Qualche coincidenza di troppo

di Notteinfinita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gusto vaniglia ***
Capitolo 2: *** Al parco ***
Capitolo 3: *** La Disciplinatrice ***
Capitolo 4: *** Verità ***
Capitolo 5: *** Il piano di Alya ***
Capitolo 6: *** Un Kwami dalla lingua lunga ***
Capitolo 7: *** Finalmente noi ***
Capitolo 8: *** Alla luce del sole ***



Capitolo 1
*** Gusto vaniglia ***


Qualche coincidenza di troppo


I primi raggi del sole mattutino filtrarono attraverso la persiana illuminando la stanza e rendendo visibile l'arredamento dalle linee semplici ed eleganti.

«Oh Ladybug!» mugolò il ragazzo disteso nel letto mentre il suono assordante di una sveglia invadeva l'aria.

«Bello addormentato, farai tardi a scuola.» disse il Kwami nero, svolazzando sul letto e sbocconcellando una fetta di Camembert.

«Plagg, perché mi hai svegliato, stavo facendo un sogno magnifico!» protestò Adrien, mettendosi a sedere. «Stavo baciando Ladybug e le sue labbra sapevano di vaniglia...» raccontò con voce sognante.

«Ti prego, ho appena mangiato!» protestò il Kwami, rabbrividendo.

«Plagg, non sei per niente romantico.» sbuffò Adrien. «Perché non capisci? Quando abbiamo lottato contro Dark Cupido ed io sono stato soggiogato al mio risveglio avevo sulle labbra sapore di vaniglia e prima di salutarci Ladybug ha parlato di un bacio ma io non ricordo nulla. E se lei mi avesse baciato? O se io avessi baciato lei contro la sua volontà? Io ho bisogno di sapere!»

«Ciò che so io per certo è tra poco i tuoi compagni entreranno in classe senza di te.» rispose pigramente l'animaletto.

«Ma è tardissimo!» esclamò il ragazzo, gettandosi fuori dal letto dopo aver dato un occhiata alla sveglia.




Dopo una corsa frenetica per prepararsi, Adrien entrò in aula proprio mentre la campanella finiva di suonare.

«Appena in tempo, fratello!» esclamò Nino dando il pugno all'amico.

«E già.» rispose Adrien, lasciandosi scivolare sulla panca al suo fianco.

Si era appena seduto quando la porta dell'aula si riaprì e sulla soglia apparve una Marinette dall'aspetto stravolto.

«Cosa ti è successo!?» chiese Alya, stupita.

«Stanotte ho dormito male e così stamattina non ho sentito la sveglia.» spiegò la ragazza, prendendo posto.

«Marinette, ma la tua voce? Stai male?» domandò la ragazza, sentendo il respiro affannato dell'amica.

«Ho qualche problema a respirare, devo aver preso freddo.» ammise Marinette.

(Non poteva certo dirle che aveva combattuto sotto la pioggia nelle vesti di Ladybug; anzi si chiedeva se anche Chat Nori fosse nelle sue stesse condizioni.)

«Saresti dovuta rimanere a casa.» la rimproverò Alya.

«Starò bene, ho già fatto troppe ore di assenza.»

«Buongiorno ragazzi.» disse la professoressa Busteer entrando in classe e prendendo posto dietro la cattedra. «La lezione di oggi sarà un po' particolare, andremo nel parco per fare dei disegni dal vivo. Voglio che vi lasciate ispirare dalla natura e che utilizziate a casa gli spunti presi durante la lezione per creare un capo d'abbigliamento o un accessorio.» spiegò la donna mentre un'ondata di eccitazione travolgeva la classe rendendo gli studenti del tutto sordi alle sue spiegazioni.

«Su, raccogliete le vostre cose e andiamo.»

«Che bello, finalmente una giornata diversa!» esclamò Alya, felice.

«Sinceramente oggi avrei preferito stare in aula.» confessò Marinette, respirando a fatica. L'idea di sedersi a disegnare sull'erba umida non le sorrideva per nulla.

Nonostante ciò, radunò le sue cose e le sistemò nel suo zaino per poi alzarlo da terra e sistemarselo su una spalla.

Purtroppo non aveva chiuso la tasca inferiore che nel movimento lasciò fuoriuscire qualcosa facendola cadere ai piedi di Adrien che in quel momento stava scendendo i gradini per uscire dalla classe.

«Marinette, ti è caduto questo.» disse raccogliendo lo stick di plastica e porgendolo alla compagna di classe.

«Gra-grazie.» balbettò Marinette nel riprenderlo mentre le loro mano si sfioravano e lei diventava di un bel rosso acceso.

«Il lucidalabbra che hai comprato al mercatino di Natale?» chiese Alya, prendendolo dalle mani dell'amica prima che lei, inebetita dalla vicinanza di Adrien, lo lasciasse cadere di nuovo a terra. «Vaniglia, giusto? Wow, devi prestarmelo!»

Quelle parole risuonarono nella mente di Adrien facendogli sgranare gli occhi per poi darsi mentalmente dello stupido; ogni giorno venivano venduti centinaia di lucidalabbra come quello, era solo un caso che lo avesse anche la sua compagna di classe.

«Certo, non c'è problema.» rispose Marinette, riuscendo finalmente a distogliere lo sguardo dal biondo.

Recuperata la facoltà di camminare, la ragazza seguì i compagni fuori dall'aula.

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Capitolo 2
*** Al parco ***


Giunti nel parco adiacente la scuola, la professoressa disse loro di sedersi sull'erba e cercare di trovare qualcosa che li ispirasse.

Marinette e Alya presero posto ai piedi di un albero che offriva loro un accogliente punto d'appoggio per le spalle.

