US: Odyssey

di MeinfridBlackforest
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Viva Las Vegas ***
Capitolo 2: *** Secrets ***
Capitolo 3: *** Sound of Silence ***
Capitolo 4: *** Monster ***
Capitolo 5: *** Soul Man ***
Capitolo 6: *** Instant Crush ***
Capitolo 7: *** I hate u, I love u ***
Capitolo 8: *** Master of Puppets ***
Capitolo 9: *** Bohemian Rhapsody ***



Capitolo 1
*** Viva Las Vegas ***


Era una splendida mattina a Las Vegas.
Le macchine creavano il traffico, i casinò erano già aperti per dare la droga del gioco a tutti i suoi pellegrini, le feste in piscina ammontavano a 300 in un solo giorno.
Xavin stava osservando la città dalla sua stanza, erano le 9:00 di mattina, ma appena uscì dalla sua stanza vide che invece l'ufficio era un macello.
Erano arrivati a Las Vegas da quattro giorni, con l’intenzione di aprire un agenzia insieme, US invece aveva passato gli ultimi quattro giorni a riposarsi, fare esperimenti, mangiare e portare delle sconosciute in casa.
Camminò in mezzo alla sporcizia, ma si disgustò a tal punto che si mise a volare.
Mentre si recava in ufficio, pensò bene di andare a svegliare il suo collega.
“US, sveglia, è ora di mettersi finalmente a lavoro!”
Mentre stava andando in cucina per mangiare qualcosa, vide che dalla camera stava uscendo una donna completamente rivestita.
Xavin capì subito cosa era successo la notte prima.
Dopo aver indicato l’uscita alla donna, Xavin aprì le porte della stanza.
“Buongiorno dormiglione.”
“Giorno” rispose US ancora in dormi veglia.
“Sai, sarebbe carino se, TI SVEGLIASSI.”
“Piano Xavin, ti prego.”
Xavin andò ad aprire le tende e la luce del sole accecò US, poi disse:
“Anche se hai tanti soldi, non pensi che sia ora di trovare un nuovo lavoro?”
US si alzò dal letto con solo le mutande e iniziò a gattonare.
“Lavoro?”
“Aspetta…che giorno è oggi?”
“Lunedì.”
“Cavolo, è già Lunedì?”
“Si e ora che ci penso, ti vorrei chiedere…”
US si alzò in piedi e corse a prepararsi in fretta e furia, rivestendoti e mangiando qualcosa al volo.
“Ci vediamo!”
“Ehi, aspetta, dove stai andando?!”
“Te lo dico quando torno, intanto se puoi ripulisci questo posto, grazie.”
US uscì, mentre Xavin ribollì dalla rabbia, letteralmente, sul pavimento si era formata una macchia nera carbonizzata.
Dopo aver ripulito, aspettò per ore il ritorno dell’amico, fino a fare notte.
Mentre Xavin si era ormai addormentata sul divano, US rientrò nell’ufficio, facendo talmente chiasso da svegliare la povera Xavin.
“Finalmente sei tornato.” disse Xavin arrabbiata.
“Scusa per l’attesa, ma avevo del lavoro da sbrigare.” Rispose US pacatamente.
“E cosa sarebbe questo lavoro?”
“Un lavoro che ci porterà dell’altro lavoro.”
“Cioè?”
“Lo vedrai.”
“Bene…ti volevo chiedere stamattina, in che cosa consisterà la nostra agenzia?”
“Lo vedrai.”
“Che noioso che sei.”
“Che si mangia sta sera?”
“Pizza.”
Passarono altri due giorni di dolce far niente, Xavin credeva ormai di essere stata presa in giro, ma non era così, infatti quella notte.
“Insomma US, sono altri due giorni, cosa stiamo aspettando?”
“E perché stai aspettando a dirmi di cosa ci occuperemo?”
“Aspetta.”
“Senti, io…”
“Aspetta.”
“Mi vuoi ascolta…”
“Aspetta.”
“Ti odio!”
“Ora.”
In quel momento, il telefono di US squillò.
“Rispondi Xavin, è importante.”
“Per chi mi hai preso, per la tua segretaria?”
US rimase un po’ in silenzio e rispose: “Si”
Xavin si diresse al telefono.
“Ma che stronzo.”
Mise il viva voce.
“Pronto?”
“Salve, vorrei parlare con US, è questo il numero del suo ufficio?”
“Si.”
“Bene, puoi passarmelo?”
“Si.”
US si avvicinò e rispose:
“Eccomi.”
“US, mi serve il tuo aiuto, è urgente.”
“Non pensavo che avresti chiamato così presto, ti sono mancato?”
“Smettila di fare l’idiota, ho bisogno del tuo aiuto!”
“Ok Leo, calmati, cristo, come sei ansioso.”
“Ci vediamo all’angolo del Silver Rush, fatti trovare pronto.”
“A dopo.”
La chiamata si concluse, US si diresse in laboratorio per indossare la sua armatura, seguito da Xavin.
“Chi era quel tipo? “Dalla voce mi sembrava losco.”
“Il nostro primo incarico mia cara.”
“Per chi? Per cosa?”
“La polizia, dobbiamo aiutarli per un caso.”
Xavin si sorpese.
“La polizia?”
US si mise il suo capotto rosso cremisi, dietro la schiena aveva il simbolo US1, dopo averlo indossati, US si diresse verso l’uscita e disse: “Andiamo Xavin.”
Utilizzarono una bella macchina per raggiungere il luogo dell’incontro e Xavin notò una cosa.
“Scusa, ma non mi avevi detto che l’avevi distrutta?”
“Ne ho ricomprata una nuova, come vedi.”
Grazie alla guida spericolata di US, arrivarono in un attimo, si era radunata una folla vicino al locale, e buona parte della scena era occupata dalla polizia.
US e Xavin uscirono dalla macchina e si diressero verso la folla, US si rivolse alla polizia per farsi portare dentro la scena del delitto, ma gli agenti lo respingevano, fino a quando Leo, un uomo corpulento e con dei grandi baffi neri, lo notò.
“Lasciatelo passare, è con noi.”
US passò, ma a Xavin fu bloccato l’accesso, allora US spiegò che era la sua collega e la fecero passare.
Raggiunsero il detective Leo che iniziò a spiegargli la situazione.
“Ok US, io non piaccio a te e tu non piaci a me, ma tutto questo sta diventando un incubo.”
“Dato che hai chiamato me, deve essere vero."
“Comunque ti presento Xavin, la mia socia in affari.”
“Piacere.”
Dopo le presentazioni, Leo portò Xavin e US al velo bianco.
“Ok, ti avverto, non sarà un bello spettacolo.”
“Ho visto la mia buona parte di sangue Leo.”
Leo alzò il velo e US e Xavin viderò la tragedia.
“Mio dio.” Disse US
“Poverina.” Disse Xavin portandosi una mano alla bocca per il dispiacere.
“E questa è già la 4° vittima.” Disse Leo
“La quarta?”
“Si, e ho davvero tanta paura.”
“Cosa sai dirmi della vittima?” chiese US
“Daisy Genovese, 17 anni, 1,60, I genitori sono laggiù.”
“Chi ha denunciato la morte?”
“Una amica che era con lei, si chiama Sara Lee ed è in ambulanza, è sotto shock.”
“Il modus operandi invece, è sempre coerente?”
“Sempre il solito, nessuna variante.”
US chiuse gli occhi, prese un profondo respiro e inspirò.
“Ok, mi servono tutti i documenti riguardanti le vittime, il caso e i dati medici, per le prove non avrò bisogno del vostro laboratorio, ho già il mio, perciò se riuscirò a scoprire qualcos’altro, vi avvertirò.”
“Va bene…sei la mia ultima possibilità ragazzo, e sono già un po’ pentito.”
“Allora è chiaro che non hai mai avuto a che fare con Ulysses Solomon Archer.”
“Xavin andiamo, torniamo a casa.”
“Si.”
I due tornarono in ufficio, e poco dopo gli arrivarono tutti i documenti che US aveva richiesto.
“Bene Xavin, volevi un lavoro, ecco, aiutami con questi fascicoli.”
“Aspetta, perciò adesso cosa siamo?” “Un agenzia di consulenza?”
“Una specie” rispose US
“Ok, ma spiegami come.”
“Ti sei fatto una vacanza di sei giorni in questa città e poi vieni chiamato dalla polizia, come è possibile.”
“Nei sei giorni che ho passato, ho anche lavorato, sono venuto a sapere molto prima di questi omicidi e ho girato la città per avere maggiori informazioni.”
“Davvero?”
“Non sono mica come te che hai passato tutto il tempo a vedere me non far niente.” Rispose US con sarcasmo.
“Ad ogni modo, dopo aver osservato le scene del delitto ho deciso che per dare un buon contatto alla nostra agenzia dovevo avere un amico nella polizia.”
“E quel lunedì ho deciso fin da subito di fargli una buona impressione.”
“Mi sono intrufolato dentro la centrale e ho risolto da solo 4 casi della “America Most Wanted” in una giornata.”
“Tu cosa?”
“Ai poliziotti non è piaciuta però la mia idea, così mi hanno sbattuto in cella, ma una volta visto ciò che avevo fatto il detective Leo mi ha lasciato andare, per questo sono arrivato tardi.”
“E già che c’ero, decisi di dargli il mio numero, se avesse avuto bisogno di una consulenza importante.”
“In pratica, ora facciamo i detective.”
 “Ma tu almeno sai come fare il detective?”
“No, ma lo vedo come un gioco in cui si devono totalizzare 5 punti e tra le mie caratteristiche ci sono il saper usare la logica ferrea, e questo mi dà 2 punti, poi so difendermi molto bene, e questo vale altri 2 punti.”
“Ok, ma…”
US la interruppe e poi guardò Xavin con i suoi occhi azzurri e disse:
“In più ho amica fidata, e questo mi dà l’ultimo punto che mi serve, sono già un detective, e lo sei anche tu.”
Xavin si sciolse un pochino sentendo le parole gentili di US e iniziò a lavorare insieme a lui.
Studiarono quei fascicoli per un giorno e per una notte, Xavin si fermò per dormire un pochino e per preparare il caffè, mentre US rimase tutto il tempo a lavorare, cercando di collegare ogni piccolo dettaglio che avevano in comune le vittime.
“Ok, 4 vittime, Mike Wilson, Elisa Waterson, Daniel Lebowskii e Daisy Genovese.”
“Tutte quante di età, sesso e situazioni finanziarie differenti.”
“Tutti accomunati però dal tipo di morte, secondo i testimoni e la polizia, tutti quanti sono come esplosi dall’interno dei loro corpi, facendo fuori uscire il sangue anche dai pori.”
“Che brutta morte” rispose Xavin.
“Il fatto è che tutti quanti conducevano vite normali e dai registri sembra anche che nessuno di loro avesse la fedina penale sporca.”
“E allora di cosa stiamo trattando, un serial killer?”
“Se avessero almeno un dato in comune potrei anche pensarci, ma è tutto diverso, alcuni killer di solito uniscono le loro manie di potere a schemi e regole precise, ma questo schema è casuale.”
“Perciò non abbiamo niente.”
“Non è del tutto giusto, un punto di partenza ce l’abbiamo, non sarà molto, ma è una traccia.”
US mostrò i dati a Xavin.
“Come vedi pur essendo tutti diversi, tutti avevano un punto in comune, negli ultimi 6 mesi ognuno di loro è andato in visita da uno psicologo in una delle cliniche di Las Vegas, questo potrebbe essere un buon inizio.”
“Ok, e come si chiama la nostra traccia?”
US mostrò il file del computer e rispose: “Michelle Chang.”
I due si diressero verso l’ospedale San Trick, dove Michelle Chang, psicologa affermata, lavorava.
Raggiunsero l’ufficio della dottoressa Chang, ma solo US entrò dentro.
“Perché devo rimanere fuori?”
“Sei il mio Jolly, intanto che aspetti, nasconditi tra la folla, cambia aspetto o diventa invisibile, basta che non ti fai riconoscere.”
“Che intenzioni hai?”
“Tu aspetta.” E poco prima di entrare aggiunse.
“Anzi, riposati, dopo ci sarà tutto il lavoro che vorrai.” Chiuse la porta.
“Che stronzo.”
L’ufficio era immenso e US si avvicinò alla dottoressa, notò subito che era in modalità lavoro, capelli biondi raccolti in una treccia, occhi azzurri coperti da un millimetro di vetro e aria stanca.
“Senza occhiali e con i capelli sciolti deve essere davvero affascinante.”
“Come prego?” rispose la dottoressa confusa.
“Niente, comunque, piacere di conoscerla dottoressa Chang, mi chiamo Ulysses Archer.”
“Lei non è uno dei miei nuovi pazienti, giusto?”
“No, vengo qua per conto della polizia di Las Vegas.”
“La polizia?”
“Si, sono venuto qua per parlare di Daisy Genovese.”
“Daisy? “Cosa le è successo?”
“L’hanno ritrovata morta in un vicolo dottoressa, qualcuno l’ha assassinata.”
“Mio Dio.”
“Mi dispiace molto, sapevo che era una sua paziente.”
“Si, è passata da me solo due giorni fa, avevo sentito che una giovane ragazza era morta, ma non pensavo che si trattasse di Daisy.”
“Perdoni il mio carattere, ma avrei bisogno che risponda a un paio di domande.”
“Va bene.”
“Ok, ha detto che Daisy le ha fatto visita Lunedì, a che ore?”
“Avevamo un appuntamento alle 10 del mattino.”
“OK, quale era invece la situazione per cui Daisy è venuta da lei?”
“Purtroppo Daisy soffriva di una lieve forma di depressione, ma aveva fatto notevoli progressi, si sentiva molto meglio.”
“Capisco, durante le vostre sedute, Daisy ha fatto cenno a qualcosa che la preoccupava per la sua persona, sapeva se c’era qualcuno che voleva farle del male? Intendo fisicamente”
“A parte le ragazze che l’hanno umiliata pesantemente a scuola? No, non mi ha detto niente.”
“E mi dica, cosa sa invece di queste altre persone, Mike Wilson, Elisa Waterson e Daniel Lebowskii?”
“Sono tutti nomi dei miei precedenti pazienti…signor Ulysses, che cosa sta facendo?”
“Dottoressa Chang, lei sa che tutte queste persone sono morte?”
“Lo so bene, non c’è bisogno di infierire.”
“Ebbene, io sono un collaboratore esterno, e ho fatto delle indagini accurate su tutti questi casi, tutti diversi con diversi problemi, ma ognuno di loro aveva qualcosa in comune, lei, dottoressa Chang.”
“Aspetta, lei non riesce a trovare l’assassino e scarica la colpa su di me?!”
“So solamente che l’assassino ha colpito solamente i suoi pazienti con la solita modalità per uccidere, e dato che lei conosceva ognuno di loro, questo fa di lei il mio indiziato principale.”
Michelle era visivamente arrabbiata.
“Ok, molto bene, ma l’avverto di una cosa, lei qua non ficcherà il naso nelle mie cose senza un mandato, perciò o ne ha uno adesso oppure si levi dalle palle.”
US mosse le spalle e se ne andò “Mi sembra più che giusto, buona giornate, e buon lavoro.”
US uscì dall’ufficio e riprese Xavin.
“Allora, come è andata?”
“Lei non mi piace per niente.”
“Non ti ho chiesto se ti piace, ho chiesto se ha scoperto qualcosa.”
“Si, l’ho fatto.”
US aprì la sua mano destra e la mostrò a Xavin.
“Una chiavetta USB?”
“Di mia invenzione, mentre stavamo parlando ho rubato tutti i file video delle sedute con i pazienti.”
“Le hai rubate?”
Mentre stavano salendo in macchina per tornare a casa US si giustifico.
“Tranquilla, sono prove rubate, il massimo che ci può capitare è che al processo tutto quello che abbiamo raccolto sia considerato nullo, niente di grave.”
“Siamo rovinati.” Rispose Xavin appoggiando, rassegnata, la testa sulla mano.
In ufficio iniziarono a visualizzare i video delle sedute.
“Ok, questo è Mike, circa sei mesi fa.”
Il video scorre.
“Questo invece è Mike, dopo quattro mesi, come vedi sembra che stia meglio.”
Il video scorre.
“Mentre questo è lui, all’ultimo mese, è completamente guarito.”
“Aspetta a dirlo, il video sta andando avanti.” Disse US
La psicologa si avvicino all’orecchio destro della vittima e sembrò suggerirgli qualcosa, ma l’audio era troppo basso e non si capì molto di ciò che disse.
Il video finì lì, e in tutti gli altri video, le cose andavano esattamente nello stesso modo, Michelle diceva il nome del paziente, dopo un paio di sedute e dopo aver preso confidenza, toccava la mano del suo paziente e alla fine della terapia gli sussurrava qualcosa all’orecchio.
Sembrava una psicologa molto gentile, e con un grande rispetto per i suoi pazienti, ma US non demordeva.
“US, stai rivedendo queste scene da due giorni, cosa speri di ottenere?”
“Forse è una specie di segreto che confida ai suoi pazienti per aiutarli, ma è troppo imbarazzata per dirlo davanti alla telecamera.”
“Credo che sia ora di rinunciare, e cercare un'altra pista, prima che il Killer colpisca ancora.
A un certo punto, US spalancò gli occhi e completamente entusiasta disse:
“Ma certo…ecco come fa!!”
“Cosa?”
“Ho in mente un piano.”
“Frena i motori, prima dimmi come fa a fare cosa?”
Quel pomeriggio, allo ospedale san Trick, la dottoressa Michele, si stava preparando per ricevere un paziente.
Qualcuno bussò alla sua porta e andò ad aprire.
“Salve.”
La ragazza, timidamente rispose:
“Si, salve…sono Lucy Westwood.”
“Lucy Westwood?”
“L’appuntamento delle 15.”
“Molto bene, si accomodi pure.”

