A Riverdale Tale

di Ms Mary Santiago
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

 

 

 

 

 

- Credi davvero che sia una buona idea? –

Betty annuì, continuando a rovistare tra i ricordi dei tempi del liceo di sua madre. Da quando le aveva confidato di aver dato in adozione suo fratello maggiore non riusciva a pensare ad altro.

- O mi dai una mano o puoi anche andartene, Archie. –

- Dicevo solo per dire -, bofonchiò lui di rimando, - è ovvio che voglio darti una mano. Mi domando solo perché non l’hai chiesto a Jug. –

Smise di rovistare nello scatolone, voltandosi verso l’amico.

- Mia madre e FP erano amici ai tempi della scuola, credo che dai suoi ricordi potremmo capire anche perché la madre di Jug non mette più piede a Riverdale da anni e magari … -

- Fare qualcosa per convincerla a tornare? – concluse per lei Archie.

Era incredibile come Betty riuscisse sempre a trovare un modo per aiutare chi la circondava anche quando era concentrata su qualcosa che la riguardava in prima persona.

- Non nego che l’idea in parte è anche questa, ma più di ogni altra cosa voglio sapere chi è e dove si trova mio fratello, Archie … Voglio che sappia che sua sorella lo vuole nella sua vita. –

Si inginocchiò a terra accanto a lei, aiutandola nella ricerca.

- D’accordo, Betty, allora mettiamoci sotto. –

C’era da dire che Alice Cooper conservava gelosamente ogni ricordo di quegli anni, constatò Archie mentre scartavano una busta piena di foto dopo l’altra.

Alice e i suoi genitori il primo giorno di liceo.

Alice e Hermione sedute da Pop’s insieme a FP e suo padre.

Alice intorno ai sedici anni, quando aveva tinto i capelli di rosso fuoco e aveva cominciato a vestirsi di pelle.

Alice in sella a una moto con tanto di giubbotto di pelle e anfibi, sigaretta in bocca, che sorrideva sfrontata all’indirizzo del fotografo.

Il simbolo dei Southside Serpents tatuato all’altezza della clavicola.

Si voltò verso Betty, che stava fissando la foto a bocca aperta.

- Immagino che non lo sapessi. –

- Per niente … mia madre era una Vipera – mormorò lentamente, come se si stesse sforzando di dare un senso a quelle parole.

- C’è un’altra foto qui sotto, deve essere dell’ultimo anno di liceo. –

La sollevò, osservandolo con aria concentrata.

Non riconosceva quel posto, ma non c’erano dubbi sul fatto che fossero ancora in città. Dall’atmosfera cupa sembrava che si trovassero nel Southside.

La mostrò a Betty, indicando uno alla volta i volti che riconosceva.

- Quello è mio padre, quello è FP, lì ci sono tua madre e quella di Veronica … ma non so chi siano gli altri due che compaiono nella foto. –

Betty si sporse a osservarli meglio.

La ragazza dai lunghi capelli castani aveva gli occhi azzurri come il ghiaccio e indossava un giubbotto di pelle molto simile a quello di FP e sua madre. Stava appoggiata a lui con una spontaneità che lasciava intendere ci fosse qualcosa tra loro.

- Credo che quella sia la madre di Jughead da giovane. –

- D’accordo … e l’altro? –

Scosse il capo, perplessa, davanti alla figura del ragazzo che teneva il braccio intorno alle spalle di sua madre.

Un ragazzo che sembrava avere qualche anno più di loro e che, decisamente, non era suo padre.

- Non ne ho idea, ma qualcosa mi dice che lui sia la chiave di tutto. –

Vide che Archie la fissava senza capire.

- Pensaci, Archie. Mia madre non mi ha detto tutto su mio fratello, ne sono sicura, e ha tralasciato volutamente di dirmi che era una Vipera. Se ci fosse qualcos’altro che mi tiene nascosto? Se … se mio fratello fosse in realtà il mio fratellastro? –

- Betty … -

- Lo so che sembra folle -, lo anticipò, - ma devo sapere come stanno davvero le cose e lei non mi dirà mai nulla. –

- Quindi come suggerisci di procedere? –

- FP potrebbe raccontarmi cosa successe quegli anni; alla cena a casa mia sembrava che volesse farlo, ma mia madre l’ha zittito. –

Con un sospiro, Archie si passò una mano sul volto.

