Gelosia fraterna -Omeostasi- di Violetta_ (/viewuser.php?uid=45478)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 -Presenze moleste- ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 -Seccature e scansafatiche- ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 -Trasloco- ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 -Missione di livello C- ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 -Sigarette- ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 -Una splendida giornata- ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 -Questioni burocratiche e tornadi- ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 -Doveri- ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 -Inizio degli esami dei Chunin- ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 -Kappuru dansu- ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 -Esami dei chunin- ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 -Oasi Nekoi- ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 -Missione ad Ame (prima parte)- ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 -Missione ad Ame (seconda parte)- ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 -Deduzioni scomode- ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 -Facciamo pace- ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 -Una gemella molto gelosa- ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 -Un "semplice" favore- ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 -Distrazioni- ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 -Baka panda- ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 -Missione speciale- ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 -Momento nero- ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 -Ritorno a Suna- ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 -Incontri in piena notte- ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 -Una cena disastrosa- ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 -Chiarimenti- ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 -Caffè- ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 -Compleanno- ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 -Una strana situazione- ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 -Verso un nuovo equilibrio- ***
Capitolo 31: *** Saga special 1 -A remember pink- ***
Capitolo 32: *** Saga special 2 -A small moment of weakness- ***
Capitolo 33: *** Saga special 3 -Irony- ***
Capitolo 34: *** Saga special 4 -Bravery- ***
Capitolo 35: *** Saga special 5 -A trap- ***
Capitolo 36: *** Saga special 6 -Hairstyle- ***
Capitolo 37: *** Saga special 7 -Happiness- ***
Capitolo 38: *** Saga special 8 -Presents- ***
Capitolo 39: *** Saga special 9 -Partenza- ***
Capitolo 40: *** Saga special 10 -Nuovo equilibrio- ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 -Presenze moleste- ***
Gelosia
fraterna
-Omeostasi-
“L'omeostasi
è la tendenza naturale
al
raggiungimento di una relativa
stabilità
interna, necessaria a tutti
gli
esseri viventi, per i quali tale
stato
di equilibrio deve mantenersi
nel
tempo, anche al variare delle
condizioni
esterne”
Caldo
torrido e nemmeno una nuvola in cielo. Il sole era sorto da poco ma
già i suoi raggi avevano irrorato tutto il villaggio.
Alla
periferia un gruppo di shinobi stava controllando lo stato delle mura
di protezione, per le strade i bambini correvano chi per recarsi
all'accademia chi, i più piccoli, tiravano per le mani le loro madri
o chi si occupava di loro in direzione del nuovo parco giochi con
tante, tantissime altalene, tre scivoli, dei dondoli a forma di
animali e persino una piccola piscina.
Se
si doveva ricostruire il villaggio bisognava farlo al meglio, aveva
pensato, e perché non premurarsi un po' dei più piccoli? In fondo
un'infanzia più serena voleva dire anche una crescita più
equilibrata e tranquilla.
<<
Dai andiamo andiamo! >>
<<
Suuu Moe... non essere così lenta... >>
<<
Aspettatemi! >>
Anche
se ciò voleva dire udire il chiasso dei piccoli e dei non più tanto
piccoli già di prima mattina.
Si
affacciò alla finestra con un'aria soddisfatta: anche se apprezzava
moltissimo il silenzio, quelle grida e quelle risate non lo turbavano
affatto anzi lo rallegravano poiché volevano significare che stava
facendo un buon lavoro.
<<
Hoayo Gaara-sama >>
Lui
chiuse gli occhi e parlò con voce dolce.
<<
Non c'è bisogno di tutte queste formalità Matsu >>
<<
Ma siamo al lavoro >>
Gaara
si voltò verso di lei ed accennò un sorriso.
<<
Ma siamo soli >>
Matsuri
arrossì. Era ancora così poco abituata a quel suo comportamento.
Era
passato circa un mese dal loro primo bacio e il loro rapporto stava
diventando pian piano più stretto.
Gaara
era innamorato di Matsuri, ma la sua inesperienza e la sua timidezza
gli avevano impedito di riconoscere, fino a qualche tempo prima, i
suoi sentitemi verso l'allieva.
Ovviamente
non era cambiato il suo carattere
introverso, non ne sarebbe stato capace, tuttavia c'erano alcuni
piccoli dettagli, dei gesti apparentemente insignificanti che però
facevano sciogliere la ragazza.
Un
piccolo sorriso, il tono di voce più gentile e meno autoritario, i
modi più rilassati.
E
soprattutto l'insistenza a darsi del tu quando la situazione non
richiedeva necessariamente formalità.
<<
Wakatta Gaara >> si convinse infine << posso
aiutarti coi documenti? >>
<<
Mi farebbe molto piacere, tuttavia ti informo che nel pomeriggio
dovrai fare da supervisore, sei sicura di non volerti riposare? >>
Oh
kami. Quando era diventato così
premuroso?
<<
Tranquillo mi fa piacere stare con te >>
*
Qualche
ora più tardi, dopo un infinito numero di documenti da compilare,
missioni da consegnare e dopo essersi rifocillato con un discutibile
tonkatsu preparato da Temari, Gaara tornò nel suo ufficio.
Il
clima era decisamente più tranquillo a quell'ora poiché i piccoli
dormivano stanchi del gioco mattutino e i più grandi erano ancora
dentro l'accademia o a svolgere missioni.
C'era
un piacevole silenzio e un piacevole tepore che lo rilassavano.
La
porta del suo ufficio si aprì all'improvviso emanando un clak
molto fastidioso.
Trasalì
appena ma cercò in tutti i modi di non farlo notare continuando a
scrivere con aria apparentemente impassibile.
Eccola.
Dopo
il suo trasferimento l'Incubo era entrato facilmente in
accademia faceva parte di un team capitanato da Matsuri.
Dato
che la sua entrata non era servita a richiamare l'attenzione del suo
superiore, Sumire decise di salutare.
<<
Ciao pandino pandolino patatino >>
Gaara
alzò di scatto la testa guardando completamente sconcertato la
persona davanti a se.
<<
Ti rendi conto che stai parlando al Kazekage? >>
Di
solito non sottolineava il suo rango, ma è anche vero che di solito
i suoi ninja gli mostravano molto più rispetto.
<<
Gaa, ne abbiamo già parlato: fino ad un mese fa facevamo colazione
insieme mangiando biscotti con le gocce di cioccolato e per tanto
così... >> mise il pollice e l'indice della sua mano sinistra
perfettamente in parallelo << ...non abbiamo condiviso lo
stesso letto >>
A
quella frase il rosso avvertì un leggero disagio e questo si avvertì
nel suo tono di voce.
<<
Si... ma adesso tu sei una genin del mio villaggio >>
<<
Non ti sembrerebbe troppo strano, quasi ridicolo, se passassi dal
“ciao panda-chan” a... >>
In
quel preciso istante uno dei consiglieri bussò ed aprì la porta,
contemporaneamente Sumire si mise sull'attenti in una impeccabile
posa militare e continuò la frase con un tono di voce perfettamente
accademico.
<<
… Kazekage-sama sono qui per sapere se avete missioni per me
quest'oggi >> Con leggiadria si voltò verso il consigliere e
fece un inchino in segno di saluto << I miei saluti Okuro-sama
>>
Gaara
assottigliò appena lo sguardo.
Che
irritantissima, fastidiossissima ed antipaticissima ruffiana.
<<
Hai una missione di livello D >> disse porgendole il rotolo.
<<
Arigatou Kazekage-sama. Devo chiudere la porta quando esco?
>>
<<
Hai... >>
Lei
si inchinò nuovamente di fronte ai due uomini e si diresse verso
l'uscita.
Una
volta fuori dalla vista del consigliere fece una linguaccia al
Kazekage e chiuse velocemente la porta.
<<
Ruffiana... >> mormorò tra se e se.
<<
Come prego? >> il consigliere, che intanto stava elencando
alcuni punti all'ordine del giorno, lo guardò confuso.
<<
Niente niente, continuate pure >>
*
A
Sumire era stata affidata una tra le più noiose missioni di livello
D: raccogliere la spazzatura.
Era
una di quelle missioni che il Kazekage si riservava di affibbiare
solo ai genin più inesperti ed arroganti, ma nel suo caso si
trattava proprio di vendetta.
E
in fondo in fondo se l'era cercata.
Munita
solo di un sacchetto nero e di un bastone andava raccattando la
sporcizia delle strade che con tutto quel caldo non emanavano proprio
un profumo gradevolissimo.
<<
Come procede Sumy? >>
Con
la coda dell'occhio la ragazza vide il suo nuovo sensei che la
guardava con un'aria tra il divertito ed il comprensivo.
<<
Oh guarda sono così felice di raccogliere le cartacce e i “regalini”
degli animali... >>
Lui
ridacchiò. << Su non te la prendere... queste missioni sono
indispensabili se vuoi passare di livello. Le svolsi anch'io a suo
tempo >>
<<
Dolci ricordi immagino... >> disse lei sarcastica.
<<
Vuoi una mano? >>
<<
Iee... >>
Poco
lontano di lì udirono il vociare di alcuni ragazzi, tra questi vi
erano Mikoshi e la sorella Sari.
<<
Quella non è la ninja di Iwa? >>
<<
Si... la principessina... >>
<<
Scommetto che avrà un trattamento di favore >>
<<
Già... ha quasi finito tutte le missioni obbligatorie e questa è la
prima volta che la vedo occuparsi dei moenai
gomi!
>>
<<
Già, solo salvataggi di animali e qualche commissione. Di sicuro per
diventare chunin non dovrà nemmeno alzare un dito. Guai a spezzarsi
un'unghia! >>
Kankuro
aggrottò la fronte infastidito da quei commenti.
Certo
che i ninja del suo villaggio sapevano essere più velenosi degli
scorpioni del deserto.
Era
lì li per scattare quando il suo buonsenso prevalse, anche Sumire
fece finta di niente.
Mikoshi
d'altro canto roteò gli occhi.
Durante
il periodo dell'omiai aveva avuto modo di conoscere la ragazza e,
nonostante al tempo fosse in tutto e per tutto un'ospite illustre di
Suna, le era sembrata molto simpatica e per niente snob.
Ormai
il chiacchiericcio della sorella e delle altre ragazze lo avevano
portato ad un punto limite ed alla fine sbottò.
<<
Sari parli proprio tu che lasci il reggiseno e le tue mutande sparse
per tutto il corridoio. Tanto sei la “principessina di papà” e
nessuno ti rimprovera >>
La
chunin diventò paonazza e spalancò gli occhi puntandolo con
l'indice.
<<
Zitto Baka! >>
<<
Mamma non sa più cosa fare con te... >>
Sumire
ridacchiò sommessamente accompagnata da Kankuro che mise una mano
sul viso.
Quando
il momento di ilarità finì, il ragazzo guardò la genin ed inclinò
la testa da un lato. Adorava vederla ridere, era decisamente
più allegra da quando si era scrollata di dosso il ruolo di hime.
<<
Tra quanto finirai? >> chiese con tono dolce.
Lei
portò l'indice sul lato destro delle labbra facendo mente locale.
<<
Mi mancano più o meno tre strade >>
<<
Allora ci vediamo stasera per l'allenamento al campo A >>
<<
Posso fare una doccia prima? >>
<<
Devi farti una doccia prima. Non mi avvicinerei a te nemmeno
sotto tortura. Sembri una puzzola >> disse scherzosamente.
Lei
gonfiò le guance offesa.
<<
Quindi non mi darai nemmeno un piccolo bacio? >> disse imitando
una bambina.
Ridacchiò
<< Nemmeno per idea >>
Lei
si avvicinò con fare minaccioso allargando le braccia.
<<
Oh ... nemmeno un abbraccio? >>
Lui
rise e poi le diede le spalle agitando la mano destra.
<<
Sii puntuale. Ciao >>
<<
A dopo >> rispose lei riprendendo il suo lavoro.
***
Angolo dell'autrice.
Rieccomi gente, come già detto questo è il sequel di "Entropia" e terzo
capitolo di "Gelosia fraterna".
Contrariamente a l'altra ff che avevo postato praticamente finita,
questa ff è ancora in lavorazione dunque ci sarà la possibilità di
ritardi. Ovviamente cercherò di essere costante nell'aggiornamento però
mi sembra giusto avvertirvi.
Che ve ne pare di questo primo capitolo? Credo che a Gaara non piaccia
ma dovrà farsene una ragione.
Spero di aver fatto un buon lavoro. Grazie a tutti i lettori, sia ai
vecchi che conoscono già la serie sia alle new entry.
Un bacione a presto.
Violetta_
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 -Seccature e scansafatiche- ***
Seccature
e scansafatiche
A
Konoha il clima era piuttosto sereno e le strade del villaggio erano
lo sfondo perfetto per incorniciare la frenesia dei suoi abitanti.
Strade
piene di bancarelle, bambini e tetti che fingevano da corsie
preferenziali.
Dopo
aver parlato con i ninja del settore messaggi Temari si diresse
nell'ufficio dell'hokage.
Bussò
due volte ed alla terza finalmente venne invitata ad entrare.
La
prima cosa che vide fu Sakura intenta a sistemare dei libri nella
libreria, poi vide una montagna di carte sopra la scrivania, nessuna
traccia dell'hokage.
Strano,
eppure era certa di aver udito la sua voce.
<<
Naruto? >> gli dava del tu senza formalismi, dopotutto non
erano necessari in quelle occasioni.
<<
Sono qui >>
Dietro
la montagna di carte sbucò una mano che ondeggiava a desta e a
sinistra.
O
stava giocando a nascondino oppure il ragazzo non aveva la benché
minima idea del concetto di “ordine”.
<<
Sono venuta per i documenti >>
<<
Che documenti? >>
Sakura
si portò una mano sulla fronte borbottando qualcosa come una serie
di insulti.
Temari
fece un lungo “ommm” mentale.
<<
I documenti riguardante le piante mediche da fornire a Suna >>
<<
Aaah certo quei documenti... >>
Ci
fu un momento di imbarazzante silenzio. Alla fine la Sabaku decise di
parlare.
<<
Non sono ancora pronti vero? >>
<<
Eheheh... no in effetti no... >>
Sakura
prese un pesante libro e lo fissò fortemente tentata dallo
sbatterglielo pesantemente in testa, ma si trattenne.
<<
Che ne dici se intanto faccio una passeggiata e magari vado a
mangiare qualcosa, poi torno e mi fai avere questi benedetti
documenti? >>
<<
Si... concediti una luuunga passeggiata >>
La
porta si chiuse lasciando soli i due componenti del team 7.
<<
Sei veramente un cretino >>
<<
Eddai Sakura lo sai che dopo pranzo mi viene sonno... >>
*
Uscì
dall'ufficio molto molto irritata domandandosi come facesse quel
villaggio ad essere ancora in piedi con un tale caos che regnava nei
settori amministrativi.
Si
concesse una lunga passeggiata come le era stato suggerito e senza
accorgersene finì proprio vicino a casa Nara.
Decise
di passare per un saluto e bussò alla porta.
<<
Si? >>
Udì
la voce di Yoshino che però non proveniva dall'interno
dell'abitazione ma dal giardino sul retro. Decise di andarle incontro
e trovò la signora Nara intenta a stendere i pantaloni del figlio.
<<
Ohayo... >>
La
donna si voltò e le rivolse un caldo sorriso.
<<
Temari cara qual buon vento? >>
Dopo
la morte del marito la sua vita era diventata piuttosto monotona:
sbrigava le faccende di casa, cucinava e ogni tanto leggeva per
ammazzare il tempo.
Era
prevalentemente sola e quindi una visita di tanto in tanto era molto
gradita. Soprattutto se era da parte della simpatica e dinamica
ragazza di Suna.
<<
Sono passata per un saluto. Vuoi una mano? >>
<<
No cara ti ringrazio, sai, quel pelandrone di mio figlio è sempre
fuori casa e quando non lo è si rinchiude in camera sua... sono
abituata a fare tutto da sola >>
<<
Se vuoi vado a prenderlo per il codino >>
La
donna rise divertita.
<<
No. E' uscito questa mattina e non credo che rientrerà presto a
casa. Poi ho quasi finito. Posso offrirti del the? >>
<<
Con vero piacere >>
Si
davano del tu da molto tempo ormai, dal funerale di Shikaku.
Yoshino
aveva notato gli occhi lucidi della ragazza, la sua sincera tristezza
e aveva deciso di andarle incontro per ringraziarla.
In
quel frangente Temari le aveva confessato che ammirava moltissimo suo
marito tanto che uno dei suoi maggiori rimpianti era stato quello di
non presentarsi mai ufficialmente.
<<
Anche tu le piacevi molto >>
<<
Ontoni? >>
<<
Si... ti considerava una grandissima, enorme, pesante... seccatura
>>
Dopo
un istante di silenzio le due risero appena e da quel momento Temari
decise di essere più presente nella vita della donna, e se possibile
di esserle di conforto.
Le
due avevano legato bene, per la gioia, più o meno sincera, di
Shikamaru.
Si
sedettero davanti il tavolino del salotto e parlarono del più e del
meno per una buona mezz'ora, dopodiché la bionda si congedò dicendo
che doveva tornare nell'ufficio dell'Hokage.
<<
Se vedi quel bradipaccio di mio figlio digli che se non mi porta il
latte non lo faccio entrare in casa stasera >>
<<
Con vero piacere Yoshino >>
*
Dopo
qualche minuto effettivamente incrociò il piccolo cervo intento a
sbadigliare sul tetto di un piccolo negozio.
<<
Voi maschi di Konoha siete tutti scansafatiche >>
Lui
non si degnò nemmeno di risponderle, ma lei imperterrita continuò a
parlare.
<<
L'hokage temporeggia nel compilare i documenti e tu invece di aiutare
quella santa donna di tua madre te ne stai qui a fissare le nuvole
>>
Ancora
nessun segno di vita.
Ormai
era convinta che i Nara eccellessero per intelligenza solo quando si
trattava di strategie d'attacco.
O
forse era semplicemente masochista.
<<
Shika mi stai ascoltando? >>
<<
Mh? >>
Gli
diede un calcio sulla natica destra così forte che per poco il
povero ninja delle ombre non perse l'equilibrio cadendo dal secondo
piano.
<<
Mendokuse maledetta >>
<<
Devi prendere il latte prima di tornare a casa >>
Si
mise le mani sulle orecchie.
<<
Mamma da quando ti sei fatta bionda? >>
<<
Non fare l'imbecille! >>
Lui
si alzò in piedi afferrandole la vita ed il braccio col quale stava
per afferrare il ventaglio, le diede un rapido bacio e poi finalmente
di decise a compiere l'immane sforzo di aprire gli occhi.
<<
Lo compro il latte, giuro che lo compro >>
<<
Sarà meglio per te, se no stanotte puoi dormire su questo tetto >>
Lui
roteò gli occhi decidendo saggiamente di cambiare discorso.
<<
Tu stai andando da Naruto? >>
<<
Sperando che si sia deciso a finire i documenti che mi servono... sai
vorrei tipo tornarmene a casa >>
Sorrise
appena e la cinse più stretta all'altezza della vita.
<<
Ti accompagno >>
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 -Trasloco- ***
Trasloco
<<
Gaara potrei terminare le pratiche domani mattina? >>
Il
ragazzo guardò velocemente fuori dalla finestra ed annuì.
Matsuri
lo aveva sempre assistito nelle pratiche anche fino a notte fonda se
necessario ma adesso che c'era Sumire gli sembrava assolutamente
normale che lei volesse rincasare un po' prima per cenare con la
sorella.
La
capiva benissimo, dopotutto anche lui pochi anni prima aveva provato
le stesse emozioni, anche se doveva ammettere che un po' le mancava
la sua compagnia notturna.
<<
Come ti senti adesso che c'è lei? >>
La
ragazza sorrise automaticamente ed anche lei guardò fuori dalla
finestra ma non per controllare l'orario bensì per puro sentimentalismo.
Dopo
la rottura del sigillo posto nella sua testa la chunin aveva piano
piano riacquistato la memoria riguardo gran parte del suo passato e
spesso lei e Sumire stavano nel salone a leggere, a chiacchierare o a
rivangare vecchi ricordi.
Era
sinceramente felice di aver ritrovato sua sorella, adesso quel senso
di tristezza e solitudine che la accompagnava soprattutto la sera era
scomparso, anche se a volte faticava ad abituarsi alla sua eccessiva
esuberanza.
<<
Decisamente meglio, sono felice di averla ritrovata >>
Gaara
non poté fare a meno di notare quanto fosse bello il suo sorriso,
era decisamente più raggiante del solito ed i suoi occhi più
luminosi.
<<
Ne sono lieto. Vai pure >>
Lei
poggiò un plico di fogli sulla libreria, stava per voltarsi verso di
lui in modo da fare un piccolo inchino in segno di saluto ma non ne
ebbe il tempo poiché il ragazzo si era già alzato dalla sedia e le
aveva preso delicatamente il braccio.
Il
bacio che ne seguì fu molto delicato.
<<
Buonanotte Matsu >> disse con voce molto dolce.
<<
Buonanotte Gaara >> rispose lei rossa in volto presa alla
sprovvista.
*
Quando
tornò a casa prese le chiavi dalla tasca, entrò e vide una cosa che
non vedeva da un mese a questa parte.
Ordine.
Da
quando aveva deciso di prendere in affitto quel piccolo appartamento
vicino all'accademia si era dovuta abituare a dribblare scatoloni,
rovistare per i cassetti o le scatole in modo da trovare due calze
pulite, mangiare sul letto perché la tavola fungeva da armadio e
l'armadio da dispensa.
La
dispensa conteneva i kunai.
Spalancò
gli occhi felice come non mai.
Si
avvicinò al divano che non aveva più neanche un libro poggiato e si
sdraiò comodamente, guardò la cucina sistemata ed il forno acceso e
sospirò contenta.
<<
'Tsu tsu? Sei tu? >>
Detestava
essere chiamata così da bambina e non lo apprezzava particolarmente
nemmeno da adulta, ma evidentemente questo Sumire non lo capiva.
<<
Hai. Sono in cucina >>
La
ragazza si avvicinò tenendo una grossa scatola in mano con gli occhi
spalancati ed estasiati.
<<
Sai cos'è questo? >>
Matsuri
si mise a sedere incuriosita.
<<
Iee... altri libri? >>
Sumire
fece cenno di no col capo.
<<
Questo è l'ultimo scatolone! >> disse saltellando allegra.
Dopo
il suo trasferimento a Suna avevano deciso di vivere insieme.
L'appartamento
era situato all'ultimo piano, era piccolo e spesso si udivano i
pianti dei bambini del terzo piano, ma per le ragazze era un piccolo
paradiso.
Entrando
c'era la cucina che fungeva anche da salone sulla sinistra due camere
da letto e un bagno.
C'era
voluto un po' di tempo per portare i bagagli della ragazza da Iwa a
Suna ma finalmente il trasloco era finito.
<<
Francamente non so che contenga. Lo volevo aprire insieme a te >>
<<
Magari più tardi, sono un po' stanca >>
<<
Bisogna festeggiare! Beviamo qualcosa! >>
Prese
dal frigo una bottiglietta di birra e ne lanciò un'altra a Matsuri
che la prese al volo.
<<
Io non la bevo tutta >>
Sumire
diede un veloce sorso.
<<
Questo perchè sei tremendamente noiosa >>
<<
Non è vero >>
<<
Si invece >>
<<
Noo >>
Risero
entrambe di gusto.
<<
Che hai cucinato di buono? >>
<<
Carne >>
<<
Ancora? >>
<<
Hai >>
Matsuri
roteò gli occhi al cielo e sbuffò, quel nuovo stile alimentare era
decisamente troppo pesante per lei.
<<
Eddai in forno c'è la torta al wasabi che ti piace tanto >>
<<
Yay! Allora ti perdono >>
*
Sumire
era ufficialmente un'abitante di Suna da poco più di un mese e da
subito si era impegnata per salire di livello.
E
come suo sensei Kankuro aveva messo a punto un piano d'allenamento
estremamente duro.
<<
Altre cinque ripetizioni >>
Lei
spalancò gli occhi sorpresa.
<<
Nani? >>
<<
Hai sentito >>
La
ragazza sbuffò piazzandosi a terra e prese a fare altre flessioni
questa volta con dei pesi sulla schiena.
Kankuro
continuava ad osservarla con un'espressione indecifrabile con le
braccia incrociate.
<<
Più veloce. Devi rafforzare la tua resistenza >>
Sumire
aumentò la velocità.
Quel
ragazzo era simpatico, gentile, divertente e molto paziente.
Ma
come sensei si tramutava in un autentico stronzo.
<<
Se vuoi diventare chunin devi allenarti con più costanza >>
<<
Hai >>
C'era
un motivo se quegli allenamenti erano così intensi: tra tre mesi si
sarebbero tenuti gli esami dei chunin e il jounin l'aveva
raccomandata.
Purtroppo
lei non aveva ancora potenziato
abbastanza i muscoli delle braccia e questo la limitava non solo nel
taijutsu
ma anche nel ninjutsu.
La
ragazza possedeva i chakra elementari dell'acqua e del vento e un
particolare kekkei genkai: l'ekiton
ovvero l'arte
dei liquidi.
Non
riusciva a contollare solo l'acqua ma anche tutte le sostanze allo
stato liquido e, mescolando questo suo potere col suo chakra di
vento, era in grado di congelarle.
Purtroppo
per il problema sopracitato non aveva ancora il pieno controllo di
tale tecnica.
*
Dopo
quel durissimo allenamento Kankuro, non contento, aveva affidato alla
ragazza il compito di potenziare le sue braccia colpendo
ripetutamente un pilastro non portante mentre lui era andato a
svolgere alti suoi incarichi.
La
ragazza roteò gli occhi al cielo più e più volte tuttavia non era
intenzionata ad andarsene prima di aver finito i suoi esercizi.
Aveva
quasi finito quando sentì una presenza dietro di lei.
Era
Temari.
La
Kunoichi teneva le mani ai fianchi e la guardava con aria di
superiorità. Era abituata ad incutere timore e farsi rispettare da
chiunque dunque non si fece problemi a parlare con voce autoritaria.
<<
Non hai ancora finito? Mi serve questo campo >>
Tuttavia
Sumire non era Matsuri.
<<
Finisco questa ripetizione e me ne vado Temari-san >> disse
pacata nonostante il fiatone.
<<
Ti ho detto adesso >>
Nonostante
il tono autoritario della Sabaku lei non mosse ciglio.
<<
Goumen ma il mio sensei mi ha dato ordini precisi >>
Temari
assottigliò gli occhi.
<<
Sumire! >>
<<
Sto solo rispettando gli ordini >>
L'amazzone
del deserto inspirò profondamente cercando di mantenere la calma.
Dopo
alcuni minuti la ragazza finì non una ma ben cinque ripetizioni. Si
stiracchiò e si girò verso Temari con aria serafica.
<<
Finito. Il campo è tutto suo Temari-san >> disse con una voce
leggiadra e fresca che risvegliò tutti gli istinti omicidi più
profondi e nascosti della ragazza.
Cercò
di parlare ma la genin fu più veloce.
<<
Vado a farmi una doccia. Buona giornata >>
E
si allontanò a passo svelto.
Qualche
minuto dopo Gaara venne convocato d'urgenza dagli anziani perché il
campo di addestramento 3 apparentemente era stato raso al suolo da
quello che sembrava essere stato un tornado.
***
Angolo
dell'autrice.
Perdonate
il ritardo, spero comunque che la lettura vi sia piaciuta.
Non
so bene se durante le feste avrò tempo o meno per stare al pc dunque
intanto vi faccio gli auguri, nel caso li ripeto nel prossimo capitolo.
Tanto non vi offendete giusto?
Ciao
ciao. Tanti auguri di buon Natale e buone feste.
Violetta_
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 -Missione di livello C- ***
Missione
di livello C
Nonostante
fosse una selvaggia e lo facesse impazzire nove volte su dieci Sumire
sapeva rivelarsi estremamente responsabile e ligia al suo dovere
quando di trattava si compiti da kunoichi. Dunque aveva deciso di
affidarle una missione di livello C insieme alle sue compagne di
squadra e ovviamente la supervisione di Kankuro.
Nulla
di trascendentale: avrebbero dovuto scortare un ricco mercante d'armi
dalla sua casa sino al punto d'incontro con degli acquirenti del
paese del vento.
<<
Katsuro-san ha usufruito dei servigi di
Suna molte volte, e non è uno facile da accontentare. Mi raccomando
di tenere alta la reputazione del nostro villaggio >>
<<
Hai Gaara-sama. Non la deluderemo >>
Sumire
aveva usato un tono di voce conforme alla situazione, senza il minimo
accenno di sarcasmo o ironia, ma Gaara si sentì comunque preso per i
fondelli.
<<
Partirete stasera, siate puntuali >>
<<
Hai Gaara-sama >>
Le
ragazze si inchinarono in modo molto rispettoso e uscirono dalla
stanza, a chiudere la porta fu proprio Sumire che non mancò di
agitare la manina in modo un po' infantile approfittando di un
momento di distrazione di Kankuro.
Lui
infatti stava sfogliando dei documenti prima di riporli nella
libreria.
<<
Otouto vado a sistemare Sasori prima di partire >> disse
distrattamente.
<<
Io non so come fai a sopportarla... >> mormorò Gaara
assottigliando lo sguardo.
Il
fratello aggrottò la fronte confuso.
<<
Chi? >>
<<
Niente niente >>
*
Verso
sera Kankuro preparò i rotoli con le sue marionette e li fissò dietro
la
schiena, si mise il cappello ed uscì dal palazzo.
Stava
tranquillamente andando verso il punto d'incontro quando il rotolo di
Sasori si spostò minacciando di cadere dalla sua schiena.
Si
fermò per sistemarlo quando udì delle voci da una delle stradine
secondarie.
<<
Ecco lo sapevo io >>
<<
Che? >>
<<
Le hanno affidato una missione di livello C. C ti dico! >>
<<
Che raccomandata >>
<<
A questo punto perchè non metterla direttamente in consiglio dico
io... magari con una scorta! >>
<<
Bisogna prendere dei provvedimenti. Dopotutto è solo una genin
basterebbe il voto del consiglio per farla cacciare >>
Kankuro
serrò la mascella e nervosamente si sistemò meglio sulle spalle i
rotoli con le sue marionette.
Quelle
voci stavano diventando sempre più fastidiose.
In
un'altra situazione sarebbe bastato l'intervento del Kazekage per
risolvere tutto ma Kankuro non era assolutamente il tipo di uomo che
sarebbe andato dal fratello a lamentarsi.
Ne
andava del loro orgoglio e della loro reputazione.
Si
recò verso le mura del villaggio dove i tre erano già pronti ad
attenderlo.
<<
Siete pronti per partire? >>
<<
Hai Kankuro-sama >>
<<
Questa è la vostra prima missione di livello C, mi raccomando non
deludetemi >>
*
Arrivarono
velocemente all'abitazione del mercante: era una nōka
di grandi dimensioni con un enorme giardino. Il carro era già fuori
dal cancello.
<<
Benvenuti >>
A
parlare non era stato il mercante bensì quello che sembrava essere
un suo servitore, un uomo piuttosto aventi con l'età completamente
calvo e dai modi di fare gentili.
<<
Kankuro-sama siete venuto personalmente. E' un onore >>
<<
Arigatou Seri-san >>
<<
Queste graziose fanciulle sono la scorta? >>
<<
Hai. Non temere nonostante le apparenze sono kunoichi molto
preparate >>
Il
mercante uscì dalla camera camminando a testa alta e molto
lentamente.
Tutti
i presenti fecero un profondo inchino meno che Kankuro che si limitò
a fare un rispettoso cenno col capo.
Il
mercante non rivolse la parola a nessuno, lanciò una rapida occhiata
al marionettista ed entrò nella carrozza con aria molto arrogante.
<<
Simpatico... >> mormorò sarcasticamente Sumire.
<<
Porta rispetto >> la ammonì Kankuro poi con un cenno della
mano diede l'ordine alla squadra di circondare la carrozza.
Il
servitore salì sulla carrozza dando una piccola frustata al cavallo
che iniziò a muoversi.
Il
tragitto fu percorso nel più totale silenzio interrotto soltanto dal
rumore di alcuni uccelli.
Kankuro
di tanto in tanto alzava gli occhi al cielo controllando la zona ed
un paio di volta guardò alla sua destra: Sumire controllava l'altro
lato anteriore della carrozza, era calma e pacata ma lui riuscì a
notare le labbra piegate in un'espressione piuttosto annoiata.
Arrivarono
alla periferia del piccolo villaggio e la carrozza si fermò davanti
a quello che sembrava essere un magazzino.
Davanti
il cancello c'era un uomo vestito totalmente di rosso con una fascia
bianca all'altezza dello stomaco. Un pugno di uomini ai suoi lati
dall'aria tutt'altro che rassicurante.
Il
mercante, accompagnato da Seri, scese dalla carrozza e si diresse di
fronte all'uomo vestito di rosso, si inchinarono entrambi in segno di
saluto poi entrarono nel magazzino.
Kankuro
ed il suo team fecero per entrare ma vennero bloccati.
<<
Solo Katsuro-sama
e il suo servitore >>
Kankuro
rispose con aria impassibile, non era del tutto anomalo che durante
queste trattative i due principali contendenti volessero star soli
con solo i servi ad assistere.
<<
Wakatta >>
La
porta si chiuse alle loro spalle ed i ninja si disposero in modo
abbastanza sparpoagliato ma restando comunque vicini all'edificio.
La
negoziazione richiese parecchio tempo durante il quale Kankuro e le
ragazze attesero fuori dal cancello.
Sumire
si avvicinò al ragazzo mettendosi di fianco a lui dopodichè guardò
dietro di lei.
<<
Ne mancano due >> mormorò.
<<
E' vero, probabilmente si sono allontanati >>
Non
era necessario rimanere impassibili di fronte al cancello dunque non
ci vide nulla di insolito.
Anche
Takasha si era seduta su una roccia e aveva preso a lucidare il suo
kunai preferito mentre Mao era salita in cima ad un muretto e
passeggiava guardandosi intorno.
Improvvisamente
una violenta esplosione fece saltare le mura del magazzino.
Istintivamente
Kankuro prese il braccio di Sumire attirandola a se e coprendola col
suo corpo, Mao con un salto riuscì a non farsi colpire dai sassi che
stavano schizzando dappertutto con grande velocità.
Il
pugno di ninja di poco prima era drasticamente aumentato e adesso
stava seminando il panico nel villaggio: le donne coi loro bambini in
braccio correvano nel tentativo di mettersi al sicuro, non erano loro
l'obbiettivo ma quei nukenin non sembravano farsi molti scrupoli pur
di infiltrarsi negli edifici per sottrarre ulteriori armi e anche
qualche oggetto di valore.
Takasha
si alzò velocemente in piedi e dopo aver atteso un paio di istanti
si divincolò tra le macerie cercando di entrare nel magazzino e per
poco non venne travolta dalla carrozza con all'interno alcune tra le
armi più preziose, i rotoli coi codici ed altri strumenti più
voluminosi ed il mercante che urlava come un ossesso tenuto fermo
dall'uomo completamente vestito di rosso.
<<
Dannazione. Kankuro-sama il mercante è stato rapito! >>
Il
marionettista fece rapidamente mente locale: quella doveva essere
sicuramente una trappola per rubare le armi ed altri segreti
militari, probabbilmente si trattava di una piccola organizzazione di
banditi.
<<
Voi rimanete qui ed occupatevi della popolazione. Io penso al
mercante >>
<<
Nani? Da solo? >>
<<
Hai Sumire. Fa come ti ho detto >>
Takasha
e Mao avevano immediatamente obbedito agli ordini iniziando a
proteggere gli abitanti: grazie alla sua tecnica combinata alle carte
bomba, e anche ai suoi modi non proprio delicati per Takasha non fu
difficile respingere i suoi nemici, la stessa cosa valeva per Mao che
con i suoi shurichen e la tecnica delle cento lame non aveva avuto
difficoltà a mettere in salvo i bambini del'asilo.
Kankuro
aveva preso immediatamente l'inseguimento: il cavallo sembrava
impazzito e continuava a correre a grandissima velocità: ormai era
fuori dal villaggio, in una zona rocciosa pericolosamente vicini ad
un dirupo.
Come
se non bastasse alcuni ninja lo stavano inseguendo nel tentativo di
rallentarlo.
Deviò
agilmente verso destra procedendo a zig zag per eludere gli avversari
ma il gruppo era veramente numeroso ed alla fine venne braccato in un
vicolo cieco: lo aveva circondato impedendogli di raggiungere il
carro che continuava ad avanzare.
La
situazione stava degenerando: il ragazzo era troppo occupato col
gruppo di nukenin e non poteva certo occuparsi anche del carro.
Le
ragazze erano rimaste al villaggio nel tentativo di mettere in salvo
la popolazione.
<<
Maledizione >>
***
Angolo dell'autrice.
Ciao a tutti, come va?
Per chi se lo stese chiedendo
confermo la crossover, in realtà non so se è corretto definirla così,
sarebbe più corretto dire "guest star" o cameo.
Che dite vi è piaciuto? Fatemi
sapere e come sempre grazie a tutti i lettori.
Baci.
Violetta_
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 -Sigarette- ***
Sigarette
All'improvviso
Kankuro vide una figura saltare veloce come un razzo, prendere il
rotolo con Sasori alle sue spalle e balzare in direzione del carro.
<<
Sumire! >>
La
ragazza aprì la marionetta azionando il lanciafiamme, ovviamente
nonostante fosse una discreta marionettista, Sasori era una sfida
troppo impegnativa per lei: senza volerlo fece scattare il meccanismo
per il fumo velenoso che si diffuse ovunque, le fiamme si sparsero a
casaccio colpendo due nukenin ed il carro che sbandò andando verso
il dirupo.
Grazie
alla sua invidiabile velocità la ragazza riuscì comunque a
raggiungere in carro e si mise in groppa al cavallo, la povera bestia
però era così spaventata che iniziò a scalciare riuscendo a
rompere le braghe che lo tenevano legato.
<<
Ma porc... >>
Il
carro con all'interno il mercante stavano andando dritti contro il
dirupo, la ragazza riuscì ad entrare all'interno tentando di
afferrare il mercante. L'uomo era legato ed in completo stato
isterico, urlava e si dimenava rendendo le cose ancor più difficili
alla ragazza.
<<
Quel maledetto si è dato alla fuga e mi ha lasciato qui >>
Si
riferiva al suo rapitore che aveva preferito prendere due o tre
rotoli e saltare fuori dal mezzo.
<<
Si, ho capito signore ma adesso stia... >> l'uomo nella foga le
diede un pugno, non molto potente, in pieno volto << ...stia
fermo per favore >> concluse la ragazza massaggiandosi il naso
per due secondi.
Alla
fine riuscì ad uscire dalla piccola finestra, poggiò il mercante al
suolo mentre era ancora intento ad urlare e a dimenarsi, poi si voltò
occupandosi del carro: cercò di fermarlo usando Sasori, la
marionetta afferrò una delle ruote posteriori e puntò a terra coi
piedi, il carro rallentò di poco fino a finire sul bordo del
precipizio oscillando pericolosamente.
Nonostante
stesse governando la marionetta con entrambe le mani i suoi fili di
chakra erano troppo deboli e sottili.
Sumire
serrò i denti avvertendo che stava arrivando al limite. Era
perfettamente cosciente di non avere la forza per resistere ancora a
lungo quindi ispirò a fondo ed infine urlò con tutta la voce che
aveva.
<<
KANKURO! >>
Il
ragazzo aveva approfittato della nube velenosa per sbarazzarsi dei
suoi nemici e aveva iniziato a correre verso il carro. Era abbastanza
vicino quando udì la voce della ragazza.
<<
Sto arrivando tranquilla >>
In
quell'istante la ruota si staccò dal suo perno e una delle pareti
del carro sbatté contro la roccia rompendosi e facendo cadere buona
parte del suo contenuto.
Sumire
si sedette a terra priva di energie annaspando.
Kankuro,
con un veloce movimento delle dita, riuscì a collegare i fili di
chakra con la parte ancora integra del carro riuscendolo a salvare,
purtroppo però gran parte del carico finì nel vuoto.
Quando
il nuvolone di polvere si diradò il ragazzo si voltò per
controllare la situazione: il mercante era svenuto tra le urla con
tanto di lingua di fuori, Sumire era sdraiata a terra con gli occhi
chiusi e col fiatone.
Si
avvicinò a lei, la ragazza sorrise appena percependo la sua
presenza.
<<
Wow è stato fantastico! Non mi divertivo così da un sacco di
temp... >>
Aprì
un occhio e immediatamente la sua allegria mutò in disagio e paura,
lo sguardo di Kankuro non era per nulla rassicurante.
<<
Ti avevo detto di rimanere al villaggio e mettere in salvo la
popolazione >>
Lei
si alzò di scatto cercando di giustificarsi.
<<
Ma eri in svantaggio! Non potevi farcela da solo >>
<<
Avresti potuto ferirti o peggio! Senza considerare l'esito della
missione. Hai visto in che condizioni è il carro? E il mercante?
>>
<<
Demo... >>
<<
Basta. Torniamo al villaggio >>
*
La
missione non era del tutto fallita, dopotutto il mercante era vivo e
parte del carico era stato recuperato. Tuttavia a causa di quel
piccolo incidente il mercante era andato su tutte le furie e si era
rifiutato di pagare il compenso pattuito.
Questo
comportava un grave problema per la visibilità del villaggio. E per
questo il consiglio lo mise tra i primi punti nella lista degli
ordini del giorno.
Kankuro
si sedette al suo solito posto ascoltando la discussione in silenzio.
Gaara
intanto aveva analizzato i rapporti e stava esprimendo la sua
opinione.
<<
Sumire non ha sbagliato: grazie a lei non ci sono stati feriti >>
<<
Ma a causa sua abbiamo perso la fiducia
di Katsuro-sama
>>
<<
Il mercante ha sempre un motivo per lamentarsi. Sappiamo bene che
richiederà i nostri servigi non appena si sarà calmato >>
La
situazione sembrava apparentemente risolta ma il marionettista
cominciò a notare le occhiate dei consiglieri e udì degli strani
mormorii.
Alla
fine prese la sua decisione.
<<
Matte Gaara. Sumire ha disubbidito ai miei ordini ed è giusto
che meriti una punizione >>
I
consiglieri lo guardarono con aria circospetta mentre Gaara era molto
perplesso.
<<
Subirà un richiamo allora >> disse pacatamente.
<<
Non sarebbe meglio riconsiderare la sua partecipazione all'esame dei
chunin? >> suggerì uno dei consiglieri.
Gaara
portò le mani davanti al viso e poggiò i gomiti sul tavolo.
<<
Adesso non esageriamo >>
I
consiglieri cominciarono a mormorare più vistosamente di prima
finché un altro prese la parola.
<<
Quindi solo una semplice ramanzina? >>
<<
Temete forse che lo Tsukikage si possa offendere? >>
Sia
Gaara che Kankuro serrarono la mandibola offesi per quella
frecciatina.
Alla
fine uno dei consiglieri più silenziosi, e forse per questo più
viscidi decise di prendere la parola.
<<
Propongo di non assegnarle più missioni sino agli esami dei chunin,
una volta svolti quelli, a seconda del suo risultato decideremo sul
da farsi >>
In
questo modo la ragazza non solo avrebbe perso solo delle grosse
opportunità di allenamento ma avrebbe anche abbassato il punteggio
della sua squadra.
Tuttavia
non c'erano più possibilità di negoziazione dunque Gaara decise di
chiudere in quel modo la discussione.
<<
E' deciso allora. Passiamo al prossimo punto >>
*
Alla
fine della riunione Gaara prese il fratello in disparte.
<<
Che ti è preso Kankuro? Ero convinto che ci tenessi a quella ragazza
>>
<<
Io sono il suo sensei Gaara, e lei ha sbagliato >>
<<
Lo sai che, come suo sensei, basterebbe una tua parola e potrei...
>>
<<
No >>
Gaara
aggrottò la fronte non riuscendo a capire il motivo di quella sua
decisione così drastica.
Per
quanto fosse irritante la ragazza non meritava un trattamento simile.
*
Quella
sera Sumire non proferì parola, bevve soltanto un po' di the alla
menta ed andò a letto prima del solito.
<<
Sumy va tutto bene? >>
Era
stata convocata nell'ufficio del Kazekage poco prima e Matsuri
l'aveva accompagnata.
In
presenza di Kankuro, di due consiglieri e di Gaara, le era stata
riferita la sua punizione e questo aveva intaccato moltissimo sia il
suo umore che il suo orgoglio.
Una
kunoichi senza missioni non è una kunoichi.
Non
aveva fiatato, non si era minimamente ribellata, aveva chinato il
capo ed era uscita dall'ufficio accettando passivamente quella
punizione a suo avviso molto ingiusta.