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Capitolo 2
*** Secrets ***


La ragazza entrò nello studio e si mise a sedere sul divanetto.
Non avrà avuto più di 17 anni, e il modo in cui stava a sedere denotava una grande timidezza.
“Molto bene, signorina Westwood, mi parli del suo problema.”
“Va bene…sono pronta.”
“Ok, cosa la turba così tanto da aver richiesto un appuntamento?”
La ragazza fissava i pavimento con aria preoccupata, rimase muta ancora per un po’.
“Deve essere molto imbarazzante Lucy, sei praticamente muta.”
“Mi dispiace, è solo…che è molto difficile per me parlarne.”
Michelle le strinse la mano e disse:
“Siamo qui a posta, tranquilla, non hai nulla da temere.”
“Va bene?”
“Va bene…credo.”
“Bene, parla pure.”
“Vede è che…da un po’ di tempo…sono innamorata.”
“Questo mi sembra un bene.”
“Già…lo credo anche io, ma il fatto è che ho un po’ di problemi ad accettarlo.”
“Che problemi, il ragazzo ha qualcosa di strano?”
“Bè…non è…proprio…anzi, non è per niente un ragazzo…se capisce.”
“Come si chiama?”
“Eleonor.” Rispose Lucy timidamente.
Michelle sorrise e chiese: “Ho capito.”
“Ecco… mi chiedevo…mi chiedevo se esistesse una cura per questo?”
“Una cura per cosa?”
“Per questo…per smettere di provare…attrazione per le ragazze.” Rispose Lucy con il volto completamente rosso.
A Michelle per poco non gli scappò un sorriso e le rispose.
“Mi spiace molto Lucy, ma non posso aiutarti molto.”
“Cosa? Perché?”
“Per due semplici motivi, primo, sono una psicologa, se vuoi delle pillole per calmarti fai pure visita alla psichiatra che lavora qui affianco.”
“E secondo, ciò che stai provando non può essere guarito con nessuna pillola, iniezione o operazione.”
“Ma deve esserci un modo…perché sono così strana?”
“Non sei strana, sei solamente gay.”
Lucy rimase in silenzio per un altro po’, poi chiese:
“Lo immaginavo… e adesso, che cosa faccio?”
“Come prima cosa, direi che venire qua a parlarne è stato un buon primo passo, il secondo passo sarà accettarlo definitivamente, dopodiché, potrai fare coming out.”
Lucy iniziò lentamente a tremare e lacrimare, poi rivolse lo sguardo verso Michelle.
“Ho paura…ho davvero tanta paura.”
“Di cosa di preciso?”
“Di tutto il repertorio che seguirebbe…i miei genitori che potrebbero non capire, i miei amici, i miei fratelli… come posso fare.”
Michelle iniziò a parlarle con tono dolce, quasi materno.
“Lucy, posso capire la tua paura, mio fratello aveva il tuo stesso “Problema”, e dopo che lo ha detto ai nostri genitori, mio padre si è alzato dal tavolo, gli è andato accanto, e lo ha abbracciato, dicendogli che non gli importava e che gli voleva bene.”
“Veramente?” Chiese Lucy con le lacrime agli occhi.
“Sarò onesta con te Lucy, non devi fare coming out senza averne la totale fiducia, è vero che prima è meglio è, ma devi essere te a volerlo.”
“Sarà difficile, molte persone non capiranno la tua situazione”
“I tuoi genitori non resteranno indifferenti verso questo argomento, ma spero soltanto che con il tempo tu riesca ad aprirti con le persone che ti vogliono realmente bene, e se proprio non vuoi ancora dirlo ai tuoi genitori, allora va bene, ma il tenersi dentro una cosa del genere potrebbe ucciderti, nel senso morale del termine.”
“Capisco…cosa suggerisce?”
“Parlane con i tuoi fratelli, oppure con colui o colei che consideri il tuo o la tua migliore amico/a, insomma, qualcuno che consideri veramente vicino al cuore.”
“Io…io ci proverò.”
“Ne sono contenta.” Rispose Michelle mentre passava dei fazzoletti alla ragazza.
“La ringrazio dottoressa, grazie di tutto.”
Lucy poi si alzò dal divanetto e si avviò verso l’uscita, ma venne fermata da Michelle.
“Aspetta Lucy, c’è qualcosa che vorrei dirti prima di lasciarti andare.”
“Cosa sarebbe?”
“Tu mi hai detto un tuo segreto, così mi sembra giusto dirtene uno dei miei.”
“E sarebbe?”
Michelle si avvicinò alla ragazza, le accarezzò il volto e le sussurrò all’orecchio: “Sono un assassina.”
Lucy rimase in mobile per lo shock.
“Tutti quegli orribili omicidi che sono accaduti negli ultimi tempi, quelle persone che sono morte completamente ricoperte di sangue, li ho uccisi tutti io.”
Michelle si staccò dall’orecchio di Lucy e la fissò negli occhi, godendosi l’espressione spaventata negli occhi della ragazza.
“Buona fortuna.” Disse Michelle prima di lasciarla andare.
Lucy aveva la tremarella alle mani e uscì dallo studio senza dire nulla.
Passarono quattro giorni dalla visita di Lucy, fino a quando alla TV i telegiornali non annunciarono la morte di un’altra giovane.
Michelle mentre era nel suo studio si stava godendo la notizia, fino a quando qualcuno bussò alla sua porta.
“Avanti.”
Dalla porta entrò US.
“Ancora lei, cosa vuole, ha già preso quel mandato?”
“No, e non sono venuto qui per discutere, sono qua per scusarmi.”
“Davvero?”
“Ho saputo che Lucy era la sua ultima paziente.”
“Si, lo era.”
US si mise a sedere insieme a Michelle.
“Il fatto è che… trovo davvero fastidioso tutto questo.”
“Che cosa?”
“Tanti omicidi, ma nessun movente, nessuna arma e nessuna traccia dell’assassino, lo trovò orribile, oltre che fastidioso.”
“La capisco, la cosa che odio di più è che con me sembrano migliorare, ma alla fine, fanno tutti questa fine.”
“Con lei erano felici?”
“Non lo so, onestamente credo di fare un buon lavoro, ma secondo me, nessuno al mondo è realmente felice, nemmeno quando butta fuori tutto ciò che si sente dentro.”
“Capisco.”
“Lei signor Archer invece?” “Lei crede di essere felice?”
“In tutta onestà, si, sento di essere felice.”
“Ne è sicuro?”
US le sorrise e poi rispose “Si, ne sono sicuro.”
Rimasero in silenzio per un po’, poi US si alzò.
“Va bene, io…penso che tornerò a lavoro, grazie mille per il suo tempo.”
Prima che potesse uscire, Michelle lo fermò e chiese:
“Aspetti.”
“Vorrei proporle un invito.”
“Di che si tratta?”
“Un evento di beneficienza, si terrà a casa mia, l’organizzo ogni anno per devolvere tutto a centri di recupero per persone problematiche, ci saranno molti ospiti ed è inutile dire che più persone e donazioni ci sono e meglio è, cioè, so bene che c’è un assassino in circolazione, ma pensa di poter venire?”
US alzò le spalle e rispose:
“Per me va bene, tanto sta sera è il mio collega ad occuparsi di tutto, non ho niente da fare.”
“Bene, allora questo è l’indirizzo e l’invito.”
“Grazie, allora ci vediamo sta sera.”
“A sta sera.”
US se ne andò dallo studio, mentre Michelle pensò:
“Sei già mio.”
La notte arrivò, La casa di Michelle si trovava a pochi isolati dall’ospedale e sia fuori che dentro l’enorme casa, si era radunata un mucchio di persone, tutte più o meno facoltose, avvocati, uomini d’affari, giovani rampolli, medici, la crèm della crèm.
E in mezzo a loro, c’era anche US.
Si sentiva come un pesce fuor d’acqua, ma tutto cambiò quando vide Michelle scendere dalle scale e raggiungerlo.
“Siete venuto alla fine.”
US le prese la mano e gliela baciò:
“Lo dicevo io che con i capelli sciolti e senza occhiali eri affascinante.”
“Comportati bene, mi raccomando.”
“Ci proverò.”
Michelle osservò l’orologio e si incamminò altrove.
“Scusa, ma devo finire di salutare un paio di ospiti.”
“A dopo.”
Mentre si incamminava verso gli ospiti Michelle pensò:
“Non credevo che avrei avuto un’occasione così preso US, ho già tocca la tua mano, magari mi divertirò a giocare un po’ con te, e appena mi sarò annoiata ti ucciderò con le mie mani.”
La serata andò bene, gli ospiti erano tanti, e verso la fine, Michelle radunò tutti nella sala proiezioni per fare un annuncio:
“Signori e signore, ringrazio tutti voi, con il vostro contributo, solo questa sera abbiamo raccolto quasi 100 mila dollari da devolvere in beneficienza.”
“Non vi ringrazierò mai abbastanza per aver contribuito anche quest’anno a questa causa, complimenti a tutti voi.”
Seguirono gli scroscianti applausi, fino a quando qualcuno non interruppe lo spettacolo, era US
“Scusate signori, posso avere la vostra attenzione?!”
Tutti gli sguardi piombarono su di lui.
“Se fosse ancora possibile vorrei fare una donazione.”
“Ma certo, sono sempre bene accette.” Disse Michelle.
US tirò fuori il libretto degli assegni e iniziò a scrivere, dopodiché salì sul palco e consegnò il foglio a Michelle.
“Grazie…”
Prima che potesse completare la frase, Michelle vide che sull’assegno non c’era scritta nessuna cifra, c’era soltanto un messaggio che diceva “Ho vinto.”
“Ehm, mi scusi, ma qua c’è solo scritto “Ho vinto”, di che cosa sta parlando?”
“Parlo di noi due Michelle, ho vinto.”
 “Michelle Chang, è in arresto per omicidio e per tentato omicidio, la polizia si trova fuori dall’edificio, la pregherei di seguirmi senza opporre resistenza.”
“E con quali prove?” chiese Michelle sorridendo
“Chiediamolo alla diretta interessata.”
Dietro US arrivò Lucy Westwood mentre Michelle spalancò gli occhi.
“Lucy?”
“Ma tu dovresti essere…”
“Morta?”
“Mi dispiace deluderti, ma io non mi chiamo Lucy.”
La ragazza poi si trasformò e mostrò la sua vera identità, era Xavin.
“Sono la collega di US.”
Michelle iniziò a sudare freddo.
“Come cazzo hai fatto…”
“A scoprirti?”
“È stato relativamente facile, avevo già dei sospetti, tutte le vittime erano tuoi pazienti, te eri il punto centrale, ma non riuscivo a capire come facessi, anche perché non si poteva trattare di istigazione al suicidio, così ho rubato i video delle tue sedute.”
“E riguardandoli più e più volte, alla fine ho capito.”
“Ogni volta che iniziavi una seduta con un paziente, a un certo punto gli toccavi la mano, e ogni volta che finivate una terapia, tu ti avvicinavi all’orecchio e sussurravi qualcosa, devo ammettere che all’inizio mi sono sembrati un po’ sospetti, forse erano una specie di tecnica psicologica che utilizzavi, ma alla fine ho capito come funzionano i tuoi poteri.”
Michelle era preoccupata e pensò: “Qualcosa non torna, possibile che i miei poteri non abbiano funzionato?”
“So cosa stai pensando Michelle e ti posso assicurare che non è così, il merito in realtà è di Xavin.”
“Cosa?”
“Quando si è mascherata da Lucy, hai usato la stessa identica procedura per attaccarla, e grazie al camuffamento di Xavin, sono riuscito a capire i pro e i contro dei tuoi poteri.”
“Te hai bisogno di un volto, un nome e un piccolo contatto fisico per uccidere, applichi una specie di marchio che non si può togliere, ma con la sua trasformazione, Xavin ti ha bloccato ogni accesso.”
“Infatti, quando è tornata da me e mi ha detto ciò che gli hai spifferato, non l’è successo niente.”
La folla iniziò ad agitarsi, mentre US continuava a spiegare la situazione.
“È stato a quel punto che ho avuto le prove definitive per smascherarti, allora ho chiesto un favore alla polizia e sfruttando i media, ho convinto tutti quanti che una certa Lucy Westwood era stata uccisa.”
Le mani sudate di Michelle spiegazzarono l’assegno, mentre US sorridendo annunciò definitivamente la sua vittoria.
“Avanti, prova a discolparti se ci riesci.”
Michelle oramai era in trappola, ma la sua espressione cambiò in un istante, quando si appoggiò al microfono e disse: “Si, è vero, io sono un assassina.”
In quel momento, metà delle persone che stavano ascoltando, iniziarono ad avere degli spasmi, finirono per terra a contorcersi su se stessi e poco dopo si rialzarono, avevano le pupille bianche e grugnivano.
Michelle pensò:
“Bella giocata US, ma ho comunque vinto io, il mio potere “Secret” ha molte più funzioni di quello che immagini, infatti, quando più persone che ho toccato si trovano nella stessa stanza e rivelo il mio segreto, il mio potere si evolve in “Dollhouse”, grazie a questo, tutte le persone perdono la ragione e diventano delle marionette sotto il mio controllo.”
“Le porte della stanza sono chiuse, così sono sicura che non verremmo disturbati.”
“La cosa migliore e che in questa modalità posso anche alterare i ricordi delle persone, ciò mi permetterà di far dimenticare l’intera vicenda a chiunque ho toccato, ciò significa anche a te, e tra poco anche a quella sgualdrina che ti porti dietro.”
In quel momento Michelle si beccò un pugno da US.
Ritrovandosi a terra, si accarezzò la guancia e guardò US con uno sguardo di fuoco.
“Come è possibile?!”
“Ti ho toccato la mano, dovresti già essere sotto il mio controllo!”
US poi mostrò il suo segreto: “US3, disattivare modalità invisibile.”
Intorno a US comparve la US3, la sua tuta da combattimento, dimostrando di fatto che Michelle non lo aveva mai toccato direttamente.
Michelle ribolliva di rabbia.
“Finiscila con questa pagliacciata Michelle, arrenditi.”
“Sai una cosa?” e gridò “Eliminateli!”
Le persone controllate da Michelle, si avventarono su US e Xavin, mentre la psicologa fuggì.
“Xavin, cerca di non fargli troppo male, ricordati che sono solamente delle vittime.”
“Mi sembra più facile a dirlo che farlo.” Rispose Xavin mentre pestava gli ospiti come un pugile.
“Raccogliamoli tutti, mi è venuta un idea!”
Xavin respinse gli ospiti con la telecinesi, dopodiché US sparò verso di loro una serie di lacci elettrificati, mandandoli K.O.
I due poi partirono all’inseguimento e US individuò Michelle sul tetto.
La raggiunsero in un istante, ormai non aveva scampo.
“Arrenditi Michelle, non penso che tu abbia altre vie di fuga!” Disse Xavin
“Tu dici?”
“Io penso invece che oramai tu ci debba delle spiegazioni, perché li hai uccisi?”
“Perché?”
“Perché adoro vedere le persone raggiungere la loro massima felicità per poi calare a picco.”
“Cosa?”
“Ok, mettiamola così, immaginate di essere una bambina di 5 anni che dentro di se non sente nulla, niente emozioni, niente empatia, ma solo per fare contenti i genitori fingono quelle emozioni.”
“Una sera, a cena, il fratello maggiore decide di dichiarare la sua omosessualità, la reazione dei genitori non è assolutamente quella che si aspettava, lo cacciano di casa e lo disconoscono.”
Xavin si arrabbiò, si sentì presa in giro, mentre vestiva i panni di Lucy, Michelle le aveva detto il contrario.
“Ma la bambina invece non prova tristezza, anzi, era felice, per la prima volta nella sua vita, ed è lì che aveva capito che l’unico modo per sentirsi bene con se stessi era vedere gli altri stare peggio di lei.”
“Tu sei pazza.”
“Lo sono veramente?”
“Le persone che fingono invece di essere felici sono meglio di me?”
“Mike Wilson era un’idiota, ha perso la sua ditta per dipendenza da gioco ed è caduto in depressione, Elisa Waterson invece era la tipica ragazzina bersagliata dai bulli e per questo soffriva di bulimia, Daniel Lebowskii era il mio preferito, era solamente un drogato, i genitori lo avevano mandato da me per capire, ma era il classico figlio di papa con nessun rispetto per sé stesso e per gli altri.”
“Li ho aiutati tutti quanti a uscire dai loro problemi, e poco dopo gli ho respinti giù nel burrone.”
“È come ti ho detto l’ultima volta US, a questo mondo non esiste nessuno che sia realmente felice, infondo nelle loro microscopiche testoline tutti la pensano come me, ma almeno io ho capito come raggiungere la mia personale felicità, portare serenità agli altri per poi mettergli una spada di Damocle sulla testa, se rivelano il segreto, muoiono, e posso assicurarti che nessuno sa tenere un segreto, così mi limito ad aspettare e a godermi lo spettacolo.”
“Avrai molto tempo per imparare come funzionano le emozioni in cella.”
“Io non credo.”
Michelle tirò fuori un coltello, lo avvicinò alla bocca e si tagliò le guance,
Il sangue da rosso divenne nero, mentre il corpo di Michelle iniziò a mutare, i capelli iniziarono ad allungarsi mentre la sua esile figura venne sostituita da una possente muscolatura, tutto accompagnato accompagnata da una risata malefica.
“Ok, chi si vuole fare un giro con Laughing Jack?” Disse Michelle
“US, dimmi che hai un piano.”
“Il mio piano era sperare che non si suicidasse, ma adesso, mi sembra parecchio forte.”
“Ti ho chiesto un piano, non le tue impressioni!”
Michelle si scagliò verso i due con tutta la sua furia, riuscirono ad evitare il colpo, ma era chiaro che il lavoro sarebbe stato molto più difficile.
“Ok, ho un piano.”
“Spara!”
“Hai presente la cometa di Halley?”
“Si, ma che cosa c’entra?”
“Fatti spedire in aria, io la distraggo.”
“Ma che cosa intendi?”
In quel momento Michelle si avvicinò a Xavin, e la spedì in orbita con un calcio allo stomaco, cercò anche di sferrare un pugno a US, ma lo mancò di poco.
Xavin al momento era fuori combattimento e a US non restava che una soluzione.
“US3: Freeze!” La tuta si sganciò da US e si incollò a l’enorme braccio di Michelle.
“Il comando Freeze applica un peso proporzionale alla forza che il soggetto applica, ciò significa che presto sarà bloccata con un braccio a terra.”
E infatti fu così, Michelle si innervosì ulteriormente.
“Ti piace giocare?!”
“Molto bene, giochiamo al lancio del peso!”
Michelle riuscì a sollevare il braccio, con grande sorpresa di US, e dopo aver fatto un paio di passi, si scagliò con tutto il suo peso su US.
Il camionista tirò fuori la sua ultima risorsa, un coltello in stile Bowie, e lo lanciò verso Michelle.
“Speriamo che funzioni.”
La sua mira era rapida e precisa, ma Michelle pur essendo a mezz’aria riuscì a schivare il coltello con un avvitamento.
Oramai il pugno di Michelle si trovava a pochi centimetri da US, ma a l’ultimo il camionista si scansò, non per evitare Michelle, ma per evitare l’impatto di Xavin.
Con i poteri della torcia e della cosa attivi allo stesso tempo, piombò sulla schiena di Michelle come un meteorite, sfondando il tetto e spedendo Michelle fuori dalla casa.
US raggiunse Xavin poco dopo.
“Meno male, pensavo di essere spacciato.”
Xavin gli tirò un pugno sul braccio e disse: “Come la cometa di Halley? E tu ti aspettavi che capissi tutto il piano da una frase?”
“Scusa.”
“Scusa un corno.”
“Adesso catturiamola e consegniamola alla polizia.”
US e Xavin si avvicinarono a Michelle, che nel frattempo era tornata al suo aspetto originale, la donna si alzò a fatica e disse tremolando:
“Sono…sono stata sconfitta…questo vuol dire…”
US e Xavin erano abbastanza vicini per vedere cosa stava per succedere a Michelle, il suo corpo si riempì di strani simboli, dopodiché da ogni suo poro, schizzò fuori del sangue, facendola sobbalzare, era lo stesso modo in cui erano morte le sue vittime.
I due la raggiunsero poco prima che potesse esalare l’ultimo respiro, e US notò qualcosa di strano, Michelle stava sorridendo.
“Perché quel sorriso?”
“Perché…finalmente…è giunta la mia ora…e non potrei essere più felice.”
“Non dire stronzate, tu vivrai.” Disse US.
“Mi spiace…deludervi…ma è…il mio contrappasso…e non si può fuggire…al contrappasso.”
Michelle continuando a sorridere, chiuse gli occhi e la vita l’abbandono.
US e Xavin vennero raggiunti dal detective Leo e dopo essersi ricomposti, si diressero al laboratorio della scientifica per avere maggiori informazioni su Michelle.
Mentre si trovano in laboratorio vennero a sapere un fatto inaspettato.
“Niente?”
“Niente, non ci sono segni né di mutazione né di tracce del gene-X, l’unica cosa che potremmo analizzare sono i simboli che ha sul corpo, ma io non ci capisco nulla.” Dichiarò il medico legale.
“Ho capito” rispose US poco prima di prendere il cellulare.
“Chi chiami?” chiese Xavin.
“Un tipo che ho conosciuto nel mio periodo da trasportatore, si fa chiamare…”
“Señor Mágico.” Rispose una voce dietro US
I due si sorpresero di vedere un messicano vestito come il Dottor Strange e US disse: “Wow, sei veloce.”
“Sapevo che avevate bisogno di me Señor, come posso aiutarvi?”
“Ecco, ci servirebbero delle informazioni, crediamo che la donna che c’è sul tavolo, abbia a che fare con la magia.”
“Ok, fatemi dare un’occhiata.”
Il mago analizzò il corpo, sembrava sapere ciò che stava facendo, dopodiché dichiarò:
“Señor, questa donna ha utilizzato un tipo di magia potente.”
“Quindi era una strega.”
“No.”
“Come?”
“Questa è la magia dei simboli, un tipo di magia segreta, ma le onde magiche che emette sono innaturali, oserei dire, artificiali, senza contare che solo per imparare l’uso e la formula di un simbolo sono necessari grandi quantità di potere magico e anni di allenamento, e questa donna non dispone né di uno né dell’altro.”
“Cosa suggerisci US?”
“Che per il momento il caso è chiuso, torniamocene a casa.”
“Cosa?”
“Señor Mágico, grazie mille per la sua assistenza.”
“Non c’è di ché Señor, ma io adesso come faccio a tornare a casa?”
“Non puoi teletrasportarti di nuovo?” chiese Xavin.
“Posso farlo solamente una volta.”
“Andiamo Xavin, torniamo a casa.”
I due tornarono in ufficio, accontentandosi degli avanzi del frigo.
“Non capisco perché ce ne siamo andati?”
“Perché oramai il caso era chiuso, e far riposare il corpo e la mente è fondamentale in questo lavoro.”
“Lo so, ma non ti sembra che quello che ci ha detto il dottore e quello strano mago sia un po’ sospetto?”
“Si.”
“E allora perché hai mollato tutto?”
“Perché ho una teoria, ma non sono del tutto certo, perciò preferisco aspettare.”
“Aspettare cosa?”
“Al momento non è importante, ehi, ora che ci penso abbiamo risolto il nostro primo caso, ti va di festeggiare?”
“Va bene.” Rispose Xavin insoddisfatta.
“Ottimo, ho una bottiglia messa da parte.”
US tolse uno dei quadri dell’ufficio e Xavin vide per la prima volta la cassaforte di US.
“Te sei veramente strano.”
“Perché dici questo?”
“A che cavolo ti serve una cassaforte, cosa hai lì dentro che non puoi lasciare in casa?”
“Ho delle cose.”
“Sempre evasivo” Con la coda dell’occhio, Xavin notò anche una pistola dentro la cassaforte, mentre US tirò fuori una bottiglia di Scotch.
“Eccola, sai la tenevo da parte per un’occasione speciale, e direi che questa lo è.”
“Dici bene.” Rispose Xavin.
Dopo aver versato due bicchieri, i due brindarono, fino a quando Xavin non chiese a US.
“Ehi Ulysses.”
“Si?”
“Tu Pensi…che quello che diceva Michelle fosse vero, intendo, sul fatto che le persone fingano di essere felici…tu che ne pensi?”
US appoggiò il bicchiere sul tavolino e disse:
“Xavin, sarò onesto con te, non sono felice, non sono felice da un sacco di tempo.”
“Ok.”
“Ma il fatto è che non posso svegliarmi ogni giorno della mia vita e chiedermi “Ehi US, sei felice?”, così faccio ciò che ho sempre fatto, vado avanti.”
“Penso che nonostante tutte le disgrazie, bisogna semplicemente vivere, anche perché sarebbe troppo comodo farla finita da un giorno all’altro, perché vorrebbe dire arrendersi, e se mi conosci sai bene che non mi arrendo tanto facilmente.”
 “Questo è vero.”
US notò che il discorso stava iniziando a prendere una brutta piega, così riprese il bicchiere e disse:
“Ma chi se ne frega, abbiamo avviato l’agenzia in grande stile, ciò significa altri lavori, altri riconoscimenti e soldi!”
“Hai ragione, festeggiamo Ulysses!” rispose Xavin sorridendo.
“Alla Odyssey!”
“Alla Odyssey!”

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Capitolo 3
*** Sound of Silence ***


