The Death Lord

di Immortal_Black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Sono Sir Mihael Keehl e sono qui davanti a voi per confessare i miei crimini. Ho tradito il mio signore cercando di assassinarlo infrangendo un sacro giuramento. Mi dichiaro colpevole agli sguardi degli dei e degli uomini…- Sento la sua voce riecheggiare nella mia mente. Mi ha ripetuto quelle parole più e più volte per impararle a memoria. Diceva che se si fosse preparato, il momento dell'esecuzione sarebbe stato meno drammatico. Non lo è stato. Se solo fossi arrivato prima lui non sarebbe morto ed ora starebbe seduto di fianco a me a darmi dell'idiota per essermi preoccupato. 

Una lacrima salata mi rotolò lungo la guancia, lasciando una striscia chiara dietro di se. È solo colpa mia. Questa è l'unica cosa che riesco a pensare. 

Sono le quattro di notte e io sono sul balcone a godere dell'aria fresca. Non provo neanche più ad addormentarmi, tutte le volte che chiudo gli occhi rivivo quel momento, come bloccato in un loop terrificante che si ripeterà per sempre. Non dimenticherò mai quello sguardo. Quello di un uomo che sa che sta per morire e lo accetta. Quegli occhi di ghiaccio che con una sola occhiata mi hanno sollevato da ogni responsabilità, sembrava volesse gridarmi "Non hai nessuna colpa.". Forse il fatto che mi abbia perdonato è peggio dell'odio che avrebbe dovuto provare nei miei confronti. Non so come farò a vivere di nuovo in modo normale dopo tutto questo. 

Rientro nella mia stanza. Dopo i servigi che gli ho offerto, il Lord mi ha concesso una camera tutta per me, con un grande letto a baldacchino e uno splendido balcone che si affaccia sulla piazza cittadina. 

Mi corico sul letto e aspetto che arrivi l'alba. Di giorno tutto è più semplice e per qualche istante riesco anche a non pensare a quello che è successo. Però non dimentico, non posso. 

Arriva il giorno e con lui la decisione presa quella notte riacquista vigore. Si dice che il sonno porti consiglio, e sicuramente è quello che è successo a me. 

Indosso la mia tunica a righe rosse e nere, arraffo una caraffa di liquore e bevo due lunghe sorsate. Prendo penna a calamaio e scrivo un breve messaggio, per l'unico amico che mi è rimasto e lo appoggio sul letto. 

Mi affaccio al balcone e mi metto in piedi sul bordo, allargo le braccia e contemplo la città che si stende sotto di me. Per un momento mi sento il padrone del mondo. Abbasso lo sguardo verso la piazza, il luogo dove il mio migliore amico era stato ucciso. Il destino si diverte proprio a prendermi per il culo. Fisso l'orizzonte, con il battito cardiaco accelerato. Prima che possa cambiare idea, faccio un passo nell'aria come se camminassi su un pavimento invisibile. Mi lascio cadere. L'aria mi sferza i vestiti facendoli schioccare nel vento, il suolo si avvicina ad una velocità preoccupante, ma io non ho paura. 

Sto sorridendo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


6 mesi prima

 

Questo posto fa proprio schifo. 

Sul tavolo a cui sono seduto ci sono macchie di dubbia provenienza, non capisco se si tratti di vino, sangue o vomito. La bistecca che ho nel piatto sembra fatta di cartone e il contorno di vegetali potrebbe essere il residuo di qualche sbocco della sera prima. L'unica cosa che si salva è la birra, è molto forte e questo non contribuisce al mio intento di rimanere sobrio fino a mezzogiorno. Sto aspettando quel bastardo da un'ora abbondante, se non si presenta giuro che lo metto a spalar letame per il resto della sua vita di merda. 

Prendo un altro boccale di birra. Inizio a trangugiare il liquido scuro, senza curarmi delle goccioline che mi scorrono sul mento. 

