Te quiero màs

di Rogigi07
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Contrasti. ***
Capitolo 3: *** Nuove esperienze. ***
Capitolo 4: *** Verità nascoste. ***
Capitolo 5: *** A cena con Gomi. ***
Capitolo 6: *** Presa di coscienza. ***
Capitolo 7: *** Gelosia. ***
Capitolo 8: *** A carte scoperte. ***
Capitolo 9: *** Natsumi. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo *

Sana Kurata è una ragazza di 20 anni, nata e cresciuta a Tokyo. Sua madre, Misako Kurata l’ha messa al mondo che aveva appena compiuto 18 anni, frutto della relazione con l’imprenditore Marinou Tasakai, il quale, troppo preso dal suo lavoro e complice anche la sua giovane età preferì non riconoscere la bambina e cederne la custodia alla madre, che decise di darle il proprio cognome. Misako ha cresciuto Sana completamente da sola, cercando di non privarla mai di nulla, senza però viziarla. All’età di 8 anni, Misako, dopo averle fatto provare diversi tipi di sport, nella quale è risultata essere completamente negata, la iscrive ad una scuola di teatro. Da qui nasce la sua passione per il mondo dello spettacolo tanto che, una volta diplomata, Sana decide di intraprendere gli studi presso l’università di arte dello spettacolo di Tokyo, la sua aspirazione però non è fare l’attrice ma bensì, sogna un giorno di diventare regista.
Per non gravare sulle spese della madre Sana, decide di partecipare a diversi provini e, grazie all’esperienza acquisita alla scuola di teatro, viene scritturata per piccole parti in alcuni spot pubblicitari  in modo da poter essere autonoma e pagarsi quindi gli studi per conto suo. Agli studi televisivi conosce Rei, che da lì a poco diventerà suo manager nonché suo fedelissimo amico.
Sana è una tipa molto estroversa, sempre piena di vitalità, sorridente e carismatica. Ama circondarsi di persone e t’alvolta ama essere al centro dell’attenzione, senza peccare mai però di presunzione. E’ una tipa molto romantica, anche se è stata innamorata una sola volta nella sua vita, alla tenera età di 13 anni di un ragazzo con cui ha intrapreso una relazione durata circa quattro anni, però purtroppo non finita bene. Il ragazzo in questione è Akito Hayama.
Akito ha 21 anni, nato a Tokyo dall’unione di Fujuki e Koaru Hayama, quest’ultima morta dandolo alla luce. Akito cresce troppo in fretta e mentre tutti i suoi amichetti si comportano da bambini, lui sembra già troppo grande. Ha un carattere chiuso e riservato, a tratti risulta anche scorbutico e altezzoso. Fin da piccolo la sua più grande passione è lo sport, in particolare il karate, ma il suo carattere chiuso e schivo, non gli permette di affermarsi nel mondo del karate. Finite le scuole superiori Akito e la sua famiglia si trasferiscono un anno a Los Angeles per via del lavoro di Fujuki, lì decide di intraprendere gli studi nella facoltà di medicina, il suo sogno è quello di diventare fisioterapista. Purtroppo però, vuoi la diversa cultura, vuoi la difficoltà, Akito non supera gli esami e una volta tornato in patria, decide di cambiare indirizzo e frequentare la facoltà di scienze motorie, studiando per diventare istruttore e potersi aprire una palestra tutta sua.
Akito ha pochi amici, poiché non ama circondarsi di molte persone ma anzi, al contrario, ama la solitudine e non sopporta le persone invadenti. Nonostante il suo carattere Akito, ha amato Sana nel modo più sincero e pulito che una persona si possa amare, le ha donato anima e cuore, ma purtroppo le cose tra di loro non sono andate come dovevano. La loro relazione è finita da circa tre anni e da lì, nessuno dei due sopporta la presenza dell’altro, presenza resa tale però dall’amicizia di Sana con Natsumi. Natsumi è la sorella maggiore di Akito, ha 24 anni, frequenta anch’essa la facoltà di arte dello spettacolo, con specializzazione in storia dell’arte. Sogna un giorno diventare una guida turistica poiché la sua più grande passione è quella di viaggiare. Sana e Natsumi sono diventate molto amiche ai tempi della relazione tra lei e Akito, una volta chiusa però, erano talmente legate che Natsumi anziché prendere posizione dalla parte di suo fratello, ha deciso di mantenere i rapporti con Sana, causando spesso l’ira del fratello che non sopporta la presenza della sua ex fidanzata.



* Ciao a tutti! E' un bel po' che non posto nulla, mi rendo conto di aver alcune storie ancora in sospeso, alle quali sto lavorando e cerco di pubblicarne il proseguo il prima possibile. Nel frattempo però, ho avuto l'ispirazione per questa nuova storia e dopo aver buttato giù un primo capitolo, poco entusiasmante, l'ho riscritta da capo. Questo è l'inizio di "Te quiero màs". Spero che la storia sia di vostro grandimento ed io mi prendo l'impegno di aggiornarla quanto prima possibile. Un bacione,
Rob.

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Capitolo 2
*** Contrasti. ***


Pov. Sana*
Lunedì 22 Settembre, ore 08.30.
La sveglia suona incessantemente martellandomi nelle orecchie dandomi un fastidio tremendo, infilo la testa sotto il cuscino cercando di dimenticarmi di quel suono odioso, ma niente, tentativo mal riuscito. So già che a breve entreranno mia madre e Rei urlando e insultandomi in tutte le lingue perché sto svegliando tutti, ma dopo tutto che le hanno inventate a fare le sveglie se non servono a svegliarti?
Sbuffo alzandomi dal letto spegnendo una volta per tutte quell’aggeggio. Mi guardo allo specchio e mi rendo conto di essere in uno stato pietoso, decido quindi di farmi una doccia rigenerante. Oggi è Lunedì, ma non un Lunedì qualsiasi, oggi è IL LUNEDI! Cominciano le lezioni all’università! La sola idea mi rende euforica!
Esco dal bagno con ancora l’accappatoio addosso, quando mi cade l’occhio sull’orologio appeso alla parete della mia camera, noto che sono le 9.15, strabuzzo gli occhi sperando di essermi sbagliata ma quando li riapro, ahimè, l’ora è ancora quella. Naturalmente sono in ritardo!
L’università di Tokyo si trova alla parte opposta del quartiere dove abito, in genere con la macchina ci si mette un quarto d’ora, venti minuti traffico permettendo, ma purtroppo la mia macchina ha pensato bene di abbandonarmi e l’ho dovuta portare dal meccanico, ragion per cui stamani sono costretta a prendere i mezzi.
Mi vesto in fretta e furia, stando attenta a non conciarmi come un pagliaccio, non sono una tipa vanitosa, ma ci tengo al mio aspetto.
- Buongiorno Sana – Mi saluta Rei, il mio manager, mentre sto scendendo le scale
- Ciao Rei! Scusami sono in ritardissimo alle 10.30 devo essere in facoltà! – Lo saluto con un bacio sulla guancia e mi affretto a scendere le scale, rischiando di inciampare sui miei stessi piedi, mi avvicino all’appendi chiavi in soggiorno per prendere le mie
- Maledizione! – impreco cercando le chiavi di casa, che naturalmente non ricordo dove ho messo!
- Calmati Sana, siediti a far colazione ti accompagno io in facoltà! Devo fare dei giri da quelle parti, sono di passaggio! – Rei mi sta inconsapevolmente salvando la vita. Tiro un sospiro di sollievo e mi siedo a tavola a mangiare qualcosa, effettivamente ho un certo languorino.
- Grazie Rei! Come al solito quando sono in ritardo c’è sempre qualcosa che va storto – Sbuffo addentando una brioches
- Sana ormai sei grande, dovresti imparare ad alzarti un po’ prima la mattina, altrimenti sarai sempre in ritardo! Approposito, ha chiamato il meccanico, la tua macchina sarà pronta tra un paio di giorni! – Rei è come un padre per me, nonostante abbia solo 30 anni, lo conosco da quando ero poco più che una ragazzina e non avendo mai avuto un padre, ho sempre riconosciuto in lui una figura paterna.
- Fantastico! Grazie Rei, adesso andiamo o altrimenti faremo tardi! – Usciamo di casa e in macchina ci avviamo all’università.
Fortunatamente oggi Tokyo non è affollata, per cui non c’è molto traffico. E’ anche una bella giornata di sole e nonostante siamo quasi alla fine di Settembre, l’aria seppur frizzantina è ancora abbastanza calda. Contro ogni pronostico, riesco ad arrivare in falcoltà con qualche minuto d’anticipo prima dell’inizio delle lezioni, ne approfitto per fare quattro chiacchiere con i miei amici. L’università di Tokyo permette di frequentare vari corsi, è costituita da diversi indirizzi, Arte dello spettacolo, Giurisprudenza, Scienze Umane e Scienze motorie. E’ un edificio molto ben organizzato, al suo ingresso si trova un’enorme cortile con al centro un chiosco, circondato da tavolini in legno, dove gli studenti si riuniscono nei buchi tra una lezione e l’altra. Essendoci per l’appunto più indirizzi, io e i miei amici ci ritroviamo spesso all’ingresso dell’istituto nonostante frequentiamo corsi diversi.
In lontananza riconosco Aya e Tsuyoshi seduti ad un tavolino intenti a sfogliare una rivista. Quei due sono la coppia storica, stanno insieme dalla 5° elementare e dopo tanti anni, si amano ancora come il primo giorno. A volte li invidio perché nonostante passi il tempo, il loro amore non è mai scemato.
- Buongiorno ragazzi! – Li saluto allegramente avvicinandomi al loro tavolino
- Ciao Sana, buongiorno a te! – Mi saluta Aya con un sorriso – Allora come stai? – mi domanda questa volta Tsu
- Tutto bene grazie, stamattina stavo per fare tardi, ma Rei mi ha salvata in calcio d’angolo! – Dico scoppiando a ridere causando l’ilarità dei miei amici
- Insomma Akito, possibile che tu debba sempre lamentarti! Non è mica colpa mia se papà ha preso la mia macchina stamattina! – Sento una voce arrivare dalle mie spalle d’istinto mi giro anche se so benissimo a chi appartiene
- Non mi sto lamentando Nat! Ma avevo dei giri da fare e invece hai cambiato i miei piani, come sempre! – Akito Hayama, il mio acerrimo nemico, nonché sfortunatamente ex ragazzo, insieme ad una delle mie migliori amiche Natsumi, sua sorella, si avvicinano litigando al nostro tavolo
- Buongiorno ragazzi! – Saluta Natsumi esasperata alzando gli occhi al cielo
- Buongiorno Nat, Akito.. – Rispondono Aya e Tsu, io mi limito semplicemente a sorridere alla mia amica. Purtroppo mi è difficile sopportare la presenza di quell’arrogante di suo fratello. Nonostante siano passati tre anni dalla nostra rottura, non riesco a farmelo andare a genio.
- Kurata non si saluta? – Mi stuzzica Akito con tono saccente
- Scusa Hayama, talmente mi sei indifferente che non ti avevo visto – Rispondo a tono, ma chi si crede di essere?
- Tsk sempre la solita bambina – dice girando i tacchi e avviandosi all’ingresso dell’istituto. E’ ufficiale, non lo sopporto! Sbuffo, attirando l’attenzione di Natsumi che mi guarda in modo apprensivo, delle volte mi fa tenerezza, la sua situazione non è delle più rosee è amica mia, ma è anche sua sorella e spesso si trova nel mezzo, ma apprezzo il fatto che non si sia mai voluta allontanare da me è una buona amica e sono molto legata a lei.
- Voi due non la smetterete mai di comportarvi in questo modo vero? – Mi chiede Tsu, continuando a fissare la schiena del suo amico che lentamente si allontana
- Ragazzi ho un’idea! – Esordisce Aya attirando l’attenzione di tutti – Cosa ne pensate se questa s’era ce ne andassimo tutti insieme nel nuovo locale che ha aperto in centro? Da qui a poco tempo saremmo tutti sommersi dallo studio per i primi esami, non sarà possibile organizzare una serata tutti insieme! – Una serata siii!!! Ma aspetta…
- Tutti insieme hai detto? – Dico storcendo il naso
- Si Sana, tutti insieme e quando dico tutti insieme, intendo anche Akito! – mi ammonisce Aya. Questa cosa che io e Hayama non andiamo d’accordo mi rendo conto che spesso crea problemi al nostro gruppo di amici, ma non è colpa mia, non riesco proprio a sopportarlo!
- Va bene, va bene, sotterro l’ascia di guerra! – Alzo le mani arrendendomi di fronte allo sguardo della mia amica. Aya è la persona più pacata che conosco, ma quando si arrabbia è meglio starle lontano.
- Allora lo dico anche agli altri, ci incontriamo tutti alle 20.00 davanti al locale d’accordo!? – Chiede Tsu cercando l’approvazione mia e di Nats – Oh, Nat, naturalmente dillo tu a tuo fratello! -
Salutati i nostri amici io e Nat ci avviamo verso le aulee delle nostre rispettive lezioni
- Uff.. Mi sono dimenticata di dire a Tsu se possono passarmi a prendere! Ho la macchina dal meccanico! – Sbuffo dandomi uno schiaffetto sulla testa
- Ma no Sana, non preoccuparti passo a prenderti io, tanto Akito ha la sua macchina viene per conto suo! – La mia amica, riesce sempre a salvarmi e a capirmi al volo.
- Grazie Nats, allora ti aspetto per le 19.30 – La saluto scoccandole un bacio sulla guancia ed entrando a lezione.
Fortunatamente la giornata passa molto velocemente, alle 12.00 mi avvio alla fermata pronta a tornare a casa, ma oggi deve essere decisamente la mia giornata fortunata dato che Rei mi sta aspettando fuori dal cancello
- Ciao Sana, mi sono trattenuto più del dovuto in quartiere e ho pensato di aspettarti così ti accompagno a casa! – Il mio salvatore!
Arrivata a casa la trovo completamente deserta, mia madre è a lavoro e la domestica ha il suo giorno libero. Non avendo molta fame decido di farmi un panino al volo e ne approfitto per riposarmi un po’.


