper sarebbe venuto a New York per qualche giorno.

Quanto brutto poteva essere?

Semplicemente non avrebbe presentato Cooper a Kurt, questo è tutto.

Perché se lo avesse fatto... già sapeva che Cooper avrebbe raccontato storie imbarazzanti di quando era bambino e Kurt non avrebbe più voluto vederlo.

Blaine mise il telefono da parte e cominciò a mangiare la pizza, che si stava già raffreddando anche se,  per quanto fosse stanco, a Blaine non importava.

Il giorno dopo, Kurt iniziò a fare delle telefonate alla ricerca della babysitter adatta a Lila e Cory.

Kurt aveva una sola “babysitter”, Rachel, ma lei, questo sabato,  non poteva stare con i bambini perché aveva due spettacoli quel giorno.

Sfortunatamente , Kurt non aveva molti altri amici a New York.

Tutti gli amici del liceo con cui si era diplomato, vivevano in giro per il paese.

Ora Kurt stava cercando su un sito di babysitter, cosa di cui non era molto entusiasta, e , nonostante avesse ottime recensioni , Kurt non era ancora sicuro.

Occuparsi di due bambini era una cosa; occuparsi di una bambina con due gessi ed un bambino con bisogni speciali era una cosa completamente diversa.

Dopo aver cercato tra quelle che gli erano sembrate cento potenziali babysitter, Kurt cominciò ad innervosirsi.

Si passò una mano sul viso e grugnì forte.

“Finn… vorrei davvero che fossi qui...” mormorò tra se.

“Papà?” una dolce voce si sentì da fuori la cucina.

Kurt si voltò e vide Lila, sulla sua sedia a rotelle.

Kurt si asciugò velocemente le lacrime che stavano minacciando di scendere.

“Cosa c’è piccolina?” chiese.

Lila cercò di spingere la sedia per avvicinarsi al padre.

“Stai parlando con zio Finn?” chiese con curiosità.

Kurt sospirò.

“Una specie”

“Perché? Cosa c’è che non va?” continuò Lila, cercando di spingersi verso Kurt.

Kurt cercò di sorridere.

“Non è nulla tesoro... è solo che mi manca tuo zio Finn... alcuni giorni più di altri”.

Lila si spinse più vicino al padre ed avvolse il braccio sul collo di Kurt e gli baciò la guancia.

“Ti voglio bene papà”.

Kurt sospirò e le restituì il bacio .

“Ti voglio bene anche io, principessa.”

“Ti senti meglio ora?” chiese Lila , allontanandosi.

Kurt sorrise.

“Si... mi sento sempre meglio quando tu e Cory mi abbracciate e baciate.

Queste sono le migliori medicine.”

Lila rise.

“Ho un’idea... perché non usciamo ed andiamo a prenderci un gelato?” suggerì Kurt.

Lila spalancò gli occhi.

“Prima di cena?” chiese incredula.

Kurt scrollò le spalle.

“Perché no? Sai, c’è un vecchio detto... “la vita è troppo corta... mangia prima il dessert”... 

Così perché non mangiamo il dessert prima?”

Lila sorrise ed annuì.

“Siii! Sembra divertente”

“Ok... fammi prendere tuo fratello e possiamo andare” disse Kurt alzandosi da tavole e dirigendosi in salotto .

Cory era steso sul divano.

Si era addormentato guardando la tv con Lila.

Kurt sorrise a quella vista.

Invece di svegliarlo, decise di lasciarlo dormire ancora un po’.

Con attenzione, Kurt lo tirò su e lo porto  in braccio fino alla macchina, sistemandolo poi sul seggiolino.

Kurt avrebbe svegliato Cory una volta arrivati alla gelateria.

Quando Lila fu in macchina e la sua sedia a rotelle fu sistemata nel bagagliaio, Kurt si mise al volante e si diressero verso la gelateria.

Una volta arrivati, Kurt si stupì per quanto fosse affollata, nonostante fosse un giorno infrasettimanale.

Scaricò la sedia a rotelle di Lila, facendola sedere e poi decise di portare Cory in braccio piuttosto che dover spingere sia la sedia che il passeggino.

“Papà... voglio il gelato al biscotto” strillò Lila.

Kurt rise .

“Ok... zucchina...”

Cory cominciò ad agitarsi tra le braccia di Kurt.

“Hey tesoro... ti sei svegliato?” chiese  bassa voce Kurt.

Cory scosse la testa e si strofinò gli occhi .

“Lo vuoi un gelato?” chiese Kurt.

A Cory si drizzarono le orecchie quando sentì la sua parola preferita.

“Gelato!” urlò.

“Si tesoro... gelato... che gusto vuoi?” chiese Kurt.

Cory scrollò le spalle.

C’erano sempre così tanti gusti che Cory non sapeva mai cosa prendere.

“Kurt?” qualcuno disse.

Kurt si voltò e vide la sua amica Mercede lì accanto a lui.

“Mercedes? Oh mio dio...” strillò mentre cercò di darle un grande abbraccio con un solo braccio.

“Cosa ci fai a New York? Pensavo vivessi in California dall’inizio della tua carriera musicale?” 

Mercedes rise mentre Kurt le faceva tutte quelle domande.

“Hey Kurt... rallenta... e poi... ci sono milioni di domande che potrei farti anche io..."

Kurt sorrise e ruotò gli occhi.

“Perché non prendi i tuoi gelati così possiamo sederci a parlare?” suggerì Mercedes.

Kurt annuì, ed essendo il suo turno ordinò.

Dopo che Kurt aveva preso i gelati per lui ed i suoi figli , si sedettero tutti ad un tavolo all’aperto, insieme a Mercedes.

“Allora... Mercedes... cosa ti porta qui a New York?” chiese Kurt.

Mercedes sorrise.

“Beh... se vuoi proprio saperlo... dopo che le cose sono andate così alla grande a LA... ho pensato di vedere cosa potesse avere in serbo per me la grande mela”.

Kurt annuì.

“E cos’ha da offrirti?”.

“Dopo essere stata qui un mese... ancora non l’ho trovato” ammise Mercedes.

“Beh… non arrenderti, ‘Cedes... puoi trovare ancora trovare qualsiasi cosa tu stia cercando” la incoraggiò Kurt.

Mercedes sorrise.

“Non lo so Kurt... forse la grande mela non è pronta per me... forse dovrei tornare a LA”

Kurt poggiò la mano su quella della sua amica.

“NO... Non arrenderti ancora...”

Mercedes gli sorrise.

Poi scacciò via la sua tristezza.

“Ok Kurt... abbiamo parlato abbastanza di me... cosa mi racconti di te? L’ultima volta che ti ho visto, Lila portava i pannolini ... ed ora ha due gessi, sta su una sedia a rotelle... ed hai anche un bimbo piccolo” strillò.

Kurt annuì in conferma.

“E... dall’espressione del tuo viso... presumo che non hai un anello al dito...”

Kurt scosse la testa.

“Mi dispiace Kurt... non lo sapevo” si scusò Mercedes.

Kurt scosse di nuovo la testa.

“Va bene... in realtà mi vedo con qualcuno in questo momento”.

Mercedes spalancò gli occhi.

“Davvero? Grande”.

Kurt annuì.

“Si... è un dottore... in realtà è stato il dottore di Lila quando si è fatta male...” confermò Kurt.

“Woow... ma è fantastico… come si chiama?” chiese Mercedes.

“Si lo è... il suo nome è dottor Anderson… voglio dire Blaine...” ammise Kurt.

Mercedes sorrise e rise.

"E' davvero fantastico, Kurt... sono molto felice per te "

Kurt sorrise leggermente.

"Grazie" disse a bassa voce .

"Cosa c'è?" chiese Mercedes , notando il cambiamento del tono di voce di Kurt.

"E' solo che... Blaine mi ha invitato ad un concerto... questo sabato... che è meraviglioso e tutto... ma non riesco a trovare una babysitter …di solito chiedo a Rachel... ma ha due spettacoli quella sera... ed ho cominciato a cercare qualcuno su alcuni siti con ottime referenze... ma sembra che io non riesca a trovare quella giusta" cominciò a spiegare Kurt, " cioè... so che uscire con lui sarebbe stato difficile visto che sono un padre single... ma si sta rivelando più difficile del previsto trovare una babysitter... per il fatto che devono portare Lila su e giù per le scale e badare ad un bambino che ha dei bisogni particolari... non sono sicuro che tu lo sappia... ma Cory ha una lieve sindrome di Down."

Mercedes annuì.

"Kurt ... capisco cosa stai attraversando ma credimi... tutto si sistemerà".

Kurt scosse la testa .

Voleva credere alle parole della sua amica... ma ora non sapeva se poteva esserne così sicuro.

All'improvviso a Mercedes venne un'idea.

"Kurt!... ho trovato la soluzione" esclamò Mercedes.

Kurt spalancò gli occhi .

"Cosa 'Cedes?" 

"Perché non lasci a me i bambini mentre tu vai al tuo appuntamento?" suggerì Mercedes.

Kurt scosse la testa di nuovo.

"Oh no... Mercedes... non posso chiedertelo"

"Perché no? Sei mio amico e questa può essere la mia occasione per conoscere i bambini" spiegò Mercedes .

Kurt sospirò.

"Non lo so... voglio dire ... ultimamente sono stati piuttosto appiccicosi e le crisi di Cory sono difficili da gestire a volte"

Mercedes scosse la testa.

"Oh no... Kurt Hummel... sabato uscirai ed io guarderò i bambini... anche se dovessi trascinarti fuori casa"

Kurt si lasciò scappare una piccola risata.

"Dai... sai di voler uscire con il tuo dottorino..." lo spinse Mercedes, "sono sicura che sia affascinane ed ...hey... se non esci adesso ...sono sicura che qualcuno altro sarà felice di farlo e ..."
"Ok... ok... puoi guardare Cory e Lila!" concordò riluttante Kurt, interrompendola a metà frase ed arrossendo.

Mercedes sorrise ampiamente, visto che aveva vinto la battaglia.

Kurt guardò velocemente il suo orologio.

"Oh mio dio... mi dispiace Mercedes... ma devo andare... devo mettere i bambini a letto".

Mercedes annuì e si alzò.

"Va bene... mandami un messaggio col tuo indirizzo e fammi sapere a che ora devo venire".

Kurt annuì, mentre metteva la sedia a rotelle nel bagagliaio.

"Lo farò e ... grazie".

"Figurati... " disse Mercedes e dopo un ultimo abbraccio, lasciò che Kurt salisse in macchina per tornare a casa.


NOTE

scusate il ritardo...

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17 capitolo ***


Una volta che il Sabato arrivò, Kurt non perse molto tempo nel prepararsi per il suo appuntamento con Blaine.

Ma, anche se non era il loro primo appuntamento, volle comunque fare bella figura; ed essendo un fashion design non gli fu difficile trovare l’abbigliamento giusto. 

Doveva anche lasciare una nota con scritto quello che dovevano mangiare per cena Lila e Cory e le cose da fare prima di andare a letto, oltre alcuni numeri telefonici in caso di emergenza.

Mentre Kurt era impegnato a casa, anche Blaine si stava preparando.

Non aveva detto a Kurt che concerto avrebbero visto; aveva pensato che sarebbe stato bello fargli una sorpresa.

Visto che sarebbe andato a prendere Kurt in serata, iniziò a prepararsi qualcosa con cui pranzare, quando il suo telefono squillò.

Lo prese dalla tasca e rispose.

“Pronto?” chiese.

“Hey Blaine… so che è il tuo giorno libero e sai che non ti avrei mai chiamato se non avessi avuto davvero bisogno ma… “iniziò a blaterare Quinn, quando Blaine la interruppe.

“Quinn calmati... che succede?” chiese.

Quinn sospirò.

“Siamo strapieni... tre delle infermiere si sono messe in malattia e siamo anche a corto di quattro medici”.

Blaine sospirò.

“Ed hai bisogno di me per coprire i turni...” disse passandosi una mano sul viso per la frustrazione.

“Ti prego Blaine… siamo davvero in difficoltà” ripeté Quinn.

“Va bene... ma ad una sola condizione” disse Blaine.

Quinn ruotò gli occhi.

“Quale?”

“Vedi... ho un appuntamento stasera e devo andarmene massimo per le sei e mezza, quindi devi assicurarti che qualcun altro possa coprire il resto del turno” insistette Blaine.

Quinn sospirò.

“Ok... va bene... solo porta il tuo bellissimo culo qui appena puoi” disse Quinn ed attaccò.

Blaine finì di pranzare e lasciò il suo appartamento per dirigersi verso l’ospedale.

La giornata passò e si fece sera; era arrivata l’ora dell’appuntamento tra Blaine e Kurt .

Kurt guardò il suo orologio e notò che Blaine non era ancora arrivato e cominciò a preoccuparsi .

Andò a sedersi sul divano accanto a Mercedes, quando il suo cellulare squillò.

“Pronto?” chiese Kurt velocemente.

“Hey Kurt... sono io” rispose Blaine, “ ascolta... so che avevamo deciso che sarei passato a prenderti, ma mi hanno chiamato dal lavoro.

Siamo davvero strapieni... abbiamo rallentato un po’ ma siamo di nuovo pieni”.,

Kurt scosse la testa.

“Va bene Blaine... capisco” .

Blaine scosse la testa .

“No... no... “ disse, “ speravo che... visto che il concerto non inizia  ancora per un po’, forse... potevi venire tu qui e poi andarcene insieme”, lo pregò.

“Ok... si... arrivo subito” rispose Kurt.

Blaine sorrise.

“Ok... magnifico... quando arrivi, vai direttamente all’accettazione e chiedi di me… e se dovessi parlare con una delle due infermiere , Quinn o Santana... non credere a nulla di quello che ti dicono su di me...”

Kurt rise.

“Ok... capito...”

Blaine sorrise.

“Bene... devo andare... ci vediamo dopo... ciao” Blaine attaccò velocemente e tornò al lavoro.

Kurt sorrise ed attaccò.

Mercedes guardò l’amico preoccupata.

“Hey boo,.. tutto ok?” chiese .

Kurt si voltò verso di lei.

“Oh... si... era Blaine... lo hanno chiamato dal lavoro... così mi ha chiesto di incontrarlo in ospedale per poi andarcene da li insieme al concerto.”

“Oh... ok...” annuì Mercedes.

“Si...” sorrise Kurt “ora ti dico tutto quello che devi sapere sulle abitudini di Lila e Cory “.

Mercedes annuì.

“Dai... so cosa fare... mi hai già detto che Cory è un abitudinario... quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi.

Ci atterremo a tutto quello che hai scritto”.

Kurt la guardò e sorrise.

“lo so... ma... sono tutto per me... sono il mio orgoglio e la mia gioia”.

Mercedes rise .

“Lo so... e fidati di me... staranno bene”.

Kurt sorrise .

Sapeva che Mercedes si sarebbe presa cura dei suoi figli... proprio come se fossero figli suoi.

“Oh... e voglio farti sapere una cosa... visto che sono a New York ora... se hai bisogno di una babysitter... puoi sempre chiamarmi” aggiunse Mercedes.

Kurt la avvolse in un abbraccio .

“Grazie.” 

“Prego boo...” rispose lei, “ora... vattene”.

Kurt rise, lasciando la sua amica.

“Ok... non sono sicuro di quando tornerò a casa... ti va bene?”.

Mercedes annuì e rise.

“Resta fuori fin quando vuoi...” lo incoraggiò.

Kurt si avviò verso la porta.

“Non vai a salutare Lila e Cory? “ chiese Mercedes.

Kurt si voltò .

“E’ meglio di no... altrimenti potrebbero fare capricci se dico loro che sto uscendo” sussurrò, “ inizierebbero a piangere e ci metterei una vita a farli calmare”.

Mercedes annuì per la comprensione.

“Capito!. Beh... divertiti…oh... a proposito... cosa vai a vedere?”

Kurt ci pensò un attimo.

Non ne era sicuro.., 

“Sai una cosa?...non penso che Blaine me lo abbia detto “.

“Penso che voglia farti una sorpresa” lo prese in giro Mercedes.

Kurt ruotò gli occhi .

“Ci vediamo più tardi  ‘Cedes”.

Mercedes lo salutò dalla porta.

Kurt uscì e si avviò verso l’ospedale.

Quando arrivò si avvicinò direttamente alla reception.

“Mi scusi?” chiese , quando più educatamente possibile.

La persona al di la del bancone non lo sentì o lo stava semplicemente ignorando.

“Mi scusi” disse di nuovo Kurt un po’ più forte.

Un’infermiera dai capelli neri alzò lo sguardo e sorrise .

“Posso aiutarla?” chiese.

Kurt le sorrise.

“Si... sto cercando il dottor Anderson... sono Kurt Hummel. 

Ci dovevamo incontrare qui… mi ha detto solo di chiedere di lui” spiegò Kurt.

L’infermiera mora ( che da quello che Kurt aveva letto sulla targhetta era Santana ) diede una veloce occhiata a Kurt e sorrise

“Si... glielo vado a cercare”.

“Grazie” Kurt sorrise e si voltò, ma Santana lo fermò immediatamente .

“Oh... aspetti” lo chiamò e Kurt si voltò di nuovo.

“Perché non lo aspetta nella saletta dei medici? “ gli suggerì Santana.

Kurt sollevò un sopracciglio.

“Voglio dire... non vuole aspettarlo qui fuori con tutte  queste persone malate, vero?” spiegò Santana.

Kurt rise.

“No... in realtà no...”

Santana girò intorno alla scrivania e mostrò a Kurt dove fosse la sala.

“Si metta comodo, nel frattempo vado a cercarle il dottor Anderson”.

“Grazie” rispose Kurt, poi Santana lasciò la stanza.

Un paio di minuti dopo, Blaine entrò nella stanza.

“Oh... hey Kurt...” disse Blaine, chiaramente sorpreso.

“Hey... l’infermiera non ti ha detto che ero qui?” chiese Kurt.

“Quale?” rispose Blaine, aprendo l’armadietto per togliersi il camice e prendere il borsone.

“Penso che il suo nome sia Santana” disse Kurt.

Blaine scosse a testa.

“No... non ha menzionato che qualcuno mi stava cercando” .

Kurt si accigliò .

Blaine chiuse l’armadietto e si avvicinò al divano su cui era seduto Kurt.

“Hey… sto solo scherzando” disse Blaine ridendo e dando una piccola pacca sul ginocchio di Kurt.

Kurt sorrise velocemente.

“Oh... bene... “

“Andiamo... usciamo da qui” suggerì Blaine, portando Kurt fuori dalla sala e dall’ospedale.

Si allontanarono insieme dall’ospedale.

“Oh... ti dispiace se ci fermiamo velocemente al mio appartamento?  Devo cambiarmi”  ammise Blaine.

“Oh certo” rispose Kurt, “ ma abbiamo abbastanza tempo?” .

Blaine rise.

“Non preoccuparti... il mio appartamento non è lontano da qui e se prendiamo la metro non ci metteremo molto ad arrivare al concerto” 

Kurt annuì e seguì Blaine.

Blaine guidò Kurt  fino al suo palazzo.

Si fermarono all’ingresso per controllare la cassetta della posta e si incamminarono su per le scale.

Blaine pescò la chiavi dalla sua borsa ed aprì la porta.

“So che non è un gran ché... ma è casa” disse Blaine mentre cercava l’interruttore della luce sul muro.

Kurt lanciò un’occhiata all’appartamento.

Sembrava come se Blaine fosse l’unica persona a vivere li.

Tutto era ben pulito e nulla era fuori posto.

“Fa come se fossi a casa tua” disse Blaine, dirigendosi verso la camera da letto.

Kurt si diresse verso il divano.

“C’è qualcosa da bere nel frigo... se vuoi “ urlò Blaine.

“Grazie”  gli urlò Kurt di rimando .

Cominciò a guardarsi  intorno, in salotto.

Notò che non c’erano foto appese a muri o sulle mensole.

“Quindi, vivi qui da solo o hai un coinquilino?” urlò Kurt.

“No... ci sono solo io” rispose Blaine.

Kurt notò poi che c’era qualcosa sul televisore.

Si alzò per guardare meglio.

Vide che c’era una doppia cornice con due foto .

Kurt pensò che fossero la sua famiglia.

Nella foto a sinistra c’erano due persone anziane, Kurt pensò, automaticamente, che fossero i nonni di Blaine.

Sembravano felici.

Kurt sorrise.

Nella foto a destra c’erano quattro persone; un uomo, una donna e due ragazzi giovani.

Kurt pensò che dovevano essere Blaine con la sua famiglia.

“Così hai trovato le foto nascoste” scherzò Blaine, apparendo furtivamente dietro Kurt, facendolo saltare.

Blaine rise.

“Scusa non volevo spaventarti”.

Kurt scosse la testa .

“Non fa niente...” disse riportando lo sguardo sulle foto.

“E’ la tua famiglia?” 

Blaine annuì e prese la cornice.

“In questa ci sono i miei nonni nel giorno del loro 50 anniversario.”

Kurt sorrise guardando la foto.

“Sono molto belli insieme”.

“Si... davvero... stavano insieme dal liceo” disse Blaine.

Kurt indicò l’altra foto.

“Lui è tuo fratello? Quello di cui mi hai parlato?”

Blaine annuì.

“Si... in realtà verrà per qualche giorno in città”.

“Sarà fantastico, giusto?” chiese Kurt.

“Per rafforzare il vostro legame?” 

Blaine semplicemente annuì.

Non voleva digli che non aveva un gran rapporto con suo fratello, visto che Kurt aveva perso il suo.

Posò attentamente la cornice sulla tv .

“Dai... andiamo” disse Blaine.

Kurt annuì e seguì Blaine verso il luogo del concerto.

Blaine e Kurt si diressero verso la fermata della metro e presero il treno.

Viaggiarono per pochi minuti fin quando Blaine prese la mano di Kurt e lo guidò verso il luogo in cui dovevano andare.

“Oh... a proposito Blaine…. ma chi andiamo a vedere?” chiese Kurt, con curiosità.

Blaine scosse semplicemente la testa.

“No... non posso dirtelo... non ancora”.

Kurt sorrise e lasciò che Blaine lo guidasse.

Un paio di minuti dopo, si fermarono.

Blaine scavò in tasca e gli mostrò due biglietti.

Ne allungò uno a Kurt che guardò il biglietto ad occhi spalancati.

“Oh mio dio, Blaine!... non posso credere che hai preso due biglietti per noi del concerto di Adam Levine” urlò Kurt.

Blaine semplicemente sorrise quando Kurt gli gettò le braccia al collo .

Poi entrarono godendosi ogni istante della serata.



NOTE

E siamo a 17... a Giovedì...

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18 capitolo ***


Dopo il concerto, Blaine e Kurt si diressero verso la fermata della metro.

Si sedettero uno accanto all’altro, nel treno, stanchi.

“Allora... ti sei divertito al concerto?” chiese Blaine.

Kurt guardò Blaine e sorrise.

“E’ stato fantastico... grazie...” 

Blaine gli restituì il sorriso.

“Figurati... ho pensato che ti sarebbe piaciuto”.

Il treno si fermò, Blaine e Kurt scesero ed iniziarono a dirigersi verso casa di Kurt.

All’inizio, camminarono in un confortevole silenzio.

“Quindi… stavo pensando...” disse Kurt, rompendo il silenzio, “visto che hai deciso tu il posto per questo nostro appuntamento... potrei sceglier io il posto del prossimo”.

Blaine sorrise.

“E’ un’ottima idea Kurt” disse Blaine sorridendogli.

“Bene… quando pensi che ci possiamo rivedere?” 

Blaine ci pensò su .

“Non ne sono sicuro” disse, sembrando colpevole, “ come ti ho detto prima..y. mio fratello dovrebbe venire qui per un paio di giorni”.

“Oh... beh... mi piacerebbe incontrarlo... cioè se a te sta bene” suggerì Kurt.

Blaine era incerto.

“Non lo so Kurt...” disse.

Kurt si fermò di fronte a Blaine.

“Perché?”

Blaine prese un profondo respiro .

“E’ solo che io e Cooper non abbiamo un bel rapporto”.

Kurt annuì.

“Va bene” 

Blaine scosse la testa.

“No... non va bene... cioè... non ... non volevo parlartene perché tuo fratello non c’è più”

Kurt annuì per la comprensione.

“Beh... penso che dovresti almeno presentarci”.

Blaine rise.

“Ok... ok... ma non prendertela con me se inizia a farti fare cose contro la tua volontà”.

Kurt spinse, giocosamente, la spalle di Blaine.

Continuarono a camminare fino a casa di Kurt .

Proprio come il loro primo appuntamento, Blaine accompagnò Kurt alla porta.

“Sono felice che ti sia divertito stasera” disse Blaine.

Kurt sorrise.

“Si... anche io...”

“Umm... chiamami quando decidi dove vuoi andare per il nostro prossimo appuntamento” disse Blaine.

“Pensavo avessi detto che sarebbe venuto tuo fratello a trovarti?” domandò Kurt.

“Si... ma non sono sicuro di quando viene” ammise Blaine.

Kurt rise.

“Ok... “

“Buonanotte Kurt” disse Blaine.

“Buonanotte “ disse Kurt.

Blaine si voltò.

Kurt lo guardò andar via ma poi lo fermò.

“Blaine... aspetta!” urlò Kurt, facendo voltare Blaine che tornò indietro .

“Cosa c’è Kurt?” chiese velocemente Blaine; ma prima di ricevere una risposta, le labbra di Kurt furono sulle sue.

“Buonanotte Blaine” ripeté Kurt mentre si allontanava , lasciando sul viso di Blaine un enorme sorriso.

Kurt si voltò ed entrò mentre Blaine si incamminò di nuovo verso casa.

Blaine sentì un nodo allo stomaco.

Stava cominciando ad innamorarsi di Kurt?

Blaine scosse la testa, avvicinandosi al suo palazzo.

Salendo le scale notò una figura stravaccata accanto alla porta.

Blaine si avvicinò .

L’uomo misterioso sembrava leggermente familiare.

“Cooper?” chiese.

L’uomo alzò lo sguardo confuso.

“Hey fratellino” farfugliò.

Blaine si inginocchiò.

“Cooper ?Cosa ci fai qui? Pensavo saresti venuto tra un paio di giorni?”

Cooper alzò le braccia e scrollò le spalle.

“Pensavo... pensavo...” prese un sorso dalla bottiglia che aveva in mano.

“Dai Cooper... entriamo dentro” suggerì Blaine , sollevando un braccio di Cooper per poggiarselo sulle spalle, portandolo nell’appartamento.

Lo trascinò fino al divano e lo lasciò li.

“Ma da quanto sei qui, comunque? “ chiese Blaine, mentre andava a prendere un bicchiere d’acqua ed un’aspirina.

“Da un pò” rispose Cooper, “Pensavo non saresti mai tornato... dov’eri comunque?”

Blaine si sedette sul divano vicino al fratello e gli allungò il bicchiere e le pillole.

“Ecco.. .prendi... ti aiuteranno con il post sbornia che di sicuro avrai”.

Cooper annuì per ringraziarlo mentre prendeva, con gentilezza, il bicchiere da Blaine ed ingoiò le pillole.

“Perché non provi a riposare un po’?” gli suggerì Blaine, mentre Cooper posava il bicchiere sul tavolino.

“Ok” rispose Cooper , farfugliando ancora.

“A proposito... hai ancora intenzione di farmi da guida?” .

Blaine scosse la testa.

“Si ... certo Cooper” .

Cooper sorrise lasciando cadere la testa sul cuscino del divano e , chiudendo gli occhi, si addormentò all’istante.

Blaine si alzò e prese una coperta che stese sulla figura addormentata del fratello.

Prese poi la bottiglia di birra da cui stava bevendo prima Cooper e versò quel che ne restava nel lavandino.

Cosa devo fare con Cooper ? pensò Blaine tra se, mentre andava in camera sua per prepararsi per andare a dormire.



Il giorno dopo, Blaine cercò di trovare qualcuno che lo sostituisse .

Ma, naturalmente, erano a corto di personale, come sempre, quindi non c'era nessuno che potesse coprire il suo turno.

Afferrò le sue cose e si preparò ad uscire.

"Hey Cooper... odio farti questo" iniziò.

In realtà non è che gli dispiacesse poi così tanto.

Cooper era arrivato senza preavviso ed ubriaco davanti la porta di casa sua.

Cosa avrebbe dovuto fare Blaine?

Cooper voltò la testa dal divano, verso la porta d'ingresso.

"Dove stai andando, fratellino?" chiese, strofinandosi gli occhi .

"Devo andare a lavoro... non ho trovato nessuno che potesse coprire il mio turno" ammise Blaine.

Cooper si sollevò un pò di più.

"Ma... pensavo che mi avresti portato in giro " disse .

Blaine sospirò, sentendosi leggermente in colpa.

"Lo so... ma devo lavorare e non  sapevo che eri qui".

Cooper annuì.

"Ascolta... cerco di tornare presto così possiamo andare a mangiare fuori" suggerì Blaine.

Cooper scosse la testa .

"No... ve bene..."

"Cooper... mi dispiace... davvero..." ammise Blaine , mentre suo fratello se ne andò in bagno.

Blaine sospirò di nuovo.

Sentì una fitta al petto.

Per quanto non gli piacesse stare con suo fratello sapeva che c'erano persone come Kurt che non erano fortunati di avere un fratello.

Si avvicinò alla porta del bagno e bussò.

"Hey Cooper... ti va di incontrarmi in ospedale per pranzare insieme?" suggerì Blaine.

Non arrivò nessuna risposta; l'unica cosa che sentì fu il rumore dell'acqua della doccia.

Blaine lasciò un bigliettino sul tavolino con il suo numero ed il nome dell'ospedale, nel caso Cooper cambiasse idea.

Lasciò l'appartamento e si diresse all'ospedale.


Kurt stava trascorrendo una bellissima domenica con Lila e Cory 

I bambini si stavano divertendo a giocare a Candyland*.

"E' il mio turno!" urlò Cory, pescando una carta.

"Che colore hai Cory?" chiese Kurt.

Cory guardò la carta.

"Verde!" 

"Bene... adesso muoviti verso la prossima casella verde" lo istruì Kurt.

Cory prese la sua pedina e la mosse verso la successiva casella verde.

"Papà... è il tuo turno" disse Lila.

Kurt sorrise.

Mentre stava per pescare la sua carta, il cellulare squillò.

"Oh... aspettate" disse prendendo il cellulare poggiato sul tavolino.

"Papi... gioca !" piagnucolò Cory.

"Solo un secondo tesoro" insistette Kurt, rispondendo .

"Pronto?" disse.

"Hey Kurt... sono io" rispose Blaine.

"Oh... hey... Blaine... che succede?" disse Kurt preoccupato.

"Nulla... beh... mm... è solo... ricordi quando ti ho detto che sarebbe venuto mio fratello a trovarmi?" iniziò Blaine.
"Si.. Che problema c'è?".

"Beh... quando sono tornato a casa... l'ho trovato fuori dalla porta" ammise .

"Oh mio dio... " mormorò Kurt.

"Ed era ubriaco" sussurrò Blaine.

Kurt restò in silenzio per un attimo.

"Beh... c'è qualcosa che puoi fare? voglio dire... per aiutarlo?"

Blaine sospirò.

"Non lo so... non so nemmeno se vuole essere aiutato.

Mi dispiace di non poterlo portare in giro come voleva perché sono al lavoro ora e sembrava davvero arrabbiato con me"

Kurt annuì.

"Sei libero domani? Forse puoi portarlo in giro domani".

"Devo controllare" ammise Blaine

"Sai quanto tempo ha deciso di restare?" chiese Kurt.

Blaine scosse la testa.

"E' per questo... non ne sono sicuro".

"Papà... gioca" si lamentò Cory.

"Aspetta tesoro" disse Kurt.

Quinn allungò un fogliettino a Blaine che spalancò gli occhi.

"Hey Kurt... devo andare... ti chiamo più tardi" disse Blaine ed attaccò, prima che Kurt potesse salutarlo.

Kurt guardò il telefono un attimo.

Pensava di essere stato liquidato .

"Pronto? Blaine? Pronto?"

Dopo aver realizzato che Blaine non era più al telefono, Kurt attaccò.

" E' il tuo turno papà" sorrise Cory.

Kurt rise.

"Ok... tesoro... ok" 

Pescò una carta dal mazzo e continuò a giocare con i suoi bambini.

Blaine era nella sala dei medici e non aveva notato nessuno .

Aprì il foglietto di carta che gli aveva lasciato Quinn.

Vide che era stato scritto da Cooper .

Cooper era venuto e Blaine non lo aveva visto?

Lesse il biglietto.

"Fratellino , scusa se mi sono presentato senza avvisare.

Ed ubriaco.

Avrei dovuto chiamare.

Lo farò la prossima volta.

Lo prometto.

Sto andando da mamma e papà.

Ci sentiamo tra qualche giorno.

Cooper"


Blaine non poté fare a meno di sentirsi ancora più in colpa.

Prese il telefono e digitò il numero di suo fratello, solo che partì direttamente la segreteria telefonica .

"Hey Cooper... sono io" iniziò Blaine, "Guarda... mi dispiace davvero tanto di non averti potuto portare in giro.

Spero veramente che tornerai e, quando lo farai, ti porterò a vedere la statua della Libertà e l'Empire State Building.

Ok ci sentiamo presto... ciao..." poi attaccò.

Blaine restò seduto nella sala ancora per qualche minuto, coprendosi il viso con le mani.

"Hey Blaine" urlò Santana, entrando  nella stanza.

Blaine abbassò le mani e guardò Santana.

"Cosa c'è Santana?" chiese.

" Ci sono due feriti in arrivo" rispose Santana.

Blaine prese un profondo respiro ed annuì.

"Ok arrivo subito".

Santana annuì ed uscì.

Blaine provò di nuovo a chiamare Cooper , beccando di nuovo la segreteria.

Decise di non pensare più a Cooper.

Cooper voleva andarsene? Bene...

Non lo avrebbe fermato.

Si alzò e lasciò la stanza per andare ad occuparsi di questi nuovi pazienti. 



NOTE

* Candy Land è tipo il nostro Gioco dell'oca...

Scusatemi se non ho pubblicato ieri... ma tra il live su facebook di Darren ed il suo nuovo EP... non ho avuto tempo...

A lunedì

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19 capitolo ***


Dopo aver finito con il suo ultimo paziente, Blaine lanciò un’occhiata fuori e vide che era ancora giorno.

Guardò l'orologio e notò che era quasi ora di cena.

Prese il telefono della tasca e digitò l'ormai familiare numero.

“Pronto?” chiese una voce dall'altro parte.

“Hey Kurt... sono io” rispose Blaine.

Kurt guardò l'orologio.

“Hey... sei ancora al lavoro?” chiese Kurt.

“Ho appena finito “ rispose Blaine, mentre usciva dall'ospedale, “ tu ed i bambini avete già cenato?”

“Stavo per preparare la cena, perché?”  chiese Kurt.

“Beh... qualunque cosa tu stia per preparare... non farlo... vorrei cucinare per voi” ammise Blaine.

Kurt rimase senza parole.

“Vuoi fare cosa? Ne sei sicuro?” chiese con curiosità, “Voglio dire... hai mai cucinato per dei bambini di 8 e 3 anni? Possono essere molto esigenti... soprattutto Cory.”

Blaine rise.

“Fidati di me...”

Kurt scosse la testa, ancora incerto.

“Non lo so Blaine... Lila mangia quasi tutto quello che le preparo... ma Cory... può essere una sfida a volte”.

“Dai Kurt... puoi darmi una possibilità?” lo pregò Blaine.

Kurt esitò un attimo prima di rispondere.

“Ok... Va bene... puoi cucinare per noi”.

“SIII!” Esultò Blaine dall'altra parte, “ ma ho bisogno di un po' di tempo per andare al supermercato a comprare quello che mi serve”.

Kurt guardò di nuovo l'orologio.

“Perché non usi quello che ho in casa? Cory potrebbe cominciare ad irritarsi a causa di un calo di zuccheri” suggerì Kurt.

Blaine sorrise; l'idea di Kurt gli piaceva molto più della sua.

“Ok... arrivo subito” disse Blaine ed attaccò.

Dopo aver finito di parlare con Blaine, Kurt posò il telefono e si diresse verso il salotto dove Lila e Cory stavano guardando un film.

“Bimbi... indovinate chi sta arrivando?” chiese Kurt.

Lila mise in pausa il film e guardò Kurt.

“Chi?” chiese, fissando suo padre.

“Blaine” disse semplicemente Kurt, “sta arrivando e ci preparerà la cena... non è meraviglioso?”

Lila e Cory sorrisero ed annuirono.

“E cosa ci preparerà per cena?” chiese Cory.

“Non lo so... tesoro.

Devi chiedere a Blaine quando arriverà” rispose Kurt.

Cory saltò tra le braccia di Kurt e lo abbracciò.

Presto sentirono il campanello suonare.

“Oh... questo deve essere Blaine... “ disse Kurt, prendendo in braccio Cory, dirigendosi poi verso la porta.

“Ciao Kurt... Hey Cory...” sorrise Blaine.

Cory si allungò verso Blaine che lo prese subito in braccio.

“Sembra che qualcuno ha sentito la tua mancanza” scherzò Kurt.

Blaine rise quando Cory lo abbracciò.

“Accomodati Blaine” disse Kurt, mentre faceva un passo indietro permettendo così al giovane medico di entrare in casa e poi chiuse la porta dietro di loro.

“Hai bisogno di cambiarti?” chiese Kurt.

Blaine scosse la testa.

“Oh no... grazie... non mi sono fermato al supermercato così mi sono potuto fermare a casa per cambiarmi.”

Kurt annuì e spinse la sedia a rotelle di Lila.

“Blaine!” urlò Lila.

Blaine mise giù Cory e si inginocchiò davanti alla piccola ragazza.

“Hey Lila... come ti senti?” chiese

Lila sorrise.

“Sto bene” rispose semplicemente Lila, “ a proposito... ho aperto il tuo regalo”.

“Davvero?” chiese Blaine, sorpreso.

Lila annuì.

“Grazie... davvero non c'era bisogno che facessi questo per me”.

“Lo so... ma avevi detto che ti piacevano i film della Disney ed ho pensato che ti sarebbe piaciuto vederne uno mentre guarivi” ammise Blaine .

Lila arrossì.

Si spinse con la gamba sana più vicino ed avvolse le braccia attorno a Blaine.

“Grazie Blaine”.

“Prego Lila” rispose Blaine.

Kurt li guardava in silenzio, amava il modo in cui Blaine ed i suoi figli avessero legato”.

“Bene... e se andassi a preparare la cena? disse Blaine, alzandosi. 

Kurt spinse Lila in salotto così che lei e Cory potessero continuare a vedere il film mentre Blaine iniziò a rovistare nel frigo e nella dispensa di Kurt.

“Allora... cosa ci preparerai?” chiese Kurt, entrando in cucina.

“Vedrai...” scherzò Blaine.

Kurt ruotò gli occhi mentre Blaine continuò ad afferrare ingredienti misteriosi per la cena.

“Sai... da quando Lila ha aperto il tuo regalo ed ha scoperto che era Brave non ha mai smesso di vederlo”.

Blaine iniziò a tagliare alcune verdure, sollevando il viso per sorridere a Kurt.

“Ho pensato che le sarebbe piaciuto... è una bimba coraggiosa, visto quello che ha passato, sai?”

Kurt annuì.

“C'è qualcosa che posso fare per aiutarti?” si offrì Kurt.

Blaine scosse la testa.

“No... puoi andare a vedere il film con i bambini e rilassarti, mentre la cena si prepara per voi”.

Kurt rise.

“Ok... ma fammi sapere se hai bisogno di qualcosa”.

Blaine annuì, mentre continuava a preparare la cena.

Dopo un po', mentre Blaine continuava a cucinare e Kurt ed i bambini guardavano la tv, Cory iniziò a stranirsi.

“Papà... ho fame” piagnucolò.

Kurt abbassò lo sguardo su Cory che era poggiato sul suo grembo.

“Perché non vai in cucina e vedi se Blaine ha quasi finito?” gli suggerì.

Cory annuì e scese dal grembo di Kurt.

“ Ma sii gentile” gli ricordò Kurt.

Cory annuì di nuovo e corse in cucina.

Vide Blaine tirare fuori qualcosa dal forno.

“ Attento... è caldo” lo avvertì Cory.

Blaine si voltò e vide Cory accanto a lui.

“Hai ragione Cory... è caldo”, tirò fuori il piatto e chiuse la porta del forno.

Poggiò con attenzione il piatto sul bancone.

“ Ho fame... hai finito?” chiese Cory.

Blaine rise.

“Ho quasi finito... ti piacerebbe aiutarmi?”

Cory guardò Blaine, scettico.

Non era così sicuro di volerlo aiutare.

“Puoi mettere la tavola per me?” chiese Blaine.

Cory scosse la testa.

Kurt li vide ed intervenne.

“Cory... Blaine ti ha chiesto di fare qualcosa per lui.”

Cory guardò Kurt da sopra le spalle.

“Ho fame papà” piagnucolò di nuovo.

Kurt spinse Lila verso il tavolo.

“Lo so tesoro... ma Blaine ti ha chiesto di aiutarlo e non possiamo mangiare senza piatti e posate”

Cory pestò i piedi ma cominciò a preparare la tavola.

“Cosa c'è per cena Blaine?” chiese Lila.

Blaine sorrise.

“Beh... ho pensato di prepararvi qualcosa che mi ha insegnato mia nonna, prima di morire” iniziò, prendendo il grande piatto dal bancone e poggiandolo al centro del tavolo.

Kurt guardò Blaine.

Aveva lo stesso sguardo che aveva avuto quando aveva guardato la foto nel suo appartamento.

“E' il mio piatto preferito da cucinare... sono le enchilladas ai cinque formaggi di nonna Anderson” disse Blaine, mentre Kurt ed i bambini guardavano quella bontà al formaggio.

Blaine non poté fare a meno di ridere tra se.

Dopo che Cory finì di sistemare i piatti a tavola tutti si sedettero ed iniziarono a mangiare.

Kurt tagliò il cibo di Cory mentre Blaine si offrì di aiutare Lila.

Una volta che Lila e Cory furono serviti, Blaine e Kurt ebbero la possibilità di godersi la loro cena.

Kurt prese un boccone di enchilada.

“Oh mio dio Blaine...” esclamò Kurt, “ è buonissima”

Blaine sorrise.

“Grazie” poi guardò Lila e Cory, “ Cosa ne pensate ragazzi?”

“Mmm... “ mormorò felice Lila, “ Squisito”.

Blaine e Kurt risero.

“Ti piace Cory?” chiese Kurt.

Cory infilò la forchetta in bocca iniziando a masticare il suo boccone.

Kurt era preoccupato che a Cory non piacesse il cibo che Blaine aveva preparato.

“Ottimo” mormorò Cory.

Kurt si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

“Sono felice che ti piaccia tesoro” disse Blaine.

Tutti continuarono a mangiare.

“Allora Blaine... com'è andato al lavoro?”

Blaine annuì.

“E' andato bene”.

Kurt annuì.

“Bene”.

“Come è stata la tua giornata?” chiese Blaine.

Kurt sorrise.

“E' stata una bella giornata”.

“Papà ha giocato a Candyland con noi” intervenne Lila.

Blaine rise.

“Davvero?”

Lila annuì.

Dopo aver finito di cenare, Blaine avrebbe voluto togliere la tavola, ma Kurt non glielo permise.

“ Oh no... non lo farai... ” lo rimproverò Kurt.

Blaine lo guardò confuso.

“ Cosa? Voglio aiutare... cioè... ho cucinato io...”

Kurt scosse la testa .

“Perché non vai in salotto a giocare con qualche giochino da tavola con Cory e Lila, mentre faccio i piatti?”

“Ne sei sicuro?” insistette Blaine .

Kurt annuì.

Blaine poggiò il piatto che aveva in mano sul tavolo e se ne andò in salotto.

Una volta che Kurt finì di lavare i piatti, si diresse in salotto e vide che Blaine era stato convinto a giocare a Candyland.

Anche se Cory non stava realmente giocando, era mezzo addormentato sul grembo di Blaine.

“Dai... lascia che lo porti su” insistette Kurt.

Blaine guardò in basso .

Non si era accorto che Cory si stava addormentato .

Scosse la testa.

“Nah! ...lascia stare...lo porto io su quando io e Lila abbiamo finito di giocare”.

Kurt scosse la testa.

“Davvero Blaine... non devi “.

“Lo so... ma voglio aiutare” ammise Blaine.

Kurt sorrise.

“Ho vinto!” urlò Lila.

Blaine tornò a guardare sul tabellone, sorpreso.

“Hai imbrogliato?”

Lila sorrise e scosse la testa.

“Sei sicura” scherzò Blaine.

Lila rise.

“No”

“Ok piccolina... “ disse Kurt, “ è ora di andare a letto”.

“No” piagnucolò Lila.

“Lo so tesoro... ma domani c'è scuola... e devi andare a dormire” insistette Kurt, mentre la sollevava dalla sedia a rotelle.

“Blaine può leggermi una storia?” chiese.

Kurt guardò Blaine, che stava portando Cory.

“Certo Lila” rispose Blaine, “ scegli il libro che vuoi che ti legga e fammi sapere quando sei pronta”.

“Grazie Blaine” sorrise Lila.

Blaine annuì mentre portava Cory in camera sua mentre Kurt portava Lila in camera.

Blaine posò Cory gentilmente sul letto e gli rimboccò le coperte.

Silenziosamente uscì dalla stanza lasciando la porta socchiusa.

“Lila è pronta per la sua storia” disse Kurt, incontrando Blaine in corridoio.

Blaine annuì ed andò nella stanza della piccolina.

“Allora signorina Lila, che storia vuole che le legga stasera?”

“Questa”  disse allungandogli un libro.

Blaine controllò la copertina...

“Oh... uno dei miei preferiti” disse Blaine, “Il piccolo bruco Maisazio."”

Lila sorrise , mentre Blaine si sedeva sul letto.

Aprì il libro e cominciò a leggerle la storia.

Quando Blaine finì di leggere , notò che gli occhi di Lila stavano cominciando a chiudersi .

“Fine” disse e chiuse il libro.

Si alzò e rimise il libro sullo scaffale poi silenziosamente lasciò la stanza.

“Grazie” disse a bassa voce Kurt.

Blaine guardò Kurt e sorrise.

“Prego”.

“Davvero non c'era bisogno che facessi tutto questo... “ ammise Kurt mentre scendeva le scale.

“Lo so” rispose Blaine seguendo Kurt.

Kurt si sedette sul divano e batté la mano sul posto accanto a lui e Blaine si sedette.

“Sono davvero felice che i bambini ti si siano affezionati così velocemente” ammise Kurt.

Blaine sorrise ed annuì.

“Anche io... sono contento che tu ed i bambini abbiate apprezzato la mia cucina”.

Kurt rise.

“Se Cory lo mangia... è un complimento”

Blaine rise.

“Posso chiederti una cosa?”

Kurt annuì.

“Ci sto pensando da quando i tuoi genitori se ne sono andati... mi piacerebbe davvero tanto portare te ed i ragazzi fuori per un appuntamento di famiglia” suggerì Blaine.

Kurt annuì di nuovo.

“Penso sia una grande idea... hai qualcosa in mente?”

Blaine sorrise.

“In realtà si...”

Kurt sollevò un sopracciglio.

“Oh davvero? Mi diresti dove vuoi portarci?”

Blaine rise.

“Certo... pensavo potessimo andare...” iniziò Blaine quando il suo cellulare squillò.

Blaine sospirò.

“ Rispondo un secondo”.

