Fall In Love With The Boss

di giucri89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 
 
Innumerevoli sogni crescono con purezza,
ma vengono calpestati.
Fioriscono sul quel muro
e guardano oltre il confine.
Dobbiamo distruggerlo
per poter trovare noi stessi.
Dobbiamo urlare più forte
e farci sentire ovunque.
Quando quella luce tenue
allontanerà le tenebre.
Ci risveglieremo, ci risveglieremo,
verso un nuovo mattino.
The Eve-EXO
 
 
- NaNa -
 
È un venerdì pomeriggio come tanti. Sono seduta sul mio divano a guardare inconsapevolmente quelle piccole persone che si muovono dentro ad uno schermo. Da quanto sono in questa posizione? Non credo di ricordarlo. Cosa sto guardando? Non credo di saperlo. I miei occhi guardano ma non sembrano voler mettere a fuoco l’immagine. Stanchezza? No, come potrebbe mai essere stanchezza? Non metto fuori piede da questa casa da giorni oramai. Che io stia diventando apatica? Purtroppo la mancanza d’impegni mi rende così. Semplicemente priva di vita. «NaNa-ya! NaNa-ya! Si può sapere dove sei?», sento una voce chiamarmi dal lungo corridoio che dà sulla porta d’ingresso. «Omma?», rispondo in maniera quasi meccanica. Devo averci indovinato perché subito la vedo spuntare davanti ai miei occhi, proprio in mezzo tra me e il grande schermo piatto che stavo guardando senza attenzione. «Insomma! NaNa-ya! Non so da quanto tempo sono davanti la porta a chiamarti! Si può sapere perché non rispondi?», non capisco perché debba alzare così tanto il tono di voce. Penso che avrebbe potuto fare, senza problemi, la cantante lirica. «Scusa omma, non ti avevo sentito», in fondo non sto mentendo, non l’ho sentita affatto aprire la porta. «Ma cosa stai facendo vestita in quel modo e perché continui a guardare quell’aggeggio tutto il giorno, eh?». Le accuse di mia madre potrebbero essere abbastanza fondate. Sinceramente non so più da quanto tempo indosso lo stesso pigiama e ho perso anche il conto delle ore passate davanti a quell’aggeggio, come lei lo definisce. Ma che altro posso fare? Circa tre mesi fa mi sono laureata in economia aziendale, con il massimo dei voti per giunta, ma questo forse non è servito poi a molto. Ho mandato curricula in tutte le aziende di Seoul, e credetemi, non sono poche. Nessuno, al momento, sembra aver bisogno di me. Quindi, quello che mi resta da fare è vivere in questa specie di oblio fin quando qualcuno non si deciderà a chiamarmi. Potrei, in effetti, fare qualcosa, i miei possiedono una caffetteria, il “Roses’ Garden”, proprio sotto casa nostra, ma è praticamente una vita che lavoro lì, non ne posso più di cupecakes, cheesecake, americano, red velvet e compagnia bella. La gente potrebbe definirmi una persona pigra, io, invece, userei tutt’altro termine. Sono semplicemente una persona a risparmio energetico. «Cosa succede omma? Perché sei qui?», quando non si sa come rispondere, la risposta giusta è porre un’ulteriore domanda, o perlomeno con mia madre funziona sempre. «Oh, sì, giusto. A pranzo tuo padre ha scambiato il tuo telefono con il suo ed è arrivata una chiamata da un’azienda. Park’s Enterprise se non sbaglio. Hanno detto che devi richiamarli subito sullo stesso numero», dice tutto d’un fiato. Aspetta stiamo calmi. Forse è semplicemente un caso di omonimia, una delle più grandi aziende di tutta la Corea del Sud non può aver chiamato me. Calma non entrare nel panico NaNa, ci deve essere un errore da qualche parte. Scatto subito in piedi, abbandono il tanto fidato e comodo divano che mi ha tenuto compagnia in questi tre lunghi mesi. Inizio a muovermi a caso a destra e sinistra, mi sto agitando troppo, accidenti! «NaNa-ya, calmati! È un’azienda importante per caso?», domanda mia madre in un misto tra l’incredulo e il sorpreso. «Omma, quest’azienda non è solo “importante” è la più “importante” del paese. Non so se te ne rendi conto! Oh mio Dio! Cosa devo fare?», è più forte di me, la mia agitazione è in modalità ON, ci vorrà un bel po’ per ritornare alla normalità adesso. «Intanto richiamali e vedi un po’ cosa volevano dirti, no?», cerca di tranquillizzarmi mia madre. In fondo, ha ragione, devo fare un bel respiro calmarmi e richiamare subito. Accetto prontamente il suo consiglio e mi ritiro nella mia stanza e cerco l’ultimo numero nelle chiamate arrivate nel mio cellulare. Premo il tasto chiama. Sta squillando. Calmati NaNa, calmati NaNa. «Kim NaNa-ssi? Buongiorno. L’avevo contattata qualche minuto fa», sento dall’altro capo del telefono. «Buongiorno, sì, sono Kim NaNa. Mi scusi per l’inconveniente di qualche minuto fa», devo mostrarmi quanto più gentile possibile. «Ahahahah, non si preoccupi, sono cose che possono succedere», ride? Iniziano bene se già quello che reputo essere uno dei miei superiori ride di me, sempre se voglia comunque offrirmi un lavoro, ma ormai ci spero davvero tanto. «All’incirca tre mesi fa abbiamo ricevuto il suo curriculum, ultimamente lo abbiamo revisionato e pensiamo che lei sia proprio la persona che faccia a caso nostro», non riesco a credere alle mie orecchie. «Davvero?», riesco solamente a pronunciare. «Sì NaNa-ssi. Sa, lunedì arriverà nel nostro centro commerciale Park’s, appartenete alla Park’s Enterprise, del distretto di Gangnam un nuovo CEO, quindi, abbiamo bisogno di una nuova segretaria di direzione personale che lo segua ovunque e organizzi il suo lavoro. Da quello che c’è scritto nel suo curriculum, lei sembra avere i requisiti adatti per questo lavoro, pertanto, le andrebbe di iniziare un periodo di prova di una settimana già da questo lunedì?», per un attimo rimango come bloccata, hanno bisogno di me? Una grande azienda come la Park’s Enterprise? Non riesco a crederci! «Sì, certo che sì», la mia risposta è un po’ troppo entusiasta, forse troppo anche per il mio interlocutore, che scoppia nuovamente in una risata fragorosa. Dal modo in cui ride sembra essere una persona simpatica. Ma cosa mi metto a pensare adesso? Scuoto la testa per allontanare stupidi pensieri e torno a concentrarmi sulle parole del mio interlocutore. «Bene, sono molto contento della sua pronta risposta. Scusi se non l’ho fatto prima, mi presento, io sono il responsabile del personale del Park’s, il mio nome è Kim JongDae. Le chiedo di cercare di me quando lunedì si recerà agli uffici del centro commerciale. Entro oggi le invierò le informazioni necessarie riguardanti la nostra azienda, il nostro centro commerciale e il nuovo CEO», mi dice prima di chiudere la chiamata. Non posso crederci! Il mio primo lavoro! In una delle più grandi aziende! Non posso crederci! In una vita passata devo aver salvato il paese. Corro subito da mia madre urlando «Ommaaaaaaaaaaa». «NaNa-ya?», risponde con l’aria di chi è stata sulle spine per tutto il tempo della telefonata. La abbraccio forte. «Omma! Mi hanno preso per un periodo di prova, se andrò bene durante questa settimana, potrò diventare la segretaria di un CEO importante! Omma! Sono così felice!», non riesco a trattenere la mia gioia. «Oh, figlia mia sono così felice per te!», afferma mia madre abbracciandomi a sua volta. Incredibile, fino a qualche minuto fa credevo che avrei passato la mia intera esistenza con lo sguardo perso nel vuoto, seduta nel divano di casa mia, e adesso? Adesso è tutto diverso. Finalmente avrò il lavoro per cui in questi anni ho faticosamente studiato! Sarò una segretaria di direzione di un grande CEO.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
 
Da tempo siamo rinchiusi volontariamente
in questa intelligente prigione.
Lasciando il mio carattere in un mondo virtuale
composto da zeri e da uno.
Là dentro non c’è vita, né sentimenti, né tantomeno calore.
Solo un campo desolato dove si muovono
i rifiuti del mondo.
Con il passare dei giorni diventiamo solo più soli.
E restiamo feriti dal fatto
di non poter essere che umani.
Mama-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Venerdì mattina, come ogni mattina arriva il messaggio di mia madre, messaggio che neanche questa mattina troverà risposta. Del resto cosa dovrei risponderle? Ogni mattina sempre la solita domanda - Come va mio piccolo Chan-ah? - Non credo che al mondo esista una domanda più stupida di questa. Chi ti sta accanto sa benissimo come stai, per chi, invece, non si trova al tuo fianco, be’, cosa dovrebbe importargliene? Ergo, domanda inutile che andrebbe completamente cancellata dal repertorio della comunicazione umana. Decido di alzarmi dal letto, direi che è anche l’ora dato l’orario, sono già le 11, direi quasi ora di uscire e trovare un posto dove pranzare. Inaspettatamente sento suonare il campanello di casa mia. Stranamente inusuale, soprattutto per via dell’orario. I miei amici non sono soliti svegliarsi così “presto” la mattina, quindi, la ristretta cerchia di persone si restringe, non potrebbe essere nessun altro che lui. E infatti. «ChanYeol-ah, si può sapere perché ci hai messo tanto? E poi perché sei ancora in pigiama? Non dirmi che ancora stavi dormendo?», solo lui è la persona in grado di farmi mille domande al secondo già al mio risveglio. Anche se riluttante all’idea, per via delle notizie che mi porta, lo faccio entrare «Oh, hyung buongiorno anche a te, prego entra». Lui, non facendo caso al mio tono canzonatorio, si dirige in cucina. «Non hai fatto colazione, vero?» mi domanda, quasi preoccupato in viso. «Hyung, cos’è? Sei diventato la mia madre sostitutiva?», non che sia poi così sbagliato. Da quando i miei hanno divorziato, quando avevo dieci anni, e hanno deciso di andarsene entrambi via di casa, lasciando me e mia sorella maggiore a casa del nonno, MinSeok hyung è diventato un po’ come una madre, un padre, un fratello, un po’ tutto per me. «ChanYeol-ah, sai che non puoi continuare a vivere così non è vero?», ci risiamo, la paternale ricomincia. Intendiamoci, voglio molto bene a MinSeok hyung ma riguardo a ramanzine ci va giù pesante. Questa è un po’ la sua pecca nel nostro rapporto. «Hyung, ti prego risparmiami le tue lamentele già di primo mattino», dico nella speranza che cambi discorso, ma tanto so già che sarà inutile. È un tipo alquanto tenace. «Primo mattino? Tu te ne rendi conto che sono già passate le 11, vero?», mi fa accuratamente notare. «Hyung, ieri ho avuto un’esibizione con la band e stasera ne avrò un’altra. È normale per me alzarmi adesso, quando, se tutto va bene, vado a dormire alle 4:00 del mattino», a mia volta gli faccio notare. MinSeok come al solito non sembra scomporsi alla mia affermazione. Lui, come mio nonno del resto, sono fermamente convinti che il mio lavoro con la band in cui suono sia solo un passatempo, una specie di ribellione adolescenziale arrivata in ritardo, ma non è assolutamente così. «Il signor Park mi ha detto di comunicarti la novità riguardate la tua vita», dice diventando improvvisamente serio in volto. «Ah! Adesso prende anche decisioni riguardanti la mia vita, non gli bastano quelle dell’azienda e quelle su di te, giusto?», affermo sarcastico. Mio nonno è il proprietario di una grande azienda, la Park’s Enterprise, è un uomo abituato al comando, vorrebbe avere potere su tutto e su tutti ma purtroppo con la mia famiglia non è andata molto bene, mio padre, nonché il suo unico figlio, se n’è andato via dicendo di non voler vivere sotto gli ordini di nessuno, mia madre, dopo il divorzio, ha ben pensato di non aver più nulla a che fare con la famiglia Park e se n’è andata, mia sorella maggiore, YooRa, ha deciso di fare la reporter e anche lei è andata via per la sua strada ed io, be’, anche io non sono molto docile ai suoi comandi, lui mi considera come il suo unico erede ma io non ha la minima intenzione di rinchiudermi in un ufficio per tutta la vita o perlomeno non ora. Quello che voglio fare adesso è suonare la batteria nella band che io, insieme ad altri amici, ho fondato, gli EXO. Così mio nonno tenta di soddisfare la sua brama di potere personale su MinSeok. MinSeok proviene da una famiglia povera, a dire il vero non ne parla poi tanto, è alquanto riservato. È molto intelligente, durante l’ultimo anno delle superiori vinse una borsa di studio per l’università indetta dall’azienda di mio nonno, da allora il nonno non ha smesso di tenergli gli occhi addosso. È un tipo docile, ingegnoso, non si ribella mai agli ordini, sicuramente mio nonno avrebbe preferito mille volte avere un nipote come lui che come me ma purtroppo non è ancora possibile scegliere i parenti più stretti, devi tenerti quelli che ti capito o perlomeno quelli che restano. «ChanYeol-ah, non essere scortese!», mi riprende come al solito. Questo suo lato così buonista alcune volte non lo sopporto proprio. È la verità, il nonno vuole solo comandare a bacchetta tutti e lui lo difende pure. Tsk. «Ok, Ok ma puoi comunque dirgli che qualunque cosa sia non accetto», taglio subito corto. «A malincuore ti dico che è un qualcosa che non puoi rifiutare. Ha minacciato di toglierti i viveri stavolta, e credimi era serissimo», dal suo sguardo direi che sembra vero quello che dice. «Ah! Il vecchio ci va giù pesante, eh? Ha tirato fuori la sua artiglieria migliore», dico mentre un sorriso amaro fa capolino sul mio volto. «Ascoltami ChanYeol-ah, voglio parlarti da vero fratello maggiore. Accetta questo impegno senza ribellarti stavolta. Credimi, è una cosa che puoi fare tranquillamente, hai studiato, è giusto che adesso metti in pratica quello che hai appreso solo in teoria. Se davvero il signor Park tagliasse i ponti con te dal punto di vista economico, potresti ancora alloggiare in un appartamento come questo senza problemi? Il lavoro con la tua band ti dà di che vivere?», e no, purtroppo no, è come dice lui, anche se non lo ammetterò mai apertamente. Spesso ci pagano male o addirittura non ci pagano proprio. «E cosa dovrei fare di preciso?», domando, infine, sconfitto. «Oh, be’. È quasi una cosa da niente», sembra la stia prendendo molto alla larga, il che mi spaventa. «È il “quasi” che mi preoccupa». «Tranquillo, io starò al tuo fianco, sarò il tuo vice», se ho bisogno anche di un vice, non credo proprio che sia una “cosa da niente”. «Addirittura un vice?», domando sorpreso. «Sì, il signor Park ha pensato di farti diventare il nuovo CEO del centro commerciale Park’s», dice con un fil di voce e velocemente. Cosa? CEO? Il vecchio deve essersi rimbambito di certo. «Hyung stai scherzando, non è vero?», dico fingendo una risata. «Mi piacerebbe scherzare su argomenti simili ma sai che sono solito non farlo, quindi, no, non sto scherzando, e non ti ho ancora detto la filiale», il suo sguardo si fa sempre più preoccupato. «Filiale? È quella di qualche quartiere sperduto di Seoul, giusto? Cioè, non ho esperienza in proposito, non può essere nient’altro se non quello», guardo speranzoso il mio interlocutore in cerca di un’affermazione. Affermazione che purtroppo non arriva. «Purtroppo devo deluderti ChanYeol-ah, si tratta della filiale di Gangnam». Ok, deve esserci una telecamera nascosta da qualche parte per filmare la mia stupida reazione a questa risposta. Non può essere vero, non può assolutamente essere vero. «N-non stai dicendo sul serio, vero hyung?», sono le uniche parole che riesco a pronunciare.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
 
Il mio cuore diventa bianco
e le mie guance rosse.
I nostri occhi si incontrano,
diventano neri
e il mio cielo diventa giallo.
Vengono tutti lentamente tinti,
è come se galleggiassi sopra le nuvole.
Come se potessi volare
con questa sensazione palpitante
nuova di zecca.
First Love-EXO
 
 
- NaNa -
 
«Un brindisi alla nostra nuova segretaria di direzione!», esclama HaeRi portando su in alto l’ennesimo bicchiere di birra, seguita a ruota dalle mie amiche. Sono davvero felice questa sera. Appena ho comunicato ad HaeRi del mio nuovo impiego, non ha perso tempo per organizzare una piccola festa per me, insieme alle nostre amiche più care, JaYeon e MiRan. Ma c’era da aspettarselo, per lei ogni occasione è giusta per uscire insieme e fare baldoria. Tutte e quattro abbiamo frequentato le stesse scuole superiori e da allora siamo molto legate ma il mio legame con HaeRi è leggermente più speciale rispetto alle altre. HaeRi è una persona schietta e sincera ed è per questo che mi piace tanto, è una persona che non tradirebbe mai gli amici, anche se dovesse mettersi il mondo intero contro. Il suo sogno è diventare una hair stylist di successo ma attualmente si accontenta di lavorare come aiutante dal nostro parrucchiere di fiducia. Al contrario di me ha molta esperienza in amore, per lei non esistono cose come il grande amore o quello giusto, semplicemente si butta a capofitto da una storia all’altra, spezzandola quando non ne ha più voglia, questa è l’unica cosa che non riesco ad approvare sul suo carattere, le dico spesso che il romanticismo è importante ma lei mi ribecca sempre che se fosse così, io, che sono l’emblema del romanticismo, dovrei avere una fila immensa di ragazzi dietro me ma purtroppo non posso darle torto, questa fila non esiste e forse cose come il romanticismo sono davvero datate oramai, non ho, infatti, un ragazzo, da… da non so più quanto tempo. Neanche ricordo l’ultima volta che ho frequentato una persona. Poco importa, a questo punto della mia vita credo sia più importante il mondo del lavoro e non quello dell’amore. JaYeon è una nutrizionista. Lavora per diverse mense aziendali, il suo sogno è quello di sposare un chaebol, per vivere nella ricchezza senza dover più lavorare, per questo motivo accetta solo lavori che hanno a che fare con medie e grandi aziende. Pare che ancora non sia riuscita nel suo intento. MiRan, invece, lavora in un asilo. Lei come me, forse anche più di me, sogna il grande amore che le darà la possibilità di avere una bella famigliola felice con dei figli tutti suoi, lei, infatti, adora i bambini. «NaNa-ya sono così felice per te! È il lavoro che sognavi da tanto», dice MiRan riempiendo nuovamente il mio bicchiere di birra. «Già! Sarò una segretaria di direzione come ho sempre sognato e per di più per un importante CEO. Spero, però, di non dover fare troppi straordinari», confesso mandando giù a piccoli sorsi la birra appena versatami da MiRan. «Eccola che ritorna. La tua pigrizia è davvero qualcosa di eccezionale», afferma sarcastica JaYeon. «Che posso farci, lo sapete, no? Sono un tipo a risparmio energetico io», esclamo, provocando una fragorosa risata nelle mie amiche. «Hai notizie di come sarà questo CEO che dovrai seguire praticamente ovunque? È giovane e bello almeno?», domanda con fare malizioso HaeRi. «HaeRi-ya! Cosa vorresti insinuare con questa domanda, eh?», per lei qualsiasi uomo sotto i 35 anni è una possibile preda, non importa il suo status, l’importante per lei è solo che sia bello fisicamente. «Niente, non te la prendere, dicevo così, tanto per dire», mi prende in giro come sempre, è una sua brutta vecchia abitudine. «Comunque, per rispondere alla tua domanda, è un anno più grande di noi e come me, è alla sua prima esperienza, spero davvero vada tutto bene», sono un po’ preoccupata, quando ho letto il fascicolo mandatomi dal responsabile del personale e ho letto la sua età, ho pensato che avrei preferito qualcuno con una maggiore esperienza. «Adesso non pensarci! Non hai visto dove ti ho portato stasera e soprattutto perché ti ho portato qui?», cerca di farmi distrarre HaeRi. «HaeRi-ya è un locale che frequentiamo spesso, cosa dovrei domandarmi in particolare?», la guardo con fare interrogativo. «È vero, non ho capito perché hai insistito per venire qua, quando, oggi al locale proprio di fronte c’era un all you can eat di dolci», MiRan e il suo debole per i dolci, mi scappa una risata, è davvero tenera con quella finta faccia arrabbiata. «Io ho capito perché siamo qui, ma la diretta interessata non sembra aver riconosciuto i tuoi sforzi HaeRi-ya», dichiara con indifferenza JaYeon. Non capisco. «C’è davvero un motivo particolare per cui siamo qui?», domando incuriosita. «Yah! Dopo tutti i miei sforzi non te ne sei accorta?», accidenti non riesco a capirlo lo stesso. Ho già bevuto troppo? Di solito reggo molto bene l’alcool e ce ne vuole per farmi ubriacare. «Ehm, HaeRi-ya, non ti arrabbiare, lo sai che sono stupida e lenta a capire le cose, no?», le dico mostrandole uno dei miei sorrisi migliori. «Guarda un po’ di fronte a te», afferma indicando la band che si sta occupando degli ultimi preparativi prima di iniziare a suonare. Una band? Dovrebbe essere questo il motivo? «Te l’ho detto HaeRi-ya, fatica sprecata», afferma JaYeon rivolgendosi ad HaeRi. Questa band dovrebbe ricordarmi qualcosa? Ma cosa? Rivolgo uno sguardo confuso alle mie amiche, lo sguardo di MiRan è confuso quanto il mio, almeno non sono l’unica a non capire. Questo mi consola un po’. HaeRi getta disperatamente la sua testa sul tavolo, facendo traballare non poco i nostri bicchieri. «HaeRi-ya, su non fare così», cerca di consolarla MiRan. «Io ti avevo avvertito», la ammonisce JaYeon. Fisso ancora la band per cercare di trovare una risposta a questa situazione che si è venuta a creare. Ad un tratto il batterista si avvicina alla sua batteria per testarne il suono. Quel batterista mi ricorda qualcosa. Forse adesso che guardo i membri di questa band mi ricordano vagamente qualcosa. «HaeRi-ya, ma noi abbiamo già visto questa band esibirsi, vero?». HaeRi alza la sua testa di scatto e si volta verso di me, il suo sguardo non è molto rassicurante, meglio mettere un sorriso a fine frase per stemperare l’aria pesante venutasi a creare. «Non ti ricordi sul serio?», ora il suo sguardo più che arrabbiato è deluso. Guardo JaYeon, lei sembra saper qualcosa. A gesti le domando perché HaeRi fa così. «Ti ricordi lo scorso capodanno quando siamo andati a festeggiare tutti insieme? Era la stessa band che suonava al locale dove eravamo. E tu, tutta la serata non hai fatto altro che ripetere di quanto fosse figo il batterista, anzi, per una settimana non hai fatto altro che parlare di questo. Sicuramente HaeRi-ya avrà fatto i salti mortali per capire se ancora si esibissero e soprattutto dove. Consideralo come un suo regalo per la tua nuova assunzione», confessa JaYeon. È vero! Ora ricordo. «Oh, HaeRi-ya, perdonami. Sono una stupida. Sono passati così tanti mesi che l’avevo completamente rimosso. Perdonami», le dico abbracciandola. «Oh! Adesso ricordo pure io, prima aveva i capelli rossi, adesso sono grigi, guardandolo meglio, sì, è lui il batterista-fissa di NaNa-ya», esclama improvvisamente MiRan. Batterista-fissa di NaNa-ya, poteva trovare un soprannome più simpatico. «HaeRi-ya, perdonami! Lo guarderò tutta la serata! Mi rifarò ben bene gli occhi, te lo prometto. Come si chiama la band?». «EXO…», mi risponde con un fil di voce, alzando pian piano la sua testa dal tavolo. «Ah, sì, giusto EXO. Grazie amica mia, mi godrò sicuramente lo spettacolo», le dico riempiendo il suo bicchiere di birra. «Su, siamo venuti per festeggiare, no? Quindi, niente facce tristi. Su i bicchieri!», urla MiRan. Guardo HaeRi che ritorna a sorridere. Alziamo i bicchieri, brindiamo e via tutto giù in un solo sorso. Stasera non voglio pensare a niente, solo a divertirmi e a guardare il batterista che HaeRi ha in qualche modo scovato per me. In effetti, è davvero bello.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
 
Sei perfetta per me.
L’ho immaginato.
Come sarebbe se stessimo insieme?
Se dici che va bene,
sarà tutto perfetto, oh, baby.
Ho perso la testa nel momento
in cui ti ho vista.
A parte te, tutto si muove a rallentatore.
Dimmelo, se questo è amore.
What Is Love-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
«Oh, ChanYeol-ah, finalmente sei arrivato!», JunMyun hyung doveva essere alquanto preoccupato, i suoi lineamenti facciali sembrano essersi rilassati tutti di colpo. «Cosa credevi hyung? Che vi avrei abbandonati? Non è da me lo sai» dico, fingendo uno dei miei sorrisi migliori e poggiando la mia mano sulla sua spalla per rassicurarlo ulteriormente. In realtà ho perso molto tempo con MinSeok hyung, ha insistito perché io vedessi il mio nuovo posto di lavoro. Non so perché ma tutto sta iniziando a sembrarmi una grande pagliacciata. Il nonno con la vecchiaia che avanza deve essere impazzito. Non può darmi una filiale così importante del Park’s, e se non riesco a far andare tutto come si deve? Aaah, meglio non pensarci, per adesso sarà meglio pensare all’esibizione e basta. Voglio pienamente godermi il momento che amo di più. Quando siamo solo io e lei, io e la mia batteria. Per un po’ potrò finalmente liberarmi la mente. JunMyun hyung comunque non dice niente, sorride solamente. Probabilmente ha già capito che c’è qualcosa che effettivamente non va, ma non mi chiederà mai di parlarne per primo, è una persona con una grande sensibilità, aspetterà pazientemente il momento in cui io vorrò parlargliene, momento che comunque penso arriverà molto presto. Lui non è solo alla chitarra acustica e la voce della nostra band, ne è addirittura il leader, è come se fosse davvero il nostro fratello maggiore. Si prende sempre cura di tutto e di tutti non mettendosi mai troppo in mostra. Io e JunMyun hyung ci siamo conosciuti durante le scuole superiori, era un mio sunbae del club di musica, il suo sogno era, ed è, quello di formare una grande band che diventi famosa a livello mondiale. Anche su di lui, come su tutti i membri della nostra band pesa lo stesso fardello, siamo tutti chaebol e il nostro destino è segnato. Tutti siamo soggetti a forti pressioni da parte delle nostre famiglie ma quando saliamo su un palco come per magia tutto questo scompare, siamo solo dei semplici ragazzi che fanno quello che vogliono realmente fare. Fortunatamente per loro, la maggior parte dei membri della band ha fratelli o sorelle più grandi che sono rimasti al loro posto, quindi, hanno, in qualche modo, leggermente meno pressioni rispetto al sottoscritto. «Chan-ah! Finalmente sei arrivato! Si può sapere che fine avevi fatto? Hai dormito fino ad ora, vero?», sento urlare da dietro le mie spalle e subito sento un peso arrivarmi addosso di colpo. Non può essere nient’altri che lui. «Baek-ah, scendi! Sei pesante lo sai», gli faccio notare fingendomi arrabbiato. Non cambierà mai, è sempre così, così… esagerato. Ma nonostante questo suo carattere, così diverso dal mio, è il mio migliore amico dai tempi dell’asilo. Abbiamo la stessa età e ci conosciamo praticamente da sempre. Mi piace la sua allegria, anche se alcune volte è veramente eccessiva, sarà vero allora che gli opposti si attraggono? Varrà anche per l’amicizia? BaekHyun condivide la mia stessa sfortuna, per molti considerata forse fortuna, di essere gli unici eredi che porteranno avanti l’attività di famiglia ma lui ha un padre che presto prederà il posto di suo nonno, quindi, ha ancora tempo per “divertirsi”. Beato lui. Spero che ancora per molto tempo potrà mostrare al mondo il suono della sua tastiera e della sua voce. Ne rimango ipnotizzato ogni volta. Se c’è una cosa nella quale non ha fortuna sono le ragazze, non riesce a stare con una ragazza per più di una settimana, viene, infatti, puntualmente mollato prima, probabilmente a causa del suo carattere infantile, ma lui è fatto così, è inutile cambiarlo. Anche BaekHyun si accorge che c’è qualcosa che non va, lo capisco dal suo modo di sorridere. Quando capisce che sono giù, continua a sorridere ugualmente per non farmelo pesare ma il suo sorriso spensierato cambia, si fa come più serio. E, infatti, prima di scendere definitivamente dalle mie spalle, grazie a Dio, mi sussurra «Dopo ne parliamo». Non posso fare a meno di sorridere a quell’affermazione. Non ha proprio nessun tatto questo ragazzo. Dietro di lui c’è la voce principale della nostra band, KyungSoo. Accenna un saluto con il capo. Lui, al contrario di BaekHyun, non è un tipo di molte parole. Ci siamo conosciuti durante le scuole medie, era, infatti, all’epoca un mio hoobae del club di musica. Ha una voce sensazionale. Quando io, BaekHyun e JunMyun hyung abbiamo pensato di dar vita agli EXO, ho subito pensato che solo lui poteva essere la voce del nostro gruppo. E così poi è stato. È una persona seria e molto ligia al dovere. Se decide di fare qualcosa lo fa fino in fondo, è davvero una persona di cui ci si può fidare ciecamente. «Oh hyung sei qui!», ed ecco avvicinarsi i maknae del gruppo. «SeHun-ah, JongIn-ah, state lavorando bene? Avete tutto pronto?», sono due scalmanati, hanno sempre bisogno di qualcuno che li riprenda ma fortunatamente quando mettono mano ai loro strumenti cambiano totalmente. «Incredibile hyung, sei in super ritardo e ti dai tutte queste arie? Se non fosse stato per noi la tua batteria sarebbe ancora nella nostra sala prove. Tsk», si finge arrabbiato il più piccolo dei due. SeHun è il membro più giovane della nostra band. Nonostante sia praticamente un gigante è un eterno bambinone. Si lamenta spesso se qualcosa non è di suo gradimento, la sua sincerità non gli permette di essere diplomatico ed è per questo che viene spesso frainteso dagli altri. Noi sappiamo benissimo che cuore d’oro si cela dietro quell’atteggiamento all’apparenza altezzoso. Ho conosciuto SeHun tramite JongIn. La mia famiglia e quella di JongIn, infatti, sono amiche di vecchia data. Ho praticamente cresciuto questo mocciosetto. È come un fratellino per me. Lui ha due sorelle più grandi, quindi, quando le nostre famiglie si riunivano non si staccava mai dai miei pantaloni, ed è così tuttora. Quando ha saputo della band che io e i miei amici volevamo creare si è offerto subito, suona il basso da un bel po’ di tempo e poi ci ha presentato SeHun, loro due, hanno frequentato le stesse scuole superiori. «Sto scherzando, tranquillo, rilassati», mi piace prenderli amichevolmente in giro, le loro reazioni sono fantastiche. SeHun, infatti, fingendo un’espressione arrabbiata si dirige verso la sua chitarra elettrica facendola vibrare «Ti sembro poco preparato?», mi domanda con aria di sfida. Non posso fare altro che sorridere. Quando si tratta di musica siamo tutti molto preparati nella nostra band, posso affermarlo con certezza. Adesso è arrivato il momento di mostrare la nostra bravura a questo pubblico. Non importa il numero degli spettatori, non importa il luogo dove ci esibiamo, l’importante è far sentire la nostra musica. Questi sono gli EXO.
Durante la prima pausa BaekHyun mi si avvicina. «Chan-ah, hai notato?», lo guardo con aria interrogativa. «Cosa?», domando a mia volta. «Non guardare adesso, ma quella ragazza, in fondo a destra, nel tavolo con altre tre amiche, non ha fatto altro che fissarti tutto il tempo!», afferma entusiasta. Ah! Ci risiamo, non so perché ma ha una voglia matta di farmi accoppiare questo ragazzo. «Baek-ah, che sciocchezze stai dicendo, e poi anziché guardare il pubblico dovresti concentrarti a suonare e cantare», lo ammonisco. «Oh, Chan-ah, ti sto dicendo che è vero! E se invitassimo quelle ragazze a bere qualcosa dopo l’esibizione? Che ne dici, eh?», il suo volto sprizza felicità da tutti i pori. Non cambierà mai. Per il momento le ragazze non sono la mia priorità, soprattutto dopo la notizia di questa mattina. «Accetto di andare a bere qualcosa dopo l’esibizione ma senza ragazze, grazie», non ho bisogno di ulteriori complicazioni in questo momento. Non che non piaccia divertirmi con il gentil sesso ma semplicemente oggi non ne ho voglia, ecco tutto. JunMyun ci richiama all’ordine, la seconda parte dell’esibizione sta per iniziare. BaekHyun si allontana sorridendomi, spero davvero che abbia capito il mio messaggio.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
 
Ovunque va bene,
possiamo correre insieme?
Possiamo andarcene?
Dove il cielo è blu e pieno di stelle.
Un posto come questo,
un posto come questo.
Ayo, ayo, corri un po’ di più,
siamo quasi arrivati.
Run-EXO
 
 
- NaNa -
 
«Si può sapere perché siamo venuti qui adesso?», domando ad HaeRi. Non capisco perché ci siamo spostati in questo locale. Di solito non facciamo mai un secondo giro. JaYeon e MiRan hanno rinunciato con la scusa di essere troppo stanche dopo una giornata di lavoro. Sinceramente anch’io adesso vorrei andare a casa. La mezzanotte è già passata da un bel po’ e oggi è stata una giornata piena di emozioni per me ma HaeRi non ha voluto assolutamente cedere. C’è qualcosa di strano che sembra non voglia dirmi. «Siamo venuti qui per continuare i festeggiamenti!», esclama gioiosa. Di sicuro è già ubriaca, non regge molto bene l’alcool. «Ok HaeRi-ya ma promettimi che staremo poco e presto torneremo a casa», cerco di farle promettere. Lei annuisce soltanto. Ho come l’impressione che alla fine non sarà così. Ci fanno accomodare, il tavolo sembra troppo grande per due persone, sarà perché a quest’ora hanno pochi clienti? Ad un tratto vedo HaeRi agitare la sua mano allegramente verso l’entrata del locale, come se stesse chiamando qualcuno. Lo sapevo, c’era qualcosa sotto. Mi giro istintivamente verso la stessa direzione. Oh mio Dio, no, non può essere! Deve essere impazzita! «Ragazzi, siamo qui!», come se già non si fossero accorti della nostra presenza, il locale è praticamente vuoto, era impossibile non notare il segnale di HaeRi. Che vergogna, vorrei sprofondare in un buco sotterraneo e non uscirne mai più. Come diamine è riuscita a combinare un incontro del genere? Tre ragazzi si avvicinano al nostro tavolo, ecco spiegato il motivo dei posti in più. Non posso credere che HaeRi sia riuscita addirittura ad invitare tre componenti della band che stava suonando al locale precedente, sono quasi sicura che non si sia mossa dal tavolo se non per andare in bagno una sola volta. Come si chiamano? Gli EXO? Accidenti, spero che la mia qui presunta migliore amica non abbia raccontato niente riguardo alla mia attrazione nei confronti del batterista. Quando usciremo da questo locale, giuro, dovrà sorbirsi una bella ramanzina. Cavolo, però, adesso che lo vedo da vicino è ancora più bello e poi è altissimo, avendolo sempre visto da lontano o seduto alla sua batteria non me ne ero mai accorta. La sua espressione comunque non sembra essere rilassata come gli altri due, sembra quasi che sia stato forzato a venire, sarà andata così? Nonostante tutto cerca di mantenere un sorriso d’apparenza. Si accomodano al nostro tavolo. Non so come ci riesce ma HaeRi riesce a far sedere il batterista al mio fianco. Credo che le mie guance si siano arrossate un po’. Spero che con le luci soffuse del locale nessuno se ne accorga. «Piacere, sono Byun BaekHyun, sono la voce e la tastiera della band che avete sentito suonare prima, gli EXO», afferma il primo ragazzo, non so perché ma credo sia stato lui a combinate tutto con HaeRi, mi sembrano alquanto simili, si capisce dal loro modo di parlare e ridere. «Piacere, io sono il leader degli EXO e suono la chitarra acustica oltre che cantare, mi chiamo Kim JunMyun», dice il secondo. Lui sembra essere una persona più tranquilla, quindi, escluderei qualche interazione con HaeRi. «Piacere sono Park ChanYeol e suono la batteria nella nostra band», afferma con non troppa enfasi. Park ChanYeol, eh? Almeno adesso so il nome, non che comunque cambi qualcosa, ma almeno non dovrò più riferirmi a lui come semplicemente “Il Batterista”. Io e HaeRi ci presentiamo a nostra volta. BaekHyun chiama subito il cameriere chiedendogli di portare da bere. «Bevete pure quando volete ragazze, stasera offriamo noi», afferma, aggiungendo a fine frase un occhiolino. «No, no, pagheremo la nostra parte, non è giusto, ci siamo appena conosciuti», appena finisco di pronunciare la frase, HaeRi mi guarda con occhi assassini, che c’è? Non mi piace avere debiti con la gente e questo lei lo sa bene, soprattutto con gli uomini e con gente che non conosco e questi tre seduti al nostro stesso tavolo incarnano entrambe le categorie, quindi. «No, no, che gentiluomini saremmo se facessimo pagare delle ragazze», il ragazzo sembra non voler cedere. Davvero lui ed HaeRi sono fin troppo simili, non riesco ad immaginare se questi due avessero una relazione, sarebbero troppo esplosivi! Brrr, un brivido di paura mi percorre lungo la schiena al solo pensiero. Gli altri due annuiscono all’affermazione di BaekHyun. Saranno abituati a pagare per le ragazze che frequentano dopo i concerti? Non so ma alla fine non mi resta che cedere a così tanta insistenza.
Dopo un’oretta a parlare del più e del meno e aver bevuto come se non ci fosse un domani, HaeRi è completamente ubriaca, e credo che non solo lei sia in questo stato. Il tipo al mio fianco non sembra stare in una situazione migliore, ha mandato giù in bicchiere dietro l’altro di soju e birra. Anch’io credo di non essere più tanto lucida. HaeRi ormai sta per addormentarsi sul tavolo. Sarà meglio riportarla a casa. «Ragazzi, credo che la mia amica qui sia arrivata al limite, di solito non regge bene l’alcool, è un miracolo che sia arrivata fin qui, quindi, credo che sia giunto per noi il momento di andare, penso che chiamerò un taxi», dico alzandomi dal tavolo, tentando di sollevare anche la mia amica. Ovviamente tutti tentativi sono andati a male. Nonostante io sia molto più alta della mia amica, non riesco a farla alzare da quel tavolo, continua a blaterare di non volersene andare. È una sciocca, se sa di non riuscire a reggere bene l’alcool perché ne ha bevuto così tanto? BaekHyun e JunMyun mi aiutano a sollevarla. «Vi accompagniamo noi, se volete, a casa. JunMyun è venuto in macchina, chiameremo un autista sostitutivo», propone BaekHyun. «Chan-Ah ce la fai a tornare a casa da solo? Saremmo troppi in macchina, uno di noi deve restare fuori, ti chiamo un taxi?», no, non è giusto, in fondo siamo noi che siamo di troppo. «No, non è giusto, voi tre siete venuti qui in macchina, siamo noi ad essere in più, chiamerò un taxi per me e la mia amica, grazie davvero», non mi piace essere trattata diversamente perché sono una ragazza. Posso cavarmela anche da sola. Anche se è stata HaeRi a combinare tutto ma cosa non si fa per gli amici. ChanYeol, che fino ad ora non si era pronunciato, si alza dal tavolo. «Perché non resti qui con me e fai tornare la tua amica a casa con i miei amici?», ho sentito bene? Forse l’ho solo immaginato. Dal modo in cui mi guarda, però sembra che aspetti una risposta. Sarà anche questa opera di HaeRi? Io lo guardo, i suoi occhi sono davvero magnetici, cosa dovrei rispondergli? Perché anche i suoi amici se ne stanno in silenzio? Forse non è solito fare richieste del genere? Oppure è perché ne fa troppe e allora loro non fanno una piega? Cosa devo fare? «Ah, sì, anche questa potrebbe essere, in effetti, una soluzione», rompe infine il silenzio BaekHyun. Una soluzione? Dovrei lasciare la mia amica ubriaca fradicia a persone che conosco appena e io dovrei restare qui a fare compagnia ad un ragazzo, seppure bellissimo, che conosco da poco? Cosa diamine sta succedendo stasera?

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
 
Fra me e te si percepisce
un tremore che ci assorbe,
finirò per sciogliermi in esso.
È come se il mondo si fosse fermato.
La mia vita è piena di te,
tutto è perfetto.
È strano, come cadere dal cielo.
Con tanti punti ed una sola persona.
Deve essere un miracolo,
cadere proprio vicino a te.
Falling For You-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Cosa diamine mi è saltato in mente? “Perché non resti qui con me e fai tornare la tua amica a casa con i miei amici?”. Ma da dove mi è uscita fuori una frase del genere?! Cosa penserà di me? Che sono un tipo che ci prova con tutte? Be’ ammetto che ho avuto diverse storie occasionali in passato nate così per caso, tutta roba da niente ma adesso è il momento? Deve essermi salito troppo alcool alla testa. Ormai di certo non posso tirarmi indietro. Credo di aver stupito persino i miei amici. BaekHyun mi prenderà per uno stupido sicuramente, prima ho praticamente fatto non so quante storie per non avere ragazze tra i piedi proprio oggi e adesso me ne esco con una frase del genere. Sul serio ChanYeol cosa non va in te oggi? Aaaah! Comunque sia non posso far trapelare i miei pensieri attuali, farei una figura peggiore di quella che sto già facendo, quindi, devono continuare, in qualche modo devo sembrare coerente. La ragazza in questione, come ha detto di chiamarsi? Kim NaNa? Credo sia giusto, mi guarda con occhi spalancati, non sarà solita ricevere proposte del genere ad un primo incontro? «NaNa-ssi, fammi ancora un po’ di compagnia e poi chiamerò un taxi per te, te lo prometto», cerco di rassicurarla. I lineamenti del suo volto sembrano distendersi ma non completamente. Sembra ancora indecisa sul da farsi. «Io… non so…», infatti, è confusa come pensavo. «NaNa-ssi, fai come dice Chan-ah, stai tranquilla, non ha mai morso nessuno, puoi stare serena e per la tua amica non devi preoccuparti, io e il mio amico qui presente, anche se non sembrerebbe, siamo delle persone davvero affidabili», con la faccia che BaekHyun si ritrova non so se riuscirà a convincerla della sua affidabilità, fortunatamente JunMyun emana tutta un’altra aura. Lui si che incalza le caratteristiche tipiche del ragazzo gentile e affidabile. Sembra essere ancora dubbiosa, decido di sedermi nuovamente. Sembro un tipo così inaffidabile? Perché impiega tutto questo tempo per dare una semplice risposta? Bisogna velocizzare i tempi, così la afferro per un braccio facendola sedere nuovamente accanto a me. Ho smesso di chiedermi il perché di queste mie azioni oggi, deve essere interamente colpa dell’alcool. Non so perché ma mi piacerebbe restare un po’ più tempo con questa ragazza. Quando BaekHyun è venuto a parlarmi alla fine della prima parte dell’esibizione, in realtà mi ero già accorto dello sguardo fisso su di me di questa ragazza. È stato abbastanza imbarazzante continuare come se nulla fosse. Credo di aver sbagliato anche alcuni passaggi ma fortunatamente nessuno se n’è accorto. Io non sono solito credere a cose come il destino, sono solo sciocchezze che illudono la gente. Quindi, non starò qui a pensare che questa ragazza seduta accanto a me sarà la ragazza della mia vita, anche perché sarebbe da veri idioti, ma devo dire che mi attira e anche parecchio. In realtà durante il concerto non ho fatto altro che fissarla con la coda dell’occhio facendo in modo che non si accorgesse di nulla. Ho fatto tante storie per questo incontro dopo l’esibizione ma sotto sotto ne ero un po’ contento, cosa che non confesserò mai a BaekHyun, indentiamoci. Adesso che mi si è presentata l’occasione, l’istinto mi dice di trattenere un altro po’ questa ragazza. Oggi è stata una giornata davvero pesante, mi piacerebbe rilassarmi ancora un po’ e non pensare più a nulla di serio fino a domani mattina. Vorrei ubriacarmi tanto da non ricordare nemmeno il mio nome e poter dormire tranquillo stanotte. Purtroppo non mi piace bere da solo, JunMyun hyung e BaekHyun sono dei pessimi bevitori, invece, questa ragazza sembra un’ottima bevitrice, nonostante sia già al secondo giro della serata mantiene la sua lucidità. Sarebbe un’ottima compagna di bevute. Il mio gesto deve comunque averla sorpresa perché sembra aver perso completamente la parola. Le sue guance si stanno tingendo di rosso, non riesco a capire se sia l’effetto dell’alcool o riguarda il mio gesto, mi piacerebbe che fosse più per il secondo che per il primo. Ma cosa mi metto a pensare? JunMyun che si era allontanato un attimo per chiamare l’autista sostitutivo ritorna al nostro tavolo, «Tra cinque minuti l’autista sarà qui», ci comunica. «Oh, bene!», gli fa eco BaekHyun. «Allora portiamo noi la tua amica a casa NaNa-ssi, stai tranquilla», ripropone nuovamente BaekHyun. «O-ok, va bene, facciamo così», pronuncia sconfitta alla fine. Un sorriso di vittoria si dipinge automaticamente sul mio volto. Salutiamo JunMyun hyung, BaekHyun e HaeRi-ssi e alzo la mia mano per chiamare il cameriere chiedendo di portare altra birra e altro soju. Il silenzio sembra essere calato sul nostro tavolo, in questi casi l’assenza di BaekHyun si fa sentire e devo dire anche dell’amica di NaNa, era una tipa abbastanza chiassosa, sembrava quasi il corrispettivo femminile di BaekHyun. Se quei due avessero una storia certamente ne verrebbe fuori qualcosa di esplosivo. Meglio non incoraggiarli su questa via. Il cameriere porta al tavolo quello che gli avevo poc’anzi chiesto. Riempio il bicchiere della mia nuova compagna di bevute. «Mi dispiace averti trattenuta alla fine», mi sento in dovere di dirle. Lei continua a guardarmi con quell’aria sorpresa e confusa allo stesso tempo, posso pensare di trovarla adorabile? Sento che mi sto cacciando in qualche guaio e per adesso non è proprio il momento. «N-no, tranquillo, va bene, alla fine va bene così, oggi finalmente per la prima volta mi hanno offerto un lavoro, quindi, va bene continuare a festeggiare», dice alzando il bicchiere per brindare. «Che cosa curiosa, anch’io oggi ho scoperto di essere stato preso per un lavoro», vorrei dire obbligato ma non mi sembra il caso di far sapere tutto della mia vita ad una perfetta sconosciuta che molto probabilmente da domani non vedrò mai più. «Oh bene, allora festeggiamo», afferma riempiendo nuovamente il mio bicchiere. «Era per questo motivo che tu e le tue amiche eravate al locale dove stavamo suonando?», domando per mantenere viva la conversazione. «Già», risponde semplicemente. «L’ultima volta i tuoi capelli erano rossi, adesso sono grigi, deve piacerti proprio colorarli», esclama improvvisamente. Cosa vuol dire questa frase? Ci siamo già visti? Dove? Quando? «Tu… come…», non riesco a completare la frase che subito la sento ridere di gusto. «Sei una stalker per caso?», domando incuriosito. Ma la mia domanda non fa altro che aumentare l’ilarità della controparte. «E chi può dirlo. Magari sono una fan sfegatata di Park ChanYeol, il batterista degli EXO», afferma ancora tra le risate. Mi sta prendendo in giro adesso? Fan? Non credo che una band come la nostra possa dire di avere dei veri e propri fan, non ci incoraggiano i nostri parenti più stretti figurarsi degli sconosciuti. «Mi stai prendendo in giro, non è vero?», le domando. Lei non risponde continua semplicemente a ridere. La sua risata deve essere contagiosa perché adesso anche a me scappa una risata. Sarà che stiamo bevendo troppo? Credo che l’alcool ci stia già annebbiando tutti i neuroni.
 
Che ore saranno? Guardo il mio orologio. Accidenti senza accorgermene sono già le 02:30, il tempo in compagnia di questa ragazza sembra volar via presto. Credo che neanche lei si sia accorta dell’orario. Ho perso il conto di quante bottiglie di soju e birra abbiamo fatto fuori. «Si è fatto proprio tardi», esclamo con un fil di voce. NaNa deve avermi sentito comunque perché subito la sento pronunciare «Oh, non sarà meglio andare via?». A dire la verità non mi va proprio di andare via. Il cameriere ci guarda storto. Mi giro attorno, praticamente siamo gli unici clienti rimasti, probabilmente vorrebbe buttarci fuori a calci, chiudere il locale e tornarsene a casa. Mi sembra anche giusto. Ma io non voglio, è questo quello che continuo a pensare. Ho come l’impressione che oggi sarà il mio ultimo giorno di libertà e voglio godermelo fino alla fine. Subito nella mia mente, forse davvero troppo annebbiata dall’alcool, balza un pensiero. «NaNa-ssi, penso che il tizio del locale voglia chiudere al più presto dal modo in cui ci sta lanciando occhiatacce, ma io vorrei ancora bere qualcosa, ti va di fare un altro giro a casa mia? Ho delle birre fresche in frigo che aspettano solo noi, ti va?», domando infine tutto d’un fiato.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
 
Abbassa la guardia, non essere imbarazzata.
Mi faccio strada nel tuo cuore stordito.
Mi diffondo attraverso te dolcemente,
come qualcosa di familiare.
Ah woo, è una notte calma.
Ah woo, una notte tutta per te.
Incapace di aiutare, mi innamoro di te, sì sì.
Mi ubriaco dei tuoi movimenti, sì sì.
Dimentica quello che sapevi di me oggi.
Istinti nascosti si scuotono.
Ko Ko Bop-EXO
 
 
- NaNa -
 
Non so come ma in questo momento sono finita a casa di un perfetto sconosciuto. Non sono riuscita a rifiutare il suo invito. Per me è la prima volta a casa di un uomo che conosco praticamente da oggi, anche se l’ho visto esibirsi mesi fa, non posso dire di averlo davvero conosciuto prima di oggi. È contro i miei principi andare a casa di un uomo il primo giorno dopo aver bevuto insieme, soprattutto dopo aver bevuto molto come abbiamo fatto. Di sicuro HaeRi sarebbe davvero soddisfatta del mio comportamento. Ah! Che vergogna. Sarà meglio bere questa birra e tornare presto a casa. Spero davvero di riuscire a reggere l’alcool ancora un altro po’, anche se il mio fegato mi sta praticamente implorando di finirla qui. Per essermi fatta trascinare a casa sua senza troppe storie devo essere già abbastanza ubriaca, altrimenti non sarei mai finita in questa situazione. «Prego accomodati pure», ChanYeol m’invita a sedermi in una delle alte sedie della sua grande cucina. Per essere l’appartamento di un semplice batterista sconosciuto è davvero grande e lussuoso, come fa a permettersi un appartamento del genere? Sarà forse ricco di famiglia? Comunque sia la cosa non deve riguardarmi minimamente, perché sono fermamente convinta che dopo quest’ultima bevuta uscirò tranquillamente da quella porta e non lo vedrò mai più, sarebbe, infatti, troppo imbarazzante per me se succedesse il contrario. Seguo il suo invito e mi siedo, subito è di ritorno con due lattine di birra fresca tra le mani tutto sorridente. «Ecco qua», mi dice porgendomi una delle lattine. Il simpaticone deve averla agitata durante il tragitto per tirarmi uno scherzo, perché appena la apro il liquido schizza fuori lasciandomi completamente fradicia. Lo sento ridere di gusto. «Ti sembra una cosa tanto divertente?», lo riprendo. La sua risata si fa sempre più rumorosa, è evidente che anche lui a lucidità non è messo molto meglio di me. «Scusa ma non ho resistito, ahahahahah», confessa. «Ah, non hai resistito? Davvero divertente», affermo sarcastica. Devo vendicarmi! Afferro subito la lattina e agitandola faccio schizzare il resto del contenuto sul suo volto. Vendetta riuscita. «Credo che questo sia più divertente! Ahahahahah!», non sono un tipo che sta ferma quando subisce un’offesa, anche da ubriaca. «Ehi! Questo non vale! Vuoi la guerra? E guerra sia», esclama agitando la sua lattina e puntandola verso di me. «Yah! Cosa vorresti fare?», urlo cercando di sfuggire al suo attacco. «Yah? Cos’è questo linguaggio informale? Non credo che tu sia più grande di me!», blatera inseguendomi con la sua pericolosa lattina in mano. «Che ne sai? Potrei essere una noona per te!», affermo cercando di cambiare discorso e farlo desistere nel farmi gettare la lattina di birra addosso. Si avvicina all’improvviso, sembra che stia controllando le nostre rispettive altezze. «Non credo proprio, sì, sei alta, ma non vedi che tra noi ci sono almeno 10 cm di differenza?», dice facendomi notare la differenza. «Ma cosa dici, l’altezza non c’entra nulla con l’età!», ribatto. Credo che ormai questi siano discorsi che solo due persone completamente ubriache possano fare. Con la scusa di confrontare la nostra statura si è avvicinato, anche troppo. Il suo corpo è praticamente attaccato al mio. Perché non riesco a muovermi e a spostarmi un po’? «Hai abbassato la guardia NaNa-ssi! Ecco la punizione», che mossa davvero bassa. Ha rovesciato interamente la lattina di birra sui miei capelli e se la ride pure. «Hey! Sei stato davvero scorretto…», le parole sembrano non voler più uscire dalla mia bocca. I miei occhi hanno incrociato i suoi. Perché adesso non ride più? Perché è così serio? Le sue mani salgono fin su i miei capelli per poi accarezzarmi il volto. Che diamine gli prende così all’improvviso? Se prima non potevo muovermi adesso è ancora peggio, i miei piedi sembrano come essersi ancorati al pavimento. Non riesco a distogliere lo sguardo da questi occhi così ammalianti. Ad un tratto anche lui sembra accorgersi della strana situazione, distoglie lo sguardo e si allontana. «Scusa, forse mi sono lasciato un po’ prendere troppo la mano. Se vuoi, puoi fare una doccia prima di andare via, cerco dei vestiti che potrebbero starti», sembra che all’improvviso si sia svegliato da un sogno divertente. Cosa stava per succedere? Non dico nulla e seguo il suo consiglio, non posso certo uscire da casa in questo stato e l’odore di birra che emano è davvero forte, cosa potrebbe pensare la gente di me? Dopo essersi allontanato un attimo, ChanYeol ritorna con un grande asciugamano e dei vestiti piegati. «Ecco…», pronuncia solamente porgendomi il tutto. Accidentalmente le nostre mani si sfiorano e subito un brivido mi percorre lungo la schiena. Che diamine è questa sensazione adesso? Sento che il mio volto sta per prendere fuoco, fortunatamente posso dare la colpa di tutto all’alcool. Devo allontanarmi da questo tocco, ma proprio quando sto per farlo la mano di ChanYeol afferra completamente la mia lasciando cadere giù quello che aveva preparato per me. Automaticamente il mio sguardo cerca il suo per capirne il motivo. Il mio cuore ha preso a battere troppo velocemente, con tutto questo silenzio ho davvero paura che possa sentirlo. «C-ChanYeol-ssi…», riesco solamente a pronunciare prima che le sue labbra si posino sulle mie. In questo momento una persona sana di mente e con dei principi come i miei dovrebbe allontanarlo ma il mio corpo sembra non voler più rispondere ai comandi del mio cervello. Dal primo momento che l’ho visto ho subito provato una strana e pericolosa attrazione nei suoi confronti. Sarà stato così anche per lui o si sta facendo semplicemente trasportare dall’atmosfera? Intanto continua a baciarmi, bacio che si fa sempre più impetuoso. Automaticamente stringo le mie braccia attorno al suo collo, devo essere completamente ammattita questa notte. Non è assolutamente da me un comportamento del genere. Che n’è di tutte le mie storie sull’amore romantico? Sembra che io stia per finire a letto con un perfetto sconosciuto che da domani non vedrò mai più. Complimenti Kim NaNa, davvero una mossa fantastica. Sento che sto per perdere completamente il controllo di me stessa e noto che anche la persona dinanzi a me non sta messa meglio. Le sue mani scendono fino ai miei fianchi e con un gesto deciso mi solleva e mi ritrovo con le gambe avvinghiate al suo corpo. Sembra che voglia spostarsi in un luogo più comodo, forse in stanza da letto. Possibile che un semplice bacio sia riuscito a farmi cedere? Io credo di non aver mai provato una sensazione simile. Farei la parte della sfigata se dicessi che mai nessuno mi ha baciato con tale impeto e bravura? Accidenti credo proprio di sì. Andare a casa di un uomo dopo averlo conosciuto la prima volta era già qualcosa di inconcepibile per me, figurarsi andarci a letto. Oh, mio Dio, che mi sta succedendo? Siamo arrivati in quella credo che sia la sua stanza da letto, spero davvero non abbia intenzione di accendere la luce. Adagia lentamente il mio corpo sul letto. Adesso è sicuro, non posso più tornare indietro. Lo sento togliersi la maglietta che indossava e adesso sembra che voglia fare la stessa cosa con i miei indumenti. Mentre lo fa lo sento baciare ogni millimetro del mio corpo scoperto. Ok, è ufficiale, stasera un’altra me ha preso il sopravvento, una me di cui HaeRi sarebbe pienamente orgogliosa ma che la me di sempre non accetterebbe minimamente. È un rischio che ormai vale la pena correre, domani non lo vedrò più, lo prenderò come un regalo del cielo per la mia nuova assunzione, penso, prima di lasciarmi andare completamente.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
 
Ho già bevuto parecchi caffè, tesoro.
Ma perché mi sembra ancora
di essere in un sogno?
Se il mio amico mi vedesse,
mi rimprovererebbe.
Non sono abituato a comportarmi
in questo modo, a dire certe cose,
ma di fronte a te cambio completamente.
Sei ingiusta. Stai facendo l’egoista? (Smettila).
I tuoi occhi, il tuo naso, le tue labbra,
continuano a diventare sempre più belli,
non importa quanto io li possa fissare.
Sei ingiusta. Fermati qui.
Sei pericolosa, pericolosa, vacci piano.
Unfair-EXO
 
 
- Chanyeol -
 
Ieri sera devo essermi scordato di tirare le tende. Odio essere svegliato dai raggi del sole, soprattutto dopo essere andato a dormire molto tardi la notte precedente. Cerco di alzare la schiena dal letto e provare a stare seduto, devo comunque alzarmi per chiudere quelle maledette tende. Aaaaah, che mal di testa, non devo bere mai più come ho fatto ieri sera, ma sicuramente da lunedì in poi non ci saranno poi così tante occasioni. NaNa è davvero molto silenziosa quando dorme, faccio scorrere la mia mano sul letto cercandola. I miei occhi, che fino a qualche secondo fa non riuscivo minimamente ad aprire, si spalancano. Che diamine…? Dov’è andata? Sarà in bagno? In cucina? «Kim NaNa-ssi?», la chiamo ma nessuno risponde. Di scatto mi alzo dal letto, in bagno non c’è nessuno, lo stesso in cucina, in salotto, nel ripostiglio. Dove diamine si è ficcata? Subito nella mia mente balena un pensiero, possibile che se ne sia andata così senza dire niente? «Ah! Davvero incredibile! Se n’è andata senza dirmi niente! Che ragazza maleducata! Voglio dire… non che io pretendessi chi sa cosa ma abbiamo passato la notte insieme, poteva almeno degnarsi di aspettare che mi svegliassi e salutare prima di andare. Perché poi tutta questa fretta? Possibile… che non le sia piaciuto? Aaah! Cosa vado a pensare! Davvero non mi è mai successa una cosa del genere! Di solito le ragazze la mattina dopo, soprattutto dopo aver visto il mio appartamento, m’implorano di richiamarle al più presto. Kim NaNa-ssi, non capisco, davvero non ti è piaciuto? Mi sento così offeso!» *Dlin Dlon Dlin Dlon Dlin Dlon* Oh, il campanello! Sarà lei? Possibile che sia andata a comprare la colazione? Mi precipito alla porta. Non deve vedermi minimamente preoccupato, con nonchalance ChanYeol mi raccomando. Apro la porta «NaNa-ssi non dovev…» le parole mi muoiono in gola, che figuraccia. «NaNa-ssi? Chi è? Un’altra delle tue amichette della notte?», credo che MinSeok hyung abbia un nuovo hobby, quello di presentarsi a casa mia e disturbarmi ogni mattina. Sorvolo la sua domanda, lui si fa strada da solo e si dirige in cucina, lo seguo anche se di controvoglia. «Allora chi è questa NaNa-ssi? Sembravi così deluso quando hai visto la mia faccia», mi prende in giro. «Diciamo che è la tua faccia a deludermi hyung, ultimamente non porti buone notizie», continuo ad ignorare l’argomento “NaNa”. «Ah! Fammi indovinare, avete passato la notte insieme e lei se n’è andata senza neanche degnarti di uno sguardo o peggio, se n’è andata quando ancora tu dormivi», ok o è un veggente oppure ha istallato delle cc tv a casa mia e mi spia. «Tsk, ti pare possibile hyung? Le ragazze non possono dimenticarsi facilmente di un tipo figo come me, ti pare! Ahahahahah!», bluffo. A quanto pare, invece, sì che possono. Che amarezza! «Sarà ma lei non è qui e tu sembrava la stessi cercando. Magari ieri sera l’hai fatta ubriacare così tanto che lei alla fine è stata con te solo perché non capiva più niente e svegliandosi stamattina ha capito che in realtà non eri niente di che e se n’è andata, ahahahah», lo trova così divertente? «Hyung! Nessuno può trattare Park ChanYeol così!», gli urlo quasi contro. Giuro che quando la rivedrò gliela farò pagare cara. «Bè sì, come dici tu, comunque non sono venuto qui per sapere del tuo rapporto notturno con le donne, anche se da lunedì, come già ben saprai dovrai darti una regolata anche su questo. Sono venuto a portati i documenti che dovrai visionare prima di lunedì mattino, oh e anche la colazione, anche se potrei dire pranzo», cos’è un tentativo di mischiare l’amaro con il dolce? «Hyuuung ma è sabato e io ieri non ho dormito molto, voglio riposare! Hyung ti prego, non puoi spiegarmi tutto tu in cinque minuti, eh?», ci provo ma sono sicuro che non caverò un ragno dal buco, perché deve essere così perfetto e precisino?! «ChanYeol-ah, anzi, amministratore delegato Park, deve conoscere bene il luogo dove da lunedì presterà servizio per non arrecare danni ai suoi sottoposti e alle vendite, quindi, la prego di studiare diligentemente questo fine settimana», mi prende di nuovo in giro? «Hyung, non hai intenzione di parlarmi così sul serio, vero? Mi stai solo prendendo in giro, giusto?», non è serio, spero. «Amministratore delegato Park, io sono solo un suo sottoposto, è normale che mi rivolga a lei con un linguaggio consono e con i giusti onorifici», ok è impazzito definitivamente. «Hyung, finiscila di parlarmi così», lo guardo preoccupato. «ChanYeol-ah sto scherzando adesso ma sai che se ci saranno altre persone nei dintorni dovrò utilizzare un tono formale per non far parlare le malelingue. Cosa credi? Questa posizione da CEO che tu tanto odi, in realtà è la più ambita nel nostro centro commerciale, ovviamente. Nessuno capisce il motivo per cui il presidente abbia deciso di dare a te questa carica, è vero, sei suo nipote ma non hai nessuna esperienza in proposito. Io sono al tuo fianco per proteggerti, non puoi permetterti di fare nessun passo falso, stai tranquillo io starò sempre dietro di te ma anche tu devi impegnarti tanto, ok?», pronuncia mettendo, infine, una mano sulla mia spalla come per rafforzare il concetto. «Ok, hyung», devo ammettere disperatamente. Tutti si aspettano molto da me ma l’unica persona che non vorrei deludere sei proprio tu hyung. Il nonno sa bene come giocarsi le sue carte, per questo ha messo l’unica persona cui tengo della nostra azienda come mio vice, sa che farei di tutto pur di non vederti rovinato, soprattutto da quei ricconi che da tanto ti voglio fuori dalla compagnia solo perché la tua famiglia non è imparentata con nessuno della loro. Dannato vecchiaccio. «Adesso devo andare, devo sistemare le ultime cose per il tuo arrivo», dice allontanandosi verso la porta d’ingresso. Lo raggiungo, «Hyung, ogni tanto riposati anche tu, ok?», lui sorride solamente e chiude la porta alle sue spalle. Direi che mi si prospetta proprio un fantastico fine settimana. Mentre ritorno in cucina sento arrivare un messaggio su Kakao Talk. Apro, è BaekHyun, mi scrive di vederci alle 15, a quanto pare ha scoperto una pasticceria buonissima il “Roses’ Garden”, mah, proviamo questi dolci più tardi, mi porterò tutto il materiale che mi ha dato MinSeok hyung e lo leggerò lì.
 