Nel frattempo a casa Hayama…
Pov. Akito*


- Te lo puoi anche scordare Nat! Io quella lì, nella mia macchina non ce la faccio salire! – Urlo a mia sorella con gli occhi fuori dalle orbite, ma cosa le dice il cervello?
- Eddai Aki, non fare il bambino! Le ho detto che sarei passata a prenderla io! Non pensavo che papà facesse tardi e si tenesse la mia macchina! Ma che ti costa! – Mia sorella cerca di comprarmi con gli occhi dolci, che mi costa? Stiamo parlando di Sana Kurata, la mia ex ragazza, nonché la persona che tollero meno al mondo e lei molto tranquillamente, mi chiede di darle un passaggio al locale. Poi quest’idea della reunion! Un’occasione sprecata per starmene a casa, ma no! Figuriamoci, Tsuyoshi mi ha tampinato tutta la mattinata cercando di convincermi insieme a mia sorella a presenziare a questa stupida serata, dicendomi che se non fossi andato avrei fatto la figura del pappamolle. Pappamolle io? Tsk…
- Ti fai tutti questi problemi quando Sana neanche ti considera! – Esordisce mia sorella sbuffando infastidendomi ulteriormente
- Non mi interessa la sua considerazione, non la sopporto e non la voglio nella mia macchina, che andasse a piedi! -
- Akito! Ma insomma! Hai 21 anni non sei più un bambino adesso smettila! Sono tre anni che vi comportate in questo modo, Sana è una mia amica, ti sto chiedendo un favore non la luna, sono tua sorella non una persona qualunque potresti anche chiuderlo un occhio ogni tanto! – Ecco che mette il muso, sbattendomi la porta della sua stanza in faccia.
Mi chiedo perché non si renda conto di quanto mi stia mettendo in difficoltà! Non si tratta di essere bambini, si tratta che io quella lì non la vorrei vedere neanche da lontano e se mi sforzo di frequentarla è solo perché ha avuto la brillante idea di restarci amica e oltre tutto, ci troviamo nello stesso gruppo di amici. Invece di criticarmi tutti continuamente dovrebbero apprezzare questo ma no! Sarebbe troppo semplice.
Sbuffo bussando alla porta di mia sorella – Va bene Natsumi, hai vinto! Darò un passaggio a Kurata, ma sappi che è la prima e l’ultima volta! – In un attimo, me la ritrovo addosso stile koala che mi ringrazia di continuo.
- Sei il fratello migliore del mondo! Adesso la chiamo e l’avviso che alle 19.30 siamo da lei – E con un sorriso a trentacinque denti si richiude nella sua stanza.
Alle 19.30 precise siamo fuori casa di Kurata, ma lei naturalmente non è ancora pronta. Tipico suo, sbuffo un paio di volte tamburellando con le dita sul volante, mentre mia sorella si sistema il trucco
- Oh eccola! – D’istinto mi giro e la vedo arrivare, indossa un vestitino nero di velluto che le arriva fino a metà coscia, con dei stivali alti fino al ginocchio e un giacchettino di pelle, i capelli li tiene per metà sciolti e metà legati in una coda di cavallo alta, in faccia poco trucco. Rimango imbambolato qualche secondo fino a quando non sento lo sportello chiudersi
- Ciao – dice con tono imbarazzato sedendosi dietro, non le rispondo ma la osservo dallo specchietto retrovisore, se non la sopportassi le direi che sta benissimo.
- Sana! Caspita stai benissimo! – Mia sorella si gira per darle un bacio esprimendo per l’appunto quello che avevo pensato. In silenzio metto in modo e ci avviamo al locale. Durante il viaggio Natsumi non è stata un attimo zitta, al contrario di Kurata che, stranamente visto il suo essere logorroica, si limitava a qualche monosillabo o risatina ogni tanto, probabilmente la mia presenza la mette a disagio esattamente come, lei lo mette a me.
Una volta arrivati parcheggio, davanti all’entrata ci sono già tutti i nostri amici ad attenderci, il locale non è molto grande si chiama Legend ed tutto completamente in legno, da fuori si sente chiaramente la musica alta che proviene dall’interno. Raggiungiamo il gruppo ed entriamo prendendo posto al tavolo che Aya ha prenotato per noi stando bene attento a prendere posto lontano da Kurata, che furbamente si siede proprio davanti a me vicino a Gomi.
- Non è male questo posto – esordisce proprio quest’ultimo guardandosi attorno soffermandosi sulle gambe di Kurata, dopo pochi secondi però deve accorgersi del mio sguardo su di lui poiché si volta a guardarmi spostando immediatamente lo sguardo da un’altra parte. Che sia chiaro, non che mi dia fastidio che qualcuno guardi Kurata, ma conosco Gomi e le sue intenzioni e lei certamente non è quel tipo di ragazza.
La serata trascorre tranquilla, le ragazze sono tutte in pista a ballare mentre io Tsuyoshi, Gomi e Takaishi restiamo al tavolo a bere qualcosa
- Akito, posso domandarti una cosa? – Mi chiede Gomi con tono preoccupato, mi limito a guardarlo per fargli capire che lo sto ascoltando – Ecco vedi, mi chiedevo… Ti darebbe fastidio se ci provassi con Kurata? – D’istinto stringo i pugni, mi darebbe fastidio? No, certo che no! Non la sopporto! Ma non è la risposta che sento di dargli – Gomi, pensi davvero di uscire con quella svitata? Non è normale! Parla tutto il giorno, è disordinata, inciampa nei suoi stessi piedi, combina un casino dietro l’altro e poi non sta ferma un attimo, non te lo consiglio – devo averlo spaventato perché è diventato improvvisamente cianotico, al contrario invece Tsuyoshi mi guarda in modo strano, so cosa sta cercando di fare. Tsuyoshi è il mio più caro amico, nonché forse l’unico vero amico che io abbia mai avuto. Sa tutto di me, della mia famiglia e sa perché la relazione tra me e Kurata non è andata a buon fine. Lui sostiene che io possa provare ancora sentimenti per lei, ma io la trovo una cosa del tutto impossibile. Ho amato quella ragazzina egoista più della mia stessa vita, ma lei, con una mossa ha rovinato tutto.
Terminata la serata ognuno si dirige verso la propria abitazione, al contrario io invece, devo accompagnare Kurata a casa. Mia sorella è crollata sul sedile dopo neanche mezzo secondo, lei invece fissa in silenzio fuori dal finestrino
- Pensierosa? – le domando scrutandola dallo specchietto, lei sobbalza non aspettandosi una mia domanda
- No, sono solo un po’ stanca – risponde fredda.
- Shinici vorrebbe uscire con te – dico lapidario, cercando di captare ogni sua espressione
- Buon per lui – si limita a dire poco interessata. La cosa un po’ mi rilassa, Gomi non è proprio il ragazzo che fa per lei.
- Siamo arrivati, buonanotte – Lei mi fissa stupita ancora una volta poi apre lo sportello e se ne va. Rimango a fissarla finchè non richiude la porta alle sue spalle e non posso fare a meno di domandarmi, dopo tanto amore, come siamo arrivati ad odiarci così tanto.