«Possiamo unirci a voi?» chiese Nino sorridendo complice ad Alya.

«Solo se prometti di comportarti bene.» lo punzecchiò la ragazza.

«Trovato qualcosa che ti ispira?» chiese Adrien, sedendosi vicino a Marinette.

«Non ancora.» rispose lei, arrossendo.

«Che carino!» trillò Alya indicando un gattino nero che si avvicinava con fare furtivo ad un gruppo di piccioni.

Appena i volatili si accorsero di lui fuggirono con gran sbattere di ali.

Immediatamente Adrien iniziò a starnutire per poi lasciarsi andare esausto contro il tronco.

«Stupida allergia alle piume.» mugugnò.

Lo sguardo di Marinette andò dal gattino al suo amico mentre il cuore le perdeva un battito.

Adrien era allergico alle piume, proprio come Chat Noir.

Scrollando la testa si disse che era solo una coincidenza. Chissà quante persone erano allergiche alle piume, certo però sarebbe stato bello se sotto quella maschera ci fosse stato il ragazzo che amava.

Dagli atteggiamenti di Chat era alquanto evidente che lui avesse interesse per Ladybug e se lei era Ladybug e Chat Noir fosse stato Adrien allora...

I voli pindarici di Marinette vennero interrotti da un gemito di frustrazione.

Pochi secondi dopo la professoressa Busteer passò davanti a loro intenta a togliersi qualcosa dai capelli.

Incuriosita Alya si avvicinò per osservare cosa le fosse caduto dalla testa.

«Pallina di carta insalivata.» disse con voce disgustata.

Volto lo sguardo verso il punto da cui era arrivata la professoressa videro Kim nascosto dietro un albero che se la rideva di gusto.

«I maschi, che eterni bambinoni!» sospirò Alya, scuotendo la testa.

«La pensi così per tutti?» chiese Nino, raggiungendola e abbracciandola da dietro.

«Forse non tutti.» mormorò la ragazza arrossendo leggermente.

«Non trovi che siano davvero carini?» sussurrò Adrien all'orecchio di Marinette.

«Già.» sospirò lei, sentendo il viso andare a fuoco nel momento in cui si rese conto di quanto Adrien fosse vicino a lei.

Il momento idilliaco fu però spazzato via dal colpo di tosse che subito dopo le spezzò il respiro.

«Marinette, stai bene?» chiese Adrien, preoccupato.

«Si.» sussurrò lei, a corto di fiato.

«Non era proprio la giornata ideale perché tu stessi qua fuori.» osservò Adrien «Sei certa di non avere la febbre?» le chiese ancora, portando una mano alla sua fronte per controllare, ignaro che quel gesto aveva quasi fatto venire un arresto cardiaco alla ragazza.

Alya, poco lontano, vedendo la scena non poté fare a meno di sorridere e di fare un pollice su in direzione dell'amica.

«Non mi sembra che tu abbia la febbre ma forse è meglio se stai un po' più coperta, visto che siamo sotto gli alberi.» suggerì il ragazzo, prendendo la giacca che aveva poggiato sulla sua tracolla e sistemandola sulle spalle di Marinette.

«Non c'è bisogno, davvero.» rispose lei, divenendo scarlatta e tentando di fermalo con il solo risultato di sfiorargli la mano e imbarazzarsi ancora di più.

«Bé, grazie.» sussurrò Marinette, abbassando il capo, a disagio.

«Fratello, la mia damigella gradirebbe qualcosa di caldo, mi fai compagnia?» chiese Nino, avvicinandosi.

«Marinette, gradisci qualcosa?»

«Io, ecco,...» iniziò a balbettare la ragazza, non essendosi ancora ripresa dalla vicinanza con Adrien.

«Portale una cioccolata calda molto zuccherata.» rispose Alya.

«A tra poco.» dissero i due, allontanandosi.

«Bene, bene, bene, vedo che facciamo progressi.» affermò Alya, appena i due ragazzi non furono più a portata d'orecchio, prendendo una manica del giubbotto di Adrien e picchiettandola scherzosamente sul naso dell'amica.

Marinette riuscì solo a sorridere e a stringersi maggiormente l'indumento addosso, inebriata dal suo profumo.

«Ho pensato però che un contatto troppo lungo fosse deleterio per i tuoi neuroni così ho preferito allontanarlo con una scusa.» aggiunse, dando un pizzicotto alla guancia dell'amica.

«Alya!» protestò Marinette, arrossendo.

In effetti era vero, se Alya non fosse intervenuta probabilmente lei sarebbe partita in quarta con uno dei suoi sproloqui rovinando tutto.

«Dobbiamo solo sperare che non ti veda Chloé, non oso immaginare che faccia farebbe se vedesse il suo giubbotto su di te.»

La ragazza si limitò a sospirare, esasperata alla sola idea.

«Signore, le vostre bevande.» annunciò Nino, porgendo il bicchiere ad Alya mentre Adrien faceva lo stesso con Marinette che lo ringraziò arrossendo.




«È dura avere a che fare con degli alunni scalmanati.» sibilò Papillon, rivolto alla professoressa. «Disciplinatrice, io ti darò il potere di rimetterli in riga ma tu dovrai portarmi i Miraculous di Ladybug e Chat Noir.»

«Sarà fatto Papillon.» mormorò la donna, già sotto l'effetto dell'Akuma che era penetrata nello spillone con cui era solita raccogliere i capelli.

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Nota dell'autrice: Come sempre Papillon è arrivato a rompere le uova nel paniere....

Curiosi di sapere cosa succederà?

Appuntamento a martedì per il nuovo capitolo.

Baci.

PS:Questa storia è disponibile anche su Wattpad.

