Whiskey

di Violetta_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Whisky ***
Capitolo 2: *** Rye ***
Capitolo 3: *** Bourbon ***
Capitolo 4: *** Scotch ***
Capitolo 5: *** Irish ***
Capitolo 6: *** Canadian ***
Capitolo 7: *** Blended ***
Capitolo 8: *** Tennesee ***



Capitolo 1
*** Whisky ***


Whisky





Tokyo. Quartiere di Asakusa.


Una macchina era parcheggiata in un'anonima strada secondaria poco trafficata.
Era tardo pomeriggio, il cielo era coperto da variopinti colori caldi ma si capiva che tra poco tempo avrebbero lasciato posto al blu della sera

Dall'interno dell'auto un giovane ragazzo biondo si stava torturando l'unghia del pollice tra i denti.

Il suo collega, seduto sul lato del passeggero davanti, lo guardava di sottecchi con le braccia conserte ed un'aria preoccupata.


Quando faceva così significava che era sul punto di esplodere...


<< Siamo in ritardo >> disse infine Bourbon spezzando il pesante silenzio.
<< Dai rilassati... >>
<< Se quello si degnasse di avvisare... >>
<< Avrà perso la cognizione del tempo. Dopotutto sappiamo con chi è ... >>
<< Noi due si. Ma cosa diremo a Vermouth quando ci punterà addosso la sua pistola? >>


Scotch ridacchiò chiudendo gli occhi.

<< Quella donna ti sta proprio sulle scatole... >>

Il ragazzo si limitò a ringhiare sommessamente e l'uomo cercò di consolarlo nuovamente.

<< Su che faremo in tempo... >>

<< Non so nemmeno perché gli stiamo parando il c... >>

Venne interrotto dal rumore dello sportello posteriore che si aprì e chiuse velocemente. Il terzo elemento del gruppo si sistemò incrociando le braccia al petto mentre i suoi lunghi capelli neri oscillavano dietro la schiena.

<< Alla buon'ora Rye. Akemi non ti voleva lasciare andare?


Il ragazzo assottigliò gli occhi rivolgendogli uno sguardo rabbioso.
Non apprezzava che si parlasse della sua ragazza in quel modo, francamente non apprezzava che il suo nome uscisse dalla bocca di uno di loro, anche se era inevitabile dato che era riuscito ad entrare nel giro proprio grazie a quella relazione.

<< Taci >>


Bourbon non gli diede retta e continuò a lamentarsi con un atteggiamento petulante.

<< Siamo sempre nella merda per colpa tua: prima fai incazzare Gin, poi dobbiamo aspettare i tuoi comodi con la fidanzata... oh e l'altro giorno abbiamo fatto da baby sitter alla tua sorellina. Che cosa carina. >>

Rye gli tirò un altro sguardo glaciale.
Bourbon rispose assottigliando gli occhi e serrando i denti, lo si poteva vedere dallo specchietto retrovisore
Scotch si mise tra i due mettendo le mani avanti e facendo un sorriso cordiale.



Chissà perchè toccava sempre a lui fare da mediatore.


<< Dai era una ragazzina tanto simpatica >>
<< Tu sta zitto che ti sei messo a darle lezioni di musica... alle volte mi domando se siete coscenti del lavoro che facciamo >>


Scotch ridacchiò imbarazzato e ondeggiò le mani in alto ed in basso nel tentativo di calmare la lunga ramanzina del collega. Bourbon solitamente era concentrato ed analitico, ma se si irritava allora apriti cielo!

<< Bourbon >>

<< Che vuoi Rye? >>
<< Fatti una scopata ogni tanto >>

...


Piombò un silenzio pesante e Scotch mise la mano sulla fondina certo che in quella macchina ci sarebbe scappato il morto.

Per fortuna il ragazzo non rispose: si limitò a digrignare i denti e mise in moto sfrecciando per le strade di Tokyo.


















Il whisky è una delle bevande alcoliche più diffuse al mondo.
Il nome deriva dal Gaelico “acqua di vita” in italiano acquavite.
Il termine whisky viene usato solamente per il distillato prodotto in Scozia, per quello prodotto altrove si utilizza il termine whiskey.


Angolo dell'autrice.

ShiRan (ufficialmente Shinichi e Ran amore) questo è per te.
Dopo Jerez mi ha suggerito altre ff "alcoliche" e io ho apprezzato il suggerimento.
A differenza di Jerez non prenderò come punto di riferimento soltanto il colore.
Spero di aver fatto un buon lavoro. Grazie a tutti i lettori.
A presto.

Violetta_

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Capitolo 2
*** Rye ***


Rye












Una giovane agente dell'FBI si torturava le dita mente guardava fuori dalla finestra del suo appartamento.


Lui sarebbe arrivato da un momento a l'altro.


Stava per alzarsi per farsi una birra quando udì bussare alla porta e trasalì.

Si sistemò il top verde e si scompigliò i capelli.




No così non andava bene. Si doveva dare una calmata!





Aprì la porta e incrociò i suoi splendidi occhi verdi.

Le sobbalzava il cuore ogni volta che lo vedeva, nonostante stessero insieme da un anno.

<< Shu... >>
<< Ehi >> disse lui distrattamente entrando in casa e dirigendosi in cucina verso il frigorifero prendendosi una birra.

