Astrum et lilium

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di punti, di mantelli invisibili e di Lumaparty
 ***
Capitolo 2: *** Serata col botto ***
Capitolo 3: *** Un appuntamento quasi perfetto ***
Capitolo 4: *** La prima partita di Quidditch della Stagione
 ***
Capitolo 5: *** Paura ***
Capitolo 6: *** Luna piena ***
Capitolo 7: *** Aria Natalizia ***
Capitolo 8: *** Un Natale apparentemente tranquillo
 ***



Capitolo 1
*** Di punti, di mantelli invisibili e di Lumaparty
 ***


Di punti, di mantelli invisibili e di Lumaparty

 

Natalie non si era mai sentita così infastidita in tutta la sua vita, nemmeno quella volta in cui la McGranitt le aveva abbassato il voto in Trasfigurazione.
-Oh, insomma Black!- disse cercando di non farsi sentire da Madama Pince, la bibliotecaria -Non lo vedi che sto studiando?- alzò gli occhi al cielo.
Sirius sghignazzò -Sono in missione!- rispose in maniera divertita. La ragazza inarcò un sopracciglio -Questo non significa che tu debba infastidirmi…-
-Ho bisogno di sapere quali sono i fiori preferiti di Evans!-
-E perché pensi che io te lo dica?- la giovane strega aveva ormai i nervi a fior di pelle.
-È per James!- il ragazzo non sembrava demordere.
-Appunto! A maggior ragione! A Lily non interessa il tuo amico.. e poi se lo vuole sapere perché non è venuto lui?-.
Sirius alzò a sua volta gli occhi al cielo, dopodiché le mostrò uno dei suoi migliori sorrisi -Perché lo so che, in fondo in fondo, tu vuoi collaborare.-. Natalie spalancò la bocca, stava per fare un commento negativo ma non le sembrò il luogo adatto -Va via, Black!- spostò lo sguardo sulla sua pergamena e riprese a scrivere la ricerca per Incantesimi. Il mago le sfilò di mano la piuma sul cui bordo vi era inciso il cognome della famiglia di Natalie e iniziò ad osservarla per bene. La bionda stava cercando di capire come ancora non lo avesse fatto saltare in aria
-Restituiscimi la piuma e va via- disse fra i denti.
-I fiori- ribatté Sirius Black.
-La piuma- Natalie stava stringendo il legno del tavolo fra le dita, pregando Godric Grifondoro che il buon senso non l’abbandonasse.
-I fiori!- il ragazzo avvicinò il suo volto a quello della ragazza. Lei indietreggiò preoccupata.
-Black! Stroneugh- Madame Pince aveva assistito al loro piccolo battibecco -Vi devo ricordare le regole di questo luogo? Inoltre, ci sono altri ragazzi che hanno intenzione di studiare!-
La strega sbiancò -Ma Madama..- la donna le fece cenno con un dito di tacere -Niente ma, signorina! Meno dieci punti a Grifondoro!- dopodiché si allontanò stizzita.
Sirius si voltò verso la ragazza -Se mi avessi detto i fiori…- disse con un sorriso innocente. Lei lo guardò malissimo e iniziò a sistemare la sua roba -Tieniti pure la piuma- disse prima di dargli le spalle e andare via -Ne ho altre-.
 
                                                                      
Lily era nella Sala Grande insieme a Severus, stavano sistemando assieme gli appunti della lezione di Pozioni.
-Ti sbagli, il Distillato della Pace si prepara utilizzando la pietra lunare che deve essere mescolata tre volte in senso orario!- la strega dai capelli rossi era molto ferrea sulla sua posizione.
-No, Lily.. È in senso antiorario.- il ragazzo seduto vicino a lei aveva un aspetto malaticcio, i capelli sporchi e un naso piuttosto lungo.  La ragazza non sembrava totalmente convinta, sul manuale era scritto che il senso era orario, perché avrebbero dovuto spiegare quel passaggio in maniera sbagliata?
-Non ti basare troppo su quello che trovi sui libri. Non sono onniscienti.- Severus abbassò lo sguardo concentrandosi sulla sua scrittura così piccola da sembrare delle zampette di pulcino.
-Tu lo saresti?- incalzò lei con un filo di orgoglio.
-No, ma sai quanto mi piace dedicarmi alle pozioni.- il mago non alzò lo sguardo mentre le parlava. Lily sorrise appena, il suo amico le faceva sempre tantissima tenerezza. Era solitamente vittima degli scherzi e dei dispetti di quell’arrogante James Potter, sempre accompagnato dal suo seguito i Malandrini e in particolar modo da Sirius Black. Quei due si erano conosciuti sull’Espresso che conduceva ad Hogwarts il primo giorno del primo anno e da quel momento non si erano più separati.
-Severus ti vedo un po’ stanco.. Sicuro di stare bene?- gli chiese la strega sistemandosi una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio. Il suo amico annuì -Sto semplicemente andando a dormire più tardi del solito- disse stringendosi nelle spalle. Lily sapeva esattamente cosa volesse dire, non aveva bisogno che lui aggiungesse altro. Sospirò. Era a conoscenza del fatto che il suo migliore amico avesse cominciato a simpatizzare per gli ideali di colui che non doveva essere nominato. Era sicura che lo avesse per farsi accettare dai Serpeverde, per integrarsi.. lei sapeva quanto di buono ci fosse in lui. Perciò preferì non commentare, preferiva mantenere salda l’amicizia con Severus piuttosto che litigare con lui.
Quei ragazzi però, Mulciber ed Avery, non erano come il suo fidato amico. Loro erano… cattivi. Lily riusciva solo ad associare l’aggettivo “cattivo” al pensiero dei loro visi che ghignavano malvagiamente. Di una cosa era certa, Severus non era come loro.
-Comunque dovresti correggere qua…- il ragazzo la destò dai suoi pensieri poggiando la piuma sulla sua pergamena -È senso antiorario-. La strega ridacchiò appena e scosse delicatamente la sua chioma scarlatta.
-Mi devi credere, Felpato!- in quel momento entrarono nella Sala Grande proprio le due persone che sia Lily che Severus non avrebbero voluto vedere. Chi per un motivo chi per un altro. -Ti credo, Ramoso.- disse un sgargiante Sirius poggiando una mano sulla spalla dell’amico -Avrei voluto vederlo. È davvero una cosa stupida da parte di Madama Bumb impedire al resto degli studenti di guardare gli allenamenti di Quidditch.- fece uno sbuffò così profondo che i suoi capelli si innalzarono in aria per poi ritornare contro la sua guancia.
-Sì, concordo.. però penso che da un punto di vista sia saggio così non c’è il rischio che ci sia una fuga d’infor… Oh Evans! Mocciosus.- la coppia di amici si era fermata proprio davanti alla giovane Grifondoro e al malcapitato Serpeverde.
Lily fece un cenno con il capo a Severus facendogli intendere di ignorarli ma James non si diede per vinto. -Mocciosus, perché non rispondi?- gli domandò ironico -Una delle tue pozioni è andata male e ti ha squagliato la lingua?- aveva un viso un’espressione così beffarda che la strega provò l’istinto di schiantarlo contro la parete opposta -Potter piantala e sparisci!- si limitò a dire, palesemente seccata.
-Non ti preoccupare, Lils. Va tutto bene.- la rassicurò l’amico accennando un timido sorriso.
-“Non ti preoccupare, Lils. Va tutto bene!”- lo canzonò il mago con gli occhiali -Ma che patetico. Lo sappiamo che dopo scapperai nel tuo dormitorio per piangere!- il giovane Black se la stava ridendo sotto i buffi. Era così divertente vedere Piton cambiare espressione così rapidamente.
-Avete rotto.- una voce femminile provenne dietro le spalle dei due maghi Grifondoro. Si voltarono tutti e quattro e constatarono che si trattava di Natalie, una delle amiche più care di Lily Evans.
-Ehi, Nat!- Sirius le si buttò quasi addosso ma lei lo scansò disgustata. Era ancora disturbata per quella storia in biblioteca. Ci aveva rimesso anche una piuma! -Levami le mani di dosso Black. E tu e Potter fareste meglio a sparire dalla mia vista. Ho bisogno di ripetere un paio di cose e voi due siete decisamente invadenti- per non dire fastidiosi.
-Ma non stavi già studiando in biblioteca?- chiese Sirius.
-Appunto, stavo. Prima che qualcuno decidesse di venirmi a dare fastidio e facendoci togliere ben dieci punti-
-Ci hanno levato dieci punti?- Lily inarcò il sopracciglio così tanto che sembrò raggiungere la radice dei capelli -Chi è stato?-
-È colpa sua!- i due ragazzi si incolparono a vicenda, parlando all’unisono sotto lo sguardo divertito di James e quello decisamente scocciato di Piton.
-Natalie!- le rimboccò l’amica -Che hai fatto?- Lily era senza parole. La strega bionda aprì la borsa facendole osservare il suo interno, anche James allungò il collo, piuttosto incuriosito.
-Cosa dovrei vedere, Nat?- Il sopracciglio della strega si stava alzando sempre di più, faceva quasi paura.
-La piuma.- rispose l’amica in modo secco.
-Cosa?- Lily si stava spazientendo. Piton, vicino a lei, cominciò a sentirsi a disagio rendendosi conto di trovarsi ad un tavolo completamente composto da Grifondoro, inoltre si trovava con Potter e Black alle spalle.
-Black mi ha rubato la piuma.- Natalie non aveva cambiato tono. Si afferrò una ciocca di capelli e iniziò a giocherellarci distrattamente. La sua amica non poteva credere alle sue orecchie: gli erano stati levati dei punti perché Sirius aveva rubato la piuma? Dopodiché si voltò verso quest’ultimo, era chiaro che fosse parecchio nervosa!
-Ci hanno levato dei punti perché Black ti ha rubato la piuma?!- sbottò saltando in piedi. Natalie si sistemò la frangia -Mi ha rubato la piuma perché… perché… perché mi stava infastidendo!- e questa non era una novità, Lily sapeva perfettamente quanto quel mago dispettoso si divertisse a gironzolare intorno alla sua amica.
-Ero in missione!- rispose l’interpellato, lo disse come se la cosa non lo riguardasse minimamente. Potter, intanto, si stava si stava mordendo la guancia interna: la situazione era diventata comica.
-In missione?- Lily incrociò le braccia al petto -E perché?- non le che interessasse la motivazione, più che altro era curiosa di capire per quale sacrosanto motivo doveva sempre finirci di mezzo la Casa di Grifondoro.
-Non sono affari tuoi, Evans.- rispose per lui Potter -E nemmeno tuoi, Stroneugh.- aveva un’espressione dura in viso. Evidentemente non gli faceva piacere che Piton sapesse le sue intenzioni. A grandi falcate superò il gruppetto e, insieme al suo migliore, si andò a sedere più in là. Ovviamente, tutto ciò, dopo aver lanciato un’occhiata divertita a Mocciosus che rabbrividì visibilmente. La sua amica se ne accorse e appoggiò una mano sulla sua spalla con fare rassicurante.
-Non dargli retta, è solo uno sbruffone.- poi si voltò nella direzione di Natalie -Posso sapere cosa è successo esattamente? Da Prefetto penso che sia giusto che io sappia…-
La ragazza si andò a sedere vicino a lei, cercando di tenersi il più lontano possibile da Piton. Accettava il fatto che la sua amica e lui fossero amici ma lei voleva averci poco a che fare. Aveva un non so ché di viscido ai suoi occhi, probabilmente era dovuto anche al fatto che i suoi capelli fossero perennemente sudici e sporchi.
Natalie la guardò -Te lo spiego dopo, nel dormitorio.- amico o non, Piton faceva comunque di un’altra Casa. Si erano già abbastanza resi ridicoli con quel teatrino di poco prima.

Poco dopo, nella Sala Grande, entrò Remus Lupin accompagnato da Peter Minus. Insieme a James Potter e Sirius Black formavano il gruppo dei “Malandrini”. Tutti conoscevano la loro fama, i loro dispetti, le loro malefatte, le urla che avevano fatto cacciare alla McGranitt.
Silente aveva nominato Lupin prefetto nella speranza di acquietare gli spiriti ribelli di Sirius e James, ovviamente con scarsi risultati. Spesso il ragazzo rimaneva indifferente agli stupidi scherzi dei suoi amici.
-Codaliscia, ti prego, mollami il braccio!- il giovane mago sentiva l’arto atrofizzato mentre Peter continuava a stringerglielo.
-Ma Remus…- piagnucolò l’interpellato tenendo il capo chino -È andata malissimo, lo so!-
-Sì ma il risultato non cambierà se continui a farmi male in questo modo…- la pazienza del giovane Lupin stava allegramente andando a farsi benedire. Insieme passarono davanti a Lily, Severus e Natalie (che cercava di ignorare il Serpeverde seduto lì con loro) e le salutarono chi educatamente chi con un gesto impaurito della mano.
-Remus, aspetta!- la strega dai capelli vermigli si alzò per raggiungerlo e gli appoggiò una mano sulla spalla. Il Grifondoro si impietrì per un momento, poi tirò un lungo respiro -Dimmi Lily.- sorrise gentilmente.
-Mi dispiace dirlo.. ma Black e Natalie ci hanno fatto — di nuovo — perdere dieci punti…-
-Come? E perché?- ormai Remus non si stupiva più di niente. In particolar modo se si trattava di Sirius.
-Da come mi è stato riferito..- spiegò sospirando -Hanno discusso in biblioteca. Madama Pince li ha puniti così…-
-Non sai perché hanno discusso?- il mago si era fatto un’idea del perché il suo amico avesse fatto discussione con la primogenita Stroneugh. Ultimamente James stava “sfruttando” l’interesse di Sirius nei confronti di Natalie per avvicinarsi di più a Lily Evans. Questo tentativo era fallito miseramente, portando con sé dieci rubini dalla clessidra di Grifondoro.
-Black ha detto che era in missione..- Lily portò una mano dietro alla nuca -Ma Potter ci ha intimato di farci i fatti nostri.- annuì -Ma comunque ho pensato che in quanto Prefetto, come me, avresti dovuto saperlo da fonti più.. beh, più attendibili..- quei due avrebbero girato la frittata a loro favore. Ed era incredibile poiché, anche se non attivamente, Potter era capace di creare scompiglio.
-Benissimo- disse Remus con un’espressione seria lanciando un’occhiata a Peter che continuava a mordersi un’unghia con fare insistente. -Parlerò con James e Sirius e… e vedrò di fare il possibile.-
-Ottimo, grazie! Vedrò di capirci di più parlando con Natalie.- e con un sorriso, ognuno si avviò verso il proprio posto.


Non va bene, non va affatto bene..- Remus stava percorrendo a grandi falcate il dormitorio maschile, ricoprendo così il perimetro della stanza. Sirius era steso sul suo letto, lanciando contro il baldacchino una pallina di pergamena mentre Peter era seduto davanti alla stufa riscaldandosi i piedi da sotto i calzini.
-Calmati Lunastorta! Che saranno mai cinque punti…- lo ammonì James mentre puliva il suo manico di scopa e osservandolo come se fosse stato Lily Evans.
-Sono DIECI punti, Ramoso! DIECI!- una ruga piuttosto profonda si formò fra le chiare sopracciglia di Remus -E anche se fossero stati cinque… per Melino!!-
-Lunastorta, sei troppo stressato..- Sirius gli lanciò contro la pallina -Non è ancora arrivata quella settimana del mese…-
-Non sindacare sul mio stato d’animo, Felpato, è colpa tua! E anche tua James, non fare troppo il finto tonto…- puntò il dito contro il contro il mago occhialuto e dai capelli disordini.
Gli occhi nocciola di James incontrarono, però, gli occhi grigi di Sirius.
-Beh, Natalie è carina…- si strinse nelle spalle quest’ultimo.
Remus non riusciva a credere alle sue orecchie -Non si sta discutendo di questo!-
-Ed è ancora più carina quando è arrabbiata…- aggiunse il mago steso sul letto, con il suo solito tono di voce non curante e strafottente.
-NON MI INTERESSA UN ACCIDENTE CHI TROVI CARINA, SIRIUS!- la vena sulla fronte di Remus stava pulsando in maniera incontrollata. Il viso era diventato tutto rosso e la cicatrice che andava da una guancia all’altra si era fatta più bianca del solito.
Peter squittì, non era da lui avere una reazione di questo tipo. James sospirò e si alzò dal letto, lanciando però prima uno sguardo preoccupato alla sua amatissima Tornado che giaceva incustodita fra le lenzuola disfatte. -Remus, dai sono sicuro che Sirius troverà il modo per farsi perdonare…- poggiò una mano sulla spalla del mago ma questi la scacciò in malo modo.
-Stai zitto, James. Stai zitto! Io non so chi fra i due sia il più deficiente!- Grifondoro aveva perso dei punti perché James voleva sapere i fiori preferiti di Lily. Roba da non credere! E per avere questa indispensabile informazione aveva per forza dovuto mandare Sirius?!
-Beh, però anche Stroneugh poteva collaborare…- osò aprire la bocca Peter muovendo i piedi per godere di più del calore che sprigionava la stufa.
-Giusto!- incalzò James. Remus era esterrefatto, stanco, non sapevo davvero più come fare. Si andò a sedere sul letto e si passò una mano per il viso -Sicuramente è anche colpa di Natalie… ma vi prego… evitate…- parole al vento, le sue.
-La cosa che mi urta..- Sirius balzò per terra, stropicciando ancor di più la camicia della divisa -è che Mocciosus fosse lì presente. Sicuramente andrà a riferire tutto ad Avery e Mulciber..-
-No- James si levò gli occhiali dal naso e pulì le lenti con la stoffa del baldacchino -Era lì presente la sua amata Evans. Non oserebbe mai metterla in ridicolo..-
-Beh..- Sirius si infilò le mani in tasca e osservò l’amico -Considerando la strada che ha deciso di intraprendere…- strinse i denti.
-Per l’amor del cielo, pensi davvero che tu-sai-chi voglia nel suo esercito uno che non si fa lo shampoo dai tempi dalla Fondazione?- il ragazzo dai capelli scompigliati si rimise gli occhiali. Una fragorosa risata si alzò nel dormitorio maschile che fece alleggerire anche l’animo di Remus. Peter però si incupì improvvisamente e sprofondò contro il materasso alle sue spalle.
-Cosa c’è che non va, Codaliscia?- chiese James. Il ragazzino grassoccio l'osservò per un momento e con un filo di voce iniziò a parlare -È che mi chiedo… mi chiedo se davvero faccia così paura…-
-Cosa?- Sirius si appoggiò sulle ginocchia, avvicinandosi di più a lui.
-Il mondo là fuori.. Fuori da Hogwarts…-
-Beh, Silente non è onnipresente- James cercò, di nuovo, di rallegrare l’atmosfera.
-Non c’entra molto Silente…-
-Era per dire, Pete…-
-È che ho paura!- Peter si voltò verso di loro -Se voi… se io…- sospirò e si fece ancora più piccolo di quanto già non fosse. Di certo non si poteva dire che fosse il più affascinante del gruppo, anzi. James era carismatico e popolare. Sirius era attraente, elegante e arrogante, cosa che andava molto a suo vantaggio. Remus era gentile, educato, leggermente misterioso ma piaceva molti ai compagni e ai professori. Peter era semplicemente Peter. Si era sempre considerato come niente di speciale, non spiccava in niente, non aveva alcuna particolare abilità o qualità. Spesso si domandava cosa ci facesse lì, in mezzo a quei ragazzi così diversi da lui… Eppure loro lo avevano accettato, lo trattavano come un fratello, si comportavano come se fossero una vera famiglia.
-Non ti devi preoccupare- lo assicurò Remus con un tono pacato, molto diverso da quello utilizzato poco prima -Ti assicuro che qualsiasi cosa ci sia là fuori, noi lo combatteremo assieme…- in fondo, nonostante tutto, il ragazzo sapeva ciò che i suoi amici avevano fatto per lui e gliene sarebbe stato sempre immensamente grato.
-Comunque!- James attirò l’attenzione su di sé con un colpo di tosse -La prossima luna piena sarà un’occasione speciale!- disse con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
-Staremo con Remus per aiutarlo con il suo piccolo problema peloso per la prima volta!-. Sirius fischiò e fece un occhiolino in direzione del suo amico -Oh sì!-. Persino Peter sorrise -Sarà grandioso!- per fortuna tutti stavano recuperando il solito buon umore. E anche Remus, che non considerava il suo problema peloso così piccolo, si unì ai cori di gioia generali.



-La prima festa del Lumaclub dell’anno?- Natalie era seduta sul suo letto con le gambe incrociate osservando Lily che faceva avanti e indietro dalla sedia al baule, stava sistemando i vestiti che erano stati appena lavati.
-Sì, si terrà stasera… Ti dispiace..?- chiese sorridendo appena.
-Non mi sognerei mai di sottrarre a Lumacorno la sua bravissima e amatissima Lily Evans- la ragazza dai capelli biondi si sfilò il cerchietto nero dalla testa e afferro un nostro rosso con cui solitamente legava i capelli. Era un regalo di suo fratello Ani, il mezzano. Lily scoppiò a ridere di gusto, alla fine non le dispiacevano i Lumaparty anche se andare significava trovarsi in mezzo a parecchi Serpeverde che le lanciavano occhiate di fuoco. Fra questi c’era anche Regulus Black, il fratello minore del loro poco amato compagno di Casa.