Io e BaekHyun siamo seduti al nuovo locale da lui scovato. Abbiamo appena finito di ordinare, così nell’attesa che arrivino i nostri dolci, tiro fuori il malloppo dello hyung. «Hey, non mi dire che fai sul serio? Hai intenzione di leggere tutte quelle pagine?», mi guarda stranito BaekHyun. «Devo farlo, ti ho raccontato tutto per strada, no? Ho già letto metà malloppo, adesso non mi resta che l’altra metà», dichiaro soddisfatto. «Yah! Non credi di esserti calato troppo nella parte dell’amministratore delegato perfetto, non è da te, che ne sarà della tua batteria, eh? La lascerai sola per tanto tempo?», domanda sbalordito. «Ovviamente no, la sera ho intenzione di sgattaiolare via, senza che nessuno se ne accorga e venire a suonare con voi», dico continuando a sfogliare il materiale. «Pensi che MinSeok hyung ti lascerà scappare?», giusta osservazione. «È per questo che ho bisogno di una complice!», esclamo cercando la pagina riguardante la mia futura segretaria di direzione personale. «Che vuoi dire?», domanda perplesso BaekHyun. «Se io riesco a farmi amica la mia segretaria di direzione sarà più semplice imbrogliare il resto degli impiegati e anche MinSeok hyung». «E chi è questa segretaria? La conosci?», continua a domandare. «A dire la verità no ma in questo malloppo dovrebbe esserci il suo curriculum, m’informerò su di lei e vedrò come convincerla». «È questo che stai cercando adesso con tanta foga?», le sue domande oggi sembrano infinte. «Esatto», confermo, facendo scorrere le pagine velocemente. «Oh! Trovato», esclamo, provocando una certa curiosità al mio interlocutore. «Chi è? Chi è?» domanda insistente. Non posso crederci. «Chan-ah? Perché fai quella faccia? È qualcuno che conosci?», la mia espressione facciale deve aver tradito i miei pensieri. Non posso crederci che sia proprio lei. A questo punto non può che essere una spia mandata da mio nonno. «Io, Kim NaNa-ssi, te la farò pagare cara vedrai», mi sfugge ad alta voce, lasciando il mio amico di stucco.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
 
Aspetta, aspetta, aspetta, aspetta.
È difficile da spiegare, lei chi è? Lei cos’è?
Laggiù, laggiù, laggiù, laggiù.
Se cambi così velocemente
sarà difficile da gestire.
Rallenta, poi accelera.
Non c’è risposta, così guardo e basta.
Una ragazza che illumina la mia strada.
Non sei facile, sei una mega ragazza.
Oh baby, baby, baby,
sei pericolosa quanto elettrificante.
Transformer-EXO
 
 
- NaNa -
 
«NaNa-ya, puoi andare a prendere l’ordinazione di quei due ragazzi che si sono appena seduti al tavolo 12?», mi chiede mia madre dall’altro lato del grande bancone della nostra caffetteria. Il fine settimana sono praticamente obbligata ad aiutarli, perfino il mio fratellino SeonHo di 10 anni è costretto a dare una mano, per via delle numerose persone che affollano la nostra caffetteria nel fine settimana. «Ok omma», rispondo dirigendomi al tavolo 12. A metà percorso i miei piedi si bloccano automaticamente. Non può essere! Non può essere lui, giusto? Oh mio Dio, no, lo è eccome! Ne sono sicura, quello che vedo tutto sorridente è BaekHyun-ssi, sento anche chiaramente la sua voce e quello di spalle, ne sono sicura, è lui. Aish, che diamine ci fanno qui? È possibile che sia venuto qui per me? No, no, non è possibile, sono sicura di non aver accennato nulla riguardo al Gardens’ Roses. Accidenti, non posso prendere quest’ordinazione. Non posso incrociare il suo sguardo, mi vergognerei troppo e poi se avesse raccontato tutto al suo amico? Ah! Che imbarazzo. Non posso, non posso. «NaNa-ya che stai facendo lì imbambolata? Vai, presto!», come se fosse facile omma! Devo trovare una scusa e nascondermi subito! «O-omma, devo andare in bagno subito, vai tu per favore», non finisco la frase che all'istante corro verso il bagno privato. Devo aver scioccato mia madre parecchio, be’, poco importa, lei pensa già che io sia strana. Chiudo la porta a chiave. Come si è potuta creare una situazione del genere? Accidenti! Cosa faccio adesso? Non posso certo restare chiusa qui fino a quando andranno via. Con così tante caffetterie che si trovano nelle vicinanze per forza qui dovevano fermarsi a prendere qualcosa? Destino beffardo, perché mi fai questo? Il mio telefono ha appena vibrato, chi sarà? Sblocco lo schermo, un messaggio su Kakao Talk da parte di HaeRi. - Amica, sto per arrivare in caffetteria, prima quando mi hai chiamato non ho capito bene cosa è successo tra te e il batterista, eri così agitata e tua madre ci ha interrotto perché dovevi andare ad aiutare. Arrivo così vi do una mano e nel frattempo mi racconti tutto nei dettagli ;-) - Omo! Devo uscire e fare in modo che non la vedano. Esco cercando di dare meno nell’occhio possibile. «Noona perché cammini così? Stai giocando a nascondino?», mio fratello! Mi ha fatto prendere un colpo! In effetti, vista dall’esterno la mia situazione attuale potrebbe sembrare alquanto ridicola ma che altro posso fare se non questo? «Yah! SeonHo-ya fai finta che io qui non ci sia, ok? Vai avanti, fai quello che devi fare e ignorami, ok?», spero che recepisca il messaggio. «Noona perché parli piano?», no, mi sa che non ha recepito. «Ah! Ho capito non vuoi farti vedere da quei due hyung che sono entrati prima? Quelli di cui stavi per prendere le ordinazioni?», ha recepito benissimo ma come al solito vuole divertirsi mettendomi i bastoni fra le ruote. Davvero fratellino dovresti trovare altri passatempi rispetto a quello di prendere in giro la tua sfortunata noona. «Ok, ho capito, cosa vuoi in cambio?», domando, infine, esasperata. «Un nuovo gioco per la playstation?», domanda con fare angelico come se nulla fosse. «Sei impazzito? Sai quanto costa? ». «Oh, credo sia arrivato il momento di portare al tavolo quello che hanno ordinato quei due hyung, ommaaaaa, credo che noona sia uscita dal bagno può farl…», quella dannata boccaccia, cerco di bloccarla al più presto con le mie mani, lasciando mio fratello in grado di emettere solo versi. Si stava meglio quando era ancora un piccolo feto! «Ho capito, ho capito. Ti comprerò quello che vuoi quando arriverà il mio primo stipendio ma almeno cerca di aiutarmi fino a che non andranno via, ok?», chiedo con il tono di chi è stato appena condannato a morte. Mio fratello mi guarda soddisfatto. «Noona te l’ho mai detto che sei la sorella maggiore migliore del mondo?», afferma alzando il pollice. Piccolo teppista con il volto d’angelo! «Omoni! Salve, dov’è NaNa-ya?», oh la voce di HaeRi. Non posso permettere che la vedano. «Presto vai subito a chiamarla, portala qui e fai in modo che non la veda nessuno. Questo gioco dovrai guadagnartelo fratellino», dico a SeonHo. Lui obbedisce senza dire una parola, è davvero sveglio per essere semplicemente un bambino delle elementari. Dopo qualche secondo HaeRi si avvicina, le intimo di abbassarsi e assumere così la mia stessa posizione vicino al bancone. «Yah! Ma che stai facendo? Perché ci stiamo nascondendo?», ecco che inizia il suo interrogatorio. «Stai un attimo calma e ti spiegherò tutto. Intanto cerca di parlare piano. Girati e guarda verso destra, al tavolo numero 12. Non farlo subito. Fai con nonchalance, mi raccomando», inizialmente HaeRi sembra non capire ma non appena si gira nella direzione che le ho indicato capisce subito. «Omo, NaNa-ya, cosa ci fanno quei due seduti lì? Eh?», chiede sbalordita. «Se lo sapessi credi che mi troverei in questa posizione qui con te?», le faccio notare. «Se non vuoi farti vedere deve essere successo qualcosa di grosso tra te e quel batterista, giusto? Spara, spara, che è successo? Che è successo?», ancora domande a raffica. «HaeRi-ya, quello che è successo ieri, voglio completamente dimenticarlo, voglio dimenticare tutto, non pensavo che lo avrei rivisto», se solo ieri… fossi stata più in grado di controllarmi. «Che vuoi dire? Vi siete baciati ed è un pessimo baciatore?», domanda maliziosa HaeRi. Pessimo baciatore? Magari lo fosse stato. È stato colpa di quel primo bacio se non sono più riuscita a prendere il controllo del mio corpo. Sento il mio volto bruciare. «Hey, perché sei diventata rossa? L’hai baciato sul serio? Io dicevo così per prenderti in giro. Non è da te baciare un ragazzo la prima volta che uscite insieme», a dire la verità prima di ieri sera non erano da me molte cose. Tipo andare a casa di uno sconosciuto e finire nel suo letto. «Aspetta, perché non rispondi e stai diventando sempre più rossa? Non dirmi che c’è stato qualcosa di più!», esclama sconvolta HaeRi. «HaeRi-yaaaa c’è stato qualcosa di più del di più che stai pensando», confesso imbarazzatissima lasciando HaeRi senza parole, il che non è qualcosa che succede spesso. Continua a fissarmi con occhi spalancati. «Tu non ci sei finita a letto, vero?», vorrei poter rispondere affermativamente a questa domanda. Ma credo che tacere sia la soluzione migliore. «Yah! Non posso crederci! Dov’è finita la ragazza che sogna l’amore romantico 24 ore su 24 al giorno? Omo! Non posso davvero crederci, ti ha drogata per caso?». «Yah! Che razza di domande sono? Ovvio che no!», affermo sconvolta. «E allora come diamine ha fatto? Non posso davvero crederci», il bello è che non riesco a crederci anch’io. «E allora che intendi fare? Nasconderti ogni volta che lo incontri? NaNa-ya non è mica la fine del mondo. Succede a tante persone, benvenuta nel mondo degli adulti», sapevo che avrebbe sminuito la cosa. «Lo sai che per me non è così!», cerco di farla ragionare. «NaNa-ya non puoi nasconderti per sempre, e poi quel suo amico BaekHyun-ssi è davvero simpatico e carino, non mi sarebbe dispiaciuto provarci con lui». «Yah! Non dire mai più una cosa del genere. Non voglio più vederlo e lo stesso vale per i suoi amici. È troppo imbarazzante. Infondo Seoul è una citta grande… ci vivono così tante persone e poi da lunedì inizierò a lavorare in azienda, non avrò molto tempo per venire ad aiutare i miei o gironzolare in giro, quindi, le possibilità di incontrarlo si riducono. Sono fiduciosa, il destino non può essere così cattivo con me. Non lo vedrò più ne sono sicura», affermo, lasciando HaeRi talmente perplessa da non essere in grado di rispondere. Sì, ne sono certa non lo rivedrò più. Questo è il bello di stare in una metropoli, giusto? Non è facile incontrare degli “sconosciuti” per più di due volte! Intanto mio fratello ha appena finito di servire il loro tavolo e passando davanti a me ed HaeRi scoppia in una risata fragorosa. Deve trovare la situazione davvero divertente. Aish!
 
Finalmente lunedì mattina. Oggi mi sono alzata presto, come da manuale. Ho tirato su i capelli in un’acconciatura sobria. Ho indossato il completo regalatomi dai miei genitori per aver ottenuto il lavoro che tanto desideravo, con la speranza di poter essere assunta definitivamente. Il responsabile del personale, Kim JongDae-ssi, è stato molto gentile con me, mi ha cortesemente e con tanta pazienza spiegato le mie mansioni, che erano comunque quelle che mi aspettavo, devo in concreto organizzare al meglio le ore di lavoro del nostro CEO e accompagnarlo ovunque. Anche per lui è il primo giorno. Sono davvero curiosa di conoscerlo, chissà che tipo sarà. È anche il nipote del presidente della Park’s Enterprise. Devo puntare su di lui se voglio restare in questa compagnia. «Scusa un attimo, NaNa-ssi, il mio telefono sta squillando». «Oh prego, risponda pure responsabile Kim», è davvero gentile. Sembra essere una persona molto solare. Sono fortunata ad avere incontrato un responsabile del genere. Dopo aver chiuso la chiamata si volge verso di me «Kim NaNa-ssi, a quanto pare il CEO non vuole perdere tempo e desidera conoscerti subito», afferma posando il suo cellulare nella tasca da dove lo aveva uscito. «O-ok», non posso far altro di rispondere. Ci incamminiamo verso l’ufficio del CEO. È normale che voglia conoscermi subito, giusto? In fondo sono la persona che si occuperà di tutto il suo da fare, è normale, non devi avere paura NaNa, mostrati sicura. «Kim NaNa-ssi, il nostro CEO è davvero molto giovane ed è alla sua prima esperienza, onestamente penso che non desiderasse affatto la sua carica attuale, quindi, ti prego di essere comprensiva con lui, ok?», che razza di consiglio è? Non vuole fare il CEO? Non credo di aver mai incontrato una persona simile. Faccio solamente un cenno di consenso con la testa alla sua richiesta. Davvero assurdo, non posso far altro di pensare. Arrivati davanti la porta dell’ufficio del CEO, un uomo in completo ci accoglie. «Piacere sono il vice CEO Kim MinSeok», pronuncia porgendomi la mano destra. «Piacere, Kim NaNa», dico porgendo a mia volta la mano destra per stringere quella di lui. «Bene, entriamo?» domanda il responsabile Kim. «In questo momento il CEO ha espressamente richiesto di voler discutere a quattr’occhi con la sua segretaria», afferma il vice CEO Kim. Perché da soli? È l’unica cosa che riesco a pensare adesso. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
 
Sono cattivo, mi piace fare le cose
che mi dicono di non fare.
Come ho già detto,
il gioco non è ancora iniziato.
Tirami e spingimi ancora di più.
Sono sicuro che vincerò io.
Ogni giorno, ho a che fare
con un nuovo tipo di solitudine.
Oh, non posso fermarmi.
Ma lo stesso vale per te,
non vuoi perdermi, vero?
Playboy-EXO
 
 
- Chanyeol -
 
È già da due ore che sono seduto in questa dannatissima sedia. Non ne posso più. Non è davvero da me stare seduto a leggere e firmare scartoffie tutto il giorno. Maledetto vecchiaccio. Dannazione! «Hyung, fino a quando dovrò stare qui seduto a leggere e firmare? Non ci sono cose più interessanti da fare?», domando in cerca di un barlume di speranza. «ChanYeol-ah, sei venuto qua per giocare o per lavorare?», che domanda davvero simpatica. «Secondo te? Io vorrei solo non stare seduto tutto il tempo, non posso visitare… che so… i vari reparti, gli uffici o cose così insomma», ci provo. «Lo farai più tardi, per adesso finisci di leggere e firmare quei documenti», afferma con indifferenza. Aaah! Prevedo giorni noiosi all’orizzonte. O forse no? «Hyung?». «Mh?». «La mia segretaria è già arrivata? So che anche per lei oggi è il suo primo giorno», vediamo di rendere più divertente questa giornata. «Sì, è arrivata stamattina, in questo momento è con JongDae-ya, le starà illustrando le sue mansioni», un sorriso si disegna automaticamente sul mio volto. «Hyung, non è che potresti chiamare JongDae-ya e farla venire qua? Vorrei conoscerla adesso se non ti dispiace». «Perché proprio adesso? Hai ancora un giorno pieno a disposizione per incontrarla, lasciale il tempo di capire ben bene quello che dovrà fare, non metterti in testa di fare il capo ossessivo o cose del genere», io credo che abbia istallato una cc tv nel mio cervello! Ma che ne sa lui dei miei piani e di quello che mi è successo. È troppo perspicace questo ragazzo, devo deviare questi suoi pensieri in qualche modo. «Oh hyung! Ti sembro per caso il tipo? Voglio solo conoscerla e rassicurarla nel suo primo giorno, voglio semplicemente spiegarle che anche per me è la prima volta, voglio solo lavorare con lei in maniera serena e mi pare opportuno conoscerla al più presto, tutto qui, davvero hyung», spero di convincerlo. Ho bisogno davvero di un diversivo al momento. «Ok, va bene. La farò venire qua con JongDae-ya», esclama alla fine. «Ma… hyung, voglio incontrarla a quattr’occhi per piacere, anche tu esci dalla stanza quando arriverà, per favore», alza finalmente il suo sguardo dalla scrivania in cerca del mio «Come scusa?», domanda perplesso. Mi schiarisco la voce «Mh, Mh. Vice CEO Kim stai andando contro il volere di un tuo superiore?», affermo con finta aria solenne. «Ah! Adesso non sono più hyung ma il vice CEO Kim? Chi era quello che fino a ieri supplicava di non usare un linguaggio formale tra noi? Vedo che il potere in due ore ti ha già dato di volta al cervello», non rispondo alla provocazione. Cosa potrei dire in mia discolpa? Mi annoio, ho bisogno di un passatempo e quella segretaria è la persona giusta. Ho un conto in sospeso con lei. Non gliela farò passare liscia per aver lasciato Park ChanYeol solo in un letto ed essersene andata senza salutare. Devo anche capire se è una spia mandata da mio nonno, il che lo sento molto probabile, come faceva a sapere tutti quei dettagli su di me e sulla mia band? Devo indagare. MinSeok hyung si alza dalla sua sedia, mi guarda perplesso e si dirige fuori dalla stanza. In fondo, essere il capo non è poi così male, penso soddisfatto. Comunque adesso devo riflettere su cosa dirle quando varcherà la soglia di quella porta. E se non mi riconoscesse? Oh andiamo, non può essere. Voglio dire, mi sembrava abbastanza attratta da me. E se fosse stata costretta a fingere da mio nonno? Mmmmh, ma si possono fingere certe emozioni? Non so, sono abbastanza confuso. Cosa farà quando mi vedrà seduto su questa sedia? Basta! Quando arriverà vedrò cosa fare. Mi farò guidare dal momento. Dopo qualche minuto la porta si apre, subito giro la sedia verso la grande vetrata che c’è nel mio ufficio, in modo da darle le spalle e non farmi riconoscere subito, sempre se lei non sappia già che io sia qui. «CEO Park? Piacere, sono la sua segretaria di direzione Kim NaNa», afferma con tono formale. Faccio ruotare la mia sedia verso la sua direzione, i nostri sguardi s’incrociano. La sua reazione è un misto tra il sorpreso e il confuso. Si porta automaticamente le mani alla bocca. Davvero non sapeva che io ricoprissi questa carica al Park’s o sta solo fingendo? «Piacere, sono l’amministratore delegato Park ChanYeol», pronuncio con indifferenza alzandomi dalla sedia e avvicinandomi verso la sua direzione. Così come io mi avvicino, lei indietreggia. Tiene gli occhi spalancati su di me. Se sta fingendo di essere sorpresa ci sta proprio riuscendo bene, potrebbe addirittura vincere un oscar con un’interpretazione del genere. I suoi piedi sono costretti a fermarsi a causa della libreria alle sue spalle. È arrivata in un vicolo cieco. Continuo ad avanzare verso di lei. Devo scoprire la verità. Con le mie braccia blocco completamente le possibili vie di fuga. I nostri volti sono davvero vicini, posso perfino sentire il suo respiro agitato su di me. Probabilmente a causa dell’imbarazzo distoglie lo sguardo e le sue guance si colorano di un rosso che adesso so che non dipende dall’alcool. «C-CEO P-Park, l-la prego di allontanarsi», pronuncia con un fil di voce. «CEO Park?», ribatto a mia volta. «Non mi pare questo il modo con cui ti rivolgevi a me venerdì sera, o forse dovrei dire sabato mattina?», non vorrei metterla in questa situazione spiacevole ma io devo assolutamente capire se è una spia o meno e poi devo comunque vendicarmi per avermi lasciato a letto solo come un idiota. «I-io non capisco a cosa si sia stia riferendo», ah, bene la mette su questo piano. «Ah! Mi stai dicendo che ti ho scambiato per un’altra?», domando sarcastico. Lei non risponde, prova solamente a schiarire la sua voce. «Hai bisogno di un aiutino per ricordare?», le domando con un ghigno sulle labbra. Mi avvicino ancora di più, le mie mani si dirigono verso il suo volto. La sua espressione è sempre più agitata. Questa è semplicemente la giusta punizione per come mi ha trattato ma perché il mio cuore batte così velocemente? A dire la verità non era minimamente la mia intenzione baciarla oggi e qui ma adesso credo di star perdendo nuovamente il controllo di me stesso. Questa ragazza è davvero pericolosa, devo ricordarmene. Proprio quando le mie labbra sono sul punto di sfiorare le sue, NaNa, in maniera estremamente goffa mette davanti alla mia faccia il blocco di appunti che sta tenendo in mano. «C-CEO P-Park, non credo davvero di averla incontrata prima, io non sono davvero il tipo di ragazza che fa questo genere di cose con il suo capo il primo giorno di lavoro, quindi, la prego, di non rivolgermi ulteriormente questo tipo di attenzioni. Le dico solo che non ci siamo mai incontrati prima di oggi, spero che anche lei capisca che sia davvero così. Adesso credo che il responsabile Kim debba continuare ad illustrarmi il resto delle mie mansioni, quindi, se non le dispiace vorrei raggiungerlo. Ci siamo presentati, è tutto per il momento, giusto?», adesso sono io a fissarla sbalordito. Insiste ancora sul fatto di non conoscermi. Che sia una spia o no devo almeno congratularmi con lei per la sua recitazione, se qualcuno vedesse questa scena da fuori penserebbe davvero che sia così e passerei per un capo che ci prova spudoratamente con la propria segretaria. Mi allontano leggermente, tanto da farle permettere di sgattaiolare via ed è quello che subito fa, lasciandomi in quella ridicola posizione con un’altrettanta espressione ridicola. Kim NaNa-ssi, non sei davvero un tipo facile tu. Chi diamine sei? E soprattutto dannato cervello perché continui a pensare che quell’espressione imbarazzata sia così carina? Vorrei davvero che facesse quell’espressione sempre e solo dinanzi a me. Adesso sì che sono diventato completamente ridicolo. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
 
 
I modi in cui mi facevi ridere,
li allontano dalla mia testa ed esco,
anche se mi sento vuoto.
È tutto a posto, va bene, nessuna bugia,
senza rimpianti mi allontano da te.
Provo ad andarmene ma torno indietro.
Mi butto lontano, ma alla fine, boomerang,
di nuovo torno indietro.
Ritorno come un boomerang,
come se lo avessi promesso.
Boomerang-EXO
 
 
- NaNa -
 
Esco di corsa dalla stanza del CEO. Non riesco davvero a crederci. Non può essere davvero lui. Che razza di scherzo del destino è mai questo? «Destino, perché sei così crudele con me?». Subito realizzo di averlo pronunciato ad alta voce e non nella mia testa. I due uomini che stavano aspettando che io uscissi mi guardano incuriositi. «Kim NaNa-ssi? Tutto bene?», domanda preoccupato il responsabile del personale Kim, dal suo volto sembra che anche il vice CEO Kim stesse per farmi la stessa domanda. Accidenti! Che imbarazzo! Perché quel Park ChanYeol deve sempre mettermi in queste situazioni? «Ah, no, niente scusatemi, stavo solo pensando ad alta voce ad un evento accaduto qualche giorno fa, niente di preoccupante, sul serio. Tutto ok», affermo fingendo di essere più calma possibile. Sorrido ai miei interlocutori, dalle loro facce deduco che non siano molto convinti della mia risposta ma allo stesso tempo non sembrano interessati e, quindi, fanno finta di credere alla mia vaga replica. Per essere il primo giorno di lavoro, davvero non c’è male, non poteva iniziare in modo migliore. Aish!
 
Sono quasi le 20. Il mio turno di lavoro sarebbe dovuto già finire due ore fa ma a quanto pare ogni giorno dovrò fare straordinari, davvero ciò che amo di più. A parte questo piccolo particolare e l’altro grande particolare, in altre parole l’identità del nostro CEO, il lavoro mi piace molto. Spero di poter essere assunta definitivamente, anche se la vedo molto dura. Il responsabile Kim mi ha appena congedato e anche lui sta per staccare da lavoro e uscire dal Park’s, sono rimasta da sola nella stanza che condivido con altre segretarie, saranno già andate via. Decido di raccogliere tutte le mie cose, in particolare i mie preziosi appunti di oggi e lasciare anch’io questo posto. Proprio quando sto per aprire la porta e uscire ecco che suona il telefono dell’ufficio. Non posso ignorare la chiamata, anche se sono oltre le ore di lavoro, sarebbe poco professionale e poi è il mio primo giorno devo farmi vedere operosa. A malincuore rispondo alla chiamata sperando di non dover continuare gli straordinari. «Pronto? Qui parla la segretaria del CEO, Kim NaNa», rispondo formalmente. «Sto chiamando al telefono del tuo ufficio, so già chi sei, c’è bisogno di perdersi in inutili presentazioni?», di certo questa voce non ha bisogno di presentazioni. Perché diamine mi sta cercando a quest’ora? «Amministratore delegato Park, ha bisogno di qualcosa?», ignoro il suo rimprovero precedente, devo mostrarmi gentile e professionale se voglio davvero tenermi questo posto di lavoro. «Dato che lo stai chiedendo, sì, ho bisogno di qualcosa, vieni subito nel mio ufficio», afferma perentorio, chiudendo subito la chiamata senza darmi il tempo di replicare. Cosa vorrà stavolta? Spero sul serio che non voglia continuare il discorso intrapreso stamattina. Ho fatto finta di non conoscerlo. Spero che abbia recepito il messaggio. Non voglio iniziare il mio nuovo lavoro con una macchia così grande nel mio curriculum. Continuerò su questa strada. È troppo imbarazzante, nessuno deve venire a sapere quello che c’è stato tra di noi.
Busso alla sua porta. «CEO Park? Sono Kim NaNa», avverto prima di aprire la porta. La stanza è completamente al buio, che sta succedendo? «CEO Park?», continuo a domandare. Ad un tratto sento una mano tapparmi la bocca, chi diamine è? Sto iniziando ad avere paura. Vorrei gridare ma non ci riesco. Che faccio? «Sssssh, sono io, ChanYeol», mi tranquillizzo un po’ a sentire la sua voce però devo dire che la situazione non è altrettanto rassicurante. Lo guardo sbalordita. Lui si accorge del mio stupore «Tranquilla, ho spento le luci perché deve sembrare che non ci sia nessuno qui dentro, per MinSeok hyung, cioè voglio dire per il vice CEO Kim io sono andato a leggere dei vecchi documenti nella sala archivi», perché mi sta dicendo questo? E soprattutto perché mi ha chiamato qui? «Stai tranquilla non voglio farti del male o robe simili, mi serve semplicemente il tuo aiuto», la mia espressione facciale deve aver tradito i miei pensieri, deve aver letto la mia preoccupazione attuale. «C-cosa potrei mai fare io?», prima di rispondere alla mia domanda, prende la mia mano e m’indica di sedere vicino a lui per terra in un angolo della stanza. «Kim NaNa-ssi…» inizia a pronunciare, «Io non so chi tu sia esattamente, non so se sei una spia mandata da mio nonno o semplicemente una sconosciuta che mi è capitato d’incontrare per pura casualità venerdì scorso…», «Spia? N-no, no assolutamente no, i-io non ho mai incontrato suo nonno… e poi io d-davvero… non l’ho mai incontrata prima di oggi…», le parole non sembrano voler uscire facilmente oggi dalla mia bocca. «NaNa-ssi, perché ancora insisti su questa storia? Sarò sincero con te, mi manda in bestia tutta questa storia che tu faccia finta di non conoscermi, ma mi manda ancora più in bestia il fatto che tu mi abbia lasciato solo in un letto come un idiota sabato mattina, vorrei domandarti il perché ma tu continui con questa inutile farsa», perché deve essere così diretto? Che vuol dire lasciato solo in un letto come un idiota? L’idiota semmai sono io che stavo per morire dall’imbarazzo, non sarei sopravvissuta ad un risveglio con lui accanto. «I-io, non so… gliel’ho detto…», mi sembra di camminare su un terreno scivoloso e cadere da un momento all’altro. «Quindi, vuoi dire che per te quello che è successo tra di noi è una cosa da niente? Una cosa che è possibile dimenticare come se nulla fosse? Certo, da una parte comprendo il tuo parere, anche a me è successo altre volte di stare con donne che l’indomani mattina non ho più rivisto, non ricordo neppure i loro nomi, ma con te, credevo fosse leggermente diverso, cioè quell’attrazione esplosiva non era a senso unico, giusto? L’hai provata anche tu, non è vero? Non si può arrivare a fingere tutto questo, oppure mi sbaglio?», cos’è quello sguardo da cane bastonato? In questo momento ho una voglia matta di stringerlo forte tra le mie braccia e dirgli di quanto per me sia stata speciale quella notte passata insieme. Ma a che scopo? Che prospettive future abbiamo? Lui è un CEO, appartiene ad una delle famiglie più importanti del paese, io non sono degna di legargli neppure i lacci delle scarpe, sono una misera segretaria e figlia di genitori che possiedono un’insulsa caffetteria. Cosa potremmo mai costruire insieme con delle premesse del genere? L’unica cosa è continuare sulla strada che ho scelto, continuare a fingere ma perché le parole sembrano non voler uscire dalla mia bocca? Lui si alza «Ok, ho capito, continua a mentire, sarà un problema che affronteremo più avanti. Adesso ho bisogno del tuo aiuto e soprattutto voglio metterti alla prova», alle sue parole decise appena pronunciate scatto in piedi. «Aiuto? Mettere alla prova?», che vuole dire? «Sai benissimo che suono in una band ma ovviamente farai finta di non saperlo. Oggi abbiamo uno spettacolo, dovrai aiutarmi ad uscire da qui senza che gli altri e soprattutto senza che il vice CEO Kim se ne accorgano, se farai bene ciò, capirò che almeno non sei una spia mandata da mio nonno», pronuncia solenne. Eeeeeh? E come dovrei fare?  

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
 
Mi sono aperto completamente a te.
I miei occhi, la parte più
profonda del mio cuore.
In un mondo chiuso dove
non esiste la più piccola crepa.
Questo è l’unico luogo aperto a te.
Loro non lo sapranno mai.
Di un mondo completamente diverso,
che solo noi possiamo assaporare.
Loro non lo sapranno mai.
La ragione per cui siamo
diventati talmente intimi.
They Never Know-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Non so ancora se posso fidarmi completamente di NaNa. Di certo se questa serata passerà liscia senza intoppi e lo stesso la giornata seguente allora posso almeno pensare che non sia una spia mandata da mio nonno. Intanto è appena finita la prima parte dell’esibizione. NaNa ha assistito all’esibizione seduta ad un tavolo tutta sola. Sono stato troppo duro con lei? Il piano è stato quello di far credere a MinSeok hyung che avevamo un appuntamento per cena con un cliente venuto dall’estero per discutere di un possibile contratto futuro tra le nostre compagnie. Ovviamente hyung non poteva minimamente immaginare che NaNa potesse mettere in atto tutto ciò per farmi sgattaiolare via e raggiungere la mia band. Come ha fatto ad abboccare così facilmente alle sue parole? Io non riesco mai a fregarlo. Cosa diremo domani quando ci chiederà del contratto? Diremo che le premesse non erano ottime così abbiamo lasciato correre. Non so se sia stata un’idea geniale o meno ma posso comunque dire che si è rivelata ottima per scappare e raggiungere la mia adorata batteria. Quindi, per adesso, va bene così. Ho obbligato NaNa a restare con una stupida scusa, che forse con il senno di poi potrei davvero definire idiota ma era l’unico modo che avevo per farla restare. Vorrei metterla con le spalle al muro facendole rivivere i momenti di venerdì sera mettendola in una posizione tale da non poter più mentire sul fatto che ci siamo conosciuti prima di stamattina. «Chan-ah!», la voce di BaekHyun mi ridesta dai miei pensieri. «Mmh?», lo guardo con fare interrogativo. «Ma quella non è Kim NaNa-ssi? L’altra volta mi dicevi che è diventata la tua segretaria. Sei riuscito a capire se è una spia o no?», il solito impiccione. «Ancora no, ma se sono qui ci sono buone possibilità che non lo sia», domando fingendomi disinteressato. «Ma perché l’hai portata qui con te?», ma cosa gliene importa di chi mi porto dietro. «Solo per rafforzare il piano di fuga». BaekHyun mi guarda e scoppia a ridere «Sì, certo come no. Ahahahahah!», che cosa vuole insinuare? Lo fulmino con lo sguardo. «Ok, ok, è come dici. Ma non ci sarebbe la possibilità di chiamare la sua amica HaeRi-ssi? Tu alla fine hai concluso qualcosa con NaNa-ssi, io, invece, non ho ancora concluso niente con la sua amica, e non mi dispiacerebbe davvero provarci con lei» «No! Assolutamente no! La situazione è già abbastanza complicata così, non metterti nel mezzo anche tu con le tue storie mal riuscite», ci manca solo questa! «Yah, così mi offendi, tks, storie mal riuscite. Sta parlando il grande esperto in amore che è costretto a sotterfugi per invitare la ragazza che gli piace ad uscire» «R-ragazza che m-mi piace? Ma che diamine stai dicendo Baek-ah?», è impazzito! Ragazza che mi piace? È completamente fuori di testa. «Così vuoi dire che non provi niente per NaNa-ssi? Ah! Ma a chi vuoi darla a bere? Ti conosco come le mie tasche, caro mio», odio quando pensa di sapere tutto su di me, anche se alla fine ci azzecca sempre ma certamente questa volta non è così. Il mio rapporto con NaNa non ha nulla a che fare con l’amore, è… è… qualcosa di complicato e basta. «Baek-ah per favore finisci di dire sciocchezze e torna alla tua postazione che stiamo per iniziare», lo ammonisco. Lui lancia ancora un ghigno verso di me e si allontana. Ragazza che mi piace… tks, come no.
 
Anche la seconda parte dell’esibizione è finita. Adagio delicatamente la mia batteria nel furgoncino che la riporterà alla nostra sala prove. «Hyung, stiamo andando a bere qualcosa ti va di venire con noi?», mi chiede il maknae dal sedile posteriore del furgoncino. «No, oggi passo, domani dovrò alzarmi presto», non posso lasciare che NaNa ritorni a casa da sola e poi non posso sul serio fare tardi. «Lascia stare SeHun-ah non vedi che il nostro hyung è diventato un vecchio già al suo primo giorno di lavoro?» «Yah! JongIn-ah vuoi che colpisca il tuo bel faccino, eh?», questi maknae non sanno davvero portare rispetto. «Lasciatelo stare, stasera il vostro hyung ha cose più importanti da fare», afferma maliziosamente BaekHyun. «Oh, c’entra la ragazza che hai portato con te per caso hyung?» «Ma tu SeHun-ah gli affari tuoi mai, eh? Andate, andate, che si è fatto tardi», dico agitando la mia mano. JunMyun mette in moto il furgoncino, «Yah! Ricordati di procurarmi il numero dell’amica!», urla BaekHyun con la testa fuori dal finestrino. Non ci penso minimamente, sarebbe davvero una coppia super esplosiva e non voglio assolutamente esserne l’artefice. Mi giro per tornare dentro il locale e raggiungere NaNa. Omo! Che spavento è proprio davanti a me. «I tuoi amici sono andati via?», mi chiede con aria innocente. «Sì, proprio adesso», rispondo cercando di sembrare più naturale possibile. Spero davvero che non abbia sentito le ultime parole di BaekHyun. «Adesso CEO Park posso tornare a casa?», ancora questa formalità. Sto odiando davvero il fatto che lei mi tratti con tutto questo distacco dopo quello che c’è stato tra di noi. «Ti va di cenare insieme? Non abbiamo avuto neppure il tempo di mettere qualcosa sotto ai denti per venire qua», mi sento in colpa, vorrei almeno sdebitarmi per questa sera e per quello che è successo stamattina. La vedo tentennare un po’. «Non so se proprio sia il caso, si è già fatto molto tardi», sembra proprio che voglia scappare da me. «Insisto, non posso farti andare via senza neanche offriti del cibo, che razza di capo sarei?», meglio metterla su questo piano “capo-dipendente” così non potrà rifiutare facilmente. «I-io, non saprei…», sembra ancora indecisa. La afferro per una mano «Andiamo, prenderemo qualcosa in un fast food così torneremo presto a casa, stai tranquilla. Non puoi opporti, è il tuo capo che te lo chiede», ci sto prendendo la mano con tutta questa storia del potere. Lei non ribatte e si limita a seguirmi silenziosamente. Senza pensarci le ho preso la mano, è possibile che basti questo semplice tocco a scombussolarmi? Fortunatamente riesco a far finta di niente. Con la coda dell’occhio riesco a vedere le sue guance tingersi di rosso, è di nuovo imbarazzata, che carina, non riesco a far altro di pensare quando la vedo in questo stato e mi sfugge un sorriso, fortunatamente lei è dietro di me e non può vedermi, mi prenderebbe per pazzo sicuramente.
 
Ci fermiamo in un fast food come da promessa, ordino per entrambi e porto tutto al nostro tavolo. «Ecco il tuo menù», le dico passandole il tutto, lei fa solo un cenno di assenso con il capo. Dopo qualche minuto di silenzio scomodo, la sento pronunciare «CEO Park…» «Per favore adesso solo ChanYeol, se non ti dispiace», la blocco immediatamente, spero davvero di poter mettere fine a questa stupida farsa tra di noi. Lei sembra pensarci su qualche minuto per poi continuare «ChanYeol-ssi, per caso l’amica cui si riferiva BaekHyun-ssi è HaeRi-ya?», mi sa che ha proprio sentito ciò che quell’idiota diceva. Aspetta, aspetta, se ha pronunciato il nome di BaekHyun e di HaeRi-ssi, vuol dire che sta ammettendo che ci siamo conosciuti prima perché oggi non c’è stata nessuna interazione tra lei e BaekHyun e io non potrei mai conoscere la sua amica se non ammettesse che ci siamo già conosciuti prima. Subito la guardo con occhi indagatori «Tu, finalmente lo stai ammettendo che ci siamo conosciuti prima!», esclamo ad alta voce, facendo girare non poche persone verso il nostro tavolo. NaNa abbassa lo sguardo, sempre più imbarazzata. Probabilmente si è tradita da sola senza rendersene conto. «Ecco io… no… cioè…», la sento farfugliare e subito mi scappa una rumorosa risata. «Finalmente! Non credevo di poter più reggere questa farsa ancora per lungo», affermo contento. Le sue guance diventano sempre più rosse, ho già detto che le adoro? «Non guardare giù, guardami negli occhi. Vuoi finalmente spiegarmi perché hai messo in scena questa pagliacciata da stamattina?», domando incuriosito. «Io… ecco… per la troppa vergogna!», esclama infine, portandosi le mani sul volto. Allora era solo per questo? Non sarà lo stesso il motivo per cui se n’è andata di mattina presto sabato? «Non dirmi allora che tu, sabato mattina sei scappata via per lo stesso motivo?», domando ancora incredulo. Come risposta nasconde ancora di più il suo volto tra le mani. Accidenti! Quanti film mentali mi sono fatto per una stupidaggine. Non posso far altro che ridere. «Yah! Togli quelle mani dal volto per favore! Ahahahah, non c’è niente di cui vergognarsi, sul serio», davvero non riesco ancora a crederci. Prendo le sue mani tra le mie «Kim NaNa-ssi, basta, non devi vergognarti, siamo solo tu ed io qui, non devi vergognarti per quello che è successo», alza finalmente il suo sguardo che incontra il mio. Sembra che possa piangere da un minuto all’altro. «Io, davvero, non sono solita a tutto questo, so che probabilmente non mi crederai dopo tutto quello che è successo tra di noi… ma io di solito…», prova a discolparsi. «E perché mai non dovrei crederti?», cerco di rassicurarla mostrandole un sorriso. «Vorrei che non fosse successo niente quella sera», questa sua frase mi rende improvvisamente un po’ triste. «Se fosse così non dovrei vergognarmi di nulla quando entro nel tuo ufficio», continua il suo discorso. «NaNa-ssi non devi vergognarti di nulla comunque. Non lo saprà nessuno in azienda vedrai. Non era una cosa che potevamo prevedere, sempre se tu mi assicuri di non essere una spia di mio nonno», affermo cercando di strapparle un sorriso. «Ovvio che non sono una spia, è da prima che cerco di dirtelo, e poi mi spieghi perché tuo nonno dovrebbe mettere una spia alle tue costole?», giusta osservazione per chi non sa nulla della mia famiglia. È la mia segretaria, prima o poi verrà comunque a sapere tutto tanto vale svuotare il sacco adesso, è sempre meglio che lei sappia tutto dal diretto interessato e non da altri. «In realtà è una storia un po’ lunga, sei disposta a perdere un po’ di tempo per me?», il suo sguardo si fa sempre più incuriosito. «Ovvio, sei il mio capo», questa risposta mi ferisce un po’, avrei preferito “Ovvio, sei mio amico” ma probabilmente sono l’unico a voler spingere oltre il nostro rapporto. «Da dove potrei iniziare? Magari dal fatto che fare il CEO era l’ultimo dei miei desideri adesso?».

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
 
 
Non cambiare mai alcuna parte di te,
guardami sempre con quegli occhi.
Non c’è nessun’altra ragione,
ho solo bisogno di te, da sola
Baby possiamo andare in alto.
Condividi i tuoi pensieri
e le tue lunghe chiacchierate,
tu, soltanto a me, tu.
What U Do?-EXO
 
 
- NaNa -
 
Stanotte non ho fatto altro che pensare a ciò di cui ChanYeol mi ha parlato ieri sera. Non credevo davvero che potessero esistere situazioni del genere nelle ricche famiglie. Cioè, pensavo fossero cose che succedessero solo nei drama. Nonostante sia cresciuto nella ricchezza, ha praticamente vissuto una vita sfortunata, abbandonato da tutte le persone a lui più care. Forse essere nata in una famiglia non ricca è stata una fortuna. Non riesco ad immaginare la mia vita senza i miei genitori e SeonHo-ya. L’unica cosa che io possa fare per aiutarlo è fare bene il mio lavoro e agevolare il suo, facendo in modo che nessuno al centro commerciale e alla Park’s Enterprise abbia modo di lamentarsi. Kim Nana fai del tuo meglio! Fighting!
«Cosa? Ho capito bene vice CEO Kim?», domando ancora un po’ incredula. «Suppongo di sì, segretaria Kim, perché più chiaro di così non potevo spiegarvelo», risponde con nonchalance. Lo so che è stato molto chiaro, quello cui mi riferivo, è il fatto che vogliano già affidarci un compito così importante, e se dovessimo sbagliare? Dopo aver firmato un contratto, non si può facilmente tornare indietro. «Hyung, non ti sembra un po’ esagerato già al nostro secondo giorno di lavoro affidarci un compito così importante?», almeno ChanYeol sembra pensarla al mio stesso modo. «Amministratore delegato le ho detto che a lavoro deve utilizzare gli appellativi formali nei miei confronti», lo riprende. ChanYeol sbuffa solamente. È vero non è facile ma messa in questi termini che possibilità abbiamo che lamentandoci cambino le cose? Sembra una presa di posizione da parte dei piani alti, sicuramente anche il vice CEO Kim sarà preoccupato ma cerca di non darlo a vedere per non scoraggiarci ulteriormente. Sicuramente vogliono mettere ChanYeol subito in difficoltà, deve esserci qualcosa che non sappiamo riguardante la scelta del presidente Park di affidare questa importante carica al nipote. Potremmo scoprire tutto solo mettendoci in gioco, quindi, non abbiamo altra scelta, dobbiamo portare a termine questo compito nel migliore dei modi possibile, così che non possano che parlare bene di ChanYeol e del suo modo di svolgere il lavoro come CEO nella più importante filiale del Park’s. «Per favore, vice CEO Kim, mi illustri i particolari», chiedo decisa. «Finalmente qualcuno di voi due che inizia a ragionare», afferma porgendomi una cartella contenente sicuramente le informazioni necessarie. «NaNa-ssi sei impazzita? Ti sembra un gioco questo?», ovvio lo so anch’io che questo non è un gioco ma che altro posso fare? «CEO Park, gli appellativi adeguati, per favore», lo riprende nuovamente il vice CEO Kim. «Hyung, possiamo finirla con queste stupidate quando siamo solo noi tre, almeno?», domanda disperato, quando è con il vice CEO Kim sembra diventare un bambino in cerca di attenzioni, è sbagliato pensare di trovare carino questo suo lato infantile? Ah! Cosa vado a pensare in questo momento. NaNa concentrati per favore, non è il momento di perdersi in sciocchezze. ChanYeol non riceve nessuna risposta verbale ma solo un’occhiataccia da parte del vice CEO Kim, la quale sembra azzittirlo sull’argomento. «Nei documenti che vi ho appena consegnato troverete tutte le informazioni necessarie riguardanti un possibile contratto con la Lu Corporation, quest’ultima è una compagnia cinese che ultimamente ha creato nel proprio paese un vero e proprio impero per quanto riguarda il mondo dei cosmetici e simili, il loro cavallo di battaglia è il marchio Dear Deer, sotto il quale producono degli eccellenti cosmetici, assolutamente innovativi e biologici. Ultimamente hanno pensato di espandersi nel mercato coreano, nonostante sia risaputo quanto il campo dei cosmetici sia estremamente competitivo nel nostro paese. Sono fermamente convinto che il loro marchio farà successo anche da noi, quindi, essendo uno dei centri commerciali più all’avanguardia per le novità nel settore cosmetico e non solo, il consiglio di amministrazione, riunitosi prima del tuo arrivo, ha ben pensato di accalappiarsi questo nuovo marchio. Il problema è che il CEO della Lu Corporation, Lu Han-ssi, nonché nipote del fondatore e presidente dell’azienda, sembra si stia facendo fin troppo desiderare. Desidera parlare personalmente con il CEO e accetterà solo se la proposta sarà buona in quanto crede che i suoi prodotti meritino solo il meglio e la migliore esposizione di vendita, quindi, questo arduo compito di creare la giusta soluzione per noi e per loro e convincere il loro CEO non spetta a nessun altro che a voi due», pronuncia con aria solenne. Certo, capisco benissimo che la situazione è difficile, non sarà sicuramente semplice per due novellini come noi ma dobbiamo farci forza e unire le teste. «Perché mai questo CEO dovrebbe farsi desiderare? Cos’è? Ha la sindrome da prima donna?», si lamenta ChanYeol. «Mah, non saprei, magari ha solamente a cuore l’azienda di famiglia più di qualcun altro e magari desidera solo il meglio per i suoi prodotti», mi sa che il vice CEO ha volutamente toccato un tasto dolente, ChanYeol si volta altrove schiarendosi la voce. «Adesso scusate ma devo andare, appena avrò un momento libero cercherò anch’io di darvi una mano, voi intanto iniziate a lavorarci su, il primo appuntamento con il CEO Lu sarà domani sera a cena», «Eeeeeeh? Già domani sera?», oh, io e Chanyeol lo abbiamo detto all’unisono, la notizia deve averlo scioccato quanto me. Incurante dei nostri volti sorpresi, come se nulla fosse il vice CEO Kim ci porge un inchino e se ne va chiudendo la porta alle sue spalle. Incredibile, davvero incredibile. «Che diamine di situazione assurda è mai questa?», domanda ChanYeol. «CEO Park…», vorrei dargli forza ma come posso fare se sono io la prima a non esserne convinta? «Per favore NaNa-ssi, non ti ci mettere pure tu con queste stupide formalità… non sono proprio dell’umore adatto…», deve essere parecchio frustrato. «ChanYeol-ssi, vedrai che in qualche modo ce la faremo, fighting», dico, infine, fingendomi speranzosa. Lui mi rivolge lo sguardo e vedo gli angoli della sua bocca alzarsi verso l’alto, sono almeno riuscita a strappargli un sorriso. Sono contenta. «Ok NaNa-ssi, facciamoci forza ma prima che ne dici di andare a prendere qualcosa da bere alla caffetteria di fronte? Credo che un po’ di caffeina non possa farci nient’altro che bene in questo momento», proposta che accetto ben volentieri, abbasso il capo in segno di consenso e insieme usciamo dal suo ufficio. Durante il nostro cammino verso l’uscita incontriamo il responsabile del personale Kim in compagnia di un alto ragazzo. «Oh CEO Park, segretaria Kim, buongiorno», si avvicinano verso di noi. Rispondiamo al saluto. «Vi presento il nuovo commesso che si occuperà del reparto abbigliamento maschile del nostro centro commerciale, Huang Zitao», è davvero alto, non come ChanYeol ma di certo gli si avvicina molto. A nostra volta ci presentiamo e riprendiamo la nostra strada dopo averli congedati. È strano, perché ad un tratto mi sento fissare così tanto? Mi giro e subito vedo il nuovo impiegato distogliere lo sguardo, sarà stato un caso? Non so ma non ho una buona sensazione in proposito. «NaNa-ssi? Andiamo?», la voce di ChanYeol mi riporta alla realtà. «Ah, sì… Ma mi ha chiamato NaNa-ssi anche qui nei corridoi del centro commerciale? CEO Park stia attento il vice CEO si arrabbierà parecchio», affermo prendendolo un po’ in giro. «Stai per caso prendendo in giro il tuo CEO, segretaria Kim?», vorrei vederlo sempre sorridere come adesso. «Io? No, non direi CEO Park», dico lasciandolo indietro per poi voltarmi e sorridergli, perché ho come l’impressione che questa pace non durerà per sempre?   

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
 
 
Ciao angelo, sei come un dipinto.
Quando ti vedo nel cielo,
riesco a guardare solamente te.
Si spengono le luci dei lampioni
e la luna scompare,
ma è ancora luminosissimo.
Perché quella stella caduta dal cielo sei tu.
Persino la più bella gemma del paradiso,
non può essere tanto bella e lucente quanto te.
Non andartene, baby, rimani qui?
Heaven-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
«Ecco! Un americano per te e un ice americano per me», affermo porgendole la sua bibita. È da prima che sorrido come un idiota e data la schifosa situazione in cui mi trovo è davvero molto strano. Sarà a causa di questa ragazza? Che io ci stia per rimare fregato? In verità non ho mai sentito il bisogno di volermi legare ad un’unica donna in particolare. Dopo quello che è successo ai miei genitori, mi sono fatto un’idea tutta mia sull’amore duraturo tra uomo e donna. Semplicemente: non esiste. Cose come la donna o l’uomo del tuo destino, l’amore a prima vista, tutta quella sfilza di fantasticherie romantiche, solo cavolate, ecco cosa sono. Proprio per questo motivo finora ho avuto solo rapporti molto superficiali con l’altro sesso. Ma perché da quando è comparsa NaNa mi sembra di star perdendo una battaglia importante? E sento pure che mi piace! Devo preoccuparmi? No, forse no, sarà che in questo momento sono solo leggermente più sensibile rispetto al passato, per via di tutto lo stress che sto accumulando con questa storia del CEO. Sì, sicuramente sarà solo questo, ChanYeol, puoi stare tranquillo, continuo a ripetere a me stesso. «Chanyeol-ssi? Tutto ok? Non ti va più l’ice americano? Vuoi fare cambio?», domanda NaNa all’improvviso. «Come, scusa?», chiedo a mia volta sorpreso. «Ho detto vuoi fare cambio? È da un po’ che fissi intensamente la tua bibita, forse ti sei pentito di aver preso un ice americano e ne vuoi uno caldo?», domanda innocentemente. Che figuraccia, in realtà non era questo il motivo per cui ero imbambolato a fissare la mia bibita ma meglio non parlargliene, farei ancora di più la figura dello stupido. «No, no, va bene così NaNa-ssi, ero solo perso nei miei pensieri», confesso parzialmente. «Cosa stai pensando esattamente?», cos’è questa strana sensazione? Perché mi sento come un imputato cui stanno effettuando un interrogatorio? «Ah, niente di che, pensavo solo se riusciremo a cavarcela, tutto qui», meglio portare l’argomento della conversazione su altro e non su i miei veri pensieri, anche perché, su quelli, neanche io ho fatto ancora chiarezza. «Mmmh, hai ragione. È una situazione così assurda. Chissà come sarà questo CEO, così fiero dei suoi prodotti. Secondo te, avrà più o meno la tua età? Anche lui è il nipote del presidente della sua azienda», odio essere paragonato a qualcun altro, ma suppongo che in tale circostanza sia inevitabile e ho come l’impressione che il consiglio di amministrazione mi abbia affidato questo primo incarico proprio per scoraggiarmi, ma non posso farmi battere da quei vecchi orgogliosi e pieni di soldi. Non mi piace perdere, soprattutto quando la posta in palio è davvero alta. Se io dovessi sprofondare, nel baratro con me porterei anche MinSeok hyung e NaNa e questa è l’ultima cosa che voglio. «Chissà. Questo potremmo sicuramente saperlo più tardi leggendo i documenti che ci ha lasciato MinSeok hyung». Ad un tratto la vedo sorridere, cosa ho detto di strano? «NaNa-ssi…?», pronuncio stupito. «Ti viene difficile chiamarlo vice CEO Kim, non è vero? Vi conoscete da tanto?», oggi deve essere la giornata delle domande! «Sì, praticamente da sempre. Pensa, è come se tu avessi una sorella più grande e ad un tratto dovresti smetterla di chiamarla unnie e chiamarla vice CEO, non sembrerebbe troppo strano? E per giunta utilizzare anche un linguaggio formale! Non riesco proprio ad abituarmici, e lui non mi capisce. Tsk, stupido hyung!», forse mi sto lasciando andare troppo con questa ragazza? Perché con lei mi viene così facile parlare di me? Spesso anche con MinSeok hyung e con BaekHyun faccio fatica ma perché con lei è diverso? Sarà vera quella storia che parlare con persone che consoci da poco o perfetti sconosciuti sia più facile rispetto alle persone che conosci da una vita? «Non credo che il vice CEO Kim non ti capisca, anche per lui non deve essere semplice, un suo dongsaeng all’improvviso è diventato il suo capo, deve rivolgersi a lui con gli onorifici adeguati e con un linguaggio formale, non sarà facile anche per lui ma allo stesso tempo credo che si preoccupi molto per te, quindi, cerca di non darlo a vedere, mostrandoti che se lui ce la fa lo puoi fare tranquillamente anche tu. Si vede lontano un miglio che ti vuole molto bene e ovviamente anche tu gliene vuoi. Quando sei con lui mi sembra di rivedere il mio fratellino che cerca di richiamare la mia attenzione o mi sbaglio?», cos’è questa descrizione così dettagliata? Schiarisco la voce e involontariamente porto la mano sul volto per la vergogna, credo che io stia per diventare rosso, sarà meglio allontanarmi un attimo. «Ehm, NaNa-ssi ti va qualcosa di dolce? Credo che questo ice americano sia davvero troppo amaro, ho bisogno di qualcosa di dolce per rifarmi la bocca. Che dolce vorresti?», dico, fingendomi indifferente alle affermazioni precedenti e alzandomi dal tavolo. «Mmmh, se la metti così accetto, ti offro una scusa per scappare. Un muffin al cioccolato, grazie», accidenti perché deve essere così perspicace? E poi quel dannato sorriso, perché? Tiro su con il naso e mi allontano verso il banco delle ordinazioni. Dieci persone davanti. Devo fare più fila di prima, accidenti. Pazienza, questo mi ha comunque permesso di non affrontare quell’imbarazzantissimo discorso.
Quindici minuti di fila! Finalmente è il mio turno. Ordino, mi sposto un po’ e aspetto che mi venga dato quello che ho ordinato. I miei occhi istintivamente si dirigono verso NaNa. Mh? Chi è quello? Dal modo in cui è vestito sembra un turista. Sembra stia chiedendo qualcosa a NaNa, cosa si staranno dicendo? Perché stanno sorridendo? E soprattutto perché quella stupida deve sorridere a tutti in quel modo! Non so perché ma la cosa mi da parecchio fastidio. Quanto ci mettono a prendere due dolci, eh? Oh, accidenti, cosa c’è che non va in me oggi? Prima sono praticamente scappato via da lei e adesso vorrei di nuovo essere seduto lì. Decisamente, dovrei farmi controllare? Che io stia diventando pazzo? Oh, finalmente l’ordine, al volo prendo il vassoio e ringrazio distrattamente la cameriera. Proprio quando sto per raggiungere il tavolo vedo il ragazzo allontanarsi, sembra stia ringraziando NaNa, i nostri occhi s’incrociano, sul suo volto appare un sorriso di circostanza ma non mi piace molto, sembra così finto. Ricambio per gentilezza e subito riprendo il mio posto a sedere. «Chi era quello?», non posso trattenermi dal domandare. «Dici il ragazzo che si è appena allontanato? Era un turista cinese, voleva qualche indicazione stradale su come raggiungere alcuni siti che aveva segnato nella sua guida. Fortunatamente so un po’ di cinese così sono stata in grado di aiutarlo», cos’è quest’aurea angelica tutto ad un tratto? Tsk, è così felice solo perché ha aiutato un turista straniero? «Capisco», affermo come se nulla fosse.
 