- È assurdo Betty. –

Incrociò le braccia al petto, fissandolo con quella determinazione tipica di lei quando si metteva qualcosa in testa, - Mi aiuterai o no, Archie? –

- Ti aiuterò. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

La porta della sala colloqui si richiuse alle sue spalle con un tonfo sordo e Betty dovette impiegare ogni oncia della sua determinazione per non sussultare.

Quel posto le metteva l’ansia, ma immaginava che fosse così per tutte le persone che non erano abituate a entrare e uscire di galera.

FP era seduto al tavolo e le rivolse un cenno del capo, che si tramutò in un’espressione perplessa quando la vide accomodarsi davanti a lui da sola.

- Credevo che avessi accompagnato Jughead. –

- Lui non sa che sono qui. Volevo chiederle una cosa, signor Jones. –

Inclinò leggermente il capo, fissandola con quelle profonde iridi color carbone.

- Cosa vuoi sapere? –

- La sera del ballo, durante la cena, ha detto che mia madre e mio padre litigarono violentemente al ballo di fine anno. Mia madre mi ha detto il motivo, ma credo che abbia taciuto qualcosa. –

Lo vide scoppiare a ridere in modo basso e lievemente roco.

- Sei molto intelligente, Betty. C’è molto più di quello che Alice ti ha raccontato, ma la domanda è un’altra: sei pronta a sentire tutta la storia? –

Annuì all’istante. – Ho bisogno di risposte, signor Jones. Io devo sapere. –

- Allora d’accordo, ma immagino dovremmo tornare all’estate di vent’anni fa per spiegarti per bene come sono andate le cose. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Purtroppo sul sito non c’è ancora una sezione sul fandom di Riverdale, ma spero vivamente la inseriscano presto. Preciso che questa storia racchiude solo mie speculazioni, teorie e deliri prodotti dalla mia mente dopo la visione della 2x03 e che non c’è nulla di ufficiale nella storia che sto scrivendo perciò se in futuro dovessero essere ripresi degli eventi simili sarà in modo del tutto involontario. Come avrete capito dal Prologo l’intera storia sarà narrata come un flashback rivisto con gli occhi di FP. Qui sotto vi lascio i prestavolto dei protagonisti di questa sorta di prequel a Riverdale come la conosciamo noi. I cognomi di Alice, Richard, Isabelle e Hermione sono di mia invenzione visto che non li conosciamo.

Al prossimo capitolo.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

 

 

 

Isabelle “Izzy” Night – 17 anni, membro dei Ghoulies.

 

Forsythe Pendleton “FP” Jones II – 17 anni, membro dei Southside Serpents.

 

Alice King – 17 anni, membro dei Southside Serpents.

 

Richard “RK” Night – 21 anni, membro dei Ghoulies.




Hermione Rivas – 17 anni.

 

Fred Andrews – 17 anni.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 

 

 

 

Settembre 1996

 

 

 

 

Alice buttò fuori l’ultima boccata di fumo, appoggiata al sellino della sua moto, osservando FP mentre sistemava il blocco della sua Harley.

- Sei ancora dell’idea di farlo? –

Annuì.

- Lo sai che praticamente ci stiamo suicidando, vero? –

FP inarcò un sopracciglio, sorridendo sghembo. – Non sarebbe certo la prima volta. –

Saltò giù dalla moto, assestandogli una pacca sulla spalla, - E allora se proprio dobbiamo suicidarci facciamolo in grande stile. Ne hai già parlato con Fred e Hermione? –

- Pensavo di farlo appena arrivati da Pop’s. –

- Non vedo l’ora di vedere la faccia di Fred quando lo verrà a sapere. –

Il sorriso sul volto del ragazzo si allargò ancora di più.

Fred era venuto spesso nel South side da quando lui e Alice erano diventati delle Vipere, ma non aveva mai partecipato a qualcosa di veramente illegale. Quanto a Hermione per lei quella era l’ennesima occasione per infrangere le regole paterne e ribellarsi in quel modo strafottente tipico di lei. Non aveva alcun dubbio che avrebbe accettato all’istante e si sarebbe trascinata dietro Fred.

Erano una di quelle coppie bilanciate alla perfezione, si completavano a vicenda e aveva la netta sensazione che prima o poi avrebbero finito con lo sposarsi.

Si avviarono verso l’ingresso del locale, facendo tintinnare il campanello quando aprirono la porta a vetri e s’intrufolarono all’interno.

- Ciao Pop. –

- FP, Alice … il solito? –

- Milkshake alla fragola e un brownie – confermò la ragazza, scavalcando lo schienale del divanetto e accomodandosi accanto a Hermione.