-Senti…- Lily guardò severamente la sua amica -Mi spieghi cos’è successo? In biblioteca intendo.. non voglio rimproverarti. Sicuramente se hai reagito in quel modo, Black deve aver superato un limite.-. Natalie prese un lungo respiro e disse molto cautamente -Voleva sapere quali fossero i tuoi fiori preferiti. Sicuramente è stato mandato da Potter-.
Lily alzò gli occhi, non ci poteva credere! Eppure era stato chiara. Non era la prima volta, dal terzo anno James Potter le dava i tormenti invitandola fuori ogni qualvolta ci fosse una gita ad Hogsmeade. Ogni volta la risposta era sempre la stessa: no.
-Gli ho detto di andarsene, ovviamente ha il cervello al contrario… altrimenti non mi riesco a spiegare come sia possibile che nonostante io gli abbia detto che non l’avrei aiutato, lui avesse continuato a darmi fastidio…-
-E così ti ha fatto alzare la voce, Madama Pince vi ha sentito e vi ha tolto dei punti.- concluse per lei l’amica. Natalie si strinse nelle spalle -Esatto. Hai il dono della sintesi Lily, complimenti!- disse con una bassa risata. La compagna cacciò fuori la lingua e iniziò a scegliere qualcosa che fosse il meno appariscente possibile. Non voleva assolutamente mettersi in mostra.
-Secondo me dovresti metterti il vestito rosa- Natalie glielo indicò con la bacchetta e lo fece volare utilizzando un Wingardum Leziosa non verbale. Nonostante gli Incantesimi non verbali non fossero programma del quinto anno, ci teneva a far bella figura con professor Vitious ai G.U.F.O. e quindi si era esercitata per conto suo. Lily afferrò il vestito per le spalle e lo osservò incerta -Ma non fa a pugni con i miei capelli?- chiese inarcando un sopracciglio. La sua amica rise -Si intona bene con il colore dei tuoi occhi-.
Entrambe le ragazze avevano gli occhi verdi ma di due sfumature completamente diverse: gli occhi di Lily ricordavano le immense distese d’erba primaverile, un colore così dolce da potercisi cullare dentro, mentre gli occhi di Natalie ricordavano le coste irlandesi, con il privilegio di risultare cerulei alla luce del sole.
Quando la sua amica fu pronta, la bionda la guardò con approvazione -Non spezzare troppi cuori, mi raccomando- ridacchiò.
-Sei la solita, a più tardi!- questo significava che non si sarebbero viste prima di una certa ora e che non avrebbero cenato assieme in Sala Grande poiché Lumacorno era solito ad organizzare dei veri e propri banchetti.
Lily uscì dal dormitorio femminile, attraversò la Sala Comune che pullulava di studenti, ognuno occupato in varie attività. Tirò un sospiro di sollievo quando si rese conto che Potter non era lì, le avrebbe fatto sicuramente perdere troppo tempo e lei si era data appuntamento con Severus nel Salone d’Ingresso. Scese le scale evitando accuratamente il gradino incantato e arrivò a destinazione con un sottile anticipo.
-Lils.- una voce piatta la fece voltare. Sorrise, era il suo amico.
-Sev! Non mi aspettavo che arrivassi da quella direzione… I sotterranei non si trovano fuori dal castello…- effettivamente aveva trovato insolito che fosse sbucato dal portone d’accesso. In tutta risposta, il Serpeverde si strinse nelle spalle -Dovevo fare una cosa…- concluse.
La ragazza decise di non indagare oltre, sapeva già che la risposta non le sarebbe piaciuta.
-Vogliamo andare? Lo sai che non mi piace arrivare in ritardo, se prima andiamo prima riusciamo a tornare- Lily si afferrò una ciocca di capelli e iniziò a torturarsela. Severus rimase quasi incantato da quella visione, non si era subito accorto del semplicissimo vestito che indossava e che sembrava che le fosse stato cucito addosso.
Prima di poter dire “sì” boccheggiò come un pesce per qualche secondo. Per fortuna lei non  aveva fatto troppo caso al suo strano atteggiamento, non sarebbe stato in grado di subire un terzo grado sul perché faceva quelle smorfie.
La strada per l’ufficio del loro professore di pozioni sembrò eterna, più che altro perché Lily si fermava ogni tre passi per assicurarsi che con quel vestito non fosse troppo appariscente.
-È un colore che non sono solita ad indossare ma me l’ha regalato mamma per il compleanno scorso. Non lo so.. forse quando Natalie me l’ha consigliato avrei dovuto cercare qualche altra cosa nel baule…-.
Severus alzò gli occhi al cielo, cosa che in sua presenza non gli capitava quasi mai -Non ti sei mai fatta problemi sul tuo vestiario. Perché sei così preoccupata? C’è qualcuno che ti piace?- in quel momento si rese conto della cretinata che aveva detto. Ma come gli era venuto in mente di domandarle una cosa del genere?
-Che sciocco! No!- Lily scoppiò a ridere -Semplicemente mi sto preoccupando di non sembrare troppo pomposa, non ci vedo nulla di male.-. Il ragazzo annuì e si ripromise di contare fino a dieci prima di aprire la bocca. Fortunatamente mancavano solo pochi metri prima di arrivare al Lumaparty.


In Sala Grande c’era il solito brontolio e, nonostante Natalie stesse chiacchierando con Marlene McKinnon e Mary Mcdonald, l’assenza di Lily si faceva sentire. Sapeva che si trattava solo di qualche sera al mese ma il pensiero che dovesse passare tutto quel tempo con Piton nei sotterranei le fece girare lo stomaco.
-…penso che dopo i G.U.F.O non continuerò a studiare Trasfigurazione. È già tanto se riesco a passare con “Accettabile”- si stava lamentando Mary storcendo il labbro superiore.
-E sappiamo che la McGranitt non accetta “Accettabile”…- concluse per lei Marlene. Era già la quarta volta che lo ripeteva nell’arco della giornata. Natalie inarcò un sopracciglio, aveva sempre trovato Trasfigurazione una materia  abbastanza semplice da apprendere. Certo, ogni tanto la loro Capo casa se ne usciva con delle richieste assurde.
-E tu?- Mary si voltò verso la ragazza dai capelli biondi -Cosa pensi di studiare fino ai M.A.G.O?-.
-Beh, credo che continuerò a studiare Trasfigurazione, Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure… ma non lo so! Devo ancora vedere se passo i G.U.F.O!-
-Tu non volevi fare l’Auror?- chiese Marlene.
La ragazza annuì -E quindi?-
-Ci vogliono almeno cinque M.A.G.O..- l’altra ragazza abbassò lo sguardo dispiaciuta. Natalie non poteva credere alle sue orecchie.
-Voi davvero state già pensando ai M.A.G.O?-
Seduti poco più distanti c’erano i “Malandrini”. Sirius stava tracannando il suo succo di zucca nemmeno fosse Whisky Incendario mentre James stava divorando un cosciotto di pollo. Remus non si premurò nemmeno di fargli notare che si stava macchiando il maglione. Si chiese come potesse essere così sciatto…
Peter però sembrava leggermente turbato dal suo amico -Ehm, Ramoso?- lo chiamò. Il ragazzo  alzò lo sguardo verso di lui -…osha..siè?- chiese ancora con la bocca piena.
-Ehm.. il maglione..-
-Osha?-
-Ti stai sporcando il maglione.- concluse un Remus esausto.
James abbassò lo sguardo e strabuzzò gli occhi, ingoiando la carne in un sol boccone.
-Merda! Gli Elfi l’avevano appena lavato… mah, vabbèh, vorrà dire che dovranno farlo di nuovo- si strinse nelle spalle e non curante afferrò il piatto di patate per servirsene più di un paio.
Sirius rise e appoggiò i gomiti sul tavolo -Beh, sei fortunato. Stasera Evans è al Lumaparty!-
-E tu come fai a saperlo?-
-La vedi?-
-No. E quindi? Può essere che sta male…- James strinse le labbra.
-Neppure Mocciosus è seduto al tavolo dei Serpeverde… e nemmeno Regulus- nel dire questo secondo nome, Sirius usò un tono glaciale. Remus spalancò gli occhi.
-Oh merda!- esclamò il ragazzo con gli occhiali. -Evans è con Mocciosus nei sotterranei!-.
Remus, seduto di fronte a lui, imprecò mentalmente. A volte sembrava ritardato -Detto così sembra che Lily si trovi da sola nei sotterranei con Piton. E anche se fosse, non c’è nulla di strano dato che entrambi sono Prefetti.-. Sirius sogghignò -Ottima argomentazione, Lunastorta. Ma c’è solo un modo per scoprire dove siano davvero Evans e Mocciosus- cacciò dai pantaloni la pallina di pergamena con la quale stava giocando qualche ora prima e la lanciò contro la spalla di Natalie.
-Ehi, Stroneugh!- il ragazzo sfoggiò ancora uno dei suoi migliori sorrisi quando la strega si voltò verso di lui con un’espressione accigliata.
-Cosa c’è?- domandò lei. Voleva essere educata o al massimo sembrarlo. Avevano già procurato abbastanza guai quel pomeriggio.
-Dov’è Evans?-.
Natalie lo guardò come se si fosse trovata davanti un Pixie -E perché t’interessa?-
-Cosa c’è? Sei gelosa?-
James gli diede una gomitata e Natalie capì. Ghignò appena -Con i membri del Lumaclub ad una Lumaparty. Dove voi non potete andare- fece l’occhiolino ai ragazzi e tornò a parlare con le sue amiche.
E anche quella sera James, Sirius, Remus e Peter avrebbero usato il mantello dell’invisibilità.

 

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Capitolo 2
*** Serata col botto ***


Serata col botto



-James mi stai schiacciando il piede…- Remus trattenne un urlo di dolore.
-Oh, scusa. Ehi Sirius mi stai praticamente addosso, potresti spostarti leggermente?-
-Se mi sposto finisco addosso a Remus…- rispose il mago con fare divertito.
-Ma durante l’estate ti hanno annaffiato per farti crescere di altri dieci centimetri?- James sbuffò, cercando di sistemarsi al meglio fra i due suoi amici.
-Oh, sì! La vecchia e cara Walburga ha dato l’ordine a Kreacher di annaffiarmi..- era una delle rare volte in cui Sirius riusciva a fare battute sulla “Nobile  e antichissima” famiglia dei Black.
Peter squittì sulla spalla di Remus per fargli capire che stavano andando a sbattere contro un muro.
-Quanto ti invidio, Pete- sbadigliò Sirius -Vorrei trasformarmi anch’io ma un grosso cane nero darebbe nell’occhio.-
-Mai quanto un cervo- Remus sogghignò appena. I due ragazzi scoppiarono in una bassa risata, nonostante la battuta divertente non potevano farsi scoprire sotto al mantello.
-Ah, ah. Molto divertenti!- James li fulminò con lo sguardo -Ma vorrei farvi presente che ho le corna più belle di tutta Hogwarts.-
-E non solo metaforicamente…- Sirius avvolse le spalle del suo amico con un braccio. Remus si mise una mano davanti alla bocca per nascondere la risata.
-Comunque andare nei sotterranei fa schifo. Si sente la puzza di Mocciosus da chilometri..- Sirius cacciò la lingua, disgustato.
-Per quanto la cosa possa essere divertente, devo rammentarti che i sotterranei si trovano in corrispondenza del lago Nero.- lo ammonì Remus. James aveva la fronte appoggiata contro il velluto del mantello e scrutava con attenzione ogni gradino.
-Adesso state zitti!- si voltò verso i due -Sembrate due comari davanti a un calice di acquaviola-
-Uhu, qualcuno sembra infastidito!- lo punzecchiò l’amico più alto.
-Evans sta passando la serata in compagnia di Mocciosus, è ovvio che sia infastidito!- sbottò l’interpellato. Peter sussultò e Remus capì -Stiamo dando troppo nell’occhio…-. In quel momento si zittirono, un gruppo di Serpeverde del terzo anno gli passarono accanto chiacchierando animatamente di Quidditch.
-Sono sicuro che la squadra di Serpeverde batterò Grifondoro. Quel Potter è uno sbruffone, si vanta tanto ma noi siamo nettamente superiori.- un ragazzino dai capelli marroni e un naso decisamente grosso ghignò maleficamente. I suoi compagni sembravano essere pienamente d’accordo con lui -Oh beh, noi abbiamo Regulus nella squadra. Lui sì che sa giocare!- a parlare era stato un giovane mago con i capelli biondi e una spolverata di lentiggini sul naso.
Sirius lo riconobbe subito dall’aria superba e dal modo in cui si era rivolto agli amici, era Barty Crouch Jr. Frequentava la stessa compagnia di Regulus, nonostante fosse di un anno più piccolo e, inoltre, era il figlio di Bartemious Crouch, capo del Dipartimento di "Applicazione delle Leggi magiche”.
Il gruppo dei Malandrini continuò a sentire le loro voci fino a che non scomparirono all’interno dei dormitori. James sbatté un piede a terra -Come osano?! Darmi dello sbruffone!- era seriamente indignato. Black, intanto, si era fatto rigido al suo fianco. La questione “Regulus” era una ferita ancora aperta e grondate di sangue. Poteva accettare che i suoi genitori lo odiassero,  che lo ritenessero un traditore del proprio sangue, che continuassero a ricordargli costantemente di quanto fosse deludente come figlio ma non poteva sopportare lo sguardo di suo fratello minore ogni volta che si incrociavano per i corridori. Sperò vivamente di non doverlo incontrare quella sera. Remus notò che qualcosa non andava e tirò un respiro profondo -Siamo qui per un motivo ben preciso, fosse per me potremmo tornare anche nei dormitori ma dato che ormai ci siano penso che sia caso di portare a termine ciò che abbiamo iniziato- disse piano.
Il ragazzo occhialuto annuì e silenziosamente si diressero verso la porta dell’ufficio di Lumacorno. Si poteva udire un gran frastuono e molte voci che si accavallano l’una con l’altra.
-Oh, Lily, Lily cara!- l’inconfondibile voce del loro professore di pozioni, però, sovrastava su tutto -Vorresti assaggiare questo magnifico Whisky Incendiario Ogden Stravecchio?-
-Professore ma…- la strega dai capelli rossi sembrò a disagio -Ma i maghi minorenni non possono berlo!-
-Per Merlino, Lily carissima, un goccio! Cosa potrà mai succedere?- ridacchiò l’uomo panciuto -Fa parte della mia dispensa speciale, non lo offro a tutti!-
-No grazie professore, preferisco finire la mia Burrobirra.-
-Come vuoi tu cara… Oh, Severus vorresti provare…?- Lumacorno si allontanò rapidamente.
Nel frattempo i ragazzi erano riusciti ad infiltrarsi alla festa, ben nascosti sotto il mantello dell’Invisibilità.
-Sembra che il vecchio Lumacorno stia cercando di far ubriacare Lily Evans- Sirius si abbassò vicino l’orecchio di James. Come risposta, questi gli diede un pugno sul braccio.
Seduto in un angolo molto lontano della sala vi era Regulus Black. Indossava un maglione nero a collo alto e una giacca del medesimo colore. Sull’occhiello vi era una spilla che rappresentava lo stemma della casata dei Black. Remus pregò vivamente che il suo amico non lo notasse subito, sarebbe stato scorbutico per il resto della serata e rimanere con Sirius imbronciato, in uno spazio così ristretto, era un’esperienza che non consigliava a nessuno.
-Hai provato questi deliziosissimi Pallotti Cioccocremosi, mia cara Gwenog?- l’enorme figura di Lumacorno si parò di fronte a loro, cosa che fece tirare un sospiro di sollievo al mago con la cicatrice. Nella mano grassoccia reggeva un vassoio pieno di dolciumi -Me li manda ogni mese Ambrosius Flume, sono da leccarsi i baffi!-. La ragazza di colore annuì e prese un dolcetto allontanandosi rapidamente.
-Non sapevo che il vecchio Luma fosse in contatto con il proprietario di Mielandia- sospirò Sirius guardando con la coda dell’occhio James che osservava la snella figura di Lily chiacchierare con una ragazza di Corvonero -Mi sarei impegnato di più in Pozioni.- concluse.



Natalie era seduta sulla sua poltrona preferita della Sala Comune. Aveva le gambe tirate al petto e un libro sulle ginocchia. Doveva studiare ma non riusciva a concentrarsi, quel saggio faceva sembrare Incantesimi improvvisamente così noiosa e pesante.
Se oggi Black non fosse venuto a dare fastidio, ora sarei stesa sul mio letto a rilassarmi!” digrignò i denti e cercò di concentrarsi. Ma c’era vuoto, il vuoto più totale.
“Ed io come mi presento in classe domani? Potrei fingere un malore… mm, no, Madama Chips se ne accorgerebbe subito. Ahh, maledetto Black! Lo odio!” alzò gli occhi al cielo e scaraventò il libro contro la finestra. Un paio di ragazzi si voltarono nella sua direzione ma non dissero nulla. Non era la prima volta che succedeva, semplicemente ci avevano fatto l’abitudine.
-Natalie, tutto okay?- la ragazza si voltò sentendo quella domanda. Incrociò i suoi occhi verdi con quelli scuri di Louis Tannet, un mago dell’ultimo anno. Lei rimase a bocca aperta e lo scrutò, cercando di sentirsi meno stupida.
-Oh sì, tutto bene. Non riesco a completare questo saggio per il professor Vitious. Mi mancano altri cinque centimetri- era stato molto chiaro alla scorsa lezione dicendo che i centimetri dovevano essere trenta e non ventinove o ventotto.
-È una bella spina nel fianco…- constatò il ragazzo con un’espressione torva in viso. Natalie alò appena un lato della bocca e scosse il capo -E invece no! Sono stata semplicemente distratta oggi e non ho potuto finirla…-
-Ah sì, ho sentito, il solito Black- Louis si sedette sul divano e le sorrise -Anche tu, però, c’è da dire chi ci metti il tuo!-. Lei parve indignata -Ho semplicemente risposto alle sue… alle sue provocazioni, non ci vedo nulla di male-.
-È questo il punto, non dovresti. Prima o poi si stancherà ed andrà ad infastidire qualche altro.-teneva ancora su quel sorriso ammaliante. Natalie aveva avuto una grandissima cotta per lui durante il terzo anno, cotta che scemò quando lo vide baciarsi un giorno con Karen Denz e il giorno seguente con Florence Gilmore. Tutt’e due erano più grandi di lui e facevano parte rispettivamente di Corvonero e Grifondoro.
-Credo che farò così-  la strega bionda si strinse nelle spalle cercando di mettere fine alla conversazione. Sirius Black non era certamente l’argomento di conversazione che maggiormente prediligeva.
-Torni a casa per le vacanze di Natale?- le chiese improvvisamente.
-Beh, sì. Perché? Tu no?-
-No, pensavo di rimanere… sai, essendo il mio ultimo anno voglio godermi questo castello finché posso- lo disse con una certa convenzione che lei si ritrovò ad annuire come una scema.
Dopo interminabili minuti di silenzio, dove ognuno era assorto nei propri pensieri lui le si avvicinò, appoggiando una mani sulla sua gamba -Ascolta… È da un po’ che ci penso ma sai.. mi piacerebbe che andassimo assieme ad Hogsmeade sabato prossimo…-. Natalie non capì se stesse parlando con lei infatti si voltò e controllò che non ci fosse nessuno dietro.
-Dici sul serio?-
-Certo. Perché dovrei mentirti?-
-Pensavo volessi andarci con i tuoi amici…- disse lei sulla difensiva. Erano sempre stati molto vicini ma non si era mai immaginata che lui potesse pensare a lei in un certo modo.
-Ti sembra così strano che io voglia uscire con te?- le domandò divertito.
-Sinceramente? Sì.- rispose la ragazza schiettamente -Pensavo che ti piacessero solo le ragazze più grandi-. Louis scoppiò in una sonora risata -Assolutamente no, è sempre stato solo un caso che le ragazze con le quali sono uscito fossero più grandi…- cercò di giustificarsi.
-Va bene, ho capito capito! Andremo assieme ad Hogsmeade!- disse lei con un sospiro. Ne era contenta, dopotutto.
-Grandioso!- esclamò il mago alzandomi in piedi -Adesso vado che inizia la ronda. Oh, a tal proposito… non è che hai visto Lupin?- lei scosse il capo.
A dire la verità, non vedeva quel gruppo da un po’ e ne era francamente felice. Meno se li trovava attorno, meglio era.
-Se lo vedi digli di raggiungerci immediatamente nel Salone d’Ingresso.- Louis le fece un cenno con la mano e sparì oltre il ritratto della Signora Grassa. Natalie inarcò un sopracciglio, cercare Remus Lupin insieme ai suoi amici era come mettersi alla ricerca di un ago all’interno di un pagliaio… beh, dopotutto il ragazzo non aveva detto “cerca Lupin” ma “se vedi Lupin”, quindi non si sentì completamente responsabile. Tirò un respiro profondo e riportò la sua attenzione sul libro di testo, sarebbe stata una lunga nottata.

Nel frattempo otto piani più giù, precisamente nei sotterranei, il sopracitato Remus Lupin stava pressando i suoi amici affinché ritornassero nella loro Sala Comune.
-Ragazzi, per favore, ho la ronda. Non ho voglia di sentire Tannet, non aspetta altro che rimarcare quanto lui al quinto anno fosse un perfetto prefetto.- disse a bassa voce. Sirius si morse un labbro per non ridere -Un perfetto prefetto. Un perfetto prefetto che non aspetta altro di infilarsi nelle mutandine di Stroneugh.- nonostante avesse adocchiato Regulus, aveva ancora la forza di fare battute.
-Da che pulpito la predica, Felpato!- James gli diede un colpo sulla spalla.
-È oggettivamente attraente, dai! Anche se per me pensa di averla d’oro…- era sempre superba nei suoi confronti.
-Grazie per il francesismo, Sirius! Ora che dite se giriamo i tacchi e andiamo?- Remus controllò l’orologio che aveva al polso. Mancavano esattamente sei minuti. I suoi amici fecero finta di non sentirlo mentre Peter saltellava da una spalla all’altra.
-Non è un invito amichevole, davvero. Seguirò il consiglio di Lily e leverò dieci punti a Grifondoro.-. James alzò gli occhi al cielo -Okay, andiamo ma me ne devi una! Evans è maledettamente bella con quel vestito e Mocciosus le sta decisamente troppo vicino.- e quatti quatti uscirono dalla sala.
Proseguirono spediti ma silenziosi fino ai gradini che portavano verso il piano terra e lasciarono Remus, ma prima che potessero andare via Sirius fermò il mago occhialuto per un braccio e gli fece cenno di fare silenzioso.
-Lupin, alla buon’ora!- la voce profonda di Tannet echeggiò per l’androne -Si può sapere dove eri finito? No, non me lo dire che non mi interessa. Sei arrivato giusto in tempo, stavo dicendo che stasera i Prefetti di Corvonero e Grifondoro saranno sotto il mio controllo mentre quelli di Tassorosso e Serpeverde sotto il controllo di Rowland- indicò la ragazza dai capelli castani vicino a lui. Sghignazzò e Remus provò, forse per una delle primissime volte, l’impulso di tirare un pugno a qualcuno. Cosa aveva da sghignazzare? Sbuffò e si voltò per dirigersi nella direzione in cui stava camminando il Caposcuola.
Felpato sentì tutto e mormorò rapidamente a James un “seguiamoli”. Si sistemarono meglio il mantello e cautamente percorsero i passi degli altri ragazzi. Tannet parlava ad alta voce con i Prefetti del suo anno: Marianne Logan e William Socks. Sembravano essere divertiti da qualcosa, Louis aveva un sorriso sornione stampato in faccia.
-Ah, ve lo dico già ora così non dite che non ve l’ho detto, sabato non starò con voi ad Hogsmaeade-
-Perché? Vuoi rimanere al castello?- chiese la ragazza con il naso grosso come una patata.
-Oh no. Sembra che io abbia un appuntamento con Natalie Stroneugh,.- si curò bene di marcare il nome. Remus lo guardò con la coda dell’occhio e si strinse nelle spalle.
Felpato si fermò e James lo osservò per decifrare i suoi pensieri -Ci è riuscito- disse piano.
-E a quanto pare, prima di me.-


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Angolo Autrice: Finalmente sono riuscita a pubblicare la mia prima ff riguardante il mondo di Harry Potter. Ho visto che ci sono due persone che hanno messo la storia tra i "seguiti" e una tra i "preferiti"! Grazie, ne sono davvero contenta.
Finalmente siamo giunti al secondo capitolo e mano mano la storia prenderà la forma che voglio darle. Quindi, per il momento ci salutiamo e... fatto il misfatto!