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Capitolo 3
*** La Disciplinatrice ***






«Ragazzi, temo proprio che dovremo metterci al lavoro.» mugugnò Nino tornando dai compagni dopo aver gettato i bicchieri vuoti in un cestino dei rifiuti. «Se la professoressa si accorge che non abbiamo ancora fatto nulla ci darà una bella lavata di capo.»

Anche se a malincuore i tre fecero un cenno di assenso, in fondo era una lezione all'aperto e non una gita.

Il rumore di uno schiocco però li distrasse dai loro propositi.

«Io sono la Disciplinatrice e adesso voi ubbidirete a me.» annunciò una donna vestita di pelle nera facendo schioccare la frusta che teneva in mano e bloccando sul posto chiunque ne venisse sfiorato.

«Un'akumizzata!» esclamò Alya, esaltata. «Tra poco Ladybug e Chat Noir saranno qui, fantastico!» aggiunse, estraendo il cellulare e mettendo in funzione la videocamera.

«Alya, è pericoloso.» disse Nino, cercando di portarla via mentre lei era intenta a riprendere la scena.

«Marinette, vai a nasconderti.» ordinò Adrien. «Io avviso gli altri del pericolo.»

Detto questo corse via.

Marinette avrebbe voluto seguirlo temendo per la sua incolumità ma in quel momento c'era più bisogno di Ladybug.

Approfittando della distrazione dei suoi amici, poggiò il giubbotto di Adrien sul proprio zaino, si nascose dietro un cespuglio e aprì la sua borsetta.

«Tikki, trasformami!»

Pochi secondi dopo l'eroina in rosso faceva la sua apparizione.

«Fermati!» esclamò, parandosi davanti alla nemica.

«Felice di vederti insettina!» esclamò Chat Noir, portandosi al suo fianco con un elegante balzo.

«Ben arrivato gattino.» rispose Ladybug sorridendogli.

Il tempo per i convenevoli era però finito e i due si ritrovarono a schivare i colpi dell'avversaria che cercava di bloccarli.

Lottavano da alcuni minuti quando Chat Noir si accorse che la sua partner era a corto di fiato.

Preoccupato le si avvicinò ma in quell'attimo, facendo roteare la sua frusta, la Disciplinatrice fece apparire una bolla che li imprigionò entrambi.

«Io esigo silenzio...e presto voi tacerete per sempre.» affermò la donna. «E quando avrete esalto l'ultimo respiro io consegnerò i vostri Miraculous a Papillon.» spiegò, sorridendo serafica.

«Maledizione.» sibilò Chat Noir battendo i pugni contro le pareti della bolla.

Allungato il suo bastone cercò di farla esplodere ma senza alcun successo.

Un attimo di riflessione gli fece ricordare quanto fatto con lo Sparabolle.

«Cataclisma!» annunciò, colpendo le pareti che li imprigionavano.

Con suo sommo stupore la sfera rimase integra.

Stava ancora pensando ad una soluzione quando un rantolo proveniente dalla sua compagna di avventure lo distrasse.

«Ladybug, tutto bene?»

«Ho difficoltà a respirare.» ammise la ragazza, ansimando e lasciandosi cadere appoggiata al petto del ragazzo.

In altri momenti sarebbe andato in visibilio ma adesso riusciva solo a pensare che doveva salvarla.

Scalciò, graffiò e morse le pareti nel disperato tentativo di riguadagnare la libertà ma ormai non sapeva cosa altro provare.

«Mi sa che tra poco verrai realizzato il tuo desiderio.» sussurrò Ladybug, a corto di fiato ma cercando di apparire scherzosa. «Non so quanto resisterò, appena sverrò la mia trasformazione si annullerà.» spiegò.

«Non dire stupidaggini, se un giorno vorrai rivelarmi la tua identità ne sarò felice ma così non ci sto. Preferisco chiudere gli occhi e morire rimanendo nell'ignoranza.» aggiunse, stringendola a se.

Quelle parole colpirono profondamente Ladybug, gli occhi le si fecero lucidi ed una lacrima le scivolò lungo la guancia mentre il cuore iniziava a batterle forte, dietro l'atteggiamento spavaldo e le battute tremende c'era molto di più, c'era un ragazzo dolce, sensibile e leale.

Capì che mon poteva arrendersi così, glielo doveva.

«Lucky Charm!» gridò con quanto fiato aveva in gola, pur rimanendo appoggiata a Chat Noir. Subito dopo si trovò sul palmo una biro svuotata con dentro delle palline di carta.

Ladybug si guardò intorno cercando di mantenere un respiro calmo e regolare.

«Chat Noir, stavolta dovrai aiutarmi. Io non ho abbastanza fiato per usarla.» disse, porgendogli la penna. «Spara contro la bolla e poi cerca di colpire la Disciplinatrice alla mano che tiene la frusta.» spiegò con respiro sempre più affannato.

Pur sei titubante, il ragazzo fece come lei gli aveva detto.

Appena la pallina di carta insalivata colpì la bolla questa si aprì, quasi volesse evitare il contatto con il pezzetto di carta.

Immediatamente Chat Noir balzò fuori portando Ladybug con se.

Presa la mira lanciò un'altra pallina contro la donna akumizzata che, schifata, lasciò cadere la frusta.

Appoggiando le mani sul petto di Chat Noir, Ladybug si diede lo slancio per afferrare al volo la frusta.

Presala per lo sverzino la fece roteare sulla sua testa finché non riuscì a sbatterla con tutte le sue forze contro un tronco mandando in frantumi il manico in legno e liberando l'akuma.

Dopo che lei l'ebbe purificata, Chat noir le restituì la penna scaturita dal Lucky Charm che lei lanciò in aria riportando tutto alla normalità.

«Tutto bene my Lady?» chiese, portandosi vicino a lei.