Allontanò una lunga ciocca biondo ramata, portandola dietro all’orecchio e rivolse un sorriso tutto denti al ragazzo seduto di fronte a lei.

- Conosco quell’espressione -, sospirò Fred, - cosa avete combinato? –

- Nulla. –

- Alice … -

- Nulla, te lo giuro … non ancora almeno – concluse, sorridendo furba mentre afferrava il milkshake che Pop le aveva appena consegnato e mordicchiava la cannuccia prima di prenderne un lungo sorso.

- E a breve termine? –

Si voltò verso FP, inarcando un sopracciglio, le iridi azzurre che scintillavano divertite.

- Diglielo subito o finirà con l’impazzire. –

- Stavamo pensando a cosa fare questa sera – cominciò, notando con la coda dell’occhio che Hermione aveva smesso di giocherellare con il cucchiaino del suo frozen yogurth e si era raddrizzata leggermente.

Adesso sì che avevano la sua completa attenzione.

- E? –

Fissò Fred dritto negli occhi per qualche secondo prima di sganciare la bomba.

- E pensavamo di andare al Gato Negro. –

- Voi siete completamente fuori di testa – asserì all’istante.

- E tu sei completamente noioso, Freddy –, lo rimbeccò Alice, - ma noi continuiamo a frequentarti lo stesso. –

Risero sotto gli occhi ancora sconcertati del ragazzo.

- Sul serio, il Gato Negro non è un posto in cui saremo a casa. Nemmeno la maggior parte delle Vipere ci mette piede. –

- Teoricamente quella è terra di nessuno. –

- Andiamo, FP, lo sai anche tu che non è affatto vero. –

Già.

In teoria il Gato Negro, uno dei pochi locali aperto tutta la notte nel South side, era nel bel mezzo del confine tra il territorio dei Serpents e quello dei Ghoulies, ma il fatto che fosse anche il punto di ritrovo della maggior parte di coloro che correvano clandestinamente aveva reso praticamente naturale il fiorire di una presenza sempre maggiore di Ghoulies.

Serpents e Ghoulies convivevano pacificamente finchè non si pestavano i piedi a vicenda, ma con alcool e droghe in circolo non era detto che quella sorta di tregua avrebbe retto per tutta la sera.

- Io voglio andarci, non facciamo mai nulla di nuovo – li appoggiò Hermione, toccando leggermente la mano di Fred e stringendola piano mentre lo guardava con intensità.

In quel preciso momento FP seppe che loro tre avevano vinto. Non c’era praticamente nulla che Fred fosse disposto a negare alla sua ragazza.

- D’accordo -, cedette con uno sbuffo rassegnato, - ma quando ci seppelliranno tutti e quattro esigo che nell’elogio funebre venga riportato che io ve lo avevo detto. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Isabelle si lasciò cullare dalla musica attorno a lei, chiudendo gli occhi e lasciando che il suo corpo seguisse spontaneamente ogni vibrazione dei bassi, che ondeggiasse perfettamente a tempo, vagamente consapevole di trovarsi in mezzo a una ressa di persone che perlopiù si agitavano come in preda a una crisi epilettica.

Un paio di mani decisamente maschili le sfiorarono i fianchi lasciati scoperti dal top che le arrivava sopra all’ombelico, spingendola ad aprire gli occhi e capire di chi si trattasse.

Di solito l’essere la figlia di Teschio, al secolo Kenneth Night, scoraggiava i più dal provarci con lei. Essere una Night era un po’ come appartenere alla famiglia reale tra i Ghoulies; la sua famiglia ne deteneva il comando da due generazioni e lei e suo fratello sarebbero stati con ogni probabilità la terza.

Si ritrovò davanti il cranio rasato di Shotgun, le iridi color acciaio del ragazzo e una decina di tatuaggi disseminati tra collo, clavicola e braccia.

Sapeva per esperienza che sotto ai vestiti ce ne erano molti di più.

- Sei sparita per tutta l’estate. –

- Ho avuto da fare – replicò, poggiando una mano sul petto muscoloso e allontanandolo con decisione in modo da poter mettere maggior distanza tra i loro corpi.

La loro relazione era stata altalenante per mesi finchè avevano rotto poco prima dell’inizio delle vacanze estive. Era stato allora che aveva colto al balzo l’offerta di suo fratello.

Lei, Malakai, Jason, Richard e Caesar erano partiti per una lunga vacanza passata tra le assolate spiagge della California e quelle paradisiache di Cancún.

Lì, lontana da Riverdale e dai Gohulies, era stato facile non pensare a tutto quello che era successo l’anno precedente.