Jodie lo inseguì sventolando una carpetta con l'avviso "riservato al personale".

<< Qui ci sono i rapporti degli ultimi tre mesi. Come hai chiesto tu... >>
<< Bene >>

La ragazza mise una ciocca bionda dietro l'orecchio.

<< E così... domani è il grande giorno eh? >>
<< E già >>

Sembrava impassibile come al solito, eppure quell'eccessiva freddezza la faceva stare in pensiero.

<< La ragazza è piuttosto abitudinaria >>
<< Si ho notato... sarà facile attirare la sua attenzione >>

Jodie gli circondò la vita poggiando la testa sulla sua schiena.
Shuichi inclinò la testa di lato ma non si scostò.

Stare insieme a lei era scontato.

Era stato prima il suo mentore, poi il suo partner nell'fbi, avevano iniziato ad andare a letto insieme, prima occasionalmente, poi frequentemente e alla fine - in modo scontato appunto - si erano messi insieme.

Jodie era una ragazza sveglia, una brava agente, una bella ragazza.
Ed anche piuttosto brava a letto, il che non guastava.
Poi era anche dotata di tanta pazienza e tendeva ad assecondarlo, in modo quasi reverenziale a volte, e questo era perfetto perchè gli permetteva di svolgere il suo lavoro in piena libertà.

<< Sta attento >> disse la ragazza a voce bassa.
<< Quanto sei ansiosa >>

Jodie lo afferrò in modo da girarlo e guardarlo negli occhi incrociando quelli verdi e belli del ragazzo, non si meravigliò che fossero freddi e distaccati ma un po' le fece male. Inpirò e serrò la presa sulla sua maglietta poi si avvicinò prepotentemente al suo viso baciandolo con forza sulle labbra.

Shuichi alla fine la ricambiò portando una mano sulla sua schiena.





*





Il primo obbiettivo della sua missione era Sherry.

Era stata al centro delle sue indagini per mesi, sapeva che aveva studiato all'estero, sapeva che era arrivata in Giappone da poco e sapeva che era una persona piuttosto influente all'interno dell'organizzazione. Non era in cima alla piramide ma era abbastanza per farlo entrare nel giro.

Unico ostacolo: era impenetrabile.


O quasi.


Dopo tante ricerche aveva scoperto che la scienziata aveva un punto debole e lui era intenzionato a sfruttarlo. Anche a costo di rischiare di rompersi una gamba o avere un piccolo trauma alla testa.

Dopo "l'inciente" gli erano bastati un paio di mesi e qualche moina per entrare nel cuore di Akemi.
Lei era una ragazza semplice, empatica, dolce. Tipe così le rigirava come voleva.
Difatti qualche tempo dopo era stata proprio lei a proporgli di conoscere la sorellina.


Che sorpresa.


Aveva appreso molte informazioni su Sherry ed era convinto di trovare una giovane donna come Akemi.
Rimase sconcertato quando davanti a lui le si parò una bambina.

<< Quanti anni hai scusa? >>
<< E i fatti tuoi no? >>

Quella ragazzina lo irritava e lo divertiva allo stesso tempo.
Era più furba di Akemi e straordinariamente più intelligente. Ma era anche acida, perennemente incazzata e con un sarcasmo da far rabbrividire.

<< Ciao Rapunzel >>
<< Non dovresti giocare con le bambole? >> disse con un mezzo sorrisino.

La neoquattordicenne Sherry lo fulminò con lo sguardo.

Nonostante la ragazzina non fosse totalmente d'accordo riguardo alla relazione con la sorella, lo aveva aiutato ad entrare nel giro.
E piano, piano, i due avevano leggermente ammorbidito il loro rapporto. Merito di Akemi che ce la metteva tutta a fare da brava mediatrice.





*






Il suo prossimo obbiettivo sarebbe stato Gin.

Quell'ostacolo si stava rivelando più ostico del previsto. Dannazione.

Dopo sei mesi di indagini era riuscito ad incontrarlo solo una volta, per puro caso, fuori dal laboratorio di ricerca.
Era poggiato ad un muro, aveva il cappello nero sul viso e stava fumando una sigaretta.

Shuichi si poggiò al muro accanto e si accese una sigaretta guardando fisso a terra.

<< Quindi tu sei il tizio che si sbatte il topolino eh? >>

Provò un innaturale senso di fastidio nel sentir parlare di quella dolce ragazza in quel modo. Ma si trattenne dal farlo notare.

<< Ho sentito che sei uno sveglio >>

Fece un mezzo sorriso e in quel preciso istante capì che, prima o poi, l'avrebbe fatto fuori.

<< Arigatò >>





*






Come novellino tra i membri degli uomini in nero era stato assegnato ad altri due agenti.
Uno era simpatico, affabile, gentile.
L'altro lo irritava e lo divertiva al contempo.

I loro compiti non erano tra i più esaltanti: qualche rapina, qualche scambio e tanti estenuanti e noiosi appostamenti.

Dopo due anni all'interno del Mib le alte sfere si accorsero che l'indole di Rye -questo era il nome in codice che gli era stato assegnato- era troppo scontrosa poco incline alla collaborazione ed il suo talento era sprecato per quella divisione.

Aveva fatto fuori un traditore ed era giusto dargli il giusto compenso.