Kurt annuì mentre Blaine si alzava ed andò in cucina per parlare in privato.

“Pronto?” chiese.

“Blaine c'è bisogno che torni in ospedale” disse Quinn.

Blaine scosse la testa.

“No... non devo tornare fino a domani sera”.

“Blaine... si tratta di tuo fratello” disse semplicemente Quinn.

Blaine sentì il cuore arrivargli in gola. 

“Cosa vuoi dire? Pensavo che stesse andando in Ohio?”

Quinn scosse la testa.

“Non lo so Blaine... è arrivato qui una decina di minuti fa... c'è davvero bisogno che tu venga qui”.

Blaine annuì.

“ Arrivo il prima possibile” poi attaccò.

Rimase in cucina per qualche minuto cercando di mettere in ordine quello che gli aveva detto Quinn.

“E' tutto ok?” chiese Kurt, dietro di lui.

Blaine saltò leggermente e si voltò.

Scosse la testa.

“A dire il vero... devo tornare in ospedale” ammise.

“Oh... “ disse tristemente Kurt.

Blaine si avvicinò a Kurt.

“Mi dispiace... c'è un'emergenza familiare”.

Kurt annuì.

“Capisco”.

“Sicuro?” chiese Blaine.

Kurt annuì.

“Ma prima che te ne vai ho due cose da chiederti”.

“Spara” disse Blaine.

Kurt sorrise.

“Dove vuoi andare per l'appuntamento di famiglia?”

Blaine sorrise.,

“Beh... stavo pensando che potevamo andare al Brooklyn Children's Museum.".”

Kurt spalancò gli occhi.

“Sembra perfetto... “ urlò, “ avrei voluto portarci Lila e Cory da tanto tempo”.

Blaine sorrise .

“Bene... cos'altro c'era che volevi chiedermi?”

Kurt annuì.

“Si... avevo pensato al posto per il nostro prossimo appuntamento”.

Blaine sorrise seducentemente

“Oh si... puoi dirmi dove?”

Kurt scosse la testa.

“No... fammi solo sapere quando hai il prossimo giorno libero”.

Blaine sorrise,

“Ok... beh... dovrei davvero andare” disse dirigendosi verso la porta.

“Ci vediamo “  disse Kurt, “ spero che tutto si sistemi”.

Blaine annuì.

“Anche io” disse dandogli un bacio sulla guancia per poi dirigersi verso l'ospedale.



NOTE

Candy land è un gioco da tavola simile al nostro gioco dell’oca, solo che al posto dei numeri ci sono delle caselle colorate e al posto dei dadi si usano della carte colorate.

Brooklyn Children's Museum è un Museo per bambini di New York

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20 capitolo ***


Mentre si dirigeva verso l'ospedale, Blaine non poté fare a meno di sentirsi triste per il modo in cui aver lasciato Kurt.

Non appena avrebbe potuto gli avrebbe mandato un messaggio per dirgli che tutto andava bene.

Quando vide le luci dell'ospedale, accelerò il passo fino a quando non raggiunse la porta.

Entrò e cercò subito Quinn.

“Blaine!” urlò Quinn.

Blaine si voltò.

Quinn, insieme ad alcuni dottori ed infermiere, cercavano di tenere fermo un paziente sulla barella.

Quel paziente era Cooper .

Blaine corse subito verso di loro.

“Cosa è successo?” chiese iniziando ad aiutare gli altri a far smettere a Cooper di  dimenarsi.

“E' stato portato qui dall'aeroporto”  disse uno dei dottori.

“Gli hanno proibito di salire a bordo perché aveva bevuto troppo, ma quando non se n'è voluto andare... hanno chiamato la polizia”.

“Così è caduto dalle scale” continuò Quinn, “ ha bisogno di alcuni punti in testa e potrebbe avere una commozione cerebrale e forse una slogatura alla caviglia per la caduta.”

“Ma non riusciamo a fargli nessun esame perché è diventato molto aggressivo con noi” aggiunse Santana.

“Grazie Santana” scherzò Blaine.

Lei sorrise a Blaine.

“Guarda... di solito non si comporta così quando beve” disse Blaine.

“Cosa vuole fare dottor Anderson?” chiese uno dei medici.

Blaine notò che era il dottor Romano.

“Mettiamogli delle cinghie e diamogli qualcosa per calmarlo... gli metto io i punti”

“E' un suo paziente” disse il dottor Romano e se ne andò.

Blaine guardò Cooper.

Si era un po' calmato, Santana era riuscita a mettergli la flebo.

Gli altri dottori e le infermiere se ne erano andati.

“Grazie” sussurrò Blaine,

Santana annuì.

“Hai bisogno di altro?”

Blaine scosse la testa e sospirò.

“No grazie... ci penso io ora...” disse con gentilezza.

Santana sorrise leggermente e lasciò Blaine solo col fratello.

Blaine si sedette sulla sedia accanto al letto.

“Hey Cooper” disse mentre scuoteva il braccio di suo fratello.

“Mmm...” mormorò Cooper.

Blaine si infilò un paio di guanti.

“Cooper... devo metterti alcuni punti in testa... quindi stai fermo” gli ordinò ed iniziò a curare la ferita alla testa del fratello,

“Ouch! “ urlò Cooper , “ hey... fermati”.

“Cooper sta fermo!” ordinò Blaine.

Cooper cercò di muovere le braccia, ma immediatamente si accorse di essere legato.

“C...co...cosa sta succedendo?” chiese, chiaramente confuso.

“ Stai solo fermo Cooper” ripeté Blaine, continuando a sistemare il taglio.

Cooper sospirò.

“Quanto hai bevuto oggi Cooper?” chiese Blaine.

Cooper si lamentò.

“Così tanto, eh?” rispose Blaine, mentre si toglieva i guanti, “potresti avere una commozione cerebrale ed una caviglia slogata. Torno più tardi” si alzò e si diresse verso la postazione delle infermiere.

“Vuoi che lo porti io su?” chiese Quinn.

Blaine sospirò e si passò le mani sul viso.

Quinn lanciò un'occhiata a Cooper poi tornò a guarda Blaine.

“Da quanto tempo sta così?”

Blaine tolse le mani dalla faccia e scrollò le spalle.

“ Non lo so... da un po'...”

“Ha bisogno di aiuto, Blaine.” disse Quinn con comprensione, poggiando una mano sul suo braccio.

Blaine sospirò.

“Si lo so...”

Quinn annuì.

“Lo porterò sopra”.

Blaine annuì per ringraziarla, mentre prendeva il telefono cominciando a digitare un numero che faceva raramente.

Sperava di non doverla fare quella chiamata, ma sapeva di non avere altra scelta ora.

“Pronto?” sentì dire dall'altra parte.

“Ciao mamma... sono io” disse Blaine.

“Blaine?” chiese, “ è tutto apposto?”

Blaine prese un profondo respiro.

Non gli piaceva dare ai suoi genitori delle notizie che potessero sconvolgerli.

“Ascolta... odio davvero doverti dire tutto ciò, ma Cooper ha bisogno di aiuto.

Tu e papà potete venire a prenderlo qui e portarlo in qualche centro di riabilitazione?”

“Riabilitazione? Intendo tipo riabilitazione dalle droghe?” disse lei velocemente.

“No... non dalle droghe... ha bisogno di riabilitazione per l'alcolismo” rispose Blaine, “si è presentato a casa mia completamente ubriaco fradicio... voleva che lo portassi in giro ma quando gli ho detto che non potevo, mi ha fatto sapere che stava andando all'aeroporto,” iniziò, “ naturalmente gli ho creduto.

Ma ora... lo hanno portato qui in ospedale perché era troppo ubriaco per volare”.

“Oh tesoro... questo non sembra tuo fratello” insistette Kate.

Blaine ruotò gli occhi .

“ Lo so mamma... ma credimi lo è...” guardò verso il letto dove era disteso Cooper, ma vide che Cooper non era più li, il che significava che Quinn lo aveva portato a fare i raggi x.

“Guarda mamma... posso farlo restare da me per qualche giorno , ma ho davvero bisogno che tu o papà lo veniate a prendere “

Dall'altra parte ci fu un attimo di silenzio.

“Beh... lascia che ti passi papà”.

“No aspetta mamma...” balbettò Blaine.

“Pronto?” disse Frank.

“Ciao papà” disse Blaine.

“Cos'è questa storia che ho sentito su Cooper che ha bisogno di un centro di riabilitazione?” chiese Frank, burbero.

Blaine sospirò.

“ Si... ha bisogno di andare in riabilitazione per alcolismo appena possibile. Ho bisogno che vieni e prenderlo”.

Frank mormorò qualcosa che fece capire a Blaine che lo stava ascoltando.

“ Conosci qualche centro qui in Ohio dove possiamo portarlo?” chiese.

Blaine sorrise leggermente.

“Ne conosco qualcuno... ma ho bisogno prima di controllarli”

Frank annuì.

“Ok figliolo... Fai quello che puoi e poi chiamaci”.

“Grazie papà” rispose Blaine.

“Prego figliolo” disse Frank.

“Oh e papà” Blaine fermò il padre prima che attaccasse.

“Si figliolo?” chiese Frank.

“Verrai qui a prenderlo, vero? Non stai solo dicendo così per dire” chiese Blaine serio.

Frank prese un profondo respiro.

“Blaine... io e tua madre amiamo te e tuo fratello... se uno di voi due ha bisogno di aiuto... sai che faremo qualsiasi cosa per aiutarvi”.

Blaine annuì.

“Ok... grazie papà”.

Frank sorrise.

“Ci sentiamo, figliolo... tienici informato”.

“Lo farò” rispose Blaine, “ Ciao”, poi attaccò.

Blaine andò nella sala dei medici per aspettare che Cooper tornasse dopo aver fatto i raggi x, ricordandosi la sua promessa di messaggiare Kurt.

Blaine prese il telefono dalla tasca ed iniziò a scrivere un messaggio a Kurt.

“Kurt,  scusa se mi faccio sentire solo ora.

Come ti ho detto prima era un'emergenza di famiglia.

Mio fratello è stato portato qui in ospedale.

E' una storia lunga.

Ma in questo momento ho bisogno di prendermi cura di lui ed una volta che lo avrò fatto potrò pensare alla mia vita.

Non capire male, voglio bene a mio fratello... è solo che ha fatto troppi errori .

Tornerà a casa presto e quando lo farà, spero di poter portare te ed i bambini al museo.

Ti faccio sapere quando.

Ci sentiamo presto.

Blaine”.
Dopo aver mandato il messaggio, Blaine si versò una tazza di caffè.

Anche se non era fresco, aveva proprio bisogno di tirarsi su.

“Hey Blaine...” disse Quinn entrando nella stanza.

Blaine la guardò e le sorrise.

“Ho i risultati dei raggi x di Cooper” disse lei.

Blaine annuì e posò la caffettiera sul mobile.

Quinn gli allungò una grande busta.

“ Non ci sono segni di schiacciature o fratture... sembra più una distorsione” ammise Quinn.

“Questa è una buona cosa” disse Blaine, “ e la testa? Qualche segno di commozione?”

Quinn scosse la testa.

“ No... la tac è buona”.

Blaine annuì.

“Bene... ora quello che devo fare è trovargli un centro di riabilitazione in Ohio”.

Quinn sorrise leggermente.

“Se vuoi portarlo a casa... posso chiamare io” suggerì Quinn.

Blaine scosse la testa.

“ Grazie Quinn... lo apprezzo davvero... ma penso di aver bisogno di farlo io”.

Quinn annuì.

“Beh... se hai bisogno di altro, fammelo sapere.”

“Lo farò” rispose Blaine ed uscì dalla stanza.

Blaine si diresse verso il letto di suo fratello.

”Hey Cooper” disse

“Hey... dove sono?” chiese Cooper confuso.

“Sei in ospedale... ti ricordi cosa è successo?” chiese Blaine.

Cooper scosse la testa.

“L'ultima cosa che mi ricordo è che stavo andando all'aeroporto per cercare di tornare a casa”.

Blaine annuì.

“Beh... hai bevuto un po' troppo e sei caduto per le scale all'aeroporto.

Sei stato portato qui perché non volevi andartene, ti sei slogato una caviglia ed hai avuto bisogno di un paio di punti in testa, ma il resto è tutto ok.

Ma c'è altro...” spiegò Blaine.

“Cosa?” chiese Cooper.

Blaine sospirò.

“Cooper ... hai bisogno di aiuto... più di quanto possa dartene io”.

Cooper scosse la testa.

“No... no sto bene... “ disse Cooper cercando di alzarsi, ma non ci riuscì a causa delle cinghie alle braccia ed alle gambe.

“Cooper... farò qualche telefonata e quando troverò un buon posto per te, mamma e papà verranno qui a prenderti e ti porteranno a casa e si assicureranno che segui la cura” continuò Blaine.

Cooper lasciò cadere la testa contro il cuscino e gemette.

“Tornerò tra un po' e poi potremo andare al mio appartamento” disse Blaine.

Cooper ignorò suo fratello.

Blaine se ne andò e si diresse verso l'accettazione.

Cominciò a cercare un centro di riabilitazione in Ohio.

Dopo aver fatto approfondite ricerche , trovò un buon centro .

Chiamò velocemente  e prese accordi per Cooper.

Poi chiamò i suoi genitori, per fargli sapere quando venire a prendere il loro figlio maggiore.

Blaine tornò da Cooper e vide che suo fratello si era riaddormentato... così gli slego le cinghie.

“Mmm... cosa succede?” disse Cooper intontito,

“Ho trovato un ottimo centro per te in Ohio”  disse Blaine, “ ma ora... ti porto a casa mia”.

Cooper sbadigliò ed annuì .

Blaine lo aiutò ad alzarsi.

“Forza...andiamo” disse Cooper , poggiando il braccio di Cooper sulla sua spalla , uscendo dall'ospedale.



NOTE

Ed eccoci al 20 capitolo ... povero Cooper!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 21 capitolo ***


Come promesso, un paio di giorni dopo, Frank Anderson volo fino a New York.

Venne a prender Cooper per riportarlo in volo fino in Ohio, dove si sarebbe sottoposto al trattamento necessario.

Blaine poté solo sperare che le cose andassero bene per suo fratello.

Dopo aver salutato suo padre e suo fratello, Blaine si diresse verso casa sua, quando sentì il cellulare squillare.

Lo tirò fuori dalla tasca.

“Pronto?” chiese.

“Ciao Blaine... sono io... va tutto bene?  Sono un paio di giorni che non ti sento.

Volevo sapere come va con tuo fratello” chiese Kurt.

Blaine sospirò.

“Oh... scusami... è solo che sono stato molto occupato a prendermi cura di Cooper, ma ora va tutto bene”.

Kurt sorrise.

“Bene... è una buona notizia”.

Blaine annuì.

“Si lo è... hey... sei libero questo fine settimana? Sabato sono libero così speravo di poter portare te ed i bambini al Brooklyn Children's Museum” suggerì.

Kurt ci pensò un attimo.

“Sabato è perfetto”.

Blaine sorrise.

“Bene... grande... a che ora vuoi che vi venga a prendere?” chiese Blaine.

“Verso le 9?” suggerì Kurt.

“Certo...  Ci vediamo sabato” rispose Blaine.

“Ok... vuoi che lo dica a Cory e a Lila o vuoi fargli una sorpresa?” chiese Kurt.

“Dipende da te” scherzò Blaine.

Kurt rise.

“Ok... ci vediamo presto” disse ed attaccò.

“Così uscirai di nuovo col dottore, huh?” chiese Rachel.

Kurt guardò la sua migliore amica.

Era venuta per la loro cena settimanale con la famiglia per passare un po' di tempo con Lila e Cory.

“Si.. ma porteremo con noi anche i bambini... andremo al museo per i bambini sabato” disse .

“Forte” sorrise Rachel , “”Hey... ho un'idea... perché dopo il museo non mi porti i bambini a casa e poi uscite solo voi due.”

Kurt esitò un attimo.

“Non lo so Rachel...”

“Perché no?” piagnucolò Rachel , “ non avevi detto che volevi portarlo al piano bar?”

Kurt annuì.

“Beh si... ma non lo so...”

“Oh... andiamo...” insistette Rachel , “ Sarà divertente.

Passerai il tempo con lui ed i bambini durante il giorno e la sera la passerai solo con lui”.

Kurt ruotò gli occhi.

“Cioè... sarebbe bello”.

Rachel sorrise.

Vide che Kurt aveva lasciato il cellulare sul bancone, così decise di nasconderlo ed inviare un messaggio a Blaine parlandogli della sue idea.

Rachel sperava che lui potesse convincere Kurt ad accettare la sua proposta.

“Devo andare in bagno” disse Rachel .

Kurt annuì e Rachel sgattaiolò via.

Una volta sola nel bagno, Rachel mandò un messaggio.


“Blaine,

sono Rachel l'amica di Kurt.

Pensavo che fosse una buona idea per voi due avere un po' di tempo da soli dopo aver portato i bambini al museo, ma Kurt non vuole... 

Vedi se riesci a fargli cambiare idea... ma per favore non dirgli nulla di questo messaggio. 

Grazie Rachel.”


Dopo aver mandato il messaggio a Blaine, Rachel mise il cellulare in tasca e tornò in cucina.

Kurt non era in cucina.

Guardò in salotto e vide che Lila stava guardando la tv da sola , così Kurt doveva essere sopra con Cory.

Rachel rimise segretamente al suo posto il cellulare di Kurt sul bancone.

“Rachel!”  Rachel si voltò quando Kurt la chiamò.

“Si Kurt!” rispose .

Kurt scese la scale con Cory in braccio.

“Sai.y.. ho pensato a quello che mi hai detto... sul fatto di lasciare me e Blaine un po' di tempo da soli.”

Rachel annuì per fargli capire che lo stava ascoltando.

“ Ed ho pensato che accetto la tua offerta” finì Kurt.

“Davvero?” urlò Rachel.

Kurt sospirò.

Stava iniziando a ripensarci.

“Si Rachel... dopo il museo, porteremo i bambini da te e poi io e Blaine andremo in quel piccolo piano bar per il nostro appuntamento” sorrise.

Rachel lo abbracciò.

“Sentiti libero di star fuori anche tutta la notte se vuoi”

Kurt ruotò semplicemente gli occhi.


Sabato arrivò presto.

Quella era la giornata in cui di solito Kurt dormiva in po' di più, ma Cory aveva altre idee.

Prima di tutto...si intrufolò in camera di suo padre poi si arrampicò sul letto e saltò su Kurt.

“Oomph” sussultò Kurt.

“Papà svegliati” urlò Cory.

“Cory” gemette Kurt, che dopo essersi strofinato gli occhi assonnati controllò l'orologio.

“Piccolo... sono le 5 del mattino ed è sabato... si suppone che almeno nel fine settimana tu mi permetta di dormire.”

“Alzati... “ ripeté Cory.

Kurt rise.

“ Perché non ti stendi un po' nel letto accanto a me... oggi avremo una giornata piena.”

Cory sbadigliò.

“Ok... papà...” disse e poi si arrampicò sull'altro lato del letto e si accoccolò a Kurt.

Dopo un altro paio di ore di sonno, Kurt si alzò dal letto ed iniziò a  prepararsi.

Quando uscì dalla doccia, trovò Cory appallottolato sotto le lenzuola...

Kurt sorrise alla vista del piccolo bambino.

Si avvicinò silenziosamente ed iniziò a dargli dei bacini per svegliarlo.

“E' ora di alzarsi tesorino... “ sussurrò Kurt.

Cory scosse la testa.

“No... è sabato... “.

Kurt rise.

“Ma viene Blaine... ed usciremo tutti insieme”.

Cory scosse di nuovo la testa.

“Sabato... si dorme...”

Kurt rise di suo figlio.

Cory era così divertente.

“Oh... penso che dovrò farti il solletico”.

Cominciò a solleticare il piccolo bimbo fino a farlo scoppiare dalla risate.

Una volta che Cory si fu finalmente svegliato, Kurt lo aiutò a vestirsi.

“Vuoi aiutarmi a svegliare Lila?” chiese Kurt a Cory.

“La mia Lila” lo corresse Cory.

Kurt sorrise.

“Ok... andiamo... svegliamo la tua Lila”.

Cory corse verso la camera di Lila e spinse la porta.

Si diresse silenziosamente verso il bordo del letto per svegliarla.

“Lila... svegliati” disse Cory dolcemente.

Kurt entrò e si sedette accanto a Cory.

“Su fiorellino... è ora di alzarsi... sta arrivando Blaine... andremo in un posto speciale” le ordinò Kurt.

Lila aprì lentamente gli occhi.

“Sono stanca...” disse Lila assonnata.

Kurt sorrise.

“ Lo so... ma penso che ti divertirai molto nel posto dove andremo oggi”.

“Dove?” chiese Lila.

“Blaine ci ha proposto di andare al Brooklyn Children's Museum “ rispose Kurt.

“Si!!” urlò Cory.

Kurt sorrise .

Lila sbadigliò.

“Ok... sono sveglia”.

Kurt rise.

“Oh... sei sveglia ora?” la prese in giro Kurt.

Lila annuì.

Dopo che Lila fu vestita, andarono al piano di sotto e Kurt iniziò a preparare la colazione.

“Non vedo l'ora di vedere Blaine” esclamò Lila.

“Anche io” rispose Cory.

Kurt sorrise e sentì il campanello, “oh... chi sa chi sarà?” scherzò mentre andava ad aprire la porta.

“Buon giorno” disse Blaine.

“Buon giorno” disse Kurt, facendo entrare Blaine.

“Blaine!” lo salutarono con entusiasmo Cory e Lila.

Blaine e Kurt risero.

“Ciao Cory! Ciao Lila!” li salutò, “Papà vi ha detto dove andremo oggi?”

I due bambini annuirono.

“Mu...seo...” disse Cory.

Blaine sorrise.

“Si... andremo al museo dei bambini”

Cory batté le mani felicemente.

“Spingo Lila”

“Vedremo...” disse Kurt.

Blaine aiutò Kurt a caricare la sedia a rotelle e il passeggino nel bagagliaio della macchina.

“Ok... sistemiamo i bambini nei loro seggiolini ed andiamo” disse Blaine, prendendo in braccio Lila, con attenzione, allacciandole le cinture mentre Kurt sistemava Cory sul suo seggiolino.

“Abbiamo tutto?” chiese Blaine , salendo al posto di guida.

Kurt salì sul sedile del passeggero e guardò in macchina , per accettarsi di non aver dimenticato nulla, “ penso di si” rispose.

Blaine sorrise,

“Ok... andiamo...” disse uscendo dal vialetto ed iniziando a guidare verso il museo.

Quando arrivarono al museo, la loro prima fermata fu ai bagni .

Era stato un lungo viaggio per tutti e quattro.

“Vuoi portare tu Lila mentre porto Cory?” chiese Blaine a Kurt.

Kurt annuì.

“Va bene per te tesoro?” chiese Kurt a suo figlio.

Cory annuì contento e prese la mano di Blaine per andare al bagno, mentre Kurt spingeva la sedie a rotelle di Lila verso il bagno familiare .

Una volta che tutti ebbero finito col bagno, si diressero verso la cassa.

“Buongiorno e benvenuti al BCM” disse l'uomo al di la del vetro.

“Salve” disse Kurt, “ posso avere dei biglietti?, due adulti, una bambina sotto i 12 anni ed un bambino sotto i sei, per favore?”

L'uomo annuì.

Blaine cercò di pagare, ma Kurt non glielo permise.

“Nope... hai pagato allo zoo, ricordi? È il mio turno” lo rimproverò Kurt.

Blaine rise.

“Bene... ma posso almeno pagare il pranzo?”

Kurt sorrise,

“Solo se non mangiamo qui” sussurrò.

Blaine annuì , concordando.

Kurt prese la sua carta di credito ed i biglietti dall'uomo.

Sorrise ringraziandoli ed i quattro si incamminarono all'ingresso.

Blaine e Kurt si fermarono a guardare la mappa del museo.

“ Penso che dovremo partire dal 4 piano e poi scendere” suggerì Blaine.

“Sembra un'ottima idea” concordò Kurt.

“Dove andiamo per prima?” chiese Lila.

Kurt si inginocchiò davanti a Lila e Cory per mostrargli la mappa.

“Andremo al 4 piano e poi scenderemo fino al piano terra”

“Cosa c'è li?” chiese Cory.

“Al 4 piano ci sono diversi giochi con l’acqua ed i mattoncini.

“Acqua” urlò Cory , battendo le mani felice.

“Posso fare qualcuna di queste attività con l'acqua, papà? TI prego?” lo pregò Lila.

“Vedremo” disse Kurt rialzandosi.

“Sono sicuro che avranno dei grembiuli con cui coprirsi “ disse Blaine.

Lila sorrise.

Blaine e Kurt spingere il passeggino e la sedia a rotelle verso l'ascensore.

“Premo io il pulsante” urlò Cory.

“Ok tesoro... premi il pulsante.” disse Kurt.

Cory si allungò dal passeggino per premere il pulsante di chiamata dell'ascensore.

“Fatto papà”.

Kurt gli sorrise con allegria.

Un paio di secondi dopo, le porte dell'ascensore si aprirono così entrarono .

“Premi il pulsante del 4” lo istruì Kurt.

Cory guardò i  numeri.

Non riusciva a trovare quello che cercava, così iniziò ad innervosirsi.

Blaine si inginocchiò davanti a lui.

“Va tutto bene Cory... guarda... 1, 2, 3... cosa viene dopo?”

Cory scrollò le spalle.

“4” disse Blaine.

“4” ripeté Cory premendo il pulsante.

“Visto che lo hai trovato?” disse Blaine e Cory gli sorrise.

Blaine si rialzò e Kurt gli si avvicinò, sussurrandogli un “grazie” all'orecchio.

Blaine scosse la testa .

“ E' ok”.

Prima che Kurt potesse aggiungere altro, le porte dell'ascensore si aprirono così tutti si diressero verso l'area dei blocchi e dell'acqua.

Blaine portò Cory verso l'area dei blocchi e Kurt portò Lila verso la zona delle attività acquatiche.

“Eccoci Lila, indossa questo grembiule sopra i gessi così non si bagnano” disse Kurt, aiutandola a far passare il vestitino giallo per la testa.

“Grazia papà” disse Lila .

“Prego zucchina” disse Kurt con un sorriso.

Le allungò una barchetta, così Lila iniziò a giocarci immergendola nell'acqua.

Lila si stava divertendo molto a giocare con i giocattoli in acqua.

Kurt tirò fuori il cellulare dalla tasca ed iniziò a fotografare sua figlia.

Poi si voltò verso la zona dei blocchi.

Vide Blaine aiutare Cory a costruire un'altissima torre.

Cory aveva un gran sorriso sul volto.

Kurt fece una foto di loro due.

“Papà... voglio giocare con i blocchi ora...” disse Lila.

Kurt guardò sua figlia e rimise il cellulare in tasca.

“Ok tesoro” rispose ed aiutò la figlia a togliere il grembiule.

La spinse poi verso i blocchi, fermandola accanto a Cory.

“Papà! Papà... guarda” urlò Cory, indicando la sua torre di blocchi.

“Woow... Cory è davvero una torre altissima” disse Kurt.

Cory stava sorridendo con orgoglio.

“Blaine mi ha aiutato”.

Kurt rise quando vide un leggero rossore sul viso di Blaine.

Quando Cory vide la sorella giocare con i blocchi, le si avvicinò ed iniziò ad aiutarla.

“No Cory... voglio farla da sola” strillò Lila.

Blaine e Kurt guardavano i due bambini.

“Ti aiuto” insistette Cory.

“No Cory... posso farla da sola” ripeté Lila .

“Ti prego Lila” piagnucolò Cory.

“No Cory... “ insistette Lila.

Cory non amava la parola no quando cercava di aiutare.

Lacrime cominciarono a scendere sul suo viso.

“Ti prego Lila” chiese di nuovo.

Lila scosse la testa.

“No Cory... voglio fare una torre da sola... vai a giocare con le barche nell'acqua” gli suggerì Lila.

Cory scosse la testa.

Invece di ascoltarla , abbatté la torre di Lila facendole male al braccio ferito.

“Ahia” urlò Lila.

Blaine e Kurt si inginocchiarono davanti a loro.

“Lila stai bene?” chiese Blaine.

Lila annuì...

“Cory Hummel... non dovevi colpirla” lo rimproverò Kurt.

“Lila non mi lascia aiutare” urlò Cory.

“Non importa se non vuole che l'aiuti... non devi colpirla” disse severamente Kurt., “Ora chiedi scusa a Lila”.

Cory scosse la testa.

“Oh... allora resti seduto nel passeggino fin quando non scendiamo al piano di sotto” disse Kurt, mettendo Cory nel passeggino.

“No...” urlò Cory, scalciando, mentre Kurt gli metteva la cintura.

“No papà!”.

Non appena smise di piangere, Cory si addormentò nel passeggino.

“Lila... vuoi continuare a giocare con i blocchi o vuoi andare a vedere altro?” suggerì Kurt.

Lila alzò lo sguardo su suo padre.

“Cos'altro c'è ?”

Kurt tolse la mappa dalla tasca e la mostrò a Lila.

“Beh..c'è un minimarket, un palcoscenico di marionette, un giardino... c'è anche una sala della musica” disse Kurt.

“Voglio andare nella sala della musica” urlò Lila.

Kurt sorrise.

“ Ok... piccolina”.

Lui e Blaine spinsero la sedia a rotelle ed il passeggino di nuovo verso l'ascensore e scesero al 3 piano.

“Papà... guarda un pavimento- pianoforte” strillò Lila , indicando la tastiera gigante al centro della stanza.

Blaine si avvicinò alla tastiera e cominciò a camminare sui vari tasti.

Ogni volta che camminava su un tasto si sentiva una differente nota.

“Hey... è forte” sorrise Lila.

“Mi ricordi Tom Hanks in Big*” disse Kurt.

Blaine rise mentre continuava a saltellare sulla gigante tastiera.

Kurt ruotò gli occhi.

“Dai Kurt... vieni a divertirti con me” cercò di convincerlo Blaine.

Kurt scosse la testa.

“Vai papà” lo incoraggiò Lila.

Kurt scosse di nuovo la testa.

Blaine corse verso Kurt ed afferrò la sua mano, tirandolo verso la tastiera.

Iniziarono a saltellare su e giù sulla tastiera suonando varie note, fin quando non riuscirono a sincronizzarsi l'un l'altro.

“Non mi avevi detto di saper suonare il piano” scherzò Kurt.

Blaine rise.

“Si... quando ero un bimbo ho preso lezioni di piano”.

“Papà vuole far prendere lezioni di piano anche a me” ammise Lila.

Kurt guardò Lila e scosse la testa.

“ Solo se vuoi “ chiarì.

“Puoi suonare la canzone che canti sempre a me e a Cory?” chiese Lila.

“Quale?” domandò Kurt.

“Quella che ci canti quando andiamo a dormire” disse Lila.

Kurt sorrise.

Sapeva quale canzone gli stava chiedendo Lila.

“Di quale canzone sta parlando Lila?” chiese Blaine.

Kurt sorrise ed iniziò a suonare le prime note della canzone.

Blaine la riconobbe velocemente come Blackbird e la suonò con Kurt.

Una volta che entrambi gli uomini finirono di suonare, tornarono da Cory e Lila.

“Allora Signorina Lila... cosa ne pensa della nostra performance?” scherzò Blaine.

Lila ridacchiò

“E' stata bellissima”

Blaine e Kurt si sorrisero l'un l'altro.

“Bene... mi fa piacere che ti sia piaciuta” disse Kurt.

Abbassò lo sguardo sul passeggino e vide che Cory stava iniziando a svegliarsi.

“Hey ometto... farai il bravo ora?”

Cory annuì ,strofinandosi gli occhi.

“Ok... ma prima che ti faccio scendere , chiedi scusa a Lila per averla fatta male” disse Kurt.

“Scusa Lila” disse Cory.

“Grazie Cory “ rispose Lila.

Kurt sbloccò Cory e lo mise giù.

Cory si avvicinò a Lila e le diede un bacio sulla guancia.

“Mi dispiace” ripeté Cory.

Lila annuì.

“Va bene Cory”.

“Cory… guarda... la vedi quella grande tastiera?... se ci cammini su... suona” disse Blaine, prendendo la mano del piccolo ometto per accompagnarlo sulla tastiera.

“Vuoi andare anche tu li?” chiese Kurt a Lila, che scosse la testa.

“Vorrei andare di la a suonare qualche altro strumento” disse.

Kurt annuì e la spinse verso il tavolo su cui erano appoggiati tanti altri strumenti.

Per il resto del pomeriggio, Blaine e Kurt si divertirono in compagnia di Lila e Cory.



NOTE

* Big è un film con Tom Hanks...

https://it.wikipedia.org/wiki/Big_(film) qui la trama


Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 22 capitolo ***


Una volta che Lila e Cory finirono di giocare al museo, Blaine decise di portarli a cena fuori.

“Dove vuoi andare a mangiare?” chiese .

“Beh... non mi piace far mangiare i bambini al fast food... quindi... un posto dove fanno qualcosa di più salutare...” rispose Kurt.

Blaine annuì.

“Cosa ne dici di una gastronomia o di una trattoria? suggerì Blaine.

Kurt annuì concordando.

“Cosa ne dici del Blue Bay Diner? Non è lontano da qui”.

“Perfetto... andiamo li” disse Blaine e, quando finirono di caricare la macchina, si diressero verso il ristorante.

Presto, Kurt fermò la macchina  nel parcheggio del ristorante.

Guardò verso i sedili posteriori e vide che entrambi i bambini si erano addormentati.

“Credo che si siano davvero stancati al museo” scherzò Kurt.

Blaine guardò i bambini ed annuì.

“Andiamo... scommetto che quando si sveglieranno, saranno affamati”.

“Si... se non mangiano... diventano dei piccoli mostri” li prese in giro Kurt, così scesero dalla macchina portando Lila e Cory dentro il ristorante.

La direttrice di sala li accompagnò al tavolo.

Blaine si sedette con Cory, Kurt , di fronte, con Lila.

Cory si rannicchiò contro Blaine.

Entrambi gli uomini iniziarono a leggere i loro menù.

“Hai idea di cosa prendere?” chiese Blaine.

“Penso che prenderò un sandwich...” rispose Kurt, “Per i bambini ordinerò delle alette di pollo o del formaggio grigliato... sai cosa prendere?”

“Probabilmente prenderò un hamburgher” rispose Blaine.

Dopo poco la cameriera venne al loro tavolo, prese le loro ordinazioni e se ne andò con la stessa rapidità.

“Spero che ti sia divertito al museo” disse Blaine.

Kurt arrossì.

“Si... è stato divertente... mi chiedo chi si sia divertito di più? Tu o i bambini?” lo prese in giro Kurt.

Blaine rise.

“Speravo... se tu non sei impegnato... che forse... io e te potevamo…” iniziò Kurt, ma fu interrotto da Lila.

“Papà... devo andare in bagno” disse.

Kurt annuì.

“Ok tesoro...” poi si alzò e la portò in bagno.

Mentre Kurt era in bagno con Lila, Blaine rimase, seduti al tavolo, con Cory che stava cominciando a svegliarsi dal suo secondo riposino.

“Hey ometto... hai riposato bene?” chiese Blaine.

Cory si stropicciò gli occhi ed annuì.

“Dov'é papà?”  chiese.

“Va tutto bene... ha portato Lila al bagno... tornerà presto” rispose Blaine, “vuoi un po' di acqua?” chiese allungando al bambino la sua tazza.

Cory prese un sorso della sua acqua e poi posò la tazza sul tavolo.

“Grazie”

Blaine sorrise,

“Prego...”

Kurt tornò presto con Lila.

“Guarda chi si è svegliato?” disse Kurt.

Cory sorrise,

“Ciao papà”

“Ciao scimmietta...” rispose Kurt, “ ti ho preso le alette di pollo”.

“Si... “ strillò Cory battendo le mani.

“A me cosa hai preso?” chiese Lila.

“Ti ho preso la stessa cosa” rispose Kurt.

Lila annuì,

“Kurt... c'era qualcosa che volevi dirmi prima?” chiese Blaine.

“Oh... si” sussultò Kurt.

Ma prima che Kurt potesse aggiungere altro, la cameriera arrivò con i loro piatti.

Iniziarono a mangiare quando Kurt riprese a parlare della sua idea...

“Allora, Blaine... pensavo, se non sei impegnato stasera, se ti andava di uscire con me per andare a questo piano bar? Rachel ha detto che avrebbe guardato Lila e Cory mentre siamo fuori” suggerì Kurt.

Blaine ingoiò il boccone prima di rispondere alla domanda di Kurt.

“E' davvero gentile da parte di Rachel offrirsi” rispose Blaine.

Kurt sorrise ed annuì.

“Ama passare del tempo con loro”.

Blaine annuì

“Beh... in realtà non devo andare a lavorare fino a domani sera” confessò.

Kurt spalancò gli occhi.

“E' una cosa buona, no?”

Blaine rise.

“Si... si lo è”

Kurt restituì il sorriso a Blaine.

“Quindi... questo significa che ti fa piacere uscire con me stasera? Anche se siamo stati tecnicamente insieme tutta la giornata... ma con due bambini?”

Blaine non poté fare a meno di ridere.

“Si... mi farebbe molto piacere uscire con te stasera” sorrise.

“Grande” rispose Kurt.

Dopo pranzo tornarono tutti a casa di Kurt.

Lila e Cory si misero a guardare un film, mentre Blaine e Kurt si sedettero in cucina a parlare.

“Sei mai stato in questo piano bar dove vuoi andare stasera?” chiese Blaine.

Kurt scosse la testa, mentre allungava un bicchiere d'acqua a Blaine.

Blaine annuì per ringraziarlo.

“No... ma ci è andata Rachel “ disse Kurt, “dice che è tipo un karaoke ma senza l'impianto”.

Blaine sorrise e poi sentì il cellulare squillare.

“Oh... mi spiace... torno subito” si scusò Blaine e andò al piano di sopra per avere un po' di privacy.

“Pronto?” chiese.

“Hey amico... come va?” disse la persona dall'altra parte del telefono.

Blaine riconobbe la voce del suo vecchio amico Jeff.

“Hey Jeff... come stai?” rispose Blaine.

“Bene... io e Nick ci stavamo chiedendo se ti andava di vederci” disse Jeff.

“Siete a New York?” domandò Blaine.

“Beh... in realtà siamo  fuori New York in questo momento... ma saremo li probabilmente domani” rispose Jeff.

 “Cosa state facendo?” chiese Blaine.

“Siamo in viaggio di lavoro” sentì Nick urlare.

Blaine rise e scosse la testa.

“Un viaggio di lavoro o in cerca di lavoro?”

“Si... si... si...” scherzò Jeff, “ Comunque ti chiamiamo domani quando saremo quasi arrivati “.

“Ok... fate come volete” disse Blaine. 

“D'accordo... ci sentiamo domani” disse Jeff ed attaccò.

Blaine attaccò e scese di nuovo al piano di sotto,

“E' tutto apposto?” chiese Kurt,

Blaine annuì.

“Si... erano due amici del liceo... stanno venendo dall'Ohio per un viaggio di lavoro”.

“Oh... bello “ rispose Kurt.

“Dovrebbero arrivare domani” continuò Blaine, “ se ti va, mi piacerebbe presentarteli”.

Kurt scrollò le spalle.

“Pensavo dovessi lavorare?”

“Devo...ma solo per il turno di notte” spiegò Blaine.

Kurt annuì.

Presto fu l'ora di portare Cory e Lila da Rachel.

“Volete portarvi qualcosa a casa di zia Rachel?” chiese Kurt.

“Elmo” strillò Cory.

Kurt sorrise.

“Ok tesoro… vallo a prendere”.

Cory corse al piano di sopra e prese il suoi giocattolo.

“Vuoi portare qualcosa con te Lila?” chiese Kurt,

“Posso portare il mio dvd di Brave?” chiese Lila.

“Certo che puoi” rispose Kurt, andando a prenderle il dvd dal lettore.

“Ho preso Elmo” urlò Cory.

“Ok tesoro” rispose Kurt, “Andiamo”

Poi i quattro uscirono di casa.

Quando arrivarono a casa di Rachel, lei stava aspettando i due bambini fuori la porta.

“Zia Rachel” urlarono Lila e Cory.

“Hey voi due “gli sorrise Rachel, “ Com'è andata al museo?”

Cory corse e l'abbracciò.

“Ho fatto una torre”

“Davvero?” sussultò Rachel e Cory annuì.

Kurt spinse Lila per il vialetto, con Blaine dietro di lui.

“Ciao Rachel “ Kurt salutò la sua amica.

“Ciao Kurt... ciao Blaine” disse dolcemente, “ Vi siete divertiti oggi?”

Entrambi gli uomini annuirono.

“Oh si... ci siamo divertiti molto a guardare i bambini giocare” rispose Blaine.

“Bene... accomodatevi” disse Rachel, facendoli entrare in casa.

“Possiamo guardare il film che ho portato? Ti prego zia Rachel?” la pregò Lila, mentre Kurt la sistemava sul divano.

Rachel le sorrise.

“Che film hai portato?”

“Me lo ha regalato Blaine” rispose, allungandolo a Rachel, “Vedi... è Brave... il film della Disney”.

Rachel rise.

“Beh... È stato un bel regalo da parte di Blaine”.

Lila annuì.

“Possiamo vederlo? Ti prego!”

“Si... possiamo vederlo” scherzò Rachel.

 Kurt sorrise ai bambini, poi si voltò verso Blaine.

“Penso che dovremo andare” sussurrò.

Blaine annuì concordando.

Kurt si avvicinò a Lila e le diede un bacio sulla testa.

“Ok Lila... ci vediamo più tardi... fa la brava ed ascolta zia Rachel “

Lila lo guardò.

“Dove vai?” chiese,

“Io e Blaine usciamo per un po'... per quando tornerò starai probabilmente dormendo”.

Lila diede un bacio sulla guancia a Kurt.

“Ti voglio bene papà”

“ Ti voglio bene anche io zucchina” rispose Kurt e si spostò dall'altro lato del divano dove era seduto Cory.

“Ciao ciao Cory” disse Kurt

“Papà fa ciao ciao?” chiese Cory.

Kurt rise.

“Si... papà fa ciao ciao “.

Cory strinse il collo di Kurt tra le piccole braccia e diede un bacino umido sulla sua guancia.

“Ti voglio bene papà”.

“Ti voglio bene anche io... fai il bravo bambino ed ascolta zia Rachel” disse Kurt.

Cory lasciò Kurt e si avvicinò a Blaine.

“Ciao ciao Blaine”.

Blaine sorrise, “Ciao ometto”.

Poi Cory si chinò verso l'orecchio di Blaine e gli sussurrò: “Non dimenticarti di dare il bacio della buonanotte a papà”.

Blaine rise e Cory corse via.

“Pronto?” chiese Kurt .

Blaine sorrise ed annuì.

“Ci vediamo più tardi Rachel” disse Kurt.

“Divertitevi... e stai fuori quanto vuoi” rispose Rachel.

Entrambi gli uomini salutarono mentre uscivano dalla porta per poi dirigersi verso il luogo del loro appuntamento.

Quando arrivarono, Kurt cercò un tavolo mentre Blaine si dirigeva verso il bar per ordinare i loro drink.

“Cosa posso servirti?” chiese il barman.

“Posso avere una birra ed una diet coke?” chiese Blaine.

Il barman annuì; prese la birra e versò la diet coke in un bicchiere e poi allungò tutto a Blaine.

Blaine ringraziò con un cenno e si diresse verso il tavolo dove si era seduto Kurt.

“Ecco... ti ho preso una diet coke” disse Blaine, allungando il bicchiere a Kurt.

Kurt sorrise “Grazie”.

“Ed il nostro prossimo cantante è... Blaine Anderson” annunciò il presentatore.

Blaine guardò Kurt con occhi spalancati.

“Sei stato tu?”

Kurt scrollò le spalle.

“Forse...”

Blaine scosse la testa e si avvicinò al piano, sedendosi sullo sgabello.

 “Buonasera a tutti” disse Blaine, “vorrei dedicare questa canzone ad una persona molto speciale” disse sorridendo a Kurt, “Quindi Kurt...questa è per te...”

Blaine cominciò a suonare i primi accordi al piano mentre tutti rimasero in silenzio.


You think I'm pretty 

Without any makeup on

You think I'm funny 

When I tell the punchline wrong

I know you get me 

So I let my walls come down, down

Before you met me 

I was alright but things were kinda heavy 

You brought me to life

Now every February

You'll be my Valentine, Valentine

Let's go all the way tonight

No regrets, just love

We can dance, until we die

You and I, will be young forever

You make me feel 

Like I'm livin' a 

Teenage dream

The way you turn me on

I can't sleep

Let's run away and 

Don't ever look back,

Don't ever look back

My heart stops

When you look at me

Just one touch 

Now baby I believe

This is real

So take a chance and

Don't ever look back,

Don't ever look back

We drove to Cali

And got drunk on the beach

Got a motel and 

Built a fort out of sheets

I finally found you 

My missing puzzle piece

I'm complete

Let's go all the way tonight

No regrets, just love

We can dance, until we die

You and I, will be young forever

You make me feel 

Like I'm livin' a 

Teenage dream

The way you turn me on

I can't sleep 

Let's run away and

Don't ever look back,

Don't ever look back

My heart stops

When you look at me 

Just one touch

Now baby I believe

This is real

So take a chance and

Don't ever look back,

Don't ever look back

I'mma get your heart racing 

In my skin-tight jeans

Be your teenage dream tonight

Let you put your hands on me

In my skin-tight jeans

Be your teenage dream tonight

Yooouuu

You make me feel 

Like I'm livin' a 

Teenage dream 

The way you turn me on

I can't sleep

Let's run away and

Don't ever look back,

Don't ever look back

No

My heart stops 

When you look at me 

Just on touch

Now baby I believe

This is real 

So take a chance and 

Don't ever look back,

Don't ever look back

I'mma get your heart racing 

In my skin-tight jean

Be your teenage dream tonight

Let you put your hands on me

In my skin-tight jeans

Be your teenage dream tonight


Pensi che sia carino anche senza trucco

Pensi che sia divertente quando sbaglio il finale delle battute

So che mi capisci così ho lasciato cadere giù i miei muri, giù

Prima mi incontrassi, ero un relitto ma le cose

Erano parecchio pesanti, mi hai portato alla vita

Ora ogni febbraio, sarai il mio Valentino, Valentino

Andiamo fino in fondo stasera

Nessun rimpianto, solo amore

Possiamo ballare fino alla morte

Tu ed io

Saremo per sempre giovani

Tu mi fai sentire come se stessi vivendo un sogno adolescenziale

Il modo in cui mi fai sentire, non riesco nemmeno a dormire

Allora corriamo via e non guardiamo più indietro, non guardiamo più indietro

Il mio cuore si ferma quando mi guardi

Un solo tocco, ora baby ci credo

Questo sentimento è reale quindi credici e non guardarti più indietro, 

non guardarti più indietro

Abbiamo guidato fino a Cali, e ci siamo ubriacati in spiaggia

Ci siamo fermati in un motel e costruito un piano di lamiera

Ti ho finalmente trovato, il mio pezzo di puzzle mancante

Sono completo

Andiamo fino in fondo stasera

Nessun rimpianto, solo amore

Possiamo ballare fino alla morte

Tu ed io

Saremo per sempre giovani

Tu mi fai sentire come se stessi vivendo un sogno adolescenziale

Il modo in cui mi fai sentire, non riesco nemmeno a dormire

Allora corriamo via e non guardiamo più indietro, non guardiamo più indietro

Il mio cuore si ferma quando mi guardi

Un solo tocco, ora baby ci credo

Questo sentimento è reale quindi credici e non guardarti più indietro, 

non guardarti più indietro

Potrei far scoppiare il tuo cuore

Nei miei jeans stretti

Potrei essere il tuo sogno adolescenziale stanotte

Ti lascerò porre le tue mani su di me

Nei miei jeans stretti

Potrei essere il tuo sogno adolescenziale stanotte

Tu mi fai sentire come se stessi vivendo un sogno adolescenziale

Il modo in cui mi fai sentire, non riesco nemmeno a dormire

Allora corriamo via e non guardiamo più indietro, non guardiamo più indietro

Il mio cuore si ferma quando mi guardi

Un solo tocco, ora baby ci credo

Questo sentimento è reale quindi credici e non guardarti più indietro, 

non guardarti più indietro

Potrei far scoppiare il tuo cuore

Nei miei jeans stretti

Potrei essere il tuo sogno adolescenziale stanotte

Ti lascerò porre le tue mani su di me

Nei miei jeans stretti

Potrei essere il tuo sogno adolescenziale stanotte


Blaine si alzò mentre tutti lo applaudivano ed acclamavano.