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Capitolo 3
*** Un appuntamento quasi perfetto ***


Un appuntamento quasi perfetto




-Io ancora non ci credo che tu abbia detto di sì!- una ridente Lily Evans continuava a scrutare con attenzione l’amica seduta al suo fianco. Era sabato mattina, il sole era alto e c’erano tutti i presupposti per passare una bella giornata. Natalie sospirò e per l’ennesima volta le fece presente di non alzare troppo il tono della voce.
-Ma io pensavo che questa cosa ti fosse passata da un po’- insistette la rossa.
-Infatti è così!- sbuffò la ragazza servendosi un pezzo di frittata. Stranamente non aveva la stomaco chiuso, anzi il suo appetito era notevolmente aumentato.
-Non mi sembra.- concluse la strega con un sorrisetto divertito -Hai messo anche la gonna a pieghe..- la indicò con la forchetta. Natalie alzò gli occhi al cielo -Non l’avevo ancora messa, è un regalo di mamma e ho pensato che fosse la giusta occasione per…-
-Per sfoggiare le gambe- concluse la compagna per lei.
-Se vuole vedere le mie gambe, lo può fare quando vuole. Ti ricordo che la divisa femminile è provvista di gonna-
Lily scoppiò a ridere -Comunque ancora non ci credo che tu abbia accettato!-
-Insomma, Lily! Sono passati quattro giorni. Fino a quando hai intenzione di ripeterlo?-
-Fino al giorno del vostro matrimonio. Voglio farti da testimone!- la ragazza scoppiò in una squillante risata facendo muovere la sua smagliante chioma vermiglia.
-Non ci contare troppo Evans!- la bionda le diede una gomitata e finì l’ultimo pezzo di frittata prima di saltare via dalla panca. -Scherzi a parte, come sto?- si passò una mano sugli indumenti come se volesse levarsi via della sporcizia invisibile.
Lily inarcò un sopracciglio -Non hai detto che per te era irrilevante?- la situazione stava prendendo una piega davvero comica.
-Infatti lo è, ma non voglio neppure sembrare una sciattona-
-Oh, fidati. Sembri tutto fuorché una sciattona- l’amica le lanciò un’occhiata che la diceva lunga. Natalie alzò gli occhi al cielo, cacciò fuori la lingua e percorse la navata centrale della Sala Grande che l’avrebbe condotta al Salone d’Ingresso. Salì le scale e iniziò ad avviarsi verso il dormitorio femminile di Grifondoro per potersi lavare i denti. Non aveva minimamente preso in considerazione l’idea di poter fare qualche “spiacevole” incontro, nessuno avrebbe rovinato quella giornata. O forse…
-Ehi Stroneugh dov’èchevai?- dal ritratto della Signora Grassa sbucò un irrequieto James Potter. Aveva parlato così velocemente che Natalie trovò difficoltà a capire cosa avesse detto.
-Eh?- lo guardò torva.
-Volevo sapere dove stessi andando- rispose lui dopo aver preso un lungo respiro.
-E perché dovrebbe interessarti?-
-Così, dai! Per parlare!- James si passò una mano fra i capelli, probabilmente considerava che non fossero sufficientemente disordinati.
-Levati da parte, Potter! Mi devo lavare i denti!- la frase suonò più scorbutica di quanto volesse. Natalie si morse un labbro e mormorò un impercettibile “scusa”.
-Mi hai chiesto scusa! Questa è un evento da segnare sul calendario!- il mago era stranamente su di giri e la ragazza non riusciva a capire perché, solitamente lui si entusiasmava solo per tre cose: Sirius Black, il Quidditch e Lily. Provò a puntare su quest’ultima in modo tale da farlo distrarre e sgattaiolare rapidamente nella Sala Comune.
-Vuoi ancora sapere quali sono i fiori preferiti di Lily?-
James sembrò in difficoltà, aprì e chiuse la bocca più volte -…Come?-. La strega bionda ghignò.
-I fiori preferiti di Lily. Non ci hai fatto perdere dieci punti per questo?-
Una rughetta profonda si formò sulla fronte del ragazzo, si portò una mano dietro la nuca, palesemente a disagio, e iniziò a borbottare frasi come “davvero divertente! Potresti iniziare a pensare di uscire con Lumacorno”.
Natalie rinvenne improvvisamente -Uscire!- disse soltanto come se improvvisamente si fosse resa conto che, effettivamente, stava perdendo tempo. Il mago occhialuto notò improvvisamente questo cambio ma, prima che potesse fare qualcosa, Natalie era sparita oltre il ritratto.
-MERDA!- imprecò. Un colpo di tosse alle sue spalle lo costrinse a voltarsi, era la McGranitt.
-Signor Potter stavo proprio cercando te. Noto con piacere..- lo squadrò dall'alto al basso -Che non ho avuto a difficoltà a trovarti grazie al tuo linguaggio colorito-.
James si sentì a disagio, Sirius gliel’avrebbe pagata! -Beh, eccomi qua! Mi dica tutto, professoressa.-
-È per la prossima partita di Quidditch, sai quando si terrà?- sembrava estremamente seria -E contro chi se terrà, giusto?- a quel punto il ragazzo si rese conto che si trattava di una domanda retorica.
-Sì, certo professoressa- deglutì a fatica. Perché si sentiva estremamente sotto pressione?
-Sia chiaro, Potter, vedi di portare la squadra alla vittoria. Ho fatto una scommessa con il professor Vitious e non ho alcuna intenzione di perdere. Voglio quei cinque galeoni e la mia acquaviola- costrinse Potter contro la parete semplicemente con uno sguardo e con un’espressione risoluta si allontanò da lui.
-La professoressa McGranitt sa il fatto suo- la Signora Grassa alzò il bicchiere colmo di vino in direzione di James mentre questi si lasciava cadere sullo scalino vicino a lui.


Lily stava aspettando Severus nel cortile principale e si strofinava una mano contro l’altra. Si era dimenticata i guanti sul suo comodino e non aveva voglia di raggiungere il settimo piano per andarli a recuperare. Le sue dita si sarebbero congelate ma il pensiero di dover salire tutte quelle scale la fece desistere.
-Lils!- il suo amico la chiamò a gran voce, facendole un gesto con la mano guantata. La strega  dai capelli rossi ricambiò il saluto e gli andò incontro -Sev, andiamo! Voglio raggiungere subito “I Tre Manici di Scopa”-
-Perché?- lo sguardo del Serpeverde si assottigliò e le sue sopracciglia crepe resero la sua espressione davvero inquietante. Lily sembrò confusa -Perché voglio vedere una cosa- disse semplicemente.
-O qualcuno?-
-Ancora con questa storia? Non c’è nessuno che mi piaccia al momento. Devo semplicemente controllare Natalie…-
Severus sembrò contrariato ma non ribatté, i suoi occhi si posarono sulle mani piene di macchie rosse della sua amica -Dove sono i tuoi guanti?-
-Li ho scordati di sopra- rispose lei iniziando ad affrettare il passo. Il ragazzo si fermò e se li sfilò per porgerglieli senza dire niente.
-Ma morirai di freddo…- Lily si morse un labbro.
-Tu hai la pelle molto più sensibile della mia. Prendili- la sua espressione sembrava non esprimere nulla ma nel suo stomaco si stava scatenando una tempesta. La sua migliore amica aveva un odore così puro, soddisfacente e  delizioso che se ne sarebbe ubriacato volentieri e il solo pensiero che quell’aroma avrebbe invaso uno dei suoi indumenti lo fece impazzire.
-..Mmh, va bene..- Lily non parve troppo sicura ma accettò e se li infilò. Erano dei guanti un po’ vecchi e rattoppati alle punte e le andavano palesemente grandi ma non se ne curò.
Percossero insieme la strada fino ad Hogsmeade chiacchierando del Lumaparty e della prossima lezione di pozioni -Tu cosa credi che ci farà fare Lumacorno la prossima volta?- chiese Lily mentre si fermavano davanti a “Cartoleria Scrivenshaft".
-Soluzione Corroborante.- rispose il mago.
-Perché lo dici come se fossi sicuro della cosa?-
-Perché ne sono sicuro…- Severus accennò appena un sorriso e fece segno alla sua amica di entrare nel negozio se voleva acquistare del nuovo materiale scolastico. La ragazza aveva bisogno di una piuma nuova. Ne uscirono circa dieci minuti dopo, Lily aveva ciò che le serviva in un sacchetto nella sua tasca e Piton non desiderava altro che averla al suo fianco.
Mentre scendevano per la Hight Street, che divideva Hogsmeade in due perfette metà, la strega notò una chioma bionda a lei molto conosciuta e a stento trattenne un risolino quando si accorse che Louis Tannet le teneva un braccio attorno alle spalle.
-Dici che la porterà nella sala da tè di Madama Piediburro?- domandò sognante.
-Ma chi?- Severus sembrò scendere dalla nuvole. Effettivamente non aveva idea di chi stesse parlando la sua amica.
-Tannet a Natalie!- Lily si aggrappò al mantello del suo amico e iniziò a tirarlo un pochino mentre questi pensava che lui l’avrebbe portata più che volentieri a prendere un tè da Madama Piediburro. “Non oggi Sev, magari domani.” pensò amaramente.
-Li seguiamo?- la ragazza non accennava di voler lasciare la stoffa nera. Lui spalancò gli occhi e iniziò a scuotere il capo -Ma sei pazza?! Capirebbero subito che li stiamo pedinando!-
-Pedinando! Che parolone!- lei scoppiò a ridere -Voglio solo accertarmi che l’appuntamento della mia amica vada nel migliore di modi-.
-Beh…- il mago Serpeverde sembrò estremamente a disagio -Non mi sembra una buona idea.. Non ho proprio voglia di infilarmi negli affari di cuore di Stroneugh.- le labbra sottili si fecero tese sotto lo sguardo di Lily ma prima che questa potesse ribattere per tutta la strada si alzò una chiassosa risata.
Entrambi si voltarono e videro il loro Caposcuola stordito con la faccia sulla neve, era una scena piuttosto divertente da vedere. Natalie si abbassò su di lui con un’espressione preoccupata -Stai bene?- aveva preso una bella botta. Louis aprì gli occhi, si voltò sulla schiena e trovò davanti a sé gli occhi verdi della sua accompagnatrice -Con una tale visione, posso dire di stare benissimo!-
-Oh, ma stai zitto. Sono seria. Ti sei fatto male?- lei gli porse la mano e lui l’afferrò per mettersi a sedere e successivamente tirarsi in piedi.
-Sì, sto bene ma non capisco come sia potuto succedere..-
-Magari c’era un sasso sotto la neve e tu non te ne sei accorto- provò ad ipotizzare la ragazza mentre riprendevano a camminare. Louis non aveva fatto caso alle risa, fosse stato qualche altro al posto suo si sarebbe messo a ridere anche lui.
-Forse.. Forse ero troppo preso dalla nostra conversazione. Sai con te…- le fece un sorriso che in passato le avrebbe fatto sciogliere il cuore. Lei scoppiò in una risata piuttosto amara -Adulatore, non ci provare- e felici proseguirono per il loro cammino.
Ma non molto distante, ben nascosto sotto ad un mantello che riusciva a rendere invisibili, c’era qualcuno di meno ben felice pronto già a passare al piano B.

 

***



Remus si infilò il cappello sul capo in modo da coprire bene le orecchie, con quelle temperature era meglio stare ben riparati.

-Penso che sia l’idea più sciocca che tu abbia avuto da quanto ti conosco- disse mentre passava di fianco a Peter che afferrò la sciarpa dal baule -E ormai siamo amici da un po’ di tempo- aggiunse con estrema tranquillità. -Non mi sta bene!- esclamò Sirius mentre si controllava allo specchio con un fare alquanto soddisfatto. 
-A te non sta bene che una qualsiasi ragazza a cui giri intorno preferisca qualche altro a te… Ma lasciami domandare una cosa: hai mai provato ad approcciarti a lei come una persona normale?- Remus aveva un sorriso serafico stampato in viso e, ciò, infastidì particolarmente il suo amico. Peter annuì sistemandosi attorno al collo lo sciarpone rosso e oro. Il giovane Black gli rivolse un’occhiata stranita, da quando Pete si intendeva di ragazze? Poteva porsi la stessa domanda circa Remus.
-Mi piaceva anche lo scorso anno!- tentò di giustificarsi lanciando uno sguardo alla porta. Quanto tempo ci stava mettendo James? Il piano era piuttosto chiaro: distrarre Natalie, farle dimenticare del suo appuntamento grazie all’incantesimo “Oblivion” e mandarla in biblioteca a studiare.
-Felpato a volte sembra che il tuo cervello sia piccolo quanto quello di un troll di montagna, non ti ho chiesto questo..- Lupin si passò una mano per il viso ma quando sfiorò la cicatrice ritrasse le dita, con fare disgustato. Per fortuna nessuno sembrò notarlo, si sarebbe imbarazzato più del necessario.
-Mi approccio a lei come…- si morse un labbro. Fra loro c’erano sempre stati dei dissidi, ma solo tra loro due.  Natalie andava piuttosto d’accordo con Remus, non apprezzava particolarmente James ma trovava che fosse un buon giocatore di Quidditch e Peter le era completamente indifferente. Allora che problema aveva con lui?!
-Vedi? Non lo sai nemmeno tu. Mi sembra sciocco volerle rovinare un’uscita, anche se si tratta di Tannet- annuì -Sappi che non prenderò parte a questa stupidata- concluse con convinzione.
In quel momento entrò nel dormitorio un ansimante James Potter che sembrava aver affrontato una Salamandra gigante.
-Allora?!- Sirius gli si buttò addosso -Sta facendo la brava in biblioteca?- lo afferrò per il collo del maglione e lo trascinò fino al suo letto. Peter li guardò e cercò supporto in Remus che, con fare indifferente, prese il mantello e se lo posò sulle spalle.
-È andata…- ansimò Ramoso -Mi è scappata.. e… e la McGranitt mi ha minacciato!-
-Questo è decisamente più interessante! Perché?- domandò Remus esplodendo in una leggera risata. James sembrava sconvolto, stava cercando di riprendere fiato. Un conto era trovarsi tutti contro la McGranitt ma un altro era stare tu per tu con la loro Capocasa. Insieme potevano anche sostenere il suo sguardo e ridere delle sue sgridate, ma da soli… beh, era un’esperienza del tutto sconsigliabile. Sirius sembrò dimenticarsi per un momento della questione “Natalie” e si dedicò completamente al suo amico -Che ti ha detto?- aveva un che di drammatico quella scena.
-Ha detto…- il mago dagli occhi nocciola si sfilò gli occhiali e se li pulì con il bordo della camicia -Ha detto che se Grifondoro non vince contro Corvonero mi farà vedere i sorci verdi. Ha fatto una scommessa con il professor Vitious… Come se non ci allenassimo abbastanza!-
-Uh, pensavo che fosse successo!- esclamò Remus appoggiandosi contro il legno delle colonne del suo letto -Non hai da preoccuparti, no? Lo sa tutta Hogwarts quanto sei forte!- disse incoraggiante. Peter disse a bassa voce -Sei il miglior Cacciatore che Grifondoro abbia mai visto.-. In un’altra occasione James si sarebbe pavoneggiato e avrebbe messo in mostra il suo lato davvero poco modesto ma in quel momento si sentì affranto, scoraggiato ed era dispiaciuto di non essere stato di alcun aiuto a Sirius. Si voltò verso il suo migliore amico -Mi dispiace, fratello.-. Dal canto suo il mago dai capelli scuri scosse il capo e poggiò una mano sulla spalla destra del suo amico -Vorrà dire che ci inventeremo qualcos’altro!-.



Anche l’idea di far fare a Louis Tannet la figura dell’idiota davanti a Natalie era fallita miseramente.
 James, Sirius e Peter erano nascosti per bene ma la delusione di Felpato era palpabile.
Si buttarono in una stradina laterale di Hight Street e si appiattirono contro il muro di pietra -Se fossi stato io al posto di Tannet, Natalie mi avrebbe preso in giro per tutta la vita..-
-Forse Remus ha ragione…- provò a suggerire Peter.
-Non mi nominare quel traditore! Ha preferito i Calderotti a noi…- sbuffò Sirius.
-Però devi ammettere che è stato divertente vederlo mangiare la neve! Personalmente mi sono preso una bella soddisfazione- James sfilò via il mantello dell’Invisibilità, lo piegò e se lo infilò in tasca. Ormai erano piuttosto lontani da occhi indiscreti.
-Che dite? Prima di andare da Rosmerta ce lo facciamo anche noi un giro da Mielandia?- propose. Sirius, però, sembrava pensieroso -Avviatevi, vi raggiungo dopo!- disse facendo un occhiolino ai suoi amici e, a passo svelto, tornò sulla strada principale. Si guardò attorno e, con la sua camminata elegante e carica di nonchalance, iniziò a passeggiare tranquillamente come se niente al mondo potesse infastidirlo.
-Sirius Black!- sentì una familiare voce femminile alle sue spalle, si voltò e trovò a pochi metri di distanza una splendida Eleanor Preast  -Ehi dolcezza, tutto bene?- le rivolse il più smagliante dei sorrisi e le si avvicinò. Lei fece una risatina civettuola -Io sì, ma come mai sei lontano dal branco? Prima ho visto Lupin entrare da Mielandia da solo… non dirmi che avete litigato…- mise su un broncio adorabile al quale Sirius non seppe resistere. L’afferrò per la vita, stringendola delicatamente e le diede un bacio sul naso -Non ti preoccupare, non passiamo la nostra vita in simbiosi- questa era una bugia grande quanto l’Arazzo dell’albero genealogico della sua famiglia.
-Ti va di fare una passeggiata assieme?- le propose -Magari possiamo andare da Madama Piediburro!-. Lei sembrò perplessa -Il ritrovo delle coppie felici?-. Il mago rimase a bocca aperta e alzò una mano cercando di sembrare più spontaneo possibile -Ehh… seh…- perché non pensava mai prima di blaterare? Remus glielo ripeteva in continuazione. Eleanor si aprì in un largo sorriso ed istintivamente gli prese la mano premeditando di consumargli le labbra a forza di baci.



Nell’affollatissimo locale di Madama Rosmerta, in un angolo vicino alla decoratissima vetrata, Lily e Severus erano seduti al tavolo a bere Burrobirra. Il labbro superiore della ragazza era macchiato dalla schiuma biancastra, tipica della bevanda, ma lei non ci aveva fatto minimamente caso considerando quanto fosse impegnata a tenere d’occhio la sua amica e il loro Caposcuola. Piton, dal canto suo, si trovava immensamente a disagio: aveva cercato di far notare più volte a Lily che aveva dello sporco sull’arco di Cupido ma lei non gli prestava minimamente attenzione. Sbuffò appena e si accigliò -Lily, trovo che il tuo comportamento sia leggermente maleducato-.
-Perché?- la strega sembrava essere stata appena colpita da un Bolide.
-Beh. sei qui con me ma mentalmente sei seduta al tavolo con la tua amica-.
La sua bocca si trasformò in una piccola o -E inoltre, sono circa cinque minuti che cerco di farti notare che ti sei macchiata il labbro con la Burrobirra- le passò un fazzoletto. Lily era decisamente in imbarazzo, afferrò il tovagliolo che le venne porto e si pulì subito.
-Hai ragione. Scusami- disse rivolgendogli un sorriso gentile -Che dici se dopo andiamo da Mielandia?- propose.
-E scontrarmi, con grandissima probabilità, con quei deficiente di Potter e i suoi amici?- Severus sbottò in tono scontroso. Questa reazione lasciò davvero allibita la strega dai capelli rossi -Potevi semplicemente dire che non ti andava, piuttosto che rispondere con un fare così arrogante- le sopracciglia vermiglie si contrassero insieme alla sua espressione, palesemente arrabbiata. Ultimamente il suo migliore amico aveva, sempre più spesso, delle reazioni incontrollate che non sapeva decifrare ma che sfortunatamente comprendeva da che influenza fossero dovute.
-Tu non sei così, Sev.- disse Lily severa, decidendo una volta per tutte di affrontare quella scomoda verità -Tu sei gentile! Certo, hai sempre detestato Potter e il suo seguito ma ricorda che io non ti ho fatto nulla di male e la persona che ho qui di fronte, beh… Beh, provo difficoltà a riconoscerla- considerando che lei era sempre stata dalla sua parte e aveva sempre preso le sue difese. La ragazza stava per alzarsi e rinfilare il mantello sulle spalle, quando una mano pallida si aggrappò al suo maglione scuro -Mi dispiace, non volevo risponderti così…- Severus parlò così piano che Lily non comprese subito. C’era davvero troppa confusione là dentro. Lei gli sorrise e gli strinse gentilmente la mano -Non ti preoccupare. Ma davvero dovremmo uscire, abbiamo molta più probabilità di incontrarli qui dentro che da Mielandia- porse i guanti al mago, dato che le sue dita si erano sufficientemente riscaldate e attese che anche lui fosse pronto  per lasciare il caldo tepore del locale.
Quando furono per strada, con le scarpe sporche di neve, Severus chiese alla sua amica -Come fai ad essere sicura che tra poco raggiungeranno “I tre Manici di Scopa”?-
-Oh!- iniziò lei con una risatina leggera -Perché Black ama flirtare con Rosmerta-.