*




<< Hei Rye >>

Vedere Vodka gli dava sempre la nausea.
Era il classico scendiletto, imbecille e sempre alla ricerca di approvazione. Era un essere patetico e dalla bocca larga.

<< Si? >>
<< Gin ti ha scelto per il prossimo colpo >>

Non mostrò alcuna emozione e si limitò ad accendersi una sigaretta, ma dentro di se gioì come un bambino la mattina di Natale.

<< Perfetto. Posso sapere ora e luogo? >>
<< Dopo il tramonto al vecchio magazzino vicino al molo >>



*



Rimasto solo si accese una sigaretta guardando dritto davanti a se.

Sorrise.


Finalmente avrebbe estirpato quella brutta razza.








Non poteva immaginare che ci fosse "un Vodka" anche all'interno dell'FBI.
















Il Rye è una varietà di whiskey statunitense.
Per legge deve essere costituito per almeno il 51% da segale (rye in inglese).
Presenta un gusto grezzo e aspro; è considerato il whiskey americano per bevitori "rudi" ed è tra i più economici.
Era uno degli alcolici più contrabbandati al tempo del Proibizionismo.


Angolo dell'autrice.

Ok togliamocelo di torno in fretta. (Na scherzo, non è stato male scrivere esclusivamente su di lui senza torturarlo).
Che vi è parso di questo capitolo? Spero vi sia piaciuto.
Grazia e tutti i lettori.
Un bacione.

Violetta_

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Capitolo 3
*** Bourbon ***


Bourbon










Quella mattina Bourbon si svegliò con una tale avversione al lavoro che faticava persino ad aprire gli occhi.
Quando finalmente si decise a dare segni di vita, la prima cosa che vide fu il tetto grigiastro, sporco e con qualche chiazza di muffa, dello squallido ed anonimo motel dove alloggiava.

Il sole era sorto da qualche minuto ed i raggi illuminavano la stanza spoglia nonostante le orribili tende marroncine fossero tirate.

Il grigio lenzuolo di stoffa scadente era scivolato durante la notte per via del suo sonno agitato ed adesso gli copriva a malapena le gambe ed i fianchi lasciandolo completamente a petto nudo.


Mise le mani dietro la nuca e sospirò.




Quanto detestava quel lavoro.



No non tanto il lavoro. Fingere di essere un criminale, indagare, escogitare piani per fini subdoli non lo infastidiva più di tanto, anzi a tratti era anche esaltante.



Più che altro detestava la compagnia.



Gin era una crudele e malsana parodia di essere umano, e se almeno a lui riconosceva una certa attitudine al comando, al suo secondino, a Vodka, non riconosceva il minimo pregio.

Al massimo lo considerava la parodia di uno zerbino.


Poi c'era
lei.


Quell'esaltata e volgare donnicciola.


Ultimamente si era ritrovato a farle da spalla sempre più spesso e da quanto aveva capito non era una coincidenza: era ufficialmente in prova per diventare il suo secondino.

Digrignò i denti e storse il naso.

Doverla sopportare giorno dopo giorno stava mettendo a dura prova i suoi nervi: con quell'atteggiamento da prima donna, quel modo di fare spavaldo ed arrogante.

Quanto gli mancavano Date e Matsuda, con loro si che ci si divertiva.
Erano così belli i tempi dell'accademia di polizia, si sgobbava tanto ma la compagnia era piacevole e molto meno pericolosa.

Beh almeno era con Scotch.



Santo ragazzo, era merito suo se non era ancora uscito fuori di testa.



Inspirò a fondo ed espirò con la bocca sbuffando visibilmente.



Ok. Basta oziare.



Si mise a terra facendo qualche flessione, giusto per riattivare la circolazione, poi si tolse i boxer -
rosa - e si infilò dentro la doccia.

Mentre l'acqua ghiacciata di quel doccino scassato contribuiva a farlo svegliare del tutto, avvertì che la sua apatia si era trasformata in vera e propria incazzatura.
Poggiò il palmo di una mano sulla piastrella verdina e fissò distrattamente le gocce che scorrevano lungo la sua mano ed il suo braccio.

Si ritrovò a pensare al passato.

Se non fosse stato per Elena non avrebbe mai accettato quella vita.



Elena...


Forse l'unica donna nella sua vita per cui aveva provato del vero affetto.
Quel dolce e bellissimo angelo che gli aveva fatto comprendere che il mondo è un posto difficile, ma grazie all'impegno ed alla determinazione le cose possono migliorare.

La bellezza c'è ma è nascosta, si deve faticare per trovarla. Però se si ci riesce la soddisfazione è ancora più grande.

E lui faticava, si impegnava. Si impegnava da anni ormai.

Si morse l'interno guancia e diede un pugno contro il muro.




Quando diavolo sarebbe finita?




*




Uscì dalla doccia con un asciugamano avvolto intorno alla vita ed i capelli ancora completamente bagnati, alcune goccioline gli scivolavano dalle ciocche bionde per andare a posarsi sul petto e poi scorrere lentamente verso il basso.

Aveva aperto il cassettone del comò di fronte al letto in modo da prendere degli abiti puliti quando udì suonare il suo cellulare.

<< Pronto? >>
<< Ehi Bourbon ti conviene sbrigarti. C'è uno strano movimento in giro >>


Il suo collega aveva un tono di voce strano.

