Qualche coincidenza di troppo di Notteinfinita (/viewuser.php?uid=177364)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gusto vaniglia ***
Capitolo 2: *** Al parco ***
Capitolo 3: *** La Disciplinatrice ***
Capitolo 4: *** Verità ***
Capitolo 5: *** Il piano di Alya ***
Capitolo 6: *** Un Kwami dalla lingua lunga ***
Capitolo 7: *** Finalmente noi ***
Capitolo 8: *** Alla luce del sole ***
Capitolo 1 *** Gusto vaniglia ***
Qualche
coincidenza di troppo
I
primi raggi del sole mattutino filtrarono attraverso la persiana
illuminando la stanza e rendendo visibile l'arredamento dalle linee
semplici ed eleganti.
«Oh
Ladybug!» mugolò il ragazzo disteso nel letto
mentre il suono
assordante di una sveglia invadeva l'aria.
«Bello
addormentato, farai tardi a scuola.» disse il Kwami nero,
svolazzando sul letto e sbocconcellando una fetta di Camembert.
«Plagg,
perché mi hai svegliato, stavo facendo un sogno
magnifico!»
protestò Adrien, mettendosi a sedere. «Stavo
baciando Ladybug e le
sue labbra sapevano di vaniglia...» raccontò con
voce sognante.
«Ti
prego, ho appena mangiato!» protestò il Kwami,
rabbrividendo.
«Plagg,
non sei per niente romantico.» sbuffò Adrien.
«Perché non
capisci? Quando abbiamo lottato contro Dark Cupido ed io sono stato
soggiogato al mio risveglio avevo sulle labbra sapore di vaniglia e
prima di salutarci Ladybug ha parlato di un bacio ma io non ricordo
nulla. E se lei mi avesse baciato? O se io avessi baciato lei contro
la sua volontà? Io ho bisogno di sapere!»
«Ciò
che so io per certo è tra poco i tuoi compagni entreranno in
classe
senza di te.» rispose pigramente l'animaletto.
«Ma
è tardissimo!» esclamò il ragazzo,
gettandosi fuori dal letto dopo
aver dato un occhiata alla sveglia.
Dopo
una corsa frenetica per prepararsi, Adrien entrò in aula
proprio
mentre la campanella finiva di suonare.
«Appena
in tempo, fratello!» esclamò Nino dando il pugno
all'amico.
«E
già.» rispose Adrien, lasciandosi scivolare sulla
panca al suo
fianco.
Si
era appena seduto quando la porta dell'aula si riaprì e
sulla soglia
apparve una Marinette dall'aspetto stravolto.
«Cosa
ti è successo!?» chiese Alya, stupita.
«Stanotte
ho dormito male e così stamattina non ho sentito la
sveglia.»
spiegò la ragazza, prendendo posto.
«Marinette,
ma la tua voce? Stai male?» domandò la ragazza,
sentendo il respiro
affannato dell'amica.
«Ho
qualche problema a respirare, devo aver preso freddo.» ammise
Marinette.
(Non
poteva certo dirle che aveva combattuto sotto la pioggia nelle vesti
di Ladybug; anzi si chiedeva se anche Chat Nori fosse nelle sue
stesse condizioni.)
«Saresti
dovuta rimanere a casa.» la rimproverò Alya.
«Starò
bene, ho già fatto troppe ore di assenza.»
«Buongiorno
ragazzi.» disse la professoressa Busteer entrando in classe e
prendendo posto dietro la cattedra. «La lezione di oggi
sarà un po'
particolare, andremo nel parco per fare dei disegni dal vivo. Voglio
che vi lasciate ispirare dalla natura e che utilizziate a casa gli
spunti presi durante la lezione per creare un capo d'abbigliamento o
un accessorio.» spiegò la donna mentre un'ondata
di eccitazione
travolgeva la classe rendendo gli studenti del tutto sordi alle sue
spiegazioni.
«Su,
raccogliete le vostre cose e andiamo.»
«Che
bello, finalmente una giornata diversa!» esclamò
Alya, felice.
«Sinceramente
oggi avrei preferito stare in aula.» confessò
Marinette, respirando
a fatica. L'idea di sedersi a disegnare sull'erba umida non le
sorrideva per nulla.
Nonostante
ciò, radunò le sue cose e le sistemò
nel suo zaino per poi alzarlo
da terra e sistemarselo su una spalla.
Purtroppo
non aveva chiuso la tasca inferiore che nel movimento lasciò
fuoriuscire qualcosa facendola cadere ai piedi di Adrien che in quel
momento stava scendendo i gradini per uscire dalla classe.
«Marinette,
ti è caduto questo.» disse raccogliendo lo stick
di plastica e
porgendolo alla compagna di classe.
«Gra-grazie.»
balbettò Marinette nel riprenderlo mentre le loro mano si
sfioravano
e lei diventava di un bel rosso acceso.
«Il
lucidalabbra che hai comprato al mercatino di Natale?» chiese
Alya,
prendendolo dalle mani dell'amica prima che lei, inebetita dalla
vicinanza di Adrien, lo lasciasse cadere di nuovo a terra.
«Vaniglia,
giusto? Wow, devi prestarmelo!»
Quelle
parole risuonarono nella mente di Adrien facendogli sgranare gli
occhi per poi darsi mentalmente dello stupido; ogni giorno venivano
venduti centinaia di lucidalabbra come quello, era solo un caso che
lo avesse anche la sua compagna di classe.
«Certo,
non c'è problema.» rispose Marinette, riuscendo
finalmente a
distogliere lo sguardo dal biondo.
Recuperata
la facoltà di camminare, la ragazza seguì i
compagni fuori
dall'aula.
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Capitolo 2 *** Al parco ***
Giunti
nel parco adiacente la scuola, la professoressa disse loro di sedersi
sull'erba e cercare di trovare qualcosa che li ispirasse.
Marinette
e Alya presero posto ai piedi di un albero che offriva loro un
accogliente punto d'appoggio per le spalle.