Poi tornò al tavolo da Kurt, che lo aspettava con un enorme sorriso sul viso.

“Sei stato meraviglioso Blaine” si complimentò Kurt.

Blaine arrossì mentre beveva la sua birra.

“Grazie”

“So che mi avevi detto di voler diventare un cantante professionista, ma non avevo idea fossi così bravo” lo decantò Kurt.

Blaine scosse la testa con modestia.

“Si... cioè... al liceo cantavo in un glee club, ma nulla di professionale”

“Beh... penso che dovresti” disse Kurt.

Blaine ruotò gli occhi .

“Si... beh... prova a dirlo a mio padre”.

Kurt scosse la testa, prendendo un sorso della sua coca.

Rimasero ad ascoltare altre persone cantare e suonare.

“Sai... mi sono davvero divertito oggi con te” disse Blaine, chinandosi verso Kurt..

“Anche io” sorrise Kurt, “ e davvero odio il fatto che questa serata debba finire... ma penso che dovremo andare. Non voglio lasciare i bambini con Rachel per troppo tempo.”

Blaine annuì per la comprensione mentre entrambi si alzavano per lasciare il locale.

In macchina rimasero in silenzio, mentre si dirigevano verso casa di Rachel.

Kurt decise di spezzare questo imbarazzante silenzio .

“Quando ci possiamo rivedere? E per Ci intendo senza i bambini”

Blaine rise.

“Beh... ti ho detto che domani arrivano i miei amici... se vuoi ... posso presentarteli”

Kurt scrollò le spalle.

Ancora non era sicuro di voler incontrare gli amici di Blaine.

“Posso pensarci?” chiese,

Blaine annuì.

“Certo”.

Si fermarono di fronte casa di Rachel e Kurt si voltò verso Blaine.

“Dopo aver preso Lila e Cory posso accompagnarti se vuoi” disse Kurt.

Blaine scosse la testa .

“Non devi farlo”.

“Lo so... ma ti assicuri sempre che io torni a casa sano e salvo, voglio fare lo stesso per te” insistette Kurt.

Blaine arrossì.

“Ok”

Kurt sorrise mentre entrambi scendevano dalla macchina per dirigersi verso la porta di casa.

Kurt la aprì ed entrambi entrarono silenziosamente per non svegliare Lila e Cory che dovevano stare già dormendo .

Si diressero in salotto e trovarono Rachel addormentata sulla poltrona con Cory in braccio e Lila stesa sul divano.

Kurt si avvicinò, in punta di piedi , a Rachel e con gentilezza prese Cory in braccio.

Cory si mosse leggermente riaddormentandosi immediatamente.

Rachel cominciò ad aprire gli occhi.

“Hey” sussurrò Kurt.

“Hey... che ore sono?” chiese, la voce leggermente rauca per il sonno.

Kurt guardò il suo orologio.

“Poco dopo mezzanotte”.

Rachel annuì e si alzò.

“Vi siete divertiti?”

Entrambi gli uomini sorrisero ed annuirono.

Blaine tirò su Lila, con attenzione, dal divano e Lila si rannicchiò sulla sua spalla.

“Grazie per aver guardato le mie piccole scimmiette, Rachel” scherzò Kurt.

Rachel sorrise, “Prego... sai che amo quando stanno con me”.

Kurt la abbracciò prima che lui e Blaine se ne andassero.

Una volta che Blaine e Kurt si assicurarono che i bambini fossero legati ai loro seggiolini , saltarono sui sedili anteriori e partirono.

Kurt iniziò a guidare verso l'appartamento di Blaine.

“Lo apprezzo molto”  disse Blaine.

Kurt sorrise.

“Solo... non mi piace pensare che te ne vai in giro da solo per le strade di New York a quest'ora”.

Blaine annuì.

“Capisco... cerco di non farlo se posso farne a meno”.

Presto Kurt parcheggiò la macchina davanti al palazzo di Blaine e spense il motore.

Entrambi si voltarono per guardarsi l'un l'altro.

“Kurt... sono stato davvero bene stasera... “ disse Blaine.

Kurt sorrise.

“Anche io...”

“ E so che non è tanto che usciamo insieme... ma mi sento come se ti conoscessi da molto tempo” continuò Blaine.

“Blaine cosa stai dicendo?” chiese immediatamente Kurt.

Blaine prese un profondo respiro.

“Beh... in realtà speravo... che tu. .. forse... vorresti essere il mio ragazzo?”

Kurt non poté fare a meno di arrossire.

“Wow... Blaine, questo è... wow”

Blaine scosse immediatamente la testa.

“ Cioè... non devi rispondere ora... voglio dire... puoi pensarci se... “

“Si!” disse Kurt interrompendo il blaterare di Blaine, che lo guardò sorpreso.

“Cosa?”

Kurt rise.

“Ho detto si... mi piacerebbe molto essere il tuo ragazzo”.

Blaine avvolse la mano dietro al collo di Kurt e  baciò con passione il suo ragazzo sulle labbra.

Alcuni minuti dopo quando di separarono Kurt guardò l'orologio.

“Probabilmente dovrei andare” ammise.

Blaine sospirò.

“Si... dovresti portare queste due scimmiette a letto”.

Kurt rise , concordando con lui.

Blaine aprì lo sportello e si avvicinò al posto di guida.

“Ti chiamo domani “ disse baciando brevemente Kurt sulle labbra, prima di entrare nel palazzo.

Kurt aspettò un paio di minuti poi mise in moto e si diresse verso casa.



NOTE

Scusate il ritardo... cercherò di non farlo capitare più ... ;)

Teneri i nostri cuccioli... la canzone ... non credo ci sia bisogno di dire il titolo .... ^__*

a lunedì....

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 23 capitolo ***


La mattina dopo, Blaine fu svegliato da qualcuno che bussava alla porta.

Spinse via le coperte notando che erano le sei del mattino.

Si incamminò verso il punto d’origine del rumore .

“Chiunque tu sia... è meglio per te se sai che ore sono” urlò Blaine, stropicciandosi gli occhi.

“Sappiamo che ore sono Blaine” scherzò Nick , dall'altra parte della porta  chiusa.

“Nick? Jeff? Cosa fate qui così presto?” chiese , “Pensavo sareste venuti molto più tardi”.

Jeff rise.

“Beh ci abbiamo messo poco a finire quello che dovevamo fare... così eccoci qui”

Blaine sorrise.

“Grande”.

“Scusaci se non abbiamo chiamato e per averti svegliato” disse Nick.

Blaine scosse la testa.

“Nah... va bene.. farò un riposino più tardi”.

Nick e Jeff risero.

“Avete già fatto colazione?” chiese Blaine, ma entrambi scossero la testa.

“Ok... fatemi solo fare una doccia veloce e mettermi qualcosa addosso e possiamo andare in un bar... che ne dite?”

“Perfetto” disse Nick, mentre Jeff annuiva concordando.

“Va bene... perfetto... accomodatevi e non fate troppo casino...” disse Blaine, dirigendosi verso il bagno.

Mentre Blaine si stava facendo la doccia, Nick e Jeff iniziarono a cercare qualcosa in televisione per tenersi occupati, quando sentirono il vibrare di un cellulare , per l'arrivo di un nuovo messaggio.

Entrambi notarono che il suono veniva dal cellulare di Blaine, poggiato sul tavolino.

“Qualcuno ha mandato un messaggio a Blaine” disse Nick, prendendo il cellulare.

“E allora?” rispose Jeff.

Nick guardò il cellulare.

“Sembra che sia di un ragazzo”.

Jeff scrollò le spalle.

“E chi se ne frega” disse continuando a cercare qualcosa da vedere in tv.

Nick continuò a fissare il cellulare di Blaine e l'icona del nuovo messaggio.

“Non vuoi sapere cosa dice? “ chiese .

Jeff drizzò le orecchie e si voltò verso Nick.

“Ok... cosa dice?”

Nick sorrise mentre mostrava il messaggio a Jeff.


“Buongiorno fidanzato! Spero che non ti dispiaccia se ti chiamo così... visto che siamo fidanzati ora !

 Comunque ci ho pensato e mi piacerebbe molto incontrare i tuoi amici... forse potremo fare un pranzo in ritardo – una cena anticipata , visto che stasera hai il turno di notte...

Ok mandami un messaggio o richiamami dopo...

Oh... Lila ti manda un bacio ed un abbraccio e Cory ti saluta... 

Ok a più tardi.”


“Sembra che Blaine abbia un nuovo ragazzo” rise Nick.

“Si... sembra di si...” concordò Jeff, “ e penso che potremo prenderlo un po' in giro”.

Nick sorrise diabolicamente.

Alcuni minuti più tardi, Blaine uscì dalla camera da letto pronto per uscire.

“Hey ragazzi... pronti ad andare?” chiese.

Nick e Jeff si guardarono l'un l'altro e sorrisero.

“ A dire il vero... perché non saltiamo la colazione e facciamo un pranzo ritardato - una cena anticipata con il tuo nuovo ragazzo?” scherzò Jeff.

Blaine guardò entrambi i suoi amici ad occhi spalancati.

“Di cosa state parlando?” chiese.

Nick sbuffò mentre riprendeva il cellulare dal tavolino.

“Kurt ti ha mandato un sms mentre eri sotto la doccia “ disse , allungando il cellulare a Blaine.

Blaine sentì le guance in fiamme.

“Ah... di questo” ridacchiò. “ L'ho incontrato, di recente, ad una festa”.

Nick e Jeff sorrisero al loro amico.

“Allora... com'è?” chiese Jeff.

Blaine continuò ad arrossire.

“E' bellissimo... intelligente e divertente”.

Jeff e Nick continuarono a sorridere, mentre Blaine descriveva il suo nuovo ragazzo.

“E' meraviglioso Blaine” disse Nick.

Jeff annuì.

“Ma... chi sono Lila e Cory ?” 

Blaine rise.

“I suoi figli... Lila ha otto anni e Cory tre... sono adorabili...”

“Aspetta... ha dei bambini?” sbottò Nick.

“Si... è divorziato.. ma il suo ex non fa più parte del quadro... “ spiegò Blaine.

“Aspetta... aspetta... è divorziato ed ha due bambini? Ed a te sta bene?” chiese Jeff, chiaramente sorpreso.

“Si... cioè la prima volta che ci siamo incontrati non mi disse di essere padre, ma quando sua figlia è stata portata al pronto soccorso, tutto è venuto da se, insomma” spiegò Blaine.

Nick e Jeff semplicemente sorrisero.

Nessuno dei due credeva in quello che stavano sentendo.

“Piaci ai bambini?” chiese Nick.

Blaine annuì.

“Si... o almeno penso di si... Soprattutto al più piccolo, Cory … può essere davvero appiccicoso a volte”.

Jeff e Nick risero per il fatto che Blaine stava parlando dei figli del suo ragazzo come se fossero i suoi.

“Ok... abbiamo parlato abbastanza della mia vita amorosa... volete andare a mangiare si o no?” chiese di nuovo Blaine ai suoi amici che annuirono.

“e ok... fatemi mandare un messaggio a Kurt per vedere se vuole unirsi a noi” .

Blaine mandò un messaggio veloce a Kurt.


“Hey Kurt... stiamo andando a mangiare... vuoi venire con noi? Diciamo tra una mezz'ora al ristorante vicino al mio appartamento?

Ok ci vediamo, fidanzato. XOXO – Blaine”


Dopo aver mandato il messaggio, Blaine guardò Nick e Jeff e sorrise.

“Allora... dove andiamo?” chiese Nick.

Prima che Blaine potesse aggiungere qualcosa, ricevette un messaggio.

Controllò il telefono e vide che era un sms di Kurt.

“Blaine... mi avrebbe fatto molto piacere incontrare te ed i tuoi amici... ma ho appena realizzato che non ho una babysitter... 

Mercedes è fuori città per qualche giorno e Rachel sta lavorando...

Potrei mandare Lila a casa di un'amica, ma non ho nessuno che potrebbe stare con Cory... mi dispiace...

Forse la prossima volta.

Kurt”


Dopo aver letto il messaggio di Kurt, il sorriso sul volto di Blaine, sparì velocemente.

“Hy amico... cosa c'è?” chiese Jeff, notando subito il cambio di umore di Blaine.

“Kurt non può venire” rispose Blaine.

“Cosa? Perché no?” chiese Nick,

“Si... pensavo fosse già pronto per venire “ aggiunse Jeff.

Blaine scosse la testa.

“Non ha una babysitter” disse Blaine, “ questo è quello che succede quando sei un genitore single... non puoi uscire quando ti pare... devi pensare prima ai tuoi figli”.

Nick e Jeff annuirono.

“Perché non gli dici di portare i bambini con se?” suggerì Jeff.

Blaine guardò i suoi amici, sorpreso.

“Ne sei sicuro?” chiese Blaine.

Nick guardò il suo amico con la stessa espressione sorpresa.

“Si Jeff... ne sei sicuro?”.

Jeff semplicemente rise.

“Certo... voglio dire... se sono così importanti per te... tanto vale incontrarli adesso. Giusto?”

Blaine sorrise.

“Grazie ragazzi” disse e mandò immediatamente un messaggio a Kurt.

“ Kurt... porta Lila e Cory con te... non ti preoccupare. ..a dire il vero me lo ha appena suggerito Jeff... non è un gran problema... te lo prometto... Blaine”.


Una volta mandato il messaggio, Blaine si sentì un po' meglio per tutta la situazione, ma era anche leggermente nervoso per la risposta di Kurt.

Non dovette aspettare molto, perché il suo telefono vibrò per il nuovo messaggio di Kurt.

“Blaine... se ne sei sicuro... porterò Lila a casa di un'amica qui vicino e porto Cory con me... ci vediamo tra poco... Kurt”.


Blaine sorrise .

Era felice che Kurt avesse accettato questa opzione.

“Hey ragazzi” disse.

Nick e Jeff guardarono il loro amico,

“Cosa c'è Blaine?” chiese Nick.

“ Hai mandato il messaggio a Kurt? Cosa ha detto? “ chiese Jeff.

Blaine sorrise.

“ Si... ho mandato un messaggio a Kurt e mi ha risposto che porterà Lila da un'amica che abita accanto a lui e porterà Cory, suo figlio di tre annui, con se”.

Nick e Jeff annuirono.

“Oh... devo dirvi una cosa... Cory ha la sindrome di Down” aggiunse Blaine.

“E allora?” dissero Nick e Jeff all'unisono.

“E allora... ve l'ho solo detto... così non sarà strano dopo” disse Blaine imbarazzato.

Nick e Jeff risero.

“Blaine... non ti preoccupare” disse Jeff, mentre poggiava una mano sulla spalla di Blaine, “ Non importa se il tuo ragazzo o i suoi figli hanno la sindrome di Down o se sono dei dinosauri viola a pallini arancioni... lo sai”.

Blaine arrossì.

“Grazie ragazzi” disse ed i tre uscirono di casa.



E sono entrati "in campo " anche i Niff!!!... che ficcanasando scoprono di Kurt...

Giovedì vedremo come va il loro pranzo!!!...

BUON ANNO a tutti

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 24 capitolo ***


Blaine, Nick e Jeff arrivarono al ristorante.

Presero un tavolo ed aspettarono che arrivasse Kurt.

“Salve... sono Jenny... posso portarvi qualcosa da bere?” chiese la cameriera quando si avvicinò al loro tavolo.

“Solo dell'acqua per favore” rispose Blaine.

Nick e Jeff annuirono e Jenny si voltò per andare a prendere loro da bere.

Un paio di minuti dopo, arrivò Kurt mano nella mano con Cory.

Blaine li salutò.

“Ciao Blaine” disse Kurt, sedendosi.

“Ciao Kurt... loro sono Nick e Jeff... ragazzi loro sono Kurt e suo figlio Cory” li presentò Blaine.

Kurt sorrise annuendo verso gli amici di Blaine.

“Cory... saluta gli amici di Blaine” lo incoraggiò Kurt.

Cory sorrise e li salutò agitando la manina.

“Allora Kurt... cosa fai per vivere?” chiese Jeff, “ sei anche tu un dottore come Blaine?”

Kurt rise.

“No... no... sono un fashion designer” rispose, “ in realtà ci siamo incontrati ad una festa di un'amica”.

Nick e Jeff sorrisero.

“Forte” disse Nick.

“Allora... conoscete Blaine dal liceo  vero?” chiese Kurt.

Nick e Jeff annuirono.

“Com'era Blaine al liceo?” aggiunse Kurt.

“Era il solista del nostro Glee club” disse Jeff.

“Ed una volta ha fatto una serenata ad un ragazzo che lavorava da Gap” aggiunse Nick , facendo ridere Jeff ed arrossire Blaine.

Kurt guardò il ragazzo .

“Scommetto che è stato molto dolce”.

Blaine scosse la testa.

“No... non lo è stato... è stato imbarazzante e completamente mortificante”.

Nick e Jeff risero.

“Chiudete il becco” sputò Blaine.

“Ooo... Blaine ha detto una brutta parola” lo schernì Cory.

“Va bene tesoro... Blaine non lo sapeva” Kurt rassicurò il figlio.

“Ma dici sempre che non si dice” insistette Cory.

Kurt sorrise.

“Hai ragione” e guardò di nuovo Blaine, “scusami Blaine” .

Blaine scosse la testa.

“E' tutto ok...scusami Cory non avrei dovuto dirlo”.

“Grazie Blaine”  rispose Cory.

Jenny ritornò e prese le loro ordinazioni.

Mentre aspettavano i loro piatti, continuarono a chiacchierare.

“Allora Cory... quanti anni hai?”  chiese Jeff.

“Tre” rispose allegramente Cory , alzando tre dita.

“Puoi mostrare quanti anni ha Lila?” chiese Kurt. 

Cory annuì ed alzò altre cinque dita.

"Bravo Cory" lo lodò Kurt, " sei il mio intelligente ometto" aggiunse dandogli un bacio sulla testa.

Poi Cory guardò suo padre.

"Quante dita hai tu papà?" 

Gli altri ridacchiarono alla sue domanda.

"Non hai sufficienti dita tesoro per la mia età" ammise Kurt.

Cory sorrise continuando a contare sulle piccole dita.

La cameriera tornò con le loro ordinazioni, così cominciarono a mangiare .


"Papà... devo andare in bagno" disse Cory.

"Ok tesoro..." rispose Kurt, facendo scendere il figlio dalla sedia per poi accompagnarlo al bagno.

Quando Kurt andò via, Nick e Jeff decisero di parlare a Blaine del suo nuovo ragazzo e di suo figlio.

"Allora Blaine... penso che il tuo ragazzo sia davvero un buon padre" disse Jeff.

Nick annuì, concordando.

"Si... è molto attento ed affettuoso" Blaine sorrise, " è qualcosa per cui lo ammiro molto... soprattutto visto tutto quello che fa ogni giorno" .

Nick e Jeff annuirono.

"Spero solo di poter diventare attento ed affettuoso come lui , se non di più, quando sarà il momento" aggiunse Blaine.

Jeff e Nick si guardarono l'un l'altro e Blaine lo notò.

"Cosa?" chiese.

"Nulla" risposero all'unisono di due ragazzi.

Dopo poco, Kurt tornò al tavolo.

"Allora... avete trovato qualcosa di cui parlare mentre eravamo via?" scherzò Kurt.

"Si" dissero Nick e Jeff.

Blaine ruotò gli occhi e Kurt rise.

Poi tutti iniziarono a mangiare.

"Quando viene Blaine a giocare?" chiese Cory.

Nick e Jeff risero.

"Non lo so tesoro" rispose Kurt.

“Presto" lo interruppe Blaine.

Kurt annuì.

Quando finirono di mangiare , uscirono dal ristorante per potersi separare.

"Credo che ci vediamo presto" disse Kurt, sistemando Cory nel seggiolino.

"Ciao ciao Blaine" sorrise Cory salutandolo con un cenno della mano.

"Ciao tesoro... ci vediamo presto" rispose Blaine.

"Ti voglio bene" disse Cory mandandogli un bacio.

Blaine arrossì , poi vide che i suoi amici lo stavano aspettando.

"Hey ragazzi... dove ve ne andate?" 

Nick e Jeff scrollarono le spalle.

"Non lo sappiamo" rispose Nick.

"Speravamo potessi suggerirci qualcosa da vedere" aggiunse Jeff.

"Beh... ci sono la Statua della Libertà e l'Empire State Building" disse Kurt.

"Perfetto" rispose Jeff.

"Si" aggiunse Nick , " volete unirvi a noi?" chiese.

"Mi dispiace... devo portare Cory a casa per il suo riposino e devo andare a prendere Lila dalla nostra vicina... le piace averli per casa... ma a piccolo dosi...”  ammise Kurt.

Blaine sorrise.

"Grazie per l'invito... ma devo lavorare stasera... in realtà dovrei prima tornare a casa".

"Ok... beh è stato bello rivederti Blaine" disse Nick, abbracciando il suo amico .

"Aspetta? Ma state ripartendo?" chiese immediatamente Blaine.

"Vedremo la Statua della Libertà o l'Empire State Building prima... ma poi dobbiamo tornare a casa" spiegò Jeff.

Blaine annuì.

"Beh... è stato bello rivedervi ragazzi... se vedete David o Wes ditegli di chiamarmi e di venire a trovarmi qualche volta".

"Lo faremo" rispose Jeff, stringendo la mano di Blaine.

"E' stato bello conoscervi " disse Kurt.

"Anche per noi Kurt" rispose Jeff, " Ciao Cory".

Cory salutò i due uomini che andarono via, lasciando Blaine e Kurt , soli, accanto alla macchina di Kurt.

"Papà... sono stanco" piagnucolò Cory.

Kurt guardò suo figlio, che stava diventando sempre più assonnato.

"Ok... ce ne stiamo andando".

Poi guardò di nuovo Blaine.

"E' meglio se vado" .

Blaine annuì.

"Si... ci vediamo presto?" chiese.

Kurt sorrise ed annuì.

"Certo... chiamami o mandami un messaggio quando vuoi uscire o se vuoi venire da me... so che Cory vuole che vieni a casa a giocare con lui" .

Blaine rise.

"Si... non so ancora quali sono i miei turni... ma te lo farò sapere appena li saprò".

Kurt annuì.

"Ok... Ci vediamo presto".

Blaine sorrise e si chinò a baciare Kurt.

"A presto Kurt" disse Blaine allontanandosi permettendo così a Kurt di entrare in macchina.

"Ciao Blaine" disse Kurt.

Una volta che la macchina di Kurt sparì dalla sua vista, Blaine si incamminò verso il suo appartamento.


NOTE

Volevo scusarmi... ho saltato un capitolo... adesso ho sistemato e per farmi perdonare... pubblico... 24/25 e 26....

Scusate!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** 25 capitolo ***


Le settimane passarono e Blaine e Kurt trascorsero sempre più tempo insieme.

Si vedevano quasi tutti i fine settimana e più tempo passavano insieme , più Blaine aveva l'opportunità di passare del tempo con Cory e Lila.

I bambini andavano molto d'accordo con Blaine e Lila divenne ancora più felice quando Blaine le tolse i gessi.

Mentre le cose con Kurt andavano a gonfie vele, Blaine cominciò a preoccuparsi per Cooper.

Ogni tanto spediva qualche email ai genitori per avere sue notizie e per sapere cosa stesse facendo ma non chiedeva mai nulla di più specifico.

Una sera mentre era nel suo appartamento, Blaine decise di fare una videochat con suo fratello Cooper .

Accese il portatile ed aspettò di connettersi.

“Hey fratellino...” disse Cooper , non appena il suo viso apparve sullo schermo.

“Hey Cooper... come stai? “ chiese Blaine.

“Bene... come va a New York?” chiese Cooper.

Blaine sorrise

“Bene... qui a New York va tutto bene... ma... vorrei sapere come vanno le cose a te... come va la riabilitazione e tutto il resto? Sta andando tutto bene?”

Cooper sorrise.

“Si... tutto bene” .

Blaine sollevò un sopracciglio.

“Ne sei sicuro? In questo momento... non sembri in gran forma”.

Cooper scosse velocemente la testa.

“No... no... sto bene... davvero...”

“Ok... vorrei parlarti di una cosa” iniziò Blaine.

“Oh... si... beh... puoi rimandare? Devo andare... esco con alcuni amici ... ci sentiamo un'altra volta, schizzo” disse velocemente Cooper.

Prima che Blaine potesse dire altro , lo schermo si spense.

Blaine sospirò.

Almeno era riuscito a parlare un po' con suo fratello.

Blaine, però, non era completamente soddisfatto dalla chiacchierata con Cooper , così decise di telefonare ai suoi genitori.

Prese il cellulare e compose il loro numero ed aspettò che qualcuno rispondesse.

“Pronto?” rispose sua madre.

“Ciao mamma... sono io...” rispose Blaine.

“Oh.., ciao Blaine... come stai?” rispose Kate allegramente.

Blaine sorrise.

“Sto bene, mamma... a dire il vero ho chiamato per chiederti una cosa”.

“Certo tesoro... cosa c'è? “ chiese Kate.

“Ho appena parlato con Cooper in videochat e non aveva un bell'aspetto... va tutto bene con lui? Voglio dire... come stanno andando i suoi incontri e tutto il resto?” chiese Blaine.

Kate sospirò.

“Tesoro... non so come dirtelo”.

“Mamma... non dirmi che ha ripreso a bere?” chiese immediatamente Blaine.

Kate chiuse gli occhi e lasciò che alcune lacrime cadessero sulle sue guance.

“Non è colpa sua... sai che è una malattia..”

“Mamma!” urlò Blaine, “ se non lo aiutate... non guarirà mai...”

“Ci abbiamo provato!” urlò Kate , “Non sai cosa ha fatto a tuo padre”.

Blaine rimase senza parole.

“Mamma! Cos'è successo? Gli ha fatto del male?”.

Anche se Blaine e suo padre non avevano un gran rapporto, Blaine odiava che qualcosa di brutto gli fosse capitata.

“Ascolta... devo andare” disse velocemente Kate.

“No mamma... dimmi cosa è successo...” insistette Blaine.

“Ti voglio bene e ci sentiamo presto” disse Kate ed attaccò.

“Mamma? Mamma?” continuò a dire Blaine al telefono, fin quando alla fine rinunciò ed attaccò.

Lanciò il cellulare sul divano sbuffando.

C'era qualcosa che non andava.

Stava succedendo qualcosa che sua madre non voleva dirgli .

Cooper probabilmente aveva colpito il loro padre dopo un litigio a causa di tutto l'alcol che beveva.

Ora sua madre era in compagnia del figlio violento.

Blaine doveva fare qualcosa prima che fosse troppo tardi... solo non era sicuro di cosa stesse succedendo.

Sfortunatamente, l'unica cosa che poteva fare fino a quando non avesse saputo, era assicurarsi di avere il cellulare sempre con lui e controllare attentamente le emails.

Per tenere la mente occupata da tutto quello che stava succedendo in Ohio, Blaine si tenne molto occupato al lavoro.

Erano a corto di due medici e di un infermiere.

In quel preciso momento stava occupandosi di una ragazzina che aveva portato la madre.

“Ok... adesso apri la bocca e di “Ah” “ chiese Blaine e la bimba fece come le era stato detto.

“Sembra che hai la tonsillite... sono piuttosto brutte... c'è bisogno di toglierle” rispose Blaine.

La madre, in piedi accanto a lei dall'altro lato del letto, guardò Blaine.

“Toglierle? Quando?”

“Al più presto” rispose Blaine, mentre scriveva qualcosa sulla cartella clinica, “ Non preoccuparti Hannah... starai meglio... farai un riposino e poi potrai mangiare tantissimo gelato”

La bambina, alla parola gelato, sorrise.

“Chi farà...Ouch!” disse la madre per poi fermarsi.

“Sta bene Signora Reed?” chiese Blaine.

La donna semplicemente annuì.

“E' solo il bimbo che scalcia... me ne sta dando tanti o... ouch”

“E' sicura che non siano contrazioni?” chiese Blaine preoccupato.

La Signora Reed guardò Blaine sorpresa.

“Con Hannah sono andata in travaglio prima del tempo... potrei essere di nuovo in travaglio prematuro?”

“Potrebbe essere” rispose Blaine mentre le si avvicinava per farla sedere.

“ Di quante settimane è?”

La Signora Reed prese un profondo respiro .

“ 28 settimana” disse a fatica,” quando ho partorito Hannah ero alla stessa settimana”.

Blaine annuì .

“Ok... perché non le troviamo una stanza e... “

“Oooo...” gridò la Signora Reed.

“Ok... Quinn...” urlò Blaine, “ho bisogno di aiuto”.

Quinn arrivò di corsa .

“Cosa ti serve? “ chiese.

“ Ho bisogno che mi trovi una stanza per la Signora Reed e che chiami su per farti portare una culla e chiama anche il reparto neonatale”.

Quinn annuì.

“Aspettate!” urlò la signora Reed , “ e Hannah?”

“Non si preoccupi signora Reed, ci assicureremo che qualcuno si occupi di lei “ rispose Blaine , mentre spostava insieme a Quinn la signora Reed in una stanza privata.

Una volta che la signora Reed si fu cambiata e si fu sistemata nella stanza, Blaine e Quinn monitorarono le sue contrazioni.

“Signora Reed... sembra che sia in travaglio” disse Blaine.

Lei gettò la testa sul cuscino.

“Vuole che chiami suo marito?” chiese Quinn.

La signora Reed scosse la testa.

“ E' nell'esercito... è stato dislocato. ..ouch... subito dopo aver scoperto di essere incinta... doveva tornare... oh Dio!... doveva tornare proprio per la data prevista per il parto”.

Blaine si spostò immediatamente ai piedi del letto.

“Ok signora Reed... devo controllare quanto è dilatata”.

Lei annuì e sollevò le gambe sotto la coperta.

Blaine spalancò gli occhi.

“Cosa c'è?” chiese Quinn.

Blaine spostò la testa per far avvicinare Quinn.

Quando lo fece, Blaine gli sussurrò all'orecchio.

“Corri sopra e porta qui qualcuno di Ostetricia... è completamente dilatata... la faccio partorire... VAI!”

Quinn annuì e corse velocemente fuori dalla stanza.

La signora Reed vide Quinn correre via dalla stanza e guardò Blaine.

“Cosa succede?”

“Tutto ok... è solo che devo farla partorire qui e poi porteremo lei ed il bambino su” disse Blaine con calma.

La signora Reed scosse la testa.

“No... no... non sta succedendo... non può succedere di nuovo” pianse.

“Va tutto bene” cercò di consolarla Blaine, “quando glielo dico... ho bisogno che spinga... ok? “

Lei si asciugò le lacrime ed annuì.

“Ok...” rispose Blaine, “lavoreremo insieme come una squadra... va bene?  Lei spinge mentre io conto fino a dieci ... cosa ne dice? “

La signora Reed annuì.

“Oh dio... ok... sento di dover spingere...” strillò.

“Ok... ci siamo... spinga”.

La signora Reed urlò quando iniziò a spingere mentre Blaine contava fino a dieci .

“Ok... continui” la incoraggiò Blaine.

“Ok... ora può smettere di spingere”.

“Perché...co... cosa succede?” chiese la donna velocemente.

Blaine tagliò immediatamente il cordone ombelicale e liberò la bocca ed il naso del bambino mentre si avvicinava alla culla per poter finire di pulirlo.

“Il mio bambino sta bene? Perché il mio bambino non piange?” chiese la donna affannosamente.

Una volta che Blaine iniziò a liberare i polmoni del bambino e a scuoterlo , il bambino vagì.

“Congratulazioni signora Reed... ha avuto un bel maschietto “disse felicemente Blaine, mentre avvicinava il bimbo avvolto in una coperta verso la madre.

“Oh mio dio...” pianse la donna, “é così bello...”

Dopo la nascita del bambino, Quinn tornò con un dottore ed una infermiera del reparto di ostetricia.

“Li porteremo subito sopra” disse il dottor Clark.

Blaine annuì.

“Per quanto tempo il mio bambino deve restare in terapia intensiva?” chiese la signora Reed.

“E' difficile dirlo adesso... ma forse da un mese a sei settimane” rispose l'infermiera, mentre , insieme al dottor Clark spingevano il lettino verso gli ascensori.

“Aspettate!” gridò la signora Reed, “mia figlia Hannah... deve togliersi le tonsille” disse guardando Blaine e Quinn.

“Non si preoccupi... ci assicureremo che sappia dov'è e dopo l'operazione... la porteremo nella sua stanza” rispose Quinn e la signora Reed annuì.

“Avete già pensato a come chiamarlo, signora Reed?” chiese Quinn.

La donna guardò il suo bambino appena nato , poi alzò lo sguardo su Blaine.

“Dottor Anderson... mi ha aiutato così tanto... vuole darglielo lei il nome?”

Blaine guardò la donna sorpreso.

“Io?” chiese arrossendo, “non lo so... a me è sempre piaciuto il nome Ethan”.

La signora Reed sorrise e riportò lo sguardo sul suo bambino.

“Ethan Reed!” disse per assaporarne il suono . 

“Mi piace... grazie... tante grazie!” disse la donna felice mentre il dottor Clark e l’infermiera la spingevano su al reparto maternità.

Una volta che la signora Reed fu portata al reparto ed Hannah in sala operatoria per rimuovere le tonsille, Blaine si diresse verso il banco della infermiere per prendere altre cartelle.

“Hey Blaine... ti vuoi occupare di questo paziente?” chiese Santana, allungandogli una cartella.

Blaine la guardò inarcando le sopracciglia.

“Dipende... di cosa si tratta?”.

Santana sbuffò.

“Oh andiamo... hai appena fatto nascere un bambino... penso che ti puoi occupare di un’otite”.

Blaine rise.

“Un’otite? Davvero Santana?”

Santana ruotò semplicemente gli occhi e gli mise in mano la cartella.

Blaine la poggiò sopra le altre cartelle e tornò ad occuparsi dei suoi pazienti.

Nel frattempo, anche Kurt era molto impegnato col lavoro.

Avrebbe dovuto cenare con Blaine quella sera, ma da come stavano andando le cose, non era sicuro di potercela fare.

Guardò l’orologio e realizzò che era quasi ora di andare a prendere Lila e Cory a scuola.

Kurt pensò che poteva fare una scappata veloce, prendere i bambini , portarli a casa di Rachel e tornare.

Stava per uscire quando Ashley, la sua segretaria, lo fermò.

“Hey Kurt... aspetta” urlò .

Kurt si fermò e si voltò.

“Ashley” sorrise, “ mi dispiace... ma devo andare a prendere Lila e Cory”.

”Lo so... ma Isabelle... mi ha detto di farti sapere che abbiamo bisogno dei tuoi ultimi disegni ... oggi” ammise .

Kurt sospirò e guardò l’orologio.

“Prometto che vi darò i disegni non appena torno, ma devo davvero andare ora o sarò multato per ogni minuto di ritardo” insistette Kurt.

Ashley alzò le mani in segna di resa.

“Hey... non sparare sul messaggero” 

Kurt si ritrovò tra l’incudine ed il martello.

Doveva andare a prendere i bambini a scuola , ma doveva anche finire il suo lavoro.

Aveva bisogno di chiedere a Rachel o a Mercedes di andare a prendere i bambini.

Aveva anche bisogno di chiamare Blaine e dirgli cosa stava succedendo.

Kurt tornò in ufficio ed iniziò a chiamare le sue amiche.

“Cedes... sono Kurt... avrei bisogno che andassi a prendere i bambini a scuola per me” la pregò.

“Oh... mi dispiace Kurt... sono bloccata nello studio di registrazione” disse Mercedes , scusandosi.

“Prova con Rachel... forse lei può aiutarti”.

Kurt sospirò.

“Si... lo farò... grazie lo stesso”.

“Mi dispiace Kurt” disse Mercedes triste ed attaccò.

Kurt finita la chiamata con Mercedes , telefonò subito a Rachel .

“Pronto?” chiese allegramente Rachel.

“Hey Rach... puoi andare a prendere Lila e Cory a scuola per me? Per favore?  

Sono bloccato al lavoro e non posso andarmene” la pregò Kurt.

“Si... non preoccuparti Kurt.. .vado  a prenderli subito” rispose Rachel .

Kurt si lasciò scappare un sospiro di sollievo.

“Grazie Rachel... sai che non te lo avrei chiesto se non fosse stata un’emergenza”

Rachel sorrise.

“Non preoccuparti Kurt... sai che ci sono sempre e sono felice di aiutarti”.

Kurt sorrise.

“Grazie Rachel... non so quando tornerò a casa... Blaine dovrebbe venire per cena... ma adesso lo chiamo e gli racconto quello che è successo... ti dispiace restare con i bambini fin quando non torno a casa?”.

Rachel ruotò gli occhi.

“Kurt... te l’ho appena detto ... sono qui per aiutarti... non preoccuparti di Lila e Cory... staranno bene...” disse Rachel per rassicurarlo.
Kurt annuì.

“Ok... solo non dargli troppi dolci , per favore” 

Rachel rise.

“Non lo farò... ora è meglio che mi lasci così posso andare a prenderli” .

Kurt rise.

“Ok… ti chiamo dopo per farti sapere a che ora torno”.

“Ok... ci vediamo più tardi Kurt” disse Rachel.

“Ciao Rachel... e grazie ancora... e dai loro un bacio ed un abbraccio da parte mia” disse Kurt.

Rachel scosse la testa mentre lasciava il suo appartamento.

“Kurt... sarai a casa tra un paio di ore... non stai andando in guerra” lo prese in giro.

“Ciao Rachel... “ disse Kurt ed attaccò.

Prima che potesse chiamare Blaine, qualcuno bussò alla porta del suo ufficio.

Alzò lo sguardo e vide Isabelle che gli sorrideva.

“Kurt... posso parlarti un momento?” gli chiese.

Kurt annuì e le fece segno di entrare.

“So che Ashley ti ha detto che avevo bisogno che restassi ed apprezzo molto il fatto che tu lo abbia fatto” iniziò Isabelle mentre Kurt annuiva.

“Ma mi stavo chiedendo... visto che sei con noi da così tanto tempo... pensavo ti avrebbe fatto piacere andare alla sfilata di primavera e presentare qualcuno dei tuoi abiti”.

“Intendi la sfilata di Parigi?” chiese Kurt.

Isabelle annuì.

“E se vai... potresti anche trovare qualche altro fashion design a cui piaceranno abbastanza i tuoi disegni da farti creare un tuo marchio”.

Kurt rimase senza parole.

Da quando aveva cominciato a lavorare per Isabelle, aveva sempre voluto partecipare alla sfilata di Parigi.

Era stato invitato alcune volte ed aveva dovuto sempre rifiutare perché aveva  Lila e Cory di cui occuparsi.

Ma ora... gli era stata data un’altra opportunità di andare a Parigi e anche la possibilità di creare una sua linea di abiti.

Questa era l’occasione di una vita.

Kurt prese un profondo respiro mentre raccoglieva i pensieri per poter dare una risposta ad Isabelle.

“Per quanto tempo dovrei stare li?” le chiese.

“Dalle due settimane ad un mese” rispose lei .

“Un mese!” pensò Kurt.

Era tantissimo tempo lontano dai suoi figli.

Cosa avrebbe dovuto fare?

Non poteva rifiutare di nuovo un’opportunità come questa.

“Isabelle... grazie per questa offerta... ma...” iniziò Kurt, ma prima che potesse finire , lo squillo del cellulare di Isabelle lo interruppe.

“Oh... scusami Kurt” disse Isabelle, dispiaciuta, mentre abbassava lo sguardo sul suo cellulare.

“Oh no... devo rispondere... ma fammi solo sapere qual è la tua decisione prima del venerdì prossimo” disse e sorrise mentre usciva dall’ufficio per poter rispondere.

Kurt annuì e la guardò mentre andava via.

Una volta che né il suo capo né chiunque altro fosse in giro , Kurt prese immediatamente il suo cellulare e chiamò Blaine al lavoro.

Al New York Memorial Hospital , Blaine era nel bel mezzo di un enorme trauma. 

C’era stato un bruttissimo incidente d’auto.

Una ragazza stava mandando un messaggio mentre guidava ed aveva investito un altro ragazzo su una bicicletta.

Entrambi i pazienti erano gravi.

La ragazza alla guida non indossava la cintura di sicurezza ed il ciclista non indossava il casco.

Blaine stava cercando di rianimare il cuore del ciclista.

“Ok... carica... 250... tutti indietro...” ordinò, “ libera!” urlò mentre il petto dell’uomo veniva scosso.

“Hey Blaine... c’è una telefonata per te” urlò Santana dal banco delle infermiere.

Blaine alzò lo sguardo velocemente.

“Sono un po’ impegnato in questo momento San... fatti lasciare un messaggio “ le urlò.

Santana tornò al telefono.

Blaine guardò il monitor e vide che la frequenza cardiaca del paziente era ancora piatta.

“Ok... proviamo di nuovo... 275... tutti indietro... libera!”

“Blaine... è Kurt” urlò di nuovo Santana.

Dopo aver dato un’altra scossa al petto dell’uomo, Blaine rialzò lo sguardo su Santana.

“Prendi il messaggio... e digli che lo chiamo io dopo” le ordinò.

“Dice che lavorerà fino a tardi e se puoi andare a prendere i bambini da Rachel” urlò di nuovo Santana.

Blaine scosse la testa, continuando ad occuparsi del suo paziente.

“Si si... va bene... digli solo che lo richiamerò dopo”.

Santana annuì e tornò al telefono.

Quinn , che stava aiutando Blaine, lo guardò.

“Penso sia morto” sussurrò.

Blaine la guardò negli occhi.

“Cosa?” sussultò.

“Il paziente” disse indicandolo col capo, “ penso sia morto”.

Blaine abbassò lo sguardo sull’uomo steso sul lettino ricoperto di sangue.

“Si... è morto... “ disse Blaine, mentre guardava il suo orologio, “ faccio io... ora del decesso... 16:23”.

Blaine sospirò dirigendosi verso la stanza accanto dove c’era l’autista dell’auto.

Il medico che si stava occupando di lei si fermò ed alzò lo sguardo su Blaine.

Scosse la testa.

Blaine sospirò di nuovo.

Non avevano perso solo un paziente... ma due...

Oggi non era la sua giornata.

Blaine si diresse verso il banco delle infermiere.

“Hey... stai bene?” chiese Quinn, notando l’espressione sul viso di Blaine.

Blaine scosse la testa.

“In realtà... no” disse cupo, “ i due ragazzi coinvolti in questo incidente... sono entrambi morti”.

Quinn annuì.

“Mi dispiace” disse comprensivamente.

Blaine sospirò abbassando lo sguardo su una delle cartelline che aveva in mano.

“E’ tutto ok”.

“Hey... non dovresti andare a prendere i bambini da Rachel?” chiese Quinn.

Blaine guardò il suo orologio.

“Merda!”

“Vai... fai firmare i moduli di dimissioni dei pazienti a qualche altro dottore e vattene. Sei stato qui anche troppo” rise Quinn.

Blaine scosse la testa .

“Il dottor Romano darebbe di matto”

“Hai lavorato come un matto per tutto il giorno e poi... non devi comunque andartene tra 20 minuti?”

Blaine annuì.

“Ok... va bene... grazie Quinn... vado a cambiarmi, chiama se qualcuno ha bisogno di me... ma dopo... sarò fuori di qui...”

Blaine sorrise e rise.

Corse poi velocemente nella sala dei medici e cominciò subito a prendere le sue cose dall’armadietto.

Una volta che si fu cambiato, prese la sua sacca e lasciò la sala.

“Ok Quinn... “ disse sorridendo e notando Santana al telefono, “ vado via”.

“Ok Blaine... passa una bella serata” disse Quinn, allegramente,, mentre Blaine si voltava e si dirigeva verso la porta.

“Blaine... aspetta!” urlò Santana.

Blaine sospirò e si voltò.

“Cosa c’è Santana?” 

“C’è una telefonata per te... è importante” disse Santana tristemente .

Blaine notò il tono della sua voce e tornò al banco .

“Chi è?” chiese.

“E’ tua madre... “ rispose Santana, “ si tratta di tuo fratello.”

Blaine afferrò velocemente il telefono.

“Mamma?” chiese e subito sentì come se il mondo gli stesse crollando addosso.



NOTE

Mi riscuso per il casino!!!!
Cosa sarà successo a Cooper?...

Vedremo!

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 26 capitolo ***


Dopo aver riattaccato, Blaine tornò nella sala dei medici, dimenticandosi di tutto quello che avrebbe dovuto fare.

Quinn guardò Santana.

“Cosa pensi sia accaduto?” chiese Quinn all’altra infermiera.

Santana scrollò le spalle.

“Penso che dovresti chiamare Kurt… forse lo può aiutare...”

Quinn annuì e prese il telefono.


Kurt attraversò di corsa le porte d’emergenza.

“Lui dov’è?”  chiese immediatamente Kurt.

“E’ nella sala dei medici” disse Quinn , “gli abbiamo dato un po’ di spazio”.

Kurt annuì, si voltò e si diresse verso la stanza.

Si fermò davanti la porta sbirciando attraverso i vetri .

Blaine era seduto semplicemente sul divano con lo sguardo fisso.

Non stava nemmeno piangendo.

“Da quanto tempo sta così?” chiese Kurt, quando sentì che qualcuno gli si era avvicinato.

“Da quando ha avuto la telefonata” rispose Quinn.

“Povero Blaine” Kurt sospirò.

Scosse la testa.

“Sai cos’è successo?”

Quinn scosse la testa.

“No... Santana ha detto che era la madre al telefono... penso sia qualcosa che ha a che fare col fratello”.

Kurt spalancò gli occhi e si voltò verso di lei.

“Suo fratello?”

Quinn annuì.

“Si... è stato portato qui qualche mese fa perché era stato cacciato dall’aeroporto per aver cercato di salire sull’aereo ubriaco.

Penso che Blaine lo abbia fatto tornare a casa per farsi curare.

E questo è tutto quello che sappiamo... perché a Blaine di solito non piace parlare della sua vita privata.”

Kurt annuì e tornò a guardare attraverso i vetri della finestra.

“Puoi chiedere agli altri dottori di continuare a dargli un po’ di spazio?

“Certo... prendetevi tutto il tempo che vi serve” disse Quinn, “ se hai bisogno di qualcosa... fammelo sapere o chiedi all’altra infermiera” Quinn sorrise cortesemente.

Kurt annuì mentre apriva la porta e poi entrò.

“Hey Blaine” disse Kurt.