<< A quanto pare c'è un nuovo membro nell'equipe di ricerca delle droghe e veleni >>
<< Ok e allora? >>


Non era strano che cercassero dei nuovi membri: da quando le due punte di diamante della squadra erano scomparse, cercavano di reclutare sempre più persone ma nessuno si era ancora dimostrato alla loro altezza.

Il collega fece una lunga pausa.

<< È appena arrivata dagli Stati Uniti e Gin l'ha puntata >>

C'era sempre puzza di bruciato quando Gin si interessava a qualcuno.



Un momento...



<< Come si chiama? >>
<< Chi? >>

Roteò gli occhi al cielo imprecando mentalmente.

<<
Il nuovo membro nell'equipe di ricerca ecco chi >>
<< ... Non lo so >>

Ringhiò.


<< Che aspetto ha? >>
<< Non lo so, la tengono sotto stretta sorveglianza >>

Sospirò affranto.

<< …però a quanto pare è figlia di uno scienziato che prima lavorava per loro >>

Bourbon fu colto da una potente scarica elettrica.

Stette in silezio un pugno di secondi per riflettere.



Merda.


<< Arrivo subito >>




*




Eccola lì.
Per tutti i kami somigliava in maniera incredibile ad Elena.
Aveva persino lo stesso atteggiamento mentre lavorava.

Sentì un nodo alla gola.

Era una bambina.

Preparatissima, con una capacità di analisi straordinaria, un autentico prodigio, ma comunque una bambina.
Ci navigava in quel camice bianco da laboratorio ed arrivava a malapena al piano di lavoro.



Santo cielo come potevano quei mostri usare in quel modo una creatura così innocente senza farsi il benchè minimo scrupolo?



Notò Gin in un angolo della stanza, immobile nella penombra. La teneva d'occhio mentre lei digitava qualcosa al computer.

Strinse le mani a pugno e digrignò i denti.

<< Babbon... >>

Riconobbe la voce mielosa di Vermouth e chiuse gli occhi un paio di istanti prima di voltarsi mostrando un atteggiamento neutro.

<< Si? >>
<< Che stai facendo? >>

Lui chinò il capo e chiuse gli occhi mostrando un mezzo sorriso.

<< Ho saputo che c'era movimento oggi e ho voluto dare un'occhiata. Sai che sono curioso >>

La donna incrociò le braccia al petto facendo risaltare la scollatura della maglia nera e spostò lo sguardo verso il vetro che dava sul laboratorio. Non appena vide al suo interno ebbe un impercettibile tic all'occhio ma Bourbon se ne accorse.

<< Non è importante. È una semplice ricercatrice >> disse con tono sprezzante.
<< Quanti anni ha? >> domandò lui con fare noncurante ma continuando a fissarla.
<< Abbastanza per rimediare alle disgrazie del passato >> soffiò la donna con tono velenoso per poi umettarsi le labbra subito dopo << Abbiamo un compito da svolgere. Ti do i dettagli in macchina. Andiamo >> proseguì poi con un tono più pacato ma severo.

Lui si voltò ed annuì.

<< Ok >>

Mise le mani in tasca seguendola con aria noncurante per il corridoio.
A metà strada si voltò guardando con dolcezza ed angoscia la piccola scienziata.



Ti porterò fuori da questo incubo piccolo angelo. Te lo prometto.

















Il Bourbon è un whiskey americano che prende il nome dalla Contea di Bourbon, nel Kentucky, dove si concentra la sua maggior produzione.
Presenta una doppia distillazione come nel caso dello Scotch.
Il Congresso degli Stati Uniti nel 1964 ha definito il Bourbon “Liquore Americano per eccellenza”.
E' la varietà di whisky più “dolce” e solitamente presenta un retrogusto di vaniglia più o meno marcato.


Angolo dell'autrice.

Niente, è più forte di me: se penso a Bourbon, penso a Sherry.
Io sono fermamente convinta che il ragazzo abbia accettato il lavoro sotto copertura per vendicare Elena ma abbia proseguito per il bene della figlia. Non è un caso che il suo compito fosse rintracciarla dopo la fuga.
Almeno questo è il mio film mentale.

Che altro dire … ve lo immaginate girovagare in una camera di motel con addosso solo dei boxer rosa? (a proposito l'idea non è mia, l'ho visto in alcune fanart).

Grazie a tutti i lettori. Ci sentiamo presto con la terza varietà (se è stato difficile trovare degli appigli per scrivere su Bourbon non immaginate quanto sia difficile scrivere su di lui).
Baci.

Violetta_

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Capitolo 4
*** Scotch ***


Scotch







Tra le varie sedi, o covi, del mib sparsi un po' per tutto il Giappone, quelle riservate alla divisione interna per la ricerca scientifica erano sicuramente le più comode e funzionali.
Erano bei posti: puliti, luminosi e ben organizzati.

Quello in particolare aveva una mensa con annessa persino un'area relax.

<< Ciao Sherry >>
<< Ciao Rapunzel >>

Bourbon, seduto di fronte un tavolo poco distante dai due si mise una mano sul viso cercando di trattenere una risata.
Ci godeva davvero tanto nel vedere Rye preso in giro.