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Capitolo 3
*** Nuove esperienze. ***


Pov. Sana.

Da quando sono rientrata ieri sera non faccio altro che pensare al comportamento di Hayama, quella sua inaspettata voglia di parlare mi ha spiazzata. Forse vuole provare ad avere un rapporto civile con me, forse sua sorella gli ha chiesto di smetterla di farmi la guerra – Umphf – Sbuffo esausta, la testa mi scoppia e tra un’ora e mezzo devo essere in facoltà.
Scendo in cucina a fare colazione e appena entro l’odore del caffè si insinua nelle mie narici alleviando per un momento il mio mal di testa – Buongiorno signora Shimura – saluto la domestica intenta a preparare la tavola.
- Buongiorno Sana, sei mattiniera oggi! – mi sorride, questa donna sorride sempre, è contagiosa fa sorridere anche me
- Si, non ho dormito molto stanotte, ho un forte mal di testa! – mi lamento massaggiandomi lievemente le tempie
- Oh, mi dispiace! Mangia qualcosa così potrai prenderti un’aspirina! – mi consiglia premurosa. Annuisco cominciando a mangiare.
- Buongiorno Sana – Rei fa il suo ingresso in cucina salutandomi con un bacio sulla testa, gli sorrido ricambiando il saluto – Come mai già sveglia? – mi chiede guardando l’orologio
- Ho mal di testa, non riuscivo più a dormire – mi alzo da tavola e vado a lavarmi i denti, mia madre è uscita presto anche oggi, ultimamente riesco a vederla sempre meno per via del suo lavoro.
- Vuoi che ti accompagni in facoltà? – mi chiede Rei affacciandosi alla porta del bagno
- No grazie, ne approfitto che sono in anticipo per fare due passi, magari mi passa il mal di testa – gli sorrido cordialmente ringraziandolo
- D’accordo ma stai attenta – annuisco salutandolo ed esco di casa.
Oggi il cielo è un grigio, esattamente come il mio umore. Odio il mal di testa, preferisco di gran lunga qualsiasi tipo di dolore, ma il mal di testa no. Cammino per Tokyo non curandomi molto di ciò che mi circonda, finchè non sbatto addosso a qualcosa cadendo rovinosamente a terra
- Sana, ti sei fatta male? – Gomi mi guarda preoccupato allungandomi una mano per aiutarmi ad alzarmi, subito mi torna in mente la frase di Hayama: “Shinici vuole uscire con te”. Perché avrebbe dovuto riferirmi una cosa del genere? Poi lui come fa a saperlo? Va bene che con Gomi sono amici, ma non credo si vada a confidare proprio con il mio ex, su una questione simile poi – Sana? Ti senti bene? – Insiste Gomi togliendomi dal mio stato di trance
- Oh, si… Scusami Gomi ero sovrapensiero – Gli do la mano e mi alzo da terra pulendomi alla bene e meglio i vestiti
- Sicura di sentirti bene? Sei un po’ pallida – Mi chiede continuando a fissarmi, non so per quale motivo ma la sua presenza mi mette stranamente a disagio, annuisco senza dargli altre spiegazioni e faccio per andarmene, ma lui mi blocca per il braccio – Aspetta! Ti va di fare colazione insieme? D’altronde è molto presto per andare in università! – mi chiede guardandomi in modo strano
- Mi piacerebbe, ma sono uscita a piedi e mi ci vuole un po’ prima di arrivare in facoltà – cerco di svignarmela ma con scarso successo
- Non c’è problema, ti accompagno io con la macchina – annuisco arrendendomi.
Entriamo in un bar del centro, piccolo ma accogliente, ci sediamo al tavolo e una cameriera si avvicina subito per prendere le nostre ordinazioni
- Cosa prendi? – mi domanda Gomi fissandomi
- Uhmm… Un cappuccino e un cornetto semplice – rispondo guardando la cameriera che sposta lo sguardo su Gomi
- Io un caffelatte e una ciambella – gli sorride e se ne va.
Osservo Gomi di sottecchi, notando quanto negli anni sia cambiato. Da ragazzino era uno degli scagnozzi di Hayama, facevano casino insieme in classe, non li sopportavo. Fortunatamente crescendo è maturato e devo ammettere che anche fisicamente non è male, ha gli occhi azzurri e i capelli neri, messi in ordine con del gel e un fisico ben strutturato.
- Allora… - Dice interrompendo il silenzio tra di noi, d’istinto gli sorrido, è in evidente imbarazzo – cosa mi racconti? – chiede arrossendo
- Mah, che devo dirti… Le solite cose! Tu? – cerco di essere più sciolta possibile, ma ammetto di essere in imbarazzo anche se non ne vedo motivo. Conosco Gomi praticamente da una vita, abbiamo frequentato insieme le elementari, le medie, le superiori e adesso frequentiamo la stessa università, anche se lui frequenta scienze della comunicazione.
- Anche io solite cose, ieri sera ho parlato con Hayama… - trasalisco nel sentire il nome del mio ex – Sai Sana, può sembrare strano ma negli anni sono maturato, sono diventato una persona più cosciente e moderata, soprattutto rifletto molto sulle cose, in particolare sulle conseguenze che potrebbero avere… - fa una pausa, lo guardo ascoltandolo attentamente, mentre nel frattempo la cameriera ci porta le nostre ordinazioni, continuo a fissarlo in attesa che continui il suo discorso
- Ti sto dicendo queste cose perché voglio fare tutto per bene – s’interrompe questa volta guardandomi intensamente e arrossendo leggermente
- Hai problemi con Hayama? – chiedo curiosa cercando di capire il suo discorso
- No, gli ho parlato proprio per questo, per non averne. Vedi Sana, ultimamente ti ho osservata spesso, ho notato quanto tu sia cresciuta e maturata ed anche se ci conosciamo praticamente da sempre, mi piacerebbe frequentarti, uscire con te, all’infuori del nostro gruppo di amici – mi spiazza lasciandomi completamente a bocca aperta, aveva ragione Hayama, Gomi vuole uscire con me. Rimango a fissarlo inebetita e la cosa deve allarmarlo poiché comincia a fissarmi preoccupato – Lo so che non ti aspettavi una cosa simile proprio da me, ma dico sul serio. Tu potresti piacermi veramente – conclude arrossendo. Rimango senza parole, non mi aspettavo un discorso del genere proprio da lui, lo facevo un tipo superficiale ed anche un po’ stupido, ma dalle sue parole appare tutt’altro
- Beh, devo ammettere che mi hai stupita, non me l’aspettavo sono senza parole – bevo un sorso del mio cappuccino prendendo tempo – toglimi una curiosità, in tutto questo Hayama cosa c’entra? – gli chiedo cercando di capire come mai Hayama sapesse di questa cosa già da ieri sera
- Beh, voi due siete stati insieme tanto tempo ed anche se è passato un bel po’ da quando vi siete lasciati, Hayama è sempre un mio amico e io gli porto rispetto. Gli ho chiesto se qual’ora ti avessi chiesto di uscire gli avrebbe dato fastidio – Wow, questo ragazzo è molto più di quello che sembra
- E lui cosa ti ha detto? – chiedo curiosa di sapere la risposta del mio ex
- Mi ha detto che sei una svitata e se facevo sul serio, ma dal suo tono ho capito che la cosa non deve dargli affatto fastidio – Troglodita del cavolo. Come si permette ad insultarmi davanti ai miei amici e poi se anche gli avesse dato fastidio chissene frega, esco con chi voglio. Se fino a ieri mai avrei potuto pensare di uscire con qualcuno del nostro gruppo, oggi l’idea di uscire con Gomi non mi sembra così male e poi non mi fa male fare nuove esperienze. Da quando io e Hayama ci siamo lasciati non sono più uscita con nessuno, è arrivato il momento di riscattarmi.
- Beh, quindi? – Gli chiedo guardandolo intensamente, di rimango lui mi fissa non capendo a cosa mi stia riferendo
- Quindi cosa? – mi domanda curioso
- Quanto pensi di aspettare ancora prima di invitarmi ad uscire? – gli dico sorridendogli
- Cosa? Dici sul serio? Cioè, accetti di uscire con me? – Arrossisce cominciando a parlottare guardandomi incredulo facendomi sorridere
- Eh se me lo chiedi si, volentieri! -
- Oh, certo. Sana, ti andrebbe di uscire con me, questa sera? – mi domanda un po’ impacciato
- Volentieri, sarebbe un vero piacere! – Gli dico continuando a sorridere e lo vedo illuminarsi. Finita la colazione ci avviamo con la macchina in università, il tempo è passato inesorabilmente veloce che per poco non arriviamo in ritardo.
Parcheggiata la macchina ci dirigiamo insieme davanti all’entrata dove il nostro gruppo di amici si trova già radunato intento a chiacchierare e non appena ci vedono, inizialmente continuano a fare ciò che stavano facendo, poi a poco a poco cominciano a fissarci increduli, primo fra tutti Hayama.
- Buongiorno a tutti… Sana allora ci vediamo stasera! – Gomi saluta tutti e si rivolge a me, cogliendomi di sorpresa. Annuisco sorridendogli e lui se ne va, mentre i nostri amici continuano a passare lo sguardo da me a lui senza proferire parola
- No aspetta, non ho capito bene, stasera esci con Gomi? – mi domanda Natsumi guardandomi con uno sguardo tra l’incredulo e il malizioso
- Già – mi limito a risponderle
- Beh, che sorpresa! Non me l’aspettavo proprio! Devi raccontarmi tutto vieni! – dice trascinandomi sotto braccio cominciando a parlare a raffica, d’istinto mi giro a guardare Hayama e penso che se gli sguardi avessero potuto uccidere, probabilmente in questo momento sarei già morta.

