Cambiamento

di GiadaGatta
(/viewuser.php?uid=916309)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


CAMBIAMENTO 

PARTE 1 DI 2





POV BETH

 

“A dopo Beth e ricordati di farmi sapere!”
“Certo! Ciao Syria!”
 
Accompagno il saluto alla mia migliore amica con un gesto della mano, prima di voltarmi e cercare con lo sguardo il ‘carceriere’ di oggi.
Non ci metto molto ad individuarlo perché mi basta seguire gli occhi ammaliati delle mie compagne che, sparse in gruppetti, ridono e bisbigliano guardando tutte nella stessa direzione.
Seguo i loro occhi ed individuo l’oggetto del loro desiderio, nonché anche del mio da un anno a questa parte…o almeno credo, perché ancora faccio fatica a dare un nome a quello che provo.
Faccio un respiro profondo ed inizio ad avviarmi nella sua direzione, cercando di ignorare gli sguardi di odio delle ragazze attorno a me che sembrano volermi attraversare il corpo.
In fondo posso capirle, mi vedono sempre in compagnia di due uomini stupendi e so che ucciderebbero per essere al mio posto.
 
Non sanno in realtà quanto questa vicinanza stia lentamente uccidendo me.
 
Continuo a camminare e mi fermo di fronte a lui, consapevole di aver avuto i suoi occhi addosso da quando sono uscita dal portone del mio liceo.
Occhi che sono nascosti da un paio di occhiali scuri per mia fortuna, perché ogni volta che mi ritrovo a fissarli sento lo stomaco stringersi in una morsa dolorosa.
 
“Ciao Daryl” Saluto, accennando un sorriso. “Come mai non è venuto Rick?” Aggiungo, in realtà per nulla sorpresa di trovare lui ad aspettarmi al posto dello sceriffo.
 
Se non può venire Rick è Daryl che passa a prendermi, anche se ogni volta mi fa pesare il passaggio come se fossi io ad averlo richiesto.
In realtà io non ho mai aspirato ad una tale privilegio, mi è stato imposto da Rick come condizione fondamentale per poter continuare ad andare a scuola.
Tutto è nato un giorno durante il quale lo sceriffo ha pensato bene di farmi una sorpresa e di venirmi a prendere in macchina alla fine delle lezioni.
Per mia sfortuna mi ha sorpresa a parlare con un mio compagno di classe e temendo che potesse diventare una distrazione per i miei studi, ha programmato una specie di scorta dove lui e Daryl si alternano per venirmi a prendere ogni giorno.
Non mi è stato chiesto alcun permesso, semplicemente dal giorno dopo ho trovato sempre uno di loro due ad aspettarmi all’uscita della scuola.
Nonostante il prossimo anno debba iniziare l’università, entrambi si ostinano a trattarmi ancora come una fragile creatura da proteggere e questa situazione mi sta facendo impazzire.
 
“Ragazzina, se non ti sta bene puoi prendere un fottuto taxy” Risponde Daryl ghignando, lanciandomi un’occhiata in grado di provocarmi un brivido lungo la schiena.
 
In realtà sia io che lui sappiamo che non sta dicendo sul serio, perché la possibilità di prendere un taxy è un’opzione assolutamente non contemplata.
Daryl però è fatto così e non perde occasione per punzecchiarmi.
Dal mio primo anno di liceo sembra aver sviluppato un profondo piacere nel provocarmi ogni volta che ne ha la possibilità.
Accuso il colpo, cercando di non distogliere lo sguardo dal suo.
Nel rispondermi ha abbassato leggermente gli occhiali da sole, permettendomi di guardarlo negli occhi.
E’ a cavalcioni della sua Harley, con i gomiti appoggiati al manubrio ed una posa apparentemente rilassata.
Lo osservo velocemente e capisco che deve essere venuto a prendermi partendo direttamente dalla sua officina perché sia i jeans che la canotta hanno diverse macchie di olio.
Inutile dire che nonostante il suo aspetto non potrebbe essere più sexy, tanto che mi viene istintivo mordicchiarmi il labbro inferiore prima di trovare la forza di rispondergli.
 
“No, no…va benissimo. Ero solo sorpresa perché Rick mi aveva detto di aspettarlo” Rispondo, sentendo automaticamente la gola seccarsi.
Ormai non mi sorprendo più, il mio corpo inizia a dare i numeri ogni volta che ho a che fare con loro due, anche se so perfettamente che sono reazioni non ricambiate.
 
Inizialmente la situazione non era questa.
 
Ero solo una bambina che viveva tranquilla nella sua piccola cittadina, ignara di quanto i sentimenti potessero complicare ogni cosa.
Ricordo l’ultima settimana di vacanza delle scuole medie come se fosse oggi.
L’ho passata a preparare i bagagli con le mie cose e mi sono ritrovata poi in macchina con mia sorella Maggie, diretta verso quella che sarebbe stata la mia nuova casa.
Lei e papà avevano deciso che avrei frequentato liceo ed università in una città più grande, in grado di offrirmi maggiori possibilità ed alternative valide per la mia formazione.
Inizialmente avevo accolto la loro decisione con entusiasmo, ma dopo aver visto con CHI avrei dovuto passare quegli anni, avevo rivolto un’occhiata scettica a mia sorella.
La casa in questione era abitata da due ragazzi decisamente più grandi di me ed io avevo solo qualche vago ricordo di Rick e Daryl, venuti a trovarci alla fattoria quando ero piccola. Non che non mi stessero simpatici, ma allora avrei di gran lunga preferito la compagnia di qualche mia coetanea e non quella di due ragazzi che a malapena conoscevo.
Entrambi godevano di una gran reputazione con mio padre ed avevano accettato senza problemi di accogliermi in casa loro per permettermi di continuare gli studi.
All’epoca erano dei ragazzi sulla buona strada per affermarsi ed io una bambina, mentre ora sono due uomini ed io una ragazza…e il nostro rapporto non potrebbe essere più complicato.
 
Perlomeno per me.
 
Rick è uno sceriffo ed incarna la legge in tutti i sensi.
Si presenta come un uomo di bell’aspetto, con i capelli leggermente mossi ed una barba ordinata che nasconde appena la linea della mascella.
Linea che a mie spese so quanto può diventare dura ed intransigente.
Il rigore di Rick non si intravede solo nell’aspetto, ma anche nel carattere forte e determinato che lo ha reso un’autorità sia sul lavoro che a casa. Caratterialmente è davvero complesso, perché riesce a conciliare la cortesia con una determinazione che può essere glaciale.
 
Daryl non può essere più diverso da Rick nell’aspetto fisico.
L’abbigliamento è simile a quello di un motociclista di strada e all’apparenza può sembrare di avere a che fare con un uomo non tanto raccomandabile.
Anche lui porta una barba curata, ma i capelli disordinati ed i vestiti strappati gli conferiscono un’aria decisamente selvaggia che contrasta con quella ordinata di Rick.
Il suo aspetto è però solo la facciata esterna di un uomo che nasconde all’interno un carattere variegato e duro, che difficilmente rischia di essere sopraffatto.
Con un passato difficile alle spalle, si è riscattato nel lavoro arrivando ad aprire una piccola officina che gestisce in autonomia conducendo una vita regolare anche se, a detta di Rick, non totalmente lontana dall’illegalità.
Tuttavia, un tratto che li accomuna entrambi oltre l’incredibile capacità di intendersi anche senza parlare, ovvero l’assoluto controllo che esercitano sulla mia vita e che adesso sta iniziando a crearmi qualche problema.
 
Per quanto mi riguarda, sono passata dall’essere una bambina con la mente dedicata allo studio, all’essere una ragazza con due distrazioni fisse che stanno rendendo decisamente complicato andare avanti come se nulla fosse.
 
Ho passato il primo anno di liceo provando nei loro confronti lo stesso rispetto e distacco che avrei riservato ad un tutore.
Il mio carattere leggermente introverso e la situazione totalmente nuova mi ha portata ad impiegare più tempo del dovuto per trovare il mio spazio all’interno di quella che ora considero a tutti gli effetti casa mia.
Inizialmente entrambi si sono dimostrati disponibili nell’aiutarmi ad integrarmi, soprattutto Rick, dotato di maggiore razionalità rispetto a Daryl.
Quest’ultimo infatti, passati i primi mesi ha iniziato a trattarmi come se fossi una sorta di sorella minore rompiscatole da punzecchiare in continuazione, ma il loro atteggiamento è cambiato drasticamente quel giorno in cui Rick è venuto a prendermi a scuola.
Penso che le raccomandazioni di mia sorella ed il rispetto verso mio padre, li abbiano portati ad essere sempre più severi nei miei confronti, obbligandomi a dovergli rendere conto di ogni mia azione.
 
Situazione che ho saputo gestire fino a che i miei sentimenti non hanno deciso di impazzire completamente.
Infatti, se prima non mi creava nessun problema seguire diligentemente le regole, ora non posso fare a meno di sentirmi insofferente, perché oltre al rispetto si sono aggiunti dei sentimenti confusi che non riesco a spiegare.
Non so come sia successo e se potessi tornerei indietro, perché non esiste tortura peggiore dell’essere attratta da due uomini che in te vedono solo una ragazza da crescere e portare sulla buona strada, lontana anni luce dall’essere la donna che incarna i loro ideali.
 
Il problema si è presentato al terzo anno di liceo, quando un bel giorno il mio corpo ha iniziato a risvegliarsi e a non essere più indifferente nei confronti dell’altro sesso.
Al contrario della normalità però, cioè di un interesse risvegliato da un mio coetaneo, il mio è stato bruscamente portato alla luce dai due uomini con i quali condivido la casa e che all’improvviso sono diventati la causa di tutti i miei problemi.
 