«Possiamo
unirci a voi?» chiese Nino sorridendo complice ad Alya.
«Solo
se prometti di comportarti bene.» lo punzecchiò la
ragazza.
«Trovato
qualcosa che ti ispira?» chiese Adrien, sedendosi vicino a
Marinette.
«Non
ancora.» rispose lei, arrossendo.
«Che
carino!» trillò Alya indicando un gattino nero che
si avvicinava
con fare furtivo ad un gruppo di piccioni.
Appena
i volatili si accorsero di lui fuggirono con gran sbattere di ali.
Immediatamente
Adrien iniziò a starnutire per poi lasciarsi andare esausto
contro
il tronco.
«Stupida
allergia alle piume.» mugugnò.
Lo
sguardo di Marinette andò dal gattino al suo amico mentre il
cuore
le perdeva un battito.
Adrien
era allergico alle piume, proprio come Chat Noir.
Scrollando
la testa si disse che era solo una coincidenza. Chissà
quante
persone erano allergiche alle piume, certo però sarebbe
stato bello
se sotto quella maschera ci fosse stato il ragazzo che amava.
Dagli
atteggiamenti di Chat era alquanto evidente che lui avesse interesse
per Ladybug e se lei era Ladybug e Chat Noir fosse stato Adrien
allora...
I
voli pindarici di Marinette vennero interrotti da un gemito di
frustrazione.
Pochi
secondi dopo la professoressa Busteer passò davanti a loro
intenta a
togliersi qualcosa dai capelli.
Incuriosita
Alya si avvicinò per osservare cosa le fosse caduto dalla
testa.
«Pallina
di carta insalivata.» disse con voce disgustata.
Volto
lo sguardo verso il punto da cui era arrivata la professoressa videro
Kim nascosto dietro un albero che se la rideva di gusto.
«I
maschi, che eterni bambinoni!» sospirò Alya,
scuotendo la testa.
«La
pensi così per tutti?» chiese Nino, raggiungendola
e abbracciandola
da dietro.
«Forse
non tutti.» mormorò la ragazza arrossendo
leggermente.
«Non
trovi che siano davvero carini?» sussurrò Adrien
all'orecchio di
Marinette.
«Già.»
sospirò lei, sentendo il viso andare a fuoco nel momento in
cui si
rese conto di quanto Adrien fosse vicino a lei.
Il
momento idilliaco fu però spazzato via dal colpo di tosse
che subito
dopo le spezzò il respiro.
«Marinette,
stai bene?» chiese Adrien, preoccupato.
«Si.»
sussurrò lei, a corto di fiato.
«Non
era proprio la giornata ideale perché tu stessi qua
fuori.» osservò
Adrien «Sei certa di non avere la febbre?» le
chiese ancora,
portando una mano alla sua fronte per controllare, ignaro che quel
gesto aveva quasi fatto venire un arresto cardiaco alla ragazza.
Alya,
poco lontano, vedendo la scena non poté fare a meno di
sorridere e
di fare un pollice su in direzione dell'amica.
«Non
mi sembra che tu abbia la febbre ma forse è meglio se stai
un po'
più coperta, visto che siamo sotto gli alberi.»
suggerì il
ragazzo, prendendo la giacca che aveva poggiato sulla sua tracolla e
sistemandola sulle spalle di Marinette.
«Non
c'è bisogno, davvero.» rispose lei, divenendo
scarlatta e tentando
di fermalo con il solo risultato di sfiorargli la mano e imbarazzarsi
ancora di più.
«Bé,
grazie.» sussurrò Marinette, abbassando il capo, a
disagio.
«Fratello,
la mia damigella gradirebbe qualcosa di caldo, mi fai
compagnia?»
chiese Nino, avvicinandosi.
«Marinette,
gradisci qualcosa?»
«Io,
ecco,...» iniziò a balbettare la ragazza, non
essendosi ancora
ripresa dalla vicinanza con Adrien.
«Portale
una cioccolata calda molto zuccherata.» rispose Alya.
«A
tra poco.» dissero i due, allontanandosi.
«Bene,
bene, bene, vedo che facciamo progressi.» affermò
Alya, appena i
due ragazzi non furono più a portata d'orecchio, prendendo
una
manica del giubbotto di Adrien e picchiettandola scherzosamente sul
naso dell'amica.
Marinette
riuscì solo a sorridere e a stringersi maggiormente
l'indumento
addosso, inebriata dal suo profumo.
«Ho
pensato però che un contatto troppo lungo fosse deleterio
per i tuoi
neuroni così ho preferito allontanarlo con una
scusa.» aggiunse,
dando un pizzicotto alla guancia dell'amica.
«Alya!»
protestò Marinette, arrossendo.
In
effetti era vero, se Alya non fosse intervenuta probabilmente lei
sarebbe partita in quarta con uno dei suoi sproloqui rovinando tutto.
«Dobbiamo
solo sperare che non ti veda Chloé, non oso immaginare che
faccia
farebbe se vedesse il suo giubbotto su di te.»
La
ragazza si limitò a sospirare, esasperata alla sola idea.
«Signore,
le vostre bevande.» annunciò Nino, porgendo il
bicchiere ad Alya
mentre Adrien faceva lo stesso con Marinette che lo
ringraziò
arrossendo.
«È
dura avere a che fare con degli alunni scalmanati.»
sibilò
Papillon, rivolto alla professoressa. «Disciplinatrice, io ti
darò
il potere di rimetterli in riga ma tu dovrai portarmi i Miraculous di
Ladybug e Chat Noir.»
«Sarà
fatto Papillon.» mormorò la donna, già
sotto l'effetto dell'Akuma
che era penetrata nello spillone con cui era solita raccogliere i
capelli.
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Nota
dell'autrice: Come sempre Papillon è arrivato a
rompere le uova nel paniere....
Curiosi di sapere cosa succederà?
Appuntamento a martedì per il nuovo capitolo.
Baci.
PS:Questa storia è disponibile anche su Wattpad.