-Non ti ci affogare- disse un ragazzo della mia stessa età mentre si sedeva, i capelli rossi che sembravano un cespuglio in fiamme. 

Poso la birra e mi asciugo la bocca con il dorso della mano. Gli lancio un'occhiata torva. 

-Trova una buona scusa per il tuo ritardo o non posso prometterti che non ti ficcherò un coltello nell'occhio.- dico con tutta tranquillità, appoggiando il pugnale sul tavolo 

-Ma…così ferisci i miei sentimenti Mello caro!- sembrava sinceramente offeso e sbalordito dal mio comportamento… Si, sincero come un ubriaco che alla domanda "Hai bevuto?" risponde "Per niente". 

-Non ho voglia delle tue cazzate Matt, dimmi perché mi hai chiamato, ho cose più importanti da fare- 

-Quanto sei acido! Non avrai mangiato una pianta di limoni, per caso?- 

Gli lanciai uno sguardo omicida, poggiando la mano sull'impugnatura del pugnale. 

Sbuffa -Allora, hai presente il vecchio Lord Lunatico?- 

-Si, ho presente- 

-Lo hanno trovato spiaccicato sotto le mura del palazzo, probabilmente era sbronzo ed è caduto giù, anche se non tutti la pensano allo stesso modo. Ho incontrato una sguattera che era amica con un'ancella della moglie del Lord che ha giurato di aver sentito che il figlio del Lunatico voleva prendere al più presto il posto del padre e per questo ha architettato la sua morte- mentre parlava la voce gli si era abbassata fino a diventare un sussurro, costringendomi ad avvicinarmi per sentirlo meglio. 

-A me che cosa dovrebbe fregare?- chiesi imitando il suo tono di voce e alzando un sopracciglio 

-Il nuovo piccolo Lord ha decretato che vuole indire un torneo per scegliere l'ultimo cavaliere che farà parte della sua guardia giurata…- 

-Non vorrei ripetermi, ma perché dovrebbe interessarmi? Non sono un fottutissimo cavaliere quindi non potrei neanche partecipare- il mio sopracciglio continuava a rimanere alzato, avrei dovuto disegnarlo in quella posizione, per risparmiare tempo. 

-Non devi essere "un fottutissimo cavaliere" per partecipare al torneo, ti basta avere un'arma e saperla usare, e tu hai entrambi i requisiti- sul sui viso compare un largo sorriso, di quelli che usa per far sciogliere le donne. 

-E cosa ci guadagno?- la discussione stava diventando interessante, oppure erano solo i fumi dell'alcool a darmi alla testa 

-Il titolo di cavaliere…- 

-Sai cosa me ne faccio di un titolo?- 

-Un posto a corte ed una stanza privata nel castello…- 

-Si e anche una giovane donzella in sposa- lo presi in giro 

-…oltre al cospicuo premio in denaro che corrisponde a ventimila monete d'oro- mi lancia uno sguardo di sottecchi per vedere la mia reazione. 

Rimasi pietrificato. Con una cifra simile avrei potuto sistemarmi a vita. Senza contare la sala a palazzo e il vantaggio di avere un titolo nobiliare. Avrei raggiunto l'apice della mia vita di merda. Poter smettere di sgobbare come un mulo e concedermi una vita di agio e lusso sfrenato. Decisamente una bella prospettiva. 

-Le prendiamo queste monetine, si o no?- 

Ha detto "prendiamo" non "prendi" quindi si aspetta che divida con lui una parte del totale… 

-Cosa ti fa pensare che voglia darne una parte a te?- 

-Perché senza le mie informazioni sui punti deboli degli altri partecipanti non riusciresti a cavare un ragno dal buco- 

Cosa avevo detto sul mio sopracciglio? Prima o poi andrà in paralisi e non riuscirò più a farlo scendere. 

