Sei speciale?

di Zamia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** DOPO LA BATTAGLIA ***
Capitolo 2: *** ALLO ZOO ***
Capitolo 3: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** DOPO LA BATTAGLIA ***


CAPITOLO 1

 

"Ben fatto!" i pugni si toccarono dopo l'ennesima vittoria contro il cattivo di turno.

Anche questa volta era andato tutto bene. Erano riusciti a gestire la situazione senza che nessuno si facesse male ed erano riusciti ad evitare troppi danni alla città.

Anche se il Lucky charm sembrava sempre riportare tutto alla situazione precedente al combattimento, mettendo le cose a posto, lei continuava a temere che qualcosa potesse andare storto e i danni potessero rimanere permanenti.

Era il suo lato insicuro che veniva a galla alla fine della lotta, quando gli orecchini rossi a pois cominciavano a tintinnare indicando la fine dei super poteri.


"Ehi, coccinellina, cosa c'è che non va? Cos'è quello sguardo triste?" la risvegliò dai suoi pensieri Chat Noir.


"Non è sempre tutto così semplice da spiegare...da grandi poteri derivano grandi responsabilità...diceva un nostro collega.." e sorrise.


Chat la guardò confuso ma divertito. Quella ragazza sapeva essere spiritosa e greve allo stesso tempo.
Ed era per questo che l'amava.


"Oggi sembri più preoccupata del solito e non sei ancora scappata via nonostante il tuo Miracoulus ti stia avvertendo che ti rimane poco tempo prima di trasformarti. C'è qualcosa di cui vuoi parlare con me? Sono a tua completa disposizione!" disse abbozzando un inchino.


"Per quanto tempo pensi che continueremo ad avere questi poteri?" domandò la supereroina.


Oggi era davvero strana.. pensò Chat. Ma sapeva che era suo compito rassicurarla.


"Non preoccuparti Milady, avremmo tempo di invecchiare insieme come ogni bella coppia che si rispetti!"

Lei gli sorrise, gli fece un cenno con la testa e scappò via.
Lui sapeva sempre tirarla su di morale. Aveva sempre le parole giuste per sdrammatizzare e placare le sue insicurezze.

Chat Noir rimase immobile a fissarla mentre scappava via issandosi sui tetti di Parigi. Poi camminando lentamente si avvicinò ad un albero e lo usò come scudo per non consentire a nessuno di vederlo ritrasformarsi nel bellissimo ragazzo la cui immagine campeggiava sulle più ricercate riviste di moda.

Tornando a casa, ripensava alle parole di Ladybug: aveva cercato di alleggerire la situazione e gli era sembrato di riuscirci ma sapeva bene che quello che provava lei era quello che provava anche lui.

Erano dei privilegiati. Senza averne nessun merito apparente, erano stati scelti per proteggere la città, per avere superpoteri che li spingevano al di là di tutti i limiti umani, erano ammirati e osannati. Erano speciali.

Ma questo quanto sarebbe durato?

E quando sarebbe finito, sarebbero tornati i ragazzi che erano prima che quelle scatoline entrassero in loro possesso. Ragazzi normali coi loro problemi adolescenziali e i loro dubbi sul futuro.

Di Ladybug non sapeva nulla, non sapeva chi fosse né che vita facesse al di là della maschera ma di se stesso poteva certamente dire che era un burattino nelle mani di adulti più decisi e forti di lui. Adulti che decidevano come doveva apparire, cosa era opportuno dire, chi doveva frequentare.

É vero che nell'ultimo anno aveva trovato la forza di ribellarsi a suo padre e decidere di andare a scuola come tutti gli altri ma se non fosse stato per Plagg, per l'anello e per Chat Noir, forse il coraggio di mantenere il punto su quella decisione non l'avrebbe mai trovato.

E rifletteva sul fatto che a lui non andava di ritornare ad essere solo Adrien: lui adorava Chat Noir! Forte, coraggioso, vispo e determinato.

Tutta Parigi adorava Chat Noir...

Beh, tutta Parigi forse adorava anche Adrien Agreste ma per motivi completamente diversi: uno era il coraggioso eroe, l'altro solo un bellissimo visino.

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Capitolo 2
*** ALLO ZOO ***


ALLO ZOO

Adrien passeggiava con i suoi amici, quel pomeriggio, dopo scuola. Aveva avuto il permesso dal padre di non rientrare per andare con loro allo zoo. Erano un bel gruppetto di giovani e spensierati ragazzini che da quelle ore si aspettavano risate, pettegolezzi, flirt....

Era un normale pomeriggio da ragazzi normali.

Adrien ascoltava in silenzio i suoi compagni chiacchierare e ne invidiava la leggerezza: per Chloè l'unico problema era l'acconciatura dei capelli, per Sabrina farsi accettare dalla sua migliore amica, Max si lamentava di quel livello del videogioco che non riusciva a superare, Alya e Nino parlavano di siti internet e musica ballabile, Kim si preoccupava del suo campione sportivo preferito che si era infortunato. Solo Marinette appariva silenziosa e camminava tenendo gli occhi bassi.

Le si avvicinò:

"Cos'è quello sguardo triste, Marinette?"

Lei gli rispose senza neanche girarsi:

"Non è sempre tutto così semplice da spiegare, Adrien"


Ad entrambi questo breve scambio di battute parve un deja-vù . Si guardarono un attimo negli occhi e un brivido percorse loro la schiena. Contemporaneamente provarono la stessa sensazione di disagio.