«Adesso si.» rispose lei, sorridendo e cercando di respirare normalmente.

«Allora a presto.» le disse il ragazzo, allontanandosi a malincuore.

La sua Lady non stava affatto bene e non riusciva a non pensare che avesse problemi respiratori, proprio come Marinette; si sentiva invadere da mille domande, se solo il suo Miraculous non stesse lampeggiando sarebbe rimasto con lei e forse finalmente avrebbe potuto chiarire i suoi dubbi invece quello stupido anello lo costringeva a fuggire da lei.

Vedendolo allontanarsi Ladybug avvertì uno strano vuoto dentro.

Non lo aveva neanche ringraziato.























NDA:L'Akuma è stata sconfitta ma adesso cosa succederà?
 Appuntamento a giovedì per scoprirlo. 
PS:Ricordate che sono anche su Wattpad, non dimenticate di lasciare una stellina!

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Capitolo 4
*** Verità ***


Fattasi coraggio, lo inseguì.

«Chat Noir, aspetta.» gridò appena si furono allontanati dal parco.

Stupito lui si fermò ad aspettarla.

«Ecco io volevo solo ringraziarti per avermi salvato. Senza di te stavolta non ce l'avrei fatta...ed anche per aver detto che non avresti accettato di scoprire in quel modo la mia identità.» disse abbassando gli occhi con fare imbarazzato.

«Non hai nulla di cui ringraziarmi, se un giorno deciderai di rivelarmi la tua identità ne sarò felice ma scoprirlo per colpa di un'Akuma non è ciò che voglio e se ti ho salvato è stato solo per egoismo, non potrei mai vivere senza la mia Insettina.» affermò Chat Noir, facendole l'occhiolino e portando una mano sulla guancia di Ladybug per accarezzarla.

La dolcezza e la sincerità nella voce del ragazzo, nonostante una delle sue solite battutine, provocarono un tuffo al cuore in Ladybug.

Improvvisamente si rese conto che dietro le avance del suo partner forse c'era qualcosa di sincero e che di certo i suoi molteplici rifiuti dovevano averlo fatto spesso soffrire.

Anziché ritrarsi, come avrebbe fatto in altre occasioni, poggiò una mano su quella di lui premendosela sulla guancia.

«Grazie.» sussurrò, emozionata; poi seguendo l'istinto portò le mani sulle sue spalle, si alzò sulle punte e lo baciò.

Fu appena uno sfioramento di labbra ma bastò perché Chat Noir sgranasse gli occhi.

Vedendo il suo sguardo stupefatto, Ladybug arrossì e tentò di ritrarsi.

Ciò che non aveva calcolato era che nel fare quel movimento il suo orecchino sarebbe rimasto incastrato nel guanto di Chat Noir che si trovava ancora all'altezza della sua guancia, sfilandosi.

Il ragazzo dal canto suo era così stupito dal comportamento di Ladybug da non accorgersi che il suo anello aveva emesso l'ultimo segnale di allarme prima della ritrasformazione.

Un lampo di luce bicolore li avvolse ed in pochi secondi si ritrovarono occhi negli occhi, privi delle maschere che proteggevano le loro identità.

«Ma-Marinette!» balbettò Adrien, sorridendo felice alla ragazza davanti a se.

«A-A-Adrien.» mormorò lei a sua volta sentendosi svenire.

Le sembrava impossibile che il suo compagno di avventure fosse proprio il ragazzo di cui era innamorata.

Quando si rese conto di averlo appena baciato (e non per la prima volta) sentì il viso andarle a fuoco.

«Adrien dov'è il mio Camembert?» chiese Plagg, spuntando all'improvviso per poi sgranare gli occhi alla vista di Marinette.

La vocina del Kwami ebbe il potere di distrarli dai loro pensieri e sentire i loro compagni che li chiamavano dal parco li costrinsero a ritornare al presente.

«Plagg ti spiego dopo.» disse all'esserino, aprendo la tasca della camicia perché potesse entrarci. «Dobbiamo andare.» aggiunse Adrien, rivolto a Marinette, recuperando il suo orecchino da terra e porgendoglielo.

Marinette lo rimise con mano malferma e subito la piccola Kwami rossa fece la sua apparizione.

«Marinette.» pigolò con voce stordita per poi bloccarsi nel momento in cui si accorse della presenza di Adrien.

«Ti spiegherò tutto dopo, adesso dobbiamo andare.» disse, aprendo la borsetta affinché l'esserino potesse nascondervisi.

Correndo entrambi rientrarono nel parco da un ingresso laterale mescolandosi alla folla che si stava lentamente riprendendo.

«Ragazzi, tutto bene?» chiese Alya, andando loro incontro.

«Tutto ok, ci eravamo solo allontanati per metterci al sicuro.» rispose Adrian a nome di entrambi.

Il rossore spuntato sul volto dell'amica la fece insospettire ma si disse che non era quello il momento giusto per indagare.

«Ragazzi, a causa dell'attacco le lezioni sono sospese, siamo liberi!» annunciò Nino, raggiungendoli.

«Allora dobbiamo approfittarne.» affermò Alya con un luccichio poco rassicurante negli occhi. «Marinette, pensi che tuo padre potrebbe farci riprendere dallo spavento preso con un bel croissant?»

«Si, non c'è problema.» rispose Marinette, incerta, non comprendendo a cosa mirasse l'amica.

In realtà desiderava rimanere da sola per assimilare la portata della scoperta appena fatta ma ben consapevole che se l'altra aveva qualcosa in mente non avrebbe accettato un no come risposta.

«Allora andiamo, destinazione pasticceria Dupain-Cheng!» esclamò Alya, galvanizzata.

«Adrien, stai bene?» cinguettò Chloè correndo verso di lui e cercando di buttargli le braccia al collo.