«Mmmh, Lu Han, nato a Pechino il 20 aprile del 1990…», dopo aver letto le informazioni riguardanti l’azienda e i loro prodotti, adesso sta leggendo quelle relative al nipote del presidente. «È due anni più grande di te, ChanYeol-ssi…», commenta la sua lettura. Mi avvicino istintivamente a lei per leggere insieme le informazioni riguardanti il CEO della Lu Corporation. «ChanYeol-ssi, mi hai sent…», afferma ad un tratto girandosi verso di me, dalla sua reazione suppongo che non pensava di trovarmi così vicino. I nostri sguardi s’incrociano. Perché sento di nuovo la voglia irrefrenabile di baciarla? So che non dovrei, so che siamo a lavoro, so che la metterei solo in difficoltà ma allora perché diamine adesso i miei occhi stanno focalizzando intensamente le sue labbra? Lei, per l’imbarazzo, abbassa lo sguardo, senza che io possa dare un comando diverso, le mie mani si muovono da sole e vanno ad incorniciare il bel viso di NaNa. Io credo di essere definitivamente impazzito. Il mio corpo si muove da solo. Voglio fare mie queste labbra ancora una volta. Mi avvicino ancora, la distanza che ci separa ormai è pochissima. *Driiiing Driiiing Driiiig* lo squillo del telefono ci riporta alla realtà. NaNa ne approfitta per scappare dalla mia presa. Si schiarisce la voce un attimo prima di rispondere. «Sì, pronto? Sono la segretaria di direzione dell’amministratore delegato Park», le sue guance sono ancora rosse a causa dell’imbarazzo. È una cosa positiva? Certo, il fatto che sia sgattaiolata via da me così velocemente non mi piace molto. «Sì, sì, riferirò. Una buona giornata», dice mettendo giù la cornetta. «Ahm, ehm, il vice CEO Kim ti aspetta all’ingresso per pranzare con un nuovo cliente che vuole conoscerti. Ha detto di andare solo», afferma cercando di non far incontrare i nostri sguardi. E comunque bel tempismo hyung, credo davvero che abbia installato delle cc tv ovunque ormai. «Ok. E tu che farai?», domando cercando di nascondere anche il mio di imbarazzo. «Io andrò a mangiare in un posto qui vicino e poi penso di ritornare presto in ufficio e rimettermi a lavoro», sarà meglio stare separati per qualche ora. Annuisco semplicemente e mi dirigo verso l’uscita, saluto velocemente e chiudo la porta alle mie spalle. Cammino velocemente verso l’uscita. Porto la mia mano al petto. Perché devi battere così maledettamente forte, eh? È solo una ragazza, calmati. Decisamente, d’ora in poi dovrò tenere una distanza di sicurezza.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
 
Esisti veramente?
Sembri lontana dalla realtà
sto vagando tra i sogni ed oltre?
Mia dea, mi sembra di vivere in una leggenda.
Combatterò il tempo e ti cercherò.
Non ho mai creduto nel “per sempre”
ma se ti potessi raggiungere…
Il desiderio che ho
sempre avuto.
Black Pearl-EXO
 
 
- NaNa -
 
Davvero, stamattina non so che cosa gli sia preso. Pensavo sul serio che ChanYeol avrebbe finito per baciarmi. E il bello è che il mio corpo non si è mosso di un centimetro per allontanarlo. In questo periodo non so cosa mi stia succedendo, sul serio. Fortunatamente non ha fatto più ritorno dopo la pausa pranzo, probabilmente l’incontro con il cliente ha richiesto più tempo del dovuto. Ha chiamato qualche minuto fa dicendomi di tornare a casa per oggi e che domani mattina ci saremo occupati insieme della cena con il CEO della Lu Corporation. Da un lato mi sento sollevata per il fatto di non averlo rivisto dopo esserci lasciati in quel modo così imbarazzante ma allo stesso tempo da un altro lato mi sento dispiaciuta di tornare a casa senza rivederlo. Aish, sono davvero strana. Se lo raccontassi ad HaeRi, mi prenderebbe sicuramente in giro per tutta la vita. Raccolgo le mie cose e mi dirigo verso l’uscita. Sono già le 20:30, se riesco a beccare un autobus appena arrivata alla fermata, potrei tornare a casa per le 21:00. Non c’è male. Sia chiaro, per i miei standard è tardissimo ma considerando che siamo in una situazione abbastanza tragica non c’è male e se non fosse stato per il nuovo cliente sicuramente oggi sarei dovuta restare qui chissà fino a quando ma fortunatamente, se così posso pensare, è slittato tutto per domani mattina. Ah! Finalmente la fermata dell’autobus. Ma quello…? Non è il ragazzo cinese che ho incontrato stamattina alla caffetteria? Sembra essersi perso nuovamente. «Han-ssi!», non posso fare altro che esclamare. Si volta verso di me con aria sbalordita, probabilmente non si aspettava nessuno che lo riconoscesse qui. «NaNa-ssi?», ribatte a sua volta. Mi avvicino a lui. «Che succede? Problemi con le strade di nuovo?», chiedo, provocando un leggero sorriso nel mio interlocutore. «A quanto pare sì, perché qui le strade sembrano tutte così uguali?», è davvero carino con questa espressione imbronciata, sembra un bambino in cerca della sua mamma, sveglia automaticamente il mio istinto nel volerlo proteggere. «Han-ssi, va tutto bene, tranquillo. Come posso aiutarti?», cerco di rassicurarlo. «Mi aiuterai NaNa-ssi? Davvero?», prende istintivamente le mie mani per poi allontanarsi, probabilmente pensando di essere stato troppo invadente. «Sì, Han-ssi, dove eri diretto?», continuo a rassicurarlo non facendo troppo caso al suo gesto precedente, è impossibile non aiutarlo. «Ecco, ti faccio vedere nella mappa. Il luogo che devo raggiungere si trov-», non finisce la frase che il suo stomaco inizia a parlare per lui, o forse dovrei dire brontolare. «Credo che il tuo stomaco non sia d’accordo», affermo, cercando di trattenere una risata. Han-ssi diventa rosso dall’imbarazzo, il che lo fa apparire ancora più tenero. «Facciamo così Han-ssi, qui vicino, proprio accanto all’azienda per cui lavoro, c’è un ristorante che vende ramyun, che ne dici di andare lì per prima cosa? E poi ti accompagnerò alla tua prossima destinazione. Accetti?», non riuscirei mai a lasciarlo qui a morire di fame. Il sorriso ritorna sulle sue labbra. «Accetto ben volentieri, NaNa-ssi!», esclama contento. Mi sento di aver fatto una buona azione, gli faccio cenno di seguirmi mostrandogli la strada. Certo, essere arrivata alla fermata e adesso tornare indietro non è proprio una brillante idea ma in fin dei conti è per una buona causa. «Questo è il posto dove lavori?», domanda indicando il grande edificio che ospita il Park’s, ormai siamo davvero vicini alla destinazione. «Già», rispondo semplicemente. «È davvero gigantesco, deve essere divertente lavorare qui, tu di cosa ti occupi precisamente?», sembra veramente colpito dalla grandezza del Park’s, ma come dargli torto, quest’imponente edificio è praticamente la filiale più importante dell’omonima catena di centri commerciali di lusso, è normale che salti subito all’occhio. «Io sono la segretaria di direzione del CEO di questo posto», affermo con non poco orgoglio, vantandomene leggermente. «NaNa-ssi? Che ci fai qui?», mi volto istintivamente, parli del diavolo… ChanYeol? È di ritorno adesso? «Cha- ehm… CEO Park, è di ritorno adesso dall’incontro con il nuovo cliente?», devo cercare di essere formale, il vice CEO Kim è con lui, non voglio che rimproveri anche me a causa degli appellativi e del linguaggio formale. «Sì, sto tornando adesso, devo occuparmi di una cosa in ufficio e poi potrò tornare a casa», faccio un segno di assenso con la testa, guardarlo ancora dritto negli occhi è imbarazzante. «Ma lui… non è il ragazzo di stamattina?», domanda all’improvviso. Accidenti, mi ero completamente dimenticata per un attimo di Han-ssi. Intanto anche il vice CEO Kim si avvicina. «Mh? CEO Lu, che ci fa da queste parti? Sta visitando la città prima dell’incontro di domani?». Cosaaaa? Io e ChanYeol automaticamente volgiamo il nostro sguardo verso Han-ssi. «CEO Lu?!», esclamiamo all’unisono. Incredibile! «Accidenti! Sono stato scoperto troppo presto», afferma portandosi una mano alla testa. «Scoperto troppo presto? Che vuoi dire Han-ssi, no, cioè volevo dire CEO Lu?», sono tanto confusa in questo momento. «Tranquilla, puoi essere informale come prima, Han-ssi va benissimo, non siamo ad una riunione aziendale, o perlomeno non ancora», afferma sfoggiando un ghigno che non avevo mai visto precedentemente sul suo volto. Perché ad un tratto quell’aria innocente che emanava è sparita? «Tu devi essere Park ChanYeol, non è vero?», domanda retorico dirigendosi verso il diretto interessato porgendogli la mano destra. ChanYeol non sembra essere contento di questo incontro casuale, anche se dalla sua battuta precedente, non sembrerebbe così casuale. ChanYeol sembra stentare un po’ ma alla fine anche lui porge la sua mano destra e sul suo volto si dipinge automaticamente un sorriso di circostanza. «Spero che riusciremo a trovare un ottimo accordo domani sera», aggiunge Han-ssi. ChanYeol sorride solamente, un sorriso forzato che anche un bambino riuscirebbe a percepire. «Bene, dopo queste improvvise presentazioni, NaNa-ssi che ne dici di riprendere quello che stavamo facendo?», afferma voltandosi verso la sottoscritta. Già! La cena! E adesso che faccio? Mi sento così in imbarazzo ora che so la sua vera identità ma adesso proprio a causa di ciò non posso rifiutare tanto facilmente. «Cosa stavate facendo?», s’intromette ChanYeol. «Niente di che, la tua segretaria ha promesso di portarmi a cena e poi accompagnarmi in alcuni posti che ho segnato sulla mia mappa», detto così sembra quasi un appuntamento galante, perché vorrei che non lo dicesse davanti a ChanYeol? Tra me e lui non c’è niente, è vero ma vorrei che non sapesse certi dettagli, non voglio che lui pensi che io sia una ragazza facile, soprattutto dopo il nostro primo complicato incontro. «Cena? Posti segnati sulla mappa? Ah, bene, divertitevi», afferma ChanYeol con lo sguardo assente e ancora con quel finto sorriso stampato sul volto. Ne sono sicura, ha frainteso in pieno. «Bene, noi andiamo, CEO Park, Vice CEO Kim, a domani», li congeda prima di avvicinarsi a me, mi guarda sorridente e aggiunge «Andiamo NaNa-ssi? I ramyun ci aspettano!». Sono ancora un po’ scioccata per quest’intricata situazione venutasi a creare, saluto distrattamente ChanYeol e il vice CEO Kim. Perché mi sento come di aver fatto qualcosa di sbagliato? Mi sembra di essere caduta in una trappola. Ma quello che mi addolora di più in questo momento è il viso spento di ChanYeol, vorrei davvero che non fraintendesse su di me. 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16
 
 
Ti avverto per essere sicuro. Adesso è pericoloso.
Smetti di provocarmi.
Non conosco neanche me stesso.
Il mio respiro continua a fermarsi.
Cammini verso di me. Mi sorridi.
Forse anche tu sei attratta da me.
I miei occhi si annuvolano quando mi guardi.
Il suono del tuo respiro.
Sei tu che mi fai impazzire.
Quindi nessuno può guardarti.
Voglio nasconderti nel mio abbraccio.
Tutti gli occhi che ti seguono
risvegliano in me una brutta tempesta.
Growl-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
NaNa oggi è arrivata puntuale come sempre. Vorrei dannatamente sapere cosa è successo ieri sera dopo che si è allontanata con quel damerino. Ma non posso chiederglielo tanto facilmente. Era dopo l’orario di lavoro, io stesso le ho proposto di tornare a casa senza aspettarmi, appunto, tornare a casa, non andarsene a cena con il primo cinese che passa. Noi due non siamo niente se non un capo e la sua segretaria, non posso domandarle della sua vita privata, sarei troppo invadente. In teoria non dovrebbe nemmeno interessarmi ma allora perché non riesco a pensare ad altro da quando ci siamo separati? Aish! Cosa sarà successo? E se quell’idiota avesse approfittato di lei con la scusa del contratto? Quella scema pur di salvare la situazione potrebbe cadere in una trappola del genere o forse no? Nonostante durante il nostro primo incontro abbiamo dormito assieme non penso che NaNa sia solita farlo, lo percepivo da ogni cellula del suo corpo. Mi accorgo solo ora di averla fissata per tutto il tempo, probabilmente anche lei se n’è accorta perché la sento esclamare «CEO Park? Le serve qualcosa?». Sì, che mi serve qualcosa, mi serve che tu mi dica cosa è successo ieri sera tra te e quel dongiovanni! «Ehm, sì, potresti portarmi quei file sul tavolo laggiù?», ma ovviamente non posso dirlo e, quindi, devo inventarmi queste cretinate! In questo momento, io, NaNa e MinSeok hyung stiamo lavorando alla proposta di contratto per la Lu Corporation. Quel tipo, Lu Han, non mi ha fatto proprio una buona impressione. Dal suo atteggiamento, soprattutto dopo essere stato scoperto da MinSeok hyung, si capiva benissimo che in realtà lui sapeva chi fosse NaNa e chi fossi io. Mi sono sentito fortemente preso in giro. Dal suo sorriso e dalle sue buone maniere potrebbe sembrare una persona gentile ma sono sempre più convinto che non sia così. «…ark!», eh? NaNa ha detto qualcosa? Mi osserva stranita. «CEO Park!», perché sta urlando adesso? «NaNa-ssi?», ero sovrappensiero a causa di quel maledetto CEO. «CEO Park, qualcosa non va?», domanda NaNa con un tono di voce quasi preoccupato. «Lascialo perdere segretaria Kim, è da ieri che è talmente distratto da non capire quello che gli succede attorno, non ha ancora afferrato che l’incontro di stasera sarà importantissimo. Non ha ancora capito che dobbiamo ottenere a tutti i costi i prodotti delle Dear Deer. Continua a vivere nel tuo mondo fatato amministratore delegato Park», so che le parole di MinSeok hyung sono taglienti perché ci tiene a me però non sta esagerando un po’? È vero, forse sono stato un tantino distratto nelle ultime ore ma farne un dramma del genere non penso sia il caso. Sbuffo voltandomi dall’altra parte. «CEO Park che ne pensa di questa proposta?», NaNa mi porge i documenti ignorando le parole di MinSeok hyung. Prendo il materiale che mi sta porgendo e m’immergo nella lettura. Sarà meglio concentrarmi sul serio adesso, stasera voglio davvero tener testa a quel CEO imbroglione. Gliela farò vedere io e otterrò sicuramente questi prodotti.
 
La cena si è svolta nel massimo della tranquillità. Alla fine siamo venuti ad un compromesso, il nostro centro commerciale otterrà i suoi prodotti ma i guadagni saranno divisi non al 60% per loro e 40% per noi come avevamo inizialmente richiesto, bensì 70% per loro e 30% per noi. Sono dei prodotti di lusso ed esclusivi, avevamo già preventivato una richiesta del genere nel caso la discussione non fosse andata in nostro favore, eravamo d’accordo anche a scendere al 25% ma questo meglio non dirlo. Durante tutta la cena il CEO Lu non ha smesso di fissare NaNa, praticamente si rivolgeva solamente a lei, come se io, il CEO della filiale più importante del Park’s, fossi invisibile. Tsk! Credo di odiarlo e raramente io odio qualcuno, semplicemente me ne frego ma ho come l’impressione che non potrò semplicemente ignorarlo, devo aprire bene gli occhi in sua presenza. Usciamo dal locale e subito lo vedo avvicinarsi a NaNa come un avvoltoio. «NaNa-ssi se vuoi posso darti un passaggio io, ho affittato una macchina e ieri ho praticamente scoperto che il mio albergo è proprio a due passi da casa tua», ha anche il coraggio di proferire frasi del genere! Cosa risponderà NaNa? Spero davvero che rifiuti. «Grazie CEO Lu ma non vorrei darti questo fastidio», bene, è così che si risponde, brava NaNa. «Ma quale disturbo. Praticamente è di strada. Anzi mi aiuteresti ad arrivare a casa sano e salvo, le strade ancora mi sembrano tutte uguali qui», che sorriso da playboy! Esistono i navigatori, cos’è? In Cina non li usate? Tsk! Vedo NaNa tentennare, perché non dice semplicemente di no? So che non dovrei intervenire, so che noi due non siamo nulla, so che non ho alcun diritto ad intromettermi ma vedere NaNa così palesemente messa in difficoltà da questo damerino mi da fastidio e così le parole dalla mia bocca escono prima di riflettere. «NaNa-ssi noi ancora abbiamo del lavoro da completare! Devi venire con me», NaNa mi guarda scioccata. Ma come biasimarla? Anch’io mi guarderei scioccato se potessi. «Sei un vero e proprio sfruttatore se fai lavorare i tuoi dipendenti così tanto, lo sai?», e io vorrei proprio non avere a che fare con persone come te, lo sai? «Ognuno ha il suo modo di gestire il lavoro dei suoi dipendenti, non credi? E poi NaNa-ssi non è semplicemente una mia dipendente, è la mia segretaria di direzione, se il vice CEO Kim è il mio braccio destro, lei è quello sinistro. Non ho visto il tuo di segretario di direzione? Cos’è vuoi rubare i segretari degli altri?», che domanda penosa, lo so da me, fingo un sorriso alla meno peggio. Mi avvicino a NaNa che mi fissa ancora incredula, ignoro la sua espressione e le intimo di seguirmi. Salutiamo formalmente il dongiovanni e faccio salire NaNa in macchina, che ho preso in prestito dall’azienda. Silenziosamente NaNa allaccia la sua cintura e io metto in moto.
Dopo aver passato il Park’s NaNa mi guarda con fare interrogativo «ChanYeol-ssi, dove stiamo andando?», domanda ingenuamente. «Oggi, ho le prove con il gruppo, quindi, mi serve una copertura, scusami se ti obbligo sempre a seguirmi qua e là», confesso parzialmente. In realtà, non avevo preventivato di portare NaNa alle prove, in quanto MinSeok hyung non era presente alla cena quindi avrei potuto sgattaiolare alle prove senza dare troppo nell’occhio finita la cena, ma non volevo lasciare sola NaNa con quell’imbroglione pericoloso dal bel faccino. E così eccomi qui, diretto alla nostra sala prove con insieme la mia segretaria. «Tranquillo, non è un problema per me, sai che mi piace ascoltare la tua band, spero, invece, di non disturbare», quel dannato sorriso che vedo con la coda dell’occhio mi fa impazzire come sempre. Più mi rivolge quel sorriso più ne divento possessivo, certe volte vorrei che non si allontanasse mai da me, vorrei quasi nasconderla dagli sguardi del mondo. «Non disturbi affatto NaNa-ssi, semmai mi dispiace che dovrai sorbirti quei disagiati per ben due ore», NaNa non risponde alla mia affermazione, ride solamente. E ciò non fa che aumentare i pensieri malsani nella mia testa. 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17
 
 
Questa chiara e pericolosa dipendenza,
è un male, nessuno può fermarla.
Il suo amore, il suo amore, tutto ciò che voglio.
Quella fatale fantasia di lei, sono ubriaco di piacere.
Oh, lei mi vuole. Oh, le appartengo. Oh, lei mi ferisce.
Bene, desidero sempre di più.
Qualcuno chiami il dottore, mi fermi e mi dica
l’amore è una dipendenza, un’overdose.
Diventa più difficile da controllare con il passare del tempo.
M’innamoro sempre di più di lei.
Troppo, sei tu, il tuo amore, è un’overdose.
Overdose-EXO
 
 
- NaNa -
 
Non era minimamente nei miei pensieri finire qui in questa sperduta sala prove ad ascoltare gli EXO ma come dire, ci sono molte cose che ultimamente mi capitano e basta. Se HaeRi sapesse che sono in compagnia di BaekHyun-ssi in questo momento non farebbe altro che chiedermi di farle avere il suo numero ed io questo non voglio assolutamente che accada, e suppongo che sia tale anche il pensiero di ChanYeol perché da quando ho sentito anche BaekHyun-ssi gli ha chiesto il numero di HaeRi ma non me lo ha mai domandato, ergo, anche lui reputa questa possibile coppia troppo esplosiva per esistere. Sarà meglio non dire niente a nessuno delle mie amiche, in qualche modo HaeRi potrebbe venire a saperlo e sarebbero solo guai. Quando parli del diavolo, ecco che vedo BaekHyun-ssi avvicinarsi, sarà il momento della pausa, tutti, infatti, si allontanano dai loro strumenti. «NaNa-ssi, prima non avuto modo di salutarti a dovere, come va? Tutto bene? Il CEO ti da troppi problemi?», afferma aggiungendo un occhiolino a fine frase. ChanYeol ci guarda dalla sua batteria, sembra che ci stia controllando, suppongo non si fidi molto dell’esuberanza del suo amico. «Tutto bene. Il CEO della mia compagnia, a volte è un po’ strano, mi chiede di fare spesso gli straordinari ma non mi lamento», esclamo fingendomi arrabbiata voltandomi verso ChanYeol. «Lo sapevo, gli è bastato assaporare il potere per non poterne più farne a meno ed esagerare. Ma non preoccuparti puoi rivolgerti a qualche sindacato per lavoratori, vuoi che te ne presenti qualcuno?», continua BaekHyun-ssi reggendomi il gioco, c’era da aspettarselo da un tipo come lui. Lui e ChanYeol sono praticamente l’uno l’opposto dell’altro ma suppongo che sia questo il motivo per cui sono tanto amici, sono un po’ come me ed HaeRi. ChanYeol non risponde alla provocazione e si volta dall’altra parte schiarendosi la voce. «Grazie mille BaekHyun-ssi lo terrò a mente nel caso la cosa dovesse degenerare», rispondo ridendo al mio complice. «Bene, dato che mi sei così grata, potresti fare qualcosa per me?», domanda all’improvviso Baekhyun-ssi. «Dimmi pure», sento odore di guai in vista. «Sai quella tua amica HaeRi-ssi? Quella che era con te quando io, tu, Chan-ah e JunMyun hyung siamo andati a bere per la prima volta? Be’, ecco, è da un po’ di tempo che lo chiedo a Chan-ah ma non mi ha mai dato veramente ascolto. Non è che potresti gentilmente darmi il numero di quella tua simpatica amica?», domanda sfoderando un sorriso radioso. Ciò che più temevo sta per avverarsi, questi due anche senza l’aiuto mio e di ChanYeol si ritroveranno da soli tanta è la voglia di provarci l’uno con l’altro. Come diamine fanno ad essere così schietti e sinceri? In fondo, chi sono io per impedire tutto questo? E soprattutto come posso dire di no ad un sorriso così luminoso? «Ecco, io-» «JunMyun hyung non dovremmo fare pausa oggi, tra due giorni abbiamo un’esibizione e ancora non siamo sicuri della scaletta per favore richiama tutti all’ordine», le parole appena pronunciate da ChanYeol sollevano i lamenti dei membri della band che riecheggiano nella stanza. Io posso solo dire grazie al mio capo ma è solo questione di tempo e quei due si metteranno in contatto. JunMyun-ssi capisce che c’è qualcosa che non va ma decide comunque di seguire il suggerimento del batterista e in pochi secondi tutti ritornano ai loro posti, BeakHyun-ssi si allontana di controvoglia e mi fa cenno che riprenderemo dopo il discorso. Forse ha ragione BaekHyun-ssi, il potere è qualcosa cui ChanYeol non può fare a meno, e subito un sorriso si dipinge sul mio volto. Un CEO che non vuole essere CEO ma che di sicuro è portato per il comando.
 
Le prove sono finite. ChanYeol ha letteralmente buttato tutti fuori dicendo che si sarebbe occupato lui di riporre gli strumenti e chiudere la sala prove, probabilmente per evitare nuovi attacchi da parte di BaekHyun-ssi. Ora che siamo soli, mi sento un po’ a disagio, so che ormai dovrebbe essere normale per me che sono la sua segretaria di direzione ma sembra che per il mio cuore non sia così. Rimango ipnotizzata a guardarlo mentre accuratamente mette al loro posto gli strumenti. Quando si avvicina alla tastiera, si ferma un attimo e ne sfiora i tasti, apparentemente a caso ma in realtà non è così perché ne esce una dolce melodia. «ChanYeol-ssi, sai suonare altri strumenti oltre la batteria?», domando senza pensarci troppo. «So suonare tutti gli strumenti che ci sono in questa stanza», afferma pavoneggiandosi. «Davvero?», esclamo sorpresa. «Incredibile», fuoriesce dalla mia bocca quello che volevo restasse solo un mio pensiero. «Che c’è? È strano da credere?», domanda sorridendo. Adoro quando i lati delle sue labbra si alzano per disegnare un sorriso in quel viso perfetto che si ritrova. Accidenti che pensieri ho appena formulato? NaNa calmati, lui non è un ragazzo qualsiasi, lui è il tuo capo. Capo. Capo. Capo. Dovrei ripeterlo almeno cento volte al giorno! «Dato che sei così incredula, ti faccio vedere, iniziamo dalla tastiera. C’è qualcosa in particolare che vuoi sentire?», chiede sendendosi nello sgabello accanto alla tastiera. «Come? Ah, ehm, fai tu», mi ha colto decisamente alla sprovvista. Mi rivolge nuovamente quel dannato sorriso e inizia a muovere le sue dita sulla tastiera, sembra quasi la stia accarezzando. Riconosco il brano che sta suonando, è All of me di John Legend. «What would I do without your smart mouth…», non posso crederci, la sta cantando? «… Drawing me in, and you kicking me out. You got my head spinning. No kidding. I can’t pin you down…», la sua voce è così profonda, non sapevo che sapesse anche cantare così bene. «… What’s going on in that beautiful mind. I’m in your magical mystery ride. And I’m so dizzy, don’t know what hit me, but I’ll be alright…», sono completamente ammaliata dalla sua voce, vorrei che non smettesse più di cantare. «… My heads underwater but I’m breathing fine. You’re crazy and I’m out my mind…», istintivamente mi avvicino, è come se mi avesse stregato e non posso fare altro che avvicinarmi. «… Cause all of me loves all of you. Love your curves and all your edges, all your perfect imperfections. Give your all to me, I’ll give my all to you. You’re my end and my beginning. Even when I lose I’m winning. Cause I give you all of me and you give me all of you. Give me all of you…», la musica, il testo, la sua voce, tutto questo sta mettendo in subbuglio il mio cuore, sento una voglia irrefrenabile di baciarlo e stringerlo tra le mie braccia. «Bene credo che con la tastiera possa bast-», le parole di ChanYeol s’interrompono, probabilmente a causa del mio contatto. Lui è ancora seduto e io mi ritrovo in piedi accanto a lui, senza pensarci due volte le mie mani prendono il suo volto, credo di essere impazzita sul serio perché quello che voglio adesso sono solamente le sue labbra, non riesco a pensare a nient’altro. La mia ragione sembra essersi fatta battere nuovamente dal mio cuore perché mi avvicino sempre di più, lo bacio. Lui deve essere scioccato almeno quanto me per la situazione venutasi a creare. Quando finalmente il mio cervello riprende possesso del mio corpo «S-scusami, io…io…», farfuglio lasciando la presa sul suo volto, sto per allontanarmi, quando vedo ChanYeol alzarsi, con le sue mani cinge i miei fianchi e annulla nuovamente le distanze tra di noi, facendo aderire alla perfezione i nostri corpi. Non dice una parola, mi fissa solamente. Sembra che anche lui stia combattendo una lotta interiore con se stesso, lasciarsi andare o allontanarsi, dai suoi occhi riesco a capirlo. Probabilmente decide per la prima perché subito le sue labbra sfiorano le mie. Il mio cuore ha preso di nuovo il sopravvento e così non posso fare altro che abbandonarmi a quel bacio. Bacio che ricalca perfettamente il nostro primo bacio. Tutto inizia molto lentamente, così come la sua stretta, all’inizio sembra essere quasi impercettibile, ma pian piano che il bacio va avanti, lo sento stringermi di più, anche il tocco delle sue labbra si fa sempre più travolgente. Che tra noi ci sia attrazione questo nessuno può negarlo. Le sue mani risalgono fino al mio volto, sembra che voglia ribadire che non posso scappare ma credimi ChanYeol che in questo momento non scapperei per nulla al mondo. Dipendesse da me, starei qui ore ed ore a baciarti, così come stiamo facendo adesso. Ad un tratto sento la porta aprirsi alle mie spalle, istintivamente mi allontano da ChanYeol e lui fa lo stesso voltandosi dall’altra parte. È come se la magia si fosse interrotta all’improvviso. Un BaekHyun-ssi dal volto scioccato entra nella stanza. Be’ fossi stata in lui avrei avuto la stessa reazione, se non peggiore. «Ehm… ecco io stavo parlando con SeHun-ah sotto e mi sono accorto di aver dimenticato le chiavi della macchina. Sì, ecco, ehm, mi dispiace avervi interrotto… prego continuate pure da dove vi ho interrotti, bye», afferma con finta indifferenza ed esce velocemente dalla stanza. ChanYeol ed io restiamo immobili, dandoci le spalle l’un l’altro, fissando il muro di fronte a noi. Accidenti proprio una bella figura e adesso come devo comportarmi?

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18
 
 
Mi arrendo al destino,
continua a chiamarmi.
Non riesco a scappare, ti prego stringimi.
Sei tu il filo del mio destino?
Sei tu quella che stavo aspettando?
Perché mi si sta spezzando il cuore?
Stai con me.
Vivi nel profondo del mio cuore?
Stai con me.
La verità è nascosta dentro di me.
Stay With Me-ChanYeol&Punch
 
 
- ChanYeol -
 
È già passata più di una settimana ma perché i ricordi di quello che è successo quella sera in sala prove sono così nitidi? Penso di non aver odiato mai BaekHyun… tranne che in quel minuto, quando è entrato da quella maledettissima porta. Da quel giorno io e NaNa non ci parliamo molto, diciamo che non ci parliamo per niente se non per questioni lavorative, chissà se anche MinSeok hyung se ne sarà accorto. In questo momento mi sto dirigendo verso la sala conferenze, a quanto pare mio nonno in persona è venuto a farmi visita, di solito si serve d’inutili messaggeri o di MinSeok hyung. Il fatto, quindi, che stavolta sia venuto di persona m’insospettisce e allo stesso tempo mi preoccupa non poco. Spero sia una cosa da nulla e che se ne vada presto. Dannato vecchiaccio. Busso, nessuno risponde, non è ancora arrivato? Apro la porta. Eccolo lì, seduto sulla MIA poltrona. Tsk. Sembra che con ogni suo gesto voglia rimarcare chi sia il proprietario di tutto ciò. Tsk. Come se me ne importasse qualcosa. Porgo fastidiosamente i miei saluti, abbasso leggermente il capo per poi rialzarlo subito, noto nei suoi occhi il disappunto. È già tanto quello che ho fatto, dovrebbe imparare ad accontentarsi, ma non lo farà mai. Prendo posto nella poltrona accanto alla sua. Il nonno è il primo a rompere quest’odioso silenzio, in fondo è giusto che sia così, è venuto lui a cercarmi. «Chan-ah, ho saputo che hai trovato un ottimo accordo per i prodotti della Dear Deer, ben fatto», perché ovviamente iniziare con un “come stai?” sarebbe stato troppo, meglio sorvolare. «Grazie harabogi», rispondo solamente. «Non sono venuto solo per complimentarmi con te per come stanno andando gli affari, anche perché questo è solo l’inizio, hai ancora tanta strada da fare», ovviamente, se fai troppi complimenti a questo stupido nipote che ti ritrovi, potrebbe crollare il cielo. Un sorriso amaro si dipinge sul mio volto, del resto, che altro potevo aspettarmi da colui che ha fatto scappare a gambe levate tutti i membri della mia famiglia? «Lunedì sarà il tuo compleanno…», oh, già è vero, l’avevo anche cancellato dalla mia mente. Odio davvero il giorno del mio compleanno, ogni anno, il nonno organizza una stupida e noiosa festa nel suo immenso palazzo con i rampolli delle ricche famiglie che lo circondano. Fortunatamente ci sono poi BaekHyun e gli altri che organizzano per me un dopo-compleanno alternativo. «È arrivato per te il momento di essere davvero utile all’azienda. Durante il party per il tuo compleanno ho, infatti, intenzione di annunciare il tuo fidanzamento con la signorina Bae JooHyun della Bae&Co», aspetta cosa diamine sta blaterando questo dannato vecchio adesso? Un matrimonio combinato? «Harabogi, se questo è uno scherzo sappi che è di pessimo gusto», è impossibile una cosa del genere nel XXI secolo. «Chan-ah mi hai mai visto scherzare su cose serie come questa?», a dire la verità non ti ho mai visto scherzare, ma tralasciando questo particolare, sono davvero scioccato. Come può pronunciare frasi del genere senza scomporsi minimante? Se pensa di avere il mio consenso si sbaglia di grosso. «Ti sbagli se pensi che io accetterò questa proposta», affermo deciso alzandomi dalla poltrona. «Chan-ah, la signorina Bae JooHyun erediterà la sua azienda di famiglia e tu la nostra, non capisci che questo matrimonio è importante per entrambe le parti? Diventeremo una società potente unendoci alla loro», davvero è capace di continuare quest’assurdo discorso? Cioè, dove viviamo nell’era Joseon? Neanche i miei genitori si sono sposati tramite un matrimonio combinato, perché diamine dovrei farlo io? Sono così accecato dalla rabbia che potrei distruggere qualsiasi cosa mi passi tra le mani! «L’azienda, l’azienda, l’azienda, per te non esiste altro, non è vero harabogi? Che so, magari la tua famiglia? E poi perché ti rivolgi a me sempre e solo come l’erede della tua maledettissima azienda? Io sono tuo nipote prima di tutto, lo capisci?», il nonno si schiarisce la voce per poi riprendere il discorso. «Chan-ah, per ora tu non capisci quello che sto facendo per te ma un giorno verrai sicuramente a ringraziarmi. È per il tuo futuro. Ormai è tutto deciso, non ho altro da aggiungere». Come se nulla fosse, si alza dalla MIA poltrona e se ne va chiudendo la porta dietro di sé. Non riesco davvero a crederci, perché deve sempre finire così? Mi siedo finalmente sulla MIA poltrona in maniera poco elegante. Forse dovrei fare come hanno fatto i miei e YooRa, andarmene sarebbe sicuramente la soluzione migliore per me. Se facessi così, però, che ne sarebbe di MinSeok hyung? Resterebbe da solo ad affrontare le pazzie del nonno, e poi… che ne sarebbe di NaNa? Ha iniziato da poco a lavorare come mia segretaria di direzione, se io me ne andassi cosa farebbe con lei il nonno? Già NaNa… come diamine dovrei spiegare quello che mi sta succedendo? È vero, tra noi non c’è nulla, non sono tenuto a spiegarle niente, in effetti, ma come posso semplicemente presentarmi davanti a lei e dirle “Ciao NaNa-ssi, sai mi sposo con una perfetta sconosciuta. Fammi le tue congratulazioni!”. Che idea folle! Sposare una sconosciuta solo per accrescere il potere dell’azienda. Non riesco davvero ancora a crederci, il nonno sarebbe disposto pure a vedermi pur d’incrementare il suo dannatissimo potere. Porto le mani alla testa in segno di disperazione, cosa diamine devo fare? 
 
Il giorno tanto “atteso” è arrivato. Di solito non mi piace festeggiare il mio compleanno ma quest’anno lo odio ancora di più. Non vedo l’ora che tutto sia finito. Anzi vorrei scappare via in questo istante e non tornare mai più. Probabilmente BaekHyun e gli altri avranno organizzato qualcosa per me dopo ma decisamente oggi proprio non mi va. Che faccia faranno anche loro quando lo sapranno? Farò decisamente la figura dell’idiota burattino che si fa manovrare senza battere ciglio da quel maledetto vecchiaccio. Prima ho incontrato la mia presunta futura moglie, anche lei non deve essere messa meglio del sottoscritto ma ovviamente non può ribellarsi proprio come me. Che tristezza. Fortunatamente sono riuscito a scappare da tutto quel via vai di persone. Ho trovato un piccolo angolino tranquillo per me nell’immenso giardino del nonno. Sono seduto su una panchina di marmo illuminata da un lampione in stile occidentale ottocentesco, perché al nonno piacciono queste cose così sfarzose? Me lo sono sempre chiesto, sarà per ostentare al mondo la sua ricchezza? «ChanYeol-ssi?», questa voce, la riconoscerei tra mille ormai. «NaNa-ssi, che ci fai qui? Come hai fatto a scoprire dove mi trovavo? Credevo di essermi nascosto bene», affermo fingendo un sorriso. «Infatti, ti ho cercato ovunque, sarà ormai mezz’ora che non faccio altro che girare per questo immenso giardino, c’è persino un labirinto!», pronuncia stupita, in effetti, non devono essere molti i giardini in Corea che presentano un labirinto. «Ma finalmente ti ho trovato!», esclama, infine, tutta contenta. Quel sorriso è la mia unica e sola consolazione in questi giorni. Nuovamente un sorriso amaro si affaccia sul mio volto. NaNa deve essersene accorta perché subito la sento pronunciare «ChanYeol-ssi, va tutto bene? Non dovresti essere felice? Oggi è il tuo compleanno, tuo nonno ti ha organizzato una festa in grande», ingenua. Questa non è assolutamente la festa che desidero. Sospiro solamente. «ChanYeol-ssi? Qualcosa ti preoccupa? Forse riguarda la notizia che darà tuo nonno dopo il taglio della torta? Il vice CEO Kim mi ha detto che sarà qualcosa di veramente importante che ti riguarda ma non mi ha voluto anticipare niente, è di questo che sei preoccupato?», una notizia al taglio della torta, il nonno ha fatto anche diffondere questa voce, preoccupandosi di una mia possibile fuga. Pensa che questo possa bastare a fermarmi? Non voglio assolutamente tornare indietro. «ChanYeol-ssi, credo che ora sia proprio giunto il momento del taglio della torta. Dovresti tornare dentro, è per questo motivo che sono venuta a cercarti», non voglio. Per una volta non posso fare quello che desidero? «NaNa-ssi…». «Mh?». «Non potresti avvicinarti un po’?», NaNa resta sorpresa alla mia strana richiesta ma fa come le dico. Rimango seduto, con le mie braccia cingo i suoi fianchi e poggio la mia testa sul suo cuore, lo sento battere veloce, probabilmente perché non si aspettava una mia reazione del genere, ma il mio, invece? Perché batte veloce anche lui? Per una volta vorrei solo pensare a me stesso, non posso almeno per il giorno del mio compleanno? «NaNa-ssi…». «S-si?». «Portami via di qui». «Ehh?», le mie parole devono averla scioccata perché subito la sento sussultare, cerca di allontanarsi ma la mia stretta si fa più forte. Alzo gli occhi, subito incrociano quelli smarriti di lei. «NaNa-ssi ti prego andiamocene via da qui. Stai con me stanotte», pronuncio con un fil di voce.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19
 
 
Risate e lacrime, ferite ed emozioni.
Domande e risposte, sono tutte dentro di te.
Hai il mio mondo, sei il mio piccolo universo.
Nel momento in cui sarà distrutto,
sono sicuro che scomparirò anche io.
Cercherò nell’universo,
finché non ti troverò.
Non lascerò andare via niente,
neanche questi piccoli momenti.
I nostri ricordi incisi nel tempo,
continueranno a tornare indietro ricordandomi di te.
Universe-EXO
 
 
- NaNa -
 
Siamo appena entrati nell’appartamento di ChanYeol. Al solito, come una stupida non ho fatto altro che seguirlo in silenzio. Ma che altro potevo fare? La sua espressione era così disperata quando ha pronunciato quelle parole in giardino. Vorrei poterlo aiutare quanto il più possibile. In fondo, è questo il lavoro di ogni segretaria di direzione, giusto? Aiutare il proprio capo. Certo, è assolutamente questo il motivo per cui l’ho fatto. Ah! Ma a chi voglio darla bere? Non riesco neanche ad imbrogliare me stessa. La verità è che una segretaria sana di mente avrebbe fatto di tutto per far rimanere il suo capo lì, nel posto che gli spetta, accanto al presidente e, invece, io che cosa faccio? Lo aiuto a scappare, grande NaNa, tu sì che sai fare bene il tuo mestiere! Dovevo mandare il vice CEO Kim a cercarlo, non dovevo prendermi questa briga. Quando ha pronunciato quelle parole, non ho capito più niente. Non m’importava più nulla della festa o del presidente che stava disperatamente cercando il nipote per fare chissà quale importante annuncio. Che strano però, quando siamo arrivati dinanzi all’appartamento di ChanYeol, mi sono sentita osservata, mi sono voltata più volte per controllare ma non ho visto nessuno. Saranno manie di persecuzione perché sono scappata via con il CEO, lasciando tutta l’alta società di Seoul a festeggiare una festa senza festeggiato? Sarà meglio non pensarci adesso. Intanto ChanYeol chiude la porta dopo il nostro ingresso e il suo consueto beep di chiusura è l’unico suono che riecheggia nella stanza per un bel po’. Infatti, nessuno dei due sa bene cosa dire. È ChanYeol ad interrompere questo imbarazzante silenzio per primo. «Ti va un po’ di tè?», domanda con un tono di voce alquanto basso, probabilmente a causa dell’imbarazzo. «O-ok», rispondo semplicemente, fingendomi il più naturale possibile ma fallendo miseramente. ChanYeol si dirige verso la cucina, decido di seguirlo. Dopo qualche minuto il tè è pronto e mi fa cenno di avvicinarmi. «Vuoi dello zucchero dentro? O vuoi del miele?». «Mi va bene qualsiasi cosa, fai tu», alla mia risposta ChanYeol posa le due tazze sul tavolo da lavoro della cucina e si volta verso di me. Perché mi fissa così? Sembra quasi arrabbiato. Si avvicina verso di me, non so perché ma i miei piedi automaticamente indietreggiano, sembra quasi che il mio corpo abbia fiutato una situazione pericolosa prima della sottoscritta. Lui si avvicina, io mi allontano. Sfortunatamente la mia schiena tocca presto il muro. ChanYeol afferra le mie spalle. «È questo il tuo problema! Sei sempre troppo accondiscendente. Ti va bene sempre tutto! Perché non dici mai apertamente quello che desideri, quello che vuoi davvero?!», afferma all’improvviso. Avevo ragione, sembra essere arrabbiato ma non riesco a capire il motivo di questo discorso improvviso. «Cosa c’entra la scelta tra lo zucchero e il miele con i miei desideri? Non stai forse un po’ esagerando ChanYeol-ssi?», domando facendo finta di ignorare il vero significato della sua domanda e automaticamente abbasso lo sguardo. «Puoi guardarmi negli occhi quando ti parlo, per favore? Sai benissimo che non intendevo questo. Perché fai sempre quello che le persone ti dicono senza battere ciglio? Perché ti fai sempre trasportare di qua e di là anche se non vuoi?», ma che razza di discorso è questo? Prima mi dice di scappare con lui e ora mi rimprovera perché l’ho fatto? «Come scusa? Non capisco, prima mi dici di scappare con te e adesso te la prendi pure?», perché quando sono con lui deve essere sempre tutto così complicato? «Non sto parlando solo di adesso e soprattutto non sto parlando solo di me!», eh? E di chi parla, allora? «Che cosa intendi dire? Che sono una facile che va con chiunque?», non riesco a crederci! «Non sto dicendo questo! Dico solo che per esempio non saresti dovuta uscire con quel CEO dongiovanni se non ti andava. Dimmi la verità lo hai fatto solo perché sei la mia segretaria e avevi paura di possibili ripercussioni per l’azienda. E lo stesso vale per me, non mi dici mai di no perché hai paura di possibili ripercussioni nel tuo lavoro. È davvero così importante il lavoro per te, tanto da arrivare a seguire un uomo nel suo appartamento di notte? Anche se non fossi stato io l’avresti fatto, non è vero? Quando i tuoi superiori parlano, per te è legge anche se fuori l’orario di lavoro o ti fanno richieste assurde», non riesco davvero a capire il motivo di queste dure parole. Le mie lacrime iniziano a scendere prima che io me ne accorga. «Quindi, è questo quello che pensi di me? Che io ti ho seguito di qua e di là solo perché sei il mio CEO. Credi che ti abbia baciato perché sei mio capo? Perché credi che io sia qui dopo aver visto il tuo volto in quelle condizioni disperate? Solo perché sono la tua segretaria? E poi cosa c’entra la storia del CEO Lu? Essere gentili con le persone adesso significa fare la gatta morta? E poi, anche se fosse, cosa te ne importa? Noi non siamo niente, giusto?», quest’ultima è una frase che mi ripeto da sempre da quando sono diventata la sua segretaria. È l’unica frase razionale che sia riuscita a formulare da quando lo conosco. Noi non siamo niente e non potremmo mai essere qualcos’altro. «Hai ragione, noi non siamo niente! Per te, infondo, è sempre stato così, no? Anche quando, dopo tutto quello che è successo tra di noi, hai fatto finta di niente quando ci siamo incontrati in ufficio la prima volta. Però sei contraddittoria, nel tuo discorso precedente volevi farmi capire che non mi hai seguito ovunque e baciato solo perché sono il tuo capo, e allora perché lo hai fatto?», la stretta delle sue mani si fa più forte. Cosa dovrei risponderti in questo momento? L’ho fatto perché sono innamorata di te? E cosa cambierebbe? Io sono solo una segretaria e tu un futuro presidente di una delle aziende più importanti di Seoul, per te sarei solo una zavorra da portare faticosamente nel tuo luminoso cammino. Non posso rispondere a questa domanda. Le lacrime hanno preso a scorrere velocemente senza che io me ne rendessi conto. Che figura patetica. Sento le braccia di ChanYeol stringermi in un abbraccio. «A dire la verità io so benissimo come ti senti…» sussurra al mio orecchio per poi continuare. «… l’unica mia fonte di consolazione in questi giorni bui per me è stata vedere il tuo sorriso ogni mattina. Io comprendo perfettamente quello che stai pensando. Io sono un maledettissimo CEO, un maledettissimo CEO che non ha mai potuto decidere da solo della sua vita, un maledettissimo CEO condannato a diventare erede di un’azienda che lo soffoca. Quante volte ho pensato a quanto sarebbe stato bello se tutto si potesse fermare al nostro primo incontro, un batterista e una ragazza che ha appena ricevuto la notizia di avere ottenuto il lavoro dei suoi sogni. Avremmo potuto continuare a frequentarci in tutta tranquillità, parlando dei nostri sogni serenamente. E invece, ci siamo rincontrati come capo e segretaria. Ho pensato svariate volte di fare quello che hanno fatto i miei genitori e YooRa, scappare via portandoti con me, ma in quel caso che futuro potrei mai darti? Essendo il suo unico erede, sono sicuro che il nonno verrà a cercarmi fino in capo al mondo rendendoci la vita più difficile di quanto già possa essere. Io ti amo NaNa, volevo solo dirtelo apertamente almeno una volta. Ma sono un uomo che non può darti nulla, perché non sono padrone della mia vita. So che anche tu mi ami, perché certi sentimenti non si possono fingere. Hai ragione tu, noi non possiamo essere altro che niente, a causa mia che sono un debole, ma stanotte, solo per stanotte, non potremmo dimenticare tutto e tutti? Solo per stanotte non potremmo essere dei normali ragazzi che si amano? Domani mattina, quando usciremo da quest’appartamento davanti agli altri faremo finta che non sia successo nulla ma per noi resterà un ricordo indelebile cui pensare nei momenti di sconforto. NaNa, ti prego, permettimi di stare con te stanotte, permettimi di amarti come si deve, anche se per l’ultima volta». Non so se provare gioia o tristezza in questo momento, ma di sicuro mi sento confortata dal fatto che non sono l’unica a provare certe emozioni e a formulare certi pensieri. Come risposta, prendo il suo volto, ormai in lacrime proprio come il mio, e lo bacio. ChanYeol risponde al mio bacio senza esitazione. Questa sarà l’ultima volta che le mie labbra incontreranno le sue. Forse non avrei dovuto accettare, ma la sua sincerità mi ha convinto. Continuando a baciarmi delicatamente ChanYeol solleva le mie gambe, trasportandomi come una principessa fino alla stanza da letto. Come la prima volta, adagia lentamente il mio corpo sul letto, quasi fossi un oggetto prezioso. I baci si fanno sempre più profondi ma senza perdere mai quella dolcezza iniziale. Sembra che ChanYeol oggi voglia comunicarmi quanto tiene a me con ogni parte del suo corpo. Vorrei davvero poterlo amare apertamente, ma questa come, ha detto, sarà l’ultima volta. Non c’è un “dopo” per noi, c’è solo un “adesso” che svanirà alle prime luci dell’alba. In questo piccolo lasso di tempo vorrei davvero amarlo quanto il più possibile e non avere rimpianti in futuro. «ChanYeol?», sussurro sulle sue labbra richiamando la sua attenzione. «Mh?», esclama, accarezzando dolcemente il mio volto. «Ti amo», continuo a sussurrare. All’inizio la sua espressione è sorpresa ma subito si addolcisce e un sorriso si dipinge sul suo volto. «Ti amo anche io», per poi continuare a baciarmi.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20
 
 
Oh, a volte la verità,
oh, fa più male delle bugie.
Oh, abbiamo paura di farci male.
Ci allontaniamo dalla verità.
Anche se so che è un po’ pericoloso, così amaro.
Non ho fiducia in me stesso,
posso sopportarlo, anche se è una bugia.
Se posso averti al mio fianco comportandomi così.
Le dico dolci bugie, dolci bugie, dolci bugie.
La bugia più dolce del mondo, piccola.
Sweet Lies-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
«Mmmmh». È già mattina? Che ora sarà? Automaticamente la mia mano si muove tra le lenzuola cercando NaNa. Eh? Niente? Non c’è? Di scatto mi alzo dal letto. Lo ha fatto di nuovo? Non riesco a pensare che a questo e subito la tristezza mi assale. All’improvviso sento un rumore provenire dalla cucina. Mi precipito a controllare. La scena che si para davanti ai miei occhi non può far altro che provocarmi un sorriso. «Oh! Ahm, Ehm, ChanYeol, io stavo, cioè, volevo preparare qualcosa per la colazione, ma perché tieni tutti gli attrezzi di cucina così in alto? Accidenti mi è caduto tutto addosso», afferma NaNa disperata, cercando di dimenarsi tra tutto il disordine che ha creato. Mi avvicino per aiutarla. «Potresti smetterla di ridere?», domanda fingendosi arrabbiata. Vorrei ma la scena è davvero troppo divertente. «E poi perché sei ancora in boxer?», oh, già è vero, sono praticamente saltato fuori dal letto con solamente ciò che avevo e mi sono precipitato qui. «Sai, quando uno sente dei rumori strani in casa sua, si preoccupa e si precipita così com’è per vedere cosa è successo». «Mi stai dicendo che praticamente se sentissi un ladro entrare in casa tua nel frattempo che stai facendo la doccia, usciresti nudo per andare a controllare?», afferma con un tono di voce tra la meraviglia e l’imbarazzo. Mi piace questa sua espressione, è davvero divertente. «Chi lo sa! Probabilmente», affermo prendendola un po’ in giro. La aiuto a rialzarsi. In realtà mi sono precipitato in cucina con solo quello che indossavo nella speranza che ancora tu fossi qui. Ma farei una figura patetica se te lo dicessi. «Be’, comunque, adesso che hai appurato che sono io e non un ladro e che non è successo niente di così disastroso, se non la caduta di qualche attrezzo di cucina qua e là, potresti andare ad indossare qualcosa di decente, per favore?», asserisce voltandosi dall’altra parte. Il suo viso è totalmente paonazzo. Adoro queste sue espressioni. La abbraccio da dietro «Non voglio!», le sussurro all’orecchio, prima di stamparle un bacio sulla guancia. La sento sussultare. «E poi tu stai indossando la maglietta del mio pigiama! Ecco perché non ho niente da indossare!», NaNa prova a liberarsi dalla mia presa ma non glielo permetto. Si volta solamente verso di me. «Un CEO è così povero da avere una sola maglietta?». «Sssh, non nominare quella maledettissima parola adesso! Fin quando non usciremo da quest’appartamento, io sono solo un batterista, ok? Ed è risaputo quanto io non riesca proprio a guadagnare con il lavoro che faccio. Quindi, o la togli tu la maglietta e la indosso io, il che non mi dispiacerebbe affatto, oppure continuiamo a restare così», la guardo sorridendo. Che piacevole sensazione quando la stringo tra le mie braccia. Come mi piacerebbe non dover mai uscire da quella maledettissima porta, restare così per sempre. «Ma che spiegazione è mai questa?», anche NaNa scoppia in una risata. Ridiamo come due idioti, per nulla. Sarà questo il motivo per cui la gente dice che quando ci s’innamora si diventa stupidi? «Comunque, se adesso mi liberi dalla presa, potrei prepararti la colazione! Sai ho molta esperienza in proposito, dato che i miei genitori possiedono una caffetteria. Cosa vuoi? Dei pancake?», domanda NaNa ancora con il sorriso sulle labbra. Faccio finta di pensarci su. «Mmmh, avrei qualcosa di meglio da proporre», affermo maliziosamente, ma NaNa non recepisce subito il mio messaggio, per certe cose è davvero lenta. Che carina. «Eh? Non ti vanno i pancake? Vuoi qualcos’altro?», domanda ingenuamente. «Mmmmh, fammi pensare, te?», le dico prima di baciarla. NaNa presa alla sprovvista ricambia comunque subito il mio bacio. Con un gesto deciso la sollevo sul tavolo da lavoro della cucina così i nostri volti sono uno di fronte all’altro, alla stessa altezza. Riprendo a baciarla, le mie mani si muovono più velocemente dei miei pensieri. NaNa non mi basta mai e soprattutto non vorrei mai smettere di dimostrarle quanto la amo. Purtroppo il nostro momento idilliaco viene interrotto dal suono del campanello. Proprio adesso? A malincuore mi allontano da NaNa che ancora una volta si volta per l’imbarazzo. Mi schiarisco la voce e mi avvicino al citofono audiovisivo. Hyung? Che diamine ci fa qui adesso? Apro la porta. «Chan-ah!», afferma ancora con il fiatone, sembra che sia venuto fin qui di corsa. «Hyung?», domando preoccupato. NaNa scende dal tavolo, tentando di tirare il bordo della mia maglietta verso sotto. Mi posiziono davanti a lei per coprirla con il mio corpo. Oh, accidenti, io sono in boxer! Che figuraccia! «Segretaria Kim ci sei anche tu!», afferma non un tono di voce non troppo sbalordito. Che cosa sta succedendo? «Hyung, si può dannatamente sapere che succede?». «Dalla tua “tenuta” deduco che sia tutto vero». «Che cosa vuoi dire?», lo guardo con fare interrogativo. «Prima di tutto, segretaria Kim, potrei chiederti gentilmente di lasciare quest’appartamento? Dovrei parlare in privato con Chan-ah, prima che arrivi suo nonno. Chan-ah, tu indossa qualcosa, per favore». «Che? Il nonno verrà qua?», NaNa annuisce alla richiesta di MinSeok hyung e si dirige verso la stanza da letto, anch’io faccio lo stesso. La guardo, vorrei poterle dire resta qui con me, non lasciarmi solo ma so che questo potrebbe solo peggiorare le cose se addirittura il nonno si sta scomodando a venire in questo misero appartamento che ha sempre snobbato e mai visitato la situazione si fa davvero complicata. Sicuramente non sarà rimasto contento della mia fuga di ieri sera. NaNa in men che non si dica è pronta e siamo di ritorno di nuovo in cucina, ha tolto la mia maglia e ha indossato i vestiti di ieri sera, non ho avuto neanche l’opportunità di dirle come stava bene con quest’abito di pizzo nero, sono un idiota, ho sempre più paura di averla messa in difficoltà. «Ehm, allora io vado, Vice CEO Kim, CEO Park, ci vediamo a lavoro», saluta NaNa formalmente e il mio cuore si spezza. «Segretaria Kim, prima che tu te ne vada devo velocemente comunicarti le novità riguardanti te e il CEO», che novità? «Segretaria Kim, anzi signorina Kim, le chiedo di non avvicinarsi più al nostro CEO con gli stessi atteggiamenti di cui ho visto questa mattina, dato che ieri sera è stato annunciato il suo fidanzamento e futuro matrimonio con l’erede della Bae&Co, la signorina Bae JooHyun». «HYUNG!», lo richiamo subito! Perché doveva darle una notizia del genere così, adesso! Quel dannato vecchiaccio anche se sono scappato ha dato ugualmente l’annuncio. «Fidanzamento? Futuro matrimonio?», il cappotto e la borsa che NaNa portava tra le mani, cadono malamente a terra. La raggiungo. «NaNa, ascolta…», che cosa dovrebbe ascoltare, accidenti! Che diamine devo dirle se è tutto vero? «T-tu lo sapevi… e lo stesso mi hai portato qui…», le sue gambe non la reggono più in piedi, cerco di risollevarla ma lei allontana il mio tocco. «Tu lo sapevi, sei scappato per questo ieri sera… pur sapendo tutto questo mi hai portato qui, mi hai fatto passare per una cattiva ragazza che non sa stare al suo posto», lacrime di rabbia iniziano a solcarle il viso. «NaNa, aspetta, non è come pensi, io credevo che andandomene il nonno non avrebbe fatto l’annuncio… NaNa… io non volevo mentirti…», la mia voce inizia a tremare. «Se non volevi mentirmi… perché non mi hai detto nulla? Passare la notte con un uomo fidanzato e addirittura un futuro marito era una cosa millenni lontana dai miei pensieri… ma tu mi hai reso colpevole di questo, te ne rendi conto?», la voce di NaNa si fa sempre più forte così come le sue lacrime scorrono ancora più veloci. Cosa posso dire in mia discolpa? Qualsiasi cosa dicessi adesso non avrebbe senso. «Mi dispiace interrompervi, ma c’è dell’altro. Qualcuno ha inviato delle foto tra cui quelle di voi due di ieri sera, da quando siete scappati dalla festa fino all’entrata in quest’appartamento, quindi, adesso, il presidente sa tutto, o perlomeno si è fatto una sua idea di tutto, ha deciso di sospendere NaNa momentaneamente dal suo incarico di segretaria di direzione, per una settimana non dovrà presentarsi al lavoro e dopo questo periodo, il presidente, si occuperà del suo destino futuro nella nostra azienda», che cosa? «Hyung! Perché non lo hai fermato mentre diceva tutto questo! Perché non gli hai detto che era solo colpa mia! Perché non gli hai detto di risparmiare NaNa dai nostri pesanti fardelli familiari?», mi getto su di lui scuotendolo. Lui abbassa il capo in segno di disperazione. Probabilmente ha provato a proteggere NaNa ma questo è stato il massimo che è riuscito a fare. Ho sempre provato la sensazione di essere impotente ma mai fino a questo livello. NaNa mi lancia un ultimo sguardo, non capisco se sia rabbia, dolore, disperazione, forse è tutto questo insieme quello che vuole comunicarmi e subito esce fuori chiudendo la porta dietro di sé.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21
 
 
Non essere spaventata, l’amore è l’unica via.
Dolcezza, l’ho capito.
Puoi chiamarmi mostro.
Sto strisciando nel tuo cuore, baby.
Ti capovolgerò, ti disintegrerò e ti ingoierò,
ti rapirò e ti gusterò.
Ti metterò sottosopra.
Sono inciso nel tuo cuore.
Così che, anche se dovessi morire,
vivrò per sempre.
Vieni qui ragazza, mi chiami mostro.
Entrerò nel tuo cuore.
Monster-EXO
 
 
 
- NaNa -
 
Non so più da quante ore sono gettata qui su questo letto. Più cerco di trovare una spiegazione razionale a quello che sta succedendo più il mio mal di testa aumenta. Davvero, in cosa ho sbagliato per meritarmi una simile punizione? Una sospensione a neanche un mese di lavoro, di certo sarà un grande biglietto da visita quando presenterò il mio curriculum ad altre aziende. Questa, infatti, è l’unica cosa sicura, il presidente mi licenzierà, magari non subito ma di certo lo farà. La verità è che sono stata una sciocca. Mi sono fatta abbindolare da quegli occhioni dolci di ChanYeol. È stato tutto un enorme sbaglio, fin dal nostro primo incontro. Tutto è iniziato male tra di noi. Da quando ChanYeol è entrato nella mia vita, non ho fatto altro che pentirmi di tutte le mie azioni. È stato davvero disgustoso da parte sua tenermi nascosto il suo fidanzamento. È un mostro. Sono stata ingannata alla grande. In questi giorni ho imparato pian piano ad amarlo. Sapevo che tra noi due non poteva mai esserci qualcosa di serio ma sotto sotto la mia anima romantica ci sperava. Tsk. Amare qualcuno? Cercare il grande amore della vita? L’ho capito solo adesso, sono solo idiozie da ragazzine. L’amore porta solo sofferenza. Dovevo dare retta a HaeRi già tanto tempo fa. L’amore, quello vero, non esiste, è solo uno specchio per le allodole. L’amore senza impegni è l’unica soluzione se non vuoi rimanerne schiacciato. Il flusso dei miei pensieri viene interrotto da qualcuno che bussa alla mia porta. «NaNa-yaaaa, sono io HaeRi, ti prego apri la porta, fammi entrare!», già, quando sono entrata nella mia stanza ho chiuso la porta a chiave e non ho più dato segni di vita, probabilmente i miei si saranno preoccupati e hanno chiamato HaeRi di conseguenza, per capire se lei sapesse qualcosa e di tutta risposta si sarà precipitata qui. Decido controvoglia di alzarmi ed aprire la porta, non mi va di raccontare tutto ma con qualcuno forse dovrei parlarne, anche se farò solamente la figura di un’idiota patetica. Giro la chiave e in men che non si dica HaeRi è già dentro, chiude la porta alle sue spalle e corre ad abbracciarmi. Tra le braccia di HaeRi, la labile stabilità che avevo pian piano riconquistato in queste ore crolla completamente. Inizio a piangere come una bambina. «Tranquilla, va tutto bene, so già tutto. Piangi quanto vuoi, ci sono qui io con te», sa già tutto? Esattamente cosa sa? Istintivamente mi allontano dalle sue braccia per guardarla dritto negli occhi. «C-cosa sai? E come hai f-fatto a sapere?», HaeRi non risponde subito. Stringe le mie mani, chiude gli occhi, fa un bel respiro e poi li riapre. «Ho saputo qualcosa da BaekHyun. Qualche giorno fa ci siamo incontrati in un club e da allora ci sentiamo tutti i giorni. È stato lui a consigliarmi di venire qua e subito dopo mi hanno chiamato i tuoi», afferma con sincerità HaeRi. «Cosa ti ha detto? Ha parlato con ChanYeol?», ho il terrore di quello che la gente possa dire sul mio conto. Diranno che sono una cattiva ragazza che ruba i fidanzati altrui? «No, purtroppo non è riuscito ancora a parlare con ChanYeol-ssi, a quanto pare suo nonno ieri pomeriggio è andato a prelevarlo dal suo appartamento e lo ha portato nella sua immensa villa. In questo momento BaekHyun si sta dirigendo proprio da lui. È stato un certo MinSeok-ssi ad informarlo della situazione a grandi linee». «Quindi, adesso il mondo intero sa cosa è successo, giusto?», domando in lacrime. «No, NaNa-ya, quello che è successo davvero lo sapete solo tu e ChanYeol-ssi, quindi, siete solo voi due che potete raccontare la verità su quello che è successo», pronuncia HaeRi cercando di asciugare le mie lacrime, un’impresa un po’ impossibile dato che non fanno altro che fuoriuscire una dietro l’altra. «HaeRi-ya, io…», le parole che vorrei pronunciare sembrano morire in gola a causa dei singhiozzi provocati dal mio pianto. «Tranquilla NaNa-ya, non sei tenuta a raccontarmi tutto nei dettagli ma sappi che io starò dalla tua parte sempre e comunque, amica mia», dice abbracciandomi nuovamente. In questo momento l’unica cosa che riesco a fare è piangere a dirotto. Dopo qualche minuto, riesco pian piano a riprendere il controllo di me stessa. «HaeRi-ya, lui mi ha ingannato…», affermo ancora singhiozzando. «Perché pensi questo, NaNa-ya?», domanda HaeRi con un’espressione seria sul volto. «La notte del suo compleanno mi ha chiesto di aiutarlo a scappare dalla sua festa e stare con lui tutta la notte, nonostante sapesse di essere promesso sposo ad una figlia di non so quale riccone di Seoul. Mi sono sentita tradita HaeRi-ya. Perché lo ha fatto? Anche se lui non è d’accordo a questo matrimonio, questo non cambia comunque i fatti. Perché non mi ha detto nulla? Perché mi ha fatto passare per una poco di buono che non sa stare al suo posto? Perché HaeRi-ya? Perché? Non faccio altro che chiedermelo da qual maledettissimo momento, da quanto il vice CEO Kim ha pronunciato quelle parole», ed ecco che le lacrime continuano a scorrere velocemente. Ho davvero perso definitivamente il controllo di me stessa. HaeRi non risponde subito, sembra si stia prendendo del tempo per elaborare una risposta cercando di capire quello che è successo. «NaNa-ya, io non credo che tu sia l’unica vittima di tutta questa storia…», cosa vuole dire con questa premessa? «Cosa vuoi dirmi? Che anche ChanYeol è una vittima? Dopo tutto quello che mi ha fatto? Ha giocato con me, non l’hai ancora capito?», sono veramente arrabbiata adesso. La mia migliore amica che fino a qualche minuto fa dichiarava di essere dalla mia parte si sta invece apertamente schierando dalla parte del mio nemico. «NaNa-ya, quello che voglio dire è che lui non sta messo tanto meglio di te. Come te, è da ieri rinchiuso in una stanza senza vedere nessuno. Io non credo che ChanYeol-ssi ti abbia mentito, semplicemente pensava che scappando, suo nonno non avrebbe fatto l’annuncio». «Se non avesse fatto comunque quell’annuncio quel giorno lo avrebbe fatto alla prossima occasione utile, quindi, ormai non sarebbe cambiato nulla, se solo me lo avesse detto, lo avrei costretto a rientrare a quella maledettissima festa». «Ecco perché non te lo ha detto», forse è vero quello che dice HaeRi ma sono troppo ferita nell’orgoglio per perdonarlo così facilmente. «Se anche quello che dici fosse vero, perché devo essere la sola a pagarne le conseguenze come se fossi l’unica che ha sbagliato? Perché ho ricevuto questa dura punizione? Non so neanche se sarò licenziata o no dopo questa settimana di sospensione», affermo alzando il tono di voce. «Pensi che la sua non sarà una dura punizione? Sposare una donna che non conosce solo perché obbligato a causa degli affari dell’azienda di suo nonno. La tua è una punizione momentanea, la sua è qualcosa che riguarderà tutta la sua vita», non avevo mai pensato al fatto che ChanYeol non volesse sposare la sua promessa sposa, e tantomeno che quest’ultima fosse una sconosciuta per lui. Ma questo non cambia comunque le cose. Non voglio vederlo per un bel po’, in fondo è questo che mi è stato praticamente ordinato di fare ed è questo che farò. HaeRi sicuramente avrà già capito tutto dalla mia espressione facciale. «Hai ragione, per adesso utilizza questo tempo per pensare a te stessa e riprenditi ma non dimenticarti che non sei l’unica che sta soffrendo. Adesso vado un po’ a tranquillizzare i tuoi, se mi cerchi sono in caffetteria, ok?», annuisco solamente. Capisco le parole di HaeRi ma per adesso non riesco a perdonare ChanYeol, penso solamente che avrebbe potuto essere più sincero con me. HaeRi chiude piano la porta dietro di sé. Mille pensieri affollano la mia mente. Decido di fare un bagno caldo nella speranza di liberare la mia testa anche solo per po’. Spero davvero di riuscirci.
Ho appena finito di fare il bagno, è già sera. Sono quasi due giorni che non metto piede fuori dalla mia stanza, sarà meglio scendere giù in caffetteria e provare a mangiare qualcosa, anche se non ne ho molta voglia. D’improvviso sento HaeRi entrare nuovamente dalla mia stanza accompagnata da mia madre questa volta. Dal loro sguardo traspare un misto di sorpresa e preoccupazione. «Che succede?», domando con ancora indosso l’accappatoio. «NaNa-ya, conosci un certo Lu Han-ssi?», domanda mia madre inaspettatamente. «Lu Han-ssi?», le faccio istintivamente d’eco. «Sì, a quanto pare è venuto qua per vederti, dice che ti aspetta fuori, vorrebbe parlare con te», continua HaeRi. «Cheee?», balzo di scatto. Che ci fa lui qui? Di cosa vuole parlarmi? Di lavoro? No, di certo lo saprà che sono stata sospesa, o forse no? Oh mio Dio, cosa devo fare adesso? «Ma chi sarebbe questo tizio?», domanda HaeRi notando la mia agitazione. «È il CEO di una compagnia cinese con cui abbiamo contrattato ultimamente, non capisco sul serio di cosa voglia parlarmi! Che cosa devo fare?», domando disperata. «Be’ di certo non è carino non presentarsi dopo che è venuto a trovarti fino a qui. Quindi, vestiti e raggiungilo e ascolta quello che ha da dire», consiglia mia madre. In effetti, è vero. Farò così. Mostro un segno di consenso a mia madre e subito inizio a prepararmi.
Dopo qualche minuto sono pronta, ho indosso dei vestiti casual, non sarà abituato a vedermi così ma non mi andava proprio di vestirmi diversamente. Quando esco dalla porta di casa lui se ne accorge subito ed esce dalla macchina dove era seduto ad aspettarmi. Noto che anche lui non è vestito come al solito, nessun completo, nessuna cravatta, solo una felpa extralarge e dei jeans. «NaNa-ssi, ciao» dice avvicinandosi velocemente. «Ciao Han-ssi», ricambio il saluto, posso chiamarlo così? Forse dove chiamarlo CEO Lu? Aaah! Sono così confusa, ne ho davvero abbastanza di questa parola “CEO” e di tutte le formalità che porta con sé. È strano vederlo con questo tipo di abbigliamento. Neanche la prima volta che l’ho incontrato in quella caffetteria era vestito così informale. «Che c’è? Forse avrei dovuto indossare un completo anche oggi?», che figuraccia, devo averlo fissato troppo! «No, no. Stai bene così», dico abbassando lo sguardo per l’imbarazzo. «Anche tu stai bene vestita così NaNa-ssi», afferma, facendo aumentare così il mio rossore. «Comunque, come mai sei qui? Di cosa volevi parlarmi?», domando da una parte per cercare di cambiare argomento e dall’altra parte perché sono davvero curiosa di sapere cosa lo porta fin qui. «Niente di particolare. Ho appena finito di lavorare e ho saputo che sei, come dire… libera. Quindi, ho pensato di chiederti… Ti va di fare un giro con me per Seoul? Sai che sei la mia unica guida qui», propone tutto sorridente. E adesso che dovrei fare? Accettare?