Scotch roteò gli occhi al cielo mentre girava distrattamente il contenuto della sua zuppa di miso col cucchiaio.

<< Quanto sei bastardo Bourbon... >>
<< Eddai Scotch è divertente >>

L'uomo cercò di ignorarlo e si mise a fissare la piccola scienziata che insultava senza molti preamboli un uomo molto più grande di lei ed armato.

<< Quella ragazzina ha davvero un bel caratterino >>

Bourbon continuò a mantenere quell'irritante sorriso di scherno anche se in realtà cercava di nascondere un sentimento più amaro.

<< Si è simpatica. E a quanto pare tiene tutti in riga se si tratta di lavoro >>

Scotch continuò a guardare fisso verso di lei con un'aria malinconica.

<< Però ... mi mette tristezza >>

Bourbon poggiò il viso sulla mano destra.

<< Perché? >>
<< Quanti anni ha? >>
<< Quindici compiuti da poco >>

Scotch espirò assottigliando lo sguardo assumendo un'espressione amareggiata.

<< È poco più di una bambina... dovrebbe uscire con le sue amiche a divertirsi e non stare chiusa dentro un laboratorio >>

Bourbon fissò il suo collega con la coda dell'occhio.

Scotch era una persona davvero buona, gentile, altruista. Il suo carattere contrastava enormemente coi suoi compiti all'interno del mib.

Girò nuovamente lo sguardo tornando a guardare i due.

Rye aveva beccato la sua dose di insulti giornaliera ed era uscito dall'edificio per andare a fumare.

Sherry era rimasta sola a finire il suo cornetto dolce. Faticava ad abituarsi alla cucina giapponese, così diversa da quella americana, ma ci stava lentamente prendendo la mano.

Scotch si alzò continuando a fissare la ragazzina.

<< Dove vai? >> domandò Bourbon incuriosito.
<< Non ce la faccio a vederla mangiare tutta sola in quel tavolo >>
<< Guarda che ha la frecciatina facile... >>
<< Sto morendo di paura >> disse ironico.

Si recò verso il tavolo della piccola scienziata avvicinandole un bicchiere di plastica.

<< Kimi... la macchinetta mi ha fatto una cioccolata al posto del caffè. Ti andrebbe? >> domandò con voce gentile.

La ragazzina lo fissò guardinga per un paio di secondi.

Bourbon fece un sorrisino divertito: anche se gli occhi dolci del ragazzo avevano la naturale facoltà di raddolcire e rassicurare chiunque con la piccoletta non c'era da scherzare.

Sherry accartocciò la carta che avvolgeva il suo pranzo e lo posò sul vassoio.

<< Sarebbe un peccato sprecarlo >> disse glaciale.

Gli strappò il bicchiere dalla mano e se ne tornò a lavoro con passo svelto.

Scotch fece un gran sorriso e si voltò a guardare Bourbon che intanto scuoteva la testa mostrando la sua disapprovazione.

<< Hai ragione. E' simpatica >>





*





Il fatto che fosse una persona dall'indole buona e dall'aspetto rassicurante non significava che fosse stupido o incapace. Anzi Scotch era uno degli agenti più preparati ed organizzati all'interno della sua divisione.
Il fatto che sembrasse una persona inoffensiva lo rendeva perfetto per operare all'esterno, in mezzo alla gente.
Lavorava sempre velocemente senza tralasciare alcun dettaglio e non aveva problemi a collaborare con altri agenti, anche con quelli più indisciplinati.

Era così astuto e svelto da ingannare persino il genio dell'FBI.

<< Sono impressionato Scotch >>

Se avesse continuato ad agire al pieno delle sue capacità gli sarebbero bastati pochi mesi per mettere le mani sul boss.
Però il destino aveva in serbo per lui una sfida molto molto più ardua.

<< Ascoltami. Aiutarti a scappare sarà facile... >>

Ci sono momenti nella vita in cui si impongono delle scelte decisive: O una o l'altra. Niente vie di mezzo.
E quelle scelte determinano la tua persona in modo indelebile.

Udì il rumore dei passi e avvertì l'adrenalina mandargli in tilt il cervello.
Potevano prenderlo, torturarlo, non gli importava.
Ma per nessuna ragione avrebbero dovuto perquisirlo.

Se avesse gettato il cellulare lo avrebbero sicuramente trovato, se avesse provato a distruggerlo calpestandolo si sarebbero insospettiti ed avrebbero condotto delle ricerche.
Non aveva altra scelta.

In quel preciso istante scelse di essere una persona buona.

<< Perdonami... >>

E soprattutto scelse di essere un buon amico.

<< ... Zero >>





















Lo Scotch è considerato da molti estimatori il whisky per eccellenza ed è la tipologia più tradizionale.
Dev'essere prodotto esclusivamente in Scozia e fatto invecchiare per almeno 3 anni in botti di quercia appositamente selezionate, che spesso sono già state utilizzate per contenere sherry o altri vini liquorosi.


Angolo dell'autrice.

Ragazzi spero che questo capitoletto vi sia piaciuto. Scotch è stato mostrato pochissime volte nell'anime e non c'erano molti elementi per scriverci su. Però una cosa la do per certa: doveva essere un personaggio veramente buono e gentile.
Ci sentiamo al prossimo capitolo. Ciao ciao.