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Capitolo 4
*** Verità nascoste. ***


Pov. Akito

Incredulo fisso ancora la schiena di quella che una volta era la persona più importante della mia vita, non posso fare a meno di guardarla con rabbia. Ancora non posso credere che uscirà con lui, con un mio amico, mi sembra tutto così surreale.
- Akito, tutto bene? – Tsuyoshi mi si avvicina preoccupato, so quello che sta pensando, ma in questo momento non ho voglia di parlare, non saprei cosa dire. Mi limito a guardarlo e mi allontano verso la mia aula.
La mia storia con Sana è finita tre anni fa, poco dopo il mio rientro da Los Angeles. Ci sentivamo tutti i giorni, facevamo in modo che la nostra storia non risentisse della lontananza, tutto andava a gonfie vele, fino a quando non ho cominciato ad avere problemi con l’università. Non riuscivo a superare nessun’esame, non riuscivo a concentrarmi sulle materie e questo mi faceva maledettamente innervosire. La frustrazione, il nervoso e la rabbia nel non riuscire mi rendeva totalmente intrattabile. A volte ero schivo, freddo, passavo delle giornate intere senza farmi sentire, né una chiamata, né un messaggio. Niente. Tutto questo perchè Sana non sapeva del mio insuccesso scolastico, il mio orgoglio non mi permetteva di dirglielo. Sono sempre stato un tipo risoluto e con degli obbiettivi e li ho sempre portati tutti a termine con grande orgoglio e soddisfazione, quando mi sono iscritto a medicina nell’università di Los Angeles, ho impiegato tutte le mie forze nello studio perché diventare fisioterapista era il mio sogno. Purtroppo però le cose non sono andate come speravo, non sono riuscito a passare nessun’esame e le lezioni risultavano troppo difficili da seguire. Mia sorella, insieme a Tsuyoshi erano gli unici con cui riuscivo a parlare in quel periodo e sotto i loro consigli, decisi di cambiare indirizzo di studio chiedendo loro di non dire nulla a Sana. Sapevo benissimo che se ne avessi parlato con lei avrebbe capito e sarebbe stata in grado di darmi consigli giusti, ma la verità è che mi vergognavo ed avevo paura di deluderla. Lei che aveva sempre creduto in me, che mi aveva sempre incoraggiato nel seguire i miei sogni e raggiungere gli obbiettivi, lei che nella vita aveva fatto sacrifici per adempire ai suoi doveri e alle sue ambizioni, sarebbe sicuramente rimasta delusa dal mio atteggiamento, magari non me l’avrebbe mai detto, ma avrebbe smesso di credere nelle mie possibilità e pensato che fossi uno che non è in grado di combattere, ma si arrende facilmente e io questo non potevo permetterlo. Una volta tornato in Giappone, purtroppo la situazione non è migliorata, anzi, andava via via peggiorando, fin quando un giorno Sana, spinta dalla convinzione che l’avessi tradita a Los Angeles a causa del mio atteggiamento schivo, decise di porre fine alla nostra relazione.
Cercai invano di spiegarle che non l’avevo mai tradita, né avevo mai avuto intenzione di farlo, ma alla sua richiesta di spiegazioni riguardo il mio comportamento restai in silenzio, silenzio che lei interpretò come una tacità conferma a tutti i suoi dubbi.
I primi tempi sono stati difficili, io l’amavo, l’amavo da morire e lei non si era fidata di me. Dopo 6 anni di relazione, avrei preferito che mi tradisse, ma non che dubitasse del mio amore per lei o della mia sincerità. Questo mi ha spinto giorno dopo giorno a provare una sorta di odio nei suoi confronti, rancore più che odio, lasciando da parte tutto l’amore che provavo per lei. La sua presenza ha cominciato ad essere fastidiosa, non sopportavo la sua voce, il suo profumo, il pensiero che lei fosse lì vicino a me. Non volevo più avere a che fare con lei e per i primi tempi mi rifiutai di frequentare anche i nostri amici. Litigai pesantemente con Natsumi che nonostante sapesse come siano andate realmente le cose, decise di restarci amica, anche Tsuyoshi mi intimò spesso di raccontarle tutto, che avremmo potuto sistemare le cose se lei avesse saputo, ma rifiutavo categoricamente. Lei non si fidava di me, perché non mi amava abbastanza. Se mi avesse amato, mi avrebbe creduto ma non l’ha fatto, così grazie a questa consapevolezza i miei sentimenti pian piano sono svaniti, lasciando in me solo rabbia.
Mentre cammino per il corridoio, da lontano vedo Gomi, la tentazione di spaccargli la faccia è tanta, ma non ne varrebbe la pena. In fondo che motivo avrei? Io e Sana ci siamo lasciati, lei è libera di uscire con chi vuole, la cosa che mi fa incazzare è che lo faccia con un mio amico, o almeno quello che fino ad oggi credevo lo fosse.
- Akito – mi chiama atono, mi volto a guardarlo senza rispondergli e lo vedo avvicinarsi
- Ho visto il tuo sguardo prima, non voglio problemi tra di noi siamo amici – mi dice serio, mi viene da ridere, siamo amici. Gli amici non escono con le ex degli amici, fatto sta che non voglio dargli la soddisfazione di pensare che può mettermi fuori gioco. Che uscisse pure con Kurata, non otterrà quello che vuole da lei, non è quel tipo di ragazza che va con il primo che capita, anche se devo ammettere che sono rimasto scioccato che abbia accettato di uscire con lui.
- Rilassati, non non ci sarà nessun problema. Kurata può uscire con chi vuole, non mi riguarda – detto ciò mi giro e me ne vado nella mia aula, lasciandolo lì interdetto.
La mattinata passa velocemente, durante la pausa pranzo evito accuratamente di aggregarmi al tavolo dei nostri amici, non ho voglia né di vedere né di parlare con qualcuno tantomeno Kurata. Così preferisco sdraiarmi sul prato sotto un albero in totale tranquillità, chiudendo gli occhi.
- Sapevo di trovarti quì – la voce di mia sorella mi riporta alla realtà
- Stavo facendo un pisolino – le dico tranquillo, la vedo alzare un sopracciglio e squotere la testa sorridendo amaramente
- Quando la finirai di prendere in giro te e chi ti sta intorno? – mi domanda con tono serio e rammaricato sedendosi accanto a me
- Non so di cosa tu stia parlando – le rispondo chiudendo dinuovo gli occhi
- Oh andiamo, non fare il finto tonto! Ho visto il modo in cui hai guardato Sana! Non sopporti l’idea che esca con un ragazzo! – mi dice risoluta, d’impulso scoppio a ridere causando la perplessità nello sguardo di mia sorella
- Natsumi, stai sbagliando di grosso. Non m’importa nulla di Kurata, tanto meno con chi esce. Sono solo rimasto sorpreso, non la facevo una tipa così facile! – le dico con tono fermo e con una punta di disprezzo
- Come vuoi, continua pure a mentire a te stesso, ma io so la verità – dice alzandosi da terra e allontanandosi da me, lasciandomi in balia di mille pensieri.

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Capitolo 5
*** A cena con Gomi. ***