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Capitolo 3 *** La Disciplinatrice ***
«Ragazzi,
temo proprio che dovremo metterci al lavoro.»
mugugnò Nino tornando
dai compagni dopo aver gettato i bicchieri vuoti in un cestino dei
rifiuti. «Se la professoressa si accorge che non abbiamo
ancora
fatto nulla ci darà una bella lavata di capo.»
Anche
se a malincuore i tre fecero un cenno di assenso, in fondo era una
lezione all'aperto e non una gita.
Il
rumore di uno schiocco però li distrasse dai loro propositi.
«Io
sono la Disciplinatrice e adesso voi ubbidirete a me.»
annunciò una
donna vestita di pelle nera facendo schioccare la frusta che teneva
in mano e bloccando sul posto chiunque ne venisse sfiorato.
«Un'akumizzata!»
esclamò Alya, esaltata. «Tra poco Ladybug e Chat
Noir saranno qui,
fantastico!» aggiunse, estraendo il cellulare e mettendo in
funzione
la videocamera.
«Alya,
è pericoloso.» disse Nino, cercando di portarla
via mentre lei era
intenta a riprendere la scena.
«Marinette,
vai a nasconderti.» ordinò Adrien. «Io
avviso gli altri del
pericolo.»
Detto
questo corse via.
Marinette
avrebbe voluto seguirlo temendo per la sua incolumità ma in
quel
momento c'era più bisogno di Ladybug.
Approfittando
della distrazione dei suoi amici, poggiò il giubbotto di
Adrien sul
proprio zaino, si nascose dietro un cespuglio e aprì la sua
borsetta.
«Tikki,
trasformami!»
Pochi
secondi dopo l'eroina in rosso faceva la sua apparizione.
«Fermati!»
esclamò, parandosi davanti alla nemica.
«Felice
di vederti insettina!» esclamò Chat Noir,
portandosi al suo fianco
con un elegante balzo.
«Ben
arrivato gattino.» rispose Ladybug sorridendogli.
Il
tempo per i convenevoli era però finito e i due si
ritrovarono a
schivare i colpi dell'avversaria che cercava di bloccarli.
Lottavano
da alcuni minuti quando Chat Noir si accorse che la sua partner era a
corto di fiato.
Preoccupato
le si avvicinò ma in quell'attimo, facendo roteare la sua
frusta, la
Disciplinatrice fece apparire una bolla che li imprigionò
entrambi.
«Io
esigo silenzio...e presto voi tacerete per sempre.»
affermò la
donna. «E quando avrete esalto l'ultimo respiro io
consegnerò i
vostri Miraculous a Papillon.» spiegò, sorridendo
serafica.
«Maledizione.»
sibilò Chat Noir battendo i pugni contro le pareti della
bolla.
Allungato
il suo bastone cercò di farla esplodere ma senza alcun
successo.
Un
attimo di riflessione gli fece ricordare quanto fatto con lo
Sparabolle.
«Cataclisma!»
annunciò, colpendo le pareti che li imprigionavano.
Con
suo sommo stupore la sfera rimase integra.
Stava
ancora pensando ad una soluzione quando un rantolo proveniente dalla
sua compagna di avventure lo distrasse.
«Ladybug,
tutto bene?»
«Ho
difficoltà a respirare.» ammise la ragazza,
ansimando e lasciandosi
cadere appoggiata al petto del ragazzo.
In
altri momenti sarebbe andato in visibilio ma adesso riusciva solo a
pensare che doveva salvarla.
Scalciò,
graffiò e morse le pareti nel disperato tentativo di
riguadagnare la
libertà ma ormai non sapeva cosa altro provare.
«Mi
sa che tra poco verrai realizzato il tuo desiderio.»
sussurrò
Ladybug, a corto di fiato ma cercando di apparire scherzosa.
«Non so
quanto resisterò, appena sverrò la mia
trasformazione si
annullerà.» spiegò.
«Non
dire stupidaggini, se un giorno vorrai rivelarmi la tua
identità ne
sarò felice ma così non ci sto. Preferisco
chiudere gli occhi e
morire rimanendo nell'ignoranza.» aggiunse, stringendola a se.
Quelle
parole colpirono profondamente Ladybug, gli occhi le si fecero lucidi
ed una lacrima le scivolò lungo la guancia mentre il cuore
iniziava
a batterle forte, dietro l'atteggiamento spavaldo e le battute
tremende c'era molto di più, c'era un ragazzo dolce,
sensibile e
leale.
Capì
che mon poteva arrendersi così, glielo doveva.
«Lucky
Charm!» gridò con quanto fiato aveva in gola, pur
rimanendo
appoggiata a Chat Noir. Subito dopo si trovò sul palmo una
biro
svuotata con dentro delle palline di carta.
Ladybug
si guardò intorno cercando di mantenere un respiro calmo e
regolare.
«Chat
Noir, stavolta dovrai aiutarmi. Io non ho abbastanza fiato per
usarla.» disse, porgendogli la penna. «Spara contro
la bolla e poi
cerca di colpire la Disciplinatrice alla mano che tiene la
frusta.»
spiegò con respiro sempre più affannato.
Pur
sei titubante, il ragazzo fece come lei gli aveva detto.
Appena
la pallina di carta insalivata colpì la bolla questa si
aprì, quasi
volesse evitare il contatto con il pezzetto di carta.
Immediatamente
Chat Noir balzò fuori portando Ladybug con se.
Presa
la mira lanciò un'altra pallina contro la donna akumizzata
che,
schifata, lasciò cadere la frusta.
Appoggiando
le mani sul petto di Chat Noir, Ladybug si diede lo slancio per
afferrare al volo la frusta.
Presala
per lo sverzino la fece roteare sulla sua testa finché non
riuscì a
sbatterla con tutte le sue forze contro un tronco mandando in
frantumi il manico in legno e liberando l'akuma.
Dopo
che lei l'ebbe purificata, Chat noir le restituì la penna
scaturita
dal Lucky Charm che lei lanciò in aria riportando tutto alla
normalità.
«Tutto
bene my Lady?» chiese, portandosi vicino a lei.