Era le tre del mattino a Las Vegas, la città era sveglia anche a tarda notte e lo stesso si poteva dire dei suoi cittadini.
Rick e alla sua fidanzata Tiffany erano stati invitati a un evento importante, la Internacional Visual Theatre, la compagnia teatrale riconosciuta per l’uso esclusivo del linguaggio dei segni per dare vita allo spettacolo.
Rick e Tiffany erano dei non udenti, ed era un modo per festeggiare il loro secondo anniversario.
Dopo la fine dello spettacolo, si incamminarono per le strade semi buie della città, gesticolando e discutendo di cosa pensassero dello spettacolo.
Senza accorgersi intanto che qualcuno li stava seguendo, erano in 6, violenti e armati di cattive intenzioni.
I due ragazzi stavano continuando a camminare, fino a quando a Rick non arrivò un sasso in testa, il colpo fece male e i due si girarono per vedere che fosse stato.
Fu troppo tardi per poter reagire e i ragazzi vennero presi e portati in un vicolo.
Lì Rick venne picchiato, mentre Tiffany osservava impotente, la ragazza riuscì a leggere le labbra degli assalitori, riuscendo a leggere solo offese e minacce.
“Stupidi.”
“Bastardi.”
“Ti ammazzo.”
E lo avrebbero fatto, ma dalle ultime ombre del cielo, piombò qualcosa.
Gli assalitori se ne accorsero e lo videro, il rosso vermiglio del suo vestito in pelle, i suoi enormi occhi rossi e la sua maschera nera simile a un gufo.
“E tu, chi cazzo sei?” “Perché sei vestito in quel modo?”
Ma quella misteriosa e inquietante figura continuava a rimanere ferma, ad osservarli, era come se stesse aspettando qualcosa.
“Ehi, ti ho fatto una domanda, sei forse uno stupidissimo…”
Prima che l’uomo riuscisse a completare la frase, l’uomo gufo emise uno stridio assordante.
E dopo quel grido, nessuno riuscì a capire nulla, gli uomini non riuscivano a sentire quello che dicevano e non riuscivano a sentire nemmeno i rumori della città, delle loro bocche, praticamente anche loro erano diventati sordi.
Gli uomini lasciarono andare Rick, mentre Tiffany aiutò il ragazzo ad alzarsi, entrambi guardarono l’uomo nell’ombra, era poco visibile, ma anche lui stava facendo dei gesti, Tiffany ci mise un attimo capirlo, stava comunicando con il linguaggio dei sordomuti e stava dicendo: “Andate, via.”
I ragazzi non se lo fecero dire due volte e scapparono, lasciandosi gli assalitori alle spalle, in compagni del misterioso individuo.
Gli uomini iniziarono a raggrupparsi vicino all’estraneo nella più totale assenza di suono.
Tre ore dopo il loro incontro arrivò la polizia di Las Vegas, insieme a US e Xavin.
“Eccoci Leo.”
“Salve ragazzi.” Rispose il detective con aria stanca.
“Se ci hai chiamato, significa che è un caso alla nostra portata, spara pure Leo, quale è il problema?”
“Questo.”
I corpi non erano stati coperti, era stati completamente forati e macellati, 6 uomini pieni di ferite mortali e lividi, tutti ammucchiati in una pozza di sangue.
“Che macello.”
“Già, ma questa è un ulteriore prova US, è successa la stessa cosa 2 giorni fa in un locale, il problema è che là erano il triplo.”
“Pensi a un serial killer?”
“Penso che ho paura, spero solo che non abbia lasciato un…”
“Mr Leo, abbiamo trovato questo in mezzo ai corpi.” lo interruppe un giovane agente della scientifica.
“Merda, è proprio come sospettavo.”
“Cioè?”
“E di nuovo lui, Asio Otus.”
“Chi?” chiese Xavin
“Pensavo che fosse solamente una coincidenza, ma a quanto pare è tutto vero, dovete sapere che questi omicidi sono iniziati solamente due giorni fa, e…”
“Lo so di già Leo, l’avevo segnato come possibile caso ancora prima che mi chiamassi.” Rispose US
“Sta di fatto” disse Leo arrabbiato.
“Che nella polizia è considerato l’assassino perfetto, in soli due giorni a ucciso ben 20 persone, quasi tutte pregiudicate, la cosa più strana è che gli omicidi sono stati commessi all’esterno e anche in luoghi pubblici, ma nessuno ha sentito un singolo rumore, nessun grido, nessuna richiesta d’aiuto, e alla fine vengono ritrovati tutti così.”
“Ammetto che questo fatto mi mancava, ma non riesco a capire come sia possibile.”
“Forse è un superumano, o magari e un assassino esperto di tecnologia, esistono varie studi che puntano all’annullamento del suono.” Disse Xavin.
 “Leo, hai qualche altro indizio?” chiese Xavin
“Un paio, stavolta siamo stati fortunati, abbiamo per la prima volta una testimonianza e alcune armi del delitto.”
“Ok, i testimoni dove si trovano? Li hai già interrogati?”
“Non ancora, si trovano all’ospedale di S.Trick, il ragazzo era davvero in pessime condizioni, mentre la ragazza è senza un graffio, ma è sotto shock.”
“Bene, vorrà dire che andrò a fargli una visita, grazie Leo, ti faccio sapere quello che scopro, e già che ci sei, inviami la documentazione delle armi del delitto.”
“Ok.” Rispose Leo.
US e Xavin si diressero verso l’ospedale e mentre prendevano l’ascensore, iniziarono a discutere sul caso.
“Riesce a uccidere tutti quelli che vuole senza farsi sentire, e loro due lo hanno visto, dici che è una buona traccia?” Disse Xavin.
“Sentiamoci fortunati, è solo inudibile, non invisibile, se i ragazzi collaboreranno, allora avremmo qualche indizio in più da seguire.”
I due entrarono dentro la stanza e videro Rick sul letto, con accanto Tiffany che gli teneva la mano.
Si avvicinarono per presentarsi e Tiffany li notò.
“Salve, sono un collaboratore della polizia, mi chiamo Ulysses…”
La ragazza iniziò a muovere le labbra e le mani, gesticolando velocemente, fino a quando Xavin chiese:
“Cosa sta facendo?”
“È sordomuta, sta utilizzando un particolare linguaggio a gesti che l’aiuta a esprimersi.”
“Strano, tra noi Skrull non ho mai sentito di qualcuno che non riuscisse a parlare o a sentire, nemmeno i più malati.
“Non è una malattia Xavin, e comunque la comunicazione al momento è troppo difficile.”
“Che pensi di fare?”
“Dammi 3 minuti, tu intanto distraila.”
US uscì dalla stanza, mentre Xavin rimase insieme a Tiffany, era completamente imbarazzata e cercò di presentarsi
“Salve, mi chiamo Xavin, sono una detective, collega di Ulysses.”
Ma Tiffany continuò a gesticolare, lasciando di sasso Xavin, che non sapeva come comunicare in quel momento, fino a quando non gli si accese un lampadina, diede fuoco al suo braccio, assicurando a Tiffany che non voleva fargli del male, poi iniziò a manipolare il fuoco, formando delle piccole lettere.
La ragazza iniziò a leggere e tirò fuori il cellulare per poter scrivere a Xavin.
“Piacere di conoscerla, mi chiamo Tiffany, voi chi siete?”
“Due investigatori privati, stiamo investigando sull’assassino che vi ha salvati.”
“Vero, non so nemmeno io come poterlo descrivere a livello morale, ha ucciso quelle persone, ma ci ha salvati.”
“Lo so Tiffany, ma adesso ho bisogno del tuo aiuto.”
“Perché?”
“Sembra che questo assassino sia incapace di creare del suono, anzi, sembra che riesca ad annullarlo in una determinata zona, e la polizia al momento sta facendo fatica a rintracciarlo.”
“Riesce ad annullare il suono?”
“Si, ma vorrei eseguire il colloquio con il mio collega, lui è molto più sveglio, potrebbe capire tante cose da un singolo dettaglio.”
“Va bene.”
US poi tornò nella stanza, avvicinandosi a Xavin e Tiffany.
“Dove ti eri cacciato? Sei in ritardo di 2 minuti.”
“Ero andato a imparare una cosa.”
“Cioè?”
US iniziò a gesticolare, esattamente come Tiffany aveva fatto con Xavin, la ragazza aliena si stupì.
“Conosci il loro linguaggio?!”
“L’ho appena imparato, se abbiamo a che fare con il silenzio, tanto vale che parliamo la sua lingua.”
US si presentò alla ragazza.
“Salve signorina, mi chiamo Ulysses Archer, la mia collega le ha già detto cosa stiamo facendo.”
“So tutto Mr Archer, e sono pronta a rispondere a tutte le vostre domande.”
“Molto bene.”
Tiffany rispose a tutte le domande di US e Xavin, dopodiché i due detective si ritirarono dall’ospedale e fecero ritorno a casa, studiando le prove.
“Ho inviato il profile a Leo, ma non né sarà contento.” Disse US
“Cosa vuoi farci, i dati sono fra quelli più comuni, se non fosse per il suo abbigliamento, sarebbe impossibile identificarlo.
“Altezza: 180/185 cm
Età compresa tra i 30 e i 40 anni
Grandi capacità fisiche con particolare abilità nell’uso delle armi da taglio.
Veste completamente di pelle color vermiglio inglese, con una maschera nera a forma di gufo con due lenti rosse al posto degli occhi, e sulla testa porta uno strano copricapo.”
“Abbiamo un modello da seguire, ma ci serve di più.” Disse Xavin.
“Tra poco lo avremmo, Leo è riuscito mandarmi la documentazione delle armi che sono state usate sulla scena del crimine, e la cosa si fa interessante.”
“Perché?”
“Le armi che sono state usate per uccidere, sono delle lame, dei piccoli coltelli da lancio a forma di piume e fatti interamente d’argento.”
“Studiandola, sono venuto a conoscenza che alcune persone della comunità sorda di Las Vegas, hanno iniziato a portare in alcune celebrazioni questo tipo d’ornamento, solo che la piuma che indossano è una spilla.”
“Pensi che l’assassino faccia parte della comunità?”
“È molto probabile, tutte le persone che sono state uccise, bene o male avevano recato qualche tipo di fastidio o danno alla comunità sorda della città.”
“Allora non ci resta che andare da loro.” Rispose Xavin.
I due investigatori si diressero verso la PedioSound, fondazione creata per fornire un collegamento di beni e servizi per le persone sordomute di Las Vegas.
I due riuscirono a ottenere un appuntamento con l’attuale presidente della fondazione, Gwendoline Pedio, insieme a suo fratello Quintus, vicepresidente e traduttore per Gwendoline, dato che a differenza della sorella, non era nato sordo.
“Chi siete voi?” chiese Gwen tradotta da Quintus.
“Piacere di conoscerla Miss Pedio, siamo due investigatori, mi chiamo Ulysses, mentre lei è Xavin, la mia collega.”
“Investigatori? È per caso successo qualcosa di male?”
“Si, vede, negli ultimi giorni, sono avvenuti degli omicidi e le tracce, le testimonianze e l’arma del delitto, ci hanno portato a pensare che l’assassino si nasconda nella vostra comunità.”
“Sta accusando di omicidio un sordo?”
“Non sto dicendo questo, ma voi siete l’unico gruppo che indossa quelle particolari spille a forma di piuma, e sono anche le armi principali ritrovate sulla scena del delitto.”
“Mi perdoni Mr Archer, ma non credo proprio che un membro della nostra comunità possa avere le abilità e la volontà di arrivare fino a questo punto.” Rispose Gwendoline mentre sorseggiava del tè.
“Essere sordi è già una condizione difficile, non penso che qualcuno di noi abbia voglia di creare ulteriori guai, soprattutto alla nostra comunità.”
“Capisco, ma Miss Pedio, deve capire che se l’assassino non è con voi e non è qui per aiutarvi, potrebbe cercare di darvi la colpa per gli omicidi che sta commettendo, potrebbero morire altre persone.”
Gwendoline, leggendo l’ultima frase di US, cambiò completamente espressione, passando dalla calma, alla rabbia più totale e facendosi aiutare da Quintus, iniziò a urlare contro ai due detective.
“E secondo lei cosa dovrebbe importarmene?”
“Tanto le vittime di quel assassino sono tutte persone che ci hanno attaccato senza un reale motivo, è un bene che ripulisca le strade, così almeno non dovremmo più avere a che fare con gente squallida come quella.”
US si arrabbiò e stava per risponderle: “Miss, veda di darsi una calmata altrimenti…”
In quel momento US venne interrotto dall’arrivo di una donna, Helga Stevens, fidanzata di Quintus e membro attivo della fondazione.
Entrò nella stanza e iniziò a gesticolare.
“Quintus, devi venire subito.”
“Che succede?” rispose Quintus
“Adam, sta facendo un’altra delle sue manifestazione, a preso un paio di persone ed è andato a protestare al municipio.”
“Che stupido.” Rispose Quintus.
“Signori, scusate se me ne vado, ma devo evitare altri linciaggi da parte della città, vado a fermare Adam.”
Quintus uscì dall’edificio insieme ad Helga, mentre US e Xavin rimasero a parlare con Gwendoline.
“Chi è questo Adam?” chiese US
“Un nuovo membro della comunità, è un ex atleta che ha perso l’udito in un incidente, è una brava persona, ma è un esagerato, solo oggi con questa nuova manifestazione siamo a 6 proteste consecutive in due settimane.”
“Capisco, va bene, Miss Pedio, grazie per averci ricevuti, ci faremo sentire noi.”
“Molto bene, buona giornata.”
US e Xavin uscirono dall’edificio, mentre dietro di loro Gwendoline, utilizzando il linguaggio dei segni aggiunse: “Buona giornata, spero di non rivedervi più.”
I due detective si diressero verso il municipio per vedere come stesse proseguendo la manifestazione.
Sembrava tutto tranquillo, nonostante i cartelloni e la musica a palla, US e Xavin si misero a parlare di Adam.
“Cosa ne pensi?” chiese Xavin.
“Che è un bastardo, se sto leggendo bene i suoi segni, sembra che stia utilizzando la figura del “Gufo” come forma di minaccia per tutti coloro che intendono far del male alla loro comunità.”
“Questo potrebbe avvalorare la mia teoria, anche da questa distanza, riconosco che i suoi parametri fisici sono simili alla descrizione.”
“Pensi che sia lui il gufo?” chiese US
“Sto solo dicendo che l’altezza mi sembra quella, e conta anche il fatto che è un ex atleta, riempie già due punti della lista.”
US vide che Adam era stato portato dietro il municipio da Quintus, così decise di usare un drone per spiarli e utilizzando la sua conoscenza del linguaggio dei segni, iniziò a tradurre.
“Cosa diavolo stai facendo?!” disse Quintus.
“Quello che dovremmo fare, far sapere a questa città che esistiamo e che non siamo dei fenomeni da baraccone.”
“Utilizzando un assassino per minacciare la gente?!” “Sei impazzito?!” “Tu gli stai dando solamente una possibilità per odiarci, utilizzando queste assillanti e inutili proteste.”
“Non usare il plurare per includerti Quintus, tu non sei sordo, sei solamente un traduttore!”
“Manda tutti a casa e falla finita!”
“Va bene, ma ciò non cancella ciò che ho detto.”
Adam se ne andò, mentre US ritirò il drone.
“Era davvero arrabbiato.” Disse Xavin.
“Però è curioso, non pensavo che esistessero delle persone così anche tra i sordi.”
“Gli estremisti sono dappertutto Xavin, ci sono sempre in ogni dove.”
“E a noi come può giovare la cosa?”
“In nessun modo, dato che l’assassino ha iniziato ad operare da poco non possiamo fare molto, direi che è meglio se torniamo a casa e ci prepariamo per la prossima volta.”
Quella sera, Adam tornò a casa, la sua manifestazione aveva fatto notizia e questo era perlopiù un fastidio per la città, ma una buona scusa per gli zotici ubriachi per fargli una bella festa.
Un gruppo di uomini decisero di seguirlo, con l’intenzione di malmenarlo e sarebbe successo, se Asio Otus non fosse intervenuto per fermare la violenza.
Dopo aver lanciato il suo grido di battaglia, la zona venne privata di ogni rumore, lasciando l’assassino tutto il tempo per picchiare e dilaniare le sue vittime, con il semplice uso di un pugnale, qualche coltello e una pistola.
Una volta finito il lavoro, Adam lo ringrazio, dicendogli di ammirare il suo operato e che gli avrebbe fatto pubblicità.
Ma l’assassino si rivolse a lui nel linguaggio dei segni e disse “Spazzatura”, uccidendolo con una pugnalata alla gola.
La mattina seguente, US e Xavin vennero richiamati dalla fondazione, mentre Leo gli avvertì che Adam era stato ucciso.
Si precipitarono nell’ufficio di Gwendoline, insieme a lei c’era anche Helga, e iniziarono a parlare dell’accaduto.
“Perciò è successo veramente, Adam è stato ucciso.” Chiese US
“Si Mr Archer, nonostante il suo carattere, piangiamo la sua morte.”
“L’assassino questa volta sembra essere il vostro salvatore, lei cosa ne pensa Miss Pedio?”
“Che voglio aiutarvi a catturarlo, ha ucciso addirittura un membro della nostra comunità, per di più innocente, non esiste crimine peggiore, perciò vi imploro, aiutateci.”
“Sarà fatto Miss Pedio.” Rispose Xavin.
I due detective si alzarono e uscirono dall’ufficio.
“Hai già un piano?”
“Sempre.”
Quella sera, l’ultima andare a casa, fu Helga, Quintus non poteva accompagnarla a casa per via di alcune questione burocratiche che doveva svolgere insieme a Gwendoline.
Il problema degli angoli più scuri di una città come Las Vegas è che se finisci nella strada sbagliata, ne paghi le conseguenze, e una donna bella come Helga poteva facilmente attirare l’attenzione pur non volendo.
Non passò molto infatti prima che un uomo iniziasse a pedinarla, avvicinandosi abbastanza per catturarla, e lo stesso gufo non si fece aspettare più di tanto.
L’uomo poi lasciò andare la ragazza, rivelando le loro vere identità, erano US e Xavin, e avevano organizzato tutto per trovarsi faccia a faccia con l’assassino.
“Alla fine ci incontriamo.” Disse US
Ma l’assassino rimase immobile ad osservarlo.
“A giusto, dimenticavo che sei sordo.” US iniziò a gesticolare “Salve, mi chiamo US, e ti dichiaro in arresto, arrenditi per favore, mi mette di cattivo umore picchiare i disabili.”
L’assassino era arrabbiato e utilizzando i gesti rispose “Invece a me mette di buon umore uccidere gli insetti come te.”
Il gufo emise il suo stridio, cancellando ogni rumore, dopodiché afferrò uno dei suoi pugnali e si scagliò contro US.
Spada contro pugnale, poteva sembrare uno scontro impari, ma la velocità e la forza del gufo erano sufficienti a eguagliare le abilità nel combattimento di US.
Il camionista pensò: “Merda, è veloce.”
Poco prima di sferrargli un poderoso calcio nelle costole, scagliandolo contro un edificio.
“Ma non quanto Gorgon, il che mi dà già un buon vantaggio.”
Ripresosi dalla botta, il gufo cercò di allontanarsi il più possibile da US, finendo vicino a Xavin, pronta a colpirlo con un pugno di pietra.
“Ora sei mio!” gridò Xavin, pur non emettendo alcun suono.
Ma l’assassino si accorse della sua presenza, ed evitò l’attacco a tenaglia dei due detective.
US trovò la cosa molto strana, così fece un ulteriore prova, tirò fuori dalla manica della US3 una pistola laser, e mirò a una parete per far cadere dei mattoni sull’assassino, ma si accorse di tutto comunque, fu lì che US capì.
“Annulla il suono, ma lui riesce a sentire, è l’unico che ci riesce.”
US allora sfrutto uno dei suoi nuovi dischi da combattimento, lanciandolo verso l’assassino, era un disco sonico, un emettitore ad alta frequenza di onde disturbanti.
Il gufo fu l’unico a sentirne gli effetti, e la sua sconfitta era ormai vicina, ma utilizzando dei fumogeni, riuscì a scappare sul tetto, mentre US e Xavin partirono all’inseguimento.
Lo rincorsero su una decina di tetti, fino a quando i suoni della città non iniziarono a tornare, e a quel punto l’assassino si girò verso di loro, rimanendo fermo e immobile ad aspettarli.
“Il tuo potere ha una portata limitata, elimina il suono solo in una determinata area, ma il tuo punto debole è che non puoi sottrarti a quello stesso rumore che annulli.”
L’assassino rimase in silenzio, fino a quando US non gli gridò contro.
“Smettila di giocare, so che ci sei tu sotto quella maschera…Quintus!”
Il silenzio fu interrotto da una risata, dopodiché si tolse la maschera e la lanciò verso i due detective, rivelando la sua vera identità.
“Davvero molto perspicace Mr Archer, come l’ha capito?”
“Dopo la mia prima visita, ho iniziato a studiare tutti i file dei membri dell’organizzazione, non mi sono limitato ad Adam, e appena sono arrivato, sono rimasto senza parole, alto Q.I, giovane campione di ginnastica, servizio militare ed esperto nel combattimento corpo a corpo.”
“Non male, vero?”
“Già, devo ammettere che avevo già i miei sospetti su di te quando hai ucciso Adam, e quando ho fatto mascherare Xavin da Helga, il sangue ti ribolliva negli occhi, ma l’ultimo indizio me lo hai fornito tu, mostrandomi il punto debole del tuo potere.”
“Ottimo lavoro detective, c’è qualcos’altro che vorresti aggiungere?”
“Si, perché arrivare a tanto? Perché lo stai facendo?”
“Sono stanco del modo in cui certa gente tratta mia sorella e i membri della comunità, la cosa peggiore è avvenuta un anno fa, a quel tempo mi ero ritirato dall’esercito e non mi vestivo ancora in questa maniera.”
“Mia sorella venne aggredita e stuprata da un gruppo di bastardi, non poteva gridare o chiedere aiuto, e l’hanno lasciata a terra in un vicolo sporco, quando l’ho ritrovata, tremava ancora, così ho rintracciato ognuno di loro, e ho fatto ciò che andava fatto.”
“Gli hai uccisi tutti.”
“Uccidere, no, gli esseri umani si uccidono, quelli erano solamente degli animali rabbiosi, e gli animali vanno soppressi.”
“Da lì ho iniziato a fare giustizia in città, proteggendo chiunque non potesse difendersi.”
“Sei solo un omicida, Quintus.” Disse Xavin
“Non mi pare che tu sia stato molto onesto con Adam.”
“Adam era una scheggia impazzita, le sue proteste non avrebbero fatto altro che rendermi il lavoro più difficile.”
“Per quanto mi riguarda, ci sono persone che meritano di finire all’inferno, senza nemmeno sentire il suono del loro ultimo respiro.”
Mentre si metteva addosso una nuova maschera, Quintus tirò fuori un telecomando, era un detonatore.
“Ma per voi, farò un eccezione.”
US si accorse che nella maschera che aveva lanciato prima, c’era un esplosivo, e si scansò appena in tempo per evitarlo.
La maschera sfondo il soffitto, e Quintus ci finì dentro, US e Xavin partirono all’inseguimento, ma in mezzo al buio, Quintus attivò di nuovo il suo potere, lasciando i due nella più completa oscurità visiva e uditiva.
Quintus dal canto suo se la stava cavando, anche per US era difficile individuarlo con i suoi strumenti di ricerca, la tuta di pelle che indossava lo rendeva irriconoscibile ai sensori di calore della US3, fino a quando non gli venne un idea.
Usando la spada, scrisse un messaggio a Xavin, riuscendo a comunicarle il suo piano.
Xavin assunse la sua forma da torcia umana, e iniziò a girare per la stanza, in questo modo US riuscì ad individuare Quintus ed attaccargli un disco a ricerca di calore.
“Che cosa è questa roba?” pensò Quintus.
Xavin spense il fuoco, mentre Quintus, approfittando dell’oscurità, si gettò verso US, ma venne respinto da un piccolo razzo sparato dalla tuta, finendo fuori dall’edificio ed esplodendo poco dopo.
La carica non era molto potente, Quintus ne uscì ferito ma vivo, e come conseguenza della sua sconfitta, il suo potere si annullò.
“Meno male che è finita, recuperiamolo, e portiamolo alla polizia.” Disse Xavin
US e Xavin erano poco distanti da Quintus, e notarono una cosa orribile, le sue braccia e le sue gambe erano completamente viola, e la sua bocca sparì, si era fusa con la faccia.
I due detective non sapevano cosa dire, era simile a quello che era successo con Michelle.
Dopo averlo portato alla stazione di polizia, i medici gli diagnosticarono una frattura multipla e irreparabile alle braccia e alle gambe, mentre le labbra e la bocca erano come sparite, in questa maniera Quintus non poteva né testimoniare né fare qualsiasi altra cosa.
Anche stavolta, le prove erano inconcludenti, L’uomo non possedeva alcuna traccia del gene-X, non sembrava mutato a livello genetico e venne studiato anche dal Señor Mágico, che non vide nessuna traccia di magia, le sue parole diedero conferma anche alla teoria di US.
“Nada Señor, niente di niente.”
“Ho capito, grazie mille amico.”
Poi US si rivolse a Leo.
“Leo, ci pensi tu ad avvertire Miss Pedio?”
“Lascia fare a noi.”
“Molto bene, Xavin, torniamo a casa, abbiamo del nuovo lavoro da fare.”
I due tornarono in ufficio per discutere del caso.
“Ok, spara US, quale sarebbe il nuovo lavoro?”
“Il nuovo lavoro…è il vecchio lavoro.”
 “Cosa?”
“Senti, devo ammettere che mi sembrava stupido all’inizio, ma questa seconda prova mi dà la conferma di una mia teoria.”
 “Sia Michelle che Quintus possedevano grosse somme di denaro, non presentavano mutazioni e non avevano alcuna conoscenza della magia, poteri arrivati così a caso? Non avrebbe alcun senso per entrambi i casi se presi singolarmente, ma se fossero di più?”
“Ok…cosa stai cercando di dire?”
“Qualcuno sta vendendo poteri a determinati individui, Xavin.”
“Un venditore di poteri?”
“Si, sono andato a vedere i conti bancari di entrambi e Quintus è arrivato a spendere quasi 500.000 dollari in una spesa non registrata, era quasi tutto ciò che aveva in banca, i soldi poi sono stati suddivisi in vari conti sparsi dappertutto, perciò il destinatario ufficiale è irriconoscibile, e anche se provassi a rintracciarlo mi ci vorrebbero dei mesi.”
“Capisco.”
“E c’è dell’altro, supponendo anche che questa teoria sia sbagliata, non mi spiego come mai entrambi, una volta sconfitti, abbiano sofferto di una specie di effetto collaterale, o come lo ha chiamato Michelle, un “Contrappasso” Ciò significa, che entrambi hanno usufruito dello stesso servizio.”
“Capisco…e adesso che cosa facciamo?”
“L’unica cosa che possiamo fare e sfruttare i loro dati bancari, rintracciare il destinatario e cercare ogni possibile prova per incastrare il venditore, di sicuro Michelle e Quintus non sono i soli ad aver comprato dei poteri, dobbiamo usare più dati possibili, da adesso in poi ogni piccolo indizio è fondamentale.”
“Ho capito.”
“Ok ragazza, in libertà, ci sentiamo domani.”
“Grazie.”
La ragazza si posiziono davanti alla televisione, mentre US si mise davanti alla parete di vetro, e guardando la città pensò:
“Caso riaperto.”
“Sarai senza ombra di dubbio un avversario difficile da stanare, ma non importa, vuoi la guerra, per me non ci sono problemi, io ti sfido.”

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Capitolo 4
*** Monster ***


La sfida era stata lanciata e US l’aveva raccolta.
Dopo l’ultimo caso, il camionista si chiuse in laboratorio a studiare ogni dettaglio possibile, registrazioni, telefonate, documenti, ma tutto andava a finire in un unico grande vicolo cieco.
Passarono tre giorni e Xavin iniziò a preoccuparsi per lo stato di salute del suo compagno, fino a quando non andò a bussare alla porta del laboratorio.
“US!”
“Ehi US, sono io, aprì!”
Dal comunicatore non arrivò nessuna risposta, Xavin si insospettì e modificò il suo braccio in quello della Cosa.
“US, io rispetto la tua intelligenza e le tue capacità, ma facendo valere la mia autorità entro lo stesso.”
E così fece, sfondò la porta del laboratorio a forza di pugni, ritrovando US in mezzo al laboratorio, circondato da monitor, lavagne e scatole, anche se Xavin guardando la lavagna notò una cosa.
US era disteso a terra addormentato.
“US!”
“Sveglia!”
Il camionista aprì gli occhi e si alzò di scatto mentre Xavin notò una siringa accanto al collega?
“Che cosa è quella?”
“Nulla di ché è un nuovo sedativo che stavo testando.”
“Ok e per il lavoro invece?”
“Guarda pure, tutto il lavoro è sulla lavagna.”
Xavin storse un po’ lo sguardo e disse:
“Ehm…perciò è questo quello che hai fatto negli ultimi giorni…ti sei messo a fissare l’immagine di un tizio vestito come un damerino?”
“Primo, quel damerino si chiama Napoleone e secondo, ho lavorato per due giorni di fila, mi sono messo a fissare quell’immagine solo oggi.”
“Ok, ma non credi che sia il momento di uscire, ti ricordo che oltre ai casi con superpoteri a cui abbiamo lavorato, ci sono anche delle richieste dai comuni mortali.”
US si alzò dalla sedia, finendo per ritrovarsi nuovamente a gattonare per la stanza.
“Allora US, cosa ne dici?”
“Che sono casi divertenti, ma poco utili, preferisco tornare a lavorare sui casi dei “Peccatori”.”
“I che cosa?”
“I peccatori, tutti coloro che hanno ricevuto i poteri, ma una volta sconfitti ricevono il così detto “Contrappasso”, ho deciso di chiamarli così.”
“Non fissarti solo ed esclusivamente su una cosa, la mamma non te lo ha insegnato?”
“No, purtroppo è morta quando ero ancora piccolo, comunque se vuoi posso risolvere quei casi mentre parliamo.”
“Ok Mr Detective, vediamo un po’…”
Xavin si mise a guardare il cellulare leggendo le E-mail.
“Impressionante, 20 casi tutti per noi, va bene vediamo…ecco, Lucy Brown denuncia la scomparsa del marito, non…”
“Si trova in Messico con la governante.” Rispose US mentre osservava i monitor del laboratorio.
“Ok…Downa Miller denuncia invece la scomparsa del suo braccialetti di smeraldi.”
“Frode assicurativa, ho già controllato i dati della signora Miller, suo marito John ama le donne facili e le puntate impossibili ai casinò.”
“Va bene.” Rispose Xavin infastidita.
“Beccati questo, Tyler Davis denuncia il furto della sua carta di credito.”
“Davis ha problemi con l’alcol ed è ospite frequente alla polizia per le denunce di oggetti scomparsi, la perdita della sua carta è avvenuta perché l’ha lasciata per troppo tempo nella porta di entrata del bancomat.”
“Ok, e che mi dici di…”
“I cerchioni scomparsi dall’officina si trovano nel camion che si trova lì vicino, sono troppo pesanti da trasportare e stanno aspettando il momento giusto per portarli via.”
Xavin era infastidita non solo dal comportamento del camionista, ma anche dalle risposte, per quanto semplici erano comunque tutte esatte.
“Ok, dato che hai già finito di lavorare, potremmo uscire insieme qualche volta, magari a prendere un gelato oppure a vedere un film insieme, per esempio in questo periodo ne è uscito uno che mi inter…”
“Perdonami Xavin, ma noi usciamo continuamente insieme e oltre a quello al momento non c’è nulla che mi attiri fuori di qui.”
“Non potresti fare uno sforzo per la tua “Compagna di viaggio”?”
“Quello era quando ero un camionista, adesso siamo colleghi Xavin, ti aggiornerò sul lavoro dopo.”
Xavin rimase senza parole e uscì dal laboratorio senza dare spiegazioni.
“Divertiti a rimanere solo, vado a farmi un giro!”
“Ehi aspetta Xavin.” Disse US
“Che vuoi?”
“Se esci potresti comprare un etto di prosciutto e alzare il volume della televisione? C’è il mio programma di cucina preferito.”
Xavin alzò il volume, dopodiché uscì dall’appartamento sbattendo la porta principale, distruggendola.
“Bene, altre due porta da riparare” pensò US.
Xavin, assumendo la sua forma maschile, rimase fuori casa fino a che non arrivò la notte, durante tutto il pomeriggio aveva contattato tutti i clienti per dare a ognuno di loro le risposte che cercavano, per il resto invece si era goduta un tranquillo giorno a Las Vegas.
Venne il momento di tornare a casa, ma la ragazza non aveva voglia di volare, così decise di agire come un comune mortale, tornando a piedi.
Mentre camminava pensava:
“Ecco, questo è ciò che mi piace, un pomeriggio tranquillo, niente US che fa il superbo con la sua intelligenza, nessun pericolo imminente e soprattutto niente lavoro.”
“Si, solo io.” Ma Xavin si fermò su quel pensiero e iniziò a ragionarci sopra.
“Già, io…e basta…”
In quel momento le luci si accesero per la strada, ma non quelle del sottopassaggio che Xavin doveva oltrepassare per tornare a casa.
Mentre si avvicinava all’oscurità, notò in mezzo al buio due luci, erano poco distanti tra loro e di colore rosso.
“Ma che roba è?”
Si avvicinò ancora di più e nel buio iniziò a sentire un ringhio simile a quello di una bestia feroce, Xavin era molto vicina, attivò i suoi poteri di fuoco e si trovò davanti a un gigantesco cane nero con gli occhi iniettati di sangue.
“Kly’bn!”
La bestia l’attacco mentre Xavin gli rispose bruciandogli la faccia, la bestia si accasciò a terra per qualche secondo, ritornando subito dopo all’attacco.
Xavin cercò nuovamente di bruciarlo, ma non bastò a fermare la sua furia, si avvicinò così tanto da mordere il braccio di Xavin, ma la ragazza riuscì ad evitare i denti della bestia tramutando il suo braccio in quello della Cosa.
La bestia iniziò a scuoterla come un giocattolo, fino a quando Xavin non trasferì nel suo braccio anche i poteri della torcia umana, bruciandogli l’interno della bocca.
“Brucia!”
La bestia la lasciò andare, ma subito dopo rialzò lo sguardo verso di lei, saltandogli addosso.
Per arrestarlo, Xavin fu costretta a rinchiudersi in una bolla invisibile, facendosi spingere fino alla fine della strada.
Stava aspettando che la bestia tornasse, ma a metà strada si fermò, tornando verso il sottopassaggio oscuro, lei era salva, ma la situazione era molto strana, ed era altamente probabile che dietro quell’enorme bestia ci fosse lo zampino di un Peccatore.
Xavin attivò la modalità fiamma e volo dritta verso l’agenzia.
US si trovava a sedere sul divano a guardare la TV, poi la porta principale dell’ufficio venne sfondata dal ritorno di Xavin.
“Ehi, guarda che quella l’avevo appena riparata…e dove è finito il mio etto di prosciutto?”
“Lo so, mi dispiace, ma è grave, devi venire subito via con me!”
“Che succede? Qualcuno ha rubato una scatola di dolci?” disse US scherzando.
“Smettila di fare l’idiota, poco fa sono sfuggita alla morte, una enorme bestia fatta d’ombra mi ha dato la caccia.”
“Bestia fatta d’ombra?”
“Credo che il colpevole sia un Peccatore.”
“Adesso non suona poi così male, vero?”
“Mi vuoi aiutare o no?”
“Ok, stavo scherzando, ma ritengo…” US venne interrotto dallo squillo del cellulare.
“Pronto?”
“Ehi ciao Leo, che succede?”
“A…ok…serio?” “Cosa…per davvero?”
“OK, ci precipitiamo lì subito.”
US mise apposto il cellulare e diede la notizia a Xavin.
“Dobbiamo precipitarci subito da Leo.”
“Ha trovato anche lui la bestia?”
“No, ha trovato LE bestie.”
“Cosa?”
“A quanto pare quella cosa che hai visto si è riprodotta e stanno attaccando le persone in vari punti della città.”
“Merda.”
“Prendo il cappotto e andiamo.”
US e Xavin si precipitarono da Leo con lo Star Rig.
“Finalmente siete arrivati!”
“Smettila di lamentarti Leo, come è la situazione?”
“Disperata, le bestie attaccano senza fermarsi mai e ogni attacco rivolto verso di loro gli rallenta solo per pochi secondi e cosa peggiore, si moltiplicano se ricevono parecchi danni!”
“Dove hanno attaccato fino ad ora?”
“In vari punti isolati dalla città, adesso stanno combattendo sulla Strip vicino all’Hotel Caesar.”
“Ok, allora direi che tocca a noi, andiamo Xavin.”
I due detective si diressero verso le forze dell’ordine per aiutarli contro la minaccia, mentre gli altri poliziotti scappavano per evitare di essere sopraffatti, US e Xavin ingaggiarono uno scontro contro le bestie.
Erano più piccole di quella che aveva visto Xavin, ma erano ugualmente feroci e per quanti colpi e fendenti i due tirassero, le bestie sembravano inarrestabili.
Oramai erano circondati, così US prese Xavin per i fianchi e la portò via.
“Cosa stai facendo?!”
“Ci salviamo la pelle per il momento!”
US iniziò a correre più velocemente possibile, facendosi inseguire dalle bestie, era come vedere un branco di lupi dare la caccia a una preda.
Ma a un certo punto le bestie si bloccarono, era come se non potessero oltrepassare una determinata zona.
“US, fermati, guarda!”
Xavin si ricordò dello stesso comportamento della bestia che aveva affrontato e capì uno dei loro punti deboli.
“Hanno un territorio di caccia, ecco perché non ci inseguono, non siamo più nel loro raggio di azione.”
US lasciò andare la ragazza e insieme pensarono a come risolvere il problema.
“Ok, fammi mandare un drone, osserverò l’area da l’alto.” Disse US
Dalla tuta si staccò un mini drone per osservare la zona sotto assedio e mentre era in volo US notò qualcosa.
“Tutte le bestie sembrano essere collegate, è come se fossero l’estensione di un’ombra.”
“Un ombra?”
“Si, e provengono tutte da…le fessure delle fogne!”
“Le fessure…sembrano dei mini sotto passaggi.” Disse Xavin e pensò “Come quella bestia enorme.”
La ragazza si girò verso US e gli disse:
“US, mi servono delle informazioni, di recente è successo qualcosa di particolare sotto nel sotto passaggio che ho attraversato?”
Il camionista si mise ad analizzare le informazioni e vide contemporaneamente sia l’indizio che il probabile colpevole.
“Si, un certo Stanley Morrison, Chef e Gourmet è svenuto nel sotto passaggio 2 giorni fa.”
La ragazza osservo lo schermo.
“Ha avuto un mancamento in quella strada e lo hanno portato d’urgenza all’ospedale di S.Trick, adesso si trova nella zona di accesso limitato, a quanto pare gli hanno diagnosticato il cancro.”
 “Andiamo e fermiamolo.”
US e Xavin presero il volo e si diressero all’ospedale, evitando nel frattempo le creature che infestavano l’entrata principale e i corridoi.
“US, in che sezione si trova?!”
“A22!”
Mentre percorrevano i corridoi dell’ospedale si imbatterono in altre bestie, stavolta sbucavano da sotto i letti, nei corridoi e nelle stanze, la furia con cui attaccavano era la prova evidente che il Peccatore era vicino.
I due poi si separarono, US sarebbe rimasto ad affrontare le creature, Xavin invece avrebbe fermato Stanley.
“Non dire idiozie, io non ti lascio con quelle cose!”
“Smettila di discutere e vai lì dentro.”
“Ma US io…”
“Senti, non possiamo averli tutti e due alle calcagna, uno di noi due deve trattenerli e sai bene che sono abbastanza forte e veloce per farcela.”
Le bestie stavano arrivando in gran numero, così US aprì la porta e ci buttò dentro Xavin, richiudendola subito dopo.
Xavin si trovò in una camera semi buia, divisa dal vetro protettivo.
All’interno della camera sterile, c’era disteso un uomo, era leggermente in sovrappeso e sul suo corpo non presentava peli, probabilmente dovuti alla chemio terapia.
L’uomo si alzò lentamente e iniziò a parlare.
“Xavin…sei arrivata finalmente.”
“Come sai il mio nome?”
“Le mie bestie…mi fanno da occhi e da orecchie, ho sentito il tuo nome di sfuggita, ma è stato il mio mastino più grande a darmi maggiori informazioni.”
“Allora ci sei veramente tu dietro a tutto questo.”
“Si, ma l’ho sto facendo a malincuore.”
“Che intendi dire?”
“Il mio potere, mi permette di generare delle creature spirituali partendo da una fonte oscura, che in questo caso possono essere i sottopassaggi o le fessure, basta che siano abbastanza profonde per generare il buio.”
“Le creature, nutrendosi, trasmettono delle proprietà curative sul portatore originale, cioè me, data la mia attuale situazione capisci che sono costretto a farlo.”
“Uccidi persone per curarti.”
“Lo so, non suona per niente bene, ma guardami, non ho scelta, io voglio vivere Xavin e se per vivere devo uccidere, allora lo farò!”
“Non hai fiducia nella medicina?”
“Non ho più il tempo per avere fiducia in qualcosa Xavin, il mio cancro è già passato al terzo stadio e mi dispiace deluderti ma non esiste un quarto stadio.”
“Tutto ciò non giustifica comunque le tue azioni, rispondi piuttosto alle mie domande, come hai avuto questi poteri? Chi te l’ha venduti?”
“Non avrà nessuna importanza, dato che vi mangerò entrambi…adesso!”
La parete della stanza venne demolita ed entrarono due delle bestie di Stanley, con in bocca US.
“US!”
“Tranquilla Xavin, sto bene.”
“Ulysses Archer, il famoso detective, ho sentito molto parlare di te sui notiziari, sei praticamente il nuovo paladino di Las Vegas.”
“Grazie mille…lei invece…lei invece è Stanley Morrison, Chef e Gourmet, adoro il suo programma.”
“Davvero? Ma pensa un po’.”
“A conti fatti voi siete i miei piatti principali, direi che possiamo iniziare…”
All’improvviso US dalla tuta sparò uno dei suoi dischetti verso Stanley, ma riuscì a intercettarlo in tempo, utilizzando i suoi poteri, mandando il disco a conficcarsi dentro il muro.
“Il mio contatto aveva ragione, voi non vi arrendete mai?”
“Si purtroppo.”
“Bene, qualcuno di voi ha un ultimo commento da fare prima che sia tutto finito?”
“Io, Mr Morrison, si fermi immediatamente, ho sarò costretto a imporle un coma irreversibile.”
Ci fu un momento di silenzio, dopodiché Stanley si lasciò andare a una grossa risata.
“Lo ammetto Mr Archer, lei è davvero simpatico, in passato mi sarebbe potuto tornare utile, infondo il medico diceva che un atteggiamento positivo può fare miracoli.”
“Comunque, no, non la lascerò andare.”
“Molto bene.” Rispose US
“Se abbiamo finito…”
Stanley si bloccò, iniziò a dondolare e poi cadde a terra, svenendo sul colpo.
Con la sua mancanza, tutte le creature svanirono nel nulla.
“Come hai fatto?” chiese Xavin.
“Il disco che gli ho lanciato era caricato con quel nuovo tipo di sonnifero che avevo inventato, dato che lo aveva respinto, ho attivato la modalità automatica e lo trasformato in un mini drone con un solo scopo: iniettarlo nel bersaglio acquisito.”
“E come puoi vedere, glielo somministrato tramite flebo.”
Prima di scappare i due presero i dati personali di Stanley e successivamente chiamarono la polizia, lasciando sul posto delle prove video.
Tornarono a casa, dove US aggiunse i suoi dati a quelli degli altri peccatori, mentre Xavin si ritrovava stanca morta sul divano a pensare.
“Altri dati da analizzare, altri giorni in cui rimarrò da sola.”
US la notò e decise di andargli a parlare.
“Ehi, che ti prende?”
“Niente è solo…che penso che tu abbia ragione US.”
“Ho ragione su molte cose, ma non capisco di che cosa stai parlando?”
“Che noi due non siamo amici, al limite siamo semplici coinquilini e colleghi, il fatto è che mi fa ansia rimanere da sola per troppo tempo, volevo solo passare più tempo insieme.”
“Forse sogno troppo in grande?”
US alzò lo sguardò e attivò il monitor della sua tuta, allontanandosi da Xavin.
“Lo immaginavo.”
US si girò e disse:
“Ho comprato online i biglietti per quel film che volevi vedere.”
“Cosa?”
“Ne ho due comprati due, che dici, ci vieni insieme a me?”
Xavin rimase senza parole.
“Che c’è, non vuoi più andarci?”
“Si, andiamo!” rispose Xavin sorridendo.
“Bene, ma paghi te i popcorn.”
“Cosa?”
“È un appuntamento tra amici, non un invito a cena, fai uno sforzo per il tuo “Compagno di viaggio”
“Che ti pago a fare sennò?”
“Te non mi paghi affatto US.”
“Giusto.”