Violetta_

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Capitolo 5
*** Irish ***


Irish










<< Ti cercava tuo padre >>

Bourbon assottigliò gli occhi emettendo uno strano suono gutturale, come un ringhio o un ruggito represso.
Ovviamente Rye non ci fece minimamente caso e continuò a parlare.

<< Ha detto che Vermouth vi vuole entrambi per la missione >> disse accendendosi una sigaretta << Non sapevo lavorassi con lei. O è il suo modo per dire che vuole fare una cosa a tre? >>

Prima che il ragazzo potesse reagire sfoderando un pugno che gli avrebbe fatto ingoiare la sigaretta con tutti i denti, Scotch lo prese per le spalle facendo un gran sorriso -spaventato-.

<< Calma. Calma. Irish vorrebbe discutere con te gli ultimi dettagli della missione >> si girò a guardare Rye << ...che per inciso consiste nel rintracciare il doppiogiochista della banca centrale >>

Bourbon assottigliò gli occhi con un'espressione risentita.

<< Ehi Scotch evita di parlare dei miei lavori a quello >>

L'agente in questione, Irish, era biondo, molto alto e molto muscoloso, con una predilezione per i sotterfugi e i travestimenti, motivi per cui Rye lo definiva "il papy di Bourbon".
Facendo incazzare enormemente Bourbon che non voleva avere alcun termine di paragone con quell'uomo così viscido e crudele. Una persona cinica e senza un briciolo di umanità.

Rye chiuse gli occhi soffiando via una nuvoletta di fumo.

<< Una bella gita con papy e mamy >>

Il ragazzo chiuse gli occhi e agitò il pugno.

<< Ora ti ammazzo >>

Scotch rafforzò la presta sul collega.

<< Che ne dici se raggiungiamo Irish? Così ti prepari >> disse spingendolo verso la porta.

Due minuti dopo si affacciò verso la stanza.

<< Certo che potresti anche trattenerti Rye... >>

Lui gettò la cicca con un gesto veloce delle dita centrando il posacenere.

<< Però poi mi annoio... >>





*






<< Vermouth ci vuole alla stazione tra un'ora >>

L'imponente Irish si stava mascherando cercando di far aderire la maschera al suo viso. Aveva sempre qualche piccola difficoltà nel farlo.

<< Non sarebbe meglio andare direttamente alla banca? >>
<< Io non discuto gli ordini dall'alto >>



Pochi anni dopo avrebbe precisato quella frase con un "a meno che non siano impartiti da Gin".












Il whisky irlandese ha un sapore delicato e conserva maggiori sentori di cereali rispetto ad altri whiskey.



Angolo dell'autrice.

Piccolo capitoletto flash. Nulla di che, ma visto che la raccolta si intitola "Whiskey" trovavo doveroso inserire anche Irish.
Il personaggio appare nel 13° film di Detective conan "The Raven Chaser"
Alla prossima, ciao.


Violetta_

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Capitolo 6
*** Canadian ***


Canadian










Respiri affannati, sospiri e gemiti sommessi.

Un gemito più forte dell'altro poi il silenzio.

Le guardò il viso mentre cercava di ripristinare un minimo di autocontrollo, ma la vista di quella bellissima ragazza, coperta solo dal suo giubbotto di pelle, gli rendeva difficile lo scopo.

Il silenzio era imperante, rotto solo dalle note di “I Want To Hold Your Hand" che provenivano dal cellulare della ragazza tenuto a volume basso.

Erano passato quasi tre anni dall'incidente, eppure ormai lei era al centro dei suoi pensieri.
Salvarla, portarla via da quell'inferno, era diventato il suo scopo, non ne era certo ma forse era diventato persino più importante dell'indagine su suo padre.

Posò una mano sul suo braccio sentendo la pelle morbida e delicata sotto il suo palmo.
Lei aprì gli occhi guardandolo con un'espressione innocente eppure terribilmente eccitante.



Rye era uno sbruffone.

Un irritante, arrogante, antipatico sbruffone.

Beh un po' doveva esserlo per svolgere bene il suo lavoro.

Però davanti a lei si perdeva completamente.






*





Prima di incontrarla era stato solo convinto di essere innamorato.
Forse aveva amato davvero Jodie, con lei si divertiva e la ragazza lo trattava come se fosse un dio in terra anche quando si comportava nella maniera più scontrosa, ma quello che stava vivendo con Akemi era qualcosa di così intenso da fargli perdere tutta la sua innata sicurezza.

Si sentiva impacciato in sua presenza, avvertiva una strana sensazione di euforia, un bisogno di averla sempre vicina. Ovviamente riusciva a nasconderlo bene.

<< Dai. Mi stai ascoltando? >>


Lui alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi azzurri.

<< Mh? >>


Akemi prese la sua giacca di pelle pensando bene di coprirsi meglio altrimenti non avrebbe avuto tutta l'attenzione dal ragazzo, e quello che aveva da dire era piuttosto importante.

<< Tu non sei stanco di questa situazione? >>

Lui analizzò l'intera scena e la ascoltò con attenzione, poi però, dispettoso, tirò giù la giacca sfiorandole la pelle candida.

<< Cosa intendi di preciso? >> sul suo viso si tinse un sorrisetto impertinente << ...preferiresti un materasso morbido? Non sarebbe altrettanto divertente >>

Lei arrossì come un peperone riappropriandosi della giacca e guardandolo con aria severa.