Natalie era troppo concentrata su quello che le stava dicendo Louis per accorgersi che la sua compagna e Severus Piton avevano appena lasciato il locale. Ad essere corretti, non si era neppure resa conto che fossero lì per spiarla. Quella giornata stava trascorrendo in maniera quasi perfetta e, nonostante la caduta del suo accompagnatore, lui sapeva davvero farci. Era bello, purtroppo peccava leggermente di poca umiltà ma aveva una buona parlantina e sopratutto era un ottimo ascoltatore. La strega bionda era colpita da tutto ciò, nonostante sapesse che fosse pieno di sé quasi quanto James Potter.
-Quindi hai due fratelli più piccoli?- le chiese, ma la confusione attorno a sé non le fece capire una parole.
-Non ho capito niente!- trillò Natalie.
-TI HO CHIESTO…HAI DUE FRATELLI PIU’ PICCOLI? -
-Ah, sì! Si chiamano Ani e Tom. Ani inizierà Hogwarts l’anno prossimo!-
-Davvero? Che peccato! Non potrò conoscerli- disse Louis portandosi alle labbra il suo calice di idromele. Natalie non capì il senso di tale affermazione, probabilmente Louis si stava sforzando di tenere viva la conversazione. Gli sorrise educatamente e finì l’ultimo goccio di Burrobirra.
-Che ne dici se usciamo?- gli propose -C’è troppa confusione qua dentro!-. Il Caposcuola fu d’accordo e insieme si diressero verso l’uscita del pub.
Sembrava che tutto stesse andando a meraviglia, nessun Malandrino o Sirius Black pronti a darle fastidio. Certo, l’atteggiamento avuto da James Potter nel castello era stato piuttosto sospetto ma non intendeva curarsene più di tanto. Era il suo primo appuntamento ed era intenzionata a goderselo fino alla fine, indipendentemente dall’esito. Si era posta davvero tante domande da quando Louis le avevo chiesto di uscire poiché era stato così strano e improvviso. Con grande possibilità, la tredicenne assopita dentro di lei stava facendo i salti di gioia in quel momento.
-Stai studiando per i M.A.G.O?- Natalie si strinse nelle spalle, il freddo stava cominciando ad essere davvero intollerabile.
-Oh, sì! Certo. Tanto quando uscirò avrò un posto al Ministero, sai con mio padre…- cercò di non atteggiarsi ma la ragazza notò subito la vena superba con cui aveva parlato -…non credo che avrò grandi problemi!- il mago si affrettò di concludere la frase notando che la strega non sembrò impressionata.
-Anche mio padre lavora al Ministero- Natalie inarcò un sopracciglio. Non le sembrava motivo di vanto, più delle persone che conosceva aveva qualche parente che lavorava al Ministero della Magia.
-Ah sì? E tua madre che lavoro fa?-
-A lei non piace uscire di casa, penso che esca un paio di volte al mese…-
-Ma davvero?- Louis era sinceramente stupito -E perché? Se non sono troppo sfacciato…-
-Mi fai una domanda alla quale nessun membro della nostra famiglia sa rispondere.- Natalie scoppiò a ridere. Il ragazzo le afferrò la mano e la strinse dolcemente nelle sue facendola arrossire. La trovava così carina: non era particolarmente bassa e aveva un bel fisico, un viso tondo e dolce nel quale erano incastonati due elegantissimi occhi verdi-cerulei.
Delle ragazze del sesto anno di Grifondoro che passarono di lì notarono la scena e si misero a ridacchiare, probabilmente per nascondere la loro disapprovazione.
-Ti da fastidio?- le chiese Louis.
-No, affatto- rispose piano Natalie.
In quello stesso momento passarono di fronte a loro James Potter, Remus Lupin e Peter Minus. James e Peter sembrarono stupiti e piuttosto sconvolti mentre il terzo ragazzo continuava a mangiare i suoi Calderotti con noncuranza.
-Ma hai visto cosa stavano facendo?- il mago occhialuto gli diede un pizzico sul braccio.
-Sì e quindi?-
-Ma Sirius dov’è?- Peter fece una smorfia.
-Probabilmente a recuperare il suo buonsenso- provò ad indovinare Remus. Con quel freddo le sue gote si erano arrossate inevitabilmente e tutti i suoi difetti erano messi ancora più in risalto. Provò a non pensarci più di tanto ma il solo pensiero che qualche “estraneo” potesse fare domande indesiderate gli faceva rivoltare le budella.
James sogghignò -Quando ne è stato provvisto?- rise.
-Su questo siete molto simili!- Remus gli fece un occhiolino divertito.
Natalie e Louis li avevano superati da un pezzo quando Lily e Severus ripercorsero la strada di fronte a “I Tre Manici di Scopa”.
-Evans! Mocciosus!- James si buttò fra la coppia e scagliò lontano il mago Serpeverde -Vi state godendo la passeggiata?-
Lily gli puntò la bacchetta sotto al mento e con un’espressione di puro odio mormorò a denti stretti -Stai lontano da noi…-
-Lily, non ne vale la pena…- cercò di sussurrare invano Severus prendendo però, a sua volta la bacchetta ma tenendola ben nascosta.
-Che furba, Evans! Ma non sai che non puoi usare la magia fuori dalla scuola?-
-Mi serve solo per evitare che tu rompa ancora le scatole!- la ragazza dai capelli rossi non accennò minimamente di allontanare la bacchetta dal pomo d’Adamo del suo compagno di Casa. Peter era impietrito e cercava aiuto in Remus che sembrava piuttosto rilassato, Lily non avrebbe mai fatto niente di stupido.
-Devo dire che questa è una scena che non mi sarei mai sognato di vedere!- la voce di Sirius Black rimbombò chiara mentre cinque paio di occhi si posarono su di lui. Aveva delle macchie di lucida labbra sul mento e sulla bocca e diversi segni violacei sul collo. La solita espressione divertita sul viso e l’aria strafottente che lo contraddistinguevano, mentre i primi bottoni della camicia erano spersi chissà dove.
-Mio Dio, Felpato! Ma hai partecipato ad una guerra?-
-Molto meglio, mio caro Pete. Continuo a provare sensazioni che Mocciosus può solo sognare mentre gioca a fare il pozionista- e con un ghignò piuttosto ampio schernì la loro vittima preferita.


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Ecco a voi il terzo capitolo! Grazie ancora a chi segue questa storia e alla ragazza che ha recensito, come al solito per me vuol dire molto!

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Capitolo 4
*** La prima partita di Quidditch della Stagione
 ***


La prima partita di Quidditch della Stagione




Erano passate circa due settimane da quando Louis e Natalie erano usciti insieme per la prima volta e il Caposcuola, come avevano ben notato quasi tutti, non riusciva a staccarsi dalle labbra della strega bionda. Lily li aveva beccati negli angoli più assurdi della scuola, compreso dietro una roccia del cerchio di pietre.
-Per essere un Caposcuola non ha la più pallida idea di cosa sia la discrezione- le sussurrò durante una lezione di Trasfigurazione mentre la McGranitt passeggiava fra i banchi osservando i suoi alunni eseguire l’incantesimo trasfigurante. Quel giorno dovevano far cambiare colore di capelli al proprio vicino di banco.
Prima che Natalie potesse rispondere, sentì un urlo alle sue spalle. Katie Benet, di Tassorosso, aveva trasformato i capelli di Emily Red in una smagliante chioma di unicorno color lilla.
L’insegnante avvilita congedò la ragazza dicendole di correre in infermeria, dove Madama Chips le avrebbe dato un antidoto. Non si premurò neppure di levare loro dei punti.
Natalie riportò l’attenzione sulla sua amica e sussurrò pianissimo -Cosa c’è di strano, Lily? Siamo fortemente attratti l’uno dall’altra…-
-Questo non lo metto in dubbio, però…- si morse un labbro e scosse il capo -Ha una predilezione per i posti insoliti, no?-. L’amica alzò gli occhi al cielo e le puntò la bacchetta contro.
-Mutacapelli!- disse in maniera forte e chiara così che il crine rosso di Lily mutasse in un elegante castano cioccolato.
-Non male, sai? Dovresti valutare un cambio permanente- Natalie le fece l’occhiolino.
-Ah sì? Vediamo invece che cambio di look dovresti fare tu!-
-Un cambio di cosa?- la bionda sembrò perplessa. Lily sospirò divertita, a volte dimenticava che le loro origini erano molte diverse. Mentre lei era Babbana di nascita, Natalie proveniva da una delle più vecchie famiglie di Sanguepuro. Durante il loro primo anno le aveva spiegato che faceva parte delle “Sacre Ventotto” anche se si distaccava completamente dalla mentalità chiusa ed austera che contraddistingueva questa specie di “setta”.
-Loro ci chiamano traditori del nostro sangue, ma dice papà di non curarcene, che non bisogna fare distinzione fra chi è nato Babbano, chi proviene da una famiglia mista o chi è, così detto, “purosangue”-.
Le aveva raccontato una delle prime sere che si erano ritrovate da sole in dormitorio. Non l’aveva mai sentito usare parole come sanguesporco o mezzosangue, Lily per questo, e per tanto altro, la rispettava molto.
-Diciamo che certi termini non vengono usati dalla gente per bene…- le aveva spiegato durante il loro secondo anno. Queste cose gliele aveva già raccontato Severus all’età di nove anni ma, non sapeva spiegarsi perché, dette da Natalie facevano tutt’altro effetto.
-Quello che voglio dire…- disse sorridendo -Vediamo che colore dovresti cambiare tu-
-Vediamo, ma sappi che sono troppo affezionata al mio biondo!-
-Mutacapelli!- il biondo della strega sparì e al suo posto comparve un forte color rosso. Non le stava male ma rendeva il suo viso davvero pesante.
-Dalla tua espressione devo dedurre che non mi dona…- ma prima che Lily le potesse rispondere si sentì un tonfo provenire dal fondo dell’aula.
-Signor Potter!- la voce della McGranitt rimbombò per tutta l’aula -Cosa hai combinato?-. Tutta la classe si voltò nella direzione in cui era scoppiato quel frastuono e fu piuttosto chiaro il motivo per cui la loro insegnante di Trasfigurazione fosse tanto indignata. James Potter aveva casualmente trasformato l’intera epidermide di Peter Minus in un disgustoso grigio topo.
-La formula era semplice e si parlava di capelli! Per Merlino, Minus corri in infermeria anche tu!-. Sirius sghignazzava sotto i baffi, era seduto affianco ad un esausto Lupin.
-Black, tu hai poco da sorridere.- la McGranitt si voltò verso di lui e gli puntò la bacchetta contro -Meno cinque punti a Grifondoro- disse rossa in viso e con fare iracondo.
Remus alzò gli occhi al cielo e mormorò un impercettibile “Glielo avevo detto che era una pessima idea”.
-
Ma professoressa! A Tassorosso non ha levato dei punti!- ribatté Lily, indignata.
-La signorina Benet non ha trasfigurato la chioma della compagna solo per attirare l’attenzione su di sé. Tu mi capisci, non è così signorina Evans?-.
La ragazza storse le labbra e girò il busto in direzione di Natalie -Non è giusto.- borbottò.
-Quando con quel gruppo qualcosa è giusto?- e così dicendo continuarono i loro incantesimi di Trasfigurazione.


-Okay, Herper mi raccomando, presta attenzione a Winston, è lui l’osso duro della squadra di Corvonero. Meredith e Carter, basta controllare le vostre ginocchiere, stanno bene. Vi ricordate cosa dovete fare?- James era seduto sulla sua scopa, nel bel mezzo del campo di Quidditch e stava ripetendo per l’ennesima volta ciò che avrebbero dovuto fare durante l’imminente partita.
-Mio Dio, James. Ma quanto sei scocciante?- sbuffò Matilda Collins. Lui la guardò con rimprovero -Sono stato minacciato dalla McGranitt!- le ricordò.
-E adesso te la fai addosso perché la professoressa ti ha messo sotto pressione? Oppure è per quello che hai combinato qualche giorno fa nella sua aula?- lo provocò la Cacciatrice.
-Calma i toni, Collins, ricorda che posso ancora cacciarti dalla squadra- rispose il mago occhialuto. Si guardò attorno -Qualcuno ha altro da aggiungere? No? Ottimo, stavo dicendo. Herper sei il miglior portiere negli ultimi due anni, ti prego, non deludermi. Sai cosa vuol dire parere i colpi di quell’armadio di Winston.-
Meredith alzò una mano, imbarazzata -Mi voglio ritirare.-
-No che non lo farai!- sbottò James -Sei la migliore battitrice del tuo anno-
-Sì ma ho paura! Se un Bolide mi colpisce in fronte?-
-Finirai al San Mungo- rispose annoiatamene Matilda.
-Collins, la smetteresti di fare del nonnismo?-
La ragazza alzò gli occhi al cielo e salì in sella alla scopa -Mentre tu fai supporto psicologico alle nostre battitrici, possiamo cominciare ad allenarci? Porto su anche Forbes!-
-Sono io il capitano, Tilda. Non tu- sapeva quanto odiasse quel soprannome.
-Va bene, Potter- fu proprio il sopracitato Forbes a parlare -Ma abbiamo il campo prenotato solo per due ore, più tardi arriveranno i Corvonero che vorranno allenarsi anche loro. La partita è fra due giorni appena!-
-Mio dio, Kit, so quand’è la partita, non c’è bisogno che me lo ricordi tu!- i nervi di James stavano esplodendo. Ormai ognuno stava andando ruota libera e il mago non riusciva più a tenere tutti sotto controllo. Era sempre così, ad ogni prima partita della Stagione… inoltre si aggiungeva il fatto che fossero appena entrate in squadre le due nuovi giovanissime giocatrici.
Ogni volta era sempre un trauma. Si ritrovò a pensare che forse aveva fatto male ad essere così entusiasta quando la McGranitt gli aveva annunciato che era diventato il nuovo Capitano della squadra.
James si sistemò gli occhiali sul naso e fece un cenno a Matilda -Va bene, allora mentre io sistemo qua cominciate ad allenarvi fra di voi. Forbes, tu cerca di prendere il Boccino almeno per una quindicina di volte prima che io salga su- li congedò dando loro le spalle e si concentrò su Meredith e Carter.
Nonostante fosse stato messo alle strette dalla McGranitt, James sapeva da quando era entrato in squadra che il suo solo obiettivo era vincere e mostrare alla scuola quanto valesse la casa di Grifondoro. Si immaginava spesso con la Coppa del Quidditch fra le mani, mentre la reggeva in alto fra le grida felici dei suoi compagni di Casa. Immaginava il sorriso di Lily Evans allargarsi in maniera smisurata perché aveva incontrato il suo sguardo. Immaginava anche quanto sarebbe stato bello se lei gli avesse buttato le braccio al collo e lo avesse baciato (lui avrebbe fatto cadere la Coppa ma dietro di lui ci sarebbe stato uno scattante Sirius ad afferrarla).
Ma gli occhi preoccupati dei nuovi membri lo riportarono alla realtà e si rese conto che Lily non avrebbe mai fatto niente del genere.
-Okay, cominciamo a lavorare un po’ sulla vostra autostima, eh? Dopo non voglio sentire storie, si gioca!- e con fare amichevole cercò di illustrare alle ragazze il miglior modo di mantenere la calma durante una partita.
Nel frattempo, seduto scosciatamene sugli spalti, Sirius stava osservando Matilda Collins che lanciava la Pluffa ai suoi compagni di squadra. Remus aveva accettato di fargli compagnia, a patto che lo lasciasse studiare senza disturbarlo troppo.
-È davvero carina- disse Sirius sporgendosi leggermente in avanti.
-Ancora Natalie? Lascia perdere, adesso esce con Tannet- rispose Remus senza alzare il naso dal libro di Incantesimi. Sarebbe stata dura quell’anno, con i G.U.F.O, mentre Sirius si preoccupava quasi esclusivamente di quanto fossero appetibili le ragazze della scuola.
-Nah, ora è storia vecchia. Roba di due settimane fa. Parlo di Matilda Collins.-
-Sai qual è la politica di James: non si può uscire con i membri della squadra. O dovrei dire, Felpato non può flirtare con i membri di sesso femminile della squadra.-
-Sì ma…-
-Senti Sirius- il ragazzo gli scoccò un’occhiata piuttosto nervosa -Prima di tutto, non l’ho scelta io questa stupida regola. Seconda cosa, ti ricordi cosa mi avevi promesso prima di infilarci sotto il mantello dell’Invisibilità? Che non mi avresti infastidito. Vorrei passare gli esami-. Tra le altre cose, stava cominciando a preoccuparsi. Madama Bumb aveva espressamente proibito a chi non fosse parte della squadra di andare ad assistere agli allenament questo perché, dopo l’ultima partita dell’anno precedente, Grifondoro e Tassorosso avevano litigato. Si era scoperto che Edith Ponch (Grifondoro), che si era diplomata lo scorso anno, era andata a riferire tutte le mosse della squadra della sua Casa a Denis Corper, battitore di Tassarosso, con il quale era fidanzata. Alla fine del semestre, durante i M.A.G.O, si erano lasciati e Serpeverde aveva vinto la Coppa del Quidditch.
Sirius sbuffò -Scusa, vorrà dire che mi terrò le mie considerazioni per me-. Remus concordò mentalmente e si disse che forse quello fosse il pensiero più intelligente che avesse avuto da quando erano amici. Improvvisamente sentirono qualcosa, o meglio qualcuno, squittire vicino ai loro piedi. Era un topo, la forma Animagus del loro amico Peter Minus. Questi si infilò sotto al mantello e ritornò umano.
-Ehi Pete, dove sei stato?- gli chiese Sirius.
-Lezione.. contro.. creature..-
-A lezione di “Cura delle Creature Magiche”?- cercò di tradurre per lui Remus. Il mago annuì.
-E perché hai l’affanno?- continuò Felpato, scostandosi una ciocca di capelli davanti al viso.
-Ho corso da un lato all’altro del giardino, prova a farlo tu!-
-Se potessi farlo, perché no? Adoro essere un cane!-
Remus e Peter si voltarono a guardarlo con fare perplesso e si scambiarono un’occhiata stranita.
-Non avete idea di quanto sia bello essere nudi… correre liberi per l’erba…-
-Okay…- il mago con la cicatrice riportò l’attenzione sul proprio volume di “Incantesimi Avanzati per Fattucchieri Ordinari” e fece capire che non intendeva continuare quella conversazione.
Peter puntò i suoi occhi azzurri sulla smilza e minuscola figura di James e si grattò il capo.
-Ma che sta facendo? Perché non si sta allenando?-
-Oh…- Sirius si infilò distrattamente le mani in tasca e appoggiò la schiena contro il legno della seduta -Supporto psicologico per le nuove arrivate pre partita.- e così dicendo si concentrò completamente su una sicurissima Matilda Collins che giocava divinamente.