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Capitolo 5
*** Soul Man ***


Era una mattina come tante a Las Vegas e i membri della Odyssey si stavano godendo il loro meritato riposo.

US si trovava davanti al computer ad elaborare dei dati per il caso dei Peccatori mentre Xavin invece stava guardando il notiziario locale.

“Ultime notizie, Light Argus, giovane rampollo e capo delle industrie Argus è appena arrivato a Las Vegas ed ha dichiarato l’intenzione di costruire la nuova sede mondiale principale qua a Las Vegas; in seguito ha rilasciato un’intervista dove ha parlato dei progetti futuri della ditta e dei nuovi servizi che offriranno con la nuova gestione.” Annunciò la giornalista.

Mentre continuavano a parlare, Xavin provò a girare per i canali, ma quasi ogni notiziario stava trasmettendo la stessa identica notizia.

La ragazza si incuriosì e andò a cercare Light Argus su Internet; poi si rivolse a US dicendogli:

“Hai sentito, sembra un tipo interessante questo Light; 25 anni, Laureato in Ingegneria a 16, campione juniores di pugilato e scherma, playboy e filantropo; oltre a questo è riuscito anche a ristabilire l’economia precaria della ditta di famiglia in meno di due anni.”

“Non è tutto questo granché, le industrie Argus erano rivali delle Stark Industries, fabbricavano principalmente armi, se è riuscito a risolvere la crisi aziendale è perché probabilmente ha stretto un contratto con dei mercenari o con un gruppo armato; alla fine è solo una brutta copia di Tony Stark.” Rispose US mentre lavorava al computer.

“Noto una punta di gelosia nelle tue parole, di che cosa hai paura, che possa innamorarmi?”

“Non mi interessa di chi ti innamori, ma tra poco potrai dire di amarmi, vieni a vedere.”

Xavin si avvicinò al computer e US gli mostrò il nuovo programma che aveva ideato, nome in codice USD (US Dog).

“Ok è impressionante…che cosa dovrebbe fare US?”

“Il programma USD si comporterà come un branco di cani da caccia, seguirà la pista dei dati che abbiamo di già, poi continuerà a cercare ogni piccola traccia simile per tutto Internet; raccoglierà i file che cerchiamo e ci aiuterà a capire chi c’è dietro a tutto questo; e una volta scoperto, bam, non ci rimarrà che andare a prenderlo.”

“Ingegnoso, quanto ci vorrà?”

“A giudicare dalla velocità…una settimana, ma anche prima se raccogliamo altri dati appartenenti ai peccatori.” Rispose US

“Non puoi fare più veloce?”

“Se vuoi puoi venire qui e fare il mio lavoro; scommetto che anche tu sei riuscita a creare il miglior rintraccia dati del mondo intero usando solo una manciata di codici, vero?” Rispose sarcasticamente US.

“Calmati, stavo solo scherzando.”

Il cellulare di Xavin iniziò a squillare, la chiamata arrivava dall’ispettore Leo, questo significava un nuovo caso per l’agenzia Odyssey.

Si era verificato un crimine presso il bar “Red Jack”; a bordo dello Star Rig, US e Xavin si precipitarono sul luogo del delitto e raggiunsero la polizia che aveva già isolato l’area.

“Leo, che cosa è successo?” disse US.

“Un uomo è morto di infarto US.”

“Ok e lasceremo che se ne occupino i dottori, ma quale è il motivo per cui ci hai chiamato?”

“Te l’ho appena detto.”

“Un infarto, tu mi hai chiamato per un infarto?”

“Credo che non sia stato un caso.”

“Se controlli la dieta media degli americani io direi che era altamente probabile.”

“Dietro a tutto questo c’è uno di quei super tizi che state cercando.”

“Credi che ci sia di mezzo un Peccatore?”

“Ho guardato le registrazioni e ne sono quasi certo, se volete dare un occhiata siete autorizzati.”

US passò le registrazioni sul suo monitor e le mostrò anche a Xavin.

Le registrazioni mostravano effettivamente i due uomini parlare e giocare a carte, il primo era assolutamente tranquillo mentre il secondo sembrava agitato, aveva molta paura dell’altro uomo.

Nella registrazione venne mostrata tutta la partita e dopo la vittoria del primo, il secondo si accasciò a terra, stremato e senza forze.

“Non vorrei mettere la mano sul fuoco, ma credo che tu abbia ragione Leo; abbiamo altri indizi che possono aiutarci a ritrovare il Peccatore?”

“Nessuno, il riconoscimento facciale non dà niente, nessun documento o informazioni, quel uomo è sparito dalla faccia della terra.”

“Ok, questo è strano, ma non impossibile; potrà anche non essere identificato, ma possiamo sempre sapere dove è andato utilizzando le telecamere della città.”

US utilizzo i monitor della tuta e scrutò le vari registrazioni cittadine, fino a trovare l’uomo; era entrato dentro un altro bar circa una mezz’ora prima e non era ancora uscito.

“Questo sarà il più facile, andiamo a prenderlo.”

US e Xavin si incamminarono verso l’uscita, venendo inseguiti a loro volta da Leo e dal suo assistente Alex.

“Dove credete di andare voi due?”

“Che razza di domande, veniamo con voi.”

“Mi spiace ma andiamo solo io e Xavin, ce la possiamo fare benissimo anche da soli.”

“Spiacente, ma questa volta vorrei catturarlo prima che distruggiate mezza città o che l’obbiettivo muoia, perciò io vengo con voi; è un ordine.”

“Ok e il pel di carota invece?”

“Lui è Alex il mio nuovo vice, dove vado io viene anche lui.”

“Piacere” disse timidamente Alex.

US sospirò e rispose:

“Va bene, ma cercate di non rovinare tutto.”

Tutti e quattro salirono sullo Star Rig e durante il viaggio Alex cercò di attaccare bottone con Xavin.

“Allora…da quanto lavori con US?”

“Un paio di settimane.”

“Anche io, intendo per l’ispettore Leo, ovviamente.”

“E come è?” chiese Xavin.

“A…non mi lamento.”

“Sarà meglio, perché ne va del tuo stipendio Alex.” Disse l’ispettore Leo.

“La stessa cosa vale per te Xavin.” Disse US.

“Stai zitto e pensa a guidare.” Rispose Xavin.

Alex si guardò intorno ascoltando il silenzio generale, poi non potendolo sopportare chiese:

“E dimmi…voi due…state insiem…”

“No!” Risposero contemporaneamente US e Xavin.

“Ok, scusate.”

I quattro alla fine arrivarono nel bar dove si era fermato il Peccatore, il Black 21; appena entrarono dentro, lo riconobbero subito.

Era seduto a sorseggiare un caffè, a prima vista sembrava un uomo sulla quarantina, con dei grossi baffi e con gli occhi verdi e maligni, i quattro si avvicinarono al suo tavolo, pronti a interrogarlo.

“Salve, cosa posso fare per voi?” rispose educatamente l’uomo

“Piantala con questa facciata, sappiamo chi sei, perciò vedi di rispondere a un paio di domande.” Gli intimò l’ispettore Leo.

“Sarebbe comunque educato presentarsi prima di discutere.”

“Il mio nome è James Rummy e sono un giocatore d’azzardo professionista.”

“Io sono l’ispettore Leo, polizia di Las Vegas, questo è Alex, il mio assistente e questi due sono US e Xavin.”

“US e Xavin?”

Un sorriso si manifesto sul volto di James e disse:

“Siete arrivati giusto in tempo, vi stavo aspettando.”

“Sul serio?” chiese Xavin

“Si, ho delle informazioni da darvi.”

L’ispettore Leo si entusiasmo per la notizia.

“Ma è magnifico, non si preoccupi, se sono informazioni pericolose avrà tutta la protezione della polizia di Las Vegas e…”

“No, no, si calmi signore, per queste informazioni non voglio protezioni.”

“Davvero?” chiese Alex

“Si, ho già detto che sono un giocatore d’azzardo e personalmente vivo con una semplice filosofia, “Vincere qualcosa o perdere qualcosa”, perciò se volete le informazioni dovete scommettere e vincere contro di me.”

“E cosa vorreste scommettere?” chiese US

“Nulla di importante, solamente…le vostre anime.”

La notizia impressionò tutto il gruppo, poi James si girò e indicò una persona.

“Per esempio, io scommetto che quell’uomo farà Bullseye con le freccette per 3 volte di fila.”

Alex però si innervosì e disse:

“Senta signore, la smetta di giocare e ci dia quelle informazioni.”

“Insisto.” Rispose tranquillamente James.

“Va bene, allora io scommetto il contrario, tanto è praticamente impossibile, ci scommetto l’anima.”

“Perfetto.”

Poco dopo la persona che stava giocando fece il primo Bullseye, poi fece il secondo e infine il terzo.

Alex rimase impressionato, mentre James lo guardò soddisfatto.

“Bene giovanotto, adesso devi pagare.”

E in quel momento qualcosa uscì dalle spalle di Rummy; un gigantesco fantasma si avventò su Alex e dopo avergli strappato l’anima, se la mangiò davanti agli occhi dei suoi amici.

Il corpo del ragazzo rimase senza vita, mentre Leo afferrò il corpo di Alex, Xavin e US si misero in guardia pronti ad attaccare James.

“Che cosa gli hai fatto?!” gridò Leo.

“Mi sono preso quello che mi aspettava dalla nostra scommessa.”

“Maledetto Bastardo!”

Il giocatore però rimase impassivo davanti alle minacce dell’agente e gli rispose con tutta calma:

“Le conviene trattenerti ispettore, se mi ferisci o ancora peggio mi uccidi, lascerò che l’anima del tuo socio si dissolva nel nulla cosmico.”

Leo avrebbe voluto sfondargli la faccia a suon di cazzotti, ma US lo fece demordere.

“Leo, calmati, se vogliamo riavere Alex, dobbiamo giocare e batterlo.”

Leo lasciò andare Rummy, il giocatore si rimise a sedere, poi si girò e diede una mazzetta di soldi all’uomo che aveva fatto i tre Bullseye.

“Lo hai pagato…tu hai barato!” Disse Leo.

“Se non ti beccano prima non è barare.”

“Maledetto!”

“La mia proposta è questa, vincete e restituirò tutte le anime che ho rubate, perdete e io mi prenderò le vostre anime, niente di più semplice.”

Leo gli lanciò uno sguardo di fuoco.

“Ok, come preferisci.”

L’ispettore si diresse verso il bancone degli alcolici, prese un bicchieri e lo riempì fino all’orlo; poi mise delle monete sul tavolo.

“Dimmi Rubber, tu sai cosa è la tensione superficiale?”

“Mi chiamo Rummy, cerchi di ricordarselo; e comunque so di cosa si tratta, la tensione molecolare del liquido fa sì che il in contenitore si possa riempire oltre la massima capienza senza che trabocchi.”

“È un bene che tu lo sappia, perché il tuo prossimo sfidante sarò io, a turno butteremo delle monete dentro il bicchiere, il primo che fa straboccare il liquido ha perso, capito?”

“Scommetto la mia anima.”

“Perfetto, dato che sono generoso, lascerò iniziare a te.”

“Allora io gioco cinque monete.”

“Troppo azzardato, lo farà straboccare” penso Xavin

“Bisogna solo metterle in una determinata posizione.” Pensò Leo

E le monete scesero nel liquido senza straboccare.

“Meno male, pensavo di non farcela, comunque sta a te Ruffy.”

Rummy si alzò di scatto e afferrò la mano di Leo.

“La smetta di storpiare il mio nome, mi chiamo Rummy, Rummy, non Rubber, Ruffy o Luffy, cerchi di ricordarselo!”

“Va bene, va bene, scusami.”

“Bene, ti riconosco il coraggio, ma io sono meno intrepido, perciò proverò con una moneta.”

Intanto Leo pensò:

“È impossibile che ce la faccia, con tutte le monete che ho buttato, dovrebbe bastarne una per far straboccare il bicchiere.”

US fu impressionato dal coraggio di Leo e pensò:

“Pensavo che avrebbe perso subito con quelle cinque monete e invece ha avuto la mano ferma per mettere James in difficoltà già dall’inizio, senza contare che gli ha fatto perdere la pazienza storpiando il suo nome, pur essendo un poliziotto ha davvero lo spirito del giocatore d’azzardo; sai Leo, forse ho sbagliato a giudicarti, forse non sei solo uno a cui rubo il lavoro, forse d’ora in poi ti porterò più rispe…”

James lasciò andare la monete e il liquido rimase comunque dentro i bicchiere.

“Ma cosa?!”

“Che c’è ispettore Leo?”

“Si muova è il suo turno adesso.”

Leo guardò US con la paura negli occhi e l’unica cosa che disse il camionista fu:

“Si, sei fottuto.”

Leo prese l’ultima moneta che gli era rimasta, tremava al pensiero di cosa gli sarebbe successo, senza alcun preavviso, il fantasma di James ricomparve e strappo l’anima a Leo senza che il gioco fosse finito.

Xavin si scagliò verso James con l’intenzione di picchiarlo.

“Che cosa gli hai fatto?!”

“Il gioco non era ancora finito!”

“Dentro di se aveva già accettato la sconfitta e questa è una condizione più che sufficiente per attivare il mio potere.” rispose James

“Maledetto!”

“Non ti entra proprio in quella zucca vuota, se mi fai del male potrei anche decidere di cancellare le anime dei tuoi amici e ucciderli, come tutti quelli che gli hanno preceduti.”

Xavin era in procinto di disintegrare la faccia di Rummy con un pugno, ma US la fermò appena in tempo.

“Xavin stai ferma, ho capito come ha fatto a vincere.”

“Come?”

“Semplice, ha attaccato un chewing gum a una moneta e la impregnata d’acqua, mentre la teneva immersa nell’alcol l’ha strizzata, facendo salire il volume del liquido; dopo aver messo delicatamente la moneta dentro il bicchiere ha aspettato la reazione di Leo, ed è in questo modo che ha vinto.”

“Se non ti beccano prima non è barare.” Rispose James

US si avvicinò al tavolo e disse:

“Ok Rummy; è arrivato il momento di finirla, ci giochiamo tutto a Poker, ci stai?”

“Ti sei già scavato la fossa da solo US, ti avverto che è il mio gioco preferito; ma prima di iniziare, devi dire poche piccole parole magiche.”

“Ok, scommetto la mia anima.”

“Perfetto.”

James tirò fuori un nuovo mazzo di carte e lo pose sul tavolo.

“Giocheremo con un mazzo sigillato, se vuoi puoi anche controllare.”

US aprì la scatola e osservò le carte.

“Un solo Jolly…si, direi che è un mazzo standard.”

“Benone, allora possiamo cominciare subito.”

Rummy alzò il mazzo di carte.

“Per me il 10 di cuori.”

“Per me il 7 di fiori.” Disse US

“In questo caso il mazziere sono io.”

James prese le carte, le mischiò e iniziò a distribuirle.

“Una carta a me, una per te.”

“Una carta a me, una per te.”

“Una carta…”

 La conta venne interrotta da US che spezzò un dito a Rummy.

“Fermo razza di baro.”

“US, che stai facendo?” chiese Xavin

“Xavin, guarda bene il mazzo.”

La ragazza vide che Rummy stava pescando una carta sotto a quella che doveva dare.

“Come vedi la seconda carta sporge, la stava tenendo per se; ha finto di distribuirle nel giusto ordine mentre in realtà cercava di saltarne una per avvantaggiarsi nel gioco.”

US rovesciò la carta ed esclamo:

“E avrebbe avuto un comodissimo tris di 10 in mano!”

James lo guardava dolorante e disse:

“Sei un maledetto stronzo, mi hai rovinato la mano!”

“Io uno stronzo?”

“Guarda che potevo spezzarti anche tutto il braccio.”

“Xavin, trova qualcuno che distribuisca le carte.” Disse US.

Dopo aver trovato il nuovo mazziere, la partita cominciò.

“Molto bene, le carte sono state distribuite US, quale è la tua mossa?”

US rimase completamente fermo e con le braccia incrociate.

“Ehm…US le carte sono state distribuite.”

“Lo so.”

“E perché non le prendi in mano?”

“Sono già servito, sai cosa vuol dire?”

“Certo che lo so, sono un giocatore professionista, ma voglio sapere perché non vuoi prendere le carte!”

“Non ne ho bisogno, giocherò tutta la partita in questo modo.” Rispose US

“Ma…seriamente, vorresti giocare a carte coperte?!?”

 “Si e già che ci siamo vorrei anche rilanciare.”

“C…cosa vorresti fare?”

“Mi gioco l’anima di Xavin.”

Xavin spalancò gli occhi per la paura.

“Scusa, come hai detto?!” chiese Rummy.

“Hai sentito bene, mi gioco anche l’anima della mia socia.”

“Sei impazzito, vero?”

Rummy rivolse lo sguardo verso Xavin e la ragazza disse:

“Rummy, tu sei una persona straordinario, non perdi mai la calma, calcoli con lucida freddezza ogni singola mossa e soprattutto sei il primo avversario che non usa la forza bruta contro di noi, sei davvero forte; io non ho la pazienza per questo tipo di gioco, sono il classico tipo che si infiamma facilmente.”

“Ma tutte le volte che mi sono affidata a US ne sono uscita viva, io mi fido di lui, perciò non mi oppongo a ciò che ha appena detto, cedo a lui il controllo della mia anima.”

Xavin si mise a sedere e pensò: “US, se muoio ti uccido.”

“Ok…fai come ti pare, la paura vi sta facendo impazzire.” Rispose Rummy.

James poi chiese al mazziere una carta e iniziarono a comunicare mentalmente, US e Xavin non lo sapevano, ma anche lui era un suo complice.

“Stai tranquillo Rummy, ho contato le carte, questo idiota non ha niente in mano.”

“Bene, tanto US non sa che tutti quelli che sono qui lavorano per me.”

James iniziò a posizionare i chip sul tavolo.

“Ok, io oltre ai chip, gioco l’anima di Alex e rilancio… di tutta l’anima di Leo!”

“Ma US non ha abbastanza chip per rilanciare!”

“Che mi dici dell’anima di quella tua amichetta, come si chiama? Taryn?”

Xavin spalancò gli occhi, temeva che US avrebbe finito col perdere il controllo, ma il camionista si limitò a dire: “Ok.”

Rummy non riusciva a concepire tutta quella freddezza e US si dimostrò ancora più spericolato.

 “Ma oltre a questo voglio rilanciare un’altra volta.”

“R..rilanciare?”

“Cosa…cosa vorresti scommettere?” chiese Rummy.

“Mi gioco anche l’anima delle seguenti persone che ti elencherò.”

“Prego?”

“Mi hai sentito bene, oltre l’anima di Taryn, scriverò su un foglio le anime che potrai prenderti se vinci, in tutto saranno 5, 7 se conti anche la mia e quella di Xavin.”

“Chi? Cosa? Dove? Come? Quando?!” chiese Xavin con gli occhi spalancati.

“Chiedo un ultimo favore alle persone che mi sono state vicine, se loro fossero qui, sono sicuro che non avrebbero nulla da obbiettare.”

 “Che cazzo sta dicendo?! Davvero è pronto a portare tutti all’inferno con se?!” pensò il giocatore.

US poi rivolse il suo sguardo fulmineo verso Rummy e disse:

“Oltre a questo, voglio cambiare gioco Rummy.”

“Cosa?!”

“Testa o croce, sul pavimento ci sono ancora le monete precedenti alla sfida di Leo, chi di noi due indovinerà il lato della moneta vincerà tutto.”