Blaine non si mosse al suono della voce di Kurt.

“Ho sentito che hai avuto una giornata molto piena” continuò Kurt mentre si avvicinava al divano per sedersi accanto a Blaine.

Blaine chinò la testa.

“Ho cercato di aiutarlo” disse a voce bassa.

“Tuo fratello?” chiese Kurt.

Blaine annuì.

“Sai... ho cercato di aiutarlo. L’ho fatto tornare in Ohio.

Di tanto in tanto lo chiamo per assicurarmi che stesse andando agli incontri, ma sapevo che c’era qualcosa si sbagliato” si lasciò scappare un sospiro, “ sapeva che c’era qualcosa che non andava quando ho parlato con lui , ma... non sapevo cosa” poi si lasciò cadere sul petto di Kurt e cominciò a singhiozzare.

“Va tutto bene” disse Kurt, mentre accarezzava la schiena di Blaine, “ non è colpa tua”.

Kurt lasciò Blaine piangere sul suo petto per tutto il tempo di cui ebbe bisogno.

“Devo andare in Ohio per qualche giorno” disse Blaine , la voce leggermente roca.

Kurt annuì.

“Ok”

Blaine deglutì.

“Vuoi venire con me?” chiese .

Kurt rimase sorpreso da quello che gli aveva appena chiesto Blaine.

“Blaine? Non lo so...”

Blaine scosse la testa.

“So che ci sono Lila e Cory... Oh dio... sarei dovuto andare a prenderli io...”

Kurt sorrise leggermente.

“Va tutto bene... ho chiamato Rachel... li terrà con lei stanotte…” rispose Kurt e Blaine annuì, “ ma se vuoi che venga con te... lo faro”.

“Ne sei sicuro? Cioè so che è una cosa completamente all’ultimo minuto… e poi non devi davvero...” disse Blaine farneticando.

Kurt prese il viso di Blaine tra le mani.

“Blaine... non penso che tu debba stare da solo in questo momento... e oltretutto... posso portare i bambini a casa di mio padre... sono sicuro che lui e Carole amerebbero passare del tempo con i loro nipoti”.

Per la prima volte quella sera, Blaine sorrise.

Si allungò e diede un bacio sulle labbra a Kurt.

“Grazie Kurt”.

Kurt guardò Blaine negli occhi.

“Prego...” rispose.

“Ti amo..” disse Blaine sottovoce.

“Ti amo anche io” rispose Kurt baciando Blaine un’altra volta, “ Ora forza... andiamo a casa...” afferrò la mano di Blaine e lo tirò su dal divano, guidandolo verso la porta e fuori dall’ospedale.

Kurt pensava che Blaine non dovesse essere lasciato solo... così lo portò a casa sua.

Quando entrarono in casa, Kurt lo guidò verso il salotto e lo fece sedere sul divano.

“Vuoi qualcosa da mangiare o forse un caffè?” gli offrì Kurt.

Blaine scosse la testa.

“Sei sicuro che non vuoi almeno un pezzettino di toast o altro?” disse Kurt.

Blaine scosse la testa nuovamente e sbadigliò.

“Ascolta Kurt... lo so che stai cercando di aiutarmi... ma... in questo momento sto bene... non voglio nulla” disse.

Kurt annuì.

“Lo so... scusa... credo che ti darò semplicemente delle coperte ed un cuscino” disse , “ a meno che non preferisci dormire nel letto di Lila” ridacchiò Kurt.

Blaine scosse la testa.

“No... va bene... dormirò sul divano”

Kurt annuì e salì al piano di sopra per prendere le coperte per Blaine.

Quando tornò al piano di sotto con le coperte ed il cuscino, trovò Blaine steso sul divano già addormentato.

Poggiò la biancheria sul tavolino e coprì Blaine con una coperta.

Kurt spostò anche alcuni ricci caduti sul viso del giovane dottore.

Poi spense la luce ed andò a letto.

Dopo qualche giorno, Blaine, Kurt ed i bambini presero un volo per l’Ohio.

“Quando atterreremo , porterò Lila e Cory a casa di mio padre mentre tu andrai in ospedale” disse Kurt a Blaine durante il volo.

Blaine annuì .

“Va bene” disse continuando a leggere la sua rivista.

Kurt sospirò. 

Voleva aiutare Blaine ma non sapeva come.

Presto il loro aereo atterrò e Blaine, Kurt ed i bambini scesero dall’aereo ed andarono a ritirare i loro bagagli per poi dirigersi verso Lima, Ohio.

Kurt iniziò a guidare verso casa dei suoi genitori.

Il viaggio fu tranquillo visto che i bambini rimasero calmi nei loro seggiolini e Blaine fissava il paesaggio fuori dal finestrino.

“Fammi solo una telefonata quando torni a casa o se vuoi restare li” suggerì Kurt.

Blaine annuì continuando a guardare fuori dal finestrino.

Kurt fermò l’auto nel vialetto e spense il motore.

Scese dalla macchina e slacciò le cinture dei bambini lasciandoli correre verso i loro nonni.

“Nonna! Nonno!” urlarono Lila e Cory mentre correvano tra le loro braccia.

Kurt sorrise nel vedere quanto fossero felici i suoi genitori nel rivedere i nipotini.

Andò verso il portabagagli e scaricò i bagagli .

Si avvicinò poi a Blaine.

“Torno subito” disse Kurt, incamminandosi sul sentiero.

“Kurt!” urlò Blaine, facendo voltare Kurt.

“Cosa c’è?” chiese Kurt.

“Verresti con me?” chiese Blaine.

“Venire con te da tuo fratello e dai tuoi genitori?” gli domandò Kurt.

Blaine annuì.

“So che pensi che sia solo una cosa di famiglia... ma ti voglio li “ ammise Blaine.

Kurt annuì.

“Ok... fammi solo portare i bagagli dentro e farmi sistemare i bambini , poi ce ne andremo”.

Blaine annuì di nuovo e si mise al posto di guida lasciando che Kurt tornasse all’ingresso.

“Ciao Kurt… come stai figliolo?” chiese Burt.

Kurt sorrise mentre abbracciava suo padre.

“Ciao papà... grazie di tenere i bambini “.

Burt sorrise.

“Non dirlo nemmeno... sai che io e Carole amiamo prenderci cura di loro”.

“Si... lo so...” rispose Kurt, “ Volevo restare qui mentre Blaine andava a trovare suo fratello ma mi ha chiesto di andare con lui.”

“Ci andrai?” chiese Burt.

Kurt scrollò le spalle.

“Gli ho detto di si”.

“Figliolo... penso che tu debba fare quello che ti senti... e non preoccuparti di Lila e Cory … io e Carole ci prenderemo cura di loro” rassicurò il figlio.

Kurt sorrise.

“Lo so…e... grazie papà” disse Kurt , abbracciando suo padre.


Dopo aver sistemato i bagagli e salutato Lila e Cory , Kurt tornò alla macchina.

“Sei pronto ad andare?” chiese a Blaine.

“Si... andiamo...” disse Blaine mettendo in moto la macchina per dirigersi verso Westerville.

Una volta arrivati a Westerville, Blaine e Kurt si diressero verso l’ospedale dove era ricoverato Cooper.

“Sai cos’è successo?” chiese Kurt con cautela.

Blaine scosse la testa, mentre entrava nel parcheggio dell’ospedale.

“Tutto quello che so è che Cooper ha bevuto troppo … lo fa sempre...”

Scesero dalla macchina ed entrarono nell’edificio.

Blaine si avvicinò al banco informazioni.

“Mi scusi... “ disse alla donna dietro al banco.

“Si... posso aiutarla?” rispose la donna sorridendo.

“Si...  sto cercando mio fratello... Cooper Anderson... “ rispose Blaine.

La donna annuì e cominciò a cercare nel computer.

“Si... Cooper Anderson... 5 piano , stanza 504”.

Blaine la ringraziò con un cenno del capo e si voltò.

Insieme a Kurt si diresse agli ascensori ed aspettarono che le porte si aprissero.

Una volta aperte, lui ed altre persone entrarono in ascensore.

Quando l’ascensore si fermò al 5 piano, Blaine e Kurt uscirono.

Blaine vide sua madre seduta in sala d’attesa.

“Blaine!”  strillò Kate correndo verso di lui per abbracciare suo figlio minore.

“Ciao mamma” disse Blaine dolcemente.

“Sono così contenta che tu sia venuto”  disse Kate-

Blaine annuì mentre le accarezzava la schiena , confortandola.

Kate lo lasciò andare così notò Kurt vicino a lui.

“Oh... scusa... “ gemette Kate, “ non ti avevo visto”.

Kurt scosse la testa.

“Va bene... sono Kurt... un... amico di Blaine... mi ha chiesto di venire con lui”.

Kate sorrise con dolcezza, mentre allungava una mano verso Kurt per stringere la sua.

Blaine diede uno sguardo nella sala e notò che suo padre non era li.

“Mamma? Dov’è papà?” chiese.

Kate si voltò verso suo figlio.

“Oh... è tornato a casa... ritorna più tardi” disse velocemente Kate.

Blaine sospirò.

“Come sta Cooper?” chiese.

Kate chiuse gli occhi mentre si sedeva.

“In questo momento sta riposando... sta dormendo molto” ammise.

Blaine annuì e poi si incamminò verso la stanza di Cooper.

“Blaine dove stai andando?” chiese subito Kate.

Blaine si voltò.

“Sto andando a parlare con mio fratello... voglio sapere cos’è successo e perché lo ha fatto” rispose e riprese a camminare , lasciando la madre e Kurt in sala d’attesa.

Blaine si fermò davanti la stanza 504 e bussò piano.

Quando sentì un tranquillo “avanti” aprì piano la porta ed entrò.

“Cooper?”

Cooper si voltò verso il punto da cui veniva la voce.

“Blaine?”

Blaine si avvicinò al fratello steso in un letto d’ospedale.

“Hey schizzo” disse Cooper allegro, “ vieni... siediti” disse indicando la sedia accanto al suo letto e Blaine si accomodò.

Poi scosse la testa.

“Cooper... sai cos’è successo?” chiese.

Cooper prese un profondo respiro.

“So che può sembrare strano... ma non lo so...”

“Qual è l’ultima cosa che ricordi?”

Cooper scosse la testa.

“Um... ero con un amico ad una festa e ... stavo parlando con delle ragazze... bevendo alcuni drink... poi l’altra cosa che so... è che mi sono ritrovato attaccato ad una flebo in ospedale”.

Blaine sospirò.

“E’ come se avessi avuto un blackout... o forse hai avuto un avvelenamento da alcol”.

Cooper agitò una mano alla parole del fratello.

“Nah... ti sbagli.”

“No Cooper... non mi sbaglio... ascolta… devi smettere... devi smettere di bere” insistette Blaine.

“Torna a casa Blaine” gli ordinò Cooper.

“Cosa?” chiese Blaine, insicuro di quello che aveva appena sentito.

“Non sono sicuro del perché tu abbia sentito il bisogno di venire qui...ma sto bene... davvero” insistette Cooper.

“Cooper... hai bisogno di aiuto... ed io voglio aiutarti” ammise Blaine.

Cooper scosse la testa.

“No... non devi...hai la tua vita ora”.

Blaine sospirò.

“Solo... vattene... torna a New York... vai a salvare la vita di altre persone” ripeté Cooper.

Blaine lasciò che una singola lacrima scorresse sul suo viso, poi fece quello che gli aveva ordinato il fratello.

“Blaine?” chiese Cooper prima che Blaine lasciasse la stanza.

Blaine si voltò.

“Cosa?” disse duramente.

“Quando ti sposerai... assicurati di mandarmi un invito... sarò sobrio per allora...” ammise Cooper.

Blaine annuì.

“Sarà meglio” sorrise e lasciò la stanza.

Tornò nella sala d’attesa dove erano rimasti sua madre e Kurt.

Lo videro e si alzarono.

“Com’è andata?” chiese Kurt.

“Mi ha chiesto di andarmene” disse Blaine in tono piatto.

“Oh tesoro... “ disse tristemente Kate, “ mi dispiace... è solo .. .sconvolto... dagli un po’ di tempo...”.

Blaine scosse la testa.

“No... va bene” .

Kate scosse la testa.

“No... non va bene” disse.

“Mamma… lasciamo solo che guarisca ora...” insistette Blaine poi guardò Kurt, “ andiamo... usciamo di qui”

“Sei sicuro?” sussurrò Kurt.

Blaine annuì e si diresse verso gli ascensori.

Kurt salutò la mamma di Blaine e si avvicinò a lui, in attesa che le porte si aprissero.

Nell’attesa, Kurt prese la mano di Blaine e gliela strinse piano.

Kurt aveva capito che, visto che stavano andando via dopo essere stati così poco tempo, qualcosa certamente non andava.

Una volta fuori dall’ospedale, Blaine a Kurt salirono in macchina e Kurt guidò verso Lima.

Mentre erano in viaggio, Kurt pensò che avrebbe dovuto parlare con Blaine del suo imminente viaggio a Parigi.

Ma… ora... era un buon momento?

“Blaine?” chiese.

“Si?” rispose Blaine , continuando a guardare fuori dal finestrino,

“Ho bisogno di dirti una cosa... ma... non sono sicuro se questo sia il momento più opportuno... ma... te lo dico e basta”.

Blaine voltò la testa per guardare Kurt.

“Sai... solo perché sono turbato questo non vuol dire che non sia interessato a ciò che hai da dirmi”

Kurt sorrise.

“Ok... beh... lo stesso giorno che hai ricevuto la chiamata per Cooper... io... ho ricevuto delle novità al lavoro”.

“Oh... si... che tipo di novità?” chiese eccitato Blaine.

Kurt prese un profondo respiro.

“Beh... Isabelle è venuta nel mio ufficio nel pomeriggio e mi ha offerto la possibilità di partecipare alla sfilata primaverile di quest’anno”.

“E’ meraviglioso Kurt” rispose felice Blaine.

Kurt annuì mentre parcheggiava la macchina nel vialetto di suo padre.

Si voltò verso Blaine.

“Ma... il fatto è che... la sfilata... è a Parigi”

Blaine rimase senza parole.

Stavano per lasciarsi? 

Non lo sapeva.

“Per quando tempo dovresti stare li?” chiese, rompendo alla fine il silenzio.

“Due settimane... forse un mese…, ma il fatto è che... se dovessi andare... non so cosa fare on Lila e Cory”  ammise Kurt, “ Questa è un’incredibile opportunità per me… potrei anche avere la possibilità di creare una mia linea... che è qualcosa che sogno da così tanto tempo... e...”

“Devi andare” disse Blaine interrompendo il suo sproloquio.

Kurt guardò il suo ragazzo ad occhi spalancati.

“Cosa? Cosa vuoi dire?”

“Voglio dire... che dovresti andare a Parigi” chiarì Blaine.

“Ma... Lila e Cory? non posso semplicemente lasciarli così” gridò Kurt.

Blaine scosse la testa.

“No... perché non lasci che sia io ad occuparmi di loro? Cioè sempre se sei d’accordo...”

Ora fu il momento di Kurt di rimanere senza parole.

“Ne sei sicuro? Cioè starò via un mese e forse anche di più”.

Blaine gli sorrise.

“Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno”.

Kurt sorrise.

“Ed il tuo lavoro?”

Blaine rise.

“Non ti preoccupare... ho parecchie ferie arretrate... e se avrò bisogno di andare al lavoro... posso sempre chiamare Rachel o qualche collega” .

Kurt sospirò.

“Non lo so Blaine... non voglio doverti dare tutte queste responsabilità ... così presto”.

“Non ti preoccupare” lo rassicurò Blaine, “ ti dico cosa facciamo... perché non chiediamo a Lila e Cory cosa ne pensano se mi occupo di loro mentre sei via?” suggerì Blaine.

Kurt annuì.

“Mi piace... e scommetto che anche mio padre dirà la sua...”

Blaine ridacchiò.

“Anche io...” rispose, “ bene... tagliamo la testa al toro... “

Kurt annuì mentre scendevano dalla macchina per poi entrare in casa.


NOTE

Cosa diranno Lila, Cory e Burt?... A domani!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** 27 capitolo ***


Kurt e Blaine scesero dalla macchina ed entrarono in casa.

Lila e Cory erano in cucina con Carole mentre Burt era in salotto a guardare una partita in Tv.

“Hey... siete tornati presto” disse Burt, sentendo suo figlio ed il suo ragazzo entrare in casa.

Kurt annuì.

“Si... noi...” balbettò.

“Mio fratello non si sentiva bene... quindi abbiamo deciso di tornare a casa presto” ammise Blaine.

“Oh...” disse Burt, “ spero che tutto si sistemi”.

Blaine tentò di sorrise.

“Grazie”.

Burt annuì e Cory corse fuori dalla cucina.

“Papà! Papà” urlò.

Kurt abbassò lo guardo su suo figlio.

“Abbiamo fatto i biscotti con la nonna” disse allegramente.

Kurt rise.

“Si vede” disse , notando la macchie di farina sul viso e sui capelli di suo figlio.

“Vuoi aiutarci? Nonna ha detto che possiamo leccare il cucchiaio ma solo se l’aiutiamo a pulire” aggiunse.

Kurt sorrise.

“Perché non torni dentro ad aiutare? Ho bisogno di parlare con nonno per un attimo. Ok?”

Cory annuì e tornò in cucina.

Burt guardò Kurt.

“Hai bisogno di parlarmi? Deve essere importante”.

Blaine e Kurt si sedettero sul divano di fronte a Burt.

“Una specie” ammise Kurt.

Burt sospirò.

“Ok... ti ascolto... cosa succede?”

Kurt prese un profondo respiro prima di parlare.

“Beh... l’altro giorno il mio capo, Isabelle, mi ha offerta la possibilità di andare alla sfilata di primavera a Parigi”.

Gli occhi di Burt si illuminarono.

“Kurt... è meraviglioso... hai sempre voluto andarci”

Kurt annuì.

“Si lo so... ma non è tutto... dovrei restare li all’incirca un mese o forse più.

E il fatto è che se andrò potrei avere anche la possibilità di creare una mia linea.

Che è qualcosa che sogno da così tanto tempo…”

Burt sorrise a suo figlio.

Sapeva che quello era il sogno di Kurt.

“Ma non posso andare per Lila e Cory” continuò Kurt.

“Così mi sono offerto di occuparmi io di loro” aggiunse Blaine.

Burt guardò Blaine.

“Ne sei sicuro Blaine?” chiese severamente.

“Voglio dire... lo so che siete usciti tutti insieme un paio di volte… ma possono essere delle vere pesti”

“Papà!” disse Kurt con enfasi.

“No Kurt... so che il lavoro di Blaine lo tiene molto occupato e voglio che sappia in cosa si sta davvero mettendo” insistette Burt, “ ti ricordi quando è nato Cory e di quanto fosse dura conciliare lavoro e due bambini? Uno di loro con necessità particolari?”

Kurt sospirò e si passò le mani sul viso.

“Mi dispiace Kurt, ma se Blaine vuole davvero farlo, penso che tu debba dirgli la verità” continuò Burt.

Blaine scosse la testa.

“Mi perdoni signor Hummel, ma... lo so che i miei turni mi tengono impegnato a volte, ma sono convinto di potermi prendere cura di Lila e Cory mentre Kurt è via”  ammise, “ li amo come se fossero figli miei”.

Kurt guardò il suo ragazzo con amore.

Sentì il cuore sciogliersi.

Burt si rimise seduto.

“Beh... se vi sentite entrambi così”

Blaine e Kurt annuirono.

Burt si sedette alla punta del divano.

“Penso che farai un buon lavoro nel prenderti cura dei miei nipoti” ammise.

Blaine si lasciò scappare un sospiro di sollievo e Kurt rise.

“Ma se qualcosa dovesse succedere ad uno dei due “ continuò , “ ti darò la caccia” 

Blaine deglutì il groppo in gola ed annuì, quando Burt si alzò  dandogli una pacca sulla spalla.

Blaine e Kurt erano entrambi sollevati che Burt era d’accordo nel lasciare i bambini alle cure di Blaine.



Quando Blaine, Kurt ed i bambini tornarono a New York, tutto sembrò tornare alla normalità.

Una sera che Blaine lavorava fino a tardi, Kurt decise di parlare ai bambini del suo imminente viaggio.

“Lila... Cory... papa ha bisogno di dirvi una cosa” iniziò Kurt, mentre cenavano.

“Dov’è Blaine?” chiese Cory.

“Blaine è al lavoro tesoro” rispose Kurt.

“Dobbiamo aspettarlo, giusto?” insistette Lila.

Kurt sospirò.

“No tesoro... sta facendo il turno di note... mi ha detto che possiamo mangiare senza di lui”.

Lila annuì.

“Ma ho bisogno che mi ascoltate ora... ok?” riprovò Kurt.

Entrambi annuirono.

“Partirò per un viaggio di lavoro molto presto” iniziò Kurt.

“Dove?” chiesero all’unisono Lila e Cory.

Kurt rise.

“In un posto molto lontano da qui… è in Francia”

“Ooh la la...” scherzò Cory.

Kurt rise per la battuta di suo figlio.

“Si Cory... Ooh la la...”

“Verremo con te?” chiese Lila.

Kurt si accigliò.

Sapeva che la domanda stava per arrivare.

“No tesoro... voi dovete restare qui” ammise, “ ma ho pensato che invece di far venire nonno e nonna o di portarvi da loro e farvi perdere giorni di scuola... ho pensato che Blaine poteva stare con voi”.

Una volta che Kurt menzionò Blaine, i volti dei bambini si illuminarono.

Amavano Blaine.

Certo avrebbero comunque sentito la mancanza del padre... ma avrebbero potuto passare più tempo con Blaine...

“Blaine! Blaine! Blaine!” esultò Cory.

Kurt rise.

“Si Cory... Blaine starà con voi mentre io non ci sono”.

“Quando andrai via e per quanto tempo starei via” chiese Lila.

Kurt prese un profondo respiro.

Non sapeva come Lila avrebbe preso la sua risposta.

Lila sapeva quanto fosse lungo un mese, ma Cory non aveva ancora capito il concetto del tempo.

Ma Kurt sapeva anche che entrambi sarebbero rimasti sconvolti quando avrebbero sentito che lui se ne sarebbe andato alla fine di quella settimana.

“Starò via per un mese e me ne andrò a fine settimana” rispose Kurt.

Entrambi i bambini lo guardarono ad occhi spalancati.

“Cosa?” sussultò Lila, “ te ne vai alla fine della settimana? Per un mese intero?”

Cory scosse la testa e saltò giù dalla sedia, “ non andare papà! Non andare!” urlò mentre si buttava tra le braccia di Kurt.

“Va tutto bene Cory” lo consolò Kurt.

Lila scappò in camera sua e sbatté la porta.

Kurt sapeva che entrambi ne sarebbero rimasti sconvolti... ma non pensava che sarebbero stati così sconvolti.

Passò il resto della serata a consolare sia Cory che Lila.

Quando finalmente entrambi i bambini si addormentarono, Kurt decise di chiamare Blaine.

“Pronto?” disse Blaine rispondendo al telefono.

“Hey... sono io” disse Kurt, “ spero che tu non sia impegnato... ho davvero bisogno di parlarti”.

Blaine si diresse verso una zona appartata dell’ospedale.

“Uh… no... posso parlare... che succede? Sembri sconvolto”

Kurt sospirò mentre si sedeva sul divano.

“Beh… ho detto a Lila e Cory del viaggio”.

“Uh... oh...” disse Blaine, “ fammi indovinare… non l’hanno presa bene?”

Kurt si strofinò il viso.

“Erano così sconvolti quando ho detto loro che andavo via questo fine settimana... e credo che Lila sia ancora più scossa per il fatto che starò via per un mese”.

“Mi dispiace Kurt” disse Blaine comprensivo.

Kurt scosse la testa.

“No... non è colpa tua... avrei dovuto saperlo che sarebbero rimasto scossi per il fatto che me ne andassi… soprattutto per così tanto tempo”

Blaine si sedette.

“C’è qualcosa che posso fare per aiutarti?”

“Non lo so...” sospirò Kurt, “cioè... mi stai già dando un grosso aiuto prendendoti cura dei mie figli mentre sono via”.

Blaine sorrise.

“beh... se hai bisogno che faccia altro... lo sai che lo faro”

Sentire le parole di Blaine, fecero sorridere Kurt e sciogliere il suo cuore.

“Grazie”  disse contento.

“Prego...” rispose Blaine, “ ora devo tornare al lavoro... ma ci vediamo domani?”

Kurt annuì.

“Si... ci vediamo domani “ disse sottovoce.

“Sei sicuro di stare bene?” chiese Blaine, preoccupato.

Kurt sospirò di nuovo.

“Si... sono solo stanco... penso che andrò a letto”

“Papà!” urlò Cory.

Kurt scrollò le spalle.

“Ugh... devo andare... penso di aver sentito Cory piangere”

“Ok... ti amo” disse Blaine.

“Ti amo anche io... ciao... “ disse Kurt attaccando per poi salire al piano superiore per controllare il suo figlio.



Quando arrivò il fine settimana, Lila e Cory ancora non erano pronti a salutare il padre per un mese intero.

Blaine era a casa loro per aiutare Kurt ad imballare le ultime cose.

“Non andare papà” disse Cory piangendo, attaccandosi alle gambe di Kurt.

Kurt tirò su il figlio e lo abbracciò.

“Va tutto bene Cory” disse dolcemente, “ vi chiamerò tutti i giorni e ci potremo vedere col computer... tornerò prima che ve ne accorgiate.”

Cory scosse la testa.

Kurt sospirò mentre continuava ad accarezzare la schiena di Cory.

Sapeva che tutto questo sarebbe stato davvero difficile per i suoi figli.

Kurt si sedette sul letto e Lila sbirciò dalla porta della sua stanza.

“Mi dirai anche tu di non andare?” disse Kurt infastidito.

Lila non rispose.

Rimase semplicemente li , continuando a strusciare i piedi.

“Vieni qui scimmietta” disse Kurt, facendole segno di entrare.

Lila corse verso le sue braccia in attesa.

“Mi mancherai papà” pianse Lila.

Kurt le diede un bacio sulla testa.

“Lo so... mi mancherai tanto anche tu... ma ci sentiremo al telefono e col computer.”

Lila si asciugò gli occhi ed alzò lo sguardo su suo padre.

“Mi prometti che tornerai?”

Kurt la guardò sconvolto.

“Certo che lo farò... perché me lo chiedi”

“Perché papà Adam è partito e non è più tornato” disse lei.

“Chi è Adam?” chiese Cory.

“Kurt... il tuo passaggio è qui” disse Blaine interrompendo la piccola famiglia.

Kurt alzò lo sguardo.

“Ok... arrivo subito”.

Blaine sorrise e si voltò.

Kurt guardò di nuovo Lila.

“Lila, amore... io non lascerò mai e poi mai te o Cory... mai...” insistette Kurt, “Tornerò sempre a casa”.

Lila sorrise leggermente.

“Ma vai via per molto tempo”.

“Lo so... ma non devi preoccuparti che non torno... perché tu e Cory siete qui... e qui è dove voglio essere...”

Il sorriso di Lila si fece più ampio.

“Ok” 

Poi avvolse le braccia al collo di Kurt.

“Ti voglio bene papà!”

“Ti voglio bene anche io” rispose Kurt.

“Ti voglio bene anche io papà!” disse Cory.

Kurt rise.

“Ti voglio bene anche io Cory”

Kurt mise giù Cory e si alzò.

Tutti e tre scesero al piano di sotto.

“La tua macchina è qui” disse Blaine.

“Grazie” rispose Kurt, prendendo la sua valigia, “ Hai tutti i numeri che ti ho dato? La scuola di Lila e di Cory? il loro pediatra, Mercedes, Rachel, mio padre?”

Blaine sorrise ed annuì.

“Si...non preoccuparti Kurt.... ho tutto sotto controllo” disse.

Kurt prese un profondo respiro.

“Lo so... lo so...” prese la sua giacca e la infilò, “ ok” si voltò e si inginocchiò davanti ad i suoi figli, “ fate i bravi con Blaine mentre sono via”.

Lila e Cory annuirono.

“Vi voglio bene” disse Kurt.

“Ti vogliamo bene anche noi” dissero Lila e Cory insieme, mentre abbracciavano e baciavano Kurt.

“Mi mancherete tanto “ sussurrò Kurt, “ok... devo andare” disse dolcemente, mentre si alzava, “ ti chiamo appena arrivo in albergo”.

Blaine annuì.

“Chiamami in qualsiasi momento... voglio dire... a qualsiasi ora… “ ribadì Kurt dirigendosi verso la porta.

Blaine annuì spingendo Kurt fuori di casa.

“Anche se sono le due del mattino in Francia... non mi importa” continuò Kurt.

“Kurt se non vai via ora... perderai l’aereo” lo esortò Blaine.

Kurt scosse la testa.

“Ok... Ciao... vi amo...”  disse un’altra volta , mandando dei baci ai suoi figli mentre usciva.

Blaine si voltò e vide Lila e Cory che ricambiavano i baci ma con facce tristi.

Avrebbe davvero sentito molto la mancanza del padre.



NOTE

Burt ha acconsentito a lasciare Lila e Cory con Blaine... come se la caverà il ns eroe?...

A giovedì!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** 28 capitolo ***


I primi giorni senza Kurt furono molto pesanti per Lila e Cory.

Anche se Blaine stava prendendosi molta cura di loro, era comunque difficile per loro.

Per fortuna avrebbero avuto il weekend per abituarsi ad una differente routine con Blaine.

Una volta che arrivò Lunedì, si scatenò l’inferno.

Prima di tutto, Blaine ebbe molta difficoltà a far alzare Lila e Cory e prepararli ad andare a scuola.

Poi per colazione aveva deciso di fare dei french toast dimenticando però che Cory aveva problemi con alcuni cibi.

“Schifo” disse Cory , sputando il cibo nel piatto.

“Non ti piace?” chiese Blaine.

Cory scosse la testa.

“Cosa c’è che non va?” chiese Blaine, mentre controllava il cibo con la forchetta.

Non trovava nulla di visibilmente strano nella colazione del piccolo .

“Il latte fa schifo” strillò Cory facendo cadere la tazza a terra, combinando un casino.

Blaine sospirò.

“Cosa c’è che non va nel latte?”

“Il latte fa schifo” ripeté Cory, scuotendo la testa.

Blaine si alzò e prese un panno umido per pulire il disastro.

“Blaine” lo chiamò Lila, “ puoi sistemarmi i capelli per favore?”

Blaine alzò lo sguardo dal casino .

“Si... solo un minuto... siediti e fa colazione prima” le ordinò.

Lila si sedette a tavola e guardò il cibo nel piatto.

“Papà non ci prepara questo quando dobbiamo andare a scuola” ammise Lila.

“Beh... avevo pensato di prepararvi qualcosa di speciale oggi” rispose Blaine, rialzandosi.

“Ho fame” disse Cory.

Blaine guardò il piccolo ometto.

“Lo so... cosa vuoi?”

“Biscotti” strillò Cory.

Blaine scosse la testa.

“No Cory... non puoi avere i biscotti per colazione”

“Gelato?” chiese Cory.

Blaine rise. “No... niente gelato... puoi avere i cereali ed una banana... cosa ne dici?” gli propose.

Cory scosse la testa.

“Biscotti”.

“Puoi avere i biscotti quando torni da scuola” disse Blaine mentre versava dei cereali in una tazza, “ ti piacciono i tuoi french toast Lila?” chiese alla bambina.

Lila sorrise.

“Squisiti” disse con la bocca piena.

Blaine sorrise.

“Non si parla con la bocca piena tesoro”

Lila annuì e prese un sorso dalla sua tazza di latte.

“Che tipo di latte è questo?” chiese disgustata, dopo aver ingoiato quello che aveva in bocca.

“E’ il latte che abbiamo comprato ieri” rispose Blaine.

Lila scosse la testa.

“Non ha lo stesso sapore di quello che ci prende papà”

Blaine sospirò.

Andò verso il frigorifero e controllò il cartone del latte.

Così realizzò che, quando erano stati al supermercato, aveva comprato il latte sbagliato.

“Cory... credo di sapere perché non ti piace il latte” ammise Blaine.

Una volta finito di fare colazione, Blaine pettinò velocemente i capelli di Cory e Lila.

“Ahi” disse Lila, mentre Blaine cercava di sbrogliare i nodi tra i suoi capelli.

“AHIA!” strillò di nuovo.

“Mi dispiace tesoro... ma hai i capelli pieni di nodi” disse Blaine.

“Puoi farmi la treccia come fa papà?” chiese Lila.

Blaine scosse la testa .

“Non lo so se ne sono capace... non sono un bravo ad acconciare i capelli come papà”.

“Ti prego Blaine” insistette Lila.

Blaine guardò l’orologio.

“Tesoro... non abbiamo tempo ora... finisco di pettinarti e dobbiamo andare.”

Lila sospirò.

“Mi manca papà”

“Lo so...” rispose Blaine

Quando Blaine ed i bambini furono pronti per uscire di casa, il telefono cominciò a squillare.

“Papà” strillarono Lila e Cory.

“Sono sicuro che non è lui... forse è Rachel o Mercedes” insistette Blaine.

“NO!” strillò Cory.

Blaine spinse i bambini fuori dalla porta.

“Su... dobbiamo andare ora... siamo già in ritardo”  ordinò Blaine dirigendosi verso la macchina.

“Papà!” strillò Cory.

Mentre Blaine sistemava i bambini in macchina, il telefono continuò a squillare fin quando non rispose la segreteria e la voce di Kurt e dei bambini si sentì per tutta casa.

“Ciao... avete chiamato Kurt , Lila e Cory Hummel.

In questo momento non possiamo rispondere, quindi lasciate un messaggio e vi richiameremo appena possibile, grazie!”

Così la persona che aveva chiamato lasciò un messaggio.


“Ciao Blaine, sono Rachel.

Ascolta, dovevo andare io a prendere i bambini a scuola oggi, ma ho appena saputo che devo fare delle prove più tardi e quindi non posso andare a prenderli. Anche Mercedes è fuori città oggi, quindi devi andare a prenderli tu. 

Mi spiace, ci sentiamo più tardi.

Ok ciao.”


Blaine portò i bambini a scuola in ritardi, quindi arrivò tardi al lavoro.

“Ah... finalmente si è deciso a farsi vivo dottor Anderson” lo schernì il dottor Romano mentre Blaine entrava in ospedale.

Blaine sospirò.

“Mi scusi... ho avuto dei problemi a portare...” disse ma il dottor Romano lo interruppe.

“Non voglio sentire scuse” abbaiò il dottor Romano, allungando a Blaine numerose cartelline ed andò via.

Blaine si lasciò scappare un profondo sospiro mentre appoggiava le cartelline sulla scrivania , poi si sedette e si passò la mani sul viso.

“Hey... è tutto apposto?” chiese Quinn.

Blaine alzò lo sguardo sulla sua amica e scosse la testa.

Quinn gli sorrise.

“I bambini ti stanno già dando problemi?”

Blaine rise.

“Si... cioè il fine settimana è andata alla grande... ma oggi... si è scatenato l’inferno”

“Oh no... cos’è successo?” chiese Quinn con comprensione.

“Quello che non è successo?” le rispose Blaine, “ prima di tutto... non si volevano svegliare... poi vestirli è stata una battaglia.

Poi quando ho preparato la colazione mi sono dimenticato che Cory ha dei problemi con alcuni cibi motivo per cui non ha mangiato il suo french toast e non gli è piaciuto il latte perché non era quello che di solito compra Kurt” spiegò, “e poi Lila mi ha chiesto di pettinarle i capelli e ci ho messo un’eternità perché i suoi capelli erano pieni di nodi”.

“Mi dispiace molto” disse Quinn poggiando una mano sulla sua spalla.

“E mentre stavamo per uscire il telefono ha squillato ed hanno pensato che fosse Kurt” aggiunse .

“Era lui?” chiese Quinn.

Blaine scosse la testa.

“Non lo so... non credo... eravamo in ritardo così non potevo fermarmi per rispondere… controllo la segreteria più tardi”.

Quinn gli accarezzò la spalla , rassicurandolo.

“Vuoi qualcosa da mangiare?”

Blaine annuì. 

“Certo” e sorrise.

Quinn gli sorrise ed andò via.

La giornata di Blaine continuò come al solito.

Aveva avuto alcuni casi interessanti.

All’improvviso  arrivò un’emergenza.

“Cosa abbiamo?” urlò Blaine, avvicinandosi ai paramedici che trasportavano una barella.

“Donna, 19 anni, trovata svenuta nella sua stanza al dormitorio” disse il paramedico.

“Ha preso qualcosa?” chiese Blaine.

“La sua compagna di stanza non ci ha detto nulla” disse l’altro paramedico.

Blaine annuì mentre portavano la barella in una delle sale traumi.

“Ok... spostiamola al mio tre” ordinò Blaine, “ uno... due... tre” gridò mentre spostavano  la paziente dalla barella al lettino.

Mentre Blaine si stava occupando della sua paziente, arrivò Santana.

“Blaine... c’è una signora al telefono per te dalla scuola materna” disse immediatamente Santana.

“Cosa?” chiese Blaine, impegnato nel cercare di stabilizzare la paziente.

“Ha detto che sei in ritardo nell’andare a prendere Cory Hummel” continuò Santana.

Blaine alzò lo sguardo sull’orologio e poi guardò di nuovo Santana.

“Dannazione” sussurrò

“TI sei dimenticato qualcosa?” chiese Quinn.

Blaine scosse la testa.

“No... no... doveva andare Rachel a prendere lui e Lila” disse.

“Sta avendo le convulsioni” gridò Quinn, notando che la paziente tremare violentemente.

Datele dell’Adavan” ordinò Blaine, “ Santana... puoi chiedere all’asilo di chiamare Rachel o Mercedes?” le gridò.

“Sono un’infermiera non la tua segretaria”  disse Santana sarcasticamente.

“Le convulsioni sono finite” gridò Quinn.

Blaine sospirò e guardò Quinn.

“Ascolta... dobbiamo scoprire cosa ha preso”.

“Cosa vuoi che faccia con la donna al telefono?” li interruppe Santana.

Blaine guardò Santana.

“Su che linea è?” 

“Linea due” rispose lei.

Blaine prese il telefono e schiacciò il tasto.

“Pronto, sono il dottor Anderson”

“Salve dottor Anderson, sono Amy dall’asilo di Cory” iniziò Amy.

“Si salve... mi dispiace tanto, ma doveva venire Rachel a prendere Cory oggi” spiegò Blaine.

“Abbiamo provato a chiamarla, ma non risponde” rispose Amy.

Blaine sospirò.

“Ok... potete provare a contattare Mercedes Jones?”

“Mi dispiace dottor Anderson, abbiamo provato a chiamare tutti i contatti che abbiamo in elenco, ma nessuno è reperibile”.

Blaine abbassò la testa.

“Ok… arrivo”

Amy sorrise.

“Ok... ma dobbiamo farle la multa per il ritardo”.

Blaine annuì.

“Si certo... capisco... sarò li appena possibile”.

“A dopo dottor Anderson” disse Amy.

“Grazie” rispose Blaine ed attaccò.

Una volta finita la telefonata Blaine notò che la sua paziente era stata portata via da un altro medico, così si avviò verso il banco delle infermiere.

Quinn vide Blaine sedersi e si avvicinò.

Gli allungò un foglio.

“Cos’è?” chiese Blaine.

“I risultati delle analisi della tua paziente” rispose lei  “ e comunque si chiama Heather Ross”.

Blaine annuì guardando il foglio, “ Oh dio...”

“Si... lo so...” rispose Quinn.

“Ha tentato di suicidarsi?” chiese Blaine.

Quinn scosse la testa .

“Non lo so... le abbiamo già dato il carbone attivo, presto potremo parlare con lei”.

Blaine annuì.

“In realtà, dovrei andarmene per un po’… devo andare a prendere Cory e Lila”.

“Oh no… ha dei pazienti di cui occuparsi” lo interruppe il dottor Romano.

Blaine sospirò.

“Guardi... è un emergenza... non andrei via altrimenti” lo pregò.

“Dottor Anderson questo è un ospedale... non può andare e venire come le pare” abbaiò il dottor Romano.

Blaine prese un profondo respiro, mordendosi la lingua.

Voleva davvero mandare al diavolo il dottor Romano... ma se lo avesse fatto... probabilmente sarebbe stato licenziato.

“Tornerò tra un’ora” disse Blaine quanto più calmo poté, “ e sarà la mia pausa pranzo”.

Il dottor Romano guardò Blaine.

“Bene... un’ora”.

“Grazie” disse Blaine dirigendosi verso la porta.

“Oh... e dottor Anderson...” disse il dottor Romano fermando Blaine.

Blaine si voltò velocemente.

“Si?”

“Non porti i bambini qui in ospedale… altrimenti la licenzio” disse il dottor Romano e poi andò via.

Prima di andar via, Blaine doveva capire cosa avrebbe fatto con Cory e Lila quando sarebbe tornato.

Quinn gli si avvicinò sorridendo.

“Vai a prendere i bambini... ho un’idea” ammise.

Blaine sollevò un sopracciglio.

“Cosa?”

“Solo... vai a prenderli… non preoccuparti del dottor Romano” disse Quinn.

“Lo hai sentito... Se li porto qui mi licenzia… e sono sicuro che lo intendeva davvero” insistette Blaine.

Quinn scosse la testa.

“Solo... non entrare... ci vediamo fuori... ora vai prima che la scuola richiami”.

Blaine annuì ed uscì.

Dopo che Blaine andò via, Quinn fece una telefonata.

“Hey Tesoro... sono io” disse, “ ho bisogno che mi fai un favore”

“Certo... dimmi” .

Quando Blaine arrive finalmente all’asilo, vide Cory in lacrime.

“Hey... mi dispiace di essere in ritardo” disse Blaine scusandosi con l’impiegata, poi notò Cory.

“Hey... cosa è successo?” 

“Ha avuto una brutta giornata “ disse Amy a bassa voce.

“Forse perché sono in ritardo e la giornata non è iniziata come suo solito” spiegò Blaine, “ Vieni qui tesoro...” disse Blaine, aprendo le braccia per stringere Cory.

“Voglio papà!” disse Cory tra le lacrime.

Blaine sospirò.

“Lo so… ma dobbiamo andare a prendere Lila ora”.

Cory scosse la testa nella spalla di Blaine.

“Papà!”

Blaine guardò Amy.

“Grazie” disse , “ e scusa per tutto questo”.

Amy sorrise.

“Va bene... a volte succede”.

Blaine annuì  e si allontanò dall’edificio.

Andarono alla scuola di Lila dove trovarono la bambina in segreteria seduta a leggere un libro.

“Blaine” strillò.

“Hey tesoro... scusa per il ritardo” disse scusandosi.

“Dov’eri?” chiese Lila.

Blaine scosse la testa.

“E’ una lunga storia” disse mentre firmava per farla uscire.

“Forza… dobbiamo tornare in ospedale... devo tornare al lavoro” disse Blaine.

“Ma devo fare i compiti” piagnucolò Lila mentre uscivano.

“Lo so... ma devo tornare al lavoro” ripeté Blaine, “ e devo trovare qualcuno che resti con voi fin quando non torno”

“Zia Rachel?” disse Cory.

Blaine scosse la testa.

“No... non può e nemmeno Mercedes” rispose.

Una volta tornati in ospedale, Blaine ed i bambini trovarono Quinn ad aspettarli fuori con un uomo con la cresta.

“Blaine... ti ricordi di Puck?” chiese Quinn , presentando l’uomo accanto a lei.

Blaine annuì.

“Si... era al picnic del 4 Luglio?” chiese , stringendo la mano dell’uomo.

Puck annuì e sorrise.

“E’ bello rivederti doc”

Blaine restituì il sorriso.

“Anche per me”.

“Ho chiamato Puck e gli ho chiesto se poteva portare i ragazzi a casa tua “ cominciò Quinn.

Blaine scosse la testa.

“No, no... scusa... non posso fartelo fare”.

Entrambi guardarono il giovane dottore confusi.

“Scusa... ma pensavo che avessi bisogno di qualcuno che guardasse i ragazzi mentre tornavi al lavoro”  disse Quinn.

“Hey... capisco”  intervenne Puck.

Quinn e Blaine guardarono Puck.

“Ma... non credo tu abbia scelta ora , giusto?” aggiunse Puck.

Blaine sospirò e scosse la testa.

“Non lo so...”

“Ascolta... puoi lasciare che Puck porti a casa i bambini e quando finisci il turno li vai a prendere, o puoi tornare dentro e rischiare che il dottor Romano ti faccia una sfuriata”  disse Quinn dando a Blaine un ultimatum.

Blaine abbassò lo sguardo su Lila e Cory.

Poi pensò a cosa fosse realmente importante e a cosa avrebbe detto Kurt se fosse stato li.

“Ok...” alla fine rispose,” puoi portarli a casa mia” disse Blaine dando a Puck la chiave del suo appartamento, “ Solo... non fare casini... per favore”

Puck rise.

“Ci proveremo”.

Blaine si inginocchiò davanti a Lila e Cory.

“Mentre finisco di lavorare andrete a casa col mio amico Puck”.

“Quando torni a casa?” chiese Lila.

“Appena finisco di lavorare” rispose Blaine.

“Blaine!” urlò Santana correndo fuori.

“Devi tornare dentro. Siamo pieni ed il dottor Romano sta minacciando di licenziare chiunque non sia al lavoro... vale anche per te Quinn... mi spiace” insistette lei, correndo di nuovo dentro.

“Torno a casa non appena posso” ammise Blaine, accorgendosi di quanto tristi erano Lila e Cory.

“Andiamo piccoli” disse Puck prendendo la mano di Lila e quella di Cory portandoli via dall’ospedale.

Mentre si allontanavano, Cory continuò a guardare Blaine, cosa che spezzò il cuore del giovane dottore.

Poi Blaine e Quinn entrarono in ospedale e continuarono a lavorare.



NOTE

Scusate se non ho pubblicato ieri ... ma ho avuto da fare...

Abbiamo scoperto il capo di Blaine... ( un pò... "cattivello") ... ed è apparso il ragazzo di Quinn... il nostro Puck!

Buona lettura

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** 29 capitolo ***


Dopo una lunga giornata di lavoro, Blaine stava finalmente per tornare a casa.

Dimise il suo ultimo paziente, quando arrivò il dottor Romano.

“Finalmente torna a casa , dottor Anderson?”  disse il dottor Romano.

Blaine ruotò gli occhi.

“Si” disse bruscamente.

Il dottor Romano semplicemente annuì.

“Beh... si assicuri di essere qui domattina presto”.

Blaine sospirò .

“Si signore...” rispose e voltandosi si diresse verso la porta.

“Oh... e dottor Anderson...” urlò il dottor Romano e Blaine si fermò.

Voltò la testa per guardare l’altro dottore.

“Non voglio che sparisca nel bel mezzo del suo turno come ha fatto oggi... ha dei pazienti che hanno bisogno di lei...” disse categoricamente il dottor Romano.

Blaine si morse il labbro ed annuì.

“Buonanotte dottor Anderson” disse il dottor Romano e Blaine annuì per poi uscire dall’ospedale.

Blaine si diresse verso il suo appartamento.

Controllò la posta velocemente continuando a salire le scale.

Quando aprì la porta, trovò Cory addormentato sul divano di fronte alla tv, mentre Puck era seduto al tavolo da pranzo aiutando Lila a fare i compiti.

“Hey Lila” sussurrò Blaine entrando in cucina , sedendosi accanto a lei.

Lila alzò lo sguardo e sorrise.

“Ciao “

“Com’è andato il resto del turno?” chiese Puck.