«Sto bene, grazie.» rispose Adrien, scansandola; “mai stato meglio” pensò, sorridendo dolcemente in direzione di Marinette.

«Visto che le lezioni sono sospese perché non ce ne andiamo da qualche parte?» domandò con fare civettuolo, arpionandosi al suo braccio.

«Mi dispiace ma ho già un altro impegno.» spiegò lui, liberando il braccio.

Chloè lanciò un'occhiata di fuoco al gruppetto per poi raggiungere Sabrina e andarsene con atteggiamento offeso.

«Adesso che ci siamo liberati di quella possiamo andare!» esclamò Alya, felice.

«Alya!» la rimproverò Marinette.

«Tu sei troppo buona amica mia ma la verità è che quella ragazza a volte è peggio di una piattola. Ho ragione Adrien?»

Il ragazzo si limitò a balbettare a disagio.

Chloè era sua amica da una vita ma certe volte sapeva davvero essere asfissiante.

«Ecco adesso siete davvero perfetti l'un per l'altra!» esclamò Alya ridacchiando in direzione dei due amici per poi prendere sotto braccio Nino e avviarsi in direzione della pasticceria.

Dietro di loro Marinette camminava a testa bassa presa da mille pensieri mentre Adrien le lanciava occhiate di sottecchi incapace di cancellare dal suo volto il sorrisino divertito che gli aleggiava sulle labbra.

Angolo dell'autrice: La verità è venuta fuori e adesso?

Appuntamento a sabato per il nuovo capitolo.

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Capitolo 5
*** Il piano di Alya ***




«Buongiorno signori Dupain-cheng!» salutò Alya entrando nel negozio.

«Buongiorno, ragazzi, che cosa è successo?» chiese la madre di Marinette uscendo dal bancone.

«La professoressa è stata Akumizzata e così hanno sospeso le lezioni.» rispose Alya, come se fosse la cosa più normale del mondo.

«Voi state bene?» chiese la donna, preoccupata.

«Si, mamma, tranquilla.» rispose Marinette, abbracciandola per rassicurarla.

«Ciao ragazzi!» disse Tom, uscendo dal retro del negozio con una teglia di croissant fumanti in mano. «Ho sentito quello che è successo, qualcosa di dolce per far passare lo spavento?» domandò, sorridente.

Un coro di si accolse la sua proposta.

«Allora, macaron per Alya; èclair al caffè per Nino, croissant alla nocciola per la mia Marinette e per te giovanotto?» chiese, rivolgendosi ad Adrien che arrossì imbarazzato.

«Sono Adrien Agreste, signore.» rispose visibilmente a disagio.

«Ah, ecco perché la tua faccia mi sembrava conosciuta.» rispose l'uomo sorridendogli e assestandogli una pacca sulle spalle che gli fece piegare le ginocchia.

In disparte, cellulare alla mano, Alya era intenta a filmare tutta la scena.

«Alya, posso sapere cosa stai facendo?» bisbigliò, Marinette.

«Riprendo il primo incontro tra tuo padre e il suo futuro genero.» rispose l'altra, tranquillamente.

«Alya!» esclamò Marinette con il viso imporporato dall'imbarazzo, coprendo l'obiettivo dell'amica.

«Uh, che avrò mai detto. Tanto se non ha ancora capito che sei pazza di lui lo capirà appena entra in camera tua.»

Marinette osservò per qualche attimo la sua amica senza comprendere il significato delle sue parole; ad un tratto i suoi occhi si spalancarono in preda al panico:la sua camera era tappezzata di poster di Adrien e tra qualche secondo lui li avrebbe visti!

Vedendo l'amica sbiancare, Alya decise di intervenire in suo aiuto, il suo scopo era quello di riuscire a far si che si dichiarasse ad Adrien, non quello di farla morire di crepacuore.

«Marinette ci precede in camera sua, vuole assicurarsi che sia tutto in ordine» spiegò, facendo l'occhiolino in direzione dell'altra. «Noi recuperiamo lo spuntino e la raggiungiamo.»

Fatto un cenno di assenso Marinette corse via quasi fosse inseguita da un orso inferocito. Aveva poco tempo e troppe cose da nascondere.

«Umh, secondo me tu sei un tipo da pain au chocolat.» affermò Tom nel frattempo.

«Ma come ha fatto?!» chiese Adrien stupito.

«Mio marito è bravissimo ad indovinare i gusti delle persone.» disse orgogliosa la signora Dupain-cheng. «Mi ha conquistato portandomi i miei dolci preferiti, eclaire al caramello.» aggiunse, schioccando un bacio sulla guancia del marito.

Giunta in camera, Marinette si guardò intorno con aria spaesata.

Ovunque posasse gli occhi vedeva prove della sua insana passione per Adrien.

«Tikki aiutami, Adrien tra poco salirà, non può vedere tutto questo, penserà che sono pazza!» esclamò in preda ad una crisi isterica.

Accumulate tutte le foto e i poster dentro l'armadio spinse lo sportello con forza finché non riuscì a chiuderlo.

«Marinette, possiamo entrare?» chiese Alya da dietro la botola chiusa.

Immediatamente lei fece cenno a Tikky di nascondersi quindi andò ad aprire.

«Entrate.» disse, togliendo di mano ad Alya il vassoio con i vari spuntini e poggiandolo sulla scrivania.

Nino e Adrien presero posto sul tappeto mentre Alya e Marinette sedettero sulla chaise-longue, dopo aver recuperato ognuno il rispettivo dolce.

Marinette sentiva i suoi amici discutere ma non riusciva ad afferrare neanche una parola dei loro discorsi.