Rummy era zuppo di sudore, ma il colpo di grazia glielo diede l’ultima frase di US.

“Però voglio qualcosa da te Rubby, voglio qualcosa che abbia lo stesso valore della mia scommessa…voglio sapere l’identità di colui che ti ha dato i poteri!”

Rubby balzò via dal tavolo.

“è matto…è completamente matto!” pensò.

“Non ha nulla in mano…e adesso vuole puntare tutto su una moneta?!”

US poi si alzò dal tavolo e inziò a gridare verso il giocatore.

“Allora, che cosa fai? Ti decidi a giocare? Rispondi Rummy!”

La fronte del giocatore era pregna di sudore, tremava, aveva paura e non sapeva come fare.

Continuava a dire a se stesso:

“Non può vincere, non può vincere, non può vincere.”

Poi si rivolse a US e gli rispose singhiozzando:

“V…V…Va bene.”

Rummy disse al mazziere di raccogliere una moneta, dopodiché diede la spinta con il pollice e la moneta spiccò il volo.

“Testa!” gridò Rummy.

“Di taglio!” rispose US

Dopo quella frase, la mente di Rummy cadde nell’oblio.

“Di taglio…lui…ha detto…di…taglio?”

Rummy continuava a fissare US, il suo sguardo era fermo e deciso, la paura era così grande che il tempo per lui rallentò.

“Non…nonpuòvincerenonpuòvincere, lui…lui…lui.”

Rummy ebbe un collasso e cadde a terra prima della moneta, che atterrò sul lato della croce.

 “Ho vinto.” Disse US.

Poi il camionista si rivolse al mazziere e gli disse:

“Ehi amico.”

“Si?”

Dopo avergli risposto, US gli assestò un pugno nello stomaco tanto forte da sfondare la parete del bar.

“Non si bara.”

Il fantasma si staccò dal corpo di Rummy e rilasciò le anime che aveva vinto, lasciando il suo padrone per terra a delirare.

Xavin si avvicinò a US e disse:

“Santissimo Kly’bn, hai vinto!”

“Meno male.” Sospirò US

“Come sarebbe a dire “Meno male”, pensavo che avessi avuto delle carte vincenti o che avessi calcolato anche ogni misero spostamento della moneta!”

“No e no, se vuoi puoi guardare le mie carte.”

Xavin prese le carte e vide:

“Ma questa è una mano perdente!”

Xavin stava quasi per svenire, ma la rabbia la fece rinsavire.

“Tu hai scommesso tutto su una mano perdente e una moneta?!”

“La US3 ha molti trucchi ma non mi aspettavo di certo di poter barare contro uno come Rubby, sarebbe stata una follia.”

“Avevo già il sospetto che avesse dei complici pronti ad aiutarlo a vincere, perciò ho dovuto farlo uscire dalla sua zona di comfort, ho cambiato gioco all’improvviso e gli ho fatto un offerta talmente grande che alla fine ha ceduto alla paura, il fantasma ha etichettato Rummy come perdente e così mi ha servito la vittoria.

“Tu hai scommesso la mia anima, quella della tua ragazza…”

“Ex ragazza.”

“E quella di tutti i tuoi amici…”

“Ex amici.”

Xavin gli lanciò uno sguardo talmente intenso che avrebbe spaventato anche Ghost Rider.

 “Tu…sei…un coglione!”

“Comunque c’è da dire che da solo è quasi riuscito a batterci tutti quanti, davvero notevole.”

Xavin si chinò vicino a Rummy e gli chiese:

“Bene, adesso parla, dove si trova il rivenditore di poteri?”

“Alla sede principale della “Dollar Dogs”, producono materiale pornografico!” rispose Rummy mentre rideva.

“E quale è il suo nome? Come si chiama?”

Rummy lanciò un grido di disperazione.

“Non c’è nulla da fare, mi sa che non otterremo altre informazioni da lui.” Disse Xavin

“Perlomeno abbiamo un indizio, prendiamo i suoi documenti, vediamo i suoi conti bancari e poi dirigiamoci alla Dollar Dogs.” Rispose US

Intanto, fuori dal locale, una donna stava spiando i due detective; parlava con qualcuno e gli faceva la cronaca su ciò che stava accadendo.

“Il tipo biondo e la ragazzina…sono riusciti a sconfiggere Rummy, lo credevi possibile?”

“Rummy si meritava tante cose, ma non pensavo che potesse perdere.”

“Più è forte il potere, maggiore è il prezzo da pagare, quale era il suo?”

“Il suo contrappasso era la demenza, con la fortuna che ha passerà il resto dei suoi giorni in una clinica.”

“Ho capito, ma adesso verranno a cercarmi.”

“Stai tranquilla, ti chiamerò per ulteriori istruzioni, a dopo.”

“A dopo.”

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Capitolo 6
*** Instant Crush ***


Dopo aver consegnato Rummy alla polizia, US e Xavin si diressero alla sede della Dollar Dog, una nota casa di produzione pornografica di Las Vegas.

I dati che avevano raccolto dal giocatore indicavano parecchi contatti con una certa Brandi Jackson, una delle star più richieste.

“Sai, se mi lascassi cambiare aspetto, potrei infiltrarmi facilmente e…” Commentò Xavin

“Non siamo qua per chiedere numeri o per guardare uomini o donne nude Xavin, dobbiamo trovare Brandi e capire quali erano i suoi affari con Rummy.”

“Andiamo, mi sembra ovvio che sarà in combutta con lui.”

“Lo so, ma la politica della nostra agenzia non è “Siamo tutti innocenti fino a prova contraria? “

“Pensavo che la nostra politica fosse “Spacca, prenditi la gloria e trova il modo di non pagare i danni.”

I due investigatori si presentarono alla segreteria, presentando i loro titoli e chiedendo dove si trovasse Brandi Jackson.

US e Xavin scoprirono che Brandi si trovava a South Vegas per dirigere le scene di un nuovo film, così dopo aver preso numero e indirizzo il dinamico due si diresse a South Vegas.

La casa era la tipica abitazioni stereotipata per girare un porno, affittata, verniciata di bianco e con una piscina sul tetto dove si udivano dei gemiti.

“Sei proprio sicuro di voler interrompere il loro lavoro?”

“Perché interromperli? Prima aspettiamo che finiscano le riprese…poi gli interrompiamo.”

I due entrarono dentro la casa e raggiunsero il secondo piano dove si stava consumando la scena.

Ci misero poco dato che il regista aveva deciso di interrompere le riprese per la giornata, così ebbero l’occasione di presentarsi.

“Salve signore, noi siamo…”

“A eccovi, vi stavamo aspettando.”

“Sul serio?”

“Si, uomo bianco e ragazza nera, siete qua per girare quelle scene con la transessuale asiatica, dico bene?”

Tutti e due bruciarono il regista con un secco: “No.”

“Anche se un po’ mi tenta” disse US prima di ricevere un pugno da Xavin.

“Non siamo due dei suoi attori, siamo investigatori privati dell’agenzia Odyssey e vorremmo parlare con Brandi Jackson, dove possiamo trovarla?”

“Ha finito di girare poco fa, si trova nel suo camerino.”

“Grazie” rispose Xavin.

Il regista li fermò di nuovo per dargli un biglietto da visita.

“Comunque se mai foste interessati, sono un ottimo regista, se vi serve posso realizzare anche video amatoriali per…”

Xavin bruciò il biglietto usando i suoi poteri e insieme a US si diresse verso il camerino dell’attrice.

“Ok, adesso cerchiamo di essere professionali.” Disse US

“Parla per te, io so come comportarmi con le donne.” Rispose Xavin

I due bussarono alla porta.

“Signorina Brandi, possiamo entrare?”

“Chi siete?”

“Due investigatori privati, avremmo delle domande da farle.”

“Entrate pure.”

I due investigatori entrarono dentro il camerino e la videro.

Nessuno dei due riuscì a staccargli gli occhi di dosso, come poteva essere possibile, pelle abbronzata, capelli biondi e lucenti, occhi azzurro cielo e un corpo che avrebbe fatto fremere anche l’adamantio.

“Cosa posso fare per voi?” disse lei con la sua voce sensuale.

I due rimasero imbambolati fino a quando Xavin non svegliò entrambi.

“Ehm…salve…grazie di averci ricevuti.”

“Figuratevi.”

“Ok, allora…lei conosce un certo James Rummy?”

“Si, lo conosco.” Rispose Brandi

“O…ok, mi dica ha…mai…”

Niki si mise a ridere.

“Che succede?” chiese Xavin.

“Nulla e solo che con me è un’espressione buffa da usare, “Ha mai”, mi fa ridere.”

“In che senso?”

“Diciamo solo che faccio prima a elencarti le cose che non ho mai fatto.”

Risero entrambe mentre US era bloccato come uno stoccafisso.

“Lei deve essere molto famosa.”

“Al momento conto circa 124 film, quasi tutti premiati e con attori e attrici di un certo calibro che hanno espressamente richiesto di lavorare con me.”

Xavin si lasciò scappare un simpatico sorrisetto imbarazzato.

“Capisco.”

“Comunque non ho altro da dirvi, se mai mi verrà qualcosa in mente vi contatterò, avete un numero di telefono?”

“Certo.”

Xavin passò il biglietto a Niki e poco prima di prenderlo disse:

“Sarà un piacere rivedervi, siete davvero carini.”

Poco prima di prendere con se il biglietto, Niki sfiorò dolcemente il dito dell’aliena.

“Arrivederci.”

“G..grazie mille… su US, andiamo.”

Il camionista non si alzò, era ancora impegnato a fissare Brandi come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto.

Xavin lo afferrò per il cappotto e lo portò via di peso.

“Scusi ancora per il disturbo.”

Mentre US e Xavin uscirono dal camerino, Brandi fece una chiamata.

“Pronto?”

“Sono stati qui.”

“Ok, nella valigetta c’è tutto ciò che ti serve, inseguili, ma non farti notare, ok?”

“Ok, ti spedisco tutto appena ne ho l’occasione.”

I due tornarono alla sede principale della Odyssey e iniziarono a discutere riguardo a Brandi.

“Allora…che ne pensi?”

“Poppe.”

“Ok, ma che mi dici di quello che ha detto Brandi.”

“Poppe.”

“L’ho capito, ma potresti concentrarti, siamo a chilometri di distanza oramai.”

“Poppe.”

“Ok, ho capito, non mi rimane altra scelta.”

Xavin si alzò dal suo posto, modifico la sua mano in pietra e diede uno schiaffo a US.

“Ci sei adesso?!”

“Cosa…ma che è successo?”

“Da come ti comportavi era come se non vedessi una donna da una vita.”

“Infatti è così, saranno due mesi che non ho un appuntamento.”

“Rimedierai dopo che mi avrai detto cosa pensi di Brandi.”

“Di chi?”

“Ancora, non ti ricordi, Brandi Jackson, ci siamo passati poco tempo fa.”

US era confuso.

“Io in realtà non mi ricordo un bel niente di quello che è successo.”

“Cosa?”

“Te lo giuro, ricordo solo che l’ho vista e poi…basta.”

“Deve essere perché tutto il sangue che avevi nel cervello si è riversato nei genitali.”

“Buona battuta, ma c’è qualcosa che non va.”

“Senti, ammetto anche io che era una bella donna, ma quello che dici non ha senso.”

US si mise a riflettere.

“Un senso ce l’ha se ci rifletti.”

US si diresse verso il laboratorio e dopo dieci minuti si preparò e uscì dall’ufficio indossando la US3 e il suo cappotto rosso.

“Ehi, dove stai andando?”

“Torno tra poco!”

Xavin rimase ad aspettare US, poi una mezz’ora dopo, qualcuno suonò al campanello.

“Chi è?”

“Sono io.”

“Sei tornato, hai trovato ciò che cercavi?”

“Si, ma l’ascensore si è bloccato, dammi una mano.”

Xavin inserì il codice.

“Ok, sali e spiegami.”

US tornò in ufficio.

“Eccomi, prepara il laboratorio principale, abbiamo dei dati da analizzare.”

“Primo, dimmi che cosa ha trovato, secondo, perché non ci vai tu direttamente?”

“Ho lavorato duramente Xavin, sto solo chiedendo una mano.”

“Va bene, andiamo.”

Xavin entrò nel laboratorio, venendo raggiunta da US.

“Ok, accendiamo e mettiamo i dati.”

“Non così in fretta Xavin, non sono tornato per mettere i dati.”

“E allora per cosa?”

“Stavo cercando di rubare i dati di Brandi dal suo computer, ma a quanto pare servono delle chiavi per accedere al sistema, in tutto sono 6, considerando i nemici che abbiamo affrontato fino ad ora è probabile che siano i dati dei peccatori a poter sbloccare i suoi file.”

“Strano.”

“Già, ma è comunque una prova, adesso sappiamo che Brandi fa parte dei peccatori, adesso sarà molto più facile.”

I dati furono caricati su una chiavetta.

“Perfetto, caricamento completato.”

“Ok, allora andia…”

US fermò la corsa di Xavin prendendole la mano, il camionista aveva uno sguardo intenso negli occhi.

US si alzò dalla sedia e si avvicinò lentamente a Xavin, mandandola con le spalle al muro, lo sguardo di US si fece sempre più vicino, poi tutto ciò avvenne naturalmente, chiusero gli occhi e il camionista la baciò.

L’aliena era confusa dal gesto.

“Che cosa…perché lo hai fatto?” chiese Xavin imbarazzata.

“Nulla, ti ho solo ringraziata.”

“Strano, tu…non hai mai fatto così.”

“Forse è arrivato il momento di cambiare, tu mi hai aiutato molto Xavin e per me…era giusto dimostrartelo così.”

“Perché?”

“Beh…non lo so, sai come si dice “A caval donato non si guarda in bocca.”

“No, non ho capito.”

US sorrise per l’incomprensione di Xavin e riprese a baciarla, quella sensazione, così delicata e dolce, fece tornare in mente a Xavin le stesse emozioni che Karolina le aveva fatto scoprire.

Xavin si scostò lentamente e disse sotto voce:

“È buffo.”

“Che cosa?”

“Vedi…nessun uomo mi…aveva mai baciata.”

US le sorrise di nuovo e le sussurrò all’orecchio:

“Ti ringrazio davvero tanto Xavin.”

“Per cosa stavolta?”

All’improvviso una potente scarica elettrica fulminò la ragazza, lasciandola a terra tremolante.

“Per essere stata una stupida fino alla fine.”

L’inganno era svelato, quello non era US, era Brandi Jackson sotto false spoglie.

“Mi dispiace averti fatto questo, ma il mio fidanzato mi ha dato questi giocattolini, un guanto multiuso da combattimento, era giusto che li usassi, non credi?”

“Comunque se ci tieni a saperlo, i dati che sono sulla mia chiavetta, serviranno al mio fidanzato per fottervi di brutto.”

“L’unica pecca e che non vi ho trovato tutti e due, ma non importa, sarete morti ancora prima che il tuo socio ritorni, ciao.”

Brandi scappò via con la chiavetta, scese dalle scale e si avviò verso la porta.

Ma i suoi piani di fuga si complicarono dato che US era tornato e stava per entrare.

“Merda, sta per entrare.”

“Non importa, tanto con il mio potere “Instant Crush”, posso assumere l’aspetto della persona che più brami.”

Fece appena in tempo ad attivare i suoi poteri e a trasformarsi.

“Buone notizie, ho trovato quello che cercavamo.”

“Brandi Jackson, che ci fa lei qui?”

Niki utilizzò il suo guanto multi uso e sparò un colpo energetico a US spedendolo oltre il muro.

“Ci vediamo imbecilli.”

Niki si diresse verso l’ascensore e tramite una serie di codici del guanto, sbloccò la serratura e scese giù fino all’ultimo piano.

“Che strano, mi ha riconosciuto.”

US si riprese in fretta e andò a cercare Xavin, ancora ferita sul pavimento del laboratorio.

“Xavin, Xavin, che è successo?!”

Xavin assestò un pugno a US, spedendolo a un paio di metri più in là.

“Ma che ti prende?”

“Cosa mi prende?! Prima mi baci, mi fai i complimenti e poi mi dai la scossa!”

“Cos’è? Uno dei tuoi nuovi esperimenti?!”

“Quello non ero io, era Brandi!”

“Brandi?”

“Si, ho rubato i suoi dati, anche lei è una peccatrice.”

“Merda, a quest’ora sarà già scappata in macchina.”

“Che facciamo?”

“Semplice, la seguiamo per via aerea.”

 “Il suo potere è la trasformazione, mi ha ingannato facendosi passare per te.”

“Tranquilla, non riuscirà a ingannarmi, sono ben protetto stavolta.”

Xavin e US si misero alla guida dello Star Rig e si precipitarono all’inseguimento.

“Sei sicuro di sapere quale sia la sua macchina?”

“È l’unica stupida che guida una Cadillac rosa in mezzo alla città.”

US e Xavin si trovavano sopra di lei come un falco pronto a catturarla, ma a quanto pare anche la macchina di Niki aveva subito delle modifiche avanzate.

Così spiccò il volo lasciando US e Xavin a mangiare la polvere.

“Ok e adesso?”

“Sono parecchio arrabbiato, perciò l’abbattiamo e prendiamo tutto ciò che resta.”

Dallo Star Rig uscirono dai lati del cofano due cannoni laser, presero bene la mira e fecero fuoco su Brandi.

L’auto precipitò e lo Star Rig atterrò per raccogliere i resti.

Mentre Brandi usciva dal veicolo in fiamme, i due detective si avvicinarono.

“Ferma e non muoverti Brandi.”

“Altrimenti?”

“Farò in modo che tu non possa muoverti mai più” disse Xavin

“Con chi credi di parlare ragazzina?”

“Con una stronza che ha fatto del male a me e al mio socio e che ha rubato i nostri dati, perciò smettila di fare la puttana e arrenditi.”

“Anche se vi ridò la chiavetta non otterrete nulla, nella mia macchina c’era una computer per il trasferimento dei dati, prima che mi acciuffiate, lui avrà già tutto ciò che gli serve per rovinarvi.”

“Lui chi?”

“Non importa, tanto non mi catturerete mai!”

Niki clicco uno dei pulsanti del guanto e dalla macchina di Brandi uscirono due spara razzi che andarono a colpire l’ultimo piano di un edificio vicino.

“Merda” Niki si mise a scappare “Ciao ciao perdenti!”

E andò a rifugiarsi in un cunicolo che portava alle fogne.

“Io penso ai civili, tu catturala”

US si lanciò un’altra volta all’inseguimento mentre Xavin volò verso l’edificio.

Il camionista raggiunse Brandi nelle fogne e tramite i sensori della US3 rilevò una piccola imbarcazione a motore, era il piano di fuga per Brandi.

La barca partì e US la inseguì fino a raggiungerla, ma capì presto che sulla barca non c’era nessuno, e il fatto che sentisse un ticchettio non annunciava niente di buono, così saltò appena in tempo per evitare l’esplosivo.

 “Merda.”

Poco dopo senti una voce “Ulysses!”

Era Xavin.

“Ulysses, ho visto l’esplosione, stai bene?”

“Si, tu invece, i civili sono salvi?”

“Si.”

“Bene, allora dammi una mano a cercare quella stronza.”

US iniziò a camminare, ma si tenne pronto con la mano sulla spada, mentre da dietro Xavin si preparava a sparare un colpo energetico, era Brandi sotto false sembianze.

“Stai attento, potremmo cadere vittima un’altra volta dei suoi poteri”

“Non stavolta, ho installato un piccolo meccanismo di autodifesa psichica nella tuta alla base del cervelletto, adesso sono praticamente immune.”

“Va bene Ulysses io…che cosa?”

I due si fermarono.

“So chi sei in realtà “Xavin“

Ci fu un momento di silenzio, poi Brandi si tolse il travestimento.

“Ok, beccata.”

Brandi sparò un colpo energetico dal guanto, mentre US si abbassò appena in tempo per evitarlo e con un fendente recise la mano della pornostar.

Tra le urla di dolore, l’unica cosa che riuscì a dire Brandi fu: “Maledetto!!”

Oramai era a terra, mentre US la minacciava con la spada alla gola.

“Rimani ferma o giuro che ti taglio la testa.”

“Va bene…sto ferma…completamente immobile.” Ma intanto lei si stava preparando ad attaccarlo di nuovo con un coltello.

Si alzò di scatto.

“Muori!”

Ma venne fermata da Xavin, che le assestò un pugno di roccia al fianco, spedendola dentro il muro delle fogne.

Oramai Brandi era sconfitta e in quel momento si attivò il suo “Contrappasso” e iniziò a invecchiare velocemente, diventando vecchia.

I due la portarono all’ospedale e dopo avergli dato le giuste cure, US e Xavin decisero di interrogarla di nuovo.

“Siete venuti a terminare l’opera?”

“Non siamo quel genere di persone e ora dicci a chi hai spedito i nostri dati.”

“Non fate gli stupidi, oramai è troppo tardi, avete perso.”

Xavin era infastidita, ma US si limitò a dire: “OK”

Niki iniziò a ridere, mentre US e Xavin si allontanarono dall’ospedale.

“Ma che ti prende?”

“Per cosa?”

“I dati rubati, quello che ci ha fatto, tu non ti senti un po’ umiliato?”

“Tranquilla Xavin, non è così grave.”

“Come non è grave?!”

“Quella stupida a pensato che il mio computer funzionasse come un computer normale, ma ha preso dei dati virus.”

“Il computer ha uno scanner di impronte digitali, così solo io posso accedere ai veri file.”

“Sul serio?”

“Si, tutto ciò che ha rubato aiuterà noi e danneggerà il pezzo di merda che ci ha attaccato, così grazie ai dati di Niki, ai dati virus e al programma USD saremmo in grado di raggiungere il responsabile di tutti questi macelli in meno di un giorno.”

“Wow…ingegnoso.”

“Lo so, comunque…hai programmi per questa sera?”

“Sai che non ne ho.”

“Bene, allora è meglio se ti prepari, sta sera ti porto fuori a cena, ristorante di lusso, perciò ricombina al meglio le tue cellule e mettiti qualcosa di carino.”

“Perché?”

“Siamo a un passo dal risolvere la più grande serie di casi superumani di Las Vegas, direi che sta sera ti meriti ogni lusso.”

“E poi mi hai promesso di rimediare alla mia carenza di appuntamenti.”

“Vero.” Rispose Xavin.

Più tardi, quella sera, dentro un grande e oscuro ufficio, qualcuno stava analizzando i dati falsi che Brandi gli aveva spedito.

“Vediamo un po’.”

“Ma…che cazzo sta succedendo?!”

I dati falsi iniziarono a prendere il controllo dei vari software, così l’uomo ordinò al suo staff:

“Tagliate le connessioni esterne e isolate la stanza, vedrò di eliminare il virus.”

L’uomo rimase a lavorare per 12 ore filate, al termine delle quali riuscì a eliminare il virus, stremato dall’impresa, chiamò la sua segretaria e disse:

“Miss Diana.”

“Si signore?”

“Potrebbe portarmi un caffè e chiamare quel contatto, vorrei anticipare il nostro incontro.”

“Subito signore.”

L’uomo rivolse lo sguardo verso la finestra e mentre osservava la città di Las Vegas e il sole gli entrava negli occhi disse:

“US, ti giuro che questa me la pagherai.”

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Capitolo 7
*** I hate u, I love u ***


Quella sera, dopo aver terminato il caso di Brandi Jackson, US si preparò per uscire con Xavin e mentre l’aspettava si mise a vedere come stava procedendo il lavoro sui Peccatori.

“79%...ti sto per raggiungere figlio di puttana.”

Dopo essersi auto gratificato, andò a bussare alla porta di Xavin.

“Xavin, a che punto sei?”

“Sto finendo di prepararmi, ho appena finito di fare la doccia.”

“Cerca di sbrigarti, la cena è tra 20 minuti.”

“Guarda che a una ragazza ci vuole tempo per prepararsi.”

“Xavin, indossi vestiti prevalentemente fatti di cellule sintetiche creati dalla tua stessa pelle, quanto sarà difficile prepararsi?”

“Ok, ho fatto.”

Xavin aprì la porta e US rimase impressionato.

Indossava un vestito rosso scarlatto sorretto da una sola spallina, il colore acceso di quel abito non faceva che risaltare la sua pelle scura e gli orecchini che portava, splendenti e luccicanti erano messi in ombra solamente dai suoi occhi verde smeraldo.

“Wow” disse US.

“Lo so, allora siamo pronti?”

“Certo, prendiamo lo Star Rig.”

I due salirono a bordo del camion spaziale e quella partenza fece riaffiorare un ricordo nella mente di Xavin.

“È esattamente come quella volta.”

“Quale volta?”

“Quando abbiamo abbandonato tutto e ci siamo trasferiti a Las Vegas insieme, in effetti non so nemmeno perché abbiamo preso lo Star Rig, il ristorante dove ceniamo è a pochi passi dall’ufficio, dove stiamo andando?”

“In posto molto speciale per iniziare la serata.”

“Iniziare?”

I due arrivarono poco dopo dall’altra parte della Strip ma Xavin non vide alcun ristorante nelle vicinanze.

“Sei sicuro di non esserti perso?”

“Povera pivellina, il nostro ristorante non è al piano terra, si trova in cima.”

“Cosa?”

“In cima a questo palazzo.”

Xavin seguì US dentro la reception e dopo aver chiesto della prenotazione la donna gli indicò l’ascensore dove salirono.

“Stiamo andando all’ultimo piano.”

“Già, perché sta sera ho intenzione di viziarti Xavin, ceneremo al Mon Gabriele!”

L’ascensore si fermò.

Il ristorante era enorme e luccicante

“Cosa è tutto questo?”

“Non hai sentito, ho intenzione di viziarti questa sera Xavin, ho già organizzato un programma che soddisferà sia me che la tua parte femminile e maschile.”

I due si misero a sedere a un tavolo vicino alla finestra panoramica.

“Questo ristorante ha due menù, cucina italiana o francese, tutto cucinato da autentici cuochi italiani e francesi.”

“Dopo questa cena con i contro fiocchi, una piccola visita allo Shark Reef, saliremo e vedremo Las Vegas dal Paris, servizio completo nel miglior Night club della città, puntatina veloce al Caesar Palace e poi ho trovato due biglietti per un bello spettacolo…il Dottor Samson che affronta in un incontro di 10 round un Grizzly mutato dalle radiazioni.”

Xavin rimase a bocca aperta, mentre US la incoraggiò ad accettare il programma.

“Coraggio, sì felice, sarà uno spasso.”

“Ma sei impazzito, con tutto quello che faremo, avrai speso su per giù un centinaio di dollari.”

“Lo so.”

“Seriamente US, oltre all’agenzia di che altro ti occupi?”

“Non te ne ho mai parlato? Prima di acquistare i 6 piani del palazzo dove risiediamo, ho giocato l’eredità dei miei genitori in borsa e sono riuscito a comprare e a vendere azioni garantendomi una piccola fortuna ad vitam.”