Blaine scosse la testa.

“Così buono eh?” rise Puck.

“Sono solo felice che sia finito” rispose Blaine, “ com’è andata con loro due?” 

Puck sorrise.

“Sono stati bravi”

“Hanno cenato?” chiese Blaine.

“Puck ci ha preso la pizza” disse Lila eccitata.

Blaine sorrise.

“Grande”

“Stai bene amico?” disse Puck , notando il cambiamento d’umore di Blaine.

Blaine scosse la testa.

“E’ solo che domani devo lavorare e non ho idea di come farò ad andare a prenderli a scuola “ disse preoccupato Blaine, prendendosi la testa tra le mani.

“Posso andare io a prenderli” suggerì Puck

“Si!” strillò Lila.

Blaine si massaggiò il viso e guardò l’altro uomo.

“Non posso lasciartelo fare” .

“Perché no?” chiese Puck, “ voglio dire... oggi siamo stati bene...”

Blaine scosse la testa.

“No... sono una mia responsabilità... ho detto a Kurt che mi sarei preso cura di loro mentre era via...”

“E lo fai... ma... chi si occuperà di loro mentre tu sei al lavoro?” disse Puck.

Blaine sospirò .

Puck aveva ragione… non voleva ammetterlo... ma aveva ragione.

“Ma non hai un lavoro anche tu?” chiese Blaine.

Puck rise.

“Ho servito il paese nell’esercito per due anni... non ho bisogno di lavorare se non voglio.”

Blaine scosse la testa.

“va bene... avviserò la scuola che domani passi a prenderli e che ci andrai anche quando io non potrò”.

Puck annuì.

“Ti faccio avere gli indirizzi domani,” aggiunse Blaine, “ fermati in ospedale e te li porto... Kurt li ha scritti su un foglietto che è sul frigo”.

Puck annuì di nuovo e si alzò.

“Ci vediamo domani piccolina” disse , abbracciando Lila.

“Ciao Noah” disse Lila, sorridendo.

“Grazie per avermi aiutato con i compiti di matematica”.

“Prego” rispose Puck.

“Grazie per avermi aiutato oggi pomeriggio” disse Blaine.

Puck sorrise ed annuì.

“Non preoccuparti, amico...” disse mentre si dirigeva verso la porta.

“Ci vediamo domani” e con un ultimo cenno andò via.

Blaine guardò Cory dormire poi di nuovo Lila.

“Ok Lila” disse Blaine.

“Ok cosa?” chiese la bambina.

“Prendi le tue cose... dobbiamo tornare a casa tua” rispose Blaine.

“Perché? Cory sta già dormendo ed io sono stanca...” 

Blaine sospirò.

“Lo so tesoro… ma non staresti più comoda nel tuo letto?”

Lila sbadigliò mentre cercava di rispondere a Blaine.

“Dai tesoro” insistette “ ti aiuto a prendere tutte le tue cose” disse , iniziando a raccogliere i libri di Lola e a metterli nello zainetto.

“Torneremo qui tutti i giorni?” chiese Lila.

“Non ne sono sicuro... tesoro... spero di no” rispose Blaine.

“Quando torna papà a casa?”  chiese.

“Tra un paio di settimane” rispose Blaine, continuando ad aiutarla a raccogliere tutte le sue cose.

“Chiamerà stasera?” Lila continuò a fare domande.

“Lila... per favore... finiamo solo di prepararci per poter andar via” insistette Blaine, “ Vado a prendere tuo fratello” così si avvicinò al divano e tirò su Cory attentamente per poi prenderlo in braccio ed avviarsi verso la porta d’ingresso.

“Hai preso tutto Lila?” chiese Blaine alla bambina, mentre prendeva le cose sue e quelle di Cory.

Lila annuì.

“Ok... Andiamo... prima che sia già ora di andare a scuola” scherzò Blaine ed i tre lasciarono l’appartamento.


La mattina dopo le cose andarono molto meglio rispetto al giorno prima.

Lila e Cory si svegliarono senza capricci e la colazione non fu un disastro.

Blaine riuscì perfino a portarli a scuola in orario arrivando in tempo al lavoro.

“Buongiorno” disse Blaine allegramente.

“Qualcuno è di buon umore” disse Santana.

Blaine sorrise e si avvicinò al banco delle infermiere.

“Sono molto di buon umore” rispose, “ i bambini si sono alzati senza capricci, Cory ha mangiato la colazione senza fare casini e siamo usciti di casa in orario”

Santana rise.

“Meraviglioso” disse, “ e visto che sei così di buon umore... eccoti alcuni pazienti che hanno bisogno di te” disse allungandogli alcune cartelle.

Blaine rise e le prese.

“Oh... oggi dovrebbe anche arrivare la nuova segretaria” aggiunse Santana, prima che Blaine annuisse ed andasse via.

La giornata di Blaine stava andando bene.

Non aveva dovuto occuparsi di casi gravi ( che era una buona cosa) e il dottor Romano non gli era stato col fiato sul collo.

Puck era passato, come promesso , per prendere gli indirizzi da Blaine così da poter andare a prendere Lila e Cory.

Durante una pausa , Blaine era seduto al banco delle infermiere quando una giovane donna si avvicinò alla scrivania.

“Mi scusi... cerco il dottor Anderson”  disse

Blaine alzò lo sguardo dalle cartelle e guardò la donna.

“Sono io il dottor Anderson” rispose, “ posso aiutarla?”

La donna si lasciò scappare un sospiro di sollievo.

“Sono Tina Cohen-Chang... mi mandano dall’amministrazione... sono la sua nuova segretaria” sorrise.

Blaine le sorrise.

“Fantastico” rispose “ vieni sul retro che ti spiego cosa devi fare”  le disse facendole segno di seguirlo.

Tina si diresse velocemente dall’altra parte della grande scrivania e ci ripose la borsa, mentre Blaine le mostrava come funzionava il sistema telefonico.

“Ora devo tornare dai pazienti ma...” iniziò quando vide Santana, “ Santana risponderà a tutte le tue domande “ disse andando via per occuparsi di un paziente.

Mentre Blaine andava via, Tina sospirò e Santana lo notò.

“Non pensarci nemmeno” disse Santana prendendo una cartellina.

“Di cosa parla?” chiese ovviamente Tina.

“E’ gay ed è impegnato” disse seccamente Santana.

Tina ruotò gli occhi.

“Non ci stavo proprio pensando “

“Si certo...” sbuffò Santana, “ preoccupati solo di rispondere al telefono e lascia perdere qualsiasi fantasia potresti avere per Blaine, voglio dire il dottor Anderson”.

Tina scosse la testa e ruotò gli occhi, mentre Santana andava via.

Man mano che il tempo passava Blaine diventava sempre più impegnato.

Si stava occupando di un grave trauma quando Tina entrò di corsa.

“Um... dottor Anderson... “ balbettò, “ c'è una donna al telefono per lei” disse nervosamente.

“ Tina... non vedi che sono impegnato?” urlò Blaine per sovrastare i rumori dei monitors.

“Io... lo so... mi dispiace... ma è qualcuno dell'asilo...” continuò Tina.

Una volta sentite queste parole, Blaine sospirò.

“Pensavo fosse andato Puck a prendere i bambini?” chiese Quinn.

Blaine scosse la testa.

“Doveva...” disse “ qualcosa è successo se hanno richiamato”.

Quinn annuì.

“Conoscendolo... si...” 

“Tina... di che chiamerò più tardi, ma spiega che Noah Puckerman ha il mio permesso di portare a casa Cory Hummel” spiegò Blaine.

Tina annuì e tornò al banco delle infermiere.

Blaine sospirò di nuovo e scosse la testa.

“Stava andando tutto così bene” scherzò, continuando ad occuparsi del paziente.

Quinn rise.

“Pensa solo che il tuo turno è quasi finito... poi avrai due giorni liberi”.

Blaine rise.

“Si... non è abbastanza però”.

“Vuoi davvero più giorni liberi?” chiese Quinn.

Blaine scrollò le spalle.

“Cosa è successo al Blaine terrorizzato dai fine settimana e dai giorni liberi?” lo prese in giro Quinn.

Blaine scrollò di nuovo le spalle.

“Non lo so... “ rispose velocemente, “ ha incontrato Kurt ed i suoi figli. 

Ora , in realtà, non aspetto altro che i miei giorni di riposo solo per poter stare più tempo con lui ed i bambini”.

Quinn sorrise.

“E' meraviglioso Blaine, “ ammise, “ mi piace vedere questo lato di te”.
 
“Quale lato?” chiese.

Quinn rise.

“Quello dolce, sensibile e premuroso”.

“Hey!... chi ha detto che non lo sono”  disse Blaine.

Quinn scosse la testa.

“Nessuno... è solo bello vederlo di tanto in tanto... questo è tutto”.

Blaine ridacchiò.

Quando Blaine finì di occuparsi del suo paziente, lui e Quinn si diressero verso il banco delle infermiere.

“Tina... hai parlato con l'asilo?” chiese Blaine.

Tina annuì.

“Si... ed hanno detto che devi inserire il nome di Noah nella lista delle informazioni di Cory Hummel  che indichi chi può andare a prenderlo a scuola “ spiegò.

Blaine annuì.

“Va bene... grazie”.

Tina annuì.

Blaine guardò il suo orologio.

“Vado a controllare il mio ultimo paziente e poi vado a casa finché posso”.

Quinn sorrise.

“Bene... te lo meriti”.

Blaine percorse il corridoio per controllare il suo ultimo paziente prima di andare via.

Aprì le tende e rimase sorpreso di vedere chi c'era sul lettino.


NOTE

Chi ci sarà sul lettino?

Lo scopriremo giovedì....

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** 30 capitolo ***


Blaine percorse il corridoio per controllare il suo ultimo paziente prima di andare via.

Aprì le tende e rimase sorpreso di vedere chi c'era sul lettino.

“Sorpresa!” esclamò l'uomo.

“Wes!” Blaine rimase a bocca aperta.

L'uomo seduto sul letto saltò giù ed abbracciò Blaine.

“Hey Blaine... come stai?”

“Bene... ma co... cosa ci fai qui?” chiese Blaine al suo amico.

“Beh... ero da queste parti... così ho pensato di poter passare a salutare uno dei miei amici del liceo “ ammise Wes.

Blaine sorrise.

“E' fantastico... non posso credere che tu sia qui... cioè ti sei perso Nick e Jeff, sono stati qui recentemente”.

Wes sorrise ed annuì.

“Si lo so... mi hanno mandato una email”.

Blaine rise.

“Mi hanno detto che hai un nuovo ragazzo” disse Wes.

Blaine annuì.

“Allora... com'è? Cosa fa?  È bello?” lo interrogò Wes.

Blaine ruotò gli occhi.

“Si... è bello... lavora per Vogue ed è semplicemente incredibile”.

Wes sorrise.

“Ed ha due bambini meravigliosi... Lila ha 8 anni e Cory 3” aggiunse, “ oh... e devo tornare a casa per liberare il mio amico del suo lavoro di babysitter” disse velocemente.

“Beh... io speravo di poterci vedere per passare un po' di tempo insieme prima che me ne vado... sai... ricordare i vecchi tempi”.

Blaine sospirò.

“Sai che verrei se potessi... ma devo tornare a casa... mi sto occupando di Lila e Cory mentre Kurt  è fuori per lavoro”.

Wes annuì.

“Per quanto ti fermi in città?” chiese Blaine.

“Vado via dopo domani” ammise Wes.

Blaine si morse il labbro.

“Beh... che ne dici se ci vediamo domani a pranzo? Sono libero ed i bambini saranno a scuola”.

Wes annuì.

“Ok... sembra perfetto”.

Blaine sorrise ed annuì.

“Ok... chiamami o mandami un messaggio e ci vediamo a pranzo”.
“Ve bene... a domani” disse Wes e con un ultimo abbraccio, se ne andò.

Blaine tornò al suo appartamento e trovò Puck ed i bambini sul divano mentre guardavano la tv.

“Sono a casa” disse Blaine, togliendosi le scarpe e la giacca.

“Blaine ,Blaine, Blaine” urlò Cory, correndo verso di lui per saltare tra le sue braccia.

“Hey... ciao anche a te” rise Blaine.

“ Niente scuola” disse piangendo.

“Cosa?” chiese Blaine.

Puck si alzò dal divano e si avvicinò.

Puck scrollò le spalle.

“Sembra che abbia avuto dei problemi a scuola oggi”.

Blaine spalancò gli occhi dalla sorpresa.

“Cosa ha fatto?” chiese , sentendo Cory nascondere la testa nella sua spalla.

“Non conosco tutti i dettagli... non mi hanno voluto dire nulla perché non sono suo padre o il suo tutore legale... ma da quello che mi ha detto la tipa .... Cory stava giocando con dei bambini e ne ha colpito uno e morso un altro... ma è tutto quello che mi hanno detto.”

Blaine sospirò e mise giù Cory .

“Cory... hai fatto del male ai tuoi amici?”  chiese Blaine.

Cory abbassò lo sguardo .

“Cory Hummel... devi dirmi cosa è successo” insistette Blaine.

“Stavo giocando... Brian è venuto e si è preso la macchinina e non voleva ridarmela...” 
iniziò Cory.

“Cosa è successo dopo?” chiese Blaine.

Le lacrime cominciarono a cadere sul viso del piccolo .

“Mi dispiace... Ho colpito Brian e poi Matthew mi ha tirato i capelli” disse continuando a piangere, “ così ho cercato di fermalo... ma non la smetteva...così ho usato i denti” poi si lanciò di nuovo tra le braccia di Blaine.

Blaine abbassò la testa.

“Ok... è tutto apposto” disse Blaine accarezzando la schiena di Cory per rassicurarlo, “ devi chiedere scusa a Brian e a Matthew quando torni a scuola”.

Cory annuì' sulla spalla di Blaine. 

“Com’è andato il resto del pomeriggio?” chiese Blaine a Puck.

Puck si voltò verso il davano dove stava seduta Lila.

“Lila.. vieni qui per favore” la chiamò e Lila corse verso di loro.

“Si?” sorrise.

“Di a Blaine com’è andata oggi a scuola” disse Puck.

“Ho preso 100 al compito di matematica” disse fiera Lila.

Blaine sorrise.

“E’ meraviglioso tesoro..” 

“Papà chiama stasera?” chiese Lila.

“Oh!” esclamò Blaine guardando l’orologio, “ si... è meglio se torniamo a casa... dovrebbe chiamare presto... 

Vai a prendere le tue cose così ce ne andiamo”.

Blaine mise di nuovo Cory giù così lui e Lila andarono a prendere i loro zainetti.

“Grazie Puck per averli tenuti oggi” disse Blaine.

Puck scosse la testa.

“Hey... nessun problema... ci siamo divertiti”.

Blaine sorrise.

“Hai bisogno di me anche domani?” chiese Puck.

“In realtà no... ho due giorni liberi” ammise Blaine, “ oh... a dire il vero... ti dispiacerebbe stare con Cory per un paio d’ore mentre vado a pranzo con un amico?... lo apprezzerei molto.”

Puck annuì.

“Certo... nessun problema... chiamami”.

Blaine annuì.

“Grazie... ci vediamo domani”.

“Ok... ciao”.

“Ciao Puck...” dissero Lila e Cory all’unisono.

Puck salutò i bambini ed uscì.

“Ok voi due… andiamo a casa... sono sicuro che una volta li, vostro padre chiamerà dal computer per una videochat”.

Blaine riportò Lila e Cory a casa loro per cena.

Non appena finirono, Blaine sentì uno squillo venire dal pc.

“Penso che vostro padre stia chiamando” esclamò, premendo un tasto del pc ed il volto di Kurt apparve sullo schermo.

“Hey...” disse allegro Kurt.

“Hey tu” rispose Blaine ugualmente felice, “com’è Parigi?”

“Bella... ma vorrei non dover restare qui così tanto... mi mancano tanto Lila e Cory... “ rispose Kurt, “ ed anche tu” aggiunse ridendo.

Anche Blaine rise.

“Beh... conosco due persone che muoiono dalla voglia di salutarti” disse, “Lila! Cory!... venite a salutare papà” li chiamò ed entrambi corsero velocemente al computer.

“PAPA’! “ urlò Cory.

“Hey scimmietta” disse Kurt.

“Mi manchi “ disse Lila.

“Mi mancate anche voi” rispose Kurt.

“Sei a casa di nonno?” chiese Cory.

Kurt rise.

“No tesoro... non sono da nonno... sono in un posto lontano lontano da dove siete voi “ iniziò a spiegare, “ ricordi quando vi ho detto che dovevo andare a Parigi?”

Cory scosse la testa.

“Va bene... ma è qui che mi  trovo adesso” spiegò Kurt.

“Torni a casa adesso?” chiese Cory.

Kurt sospirò.

“Oh tesoro... vorrei poterlo fare”.

“Quando torni a casa?” chiese Lila.

“Temo non prima di un paio di settimane” rispose Kurt.

“Perché ?” piagnucolò Lila.

“Tesoro... lo so che vorresti che io tornassi a casa ora... ma questo è il mio lavoro” spiegò, “ Comunque... non vi state divertendo con Blaine?”

Lila scrollò le spalle.

“Tesoro... lo so che non è la stessa cosa... ma tornerò presto” li rassicurò Kurt.

“Ti prego torna a casa” piagnucolò Cory.

Kurt si accigliò.

“Bambini... lo sapete che vi voglio un mondo di bene... ma tornerò presto”.

“Ok voi due... é ora di andare a letto” disse Blaine.

“NO!” urlarono insieme .

“Vi richiamo domani sera” disse Kurt, “divertitevi a scuola”

“Niente scuola per me domani” esclamò Cory.

Kurt inarcò un sopracciglio.

“Te lo spiego dopo” disse Blaine, “dite buonanotte a papà” aggiunse Blaine.

“Ciao ciao papà... ti voglio bene” disse Cory, soffiandogli un bacio.

“Ti voglio bene anche io” rispose Kurt.

“Ciao papà... ti voglio bene... torna presto” disse Lila.

Kurt sorrise.

“Ti voglio bene anche io principessa...” disse Kurt e li salutò entrambi.

“Torno subito” disse Blaine.

Kurt annuì e guardò Blaine portare via i bambini.

Poco dopo Blaine tornò e si sedette di nuovo al computer.

“Sono tornato” disse Blaine esausto.

“Allora... com’è la vita con un lavoro a tempo pieno e due bambini?” lo prese in giro Kurt.

Blaine rise e scosse la testa.

“Fai sembrare tutto così facile”.

Kurt ruotò gli occhi.

“Questo perché lo faccio da così tanto tempo” ammise, “ allora cos’è sta storia che Cory non va a scuola domani?”

Blaine sospirò.
“Non chiedermelo” disse passandosi una mano sul viso, “ devo andare a scuola per parlare con l’insegnante e vedere se riesco a sistemare tutta questa storia”.

Kurt annuì.

“Spero che Lila e Cory non ti stiano dando troppi problemi”.

Blaine scosse la testa velocemente.

“No... no... va tutto bene” rispose, non voleva raccontare a Kurt di essere arrivato tardi a scuola per prendere i bambini e di aver dovuto chiedere a Puck di occuparsi di loro, “ non voglio che ti preoccupi per qualcosa mentre sei via.

Sappi solo che sono pienamente capace di prendermi cura dei tuoi adorabili bambini mentre vado anche al lavoro.”

Kurt guardò Blaine attraverso lo schermo e sorrise.

“lo spero... Lila e Cory sono tutto quello che ho”.

Blaine sorrise .

“Lo so... e non preoccuparti... non succederà nulla fin quando ci sono io” .

Kurt rise.

“Lo so.. .mi fido di te.. “

“Bene.. “ rispose Blaine, “ Ora... dimmi... com’è Parigi?”

Kurt scosse la testa.

“E’ meravigliosa… credo davvero di poter avere la possibilità di creare una mia etichetta”.

“E’ meraviglioso Kurt... “ esclamò Blaine.

I due uomini continuarono a chiacchierare per alcuni minuti, fin quando Blaine non sentì qualcuno piangere al piano di sopra.

“Uh... Oh... ho sentito qualcuno piangere” disse Blaine “ è meglio se vado “ .

Kurt annuì.

“Vorrei essere li per poterti aiutare”

“Lo so... ma non preoccuparti... tornerai presto” disse Blaine, “ ci sentiamo domani?”

“Si... se non dovessi sentirmi per quest’ora vuol dire che sono ancora alla sfilata... chiamerò dopo domani... “ spiegò Kurt.

Blaine annuì.

“Ok... buonanotte”

“Buonanotte Blaine... ti amo...” disse Kurt.

“Buonanotte Kurt... ti amo anche io” rispose Blaine e lo schermo si spense.

Blaine chiuse il computer e salì al piano di sopra per controllare chi stava piangendo.



NOTE

Scusate per ieri... ma ho visto la puntata di ACS - The Assassination of G.Versace con l'amore mio Darren... quindi a partire dalla prossima settimana ( visto che guarderò le puntate) la pubblicazione passerà a Lunedì e Venerdì... se riesco cerco di mettere un giorno in più...)

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** 31 capitolo ***


La mattina dopo, Blaine preparò i bambini e portò Lila a scuola.

“Niente scuola , Blaine” disse Cory felice.

Blaine scosse la testa, mentre di dirigeva verso l’asilo di Cory.

“Devo parlare con la tua maestra e vedere quando puoi tornare a scuola” spiegò.

“No” urlò Cory, scuotendo la testa.

Blaine ignorò le urla di Cory e continuò a dirigersi verso la scuola.

Blaine e Cory arrivarono all’asilo ed entrarono nell’edificio.

Blaine vide subito Amy.

“Buongiorno dottor Anderson, come sta?” lo salutò lei con gentilezza.

“Bene... posso parlarle un attimo?” chiese Blaine.

“Certo...” annuì e guidò Blaine e Cory verso un’aula vuota.

“E’ tutto ok?” 

Blaine scosse la testa.

“A dire il vero no... ieri quando il mio amico è venuto a prendere Cory . mi ha detto che Cory ha colpito un bambino e morso un altro”.

Amy sollevò un sopracciglio.

“Purtroppo è vero”.

Entrambi abbassarono lo sguardo sul bambino che aveva lo sguardo basso e trascinava i piedi.

“Può per favore dirmi cos’è successo? So solo il poco che mi ha detto Cory” chiese Blaine.

Amy annuì.

“Quando siamo andati in giardino, Cory stava giocando con alcune macchinine che avevamo portato con noi, “ iniziò, “ poi due bambini gli si sono avvicinati per giocare con lui.

Uno ha afferrato la macchina con cui stava giocando Cory, “ continuò Amy, “ mentre mi stavo avvicinando , Cory ha colpito il bambino.

L’altro ha preso Cory per i capelli. .. cosa che lo ha fatto arrabbiare ancora di più... così lo ha morso” finì.

Blaine sospirò e si massaggiò il viso.

“Mi dispiace dottor Anderson, ma quando succede qualcosa del genere , dobbiamo per forza allontanare il bambino da scuola per un giorno” insistette Amy.

Blaine alzò di nuovo lo sguardo sulla donna scioccato.

“Cosa?” 

“Mi dispiace... ma non possiamo permettere che Cory faccia del male agli altri bambini” disse lei.

“Probabilmente è solo turbato perché la sua routine è cambiata” disse Blaine.

“Mi dispiace” ripeté Amy , “ ma è la politica della scuola... se gli permettiamo di tornare a scuola continuerebbe a comportarsi così” .

“Quindi… se dovesse rifarlo domani... cosa succederebbe?” chiese Blaine, la rabbia crescente nella voce.

“Se continua con questo atteggiamento dobbiamo espellerlo dalla scuola” spiegò Amy.

Blaine la guardò ad occhi spalancati.

“Scusi... ma non è una scuola per bambini con necessità speciali?” chiese in tono accusatorio.

Amy annuì.

“Certo... ma seguiamo le stesse regole della scuola pubblica” .

Blaine prese un profondo respiro.

“Cory si comporta così solo perché suo padre è fuori città ed io mi sto occupando di lui ed ho un amico che lo viene a prendere quando io non posso... non sa come reagire in nessun altro modo”.

Amy scosse la testa .

“Mi dispiace... dottor Anderson... non posso fare altro” insistette Amy.

“Cory non può tornare a scuola oggi per quello che ha fatto ieri... può tornare domani”.

Blaine abbassò la testa , passandosi di nuovo una mano sul viso.

Prese Cory in braccio e si avviò verso l’uscita.

“Dove andiamo?” chiese Cory.

“A te la scelta” disse Blaine uscendo dall’edificio, “ vuoi passare la giornata con Puck o vuoi venire a pranzo con me ed un mio vecchio amico?”

“ Blaine! Blaine! Blaine!” strillò Cory e Blaine rise dell’eccitazione del bimbo.

“Ok... fammi chiamare Puck, così gli dico che non ho bisogno di lui , e poi il mio amico” spiegò.

Blaine prese il cellulare dalla tasca e fece le due telefonate.

Poi lui e Cory si diressero verso l’albergo dove alloggiava Wes.

“Hey Wes” disse Blaine.

“Hey Blaine” disse Wes abbracciando l’amico, “ e lui chi è?” chiese notando il bambino nascosto dietro le gambe di Blaine.

Blaine abbassò lo sguardo.

“Oh... lui è Cory” disse, “ Cory... lui è il mio amico Wes... saluta” .

Cory scosse la testa .

“Va tutto bene... non devi aver paura... “ cercò di persuaderlo Blaine.

Cory restò nascosto.

Wes si inginocchiò davanti a lui.

“Ciao Cory” disse, “ sai... ho una bambina che ha la tua età... vuoi vedere una sua foto?” chiese.

Cory annuì.

Wes prese il suo telefono e controllò tra le foto fin quando non trovò quella che cercava.

“Eccola... questa è Molly” mostrò la foto a Cory.

“Dov’è Molly?” chiese Cory.

Wes rise.

“E’ a casa con la mamma”

Cory sorrise .

“Molly è qui?”

Wes e Blaine risero.

“No... non vivono a New York... Vivono in Ohio”

“Nonno?” gli occhi di Cory si illuminarono quando sentì la parola Ohio.

Wes guardò Blaine confuso.

“E’ dove vivono sua nonna e suo nonno” chiarì Blaine.

“Oh...” disse Wes, rialzandosi, “ beh... la prossima volta che passo di qui... mi assicurerò di portare Molly con me”.

Cory sorrise a Wes.

“Si!”

“Hai fame?” chiese Wes a Cory che annuì.

“Beh... allora andiamo a pranzare” rispose Wes.

Cory sollevò le braccia verso Blaine.

“No Cory... puoi camminare” disse Blaine.

Cory scosse la testa.

“Forza... ce ne andiamo senza di te” disse Blaine mentre lui e Wes si avviarono verso l’uscita dell’albergo.

“NO!” urlò Cory.

“Cory... non ti porterò in braccio... ora forza”  lo sgridò Blaine.

Cory arrancò e cadde per terra.

Blaine sospirò.

Guardò il suo amico.

“Mi dispiace Wes... quando cambia le sue abitudini ha problemi”

Wes scosse la testa.

“Non preoccuparti “

Blaine tornò a guardare Cory .

“Vieni con noi o dobbiamo tornare a casa?

Cory si lasciò scappare un grugnito.

Blaine scosse la testa.

“Penso che dobbiamo tornare a casa”.

“No!” urlò Cory.

“Hey... che ne dici se prendo qualcosa e porto tutto a casa tua?” suggerì Wes.

Blaine scosse a testa.

“Non devi farlo Wes...”

“Lo so... ma chi lo sa quando potrò rivederti?” disse Wes.

Blaine ridacchiò.

“Va bene... penso che puoi farlo”.

Wes sorrise.

“Hey... non hai detto che Kurt ha anche una figlia?”

Blaine annuì.

“Cose ne dici se passiamo a prenderla a scuola così mangiamo tutti insieme?” suggerì Wes.

Cory si era finalmente calmato e Blaine gli prese la mano.

“Non lo so Wes... ha già perso molti giorni di scuola” disse esitante Blaine.

“Ok... ma vuoi ancora che vada a prendere qualcosa per noi tre?” chiese di nuovo Wes.

Blaine abbassò lo sguardo su Cory .

“Farai il bravo?” chiese al bimbo che annuì.

“Penso che possiamo provare a pranzare fuori” disse Blaine.

Wes annuì ed i tre uscirono dall’albergo.

Non appena Wes, Blaine e Cory arrivarono al ristorante, Cory prese da mangiare così si calmò.

“Credo che avesse solo fame” disse Wes , notando l’immediato cambiamento di atteggiamento di Cory.

“Beh... non ha dormito molto la scorsa notte... quindi potrebbe essere avere a che fare con questo...” rispose Blaine.

Wes annuì.

“Quando torna Kurt?”

“Non prima di un paio di settimane” disse Blaine

“Beh... ti faccio sapere quando torno in città... mi piacerebbe incontrarlo” continuò Wes.

Blaine annuì.

“Certo”.

“E... voglio l’invito per il matrimonio” aggiunse Wes, facendo quasi strozzare Blaine col cibo.

“Wes... usciamo insieme solo da qualche mese... non penso siamo già a quel punto” disse Blaine.

Wes rise.

“Sto scherzando”.

Blaine scosse la testa.

I due amici finirono di pranzare ed uscirono dal ristorante.

“E’ stato bello rivederti Wes” disse Blaine.

“Anche per me” rispose Wes.

“Bene... devo andare... devo prendere Lila a scuola” disse Blaine.

Wes annuì.

“Ok... beh... se qualche volta torni in Ohio... chiamami così ci vediamo... sono sicuro che a Leslie piacerebbe vederti”.

Blaine sorrise.

“Si... piacerebbe anche a me”

Wes annuì di nuovo.

“Grande... beh... ti lascio andare”.

Blaine prese Cory in braccio.

“Cory... dì ciao a Wes”.

Cory lo salutò stanco.

“Ciao piccolo” disse Wes, “ e la prossima volta che verrò in città , porterò sicuramente Molly con me”.

Cory sorrise e strofinò il naso contro il collo di Blaine.

Wes strinse Blaine con un solo braccio.

“Ci vediamo Blaine”

Blaine rise.

“Ci vediamo Wes” ed i due amici andarono ognuno per la sua strada.

Blaine si diresse verso la scuola di Lila ed aspettò che l’ultima campanella suonasse con Cory.

“Dov’è Lila?” chiese il bimbo.

“Dobbiamo aspettarla tesoro” rispose Blaine.

Cory si sedette sul terreno davanti a Blaine in attesa di sua sorella.

Mentre aspettavano, il telefono di Blaine squillò.

Blaine tirò fuori il cellulare dalla tasca.

“Pronto?” rispose.

“Hey Blaine” disse la persona dall’altra parte del telefono.

Blaine spalancò gli occhi.

“Hey Kurt, “ disse Blaine sorpreso, “ hai chiamato presto... va tutto bene?”

Kurt rise.

“Si... va tutto bene... ho chiamato solo perché volevo raccontarti alcune bellissime novità”.

Blaine sorrise.

“Tornerai a casa prima?” tirò ad indovinare Blaine.

Kurt rise.

“Vorrei... ma questo è ancora meglio...” iniziò Kurt, “ mi sono incontrato con alcuni designers e potrò iniziare a creare la mia linea di moda!”

“Cosa?” esclamò Blaine, “ Kurt... è stupendo.. .sono così fiero di te”.

“Grazie” disse felice Kurt, “ ma c’è un problema” esitò.

"Uh...oh... non mi piace quel tono...” rispose Blaine.

Kurt prese un profondo respiro.

“Con la mia linea di moda, dovrò fare molti più viaggi di lavoro.

Probabilmente non in Francia, ma in giro per gli Stati Uniti... tipo California, Florida e qualche altro posto vicino New York”.

“Kurt non preoccuparti di questo... lo sai... sarò con te e ti aiuterò per quel che posso” spiegò Blaine.

Kurt sospirò.

“Sei troppo buono per essere vero... lo sai questo vero?”

Blaine arrossì, anche se Kurt non poteva vederlo.

“Beh... basta parlare di me... come stanno i miei figli?” chiese Kurt.

Blaine rise.

“Beh... sono davanti la scuola di Lila e la campanella è appena suonata... quindi sarà qui tra pochi minuti”

“E il mio piccolo ometto?” Kurt continuò, “ è andato a scuola oggi?”

Blaine sospirò.

“Blaine? Cosa c’è?” chiese Kurt preoccupato.

“Sono andato all’asilo per capire cosa fosse veramente successo ieri ed Amy mi ha detto...” iniziò Blaine, ma fu interrotto .

“Aspetta... cosa  significa che sei andato a scuola per capire cosa era davvero successo? Non sei andato a prenderlo?” chiese Kurt.

Blaine deglutì.

“Umm..” 

“Blaine? Che cosa diamine sta succedendo li?” urlò Kurt.

“Ok... prima che ti arrabbi... fammi prima parlare” iniziò Blaine.



NOTE

Buona lettura!!

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** 32 capitolo ***


“Blaine? Che cosa diamine sta succedendo li?” urlò Kurt.

“Ok... prima che ti arrabbi... fammi prima parlare” iniziò Blaine.

Kurt sospirò e si sedette sul letto nella sua camera d’albergo.

“Ok... ti ascolto”.

Blaine prese un profondo respiro .

“Ok... l’altro giorno ero in ritardo nell’andare a prendere i bambini a scuola ed il mio capo era con me sul caso, così ho dovuto portarli qui in ospedale.

Il marito di una delle mie migliori amiche si è offerto di portarli a casa mia e stare con loro mentre finivo il resto del turno” iniziò.

Kurt continuò ad ascoltare , ma non gli piaceva quello che stava sentendo.

“Poi... ieri ho avuto bisogno che andasse a prendere i bambini perché il mio capo era di nuovo su un caso con me... e fidati... non vorresti mai incrociarlo...” continuò Blaine, “ ma oggi sono andato all’asilo e ho scoperto cos’era successo con Cory ieri.

Kurt... non credo che sospendere Cory per una giornata solo perché ha fatto del male ad un paio di bambini sia giusto... cioè... ha solo 3 anni!!”

“Ed io non penso che quello che stai facendo tu sia giusto!” esclamò Kurt.

Blaine abbassò la testa e sospirò.

“Ascolta Kurt... lo so che sei arrabbiato con me…”

“Arrabbiato?” urlò Kurt, “ mi sto fidando di te tanto da lasciarti i miei bambini, Blaine” .

“Blaine!” strillò Lila, uscendo da scuola.

Blaine si inginocchiò accanto a lei.

“Ciao tesoro” disse allegramente.

“Con chi stai parlando?” chiese Lila.

Blaine allontanò il cellulare dalla bocca.

“E’ papà”

Gli occhi di Lila si illuminarono.

“Voglio parlare con lui” disse allungandosi verso il cellulare.

“Ok... ok... ecco parla con papà” disse Blaine, dando il cellulare alla bambina.

“Anche io” disse Cory alzandosi in piedi.

“Puoi parlare con lui dopo Lila” disse Blaine.

“Ciao papà... sono io” disse Lila, gioiosamente.

Quando Kurt sentì la sua piccolina al telefono , il suo umore cambiò velocemente.

“Ciao tesoruccio... come stai?”

“Bene... sono appena uscita da scuola” rispose, “ ieri ho preso 100 al compito di matematica ed oggi 100 al compito di lettura”.

Kurt sorrise.

“E’ meraviglioso tesoro”

“Cosa stai facendo?” chiese.

“Oh... sto ancora lavorando” rispose Kurt.

“Lavoro difficile o difficilmente lavori?” " lo prese in giro Lila facendolo ridere.

“Io... io...” urlò Cory, cercando di afferrare il cellulare.

“Cory vuole parlare con te” disse Lila.

“OK... dagli il telefono” la istruì Kurt.

“Ciao papà...ti voglio bene” aggiunse Lila, prima di consegnare il telefono.

“Ti voglio bene anche io , amore” rispose Kurt.

Poi consegnò il cellulare al fratellino.

“Papà!” urlò allegramente Cory.

“Hey scimmietta” rispose Kurt.

“Papà... torni a casa adesso?” chiese Cory.

Kurt sospirò.

Questo spezzava sempre il suo cuore.

Non capendo il concetto di tempo, Cory non sapeva quando il padre sarebbe tornato a casa.

“Presto tesoro” rispose Kurt.

“Quando? Domani?” chiese Cory.

Kurt si asciugò rapidamente le lacrime che stavano minacciando di cadere.

“Presto tesoro... ma divertiti con Blaine ok?” 

“Ok papa” rispose Cory.

Kurt sorrise.

“Per favore puoi passare il telefono a Blaine così finisco di parlare con lui?” 

“K... ti voglio bene papa” strillò Cory.

“Ti voglio bene anche io...c i vediamo presto... ok?” disse Kurt e Cory restituì il cellulare a Blaine.

“Hey Kurt” disse Blaine, preoccupato.

“”I miei bambini saranno al sicuro fin quando non torno a casa?” chiese serio Kurt.

“Certo che lo saranno” rispose Blaine.

“Nessuno sta bevendo o usando droghe accanto a loro, vero?” chiese Kurt.

Blaine si accigliò.

“No... perché mi stai facendo queste domande?”

Kurt si alzò e cominciò a fare avanti ed indietro nella sua stanza d’albergo.

“Beh... te lo avrei chiesto prima di affidarti i miei figli se avessi saputo che un estraneo sarebbe andato a prenderli a scuola e si sarebbe occupato di loro al posto tuo”.

“Kurt... per favore” lo pregò Blaine.

“No Blaine... mi hai chiesto se potevi occuparti tu dei bambini mentre ero via… non un tuo amico che nemmeno conosco” urlò Kurt.

Blaine abbassò la testa.

“Hai ragione Kurt... ti ho detto che potevo occuparmi di Lila e Cory e dovevo mantenere questa promessa” iniziò, “ così... da ora fino a quando non tornerai, mi assicurerò di trovare un modo per sistemare i miei turni per poter prendere i bambini a scuola e restare con loro.”

“Grazie” rispose Kurt.

“Prego...” disse Blaine, “ l’ultima cosa che voglio è che tu sia arrabbiato con me... soprattutto mentre sei via”.”

“Anche io” disse Kurt.

“Ok... devo andare... stiamo rientrando a casa e Lila si è allontanata troppo” disse Blaine.

Kurt rise.

“Ok... tienili d’occhio” .

“Lo farò.. ci sentiamo più tardi... ti amo…” rispose Blaine.

“Ti amo anche io... ciao...” disse Kurt e poi attaccarono.



NOTE

Eccoci col nuovo capitolo...

Ricordo di aver spostato il giorno solo perché il Giovedì vedo la puntata di ACS con Darren.... ;)...

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** 33 capitolo ***


Una volta che Blaine arrivò a casa con i bambini, Cory andò in camera sua a giocare mentre Lila fece merenda prima di iniziare a fare i compiti.

“Blaine... cosa c’è per cena?” chiese Lila mentre si sedeva al tavolo in cucina.

“Cosa ti piacerebbe?” rispose Blaine.

“Pizza!” strillò Lila.

Blaine rise.

“Hai mangiato la pizza ieri”

“Mi piace la pizza” disse Lila.

“Cosa ne pensi se faccio il pollo?” suggerì Blaine.

“Ok... ma di solito papà fa qualcosa vicino al pollo” disse Lila.

“Beh... vediamo cosa abbiamo” rispose Blaine, controllando in dispensa, “ che ne dici di pollo e riso?”

Lila annuì.

“Ok... ora inizia a fare i compiti... io devo fare un paio di telefonate” disse Blaine.

“Chi devi chiamare?” chiese Lila, facendo la ficcanaso.

Blaine ridacchiò.

“Devo chiamare alcune persone al lavoro” rispose, “ ora... inizia a fare I compiti”.

Lila rise, mentre tirava fuori le sue cose dallo zainetto ed iniziò a studiare.

Blaine andò in salotto ed iniziò a fare le sue chiamate.

“Pronto?” rispose Quinn.

“Hey Quinn... sono Blaine” disse.

“Hey Blaine... cosa c’è?” chiese Quinn.

“Ho bisogno che mi riorganizzi i turni per le prossime settimane” iniziò Blaine, “  c’è comunque la possibilità che qualcuno copra i miei turni mentre guardo i figli di Kurt?”.

Quinn diede un’occhiata al programma mensile.

“Non lo so Blaine... il dottor Romano ha appena sistemato i turni e lo sai com’è quando proviamo a riorganizzarlo”.

“E’ il dottor Anderson?” chiese il dottor Romano e Quinn annuì.

Il dottor Romano fece cenno a Quinn di passargli il cellulare , e lei lo fece.

“Anderson... sta cercando di evitare di venire al lavoro?” chiese il dottor Romano.

“No... no signore...” disse velocemente Blaine, “ho solo bisogno di uscire un po’ prima per un paio di giorno così da potermi occupare dei figli del mio… di un amico.”

“Ascolta Anderson… sei un medico non un babysitter” disse il dottor Romano duramente, “ mi aspetto di vederla domani”.

“Um... dopo domani... è la mia giornata libera domani” lo corresse , cautamente, Blaine.

“Sbagliato... Lavora domani… dalle 7 di mattina... un turno di 12 ore” disse il dottor Romano.

“Cosa?” gemette Blaine, “ mi dispiace dottor Romano... ma non posso...” 

“No dottor Anderson... o viene domani al lavoro o non si disturbi a tornare” urlò il dottor Romano, chiudendo la telefonata.

Blaine sospirò, passandosi le mani tra i capelli.

“Che succede Blaine?” chiese Cory.

Blaine abbassò lo sguardo e vide il piccolo accanto a lui.

“Hey tesoro”

“Sei triste?” chiese Cory.

“ Frustrato più che altro” disse Blaine.

Cory inclinò la testa.

“Cosa significa?”

Blaine rise.

“Significa che sei arrabbiato con qualcuno”

“Chi?” chiese Cory.

Blaine scosse la testa.

“Il mio capo”.

Cory aggrottò il viso e chiese, “ è cattivo?”

Blaine sorrise.

“Si lo è...”

“Blaine ho fame” chiamò Lila dalla cucina.

Blaine si alzò.

“Ok” disse , “ vuoi il pollo col riso adesso?”

“Hamburghers!” urlò Cory.

“No”!” strillò Lila, “ Blaine sta cucinando il pollo con il riso come fa papa”.

“Ti farò gli hamburghers un altro giorno” disse Blaine.

“Niente riso “ disse Cory.

“Bene” mormorò Blaine, “ non devi mangiare il riso se non vuoi” Blaine non era dell’umore giusto per litigare.

Mentre il pollo era in forno, Blaine doveva chiamare Rachel e Mercedes per vedere se potevano stare con Lila e Cory mentre era al lavoro.

“Pronto?” disse Rachel.

“Hey Rachel... sono Blaine... mi stavo chiedendo se domani potessi stare con i bambi “ disse Blaine velocemente.

“Mi dispiace Blaine... non sono in città in questo momento” disse Rachel.

“Cosa? Dove sei?” chiese.

“Sono a LA , per registrare delle pubblicità” rispose.

Blaine abbassò la testa.

“Sai se Mercedes è qui?”

“Prova a chiamarla” disse Rachel, “ Blaine... devo andare, ma torno a casa tra un paio di giorni e sarò più che felice di stare con loro se ne hai bisogno”.

“OK grazie” disse ed attaccò.

Blaine , poi, fece il numero di Mercedes

“Pronto?” rispose un uomo.

“Pronto... um... scusi... cercavo Mercedes Jones” disse Blaine.

“Oh... si... aspetta... te la passo” rispose l’uomo.

Blaine poteva sentire alcuni rumori dall’altra parte del telefono. 

Mentre aspettava, tolse il pollo dal forno poggiandolo sul piano cottura.

“E’ quasi pronto?” chiese , impaziente , Lila.

Blaine guardò la bambina.

“Presto tesoro”.

Lila annuì e corse via.

“Pronto?”  chiese Mercedes.

“Hey Mercedes... sono Blaine” rispose.

“Hey Boo... come va?” chiese lei.

“Prima di tutto… chi era il ragazzo che mi ha risposto?” chiese Blaine.

Mercedes rise.

“Oh... scusami ... è il mio ragazzo, Sam…  abbiamo questa specie di rapporto... prendi e lascia... in questo momento siamo nella fase “prendi”. 

Blaine annuì.

“Vedo”.

Mercede ruotò gli occhi.

“Hai bisogno di qualcosa Blaine?”

“Oh si...” Blaine scosse la testa, “ c’è la possibilità che tu possa stare con Lila e Cory domani? Ho un turno davvero lungo e se non vado a lavoro il mio capo ha minacciato di licenziarmi” spiegò Blaine, “ e credimi quando ti dico che il mio capo è un vero s-t-r-o-n-z-o”

Mercedes rise.

“Lasciami indovinare...  I bambini sono vicino a te e non vuoi che ti sentano dire parolacce?”

“Decisamente...” rispose Blaine.

“Certo... ci piacerebbe molto prenderci cura di Lila e Cory” squittì Mercedes, mentre Sam gli faceva segno di dire di no.

“A che ora vuoi che veniamo?” chiese.

“Per tutto il giorno... è ok?” chiese Blaine.

“Va bene… dobbiamo anche portarli a scuola?”  chiese Mercedes.

“Sai cosa... posso portarli a scuola e gli faccio fare il tempo prolungato... tutto quello che devi fare e andarli a prendere e portarli a casa di Kurt” spiegò Blaine, “ sai dove sono la scuola di Lila e l’asilo di Cory, vero?”

“Si... Kurt me lo ha mostrato una volta” rispose Mercedes.

“E ti ricordi dove vive?”  scherzò Blaine.

“A meno che non si sia trasferito dall’ultima volta che l’ho visto… si... ricordo dove abita”.

“Grande Mercedes... allora.. se domani puoi prendere Cory all’asilo alle 14:30 e poi passare a prendere Lila a scuola alle 15:00 e portarli a casa sarebbe fantastico” disse Blaine.

“Nessun problema Blaine” disse Mercedes, “ Sai più o meno a che ora torni?”

Blaine sospirò.

“Beh... ho un turno di 12 ore... dalle 7 quindi poco dopo le 19”.

“Wow..” disse lei, “ Beh... non preoccuparti... I bambini staranno bene”

“Grazie Mercedes... lo apprezzo davvero molto” disse allegro Blaine.
“Prego...” disse Mercedes, “ Kurt è uno dei miei migliori amici... cosa che fa di te un mio amico... e farei di tutto per voi quattro”.

Blaine sorrise.

“Ora... vai da quei bambini” disse Mercedes.

“Ok... a domani” disse Blaine.

“A domani Blaine... buonanotte” disse Mercedes ed attaccò .



NOTE

Avevo pubblicato per errore due volte lo stesso capitolo... sistemato!!

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** 34 capitolo ***


Dopo aver messo Lila e Cory a letto, Blaine aspettò davanti al computer che Kurt rispondesse alla sua chiamata.

Sorrise quando vide il volto di Kurt apparire sullo schermo.

“Hey Kurt... posso parlarti un attimo?” chiese Blaine.

Kurt annuì.

“Ascolta... so che sei arrabbiato ed hai tutto il diritto di esserlo” disse Blaine, “ ma dopo che siamo arrivati a casa oggi pomeriggio, ho chiamato l’ospedale per cercare di sistemare i miei turni ma il mio capo mi ha urlato contro  e ha minacciato di licenziarmi” continuò, “ Domani doveva essere la mia giornata libera, ma mi ha dato un turno di dodici ore. Così ho chiamato Rachel, ma lei è fuori città per alcune pubblicità a LA...così ho chiamato Mercedes... si occuperà lei dei bambini mentre sono al lavoro”.