Nel giro di poco tempo mi sono ritrovata ad arrossire nel vedere Daryl rientrare dopo la sua corsa mattutina. Se prima riuscivo a consumare tranquilla la mia colazione, ora devo impegnarmi seriamente per non spalancare la bocca quando piomba in cucina completamente sudato, vestito solo con una canotta e pantaloni della tuta.
Se prima mi limitavo ad indispettirmi, ora non riesco a trattenere il rossore quando Daryl mi si avvicina e si porta alla bocca la mia forchetta, rubandomi parte dei miei pancake. I muscoli tesi del suo petto che si scontrano brevemente con la mia schiena mi provocano un brivido talmente forte che spesso mi devo alzare per fingere di dover lavare i piatti.
Quello che più mi umilia è che sono consapevole di come questa mia reazione non passi inosservata, perché spesso dopo essermi voltata, ho trovato Daryl intento a fissarmi con un’espressione strana stampata sul viso.
 
Con Rick la situazione non è migliore, anzi se possibile mi provoca un imbarazzo ancora più grosso a causa dell’incidente della doccia, tanto che da quel giorno fatico a guardarlo negli occhi.
 
A confermare quelle che fino a quel momento erano state solo fantasie su un corpo ricoperto di vestiti, è bastato un giorno dove fisicamente gli sono andata a sbattere contro.
Nulla di anomalo considerato che sono abbastanza maldestra, se non per il fatto che in quell’occasione lo sceriffo stava uscendo dal bagno ed era vestito solo con un asciugamano attorno alla vita.
L’impatto mi ha portata ad aggrapparmi con entrambe le mani al suo petto ancora umido e per evitare di farmi scivolare all’indietro, Rick mi ha passato un braccio attorno alla vita tirandomi verso di se e finendo per farmi spalmare ancora di più contro di lui.
Se il suo viso però si era aperto in un sorriso, il mio aveva assunto l’allegra sfumatura di un pomodoro maturo, spingendomi a balbettare delle scuse e ad allontanarmi velocemente da lui. Prima di chiudere la porta della mia camera alle spalle, avevo avuto la malaugurata idea di voltarmi per scusarmi nuovamente, finendo per rimanere inchiodata dal suo sguardo che da divertito aveva assunto una sfumatura decisamente più penetrante.
 
Insomma, la mia vita in casa non posso dire che sia semplice.
Ci sarebbero altri aneddoti da raccontare, ma preferisco pensare il meno possibile alla mia condizione di ragazzina sfigata invaghita di due uomini che mai la noteranno.
Gli unici momenti di pace li ho quando parlo con la mia migliore amica ed all’interno della mia camera, sempre che Daryl non decida di invadere brutalmente la mia privacy piombando all’interno senza preavviso.
 
“Forza ragazzina, muovi il tuo bel culo che non ho tempo da perdere!” Dice l’oggetto della mia ultima riflessione, interrompendo il flusso dei miei pensieri.
 
Sorvolo sul ‘bel’ per evitare di iniziare a farmi troppi film e lo guardo sistemarsi in posizione eretta, riuscendo miracolosamente a controllare il rossore. Mi sta porgendo il casco che solitamente uso quando salgo in moto con lui. Casco che so perfettamente non essere di mio uso esclusivo, perché in passato l’ho visto spesso sulla testa della ragazza di turno, anche se devo ammettere che sono almeno quattro anni che Daryl non ha più portato una compagnia femminile a casa.
Annuisco e prendo il casco, infilandomelo velocemente in testa.
Mi appoggio brevemente al suo braccio per fare leva e riuscire a montare in sella sulla moto, stando ben attenta a non far aderire il mio corpo al suo.
Ho capito che se voglio arrivare viva all’università devo limitare i contatti con entrambi al minimo indispensabile.
Dopo la situazione migliorerà, perché le lezioni mi terranno molto tempo lontana da casa e potrò finalmente recuperare la mia sanità mentale.
 
I miei propositi però a quanto pare sono complessi da mettere in pratica, perché Daryl ha allungato le mani all’indietro e mi ha afferrato brutalmente le cosce inserendo le dita nell’incavo delle mie ginocchia. Il gesto provoca in me una reazione tanto nervosa che a momenti rischio di cadere dalla moto, ma Daryl non me lo permette, rafforzando la presa e tirandomi con un colpo secco in avanti facendomi scivolare sulla sella.
I miei seni ed il mio bacino, coperti solo da un vestitino leggero, si scontrano senza troppe cerimonie contro il suo corpo e cerco di limitare i danni posando entrambe le mani sulle sue scapole, ma ancora una volta Daryl sembra volermi mettere in difficoltà perché afferra i miei polsi e se li porta con decisione sugli addominali che, non posso fare a meno di notare, sono decisamente scolpiti.
 
“Ragazzina, non so che cazzo di problemi hai oggi, ma vedi di darti una calmata e di tenerti forte…non ci tengo a vederti sfracellata sull’asfalto” Grugnisce, con un tono che non lascia spazio a repliche, infilandosi a sua volta il casco e dando gas alla moto.
Istintivamente mi stringo maggiormente a lui artigliando spasmodicamente con le mie cosce i suoi fianchi, perché nonostante lui sia un motociclista eccezionale preferisco di gran lunga viaggiare al sicuro in una macchina e non su un mezzo a due ruote, ma ancora una volta Daryl non perde l’occasione per mettermi a disagio.
 
“Ti ho detto di tenerti forte, non di fratturarmi il bacino, ragazzina…queste mosse tienile da parte se mai avrai un uomo in mezzo alle gambe…” Mi sfotte, ed anche attraverso il casco che gli copre interamente il volto capisco dal suo tono di voce che sta ghignando.
 
Allento istantaneamente la presa ringraziando di essere a mia volta coperta dal casco, perché mai al mondo vorrei dargli la soddisfazione di aver colpito nel segno. Non posso negare di aver pensato alla medesima cosa nel momento esatto in cui le mie cosce sono andate a scontrarsi contro il suo corpo.
Sono salita mille altre volte in moto con lui e non mi ha mai sfiorata un pensiero simile.
Se potesse vedermi in viso noterebbe senza ombra di dubbio il rossore che si è fatto strada fino alle orecchie.
Mentalmente lo maledico, mentre nuovamente da gas e poi si immette nel traffico, iniziando a zigzagare con maestria per le vie della città.
 
Cerco di rilassarmi e chiudo brevemente gli occhi, ripensando alla giornata di oggi.
La media dei miei voti mette in evidenzia come io sia una studentessa modello, ma non posso negare di essere comunque piuttosto agitata a causa degli esami di fine liceo.
In realtà ad agitarmi contribuiscono anche gli oggetti incriminati che ho all’interno del mio zaino e che mi sono stati prestati da Syria.
L’avvicinarsi degli esami e questi oggetti mi portano ad un nuovo, importante problema che sarò costretta ad affrontare al rientro di Rick, ovvero il riuscire ad ottenere il permesso di dormire a casa della mia amica domani sera, con lo scopo di andare ad una festa alla quale parteciperanno anche dei ragazzi dell’università.
In realtà non sono molto convinta di volerci andare, ma Syria si è fatta strappare una mezza promessa che non posso non mantenere, anche se rischio davvero grosso mentendo a Rick e Daryl.
Ovviamente non sono interessata ai ragazzi, il motivo principale che mi spinge ad accettare di andare a questa festa è il poter far parte di qualcosa che mi permetta di sentirmi diversa dalla solita ragazzina di casa, elogiata solo per quanto va bene a scuola.
Inizio a pensare alle parole che dovrò usare a breve per la mia richiesta quando un nuovo, inaspettato contatto mi porta nuovamente alla realtà.
 
Ci siamo fermati ad un semaforo e la mano sinistra di Daryl è tornata ad appoggiarsi sulla mia coscia, questa volta però pericolosamente lontana dal mio ginocchio e molto vicina al mio inguine.
Il suo tocco non è aggressivo, ma mostra una decisione che riesce a smorzarmi il respiro.
Non ha i guanti, perché siamo in piena estate, ed il calore della sua mano tocca la mia pelle come se avesse il potere di scottarmi. E’ immobile e nonostante sia leggermente callosa per via del lavoro, la mia testa mi porta ad immaginare quanto possa essere piacevole la sensazione di poterla sentire altrove.
 
Dio, Beth devi darti una calmata!
Hai visto decisamente troppi film sentimentali.
Cerca di normalizzare il respiro e di convincerti che è un gesto puramente istintivo per assicurarsi che tu sia ancora al tuo posto dietro di lui.
Ci provo, eppure il mio cervello non può fare a meno di sperare che ci sia dell’altro.
 
Espiro profondamente girando la testa di lato, nel tentativo di distrarmi con il panorama attorno a me e noto una macchina ferma di fianco a noi.
Alla guida c’è un ragazzo abbastanza inquietante che, potrei giurare, mi sta guardando con insistenza.
Un ‘Hey biondina! Porta sulla mia macchina il tuo bel culo!’ urlato dal finestrino, mi conferma che son proprio io l’oggetto del suo interesse, perché i miei capelli color oro sbucano in modo evidente da sotto il casco integrale.
 
Mi irrigidisco ancora di più perché non sono abituata a questo tipo di attenzioni, ma il colpo di grazia me lo da Daryl iniziando a muovere leggermente il pollice sulla mia gamba, mentre le altre dita affondano nella mia carne in un gesto puramente possessivo.
Vedo il suo casco girarsi verso il ragazzo e la mano libera andare ad alzare la visiera.
Il viso del ragazzo passa da un ghigno strafottente ad un’espressione preoccupata e dopo aver messo in moto, parte sgommando nonostante il semaforo sia ancora rosso.
 