“Sul serio?”

“Secondo te perché possiamo permetterci tutto quello che abbiamo?”

“Giusto…senti, US perché hai fatto tutto questo, non ce ne era bisogno.”

“Lo so…Xavin, so che con i suoi poteri Brandi ti ha fatto vedere una brutta parte di me.”

“Che intendi dire?”

“Il pungo che mi hai dato quella volta mi ha quasi rotto elle costole e se dobbiamo continuare a lavorare insieme, vorrei che ti ricordassi che sono un bravo…”

“Non era necessario, quello non eri tu, non c’è bisogno che ti fai perdonare per le cose che non hai fatto.”

“Quindi…è tutto a posto?”

“Si” rispose Xavin sorridendo.

“Ok, ma la cena la possiamo fare?”

“Certo.”

“E dimmi, alla ruota panoramica possiamo comunque andarci?”

“Si.”

“E allo scontro del dottor…”

“Senti, seguiamo tutto il programma che hai ideato, che ne dici?” lo interruppe Xavin.

“Perfetto!”

Durante la cena i due parlarono delle loro avventure, ricordando i tempi in qui “Vivevano” dentro lo Star Rig e di alcune cose buffe che gli erano capitate in passato.

Poi a un certo punto Xavin se ne uscì con una domanda strana.

“Senti US…che programmi hai per il futuro?”

“Mm…penso che prima risolveremo il caso dei peccatori e meglio sarà, per il resto non mi importa di che cosa accadrà dopo.”

“In che senso?”

“Fra due mesi potrei continuare a fare il detective, potrei buttare via tutto e tornare a fare l’assassino o la guardia del corpo, potrei fare il meccanico, potrei morire o imparare qualche strano incantesimo, non importa.” E aggiunse “è questo il bello di questo mondo.”

“Capisco…io invece non so proprio cosa potrei farei.”

“Che vuoi dire? Tu continuerai a fare la Detective insieme a me.”

“No, non mi stavo riferendo a un immediato futuro… il fatto è che tu sei eccezionale US.”

“Sul serio?”

“Si, te non hai paura del futuro, sai già che potresti diventare qualsiasi cosa.”

“Io invece sono completamente spaesata, so bene di non poter più tornare alla mia vecchia vita e ho sempre paura di quello che potrebbe capitarmi da un giorno all’altro, per questo…ti stimo tanto US.”

“Credimi Xavin, sei abbastanza forte, intelligente e abile per non doverti preoccupare di queste cose, saresti in grado di adattarti a tutto.”

“Come fai a esserne certo?”

“Perché conosco i meccanismi della vita, se sai che potrebbe cambiare da un momento all’altro impari a sfruttare i suoi cambiamenti e andare avanti senza voltarti indietro e ti posso assicurare che non è una cosa né facile né allegra.”

“La vita praticamente è un essere oscuro, misterioso e bastardo.”

“Genera infiniti idioti per ogni generazioni e a pochi di questi dona poteri, abilità e coraggio per poi mandarli al macello e chi sopravvive al massacro finisce per non riconoscersi più, diventando il contrario di ciò che voleva essere, un po’ come i Peccatori.”

“Solo loro?” chiese Xavin vedendo l’espressione di US.

“Si…comunque ciò non cambia una cosa, i tipi in gamba come me hanno imparato ad accettare i suoi cambiamenti e non importa quanto possa schiaffeggiarti o scalciare, l’unica cosa da fare è andare avanti.”

“Capisco.”

Xavin cominciò a strofinarsi le mani per infondersi sicurezza, poi alzò il volto e disse:

“US, sarò onesta, ho passato tutta la mia giovane vita a cercare di essere qualcosa, sono stata un principe, un maschio, una ragazza, un’eroina, una prigioniera e ora sono una detective, ma…non mi importa nemmeno di questo, voglio dire…chi sono veramente? Quale è il mio posto?”

US le sorrise e disse:

“Xavin, ci consociamo da più di 4 mesi e lavoriamo insieme da 3 mesi, il mio consiglio come tuo socio e datore di lavoro è che puoi smettere di cercare, tu sei un’eroina e ottima detective.”

“Grazie US.”

L’espressione sul volto del camionista passò da felice a seria in un attimo.

“Il mio consiglio da amico…vattene.”

“Che cosa?”

“Hai sentito, vattene, prendi lo Star Rig se preferisci, esplora il mondo, la galassia o l’universo se vuoi, metti la sella alla tua vita e lascia che scalci.”

“Tu…Me lo lasceresti fare?”

“Si, Xavin so bene che con te nulla è mai stato facile, perciò questa è una mia ipotetica offerta, te ne vai per un giorno, una settimana, un mese, un anno, il resto della vita, non importa, mi basta che tu sia in grado di trovare te stessa.”

“Perché me lo lasceresti fare?”

“Non lo so, forse non mi importa di averti insieme a me in futuro.”

“Grazie.” Rispose Xavin sarcasticamente.

“Forse è perché penso che ti meriti la tua felicità, forse è perché sei una mia responsabilità, forse…ti voglio bene, il resto è variabile e incerto, non mi importa.”

Xavin venne colpita dalla sincerità di US

“Io…non lo so.”

US le toccò la mano e disse

“Allora resta, smettila di farti queste domande e rimani insieme a me Xavin, se la cosa ti può consolare è che non importa cosa scegli, ma finalmente capirai cosa vuoi veramente.”

Xavin rivolse i suoi occhi di smeraldo verso US con un lento movimento della testa, lo guardo dritto negli occhi e poi disse:

“Ok US…so che cosa voglio.”

“Cioè?”

“Voglio andare a vedere quell’incontro.” Rispose Xavin sorridendo.

Dopo la cena, US e Xavin visitarono tutti i posti che US aveva prenotato e alla fine assistettero all’incontro del Dottor Samson, che riuscì a battere il Grizzly mutante al sesto round.

Tornarono a casa a tarda notte e decisero di spaparanzarsi sul divano.

“Cavolo, che serata” disse Xavin

“Già, i migliori 2000 dollari meglio spesi della mia vita.”

“Me ne andrei volentieri a letto sai?”

“Già, anch’io…sbronziamoci sul divano e guardiamo spazzatura in TV.”

“Cosa? Cioè…così per chiudere la serata in bellezza?”

“Si, tanto siamo a casa nostra e ho una bottiglia messa da parte.”

“Sai che ti dico, per me va bene.”

“Ottimo.”

US si diresse verso la cassaforte dell’ufficio e appena l’aprì, Xavin notò che la pistola che aveva visto fin dalla loro prima indagine era ancora lì.

Erano passati 3 mesi, forse sarebbe stato il momento buono per parlarne.

“Perché tieni sempre una bottiglia di alcol in cassaforte, costa davvero così tanto?”

“No, è solo che…non è importante.”

US verso lo Scotch in due bicchieri, ne diede uno a Xavin e accesero la TV.

“Vediamo un po’… “Gli eroi del ghiaccio”, perfetto.” Disse Xavin

“Sul serio?”

“Si, avevo visto qualche episodio con Karo e i Runaways, mi piacerebbe vedere come sono messi.”

“Va bene.”

E le puntate iniziarono a filare come lo Scotch, fino a quando non finirono entrambi.

“Cavolo…che…spasso.”

“Già, senti Xa-Xa”

Xavin cominciò a ridere

“Perché stai ridendo?”

“Scusa, è solo che…” Xavin continuò a ridere, dopo un po’ si calmò

“Ok, ok, è passata, che stavi dicendo?”

“Volevo dirti, rilascia il tuo camuffamento, siamo in casa, puoi rilassarti.”

“S-sei sicuro, il mio aspetto da Skrull non è dei migliori.”

“Chi se ne frega, quanto potrai essere strana?”

“Ok, allora lo faccio.”

La pelle scura di Xavin venne sostituita dalla sua vera natura Skrull, un verde smeralo identico ai suoi occhi.

“Che te ne pare?”

“Che sei carina.”

“Grazie.” Disse Xavin arrossendo.

“Va Molto meglio.” Aggiunse Xavin toccandosi la faccia.

I due si misero a sedere per terra, poi Xavin chiese:

“Ok, domanda.”

“Si?”

“Scusa se te lo chiedo, ma muoio dalla curiosità, gli “Eroi del Ghiaccio” effettivamente…è-è- è autentico? Voglio dire c’è qualcosa di vero oppure…o merda, scusa, forse, forse ti ho offeso.”

“No, tranquilla Xavin, anzi, molta di quella roba, molta di quella roba è vera.”

“Sul serio? Un esempio?”

“Ok, c’è quella tipa Lis…”

“Lisa Kelly.”

“Giusto, Lisa Kelly, che dice che non importa quale sia il rischio, il carico deve essere portato in tempo, non importa quale è il prossimo lavoro, ciò che conta è quello che si sta facendo nel presente.”

“Ed è esattamente in quella maniera che vivono i camionisti Xavin, noi viviamo nel presente.”

“Cavolo…io te l’ho già detto, ho paura del futuro e non riesco ancora a immaginare un vero presente, ma tu saresti stato disposto a seguire quell’idea?”

“Certo.”

“Mi potresti dare una grande lezione US.”

“Lo so, il punto principale è che i camionisti vivono con uno scopo, se ci dicono che bisogna trasportare qualcosa, lo facciamo, non è solo un lavoro è un vero e proprio stile di vita, perché ricorda Xavin, non importa come verremo ricordati o come saremmo in futuro, ciò che importa realmente è il presente, questo piccolo magico momento che stiamo vivendo insieme.”

Una lacrima scese dagli occhi della ragazza.

“Che bella cosa da dire…spero non sia Skrull, c’è qualcosa di strano in lei, spero non sia quello.”

“Sai, molta gente potrebbe imparare un sacco di cose dai camionisti, ma proprio un sacco.”

US si alzò dal pavimento e andò verso la finestra:

“Un giorno tornerò a fare quel lavoro e con esso potrei ritrovare me stesso…una vita normale, un lavoro normale e forse una famiglia normale…non chiedo di meglio.”

“Capisco US, Capisco, solo che…be ecco… solo che tu…non…ti ci vedo a fare nessuna…nessuna di quelle cose in realtà.”

US si girò e chiese:

“Che intendi dire con questo?”

“Nulla è solo che…non lo so, dopo tutto ciò che hai costruito, dopo tutto ciò che ha dimostrato, tu, tu riusciresti veramente a vivere con quello scopo?”

“Come puoi dirmi una cosa del genere?” disse US a voce alta.

“Ti dico solo le cose per come le vedo.”

“Cosa…ma…tu…sai che ti dico, perché non te ne vai all’inferno!”

“Ehi, ehi, calmati, non volevo offenderti, dimentichiamo tutto, ci stavamo divertendo insieme.”

“No, io non voglio dimenticare nulla, come osi tu prima tra tutti dire che la mia vita non ha uno scopo?!”

“Aspetta, questo non l’ho detto, sei tu che lo stai dicendo.”

“No, no, no non girarmi la frittata, tra l’altro, ritorna a camuffarti, mi sembri un rospo.”

“Ok, tu invece sei uno stronzo.”

“Scommetto che Karolina deve aver fatto degli enormi sacrifici solo per baciarti la prima volta.”

Xavin si sentì ferita nel più profondo del cuore.

“Stai cercando di ferirmi?”

La Skrull riassunse il suo aspetto umano.

“Congratulazioni, ci sei riuscito.”

“Dico le cose per come le vedo!”

“Allora giochiamo in questa maniera? Molto bene, allora giochiamo.”

“Prego è il tuo turno.”

“Credi che mi importi di te? Ti sbagli.”

“Si che ti importa, lo so che ti importa.”

“No, non me ne frega niente di te, sei solamente abbastanza stupido e ingenuo per farmi divertire di tanto in tanto, l’unico motivo per cui rimango con te è che non posso andarmene per via delle regole dello S.W.O.R.D, se solo ci fosse un altro, chiunque altro, sceglierei lui invece che te, tu per me rappresenti solo il meno peggio di tutta la situazione, niente di più…ti sto usando bello.”

“Per favore, mi accorgerei se mi stessi usando.”

“A davvero, ti ho fatto spendere circa 2000 dollari in una sola notte, e sai perché?”

“Perché avevi finalmente deciso di rimanere con me.”

“Perché volevo vedere se ci riuscivo.”

US si sbalordì: “Cosa?”

“Andiamo US, non ho mai avuto intenzione di rimanere, volevo soltanto vedere quanto eri disperato, così mi sono detta “Quanto posso far spendere questo imbecille? Voglio vedere quanto si sente solo.”

“Tu…lo hai fatto veramente?”

“E la sai la risposta US? Circa 2000 dollari, ecco, adesso è il tuo turno.”

US strinse i pugni più forte possibile.

“Sei solamente una stronza.”

“Ehi, sei tu che hai cominciato.”

“Razza di puttana, potrei ucciderti per questo!”

“Davvero? Niente di più facile US, hai una pistola nella cassaforte.”

“Come lo sai?”

“L’ho vista fin da primo giorno!”

“E allora, che ti importa, tanto è scarica.”

“Mi importa sapere perché tieni una pistola dentro la cassaforte.”

“Non mi provocare Xavin!”

Xavin usò i suoi poteri per sollevare la cassaforte e la spostò sul tavolo.

Dopo aver mostrato il dito medio a US, prese fuoco e con esso circuì la porta forzata, poi utilizzò la sua super forza per staccare la porta.

“Vuoi uccidermi US? Benissimo, eccola qua.”

“A giusto, dimenticavo che non ci sono proiettili.”

US tirò indietro il cane del revolver e disse:

“Ti ho mentito stupida, in realtà è carica.”

Xavin bloccò la canna della pistola con la mano di roccia mentre US sparò ogni singolo proiettile della pistola.

Xavin gli sferrò un pugno nello stomaco e lo spedì al di là del muro dell’ufficio.

“Sei solamente un pezzo di merda!”

“E io invece riconfermo che sei solo una stupida.”

Xavin guardò il suo bracciò e vide uno dei dischi multiuso di US.

La luce dell’esplosione l’accecò e le fece fare un lungo balzo all’indietro.

US corse verso il tavolo dove si rifugio per evitare le palle di fuoco di Xavin.

Ne uscì brandendo due pistole laser e iniziando a sparare verso Xavin.

“Queste non le puoi parare!”

Xavin fu costretta a rimettersi sulla difensiva, alzando uno scudo psichico per evitare i laser.

Non appena US smise di sparare, Xavin gli scagliò addosso lo scudo psichico.

Xavin si avvicinò per infierire, ma US si scansò appena in tempo e le restituì il pugno che aveva ricevuto all’inizio.

“Ti piace, era un gadget che volevo testare, ha l’aspetto di un orologio e all’occorrenza si trasforma in un pugno potenziato.”

Xavin gli rispose allungandogli un calcio all’inguine.

Entrambi a terra stanchi morti, l’unica arma che US si vide davanti era la Route 1, in mezzo a lui e a Xavin.

Corse entrambi verso l’arma e riuscirono ad afferrarla nello stesso momento.

US iniziò a estrarla, venendo rallentato da Xavin.

L’odio e la rabbia erano visibili in entrambi, poi US se ne uscì con un sorriso strano e inopportuno.

“Sai una cosa? Sei carina quando ti arrabbi.”

Quelle parole fecero spalancare gli occhi di Xavin, ma solo per 2 secondi e dal verde passarono al rosso cremisi più sanguinario.

Chiuse la Route 1 nel suo manico e la lanciò via.

Dopodiché sollevò US sopra la sua testa e dopo averlo fatto volteggiare, lo scagliò con forza sul muro della camera da letto.

US si ritrovò bloccato sul letto, pronto a ricevere il colpo di grazia.

“Fallo.”

E Xavin lo fece, lo baciò.

US rimase stupito, ma la cosa non sembrò dispiacergli e iniziò a baciarla e accarezzarla a sua volta.

I due poi si guardarono negli occhi:

“Cosa stiamo facendo?” chiese US

“Una favola.” Rispose Xavin

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Capitolo 8
*** Master of Puppets ***


Il sole sorgeva luminoso su Las Vegas e nell’ufficio il misterioso individuo con la barba e la crocchia stava parlando con un altro uomo altrettanto misterioso, indossava una tunica nera e portava un grosso cappuccio per nascondere il volto.

“Stammi a sentire, non sarà un lavoro facile, ma sei l’ultimo che mi è rimasto, perciò vedi di prendere tutto ciò che ti serve per completare l’opera e ammazza che due ficcanaso.”

Il tipo incappucciato chino la testa e si avviò verso la porta dell’ufficio, mentre l’altro usò il citofono per chiamare la segretaria.

“Miss Diana, in quel caffè ci vorrei del doppio zucchero.”

“Si Mr Argus.”

Intanto all’agenzia speciale Odyssey, Xavin si era svegliata.

Si passò le mani tra i capelli per toglierli dalla faccia e si guardò intorno, capendo subito che quella non era la sua stanza.

“Ma che cosa è successo?” pensò Xavin notando le crepe sul muro e i vari mobili distrutti.

Ricompose i suoi vestiti sintetici e cercò di uscire dalla camera senza farsi vedere da nessuno e ci riuscì, fino a quando non sentì una voce maschile sconosciuta alle sue spalle.

“Signorina.”

Xavin si girò di scatto e sparò una palla di fuoco per lo spavento.

“Mi…mi dispiace signorina, non intendevo spaventarla.”

Xavin si accorse del suo errore e fece le dovute scuse all’uomo magrolino con gli occhiali e i baffi.

“Mi scusi molto per…a proposito chi diavolo sei?”

“Lui è Al, il mio bidello e custode, ricordi?”

La voce era familiare, era quella di US intento a lavorare su di una pistola.

“Buongiorno Xavin.”

“Giorno.”

“Dormito bene?”

“Diciamo di sì, senti…tutto questo lo abbiamo…”

“Fatto noi? Si, ieri sera abbiamo litigato Xavin.”

“Oh giusto…abbiamo fatto un bel po’ di cazzate.”

“Che ci vuoi fare, eravamo piuttosto ubriachi.”

“La cosa buona è che sono appena tornato dalle ferie e ho già tanto lavoro da fare signor US.” Disse Al sorridendo.

“Si, sono felicissimo per te Al, ora muoviti e metti in ordine questo posto.” Gli ordinò US.

Il bidello iniziò a muoversi e a spazzare via i vari pezzi di muro e vetro nella stanza, lasciando US e Xavin da soli in un imbarazzante silenzio.

 “Ok…hai ancora quella pistola?”

“Si, non ho mai avuto intenzione di buttarla, ma ho deciso di sfruttare i suoi poteri a fin di bene.”

“E come?”

“Ho intenzione di combinare le meccaniche della pistola al fodero della US1, in modo da poter sfruttare lo sparo per aumentare la velocità del mio fendente.”

“Pensi di riuscirci?”

“Il progetto è già terminato, lascerò che il computer del laboratorio finisca di montare i pezzi al posto mio ed entro sta sera avrò il mio “US Ace” pronto per essere collaudato.”

“Fantastico…senti US, riguardo quello che è successo ieri notte.”

“Si?”

“Non credi che dovremmo parlar…”

“Non è necessario, ho già dimenticato tutto.”

“Ok…ma come dobbiamo metterla? Insomma…lo trovo un pochino strano…un attimo prima siamo nello stesso letto e l’attimo dopo non è successo niente.”

“Direi di considerare il nostro rapporto come la cronologia di un computer, cancelliamo la cartella dove abbiamo visto un porno e andiamo avanti con le nostre vite, che ne dici?”

“Si, direi che è la scelta migliore.”

“Bene, allora preparati, perché Leo ci ha chiamato per una notizia importante.”

“Cosa è successo?”

“Non ci crederai, ma sembra che tutti i peccatori siano stati rapiti.”

“Tutti quanti?!”

“Si e ho già in mente chi possa essere stato, andiamo al Circo.”

“Il circo?”

“Forse questo ti potrà dare una mano.”

US diede un volantino a Xavin, si trattava dello spettacolo del Cirque du Soleis di Las Vegas, il circo più spettacolare del mondo, tantissimi artisti provenienti da ogni parte del mondo e riuniti insieme per uno spettacolo memorabile.

“I sogni intimi di una marionetta” era il nome dello spettacolo.

“Ok, ma non capisco dove vuoi arrivare.”

“Andiamo e te lo mostrerò.”

US e Xavin raggiunsero il tendone e presero posizione sugli spalti.

“Ok, adesso che facciamo?”

“Aspettiamo.”

“Aspettiamo?”

“Voglio vedere se la mia teoria è giusta, intanto rimaniamo qui e godiamoci lo spettacolo.”

“Noi abbiamo un caso di rapimento e occultamento di cadaveri riguardante i Peccatori e te decidi di rimanere a guardare uno spettacolo per confermare una teoria?”

“Si.”

“Ok, va bene, illuminami sommo detective.” Rispose Xavin.

“Shhh, sta per cominciare.”

Le luci si spensero, poi una sola si riaccese al centro del circo e apparvero dall’ombra due marionette che Xavin conosceva bene, a prima vista sembravano Michele Chang e Asio Otus.

“Ma quelli sono…”

“Proprio così Xavin.”

Lo spettacolo era molto divertente per il pubblico ma incredibilmente malato per Xavin e US.

La cosa peggiore era che Michele e Asio non erano i soli, il cirque aveva l’abitudine di fare un unico gigantesco spettacolo senza interruzioni e oltre agli artisti del circo c’erano altre marionette che US e Xavin avevano incontrato nel loro periodo a Las Vegas.

Michele Chang interpretava la parte di una donna forzuta, Asio di un becchino imbranato, Stanley Morrison era un lupo mannaro, James Rummy un alcolizzato e Niki Jackson una Gattara pazza.

Ogni peccatore era stato trasformato in una marionetta.

Lo spettacolo finì e dopo che tutti gli ospiti se ne andarono, venne il momento per US e Xavin di agire.

Chiesero informazioni al direttore del circo.

“Salve.”

“Salve, cosa posso fare per voi?”

“Siamo US e Xavin, dell’agenzia Odyssey, stiamo cercando il vostro artista principale, Edward Craig.”

“O certo, lo trovate nella sua roulotte, si starà riposando.”

“Grazie.”

I due detective si allontanarono ma Xavin notò qualcosa di strano sul collo del direttore.

“US, lo hai notato anche tu?”

“Si, disgustoso.”

“Mosche, aveva delle mosche che gli ronzavano intorno al collo.”

“Strano però, non puzzava così tanto.”

“Scusa, non lo trovi, che ne so…un pochino inquietante?”

“Come se non avessimo già visto abbastanza roba inquietante oggi.”

I due entrarono dentro la roulotte di Edward, ma tutto ciò che trovarono fu un cartellino con su scritto “Al tendone”

Era come se Edward sapesse che lo stavano cercando ed era ben deciso ad affrontare i due detective a viso aperto.

“Ci sta tenendo una trappola.” chiese Xavin

“Forse, ma lui è il tassello che ci manca per arrivare alla fine di questa storia.”

I due arrivarono al tendone e al centro trovarono un tipo incappucciato con una tunica nera.

“Siete arrivati finalmente, non ci speravo più.”

“Edward Craig, giusto?” chiese US

“In persona.”

Si levò il cappuccio mostrando i dei capelli biondo chiari e gli occhi di ghiaccio.

“Anche se preferire usare il tuo vero nome: Anatoly Moskvin.”

“Che cosa?” chiese Edward

“Nato a Mosca nel 1987, orfano, ti sei laureato in storia e medicina, dopo aver lasciato l’esercito russo sei diventato un mercenario e gira voce che in qualche modo tu sia riuscito, da solo, a sottomettere uno stato dell’Africa utilizzando i cadaveri dei soldati che uccidevi.”

“Sembra una storia di fantasmi.” Disse Xavin

“Vedo che sai molte cose su di me.”

“Sapevo di dover affrontare un nemico spaventoso e così mi sono preparato al peggio.”

“Quanto ci hai messo a capire che era stata tutta opera mia?”

“Sapevo che ti stavi nascondendo da tempo e so che vieni assunto per lavori ben pagati che molti ritengono impossibili.”

“Sapevo anche della tua fama di manipolatore di cadaveri e che in qualche modo riuscivi a trasformarli in marionette e quando ho sentito che lo spettacolo del Cirque questa volta sarebbe stato un gigantesco spettacolo di marionette ho fatto due più due.”

“Allora ho riflettuto sulla tua cronologia temporale e a un certo punto ho capito che nella tua vita devi aver incontrato l’uomo che ti ha dato i tuoi poteri.”

“Ma lo spettacolo è finito, perciò ecco la mia proposta, dammi quel nome e io avrò pietà di te Toly.”

“Che audace pretesa, ma lo spettacolo non è finito, anzi, si sta ancora svolgendo.”

Xavin si guardò intorno e vide che tutto lo staff del circo li stavano circondando, più di 100 marionette erano pronte a saltargli addosso.

“US, guarda.”

Il camionista si guardò intorno e capì.

“Razza di bastardo, non ti sei limitato solamente ai peccatori.”

“Ma che modi sono? Non vi rendete conto che da solo ho diretto un intero circo e un mega spettacolo, dovrei essere riconosciuto come il più grande artista vivente!”

“Toly, sei solo un mostro e un assassino.” Disse Xavin

 “Ok, mi sono rotto di parlare, danziamo!”

Anatoly simulò un colpo di frusta con le mani e in un secondo i vari artisti del circo si scagliarono contro i due detective.

“Xavin, fai terra bruciata” disse US prima di spiccare il volo.

La ragazza esegui il suo compito e in meno di un secondo un gigantesco manto di fuoco travolse tutte le marionette, incenerendole all’istante.

Edward saltò in alto, evitando il colpo e dimostrando grande forza e agilità, la sua espressione parlava chiaro, non era affatto contento.

 “Maledizione, siete molto più bravi di quello che mi avevano detto.”

“Perciò hai deciso che opporre resistenza è inutile e ci dirai chi ti manda?”

“No” Toly riprese a sorridere.

“Significa solo che con voi dovrò usare i miei giocattoli migliori.”

Anatoly si tolse il mantello dalle spalle e mostrò una serie di mini marionette tutte attaccate alla sua cintura e una serie di cerchi magici lo circondarono.

Toly gettò dentro le marionette e le fece ingigantire.

Così US e Xavin si ritrovarono ancora una volta ad affrontare tutti i peccatori precedenti.

Michele aveva ancora la sua super forza, Asio era stato modificato per contenere più lame possibili nel suo corpo, Stanley era diventato tutt’uno con i suoi poteri, diventando simile a un lupo mannaro, James aveva due mitragliatrici Gatling al posto delle braccia, mentre Niki invece era stata riprogettata come kamikaze.

Niki fu la prima a essere distrutta, grazie a un campo di forza generato da Xavin.

US riuscì a deviare tutte le sue pallottole di James e a tagliarlo a metà.

Stanley fece la stessa fine per mano di US mentre Asio venne facilmente distrutto da un pugno di Xavin.

L’unica rimasta era Michele e si dimostrò la più ostica del gruppo.