Kurt sorrise ed annuì.

“Grazie per avermi detto che Mercedes starà con loro”.

“Figurati” rispose Blaine.

“Mi dispiace che il tuo capo sta cercando di licenziarti” disse Kurt , con comprensione, “ ma più di tutto mi dispiace di averti lasciato spiegare l’intera situazione prima di arrabbiarmi con te”.

Blaine scosse la testa .

“Va tutto bene... mi sarei arrabbiato anche io”.

Kurt annuì tristemente.

“Lo sapevi che Mercedes ha il ragazzo?” chiese velocemente Blaine.

Kurt rise.

“Si... si sono incontrati al liceo... non sapevo che fosse a New York comunque”

“Si... penso verrà domani con Mercedes” disse Blaine.

Kurt annuì.

“Va bene... grazie per avermelo detto... lo apprezzo”.

Blaine sorrise e si lasciò scappare uno sbadiglio.

“Penso sia meglio se ti lascio andare “ disse Kurt.

Blaine scosse la testa.

“No... voglio parlare con te”

Kurt rise.

“Beh... non devi alzarti presto domani mattina?”

“Si... ma posso parlare con te un altro po’” insistette Blaine.

Kurt fissò Blaine attraverso lo schermo del computer.

“Non voglio che fai tardi al lavoro o nel portare i bambini a scuola”.

Blaine tirò indietro la testa.

“Non preoccuparti di questo Kurt... ho... “sbadiglio”... tutto... “sbadiglio” sotto controllo.

“Giusto...” disse Kurt, “ penso che tu debba andare a letto prima che ti addormenti mentre parliamo”.

Blaine annuì.

“Credo tu abbia ragione” rispose, “ ci sentiamo domani?”

Kurt annuì.

“Buonanotte Blaine... ti amo”.

“Ti amo anche io” rispose Blaine poi chiuse la chiamata.

La mattina dopo Blaine si svegliò in anticipo così da essere sicuro di preparare entrambi i bambini ed uscire in tempo.

Quando finì di vestirsi , andò a svegliare Lila e Cory.

“Lila” disse dolcemente Blaine, sedendosi sul letto , accarezzandole la schiena.

“Lila... è ora di alzarsi”.

Lila si voltò.

“Papà torna a casa oggi?” chiese.

“Non ancora” rispose Blaine.

Lila sospirò.

“Nonna e nonno possono venire qui?”

Blaine inclinò la testa.

“Cosa c’è tesoro?”

Lila iniziò a piangere.

“Voglio il mio papà”.

Blaine la tenne stretta mentre piangeva contro la sua camicia.

“Va tutto bene tesoro... tornerà presto”

Lila scossa le testa.

“Voglio che torni a casa ora”.

“Tesoro... lo so che ti manca... ma tornerà prima che te ne accorgi” la incoraggiò.

Lila tirò su col naso e si tirò su davanti a Blaine.

“Quanto manca prima che papà torni a casa?”

“Un paio di settimane” rispose Blaine.

Lila sospirò.

“E’ tanto tempo”.

Blaine sorrise.

“Non sarà così tanto” la rassicurò, “Su... è ora di prepararci per scuola. Verrà Mercedes a prenderti perché devo fare un turno molto lungo all’ospedale oggi”.

“Possiamo venire a vederti?” chiese Lila.

Blaine si alzò dal letto.

“No tesoro... vorrei che poteste, ma il mio capo non è molto gentile”

“Ok” disse Lila scendendo dal letto , mentre Blaine andò a svegliare Cory.

Blaine si sedette sul bordo del letto di Cory e gli accarezzò dolcemente la schiena come aveva fatto con Lila.

“Cory... Cory... è ora di alzarsi” disse con dolcezza.

“Niente scuola” brontolò Cory.

Blaine rise.

“Si... oggi devi andare a scuola”.

Cory scosse la testa.

“Non voglio andarci”.

Anche Blaine scosse la testa.

“Lo so che non vuoi andare e credimi, nemmeno io voglio andare al lavoro... ma dobbiamo entrambi farlo”.

Cory aprì leggermente gli occhi.

“La Signorina Amy è cattiva”.

“Lo so... e mi dispiace che hai dovuto sentirci discutere ieri” disse Blaine.

“Elmo può venire a scuola con me?” chiese Cory, tenendo il giocattolo davanti a lui.

“Non penso che tu possa portarlo , cucciolo” rispose Blaine, “ potrebbe sporcarsi o potresti perderlo”.

Cory abbassò lo sguardo tristemente.

“Perché non cerchi un altro giocattolo da portarti e lo posi nell’armadietto” gli suggerì Blaine.

Cory scosse la testa.

“Elmo può venire con te?”

Blaine sorrise.

“Va bene se metto Elmo nel mio armadietto mentre lavoro?”

Cory annuì.

“Mi manca papà”.

Blaine annuì.

“lo so... manca a tutti noi”.

Cory si alzò ed abbracciò Blaine.

“Vieni a prenderci tu?”

“Oggi verrà a prendervi Mercedes in realtà” disse Blaine al bambino, “ adesso.. è ora di alzarsi”.

Cory sbadigliò mentre scendeva dal letto e Blaine lo aiutò a vestirsi.

Quando Blaine finì di preparare Cory andarono al piano di sotto dove trovarono Lila che li aspettava pazientemente al tavolo della cucina.

“ Cosa volete per colazione?” chiese Blaine ai due bambini.

“Uova per favore” rispose Lila.

Blaine controllò l’orologio.

“Si... penso che abbiamo tempo per le uova”  disse Blaine, mentre apriva il frigo per prendere tutto ciò di cui aveva bisogno.

“Cory... vuoi le uova?” chiese Blaine.

Cory scosse la testa.

“Schifo”

“Non gli piacciono le uova” disse Lila.

“Beh... non ha mai provato le mie uova prima” ammise Blaine, “ come le vuoi Lila? Strapazzate?”

Lila annuì.

“Cory... penso che dovresti provare le mie uova strapazzate” gli suggerì Blaine.

“Pop tarts*” strillò Cory.

“Papà non ci lascia mangiare le pop tarts”  lo riprese Lila.

“Pop Tarts!” urlò Cory.

Blaine si voltò e affrontò il bimbo, “ Cory... non abbiamo le pop tarts... puoi avere le uova strapazzate o i cereali. Quale vuoi?”

“Una banana” disse Cory a bassa voce.

Blaine prese una banana dal tavolo e la sbucciò.

“Vuoi anche dei cereali?”

Cory scosse la testa mentre allungava le mano per prendere il frutto.

“Ok... ecco qua” disse Blaine, dandogli la banana sbucciata.

Blaine finì di preparare la colazione per lui e Lila.

Poi tutti e tre lasciarono la casa, fermando prima all’asilo di Cory.

“Buongiorno dottor Anderson... buongiorno Cory” li salutò Amy.

Blaine sorrise.

“Buongiorno” rispose.

Mentre firmava l’entrata di Cory , Blaine abbassò lo sguardo e vide Cory nascosto dietro le sue gambe.

“Hey... va tutto bene” cercò di tranquillizzarlo Blaine.

Cory scosse la testa.

“No” disse a bassa voce.

Blaine si inginocchiò davanti a lui.

“Hey... andrà tutto bene oggi , okay?”

“Ti porti Elmo al lavoro?” chiese Cory.

Blaine sorrise e tirò fuori il giocattolo dalla tasca.

“Ecco... non me lo sono dimenticato, visto?”

Cory sorrise e scosse la testa.

“Hey... ti va bene se mi faccio aiutare oggi? Sai... potrei dover curare qualche bimbo malato”.

Cory annuì. 

“Ma non permettere che se lo tengano”.

Blaine scosse velocemente la testa.

“No... non preoccuparti... tornerà a casa con me”

Cory gettò le braccia attorno al collo di Blaine.

“Farei il bravo , vero?” disse Blaine.

Cory annuì.

“Se dovesse succedere qualcosa... mi chiameranno ok?”

“Ok” disse Cory, “ chi viene oggi?”

“Mercedes” rispose Blaine.

Cory batté le mani con entusiasmo.

Blaine si rialzò.

“Avevi dimenticato che te lo avevo già detto , vero?” scherzò Blaine, facendo ridere il bambino.

“Oggi, verrà Mercedes Jones a prenderlo” disse Blaine ad Amy.

Amy annuì ed allungò una mano verso Cory.

“Ok... Cory saluta”.

Cory fece ciao con la mano verso Blaine e Lila.

“A più tardi tesoro” disse Blaine.

“Ciao Cory” disse Lila.

Amy prese la mano di Cory e si voltò verso la sua classe mentre Blaine e Lila uscivano dalla porta.

Blaine poi lasciò Lila a scuola per l’inizio del tempo prolungato.

“Verrà Mercedes a prendermi, giusto?” chiese Lila.

“Si... penso che con lei verrà il suo ragazzo, Sam” rispose Blaine

Lila annuì.

“”Quando torni a casa?” chiese.

“Probabilmente dopo cena” rispose Blaine.

“Il tuo capo non è molto gentile, vero?” domandò Lila.

Blaine scosse la testa.

“No... non lo è” .

“Spero troverai presto un capo migliore... Papà ha un capo gentile” ammise Lila.

Blaine ridacchiò.

“Lo spero anche io” si inginocchiò e l’abbracciò.

“Ok tesoro... devo andare... ma ci vediamo più tardi”.

“Ok... ti voglio bene” disse Lila.

Il cuore di Blaine sembrò perdere un battito.

“Ti voglio bene anche io”.

Poi Lila si diresse verso la mensa per iniziare il suo tempo prolungato mentre Blaine si diresse al lavoro.



NOTE

Ed eccoci a 34...

Che teneri Lila e Cory... si stanno "innamorando" anche loro del ns Blaine!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** 35 capitolo ***


Blaine attraversò le porte dell’ospedale, un sorriso sul viso ed una tazza di caffè nella mano.

“Ah... dottor Anderson” disse il dottor Romano, in tono sarcastico.

Guardò il suo orologio .

“Ha deciso di presentarsi in orario oggi?”  chiese.

Blaine sorrise.

“Solo per lei signore” rispose, dirigendosi verso la sala dei medici.

“Hey Blaine” disse Quinn.

“Hey” rispose, aprendo il suo armadietto , gettandoci dentro la sua sacca.

“Come stanno i bambini?” chiese Quinn.

Blaine annuì.

“Stanno bene, grazie” 

Quinn sorrise.

“Hey... va tutto bene?” chiese preoccupata.

Blaine si voltò verso la ragazza bionda.

“E’ solo... avrei voluto non dover lavorare così tanto mentre Kurt è fuori città, sai?”

Quinn annuì, per la comprensione.

“Volevo passare più tempo con Lila e Cory” continuò Blaine.

Quinn poggiò una mano sul braccio di Blaine.

“Capisco... fammi sapere se c’è qualcosa che posso fare”.

“Grazie Quinn” rispose, chiudendo l’armadietto; poi entrambi lasciarono la stanza.

Blaine si diresse verso il banco delle infermiere.

“Tina!” esclamò, “ Cos’hai per me questa mattina”

“Sei di buon umore oggi” rispose Tina.

“Si beh... visto che devo passare le prossime 12 ore qui... tanto vale godermi la giornata” ammise Blaine.

Tina annuì.

Prese alcune cartelle dello scaffale .

“Beh... abbiamo un quindicenne con dolori addominali, un sessantaquattrenne che è caduto dal letto ed una ragazzina di dieci anni con un attacco di asma” elencò Tina, “Puoi scegliere”.

Blaine represse una risata.

“Ho davvero scelta?” scherzò.

Tina scosse la testa.

“No... ma pensavo ti avrebbe fatto piacere avere qualche opzione”.

Blaine scosse la testa mentre prendeva le cartella da Tina.

“Andiamo Quinn... vediamo chi possiamo aiutare oggi”.

Quinn sorrise allegra, camminando al fianco di Blaine.

“Oh... Blaine... aspetta” lo fermò Tina.

“Cosa c’è?” chiese Blaine.

“C’è un nuovo diplomando oggi” disse, “ il suo nome è...” Tina abbassò lo sguardo sulla nota che aveva scritto, “ Mike Chang”

Blaine guardò Tina interrogativo e fissò il ragazzo .

“No... non siamo imparentati” rispose Tina velocemente, “ non so chi sia questo ragazzo”.

Blaine alzò le mani in segno di resa.

“Ok... ok... non stavo per dire nulla”.

“Certo che no... “ borbottò Tina, continuando a lavorare.

Blaine e Quinn si diressero all’ingresso e in ambulatorio per vedere il loro primo paziente.

“Salve... sono il dottor Anderson” disse presentandosi, “ e lei è l’infermiera Fabray”

“Io sono Charlie” disse l’uomo a letto, “ e lei è mia moglie Estelle”.

“Charlie è caduto dal letto”, urlò Estelle.

"Dovete perdonarla” disse Charlie, “ non ha portato con se l’apparecchio acustico”.

Blaine annuì.

“Va bene Charlie” 

“Ha bisogno di un’operazione?” urlò Estelle.

“Non ne sono ancora sicuro” disse Blaine a voce abbastanza alta da farsi sentire da lei.

“Estelle, perché non si siede mentre il dottor Anderson visita suo marito?” le suggerì Quinn.

Estelle, riluttante, si accomodò sulla sedia all’angolo della stanza.

Una volta che Estelle si fu seduta, Blaine iniziò a visitare Charlie.

“Ok Charlie... ti mando su per fare delle radiografie e poi vedremo cosa fare” disse Blaine.

“Grazie dottor Anderson” rispose Charlie.

Blaine annuì ed insieme a Quinn lasciò la stanza per andare dal successivo paziente.

“Chi è il prossimo?” chiese Quinn.

Blaine guardò la cartella.

“Amanda Storm, 10 anni, attacco d’asma” disse Blaine, dirigendosi nell’altra stanza.

“Amanda?” chiese Blaine notando la bambina che respirava a fatica.

Blaine le si avvicinò.

“Da quanto tempo sta avendo questo attacco?” chiese.

“Da troppo” rispose una donna anziana accanto al letto.

“Mi scusi... lei è?” chiese educatamente Blaine.

“Sono Betty, la nonna di Amanda” si presentò, “ ha un inalatore... ma è vuoto e non ne abbiamo un altro” spiegò Betty, “ e non ne posso prendere un altro in farmacia perché possiamo ricaricarlo solo il prossimo mese”.

Amando mostrò il suo inalatore a Blaine.

“Ok Amanda... solo... cerca di rilassarti “ le disse Blaine, che capì quanto spaventata fosse Amanda.

“Amanda... voglio che fai una cosa per me” disse “ chiudi gli occhi e fingi di star fluttuando su una nuvola”.

Amanda chiuse gli occhi iniziando a rilassarsi.

Betty osservava quando calmo fosse Blaine con sua nipote.

“Ecco” disse Blaine dolcemente, mentre infilava lo stetoscopio nelle orecchie.

Mentre ascoltava i suoi polmoni , disse a Quinn quali esami e quali medicine voleva che fare e dare alla bambina.

“Ok” iniziò Blaine, togliendo lo stetoscopio dalle orecchie, “ ti darò alcune medicine che dovrebbero farti stare meglio”

Amanda aprì gli occhi ed annuì.

“Poi... potrò… respirare?” sospirò.

Blaine sorrise.

“Si” si allungò per prendere la cartella che stava tenendo Quinn, “ e ti prescriverò qualche altro inalatore, così che questo non debba succedere più” continuò, scarabocchiando degli appunti.

Betty sorrise.

“Grazie dottor Anderson”

Blaine restituì il sorriso alla donna anziana.

“Non è un problema”

“E’ stato molto bravo con mia nipote” disse Betty.

“Grazie”  continuò Blaine.

“Ha dei figli dottor Anderson? “ gli chiese la vecchia signora.

Blaine arrossì.

“Umm...”

“A dire il vero il dottor Anderson si sta occupando dei figli del suo compagno” rispose per lui Quinn.

Blaine fissò l’infermiera bionda.

“Oh... è dolce da parte sua” smaniò Betty.

Blaine sorrise.

“Se non le dispiace... posso chiederle... perché è qui e non a casa con loro?” chiese Betty, essendo un po’ curiosa.

“Beh... oggi doveva essere la sua giornata libera... ma il nostro capo lo ha fatto venire oggi” rispose di nuovo Quinn per lui.

“Quinn!” esclamò Blaine, “ sono sicuro che la signora Storm non vuole sapere ogni dettaglio della mia vita”.

Quinn scrollò le spalle.

“Scusa” disse per scusarsi.

“Chi è il suo capo, caro?” chiese Betty.

“Mando questi ordini e tornerò tra un pò a controllarti” sorrise ad Amanda lasciando la stanza.

Una volta che Blaine fu fuori dalla stanza, Quinn sussurrò qualcosa alla nonna di Amanda prima di seguirlo.

Blaine si avvicinò al banco delle infermiere per prendere un altro paio di cartelle.

“Hey... tutto bene?” chiese Quinn.

“Perché hai raccontato alla nonna di una paziente la mia vita privata?” esclamò Blaine.

“Mi dispiace...  ma ho pensato che quello che stava dicendo era molto dolce” rispose Quinn.

Blaine scosse la testa.

“Beh... apprezzerai che non raccontassi a tutte le mie pazienti della mia vita privata” insistette Blaine.

Quinn annuì.

“Hai ragione scusa...” disse Quinn.

Blaine sorrise.

“Grazie”  disse Blaine prendendo le cartelle ed andando via.

Dopo aver ricevuto i risultato dei test di Amanda, Blaine tornò a controllare la bambina.

“Come ti senti?” chiese Blaine entrando nella stanza.

Amanda sorrise.

“Mi sento un po’ meglio e posso respirare di nuovo” .

Blaine sorrise mentre si avvicinava al letto.

“Hai un aspetto migliore” rispose cominciando a controllarle di nuovo i polmoni, “ e sembra che i polmoni stiano meglio” . 

“Significa che posso andare a casa?” chiese Amanda.

Blaine rise.

“Si... penso di poterti mandare a casa”

Quinn si avvicinò e prese la cartella di Amanda.

“La stai dimettendo?” chiese Quinn.

Blaine annuì.

“Assicurati solo di farti dare la ricetta e di fare un controllo con il tuo medico” spiegò Blaine.

“Grazie mille dottor Anderson” lo ringraziò Betty.

La porta della stanza si aprì ed il dottor Artie Abrams entrò sulla sua sedia a rotelle.

“Blaine... mi hai fatto chiamare” chiese Artie.

Blaine abbassò lo sguardo sull’altro dottore sulla sedia a rotelle.

“Si... dammi solo un minuto per favore” disse Blaine.

Artie annuì.

“Dottor Anderson... ha fatto così tanto per aiutare mia nipote... vorrei aiutarla a mia volta”.

Blaine scosse la testa..

“Oh... non è necessario”.

“No!” esclamò Betty, “ Vorrei parlare col suo capo così che lei possa tornare a casa a prendersi cura di questi bambini” 

“Di cosa sta parlando?” chiese curioso Artie.

“Te lo dico dopo “ sussurrò Blaine.

“Beh... se vuole parlare col nostro capo” iniziò Quinn, “ è proprio li” indicando il dottor Romano accanto al banco della infermiere.

“Come si chiama?” chiese Betty.

“Dottor Romano” rispose Quinn.

“Nonna... no per favore...” la pregò Amanda, prima che Betty lasciasse la stanza per parlare col dottor Romano”

“Dove sta andando?” chiese Blaine, confuso.

Amanda sospirò.

“Probabilmente sta andando a parlare col suo capo”

Blaine spalancò gli occhi.

“Quinn! Mi farà licenziare”.

Amanda scosse la testa .

“No... non lo farà... non si preoccupi” iniziò, “ nonna fa sempre cose del genere... ma non lo fa per ferire le persone… ma solo per aiutarle... proprio come fa lei dottor Anderson”  disse sorridendo a Blaine.

Un paio di minuti dopo , Betty tornò in camera seguita dal dottor Romano.

“Dottor Anderson” disse lui, “ la signora Storm mi ha appena detto del meraviglioso lavoro che ha fatto con sua nipote”.

Blaine annuì.

“Si signore”.

“Mi ha anche detto che ha due giovani bimbi di cui occuparsi. E’ vero?” chiese il dottor Romano.

Blaine annuì di nuovo, non sapendo se poteva o meno parlare.

“Mi è stato anche fatto notare che avrebbe bisogno di tornare a casa per stare con loro fin quando non torna il suo compagno”

Blaine ansimò.

“G...grazie... grazie mille dottor Romano”.

“Finisca con i suoi pazienti, li dimetta e ci rivedremo quando tornerà” finì il dottor Romano voltandosi per lasciare la stanza.

Blaine scoppiò a ridere.

“Signora Storm... cosa gli ha detto?” chiese Blaine.

Betty scrollò le spalle.

“Gli ho solo detto che molte persone sono dei genitori single e che hanno bisogno di tempo per prendersi cura dei loro figli” disse Betty.

Blaine scosse la testa.

“ E ... potrei aver detto che se non le dava delle giornate libere … avrei detto a mio figlio , che tra poco si laurea in medicina... di non venire qui a fare il suo internato” continuò.

Tutti gli altri nella stanza scoppiarono a ridere.

“Dopo questo... ha subito concordato con me di lasciare delle giornate libere” finì Betty.

Una volta dimessi tutti i suoi pazienti, Blaine lasciò l’ospedale.

Chiamò Mercedes per avvisarla che sarebbe tornato a casa prima di quanto previsto.



NOTE

ADORO BETTY!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** 36 capitolo ***


Visto che Blaine aveva finalmente un paio di giorni libero al lavoro, passò quanto più tempo possibile con Lila e Cory.

Li portò al parco, alla libreria per l’ora delle storie e a prendere un gelato.

Amava passare dei bei momenti con loro ed odiava quando finivano.

Kurt sarebbe tornato a casa a fine settimana ed i tre erano super eccitati.

“Papà torna a casa oggi?” chiedeva in continuazione Cory.

Blaine rideva.

“Non ancora tesoro...” rispose Blaine, “ non prima di sabato”.

“Oggi è sabato?” chiese Cory.

“No... oggi è solo mercoledì” lo interrupe Lila.

Si avvicinò al grosso calendario sul frigorifero ed indicò i giorni della settimana.

“Vedi... oggi è mercoledì... domani è giovedì... poi c’è venerdì… e ... cosa viene dopo venerdì Cory?

“Papà!” urlò allegro Cory.

Blaine sorrise.

Sapeva che a Cory e a Lila mancava Kurt.

Prima che potesse aggiungere qualcosa, sentì un suono venire dal computer.

“Hey... penso che papà stia chiamando” disse Blaine, andando in salotto con Lila e Cory alle calcagna.

Blaine si sedette sul divano con Lila accanto a lui e Cory in grembo.

“Papà?” domandò Cory, diventando impaziente.

“Aspetta tesoro... devo cliccare sullo schermo” rispose Blaine, mente cliccava lo schermo così il viso di Kurt apparve.

“Papà!” urlarono Lila e Cory.

“Hey scimmiette” sorrise Kurt.

“Papà... mi manchi” disse Cory.

“Mi manchi anche tu...” rispose Kurt, “ ma sarò a casa molto presto”

“Sabato!” esclamò Cory, facendo ridere Kurt.

“Giusto mio piccolo ometto” rispose Kurt, “Sabato sarò a casa.”

“Papà?” chiese Lila.

“Si principessa” rispose Kurt.

“Quando torni, Blaine può restare qui e vivere con noi?”

Blaine spalancò gli occhi mentre Kurt sentì un nodo in gola.

“No... non lo so tesoro” belbettò Kurt.

“Perché no?” piagnucolò Lila.

“Perché io ho il mio appartamento , tesoro” rispose Blaine , più gentilmente che poté.

“Lila... ne riparleremo quando torno a casa... ok?” insistette Kurt.

Lila scosse la testa.

“Ma noi vogliamo bene a Blaine”

“Lo so “ disse Kurt, “ ed anche lui vi vuole bene... ma questo non è un buon momento per parlarne” ripeté Kurt.

Lila iniziò a piangere.

“Lila... raccontami cosa hai fatto a scuola” la esortò Kurt, cercando di cambiare argomento.

Lila scosse la testa , corse fuori dalla stanza, salì al piano di sopra e sbatté la porta della sua camera.

“Mi dispiace per questo Blaine” disse Kurt.

Blaine scosse la testa.

“No... non è colpa tua”

“Lila è triste?” chiese Cory chiaramente sorpreso dalla scenata di sua sorella.

“E’ solo un po’ turbata” rispose Blaine.

“Perché? Papà torna a casa... Lila dovrebbe essere felice” ammise Cory.

Blaine ridacchiò.

“Hai ragione... dovrebbe esserlo” disse scompigliando i capelli del bimbo.

“Cory” lo chiamò Kurt, ed il bambino si voltò verso lo schermo del computer.

“Che libri ti ha letto Blaine?” chiese Kurt

“Caterpillar e George e la luna... e non ricordo quali sono gli altri”

Kurt rise.

“Sembrano tanti libri”

Cory annuì.

“Mi porterai altri libri ?” chiese Cory eccitato.

“Ho alcune cose per te e tua sorella... non preoccuparti” rise Kurt.

Blaine guardò il suo orologio e vide che era ora di andare a dormire per Cory.

“ Ok ometto... salute papa...” disse Blaine, “ è ora di andare a letto”

“No notte-notte” piagnucolò Cory.

“Si... notte-notte” affermò Blaine, “Perché non vai sopra e dici a Lila di scendere a salutare papà? E poi puoi andare a dormire”

Cory annuì e corse di sopra.

Mentre i bambini erano fuori dalla stanza, Blaine e Kurt ne approfittarono per parlare tra di loro.

“Com’è andata al lavoro?” chiese Kurt.

“Oh... non te l’ho detto?” chiese Blaine, dimenticato di non aver raccontato a Kurt di quello che era successo alcune settimane fa.

Kurt scosse la testa .

“No... cos’è successo? È tutto apposto?”

Blaine annuì.

“Si... va tutto bene... anzi è una storia divertente” cominciò Blaine, ma prima che potesse finire, sentì un forte urlo e poi una porta sbattere al piano di sopra.

“Uh...oh! “ esclamò Blaine.

“Cosa succede?” chiese immediatamente Kurt.

Blaine voltò la testa e vide Cory correre verso di lui, piangendo e con una mano sulla testa.

“Cory... cos’è successo?” chiese Blaine.

“Lila!” disse Cory tra le lacrime.

Blaine scosse la testa e si voltò verso Kurt.

“Kurt... ci sentiamo più tardi” disse velocemente Blaine.

“Blaine... cosa succede? Cory sta bene?”  chiese senza indugi Kurt.

“Ci penso io Kurt... devo andare” lo rassicurò Blaine e chiuse la chiamate spegnendo il computer.

“Papà!” urlò Cory , rendendosi conto che Kurt era andato via e che non aveva avuto la possibilità di dirgli ciao.

“Va tutto bene , tesoro... lo chiamiamo domani” disse Blaine, portando Cory in cucina, “ Cosa è successo?” gli chiese.

“Lila mi ha fatto male” pianse Cory.

Blaine fece sedere Cory sul bancone e cominciò a controllargli la testa.

“Dov’è che ti fa male tesoro?” chiese Blaine.

Cory indicò un punto dietro la testa.

“Me lo aggiusti tu?” chiese. 

“Si... te lo aggiusto io” rispose Blaine, “ sono un medico ricordi?”

Cory annuì.

“Ok... fammi vedere la tua testa”  gli disse Blaine.

Lentamente , Cory tolse la mano dalla testa e Blaine notò che si stava formando un piccolo bernoccolo.

“Allora... hai un piccolo bernoccolo” ammise Blaine, “ ma penso che tutto quello di cui hai bisogno sia un po’ di ghiaccio e questo ti farà stare meglio”.

Cory annuì quando Blaine si avvicinò al congelatore e prese del ghiaccio lo avvolse in uno scottex e lo poggiò sulla testa del bambino.

Poi prese in braccio Cory e lo fece sedere con lui sul divano.

“Papà?” chiese Cory.

“Lo chiamiamo domani” gli ricordò Blaine.

“Non gli ho detto ciao” disse Cory iniziando a piangere.

Blaine cominciò a cullarlo dolcemente ed alla fine Cory si addormentò tra le sue braccia.

Blaine si alzò con cautela e lo portò su nella sua stanza sistemandolo nel lettino.

Prima di tornare al piano di sotto, Blaine bussò alla porta di Lila.

“Vattene!” urlò lei.

“Lila!” la chiamò Blaine attraverso la porta, “penso che dobbiamo parlare”.

“NO!” strillò Lila.

Blaine non accettò il suo no come risposta, così l’aprì leggermente ed infilò la testa

“Lila... voglio parlare con te” disse.

Lila era appallottolata nel lettino inferiore del suo letto a castello.

Voltò la testa verso Blaine.

“Cosa c’è?” disse , tirando su col naso.

Blaine entrò nella stanza e si sedette accanto a lei.

“Tesoro... lo so che sei arrabbiata... ma davvero penso che dobbiamo parlare” disse Blaine.

Lila si sedette sul letto.

“Io... solo... non voglio che vai via come ha fatto l’altro mio papà” 

Blaine sospirò.

Blaine non aveva capito che questa situazione  per una bambina di 8 anni potesse ricordarle il padre che era andato via 3 anni prima.

Blaine immediatamente la strinse in un caldo abbraccio.

“Oh Lila tesoro... non andrò via così” disse immediatamente Blaine.

Rimasero così per qualche minuti.

Solo loro due.

Poi si separarono e Blaine continuò a parlare a Lila.

“Lila... guardami” le disse 

Lila alzò lo sguardo su Blaine.

“Amo tuo padre” ammise, “ lo amo davvero tanto... ed amo te e Cory... “ continuò.

“Allora... perché vai via?” piagnucolò Lila.

“Tesoro... non vado da nessuna parte...” rise, “ è solo... non vivo qui... questo è tutto... ho il mio appartamento... non è lontano da qui”.

“Ma ora vivi qui” affermò Lila, “ sei qui tutti i giorni e ti prendi cura di noi mentre papa è via”.

Blaine sorrise.

“lo so... ma... è complicate tesoro”.

“Parla con papà” insistette Lila, “ scommetto che anche lui vuole che tu viva qui”

Blaine arrossì.

“Vedremo”.

Lila annuì.

“Ora... prima di andare a letto... come si è fatto male Cory alla testa?” chiese Blaine.

Lila sprofondò sul letto.

“Lila?” ripeté Blaine, questa volta più deciso.

“L’ho spinto contro il muro... così si è fatto male la testa” ammise Lila.

Blaine sospirò.

“Ok... visto quello che hai fatto... niente computer fin quando non torna papà. Eccetto quando chiama”.

“NO!” piagnucolò Lila.

Blaine scosse la testa .

“Lila... lo sai che non è bello fare del male alle alter persone” le spiegò.

Lila annuì lentamente.

“OK… è tardi... è ora di andare a dormire...” disse Blaine, rimboccandole le coperte.

“Ti voglio bene Blaine... “ disse Lila , assonnata.

“Ti voglio bene anche io Lila…” disse Blaine dandole un bacio sulla fronte, “ buonanotte”.



NOTE

Che tenera la nostra Lila...

Nel prossimo capitolo il ritorno di Kurt...

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** 37 capitolo ***


Sabato mattina arrivò presto così Blaine preparò i bambini per andare all’aeroporto a prendere Kurt.

Si fermarono a comprare dei palloncini con le scritte “ bentornato a casa” e “ ci sei mancato”.

“Dov’è papà?” chiese Cory impaziente sollevando il cartello di benvenuto che aveva fatto da solo per il ritorno a casa del padre.

Blaine rise.

“Il suo aereo non è ancora atterrato, tesoro” rispose Blaine.

“Quando atterra?” chiese Lila , ugualmente impaziente.

Blaine guardò il suo orologio.

“Dovrebbe arrivare presto... il tabellone dice che l’aereo è in orario”

Lila e Cory continuarono a cercare Kurt nel mare di persone all’aeroporto.

“Non vedo” si lamentò Cory.

Allungò le braccia verso Blaine per farsi prendere in braccio.

“Su per favore”.

Blaine abbassò lo sguardo.

“Vuoi che ti prenda in braccio?” chiese.

Cory annuì.

“Non vedo”.

Blaine rise.

“Ok... vieni qui” si abbassò e prese il bimbo in braccio.

“Va bene così? Riesci a vedere se arriva papà?”

“Ancora niente papà” rispose Cory.

“Ok... facci sapere quando lo vedi” gli disse Blaine.

I tre continuarono ad aspettare davanti all’ingresso dei ritiro bagagli, quando Blaine sentì il suo cellulare vibrare.

Prese il telefono dalla tasca e vide che aveva ricevuto un nuovo messaggio.

“Appena sceso dall’aereo... sarò da voi tra poco “ – Kurt

Blaine sorrise.

Sapeva che Lila e Cory sarebbero stati davvero elettrizzati una volta che avrebbero visto Kurt.

Infilò il cellulare in tasca e continuò ad aspettare.

“L’aereo di papà è già arrivato?” si lamentò Lila.

Blaine ridacchiò.

“Vuoi controllare sul tabellone?” chiese.

Lila annuì.

“Ok... Andiamo a vedere se l’aereo è atterrato” disse avvicinandosi al tabellone con I voli in arrivo ed in partenza.

“Sembra che il suo aereo sia atterrato”  disse Blaine.

“SI!” esclamarono Lila e Cory.

“Dovrebbe arrivare presto” aggiunse Blaine, “ torniamo al nostro posto vicino alle scale mobili e vedere se lo vediamo arrivare.

Tornarono alle scale mobili e continuarono ad aspettare.

Non dovettero aspettare molto , perché subito Lila e Cory videro un paio di gambe molto familiare scendere dalle scale mobili.

“Papà!” urlarono

“Papà è qui!” urlò di nuovo Lila.

Una volta che Kurt fu in piena vista, Cory sgusciò dalle braccia di Blaine e con Lila corse verso Kurt.

Non appena scese dalla scala mobile, Kurt si inginocchiò, si liberò della sua valigia ed allungò le braccia per poter stringere i suoi bambini.

“I miei bambini” strillò Kurt, ricoprendo di baci i loro volti.

“Papà!” esclamò Cory, “papà sei a casa!”

“Si... sono a casa” ripeté Kurt, Oh... mi siete mancati da morire”.

“Ci sei mancato tanto anche tu papà” disse Lila.

“Oh... un mese è troppo lungo lontano da voi...” disse Kurt, mentre li allontanava per guardarli meglio, “ dirò ad Isabelle che da adesso in poi non farò mai più un viaggio di lavoro di un mese o un altro tipo di viaggio se voi due non siete con me” finì, dando loro altri baci.

Blaine si avvicinò alla piccola famigliola.

“Ciao Kurt...” disse dolcemente, “ bentornato a casa”.

Kurt alzò lo sguardo e vide Blaine di fronte a lui.

Si alzò lentamente e guardando Blaine negli occhi sorrise.

“Grazie” rispose Kurt.

Entrambi gli uomini rimasero così in silenzio per un po’… semplicemente si fissarono.

“State per baciarvi? “ chiese Lila.

Kurt abbassò lo sguardo su sua figlia e sorrise.

Poi guardò di nuovo l’uomo davanti a se e gli si avvicinò per baciarlo sulle labbra.

Lila e Cory iniziarono a ridacchiare nel vedere il loro papà baciare l’uomo che si era preso cura di loro mentre era via.

Blaine e Kurt si allontanarono e sorrisero.

“Bentornato a casa”  sussurrò Blaine.

Kurt ridacchiò.

“Lo hai già detto... ma grazie”.

Blaine arrossì.

“Beh... prendiamo la tua valigia ed andiamo a casa”.

Kurt annuì.

Durante il viaggio verso casa, Lila e Cory raccontarono tutto quello che avevano fatto con Blaine mentre Kurt era via.

Una volta finito di raccontare tutto, Blaine si inserì nella conversazione.

“Vuoi andare a cena fuori o preferisci che ti prepari qualcosa?” chiese Blaine, mentre continuavano il loro viaggio verso casa.

Kurt scosse la testa.

“Non importa” rispose, “ quello che vuoi”.

Blaine sorrise.

"Kurt... se appena tornado a casa... voglio che sia tu a scegliere”

Kurt iniziò a ridere.

“Ok... perché non andiamo a cena fuori?” decise, “ così non devi preparare nulla di speciale solo perché sono tornato a casa” continuò.

Blaine scosse la testa.

“Lo avrei fatto comunque” sorrise.

Kurt sorrise e guardò i bambini nei sedili posteriori, che si stavano addormentando.

“Sembra che tu li abbia sfiancati” scherzò Kurt.

Blaine li guardò attraverso lo specchietto retrovisore e rise.

“Beh... erano piuttosto elettrizzati di rivederti”.

Kurt annuì.

“Perché non ordiniamo o prendiamo semplicemente qualcosa strada facendo? In questo modo non dobbiamo svegliarli”

Blaine concordò annuendo.

“Certo... ma scegli tu... visto che sei appena tornato da un lungo viaggio”

Kurt sbuffò.

“Ok... che ne dici del cinese?” suggerì, “ avrei detto thailandese ma Cory ha problemi con questo tipo di cibo”

Blaine scosse la testa.

“Il cinese va bene” rispose, “ vuoi chiamare e poi passiamo a prenderlo o preferisci che ce lo facciamo portare a casa?”

“Facciamocelo portare... in questo modo posso disfare la valigia”

Blaine annuì ed uscì dall’autostrada e continuò verso casa di Kurt.

Presto Blaine parcheggiò la macchina nel vialetto di Kurt e spense il motore.

Kurt guardò sui sedili posteriori e vide che Lila stava iniziando a svegliarsi ma Cory ancora dormiva.

“Perché non li porti dentro mentre io prendo le tue cose? Ci vediamo dentro” suggerì Blaine.

Kurt si voltò verso Blaine .

“Ne sei sicuro?” 

Blaine annuì per rassicurarlo.

Kurt scese dalla macchina ed andò ad aprire la portiera in modo che Lila, ormai completamente sveglia, potesse scendere dalla macchina.

Poi andò dall’altro lato mentre Blaine prendeva la valigia.

Mentre Kurt sbloccava la cintura di Cory, il bimbo cominciò a piagnucolare.

“Shh... è tutto okay tesoro... siamo a casa” disse Kurt cercando di calmarlo mentre lo tirava su dal seggiolino.

“No!” piagnucolò il bambino assonnato, strofinandosi gli occhi.

“Va tutto bene Cory!” disse Kurt, accarezzandogli la schiena rassicurante.

Attraverso il vialetto con Cory in braccio ed entrò in casa mentre Blaine lo seguiva silenziosamente.

Kurt si voltò verso Blaine.

“Lo porto a letto per un riposino” disse Kurt, “ perché non ordini da mangiare?”

Blaine annuì.

“Cosa vuoi che ordino per i bambini?” chiese.

“Um... qualsiasi tipo di piatto di spaghetti va bene... basta che non sia troppo speziato” rispose Kurt mentre saliva le scale lasciando Blaine da solo in salotto.

Mentre Cory riposava e Lila guardava la Tv , Blaine e Kurt erano seduti in silenzio in cucina in attesa che consegnassero la loro cena.

“Allora... com’è andato il viaggio?” chiese Blaine, rompendo l’imbarazzante silenzio tra loro.

Kurt annuì.

“E’ stato bello” disse, “ ma mi sono mancati da morire Lila e Cory”.

Blaine sorrise.

“Gli sei mancato anche tu”

“Non ti hanno creato troppi problemi , vero?” chiese Kurt.

Blaine scosse velocemente la testa.

“No... no... sono stati bravissimi” ribadì Blaine, “ lo rifarei senza pensarci due volte”

Kurt spalancò gli occhi alle sue parole.

“Davvero?”

Blaine emise un sospiro che non sapeva di star trattenendo, “Certo”

Kurt sospirò ed abbassò lo sguardo sulle mani.

“Blaine... sai che questa è la prima volta che li lascio con qualcuno che non sia mio padre o Rachel...” iniziò, ma Blaine lo interruppe , prendendo la mani di Kurt tra le sue.

“Lo so Kurt... e so cosa stai per dire” disse Blaine.

“Davvero?” chiese Kurt.

Blaine annuì.

“Si... stai per dire che non dovrò prendermi cura di Lila e Cory di nuovo”

Kurt alzò lo sguardo e sorrise leggermente.

“Ma credimi quando ti dico che è stato davvero bello “ ribadì Blaine, “ ci siamo divertiti molto”.

“Davvero?” chiese Kurt, sollevando un sopracciglio.

Blaine scrollò le spalle.

“Ok... abbiamo avuto... qualche incidente di percorso... ma alla fine ce la siamo cavata”.

“A proposito di questi... incidenti...” iniziò Kurt ma fu interrotto dal suono del campanello.

“Questa deve essere la cena” disse velocemente Blaine , alzandosi dalla sedia per andare ad aprire.

“Non abbiamo finito di parlare di questo...” urlò Kurt mentre Blaine gli fece un cenno con la mano.



NOTE

E Kurt è rientrato....

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** 38 capitolo ***


Più tardi quella sera, dopo che entrambi i bambini erano andati a letto, Blaine e Kurt si sedettero insieme sul divano.

Entrambi aspettavano che l’altro iniziasse a parlare.

Blaine prese un profondo respiro e decise di iniziare la conversazione.

“Allora... com’è andato il viaggio?” chiese.

Kurt annuì.

“Bene” rispose prendendo un sorso del suo tea.

“Hai incontrato qualche stilista famoso?” chiese Blaine.

“Blaine... dobbiamo parlare di tutto quello che è successo” iniziò Kurt, poggiando la tazza sul tavolino.

Blaine sospirò.

“Lo so...”

“Dopo essere stato via per così tanto e non aver potuto vedere Lila e Cory tutti i giorni… ero preoccupato di quello che stava accadendo “ cominciò Kurt.

“Ed hai tutti i diritti di esserlo” disse Blaine, “ ma posso spiegarti cosa è successo e poi forse capirai perché ho avuto bisogno del mio amico Noah che ha preso i bambini da scuola e si è occupato di loro”.

Kurt annuì.

Blaine iniziò a spiegare cosa era successo quando era stato in ritardo nell’andare a prendere Lila e Cory a scuola ed il motivo per cui Puck aveva dovuto occuparsi di loro il giorno dopo.

“Penso di capire ora” ammise Kurt.

Blaine sorrise leggermente.

“E mi dispiace di essermi arrabbiato quando abbiamo parlato al telefono l’altra sera” si scusò Kurt.

Blaine scosse la testa.

“Non devi scusarti” disse, “ avrei dovuto chiamare prima te e dirti che anche qualcun altro si sarebbe occupato di loro”.

Kurt annuì.

“Si... avresti dovuto... ma so che non avresti mai messo in pericolo i miei figli”.

Blaine prese la mano di Kurt e gliela strinse dolcemente.

“Mi fido di te” continuò Kurt.

Blaine sorrise e si chinò per baciare Kurt sulla bocca.

“Ora... per quella cosa del trasferirsi...” aggiunse Kurt.

Blaine scosse la testa.

“Kurt... non devi dire nulla” iniziò, “ non intendo trasferirmi qui”

“Cosa?”  chiese Kurt, sorpreso, “ Perché no?”

“È  troppo” disse Blaine, “ faccio orari impossibili al lavoro... sono reperibile per tutto il tempo” elencò.

“Blaine fermati” insistette Kurt.

Blaine sospirò.

“Solo... non penso sia una buona idea”.

Kurt ruotò gli occhi.

“Blaine... mi fai parlare per un minute? Per favore?”

Blaine annuì.

“Voglio che ti trasferisci qui” iniziò Kurt, “ e non mi importa di quante ore lavori”

Blaine sospirò ma non poté fare a meno di sorridere.

“Ne sei sicuro?”

Kurt prese il viso di Blaine tra le mani.

“Ti amo... e voglio che vieni a vivere con noi”

Blaine sorrise.

Un paio di settimane dopo, Blaine e Kurt stavano traslocando tutte le cose dal vecchio appartamento di Blaine per portarle a casa di Kurt.

“Non ci posso credere che mi sto trasferendo da voi” disse Blaine incredulo mentre portava l’ultimo scatolo in casa.

Kurt gli sorrise.

“Lo so... è bello vero?”

Blaine annuì.

“E sei anche più vicino all’ospedale” aggiunse Kurt.

“Solo... spero che i miei turni assurdi non ti daranno fastidio” confessò Blaine.

Kurt ridacchiò.

“Andrà tutto bene... non preoccuparti per questo”.

Blaine scosse la testa mentre guardava Kurt salire al piano di sopra.


NOTE

Capitolo breve... più che altro un capitolo di passaggio... spiegazioni ed il trasferimento...

A lunedì

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** 39 capitolo ***


Un paio d’ore dopo , tutto era al suo posto.

Kurt era in cucina a preparare la cena, mentre Blaine era in salotto con Lila e Cory a guardare la Tv.

“Lila... vieni a mettere la tavola per favore” la chiamò Kurt.

“Non può farlo Cory?” piagnucolò Lila.

“L’ho chiesto a te Lila” la chiamò di nuovo Kurt.

Lila si alzò dal divano e andò in cucina.

“Metto sempre io la tavola” si lamentò.

“Perché questo è compito tuo” disse Kurt.

“Qual è il compito di Cory?” chiese Lila.

“Tesoro... ha solo tre anni” rispose Kurt.

“ E allora? Quando avevo tre anni non facevo le faccende?” affermò Lila.

Kurt sospirò continuando a tagliare le verdure per l’insalata, “ Lila... non voglio discutere con te...” disse, “ metti solo la tavola e smettila di lamentarti o non ti faccio guardare la televisione stasera.”

Lila mise il broncio e continuò a mettere la tavola.

Kurt finì presto di cucinare e fu ora di cena.

“Ok... tutti a tavola”  li chiamò Kurt.

Blaine e Cory arrivarono dal salotto mentre Lila era ancora in cucina ad aiutare Kurt a finire di sistemare le ultime cose sulla tavola.

“Ho fame” disse Cory.

Kurt rise.

“Bene... perché ho fatto la lasagna”

“Buooona” disse Lila.

“Sembra buona” disse Blaine sedendosi accanto a Kurt.

“No” disse Cory.

“Cory... devi prima provarla” insistette Kurt.

“No” Cory scosse la testa.

Kurt sospirò.

“Penso mi stia venendo un’emicrania”

Blaine gli massaggiò le spalle , confortante.

“Schifo!” si lamentò Cory.

Kurt sospirò.

“Tesoro... non l’hai nemmeno ancora assaggiata”

Cory scosse di nuovo la testa.

“Mi piace papà” disse Lila con la bocca piena.

Kurt sorrise.

“ Mi fa piacere tesoro”

“Cosa ne dici se te ne taglio un po’ e lo assaggi?” suggerì Blaine, mettendosi il piatto di Cory davanti ed iniziando a tagliare a pezzettini la lasagna.

“Devi lavorare domani?” gli chiese Kurt.

Blaine finì di tagliare il cibo di Cory e gli rimise il piatto davanti.

“Ecco qui piccolino” disse , “ adesso assaggiala”.

Blaine si voltò poi verso Kurt.

“Scusa”  disse semplicemente.

Kurt scosse la testa.

“Si... devo lavorare domani... ma non prima di sera” rispose Blaine.

Kurt annuì.

“Allora puoi andare a prendere i bambini a scuola?” chiese Kurt.

Blaine annuì.

“Certo”.

“Non è buono” urlò Cory.