«Adesso
si.» rispose lei, sorridendo e cercando di respirare
normalmente.
«Allora
a presto.» le disse il ragazzo, allontanandosi a malincuore.
La
sua Lady non stava affatto bene e non riusciva a non pensare che
avesse problemi respiratori, proprio come Marinette; si sentiva
invadere da mille domande, se solo il suo Miraculous non stesse
lampeggiando sarebbe rimasto con lei e forse finalmente avrebbe
potuto chiarire i suoi dubbi invece quello stupido anello lo
costringeva a fuggire da lei.
Vedendolo
allontanarsi Ladybug avvertì uno strano vuoto dentro.
Non
lo aveva neanche
ringraziato.
NDA:L'Akuma è stata sconfitta ma adesso cosa
succederà?
Appuntamento a giovedì per scoprirlo.
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stellina!
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Capitolo 4 *** Verità ***
Fattasi
coraggio, lo inseguì.
«Chat
Noir, aspetta.» gridò appena si furono allontanati
dal parco.
Stupito
lui si fermò ad aspettarla.
«Ecco
io volevo solo ringraziarti per avermi salvato. Senza di te stavolta
non ce l'avrei fatta...ed anche per aver detto che non avresti
accettato di scoprire in quel modo la mia
identità.» disse
abbassando gli occhi con fare imbarazzato.
«Non
hai nulla di cui ringraziarmi, se un giorno deciderai di rivelarmi la
tua identità ne sarò felice ma scoprirlo per
colpa di un'Akuma non
è ciò che voglio e se ti ho salvato è
stato solo per egoismo, non
potrei mai vivere senza la mia Insettina.» affermò
Chat Noir,
facendole l'occhiolino e portando una mano sulla guancia di Ladybug
per accarezzarla.
La
dolcezza e la sincerità nella voce del ragazzo, nonostante
una delle
sue solite battutine, provocarono un tuffo al cuore in Ladybug.
Improvvisamente
si rese conto che dietro le avance del suo partner forse c'era
qualcosa di sincero e che di certo i suoi molteplici rifiuti dovevano
averlo fatto spesso soffrire.
Anziché
ritrarsi, come avrebbe fatto in altre occasioni, poggiò una
mano su
quella di lui premendosela sulla guancia.
«Grazie.»
sussurrò, emozionata; poi seguendo l'istinto
portò le mani sulle
sue spalle, si alzò sulle punte e lo baciò.
Fu
appena uno sfioramento di labbra ma bastò perché
Chat Noir
sgranasse gli occhi.
Vedendo
il suo sguardo stupefatto, Ladybug arrossì e
tentò di ritrarsi.
Ciò
che non aveva calcolato era che nel fare quel movimento il suo
orecchino sarebbe rimasto incastrato nel guanto di Chat Noir che si
trovava ancora all'altezza della sua guancia, sfilandosi.
Il
ragazzo dal canto suo era così stupito dal comportamento di
Ladybug
da non accorgersi che il suo anello aveva emesso l'ultimo segnale di
allarme prima della ritrasformazione.
Un
lampo di luce bicolore li avvolse ed in pochi secondi si ritrovarono
occhi negli occhi, privi delle maschere che proteggevano le loro
identità.
«Ma-Marinette!»
balbettò Adrien, sorridendo felice alla ragazza davanti a se.
«A-A-Adrien.»
mormorò lei a sua volta sentendosi svenire.
Le
sembrava impossibile che il suo compagno di avventure fosse proprio
il ragazzo di cui era innamorata.
Quando
si rese conto di averlo appena baciato (e non per la prima volta)
sentì il viso andarle a fuoco.
«Adrien
dov'è il mio Camembert?» chiese Plagg, spuntando
all'improvviso per
poi sgranare gli occhi alla vista di Marinette.
La
vocina del Kwami ebbe il potere di distrarli dai loro pensieri e
sentire i loro compagni che li chiamavano dal parco li costrinsero a
ritornare al presente.
«Plagg
ti spiego dopo.» disse all'esserino, aprendo la tasca della
camicia
perché potesse entrarci. «Dobbiamo
andare.» aggiunse Adrien,
rivolto a Marinette, recuperando il suo orecchino da terra e
porgendoglielo.
Marinette
lo rimise con mano malferma e subito la piccola Kwami rossa fece la
sua apparizione.
«Marinette.»
pigolò con voce stordita per poi bloccarsi nel momento in
cui si
accorse della presenza di Adrien.
«Ti
spiegherò tutto dopo, adesso dobbiamo andare.»
disse, aprendo la
borsetta affinché l'esserino potesse nascondervisi.
Correndo
entrambi rientrarono nel parco da un ingresso laterale mescolandosi
alla folla che si stava lentamente riprendendo.
«Ragazzi,
tutto bene?» chiese Alya, andando loro incontro.
«Tutto
ok, ci eravamo solo allontanati per metterci al sicuro.»
rispose
Adrian a nome di entrambi.
Il
rossore spuntato sul volto dell'amica la fece insospettire ma si
disse che non era quello il momento giusto per indagare.
«Ragazzi,
a causa dell'attacco le lezioni sono sospese, siamo liberi!»
annunciò Nino, raggiungendoli.
«Allora
dobbiamo approfittarne.» affermò Alya con un
luccichio poco
rassicurante negli occhi. «Marinette, pensi che tuo padre
potrebbe
farci riprendere dallo spavento preso con un bel croissant?»
«Si,
non c'è problema.» rispose Marinette, incerta, non
comprendendo a
cosa mirasse l'amica.
In
realtà desiderava rimanere da sola per assimilare la portata
della
scoperta appena fatta ma ben consapevole che se l'altra aveva
qualcosa in mente non avrebbe accettato un no come risposta.
«Allora
andiamo, destinazione pasticceria Dupain-Cheng!»
esclamò Alya,
galvanizzata.
«Adrien,
stai bene?» cinguettò Chloè correndo
verso di lui e cercando di
buttargli le braccia al collo.