La morte di sua zia, la famiglia alla deriva emotiva, i problemi con Shotgun.

Era tutto lontano anni luce.

- Ho pensato a quello che è successo tra di noi, Izzy. –

- Io no. –

Lo sguardo nei suoi occhi le fece capire che non le credeva e che avrebbe continuato a insistere finchè non gli avesse prestato attenzione.

Quella testardaggine le era sembrata attraente mesi prima, ma in quel momento era solo fastidiosa.

- Credo che le cose potrebbero andare diversamente se rimediassimo ai casini che abbiamo combinato. –

Stava giusto per rispondergli con una delle sue solite frecciatine quando Malakai e Jason si fecero largo tra i presenti e si sistemarono ai suoi fianchi come due bodyguard.

- Ci sono un paio di Serpents e dei tizi del north side – le annunciò Malakai, aggrottando la fronte mentre osservava Shotgun, - Qui va tutto bene? –

- A meraviglia. –

- Non l’ho chiesto a te. –

Roteò gli occhi al cielo, frapponendosi tra loro.

Quello non era decisamente il momento di scatenare una rissa.

- Va tutto bene, Kai. Dove sono i Serpents? –

Accennò con il capo verso il piazzale in cui erano parcheggiate le auto, tirate a lucido e in attesa di correre.

Li individuò all’istante.

Erano suoi compagni di scuola, FP Jones e Alice King.

Svicolò tra i Ghoulies presenti, che sembravano aver fiutato la loro presenza come facevano gli squali con il sangue.

C’era una tregua in corso, ma non avrebbe scommesso un centesimo sul fatto che venisse rispettata.

Rivolse un sorriso appena accennato a Jamil, l’addetto alla security del Gato Negro, battendogli sulla spalla massiccia.

- Me ne occupo io. –

Lo vide annuire mentre tornava a voltarsi ed esaminare la pista in cui qualcuno continuava a ballare incurante di tutto e tutti.

Posò le iridi azzurro ghiaccio sul volto dalla mascella decisa e i tratti scolpiti del ragazzo che guidava quel gruppetto eterogeneo.

- Hai un desiderio di morte, Jones? –

- Il Gato Negro è terra neutrale. –

Emise una risata secca e beffarda. – Certo. Non credi che sappia cosa stai cercando di fare? Mossa pessima, tra l’altro. –

Le sorrise di rimando, con una sicurezza che in qualsiasi altro momento probabilmente le avrebbe mandato il sangue al cervello ma che comprendeva.

Non poteva mostrarsi debole.

I Ghoulies li avrebbero sbranati e digeriti in cinque minuti se si fossero accorti che avevano paura.

- Vogliamo solo passare una bella serata, nulla di più. Non cerchiamo problemi – assicurò.

- Ciò non significa che non potreste trovarli ugualmente. –

- Non abbiamo paura – intervenne Alice, lo sguardo risoluto e fiero.

- Buon per voi, ma siete morti che camminano. –

La vide voltarsi verso il ragazzo che aveva parlato, aggrottando la fronte, palesemente infastidita dal commento.

Dal canto suo era ben consapevole che con la presenza di suo fratello aumentava sensibilmente la probabilità che la tregua non venisse rotta.

Suo padre si sarebbe incazzato di brutto se avessero attirato lo sceriffo e i conseguenti problemi che portava con sé.

- Scusa? –

- Mi hai sentito benissimo. La tregua è incerta ed essere qui stasera è stupido. Cosa volete dimostrare, che non avete paura? Credete davvero che a qualcuno di quei ragazzi importi? No, si domandano solo se e quando potranno sgranocchiarvi per bene. –

- Noi non ce ne andiamo – ripetè Alice, incrociando le braccia al petto con risolutezza.

Richard alzò gli occhi al cielo, imprecando sottovoce e bofonchiando qualcosa sulle “ragazzine testarde con manie suicide”, dopodichè si voltò verso di lei.

- Sono tuoi compagni di scuola, perciò la responsabilità è tua. –

- Grazie tanto. –

Le fece l’occhiolino, tornando da Caesar e un gruppetto di ragazze ridacchianti che avevano decisamente bevuto troppo.

E così le toccava fare da babysitter a due Vipere e due figli di papà.

Fantastico, proprio un bel venerdì sera di merda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Eccoci qui con il primo capitolo vero e proprio. Spero che vi sia piaciuto e che vogliate lasciarmi una piccola recensione per farmi sapere se vi piace o fa proprio schifo Xd

Al prossimo capitolo.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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