-Bene parteciperò e avrai una parte del ricavato, ora mi lasci al mio bicchiere?- 

Matt rise e mi diede una pacca sulla spalla e mentre se ne andava urlò 

-Fagli il culo, Keehl!- Ci guadagnò molte occhiate storte e il mio ghigno divertito. 

Mail. Solo io conosco il suo vero nome, così come solo lui conosce il mio. Lo conosco da quando si è presentato alla porta della mia "famiglia" quasi completamente ricoperto di fango e tanto magro da potergli contare le costole. In quel periodo alloggiavo con una famiglia di pastori, aiutandoli con le bestie. Sono orfano e ho cambiato famiglia regolarmente: mi facevo ospitare, li aiutavo un paio di giorni per poi sparire e portarmi dietro i loro risparmi. Era il modo più veloce di guadagnare e mi consentiva di restare in vita. Grazie a questi espedienti ho visitato varie città e sono diventato molto bravo a camuffarmi. Prima di Matt non ho avuto legami duraturi con nessuno, a causa del mio brutto carattere e del mio stile di vita. Da quando ho stretto amicizia con quel rosso i ladruncoli da temere non erano più uno, ma due. Crescendo ci siamo accorti di non poter più andare avanti così, i guadagni non bastavano per sfamare una persona, figurarci per due ragazzi che facevano miglia e miglia a piedi. La nostra "salvezza" fu incontrare una compagnia di mercenari ed unirci a loro. Imparammo a combattere, ed ero migliore di Matt sia con l'arco che con la spada. Lui, però, aveva un talento che si può definire solo come inquietante, riusciva a scoprire i segreti più reconditi di chiunque, contadini e Lord, cavalieri e puttane. Sapeva tutto di tutti. E questo per una compagnia mercenaria si può rivelare molto utile. Lo pagavano bene ed era visto di buon occhio da tutti, ma decise di seguirmi comunque, quando decisi di lasciare la compagnia. 

È da ormai cinque anni che faccio il mercenario, difendendo il tale nobile o uccidendo la tal persona in cambio di denaro. Matt vende alcune delle informazioni che ottiene e così tiriamo avanti. 

Ero così immerso nei miei pensieri da non essermi accorto del ragazzo che si era seduto difronte a me. 

Aveva il cappuccio che lasciava solo intravedere i capelli e il mantello che gli nascondeva i vestiti. 

-Chi ti ha detto che potevi sederti?- il ragazzino alza gli occhi e li fissa nei miei. Le sue iridi erano grigie, quasi totalmente oscurate dalle sue pupille dilatate che gli davano un'aria totalmente inespressiva. 

-Buongiorno, tu sei Mello, vero? Devo parlarti di una questione. - lo disse in tono calmo e monocorde, urtando il mio sistema nervoso. Prima di rispondergli alcun ché finisco il mio boccale di birra e ne ordini un altro, il tutto senza che quel ragazzino mi staccasse gli occhi di dosso o che pronunci una sillaba. Era veramente irritante. 

-Cosa ti fa pensare che voglia parlare con te?- il mio sopracciglio si era alzato per l'ennesima volta. 

-Non ho mai detto che tu devi parlare con me. L'unica cosa che devi fare é ascoltarmi, non mi interessano i tuoi commenti- Prendo in mano il pugnale, nessuno può permettersi di parlarmi in quel modo. Adesso gli taglio la lingua a questo bastardo, così non potrà più dire un cazzo. 

Come se mi avesse letto nel pensiero il ragazzino disse: 

-Se lo farai non potrai sentire ciò che ho da dirti- il suo sguardo era puntato nelle mie iridi azzurre e non tradiva nessuna emozione. Cercai di calmarmi, dichiarando a me stesso che picchiare quel moccioso fosse un totale spreco di energia. 

-Avanti parla, non ho tutto il giorno- mi sistemo meglio sulla sedia e prendo un sorso di birra, chissà se il ragazzino ne beve… 

-Volevo parlarti del torneo che ci sarà dopo domani…- 

Dopo domani? Ecco qual è la data! Quell'idiota di Matt mi dice solo le cazzate e non le informazioni importanti. 