«Sto
bene, grazie.» rispose Adrien, scansandola; “mai
stato meglio”
pensò, sorridendo dolcemente in direzione di Marinette.
«Visto
che le lezioni sono sospese perché non ce ne andiamo da
qualche
parte?» domandò con fare civettuolo, arpionandosi
al suo braccio.
«Mi
dispiace ma ho già un altro impegno.»
spiegò lui, liberando il
braccio.
Chloè
lanciò un'occhiata di fuoco al gruppetto per poi raggiungere
Sabrina
e andarsene con atteggiamento offeso.
«Adesso
che ci siamo liberati di quella possiamo andare!»
esclamò Alya,
felice.
«Alya!»
la rimproverò Marinette.
«Tu
sei troppo buona amica mia ma la verità è che
quella ragazza a
volte è peggio di una piattola. Ho ragione Adrien?»
Il
ragazzo si limitò a balbettare a disagio.
Chloè
era sua amica da una vita ma certe volte sapeva davvero essere
asfissiante.
«Ecco
adesso siete davvero perfetti l'un per l'altra!»
esclamò Alya
ridacchiando in direzione dei due amici per poi prendere sotto
braccio Nino e avviarsi in direzione della pasticceria.
Dietro
di loro
Marinette camminava a testa bassa presa da mille pensieri mentre
Adrien le lanciava occhiate di sottecchi incapace di cancellare dal
suo volto il sorrisino divertito che gli aleggiava sulle labbra.
Angolo dell'autrice: La verità
è venuta fuori e adesso?
Appuntamento a sabato per il nuovo capitolo.
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Capitolo 5 *** Il piano di Alya ***
«Buongiorno
signori Dupain-cheng!» salutò Alya entrando nel
negozio.
«Buongiorno,
ragazzi, che cosa è successo?» chiese la madre di
Marinette uscendo
dal bancone.
«La
professoressa è stata Akumizzata e così hanno
sospeso le lezioni.»
rispose Alya, come se fosse la cosa più normale del mondo.
«Voi
state bene?» chiese la donna, preoccupata.
«Si,
mamma, tranquilla.» rispose Marinette, abbracciandola per
rassicurarla.
«Ciao
ragazzi!» disse Tom, uscendo dal retro del negozio con una
teglia di
croissant fumanti in mano. «Ho sentito quello che
è successo,
qualcosa di dolce per far passare lo spavento?»
domandò,
sorridente.
Un
coro di si accolse la sua proposta.
«Allora,
macaron per Alya; èclair al caffè per Nino,
croissant alla nocciola
per la mia Marinette e per te giovanotto?» chiese,
rivolgendosi ad
Adrien che arrossì imbarazzato.
«Sono
Adrien Agreste, signore.» rispose visibilmente a disagio.
«Ah,
ecco perché la tua faccia mi sembrava conosciuta.»
rispose l'uomo
sorridendogli e assestandogli una pacca sulle spalle che gli fece
piegare le ginocchia.
In
disparte, cellulare alla mano, Alya era intenta a filmare tutta la
scena.
«Alya,
posso sapere cosa stai facendo?» bisbigliò,
Marinette.
«Riprendo
il primo incontro tra tuo padre e il suo futuro genero.»
rispose
l'altra, tranquillamente.
«Alya!»
esclamò Marinette con il viso imporporato dall'imbarazzo,
coprendo
l'obiettivo dell'amica.
«Uh,
che avrò mai detto. Tanto se non ha ancora capito che sei
pazza di
lui lo capirà appena entra in camera tua.»
Marinette
osservò per qualche attimo la sua amica senza comprendere il
significato delle sue parole; ad un tratto i suoi occhi si
spalancarono in preda al panico:la sua camera era tappezzata di
poster di Adrien e tra qualche secondo lui li avrebbe visti!
Vedendo
l'amica sbiancare, Alya decise di intervenire in suo aiuto, il suo
scopo era quello di riuscire a far si che si dichiarasse ad Adrien,
non quello di farla morire di crepacuore.
«Marinette
ci precede in camera sua, vuole assicurarsi che sia tutto in
ordine»
spiegò, facendo l'occhiolino in direzione dell'altra.
«Noi
recuperiamo lo spuntino e la raggiungiamo.»
Fatto
un cenno di assenso Marinette corse via quasi fosse inseguita da un
orso inferocito. Aveva poco tempo e troppe cose da nascondere.
«Umh,
secondo me tu sei un tipo da pain au chocolat.»
affermò Tom nel
frattempo.
«Ma
come ha fatto?!» chiese Adrien stupito.
«Mio
marito è bravissimo ad indovinare i gusti delle
persone.» disse
orgogliosa la signora Dupain-cheng. «Mi ha conquistato
portandomi i
miei dolci preferiti, eclaire al caramello.» aggiunse,
schioccando
un bacio sulla guancia del marito.
Giunta
in camera, Marinette si guardò intorno con aria spaesata.
Ovunque
posasse gli occhi vedeva prove della sua insana passione per Adrien.
«Tikki
aiutami, Adrien tra poco salirà, non può vedere
tutto questo,
penserà che sono pazza!» esclamò in
preda ad una crisi isterica.
Accumulate
tutte le foto e i poster dentro l'armadio spinse lo sportello con
forza finché non riuscì a chiuderlo.
«Marinette,
possiamo entrare?» chiese Alya da dietro la botola chiusa.
Immediatamente
lei fece cenno a Tikky di nascondersi quindi andò ad aprire.
«Entrate.»
disse, togliendo di mano ad Alya il vassoio con i vari spuntini e
poggiandolo sulla scrivania.
Nino
e Adrien presero posto sul tappeto mentre Alya e Marinette sedettero
sulla chaise-longue, dopo aver recuperato ognuno il rispettivo dolce.
Marinette
sentiva i suoi amici discutere ma non riusciva ad afferrare neanche
una parola dei loro discorsi.
Riusciva
solo a pensare che il suo Adrien era Chat Noir ed il sorrisino felice
che spesso lui le rivolgeva contribuiva a mandarla in confusione.