Che diamine è successo?
Ho appena il tempo di chiedermelo quando sento la presa della mano di Daryl abbandonare la mia coscia e la delusione farsi istantaneamente spazio dentro di me.
 
Beth, come puoi essere tanto stupida?!
Credere che Daryl possa avere un interesse per te quando il suo unico scopo è stato quello di fare lo spaccone con il ragazzo della macchina.
Il semaforo diventa verde e Daryl parte con decisione, mentre io cerco di trattenere le lacrime che cercano di fuoriuscire dai miei occhi.
 
In un lasso di tempo che mi sembra, per mia fortuna, estremamente breve raggiungiamo casa nostra e Daryl entra lentamente lungo il vialetto laterale dove è solito parcheggiare la moto.
Sbuffo leggermente, grata di potermi togliere il casco e schizzare giù dal mezzo per andare a chiudermi in camera mia.
Non gli rivolgo la parola, anzi, arrivo perfino a scostare bruscamente la sua mano tesa verso di me per aiutarmi a scendere, perché sono decisamente troppo turbata dal nostro nuovo contatto fisico e dalle sensazioni che mi ha scatenato.
 
Dio, avere il suo corpo così vicino al mio adesso mi sembra una cosa intollerabile.
Che diavolo mi sta succedendo?
 
Salgo velocemente le scale del vialetto ed apro la porta, consapevole di poter andare indisturbata nel mio piccolo angolo di pace dato che Rick non è ancora rientrato dalla centrale.
Non aspetto che Daryl mi segua, mi dirigo con passi decisi sulle scale che portano alla mia camera e non appena varcata la soglia mi chiudo la massiccia porta di legno alle spalle che mi isola dal resto del mondo.
 
Mi sfilo i sandali ed affondo i piedi nudi nel tappeto cercando di calmarmi, ma non riesco ad impedire a delle lacrime nervose di fuoriuscire dai miei occhi.
Inizio a sbottonarmi lentamente il vestito continuando a ripetermi che questa reazione è causata dal comportamento del ragazzo, ma una vocina nella mia testa mi ricorda il reale motivo del mio malessere.
Ricevere una nuova ed evidente conferma del totale disinteresse di Daryl ha assestato un nuovo colpo ai miei sentimenti.
Le occhiate del ragazzo mi hanno infastidita, ma solo perché vorrei riceverle da altri due uomini che so perfettamente non mi guarderanno mai in quel modo.
 
Da quando ho iniziato a sentirmi così con loro?
 
Ancora una volta mi do della stupida e mi ripeto che è solo colpa mia.
Sono attratta da due uomini che oggettivamente sono molto più grandi di me ed è normale che mi considerino solo una ragazzina, senza contare il fatto che il mio è un interesse platonico perché non ho ancora avuto nessuna esperienza con l’altro sesso, anche se con Syria ne abbiamo parlato e un’idea me la sono fatta.
 
Allento l’ultimo bottone all’altezza del seno e faccio scivolare il vestito scoprendo le spalle, ripromettendomi di chiamare Syria dopo aver fatto una bella doccia rilassante e dopo aver parlato con Rick e Daryl delle mie intenzioni di domani sera.
Sempre che decidano di darmi il permesso.
 
Sono talmente assorta dai miei pensieri che non sento la porta della mia camera aprirsi ed il colpo di tosse di Daryl raggiunge le mie orecchie troppo tardi perché io riesca coprirmi nuovamente le spalle con l’abito.
 
“Cavolo Daryl! Non puoi bussare?!” Dico stizzita, voltandomi velocemente verso la porta e cercando di nascondere il mio seno, coperto solo da un leggero intimo bianco, con i lembi del vestito.
 
Gli lancio un’occhiata torva che però diventa preoccupata quando scorgo nei suoi occhi un lampo che conosco bene e che non presagisce nulla di buono.
E’ immobile, con le mani incrociate sul petto e la schiena appoggiata allo stipite della porta.
Rimane ad osservarmi in silenzio fino a che il suo sguardo non mi spinge a muovermi nervosa sul posto e non riesco a trattenermi dal rivolgermi a lui in modo più tirato del dovuto.
Mi spaventa quando assume questo atteggiamento.
I suoi occhi, di un azzurro più chiaro del mio, sembrano scurirsi quando ha a che fare con una situazione che non gli piace.
Situazione che a quanto pare ha a che fare con me.
 
“Se non ti dispiace vorrei andare a farmi una doccia…hai qualcosa da dirmi?” Chiedo, con la voce che trema appena perché l’occhiata che mi ha appena rivolto è talmente glaciale da farmi deglutire per il nervoso.
Sono sicura che sia a causa del tono che ho usato, perché non mi rivolgo mai a loro in questo modo. Il suo sguardo corre brevemente all’altezza delle mie clavicole ed inconsciamente rafforzo la presa sul vestito per non rischiare che scivoli del tutto via dal mio corpo.
 
“Tranquilla ragazzina, non hai niente lì sotto che non abbia già visto parecchie volte” Risponde gelido, storcendo la bocca in un sorriso duro e sottolineando il fatto che non gli sono sfuggiti i miei gesti.
 
Arrossisco, perché ancora una volta riesce a farmi sentire minuscola, ma anche perché sento una certa rabbia iniziare a crescere dentro di me.
Daryl continua a guardarmi mentre io sento il mio viso che ormai ha perso ogni traccia di candore.
Mi viene istintivo distogliere lo sguardo perché i suoi occhi mi stanno facendo sentire davvero a disagio e rischio di rispondergli in un modo che rischia di compromettere la mia richiesta.
Alzo nuovamente gli occhi sul suo viso solo quando sento che ricomincia a parlare.
 
“Volevo solo ricordarti che un ‘grazie per il passaggio’ non mi avrebbe fatto schifo” Dice serio, indurendo appena i lineamenti.
 
Lo guardo a mia volta, aprendo leggermente la bocca per la sorpresa ed arrossendo ancora di più, perché mi rendo conto che ha ragione. Mi scoccia ammetterlo, ma sono scesa dalla moto e sono andata a chiudermi in camera mia senza rivolgergli nemmeno un cenno di ringraziamento, cosa che di solito faccio sempre, ma…maledizione, non è colpa mia!
 
“Io…ecco…” Balbetto, ma non riesco a formulare una frase che abbia un senso.
Come faccio a dirgli che è a causa sua se mi sono comportata in quel modo?
Balbetto nuovamente, consapevole di stare facendo la figura dell’idiota e che prima o poi lui coglierà l’occasione di sfottermi per questo.
 
“Mmm?” Mugugna lui, in una silenziosa richiesta che mi incalza a proseguire. Il sopracciglio destro che si alza mi fa capire che non ha intenzione di andarsene dalla mia camera fino a che non gli ho fornito una spiegazione convincente e solo Dio sa quanto può essere cocciuto Daryl Dixon.
 
“Hai ragione, scusami…mi sono innervosita per via di quella macchina” Rispondo tutto d’un fiato, dopo aver preso un lungo respiro ed essermi convinta che scusarmi sia la soluzione migliore. In fondo non è proprio una bugia perché la reazione di Daryl e di conseguenza la mia, sono state causate dall’arroganza di quel ragazzo.
 
“Quella al semaforo?” Chiede, mentre lo vedo rilassarsi leggermente contro lo stipite della porta.
 
Annuisco e la sua bocca si apre in un sorriso strafottente che mi fa capire di averlo convinto. Diversamente da Rick, Daryl ha un modo diverso di arrabbiarsi.
E’ capace di perdere la testa nel giro di pochi minuti, ma una volta chiarita la questione non è il tipo che porta rancore per giorni. Quello che dice comunque è sempre misurato e ormai ho imparato a prendere sul serio anche le minacce mascherate attraverso le battute, perché non sono mai fatte a caso.
 
“Quello era solo un fottuto coglione” Sentenzia, alzando brevemente le spalle.
“Mi è bastata un’occhiata per rimetterlo al suo posto” Conclude, staccandosi dallo stipite della porta e portando le braccia lungo i fianchi.
 
“A questo proposito devo ringraziarti...” Mormoro, perché non posso negare che Daryl in qualche modo abbia preso le mie difese allontanando quel tipo, anche se il modo in cui l’ha fatto mi ha scatenato un turbamento non indifferente.
 
“Per aver difeso il tuo culo?” Risponde lui divertito, inclinando leggermente la testa.
Il gesto mi fa annodare lo stomaco, ma riesce comunque a strapparmi un sorriso a causa del suo linguaggio colorito.
Nonostante siano passati diversi anni, ancora non mi sono abituata al modo di parlare di Daryl, soprattutto a causa del contrasto con quello di Rick, decisamente più posato, ma non meno letale.
 
Annuisco nuovamente, sentendomi più rilassata. Sento che la tensione è scomparsa ed è importante, soprattutto in vista della richiesta che devo fare ad entrambi.
 
“Ti chiedo scusa ancora Daryl, davvero…” Dico sinceramente, nella speranza che questo nostro confronto si possa finalmente chiudere.
 
Nonostante la tensione si sia allentata, la sua presenza nella mia camera mi mantiene in uno stato di tensione assurdo.
E’ questa la sensazione che più mi spiazza: è il solito Daryl…perché all’improvviso mi fa questo effetto?
Non vedo davvero l’ora di potermi fare una doccia per poter rimanere realmente da sola.
 
Lo vedo sorridere brevemente, prima di fare due passi e posizionarsi di fronte a me. Sono costretta ad alzare la testa perché lui, come Rick, mi sovrasta di almeno venti centimetri. Trattengo il respiro quando lo vedo chinarsi verso il mio viso e fermarsi ad un palmo dal mio naso.
 