Pov. Sana

La mattinata passa velocemente, purtroppo sono riuscita a seguire a malapena le lezioni poiché ho ancora in testa lo sguardo che Hayama mi ha rifilato stamattina, non ha il diritto di guardarmi in quel modo, sto soltanto uscendo con Gomi! Sospiro, non dovrebbe interessargli con chi esco e a me non dovrebbe importare che ci sia rimasto male, per caso si è dimenticato come stavo io quando lui usciva con Fuka? Sbuffo spazientita accantonando i miei pensieri e cercando di concentrarmi sull’ultima lezione.
Dopo aver provato, con poco successo a prendere qualche appunto, finite le due ore di arte drammatica mi appresto ad uscire dall’aula per raggiungere il cortile dove sicuramente si trovano i miei amici, ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi impedisce di uscire dall’aula.
- Possiamo parlare? – chiede lapidario puntandomi i suoi occhi ambrati addosso
- Dobbiamo? – chiedo stizzita fissandolo
- Si, dobbiamo – conclude spingendomi in aula senza darmi tempo di replicare e chiudendo la porta alle sue spalle. Pallone gonfiato!
- Che vuoi Hayama? – sbuffo sedendomi su un banco
- Fai sul serio Kurata? – la sua domanda mi spiazza, faccio sul serio cosa?
- Di cosa parli? – domando confusa
- Ah giusto, bisogna spiegartele le cose, da sola non ci arrivi! – continua a guardarmi con aria di sfida, non giocare con me Hayama che non ci metto nulla a saltarti al collo e strozzarti!
- Insomma Hayama si può sapere cosa vuoi? – Sto incominciando ad arrabbiarmi
- Veramente vuoi uscire con Shinici? – mi domanda alzando di poco il tono di voce, che c’è Hayama sei geloso?
- Sei per caso geloso Hayama? – gli chiedo con tono malizioso
- Ma sentila, geloso io? Ti ricordo che Gomi è un mio amico e tu sei la mia ex! – si affretta a rispondere
- Mh e quindi? – lo voglio provocare un po’, ma chi si crede di essere? Adesso deve decidere lui con chi devo o non devo uscire?
- Non pensi sia una mancanza di rispetto nei miei confronti? – mi domanda senza staccare i suoi occhi dai miei
- Direi di no. Non ti sei fatto problemi quando ti sei frequentato con Fuka che guarda caso era una mia amica, oppure ad infilarti nel letto di qualcun’altra quando eri a Los Angeles, quindi perché dovrei preoccuparmi io? Fino a prova contraria ci siamo lasciati perciò non ti devo spiegazioni! – rispondo lapidaria alzando leggermente la voce
- Ancora con questa storia – sbuffa alzando gli occhi al cielo
- Senti Hayama, non ho né voglia, né tempo di star qui a discutere. Non è affare tuo con chi esco o non esco io, perciò se permetti me ne vado – concludo scendendo dal banco e lasciandolo lì, dietro di me da solo nell’aula.
Stupido, stupido Hayama! Che pretese del cavolo che ha, viene qui con la sua bella faccia di bronzo a farmi la morale perché esco con Gomi quando è stato lui a tradirmi quando stavamo insieme! Che faccia tosta!
Sono talmente arrabbiata che non mi accorgo di Gomi che sta praticamente urlando per chiamarmi, fin quando non mi blocca per un braccio
- Ma che... – Dico pronta a sferrare un colpo al povero malcapitato
- Sana, calmati sono io! – mi dice Gomi bloccandomi il braccio, d’istinto divento rossa e mi ricompongo immediatamente, mamma mia che figura!
- Oddio scusami Gomi, ero distratta non ti ho riconosciuto – gli dico mortificata guardandolo negli occhi, ha uno sguardo diverso dal solito, più dolce e mi guarda sorridendo, il che fa sorridere anche me
- Tranquilla, ti ho fermato per dirti che passo da te per le 20.00, ti porto in un bel posticino, vestiti carina, anche se non ne hai bisogno, sei già carinissima di tuo! – mi dice facendomi l’occhiolino e allontanandosi da me. Sento le guance andarmi a fuoco, rimango per qualche istante a fissare la sua schiena dopodichè raggiungo i miei amici in cortile.
- Ciao ragazzi – saluto Aya e Tsuyoshi che stanno chiacchierando animatamente o meglio, chiacchieravano fino a che non sono arrivata io, non è che stavano parlando di me?
- C-ciao S-sana – mi saluta Tsu balbettando e beccandosi un’occhiataccia dalla sua ragazza, qui gatta ci cova
- Okkei cosa succede qui? – domando fissando entrambi aspettando una risposta
- Sana ecco noi… - incalza Aya – volevamo sapere come mai vuoi uscire con Gomi – domanda poi tutto d’un fiato. Anche loro? Ma cosa c’è di strano se voglio frequentare una persona? D’istinto sbuffo sedendomi sulla panchina difronte a loro
- Hayama vi ha per caso contaggiato? – domando cercando di stemperare la tensione, ma loro evidentemente non capiscono il mio sarcasmo poiché mi guardano senza aver capito una parola di quello che ho detto – Prima è venuto bello, bello cercando di farmi la morale perché esco con Gomi, mi spiegate cosa c’è di strano se voglio frequentarlo? – chiedo infine spazientita
- Ma no Sana! Non c’è nulla di strano è solo che, non ce l’aspettavamo ecco tutto – dice Aya agitando le mani davanti a sé
- Beh, nemmeno io me l’aspettavo ma Gomi mi sembra diverso da com’era un tempo e ho deciso di conoscerlo meglio – D’altronde penso sia anche normale dopo una relazione finita male e tre anni passati a disperarmi per colpa di quel mentecatto di Hayama
- Hayama cosa ti ha detto? – chiede Tsu preoccupato
- Che gli manco di rispetto, ma vi rendete conto? Proprio lui che mi ha tradito parla di rispetto! Tsk – dico alterata, parlare di Hayama non fa altro che innervosirmi
- Uhh come siamo nervosette oggi! – Esordisce Natsumi sedendosi vicino a me – che succede tesoro? – mi chiede poi guardandomi apprensiva
- Il solito. Ce l’ha con tuo fratello – le risponde Aya
- Aaaah l’amore! – Urla Natsumi con tono malizioso facendo ridere tutti i nostri amici. Passiamo il resto del tempo a ridere e a scherzare, insultando Hayama, fino a che non arriva l’ora di tornare a casa
- Allora ci vediamo domani! – dico ai miei amici avviandomi verso la fermata, appena in tempo per evitare Hayama che si sta avvicinando a sua sorella
- Sana sicura che non vuoi un passaggio? – mi domanda Natsumi
- No, no preferisco andare con i mezzi grazie comunque! – la ringrazio sorridendo
- D’accordo, a domani allora! Oh e mi raccomando, domani voglio i dettagli! – mi dice facendomi l’occhiolino e ridendo maliziosamente, le sorrido e me ne vado.
Dopo aver studiato un po’ cercando di capire qualcosa di quei pochi appunti presi in giornata, mi concedo un bagno rilassante prima di cominciare a prepararmi. Me la prendo comoda ma non troppo, non vorrei fare tardi al primo appuntamento. Subito mi concentro sul pensiero che ho fatto, il primo appuntamento, è tanto che non ne avevo uno! Ho quasi dimenticato come ci si sente ad essere corteggiata da qualcuno. Gomi non mi dispiace, l’ho rivalutato molto è cambiato da quando era un ragazzino, chissà forse la sua compagnia può farmi solo che bene e poi è un bellissimo ragazzo, strano che io non me ne sia accorta prima. Sospiro, ovvio che non me ne sono accorta prima, sempre appresso ad Hayama, come avrei potuto. Immediatamente mi tornano in mente le sue parole di questa mattina e la rabbia si impadronisce nuovamente di me, non devo permettere questo, Hayama non può e non deve condizionare ogni mia scelta o situazione. Lasciando da parte il discorso Hayama comincio a prepararmi per la serata.
Per l’occasione decido di indossare una camicia lunga di jeans che arriva fino a metà coscia, sotto delle calze color carne e degli stivali alti fino al ginocchio. I capelli li raccolgo per metà, boccolandoli un po’ e lasciando qualche ciocca scivolarmi sul viso, sul viso giusto un po’ di cipria e di fard e sugli occhi soltanto la matita ed il mascara. Aggiungo infine un tocco di lucidalabbra e finalmente sono pronta!
Guardo l’orologio e noto con soddisfazione che sono appena le 20.00 e a breve Gomi verrà a prendermi, mi sento agitata ma è un’agitazione positiva, sono curiosa di sapere dove mi porterà stasera. Non faccio in tempo a finire di pensarlo che sento il clacson del mio accompagnatore, subito mi appresto a scendere avvisando Rei di non aspettarmi sveglio e raggiungo la sua macchina
- Ciao – gli dico sorridendogli mettendo la cintura di sicurezza
- Ciao bellezza – mi dice ricambiando il sorriso
- Allora dove mi porti? – chiedo curiosa
- Ah-ah niente domande, è una sorpresa! – mi dice sorridendo mettendo in moto la macchina. Si prospetta una bella serata, Gomi non mi imbarazza, ha questo modo giocoso che mi fa sentire piacevolmente a mio agio. Mentre siamo in viaggio ne approfitto per osservarlo, indossa un giacchetto leggero scuro, una camicia bianca e un paio di Jeans neri, i capelli perfettamente in ordine con la gelatina e la barba leggermente ricresciuta lo rende ancora più sensuale. Immediatamente mi vergogno per il pensiero appena faccio e scuoto la testa come a volerlo allontanare
- tutto bene? – chiede evidentemente essendosi accorto del mio silenzio
- Sisi, tutto alla grande, manca molto? – chiedo impaziente facendolo sorridere di nuovo
- Ci siamo quasi tranquilla – Mi risponde svoltando a destra entrando in un vialetto, in lontananza si vede un ristorantino non troppo grande, con una veranda che si affaccia sul lago. Parcheggia la macchina e viene ad aprirmi lo sportello, stupendomi ancora una volta, questo ragazzo è pieno di sorprese devo dirlo!
Mi prende per mano e ci girigiamo nella veranda dove c’è un tavolo riservato a nome di Gomi, ci sediamo e cominciamo a sfogliare il menù, c’è dell’imbarazzo tra di noi ma la cosa non mi dispiace. Mentre Gomi sceglie cosa prendere mi guardo un po’ intorno, il posto è veramente carino, non troppo romantico, ma neanche rozzo, ideale per un primo appuntamento e per due persone che devono conoscersi meglio, direi che il mio accompagnatore ci sa fare.
- Allora scelto? – mi chiede sorridendomi, mi piace il suo sorriso, quando sorride gli si illuminano anche gli occhi nonostante siano di un colore scuro, quasi neri
- Si, prendo del sushi e del wasabi – dico rivolgendomi al cameriere che ci ha raggiunti per prendere le nostre ordinazioni
- Anche io, lo stesso – dice porgendogli i menù per poi rivolgersi a me – sono felice che tu abbia accettato di uscire con me – arrossisco ma le sue parole non possono che farmi piacere
- Anche io sono felice di aver accettato sai, non ti facevo così – gli dico sincera
- Così come? – mi domanda guardandomi curioso
- Beh, così pieno di sorprese, mi stai sorprendendo davvero! – gli sorrido imbarazzata
- Spero sia una cosa positiva – Oh si, positivissima. Annuiesco e nel frattempo sono arrivati i nostri ordini e in silenzio cominciamo a mangiare.
Finita la cena Gomi mi propone una passeggiata sul lago, è una bellissima serata, il cielo è illuminato da tantissime stelle e la temperatura è accettabile, pur essendo quasi ad Ottobre non fa per nulla freddo
- Posso farti una domanda? – mi domanda Gomi all’improvviso, annuisco guardandolo curiosa di sapere cosa deve chiedermi – In che rapporti siete tu e Hayama? – Sapevo che prima o poi sarebbe uscito questo discorso, d’altronde era palese visto l’atteggiamento di quest’ultimo stamani.
- In realtà non ci sopportiamo – dico con ovvietà
- No sai, te lo chiedo perché stamattina ho avuto l’impressione che fosse infastidito dalla nostra uscita e non vorrei che ci fosse ancora qualcosa tra di voi e io mi sto mettendo di mezzo – mi dice sincero guardandomi negli occhi
- Oh, no no! Assolutamente no! Io e Hayama ci siamo lasciati da tre anni e non c’è assolutamente più nulla tra di noi, nulla di nulla – chiarisco immediatamente i suoi dubbi e fortunatamente chiude il discorso Hayama una volta per tutte, sorridendomi. A fine serata, Gomi mi riaccompagna a casa, non prima di avermi offerto una tazza di cioccolata con panna
- Eccoci qua, ti ringrazio tanto Gomi, è stata una bellissima serata! – Gli dico slacciandomi la cintura pronta a scendere dalla macchina
- Grazie a te Sana, spero potremmo replicare presto! – mi dice sorridendomi e il suo sorriso ancora una volta m’incanta
- Assolutamente! Non vedo l’ora… Buonanotte Gomi – lo saluto dandogli un bacio sulla guancia e scendendo dalla macchina. Rientro in casa con un sorriso a trentadue denti, non pentita assolutamente della scelta di conoscere Gomi. Quel ragazzo potrebbe piacermi davvero e forse potrebbe essere quello giusto per essere dinuovo felice. Vado a letto serena con questa nuova consapevolezza, pronta per affrontare l’indomani un’altra faticosissima giornata.