«Oh
mio dio!» esclamò d'un tratto Alya saltando in
piedi e facendo
sobbalzare gli altri.
«Che
succede?» chiese Marinette, spaventata.
«Oggi
è il compleanno della prozia Clarissa ed io ho dimenticato
di
comprarle il regalo!» esclamò agitata.
«Nino, dobbiamo andare,
subito.» disse, tirandolo in piedi per un braccio.
«Non
puoi andarci pomeriggio?» domandò Nino, sbuffando.
«Nino,
via, adesso.» ringhiò Alya con un'espressione che
non permetteva
repliche.
«Ciao
ragazzi, scusate.» disse lui raccogliendo il suo zaino di
malavoglia
e seguendo Alya per le scale.
«Uffa,
mi spieghi perché devo accompagnarti? Non capisco nulla di
cose da
donne.» borbottò Nino, imbronciato.
«Possibile
che tu sia così tonto? Volevo lasciare soli Marinette e
Adrien!»
spiegò Alya a bassa voce ma non abbastanza da impedire ai
diretti
interessati di sentirla.
Immediatamente
il
volto di Marinette assunse una bella tonalità porpora e il
suo
sguardo si fissò sul pavimento con un'intensità
tale da sembrare
che volesse attraversarlo per vedere al piano di sotto.
Angolo
dell'autrice:
Piaciuto
il nuovo capitolo?
Ecco
il geniale piano di Alya, lasciare i due da soli ma darà
il
risultato sperato?
Appuntamento
a martedì per il prossimo capitolo.
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Capitolo 6 *** Un Kwami dalla lingua lunga ***
«Devo
dire che Alya ha davvero avuto un'ottima idea!»
esclamò Adrien,
sornione, richiudendo la botola che dava sulle scale e rivolgendole
un sorriso accattivante.
Marinette
sentì un brivido percorrerle la schiena e le gambe farsi
molli.
Era
da sola in camera sua con Adrien ed aveva appena scoperto che proprio
lui era Chat Noir, il suo compagno di avventure.
Finché
Alya e Nino erano stati presenti era riuscita a tenere il panico
sotto controllo, o quantomeno era riuscita ad evitare gesti
inconsulti, ma adesso sentiva una tremenda voglia di trasformarsi
Ladybug e fuggirsene via attraverso i tetti del quartiere.
«Direi
che è giunto il momento dei chiarimenti.» disse
Adrien volgendosi
verso Marinette che ne frattempo stava inconsapevolmente
indietreggiando.
«Mi
sembra tutto così strano.» ammise lui, sorridendo
imbarazzato.
Vedendo
che Marinette non reagiva cominciò ad agitarsi e a chiedersi
se
forse lei non era felice che dietro la maschera di Chat Noir ci fosse
lui.
«Magari
potremmo intanto presentarci i nostri Kwami.»
riprovò, titubante.
«Plagg, vieni fuori.»
Il
gattino nero, sospettoso, fece capolino dalla tasca della sua giacca.
Un'occhiata
da parte del ragazzo lo convinse ad uscire fuori e ad avvicinarsi a
Marinette.
«Piacere,
io sono Plagg, il Kwami di Chat Noir.»
Alla
vista dell'esserino Marinette sorrise intenerita.
«Ma
è dolcissimo!» esclamò, tendendogli la
mano a cui lui si strusciò
con fare accattivante.
«Plagg,
smettila.» sibilò Adrien, scocciato.
«Non
dirmi che sei geloso di un povero piccolo Kwami come me.»
ribatté
l'esserino sdraiandosi a pancia in giù sulla mano di lei.
A
quell'osservazione Adrien non poté impedirsi di arrossire.
Era vero,
anche se sapeva di non correre alcun pericolo era geloso del suo
piccolo amico.
Marinette,
intanto, vedendo sul volto del ragazzo quel rossore rivelatore non
poté fare a meno di sentirsi lusingata ed imbarazzata in
egual
misura.
«Tikki,
puoi uscire.»
La
piccola Kwami rossa svolazzò fuori da uno dei cassetti della
specchiera con un gesto aggraziato.
«Adrien
è un piacere conoscerti, io sono Tikki.» disse,
porgendogli la
mano.
«Piacere
mio Tikki.» rispose lui, stringendo la zampina che lei gli
porgeva
con un dito. «Sei una Kwami molto carina, come la tua
padrona.»
aggiunse, volgendo uno sguardo di sottecchi in direzione
dell'interessata che arrossì immediatamente.
«Adesso
potete spiegarci cosa è successo?...e magari potrei avere
prima un
po' di Camembert?»
«Plagg,
vergognati!» esclamò Adrien. «Non
disturbarti Marinette, dovrei
averne un po' nella borsa.» aggiunse rovistando nella sua
tracolla e
porgendo all'esserino un pezzetto di formaggio con sguardo schifato.
«Ah,
adesso che ci penso, Tikki, eccoti un biscotto.» disse
Marinette
sorridendo alla sua Kwami e porgendole il biscotto che aveva appena
recuperato da una scatola posta sulla sua scrivania.
«Plagg,
non potresti seguire l'esempio di Tikki e mangiare qualcosa di
più
profumato di quel formaggio puzzolente?» domandò
Adrien,
imbronciato.
«Profano,
non osare offendere il mio delizioso Camembert!»
ribatté Plagg
stringendo a se il formaggio mentre Marinette e Tikki osservavano
divertite lo scambio di battute.
«Che
ne dici invece di spiegarci cosa è successo?»
domandò rivolto ad
Adrien che abbassò gli occhi con sguardo colpevole.
«Dopo
aver purificato l'akuma io ho seguito Chat Noir per ringraziarlo ma
ecco...» disse Marinette, a disagio.
«Io
le ho fatto una carezza e per sbaglio le ho sfilato un
orecchino.»
aggiunse Adrien guardando di sottecchi Marinette.