Riusciva solo a pensare che il suo Adrien era Chat Noir ed il sorrisino felice che spesso lui le rivolgeva contribuiva a mandarla in confusione.

«Oh mio dio!» esclamò d'un tratto Alya saltando in piedi e facendo sobbalzare gli altri.

«Che succede?» chiese Marinette, spaventata.

«Oggi è il compleanno della prozia Clarissa ed io ho dimenticato di comprarle il regalo!» esclamò agitata. «Nino, dobbiamo andare, subito.» disse, tirandolo in piedi per un braccio.

«Non puoi andarci pomeriggio?» domandò Nino, sbuffando.

«Nino, via, adesso.» ringhiò Alya con un'espressione che non permetteva repliche.

«Ciao ragazzi, scusate.» disse lui raccogliendo il suo zaino di malavoglia e seguendo Alya per le scale.

«Uffa, mi spieghi perché devo accompagnarti? Non capisco nulla di cose da donne.» borbottò Nino, imbronciato.

«Possibile che tu sia così tonto? Volevo lasciare soli Marinette e Adrien!» spiegò Alya a bassa voce ma non abbastanza da impedire ai diretti interessati di sentirla.

Immediatamente il volto di Marinette assunse una bella tonalità porpora e il suo sguardo si fissò sul pavimento con un'intensità tale da sembrare che volesse attraversarlo per vedere al piano di sotto.




Angolo dell'autrice: Piaciuto il nuovo capitolo?

Ecco il geniale piano di Alya, lasciare i due da soli ma darà

il risultato sperato?

Appuntamento a martedì per il prossimo capitolo.

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Capitolo 6
*** Un Kwami dalla lingua lunga ***



«Devo dire che Alya ha davvero avuto un'ottima idea!» esclamò Adrien, sornione, richiudendo la botola che dava sulle scale e rivolgendole un sorriso accattivante.

Marinette sentì un brivido percorrerle la schiena e le gambe farsi molli.

Era da sola in camera sua con Adrien ed aveva appena scoperto che proprio lui era Chat Noir, il suo compagno di avventure.

Finché Alya e Nino erano stati presenti era riuscita a tenere il panico sotto controllo, o quantomeno era riuscita ad evitare gesti inconsulti, ma adesso sentiva una tremenda voglia di trasformarsi Ladybug e fuggirsene via attraverso i tetti del quartiere.

«Direi che è giunto il momento dei chiarimenti.» disse Adrien volgendosi verso Marinette che ne frattempo stava inconsapevolmente indietreggiando.

«Mi sembra tutto così strano.» ammise lui, sorridendo imbarazzato.

Vedendo che Marinette non reagiva cominciò ad agitarsi e a chiedersi se forse lei non era felice che dietro la maschera di Chat Noir ci fosse lui.

«Magari potremmo intanto presentarci i nostri Kwami.» riprovò, titubante. «Plagg, vieni fuori.»

Il gattino nero, sospettoso, fece capolino dalla tasca della sua giacca.

Un'occhiata da parte del ragazzo lo convinse ad uscire fuori e ad avvicinarsi a Marinette.

«Piacere, io sono Plagg, il Kwami di Chat Noir.»

Alla vista dell'esserino Marinette sorrise intenerita.

«Ma è dolcissimo!» esclamò, tendendogli la mano a cui lui si strusciò con fare accattivante.

«Plagg, smettila.» sibilò Adrien, scocciato.

«Non dirmi che sei geloso di un povero piccolo Kwami come me.» ribatté l'esserino sdraiandosi a pancia in giù sulla mano di lei.

A quell'osservazione Adrien non poté impedirsi di arrossire. Era vero, anche se sapeva di non correre alcun pericolo era geloso del suo piccolo amico.

Marinette, intanto, vedendo sul volto del ragazzo quel rossore rivelatore non poté fare a meno di sentirsi lusingata ed imbarazzata in egual misura.

«Tikki, puoi uscire.»

La piccola Kwami rossa svolazzò fuori da uno dei cassetti della specchiera con un gesto aggraziato.

«Adrien è un piacere conoscerti, io sono Tikki.» disse, porgendogli la mano.

«Piacere mio Tikki.» rispose lui, stringendo la zampina che lei gli porgeva con un dito. «Sei una Kwami molto carina, come la tua padrona.» aggiunse, volgendo uno sguardo di sottecchi in direzione dell'interessata che arrossì immediatamente.

«Adesso potete spiegarci cosa è successo?...e magari potrei avere prima un po' di Camembert?»

«Plagg, vergognati!» esclamò Adrien. «Non disturbarti Marinette, dovrei averne un po' nella borsa.» aggiunse rovistando nella sua tracolla e porgendo all'esserino un pezzetto di formaggio con sguardo schifato.

«Ah, adesso che ci penso, Tikki, eccoti un biscotto.» disse Marinette sorridendo alla sua Kwami e porgendole il biscotto che aveva appena recuperato da una scatola posta sulla sua scrivania.

«Plagg, non potresti seguire l'esempio di Tikki e mangiare qualcosa di più profumato di quel formaggio puzzolente?» domandò Adrien, imbronciato.

«Profano, non osare offendere il mio delizioso Camembert!» ribatté Plagg stringendo a se il formaggio mentre Marinette e Tikki osservavano divertite lo scambio di battute.

«Che ne dici invece di spiegarci cosa è successo?» domandò rivolto ad Adrien che abbassò gli occhi con sguardo colpevole.

«Dopo aver purificato l'akuma io ho seguito Chat Noir per ringraziarlo ma ecco...» disse Marinette, a disagio.

«Io le ho fatto una carezza e per sbaglio le ho sfilato un orecchino.» aggiunse Adrien guardando di sottecchi Marinette.