“Scuse accettate ragazzina…ma prova a comportarti ancora in quel modo e credimi che la prossima volta il tuo culo non se la caverà così facilmente…” Sussurra ad un centimetro dalle mie labbra, prima di allontanarsi ed uscire dalla mia stanza come se niente fosse, lasciandomi sola con gli occhi sgranati ed un turbamento ancora peggiore di quello precedente.
 
 
§§§§§
 
 
POV DARYL
 
Non mi volto a guardarla, perché sono sicuro che è rimasta pietrificata sul posto con gli occhi dannatamente espressivi spalancati per la sorpresa.
Rick direbbe che sono uno stronzo per l’ultima battuta che le ho rivolto, ma la verità è che ad entrambi riesce difficile ragionare razionalmente quando c’è di mezzo lei.
 
Sono entrato nella sua camera senza bussare perché il suo comportamento mi ha fatto davvero incazzare, anche se non mi aspettavo di trovarla parzialmente già svestita.
La vista del suo seno coperto solo da quel fottuto intimo ha avuto l’effetto di ammorbidirmi di colpo, manco fossi un fottuto adolescente arrapato.
Ero arrabbiato per diverse ragioni, che il mio cervello malato ha comunque finito per imputare a lei.
 
Prima c’è stato il coglione della macchina che le ha rivolto quella battuta del cazzo e son riuscito a trattenermi dal spaccargli la faccia solo perché ho memorizzato la targa e ho intenzione di passarla allo sceriffo non appena rientra.
 
Il povero stronzo non sa cosa gli aspetta.
 
Probabilmente rimpiangerà che non gli abbia spaccato il naso con un pugno, perché Rick quando c’è di mezzo lei è in grado di diventare davvero un gran figlio di puttana e non vorrei proprio essere al suo posto.
 
Anche se è un pensiero dannatamente malato, non riesco a non pensare che in fondo sia colpa della ragazzina, perché se non fosse così fottutamente arrapante il tipo non si sarebbe mai sognato di farle una battuta del genere.
Per nostra sfortuna è una ragazza nel fiore dei suoi anni e non siamo i soli ad accorgercene.
 
Poi c’è stato il suo comportamento, ciliegina sulla torta, che ha rischiato di farmi perdere il lume della ragione.
Avrei voluto seriamente darle una lezione, ma mi sono dovuto trattenere.
La ragazzina pensa di avermi convinto con quella cazzata, ma so perfettamente di essere io la causa del suo sbalzo d’umore e non posso evitare di esserne dannatamente orgoglioso.
Per questo, se normalmente la conseguenza sarebbe stata una bella punizione, sono riuscito a controllarmi.
L’ultima volta che si è comportata in un modo simile, ha passato il pomeriggio impegnata a lavare a mano la mia moto.
Non posso negare che non sia stato uno spettacolo arrapante, ma so che quando arriverà il giorno in cui potrò prenderla, piegarla sulle mie ginocchia e riservarle un trattamento particolare, avrò una soddisfazione nettamente maggiore.
 
Cristo, oggi non posso negare di aver sentito lo stomaco rivoltarsi sottosopra. Vedere che finalmente il mio tocco è in grado di turbarla così profondamente è come la realizzazione di un sogno che attendo da cinque anni.
Finalmente si è resa conto di cosa significhi provare attrazione per il sesso opposto e ha raggiunto l’età che io e Rick attendiamo davvero da quella che sembra una vita.
 
In realtà è da tre anni che mi sono accorto di come gli sguardi della ragazzina sono cambiati, di preciso dal suo terzo anno di liceo, ma solo adesso le vedo una luce diversa negli occhi.
I suoi sentimenti sono un mix di rabbia ed attrazione nei nostri confronti che davvero mi fanno impazzire.
L’attrazione che provo per lei è scoppiata prepotentemente al suo primo anno di liceo, quando ancora era realmente una ragazzina acerba e senza la più vaga idea su chi fossero realmente gli individui con i quali condivideva la casa.
Attrazione che personalmente mi ha portato ad azzerare la ricerca di compagnia femminile, perché da quando il mio interesse si è spostato su quella chioma di capelli biondi, il resto ha perso importanza.
Lo stesso è successo per il mio socio, che ha visto il senso di protezione nei suoi confronti trasformarsi lentamente in qualcosa di più pericoloso.
 
Non so come siamo arrivati a questo punto, ma sia io che Rick ci sentiamo come delle mine che aspettano solo il momento adatto per esplodere.
 
Cazzo, ormai sono consapevole che non mi basta più un contatto occasionale, perché desidero la ragazzina in un modo che arriva ad essere quasi doloroso certi giorni.
Il suo profumo, quando fingo di volerle rubare i pancake la mattina, mi invade le narici come una fottuta droga e mi prende il cervello con una forza tale che mi porta ad odiare con tutta l’anima un ipotetico compagno di classe che ha la possibilità di avvicinarsi a lei.
 
In questi anni, forse per compensare la limitazione fisica, con Rick siamo arrivati a controllare ogni aspetto della sua vita, attraverso dei sistemi che molti definirebbero maniacali.
Eppure, non posso che essergli grato per aver preso la decisione di andarla a prendere a scuola ogni giorno, dopo che ha beccato quel ragazzino a girarle attorno.
Meglio bloccare ogni approccio esterno sul nascere, perché nessuno deve permettersi di posare gli occhi su di lei.
E’ solo nostra…solo che ancora non lo sa.
Quando mi ha proposto l’idea ho accettato senza esitare, anche se per divertimento lo faccio pesare alla ragazzina ogni volta che ne ho occasione.
 
Amo punzecchiarla, soprattutto per godere delle sue reazioni, perché se da un lato le viene istintivo arrabbiarsi, dall’altro sa che è pericoloso provocarmi perché al pari di Rick non sono uno che ci va leggero con le punizioni.
La differenza è che a me tutto sommato passa in fretta, mentre il mio socio riesce a rimanere arrabbiato con lei anche dei giorni.
 
Il problema è che se prima era normale infliggere una punizione ad una bambina, ora questo gesto ha assunto un significato fottutamente sensuale che più volte ha rischiato di mandare a puttana questa situazione precaria.
 
Fortuna che esiste la birra.
 
Un miracoloso calmante universale, soprattutto in giornate come questa dove l’incontro ravvicinato con lei mi ha provocato l’ennesima erezione dolorosa.
Fortuna anche che il tipo è scappato sgommando, dandomi la forza di staccare la mano dalla sua coscia, perché sono stato ad un passo dal voltarmi e dare una svolta definitiva al nostro rapporto.
Mi siedo all’esterno sul nostro portico, con un’altra birra già pronta vicino alla mia destinata allo sceriffo che al novantanove percento avrà avuto una giornata del cazzo.
 
Giornata che non migliorerà quando gli riferirò l’accaduto del tipo in macchina.
 
 
§§§§§
 
 
 
POV BETH
 
“Non ho chiesto ancora il permesso Syria!” Rispondo alla mia amica, parlando a bassa voce.
 
Mi è sembrato di sentire la voce di Rick e non voglio rischiare che mi senta parlare prima di aver concordato con la mia amica un piano d’azione.
 
“No, che non l’ho provato! Non devono vedermi con un vestito del genere, rischio di giocarmi la possibilità di uscire per i prossimi tre anni!” Spiego, gettando un’occhiata nervosa al mio zaino.
 
All’interno si trovano i due oggetti incriminati: un tubino nero decisamente corto e scollato ed un paio di scarpe con il tacco dello stesso colore, prestito di Syria che vorrebbe le inviassi una foto tramite whatsapp.
 
“Ti faccio sapere non appena mi danno una risposta, ok?” Rispondo, dopo che per l’ennesima volta mi sprona a chiedere questo fatidico permesso.
 
Chiudo la chiamata e con cautela mi tocco lo smalto dei piedi e delle mani per verificare che sia asciutto. La doccia ha avuto un effetto decisamente rinfrescante, sia per il corpo che per lo spirito. Mi ha aiutata a darmi una calmata rispetto all’incontro avuto con Daryl, soprattutto riguardo quella minaccia finale che ha avuto davvero l’effetto di farmi rabbrividire perché, come ho detto, le sue non sono mai parole dette a vuoto.
 
Sono agitata all’idea di parlare con Rick, perché tra i due è l’osso più duro, ma mi sono ripetuta più volte il discorso da fare nella mia testa in modo da non correre il rischio di bloccarmi.
Il fatto che debba chiedere il permesso per andare a dormire a casa di una mia amica lo trovo semplicemente assurdo e questo mi sprona ad essere più decisa.
Non possono impedirmi di avere una mia vita, soprattutto se questo mi permette di stare meno a contatto con loro.
 
Mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio, dandomi una sistemata veloce ai capelli che sono ancora umidi e mi hanno leggermente bagnato il retro del vestito che Syria mi ha regalato per il mio compleanno.
E’ un vestitino per stare in casa, ma molto più carino dei soliti completi che si trovano in commercio. Assomiglia ad una sottoveste con le spalline sottili, solo che la gonna mi arriva a metà coscia ed è molto ampia, tanto che se giro su me stessa riesco a fare la ruota. Il fatto che sia rosa con dei pois bianchi mi fa assomigliare ad una sorta di fragola gigante.
Non l’ho mai indossato, ma oggi ho bisogno di sentirmi carina a causa della nuova batosta inflitta al mio ego da Daryl.
 