<<
Hai Matsu.. sono solo stanca >>
<<
Per caso ne vuoi parlar... >>
<<
No >>
Era
abituata ai rimproveri ed alle ramanzine, non era certo una novità
che fosse insofferente agli ordini.
Tuttavia
lo sguardo di Kankuro le aveva fato male.
Forse
non era arrabbiato soltanto per lo scherzetto con Sasori.
Forse
si trattava di qualcosa di più.
Andò
in camera sua sdraiandosi sul futon e coprendosi sino alla testa.
<<
Sumy... >>
Matsuri
si sedette accanto a lei e prese ad accarezzarle le spalle e la
schiena.
La
sua presenza la fece sentire un verme, perché dato che le era stato
negato di svolgere le missioni ovviamente non avrebbe potuto
contribuire alla spese di casa.
E
mai avrebbe chiesto aiuto allo Tsuchikage.
<<
Sono una sorella orrenda... >>
<<
No non lo sei >> disse con voce dolce.
<<
Una sanguisuga che vive alle tue spalle... >>
<<
Smettila >> disse Matsuri con tono severo << entrambe
abbiamo un gruzzoletto messo da parte. Ce la caveremo vedrai >>
Sumire
continuava a tenere quell'aria piena di tristezza dunque lei decise
di prendere una decisione drastica.
<<
E così non pensi che io possa farcela a coprire le spese con le mie
missioni? >> il suo tono era offeso ma aveva un che di
scherzoso.
<<
Matsu... >>
Iniziò
a farle il solletico sui fianchi e allora Sumire capì.
<<
No Matsu. No >>
Entrambe
soffrivano tremendamente il solletico in quel punto, iniziavano a
ridere e non riuscivano a smettere.
<<
Matsu! >>
*
Quella
notte Shikamaru, stufo di essere preso a calci da una Temari in preda
ai suoi soliti sogni turbolenti, andò sul tetto di uno dei palazzi
nella zona ovest del villaggio e si accese una sigaretta diede due
boccate godendosi il meraviglioso ed assoluto silenzio che quel posto
offriva quando avvertì un'altra presenza.
Si
voltò e vide una piccola scia di fumo poco lontano da lui.
Decise
di avvicinarsi ed incrociò Sumire intenta a fumare seduta sul tetto
del palazzo dove abitava, l'aveva riconosciuta subito.
Si
avvicinò sino ad affiancarla e mise le mani in tasca.
<<
Le bambine non dovrebbero fumare >>
<<
Quando vedrò una bambina che fuma diffonderò il verbo >>
Rimase
spiazzato, non si aspettava una risposta tanto pronta. Non si era
nemmeno scomposta nel vedere una figura estranea nella notte, era
rimasta ferma a guardare davanti a se.
<<
Tu sei il genio vero? >>
Shikamaru
annuì.
<<
Così dicono >>
<<
Che ci fai qua fuori? Temari ti ha buttato fuori dal suo letto? >>
Per
la seconda volta Shikamaru spalancò gli occhi.
Era
sempre stato molto attento a non farsi scoprire. Com'era possibile?
Mise
una mano in testa giocherellando con l'elastico dei suoi capelli
<<
Non è come pensi >>
<<
Io non penso, ti ho visto sgattaiolare avanti ed indietro per quella
camera in piena notte per tre notti >>
<<
… >>
Il
ninja chinò lo sguardo.
<<
Touchè >>
Rifletté
per due secondi prima di continuare cercando le parole adatte per
farle quella domanda.
<<
...potresti evitare di raccontarlo in giro? >>
Lei
rise e finalmente si girò a guardarlo: era tutto rosso.
Gli
ondeggiò davanti la sigaretta tenuta tra l'indice ed il medio.
<<
E tu potresti evitare di raccontare di questa? >>
<<
Affare fatto >>
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 -Una splendida giornata- ***
Una splendida giornata
Quella
mattina Shikamaru aveva steso un rapporto scritto riguardo alla
missione svolta a Suna, lo aveva messo sulla scrivania di Naruto ed
era tornato nel suo magnifico lettuccio caldo convinto che sua madre
fosse andata al mercato.
Dieci
minuti dopo aveva sentito quella tremenda voce propagarsi dal piano
di sotto.
<<
Maaa sono tornato a Konoha solo da una settimana. Ti supplico, fammi
riposare... >>
Yoshino
Nara salì velocemente le scale, afferrò saldamente il lenzuolo e lo
tirò così forte da far cadere il figlio di faccia sul pavimento.
<<
E adesso te ne vai dall'hokage. Non ti voglio vedere prima di
stasera! >>
<<
Mendokuse >>
*
Naruto
stava facendo un sogno spettacolare: sua madre gli aveva riempito la
vasca da bagno col ramen e gli stava massaggiando la testa mentre il
padre stava svolgendo i lavori d'ufficio al suo posto e Kurama
intanto si allenava per potergli fornire una dose maggiore di chakra.
Abbracciava
il cuscino strusciando il viso contro esso mentre un rivolo i saliva
gli colava dal bordo delle labbra.
Improvvisamente
Sakura spalancò la porta iniziando a dargli dei piccoli pugnetti in
testa, non erano violenti ma erano sicuramente fastidiosi.
<<
Sakura-chan smettila >>
Lei
continuava.
<<
Sakura-chan ti prego >>
I
colpi diventarono più forti.
<<
Insomma Sakura-c... >>
<<
Naruto-kun? >>
In
un lampo i suoi genitori, kurama, il ramen e Sakura-chan svanirono
lasciando il posto agli interni di casa sua.
<<
Mmmh … >>
La
sua vista era molto appannata, riusciva a malapena a distinguere il
suo armadio e il tavolino.
<<
Naruto-kun? Va tutto bene? >>
Naruto
finalmente si svegliò e spalancò gli occhi riconoscendo la voce di
Hinata.
Si
alzò di scatto inciampando sui suoi vestiti gettati a terra la sera
prima, il che gli ricordò che doveva coprirsi. Una volta infilati i
pantaloni sbatté il mignolo contro il tavolo e, saltellando e
lacrimando dal dolore andò ad aprire la porta.
Hinata
si mise le mani sul volto arrossendo.
<<
Naruto-kun... >>
<<
Ciao Hinata. Che sorpresa... >>
<<
Va tutto bene? >>
<<
Hai. Perchè me lo chiedi? >>
<<
Sono le dieci e mezza del mattino... >>
Il
ragazzo spalancò gli occhi e la bocca girando la testa per guardare
l'orologio.
<<
Nani? Devo correre! >>
Stava
per sfrecciare verso il suo ufficio quando la voce di Hinata lo
riportò nuovamente coi piedi per terra.
<<
Naruto-kun la maglietta... >>
<<
Ah si giusto >>
Lui
tornò indietro di scatto preparandosi il più velocemente possibile.
*
Gaara
finì di mettere la sua firma su un foglio e si stropicciò gli
occhi.
A
Matsuri, che era di fronte a lui intenta a sistemare dei documenti,
quel dettaglio non sfuggì.
<<
Gaara? >>
<<
Mh? >>
<<
Ti andrebbe di andare su nel terrazzo? Oggi è una giornata davvero
splendida ed il vento è piacevole >>
Lui
annuì alzandosi dalla sedia e le prese la mano, chiaro invito ad
andare con lui.
Una
volta sul terrazzo liberò una piccola nuvoletta di sabbia e la fece
sedere su di essa.
<<
Oh >> lei arrossì presa alla sprovvista << non è
necessario... >>
<<
Sei stata in piedi tutta la mattina >>
<<
Non sono stanca >>
<<
Forse dovrei aggiungere un'altra scrivania ed una sedia >>
Lei
scosse la testa ed agitò le mani davanti a lui.
<<
Iee iee >>
<<
Ne sei certa? Non sarebbe un problema >>
<<
E' il tuo ufficio, io ti do solo una mano >>
<<
Wakatta... >>
Rimasero
fermi in silenzio un paio di minuti ad osservare il panorama
apprezzando la compagnia l'uno dell'altra.
<<
C'è qualcosa che posso fare per farti piacere? >>
Non
era bravo a fare gesti romantici, non si erano mai scambiati regalini
o bigliettini se non in occasione di alcuni eventi importanti,
tuttavia da un po' di tempo lui sentiva l'esigenza di fare qualcosa
in più per quella che ormai era diventata la sua ragazza.
Lei
sorrise e si scostò una ciocca di capelli dal viso.
<<
Si una cosa c'è >>
<<
Dimmi pure >>
<<
Siediti qui accanto a me >>
Lui
batté velocemente gli occhi un paio di volte, il suo viso del
ragazzo si colorì di un leggero rossore.
Liberò
un'ulteriore quantità di sabbia e si sedette accanto a lei
accontentandola.
Matsuri
poggiò la testa sulla sua spalla e le loro mani si intrecciarono.
<<
Avevi ragione. Oggi è davvero una splendida giornata >>
*
<<
Insomma Sumire ti decidi a colpire più forte? >>
<<
Lo sto facendo Kankuro sei cieco per caso? >> ringhiò.
Si
guardarono in cagnesco per un paio di secondi poi lei abbassò lo
sguardo.
<<
Goumen. Non si ripeterà >>
Entrambi
avevano i nervi a fior di pelle.
Mancava
un mese agli esami dei chunin e i loro allenamenti si erano fatti
ancora più intensi.
Ma
vi era un motivo molto più importante.
I
consiglieri non erano a conoscenza dei dettagli riguardo
l'annullamento del matrimonio col kazekage con la ragazza. Durante la
battaglia si erano messi in salvo nella sala del consiglio.
Solo
un certo gruppo di shinobi aveva assistito alla scena finale e in
gran parte erano forestieri poiché i ninja di Suna che avevano
difeso il villaggio erano stati troppo occupati a mettere in
sicurezza le mura per accorgersi di qualcosa.
Dunque
la loro relazione era rimasta piuttosto segreta.
Giravano
già delle voci non proprio belle sul conto di Sumire: la
principessina, la viziata, l'intoccabile.
Secondo
alcuni ninja i Sabaku si stavano indebolendo e stavano cominciando a
fare delle preferenze all'interno dell'accademia.
Gli
anziani non avrebbero visto di buon occhio il rapporto tra una genin
di un altro villaggio appena trasferita e il suo sensei, un Jounin
appartenente al clan Sabaku peraltro.
Senza
considerare il fatto che la suddetta genin fino a quattro mesi prima
era considerata la promessa sposa del Kazekage!
Lui
non voleva mettere a rischio la sua permanenza a Suna proprio adesso
che aveva ritrovato la sorella.
Lei
si comportava in modo molto pacato ed ubbidiente davanti al consiglio
poiché non ci teneva affatto a rovinargli la sua carriera di jounin
e la sua reputazione, inoltre aveva cominciato ad intuire qualcosa ma
aveva lei idee piuttosto confuse.
Man
mano che la situazione progrediva avevano iniziato a mantenere una
certa distanza che aumentava ogni giorno di più.
Entrambi
speravano silenziosamente di riavvicinarsi quando lei sarebbe
diventata chunin, ma non ne avevano parlato, non avevano mai preso un
vero accordo.
Quella
situazione iniziava a pesare.
Sumire
riprese a colpire la dura roccia senza dire una parola mentre Kankuro
si era seduto poco distante intento a guardare dei documenti.
Di
tanto in tanto la guardava di sottecchi.
<<
Stai rallentando >>
Lei
roteò gli occhi e colpì con più vigore.
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 -Questioni burocratiche e tornadi- ***
Questioni
burocratiche e tornadi
Shikamaru
era poggiato su un tronco d'albero con le braccia conserte e gli
occhi chiusi, di tanto in tanto sbadigliava e poi muoveva le labbra
sentendo la bocca impastata.
Erano
le sei del mattino.
Le
fottute sei del fottuto mattino.
A
quell'ora ogni cellula del suo corpo esigeva una coperta calda, un
cuscino morbido ed un piacevole sonno.
E
invece era lì, alle porte del villaggio.
<<
Mendokuse... >>
<<
Sempre a lamentarti! Sempre! C'è qualcosa su questo pianeta che ti
sta bene? >>
Sobbalzò
sul posto ed aprì gli occhi voltandosi in direzione di quella voce
autoritaria e contrariata.
<<
Di certo non tu >>
Temari
ringhiò e storse il naso continuando ad avanzare a passo svelto
superandolo.
<<
Quanto sei galante... >>
Lui
la seguì con passo ciondolante e le mani incrociate dietro la nuca.
Dopo
una manciata di minuti si accigliò.
<<
Dove stiamo andando? Non ci sono alberghi qui >>
Nonostante
fosse stata invitata centinaia di volte da entrambi i Nara per
trascorrere la sua permanenza in casa loro, la ragazza aveva sempre
preferito optare per una dei tanti alberghi del villaggio, ma su quel
sentiero sapeva che non ce n'era nemmeno uno.
<<
Si ma c'è il palazzo dell'hokage >>
Shikamaru
spalancò gli occhi.
<<
Nani? Non vorrai andare a quest'ora spero >>
<<
Si invece. Abbiamo molto lavoro da fare e pochissimo tempo per farlo
>>
<<
Ma non ci penso proprio >>
Temari
alzò gli occhi al cielo ignorandolo e continuando a camminare.
<<
A quest'ora non c'è nemmeno Naruto in ufficio >> continuò a
lamentarsi.
<<
Non mi serve la sua presenza. So esattamente dove sono i documenti
>>
Arrivarono
al palazzo dell'hokage e raggiunsero l'ufficio apposito. Lei prese un
plico di fogli e si sedette compostamente iniziando a leggere mentre
Shikamaru si sdraiò sul pavimento e sbadigliò.
*
Quattro
ore dopo nello stesso palazzo, ma in un ufficio diverso, Sakura era
intenta a sfogliare nervosamente un manuale di erbe mediche. Aveva
passato la mattina in ospedale ed era arrivata nell'ufficio da tre
quarti d'ora buoni.
Dieci
minuti dopo con la coda dell'occhio vide Naruto entrare dalla porta
sbadigliando e grattandosi la zazzera bionda.
<<
Ma buongiorno >>
Lui
si irrigidì sul posto spalancando gli occhi.
<<
Sakura-chan... che ci fai qui? >>
<<
Oh stavo operando questa mattina, poi ho preso un caffè e poi sono
andata nel mio ufficio per controllare l'elenco del magazzino. E sai
che ho scoperto? >>
Naruto
invece di andare verso la sua scrivania rimase fermo sul posto, anzi
in realtà arretrò di mezzo passo.
<<
Che hai scoperto Sakura-chan? >>
<<
Ho scoperto che siamo a corto di strumenti medici PERCHè TU TI SEI
DIMENTICATO DI FORNIRE I FONDI SUFFICIANTI ALL'OSPEDALE! >>
Si
alzò di scatto e contemporaneamente Naruto fece uno scatto da
centometrista evitando per un soffio di venir colpito in testa dal
pesante manuale.
<<
Vieni qui testa quadra >>
<<
Sakura-chan perdonami! >>
*
Shikamaru
alzò la testa sentendo distintamente le urla dei due membri delo
storico Team 7.
<<
Mh Naruto è arrivato in ufficio >>
<<
Alla buon'ora >> disse sarcasticamente Temari.
*
<<
Vieni qui >>
<<
No >>
<<
Ti ho detto di venire qui! >>
<<
E io ti ho detto di no >>
Kage e Jounin fecero
una lunga corsa sino alla periferia del villaggio.
Sfrecciarono
davanti al campo di addestramento.
Poco
lontano da li Ten ten era intenta a passeggiare aggrappata al braccio
di Rock lee.
I
due avevano preso ad uscire insieme da qualche mese tuttavia
apprezzavano più stare in mezzo alla natura che andare per le vie
del villaggio.
<<
Ne ne Lee ci sediamo da qualche parte? >>
<<
Ma abbiamo fatto solo qualche passo >>
<<
Daiii >>
<<
Yosh! Allora tu ti siedi su
quella roccia e io ti faccio vedere la
mia nuova tecnica >>
Lei
rise. Non c'era verso di cambiarlo, sarebbe stato sempre un
inguaribile iperattivo.
<<
Wakatta >>
Lui
si mise in posizione tutto serio nella sua tutina verde e la fissò.
<<
Sei pronta? >>
<<
Hai hai >>
Lui
chiuse gli occhi inspirò a lungo e poi saltò con decisione.
Proprio
in quel preciso istante due missili umani, uno arancione e uno rosa,
sfrecciarono proprio in quella direzione colpendo in pieno il povero
ninja dalle sopracciglia folte.
<<
Sakura-chaaan. Ti prego! >>
<<
Fermati baka! >>
Rock
lee girò come una trottola a mezz'aria per quattro o cinque volte
prima di atterrare a terra preso dalle vertigini.
Ten
ten si precipitò subito inginocchiandosi verso di lui.
<<
Lee! Lee! Daijōbu? >>
Lui
continuava ad avere delle forti vertigini e sembrava che la foresta
girasse tutta intorno a lui.
<<
Che roba era? Un tornado? >>
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 -Doveri- ***
Doveri
Quel
giorno due terzi della famiglia Sabaku si svegliò ed iniziò la
giornata con fare iperattivo.
Mancavano
esattamente quattro giorni prima degli esami dei chunin ed entrambi,
anche se per motivi diversi, dovevano mettere a punti gli ultimi
preparativi.
<<
Dove diamine è la mia fascia rossa? Kankuro! >>
Il
suddetto ragazzo quel giorno non era lì.
Cioè,
fisicamente si trovava nel suo laboratorio chino sul tavolo da
lavoro, ma mentalmente era altrove.
Gli
stavano sorgendo alcuni dubbi riguardo a Sumire.
Negli
ultimi mesi erano sempre più distanti, erano sempre più freddi
l'uno con l'altra.
E
se questo avesse influito sull'allenamento? E se non l'avesse
preparata a sufficienza?
Inoltre
non era certo che il loro rapporto si sarebbe ripreso,
indipendentemente dal risultato.
Forse
quei dodici giorni erano gli ultimi giorni che trascorrevano come
sensei ed allieva, gli ultimi giorni dove avrebbero avuto una scusa
per vedersi in una stanza da soli.
Forse
dopo non si sarebbero più visti se non per qualche sporadica
missione.
<<
KANKURO! >>
Avvertì
una potente scossa elettrica lungo la schiena e si voltò furente
verso la fonte di quella voce.
<<
Dov'è la mia fascia rossa! >>
<<
Non lo so >>
La
ragazza corrugò la fronte avvertendo qualcosa di molto strano nel
suo tono di voce.
Non
ebbe il tempo per ribattere o chiedere spiegazioni che Kankuro si
alzò e si diresse verso la porta.
<<
Vado alla serra. Ci vediamo dopo >>
*
Temari
alzò gli occhi al cielo e si voltò facendo oscillare la gonna del
lungo kimono nero tenuto fermo da una molletta.
Dopo
mezz'ora la sua fascia rossa apparve misteriosamente sul suo letto
dov'era certa di aver controllato circa una ventina di volte.
Se
la prese coi kami e persino con Shikamaru, attribuendo a lui la colpa
se era diventata meno ordinata di quanto lo era due anni prima.
Finì
di vestirsi ed andò nell'ufficio del fratello minore, stava per
afferrare la maniglia quando si bloccò all'istante: la porta era
socchiusa e al suo interno sentiva come delle risatine.
Senza
fare il minimo rumore sbirciò nella fessura e vide il kazekage e
Matsuri guardare fuori dalla finestra: lui teneva delicatamente la
mano destra poggiata sul suo braccio e stavano ridendo su un
argomento a lei sconosciuto.
Chiuse
gli occhi ed ispirò a fondo. Poi bussò tre poderosi colpi alla
porta.
<<
Gaara? >>
Matsurì
sobbalzò sul posto e le ciocche più corte dei suoi capelli si
rizzarono all'istante, Gaara ebbe una reazione molto meno evidente ma
pur sempre sorpresa.
Si
premurò di dare alla piccola ex allieva una piccola carezza e
rivolgerle uno sguardo rassicurante prima di sedersi sulla sedia.
<<
Entra pure >>
La
jounin fece il suo ingresso tenendo con una mano sola un grosso plico
di fogli.
<<
Questi sono i dati sui partecipanti, la lista degli invitati più
illustri, e qua le bozze del nuovo modulo di consenso per la seconda
prova >> Alzò per un istante lo sguardo << Ah ciao
Matsuri >>
La
ragazza sentì ogni singolo pelo del suo corpo rizzarsi come se fosse
un gatto.
<<
Ohayou gozaimasu Temari-sama >>
<<
Ti sei svegliata presto stamattina >>
<<
Ha... Hai... >>
Gaara
le allungò un plico di fogli molto più leggero.
<<
Potresti consegnare questi a Baki per favore? >>
Temari
guardò in modo eloquente Matsuri ma non proferì parola. Prese i
fogli ed uscì dalla stanza.
<<
Ci vediamo dopo >>
<<
A dopo Temari >>
La
porta si chiuse e quello che ne seguì fu un lunghissimo momento di
silenzio.
<<
Credo che tu possa tornare a respirare Matsuri >>
Lei
arrossì completamente, chiuse gli occhi e portò le mani chiuse al
petto imbarazzata.
<<
G... Gaara! >>
*
Dopo
aver trascorso buona parte della mattina alla serra andò in una
locanda mangiando due onigiri e poi andò all'accademia per
controllare la situazione degli iscritti agli esami.
Durante
il tragitto la sua attenzione venne catturata da una figura situata
sul tetto di un piccolo palazzo.
Sumire
stava leggendo con grande interesse un grosso libro.
Sbuffò
spazientito.
Sarebbero partiti l'indomani e lei
invece di allenarsi
che faceva? Perdeva tempo a leggere i suoi libri gialli?
Le
andò incontro a grande velocità e le si piazzò davanti.
<<
Insomma ma che intenzioni hai? >>
Lei
sobbalzò ed alzò lo sguardo allibita.
<<
Ciao... >>
<<
Non dirmi “ciao” che ci fai qui? Come ti salta in mente di
startene qui a riposare proprio oggi? >> disse con tono
alterato e a voce alta.
<<
Demo... >>
<<
Niente scuse dovresti andare ad allenarti >>
<<
Kankuro … >>
<<
E dovresti elaborare delle strategie con le tue compagne di squadra
>>
<<
Kankuro … >>
<<
E dovresti prepararti al meglio per la prima prova... >>
<<
Kankuro... >>
<<
La smetti di ripetere “Kanku...” >>
Si
bloccò all'istante.
Sumire
aveva alzato la copertina del libro e aveva allungato le braccia per
fargli leggere il titolo: era un manuale di preparazione per i test
accademici.
Lui
si sentì immediatamente a disagio.
<<
Sono venuta qui perché c'è silenzio e riesco a concentrarmi meglio
>>
Il
tono di voce della ragazza era piatto, ma lui riconobbe una grande
delusione nei suoi occhi.
<<
Ah... bene >>
<<
Fidati, ci tengo a superare questi esami molto più di te >>
Lui
si accigliò.
<<
Vado in accademia. Appena hai finito allenati. Ci vediamo domani
>>
Sumire
lo guardò saltare di tetto in tetto sino a sparire dalla sua vista.
Sospirò ed abbassò lo sguardo.
<<
A domani... >>
*
Quella
sera Sumire era particolarmente silenziosa.
Dopo
quello strano incontro aveva passato l'intero pomeriggio a pensare se
andare a parlargli o meno.
Purtroppo
se si fossero incontrati in un contesto estraneo agli allenamenti, o
peggio, se fosse andata a casa sua sicuramente qualcuno li avrebbe
visti ed ulteriori voci sarebbero cominciate a girare.
Non
poteva correre un rischio del genere.
Passino
gli scherzetti al Kazekage, in fondo aveva capito il tipo e sapeva
che non avrebbe fatto nulla ma se avesse commesso un errore o se
qualche dubbio si fosse instaurato agli occhi dei consiglieri i
suddetti avrebbero sicuramente fatto in modo di cacciarla dal
villaggio e probabilmente avrebbero giocato qualche brutto tiro a
Kankuro.
Da
quello che era riuscita a sapere alcuni di loro non vedevano l'ora di
sbarazzarsi dei Sabaku.
Non
voleva mettere a repentaglio la reputazione e la carriera del ragazzo
e meno che mai voleva correre il rischio di essere cacciata proprio
adesso dal suo villaggio natale.
Sarebbe
bastato resistere ancora per qualche tempo, si sarebbe dovuta
impegnare per superare gli esami, avrebbe fatto gavetta e magari col
tempo si sarebbe potuta riavvicinare a lui.
“Sarebbe
andato tutto bene” si ripeteva ma in realtà si domandava se lui
l'avrebbe aspettata o se alla fine si sarebbe stufato. Ogni giorno
diventava sempre più distaccato tanto che ormai non era più
totalmente sicura dei suoi sentimenti.
Nonostante
il suo titolo sin da piccola le era stato insegnato che nella vita
era necessario fare dei sacrifici. La realtà non era come una dolce
favoletta nel quale tutti finiscono felici e contenti. Ogni scelta,
ogni decisione doveva essere sostenuta con convinzione.
Quindi
se voleva vivere sia insieme alla sorella sia accanto l'uomo che
amava doveva pagare quel prezzo.
Ma
i suoi nervi erano stati messi a dura prova.
<<
Sumi va tutto bene? >>
Batté
gli occhi un paio di volte ed alzò la testa.
Matsuri
aveva finito di mangiare il suo riso e adesso stava sorseggiando del
succo d'arancia.
<<
Mh? Hai hai >>
<<
Non hai mangiato niente >>
<<
Non ho molto appetito >>
<<
Sei nervosa? >>
Lei
scosse la testa e sorrise in modo esagerato.
<<
Ma che dici? Sto benissimo >>
Matsuri
non ne era molto convinta.
<<
Guarda che non hai motivo di essere preoccupata per l'esame... >>
<<
Ah! Lo so. Ridurrò a pezzi gli altri partecipanti tranquilla >>
<<
E allora che hai? >>
Sumire
si alzò e sparecchiò velocemente.
<<
Non ho nulla. Che dovrei avere? Sto benissimo >>
Matsuri
la guardò con aria preoccupata. Sapeva che stava mentendo ma non era
certa che fosse la paura dell'esame a farla stare così.
*
Temari
e Gaara si guardavano preoccupati.
Era
più di mezz'ora che Kankuro giocherellava col riso senza mandarne
giù nemmeno un chicco.
Quel
pomeriggio aveva avuto la conferma che si erano allontanati
parecchio...
<<
Ci tengo a superare questi esami molto più di te >>
Cosa
significava quella frase? Era forse un modo per fargli capire che non
vedeva l'ora di non averlo più intorno?
Oltre
a questo aveva avuto la prova che ultimamente perdeva le staffe con
molta facilità.
E
se avesse tralasciato qualcosa? E se fosse stato troppo avventato?
Forse
lui aveva avuto troppa fretta a raccomandarla, in fondo che gli
costava aspettare altri sei mesi?
Si
sentiva un egoista.
Se
le fosse successo qualcosa gli anziani avrebbero potuto considerarla
un peso e cacciarla, o peggio avrebbe potuto farsi del male sul
serio.
Forse
non l'aveva addestrata abbastanza.
No.
Sumire era un'ottima kunoichi e di sicuro avrebbe superato
egregiamente gli esami.
Ma
lui aveva fatto del suo meglio come sensei? O il desiderio di averla
vicina lo aveva spinto a fare un gesto avventato?
Inoltre...
<<
Kankuro va tutto bene? >> chiese Temari accigliata.
Per
tutta risposta il marionettista le versò dell'acqua nel bicchiere.
<<
Kankuro! >>
Lui
alzò la testa.
<<
Mh? >>
<<
Non ti ho chiesto di versarmi l'acqua... >>
<<
Goumen sono molto stanco. Lasciate pure i piatti nel lavello
li pulirò domani mattina.
Temari
sbuffò irritata.
<<
Ma che ha? >>
Il
marionettista non la sentì nemmeno e uscì dalla cucina dirigendosi
in camera sua.
Gaara
da parte sua assottigliò lo sguardo. Conosceva bene il fratello e
sapeva che qualcosa non andava.
***
Angolo
dell'autrice.
Salve
a tutti lettori. Perdonate il ritardo, mi rendo conto che sto
aggiornando più lentamente del solito ma paradossalmente lo faccio
perchè mi sto dedicando ad altre ff.
Per
farmi perdonare però ho pubblicato un capitolo piuttosto consistente
non vi pare? *occhioni dolci*
A
parte gli scherzi spero di aver fatto un buon lavoro.
Alla
prossima. Besos (ultimamente mi piace salitare in spagnolo)
Violetta_
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 -Inizio degli esami dei Chunin- ***
Inizio degli esami dei Chunin
L'indomani
mattina le due gemelle si alzarono allo stesso orario, il che era
insolito perché Sumire, se poteva, preferiva crogiolarsi qualche
minuto in più sotto il tepore delle coperte.
<<
Buongiorno >>
<<
Ohayo Matsu. Hai fame? >>
Sumire
dopo essersi vestita si era messa ai fornelli e aveva preparato i
dorayaki.
<<
Dovresti prepararti per la partenza >> la ammonì la sorella.
<<
Ho ancora un'ora, abbiamo il tempo per una buona colazione >>
Si
sedettero a tavola iniziando a mangiare i dolcetti.
<<
Come va? Agitata? >>
<<
Na sto bene. Ma se hai qualche dritta da darmi è ben accetta >>
Matsuri
si portò un dito sul mento e guardò all'insu.
<<
Eeeto... Non prendere alla lettera i test scritti e cerca di
non dare nell'occhio. Almeno fino alla terza prova, la dovrai farti
notare >>
<<
Ricevuto sorella >>
Si
versò un bicchiere di latte.
<<
Verrai a vedermi? >>
<<
Dipende dalle missioni che mi affiderà il Kazekage >>
<<
Mh... scommetto che se glielo chiedessi ti darebbe il permesso >>
<<
Sumire ci sono degli obblighi ai quali ogni ninja deve obbedire >>
<<
Ok ok non ne vuoi approfittare. Quanto sei noiosa. Comunque vado
>>
<<
Non dimenticare la borsa dei kunai >>
<<
Eccola >>
<<
...ed il coprifronte! >>
<<
Non fare la mammina! >>
Matsuri
sospirò e poi le sorrise.
<<
Ci vediamo Sumy Sumy-chan >>
La
abbracciò con affetto.
<<
Ci vediamo tra qualche giorno 'tsu 'tsu >>
*
Sumire
raggiunse la sua squadra nel punto di incontro.
<<
Ohayo ragazze >>
<<
Ohayo Sumy >>
<<
A quanto pare siamo le prime >>
<<
Ancora per poco >> disse Mao indicando dietro di lei.
Tutti
gli altri team avanzarono a passo svelto ed una volta radunati Temari
batté il ventaglio violentemente al suolo ed iniziò a parlare con
voce autoritaria.
Kankuro
si trovava in disparte a braccia conserte e gli occhi chiusi.
<<
Allora ci siamo tutti? >>
<<
Hai Temari-sama! >>
<<
Perfetto partiamo subito. Voglio vedervi veloci scattanti e non
voglio sentire nemmeno una lamentela. In questi tre giorni faremo
solo una pausa >>
<<
Nani? >> Takasha strabuzzò gli occhi << … una
sola pausa per tre giorni? >>
<<
Piantatela di lagnarvi. Se non ve la sentite tornate pure a casa
sotto la gonna di vostra madre! >>
Sempre
delicatissima come un bocciolo di rosa.
Pochi
istanti dopo partirono verso Konoha: Temari in testa mentre Kankuro
si trovava in fondo a tutti i gruppi.
Sumire
avvertì un leggero disagio: quella mattina si erano guardati negli
occhi per circa due secondi ma non si erano salutati, non si erano
sorrisi, avevano semplicemente fronteggiato l'uno lo sguardo
dell'altra.
Kankuro
la guardava di tanto in tanto: sembrava concentrata, sicura di se, ma
aveva ancora parecchi dubbi riguardo quella situazione.
*
Quando
arrivarono a Konoha la prima cosa che videro fu un piccolo gruppo di
ninja tra cui uno coi capelli dall'inconfondibile forma d'ananas.
<<
Salve Temari, Kankuro >>
<<
Ciao Shikamaru >>
Kankuro
si limitò a salutare con un cenno della testa.
Attesero
circa una decina di minuti ed alla fine i partecipanti di tutti i
paesi si ritrovarono davanti le porte del villaggio.
Shino
si avvicinò al gruppo attirando subito la sua attenzione.
<<
Allora: gli esami avranno inizio tra un'ora e quindici minuti. Adesso
vi porterò nella struttura predisposta quest'anno. Siete pregati di
seguirmi, entrare dentro il palazzo, registrarvi ed attendete in
silenzio. Tutto chiaro? >>
Inquietante
e cristallino tanto che alcuni genin di Suna rivalutarono Temari.
Shikamaru
si avvicinò ai sensei dei vari team salutandoli in modo pacato ed
invitandoli a seguirlo.
<<
Quest'anno i sensei attenderanno all'accademia. L'hokage ha disposto
un piccolo rinfresco >>
*
Un'ora
dopo, finiti gli ultimi ritocchi organizzativi e dopo essersi
liberata di un odioso sensei del villaggio della nuvola Temari entrò
nella sala addetta ai censori.
Shikamaru
era già seduto sulla sua poltrona con le braccia incrociate dietro
la nuca ed gli occhi chiusi.
E
te pareva.
<<
Sveglia censore! >>
Gli
diede un colpo in testa e lui grugnì aprendo gli occhi.
<<
Ciao capitano >>
<<
Allora quale scherzetto hai preparato per oggi? >> chiese
l'amazzone di Suna sedendosi sulla poltrona ed incrociando braccia e
gambe.
<<
Nessuno scherzetto è solo un semplice test >>
Dalle
telecamere i due videro i vari team fare la fila per entrare dentro
la sala, i partecipanti vennero invitati a sedersi in posti ben
precisi indicati da Shino, su ogni banco era già presente un foglio
ed una penna.
La
prova consisteva in un test accademico a risposta multipla:
trentaquatto domande da un punto, un'ora di tempo.
Apparentemente
sembrava una prova semplice tuttavia il punteggio di ogni singolo
iscritto era collegato alla sua squadra e dovevano totalizzare cento
punti esatti, non era possibile comunicare in nessun modo poiché una
schiera di supervisori controllava ogni movimento della stanza.
Dieci
minuti dopo l'inizio del test un ragazzo osò alzarsi in piedi per
fare una domanda e Temari tramite il microfono diede l'ordine di
buttarlo fuori a calci, questo fece intuire a tutti i presenti che
dovevano ricorrere a qualche silenzioso trucchetto per passare la
prova.
Più
facile a dirsi che a farsi.
Sumire
lesse con attenzione ogni singola domanda ed iniziò a rispondere.
Il
rumore delle penne e il passeggiare dei controllori rendevano
quell'ambiente carico di tensione, per non parlare della presenza
inquietante di Shino e delle sue mosche.
Mezz'ora
dopo Mao e Takasha videro una piccola, quasi impercettibile macchia
di inchiostro sul loro banco.
N15
Un
ghigno si tinse sul volto di Takasha mentre Mao si limitò a
sospirare sollevata.
Un'ora
dopo Temari aveva fatto fuori, purtroppo per lei solo in modo
figurato, una trentina di ragazzi, altri cinque si erano ritirati
spontaneamente per esaurimento mentale e tre erano rimasti
misteriosamente bloccati in bagno.
Finalmente
il timer si esaurì e Temari fece il suo ingresso nella camera
seguita da Shikamaru che giocherellava con una sigaretta.
<<
Salve reclute >>
Si
piazzò davanti la scrivania e sbatté il ventaglio.
<<
Allora dovrete andare a Suna, soltanto le prime trenta squadre
potranno sostenere il secondo test. Niente liti e niente trucchi
durante il tragitto. E' tutto >>
Sumire
non attese un istante in più, diede il segnale alle sue compagne e
con uno scatto sfrecciò verso la finestra aprendola e saltando fuori
da essa con un balzo, la stessa cosa fecero i ninja di konoha ed una
squadra del fulmine.
Pochi
istanti dopo vennero seguiti da tutte le altre squadre.
Shikamaru
alzò un sopracciglio.
<<
Quella non era la hime? >>
<<
Ti ho già ripetuto mille volte di non chiamarla così >>
<<
Goumen, goumen... comunque è una ragazza molto sveglia >>
<<
Che cosa intendi dire frignone? >>
<<
Era solo una semplice costatazione mendokuse >>
***
Angolo
dell'autrice.
Salve
lettori, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Per
quanto riguarda la modalità degli esami mi sono basata sugli esami dei
chunin della 10° stagione.
A
presto.
Violetta_
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 -Kappuru dansu- ***
Kappuru
dansu
Il
sole sarebbe sorto tra pochi minuti.
I
primi trenta team si erano trovati davanti a Kankuro e Kiba che
diedero indicazioni sugli alloggi e sugli orari.
<<
La seconda prova si svolgerà domani mattina. Avete la giornata
libera ma tutti, compresi i ninja di Suna, stanotte dovranno
alloggiare nei palazzi del deserto del demone >>
Subito
dopo si dileguarono.
Sumire
tornò nel suo appartamento, gettò la fascia e la sacca con le armi
in un angolo e si sdraiò sul divano. Due secondi dopo venne accecata
dalla luce che si accese improvvisamente.
<<
Miuuu spegni la luceee >>
<<
Sumi non dovresti stare qui. Lo sai che è proibito lasciare gli
alloggi durante l'esame >>
Probabilmente
era stata informata da Gaara. Maledetto spione.
<<
Naaa ci hanno lasciato la giornata libera >> sbadigliò <<
Ho taaanto sonno >>
<<
E' normale, negli ultimi tre giorni non hai dormito. Ricordo che
quando ho sostenuto gli esami io dovevamo fermarci ogni tre ore
perché Yukata non riusciva a tenere gli occhi aperti... >>
<<
Tu invece? Hai dormito o eri taaanto preoccupata per la tua
sorellina? >>
La
gemella incrociò le braccia distogliendo lo sguardo.
<<
Macchè ho dormito benissimo in questi giorni, con questo silenzio è
stata una meraviglia >> disse con indifferenza, ma venne
tradita dal roossore sulle guance.
<<
Ma non sei uscita la sera? >>
<<
Beh non ho avuto molto da fare >>
<<
Rettifico. Ma non uscite mai insieme? >>
Lei
arrossì ancora di più capendo esattamente a cosa, o meglio a chi,
si riferisse e cercò di fare la vaga.
<<
Di che parli? >>
<<
Eddai lo so che tu e pandolino state insieme >>
<<
Non chiamarlo così! >>
<<
Ecco vedi? L'hai ammesso >>
Lei
abbassò lo sguardo a disagio.
<<
Sumy... lui è il kazekage, è il mio maestro... insomma... >>
<<
Oddio quanto siete noiosi... >>
<<
Non siamo noiosi >>
<<
Se fossi in te mi rinchiuderei nel suo ufficio fino a tarda notte
>>
<<
Beh evidentemente noi non siamo come te e Kankuro >> disse
completamente imbarazzata.
Sumire
cambiò espressione e si alzò per non darlo a vedere, tuttavia
Matsuri corrugò la fronte.
<<
Che c'è? >>
La
ragazza aprì il frigo rovistandoci dentro senza prendere niente, in
modo da mascherare il suo vero stato d'animo.
<<
Voi non arriverete puri e casti al matrimonio... arriverete puri e
casti alla vecchiaia! >>
Riuscì
ad usare un tono sarcastico impeccabile tanto da non insinuare dubbi
nella sorella.
<<
Ah ah simpatica. Ti suggerisco di andare a letto adesso dato che
stasera probabilmente faremo tardi >>
<<
Perchè? >>
<<
C'è una festa al villaggio. E' per questo che la seconda prova
inizia domani >>
<<
Ontoni? Figo. Allora ci vediamo tra qualche oretta >>
*
A
Suna si stava celebrando il festival della sabbia e per l'occasione
tutte le strade erano state addobbate a festa.
In
ogni strada vi erano disposte bancarelle con primizie e souvenir. Con
dolciumi e prodotti sia caratteristici del villaggio sia esportati da
altre terre.
Erano
stati invitati a partecipare anche gli abitanti dgli altri villaggi
che di certo non si erano fatti pregare.
Dopo
il lungo periodo di guerre ed incertezze adesso, non solo per la
popolazione ma anche per gli shinobi, era piacevole concedersi dei
momenti lieti fatti di festeggiamenti e leggerezza.
<<
E così gli ho mollato un pugno sul naso >>
Sakura
stava raccontando alle sue amiche dell'ultima avventura con Naruto,
il quale come al solito si rifiutava di stare seduto calmo e
tranquillo nel suo ufficio per piu di due ore.
<<
E dimmi Temari come stanno i tuoi fratelli? >>
<<
Oh stanno benone... >>
Il
gruppo di ragazze si voltò incuriosito dal rumore di una discussione
che sembrava piuttosto animata.
Temari
invitò il gruppo a proseguire suggerendo di andare verso la piazza,
lei li avrebbe raggiunti poco dopo.
<<
Sei un asociale >>
<<
Taci... strega >>
Nonostante
si fosse limitato a mormorare l'ultima parola Sumire la udì
comunque.
<<
Stupido panda >>
Temari
si mise le mani in faccia trattenendp i suoi istinti violenti.
<<
Io giuro che ti uccido >>
<<
Perchè non ci provi panda? >>
In
un angolo della strada la shinobi bionda incrociò altre due figure
familiari.
<<
Voi due non dite nulla? >>
Matsuri
e Kankuro si guardarono imbarazzatissimi.
<<
Fanno così da ore >>
<<
Che è successo questa volta? >> chiese Temari rivolgendosi a
Kankuro.
Il
ragazzo sospirò rassegnato e si mise le mani in tasca.
<<
Stasera ci saranno i balli tradizionali in piazza, e Gaara si rifiuta
di aprire le danze >>
<<
Beh non è certo una novità >>
Matsuri
si portò una mano sul viso imbarazzata.
<<
Sumire è convinta che sia dovere del capovillaggio aprire i
festeggiamenti >>
Per
tutti gli altri festival avevano provveduto altri shinobi ad
adempiere a quel compito, come ad esempio il miglior elemento
dell'accademia o uno dei jounin volontari. Una volta persino Kankuro.
Ma
per Sumire era inconcepibile una cosa del genere dato che sia a Tsuki
che persino ad Iwa quel compito spettava al capovillaggio.
I
festival non erano solo momenti superficiali e sciocchi: era
l'occasione per socializzare con altri villaggi, per far conoscere le
bellezze e le tradizioni del territorio e si potevano formare
preziose alleanze sia politiche che commerciali.
E
se una persona come Onoki metteva da parte il suo inflessibile rigore
in quell'occasione non vedeva perché Gaara non potesse fare
altrettanto.
<<
Io non ballo >>
<<
Ma è un'occasione importante >>
<<
Se ci tieni tanto perché non lo fai tu? >>
Sumire
si bloccò un istante tentata.
<<
Mi daresti il compito di rappresentare il villaggio per un evento
così importante? >>
<<
Non mi viene in mente nessun motivo per non farlo, sempre che tu ne
sia capace >>
A
quelle parole Sumire assottigliò lo sguardo.
<<
Non sfidarmi panda. Mai >>
Sin
dalla tenera età aveva sempre avuto una passione per la danza e il
canto, come hime erano anche arti che doveva conoscere.
Quando
si trasferì ad Iwa lo tsuchikage le aveva fortemente proibito
qualsiasi tipo di allenamento ninja, ma non le aveva proibito di
continuare a coltivare le alte sue passioni ritenendole innocue.
Non
sapeva che in realtà esistevano molti stili di ballo e che la
ragazza aveva sfruttato quel punto per camuffare gli allenamenti di
danza con quelli da ninja ed il risultato fu creare uno stile unico.
Quindi
quel balletto le sarebbe risultato facile come rubare
un manju ad
un bambino.
Ci
pensò su un paio di minuti poi fece spallucce.
<<
Va bene aprirò le danze …>>
Gaara,
convinto di aver scampato il pericolo, annuì e fece per andarsene.
<<
… insieme a te >>
Si
bloccò all'istante.
<<
Nani? Non se ne parla >>
<<
Si invece. E' un kappuru dansu e mi serve un cavaliere >>
E
giù con altre due ore di “amorevole dibattito”.
*
<<
Lee guarda quante armi >>
<<
Uh sake! >>
<<
Non pensarci nemmeno! >>
Ino
e Sakura si lanciarono uno sguardo d'intesa per un paio di secondi
prima di ridacchiare sotto i baffi.
Chouji
invece passeggiava mano nella mano con Karui ed entrambi erano
intendi a guardarsi trasognati.
Hinata
era intenta a placare gli animi di Naruto e Kiba davanti ad una
bancarella con un piccolo bersaglio.
Shikamaru
e Shino erano seduti su una panchina intenti l'uno a fissare male
malissimo uno
stando di beondegi
l'altro a dormicchiare con i gomiti poggiati sullo schienale della
panchina e il viso rivolto verso l'alto.