Quando James aprì gli occhi non si rese subito conto che giorno fosse. Gli ci volle persino un po’ per capire dove si trovasse e chi fosse.
Poggiò malamente una mano sul comodino e cercò gli occhiali che, come previsto, caddero per terra. -Merda…- sussurrò e si buttò con mezzo busto fuori dal letto alla ricerca dei suoi preziosissimi occhiali. Non riusciva a distinguere nulla, era tutto sfocato, finché due mani pallide (che constatò fossero quelle di Remus a causa della loro freddezza) non gli passarono il tanto agognato oggetto.
-Grazie Lunastorta!- si mise seduto in mezzo al letto e notò che il vetro fosse scheggiato. Prese la bacchetta e se la puntò incontro -Oculus Reparo-, le lenti tornarono come nuove. Remus era tornato sul suo letto e teneva in grembo il libro che si era portato durante gli allenamenti di Quidditch.
-Che ci fai già sveglio?- James scese dal suo baldacchino, maledicendosi di non essersi messo i calzini la sera prima. Il contatto con il pavimento gelato lo fece rabbrividire.
-Dovevo necessariamente studiare, Ramoso. Tu e Sirius non avete minimamente notato che ci stanno riempendo di compiti?-. James non se la sentì di ribattere, anche se studiare alle sei del mattino era troppo persino per Remus. Si limitò ad abbassarsi sul suo baule, afferrare la sua divisa di Quidditch rossa con su scritto in oro “Potter” e trotterellare verso il bagno. Sentiva il bisogno di farsi una doccia bollente, lo avrebbe aiutato a rilassarsi e ad affrontare meglio quella giornata. Mezz’ora più tardi poteva annunciare fieramente che il Capitano era pronto.
Lo stesso non si poteva dire dei suoi amici. Quando tornò nel loro dormitorio trovò Sirius che cercava di mettersi il maglione della divisa al posto dei pantaloni, Peter che non riusciva ad accoppiare i calzini e Remus che camminava avanti e indietro, nel disordine generale con un cappello rappezzato che gli copriva le orecchie.
-Vi precedo- disse solo, nonostante fosse parecchio divertito dalla situazione -Ci vediamo in Sala Grande-. Scese in Sala Comune che trovò deserta, il solo rumore che si sentiva era lo schioppettante bruciare del fuoco nel camino. James provò l’impulso di scendere nelle cucine e abbracciare tutti gli elfi… si stava così bene, al caldo, fra le rassicuranti tappezzerie di Grifondoro. Attraversò il ritratto della Signora Grassa che gli urlò “Buona fortuna per oggi!” e speditamente raggiunse la Sala Grande. La maggior parte dei posti erano liberi, molti studenti probabilmente si sarebbero svegliati un’ora prima della partita e James li invidiò per questo. Era sabato, non gli sarebbe dispiaciuto dormire un po’ di più.
Trovò Herper sorseggiare succo di zucca e mangiare toast e uova. Il mago gli si accomodò affianco e iniziò a riempire il suo piatto di frittelle, aveva bisogno di forze.
-Come ti senti?- gli chiese. Era sempre stato premuroso con i suoi compagni di squadra, ora ancora di più poiché era il Capitano.
Mick Herper si strinse nelle spalle, non era un tipo da molte parole -Normale- rispose atono -È il sesto anno che gioco come portiere-. James fu grato di sentirselo dire, aveva una preoccupazione in meno.
In pochissimo tempo la Sala Grande si riempì e i Malandrini si riunirono al loro amico. Sembravano tutti rilassati e Sirius aveva capito quale fosse il posto del maglione.
-Ti ho portato i guanti di drago- disse Remus a James -Come al solito, te li sei dimenticati.-
-Oh, grazie Luna! Sei grande!- se li infilò nella tasca della divisa e tracannò l’ultimo goccio di succo di zucca. Si alzò e osservò i membri della sua squadra -Quando siete pronti raggiungetemi, io vi aspetto negli spogliatoi, chiaro?- e senza attendere risposta percorse la navata centrale, fermandosi dove era seduta Lily Evans in compagnia delle sue amiche.
-Ehi, Evans! Augurami buona fortuna!- le fece l’occhiolino lasciandola letteralmente a bocca aperta. Sentì la voce di Mary McDonald dire “Non cambia mai”.
Niente avrebbe potuto rovinare quella giornata, se lo sentiva. La partita sarebbe andata benissimo, aveva lasciato di stucco Lily Evans e il cielo era sereno poiché non c’era troppo sole ma non era eccessivamente nuvoloso. La cosa importante era che non pioveva, sarebbe stato difficile giocare in quelle condizioni.
Ma prima che potesse mettere il piede sul gradino di pietra, che lo avrebbe condotto all’esterno della scuola, si sentì come se qualcosa lo stesse trafiggendo sulla nuca. Si voltò ed effettivamente incontrò un paio di occhi grigi molto simili ad altri, a lui davvero cari. Regulus Black si era fermato in mezzo al Salone d’Ingresso e lo stava osservando con severità. I suoi capelli scuri erano pettinati e indossava la divisa in maniera eccessivamente ordinata. Era totalmente l’opposto di suo fratello maggiore e questa cosa continuava a rasserenare James. Dietro Regulus passarono ghignando Avery e Mulciber, senza degnare al Capitano di Grifondoro uno sguardo.
A quel punto i bei tratti del minore dei Black si contrassero e, con un’espressione del tutto neutra, entrò nella Sala Grande. Prima che scomparisse completamente dalla sua vista James notò che aveva sfiorato leggermente la spalla del fratello maggiore, poco più alto di lui. Sirius gli lanciò un’occhiata carica di disprezzo e si affrettò a sedersi.
James sperò vivamente che questo piccolo gesto non rovinasse l’umore del suo migliore amico.
Sono io tuo fratello.” pensò correndo fuori, cercando di concentrarsi completamente sulle sue sensazioni positive. Raggiunse lo spogliatoio più velocemente di quanto si aspettasse e in meno di venti minuti questo si riempì degli altri componenti della squadra.
James teneva stretta nella mano destra la sua Tornado -Facciamoli secchi. Siete stati tutti bravissimi agli allenamenti, sono fiero di tutto voi.- i suoi occhi nocciola si posarono per un secondo di più su Carter e Meredith. Quando sentirono le urla provenire dal Campo si misero in fila ed uscirono, montando rapidamente sulle loro scope.
Grida di gioia si innalzarono fra gli spalti, in particolar modo dal lato dei Grifondoro e dei Tassorosso. I Corvonero si limitarono a fare qualche urletto mentre dalle bocche dei Serpeverde uscirono parecchi commenti volgari ed offensivi.
Madama Bumb era in mezzo al campo, il baule delle Palle vicino ai piedi e il fischietto fra l’indice e il pollice.
-I Capitani si stringano la mano!- disse ad alta voce. James Potter si avvicinò a Martin Johnson e gli porse la mano, questi la strinse.
-Mi raccomando!!- l’allenatrice di Quidditch aveva alzato la voce di qualche decimo -Voglio un gioco pulito- il tono era piuttosto minaccioso. Appoggiò il fischietto fra le labbra e fischiò.
Tutti i giocatori iniziarono a disperdersi per il campo, i Cercatori si buttarono alla ricerca del Boccino e i Portieri andarono ad occupare i cerchi.
-Benvenuti alla prima partita della stagione!- la voce di Pandora (presto in Lovegood) squillò per tutto il campo -Sono seduta vicino alla professoressa McGranitt e farò la telecronaca di questo primo scontro tra Corvonero e Grinfondoro- la McGranitt le fece presente che non stavano assistendo ad una sfida fra i membri del club dei duellanti e Pandora, scostandosi una ciocca di capelli dal naso, le disse che “aveva tutto sotto controllo”.
-James Potter si è già impossessato della Pluffa! Magnifico- il suo tono, di solito sempre pacato, era quasi irriconoscibile. Era carica di adrenalina e la sua carnagione quasi cadaverica aveva lasciato posto ad un rosso fiammeggiante. Era chiaro che non vedesse l’ora di riprendere il posto da commentatrice ufficiale delle partite di Quidditch.
-Per Merlino, Bobby Tinder!- il cacciatore di Cornovero -Ma hai preso parte agli allenamenti? Sembra che stai ballando il tip tap sulla scopa…. oh? Come professoressa? Ah sì, ha ragione. Il mio compito è commentare le partita.. Uuuuh, Matilda Collins ci va su pesante!-
Infatti Matilda aveva appena dato uno spintone piuttosto forte a Lena Goth, altra cacciatrice di Corvonero.
James sentiva di star giocando divinamente e che stava dando il meglio di sé, assieme alla sua squadra. Dopo dieci minuti il tabellone segnava trenta a zero per Grifondoro. Se Forbes fosse stato in grado di prendere il Boccino in tempi brevi avrebbero concluso la partita brillantemente. Il Capitano provò l’impulso di lanciare un’occhiata sugli spalti per incrociare gli sguardi dei suoi migliori amici ma sapeva che il suo unico scopo era quello di vincere, per i festeggiamenti ci sarebbe stato tempo più tardi. Meredith lanciò un Bolide così potente che fece scivolare dalla scopa Bobby Tinder, scaraventandolo oltre un cerchio.
Dopo venti minuti Grifondoro e Corvonero si trovarono in situazione di parità -Uhh, Potter non sembra così contento!- commentò Pandora -Forse Forbes dovrebbe darsi una mossa.. Oh? Ma che succede?! Uhhhh, professoressa McGranitt, guardi!!- la ragazza bionda strattonò il braccio della sua insegnante con fare poco delicato, la quale la rimproverò severamente minacciandola di levare cinquanta punti a Corvonero. La strega non sembrò farci caso e urlò fortissimo -FORBES HA AVVISTATO IL BOCCINO!!!-.
Anche Sirius aveva visto il Boccino, si stava quasi scaraventando giù per gridarlo al Cercatore della sua Casa. Remus lo teneva per le spalle mentre Peter lo stava afferrando per la vita -Felpato se cadi di sotto e fai interrompere la partita sul più bello, James non ti perdonerà mai!- gli disse quest’ultimo in tono preoccupato.
Sirius si lasciò scappare diversi insulti che arrivarono alle orecchie di Natalie -Complimenti Black, un linguaggio da vero Lord!- gli disse voltandosi nella sua direzione. Il mago alzò gli occhi al cielo -Torna a baciarti con Tannet, Stroneugh- la provocò maliziosamente.
La strega gli lanciò un’occhiataccia e tornò a fare il tifo per la sua squadra.
Kit Forbes volava spedito per tutto il campo, il suo rivale era poco dietro ma lui non aveva intenzione di farsi superare. Avrebbe concluso lui quella partita. Quando notò la scintillante pallina volante farsi sempre più vicina allungò la mano guantata così che che le sue dita potessero sfiorare la superficie liscia. C’era quasi, doveva solo chiudere la mano a pugno e la prima partita della stagione sarebbe stata vinta da Grifondoro.
-E GRIFONDORO VINCE! BRAVISSIMI!- la voce di Pandora tuonò per tutto il campo insieme agli applausi e le urla di gioia. James volò in picchiata verso il suo Cercatore che travolse con un grosso abbraccio, i membri della squadra lo imitarono subito.
Herper e il mago occhialuto si caricarono Forbes in spalla mentre questi lanciava in aria il pugno in cui stringeva la pallina della vittoria.

 

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Capitolo 5
*** Paura ***


Paura



La Sala Comune era piena di persone. James, ancora in divisa da Quidditch, non aveva mollato un momento Forbes che aveva lasciato svolazzare il Boccino d’oro all’interno della stanza.
Sirius era impegnato a scambiarsi effusioni non troppe caste con Matilda Collins in un angolo remoto mentre Lily parlottava allegramente con Mary e Marlene.
-Ma dov’è Natalie?-
-Diciamo pure che aveva da fare…-
Marlene rise. -Doveva scavare la cavità orale di Tannet?-
Lily non rispose ma le sue gote rosse parlarono per lei. Remus era seduto vicino a lei, ma era troppo impegnato a mangiare Cioccorane per ascoltare i discorsi fra le ragazze. Peter era seduto ai suoi piedi, un calice di Burrobirra in mano e un sorriso idiota dipinto in faccia. Si sentiva così felice in quel momento, niente e nessuno avrebbe potuto rovinare quel giorno di festa.
-Ehi, Coda!- urlò James, che aveva finalmente lasciato respirare il suo Cercatore.
-Dimmi Ramoso!- il ragazzo scattò in piedi. Il mago occhialuto avvolse le spalle del suo amico con un braccio -Siamo a corto di provviste…- disse sottovoce -Dovresti scendere giù nelle cucine, senza farti notare da Gazza, e chiedere ai nostri piccoli amici di rifornirci-. Peter annuì, soddisfatto che James lo avesse chiesto proprio a lui.
-Consideralo già fatto!- fortunatamente nella Sala Comune c’era troppa confusione e nessuno parve notare il suo furtivo sgattaiolare. 
James si avviò nella direzione di Lily, le afferrò un braccio e si sedette sul bracciolo vicino a lei, sorridendole in maniera smagliante.
-Allooora, Evans!- lasciò la presa intorno all’arto della ragazza, non proprio contenta di quel contatto fisico -Piaciuta la partita?- le domandò.
La strega alzò appena l’angolo destro della bocca -Sì,- disse serafica -Forbes ha giocato meravigliosamente-.
James non demorse -Ovvio! Sono un bravissimo Capitano, le mie tecniche funzionano sempre!-
-Io penso che si tratti, più che altro, di talento naturale…-
Il mago ghignò -E del mio talento? Che ne dici?-. A quel punto Lily fu costretta ad ammettere, più a se stessa, che fosse un ottimo giocatore.
-Sì… mh… tu giochi discretamente…-
-Per Godric! Un complimento!-
-Non ti allargare, Potter.- la ragazza incrociò le braccia al petto e gli riservò un’occhiata severa.
Sirius, momentaneamente staccatosi dalle labbra di Matilda, aveva origliato la conversazione e stava osservando il suo amico con aria divertita.
Ramoso, non ci siamo proprio.” pensò prima di capire che la ragazza si era avventata nuovamente sulla sua bocca.
Se solo fosse brava a baciare come lo è a giocare…



Peter stava percorrendo rapidamente la scalinata. Scalino dopo scalino prestava attenzione che nessuno lo schiacciasse. Essere un topo aveva sicuramente i suoi vantaggi ma, essendo piuttosto piccolo, correva spesso il rischio che qualcuno vi inciampasse sopra.
La cucina si trovava direttamente sotto la Sala Grande e Peter vi si era intrufolato un miliardo di volte, gli elfi domestici gli volevano bene e lui provava una certa soddisfazione a sentirsi chiamare “Signore”.

Era quasi arrivato a destinazione quando vide un gruppo del secondo anno di Tassorosso ritirarsi nella proprio Sala Comune. Sembravano infastiditi ed inquieti ma stringevano fra le braccia alcuni panini e diversi tipi di cioccolata. Che avessero avuto qualche problema con gli elfi?
Quando fu sicuro che non ci fosse più nessuno tornò nella sua forma umana e fugacemente si avvicinò al ritratto della frutta, solleticò la pera dipinta che ridacchiando si trasformò in una maniglia. “Fatto il misfatto!”  pensò appoggiando la mano sulla superficie liscia del pomello. Prima che potesse mettere piede dentro, sentì delle voce e delle risate prive di allegria. La voce più acuta stava parlando con scherno, stava insultando malignamente qualcuno mentre si udivano dei mugolii spaventati.
-S-sì, Signor Avery… Noi siamo molto contenti di poter servire voi, Signore-
-Non c’era nemmeno bisogno di dirlo, stupido elfo! Ora portami quella fetta di torta!-
-S-sì, Signore.- il piccolo elfo prese il piatto ma prima che potesse porgerlo al mago, Mulciber gli fece lo sgambetto e lo fece ruzzolare per terra.
-Tu! Stupido!- Avery lo afferrò per il panno logoro e lo scaraventò contro la parete opposta -Dovresti morire!-
-Si.. Signore…- un elfo con delle orecchie scese e con un busto davvero largo fece un passo in avanti -Vogliate perdonare Quick…-
-Sta zitto!- Mulciber gli si avventò contro e lo spinse via -O ti getto nel fuoco!-. Gli elfi presenti guardavano la scena spaventati, senza osar dire una parola.
-Ehi, Regulus…- solo in quel momento Peter si accorse della sua presenza. Era appoggiato contro la parete, le braccia dietro la schiena e uno sguardo ombroso. Avery si avvicinò al ragazzo e gli poggiò una mano sulla spalla -Non ti diverti?-
-No, ad essere sincero no.- rispose lui lasciando i presenti a bocca aperta.
-Solo perché sei legato al tuo vecchio Kreacher ciò non vuol dire che…-
-Non c’entra nulla. Non mi diverto e basta- dandosi una spinta si allontanò dal muro e fece per avvicinarsi alla porta. Peter squittì spaventato e in un battibaleno era già diventato un topo. Si allontanò frettolosamente e si nascose dietro un’armatura in un solco del corridoio.
-Reg! Ma dove stai andando?- Avery e Mulciber lo seguirono nel corridoio.
-Nel mio Dormitorio.- la risposta fu alquanto atona. I due ragazzi si scambiarono un’occhiata incredula -Bisogna che iniziamo ad imparare a comportarci…-
-Spaventando gli elfi domestici?- il mago Serpeverde inarcò un sopracciglio -Piuttosto esercitati scagliando una maledizione su qualche Nato Babbano- Peter scorse l’ombra di un ghigno sadico. Stava tremando, il pelo grigio si era fatto tutti rigido e sentiva freddo.
Mulciber iniziò a ridere in maniera incontrollata -Questa sì che è un’idea!- si piegò in due senza darsi un minimo di contegno. Avery lo imitò.
-…Sai su chi mi piacerebbe provare una delle Maledizioni senza Perdono? Mary Mcdonald…- e tutti e tre lasciarono il corridoio delle cucine noncuranti che un piccolo e terrorizzato topo li avesse ascoltati.
Quando fu sicuro di essere rimasto da solo, Peter non si diresse dagli elfi ma ritornò speditamente nella sua Sala Comune. Doveva raccontare a James, Sirius e Remus cosa aveva sentito.  Sirius doveva sapere com’era suo fratello!
Si trovò davanti al ritratto della Signora Grassa  in meno che non si dica e si tramutò di nuovo in essere umano.
-Sei fortunata che Mastro Gazza non ti abbia scoperto, Minus…- osservò la donna -Parola d’Ordine?-
-Colibrì- disse il ragazzo affannato. Quando il Ritratto si aprì, si precipitò dentro la Sala Comune e trovò i presenti ancora intenti a festeggiare.
-Pete! Ce ne hai messo di tempo!- esclamò James alzandosi dal divano -Ma… dov’è il cibo?-
-Non l’ho preso.-
-Non l’hai preso?! E perché?- il mago occhialuto si passò una mano fra i capelli con fare nervoso.
-È successo una cosa…- rispose Peter con fare esitante. Remus si allontanò dal camino per osservare meglio la scena. Una ruga di preoccupazione gli si formò in fronte quando notò lo stato d’animo del suo amico.
-Codaliscia, ma stai tremando!- constatò. Il ragazzetto annuì -Sì… ne devo parlare con tutti voi! Anche con Sirius…-
-Sirius è occupato al momento…-
-James!- lo richiamò Remus -Penso che la sua ludica attività possa essere un momento interrotta per le necessità di un amico- disse con tono di rimprovero. -Sirius! Vieni qua!-
-No, non qua!- Peter quasi urlò.
-Nel Dormitorio?- chiese James.
-Sì!- confermò il mago. Sirius, che non aveva dato cenno di volersi scrollare Matilda Collins di dosso, fu afferrato per un braccio da Remus -Dobbiamo andare- sottolineò con voce dura.
-Ma io…-
-Niente ma, va bene?-
-E se Natalie fosse entrata e si fosse ingelosita?- chiese senza considerare che Matilda lo avesse sentito.
-Oh, credimi, non si pone minimamente il problema.- il ragazzo ridacchiò, sembrava piacevolmente divertito dalla sua stessa affermazione.
-Piantagrane.- disse Sirius sbuffando.
Entrarono nel Dormitorio del quinto anno e si misero tutti intorno al letto di Peter. Le sue gambe tremavano ancora: assistere a quella scena, ascoltare le parole del fratello di Sirius, le risate incontrollate di quei due… le sue paranoie e paure si stavano trasformando in una realtà quasi certa.
-Che è successo, Codaliscia?- James era appoggiato contro il baldacchino e aveva le braccia incrociate al petto, Remus era seduto sul bordo, non molto distante dal suo amico, mentre Sirius si posizionò proprio di fronte a lui. Peter li scrutò uno ad uno. Erano così coraggiosi, i suoi personali idoli…
Così prese fiato e raccontò per filo e per segno ciò che aveva udito e visto. Alla fine del racconto, James si voltò meccanicamente verso Sirius.
-Non fa sul serio.- disse quest’ultimo infilandosi le mani in tasca. Sembrava voler convincere più se stesso che gli altri.
-Non pensate che dovremmo avvisare Mary Mcdonald?- Remus fu percorso da un fremito.
-Di tutta questa storia a te questo interessa, Lunastorta?- James lo guardò al di sopra degli occhiali.
-Vogliono farle del male solo perché è Nata Babbana!-
-Tu credi davvero alle parole di quei due zucconi di Mulciber e Avery?!-
-Da come stavano parlando, non sembrano affatto degli zucconi. Sanno bene quello che vogliono  fare!- Remus si era fatto rosso in viso. Come poteva James non capire la gravità della situazione?
-Ma… ma anche se la avvisassimo… lei non ci crederebbe…- ipotizzò Peter.
-Questo è vero, penserebbe che le vogliamo fare uno scherzo!- James concordò tirando un pugno leggero al materasso. Tutti sprofondarono in un silenzio teso, era quasi imbarazzante stare lì senza dire niente e guardarsi come se fossero degli estranei.
Fu Sirius a parlare -Vado a parlare con Regulus.-
-CHE?!- l’urlo che uscì dalle bocche dei suoi amici fu automatico.
-Vado a parlare con Regulus.- ripeté con calma.
-Andiamo Felpato, non fare lo scemo! E una volta che ci hai parlato, che farai? Manderai un gufo a tua madre per dirle come si comporta male il suo meraviglioso e perfetto figlio? Sai già quale sarebbe la risposta…- James provò a farlo ragionare ed effettivamente ci riuscì.
-Penso che si congratulerebbe con lui…- il ragazzo alzò gli occhi al cielo mentre il suo migliore amico accennava un sorriso affettuoso.
-Quindi che facciamo?- il mago con la cicatrice li scrutò dal basso -Ci chiudiamo nel mutismo? Non dovremo almeno parlarne con Silente..?-
-Ah, sì! Diciamogli anche che siamo diventati Animagi e mostriamogli il mantello dell’Invisibilità!- le parole di James erano cariche di sarcasmo.
-Non sappiamo se parlavano sul serio…- Peter incrociò le gambe e si puntellò con i gomiti -Infondo hanno solo la nostra età…-
-E un profondo desiderio di ammazzare Mezzosangue e Nati Babbani- concluse per lui Sirius Black.


-Non sono pronta!-
Il lunedì mattina era arrivato come una doccia fredda. Dopo un meraviglioso weekend passato a festeggiare la vittoria di Grifondoro, tutti erano ritornati alle loro consuetudini attività.
-Piantala Marlene! Siamo già in ritardo…- Lily si stava legando i capelli con un semplicissimo elastico nero mentre Mary si stava dando un’ultima pettinata.
-Ma dov’è Natalie?-domandò.
-Domanda sbagliata Mary!- disse Marlene prima che la strega dai capelli rossi potesse rispondere -La domanda giusta è… dove si saranno nascosti Louis, il perfetto Caposcuola, e Natalie, una futura Auror promettente?-. Lily scoppiò a ridere -Non avrei saputo dirlo meglio- poi si voltò verso Mary -Purtroppo non ti so rispondere. Spero solo di trovarla in Sala Grande-.
Effettivamente non riusciva a scambiare due parole con la sua migliore amica dalla partita di Quidditch. Il suo fidanzato non la lasciava per un momento, era un po’ seccante poiché non riusciva più a trascorrere del tempo con lei.
-Andiamo?- era ormai sull’uscio quando Mary la raggiunse.
-Ti ho detto che non sono pronta!- Marlene si passò una mano fra i capelli chiari e mossi, dando loro le spalle.
-Andiamo Mary, ci raggiungerà quando sarà pronta..-
Attraversano la Sala Comune chiacchierando e dando il buongiorno alla Signora Grassa.
-A voi, care!- singhiozzò. Sembrava essere già ubriaca alle sette e mezzo del mattino.
-Hai visto in che maniera insolita si sono comportati i ragazzi ieri?-
-No, non ci ho fatto caso…- Lily cercò di non mostrarsi troppo interessata anche se quella affermazione aveva smosso la sua curiosità.
-Quando mi sono avvicinata a Lupin, per chiedergli un chiarimento su Storia della Magia, è sobbalzato!-
-Non è insolito da parte di Remus… insomma, lui è piuttosto particolare…- non era sicura di aver utilizzato il termine adatto.
-Sì ma se ci pensi attentamente lui non sobbalza, semplicemente si allontana ed evita il contatto fisico come se avesse le pustole-. La ragazza si toccò il mente con fare pensoso -Mmh.. Non posso darti troppo torto…-
-Ad un certo punto ho pensato di aver sbagliato e di essermi avvicinata a a Peter Minus…- entrambe scoppiarono a ridere.
Entrate in Sala Grande Lily si sentì rallegrata quando vide Natalie seduta al tavolo, intenta a fare colazione -Buongiorno! Siamo mattiniere ultimamente…-.
La strega sorrise, facendosi rossa in viso -‘Giorno…-
-Dove ti ha portato questa mattina?- Mary si accomodò sulla panca di fronte a lei -Nella guferia?-
-Oh, ma piantala!- Natalie si colorì ancor di più -Mi ha portata.. sulla riva del lago…- disse a bassa voce. Non voleva che orecchie indiscrete udissero delle sue fughe amorose. 