Decido di raccogliere i capelli in una grossolana coda e mi do un’ultima occhiata incerta, prima di decidermi ad aprire la porta della mia camera ed andare a cercare i ragazzi.
Scendo le scale che dal piano della mia camera portano al piano di sotto e sento le loro risate entrare in casa attraverso la porta d’ingresso, che aperta, da sul portico esterno.
Prendo un nuovo, profondo respiro e decido di uscire all’esterno, individuando Rick e Daryl seduti sulle sedie di plastica.
Rick è il primo a vedermi e mi rivolge un sorriso che per un attimo rischia di farmi vacillare.
Si è già cambiato, perché al posto della divisa indossa una maglia nera e dei pantaloni della tuta. Cerco di controllare il battito del cuore, perché nonostante la divisa gli stia molto bene, vederlo in abiti informali fa sempre uno strano effetto su di me.
Si volta anche Daryl, che mi saluta alzando la sua bottiglia di birra. Anche lui si è cambiato, togliendo i vestiti sporchi d’olio e facendo a sua volta una doccia a giudicare dall’aspetto dei suoi capelli.
 
Sorrido ad entrambi ed inizio ad avvicinarmi.
Devo seriamente darmi una calmata perché vederli assieme rischia di mandare tutto all’aria e non posso proprio permettermelo.
 
“Ciao piccola, com’è andata oggi?” Mi chiede Rick, allungando una mano verso la sedia vuota ed avvicinandola alla loro.
Scavalco le gambe di Daryl che mi ostruiscono volutamente il passaggio e mi siedo, cercando di mantenere il controllo della situazione.
Quel ‘piccola’ detto da lui, nonostante sia un nomignolo che mi ha affibbiato da quando sono arrivata a casa loro, ora mi provoca un tremito inspiegabile.
Arrossisco, ma nonostante tutto cerco di fingere che sia tutto a posto.
 
“Tutto bene, ci hanno dato gli ultimi consigli per prepararci agli esami” Rispondo, appoggiando le mani in grembo ed iniziando a torturarle.
Per l’ennesima volta ripeto al mio cuore che deve darsi una calmata, perché sta decisamente impazzendo a causa dell’occhiata che mi sta rivolgendo Rick.
Vedo i suoi occhi scivolare sul mio corpo, soffermandosi sull’orlo del vestito. Immagino si stia chiedendo la provenienza, così decido di anticiparlo fornendogli subito la spiegazione che cerca.
 
“Me lo ha regalato Syria per il mio compleanno” Spiego, allargando leggermente la gonna con le mani.
 
“Strano, non me lo ricordo…” Risponde lui, passandosi una mano sul mento, continuando a guardare la gonna con la fronte leggermente corrugata.
Decido di alzarmi e fare una mezza ruota, gesto che riesce a strappare ad entrambi una risata.
 
“Sembri una cazzo di fragola gigante!” Mi prende in giro Daryl, facendo sorridere me a questo giro, perché non posso proprio dargli torto.
 
Torno a sedermi, continuando a sorridere mentre Daryl beve un sorso di birra e Rick mi pone una nuova domanda.
 
“Ti va se stasera ordiniamo una pizza, per chiudere in bellezza la settimana?” Chiede, stiracchiandosi comodamente sulla sedia.
 
Cerco di ignorare i muscoli del suo torace che si sono tesi durante il movimento ed annuisco, decidendo di porre ad entrambi la domanda che tanto mi assilla.
 
“Volevo chiedervi una cosa…” Inizio, aspettando di avere anche la piena attenzione di Daryl che ha appena posato la birra sul tavolino di fronte a noi.
 
“Si?” Chiede Rick, alzando leggermente la testa.
 
I suoi capelli cadono morbidi ed incorniciano un viso che non dimostra assolutamente gli anni che ha.
Nonostante abbia provato il discorso mille volte finisco per bloccarmi, bloccata dall’intensità del suo sguardo.
Dio, perché i suoi occhi riescono a farmi questo effetto?
 
Cerco di ignorare l’espressione del suo viso che ha assunto una vena leggermente indagatrice, tipica dell’uomo di legge consapevole del fatto che sto per sottoporgli una richiesta.
Prendo un nuovo respiro e mi apro in un sorriso che vuole essere convincente, ma che in realtà non è in grado di convincere nemmeno me.
 
“Domani sera vorrei andare a dormire da Syria” Inizio, misurando attentamente le parole per evitare di fare una gaffe.
“Mi ha invitata a passare una serata da lei per rilassarci, dato che dopo saremo prese con la preparazione degli esami” Proseguo, sentendomi fiera per come sono riuscita a porre la mia richiesta senza impappinarmi.
 
Vedo Rick rimettersi in posizione verticale e lo stesso fa Daryl, segno che entrambi mi hanno ascoltata.
I miei occhi corrono alternativamente da un volto all’altro e cerco di reprimere la tentazione di alzarmi e correre a chiudermi in camera mia, perché so perfettamente che non sarà una passeggiata convincerli.
 
“Syria è quella ragazza che ho visto oggi, giusto?” Chiede Daryl, ed io mi limito ad annuire, confidando nel fatto che la mia amica esteriormente ha l’aspetto della tipica brava ragazza.
 
“Sei molto vicina agli esami Beth, sicura che sia una buona idea?” Chiede Rick, incrociando le braccia sul petto e rivolgendomi l’ennesima occhiata indagatrice.
 
“Sarebbe solo una notte…prometto che dal giorno dopo mi dedico solo allo studio” Ribatto io, decisa non perdere terreno.
 
Vedo Rick scambiarsi un’occhiata veloce con Daryl e so perfettamente che anche senza parlare, hanno un’intesa tale che riescono a capirsi al volo. Decido di giocarmi il carico da novanta, perché sono del parere che una volta in ballo tanto vale ballare.
 
“Potreste approfittarne per prendervi una pausa anche voi…è tanto che non vi svagate” Aggiungo, cercando di prendere una via meno diretta e sfoderando un’espressione innocente, ma gli occhi di Rick sembrano davvero avere il potere di leggermi dentro, perché storce la bocca in un mezzo sorriso e si piega leggermente verso di me.
 
“Non rifilarci queste stronzate Beth, se vuoi andare dalla tua amica dillo e basta, cercando di essere consapevole di quello che chiedi” Risponde con un tono duro e decisamente troppo vicino al mio viso, tanto che riesco a sentire il suo alito che ha un lieve sentore di birra.
 
Mi viene istintivo guardare per un secondo le sue labbra, ma mi allontano bruscamente, perché due contatti così ravvicinati nello stesso giorno non penso di essere in grado di gestirli.
Sento il rossore correre ad imporporare il mio viso e mi maledico, perché ai loro occhi suona come un’ammissione di colpa.
Vorrei gridargli che l’imbarazzo non centra niente con la mia richiesta, ma è causato unicamente dal loro comportamento che ha il potere di mettermi in ginocchio.
 
“Rick ha ragione…se vuoi una cosa chiedila e basta, ragazzina” Interviene Daryl, prendendo la sua bottiglia di birra e bevendone un lungo sorso.
Sta sorridendo e non posso impedirmi di odiarlo per questo, perché non riesce a capire quanto mi stia costando fare questa richiesta.
 
Guardo nuovamente entrambi, sentendo ormai la rabbia montare dentro di me, ma miracolosamente riesco a non perdere la testa e a mantenere la calma.
 
“Ok, avete ragione, voglio andare a dormire dalla mia amica…posso andarci o no?” Chiedo, con un tono che mi viene fuori più spazientito di quello che vorrei, perché questo gioco sta iniziando a stancarmi.
Non posso credere che stiano creando tanti problemi solo per una notte fuori.
 
Li vedo nuovamente scambiarsi un’occhiata e mentre la testa di Daryl si piega verso il basso nel tentativo di nascondere un nuovo sorriso, quella di Rick si rivolge verso di me.
 
“Diciamo che per il momento ci gustiamo la pizza e dopo ne riparliamo, ok?” Dice guardandomi negli occhi, usando un tono morbido che in realtà nasconde un ordine ben preciso.
 
“Decisamente” Concorda anche Daryl, mettendo la parola fine alla questione.
 
Vorrei urlargli che la pizza se la possono gustare anche da soli, ma riesco solamente ad annuire e ad abbassare la testa sconfitta, perché per l’ennesima volta non mi lasciano spazio di replica ed io sono troppo invaghita di loro per riuscire a ribellarmi come vorrei









Angolo autrice

Ciao ragazze!
Vi propongo questa storia breve divisa in due capitoli che il mio cervello malato ha partorito mentre ero via.
I nostri protagonisti appaiono in vesti diverse, soprattutto Daryl e Rick che sono decisamente più 'dominanti'! (I classici maschi alfa, per intenderci)
Personalmente mi piacciono molto in questa veste e spero che piacciano anche a voi.

Un bacione a tutte!
Giada

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Parte 2 ***


CAMBIAMENTO

PARTE 2 DI 2






POV RICK
 
La cena è stata decisamente più silenziosa del solito e questo a causa di Beth che era a dir poco furiosa.
Adesso si è chiusa in camera sua e con Daryl abbiamo deciso di concederle del tempo per poter smaltire il nervoso, anche se avrei di gran lunga preferito trascorrere con lei qualche ora, soprattutto in vista dell’uscita di questa sera.
 
Mi guardo allo specchio, dando una sistemata al colletto della camicia.
Non ho indossato la cravatta perché non è un’uscita formale e fa decisamente troppo caldo.
Fortunatamente, grazie al lavoro che svolgo, ho un fisico che mi permette di essere presentabile anche con poco e lo stesso vale per Daryl…sempre che decida di seguire il mio consiglio di mettere una camicia questa sera.
Ho la porta della mia camera aperta, perciò mi viene istintivo gettare delle occhiate alla porta di Beth, che al momento è rigorosamente chiusa.
Sia la mia camera che quella di Daryl si trovano quasi di fronte a quella di Beth, ed è così dal giorno in cui è arrivata nella nostra casa.
So perfettamente che il prossimo quarto d’ora non sarà piacevole, soprattutto per lei, in vista della decisione che abbiamo preso.
Domani potrà andare a cena dalla sua amica, ma di dormire fuori non se ne parla proprio.
Ormai è diventato inconcepibile per noi immaginare che possa trascorrere anche solo una notte lontana da casa, anche se questo significa attirarci addosso il suo odio.
 