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Capitolo 6
*** Presa di coscienza. ***


Pov. Akito

Speravo di riuscire ad avere una conversazione normale con lei, ma quanto mi sbagliavo. Nonostante sia cresciuta è rimasta la solita ragazzina che vuole avere sempre ragione.
Da una parte ha ragione, non ho diritto di dirle con chi deve o non deve uscire, ma dall’altra il pensiero di lei e Gomi mi fa ribollire il sangue, però la mia non è gelosia, non so neanche spiegare perché mi sento così, sarà che Gomi è un mio amico e lei è la mia ex, che non mi aspettavo di doverla vedere accanto a qualcuno, forse non sono pronto.
Alla fine delle lezioni raggiungo mia sorella che mi sta aspettando al cancello, appena in tempo per sentirle dire qualcosa a Sana a proposito del suo appuntamento, d’istinto alzo gli occhi al cielo e sbuffo
- Akito - mi ammonisce Natsumi guardandomi storto
- Che c’è? - rispondo contrariato
- Non puoi comportarti così! - sbuffa salendo in macchina
- Natsumi ti prego non mettertici anche tu! - le chiedo quasi supplicandola
- Natsumi un corno! Te la sei cercata Akito! Te l’avevo detto di dirle la verità, adesso lei si è stancata di correrti dietro e vuole uscire con Gomi e scusami la franchezza, ma fa bene! - mi dice con tono irritato
- Si è stancata di corrermi dietro? Ma se sono tre anni che non fa altro che accusarmi di averla tradita e non è vero! - rispondo a mia sorella alzando la voce, va a vedere che alla fine adesso è colpa mia. E’ vero, non ho mai voluto raccontare a Sana la verità sul mio atteggiamento, ma le ho detto più volte che non l’ho tradita e lei non mi ha mai creduto. Non sono io ad aver sbagliato è lei che non mi ha mai amato davvero.
- Dovevi dirle la verità! - urla anche lei adesso, la situazione sta degenerando. Finisce sempre così, per colpa sua andiamo a discutere io e mia sorella. Stanco di questo discorso, sbuffo e rimango in silenzio fino a casa, ho la testa che mi scoppia ne ho già abbastanza di tutto quanto, di Kurata, di Gomi, di mia sorella che continua ad addossarmi colpe che non ho, di Tsuyoshi che mi guarda come se fossi un cane bastonato, comincia a diventare troppo anche per me. Sono incazzato nero, dal nervoso do un calcio ad un vaso nel giardino di casa, sentendo le urla di mia sorella dalla cucina che mi dice di smetterla, sbuffo dinuovo e decido di uscire a fare due passi oppure rischio seriamente di spaccare qualcos’altro.
Non mi piace sentirmi così, odio che quella ragazzina abbia tutta quest’influenza su di me, lei non dovrebbe significare più niente per me invece ogni minima cosa che fa è come se sentissi un macigno premermi continuamente sul cuore. Tsu insiste a dirmi che provo ancora qualcosa per lei, lo stesso mia sorella ma io so che non è così. Non posso amare ancora qualcuno che non si fida di me, che non mi ha mai amato nemmeno la metà di quanto l’ho amata io.
Fatta quasi l’ora di cena decido di rincasare, appena apro la porta di casa, l’odore di sushi mi arriva dritto al naso, d’istinto sorrido, Natsumi sa come farsi perdonare.
- Ehi - mi dice mia sorella affacciandosi dalla cucina, le sorrido andandole incontro ed abbracciandola, so quanto odia litigare con me e so anche che vorrebbe aiutarmi, ma non può purtroppo
- Hai preparato il sushi - le dico staccandomi da lei, annuisce e mi fa segno di sedermi a tavola, nel frattempo ci raggiunge anche mio padre e tutti e tre insieme cominciamo a mangiare. E’ bello poter passare un po’ di tempo con la mia famiglia, sono rare le volte che ci riusciamo, mio padre lavora sempre, io e Nats tra università e sport non riusciamo spesso a far coincidere i nostri orari perciò questi rari momenti familiari cerco di godermeli a pieno. Pensare che un tempo cenare con la mia famiglia era una cosa che mi sembrava quasi impossibile, ma grazie a Sana è cambiato tutto. Dinuovo il pensiero mi cade su di lei, anche volendo non riesco a togliermela proprio dalla testa, è sempre lì, pronta a sbucare quando ho un attimo di tranquillità.
Finita la cena chiacchiero un po’ con mio padre, poi decido di andare a dormire.
Il mattino seguente la sveglia suona alle 8.00 in punto, mi alzo dal letto stiracchiandomi e dirigendomi in cucina pronto a far colazione, dal corridoio sento il chiacchiericcio di mia sorella che sta, evidentemente parlando al telefono con qualcuno, mi fermo di colpo quando sento il nome del mio amico
- Veramente? Wow, non me l’aspettavo proprio che Gomi fosse così! - dalle sue parole capisco chiaramente che sta parlando al telefono con Kurata, probabilmente le sta raccontando come è andata ieri sera. D’istinto stringo i pugni, ma sono curioso di sentire, se entrassi ora in cucina mia sorella attaccherebbe subito il telefono, mi avvicino lentamente stando ben attendo a non farmi scoprire
- Quindi ora che hai intenzione di fare, lo rivedrai di nuovo? - le chiede mia sorella con tono eccitato
- Fantastico! Sono davvero felice per te, spero che Gomi possa ridarti un po’ di quella felicità che ti manca già da un po’ - dice sincera mia sorella. Lo rivedrà di nuovo quindi, ieri sera si deve essere trovata bene. Sbuffo facendo la mia comparsa in cucina, la mattinata non è cominciata certamente nel modo migliore, Nats si accorge della mia presenza e si appresta ad attaccare il telefono 
- Tesoro ti saluto, devo preparare la colazione, finiamo di parlare dopo! - termina versando del caffè in due tazzine
- Buongiorno fratello - mi dice cercando di captare qualcosa dalla mia espressione
- Giorno - rispondo atono
- Oihoih, ci siamo alzati con il piede sbagliato? - mi chiede ironicamente
- Era Sana al telefono vero? - le chiedo sicuro spiazzandola, Natsumi spalanca gli occhi sorpresa dalla mia domanda, poi si siede davanti a me sospirando
- Si, mi stava raccondando di ieri sera… - risponde sincera
- Si, ho sentito - ammetto sorseggiando il caffè
- Stavi per caso origliando? - mi ammonisce guardandomi storto
- Non stavo origliando, ho sentito per sbaglio - mento cercando di non farmi scoprire, ma mia sorella mi conosce troppo bene per crederci
- Ah,ah certo, certo… Quindi non stavi origliando - dice in tono malizioso
- Forse hai ragione tu, dovevo dirle la verità - confesso infine sconfitto, ha ragione lei, ha ragione perfino Tsu quando dice che la amo ancora, hanno ragione tutti. Probabilmente se le avessi detto la verità a suo tempo, non avrei mai dovuto saperla con un altro, forse si sarebbe arrabbiata ma sono certo che mi avrebbe perdonato, sono stato uno stupido. Natsumi mi guarda con tono apprensivo e mi abbraccia
- Aki, magari non è troppo tardi, puoi sempre dirgliela - cerca di tranquillizzarmi, ma con scarsi risultati, ormai la frittata è fatta. Non potrò mai cambiare il corso delle cose, anche se le dicessi tutto ora lei non farebbe che odiarmi e ne avrebbe tutte le ragioni, perchè per anni le ho mentito, anche se lei non si è fidata di me.
- No, ormai le cose sono andate così. Kurata ha il diritto di rifarsi una vita, spero che Gomi non la faccia soffrire - dico serio alzandomi dal tavolo e lasciando mia sorella sola in cucina a borbottare qualcosa senza curarmene troppo. Ormai ne sono quasi sicuro, quella ragazzina è ancora nel mio cuore, ma sono troppo codardo per dirle la verità. Evidentemente merito di vederla essere felice lontano da me, anche se la cosa mi farà non poco male.

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Capitolo 7
*** Gelosia. ***


Gelosia.

pov. Akito

Dopo aver fatto colazione con Nats, prendiamo la mia macchina e ci dirigiamo all'università.
Per tutto il tragitto non proferisco parola, penso e ripenso alle cose che ho sentito dire a Nats. Kurata è uscita con Gomi e si è perfino trovata bene a tal punto da rivederlo. Mi sento proprio un coglione a non aver capito prima cosa ancora mi lega a lei. Sbuffo senza togliere gli occhi dalla strada ma posso chiaramente sentire lo sguardo di mia sorella puntato addosso
- Aki... - tenta di parlare Nats, ma la interrompo prima che possa cominciare qualsiasi tipo di discorso che ci porti nuovamente a discutere
- Nats, va tutto bene davvero. In fondo me lo merito, dovevo pensarci prima - le dico con tono che non ammette repliche
- Ma... - esordisce lei provando a contraddirmi
- Niente ma Nats, discorso chiuso. Non parliamone più per favore - chiudo il discorso scendendo dalla macchina e incamminandomi verso il cancello.
Seduti al solito tavolo ci sono già Aya e Tsuyoshi intenti a scambiarsi le solite effusioni, sono tentato quasi di lasciarli soli ma non faccio in tempo ad allontanarmi che Tsu si accorge di me
- Hey Akito, buongiorno - mi saluta con il suo solito tono allegro. Io e Tsu siamo amici da una vita eppure ancora non ho mai capito come faccia ad essere allegro già di prima mattina.
- Giorno... - saluto entrambi con il mio tono pacato e poco allegro, cercando di non far capire a nessuno dei due che vorrei essere ovunque tranne che all'università in questo momento
- Tutto bene fratello? Hai una brutta cera... - mi chiede Tsu scrutandomi da capo a piedi
- Mh-mh - gli rispondo facendo un verso che non ha convinto lui quanto me che l'ho fatto.
Purtroppo, o per fortuna, ad interrompere il quasi sicuramente interrogatorio del mio migliore amico è una scena che non avrei mai voluto vedere: Kurata e Gomi che camminano verso di noi con quest'ultimo che le tiene un braccio sulle spalle di lei.
E' un attimo e dentro di me sento esplodere un milione di sensazioni. Provo rabbia, tantissima rabbia verso di lei ma soprattutto verso di me, ho lo stomaco sottosopra e le mani che mi prudono dalla voglia di togliere quel sorrisetto soddisfatto dalla faccia di quello che una volta reputavo un mio amico. A questo pensiero quasi mi viene da ridere, so benissimo che l'unica persona che io abbia mai considerato amico è Tsuyoshi, ma diciamo che mi fa comodo pensare a Gomi come un amico in quanto stia uscendo con la mia ex mancandomi completamente di rispetto.
- Buongiorno a tutti! - dice Kurata con un tono così alto e allegro da farmi saltare i nervi, sto cercando di mantenere la calma ma sentirla così contenta tra le braccia di Shinici mi sta facendo perdere la ragione, così prima che possa complicare ulteriormente la situazione giro i tacchi e me ne vado, lasciando tutti lì increduli a fissarmi.
Che mi fissino pure, tra poco si dimenticheranno di come me ne sono andato.