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22
 
 
È un’altra notte insonne nella mia buia stanza.
Sono seduto con gli occhi aperti disegnando il tuo volto,
il tuo timido sorriso e i tuoi occhi gentili.
Vorrei abbracciarti, come posso farlo?
Non piangere in luoghi dove io non ci sono, addio.
Adesso non posso prestarti la mia spalla.
No, adesso è il mio turno di piangere.
Piangerò adesso.
Prenderò tutte le tue lacrime.
È il mio turno di piangere, consegnale a me,
ognuna di quelle lacrime, questa volta.
My Turn To Cry-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Davanti ai miei occhi non fa altro che passare in loop l’immagine del volto in lacrime di NaNa. L’ho ferita. Ora sì che posso completamente pensare di essere un fallito idiota. Ho perso la prima donna che avevo imparato ad amare davvero. Io che ho sempre creduto alla non esistenza dell’amore, adesso che ho scoperto che, invece, esiste eccome, devo lasciarlo andare. Ho praticamente distrutto la sua carriera. Le lacrime che pensavo di aver completamente consumato quando i miei e YooRa sono andati via, continuano a riaffiorare da ieri. Per un’unica dannatissima volta ho pensato a me stesso e le conseguenze sono state devastanti. Perché finisce sempre così? Ogni volta finisco sempre in questa dannata stanza separato dalle persone che amo davvero. Vorrei fare qualcosa per NaNa, lei non c’entra niente in tutta questa storia, si è trovata invischiata in qualcosa più grande di lei, non voglio che ne rimanga schiacciata per sempre. NaNa ha ragione, dovevo essere sincero fino in fondo, dovevo dirle tutto quello che sapevo. È vero, non le ho mai promesso niente, sapevo benissimo che tra noi due non poteva funzionare ed essendo NaNa una ragazza molto intelligente lo avrà capito anche lei. Perché non le ho detto tutto? Perché mi vergognavo di me stesso. Sono solo un burattino nelle mani di quel vecchiaccio. Come avrei potuto mai dirle che scappavo per fare in modo di evitare, anzi di posticipare, il matrimonio con una sconosciuta solo perché è utile all’azienda? Ora l’ho persa per sempre e in malo modo. Sento il mio telefono vibrare, a dire la verità credo che lo stia facendo già da un bel po’. Leggo il display, è BaekHyun, sicuramente ormai tutti sapranno cosa è successo, tanto vale a questo punto rispondere. Striscio il pollice sul pulsante verde e subito sento BaekHyun urlare dall’altro capo del telefono. «Yah! Sai da quanto tempo cerco di mettermi in contatto con te! Stupido deficiente che non sei altro! Sto quasi per arrivare al piano della tua stanza, aprimi, presto, prima che mi scoprano!», non mi dà il tempo di rispondere che subito riaggancia. Scoprano? Che sta succedendo? Mi alzo dal letto e subito mi dirigo alla porta per fare come BaekHyun mi ha detto, asciugando alla meno peggio le lacrime, non voglio farmi vedere ancora più miserabile di quanto già non sia. Apro e subito entra. Sembra abbia corso. «Yah! Come può tuo nonno essere sempre così esagerato, eh? Cosa sei una spia della Corea del nord? Addirittura la sorveglianza! Sai quanto ho dovuto sborsare per passare ed arrivare fin qui? Se tuo nonno mi scopre sono morto!», lo guardo disorientato, sorveglianza? Davvero il nonno è arrivato a tanto? Be’ non che ormai mi stupisca più di tanto delle sue trovate ma addirittura non fare entrare l’erede del gruppo Byun, questa volta fa le cose in grande, non so se ridere o piangere per la disperazione. Si siede sul letto cercando di riprendere fiato. Mi siedo accanto a lui. «Yah, si può sapere perché fai la bella principessa rinchiusa nel castello, eh?», è sempre il solito, il tatto non sa cosa sia questo ragazzo. «Pensi che mi piaccia tutta questa storia?», rispondo solamente abbassando lo sguardo. «Chan-ah, perché finisce sempre così, eh?», è una cosa che mi domando da sempre ma sfortunatamente non ho ancora trovato una risposta. Alzo le spalle per far capire a BaekHyun che ne so quanto lui. «Be’ comunque adesso non importa, dobbiamo trovare un modo per farti uscire da qui e raggiungere NaNa-ssi, certo magari non oggi, ma al più presto», quando BaekHyun pronuncia quel nome subito balzo in piedi. «Sei impazzito? Come mai potrei incontrare NaNa in questa situazione? Non capisci che le ho già abbastanza rovinato la vita? È bene che lei mi dimentichi e anche in fretta», BaekHyun si alza anche lui e si avvicina mettendomi una mano sulla spalla. «Chan-ah, io non so se quello che mi hanno raccontato è vero o meno, solo entrambi sapete cosa è successo davvero, ma devi prenderti le tue responsabilità, ho sentito HaeRi e credimi NaNa-ssi non sta messa affatto bene, come te è da ieri mattina che non esce dalla sua stanza, vuoi continuare a non fare nulla e perdere le persone importanti della tua vita?». «La fai facile tu che non sei immischiato in questa maledetta situazione!». «E allora cosa dovrei consigliarti? Resta qui a rimpiangerla per il resto dei tuoi giorni! Preferiresti ti dicessi così?». «Non dico questo! So benissimo da me che devo fare qualcosa! Cosa credi che non abbia fatto nulla ieri quando quel dannato vecchio ha fatto irruzione nel mio appartamento quasi fossi un ricercato politico?», il tono delle nostre voci si fa sempre più alto. «E allora cos’è che avresti fatto, principessa, dato che ti vedo comunque rinchiuso in questa stanza, eh?», le sue parole sono un po’ troppo dure, lo so che lo fa per spronarmi, lo fa per me ma finisce sempre per esagerare. Porto la mano alla testa, decido di sedermi sul letto e spiegargli cosa è successo ieri quando mio nonno è arrivato nel mio appartamento. «Baek-ah siediti per favore, ti racconterò tutto quello che è successo», lui non risponde ma fa come gli ho chiesto. Si siede accanto a me senza dire una parola. Racconto tutto quello che è successo tra me e NaNa in questi giorni fino alla sera del mio compleanno, per poi riferirgli la conversazione avuta con il nonno. «Ieri ho visto mio nonno arrabbiato come non mai, nemmeno quando i miei e YooRa hanno comunicato di andarsene era in tale stato. Continuava a sbandierare delle foto che ritraevano me e NaNa dal giorno in cui ci siamo conosciuti fino alla sera precedente. Non capisco chi abbia potuto fare tutto questo ma di certo lo ha fatto con l’intenzione di creare problemi all’azienda. Sai quali sono le priorità nella vita di mio nonno, no? Prima l’azienda, poi tutto il resto. L’unica cosa che sono riuscito a strappargli per NaNa è quella di evitare il licenziamento e una cattiva reputazione. È riuscito a bloccare per il momento possibili fuoriuscite della notizia. Saprai anche che mio nonno è un uomo d’affari, quindi, non dà mai nulla senza avere niente in cambio. Ho dovuto promettere che avrei sposato l’erede della Bae&Co senza lamentele e non avrei più avuto niente a che fare con NaNa. Gli ho promesso che anche incontrandola al Park’s avrei fatto finta di non conoscerla. Che altro potevo fare, dimmi? Insistere e rovinare completamente la sua carriera? Certo, per i primi tempi, nonostante tutto, il nonno non gliela farà passare liscia ma sicuramente pian piano potrà fare carriera e le cose per lei miglioreranno», non è stata una vittoria, neanche una mezza vittoria è sempre una sconfitta, con qualche barlume di speranza ma sempre una sconfitta purtroppo rimane. BaekHyun rimane in silenzio per qualche minuto dopo aver ascoltato la mia storia, per poi prendere la parola. «Chan-ah, tu ti rendi conto dell’assurdità di questa situazione, non è vero? Perché devi essere sempre e solo tu a soffrire alla fine, cos’è? Sei una specie di masochista? Ti piace soffrire?» domanda BaekHyun guardandomi dritto negli occhi. «Non fa niente, posso sopportare anche questa insieme alle altre. L’unica cosa che desidero adesso è che NaNa non abbia problemi a causa mia, davvero… è l’ultima cosa che voglio….», provo a fermare le lacrime ma niente, sembra che io non riesca a tenere testa neanche a loro. Piango miseramente davanti a BaekHyun. Si avvicina, poggia nuovamente la sua mano sulla mia spalla. «Sei un idiota, ti sei trattenuto con me per tutto questo tempo, piangi pure quanto vuoi», alle parole di BaekHyun lo scorrere delle mie lacrime si fa sempre più intenso. Piango come un bambino, era da tanto che non riuscivo a mostrare questo lato di me, mi sono sempre tenuto tutto dentro, ma adesso non posso più farlo. Io e BaekHyun restiamo in questa posizione per un po’ di tempo, nella stanza riecheggiano solo i singhiozzi prodotti dal mio pianto.
Non so per quanto tempo BaekHyun abbia ascoltato il mio pianto senza dire una parola. Qualche minuto fa è uscito consigliandomi di fare un bel bagno caldo. Sono, infatti, appena entrato nella vasca da bagno. Mi distendo, è vero, ci voleva proprio. Vorrei riuscire a mettere in stand-by i miei pensieri almeno per un po’. Non so se quello che ho fatto è giusto, non so se potevo trovare una soluzione migliore, probabilmente sì, ma ormai che altro posso fare? Posso solo sperare che lei non continui a soffrire troppo per me. Un pensiero balza subito nella mia mente e un sorriso si dipinge automaticamente sulle mie labbra. Alla fine HaeRi-ssi e BaekHyun ce l’hanno fatta ad incontrarsi, anche senza l’aiuto mio e di NaNa. Che quella cosa chiamata destino esista davvero? Ultimamente non faccio altro che ricredermi su cose di cui avevo ormai da tempo dichiarato l’inesistenza. Credo di aver vissuto in una grande menzogna da sempre. Una grande menzogna creata inconsapevolmente per proteggermi. Ma in fondo, a cosa è servito se non a soffrire ugualmente? Sono stato sempre un idiota, avrà ragione BaekHyun quando ha detto che sono masochista? Il sorriso sulle mie labbra ha un sapore amaro adesso. All’improvviso sento aprire la porta del bagno. «Chan-ah!». «Baek-ah?», che succede adesso? «Mi dispiace interrompere il tuo bagno ristoratore ma credo mi sia arrivata una notizia che potrebbe interessarti», afferma ancora con il fiatone. «Che notizia?», chiedo sorpreso, ancora disteso nella mia vasca da bagno. «Ho appena finito di parlare con HaeRi che a sua volta è andata a parlare con NaNa-ssi». «Eh? Davvero? Come sta? Cosa dice di me?», lo interrompo. «Be’ di te non dice cose molto carine, lo potevamo immaginare ma non è questo il motivo per cui io sono corso qui», asserisce BaekHyun alimentando la mia curiosità. «E allora qual è il motivo?», domando. «HaeRi mi ha detto che un certo Lu Han-ssi è appena arrivato a casa sua chiedendo di voler parlare con NaNa-ssi. Credevo che la notizia potesse interessarti, Lu Han-ssi non è quel CEO cin-». «Quel maledetto CEO dongiovanni, cosa diamine vorrà da lei?», urlo uscendo dalla vasca da bagno. «Chan-ah dove stai andando?», domanda BaekHyun venendomi dietro. «Quel damerino, al primo giorno utile ne ha già approfittato! Ah! Ma se pensa che la passerà liscia si sbaglia proprio!», prendo i primi vestiti che mi capitano tra le mani e li infilo alla meno peggio. «Chan-ah cosa pensi di fare? La tua stanza è praticamente sorvegliata notte e giorno! Come pensi di uscire da qui? E poi per fare cosa? Volevo che reagissi ma non così presto!», devo averlo scioccato e anche parecchio, non l’ho mai visto così preoccupato. «Se tu sei riuscito ad entrare significa che io posso uscire in qualche modo, paga per me gli scagnozzi di mio nonno, al momento, be’ il mio conto in banca è stato bloccato, indovina da chi, e non ho un soldo, ti ripagherò cinque volte quello che adesso stai spendendo per me!», affermo guardandolo dritto negli occhi. «Chan-ah lo sai che non è questo il problema. Non puoi…». «Hai detto che devo smetterla di fare la principessa rinchiusa nel castello, no? Bene, è quello che ho intenzione di fare!», affermo proprio nel momento che sento la porta della mia stanza aprirsi e qualcuno entrare.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23
 
 
Io sono il lupo e tu la bella.
Non posso rinnegare questo forte sentimento.
Ci casco. Lascio andare me stesso.
Mi piacciono le cose semplici.
Ciò che vive in me ha aperto gli occhi.
Guardala. È piena di paura.
Non riesce a capire la situazione che ha davanti.
“Questo sporco uomo-lupo mi mangerà alla fine?”
Non è così, mi sono innamorato.
Wolf-EXO
 
 
- NaNa -
 
Alla fine ho accettato. Sarà vero quello che dice ChanYeol, allora? No, stavolta non l’ho fatto per accontentare Lu Han-ssi ma l’ho fatto per me. Ne avevo abbastanza di restare chiusa in quella stanza a piangermi addosso. Anche piangendo per un mese di seguito, non cambierebbe nulla comunque. Prima dimentico ChanYeol e prima potrò ritornare a vivere felice e senza problemi. Non sarà facile, ma piano piano sono sicura che potrò farcela. «NaNa-ssi?», si rivolge a me il mio interlocutore. «Sì, Han-ssi?». «Sei molto pensierosa, noto», noti bene, ma non mi va di raccontarti tutta la triste storia che ha coinvolto me e ChanYeol, anche se mi piacerebbe sapere fin dove sai, ma non te lo chiederò, meglio se rimango sul vago, penso. «Un po’», rispondo enigmatica. «È per questo che hai preso un periodo di pausa a lavoro?». «Periodo di pausa?», le mie labbra si muovono più velocemente dei miei pensieri. Subito porto le mani alla bocca, perfino io sono sorpresa. «Non è così, forse?», chiede Han-ssi girando leggermente il volto verso la mia direzione, distogliendo per qualche secondo il suo sguardo attento dalla strada. Devo aver fatto la figura della scema. Sicuramente in azienda avranno cercato di coprire tutto per il momento e avranno giustificato la mia assenza forzata come una richiesta di un periodo di riposo. O almeno credo. «Ehm, sì, è così, è vero, ho richiesto un periodo di pausa», affermo fingendo un sorriso. Che altro posso fare? Se non voglio finire maggiormente nei guai, sarà meglio continuare su questa scia. Ad un tratto Han-ssi ferma la macchina. «Ne sei proprio sicura che sia così? Non mi sembra tu stia dicendo la verità e a dirla tutta non mi sembra neanche che tu stia messa molto bene. Anche se hai cercato di coprire tutto con il trucco, riesco a vedere perfettamente i tuoi occhi gonfi, sembra che tu abbia pianto e anche parecchio. Non posso saperne il motivo? So che ci conosciamo da poco, so che forse potresti pensare di me che sono solo un impiccione ma vorrei semplicemente che tu ti aprissi un po’ di più con me, ti sto chiedendo troppo?», dopo aver pronunciato queste parole, il suo sguardo si fa sempre più intenso. Io non so davvero cosa rispondere, mi ha davvero preso alla sprovvista. Nuovamente, non riesco a trattenere le lacrime. Diamine, cosa non va in me? Devo davvero mettermi a piangere davanti ad uno sconosciuto? Credevo di aver esaurito completamente ogni lacrima ma devo ricredermi, non è assolutamente così, non fanno che aumentare e scendere giù una dopo l’altra. Sento le braccia di Han-ssi stringermi a sé. Deve essersi preoccupato non poco con questo mio patetico comportamento. Non mi piace essere trattata come una debole ma perché sento di aver bisogno di questo contatto? Perché mi sembra di trovarlo rassicurante? Sicuramente in questo momento sono così instabile da trovare confortante qualsiasi tocco. Sento che ho bisogno di sfogarmi con qualcuno. È vero, prima con HaeRi ho dato sfogo ai miei pensieri ma alla fine mi è rimasto solo un gran vuoto a causa di quello che mi ha detto su ChanYeol, ha fatto passare in secondo piano la mia sofferenza rispetto alla sua. So che HaeRi ha cercato di guardare tutta la storia da un punto di vista razionale, come cerca di fare sempre del resto, ma stavolta avrei preferito che mi desse totalmente ragione senza pensarci su razionalmente. Ma HaeRi è una persona troppo corretta e logica per farlo. In questo momento avrei bisogno solamente di qualcuno che mi desse ragione, che per un attimo mi dicesse che ho ragione a provare tutta questa rabbia e tutto questo dolore, perché è normale sentirsi feriti dopo una situazione del genere senza aver bisogno di giustificarla. Se dicessi ad Han-ssi come mi sento, lui mi capirebbe? Sono così confusa, non so se sia opportuno o meno raccontare tutto quello che mi è successo ad un perfetto sconosciuto. Proprio mentre la mia mente si trova indecisa su cosa dire e cosa no, se è giusto farlo oppure no, sento Han-ssi stringermi ancora più forte per poi sussurrarmi all’orecchio, «Tranquilla, non devi per forza raccontarmi tutto subito se non te la senti. Restiamo così, piangi quanto vuoi, liberati quanto vuoi, io starò qui a stringerti finché non ti sarai ripresa». Per le mie lacrime, le dolci parole di Han-ssi, devono essere sembrate un invito a nozze, continuano a venir con forza fuori una dopo l’altra. Non so se è giusto per me abbandonarmi tra queste braccia, non so se è giusto per me trovare piacevole questo contatto ma di sicuro sono troppo debole sia fisicamente sia mentalmente per allontanarmene. Ho deciso, quando mi sarò calmata, racconterò tutto ad Han-ssi, spero davvero che almeno lui stia totalmente dalla mia parte.
 
Dopo un quarto d’ora circa riesco a riprendere un po’ il controllo di me stessa. Senza rendermene conto ho stretto così forte la felpa di Han-ssi tanto da averla sgualcita. Quando me ne accorgo, mi allontano di scatto. «S-scusami, io… non…», riesco solamente a pronunciare. Lui mi guarda con fare interrogativo, «Scusarti… di cosa?». «Io… credo di aver stretto troppo la tua felpa e adesso è tutta stropicciata», pronuncio con un fil di voce e allontanandomi piano piano da quel dolce contatto. Han-ssi mi guarda strano per poi l’attimo dopo scoppiare a ridere. «Più che della mia felpa io mi preoccuperei dei tuo occhi! Potrei chiamarti NaNa, il piccolo panda, ahahahah», eh? Accendo la lucina della macchina, tiro giù l’aletta del parasole per potermi guardare nello specchio al suo interno. Oh mio Dio, è vero! Avevo messo del mascara oltre a tonnellate di BB cream per camuffare i miei occhi gonfi, che disastro. Han-ssi non smette di ridere, alla fine la sua delicata risata contagia anche me. «Ecco, rimedia con questo…», afferma porgendomi un fazzoletto per cercare di rimuovere il disastro che ho combinato «… anche se preferirei restassi con le sembianze di un panda pur di rivedere il sorriso sulle tue labbra», continua accarezzando dolcemente il mio volto. Le mie guance sembrano essere diventate bollenti per l’imbarazzo. «Abbiamo fatto l’upgrade? Un panda dal contorno occhi nero e le guance rosse? Ahahahah», interrompo quell’ulteriore contatto, si sta divertendo proprio a prendermi in giro. Purtroppo con quel bel visino angelico che si ritrova, è impossibile avercela con lui per più di 5 secondi. Accidenti! Mi volto dall’altra parte, fingendomi arrabbiata. «NaNa-ssi? Ti sei arrabbiata? Io non volevo…», il suo tono di voce cambia, sembra preoccupato di avermi offeso, che carino, adesso sono io che non riesco a trattenere una risata e mi giro verso di lui. «Ahahahahah Han-ssi, avresti dovuto notare il cambiamento del tuo tono di voce e il tuo sguardo preoccupato di adesso, ahahahah», credo che i ruoli si siano capovolti e per qualche secondo credo di aver dimenticato ciò che di brutto mi è accaduto nelle ultime ore. «E va bene, va bene qualsiasi cosa pur di farti sorridere», afferma sfoderando quell’arma letale che ha come sorriso. Presto il mio volto riprende un’espressione seria e Han-ssi deve essersene accorto. Faccio un profondo respiro per poi prendere la parola, «Han-ssi posso davvero fidarmi di te?». L’improvvisa domanda sembra spiazzarlo all’inizio ma solo per poco, subito ritorna quello sguardo fisso e sicuro su di me. «Certo NaNa-ssi, puoi fidarti ciecamente di me», risponde risoluto. Ho deciso, gli racconterò tutto quello che mi è successo. Non credo che Han-ssi sia il tipo da spifferare ovunque quello che senta dagli altri. «Ti racconterò tutto, probabilmente ai tuoi occhi passerò per una persona patetica ma in questo momento sento davvero il bisogno di parlarne e sfogarmi. Ti prego non prendermi troppo per una stupida, ok?». Lu Han-ssi non risponde, fa solo un cenno di consenso con la testa, pronto ad ascoltare la mia triste storia.
Dopo aver raccontato tutto per filo e per segno, con l’ennesima fuoriuscita di qualche lacrima qua e là, Lu Han-ssi non pronuncia alcuna parola, sembra volersi prendere qualche minuto per riflettere. Lo guardo in attesa di un riscontro. Che idea si sarà fatta su di me? Su ChanYeol? Su tutta questa storia? Aspetto trepidante un suo parere. All’improvviso le sue labbra iniziano a muoversi. «NaNa-ssi, posso dirti sinceramente quello che penso?», domanda con lo sguardo fisso sul mio. «Certo, ti ho raccontato tutto affinché potessi ricevere un parere». «Bene, posso aggiungere che il CEO Park è stato uno stupido?», eh? Perché sentirlo dire da qualcun altro sembra infastidirmi? Fino a qualche secondo fa speravo che dicesse una frase del genere ma adesso perché mi da così fastidio? Davvero, cosa non va in me? «Sono stato troppo diretto?», domanda probabilmente per via della mia mancata risposta. «Se posso darti un consiglio da amico, se posso permettermi di considerami ormai tale nei tuoi confronti, lascialo perdere, non ne vale la pena sprecare del tempo dietro persone deboli come lui. È solo un burattino nelle mani di suo nonno. Noi due condividiamo un’esperienza simile, entrambi siamo i rispettivi nipoti del presidente delle nostre aziende e siamo stati chiamati a diventare CEO presto e contro la nostra volontà ma non per questo significa che io possa essere comandato così a bacchetta da mio nonno, così come gli pare e piace, soprattutto per questioni personali come il fidanzamento e a maggior ragione il matrimonio, io non l’avrei mai permesso NaNa-ssi», afferma, aggiungendo nelle ultime parole maggiore enfasi. Stringe forte le mie mani tra le sue, perché tutto ad un tratto è diventato così serio? Che cosa vogliono dire in realtà queste sue ultime parole?

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24
 
 
Perché guardi oltre?
Questo mi ferisce ancora di più.
Non riesco a credere, non riesco a credere
alle tue parole, che dicono che l’amore si è fermato.
I nostri ricordi sono crollati,
sto camminando ancora una volta
attraverso i tuoi detriti.
Non riesco a credere, non riesco a credere,
che ti sei fermata così.
Pensavo che saremmo durati per sempre,
ma adesso dove siamo?
Alla fine non sono riuscito a chiederti di restare.
Stay-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
 
«Hyung! Che ci fai qui?», chiedo sorpreso vedendolo entrare nella mia stanza. «Ho saputo che BaekHyun-ah era qui e, quindi, sono venuto a controllare che non ti facesse mettere in atto qualche sciocchezza», afferma MinSeok hyung come se nulla fosse. «Ah! Che bella reputazione che ho! Se vuoi proprio saperlo hyung, stavo cercando di fermarlo in questo momento! E poi vorrei sapere chi è stato a parlare! Giuro che se lo becco non gliela faccio passare liscia! Tsk!», afferma BaekHyun incavolato nero. «Hyung! Devo andare, davvero non posso restare qui, ho una cosa urgente da controllare, ti prometto che ritornerò subito», lo supplico e inizio a scuotere il suo braccio. Devo assolutamente andare, non posso lasciare NaNa in balia di quel lupo approfittatore. MinSeok hyung mi rivolge uno sguardo di cui non riesco a capire bene il significato, è un misto tra dispiacere, rabbia, tristezza. «Chan-ah, per favore ascoltami seriamente per una volta nella tua vita. In qualche modo, anche se non sembra, alla fine hai sempre fatto ciò che desideri, anche se questo, ovviamente, ha comportato delle perdite e delle serie conseguenze, hai sofferto molto, non lo nego, ma ancora non sai bene come funziona questo maledettissimo mondo in cui siamo invischiati, quindi, ti prego di abbandonare l’idea di uscire fuori per raggiungere NaNa-ssi, questo complicherebbe solo di più le cose e non credo che sia questo quello che vuoi davvero», no, no, no, non voglio stare a sentire. «Hyung! Non si complicherà niente, davvero, non mi farò vedere, la guarderò da lontano e poi tornerò qui. Se tu e Baek-ah mi coprirete, non ci saranno problemi, nessuno se ne accorgerà», non posso cedere. Se penso a NaNa tra le braccia di quel dongiovanni, sento subito il sangue salirmi al cervello. «Chan-ah! Dopo che andrai da lei, che farai? Hai detto che la guarderai da lontano, e a cosa servirebbe, eh? Devi fare in modo che lei si dimentichi presto di te! Se la ami veramente, devi scomparire subito dalla sua vita, senza lasciare traccia, hai capito?», il suo tono di voce è più alto del solito, è raro vederlo così arrabbiato ma se pensa che cederò si sbaglia di grosso. «Cosa ne sai tu, hyung? In fondo tu e mio nonno siete uguali! Non sapete cosa significa amare una donna perché avete messo questa dannatissima azienda prima di tutto nella vostra vita. Cosa devi saperne tu di cosa prova NaNa o di cosa sto provando io adesso? Cosa ne sai tu che è meglio per me uscire definitivamente dalla vita di NaNa, eh?», anche il mio tono di voce si è alzato. BaekHyun si avvicina cercando di farmi calmare ma non credo sarà un’impresa semplice. «Non sapere cosa significa amare una donna, dici?», un sorriso amaro si dipinge sulle sue labbra e una lacrima inizia a rigargli il viso, non credo di aver mai visto MinSeok hyung piangere. Che cosa significa? Spalanco gli occhi dallo stupore. «Hyung…», riesco a stento a pronunciare, BaekHyun sembra essere scioccato quanto me. MinSeok hyung si siede sul mio letto e asciuga malamente le sue lacrime. «Forse è arrivato il momento che io ti racconti tutta la verità. Forse, dopo potrai davvero lasciare andare via NaNa-ssi senza rimpianti». «Che vuoi dire hyung? Quale verità?», io e BaekHyun ci sediamo vicino a MinSeok hyung. «Devi sapere Chan-ah che non è assolutamente vero che io non ho mai amato una donna. Ho solo amato un’unica donna nella mia vita, e tuttora lei è l’unica che amo ma è anche l’unica donna che non mi è permesso amare», di nuovo quel sorriso amaro, perché non ho mai saputo niente di tutto questo dolore provato da MinSeok hyung? Lui c’è sempre stato nei miei momenti di sofferenza, mi ha sempre consolato, mi ha sempre detto che il dolore passa con il tempo ma per te allora perché non è così, hyung? «Chi è questa ragazza? Perché non puoi stare con lei?», domando quasi istintivamente. «È tua sorella maggiore YooRa, Chan-ah». «Cheeee?», pronunciamo all’unisono io e BaekHyun. «YooRa noona? Come? Dove? Quando? Perché?», perché non ne sapevo niente? È una cosa che, praticamente, è successa davanti ai miei occhi ed io non mi sono accorto di nulla. «A quale domanda dovrei rispondere per primo?», afferma fingendo di sorridere. «Hyung…». «Ok, ho capito. Ti racconterò tutto dal principio. Io e YooRa, allora, frequentavamo le scuole superiori. Io ero al secondo anno, mentre lei era al terzo anno. Ci siamo conosciuti per caso al comitato studentesco e poco dopo scoprimmo che le nostre classi erano una difronte all’altra. Iniziammo a passare parecchio tempo insieme. Studiavamo spesso insieme, pian piano diventammo la coppia di secchioni della scuola, così ci chiamavano. Agli esami di primo semestre io arrivai primo per il mio anno e lei prima per il suo anno. Non sapevo fare nient’altro che studiare, quindi, almeno in quello volevo dimostrarle che ero il migliore. Promisi a me stesso che se fossi arrivato primo mi sarei dichiarato, e così feci. Sapevo che lei apparteneva ad una ricca famiglia e io ero solo un poveraccio che molto probabilmente non sarebbe riuscito ad andare all’università senza una borsa di studio, ma YooRa andava oltre queste cose, non le importava delle cose sfarzose tipiche del suo stato sociale, era una ragazza semplice e genuina, per questo mi piaceva. Quel giorno ero davvero imbarazzato ma lei mi sorrise come faceva sempre e iniziammo a frequentarci di nascosto, cercando di non dare troppo nell’occhio. Il nostro rifugio segreto era un’aula di fianco alla biblioteca, era sempre vuota. Quando seppe che tuo nonno voleva dare una borsa di studio e occuparsi personalmente della formazione universitaria di un giovane capace ma che non poteva permettersi di continuare a studiare, tua sorella fece il mio nome. Tuo nonno mi fece chiamare nel suo ufficio, inutile dire di quanto fosse contento dei miei voti, mi disse che se mi fossi comportato bene mi avrebbe sempre trattato con un occhio di riguardo e mi avrebbe permesso di lavorare nella sua azienda con la possibilità, con il tempo, di ricoprire cariche importati. Ero davvero al settimo cielo. Vedevo tuo nonno come l’eroe che stava per salvarmi dall’eterna povertà. Sai benissimo quanto la mia famiglia sia povera e in più mia sorella minore è stata sempre cagionevole di salute, potevo aiutare i miei e nel frattempo sarei potuto stare sempre vicino a YooRa. Non ci fu periodo più bello nella mia vita. Purtroppo, come ho imparato con il tempo, le cose belle durano poco. Qualcuno scoprì il nostro segreto e la voce cominciò a spargersi per tutta la scuola. YooRa mi convinse a non dare troppo peso alle parole che sentivo in giro e che probabilmente sarebbero scomparse presto quando un nuovo scoop si sarebbe presentato e in più lei doveva prepararsi all’esame di ammissione all’università. Feci come mi aveva consigliato e continuai comunque ad incontrarla di nascosto. Un giorno YooRa mi chiamò in lacrime, disperata mi chiese di vederci, mi precipitai nel luogo dell’incontro e mi disse che, qualche giorno dopo la cerimonia del diploma, sarebbe partita per frequentare un’università all’estero ma che comunque non era un problema perché secondo lei la nostra storia d’amore avrebbe potuto continuare senza intoppi. Ricordo ancora il freddo di quel giorno, lei cercava di sorridere ma dai suoi occhi potevo notare l’immensa tristezza che la attanagliava. Più tardi scoprì che YooRa fu mandata via a causa mia, non voleva allontanarsi dalla Corea ma ha dovuto farlo per proteggermi, era convinta che ritornata dopo aver preso la laurea, tuo nonno le avrebbe permesso di frequentarci senza fare storie. Chiese, inoltre a tuo nonno di non togliermi la borsa di studio, che tra noi era definitivamente finita, anche se non era la verità. Tuo nonno all’inizio le credette e io potei frequentare una delle università più prestigiose di Seoul. Quando YooRa dopo tre anni tornò, fui la prima persona che venne a trovare. Ero così felice di vederla dopo tre lunghi anni. L’amore che provavamo non era affatto cambiato anzi potrei dire addirittura che ci amavamo ancora di più. Per tutto il mio ultimo anno all’università continuammo a frequentarci di nascosto, lei veniva spesso a trovarmi nel mio appartamento ma nuovamente qualcuno scoprì la cosa e lo andò a raccontare a tuo nonno. Presto ci convocò nel suo ufficio, per capire realmente la situazione. YooRa scoppiò e raccontò tutta la verità. Inutile dire che il presidente non la prese bene, disse che non voleva più vedermi, che dopo tutto quello che lui aveva fatto per me io l’avevo ripagato in malo modo. Nello stesso momento disse a YooRa che avrebbe dovuto sposare un tizio ricco dell’alta società sudcoreana, sì, non ti stupire Chan-ah, non sei il primo cui il presidente fa tali richieste. All’inizio YooRa ovviamente accettò purché tuo nonno avesse continuato a pagare la mia borsa di studio e farmi occupare un posto rispettabile in azienda in futuro. Non capii in un primo momento il piano di YooRa e ci restai malissimo alla sua affermazione di voler subito sposare un altro uomo, capivo che lo faceva per proteggermi ma non volevo arrivasse fino a tanto. Il giorno dopo YooRa venne a trovarmi nel mio appartamento e mi disse che noi avremmo potuto continuare a frequentarci lo stesso, quel matrimonio era solo sulla carta, mi spiegò, lei non amava quell’uomo ma amava me, questo era quello che importava, diceva. Sapevo che sarei stato sempre un uomo in secondo piano nella sua vita, non ero altro che una pesante zavorra per lei, ma la amavo e avrei fatto di tutto pur di restare solo un altro giorno con lei, così accettai la sua proposta. Cercammo di essere più cauti delle volte precedenti e nessuno ci scoprì questa volta. Proprio quando il matrimonio si stava avvicinando, in YooRa cambiò qualcosa. Odiava il suo futuro marito, come te, lei è sempre stata uno spirito libero, non voleva essere semplicemente la bella bambolina da esporre alle feste di qualche ricco signore. Venne da me dopo aver parlato con tuo nonno. Mi disse che dopo avere conosciuto il vero amore non poteva sposare quel damerino, non ce la faceva proprio. Intanto io avevo finito l’università e avevo da poco iniziato a lavorare in azienda. Decisi di mandare all’aria anni di sacrifici e scappare via con lei. La fuga ovviamente, fu breve, tuo nonno ci ripescò subito e ci riportò indietro. YooRa disperata supplicò tuo nonno di lasciarci andare, che non ci saremmo più fatti vedere. In quel periodo tuo nonno aveva già perso i tuoi genitori, non era intenzionato a perdere altri membri così non ascoltò la richiesta di YooRa e la rinchiuse qui, nel suo palazzo, proprio come adesso sta facendo con te. Superfluo dire che tua sorella ebbe la tua stessa pensata, di uscire e raggiungermi, non sapeva esattamente per fare cosa ma voleva solamente trovare conforto tra le mie braccia. Riuscì a scappare ma tutto questo peggiorò la situazione. Tuo nonno decise di anticipare le nozze di YooRa e licenziare me dall’azienda. Alla fine YooRa, qualche giorno prima delle nozze scappò via definitivamente, lasciando una lettera a me e a tuo nonno. Scriveva che non ce l’avrebbe mai fatta a vivere in una prigione dorata, non faceva per lei. Si addossava tutte le colpe, scrisse anche che era colpa sua la nostra fuga, scrisse che mi aveva costretto, che io non c’entravo nulla, l’unica ad essere nel torto era lei. Chiese al presidente di non cercarla mai più e di prendersi cura di me, che era uno spreco perdere una persona capace come me e così se ne andò via per sempre. Come puoi notare anche tu stesso, tuo nonno decise di accogliere l’ultima richiesta di YooRa e questo è il motivo per cui io sono ancora qui». Il lungo monologo di MinSeok hyung, interrotto dal cadere di qualche lacrima, mi ha lasciato davvero l’amaro in bocca. Non posso crederci. Tutto questo è accaduto davanti ai miei occhi e io come un idiota non mi sono accorto di nulla. Altro che pensare agli altri, io ho sempre pensato solo a me stesso per tutto il tempo. Altro che essere abbandonato dalle persone che amo, alla fine sono stato io ad averli lasciati andare tanto facilmente. «Hyung…», vorrei dire qualcosa per consolarlo ma a cosa servirebbe oramai? Inoltre, ho anche saputo che tra poco mia sorella sposerà un suo collega telegiornalista, sicuramente MinSeok hyung deve comunque averlo saputo, chissà quanto starà soffrendo. «Il motivo per cui ho voluto raccontarti questa triste storia non è per avere la tua compassione ma per evitare di fare i nostri stessi errori. Capisco perfettamente come NaNa-ssi si senta. In questo momento starà provando rabbia per via del tuo fidanzamento ma se tu andassi da lei adesso e ti sacrificassi ulteriormente come ha fatto tua sorella, per tutta la vita lei dovrà combattere con il senso di colpa. Continuerà a ripetersi “Se non ci fossimo incontrati avrebbe avuto un futuro luminoso. Se non avessi ostacolato la sua vita probabilmente adesso sarebbe molto più felice. Ho rovinato ciò che era suo di diritto”. Quindi, Chan-ah, se la ami davvero, se vuoi che lei non viva con questi rimpianti per tutta la vita, non incontrarla più. Fai in modo che lei ti dimentichi presto. Non è da tanto che vi conoscete, siete ancora in tempo. Fai anche tu lo stesso. Ti aspettano cose grandi in futuro, probabilmente se chiuderai tutto adesso un giorno potrai anche sorridere a tutto quello che ti sta succedendo ora. Te lo dico con tutto il cuore Chan-ah, non fare nulla», afferma deciso, guardandomi dritto negli occhi e poggiando una mano sulla mia spalla. Io sono davvero confuso adesso, sposto lo sguardo da MinSeok hyung a BaekHyun e viceversa. Devo davvero lasciar perdere così? Senza nemmeno provarci?

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25
 
 
Sopra l’ombra scura del dolore,
sulla soglia dell’addio, anche se io cadessi
crudelmente a terra, anche quello sarebbe per te,
quindi, lo sopporterei, invece, ti darò
il me stesso che neanche io conosco.
Non piangere, al posto delle calde lacrime,
piccola, mostrami la tua fredda risata.
Non dire altro piccola, non dire altro e non piangere.
Per favore, non esitare quando sto per diventare schiuma.
Non dire altro piccola, non dire altro e non piangere.
Baby Don’t Cry-EXO
 
 
- NaNa -
 
Sono passate circa tre settimane dagli sfortunati eventi che hanno stravolto la mia vita. Due settimane fa sono tornata al Park’s, come mi era stato detto di fare. Ovviamente non sono più la segretaria di direzione del CEO, sono stata declassata ma perlomeno non licenziata. Adesso mi occupo della gestione del reparto abbigliamento femminile del centro commerciale. Devo coordinare il lavoro delle commesse ed occuparmi degli articoli in vendita, scoprire nuovi brand e comunicarli ai miei superiori, tutto qui. Non è il lavoro dei miei sogni ma di sicuro gli orari di lavoro sono osservati rispetto a quando dovevo prendermi cura del CEO. Ho perso il conto degli occhi che costantemente mi vengono puntati addosso, tutti sono curiosi di sapere perché io sia finita in una posizione del genere ma nessuno sembra avere il coraggio di domandarlo effettivamente. Forse, potrebbe essere una cosa positiva, poiché non saprei cosa dire, ma allo stesso tempo m’innervosisce non poco, dato che sicuramente si saranno fatti un’idea nella loro testa, dove ovviamente io non avrò una buona reputazione. Non ho sentito delle vere e proprie voci in proposito ma lo percepisco dai loro sguardi che mi squadrano da appena mettono piede dentro l’edificio. Al momento, non posso comunque dire nulla, posso solo ignorarli e fare finta di niente. Le commesse, nonostante tutto, sono abbastanza cordiali e non mi danno chissà quali gravi problemi. L’unico che davvero non riesce a piacermi, ed è stato così fin dal primo momento che l’ho conosciuto, è Huang Zitao, uno dei commessi del reparto di abbigliamento maschile. Non è uno dei miei diretti sottoposti ma quando ci incontriamo nelle varie riunioni di aggiornamento per entrambi i reparti, non mi piace il modo in cui mi fissa. È vero, gli sguardi di tutti qui al centro commerciale sono pesanti e spiacevoli nei miei confronti, ma quelli di Zitao sono davvero mille volte peggio e non riesco a capirne il motivo. Le uniche persone che mi rivolgono, invece, uno sguardo diverso sono due. Il primo è il responsabile del personale Kim JongDae, lui mi rivolge sempre un sorriso d’incoraggiamento quando ci scontriamo da qualche parte qui al Park’s, è una persona davvero buona e gentile. Il secondo è il vice CEO Kim, lui non mi guarda con occhi sorridenti ma neanche con disprezzo e curiosità come gli altri, il suo sguardo, invece, sembra triste e dispiaciuto, sembra quasi che si senta in colpa per qualcosa, anche se è stato lui a darmi la notizia della sospensione e dell’avvenuta conoscenza di tutto da parte del presidente non è affatto colpa sua, qualche volta sono lì pronta per dirglielo ma poi mi ritiro indietro, meno sto a contatto con i piani alti e più credo che sia meglio così. Infine, c’è una sola persona che cerca di non incrociare assolutamente il mio sguardo, è quello è ChanYeol. Non viene mai personalmente a visitare il reparto, come invece fa di solito con gli altri reparti del centro commerciale, in sua vece manda il vice CEO Kim oppure il responsabile del personale Kim. Ogni volta che incontro ChanYeol mi riprometto sempre di usare la sua stessa tecnica, ovvero quella di ignorarlo complementarmente ma prontamente fallisco alla fine, quando mi ritrovo a fissare le sue ampie spalle che si allontanano. Malgrado quello che è successo fra di noi, malgrado provi una rabbia immensa per aver perso il lavoro per cui ho studiato tutta la vita, non posso smettere di amarlo così facilmente. Con HaeRi e le mie amiche, cui a grandi linee ho raccontato tutta la storia, fingo che vada tutto bene ma quando sono sola nella mia stanza, quando so che nessuno può vedermi e sentirmi, le lacrime iniziano a scorrere senza che io possa far niente per fermarle. Ogni notte mi ritrovo a piangere per lui, per noi, come una stupida. Non faccio altro che ripetermi costantemente che comunque non poteva esserci futuro per due persone diverse come noi. Le cenerentole esistono solo nei drama, la vita reale è molto più crudele. Qualche volta Lu Han viene a trovarmi quando stacco da lavoro, a quanto pare sembra che resterà qui in Corea per un bel po’, non ho capito bene il perché, probabilmente per affari. Lui non fa altro che ripetermi quanto ChanYeol sia stato uno stupido a lasciarmi andare per sposare una bambolina presentatagli da suo nonno, ma in realtà lui non capisce che la situazione è molto diversa. Probabilmente suo nonno non è autoritario come quello di ChanYeol e fin da piccolo sarà stato abituato ad avere qualsiasi cosa desiderasse, ma più il tempo passa e più penso che per ChanYeol non sia stato sicuramente così, piano piano sto iniziando anche a capire le parole di HaeRi che tanto odiavo sentire. Non posso dire di non essere più arrabbiata, mi sento ancora tradita per come sono andate le cose ma questo non m’impedisce comunque di amare ChanYeol ugualmente. «Direttrice», una delle commesse mi riporta alla realtà. «Sì, dimmi pure EuiJin-ssi», affermo cercando di mettere da parte i pensieri formulati precedentemente. «È arrivata una chiamata dal vice CEO Kim, voleva che la avvertissi che a breve arriverà al reparto la fidanzata del CEO Park per fare degli acquisti e probabilmente sarà accompagnata dal CEO Park, ha richiesto di trattarli nel migliore dei modi possibili», ah, questa è davvero bella, mi ha avvertito perché pensa che farò una scenata o qualche simile sciocchezza? Vice CEO Kim mi deludi davvero, tsk. «EuiJin-ssi richiama il vice CEO Kim e conferma che il CEO e la sua fidanzata saranno trattati nel miglior modo possibile, può starne certamente tranquillo». «Vado subito a comunicarlo, direttrice». Ah, davvero, mi crede una stupida fino a questo livello? È vero, è la prima volta che io e Bae JooHyun ci incontriamo, ma sul serio, cosa mai potrei farle? Tirarle i capelli come una soap opera da quattro soldi? La notizia non mi entusiasma, certo, vederli poi insieme sarà un colpo duro per il mio cuore ferito ma non per questo non sarò professionale, è una cliente VVIP, quindi, come tale sarà trattata. Oggi sembra che ChanYeol non possa scappare dal visitare il mio reparto. Devo assolutamente farcela.
Dopo qualche minuto, i due fidanzatini fanno il loro ingresso al reparto. Belli e impeccabili. Come da manuale, li accolgo con un sorriso, il più falso che abbia mai rivolto a qualcuno in tutta la mia vita, ma la signorina Bae non sembra esserne tanto scossa, mi rivolge un sorriso di circostanza e subito si fionda dalle commesse per richiedere di provare alcuni abiti delle firme più costose e importanti del centro commerciale. Il suo promesso sposo è lasciato indietro, poverino messo da parte per qualche abito alla moda. Suppongo che dovrà imparare a farci l’abitudine. Istintivamente i miei occhi lo cercano e per la prima volta dopo tre settimane i nostri sguardi s’incrociano di nuovo, una scarica elettrica percorre interamente la mia colonna vertebrale. L’effetto è sempre lo stesso per me, chissà se sarà lo stesso anche per lui. Subito lo sento tossire, e andare verso la sua fidanzata. Sì, non ho dubbi, anche per lui è lo stesso. Un’alchimia come la nostra non penso possa scomparire in tre settimane. «ChanYeol-ssi, che ne pensi di questo?», afferma la principessina con aria quasi indifferente. Non sembra un tipo che dimostra apertamente quello che prova, al contrario, invece, della sottoscritta, che è un libro aperto. Che fortuna, accidenti! «Ehm, sì, molto bello JooHyun-ssi, dovresti provarlo», sembra essere un po’ imbarazzato ma come biasimarlo? «Sì, è proprio quello che farò», risponde lei semplicemente. ChanYeol guarda a terra e poi ritorna a fissarmi. Dall’imbarazzo abbasso lo sguardo e subito dopo, lui si volta e fa finta di dare un’occhiata a qualche vestito qua e là.
Così come richiesto in questi casi, porto dei calici con dello champagne. JooHyun-ssi è ancora nel camerino così porgo il primo calice a ChanYeol, le nostre mani si sfiorano accidentalmente e di nuovo un brivido percorre la mia schiena. Non posso continuare così, spero, sul serio, vadano via presto. JooHyun-ssi, intanto, esce dal camerino, «ChanYeol-ssi, pensi possa andare bene per la serata di gala della vigilia di Natale?», esclama, girandosi più volte davanti lo specchio. È una ragazza davvero bella, ha un’eleganza incredibile, probabilmente, anche se indossasse un sacco della spazzatura, tutti capirebbero che fa comunque parte dell’alta società. Il vestito che indossa è magnifico, fa parte della collezione Dior autunno-inverno 2017-2018, sembra una notte stellata con tutte quelle gradazioni di blu e il glitter su di esse. Un abito davvero adatto ad una principessa come lei, se lo indossassi io, sembrerei semplicemente ridicola. Mi avvicino per offrirle lo champagne, quando sento una voce familiare alle mie spalle. «NaNa-ssi!», mi volto istintivamente, non pensavo male, è Lu Han, che ci fa qui? Anche lui è un cliente VVIP, lo saluto formalmente, e porgo il calice a JooHyun-ssi. «Cos’è tutta questa formalità? Ah, c’è anche il CEO Park, ecco perché, scusami non ti avevo proprio visto», si avvicina a ChanYeol porgendogli la mano destra. ChanYeol mal volentieri ricambia il saluto e porge la sua mano destra a Lu Han. Quest’ultimo si gira verso JooHyun-ssi. «E tu saresti?», domanda aggiungendo un sorriso a fine frase. La principessa sta per rispondere quando ChanYeol interviene per lei. «Lei è la mia fidanzata Bae JooHyun-ssi», e crack… sento il mio cuore andare in frantumi. Davvero, perché una scena del genere doveva presentarsi davanti ai miei occhi oggi? «Oh! La famosa fidanzata del CEO Park, piacere, sono Lu Han, il CEO della Dear Deer, la celebre marca di cosmetici cinese», afferma pavoneggiandosi. «Sì, la conosco, utilizzo spesso i vostri prodotti», risponde semplicemente e con indifferenza. Non capisco se lo faccia di proposito o sia proprio il suo carattere. «Oh, ne sono contento», afferma Han continuando a sorridere. Io vorrei proprio sapere chi lo porta qui in un momento del genere. «Come mai sei qui?», ah! Ti ringrazio ChanYeol per avere posto questa domanda. «Niente di speciale, sono andato a far visita al team vendite per vedere come stanno andando i miei prodotti sul mercato, tutto qui», risponde Han facendo spallucce. «Non devi scomodarti per questo CEO Lu, i miei addetti ti manderanno tutto per e-mail ogni qualvolta tu lo richiederai, quindi, puoi evitare di venire fin qui solo per quello», afferma ChanYeol più con aria di sfida che di gentilezza. «Tranquillo non sono venuto solo per quello, sono un cliente VVIP anch’io di questo centro commerciale, non posso venire a fare compere?». «Al reparto di abbigliamento femminile?», domanda a sua volta ChanYeol. Il loro modo di battibeccarsi ha attirato l’attenzione di tutto il reparto, in molti si sono avvicinati, io se potessi vorrei, invece, scappare. «Non posso fare un regalo ad una donna?», ancora una domanda come risposta. «Una donna?», gli fa eco ChanYeol. «Sì, vorrei invitare una donna alla festa di gala della vigilia di Natale organizzata da tuo nonno. Vorrei regalarle un vestito da indossare per l’occasione», va anche lui alla festa di gala, dove andranno ChanYeol e JooHyun-ssi? Be’, c’era da aspettarselo dato che anche lui fa parte dell’alta società. «Prego fa pure, allora», lo invita ChanYeol, sempre con un sorriso finto stampato sul volto. «Bene… NaNa-ssi, potresti farmi vedere qualche abito adatto per l’occasione?», eh? Io? EuiJin-ssi mi guarda sorpresa. Questo è compito delle commesse, ma lui è un cliente VVIP, quindi, non possiamo andare contro il suo volere. Faccio cenno ad EuiJin-ssi che ci penso io. «Mi dica pure CEO Lu, ha qualche preferenza in particolare? Qualche brand che desidera vedere per primo? Può dirmi anche la taglia della ragazza?», domando avvicinandomi a lui. «Non so, fai pure tu NaNa-ssi. Prendi quello che desideri, perché… quella ragazza sei tu», che cosaaaaaa è impazzito?