Prendo il portafogli e me lo sistemo nella tasca posteriore dei jeans, dopodiché esco dalla mia camera e vado in quella di Daryl, fermandomi sull’ingresso.
Anche lui è pronto e afferra il pacchetto di sigarette sul suo comodino.
 
“Hai messo la camicia” Constato, pur notando che Daryl ha deciso di dare il suo tocco personale: un teschio argentato che serve a chiudere la cintura, gli conferisce la solita aria da motociclista, per non parlare dell’immancabile bandana che porta attaccata ad un’asola dei pantaloni.
 
“Devo ammettere che non mi dispiace” Risponde lui, non riuscendo a trattenere un ghigno perché ha seguito la direzione dei miei occhi.
 
Scuoto la testa sorridendo, mentre esco dalla sua camera e mi dirigo verso quella di Beth, seguito da lui.
Busso leggermente, ma dato che non mi arriva nessuna risposta, decido di aprire la porta. Con Daryl entriamo nella sua camera che è illuminata solo dalla piccola lampada sul suo comodino.
 
“Beth?” Chiamo, rendendomi conto solo dopo che ha gli auricolari e che non può sentirmi.
 
È sdraiata sul letto prona e da le spalle alla porta. Sta canticchiando qualcosa, dondolando le gambe sollevate dal letto a tempo di musica.
Mi appoggio alla sua scrivania ed incrocio le braccia, perché anche se tra poco dobbiamo uscire, voglio bearmi per qualche minuto di questa visione.
Ha sciolto i capelli, che ricadono morbidi di fianco a lei, lasciando scoperto il collo affusolato e le spalle. E’ appoggiata sui gomiti e sta guardando un video sul cellulare.
Quel dannato vestitino, che già prima mi aveva colpito nel porticato, segue decisamente troppo le forme del suo corpo e mi porta ad immaginare più di quello che dovrei.
Non aiuta poi il fatto che Beth si sia appena mossa sul letto, arrivando a sollevarlo talmente tanto da permettermi di scorgere le mutandine di cotone bianco.
 
Cazzo, tutto di quest’immagine urla quanto lei sia giovane.
 
Dovrei sentirmi in colpa, vergognarmi perché molti condannerebbero immediatamente quest’ossessione, eppure l’unico sentimento che provo è una voglia animale di fiondarmi su di lei e strapparle di dosso quel piccolo pezzo di tessuto.
Un ‘cazzo’ ringhiato a bassa voce, mi fa capire come anche Daryl sia preda dei miei stessi sentimenti, mi basta infatti voltarmi leggermente per scorgere la sua figura totalmente irrigidita nella penombra.
Gli lancio un’occhiata ed insieme concordiamo che è meglio mettere fine a questo breve momento di paradiso, perché per noi in realtà è come una tortura.
 
Mi stacco dalla scrivania e mi avvicino al suo letto, posando con decisione una mano sulla spalla di Beth.
Il contatto la fa sobbalzare per la sorpresa e quando si gira, non posso evitare di scorgere nei suoi occhi una certa preoccupazione nel vederci entrambi nella sua camera.
Velocemente si raggomitola su se stessa e si volta verso di noi, incrociando le gambe sul materasso del letto che cigola appena.
Quel stramaledetto vestito sembra che abbia deciso di farmi impazzire, perché ancora una volta si è arricciato in un modo che rischia di rendere difficile affrontare una conversazione normale.
Le gambe di Beth sono interamente scoperte e non posso fare a meno di notare che ha messo lo smalto sia sui piedi che sulle mani.
Sento il mio stomaco stringersi in una morsa fastidiosa, perché qualsiasi azione compia per essere più carina potrebbe portarla ad essere oggetto di attenzione da parte di estranei.
Si toglie gli auricolari e vedo i suoi occhi passare alternativamente dai miei a quelli di Daryl, anche se sono sicuro di vederli guizzare brevemente qualche centimetro più in basso, all’altezza delle nostre labbra.
Intravedo lo schermo del suo cellulare e a fatica riesco a trattenere un sorriso, perché il video che sta guardando altro non è che una spiegazione su come baciare alla francese.
Mi costringo a riportare gli occhi sul suo volto, perché per quanto mi riguarda sarei più che felice di impartirle delle lezioni pratiche assieme a Daryl, adesso, proprio su questo letto…e di farle scoprire come la lingua possa servire a ben altre cose.
 
“Beth, potrai andare a cena dalla tua amica, ma dopo io o Daryl verremo a prenderti e dormirai a casa tua” Spiego chiaramente, adottando un tono di voce fermo.
 
Le labbra di Beth si schiudono brevemente per emettere un gemito di delusione, che lascia però velocemente spazio alla rabbia che vedo comparire sul suo volto.
 
“Perché?!” Chiede dopo qualche secondo di silenzio, cercando di controllare il nervoso, ma con scarsi risultati. Ogni fibra del suo corpo si è tesa in modo evidente.
 
“Perché stai studiando, ragazzina…meglio che tu non abbia distrazioni” Interviene Daryl, posando entrambe le mani sui fianchi e rivolgendole un’occhiata che vuole sottolineare l’ovvietà della cosa.
 
In realtà è una mezza verità, perché con Daryl sappiamo che è tradizione in città fare feste a base di alcolici una settimana prima che si chiudano le lezioni del liceo e siamo convinti che finirebbe per essere tentata a fare qualche pazzia in compagnia della sua amica.
 
“Non lo trovo giusto…mi impegno sempre ed ho la media più alta della scuola, ho diritto anche io di svagarmi!” Ha la forza di ribattere e sento le mie mani prudere tanto è forte la tentazione di darle una sculacciata, per ricordarle quanto è rischioso mettersi contro di noi.
 
“Stai solo facendo il tuo dovere Beth” Replico, passandomi una mano tra i capelli in un gesto che sottolinea quanto stia iniziando ad irritarmi.
 
Beth si mette sull’attenti perché ha imparato a leggere i diversi segni del corpo e ad interpretarne il significato. So che vorrebbe urlare, ma si limita ad esternare la sua rabbia arrossendo ancora di più. I suoi occhi sembrano un mare in tempesta e cazzo…sta iniziando a farmi arrapare terribilmente.
 
“Non c’è altro da aggiungere…vedi di farti trovare a letto per quando saremo di ritorno o puoi dire addio anche alla cena” Concludo severo, allontanandomi dal letto e con la chiara intenzione di mettere fine a questa discussione.
Le nostre ospiti arriveranno a momenti e con Daryl siamo d’accordo per farci trovare davanti alla porta di casa.
 
“Uscite?” Chiede Beth sorpresa, osservandoci brevemente e rendendosi conto solo in quel momento del nostro abbigliamento, decisamente diverso da quello abituale.
 
“Si, ma non faremo tardi” Spiego, come se l’orario avesse realmente importanza per lei. Ormai la conosco troppo bene per non sapere quale sarà la sua prossima reazione: si infurierà perché noi stiamo per godere di un qualcosa che le è stato appena negato.
 
“Non è giusto! Voi uscite quando e come vi pare! Perché?!” Ribatte prevedibilmente lei, alzando leggermente il tono della voce.
 
“Perché noi non dobbiamo chiederti il permesso, ragazzina” Risponde Daryl, forse in maniera più arrogante di come avrei risposto io.
 
Le sue parole infatti hanno l’effetto di farla infuriare definitivamente, perché vedo chiaramente le nocche delle sue mani sbiancare a causa della forza che sta impiegando per stringerle.
La guardo negli occhi, sfoderando lo sguardo più intimidatorio che conosco, in un silenzioso avvertimento a non proseguire oltre, nonostante questa piccola discussione ormai abbia portato il mio cazzo ad un punto di non ritorno.
Da qualche anno Beth ha tirato fuori un carattere ribelle che stimola entrambi a volerla rimettere al suo posto e per quanto la ami, sarei ipocrita a negare di provare un piacere maniacale in questa situazione.
La sua rabbia è come un cazzo di afrodisiaco che arriva a stimolare la mia parte più animale.
 
Mi sento nei panni di un predatore che sta giocando con la sua preda ed aspetta solo il momento adatto perché faccia un passo falso.
 
Sospiro rumorosamente e con Daryl usciamo dalla stanza senza più dire una parola.
Un ‘vi odio!’ colpisce la porta della camera appena chiusa e dopo esserci scambiati l’ennesima occhiata, decidiamo di lasciare correre e di andare alla porta d’ingresso.
 
Le nostre ospiti sono puntuali e decidiamo di prendere la mia macchina per spostarci al locale. Prima di chiudere la portiera non posso fare a meno di guardare verso la finestra al primo piano dalla quale, potrei giurarci, riesco ad intravedere dei capelli biondi.
 
 
§§§§§
 
 
POV BETH
 
Vedo Rick voltarsi verso la nostra casa, prima di salire in macchina e mettere in moto. Velocemente scompaiono lungo la via ed io sento il sangue ribollire nelle vene.
Non solo mi hanno vietato di uscire, ma hanno inferto un nuovo colpo al mio ego decidendo di uscire con le donne che ho intravisto dalla finestra.
Conto davvero poco per loro, questa è l’ennesima conferma.
Si ostinano a trattarmi come una bambina, quando io mi sento a tutti gli effetti una donna.
Ritorno sul mio letto ed afferro il cellulare, componendo il numero dell’unica persona che può darmi una mano a calmarmi.
 