-Mh, romantico!- disse Lily servendosi un piatto di frittelle e del latte.
Nessuno di loro aggiunse altro, probabilmente sia Lily sia Mary sospettavano che Natalie avesse cominciato ad annoiarsi. Le sue amiche erano a conoscenza della sua gigantesca cotta e di come fosse rimasta delusa quando aveva visto baciare Louis due ragazze diverse. Ma la strega bionda aveva tredici anni all’epoca, molte cose erano cambiate.
Marlene le raggiunse poco dopo sedendosi vicino a Lily con poca grazia.
-Ehi! Vi siete sbaciucchiati per bene?-
-Marlene!- Natalie scoppiò a ridere, la sua amica non conosceva mezzi termini -Non è stato male, sì…-
-Ottimo! Sono del parere che allenarsi di prima mattina rende le persone più cariche.-
-Da come ne parli sembri anche tu piuttosto impegnata…- constatò Mary.
-Magari!-
-Vuoi allenarti con me, McKinnon?- dietro di loro apparvero, davvero poco desiderati, James e Sirius.
-Ti piacerebbe, Black!- ammiccò maliziosamente la ragazza. Il mago dai capelli scuri scoppiò in una risata così profonda che fece sospirare una ragazzina seduta non troppo lontano. Sirius aveva un fascino incredibile, anche con la divisa fuori posto e la cravatta volutamente snodata.
Questo dettaglio non faceva  altro che renderlo ancora più attraente. James si andò a sedere vicino a Natalie e la salutò dandole una leggera pacca sulla spalla.
-Ti diverti?- chiese indispettita.
-Da morire!- il ragazzo si passò una mano mano tra i capelli -Faresti cambio posto?-
-Non ci pensare proprio!- risposero Natalie e Lily all’unisono, quest’ultima punta sul vivo.
-Non ti mordo mica, Evans!- James afferrò con la mano destra un piatto pieno di toast e marmellata. Sirius, afflosciato distrattamente vicino a lui, lo imitò.
-Remus sta bene?- domandò improvvisamente Lily, ignorando completamente l’affermazione di James. I due ragazzi si fecero rigidi -Sì, perché?-
-Ieri sembrava un po’ strano…- Mary rispose per la sua amica. Dopotutto era stata lei a notare lo strano atteggiamento del membro del loro gruppetto.
Sirius e James si scambiarono un’occhiata indicifrabile -È un po’ raffreddato, il ragazzo è cagionevole… tende ad ammalarsi con facilità- era questa la risposta che davano ogni volta che arrivava quello specifico periodo del mese e qualcuno cominciava a fare domande indesiderate. Remus, però ormai, aveva poco da preoccuparsi. Insieme a loro le cose sarebbero andate meglio, lo avrebbero aiutato e sostenuto ogni qualvolta il suo “piccolo problema peloso” avesse causato dissidi. Per lui era difficile ma i suoi amici gli avevano promesso che insieme lo avrebbe potuto far diventare piacevole.
Il patto silenzioso che avevano stretto era di non parlarne a nessuno, in pochi erano a conoscenza del segreto del mago e per salvaguardarsi era giusto che fosse così.
-Arrivano i gufi con la posta!- Marlene indicò il soffitto nuvoloso con la forchetta. Quelle nuvole piene non erano un buon segno, premunivano pioggia e quel giorno molti studenti avevano Cura delle Creature Magiche che si teneva all’esterno, nel parco di Hogwarts.
Un barbagianni con delle splendide piume scure atterrò di fronte a Lily, portando con sé una copia de “La Gazzetta del Profeta” e una lettera da parte dei suoi genitori. La strega si morse un labbro e sfilò delicatamente la busta e il quotidiano dalle zampette dell’uccello.
-Grazie Ares- con le dita accarezzò dolcemente il capo della creatura che felice abbassò dolcemente il collo prima di riprendere il volo. Lily si voltò in direzione dei suoi compagni di Casa e notò che anche Natalie, James e Mary avevano ricevuto delle lettere da parte delle rispettive famiglie. Non era insolito, soprattutto ad inizio settimana.
Prima di concentrarsi sulle nuove de “La Gazzetta del Profeta” scartò rapidamente la lettera dei suoi genitori. Sul retro della busta vi era scritto “Per Lily Evans”.
I capelli vermigli della ragazza seguirono i movimenti delle sue spalle mentre leggeva ansiosamente le parole di sue padre.
Carissima Lily,
Come promesso ecco la lettera di inizio settimana. Il week end è andato bene, non è successo nulla di entusiasmante. Tua madre mi ha costretto ad accompagnarla con l’auto dal vivaio, dice che vuole abbellire il giardino. Probabilmente vuole farti trovare una sorpresa quando tornerai a casa per le vacanze di Natale.
A proposito, non vede l’ora di cucinare il tuo piatto preferito. Le manchi molto. E manchi molto anche a me.

Lily ebbe un sussulto, non aveva minimamente accennato a Petunia, sua sorella. Come ogni anno, da cinque anni a quella parte, Petunia a stento le rivolgeva la parola come se volesse marcare il distacco che si era creato fra di loro.
Inoltre non capisco perché continui a chiedermi del tempo! Anche se lo trovo un po’ strano ti aggiornerò, come promesso: sempre nuvole, sempre mal tempo, sempre tutto troppo grigio. È strano e nessuno capisce perché. Forse tu potresti rispondermi ma tendi ad essere sempre così evasiva, lo so che non dici troppo per “proteggerci” ma mi auguro e ti raccomando di pensare anche a te stessa e ai tuoi studi. I tuoi voti sono sempre stati eccezionali, tua madre ed io siamo davvero orgogliosi di te.
Aspettiamo, dunque, la tua prossima lettera con gioia. Aggiornaci su tutto ciò che succede in quel Magico castello.
Un bacio grande,
papà, mamma e Petunia

La ragazza lesse quelle breve righe più e più volte, sentendosi sollevata che nella sua famiglia tutto procedeva alla normalità. I suoi genitori e le loro abitudini quotidiane non facevano altro che farle desiderare di tornare presto a casa.
-Lils, posso prendere la tua copia del Profeta?- Marlene le sventolò il giornale sotto agli occhi destandola dai suoi pensieri.
-Sì, certo.- lei le sorrise dolcemente.
Lanciò uno sguardo a Natalie che aveva un’espressione beata in viso. Probabilmente i suoi fratellini le avevano scritto qualcosa, solo con loro diventava un cuore di panna.
-Oh merda!- Marlene si alzò in piedi e appiattì il Profeta sul tavolo -Una fuga di Dissennatori da Azkaban!-. Tutti i presenti si voltarono nella sua direzione -Che cosa?- domandò Mary con voce tremula.
-“Fra le due e le tre di questa notte, un gran numero di Dissennatori ha lasciato il proprio posto presso la prigione di massima sicurezza di Azkaban seminato il terrore in Gran Bretagna, tra il mondo Magico e quello Babbano. Il Ministro della Magia, Harold Minchum, si è già premurato di avvisare il primo Ministro Babbano che è a conoscenza dell’esistenze di queste creature. Inoltre, il Ministro invita tutti a mantenere la calma più assoluta dato che assicura che ogni cosa tornerà presto al proprio posto.” Oh, per l’amore del cielo! Davvero pensano che dovremmo credere che è tutto sotto controllo?- Marlene aveva letto tutto d’un fiato ed aveva la gola in fiamme.
-Voi pensate che sia opera di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?- Natalie incrociò le braccia al petto. Aveva parlato con tono di voce serissimo.
-Il mandate è lui quasi sicuramente- sentenziò James -Con l’aiuto dei Mangiamorte, i suoi seguaci-. Sirius si rizzò in tutta la sua altezza e si voltò verso il tavolo di Serpeverde lanciando un’occhiata verso suo fratello che teneva una copia del giornale in mano, un’espressione neutra ma uno strano scintillio negli occhi. Sembrava essere eccitato da quella informazione, dopotutto non aveva mai fatto segreto di appoggiare gli ideali del Signore Oscuro.
Regulus si sentì osservato e incontrò le iridi grigie del fratello maggiore. In quel momento entrambi i fratelli capirono che il largo e profondo divario che si era creato tra di loro divenne irrecuperabile.

 

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Capitolo 6
*** Luna piena ***


 

Luna piena



Remus continuava a tormentarsi le mani inquieto e agitato. Quella notte ci sarebbe stata la luna piena e per la prima i ragazzi avrebbero partecipato alla sua trasformazione.
-Voi siete proprio sicuri?- domandò durante l’ora di Pozioni. Il giovedì mattina non era proprio piacevole, non vi erano ore di stacco e subito dopo c’era Difesa Contro le Arti Oscure.
-Sì…- James non lo stavo davvero ascoltando, era troppo impegnato ad osservare Lily che si passava ripetutamente una mano fra i capelli, resi ingestibili dai fumi della pozione.
-Sono serio, James- il ragazzo aveva rinunciato già da un po’ a preparare la “Soluzione Corroborante” dato che era un pessimo pozionista.
-Lunastorta!- il mago lo scrutò oltre gli occhiali e assunse un tono inaspettatamente serio -Ci saremo. Tutti e tre. Te l’abbiamo promesso-
-Mh…- Remus abbassò appena lo sguardo e fece finta di leggere qualcosa sul suo manuale di “Pozioni Avanzate” quando Lumacorno passò davanti al loro banco. Li osservava come se si aspettasse che uscisse chissà cosa dai calderoni.
Sirius era poggiato con i gomiti sulla superficie di legno, le maniche della camicia arrotolate e lo sguardo svogliato di chi si trova lì per caso.
-Signor Black, come procede la tua pozione?- il professore si lisciò i lunghi baffi a tricheco e gli sorrise sornione. Sirius assunse una posizione umana e tossicchiò -Beh, non male. Penso di poter fare di meglio. Pensa di potermi mettere in coppia con la signorina Stroneugh?-
-Natalie è già in coppia con Lily, caro.-
-Penso che James voglia stare in coppia con la signorina Evans-. James gli diede un pugno sul braccio e lo guardò con divertimento -Non dire queste cose. C’è Mocciosus…- cacciò la lingua in segno di disgusto. Il ragazzo era seduto al tavolo di Serpeverde letteralmente incurvato sul suo libro, troppo occupato a scrivere per sentire le parole dei Grifondoro.
Lumacorno era passato oltre appuntandosi mentalmente che Sirius, nonostante fosse parecchio brillante, non avrebbe mai avuto la bravura del fratello. Si dispiacque molto, per la sua collezione avere entrambi i fratelli Black non sarebbe stato male.
Lily se la stava cavando bene, Pozioni era la materia in cui eccelleva maggiormente e il suo insegnante non faceva altro che ricordarle quanto fosse brava. Il fatto che la lodasse così spesso era motivo di orgoglio per lei anche se, il più delle volte, trovava che quei complimenti fossero spropositati. -Non essere modesta, Lily cara!- Lumacorno glielo ripeteva ogniqualvolta lei gli faceva presente che quello era solo il suo dovere.
-Mi sento un’incapace ma se non prendo almeno “Oltre Ogni Aspettativa” mi posso sognare la carriera da Auror- Natalie aveva i capelli raccolti in una cosa disordinata, alcuni ciuffi erano sfuggiti dall’acconciatura e delle perline di sudore le scendevano delicatamente lungo le tempie. Stava mescolando malamente il mestolo all’interno del calderone ma la polvere non accennava ad amalgamarsi.
-A che punto stai?- le chiese Lily guardandola con la coda dell’occhio mentre aggiungeva del sangue di salamandra.
-Al punto di partenza. Di questo passo vengo sicuramente bocciata-
-Stai sbagliando il senso. Severus mi ha dato qualche dritta…- abbassò la voce per non farsi ascoltare dagli altri -Non so come e perché ma era convinto che il professore ci avrebbe fatto fare la Soluzione Corroborante… credo… credo che abbia già sperimentato per conto suo.-
-La cosa non mi stupisce. Ma ha dei buoni voti quindi farò come dice. Grazie Lily.-
Natalie iniziò a mescolare nella direzione opposta finché la polvere non fu completamente amalgamata. Sorrise soddisfatta prendendo dalla scorta della sua migliore amica alcune foglie di zucca per poi lasciarle scivolare all’interno del calderone. Adesso doveva solo aumentare la fiamma.
-Avete ancora un’ora di tempo, ragazzi!- Lumacorno cacciò l’orologio da taschino dal suo panciotto ed alzò lo sguardo in direzione della sua classe -Via via, non distraetevi!- riprese a camminare fra i tavoli osservando con aria allegra i suoi allievi.


-Peter… Ma cosa stai facendo?- chiese Remus. Il suo amico si era coperto il capo con il cappuccio e camminava acquattato contro le pareti dei sotterranei. James si voltò verso di lui e scoppiò in una sonora risata -Sei assurdo, Coda- si trattenne la pancia con una mano -Non dirmi che stai cercando di non farti notare da Lumacorno?-
-Mi sembra ovvio!- squittì il ragazzo -Non avevo la più pallida idea di dove avevo messo il libro! Vi rendente conto? Sono sceso a lezione senza il libro!-
-…E quindi?- Sirius sembrava perplesso ma allo stesso tempo divertito -Sai quante volte è capitato a me…-
-Sì, ma tu sei Sirius Black ed io Peter Minus!-
-Complimenti Codaliscia, sei in grado di riconoscere chi sono io e chi sei tu. Se fossi un insegnante avrei assegnato cinque punti a Grifondoro per questa illuminante rivelazione-. Peter iniziò a mordersi un’unghia, chiaro segno che si sentiva a disagio -Tu e James siete brillanti!-
-Sì ma in detenzione ci finiamo comunque. Più o meno dal nostro primo anno- gli fece presente Sirius.
-Hogwarts non perdona- confermò James con finta aria solenne. Lupin incrociò le braccia al petto, si stava divertendo un mondo anche se difficilmente l’avrebbe dato a vedere.
Dall’aula di Pozioni uscì Piton con il capo chino e i libri sotto al braccio. James lo prese subito di mira e non si fece sfuggire l’occasione di metterlo in ridicolo.
-Ehi, Mocciosus! Andata bene la lezione?- si infilò le mani in tasca e un ghigno apparve sul suo volto. Piton non gli rispose, ricordandosi bene di ignorare le sue provocazioni.
-Dai, non fare il finto sordo. Siamo in territorio Serpeverde, non mi penserai neppure di schiantarti. Mi farebbe schifo trovarmi quelle viscide serpi addosso- scoppiò a ridere James. Una risata crudele che fece ribollire il sangue del giovane. Le labbra si allungarono in una linea retta e pallida mentre con la mano stringeva la bacchetta nella tasca della divisa. Prima ancora che riuscisse ad estrarla si trovò puntata contro la bacchetta del suo più acerrimo nemico che con aria allietata cantilenò -Tarantallegra!-. Le gambe di Piton iniziarono a ballare il tip tap in maniera davvero scoordinata.
-Mocciosus hai dimenticato il tutù!- Sirius affiancò James ghignando malvagiamente.
-Finite Incatatem- il contro incantesimo fu lanciato da Lily Evans che apparve alle loro spalle. Si era sistemata i capelli ma la sua espressione non prometteva nulla di buono. Piton aveva smesso di ballare il tip tap ma i suoi libri erano scivolati sul pavimento così si abbassò per raccoglierli, mortificato che fosse sempre la sua migliore amica a doverlo difendere.
-Evans, ci stavamo solo divertendo. Non essere così pesante- Sirius parlò per primo, non aveva voglia di subirsi l’ennesima ramanzina dalla “perfetta ed eccezionale” Lily Evans. Lei lo fulminò con lo sguardo -Taci, Black.- si avvicinò al suo amico e lo aiutò a recuperare il suo materiale scolastico -Andiamo, ignorali. Ignora Potter. È un buffone-. James rimase impietrito, poi sbuffò -Se uscissi con me eviterei di infastidire Mocciosus- le fece presente.
-Ma perché non ti trovi qualche hobby, Potter? Che ne so, iscriviti al club di gobbiglie- Natalie era rimasta per tutto il tempo affianco a Remus osservando la scena.
-Non hai qualcosa da fare, Stroneugh?- James non sopportava quel fare saccente con cui lo guardava -La tua bocca è rimasta bella che tappata per giorni grazie a Tannet. Perché non ti fai i fatti tuoi e sparisci?-. Natalie non si scompose -Sei proprio tonto. Il mio era solo un consiglio ma non riesci a guardare al di là del tuo naso. Buona giornata- fece un mezzo inchino con il capo e raggiunse la scalinata di pietra.
Nessuno osò aprire bocca, Remus si passò una mano fra i capelli e sospirò.  Si avviarono verso l’uscita dei sotterranei, raggiunsero il Salone d’Ingresso e si guardarono.
-Riguardo stanotte…- Remus si tastò la cicatrice, non riusciva a trovare le parole adatte. Con quel suo problema stava mettendo in difficoltà i suoi migliori amici ma loro non sembravano farci troppo caso. Non avevano minimamente idea a cosa stessero andando incontro…
-Ancora? Lunastorta, dai… ne abbiamo già discusso…-
-James, ti prego, non interrompermi. Già è abbastanza difficile senza che tu ti metta a fare battute. Voi… Voi non avete idea a cosa state per affrontare…- un nodo gli si formò in gola -È pericoloso! Io potrei uccidervi-. Sirius e James si scambiarono un’occhiata piuttosto significativa mentre Peter cercava di nascondere il suo spavento. Si sentiva il più insignificante del gruppo, avevo avuto bisogno dell’aiuto dei suoi amici per diventare Animagus e tremava come una foglia.
-Non ti lasceremo da solo, Remus…- Sirius gli passò un braccio attorno alle spalle e gli fece un sorriso incoraggiante -Inoltre, abbiamo passato un mese intero con una foglia di Mandragola in bocca! Non vorrai farci perdere tutto il divertimento proprio ora?-.
-Non c’è nulla di davvero così divertente, Sirius-
-Ma lo sarà!- James appoggiò le mani su gli avambracci del suo amico e li strinse leggermente -Non esisteranno più quei momenti bui e brutti…- lo disse con un fare così rassicurante che Remus sentì un pizzicare molto familiare agli occhi. -Io… io… Io non vi sarà mai abbastanza grato… Non so se meritarmelo…-
-Piantala di fare il melodrammatico, Lunastorta!- Sirius gli diede una pacca -Siamo tuoi amici e lo saremo sempre, qualsiasi cosa accada-. Remus sorrise caldamente. Si sentiva a pezzi, debilitato, quella notte si sarebbe trasformato in una delle creature più temibili del mondo Magico ma poteva vantare di avere al suo fianco gli amici migliori di tutti.
-Andiamo a Difesa Contro le Arti Oscure, il professor Welch mi piace molto. Oggi non dobbiamo iniziare la lezione numero quattro?- James si infilò le mani in tasca e sorrise. Tutti sapevano di aver  detto tutto, anche Peter che non aveva parlato granché.
-Ah sì, iniziamo l’Incantesimo di Disillusione!- gli occhi di Remus si illuminarono -Non vedo l’ora!-
-Ti emoziona così tanto?- Sirius sembrava scetticamente divertito.
-…Lunastorta, ti devo ricordare di un certo mantello?- incalzò il mago con gli occhiali mentre salivano le scale. Il ragazzo con la cicatrice sorrise gentilmente -Mi sentirò meno in colpa a praticare l’incantesimo che ci insegna un professore- li sorpassò e fece un salto sull’ultimo gradino per poi raggiungere la porta del terzo piano. Sirius e James si scambiarono un’occhiata complice -Troppo ligio alle regole!- scoppiarono a ridere mentre Peter, con non poca difficoltà, tentava di raggiungerli.