Ma per totale ironia della sorte, alla fine US e Xavin riuscirono a distruggerla nello stesso modo in cui ci erano riusciti la prima volta.

Mentre Michele correva verso di loro, Xavin prese il volo e US le andò incontro lanciandole un coltello, lei lo schivò ma US stavolta reagì sfoderando un fendete laterale, tagliandola a metà, lasciando a Xavin, il compito di disintegrarla.

L’ultima pedina da eleminare adesso era Toly, rimasto fermo ad osservare mentre le sue marionette venivano fatte a pezzi.

“Te lo dico un’ultima volta, arrenditi Toly.”

“Vieni pure a prendermi.” Rispose il marionettista.

US si scagliò su di lui, ma avvertendo uno strano rumore metallico si ritirò indietro con la stessa rapidità.

Toly aveva sguainato una spada fuori dal mantello, era lucente e tagliente, sembrava fatta dello stesso materiale della Route1.

“Hai ancora qualche giocattolo Toly?” chiese US

“Direi che io stesso sono il giocattolo.”

Toly si tolse la vestaglia e mostro il suo corpo ai due detective.

Era fornito di quattro braccia, entrambe robotiche, mentre le gambe si modificarono facendolo crescere fino ai due metri.

Aveva quattro spade, due sulla schiena e due sui fianchi e sul petto era evidente un recipiente protettivo per il cuore.

“Hai modificato il tuo stesso corpo?”

“Solo di recente, ma direi che è stata la scelta giusta e adesso…morite!”

Toly sguainò tutte e quattro le spade e fece un balzo all’indietro, andando contro il palo portante del tendone.

Piegò le gambe per darsi maggior forza nella spinta e poi si gettò come un proiettile verso Xavin, la ragazza venne colpita dalle quattro spade e l’impatto fu così forte che la spedì sugli spalti, distruggendoli.

“Xavin!” gridò US

Toly si girò verso di lui, orgoglioso di aver dimostrato le capacità del suo corpo, puntò la spada verso US e gli disse: “Il prossimo sei tu.”

US si mise sulla difensiva e si preparò a ricevere i colpi di spada del marionettista.

Rimase sulla difensiva per un po’, non riuscendo a rompere la difesa di Toly, fino a quando non capì il suo punto debole.

“OK, proviamo un’ultima volta per confermare.”

Toly gli andò contro con tutta la sua furia e lo attaccò nella solita sequanza: Spada destra alta, spada sinistra bassa, spada destra bassa e spada sinistra alta.

E allora fu il momento di contrattacco di US e fu tanto rapido quanto letale.

Prima schivo la spada destra alta, tagliandogli la mano.

Parò il colpo a sinistra e tagliò la sinistra alta.

Tornò verso il basso e tagliò in rapida successione la destra e la sinistra.

Colpì con un rapido fendente il busto di Anatoly e poi con la sua lama puntò dritto al cuore.

 L’azione fu così rapida che l’assassino si accorse troppo tardi della ferita mortale e mentre dalla bocca gli grondava del sangue, si rivolse a US.

“Come…”

“Ho fatto? Sei pericoloso, quattro spade di adamantio fanno paura, ma sono sprecate se a gestirle è un inetto e tu mio caro sei stato proprio un inetto.”

“Merda…sei bravo.”

Toly comunque non rinunciò a farsi una risata.

“Sai…mi avrai anche sconfitto…ma a che prezzo?”

“Hai ragione, Xavin, sei sveglia?”

E infondo al palco si udì la risposta.

“Si, tranquillo, sto bene.”

Toly sgranò gli occhi incredulo e pensò: “Come sarebbe a dire, dovrebbe essere morta.”

“Lei come…ha fatto?” chiese il marionettista.

“Doppio scudo, prima che mi colpissi, mi sono fatta crescere una placca rocciosa sul petto e l’ho ricoperta con uno scudo invisibile, trucchi da Super Skrull.” Rispose la ragazza

“Un alieno?”

Toly si mise a ridere di nuovo, anche se la risata venne interrotta dalla tosse e dal sangue

 “Stai per morire Toly e nonostante ciò sei ancora in piedi, ciò significa che hai ancora qualcosa da dirci e spero che sia una confessione.”

“Un paio…un paio di cose…primo, il tipo che state cercando si chiama Light Argus.”

“Il direttore delle industrie?” chiese Xavin.

“Esattamente…è lui che mi ha assunto…per occuparmi di voi…lui mi ha…fornito i corpi e…le modifiche sul mio…”

“Lo sapevo.” Disse US

“E la…la seconda cosa è che…”

“Cosa?”

“Quando ha modificato il mio corpo…ha inserito dentro di me…un piccolo dispositivo nucleare…che sarebbe scattato al momento della mia morte…e adesso…mi tengo in piedi solo per questo motivo…appena cadrò a terra…avrete circa sei secondi…per scappare.”

Toly con quella frase esalò il suo ultimo respiro mentre Xavin alzò gli scudi invisibili per proteggere US dall’esplosione.

L’impatto li fece volare fuori dal tendone.

E dopo essersi rialzato, US fu ancora più deciso a farla finita.

“Xavin, rialzati, andiamo alla sede delle industrie Argus.”

I due detective arrivarono alla sede principale dell’Argus e salirono fino ad arrivare all’ufficio di Light, dove US Hackerò il computer della segretaria, riuscendo ad ottenere un appuntamento con Light.

I due detective entrarono nell’ufficio e si ritrovarono davanti a colui che era stato il loro obbiettivo nelle ultime settimane, Light Argus.

“Salve signori, cosa posso fare per voi?”

I due rimasero in silenzio, continuandolo a guardarlo con rabbia.

“Siete parecchio silenziosi e a quanto pare anche rabbiosi, vi ho forse recato qualche danno?”

“A noi non tanto, alla città si.” Rispose Xavin

“Davvero? In che modo?”

“Smettila di giocare Light, lo scherzo è durato anche troppo, Anatoly ci ha detto tutto, sappiamo chi sei.” Rispose US.

“Quindi…siete riusciti a battere anche lui, notevole, era il mio asso nella manica.”

“Oramai hai giocato tutte le tue carte Light.”

“US e Xavin, i detective privati dell’agenzia Odyssey…siete stati una spina nel fianco fin dal primo momento che vi ho sentito nominare.”

“Perciò lo ammetti Light.”

“O si…è vero, io sono il venditore di poteri.”

“Raccontaci tutto quanto e ti conviene non tralasciare nulla o giuro che ti strapperò personalmente le parole di bocca.” Disse Xavin.

“Mio dio, che paura.” Rispose sarcasticamente Light.

“State tranquilla signorina, non ci sarà bisogno di usare la violenza.”

“La realtà è che Light Argus è un inumano, un inumano più unico che raro.”

“Io ho la capacità di donare i poteri a chiunque voglia, sempre che questi possano pagarmi.”

“Allora è in questa maniera che sei riuscito a guadagnare tutti quei soldi.” Disse Xavin.

“Buffo, io puntavo sul commercio illegali di armi.” Disse US.

“In parte anche per quello, ma sta di fatto che per risollevare l’azienda ho incontrato decine di persone importanti e ognuna di quelle ha pagato una gigantesca somma di denaro per i miei servizi.”

“Perché hai scagliato i Peccatori qua a Las Vegas?”

“Io non ho scagliato assolutamente nessuno.”

“Cosa?”

“Io vi ho mandato contro solamente Brandi e Anatoly, il resto lo hanno fatto da soli.”

“La realtà è che io non vendo poteri, ma sicurezza personale, chiunque sviluppi un potere adatto alla sua personalità e i suoi desideri è la persona più felice del mondo.”

“È semplice logica umana, li aiuta a vivere meglio o a scappare dalle loro paranoie e peccati, io mi sono solamente limitato a dare loro i poteri e a incassare i soldi, non sono minimamente responsabile per le stronzate che gli altri hanno fatto.”

“Ciò non toglie che hai aiutato quelle persone a fare del male ad altre persone.”

“E cosa vorreste farmi? Denunciarmi?”

“Fatemi capire bene: voi vorreste accusare il giovanissimo, ricchissimo e gentilissimo CEO di un’industria che fabbrica milioni di posti di lavoro di essere in segreto uno spacciatore di poteri? Buona fortuna.”

“Anche se qualcuno credesse a questa storia non avete prove.”

“Questo lo dici tu.”

“Andiamo US, vuoi davvero giocare? Sei il secondo uomo più intelligente sulla costa Ovest, non buttare così il tuo potenziale.”

 “Fottiti Light.”

“Molto bene, allora siamo tornati al punto di partenza.”

“Sai bene che ti fermeremo.” Disse Xavin

“E come? Non avete prove, solo la confessione di un pazzoide morto.”

US e Xavin si avviarono verso la porta e US disse:

“La prossima volta che ci vedremo Argus, porterò le manette.”

“Non c’è fretta, quando volete.”

US e Xavin tornarono alla Odyssey e mentre si trovavano davanti all’edificio, l’aliena gli chiese:

“Pensi che il programma USD abbai terminato il lavoro?”

“È quello che spero, appena vedremo i risultati avremmo anche le prove dei pagamenti illegali di Light.”

“Molto bene.”

Xavin poi si fermò e disse:

“Senti US, quel discorso di stamattina…”

“Pensavo che ne avessimo già parlato.”

“Lo so, ma…non voglio dimenticare quello che è successo tra noi.”

“Perché no?”

“Perché…mi ha fatto stare bene.” Disse Xavin arrossendo.

“Sul…sul serio?”

Xavin guardò negli occhi US e gli rispose:

“Vedi, dopo Karo pensavo che non mi sarei mai più potuta spingere a…provare così tanto affetto per una persona, ma con il passare del tempo ho…cominciato a sentire qualcosa, la stessa cosa che provavo con Karo…solo con te al suo posto.”

Vedendo l’espressione sorpresa del camionista, Xavin abbassò lo sguardo.

“Scusa, non volevo metterti in imbarazzo, sentivo solo di dovertelo dire.”

Mentre Xavin stava per varcare la soglia del palazzo, US la fermò appoggiandogli una mano sulla spalla.

“Sarò onesto Xavin…non è che…non è che non ci abbia mai pensato.”

“Veramente?”

“Si, vedi…nella mia vita per quanto giovane…ho sempre mandato tutto a puttane, ogni cosa, lavoro, amici, amori, ma tu sembri immune ai miei casini, anzi a vederti bene…tu incarni praticamente tutte le cose che ho elencato…ho molta, molta paura di poter rovinare anche l’ultima bella cosa che mi è rimasta.”

“Capisco.”

“Xavin, provo qualcosa per te…ma tu sei la mia socia in affari e anche la migliore amica, perciò come la risolviamo la faccenda?”

Xavin abbassò il capo, tirò un sospiro e rispose:

“Che è meglio dimenticare ciò che abbiamo fatto, te lo prometto US.”

“Va bene Xavin.”

I due risalirono fino all’ufficio e lì iniziarono i guai.

Al il bidello si presentò davanti a loro due.

“Signor US.”

“Ciao Al, dimmi pure.”

“Io ho…delle notizie da darle.”

“Spara.”

“In realtà…sono due buone…”

“Figata” rispose Xavin

“E due cattive.”

“Maledizione Al, ok, cominciamo pure con quelle buone.”

“La buona notizia è che ho ripulito la stanze.”

“Bene.”

“L’altra è che il progetto “US Ace” è pronto sul tavolo.”

“Fai strada Al.”

Davanti al tavolo dell’ufficio c’era il nuovo gadget di US, Al iniziò a descrivere l’oggetto.

“Il fodero della Route1 è stato fuso con successo alla struttura della rivoltella, spara cartucce da 44 Magnum, 6 colpi precisi, durante l’estrazione l’arma riceverà l’energia potenziale dello sparo, schizzando fuori dal fodero.”

“Un essere umano normale non riuscirebbe mai a controllarla, ma questo non sarà una preoccupazione per lei signor US.”

US sfilò la Route1 dal suo vecchio manico e la infilò dentro lo US Ace.

“Perfetto.”

“E le cattive notizie Al?” chiese Xavin.

“O giusto, la prima è che qualcuno ha svuotato i nostri conti in banca.”

“Cosa?!” gridò US

“Che ha fatto Al?”

“Non ho fatto niente signor US, sono stato derubato anche io.”

“Quale è la seconda?” chiese US frustrato.

“Sulla sua E-mail è arrivata una minaccia, sembra che arrivi dalle industrie Argus.”

“Fai vedere.”

Al attivò il mega schermo digitale e gli mostrò il messaggio di Light.

 “Buona sera US.”

“Light!” disse con rabbia

“Mi sottovaluti un po’ troppo, pensavi davvero che mi sarei fatto fregare così facilmente?”

“La verità è che quando il tuo amato virus è arrivato a me, ho trovato il modo di rivolgertelo contro, in questo modo mi ha dato accesso anche ai tuoi dati personali.”

“Dato che per colpa tua ho perso molti clienti e soldi, per prima cosa ti ho svuotato il conto bancario e devo dire che sono sorpreso, non pensavo che un poveraccio come te avesse così tanto da parte.”

“E secondo, dato che hai cercato di distruggermi, ho deciso di assumere il miglior esercito di mercenari sulla piazza in modo da disintegrare te e la tua stupida piccola agenzia, dato i mezzi che usano, credo che non sopravvivrai ai prossimi dieci minuti, perciò addio mio nemico e buona fortuna.”

“Merda.” Esclamò Xavin.

Al intanto si era appostato alla finestra e vide qualcosa.

“Signore, non vorrei scatenare il panico, ma credo che due elicotteri Apache si stiano avvicinando all’agenzia, a giudicare dalla velocità abbiamo circa 6 minuti di tempo.”

Poi guardò in basso

“E direi anche che una cinquantina di persone armate fino ai denti stia per invadere l’edificio.”

Xavin si avvicinò al camionista.

“US, Che cosa facciamo?”

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Capitolo 9
*** Bohemian Rhapsody ***


Gli elicotteri Apache si stavano avvicinando, mentre Xavin chiese a US:

“Che cosa facciamo?”

US rivolto verso il vetro rispose:

“Scappiamo.”

“Cosa?” chiese Xavin.

“Scappiamo, non abbiamo tempo per affrontare un paio di tira piedi, Light non solo ci ha sfidati, ci ha anche umiliati e ti posso assicurare che non avrò pace fino a quando non gli avrò dato un cazzotto in bocca.”

US si rivolse ad Al il bidello:

“Al, credo sia il arrivato il momento.”

“Vuole dire che questo è un addio signore?”

“Ti conosco e so che hai ancora molto da vivere vecchio mio, perciò scatenati…pure.”

Dopo quella frase, gli occhiali di Al sì illuminarono e la sua espressione tranquilla fu sostituita da un sorriso quasi sadico.

“Molto bene.”

“Scusate, che avete in mente?” chiese Xavin confusa.

“Tu ed io scappiamo per rintracciare Light, mentre Al si occuperà di intrattenere i nostri ospiti.”

“Si fidi di lui signorina Xavin, in questa maniera riusciremo a risolvere questa faccenda molto più in fretta.”

“Ma Al, tu rimarrai…”

“Da solo, lo so, ma non si preoccupi per me, conosco qualche trucchetto per battere quei delinquenti.”

Al strizzò l’occhio a Xavin, mentre US si rivolse verso Al:

“Ehi bidello.”

“Si signore?”

“I tuoi bastoni sono dietro il comodino, vicino al minibar.”

“Grazie signore.”

Dopo quell’ultimo avvertimento, US e Xavin si diressero verso lo Star Rig, discutendo ancora sul fatto di lasciare Al da solo.

“Spero per te che le armi e le trappole del sistema di difesa riescano a tenere al sicuro il povero Al, altrimenti giuro che ti arrostirò una volta finito tutto questo.”

“Armi e trappole? Ma di che stai parlando?”

Xavin si sconvolse:

“Tu…mi stai dicendo che il nostro sistema di sicurezza non dispone di armi?!”

“No, solamente rivelatori e telecamere.”

“Ma sei impazzito?! Al affronterà da solo mercenari armati fino ai denti!”

“Lo so, ma non c’è da preoccuparsi, perché è Al il mio sistema di sicurezza.”

I due finalmente raggiunsero lo Star Rig e una volta aperto il portellone principale, volarono via dall’agenzia.

“Lui è il tuo sistema di sicurezza? Sul serio?”

“Non ho assunto Al solo perché mi stava simpatico o perché volevo dargli un impiego, l’ho fatto anche per proteggere me stesso e la maggior parte dei comuni mortali di Las Vegas.”

“Nessun senso nobile, solo che trovavo più economico e pacifico pagare lui per pulire e farmi la guardia piuttosto che…pagare denunce per ogni arto e oggetto spezzato o chiamare la omicidi perché qualcuno aveva minacciato “Al il bidello”.”

“Al è davvero così forte?”

“Più di quanto immagini, lui è veloce, abile e saggio, tu lo conosci come “Al il bidello”, ma in passato tutti lo chiamavano “Al the Black Hand”.”

Mentre US e Xavin stavano volando via alla ricerca di Light, gli elicotteri Apache arrivarono al piano dell’ufficio di US e trivellarono di colpi tutta la sede, lasciando la stanza a un colabrodo.

I piloti non videro niente e fecero rapporto via radio.

“Signore, qua non ci sono, devono essere scappati con il loro bizzarro camion volante, partiamo…”

Poco prima che il mercenario potesse finire la frase, qualcosa si scagliato su di lui ad alta velocità, uccise il pilota e face saltare in aria l’elicottero.

La stessa cosa accadde anche all’altro poco dopo.

I resti che precipitarono a terra lasciarono i mercenari senza parole, sembrava che fossero stati abbattuti dal lancio di due bastoni neri come la pece.

“Signore…adesso cosa facciamo?” chiese un mercenario.

“Quello per cui siamo stati pagati, entriamo, saliamo e uccidiamo.”

Il capo mandò una piccola squadra di sei uomini dentro l’edificio e salirono fino a raggiungere il penultimo piano dell’agenzia.

Sembrava filare tutto liscio, fino a quando davanti a loro non trovarono Al con in mano uno scopettone.

“Sparate!” gridò il capo squadra.

Ma si accorsero presto di star sparando all’aria, uno di loro vide le scarpe di Al, vicino a lui c’era della gomma bruciata, allora capì che non erano loro ad aver sbagliato, era il vecchietto che si era mosso ad alta velocità.

“Ehi voi, non potete stare qui, questa è proprietà privata, andatevene subito.” Disse Al con voce pacata.

“Chi vorresti mandare fuori vecchietto?” disse il capo squadra.

“Mi spiace, ma devo insistere, altrimenti verrò rimproverato severamente dal mio padrone.”

“Tu lasciaci passare, ce la sbrighiamo noi con il tuo padrone.”

“Signore…quel tipo mi fa un po’ paura.” Disse uno dei mercenari.

“Taci Rolland.”

Al sì ripulì velocemente gli occhiali e rispose:

“Sarò costretto a utilizzare la forza allora.”

Il capo squadra si avvicinò al bidello, ridendo di lui e prendendolo in giro.

“O ma certo e quale sarebbe questa forza?”

Con la stessa velocità di un fulmine, qualcosa si scagliò sulla faccia del capo squadra, spedendolo con la testa dentro il pavimento.

Gli altri mercenari non realizzarono immediatamente cosa fosse accaduto.

Dopo aver spezzato la parte delle setole con un calcio, Al fece roteare il bastone, assumendo una posa alla Bruce Lee e minacciando i mercenari rimasti.

“Ok pezzi di merda, normalmente vi avrei già spezzato ogni singolo osso del corpo, ma ho deciso di darmi una calmata, starò fermo e non vi picchierò… ma vi d’ho dieci secondi di tempo, se ve ne andrete via prima dello scadere del tempo, eviterò di riempire questo edificio con le vostre luride, schifose e spregevoli carcasse, avete capito?”

I mercenari si avvicinarono al bidello, puntandogli le armi addosso mentre questo stava iniziando a contare.

“1…”

“Andiamo, bloccalo!”

“2…”

Uno dei mercenari gli sfiorò la manica della tuta da lavoro e in quell’istante, la mano destra e il bastone di Al divennero neri.

Per primo, sferrò una bastonata micidiale al mercenario che lo stava per toccare, spedendolo fuori dalla vetrata.

Si diresse verso il mercenario alla sua sinistra e dopo avergli fratturato le gambe con un calcio laterale, lo spedì al piano di sotto con un bastonata.

L’ultimo cercò di scappare ma Al gli lanciò il bastone addosso e gli impalò la mano sinistra, si avvicinò a lui rapido e silenzioso come la morte e sfondò sia la sua faccia che il muro con un solo pugno.

Al tirò fuori la testa del mercenario dal muro e lo scagliò in aria, mandandolo al piano superiore con un calcio.

“10.” Gridò il bidello.

Intanto il capo squadra riuscì a tirare fuori la testa e anche se confuso e dolorante, riuscì ad ascoltare le parole di Al.

“Vi ringraziamo per averci fatto visita e…”

Il bidello notò che il capo squadra aveva tirato fuori una pistola, il colpo partì, ma Al riuscì a deviare il proiettile usando il bastone nero.

Al gli lanciò il bastone dritto nel petto e dopo essersi riavvicinato per riprenderlo, gli spezzò il collo con un calcio.

“E mi raccomando, non tornate più.”

Intanto sullo Star Rig, US e Xavin stavano cercando il modo di scovare Light.

“Allora, sei riuscito ad ottenere uno straccio di dati?” chiese Xavin

“Cerca di calmarti, ci sto lavorando.”

US continuò ad aggeggiare con i vari monitor dello Star Rig, poi si fermò e disse:

“Bene, ho capito come fare.”

Prese un micro comunicatore e inviò un messaggio ad Al.

“Al è arrivato il momento del piano B.”

“Eseguo signore.”

“Mi raccomando, cerca di non morire.”

US interruppe le comunicazioni e riprese a lavorare ai monitor.

“Il piano B farà uscire Light dal suo nascondiglio?”

“In un certo senso si.”

“In un certo senso?”

“Non ci sarà bisogno di far uscire Light dal suo nascondiglio, dato che sarà lo stesso Light a uscire allo scoperto.”

Intanto, grazie a un miscuglio di forza, velocità e bastonate, Al aveva ripulito tutti i piani della sede.

Scese al piano terra e oltrepassò la porta dell’edificio, oramai era circondato, con le armi puntate e con un carrarmato pronto a sparargli, così il bidello fece cadere a terra il suo bastone e rilascio il potere nero della sua mano.

“Signori, non ho più motivi di combattervi, il mio padrone è scappato e l’unico che sa dove possa essere finito sono io, chiedo di essere portato in udienza davanti alla persona che vi ha assunti, in modo che possa contrattare i termini della mia resa.”

I mercenari rimasero sbigottiti da ciò che sentirono, mentre i loro compagni erano dentro l’edificio, avevano solo udito grida di terrore e richieste di pietà, pensavano di star combattendo con una bestia, ma tutto ciò che videro era un vecchietto gracile e con gli occhiali.

“Allora? Siete diventati sordi? Ho detto che mi arrendo!”

“Catturatelo e portatelo dentro!” ordino il capo dei mercenari.

Lo fecero inginocchiare e lo Incatenarono a una piattaforma in modo che non potesse fare il benché minimo movimento.

“Bene vecchio, sembra che il capo abbia voglia di vederti, comunicherete attraverso ologrammi, ma ti avverto, tu muoviti e io ti uccido.” Disse il capo dei mercenari al placido Al.

La comunicazione iniziò.

“Salve, perdona la mia maleducazione, io sono Light Argus e…tu sei?”

“Al il bidello, il mio capo mi ha parlato molto di te.”

“Davvero?”

“No, sono tornato dalle ferie ora, l’unica cosa che il mio padrone mi ha ordinato è stata quella di fare il culo ai tuoi uomini.”

“Tipico di US, ma non è questo il punto, ora voglio sapere delle cose da te Al il bidello.”

Mentre Al e Light parlavano, US e Xavin stavano captando il segnale dallo Star Rig.

“Perciò era questo il piano, sacrificare Al per permetterci di trovare Light?”

“Vedila come una partita a scacchi Xavin, non puoi raggiungere il re se non sposti nemmeno un pedone.”

“Lo trovo un piano bastardo pure per…”

“Shh, zitta Xavin, lo sto rintracciando.”

Al iniziò a parlare.

“Ok, cosa vuole sapere?”

“Vedi Al, il tuo padrone è stato una rottura di palle per troppo tempo e ho deciso di farla finita con lui, perciò ti chiedo di rispondere alla mia domanda, se lo fai…posso anche lasciarti in vita, altrimenti puoi considerarti carne morta.”

“Ora dimmi, Ulysses Solomon Archer, dove si trova?!”

Al gli rise in faccia e poi gli rispose:

“Ma per chi mi hai preso stronzetto?”

Al lo guardò dall’alto in basso, annoiato dalla sua risposta e convinto di non poter ottenere nulla da Al, si limitò a rispondere con:

“Molto bene Al il bidello, credo che questo sarà il nostro primo e ultimo incontro allora.”

L’ologramma si girò, rivolse lo sguardo verso il capo dei mercenari e poco prima di chiudere la comunicazione disse:

“Uccidetelo.”

Dallo Star Rig, US e Xavin ascoltarono tutto il discorso e Xavin era decisa a tornare indietro per salvare il bidello.

“Torniamo indietro US!”

“Non c’è tempo Xavin, ho individuato la posizione di Light, non possiamo lasciarlo fuggire.”

“Ma Al sta per essere giustiziato, dobbiamo…”

Dalla trasmittente a lungo raggio, si udirono gli scoppi di vari proiettili e Xavin capì che oramai era troppo tardi.

“Andiamo Xavin, torna a sederti, non possiamo farci niente.” Gli chiese gentilmente US

“Va bene.” rispose con tristezza Xavin.

I due proseguirono il loro viaggio e alla fine giunsero davanti a un gigantesco magazzino abbandonato in mezzo al deserto del Mojave.

Scesero dallo Star Rig e si avviarono verso il magazzino da dove partiva il segnale, mentre Xavin non poté fare a meno di sputare su US tutto il suo disprezzo.

“Spero per te che ne sia valsa la pena.”

“Al era un ottimo amico e servo, se fermiamo Light Argus, il suo sacrificio non sarà stato vano.”

“Ma ti senti? Cosa pensi che sia tutto questo? Una specie di partita a scacchi?”

“Onestamente? Si.”

“Perciò la prossima da sacrificare sono io, dimmi, che pezzo rappresento per te? Un pedone? Un cavallo?”

US rivolse lo sguardo verso Xavin e disse:

“Io non devo preoccuparmi di te Xavin.”

“Perché? Sono davvero così tanto sacrificabile?”

“Perché tu in questa battaglia sei la regina e un re ha sempre fiducia nel suo guerriero più forte.”

“Aspetta…cosa?”

Ci fu un momento di silenzio, poi US si rivolse all’aliena:

“Xavin, dobbiamo fermare Light, non possiamo ritirarci adesso, se lo fai non deluderai solo me te stessa e la gente di Las Vegas, ma sminuirai anche il sacrificio di Al.”