«A
quel punto hai visto chi era la tua bella e non hai capito
più nulla
così non ti sei accorto che ti stavi
ritrasformando.» aggiunse
serafico Plagg. «Bé almeno smetterai di
tormentarmi con i tuoi
infiniti “Ah Plagg, vorrei tanto sapere chi è,
vorrei dirle quanto
la amo!”» continuò facendo l'imitazione
del ragazzo.
Adrien
tornò ad abbassare lo sguardo arrossendo violentemente.
«Plagg,
perché non andiamo a finire il nostro spuntino in
terrazzo?»
propose Tikki, spingendolo verso la botola che portava all'esterno.
«Mi
tormenta dal primo giorno in cui l'ha incontrata e a volte sapeva
essere disgustosamente melenso; adesso è il mio
turno!» protestò
Plagg.
L'occhiata
che gli lanciò l'esserino rosso gli fece capire che lei non
avrebbe
ceduto.
Rassegnato
il
gattino nero seguì la coccinella non senza aver prima
lanciato un
ultimo sguardo divertito al viso imbarazzato del suo portatore.
Angolo
dell'autrice:
E così
Plagg ha pensato bene di spiattellare i sentimenti di
Adrien
senza pensarci due volte.
Adesso
cosa farà Marinette?
Voi
che pensate?
Appuntamento
a sabato con il nuovo capitolo.
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Capitolo 7 *** Finalmente noi ***
Scusatemi!!!!
Ieri
il maltempo
mi ha lasciato senza connessione quindi non ho potuto aggiornare.
Mi
dispiace!
«Plagg
ha già messo in chiaro ciò che provo per te.»
disse Adrien,
grattandosi la nuca nervosamente.
«Ciò
che provi per Ladybug.» lo corresse Marinette, amareggiata.
«Ma
tu sei lei!» protestò lui.
«Non
esattamente, io sono goffa, impacciata, timida.»
enunciò
tristemente.
«Non
so di che Marinette tu stia parlando ma non è quella che
conosco
io.» ribatté Adrien, serio.
«È vero, mi sono innamorato del tuo
alter ego la prima volta che l'ho vista, quando insieme abbiamo
sconfitto Cuore di pietra, ma quando ho conosciuto te, Marinette, ho
iniziato ad apprezzarti e ammirarti. Anche senza poteri sei forte,
determinata e non hai paura di lottare per le tue idee.»
Marinette
scosse la testa incapace di credere alle parole del ragazzo.
«Quando
ho capito di essermi innamorato mi sono detto che non m'importava chi
ci fosse sotto la maschera ma quando è nato il sospetto che
fosse
Chloè ci sono stato male perché ho capito che non
avrei potuto
stare con lei ed ho iniziato a sperare che sotto quella maschera ci
fosse qualcuno di diverso...qualcuno più simile a
te.» spiegò
Adrien, facendosi più vicino a Marinette che invece cercava
di
mettere un po' di distanza tra loro, timorosa che la vicinanza del
ragazzo le facesse perdere la lucidità.
«Invece
con te è diverso, ti ho sempre stimato e, ad essere sincero,
mi
sentivo attratto da te ma cercavo di mettere a tacere questa
sensazione perché mi sembrava di tradire Ladybug.»
chiarì Adrien
sorridendole accattivante. «Ma adesso che so che siete la
stessa
persona si spiega anche perché mi sentissi attratto da
entrambe.
Resta solo da capire cosa provi tu per questo gattino.»
aggiunse,
facendo un altro passo verso di lei.
Marinette
tentò di andare indietro ma andò a sbattere
contro la scrivania
alle sue spalle.
Nell'urto
il mouse si mosse facendo accendere lo schermo del pc e mostrando lo
screensaver composto da un collage di foto del ragazzo.
Un
sorriso felice si accese sul volto di Adrien mentre Marinette,
seguito il suo sguardo arrossiva furiosamente.
Stava
ancora cercando di giustificare la presenza di quelle foto quando con
uno scatto l'anta dell'armadio si spalancò lasciando
rotolare fuori
un poster del ragazzo a grandezza naturale che si srotolò
sul
pavimento.
Il
sorriso di Adrien si allargò ulteriormente mentre Marinette,
avvilita, si lasciava scivolare a terra nascondendo il volto tra le
braccia incrociate.
«Ora
capisco perché il povero Chat Noir non aveva alcuna speranza
con la
sua Lady.» affermò, ridacchiando.
«Adrien,
ti prego, vai via.» mugolò lei, umiliata.
Di
certo adesso lui pensava che era una sciocca o una di quelle fan
pazze ossessionate da lui.
Sentiva
le lacrime pungerle gli occhi.
«Perché
mai dovrei andare via adesso che ho scoperto che la mia Lady
è pazza
di me quanto io lo sono di lei?» chiese Adrien sedendosi a
terra
davanti a lei e costringendola a spostare le braccia per poi
prenderle il volto tra le mani.
«A
me purtroppo non è concesso appendere poster in camera, mio
padre
pensa che rovinerebbe la linea dell'arredamento così sono
costretto
a nascondere le gigantografie della mia Lady sotto il
materasso.»
disse con sguardo ammiccante.
A
quelle parole Marinette non poté fare a meno di sorridere.
Sorridendo
a sua volta Adrien avvicinò il viso a quello di lei e la
baciò.
Sentendo
le loro labbra sfiorarsi Marinette ebbe l'impressione che il cuore
volesse uscirle dal petto.
All'unisono
schiusero le labbra approfondendo il bacio.
Adrien
le strinse i fianchi avvicinandola a se mentre lei gli cingeva il
collo.
Quando
infine si separarono avevano il respiro affannoso e lo sguardo acceso
di desiderio.
Il
trillo del telefonino di lui però li costrinse a tornare
alla
realtà.
Adrien
prese il telefono e rispose oscurandosi in volto.
«Era
Nathalie, la segretaria di mio padre. È stata avvisata della
sospensione delle lezioni e sta venendo a prendermi.»
spiegò
affranto.
«Non
devi fare arrabbiare tuo papà, non vorrei ti proibisse di
andare a
scuola.» disse Marinette sorridendole incoraggiante.