<<
Sono le quattro del pomeriggio >>
Il
Nara aprì un occhio trovandosi davanti in viso di Temari che lo
fissava con aria per niente pacifica.
<<
E' colpa del jet lag... >>
<<
Non fare l'imbecille. Konoha e Suna hanno lo stesso identico fuso
orario >>
Rassegnato
lui sbadigliò e si mise lentamente in piedi.
<<
Che hai? >>
Non
poteva essere tanto nervosa solo perchè l'aveva beccato a
dormicchiare: ci doveva essere sicuramente dell'altro.
Iniziarono
a passeggiare tra le bancarelle, lui con aria ciondolante e assonnata
nei intenta a digrignare i denti.
Non
gli aveva risposto: brutto, brutto segno.
Se
c'era una cosa che il Nara aveva capito perfettamente è che per
Sabaku no Temari o le cose andavano come voleva lei o altrimenti
andavano male.
Altri
punti di vista erano semplicemente inconcepibili.
<<
Per caso riguarda la hime? >>
Temari
sibilò come una vipera pronta all'attacco.
<<
Non chiamarla hime. Adesso è soltanto una semplicissima genin di
Suna >>
Eccolo
lì il problema: il solo fatto che quella ragazza esistesse la faceva
andare fuori di matto.
<<
Ti ricordo che l'hai scelta tu... >> disse cautamente Shikamaru
facendo finta di leggere un'insegna.
<<
Si ma le cose erano un tantino diverse >>
Un
anno fa infatti, quando le era stato affidato il compito di scegliere
una ragazza per l'omiai di Gaara, si era aspettata di trovare una
ragazza di alto lignaggio, carina, timida, remissiva, praticamente un
fantasma facilmente controllabile, che magari sfornasse nipotini e
mettesse definitivamente KO le pretendenti di suo fratello mentre
l'altro avrebbe continuato a fargli da guardia del corpo.
E
invece si era trovata una kunoichi testarda quanto lei, che faceva
impazzire il fratellino e che forse avrebbe fatto cambiare casa
all'altro.
Il
non riuscire a tenere sotto controllo la sua famiglia era una cosa
che semplicemente non accettava.
<<
E' convinta di poter venire qui e dettar legge... e quell'altra!
Sicuramente in quanto sorella pretenderà di comportarsi come se
comandasse lei >>
Shikamaru
roteò gli occhi al cielo.
Non
aveva idea di come fosse Sumire ma aveva inquadrato piuttosto bene
Matsuri: l'aveva incontrata in qualche missione e durante la guerra
facevano parte della stessa divisione, ed era convinto che sarebbe
rimasta la solita kunoichi fedele e responsabile indipendentemente
dagli eventi che erano accaduti.
<<
Per me stai esagerando >>
<<
Taci o ti immergo la testa nell'olio bollente >>
Sempre
dolce e delicata come un bocciolo di rosa.
*
Ancora
non riusciva a crederci.
Alla
fine era riuscito a convincerlo.
Si
trovava dietro le quinte del palco vestito con gli biti da cerimonia
in attesa di cominciare quella ridicola recita.
Calma
Gaara. Dopotutto è tradizione.
Le
luci si abbassarono e la ragazza si avvicinò al centro del palco,
lui le venne in contro mentre la musica iniziava ad invadere l'intera
platea.
Era
intenzionato a fissarla con aria truce per tutta la durata della
danza ma quando fu abbastanza vicino alla sua dama non vide due
occhioni color oceano bensì due splendide perle nere.
Ora
bisogna sapere che nonostante fossero gemelle c'erano delle
differenze fisiche tra Matsuri e Sumire: le più evidenti erano
ovviamente il colore degli occhi e la lunghezza ed il colore dei
capelli, quelli della gemella di Iwa erano leggermente più chiari,
soprattutto nelle punte.
Inoltre
Sumire presentava una carnagione più chiara, quasi lattea, mentre
Matsuri era decisamente più abbronzata.
Queste
differenze, man mano che le due stavano in contatto si erano andate
sempre più attenuando, merito anche del loro chackra.
I
capelli di Matsuri erano diventati più chiari e leggermente più
lunghi.
Gli
occhi azzurri di Sumire erano diventati più scuri, di un blu
oltreoceano, la pelle si era abbronzata e da quando si era acconciata
i capelli in una lunga treccia che spuntava dal caschetto, o peggio
quando nascondeva la suddetta treccia tra le ciocche più corte era
divenuto abbastanza difficile riconoscere le due.
<<
Matsuri? >>
<<
Hai. Goumen-ne ma Sumire è stata colpita da un violento mal
di testa proprio all'ultimo momento e mi ha pregata di sostituirla
>>
Gaara
sollevò la testa verso la platea ed incrociò una Sumire che più
che dolorante aveva un'espressione da “trattala bene o ti stacco la
testa”.
Il
cambiamento della ragazza era stato così graduale che solo adesso il
kazekage si era reso conto di quanto si assomigliassero le due.
Piano
piano stavano diventando quasi identiche tanto che dalla platea
nessuno si era accorto di nulla.
<<
Che ci fai qui? Non dovevi aprire le danze? >>
… o
quasi.
La
ragazza si voltò ed incrociò gli occhi castano-verdi di Kankuro.
<<
Sfortunatamente mi è venuto un tremendo mal di testa >> Mentì
volutamente male.
Il
ragazzo ridacchiò conoscendo fin troppo bene quell'espressione.
<<
Sei una bastarda >>
<<
E' per questo che ti piaccio >>
Lui
tossì due volte accertandosi che nessuno avesse udito quelle parole.
*
Il
ballo stava procedendo come programma.
I
due ragazzi si muovevano all'unisono ed erano molto coordinati.
<<
Sono felice che sia tu la mia dama >>
<<
Ontoni? >>
<<
Hai Matsuri >>
Dopo
il loro primo bacio si erano avvicinati moltissimo.
Non
che si potessero definire ufficialmente fidanzati, non avevano fatto
nessun annuncio, ma adesso si davano del tu ed erano decisamente più
rilassati l'uno nei confronti dell'altra.
Erano
usciti insieme solo un paio di volte e sempre approfittando di
questioni di lavoro dunque quello poteva definirsi il loro vero primo
appuntamento.
<<
Dopo il ballo avrai altri obblighi? >>
<<
Yee dovrò soltanto salutare gli ospiti più illustri ma
potremmo comunque concederci una passeggiata >>
A
quelle parole Matsuri sorrise contenta. Le sembrava di sognare.
***
Angolo
dell'autrice.
Allora,
capitoletto un po' più lungo per farmi perdonare del ritardo (in
realtà ho pubblicato parecchio per i miei standard e questa fanfic è
finita in coda. Pardon)
Spero
di non essere andata troppo ooc, ma vedere l'idea di Gaara che si
dedica al ballo era una cosa mi intrigava parecchio descrivere, così
come il suo piccolo primo bisticcio in pubblico con Sumire.
Spero
di aver fatto un buon lavoro.
Baci.
Violetta_
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 -Esami dei chunin- ***
Esami
dei chunin
L'indomani
mattina tutte le squadre si ritrovarono davanti il deserto del demone
per sostenere la seconda prova.
Come
ormai da tradizione fu Temari a dettare le regole.
Dei
segnali luminosi diedero il via alla prova e tutte le squadre
scattarono verso il centro del deserto.
Gaara
stava sfogliando dei documenti, aveva intenzione come ogni anno di
supervisionare l'esame col suo terzo occhio, ma aveva capito ormai da
qualche anno che i team cominciavano a carburare solo dopo qualche
ora.
Alzò
la testa quando udì bussare alla porta.
<<
Avanti >>
Era
Shikamaru.
<<
Ohayo... >>
<<
Gaara-sama devo informarla di un fatto piuttosto anomalo >>
<<
Di che si tratta >>
Il
genio attese l'arrivo di Temari e Shikamaru poi si decise a parlare.
<<
A quanto pare abbiamo un nuovo record >>
<<
Un nuovo record? >>
Shikamaru
sfogliò distrattamente i fogli di un block notes.
<<
Hai. Un'ora e quindici minuti >>
<<
Impossibile >> mormorò Kankuro.
<<
Quale squadra? >> domandò Gaara.
<<
Il team Sumire Takasha e Mao >>
Gaara
strabuzzò gli occhi.
<<
Portatemi i rapporti ed i filmati >>
Kankuro
si sedete accanto al fratello guardando il filmato dell'esame.
<<
E' valida come prova? >> domandò Temari portandosi due dita
sul mento.
<<
Le istruzioni erano di prendere entrambi i rotoli e andare alla torre
centrale, non erano costretti a battersi >>
<<
Come diavolo ha fatto a non farsi scoprire dai genin del fulmine?
>>
<<
I daimyo avevano scommesso su di loro in quanto velocità... saranno
molto irritati adesso >>
Il
marionettista assottigliò lo sguardo: sapeva bene che la ragazza era
una cleptomane professionista.
Rubare
un rotolo? Figuriamoci sicuramente era stata una quisquilia, aveva
approfittato di un momento di distrazione dei tre e aveva sottratto
il rotolo scambiandolo con una lattina. In quel modo era riuscita
persino a evitare ogni tipo di scontro con l'alta squadra.
Tuttavia
mai si sarebbe aspettato un simile risultato, era veramente sorpreso.
Ma
adesso doveva affrontare la terza prova.
<<
Beh diamo l'ordine di iniziare a sistemare lo stadio >>
*
La
seconda prova si concluse tre giorni dopo per un totale di dodici
finalisti.
La
terza prova si tenne cema di consueto nell'arena. Alle otto del
mattino tutti gli spettatori iniziarono a fare la fila per prendere
posto. Mezz'ora dopo arrivarono gli ospiti più illustri: i nobili, i
ricchi possidenti, i cinque Kage con la loro scorta e poi i
partecipanti. Gaara abbassò lo sguardo e vide Matsuri in abiti
civili intenta a prendere posto nella fila più bassa.
Si
rimproverò mentalmente per essersi dimenticato di riservarle un
posto più comodo.
Kankuro
si trovava accanto al fratello con le braccia conserte intento a
guardare le entrate dell'arena mentre Temari discuteva con Shikamaru.
<<
Scendi giù stiamo per iniziare >>
<<
Mendokuse datti una calmata, i spettatori devono ancora
prendere posto e poi devono ancora arrivare i Daimyo>>
<<
Scansafatiche >>
Finalmente
alle nove i Daimyo presero posto tra gli spalti più altri ed
isolati.
I
partecipanti si posizionarono al centro dell'arena e vennero accolti
con un forte applauso.
Temari
diede una forte gomitata a Shikamaru che roteando gli occhi al cielo
e lamentandosi decise di scendere le scale, dopodiché richiamò
l'attenzione generale iniziando a dettare le condizioni della terza
prova.
<<
Guardate lo schermo. Se vedete i vostri nomi restate nell'arena. Gli
altri vadano ad aspettare negli spalti >>
Gli
incontri iniziarono come da programma.
Sumire
venne scelta dal computer per il quarto incontro.
Kankuro
lesse lo schermo:
Ichirou
vs
Sumire
Assottigliò
gli occhi non molto tranquillo: il
suo
sfidante proveniva da Kumo era un ragazzo enorme, alto il doppio di
lei, gambe forti e possenti, spalle larghe e ben allenate, al viso
presentava un paio di cicatrici più una abbastanza inquietante sul
lato destro destra della testa pelata e aveva gli occhi piccoli e
neri. Inoltre secondo i rapporti della seconda prova era un
possessore del katon apparentemente molto esperto.
Ciò
significava che con molta probabilità la sua allieva sarebbe stata
costretta ad utilizzare il suo ekiton.
Questo
lo mise in allarme tanto che che per un istante non si domandò se
non fosse il caso di sospendere l'incontro.
<<
Stai bene Kankuro? >>
Lui
abbassò lo sguardo incrociando gli occhi del fratello.
<<
Hai.
Va tutto bene >>
Decise
di non dire nulla e far procedere tranquillamente la prova.
Sumire
e Ichirou si misero uno di fronte a l'altra con una distanza
strategica attendendo l'arrivo del censore, pochi istanti dopo
Shikamaru si avvicinò ai due e diede il via.
Il
ragazzo di Kumo rimase immobile sul posto, mise le braccia conserte
ed iniziò a ridacchiare.
Sumire
dal canto suo osservò impassibile quel suo comportamento.
<<
Perchè non ti ritiri mocciosa? Dai, non voglio rovinare il tuo bel
visino... >>
Lei
serrò la mascella irritata dall'aria di sufficienza che il suo
avversario le riservava, ma non si scompose, rimase immobile fissando
il suo avversario con aria impenetrabile.
Dalla
platea la gente aveva cominciato a mormorare domandandosi se non
fosse il caso di sospendere l'incontro, nella fila dei kage Oonoki,
che era presente in qualità di ospite, si era avvicinato a Kurotsuki
mormorando preoccupato.
Dopotutto
Sumire rimaneva pur sempre la sua piccola principessina e non
sopportava l'idea che si facesse del male.
<<
Parla al Kazekage >>
<<
No >>
<<
Parlaci ti ho detto. Sei la Tsukikage >>
<<
No ho detto >>
Kurotsuchi
non aveva dato quella risposta solo per non infastidire il Kazekage,
ma perché era certa che non ci sarebbero stati problemi.
Le
venne in mente il giorno in cui la Miko aveva affidato Sumire al
nonno.
§§
Kurotsuchi
stava giocando con Deidara ed era appena tornata nel palazzo. Si era
trovato di fronte questa ragazzina spaventata che non voleva parlare
con nessuno. Si era avvicinata a lei e le aveva fatto una semplice
domanda:
<<
Vediamo chi è più veloce? Arriviamo al parco giochi e torniamo qui
>>
Da
quel momento le due erano cresciute insieme come fossero sorelle, ne
avevano combinate di tutti i colori insieme e la mora la aiutava a
allenarsi di nascosto agli occhi dei consiglieri e del nonno.
§§
La
giovane Kage sorrise a quel ricordo, poi tornò a guardare il suo
predecessore.
<<
Torna a sederti Nonno, se no ti verrà male alla schiena >>
<<
Tsk. Insolente >>
Nel
frattempo nell'arena Ichirou si era stancato di non ricevere nessuna
risposta da parte della sua avversaria ed alla fine sbuffò seccato.
<<
Va bene mocciosa, l'hai voluto tu >>
Con
un balzo si fiondò verso di lei sferrandole un poderoso pugno ma lei
evitò il colpo all'ultimo istante balzandogli alle spalle e dandogli
un calcio in pieno volto, il ragazzo grugnì furente e sferrò un
altro attacco colpendola alla schiena.
Il
colpo fu così forte che la ragazza venne scagliata contro il muro ma
si riprese immediatamente e gli lanciò contro una decina di kunai.
Oonoki
corrugò la fronte sorpreso nel vedere che la sua adorata ragazza si
stava comportando molto bene, anche gli altri ninja avevano
assottigliato gli occhi piuttosto interessati.
Il
ninja corse velocemente verso di lei intenzionato a colpirla con un
gancio destro ma la ragazza fu più veloce e lo colpì alla gamba con
una violenza tale da farlo sbattere contro una delle mura.
Ichirou
si portò una mano alle labbra e vide alcune gocce di sangue su di
essa, chiuse gli occhi arrabbiato per tale affronto e si voltò
guardandola con due occhi furenti
<<
E va bene mocciosa, adesso facciamo sul serio >>
Lui
fece uscire una sfera di lava dalla bocca lanciandola contro la
ragazza ma lei con agilità fece una capriola verso destra e sferrò
il suo attacco:
<<
Ekiton:
Hime Habu!
>>
Richiamò
a se tutte le sostanze liquide presenti intorno a lei, sfruttò
persino le bevande che avevano acquistato gli spettatori, e le fece
confluire formando un enorme serpente liquido poi lo lanciò contro
l'avversario.
Gaara
assottigliò gli occhi: non aveva tutti i torti a definirla una
vipera.
Ichirou
ghignò estremamente sicuro di se.
<<
Tsk ci vuole ben altro per spegnere il mio attacco di fuoco >>
Il
ninja stava per sferrare il suo secondo attacco ma la scia liquida lo
avvolse velocemente, poi con dei gesti fulminei Sumire mosse le mani
formando una serie di sigilli: Serpente,
drago, scimmia ed infine tigre.
<<
Kesshō
ro!
>>
Il
liquido si cristallizzò all'istante intrappolando il ragazzo.
<<
Wow >> Si lasciò sfuggire un ragazzo tra la folla.
<<
Notevole >> Mormorò Gaara tra se e se.
Kankuro
intanto era rimasto senza parole. Era così fiero di lei. I dubbi di
qualche giorno prima si erano rivelati totalmente infondati. Alla
fine si mise a ridere sotto i baffi.
<<
Vai Sumi! Dacci dentro! >>
Kurotsuchi
urlava e alzava i pugni senza vergognarsi minimamente mentre Oonoki
guardava la scena completamente incredulo.
<<
Come ha fatto a diventare così abile in pochi mesi? >>
Una
volta intrappolato il suo avversario Sumire gli sferrò un pugno in
pieno volto stordendolo completamente e con un calcio gli diede il
colpo finale: lo scagliò contro una roccia il contatto fece
frantumare sia il ghiaccio che il masso.
Ichirou
rotolò vicino ai piedi di Shikamaru che notò subito la sua
impossibilità a muoversi: era spalmato al suolo completamente
esausto.
<<
Shousha
Sumire >> Annunciò il censore in
modo molto serio.
Un
boato formato da urla e applausi della platea esplose, i jounin e gli
ospiti più grandi e pacati avevano preso a battere le mani mentre i
ragazzi più giovani avevano cominciato ad urlare apprezzamenti,
alcuni nemmeno troppo velati, nei confronti della ragazza.
<<
State zitti mascalzoni! >> si mise ad urlare infastidito
Oonoki.
Sumire
sorrise felice ringraziando pacatamente il pubblico, si inchinò di
fronte al censore e al suo avversario prima di uscire dall'arena e
tornare sugli spalti.
Takasha
e Mao le si avvicinarono contente.
<<
Grande Sumy >> disse Takasha alzando il pugno al cielo.
<<
Sei stata fantastica! >> disse frizzante Mao battendo le mani.
Sumire
abbracciò le sue compagne di squadra felice e anche un po'
incredula.
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 -Oasi Nekoi- ***
Oasi Nekoi
Gli
esami terminarono quella sera stessa con un totale di quattro
vincitori sei perdenti e due feriti gravi in sospeso.
Una
volta congedati, i partecipanti ebbero il permesso di uscire dallo
stadio.
Matsuri
corse verso Sumire prendendola alle spalle ed abbracciandola.
<<
Sono tanto fiera di te nee-chan. Hai fatto un'ottima figura
>>
Dopo
un momento di stordimento la ragazza si mise a ridere.
<<
Oof! Arigatou 'tu 'tsu. Quando daranno i risultati? >>
<<
Non saprei... quando ho sostenuto gli esami io ci sono voluti tre
giorni >>
<<
Nani? Così tanto? >>
<<
Dai non hai motivo di essere in ansia. Sei stata bravissima >>
Sumire
si guardò intorno cercando la figura di Kankuro tra la folla. Lo
incrociò con la coda dell'occhio poco lontano da lei: stava andando
al palazzo insieme ai suoi fratelli ed agli altri kage, probabilmente
per discutere sulle prestazioni di ciascun genin.
Abbassò
lo sguardo delusa. Avrebbe tanto voluto condividere con lui quella
vittoria.
<<
Andiamo a casa Sumi? >>
Decise
di celare i suoi sentimenti per non dar preoccupazioni alla gemella.
<<
Certamente Matsu. Ho una fame! >>
*
Qualche
giorno dopo una decina di team vennero convocati all'interno
dell'ufficio del kazekage.
Attesero
circa una ventina di minuti prima che lui arrivasse con un foglio tra
le mani, si sedette sulla sua sedia e fece un piccolo discorso di
congratulazioni infine lesse il contenuto del foglio.
<<
Doi, Eichi, Doppo. Eien, Heikichi,
Isei.
Keiji,
Masaru, Motonobu.
Sumire, Mao, Takasha... avete passato gli esami. Il resto di voi
purtroppo dovrà ritentare la prossima volta >>
I
rifiutati sospirarono e si guardarono tra loro delusi mentre gli alti
esultarono felici chi saltellando chi dando delle pacche sulle spalle
al loro compagni di squadra.
Due
minuti dopo l'intero gruppo si inchinò in segno di saluto al
kazekage e Takasha aprì la porta.
Sumire
stava per uscire con il resto dei suoi compagni dal suo ufficio ma
venne bloccata dal Kage.
<<
Sumire tu rimani devo parlarti >>
Lei
lo guardò stranita ma fece comunque cenno alle sue compagne di non
preoccuparsi. Chiuse la porta piazzandosi nuovamente davanti a lui.
<<
Ci sono problemi? >>
Gaara
inclinò la testa: era sempre diffidente quando la ragazza dimostrava
comportamenti diversi dal sarcastico al violento quando erano soli, e
in quel momento sembrava confusa e anche un po' allarmata.
<<
Iee... ho parlato col consiglio: data la bella figura che hai
fatto fare a Suna e data la promozione va da se che la punizione per
la tua ultima missione è annullata. A breve ti saranno affidate
delle missioni da svolgere con un team >>
Sumire
sorrise felice nell'udire quelle parole.
<<
Io... Arigatò Gaara. Davvero >>
Lui
corrugò la fronte dubbioso cosa che non sfuggì alla ragazza.
<<
Che c'è? >>
<<
Ti comporti come quando ci sono altre persone oltre a noi due >>
La
kunoichi fece spallucce.
<<
Sei pur sempre un mio superiore >>
<<
Quindi d'ora in poi non ci saranno minacce, nomignoli o commenti
sarcastici? >>
<<
Che? Stai scherzando spero. Sarai anche il Kazekage ma sei anche
anche il solito panda anemico completamente fuori dal mondo >>
Lui
roteò gli occhi. Ma perchè ci aveva sperato?
<<
Adesso ho del lavoro da fare >>
<<
Non ne dubito, lento come sei se ti faccio perdere tempo finirai tra
sei mesi >>
Gaara
sospirò appena stropicciandosi gli occhi con due dita. Quella
ragazza non sarebbe mai cambiata.
<<
Esci dall'ufficio >>
<<
Ci vediamo panda! >>
Rise
uscendo dalla porta e chiudendosela alle sue spalle.
Mentre
attraversava il corridoio incrociò Kankuro e non vedeva l'ora di
annunciargli il suo traguardo ma proprio in quell'istante un membro
del consiglio si avvicinò a lui iniziando a parlargli.
Capì
che quello non era il momento opportuno quindi decise di uscire dal
palazzo e tornare a casa.
*
Quando
entrò nell'appartamento non sentì alcun rumore, la cucina era in
ordine e nel tavolino davanti al divano c'erano solo due fogli
buttati a caso.
Bussò
due volte alla porta di Matsuri.
<<
Si? >>
Aprì
la porta e vide che la sorella era intenta a compilare dei documenti.
<<
Ti va di bere qualcosa? >>
<<
Non posso, ho del lavoro da fare >>
<<
Wakatta. Hai fame? >>
<<
Non molta grazie >>
Sumire
mise il broncio.
<<
Miuuu. Non mangi, non bevi... sei di una noia mortale >>
Matsuri
roteò gli occhi al cielo.
<<
Insomma Sumy, te l'ho detto questi documenti sono molto importanti e
devo finirli >>
<<
Si ma potresti prenderti una pausa almeno per oggi... >>
<<
E perchè dovrei? >>
<<
Percheeè... >>
Sumire
gli sventolò davanti la giacca marrone.
<<
Indovina chi è chunin... >>
Matsuri
si alzò entusiasta e le corse incontro.
<<
Wow ma è fantastico! >>
La
abbracciò con forza esultando.
<<
Qui bisogna festeggiare! >>
Sumire
le fece la linguaccia.
<<
Ma non avevi “tanto lavoro da fare”? >>
Matsuri
fece il broncio.
<<
E smettila... >>
*
Le
due gemelle si recarono insieme in una piccola oasi poco lontano dal
villaggio.
Non
era altro che un piccolo appezzamento di terra con una piccola
sorgente d'acqua che col tempo aveva formato un laghetto e circondato
da palme da dattero e da altre piante tropicali.
Sulla
destra c'era una parete rocciosa che teneva al riparo dal vento
l'intera zona.
Era
un posto molto caro alle due perché quel
complesso ecosistema era
stato formato
negli anni dalla loro famiglia paterna: il clan Nekoi.
I
Nekoi infatti non possedevano il denaro sufficiente per poter
acquistare una casa all'interno di Suna, dunque dopo anni di
sacrifici avevano acquistato quel piccolo appezzamento di terra,
avevano progettato elaborati sistemi di captazione e gestione idrica
e negli anni erano riusciti a rendere vivibile la zona.
Avevano
messo su una
casetta proprio alla base della parete rocciosa e avevano vissuto li
per tre generazioni finché riuscirono a stabilirsi all'interno del
villaggio.
Il
loro padre portava spesso li Matsuri e sua moglie quando riusciva ad
ottenere dei brevi periodi di vacanza.
Purtroppo
dopo essere stato ucciso per ordine del quarto Kazekage con l'accusa
di tradimento quel terreno era stato confiscato.
Intorno
alla casa erano cresciuti dei rampicanti e cespugli, la casa sembrava
ancora vivibile ma in pessimo stato.
Sumire
avrebbe tanto voluto entrare e dare un'occhiata, più volte aveva
proposto alla sorella di entrare ma senza alcun permesso non potevano
accedere al suo interno perché adesso tutto il territorio
apparteneva al paese del vento. Al massimo potevano solo sostare
qualche oretta vicino all'acqua e godere insieme di quella splendida
vista.
<<
Secondo te all'interno è rimasto tutto come prima? >>
<<
Non lo so Sumy... non ricordo ci tenessero oggetti di valore o
pericolosi, quindi forse si >>
<<
Non potresti chiedere al Kazekage di darci il permesso di aprirla?
>>
<<
Iee... purtroppo questo posto non fa parte di Suna e
Gaara-sama non ha l'autorità per darci un permesso >> sospirò
affranta << L'unica soluzione sarebbe comprarla >>
<<
Mh e suppongo che il prezzo non sia abbordabile >>
<<
Già. Hai indovinato >>
Sumire
annuì e prese dal cestino un dorayaki ed una birra.
<<
Capisco >>
Matsuri
la abbracciò con affetto.
<<
Ma adesso non pensare a queste cose. Oggi dobbiamo solo festeggiare
la tua promozione! >>
Le
sorrise e poi prese dal cestino un onogiri con tonno e wasabi e gli
diede un morso.
<<
Hai ragione. Non vedo l'ora di poter svolgere qualche missione
insieme a te >>
<<
Io no >>
<<
Perchè? >>
<<
Dubito fortemente che ubbidiresti gli ordini e scommetto che mi
faresti cacciare in un mare di guai! >>
Sumire
le fece la linguaccia.
<<
Ma di certo non ti annoieresti >>
<<
Touchè >>
Dopo
due secondi di silenzio si misero a ridere.
*
Nonostante
avesse ceduto il cappello da kage a Naruto ormai da tempo Kakashi si
era offerto di sostituirlo quando il biondino si allontanava
occasionalmente dal villaggio.
Stava
leggendo uno dei suoi libri comodamente seduto quando un rumore lo
fece sobbalzare ed il libro finì sul tetto di un negozio di
giocattoli.
<<
Bentornati >>
Naruto
si stiracchiò e sorrise esageratamente com'era solito fare, Hinata
si sedette timidamente sulla poltrona dell'ufficio mente Sakura aveva
allungato il collo guardando distrattamente le pagine del libro
oscillare al vento.
<<
Arigatou Kakashi-sensei. Tutto bene qui? >>
Il
ninja annuì e si alzò cedento il posto al kage in carica.
<<
Com'è stata la festa? >>
<<
Aaah bellissima. C'erano tanti tipi di ramen. Dattebayo!
>>
<<
Mh... Hinata mi aiuteresti con dei documenti? >>
<<
Ha... Hai ma certo >>
Rimasti
soli Sakura guardò Naruto con aria vagamente omicida.
<<
Baka >>
Naruto
corrugò la fronte.
<<
Eh? >>
<<
Baka! >>
<<
Perchè ce l'hai con me Sakura-chan? >>
<<
E smettila! Avrai anche fregato Hinata ma io so perfettamente che sei
una copia >>
Il
biondo arrossì grattandosi la testa.
<<
Eeetto... >>
<<
Vedi di tornare presto prima che se ne accorga qualcun altro >>
Gli
tirò un pugno leggero sulla testa ed uscì dall'ufficio.
*
Gaara
era seduto nel suo ufficio in compagnia di Naruto. Gli aveva spiegato
più e più volte il concetto di “ambasciatore” e “messaggero”
ma l'hokage pur di non tornare nel suo ufficio si era accontentato
sfidare l'afa del deserto per qualche altro giorno.
L'hokage
aveva in mente delle idee geniali per gli esami che si sarebbero
dovuti svolgere tra sei mesi e non aveva lasciato scampo al povero
kazekage.
<<
Sei sicuro di non voler tornare nel tuo villaggio? >>
<<
Tranquillo, non succederà nulla se mi assento qualche altro giorno
>>
<<
Baka... >>
Il
biondino non lo ascoltò nemmeno.
<<
Guarda se abbattiamo queste mura potremmo ampliare l'arena >>
<<
Perché? C'è abbastanza spazio per tutti gli ospiti >>
<<
Si ma non per i combattimenti! Insomma dobbiamo dare ai ragazzi
l'occasione di potersi esprimere >>
Il
rosso roteò gli occhi.
<<
Ti ricordo che la tua “libertà di espressione” ti è costata
cara durante i tuoi secondi esami dei chunin... >>
<<
Konohamaru mi ha distratto! Dattebayo! >>
<<
Si. Certo certo... >>
I
due si voltarono udendo qualcuno bussare alla porta.
<<
Avanti >
Era
Temari che reggeva un grosso plico di fogli.
<<
Goumen. Gaara ti ho portato la lista che hai chiesto >>
<<
Ariga... >>
Il
kazekage venne interrotto da Naruto.
<<
Non hai portato anche del ramen in scatola? Io ho fame >>
I
due Sabaku arricciarono il naso e scesero nel più totale silenzio
contemporaneamente.
Dopo
un paio di secondi la jounin riprese la parola.
<<
Dov'è Kankuro? >>
<<
Credo sia al campo di addestramento con Sumire >>
Sbuffò.
<<
Ancora? >>
<<
Hai >>
<<
Quella ragazza non mi piace.. >>
Naruto
si portò una mano nei capelli grattandosi la testa.
<<
Ma non è merito tuo se lei è venuta a Suna? Ne Gaara? >>
Temari
portò istintivamente la mano destra sul suo ventaglio, gli occhi
diventarono assetati di sangue e i suoi denti così serrati da creare
un rumore sinistro.
Per
fortuna il suo autocontrollo -complice anche l'eloquente occhiata del
fratello- la bloccarono in tempo dal commettere un grave incidente
diplomatico.
Chiuse
gli occhi e afferrò la maniglia della porta.
<<
Non rivanghiamo questa storia! >> disse uscendo dall'ufficio.
*
Shikamaru
non aveva ancora capito il perchè ma, soprattutto negli ultimi
tempi, tutti i mali del mondo per Temari erano colpa sua.
Era
ingrassata? Colpa sua.
Era
nervosa? Colpa sua.
Pioveva
la mattina? Colpa sua.
Era
colpa sua anche quando lui stava a Konoha e lei a Suna.
Ma
quel giorno sembrava particolarmente colpa sua.
<<
Che hai? >> si azzardò a chiedere.
<<
Perchè non hai convinto il tuo Hokage a tornane nel suo villaggio?
>>
<<
Quando si mette in testa una cosa nessuno lo ferma. Nemmeno io >>
<<
Si ma qui noi siamo abituati a lavorare e non possiamo farci
distrarre >>
Il
ragazzo inspirò a fondo iniziando ad intuire qualcosa.
<<
Ti ha detto qualcosa che ti ha fatto incazzare vero? >>
Lei
girò la testa per non guardarlo negli occhi.
<<
Oh niente niente... lo sai che ogni tanto parla a vanvera >>
Shikamaru
allungò un braccio circondandole la vita ed attirandola a se, poggiò
il viso sulla sua spalla, il naso sfiorava il collo della ragazza
facendole solletico.
<<
La vuoi piantare baka? >>
<<
Sssh >>
Lei
sbuffò incrociando le braccia.
<<
A qualcosa a che fare coi documenti? >> chiese Shikamaru
cercando di capire il motivo del suo malumore.
<<
No >>
<<
Con noi? >>
<<
Noo... >>
<<
Coi tuoi capelli? >>
Gli
diede una gomitata.
<<
Certo che sei proprio un cretino >>
Stava
per uscire dalla camera quando avvertì uno strano brivido dai piedi
sino alla testa. Conosceva bene quella sensazione.
<<
Mi lasci andare? >>
Lui
ghignò iniziando a spogliarla utilizzando il controllo dell'ombra.
<<
Credo proprio di no >>
Se
proprio la ragazza gli voleva attribuire una colpa le avrebbe dato
una buona ragione, almeno si sarebbe divertito prima.
*
La
osservava allenarsi.
Aveva
scelto uno dei campi all'aperto e stava rinforzando i muscoli delle
braccia colpendo ripetutamente una grossa roccia.
Era
sudata ed aveva il fiatone ma dal suo sguardo concentrato si capiva
che non aveva intenzione di fermarsi.
Kankuro
era veramente orgoglioso di lei.
Non
perché fosse la ragazza di cui si era innamorato, il sentimento che
provava per lei non lo influenzava nel suo ruolo di superiore.
Era
orgoglioso perché quella ragazza non si arrendeva mai, sapeva
scindere tra i suoi legami con la famiglia Sabaku e il suo ruolo di
kunoichi, a parte qualche eccezione, capiva quando poteva permettersi
certe confidenze e quando era meglio rispettare l'etichetta.
Era
orgoglioso perché aveva saputo della sua promozione a chunin e
perchè nonostante detestasse quel tipo di allenamento non saltava
mai una sessione e seguiva tutti i compiti che le affidava.
Era
un'ottima kunoichi.
Forse
un po' troppo.
Chinò
lo sguardo leggermente amareggiato.
Il
rapporto tra i sue era ancora piuttosto distaccato: non
le aveva nemmeno detto della sua promozione, era stato Gaara ad
informarlo.
Paradossalmente
erano più vicini quando risiedevano a due villaggi di distanza che
adesso.
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 -Missione ad Ame (prima parte)- ***
Missione
ad Ame
(prima parte)
<<
Gaara? >>
Il
kazekage alzò la testa e gli fece cenno di entrare.
<<
Hai Kankuro. Entra pure >>
il
fratello si fece avanti fermandosi a pochi centimetri dalla
scrivania.
<<
Volevi vedermi? >>
<<
Si. Ti affido una missione di livello A. Tra poco arriveranno anche i
team >>
Gli
passò il rotolo e lui si sedette sul divano iniziando a leggerne il
contenuto.
<<
Accidenti >>
Era
una missione in esterna piuttosto complessa: a quanto pare dei
nukenin si stavano radunando per conquistare il paese della pioggia.
Dopo
la grande guerra ninja la situazione nel paese si stava placando,
tanto che era stato invitato a far parte dell'unione shinobi, ma non
aveva ancora raggiunto una stabilità interna.
Il
nuovo capovillagio era una certa Tenshi,
una giovane jounin dai capelli e gli occhi arancioni. Alcuni
vociferavano che fosse la figlia di Pain e Konan tuttavia non c'erano
mai state conferme.
La
ragazza era consapevole che villaggio della pioggia non aveva una
forza militare sufficiente per contrastare un complotto del genere
dunque aveva chiesto aiuto ai due paesi confinanti.
<<
Non vedevo una situazione così da almeno due anni >>
<<
A quanto pare l'ultima guerra non ha placato la brama di potere di
alcuni ninja... >> disse il Kazekage con rammarico.
<<
Ci sarà sempre qualche gruppo pronto a colpire per ottenere maggior
potere, bisogna farsene una ragione >>
Pochi
minuti dopo sentirono bussare alla porta.
<<
Avanti >>
Erano
il team Matsuri formato da Sen, Sumire e Matsuri, il team Mikoshi
formato da Mikoshi, Sari ed Ittetsu più Temari che entrò spavalda
avvicinandosi alla scrivania mantre i chunin erano rimasti un po' più
a distanza sull'attenti.
<<
Che succede? >>
<<
Il paese della pioggia ha chiesto il nostro aiuto e quello di Konoha.
Kankuro vi dirà i dettagli >>
Il
jounin si alzò dal divano, prese la cartina invitando i presenti a
avvicinarsi alla scrivania ed esponendo il suo piano.
Oltre
ad essere il miglior marionettista del villaggio era anche il miglior
stratega viste le sue doti di manipolatore.
Secondo
la sua strategia sarebbero dovuti andare verso il paese del fuoco lì
si sarebbero incontrati con la squadra di Konoha ed insieme si
sarebbero diretti verso Ame per fermare i piani dei nukenin.
Stava
parlando da circa cinque minuti quando Sumire si avvicinò alla
cartina con aria perplessa.
<<
Non sarebbe meglio incontrarci ad Ame? In questo modo potremmo
circondarli su due lati opposti >>
Kankuro
scosse la testa.
<<
Yee... non sappiamo con quanti nukenin abbiamo a che fare,
rischieremmo di trovarci numericamente in svantaggio. Meglio unire le
forze in un unico fronte >>
Nonostante
lei fosse salita di livello i due ragazzi non avevano avuto ancora
occasione di parlare.
Le
settimane passavano e tra le nuove missioni della ragazza, gli
incarichi di Kankuro come guardia del corpo, l'aiutare Matsuri coi
documenti e molteplici altri incarichi, avevano potuto incontrarsi
soltanto durante alcune veloci missioni e ben poche sessioni di
allenamento insieme ad altri shinobi e allievi dell'accademia.
E
quindi il loro rapporto era rimasto freddo. Molto, molto freddo.
<<
Kankuro-sama se decideremo di seguire questa strategia perderemmo
almeno due giorni di tempo >>
<<
Non ti permetto di discutere la mia strategia Sumire >>
<<
Demo... >>
<<
Vedi di stare al tuo posto >>
Questo
influiva moltissimo sul loro umore reciproco. Erano nervosi ed
estremamente irritabili ed i loro litigi si facevano sempre più
frequenti.
Lei
digrignò i denti e chinò la testa al suo cospetto.
<<
Wakatta >>
Si
era creato grande imbarazzo nell'aria: Mikoshi ed Ittetsu non
sapevano dove posare gli occhi, Sen guardava preoccupata Temari, e
Matsuri fissava la sorella senza riuscire a capire bene cosa le era
preso.
Gaara
decise di intervenire mimando un colpo di tosse.
<<
Temari tu e il team Mikoshi andrete nel paese del fuoco. Kankuro tu e
il team Matsuri agirete come squadra di supporto a distanza e vi
dirigerete direttamente ad Ame >>
<<
Nani? Adesso dovremmo dividerci? >>
<<
Hai. In questo modo risparmieremmo tempo limitando comunque i
rischi >>
Nonostante
fosse molto contrariato Kankuro rispose molto pacatamente senza
esternare le sue emozioni.
<<
Come preferisci. Partiremo tra un'ora >>
*
Matsuri
era rimasta nell'ufficio del kazekage.
<<
Gaara sei sicuro che non sia meglio far andare Yukata al posto di
Sumire? >>
<<
Sumire ha dimostrato di essere una chunin più che affidabile Matsu,
inoltre ti dico con franchezza che non manderei mai Yukata a svolgere
una missione del genere >>
<<
Si ma hai visto la scenata di poco fa? >>
<<
E' stata solo una discussione di poco conto... non credo sia abituata
a stare in silenzio senza poter esprimere la sua opinione >>
Lei
ci pensò su un paio di secondi prima di parlare.
<<
Non tocca cibo da tre giorni >>
Gaara
si voltò e scorse la preoccupazione negli occhi della ragazza.
<<
Anche Kankuro si comporta in modo strano >>
<<
Forse hanno problemi tra loro... >>
<<
Non credo sia saggio intromettersi >>
<<
Hai ragione... vado a preparare lo zaino. Ci vediamo tra qualche
giorno >>
Stava
per uscire quando si sentì qualcosa circondarle la vita e sollevarla
in aria.
Pochi
istanti dopo Gaara le andò incontro dandole un delicato bacio.
<<
Sta attenta >>
Lei
ricambiò arrossendo come un peperone.
<<
Ma certo, sta tranquillo >>
Si
scambiarono un dolce sorriso e Gaara la liberò dalla sabbia
permettendole di uscire di uscire dall'ufficio.
<<
Mata-nee >>
<<
Mata-nee Matsu >>
*
Sumire
era in camera sua intenta a preparare tutto l'accorrente per la
missione.
Avvertì
più volte un forte pizzicore agli occhi tuttavia si rifiutava
categoricamente di piangere.
Cosa
diamine stava succedendo?
Possibile
che il loro rapporto era più resistente a distanza che adesso?
Era
certa, estremamente convinta che se avesse superato gli esami dei
chunin si sarebbe messo tutto a posto. Kankuro non sarebbe stato più
il suo sensei quindi nessuno avrebbe potuto replicare sulla loro
relazione.
Ed
invece era andato tutto allo scatafascio.
Matsuri
aprì la porta di casa e il rumore delle chiavi la scosse dai suoi
pensieri. Inspirò mascherando il suo stato d'animo e controllando la
sua voce.
<<
Il tuo zaino è già pronto? >>
<<
Hai Sumy. Però voglio controllare il mio johyo prima di
partire >>
*
Un'ora
dopo i team si incontrarono fuori dalle mura di Suna e partirono
immediatamente. Il primo giorno fecero lo stesso tragitto mentre a
metà del secondo giorno si separarono come da piano.
Temari
ed il team Mikoshi proseguì verso il paese del fuoco mentre Kankuro
ed il team Matsuri andarono verso nord.
<<
Mi raccomando Temari fa attenzione >>
<<
Tranquillo fratellino so badare a me stessa >>
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 13 -Missione ad Ame (seconda parte)- ***
Missione ad Ame
(seconda parte)
Due
giorni dopo Temari incontrò i ninja di Konoha e ciò che vide le
fece gelare il sangue nelle vene.
Passi
il team 8, non aveva nulla contro quei jounin, va bene Sakura,
dopotutto un ninja medico come lei faceva sempre comodo, ovviamente
non aveva alcuna obbiezione contro la presenza di Shikamaru... ma che
diamine ci faceva Naruto. L'hokage. Lì?
<<
Ben arrivati! >> disse il biondo con il suo solito sorriso.
La
jounin si avvicinò a Shikamaru.
<
Ti prego dimmi che è venuto solo per salutare >>
<<
Na. Sei fuori strada >>
<<
Ma si rende conto che adesso il suo ruolo è stare seduto su una
scrivania? >>
<<
No Temari. Gliel'ho spiegato mille volte ma non ci arriva >>
Lei
si mise una mano sulla fronte.
<<
Baka... >>
<<
Cambiando discorso. Mi aspettavo un gruppo più numeroso >>
<<
Kankuro ha proseguito verso Ame come squadra di supporto >>
<<
Wakatta
>>
*
Il
paese della pioggia non era cambiato granché dopo la guerra: gli
edifici numerosi ed imponenti, la pioggia incessante e il cielo
perennemente cupo rendevano l'intera zona piuttosto inquietante.
E
se il paese almeno sfoggiava qualche fiume, piccoli boschi e qualche
lotto di terra poco edificato qua e la, il villaggio principale
invece sembrava una vera e propria struttura di prigionia.
<<
Wow silent hill esiste davvero >> disse Sumire in modo
sarcastico.
<<
Fa poche battute Sumire. Bisogna agire nel massimo silenzio >>
Il
gruppo infatti si era infiltrato dentro le mura passando per vie
sotterranee e subacquee dunque se fossero stati scoperti per loro
sarebbe significata morte certa.
Arrivarono
davanti ad una barriera molto alta bloccata dall'interno, non c'erano
altri appigli o ingressi a parte un tunnel.
<<
Quel tunnel è l'unico ingresso >>
<< Ma è
piccolissimo. Chi ci può entrare? >>
<< Io >>
Il
gruppo si girò verso Sumire. In effetti grazie alle sue doti feline
non sarebbe stato un problema per lei infiltrarsi.
<<
Non fare nulla di avventato >> disse Kankuro prima di lasciarla
andare.
Sumire
annuì e con un abile balzo arrivò versi l'imboccatura del tunnel.
Si
districò dentro il cunicolo senza molte difficoltà.
Dopo
pochi minuti la porta della barriera si aprì davanti a loro.