Era un bel pomeriggio nuvoloso, il cielo plumbeo indicava che la notte sarebbe stata serena. Per qualche strana ragione Natalie era convinta che non avrebbe piovuto. I capelli biondi erano ancora raccolti con il solito nastro rosso mentre nelle mani stringeva il libro di Trasfigurazione. Avrebbe dovuto scrivere un saggio ma continuava ad osservare il cielo al di là della vetrata.
-Che fai?- Lily aveva appena attraversato il ritratto della Signora Grassa e si stava levando la sciarpa -Finalmente riesco a trovarti da sola- si accomodò sul divano vicino a lei e si piegò in avanti, verso il caminetto, per riscaldarsi le mani.
-Sto provando a studiare ma non ci riesco. Sto pensando…-
-A cosa?-
-A molte cose. A te, a Louis, alla mia famiglia, ai compiti che non riesco a fare.-
-Perché stai pensando a me?- Lily si sforzò a sorridere.
-Sono preoccupata. Sei la mia migliore amica- Natalie la guardò in maniera penetrante. La ragazza dai capelli vermigli si sentì svuotata sotto quello sguardo.
-Sai come la penso a riguardo…-
-Lo so ma io rimango comunque preoccupata. Mi sentirei uno schifo se ti accadesse qualcosa, okay?-. Lily balzò in piedi e la strinse in un forte abbraccio -Mi spaventi quasi quando mi fai certe dichiarazioni- si scostò leggermente e le poggiò una mano sulla fronte -Sicura di stare bene?-
-Lily Evans smettila o ti faccio fare anche la mia parte di compiti!-. Entrambe le ragazze scoppiarono a ridere ma sapevano perfettamente che la conversazione non si sarebbe conclusa lì. Lily era preoccupata esattamente come Natalie ma era davvero molto abile a nasconderlo. Il pensiero che i suoi genitori l’aspettavano a casa, con i loro bei visi sorridenti, le dava forza a sufficienza per andare avanti decidendo di essere pronta ad affrontare qualsiasi cosa stesse succedendo fuori.
-Hai risposto alla tua famiglia?- la ragazza dai capelli rossi ritornò a sedersi sul divano -Che dicono i tuoi genitori? Mi piacerebbe venirli a trovare…-
-A tal proposito mi hanno detto di invitarti durante le feste di Natale e che non accettarono un no come risposta-
-Non ho alcuna intenzione di rinunciare alla magnifica cucina di tua madre! Cucina un rosbif delizioso…-
-Vorrà dire che le scriverò di farti trovare il rosbif quando verrai…- Natalie sorrise e si tirò una gamba al petto in modo da posizionarvi il libro sopra. Lily afferrò la sua borsa e vi cacciò alcune pergamene e una piuma -In due si lavora meglio- spiegò alla sua amica notando che la stava osservando con fare indagatore. -Non lo metto in dubbio ma…- la strega bionda abbassò una palpebra -Pensavo avessi già preparato il saggio-
-Credevi male. Volevo farlo ieri, dopo la ronda, ma sono crollata. Ero davvero stanca. E stasera devo fare anche la parte del lavoro di Remus. È di nuovo in infermeria, sta male-
-Ancora? Ma allora deve essere qualcosa di grave. Dubito che si tratti di Vaiolo di Drago perché avrebbe la pelle verde… però tutte quelle strane cicatrici. Sembrano aumentare ogni volta-
Lily non rispose ma si trovava completamente d’accordo con lei. Il Vaiolo di Drago era molto simile alla varicella e al vaiolo Babbani. Sua sorella aveva contratto la varicella quando era bambina e non ritrovava in Remus i sintomi che aveva visto in Petunia.
Per un bel po’ di tempo rimasero in silenzio, scambiando qualche parola solo quando una delle due aveva qualche incertezza e necessitava dei chiarimenti. La più brava fra le due in Trasfigurazione era Natalie, era una delle sue materie preferite seconda solo ad Incantesimi.
Quando cominciarono a vedere il via vai di studenti che si accingevano a raggiungere la Sala Grande per la cena decisero che potevano pure fermarsi per quella sera.
-Continuiamo domani. Se vuoi, puoi anticiparti e finirlo-
-Non ti preoccupare. Lo finiremo assieme- Natalie si sistemò il mantello sulle spalle e scesero per unirsi ai loro compagni. C’era una grande confusione ma il professor Silente era tornato e sedeva a tavola con i suoi colleghi.
Era andato via per raggiungere il Wizengamot, di cui era lo Stregone Capo, per discutere la recente fuga dei Dissennatori.
-Spero che assieme al suo ritorno abbia portato buone notizie. Non hanno scritto ancora nulla su “La Gazzetta”- Lily prese posto fra Marlene e Matilda Collins che lanciò uno sguardo di fuoco a Natalie. Questa la ignorò sedendosi di fronte alla sua migliore amica, il suo unico pensiero era quello di riempirsi la pancia dopo un intenso pomeriggio di studio. Allungandosi appena per afferrare un vassoio di patate al burro incrociò gli occhi scuri di Louis.
Lui le sorrise e lei ricambiò il saluto con un cenno della mano. La cena trascorse tranquillamente, Silente non annunciò nessuna buona nuova limitandosi ad osservare gli studenti della sua seduta. Ogni tanto la McGranitt gli si avvicinava per sussurrargli qualcosa ma non ci fu alcuna novità.
Sirius stava masticando distrattamente un pezzo di pane, non si era neppure accorto che ben presto avrebbe dato un morso alle sue dita. James gli diede uno strattone mentre Peter era intento a riempirsi le tasche di dolci.
-Sono per Remus. Sarà debilitato.- si giustificò quando il mago occhialuto gli lanciò un’occhiata carica di sorpresa -Non sono così disperato da rubare il cibo per me!-
-Nessuno ti crede, Coda.- Sirius sogghignò appena -E non sei esattamente nella posizione di poter ribattere-
Peter sbuffò appena e prese un mignon per infilarselo fra i denti -..Eto…è…pe…meh..-
James e Sirius lo guardarono incerti e lasciarono perdere -Allora avete ben presente il piano?- il mago con i capelli disordinati si sfilò gli occhiali dal naso alitando sulle lenti, dopodiché li pulì con il bordo della camicia.
-Abbiamo un piano?- gli chiese Sirius.
-Certo che abbiamo un piano!- esclamò James.
-Pensavo stessimo andando completamente a caso…- concluse Peter per l’amico.
-Useremo il mantello e utilizzeremo quel passaggio segreto del secondo piano che abbiamo scoperto l’anno scorso- James abbassò la voce così che solo i due ragazzi lo riuscissero a sentire.
Senza cercare di dare troppo nell’occhio, fatto insolito per loro, si sbrigarono a lasciare la Sala Grande e raggiungere il loro Dormitorio. Quando furono al sicuro, fra le mure accoglienti della loro stanza, decisero di ultimare il loro schema.
-…Okay, ricapitolando: Peter, tu che arrivai già sotto forma di topo, dovrai premere quella specie di bottone che si trova fra le radici visibili del Platone Picchiatore. Ti ricordi, no? Ce l’ha fatto vedere Remus- Peter annuì e prese mentalmente nota di cosa dovesse fare.
-Sirius, tu ed io ci trasformeremo una volta entrati. Dobbiamo solo sperare che Remus non si sia ancora trasformato…- James iniziò a camminare per la stanza, poi si fermò di fronte al suo baule e lo aprì per afferrare il mantello dell’Invisibilità.
-Sai a cosa pensavo? Dovremmo iniziare a segnarci tutti questi passaggi segreti che abbiamo trovato.- Sirius si infilò sotto al mantello del suo migliore amico mentre un piccolo ed agitato Peter si arrampicava sulla sua spalla.
-Concordo. Questo castello ha davvero troppi segreti… ne parleremo anche a Lunastorta in condizioni migliori. Non credo che ad un lupo mannaro piaccia chiacchierare-.
Uscirono dal Dormitorio, attesero che alcuni ragazzi entrassero in Sala Comune e una volta che il ritratto fu aperto, riuscirono tranquillamente a sgattaiolare fuori. Evitare Gazza fu fin troppo facile, le urla del Custode si sentivano dal terzo piano: probabilmente Pix ne aveva combinata un’altra delle sue.
Raggiunto il passaggio segreto del secondo piano, lo attraversarono senza troppe complicazioni anche se alcune volte il soffitto diventava improvvisamente troppo basso e rendeva difficile il cammino di Sirius, più alto di James di qualche centimetro.
-Siamo quasi fuori, fra poco dovremmo esserci- constatò James cercando di mettere a fuoco i contorni -Mmh… Oh, eccolo! Non ricordavo questa botola!-
Sirius e lui spinsero le mani contro la superficie polverosa e si trovarono fuori, in una fredda notte autunnale. Silenziosi e rapidi raggiunsero la zona in cui era piantato il Platano Picchiatore
-Vai, tocca a te Codaliscia- il topo squittì e fece come precedentemente programmato. Con le sue minute zampette bloccò i rami selvaggi e violenti dell’albero e, così facendo, diede il via libera ai due maghi. Una volta dentro continuarono a camminare finché non furono sicuri di trovarsi all’interno della Stamberga Strillante. James sfilò il mantello e lo nascose sotto una trave non molto distante dalla scala. I due maghi si guardarono per un nano secondo, sicuri di quello che stavano per fare, dopodiché si trasformarono.
James era diventato un maestoso cervo con delle bellissime corna mentre Sirius un grosso cane nero. Insieme a Peter trotterellarono fino al piano in cui erano sicuri di trovare Remus. Ma di Remus era rimasto ben poco, ad accoglierli fu un enorme lupo mannaro che ululava dolorosamente.
Non può sapere che siamo noi. Non ancora, almeno.” pensò amaramente il mago che si era trasformato in cane.  Quando si accorse della loro presenza vi si scagliò contro cercando di morderli e graffiarli ma James riuscì a placcarlo grazie alle corna mentre Sirius gli si buttò addosso cercando di tenerlo buono, un tentativo che fallì tristemente.
Fu una nottata stancante, i due maghi furono portati al limite dello stremo mentre il lupo mannaro tentava di far loro del male. Quando l’alba sopraggiunse e Remus fu costretto al pavimento, i suoi amici si resero conto che stava riprendendo le sue normali sembianze. Era nudo, completamente coperto di graffi e sangue, sfinito ma era ritornato ad essere il loro amico di sempre.
Prima che Madama Chips arrivasse sul posto i ragazzi riassunsero il loro aspetto umano e si coprirono con il mantello per poter tornare al Castello.
-Lo rifaresti?- chiese Sirius con un sorriso stanco.
-Altre mille volte- disse seriamente James. 


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NdA: Questo capitolo è arrivato inaspettatamente presto, me ne rendo conto ma non vedevo l'ora di pubblicare. Avevo iniziato a scriverlo non appena concluso l'altro e le parole sono uscite in maniera piuttosto naturale. Inoltre, mi voglio scusare anticipatamente nel caso non riuscissi ad aggiornare in tempi brevi ma purtroppo sto studiare per la sessione invernale ^^"
A presto!

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Capitolo 7
*** Aria Natalizia ***


Aria Natalizia



Il tempo trascorreva molto velocemente, i professori riempivano gli studenti di compiti e non facevano altro che ricordar loro di prepararsi per gli eminenti G.U.F.O.
-Che esagerati! Gli esami saranno solo a Giugno!- esclamò James dopo due interminabili ore di Erbologia. La testa gli faceva male e attraversare il cortile della scuola con quel freddo era insopportabile. Remus era particolarmente tranquillo, studiava abitualmente e si sentiva stranamente riposato.
-I G.U.F.O. segneranno una svolta importante per la nostra carriera.-
-Per le mutande di Merlino, Remus!- sbuffò Sirius ricordandosi di non imprecare troppo volgarmente -Basta ripetere quello che ci dicono gli insegnanti non appena mettiamo un piede in classe!-
-Siamo quasi già a Natale!- ribatté Remus indignato.
-Siamo ancora a Natale vorrai dire- si intromise Peter cercando di nascondere la bocca dietro la sciarpa di Grifondoro.
-Non capite la gravità della situazione!- sul viso del mago con la cicatrice apparve l’ombra di un sorriso. James sospirò pesantemente facendo appannare le lenti degli occhiali.
-Sai che sei più affascinante così, Ramoso?- Sirius gli diede una gomitata e scoppiò a ridere, contagiando anche il resto del gruppo.
-Ci tengo a ricordarti che io sono il più carismatico, popolare, meraviglioso, fantasmagorico ragazzo che Hogwarts abbia mai visto- rispose il suo migliore amico.
-Ehi James, sgonfia il tuo ego! Sta esplodendo oltre i confini del castello!- sul portone apparvero Frank Paciock ed Alice, la sua fidanzata. Entrambi frequentavano l’ultimo anno e stavano insieme dal quarto.
-Frank! Alice!- Remus era davvero contento di vederli, quei due passavano così tanto tempo assieme che, in confronto, Natalie e Tannet erano dei principianti.
-Ciao Remus!- Alice si sporse in avanti e gli diede un bacio sulla guancia, facendolo arrossire. Era una bella ragazza, aveva un viso tondo e garbato contornato da lunghi capelli scuri.
-Il Dormitorio del settimo anno è a cinque metri dal nostro ma non ti vediamo da una settimana. Non vi stancante mai di passare tutto il vostro tempo assieme?- Sirius diede una pacca sulla spalla al ragazzo, leggermente più basso di lui.
-Felpato, sei sempre fuori luogo…-
-Sono sincero!-
La coppia, in tutta risposta, scoppiò a ridere. Erano molto affezionati ai ragazzi e, nonostante non fossero particolarmente avvezzi ai loro scherzi, con loro si divertivano sempre molto.
-Dove state andando?- chiese James incuriosito.
-A fare una passeggiata- rispose la strega con un sorriso raggiante.
-Ma fa freddo!- Peter era davvero sconvolto. Per terra c’erano cinquanta centimetri di neve, era impossibile camminare correttamente e l’aria era gelata e pungente. Sirius gli si avvicinò da dietro e, con uno scatto felino, gli appoggiò le mani sulle spalle -Codaliscia c’è un proverbio Babbano che recita così…- si schiarì la voce e si poggiò una mano sul petto -Cuore freddo, naso caldo!-
-Sirius… mmh, forse volevi dire “Mani fredde, cuore caldo”- lo corresse Peter, leggermente titubante.
Tutti i presenti scoppiarono a ridere, Alice dovette premere il viso contro la spalla del suo fidanzato per cercare di trattenere le risate più sguaiate. Sirius si strinse nelle spalle e si passò una mano fra i capelli che subito ritornarono al proprio posto.
-Sì, insomma, ci ho provato..- incrociò le braccia al petto e storse le labbra.
Quando si salutarono, i ragazzi si stavano già preparando psicologicamente a sentire il professore di Incantesimi ripetergli per la milionesima volta che quello era “uno degli anni più importanti delle loro vite”.
Sirius, però, si fermò improvvisamente. Il corridoio del secondo piano era deserto, o così sembrava.
-Che succede, Felpato?- gli domandò James. Il ragazzo si poggiò un dito sulle labbra e fece qualche passo in avanti.
-Ma che stai facendo?- Peter lo seguì come un’ombra. Il mago con i capelli scuri gli puntò contro la bacchetta e mormorò “Silencio”. Se non voleva capirlo con le buone…
Remus si avviò al fianco di Sirius e udì un sibilo quasi impercettibile provenire da un’aula non troppo distante. James fece per avvicinarsi alla porta ma il suo migliore amico lo fermò “No,” gli mimò con le labbra “voglio godermi lo spettacolo.”. Di fatti, il giovane mago aveva perfettamente capito cosa stesse succedendo al di là dell’uscio: Natalie Stroneugh e Louis Tannet stavano litigando.
-Sembra che ci siano guai in paradiso- constatò divertito il mago con gli occhiali. Non capivano chiaramente cosa si stessero dicendo, si riuscivano a distinguere solo poche parole come “non dovevamo” o “è stato stupido”. La voce era chiaramente femminile, su questo non c’erano dubbi.
Natalie era arrabbiata per qualcosa ma Louis non sembrava reagire completamente.
-Se ci scoprono qua, saremo noi nei guai- disse Remus a voce bassissima -Ci conviene andare a lezione-. Sirius e James si guardarono, entrambi sapevano che avrebbero voluto indagare più approfonditamente.
A malincuore, i quattro si avviarono in classe e notarono, con grande stupore, che erano stranamente in anticipo. Quando presero posto Lily Evans si avvicinò e rivolse a Lupin un sorriso gentile.
-Ciao Remus,- la strega dai capelli rossi stava torturando freneticamente una ciocca -Mi ha detto la McGranitt che oggi dobbiamo andare in Sala Grande per iniziare a decorare gli alberi di Natale.-
-Ah, sì, certo!- il ragazzo annuì -Per questo stamattina abbiamo visto Hagrid trasportare gli alberi nel castello-
-Sì, esatto! Sono contenta di poter aiutare- Lily si congedò salutandolo con un cenno della mano, ignorando il resto del gruppo.
-Vengo anche io!- James si buttò addosso a Remus.
-Non ci pensare proprio!- strillò quest’ultimo.
-Almeno metti una buona parola per me con Evans…-
-Oggettivamente, James, io le parlerei pure ma tu… ma tu provochi e schianti Piton un giorno sì e l’altro pure-
-E con questo? Che vorresti dire?-
-Che ogni mio sforzo è vano-
-Lunastorta, sinceramente non capisco. A te cosa cambia? Oltretutto ti diverti anche tu…-
-A me non cambia nulla ma se continui a fare il bullo, Lily non ti considererà nemmeno come persona…-
James iniziò a riflettere; adesso le parole di Stroneugh cominciavano ad avere senso. Ma lui non poteva farci nulla, prendere in giro Piton era uno dei suoi passatempi preferiti. Inoltre, Sirius gli dava sempre man forte.
-Silenzio ragazzi!- il piccolo professor Vitious salì sulla cattedra -Oggi impareremo un nuovo incantesimo, probabilmente lo troverete durante i G.U.F.O. Vi ricordo, come hanno già precedentemente fatto i miei colleghi, questo è uno degli anni più… oh, sì, avanti!- il discorso dell’insegnante fu interrotto da qualcuno che bussava contro la porta. La classe si voltò in direzione dell’intruso e tutti rimasero a bocca aperta notando che era Natalie. Lei non era mai in ritardo, specie per le lezioni di Incantesimi.
-Mi scusi professore- aveva la voce strozzata e gli occhi rossi -Non mi sono sentita molto bene. Posso prendere posto?-
-Oh, certo Stroneugh. Ti senti meglio ora?-
-Sì, grazie- rispose Natalie e, senza guardare in faccia a nessuno, andò ad accomodarsi vicino a Lily.
Sirius non le aveva levato gli occhi di dosso per un momento. Tannet le aveva fatto qualcosa, ne era più che sicuro e, inspiegabilmente, voleva andare da lui e prenderlo a pugni.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da Peter che, ancora ammutolito, stava battendo freneticamente sulla sua spalla.
-Hai ragione Codaliscia, mi sono dimenticato- e con un colpo di bacchetta gli lanciò il contro incantesimo.



La Sala Grande era piano di persone. Gli insegnanti aiutavano i Caposcuola e i Prefetti nel decorare le pareti e i dodici pini, che erano stati tirati su dalla professoressa Sprite e dal professore Vitious. Inoltre le armature erano già state incantate in modo tale che cantassero le carole natalizie ma, come da tradizione, Pix già era partito all’attacco in modo tale che uscissero solo versi volgari e incoerenti con il testo delle canzoni.
Lily e Remus stavano ornando un albero con delle grandi palline rosso ed oro.
-Adoro poter decorare gli alberi per Natale. A casa, quando ero piccola, ci dividevamo i compiti. Mia sorella ed io ci occupavamo della parte bassa, mamma metteva le lucine e i festoni e alla fine papà prendeva in braccio o me o Petunia e ci faceva mettere la stella in cima. Ovviamente facevamo a turni, un anno io ed un anno lei- sul suo bel viso apparve un sorriso davvero mesto -Ma questo avveniva tanto tempo fa! Da te? Come funziona?-
Il ragazzo la guardò con la coda dell’occhio, non voleva sembrare inopportuno chiedendole cosa fosse successo.
-Di solito se ne occupa mio padre. Mia mamma è Babbana quindi si giustifica dicendo che con la magia ci mettiamo meno tempo. Io l’aiuto in cucina- Remus fece volare un fiocco di neve verso l’alto.
-Quindi sei bravo a cucinare?- Lily sembrò divertita.
-Assolutamente no. Le passo gli ingredienti dal frigorifero- a quella risposta entrambi scoppiarono in una sincera risata.
Si trovavano bene insieme e Lily reputava Remus eccessivamente sensibile per poter passare tutto quel tempo con Black e Potter ma, dall’altra parte, sapeva benissimo che condividevano un legame piuttosto profondo.
Dal lato opposto della Sala Grande Severus Piton e Ruth Adams, entrambi Prefetti di Serpeverde, stavano decorando l’albero con i colori tipici della loro Casa. Per Severus, quella cosa, era una assurda perdita di tempo considerando che a casa sua non si respirava nessuna aria Natalizia: i suoi genitori litigavano sempre e l’unica volta che sua madre aveva proposto a suo padre di abbellire la cosa con degli addobbi si era ritrovata con un occhio nero e il labbro gonfio.
-Se ti scocci, posso finire da sola- disse seccamente la ragazza bionda vicino a lui. Non lo stava guardando in faccia e questo gli diede molto fastidio.
-Non mi crea alcun problema decorare uno stupido albero di Natale-
-A me sembra che tu abbia la testa altrove ma se lo dici tu…- la ragazza prese una pallina grande quanto una mela e con un “Wingardium Leviosa” l’appese su un ramo.
Il mago bofonchiò qualcosa di offensivo come risposta ma la strega fece finta di non sentirlo.
All’interno dell’immensa sala si respirava aria di festa, la felice sensazione che anticipava l’arrivo delle vacanze di Natale e persino Gazza che inseguiva Pix con una scopa in mano sembrava uno spettacolo meno raccapricciante del solito. Sirius fece il suo ingresso accompagnato da James.
Indossava un maglione nero e dei jeans sbiaditi. Una ragazza del quarto anno, con la quale aveva avuto un piccolo flirt l’anno precedente, gli sorrise facendogli capire che apprezzava ciò che stava vedendo.
-Felpato non flirtare- disse James divertito mentre allungava il collo per capire dove fossero Remus ed Evans. Il suo migliore amico alzò un angolo della bocca -Cosa ci posso fare? Non mi resistono-.
-Comunque non la troverai qua- James aveva subito dato una spiegazione allo strano atteggiamento del suo amico. La sua voglia di stare constantemente attorno a Natalie non era dettata esclusivamente da un interesse fisico, c’era molto di più… Anche se difficilmente lo avrebbe ammesso.
-Chi?- Sirius inarcò il sopracciglio scuro.
-Non fare il tonto con me, Felpato. Lo sai di chi sto parlando!-
-No Ramoso, non ne ho la minima idea-
James alzò gli occhi al cielo. Ma a che gioco stavano giocando? -Allora te lo dirò chiaramente. Sto parlando di Natalie Stroneugh.-.
Sirius fece una smorfia e scoppiò a ridere -Puoi star più che sicuro che in questo momento lei e Tannet si stanno già sbaciucchiando. Avranno fatto pace e… Che c’è?-
Il ragazzo seguì il punto in cui indicava il dito di James -La vedo difficile. Tannet è lì che chiacchiera amorevolmente con Marianne Logan..-
-Black e Potter sempre in coppia, non è così?- la professoressa McGranitt si aggiustò gli occhiali squadrati sul naso e li guardò con disapprovazione -Non mi risulta che voi due siate dei Prefetti, motivo per cui non potete rimanere qua.-
-Eravamo di passaggio professoressa- si giustificò James.
-Ottimo. Adesso che il mondo ha potuto godere della vostra presenza,- la donna marcò le ultime parole con profondo sarcasmo -Siete pregati di andare!- e con un colpetto li accompagnò fuori dalla Sala Grande.



La situazione nei giorni a seguire non era cambiata. Inoltre su “La Gazzetta del Profeta” non riportava alcuna notizia sulla non troppo recente fuga dei Dissennatori.
-Non capisco come un quotidiano di questo calibro non riporti delle notizie così importanti! Insomma, davvero pensano che dovremmo starci tutti buoni e far finta che non sia successo niente?- Lily era seduta sul divano rosso della Sala Comune e reggeva “La Gazzetta del Profeta” sulle gambe. I suoi capelli rossi erano raccolti in un chignon disordinato e succhiava una piuma di zucchero con fare distratto. Natalie alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e sospirò.
-Non so, Lily. Ma se ci pensi… Questa calma è solo apparente. Sembra quasi che voglia anticipare una tempesta…-
-Sono d’accordo ma penso che sia nostro diritto essere informati! Tuo padre non ti dice nulla?-
-Papà lavora per il Comitato per la Regolazione della Metropolvere, non è molto “dentro” a certe notizie- rispose la strega bionda con un’espressione dispiaciuta. Come aveva già affermato in precedenza, era molto più preoccupata per l’incolumità della sua amica che per la propria. 
Mentre le due amiche parlavano, Marlene scese dal Dormitorio trascinandosi dietro un grande baule -Siete pronte? Emozionate di tornare a casa?-. Le ragazze annuirono contente ma la loro allegria fu presto spenta con le urla di James Potter e Peter Minus.
-Per Merlino, Codaliscia smettila di cantare quella stupida canzone!-
-It’s the most Wonderful time of the year!-
-Ho detto finiscila!-
-Ma che problema ti crea? There'll be much mistltoeing!-
-Sei stonato come una campana!- il mago con gli occhiali uscì dal proprio Dormitorio sbattendo la porta. -Sirius sei pronto?- si voltò verso l’uscio e sbuffò. Il primo giorno delle vacanze non doveva essere iniziato bene per i Malandrini. Alcune volte la convivenza era troppo persino per loro!
-Potter abbassa il tono della voce!- abbaiò Marlene appoggiata contro la parete -A nessuno di noi donzelle interessa cosa facciate in quel porcile!-
Natalie e Lily scoppiarono a ridere nello stesso momento in cui Sirius venne letteralmente catapultato fuori dal Dormitorio. Questo non fece altro che aumentare le risate delle ragazze.
-Ehi, Nat... a proposito- Marlene si rivolse alla sua amica con tono decisamente più gentile -Hai detto “arrivederci” al tuo innamorato in un modo che solo tu sai fare?-
Natalie, a quella domanda, si incupì ma Marlene non sembrò farci caso -Sì, sì. Ci siamo salutati ieri sera- disse in tono piuttosto neutro. Quella risposta fece subito rizzare le orecchie di Sirius: erano giorni che tentava di fare luce su cosa fosse successo fra Natalie e il loro Caposcuola.
-Per me possiamo andare- Remus e Peter si unirono al resto del gruppo. Il ragazzetto grassoccio divenne tutto rosso rendendosi di aver dato dimostrazione delle sue pessime doti canore davanti alle ragazze del suo anno. Il ragazzo con la cicatrice scese per primo le scale, seguito successivamente dai suoi amici.
-Buon Natale, ragazze. Non credo che avremo modo di farci ancora gli auguri…-
-Lunastorta, ma cosa dici? Siamo sullo stesso treno!- sbottò James perplesso. In tutta risposta ricevette un calcio negli stinchi. Lily Evans scoppiò a ridere e gli porse la mano Buon Natale, Remus-.
Quando i ragazzi furono al di là del ritratto la voce di James Potter era ancora piuttosto distinguibile e Lily poté giurare di averlo sentito dire “figura di merda di fronte ad Evans.”.
Quelle vacanze, invece, erano iniziate decisamente bene per lei! 