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26
 
 
Di questo inverno freddo
non riesco a vederne la fine.
Non importa quanto io cammini,
sono sempre nello stesso posto.
Ogni giorno, ad occhi chiusi,
penso a te nella mia mente.
Il sorriso che mi mostravi era bello.
I ricordi passati che voglio mantenere per sempre
e tu qui adesso, sembrano delle bugie.
Questo trasparente calore invernale
è un calore che mi riempie.
Mi manchi sempre quando ti chiamo.
I baci che ci scambiavamo dolcemente,
il mio cuore è in fiamme
come l’inverno passato con te.
Winter Heat-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
È incredibile! Non riesco davvero a crederci! Ogni occasione è davvero buona per lui! Aish! Sono appena entrato nel mio ufficio e MinSeok hyung ha iniziato a fissarmi male, probabilmente perché sono entrato come una furia e sto praticamente tentando di strapparmi via la cravatta dal collo. Quel dannato Lu Han, mi manda davvero in bestia. Vorrei tanto tirare un pugno sul quel suo faccino pulito e perfetto! Maledizione! «CEO Park, c’è qualcosa che non va?», ci si mette anche lui e il suo linguaggio formale. «Niente che la riguardi, Vice CEO Kim», affermo scandendo bene le ultime parole. Sprofondo sulla mia poltrona, via giacca e cravatta, ho talmente caldo che in questo momento se potessi toglierei anche la camicia! Aish! Sicuramente NaNa si farà abbindolare dagli occhi dolci e dal finto sorriso di quel damerino. So che non dovrebbe interessarmi dopo quello che è successo tra noi. Ma la cosa m’infastidisce abbastanza. Cioè, è un CEO pure lui, perché lui può fare quello che vuole con la sua vita amorosa e io no? Forse vuole solo divertirsi con NaNa e poi gettarla via? Perché quella stupida non si dà una svegliata? Perché deve frequentare sempre persone sbagliate e poi soffrire? Come posso aiutarla senza che nessuno se ne accorga? «CEO Park, ho appena ricevuto una chiamata dalla reception, qualcuno è qui per farti visita, vado in sala conferenze, vi lascio soli», eh? E chi sarebbe? «Perché vai via, hyung?», lui non risponde, mi rivolge un triste sorriso e chiude lentamente la porta dietro di sé.
Dopo qualche minuto la porta si riapre. Ecco il motivo per cui sei scappato hyung, sei davvero un fifone. «Noona!», mi alzo dalla poltrona e mi avvicino a lei per salutarla. «Scusami se sono passata solo adesso, Chan-ah», afferma stringendomi forte tra le sue braccia. Non so più da quanto tempo non vedo mia sorella YooRa. Sono così felice di vederla in un momento del genere, anche se sarà comunque per lei pericoloso farsi vedere qui. «Noona, vieni, sediamoci sul divano, suppongo che tu non possa restare molto, non è vero? Se il nonno ti scoprisse, sarebbero solo guai», asserisco accompagnandola verso il divano. «Purtroppo è come dici, è per questo che ho preferito venire qua, al centro commerciale; la casa del nonno è praticamente off limits per me, mamma e papà», già, triste verità. YooRa, dopo essersi guardata intorno più volte, abbassa lo sguardo delusa. Suppongo che non sia solo io la persona che voleva incontrare oggi. «Cerchi qualcuno?», domando, prendendola un po’ in giro. «Eh? Chi dovrei cercare?», cerca di fare la finta tonta. «Posso dirgli di venire qua subito, non può rifiutarsi, sono il suo capo adesso», continuo a stuzzicarla. «Chan-ah, davvero non capisco a chi ti riferisci, io sono venuta qua per vedere te, punto», ecco che inizia a strofinarsi le mani e a giocherellare con le dita, lo fa sempre quando è nervosa, certe abitudini sono dure a morire e subito mi scappa una risata. «Si può sapere perché stai ridendo adesso, eh?», domanda leggermente sorpresa. «Noona, so tutto, MinSeok hyung mi ha raccontato tutto qualche tempo fa». «Chee? E cosa ti ha raccontato?», domanda alzandosi di scatto dal divano. «Direi… tutto? Tranquilla noona è tutto a posto, risiediti, per favore», le chiedo prendendola per un braccio. «Non posso crederci, raccontare tutto ad un bambino, è impazzito, forse?», bambino? Credo che mia sorella mi veda sempre come quel poppante che ha lasciato a casa del nonno anni fa. «Noona, non sono più un bambino sai, ho ventisei anni adesso, nel caso te lo fossi scordato», cerco di farla ragionare. «Chan-ah, lo sai che per me resterai sempre il mio piccolo e dolce fratellino; perché ti ha raccontato una storia così triste, eh?», niente, non lo capirà mai. «Diciamo… che è stato costretto da una serie di eventi?», suppongo che noona per essere qui abbia saputo della storia tra me e NaNa e di tutto quello che è successo dopo. «Anche se è stato costretto, non è giusto, ti avrà raccontato le cose a modo suo, prendendosi la colpa di tutto come al solito!», in effetti, è quello che ha fatto ma meglio non dirglielo, mia sorella è alquanto impulsiva potrebbe cercare MinSeok hyung per tutto il centro commerciale per dirgliene quattro riguardo all’accaduto. «E allora raccontami anche la tua di versione, no?», provo a farla ragionare un po’. «Non è una storia semplice», afferma sospirando. «Tranquilla, ormai sono abituato alle storie complicate», le dico a mia volta sorridendole. «MinSeok-ah non fa altro che incolparsi di tutto, pretende di voler essere l’unico a soffrire, ma in realtà non è così. Lui pensa di avermi rovinato la vita ma si sbaglia perché gli unici momenti in cui posso dire di essere stata davvero felice sono tutti quei momenti trascorsi in sua compagnia. E ancora oggi è così, non è cambiato niente, quello che provo per lui non cambierà mai». «Ma noona! Tra poco ti sposerai con un tuo collega o perlomeno è quello che mi è stato detto, non lo ami?», che cosa sta succedendo? «Non ci sarà nessun matrimonio, tutta questa storia è falsa», dichiara mia sorella con un fil di voce. «Noona, cosa vuoi dire?», capisco sempre meno in tutta questa intricata storia. «Chan-ah… in realtà io…», le lacrime iniziano a fuoriuscire e a rigarle il volto. «Noona…», la abbraccio. «… l’unica persona che ho mai amato è MinSeok-ah, ed è tuttora l’unica persona che amo, ho provato a chiudere definitivamente con lui, diverse volte. Ma alla fine fallisco sempre…», continua a piangere tra le mie braccia quasi fosse una bambina. Ho sempre visto mia sorella come una persona forte e decisa, pensavo che nulla potesse scalfire una roccia come lei, ma evidentemente mi sbagliavo. «Noona, ma allora com’è uscita fuori questa storia del matrimonio?», domanda che mi sorge spontanea. «In realtà sono stata io a diffondere questa notizia…», afferma, allontanandosi piano dalle mie braccia. «Noona… perché lo hai fatto?», chiedo sbalordito. «Be’, l’ho fatto per due motivi, primo perché da un lato pensavo che così MinSeok-ah non si sarebbe sentito più in colpa per quello che è successo, ma dall’altra parte speravo che sentendo dire che mi frequentavo con qualcun altro si sarebbe ingelosito un po’ e magari avrebbe provato ad incontrarmi per avere maggiori informazioni in proposito. Un piano patetico lo so. Alla fine MinSeok-ah non si è fatto vivo, quindi, spero che almeno il primo motivo sia andato a buon fine, spero che si senta meno in colpa nei miei confronti», confessa amareggiata. Come posso dirle che non è così? MinSeok hyung non fa altro che pensare a lei e soffrire, la storia del matrimonio, poi, lo avrà fatto soffrire ancora di più. Davvero, non so da dove sia uscito fuori un piano del genere a mia sorella. «Noona, be’, io non credo che sia stato un buon piano e non credo assolutamente che MinSeok hyung si senta meno in colpa dopo aver sentito una storia del genere. Tu, forse, non lo sai ma lui ti ama così come lo ami tu. Nessuno dei due ha messo da parte l’amore che prova per l’altro, non te ne rendi conto?». YooRa non risponde, continua solamente a piangere. Sono stato troppo diretto? «Noona, scusa, non dovevo essere così diretto, mi dispiace…». «Se è come dici tu…», afferma all’improvviso, «… perché lui non è qui? Perché ogni volta che cerco di incontrarlo, non fa altro che svignarsela?», continua. «Semplicemente perché ha paura che potrebbe ferirti ancora di più incontrandoti. Sai com’è fatto hyung, no? Preferisce prendere su di se i dolori più grandi, per alleggerire gli altri ma purtroppo non ha ancora capito che non funziona così. Il dolore può essere, sì, condiviso ma non cancellato totalmente nell’altra persona». Noona inaspettatamente alza lo sguardo verso di me, «Da quando sei cresciuto così fratellino?». «Da qualche anno, semplicemente non ve ne siete mai accorti perché continuate sempre a trattarmi come un poppante», affermo aggiungendo un sorriso a fine frase. «Forse hai ragione. Comunque, a dire la verità non ero venuta qua con l’intenzione di addossarti anche i miei problemi. Piuttosto sono venuta qua per consolarti, anche se alla fine forse i ruoli si sono invertiti. Ho saputo che il nonno ha usato le stesse tecniche che ha usato con me, che hai intenzione di fare adesso?», bella domanda noona, non credo di avere una risposta precisa al momento. «Che farò? Cioè, se avessi delle possibilità, allora potresti legittimamente farmi una domanda del genere, ma sul serio noona, ho delle possibilità? Posso davvero andare contro il nonno? Non credo che ci siano altre strade se voglio davvero proteggere NaNa», e un sorriso amaro si dipinge sul mio volto. «NaNa, l’ho vista prima sai, al reparto di abbigliamento», eh? Prima quando? «Prima? Intendi prima di venire qua? Quando esattamente?», è possibile che abbia assistito a tutta la scena tra me, NaNa, JooHyun-ssi e LuHan-ssi? «Se ti stai chiedendo se ho visto anche te, sì, ti ho visto, anche la tua nuova compagna e quel particolare CEO cinese», bene, che bella figura. «Ah!», pronuncio solamente. «E ho visto anche un'altra cosa…», eh? «E cosa avresti visto?», domando con finta indifferenza. «Ho visto i vostri sguardi!». «Noona!», adesso sono io a scattare in piedi. «È la verità Chan-ah! Davvero vuoi lasciare stare tutto così? Vuoi davvero sposare una ragazza che non ami? Vuoi davvero continuare a fingere che vada tutto bene finché riuscirai a proteggere il tuo vero amore? Sei sicuro che a lei vada bene così?», evviva la sincerità. «E che altro potrei fare, dimmi? Tu sei scappata via con MinSeok hyung, è cambiato qualcosa? No, le cose sono solo peggiorate! Ovvio che vorrei passare il resto della mia vita con lei, fregandomene di tutto e di tutti, soprattutto di questa maledettissima azienda!». «E allora fai qualcosa Chan-ah! Fai quello che ti rende più felice! Non posso vederti soffrire in questa campana d’oro!». «Questa è davvero bella! Hyung mi dice che non devo fare niente, poi vieni tu e affermi tutto il contrario! Vi state prendendo gioco di me? Come posso anche minimamente accettare i vostri consigli vedendo com’è finita la vostra storia, eh?», mi accorgo solo dopo averle pronunciate, che le ultime parole forse sono state un po’ troppo dure. «Hai ragione, che diritto abbiamo noi di dirti cosa fare? Guardaci, siamo gli amanti più sfigati di sempre, hai ragione, scusa, forse abbiamo proiettato su di te il tanto atteso lieto fine della nostra storia. Vogliamo che le cose per te vadano diversamente ma alla fine hai ragione tu, i nostri consigli ti fanno solo confondere e sono inutili, perdonami Chan-ah». «Noona, scusa, io non volevo, è solo che sono troppo teso in questi giorni, lo so che lo fate per me…». YooRa si avvicina, mi stampa un bacio sulla guancia. «L’unica cosa che voglio Chan-ah è che almeno tu sia felice, non chiedo nient’altro. Ti sosterrò, per quanto mi è possibile, in qualsiasi scelta deciderai di intraprendere definitivamente. Adesso sarà meglio che vada, ti voglio bene fratellino», mi sussurra all’orecchio, abbracciandomi un’ultima volta prima di andarsene, lasciandomi lì immobile, senza la possibilità di pronunciare una risposta adeguata.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27
 
 
Ad un certo punto sembrava
tu stessi piangendo anche mentre sorridevi.
Non potevi amarmi con un cuore tranquillo.
Tu mi desideravi persa nei ricordi.
Il mio cuore doleva per te.
Non potevo neanche confortati
dicendoti che sarebbe andata meglio.
Allora sono di nuovo nervoso.
Non te ne andare, ti voglio trattenere.
Lo so che è difficile credere in me
una volta rotta la promessa
ma voglio vivere e respirare
al tuo fianco per sempre.
Prego che tu possa essere felice come all’inizio.
Ti ringrazio, mi dispiace, ti amo.
Anche se ti dessi tutto di me non sarebbe abbastanza.
Amore mio ti proteggerò, tu, solamente, seguimi.
Promise-EXO
 
 
- NaNa -
 
Oggi è la vigilia di Natale. Tante coppiette sono venute al nostro centro commerciale. Oggi il mio turno finisce straordinariamente alle 18, ovvero tra due ore. Sembra sia stata una gentile concessione da parte del nostro CEO, quella di chiudere due ore prima il giorno della vigilia di Natale, a quanto pare per dare ai suoi dipendenti la possibilità di festeggiare il Natale tranquillamente. Non so, secondo me è dato semplicemente dal fatto che si sente in colpa perché oggi non si è fatto minimamente vedere in giro, sarà impegnato con i preparati del mega party organizzato dal nonno? Vorrei davvero non andare a quella dannatissima festa. Non voglio vedere ChanYeol amoreggiare con la sua bella principessa. Alle 20 Han passerà a prendermi. Non so neanche se posso davvero indossare il bellissimo vestito che mi ha regalato, è davvero un ricco folle, ha speso una cifra assurda per nulla. Valli a capire i ricconi. All’improvviso sento il mio telefono vibrare, chi sarà mai adesso? Vado in bagno per controllare. Chiudo la porta a chiave ed estraggo il dispositivo. Una chiamata persa, mia madre. Davvero strano, non mi chiama mai durante le ore di lavoro per non disturbare. La richiamo. «NaNa-ya!» risponde mia madre agitata al telefono. «Omma, che succede?», dal tono di voce, sento che è molto preoccupata. «NaNa-ya, ci hanno chiamato i vicini di casa della nonna, pare che sia stata portata urgentemente in ospedale, non sappiamo il perché, io e tuo padre vorremmo subito andare a Busan a controllare, ma non possiamo chiudere il locale così su due piedi, oggi è la vigilia di Natale, e la caffetteria è piena di clienti. NaNa-ya, ti prego aiutaci, non puoi spiegare tutto al responsabile del personale? Non puoi tornare adesso? Magari avvertire anche le tue amiche, così che possano darti una mano, SeonHo-ya è qui, ci sta dando una mano ma in due siete davvero in pochi. NaNa-ya!», prima cosa provo a tranquillizzarla. «Omma, tranquilla, adesso andrò a parlare con il responsabile del personale Kim, non dovrebbero esserci problemi, prenderò un permesso di due ore, è comprensivo, capirà subito. Arrivo il prima possibile, avviserò anche HaeRi-ya e le altre. Ci penso io, omma», chiudo la chiamata e mi avvio verso l’ufficio del responsabile del personale Kim. Povera nonnina, spero non sia nulla di grave. Devo chiedere aiuto ad HaeRi e devo anche far sapere ad Han che stasera non posso andare, mi dispiace comunicarglielo solo adesso, ma non ho altra scelta, spero capirà.
 
Sono arrivata al locale, ho appena salutato i miei, che sono subito partiti per Busan. Il locale è davvero pieno, fortunatamente HaeRi sta per arrivare, purtroppo MiRan e JaYeon avevano già degli impegni che non potevano rimandare, ma HaeRi ha detto che chiamerà dei suoi amici che verranno ad aiutarci, non mi ha detto i nomi, spero solo di potermi fidare. Non posso fare la schizzinosa in un momento di emergenza come questo. Anche il piccolo SeonHo si sta impegnando tanto. Bene mettiamoci a lavoro, penso indossando il grembiule e il cappellino da lavoro.
Sono passate da un po’ le 17, HaeRi dovrebbe essere qui a momenti, spero arrivi presto, non penso che io e SeonHo  potremmo continuare a mantenere questo ritmo ancora per molto. Oh, eccola finalmente! «HaeRi-ya!», richiamo felice la sua attenzione agitando la mano. Entra e si dirige verso di me… ma… dietro di lei, quelle due persone che sono entrate… non può essere vero. Lo sto immaginando, giusto? «NaNa-ya siamo qui per aiutarti! Vado a prendere dei grembiuli per tutti», afferma, ma io non riesco a pronunciare nessuna parola, resto come pietrificata. Che diamine ci fa LUI qui? «NaNa-ssi! È un piacere rivederti, quando HaeRi mi ha comunicato questa situazione di emergenza, mi sono subito proposto. Vedrai ti aiuteremo noi. Mi dispiace tanto per tua nonna, spero non sia nulla di grave», la sua parlantina noto che non è cambiata per nulla. «G-grazie, BaekHyun-ssi», posso capire la sua presenza ma quella di ChanYeol? Che ci fa qua? Tra qualche ora inizierà il mega party organizzato da suo nonno. Abbasso la testa in segno di saluto, non dico nulla e lui fa lo stesso. Deve essere tutta opera di HaeRi e BaekHyun-ssi. Dopo qualche minuto HaeRi è di ritorno con i grembiuli. Non posso crederci, due discendenti di potenti e ricche famiglie che indossano un grembiule e lavorano in una caffetteria, è assurdo! «E voi chi siete?», domanda SeonHo. «Oh, SeonHo-ya, loro sono degli amici che sono venuti ad aiutarci», cerco di essere più convincente possibile, meno domande fa e meglio è. «Ciao piccolo, io sono Byun BaekHyun, piacere», afferma BaekHyun, abbassandosi per porgere la mano a SeonHo. «Io, non sono piccolo! Tsk! Comunque sono Kim SeonHo e ho 10 anni», non sembra essere molto contento della presenza di BaekHyun e ChanYeol, malvolentieri ricambia il saluto porgendogli la mano. «Scusalo SeonHo-ya, è un po’ idiota questo ragazzo. Io sono Park ChanYeol, piacere di conoscerti», sembra che voglia recuperare la situazione. SeonHo risponde semplicemente al saluto e si allontana verso un tavolo da ripulire. Non deve essere molto contento, ti capisco fratellino, questa situazione è così insensata, che anch’io non riesco a capirla. «Be’ direi che è ora di rimboccarsi le maniche, giusto?», esclama HaeRi. Ha ragione i clienti aspettano. Che ChanYeol sia qui o no non importa, non sono stata io a chiedergli di venire, quindi, non devo sentirmi eventualmente in colpa per niente. Come se fosse facile!
 
Finalmente sono le 23, possiamo chiudere il locale. A dire il vero, i miei chiudono molto prima di solito, ma oggi avevano deciso di prolungare, avevano anche fatto diffondere dei volantini con lo speciale menù con la torta di Natale e lo straordinario orario di chiusura per tale evento. Fortunatamente ce l’abbiamo fatta. Ho avuto modo di sentire mia madre, pare che la nonna non abbia nulla di grave ma sembra che la vogliano tenere ancora per qualche giorno sotto osservazione. Metto l’insegna “chiuso” davanti la grande porta d’ingresso. Devo davvero ringraziare HaeRi, BaekHyun-ssi e ChanYeol, hanno fatto davvero tanto per me. È giusto anche gli dia una giusta ricompensa. «Ragazzi, grazie per oggi», esclamo richiamando la loro attenzione. «È stato divertente», afferma BaekHyun-ssi avvicinandosi. Divertente? Non ha fatto altro che correre qui e lì sorridendo. Non è strano per un ragazzo come lui abituato ad avere tutto e subito, senza fare sforzi? «Tranquilla amica, è come dice BaekHyun, è stato divertente aiutarti», gli fa eco HaeRi. ChanYeol non dice nulla, vederlo con uno straccio in mano che pulisce uno dei tavoli della caffetteria, è davvero molto strano, ma è stato professionale e sempre con il sorriso sulle labbra. Quel meraviglioso sorriso sulle labbra. Accidenti NaNa! Ritorna in te! Se lui va via adesso sarà ancora in tempo per la fine del party. Devo lasciarlo andare via. Mi avvicino a SeonHo. «Be’ adesso è arrivato il momento per SeonHo-ya di andare a letto. Vado con lui sopra e poi tornerò qui a pulire voi potete pure andare, non voglio rovinare oltre la vostra vigilia di Natale, so che avete cose più importanti da fare, vicino la cassa troverete il vostro compenso, non è grandissimo ma è un piccolo modo per ringraziarvi, grazie sul serio», affermo. «In effetti, io e BaekHyun abbiamo una festa al club che frequentiamo spesso, useremo la paghetta che ci hai dato tutta in alcolici, che ne dici BaekHyun?». «Penso sia una splendida idea HaeRi! Andiamo!», e in men che non si dica vanno via. Sono davvero una coppia esplosiva. Un sorriso si dipinge sul mio volto. «Noona, ma che succede ad HaeRi noona e al suo amico?», domanda ingenuamente SeonHo. «Niente, niente, sono solo dei tipi molto allegri, tutto qui», diciamo che sono completamente pazzi ma di certo non posso dirlo ad un bambino di 10 anni. «Noona ma cos’è un club?», ah! Bella domanda. ChanYeol sembra trattenere una risata. Gli sembra divertente tutto questo? Tsk. «Mmmmh, vedi, un club è… è… una specie di parco giochi per adulti», subito sento ChanYeol scoppiare in una risata fragorosa. «Hey tu spilungone hyung, ridi di me e di mia sorella?», Spilungone hyung? Da dove gli è uscito fuori?  SeonHo odia essere deriso, forse è meglio salutare ChanYeol e portarlo adesso a letto. «SeonHo-ya, tranquillo, ChanYeol non stava ridendo di noi, adesso sarà meglio andare a letto, su, salutiamolo», SeonHo non risponde ma dal suo volto si capisce che non l’ha presa molto bene. «ChanYeol, grazie davvero per oggi, so che per te non è niente di che, ma prendi la ricompensa vicino alla cassa anche tu, se vai adesso sei ancore in tempo per la conclusione del party. HaeRi e BaekHyun-ssi ti avranno praticamente prelevato con la forza. Scusami se ti hanno costretto a tutto questo. Adesso vado su, tu puoi semplicemente andare e chiudere solamente la porta dietro di te, dopo che avrò messo SeonHo-ya a letto, ci penserò io a ripulire tutto, grazie mille ancora, sono in debito con te, HaeRi-ya e BaekHyun-ssi», ChanYeol fa solamente un cenno di consenso, non è stato di molte parole oggi, il che è strano per un tipo come lui. Lo saluto un ultima volta, invito SeonHo a fare lo stesso, anche se lo fa di controvoglia, e ci avviamo al piano di sopra. Che giornata! Chi lo avrebbe mai detto che uno dei CEO più importanti di Seoul avrebbe mai fatto da cameriere qui al Roses’ Garden, spero davvero che il presidente non lo venga mai a scoprire, penso che stavolta mi ucciderebbe di sicuro!
«Noona…», mi chiama SeonHo mentre sto per rimboccargli le coperte. «Dimmi». «Quello spilungone hyung non mi piace». «Che intendi SeonHo-ya?». «Mi sta antipatico!». «SeonHo-ya, non puoi dire che una persona ti sta antipatica senza conoscerla». «Ma io lo conosco e ti dico che è antipatico!». «SeonHo-ya non basta un giorno per conoscere una persona». «Sì che basta, e poi io l’ho già visto prima, non è il ragazzo da cui scappavi quella volta alla caffetteria?», accidenti che memoria. «Be’, può darsi», rispondo imbarazzata. «Sei strana quando sei con lui! E lui, quando tu eri girata, ti guardava sempre con occhi seri! Non mi piace per niente. Tsk!», mi guardava? Ah! Meglio non pensarci. «Non è una cattiva persona SeonHo-ya, anzi avete qualcosa in comune!». «Cheee? Io e lui? Impossibile noona!». «Bene, e allora dimmi chi è il tuo supereroe preferito?». «Iron Man. Lo sai. Ma cosa c’entra?». «Bene, quando sono andata a casa sua, ho visto tanti action figure di Iron Man, perfino uno formato gigante!», non voglio che SeonHo abbia un brutto ricordo di ChanYeol. «Eeeeh?». «Sorpreso, vero?». «Sei già andata a casa sua noona? Perché?», ehm, non doveva essere questa la sua reazione. «Ehm, è una storia lunga», dico semplicemente, mentre gli accarezzo i capelli. «Noona…». «Mh?». «Quello spilungone hyung è il tuo fidanzato?». «Cheee? No, no, assolutamente no, SeonHo-ya, lui ha già una bellissima fidanzata. È solo un amico», i bambini e la loro sincerità. «Se lo dici tu». «Adesso devo andare giù a sistemare un po’. Tu riposati, hai lavorato davvero sodo, la tua noona ti comprerà uno di quei videogiochi che ti piacciono tanto, va bene? Buonanotte», dopo avergli dato il bacio della buonanotte, mi dirigo verso la porta. «Noona…», mi volto verso SeonHo-ya. «… forse lo spilungone hyung non è poi così male se gli piace Iron Man». «Ho capito SeonHo-ya», gli rivolgo un sorriso e scendo giù.
Non è possibile! «ChanYeol! sei ancora qui? Ti avevo detto che avrei pensato io a pulire», mi avvicino subito per fermarlo. «Sei già qui?», domanda con il sorriso sulle labbra. Di nuovo quel maledetto sorriso che fa vacillare tutti i miei propositi di allontanarlo. «Perché non sei ancora andato via? Avresti potuto partecipare alla conclusione del party!», sono davvero agitata, non voglio che finisca nei guai a causa mia. «A dire la verità non mi andava molto di andare a quel party. Ormai tutti sanno che non sto bene e che non sono andato a causa di un brutto raffreddore. Piuttosto c’è qualcos’altro che mi andrebbe in questo momento… assaggiare la torta di Natale! A furia di portarla ai clienti, mi è venuta una gran voglia di assaggiarla», per un attimo il mio cuore si è come fermato. Stupida NaNa, che cosa ti aspettavi che dicesse che voleva stare con te?! «S-sì, dovrebbe esserne rimasta un’ultima fetta, vado a prenderla», dico cercando di mettere a tacere i miei pensieri.
«Wow, l’ho desiderata tutta la serata, finalmente potrò assaggiarla!», esclama non appena gli porgo il piattino con la fetta di torta. «Prego, mangiala pure senza fare complimenti». «È proprio quello che farò!», sembra un bambino felice dinanzi al suo giocattolo nuovo. «Ne vuoi un po’? È per questo che mi fissi?», oh! Accidenti! Istintivamente credo di averlo fissato troppo. «Dai so che vuoi assaggiarla anche tu… è pure l’ultima fetta», si avvicina, sembra che voglia imboccarmi, oh no, che imbarazzo. «No, no, ChanYeol, non ne voglio, davvero», continuo a ripeterlo ma lui si avvicina sempre di più. Cerco di spingerlo via ma niente. «È impossibile rifiutare una meraviglia del genere. Dai su, dì “Aaaah”», sembra ci stia prendendo gusto. Continuo ad allontanarlo, ma stavolta la spinta è davvero forte e ChanYeol finisce a terra insieme alla torta. «Oh, mio Dio, perdonami, aspetta porto subito dei fazzoletti», durante la caduta la torta è finita ovunque sui suoi vestiti. Dopo aver preso i fazzoletti, mi siedo per terra accanto a lui cercando di rimediare al danno fatto. «Mi dispiace! Non dovevo spingerti così forte. Scusami», ChanYeol blocca la mia mano che tenta di ripulirlo, mi guarda fisso negli occhi. Ogni volta la stessa storia, quando i nostri sguardi s’incrociano, mi perdo sempre nei suoi meravigliosi occhi neri. «Ora non puoi più assaggiare la torta», afferma, credimi questo è l’ultimo dei miei pensieri attualmente. «Non fa niente, è colpa mia, tu volevi solo essere gentile, mentre io…», abbasso involontariamente lo sguardo. «Forse un modo c’è», eh? Con una mano risolleva il mio volto, con l’altra stringe ancora la mia. Cosa vuole fare? «C-Chan…», non riesco a pronunciare altro perché subito mi ritrovo le sue labbra sulle mie. Mi gira la testa, sento il sapore dolce della torta ma soprattutto sento il sapore dei baci di ChanYeol. Sembra che voglia trasformare questo dolce bacio in qualcosa di più, devo allontanarmi prima di perdere completamente lucidità. A malincuore lo allontano e mi rimetto in piedi, stargli troppo vicino è pericoloso. Mi volto dall’altra parte, le mie guance stanno per prendere a fuoco e sento il mio cuore battere così forte che potrebbe uscire dal mio corpo da un momento all’altro. ChanYeol si alza anche lui da terra. «N-noi non dovremmo, l-lo sai, non è giusto», provo a farfugliare sempre dandogli le spalle. «Sai una cosa?», domanda prima di girarmi verso di lui. «Eh?», lo guardo sbalordita. «Io non lo so più cosa è giusto e cosa è sbagliato, so solo che ti desidero e basta, so solo che voglio stare con te», afferma deciso prima di riprendere a baciarmi. Cerco di opporre resistenza a quel bacio. Provo ad allontanarmi, ma non funziona, provo a spingerlo ma continua a non funzionare. Adesso sono bloccata tra la parete del muro e ChanYeol, non ho più scampo. L’ultima goccia di lucidità sta per evaporare completamente. Sono stanca di lottare contro ciò che desidero e così mi lascio andare completamente a quel bacio. Bacio dapprima lento e dolce, poi forte ed impetuoso, poi ritorna ad essere lento e così forte ed impetuoso, sembra che anche i nostri baci rispecchino la complessità del nostro rapporto. Le sue labbra mi fanno sempre lo stesso effetto, sono come una droga, più lo bacio e più vorrei che continuasse farlo. Ma non si può andare avanti per sempre, purtroppo dobbiamo ritornare alla triste realtà. ChanYeol si allontana leggermente, per poi darmi un piccolo bacio a stampo e allontanarsi definitivamente. «Perdonami, so che non avrei dovuto farlo…», afferma con un fil di voce, a causa del bacio che ci ha lasciato senza fiato. Si volta dall’altra parte e automaticamente io cerco di fissare altrove. «Non AVREMMO dovuto farlo», è giusto che anch’io mi prenda le mie responsabilità. Lui si volta immediatamente verso di me «Avremmo? Tu non c’entri nulla, è stata tutta colpa mia. È colpa mia, tu non hai mai fatto nulla di sbagliato. Volevo dirtelo prima o poi. Quella sera quando sei dovuta andare via a causa di quello che ha detto MinSeok hyung, non sono stato in grado di fermarti. Ho evitato il tuo sguardo per giorni interni, perché sapevo che se solo ti avessi fissata un istante non avrei resistito alla voglia irrefrenabile di baciarti, lì davanti agli occhi di tutti al centro commerciale. So che hai sofferto molto a causa mia, avrei voluto essere lì a consolarti e raccogliere ogni tua lacrima dicendoti che sarebbe andata meglio ma non potevo perché sono uno stupido idiota, che si nasconde dietro la scusa di volerti proteggere. Quando ti vedo con quel dongiovanni del CEO Lu, vorrei strangolarlo! Non voglio che nessun altro ti tocchi ma sono il primo cui è categoricamente vietato di toccarti. Quando BaekHyun mi ha detto che oggi non saresti potuta venire alla festa perché i tuoi hanno avuto uno spiacevole imprevisto, mi dispiace dirlo, ho fatto i salti di gioia. Non ce l’avrei fatta a vederti tutta in ghingheri al suo fianco. Ti dico tutto questo e a che scopo? Non lo so nemmeno io. Io vorrei solo essere libero di amarti. Non voglio sposare una ragazza che non amo. Io amo te». Le lacrime iniziano a rigare il mio volto senza che io possa fare niente per fermarle. Non so neanche cosa rispondere ad una dichiarazione del genere. Purtroppo le cose per noi non sono cambiate e non cambieranno mai, ma com’è possibile allontanarsi allora per due persone che si amano come noi? ChanYeol si avvicina nuovamente, con i suoi pollici asciuga le mie lacrime e riprende a baciarmi. Ad un tratto la porta interna si chiude rumorosamente. «SeonHo-ya?», domando allontanandomi da ChanYeol. La porta dopo qualche secondo di silenzio si riapre, «Noona, avevi detto che non era il tuo fidanzato», afferma deluso SeonHo, probabilmente svegliatosi dal suo sonno. E adesso come posso uscire da questa strana situazione? Il mio sguardo si sposta da SeonHo a ChanYeol, anche lui sembra confuso quanto me.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28
 
 
I tuoi occhi sinceri e le tue storie silenziose
giravano insieme in quella notte.
Ho perso me stesso e la mia unica anima
nella tua profonda immagine.
Ero completamente ubriaco dei movimenti del tuo corpo,
che ho dimenticato pure di respirare.
Ti siedi alla leggera come un in valzer
e non posso toglierti gli occhi di dosso.
I miei occhi seguono con naturalezza ogni passo che fai.
Guidami, nel posto in cui vivi, portami con te.
Oh, ti seguirò anche fino alla fine del mondo.
Don’t Go-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
NaNa è andata su con il fratellino. Chissà di cosa staranno parlando. Ormai è parecchio che sono saliti. Forse dovrei andarmene? No, non posso andare via così senza salutare NaNa e soprattutto senza chiudere il discorso che abbiamo iniziato prima che il fratello ci interrompesse. Non che ci sia, comunque, molto da discutere. La nostra storia sembra sempre di più dinanzi ad un vicolo cieco. Ad un tratto sento aprire la porta d’accesso al piano superiore, vedo NaNa avvicinarsi con un’aria non molto felice in volto. «ChanYeol, scusalo. Probabilmente si è comportato così a causa della stanchezza. Adesso si è addormentato. Mi dispiace». «Figurati. Questa è casa sua, sono io l’intruso. Sono io che dovrei scusarmi». Restiamo in silenzio per qualche minuto. Non so davvero come riprendere il discorso di prima, e suppongo che anche per la controparte sia lo stesso. «T-ti va un po’ di tè?», domanda NaNa, rompendo timidamente il silenzio tra di noi. «Sì, ok», rispondo solamente. Si allontana verso il bancone per poi tornare dopo qualche minuto con due tazze. Prendo la mia e mi fa cenno di sedermi in uno dei tavoli del locale. Ancora quest’imbarazzante silenzio. «Hai avuto notizie dei tuoi? Come sta tua nonna?», domando cercando di rompere il ghiaccio. «Sì, prima ho avuto modo di sentirli. Pare che non sia niente di grave ma comunque terranno ancora mia nonna in osservazione, così, i miei genitori resteranno ancora lì». «Lì… dove?». «Ah, giusto, tu non lo sai, ma mia nonna vive a Busan. Mia nonna è la mamma di mio papà. Mio padre è, infatti, originario di Busan ma quando era molto giovane a causa del lavoro di mio nonno tutta la famiglia si trasferì a Seoul. Quando mio nonno, qualche anno fa, è venuto a mancare mia nonna decise di tornare nella sua città natale da sola, dicendo che la sua città continuava a mancarle. Mia nonna è ormai avanti negli anni e i miei sono molto preoccupati, un’anziana signora che vive da sola. Molte volte le hanno chiesto di tornare a Seoul ma lei si rifiuta categoricamente. Mia madre e mio padre quando hanno un momento libero vanno a trovarla, ma come ben capirai, gestendo una caffetteria, il tempo libero non è poi molto. Vorrei tanto che la nonna si convincesse a tornare a Seoul e vivere con noi. Potremmo così vivere tutti insieme più tranquilli», si confida NaNa sospirando. «Mi dispiace per questa situazione che ti fa soffrire». «Non importa, non è mica colpa tua». «Già questa colpa non è mia, ma di altre non si può dire lo stesso», confesso abbassando lo sguardo. «ChanYeol…», pronuncia dolcemente NaNa per poi avvicinare una mano al mio volto. «… forse l’ho capito pienamente solo adesso, o forse nel profondo del mio cuore lo sapevo già da tempo, non è assolutamente colpa tua. A volte penso che se non ci fossimo conosciuti sarebbe stato molto meglio, ma poi mi vengono in mente tutti i nostri piccoli momenti felici insieme. Ed è in questi momenti di debolezza che, invece, penso che non vorrei mai dimenticare nessuno di essi, anche scambiandoli con l’immenso dolore che sto provando adesso. Ci siamo incontrati, ci siamo innamorati e amati, ci siamo lasciati. Adesso, possiamo solamente fare tesoro di questa nostra esperienza. L’hai detto anche tu stesso, no? L’ultima volta che siamo stati insieme. Questi ricordi ci aiuteranno nei momenti tristi in futuro. Ti amo anch’io ChanYeol, prima a causa dell’improvvisa visita di SeonHo-ya non ho potuto risponderti come si deve. Ma, come sai, più di questo non posso dirti. Non possiamo prometterci un amore eterno che superi tutti gli ostacoli, per noi la vita ha riservato altro e non possiamo fare nulla per cambiarlo, lo capisci, ChanYeol?». Possono delle semplici parole renderti felice e triste allo stesso tempo? Da un lato sono così felice di quello che NaNa prova nei miei confronti, da un altro lato, invece, sono così triste nel sentire che per noi non ci potrà mai essere un futuro. È davvero così? Davvero non può esserci una via d’uscita? Io vorrei solamente che il tempo si fermasse qui adesso per sempre, vorrei dimenticare tutto, tutto tranne la persona di fronte ai miei occhi. «NaNa…», riesco a pronunciare prima di stringerla forte tra le mie braccia. Sono stato troppo avventato? Forse no, perché subito sento le sue braccia ricambiare la presa. «Vorrei poterti portare in un posto dove ci fossimo solo tu ed io. Vorrei non essere nato in una ricca famiglia piena di problemi. Nella prossima vita vorrei poter rinascere come una persona che possa amarti senza remore. Sembrerà una cosa stupida da dire ma sappi che nel mio cuore ci sarai sempre e solo tu. Nessuna donna al mondo potrà mai occupare il vuoto della tua assenza nel mio cuore. Quel posto appartiene a te e sempre così sarà. Questa è l’unica cosa che posso prometterti con certezza», sussurro al suo orecchio e una lacrima inizia a scendere giù sul mio volto. Non voglio fare la figura del piagnucolone ma certe emozioni sono troppo forti per poterle dominare. Dopo qualche minuto sciolgo NaNa dal mio abbraccio. So che non dovrei avere idee simili ma non posso allontanarmi subito e completamente da lei. Dobbiamo attutire un po’ il duro colpo. Lo che sono solo sciocchezze che vado blaterando a me stesso per autoconvincermi che posso lasciare andare NaNa senza problemi e rimpianti. «NaNa… ho un’idea…». «Che idea?». «Che ne dici, di rendere il nostro definitivo distacco un po’ più graduale?». «In che senso?», domanda perplessa. «Hai detto prima di essere in debito con me, giusto? Ti ho aiutato molto stasera, non è vero? Sono anche stato molto bravo in un lavoro che non avevo mai fatto, non credi?». «Ti stai vantando adesso con me, Park ChanYeol?», e subito vedo un sorriso dipingersi sulle sue labbra. «Mmmmh… forse», affermo sorridendo a mia volta. «E allora grande CEO Park, che sa fare qualsiasi cosa gli viene chiesto, come dovrei estinguere questo mio debito?». «Potresti dedicarmi un’ultima serata sotto le stelle?». «Sei impazzito?», scatta in piedi NaNa all’improvviso. «Siediti, siediti, ti spiego meglio. Ricordati, comunque, che sei in debito, quindi, non puoi rifiutare», asserisco, aggiungendo un occhiolino a fine frase. NaNa, ancora sbalordita fa come le ho detto e torna a sedersi. «Ho pensato che non ho avuto mai modo di invitarti a cena come si deve o organizzare qualcosa esplicitamente per te…». «E non puoi farlo a maggior ragione adesso! Devo ricordarti che sei fidanzato?». «Fammi finire un attimo di spiegare! Non saltare subito a conclusioni affrettate», cerco di rassicurarla. «Ok, ti ascolto», riesco, infine, a strapparle. «Ultimamente i reparti che hanno veduto di più al Park’s lo sai quali sono stati?». «Sì, l’ho saputo. I reparti di abbigliamento maschile e femminile. Ho avuto la notizia da parte del responsabile del personale Kim, il CEO, a quanto pare, era troppo impegnato per venire a congratularsi di presenza», colpito e affondato, mi schiarisco la voce e continuo il mio discorso. «Il CEO, infatti, ha pensato a qualcos’altro per ringraziarvi», dico in mia discolpa. «Ah, davvero? Che CEO magnanimo», afferma NaNa in una risata fragorosa. Come vorrei vederla sempre ridere in questo modo. «Davvero! Mi hanno detto che il CEO del Park’s è molto gentile con i suoi dipendenti che lavorano bene e non perderebbe mai un’occasione simile per ringraziarli a dovere». «Oh! Che gentile! E quale sarebbe questa ricompensa?». «Mmmmh vediamo, che ne pensi di un fine settimana in uno dei più grandi resort della Park’s Enterprise immerso nel verde, riservato ai dipendenti dei due reparti?». «Eeeeeeh? Davvero? Due giorni di completo relax in uno dei resort più belli del paese? Sarebbe meraviglioso! Il CEO che ha pensato a tutto questo dovrebbe ricevere una medaglia d’oro come ricompensa!», afferma NaNa entusiasta. «Diciamo che questo povero CEO si accontenterà anche di qualcosa di più semplice». «Davvero? E di cosa esattamente?». «Mmmmh… mi hanno detto che si accontenterebbe di passare tutta la notte a guardare le stelle con una delle sue dipendenti più promettenti». Subito NaNa scoppia in una nuova risata. L’ho già detto che adoro vederla così? «E come farà il CEO a nascondere tutto questo agli altri dipendenti e soprattutto alla sua ragazza?». «Questo non è un problema di cui deve occuparsi la dipendente, penserà a tutto il fantastico CEO che è innamorato di lei». NaNa mi rivolge un sorriso prima di tornare seria in volto. «ChanYeol, è davvero una stupenda idea, ti ringrazio davvero per aver pensato ad una cosa del genere ma non posso accettare, lo sai, non vorrei peg-». «Mi stai forse rifiutando, Kim NaNa-ssi?». «Non ti sto rifiutando, è solo che non penso che noi dovrem-». «E se non è un rifiuto, cos’è allora? A me sembra proprio un rifiuto! Ah! E pensare che ti ho aiutato così tanto oggi! Non ci credo, non mi sento più le gambe dopo aver corso qua e là per la caffetteria. E così che vengo ripagato? Tsk!», fingo di essere offeso. Devo trovare un modo per convincerla. «Davvero? Mi dispiace così tanto ChanYeol. Scusami io non…». «Be’ se sei così dispiaciuta puoi sempre rimediare. In fondo, non ti sto chiedendo molto. Solo una serata da passare insieme. Ti prometto che farò la massima attenzione, nessuno lo scoprirà», devo fare in modo che non possa rifiutare. NaNa sembra pensarci su. Dopo qualche secondo la sento sospirare. «Ok, va bene. Ma questa sarà davvero l’ultima volta. E dovrai fare sul serio molta attenzione. Al centro commerciale cercheremo comunque di evitarci, non voglio continuare a dare alito alle dicerie della gente», suppongo che NaNa abbia sofferto molto a causa dei pettegolezzi dovuti al suo cambio di ruolo al centro commerciale. Stavolta devo fare davvero l’impossibile per proteggerla. «Mmmh, vuoi che punisca tutti i dipendenti che parlano male di noi? Che ne dici? Secondo me è una buona idea», cerco di farla ridere. «Ma che dici?!», fortunatamente il mio piano è andato a buon fine. Il sorriso compare nuovamente sulle sue labbra. «Ok, faremo come dici tu. Al centro commerciale sarà meglio continuare ad ignorarsi, sarebbe difficile per me trattenermi dopo aver visto queste labbra», le dico maliziosamente passando i pollici tra le sue labbra. NaNa diventa subito rossa in volto. «C-ChanYeol!». «Mmmh?». «S-smettila!». «Di fare?». «Q-quello che stai facendo!». «Cosa sto facendo?». «T-ti stai nuovamente avvicinando troppo». «Dici? Be’ poco importa qui non siamo al centro commerciale». «C-Chanyeol!». «Vuoi che mi allontani, davvero?». «I-in realtà n-no», pronuncia abbassando lo sguardo dall’imbarazzo. Un sorriso si dipinge automaticamente sul mio volto. Le mie labbra hanno quasi raggiunto quelle di NaNa, quando all’improvviso sentiamo bussare forte alla grande porta d’ingresso della caffetteria. Entrambi istintivamente ci allontaniamo. Fortunatamente eravamo nascosti dal bancone, quindi, chi era fuori non poteva vedere quello che stavamo facendo, o meglio dire che stavamo per fare. Davvero un ottimo tempismo, chiunque tu sia, tsk! NaNa si schiarisce la voce con un colpo di tosse e va verso la porta, istintivamente la seguo.
E ti pareva! Com’è che me lo ritrovo sempre davanti questo damerino quando sono con NaNa? Coincidenze? Non credo proprio. «Lu Han-ssi? Che ci fai qui?» domanda NaNa sorpresa aprendo la porta all’odioso ospite indesiderato. «Sono venuto a trovarti. Non volevo passassi la vigilia di Natale da sola. Ma da quello che vedo, sei in ottima compagnia», che sorriso odioso. NaNa mi rivolge uno sguardo confuso. Ho capito, sarà meglio che vada. «Tranquillo stavo per andarmene», anche se l’idea di lasciarla sola nelle mani di un dongiovanni del genere non mi piace proprio. Esco dalla porta facendomi largo tra NaNa e il playboy. «Aspetta un attimo! Non stavi male CEO Park? Come mai sei qui?», ah! Questa è bella! Cos’è devo tenerlo aggiornato su quello che faccio? Se non fosse importante il contratto che ci lega, lo avrei già mandato a quel paese! «Han-ssi, il CEO Park era qui solo di passaggio, ti va di entrare e bere qualcosa di caldo? Fuori fa freddo», so che NaNa lo sta facendo per proteggermi ma davvero perché deve sorridergli in quel modo? Quel sorriso è solo mio. «Hai ragione NaNa-ssi, accetterò il tuo consiglio. CEO Park spero tu possa tornare presto a casa e riprenderti», si avvicina a NaNa e la trascina dentro chiudendo la porta. Aish! Perché mi ritrovo sempre con le mani legate, accidenti!
 
È il giorno di Natale. Non mi va proprio di uscire da questa stanza, ma sicuramente tra poco mio nonno mi obbligherà ad accompagnarlo da qualche parte, forse dovrei continuare a fingermi malato come ieri? All’improvviso sento bussare alla mia porta. Apro. «Hyung? Ah bene! Avevo proprio bisogno di vederti per organizzare qualcosa…», gli faccio cenno di entrare. «… mi piacerebbe organizzare un premio per i due reparti che hanno venduto di più al centro commerciale in quest’ultimo periodo. Va bene premiare i dipendenti, giusto? Sai, avevo pensato ad un weekend in uno dei nostri resort, che ne dici? Dobbiamo organizzare tutto in fretta, perché pensavo di farlo questo fine settimana e-». «Chan-ah, sono venuto perché abbiamo un problema!». «Eh? Che problema, hyung?». «Stavolta sei stato fortunato!». «Che intendi dire?», MinSeok hyung non risponde alla mia domanda e mi mostra delle foto. Non posso credere ai miei occhi. Queste sono foto di me e NaNa di ieri sera quando sono uscito dal suo locale. «Come hai fatto ad averle, hyung?», domando d’impulso. «È stato un caso ma è un bene che siano arrivate a me anziché a tuo nonno! ChanYeol che cosa ti avevo detto? Non dovevi più vederla, non eravamo d’accordo su questo?». «A dire il vero TU eri d’accordo su questo. Ma ti giuro che non era mia intenzione all’inizio boicottare la festa del nonno per raggiungere NaNa. C’è stato un problema e NaNa aveva bisogno d’aiuto, così io e Baek-ah… ah, ma che ti sto a spiegare tanto non mi crederai, non è vero?», dal suo sguardo deduco che ho ragione. «Chan-ah…», si avvicina e poggia una sua mano sulla mia spalla. «… non capisci che tutto questo è sbagliato?». «No, non lo capisco, hyung! L’unica cosa che capisco è che devo scoprire chi ha scattato queste maledette foto!», dico allontanandomi da lui. «Su questo concordo con te Chan-ah». «Ah! Finalmente qualcosa su cui siamo d’accordo!», esclamo. Chi diamine può essere il mandante? Forse il nonno? No, non credo, ho come l’impressione che sia una persona esterna che voglia trarre dei vantaggi da una mia possibile esclusione nella gestione dell’impresa di famiglia. Possibile uno di quei vecchiacci? «Chan-ah, c’era qualcun altro con voi ieri sera? Perché s’intuisce la presenza di qualcuno oltre te e NaNa-ssi, ma le foto sono state scattate così accuratamente da nasconderne l’identità», domanda MinSeok hyung interrompendo il flusso dei miei pensieri. «In effetti, queste foto sono state scattate quando siamo stati interrot-, volevo dire, quando stavo per andare via. Proprio in quel momento è arrivato il CEO Lu…». «Il CEO Lu, eh?». «HYUNG! NON DIRMI CHE SECONDO TE LUI C’ENTRA QUALCOSA IN TUTTA QUESTA STORIA!», dannato damerino se è davvero così, non la passerà tanto liscia. «Non ne ho la certezza ovviamente, quindi, non dobbiamo arrivare a conclusioni affrettate, solamente cerchiamo di tenerlo sotto controllo quando è nei paraggi». Annuisco solamente e stringo i pugni. «Ma dimmi cosa stavi dicendo prima sui reparti che hanno venduto di più?». «Ah sì, giusto. Sai, hyung, pensavo…», prima mi occuperò dell’ultima serata con NaNa e poi penserò al CEO Lu, se è davvero lui, giuro che lo farò pentire per il resto dei suoi giorni.

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29
 
 
Appaio sempre nei tuoi sogni,
noi sempre insieme.
Ogni volta che vedo qualcuno così puro come te.
Per qualche ragione sorrido.
Sto impazzendo, voglio essere avido.
Voglio trattenerti tra le mie braccia e dirti ti amo.
È divertente, quando la mattina arriverà
non ricorderai. Ho paura di essere dimenticato.
Oh no, no, no, ritorna.
She’s Dreaming-EXO
 
 
- NaNa -
 
Siamo appena arrivati al resort della Park’s Entrerprise. Questo colosso del relax lussuoso si trova poco lontano da Seoul, comodo per chi vuole rilassarsi circondato dal verde ma allo stesso tempo non vuole allontanarsi troppo dalla capitale. Per i ricconi che vivono a Seoul questo luogo è un must da visitare almeno una volta al mese. Ne ho sempre sentito parlare ma ovviamente non avrei mai minimamente pensato di essere ospite qui un giorno. Contro ogni aspettativa quel giorno è arrivato. ChanYeol sembra davvero aver pensato a tutto. Stamattina, alle 8 in punto, un autobus aspettava i dipendenti dei reparti di abbigliamento del Park’s, dinanzi l’entrata del centro commerciale. Sono davvero felice, un po’ di meritato riposo e in un posto del genere, non potrei chiedere di meglio. In più ho anche la possibilità di vedere ChanYeol da vicino per ben due giorni. Cosa posso chiedere di più? È da stamattina che cerco di autoconvincermi con queste parole. In realtà c’è qualcosa che potrei chiedere di più ma è l’unica cosa che non posso avere. Vorrei avere ChanYeol tutto per me e per tutta la vita ma questo è impossibile, lo so. Non dovrei neanche formulare pensieri del genere. Quando ChanYeol è venuto ad aiutarmi in caffetteria, il giorno della vigilia di Natale, è stato tutto così bello. Se solo non fosse nato in una famiglia ricca, se solo non fosse l’erede di uno dei gruppi più famosi dell’intera Corea, sarebbe stato bello gestire una nostra caffetteria insieme e poi vederlo esibire nella band con i suoi amici, per sempre. Penso che per un quadro simile avrei messo mille volte da parte il mio sogno di diventare segretaria di direzione. Purtroppo la realtà è ben diversa, quindi, devo semplicemente accontentarmi di questi ultimi due giorni da passare insieme e soprattutto devo fare tesoro di stanotte. Stanotte ChanYeol mi ha promesso una serata insieme sotto le stelle, ha detto che avrebbe pensato a tutto lui ma sono ugualmente preoccupata. Se davvero il presidente dovesse venire a saperlo ancora una volta, probabilmente ChanYeol sarebbe richiuso definitivamente nella lussuosa reggia del nonno, senza avere la possibilità di uscire quando lo desidera, chissà, potrebbe mettergli addirittura una scorta di suoi scagnozzi alle costole, per non parlare poi della mia situazione. Di sicuro sarei licenziata in tronco stavolta. Basta NaNa! Pensa solo a goderti questi due giorni e stop. Persa nei miei pensieri non mi sono accorta che sono già tutti scesi dall’autobus. Sono l’ultima rimasta, che imbarazzo, imbambolarmi così. Scendo subito e ChanYeol mi guarda in modo strano. Deve essersi domandato che fine avessi fatto. Che vergogna, sarà meglio prendere velocemente il bagaglio e andare in camera. Aish! Sto per prendere la mia valigia quando vedo qualcuno essere più veloce e prenderla al mio posto. «Non credo che sia dovere di una donna occuparsi dei bagagli, permettimi di aiutarti NaNa-ssi», mi volto di scatto, quel sorriso è certamente inconfondibile. «Han-ssi, che ci fai qui?», ChanYeol si avvicina, deve essere perplesso quanto me. «CEO Lu, che piacere!», esclama ironicamente ChanYeol. «Essendo in un resort non si capisce? Sono venuto a fare quello che siete venuti a fare voi. Ultimamente sono stato alquanto impegnato e non ho avuto proprio il tempo di riposare come si deve e, quindi, eccomi qui», afferma tutto contento con la mia valigia in mano. «Proprio qui e proprio adesso?», domanda ChanYeol a voce bassa. «Hai detto qualcosa CEO Park? Non ho proprio sentito», credo che l’atmosfera tra i due stia iniziando a farsi elettrica. Sarà meglio allontanarli. «Ah ehm, Han-ssi, mi aiuteresti a portare allora la valigia in camera?», Lu Han non se lo fa ripetere due volte e ci allontaniamo, lasciandoci alle spalle un ChanYeol non poco allibito. Ma che altro potevo fare? Non so perché ma a ChanYeol non sembra andare parecchio a genio Han e lo dà a vedere molto, sicuramente anche il diretto interessato se ne sarà accorto. Allontanarli è stata sicuramente la scelta migliore che potessi fare. Un CEO novellino come ChanYeol non può permettersi di trattare male un CEO con cui ha appena concluso un contratto. Sorrido verso Lu Han e ci dirigiamo verso l’interno del resort. Accidenti! Non ho mai visto niente di più bello! È tutto così lussuoso! È tutto così perfetto qui. Se non avessi avuto un’opportunità del genere non penso che avrei mai avuto la possibilità di permettermi un soggiorno così. Insomma, è solo roba da chaebol! Dopo aver trovato la camera, saluto Han e mi butto di peso sul letto. È davvero incredibile essere qui. Ah, già prima ci hanno dato un foglio con l’itinerario delle due giornate. Lo prendo dalla tasca. C’è scritto che nella mattinata, dopo la sistemazione nelle camere, ci sarà una festa nella piscina al chiuso fino al pomeriggio, poi si ritornerà nelle stanze e per la cena ci sarà un barbecue. La fine è prevista per le 24:00, suppongo sia questa l’ora che dovrò vedermi con ChanYeol. Sento il mio telefono vibrare, un messaggio? Sblocco il cellulare e leggo il nome del mittente, “ChanYeol”. - NaNa, sei arrivata sana e salva nella tua camera? Quel damerino non ti ha fatto niente, non è vero? Accidenti, come può essere sempre presente nei momenti che possiamo trascorrere finalmente insieme? Comunque, meglio non pensare al CEO Lu, altrimenti mi rovino la serata inutilmente. Meglio pensare a qualcosa che mi rende felice. Meglio pensare te! <3 A proposito, stasera, dopo il barbecue, fai finta di ritirarti in camera poco prima della mezzanotte e segui il percorso che io ti segnerò, vai verso il bosco e capirai. Io ti raggiungerò quando tutti si saranno ritirati nelle loro camere. Non vedo l’ora di vedere le stelle insieme, anche se so che per vedere la stella più bella basterà guardare al mio fianco e non sopra la mia testa. A dopo! - Perché le sue parole devono essere così sdolcinate?! Le mie guance stanno letteralmente prendendo a fuoco, meno male che nessuno può vedermi qui. Ormai ho smesso di chiedermi se tutto questo sia giusto o sbagliato. Per oggi non voglio pensare a nulla del genere. Voglio pienamente godermi questa serata sotto le stelle con l’uomo che amo, anche se domani resterà soltanto un sogno, sono pronta a correre questo rischio.
 
Siamo tutti qui all’area barbecue del resort. Oltre ai dipendenti dei due reparti e al nostro CEO, anche il vice CEO Kim si è unito a noi, il quale sta attualmente svolgendo anche le mansioni da segretario di direzione, dato che il nostro CEO non sembra aver ancora scelto nessuno per questo ruolo. Si sono aggiunti a noi anche Lu Han e il suo segretario Zhang Yixing, se non sbaglio è così che ha detto di chiamarsi quando prima si è presentato. Ovviamente ChanYeol non sembra molto contento di questa sua sfacciata intromissione ma certamente non può dirlo apertamente. Comunque sia, ho già perso il conto di quanta carne ho mangiato, credo proprio di scoppiare. Uno dei dipendenti del reparto maschile apre la custodia della chitarra che ha portato con sé, subito lo incoraggiamo a suonare qualcosa. ChanYeol si avvicina a guardare più da vicino la chitarra, lui e gli strumenti, un amore eterno, mi viene da pensare e sorrido automaticamente. Per non destare sospetti non siamo seduti vicini, direi proprio agli opposti ma non posso fare a meno di fissarlo di soppiatto di tanto in tanto. Prende la chitarra tra le mani, sembra quasi voglia testarla. «CEO Park non mi dirà che sa suonare la chitarra! Perché non ci suona qualcosa?», esclama improvvisamente un altro dipendente del reparto maschile. «No, io credo sia meglio di no», conosco quell’espressione, quel sorriso di facciata, muore sicuramente dalla voglia di suonarla, deve essere da tanto che non suona con il gruppo, sicuramente con suo nonno così alle calcagna sarà stato difficile per lui svignarsela per andare alle prove o alle esibizioni. «CEO Park si sta tirando indietro? È sicuro di saperla suonare?», domanda ridendo una dipendente. «SICURO! Il nostro CEO sa suonare tantissimi strumenti!», esclamo d’impulso alzandomi dalla sedia. Forse non dovevo gridarlo così forte, tutti si sono girati verso la mia direzione, che vergogna, vorrei sprofondare, dannata boccaccia! Abbasso lo sguardo dall’imbarazzo e torno a sedermi. Ora tutti non fanno altro che spostare lo sguardo su di me e su ChanYeol e viceversa, che idiota. ChanYeol si schiarisce la voce con un colpo di tosse prima di prendere la parola. «L’ex segretaria deve aver studiato ben bene il fascicolo riguardante la mia biografia. È vero, so suonare diversi strumenti, magari non eccellerò in tutti ma mi diverte provarli. Suonerò e poi voi mi darete un parere, ahahahah», afferma ChanYeol, cercando di stemperare l’atmosfera venutasi a creare. Con aria perplessa i presenti iniziano ad ascoltare il suono prodotto dal lento movimento delle mani di ChanYeol sulle corde della chitarra, dopo una breve introduzione, inizia a cantare Creep dei Radiohead. «When you were before, couldn’t look in the eye…». La sua voce è meravigliosa come sempre. Me ne stupisco ogni volta. Penso che non riuscirò mai a farci l’abitudine. Rimango lì a contemplarlo in tutta la sua perfezione. «You’re just like an angel, your skin makes me cry, you float like a feather in a beautiful world…», i nostri sguardi s’incrociano, lo vedo sorridere teneramente verso la mia direzione, questa canzone è per me? È questo che vuole dirmi? Le mie guance stanno nuovamente prendendo fuoco, spero che con il buio della notte nessuno se ne accorga. «I wish I was special but I’m a creep. I’m a weirdo. What the hell am I doing here? I don’t belong here…», adesso queste parole sembrano per lo più rivolte a se stesso. Stai soffrendo così tanto ed io non posso stare al tuo fianco come vorrei, mi dispiace così tanto. «I don’t belong here… bene direi che possa bastare così», afferma porgendo la chitarra al proprietario. «No, CEO Park continui», affermano tutti all’unisono. L’unico che è rimasto in silenzio è Lu Han, forse non si aspettava che ChanYeol fosse così bravo? Come vorrei che il suo talento fosse mostrato al mondo intero ma purtroppo non è possibile perché il suo destino è già stato scritto e non ha nulla a che fare con la musica. Che spreco. ChanYeol rifiuta gentilmente le richieste e torna ad aiutare al barbecue. Sono quasi le 23.45, e ora che io mi avvii ma come farò a riconoscere la strada? Mi congedo, anche se Lu Han mi implora di non andare e mi chiede di bere qualcosa al bar con lui, rifiuto l’offerta affermando di essere troppo stanca e di voler andare a dormire, fortunatamente non insiste ed io posso allontanarmi tranquillamente. Senza fare in modo che gli altri se ne accorgano prendo la direzione del bosco. Entro nel bosco. Non riesco a credere ai miei occhi. Uno dei sentieri è cosparso da piccoli oggetti a forma di stelle che brillano. È stupendo, sembra di essere in un sogno. Seguo la strada illuminata. È davvero incredibile, quando ha preparato tutto questo? Alla fine del percorso trovo un cartello con lo stesso tipo di stelle del sentiero che formano insieme le seguenti parole “La stella più bella è finalmente arrivata”. Dietro vi è una tenda, due sedie da campeggio e un piccolo tavolino, sopra di esso sono stati sparsi dei petali di rosa rossa e vi sono adagiati due calici di champagne. Piccole lanterne illuminano fievolmente qua e là il tutto. Sono così commossa, vorrei piangere dalla felicità. «Aspetti qualcuno?», afferma una voce alle mie spalle, una voce che ormai riconoscerei tra mille. «ChanYeol!», esclamo prima di gettarmi fra le sue braccia. Stasera posso farlo, giusto? Mi sarà concesso tutto in questa notte? «Sei così entusiasta per così poco?», domanda accogliendo il mio abbraccio, solo in quel momento capisco che tiene qualcosa in mano. «Questi sono per la stella più bella», afferma porgendomi un mazzo di rose rosse. Lo prendo tra le mani, credo che le sorprese stasera non finiranno tanto facilmente. «Grazie». «Tutto qua? “Grazie”? Tsk, mi sono impegnato così tanto e quello che mi sento dire è… “Grazie”? Waaaaa sei davvero fantastica Kim NaNa-ssi!», si è offeso? «S-scusami, io non-», subito lo sento ridere e stringermi a sé. «Stavo scherzando, semplicemente mi piace la tua espressione impacciata. Ahahahah», che simpaticone. «Tsk, ed io che pensavo che ti fossi offeso sul serio», affermo con un’espressione imbronciata, cercando di liberarmi dalla presa ma senza successo. «Non credere che ti lascerò prendere le distanze da me tanto facilmente questa notte», afferma stringendomi con una mano di più a sé, con l’altra poggia il mazzo di rose sul tavolino. «Eh? C-che intendi fare?». «Mmmmh, chissà!», esclama avvicinandosi sempre di più. Le nostre labbra s’incontrano. Credo che non mi stancherò mai dei suoi baci. I suoi baci lenti e dolci che si trasformano sempre in qualcosa di più li adoro. Come inizio devo davvero ammettere che non c’è male.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30
 
 
Hey là, non muoverti.
Sono impegnato ad incidere
la tua immagine nei miei occhi.
Intuisco dall’espressione che non lo odi,
questa è la chiave.
Alla fine di una giornata lunga ed estenuante,
ho voglia solo di vedere te.
Ogni giorno pensieri di te mi spuntano in testa
e delle piccole emozioni cominciano a germogliare.
Improvvisamente e senza rendermene conto,
tu sei cresciuta in profondità dentro me.
Il solo guardarti non è sufficiente.
Quando la mia mano ti tocca, tu fiorisci nel mio cuore.
Quindi baby, posso essere il tuo ragazzo? Posso?
Blooming Day-EXO-CBX
 
 
- ChanYeol -
 
«Sai distinguere le stelle e loro costellazioni, ChanYeol?», domanda NaNa all’improvviso. In questo momento siamo seduti all’interno della tenda e della porta aperta stiamo ammirando la volta celeste sopra le nostre teste. Le mie braccia circondano dolcemente le spalle di NaNa, non voglio lasciarla neanche per un secondo stanotte. «No, e tu?», domando a mia volta. «Ma scusa tu non dovresti aver avuto un’istruzione completa su tutto? Sei sicuro di essere un chaebol di terza generazione?». «Sì, è come dici tu, ho ricevuto un’istruzione completa, ma, come dire… non sono molto brillante nello studio, ho sempre preferito la musica», credo che il nonno se ne sia fatto una ragione dopo aver contattato non so quanti professori privati e aver visto che i miei voti non salivano più di tanto. Comunque sia alla fine sono riuscito a laurearmi in economia, questo è ciò che conta. «Che fortuna sprecata!». «Yah! Che intendi dire, eh?». «Niente, penso solo che il mondo sia ingiusto! Tu hai potuto frequentare le scuole migliori di tutta la Corea del sud senza sforzi, io, invece, ho dovuto sudare sodo per entrare nelle scuole “meno peggiori”», sospira NaNa. «Scusami tanto per essere nato in una famiglia ricca, ma questo non vuol dire comunque che il mio percorso scolastico sia stato tutto rose e fiori, fidati. Sai cosa vuol dire avere gli occhi puntati addosso da tutti? Sentirsi dire “Sei il nipote del presidente Park, non puoi deludere tuo nonno, devi essere il migliore. Non puoi perdere tempo in cose banali come la musica”. Questa è stata la mia routine quotidiana per tutti gli anni della scuola, ma posso anche aggiungere che non è poi molto diversa da quella attuale», stavolta sono io a sospirare. NaNa si gira verso di me, adesso i nostri volti sono uno di fronte all’altro. «Perdonami per aver detto quelle cose senza pensarci su, so benissimo quanto hai sofferto e quanto soffri tuttora ad essere il nipote del presidente. Perdonami sono stata una sciocca, ChanYeol», le mani di NaNa adesso accarezzano il mio volto delicatamente. Mi piace sempre il modo in cui pronuncia il mio nome. «Tranquilla, non fa niente… l’importante per me adesso è essere qui con te. In questi momenti tutta la sofferenza che ho dovuto attraversare da solo diventa più leggera», sussurro a NaNa sorridendo. Lei ricambia il sorriso. Quanto adoro la curvatura delle sue labbra quando sorride. Inconsciamente le sfioro con le mie mani. «NaNa, non passa giorno che io non pensi a come sarebbe bello passare tutta la mia vita insieme con te. Sarei disposto a rinunciare a tutto pur di vivere felice insieme con te ma purtroppo questa non è una scelta che posso prendere da solo. Se solo mio padre fosse rimasto al suo posto di sicuro sarei più libero di fare le mie scelte. Se non fossi l’unica persona ormai rimasta al fianco di mio nonno, probabilmente, non conterei nulla per lui e sarei potuto essere un uomo libero ma tristemente non è così. In realtà sapevo che prima o poi mio nonno se ne sarebbe uscito fuori con la storia di un matrimonio combinato. Sai i miei si sono sposati per amore ma avrai intuito com’è andata a finire. Mio nonno ha perso tantissimo quando i miei hanno deciso di divorziare, quindi, non avrebbe permesso, comunque, una donna non accuratamente scelta da lui. Fino a prima di conoscerti non davo nessuna importanza a tutto ciò, in quanto credevo che l’amore semplicemente non esistesse. Ho avuto diverse donne ma non ne ho mai amata nessuna, quindi, pensavo che sposare una sconosciuta non avrebbe comunque fatto molta differenza. Poi sei arrivata tu, come un fulmine a ciel sereno, nella mia triste e desolata vita. Il tuo sorriso ha illuminato le mie giornate buie. Ho capito che per vivere davvero non posso farne a meno. Tu, con la tua semplicità hai scombinato tutto il mio mondo. Il tuo volto sorridente, il tuo volto arrabbiato, il tuo volto imbarazzato, il tuo volto serio e diligente, mi hanno fatto totalmente cambiare idea sull’amore. Ad un tratto ho iniziato a pensare che l’amore esiste, ho sempre vissuto in una bugia creata per proteggermi. Frequentandoti ho iniziato capire che non basta amare una persona per renderla felice. Ti ho fatto piangere tante volte e per questo non smetterò mai di chiederti scusa. Ho iniziato a capire che anche se due persone si amano, non è detto che sia facile per loro stare insieme, ho iniziato a pensare che forse questa è anche la situazione in cui si trovano i miei genitori. Nelle fiabe che mia mamma leggeva da bambini, a me e mia sorella, i personaggi si amavano e tutto finiva sempre con un “e vissero felici e contenti” ma a quanto pare la realtà è ben diversa. NaNa, perché ti racconto tutto questo? No, per favore non piangere. Il fatto è che sono giunto ad una conclusione. Non posso rinunciare a te. Non voglio vivere una vita di rimpianti come quella di MinSeok hyung e mia sorella. Ho intenzione di lasciare ufficialmente JooHyun-ssi. Non posso dire che non ci saranno conseguenze negative a tutto questo ma, se stiamo insieme, sono sicuro che riusciremo ad affrontare tutto. NaNa, vuoi essere la mia ragazza a tutti gli effetti?», in questi giorni non ho fatto altro che pensare a cosa avrei dovuto dirle stanotte e alla fine sono giunto a questa conclusione, io amo NaNa e non voglio assolutamente separarmi da lei. Non so se ho fatto bene, non so se questa è la scelta giusta o meno ma di sicuro è quella che desidera il mio cuore. NaNa continua a fissarmi sconvolta e con le lacrime agli occhi. Penso di averla scossa non poco con una dichiarazione del genere, avevo previsto una simile reazione da parte sua. Questi secondi in cui attendo una sua risposta sembrano interminabili. Cosa risponderà? NaNa esce dalla tenda, la sento singhiozzare, mi rivolge le spalle. La seguo, esco dalla tenda anch’io, la abbraccio da dietro. So che in questo momento sta combattendo tra l’amore che prova per me e il suo senso del dovere. La sua risposta continua a non arrivare, sto iniziando ad avere paura di un possibile responso negativo. «NaNa…», sussurro piano, stringendola più forte a me. NaNa finalmente si volta, i nostri sguardi s’incrociano, quegli occhi pieni di lacrime hanno preso a guardarmi fisso. «ChanYeol…». «Mh?», riesco solamente a pronunciare. «Io non voglio più scappare da te. Accetto la tua proposta. Non credere che io sia una stupida e non sappia cosa tutto questo comporterà. Sicuramente sarò licenziata in men che non si dica, sicuramente sarà difficile per me trovare un altro lavoro come segretaria qui a Seoul con una macchia sul curriculum del genere. Ma sai una cosa? Non m’importa. Se posso stare con te, mi sta bene così. So che tu farai di tutto per proteggermi e io in qualche modo cercherò di fare lo stesso nei tuoi confronti. Abbiamo provato più volte ad allontanarci ma a che scopo? Alla fine non siamo mai riusciti a recidere completamente il legame che ci lega. Non possiamo vivere con altre persone fingendo di essere felici per tutta la vita. Io voglio stare con te, è te che amo, di questo sono pienamente sicura. Quindi, sì accetto ben volentieri la tua proposta, Park ChanYeol». «Oh, NaNa!», credo che il mio cuore stia per scoppiare dalla troppa felicità. Sono così contento! Stringo ancora più forte NaNa in un abbraccio. «Yah! Vuoi per caso stritolarmi?», domanda NaNa ridendo. «Scusami ma sono così felice!», affermo entusiasta cercando di allentare la presa. Sollevo NaNa prendendola per i fianchi, le faccio fare un giro completo. Ah! Sono maledettamente felice per la prima volta dopo tanto tempo. «NaNa… posso baciarti?». «Come mai me lo chiedi? Di solito lo fai e basta». «Rifaccio la domanda. Posso baciarti fino a domattina? Anzi no, fino al giorno dopo ancora e ancora». «Sei impazzito? Vuoi usarmi come scusa per non andare a lavorare?». «Di sicuro stare qui a baciarti è molto meglio che restare chiuso in una stanza a firmare scartoffie, credimi». «Ho capito, ho capito, non stai perdendo solo tempo adesso? Preferisco di gran lunga i tuoi baci impetuosi e improvvisi». «Agli ordini, non me lo faccio ripetere due volte», e subito le mie labbra si posano su quelle di NaNa.
«Cosa ci fate voi qui?», eh? Chi diamine si trova qui a quest’ora? Avevo detto a MinSeok hyung di controllare la zona. Istintivamente nascondo NaNa dietro la mia schiena. Per via dell’oscurità non ho ben capito chi è. «Chi sei?», domando. «CEO Park mi offendi, non riconosci la mia voce?». «CEO Lu, che diamine ci fai qui?». «Potrei farti la stessa domanda, e poi cosa stavi facendo a NaNa-ssi?», NaNa, chiamata in causa si stringe ancora di più a me. «Si può sapere perché compari sempre nei momenti meno opportuni? Che cosa vuoi veramente?». «Chan-ah… anf anf, credo che il CEO Lu sia da queste part- anf anf, oh, è già qua… anf anf», MinSeok hyung è appena arrivato di corsa, probabilmente si è accorto del CEO Lu, ma sfortunatamente troppo tardi. «Cosa voglio veramente?», esclama il CEO Lu, noncurante dell’entrata in scena di MinSeok hyung. «Sì, cosa vuoi realmente? Dimmi la verità, ci sei tu dietro la storia delle foto, non è vero? Sei stato tu stesso a far pedinare prima me e poi NaNa, ammettilo!». «In effetti, potrebbe anche essere come dici. Il mio obiettivo iniziale era quello di creare scompiglio nella tua azienda, far calare le azioni e comprarne una buona parte. Questo era il piano che avevo concordato con mio nonno. Ti tengo d’occhio già da diverso tempo, ho delle mie spie tra i dipendenti del tuo centro commerciale e non solo, sapevo benissimo che non volevi fare il CEO e che prima o poi avresti creato scompiglio. NaNa-ssi è finita per caso coinvolta in questa storia. Ma adesso le cose sono cambiate». «Finalmente ammetti i tuoi piani, maledetto! In che senso i tuoi piani sarebbero cambiati, eh?», lentamente si avvicina verso di noi. Vedo MinSeok hyung guardarmi con preoccupazione. «Adesso le cose sono cambiate, perché io mi sono innamorato di NaNa-ssi, le ultime foto che ho scattato, quelle della vigilia di Natale, non volevo inviarle, ma sicuramente qualche scagnozzo di mio nonno lo avrà fatto al mio posto. NaNa, ti prego, lascia questo stupido CEO buono a nulla e mettiti con me, io potrei darti un futuro migliore», ma io lo uccido questo damerino!