Sumire
uscì la testa, era completamente bagnata.
<<
Bisogna attraversare quell'edificio laggiù >> disse indicando
dritta di fronte a loro << La via è libera. Forza muoviamoci
>>
*
Qualche
ora dopo il team di Temari ed i ninja di Konoha arrivarono alle porte
di Ame.
<<
I vostri documenti! >> disse per nulla amichevole un ninja
addetto al controllo delle mura.
Temari
si fece avanti mostrando il suo pass.
<<
Siamo ambasciatori di Suna e di Konoha. Siamo stati invitati da
Tenshi-sama >>
I
controlli durarono per una buona mezz'ora.
<<
Potete entrare >>
Vennero
scortati sino al palazzo principale del villaggio: la Pain's
tower.
Davanti ai cancelli furono accolti da un piccolo gruppo di shinobi e
dalla Daimyo.
<<
Benvenuti >>
Tenshi,
nonostante fosse a capo del villaggio, era una ragazza pacata e poco
vistosa, con dei piercing sull'orecchio sinistro, uno nell'angolo a
destra del labbro superiore e lunghi e lisci capelli arancioni.
Si
vociferava che fosse la figlia di Pain e Konan ma nessuno ne aveva la
certezza.
Quando
notò Naruto tra il gruppo batté gli occhi due volte celando la sua
sorpresa e immediatamente dopo chinò il capo.
<<
Hokage-sama è un onore avervi qui >>
Dal
canto suo l'hokage sfoggiò un gran bel sorriso.
<<
Grazie a voi per l'invito e per la vostra ospitalità >>
La
ragazza fece cenno di seguirla e percorsero un lungo corridoio grigio
sino ad arrivare in un'enorme sala semilluminata, vuota ad eccezione
di un grande tavolo rotondo al centro.
Temari
e Shikamaru si guardarono negli occhi poco convinti.
<<
Sedete prego >>
Gli
ospiti presero posto, Shino si guardò intorno notando le luci sul
soffitto, alcune illuminavano ad intermittenza come se fossero rotte
e contrastavano con la perfetta cura della sala e del palazzo che
sicuramente era stato ristrutturato da poco.
Tenshi
poggiò delicatamente le mani sul tavolo parlando a tutti ma
guardando Naruto, l'ospite col grado più alto.
<<
Gradite del the? >>
Lui
rispose con un sorriso bonario, sembrava molto rilassato nonostante
la presenza dei ninja davanti la porta.
<<
Lo accettiamo volentieri >>
La
ragazza guardò i due ninja che chinarono subito il capo ed uscirono
dalla sala lasciando il loro capo sola con gli ospiti, poi si
sedette.
<<
Vi starete domandando il perché di questo invito: da quando il paese
fa parte dell'unione shinobi ci sono stati dei cambiamenti nel
villaggio. Tuttavia io sono capo da poco tempo e gradirei ascoltare i
vostri suggerimenti e consigli per migliorare la nostra alleanza
>>
<<
Sarà un vero piacere per noi >>
Stavano
conversando ormai da parecchi minuti: avevano iniziato parlando
dell'organizzazione del villaggio, delle differenze
nell'organizzazione del trasporto di armi e della difficoltà nel
coltivare le erbe mediche visto il clima piuttosto sfavorevole.
La
tensione si era andata via via allentando e Naruto aveva iniziato a
fare persino qualche piccola battuta.
Sakura
stava dando dei suggerimenti riguardo la gestione delle unità
mediche, Shikamaru aveva poi continuato parlando dell'accademia.
Tenshi
ascoltava con molta attenzione, tuttavia più di una volta si era
guardata intorno con circospezione e più volte aveva aperto la bocca
come se volesse parlare ma poi si era limitata ad annuire.
<<
Vi sono davvero grata per queste informazioni >>
<<
Di nulla Tenshi-sama >>
Si
stavano per congedare quando un ninja bussò alla porta.
<<
Avanti >>
<<
Tenshi-sama ho un messaggio piuttosto riservato per voi >>
<<
Prego >> gli fece cenno di avvicinarsi.
Quando
fu abbastanza vicino il ninja la afferrò per il collo puntandole un
kunai alla gola.
Le
porte si chiusero di scatto ed improvvisamente e un gruppo di ninja
sbucarono dal nulla due di loro si piazzarono dietro Naruto e gli
puntarono dei kunai alla gola ed alla tempia.
Un
altro gruppo attaccò i restanti ospiti.
<<
Mendokuse ma quanti sono? >>
Shikamaru
sbuffò e tolse le mani dalla tasca ma quando le unì per utilizzare
la sua tecnica d'ombra il suo atteggiamento fu molto meno spavaldo:
era improvvisamente a corto di chackra.
Temari
roteò gli occhi al cielo convinta che il ragazzo fosse troppo
annoiato per attaccare.
<<
Oddio frignone quanto sei noioso... >>
Ma
quando aprì il suo ventaglio puntandolo contro un gruppo di nukenin
tutto quello che provocò fu un misero spostamento d'aria.
<<
Ma che...? >>
Anche
Naruto provò ad attaccare ma sentiva tutto il suo corpo indebolito,
la stessa sensazione aveva colpito gli altri ninja alleati.
Hinata
utilizzò con molta fatica la sua tecnica oculare: vide uno strano
meccanismo sul tetto collegato ad uno spesso intreccio di fili che
circondava le pareti dell'intera stanza ed assorbiva il loro chakra
così lentamente da non destare sospetti.
Probabilmente
aveva iniziato a funzionare già nel preciso istante in cui erano
entrati nella camera per provocare quell'effetto.
<<
Accidenti... >>
L'intera
stanza era una trappola e i ninja si ritrovarono bloccati da quella
potente tecnica.
Un
nukein completamente coperto di nero, viso e testa inclusa, si
avvicinò a Tenshi sogghignando.
<<
Bene, bene, bene. A quanto pare le cose andranno meglio del previsto:
elimineremo sia il capo della pioggia che quello di Konoha... >>
La
ragazza digrignò i denti ed affilò lo sguardo sibilando.
<<
Taki
... >>
<<
Si Tenshi-sama. Hai indovinato >>
<<
Come hai fatto ad entrare nel villaggio? Ti avevo bandito >>
<<
Ci sono molti più nukenin di quanto pensi tra i tuoi tirapiedi >>
Le
prese il viso con una mano stringendo le guance con forza.
<<
Il popolo ti ha eletta a suo capo per una leggenda, una sciocca
bugia. Ma sappiamo entrambi che sono io il vero capo di Ame >>
La
ragazza cercava di attivare la sua tecnica oculare ma si sentiva
debole e priva di forze. Probabbilmente lei era stata la più esposta
ai fili della trappola.
<<
Tu non sai niente... sei solo un viscido... con te a capo il
villaggio, anzi l'intero paese, andrebbe in declino >>
Aveva
avvertito il pericolo da qualche settimana, motivo per cui aveva
chiesto l'aiuto degli alleati, ma mai avrebbe pensato che la
situazione fosse così grave.
Si
sentiva in colpa per aver messo in pericolo anche i ninja alleati: si
riscriava un terribile incidente diplomatico che avrebbe coinvolto
due delle cinque grandi terre.
<<
Vedremo ragazzina... >>
Il
ninja diede l'ordine di colpire gli shinobi di Suna e di konoha
mentre lui apriva la mano formando una lama col suo chakra.
Proprio
quando le speranze sembravano vane Temari vide il braccio di Karasu
sbloccare il meccanismo dei fili. Una volta disattivato il chakra
tornò ai legittimi proprietari che piano piano andavano
riacquistando vigore.
Sumire
con un potentissimo calcio tramortì Taki mentre Matsuri utilizzò il
suo giavellotto per attaccare un gruppetto che teneva bloccati i suoi
compagni, poi tirò due kunai liberando Naruto.
<<
Adesso si che si ragiona! >>
Una
volta liberi di poter utilizzare il loro chakra sia per i ninja di
Konoha che per quelli di Suna fu una bazzecola sventare il colpo di
stato.
<<
Andiamo Akamaru, sgranchiamoci un po' le gambe >>
I
due utilizzarono la tecnica della moltiplicazione selvatica ed
eliminarono i nukenin che tenevano bloccata la porta.
Temari
vedendo che nella sala era tutto sotto controllo era uscita per
controllare la situazione nel corridoio, molti nukenin erano stati
abbattuti da Kankuro tuttavia altri erano pronti ad attaccare.
Aprì
il ventaglio e richiamò la tecnica del taglioetaglia eliminando
buona parte degli avversari mentre Shikamaru si stava occupando di
due che la stavano prendendo alle spalle.
<<
Ti sei davvero sprecato Shika... >>
<<
Mendokuse sentirò mai uscire un “grazie” dalla tua bocca?
>>
All'interno
della sala Taki si era ripreso dal colpo e si stava preparando ad
attaccare la Daimyo con le sue lame di chackra, sfortunatamente per
lui Naruto era ricorso al suo rasengan schiacciandolo contro il
pavimento e mettendolo K.O.
<<
Stai bene Tenshi? >>
La
ragazza, ancora un po' frastornata, annuì e si piazzò davanti i
ribelli che adesso senza un capo non sapevano come reagire.
Una
volta liberato il corridoio i ninja della pioggia poterono entrare a
palazzo e sventare definitivamente la ribellione.
Tenshi
diede l'ordine di imprigionare i nukekin.
*
Grazie
alla collaborazione degli alleati non ci volle molto per riprendere
il controllo del villaggio.
I
cittadini di Ame avevano ripreso a svolgere le normali attività, ed
i jounin, anche loro sotto l'effetto del meccanismo, avevano
riacquistato il loro chakra.
Vennero
controllati tutti i palazzi principali e smantellati tutti quei
meccanismi, inoltre vennero rafforzate le misure di sicurezza per
evitare ulteriori incidenti.
<<
Non so davvero come ringraziarvi >>
I
ninja di Suna e Konoha si trovavano adesso davanti ai cancelli del
villaggio, Tenshi si era inchinata di fronte a loro mostrando tutta
la sua gratitudine.
<<
Avete salvato il mio paese e la mia gente da una possibile guerra
>>
Naruto
sfoderò uno dei suoi brillanti sorrisi.
<<
Da questo momenti i rapporti di Ame con Suna e Konoha diventeranno
ancora più forti. Dattebayo! >>
Lei
ricambiò il sorriso e si voltò verso i ninja di Suna.
<<
Portate i miei ringraziamenti anche al Kazekage-sama >>
<<
Non mancheremo >> disse Temari.
*
<<
Evvai grande lavoro ragazzi >>>
Durante
il tragitto di ritorno Naruto e Kiba avevano iniziato a festeggiare e
a vantarsi di quanto erano stati bravi, di quanto erano stati forti e
del fatto che le loro tecniche erano le migliori.
<<
Kiba-kun, non dovresti dire così >> lo aveva ammonito Hinata,
ma il suo modo di fare timido non aveva sortito molto effetto.
L'hokage
preso dall'euforia fermò l'intero gruppo ed insistette per ospitare
le squadre della sabbia almeno per un paio di giorni.
Kankuro
stava per rispondere categoricamente di no ma non aveva fatto i conti
con la sorella che gli aveva tappato la bocca con la mano destra
annuendo.
<<
Sarebbe scortese rifiutare il gentile invito dell'hokage >>
<<
Ma dobbiamo fare rapporto >>
<<
Manderò un messaggio a Gaara, non entrerà nel panico per qualche
giorno di ritardo >>
Mentre
i due erano intenti a discutere Sumire si avvicinò ad Akamaru e si
inginocchiò davanti a lui iniziando ad accarezzargli la testa.
<<
Ma chi è questo bellissimo cucciolotto? Ma quanto sei bello tu? >>
Aveva
preso a massaggiargli la schiena e a fargli i grattini sul collo.
<<
Lo sai che sei stato proprio bravo durante la battaglia? Proprio un
bravissimo cucciolone >>
Akamaru,
dopo un breve momento di diffidenza, aveva preso a scodinzolare
godendosi le coccole della ragazza sotto gli occhi piuttosto
interessati di Kiba.
<<
Ma quanto sei dolce >>
Alla
fine l'Inuzuka decise di avvicinarsi con un piccolo sorrisino
spavaldo.
<<
Sai, è il mio cane. Si chiama Akamaru >>
Kankuro
assottigliò lo sguardo.
Sumire
continuava a guardare Akamaru ed a fargli le coccole.
<<
Ma che bel nome che hai! Dammi la zampa >>
Ovviamente
il cane obbedì all'istante, subito dopo Sumire alzò la testa verso
Kiba.
<<
Complimenti è davvero un bell'esemplare di Akita Inu
>>
Inevitabilmente
al ragazzo blirrarono gli occhi nell'apprendere che la ragazza
conosceva abbastanza bene le razze dei cani. Ed era anche piuttosto
carina.
<<
Arigatou. Io... io sono Kiba >>
Lei
si mise in piedi porgendogli la mano.
<<
Sumire. Molto piacere >>
Kankuro
avvertiva un fastidiosissimo prurito alle mani ma non ebbe il tempo
di intervenire poiché Naruto si era avvicinato dietro di lei
assottigliando lo sguardo.
Non
era la prima volta che fissava la ragazza preso da un dubbio enorme e,
quando sentì il suo nome, non poté far altro che avvicinarsi e
rivolgergli quella domanda.
<<
Aspetta ma tu sei... Neko? >>
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 -Deduzioni scomode- ***
Deduzioni
scomode
Sumire
arricciò il naso ridendo.
Finalmente
quel baka l'aveva riconosciuta.
<<
Adoro i soprannomi che mi dai: Angelo, neko, nee-chan... ne
hai altri? >>
<<
No, non ci credo... >>
Sumire
si voltò continuando a ridere.
<<
Si vulpix sono io >>
Seguendo
la sua solita impulsività abbracciò la ragazza con affetto.
Era
passato circa un anno dall'omiai ma i due ricordavano bene quando i
ninja di konoha erano stati ospitati a suna in vista del matrimonio e
in quell'occasione Naruto si era avvicinato a Sumire, allora coperta
dal velo, e le chiese se si conoscevano.
Allora
fu interrotto da Sakura ma non aveva sbagliato, lui conosceva
realmente la ragazza.
<<
Ma che sorpresa! >>
<<
Mamma mia quanto sei diventato alto >>
Naruto
e Sumire si erano incontrati una volta, anni prima, quando lui aveva
intrapreso il suo viaggio di allenamento con Jiraya-sama.
Ero-senin
lo aveva condotto in una delle terme in un villaggio isolato e, con
la scusa di cercare materiale per i suoi libri, si era allontanato
lasciando da solo l'Uzumaki ad allenarsi.
Pochi
minuti dopo aveva visto il suo sensei scagliarsi contro un muro ad
una velocità impressionante e il viso furente di una ragazza coperta
solo da un misero asciugamano.
Avevano
trascorso un breve periodo insieme ed avevano instaurato una bella
amicizia. Perchè in fondo i due erano molto simili: impulsivi,
allegri ed un po' sbadati a volte.
Lei
si mise a ridere ricambiando l'abbraccio. Non si erano accorti degli
occhi perplessi del resto del gruppo.
<<
Come stai volpe? Ma guardati quando ti ho conosciuto non sapevi
nemmeno controllare il tuo chakra e adesso sei addirittura Hokage!
>>
<<
Sono tanto felice di averti ritrovata! Alla fine sei riuscita ad
intraprendere la strada da kunoichi >>
<<
Ne dubitavi? >>
Un
piccolo colpo di tosse interruppe quell'adorabile scenetta: era
Sakura.
Naruto
si era voltato rendendosi conto della situazione e mire la mano
dietro la nuca un po' imbarazzato.
<<
Emmm ragazzi lei è Sumire. Ci siamo conosciuti quattro anni fa
durante il mio allenamento con Jiraya-sensei >>
Anche
Matsuri si era avvicinata alla sorella con aria incuriosita.
<<
Tu conosci l'hokage? >>
<<
Hai. Ti ricordi che ti ho parlato della mia fuga alle terme di
Arima? Ho incontrato quello strano tizio dai capelli alla raperonzolo
e un ragazzino biondo. Ecco lui è il ragazzino biondo >>
Matsuri
annuì ancora un po' incredula, certo che con tutte le sue fughe la
sorellina doveva aver dato un bel po' di preoccupazioni allo
Tsuchikage negli ultimi anni.
Kankuro
roteò gli occhi al cielo tenendosi a debita distanza dal gruppetto,
fortunatamente per lui dovevano riprendere a camminare se volevano
arrivare al villaggio entro due giorni.
*
Verso
sera decisero di fare una pausa e si accamparono nel cuore di un
boschetto nel paese del fuoco.
Shino
si era mimetizzato in un albero fissando un punto sperduto nello
spazio.
Sari
ed Ittetsu avevano preso a scambiarsi gli occhi dolci e Mikoshi si
era sentito in dovere di placare gli istinti giovanili della sorella.
Temari
e Sen, che si somigliavano moltissimo sia fisicamente che
caratterialmente, avevano dato vita ad uno dei peggiori incubi di
Shikamaru: due mendokuse che lo circondavano, parlavano a raffica...
<<
Bisogna andare a raccogliere altra legna per il fuoco >>
<<
L'acqua delle borracce sta finendo >>
...
e gli davano pure ordini!
Naruto
aveva praticamente rapito Sumire presentandola ufficialmente ad
Hinata e Sakura, adesso i quattro insieme a Kiba stavano allegramente
conversando rivangando vecchi aneddoti.
<<
E questo testa quadra le dice “nessuno le ha chiesto un trattamento
di favore” >>
Il
gruppo, meno che Naruto, scoppiò a ridere.
<<
Sakura-chan sei cattiva >>
<<
Quel giorno avrei voluto ucciderti >>
Kankuro
stava sonnecchiando sotto un albero cercando di non ascoltare quei
discorsi.
Prima
attaccava bottone con Kiba: “Ma che bel cagnolino. Ma che bel
cucciolotto”
Poi
con Naruto: “Ciao volpetto. Ma che bello averti ritrovato”.
Ci
mancava solo Shino magari avrebbe potuto iniziare con: “Guarda che
sono belli questi scarafaggi!”
Non
l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura ma la gelosia se lo stava
letteralmente mangiando vivo.
<<
Kankuro? >>
Lui
batté gli occhi voltandosi, vide Matsuri che si mise a sedere
compostamente accanto a lui.
<<
Va tutto bene? >>
Lui
annuì.
<<
Ma certo piccoletta >>
<<
Sembri così pensieroso... ne vuoi parlare? >>
Lui
ispirò tentato da quella proposta, ma preferiva non coinvolgerla
inoltre il suo orgoglio glielo impediva.
<<
Iee. Sto bene, tranquilla >>
Lei
annuì.
<<
Perchè non ti unisci agli altri? >>
<<
Sono molto stanco e preferisco riposare >>
<<
Wakatta >>
*
Due
giorni dopo arrivarono a Konoha.
I
ninja del villaggio tornarono nelle rispettive case mentre i ninja di
Suna si recarono in un albergo poco lontano dal palazzo dell'hokage.
Grazie
a Naruto non era stato difficile trovare quattro camere.
Sari
e Sen si fiondarono in camera e due secondi dopo iniziarono a
litigare per la disposizione dei letti.
Mikoshi
ed Ittetsu appena sfiorato i materassi sprofondarono in uno stato di
coma apparente.
Sumire
e Matsuri stavano sistemando i loro letti quando videro entrare
Temari, sistemare la sua roba nell'armadio e sedersi sul letto
riposandosi un po'.
Mentre
la ragazza faceva tutto ciò le due gemelle continuavano a fissarla
perfettamente immobili.
<<
Che avete da guardare? >>
<<
Temari-sama non dovevate dormire in camera con Kankuro-sama? >>
<<
No >>
Sumire
annuì capendo la situazione.
<<
Stanotte si va dal genio e tu non vuoi avere sorveglianti eh? >>
Temari
si voltò completamente rossa in viso.
<<
Che cosa? Non è vero! E poi... e poi porta rispetto sono un tuo
superiore! >>
<<
Ok Temari-sama. Cerchi di non fare rumore quando rientrerà in
camera alle tre di notte Temari-sama >>
Alla
jounin partì un inquietante tic all'occhio destro ma non proferì
parola preferendo uscire con aria indignata.
Una
volta chiuse la porta Matsuri scoppiò a ridere.
<<
Sei veramente tremenda nee-chan >>
<<
Naaa... solo sincera >>
*
Qualche
ora dopo Sumire aveva deciso di farsi coraggio ed affrontarlo.
Si
era alzata e si era diretta a passo svelto davanti la sua camera, era
quasi arrivata quando una voce le fece venire un infarto.
<<
Gatto! >>
Chiuse
gli occhi controllando la sua tachicardia e poi si voltò.
<<
Ciao Naruto >>
<<
Ero venuto apposta per te! Hai già cenato? >>
<<
Iee >>
<<
Allora preparati a mangiare il ramen più buono dell'universo >>
Lei
alzò un sopracciglio e mise le mani sui fianchi.
<<
Teuchi? >>
<<
Eeesatto! Dai vieni >>
Le
prese la mano e la trascinò verso il chiosco.
Dall'interno
della camera 38 Kankuro, steso sul letto, assottigliò gli occhi e
digrignò i denti.
<<
Adesso si fa dare pure gli appuntamenti la sera >>
*
Dopo
la cena Naruto e Sumire si erano seduti su un tetto mente Matsuri
aveva preferito fare una passeggiata insieme a Sakura e Hinata.
In
quei pochi giorni la neko aveva conosciuto le due ragazze ed era
stata molto cortese nei loro confronti.
Erano
simpatiche e divertenti e da subito erano andate molto d'accordo
anche se Naruto si era accorto del suo sguardo severo che non mancava
di riservagli quando gli altri erano distratti.
<<
E' carina Hinata >>
Ecco
che arrivava la bomba.
<<
Dai Sumy. Dì quello che pensi >>
<<
No sul serio è carina. Poi, così, a naso, ho visto che ha due bei
motivi per cui ti piace tanto... >> disse facendo
un'equivocabile gesto con le mani.
<<
Sumy... >>
<<
Due gran bei motivi... >>
<<
Sumire! >> disse Naruto diventando rosso.
Lei
rise divertita per poi tornare subito seria.
<<
Sai quando ci siamo conosciuti tu avevi in mente due obbiettivi, due
tarli fissi nel tuo cervello: riportare a casa il tuo amico scomparso
e... Sakura-chan >>
Naruto
se possibile arrossì ancora di più.
<<
Non è vero! Volevo solo recuperare Sasuke e diventare Hokage >>
Sumire
inclinò la testa verso destra e sbuffò.
<<
Che ti ricorda questo? “Sakura-chan è tanto carina”,
“Sakura-chan ha gli occhi come il prato”, “lo sai che quando
picchi Jiraia mi ricordi un po' Sakura-chan?” >>
Fregato.
<<
Hinata non l'hai accennata nemmeno una volta >> si era limitata
a commentare.
Naruto
chinò lo sguardo ed ispirò.
<<
Sakura sta con Sasuke... ed Hinata è una gran brava ragazza, è
bella e molto dolce... e io le voglio un gran bene >>
Sumire
incrociò le braccia al petto contrariata ma non commentò oltre: gli
occhi del suo amico dicevano più di qualsiasi parola.
E
quello che avvertì le fece capire che era meglio non parlare o
commentare.
Decise
di cambiare discorso.
<<
E comunque il ramen lo faccio meglio io >>
<<
Adesso non esagerare, il tuo è buono ma quello di Teuchi non lo
batte nessuno! >>
*
Verso
mezzanotte Sumire tornò nella stanza, e come aveva intuito, Temari
non c'era.
Matsuri
era sotto le coperta ma non dormiva: era intenta a leggere un libro.
<<
Ma bentornata >> disse un po' contrariata.
<<
Ciao Matsu >>
<<
Non dovresti fare così tardi. Lo so che vorresti divertirti ma Suna
non ci fa bella figura >>
<<
Farai questo discorsetto anche a Temari quando torna? >>
<<
Ovvio che no >>
Sumire
sbuffò contrariata: non era la prima volta che la sorella usava quel
tono di monito con lei.
Andavano
d'accordo e si volevano bene ma la ragazza si comportava ancora come
se dovesse farle da balia: la controllava, si preoccupava per lei e
la ammoniva.
Più
di un anno fa quando le faceva da guardia del corpo lo capiva e
poteva accettarlo, ma adesso le due erano allo stello livello, erano
due chunin e della stessa età.
Stava
decisamente esagerando.
Decise
che quello era il momento buono per mettere in chiaro le cose.
<<
Perchè credi che io voglia fare la kunoichi Matsuri? >>
Lei
alzò la testa e batté le palpebre sbigottita non sapendo bene cosa
rispondere, ci rifletté un paio di minuti poi iniziò a parlare.
<<
Perchè così puoi usare le armi, puoi combattere e non devi seguire
le regole che ti erano state imposte. Per te è una cosa molto
divertente.. e poi... >>
<<
Per stare con te >>
Lo
disse con un tono serio e vagamente deluso che fece ammutolire la
sorella.
<<
Per vivere con te... cretina >>
<<
Oh... >>
<<
Il mio non è un capriccio da principessina viziata, non è un gioco,
anzi prendo questa scelta molto seriamente. Non è soltanto perché
ho fatto un giuramento. Io voglio avere l'occasione di vivere con te,
di averti vicina. Sei tutta la mia famiglia Matsu.... >>
La
sorella continuava a fissarla con uno sguardo nuovo e si vergognò.
Sumire
aveva iniziato a camminare avanti ed indietro gesticolando con le
mani.
<<
Per carità non nego che combattere, svolgere le missioni, uscire con
della gente nuova non mi renda felice, ma la mia priorità sei tu.
La
kunoichi posso farla anche ad Iwa ma se mi sto impegnando è per
rimanere qui accanto a te >>
A
Matsuri tremarono le labbra.
<<
Sumy... ane-chan... >>
<<
Potresti piantarla di considerarmi come una tua missione? >>
La
ragazza finalmente si rese conto di essere stata troppo pressante.
<<
Te lo prometto sorellina >>
***
Angolo
dell'autrice.
Perdonate
il ritardo, ho davvero tanto da fare in questo periodo.
Che
ne pensate di questo capitolo? Ho immaginato che un tipo come Sumire
potesse andare molto d'accordo con Naruto (anche se lui fa amicizia
con tutti).
Inoltre
ho voluto dare un piccolo omaggio alla coppia NaruSaku alla quale
sono sempre fedele nonostante nel manga le cose siano andate in
maniera diversa.
Grazie
a tutti i lettori. A presto.
Violetta_
|
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 -Facciamo pace- ***
Facciamo
pace
Quattro
giorni dopo i ninja tornarono a Suna.
Kankuro
entrò nell'ufficio del fratello per fare rapporto.
<<
Ohayo otouto >>
<<
Ciao Kankuro >>
Lui
gli poggiò i fogli sulla scrivania ed il Kazekage li sfogliò
leggendo rapidamente poi alzò gli occhi per guardare quelli
castano-verdi del fratello.
<<
Come mai ci avete messo tanto? >>
<<
Chiedilo a Tua sorella >>
<<
Perché quando si comporta in modo sconsiderato di colpo diventa mia
sorella? >>
<<
Perché tu le concedi troppo potere >>
Gaara
roteò gli occhi al cielo.
*
Sumire
era di guardia in uno dei perimetri del palazzo del kazekage: era un
compito noioso ma visti tutti i pensieri che aveva in quel periodo
non ci fece neanche caso.
Si
mise a guardare il cielo e sospirò pensando al marionettista.
Dopo
la loro ultima missione a Konoha non si erano più rivolti la parola,
non si erano nemmeno visti.
Quella
situazione stava diventando insopportabile.
Possibile
che il loro rapporto si fosse dissolto così nel nulla? Come se
quello che avevano vissuto nell'ultimo anno non contasse?
No
non poteva accettarlo.
<<
Hei guarda la >>
Takasha
la scosse dai suoi pensieri.
La
compagna di squadra aveva le mani in tasca e guardava in alto, Sumire
guardò nella sua stessa direzione: il tempo stava per cambiare
drasticamente.
Una
ventina di minuti dopo il cielo da azzurro diventò grigio e cupo ed
una forte tempesta di sabbia si abbatté sul villaggio.
Baki
si affacciò da una delle finestre.
<<
Ragazze tutte le squadre di guardia sono congedate a causa della
tempesta. Forza, rientrate dentro >>
*
<<
Maledizione >>
Si
portò la punta dell'anulare alla bocca avvertendo il sapore ferroso
del sangue.
Quella
dannata marionetta aveva dei meccanismi ancora più piccoli ed
intricati di Sasori. Sperava veramente ne valesse la pena.
Il
vento era talmente forte che faceva spostare le gambe delle
marionette appese il che provocava un particolare rumore, quasi come
un ticchettio.
Il
lavandino del bagno aveva preso a gocciolare in un modo che dava sui
nervi al ragazzo. Tuttavia era così concentrato da non farci caso.
A
parte ciò il silenzio era imperante.
Nel
laboratorio, nonostante tutti i controlli, la sicurezza e le trappole
c'era un punto debole: la presa d'aria, ovvero una piccola
finestrella che serviva per il ricambio d'aria, necessario per un
laboratorio pieno di segatura e veleni.
Era
in un punto talmente nascosto che solo Kankuro ne era a conoscenza e
solo lui sapeva dove sbucava.
Almeno
così credeva.
<<
Che ci fai qui? >>
Era
riuscito a notare uno strano spostamento d'aria, qualcosa di anomalo
ed aveva immediatamente drizzato le orecchie ed acuito i sensi
riconoscendo la persona ora dietro di lui.
Era
sporca di terra e sabbia e aveva i capelli completamente in
disordine.
<<
Nulla sono passata per un saluto >> disse con semplicità, ma
si poteva riconoscere una punta di tensione.
<<
Fuori c'è una tempesta. Sei una vera incosciente! >>
Sumire
fece spallucce inclinando appena il capo.
Kankuro
non si era nemmeno voltato e continuava imperterrito a lavorare
dandole le spalle.
Dopo
qualche minuto di imbarazzante silenzio si decise a parlare.
<<
Mi manchi >> disse con una franchezza tale da risultare
disarmante.
Lui
batté due volte le palpebre colto in fallo.
Prima
che potesse rispondere lei lo anticipò facendo sue passi verso la
scrivania e guardando verso l'alto.
<<
Non ero mai stata qui >>
<<
In realtà ci sei già stata una volta >>
Sumire
ricordò con imbarazzo quel momento, quando si era tolta il velo e
gli aveva raccontato tutta la verità.
<<
Ma era buio e di certo in quell'occasione non mi sono messa a
guardare i dettagli della stanza. Ci sono un sacco di marionette
>>
Kankuro
finalmente si girò a guardarla, la ragazza era ormai di fronte il
tavolo da lavoro e aveva piegato il busto in avanti per poter
osservare meglio la marionetta.
<<
Una nuova creazione? >>
<<
Non dovresti stare qui Sumire >> disse severo.
Lei
deglutì ma continuò a far finta che fosse tutto a posto.
<<
Che cosa inserirai nelle dita? Veleno? >>
Lui
inspirò e cercò di ignorarla voltandosi nuovamente.
Sumire
si sedette dietro di lui e chinò lo sguardo.
<<
Parlami Kankuro >>
Lui
assottigliò lo sguardo ma continuò a dedicarsi alla marionetta.
<<
Non ce la faccio più >> continuò a voce molto bassa <<
questa situazione sta diventando davvero pesante per me >>
<<
Credi che per me sia facile? >> sibilò quasi con rabbia.
Sumire
deglutì ed iniziò ad avvertire gli occhi pizzicare, il suo respiro
farsi pesante e un notevole disagio.
<<
Si può sapere che ti prende? Che ho fatto di sbagliato? >>
Kankuro
digrignò i denti e si mise a cercare qualcosa dentro la sua cassetta
degli attrezzi.
<<
E' perché qualche volta non ho seguito alla lettera i tuoi ordini?
>>
No
quello era troppo.
Kankuro
negli ultimi anni era riuscito a far salire in modo considerevole il
suo livello di pazienza ma Sumire era riuscito a superarlo.
<<
Qualche volta? Qualche volta Sumire? >> non stava
urlando ma con quello sguardo faceva comunque il suo effetto.
Lei
si guardò intorno non sapendo come rispondere, ma non ce ne fu
bisogno poiché Kankuro si era girato verso di lei, benché fossero
entrambi seduti la ragazza si sentì sovrastata.
<<
Hai una vaga idea di quante volte sono dovuto intervenire al
consiglio per non destare sospetti in modo da non farti cacciare? Di
quante volte mi hai fatto prendere un infarto con le tue iniziative
da irresponsabile? >>
Sumire
spalancò gli occhi. Non era arrabbiato per il suo atteggiamento, ma
per quello che lei rischiava.
Era
preoccupato per la sua incolumità e in quel periodo si era
comportato in quel modo per non farla cacciare dal villaggio e per
farla salire di livello.
Aveva
pensato a lei per tutto il tempo.
<<
E non contenta ti metti a fare gli occhi dolci a Kiba, abbracci e
coccoli Naruto e chissà che cosa altro che io non voglio nemmeno
concepire! >> disse mentre il suo tono di voce diventava man
mano sempre più alterato.
D'un
tatto l'umore di Sumire cambiò.
Il
ragazzo stava letteralmente sproloquiando e in un anno e mezzo non lo
aveva mai visto perdere il controllo in quel modo.
Non
era più spaventata per una possibile rottura, non era più nervosa,
anzi era rassicurata, quasi raddolcita da quella situazione.
Lui
era preoccupato e soprattutto era tremendamente geloso.
Altro
che stancato di lei.
<<
Io voglio te >>
Kankuro
interruppe all'istante il suo personale stream of consciousness
prendendola a fissare come se le fossero spuntate due orecchie in
più.
Sumire
ne approfittò per continuare.
<<
Io voglio stare con te. Non ci penso proprio a farmi cacciare dal
villaggio o a farmi ammazzare da un nemico... o a stare con un altro
>>
Kankuro
deglutì non sapendo che dire.
Era
ancora frustrato, irritato, arrabbiato per quello che era successo in
quel periodo e per come si erano messe le cose tra loro.
Ma
quegli occhi e quelle frasi lo avevano disarmato.
Dannati
occhioni oltreoceano straordinariamente belli.
La
ragazza abbassò lo sguardo e vide una goccia di sangue uscire dal
dito del marionettista.
<<
Sanguini >>
<<
Non è niente >> mormorò.
Senza
nemmeno ascoltarlo gli prese la mani svelta ma con delicatezza e
rilasciò una minima dose di chakra.
Lui
non si ritrasse né protestò ma si limitò a guardarla torvo.
<<
Sei davvero un tipo distratto. Anche quando ci siamo conosciuti eri
ferito ricordi? >>
Rilassò
il viso scrutando quello della ragazza: era più deperito e stanco,
si capiva che era molto triste ed avvilita.
Non
riuscì a rimanere arrabbiato con lei, poggiò la mano libera sulla
sua guancia sfiorando il suo labbro inferiore col pollice.
<<
Goumen-ne... >>
Lei
sospirò ed arrossì imbarazzata.
<<
Anche io ho esagerato. Goumen >>
Il
ragazzo l'attirò a se facendole appoggiare la testa sul suo petto e
stringendola con dolcezza.
*
Temari
era nel suo ufficio intenta scrivere una lettera quando qualcosa la
fece distrarre. Un futile, piccolo, dettaglio che in quel momento
alla ragazza sembrava un problema insopportabile: la scrivania
traballava.
E
quando era successo?
Dov'era
lei?
Irritata
si alzò prendendo un foglio e piegandolo più volte per poi
poggiarlo sotto la gamba incriminata.
Si
rimise a sedere e quel maledetto oggetto continuava a muoversi
facendole sbavare le lettere.
<<
Mendokuse >>
Si
incazzò per la scrivania e si incazzò doppiamente per aver detto
quella parola. Tirò la penna contro al muro ed iniziò la sua
personale battaglia con un innocuo pezzo di legno.
*
Lo
scambio di baci si stavano facendo man mano sempre più intenso.
Erano
partiti con un innocente bacio sulle labbra, non ricordavano nemmeno
chi era stato a cominciare tuttavia adesso entrambi faticavano a
staccarsi l'uno dall'altra ed il loro respiro si stava facendo via
via più pesante.
Sumire
si mise a cavalcioni su di lui mentre le mani del ragazzo erano scese
sui fianchi.
Lei
iniziò a lasciare una scia di baci sul collo mentre sentiva che
Kankuro le stava sfilando la maglietta.
<<
Kankuro! >>
Si
bloccarono ed immediatamente si allontanarono l'uno dall'altra come
folgorati da una potente scossa elettrica.
Sumire
si sistemò la maglietta mentre Kankuro si mise velocemente in piedi
andando ad aprire la porta.
<<
Ciao Temari. Cosa c'è? >>
La
ragazza inclinò la testa notando l'ospite: istintivamente
assottigliò lo sguardo.
<<
Che ci fa lei qui? >>
<<
Le sto insegnando delle tecniche da marionettista >>
<<
Mh... è venuta qui nonostante la tormenta? >>
<<
Yee. Era già a palazzo di turno nella zona est >>
Quando
ci si metteva il master of puppets sapeva sfoggiare una impenetrabile
faccia di bronzo.
<<
Comunque mi sistemi la scrivania? Traballa e mi da fastidio >>
<<
Hai >> sbuffò << Arrivo subito aspettami in
ufficio >>
Rimasti
soli si voltò verso Sumire, era ancora piuttosto provato ma stava
riacquistando lucidità.
<<
Goumen... >>
<<
Tranquillo >> gli sorrise << Va pure. Ho il permesso di
assemblare questi pezzi? >> disse indicando i pezzi di
marionetta.
Lui
annuì ed uscì dalla camera.
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 -Una gemella molto gelosa- ***
Una
gemella molto gelosa
Quella
mattina Matsuri si svegliò con l'odore aromatico del caffè e quello
di una golosa torta.
Corrugò
la fronte e guardò l'orologio: le sette in punto.
Strano,
Sumire se poteva si crogiolava volentieri a letto fino a metà
mattina.
Si
alzò ed andò in cucina.
<<
Buongiorno >>
<<
Buongiorno sorella. Tazza di the? >>
Era
di ottimo umore.
Era
passato qualche giorno dalla riappacificazione tra lei e Kankuro:
finalmente non si sentivano braccati da stupide regole o da chissà
quale norma etica.
Era
stata promossa come chunin della sabbia a pieni voti e quindi nessuna
voce di corridoio le avrebbe fatto rischiare l'espulsione adesso era
a tutti gli effetti una kunoichi di Suna.
Ovviamente
non avevano ostentato nulla ma finalmente la situazione si era
calmata, erano usciti insieme una o tre volte ed erano riusciti a
parlare.
Finalmente
tutti i suoi dubbi e le sue preoccupazioni erano svaniti.
Matsuri
si sedette di fronte al tavolo e si tagliò una fetta di torta.
<<
Come mai così pimpante di prima mattina? >>
Lei
fece spallucce.
<<
Mi sono svegliata presto ed avevo fame >>
<<
Mh >>
Matsuri
annuì poco convinta.
<<
Comunque devo andare nell'ufficio del Kazekage per dei documenti
>>
<<
Si... documenti... certo >>
<<
Smettila con queste allusioni! >>
*
Matsuri
entrò nell'ufficio del kazekage.
<<
Gaara? >>
Si
sorprese di non trovarlo lì.
Lo
cercò per qualche minuto poi decise di uscire.
*
Gaara
era in compagnia di Kankuro ed un paio di shinobi intento a tornare
da una piccola perlustrazione alle mure nella zona ovest quando la
loro attenzione si spostò verso un gruppo di ragazzi ammassati l'uno
sopra l'altro: si comportavano in modo molto strano e col loro brusio
stavano facendo molta confusione.
Gaara
storse il naso.
<<
Ma che succede? >>
Si
avvicinarono incuriositi.
Il
gruppo era formato in prevalenza da genin dell'accademia ma c'erano
anche alcuni chunin e civili, quei ragazzi stavano fissando l'interno
della finestra di uno dei piccoli campi di allenamento al coperto.
<<
Oddio guarda là >>
<<
Che spettacolo >>
<<
Oh mamma... >>
Sumire
si stava allenando, faceva particolarmente caldo quel giorno e la
ragazza aveva optato come tuta un top corto viola e dei pantaloncini
neri.
Stava
facendo delle flessioni e non si era accorta di essere notata.
Un
ragazzo diede una gomitata ad un suo amico ammiccando.
<<
Ma è quella promossa da poco? >>
<<
Si si. Dovrebbe essere assegnata ad un team, ma non so bene quando
>>
<<
Mi metto in lista come compagno nel suo team >>
<<
Anche io la vorrei tanto come …. Sensei! >> il ragazzo urlò
l'ultima parola sorpreso e spaventato.
<<
Sensei? Guarda che è una chunin >>
Il
gruppo si voltò e gelarono all'istante: dietro di loro c'erano i
fratelli Sabaku.
Ma
la cosa strana è che a spaventate a morte non era stata la presenza
del Kazekage bensì lo sguardo raggelante del master of puppets.
<<
Kazekage-sama... Kankuro-sensei >>
Kankuro
era perfettamente immobile, aveva alzato soltanto il braccio destro
con l'indice che puntava verso di loro, dopo una manciata di
interminabili secondi aprì bocca:
<<
Cosa.State.Facendo? >>
Il
suo tono di voce risuonava vagamente omicida, persino Gaara corrugò
la fronte leggermente inquietato.
I
ragazzi più distanti riuscirono a darsela a gambe ma i più
sfortunati si limitarono a tremare e a balbettare.
<<
Noi... noi... niente... >>
<<
Ce ne stavamo andando Kankuro-sama... >>
<<
Si adesso ce ne andiamo >>
Kankuro
stava per esplodere, era lì lì per liberare le sue marionette e
ricoprire di veleno quei disgraziati quanto vicino la porta di
ingresso del campo videro altri due ragazzi sbattere malamente contro
un muro e dopo essersi ripresi correre terrorizzati.
I
due fratelli si guardarono perplessi dando così l'occasione a quei
poveretti di scappare, poi si avviarono verso quella direzione e
videro una Matsuri dallo sguardo terrificante fulminare quei due
genin.
<<
E non vi permettete mai più a comportarvi da incivili! >>
Sentendo
tutto quel frastuono Sumire aveva aperto la porta e si era portata
una mano davanti le labbra completamente incredula.
<<
Ma che diamine? Matsu …? >>
Quando
capì la situazione non poté fare a meno di arrossire offesa: era
convinta che stando in mezzo a dei ninja avrebbe trovato un ambiente
più serio e si sarebbe potuta allenare senza dover pensare a certe
futilità.
<<
Non ti avevo mai vista sfoderare un atteggiamento simile. Che ti è
preso? >>
Matsuri
si girò verso di lei ancora visibilmente arrabbiata.
<<
Niente >> disse secca.
<<
Complimenti piccoletta ottimo gancio destro >>
Le
due gemelle si voltarono incrociando lo sguardo dei due Sabaku, bastò
la vista di Gaara per far scomparire tutta l'ira della ragazza che si
inchinò portando le mani all'altezza del petto.
<<
Goumen. Sono mortificata >>
Contro
ogni aspettativa lui alzò un sopracciglio e guardò Sumire.
<<
Tranquilla Matsu ho visto di peggio >>
La
prese per mano e fece qualche passo, poi continuò a parlare in modo
che lo sentisse anche la gemella.
<<
… a quanto pare la gelosia è un vizio di famiglia >>
Sumire
gonfiò le guance indispettita quando vide una giacca sventolarle
davanti, si girò molto lentamente fino a vedere il profilo del suo
ragazzo.
<<
Perché me la dai? >>
<<
Potresti coprirti? >>
<<
Ma ci saranno quarantadue gradi all'ombra! >>
*
<<
Non avrei mai pensato che tu potessi essere tanto gelosa di tua
sorella >>
<<
Non sopporto la maleducazione. E poi non mi sta bene che le si manchi
di rispetto così... >>
Gaara
deglutì.
Se
quelli erano i presupposti si ripromise che che mai e poi mai le
avrebbe rivelato che per lui Sumire era una strega impertinente, alle
volte veramente insopportabile.
<<
… ha molto talento. L'hai detto tu stesso no? >>
Perso
in quei pensieri non si era accorto che la ragazza aveva continuato a
parlare, aveva udito solo l'ultima frase.
<<
Hai... una kunoichi con molto talento >>
Lei
gli rivolse un sorriso dolcissimo.
<<
Quindi sei d'accordo? Non sai quanto te ne sono grata! >>
Lui
strinse la mano della ragazza girando la testa.
Di
che diamine stava parlando?
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 -Un "semplice" favore- ***
Un
"semplice" favore
Mai
e poi mai avrebbe immaginato di cacciarsi in una situazione simile.