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Capitolo 8
*** Un Natale apparentemente tranquillo
 ***


Un Natale apparentemente tranquillo



Casa Potter era uno dei posti più accoglienti che Sirius avesse mai frequentato. Riusciva a percepire da qualsiasi oggetto il concetto di “famiglia”. Fleament e Euphemia lo trattavano come un figlio, si sentiva sempre benvenuto e, in qualche modo, amato.
Era già il secondo anno che passava le vacanze di Natale in compagnia della famiglia del suo migliore amico. Era stata un’idea della signora Potter, se lo ricordava benissimo.
“Non se ne parla Sirius, puoi passare il tuo tempo qui quanto vuoi! Anzi, ti dirò di più: da questo in momento in poi sei invitato a festeggiare il Natale con noi ogni anno.” . Ricordava perfettamente la gioia dipinta negli occhi nocciola di James e il sorriso gentile del signor Potter mentre concordava con la moglie aggiungendo che sarebbe stato bello avere un secondo figlio.
I due amici erano tornati a casa da un paio di giorni, si stavano godendo un momento di tranquillità mentre alla radio suonava un gruppo Babbano.
-Come hai detto che si chiamano questi tizi?- chiese James mentre sfogliava la sua copia de “Il Quidditch attraverso i Secoli”.
-Rolling Stones, Ramoso.- gli rispose Sirius. Si era sentito estremamente felice quando il signor Potter gli aveva fatto trovare quel “sofisticato aggeggio Babbano”. Aveva detto che lo aveva comprato per poche sterline ad un mercatino dell’usato ed era conciato parecchio male.
In verità è stato piuttosto facile aggiustarlo: un colpo di bacchetta ed è tornato come nuovo!” gli aveva confidato entrando di soppiatto nella camera di James. Si era addirittura raccomandato di non farlo vedere troppo spesso ad Euphemia dato che non riusciva a sopportare la musica moderna, Babbana o Magica che fosse.
-Chissà se anche ad Evans piacciono…- James spostò la sua attenzione dal libro alla radio. Sirius si morse l’interno di una guancia e in tutta risposta gli lanciò contro il cuscino.
-Ma ti senti? Hai il cervello fottuto!-
-Non farmi la predica, Felpato. Chi faceva finta di andare in bagno solo per vedere che facesse Stroneugh?-
Sirius gli fece il verso, pronto a dargli una risposta volgarissima, ma si zittì quando la signora Potter entrò nella stanza reggendo in mano un vassoio.
-Mamma!- si lamentò James -Per Godric, quante volte ti devo dire di bussare prima di entrare in camera mia?-.
Sua madre lo ignorò tranquillamente e appoggiò il vassoio sulla scrivania. Sirius si alzò per vedere cosa avesse preparato la donna: una deliziosissima torta di carrube senza zucchero e una teiera di té nero.
-Grazie!- esclamò il ragazzo avvicinandosi per tagliare un pezzo per sé e per il suo migliore amico. La signora Potter gli afferrò il polso e scosse il capo, palesemente divertita -Non se ne parla, Sirius. James, vieni qua! Fa gli onori di casa.-. Il figlio la fulminò con lo sguardo ma, senza dire una parola, fece come gli aveva ordinato sua madre.
La signora Potter si sedette sulla sedia, vicino alla scrivania, e guardò i ragazzi con un gran sorriso -Ho avuto un’idea!- disse allegramente.
-…Di…sci…- James aveva la bocca piena di dolce.
-Perché non invitate Remus e Peter a passare qualche giorno qui? Potrebbero stare noi giorno di Natale!-.
James buttò giù il boccone e si scambiò un’occhiata con Sirius. Come dire a sua madre che proprio durante la notte di Natale Remus si sarebbe trasformato in un Lupo Mannaro?
Fu Sirius, però, a risponderle -È davvero un’idea grandiosa ma purtroppo entrambi vogliono passare del tempo con le proprie famiglie-. La signora Potter lo guardò con fare comprensivo: probabilmente aveva pensato che anche Sirius avrebbe voluto provare quella sensazione. Gli poggiò una mano sulla spalla e accennò un sorriso dolcissimo.
-Beh, sono amici vostri! Se siete così sicuri…- si alzò e riafferrò il vassoio facendo un passo verso la porta. -Sirius…- si voltò verso di lui -Sappi che tu fai parte della famiglia. Non dimenticarlo.- e lasciandolo a bocca aperta, uscì dalla camera. Glielo avevano sempre fatto capire tramite piccoli gesti, come una carezza fra i capelli scuri o una lettera inaspettata indirizzata direttamente a lui, ma sentirselo dire gli scaldò il cuore.
-Che ne diresti di smetterla?- James gli arrivò alle spalle e gli si buttò addosso, facendolo cadere a terra sotto il suo peso -Sei riuscito ad ammaliare persino mia madre…- il ragazzo si riposizionò gli occhiali sul naso.
-Questo perché io sono tremendamente affascinante, Ramoso.- Sirius gli diede una gomitata sul fianco.
-Molto simpatico!- James si rialzò in piedi e rise. Ritornò a sedersi sul suo letto e riprese il libro che accompagnò maldestramente fin sopra il comodino.
-Ho intenzione di darti il mio regalo di Natale…- annunciò James. Sirius lo guardò, cercando un dettaglio che lo tradisse per fargli capire che stesse scherzando. Ma il suo migliore amico era inaspettatamente serio.
-Okay, dammi il tuo regalo di Natale. Ma se cacci qualche cosa di Zonko giuro che ti faccio dormire con la McGranitt per…- ma il ragazzo si interruppe quando il mago gli mise un pacchetto sotto al naso. Lo guardò con aria interrogativa ma James gli fece cenno di aprire la confezione. Sirius stappò lentamente la carta, quasi certo che sotto uscisse qualche affare strano. Non era una novità che si facessero degli scherzi anche fra di loro.
Quando finì di scartare il regalo trovò uno specchio. Adesso era davvero perplesso. Se lo posizionò di fronte al viso ma non fece attenzione, si voltò verso il suo migliore amici intento a cercare qualcosa nel baule.
-So perfettamente di essere bellissimo, James. Non c’era proprio un bisogno che mi regalassi uno specchio. Mi basta quello che abbiamo in bagno e gli sguardi delle ragazze quando passo per i corridoi… Ma si può sapere cosa stai facendo?-
-Guarda nello specchio.- adesso anche James reggeva fra un oggetto simile. Anzi, lo specchio era esattamente come il suo.
Sirius si strinse nelle spalle e quando si voltò in direzione dello specchio non vi trovò rifletta la propria immagine bensì gli apparve il viso del suo migliore amico.
-Cosa diamine..? Oh, per Merlino! È uno di quelli?-
James fece un cenno di assenso con il capo. Era contento che Sirius avesse apprezzato il suo regalo -Contento che ti piaccia! In questo modo potremmo essere sempre in contatto, specie quando la McGranitt ci mette in punizione. Voglio che le sia abbastanza chiaro che siamo piuttosto inseparabili.-.
Sirius lo guardò e gli poggiò una mano sul braccio, stringendolo piano, come a volerlo ringraziare. Non era molto pratico nelle dimostrazioni d’affetto, nessuno si era mai premurato di insegnargli che abbracciare poteva essere sinonimo di ringraziamento. E questo James lo sapeva bene, ne era perfettamente conscio e perciò, con un slancio piuttosto atletico, gli diede un forte abbraccio fraterno.
-Ramoso…- sogghignò divertito il suo migliore amico, tentando di respirare sotto quella stretta ferrea -Mi stai soffocando!-.
James si scostò, mantenendo su un sorriso davvero allegro e tornò a sedersi sul suo letto. Sirius riafferrò lo specchio e l’osservò: lì, doveva esserci il suo volto, trovò il soffitto di James.
-A questo punto mi sembra giusto darti il mio regalo. Certo, avrei voluto fare le cose per bene…- a questa affermazione, Sirius si scambiò un’occhiata divertita con James -Ma eccoti il tuo regalo!- si abbassò per prendere una confezione ben incartata. Quando gliela passò, il ragazzo occhialuto scartò precipitosamente la carte e sorrise nel vedere cosa aveva appena ricevuto: “La Manutenzione dei Manici di Scopa:  aggiornamento anno 75-76”.
-Oh, Felpato non dovevi!-
In tutta risposta, James ricevette, per la seconda volta, un cuscino in faccia -Piantala di fare il melodrammatico.-. Entrambi scoppiarono in una sonora risata che sovrastò la musica suonata alla radio.
-Ti va di fare un giro?- chiese James, dopo un po’ -Non ho molta voglia di rimanere a casa e, inoltre, sono quasi certo che, appena possibile, mamma ci vorrà in cucina per aiutarla con i preparativi. E lo trovo abbastanza sconveniente considerando il casino che abbiamo combinato lo scorso anno…-. Sirius si ricordava alla perfezione cosa fosse successo: la signora Potter era uscita per andare a comprare del lievito e si era raccomandata con i ragazzi di non toccare nulla, semplicemente dovevano controllare che il sugo bollisse fino al tempo indicato. Inutile dire che quando era tornata a casa aveva trovato la cucina in soqquadro e le mura completamente sporche di salse.
Ti volevamo aiutare,” si giustificò James “Volevamo solo renderci utili…”. James non aveva mai corso così tanto in vita sua, inseguito da un nano da giardino animato e armato con un rastrello da giardino. Il signor Potter aveva suggerito che forse i ragazzi avrebbero dovuto ripulire il macello che avevano combinato, sua moglie era stata pienamente d’accordo.
Ovviamente, essendo minorenni non potrete usare la magia…”.
-Sì, la trovo una buona idea!- Sirius sorrise e andò ad aprire l’armadio. Cacciò la sua giacca di pelle e la indossò. Uscendo di casa, mentre James chiudeva il cancelletto alle loro spalle, si rese conto che quel Natale sarebbe stato apparentemente tranquillo.


Lily Evans adorava il Natale. Adorava le lucine luminose, le ghirlande, i fiocchi di neve, le decorazione colorate. Adorava andare in giro a fare compere in compagnia di sua madre o suo padre, scegliere il regalo perfetto per i suoi cari. Riusciva addirittura a sopportare gli sguardi adirati e carichi di disgusto di sua sorella.
Quella mattina si era svegliata presto, voleva cercare di mettere una pietra sopra a quel litigio durato fin troppo a lungo. Aveva deciso di prenderle un bel regalo, qualcosa che sicuramente a Petunia sarebbe piaciuto e di parlarle. Non che in passato non ci avesse provato ma sperava che, con il passare del tempo e una maturità diversa, sua sorella avrebbe capito e le sarebbe venuta incontro.
Aveva chiesto a Severus di accompagnarla in un negozio in centro e lui, con non poca riluttanza, aveva accettato. Petunia non gli stava molto simpatica e il sentimento era chiaramente reciproco.
Mentre erano sull’autobus Lily aveva iniziato a parlare de “La Gazzetta del Profeta” e della mancanza di informazioni. Piton la continuava ad ascoltare ma non commentava, non diceva assolutamente niente e lasciava che la sua migliore amica si sfogasse.
-Lily…- un vano tentativo di parlare fu interrotto dagli sproloqui della ragazza -Lily.- insistette finché la ragazza non si rese conto che il mago stava cercando di dirle qualcosa.
-La nostra fermata è la prossima…-
-Ah!- Lily arrossì e si fece strada fino alle porte del mezzo. Quando uscirono per strada vennero travolti dal freddo gelido. La neve si appoggiava delicatamente sui marciapiedi e la gente correva frettolosamente, probabilmente intenta fare le ultime compere.
-Non capisco perché tu non le abbia preso qualcosa ad Hogsmeade…-
Lily scosse il capo -Petunia lo avrebbe preso come una provocazione. No, assolutamente no. Questo regalo vuole avere un significato preciso: voglio farle capire che, anche se viviamo in due modi “diversi”, lei ha sempre un posto speciale nel mio cuore e che per me davvero non è cambiato nulla…-
-Per te forse no…- le rispose Severus in maniera un po’ troppo sfrontata -Ma lei non ci pensa su due volte prima di chiamarti mostro-. Lily si voltò a guardarlo, letteralmente spiazzata da quelle parole -Sev… Ma cosa…-
Lui si morse il labbro -Scusa…- abbassò lo sguardo -Ma è davvero ciò che penso…-. Rimasero in silenzio per tutto il tragitto, Lily si sentiva profondamente ferita e Severus non sapeva che parole utilizzare per scusarsi con lei. Non appena misero piedi nel negozio, il giovane mago prese coraggio e parlò -Lily, mi dispiace. Non era mia intenzione… È che tu stai sempre male quando pensi a lei e…-
-Nonostante tutto, lei è mia sorella! Non posso continuare a far finta di niente! Sono cinque anni che non festeggiamo il Natale assieme- e con un cenno della mano, Lily gli fece capire che avrebbero continuato quella conversazione dopo.
Lily continuava a non capirlo, perché diceva quelle cose? Le faceva tremendamente male, tornare a casa era stata una pessima idea! Avrebbe dovuto proporre alle sue amiche di rimanere insieme ad Hogwarts.
Maledizione,” pensò “Con tutto questo che sta succedendo non riesco a ricordarmi cosa volessi prendere a Petunia…”. Rimase cinque minuti a gironzolare nel negozio con un’espressione afflitta, sotto lo sguardo perplesso della commessa. Quando riuscì a ricordare cosa volesse regalare alla sorella lo prese e lo andò a pagare.
Severus la stava aspettando fuori, con le mani nascoste nella tasche del cappotto.
-Hai fatto?- le chiese. Lei annuì.
Ripercorsero la strada in silenzio, un silenzio imbarazzante e carico di tensione. Una volta arrivati alla fermata, si sedettero sulla panchina della pensilina.

-Ho capito che ti dispiace…- cominciò Lily, osservandolo con la coda dell’occhio -Smettila di fare tutte quelle smorfie…-
Lui sospirò -Non intendevo essere crudele.-
-Sì… Però lei… Beh, davvero mi considera un mostro…- la ragazza sentì una lacrima capricciosa sfuggirle fra le ciglia. Non provò neppure a fermarla, non avrebbe smesso di far male.
-Io le voglio bene…- strinse più forte a sé il pacchetto e trattenne un singhiozzo.
Severus non sapeva cosa dirle, non era bravo a consolare le persone. Si fece più vicino a lei e le avvolse le spalle con un braccio, accarezzandola lentamente. Non avrebbe avuto senso dirle che sarebbe andato tutto bene, nessuno poteva prevedere la reazione di Petunia.
Aspettarono assieme l’arrivo nel pullman, in quella fredda giornata di Dicembre.



Lily si sentì rinascere non appena rincasò. Il fuoco scoppiettava nel caminetto e dalla cucina riusciva a sentire chiaramente l’odore invitante delle polpettine al sugo.
Si levò la giacca, la sciarpa e il cappello e raggiunse la sua famiglia. Petunia stava aiutando loro padre a mettere la tavola.
-Ciao!- salutò allegramente, cercando di non pensare troppo agli avvenimenti di quel pomeriggio.
-Ciao fiorellino, sei tornata giusto in tempo per la cena!- suo padre se li avvicinò e le scoccò un bacio sulla guancia. Petunia fece un verso di disapprovazione.
-Puoi continuare ad aiutare tu?- l’uomo le passò le posate e lei sorrise. Sarebbe rimasta nella stessa stanza con sua sorella, da sole, dopo tantissimo tempo. Era l’occasione giusta per parlarle.
-Tunia…-
-Cosa vuoi?- le domandò bruscamente la ragazza.
-Ti ho preso un regalo per Natale. Sai, proprio come quando eravamo piccole. E vorrei risolvere… Vorrei che smettessimo di ignorarci in questo modo perché fa male. Sei mia sorella! Non riesco a considerarti a pari di una estranea…-
Petunia la guardò. Aprì leggermente la bocca, rivelando la sua dentatura cavallina, e assunse un’espressione brutta -Senti un po’! A me non interessa assolutamente niente della tua pena! Sì, Lily, perché questa è pena! Nient’altro!- Lily fece per parlare ma sua sorella la fermò con un gesto rapido della mano -Agli occhi dei nostri genitori e dei tuoi strambi amichetti potrai pur sembrare un genio o una persona eccezionale, ma per quanto mi riguarda tu sei e rimarrai sempre un mostro!-.
La strega rimase senza parole, non sapeva cosa dire… Si sentiva sconfitta e umiliata. Si passò velocemente il dorso della mano sulle ciglia e le diede le spalle.
Loro padre rientrò proprio in quel momento nella stanza, con un sorriso allegro dipinto sulle labbra e una pentola in mano -È quasi pronta la cena!- annunciò.
Lily e Petunia continuarono ad ignorarsi come facevano ogni volta che la strega tornava a casa. I genitori provavano a farle dialogare ma con scarsi risultati e, inoltre, Lily non voleva che la serena atmosfera familiare fosse rovinata da qualche discussione. In meno di due settimane sarebbe tornata ad Hogwarts, non aveva alcuna intenzione di rovinare la cena della vigilia Natalizia.
Quella sera era il suo turno a sparecchiare ma era così stanca e tramortita per gli eventi di quella giornata che subito dopo si andò a mettere a letto.
-Non ti unisci a noi, Lily?- chiese sua madre, seduta in poltrona, mentre passava dei biscotti al marito.
-No, mi spiace. Ho sonno, ci vediamo domani mattina. Buonanotte!- si congedò sorridendo e venti minuti più tardi era al caldo, sotto le sue coperte. Ma il sonno non accennava ad arrivare e la sua mente era dominata da mille pensieri. Non riuscivo più a percepire gioiosa aria natalizia che non faceva altro che farla volere ritornare a casa. Fra tutto quello che stava succedendo si stava pentendo di non aver chiesto a Natalie di rimanere con lei a scuola per le vacanze.
Ma non poteva neppur pretendere che la sua amica rinunciasse al Natale in famiglia perché lei si sentiva uno schifo da quando era tornata. Così, con un lungo e quasi interminabile flusso di coscienza, si addormentò che ormai era molto tardi e facendo una serie di sogni, uno più strano dell’altro.
Prima sognò che Petunia tornava a casa e informava la sua famiglia del suo fidanzato. Quando aprì la porta fece il suo ingresso James Potter con un paio di mutande in testa.
Il secondo sogno era, se possibile, ancora più assurdo del precedente: Natalie e lei si erano vestite rispettivamente come Silente e la McGranitt e, insieme, cavalcavano un drago.
E infine sognò Black e Severus che andavano in giro, tenendosi sotto braccio, e annunciavano la giornata mondiale della loro amicizia.
Quando Lily si svegliò si sentì peggio di come quando era andata a dormire. “Non credo che la mia vita possa andare peggio di così…” si trovò a pensare nel buio della sua stanza. Mentre rifletteva se alzarsi o meno, sentì dei tocchi vicino al vetro della finestra e capì che doveva irrimediabilmente lasciare le coperte.
Quando aprì gli infissi trovò due occhietti scuri a guardarla. Riconobbe subito quel simpatico gufetto dalle piume grigie e gli occhi curiosi: era l’animaletto della famiglia Stroneugh.
Nel becco portava una lettera, riconobbe il mittente dalla scrittura delicata ed elegante. Natalie le aveva inviato una lettera e lei ne era molto felice. Scartò la busta e spianò la carta:
Lily,
Innanzitutto buon Natale! Dalla mia famiglia alla tua. Mamma dice che si aspetta una tua visita ed anche io sarei molto felice di vederti. Se non puoi venire tu farò il possibile per venire io.
Louis mi ha inviato una lettera ed io gli ho risposto anche se in maniera piuttosto fredda… Lo so che non è giusto, ma non riesco ancora a parlagli normalmente. Sono consapevole che sia anche colpa mia ma ora come ora non mi va… Devo capire come voglia che vada avanti questa storia.
Ma parlando di argomenti più piacevoli spero che tu stia bene, eri così contenta di passare le vacanze con i tuoi genitori! Spero che Petunia non ti abbia dato troppo filo da torcere. E mi raccomando, non passare tutto il tempo libero a studiare e a preparare infusi con Piton. Goditi queste vacanze, non ti preoccupare troppo di quello che ci può essere là fuori. Ricordati sempre che ti voglio un gran bene.
Ancora auguri,
Natalie

Ricevere quella lettera le fece sentire improvvisamente meglio. Si preparò a rispondere alla lettera della sua amica quando un secondo gufo, più grosso e più vecchio, beccò contro il vetro.
Alla sua zampa era attaccata una copia de “La Gazzetta del Profeta” a cui era abbonata da tre anni.
Lasciò perdere la lettera e si accinse a leggere il quotidiano, dopo aver infilato cinque Zellini nel portamonete del gufo che volò immediatamente via.
Il Signore Oscuro è a capo di un Esercito?” così recitava l’imponente titolo di prima pagina. Lily sentì di avere il battito cardiaco accelerato. Feci scivolare gli occhi poche righe più giù e trattenne il respiro:
“Oggi, venticinque Dicembre, molte famiglie di Babbani e nati Babbani sono scomparse. Non si sa esattamente se siano state rapite o siano fuggiti volontariamente dalle proprie abitazioni. Nel bel mezzo di Londra si sono create delle nubi oscure e il cielo rimane grigio e nuvoloso. Il primo Ministro Babbano è stato già avvisato e numerosi Auror sono in viaggio per scoprirne di più. Al momento questo è il poco che possiamo dire. L’unica informazione in più che possiamo aggiungere è che molti maghi e streghe da cognomi importati sembra che si siano schierate dalla parte del Signore Oscuro.”.
Lily rilesse più volte quelle parole nella speranza che prima o poi si sarebbe svegliata e si trattasse solo di un brutto sogno.
-Che brutto brutto Natale…-.

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