Sia Blaine che Kurt guardarono il bimbo.

“Cosa non è buono?” chiese Kurt.

Cory indicò il cibo nel piatto.

“L’hai provata?” chiese Kurt, completamente esausto.

Cory scosse la testa.

“Cory Hummel... se non provi almeno un po’ di lasagna ti mando subito a letto, ometto”.

“NO!” strillò Cory.

“Allora provane un pezzetto” gli disse Kurt.

“NO!” urlò Cory.

“Bene” disse Kurt, “ vai nella tua stanza. Arrivo tra due minuti”.

“No!” Cory continuò a piangere , scendendo velocemente dalla sua sedia per scappare al piano di sopra.

Kurt guardò Blaine in segno di scuse.

“Mi dispiace per questo” disse.

“Non esserlo” disse Blaine, “ a volte i bambini fanno i capricci”.

Kurt sorrise leggermente.

“É solo che a volte alcuni cibi sono difficili da mangiare per lui” cominciò a spiegare, “ ma ha già mangiato la lasagna...non so perché sta facendo tutte queste storie stasera”

“Va bene” disse Blaine per confortarlo, “ vuoi che mi occupo io di lui?”

Kurt scosse la testa.

“No... va bene... grazie comunque”

Blaine annuì.

Una volta che loro tre finirono di cenare, Blaine cominciò a lavare i piatti , Lila andò in camera sua e Kurt andò ad occuparsi di Cory.

“Cory” disse Kurt bussando alla porta del bimbo.

Lo vide seduto sul suo lettino a forma di macchina che cercava di leggere un libro su Elmo.

“È l’ora del bagnetto” disse Kurt.

Cory scosse la testa.

Kurt sospirò.

“Andiamo Cory... papà ha avuto una lunga giornata” disse , avvicinandosi al letto.

Aiutò Cory a togliersi la maglietta.

“No papà!” gridò.

“Cory basta” disse Kurt.

Sentendo le urla venire dal piano di sopra, Blaine pensò che Kurt potesse aver bisogno di aiuto.

Mise giù il piatto che stava lavando e andò di corsa in camera di Cory e vide Kurt spogliare Cory con difficoltà.

“Kurt... hai bisogno di aiuto?” chiese Blaine.

Kurt voltò velocemente lo sguardo su Blaine , sulla porta, e poi di nuovo suo figlio.

Prese un profondo e calmante respiro e contò mentalmente fino a dieci.

“Si” rispose a voce bassa.

Blaine entrò e lo aiutò a spogliare Cory.

“No!” urlò di nuovo Cory.

“Cory... è l’ora del bagnetto” disse Blaine.

“No... niente bagnetto” strillò Cory.

Kurt scosse la testa.

“Blaine fermati” disse immediatamente.

Blaine voltò la testa e guardò Kurt confuso.

“Sono troppo stanco stasera per discutere con lui” confessò Kurt.

“Va bene Kurt... ci penso io” disse Blaine.

“No... se non vuole cenare o fare il bagno, allora va semplicemente a dormire” disse Kurt, “ assicurati solo di mettergli il pannolino” aggiunse prima di lasciare la stanza.

Blaine si voltò verso Cory.

“Il tuo papà non è molto contento” disse semplicemente.

Cory guardò oltre Blaine e vide che Kurt era sparito .

Poi guardò l’uomo davanti a lui.

“Papà è triste?”

“Si... non è contento perché non hai cenato e non vuoi fare il bagno” rispose Blaine.

“Niente bagnetto” ripeté Cory.

“Cory... vuoi che papa sia triste?” insinuò Blaine.

Cory scosse velocemente la testa.

“Perché non vai a chiedergli scusa per non averlo ascoltato?” suggerì Blaine.

Cory scese velocemente dal letto e corse a cercare Kurt.

Kurt era nella stanza di Lila , mentre l’ascoltava leggere una storia.

“Papà?” chiese Cory a voce bassa dalla porta.

Lila smise di leggere ed entrambi guardarono Cory che stava dondolando i piedi a disagio.

“Cory... dovresti già essere a letto” disse Kurt.

Dietro Cory arrivò anche Blaine.

“A dire il vero c’è qualcosa che vuole dirti”

Cory si avvicinò lentamente a Kurt.

“Papà” ripeté.

“Si tesoro” rispose Kurt.

Cory abbassò lo sguardo.

“Mi dispiace”

Kurt sorrise leggermente.

Sapeva quanto fosse per lui difficile scusarsi.

“Grazie Cory”

Cory alzò velocemente la testa e sorrise.

Gettò le braccia al collo di suo padre e gli baciò la guancia.

“Ti voglio bene”

Kurt rise.

“Ti voglio bene anche io” rispose, “ ma devi comunque andare a dormire”.

“No!” piagnucolò Cory.

“Andiamo Cory...” disse Blaine, intervenendo per dare una mano.

 Kurt sussurò un piccolo grazie mentre Blaine portava Cory fuori dalla stanza di Lila per tornare nella sua stanza e metterlo a dormire.

Più tardi quella sera , dopo che entrambi i bambini erano a letto, Kurt si stese sul divano completamente esausto.

“Dovresti andare a letto” suggerì Blaine, guardando Kurt, “ sembri esausto”

“Lo sono...” rispose Kurt sbadigliando, “ grazie per esserti preso cura di Cory stasera”.

Blaine annuì.

“Non è un problema... davvero”.

“Non so cosa gli sia preso prima” disse Kurt.

“Forse è colpa dei terribili tre anni di cui tutti parlano” scherzò Blaine.

Kurt scosse la testa.

“Pensavo durasse solo ai due anni".

Blaine rise

“Andiamo... meglio se ti porto a letto” disse allungando una mano per aiutare Kurt.

“Grazie” disse Kurt, stringendogli la mano per tirarsi su.

Quando arrivarono nella stanza da letto di Kurt, Blaine esitò un attimo.

“Um... Kurt... noi... non abbiamo davvero parlato della sistemazione per la notte” balbettò Blaine.

Kurt arrossì.

“Beh... non ti sei trasferito per dormire sul divano , giusto?” scherzò Kurt.

Questa volta fu Blaine ad arrossire.

“No... credo di no”.

“Spero che non la prenderai male, ma ... preferirei non correre troppo” ammise Kurt.

Blaine spalancò gli occhi.

“Oh no... certo che no...” disse velocemente , “ piano o veloce ... quello che preferisci tu... a me va bene...”

Kurt sorrise, mentre entravano nella stanza da letto.

“L’unico motivo per cui te lo dico è che Adam è l’unico uomo con cui sono stato, disse Kurt, “ e da allora non sono più uscito con nessuno”

“Kurt... va bene...” rispose Blaine, “ nemmeno io sono uscito con molti ragazzi dopo Sebastian e sono stato io a lasciarlo” confessò. ".

Kurt sospirò.

“Quindi... credo che siamo sulla stessa barca”

Blaine sorrise.

“Si... credo che lo siamo”.

“Allora... inizio i miei rituali di idratazione per la notte e torno” disse Kurt, dirigendosi verso il bagno.

Mentre Kurt era in bagno, Blaine si mise il pigiama e continuò ad aspettare che Kurt finisse.

“Ok... è il tuo turno” disse Kurt uscendo dal bagno un paio di minuti più tardi.

Blaine sorrise ed andò in bagno.

Alcuni minuti dopo, Blaine uscì dal bagno e salì sul letto accanto a Kurt.

“Ti amo” disse dolcemente Blaine, baciando Kurt su una guancia.

“Ti amo anche io” rispose Kurt,” sono davvero felice che ti sei trasferito qui”.
Blaine sorrise mentre si avvicinava a Kurt, “ anche io”



NOTE

Scusate il ritardo!!

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** 40 capitolo ***


La mattina dopo, Kurt si svegliò presto ed iniziò a preparare Lila e Cory per la scuola.

Mentre facevano colazione,  Blaine entrò in cucina ancora assonato.

“Buongiorno dormiglione” scherzò Kurt.

Blaine sbuffò in risposta.

“Buongiorno anche a te”

Kurt si alzò da tavola.

“Vuoi un po’ di caffè?” gli offrì.

“Si... grazie” rispose Blaine.

Kurt riempì una tazza di caffè appena fatto.

“Vuoi qualcosa da mangiare?”

Blaine scosse la testa.

“Kurt... non ti preoccupare per me... posso prepararmi io qualcosa... occupati dei bambini e di te…”

Kurt sorrise allungando la tazza a Blaine e si sedette accanto a lui.

“Sei sicuro che non posso prepararti qualche uovo o altro? Forse qualche toast?” riprovò Kurt.

Blaine rise.

“Ok... se ti fa felice... puoi prepararmi qualche toast”

Kurt batté le mani felicemente e si alzò per preparare la colazione al suo fidanzato”.

“A che ora devi uscire?” chiese Blaine, prendendo un sorso del suo caffè.

Kurt guardò velocemente il suo orologio.

“Non prima di un’altra mezz’ora”

Blaine annuì.

“Cosa che mi ricorda... a che ora devi lavorare stasera?” chiese Kurt.

“Devo fare il turno del becchino*” rispose Blaine.

“Becchino?” ripeté Lila, “ pensavo fossi un dottore… lavori al cimitero?” chiese chiaramente confusa.

Blaine rise e Kurt si voltò, allungando a Blaine il suo piatto di toast.

“Grazie Kurt” disse Blaine, ricevendo un sorriso in risposta.

“No tesoro... Blaine è un dottore... voleva semplicemente dire che deve fare il turno di notte” spiegò Kurt, “ giusto Blaine?”

Blaine annuì in conferma.

“Giusto... scusa Lila... non volevo confonderti, tesoro”.

“Ve bene” disse Lila.

“Comunque Kurt... inizio a lavorare alle 19 , così posso passare io a prendere i bambini a scuola... ma dormirò tutto il giorno fino ad allora e probabilmente anche quando torniamo a casa” spiegò Blaine.

“Beh... puoi rimanere sveglio fino a quando non torno a casa?” chiese Kurt, “ il motivo per cui te lo chiedo è che a Cory piace ancora entrare negli armadi , nella credenza... insomma in qualsiasi cosa abbia una porta ed ha anche l’abitudine di girovagare per casa” 

Blaine sospirò.

“Beh... se posso andare a dormire non appena esci di casa e poi tornare a dormire non appena rientri fino a quando non devo andare , allora va bene”

Kurt sorrise.

“Bene... e ti prometto che cercheremo di essere silenziosi mentre dormi. Giusto bimbi?” 

Lila e Cory annuirono.

Blaine sorrise, sperando di riuscire a dormire abbastanza per poter fare il suo turno.

Kurt guardò il suo orologio e vide che era ora di andare.

“Ok voi due... è ora di andare”

Lila e Cory si alzarono da tavola e presero i loro zainetti.

“Dite ciao a Blaine” disse Kurt.

Lila girò attorno al tavolo e diede un grosso abbraccio a Blaine.

“Ciao Blaine”

“Ciao tesoro... ci vediamo più tardi” disse Blaine, “ divertiti a scuola”

Lila sorrise mentre si allontanava.

Blaine si inginocchiò davanti a Cory.

“Fai il bravo a scuola Cory “

Cory abbassò lo sguardo.

“Cory? come si dice?” insistette Kurt.

Cory continuò a guardarsi le scarpe.

“Hey” sussurrò Blaine, “ se fai il bravo bimbo a scuola oggi, ti comprerò un gelato”

Il volto di Cory si illuminò all’istante alla parola gelato.

“Anche a me?” chiese Lila,

Blaine ridacchiò.

“Certo anche a te”

“Ok voi due...” disse Kurt, “ ... se non andiamo via ora faremo tardi”.

Blaine si alzò , incontrando gli occhi di Kurt.

“Passa una buona giornata”

Kurt sorrise.

“Anche tu”

Blaine gli sorrise e gli diede un veloce bacio sulle labbra.

Kurt aprì la porta e Lila e Cory scorse fuori.

“Non dimenticarti di andare a prenderli a scuola” gli urlò Kurt mentre afferrava i bambini prima che potessero correre in strada.

Blaine scosse la testa mentre li salutava.

Non appena la macchina di Kurt sparì dalla sua vista, Blaine tornò in casa.

Visto che non doveva prendere i bambini prima di alcune ore e che il suo turno iniziava tardi quella sera, salì al piano di sopra , andò in camera da letto , salì sul letto, si infilò sotto le coperte per poter dormire ancora.

Mentre Blaine era a casa, Kurt fu molto impegnato al lavoro.

“Allora... questo è quello che ho creato per la nuova linea... cosa ne pensa signor Hummel?” uno dei nuovi stagisti chiese a Kurt.

Kurt studiò i suoi disegni, quando il suo telefono squillò.

“Scusami” disse gentilmente prendendo la cornetta del telefono in ufficio.

“Pronto?” chiese .

“Pronto signor Hummel?” chiese una donna educatamente.

“Si... sono io... posso sapere chi parla?” rispose Kurt.

“Si... sono Amy dall’asilo di Cory” iniziò, “ mi dispiace disturbarla al lavoro ma Cory non si sente molto bene... ha un po’ di febbre ed ha appena rimesso”.

Kurt sospirò.

“Ok… um... non posso venire in questo momento... ma mi faccia vedere se può venire il mio fidanzato, il dottor Anderson, a prenderli… è già sulla lista delle persone che possono prendere Cory.”

”Ok... si ... abbiamo il suo nome... vuole che lo chiami io?” chiese Amy.
“No... va bene... lo faccio io... grazie...” rispose Kurt, “ qualcuno verrà presto a prendere Cory”

“Grazie signor Hummel” rispose Amy ed attaccò.

“Josh... mi puoi scusare un minuto?” chiese Kurt allo stagista seduto di fronte a lui.

Lui annuì alzandosi e lasciando l’ufficio di Kurt, chiudendosi la porta dietro di lui.

Kurt digitò velocemente il numero di casa.

Dopo un paio di squilli partì la segreteria telefonica.

Provò quindi sul cellulare di Blaine.

Al terzo squillo Blaine rispose.

“Pronto?” chiese  Blaine, stanco.

“Blaine? Sono io...” disse Kut, “ mi dispiace tesoro... ti ho svegliato?”

Blaine tossì cercando di schiarirsi la gola roca dal sonno.

“Si... ma... va bene... che succede?” chiese Blaine, strofinandosi gli occhi.

“Puoi farmi un favore?” disse Kurt, “ so che hai davvero bisogno di dormire... ma Cory sta male e bisogna andare a prenderlo a scuola... non posso andarmene ora... e mi chiedevo se potevi andare tu? Per favore?”

Blaine sospirò.

Nonostante fosse stanco, non poteva dirgli di no.

“Certo... non ti preoccupare” rispose

Kurt sorrise.

“Grazie Blaine”.

“È ok…  come ho detto ... non preoccuparti” ripeté Blaine.

“ E mi farò perdonare...” insistette Kurt, “ Visto che ti ho disturbato quando hai davvero bisogno di riposo... passerò io a prendere Lila, così quando saremo a casa potrai tornare a dormire e recuperare abbastanza energie per lavorare stanotte”

Blaine scosse la testa , sorridendo.

“Non è necessario... ma se insisti… non dirò di no...”

“Passa solo a prendere mio figlio così non vomita di nuovo in classe”  gli chiese Kurt.

“Ok... ok...” scherzò Blaine, “ ci vediamo dopo Kurt”.

“Ciao Blaine... e ... grazie” disse Kurt attaccando il telefono.

Una volta attaccato , Blaine si cambiò velocemente e si diresse verso l’asilo per prendere Cory.

Arrivò davanti l’edificio e vide Cory seduto in segreteria con un cestino sotto il mento.

“Hey tesoro...” disse Blaine, cercando di consolarlo.

Cory alzò lo sguardo triste su Blaine.

“Dov’è papà?”

Blaine firmò immediatamente per farlo uscire ed avvicinandosi al bimbo , si inginocchiò davanti al lui.

“Mi dispiace tesoro... papà è al lavoro... ma ti porto subito a casa così puoi riposare”

“Gelato?” chiese triste Cory.

Blaine rise.

“Forse un’altra volta... quando ti sentirai meglio “ promise , proprio mentre Cory vomitava di nuovo.

Blaine si strinse il naso per l’odore.

“Andiamo tesoro... torniamo a casa”.

Prese lo zainetto di Cory e lo condusse fuori.

Blaine chiamò un taxi e portò Cory a casa.

Mentre erano in macchina, Blaine prese il cellulare e mandò un veloce messaggio a Kurt.

“Ho preso Cory.. .stiamo tornando a casa... ci vediamo dopo – Blaine”-

Mentre aspettava che Kurt rispondesse , Blaine abbassò lo sguardo su Cory e vide che il bimbo si era rannicchiato sul suo fianco e si era addormentato.

Il taxi si fermò presto davanti casa , Blaine lo pagò e prese in braccio Cory attentamente e lo portò in casa.

Lo sistemò gentilmente sul suo lettino  assicurandosi di lasciargli un cestino accanto al letto, giusto in caso ne avesse bisogno.

Silenziosamente, Blaine lasciò la stanza di Cory , lasciando la porta leggermente socchiusa.

Poi tornò in camera sua per cercare di dormire ancora un po’.

Prima che la sua testa colpisse il cuscino, il suo telefono iniziò a vibrare.

Lo tirò fuori e vide che era arrivato un messaggio di Kurt.

“Grazie amore... andrò io a prendere Lila a scuola così puoi riposarti ... comunque... come sta il mio piccolo ometto? – Kurt.

Blaine sorrise e rispose immediatamente.

“Figurati amore... e come ti ho detto prima... non preoccuparti... penso sia solo un virus passeggero. – Blaine”

Blaine poggiò il cellulare sul comodino e chiuse gli occhi.

Ma prima che il sonno potesse sopraffarlo , sentì Cory iniziare a vomitare di nuovo.

Saltò fuori dal letto e corse in camera di Cory.

“Oh no...” disse Blaine tristemente, quando , entrando nella stanza, vide che Cory si era svegliato e si era vomitato addosso.

”Va tutto bene Cory... “ disse Blaine, cercando di consolare il bimbo.

“Papà!” urlò Cory.

Blaine aggrottò la fronte.

“Lo so tesoro...” disse, iniziando a spogliare Cory e pulire il disastro.
“Voglio il mio papà!” Cory continuò a piangere.

Blaine sospirò.

“Shh… va tutto bene Cory “ disse , “ hey... ho un’idea... perché non facciamo un bagno e poi chiamiamo papà?”

“Al lavoro?” chiese il bimbo.

Blaine sorrise.

“Si... possiamo chiamarlo al lavoro e dirgli che non ti senti bene. TI piace l’idea?”

Cory annuì.

“Ok... ma prima dobbiamo farti il bagnetto... questo dovrebbe aiutarti a sentirti meglio” ammise Blaine, “ e se dovessi sentirti di nuovo male... il bagno è proprio li”.

Cory annuì di nuovo ed alzò le braccia per farsi prendere in braccio.

Blaine finì di svestirlo e lo porto in braccio bel bagno dove gli fece un bel bagno caldo.

Quando Blaine finì di lavare Cory, gli infilò un pigiama pulito per farlo sentire più tranquillo.

Andarono poi nella stanza di Blaine e Kurt da dove avrebbero chiamato Kurt.

“Pronto per chiamare papà?” chiese Blaine.

Cory annuì mentre , all’improvviso, cominciò a sbadigliare e crollò addormentato sul cuscino di Kurt.

Blaine sorrise.

Si sdraiò subito accoccolandosi al bambino accanto a lui.



NOTE

Povero Cory!!

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** 41 capitolo ***


Quando Kurt tornò a casa con Lila nel pomeriggio, la casa sembrava troppo tranquilla.

Poggiò la sua borsa sul tavolo e salì al piano di sopra per controllare suo figlio ed il suo ragazzo.

Prima andò in camera di Cory e vide che le coperte erano state tolte.

“Piccolo tesoro” disse tra se Kurt.

Andò poi in camera sua e trovò Cory accoccolato accanto a Blaine, profondamente addormentati.

Kurt sorrise e , chiudendo piano la porta li lasciò dormire.

Tornò al piano di sotto per aiutare Lila con i compiti.

“Dove sono Blaine e Cory?” chiese Lila.

“Stanno dormendo... Cory non si sente bene ricordi?” rispose Kurt.

Lila annuì sedendosi al tavolo della cucina con una merendina.

Un paio d’ore più tardi, Kurt stava preparando la cena quando sentì dei leggeri passi venire dalle scale.

Si voltò e vide Cory.

“Hey tesoro” disse Kurt allegro prendendolo in braccio , controllandogli la fronte.

“Sei un po’ caldo... spero che non ti sia venuta la febbre”.

“Mi fa male il pancino” piagnucolò Cory.

“Lo so” disse triste Kurt, “ vuoi qualche crackers? Potrebbe forse aiutarti a sentirti meglio”.

Cory scosse la testa e si appoggiò alla spalle del padre.

“Aww… povero cucciolotto mio...” lo consolò Kurt accarezzandogli la schiena.

“Papà... Blaine non deve andare al lavoro?” chiese Lila.

Kurt guardò il suo orologio e realizzò che Blaine doveva prepararsi per il lavoro.

“Perché non vai su a vedere se si è svegliato? Nel caso... puoi svegliarlo tu” suggerì Kurt a Lila.

Lila sorrise e corse al piano di sopra.

Kurt portò Cory in salotto e si sedette insieme a lui sul divano.

“Vuoi guarda un film o qualcosa alla Tv?” chiese Kurt al bimbo.

Cory sbadigliò.

“Riposati ancora un po’” suggerì Kurt, “ vuoi ascoltare  la musica di “Baby Einstein”?

Cory annuì.

Kurt sorrise.

Si allungò per prendere il suo ipod , poggiato accanto al divano , e cercò la giusta playlist.

Subito della musica classica riempì la stanza.

Un paio di minuti dopo, Lila entrò in salotto.

“Hai svegliato Blaine?” le chiese a bassa voce Kurt.

Lila annuì.

“Ha detto che scende tra un paio di minuti... doveva solo cambiarsi.”

Kurt annuì.

“Grazie tesoruccio”

“Prego” rispose lei allegramente.

Kurt abbassò lo sguardo e vide che Cory si era riaddormentato.

Baciò la sua fronte e sospirò.

Era ancora molto caldo.

Rialzò lo sguardo e vide Blaine nel suo camice.

“Hey... scusa se non ti ho sentito rientrare” si scusò Blaine.

Kurt scosse la testa.

“Non scusarti ... è tutto apposto” disse Kurt, “ Cory aveva la febbre prima?”

Blaine prese la sua sacca e guardò Kurt.

“No... non penso... perché?”

“Perché è molto caldo in questo momento” spiegò Kurt.

“Probabilmente lo è perché lo stavo stringendo mentre dormivamo” disse Blaine.

Kurt chinò la testa e scrollò le spalle.

Blaine gli si avvicinò e strinse le braccia attorno al suo collo, baciandogli la guancia.

“Hey... non preoccuparti... probabilmente è solo un virus passeggero che ha preso a scuola... sono sicuro che domani starà bene” insistette Blaine.

Kurt annuì .

“Se dovesse peggiorare puoi sempre chiamarmi al lavoro” aggiunse Blaine.

Kurt rise.

“Ok”.

Poi voltò la testa così da poter baciare Blaine sulle labbra.

“Ora devo andare o farò tardi ed il dottor Romano detesta quando arrivo in ritardo” scherzò Blaine.

Kurt rabbrividì leggermente quando sentì quel nome facendo ridere Blaine.

“Si... lo so...provo la stessa cosa” disse.

“Devi lavorare con lui per tutta la notte?” chiese Kurt.

Blaine scosse la testa.

“No... il suo turno finirà quando arriverò io. Quindi fortunatamente non devo lavorare con lui tutta la notte... ma c’è sempre il prossimo turno...”

“Che fortuna” lo prese in giro Kurt.

Blaine si buttò la sacca sulla spalle.

“Oh si... sono davvero fortunato” scherzò.

“Beh... buon lavoro ... a che ora torni a casa?” chiese Kurt.

“Ohh... non prima di domattina” rispose Blaine, “Probabilmente starai preparando i bambini per andare a scuola quando tornerò”.

Kurt sorrise ed annuì.

“Buon lavoro...” ripeté.

Blaine si riavvicinò a Kurt, per dargli un altro bacio.

“Grazie... ti amo”.

“Ti amo anche io” rispose Kurt.

Blaine baciò velocemente la testa di Cory e si diresse verso la porta.

“Blaine aspetta!” lo chiamò Lila.

Blaine si voltò.

“Cosa c’è tesoro?” chiese.

“Non mi hai salutata” disse triste Lila.

“Come ho fatto a dimenticarmi di te?” scherzò Blaine.

Si inginocchiò e la tirò su abbracciandola forte, “ ci vediamo domattina “.

“Non verrai a rimboccarmi le coperte stasera?” chiese Lila con occhi tristi.

“Tesoro... Blaine deve lavorare stasera... ma io sarò qui” disse Kurt.

“Fa la brava con papà... Ok?” sussurrò Blaine, facendola ridacchiare.

Le diede un bacio sulla guancia e la rimise giù.

“Quando torni a casa, dormirai di nuovo, vero?” chiese Lila.

Blaine rise.

“Giusto” rispose, “ ora se non me ne vado ... il dottor Romano non sarà felice con me”.

“Ciao Blaine” disse Lila.

“Ciao principessa” disse Blaine.

“Ciao Blaine ... buon lavoro” disse Kurt, “ salva qualche vita”.

Blaine sorrise .

“Ci proverò” gli rispose.

Poi si voltò ed uscì di casa.

Una volta arrivato in ospedale Blaine cominciò subito a visitare i pazienti.

“Da quanto tempo ha questa tosse ,signora Davis?” chiese alla sua attuale paziente.

Lei cominciò a tossire forte nel pugno prima di rispondere.

Blaine sorrise appena mentre scarabocchiava qualcosa sulla cartellina che aveva in mano.

“Mandala su a fare dei raggi al petto” disse, allungando la cartella a Santana.

Lei annuì.

“Controlliamo cosa ci mostreranno i raggi e vedremo cosa fare. Ok?” spiegò Blaine e la signora Davis annuì.

Chiuse le tendine per darle un po’ di privacy.

Blaine si diresse poi verso il banco delle infermiere per prendere un’altra cartella.

“Blaine... stai bene?” chiese Quinn, notando il volto stanco e pallido di Blaine.

Blaine alzò lo sguardo sulla ragazza bionda.

“Si... sto bene ... perché?”

“Sei molto pallido... sei sicuro di stare bene?” chiese di nuovo.

Blaine scosse la testa.

“Quinn... sto bene...”

“Hey... c’è nessuno?” un paramedico urlò, spingendo un paziente su una barella.

Blaine si avvicinò al nuovo paziente con Quinn al seguito.

“Tina... quale stanza è libera?” le urlò.

“Trauma 2” gli rispose.

“L’hai sentita… Trauma 2... Andiamo...” ordinò Blaine, “ Tina... dov’è il nuovo specializzando?” strillò.

“Penso sia andato in laboratorio... vuoi che glielo chiami?” disse subito Tina.

“Si... è un ottimo caso per imparare” rispose mentre continuava a dirigersi verso la stanza.

“Ok... al mio tre” ordinò, “ piano e con delicatezza... 1...2...3!”

Blaine ed i paramedici sollevarono il paziente dalla barella al lettino.

“Cosa è successo?” chiese.

Mentre i paramedici spiegavano cosa fosse successo al paziente, Quinn notò l’espressione sul viso di Blaine cambiare.

“Blaine?” chiese .

Blaine scosse velocemente la testa .

“Si... ok... intubiamola”

“Sei sicuro di stare bene?” insistette Quinn.

“Smettila di chiedermelo Quinn” disse arrabbiato Blaine, “ sto...” iniziò quando sentì lo stomaco contorcersi.

“Forse dovresti sdraiarti un po’” Quinn suggerì.

“No... quello di cui ho bisogno è prendermi cura del mio paziente” disse arrabbiato, “ Tubo”

Un’altra infermiera gli allungò lo strumento giusto.

Ma prima che Blaine potesse intubare, sentì un’altra sensazione di nausea.

“Penso che mi sto ammalando” disse velocemente chinandosi per vomitare. 

Quinn afferrò velocemente una ciotola e la tenne sotto il mento di Blaine, accompagnandolo verso una sedia.

“Siediti qui...” disse Quinn.

Blaine si sedette continuando a vomitare.

“Dottor Anderson, Tina mi ha detto che mi voleva” disse Mike Chang, entrando in sala 2.

“Il dottor Anderson non sta bene... dobbiamo chiamare un altro dottore che si occupi della paziente” spiegò Quinn.

Blaine scosse la testa.

“No” disse tossendo, “ è un ottimo caso per imparare”

“Blaine... stai male... devi tornare a casa” insistette Quinn.

Blaine scosse la testa.

“Deve essere intubata. .. e lo può fare Mike”.

“Non rimango qui mentre fai intubare una paziente ad uno specializzando mentre stai vomitando l’anima”.

“Mi prendo tutta la responsabilità” Blaine quasi sputò fuori le parole.

Quinn sospirò.

“Bene” disse indicando il paziente.

Mike si infilò velocemente un paio di guanti e si avvicinò alla testa del paziente mentre Blaine lo guidava verso la sua prima intubazione con Quinn al suo fianco.

“Ottimo lavoro” disse Blaine, con voce roca, mentre Mike ed un altro infermiere portavano il paziente al piano di sopra per un intervento.

Quinn si fermò davanti a Blaine , le mani sui fianchi , le labbra socchiuse.

“Cosa?” chiese Blaine.

“Penso che dovresti andare a casa e riposare” suggerì Quinn.

Blaine scosse la testa.

“Sto bene” insistette Blaine, “Vado a sdraiarmi per un po’, visto che non siamo molto impegnati, ma non è necessario che vada a casa”.

Quinn ruotò gli occhi.

“Uno dei bambini è malato?”

Blaine annuì.

“Cory è tornato a casa prima da scuola… penso che abbia un virus passeggero allo stomaco” confermò.

“Beh... penso che lo abbia preso anche te, perché hai appena vomitato durante una visita e penso anche che tu abbia la febbre.”

Blaine scosse la testa.

“No... non ho la febbre.”

Quinn lo fissò.

“Oh... davvero?” si voltò e prese un termometro.

Lo posizionò sul suo orecchio fino al beep.

“Niente febbre huh?”  lo schernì mentre gli mostrava il piccolo schermo.

Blaine strizzò gli occhi e vide il numero 38.5 segnato.

Aveva decisamente la febbre.

“Va a casa Blaine” disse Quinn con comprensione, “ non sei di aiuto a nessuno se stai male”

Blaine abbassò la testa sconfitto.

 “Ok... hai ragione”

“Vuoi che chiamo Kurt?” chiese Quinn.

“No... probabilmente sta mettendo i bambini a letto o sta andando lui stesso a letto” rispose.

“Hai bisogno di un passaggio allora?” 

Blaine rise, prima di vomitare di nuovo nel catino.

“Lo prendo per un si” disse Quinn, “ aspetta qui... vado a prendere le tue cose”.

Blaine le fece un cenno con la mano in risposta continuando a vomitare.



Note

Povero il mio cucciolo malatino!!!...

A Venerdi ( Giovedi vedo la puntata :P )

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** 42 capitolo ***


Una volta che Quinn ebbe trovato qualcuno che sostituisse sia Blaine che lei, accompagnò Blaine alla macchina, che camminava con il catino sotto il mento.

“Davvero non c’è bisogno che tu faccia tutto questo” borbottò Blaine, mentre saliva in macchina.

Quinn scosse la testa e chiuse la portiera per poi andare dall’altro lato e mettersi alla guida.

“Vorrei che la smettessi di dirlo” rispose Quinn, mettendo in moto la macchina per lasciare il parcheggio dell’ospedale, “ voglio solo che tu stia meglio... oltretutto non penso che tu possa occuparti dei pazienti con un virus allo stomaco comunque”.

Blaine annuì e si appoggiò al sedile.

Poco dopo, Quinn parcheggiò la macchina nel vialetto di Kurt.

Le uniche luci accese erano le luci di sicurezza davanti casa, che significava che Kurt era già andato a dormire.

Quinn guardò Blaine e vide che si era addormentato durante il breve tragitto verso casa.

“Blaine” disse dolcemente, spingendolo piano.

“Mmm” si lamentò Blaine.

“Blaine... siamo a casa...” ci riprovò Quinn, “ devi svegliarti... non posso portarti in braccio dentro”.

Blaine sbatté lentamente le palpebre e sbadigliò.

Guardò la sua bionda amica, “ Grazie Quinn... l’ho davvero apprezzato”.

Quinn sorrise.

“Figurati...” rispose, “ ora lascia che ti aiuti ad entrare in casa”.

“No... posso farcela” insistette Blaine.

“Blaine... sei davvero così testardo?” chiese.

Blaine sbuffò.

“Posso essere malato, ma penso di potercela fare ad entrare da solo in casa”.

Quinn guardò il giovane medico.

“Va bene... prova a camminare fino alla porta senza cadere”.

Blaine ruotò gli occhi.

“Non sono così imbranato”.

“Non sto dicendo che sei imbranato , Blaine... è solo che sei debole” ammise Quinn, “ hai vomitato tanto ed hai la febbre... sei riuscito a stare a malapena in piedi durante la visita prima”

“Ok... ok... hai vinto”  si arrese Blaine.

Quinn scese dalla macchina e si diresse verso il lato passeggeri, “ andiamo...” disse.

“ Caspita , prepotente eh?” la prese in giro Blaine.

Quinn semplicemente ruotò gli occhi.

Blaine scese dalla macchina e si appoggiò velocemente al braccio di Quinn.

“Stai bene?”

“Si” rispose velocemente Blaine, “ è stato solo un capogiro... penso di essermi alzato troppo in fretta”.

“Ok... fai piano”. Insistette lei.

Blaine annuì.

Iniziarono a camminare verso la porta, ma dovettero fermarsi perché Blaine riprese a vomitare nel catino.

“Forza Blaine... ci siamo quasi” insistette Quinn, mentre Blaine si lasciò cadere sull’erba.

Blaine scosse la testa.

Infilò una mano in tasca ed allungò a Quinn una chiave.

“Ecco... puoi aprire la porta per favore?” 

“Blaine... siamo a mezzo metro da li” gli disse Quinn.

Blaine scosse la testa di nuovo.

“Ho solo bisogno di sedermi un attimo”  disse continuando a vomitare.

Quinn sospirò.

Gli toccò la fronte.

Era ancora più calda di prima.

“Forse dovrei riportarti in ospedale” suggerì Quinn.

Blaine scosse di nuovo la testa.

Quinn guardò l’amico preoccupata.

Già portarlo fin li era stato difficile.

Forse è la febbre che parla per lui, pensò.

“Blaine ... dov’è il tuo telefono?” chiese Quinn.

Blaine infilò la mano nell’altra tasca e le allungò il cellulare.

Quinn trovò velocemente il numero di Kurt e lo chiamò.

“Pronto?” rispose Kurt dopo alcuni squilli, la voce assonnata.

“Kurt? Sono Quinn” disse , “ Lavoro con Blaine... ed il motivo per cui chiamo così tardi e perché si è ammalato mentre era al lavoro ed ho dovuto accompagnarlo fin qui” continuò, “ ora non riesco a farlo entrare in casa”.

“Aspetta? Ma siete qui?” chiese velocemente Kurt, sedendosi sul letto.

“Si... ma visto che ha la febbre... non penso stia ragionando con chiarezza e non riesco a portarlo da sola dentro” continuò.

“Aspetta... arrivo subito” disse velocemente Kurt, attaccando per poi indossare la vestaglia.

Scese al piano di sotto , senza far rumore.

Sbloccò la porta ed uscì; vide Quinn che cercava di convincere Blaine ad alzarsi.

Kurt sospirò.

“Mi dispiace di averti svegliato” si scusò Quinn non appena vide Kurt avvicinarsi.

Kurt scosse velocemente la testa.

“No... è tutto ok... non stavo dormendo da molto.”

Si inginocchiò ed avvolse un braccio attorno a Blaine.

“Andiamo amore... è ora di andare dentro.

“NO... devo andare a prendere i bambini a scuola” piagnucolò Blaine.

“Shh... è tutto ok... Lila e Cory stanno già dormendo... è tutto ok...” cercò di calmare Kurt, mentre portava Blaine in casa.

“Grazie Quinn” disse Kurt, una volta che Blaine fu dentro casa.

Quinn sorrise.

“Non è un problema... davvero” rispose, “  solo assicurati che si riposi per qualche giorno”.

Kurt annuì per ringraziarla poi portò il suo fidanzato malato al piano di sopra.

Visto che Blaine era in buone mani, Quinn si voltò ed uscì, chiudendosi la porta alle spalle.


Un paio di giorni dopo,  dopo che tutti i microbi si sparsero per casa, sembrò che tutti stessero meglio. 

Il che significava che si ritornava alla solita routine.

“Devi fare il turno di notte stasera?” chiese Kurt a Blaine, una mattina mentre tutta la famiglia stava facendo colazione.

“A dire il vero no…” rispose Blaine, “ esco quando esci tu”

“Davvero?” rispose Kurt, “ meraviglioso... questo significa che sei a casa per cena?”

Blaine sorrise.

“Lo spero... a meno che non arriva qualche emergenza quando sto andando via”

Kurt sbuffò.

“Non scherzare” 

Blaine rise.

“Andiamo voi due...” disse poi a Lila e Cory, “ dobbiamo andare a scuola… prima ci arriviamo... prima possiamo tornare a casa per giocare”.

“SI!!” urlarono Lila e Cory.

Kurt sorrise.

Amava vedere quanto andassero d’accordo Blaine ed i suoi figli.



NOTE

Povero amore mio con la febbre...

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** 43 capitolo ***


Una volta lasciati i bambini a scuola, Blaine e Kurt si diressero verso l’ospedale.

“Ci vediamo dopo a casa?” chiese Blaine.

Kurt sorrise.

“Si”

“Stai bene?” gli domandò Blaine.

Kurt scosse la testa.

“È solo che non mi piacciono gli ospedali... sai... dopo quello che è successo a Lila ed a mio padre...” 

“Cos’è successo a tuo padre?” domandò Blaine.

“Non è niente...” disse velocemente Kurt.

“Blaine... sta per arrivare un ferito” urlò Santana, passando accanto ai due uomini.

“Vai... ci vediamo dopo” Kurt baciò velocemente Blaine sulle labbra.

“Stai bene?” chiese un’ultima volta Blaine.

“Si” rispose Kurt, cominciando ad infastidirsi, “ ora va... salva qualche vita”

Blaine sorrise.

“Ti amo”.

“Ti amo anche io” rispose Kurt, salutandolo con un cenno, mentre andava via.

Kurt lasciò l’ospedale e continuò a dirigersi a lavoro.

“Buongiorno signor Hummel” lo salutò Ashley , la segretaria.

“Buongiorno Ashley” le rispose , “ cosa c’è in programma oggi?”

Ashley rise mentre gli allungava dei fogli.

“Beh.. hai alcuni meeting prima di pranzo e quando torni ... ne hai ancora”.

Kurt si lasciò scappare un gemito.

“Ugh... ma la gente non sa che mi piace togliermi di mezzo tutto prima di pranzo?”

Ashley semplicemente scrollò le spalle.

“Penso di no”.

Kurt scosse la testa e si diresse verso l’ufficio.

La sua giornata cominciò come al solito.

Meeting su meeting.

Niente fuori dall’ordinario.

Non fino il suo primo meeting dopo pranzo.

“Ora... dia un’occhiata a questo prospetto...” disse Kurt.

“Signor Hummel” esclamò Ashley irrompendo in sala riunioni.

“Ashley.. sono nel bel mezzo di un meeting” la rimproverò Kurt.

“Si... e mi dispiace interrompere” disse immediatamente per scusarsi Ashley, “ ma c’è la sua matrigna al telefono... dice che è un’emergenza”.

Kurt spalancò gli occhi.

Sapeva che Carole lo avrebbe chiamato solo se era successo qualcosa.

“Mi scusi “ disse a bassa voce Kurt, uscendo velocemente dalla stanza per andare nel suo ufficio.

“Carole?” chiese.

Nel frattempo , Blaine era a metà turno in ospedale.

“Ok... Facciamogli una flebo... poi un emocromo e dei raggi al petto” iniziò poi, tutto ad un tratto , sentì qualcuno urlare il suo nome.

“Blaine! Blaine” lo chiamò Kurt.

Blaine si voltò e vide Kurt che correva verso di lui.

“Kurt?”  disse sorpreso.

Gli si avvicinò poggiando una mano sulla sua spalle.

“Kurt... che succede?”

“Si tratta di mio padre” disse velocemente, “ ha… ha avuto un infarto”.

“Oh mio dio...” rispose Blaine.

“Devo andare... in questo momento sono in lista d’attesa su tre aerei… non so quando tornerò...” spiegò Kurt.

Blaine scosse la testa.

“Non preoccuparti di questo... mi prenderò cura io dei bambini” ribadì.

“Non so quanto potrò tornare… Carole dice che in questo momento è in coma...” iniziò Kurt... ma Blaine lo fermò.

“Kurt...” lo interruppe Blaine, “ Vai... stai con tuo padre... ha bisogno di te...”

Kurt lo guardò con tristezza.

“Grazie” disse dolcemente, “ avrei bisogno che andassi tu a prendere Lila e Cory” 

“Non preoccuparti di nulla... solo... stai con tuo padre” ripeté Blaine, “Chiamerò anche l’ospedale... e vedo se posso fare qualcosa da qui”.

Immediatamente, Kurt avvolse le braccia al collo di Blaine.

“Grazie... ti amo così tanto”.

“Ti amo anche io” rispose Blaine, “ora... vai”  lo esortò, spingendolo via.

“Di a Lila e Cory che gli voglio bene e che chiamerò non appena potrò” urlò Kurt, uscendo velocemente fuori dall’ospedale.

Blaine rimase immobile per qualche momento dopo che Kurt era andato via.

“Blaine?” chiese Santana, “ Terra chiama Blaine?” disse sventolando la mano davanti al suo volto.

Blaine scosse la testa per schiarirsi i pensieri

“Stai bene?” chiese Santana.

“Si... solo... devo fare prima una cosa” rispose, dirigendosi verso il banco delle infermiere per prendere il telefono.

Quinn gli si avvicinò, con una cartella in mano.

“La signora Asher ha ancora dolore... posso darle qualcosa?” chiese.

Blaine la ignorò mentre digitava un numero sconosciuto.

“Blaine?” Quinn chiese.

Blaine restò in silenzio.

“Hey... che succede?” chiese Quinn.

Blaine la guardò, con il telefono in mano.

“Il padre di Kurt ha avuto un infarto” disse a voce bassa.

Quinn spalancò gli occhi.

“Oh mio dio...” esclamò, “ come sta Kurt?”

“Sta cercando di prendere un aereo per l’Ohio” iniziò Blaine, poi riportò l’attenzione alla telefonata, “ si... salve... può per favore passarmi il reparto di cardiologia? “ chiese con gentilezza.

“Cosa stai facendo?” chiese Quinn, “ non puoi fare nulla da qui”

Blaine si voltò di nuovo verso di lei.

“Devo provarci”

Quinn scrollò le spalle.

“C’è qualcosa che posso fare?”

Blaine scosse la testa.

“Non credo ...ma... grazie”.

Quinn sorrise ed andò via, lasciando Blaine alla sua telefonata.

“Si... sono il dottor Anderson e sono un medico del PS del NYMH qui a New York.

So che vi state occupando di un nuovo di nome Burt Hummel” iniziò a spiegare, “ mi chiedevo se potessi essere aggiornato sul suo stato di salute, per favore?”

“Dottor Anderson... posso dare al mio paziente del Tylenol?” chiese Mike avvicinandosi.

Blaine gli fece segno con un dito di non parlare per un momento.

“Blaine la tua paziente con l’asma ha bisogno di te” urlò Santana.

Blaine spostò il telefono dalla bocca per un attimo.

“Arrivo tra un minuto”.

Riportando il telefono alla bocca, tornò alla sua telefonata.

“Si... sono ancora qui” rispose alla persona dall’altra parte.

“Blaine... c’è stato un incidente con molte vittime... saranno qui tra quindici minuti” esclamò Tina.

Blaine le fece solo un cenno con la mano.

“Si... Burt Hummel... H-u-m-m-e-l” rispose Blaine alla domanda della persona al telefono.

Mentre Blaine ascoltava il resoconto delle condizioni di Burt, scribacchiò alcune note, annuendo e mormorando.

“Si... um... la moglie è con lui?” chiese, “ può per favore dirle che suo figlio… Kurt... sta cercando un volo da New York e sarà quanto prima?”

Blaine annuì .

“Grazie... ancora una cosa... può per favore chiamarmi a questo numero e farmi sapere se ci sono cambiamenti?”

Blaine annuì di nuovo.

“D’accordo... grazie mille”  rispose ed attaccò.

Si voltò per fronteggiare tutti quelli che avevano bisogno di lui, che lo stavano fissando preoccupati.

“Ok gente... torniamo tutti al lavoro” esclamò, battendo le mani.

“Mike... puoi dare alla tua paziente due Tylenol ma se te ne chiede altro... fammelo sapere”  disse velocemente e Mike tornò dal suo paziente .

“Tina... prepara entrambi le sale e chiama chirurgia”  gridò.

Blaine si voltò poi verso Santana.

“Cosa ti serve ancora?” le chiese.


“La tua paziente con l’asma… chiede di te” rispose Santana.
Blaine annuì e si allontanò.

Santana lo seguì immediatamente.

“Hey... cosa succeede?” chiese Santana raggiungendolo .

Blaine semplicemente scosse la testa.

“Non ora Santana” disse mentre spingeva la porta dalla sala visite.



NOTE

Cosa sarà successo a Burt???

Lo scopriremo venerdì!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** 44 capitolo ***


Dopo aver mandato l’ultimo suo paziente su in chirurgia, Blaine si diresse verso la stanza dei medici per lasciarsi cadere sul divano.

Prese un profondo respiro prima di telefonare a Rachel.

“Pronto?” chiese Rachel.

“Rachel... sono Blaine” disse, “ puoi andare a prendere Lila e Cory a scuola? Kurt deve tornare in Ohio ed io sono ancora al lavoro” le spiegò Blaine.

“Certo Blaine... ma cosa sta succedendo  a Kurt?  Si tratta si suo padre?” chiede lei.

“Si... ha avuto un infarto” rispose Blaine.

“Oh mio dio!” sussultò Rachel, “ come sta?”

Blaine prese un profondo respiro.

“Non bene... è in coma in questo momento e lo stanno monitorando, e gli stanno somministrando antibiotici via flebo... sperando che si svegli presto”

Rachel annuì nonostante Blaine non potesse vederla.

“Non preoccuparti Blaine... Passo a prendere Lila e Cory e li porto a casa”

“Grazie Rach” rispose Blaine.

“Verso che ora pensi di tornare a casa?” chiese lei.

Blaine guardò il suo orologio.

Merda... mormorò tra i denti.

“Non ne sono davvero sicuro, a dirti la verità”.

Tutto ad un tratto ci fu un beep beep dal telefono di Blaine,  che indicava l’arrivo di un’altra telefonata.

Blaine vide che Kurt lo stava chiamando.

“Oh Rachel... devo andare... ho Kurt sull’altra linea... “ disse velocemente, “ ci vediamo quando torno a casa... e grazie ancora”

Prima che Rachel avesse la possibilità di rispondere, Blaine prese la telefonata di Kurt.