«A quel punto hai visto chi era la tua bella e non hai capito più nulla così non ti sei accorto che ti stavi ritrasformando.» aggiunse serafico Plagg. «Bé almeno smetterai di tormentarmi con i tuoi infiniti “Ah Plagg, vorrei tanto sapere chi è, vorrei dirle quanto la amo!”» continuò facendo l'imitazione del ragazzo.

Adrien tornò ad abbassare lo sguardo arrossendo violentemente.

«Plagg, perché non andiamo a finire il nostro spuntino in terrazzo?» propose Tikki, spingendolo verso la botola che portava all'esterno.

«Mi tormenta dal primo giorno in cui l'ha incontrata e a volte sapeva essere disgustosamente melenso; adesso è il mio turno!» protestò Plagg.

L'occhiata che gli lanciò l'esserino rosso gli fece capire che lei non avrebbe ceduto.

Rassegnato il gattino nero seguì la coccinella non senza aver prima lanciato un ultimo sguardo divertito al viso imbarazzato del suo portatore.


















Angolo dell'autrice: E così Plagg ha pensato bene di spiattellare i sentimenti di

Adrien senza pensarci due volte.

Adesso cosa farà Marinette?

Voi che pensate?

Appuntamento a sabato con il nuovo capitolo.

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Capitolo 7
*** Finalmente noi ***


Scusatemi!!!!

Ieri il maltempo mi ha lasciato senza connessione quindi non ho potuto aggiornare.

Mi dispiace!












«Plagg ha già messo in chiaro ciò che provo per te.» disse Adrien, grattandosi la nuca nervosamente.

«Ciò che provi per Ladybug.» lo corresse Marinette, amareggiata.

«Ma tu sei lei!» protestò lui.

«Non esattamente, io sono goffa, impacciata, timida.» enunciò tristemente.

«Non so di che Marinette tu stia parlando ma non è quella che conosco io.» ribatté Adrien, serio. «È vero, mi sono innamorato del tuo alter ego la prima volta che l'ho vista, quando insieme abbiamo sconfitto Cuore di pietra, ma quando ho conosciuto te, Marinette, ho iniziato ad apprezzarti e ammirarti. Anche senza poteri sei forte, determinata e non hai paura di lottare per le tue idee.»

Marinette scosse la testa incapace di credere alle parole del ragazzo.

«Quando ho capito di essermi innamorato mi sono detto che non m'importava chi ci fosse sotto la maschera ma quando è nato il sospetto che fosse Chloè ci sono stato male perché ho capito che non avrei potuto stare con lei ed ho iniziato a sperare che sotto quella maschera ci fosse qualcuno di diverso...qualcuno più simile a te.» spiegò Adrien, facendosi più vicino a Marinette che invece cercava di mettere un po' di distanza tra loro, timorosa che la vicinanza del ragazzo le facesse perdere la lucidità.

«Invece con te è diverso, ti ho sempre stimato e, ad essere sincero, mi sentivo attratto da te ma cercavo di mettere a tacere questa sensazione perché mi sembrava di tradire Ladybug.» chiarì Adrien sorridendole accattivante. «Ma adesso che so che siete la stessa persona si spiega anche perché mi sentissi attratto da entrambe. Resta solo da capire cosa provi tu per questo gattino.» aggiunse, facendo un altro passo verso di lei.

Marinette tentò di andare indietro ma andò a sbattere contro la scrivania alle sue spalle.

Nell'urto il mouse si mosse facendo accendere lo schermo del pc e mostrando lo screensaver composto da un collage di foto del ragazzo.

Un sorriso felice si accese sul volto di Adrien mentre Marinette, seguito il suo sguardo arrossiva furiosamente.

Stava ancora cercando di giustificare la presenza di quelle foto quando con uno scatto l'anta dell'armadio si spalancò lasciando rotolare fuori un poster del ragazzo a grandezza naturale che si srotolò sul pavimento.

Il sorriso di Adrien si allargò ulteriormente mentre Marinette, avvilita, si lasciava scivolare a terra nascondendo il volto tra le braccia incrociate.

«Ora capisco perché il povero Chat Noir non aveva alcuna speranza con la sua Lady.» affermò, ridacchiando.

«Adrien, ti prego, vai via.» mugolò lei, umiliata.

Di certo adesso lui pensava che era una sciocca o una di quelle fan pazze ossessionate da lui.

Sentiva le lacrime pungerle gli occhi.

«Perché mai dovrei andare via adesso che ho scoperto che la mia Lady è pazza di me quanto io lo sono di lei?» chiese Adrien sedendosi a terra davanti a lei e costringendola a spostare le braccia per poi prenderle il volto tra le mani.

«A me purtroppo non è concesso appendere poster in camera, mio padre pensa che rovinerebbe la linea dell'arredamento così sono costretto a nascondere le gigantografie della mia Lady sotto il materasso.» disse con sguardo ammiccante.

A quelle parole Marinette non poté fare a meno di sorridere.

Sorridendo a sua volta Adrien avvicinò il viso a quello di lei e la baciò.

Sentendo le loro labbra sfiorarsi Marinette ebbe l'impressione che il cuore volesse uscirle dal petto.

All'unisono schiusero le labbra approfondendo il bacio.

Adrien le strinse i fianchi avvicinandola a se mentre lei gli cingeva il collo.

Quando infine si separarono avevano il respiro affannoso e lo sguardo acceso di desiderio.

Il trillo del telefonino di lui però li costrinse a tornare alla realtà.

Adrien prese il telefono e rispose oscurandosi in volto.

«Era Nathalie, la segretaria di mio padre. È stata avvisata della sospensione delle lezioni e sta venendo a prendermi.» spiegò affranto.

«Non devi fare arrabbiare tuo papà, non vorrei ti proibisse di andare a scuola.» disse Marinette sorridendole incoraggiante.