Ma durò poco, erano due ragazzi in giro con gli amici e nulla avrebbe dovuto scalfire la loro serenità.
Marinette se ne accorse per prima e si scusò, balbettando, della risposta poco cortese...

Aggiunse che certi giorni il peso delle responsabilità le pareva enorme. Troppo più grande delle sue piccole spalle. La scuola, le aspettative dei genitori, l'indecisione su quali fossero le scelte migliori da fare per il proprio futuro, le prese in giro di Chloè, il sentirsi sempre inadeguata nei confronti dei suoi amici e di quell'amico particolare da cui avrebbe desiderato più attenzioni.

L'aveva detto tutto di un fiato, sempre senza guardarlo negli occhi, e l'aveva detto proprio a lui che c'era qualcuno di speciale nel suo cuore, qualcuno di cui desiderava le attenzioni ma che invece non la considerava per niente, se non come una semplice amica.

Tra loro era sceso il silenzio. Nel frattempo il gruppetto di amici si era sparso per lo zoo.

Marinette ed Adrien erano rimasti indietro fermi davanti la gabbia di una nera e possente pantera.
Marinette, rossa per la vergogna per ciò che le era appena uscito dalla bocca, pensava a quanto fosse triste il fatto che delle sue due identità soltanto Ladybug meritasse di essere amata: Chat Noir, un meraviglioso eroe, era innamorato di lei e l'intera città la idolatrava..le avevano persino dedicato una statua come si fa solo coi personaggi storici più importanti (o coi dittatori...ma quella era un' altra storia...rifletteva sorridendo).

La piccola Marinette, invece, era solo una goffa ragazzina, carina ma non bella, talentuosa ma non eccezionale, sicura ma solo in pochi, pochissimi campi. Chi mai avrebbe potuto amarla per quello che era? E se mai avesse perso i poteri sarebbe ritornata ad essere solo quella stupida ragazza che senza Tikki o Alya a supportarla ed incitarla non era capace di prendere da sola nessuna decisione.

Adrien ruppe il silenzio:

“Mi piacerebbe essere come lei”- disse indicando la pantera. “Fiero e coraggioso”.
Marinette prese il coraggio a quattro mani e disse ciò che pensava e conservava in animo da tempo:
“Noi ti vediamo così! tu sei così...così...bel...simpat...alt...fort- decis.” disse mangiandosi tutte le lettere finali perché ogni parola le sembrava troppo poco per rappresentare la persona che le faceva battere il cuore.

Lui sbuffò in una risata

“Ma dai, davvero mi vedete così? io ho paura persino di dire a mio padre che detesto i cereali che mi fa rifilare ogni mattina per colazione!”

Dopo un momento di silenzio, continuò:

“Invece spesso invidio proprio te, Marinette! Delle mie amiche, sei la più determinata, sai sempre quello che vuoi e per ottenerlo non calpesti mai il prossimo... ma sei anche tanto dolce...capace di rassicurare gli amici quando ne hanno bisogno. Certo qualche volta quando parli con me, non ti capisco, sei un po' strana..ma quando ti guardo relazionarti con gli altri penso che tu sia davvero una persona ..come dire.. SPECIALE!

Marinette sentì sciogliersi ...sentiva che le gambe non la reggevano più.

Lui la riteneva speciale?!

“anche io trovo che tu sia.....speciale, Adrien” balbettò ma non tanto...

Lui la guardò incuriosito in attesa che continuasse:

“Sei sempre a disposizione quando qualcuno di noi ti chiede aiuto e premuroso nei confronti di tutti, persino di Chloè! E poi, per sopportarla da tanti anni, sei davvero paziente e coraggioso!”

Si sorrisero.

Marinette avrebbe voluto approfondire quella chiacchierata ma proprio in quel momento arrivò Chloè che prese per un braccio Adrien e lo trascinò nel rettilario... La bionda sperava che nella penombra di quell'ala dello zoo lui si potesse lasciare un po' andare.


Non ebbero più modo di chiacchierare per il resto del pomeriggio... Ma per lei era già andata bene così..

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Capitolo 3
*** Epilogo ***


EPILOGO

 

E anche questa volta avevano vinto!

“Ciao ciao farfallina” salutò Ladybug.

Si sorrisero ma mentre si davano le spalle per allontanarsi dal luogo della battaglia, Chat Noir la chiamò:

“Ladybug?!"

“Si?”

“Rispetto all'ultima volta sei di buon umore, vero?”

“Già! l'altro giorno ero triste perché era da un po' che pensavo che senza poteri la mia me non trasformata era nient'altro che una banale ragazzina. Poi una persona importante mi ha detto che sono speciale. E lì ho cominciato a guardare la me non mascherata con un pó più di autostima...ma non dovrei dirti queste cose, gattaccio, adesso mi prenderai in giro per sempre!"

"Anche per me sei speciale Milady!" disse Chat avvicinandosi con il suo viso a quello dell'eroina, "e io per te lo sono?”

Lei gli scostò il viso con la mano e scappò via, destinandogli un ultimo affettuoso sguardo.

“Anche a me, qualche giorno fa, una ragazza ha detto che sono speciale, mentre non ero trasformato!” le urlò mentre si allontanava.

“Visto, gattino? Non bisogna essere dei supereroi per essere speciali. Lo siamo già, ognuno di noi, almeno un pò...dobbiamo solo imparare a esserne consapevoli!”


 

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