In
effetti chi l'avrebbe mai detto che quel ragazzo posseduto da un
demone e con evidenti turbe mentali si sarebbe mai ritrovato nel
panico perché non aveva ascoltato la sua ragazza?
Era
una cosa tipica di Naruto o Shikamaru, non certo da lui.
Eppure
era così.
Sul
momento non ci aveva dato molto peso, dopotutto Matsuri era una
ragazza semplice e molto rispettosa del suo ruolo di kage.
Probabilmente gli aveva chiesto il permesso per un'inezia.
Ma
quella mattina la ragazza aveva ripreso l'argomento.
§§
Stava
catalogando alcuni documenti e d'un tratto si era fermata guardandosi
intorno imbarazzata.
<<
Eeto... Gaara? >>
Lui
stava scrivendo una lettera, poggiò la penna ed alzò la testa.
<<
Mh? >>
<<
Per caso hai deciso quando iniziare? >>
Lui
si accigliò appena e lei abbassò lo sguardo ancora più in
imbarazzo.
<<
Se ci hai ripensato non fa niente. Lo capisco >>
Alla
vista di quegli occhioni velati dalla tristezza reagì d'impulso.
<<
Iee iee non ho cambiato idea. Penso tra qualche
giorno >>
§§
Ci
aveva rimuginato tutto il giorno prima ed anche la notte ma proprio
non aveva idea di cosa avesse accettato.
Matsuri
era stata così felice per quella sua risposta che non se l'era
sentita di dirle la verità.
Aveva
solo pochi giorni. Doveva scoprire che cosa gli aveva chiesto la
ragazza.
Ma
come?
Steso
sul divano del suo ufficio si portò il dorso della mano sulla
fronte.
Alla
fine gli venne in mente un'idea.
C'era
un'unica soluzione ed il solo pensiero gli fece gelare il sangue
nelle vene.
*
<<
Un favore? >>
<<
Si. Un favore >>
Sumire
alzò un sopracciglio e Gaara le spiegò la situazione dicendole
cos'era successo due giorni prima.
<<
...Scopriresti per favore quale richiesta le ho accettato? >>
La
ragazza fece un sorriso per nulla rassicurante.
<<
Davvero tu sei andato a cacciarti in una situazione simile?
>>
<<
… hai >> disse pacato ma con una punta di imbarazzo.
Sumire
incrociò le braccia al petto riflettendoci su.
<<
Quindi non è una missione >>
Ecco
che saliva l'ansia.
<<
No, non lo è >>
<<
Voglio una cosa in cambio >>
Gaara
deglutì.
<<
Che cosa? >>
Sumire
estrasse un foglio dalla giacca, lo rilesse velocemente e infine lo
poggiò sulla scrivania di fronte a lui.
<<
Non posso fare una cosa del genere >>
<<
Io dico di si >>
Ne
discussero per venti minuti buoni e alla fine la kunoichi ricevette
la sua risposta.
<<
Wakatta >>
La
ragazza sorrise vittoriosa.
<<
Sapevo che in fondo eri una persona ragionevole pandolino >>
*
Temari
stava mangiando un dango seduta sulle mura esterne del villaggio era
pomeriggio inoltrato, il sole stava calando dipingendo tutto ciò che
circondava di arancione.
Sbadigliò
e sbuffò sdraiandosi sulla calda sabbia e chiuse gli occhi.
<<
Poi sarei io il pesaculo? >>
Aprì
gli occhi ed istintivamente le si formò un sorriso che scomparve
rapidamente.
<<
Ero stanca di aspettarti. Come al solito sei lento come un bradipo!
>>
Shikamaru
si avvicinò a passi svelti verso la ragazza.
<<
Ho fatto più in fretta che ho potuto >>
<<
Tutte scuse >>
Temari
si alzò in piedi e lo prese per il colletto guardandolo
famelicamente negli occhi.
Lui
stava per abbracciarla avvicinando le labbra alle sue...
<<
Shikamaru >>
Il
ragazzo si voltò di scatto riconoscendo la voce di Geppetto.
<<
Kankuro... ciao >>
<<
Che succede? >>
Per
Temari non fu difficile fingersi incazzata.
<<
Niente, la solita lentezza dei ninja di Konoha >>
Lo
strattonò per poi lasciarlo con poca grazia e si voltò.
<<
Vieni su >>
Kankuro
guardò prima la sorella poi il ragazzo con aria dubbiosa.
*
Quella
sera Sumire era sdraiata sul divano intenta a mangiare un biscottone
e a leggere un libro, di tanto in tanto gettava un'occhiata a Matsuri
che preparava la cena. Stava aspettando il momento buono per fare la
sua mossa.
Si
alzò e si avvicinò a passi lenti ai fornelli con le mani dietro la
schiena.
<<
Che cucini 'tsu 'tsu? >>
Lei
girò il cucchiaio seccata.
<<
Uffa, lo sai che detesto essere chiamata così. Comunque sto facendo
il riso con verdure al curry >>
<<
Sai? Mi sembri più allegra del solito >>
<<
Ontoni? >>
Sumire
annuì vistosamente.
<<
E' successo qualcosa di bello? >>
Matsuri
posò il cucchiaio e unì le mani all'altezza del petto com'era
solita fare quando era emozionata.
<<
In effetti si. Non te ne ho parlato prima perché volevo farti una
sorpresa... ma non resisto più >> disse finendo la
frase con una vocina entusiasta.
Le
raccontò cos'era successo dopo il suo allenamento durante la
passeggiata col Kazekage.
<<
… così gli ho detto che mi sono comportata in quel modo perché
non sopporto la maleducazione. E poi non mi sta bene che ti si manchi
di rispetto così... sei mia sorella, la mia unica famiglia. Ma non è
solo questo: non sopporto che ti si tratti come se fossi una
bambolina quando hai fatto un'ottima figura agli esami dei chunin
>>
Fece una pausa girando il capo << Presa dalla foga ho aggiunto
che potresti addirittura svolgere le missioni speciali per diventare
jounin insieme a me dopotutto hai molto talento. E lui sai che mi ha
risposto? >>
Sumire
alzò un sopracciglio, aveva la netta sensazione di conoscere già la
risposta.
<<
Che cosa ha detto? >>
<<
“Hai. Molto talento” >>
Bingo.
La
ragazza finse di provare stupore mente Matsuri strinse le mani a
pugno agitandole per l'emozione.
<<
Insomma Gaara ha accettato di farci svolgere insieme delle missioni
speciali per farci diventare jounin! >>
Per
essere promossi e diventare jounin, i chunin dovevano possedere dei
requisiti specifici: dovevano superare un test di tattica, affrontare
un combattimento contro più sfidanti e dovevano aver completato con
successo almeno due missioni speciali.
Ma
cosa più importante dovevano essere proposti da un sennin o dal kage
in persona, senza la sua approvazione infatti tutti gli altri sforzi
sarebbero risultati vani.
Gaara
l'aveva proposta qualche mese prima ma non si era ancora deciso a
affidarle le due missioni.
Matsuri
aveva già superato il test di tattica e dato che aveva partecipato
alla guerra non aveva bisogno di un ulteriore combattimento conto più
sfidanti.
Dato
che Sumire aveva ampiamente dimostrato le sue doti da stratega e le
sue abilità in combattimento, teoricamente aveva tutte le carte in
regola per essere proposta il problema è che era diventata chunin da
poco quindi forse un'ulteriore promozione sarebbe risultata troppo
repentina.
<<
E Gaara ha accettato senza fare problemi? >>
<<
Hai. Non ci credevo neanche io! >>
Sumire
si sforzò per non ridere sicura che non ci avrebbe creduto nemmeno
il panda in persona quando glielo avrebbe raccontato.
<<
Inizieremo tra qualche giorno >>
Eh
i maschi: possono essere i più forti, i più incorruttibili, i più
impenetrabili ma alla fine bastano sempre gli occhi dolci di una
bella ragazza per farli finire nei guai.
<<
Non vedo l'ora Matsu >>
|
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 -Distrazioni- ***
Distrazioni
Quella
notte la temperatura era scesa considerevolmente.
Dopo
il caldo afoso degli ultimi giorni l'umidità era aumentata e
improvvisamente era scoppiato a piovere, il vento era molto forte
tanto che i vetri alle finestre emettevano dei piccoli rumori di
tanto in tanto.
Kankuro
era nel suo laboratorio, come quasi sempre preferiva dormire lì che
andare in camera sua.
Era
sdraiato sul letto e stava sfogliando dei manuali medici, necessari
per rendere efficaci i suoi nuovi veleni.
D'un
tratto udì la finestrella della presa d'aria aprirsi dall'esterno.
Chiuse
il libro e si girò a guardare: vide le gambe di una ragazza
dondolare per scendere.
<<
Sumy che diamine ci fai qui? >>
Lei
dondolò le gambe ancora più velocemente.
<<
Seriamente, quella non è una port... >>
Si
alzò all'istante e le andò incontro non appena si accorse che la
ragazza era congelata e bagnata fradicia.
Era
molto più bianca del solito e tremava, le dita delle sue mani
avevano persino una sfumatura violacea, gliele sfregò nel tentativo
di riscaldarla.
<<
Dai che esagerato >> disse lei con poco fiato battendo i denti.
<<
Sei tu che sei incosciente. Certo potevi almeno vestirti con qualcosa
di più pesante >>
La
ragazza aveva una semplice maglietta viola, dei pantaloncini neri e
dei calzettoni neri che le arrivavano a metà coscia.
<<
Non sentivo molto freddo quando sono uscita di casa >>
<<
Ho notato >>
<<
E poi si è messo a piovere all'improvviso. Che razza di paese! >>
<<
Siamo nel deserto ed in questo periodo il tempo cambia molto
velocemente >>
Sumire
chiuse gli occhi e poggiò la testa sul suo petto.
<<
Grazie >>
Lui
le sorrise e la avvicinò a se col braccio sinistro.
<<
Figurati. Va meglio? >>
Lei
annuì e diede un bacio sulle labbra.
<<
Ti secca darmi dei vestiti asciutti? Vado a farmi una doccia prima di
beccarmi una polmonite >>
<<
Adesso esce fuori il tuo buonsenso eh? >> si allontanò aprendo
un cassetto estraendone una delle sue maglie nere << Tieni
>>
<<
Se seguissi sempre il mio buonsenso sarei tremendamente noiosa >>
Lui
scosse la testa e si rimise a letto riprendendo a leggere, udiva lo
scrosciò della doccia proveniente dal bagno a pochi passi da lui.
Dieci
minuti dopo Sumire si asciugò ed indossò la maglia dal ragazzo: le
calzava più come vestito che come maglietta, era morbida e calda ed
aveva il suo odore. Insomma la adorava.
Uscì
dal bagno e diffuse una nube di vapore per la stanza.
<<
Meno male che non sto lavorando >>
<<
Scusa ma finalmente mi sono riscaldata >>
Kankuro
la fissò per qualche istante: aveva le guance arrossate ed i capelli
sciolti.
Era
da tantissimo tempo che non vedeva i suoi capelli liberi da
acconciature o trecce, erano leggermente mossi e lunghissimi.
Provò
un'emozione molto forte simile a quella che provò quando l'aveva
vista per la prima volta.
Era
semplicemente stupenda.
Lei
non si era accorta della reazione che aveva suscitato nel ragazzo
intenta com'era a sistemarsi la cinta rossa sui fianchi, nel farlo lo
spacco destro alla base della maglietta mise in bella vista la
morbida curva del suo fianco destro e le sue cosce bianche.
<<
Arigatò. Questa maglia è comodissima >>
Il
ragazzo batté le ciglia e cercò di concentrarsi nella lettura.
<<
Di nulla >>
Sumire
gattonò sul letto, si mise di fronte a lui e abbassò il libro per
vedere cosa trattava.
<<
Che leggi? >>
<<
Io... ecco... medicina >> disse serio, un po' burbero e rosso
come un peperone.
Vedendolo
in quello stato la ragazza non poté fare a meno di preoccuparsi.
<<
Stai bene? >> gli mise una mano sulla fronte << Non è
che hai preso freddo anche tu? >>
A
quel punto Kankuro capì che il “momento lettura” era andato a
farsi benedire.
La
fissò con un'espressione molto seria e decisa, le prese
delicatamente la mano e la spostò dalla sua fronte.
Sumire
dapprincipio corrugò le sopracciglia stranita ma poi gli si avvicinò
ulteriormente, chiuse il libro poggiandolo sul comodino e si mise a
cavalcioni su di lui.
Il
ragazzo le circondò la schiena affondando la mano destra tra i suoi
capelli, erano ancora umidi e molto morbidi, la avvicinò a se
dandole un lungo bacio.
Quando
si staccarono lei gli sfiorò la punta del naso con il suo.
Kami.
Da quanto tempo non erano così vicini?
Erano
passate due settimane da quando avevano fatto pace ma anche se erano
usciti insieme qualche volta non avevano passato molti momenti
intimi, il più delle volte si erano incontrati alla serra o quando
lei faceva un turno di guardia.
<<
Mi sei mancato molto >>
Kankuro
le diede un altro bacio e sorrise contro le sue labbra.
Quello
era uno dei pochi momenti in cui la ragazza mostrava di essere
realmente conciliante nei suoi confronti: i suoi movimenti si
facevano più lenti ed incerti, diventava tutta rossa e la sua voce
diventava bassa e dolce.
Gli
venne in mente la loro prima volta: allora oltre ad essere a disagio
lei era anche molto intimorita tanto che quando finalmente trovò il
coraggio di rivelargli la sua totale inesperienza erano già andati
oltre i semplici baci.
Chi
se l'aspettava bella e sfrontata com'era?
Poggiò
le mani sulle sue spalle facendole scivolare sino ai suoi fianchi,
continuò fermandosi sulle sue cosce, sbirciò il suo petto che si
intravedeva per via del colletto troppo largo e poi salì con lo
sguardo sino alle sue labbra guardandole in modo molto concentrato.
Sapeva
bene che se avesse continuato così l'avrebbe avuta completamente
alla sua mercé probabilmente sino alla fine.
Di
solito quel momento in cui era dolce e remissiva durava solo pochi
minuti ma quella era una situazione particolare: la ragazza era a
disagio, erano stati lontani a lungo e, anche se avevano ripreso a
vedersi e a parlarsi come un tempo, lei aveva bisogno di ritrovare
quella particolare complicità.
La
sua parte più egoista lo tentò di continuare, spogliarla
completamente e approfittarsene, ma la ignorò quasi subito
preferendo mettere entrambi a loro agio.
<<
Ti sta davvero bene la mia maglietta >>
Ruppe
il silenzio usando un tono dolce ma decisamente più scherzoso e
Sumire non poté che ringraziarlo mentalmente, si sentiva molto tesa.
Gli
sorrise ed afferrò un lembo della maglia.
<<
Bene allora me la tengo >>
Lui
assottigliò lo sguardo ed arricciò il naso, era dannatamente geloso
delle sue cose e non le cedeva facilmente.
<<
No. Non ci provare >>
La
ragazza poggiò le mani sul suo petto e lo guardò dritto negli
occhi.
<<
Spiacente ma ormai ho deciso. E' mia >>
Kankuro
sciolse il nodo della cinta rossa e la gettò a terra sostenendo il
suo sguardo.
<<
E io ti ripeto che questa maglia non te la do >>
Lei
fece spallucce, avvicinò le labbra sul suo orecchio e parlò con
voce bassa ed estremamente seducente.
<<
Allora credo proprio che dovrai riprendertela da solo... >>
Lui
ridacchiò e salì con le mani in modo molto lento alzando la
maglietta sino ai suoi fianchi, si fermò notando che la ragazza non
portava biancheria intima, le gettò una rapida occhiata ma non se ne
accorse poiché aveva preso a dargli dei morbidi baci sul collo.
Continuò
a risalire con le mani sino a sfiorarle il seno mentre lei gli aveva
lasciato una scia di baci sul collo e adesso gli stava solleticando
la mascella con le labbra, aprì gli occhi e gli diede un veloce
bacio sul labbro inferiore poi si allontanò di qualche centimetro ed
alzò le braccia in modo che lui potesse sfilarle la fantomatica
maglia.
Kami
se era bella.
I
capelli le erano ricaduti sulla schiena mentre i ciuffi più corti le
incorniciavano il viso.
La
avvicinò nuovamente a se riprendendo a baciarla con maggior foga
sulle labbra, poi sul collo e scese lentamente sino all'incavo tra i
seni. Le sue mani intanto la accarezzavano in modo dolce ma toccavano
punti a lei molto sensibili.
<<
Mh... >>
Sumire
avvolse le braccia intorno al suo collo stringendosi ancora di più
contro di lui, chiuse gli occhi e gemette.
Non
le dispiaceva affatto essere coccolata in quel modo, soprattutto
perché il suo compagno ormai aveva imparato a conoscere molto bene
il suo corpo, ma dopo un po' non volle essere da meno: sciolse il suo
abbraccio e poggiò la mani sul suo viso dandogli dei piccoli baci
intorno alle labbra, utilizzando solo i polpastrelli delle dita
cominciò a sfiorarlo scendendo velocemente sino a toccare il bordo
della sua maglietta. Si scostò nuovamente da lui ed afferrò i lembi
della stoffa ma quando provò a sollevarla venne bloccata per i polsi
e si ritrovò velocemente sotto di lui.
Entrambi
si guardarono negli occhi decisi fronteggiandosi per qualche secondo.
Adoravano
provocarsi a vicenda, stuzzicarsi con quei piccoli dispetti, in quei
mesi in cui erano rimasti distanti non ne avevano avuto l'occasione
quindi dovevano recuperare.
La
ragazza iniziò a muovere le braccia ma con poco successo.
Kankuro
fece un piccolo ghigno: sentiva che la forza della sua ex allieva era
aumentata, ma ancora non bastava per liberarsi dalla sua presa.
<<
Ecco che succede a non allenare abbastanza i muscoli delle braccia
>>
Sumire
arricciò il naso e roteò gli occhi, questo aumentò l'ilarità del
ragazzo: era troppo divertente metterla alle strette.
Nemmeno
due secondo dopo lei gli cinse i fianchi con le gambe, strinse con
forza bloccandolo sopra di se e con un movimento del bacino invertì
nuovamente le posizioni.
Nessuno
dei due aveva intenzione di cedere il controllo all'altro.
<<
Ecco cosa succede ad abbassare la guardia >> disse lei contro
le labbra del ragazzo.
Kankuro
allungò il collo rubandole un veloce bacio e le lasciò i polsi.
Sumire ne approfittò per sfilargli la maglietta, si sorprendeva
sempre nel vedere quanto fosse ben modellato e tonico il suo corpo
sotto quella tutona nera.
Gli
baciò il petto, gli sfiorò gli addominali con la punta della lingua
scendendo lentamente sino al bordo dei suoi pantaloni.
Kankuro
afferrò un lembo della coperta stringendolo con forza.
Sumire
fece un mezzo sorriso soddisfatto ed approfittò di quel momento di
distrazione per sfilargli i pantaloni ed i boxer gettandoli a terra,
si avvicinò nuovamente al ragazzo col suo piccolo ghigno di vittoria
stampato sul volto ma Kankuro le prese delicatamente il viso cercando
le sue labbra e ribaltò nuovamente le posizioni, questa volta con
più dolcezza.
La
ragazza gli diede una serie di dolci baci sul collo ed aprì le
gambe. Kankuro si mise sopra di lei puntellando i gomiti sul
materasso in modo da non gravare col suo peso, le stuzzicò il lobo
dell'orecchio, le baciò le guance, la punta del naso ed infine la
guardò fisso negli occhi dandole un bacio sulle labbra.
Al
momento dell'amplesso chiuse gli occhi ed iniziò a muoversi sopra di
lei.
Sumire
incurvò la schiena e mosse il bacino contro il suo con movimenti
lenti e ben calcolati.
Il
jounin si chinò baciandogli la curva inferiore del seno destro e
risalì piano per poter succhiare delicatamente il capezzolo.
La
ragazza aprì la bocca e gettò la testa indietro, gli accarezzò la
schiena attirandolo maggiormente a se.
Puntellò
il piede sinistro sul materasso dandosi la spinta per ribaltare le
posizioni e una volta fatto poggiò le mani sul suo petto riprendendo
a muovere il bacino.
Kankuro
alzò il busto il tempo necessario per baciarle il collo e poi si
distese poggiando le mani sui suoi fianchi.
Le
spinte diventavano man mano più veloci mentre i loro respiri si
facevano sempre più pesanti.
Kankuro
le afferrò le natiche e diede l'ultima spinta, Sumire poggiò le
mani sul materasso e strinse con forza la coperta.
<<
Mmmh... ah... >>
Quando
ebbe finito lui buttò la testa sul cuscino riprendendo fiato
la
ragazza si distese poggiando la testa ed una mano sul suo petto
stanca ma soddisfatta.
<<
Wow... >> riuscì a dire Sumire dopo qualche minuto << …
dovremmo litigare più spesso >>
Si
guardarono negli occhi.
<<
… >>
Dopo
qualche secondo di silenzio entrambi scoppiarono a ridere.
<<
Quanto sei baka >> disse Kankuro portandosi la mano destra
sulla fronte.
<<
Non sono baka >> rispose Sumire mentre continuava a ridere.
Pochi
secondi dopo il ragazzo cambiò espressione e si girò sul fianco
destro fissandola intensamente negli occhi. Sumire smise di ridere e
ricambiò lo sguardo.
<<
Vieni qui... >>
Le
cinse la vita con un braccio e la attirò a se, coprì entrambi con
la coperta e le diede un dolce bacio sulle labbra.
*
Temari
entrò nell'ufficio del fratello con uno strano atteggiamento,
sembrava avere fretta anche se era molto brava a controllarsi.
<<
Va tutto bene? >>
Lei
sorrise e si avvicinò alla scrivania.
<<
Hai hai. E' molto tardi Gaara, non credi che dovresti andare a
letto? >>
Lui
stava per girarsi in modo da guardare fuori dalla finestra ma prima
che potesse farlo la sorella attirò nuovamente la sua attenzione.
<<
Ti va di pendere un thè con me in cucina? >>
Lui
aggrottò la fronte confuso, la sorella aveva un che di strano ma non
sapeva bene come definirlo.
<<
Va bene... inizia a scaldare l'acqua io finisco di firmare questi
permessi e arrivo >>
La
ragazza guardò rapidamente fuori dalla finestre riconoscendo il
famoso ciuffo castano e Gaara alzò nuovamente lo sguardo.
<<
C'è qualche problema? >>
<<
Iee iee... Però vieni a farmi compagnia dai... >>
Lui
fece spallucce e si alzò dalla sedia.
<<
Va bene andiamo >>
Due
secondi dopo Temari udì un tonfo sordo e roteò gli occhi al cielo.
Baka
cry baby.
*
Kankuro
scostò una ciocca di capelli dal suo viso e le diede un bacio
guardandola con dolcezza.
Era
davvero bella quando dormiva, le labbra appena dischiuse e rosse, i
capelli scompigliati sul cuscino.
Era
calma, tranquilla.
Il
ragazzo sorrise, le era mancata davvero.
Circondò
la sua vita col braccio sinistro e la strinse a se.
Lei
si mosse nel sommo mugugnando qualche parola che lui non capì.
Aveva
accavallato una gamba sulla sua vita e si era appiccicata al suo
petto.
Rise
il più silenziosamente possibile nel costatare che la ragazza, una
volta addormentata, diventava dannatamente calda, quasi
incandescente, tranne per i piedi che erano stranamente congelati.
Era
una creatura strana sotto tutti i punti di vista ma a lui andava bene
così.
|
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 -Baka panda- ***
Baka
panda
<<
Nani? >>
Gaara
guardò Sumire limitarsi ad annuire: era entrata nel suo ufficio
stranamente molto presto quella mattina riferendogli che cosa aveva
accordato a Matsuri qualche giorno prima.
La
chunin dovette trattenersi parecchio per non scoppiare a ridergli in
faccia, la sua espressione era impagabile.
<<
No. Non se ne parla >>
<<
Ascolta Gaara, lo so cosa pensi: sono troppo impulsiva e diventare
jounin è impossibile al momento per me. Ma ti posso assicurare che
sarei perfettamente in grado di affrontare queste missioni >>
<<
Il problema non sei tu >> si la sciò sfuggire.
La
ragazza rimase allibita un paio di istanti prima di parlare.
<<
Che? >>
Accidenti.
Accidenti. Accidenti.
Poco
tempo dopo la guerra Matsuri si era allenata sino allo stremo per
aumentare le sue capacità ottenendo degli ottimi risultati e così
gli aveva domandato se potesse proporla come jounin.
Allora
i loro rapporti erano decisamente più distaccati e lui aveva
temporeggiato, all'inizio aveva negato ma la ragazza si era
dimostrata più tenace di quanto pensasse dunque le aveva concesso di
proporla a patto che le prove si fossero svolte con un tempo molto
distaccato l'uno dall'altro.
Per
sua fortuna il test di tattica si era dimostrato molto difficile per
la ragazza, poco incline a mettere a rischio la vita dei compagni, ma
alla fine le sue spiccate doti organizzative le avevano permesso di
superare la prova e adesso mancavano solo le due missioni.
<<
Sei preoccupato per lei vero? >>
Sumire
aveva poggiato i gomiti sul tavolo ed aveva avvicinato il viso al suo
guardandolo con occhi indagatori.
Gaara
si trovò a disagio.
<<
Io.. >> deglutì << Io non penso che... >>
<<
Tu hai paura che possa essere in pericolo o che questa promozione
possa allontanarla da te >>
Gaara
distolse lo sguardo e lei ebbe la conferma dei suoi dubbi.
<<
Tu hai paura di perderla >>
Il
kazekage arrossì come poche volte in vita sua.
Sumire
gli diede un buffetto sulla fronte e si mise a ridere.
<<
Questo tuo lato è davvero dolce >>
<<
Non metterei mai in pericolo una persona del mio stesso villaggio
>>
provò a difendersi.
La
ragazza poggiò con forza il palmo sinistro della mano sulla
scrivania.
<<
Piantala con queste scuse. Dovresti aver imparato ormai che riesco a
leggerti nella testa >> disse poggiando l'indice della mano
destra sulla sua fronte.
Purtroppo
per Gaara era vero.
<<
Non hai nulla di cui preoccuparti baka panda. Matsuri è
perfettamente in grado di affrontare le missioni più rischiose >>
fece spallucce ed alzò le braccia << ….detesto ammetterlo ma
l'hai allenata bene >>
No.
Aveva forse ammesso che era un bravo sensei?
<<
Inoltre ti è molto legata, non sarà certo una piccola promozione a
separarvi >>
Gaara
la guardò con la coda dell'occhio riflettendo su quelle parole:
promuovere la sua adorata allieva era sempre stato motivo di stress
per lui, ma sapeva che era una cosa inevitabile, e comunque con quel
diavolo di ragazza accanto non avrebbe corso un grande rischio.
Accennò
un sorriso.
<<
Vi assegnerò una missione tra qualche giorno. Il tempo di scegliere
la più adatta >>
<<
Yay! Ci sarà da divertirsi >>
<<
Non iniziare ad esultare, non è sicuro che verrete promosse >>
<<
Non sottovalutare noi Murasaki, panda >>
Si
alzò e si diresse verso la porta. Gaara la guardò camminare a passo
svelto intenta ad uscire dalla stanza.
Sapeva
che era una sorella gelosa e che per chissà quale motivo non provava
una grande simpatia nei suoi confronti, ma nonostante ciò lo aveva
rassicurato e in un certo senso lo aveva incoraggiato nel suo
rapporto con Matsuri.
<<
Arigatou strega >>
<<
A te pandolino. Ci vediamo >>
*
Per
Shikamaru era arrivato il momento di tornare al suo villaggio.
Stava
aspettando l'arrivo di Temari alle porte di Suna guardando il cielo
di Suna con aria inebetita come al suo solito.
Sbadigliò
ed incrociò le mani dietro la nuca.
<<
Sveglia! >>
Il
ragazzo sobbalzò riconoscendo la dolce
voce della sua dolcissima
partner.
<<
Mh... >>
<<
Dai Shika un po’ di moto! >>
Lui
portò gli avambracci davanti alle arecchie e si girò dandole le
spalle.
<<
Per te è facile parlare >>
<<
Perchè mai? >>
<<
Non usi jutsu che ti sfiancano! >>
A
Temari pertì un tic all'occhio destro.
<<
Ti vorrei far presente che io i jutsu li uso inoltre ti avviso che
non è affatto semplice usare le mie armi! >>
<<
Ti riferisci a quel ventaglietto? >>
<<
Come dici scusa!? >>
<<
Quel ventaglietto
è
un’arma
insulsa a confronto dei miei jutsu >>
<<
Ok se sei tanto sicuro >> la ragazza slegò il ventaglio
dall'imbragatura e lo poggiò a terra << Tieni. Usalo contro di
me >>
Shikamaru
sbadigliò e si alzò in piedi. Tentò di sollevarle il ventaglio con
un'aria spavalda convinto di avere la forza sufficiente, ma crollò
rovinosamente a terra, finendoci sopra.
<<
Ma quanto cavolo pesa?! >> esclamò tentando di rianimare il
braccio con cui aveva provato il sollevamento.
Lei
sfoderò uno dei suoi sorrisi.
<<
Tsk. Non è un giocattolo per bambini. Figurati per bambini
frignoni ... >>
Shikamaru
portò le mani sui fianchi e chinò lo sguardo.
<<
Mendokuse... >>
<<
Comunque io vado ad allenarmi col mio ventaglietto >>
Stava
per andarsene quando il jounin la prese per un braccio e l'attirò a
se baciandola sulle labbra.
<<
Spero di rivederti presto >>
<<
Sarà difficile. Non ho molte missioni come ambasciatrice al momento
>> gli diede un altro bacio << … comunque conoscendoti
ti ficcherai in qualche guaio e io sarò costretta ad intervenire per
salvarti >> disse ridendo.
Shikamaru
roteò gli occhi al cielo.
<<
Mendokuse. Non cambi mai >>
*
Dopo
aver finito di pranzare Matsuri era andata al campo di allenamento
aveva distribuito una serie di bersagli sempre più piccoli ed aveva
iniziato a colpirli col suo giavellotto.
Era
riuscita a diventare così abile con quell'arma che era diventata
temibile sia in difesa che in attacco.
<<
Complimenti >>
Si
voltò e sorrise riconoscendo Gaara, si avvicinò velocemente a lui.
<<
Arigatò Gaara. Come mai sei qui? >>
<<
Ci ho pensato a lungo e ho deciso quale missione affidare a te e
Sumire >>
Alla
ragazza brillarono gli occhi.
<<
Ontoni? >>
<<
Hai. Tra due giorni >>
La
ragazza sorrise e lo abbracciò entusiasta.
<<
Arigatò >>
Lui
arrossì e ricambiò impacciatamene il suo abbraccio.
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 -Missione speciale- ***
Missione
speciale
Kankuro
era nel suo laboratorio stava squadrando la testa di Karasu da cinque
minuti quando d'un tratto non vide più nulla.
<<
Cucù >>
Sumire
si era messa dietro di lui poggiando il petto sulla sua schiena e
coprendogli gli occhi con le mani.
<<
E' piuttosto tardi >> disse lui sorridendo, senza scomporsi.
<<
Na tranquillo. Che fai? >>
<<
Sto cercando di aumentare le armi nella testa di Karasu >>
Lei
spostò la testa guardando verso il tavolino.
<<
Uh. Ma ciau Karasu >>
Il
fatto che parlasse con le sue marionette lo adorava.
Anche
se la sua preferita non era Karasu.
<<
Donde estàs Sax? >>
Kankuro
aggrottò la fronte non capendo.
<<
Sax? >>
Sumire
fece spallucce e sorrise. Sapeva bene che ci voleva un po' per capire
il suo slang.
<<
Sasori >>
Lui
scosse la testa.
<<
Non te lo dico. L'ultima volta c'è mancato poco che lo facessi
esplodere >>
<<
Eddai ero nel panico e poi stavo cercando di aiutarti >>
<<
Non mi convinci lo stesso >>
Lei
si inginocchiò accanto a lui e poggiò le labbra sul collo del
ragazzo.
<<
Ontoni? >> disse con voce bassa e seducente.
<<
Ontoni. Non attacca >> disse lui chiudendo gli occhi.
<<
Eddai voglio dimostrarti che la so usare >>
<<
No no no >>
Iniziò
a dargli dei caldi ed umidi baci alla base del collo. Kankuro dovette
poggiare la testa di Karasu sulla scrivania.
<<
Tanto non mi convinci >>
Si
mise a cavalcioni su di lui e poggiò la mano sulla sua fascia rossa.
<<
Smettila >>
Lei
sorrise.
<<
Sumy basta. Devo sistemare Karasu >>
Mosse
la mano allentandogli la fascia della tuta.
<<
Ok ok! Aspetta un secondo >>
Lei
rise e alzò le braccia al cielo in segno di vittoria.
<<
Yay! >>
Kankuro
prese il rotolo e alzò l'indice.
<<
Si ma lo controlli qui davanti a me. Non ti azzardare a scappare o a
fare altri scherzetti dei tuoi >>
Lei
annuì.
<<
Tranquillo, hai la mia parola >>
<<
Mh... >> la squadrò poco convinto << ... wakatta
>>
Le
diede il rotolo e Sumire si mise a muovere
Sasori con una tale maestria che il marionettista stentò a credere
ai suoi occhi.
Erano
movimenti di media difficoltà ma comunque piuttosto notevoli ed
anche molto precisi considerando il poco spazio che aveva.
Quando
ebbe finito sigillò la suddetta marionetta nell'apposito rotolo e la
consegnò al marionettista.
<<
Visto? Adesso che mi dici? >>
Dopo
un manciata di secondi di competa immobilità lui prese il rotolo lo
posò sul tavolo dopo si sedette nuovamente per lavorare.
<<
Stai diventando bravina >>
<<
Solo bravina? >>
<<
Hai >>
<<
Comunque visto che ti ho dimostrato che so usare Sax potrei prenderlo
in prestito per andare in missione? >>
Si
accigliò.
<<
Missione? >>
<<
Hai. Sto per partire >>
Kankuro
alzò un sopracciglio.
<<
Come stai per partire? >>
Lei
alzò gli occhi al cielo.
<<
Ho una missione speciale. Tornerò tra qualche giorno >>
Kankuro
batté le palpebre per qualche secondo.
<<
Come speciale? >>
*
<<
Come hai potuto farmi questo? >>
Gaara
alzò la testa e spalancò gli occhi sorpreso ed irritato:
solitamente era sua sorella a spalancare la porta e ad entrare senza
nemmeno aver bussato, se adesso questo vizio lo prendeva pure il
fratello la cosa avrebbe potuto generare molti problemi.
<<
Ciao Kankuro. Che cosa avrei fatto? >> disse in modo molto
calmo.
Il
fratello maggiore poggiò i palmi delle mani sulla scrivania ed
avvicinò il suo viso a quello del fratellino.
<<
L'hai proposta a jounin. Perchè non me ne hai parlato? >>
Ah.
Si trattava della ragazza. Adesso si spiegava quel comportamento.
<<
Dovevo? >>
<<
Io sono il suo sensei >>
<<
Ex sensei. E poi non sarà una cosa repentina. Ci vuole tempo
per queste cose lo sai anche tu >>
Kankuro
incrociò le braccia ancora poco convinto.
<<
Beh almeno dammi il compito di accompagnarla >>
<<
Iee. L'ho già assegnato a Temari >>
Il
jounin alzò la voce.
<<
Come?! >>
<<
Ha insistito >> disse lui pacato continuando a svolgere con
calma le sue mansioni.
*
Matsuri
e Sumire erano davanti alle mura del villaggio in attesa del loro
terzo elemento.
<<
Allora ragazze... >> Temari iniziò a parlare senza nemmeno
fermarsi. << Vi occuperete del trasporto di questi due rotoli.
Devono essere recapitati a Kumo il prima possibile >> disse
sventolandoli davanti a loro << Vi accompagnerò sino a Konoha
poi dovrete proseguire da sole. È chiaro? >>
Le
due sorelle si guardarono negli occhi intuendo l'intenzione della
bionda.
Sumire
accennò un sorrisino per poi tornare subito seria.
<<
Hai Temari-sama >>
*
Il
Team si diresse nell'ufficio dell'hokage, per i ninja stranieri il
rilascio dei pass non era più necessario da anni, ma era comunque
consuetudine presentarsi al kage o ad uno dei suoi collaboratori.
Bussarono
alla porta attendendo una risposta dall'altro lato.
<<
Avanti >>
Per
fortuna l'hokage di tanto in tanto arrivava puntuale in ufficio.
Non
appena Temari aprì la porta Naruto si alzò andando incontro a
Sumire.
<<
Gatto! >>
<<
Salve hokage >>
Nonostante
lui fosse il kage e lei una chunin di un'altro villaggio questo non
gli impedì di abbracciarla sotto la piena disapprovazione di Temari.
<<
Siamo qui in veste di ospiti Sumire e Matsuri si intratterranno per
qualche ora, io per qualche giorno >> tagliò corto la jounin
prima di guardarsi intorno.
<<
Oh perché non resti un po' più a lungo? >> chiese Naruto
mettendo le mani sulle spalle di Sumire.
<<
Mi spiace Naruto, non mi è possibile ho degli impegni >> non
disse alcun dettaglio poiché era pur sempre in missione.
<<
Wakatta. Beh allora buona permanenza a Konoha >>
Una
volta uscite dal palazzo dell'hokage Sumire si voltò verso Temari.
<<
Temari-sama potremmo usare la stanza che ha preso all'hotel per
riposarci prima di proseguire con la missione? >>
<<
Wakatta >> disse lanciandole la chiave.
*
Ok
che si domandava quando l'avrebbe rivista ma vedersela piazzata lì
di prima mattina appena tre giorni dopo che si erano separati
gli sembrava eccessivo.
Shikamaru
scostò i capelli sciolti che gli cadevano ostinatamente davanti il
viso e si stropicciò gli occhi certo che stesse ancora sognando.
<<
Shika... >>
Ora
la sentiva pure. Ma che aveva bevuto ieri sera?
Allungò
una mano toccandole una guancia e lei gli diede uno schiaffo. A
questo punto capì che non era un'allucinazione.
<<
Che ci fai qui? >>
<<
Non sei contento di rivedermi? >>
Per
tutta risposta lui sbadigliò facendo irritare tremendamente la
ragazza.
<<
Cafone >>
<<
No... eddai... scusa ma stavo dormendo >>
Non
fece in tempo ad uscire dalla sua camera che si ritrovò un cucchiaio
di legno dritto in fronte. Si inginocchiò e premette le mani dove di
lì a poco gli sarebbe spuntato un grosso bernoccolo.
<<
Ahi ma porca di quella miseria ladra... >>
<<
Shikamaru insomma comportati da bravo padrone di casa e offri
qualcosa alla tua ospite! >>
Udire
la voce di sua madre gli fece quasi sparire il dolore.
<<
Ma perché non le prepari tu una tazza di the? >>
<<
Perchè io devo andare a fare la spesa. Pelandrone! >>
Si
appoggiò al muro nel tentativo di riprendere il pieno controllo dei
suoi sensi e udì distintamente le voci delle due donne della sua
-orribile- vita.
<<
Temari cara ci rivedremo quando torno? >>
<<
Ma certo Yoshino. Trascorrerò qui qualche giorno >>
Oh
quanto erano dolci. Due paste di zucchero!
Quando
finalmente scese le scale sua madre era uscita e Temari era seduta
davanti il tavolo in cucina.
<<
Buongiorno >>
<<
Buongiorno “Temari-cara” >> disse mimando la voce di sua
madre mentre si legava i capelli.
<<
Dormito bene? >> lo stuzzicò lei.
Shikamaru
inspirò a lungo, riempì il bollitore dell'acqua e lo mise sul
fornello.
<<
Una meraviglia >> disse poi con un sarcasmo più che evidente.
Temari
si alzò e lo abbracciò poggiando la testa sulla sua schiena.
<<
Cos'è questa storia che rimani qualche giorno? >>
<<
Le mocciose dovevano andare in missione nel paese del fulmine e io le
ho accompagnate sino a qui. Quando torneranno me ne andrò pure io
>>
<<
E scommetto che questo Gaara non lo sa >>
<<
No infatti non lo sa >>
<<
Non hai paura che le due possano causare problemi? In fondo l'hai
detto tu che sono due mocciose >>
<<
E' solo una banale consegna e poi ho evocato Kamatari
per controllarle.
Te ne occupi tu a far tacere Naruto? >>
Lui
spalancò gli occhi.
<<
Perché? Sei andata nel suo ufficio? >>
Temari
gli diede un bacio sul collo annuendo.
Shikamaru
sapeva bene che avrebbe dovuto fare un sacco di fatica per convincere
Naruto a tenere la bocca chiusa.
<<
Mendokuse perchè mi odi così tanto? >>
|
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Capitolo 22 *** Capitolo 22 -Momento nero- ***
Momento
nero
Dopo
essere uscita da casa Nara, Temari andò nella sua stanza d'hotel.
Le
due gemelle le avevano fatto trovare la camera in modo impeccabile:
pulita, sistemata, nessuno si sarebbe accorto che qualcuno aveva
dormito in quella stanza, il che era un buon segno per due ninja.
<<
Mh un buon inizio >> disse tra se e se.
Poggiò
la sua sacca dentro l'armadio e si sdraiò sul futon dormendo un paio
d'ore.
*
Intanto
nell'ufficio dell'hokage...
<<
Temari è venuta a trovarti... >>
Il
capo villaggio fingeva di leggere dei rotoli mentre guardava di
sottecchi il suo collaboratore nel tentativo di estorcergli qualche
informazione privata. Ogni tanto gli saliva la vena pettegola e
allora non lo fermava più nessuno.
Il
collaboratore in questione aveva capito tutto ma cercava di evitare
la conversazione.
<<
Già >> si limitò a rispondere.
Naruto
inclinò la testa i lato con un sorrisino furbetto.
<<
E come mai? >>
<<
È qui per una missione speciale >>
<<
E di che si tratta? Solitamente mi chiede appuntamento quando deve
svolgere delle missioni qui >>
Shikamaru
roteò gli occhi al cielo.
<<
Non è questo il luogo della missione... e poi diciamo che è più
un'accompagnatrice >>
<<
E chi accompagna? >>
<<
… nessuno di importante >>
Naruto
annuì distrattamente portando due dita sul viso per riflettere. Poi
spalancò gli occhi colto da un'intuizione.
<<
Per caso c'entra la promozione di Sumire? >>
Shikamaru
imprecò mentalmente.
Dannazione!
Dimenticava che quei due erano come fratelli.
<<
Per favore Naruto tieni la bocca chiusa >>
*
Temari
si trovava sulla veranda di casa Nara intenta a leggere un libro le
piaceva quel posto l'aria era fresca ed era un posto molto
tranquillo, e poi la vista sul giardino non era affatto male.
Verso
il tardo pomeriggio vide Shikamaru varcare il cancello di casa con le
mani in tasca e la testa bassa.
<<
Ciao >>
<<
Ciao Tem >> disse secco.
Il
ragazzo si sfilò le scarpe e le gettò malamente in giardino, subito
dopo si avvicinò alla ragazza, si sdraiò accanto a lei e poggiò la
testa sulle sue gambe.
Temari
lo guardò di sottecchi.
Era
di umore nero. Naruto sapeva essere una compagnia divertente ma come
capo richiedeva un sacco di attenzioni, inoltre la maggior parte del
tempo toccava a lui tenerlo in riga, dargli consigli, fare la persona
matura insomma.
E
non è che la sua indole gli rendesse il compito facile.
La
ragazza continuò a leggere, aveva tutta l'aria di una che se ne
stava infischiando della situazione, fatta eccezione per quella mano
che aveva poggiato sul braccio del ragazzo ed aveva iniziato a
muoverla come a fargli un massaggio.
<<
Mia madre è dentro? >>
<<
Iee... >>
Si
girò e poggiò il viso contro la pancia della ragazza.
<<
Svegliami tra due ore. Ti porto a mangiare fuori in quel locale che
ti piace >>
Temari
spostò la mano dal suo braccio alla sua testa ed accennò un
sorriso.
*
Si
trovavano in uno dei ristoranti del villaggio seduti in uno dei
tavoli privati l'uno di fronte a l'altra ed aspettavano la loro
ordinazione.
Stavano
parlando come persone civili quando improvvisamente vennero
interrotti sa un'altra coppia.
<<
Eeeehi minna! Buonasera >>
<<
S... salve >>
Erano
Naruto ed Hinata erano appena entrati nel ristorante e si erano
avvicinati al loro tavolo.
<<
Siete usciti per un appuntamento eh? >> diede delle piccole
gomitate a Shikamaru << ...che bravi >>
<<
S... sono contenta di vedervi ragazzi >> disse la ragazza dai
capelli blu col suo solito timido modo di fare.
Temari
iniziò a battere il piede contro il pavimento, se Naruto risultava
troppo invadente per i suoi gusti Hinata era talmente remissiva da
farle venire il latte alle ginocchia, era peggio di Matsuri.