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Capitolo 31
 
 
Il sole è dietro le nuvole che coprono la luce.
Senza cambiare, brilla su di me per sempre.
L’aria calma, il vento caldo,
sono sempre qui nello stesso posto.
Nel cielo grigio c’è una luce più luminosa.
Dietro le nuvole c’è una luce brillante.
Brilli come le stelle, illumini il mio cuore.
Alla fine delle avversità di oggi,
brilla luminosa su di me.
Been Through-EXO
 
 
- NaNa -
 
Stanotte non sono riuscita a chiudere completamente occhio. In che razza di situazione mi ritrovo? Ieri doveva essere una serata speciale per me e ChanYeol ma alla fine non è stato proprio così. Le cose si sono solamente complicate ancora di più. Davvero non so cosa passi per la testa del CEO Lu. Se n’è uscito fuori con quella specie di dichiarazione. Non so come abbia fatto il vice CEO Kim a trattenere ChanYeol dal voler picchiare Lu Han, non lo avevo mai visto così arrabbiato. Spero davvero che tutto questo non abbia ripercussioni nel contratto che lega la Park’s Enterprise e la Dear Deer. Che razza di situazione, sul serio. Mi sento la protagonista di una soap opera mal riuscita. Una cosa positiva c’è in tutto quello che è successo ieri sera, ovvero, io e ChanYeol abbiamo deciso di combattere insieme per difendere il nostro amore. È una cosa da sciocchi ma credo che sia la cosa più naturale che potessimo fare. Tra le persone da affrontare, abbiamo dovuto aggiungere alla lista il CEO Lu. Non so come prendere la sua dichiarazione di ieri sera. Non so, il suo sembra un interesse dettato dal voler confrontarsi con ChanYeol e volerlo battere. Non so se, come dice, è davvero interessato a me. A volte gli uomini sembrano così bambini. È come se volesse rubare a ChanYeol il suo giocatolo preferito. Non pensavo Lu Han capace di saper architettare un piano così perfetto per far calare le azioni della Park’s Enterprise. Non pensavo fosse un tipo così meschino. Mi è stato vicino in momenti difficili, è stato tanto gentile con me. Davvero non so cosa pensare, sono confusa. Cosa avrà intenzione di fare? Ieri ha detto di non voler continuare più con il piano concordato con suo nonno, sarà davvero così? Non riesco a fidarmi ormai tanto facilmente di lui. Aaaah! Che mal di testa! È tutta la notte che non faccio altro che pensare alle stesse cose. Accidenti, sono in un posto così bello e non riesco nemmeno a goderne per un po’. Sarà meglio uscire adesso. Tra poco inizieranno anche i giochi che ChanYeol e il Vice CEO Kim hanno organizzato per i dipendenti. Non che ne abbia proprio voglia ma sempre meglio che restare qui a rimuginare sulle stesse cose. Apro la porta della stanza, noto che anche la porta di fronte alla mia si apre. Ma quello non è il segretario di Lu Han? Abbasso il capo in segno di saluto e anche lui fa lo stesso. Non sapevo che alloggiasse nella camera di fronte alla mia. Ci dirigiamo verso le scale che portano al piano di sotto. È un po’ imbarazzante questo momento. «Sei Kim NaNa-ssi, l’ex segretaria di direzione del CEO Park, giusto?». «Sì, sono io. E tu sei Zhang Yixing-ssi, l’attuale segretario di direzione del CEO Lu, non è vero?». «Esatto». Il silenzio cala nuovamente tra di noi. Forse non è un tipo di molte parole? Ha uno sguardo pensieroso. Chissà a cosa starà pensando. Siamo quasi arrivati a piano terra. «Kim NaNa-ssi?». «Sì?». «Hai del tempo libero ora? Mi piacerebbe parlare con te qualche minuto. Ho qualcosa da dirti. È possibile per te adesso?», perché questa richiesta improvvisa? «Ehm, sì, va bene, dimmi pure Zhang Yixing-ssi», non posso certo dirgli di no, sarebbe da maleducati, ma sono preoccupata, di cosa vorrà parlarmi. «Se non ti dispiace non qui, possiamo andare un attimo in giardino?». «O-ok, va bene», lo seguo mentre fa strada.
Dopo un po’ si ferma, mi fa cenno di sedermi in una delle panchine del giardino che portano all’ingresso del resort. Mi siedo e lui fa lo stesso. Dopo qualche secondo di silenzio ancora, Yixing-ssi prende la parola. «NaNa-ssi, so che ti sembrerà strana questa mia richiesta di voler parlare con te. Noi non ci conosciamo e apparentemente non avremmo niente da dirci, ma in realtà ho bisogno di dirti qualcosa, devo dirti la verità», verità? Su cosa? Perché sento che quello che mi dirà non sarà di buon auspicio? «Parla pure». «Ieri notte ero presente anch’io. Ho assistito da lontano alla dichiarazione del CEO Lu. Vorrei parlarti un po’ di lui. A dire la verità ero già presente prima che lui arrivasse, quindi capisco quanto la sua presenza abbia disturbato te e il CEO Park. Come una persona che si è bevuta completamente il cervello ha confessato una verità che non avrebbe mai dovuto confessare. Ha impersonificato la parte di colui che non ha nulla da temere ma come ben già avrai sperimentato con il CEO Park, la vita per persone come loro non è semplice. Ammetto che il nonno del CEO Lu è forse leggermente più morbido del nonno del CEO Park, ma credimi è sempre un capo di una grande azienda e farebbe di tutto per ampliare il suo patrimonio. Hai capito il piano che ha ideato per far calare le azioni dell’azienda per cui lavori, giusto? Non si fa molti scrupoli, per lui cose come pedinare, scattare foto all’insaputa e giostrarle a proprio piacimento sono la normalità. Le uniche cose cui tiene davvero sono la sua azienda e suo nipote, poi per il resto non esiste nient’altro d’importante per lui. Così come lo sarà stato per il CEO Park, per il CEO Lu la vita non è stata semplice. Una volta è stato addirittura rapito. Lui mostra sempre un sorriso gentile a tutti e dimostra di non avere paura, ma io so benissimo che non è così. Praticamente siamo cresciuti insieme, le nostre famiglie sono molto legate tra loro. So com’è fatto. Pur di non far preoccupare gli altri potrebbe anche fingere di essere un supereroe. Ti starai sicuramente domandando perché ti sto raccontando tutto questo. Il motivo è che non voglio che tu fraintenda il CEO Lu. Credimi, non l’ho mai visto così preso da una donna. Addirittura andare contro il volere del presidente, una cosa mai successa. Si è sempre adattato senza la minima lamentela a quello che suo nonno gli proponeva, quindi, lo so che ti sembrerà una bugia quello che sto per dirti, ma credo che il CEO Lu si sia innamorato sul serio di te», io davvero non so cosa rispondere. Ormai mi sento incapace nel distinguere la verità dalla bugia. «Hai ragione, non capisco perché mi stai dicendo tutto questo. Se eri presente già da prima che arrivasse il CEO Lu, avrai sicuramente sentito quello che io e ChanYeol ci siamo detti», ormai non riesco più a fidarmi tanto facilmente. «So benissimo che tu e il CEO Park vi amate, ho sentito quello che vi siete promessi. Semplicemente non volevo che il CEO Lu passasse per uno stupido guastafeste che non sa stare al suo posto. Quello che voglio farti capire è che adesso le ripercussioni non saranno solo per te e per il CEO Park, ora che il CEO Lu si è innamorato sul serio di te non vuole più continuare con il piano che suo nonno aveva organizzato. Pensi semplicemente che il presidente Lu gli dirà “Non preoccuparti figliolo, non fa niente”? Come ben avrai sentito, le ultime foto scattate, durante la vigilia di Natale erano state inviate ugualmente al presidente della Park’s Enterprise, nonostante il CEO Lu avesse espressamente richiesto di non continuare con tutta la storia delle foto. Fortunatamente sono arrivate nelle mani del Vice CEO Kim, ma è stato solo un caso. Il piano del presidente Lu non si fermerà tanto facilmente e sicuramente se il CEO Lu non vorrà più collaborare, le cose non saranno facili per lui». «Da un lato capisco la tua preoccupazione per un amico che conosci da sempre e cui sei tanto legato, ma credimi la mia vita è già incasinata così com’è, non ho le forze necessarie per gestire altri problemi. Ammetto che da ieri notte non ho fatto altro che pensare alla verità o meno delle parole del CEO Lu. Non so cosa posso considerare verità e cosa menzogna nel suo discorso. Mi fidavo molto del CEO Lu, mi ha aiutato davvero nei momenti tristi che ultimamente hanno preso il sopravvento nella mia vita, ma davvero non mi aspettavo una bassezza del genere. Tutto era falso, il nostro primo incontro, il suo aiuto, la sua gentilezza. Chi è veramente il CEO Lu ormai non lo so più, o forse non l’ho mai saputo. Yixing-ssi vedo che vuoi bene sinceramente al CEO Lu, capisco che per te è come un fratello, ma cosa pretendi che io faccia adesso? Sono innamorata di ChanYeol e questo non cambierà mai. Non so nemmeno se posso ancora fidarmi di una persona come il CEO Lu. Se lui non ci fosse stato, se non avesse ideato quel maledettissimo piano insieme a suo nonno, nessuno avrebbe scoperto facilmente la mia storia con ChanYeol e forse magari non avremmo dovuto affrontare quello che stiamo affrontando adesso», una lacrima inizia a rigarmi il volto senza che io possa far niente per fermarla. «Forse hai ragione tu. Ma pensi che il presidente Park non sarebbe venuto a scoprire la vostra storia? Sì, magari il CEO Lu ha accelerato i tempi ma il risultato non sarebbe comunque cambiato. Non ti chiedo di ricambiare il CEO Lu, non ti dico che con lui la situazione sarebbe migliore che con il CEO Park, così come invece il CEO Lu ti vuole far credere. La situazione sarebbe esattamente la stessa. Prima o poi anche lui sarà coinvolto in un matrimonio combinato per il bene dell’azienda. Quello che ti chiedo, per quanto possa sembrarti strano, è di non credere che il CEO Lu sia una persona cattiva. Fidati di me, quello che ha fatto, l’ha fatto perché era costretto». «Non posso garantirti nulla in proposito ma rifletterò su quello che mi hai detto. Adesso scusa ma devo andare», mi alzo e senza voltarmi indietro raggiungo i miei colleghi dall’altra parte del giardino. Asciugo le lacrime, spero davvero che nessuno si accorga che ho pianto, soprattutto ChanYeol, non voglio che si preoccupi inutilmente. Eccoli, si stanno già riscaldando. «Direttrice Kim, finalmente è arrivata! Il primo gioco è la pallavolo, è brava a giocare a pallavolo? La prego mi dica di sì perché tutte qui siamo delle schiappe, e la partita sarà ragazze contro ragazzi! Non possiamo perdere, direttrice!», l’entusiasmo di EuiJin mi fa tornare il sorriso sulle labbra. «Tranquilla EuiJin-ssi, alle scuole superiori saltuariamente partecipavo al club di pallavolo! Possiamo farcela!», a dire la verità, la pallavolo non è il mio sport preferito, perlopiù per via della mia altezza ero sempre ingaggiata nel club di basket. Ogni tanto mi piaceva cambiare ma alla fine tornavo sempre al basket, come dire, mi sentivo più a mio agio in questo sport, forse perché per una volta non ero la più alta del gruppo, non ero quella “diversa”. Storia passata oramai. Vedo ChanYeol, sorride verso la mia direzione, ricambio il sorriso. In questo momento non sappiamo davvero come comportarci. Ieri dopo che è arrivato il CEO Lu non abbiamo più parlato di noi e di come rivelare al mondo che stiamo insieme. Suppongo che prima sia meglio dirlo a suo nonno, togliersi il dente dolente subito, ma ovviamente, non è una cosa semplice. Sicuramente per oggi, in questa circostanza per giunta, è meglio far finta che non sia successo niente tra di noi. Suppongo che anche ChanYeol la pensi allo stesso modo, è lì con dei fogli in mano, un po’ impacciato, si capisce lontano un miglio che non sa come comportarsi. Che carino. «Bene ragazzi! Le due squadre possono avvicinarsi», il vice CEO Kim richiama la nostra attenzione. Ci avviciniamo come da lui richiesto. «Penso che le regole le conosciate già, per guadagnare tempo e poter passare agli altri giochi, faremo massimo tre set, chi raggiunge prima i 10 punti vince il set, chi vince minimo due set guadagna un punto nel punteggio finale, tutto chiaro?». «Siii», rispondiamo in coro. Iniziamo a posizionarci ognuno nel proprio campo. Forse giocare un po’ mi aiuterà a distrarmi. Con la coda dell’occhio noto che anche Lu Han è venuto a vedere la partita, è con Yixing-ssi, si siedono vicino a ChanYeol, spero davvero che non succeda nulla tra quei due. Sarebbe davvero un bel problema davanti a tutte queste persone. Il vice CEO Kim con un fischio dà avvio alla partita.
 
I ragazzi stanno per aggiudicarsi anche il secondo set, accidenti! Non voglio, devo fare qualcosa. Come aveva accennato prima EuiJin, nessuna delle commesse è brava in questo sport ed io non sto messa tanto meglio dato che non lo pratico da un bel po’. A dire il vero, non faccio sport in generale da un bel po’. Avrei dovuto seguire i consigli di HaeRi e andare almeno a fare jogging con lei, invece di mangiare tutto quel gelato davanti alla tv, aish! «Direttrice, la palla!», oh, no! Mi sono distratta un attimo, se segnano avranno vinto il secondo set e guadagnato il primo punto, non posso permetterglielo. Mi tuffo, posso farcela. Dopo qualche secondo mi ritrovo per terra. Credo di aver preso la palla perché le ragazze stanno esultando. Provo a rialzarmi per esultare insieme a loro ma cosa mi succede? Ahi, il piede mi fa male, credo di aver preso una storta, non riesco a mettermi in piedi. «Direttrice Kim, tutto bene?», EuiJin, si avvicina, fingo un sorriso ma una smorfia di dolore fa capolino sul mio volto. «S-sì, adesso mi alzo», a parole sembra facile. Accidenti, che vergogna, farmi male così. Tutti si stanno avvicinando per vedere cosa mi è successo. Provo a rialzarmi ma il dolore è troppo forte e fallisco miseramente. Vedo qualcuno farsi largo tra la folla, spero tanto sia… «Han-ssi?», domando sorpresa. Più in là vedo ChanYeol trattenuto dal vice CEO Kim. Cosa mi aspettavo? «Delusa che sia io?», mi sussurra all’orecchio. Accidenti, che figura, si capiva così tanto? «No, che dici?! Ma, ma, ma cosa stai facendo?», lo sento sollevarmi di peso. «Ti porto in camera a medicarti». «Eh?», gli occhi di tutti sono puntati su di noi. Che imbarazzo! Le chiacchere non faranno altro che aumentare sul mio conto. Il mio sguardo istintivamente cerca quello di ChanYeol. Riesco ancora a leggere la preoccupazione nei suoi occhi, ma adesso non c’è solo quella, è una preoccupazione mista a rabbia. Accidenti! Perché sono così stupida?!

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Capitolo 32
 
 
Ero egoista, pensavo sempre
e solo a me stesso.
Ero senza cuore, non sapevo nemmeno
cosa tu stessi provando.
Nemmeno io riesco a credere
di essere cambiato così tanto.
È il tuo amore a spingermi a cambiare così.
Solo pensandoci,
riuscirei a riempire il mondo di te,
perché ogni fiocco di neve corrisponde
ad una lacrima che hai versato.
Miracles in December-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Ogni volta è sempre la stessa storia. Quel Lu Han mi fa continuamente saltare i nervi. Accidenti, perché MinSeok hyung doveva trattenermi in quel modo?! A quest’ora ci sarei io a prendermi cura di NaNa. In questo momento mi sto dirigendo verso la sua camera, non posso lasciarla anche solo un minuto di più in compagnia di quel damerino, soprattutto dopo quella stupida dichiarazione. Certa gente non sa davvero cosa siano certi limiti, tsk. Come se la nostra storia d’amore non avesse già abbastanza problemi. Stamattina, quando ho visto arrivare NaNa, avrei voluto stringerla forte a me e baciarla ma sono rimasto fermo come uno stupido e le ho solo sorriso come un idiota. Ieri le ho detto che voglio renderla sul serio la mia ragazza, ma, davvero, non so come comportarmi. Suppongo che prima dovrei andare a fare le mie scuse a JooHyun-ssi, è giusto che lei sappia la verità, anche lei, in fondo, è una povera vittima in questa triste vicenda. Dovrei poi, subito, andare da mio nonno, soprattutto prima che l’accaduto gli sia riportato da altri, in quel caso è probabile che le cose possano precipitare ancora di più. È meglio che sia io in persona a svuotare il sacco. Devo farlo al più presto. Parlare con JooHyun-ssi e con il nonno saranno le prime cose che farò quando tornerò a casa. Probabilmente MinSeok hyung tenterà ancora di fermarmi, ma penso che anche lui prima a o poi capirà, dato la similarità tra le nostre storie d’amore. O almeno spero che possa farlo, in questo momento ho bisogno di quanti più alleati possibili. Di sicuro BaekHyun e gli altri ragazzi della band staranno dalla mia parte e suppongo che anche mia sorella sarà contenta della mia scelta. È la prima volta che affronterò il nonno in persona. Non che prima non abbia mai avuto modo di discutere con lui, ma stavolta, alla fine, non si farà come dirà lui. Per la musica ho sempre avuto un “No” categorico da parte sua, e finora mi sono sempre accontento di sgattaiolare via per andare alle prove e alle esibizioni, ma adesso non voglio più continuare così. Ha sempre scelto lui cosa fosse meglio per la mia vita, adesso è arrivato il momento che sia io a prendere in mano le redini della mia esistenza. Non voglio più vivere come qualcun altro, io voglio vivere come desidero e soprattutto con la donna che amo. Senza rendermene conto sono arrivato davanti alla camera di NaNa, la porta è aperta. Sto per entrare quando sento la voce di Lu Han, cosa le starà dicendo? Automaticamente mi blocco per ascoltare. So che è da vigliacchi, ma mi nascondo così che non possono vedermi. «La delusione si legge a chiare lettere sul tuo viso NaNa-ssi, non sei molto brava a fingere quello che provi, vero?», perché deve provocarla così? Forse dovrei entrare e tiragli un pugno in quel bel faccino che si ritrova. Aish! «Non rispondi? Forse perché, del resto, la risposta è così ovvia. Ecco fatto, ho finito con la medicazione». «G-grazie», le trema la voce, sembra che stia per piangere. «Fa tanto male? Sembra quasi che tu sia sul punto di piangere», allora non sono l’unico ad averlo percepito. «No, no, va bene, non è un dolore troppo forte», oh, meno male. «E allora perché sei in questo stato? È come se stessi affrontando da sola un immenso dolore, è per via del CEO Park?», NaNa… è così? «Non è per via di ChanYeol, è a causa mia». «Che vuoi dire?», sembra che NaNa adesso stia piangendo sul serio, sento i suoi singhiozzi. Mi sento come pietrificato, anche se NaNa dice che è colpa sua, so benissimo che non è così. Sono io il responsabile di tutto questo. «Se io non l’avessi incontrato, noi non ci saremmo innamorati e lui potrebbe continuare tranquillo per la sua strada. La vita che gli si è sempre prospettata dinanzi è splendida e luminosa ed io, un essere insulso, insignificante, gliela sto mandando in frantumi. Ne vale davvero la pena?». «NaNa-ssi, io non credo che tu debba avere di questi pensieri. Io non so che cosa prova esattamente il CEO Park, ammetto però che la sua posizione è molto simile alla mia. Vedi, noi siamo cresciuti solo con l’obiettivo di essere il futuro delle nostre aziende. I nostri nonni hanno fondato con sacrifici e sudore i loro imperi e non vogliono assistere al loro sfracello, per questo motivo non ci vedono come delle persone, come dei nipoti, ma come delle pedine da spostare a proprio piacimento, affinché il peggio non accada. Noi siamo solo i “nipoti di”, la nostra persona viene totalmente collegata a questo. Spesso tutti i tizi che si avvicinano a noi hanno dei secondi fini. Durante il periodo scolastico quando pensavo di aver trovato un amico, alla fine scoprivo che i suoi genitori lo avevano costretto a far amicizia con il “nipote del presidente”. Forse il CEO Park è riuscito a farsi qualche amico sincero in più, ma credimi questi si contano sulla punta delle dita di una mano. Capisci che, quando tu sei entrata nelle nostre vite è stato tutto una novità per noi? Parlo a plurale perché suppongo che questo sia anche il pensiero del CEO Park. Ricordi quando ci siamo incontrati la prima volta in quella caffetteria? Sei stata così gentile senza neanche conoscermi, il tuo sorriso, donato gratuitamente, senza secondi fini, mi ha pian piano fatto innamorare di te. Quando hai saputo che ero un CEO, volevi lentamente prendere le distanze da me. Il che era molto strano, di solito quando le persone scoprono la mia vera identità non fanno altro che cercare di avvicinarsi di più. E, invece, tu hai fatto completamente l’opposto. Oh! Hai sorriso, vuol dire che ti sto risollevando un po’ il morale?», lo odio, ma devo ammettere che tutto quello che ha detto è vero. «Mi dispiace davvero Han-ssi per tutto quello che tu e ChanYeol avete passato. Mi dispiace di aver anche pensato male di te ultimamente. Le parole che ha detto il segretario Zhang forse non erano poi così false», ha parlato anche con lui? «E cosa ti ha detto quel chiacchierone? Sicuramente tante cose inutili». «Mi ha detto, dopo un lungo discorso, che non sei una persona cattiva». «Quindi non mi consideri più una persona cattiva? Significa che ho delle possibilità, allora?», proprio quando penso di rivalutarlo ecco che se ne esce con frasi che mi spingono ad odiarlo sempre di più. «Credo che questi siano due discorsi separati», bene, brava NaNa, non fargli credere che ci sia spazio per lui tra di noi. «Comunque, credo che la persona che sta origliando accanto alla porta, e non ha il coraggio di entrare, sia venuto qui per vedere come stai, o magari semplicemente per controllarmi», dannato rompiscatole, da quanto tempo sa che sono qui? «Eh? C’è qualcuno accanto alla porta?», non mi resta che entrare. Così faccio e mi avvicino subito al letto dove NaNa è seduta. «ChanYeol!», esclama asciugando velocemente le sue lacrime. Perché NaNa vuoi nascondermele? «Ok, credo sia arrivato il momento di andarmene, vi lascio soli per stavolta, ma sappiate che la prossima volta non mi ritirerò tanto facilmente», io e NaNa non diciamo nulla, abbassiamo solamente il capo in segno di saluto, probabilmente il mio sguardo non è molto amichevole ma dopo un saluto del genere non potrebbe essere diverso. Sentiamo Lu Han chiudere la porta. Subito stringo NaNa tra le mie braccia, è tutta la mattinata che desidero farlo. Sento NaNa ricambiare il mio abbraccio. Restiamo in questa posizione per un po’. «Va tutto bene, NaNa?», domando quando mi allontano leggermente da lei. «S-sì, sto bene, non è niente, mi passerà presto». «Sai benissimo che non mi riferivo solo a quello», NaNa abbassa lo sguardo, io prendo il suo volto tra le mani e lo risollevo, così i nostri sguardi sono di nuovo uno di fronte all’altro. «Non guardare altrove, io sono qui. So che sei preoccupata, ho sentito tutto quando parlavi con il CEO Lu. So che è stato da vigliacchi, e per questo ti chiedo scusa, ma credimi, tu non devi addossarti nessuna colpa. Tu devi solo pensare ad amarmi, al resto penserò io». NaNa, scoppia nuovamente in lacrime e stavolta è lei a stringermi a sé. Sento le sue mani stringere forte la mia felpa. «NaNa, fidati di me, va tutto bene, finché tu starai al mio fianco, andrà sempre tutto bene. Non desidero nient’altro. Ora guardami negli occhi, voglio dirti una cosa importante», NaNa lentamente rialza la testa e cercando di ricacciare le lacrime dentro riprende a guardami negli occhi. Le mie mani incorniciano nuovamente il suo volto. «NaNa, non voglio che pensi più a quelle sciocchezze che hai detto prima. Queste parole per me non sono nuove, sai, mia sorella e MinSeok hyung hanno vissuto quello che noi stiamo vivendo adesso. YooRa mia ha detto che MinSeok hyung pensava di essere per lei solamente un peso, una zavorra che l’avrebbe portata in un baratro, lontano dalla vita luminosa che le si prospettava dinanzi. Adesso sono lontani l’uno dall’altro, si sono sacrificati l’uno per l’altro, soffrono l’uno per l’altro. Io non voglio fare la loro stessa fine. Non è vero che tu sei un peso per me, al contrario tu sei colei che rende la mia vita più leggera. Sai benissimo che fare il CEO è l’ultimo dei miei desideri. Ho sempre pensato che prima o poi fosse automatico per me dover prendere il posto di mio nonno, ma questo è un pensiero che non è mai stato mio, l’avevo ormai dato per scontato perché negli anni, da quanto sono nato fino ad oggi, non ho fatto altro che sentire persone che dicevano che sarei diventato il futuro presidente. Ma adesso ho capito che non deve essere per forza così. Io ho deciso che non me ne starò con le mani in mano. Farò qualsiasi cosa per poter stare con te e allo stesso tempo non distruggere l’azienda che mio nonno ha faticosamente creato dal nulla. Perché devo sempre perdere le persone cui voglio bene? Perché devo fare una scelta ed escludere qualcuno? Voglio provare a cambiare le cose stavolta, voglio davvero far ragionare il nonno. Certo, sicuramente non sarà una cosa facile, riceverò dei pensati rifiuti, forse anche delle pesanti perdite all’inizio, ma sono sicuro che se andrò avanti, piano piano riuscirò a far cambiare idea al nonno. Ho anche intenzione di andare a parlare con i miei genitori, è ora che qualcuno dia una vera strigliata a quei due. E ovviamente anche mia sorella non resterà fuori da questo discorso. Non posso più vedere soffrire lei e MinSeok hyung. NaNa, sento che posso riuscire a fare tutto questo, ma non da solo, ho bisogno che tu mi aiuti». «Ma come potrei aiutarti io?». «Semplicemente standomi accanto e continuando a sorridere. Il tuo sorriso, te l’ho già detto, è la mia forza. Arriveranno dei momenti tristi, difficili, ti chiedo solo di continuare a sorridere per me, non lasciarmi mai solo, NaNa, qualunque cosa dovesse succedere. Promettilo». NaNa dapprima assume un’espressione seria in volto, dopodiché i suoi lineamenti si ammorbidiscono, mi sorride, afferra la mia mano destra con la sua, intreccia il suo mignolo con il mio, fa incontrare i nostri pollici e alla fine sigla tutto con un bacio sulla mia mano. «Te lo prometto», afferma con un sorriso. Sono felice, adesso sento di possedere la forza necessaria per affrontare tutto quello che mi si prospetta dinanzi. «Tutto qui?», esclamo, fingendo un’espressione delusa. «Eh? Non ti piace questa promessa?». Stringo NaNa sempre più vicino a me. «Avrei qualcos’altro in mente per siglare il nostro patto», affermo malizioso. «Tipo?», domanda NaNa imbarazzata. Mi avvicino alle sue labbra. «Tipo questo», le sussurro prima di far incontrare le nostre labbra in un bacio.
 
Ieri sera la prima persona che ho contatto quando sono tornato a casa del nonno, è stata JooHyun-ssi. Con la scusa di porgerle i saluti del nuovo anno le ho chiesto un appuntamento per oggi. Le ho raccontato tutto quello che mi è successo nell’ultimo periodo, non sembrava molto sorpresa, probabilmente aveva già intuito tutto. Le ho chiesto di chiudere gentilmente il fidanzamento, mi sono scusato a dovere, lei mi ha detto che andava bene rompere purché sarebbe andato bene per i nostri parenti. Deve avere molto paura dei suoi genitori, vorrei che le cose un giorno cambiassero anche per lei, in fondo, non è una cattiva persona. Le ho detto che farò di tutto per convincere gli adulti, ed è quello che ho intenzione di fare. Sono appena rientrato alla tenuta del nonno. Sicuramente, anche oggi, il primo dell’anno, lo troverò nel suo ufficio con qualche scartoffia in mano.
Com’era prevedibile è, infatti, lì che lo trovo, con la testa china su dei fogli, intento a leggerli attentamente. Non si è accorto, molto probabilmente, che ho bussato. «Nonno!», esclamo con un tono di voce abbastanza alto. Lui alza semplicemente la testa dai suoi fogli e mi guarda con aria interrogativa. «Ho bisogno di parlarti!», continuo. Il nonno, non si scompone più di tanto, con un gesto deciso si sistema gli occhiali da lettura sul volto. «Non hai di meglio da fare, CEO Park?», domanda quasi scocciato. «Solo ChanYeol non va bene, vero? No, non ho di meglio da fare se non parlare con te, nonno», non devo arrendermi, sapevo fin dall’inizio che non sarebbe stato facile. Finalmente mette giù i fogli che stava leggendo e mi fa cenno di avvicinarmi. È quello che faccio, quando sono vicino alla sua scrivania, senza neanche invitarmi a sedere, mi fa segno di parlare. Non mi farò intimorire dalle sue maniere. «Nonno, io ho deciso che non sposerò JooHyun-ssi della Bae&Co, ho intenzione di continuare a frequentare Kim NaNa-ssi, e ho anche intenzione di reintegrarla nel suo ruolo di mia segretaria di direzione», ecco, la bomba è stata lanciata.       

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Capitolo 33
 
 
Tu sei la sola ed unica
che stavo cercando.
Piedi, mani, tutti i posti
che riesco a raggiungere sei tu.
Il tuo dolce tocco mi rallegra.
Quando sono bloccato tra le tue braccia
mi sento in pace.
Sono intrappolato dentro di te.
One and Only-EXO
 
 
- NaNa -
 
Non ho più sentito ChanYeol da quando è andato a parlare con suo nonno stamattina, tranne per un messaggio che mi ha mandato mezz’ora fa. Mi ha scritto solamente di venire nel suo appartamento. A quanto pare da stasera tornerà a dormire qua. Grazie alla password che mi ha dato, sono appena entrata in casa. Quanti ricordi in quest’appartamento. Ricordo la prima volta che ho messo piede qui dentro come se fosse ieri. Se ripenso ancora a quello che è successo il cuore inizia a battermi forte e credo di poter morire dall’imbarazzo. Chissà cosa sarebbe successo se io quel giorno non avessi perso la lucidità. Magari non ci troveremmo in una situazione del genere, o forse sì? In fondo, l’amore è qualcosa d’imprevedibile, trova le strade più assurde per venir fuori. Chissà, probabilmente saremmo finiti allo stesso punto attuale. Aaaah! Inutile rimuginare sul passato. Quel che è fatto è fatto, non si può più tornare indietro, possiamo solo continuare ad andare avanti per la nostra strada e sostenerci a vicenda.
Oggi il centro commerciale è chiuso, chissà se da domani potrò tornare a lavoro regolarmente o già da oggi il presidente prenderà provvedimenti dopo la confessione del nipote. Devo cercare di prepararmi a qualsiasi evenienza, solo così potrò essere davvero un sostegno per ChanYeol. Posso farcela! Non so se oggi ha avuto il tempo di nutrirsi a dovere, così per strada mi sono fermata in un mini-market e ho comprato tutto ciò che mi serve per preparare il tonkatsu, l’altra volta, infatti, diceva che gli andava di mangiarlo ma nella villa di suo nonno sembra sia un piatto fuori menù. Probabilmente esisterà solo la cucina tradizionale in quella casa. Devo mettermi all’opera prima che lui sia qui. Vorrei tanto che riuscisse a riposarsi un po’ e a non sentirsi soffocato per tutto quello che dovrà affrontare. Bene! È ora di mettersi a lavoro.
Sono già le 20:30, probabilmente sarà qui a momenti. Oh! Il beep della porta. «ChanYeol, sei tu?», sento la porta aprirsi e poi chiudersi. «Sì, sono io». «Bentornato», sembra così stanco in volto, cerco di sorridere il più possibile, vorrei davvero riuscire a risollevargli il morale anche solo per un po’. Si avvicina, mentre sto per impiattare la cena, sento le sue braccia avvolgermi in un abbraccio da dietro. «Possiamo restare così solo per un po’?», domanda. Quando fa queste richieste di solito o è stanco o la giornata non gli è andata bene, probabilmente, oggi sono le due cose insieme. Così come da lui richiesto, restiamo in questa posizione per qualche secondo, poi decido di girarmi tra le sue braccia, senza sciogliere l’abbraccio, adesso posso guardarlo finalmente dritto negli occhi. Si percepisce che non ha avuto una giornata facile, come del resto avevamo già prospettato. Gli accarezzo dolcemente il volto. «Chan-ah, ti ho preparato il tonkatsu che ti piace tanto. Per adesso non pensare più a nulla di negativo, ok? Pensa solo a goderti la tua cena e me che sono qui con te», finalmente vedo un sorriso comparire tra le sue labbra. Con un gesto deciso mi solleva e mi ritrovo seduta sul piano da lavoro della cucina. «C-ChanYeol?», pronuncio imbarazzata, di certe cose non riuscirò mai a farne l’abitudine. «ChanYeol? Prima mi hai chiamato Chan-ah. Lo preferisco, sembra più… intimo», adesso sul suo volto è stampato un sorriso malizioso. «Hai ragione, mi è scappato, una volta ho sentito il Vice CEO Kim chiamarti così e mi è piaciuto tanto, volevo provarlo prima o poi», rispondo abbassando la testa dalla vergogna. «Puoi continuare a chiamarmi così allora… oppure ci sarebbero tanti altri modi». «Tipo?». «Mmmmh, tipo… oppa? O magari jagi, yeobo, ci sono tanti modi in cui puoi chiamarmi, non ti pare?». «Tsk, oppa? Jagi? Yeobo? Non stai un po’ esagerando? E poi perché ti stai avvicinando così tanto, eh?». «Niente di che, voglio solo fare il pieno di energia, oggi ne ho consumata molta, quindi, ho bisogno di molta ricarica, non vuoi aiutarmi? E poi non sei stata tu a dirmi di godermi la mia cena e TE che sei qui con me?». «Sei davvero furbo… oppa». ChanYeol scoppia subito in una risata e dopo riprende ad avvicinarsi. Le nostre labbra si sfiorano. Il mio cuore batte all’impazzata, perché, Park ChanYeol, mi fai sempre questo effetto? Il bacio si trasforma in qualcosa di più di un semplice sfioramento di labbra, sento la sua lingua cercare la mia e quando finalmente s’incontrano, iniziano una danza che di dolce e tenero ha veramente poco. Ecco, ogni volta la solita storia, i suoi baci mi fanno perdere la testa. Probabilmente se non fossi seduta quassù non riuscirei a reggermi con le mie gambe. Una delle sue mani che prima accarezzava dolcemente il mio volto scende giù lungo i miei fianchi per poi risalire da dentro la maglietta provocandomi un brivido lungo tutta la schiena. Mentre continua a baciarmi con foga, inizia a giocherellare con il gancio del mio reggiseno, cos’è? Una specie di piacevole tortura? Perché devo essere la sola a subirla? Mi faccio coraggio e aprendo gli occhi, senza mai staccare le mie labbra dalle sue, o forse dovrei dire la mia lingua dalla sua, be’ fa lo stesso, inizio a sganciare, ad uno ad uno, i bottoni della sua camicia azzurrina. Dallo stupore ChanYeol apre gli occhi anche lui, senza comunque interrompere il bacio, forse sembrerà strano anche a lui, dato che non sono un tipo che prende di solito l’iniziativa in tutto questo, ma come dargli torto, sono stupita anch’io da me stessa. La sua espressione dapprima sorpresa sembra essere adesso compiaciuta. Dai suoi movimenti intuisco che anche lui vuole liberarsi degli indumenti che indosso. È sul punto di sfilare via la mia maglietta, quando il suo cellulare inizia a squillare. Automaticamente mi blocco. «C-ChanYeol, il cellulare!», affermo rompendo quel delizioso contatto. «Oh, NaNa, fai finta di niente», esclama riprendendo a baciarmi. «No, potrebbe essere qualcosa d’importante, rispondi», asserisco a mia volta allontanandolo leggermente. «Non credo ci siano cose più importanti di quello che tu ed io stiamo facendo adesso». «M-ma, ma-», non riesco a completare la frase perché ChanYeol mi mette a tacere con un nuovo bacio. Sembra voler continuare da dove c’eravamo fermarti, ma il telefono si ferma qualche secondo per poi riprendere a squillare. Dopo qualche lamentela ChanYeol estrae il suo cellulare dalla tasca, finalmente. «Devo ricordarmi di farlo prima, tsk!». «Eh?». «Di spegnere il cellullare quando siamo insieme, dico», ed è, infatti, quello che fa. «Ma potrebbe essere qualcosa d’importante». «Per me TU sei più importante. Tu sei qui, quindi, tutto il resto può aspettare, non è importante quanto te». Le sue parole mi fanno arrossire automaticamente. «Oh, che belle guance rosse che abbiamo qui». «Tsk! È perché si muore dal caldo!». «L’uno gennaio? In pieno inverno?» «È l’appartamento che è caldo, ok?». «Ma se non c’è neanche il riscaldamento acceso. Andiamo, ammetti semplicemente la verità. Queste belle guance rosse sono a causa mia», ancora quel sorriso malizioso. Non posso tenergli testa, ma allo stesso tempo non voglio neanche perdere. Per una volta vorrei essere io a farlo imbarazzare. Di scatto prendo il suo volto tra le mani e inizio a baciarlo con impeto, lasciando di stucco, oltre me stessa, anche il mio interlocutore. Decido di scendere, lo spingo leggermente in avanti e avere così modo di rimettere i piedi per terra. Lo tiro a me dal colletto della camicia, per metà sbottonata e cerco di invertire i ruoli, adesso è lui contro il piano da lavoro della cucina. Probabilmente ancora un po’ sorpreso, ChanYeol non sa dove mettere le mani e queste finiscono per rovesciare a terra le salsine che avevo preparato per il tonkatsu. Il rumore delle ciotole, fortunatamente in plastica, che finiscono per terra, schizzando le salsine ovunque, ci riportano alla realtà. «Perdonami», dico in mia discolpa, le mie mani sono ancora posizionate sul colletto della camicia di ChanYeol, solo adesso me ne rendo conto, mollo subito la presa e sento le mie guance nuovamente prendere fuoco. ChanYeol ed io ci guardiamo sorpresi per poi finire a ridere insieme come due stupidi. «Be’, direi che forse adesso non è il momento», afferma portandosi una mano alla testa. Forse anche lui adesso è imbarazzato? Sono riuscita nel mio intento? Be’ di sicuro non è il solo ad essere imbarazzato. Sarà meglio seguire il suo consiglio. «Pulisco tutto e preparo nuovamente le salsine. Tu mettiti pure comodo a tavola. Ci penso io», propongo raccogliendo una ciotola da terra. «No, no, ti aiuto, così finiamo prima e mangiamo insieme», afferma aggiungendo un sorriso a fine frase. Adesso sembra essere più sereno rispetto a prima, spero davvero sia così. Puliamo insieme, prepariamo nuovamente le salsine e mettiamo tutto in tavola. Come vorrei che questa tranquillità durasse per sempre. Sento ChanYeol ridacchiare sedendosi a tavola. «Perché stai ridacchiando adesso?», domando prendendo posto a sedere accanto a lui. «Rido perché mi piace». «Ti piace cosa?». Mi fa segno di avvicinarmi. Avvicino l’orecchio e lui di tutta risposta mi stampa un bacio sulla guancia. «Yah!», esclamo ridendo. «Mi piace questo! Non sembriamo una coppia di sposi novelli, eh?». «È per questo che non smetti di ridere come un idiota?». «Sono solo contento di stare da solo con te finalmente, non posso?». «Certo, certo, ma adesso pensa a mangiare, devi essere affamato», rispondo con finta nonchalance, è così dolce e carino in questo momento che vorrei stringerlo forte forte tra le mie braccia. «Agli ordini capitano», afferma prima di sollevare le bacchette con il primo boccone.
Dopo aver finito di cenare, ChanYeol ed io abbiamo dato una sistemata in cucina e adesso siamo sdraiati sul divano di fronte alla TV. «Sembra che non ci sia niente d’interessante», esclama ChanYeol continuando il suo zapping televisivo. «Non hai dei DVD?». «Solo quelli di Iron Man ma non credo sia il genere di film che ti piaccia, non è vero?». «Come fai a saperlo? Supereroi e avventure non fanno per me. Se non sbaglio non te ne avevo mai parlato, come hai fatto ad indovinare?». «Non so, mi sembri più il tipo da commedia romantica con bel finale “e vissero tutti felici e contenti”, sbaglio?», afferma spegnendo la TV. «È vero! Come hai fatto a capirlo?», domando curiosa. «Così. Penso che si addicano perfettamente ad un’anima romantica come la tua». «Tsk! Secondo me hai provato ad indovinare e basta». «Hey! Come puoi dire una cosa del genere! Ormai ti conosco come le mie tasche». «Davvero? E sentiamo cosa sai di me?». «Vediamo… fammi pensare. Sei un’inguaribile romantica, anche se a causa del sottoscritto stavi per perdere la fiducia nell’amore. Vuoi far credere di essere una persona sicura e piena di te ma in realtà ti fai una miriade di problemi per qualsiasi cosa. Quando ti metti in testa di fare qualcosa fai di tutto per raggiungere il tuo scopo, ignorando quello che dovrai affrontare. Sei molto legata alle tue amiche e in special modo ad HaeRi-ssi, hai provato a proteggerla da BaekHyun ma sfortunatamente hai fallito. La prima notte che siamo stati insieme eri così tesa che pensavo all’inizio di non piacerti ma poi ho capito che era solo imbarazzo. Ogni volta che finiamo in “certe situazioni” le tue guance diventano rossissime dalla vergogna, le adoro. Che faccio? Devo continuare?», sono davvero scioccata, è incredibile che in così poco tempo sia riuscito a capire così tante cose di me. Schiarisco la mia voce con un colpo di tosse. «Be’, penso possa bastare così», affermo voltandomi dall’altra parte. Sono così felice per quello che ha detto di me, potrei anche piangere dalla felicità ma non voglio darlo a vedere, mi sentirei come di aver perso una battaglia. «Eh? Perché ti volti dall’altra parte?», domanda ChanYeol iniziando a scuotere il mio braccio. Data la sua insistenza, mi rigiro e i nostri sguardi s’incrociano. ChanYeol mi accarezza dolcemente il volto. «Pensavo di aver combinato qualche errore. Non farlo mai più, non darmi mai più le spalle, ok?», non pensavo ci fosse rimasto male. Con le mie mani gli circondo la vita e lo avvicino a me in un abbraccio. Lui ricambia velocemente. «NaNa…», mi sussurra all’orecchio. «Mh?». «Resta qui con me stanotte, non voglio lasciarti andare neanche per un secondo, ti prego, puoi farlo?», neanche io voglio separarmi da te, soprattutto dopo tutto quello che è successo ultimamente. Ho già detto ai miei che andavo a casa di HaeRi a cenare, potrei mandare un messaggio a mia madre e dirle che dormo dalla mia amica. Dopo manderò un messaggio ad HaeRi e le chiederò di essere la mia copertura. «S-sì», riesco solamente a pronunciare. «Bene!», sento subito ChanYeol esclamare. All’improvviso mi ritrovo distesa sul divano e ChanYeol si posiziona sopra di me. Dolcemente inizia a lasciarmi dei piccoli baci sul collo. Poi sale fino all’orecchio. «Direi che possiamo riprendere da dove eravamo rimasti prima della cena», mi sussurra. La sua mano inizia a vagare tra le mie gambe, quando adesso è il cellulare che ho in tasca a squillare, rompendo nuovamente l’atmosfera magica venutasi a creare. ChanYeol torna a mettersi seduto. Faccio anch’io lo stesso e prendo il cellullare in mano. È una chiamata di mia madre. Guardo il cellulare, poi ChanYeol e viceversa. «Avrei preferito che lo avessi spento quando l’ho fatto io, ma sicuramente dalla tua espressione indecisa deduco che siano i tuoi familiari, non preoccuparti, rispondi pure, posso aspettare». Mia mamma si preoccupa molto quando non rispondo al telefono, vorrei non rispondere ma non ho altra scelta. Striscio il dito sul pulsante verde e porto il cellulare all’orecchio. «Omma?». «NaNa-ya, devi tornare subito è successa una cosa terribile!». «Omma calmati, non urlare, spiegati meglio, che cosa sta succedendo?». «Tuo padre ha appena aperto un e-mail nella quale c’è scritto che stiamo per essere sfrattati. Pare che la caffetteria e la nostra casa abbiano cambiato proprietario, adesso è un certo signor Park della Park’s Enterprise, sembra non voglia rinnovare il nostro contatto d’affitto, il luogo per cui lavori non appartiene pure a lui? Che cosa sta succedendo NaNa-ya?», io non posso davvero crederci, penso guardando ChanYeol con uno sguardo sconvolto.    

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Capitolo 34
 
 
Quando anche respirare sarà difficile
e le lacrime sgorgheranno.
Quando vorrai, potrai nasconderti su di me
e piangere. Puoi farlo, perché passerà.
Addormentati fra le mie braccia.
Non svegliarti.
Il mattino comunque arriverà di nuovo.
Così potrai sognare in pace
alla fine di questa solitudine.
Spegni le luci per oggi.
Lights Out-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Siamo appena arrivati a casa di NaNa. Dopo aver ricevuto la chiamata di sua madre ci siamo precipitati qui. Dannato vecchiaccio questa è stata una mossa davvero meschina! NaNa va incontro a sua madre ancora scossa. Anche il padre sembra essere preoccupato. I genitori di NaNa si accorgono della mia presenza. Guardano NaNa, poi me e viceversa. In effetti, potrebbe sembrare strano che un estraneo che non hanno mai visto si sia precipitato lì con loro figlia. Forse dovrei presentarmi? E cosa dovrei dirgli? Salve sono il fidanzato di vostra figlia e il nipote di colui che sta per sfrattarvi? Che bella presentazione. Aish! «NaNa, lui chi-». «È il fidanzato di noona, omma», afferma con nonchalance SeonHo, sbucato fuori all’improvviso. Il tono con cui pronuncia tutto ciò non sembra molto amichevole, credo di non stargli molto simpatico. Dopo qualche secondo d’imbarazzante silenzio, la madre di NaNa ci invita dentro. Ci accomodiamo in uno dei tavoli della caffetteria, il papà di NaNa raggiunge il bancone, probabilmente per preparare un po’ di tè, la mamma, invece, sembra non togliermi gli occhi di dosso. Non era proprio questo il modo in cui volevo presentarmi ai suoi genitori la prima volta. Maledizione! «NaNa-ya, non mi avevi detto che avevi un fidanzato. Perché? E SeonHo-ya come facevi a saperlo?», domanda rivolgendosi ai figli. Il più piccolo si gira dall’altra parte sbuffando, probabilmente non voleva neanche saperlo quello che per caso ha scoperto. Credo che quel giorno, durante la vigilia di Natale, lo abbiamo confuso non poco. «Omma, vedi, è una storia lunga, in realtà solo da pochissimo abbiamo deciso di stare insieme, perché la nostra relazione è parecchio problematica», cerca di spiegare NaNa. La sua voce, sento che sta iniziando già a tremare, no, ti prego NaNa non piangere. Circondo le sue spalle con il mio braccio. «È inutile fare giri di parole. Io sono Park ChanYeol. Sono il capo di NaNa al centro commerciale e il nipote del presidente Park. Io e sua figlia ci siamo innamorati prima che potessimo ritrovarci come capo e segretaria. Sua figlia ha fatto di tutto per allontanarsi da me, voleva proteggere me soffrendo da sola, ma non potevo lasciarla andare così. Mi creda, io non posso vivere senza sua figlia. Sono disposto anche a rinunciare alla mia eredità pur di stare con lei per sempre. Purtroppo, a quanto pare, mio nonno non è del mio stesso parere, cosa che in qualche modo avevo già preventivato, ma non pensavo arrivasse a tanto. Ha fatto di tutto per dividerci, ha organizzato perfino, a mia insaputa, un fidanzamento combinato per me e adesso quella che vi ha colpito è stata la sua ultima trovata. Io non so cosa effettivamente passa nella testa del nonno, ma quello che vi sta succedendo è a causa mia, mi dispiace che la mia famiglia vi stia arrecando così tanti problemi. Mi dispiace tanto», è vero, è solo colpa mia se si ritrovano in una situazione del genere. Nel frattempo anche il papà di NaNa ci ha raggiunto al tavolo con delle tazze fumanti, è rimasto anche lui, come la madre, pietrificato dalla verità. Non posso far altro che mettermi in ginocchio e supplicare il loro perdono. Ed è quello che faccio. NaNa si precipita verso di me «ChanYeol cosa stai facendo?». «Quello che è giusto che faccia. Perdonatemi, vi prego. Ho sbagliato, dovevo fare di più per proteggere NaNa e anche voi», cos’altro posso fare per il momento se non scusarmi sinceramente? Sì, lo so, probabilmente vale ben poco ma è da questo che ho deciso di iniziare. Il signor Kim si avvicina a me. «Su, alzati figliolo», eh? «È vero, ha ragione mio marito, perché dovresti scusarti per una colpa che non hai commesso?», continua la signora Kim. Non sono arrabbiati con me dopo tutto quello che ho confessato? «M-ma-». «Nessun “ma” figliolo, come hai detto di chiamarti? ChanYeol? ChanYeol-ah, alzati su, il tè si raffredderà», afferma porgendomi una mano per aiutarmi a rialzarmi. NaNa mi guarda sorridendo. SeonHo che prima sembrava disinteressato, adesso ha nel volto un’espressione preoccupata. Riprendo il mio posto a sedere. «E così tutto quello che ci sta succedendo è opera di tuo nonno?», domanda la madre di NaNa. Rispondo di sì abbassando il capo. «E voi due…», continua rivolgendosi ai figli. «… avreste potuto avvertici, così avremmo potuto prepararci ad una cosa del genere. Perché vi tenete sempre tutto dentro, eh? Non siamo forse una famiglia? Il peso delle cose difficili è meno faticoso se lo si condivide», queste parole mi hanno totalmente spiazzato. Se anche i miei genitori l’avessero pensata allo stesso modo adesso non saremmo una famiglia alla deriva. NaNa e SeonHo non rispondono alla domanda posta dalla madre. «Omoni, le giuro che farò di tutto per risolvere questa situazione», mi sento in dovere di dire, anche se non so da dove iniziare. «E come farai?», domanda lei. Ecco questa è una domanda difficile. «Io non lo so ancora, ma adesso cercherò di mettermi in contatto con il mio vice. Sicuramente lui saprà più di me sull’accaduto. Probabilmente, il nonno ha deciso di vendicarsi su di voi per via della discussione che abbiamo avuto stamattina». «Che discussione?», domanda incuriosito il padre di NaNa. «Ecco, io gli ho detto che non avrei sposato la ragazza che lui aveva scelto per me. Gli ho detto che l’unica con cui voglio stare è NaNa, che lei non perderà il lavoro e che, anzi, ritornerà ad essere la mia segretaria di direzione». «Cheeeeee? Hai detto questo al presidente?», scatta subito in piedi NaNa. «Sì, perché è quello che voglio, lo sai benissimo. Nessuno potrà mai sostituirti nel tuo lavoro. Per tutto il tempo che non ci sei stata, mi sono sempre rifiutato di assumere qualcun altro. O tu o nessuno. Quindi, insieme a MinSeok hyung ho creato un contratto con il quale il nonno non avrebbe mai avuto la possibilità di licenziarti. Pensavo di aver vinto e invece, non pensavo che arrivasse a colpire senza scrupoli la vita e il lavoro dei tuoi genitori. È stata una cosa che stupidamente non avevo previsto e mi maledico per questo». «Non avresti dovuto farlo ChanYeol, avresti dovuto farmi licenziare e basta. Sai che tuo nonno è un tipo che non si arrende, avresti dovuto immaginarlo cosa avrebbe potuto combinare! Avresti almeno dovuto parlarne con me prima di prendere una decisione del genere!». «Mettiti nei miei panni, NaNa. Il mio obiettivo era semplicemente proteggere te e la nostra storia. So benissimo che ho sbagliato, l’ho già detto, è inutile che ti arrabbi così. Penserò ad una soluzione!». Affermo, alzandomi di scatto anch’io dalla sedia. «ChanYeol sai che non c’è soluzione! Dovevi farmi licenziare e basta!». «Perché avrei dovuto? Perché devi essere sempre tu la sola a soffrire? Non è giusto!». «E allora adesso ti sembra giusto che sia la mia intera famiglia a soffrirne?», colpito e affondato. È ovvio che non sia felice della situazione, ma come potevo minimamente prevederla? «Su ragazzi, adesso basta. Se litigate è peggio. La divisione non ci aiuterà a vincere questa battaglia. Se stiamo uniti, invece, potremmo riuscire in qualche modo ad affrontare tutto quello che sta succedendo». «Papà, tu sei sempre troppo ottimista!», afferma NaNa rivolgendosi al padre per poi tornare a sedere. Anch’io faccio lo stesso. «Tuo padre sta cercando di darci coraggio NaNa-ya. Ammetto di essere entrata in panico dopo aver letto quell’e-mail. Pensavo avessimo fatto qualcosa di male a qualcuno ma adesso che so la verità mi sento un po’ sollevata. Ha ragione tuo padre, dobbiamo restare uniti se voglio affrontare la situazione nel migliore dei modi possibile. Non datevi la colpa a vicenda ragazzi. L’amore non è mai colpa, anzi, è una benedizione. ChanYeol-ah, dalle tue parole capisco quanto tu tieni a mia figlia e di questo ti ringrazio. Grazie per averla protetta. Grazie per aver trovato un modo per non farla licenziare, perché quello di diventare una segretaria di direzione è stato il suo sogno fin da piccola, ha davvero studiato sodo per questo. Per il resto in qualche modo faremo, non esiste solo questo luogo per aprire una caffetteria. Ci trasferiremo se sarà necessario, non è vero caro?», il marito fa un cenno di consenso con la testa. «No, no, vi prego, fatemi prima provare a risolvere la situazione», voglio provare prima a parlare con MinSeok hyung e poi con il nonno stesso. Il papà di NaNa si avvicina e posa una mano sulla mia spalla. «Va bene figliolo, ma non esagerare e se c’è qualcosa che possiamo fare non esitare a contattarci». SeonHo, che finora se n’era stato in un angolino in silenzio, si alza e anche lui si avvicina a me. Si schiarisce la voce con un colpo di tosse. «Hyung, forse ti ho rivalutato un pochino, se hai bisogno di una mano conta pure su di me», esclama prima di voltare il capo dall’altra parte e tornare al suo posto. Questo suo comportamento mi strappa un sorriso, per certi versi mi sembra una NaNa in miniatura. Devo riuscire ad aiutarli a qualsiasi costo.
 