pov. Sana

Questa mattina mentre stavo uscendo per dirigermi in facoltà mi sono trovata Gomi fuori dal portone di casa mia appoggiato alla sua auto con una margherita in mano, sono rimasta sinceramente colpita da questo suo gesto non me l'aspettavo proprio. Non appena siamo arrivati davanti all'istituto mi ha circondato le spalle con un braccio attirando ovviamente gli sguardi di parecchi studenti, ma tra tutti anche quello di Hayama.
Quando si è voltato ci siamo guardati per una frazione di secondo negli occhi e mi è parso di leggervi dentro della rabbia, cosa che ha ovviamente irritato anche me ma non glielo avrei mai fatto capire, non voglio più dargli la soddisfazione di condizionare continuamente il mio umore, così mi sono avvicinata al nostro gruppo e con il tono più allegro possibile ho salutato tutti, aspettandomi sicuramente qualche battutina sprezzante da parte di Hayama. Al contrario però, lui non ha proferito parola, si è voltato ed è andato via lasciandomi del tutto interdetta sul da farsi. Ho continuato a fissarlo finchè non sparisse dal mio campo visivo.
- Buongiorno Sana... - Mi saluta Aya con tono leggermente imbarazzato, non so se sia imbarazzata perchè sono arrivata con Gomi o dalla reazione di Akito, che poi chissà cosa gli sia preso, perchè ha reagito in quel modo?
- Che è successo ad Hayama perchè è andato via in quel modo? - chiede Gomi continuando a fissare il punto da dove è sparito Akito
- Aveva un interrogazione importante questa mattina e doveva assolutamente salire presto in aula - dice Tsuyoshi con voce poco convincente, di rimando Gomi solleva le spalle facendo cadere il discorso. Forse Tsuyoshi può darla a bere a Gomi ma a me la sua spiegazione non ha convinto proprio per nulla. Conosco bene Hayama e giurerei che sia andato via perchè mi ha vista con Gomi. Affari suoi! Non può permettersi di fare l'offeso di turno. Non ha mai reputato Gomi realmente suo amico, il suo è più un fatto di orgoglio e questo non fa altro che farmi arrabbiare.
Dopo aver salutato Gomi mi dirigo verso la mia classe ma con mio grande stupore davanti alla porta trovo Hayama intento a fissare il vuoto. Sbuffo sonoramente attirando la sua attenzione ed è un attimo, il suo sguardo glaciale mi paralizza le gambe si rifiutano di muoversi, la gola mi si secca e le mani mi sudano. Inspiro un paio di volte e sembra che riesca a riprendere padronanza del mio corpo, maledetto Hayama e l'effetto che mi fa
- Non avevi un'interrogazione importante? - gli dico ironic
- Sai anche tu che non è così Kurata - oh si che lo so mio caro
- Avanti, parla, cosa c'è? - domando spazientita
- Dobbiamo parlare Kurata - mi dice lapidario facendomi irritare ulteriormente
- Io non ho proprio niente da dirti Hayama e che sia chiaro, non voglio un'altra ramanzina da parte tua sul fatto che io stia uscendo con Gomi, non è affar tuo - faccio per andarmene ma prontamente lui mi trattiene per un bracci
- Non fare la bambina come tuo solito, non m'interessa con chi esci o con chi stai, ma dobbiamo parlare e al più presto - parla con tono deciso senza staccare il suo sgurdo da mee poi gira i tacchi e se ne va lasciandomi quì in balia di mille pensieri e strane sensazioni.

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Capitolo 8
*** A carte scoperte. ***


Pov. Sana

Le ore di lezione mai come oggi mi sono sembrate così lunghe ed interminabili, per tutto il tempo non ho fatto altro che pensare alla conversazione con Akito, cosa avrà mai da dirmi di così tanto importante? In realtà la cosa non dovrebbe neanche interessarmi, ma conosco bene il mio ex fidanzato, non è un tipo che parla apertamente e questo sua insistenza mi mette un po' di agitazione. Esco dall'aula sovrappensiero e non mi accorgo di Natsumi che urla il mio nome a squarciagola, fin quando non me la ritrovo dietro con il fiatone e la faccia rossa
- Sana ma sei diventata sorda? - Mi dice poggiandosi sulle ginocchia cercando di riprendere fiato.
- Scusa Nat, ero con la testa tra le nuvole -
- Che ti succede? Stamani al telefono eri al settimo cielo, problemi con Gomi? - domanda perplessa
- No, no! Con Gomi tutto bene, è tuo fratello quello che mi preoccupa - le dico sbuffando. 
- Perchè? Cos'ha fatto Akito questa volta? - Natsumi non mi sembra per nulla sorpresa da quello che le ho detto, forse lei sa qualcosa che io non so...
- Natsumi, c'è per caso qualcosa che non so e che dovrei sapere? - le domando alzando un sopracciglio, dal canto suo Natsumi rimane impassibile, certo! E' sorella di Akito come potrebbe non essere altrimenti, nella famiglia Hayama sono esperti nel non mostrare emozioni
- Perchè pensi questo Sana? Ti do l'impressione di una che sa qualcosa ma non vuole dirtela? Anche fosse sai bene qual'è la mia posizione, ti voglio bene, sei mia amica, ma Akito è mio fratello. Se c'è qualcosa che tu pensi di dover sapere sicuramente te la dirà lui - Risponde risoluta. Quindi è così. Indirettamente Nat mi ha confermato che c'è qualcosa di cui non sono a conoscenza ed è probabilmente la cosa di cui Akito ha urgentemente bisogno di parlarmi.
Insieme a Natsumi ci dirigiamo in cortile dove ci sono tutti i nostri amici ad aspettarci, subito la mia attenzione si sposta su Akito che si trova appoggiato al muretto senza ascoltare minimamente cosa stanno dicendo gli altri. Appena mi vede Gomi mi viene subito incontro
- Ei, ti accompagno a casa? - mi domanda sorridendomi, in realtà ho bisogno di parlare subito con Akito, altrimenti avrò l'ansia per l'intera giornata ma non so assolutamente come liberarmi di Gomi senza offenderlo e soprattutto senza fargli pensare cose che non stanno n'è in cielo n'è in terra, d'istinto guardo Natsumi che sembra capirmi al volo e viene subito in mio soccorso
- Ehm, scusa Gomi in realtà Sana sta venendo da me, oggi ho la giornata libera ed è molto che non passo del tempo insieme alla mia amica, non ti dispiace vero? Giuro che te la rubo solo per oggi - Gli dice prendendomi sotto braccio e sorridendo sorniona
- Oh no, no figurati ci mancherebbe - le dice sorridendo poi si volta verso di me - Allora ci vediamo, passo a prenderti domattina - mi da un bacio sulla guancia e poi fa per andarsene. Ovviamente non mi sfugge l'occhiataccia che gli ha lanciato Akito e d'istinto sorrido, mentecatto ben gli sta!
Aspetto che Gomi se ne sia andato e mi avvicino ad Akito e Natsumi
- Sappiate che mi dovete un favore grosso quanto una casa, soprattutto tu! - dice indicando il fratello
- Grazie Nat - le dico semplicemente, lei sa.
- Tranquilla tesoro, passa a casa dopo, ci beviamo qualcosa insieme dopotutto oggi dovresti passare la giornata con me! - Mi dice facendomi l'occhiolino per poi andarsene.
Rimaniamo io ed Akito davanti al cancello dell'università, senza proferire parola mi fa cenno di salire in macchina. La tensione è palpabile, Akito guida in silenzio, so dove sta andando non c'è bisogno che lo dica ma questo suo mutismo non fa altro che aumentare la mia ansia. Che poi mi domando, perchè ho tutta quest'ansia? Cosa me ne dovrebbe importare di ciò che ha da dirmi Akito? In realtà nulla, in teoria tutto. Senza rendermene conto siamo arrivati al parco, ovviamente al gazebo. Scendiamo dalla macchina e ci sediamo, Akito sbuffa un paio di volte, sembra stia cercando un punto da dove iniziare, poche volte in vita mia l'ho visto così teso ed una di quelle è quando ha confessato di amarmi. Squoto la testa per togliermi quell'immagine dalla mente, è passato così tanto tempo da allora che avrei dovuto dimenticare.
- Allora? Avevi così tanta urgenza di parlarmi ed ora te ne stai quì in silenzio? - Gli dico spronandolo a parlare spazientita
- Non pensare che sia semplice Kurata, se avessi saputo come dirtelo lo avrei fatto già da tempo - mi dice fulminandomi con lo sguardo, ma che cosa è che avrebbe dovuto dirmi da tempo?
- Akito, la mia pazienza sta arrivando al limite, per favore... - lo imploro, l'ansia mi sta logorando e innervosendo allo stesso tempo
- Ricordi, una volta avevo un sogno... - mi dice guardando un punto fisso. Certo che lo ricordo, mi sono sempre domandata come mai alla fine abbia deciso di cambiare indirizzo e prendere scienze motorie, eppure era così convinto di ciò che sognava di fare da grande. Quando stavamo insieme spesso, sognando il nostro futuro insieme, ci siamo immaginati come saremmo stati una volta laureati.
- Sì, volevi diventare fisioterapista, me lo ricordo Hayama ma questo cosa c'entra? - gli chiedo confusa
- Quando mi sono trasferito a Los Angeles, mi sono iscritto alla facoltà di medicina, tu non lo sai, ma nonostante il mio costante impegno nello studio non sono mai riuscito a superare nessun esame... - rimango di sasso fissandolo, come è possibile?
- Cosa? - chiedo confusa - Perchè non me l'hai detto? - 
- Perchè mi vergognavo Sana, tu hai sempre creduto in me, nelle mie possibilità. Mi hai sempre spronato ad inseguire i miei sogni, ma non ci sono riuscito. Avevo paura che pensassi che sono un fallito, uno che si arrende alle prime difficoltà ma non è così. Ci ho provato, con tutto me stesso, ho anche provato i corsi di medicina della nostra università una volta tornato ma nulla - si gira verso di me e punta i suoi occhi dorati nei miei, rimango impassibile, sto ancora cercando di assimilare quello che ha appena detto. 
- Quindi i tuoi atteggiamenti erano per questo... Il tuo nervosismo, la tua assenza. Tu... Oddio... - dico alzandomi dalla panchina e cominciando a camminare nervosamente avanti e indietro con le mani nei capelli. Non ci posso credere, per tutti questi anni ho creduto che Akito mi avesse tradito, che avesse preferito un'altra a me. Ho passato giornate a piangere e crogiolarmi nel dolore pensando che per lui la nostra storia non contasse nulla...
- Sì. Non volevo assolutamente mentirti, ma ero troppo orgoglioso per ammettere di aver fallito - ammette abbassando la testa. Ho voglia di prenderlo a schiaffi, quì, ora, in questo preciso momento. Dannato Hayama!
- Ce l'hai una vaga idea di quanto io abbia sofferto eh? Akito ce l'hai? - gli dico urlando in preda ad una crisi di nervi
- Perchè pensi che per me sia stato facile? Ho provato per anni a spiegarti che non ti avevo tradito, che non l'avrei mai potuto fare e tu cosa hai fatto? Non ti sei fidata di me! Per me questo è stato peggio di un tradimento! - Urla anche lui avvicinandosi ad una spanna dal mio viso
- Oh ma non mi sembra che tu invece ti sia fidato di me! D'accordo ho sbagliato a pensare che tu mi avessi tradito, non ti ho creduto hai ragione. Ma quante volte ti ho chiesto spiegazione, quante? E tu? Dal canto tuo hai sempre glissato, confermandomi quasi quello che pensavo. Come avrei potuto crederti se non mi davi spiegazioni? - 
- Pensavo che la cosa migliore fosse non dirti nulla, avevo cambiato indirizzo, avrei sistemato tutto e ai tuoi occhi sarei stato comunque l'uomo perfetto che ero sempre stato! - continua ad avvicinarsi a me
- Lo saresti stato comunque Akito, perchè per me nessuno era meglio di te. Nessuno! - Gli dico delusa allontanandomi da lui 
- Mi sembra che Gomi lo sia - mi dice con tono irritato
- Beh almeno lui non mi mente, lui si fida di me! - 
- Certo. Si fida talmente tanto da non potergli dire che dovevi parlare con me, andiamo Sana sii sincera, perchè stai uscendo con lui? - mi domanda guardandomi negli occhi
- Vuoi davvero saperlo Akito? Sto uscendo con Gomi perchè dopo tanto tempo sento che posso amare dinuovo qualcuno, sento che la vita mi sta dando una seconda occasione ed io non voglio sprecarla! - gli dico cercando di mantenere un tono calmo
- Io invece ho sprecato la mia giusto? Pensi che non possa esserci un'altra possibilità per noi!? -
- Noi? Quale noi Akito? Non c'è più un noi da tempo e non ci sarà. Non sono più in grado di fidarmi di te in alcun modo, anche se adesso so che non mi hai tradito ho sofferto troppo, credimi e non voglio stare male di nuovo, non posso. - Gli dico risoluta 
- Quindi continuerai a vederlo... - mi chiede arrendendosi
- Finchè la sua compagnia mi renderà felice sì, continuerò a vederlo -
- Spero per lui che ti faccia felice, altrimenti gli spacco la faccia - sorrido confusa, ho bisogno di andarmene, sento che per oggi di emozioni ne ho provate abbastanza.
- Adesso me ne vado, ho bisogno di stare un po' da sola, salutami Nat, lei capirà - gli dico alzandomi dalla panchina e uscendo dal parco. Ancora stento a credere che per tutti questi anni ho versato lacrime per una cosa che non esiste e non è mai esistita, ma non potrò mai perdonarlo di non avermi detto la verità, adesso ormai è tardi, non mi fiderò mai più di lui, mai più.