“Dimmi tutto!” Risponde Syria, con la sua solita voce squillante ed è proprio il suo entusiasmo che riesce a farmi crollare.
Prima ancora che riesca a rendermene conto scoppio a piangere, singhiozzando senza vergogna nell’orecchio della mia migliore amica.
 
“Beth? Che succede?” Chiede lei, con la voce venata di apprensione.
“E’ per colpa loro…vero?” Aggiunge, perché ormai ha capito che quando la chiamo in questo stato è perché qualcosa con Rick e Daryl è andato per il verso sbagliato.
 
“Non posso dormire da te domani…loro sono usciti…con due donne che non ho mai visto...Dio, Syria! Mi sento così patetica…” Bofonchio, non riuscendo a proseguire a causa di un nuovo singhiozzo.
 
Il telefono rimane muto per qualche secondo, prima che Syria decida di interrompere il silenzio con un’imprecazione degna di Daryl.
 
“Che si fottano! Vestiti che tra dieci minuti sono sotto casa tua!” Risponde, con un tono deciso che riesce a farmi rinsavire.
 
“Non posso! Devo essere a casa al loro ritorno e…” Inizio, ma lei non mi fa finire.
 
“Beth, non puoi lasciarti trattare così! Ora vai in bagno, ti trucchi e ti metti quel cazzo di vestito, perché stasera ti serve un drink!” Replica, lasciandomi senza parole, perché le mie lacrime si sono arrestate e al posto loro è comparso un sentimento decisamente inaspettato
 
“Dieci minuti Beth! Se non ti fai trovare alla porta giuro che la sfondo!” Tuona la mia amica, riagganciando il telefono e lasciandomi spiazzata.
 
Guardo l’orologio che segna le undici e guardo poi la mia immagine riflessa nello specchio.
Sembro un gatto impaurito che per troppe volte ha dovuto rinfoderare gli artigli.
Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano e getto un’occhiata al mio zaino abbandonato in un angolo.
Mi alzo, tiro fuori il vestito e mentre sto pensando a quanto sia tutto terribilmente sbagliato, le mie mani stanno autonomamente sfilando il pigiama.
 
Non ci vuole molto, un filo di mascara ed una matita leggera completano l’opera. Infilo anche le scarpe e lo specchio riflette qualcosa di nuovo, ma che decisamente mi piace.
Probabilmente ne pagherò le conseguenze, ma non mi importa…questa sera ho raggiuto davvero il limite.
 
Prendo una piccola tracolla e dopo avervi messo dentro cellulare, chiavi e portafoglio mi dirigo verso l’ingresso, dove intravedo la figura della mia amica attraverso il vetro opaco della porta.
Mi viene spontaneo sorridere, perché nonostante il mio cuore stia battendo ad un ritmo assurdo, sono sicura che da questa notte la mia vita prenderà una piega diversa.
 
 
§§§§§
 
 
POV DARYL
 
“Ultimo giro?” Chiedo a Rick, sollevando un sopracciglio con fare ironico, perché so perfettamente che non potrei mai ricevere un rifiuto.
 
Lui sorride e fa cenno alla barista di portarci altre due birre.
Abbiamo lasciato le nostre accompagnatrici direttamente a casa dato che non sono venute in macchina.
Per quanto mi riguarda mi son rotto parecchio i coglioni di questa serata, ma non posso dire che non sia stata utile.
Alla ragazzina verrà un colpo quando scoprirà che le abbiamo comprato una macchina come regalo per l’inizio dell’università.
Fortuna che la collega di Rick ne aveva una praticamente nuova, dove mi basterà dare una leggera sistemata generale.
Le nostre birre arrivano nel giro di pochi minuti e dopo aver brindato in silenzio mi gusto il nettare dorato che scende con fin troppa facilità lungo la gola.
Mi guardo attorno e non riesco a reprimere una smorfia disgustata.
Il locale è pieno di adolescenti in piena crisi ormonale che si stanno sfondando di alcolici. Avrei evitato di venire in questo posto del cazzo, ma era l’unico sulla strada per tornare a casa.
Domani, nonostante sia sabato, abbiamo deciso di svegliarci presto e portare la ragazzina a fare una gita, giusto per darle un po’ di tregua prima di rifilarle una ramanzina con i fiocchi per la scenata di questa sera.
Cazzo…ad un certo punto ho creduto di impazzire.
Le sue gambe, il suo vestito ed il suo umore incazzato hanno rischiato seriamente di fottermi il cervello.
Ingoio un nuovo sorso di birra, guardandomi attorno nella speranza di trovare qualcosa di interessante.
Il problema è che da quando la ragazzina mi è entrata nel cervello nessuna donna mi sembra appetibile. Non importa quanto sia poco vestita…non è lei e questo è sufficiente per farmi perdere qualsiasi interesse.
Non che ci siano tante donne interessanti in questo locale.
Solo una sembra degna di nota, ma solo perché indossa un vestito da stupro e di spalle assomiglia terribilmente a lei.
Immagino che stia ridendo, perché vedo la chioma di capelli biondi ondeggiare leggermente.
A guardarla meglio devo dire che non è niente male.
Ha un vestito che le fascia un culo a mandolino come una seconda pelle e per un momento mi immagino la ragazzina inguainata in un abito simile.
Scuoto la testa e mi obbligo a distogliere lo sguardo, perché il giorno che vedrò la ragazzina indossare un capo del genere son praticamente certo che finirò per scoparla fino a farle perdere i sensi.
Riporto la mia attenzione su un ragazzo che sta vomitando l’anima in un angolo e sarebbe uno spettacolo divertente se Rick non mi avesse appena afferrato il braccio con una forza tale da farmi imprecare.
 
“Cazzo, amico, che ti prende?” Lo apostrofo contrariato, ma lui sembra non sentirmi perché sta guardando un punto preciso.
Mi viene istintivo guardare nella stessa direzione e solo per miracolo riesco a non rovesciare le nostre birre, perché il pugno che ho sferrato al tavolo ha fatto sobbalzare entrambi i bicchieri.
La ragazza con il culo a mandolino si è girata e altri non è che la ragazzina.
 
Rimango interdetto per qualche secondo, sentendo una rabbia pericolosa crescere dentro di me. Ancora prima di rendermene conto mi ritrovo in piedi e mi sto dirigendo con Rick verso di lei.
Inizialmente la ragazzina non ci vede, ma quando i suoi occhi si posano su di noi li vedo assumere una sfumatura terrorizzata.
Sfiora il braccio della sua amica ed i suoi occhi lasciano brevemente i nostri, correndo a guardarsi attorno alla ricerca di una via di fuga.
Mi viene spontaneo aprirmi in un ghigno, perché nell’istante in cui la ragazzina è tornata nuovamente ad incrociare il mio sguardo, ha avuto la certezza che da questa notte le cose cambieranno.
 
Cazzo se cambieranno.
 
 
§§§§§
 
 
POV RICK
 
Sto guidando talmente forte che faccio quasi fatica a rispettare i semafori.
Daryl è furioso e non ha più detto una parola da quando siamo saliti in macchina. E’ fianco a me e sta fumando una sigaretta.
Gli getto una breve occhiata, prima di tornare ad incrociare gli occhi di Beth attraverso lo specchietto retrovisore.
Per l’ennesima volta la vedo trasalire e mi rendo conto che è semplicemente terrorizzata.
I suoi occhi da sempre sono come un libro aperto che negli anni ho imparato a leggere con facilità.
Distolgo lo sguardo, perché sarei capace di fermare la macchina in mezzo alla strada da quanto sono incazzato.
 
“Vi posso spiegare…” Tenta debolmente lei, ma è sufficiente una mia nuova occhiata per zittirla istantaneamente.
Per qualche secondo prova a sostenere il mio sguardo, ma poi cede nuovamente perché ha intuito che questa volta c’è davvero poco che possa fare per rimediare alla cazzata che ha fatto.
Né io né Daryl le rispondiamo, come in un tacito accordo.
Nel giro di pochi minuti sono nel nostro vialetto e ho spento il motore della macchina.
Scendiamo entrambi dal mezzo e mentre Daryl si appresta ad aprire la porta di casa, io mi chino sulla portiera di Beth e la afferro per un braccio, obbligandola ad uscire con decisione.
 
“Rick, ti prego…” Tenta lei, ma nuovamente non le rispondo, decidendo invece di afferrarla per la vita.
Un urletto spaventato le esce dalle labbra nel momento in cui la sollevo di peso e me la carico su una spalla, ma non riesce ad emettere un suono quando la mia mano si va ad attaccare con decisione al suo culo. Sento che le manca il respiro quando le afferro una natica e la stringo con forza, consapevole di farle leggermente male.
Le sue mani si appoggiano alla mia schiena e le sento scottare attraverso il tessuto leggero della camicia.
Inizio ad incamminarmi verso casa nostra, consapevole di non poter più tornare indietro.
Me lo conferma anche l’occhiata di Daryl, che si limita ad annuire mentre insieme varchiamo la porta d’ingresso.
E’ arrivato finalmente il momento di chiarire a Beth come sarà la nostra relazione da questa sera in avanti.
 