NaNa ed io siamo tornati nel mio appartamento. Tra qualche minuto arriverà MinSeok hyung. NaNa ha insistito tanto per essere presente. Probabilmente si sente molto in colpa per quello che sta succedendo ai suoi genitori, e non è la sola. Dovevo pensare ad un riscontro del genere da parte del nonno. NaNa è seduta sul tavolo della cucina con lo sguardo perso nel vuoto. Perché il tempo non poteva fermarsi a qualche ora fa? Eravamo così sereni e felici in quest’appartamento. A quanto pare la felicità duratura dovremmo sudarcela combattendo. Il mio cellulare sta squillando, guardo il display, MinSeok hyung? Rispondo subito. «Hyung?». «ChanYeol-ah, purtroppo ho avuto un contrattempo per stasera. Non credo di poterti raggiungere. Possiamo vederci domattina presto?». «Che succede hyung? C’è lo zampino del nonno in tutto questo?». «A quanto pare sì. Mi ha mandato un e-mail dicendo di ricontrollare un malloppo di documenti, vuole consegnato il tutto urgentemente domani. Sai che dopo tutto quello che è successo tra me e il presidente non posso rifiutare di lavorare per lui. Probabilmente non saranno neanche dei documenti importanti. Starò sveglio tutta la notte, cercherò di revisionarli il prima possibile. Quando finisco ti raggiungo subito nel tuo appartamento, ok?». «Ok hyung, cerca di non affaticarti troppo, va bene?». «Sì, tranquillo. Tu invece cerca di riposare, ti aspetta una grande battaglia da intraprendere». «Mmh. Buon lavoro», affermo prima di chiudere la chiamata. Mi avvicino a NaNa. «Ha appena chiamato MinSeok hyung, il nonno gli ha dato così tanto materiale su cui lavorare che non riuscirà a raggiungerci prima di domani mattina. Vuoi che ti riaccompagni a casa?», NaNa non risponde, si alza lentamente in piedi, mi fissa qualche istante per poi abbracciarmi. «ChanYeol, scusami per prima, quando eravamo in caffetteria mi sono arrabbiata senza motivo. So che tu hai fatto tutto questo per proteggermi. Ti ringrazio». «NaNa perché all’improvviso mi dici tutto questo?», domando ricambiando l’abbraccio. «Non mi piace quando litighiamo», esclama facendosi piccola piccola fra le mie braccia. «Ma noi non abbiamo litigato, era semplicemente uno scambio di opinioni… animato», provo a tirarla su di morale. «Davvero?». «Davvero». Adoro questo suo lato tenero. «Comunque, se continuiamo a stare in questa posizione, non ti garantisco più che riuscirò a staccarmi da te e a riportarti a casa. Quindi, che ne dici di allontanarci un pochino?», al contrario della mia proposta NaNa si stringe ancora di più a me. «Non voglio tornare a casa, non voglio lasciarti solo». «Mmmmh, se le cose stanno così allora…». Sollevo NaNa dolcemente da terra e mi dirigo verso la stanza da letto. «Che stai facendo ChanYeol?». «Direi che dormire qui in cucina è scomodo, non credi? Ti porto in un luogo più comodo, principessa», sul volto di NaNa finalmente si forma un sorriso. Sono riuscito nel mio intento. Adagio NaNa sul lettone e io mi sdraio di fianco a lei. Mi avvicino e le stampo un bacio sulla fronte. «Adesso non pensare più a niente. Pensa solo a riposare, ok? Le luci sono spente, stringiti a me e sogna solo cose belle, va bene?», sento di nuovo NaNa sorridere. «Accetto il tuo consiglio. Ma non ho bisogno di sognare cose belle». «Mmh?». «Ce l’ho già qui con me la cosa più bella che potrei sognare, quindi, non ne ho bisogno», asserisce prima di lasciarmi un bacio sulla guancia. «Yah! Sai quanto mi costa trattenermi in questo momento e tu te ne esci con queste frasi, eh?», fingo di essere arrabbiato e con un gesto deciso tiro le coperte fin sopra le nostre teste. «C-ChanYeol?». «Sto scherzando, tranquilla. Penso che però un bacio della buonanotte non mi dispiacerebbe, comunque, in questo momento», affermo accarezzando le sue labbra, prima di baciarla. Vorrei che per un po’, sia lei sia io, riuscissimo a dimenticare tutte le nostre preoccupazioni, perché da domani mattina dovremmo continuare a combattere più agguerriti che mai. «Buonanotte NaNa», le sussurro dopo averla baciata.

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


Capitolo 35
 
 
Oggi ti stringo forte.
Ti do il mio cuore e la mia anima.
Perché sei tutto nella mia vita.
Per la vita.
Anche se rinascessi,
non potrei stare con nessun’altra che te.
Voglio vedere solo te per sempre.
Nulla sarà semplice.
Ma io ti proteggerò, per la vita.
Questo amore, questo amore, non finirà mai.
Non ti lascerò mai andare.
Ti do il mio cuore e la mia anima.
Perché tu sei tutto nella mia vita.
For Life-EXO
 
 
- NaNa -
 
I primi raggi del mattino solleticano i miei occhi e mi costringono ad aprirli. Non sono nel mio letto. Ah, già, sono a casa di ChanYeol. Sembra che lui stia ancora dormendo. Lo fisso. Inconsciamente, la mia mano sta per raggiungere il suo volto. Lentamente le sue palpebre si aprono. «NaNa…», pronuncia con voce rauca, tipico di chi si è appena svegliato ma in lui ha un qualcosa in più. «Sei già sveglio, Chan-ah?». «Mmh…», mugugna solamente. All’improvviso mi stringe forte a sé. Accolgo il suo abbraccio e poggio la mia testa sul suo petto. «Perché il tempo non si può fermare adesso? Ultimamente lo penso continuamente», esclama sospirando. «Chan-ah, ti stai indebolendo, forse?», vorrei risollevargli il morale in qualche modo. Dovrei provare a punzecchiarlo un po’? «No, quello mai, sai che per proteggerti sono disposto a tutto. Tu devi semplicemente stare qui tranquilla vicino a me. Resta sempre così tra le mie braccia e sarò l’uomo più forte del mondo!», afferma stringendomi ancora più stretta a sé. «Chan-ah, vuoi forse farmi soffocare?», mi ritrovo praticamente schiacciata. So che lo fa per mostrarmi il suo affetto, ma alcune volte esagera. Sarei una stupida se dicessi che comunque trovo adorabile questo suo atteggiamento? Ah, è così vero che l’amore rende stupidi, ogni giorno che passa lo sperimento sempre di più. Stupidi ma in qualche modo felici. «Oh! Scusami NaNa, non volevo», esclama allentando la presa. «Be’ fa niente, tanto prima o poi devo morire, meglio farlo tra le tue braccia per soffocamento che per qualcos’altro», affermo stringendolo a mia volta. «Yah! Ma che cosa vai blaterando?», domanda ridendo. Senza che neanche potessi avere il tempo di riflettere su quello che sto per fare, istintivamente, le mie dita scorrono tra il petto e gli addominali di ChanYeol, adesso in bella vista. Ieri sera, infatti, siamo andati a dormire con i vestiti che avevamo addosso. La sua camicia azzurra è ormai stropicciata e quasi del tutto sbottonata. Come ha fatto a ridursi così? «NaNa, se tu continui ancora a toccarmi così, non credo che riuscirò a trattenermi come ieri sera, quindi, sarebbe più opportuno che tu la finissi qui…», mi avverte il mio interlocutore. Che diamine volevo fare? Perché le mie mani si sono mosse senza il permesso del mio cervello? «Ah, ehm, scusa, io… non…», sento le mie guance prendere fuoco. Allontano subito la mia mano dal suo corpo. Che figura. Da quando ho incontrato ChanYeol non faccio altro che cose strane, sono diventata una maniaca? Che vergogna. Abbasso lo sguardo dall’imbarazzo. Non ho nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi. Cosa penserà di me adesso? Abbiamo così tante cose a cui pensare ed io mi metto a toccarlo in quel modo. Devo riprendere il controllo del mio corpo. Sono sempre stata molto brava in questo. Non ho mai avuto particolari problemi a gestire i miei istinti, perché adesso mi sento come se non fossi più capace di gestire razionalmente il mio corpo? Sembra quasi che non dia più ascolto al mio cervello. Accidenti! Certo, se solo ChanYeol fosse stato un po’ meno attraente questo mi avrebbe aiutato, e non poco, ma sfortunatamente per la mia materia grigia, ChanYeol non è semplicemente “attraente”, è molto, molto di più. Sono fregata! «Fammi completare quello che voglio dire e tira su quel viso abbattuto», asserisce prima di ritrovarmelo praticamente sopra di me. «C-ChanYeol…», pronuncio con un fil di voce. Credo che nel frattempo le mie guance siano diventate più rosse della mela di Biancaneve. «Dicevo… sarebbe più opportuno che tu la finissi qui… oppure possiamo, semplicemente, andare avanti», afferma con il suo solito sorriso malizioso di quando ci ritroviamo in certe situazioni. «C-ChanYeol…», perché riesco a dire solo questo? Credo che insieme alle guance siano anche andati a fuoco i miei neuroni. Deve essere per forza così. Lui si avvicina intanto al mio orecchio destro. «Lo sai che chiamandomi in questo modo, con questa tua vocina imbarazzata, non fai altro che peggiorare la situazione? Mi fai venire ancora più voglia di spingermi oltre», sussurra al mio orecchio. Si avvicina, sembra che voglia baciarmi, ma poi non lo fa, mi guarda ancora con quell’espressione astuta e direi anche soddisfatta sul volto. La sua bocca si dirige altrove. Prima si focalizza sul mio collo per poi scendere sempre più giù. Una delle sue mani accompagna i suoi baci, l’altra, invece, è saldamente intrecciata alla mia. Ogni parte del mio corpo che viene anche solo minimamente sfiorata da ChanYeol è come se improvvisamente prendesse fuoco. Se prima già il mio cervello stava perdendo colpi, credo che adesso sia andato completamente in stand-by. Proprio mentre ChanYeol sta continuando con la sua piacevolissima tortura ecco che suona il campanello. Accidenti, per un attimo credo di aver dimenticato tutto quello che ci sta accadendo. Avevo dimenticato dell’imminente arrivo del vice CEO Kim. ChanYeol dapprima mostra un’espressione sorpresa, probabilmente anche lui si trovava nella mia stessa situazione? Successivamente la sua espressione si addolcisce e sul suo volto si disegna un sorriso. «Credo che ci abbiamo lanciato una maledizione NaNa, sarà che il nonno avrà paura di qualche nipotino improvviso e ci ha fatto lanciare sicuramente qualche cosa del genere», esclama ridendo. «Ma che dici?!», anch’io non riesco a trattenere una risata. ChanYeol si alza dal letto, abbottona la sua camicia e si dirige verso l’ingresso per accogliere quello che sicuramente sarà il vice CEO Kim. Cerco di sistemarmi anche io alla meno peggio e lo seguo. «Hyung, arrivi proprio al momento giusto, come sempre del resto», che diamine sta dicendo? «Ho interrotto qualcosa?», domanda il vice CEO Kim entrando e prendendo posto in una delle sedie della sala da pranzo. «Avresti potuto telefonare prima di precipitarti qui», perché continua ad insistere su questa storia? «Oh, scusami se mi sono precipitato qui dopo una notte insonne passata a lavorare. La prossima volta lo terrò a mente amministratore delegato Park». «Ah! Buongiorno vice CEO Kim, per favore non ascolti le sciocchezze del CEO Park, sta delirando. La ringrazio davvero per essere venuto il prima possibile. Abbiamo bisogno di molto aiuto per uscire dalla complicata situazione che si è venuta a creare. Grazie davvero per la mano che ci darà», affermo tutto d’un fiato. In fondo, il vice Kim è qui solo per aiutarci, inoltre, stanotte ha dovuto lavorare come un mulo solo a causa nostra, ChanYeol non dovrebbe trattarlo così, anche se si conoscono da tanto tempo. «Finalmente qualcuno di gentile qui dentro. Ringrazia la tua fidanzata Chan-ah, se no avrei girato i tacchi e sarei tornato a casa a dormire», afferma voltandosi verso il diretto interessato. Alla parola “fidanzata” credo che le mie guance abbiano preso di nuovo colorito, sembra che oggi non ci sia proprio modo di placarle. ChanYeol sbuffa un po’ alla provocazione del vice CEO Kim, ma alla fine si siede tranquillo vicino a lui. Probabilmente è il loro modo di comportarsi da una vita. Decido di sedermi anch’io. Adesso il tempo dei giochi è finito dobbiamo elaborare un piano per contrattaccare a tutti i costi. «Ho saputo cosa è successo, purtroppo troppo tardi. Non ho avuto modo di fermare il presidente prima che potesse alzare tutto quel polverone nei confronti della famiglia di NaNa-ssi. Ho pensato tutta la notte ad una possibile soluzione, ma sfortunatamente non sono riuscito a trovarne una. Forse la scelta migliore per i genitori di NaNa-ssi è di trasferirsi e aprire una caffetteria altrove, anche se non sono sicuro al 100% che saranno lasciati in pace neanche in quel caso. Il problema di fondo sappiamo tutti che è un altro», afferma il vice CEO Kim senza fare troppi giri di parole. Perlomeno apprezzo la sua sincerità. La situazione è davvero critica e non posso far altro che sentirmi profondamente in colpa per quello che sta succedendo. «Non voglio che i genitori di NaNa si trasferiscano, anche perché penso che non porterebbe sicuramente a nessun cambiamento come prima hai accennato tu. Io penso che sia arrivato il momento di fare qualcos’altro», che cosa intende dire? «E sarebbe questo “qualcos’altro”?», domanda il vice CEO Kim, incuriosito dalle parole di ChanYeol. «Hyung, so che ti sembrerà un’idea stupida, ma voglio provarci ugualmente. Io voglio provare a parlare con i miei genitori e mia sorella. Vorrei che mio padre riprendesse il suo posto nell’azienda. Non lo dico solo perché così io sarei più libero, ma è un pensiero che ho elaborato pian piano», confessa ChanYeol. «Spero davvero che tu abbia un altro piano di riserva perché questo è davvero ridicolo. Sai benissimo come sono andate le cose, non c’è bisogno che io stia qui a ricordartele», afferma il vice CEO Kim, adesso serio in volto. «Hyung, pensaci, se riuscissi a riportare tutto alla normalità anche il nonno ne trarrebbe vantaggio. Suo figlio, adesso per lui perduto, potrebbe prendere tranquillamente il suo posto come presidente. Non dovrà aspettare di formare me, papà ha già le giuste competenze per occupare la posizione di presidente e il nonno potrebbe mettersi da parte, senza rimpianti, e riposarsi finalmente», certo per chi come me non sa la storia nei dettagli non sembra essere un piano malvagio. «Supponiamo che anche tu riuscissi a far tornare tuo padre al suo posto, che ne sarà di tua madre e tua sorella? Sai benissimo che tuo nonno non ha accettato minimante il loro divorzio, non darà mai la guida dell’azienda ad una persona divorziata, viviamo in paese arretrato per quanto riguarda queste cose, non lo sai?», su questo ha ragione. Il nostro paese è uno dei più all’avanguardia per quanto riguarda i prodotti più innovativi e tecnologici ma nei rapporti sociali è rimasto, come dire, un po’ indietro. «Andrò a parlare anche con lei. Sapevi hyung che il loro divorzio non è mai stato ufficializzato? Sai, NaNa mi ha aiutato a capire questo…», io? «… quando due persone si amano troppo, spesso, devono prendere decisioni più grandi di loro e che hanno ben poco a che vedere con lo stare insieme e l’essere felici, ma questo non credo che, comunque, sia una novità nemmeno per te, hyung. Io sento che i miei genitori non si sono lasciati perché non si amavano, semplicemente si sono dovuti allontanare l’uno dall’altro per proteggersi a vicenda. Quest’azienda è qualcosa che distrugge i rapporti familiari se si è sparpagliati. I genitori di NaNa mi hanno insegnato che se in una famiglia i problemi si affrontano insieme si può risolvere di tutto, ed è proprio quello che ho intenzione di fare. Ricostruire la mia famiglia». Oh, ChanYeol come vorrei che questo tuo piano andasse davvero a buon fine. «Non per metterti sempre il pelo nell’uovo, ma con tua sorella come farai? Se torna lei dovrei andare via io, lo sai quali sono stati i patti con il presidente. Cioè, non mi fraintendere, io sarei disposto a tutto pur di rivedere YooRa tornare dalla sua famiglia. Sarei disposto a licenziarmi anche ora stesso, ma sai com’è fatta lei. Non tornerà mai a queste condizioni». «Hyung, ti ho detto che voglio riunire tutta la mia famiglia, perché dovresti andartene? Non ne fai parte anche tu, forse?», domanda ChanYeol con il sorriso sulle labbra. Il vice CEO Kim sembra essere molto sorpreso dalle parole del suo capo, o forse meglio dire del suo fratellino. Sembra quasi che sia in lotta con se stesso per non far fuoriuscire le lacrime. Se c’è una cosa che ho ben capito di ChanYeol, è che quando ama lo fa con il cuore, sul serio. «Oh, hyung, non ti commuovere perché sappi che lo faccio principalmente perché mi servi», esclama adesso ridendo. «Davvero? E in cosa specificatamente?», domanda tirando su con il naso il vice CEO Kim. «Mio padre diventerà il futuro presidente, io ho altri piani per il mio futuro, mia sorella non credo che si divertirebbe a fare il CEO, non mollerebbe mai il suo lavoro attuale, quindi, solo tu hyung puoi diventare il CEO del Park’s!». «Cheee?», scatta subito in piedi il vice CEO Kim. «Siediti, siediti hyung», cerca di tranquillizzarlo ChanYeol. «Sai che è impossibile! Ma quali sarebbero poi gli altri piani per te stesso?», in effetti, sono curiosa anch’io. Non ne avevo mai sentito parlare, sembra che ChanYeol abbia pianificato tutto quanto nei particolari, quando ha avuto il tempo per ideare tutto questo? «Tranquillo, io diventerò il CEO di me stesso. Ho intenzione di aprire una filiale riguardante la musica e l’intrattenimento nella nostra azienda, e chi meglio di me potrebbe occuparsi di tutto questo? Sicuramente il nonno non potrà opporsi se gli presenterò un piano che potrebbe fruttargli un bel po’ di soldi, be’ su questo conto su di te e i tuoi studi per creare un’offerta che il nonno non potrà mai rifiutare». Guardo ChanYeol davvero sbalordita, come ha fatto a pensare a tutto questo? «NaNa, perché mi guardi così? Stai pensando che il tuo fidanzato è davvero figo in questo momento, eh? E lo so, sei stata fortunata ad incontrare uno come me», ha anche la forza di scherzare? «Yah! Come hai fatto ad ideare tutto questo?», domanda il vice CEO Kim. «Chissà, forse quando ami qualcuno davvero scopri delle facoltà mentali che non avevi mai pensato di avere pur di proteggerla», afferma aggiungendo un occhiolino a fine frase verso la mia direzione. ChanYeol sei strabiliante, spero davvero che tutto quello che ci hai appena illustrato possa realizzarsi sul serio. Non posso fare altro che sorridergli speranzosa.

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


Capitolo 36
 
 
Vacci a sbattere tre volte,
anche se piangi sei volte.
Se lo superi cinque volte,
puoi vedere la fine.
Più correrai avanti,
più cose importanti perderai.
Lasciati più tempo per te stesso,
così potrai riprendere fiato,
come il sole che sorge sempre nello stesso punto.
3.6.5-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
 
Non ricordo neanche quando è stata l’ultima volta che ho visto i miei genitori, per di più insieme, contemporaneamente nello stesso momento. Ho invitato i miei genitori a pranzo in un locale non proprio al centro di Seoul, anche se è impossibile sfuggire agli occhi onnipresenti del nonno, almeno voglio rendergli più difficile la ricerca. Lo ammetto. Ho attirato i miei con l'inganno. Mio padre non sa della presenza di mia madre e, viceversa, mia madre non sa della presenza di mio padre. Chissà che faccia faranno quando si rincontreranno. Avrei voluto invitare anche YooRa, ma lei ha un carattere un po' troppo impulsivo. Non riesco a gestire facilmente le sue reazioni. Sarà già difficile occuparmi solo dei miei, figuriamoci occuparsi nello stesso istante anche di YooRa. Ho, comunque, intenzione d'incontrarla presto. Magari con MinSeok hyung. Vorrei davvero che le cose tra loro andassero finalmente bene. Con diversi pensieri che mi frullano per la testa, apro la porta del ristorante. Il cameriere mi accoglie gentilmente, comunico di avere una prenotazione a nome Park e che siamo in tre. Il cameriere mi accompagna al tavolo. Sono arrivato leggermente in anticipo rispetto all'orario comunicato ai miei genitori. Volevo essere presente quando loro sarebbero arrivati. E poi voglio utilizzare questi minuti che restano per prepararmi psicologicamente al loro arrivo e soprattutto a quello che dovrei dire. Ieri mattina ho interpretato la parte del temerario senza paura che aveva un piano ben delineato in mente. Cioè, un piano ce l'ho, ma a dire la verità non è poi così delineato. Quello che ho detto ieri a MinSeok hyung e NaNa sembrava abbastanza convincente. Anch'io ne sarei stato convinto se non sapessi in realtà i particolari, ovvero, che non ho la minima idea di cosa dire ai miei ed a YooRa per convincerli a tornare indietro. Capisco perfettamente come si siano sentiti sotto le direttive pensanti del nonno. Più volte ho pensato di fare quello che loro hanno fatto. Scappare via il più lontano possibile. Più volte ho provato a formulare un possibile discorso per oggi, ho provato anche a buttare qualcosa giù sulla carta, ma alla fine il risultato è stato semplicemente riempire il cestino adibito ai rifiuti cartacei. Tra poco NaNa e la sua famiglia saranno sfrattati a causa mia, se davvero va male oggi, non so cosa fare, sul serio. Forse aveva ragione MinSeok hyung, aveva ragione quando parlava di pensare ad un piano B. Ma è stato già abbastanza complicato riuscire a pensarne uno. Inoltre, non posso completamente abbandonare il centro commerciale. Fortunatamente ho un vice CEO e una segretaria di direzione che lavorano sodo. Un sorriso si dipinge automaticamente sul mio volto. Oggi NaNa, infatti, ha ripreso il suo posto come mia segretaria. Spero che non circolino ancora più voci sul nostro conto, anche se penso sia, alla fine, inevitabile. Nonostante il nonno tenda a insabbiare tutto quello che riguarda la nostra vita privata, le notizie in qualche modo trovano il modo di circolare. Spero che non abbia troppi problemi e più di tutto spero che il nonno non abbia la brillante idea di presentarsi al centro commerciale proprio oggi che io non sono presente. Fortunatamente MinSeok hyung e JongDae-ya sono con NaNa, questo mi rende un po' più tranquillo, anche se non al 100%. È da un po' che fisso la porta d'ingresso nella speranza di vedere i volti familiari che sto aspettando. Tra il via vai delle persone, noto la figura di mio padre. Non ci vediamo da diversi anni, mi riconoscerà? Istintivamente mi alzo e scuoto la mano al fine di attirare la sua attenzione. Mio padre sembra notarlo e si dirige subito verso il tavolo dove sono seduto. «Appa…», fuoriesce dalle mie labbra senza volerlo. Sembra aver perso molto peso, o forse ero io che da piccolo lo immaginavo più robusto e forte? «ChanYeol-ah, sei cresciuto così bene e così tanto che quasi stentavo a riconoscerti», afferma leggermente con gli occhi lucidi. Proprio quando ci mettiamo a sedere dalla porta entra anche mia madre. Mi alzo nuovamente di scatto, mio padre di spalle disorientato si alza automaticamente anche lui. Si volta e la scena che mi si para dinanzi non so se definirla drammatica o comica. La mamma si avvicina al nostro tavolo, ma sembra essere fortemente imbarazzata dalla presenza di papà. Entrambi sono sorpresi. Dalla loro reazione deduco che se fossi stato sincero e li avessi avvisati della presenza dell’altro sicuramente avrebbero boicottato l’invito. Sembrano due adolescenti alla presa con la loro prima cotta. «Omma, ti trovo bene», asserisco nel tentativo di alleggerire l’atmosfera. «Ma che dici ChanYeol-ah. Di sicuro tu stai messo molto meglio di me. Sei diventato un bellissimo uomo», che altro potrebbe dire una madre al proprio figlio? Ma a sentire una frase così semplice da mia madre, il mio cuore sussulta. Ho sempre desiderato avere mio padre e mia madre al mio fianco come tutte le famiglie normali. A stento cerco di trattenere una lacrima. Non è il momento di farsi vedere debole, devo essere quanto più forte e convincente possibile. «Grazie omma, be’, adesso accomodiamoci ed ordiniamo», propongo.
Abbiamo ordinato e adesso stiamo quasi per finire il pranzo, ma la conversazione non è proprio decollata. Non mi hanno fatto domande specifiche, tipo di cosa mi occupo attualmente o cosa il nonno pretende da me, sicuramente perché sapranno già tutto. Quando finisco di masticare il mio ultimo boccone di carne, decido che è arrivato il momento di svuotare il sacco, inutile perdere ulteriormente altro tempo prezioso. «Omma, appa, so che vi starete domando perché vi ho chiamati qui insieme. Non nego che la voglia di rivedervi è stata tanta. Prima di tutto scusatemi se non mi sono fatto vivo prima. Scusa omma per tutti i messaggi che mi hai mandato ogni giorno che non hanno mai avuto una risposta. Avevo paura a contattarvi, volevo rompere ogni legame definitivamente perché così credevo finalmente di non dover soffrire più. Credevo, semplicemente, di essere stato abbandonato. Adesso che sono cresciuto e che ho sperimentato determinate cose sulla mia pelle, ho iniziato a pensare che forse non era così. Voi siete stati costretti a lasciarmi e io non ho fatto mai nulla per trattenervi. Scusatemi se sono stato troppo egoista», dopo aver pronunciato quest’ultima frase, mi alzo e piego il capo in segno di scuse. «ChanYeol-ah! Ma che stai dicendo? Tu non devi incolparti di nulla. È colpa nostra che non abbiamo saputo fare niente di meglio che lasciati in quella prigione dorata», esclama mia madre alzandosi anche lei dalla sedia. «ChanYeol-ah, ti prego non addossarti colpe che non sono tue. Ti prego smetti di assumere questa posizione e torna a sedere, mi fai sentire ancora più miserabile di quanto già io non sia», chiede mio padre. Faccio come mi dice. Torno a sedermi. La mamma con ancora un’espressione sofferente sul volto si siede anche lei. «Non è solo per questo che, comunque, vi ho voluto oggi qui insieme. Sarà anche sfacciato da parte mia, ma davvero, sarò sincero, è l’unica soluzione che sono riuscito a pensare. Vi prego, non prendetemi subito per pazzo ed ascoltate fino alla fine», affermo con finto sguardo deciso. In realtà, internamente sto morendo dalla paura di un loro possibile rifiuto. I miei annuiscono, così decido di raccontargli tutto quello che mi sta succedendo a grandi linee, anche se molto probabilmente sanno già tutto, e ad illustrare il mio piano. «Omma, appa, io ho bisogno di voi come non mai in questo momento. Non so cosa voi sappiate nel dettaglio, ma la storia in breve è questa qui. Inizialmente pensavo di poter vivere sotto le direttive del nonno, purché ogni tanto fossi riuscito a scappare per raggiungere la mia adorata batteria. Purtroppo non avevo fatto i conti con un imprevisto chiamato amore. Non credevo nell’amore, semplicemente pensavo non esistesse. Ho avuto diverse donne, ma erano solo un gioco alla fine, la maggior parte di loro si avvicinava a me solo perché ero il “nipote di”. Ma all’improvviso una donna è piombata nella mia vita. Una vera e propria bomba che ha messo sottosopra il finto mondo perfetto che ero riuscito a crearmi per cercare di soffrire il meno possibile. Ci siamo innamorati, lei è la mia segretaria di direzione. Più volte abbiamo cercato di mettere a tacere i nostri sentimenti ed andare avanti come se nulla fosse, sono stato addirittura invischiato in un matrimonio combinato, fortunatamente adesso andato in fumo. Tante volte mi sono allontanato da lei con la scusa di proteggerla. Con il passare del tempo ho capito che non potevo vivere senza di lei, ma soprattutto che non potevo vivere senza amore. Ho iniziato a pensare che forse anche voi siete stati costretti a lasciarvi per proteggervi l’un l’altro. No, omma ti prego, fammi finire. So cosa stai per dire, che non è vero, che avete divorziato perché non vi amavate più, ma in realtà io so benissimo che il vostro divorzio non è mai stato registrato. Era solo una diceria. Voi vi amate ancora ma fate finta che non sia così. Quello che voglio dirvi quest’oggi, è che il mio obiettivo adesso è ricostruire la nostra famiglia. Sono stufo di perdere in continuazione le persone che amo a causa di una maledettissima azienda. Appa, io vorrei tanto che tu tornassi a prendere il tuo posto alla Park’s Enterprise, sai benissimo quanto il nonno si ostini a far finta che non gli importa niente di averti perduto, ma credo che rimpianga te e la mamma ogni giorno della sua vita. Se noi tornassimo ad essere una famiglia unita, non ci sarebbe nessun problema che non potremmo affrontare insieme. Ovviamente parlerò anche con YooRa di tutto ciò. Ho scoperto da poco, da una famiglia che stimo tantissimo, che le famiglie unite sono davvero forti, possono affrontare di tutto insieme, e in questo momento è quello che desidero anch’io per noi», credo di non avere più saliva in gola per via del mio lungo discorso. Nel volto dei miei genitori leggo molta preoccupazione. «ChanYeol-ah, sai che quello che dici è difficile, se non addirittura impossibile?» sapevo che non sarei riuscito a convincerli subito, ma perché fa male lo stesso? «Perché è difficile, appa? Perché non possiamo provarci tutti insieme ad affrontare il nonno per una volta? Lui è solo uno, noi, invece, siamo molti di più», devo riuscire a convincerlo. «ChanYeol-ah, ha ragione tuo padre, qui non si tratta di numeri, in ballo c’è qualcos’altro. Sai benissimo che io e tuo padre non abbiamo più potere perché siamo stati diseredati. Non abbiamo più nulla a che fare con quella maledettissima azienda», continua mia madre abbassando lo sguardo. «Anche se vi ha diseredati voi siete sempre la sua famiglia. Il nonno, prima o poi capirà che da solo non potrà far nulla, noi dobbiamo semplicemente farglielo capire prima», la mia speranza sta iniziando a spegnersi. «Non lo so ChanYeol-ah…», asserisce mio padre. «Ok, avete ragione ad avere i vostri dubbi in proposito, prendetevi uno o due giorni per rifletterci su, per svariati motivi, che non sto qui a raccontarvi, non posso darvi più tempo. Io domani andrò a parlare con YooRa. Spero davvero che voi cambiate idea. Ci spero davvero tanto», così facendo mi allontano, mi dirigo alla cassa, pago il conto ed esco dal locale. Spero davvero che riflettano bene, sono davvero preoccupato di un loro possibile rifiuto.
 
Dopo aver girovagato per le strade di Seoul ho deciso di raggiungere la sala prove del mio gruppo, oggi non dovrebbe esserci nessuno. Non posso andare al centro commerciale o a casa, non vorrei incontrare adesso NaNa o MinSeok hyung e dirgli che molto probabilmente il mio brillante piano fallirà. Ho spento anche il cellulare. So che non posso continuare così ancora per molto. È un comportamento molto infantile da parte mia, lo riconosco, ma certe abitudini sono dure a morire. Ad un tratto sento girare la chiave della porta e qualcuno entrare. «ChanYeol-ah?». «JunMyun hyung?», domando stupito. «Che ci fai qui?», domanda a sua volta. «È una storia lunga, tu, invece?». «Io sono venuto per organizzare le ultime cose della scaletta dell’esibizione di domani. Come al solito non ci sarai, vero? Ormai trovare un batterista sostitutivo sta diventando davvero stancante, sai?», afferma ridendo. Senza volerlo sto causando anche parecchi problemi alla band. «Sto scherzando ChanYeol-ah non fare quello sguardo serio e triste. Dimmi, come mai sei qui, ho abbastanza tempo da sentire la tua “lunga” storia», adoro la sua dolce schiettezza. Non è il nostro leader per niente. «Vedi JunMyun hyung… io…», gli faccio cenno di sedere insieme a me e decido di raccontargli nei dettagli tutto quello che mi è successo. Lui è una persona sincera e leale, sicuramente saprà ben consigliarmi sul da farsi, o perlomeno saprà bene come consolarmi. Ed in questo momento ne ho un forte bisogno di persone comprensive nei miei confronti.
«Capisco. La situazione non è certo tra le più semplici. Non sappiamo ancora cosa decideranno di fare i tuoi, ma non demordere ChanYeol-ah. Tu sei una persona grande e forte, non devi temere nulla. Se non andrà bene questo piano che hai formulato, vedrai che ne riuscirai a pensare un altro. Tu hai le capacità per farlo. Durante la tua vita hai dovuto spesso affrontare problemi molto più grandi di te ma non ti sei dato mai per vinto. Sei stato coraggioso e devi continuare ad esserlo fino alla fine perché diverse persone contano su di te, ma questo non vuol dire che devi essere infallibile per forza. Si può cadere, ma allo stesso tempo ci si può sempre rialzare e ricominciare nuovamente. Finché avrai vita non smettere di lottare per i tuoi sogni ChanYeol-ah!», le parole di JunMyun hyung mi hanno dato una carica e una forza che credevo di non riuscire più a recuperare. «JunMyun hyung, grazie!», lo abbraccio istintivamente, più che altro lo stritolo, ma poco importa, adesso devo andare perché mi è venuta una voglia matta di andare ad abbracciare qualcun altro. «ChanYeol-ah, così mi stritoli!», esclama JunMyun hyung. «Scusami ma adesso devo proprio scappare hyung, ti tengo aggiornato! Bye!», e mi volatilizzo alla velocità della luce, lasciando un JunMyun non poco scioccato.
 
Per strada mi sono fermato a compare dei fiori, non mi andava proprio di presentarmi a mani vuote. Ogni giorno, con tanti piccoli gesti, voglio far sentire NaNa speciale. Finalmente arrivo sotto casa sua. Decido di chiamarla. «Principessa, non è che potrebbe scendere un attimo? Il suo principe è proprio sotto casa sua e ha una voglia matta di vederla», NaNa non dice nulla, anzi riaggancia subito. Possibile che sia arrabbiata con me? In effetti, potrebbe anche essere, sono già le 20. Non ci siamo sentiti praticamente per tutto il giorno. All’improvviso la porta della caffetteria si apre con forza. «Chan-ah, sei qui!», esclama NaNa sorpresa. Non sembra essere arrabbiata. Probabilmente avrà chiuso per precipitarsi qui il prima possibile. Che carina, ha anche il fiatone. «Sì, sono qui e questi sono per te», affermo porgendole i fiori. Lei di tutta risposta lascia i fiori nelle mie mani e mi abbraccia forte. Sorrido a questa scena, forse i fiori avrei anche potuto risparmiarmeli. «Finalmente siamo insieme. Mi sei mancato tanto», che lei non mi chieda fin da subito come sia andato l’incontro con i miei, che metta me e la nostra relazione prima di tutto, mi consola non poco e questo alleggerisce il mio cuore. «Anche tu mi sei mancata NaNa», asserisco, infine, ricambiando il suo abbraccio.     

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


Capitolo 37
 
 
Ascolta attentamente ora.
Rivelerò tutto.
Il male che si nasconde
sotto la maschera del bene.
Userò le sue rovine come
un sacrificio su una grande roccia.
Farò tutto a pezzi oggi.
Tu non sarai in grado, mai e poi mai,
di buttarmi a terra.
Il muro vacillante.
La tua stella, ormai è caduta.
Anche se ci provi, tu non puoi buttarmi giù.
Le tue false azioni,
ci scherniscono quando siamo nel dolore.
Non c’è nessun vincitore in questa caotica partita.
Il gioco è finito ora.
Can’t Bring Me Down-EXO
 
 
- NaNa -
 
Ieri ChanYeol ha dovuto affrontare i suoi genitori, oggi, invece, sarà il turno di YooRa. È riuscito a portare con sé all’incontro anche il vice CEO Kim, spero davvero che per quei due possa esistere un lieto fine prima o poi. Tra poco sarà ora di pranzo, penso che ordinerò qualcosa al ristorante cinese della strada accanto e me lo farò portare qui, non ho proprio voglia di uscire. Proprio quando sto per finire di comporre il numero e far partire la chiamata, il responsabile del personale Kim entra improvvisamente nell’ufficio che condivido con le atre segretarie, che è attualmente vuoto perché sono già tutte fuori per la pausa pranzo. Lo fisso leggermente stranita. Non è da lui correre per i corridoi del centro commerciale, ma il fiatone con il quale è entrato nella stanza mi porta a dedurre che qualcosa l’ha spinto a fare ciò che non fa di solito, ovvero, correre. «Responsabile del personale Kim?», domando sorpresa. Lui, dopo aver fatto un profondo respiro, mi rivolge uno sguardo serio. «Kim NaNa-ssi…», inizia a pronunciare con affanno. La mia espressione da sorpresa passa ad essere preoccupata. «Che succede, responsabile del personale Kim?». Lui, non risponde subito alla mia domanda, si avvicina e poggia le sue mani sulle mie spalle. «Abbiamo un’emergenza», si decide a parlare finalmente. «Che emergenza?», domando di conseguenza. «Il presidente ha chiesto espressamente di vederti. Ha affermato di voler pranzare con te per poter parlare a quattr’occhi di alcune “spinose” questioni», io non riesco davvero a credere alle mie orecchie. Non ci posso credere. Il presidente, il nonno di ChanYeol, vuole vedere me? Parlare a quattr’occhi di alcune “spinose” questioni? Le mie gambe vengono meno e se non fosse stato per il responsabile del personale Kim, adesso sarei già finita in maniera pogo elegante sul pavimento. Mi aiuta a sedermi sulla mia poltrona e lui prende posto su una sedia accanto a me, senza mai lasciare il contatto con le mie mani. «I-io, non posso crederci, c-cosa dovrei fare? I-io…», riesco solamente a farfugliare. «Adesso calmati NaNa-ssi. Anche se sarà difficile, devi mostrarti quanto più sicura possibile». «Sicura di cosa?», domando in preda al panico oramai. «Sicura dell’amore che ChanYeol prova per te e, viceversa, che tu provi per lui». Le sue parole illuminano come un fulmine a ciel sereno la mia mente. Ha ragione il responsabile del personale Kim. Devo essere forte perché io amo ChanYeol e lui mi ama. Non devo lasciarmi intimorire, farei solo il suo sporco gioco. «H-ha ragione», affermo cercando di convincere più me che il mio interlocutore. «Bene, NaNa-ssi. Io ti accompagnerò al ristorante designato per l’appuntamento ma mi è stato espressamente richiesto di non partecipare all’incontro. Sai ChanYeol-ah mi ha chiesto di stare al tuo fianco e proteggerti, soprattutto oggi che lui e MinSeok hyung non sono presenti, ma purtroppo non sono riuscito a far cambiare idea al presidente. Posso solo accompagnarti all’incontro e venirti a prendere. Però sappi che se le cose si faranno troppo complicate non devi esitare a chiamarmi, farò qualsiasi cosa per cercare di raggiungerti, ok?», il dolce sorriso del responsabile del personale Kim è come un balsamo calmante per il mio cuore in subbuglio. «Puoi farcela NaNa-ssi», aggiunge infine. Spero davvero che sia come dice lui. Ricambio il suo sorriso. Vorrei davvero poter riuscire a tener testa al presidente. Devo essere coraggiosa, devo farlo per ChanYeol. A causa mia lui sta affrontando di tutto a testa alta, non posso essere da meno.
Arriviamo al luogo designato per l’appuntamento. Credo che alla fine mangerò cinese, ma di sicuro non sarà cibo cinese da quattro soldi come quello venduto nel negozio della strada accanto al centro commerciale. Sembra essere un antico ristorante cinese di lusso. A malincuore saluto il responsabile del personale Kim. «Allora io vado, responsabile del personale Kim», affermo prima di voltarmi e raggiungere l’ingresso. «NaNa-ssi!», esclama improvvisamente il responsabile del personale Kim. Mi volto istintivamente. «Per favore togliamo tutte queste formalità tra di noi, ok? La fidanzata di un mio amico è anche mia amica, ok NaNa-ssi? Solo JongDae dalla prossima volta», dichiara aggiungendo un sorriso a fine frase. Un sorriso si dipinge sulle mie labbra. ChanYeol ha davvero tanti amici che lo vogliono bene. Del resto come non si può volere bene ad un gigante così buono? «Ok, JongDae. Lo stesso vale per te, solo NaNa, ok?», affermo cercando di ricambiare il sorriso. Agito la mia mano in segno di saluto e mi dirigo definitamente dentro l’edificio. Devo farmi forza. Devo riuscire a tenergli testa a tutti i costi. Devo farlo per ChanYeol, devo farlo per noi.
Una cameriera vestita con abiti cinesi tradizionali mi accompagna in una stanza vuota. Il tavolo è imbandito con diverse pietanze. So che non dovrei pensarlo ma ho davvero l’acquolina in bocca solo a vedere tutte queste prelibatezze. Colui che mi ha invitato non è ancora arrivato, probabilmente lo farà per sancire chi è il più importante tra di noi. Tsk, come se me ne importasse qualcosa. Dopo qualche minuto di trepida attesa la porta si apre ed entra un signore, sulla sessantina? O sulla settantina? Non riesco a catalogarlo in un range d’età ben preciso. Ho visto una sua vecchia foto al centro commerciale, all’epoca doveva essere più giovane, ma i lineamenti del volto sono quelli. Non ho dubbi, la persona che mi sta dinanzi è la causa di tutti i miei mali attuali, il presidente, nonché nonno di ChanYeol. Mi alzo per salutarlo come si deve, per via dell’agitazione, ho dimenticato di avere la borsa appoggiata sulle ginocchia e questa fa un bel capitombolo a terra, ovviamente provocando un rumore non molto soave, ha ragione mia mamma quando dice che dentro le mie borse sembra esserci del piombo? Accidenti che vergogna, non so se rialzarmi dall’inchino di saluto e prendere la borsa che è finita a terra, o restare ancora in questa posizione. Accidenti, come prima impressione è andata proprio da schifo. «Prenda pure la sua borsa, signorina Kim», afferma in tono lapidario. Si notava così tanto la mia indecisione? «Mi scusi», affermo prima di riprendere la mia borsa da terra e stavolta decido di posarla direttamente sulla sedia, vorrà dire che condividerò il posto con la mia borsa. Nella sala, infatti, ci sono solo due sedie. Il mio cuore, da quando ho messo piede qui dentro, non ha smesso mai di battere velocemente. Che sia destinata a morire di tachicardia, oggi? Sempre se si possa morire di tachicardia. Il presidente mi fa cenno di sedermi, perché tutto quello che quest’uomo ordina sembra normale seguirlo alla lettera? Sembra proprio nato per ricoprire una posizione di comando. Dopo qualche attimo d’imbarazzante silenzio, il nonno di ChanYeol, si schiarisce la voce e prende per primo la parola. «Signorina Kim, è inutile stare qui a perdere tempo. Saprà benissimo che per me quest’ultimo è davvero prezioso, quindi, andrò dritto al punto». Forse è meglio così, meglio togliersi il dente dolente subito. Preparati NaNa a qualunque cosa di cattivo possa dire quest’uomo. Sicuramente inizierà il suo discorso dicendomi che non sono adatta al nipote. «Signorina Kim, lei ama davvero mio nipote?», eh? Ho sentito bene? Per un attimo resto imbambolata perché non sono sicura della domanda. «I-io, certo che sono sicura di amare suo nipote», affermo con quanta più convinzione possibile. Non riesco a crederci che la sua prima domanda sia stata questa. Possibile che la sua sia solo la facciata di un uomo burbero che pensa solo a lavoro ma che in realtà sia un uomo dolce all’interno? «Bene, dato che lei ama mio nipote, suppongo che sarebbe disposta a tutto pur di fare il suo bene, giusto?», che diamine vuole intendere adesso? Forse mi sono appena fatta ingannare? «O-ovvio che sarei disposta a tutto per il suo bene», non posso far altro di pronunciare. «E allora, signorina Kim, lei deve lasciarlo, ADESSO. Solo così potrà contribuire al suo bene», eh? È impazzito? Mi alzo di scatto dalla sedia. «E perché mai questo dovrebbe costituire un bene per ChanYeol?», non posso trattenermi dal domandare, forse il mio tono di voce era troppo alto? Di sicuro quest’uomo fa perdere facilmente la pazienza. «Se tu amassi veramente mio nipote, neanche porresti una domanda del genere. Pensavo che, dato il grande attaccamento di ChanYeol-ah per te, tu ne valessi davvero la pena, ma dopo averti incontrata devo dedurre che non sia così», quest’uomo, davvero, può essere considerato un essere umano? «Mi scusi se non sono così intelligente come si aspettava. Continuo a non capire.», affermo non poco arrabbiata. «Te lo spiegherò in parole semplici. Tu credi di far felice mio nipote ma credimi che questa felicità è puramente momentanea, tipica dell’innamoramento. Forse lei ancora è giovane e non lo sa, ma l’amore è una cosa così effimera che non dura più di un anno, ciò che resta sono le cose un uomo riesce a costruire con il suo duro lavoro, di certo non si vive di “amore”. Quello che voglio dire è che lei, signorina, se continua a stare al fianco di mio nipote non farà altro che portarlo all’interno di un baratro dal quale sarà sempre più difficile uscirne. Ammettiamo che per adesso ChanYeol-ah, essendo ancora molto giovane, è contento solo di avere lei al suo fianco. Mio nipote ha perso tutte le persone che amava e lei è arrivata in un suo momento di debolezza e lo sta sfruttando a suo favore, ma tra qualche tempo sarà ancora così? Quando dovrà fare i conti con quello che ha costruito nella sua vita, ne sarà soddisfatto? Mio nipote, a causa sua, ha mandato in aria un matrimonio che poteva renderlo davvero felice a lungo andare. La nostra azienda poteva ingrandirsi e aumentare il suo potere, ma lui cosa ha fatto? Ha preferito correre dietro ad una semplice segretaria. Lei come reputerebbe tutto questo dal mio punto di vista?», quest’uomo è davvero un mostro. Come può dire tutte queste cattive parole senza minimamente scomporsi? «Mi sta dicendo che sono solo un’approfittatrice? Perché deve assolutamente pensare che ci sia interesse dietro al nostro amore? E soprattutto perché l’azienda deve essere sempre messa davanti a tutto e tutti? Sa cosa le dico? Lei ha davvero una vita triste e adesso che lo so farò di tutto per non fare in modo che ChanYeol si riduca come lei, una persona cinica e senza amore che tratta con aria di sufficienza chi gli capita a tiro. ChanYeol non è assolutamente una persona fatta per il potere e per schiacciare il prossimo ma si sta impegnando per gestire al meglio il centro commerciale. I piani che ChanYeol aveva per la sua vita non prevedevano assolutamente di divenire CEO così presto e all’improvviso ma di sicuro non si può dire che non stia facendo un buon lavoro. E sa perché lo fa? Non perché aspira a cose più alte come, invece, sostiene lei. Assolutamente! Lui lo fa perché non vuole che le persone che ama ne abbiano delle ripercussioni. Lei non capisce affatto suo nipote, non se ne rende conto?», sono così arrabbiata in questo momento che se non fosse una persona così importante quella che mi sta di fronte lo avrei già picchiato. Accidenti! «Quindi, la sua arma è questa? Farmi credere di non conoscere mio nipote che ho cresciuto da solo?». «Non si tratta di nessuna arma, glielo assicuro, è meramente la semplice verità». Un sorriso beffardo si dipinge sul suo volto. Non solo il danno ma devo subirmi anche il fatto di essere derisa? Davvero la malvagità di quest’uomo non ha limiti. «Signorina Kim, la prego ritorni a sedersi. Adesso parliamone da persone serie e ragionevoli». «Perché fino ad ora abbiamo solo detto parole a caso?», gli faccio presente. Non ho proprio intenzione di sedermi. «Possiamo semplicemente accordarci sul prezzo?». «Eh?». «Oh andiamo, signorina Kim, non c’è proprio nulla che non si può ottenere ad un buon prezzo. Non è forse anche questo il motivo per il quale si è lei stessa avvicinata a mio nipote?», quest’uomo mi manda letteralmente in bestia. «Io non so che opinione si sia fatta di me, ma se pensa sul serio che io mi sia avvinata a suo nipote per soldi, si sbaglia di grosso. Se avesse indagato, accuratamente, saprebbe che io quando ho incontrato ChanYeol pensavo fosse un batterista squattrinato. Non sapevo nulla riguardo la sua famiglia e sa una cosa? Non m’interessava saperlo! Lei è una persona davvero triste signor Park. Non so con che genere di persone ha avuto a che fare durante la sua lunga ed importante vita ma di sicuro non si è mai fidato delle persone che le stavano attorno. Mi permetta di dirle che risolvere tutto con i soldi è davvero poco elegante e spregevole. Per non parlare del fatto che sta per sfrattare me e la mia famiglia. Ci rifletta bene, chi tra noi due, in questo momento, sta rendendo triste ChanYeol? Vedere suo nipote che si scusa a destra a manca per il suo comportamento spregevole è davvero triste, le consiglio di rivalutare i metodi per far felice le persone cui tiene, o perlomeno cui dice di tenere. E adesso mi scusi ma credo che la nostra conversazione possa finire anche qui», credo che la mia temperatura corporea si sia alzata e anche di parecchio. Prendo la mia borsa e mi dirigo verso la porta. «Non credo che lei abbia il permesso di dirmi come io debba comportarmi nei confronti di mio nipote. Io non mi sento responsabile di niente se non per la felicità futura di ChanYeol-ah. Oggi, sono venuto qua con la migliore intenzione di raggiungere un buon accordo con lei ma credo che questo non sia ormai possibile. Non so se lei sia davvero innamorata o semplicemente stupida, ma deve sapere che, di certo, ha perso un’occasione importante», afferma senza neanche voltarsi nella mia direzione. «Me ne farò una ragione», affermo con finta nonchalance e chiudo definitivamente la porta alle mie spalle. Una sola domanda frulla nella mia testa in questo momento. Come diamine ha fatto ChanYeol a sopravvivere con quest’uomo al suo fianco per tutti questi anni?
 
«Yah! NaNa-ya basta! Smetti di bere un bicchiere dietro l’altro! So che hai un’ottima sopportazione dell’alcool ma adesso stai davvero esagerando. Ho perso il conto di quanti boccali di birra hai fatto fuori!», mi riprende HaeRi. Appena uscita di lavoro ho chiamato subito le mie amiche, avevo proprio bisogno di bere stasera ma non mi andava proprio di farlo da sola. ChanYeol aveva ancora del lavoro da sbrigare con il vice CEO Kim, sicuramente starà studiando un piano B ma non vuole dirmelo per non farmi preoccupare, quindi, quando gli ho detto che uscivo con le mie amiche era molto contento, mi ha detto di divertirmi e di non pensare a nulla. Ovviamente ho chiesto a JongDae di non dire nulla a ChanYeol dell’incontro con il presidente. Non voglio dargli altri pensieri. «Solo un altro bicchiere HaeRi-yaaaa», chiedo disperatamente. «NaNa-ya, si può sapere cosa ti è successo oggi da bere così tanto? Sembra che tu voglia dimenticare qualcosa», afferma MiRan. Cos’è? Ha il sesto senso oppure sono io così patetica da far capire tutto quello che mi passa per la testa? Credo che la seconda opzione sia la più probabile. Un sorriso amaro si disegna automaticamente sulle mie labbra. «Si nota così tanto?», domando, infine, sconfitta. «C’entra il tuo bel CEO, per caso?», le mie amiche sanno di me e ChanYeol a grandi linee, non ho parlato a nessuna, neanche ad HaeRi, dello sfratto, non voglio passare ancora di più per una sfigata. «Sai JaYeon, stare con un chaebol non è poi un granché. Sei ancora in tempo per cambiare categoria di uomo», affermo sarcastica. «Yah! Si può sapere che è successo? È davvero così grave la situazione con ChanYeol-ssi?», domanda HaeRi. «Mmmmh, diciamo che non è proprio delle migliori, magari se tu mi permettessi di bere dell’altra birra, potrei anche raccontarvi qualcosina», decido di scendere a patti. «Cameriere! Dell’altra birra per favore», sento subito HaeRi esclamare, in fondo, è sempre stata una facile da corrompere.
Dopo l’ennesimo bicchiere di birra non ho ancora perso al 100% le mie facoltà mentali, ma di sicuro va meglio di prima o forse sarebbe meglio dire peggio? Ho raccontato alle mie amiche l’assurdo incontro con il nonno di ChanYeol, dopo aver sentito la mia triste storia HaeRi non mi ha più vietato di bere, devo averle fatto proprio pena. «Non credete che adesso dovrebbe smettere comunque di bere? Sì, è un tipo che regge l’alcool ma ingurgitarne così tanto non le farà bene sicuramente», asserisce MiRan preoccupata. «Naaa, sto bene, tranquille, solo un altro po’, così riuscirò a dormire bene stanotte», affermo in mia discolpa. «Prima devi arrivare nel tuo letto però, e se continui così non so se ce la farai a tornare a casa», con la mano faccio cenno a JaYeon di non preoccuparsi. Figurarsi se non riesco a tornare a casa. Posso farlo benissimo. Per prima cosa mi alzerò da questa sedia e farò vedere alle mie amiche che sono perfettamente padrona del mio corpo. Accidenti perché adesso la stanza ha preso a girare così forte? Il mio tentavo di alzarmi non si conclude nel migliore dei modi, infatti, finisco di nuovo goffamente a sedere sulla sedia. Ora è definitivo, sono proprio una patetica sfigata. «Yah! Stai bene? Credo che sia meglio che chiami BaekHyun così potrà avvertire ChanYeol-ssi, sarà meglio per lui sapere in che condizioni sei e così potrà portarti a casa in macchina, visto che noi siamo venute a piedi», cosa? Avvertire ChanYeol? No, assolutamente no. Chiederà delle spiegazioni e non voglio che scopra dell’incontro con il presidente. Con una mano blocco HaeRi dal comporre il numero di BaekHyun. «No, per favore, non chiamarlo, chiamerò un taxi, non voglio che sappia dell’incontro con suo nonno, ti prego HaeRi-ya, non chiamarlo», la mia amica mi guarda preoccupata e per un momento sembra non sapere che fare. «NaNa-ya quand’è che la tua vita è diventata così complicata, eh? Non eri tu quella che voleva una vita tranquilla e a risparmio energetico?», non posso fare altro che sorridere amaramente all’affermazione della mia amica. «NaNa-ssi, che ci fai qui?», domanda improvvisamente una voce maschile appena avvicinatasi al nostro tavolo. «Oh! Sei tu Han-ssi!», affermo sorridendo come una stupida prima di perdere completamente i sensi.

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


Capitolo 38
 
 
I miei istinti non possono
restare nascosti.
Lo sai, sto per liberare la bestia.
Lo senti anche tu,
anche tu vuoi che liberi la bestia.
Sta iniziando, show time,
scateno la bestia.
Urla forte,
scateno la bestia.
Let Out The Beast-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Sono già le 22:30. Riusciremo mai a trovare una soluzione? «Hyung, se vuoi andare a casa, fai pure. Non voglio che ti sacrifichi anche tu stasera. Hai già fatto tanto. Vedrai sarò in grado di formulare un piano B anche da solo. Vai a riposare. È stata una giornata faticosa per te oggi», in questo momento mi trovo nel mio ufficio al Park’s insieme a MinSeok hyung. L’incontro con YooRa a pranzo non ha portato ai risultati sperati, come del resto quello con i miei genitori. Sia per miei sia per YooRa quella di tornare indietro non è opzione plausibile a quanto pare. Tutti e tre mi hanno promesso di rifletterci per bene, ma viste le loro reazioni a caldo più il tempo passa più perdo le speranze di un loro possibile rientro in azienda. «Per te, invece, è stata una giornata semplice, vero? Per questo puoi permetterti di restare sveglio tutta la notte e lavorare da solo?», non volevo fare la parte dello spaccone con MinSeok hyung, semplicemente so che per lui incontrare mia sorella non è proprio qualcosa di semplice. «Sai bene che non volevo dire questo, hyung», lo so che mi provoca perché è troppo protettivo nei miei confronti. Davvero, tra lui e mia sorella non so chi sia peggio. Mi vedono sempre come l’eterno bambino da accudire e proteggere. Per una volta vorrei essere io a proteggere loro, ma sfortunatamente non sembra che ci riuscirò facilmente. «Lo so, lo so, tranquillo, ma puoi evitare di fingere di essere forte quando siamo solo tu ed io, ti pare?», la sua solita disarmante sincerità. «Hyung, dimmi la verità vuoi passare l’intera notte con me, non è vero?» lo punzecchio un po’. «Sì, guarda, sono così contento che credo forse sia meglio che me ne torni a casa», come c’era da aspettarselo non sta mai al gioco. «Ahahah, sei sempre il solito. Non capisco davvero come possa esserci qualcosa tra te e mia sorella, siete proprio due universi completamente diversi», oops, forse senza volerlo ho toccato un tasto dolente. Accidenti alla mia boccaccia. «Scusami hyung, io non volevo…», il suo volto si scurisce un po’ e un sorriso amaro appare. «Forse è per questo motivo che tra me e lei, in effetti, non potrà mai funzionare…». «HYUNG! Sai benissimo che non è così. Dicevo solo per dire. Sai anche tu che quando sono sotto pressione sparo solo cretinate, no? E poi, comunque, non hai mai sentito il detto che gli opposti si attraggono?». A dire il vero, oggi è andata più male a MinSeok hyung che a me, mia sorella era, ovviamente, molto felice di vederlo ma lui ha nascosto completamente i suoi sentimenti e ha continuato a guardarla con una faccia da poker così patetica che non so come mia sorella non si sia alzata per schiaffeggiarlo. Davvero hyung, non so cosa ti passi per la testa. Pensavo che incontrandosi avessero potuto risolvere finalmente i loro problemi, ma a quanto pare mi sbagliavo e anche di tanto. «Mah, chissà…», pronuncia con sguardo spento. Credo di aver peggiorato la situazione. All’improvviso il mio cellulare inizia a squillare. Guardo lo schermo, è BaekHyun, sicuramente vorrà andare a bere da qualche parte, non sarebbe una cattiva idea, sicuramente farebbe bene anche a MinSeok hyung. Striscio il dito sul pulsante verde del mio smartphone e lo avvicino all’orecchio. «Chan-ah, devo dirti una cosa…». «Oh, Baek-ah, non c’è bisogno di fare questa vocina pietosa. L’ho già capito prima di rispondere, vuoi andare a bere qualcosa, non è vero? Mi sembra una buona idea», affermo voltandomi verso MinSeok hyung per fargli intendere che ovviamente è incluso anche lui nell’invito, lui accenna un sorriso verso la mia direzione, be’ poco male, significa che ha recepito il messaggio. «Chan-ah, a dire il vero non volevo parlarti di questo…», eh? «E di cosa volevi parlarmi, allora?», non capisco perché continui a parlare con questo tono di voce basso, non è proprio da lui. «Ecco, vedi, non so se sto facendo la cosa giusta parlandotene…». «Baek-ah, si può sapere cosa vuoi dirmi? Sputa il rospo», quando fa così mi fa perdere la pazienza. «Ecco… prima mi sono sentito con HaeRi-ya e lei mi ha detto che NaNa-ssi si è ubriacata di brutto e…». «So che è andata a bere con le sue amiche, ma non mi preoccupo, lei sa reggere molto bene l’alcool», affermo soddisfatto. «Be’, io non ne sarei così sicuro… vedi…». «Baek-ah, sai che mi stai facendo perdere la calma? Se devi dirmi qualcosa, dilla e basta!», sta superando i limiti della mia sopportazione. «Chan-ah, io non dovrei dirtelo perché HaeRi-ya mi ha detto di non dirti nulla, però ecco se fossi al tuo posto vorrei, invece, vorrei sicuramente sapere cosa sta succedendo alla mia ragazza». «Baek-.ah, diamine, vuoi parlare chiaro di modo che io possa capirti?», esclamo scocciato. «Ecco… NaNa-ssi si è ubriacata tanto stasera e allora HaeRi-ya e le altre pensavano di chiamare un taxi per portarla a casa, solo che, come per magia, è spuntato quel Lu Han-ssi che si è offerto di riportare la tua ragazza a casa… ecco… l’ho detto», afferma il mio amico tutto d’un fiato. «Cosaaaaa? Quel maledetto dongiovanni! Perché HaeRi-ssi non ha chiamato me con il cellulare di NaNa? Perché l’ha lasciata andare con quel cascamorto?», non posso credere a quello che BaekHyun mi sta dicendo. «Chan-ah, calmati. HaeRi-ya voleva chiamarti ma NaNa-ssi sembra che glielo abbia impedito affinché tu non ti preoccupassi». «Di che stai parlando? Di cosa avrei dovuto preoccuparmi? Di qualche bicchiere bevuto in più dalla mia ragazza?». «A dire la verità non è questo il problema di fondo. Non sai il motivo perché NaNa-ssi aveva così disperatamente bisogno di bere?». «Che vuoi dire? Non voleva semplicemente uscire con le sue amiche? AAAAHHHH! Perché quel tizio spunta sempre fuori nei momenti meno opportuni?!», è da un po’ che faccio su e giù per la stanza agitando la mano libera, credo che MinSeok hyung mi stai anche guardando strano, ma che posso farci, sono agitato, arrabbiato e non so più che cosa. NaNa cosa mi stai nascondendo? «In realtà NaNa-ssi oggi ha avuto un incontro particolare con tuo nonno a quattr’occhi, o perlomeno questo è quello che mi ha accennato HaeRi-ya. Ora, mi raccomando, non far parola a nessuno di quello che ti ho detto perché Hae-». «MALEDETTO VECCHIACCIO! Hai approfittato del primo momento libero! Lo sapevo! Ma perché JongDae-ya non mi ha detto nulla? Hyung tu sapevi qualcosa?», MinSeok hyung da parte sua non capisce di cosa effettivamente sto parlando e alza solamente le spalle in sua discolpa. Perché sono sempre l’ultimo a sapere le cose? «Chan-ah? Mi stai ascoltando? Devi far finta di non sapere nulla, HaeRi-ya mi ha espressamente chiesto di non dirti nulla, anche perché questa è stata la richiesta iniziale di NaNa-ssi, quindi, ti prego, non fare nul-». «Scusa Baek-ah, adesso devo riattaccare, devo andare da NaNa, scusami», così facendo chiudo la chiamata. Non ho neanche capito ciò di cui stava parlando adesso BaekHyun, per ora ho solo un pensiero, raggiungere presto NaNa. «Hyung, scusami ma io devo andare subito. Devo vedere NaNa adesso, pare che oggi abbia incontrato mio nonno, scusami hyung, vado via, tu fai come meglio credi», non ho tempo per parlargli dei particolari, penso che capirà e così in men che non si dica mi precipito al piano terra, salgo sulla macchina aziendale, metto in moto e parto a tutta velocità.
 