“Vuoi veramente questo?”

Xavin fissò US dritto negli occhi e rispose:

“No…andiamo avanti.”

“Bene, ora butta giù questa porta.”

Xavin tramutò il suo braccio destro in pietra e buttò giù il portone con un solo pugno.

I due si inoltrarono poi nell’oscurità del magazzino, fino a quando, arrivati a metà strada, le luci si accesero e sopra di loro videro il tanto odiato Light Argus.

“Ben arrivati, non avete sprecato tempo vedo.”

“Light, siamo giunti al capolinea, arrenditi e avrò pietà.”

“Cavolo se sei testardo, avanzi pretese anche quando non sei nelle condizioni.”

Light tramite un pulsante, aprì tre cancelli e in poco tempo, il magazzino venne riempito da più di cento mercenari.

“Mi sembra che a conti fatti sia tu l’ingenuo, formiche contro due gorilla.” Disse Xavin

“Hai ragione ragazza, vediamo di giocare ad armi pari.”

Light mise un piede in avanti e rilasciò un immenso campo di luce bianca che si distese per tutta la zona.

Il bagliore accecò brevemente US e Xavin e dopo aver ripreso la vista, si ritrovarono davanti un esercito ben differente.

“Eccovi accontentati, adesso abbiamo cento super esseri contro due gorilla.”

Intorno a loro ogni singolo soldato aveva sviluppato dei superpoteri.

“Tu puoi anche rimanere a divertirti Xavin, US, tu devi raggiungermi al piano superiore, abbiamo tanto di cui discutere.”

US prima di saltare chiese a Xavin:

“Sei sicura di farcela?”

“Non mi ci vorrà nulla, stai tranquillo, tu vai.”

US se ne andò, uno dei mercenari sparò verso di Xavin una sfera di aria compressa.

Se ne accorse appena in tempo e alzò gli scudi per proteggersi, intorno a lei si era alzato qualche strato di cemento per il colpo.

Vedendo l’intensità del attacco, Xavin disse:

“Ok, forse mi ci vorrà un po’”

La cosa peggiorò quando un altro mercenario gli scagliò addosso un raggio di plasma, mettendo a dura prova lo scudo invisibile.

“Forse mi ci vorrà un pochino più di un po’” pensò Xavin.

Intanto US aveva raggiunto Light sul tetto del magazzino e lo trovò seduto davanti a un tavolo con una scacchiera aperta.

“Finalmente sei arrivato, una partitina?” disse Light sorridendo

“Si, grazie.”

US si mise a sedere e fissò Light dritto negli occhi, aspettando una sua possibile reazione.

“Sai US, capisco che mi vedi come un nemico, ma voglio comunque rifarti quel offerta, voglio che tu venga a lavorare per me.”

“E tu Light sai bene che non lo farò mai.”

“Io non ti capisco, sei abile, intelligente e sai fare il tuo lavoro, dovresti essere in uno dei territori caldi come New York, dove i criminali abbondano.” Disse Light accigliato.

“Io ho scelto Las Vegas come mio territorio e in cuore mio ho deciso che la difenderò da tutto, anche da te.”

“Da me? E perché mai? Io mi limito solo a far girare l’economia, tutto quello che ti chiedo e di chiudere un occhio se mai dovessi incontrare uno dei miei clienti.”

“No.”

“Giudichi tanto, ma so anche io delle cose sul tuo conto, il tuo passato con lo S.H.I.E.L.D, tuo fratello…”

US cominciò a stringere i pugni per la rabbia.

“E so anche di quella piccola rivoluzione a Val Verde.”

“Ed è questo che non riesco a capire, dopo tutto quello che hai fatto, perché uno come te dovrebbe decidere di vivere come un ratto del deserto?”

“Forse sei a Las Vegas per proteggere qualcosa…o qualcuno?”

Negli occhi di US si accese un fuoco infernale e Light capì di aver centrato il bersaglio.

“Ecco perché agisci in questo modo, hai sacrificato così tante pedine in vita tua che oramai non ti è rimasto altro, per questo adesso ti tieni stretto ciò che hai.”

“Non hai più pedoni, non hai più alfieri, cavalli o torri, sei rimasto solo tu e la tua regina.”

US non disse nulla e Light pensò di averlo inchiodato al muro.

“Te lo chiederò un’ultima volta US, unisciti a me, io sono un tipo spettacolare e geniale, tu…un tipo meno geniale, ma sotto sotto siamo uguali.”

“Entrambi abbiamo sacrificato qualcosa e non ci importa di nulla, perciò accetta…ho ti giuro che darò scacco matto al tuo re.”

US rilassò la mano e sollevò lo sguardo verso Light e sorridendo gli disse:

“Wow…sai una cosa, ti sei sbagliato al cento per cento, seriamente, avessi azzeccato almeno una cosa.”

Light non capiva cosa stesse dicendo US.

“Io e te non siamo uguali, tu sacrifichi stupidamente i pezzi, io li muovo e li salvo, io ho ancora un sacco di pedoni, un alfiere e un cavallo.”

“E posso assicurarti che in questo gioco io non sono mai stato il Re.”

“Testardo fino alla fine, perciò come pensi di vincere?”

“Non ne ho bisogno, ti ho battuto quasi un’ora fa.”

US iniziò a muovere i pezzi della scacchiera e Light notò il risultato delle sue mosse.

“Ma questo…è il matto dell’imbecille, che cazzo stai insinuando?”

“Guarda all’orizzonte.”

Light osservò e vide una decina di strane figure avvicinarsi a gran velocità, anzi, le figure era ben undici, una delle quali stava in piedi su un altro e aveva tra le mani un bastone.

“Ma…ma quello è…”

“Il mio bidello? Si, probabilmente ha maciullato tutti i tuoi mercenari e poi ha attivato le varie tute per aiutare Xavin.”

“E tanto per girare il coltello nella piaga, potresti controllare tutti i tuoi conti bancari e i finanziamenti delle tue attività?”

“Cosa?”

Light fece un paio di chiamate e controllò sul cellulare tutto ciò che US gli aveva detto e alla fine scoprì la scioccante verità:

“Io…sono stato derubato.”

Light lanciò lo stesso sguardo infernale a US e come un bambino isterico gridò:

“Tu…come cazzo hai fatto?!”

“Sei caduto dritto nella mia trappola, quando hai modificato il programma USD, ho inserito una sorta di virus per continuare il lavoro e anche per umiliarti, così il programma si è evoluto ed è diventato USW (US Wolf), in questo modo oltre a prendere tutti i tuoi dati, ho preso anche tutti i tuoi soldi e le tue azioni, in parole povere ora sono io il maggior azionista delle Argus Industries e questo fa di me…il tuo capo.”

“Tu…tu non puoi…”

“Giusto, ho spedito tutti i tuoi dati e alcuni video anche alla polizia di Las Vegas, tra poco arriveranno qui in massa, l’unica cosa che mi rimane da fare e incartarti e consegnarti a loro.”

Intanto dentro il magazzino, Xavin si trovava in difficoltà, ma le cose sarebbero presto cambiate.

Dal tetto piombarono giù 10 tute da combattimento US e insieme a loro anche Al, con grande gioia di Xavin.

Le tute gli circondarono e i due ebbero il tempo di parlare.

“Al, sei vivo!”

“Certo, lo sono da una vita.”

“Ma come hai fatto a sopravvivere?”

“Semplice, ho aspettato che fossero abbastanza vicini, ho spezzato le catene e ho girato la testa a tutti i mercenari rimasti, poi sono tornati su e ho attivato il piano B di US.”

“Non scherzava su di te, sei davvero un pericolo pubblico.”

“Grazie.”

Al uscì dal cerchio e si incamminò verso i mercenari, pronto ad attaccarli.

“Salve signori, il mio nome è Al e faccio il bidello, pulisco i pavimenti, butto la spazzatura e soprattutto uccido fighette patetiche come voi.”

Uno dei mercenari potenziati lo schernì da lontano:

“Sai nonnetto, se andassi a cercare la parola “Entrata ad effetto” troverei di sicuro la tua…”

Al scomparì nel nulla e il mercenario si accorse troppo tardi di avere davanti Al, pronto a sferrargli un pugno nello stomaco.

Il colpo lo spedì dritto contro il muro e Al gridò:

“Odyssey, Addosso!”

Xavin e tutte le tute si scagliarono contro i mercenari.

Sentendo tutte quelle grida, Light capì che il tempo dei giochi era finito.

“Allora Light, che cosa ne pensi?”

Il respiro di Light si fece più intenso, segno evidente della rabbia che lo logorava, a un tratto, tirò fuori dalla manica una piccola spada e cercò di accoltellare US.

Il camionista si allontanò appena in tempo per evitare il colpo.

“Te lo riconosco Light, credevo che avresti continuato a usare i tuoi tira piedi per fare il lavoro sporco, non pensavo avessi le palle per farlo.”

“Secondo te perché ti volevo vivo? Non mi sarei mai perso la scena di te che sanguini e implori pietà davanti a me.”

Light si strappò il completo di dosso e mostrò la sua personale tuta da combattimento.

“Ti piace? Era una cosa su cui la mia azienda stava lavorando, ma abbiamo accattonato il progetto per problemi tecnici, poi ho visto i tuoi dati e il problema si è risolto.”

Dall’altra manica Light tirò fuori un’altra spada e si preparò ad attaccare il camionista.

“Sei pronto?”

US allora sguainò verso Light la Route1 e sorridendo esclamò:

“Balliamo.”

Le loro spade si incrociarono, i loro colpi e le loro mosse erano così fluide che era come vedere l’acqua e il vento darsi battaglia mentre i colpi e il rumore del metallo davano l’impressione che i fulmini e i tuoni si stessero scontrando fra di loro.

Con una mossa inaspettata, US riuscì a fargli perdere il controllo delle spade, forse per poco, ma abbastanza per poter assestargli un colpo al mento con il manico della spada.

“Ricordati, solamente perché hai due spade non significa che tu sia in vantaggio.”

“Sbruffone.” Rispose Light

Poi avvicinò l’elsa delle due spade, unendole e modificandole in una spada bilama.

“Bel gadget.”

“Lo so.”

Light partì nuovamente all’attacco e la nuova situazione fu difficile da gestire, le armi erano in adamantio e US non poteva sperare di vincere in un singolo colpo come stava pianificando.

La cosa peggiorò quando si ritrovarono in un momento di stallo.

Light spinse indietro US e ritirò un delle lame, poi in un secondo momento attivò un meccanismo a scoppio, allungò la parte dell’arma che aveva ritirato e ferì US a un fianco.

Il colpo lasciò il camionista sorpreso e anche se dolorante, si ritirò e rimise la Route1 dentro il fodero, anche se successivamente un calcio lo spedì a terra.

Credendo di stare per vincere, Light gli si avvicinò a US, pronto a dargli il colpo di grazia.

“Alla fine è come avevo detto, addio US.”

Alzò la lancia pronto a colpire.

“Qualcosa da dire prima di morire?”

“Si…la tua tuta usa un sistema elettronico o a interfaccia neurale?”

“Elettronico, esattamente come la tua.”

“Mi spiace…ma ciò che hai rubato sono i progetti base, ho modificato da tempo la mia tuta, per evitare dei piccoli ma letali problemi.”

“E cioè? sentiamo saputello.”

“Questo!”

Dal manico di US partì uno sparo, il primo colpo dello US Ace.

La Route1 partì spedita fuori dal manico, US l’afferrò e direzionò il rapido colpo verso il petto di Light, riuscendo a dividere la spada bilama e a ferirlo.

Light fece in tempo ad allontanarsi e pieno di rabbia si rivolse a US:

“Anche mentre esali il tuo ultimo respiro continui a sfidarmi?!”

“Ho vinto.”

US portò la mano destra davanti a se mentre Light non capì cosa stesse insinuando US e decise di muoversi per dargli il colpo di grazia, fino a quando non si accorse di una cosa importante.

“Non mi muovo…perché non mi muovo?!”

“Mi spiace Light, ma vedo che non hai studiato per l’esame finale, mai sentito parlare di tecnopatia?”

“Tecnopatia?”

“Posso connettermi facilmente a qualunque cosa io voglia e il mio unico potere, ma direi che con te è il più utile.”

US si rialzò e si diresse verso Light.

“Stai indietro! Hai capito?!”

“Che cosa dovevo fare? Giusto, dovevo incartarti per la polizia di Las Vegas.”

I propulsori della US3 si attivarono e Light ricevette una ginocchiata in pieno volto, per poi beccarsi un pugno potenziato da un propulsore posto sul gomito.

Il colpo fu così potente che distrusse completamente il tetto del magazzino e spedì Light a terra insieme a US, facendolo svenire.

Light si risvegliò qualche ora dopo in una prigione, su un letto medico e l’unica cosa che vide al suo fianco fu US.

“Tu!”

“Non sforzarti troppo Light, non ti fa bene.”

“Ti ucciderò!”

“Sei sotto arresto Light, ogni cosa che mi dirai sarà usato contro di te in tribunale, ma tranquillo, dopo tutte le prove che ho spedito nessuno potrebbe liberarti, a meno che non decida di attaccare una struttura dello S.H.I.E.L.D.”

Light si alzò dal letto e afferrò la mano di US

“Vediamo come ti trovi con un potere che ti fa invecchiare a velocità luce!”

Ma all’improvviso partì una scossa elettrica e Light finì al tappetto.

“Bastardo…che cosa…che cosa mi hai fatto?”

“Ti ho messo la museruola, non è piacevole, ma è utile per un cane rabbioso come te.”

“Ho inserito un piccolo innesto elettronico alla base dell’atlante che ti impedisce di attivare i tuoi poteri e se mai ci provi, ricevi una scarica abbastanza potente da mandarti a terra.”

Light si rialzò e si mise a sedere.

“Alla fine hai vinto la partita.”

“Per me non è mai stato un gioco Light, per me era una sfida all’ultimo sangue.”

“Quando ho capito che dietro la storia dei poteri c’era qualcuno, ho deciso che lo avrei scovato e sconfitto, facendo diventare Las Vegas il mio territorio.”

“Su di una cosa avevi ragione Light, io continuavo a rimanere a Las Vegas per qualcuno e quel qualcuno eri tu.”

“Allora è per questo che ti sei dato da fare.”

“Ti sei messo contro di me Light, pensavi di utilizzare la tua facciata, i tuoi poteri e la tua società per fermarmi e guarda caso sono riuscito a distruggere te, i tuoi poteri e la tua azienda.”

US si voltò verso il vetro e vide Leo che lo richiamava.

“Bene, il mio tempo con te è scaduto, tanto per avvertirti, ho venduto tutto alle Parker Industries, stammi bene.”

Mentre US si stava incamminando verso l’uscita, Light disse:

“Credi che sia finita, ti informo che ho amici potenti fuori di qui, appena sapranno cosa hai fatto sguinzaglieranno i loro sicari verso tutti coloro che ami.”

“E posso assicurarti che mi farò delle grosse risate.”

US si girò di scatto e afferrò Light per colletto della camicia e gli avvicinò una lama alla gola.

“L’unico motivo per cui non ti ammazzo è perché ora non ne vali la pena e se un giorno dovessi scoprire che qualcuno a me caro è morto, verrò a cercarti, ti torturerò per giorni e mi farò delle grosse risate mentre ti vedrò morire lentamente.”

Light spalancò gli occhi e iniziò a sudare per la paura.

“Perciò ti lasciò con un ultimo consiglio Light.”

“Non. Provare. Mai più. A fottermi.”

US lasciò la camicia di Light e uscì dalla stanza.

“Ebbene…congratulazione US, grazie a te il caso del venditore di poteri è stato risolto.”

“Non c’è di che Leo.”

“Bene, se hai tempo, potresti aiutarci a risolvere…”

“Spiacente, ma tutto ciò che voglio è tornare a casa, bere e non fare nulla per un mese, andiamo Xavin.”

Mentre camminavano Xavin disse:

“Hai agito bene US.”

“Anche te sei stata brava Xavin, torniamocene a casa.”

“Al sarà contento di vederti, appena ti ha visto salire insieme alla polizia è tornato subito all’agenzia per pulire.”

“Spero abbia fatto un buon lavoro.”

Poco dopo arrivarono al primo piano dell’agenzia e trovarono Al intento a togliere detriti e pallottole, fino a quando non si accorse del loro ritorno.

“Signor US!”

Al si precipitò verso di lui e lo abbracciò e lo sollevò.

“Signor US, sono felicissimo!”

“Io meno Al, la ferita potrebbe riaprirsi e mi fa un male cane.”

“O scusi.”

Al lo lasciò andare.

“Vedo che stai facendo un buon lavoro” disse US

Poi Xavin chiese:

“Scusa, ma non potresti pagare una ditta specifica per rimuovere le macerie e le pallottole?”

“E poi come lo pago Al?”

US poi chiese:

“Quanto tempo ci vorrà per fare in modo che tutto torni a posto?”

“Di questo passo…tre mesi, anche se ammetto che sarebbe più facile abbattere tutto l’edificio e ricostruirlo.”

“Noi non abbatteremo l’edificio, abbiamo dei vicini e a proposito, Al, prepara dei biglietti di scuse e un paio di banconote da cento dollari.”

“Molto bene, comunque tengo a informarvi che il piano terra dell’agenzia è già operativo, potremmo trasferirci lì fino a quando i lavori non saranno finiti, perciò se volete prendere qualcosa e portarlo giù fate pure.”

“Ottimo lavoro Al.”

US e Xavin si diressero nell’ufficio ormai distrutto, US andò verso la cassaforte e tirò fuori un libro.

“Un altro dei tuoi oggetti preziosi?”

“Si.”

“Che libro è?”

“Sherlock Holmes: Uno studio in rosso.”

“Sembra vecchio.”

“È una prima edizione, per questo lo tenevo in cassaforte.”

“Capito.”

Xavin invece si diresse verso i cassetti del mini bar e tirò fuori delle merendine.

“Che stai facendo?”

“Avevo un po’ di fame, ne vuoi uno? Sono Kit Kat tutti i gusti più uno.”

“Si grazie.”

“Arriva subito.”

“Posso averne uno alla fragola?”

“No, puoi averlo al….ehm…puoi…puoi averlo alla menta.”

“Ok”

Xavin lanciò la merendina a US e si misero a sedere per terra a mangiare.

Nell’ufficio in rovina regnava il silenzio, fino a quando Xavin capì che era arrivato il momento di risolvere anche l’ultimo mistero dell’agenzia Odyssey:

“Ehi US.”

“Si?”

“Perché avevi una pistola dentro la cassaforte?”

US mostrò a malapena uno sguardo vitreo e non girò nemmeno il collo per rispondere all’aliena.

“Non lo so.”

“Come sarebbe a dire che non lo sai?!”

“Insomma, nessuno si aspetterebbe mai che uno come te abbia un’arma nascosta, di solito fai sfoggio di tutto il tuo arsenale.”

“Appunto per questo la tengo dentro la cassaforte.”

“Ma non ha il minimo senso, perché avere un arma se non la vuoi usare.”

Poi Xavin pensò e disse:

“Cavolo…è una cosa sessuale?”

“No!”

“Meno male.” Disse Xavin

“Senti Xavin, sarò onesto, non ne voglio parlare.”

“Ma io voglio saperlo.”

“No.”

“Andiamo.” Chiese Xavin con una vocetta di incitamento

US prese un profondo respiro e parlò:

“La tenevo nel caso un giorno…avessi deciso…di mettere fine alla mia vita.”

Xavin spalancò gli occhi.

“Stai…stai scherzando vero?”

Ma US non stava affatto scherzando.

“Kly’Bn, tu non scherzi affatto, ma perché US?”

“Non capiresti Xavin.”

“Chi lo sa? Forse ci posso provare.”

“Non lo so e solo che a volte penso di aver fatto il mio tempo.”

“Come il tuo tempo?””

“Nella vita, in tutto quanto.”

 “Insomma, sapere di avere una pistola…sapere che, se volessi potrei crearmi una via d’uscita con le mie mani, come ho sempre fatto…mi aiuta, mi aiuta davvero tanto.”

“Si, ma non capisco perché la pistola, insomma è così rumoroso…potevi pensare alle pillole, ti avrebbero fatto addormentare e Al non avrebbe dovuto ripulire i pezzi del tuo cervello una volta tornato.”

“Grazie Xavin.”

“Scusa.”

“Perciò…perché la pistola?”

“Niente di particolare era solo che…mi sembrava il modo più rapido, nulla di più.”

“Forse hai ragione…ma ancora non capisco perché tu sia così infelice.”

“Vedi, quando abbiamo discusso e tu hai detto che io senza la Odyssey non avevo uno scopo…avevi ragione, cioè, guardami, infondo oramai quale altro scopo può avere la mia vita?”

“Non mi piace quando parli così US.”

“Ma è tutto vero Xavin, gli eroi… gli eroi di questo mondo riescono bene o male a divedere la loro vita normale da quella da eroe, ci riescono, non devono nemmeno starci tanto a pensare è quasi automatico, ma…con me non funziona.”

“Capisci, vorrei poter tornare a vivere una vita normale, ma dopo tutto quello che ho fatto e visto, non solo non me la merito, ma forse non la voglio nemmeno, ecco perché mi odio.”

“E quella bottiglia di Scotch?”

“Me la tenevo come ultima bevuta.”

“Wow, pesante.”

“Vedi Xavin, non parlo del rifiuto di una vita normale solo come, lavoro, famiglia o altro, ma anche di fede, non potrei mai tornare a fare quello che facevo prima e non potrei mai tornare a credere a ciò che credevo prima.”

“Come camionista dovrei vivere il momento presente, ma mi chiedo…esiste un momento…in cui viviamo il presente? E non nel passato o nel futuro?”

“Mi sono sentita così quando mi hanno fatto vedere “Ritorno al futuro”.”

“Perciò…è per questo che quella sera mi hai invitato a cena? Se non fossi riuscito a convincermi, avresti fatto la finita?”

“No, volevo solo uscire con te.”

“Wow…figo.”

US tirò un sospiro di sollievo.

“Non l’ho mai raccontato nemmeno a Taryn…non hai nulla da dire?”

“Io…non so cosa dirti, avevi in programma di farla finita? Lo avrei trovato molto egoista e codardo da parte tua.”

“Come sarebbe a dire egoista?”

“Cosa farei io se tu non ci fossi più, ci hai mai pensato? Se tu che mi ha aiutato a ricominciare la mia vita.”

“Pensavo che per te fossi il meno peggio di tutta la situazione.”

“Quella volta cercai di ferirti perché tu avevi ferito me, ma la pura realtà…è che tu sei il mio solo amico US, senza di te sarei perduta.”

“Non dire sciocchezze, te la caveresti.”

“No, non mi importa niente degli altri, solo di te…sei l’unico a cui tengo.”

“Ehi e io?!” Disse Al infondo al corridoio.

“Ok, quasi, ma hai afferrato il concetto?”

US le sorrise e disse:

“Be, grazie.”

Xavin continuò timidamente il suo discorso, mentre si avvicinò sempre di più a US:

 “Lo sai US, tu mi piaci un sacco…credo si possa dire che…mi piaci veramente…oserei…persino andare oltre dicendoti…che mi stai veramente a cuore…profondamente a cuore…forse…anche più che profondamente.”

La Skrull poi si appoggiò alla spalla del camionista e disse:

“Io…io…io…io ti amo.”

US l’abbracciò, mentre Xavin arrossendo si scanso un po’ dalla presa e disse:

“Cioè…io non ti amo nel senso “Ehi, litighiamo ogni notte e facciamo ginnastica sul letto”, no, io…io ti amo…come…una persona può amarne un’altra…di cui semplicemente non può farne a meno.”

“Ok…se la mettiamo in questi termini…anche io ti amo Xavin.” Rispose US sorridendogli

“Tu hai dato alla mia vita uno scopo.” disse Xavin

“E chi lo sa, magari…magari questo è più che sufficiente, perché…è semplicemente il più bel dono che una persona possa fare a un’altra.”

“Ti ringrazio.”

I due si alzarono e si diedero un ultimo abbraccio prima di scendere giù, anche se US lasciò che Xavin lo precedesse, aveva una telefonata importante da fare.

Il telefono squillava e squillava, fino a quando la chiamata partì

“Pronto?” rispose una voce femminile dall’altro lato.

“Ciao Taryn.”

“US, sei tu?”

“Si…senti, so che ciò che ti dirò aumenterà solo il tuo odio per me, ma devo farlo, meriti di saperlo…ho deciso di rimanere a Las Vegas e di difenderla, non è per farti un dispetto, ma avevi ragione… vogliamo cose diverse.”

“Tu vuoi una vita normale e io… non posso e non voglio averla, se tornassi da te saremmo infelici tutti e due…o tutti e tre.”

“Rimarrò qua a Las Vegas, se mai avrai bisogno di una aiuto, fai uno squillo e arriverò più veloce della luce.”

Dopo un iniziale silenzio.

“Va bene…ho capito, allora buona fortuna US, sperò che tu possa trovare ciò che cerchi.”

“Taryn io…”

“Addio US.”

La telefonata si interruppe e poco dopo Al si avvicinò per parlargli:

“È stata dura?”

“Non immagini nemmeno quanto.”

Dopo aver sospirato

 “Raggiungo Xavin e ordiniamo la cena, mangi con noi Al?”

“Posso?”

Intanto nella città di Amarillo, Taryn aveva interrotto la telefonata.

“Addio US” disse con rammarico e mentre osservava il suo salotto vuoto e si accarezzava la pancia pensò:

“Non vuoi tornare, non importa, saremmo comunque felici, anche senza di te…molto, molto felici.”

Così al piano terra dell’agenzia Odyssey, i tre eroi di Las Vegas si trovavano comodamente seduti sul divano a mangiare cibo cinese, mentre US dal canto suo pensava:

“Bene, ho creato qualcosa che non pensavo che sarebbe durato, lavoro insieme a un bidello esperto di arti marziali e un aliena transgender, ho risolto uno dei casi investigativi più importanti di Las Vegas degli ultimi anni, ho completamente umiliato il mio acerrimo nemico, ho abbandonato la donna che amavo e sono diventato il protettore ufficiale di Las Vegas.”

“Quale è la prossima mossa?”

Mentre rifletteva su tutto ciò, il cellulare dell’agenzia squillò.

“Chi risponde?” chiese US

“Io sto finendo gli involtini.” Rispose Al

“Io ho da fare con gli spaghetti.” Rispose Xavin.

“Ho capito, ho capito, ci penso io.”

US andò verso il tavolo, si mise a sedere sulla poltrona e poggiò i piedi sul tavolo

Il colpo fu così forte che il telefono schizzò in aria e finì tra le mani di US.

“Al aveva appena finito di pulire.”

“Lascia perdere Xavin, fa sempre così, limitiamoci a mangiare.”

“Zitti.”

US appoggiò il cellulare all’orecchio e rispose:

“Agenzia Odyssey, come possiamo esserle d’aiuto?”

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