<< A parte che sarebbe una mano santa per la mia schiena... >> gli prese la mano prima che potesse tirar nuovamente via la sua coperta improvvisata e sospirò con aria grave << Ci vediamo solo per i corridoi nei covi di quella gente, o ci nascondiamo in questi >> si guardò intorno osservando l'angolo del magazzino dove si erano nascosti, era sempre più difficile trovare un posto intimo dove passare del tempo senza essere spiati.

Francamente quel posto era una topaia.

<< Vorrei... per una volta vorrei... non so... fingere di essere una coppia normale >> abbassò lo sguardo vergognandosi di quel desiderio così infantile << Soltanto per una volta >>

Dai Moroboshi, Rye, guardò il vuoto per qualche secondo, poi si specchiò nei suoi occhi azzurri.


Ecco cosa intendeva con “perdersi completamente”.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, anche mettere temporaneamente in secondo piano la sua missione.

Sarebbe stata una perdita di tempo per il suo lavoro, però non era una cosa impossibile.

Poggiò una mano sulla sua guancia e l'attirò a se dandole un bacio sulle labbra.

<< Posso spostare un paio di impegni, e posso chiedere un favore ad un amico >>



In realtà avrebbe provato a raggirarlo confinando nel fatto che correva i suoi stessi rischi.



Lei spalancò gli occhi e sorrise felice come una bambina che aveva ricevuto un magnifico regalo.

<< Davvero? >>

Lui annuì e fece un piccolo sorriso.

<< Fra tre giorni... ci prendiamo una pausa da tutto questo. Va bene?>>





*





Era un tiepido pomeriggio autunnale.

Akemi era felice come non lo era da molto tempo.

Un giorno con suo ragazzo, solo loro due, niente missioni, niente intrighi, semplicemente una normale coppia che passeggiava l'uno accanto a l'altra.

Niente mano nella mano, lui non sarebbe mai stato il tipo.

Si erano fermati al centro di un parco ornato di una grande e bella fontana ed avevano preso un gelato.
Avevano parlato molto, con sincerità e intesa il che era una novità per entrambi.

E Rye si rese conto che doveva dirle tutta la verità, non se la sentiva di tenere ancora quel segreto con lei.

<< Akemi? >>
<< Si? >>

Quegli occhi azzurri, quel delicato visino lo misero in difficoltà e per un momento si sentì mancare il fiato.

Akemi lo guardò preoccupata, la sua espressione si era rabbuiata improvvisamente.

<< Sono un'agente dell'FBI >>

La ragazza spalancò gli occhi incredula e continuò a camminare dirigendosi verso la fontana

<< Sei dell'FBI... >> disse in modo quasi meccanico realizzando lentamente il significato di quelle parole << Stai scherzando vero? >>

Distolse lo sguardo cercando di non perdersi nell'azzurro del suo sguardo.

<< Niente affatto >>

Lei si mise a ridere divertita.

<< Ma smettila. Che c'è, oggi ti va di scherzare? >>

Lui continuò a fissare il vuoto con aria seria e lei, alla fine, fu costretta a realizzare la situazione.
La vide piangere e quella scena gli fece venire un groppo in gola.

<< Sai io l'avevo capito... >>

Quella frase lo sorprese e gli fece montare la rabbia.



Lo sapeva e nonostante questo gli era rimasta accanto.

Perché aveva preso una decisione tanto stupida?



La prese per le spalle lasciandosi trasportate dalla potenza delle sue stesse emozioni.

<< E allora perché non mi hai lasciato perdere? Dimmelo Akemi! >>

Lei lo fissò con gli occhi lucidi.

<< Ma insomma non vedi quello che provo per te? >>

Rye rimase immobile, completamente spiazzato, con le labbra schiuse per dieci interminabili secondi.

<< Non piangere... >> mormorò infine asciugandole le lacrime col pollice << … cercherò di risolvere tutta questa situazione... sistemerò le cose. È una promessa >>




Non essere riuscito a mantenerla lo tormentava ogni notte.
















Il whisky Canadese, a differenza del Rye Americano, ha una percentuale di segale che può variare.
Solitamente ha un gusto piuttosto complesso, più dolce del Rye tradizionale con un retrogusto dalle note speziate e amarognole.



Angolo dell'autrice.

Primo aggiornamento dell'anno su questo fandom.
Si comincia con un Canadian invecchiato tre anni in una topaia. (No eh? Con le battute non ci siamo proprio)
Vista la variante più dolce ho deciso di mostrare un lato più tenero dell'agente, un lato che tende a nascondere o forse che gli veniva fuori solo con Akemi, va a sapere...
Ho volutamente sorvolato tutta la parte “Sera” perché non mi sembrava il caso.
Spero vi sia piaciuto.
Grazie a tutti, a presto.

Violetta_

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Capitolo 7
*** Blended ***


Blended












<< Idiota >>
<< Ma io... >>
<< Cosa ti è saltato in mente? Asesso torna subito a casa >>
<< Ma io... non posso... ho finito i soldi... >>

A poca distanza dai binari Bourbon e Scotch guardavano incuriositi la strana scenetta.
Rye era furibondo, non lo avevano mai visto scattare in quel modo.