Non posso credere che quell’idiota non l’abbia riportata a casa. Accidenti, così ho solo peggiorato le cose allarmando anche i genitori di NaNa. Forse non è stata una buona idea precipitarmi a casa sua, ma dove l’avrà portata? Se non a casa, possibile… possibile che l’abbia portata a CASA SUA? Sblocco velocemente il mio cellulare, credo di aver salvato in un memo le informazioni riguardanti il CEO Lu e se non sbaglio dovrebbe esserci l’indirizzo del suo alloggio in Corea. Eccolo finalmente, non è lontano da qui, stai a vedere, te la farò pagare cara, oggi un pugno sul quel bel faccino pulito non te lo toglie nessuno!
In men che non si dica sono sotto casa di Lu Han. Come diamine ha fatto a trovare una villetta singola al centro di Seoul? Sicuramente per una casa del genere avrà sborsato, e anche parecchio. Aish, non sono cose che mi riguardano in questo momento. Suono il campanello diverse volte, la mia rabbia aumenta, odio questa snervante attesa, inizio a bussare pesantemente alla porta. «Yah! Sono ChanYeol, apri!», continuo a ripetere da dietro la porta. Quando, molto probabilmente, non ne può più del casino che sto facendo, apre la porta. «Oh, CEO Park, qual buon vento ti porta qui, nella mia umile dimora?», ah! Ha anche il coraggio di scherzare? Non rispondo alla sua stupida domanda e spostandolo di malo modo entro prepotentemente in casa. Nel divano dell’immenso salotto, trovo finalmente NaNa, sembra stia dormendo beatamente. Posso tirare un sospiro di sollievo, finalmente l’ho trovata, sembra anche stare bene, e soprattutto sembra anche che quel pervertito non l’abbia minimamente sfiorata. «Devo dire che le tue buone maniere sono sempre impeccabili», afferma il maledetto dopo avermi raggiunto in salotto. Istintivamente, senza che io possa rifletterci troppo, lo prendo per il colletto della camicia e gli tiro un pugno in faccia. «Si può sapere che diamine ti passa per la testa? Portare NaNa ubriaca a casa tua? Sei impazzito? Avresti dovuto portarla a casa sua!», esclamo, mentre lui si massaggia il punto dove l’ho colpito. Da bravo finto gentiluomo qual è non ha risposto al mio attacco. «Avrei dovuto portare NaNa-ssi in queste condizioni a casa? Sicuramente i suoi avrebbero fatto domande su domande, aspettavo si riprendesse un po’ per poi portarla a casa». «Sì, certo e io sono un monaco buddista! Mi prendi per stupido, forse?», davvero crede di poter dire tutto quello che gli passa per testa e aspettare che le persone ci caschino appieno solo perché si ritrova quel faccino? «Senti, io non so che genere di opinione tu ti sia fatto di me, ma se credi che io abbia portato qui NaNa-ssi per approfittarne e farle chissà cosa, ti sbagli di grosso. Parliamo di te, piuttosto, ho sentito che NaNa-ssi si trova in questa condizione a causa tua. Mi era parso di capire che adesso sei il suo ragazzo, pensavo che, per aver fatto un passo del genere, avessi risolto i problemi con tuo nonno o perlomeno avessi un piano per affrontarlo, ma da quello che vedo, non è così. Non mi sono messo da parte per vedere NaNa-ssi soffrire così!». «Non parlare come se sapessi tutto, quando, invece, non è così! Credi che io sia contento che NaNa abbia bevuto così tanto per dimenticare quello che le è successo? Non sapevo che oggi avesse avuto un incontro ravvicinato con mio nonno, se avessi potuto, non credi che avrei fatto di tutto per evitarle una pena simile? È vero, non sono riuscito a proteggerla come si deve in quest’occasione, ma questo non ti dà nessun diritto di interferire tra noi due». «Nessun diritto? Io amo NaNa-ssi, così come la ami tu, se non forse di più. Cosa credi che vedendo la ragazza che amo soffrire in questo modo io mi metta tranquillo in un angolo? Perché alla fine devi sempre farla piangere? Sai che da quando ha perso completamente conoscenza non ha fatto altro che piangere pronunciando il tuo nome?», il sorriso beffardo tipico della sua ordinaria espressione facciale fa spazio adesso ad un volto arrabbiato. Il tono delle nostre voci non fa altro che aumentare. «Stare tranquillo in angolo è proprio quello che dovresti fare! Veder piangere NaNa, credimi, è davvero l’ultima cosa che vorrei vedere a questo mondo. Lo ammetto, sono stato poco attento, ma non succederà più in futuro, quindi, puoi stare più che tranquillo e tornare in quell’angolino e ti chiederei gentilmente di non stalkerare più NaNa». «Cosa? Credi davvero che mi sia trovato lì perché la stavo pedinando?». «Ah! Perché vuoi farmi credere che non sia così? Chi è che appostava dei fotografi ad ogni nostro spostamento?». «Non ti ho già detto che quella è acqua passata?  Ti ho già detto che ho rinunciato al piano di mio nonno e in qualche modo lui sembra esserne fatto una ragione, o almeno credo». «Mi dispiace ma non penso di poterti credere così facilmente». «Bene, se la metti su questo piano, neanch’io penso di crederti così facilmente quando dici che riuscirai a proteggere NaNa-ssi da tuo nonno». «Ah sì? E che intendi fare allora?», questo tipo mi da proprio sui nervi, non sa cosa siano i limiti. «Intanto, intendo far restare NaNa-ssi qui e poi riportarla casa più tardi o domani mattina». «Oh! Questa è davvero bella! Pensi che possa permettere che la mia ragazza passi la notte a casa di un dongiovanni come te?», deve essere pazzo di sicuro per aver anche minimamente pensato ad un qualcosa del genere. Mi dirigo verso il divano dove NaNa è sdraiata. Devo portarla fuori prima possibile. «TI HO DETTO DI LASCIARLA DOVE SI TROVA!», eh? Come si permette di urlarmi a quel modo? «Senti bello, credo che tu stia superando un po’ troppo limiti! E poi che diamine urli a quel modo? Vuoi svegliarla?». «Ch-ChanYeol…», ecco appunto, NaNa si è svegliata e sta tentando di mettersi a sedere, la aiuto. «NaNa… ti sei svegliata? Come ti senti?», domando non curandomi dell’individuo meschino dietro la mia schiena, rimasto probabilmente senza parole per via del risveglio di NaNa. «Mi fa male la testa… ma dove sono?». «È normale hai bevuto tanto, tranquilla non importa sapere dove sei, adesso ti porto a casa», affermo cercando di sollevarla di peso dal divano. «Non ti avevo detto di lasciarla stare lì?», sembra che il dongiovanni abbia ripreso la parola. «Han-ssi?», domanda NaNa con ancora gli occhi semiaperti. Il diretto interessato, chiamato in causa, si avvicina anche lui al divano e NaNa torna a mettersi seduta divincolandosi tra mie braccia. Accidenti, vorrei solo andarmene da qui al più presto. «Sì, sono io NaNa-ssi, non ricordi? Ci siamo incontrati al pub e subito dopo ti ho portato qui a casa mia». «Vagamente, ricordo che stavo bevendo e poi… sì e poi… sei sbucato all’improvviso, ricordo solo questo». «Sì, be’, lascerei questi convenevoli per la prossima volta, NaNa ce la fai a rialzarti? Andiamo via», affermo cercando di non perdere il contatto fisico con lei. «Non credo che NaNa si sia ancora ripresa». Questo damerino e le sue sciocchezze mi hanno proprio scocciato adesso. Sollevo definitivamente NaNa dal divano e mi rivolgo al maledetto in questione. «Senti, mi hai davvero stancato con tutta questa storia. NaNa è la mia ragazza, me ne occuperò io. Sei pregato di non ronzarle più intorno, se ti vedrò ancora con lei la prossima volta stai certo che non mi tratterò come oggi, e non te la caverai semplicemente con un pugno, quindi, vedi bene di starle alla larga, hai capito?», affermo guardandolo dritto negli occhi. Spero che finalmente abbia recepito il messaggio. Non dice nulla, ma il suo sguardo di sfida dice tutto, sicuramente non si toglierà di torno tanto facilmente, be’ non m’importa, in questo momento voglio solo portare NaNa il più lontano possibile da qui. Apro finalmente la porta e mi dirigo verso la macchina, fortunatamente il playboy decide di non seguirci fuori. Adagio NaNa, incapace ancora di intendere e volere, nel sedile del passeggero anteriore, sembra si sia nuovamente addormentata. Meglio così, non voglio che assista a scene di soap opera di terza categoria come quella appena avvenuta. Appena entrato in macchina mando un messaggio alla mamma di NaNa. Ho deciso di portarla a casa mia, avverto i suoi di non preoccuparsi e che la figlia è con me. In questo momento provo sul serio molta rabbia. Perché NaNa è dovuta finire a casa di quel pervertito? Perché non mi ha detto nulla dell’incontro con il nonno? Perché ha preferito rifugiarsi nell’alcool piuttosto che parlarne con me? Non si fida completamente di me? Con in testa simili domande parto per raggiungere il mio appartamento.

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


Capitolo 39
 
 
Questa autostrada è una passarella.
I tuoi occhi che mi guardano
sono come la via lattea.
Amami nel modo giusto,
baby amami nel modo giusto.
Oh, vieni da me, non esitare,
sei il mio universo accattivante.
Amami nel modo giusto.
Tu sei tutto il mio universo.
Amami nel modo giusto.
Love Me Right-EXO
 
 
- NaNa-
 
Ah! Che mal di testa. Dove sono? Perché le mie palpebre sono così pesanti? «NaNa, riesci a metterti in piedi?», la voce di ChanYeol? In effetti, credo di averla sentita anche prima, non era un sogno? Con difficoltà riesco finalmente ad aprire gli occhi. «P-penso di sì», o perlomeno lo spero. ChanYeol mi aiuta ad uscire dalla macchina, ma questa non è la vettura aziendale che usiamo di solito per gli spostamenti a lavoro? Come ci sono finita sopra? Non ricordo molto. Forse esagerare con l’alcool non è stata una buona idea, neanche per una come me che lo regge abbastanza bene, si vede che stavolta ho raggiunto il punto di non ritorno, devo ricordarmi di non farlo più, sto davvero da schifo e soprattutto non ricordo molto da dopo aver perso i sensi.
 
ChanYeol, digita il codice e dopo il solito beep, la porta si apre. Entriamo dentro, ma a proposito perché siamo venuti a casa sua? ChanYeol non dice una parola, è corso subito in cucina probabilmente a preparare chissà quale intruglio contro la mia sbornia. Mi dirigo anch’io in cucina. Dalla sua espressione deduco sia molto arrabbiato, be’ non deve essere bello scoprire che la tua fidanzata è ubriaca fradicia, ma soprattutto da dove è venuto a prendermi? Ricordo la voce di Lu Han, non eravamo al locale? E perché non ho sentito le voci di HaeRi e le altre? E soprattutto ChanYeol come ha fatto a sapere dov’ero e in che condizioni mi trovavo? Sono sicura di aver detto più volte ad HaeRi di non avvertirlo. Che strano, deve esserci qualcosa che mi sta sfuggendo, ma cosa? Aaah, più cerco di ricordare e più la testa mi fa male, sembra che possa scoppiarmi da un momento all’altro, accidenti. Dopo un po’ ChanYeol si avvicina a me, che nel frattempo, ho trovato posto in una delle sedie attorno al tavolo della cucina. Lascia una tazza fumante davanti ai miei occhi e poi ritorna a trafficare in cucina, forse per pulire quello che ha sporcato. Sbaglio o ha evitato apposta il mio sguardo? Cosa ho combinato? Credo che quello che attualmente non ricordo c’entri molto con il comportamento del mio ragazzo. Cerco di guadagnare un po’ di tempo e non chiedo nulla, ho paura che potrei solo aggravare ancora di più la mia situazione. Soffio sul contenuto della tazza calda, non che sia molto invitante, non ho neanche il coraggio di chiedere cosa sia. Mi faccio forza e bevo un piccolo sorso. Bleah! C’era d’aspettarselo, il suo aspetto diceva già tanto. Cerco di non mostrarlo troppo, non vorrei indisporre ancora di più ChanYeol, il quale continua a tenersi impegnato in cucina, o perlomeno sembra quello che stia facendo. È davvero così arrabbiato da non rivolgermi la parola? Aish, è inutile stare qui a rimuginarci sopra, non ricorderò facilmente, perciò decido di prendere il toro per le corna e mi avvicino a lui. Lo abbraccio da dietro. «Sei molto arrabbiato con me, non è vero?», sussulta leggermente nel sentire il mio tocco e le mie parole ma continua a non voltarsi verso la mia direzione. La mia presa si fa più forte, ho come l’impressione che se perdessi questo contatto adesso non potessimo più fare pace. «NaNa…», pronuncia il mio nome con un tono di voce molto basso. «Non vuoi voltarti e guardarmi negli occhi?», chiedo, anche se suona più come una supplica che come una semplice domanda. Di scatto ChanYeol finalmente si volta verso di me, senza sciogliere comunque il contatto che avevo creato. Come c’era da aspettarselo la sua espressione facciale non promette nulla di buono. «Perché lo hai fatto?», chiede all’improvviso con tono severo e scuro in volto. «Fatto cosa?», posso usare a mia discolpa la tattica che non ricordo nulla, giusto? Anche perché in parte è davvero così. «NaNa, non fare la finta tonta, sto parlando del motivo che ti ha spinto a bere in maniera così esagerata. C’era davvero bisogno di arrivare a livelli così estremi?», istintivamente mi allontano da lui, sa dell’incontro con il presidente? Chi glielo ha riferito? JongDae? HaeRi? Non mi sembrano persone da rimangiarsi la parola data, avevano promesso di non dirlo a ChanYeol. «Tu… sai tutto?», dall’imbarazzo abbasso lo sguardo. Imbarazzante sì, non saprei con quale altro termine definire la discussione avuta a pranzo con suo nonno. «NaNa… io davvero non ti capisco! Perché mi hai nascosto una cosa così importante, eh?», posso leggere la rabbia che prova solo guardandolo negli occhi. «I-io semplicemente non volevo che ti preoccupassi ancora di più… non volevo aggiungere altro peso sulle tue già cariche spalle e così ho pensato di non dirti nulla…», ChanYeol si volta di scatto e porta le sue mani disperatamente alla testa. «NaNa, tu ti rendi conto di quello che è successo per via di questo tuo stupido comportamento?», stupido comportamento? «Scusami se volevo non farti preoccupare ulteriormente!», affermo in mia difesa. «Ah! Non pensi, invece, che facendo così io mi sia preoccupato di più?». «Che vuoi dire?». «Cosa voglio dire? Perché devo sempre spiegarti le cose come una poppante? Davvero non lo capisci da sola?», le sue parole si fanno sempre più dure e il suo tono di voce intanto aumenta. «Scusami se sono stupida! Essere presa due volte per una stupida in un solo giorno, davvero grande!», questo è troppo. È giusto che sia ChanYeol sia suo nonno mi diano della stupida? «Io non volevo dire questo, lo sai benissimo, si può sapere, invece, chi ti ha dato della stupida?», non riesco a rispondere, inconsapevolmente i miei occhi stanno per riempirsi di lacrime. «Non dirmi che è stato mio nonno?!», ecco lo sapevo, a che serviva che lui sapesse del nostro incontro se non per provare ancora più rabbia nei confronti del nonno e preoccupazione nei confronti della sottoscritta? ChanYeol, inaspettatamente annulla completamente la distanza che ci divide e mi stringe forte fra le sue braccia. «Scusami, non volevo attaccarti in quel modo, solo che quando ho saputo da BaekHyun che ti eri ubriacata di brutto a causa di mio nonno e che per giunta quel damerino del CEO Lu ti aveva portato a casa sua, non ci ho visto più. Nella mia mente si sono delineati davvero degli scenari improponibili, perdonami», sussurra ChanYeol al mio orecchio. «Eh? È Stato BaekHyun-ssi a dirti tutto? E davvero il CEO Lu mi ha portato a casa sua? Tu sei venuto a prendermi fin lì?», domando sorpresa scostandomi leggermente per poterlo guardare negli occhi. «Non ricordi davvero nulla?». «No, ovviamente, altrimenti non te lo chiederei così sorpresa!». «Be’, sorpresa o meno è andata così». «Mi dispiace, volevo semplicemente non darti ulteriori grattacapi e, invece, ho combinato un gran casino, scusami», affermo abbassando il capo. ChanYeol, sospira, guarda in alto per poi dirigere il suo sguardo verso di me. «Scusami tu, invece, non dovevo utilizzare parole così dure e quel tono di voce», asserisce prima di stringermi nuovamente in un abbraccio. Chiudo gli occhi e mi lascio andare a questo dolce contatto. «In realtà, NaNa, anch’io non sono stato del tutto sincero con te. Prima con MinSeok hyung stavo cercando di elaborare un piano B, perché a quanto pare i miei genitori e YooRa non cambieranno idea tanto facilmente. Perdonami ma anch’io non volevo che ti preoccupassi ancora di più, c’è già la delicata questione dello sfratto che grava sulla tua famiglia ad essere abbastanza impegnativa. In fondo, il mio comportamento non è stato molto diverso dal tuo. Siamo solo degli stupidi», lo sento sussurrare. «No Chan-ah, semplicemente siamo innamorati e non vogliamo veder soffrire ancora di più la persona che amiamo», la verità, infatti, è questa. «Promettiamoci una cosa NaNa, che da adesso, qualsiasi cosa succeda, bella o brutta che sia, per prima cosa ne parleremo tra noi due. Amiamoci nel modo giusto, va bene?». «Sono d’accordo!», esclamo, stringendolo ancora più forte a me. Dopo qualche secondo ChanYeol si scosta leggermente in modo da far incrociare nuovamente i nostri sguardi. «NaNa, sei sicura che quel dongiovanni non ti abbia fatto niente?» «Per dongiovanni intendi Lu Han-ssi?». «Sì! Se penso ancora con che insistenza voleva restassi a casa sua, mi sento ancora il sangue ribollire!», questa sua espressione imbronciata come un bambino la trovo davvero carina, un sorriso si presenta sul mio volto senza che io possa rendermene conto. «Ridi? Sono serio! Odio anche il fatto che molto probabilmente ti ha messo le sue luride mani ovunque, anche solo per portarti dalla sua macchina al divano. Aaaah! Se ci penso ancora potrei impazzire». «Chan-ah, tranquillo, non mi ha fatto niente». «Come fai ad esserne sicura? Eri svenuta!». «Be’… lo so è basta. Han-ssi non è il tipo da fare queste bassezze». «Oh! Lo difendi pure, vedo. Non c’è altra soluzione!». «Che vuoi di-Kyaaaaah! ChanYeol che stai facendo?», improvvisamente mi solleva di peso sulla sua spalla, quasi fossi un sacco di patate, e mi porta fino alla sua camera da letto. «Yah! Si può sapere che stai facendo?», domando ancora cercando di divincolarmi dalla sua presa. «Faccio solo quello che va fatto!», afferma deciso poggiandomi con delicatezza sul letto. «Cos’è che va fat-Kyaaaaaah cosa stai facendo adesso?», inaspettatamente inizia a sbottonare la mia camicetta. «Te l’ho detto, faccio semplicemente ciò che va fatto, e adesso fa un po’ di silenzio». «ChanYeol non ti cap-», non mi da il tempo di completare la frase che le sue labbra si posano sulle mie. Il suo tocco non è dolce e gentile come al solito. Sembra impulsivo ed arrabbiato. Con prepotenza apre la mia bocca e fa attorcigliare le nostre lingue in una danza burrascosa. Sento la mia testa scoppiare, non capisco se è per via dell’alcool o è semplicemente l’effetto che mi fa Park ChanYeol. Si allontana dalle mie labbra per avvicinarsi al mio orecchio. «Ti avevo avvertita di fare silenzio», mi sussurra prima di rivolgere la sua bocca altrove. I suoi baci scendono giù per il mio collo, e dopo aver tolto definitamente camicetta e reggiseno riprende a baciarmi, dalle spalle passa poi da un braccio all’altro, successivamente ritorna su e continua a baciare le mie labbra. «Devo disinfettare tutto. Non voglio che resti neanche una minima traccia di quello sporco pervertito nel tuo corpo», pronuncia ancora in un sussurro. Per quanto questa sua idea possa essere sciocca e malsana il mio corpo non sembra voler minimamente rifiutarla, anzi sembra bramare qualcosa di più di semplici baci. Intanto ChanYeol continua il suo percorso e intreccia le sue mani con le mie trovando il perfetto equilibrio per restare esattamente sopra di me senza farmi sentire il suo peso. I suoi baci si fermano prima su un seno e poi sull’altro, per poi continuare a scendere giù. Sembra che voglia davvero baciare ogni centimetro della mia pelle. Ogni parte del mio corpo che viene sfiorata dalle labbra di ChanYeol diventa, come sempre, rovente. Vorrei che un momento idilliaco come questo non finisse mai. *Dlin Dlon Dlin Dlon Dlin Dlon* Oh mio Dio! È il campanello o sento delle campane nella mia testa per via della perfezione dei baci di ChanYeol? Lui però si allontana subito di scatto. Diamine, è il campanello! «Ultimamente si vede che non c’è verso per noi di concludere qualcosa», afferma, dopo essersi schiarito la voce. Devo rivestirmi al più presto. «Tieni, metti questa, farai prima ad indossarla», asserisce ChanYeol prima di lanciare una delle sue t-shirt nella mia direzione. Le sue guance sono rossissime, come credo del resto saranno le mie, sento davvero caldo in questo istante. Dopo essersi passato più volte le mani sui capelli, come per riflettere sul da farsi, va alla porta ad aprire ed io lo seguo dopo aver indossato la sua maglietta, che ovviamente mi arriva quasi alle ginocchia. «Noona? MinSeok hyung? Che ci fate qui insieme a quest’ora?». «ChanYeol-ah scusaci per l’orario. Non prendertela con MinSeok-ah, sono stata io ad insistere per vederti il più presto possibile. Ecco vedi, io, mamma e papà abbiamo deciso di aiutarti!», afferma la bella ragazza alla porta accompagnata dal vice CEO Kim. Non posso crederci… Il piano A sta funzionando?

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


Capitolo 40
 
 
Ogni volta che fallisco, ogni volta che cado
dammi forza, in modo che io possa essere più forte.
Ogni volta che sono perplesso, ogni volta che perdo
tu mi hai fatto crescere.
Mi sento più forte, più forte.
Questa lunga oscurità se ne sta andando.
Come la luce del sole, più forti, tu ed io.
Quando in cuor mio mi sentivo sfinito,
tu sei stata l’energia che mi ha dato forza.
Stronger-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Sono davvero agitato. Quando ieri mia sorella ha suonato alla mia porta con MinSeok hyung, non riuscivo a credere ai miei occhi. Non posso credere che finalmente lei e i miei genitori abbiano deciso di ritornare. Tra un’ora io, i miei, YooRa, Minseok hyung e NaNa ci ritroveremo al quartier generale della Park’s Enterprise. Riuscirò a trovare la forza e le parole giuste per convincere il nonno? Il fatto che non sarò da solo mi rincuora ma la paura di affrontare il nonno rimane ugualmente. «Chan-ah!», la voce di NaNa interrompe il flusso dei miei pensieri. «Sì?». «Ti ho preparato un cappuccino e qualcosa da mangiare, vieni a fare colazione», automaticamente un sorriso si dipinge sul mio volto. Senza pensarci due volte annullo la distanza tra me e NaNa e la stringo forte a me. «Yah! Vuoi per caso soffocarmi? Che ti prende così all’improvviso?», forse ho un po’ esagerato con la stretta. «Scusami, restiamo così solo un po’. Sto cercando di ricaricarmi per affrontare al meglio il nonno», quando NaNa è tra le mie braccia sento scorrere in me una forza che di solito non ho. Pur di proteggerla sono disposto a tutto. Se non fosse stato per lei non sarei mai e poi mai riuscito a riunire la mia famiglia. Ringrazio il cielo per averci fatto incontrare quel giorno al locale. Hai stravolto il mio mondo, ma sicuramente in meglio. «NaNa, grazie», mi sento in dovere di pronunciare. Lei si discosta leggermente permettendo così ai nostri occhi d’incontrarsi. «Di cosa?», domanda con un’espressione davvero buffa. «Grazie di essere entrata nella mia vita e di averla cambiata in meglio», pronuncio prima di baciarla. Le sue labbra, se potessi, non vorrei mai staccarmene, sono una tentazione così grande. Scostandomi leggermente le sussurro «Ti amo», NaNa ricambia con un bacio e poi la sento sussurrare «Ti amo anch’io Chan-ah». Ah! C’è qualcosa più bello dell’amore a questo mondo? Non credo proprio. Come vorrei che anche il nonno lo capisse. Come vorrei fargli capire che accanto a lui ci sono tante persone che gli vogliono bene, che non esistono solo l’azienda e quei maledettissimi soldi. Devo impegnarmi al massimo, devo insistere a più non posso, solo così il nonno si accorgerà di ciò che è davvero importante nella vita. Con tali pensieri in testa prendo NaNa per mano e la accompagno al tavolo. Wow! Sono davvero sbalordito, quando ha preparato tutto questo ben di Dio? «Waaa NaNa! Come hai fatto a preparare tutto questo? Riusciremo mai a finire tutto?», domando prendendo il mio posto a tavola. «La battaglia che ci aspetta non possiamo certo affrontarla a stomaco vuoto e senza gli zuccheri necessari!», esclama porgendomi il cappuccino. «Hai ragione! Mangerò fino a scoppiare così di sicuro riuscirò a tenere testa al nonno. Fighting!». «Fighting!», mi fa eco NaNa prima di iniziare a mordere una ciambella invitante.
 
«ChanYeol-ah, siamo qui», vedo i miei genitori agitare le mani nell’atrio del quartier generale della Park’s Enterprise. «Omma! Appa!», esclamo felice correndo nella loro direzione. Li abbraccio istintivamente. Sono così felice di vederli qui insieme. Forse sono un po’ sorpresi del mio gesto, penseranno che sia ancora un bambino? Be’, poco importa, finalmente sono qui con me e voglio dimostrargli tutto l’affetto che ho tenuto celato da troppi anni ormai. Dopo qualche secondo NaNa ci raggiunge. Oh giusto, dovrei presentarla ai miei, è la prima volta che s’incontrano. «Ah, omma, appa, lei è NaNa, la mia segretaria, la mia fidanzata, la donna che amo, insomma, tutto il mio mondo», forse ho esagerato un po’? NaNa sembra essere arrossita alla mia affermazione. Che carina! «Ehm, piacere sono Kim NaNa», asserisce porgendo una mano verso i miei genitori, i quali rispondono al saluto. «Piacere di conoscerti. Finalmente abbiamo modo di vedere la persona che ha fatto perdere la testa a nostro figlio», afferma mia madre ridendo. «Omma! Spero che quel perdere la testa cui ti riferisci sia in senso positivo», la riprendo, non voglio che NaNa possa fraintendere. «Ovvio, certo che sì. Guardaci è riuscita a compiere questo miracolo!», esclama mia madre continuando a sorridere. «Oh no, non è assolutamente merito mio, tutto questo sta succedendo grazie a vostro figlio. È solamente lui che dovete ringraziare», ribatte NaNa. Dopo qualche andirivieni di “No, grazie a te” e “No, invece, grazie a te”, anche Minseok hyung e YooRa ci raggiungono. «Omoni, abogi», esclama MinSeok hyung eseguendo un rispettoso inchino verso i miei genitori. Si vede lontano un miglio che anche lui è agitato. Be’ certo, chi non lo conosce bene potrebbe pensare che in questo momento sia la persona più tranquilla di questo mondo. Ma io so benissimo che non è così. Ormai lo percepisco al volo, lo conosco fin troppo bene. «Siamo qui», afferma mia sorella voltandosi verso di me. Bene, adesso siamo tutti. «Ok, è arrivato il momento di lottare. Uniti, ne sono sicuro, possiamo farcela. Andiamo a riprenderci il nonno, prima che sia completamente risucchiato da questa dannata azienda», così dicendo faccio cenno a tutti di seguirmi e ci incamminiamo verso l’ufficio del nonno, all’ultimo piano di questo immenso palazzo. Mi volto un attimo, i miei occhi cercano istintivamente quelli di NaNa per fare l’ultimo carico di energia. Quando finalmente i nostri sguardi s’incontrano, la paura inizia pian piano ad abbandonare il mio cuore, lasciando spazio al coraggio.
 
Siamo quasi arrivati davanti all’ufficio del nonno. Per tutto il tragitto abbiamo avuto gli occhi di tutti addosso. Sicuramente rivedere i miei genitori e YooRa rimettere piede qui dentro sarà stata una vera sorpresa per i dipendenti. Il segretario di mio nonno all’inizio fa un po’ di storie, non vuole farmi passare, o meglio dire, farci passare, probabilmente avrà paura di possibili ripercussioni da parte del presidente, ma la mia insistenza alla fine è riuscita ad avere la meglio su di lui e ci lascia finalmente passare. Spingo la porta in avanti. Il nonno è come sempre seduto nella sua scrivania a leggere le solite scartoffie. Dopo aver fatto entrare tutti, MinSeok hyung chiude la porta dell’ufficio. Il nonno alza leggermente gli occhi per poi ritornare a leggere, apparentemente per nulla stupito. «Harabogi, non ti stai chiedendo perché siamo tutti qui?», cerco di catturare la sua attenzione e mi avvicino alla sua scrivania. «Non credo che dovrebbe interessarmi, anche perché le persone che ti sei portato dietro, eccezione fatta, per il momento, per il vice CEO Kim, non hanno più nulla a che fare con me», afferma con nonchalance. «HARABOGI!», lo richiamo. Forse per via del mio tono di voce elevato vedo nuovamente il suo sguardo rialzarsi dai documenti che stava leggendo. «Cosa c’è, ChanYeol-ah? Vuoi fare la stessa fine di quelle tre persone che ti sei portato dietro?», asserisce con un sorriso beffardo. «No, Harabogi, io… non voglio finire come te. Solo, seduto ad un’immensa scrivania in compagnia di chi sa quali carte». «Oh, vedo che la tua segretaria è riuscita per bene a farti un bel lavaggio del cervello», vedo NaNa, chiamata in causa, sussultare. Che strano però, il nonno non lo da a vedere ma perché sembra non stare bene? Sembra stia sudando molto, non è da lui, ma non posso, comunque, rimanere indietro alle sue provocazioni. «Harabogi, se noi siamo qui adesso, nonostante le cattiverie che tu ti sei adoperato a fare nei nostri confronti è perché ti vogliamo bene, perché non possiamo essere una famiglia unita?». «Bene? Famiglia unita? Non so di cosa tu stia parlando. Non so di che farmene di tutta questa immaterialità. Quello che conta, ChanYeol-ah, e mi pare di avertelo detto più volte, sono le cose che puoi vedere e toccare. Ciò che è importante è quello che alla fine della tua vita riesci a costruire con le tue forze. Occupandomi personalmente della tua formazione pensavo di averti trasmesso un discorso così semplice ma evidentemente ho fallito se una stupida ragazzina è riuscita a cambiarti in così poco tempo». «HARABOGI! NANA NON È UNA STUPIDA! Lei è colei che mi ha insegnato quanto sia davvero importante l’amore, qualcosa che tu in 27 anni hai completamente trascurato, facendomi pensare di essere stato abbandonato da tutti», sono sicuro che gli occhi di NaNa siano diventati lucidi all’affermazione del nonno, quindi, ho deciso di non voltarmi indietro, perché se vedessi quegli occhi adesso, penso che potrei anche picchiare il nonno per aver fatto piangere NaNa e il piano andrebbe a farsi benedire. «Ancora quest’“amore”? Dimmi, per caso credi che io dia a mangiare a migliaia di dipendenti che ho solo con l’“amore”? Sono solo inutili sciocchezze ChanYeol-ah, solo i soldi e il potere fanno smuovere questo  mondo. Solo chi ne ha di più può reputarsi davvero felice e soddisfatto». «È per questo motivo che hai deciso di abbandonare tutti e dedicarti completamente alla tua adorata azienda?». «Io non ho abbandonato nessuno, sono loro che hanno scelto liberamente di andarsene». «Liberamente dici? Almeno sai che cosa significa davvero questa parola? Credimi che le loro scelte non sono state assolutamente libere, anzi, semmai l’opposto. Sono stati costretti ad andarsene, a seguire strade diverse e solitarie, tutto questo a causa tua, harabogi!», il nonno non risponde alla mia provocazione, pertanto decido di continuare il mio discorso. «È davvero questo quello che desideri? Vivere da solo per il resto dei tuoi giorni? Per te sono importante solo perché sono l’ultima persona che potrà guidare l’azienda quando tu non sarai più in grado di farlo, non è vero? Ma cosa succederebbe se anch’io decidessi di andarmene? Ti andrebbe bene lo stesso? Ti guarderesti attorno e continueresti a cercare il sostituto perfetto o semplicemente ti guarderesti attorno e inizieresti a sentirti solo? A mio parere, la seconda opzione è la più probabile. Harabogi, noi tutti teniamo a te, vogliamo semplicemente farti capire che l’azienda non deve essere tutto nella tua vita. Lo ammetto, in parte, è giusto quello che dici, un uomo si misura da ciò che nella sua vita riesce a costruire, ma questo a che scopo se poi si ritrova a dover vivere in completa solitudine? Harabogi, noi non siamo pedine che semplicemente puoi muovere a tuo piacimento, noi siamo la tua FAMIGLIA. Noi siamo qui adesso, non perché abbiamo chissà quali interessi per quest’azienda, anzi fosse per noi la vorremmo vedere rasa al suolo, noi siamo qui per te adesso, per una volta non possiamo essere una vera famiglia? Non puoi mettere un po’ da parte quest’azienda e mettere al primo posto i tuoi familiari?», non credo di poter fare di meglio, non credo di riuscire a trovare parole migliori di quelle appena pronunciate. Il nonno continua a non rispondere. Mi sta ignorando? Che strano, perché, oltre a sudare, mi sembra anche più pallido rispetto al solito? Possibile che non stia bene? Da quando sono nato, non ho mai sentito che il nonno sia stato male. Ho sempre pensato a lui come uno di quei grandi robottoni che si vedono in TV, forti ed indistruttibili, però, che strano perché adesso sento che quest’immagine stia per sgretolarsi? «Harabogi, ti senti bene?», mi ritrovo sorpreso a domandargli. All’improvviso vedo il suo corpo pesantemente finire a terra. «Oh Mio Dio!», esclama mia madre per poi correre verso il nonno seguita da mio padre. Tutti si avvicinano al corpo senza sensi del nonno, io resto come immobilizzato. Sento MinSeok hyung chiamare subito l’ambulanza. Che cosa sta succedendo? Finalmente riprendo possesso del mio corpo. Mi precipito anch’io verso il nonno. Mi faccio largo fino a raggiungere il suo volto. «HARABOGI! HARABOGI! CHE SUCCEDE? APRI GLI OCCHI PER FAVORE!», grido con tutto me stesso, scuotendolo. Mia sorella si avvicina e scuote la testa preoccupata. «Stai tranquillo ChanYeol-ah, respira ancora, anche se con difficoltà, stai tranquillo, i soccorsi presto saranno qui e lo salveranno», è davvero così? Perché le cose dovevano prendere questa piega? Perché l’uomo invincibile come un robot è caduto inerme proprio davanti ai miei occhi? Perché? 

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


Capitolo 41
 
 
Perché tu sei la prima,
perché questa canzone è per te.
Sto sorridendo così puoi vederlo anche tu.
Mi stai guardando in questo momento?
Ho un nuovo sogno,
quello di essere un uomo migliore.
Perché i tuoi occhi che mi guardano mi fanno
correre ancora una volta più di ogni altra cosa.
Oh, sono così fortunato, amore mio.
Così fortunato ad avere te.
Sono così fortunato ad essere il tuo amore.
Lucky-EXO
 
 
- NaNa -
 
Ieri mattina il nonno di ChanYeol ci ha fatto prendere un bello spavento. Dopo aver raggiunto l’ospedale, ci hanno comunicato che il presidente Park aveva un principio d’infarto in corso, fortunatamente grazie ai medici presenti nella struttura, che hanno utilizzato tutti i mezzi possibili a disposizione per salvarlo, ce l’ha fatta. Adesso è ricoverato in una stanza VIP di quest’ospedale e io sono qui in attesa che si risvegli. Sembra che l’infarto stava per essere causato per via della scarsa cura nei confronti di se stesso. A quanto pare il nonno Park non si faceva visitare da anni, lo stress e la vita sedentaria non hanno di certo migliorato la situazione, anzi, secondo quanto detto dai dottori, ne hanno velocizzato il decorso. È da ieri sera che non apre gli occhi, sembra essere crollato in un sonno profondo. Chissà da quanto tempo non faceva una bella dormita. Fortunatamente i medici ci hanno informato che adesso è fuori pericolo, ma di certo dovrà farsi controllare più spesso e condurre una vita più sana. È quasi ora di pranzo, la mamma di ChanYeol dovrebbe essere ormai di ritorno. La signora Park e il signor Park si sono adoperati di tutte le scartoffie burocratiche riguardanti il ricovero stamattina, sono andati a recuperare tutto quello che potrebbe servire al presidente durante la sua permanenza in ospedale. ChanYeol, il vice CEO Kim e YooRa si stanno, invece, adoperando affinché nessuna notizia trapeli fuori riguardo a ciò che è avvenuto al nonno Park. Probabilmente riusciranno ad essere qui tra poco anche loro. Sento la porta aprirsi e la signora Park entrare. «NaNa-ssi, sono qui. Grazie per aver fatto compagnia al nonno. Non si è ancora svegliato?», afferma avvicinandosi al letto con delle buste in mano. «Non si preoccupi, non ho fatto niente di che. No, non si è ancora svegliato», rispondo. «Deve aver molto sonno da recuperare», asserisce con uno sguardo triste, cercando il luogo giusto per ogni oggetto che ha portato con sé. Annuisco solamente alla sua affermazione. La signora Park si avvicina al letto e continua a guardare il nonno con occhi tristi. «Sai, in realtà lui non è sempre stato così», afferma all’improvviso. «Eh?». «Dico. Non è sempre stato così cinico. Quando sua moglie era ancora viva e l’azienda era ancora solo un embrione, lui non era così. Mio marito mi ha raccontato spesso di come mio suocero abbia fatto di tutto per aver il permesso di sposare quella che poi sarebbe diventata sua moglie. Sai, lei era una chaebol di seconda generazione, la sua azienda di famiglia era allora il doppio, se non il triplo più grande della Park’s Enterprise. Dovettero scappare insieme per sposarsi, e lei fu completamente diseredata dal padre. Quando era ancora giovane, nonna Park, si ammalò gravemente ma non ne fece parola con il nonno che stava vivendo un periodo delicato con l’azienda, non voleva pesare su di lui a quanto pare. Nacque il loro unico figlio, cioè mio marito, ma la gioia durò ben poco, in quanto mia suocera si trovò da sola e malata a dover crescere un bambino, dato che mio suocero non tornava spesso a casa, quasi sempre, infatti, dormiva in azienda, il suo sogno, all’epoca, era quello di far decollare presto l’azienda e riscattare così la posizione della moglie. Purtroppo questo non avvenne perché nonna Park, che ormai si trovava a combattere da diverso tempo con uno stadio avanzato di tumore al seno, all’insaputa sempre del nonno, morì prima che la Park’s Entrerprise riuscisse a concludere affari importanti che l’avrebbero portata successivamente all’apice del successo qual è oggi. Mia suocera lasciò una lettera prima di morire, quando ancora aveva le facoltà mentali che le permettevano di farlo, una lettera che il nonno trovò diversi anni dopo, quando stava svuotando la vecchia casa per trasferirsi nell’attuale villa in cui vive. Nella lettera parlava della sua malattia, del suo rifiuto nel volere seguire delle cure regolari per fare in modo che il marito non se ne accorgesse. Non voleva mettergli il bastone fra le ruote. Questa lettera peggiorò la situazione, anziché migliorarla. Mio marito ed io, ci eravamo fidanzati ufficialmente da poco. Io non sono una chaebol, lavoravo al mini-market durante il pomeriggio dopo la scuola ed è lì che incontrai mio marito durante le scuole superiori. Si rifugiava spesso al mini-market per rimpinzarsi di schifezze, che erano sempre vietate a casa sua. Vedendoci quasi ogni giorno, chiacchierando del più e del meno, ci innamorammo. Suo padre non fu molto in disaccordo, dopo qualche piccola discussione, ci diede il permesso di uscire insieme. Lui, non era un padre presente, mio marito si ritrovava a passare spesso le feste da solo ma ormai se n’era fatto una ragione. Quando avevamo all’incirca 20 anni, mio suocero trovò la famosa lettera. Sembrava che il dolore che aveva tenuto sotto chiave per tutto quegli anni avesse trovato un modo per uscire e trasformarsi in rabbia. Probabilmente si sentì tremendamente in colpa per la morte di sua moglie. Mio marito lo vedeva spesso ubriacarsi nel suo studio e ripetere costantemente “È colpa mia, è colpa mia” e battersi il petto. Da quel momento in poi la nostra vita fu un perenne inferno. Ormai il nostro fidanzamento era ufficiale, e fortunatamente, per via delle leggi implicite che vigevano a quei tempi nella nostra società, non fu possibile sciogliere il fidanzamento. Ci sposammo, ma gli attimi di pace e tranquillità per goderci la nostra vita di coppia furono davvero pochi. Il nonno Park desiderava che mio marito diventasse come lui, si mise in testa che l’unica cosa che poteva renderlo felice, l’unica cosa che non potesse tradirlo era solo l’azienda, tutto il resto faceva semplicemente da contorno, collaboratori, azionisti, figli e persino i suoi futuri nipoti. Quando nacque ChanYeol, fu maggiormente felice rispetto alla nascita di YooRa, ma solo perché pensava che un uomo sarebbe stato più capace di gestire la sua adorata azienda. La situazione diventò sempre peggio, YooRa e ChanYeol crescevano ma non erano mai liberi di fare le proprie scelte, così come me e mio marito del resto. Io e mio marito provammo a scappare via e portarci dietro i nostri figli quando erano ancorano piccoli, purtroppo però il nonno Park ci scoprì subito e poco dopo ci disse che eravamo liberissimi di uscire dalla sua vita, ma che saremmo stati diseredati e che YooRa e ChanYeol sarebbero rimasti con lui. Quando mi comunicò tutto questo non ci visti più. Chiesi a mio marito il divorzio per poter aver in custodia i miei figli e scappare via con loro. Quando andammo per informarci sul divorzio ci dissero che anche divorziando io non avrei mai potuto prendere in custodia i miei bambini perché in maniera subdola il nonno Park aveva modificato il documento degli accordi matrimoniali che avevamo firmato io e mio marito qualche giorno prima del matrimonio proprio per suo volere. Se avessimo divorziato i figli automaticamente sarebbero passati sotto la sua patria potestà. Così io e mio marito non firmammo quei documenti. Provammo a scappare nuovamente, ma stavolta non ci fu nessuna possibilità di accordo. Ci mando via e senza un won. Mise in giro la storia del nostro divorzio. In quel periodo ero davvero arrabbiata con mio marito, lo incolpai ingiustamente per tutta la spiacevole situazione che si era creata, così gli chiesi di vivere separati per un po’ di tempo. Tempo che poi si è prolungato poi fino ad oggi. Non avevo abbastanza soldi per mantenere i miei figli così dovetti lasciarli in quella grande e fredda casa. Quando YooRa rimase coinvolta nell’altrettanto triste storia con MinSeok-ssi provai davvero molto dolore, ero sua madre ma non potevo aiutarla, ma conoscevo mia figlia, sapevo del suo carattere forte, lei in qualche modo sarebbe riuscita a tenere testa al nonno Park. Quello che, invece, mi preoccupava era mio figlio. ChanYeol è sempre stato un bravo bambino, è un gigante di statura ma quando si parla di sentimenti è tutt’altro. Fortunatamente adesso ha incontrato te, NaNa-ssi. Tu sei riuscita in qualcosa in cui io e suo padre abbiamo fallito. Gli hai fatto trovare in se stesso una forza che non pensava minimamente di avere. Grazie per tutto quello che hai fatto e ti chiedo di perdonare questa nostra famiglia un po’ strana, soprattutto mio suocero. Ti ho voluto raccontare parte della sua storia proprio per questo», conclude il suo lungo racconto la mamma di ChanYeol. È una storia davvero incredibile. «Non credo ci sia il bisogno di raccontare vecchie inutili storie ad una ragazzina», il nonno di ChanYeol! Si è svegliato finalmente. «Abogi! Stai bene?», domanda subito la signora Park avvicinandosi verso di lui. «Sì sto bene, quanto ho dormito?». «Quasi un giorno interno». «Che? Troppo, troppo. Devo uscire da qui, ho tante cose di cui occuparmi». «Abogi, non puoi andartene finché non te lo diranno i medici. Per un po’ hai bisogno di estremo riposo. Ieri hai quasi avuto un infarto!», esclama la mamma di ChanYeol cercando di fermare il tentativo del nonno Park di scendere dal letto, mi avvicino per aiutarla. «Presidente Park, non credo che dovrebbe alzarsi dal letto a meno che non voglia peggiorare la sua già precaria salute», affermo cercando di convincerlo a restare dov’è. «Toh! Adesso anche un’inutile segretaria mi dà degli ordini», le sue solite parole “gentili”, ma adesso, grazie al racconto della signora Park non le sento più così taglienti come prima. Purtroppo, io e la mamma di ChanYeol non stiamo riuscendo nell’intento e lui continua a dimenarsi per poter mettersi in piedi. La porta si apre e fortunatamente vediamo entrare i rinforzi. «Harabogi! Si può sapere che stai cercando di fare?», domanda ChanYeol appena entrato nella stanza insieme a suo padre, YooRa e il vice CEO Kim. «Quello che va fatto. La mia azienda ha bisogno di me per andare avanti, quindi, devo scendere subito da questo letto ed andarmene». «Tu non vai proprio da nessuna parte! L’azienda momentaneamente farà a meno di te dato che ci siamo io, abogi e MinSeok hyung. Stai tranquillo, ci hai formato abbastanza bene. Adesso riposati e non pensare a nulla», afferma cercando di far tornare il nonno Park in posizione sdraiata. «Ma-». «Non c’è nessun “ma” che tenga». La scena fa scappare una piccola risata nella bocca di tutti. Sembrano un bambino che non vuole andare a letto e il padre che lo obbliga a farlo per il suo bene. «Guarda harabogi, ti piacciono i fiori che ti abbiamo portato?», domanda YooRa porgendo il bouquet verso il presidente. «Sai che m’importa dei fiori!», e con un’espressione imbronciata si volta dall’altra parte, provocando una nuova risata generale. ChanYeol con lo sguardo mi fa cenno di seguirlo. È quello che faccio. Usciamo dalla stanza. ChanYeol si appoggia al muro e mi tira a sé. «ChanYeol, siamo in ospedale!». «E allora?», domanda non mollando la presa. «Dentro ci sono tutti i tuoi familiari!». «E allora?», domanda ancora aggiungendo stavolta un sorriso a fine frase. Ok, ho capito, ho perso, quando sfodera quell’arma micidiale qual è il suo sorriso non posso far altro che dargliela vinta. «Ho qualcosa per te!», esclama all’improvviso. «Cosa?», domando a mia volta. «Ta-da⁓», afferma uscendo un foglio dalla sua tasca. «Cos’è?». «Leggilo tu stessa», asserisce porgendomi il foglio. Velocemente lo leggo e non posso credere ai miei occhi! «Ma questo è l’atto della caffetteria e di casa mia!». «Esatto! Devi solo mettere una firma e sarà tuo». «Non posso crederci, come hai fatto ad averlo?». «A dire la verità è stato tutto molto più semplice di quello che pensi». «Che vuoi dire?». «Be’ sai credo di aver scoperto che in realtà mio nonno sia un po’ tsundere. Sai cosa ho scoperto stamattina quando sono arrivato nel suo ufficio? Pare che il giorno che tu lo hai incontrato sia andato a cambiare il proprietario di quell’immobile. L’ha, infatti, intestato al sottoscritto». «E perché mai?». «Perché ovviamente sapeva che io lo avrei dato ai veri proprietari». «Io, non posso crederci!». «Puoi farlo, invece, NaNa. Ti basta solo firmare quel documento e quell’immobile sarà tuo per sempre». «Cosa? No! Ovviamente io e miei genitori continueremo a pagarti l’affitto» «NaNa, non hai letto il documento? Stamattina ho cambiato di nuovo il proprietario, è tuo adesso». «No, aspetta, te lo pagheremo». «Ma che dici? È un regalo per tutto quello che hai dovuto passare a causa mia». «Cheeee? Un immobile non è mica un sacchetto di caramelle da regalare così facilmente». «Fino a prova contraria con le mie cose posso fare ciò che voglio e io voglio regalartelo». «No Chan-», come al solito quando il discorso non gli conviene sa benissimo come tapparmi la bocca, nel senso proprio letterale del termine, le sue labbra, infatti, si poggiano delicatamente sulle mie, mettendo completamente fine alla mia resistenza. Perché davanti ai suoi baci perdo sempre completamente la testa? Si discosta poi leggermente con un sorriso soddisfatto, probabilmente sa già che adesso non avrò più la forza di controbattere. «Sei contento adesso?», domando, infine, sconfitta. «Sì sono contento perché sono stato davvero fortunato ad incontrarti! Grazie di esistere, NaNa», afferma prima di stringermi di nuovo fra le sue braccia intanto che le mie guance si tingono di rosso.

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Capitolo 42
*** Epilogo ***


Epilogo
 
 
Abbiamo quel potere, potere.
Quando mi guardi,
quando proviamo le stesse sensazioni,
potere, potere,
diventiamo più forti.
Accendi la musica adesso.
Abbiamo quel potere, potere.
Attraverso questa musica,
quando cantiamo in un’unica voce insieme,
potere, potere,
diventiamo più forti.
Power-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Ah! Finalmente un po’ di riposo. Sono stanchissimo, aprire una propria azienda non è certo facile. Sono stanco ma soddisfatto. Sono passati sei mesi dal triste evento che ha colpito il nonno, ma fortunatamente sembra essersi ripreso molto bene. Il miracolo è avvenuto, la mia famiglia si è finalmente riunita. Mia madre e mio padre si occupano della Park’s Enterprise, cercando di far stare il nonno più al riposo possibile, spesso con scarsi risultati, ma di certo si stanno impegnando tantissimo. MinSeok hyung è adesso il CEO del Park’s ed è inutile dire che la sua direzione è impeccabile, le vendite si sono quasi triplicate rispetto a quando c’era il sottoscritto, è davvero un mago quel ragazzo. Per YooRa, invece, la vita da chaebol le sta davvero stretta, ormai ha trovato il lavoro dei suoi sogni e non lo lascerà mai, credo sia nata per fare la telegiornalista. Tra un mese lei e MinSeok hyung finalmente si sposeranno e coroneranno il loro grande sogno d’amore dopo anni di tribolazioni. Sono davvero felice per loro. All’improvviso sento suonare il telefono del mio ufficio. «CEO Park, posso raggiungerla un attimo nel suo ufficio? Avrei qualcosa d’importante da comunicarle», chiede una voce dall’altro capo del telefono. Una voce che ormai riconoscerei tra mille, la voce della donna che amo. «Certo segretaria Kim, lei può irrompere nel mio ufficio tutte le volte che vuole», affermo, provocando una risata nella mia interlocutrice. Riaggancio il telefono. Mi guardo attorno. Adesso sono davvero contento della mia vita. Tre mesi fa ho avuto l’approvazione del nonno per aprire una mia azienda d’intrattenimento affiliata alla Park’s Enterprise, la PCY Entertaiment. Non è stato semplice convincere il vecchio, gli ho promesso grandi guadagni e fama per la sua amata azienda. Alla fine si è arreso, non so se per via del possibile guadagno o semplicemente per il fatto che sembra essersi ammorbidito ultimamente. Be’ poco importa. Ciò che conta è che adesso sono libero di suonare con gli EXO quanto mi pare e piace. Gli EXO, infatti, sono il primo gruppo che ha firmato un contratto sotto la mia agenzia. Quando l’ho spiegato ai componenti della mia band ne sono stati entusiasti, soprattutto BaekHyun, è davvero gasato da tutta questa storia. Gli EXO debutteranno ufficialmente il mese prossimo con un mini-album, spero davvero di riuscire a portare la nostra bravura in tutto il mondo, chissà un giorno le nostre canzoni potrebbero essere ascoltate in importanti manifestazioni mondiali, come i più grandi artisti della storia della musica, sarebbe davvero bello, ma sono fiducioso, possiamo farcela. «Chan-ah! Ohi! Sono qui, mi vedi?», una voce interrompe il flusso dei miei pensieri, o forse dovrei dire dei miei sogni. «NaNa, sei qui?». «Già anche da un po’, sembravi assorto nei tuoi pensieri, a cosa stavi pensando?». «Niente, niente di che. Tu piuttosto perché sei qui?», domando. NaNa si schiarisce la voce per poi riprendere la parola. «CEO Park, potrei andare via prima oggi?», domanda decisa. «Eh? E perché mai segretaria Kim?», non mi piace stare lontano da lei. Si schiarisce nuovamente la voce e sia avvicina verso di me. «Ecco vede, oggi vorrei preparare una cena coi fiocchi per il mio ragazzo a casa sua, mi serve tempo, devo occuparmi della spesa e poi della preparazi-». «Vai vai pure segretaria Kim, non ho bisogno di altre spiegazioni», perché non è già sera? NaNa sorride e si volta per uscire dalla stanza. «Segretaria Kim non sta dimenticando qualcosa?», richiamo la sua attenzione. NaNa si guarda attorno con aria interrogativa. Le faccio cenno di riavvicinarsi. Quando è abbastanza vicina al mio volto, la bacio. Lei si allontana subito imbarazzata. «C-Chanyeol! Siamo in ufficio». «Lo so dove siamo». «Non possiamo!». «Perché?». «Ma come perché! ChanYeol!». Mi alzo, aggiro il tavolo e annullo completamente la distanza tra di noi. «Non c’è nessuno qui NaNa, e poi lo sai che ogni volta che ti vedo ho una voglia matta di baciarti, sai quanto è dura per me, quando ci sono altre persone attorno, resisterti. Abbi pietà di questo povero CEO che ti ama», i suoi tratti facciali si ammorbidiscono lasciando spazio ad un sorriso. Ho vinto? Con una mano la stringo per la vita e con l’altra le accarezzo il volto. Le mie labbra si posano sulle sue, e come volevasi dimostrare questo non mi basta. Con un tocco deciso la costringo ad aprire la bocca e fare in modo che le nostre lingue s’intreccino. Sento che ancora tutto questo non mi basta, pian piano la faccio indietreggiare verso la mia scrivania, il corpo di NaNa non sembra opporre resistenza, al contrario del suo cervello, perché subito la sento esclamare «ChanYeol cosa hai intenzione di fare? Siamo ancora nel tuo ufficio, potrebbe davvero vederci qualcuno!». Dopo averla baciata nuovamente provo a rispondere alla sua affermazione «Be’ diamo semplicemente da parlare ai dipendenti», asserisco baciandola ancora. E come ogni nostro momento romantico che si rispetti, il telefono inizia squillare. Sbuffo. «È davvero incredibile. Sul serio, devono avermi lanciato una maledizione», esclamo provocando una risata sommessa nella controparte. A malincuore mi distacco da lei e ritorno alla mia scrivania per rispondere. NaNa accenna ad un saluto ed esce dal mio ufficio. Seriamente, dovrei farmi controllare da uno sciamano? Da un mago? Da un monaco? «Sì? Qui è il CEO Park ditemi pure», affermo cercando di concentrarmi sulla chiamata ricevuta. Stasera avrò la mia rivincita di sicuro.
 
«Sono a casa», esclamo. «Oh, Chan-ah, bentornato, sei arrivato nel momento giusto, sto mettendo proprio adesso tutto in tavola», adoro trovare NaNa nel mio appartamento quando rientro da lavoro, e adoro ancora di più trovare i suoi manicaretti, che prepara per me, in tavola. Mi siedo al mio solito posto e dopo qualche secondo anche lei fa lo stesso. «Waaaa, come sempre è tutto così invitante! Buon appetito!», affermo affondando le mie bacchette in uno dei piatti. NaNa sorride soddisfatta.
 
In questo momento sto aiutando NaNa a lavare i piatti. Il mio sguardo ricade più volte nel suo collo scoperto. Più volte, infatti, lei prova a liberarsi il collo dai suoi capelli, adesso più lunghi rispetto a quando ci siamo conosciuti. Probabilmente le danno fastidio sul collo, così più volte passa la sua mano per scostarli. Sono un idiota a pensare di trovare sexy tutto ciò? Distolgo lo sguardo per un momento, non vorrei saltarle addosso subito dopo finita la cena, vorrei coccolarla un po’ prima. Accidenti perché è così difficile? «Chan-ah? Che succede? Mi sembri strano», si toglie uno dei guanti che stava utilizzando per lavare i piatti e poggia la sua mano delicatamente sul mio braccio. Inutile dire che questo contatto non aiuta certo la mia volontà nel voler resistere. In questo momento nella mia mente stanno passando non poche idee malsane, e se lo facessimo qui in cucina? A dire il vero sono così frustato perché ultimamente io e NaNa, soprattutto da quando ho aperto la mia agenzia, non abbiamo avuto molto tempo per stare insieme, quindi, anche un minimo tocco come questo basterebbe per farmi perdere la lucidità in questo momento. NaNa continua a guardarmi con fare interrogativo «ChanYeol stai bene?», perché mi guardi con quegli occhi? Ok, credo di aver raggiunto il mio limite massimo di sopportazione. Al diamine! Con un gesto deciso la sollevo e la faccio sedere sul tavolo della cucina. Automaticamente NaNa porta le sue braccia attorno il mio collo, probabilmente perché ha paura di cadere. «No, non sto bene. Scusami, lo so che dovrei aspettare, so che prima dovrei coccolarti un po’, ma non posso. NaNa ti voglio, adesso», asserisco prima di baciarla. NaNa si abbandona completamente a quel bacio, posso prenderlo per un consenso, non è vero? La sollevo nuovamente, cercando di staccarmi il meno possibile dalle sue labbra invitanti, e decido di spostarci in camera. Delicatamente la poggio sul letto e mi posiziono subito sopra di lei. I nostri sguardi s’incrociano. È possibile non dire una parola e comunicare così tanto allo stesso tempo? «NaNa… ti amo e stanotte ho intenzione di mostrartelo con tutto me stesso», pronuncio infine sulle sue labbra. NaNa non risponde a parole, prende il mio volto tra le mani e mi bacia. Bacio che ben presto si trasforma in qualcosa di più. NaNa stanotte diventiamo ancora una volta una cosa sola.
 
«Mmmmmh», i raggi del sole entrano nella stanza e stuzzicano il mio volto, accidenti perché dimentico sempre di tirare le tende? Ah, che importa se tra le braccia stringo la donna che amo? Finalmente il risveglio che ho tanto desiderato. «Chan-ah?», anche NaNa si è svegliata? «NaNa, sei sveglia?». «Sì», afferma ancora con gli occhi chiusi. La stringo ancora di più a me. «Finalmente ci risvegliamo insieme sullo stesso letto». «Che vuoi dire?». «Be’ non ci sei tu che scappi o che ti alzi per preparare la colazione lasciandomi solo in questo immenso letto», NaNa scoppia a ridere, risata che fa scoppiare a ridere anche me. Sono davvero così felice di aver incontrato NaNa, davvero non so che fine avrei fatto senza di lei. «Sei di nuovo pensieroso? A cosa pensi ancora Chan-ah?». «Penso che noi abbiamo quel potere». «Che potere?». «Il potere di affrontare qualsiasi cosa se stiamo insieme», affermo prima di lasciare un dolce bacio sulla sua fronte. Inaspettatamente NaNa si mette a sedere. «Accidenti ChanYeol che ore sono?». «Eh? Abbiamo passato una notte fantastica e quello che pensi appena sveglia è “Accidenti ChanYeol che ore sono?”». «Non fraintendermi. Sono la tua segretaria, è ovvio che debba occuparmi della tua schedule! Oggi hai un appuntamento con il CEO Lu che torna in Corea solo per poco». «Accidenti, sempre quel damerino! Perché deve rovinare sempre i nostri momenti romantici, eh?». Con il CEO Lu abbiamo risolto la maggior parte delle incomprensioni venutesi a creare durante i nostri incontri-scontri. A quanto pare sembra che abbia rinunciato a NaNa e che alla fine abbia acconsentito per un matrimonio combinato. Sta provando pian piano a rendersi indipendente nei confronti di suo nonno, ma so per certo, dopo averlo sperimentato sulla mia pelle, che non è affatto una cosa semplice. «Chan-ah, non parlare così, sai che è stato uno dei pochi CEO a voler firmare un contratto con la PCY Entertaiment!». «Ok, ok, solo altri cinque minuti, va bene? Ti giuro che se starai sdraiata altri cinque minuti con me non mi lamenterò più per tutto il giorno, segretaria Kim», scandisco maggiormente le ultime due parole per dare un maggiore effetto alla frase. NaNa mi guarda fisso per qualche secondo. «Non dovrai lamentarti almeno per una settimana, CEO Park», cede alla fine. «Agli ordini!», esclamo, tirandola giù. «Sei veramente impossibile! Perché alla fine riesci sempre a farmi fare tutto quello che vuoi?», mi rimprovera NaNa. «Forse perché sono bellissimo e mi ami da impazzire?», asserisco prima di fare nuovamente mie le sue labbra. NaNa, dopo il bacio si allontana leggermente per sussurrarmi «Com’è possibile che anch’io sia caduta davanti ad un cliché così scontato? Forse perché sono un’inguaribile romantica? Sono così banale?». «Eh?». «Come ho fatto ad innamorarmi del mio capo?», mi sussurra all’orecchio prima di baciarmi.

 
RINGRAZIAMENTI
 
Grazie a tutti per aver seguito questa fan fiction fino alla fine. Grazie per chi ha letto, grazie a chi ha una o più recensioni, lungo tutti questi mesi. Grazie di cuore a tutti. Spero, come al solito, di non avervi deluso con il finale della storia, forse un po’ scontato ma a lieto fine. Dopo tutto quello che NaNa e ChanYeol hanno passato se lo sono un po’ meritato. Per qualsiasi dubbio, perplessità, spiegazioni, critiche, non esitate a contattarmi. Molto probabilmente scriverò una nuova fan fiction a breve. Quando avrò tra le mani qualcosa di certo, ve lo farò sapere, spero possiate seguire anche la mia prossima storia. Grazie mille ancora. Annyeong!

 

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