<<
Potremmo mangiare tutti e quattro insieme che ne dite? >>
La
kunoichi di Suna non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che l'hokage
si era seduto accanto a Shikamaru ed Hinata accanto a lei.
<<
Avete già ordinato? >>
<<
Hai >> risposero le due mosche nere all'unisono ed anche
leggermente seccate.
Naruto
però non afferrò l'antifona e continuò a ridere tutto contento.
<<
Meglio così risparmiamo tempo >>
Temari
serrò il pugno talmente forte da polverizzare il bicchiere per
l'acqua.
Si
prospettava una cena molto, molto lunga.
*
Quella
sera stava sistemando i suoi vestiti nella sacca quando udì degli
strani rumori fuori dalla finestra.
Aprì
e vide Shikamaru appollaiato sul tetto dell'hotel.
<<
Nara >>
<<
Sabaku >>
Il
classico saluto da innamorati insomma.
<<
Puzzi di fumo >>
<<
Lo so. Mi fai entrare? >>
<<
Quale parola non hai capito nella frase: “puzzi di fumo”? >>
<<
Le ho capite tutte ma in nessuna c'è il significato “divieto di
ingresso” >>
Temari
roteò gli occhi al cielo.
<<
Era implicito >>
Shikamaru
gli sorrise con fare innocente.
<<
Davvero? >>
La
ragazza inspirò reprimendo gli istinti violenti e gli fece cenno con
due dita di entrare per la gioia del Nara che scavalcò la finestra e
si distese sul letto.
Non
appena poggiò il posteriore sul materasso la bionda spalancò gli
occhi ed alzò la voce.
<<
No. Puzzi troppo, togliti da lì >>
<<
Eddai... >>
<<
No >>
Lui
si buttò di peso sul letto ed incrociò le braccia nonostante gli
occhi iniettati di sangue che lo puntavano.
<<
Non provocarmi Crybaby >>
<<
Mendokuse >>
Temari
aveva sfoderato il suo ventaglio ma non ebbe il tempo di aprire
nemmeno la prima luna che Shikamaru l'afferrò saldamente per le
cosce e la mise contro il muro.
<<
Mendokuse >> disse contro le sue labbra.
La
ragazza girò il viso e fece una smorfia di disgusto.
<<
Bleah quest'odore è insopportabile >>
Nonostante
la sua indole pigra il cervo non si arrese anzi sfruttò quella
posizione per dargli una serie di baci sul collo. Quando sentì la
sua compagna dimenarsi premette il bacino contro il suo e rafforzò
la presa.
<<
Sei. Un. Bastardo >> sibilò lei.
<<
Sta zitta seccatura >>
Prese
la fascia rossa del kimono e lo sfilò con un gesto secco buttandolo
a terra, subito dopo allargò la scollatura ed affondò il viso tra i
suoi seni.
Dopo
un primo momento di incazzatura Temari si lasciò andare: gli tolse
la giacca e gli sfilò la maglietta.
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 23 -Ritorno a Suna- ***
Ritorno
a Suna
Quella
mattina Temari si svegliò prima del solito e iniziò a sistemare le
sue cose dentro i rotoli da viaggio.
Erano
passati ormai quattro giorni dal suo arrivo, e secondo i suoi calcoli
le gemelle sarebbero tornate a breve.
Guardò
l'orologio e uscì dalla locanda per un breve allenamento.
*
Yoshino
stava lavando i piatti della colazione appena consumata.
<<
Shikamaru? >>
<<
Eh? >> emise lui ancora assonnato.
<<
Non rispondere “eh” sii più educato >> lo ammonì <<
Io vado a trovare papà... >>
Il
ragazzo alzò lo guardo diventando immediatamente serio.
Quell'argomento era ancora molto difficile da affrontare.
<<
… vorrei chiedere a Temari di accompagnarmi >>
Nonostante
potesse sembrarlo quella non era un permesso ma l'ennesima prova che
la madre considerava ormai la dinamica ragazza di Suna una di
famiglia.
<<
Vado a chiamarla >>
*
Quando
vide Shikamaru in lontanza aveva appena sfoderato una tecnica a tre
lune col suo ventaglio.
Posò
la sua arma pronta a sfoderare la sua ancor più letale lingua quando
le parole del ragazzo la fermarono.
<<
Vorresti venire? Ovviamente non sei obbligata >>
Lei
posò il ventaglio sulla schiena con un movimento veloce e poi si
avvicinò al ragazzo rispondendo con tono serio.
<<
Certo che vengo >>
*
Circa
una ventina di minuti dopo i due componenti della famiglia Nara e la
Sabaku si trovarono di fronte la tomba di Shikaku.
A
capo chino, con gli occhi chiusi ed in assoluto silenzio i tre
porgevano il loro saluto al Jounin.
Temari
socchiuse gli occhi avvertendo un nodo in gola che non riusciva a
sopprimere, tentò di deglutire ma il gesto le risultva molto
difficile.
Nutriva
un rispetto incondizionato per il defunto Nara, forse se ne avesse
avuto l'occasione di frequentarlo avrebbe nutrito un affetto che non
aveva potuto rivolgere al padre.
Shikamaru
poggiò una mano sulla sua spalla e la ragazza si voltò
specchiandosi nei suoi occhi castani.
Era
uno sguardo comprensivo e grato, evidentemente aveva capito cosa le
stesse passando per la testa.
Fece
un mesto sorriso e poggiò una mano sulla sua.
<<
Arigatou >>
<<
A te... >>
Yoshino
guardò la scena con la coda dell'occhio e poi spostò la sua
attenzione verso la foto del marito.
Sicuramente
anche lui avrebbe approvato quella ragazza.
*
Le
gemelle Murasaki arrivarono verso sera e si recarono immediatamente
nella locande dove alloggiava la caposquadra.
<<
Allora? >> chiese Temari con tono autorevole e con le mani
poggiate sui fianchi.
Matsuri
prese la parola mettendosi sull'attenti.
<<
La missione è stata svolta con successo Temari-sama >>
Lei
inclinò la testa ed annuì.
<<
Bene. Partiamo immediatamente >>
Shikamaru
aggrottò la fronte.
<<
Da loro il tempo di respirare >>
<<
Non ti intromettere nelmio lavoro >> soffiò.
<<
Wakatta >> rispose mestamente il ragazzo, poi si girò e
fece un cenno col capo alle ragazze in segno di saluto.
Sumire
lo salutò agitando la mano mentre Matsuri fece un educato inchino.
Temari
si schiarì la voce e fece loro cenno di seguirla, immediatamente
dopo sfrecciò per le vie del villaggio in direzione del cancello
principale.
*
Impiegarono
tre giorni per tornare a Suna ed una volta a casa andarono subito a
fare rapporto.
<<
Avanti >>
Le
due sorelle entrarono e si inchinarono rispettosamente davanti a lui.
<<
Salve Gaara-sama >>
Il
ragazzo rimaneva sempre sorpreso nel vedere quanto le due erano
simili.
Matsuri
gli consegnò i fogli col rapporto per la missione ed il rapporto
riguardo il comportamento delle due ragazze.
<<
Temari-sama ha detto che potevamo consegnarla senza la sua presenza
>>
<<
Arigatou. Mi sono dimenticato dei documenti importanti nella
sala del consiglio. Andresti a prendermeli? >>
<<
Certo >>
Rimasti
soli Sumire incrociò le braccia al petto ed alzò un sopracciglio.
<<
Perchè l'hai mandata via con quella ridicola scusa? >>
Come
facesse a beccarlo ogni volta era un mistero per lui, ma non si
scompose ed aprì un cassetto e prese una busta e una piccola
scatola.
<<
Questo è per te >>
La
ragazza portò una mano al petto e parlò con enfasi.
<<
Oddio Gaara non dirmi che hai nuovamente deciso di chiedermi in
moglie? >>
Gaara
sbuffò.
<<
Non ci penso minimamente tranquilla >>
Sumire
rise ed aprì la scatola: dentro c'era una chiave, corrugò la fronte
perplessa.
<<
Che è? >>
Lesse
il foglio di carta e spalancò gli occhi completamente senza parole.
<<
No. Non ci credo >>
Quelli
che teneva in mano erano le chiavi di casa Nekoi ed il contratto che
attestava che le proprietarie dell'oasi erano lei a Matsuri.
<<
Ma come hai fatto? >>
<<
Ti ricordi che dopo la guerra i Daimyo si erano accorti che si erano
formate delle zone neutre e avevano cominciato a discutere per
decidere chi doveva impadronirsene? >>
<<
E chi se lo scorda, è stato uno dei motivi per cui ero stata quasi
costretta a sposarti >> disse con una punta di ribrezzo.
Gaara
finse di non accorgersi di quella reazione esagerata.
<<
Ho ottenuto buoni risultati con la suddivisione dei territori, il
Daimyo è rimasto soddisfatto e mi doveva ancora alcuni compensi e
basi militari. Ho rinunciato a parte del compenso per ottenere l'oasi
>>
Sumire
era completamente rossa per l'emozione e non riusciva quasi a
parlare.
<<
L'hai fatto davvero? >>
<<
Hai >>
<<
Io... >> non riuscì a controllare un sorriso gioioso <<
io non so cosa dire >>
<<
Sarebbe la prima volta >>
Era
convinto di averle risposto a tono quando lei fece una cosa che lo
spiazzò: gli era andata incontro e lo aveva abbracciato.
<<
Grazie. Grazie davvero Gaara >> era così commossa che sentiva
gli occhi inumiditi.
Il
ragazzo si sentì a disagio e rispose in modo un po' burbero.
<<
In realtà l'ho fatto più per Matsuri che per te >>
<<
Ah questo lo so, ma hai comunque accettato una mia richiesta >>
Si allontanò di due passi ed assunse un'espressione molto seria
<<
E ovviamente ti ripagherò di tutto >>
Gaara
non si aspettava nemmeno quella frase.
<<
Non è necessario >>
<<
Oh si che lo è. Non ho intenzione di approfittarmene >>
Sumire
poteva anche essere irritante e insofferente agli ordini ma quando si
trattava di correttezza e responsabilità non si tirava certo
indietro.
<<
Ho dei fondi messi da parte e per quanto riguarda il resto svolgerò
anche le missioni di livello inferiore >>
Dopo
un momento di sorpresa il kage fece spallucce.
<<
Wakatta. Come preferisci >>
*
Il
marionettista, com'era solito fare quando aveva del tempo libero,
lavorava chino sulla sua scrivania.
<<
Ciao Kanky >>
Com'era
solito negli ultimi tempi Sumire irrompeva nel suo laboratorio
spezzando quel perfetto silenzio e quel clima di concentrazione che
prima regnava incontrastato.
<<
Che fai? >>
<<
Ssh... sto lavorando >>
La
ragazza si avvicinò quatta quatta con le mani dietro la schiena.
<<
E' una bambola >> disse sorpresa.
<<
Hai >> rispose distrattamente.
<<
Ed è di porcellana... >> aggrottò la fronte confusa <<
Non è pratico né sicuro costituire e utilizzare come arma una
marionetta del genere >>
<<
Ho una mia idea e quando sarà pronta sarà una delle mie armi
migliori >>
Sumire
si grattò una tempia.
<<
Credevo che Sasori fosse una delle tue armi migliori >>
<<
Lo era >>
<<
Perché? Si è danneggiato? >>
Lui
aprì un cassetto estraendo un rotolo e porgendolo alla ragazza.
<<
Perché adesso è tuo >>
Lei
spalancò gli occhi.
<<
Ontoni >>
<<
Hai. Solo per due settimane però >>
<<
Ecco lo sapevo che c'era la fregatura >>
Quando
aprì la marionetta vide che lo sportello sulla pancia era stato
modificato, lo aprì ed invece di trovarci la corda d'acciaio ci
trovò delle bottiglie.
<<
Ohmmiodio birra! >>
Ne
prese una aprendola.
<<
Che figata il mio Sa-bar personale >>
Quando
lo aveva modificato si era scusato mille volte con lo spirito del
vero maestro marionettista per quella modifica, ma doveva pur trovare
una scusa plausibile per togliergli il veleno e gli ingranaggi più
pericolosi.
Inoltre
internamente era convinto che persino il Sasori originale averebbe
approvato, trovando quella ragazza dannatamente simpatica.
<<
Grazie micione >>
<<
Di nulla neko >>
Certo
che quel giorno la ragazza aveva ricevuto regali come se fosse il suo
compleanno...
Immagine
realizzata da Dark
Gaara per la
sottoscritta un po' di tempo fa e non vedevo l'ora di usarla. Grazie
ancora Gaby.
*Angolo
dell'autrice*
Spero
che il capitoletto vi sia piaciuto, che ne pensare di questa Sumire "un
filino più gentile" con Gaara?
Ne
approfitto anche per augurarvi buone feste, un bacione a tutti.
Buon
Natale.
Violetta_
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 24 -Incontri in piena notte- ***
Incontri
in piena notte
Era
una calda mattina a Suna nonostante il sole stesse sorgendo proprio
in quel momento. Matsuri si mise a sedere e stiracchiò le braccia,
sbadigliò e scostò le coperte alzandosi. Scostò le tende ed aprì
la finestra inspirando l'aria del mattino.
Fece una rapida
colazione e bussò alla porta della sorella: la sera prima infatti le
aveva chiesto di svegliarla nel caso non avesse sentito la sveglia
poiché aveva una missione quella mattina.
Non ricevendo
risposta decise di andarsi a vestire per concederle qualche minuto in
più di sonno. Una volta pronta bussò nuovamente.
Nessun segno
di vita.
Roteò gli occhi ed entrò: vide la sagoma della ragazza
sotto le coperte.
<< Sumy... >>
<< …
>>
<< Sumire... >>
Nada. Iniziò a
scuoterla delicatamente alla spalla.
<< Miuuu... >>
<< Sumire io devo andare: ho un impegno all'accademia e poi
devo andare all'ufficio di Gaara. Su svegliati >>
La
sua risposta fu detta in una lingua sconosciuta al suo orecchio.
<<
Che cosa? >>
<< … sonno >>
<< Beh
fattelo passare. Dai svegliati >>
Sumire emerse dalle
coperte e si stropicciò gli occhi.
<< Ok, ok... mi
alzo arpia >>
<< Bene, io vado. A dopo >>
Matsuri prese un plico di fogli ed andò in ufficio.
Sumire
si alzò pochi minuti dopo, ringraziò tutti i kami che conosceva e
la pazienza della sorella per averle preparato il caffè, dopo averlo
bevuto andò in bagno cambiandosi velocemente ed uscendo subito dopo.
*
Perchè?
Perchè a lui?
Ok la sua infanzia, ok che aveva
fatto del male a un sacco di persone... ma si era scusato ed aveva
passato, anzi stava passanto, la sua vita a cercare di porvi rimedio.
<< ♪Always on my mind♫♪... trallalà♪ >>
Erano le sette del mattino. Come diamine faceva ad essere
tanto vitale?
I suoi fratelli erano probabbilmente a
letto e conoscendo Matsuri lei doveva già essere all'accademia ad
aiutare i nuovi sensei.
E lui era da solo con L'incubo.
<<
Perchè stai cantando Sumire? >>
<< Perchè cantare è
divertente. Tu non canti mai Gaa? >>
<< ... No >>
Lei fece spallucce e riprese a cantare mentre aspettava di
ricevere la sua missione.
<<
Potresti fare meno rumore? >>
<<
No >> rispose mimando la sua voce << ...e poi da fuori
non si sente >>
Gaara
incrociò le braccia al petto.
<<
Ma nel mio ufficio si >>
<<
Su un po' di musica non può che rallegrarti. Io lo so perchè sei
sempre di cattivo umore: lavori troppo. Dai non è normale che sei
già in piedi quest'ora... non siamo mica in tempo di guerra >>
Gaara
alzò gli occhi al cielo.
<<
Devo essere sempre efficiente per poter servire il mio villaggio e...
>>
Lei
non lo stava nemmeno ascoltando.
<<
♫ I'm really sorry about the things that I said ♫♪ ... I'm
kinda jealous and a little but unlucky in love ♫ >>
Gaara
ispirò e fondo ed infine scoppiò.
<<
Fa silenzio! Te lo ordino come Kazekage >>
Sumire
smise di cantare e lo guardò con un sopracciglio alzato.
<<
Eccolo che si gioca la carta del Kazekage. Io non ti rammento mica
che sono la hime del clan Murasaki di Tsuki. Ne? >>
Ecco
che lo zittiva di nuovo.
*
Da
un po' di tempo le cose andavano piuttosto bene a Kankuro,
soprattutto se si parlava della sua relazione con Sumire, non aveva
di che lamentarsi.
Stava
smontando il corno destro di Kuroari quando udì dei passi svelti
avvicinarsi sempre di più, pochi istanti dopo la porta di camera sua
si spalancò.
<<
Kankuro! >>
Era
Sumire: aveva il fiatone ed andava molto di fretta.
<<
Ciao Sumi... >>
Forse
in realtà un'unica pecca c'era.
Aveva
notato che la ragazza negli ultimi giorni era più frenetica del
solito, svolgeva un sacco di missioni e quando non era fuori dal
villaggio si occupava dei falchi, dei cani ninja o altri piccoli
incarichi.
Non
che ne fosse dispiaciuto, adorava il fatto che la sua fidanzata e sua
ex allieva fosse così dinamica e ligia al dovere, ma cominciava a
vederla stanca e con la testa altrove.
<<
Ciao. Scusa per caso hai tu le chiavi della serra piccola? >>
<<
Hai... >>
<<
Me le daresti per favore? Servono delle piante officinali che alla
serra grande non sono fiorite >>
<<
Wakatta >>
Prese
le chiavi e fece per andarsene ma si bloccò in modo così repentino
da rischiare di sbattere la faccia contro la porta.
<<
Ah qui ci sono gli elenchi dei serpenti velenosi che sono arrivati
ieri >> disse mettendoli sulla scrivania.
<<
Sei sicura di stare bene? >>
<<
Hai >>
<<
Hai mangiato? >>
Sumire
aprì la porta uscendo dalla camera.
<<
Hai >>
<<
Che cosa? >> gridò lui per farsi sentire.
<<
Eee... un bicchiere d'acqua >>
Svanì
prima che lui potesse farle altre domande.
Kankuro
si grattò la testa molto confuso ed anche un po' preoccupato.
*
Matsuri
bussò, entrò nella stanza ed incrociò lo sguardo di Gaara.
<<
Buongiorno >> disse lui come al solito gentile.
<<
Buongiorno >> rispose lei facendo un rapido inchino, nonostante
il ragazzo le avesse detto che certe formalità non erano necessarie
certe abitudini sono dure a morire.
Iniziò
immediatamente a mettere in ordine la pila di documenti che si
formava ogni giorno, alle volte si domandava se non apparisse di
notte sulla scrivania come un fungo.
Mentre
svolgeva il suo lavoro un pensiero continuava a frullarle nella
testa: la sorella ultimamente svolgeva missioni anche di livello
molto basso, era molto più frenetica del normale, era piuttosto
stanca e quindi dormiva molto più del solito per via di tutto quel
lavoro.
In
pratica stava cominciando a vivere con un mezzo zombie.
Gettò
un rapido sguardo a Gaara, lui era concentrato coi suoi documenti e
si sentiva a disagio a disturbarlo.
Si
umettò le labbra e scostò una ciocca di capelli dal viso.
<<
Vado a prendere altri fogli autenticati >>
<<
Wakatta >>
Gaara
alzò gli occhi stranito, aveva notato quello strano comportamento da
parte della sua ex allieva ma decise di non dargli peso.
Matsuri
tornò pochi minuti dopo e poggiò i fogli sulla scrivania,
ricominciò a catalogare i documenti già compilati tuttavia il
pensiero continuava ad affliggerla e alla fine prese coraggio e gli
fece quella domanda.
<<
Gaara posso chiederti una cosa? >>
Lui
alzò la testa ed annuì.
<<
Certamente >>
<<
Come mai assegni a Sumire tutte quelle missioni? >>
Gelò.
Non poteva certo dirle che era un'esplicita richiesta della sorella
perché voleva ripagarlo per l'oasi. Era una sorpresa e di certo non
voleva rovinarla. Non gli piaceva mentire inoltre se si trattava
della sua preziosa ex allieva gli risultava piuttosto difficile.
<<
Quali missioni? >>
Lei
alzò un sopracciglio dubbiosa: non era da Gaara dare risposte così
banali.
<<
Svolge un sacco di missioni di livello C e D... in pratica non ha il
tempo per respirare >>
Per
un istante lui non seppe dove posare gli occhi, poi disse la prima
cosa che gli venne in mente.
<<
Beh è una kunoichi e le kunoichi svolgono le missioni >>
Matsuri
era sempre più stranita, ma decise di insistere in maniera garbata.
<<
Ci sono tanti ninja al villaggio >>
Lui
diede una risposta vaga, evasiva.
<<
Si ma preferisco assegnarle a lei >>
Alla
fine la pazienza della ragazza si esaurì e decise di essere più
diretta, ma cominque rispettosa e garbata.
<<
Non capisco Gaara. Sul serio >>
Messo
alle strette il Kazekage non trovò altra scelta che essere diretto.
<<
Insomma non è una faccenda che ti riguarda >>
Non
alzò la voce ma il suo tono era così fermo e severo che la ragazza
non poté fare a meno di abbassare lo sguardo a disagio.
Si
sentiva anche offesa poiché non credeva davvero di meritare un
comportamento così brusco da parte sua, tuttavia non se la sentì di
fronteggiarlo.
<<
Perdonami non pensavo di essere invadente >>
Lui
si rese immediatamente conto di aver sbagliato, cercò di dire
qualcosa, qualsiasi cosa, per rimediare ma si ritrovò nel panico ed
incrociare quegli occhioni tristi ed offesi non gli rese certo le
cose più facili.
<<
Iee. Non è questo... >>
Lei
prese un plico di fogli e fece un rispettoso inchino.
<<
Vado a terminare i documenti a casa. Scusa ancora >>
<<
Aspetta... >>
La
ragazza corse via chiudendo velocemente la porta.
*
C'erano
due cose che Sumire pretendeva al mattino: la prima è che non le si
facessero domande, di nessun genere.
La
seconda era il caffè.
Non
si accontentava di una brodaglia calda, lei pretendeva una
particolare miscela fatta con chicchi di caffè tostati e doveva
essere nero, ristretto, amaro e caldo come le peggiori fiamme
dell'inferno.
Kankuro
questo l'aveva imparato bene, sempre più spesso intatti la sua
ragazza sgattaiolava dentro il suo laboratorio e si intratteneva fino
al giorno dopo. Ecco perché appena sveglio si limitava a darle un
veloce bacio sulle labbra, andava a cambiarsi, le preparava il caffè
poggiandoglielo sul comodino e si metteva a sistemare le sue
marionette nel più completo silenzio in attesa che si svegliasse
spontaneamente e preferibilmente tranquilla.
Quella
mattina il marionettista stava intagliando un dito per una marionetta
quando la ragazza si inginocchiò dietro di lui poggiando il petto
sulla sua schiena e dandogli un caldo bacio alla base del collo.
Avvertì
un piacevole brivido lungo la schiena.
<<
Buon giorno >> disse con la voce ancora impastata dal sonno.
<<
Ciao. Dormito bene? >>
Lei
arricciò il naso e sorrise.
<<
Perché, abbiamo dormito? >>
Lui
rise solleticandole un fianco.
<<
Smettila. Non puoi iniziare con queste battute già alle sette del
mattino >>
Sumire
si irrigidì.
<<
Che ore hai detto che sono? >>
<<
Le sette >>
Scattò
in piedi.
<<
Oddio devo correre! >>
La
vide fiondarsi in bagno per poi vestirsi velocemente.
<<
Perché? >>
<<
Ho una missione >>
Lui
aggrottò la fronte.
<<
Ma solo ieri hai svolto due missioni di livello D e una di livello C.
Si può sapere perché svolgi così tante missioni? >>
Lei
stava saltellando nel tentativo di infilarsi le calze stando in
piedi.
<<
Ho bisogno di contante >>
Il
ragazzo si stranì nel sentire quella risposta, dopotutto era
convinto che la ragazza possedesse ancora tutti i suoi beni.
<<
Se vuoi potrei... >>
<<
Non pensarlo nemmeno >> disse dandogli un veloce bacio a stampo
<< Corro. Ci vediamo >>
*
Non
ci volle molto prima che Kankuro finisse di costruire la mano i legno
non appena finito il lavoro si alzò e andò dritto nell'ufficio del
fratello. Entrò senza bussare.
<<
Ciao otouto >>
Gaara
come al solito era chino sui documenti.
<<
Mh.. >>
Kankuro
inclinò le testa di lato.
<<
Loquace come sempre >>
<<
Che vuoi? >>
<<
Sembri pensieroso >>
Gaara
alzò lo sguardo e gli spiegò cos'era successo.
<<
… così Sumire mi ha chiesto quell'oasi in cambio. Ho controllato
ed è vero che apparteneva alla sua famiglia prima che papà … la
confiscasse. Lei e Matsuri ci tenevano tanto a riaverla così l'ho
acquistata privatamente >>
Kankuro
si portò le mani sui fianchi.
<<
Per caso è per questo motivo che Sumire ti ha chiesto di svolgere
tante missioni? >>
<<
Hai... preferirei che non lo
facesse, ma ha insistito per ripagarmi
>>
<<
Non ti facevo così tenero otouto... >> disse lui prendendolo
in giro.
Gaara
si grattò la nuca imbarazzato.
*
Da
ormai parecchie sere Sumire aveva preso il vizio di entrare in camera
del fidanzato in piena notte, alle volte rimaneva altre preferiva
andarsene prima che facesse giorno.
Poco
prima dell'alba Sumire si svegliò e sorrise nel vedere Kankuro
addormentato sereno accanto a lei che la abbracciava come se non
volesse farla scappare.
Gli
diede un veloce bacio e si rivestì in fretta per poi sgattaiolare
fuori dalla camera.
Fino
a quel momento era riuscita a non farsi beccare da nessuno ma quella
maledetta mattina incrociò il kazekage che si stava recando a
prendere un bicchiere d'acqua.
I
due rimasero immobili un paio di secondi scrutandosi in completo
silenzio, poi il ragazzo decise di parlare.
<<
Che diamine ci fai qu...? >>
Lei
per tutta risposta gli tappò la bocca con una mano e lo fissò
dritto negli occhi.
<<
Ssssh! Tu non hai visto niente >>
Ora
bisogna sapere che Gaara dopo l'estrazione del demone tasso era
scattato, scattato veramente, un'unica volta.
Era
era successo quando Naruto si era presentato in guerra come un
fulmine a ciel sereno.
Adesso
era giunto il momento di fare il bis.
<<
Come ti permetti! >>
Temari
uscì dalla camera coi capelli all'aria e gli occhi semichiusi.
<<
Che hai da gridare Gaara? >>
<<
E' colpa sua >>
Temari
guardò davanti a lui ma non vide nulla.
<<
Di che stai parlando? >>
Gaara
si guardò intorno sconcertato: quella piccola strega era scomparsa
nel nulla.
Temari
sbadigliò.
<<
Avrai avuto un incubo Gaa... torna a dormire >>
Il
povero kazekage roteò gli occhi al cielo e serrò i pugni
dirigendosi in camera sua.
Quella
maledetta l'aveva fregato per l'ennesima volta.
*
All'interno
della sua camera Temari gettò un sospiro di sollievo.
<<
Allora sei qui >>
Una
figura si mosse nell'ombra.
<<
Maledetto! Ero convinta che ti avesse beccato. Ti avevo detto di
andartene mezz'ora fa >>
<<
Mendokuse fammi dormire sto
morendo di sonno >>
|
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Capitolo 25 *** Capitolo 25 -Una cena disastrosa- ***
Una
cena disastrosa
Stava
morendo di sonno.
La
notte precedente non era riuscito a dormire perché era troppo
nervoso, tanto che era dovuto uscire dalla sua camera per prendere un
bicchiere d'acqua per cercare di calmarsi.
Invece
aveva incontrato la vipera che lo aveva innervosito ancora di più.
Si
stropicciò gli occhi e sbadigliò.
Il
nervosismo era dovuto al fatto che aveva deciso di invitare Matsuri a
cena.
Non
era esattamente un tipo da ristorantino chic e quella mattina sia
Kankuro che Temari avevano detto di avere un impegno per la sera
dunque avrebbe avuto la casa tutta per se. Era convinto che quel
gesto avrebbe risolto la sua piccola gaffe con la ragazza.
Sentì
bussare alla porta.
<<
Avanti >>
Era
Matsuri.
La
ragazza entrò timidamente tenendo un plico di fogli in mano.
<<
Buongiorno >>
Gli
sorrise e usò un tono dolce ma si capiva che era ancora delusa per
quello che era successo.
Gaara,
fedele al suo carattere, decise di essere diretto.
<<
Ciao Matsuri. Volevo scusarmi per quello che è successo. Non dovevo
essere così brusco >>
Lei
arrossì e si scostò una ciocca di capelli dal viso.
<<
Oh non è necessario... >>
<<
Si invece e... >> si mise le mani incrociate davanti il viso
com'era solito fare quando era imbarazzato << … per rimediare
vorrei invitarti a cena stasera... >>
<<
Oh >>
<<
Temari e Kankuro hanno degli impegni e ceneremmo da soli in casa. Ti
andrebbe? >>
Gli
sorrise e lo guardò negli occhi: nonostante la sua aria fredda e a
volte inquietante lei sapeva che il ragazzo era gentile, comprensivo
e abbastanza umile da riconoscere le sue colpe e chiedere scusa
quando sbagliava. Era per questo che si era innamorata di lui e va da
se che lo aveva già perdonato quando era entrata nella stanza.
Ma
quel lato così premuroso le era ancora così nuovo, sapere che
cercava la sua compagnia, che la voleva accanto, le faceva sciogliere
il cuore.
<<
Ne sarei molto felice Gaara. Arigatou >>
*
Kankuro
era andato in cucina a fare uno spuntino, data che l'ora di pranzo
era passata da un'ora fece una cosa veloce e poi se ne tornò nel suo
laboratorio.
Sumire
stava sfregando la maglietta con un panno umido.
<<
Che stai facendo? >>
<<
C'era dell'olio nella finestra e per entrare mi sono sporcata tutta.
Mannaggia a te >>
Lui
ridacchiò.
<<
Beh cigolava... inoltre sei una bimba grande ormai, dovresti sapere
la differenza tra finestra e porta >>
Gli
fece la linguaccia.
<<
Non volevo incontri Sabaku del terzo tipo coi tuoi fratelli >>
<<
Non ci sono: Temari aveva un impegno e Gaara se ne starà nel suo
ufficio sino a tarda notte >> disse Kankuro ridacchiando.
<<
Non cenate insieme? >>
<<
Iee. Ho detto loro che anche avevo in impegno e se nessuno va
a chiamarlo non mangia >>
Lei
alzò un sopracciglio incuriosita.
<<
Che impegno hai? >>
Lui
le indicò uno schermo davanti a letto e le fece vedere dei cd: erano
quasi tutti di genere Horror.
<<
Ti avrei invitato stasera e per inciso ti avrei fatto entrare dalla
porta come una persona normale >>
<<
Awww che pensiero dolce >>
Si.
L'idea di passare una sera a guardare gente che moriva decapitata o
sbranata era molto romantica per la ragazza.
<<
Quindi che ci guardiamo? >>
Kankuro
scosse la testa ed incrociò le braccia al petto.
<<
Adesso niente. Io adesso devo lavorare >>
<<
Miuuu >>
<<
Non fare quella faccia >>
<<
Ma mi annoio. Che faccio mentre ti aspetto? >>
<<
Ti vai ad allenare col sacco >>
La
ragazza gonfiò le guance e Kankuro sospirò capendo che tanto non
l'avrebbe convinta.
<<
Potresti aiutarmi se ti va >>
<<
Yay!! >>
*
<<
Ahi... Temari mi fai male! >>
Temari
roteò gli occhi al cielo.
<<
Kami quanto sei frignone >>
Gli
diede un morso sulla coscia.
<<
Aaahi! >>
<<
Stai fermo una buona volta >>
<<
Adesso basta. Kagemane no jutsu! >>
Temari
venne intrappolata dalle ombre sdraiata a pancia in su e con i polsi
all'altezza delle tempie.
<<
Bastardo me la paghi >>
<<
Taci mendokuse >>
Le
tappò la bocca con la sua.
*
Sumire
era sdraiata già da qualche ora sul letto di Kankuro, stava
giocherellando col cappello nero con le orecchie da gatto.
<<
Kanky... >>
Il
ragazzo era ancora chino sul tavolo intento a lavorare.
<<
Che c'è? >>
<<
E' ora di cena. Ho fame. Andiamo a mangiare qualcosa prima del film?
>>
<<
Fammi finire di montare questo ingranaggio >>
<<
Allora sgraffigno qualcosa dalla cucina e la mangiamo a letto? >>
<<
Appena finisco andiamo insieme >>
La
ragazza si alzò e poggiò il mento sulla sua testa.
<<
Si ma quanto ci metti? >>
<<
Dammi tempo donna, non è una cosa facile >>
Per
tutta risposta lei si mise il cappello in testa e prese la mano di
Karasu iniziando a muoverla come se fosse viva ed intonando la sigla
della famiglia Addams.
<<
Sumy >>
Fece
arrampicare la mano sulla schiena del ragazzo.
<<
Ok hai vinto. Andiamo in cucina >>
<<
Yay! >>
Quando
aprirono la porta si ritrovarono davanti Matsuri e Gaara seduti sul
tavolo intenti a consumare del sunagimo
con salsa al wasabi.
Immediatamente
si irrigidirono guardando i rispettivi parenti e nel farlo Gaara fece
involontariamente cadere un piatto.
*
Mentre
Shikamaru fissava il tetto con gli occhi vacui e la bocca semiaperta
Temari gli tappò la bocca con una mano. Spalancò gli occhi
iniziando ad annaspare.
<<
Mmh mmmh! >>
<<
Ssssh senti? >>
Lui
le tolse la mano dalla bocca con ferocia riprendendo fiato.
<<
Che sei pazza? >>
<<
No baka. C'è qualcuno in casa >>
<<
Tipo i tuoi fratelli? >>
<<
No. Gaara è in ufficio e Kankuro ha un impegno >> Roteò gli
occhi al cielo si infilò il suo kimono e afferrò il suo ventaglio
<< Vado a vedere >>
<<
Aspettami stronza! >> disse infilandosi velocemente i
pantaloni.
*
Kankuro
si limitò a spalancare gli occhi.
Sumire
portò le mani davanti la bocca.
<<
Oh kawaii... >>
Matsuri
e Gara non ebbero nemmeno il tempo di reagire che improvvisamente
entrò Temari spalancando la porta e brandendo il suo ventaglio
convinta che in casa ci fossero degli intrusi.
Quando
vide la scena e si rese conto che non si era sbagliata del tutto
rimase immobile un paio di istanti fissando prima le ragazze poi i
fratelli.
<<
Che diavolo ci fanno loro due qui? >>
Prima
di ricevere una risposta arrivò Shikamaru intento a sistemarsi la
giacca, ovviamente bastò la vista del codino per far partire Kankuro
all'attacco: puntò il dito contro il ragazzo e iniziò ad urlare
contro la sorella.
<<
E lui invece che ci fa qui? >>
<<
Non provare a cambiare discorso >>
Matsuri
si era alzata chinando lo sguardo, Gaara l'aveva imitata e si era
messo davanti a lei di istinto: quell'appuntamento si stava rivelando
il più imbarazzante della sua vita.
Shikamaru
si era messo dietro Temari e tentava di avvicinarsi a lei coi palmi
delle mani a mezz'aria nel tentativo di calmarla ma veniva beatamente
ignorato da quest'ultima poiché era troppo concentrata a litigare
col fratello mezzano.
Sumire
aveva incrociato le braccia e si era messa ad osservare l'intera
scena: sembrava una di quelle scenette tipiche delle commedie.
Ormai
era chiaro che Gaara ricambiava i sentimenti di Matsuri, era evidente
la relazione tra Kankuro e Sumire ed era palese che Temari e
Shikamaru erano una coppia.
Insomma
tutti avevano capito di tutti ma non essendoci state presentazioni
ufficiali, per via di quella morbosa gelosia, avevano fatto finta di
non vedere né sentire. Quella situazione le sembrava paradossale,
assurda e le faceva saltare i nervi.
Lei
stessa non saltava certo di gioia nel sapere la sua adorata gemella
con un panda anemico e stitico sentimentalmente ma non si metteva
certo a fare una scenata... si limitava a minacciarlo in privato.
Decise
di intervenire e mentre Kankuro era lì lì per strozzare il ninja di
Konoha, gli prese la mano e lo trascinò verso la terrazza.
Lui
era talmente nervoso per la situazione che si lasciò trascinare
senza opporre resistenza e una volta fuori chiuse gli occhi e prese
un respiro profondo.
<<
Perchè mi hai portato qui? >>
Sumire
alzò le braccia al cielo.
<<
Ti rendi conto che assurdo? >>
<<
Che cosa? >>
<<
Andiamo. Shikamaru e Temari stanno insieme, lui è un bravo ragazzo,
qual'è il problema? >>
Lui
la guardò come se la risposta fosse palese.
<<
Temari è la mia sorellona e lui è un insulso ninja che passa le sue
giornate a dormire >>
<<
Oh insomma non vedi che è felice? Inoltre tra i due mi sembra
proprio che comandi lei >>
Rimasero
a discutere una buona mezz'ora.
*
In
cucina intanto i due restanti fratelli avevano a preso a discutere in
modo più civile ma non per questo meno imbarazzante: Shikamaru non
sapeva dove posare lo sguardo mentre Matsuri aveva chinato il capo e
aveva poggiato una mano sulla schiena di Gaara tentando di calmarlo.
La
cosa ovviamente non sfuggì alla Sabaku.
<<
Tu togli le tue zampacce da mio fratello >>
<<
Temari >> disse Gaara severo.
<<
No. Niente “Temari” >>
Si
mise di prepotenza davanti a Matsuri con un'aria tutt'altro che
rassicurante, la chunin, nonostante la presenza di Gaara, si sentì
piccola piccola.
L'amazzone
del deserto aveva alzato il dito indice e stava per parlare quando la
porta si aprì nuovamente.
Sumire
era tornata dalla terrazza con tutte le migliori intenzioni di questo
mondo, aveva tutto l'intento di parlare in modo educato e civile ma
tutti i suoi buoni propositi andarono a farsi benedire quando vide
che sua sorella stava per essere aggredita da una feroce Temari.
Non
ci vide più, i suoi occhi da color oltreoceano virarono in un
pericoloso viola e i capelli della frangetta le si rizzarono in modo
piuttosto evidente.
<<
Adesso mi sono rotta! >>
Non
aveva mai alzato la voce in quel modo davanti a persone che la
conoscevano poco e questo fu il motivo per cui tutti si girarono a
guardarla sorpresi, Gaara incluso.
<<
Questa situazione non può continuare così. Insomma siamo tutti
ninja adulti e vaccinati >> indicò Temari << Tu sei
innamorata del genio, e a quanto vedo lui è innamorato di te >>
Indicò Matsuri << Tu sei innamorata del panda e ovviamente sei
ricambiata... >>
Matsuri
diventò incandescente.
<<
Panda? >> disse Temari accigliandosi, ma non venne
ascoltata da nessuno.
<<
…. e io ho fame >> disse indicando se stessa << quindi
adesso piantiamola con questa ridicola scenata >>
Kankuro
la osservò allibito.
Shikamaru
si portò una mano sulla testa.
<<
Mendokuse eccone un'altra che fa più paura di mia madre >>
Ovviamente
Temari non era un tipo facile da mettere in un angolo, difatti si
mise di fronte alla ragazza iniziando a attaccarla.
<<
Senti un po' tu. Credi forse di poter venire qui e fare il bello ed
il cattivo tempo? Sei solo una banale chunin, piantala di fare la
principessina viziata. Sei solo una fallita >>
Sumire
assottigliò pericolosamente lo sguardo.
<<
Come mi hai chiamata scusa? >>
Le
due si stavano andando incontro in modo tutt'altro che amichevole ma
vennero bloccate da Kankuro che si mise davanti a Sumire
fronteggiando la sorella.
<<
Chiedile scusa >>
Temari
batté le palpebre allibita.
<<
Come prego? >>
<<
Ti ho detto di chiederle immediatamente scusa, Temari >>
Il
tono di voce era talmente severo che i restanti ninja non osarono
fiatare, nemmeno il Kage.
<<
Come ti permetti di parlarmi così? >>
<<
Perchè stai aggredendo la ragazza che amo >>
Questa
volta fu Sumire a diventare incandescente.
Benché
stessero insieme, tra alti e bassi, da più di due anni Kankuro
quelle parole non gliele aveva mai dette. Mai.
Non
che lei ci tenesse particolarmente, i due non avevano esattamente un
concetto normale di romanticismo, ma sentire quella parola in
quel contesto, in pubblico e soprattutto davanti alla sorella che
adorava le fece un forte effetto.
Matsuri
deglutì e poggiò una mano sul braccio di Gaara per attirare la sua
attenzione, si guardarono in modo eloquente ed infine lui si mise in
mezzo ai fratelli maggiori mentre lei afferrò per mano la sorella
trascinandola fuori da quella casa.
|
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Capitolo 26 *** Capitolo 26 -Chiarimenti- ***
Chiarimenti
Le
due sorelle stavano attraversando una delle vie buie e deserte del
villaggio per tornare nel loro appartamento.
Sumire
era ancora rossa in volto e provava sentimenti contrastanti: rabbia
verso Temari, felicità per aver sentito la parola più dolce del
mondo da quel ragazzo, dal suo ragazzo, vergogna per essere stata
definita una fallita e viziata.
<<
È stato molto dolce >> Matsuri provò a rompere quel silenzio.
<<
Hai... ma sapere di essere la causa di un litigio tra fratelli
non mi fa certo saltare di gioia >>
La
sorella abbassò gli occhi ed annuì, in fondo si trovava nella sua
stessa situazione.
<<
Ti capisco Sumy >>
<<
Tu che ci facevi li? >>
Matsuri
portò una mano sul viso ed abbassò lo sguardo.
<<
Mi aveva invitato Gaara, eravamo convinti di essere soli >>
Sumire
si fermò ed alzò un sopracciglio.
<<
Non dirmi che abbiamo interrotto un momento prezioso... >>
Matsuri
diventò rossa in volto e portò le mani chiuse a pugno davanti alla
bocca.
<<
Ma che vai a pensare. Era solo una cena! >>
Vedendo
che la sua interlocutrice non sembrava molto convinta riprese a
camminare e le raccontò cos'era successo.
Erano
quasi arrivate a casa quando videro il Nara con le mani in tasca
intento a fumare una sigaretta.
<<
Ehi genio >>
<<
Mh? Ciao ragazze >>
<<
Che ci fai qui fuori? >>
Il
ragazzo inspirò l'ennesima boccata di fumo con tutta calma ed espirò
con fare seccato.
<<
Tira un brutta aria a casa Sabaku. Vedo se riesco a trovare una
stanza d'albergo se no dormo su un tetto >>
<<
Non ci sono hotel aperti a quest'ora, e stanotte farà molto freddo.
Dai vieni da noi. Dormirai sul divano >>
Shikamaru
guardò prima Sumire poi Matsuri, quest'ultima annuì facendogli
cenno di seguirle.
Una
volta dentro casa Matsuri preparò il thè.
Sumire
si limitò a guardarla, alzare gli occhi al cielo, aprire la dispensa
tirando fuori delle patatine e altri stuzzichini, poi aprire il
frigorifero e tiare fuori tre birre, una la lanciò a Shikamaru che
l'afferrò al volo.
<<
Stavano ancora litigando? >>
<<
Hai. Però Gaara stava cercando di placare gli animi >>
<<
Strano che non ti abbia tirato la giara in testa quando ti ha visto
col nodino storto e la giacca sgualcita >>
Matsuri
gonfiò le guance offesa.
<<
Gaara non si comporterebbe mai in modo così sconsiderato >>
<<
Dimenticavo che non si può pronunciare il nome del sensei invano
davanti a te >>
Shikamaru
non poté fare a meno di ridere.
<<
Credo che si sia innervosito anche lui nel vedermi sbucare in quel
modo, ma è un ragazzo molto composto e raramente si fa prevaricare
dall'ira >>
Matsuri
annuì vistosamente concordando su ogni singola parola, il suo Gaara
era esattamente quel tipo di persona.
<<
… inoltre sembrava più interessato a difendere Matsuri che Temari
>>
Non
appena udì l'ultima frase di Shikamaru avvampò e si voltò
controllando la teiera.
Sumire
incrociò le braccia al petto e chiuse gli occhi.