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Capitolo 9
*** Natsumi. ***


Pov. Akito

Tsuyoshi aveva ragione, mia sorella aveva ragione, tutti avevano ragione. Sono un coglione! Un emerito coglione. Adesso si che l'ho persa per sempre, se prima avevo anche una minuscola speranza nel poter pensare che in qualche modo lei provasse ancora qualcosa per me, adesso sicuramente quel briciolo di sentimento che ci legava è sparito totalmente. Ma d'altronde come posso biasimarla? Le ho mentito per tutto questo tempo, le ho lasciato credere che ci fosse un'altra, come se per me fosse possibile poi anche solo guardarla un'altra donna che non sia lei. Forse ha ragione, non mi sono fidato di lei.
Rientro a casa e vedo mia sorella trafficare con i fornelli, appena si accorge di me mi guarda immediatamente forse sperando di vedere con me Sana, ma la mia espressione corrucciata deve confermargli che non è così
- Allora? Gliel'hai detto? - mi chiede preoccupata
- Sì... Le ho detto tutto, ma ora non ho voglia di parlare Nats, vado in camera mia - le dico passandole davanti e salendo in camera mia.
Purtroppo mia sorella non è del mio stesso parere e dopo qualche minuto la sento aprire la porta, d'istinto sbuffo, oggi non è giornata
- Quindi ti arrendi così? - mi dice mettendo le mani sui fianchi e guardandomi in cagnesco
- Perchè ho altra scelta Natsumi? L'ho delusa! Tanta era la paura di deluderla che ho finito col farlo, pensa che idiota Nat! - le dico usando un tono ironico
- Akito è normale che adesso sia arrabbiata, cavolo le hai mentito per tutti questi anni, si era costruita delle idee che non esistevano. Adesso è ovvio che si senta destabilizzata e che ce l'abbia con te, ma cosa ti aspettavi che ti saltasse al collo dicendo di amarti? Sai bene anche tu che questo non sarebbe accaduto! - mi dice risoluta. Ovviamente non mi aspettavo che mi saltasse al collo anzi, mi aspettavo anche di peggio di quello che ha fatto ed è proprio questo che mi preoccupa. Sana non è tipa da restare in silenzio, Sana urla, sbraita, ti prende anche a schiaffi, ma non resta mai in silenzio. E questa sua reazione così calma e pacata, mi ha messo in difficoltà. 
- Temo che sia tardi ormai Nat, non si tratta di rabbia o risentimento. Sana non mi ama più ecco qual'è la verità. Vuole andare avanti con la sua vita, conoscere Gomi e spero per lei che sia davvero la persona che possa renderla felice - dico a malincuore, mia sorella mi guarda scettica e quasi sbotta a ridere
- Ma davvero? Dai Akito non ci credi seriamente nemmeno tu, sono pronta a scommettere che appena la vedrai tra le braccia di Gomi darai di matto! - Ha ragione, solo il pensiero di lei e quello che una volta era mio amico, mi fa prudere le mani - Oltremodo, smettila di fare il piagnucolone e alza il culo. Riprenditi la tua Sana! Sono pronta anche ad aiutarti se vuoi, ma se non ti decidi a tirare fuori gli attributi, mi dispiace caro fratellino, ma allora Sana tu non la meriti affatto! - mi dice prima di lasciare la mia stanza. Dannata Natsumi, ma come posso riprendermela? Non sarà così semplice come dice mia sorella, ma dopotutto ha ragione. Questa volta non farò lo sbaglio di non ascoltarla, non un'altra volta.

Pov. Sana

Rientro a casa ancora incredula, non posso credere che in tutti questi anni Akito mi abbia mentito, sapeva bene quanto stessi soffrendo, è vero che ha provato più volte a dirmi che non mi ha tradito, forse ho sbagliato anch'io a non credergli ma come avrei potuto? Ricordo bene quel periodo quando lui era a Los Angeles, ogni maledetta telefonata era diventata un'agonia. Sentirlo parlare a monosillabi o con tono irritato, mi faceva terribilmente male e al tempo stesso mi convinceva che ci fosse un'altra. Dio solo sa quante volte ho cercato di rimuovere dalla mente lui tra le braccia di una donna, magari bionda, con delle belle curve. Quante volte non mi sono sentita abbastanza per lui? E tutto questo per cosa? Per nulla. Era tutto basato sul niente. Come ha potuto non fidarsi di me? Io che lo amavo più della mia stessa vita, come avrei potuto anche solo pensare che fosse un fallito? Eppure pensavo che Akito mi conoscesse bene, ma evidentemente mi sbagliavo e anche di grosso.
Il suono del cellulare mi ridesta dal mio stato di trance, lo prendo per vedere chi sia e per un attimo ho la tentazione di spegnerlo, ma alla fine decido di rispondere
- Pronto Nat... - 
- Sana, tesoro. Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto non averti detto nulla in tutti questi anni, ma lo sai, Akito è mio fratello e io... - Natsumi prende a parlare a macchinetta ma l'interrompo prima che possa iniziare con il suo monologo, la conosco bene, si sente in colpa per non avermi detto nulla ma io non ce l'ho con lei, la capisco. E' sua sorella.
- Nat, Nat, frena la lingua! E' tutto ok. Non ce l'ho con te credimi, lo capisco - le dico cercando di mantenere un tono tranquillo
- Sei sicura? Sono davvero dispiaciuta, ma non sai le volte che ho pregato Akito di dirti la verità Sana, non lo puoi neanche immaginare! - Oh no, invece lo immagino. Conosco quel testa di rapa come le mie tasche e so bene fino a quanto può essere orgoglioso
- Lo so Nat, ci credo. In ogni caso anche se so la verità adesso le cose non cambiano. Apprezzo che Akito mi abbia detto tutto, anche se avrebbe dovuto farlo prima, sicuramente mi avrebbe risparmiato delle sofferenze, ma va bene così - Le dico risoluta
- Cosa pensi di fare ora? - mi chiede tentennando
- Nulla, assolutamente nulla. Vado avanti con la mia vita esattamente come stavo facendo. Akito è un capitolo chiuso da tempo Nat e adesso ne sono ancora più convinta, non potrò mai più fidarmi di lui - dico a malincuore.
- Forse dovresti rifletterci su Sana, si insomma, capisco che quel cretino di mio fratello abbia sbagliato, ma cerca anche di capirlo. Fare il fisioterapista era il suo sogno e tu lo hai sempre incoraggiato, oltre al fatto che lui come esempio ha sempre avuto te, non voleva deluderti -
- Mi ha deluso molto di più non dicendomi nulla Nat, pensi davvero che avrei potuto cambiare l'opinione che avevo di lui solamente perchè ha dei limiti? Diamine siamo esseri umani! Avrei capito se me ne avesse parlato, lo avrei aiutato e supportato in qualsiasi altra scelta di vita lui avrebbe preso, era questo che lui doveva fare! - alzo la voce senza rendermene conto e sento Natsumi sospirare dall'altro capo del telefono - Scusami Nat, non volevo alzare la voce - dico dispiciuta
- Non ti preoccupare lo capisco, non voglio insistere nè turbarti ancora, solo... Rifletti bene su tutto. Ti lascio tesoro, ci vediamo domani - mi dice con tono dolce
- D'accordo... E, grazie Nats... Di tutto - le dico attaccando, ho bisogno di rilassarmi, la testa che mi scoppia e una confusione dentro che non so neanche spiegare, penso che mi farò un bagno caldo, sperando almeno di alleviare questo senso di pesantezza che ho dentro di me.

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