«Hai ragione, ci vediamo domani.» rispose il ragazzo attirandola a se e baciandola con passione finché lei non sentì le gambe cederle.

Quando lui se ne fu andato si lasciò cadere sulla chaise longue.

«Oh Marinette, sono così felice per te!» trillò Tikki abbracciandole una guancia.

Vedendo il sorriso ebete della sua portatrice il piccolo Kwami scoppiò a ridere.

Poteva solo sperare che per quella sera Papillon li avrebbe lasciati in pace, Marinette era ufficialmente partita per il mondo dei sogni ad occhi aperti e non sarebbe tornata per un bel po'.

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Angolo dell'autrice: Finalmente Adrien e Marinette stanno insieme e questa storia si avvia al termine.

Vi aspetto mercoledì per l'ultimo capitolo.













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Capitolo 8
*** Alla luce del sole ***


La mattina dopo il sorriso ebete non aveva ancora abbandonato il viso di Marinette mentre si preparava per la scuola.

«Marinette, guarda cosa ha dimenticato il tuo Adrien.» disse Tikki, indicando il giubbotto del ragazzo.

«Il mio Adrien.» sospirò la ragazza diventando bordeaux e scatenando le risate dell'esserino rosso.

«Marinette, dai finisci di prepararti e andiamo a scuola.» la esortò la coccinella, riscuotendola dai suoi pensieri.

Continuando a sorridere la ragazza si vestì e prese con se il giubbotto annusandolo e arrossendo nel ricordare il giorno precedente.




Arrivata davanti la scuola vide Alya e Nino e si avvicinò a loro.

«Buongiorno!» salutò.

«Marinette che arriva in orario? Questo si che è straordinario!» disse Alya ridendo per poi puntare lo sguardo su ciò che la sua amica teneva tra le braccia. «Com'è andata ieri?» domandò con voce maliziosa.

Il rossore che si diffuse sulle guance dell'altra la fece ridere.

Di certo quello era un buon segno.

Il rumore di una macchina che frenava proprio davanti la scuola bloccò l'interrogatorio di Alya.

«Buongiorno a tutti!» esclamò Adrien, allegro, raggiungendoli.

«Buongiorno.» risposero Alya e Nino in coro mentre Marinette balbettava qualcosa e arrossiva.

«Ah grazie per avermi riportato il giubbotto.» disse Adrien, prendendolo dalle sue mani e cingendole le spalle con l'altro braccio per poi piegarsi verso di lei e sfiorarle le labbra con un bacio.

Nino e Alya sgranarono gli occhi palesemente stupiti mentre un urlo disumano li travolse facendoli girare all'unisono.

«Marinette, come ti permetti di stare così vicino al mio Adrien? Allontanati subito!» sibilò Chloè avvicinandosi con passo pesante.

Marinette strinse i pugni su tutte le furie ma la mano di Adrien che le accarezzava la spalla ebbe il potere di calmarla.

«Buongiorno a te Chloè.» disse Adrien, fingendosi calmo. «Siamo amici da molto tempo ma ciò non mi rende di tua proprietà e poi, ad essere precisi, sono io che ho allungato le mani su di lei.» aggiunse stringendo Marinette a se e facendola arrossire.

«Adrien, come puoi stare vicino a quella pezzente!» sbottò Chloè, sconvolta.

«Se vuoi che rimaniamo amici non permetterti mai più di rivolgerti così alla mia ragazza!» ringhiò con gli occhi fiammeggianti di ira.

«La tua, la tua...» balbettò Chloè, incredula.

Incapace di resistere oltre, la ragazza chiamò a se la sua amica Sabrina e entrò a scuola con aria offesa.

«Qui ci sono due che ci devono una spiegazione.» canticchiò Nino, divertito.

«Piccola peste, come hai potuto non chiamarmi per dirmi tutto!» disse Alya, tirando un codino a Marinette.

«Grande, fratello!» esclamò invece Nino battendo il pugno con il suo amico.

«Colpa mia, ho pensato fosse più divertente dirvelo insieme.» spiegò Adrien, stringendo Marinette a se e baciandola dolcemente sulla testa.

«Ok, ti perdono ma dopo voglio tutti i particolari.» concesse Alya.

Il suono della campanella li costrinse ad interrompere il discorso per entrare a scuola.

«Andiamo My Lady?» domandò Adrien all'orecchio di Marinette per poi prenderla per mano.

Vedendola scura in volto, si chinò avvicinando il viso al suo.

Lo sguardo incerto di lei gli fece comprendere che in fondo temeva ancora che lui amasse solo la sua parte da super eroina.

«Mia dolce, dolce Marinette.» disse prendendole il viso tra le mani e baciandola lievemente sulle labbra.

Vedendola arrossire non poté fare a meno di sorridere.

«Sai cosa amo di te, Marinette? Che posso leggere le emozioni sul tuo viso.» le sussurrò a un centimetro dalle labbra prima di baciarla di nuovo.

Rincuorata da quelle parole la ragazza sorrise.

«Ragazzi, siete dei piccioncini adorabili ma rischiate di entrare in ritardo.» ricordò loro Alya dalla porta della scuola.

Ridendo imbarazzati i due sciolsero l'abbraccio per poi correre in direzione dell'ingresso mano nella mano finalmente felici, finalmente completi.






Angolo dell'autrice:Eccoci giunti alla fine di questa fanfiction.

Spero vi siate divertiti a leggerla quanto io a scriverla.

Un altra storia sui nostri piccioncini ed anche un'originale sono

già in cantiere; continuate a seguirmi per rimanere aggiornati sulle

nuove pubblicazioni.




A presto,

la vostra Notteinfinita.



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