Raggiungiamo la sala e decido di rimetterla per terra.
Velocemente lei si allontana da me, abbracciandosi con entrambe le braccia e guardando con preoccupazione Daryl che si sta occupando di chiudere la porta a chiave.
La guardo negli occhi e penso che vorrei seriamente saltarle addosso, perché quello che ho toccato attraverso quel cazzo di vestito ha avuto l’effetto di un eccitante, invece mi impongo di calmarmi e mi dirigo verso il divano.
Mi siedo e poco dopo Daryl fa lo stesso, perché ha capito che questa lezione è bene che venga impartita con calma.
Beth è rimasta immobile e continua a guardarci in un modo che ha il potere di farmi ribollire il sangue.
Inizio a far scivolare i miei occhi sul suo corpo, in un lento e spietato esame che ben presto finisce per farla arrossire.
Istintivamente si porta una mano all’orlo del vestito e cerca di abbassarlo, peccato che questo sia vertiginosamente corto e non si muove di un centimetro.
Daryl si è acceso una sigaretta e si è sistemato meglio sul divano. Non ha ancora aperto bocca, ma so che è solo questione di tempo prima che si decida a farlo.
Sento la mia bocca incurvarsi in un sorriso che ha l’effetto di agitarla ancora di più, forse perché ha intuito che non sta per arrivare nulla di buono.
 
“Esattamente, Beth…cosa pensavi di fare?” Chiedo, appoggiando il braccio sinistro al bracciolo del divano.
 
Lei sgrana gli occhi, forse perché si aspettava una sfuriata al posto di una semplice domanda.
Apre la bocca e dopo qualche secondo di indecisione capisco che è pronta ad imbastire una giustificazione, che però sono motivato a far crollare perché non ci sono scusanti per quello che ha fatto.
 
“Io…ero arrabbiata per come mi avete fatta sentire…” Inizia, ma si ferma subito spaventata quando vede Daryl fare un leggero movimento per sistemarsi meglio sul divano.
Lui ghigna, perché è consapevole di quanto lei sia tesa e conoscendolo la rabbia ha iniziato a lasciare spazio al divertimento.
 
“E come ti avremmo fatta sentire?” Chiedo io, inclinando leggermente la testa ed osservando il suo volto acquistare una nuova tonalità di rossore.
 
“Mi avete fatto sentire una bambina…” Prosegue lei, iniziando a torturarsi le mani.
Per un momento i miei occhi corrono ad osservarle ed il mio sorriso si allarga maggiormente, perché mi viene istantaneo immaginarle legate dalla mia cintura, entrambe immobilizzate alla testiera del letto.
 
“E uscire di nascosto ti fa sembrare una persona adulta?” Chiede Daryl duro, mentre lo vedo stringere con forza le mani attorno alle ginocchia, immagino nel tentativo di controllare l’istinto di chiudere questa discussione in camera da letto.
 
“Volevo solo sentirmi come tutte le altre! Non fate altro che trattarmi come una mocciosa e ho voluto provare cosa significhi essere desiderata!” Esplode lei, allargando le braccia esasperata e scuotendo la testa.
 
Rimaniamo in silenzio per quelli che a me sembrano minuti, perché ho deciso di prendermi qualche attimo per decidere se metterla definitivamente in croce.
 
“E pensi ti servano queste stronzate per essere desiderata, Beth?” Chiedo, facendole capire che mi sto riferendo a quello che indossa.
La sua mano destra corre a sfiorarsi la pancia in un gesto protettivo. I suoi occhi passano alternativamente dal mio volto a quello di Daryl e capisco che non è più in grado di rispondere perché è completamente nel panico.
 
“Toglilo” Ordino, incatenando i suoi occhi ai miei.
 
La vedo spalancare la bocca per la sorpresa ed aggrotta leggermente le sopracciglia, convinta di non aver capito bene.
 
“C-cosa?” Chiede, spostando nervosamente il peso dal un piede all’altro.
Ha ancora ai piedi delle scarpe con il tacco che, presumo, sono prestito della sua migliore amica assieme al vestito.
Onestamente godo a pensare che le stiano facendo male, ma è l’ultimo strascico di una rabbia che si è tramutata in una voglia animale nei suoi confronti.
 
“Hai capito bene. Togliti immediatamente quel cazzo di vestito” Ribatto, scandendo chiaramente ogni singola parola. Mi appoggio comodamente al divano ed accavallo le gambe, rendendo evidente che ho tutta l’intenzione di godermi lo spettacolo.
 
Beth indietreggia di un passo, ma Daryl si muove leggermente, portando la mano alla cintura, in una chiaro ed efficace avvertimento che rimarrà tale, perché non ci sogneremmo mai di farle del male.
 
“Ragazzina non costringermi ad alzarmi…” La avverte, riuscendo così a farla rimanere immobile, segno che la minaccia è efficace. Tuttavia lei non accenna a spogliarsi e mi tocca ribadire il concetto.
 
“Subito, Beth” Ordino nuovamente, con un tono che non concede più nessuna alternativa.
 
Mi guarda un ultima volta, leggendo nei miei occhi la cruda consapevolezza che in alcun modo può più opporsi.
Distoglie poi lo sguardo e le sue mani vanno a prendere le spalline del vestito, iniziando a farle scivolare lentamente lungo le spalle.
Si blocca, rivolgendo ad entrambi un’occhiata supplichevole nell’ultimo tentativo di ammorbidirci, che però ha decisamente l’effetto contrario.
 
“Continua, ragazzina…” Ordina Daryl, passandosi una mano sul mento.
 
Da questo gesto capisco che è nervoso.
Mi basta gettare un’occhiata al suo cavallo per scorgere un’erezione pronunciata tanto quanto la mia.
 
Torno a riportare la mia attenzione su Beth, perché non posso negare di sentirmi nervoso ed eccitato a mia volta per quello che sta succedendo.
Adesso sta guardando alla sua sinistra, in un vano tentativo di impedirsi di guardarci negli occhi. So che è intimorita, ma non mi è sfuggito il lampo di eccitazione che le ha attraversato gli occhi nel momento in cui l’ho afferrata per la vita.
Le sue mani iniziano a tirare verso il basso la parte superiore del vestito, che scendendo rivela un reggiseno nero, ma è quando cade ai suoi piedi che devo impegnarmi seriamente per rimanere inchiodato su questo cazzo di divano.
Io e Daryl abbiamo lasciato a sua sorella il compito di aiutarla ad acquistare biancheria intima e Maggie lo ha fatto fino a che lei non è diventata totalmente autonoma, perciò mi aspettavo di vedere dei comuni slip sotto quel vestito.
Quello che però sto guardando con profondo interesse è un perizoma dalle dimensioni ridicole che lascia coperto solo un minuscolo triangolo di carne.
Deglutisco, mentre Beth scavalca il vestito e rimane a testa bassa senza riuscire a dire una parola.
 
“Le scarpe, ragazzina…” Ordina Daryl, con la voce decisamente arrochita.
 
Quando anche le scarpe sono abbandonate sul pavimento, mi ritrovo a prendere un profondo respiro prima di impartire l’ordine che davvero cambierà tutto.
 
“Guardaci, Beth…” Intimo, con una voce decisamente più bassa e calda del normale.
Sto impazzendo e so che non ci vorrà ancora molto prima che io perda totalmente il controllo.
 
Beth si morde il labbro inferiore e vedo il suo viso arrossarsi ancora di più.
Con estrema fatica solleva la testa ed incrocia i nostri occhi, che non hanno smesso di seguire i suoi movimenti nemmeno per un secondo.
Ora che ho la sua piena attenzione mi convinco ad osare ancora di più.
 
“Continua” Ordino, guardando affascinato il suo viso che manifesta un mix di emozioni incredibili.
E’ evidente che si senta terribilmente a disagio, ma è anche evidente quanto questa situazione la stia rendendo consapevole di quello che proviamo per lei.
 
Le sue mani si spostano sulla schiena e dopo aver sganciato il gancetto, il reggiseno scivola via scoprendo un seno che…cazzo, è fottutamente perfetto.
I capezzoli sono dei deliziosi bottoncini rosa e sapere che non sono mai stati toccati mi manda il sangue al cervello.
Mi ritrovo a trattenere il respiro quando la vedo chinarsi per sfilare il perizoma, che fa scivolare lentamente lungo le gambe affusolate.
Il suo corpo è stupendo, immacolato e da scoprire.
I miei occhi vengono attirati dal centro delle sue gambe come una calamita e non posso fare a meno di passarmi velocemente la lingua sul labbro inferiore, consapevole di apparire come un vero e proprio predatore.
 
Lei è immobile e tenta inutilmente di coprirsi con le mani, finendo per alimentare ancora di più la nostra voglia di lei che ormai è alle stelle.
 
Mi alzo dal divano e guardo Daryl, che si è alzato a sua volta, posizionarsi dietro di lei.
 
“Mi pareva di essere stato chiaro ieri…” Sussurra con voce roca, portando Beth a rabbrividire. Decido di annullare definitivamente la distanza che ci separa e prendo posto di fonte a lei.
 
“Prepara il tuo culo a ricevere una bella lezione, ragazzina…” Sussurra nuovamente il mio amico, circondandole i fianchi con le mani.
 
“Non ti servono quelle stronzate per essere desiderata…perché sei perfetta così” Le spiego, fermandomi a pochi centimetri dalle sue labbra, che nonostante la sua inesperienza finiscono per seguire un istinto vecchio di millenni e si schiudono leggermente.
 
E’ stupenda.
E’ stupenda ed è nostra…tutto il resto può andare a farsi fottere.
 
L’ultima cosa che sento, prima di chiudere gli occhi ed unire le mie labbra alle sue, è la mia voce che sussurra ‘anche noi’ in risposta ad un ‘vi amo’ quasi impercettibile, che però sottintende con forza come questo sia davvero un nuovo inizio.
 
Un cambiamento per tutti noi.
 







Angolo autrice

Eccoci alla conclusione.
In realtà non c'è molto da dire...spero abbiate apprezzato quanto ho apprezzato io! :P
Personalmente amo pensare ai nostri protagonisti come a uomini che hanno delle pulsioni ben definite...meno cavalieri e più 'animali'. :D

Un abbraccio a tutte!
Giada
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3713479