«Hai
ragione, ci vediamo domani.» rispose il ragazzo attirandola a
se e
baciandola con passione finché lei non sentì le
gambe cederle.
Quando
lui se ne fu andato si lasciò cadere sulla chaise longue.
«Oh
Marinette, sono così felice per te!»
trillò Tikki abbracciandole
una guancia.
Vedendo
il sorriso ebete della sua portatrice il piccolo Kwami
scoppiò a
ridere.
Poteva
solo sperare che per quella sera Papillon li avrebbe lasciati in
pace, Marinette era ufficialmente partita per il mondo dei sogni ad
occhi aperti e non sarebbe tornata per un bel po'.
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Angolo
dell'autrice: Finalmente Adrien e Marinette stanno insieme e questa
storia si avvia al termine.
Vi
aspetto mercoledì per l'ultimo capitolo.
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Capitolo 8 *** Alla luce del sole ***
La
mattina dopo il sorriso ebete non aveva ancora abbandonato il viso di
Marinette mentre si preparava per la scuola.
«Marinette,
guarda cosa ha dimenticato il tuo Adrien.» disse Tikki,
indicando il
giubbotto del ragazzo.
«Il
mio Adrien.» sospirò la ragazza diventando
bordeaux e scatenando le
risate dell'esserino rosso.
«Marinette,
dai finisci di prepararti e andiamo a scuola.» la
esortò la
coccinella, riscuotendola dai suoi pensieri.
Continuando
a sorridere la ragazza si vestì e prese con se il giubbotto
annusandolo e arrossendo nel ricordare il giorno precedente.
Arrivata
davanti la scuola vide Alya e Nino e si avvicinò a loro.
«Buongiorno!»
salutò.
«Marinette
che arriva in orario? Questo si che è
straordinario!» disse Alya
ridendo per poi puntare lo sguardo su ciò che la sua amica
teneva
tra le braccia. «Com'è andata ieri?»
domandò con voce maliziosa.
Il
rossore che si diffuse sulle guance dell'altra la fece ridere.
Di
certo quello era un buon segno.
Il
rumore di una macchina che frenava proprio davanti la scuola
bloccò
l'interrogatorio di Alya.
«Buongiorno
a tutti!» esclamò Adrien, allegro, raggiungendoli.
«Buongiorno.»
risposero Alya e Nino in coro mentre Marinette balbettava qualcosa e
arrossiva.
«Ah
grazie per avermi riportato il giubbotto.» disse Adrien,
prendendolo
dalle sue mani e cingendole le spalle con l'altro braccio per poi
piegarsi verso di lei e sfiorarle le labbra con un bacio.
Nino
e Alya sgranarono gli occhi palesemente stupiti mentre un urlo
disumano li travolse facendoli girare all'unisono.
«Marinette,
come ti permetti di stare così vicino al mio Adrien?
Allontanati
subito!» sibilò Chloè avvicinandosi con
passo pesante.
Marinette
strinse i pugni su tutte le furie ma la mano di Adrien che le
accarezzava la spalla ebbe il potere di calmarla.
«Buongiorno
a te Chloè.» disse Adrien, fingendosi calmo.
«Siamo amici da molto
tempo ma ciò non mi rende di tua proprietà e poi,
ad essere
precisi, sono io che ho allungato le mani su di lei.»
aggiunse
stringendo Marinette a se e facendola arrossire.
«Adrien,
come puoi stare vicino a quella pezzente!» sbottò
Chloè,
sconvolta.
«Se
vuoi che rimaniamo amici non permetterti mai più di
rivolgerti così
alla mia ragazza!» ringhiò con gli occhi
fiammeggianti di ira.
«La
tua, la tua...» balbettò Chloè,
incredula.
Incapace
di resistere oltre, la ragazza chiamò a se la sua amica
Sabrina e
entrò a scuola con aria offesa.
«Qui
ci sono due che ci devono una spiegazione.»
canticchiò Nino,
divertito.
«Piccola
peste, come hai potuto non chiamarmi per dirmi tutto!» disse
Alya,
tirando un codino a Marinette.
«Grande,
fratello!» esclamò invece Nino battendo il pugno
con il suo amico.
«Colpa
mia, ho pensato fosse più divertente dirvelo
insieme.» spiegò
Adrien, stringendo Marinette a se e baciandola dolcemente sulla
testa.
«Ok,
ti perdono ma dopo voglio tutti i particolari.» concesse Alya.
Il
suono della campanella li costrinse ad interrompere il discorso per
entrare a scuola.
«Andiamo
My Lady?» domandò Adrien all'orecchio di Marinette
per poi
prenderla per mano.
Vedendola
scura in volto, si chinò avvicinando il viso al suo.
Lo
sguardo incerto di lei gli fece comprendere che in fondo temeva
ancora che lui amasse solo la sua parte da super eroina.
«Mia
dolce, dolce Marinette.» disse prendendole il viso tra le
mani e
baciandola lievemente sulle labbra.
Vedendola
arrossire non poté fare a meno di sorridere.
«Sai
cosa amo di te, Marinette? Che posso leggere le emozioni sul tuo
viso.» le sussurrò a un centimetro dalle labbra
prima di baciarla
di nuovo.
Rincuorata
da quelle parole la ragazza sorrise.
«Ragazzi,
siete dei piccioncini adorabili ma rischiate di entrare in
ritardo.»
ricordò loro Alya dalla porta della scuola.
Ridendo
imbarazzati i due sciolsero l'abbraccio per poi correre in direzione
dell'ingresso mano nella mano finalmente felici, finalmente completi.
Angolo
dell'autrice:Eccoci giunti alla fine di questa fanfiction.
Spero
vi siate divertiti a leggerla quanto io a scriverla.
Un
altra storia sui nostri piccioncini ed anche un'originale sono
già
in cantiere; continuate a seguirmi per rimanere aggiornati sulle
nuove
pubblicazioni.
A
presto,
la
vostra Notteinfinita.
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