-… che il vecchio Lord Lawliet è morto e che il suo successore è molto giovane ed inesperto…- 

Lawliet? Conosco il nome di quel vecchio, che tanto vecchio non era, morto a soli quarant'anni, che schifo. Comunque tutti tra il popolo lo chiamavano Lunatico, sia per lo stemma della sua casata (Una luna argento in campo verde), che per il suo singolare modo di fare e per il carattere volubile. L'ho visto una sola volta ma è una figura che non si dimentica facilmente. 

-… ti consiglio di fare molta attenzione ai suoi movimenti, potrebbe rivelarsi decisivo per vincere il torneo e non perdere la vita.- 

-Potresti ripetermi chi devo "controllare"? Non vorrei mai uccidere la persona sbagliata- mi ero perso metà del suo discorso e di quello che ho sentito non ho capito niente, ma al ragazzino non serve saperlo. 

-Si chiama Yagami Light, é il consigliere del Lord e suo zio- quest'ultima parte sembrava fargli disgusto, tanto che mentre pronunciava quelle parole lo sguardo si staccò dal mio e si concentrò sulle venature del tavolo. 

-Quanto mi paghi?- non amavo lavorare come sicario, ma era sempre meglio di non lavorare affatto. 

-Non devi ucciderlo ma semplicemente tenerlo d'occhio- 

Stavo per obbiettare che avrebbe potuto "tenerselo d'occhio" da solo, quando il ragazzino si alzò e disse: 

-Il tuo pagamento arriverà alla fine del torneo, ventimila monete d'oro- detto questo uscì dalla locanda senza aggiungere altro o voltarsi indietro. 

Ventimila. Era sicuramente il premio del torneo, quindi avrebbe partecipato anche quel moccioso mingherlino. Però non aveva senso. Potrei vincere quella somma senza bisogno del suo aiuto e allora lui non saprebbe come pagarmi, oppure poteva vincere qualcuno che non centrava nulla con me o con lui. Quel ragazzo non sembrava stupido e non si sarebbe basato su mere probabilità per promettermi il pagamento. E se possedesse tutti quei soldi? Impossibile. Aggrottai la fronte. No. Quello con cui ho appena parlato non può essere… No. Non lo è. Se no mi sarei lasciato sfuggire uno dei migliori affari della mia vita. Non potrei perdonarmelo. 

Presi il boccale e bevvi tutto ad un fiato. Ne ordinai un altro e continuai a bere. Dopo un paio di giri il mio intento di rimanere sobrio almeno fino a mezzogiorno era andato a farsi fottere.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


-…si dice che Christopher del Golfo abbia ucciso duecento uomini da solo durante la battaglia di Rocca Tetra…-  prese un sorso di vino, bevendolo direttamente dalla brocca. 

-Quanto è realmente pericoloso?- mi stavo assicurando il fodero della spada. Indossavo una semplice cotta di maglia, leggera e che garantiva movimenti fluidi. I Cavalieri e gli alti Lord avrebbero sicuramente indossato pesanti armature, con elmi elaborati che avrebbero impacciato i loro movimenti  e ristretto il loro campo visivo. Gli avversari da temere erano quelli come me, mercenari e ragazzi senza titoli e ricchezze che avrebbero usato qualunque mezzo pur di arrivare al tanto agognato premio. Se non avevi nome o onore da difendere, prendevi in considerazione ogni strattagemma.  

-Per te? Beh, potrebbe non partecipare che non ti cambierebbe nulla- Sul viso gli spuntò un ghigno divertito. 

-Quindi l'unica vera minaccia è rappresentata da quel Peter-  

-Esatto- Mi venne incontro tendendomi la spada -Se lo ammazzi avrai la garanzia di ricevere il premio, che tu vinca oppure no- 

Mi allacciai il fodero della spada alla cintura.  