<<
Maledizione, certo che tutti e tre hanno avuto molta fantasia a
scegliere proprio questa sera per sfruttare casa >>
<<
In realtà sto da Temari già da un paio di sere... >> disse il
ragazzo grattandosi la guancia destra.
<<
Beh siete stati due geni ad uscire dalla camera allora >>
<<
Che posso farci aveva sentito un “rumore sospetto” >> aprì
la birra bevendone un sorso << Comunque non avevo mai visto
Kankuro fronteggiare così deciso sua sorella. Faceva quasi più
paura di lei >>
Questa
volta fu il turno di Sumire ad arrossire.
Bevve
due sorsi di birra dalla bottiglia e guardò fuori dalla finestra.
<<
Chissà cosa stanno facendo adesso >>
*
Temari
era seduta a braccia conserte sulla poltrona, i due fratelli erano
sul divano nella stessa posizione.
Si
fissavano in cagnesco da cinque minuti buoni.
Dall'esterno
la situazione poteva sembrare quasi comica ma per i tre non era
affatto così.
<<
Da quanto tempo va avanti questa storia? >>
Kankuro
assottigliò lo sguardo ed alzò la testa.
<<
Oh no. Non ti permettere di fare certe domande tu. Che ci faceva
testa d'ananas in casa nostra e col codino storto? >>
Temari
girò la testa a disagio.
<<
Per tutti i Kami. Stai davvero con testa d'ananas >>
<<
Tu stai con una mocciosa indisciplinata ed isterica >>
Prima
che Kankuro potesse rispondere intervenne Gaara.
<<
Non ti sembrava tanto indisciplinata ed isterica quando volevi farla
sposare a me >>
Ci
fu un lungo momento di silenzio.
<<
Riguardo a te. Che ci facevate tu e Matsuri, in casa, da soli?
>>
<<
Stavamo cenando >>
Lo
disse in un modo così pulito ed innocente che Temari non riuscì a
replicare.
<<
L'ho trattata male ieri e per farmi perdonare ho pensato di
invitarla. Voi piuttosto mi avevate detto che avevate degli impegni.
Perché eravate in casa? >>
Sia
Kankuro che Temari arrossirono a disagio. Alla fine il jounin decise
di calmarsi e di affrontare diversamente la situazione, complice
anche le parole che gli aveva detto Sumire poco prima.
<<
Immagino che tutti e tre volevamo stare soli con... insomma >>
inspirò modificando l'ultima parola << … in dolce compagnia
>>
I
tre fratelli si guardarono provando forte disagio, quella situazione
era talmente nuova per loro che non sapevano come reagire.
Paradossalmente
fu Gaara a semplificare la situazione con poche e semplici parole.
<<
L'amore... >>
Sia
Temari che Kankuro lo guardarono ascoltandolo in silenzio.
Conoscevamo bene che cosa significava quel tono di voce.
<<
Zio Yashamaru mi ha insegnato che l'amore è la medicina più potente
di tutte e aveva ragione. Quando ho ricevuto la medicina da Naruto,
da voi, dai miei amici sono riuscito a fare grandi cose tanto da
diventare una persona importante in questo villaggio.
Quando
ho ricevuto la cura da papà ho trovato la forza per affrontare al
meglio la guerra e sono stato più sicuro delle mie decisioni >>
Gaara
fece una pausa in modo tra trovare le giuste parole per proseguire e
gli altri due fratelli si guardarono negli occhi.
<<
Ma da quando ho ricevuto la medicina da Matsuri io... mi sento
diverso. Alle volte sono confuso e mi sento impacciato, commetto
degli errori banali e forse risulto un po' stupido ma questo non ha
importanza se essere impeccabile significa rinunciare a lei >>
Kankuro
e Temari lo guardarono commossi: proprio colui che conosceva così
poco dell'amore era riuscito a dargli una perfetta definizione.
Bradipo,
vipera, insignificante... Probabilmente ci sarebbero stati ancora
episodi di gelosia, ma poco importava come vedessero le persone che
stavano accanto ai loro fratelli, l'importante è che li rendessero
felici.
Temari
si alzò in piedi e portò le mani sui fianchi.
<<
Quindi … Adesso tutti e tre dovremmo adattarci a vedere nuovi volti
in giro per casa … >>
Gli
altri due annuirono.
<<
Direi proprio di si >>
*
Sumire
stava svolgendo una missione di livello D: si trovava nell'armeria
seduta su uno sgabello intenta a pulire e lucidare le armi per gli
studenti dell'accademia.
Temari
le si piazzo davanti con le mani sui fianchi, la ragazza si mise di
fronte a lei con lo sguardo deciso.
<<
Che intenzioni hai ragazzina? >>
Sumire
fece un mezzo sorriso, immaginava che prima o poi la matriarca Sabaku
le avrebbe fatto il discorsetto.
<<
Quando ti ho conosciuta eri così dolce e zuccherosa da farmi venire
il diabete >>
<<
Allora la situazione era diversa >>
<<
Oh non lo metto in dubbio: ero la hime allora, l'ospite illustre, la
promessa del Kazekage >> fece due passi prendendo un altro
kunai e iniziando a lucidarlo << Ho sentito parlare Oonoki con
Kurotsuchi qualche sera prima dell'inizio dell'omiai: sentii dire che
era stato un membro della famiglia del Kazekage a scegliermi. Eri tu
vero? >>
Temari
annuì.
<<
Perchè mi scegliesti? >>
<<
Vidi le tue foto e lessi la tua storia. Mi sembravi la ragazza più
adatta >>
<<
Ah! Una piccola ragazza adottata e cresciuta in un villaggio con la
stessa severità e rigore di Suna. Avrai pensato che ero una dolce e
remissiva fanciulla vero? >>
All'amazzone
partì un tic all'occhio destro, quel tono di voce non le piaceva
affatto, tuttavia quello che diceva era vero.
<<
Credevo che avresti reso felice mio fratello >>
<<
Credevi di potermi usare come una bambolina, una che avrebbe dato un
erede al Kazekage ma al tempo stesso non lo avrebbe allontanato da te
>>
<<
Mi era stato detto di selezionare quella più adatta, ho solo fatto
il mio lavoro >>
<<
Ah piantala di fare la povera kunoichi braccata dal consiglio! Hai
pensato solo a te stessa. Sei stata meschina Temari, tra le due
dovrei essere io quella arrabbiata >>
Temari
serrò le mani in modo molto forte tanto che le nocche sbiancarono.
<<
Quindi stare con Kankuro è solo una vendetta nei miei confronti?
>>
Sumire
alzò gli occhi al cielo ed alzò la voce con fare irritato.
<<
La smetti di comportarti come se tutto girasse intorno a te?
Dannazione sei uguale a tuo fratello piccolo >> Abbassò i toni
e si umettò le labbra << Conobbi Kankuro mesi prima di venire
a conoscenza dell'omiai. Allora non sapevo nemmeno che fosse un
parente del Kazekage. Sto con lui perchè è divertente, ha una
pazienza infinita e mi sono innamorata di lui. Tu non sei nemmeno
inclusa nell'elenco >>
Temari
inspirò ed espirò a fondo osservando gli occhi della ragazza: era
sincera, dannatamente sincera.
<<
Suppongo ti debba delle scuse allora >>
<<
Lascia stare non è necessario >> disse scuotendo la mano
destra << Piuttosto vorrei farti presente una cosa ben più
importante >>
<<
Cioè? >>
Prese
uno shuriken e iniziò a strofinarlo con la pezzetta.
<<
Ho visto come tratti mia sorella, come cerchi ogni volta di farle
intendere che non è all'altezza di Gaara e che deve stargli alla
larga.
Ora.
Che tu sia una sorella protettiva lo posso capire e ti ammiro per
questo ma... >> si avvicinò puntellandole il dito indice sullo
sterno << Tu prova a mortificarla o a maltrattarla
un'altra volta e io ti faccio male. E' chiaro? >>
Temari
la fulminò con lo sguardo ma capì subito che non l'avrebbe
intimidita, in effetti si rivide molto in lei in quel momento.
Fece
un piccolo ghigno d'intesa e le allungò la mano.
<<
Andata >>
Lei
le strinse la mano scuotendola.
<<
Andata >>
*
Shikamaru
inspirò a fondo e bussò alla porta. Per lui non sarebbe stato
difficile intrufolarsi in camera di Temari e prendere il suo zaino,
ma visto cos'era successo la sera prima aveva deciso di parlare coi
due fratelli.
<<
Avanti >>
Deglutì
ed aprì la porta.
<<
Salve kazekage >>
Dentro
c'erano Gaara Kankuro e Matsuri. Non appena videro il ninja di Konoha
i due ragazzi l fulminarono mentre la kunoichi si guardò intorno
come a cercare una via di fuga.
<<
Nara... >> sibilò Kankuro.
<<
Kazekage-sama, Kankuro-san... Ciao Matsuri >>
<<
Ciao Shikamaru >> Era così a disagio che non sapeva dove
guardare. << Vuoi del thè? Vado a penderti un po' di the >>
disse svignandosela. Si sentì un po' una codarda per questo ma tanto
non avrebbe potuto aiutarlo comunque.
Rimasti
soli Shikamaru si sentì tremendamente a disagio.
<<
Immagino avrete delle domande da farmi... >>
<<
Dammi un motivo per non infilarti Kuroari dentro... >> disse
Kankuro.
<<
Perchè Temari si infurierebbe? >> chiese Shikamaru
interrompendolo.
Prima
che il marionettista decidesse di attuare quello che fin'ora stava
solo minacciando Gaara decise di intervenire.
<<
Sei pregato di non entrare come un ladro in casa nostra. Non ci fai
una bella figura tu in quanto ninja di un altro villaggio né ci fa
una bella figura la mia sorveglianza >>
Kankuro
rifletté sulle parole del fratello e decise di parlare anche a
Sumire: anche lei sgattaiolava dalla sua finestra come una gatta,
dubitava fortemente di riuscire a convincerla ma almeno ci avrebbe
provato.
<<
... e suppongo che adesso potrai cenare con noi... >>
<<
Che? >> chiese Kankuro risvegliandosi dai suoi pensieri.
Gaara
si voltò verso il fratello.
<<
Kankuro abbiamo detto di essere più permissivi >>
<<
Si ma mi sembra che adesso si stia esagerando >>
Mentre
i due fratelli conversavano il Nara fece due passi indietro.
<<
Io allora andrei... >>
Il
ragazzo aveva appena poggiato la mano sul pomello della porta.
<<
Shikamaru >>
<<
Hai? >>
<<
Fai un passo falso e ti cambio i connotati >>
Il
ragazzo deglutì.
<<
Ricevuto >>
|
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Capitolo 27 *** Capitolo 27 -Caffè- ***
Caffè
Koneko
Sumire Murasaki.
Uno
degli ultimi componenti del clan più potente e ricco di Tsuki, erede
di una miko, figlia adottiva dello Tsuchikage.
Una
ragazza colta, raffinata, beneducata e composta.
Una
hime a tutti gli effetti.
Almeno
era così che i più se la immaginavano.
Col
passare del tempo si ci rendeva conto che Sumire, nel quotidiano, di
principesco aveva ben poco: girava spesso e volentieri per casa con
slip e una maglietta di due o tre taglie superiore alla sua, di
solito di proprietà di Kankuro e per lei i concetti di trucco e
parrucco erano molto relativi. Adorava sedersi sul divano occupando
il novanta per cento dello spazio e la mattina ciondolava e
sbadigliava senza remore se non aveva missioni.
E
non si limitava a fare tutto ciò nel suo appartamento.
Se
questo per Kankuro era una cosa adorabile, per Gaara era un vero
incubo.
Ormai
tutte le maschere erano cadute ed il palazzo del kazekage da tre mesi
a questa parte sembrava più un'hotel o una sala comune
dell'accademia data la presenza quasi constante di Shikamaru e della
suddetta ragazza.
Anche
se in presenza d'altri tendeva a contenersi ancora, Sumire non si
faceva problemi a dargli del tu e a trattarlo più come un parente
che come Kage.
<<
Gaara hai fatto il caffè? >>
<<
No Sumire non ho fatto il caffè >>
<<
Perchè non hai fatto il caffè? >>
<<
Perchè io la mattina bevo il the >>
<<
Il the fa addormentare è per questo che sei così lento coi
documenti >>
Perchè?
Che aveva fatto di male?
Ah
si, la sua infanzia giusto...
Prima
che la situazione degenerasse decise di andare nel suo ufficio.
<<
Buon giorno >>
Gaara
alzò lo sguardo e sorrise all'unica persona che ormai allietava le
sue giornate: Matsuri stava separando i vari documenti della mattina.
<<
Ciao Matsuri... non è necessario che tu venga così presto in
ufficio lo sai >>
<<
Ma a me non da fastidio >> arrossì e inclinò la testa
grattandosi la guancia << e poi così possiamo stare un po' da
soli prima che inizino i tuoi appuntamenti >>
Già
perchè paradossalmente l'unica che non stazionava nel palazzo del
kazekage era la fidanzata del suddetto kazekage.
Sia
perchè la cosa non era ancora ufficiale sia, soprattutto, perchè a
differenza degli altri ospiti lei non occupava la camera da letto
della sua dolce metà.
Apparentemente
l'idea non li aveva ancora sfiorati, o forse erano troppo timidi per
fare il primo passo.
*
Quello
era un giorno piuttosto particolare, era il compleanno di Matsuri e
di conseguenza anche di Sumire.
Gaara
non era portato per occasioni del genere.
Negli
anni precedenti lui e Matsuri si erano limitati a scambiarsi gli
auguri o qualche piccolo pensierino.
Ma
quest'anno le cose erano cambiate e per questo aveva chiesto l'aiuto
del fratello.
Era
quasi mezzogiorno e i due non avevano definito ancora i dettagli.
Kankuro non era certo un tipo mattiniero,
ma era strano che stesse
ancora dormendo, quindi decise
di andare nel suo laboratorio. Sia lui che Temari non si facevano
problemi ad entrare senza bussare. Anche quando sapevano che il
ragazzo era impegnato con un veleno.
<<
Ah >>
Udì
dei strani rumori ma non ci fece caso. Aprì la porta e si bloccò.
Il
fratello era sul letto e non era solo.
Sumire,
con la testa poggiata ai piedi del letto, era sotto di lui aveva gli
occhi chiusi e la bocca socchiusa.
Era
completamente nuda e muoveva il bacino contro il viso del ragazzo, le
dita delle mani erano affondate tra le ciocche castane.
Kankuro
aveva afferrato le coperte e le stringeva tanto che le nocche erano
diventate bianche.
Entrambi
erano così concentrati l'uno nell'altra che non si accorsero di
nulla.
Gaara
rimase a fissarli per dieci secondi. Esattamente la conta da uno a
dieci.
Quando
si rese conto di quello che stava succedendo fece un rapidissimo
dietrofront e corse verso il suo ufficio.
Chiuse
velocemente la porta dietro di lui e si sedette nella sua sedia di
fronte la scrivania.
Si
sentiva avvampare.
Non
ci aveva mai fatto caso ma la ragazza aveva davvero un bellissimo
corpo.
Scosse
la testa e si rimproverò per quel pensiero inappropriato.
*
Poco
prima di pranzo qualcuno bussò alla porta del suo ufficio.
<<
Temari sto arrivando ... >>
La
porta si aprì.
<<
Non sono Temari >>
Si
irrigidì.
L'incubo!
<<
Scusa so che è ora di pranzo ma devo consegnarti questo... >>
Sumire
aveva messo il coprifronte attorno al collo ma Gaara riuscì comunque
ad intravedere una macchia violacea. E arrossi.
<<
Va tutto bene Gaara? Sei tutto rosso. Hai la febbre per caso? >>
<<
No.. Sto bene >>
<<
Ok... questo è il rapporto dell'ultima missione. Ah servono nuovi
ceppi per l'addestramento, quelli che ci sono adesso sono tutti
consumati >>
<<
Va bene >>
<<
Ci sono missioni per m...? >>
<<
No. Puoi andare >>
Sumire
fece spallucce ad uscì dal suo ufficio. Gaara sembrava più strano
del solito.
*
Quando
finalmente la ragazza uscì lui si recò in cucina.
<<
Ehi otouto Temari non c'è e ho preparato l'udon. Ti va bene? >>
<<
Hai... >>
Gaara
guardò distrattamente il fratello e notò che aveva la stessa
macchia violacea che aveva Sumire, sul collo.
<<
...anche se non ho molto appetito >>
<<
Non ti fa bene digiunare. Su tieni >> disse il maggiore
portando le scodelle sul tavolo.
I
ragazzi si sedettero a tavola ed iniziarono a mangiare.
<<
Allora, per stasera è tutto a posto? >>
<<
Hai, sei riuscito a liberarti dai tuoi impegni serali? >>
<<
Si >>
Il
ragazzo notò che il fratello lo stava fissando.
<<
Che c'è? >>
Gaara
arrossì colto in flagrante.
<<
Niente... >>
<<
Sei tutto rosso >>
<<
Sto bene >>
Il
marionettista fece spallucce continuando a mangiare, ma non potè non
notare che il fratello continuava a fissargli il collo di sottecchi.
Porto'
una mano su quel punto.
<<
Uh è questo il problema? >>
Gaara
mandò giù l'ultimo boccone e distolse lo sguardo.
<<
Gaara sei grande ormai non c'è bisogno di reagire così per una cosa
del genere >>
<<
Non so di cosa parli... >>
<<
Sono tuo fratello maggiore, non c'è bisogno di essere tanto
imbarazzati. Se me ne vuoi parlare... >>
<<
Stamattina vi ho visti >> disse tutto d'un fiato completamente
in imbarazzo.
Kankuro
impiegò un paio di istanti per capire il significato di quelle
parole. Poi realizzò.
<<
Ah >>
Quella
mattina aveva deciso di dare a Sumire un regalo piuttosto...
particolare. In effetti aveva avuto l'impressione di essere fissato
per un istante ma non ci aveva dato molto peso.
Arrossì
completamente e mise una mano tra i capelli.
<<
Mi... ecco... mi dispiace? >>
<<
Potresti chiudere a chiave la porta del laboratorio d'ora in poi?
>>
Avrebbe
voluto replicare che aveva chiesto mille volte sia a lui che a Temari
di bussare, dopotutto lui bussava sempre prima di entrare in una
delle loro stanze, ma c'era qualcosa nell'espressione sul viso del
ragazzo che gli suggerì di non farlo.
<<
Ricevuto fratello >>
<<
Bene >>
Gaara
annuì e immediatamente dopo abbassò il capo.
Kankuro
socchiuse la bocca ed alzò un sopracciglio non riuscendo veramente a
comprendere quello strano comportamento.
<<
... >>
Poi
cominciò a mettere insieme i vari tasselli intuendo di cosa si
potesse trattare.
<<
Mh... ho >>
Guardò
il fratellino con gli occhi sgranati.
Lui
continuava a tenere lo sguardo basso.
<<
Ne vuoi parlare? >>
<<
No! >>
|
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Capitolo 28 *** Capitolo 28 -Compleanno- ***
Compleanno
La
sera era arrivata velocemente ed era ora di mettere in pratica il
piano dei due fratelli Sabaku.
<<
Vai tu >>
<<
Eravamo d'accordo che ci avresti pensato tu >>
Gaara
fissò il fratello deglutendo.
<<
Te lo ordino >>
Kankuro
si limitò a sospirare.
Sarà
perchè era maturato o perchè Sumire gli faceva fare tanto
allenamento, ma la sua pazienza era notevolmente migliorata dai tempi
della guerra.
<<
Questa non te la faccio passare otouto >>
Si
sostennero con lo sguardo per una manciata di secondi. Occhi contro
occhi. Acquamarina contro castano-verde.
*
<<
Seguitemi >>
<<
Ma dove stiamo andando? >>
Le
due gemelle stavano camminando da più di mezz'ora ormai.
Sumire
aveva già sparato una decina delle sue battute sarcastiche e aveva
cominciato a rincarare la dose con qualche seria lamentela.
<<
Lo vedrete >> si limitò a rispondere Gaara.
<<
Panda ma almeno forma una di quelle tue "nuvolette speedy"
e facci viaggiare sedute. Insomma se dobbiamo andare al patibolo
bendate almeno facci star comode >>
Matsuri
fece un sorrisetto divertito e non fu l'unica.
<<
Siamo quasi arrivati >>
<<
Mi annoio. Kankuro dimmi qualcosa. So che ci sei anche tu >>
I
due fratelli si guardarono poco sorpresi. Dopotutto sapevano che i
sensi della ragazza erano ottimi, ma non pensavano tanto da avvertire
la presenza di un jounin esperto.
Kankuro
ispirò trattenendo una risata.
<<
"Qualcosa" >>
Tutti
i presenti meno Sumire si misero a ridere.
<<
Non sei divertente baka! >>
*
<<
Ok arrivati >>
<<
Finalment... >>
Sumire
si tolse la benda con un gesto secco mentre Matsuri fu decisamente
più delicata ma entrambe rimasero ugualmente sorprese.
Si
ritrovarono di fronte la casa dell'oasi del clan Nekoi.
Gaara
si avvicinò a loro porgendo a Matsuri una piccola scatola.
<<
Buon compleanno ragazze >>
Matsuri
aprì la scatola e vi trovò la chiave della casa.
<<
No... wow >>
Sumire
battè gli occhi per una volta senza parole.
<<
Gaara... ti avevo detto che ti avrei ripagato >>
<<
Non sarà necessario >> disse provando sincera contentezza nel
vedere la ragazza commossa << Buon compleanno >> proseguì
infine guardando entrambe.
<<
Arigatò anche a te Kankuro >> rispose Matsuri tutta rossa in
viso per via dell'emozione.
Lui
scosse la testa.
<<
Io non ho fatto nulla. É tutto merito di Gaara >> si avvicinò
alla ragazza porgendole una scatola. << Questo è il mio
regalo. Non sarà bello quanto quello che hai ricevuto ma spero ti
piaccia lo stesso >>
<<
Ah sarà bellissimo invece. È anche per Sumire? >>
<<
No... ho dato a Sumy il suo regalo questa mattina >> disse
guardando la sua ragazza con aria complice.
Gaara
arrossì. Cosa che non sfuggì a Sumire.
Prima
che la situazione potesse farsi imbarazzante la ragazza propose di
entrare nella casa. Questa era tutta impolverata ma a parte questo
era esattamente come la ricordavano.
<<
Guarda Matsu! L'album di foto di papà >>
<<
Forse prima di curiosare ancora dovremmo dare una pulita >>
Gaara
si avvicinò a Matsuri.
<<
Tra poco verranno anche Shikamaru e Temari potremmo dare una mano
anche noi >>
<<
Davvero non vi dispiace? >>
Lui
scosse la testa.
<<
Al contrario >>
<<
Gaa, Kanku. Siamo qui >> disse Temari cordiale tuttavia
sembrava avere un'aria piuttosto imbronciata.
<<
Che ha? >>
Shikamaru
si grattò la testa.
<<
Mendokuse.. Naruto ha scoperto che stavamo venendo qui e del
vostro compleanno quindi... ha deciso di imbucarsi >>
Due
secondi dopo videro Naruto, Hinata, Sakura ed altri, molto altri,
ninja di Konoha avvicinarsi.
<<
Ciao ragazze! >>
Matsuri
inclinò la testa verso la sorella.
<<
Ho la sensazione che non sarà una cosa tranquilla >>
Sumire
sorrise divertita.
<<
Cosa te lo fa pensare? La presenza di Naruto o tutto quello che lui e
i suoi compari hanno portato? >>
Ognuno
di loro aveva portato tutto l'occorrente per una festa, soprattutto
alcolici.
Non
ci volle molto per trasformare quella tranquilla serata tra amici
intimi in un vero e proprio party.
<<
Questo posto è bellissimo >>
<<
Guarda che bella casetta >>
<<
L'acqua del lago è così cristallina. È un posto da sogno >>
Nella
confusione Sumire intravide una ragazza che guardava Kankuro con
insistenza.
Si
avvicinò al ragazzo dandogli una leggera gomitata sul braccio.
<<
C'è una biondona gnocca da paura che ti sta fissando >>
<<
Ah quella... quella è Ino >> rispose il ragazzo piuttosto
impacciato.
Sumire
si bloccò fissando intensamente il ragazzo.
<<
Ino quella Ino? >>
<<
Si >> disse lui con sincerità.
Lei
alzò un sopracciglio.
<<
Gnoccona da paura sarebbe la tua ex? >>
<<
Dai Sumi non fare così >>
<<
No. Va tutto bene. Tuuutto bene.
Sento che la mia autostima sta
andando a suicidarsi ma è tutto ok >>
Lui
si mise a ridere e la abbracciò dandole un dolce bacio in testa.
<<
Ma smettila! >>
Shikamaru
si aggirava nei pressi del lago con le mani in tasca.
<<
Ah Matsuri senti... >>
<<
Si? >>
<<
Devo chiederti un favore... domani se non hai missioni potremo
parlare? >>
<<
Ok va bene >>
In
quel momento udirono un gran frastuono a poca distanza.
<<
Hei ragazzi. Tuffo a bomba! >>
<<
Lee! Kiba! Non fate gli incivili! >>
<<
Non preocuparti Ten ten... anzi io li seguo >> disse Sumire
togliendosi le scarpe e la giacca rimanendo in pantaloncini neri e
maglietta viola.
La
kunoichi mise una mano sulle labbra.
In
quanto iperattività quella ragazza era quasi come Rock lee.
*
La
festa durò più del previsto e com'era prevedibile era degenerata in
un totale caos fatto di urla, musica altissima e un piccolo gruppetto
completamente sbronzo.
<<
Matsuri >>
Lei
teneva in mano un bicchiere di aranciata.
<<
Gaara >>
<<
Goumen... avevo previsto una festa più intima >>
<<
No va bene così, mi sto divertendo molto e poi i ninja della foglia
sono molto simpatici >>
Inspirò,
era tutto il giorno che rimurginava se farle quella domanda o meno.
<<
Vorrei chiderti una cosa >>
<<
Dimmi pure >>
<<
Stasera... o meglio stanotte... una volta finita la festa ...
vorresti dormire a casa mia invece di tornare a casa? >>
Lei
arrossì ed annuì timidamente.
<<
Va bene >>
|
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Capitolo 29 *** Capitolo 29 -Una strana situazione- ***
Una
strana
situazione
Era
passata qualche settimana dal compleanno delle gemelle.
Come
era ormai consuetudine Kankuro si risvegliò e la prima cosa che vide
fu il viso addormentato della sua ragazza con le labbra leggermente
in fuori ed i capelli arruffati.
Le
diede un veloce bacio e scostò piano sua gamba che lo cingeva per la
vita in modo da potersi alzare.
Si
preparò velocemente mettendosi la tuta nera poi prese la mano di un
modello base di marionetta e si sedette davanti la scrivania
iniziando a lavorarci su.
Dopo
qualche minuto la ragazza si svegliò e sbadigliò stropicciandosi
gli occhi.
<<
Buongiorno >> disse lui continuando a fissare il legno.
<<
Mh... >> rispose lei incapace di ragionare lucidamente.
<<
Ti va di andare in cucina per il caffè? >>
Sumire
mosse le labbra un paio di volte e sbadigliò, si guardò intorno con
gli occhi socchiusi soffermandosi su un punto imprecisato dello
spazio.
<<
Incontreremo Gaara? >> disse infine con la voce impastata.
<<
Probabile >>
<<
Miuuu così il caffè mi va di traverso >>
<<
Perché? >>
La
ragazza si alzò e gli si sedette accanto, diede un bacio sulle
labbra e poi poggiò la testa sul suo petto.
<<
Tuo fratello è inquietante di prima mattina. Fissa la gente con quei
suoi occhi a palla... >>
<<
Non ha gli occhi a palla >> La ammonì.
Lei
ghignò. << Hai ragione. Ha più gli occhi a panda...
>>
Kankuro
non riuscì a trattenere una risata.
<<
Sei una bastarda >>
*
Gaara
stava facendo colazione insieme a Matsuri.
Dopo
la festa avevano preso a dormire insieme, non sempre, capitava sempre
più frequentemente.
Il
ragazzo aveva versato l'acqua calda nelle tazze e adesso le stava
portando a tavola mentre Matsuri mangiava del pane tostato con della
marmellata.
<<
Arigatò Gaara >>
<<
Di nulla >> dopo tutte le tisane che la ragazza gli aveva
servito in quegli anni era un piacere per lui ricambiare.
Entrambi
presero a sorseggiare la bevanda con calma.
Lui
sfogliava il giornale, lei si godeva il panorama fuori dalla
finestra. Di tanto in tanto si guardavano scambiandosi un dolce
sorriso.
<<
Buongiorno piccioncini >>
Trasalirono.
<<
Sumire non metterli in imbarazzo >> disse Kankuro preparando la
caffettiera e mettendola sul fuoco.
<<
Ma no, non si imbarazzano certo per così poco. Vero 'Tsu 'tsu?
>>
Lei
arrossì e chiuse le mani a pugno.
<<
Nee-chan non chiamarmi così >>
Gaara
si limitò a guardarla torvo ma ciò non servì a nulla poichè la
ragazza gli sedette accanto e prese un biscotto dal suo piatto.
Due
minuti dopo dopo arrivarono pure Temari e il corpo di Shikamaru, la
sua mente era ancora bella sotterrata sotto le coperte.
<<
Buongiorno >>
<<
Mendokuse... >>
Kankuro
roteò gli occhi al cielo e sospirò.
<<
Chi vuole il caffè? >>
Temari
indicò il ninja di Konoha.
<<
Faglielo doppio >>
Una
volta seduti tutti a tavola Sumire si guardò intorno con l'aria di
una bambina vispa.
<<
Che bella riunione di famiglia >>
Kankuro
le diede una gomitata ma il risultato fu farla ridere più forte.
Temari
versò il caffè direttamente nella sua ciotola di latte.
Shikamaru
sbadigliò stropiccianndosi gli occhi.
<<
Shikamaru è un tipo sveglio. No aspetta non è vero >> disse
Sumire mentre beveva il suo adorato caffè.
Il
Nara finalmente aprì gli occhi e si grattò la nuca imbarazzato.
<<
Ah ah ah molto divertente... >> si girò verso la ragazza
seduta accanto a lui << Matsuri mi accompagneresti alla nuova
biblioteca? >>
<<
Hai. Allora andiamo subito perchè ho un impegno all'accademia >>
Si
alzò velocemente e sorrise a Gaara prima di congedarsi con un
inchino e uscendo dalla stanza mentre Shikamaru la guardava
sconcertato.
<<
Perchè voi di Suna dovete correre sempre? >>
<<
Muoviti! >>
Da
un paio di giorni Shikamaru e Matsuri trascorrevano del tempo
insieme: passeggiavano, pranzavano quando c'erano delle piccole pause
tra una mansione e l'altra e avevano preso anche ad allenarsi a
shoji.
Temari
si era accigliata e anche Gaara cominciava ad essere infastidito
dalla cosa ma nessuno dei due lo dava a vedere.
*
Kankuro
e Sumire stavano pranzando sul letto mentre guardavano un programma
in tv.
La
maggior parte della gente si sarebbe sconcertata nell'assistere a
quello scenario ma per loro era una consuetudine quando erano soli in
casa.
La
televisione non era una novità nelle cinque grandi terre, ma era
usata prevalentemente per aggiornarsi o per vedere qualche
registrazione.
Negli
ultimi tempi però erano presenti dei programmi interessanti che
stavano man mano aumentando includendo anche film dell'orrore,
programmi comici e alcuni di interesse scientifico.
<<
E
se si seguono attentamente le istruzioni potrete realizzare una
bellissima mano in legno... >>
<<
Mh Kanky passami la salsa di soia >>
Il
ragazzo si allungò prendendo il piattino ed avvicinandoglielo.
<<
È rimasta della carne? >>
Sumire
si guardò intorno e vide il piatto poggiato sopra la testa di Karasu
che era seduta ai piedi del letto.
<<
Tieni >>
<<
Ora
cominciamo a montare il braccio...
>>
<<
Ma non si fa così >>
<<
Kanky non parlare con la tv... >>
<<
Passami il telecomando >>
<<
E
così avrete realizzato una magnif... >> bzzz ... << aaah lo zombie ci
sta
inseguendo!
>>
Sumire
indicò lo schermo con le ashi mentre masticava un gambero in
tempura.
<<
Uh mi piace questo film. Lascia qua >>
*
Quella
sera.
I
tre fratelli Sabaku erano a tavola insieme, Temari pareva piuttosto
nervosa.
<<
Ma Shikamaru? E’ ancora a dormire? >> chiese Kankuro notando
un posto vuoto ma apparecchiato.
<<
No, mangia fuori stasera, mi ha avvisato poco fa >>
<<
Solo? È deprimente anche per uno come lui >>
<<
È con Matsuri… >>
Gaara
drizzò le orecchie. Attese che i due fratelli continuassero a
parlare per ottenere altre informazioni ma ciò non avvenne.
<<
Sumire invece? >> Chiese sperando che anche lei fosse con la
sua adorata allieva e col ragazzo.
<<
È nel suo appartamento >>
Lui
annuì ma dentro avvertiva uno strano disagio.
*
Intanto
in un piccolo ristorante di Suna, non molto lontano dall’abitazione
dei tre fratelli della sabbia…
<<
Bugiardo! Mi avevi detto che Temari aveva da fare e non te la sentivi
di mangiare di fronte ai suoi fratelli senza di lei. E invece ho
scoperto poco fa che è in casa! >>
<<
Ma lei ha da fare: torturare il genere umano >>
La
ragazza non rise alla battuta, anzi la sua espressione si fece molto
seria.
<<
Shika dovresti parlare con lei >>
<<
Ho intenzione di rivelarle tutto quando sarà il momento… >>
Matsuri
notò il disagio del ragazzo. Forse ci voleva un piccolo time out.
<<
Cambiando discorso che combinano i ragazzi a Konoha? >>
Matsuri
in quegli anni tra missioni, ricevimenti e altri eventi più o meno
mondani, aveva legato anche con gli altri ragazzi, non aveva con
tutti la stessa confidenza, ma era stata accolta come una ragazzina
dolce e simpatica.
Shikamaru
apprezzò la delicatezza che aveva avuto nel non metterlo a disagio.
<<
Naruto è il solito baka. Sai che ha comprato tutte le rose della
serra di Ino per regalarle ad Hinata? >>
<<
Ma che cosa dolce >>
<<
Bleah come sei sdolcinata >>
Gli
fece la linguaccia << Sono un ragazza… e dimmi di Hinata.
Come sta? >>
Data
la somiglianza di carattere le due ragazze avevano legato molto.
A
Konoha, quando non era con Shikamaru e non lavorava, lei Hinata e
Sakura andavano a mangiare qualcosa insieme.
<<
Sempre la solita, ultimamente sta a casa, si sta occupando del
trasloco e quindi prende meno missioni >>
<<
Ah e dimmi come sta andando? >>
Stettero
a parlare per qualche ora, poi il ragazzo la riaccompagnò a casa.
*
Si
era fatto tardi, già le stelle rifulgevano di una luce d’ambra,
alte e silenziose nel cielo notturno.
Non
aveva per niente calcolato il tempo, si era lasciato trasportare dai
loro discorsi.
Quando
arrivò a casa Sabaku Temari era davanti alla finestra, non ebbe
nemmeno il tempo di avvicinarsi alla porta che la ragazza gli si parò
davanti come una furia.
<<
Allora? Che ci facevate fuori così tardi? >>
Lui
indietreggiò sorpreso e poi mise le mani avanti il viso.
<<
Temari avevo bisogno di chiedere un parere >>
<<
E non potevi chiederlo a me? >>
<<
No >>
<<
Perchè? >>
Lui
si grattò il collo a disagio.
<<
È una faccenda privata... >>
La
ragazza battè due volte gli occhi sorpresa e delusa poi fece
dietrofront andando verso la sua camera. Shikamaru la stava per
seguire ma venne freddato dalla sua frase gelida.
<<
Tu dormi sul divano >>
|
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Capitolo 30 *** Capitolo 30 -Verso un nuovo equilibrio- ***
Verso un nuovo
equilibrio
Drriiin
drriiin driiin
<<
La frantumo quella dannata! >>
Come
al solito Sumire si era svegliata nei più leggiadri dei modi.
Gettò
malamente le coperte da un lato, tirò indietro la matassa di capelli
che le impedivano la vista ed andò in bagno a dare un senso alla sua
persona.
Entrò
in cucina e ...
<<
Oddiooo... >>
Urlò
talmente forte che Matsuri si precipitò in cucina.
<<
Che c'è? Stai bene? >>
<<
Kankuro mi ha rovinata! >>
La
ragazza aggrottò le sopracciglia.
<<
Come? >>
Sumire
fissava attentamente la caffettiera tenendola per il manico con due
mani rigirandola su se stessa.
<<
Com'è che si usava questo arnese? >>
La
sorella tirò un sospiro di sollievo.
<<
Baka! mi hai fatto prendere un colpo >>
<<
No seriamente, non ricordo... >>
Matsuri
le tolse dalle mani l'arcaico arnese e fece il caffè.
Sumire
si sedette sulla sedia davanti il tavolo grattandosi la guancia in
imbarazzo.
<<
Scusa ma non pensavo fossi in casa. Anzi che fai qui? >>
<<
Ci abito Sumy >>
T'oh.
Stava diventando spiritosa.
<<
Pensavo dormissi con Gaara. A proposito te lo volevo chiedere da un
po'. Ma oltre a dormire non è che per caso fate...? >>
Matsuri
diventò incandescente.
<<
NO >>
<<
Che esagerata! Chiedevo soltanto >> in quell'istante il caffè
fu pronto e la ragazza lo bevve come se fosse uno shortino <<
Comunque vado da “NO” per la missione di oggi >>
Matsuri
annuì mentre versava dello zucchero e un goccio di latte nel caffè.
<<
Io devo andare in biblioteca >>
<<
Divertiti tigre! >>
*
Kankuro
era entrato in cucina in modo da poter fare colazione ma appena
varcata la soglia vide Shikamaru, sdraiato sul divano, intento a
ronfare completamente immobile.
Roteò
gli occhi al cielo e decise di saltare il pasto.
Entrò
nell'ufficio del fratello e si sedette sul divano.
<<
Ciao Otouto. Hai notato il morto sul divano stamattina? >>
Il
fratello annuì e strinse la mano destra in modo impercettibile.
<<
Mi sa che abbia fatto incazzare la nostra sorellona. Speriamo che non
le venga in mente di cucinare >>
Quando
era incazzata alle volte Temari si metteva a cucinare per mascherare
il suo stato d'animo, ma i risultati erano peggiori di quando si
cimentava in cucina con animo sereno.
Udirono
bussare alla porta e finalmente Gaara aprì bocca.
<<
Avanti >>
Sumire
entrò, non appena vide Kankuro gli sorrise poi si rivolse a Gaara
con aria più seria.
<<
Buongiorno. Sono qui per la missione >>
Chissà
come mai non aveva usato nessun soprannome.
Gaara
aprì il cassetto prendendo il rotolo e porgendoglielo.
<<
Pensavo venissi con Matsuri >>
<<
E' il suo giorno libero ed è andata in biblioteca. Devo chiamarla?
>>
Gaara
rimase imbambolato un istante fissando il vuoto.
Matsuri
si presentava sempre nel suo ufficio. Sempre. Sin da quando
era sua allieva, anche se era il suo giorno libero.
Che
stava succedendo?
<<
No, non è necessario >>
<<
Wakatta >>
Non
appena Sumire uscì dall'ufficio Kankuro osservò meglio il fratello.
<<
Tutto bene Gaara? Mi sembri un po' turbato >>
<<
Tutto bene >>
*
Quella
mattina Temari si svegliò nera come non mai.
La
notte prima aveva aspettato quel pesaculo fino a tardi e quando era
andata a letto non era riuscita a chiudere occhio immediatamente.
Era
stanchissima ma aveva tante cose da fare.
Si
preparò velocemente e come prima cosa andò in cucina mentalmente
preparata a dirne quattro a quel maledetto.
<<
Sentimi bene tu. se mi stai nascondendo qualcosa ti consiglio di...
>>
Ammutolì
quando non lo vide ronfare sul divano.
*
<<
Mi è gelato il sangue quando ho avvertito i suoi occhi su di me >>
<<
Che esagerato. Gaara ha degli occhi molto dolci >>
<<
Non di prima mattina. Perché si sveglia così presto poi? >>
<<
Perchè non gli piace perder tempo. Inoltre ha ancora qualche piccolo
problema col sonno >>
Shikamaru
e Matsuri si erano incontrati in biblioteca quella mattina e stavano
camminando già da un bel po' per le vie secondarie del villaggio.
<<
Ecco dovrebbe essere questo >>
Erano
arrivati di fronte un parco, il più antico di Suna.
Shikamaru
si diresse in un palazzo vicino e poggiò una mano sul muro.
Matsuri
portò una mano al petto ed inclinò leggermente la testa.
<<
Allora hai deciso? >>
<<
Hai... ho deciso. Parlerò con lei stasera >>
<<
Chissà come la prenderà >> Si domandò preoccupata.
<<
Sarà sorpresa all'inizio... spero solo non prenda il suo ventaglio
>>
<<
Mi domando come la prenderà Gaara... >> disse abbassando lo
sguardo.
<<
Spero che lo scoprano il più tardi possibile... >>
Temari
vide la scena a pochi metri di distanza, l'aveva cercato tutta la
mattina per le vie del villaggio. quando li vide gli salì il sangue
al cervello.
<<
Shikamaru! >>
<<
Cazzo >>
<<
Matsuri tu allontanati, me la sbrigo io >>
<<
Sei sicuro? >>
<<
Hai >>
La
ragazza si allontanò di qualche metro raggelò quando vide di fronte
a se Gaara Kankuro e Sumire.
<<
Adesso basta che cosa state combinando tu e Matsuri? >>
<<
Temari calmati >>
Gaara
udì le parole della sorella e guardò la sua ragazza con aria
corrucciata.
<<
Che succede qui? >>
<<
Gaara... io... >>
Sumire
e Kankuro si guardarono non capendoci nulla.
<<
Perché eri qui con Shikamaru? >>
Matsuri
abbassò lo sguardo
<<
Mi dispiace Gaara ma non posso dirtelo >>
<<
Come sarebbe non puoi? Che sta succedendo? >>
<<
Io... >>
Intanto
Temari continuava a dare addosso a Shikamaru: Il ragazzo aveva
portato Matsuri davanti le mura di un palazzo a lei molto caro e
questo la faceva infuriare ancora di più.
Sua
madre la portava spesso lì quando lei era piccola.
<<
Ora voglio la verità >> disse furente.
Dopo
aver cercato di calmarla Shikamaru non vide altra soluzione che dire
la verità.
Inspirò
e chiuse gli occhi mettendo le mani avanti.
<<
Mi avevi parlato di questo posto molto tempo fa. Non sapevo dove
fosse di preciso così ho chiesto a Matsu di darmi una mano a
trovarlo >>
<<
Potevi chiederlo a me >>
<<
No non potevo, mi avresti fatto il terzo grado ed io volevo portarti
qui stasera con calma >>
<<
Insomma tutti questi misteri! Io... >>
<<
Oggi è il nostro anniversario Temari... >>
La
kunoichi si bloccò all'istante. Era vero. Le era passato di mente.
<<
… e come regalo vorrei darti questo... mi ha aiutato Matsuri a
sceglierlo... io non mi intendo di queste cose da donne... >>
*
Sumire
si era avvicinata al viso di Gaara per guardarlo negli occhi.
<<
Pandix sei geloso per caso? >>
La
domanda di Sumire lo mise a disagio.
<<
Io... no >>
<<
Bugiardo >>
Vedendo
il ragazzo così a disagio Matsuri gli si avvicinò poggiando una
mano sul suo braccio.
<<
Shikamaru mi ha chiesto un favore ed io l'ho aiutato >>
<<
Perché non me l'hai detto? >>
<<
Perché mi ha chiesto di non dire niente a nessuno... >> mormorò a
capo chino.
Sumire
aveva portato le mani davanti al viso mentre guardava le due mosche
nere.
<<
No! Ma che cosa carina >>
Kankuro
guardava la scena basito.
<<
Testa d'ananas sta per fare quello che penso? >>
Shikamaru
stava porgendo un anello a Temari.
<<
Già >> Matsuri portò le mani sul viso << è un gesto
così romantico che ho voluto aiutarlo. Adesso capisci Gaara? >>
Il
ragazzo abbassò lo sguardo. Aveva preso il più grande dei granchi.
<<
Matsuri.. goumen-ne >>
Lei
gli diede un bacio sulla guancia.
<<
Fidati di me d'ora in poi e non essere geloso >>
<<
Non... non sono geloso... >>
Sumire
si mise una mano davanti le labbra.
<<
Bugiardo >> mormorò.
<<
Sumire taci! >>
*
Temari
fissò quel misto di oro giallo e diamante per due minuti buoni,
poi, una volta superato il momento di sorpresa, mise le mani sui
fianchi.