“Kurt... sei all’aeroporto? Hai trovato un volo?” rispose velocemente.

“Si sono qui... ma non ci sono voli per l’Ohio fino a domattina”

“Cosa?” chiese Blaine.

“Sono sulla lista d’attesa di molti voli... ma ancora niente” rispose triste Kurt, “ Blaine... ho bisogno di andare da mio padre”

Blaine abbassò la testa e sospirò.

Solo sentire il suo fidanzato sull’orlo delle lacrime lo fece sentire male.

Subito gli venne un’idea.

“Lo so amore... ma ascolta... ho chiamato l’ospedale in Ohio e ho parlato col dottore che si sta occupando di tuo padre” disse Blaine.

“Davvero?” ansimò Kurt.

Blaine annuì, dimenticandosi che non poteva vederlo.

“Si”.

“Beh... cosa ha detto?”  urlò Kurt.

“Oh... ha detto che è in coma ora, ma che gli stanno dando degli antibiotici con le flebo e che lo terranno sotto osservazione” spiegò Blaine, “ quindi speriamo che si svegli presto” finì.

Kurt tirò un sospiro di sollievo.

“Grazie Blaine”

Blaine non poté fare a meno di sorridere.

“Prego... ma sai che non devi…”

“Ti amo “ disse Kurt.

Blaine abbassò lo sguardo, “Ti amo anche io”

Un momento di silenzio passò tra i due.

“Blaine?”  disse Kurt, “ cosa dovrei fare per tornare a casa?” 

Il giovane dottore scosse la testa per tornare alla realtà.

“Torna in ospedale” disse.

“Cosa?” chiese confuso Kurt.

“Cosa ne pensi se prendo la macchina e ti accompagno io?” suggerì Blaine,

“Cosa?” strillò Kurt, “Blaine ci vorrebbe il doppio del tempo”

“Era solo un suggerimento” ammise Blaine.

Kurt sospirò.

“Lo so... e mi dispiace... voglio solo raggiungere mio padre il prima possibile”.

“Lo so “ rispose Blaine, “ c’è qualcosa che posso fare per aiutarti?”

Kurt scosse la testa.

“No... solo il fatto che hai chiamato l’ospedale e che mi hai fatto sapere quali sono le condizioni di mio padre è abbastanza... grazie”.

Blaine sorrise.

“Mi terrò informato e ti aggiorno ogni volta che potrò”.

“Sarebbe magnifico” ammise Kurt.

Blaine sentì il suo cercapersone vibrare in tasca.

Cazzo mormorò tra se.

“Va tutto bene?” chiese Kurt,

Blaine tirò fuori l’apparecchio e lo controllò.

“Oh no... ascolta Kurt... devo andare... ti chiamo appena posso “ disse velocemente, “ ma ti prego... fammi sapere quando troverai il volo”

“Lo faro... ti amo” disse Kurt, “ abbi cura di Lila e Cory... e dagli un sacco di abbracci e baci da parte mia” aggiunse.

“Lo farò... ti amo” disse Blaine velocemente prima di attaccare ed uscire dalla sala dei medici per tornare al lavoro.


Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** 45 capitolo ***


Stanco ed esausto, Blaine stava finalmente dimettendo il suo ultimo paziente.

“Buonanotte Tina” disse , poggiando la cartella sulla scrivania per poi dirigersi verso la porta.

“Blaine!” lo chiamò Tina.

Blaine sospirò ed abbassò la testa.

Davvero non voleva voltarsi.

“Cosa c’è?” chiese da sopra le spalle.

“Hai una telefonata… un cardiologo dall’Ohio” disse Tina.

Blaine drizzò immediatamente le orecchie.

Corse di nuovo verso la scrivania e prese la telefonata.

“Pronto?” chiese Blaine “si.. .sono il dottor Anderson” rispose immediatamente.

Una volta finita la telefonata, si diresse verso casa, fermandosi a comprare una pizza per cena.

Mentre aspettava che le pizza fossero pronte, chiamò Rachel , avvisandola che stava per tornare a casa, e poi Kurt per vedere se avesse trovato un volo.

“Pronto?” chiese Kurt stanco.

“Ciao Kurt... sono io” disse Blaine, “ sei già riuscito a trovare il volo?”

Kurt sospirò pesantemente.

“No... sono ancora in attesa”

Blaine scosse la testa.

“Mi dispiace”.

Kurt si strofinò il volto e sospirò.

“Sono solo preoccupato per mio padre... questo è tutto”

“Lo so che lo sei... ma prima di lasciare l’ospedale ho parlato con uno dei suoi dottori” spiegò Blaine.

“Davvero?” Kurt si illuminò, “ Come sta? s’è svegliato?”

“Non ancora... ma il dottore con cui ho parlato ha detto che i suoi parametri vitali sono migliorati e che ha bisogno di un intervento, ma per il momento non è peggiorato” spiegò Blaine.

Kurt sospirò.

“Beh... lo prenderò come un segnale positivo” concordò.

Blaine sorrise ed annuì, anche se Kurt non poteva vederlo.

“Il signor Kurt Hummel è atteso in biglietteria.. Kurt Hummel alla biglietteria per favore”  sentì Kurt dall’interfono dell’aeroporto.

“ Blaine... devo andare... ti chiamo più tardi” disse velocemente e poi attaccò.

Dopo aver chiuso la telefonata con Kurt, Blaine pagò le pizze e si diresse verso casa.

“Ciao!” strillò Blaine, quando aprì la porta.

“Blaine!” gridarono Lila e Cory correndo verso di lui.

“Pizza!” strillò Cory.

“Si... ho preso pizza per cena” sorrise Blaine, portando gli scatoli in cucina.

Quando tutti si sedettero a tavolo ed iniziarono a cenare, i bambini si accorsero che mancava qualcuno.

“Blaine... dov’è papà?” chiese Lila.

Blaine guardò Rachel per avere un pò di supporto.

Rachel annuì.

“Lila... papà...” prima che Rachel potesse finire, il telefono di Blaine squillò.

Lo tirò fuori dalla tasca e vide che Kurt lo stava chiamando.

“Pronto?” disse Blaine, alzandosi per dirigersi in camera da letto.

“Blaine... ho trovato un volo più tardi... il che vuol dire che sarò in Ohio tra un paio di ore”.

Blaine sorrise.

“È meraviglioso Kurt”.

Kurt annuì.

“Ti chiamo appena arrivo in ospedale e scopro come sta mio padre”

“Certo... fai quello che devi fare” disse Blaine.

“Devo andare” disse Kurt velocemente “ prenditi cura dei miei figli mentre sono via”

Blaine rise leggermente.

“Non preoccuparti... lo faro” poi attaccò e ritornò in cucina.

Rachel guardò Blaine mentre si risedeva a tavola.

“È tutto apposto?” chiese.

Blaine annuì poi guardò i due bambini di fronte a lui.

“Lila... Cory... ho bisogno di dirvi una cosa”” iniziò.

“Dov’è papà?” chiese Cory.

Blaine prese un profondo respiro.

Non sarebbe stato facile spiegarglielo.

“Papà è dovuto partire per aiutare a prendersi cura di nonno per qualche giorno”.

“Perché?” chiese Cory curioso.

“Sta... sta bene?” chiese Lila a voce bassa.

Blaine sospirò.

“È molto malato... ma i dottori si stanno prendendo cura di lui”.

“Papà torna adesso?” chiese Cory.

“Non per un paio di giorni , tesoro” rispose Blaine a Cory.

Lila spinse via la sedia e si alzò da tavola.

“Lila tesoro... dove vai?” chiese Rachel...

Lila non rispose, anzi scappò in camera sua sbattendo la porta.

“Dovrei andare a parlarle” insistette Blaine.

Rachel afferrò il braccio di Blaine.

“No… lasciala un po’ da sola...” insistette, “ è turbata... Lila è come suo padre quando sta così… ha bisogno di stare da sola.”

Blaine sospirò poi tornò a guardare Rachel, “spero tu abbia ragione” disse, sedendosi di nuovo.

Sentì poi due piccole mani sul suo grembo.

Blaine abbassò lo sguardo e vide due occhi tristi che lo fissavano.

“Nonno sta male?” chiese Cory.

Blaine prese il bimbo in braccio e lo portò in salotto.

“Si tesoro... nonno è malato” iniziò Blaine a spiegare mentre si sedeva sul divano con Cory in grembo, “ ma nonna è con lui e presto anche papà sarà li… e ci sono tanti dottori ed infermieri che si prendono cura di lui”

“Lo stai curando tu?” chiese Cory con uno sbadiglio, mentre si accoccolava sulla spalla di Blaine.

“No Cory... nonno vive lontano da qui” disse Blaine, “ ma se vivesse qui... mi sarei sicuramente occupato di lui”.

Mentre Blaine era seduto sul divano con Cory addormentato, Rachel gli si avvicinò.

“Ho messo gli avanzi di pizza nel frigo ed i piatti in lavastoviglie, “ disse Rachel

Blaine annuì per ringraziarla.

“Vado via, ma se hai bisogno di qualcosa... chiamami... e fammi sapere quando senti Kurt” finì.

Blaine annuì di nuovo, ormai stanco.



NOTE

Scusate il ritardo!!

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** 46 capitolo ***


Nei giorni successive Blaine si prese cura di Lila e Cory mentre Kurt era in Ohio.

Blaine si era organizzato con Rachel e Mercedes; lui avrebbe portato i bambini a scuola ed una di loro sarebbe passato a prenderli e lui sarebbe tornato a casa in tempo per la cena.

Il Venerdì era quasi finito, il che significava il fine settimana per i bambini e due giorni liberi per Blaine.

Ma prima di poter andare a casa, Blaine doveva fare un’importante telefonata.

Blaine si diresse verso la sala dei medici e si sedette sui divano.

Prese il telefono dalla tasca e digitò il numero di Kurt.

“Ciao Blaine” disse Kurt, con voce stanca.

“Hey amore... come sta Burt?” chiese Blaine.

“Beh... si è svegliato... e questa è la buona notizia...” disse Kurt.

“E quella cattiva?” chiese Blaine.

“Ha bisogno di un intervento di bypass” disse Kurt sospirando.

“Kurt... so che non è quello che vorresti sentirti dire... ma tuo padre starà bene… sono sicuro che i chirurghi che lo opereranno sono bravi e lo hanno fatto milioni di volte” disse Blaine per rassicurare il suo fidanzato.

Kurt prese un profondo respiro.

“Lo so che hai ragione... sono solo ... preoccupato... questo è tutto”.

Blaine sorrise.

“Lo so... ma non appena uscirà dalla sala operatori vedrai che non c’è nulla di cui preoccuparsi”

Kurt annuì anche se Blaine non poteva vederlo.

“Come stanno i bambini?”

“In questo momento sono a casa con Rachel, in attesa che torni a casa” rispose Blaine, “ ho il fine settimana libero... quindi faremo qualcosa di divertente”

Kurt sorrise.
“Beh.. ottimo... sono contento che si stanno divertendo”

Blaine rise.

“Beh... devo andare altrimenti Lila e Cory si arrabbieranno con me se non vado a casa subito” spiegò.

“OK... non li facciamo aspettare… dagli un abbraccio e tanti baci da parte mia... e di loro che li voglio bene” disse Kurt.

“Lo sa che lo farò...” disse Blaine , “ e… Kurt?”

“Si Blaine?” chiese Kurt.

“Ti amo...” rispose Blaine.

Kurt sorrise.

“Ti amo anche io”

“Ci sentiamo più tardi” disse Blaine ed attaccò.

Blaine tornò a casa e fu salutato con un grosso abbraccio sia da Lila che da Cory.

La sera andò come avevano pianificato; cena, il bagnetto ed un film con tutti e tre accoccolati sul divano e poi a letto.

La mattina dopo, come promesso, Blaine aveva tutto il fine settimana pianificato.

Prima li avrebbe portati all’acquario poi un bel picnic al parco ed il giorno dopo sarebbero andati al Children’s Museum o allo Zoo.

Dipendeva da quanto sarebbero stati stanchi i bambini dall’avventura di oggi.

Nel frattempo in Ohio, Kate Anderson era in cucina , mentre Cooper era in salotto a vedere la Tv.

“Cooper... hai visto tuo padre?” chiese Kate.

“Penso sia al piano di sopra” rispose Cooper.

Kate semplicemente ruotò gli occhi verso il figlio maggiore per poi andare al piano di sopra.

Quando Kate entrò nella loro camera da letto , trovò il marito sul pavimento.

“Frank? Frank puoi sentirmi?” chiese a voce alta, cercando di muoverlo, “ oh mio dio! Cooper… chiama il 911” urlò.

Frank Anderson fu portato di corsa all’ospedale con sua moglie e suo figlio accanto.

Una volta in ospedale, Frank fu portato immediatamente via, lasciando Kate e Cooper impotenti nella sala d’attesa.

“Forse dovresti chiamare tuo fratello” suggerì Kate.

Cooper scosse la testa.

“Se ci provo... mi attaccherà di sicuro il telefono in faccia”

Kate prese il suo cellulare e chiamò Blaine, ma fu indirizzata alla segreteria.

“Salve... avete chiamato Blaine Anderson... a meno che non sia durante la giornata allora avete chiamato il dottor Anderson... se invece è tardi... allora.. .solo Blaine.

Comunque... mi dispiace di essermi perso la vostra chiamata, ma se mi lasciate il nome, il numero ed un breve messaggio, vi richiamerò appena posso.

Grazie.


“E’ strano... di solito risponde sempre al telefono” esclamò Kate.

“Signora Anderson? Cooper?” qualcuno li chiamò.

Kate alzò lo sguardo e vide Kurt.

Si alzò velocemente e corse verso di lui.

“Sei l’amico di Blaine giusto?” chiese.

Kurt annuì.

“È con te?” chiese.

“No... sono qui per mio padre. Ma è tutto ok?”  chiese Kurt di nuovo.

“Ho provato a chiamarlo ma non risponde al telefono”

“Signora Anderson?” un dottore la chiamò e Kate si voltò.

Cooper si avvicinò alla madre mentre ricevevano la notizie che Frank Anderson era morto.

“NOOO! Urlò Kate svendendo.

Cooper, il dottore e Kurt cercarono di consolarla e l’aiutarono  a rialzarsi . 



Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** 47 capitolo ***


Dopo che aver aiutato Cooper a portare la signora Anderson in un’area private dopo poter piangere senza che la gente li osservasse, Kurt si scusò discretamente ed uscì.

Bisognava avvisare Blaine della morte di suo padre.

Kurt tirò fuori il cellulare e chiamò casa.

Sorrise nel sentire la voce di Lila e Cory in segreteria, ma , quando Blaine non rispose, ne fu contrariato.

“Blaine... Blaine rispondi. 

Blaine... Blaine ti prego... ti prego rispondi... OK... non so come mai non rispondi al telefono, ma quando ricevi questo messaggio, ti prego chiamami o chiama tua madre... o chiama tuo fratello. Ti prego Blaine.

Kurt decise di chiamare in ospedale, giusto in caso Blaine fosse stato richiamato al lavoro.

- Nel frattempo a New York-

Tina era all’accettazione a rispondere alle telefonate.

“La farò richiamare al più presto” disse velocemente , prima di rispondere alla successiva telefonata.

“New York Memorial Hospital... come posso... oh... ciao Kurt... Um... non credo sia qui oggi” rispose, guardandosi attorno per cercare Blaine.

“Chi è?” chiese un altro dottore, che le si era avvicinato.

Tina coprì la cornetta con una mano.

“É il fidanzato  del dottor Anderson, Kurt... dice che è un’emergenza... ma non credo che Blaine lavori oggi”

“Passami il telefono” gli disse e Tina fece come le era stato detto, “ Sono il dottor Carter, posso aiutarla?”

Mentre ascoltava, il dottor Carter spalancò gli occhi e sussurrò a Tina, “ Manda un 911 sul cercapersone del dottor Anderson , per favore”

Tina semplicemente annuì in risposta.

“Non preoccuparti Kurt, gli mandiamo subito un messaggio e ti prego... fa le condoglianze alla famiglia di Blaine” finì il dottor Carter e poi attaccò.

“Tina... chiamami subito appena arriva Blaine e non dirgli nulla fin quando non gli parlo , per favore”

“Ok” annuì Tina.

Fortunatamente Blaine aveva con se il cercapersone e molto presto arrivò in pronto soccorso insieme a Lila e Cory.

Sfortunatamente non fu felice di essere stato chiamato al lavoro nel suo giorno libero.

“Ok Tina... qual è questa grande emergenza per cui sono dovuto venire nel mio giorno libero?” sbuffò Blaine.

“Umm... il dottor Carter ha bisogno di te” rispose Tina.

Blaine aggrottò le sopracciglia confuso.

“Mi hai mandato un 911 sul cercapersone... solo perché il dottor Carter vuole parlare con me?”

Sentendo il suo nome, il dottor Carter si avvicinò.

“Blaine...”

“John... che succede?” chiese immediatamente Blaine.

“Tina... perché non porti Lila e Cory nella sala dei medici mentre parlo con Blaine” suggerì il dottor Carter.

Tina si avvicinò ai bambini.

“Andiamo bimbi... penso che qualcuno ha lasciato qualche donuts nella sala dei medici” disse Tina.

“Donuts!” Lila e Cory urlarono eccitati all’unisono.

“No Tina... a Kurt non piace che mangino…” disse Blaine, ma era troppo tardi.

Tina era già sparita con i bambini nella sala dei medici.

“Va bene Blaine... andiamo in un posto più privato e parliamo” insistette il dottor Carter.

Blaine guardò il suo collega ancora più confuso, ma lo seguì comunque.

I due uomini entrarono in una della sale traumi vuota.

Blaine si guardò intorno, come se all’improvviso qualcuno dovesse saltar fuori e gridare “sorpresa”.

“Ok Carter... cosa succede? Non è il mio compleanno... Kurt non è qui... quindi non è una proposta di matrimonio a sorpresa.…” chiese Blaine.

“Kurt ha chiamato poco fa” rispose il dottor Carter.

Immediatamente , Blaine smise di farsi domande.

“Davvero? sta bene? Cioè... perché non ha chiamato me?” tirò il cellulare fuori dalla tasca e subito notò di avere la batteria completamente scarica.

“Ha detto che ha provato a chiamarti sul cellulare, a casa e che non riusciva a mettersi in contatto con te.. anche tua madre ci ha provato” spiegò il dottor Carter.

“Aspetta… mia madre?” chiese immediatamente Blaine.

“Blaine... mi dispiace... ma tuo padre... è morto... ha avuto un infarto fulmineo” terminò il dotto Carter.

Blaine guardò dritto davanti a se in silenzio per qualche minuto.

“Mi dispiace Blaine... se c’è qualcosa che posso fare... fammelo sapere” insistette il dotto Carter, rompendo il silenzio.

Blaine annuì per ringraziarlo ed uscì dalla stanza dirigendosi verso la sala dei medici.

“Ok è ora di andare... Cory , Lila ringraziate Tina per la merenda”

“Grazie Tina” disse i due insieme.

Tina sorrise.

“Prego”.

Invece di continuare la loro giornata all’acquario, Blaine portò Lila e Cory a casa.

Una volta che i bambini si chiusero in camera a giocare, Blaine rimase solo , per cercare di capire quello che avrebbe fatto.




NOTE

Non sono io l'autrice quindi non prendetevela con me per la morte del padre di Blaine

^__^

Siamo quasi alla fine anche di questa storia...

3 capitoli + l'epilogo...

A Venerdì

Ritorna all'indice


Capitolo 48
*** 48 capitolo ***


Dopo aver messo Lila e Cory a letto, Blaine si sedette sul divano ed iniziò a fare una lista di tutte le cose che doveva fare.

La prima lista che scrisse riguardava le disposizioni per il funerale di suo padre.

Funerale/Commemorazione?

Bara/ cremazione?

Volontà

Elogio funebre

Macchina

Vestiti...  donarli /conservarli?

Sua madre voleva fare un grande funerale o una piccola commemorazione solo con gli amici più intimi e la famiglia?

Frank Anderson voleva essere seppellito o cremato?

C’erano troppe cose che non sapeva e fu per questo che iniziò un’altra lista.

Questa fu un lista di viaggio.

Viaggio

Lila e Cory

Portarli da Kurt / lasciarli da Rachel?

Aereo

Viaggiare con due bambini?

Mentre Blaine scriveva la seconda lista, diventava sempre più frustrato.

Prima di mettere da parte entrambi le due liste, scrisse un’ultima cosa.

Chiamare mamma

Chiamare Kurt.

Blaine cerchiò i loro nomi perché aveva bisogno di chiamare le due persone più importanti della sua vita.

Aveva bisogni di entrambi più di qualsiasi altra cosa.

Dopo essersi preparato per andare a letto, Blaine si rilassò sul grande letto, suo e di Kurt,  e decise di chiamare sua madre.

“Pronto?” rispose lei, la voce leggermente roca.

“Ciao mamma” rispose dolcemente Blaine.

“Blaine... grazie a dio” esclamò Kate, “ ma dov’eri? Ho cercato di chiamarti...”

“Lo so... e mi dispiace...” la interruppe Blaine, “ come ve la state cavando tu e Cooper?”

Kate sospirò.

“Cooper è al piano di sopra... è stato così forte per me, ma mi rendo conto che questo lo sta distruggendo” . 

Blaine abbassò la testa.

“Mamma... mi dispiace di non essere li”

“Tesoro... va tutto bene... lo so che devi lavorare ed hai le tue responsabilità” disse Kate.

“Ma dovrei essere li” obiettò Blaine.

“Blaine tesoro, ascoltami” insistette Kate, “ nessuno sapeva che sarebbe successo... lo so che lo dici spesso ai tuoi pazienti”.

Blaine sorrise leggermente per l’amichevole promemoria di sua madre. 

“Ma davvero Blaine... tesor.o.. tutto andrà bene” ripeté Kate.

Blaine prese un profondo respiro.

“OK... bene... quando dovrei venire? Vuoi fare un funerale per papà o solo una commemorazione?

Sarà sepolto o cremato?

E le sue volontà e la casa la macchina?” Blaine iniziò a fare un milione di domande.

“Blaine tesoro... calmati” insistette Kate.

“Io e tuo padre abbiamo parlato tra noi... se uno dei due fosse morto prima dell’altro e mi disse che non voleva che ne facessimo una tragedia quando sarebbe morto.

Voleva essere cremato; e le sue ceneri saranno divise in tre urne.

La più grande per me e le due più piccole, una  per te ed una per tuo fratello”

Blaine sorrise.

Era felice che ognuno di loro avrebbe avuto un “pezzo” del proprio padre in ricordo. 

“Per le volontà di tuoi padre, il nostro avvocato se ne sta occupando, quindi non hai nulla di cui preoccuparti.

La casa è apposto e penso che venderò la macchina per fare un po’ di contanti... o la darò a Cooper” continuò Kate.

Ma mamma...” disse Blaine, ma fu immediatamente interrotto.

“Blaine... ascoltami” insistette fermamente Kate, “ non devi preoccuparti... tutto si sistemerà. 

Abbi fiducia in me.

La disintossicazione di Cooper sta andando bene... e credici o no... sta perfino andando agli incontri della AA*”

"É meraviglioso mamma, ma penso davvero che dovrei essere li” insistette di nuovo Blaine.

“Blaine Devon Anderson... non hai ascoltato nemmeno una parola di quello che ho detto?” urlò Kate al telefono.

Blaine abbassò la testa ed arrossì leggermente quando la madre usò il suo nome completo.

“Si... ho sentito... ma ...”

“Tesoro... so che vuoi solo aiutare ma in questo momento devi restare a New York e prenderti cura di Lila e Cory” disse Kate, “ ti prometto che quando ci saranno le feste, io e Cooper ci siederemo sul divano e guardando vecchie foto ci racconteremo storie imbarazzanti e ti permetterò di invitare anche Kurt. D’accordo?”

Blaine rise.

“Ok”.

“Bene... adesso di do la buonanotte e riparleremo domattina.

Ti voglio bene Blaine” terminò Kate.

Blaine sorrise.

“Ti voglio bene anche io mamma… abbraccia Cooper per me”

“Lo farò... buonanotte Blaine” disse Kate.

“Buonanotte mamma” rispose Blaine ed attaccò.

Dopo aver finito di parlare con la madre, Blaine lasciò uscire il fiato che non aveva realizzato di star trattenendo.

“Tutto andrà bene” disse Blaine a voce alta.

Chiudendo gli occhi stanchi, Blaine sapeva di aver bisogno di fare un’altra telefonata prima di andare a dormire.

Doveva chiamare Kurt.




NOTE

AA* alcolisti anonimi

Ritorna all'indice


Capitolo 49
*** 49 capitolo ***


La mattina dopo , Blaine si svegliò e controllò l’orologio.

Erano le 9:45.

Sbadigliando e stiracchiandosi, Blaine scese dal letto ed andò in bagno.

Dopo essersi fatto una doccia, andò a controllare Lila e Cory.

Blaine aprì lentamente la porta della stanza di Lila e notò che c’erano due piccoli corpi che dormivano nel suo letto.

Non poté fare a meno di sorridere.

Cory doveva essere sgattaiolato nella stanza della sorella durante la notte.

Lasciandoli continuare a dormire, Blaine chiuse la porta della stanza e andò in cucina.

Iniziò a prepararsi il caffè e mise a fare due pezzi di pane nel tostapane.

Mentre aspettavano che fossero pronti, Blaine prese il cellulare e telefonò a Kurt.

“Pronto?” chiese Kurt.

“Hey... scusa se non ti ho chiamato ieri sera. 

Ho chiamato mamma e dopo aver finito di parlare con lei ... mi sono addormentato” spiegò Blaine.

“Va bene... so che avevi bisogno di un po’ di tempo per elaborare quello che è accaduto” disse Kurt , “ma ... ora stai bene? Tua madre farò il funerale o altro?”

Blaine scosse la testa.

“No... sta per far cremare papà a dire il vero e le sue ceneri saranno divise in tre urne”.

“È una bella idea... in questo modo... sarà sempre con te” esclamò Kurt, chiudendo una porta dietro di se.

“Esatto” concordò Blaine, “ ma... cosa stai facendo? Sembra come se fossi in una macchina o qualcosa del genere”.

Kurt rise.

“Lo sono in effetti... sto tornando a casa.

Papà sta meglio... ma ti racconto tutto dopo... come stanno i bambini?”

“Stanno entrambi ancora dormendo... Cory deve aver fatto un brutto sogno ed è sgattaiolato nel letto di Lila.

Dovresti vederli Kurt... sono così adorabili accoccolati insieme”.

“Oh... ci scommetto che lo sono…” strillò Kurt, “ mi mancano così tanto... mi manchi anche tu”.

Blaine sorrise.

“Mi manchi anche tu... sai quando torni a casa?” chiese.

“Perché non apri la porta d’ingresso e lo scopri” disse Kurt.

Blaine sollevò la testa e corse all’entrata.

Guardò dalla finestra e vide Kurt.

Blaine sbloccò rapidamente la porta e si gettò tra le braccia di Kurt , dandogli un grande bacio di bentornato a casa.

“Sono così felice che tu sia tornato!” sussurrò Blaine all’orecchio di Kurt.

“Anche io” rispose Kurt.

Dopo essere rimasti sulla soglia per qualche secondo, Blaine lasciò entrare Kurt in casa.

“Vuoi del caffè? L’ho appena fatto” chiese Blaine nervosamente.

Kurt scosse la testa.

“No grazie” rispose sedendosi al tavolo, “ a dire il vero... vorrei riposare un pò.

Non appena ho saputo che mio padre starà meglio e quello che è successo a tuo padre, Carole mi ha praticamente sbattuto fuori dall’ospedale” rise, “ ho preso il primo aereo... ed eccomi qui”

Blaine rise.

“Come sta tuo padre, comunque?”  sedendosi accanto a Kurt.

Kurt annuì.

“Gli hanno fatto l’intervento di bypass e sembra che vada molto meglio... e Carole è li per assicurarsi che mangi sano” spiegò.

“Solo... mi siete mancati tantissimo , tu ed i bambini... dopo essere stato via per due mesi e poi dover andare di nuovo via per stare con mio padre… mi siete semplicemente mancati da morire.”

“Anche tu ci sei mancato tanto” confessò Blaine.

“Ma... non andrò più via per tanto , tanto tempo” disse Kurt.

Blaine sorrise.

“Bene... nemmeno io”.

Entrambi gli uomini risero mentre si chinavano per darsi un altro bacio.

“Papà!” urlarono Lila e Cory, mentre correvano giù per le scale per salutare Kurt.

“Papà! Sei a casa!” esclamò Lila.

“Si... sono a casa” rispose Kurt, stringendo in un abbraccio entrambi i bambini.

“Papà è a casa” disse Cory.

“Il nonno sta meglio?” chiese Lila.

“Sta meglio... e nonna Carole è li per occuparsi di lui così se dovesse sentirsi di nuovo male, lei ci sarà” spiegò Kurt, “ avete fatto i bravi con Blaine mentre ero via?”

Lila e Cory fecero entrambi un cenno con la testa.

“Voglio bene a papà Blaine” disse Cory, saltando sul suo grembo e dandogli un bacio sulla guancia.

Blaine e Kurt si guardarono negli occhi.

Né Cory Né Lila avevano mai chiamato Blaine, “papà” prima d’ora , ma ora che Cory lo aveva fatto , entrambi gli uomini rimasero leggermente scioccati.

“Lila... puoi portare tuo fratello al piano di sopra , per favore... arrivo subito per aiutarlo col pannolino, okay?” disse Kurt.

Lila annuì.

“Okay papà... andiamo sopra Cory”

Blaine mise Cory giù ed i due bambini salirono al piano di sopra.

Una volta che Kurt fu certo che erano al piano di sopra e fuori portata d’orecchio, guardò Blaine negli occhi.

“Kurt... non ho...” disse Blaine, ma fu interrotto da Kurt.

“Blaine... sai cosa significa questo?” chiese subito Kurt.

“Cory che mi chiama papà? No, non lo so...” Blaine scosse la testa confuso.

“Significa che ti sta accettando come suo papà... sta accettando un’altra figura maschile nella sua vita... nella sua famiglia” disse Kurt sorridendo.

“Ma Kurt... io non sono...” ci riprovò Blaine.

“Blaine per favore... ha solo 3 anni ed ha la sindrome di Down... solo... lascia che ti chiami papà… anche se è solo per un giorno o una settimana… potrebbe smetterla dopo un po’”.

Blaine abbracciò Kurt e lo baciò su una guancia.

“Certo che gli permetto di chiamarmi papà... solo se questo non ti crea problemi”

Kurt scosse la testa.

“A dire il vero... mi piace l’idea che ti chiamino papà.

Blaine rise.

“Bene... papà è il mio nuovo nome allora”



Ritorna all'indice


Capitolo 50
*** 50 capitolo ***


6 mesi dopo...

Sei mesi dopo la morte del padre di Blaine, le cosa iniziarono, finalmente, a calmarsi per la piccola famigliola.

Kurt lavorava ancora a Vogue e stava preparando tutto per il nuovo numero in uscita.

Blaine lavorava ancora al New York Memorial Hospital.

L’unico cambiamento era che Cory e Lila frequentavano la stessa scuola.

Lila ora era al 4 anno e Cory era nella classe per bambini con bisogni particolari.

Le cose andavano così bene che Kurt cominciò a preoccuparsi che qualcosa sarebbe successo a disturbare la loro felicità.

Blaine, invece, aveva una opinione differente .

Riusciva a pensare solo ad una cosa e cioè al chiedere a Kurt di sposarlo.

Anche se ancora non sapeva come si sarebbe proposto.

Quando la mattina dopo Blaine arrivò al lavoro, tutte le donne erano riunite attorno a Quinn, che urlavano e sospiravano.

“Oh mio dio Quinn ... sei così fortunata” disse Tina , con un leggero tono di gelosia nella sua voce.

Quinn sorrise con dolcezza.

“Cosa succede?” chiese Blaine.

Quinn alzò la mano.

“Noah mi ha chiesto di sposarlo”

Blaine spalancò gli occhi.

“Wow... è meraviglioso Quinn... congratulazioni” rispose abbracciandola.

“Grazie” rispose lei, “ tu e Kurt avete parlato di matrimonio? “ chiese.

Blaine scosse la testa , mentre si dirigeva verso la macchinetta del caffè.

“Voglio dire... amo Kurt più di qualsiasi cose ed amo anche Lila e Cory” iniziò a spiegare, “ e nulla mi farebbe più piacere del diventare parte permanente della loro famiglia, ma... solo non so come funziona tutte questa cosa del proporsi... e se lui dicesse di no?” chiese preoccupato.

Quinn scosse la testa.

“Se ti ama allo stesso modo in cui lo ami tu... non dirà di no”

Blaine si lasciò cadere sul divano.

“Ci sono così tanti modi in cui potrei propormi...” iniziò Blaine, ma Quinn lo interruppe immediatamente.

“Non farla diventare una proposta in grande... fai qualcosa di semplice... solo per voi due” disse Quinn.

Blaine guardò la sua amica ed annuì.

“Hai ragione... semplice” concordò, poi si alzò dal divano eccitato, “ ho trovato...”

Un paio di giorni dopo, Blaine aveva trovato come proporsi all’amore della sua vita.

Aveva tutto programmato.

“Vai a prendere tu i bambini a scuola, giusto?” chiese Kurt, mentre facevano colazione.

“A dire il vero, ho chiesto a Mercedes di andare a prenderli così lei e Sam possono occuparsi di loro stasera” rispose Blaine.

“Perché?” chiese con curiosità Kurt.

“Non preoccuparti... è una sorpresa... tutto quello che devi fare e tornare dritto a casa dopo il lavoro” disse Blaine.

“Okay” rispose Kurt, leggermente scettico.

“Fidati di me... ti piacerà la sorpresa” lo rassicurò Blaine.

Una volta aver salutato Kurt, Lila e Cory, invece di andare a lavorare Blaine iniziò a preparare tutto per la proposta.

Una volta che fu soddisfatto di come avesse sistemato tutti, realizzò che Kurt sarebbe tornato a casa presto.

Si fece una doccia veloce e si cambiò, indossando una bella camicia elegante ed un pantalone, oltre ad un papillon rosso.

Tornando in soggiorno, abbassò le luci ed accese le candele.

L’ultima cosa di cui Blaine aveva bisogno era la sua chitarra.

Mentre l’accordava, Blaine sentì la porta aprirsi e Kurt entrare.

“Blaine? Perché le luci sono così basse?” chiese Kurt, entrando in salotto, “ Blaine... cosa succede?”

Blaine sorrise , mettendo giù la chitarra per poi avvicinarsi a Kurt.

Prese le sue mani tra le sue e lo guidò verso il divano.

“Siediti” disse Blaine e Kurt fece quello che gli aveva chiesto.

“Kurt... ti amo... ed amo Lila e Cory” iniziò Blaine, “ ma... non sono molto bravo ad esprimere i miei sentimenti... ci riesco meglio attraverso le canzoni” spiegò, prendendo la sua chitarra e sedendosi di fronte a Kurt.

Blaine sorrise a Kurt iniziando a strimpellare la chitarra.

I wanna make you smile whenever you're sad

“Voglio farti sorridere quando sei triste”

Carry you around when your arthritis is bad

“Portarti in giro quando l'artrite fa male”

Oh all I wanna do is grow old with you

“Oh, tutto quello che voglio fare è invecchiare con te”

I'll get your medicine when your tummy aches

“Ti darò le medicine quando ti farà male la pancia”

Build you a fire if the furnace breaks

“Ti costruirò un camino se si romperà il forno”

Oh it could be so nice, growing old with you

Oh… sarebbe bellissimo invecchiare con te

I'll miss you

“Mi mancherai”

Kiss you

“Ti bacerò”

Give you my coat when you are cold

“Ti darò il mio cappotto quando avrai freddo”

Need you

“Ho bisogno di te”

Feed you

“Ti darò da mangiare”

Even let ya hold the remote control

“Ti lascerò persino usare  il telecomando”


Kurt non poté fare a meno di ridacchiare all’ultima frase, asciugandosi alcune lacrime.


So let me do the dishes in our kitchen sink

“Allora lascia che faccia i piatti nel lavello della nostra cucina”

Put you to bed if you've had too much to drink

“Metterti a letto se hai bevuto troppo”

I could be the man who grows old with you

“potrei essere l’uomo che invecchia con te”

I wanna make you smile whenever you're sad

“Voglio farti sorridere quando sei triste”

Carry you around when your arthritis is bad

“Portarti in giro quando l'artrite fa male”

Oh all I wanna do is grow old with you

“Oh, tutto quello che voglio fare è invecchiare con te”

I'll miss you

“Mi mancherai”

Kiss you

“Ti bacerò”

Give you my coat when you are cold

“Ti darò il mio cappotto quando avrai freddo”

Need you

“Ho bisogno di te”

Feed you

“Ti darò da mangiare”

So let me do the dishes in our kitchen sink

“Allora lascia che faccia i piatti nel lavello della nostra cucina”

Put you to bed if you've had too much to drink

“Metterti a letto se hai bevuto troppo”

I could be the man who grows old with you

“potrei essere l’uomo che invecchia con te”

I wanna grow old with you

“Voglio invecchiare con te”


Una volta finito di cantare, Blaine mise giù la chitarra accanto a lui e si inginocchiò davanti a Kurt.

Il cuore di Kurt batteva veloce.

“Kurt... ti amo così tanto... e come dice la canzone... non voglio altro che invecchiare con te” disse Blaine.

Tirò fuori una scatoletta di legno e l’aprì, mostrando un anello in platino, “ voglio passare il resto della mia vita con te... vuoi sposarmi?”

Kurt gemette.

“Si... si... un milione di volte si”

Blaine sorrise, tirando Kurt più vicino per baciarlo.




NOTE

Proposal Song-Grow Old With You-Adam Sandler

Ritorna all'indice


Capitolo 51
*** 51 capitolo - Epilogo ***


Blaine e Kurt stavano pianificando e preparandosi per questo giorno da mesi.

Ora questo giorno era arrivato.

Blaine e Kurt si sarebbero finalmente sposati.

Le loro famiglie e tutti i loro amici erano venuti per celebrare questa occasione gioiosa.

Visto che avevano organizzato questo matrimonio da soli, ognuno di loro aveva dei compiti specifici.

Kurt si sarebbe occupato di spedire gli inviti e degli schemi di colore, mentre Blaine si sarebbe occupato del locale, di fissare il giorno e l’ora.

Concordarono insieme la canzone con cui avrebbero attraversato la navata e che avrebbe cantato Rachel.

Per il cibo, ci sarebbe stato un buffet e la torta fu scelta da entrambi.

La notte prima del matrimonio , Blaine l’aveva passata a casa di Sam e Mercedes e quindi si stava preparando li.

E non avrebbe visto il suo futuro sposo prima del matrimonio.

Nel frattempo Kurt era a casa con Rachel che si preparava insieme ai bambini.

“No... No papà!” piagnucolò Cory, mentre Kurt tentava di far passare dalla testa la camicia elegante.

Kurt espirò profondamente.

“Per favore Cory?... è per il matrimonio di papa” lo pregò, “ oggi papà si sposa con Blaine e devi essere bellissimo”.

“Guardami papà!” strillò Lila correndo nella stanza , facendo una piroetta nel suo nuovo vestitino a fuori,

Kurt guardò oltre le sue spalle,

“Sei bellissima tesoro” si complimentò.

“Ti piacciono i miei capelli? Me li ha sistemati zia Rachel” chiese Lila, voltando la testa da un lato all’altro.

“Sei bellissima Lila” ripeté Kurt.

“Quando andiamo?” chiese Lila, diventando impaziente.

“Presto” rispose Kurt, voltandosi di nuovo verso il figlio.

“Cory... se non ti vesti, papà farà tardi al suo matrimonio”

Cory spalancò gli occhi sentendo queste parole.

“Okay papà... mi vesto”

Kurt sorrise.

“Grazie cucciolo”

Una volta che furono tutti pronti, Kurt guidò tutti e quattro verso il luogo del tanto atteso matrimonio.

“Oh mio dio” Kurt rimase a bocca aperta.

“Spiaggia!” strillò Cory.

“Pensavo che stessi per sposarti papà... non andando al mare” scherzo Lila.

“È meraviglioso” disse a bassa voce Kurt.

Rachel, Kurt ed i bambini scesero dalla macchina e si incamminarono verso la spiaggia.

“Oh... bene... sei finalmente arrivato” li salutò Carole.

“Carole... che succede?” chiese Kurt, mettendo Cory sulla sabbia.

“Oh... niente... Sam era solo preoccupato che potessi avere qualche ripensamento.. questo è tutto” spiegò Carole.

Kurt scosse la testa.

“Credimi... non ho nessun ripensamento” disse, “ ci sono tutti? Siamo pronti?”

Carole annuì.

“Stavamo solo aspettando te, Rachel ed i bambini. Ma tutti gli altri sono qui”

Kurt fece un grande sorriso.

“Ok... credo che ci siamo”

Carole sorrise tristemente.

“Sai... vorrei che Finn fosse qui per vedere tutto questo”

Kurt annuì , concordando.

“Lo so... anche io... ma mi piace pensare che dovunque lui sia... ci sta guardando.”

Carole si chino per abbracciare il suo figliastro.

“Ti voglio bene Kurt.”

Kurt annuì stretto tra le braccia di Carole.

“Anche io ti voglio bene” rispose.

Si allontanarono dopo un pò.

“Ma se non vado a sposarmi... sarà Blaine a pensare che ho un ripensamento” scherzò Kurt.

Carole rise.

“Ok... Andiamo a farti sposare”.

Burt ufficiava la cerimonia, quindi era già di fronte all’altare che aspettava entrambi gli sposi e Cooper e Rachel erano al suo fianco.

Una volta che la cerimonia iniziò e tutti si alzarono, Rachel cominciò a cantare

Wise men say only fools rush in

But I can't help falling in love with you

“Gli uomini saggi dicono

Solo gli sciocchi cadono

Ma non riesco a fare a meno

Di innamorarmi di te”

Kurt si incamminò sulla navata, al braccio di Carole.

Non appena arrivò all’altare vide il padre versare qualche lacrime.

Dopo un ultimo bacio sulla guancia, Carole andò a sedersi.

Oh shall I stay, would it be a sin

Oh if I can't help falling in love with you

“oh ,dovrei restare?  Sarebbe un peccato

oh , se io non posso fare ameno di innamorarmi di te”

Subito dopo Lila e Cory camminarono fianco a fianco lungo la navata.

Lila camminò, gettando petali di rose delicatamente sul pavimento.

Cory, che era stato scelto come paggetto, portava con molta attenzione gli anelli su un cuscino.

Quando entrambi i bambini si avvicinarono al padre, Cory alzò lo sguardo su Kurt, con un grande sorriso sul viso, “ ce l’ho fatta papà!”

Tutti risero allegramente alle parole del bimbo.

“Ben fatto tesoro” sussurrò Kurt, “ ora... vai a metterti li accanto a tua sorella ed a zia Rachel” disse Kurt indicandole.

Il bimbo annuì e fece quelle che gli aveva detto Kurt.

Kurt alzò lo sguardo e vide l’uomo più affascinante che avesse mai visto.

Oh like a river flows surely to the sea

Darling so it goes some things are meant to be

“Oh come un fiume che fluisce sicuramente al mare

caro così va, alcune cose sono destinate “

Blaine era al braccio di sua madre e camminava piano lungo la navata verso Kurt.

Take my hand, take my whole life too

Oh for I can't help falling in love with you

“Prendi la mia mano, prendi anche la mia intera vita

Perché io non posso fare a meno di innamorarmi di te”

Blaine baciò la madre su una guancia, come aveva fatto Kurt con Carole, e poi Kate andò a sedersi.

Oh like a river flows surely to the sea

Darling so it goes some things are meant to be

“Oh come un fiume che fluisce sicuramente al mare

caro così va, alcune cose sono destinate “

Blaine e Kurt si guardarono l’un l’altro, per la prima volta quel giorno, e non poterono fare a meno di sorridersi.

Oh oo-ooh take my hand, take my whole life too

For I can't help falling in love with you

Oh oo-ooh for I, I can't help falling in love with you

“Oh oo-ooh Prendi la mia mano, prendi anche la mia intera vita

Perché io non posso fare a meno di innamorarmi di te

Oh oo-ooh perché non posso fare a meno di innamorarmi di te”

Si sedettero tutti mentre i due sposi erano all’altare.

“Benvenuti a tutti” iniziò Burt, “per quelli che non mi conoscono, il mio nome è Burt Hummel e sono il padre di Kurt.

Celebro matrimoni già da un po’, ma oggi, beh... oggi è una giornata molto speciale” continuò, “ ora i voti per favore”.

Blaine annuì a Burt, andando lui per primo.

“Kurt, prima di incontrarti , non facevo che lavorare , senza mai prendermi tempo per altro.

Poi ho incontrato te... abbiamo parlato per tutta la sera.

Solo quando sei andato via, ho realizzato di non averti chiesto il numero di telefono.

Fino a quando non hai portato Lila al pronto soccorso, pensavo che non ci saremo mai più visti” ricordò, “ si... forse ci siamo buttati in questa relazione un po’ troppo in fretta... ma ti amo... ti amo con tutto il cuore.

Farei qualsiasi cosa per te... e farei qualsiasi cosa anche per Lila e Cory... ed è per questo che voglio stare con te fin quando vivrò” finì Blaine.

Kurt non disse nulla, semplicemente... sorrideva, trattenendo le lacrime ed arrossendo.

Una volta che Blaine finì i suoi voti, Burt si voltò verso suo figlio , facendogli segno con testa.

“Blaine... quando ci siamo incontrati... ero un padre a tempo pieno... non avevo tempo per nient’altro.

Quando ti ho incontrato, ho pensato fossi l’uomo più affascinante che avessi mai incontrato in tutta la mia vita.

E quando Lila s’è fatta male... le sei stato accanto per tutto il tempo e ci hai aiutato così tanto dopo” disse Kurt, “ e amo il rapporto che hai creato con Lila e Cory... sei sempre presente quando hanno bisogno di te.

Ti amo Blaine Anderson, ti amo tantissimo.”

Tutti applaudirono e sorrisero.

“Posso avere gli anelli?” chiese Burt al nipote.

“Eccoli nonno!” esclamò Cory, allungando gli anelli a Burt.

“Grazie tesoro” sussurrò Burt.

“Blaine, per favore metti l’anello al dito di Kurt e ripeti con me” lo istruì Burt, “ Kurt ti do quest’anello come simbolo evidente e costante della mia promessa di amarti fin quando vivrò” "

Blaine prese l’anello e lo infilò con gentilezza al pallido dito di Kurt e ripeté le parole di Burt, “Kurt ti do quest’anello come simbolo evidente e costante della mia promessa di amarti fin quando vivrò”

Burt sorrise.

“Ora Kurt... per favore metti l’anello al dito di Kurt e ripeti con me” lo istruì Burt, “ Blaine ti do quest’anello come simbolo evidente e costante della mia promessa di amarti fin quando vivrò”

Kurt non poté fermarsi dal sorridere , quando infilò l’anello al dito abbronzato di Blaine.

“Blaine ti do quest’anello come simbolo evidente e costante della mia promessa di amarti fin quando vivrò”.

“Ora... davanti a tutti per la prima volta come marito e marito, potete baciarvi” annunciò Burt.

Blaine e Kurt si chinarono l’uno verso l’altro e si baciarono sulle labbra.

Tutti applaudirono e si congratularono con loro.

E vissero tutti felice e contenti per sempre.

FINE


NOTE

Wedding Song- Can't Help Falling In Love-Haley Reinhart

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3709489