-Non ti sembra strano che Yagami abbia assoldato uno così?- Matt iniziò a girovagare per la tenda che avevamo allestito appositamente per il torneo. Sembrava preoccupato oppure bisognoso di andare a pisciare. Probabilmente la seconda, considerando quanto aveva bevuto. 

-Probabilmente vuole essere sicuro di non fallire, l'avrà presa come la sua unica grande occasione o cazzate simili-  

-Oppure potrebbe essere un diversivo…- 

-Se avesse assoldato qualcun altro l'avresti saputo- Non esiste persona in questo mondo del cazzo che meriti la mia fiducia, solo Matt fa eccezione. 

-Non preoccuparti mia dolce principessa, il tuo principe si è occupato di tutto- Il rosso fece un profondo inchino arrivando a sfiorare il pavimento con i capelli.  

Lo incenerii con lo sguardo  

-Fottiti- dissi mentre uscivo dalla tenda. Il suono delle trombe che annunciavano l'inizio del torneo coprirono il suono della fragorosa risata di Matt, che si stava reggendo la pancia disteso sul pavimento. Solo lui poteva ubriacarsi con una sola brocca di vino. 

Entrai nello spazio di terra battuta che doveva fungere da campo di battaglia. Un ragazzo vestito di verde e argento declamò: 

-Che i contendenti si posizionino davanti alla piattaforma reale e rendano onore al Lord di Escar, signore e protettore di questa contrada.- 

Raggiunsi il punto indicato dall'araldo insieme ad un'altra ventina di uomini, nobili e non. Tutti facemmo un inchino, chi molto profondo e reverenziale, che rigido e quasi strafottente. Non serve dire a quale categoria appartenessi. 

Mentre aspettavo che l'araldo finisse di spiegare le regole del torneo, (si combatte al primo sangue, chi uccide verrà squalificato) osservai attentamente il ragazzino seduto sullo scranno del Lord. Era vestito con una tunica bianca decorata con disegni argento e verdi, calzoni bianchi e un lungo mantello molto abbondante che gli dava un aspetto infantile. Anche questo era bianco. Il moccioso era stranamente scalzo, con ai piedi solo un paio di calzini di lana bianchi e sedeva con un ginocchio portato al petto e l'altra gamba che penzolava giù dallo scranno con almeno una spanna di distanza dal pavimento. In lui cercavo una specie di conferma, quel particolare che mi avrebbe fatto dire "Sono un grandissimo coglione, potevo prendere in ostaggio la persona più potente del regno e non l'ho fatto!". Ed eccolo lì il particolare: quelle iridi color fumo, quasi completamente oscurate dalle pupille nere. È lo stesso ragazzo che ho incontrato l'altro giorno alla locanda, quindi è lui che devo proteggere. 

I suoi occhi incontrarono i miei e ci fissammo per attimi che parvero interminabili, cercando l'uno di capire cosa passa per la mente dell'altro. Una tacita sfida per vedere chi abbassa per primo lo sguardo, e io non avevo intenzione di perdere. La nostra gara venne interrotta da un secondo squillo di trombe, il torneo era iniziato. 

Estrassi la spada e mi voltai verso il mio primo avversario. Parai un affondo che avrebbe dovuto colpirmi allo sterno, facendo deviare il suo colpo. Sperava di cogliermi di sorpresa e non si aspettava una mia pronta difesa. Questo gli fece perdere la concentrazione e io approfittai di quel momento per ferirgli il fianco destro, rimasto sguarnito. Fuori uno. Vidi due cavalieri che si erano alleati per mettere un mercenario, abile quasi quanto me, alle strette. Mi avvicinai e colpii quello di destra al ginocchio, pugnalare alla schiena è sleale, ma non me ne può fregare di meno. Il secondo cavaliere si voltò in direzione del compagno e il mercenario calò la sua ascia sul braccio del malcapitato, staccandoglielo di netto. Quel tizio doveva avere una forza immane per riuscire a maneggiare una bipenne di quelle dimensioni a una tale velocità. Mi fece un cenno con la testa, pronunciando una sola parola, prima di voltarsi verso un altro avversario: 

-Peter- 

-Mello- Gli risposi.  