<<
Chiedimelo come si deve pesaculo >>
Shikamaru
sospirò.
<<
Temari vuoi...? >>
<<
IN GINOCCHIO BAKA >>
Lui
la guardò indignato.
<<
Non mi ci metto in ginocchio >>
<<
Si invece >>
<<
Insomma mi sposi o no? >>
<<
Solo se ti metti in ginocchio! >>
Sumire
era piegata in due dal ridere mentre Matsuri di era messa la mano sul
viso.
<<
Nooo non era così che doveva fare >> disse la ragazza
scuotendo la testa.
<<
La miglior proposta di sempre! Ahahah. Per tutti i kami non respiro...
>>
Kankuro
e Gaara fissavano la scena impassibili entrambi colti da un
tumultuoso turbamento interiore.
Sul
viso del Master of puppets cominciò a partire un inquietante tic
all'occhio destro.
<<
Io lo ammazzo quello >>
<<
Ed io lo seppellisco, fratello >> disse Gaara liberando una
piccola dose di sabbia.
Sumire
e Matsuri guardarono i due fratelli Sabaku e poi si guardarono con
aria complice, infine sbuffarono seccate ma anche intenerite dalla
gelosia dei due fratelli.
Sembrava
fosse tornato tutto come prima, eppure le loro vite stavano cambiando
completamente.
|
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Capitolo 31 *** Saga special 1 -A remember pink- ***
Gli
ultimi capitoli saranno composti da una raccolta di one-shot/
flashfic in modo da tornare alla situazione di equilibrio della prima
ff della trilogia.
~
Special Saga ~
A
remember pink
L'ufficio
del kazekage era pieno di gente come ormai di consueto.
Kankuro
stava sistemando dei rotoli, Sumire stava potando una delle piante
vicino la finestra, Matsuri aveva portato il the per tutti, e Temari
stava controllando la posta.
<<
C'è un invito >>
Gaara
alzò lo sguardo dai suoi documenti.
<<
Un invito? >>
<<
Hai. Le nozze di Naruto. Ha invitato tutti noi, comprese
Matsuri e Sumire >>
<<
Hai lo sapevo. Mi è arrivato l'invito stamattina >>
disse Sumire concentrata a sistemare i petali di una peonia.
Tutti
i presenti si girarono a guardare la kunoichi con fare sorpreso. Lei
inizialmente non si accorse di nulla, poi si voltò sentendosi
leggermente a disagio.
<<
Eddai ragazzi, io e l'hokage ci conosciamo da anni. Da quando ha
fatto il giro del mondo con Jiraya. Non ricordate? >>
Kankuro
annuì.
<<
Oh è vero. Ti considera la sua sorellina >>
La
ragazza alzò un sopracciglio.
<<
Sei ancora arrabbiato per questa storia? >>
<<
No. Certo che no >>
<<
Bugiardo >>
Gaara
decise di interrompere quel battibecco sul nascere.
<<
Partiremo tra due settimane >>
*
Il
fatidico giorno di Naruto era arrivato, l'intero villaggio era in
fermento, si udiva il vociare della popolazione nonostante le
finestre fossero chiuse.
Kankuro
stava leggendo un giornale steso sul letto della camera degli ospiti
nel palazzo dell'Hokage.
Sbuffò
sommessamente.
Lui
era pronto da almeno un'ora mentre Sumire stava gettando in aria
l'intero contenuto dell'armadio e dei cassetti facendo molto rumore,
che sommato al vociare esterno scaturiva un gran caos che gli rendeva
impossibile leggere in santa pace.
La
fissò con la coda dell'occhio: era coperta solo da una canotta
sottile e degli slip viola, i capelli arruffati e girovagava come
un'anima in pena.
<<
Kankuro non trovo il mio reggiseno >>
<<
E perché lo chiedi a me? >>
<<
Perché hai il brutto vizio di nasconderli. Maledetto >>
Il
ragazzo stava per rispondere quando udì bussare alla porta.
Naruto,
vestito di tutto punto per la sua cerimonia, era in piedi di fronte
la porta come pietrificato.
<<
C'è Sumire? >>
<<
Ah- ah >> si limitò ad annuire il marionettista preoccupato
<<
aspetta si sta preparand... >>
Non
fece in tempo a finire la frase che l'hokage si era fiondato in
camera preso dal panico.
<<
Ehi! Naruto >>
Sumire,
con un accappatoio addosso e le braccia conserte, guardò
alternativamente prima il suo ragazzo poi il suo “fratellone”.
Kankuro
fece spallucce mentre un'intensa espressione irritata e corrucciata
si andava accentuando sul suo volto.
Dall'altro
canto Naruto sembrava sul punto di svenire. E mancava poco all'inizio
della cerimonia.
<<
Kanky ci lasci soli? >>
<<
No >>
Sumire
rise sommessamente. A volte era così dannatamente geloso.
<<
Per favore Kanky >>
Lui
roteò gli occhi al cielo.
<<
Ti aspetto fuori >> disse secco.
Una
volta soli Naruto si sedette sul letto guardando fisso sul pavimento.
Sumire
attese pazientemente che lui trovasse il coraggio di spezzare il
pesante silenzio che si era formato nella stanza.
<<
Che sto facendo? >> disse improvvisamente.
Sumire
gonfiò le guance soffiando poi lentamente.
Non
si sentiva adatta ad affrontare quell'argomento. Anche se un pochino
se l'aspettava che il ragazzo sarebbe venuto da lei.
<<
La più grande stronzata che si possa fare... alcuni ci cascano prima
altri dopo >> disse diretta.
<<
Quindi sto facendo un tremendo errore? >> disse Naruto
maggiormente preso dal panico.
Avevano
già affrontato “l'argomento Hinata” durante il ritorno dalla
missione ad Ame, e Naruto aveva capito perfettamente cosa ne pensasse
Sumire.
Sapeva
che se le avesse chiesto un parere lei sarebbe stata sin troppo
sincera e probabilmente avrebbe messo in dubbio la sua decisione
quindi avrebbe sorvolato sulla questione.
Però
adesso quel giorno era arrivato e lui era circondato dai dubbi.
<<
Naruto piantala di fartela addosso >>
<<
Sumire ti prego >>
<<
Non affidarmi una responsabilità del genere >>
<<
Io ho bisogno di un tuo parere >>
<<
Ok... l'unica cosa che posso dirti e di pensare alle conseguenze di
ciò che vuoi fare >>
Naruto
si limitò ad annuire e si prese tutto il tempo prima di parlare
nuovamente.
<<
Credi che le cose si aggiusteranno? >>
Sumire
fece spallucce.
<<
Stai per sposare una donna bellissima che ti ama incondizionatamente.
Credo che avrai una vita serena >>
Naruto
la fisso per qualche istante prima di sorriderle con fare sincero.
<<
Grazie Sumi >>
Lei
gli diede un pugnetto sulla guancia.
<<
Non ringraziarmi. Aggiustati la giacca, ritrova le palle, e vai a
metterti sotto quell'ombrello >>
|
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Capitolo 32 *** Saga special 2 -A small moment of weakness- ***
A small moment of weakness
Lei
odiava quell'evento.
Detestava
quell'evento.
Le
faceva accapponare la pelle.
E
poi perché si ritrovava sempre a dover sostenere uno degli sposi?
*
Era
seduta sul gradino davanti la porta che dava sul giardino sul retro
della casa, con la testa poggiata su una mano.
Era
davvero uno splendido giardino: pieno di fiori, erba tagliata a tre
centimetri, delicati ornamenti e un profumo delicato nell'aria.
<<
Non li rivedrò mai più... >>
La
sua voce la risvegliò dai suoi futili pensieri.
Kami
era convinta che il dramma peggiore sarebbe stato far svegliare lo
sposo. Che invece era perfettamente sveglio e già pronto.
Incredibile.
<<
Sai bene che non esiste questa eventualità >> rispose seria
<<
Voi tre siete molto legati >>
La
sposa inspirò profondamente.
<<
Si però... sarà tutto diverso. E se i nostri impegni ci
dividessero? >>
<<
Non succederà >>
Temari,
fasciata da un magnifico abito da sposa di seta, apriva e chiudeva
freneticamente il suo ventaglio. Cose che avrebbe allarmato i più ma
non la Murasaki.
<<
Gaara non è un tipo che scrive lettere, ed è sempre molto
impegnato. E Kankuro sarà la sua guardia del corpo. E io dovrò
svolgere le missioni per conto di Konoha... >> sospirò
sopraffatta << Insomma noi... >>
Aggrottò
la fronte irrigidendosi vedendo la reazione della ragazza.
Sumire
si era alzata di scatto facendo un rapido dietrofront.
Non
aveva detto nulla. Semplicemente era entrata strafregandosene -o
semplicemente non notando- gli sguardi allibiti dei presenti, ovvero
tutti i ninja di konoha e gli invitati che erano arrivati da Suna.
Aveva
preso per mano uno stralunato Kankuro e lo aveva trascinato via dalla
sala, fuori in giardino.
Dopo
due minuti di orologio era rientrata aveva fissato i presenti -ancora
allibiti- aveva preso uno (spaventato?) Gaara per la cravatta e lo
aveva trascinato fuori, sempre in giardino.
<<
Temari ha bisogno di voi >>
Spalancò
la porta e piazzò i fratelli di fonte alla sposa.
Lei
guardò prima i fratelli poi Sumire.
<<
Diglielo >>
<<
Cosa? >>
<<
Diglielo! >>
Kankuro
aggrottò la fronte avvicinandosi alla sorella.
<<
Temari hai pianto? >>
Lei
girò il viso sistemandosi una ciocca di capelli che si ostinava a
scendere, ribelle, sulla fronte.
<<
No... ma che dici... >>
<<
Io me ne vado >> disse Sumire col suo fare iperattivo e un po'
isterico, lasciando un po' di privacy ai
tre fratelli.
*
Rimasti
soli i tre guardarono ovunque concentrandosi persino sulle foglie e
sui rami, tutto pur di non incrociare lo sguardo con i rispettivi
consanguinei.
Kankuro
aveva una mano dietro la nuca, Gaara un dito sopra la guancia e
Temari si rifiutava di mollare il suo ventaglio.
<<
Sta cambiando tutto >> mormorò infine rinunciando a sistemare
la ciocca bionda.
I
due fratelli la guardarono sorpresi poi si guardarono a vicenda.
Temari
era sempre stata la più forte tra loro, la più controllata. Ma
quello era un momento molto delicato per lei.
<<
Temari >>
Lei
alzò lo sguardo guardando il suo fratellino.
<<
Ti prometto che i miei impegni non mi impediranno di scriverti. E
verrò a farti visita ogni volta che potrò >>
La
ragazza sorrise.
<<
Ontoni? >>
Gaara
ricambiò con un sorriso appena accennato.
<<
Certamente >>
Temari
lasciò andare il suo ventaglio poggiandolo per terra e si mise in
piedi sistemandosi il vestito.
Ispirò
e si diresse verso la porta.
<<
Kankuro >>
<<
Si Tem? >>
<<
Per favore almeno per oggi non fare l'iperprotettivo con Shika. O
almeno sta lontano dalla sua faccia >>
Lui
rise.
<<
Ci proverò Tem >>
|
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Capitolo 33 *** Saga special 3 -Irony- ***
Irony
Era
una fresca serata sulla cima delle mura di Suna. Due ragazzi erano
seduti intenti a guardare le stelle.
Il
vento era appena percettibile e faceva danzare i piccoli granelli si
sabbia.
<<
Sumire... >> disse improvvisamente Kankuro interrompendo il
silenzio.
La
ragazza si girò a guardarlo. Kankuro si era comportato in modo
strano per tutta la serata. Era teso, come preoccupato da qualcosa.
<<
Si? >>
<<
Io... >> iniziò inspirando a fondo << ... stiamo insieme
da quasi tre anni ormai quindi io >> si mise in ginocchio
davanti a lei << Sumi... Vuoi ... Vuoi sposarmi? >>
La
ragazza arrossì come un peperone e balbettò inebetita continuando a
fissare quel bellissimo e, molto probabilmente, costosissimo
anello.
<< Io io... >> Chiuse gli occhi inspiro ed
espirò << ...io ti amo Kankuro >>
Lui
sorrise felice.
<<
...ma no. Non ti sposerò >>
Il
sorriso si trasformò velocemente in un'espressione di stupore,
sconcerto, delusione e dubbio.
Sumire
chinò il capo e si grattò la guancia, in imbarazzo.
<<
Non fare quella faccia >>
<< Vorrei almeno una
spiegazione >> disse lui pacato ma con tono fermo.
La
ragazza fece spallucce.
<<
Diciamo che mi è già quasi capitato di fare questo passo e la cosa
non mi è piaciuta affatto >>
<< Ah ah ... Simpatica
>>
Lei
si massaggiò un braccio guardandosi intorno e poi si umettò le
labbra guardandolo dritto negli occhi.
<<
Seriamente? Sono contraria al matrimonio. La trovo una pagliacciata
>>
La
sua reazione fu strana: batté le palpebre e si grattò la testa
senza dire una parola. Forse deluso, o forse arrabbiato.
Allora
Sumire gli prese il viso tra le mani guardandolo negli occhi.
<<
Ti amo sei tanto patatino quell'anello è bellissimo però vallo a
restituire che mi mette ansia >>
<<
Sumire sai che non lo restituirò >> disse lui serio.
La
ragazza si alzò in piedi e batte le mani sui fianchi.
<<
No dai ma veramente perchè vuoi sposarmi? Sono insopportabile, sono
nevrotica... ed i miei piedi sono clinicamente morti >>
Sul
viso di Kankuro si dipinse un gnigno divertito.
<<
Meno male. Ho sempre sofferto il caldo di Suna >>
Lei
lo guardò con ancora una mano a mezz'aria, colta di sorpresa.
Poi
si mise a ridere.
<<
Baka >>
|
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Capitolo 34 *** Saga special 4 -Bravery- ***
Bravery
<<
Gaara ti andrebbe un po' di the? >>
<<
No ti ringrazio >>
Sumire
scosse la testa.
Cucci
cucci...
<<
Gaara. Mi aiuteresti con questi documenti? >>
<<
Ma certamente Matsu >>
Sumire
aprì la bocca uscendo la lingua e roteò gli occhi al cielo.
"Certamente
". Gne gne...
<<
Stasera ceni con me? Voglio provare a preparare il tuo piatto
preferito >> domandò Matsri con tono dolce.
<<
Hai. Però prima devo presidiare una riunione col consiglio >>
<<
Va bene. Ti aspetto >>
Sumire
alzò la testa dai rotoli e scosse la testa.
Ma
erano due adulti o due genin ai primi amori?
Le
stavano facendo venire il diabete.
<<
Gaara tra poco ci sarà la festa del villaggio. Che ne dici se...
>>
Ok
basta.
<<
Gaara perché non te la porti? Andate sul terrazzo a fare le
vostre... cose da fidanzati. Io devo lavorare >>
I
due avvamparono all'unisono.
Si
erano dimenticati che Sumire era sul divano ad occuparsi della
documentazione per la riunione.
<<
Anche io devo lavorare >> disse Gaara cercando di darsi un
contegno.
La
ragazza alzò gli occhi al cielo.
<<
Al momento non hai niente da fare a parte attentare alla salute
delle mie orecchie >>
Matsuri
era sul punto di svenire.
<<
Uscite. Sciò >>
Solo
lei aveva la capacità di cacciare il Kazekage dal suo stesso
ufficio.
*
Qualche
minuto dopo Gaara e Matsuri rientrarono nel famoso ufficio e con gran
sollievo del Kage, Sumire se n'era andata.
Si
sedette dietro la scrivania ed aprì un cassetto per estrarre dei
documenti ma nel farlo gli cadde una piccola scatolina.
<<
Aspetta ti aiuto >> disse gentilmente Matsuri.
Il
ragazzo si alzò di scatto porgendole velocemente i fogli.
<< No non c’è
bisogno grazie. Ecco i fogli che ti servivano >>
La
ragazza non fece caso a quello strano comportamento prese i documenti
fece un piccolo inchino e se ne andò.
Rimasto
solo Gaara guardò con sguardo truce la scatola di velluto azzurro.
Quello
non era il suo posto. Era stata spostata.
E
avrebbe scommesso sulla colpevole con estrema certezza.
Piccola
vipera.
Estrasse
il contenuto di quella scatola e osservò quel piccolo cerchio d'oro
rosso ripensando allo sguardo dolce e sincero della piccola Matsuri.
Prima
o poi avrebbe avuto il fegato di domandarglielo.
|
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Capitolo 35 *** Saga special 5 -A trap- ***
A
trap
<<
Vieni qui >>
Era
scappato dentro la prima stanza che gli si era parata davanti
iniziando ad ansare rumososamente.
Pochi
secondi dopo sentì il poderoso rumore dei pugni dall'altra parte.
<<
Apri la porta >>
Il
tono di voce era falsamente pacato.
<<
No >>
<<
Apri questa porta cognatino >>
L'ultima
parola era stata detta in modo vagamente assassino.
Ma
perché capitavano tutte a lui?
I
pugni si facevano sempre più violenti.
<<
Io ti ammazzo. T'insegno io a mettere incinta mia sorella! >>
Shikamaru
si chiese come mai il ragazzo non aveva ancora sfondato la porta.
<<
Ah. Ecco perché non mangiava più il sushi >>
Gelò
sentendosi morire dentro.
La
voce proveniva da dentro la stanza, alle sue spalle.
Il
cervo di Konoha sgranò gli occhi girandosi in modo estremamente
lento.
Dietro
di lui il Kasekage di Suna continuava a scrivere apparentemente
tranquillo.
Fece
mente locale: dietro quella porta c'era il master of puppets pronto
ad imbottirlo di veleno, davanti a lui un ex pericolosissimo killer
che si era visto invadere la privacy del suo ufficio ed aveva appena
scoperto che lo stesso invasore gli aveva ingravidato la sorella.
Era
morto.
Fottutamente
morto.
Ma
provò comunque a giocare le sue carte.
<<
Salve Kazekage-sama. Sono mortificato per l'intrusione >>
L'altro
annuì. Sembrava stranamente calmo.
I
pugni continuavano.
<<
Questo rumore mi infastidisce >> disse lapidario.
Shikamaru
ricominciò a sudare freddo e si mise ad analizzare la stanza:
Poteva
buttarsi dalla finestra, anche se questo avrebbe comportato
avvicinarsi all'ex jinchuuriki che non sembrava volergli rendere la
vita facile.
Poteva
aprire la porta e farsi imbottire di veleno.
Poteva
restare fermo e farsi riempire di sabbia.
Poteva
estrarre un kunai e suicidarsi.
Scosse
la testa sentendosi in trappola.
Per
tutti i Kami. Quando era diventato così stramaledettamente stupido?
|
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Capitolo 36 *** Saga special 6 -Hairstyle- ***
Hairstyle
Kankuro
stava camminando per il corridoio dei piani sotterranei del palazzo
con una bottiglietta di succo in mano e un biscotto tra i denti.
Era
deciso a nascondersi in camera sua finché Temari, Yukata e tutte le
altre isteriche non si fossero date una calmata.
Quel
giorno erano tutte più pazze del solito.
Quando
giunse in camera sua vide la sua amata Sumire seduta sul letto con un
elegante abito tra le mani.
Rimase
immobile un paio di istanti a studiare il suo bizzarro comportamento:
lo fissava con aria corrucciata e se lo rigirava tra le mani.
Passato
quel momento diede un morso netto al biscotto facendo risuonare un
lieve “tac” perfettamente udibile però nel silenzio della
stanza.
Sumire
si voltò di scatto arrossendo un po' per essere stata beccata in
quel momento.
<<
Ciao >> disse poi con tono lieve.
<<
Che hai? >> domandò il ragazzo incuriosito.
<<
Nulla... >> disse girandosi a fissare quell'abito monospalla di
seta con dei dettagli dorati.
Sbuffò
sommessamente prima di continuare.
<<
… è solo che … >>
Matsuri
per il suo matrimonio le aveva chiesto di fare da damigella d'onore.
Gaara
le aveva fatto la proposta due mesi prima e mezzo villaggio era in
fermento per via dei preparativi da allora.
Anche
lei era piuttosto emozionata. Insomma finalmente quel baka panda
si era deciso, però...
Ispirò
chiudendo gli occhi.
Era
un po' in ansia per loro: Matsuri sarebbe diventata la moglie del
Kazekage e l'etichetta le imponeva una serie di impegni che le
avrebbe portato via la maggior parte del tempo.
Inoltre
c'era anche un altro problema...
Come
avrebbe influito tutto questo sul loro rapporto?
Dannazione
aveva criticato tanto Temari ed adesso lei si comportava allo stesso
modo...
Kankuro
le si avvicinò sedendosi accanto a lei.
<<
Ho capito >>
Sumire
aprì gli occhi girandosi verso di lui aspettando che continuasse la
frase.
Alle
fine il ragazzo si decise.
<<
Tu detesti l'arancione >> disse con convinzione.
Sumire
rimase spiazzata un paio di secondi.
In effetti lei detestava quel
colore e Matsuri, nonostante ciò, le aveva chiesto di mettere
quell'abito color pesca, ma non era certo quello il problema in quel
momento.
Stava
per replicare quando il jounin poggiò una mano sulla sua
accarezzandola col pollice.
La
guardò con sguardo complice infondendogli un dolce senso di
tranquillità.
Aveva
capito e quello era il suo modo di dirle che, nonostante i
cambiamenti, sarebbe andato tutto bene.
Annuì
alzandosi in piedi di scatto e si spogliò davanti a lui indossando
l'abito.
Kankuro
guardò la ragazza sistemarsi il fiocco dietro la schiena.
Però,
le stava bene.
Una
volta sistemata una piega della gonna gli rivolse un allegro sorriso.
<<
Voglio più bene a mia sorella >>
*
Una
volta più tranquilla e decisamente più pimpante Sumire si diresse a
passo svelto verso la camera della sorella, ma durante il tragitto
incrociò Gaara.
Il
ragazzo era davvero elegante nel suo avito da cerimonia, sembrava
persino più alto e più adulto.
O
forse semplicemente ai suoi occhi lui era sempre un... baka panda.
<<
Ehi >> disse sorridendogli.
<<
Sumire >> si limitò a dire lui, rigido.
Sembrava
davvero molto teso e Sumire non poté non trovare quel comportamento
molto dolce.
<<
Come ti senti? >>
<<
Bene >>
Ahi.
Risposta veloce e monogrammatica.
<<
Se vuoi c'è Kankuro in camera sua, dovrebbe avere dello scotch in
camer... >>
<<
Niente alcool. E' amaro >>
Sumire
sospirò squadrandolo dall'alto in basso.
Quel
ragazzo era più teso di una corda di violino e aveva il terrore che
nel bel mezzo della cerimonia si sarebbe chiuso in un guscio di
sabbia.
Continuò
a fissarlo finché non notò un dettaglio che non avrebbe dovuto
trascurare.
<<
Hai dei capelli … strani >>
Gaara
strabuzzò gli occhi colto di sorpresa, anche se ormai avrebbe dovuto
farci l'abitudine.
<<
I miei capelli sono perfetti così come sono >>
La
ragazza portò le mani sui fianchi.
<<
Gaara sul serio devi tagliarli >>
<<
Non ci penso nemmeno >>
<<
Sembra che tu abbia una cuffia in testa >>
<<
Non è affatto vero >>
Sumire
inspirò e chiuse gli occhi.
Mai
MAI sottovalutare la potenza di un “Perché no?”
Con
un gesto fluido e veloce estrasse un coltellino nascosto nell'abito e
gli tagliò i capelli accorciandoglieli di qualche centimetri.
Gaara
la fissò allibito per qualche secondo, poi il suo sguardo virò su
un'espressione vagamente omicida simile a quella che aveva da ragazzo
poi infine portò le mani in testa ed urlò.
<< Che
ti è saltato in mente!? >>
Sumire in un primo
momento si ritrovò inquieta di fronte a quello sguardo ma riuscì a
celarlo bene. Fece spallucce come se fosse una cosa normalissima e
gli rivolse un dolce sorriso.
<<
Ormai è fatta. Non hai altra scelta se non farmeli pareggiare >>
disse con aria allegra lasciando il Kazekage completamente basito.
*
Durante
la cerimonia i due sposi erano in piedi dinnanzi l'intero villaggio,
mano nella mano.
In
mezzo alla folla, in prima fila la più grande dei Sabaku si avvicinò
all'orecchio di Sumire sussurrandole delle parole all'orecchio.
<<
Sumy... Grazie per avergli sistemato la testa >>
La
ragazza sorrise compiaciuta.
<<
Dovere Temari >>
Angolo dell'autrice.
Tributo a quei meravigliosi
capelli che si sono persi nel tempo (Naruto se li rasa e Gaara ha
deciso di diventare il nuovo raperonzolo... valli a capire ...)
Ho già trattato in altre ff il
matrimonio di Gaara e matsuri. Quindi per questa ff mi piaceva
sperimentare qualcosa di diverso. Spero vi sia piaciuto.
A presto. Bye.
Violetta_
|
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Capitolo 37 *** Saga special 7 -Happiness- ***
Happiness
Suna.
Un caldo pomeriggio estivo.
Due
ragazzi erano sdraiati sul letto godendosi il silenzio e l'aria
fresca che la stanza scavata nella roccia offriva, una vera manna per
due abitanti del deserto.
Kankuro
era stato il primo ad andare in camera aveva chiuso gli occhi con
l'umore tendente al grigio.
Quattro
volte.
Le
aveva fatto la proposta quattro volte.
Era
umiliante cavolo!
Ormai
ci aveva rinunciato capendo che Sumire era assolutamente,
cocciutamente, contraria al matrimonio.
Vestiti,
preparativi, cerimonie ... Non facevano per lei.
Era
fermamente convinta che due persone dovessero stare insieme solo per
loro volontà senza vincoli di anelli e contratti.
Era stata già
dura convincerla a quella convivenza. Non avrebbe ottenuto di più.
*
Sumire
era entrata in camera qualche minuto dopo cercando di mettere pace.
Si
era sdraiata accanto a lui e adesso era poggiata con le testa sul suo
petto.
Gli
stava pigramente sfiorando l'addome con le dita seguendo le linee dei
muscoli ben definiti nonostante fossero rilassati.
La
pelle era liscia e morbida a parte qualche piccola cicatrice.
Risalì
sino alla base del collo dove gli diede un dolce bacio, in quel
momento Kankuro inspirò e girò il viso verso di lei.
Stava
dormendo.
Era
senza trucco, senza cappuccio, in effetti era completamente nudo a
parte i boxer e un leggero lenzuolo stropicciato addosso.
Il
suo respiro era così calmo e rilassato.
Sumire
si sentiva molto fortunata a vederlo così: il meraviglioso ragazzo
che era, e non il marionettista o il freddo calcolatore.
Non
riuscì a resistere e gli diede un leggero bacio sulle labbra, poi
tornò ad accarezzagli lentamente il petto.
Si
rendeva conto di essere una fidanzata orrenda.
Prima
di tutto era isterica, soprattutto se le si mettevano a dura prova i
nervi.
Poi
era iperattiva, testarda e si scordava sempre delle date importanti.
Sempre.
Si
dimenticava degli anniversari, dei compleanni, delle feste. Alle
volte si dimenticava persino degli appuntamenti.
Una
volta aveva lasciato il povero Kankuro per due ore sotto il sole
cocente in pieno deserto mentre lei era intenta a fare il bagno.
Forse
il suo difetto peggiore però era il non riuscire a tenere a freno la
lingua, o gli artigli, di fronte a suo fratello.
Non
che odiasse Gaara eh, odiare è una parola grossa.
Solo
che detestava il suo atteggiamento sempre serioso, il suo non voler
mai uscire a divertirsi come un ragazzo normale, il suo non sorridere
se no una volta l'anno e soprattutto non riusciva ad accettare che un
ragazzo come lui, che era riuscito a risollevarsi dopo un'infanzia
terrificante, non riuscisse a trovare le palle di fare un gesto
romantico nei confronti di sua sorella Matsuri.
Ammirava
l'integrità e la forza di volontà del Kazekage, la leggenda narra
che gli voleva addirittura un gran bene, per questo detestava quel
suo atteggiamento così intimidito nella sfera privata.
Se
avesse potuto sfidarlo probabilmente gli avrebbe manomesso i
connotati.
Era
per questo che apprezzava l'infinita pazienza del suo ragazzo.
Se
Gaara le faceva girare i nervi più del dovuto lui era pronto a
poggiarle una mano sulla spalla, bastava solo quello, e lei si
calmava.
Se
finiva i biscotti con le gocce di cioccolato, segreta perversione del
Kazekage, Kankuro correva a ricomprarli subito.
O
se era nervosa lui le preparava una cioccolata calda.
Nonostante
i difetti, i tentativi di picchiare il suo fratellino, nonostante i
suoi momenti di follia, Kankuro la amava così com'era.
In
quell'istante il marionettista sorrise mormorando qualcosa nel sonno
e si girò abbracciandola.
Sumire
sorrise.
Non
avrebbe potuto desiderare di meglio.
|
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Capitolo 38 *** Saga special 8 -Presents- ***
Presents
<<
E non dire mai più a nessuno che se non sono soddisfatti possono
prendersi la tua testa! >> disse sferrandogli un pugno.
Gaara
si massaggiò il capo non riuscendo a capire come mai la sabbia non
si fosse attivata mentre Matsuri usciva dall'ufficio furiosa sbattendo
la
porta.
Sumire,
seduta comodamente sul divano, attese che la sorella fosse abbastanza
lontana poi fissò il kazekage con le braccia incrociate al petto.
<<
Sai? Ho fatto una scoperta interessante: la sabbia non si attiva se
la persona che ti colpisce lo fa per il tuo bene. Un po' come quando
Naruto ti ha dato una testata da cento punti o quando ti ha sferrato
un pugno per... >> si portò un dito sulle labbra << …
non mi ricordo. Perché ti ha dato un pugno? >>
Gaara
roteò gli occhi al cielo.
<<
Per andare a salvare il suo sensei Kakashi >>
<<
Rettifico: se la persona che ti colpisce ti vuole bene. Comunque dato
che adesso Matsu è tua moglie credo che sia quasi del tutto immune
ad essa >> fece una piccola pausa agitando le mani per dare più
enfasi al discorso << Adesso so cosa regalarle per il suo
compleanno >>
Gaara
alzò un sopracciglio con fare curioso.
<<
Cosa? >>
La
ragazza lo guardò intensamente con uno sguardo vagamente omicida.
<<
Un set di coltelli >>
|
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Capitolo 39 *** Saga special 9 -Partenza- ***
Partenza
<<
Non picchiare mio fratello Sumire. Non spaventare mio fratello
Sumire. Non nascondere la giara di mio fratello Sumire.... uffa
Kankuro non mi fai mai giocare! >>
Il
ragazzo alzò gli occhi al cielo.
Le
aveva semplicemente chiesto di evitare di far inferocire Gaara,
d'altro canto anche Matsuri si era avvicinata al consorte
chiedendogli di non stuzzicarla.
La
hime ed il kage avevano sempre avuto quello strano rapporto ma negli
ultimi tempi i dispetti e le discussioni erano diventate
insopportabili.
Anche
se ad essere sinceri un po' li capiva.
Quello
era il loro modo, molto strano, di scaricare la tensione.
Forse
persino di volersi bene!
*
<<
Significa che Hana era stata affidata dalla Miko allo Tsuchikage solo
fino al compimento della maggiore età della sua legittima erede -o
meglio- le eredi >>
…
<<
Io. Tsuchikage Kurotsuji. Riconosco Hana no kuri come territorio
neutrale e chiedo formalmente a voi, Kazekage Gaara, di fare
altrettanto >>
...
<<
Tsuki sarà amministrato da un consiglio di ninja selezionati da me,
il kazekage e... >> si rivolse alle gemelle << ...quando
avrete l'esperienza necessaria, voi due Hime >>
Questo
succedeva tre anni prima.
Il
consiglio aveva svolto un
ottimo lavoro ma Tsuki, e soprattutto la sua popolazione, adesso
necessitavano di un vero comando, qualcuno che facesse progredire il
villaggio e non si limitasse mantenere le cose stazionarie.
La
gente rivoleva le hime.
L'ascesa
al trono delle due gemelle non fu una cosa repentina, ci volle quasi
un anno per la formazione.
Ma,
finalmente o per fortuna, quel giorno era arrivato.
Si
trovavano alla fermata in attesa che arrivasse il treno.
Gaara
aveva insistito per arrivare in anticipo e questo si era rivelato
controproducente poiché lui e Sumire non avevano fatto altro che
litigare finché Kankuro, spazientito, non la prese per mano
trascinandola vicino ad una panchina.
<<
Invece di litigare con mio fratello perché non vieni qui a
salutarmi? >>
Sumire
gli sorrise intenerita avvolgendo le braccia attorno al suo collo.
Poco
distante da loro Matsuri teneva in braccio con tenerezza la loro
piccola Satsuki.
Gaara
le si avvicinò dandole una delicata carezza.
<<
Mi mancherai piccola... >> disse.
<<
Ed io? >> mormorò Matsuri.
<<
Non so... ci devo pensare >>
La
ragazza scosse la testa.
<<
Sapevo che la vicinanza con mia sorella ti avrebbe contagiato alla
fine >>
In
quel momento si udì il fischio del treno.
Kankuro
sospirò facendo vacillare quell'apparente tranquillità che stava
mostrando e diede un dolce bacio tra i capelli a Sumire.
<<
Mi mancherai... >>
Lei
si scostò di un passo per guardarlo dritto negli occhi.
<<
Il mondo sta cambiando tesoro... ma sta tranquillo non saranno certo
due ore di treno a dividerci >>
Kankuro
poggiò le mani sul suo pancione.
<<
Però vorrei stare insieme a voi >>
La
ragazza poggiò le mani sulle sue e pochi istanti dopo si sentì
chiaramente un calcio.
<<
Uh è forte... >> disse il marionettista orgoglioso.
Sumi
sorrise.
<<
Come te del resto >>
Un
addetto si avvicinò al gruppo inchinandosi con rispetto.
<<
Kazekage-sama perdonatemi ma devo prendere i bagagli >> disse
prendendo le valigie delle hime << ...stiamo per partire >>
<<
Wakatta >>
Kankuro
guardò entrambe le sorelle.
<<
Fate le brave... tutte e due >>
Sumire
sorrise.
<<
Su di me non ci contare >>
*
<<
Sono andate? >>
<<
Si >>
Gaara
abbassò lo sguardo.
Non
avrebbe mai immaginato che Matsuri avrebbe seguito la sorella.
Il
suo cuore apparteneva a Suna, ma il suo senso del dovere le imponeva
di stare al comando di Tsuki. Dopotutto era stato lui a trasmetterle
quei valori.
Sarebbero
stati in grado di sostenere un rapporto simile?
Angolo
dell'autrice.
E così ci stiamo
dirigendo alla fine. Spero che la storia vi sia piaciuta fino a
questo momento.
Inizialmente
non volevo far partire Matsuri, però vista la sua assenza in Boruto
ho deciso di farle seguire la sorella, ma non potevo rinunciare a
Satsuki poichè ho già introdotto il suo personaggio in altre ff.
Grazie
a tutti i lettori. Un bacione.
Violetta_
|
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Capitolo 40 *** Saga special 10 -Nuovo equilibrio- ***
Nuovo
equilibrio
“Il
mondo sta cambiando tesoro...
ma sta tranquillo non saranno certo due
ore di treno a dividerci”
Il
mondo sta cambiando.
Poche
parole che Sumire aveva detto dodici anni prima, forse senza rendersi
conto conto del loro effettivo significato.
Il
mondo era cambiato davvero.
I
piccoli villaggi erano cresciuti, soprattutto quelli principali,
diventando vere e proprie metropoli.
Tra
le foreste, il deserto, le paludi, serpeggiavano delle vere e proprie
strade e ferrovie. Treni e veicoli stavano surclassando le carrozze
coi cavalli.
Oltre
alle strade c'erano stati altri sviluppi: come quello tecnologico ad
esempio.
Anche
se Konoha ne deteneva il primato, Suna non aveva molto da invidiarle.
Il villaggio aveva fatto parecchi passi avanti, facendo scoperte
sempre nuove e sempre più sofisticate.
Droni,
Gatling Gun, Tute potenziate, schiume rigeneratrici,
arti protesici erano solo alcune delle nuove invenzioni volte ad
aiutare la vita dei ninja.
Una
delle principali rimaneva comunque il computer.
Ovviamente
tra i Sabaku, Kankuro fu il primo ad appassionarsi della nuova
tecnologia, anche se era più interessato a smontate e modificare i
vari componenti o potenziare la grafica e le varie funzioni della
parte hardware.
Gaara, al contrario, continuava ad insistere a
voler cancellare lo schermo con la gomma da cancellare invece che con
l'apposito tasto.
<<
Otouto sei pronto? >>
Il
Kage alzò lo sguardo su di lui.
<<
Mh? >>
Kankuro
scosse la testa portando la mano sul viso.
<<
Dobbiamo sbrigarci o arriveremo tardi! Eddai >>
Gaara
portò una mano tra i capelli lisci.
Solitamente
suo fratello non si comportava così ma quello era un giorno
speciale.
<<
Dammi solo qualche altro minuto >>
<<
Ok... ti aspetto fuori >> disse il marionettista chiudendo la
porta.
Una
volta solo Gaara portò le mani giunte davanti le labbra.
E
adesso... come si stampava?
*
Ad
Hana, Sumire tendeva ad utilizzare le nuove scoperte a scopo ludico,
ma non le disdegnava se servivano a semplificarle la vita a lavoro.
Matsuri
invece continuava a prediligere metodi più tradizionali. Proprio
come aveva visto fare al suo maestro, suo marito, per tanti e tanti
anni.
<<
Sumire sto andando alla torre per un recapito. Vuoi che invii anche i
tuoi? >>
La
donna sbuffò.
<<
Ho già mandato tutto per email stamattina, ricevuto risposta e tu
stai ancora qui ad inviare le cose tramite piccioni viaggiatori...
>>
<<
Sono falchi >>
<<
Che pignola! >>
*
Due
ore dopo i membri della famiglia Sabaku si riunirono nella residenza
Murasaki.
Il
palazzo, completamente bianco, era stato riportato al suo antico
splendore e allargato negli ultimi anni, ma a differenza di un tempo
adesso era pieno di vita e di gioia.
<<
Shikamaru la festa è già iniziata. Svelto su! >>
<<
Senti donna siamo appena arrivati. Rilassati >>
Temari,
come sempre, ammoniva il marito per qualunque cosa.
<<
Dai dai! >>
La
piccola Satsuki uscì dal palazzo per andare incontro di corsa verso
Shikadai che la abbracciò con affetto.
<<
Ciao Satsuki. Andiamo a giocare? >>
I
due cugini andavano parecchio d'accordo, anche perché la piccola era
di indole molto calma e pacata, non come quelle bambine che parlavano
in continuazione e alzavano le mani gesticolando in modo assurdo.
Gaara
dietro di loro osservava con sguardo dolce il suo piccolo fiore, gli
occhi erano acquamarina come i suoi ma per il resto era uguale alla
madre.
Poco
distante Matsuri abbracciava con tenerezza il bambino che Gaara aveva
deciso di adottare qualche anno prima.
<<
Shinki. Tesoro. Ma guarda quanto sei cresciuto! >>
Il
bambino fece un inchino rispettoso anche per celare il rossore sulle
guance.
<<
Ehi ninja >>
Kankuro
sorrise e si girò posando le mani sui suoi fianchi.
<<
Ehi regina >>
Sumire
ridacchiò dandogli un dolce bacio.
<<
Dai. Sai che detesto quell'appellativo >>
Il
marionettista ricambiò il bacio stringendola a se quando venne
attaccato alle spalle da una bambina che gli cinse il collo con le
braccia.
L'uomo
si mise a ridere portando le mani dietro la testa.
<<
Ehi tigrotta >>
<<
Papà >> disse felice, entusiasta.
Per
via dei suoi impegni Kankuro non aveva moltissime occasioni di vedere
la sua bambina, ma di certo non si sarebbe mai perso quel giorno.
Dopotutto
era il suo compleanno.
<<
Ma guardati. Stai diventando forte eh? >>
<<
Come te papà >>
Ayame
aveva una vera adorazione per il padre e non mancava mai di fargli le
feste quando lo vedeva.
Era
una bella bambina dai capelli castano scuro, con una sfumatura
tendente al viola, gli occhi blu e il labbro superiore che ricordava
il musetto di un gattino.
Era
solita portare un beanie nero con due punte che ricordava le orecchie
di un gatto.
Allegra,
vivace ma diligente, incredibilmente curiosa a livelli forse un po'
inquietanti. Quando aveva del tempo libero si rinchiudeva in camera
sua a sperimentare nuovi veleni e congegni elettronici.
<<
Allora andiamo dentro? Devi scartare i regali >>
<<
Ok papà. Che mi hai regalato? Eh EH? >>
Lui
rise.
<<
Lo vedrai... >>
*
Il
giardino interno del palazzo era pieno di palloncini e festoni oltre
che a dei fiori profumatissimi.
La
piccola Ayame aveva ricevuto molti regali tra cui un portatile da
parte di Sumire, un peluche da parte di Matsuri e un discutibile
cactus da parte di Gaara.
<<
Allora? Ti piace Ayame? >> domandò Gaara con un sorriso appena
accennato.
La
bambina fece un sorriso piuttosto tirato.
<<
Spettacolare zio >> disse celando il sarcasmo.
Il
kazekage si girò verso Sumire.
<<
Vedi che gli è piaciuto? >>
La
donna annuì lentamente facendo lo stesso sorriso tirato della
figlia.
<<
Oh Si. Mi sbagliavo totalmente >> disse lo stesso velo di
sarcasmo.
Matsuri
mise una mano sugli occhi scuotendo la testa.
Quei
due non sarebbero mai cambiati, anzi con l'andar degli anni sembrava
quasi che Sumi lo stesse contagiando.
Ayame
prese un altro regalo.
Benché
possedesse dei tratti tipicamente felini, la bambina non possedeva le
neko-te naturali della madre.
Gliele
aveva sempre invidiate e spesso le ammirava guardandole di sottecchi.
<<
Tesoro hai molte altre capacità ninja, non ti abbattere.. >>
Le ripeteva sempre con dolcezza Sumire, senza però sortire il
risultato sperato.
Quindi
per il suo compleanno Kankuro aveva deciso di farle un regalo
speciale.
<<
Oh papà... è meraviglioso >>
Le
aveva costruito un reaver claw molto particolare: era abbastanza
piccolo da sembrate un anello ma una volta attivato grazie ad un
complesso intreccio di meccanismi diventava un lungo e letale
artiglio d'oro bianco.
<<
Lo devi mettere nel dito medio per un maggiore controllo in battaglia
>>
<<
Arigatou... >>
<<
Una volta che sarai riuscita ad usarlo a dovere, potremmo pensare di
applicarci del veleno sulla punta >>
La
bambina sorrise coi suoi occhi luminosi. Il che era una cosa
parecchio inquietante.
<<
Va bene papà >>
*
Dopo
aver scartato i regali i bambini si misero a giocare in giardino
sotto lo sguardo attento dei genitori seduti sul portico.
Gaara
stava sorseggiando del succo d'arancia. Matsuri stava chiacchierando
con Temari.
Shikamaru
si era messo sulla sdraio a guardare le nuvole. Avrebbe tanto voluto
fumare ma questo avrebbe comportato il ventaglio conficcato in
fronte.
E l'idea non lo entusiasmava affatto.
Dopo
qualche minuto Ayame si avvicinò al cugino adottivo prendendogli il
polso.
<<
Shinki vieni con me >> disse con tono deciso.
Il
bambino la guardò col suo solito atteggiamento freddo, ma aveva un
che di inquieto.
<<
Perché? >> domandò sospettoso.
<<
Eddai muoviti >>
<<
Non voglio venire... tu hai sempre idee strane >>
Ayame
sbuffò tirandolo più forte e trascinandoselo dietro.
<<
Ho intenzione di appenderti al frigo. Ok? Sai mi manca una
calamita... >>
Shikadai
e Satsuki non li degnarono di molta attenzione, ormai erano abituati
a quei bisticci.
Temari
e Shikamaru si scambiarono uno sguardo d'intesa.
Matsuri
portò una mano sulla fronte scuotendo la testa.
Kankuro
rise portando una mano davanti al viso.
Gaara
e Sumire furono colpiti da uno strano - ed inquietante - senso di
deja-vu.
Angolo
dell'autrice.
E
con questa siamo arrivati alla fine vera e propria.
Satsuki
è già apparsa in altre mie precedenti storie quindi qui ho voluto
dare più spazio ad Ayame.
Che
ve ne pare del rapporto tra lei e il piccolo Shinki? Spero abbiate
apprezzato l'idea.
Grazie
infinite a tutti quelli che hanno seguito la storia sin dall'inizio.
Grazie di cuore.
A presto.
Violetta_
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