Che tradotto significava: "Facciamo il culo a sto branco di idioti e noi ci teniamo per il gran finale". 

Fu effettivamente quello che successe, nemmeno una lama riuscì a sfiorarmi mentre io mandavo a segno tutti i miei colpi. Alla fine ci ritrovammo uno di fronte all'altro. Come due belve feroci che si litigano un pezzo di carne, ci squadrammo alla ricerca di un punto debole, di una minima esitazione. Sto per balzargli addosso, spada contro ascia, quando vedo un cespuglio di capelli rossi che si affanna nel tentativo di superare le guardie del piccolo Lord, indicando qualcosa alle loro spalle e chiamandoli con appellativi tutt'altro che educati. 

Rivolgo la mia attenzione al ragazzetto bianco vestito e noto un coppiere che gli porge un calice di vino. Peter, sorpreso dalla mia immobilità segue il mio sguardo e la paura compare nei suoi occhi, per poi scomparire velocemente. Si lanciò verso di me, brandendo la sua ascia, io riuscii a stento a evitare il colpo. Mi misi a correre verso la piattaforma reale, estraendo il pugnale dalla cintura e lanciandolo verso il coppiere. Il pugnale gli si conficcò nella mano e quello lasciò andare il calice che cadde con un leggero tintinnio. Il vino rosso e il sangue inzupparono il mantello del Lord, che da bianco divenne cremisi.  

Tutti si fermarono e un improvviso silenzio scese sull'arena eccezione fatta per il coppiere che urlava di dolore. Poi tra gli spettatori si levò un concitato vociare. Il ragazzino seduto sul grande scranno mi guardò attentamente e con voce calma e posata mi chiese: 

-Perché l'hai fatto?-  

Sostenni il suo sguardo, feci un gesto con la testa in direzione del liquido rosso che inzuppava il pavimento ai piedi dello scranno. 

-Era avvelenato- 

Due semplici parole. Il ragazzino continuò a fissarmi insistentemente per qualche altro secondo, fece un gesto con una mano in direzione del coppiere, che si stava tenendo la mano ferita stretta al petto cercando di evitare di perdere troppo sangue.  

Una guardia arrivò immediatamente e sollevò il calice da terra; al suo interno c'era ancora un goccio di vino. La giardia porse la bevanda al giovane coppiere intimandogli di bere che per risposta lo guardò con occhi sbarrati. Con la mano sana prese il calice e osservò il liquido all'interno. Lo sguardo del giovane si soffermò sul piccolo Lord per poi tornare al calice di vino.  

Il coppiere lanciò il calice che teneva nella mano destra contro il suo signore, per poi correre nella direzione opposta. Inutile dire che al ragazzetto finì una freccia in gola, prima che riuscisse a scendere dal palco reale. Il Lord mi guardò e disse: 

-Ecco il vincitore del torneo- 

Qualcuno tra il pubblico cominciò timidamente ad applaudire, subito seguito da tutti i presenti.  

Mi guardai intorno, cercando lo sguardo di Matt. Lo vidi alla destra del palco reale, immobilizzato da due guardie che sembravano in procinto di spaccargli la faccia se non avesse chiuso quella fogna che si ritrova al posto della bocca. Stavo per mandare elegantemente quelle due guardie a fare in culo, quando la vocetta del ragazzo sopra lo scranno mi fermò: 

-Mello avvicinati pure, dobbiamo procedere all'investitura- guardai quel moccioso che si atteggiava da grande Lord e per poco non gli risposi che potevano andare a farsi fottere, lui e la sua investitura del cazzo: devo andare ad aiutare Matt. 

Mi morsi la lingua e mi avviai verso il palco reale.  

-Prima di fare qualunque cosa, dì a quei cazzoni di lasciare in pace il mio amico- indicai Matt che cercava di sfuggire alla presa delle due guardie, riuscendo semplicemente a farli incazzare di più. 

Il ragazzo albino guardò la scena con entrambe le sopracciglia alzate. 

-È anche merito suo se sei ancora vivo, mi ha avvertito del veleno…- non so se questa fosse un tentativo di aiutare il mio amico o semplicemente un modo per pararmi il culo, fatto sta che il moccioso sullo scranno annuì e ordinò alle sue guardie di lasciar andare Matt, che si incamminò con nonchalance verso il centro dell’arena, posizionandosi al mio fianco. 

Rimase fermo ad osservarmi mentre salivo sulla piattaforma. Una volta di fronte al Lord-bambino piegai una gamba, poggiando il ginocchio a terra. Continuai però a guardarlo negli occhi, in un misto di sfida ed orgoglio. Uno scudiero gli porse una magnifica spada, l'elsa era in argento lavorato con uno smeraldo nel centro. La lama grigia sembrava voler risucchiare tutti i colori del mondo, per poi lasciarlo grigio e morto. Il moccioso prese la spada e poggiò la punta sulla mia spalla, pericolosamente vicina all'orecchio.  

-Alla luce delle imprese da te compiute quest'oggi e del gran valore dimostrato durante questo torneo, io Lord di Escar signore e protettore di questa contrada, ti nomino cavaliere e membro della mia guardia giurata.- Appoggiò la lama sull'altra spalla, prima di levarmela di dosso e consegnarla al suo scudiero, che rinfoderò l'arma con timore quasi reverenziale. 

-Ora presta giuramento e alzati come cavaliere.- 

Un silenzio tombale scese su tutti i presenti, nell'aria c'era così tanta tensione che si sarebbe potuta affettare con un coltello. Tutti attendevano la mia risposta, anche se era chiaro quale fosse stata. 

Mentre mi divertivo a creare suspense, la parte intelligente del mio cervello mi fece notare che durante tutto l'annuncio il piccolo Lord non aveva menzionato il suo nome. Strano. Solitamente i nobili amano fregiarsi di infiniti e complicati nomi che ne innalzavano il prestigio agli occhi degli altri nobili e facevano spalancare gli occhi alla plebe. 

Finalmente mi decisi e pronunciai il giuramento, che venne seguito da un composto coro di applausi. Mi posero sulle spalle un mantello argento e verde, congratulandosi con me anche se nemmeno li conoscevo. Mi voltai verso Matt che mi osservava con un ghigno divertito, le sue labbra si mossero per sillabare una sola parola: 

Principessa 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera(?) 

Volevo chiarire alcune cose riguardo i tornei medioevali. Solitamente si iniziava con la giostra, uno scontro tra due cavalieri armati di lancia (che io ho omesso perché non ci azzeccava con la trama) e si proseguiva con uno scontro tra soldati a cavallo o appiedati, che venivano annunciati uno ad uno da un araldo. In questa "seconda parte" si combatteva al primo sangue, ovvero chi rimaneva ferito anche solo una volta era fuori dai giochi, il vincitore era l'ultimo che rimaneva in campo. 

Spero che i personaggi non risultino troppo OOC. Ho cercato di mantenere il loro carattere il più fedele all'originale possibile (contesto della storia permettendo). Matt è un personaggio che si è visto molto poco, quindi mi sono presa qualche libertà in più (non uccidetemi plz) e ho sostituito il vizio del fumo con quello dell'alcool, essendo le sigarette inesistenti nella società fantasy-medioevale.  

Se questa roba vi è piaciuta (o non vi è piaciuta, speriamo di si però!) lasciate un commentino e aggiungetela nelle storie ricordate/seguite/preferite. 

 

Ciauuuu :* 

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