<< Ma chi è? >> domandò Scotch fissando la ragazzina.
<< Boh... certo però che gliele sta dicendo di tutti i colori >>

La piccola doveva avere al massimo tredici anni, teneva la testa bassa e tremava leggermente.

<< Ti chiedo scusa Shu-nii... >> mormorò con gli occhi ben piantati per terra.

Scotch mise le mani sui fianchi.

<< Uh è la sorella >>

Bourbon assottigliò gli occhi.



Shu-nii...

Shu...



<< Aaah che stupida! >> sbraitò Rye guandandola con rabbia.

Bourbon alzò un sopracciglio.

<< Senti da che pulpito... Stava per portare la sorella dritta al covo >> soffiò guardando il collega con disprezzo.

Scotch lo guardò con la coda dell'occhio ma non replicò.

<< Vado a comprare un biglietto >> disse Rye con le mani sui fianchi << Rimani qui o te la faccio pagare >>

La piccola Masumi aveva gli occhi lucidi ed il visino tutto rosso.

<< Ma povera... >> disse Sotch mettendosi il cappuccio della felpa in testa.
<< Già... dev'essere una vera sfiga avere un fratello come quell... ehi ma dove vai? >>
<< A consolarla >>
<< Ma sei scemo? Ehi! >>






*







Scotch adorava i bambini, non vedeva l'ora di terminare il suo lavoro per sposarsi e mettere su famiglia con un paio di bambini a gironzolare per casa.

<< Ehi kimi... >>

Masumi si girò portando le mani chiuse a pugno davanti al visino.

<< Uh? >>

Scotch le si avvicinò sorridendo mostrandole un basso.

<< Kimi... ti piace la musica? >>

La bambina guardò alternativamente lo strumento e poi il viso di quel ragazzo. Aveva gli occhi dolci che le trasmettevano sicurezza.

<< Ma... na... >> disse infine avvicinandosi.
<< Vieni qui ti insegno qualche nota >>

La prese in braccio facendola sedere sulle sue gambe ed iniziò ad insegnarle le basi.

La ragazzina seguiva i suoi insegnamenti con interesse e in pochi minuti tutta la sua tristezza svanì completamente lasciando il posto ad un senso di sollievo ed euforia.

L'amico di suo fratello era tanto dolce e gentile, aveva un tono di voce rassicurante ed era anche molto bravo a spiegarle come doveva muovere le dita sulla corda.
E poi era anche molto carino.

Alzò lo sguardo osservando incantata i suoi occhi di un castano particolare, sembrava avere delle sfumature violacee.

Scotch si accorse di essere osservato e abbassò lo sguardo rivolgendole un dolce sorriso.

<< Ti va di suonarla da sola? >>

Lei annuì come ipnotizzata.

<< Hai... >>







*










<< Ehi scotch >>
<< Si? >>

Gli fece ceno sulla testa che Rye stava tornando.

<< Adiamo forza >>

Lui annuì e fece voltare la ragazzina facendole un gran sorriso.

<< Wakatta. Arrivederci bambolina >>

Masumi si ritrovò ad arrossise.

<< Ciao >> mormorò accennando un sorriso.

Pochi secondi dopo il terzo elemento si avvicinò alla sorella con un'aria ancora più incazzata di prima.

<< Ecco il biglietto >> disse passandogli il foglietto in modo sgarbato << Tornatene a casa >>

Nonostante il tono rude di Shuichi, Masumi prese il biglietto senza scomporsi e lo salutò con un cenno della mano.

<< Ciao nii... Arrivederci Scotch! >>

Lui si limitò a sorridere e a farle un cenno con la mano. Due secondi dopo si accorse che sia Bourbon che Rye lo guardavano con sguardo truce misto a compatimanto.

Lui si girò confuso.

<< Cosa? >>

Rye assottigliò gli occhi, Bourbon si sistemò il cappellino.

<< Che c'è? >>

I due scossero la testa e si diressero verso la loro fermata.

<< Ma che ho fatto di male? Ragazzi? Ragazzi? Eddai aspettatemi >>




















Il Blended è una tipologia di whisky costituito da una miscela di diversi prodotti: solitamente si utilizzano whisky di cereali ma possono essere miscelati whisky di puro malto (vatted blend).

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Capitolo 8
*** Tennesee ***


Tennesee













Si stava mordicchiando la zona in prossimità dell'ultima falange del pollice da almeno mezz'ora mentre fissava con occhi assorti fuori dal finestrino della macchina.

<< Se continui così ti verrà un'ulcera >>
<< Sta zitto Scotch >>
<< Uffa. Mi maltratti sempre >> borbottò.

In lontananza Akemi teneva stretto il braccio di Rye.
Aveva un'espressione allegra, radiosa, nonostante ci fosse cattivo tempo.

Ricordava quella piccola bambina vispa, esuberante e un po' autoritaria ma comunque dolcissima.



...But you rescued me from reachin' for the bottom
And brought me back from being too far gone




Quella bambina che quando lo vedeva ferito o semplicemente in difficoltà, non ci pensava due volta a tendergli la mano e a trascinarlo con se, al sicuro, dalla sua mamma e dal suo papà.

Si corrucciò ulteriormente.

Vedere la sua migliore amica accanto a quello stronzo psicopatico, probabilmente tossico, viste le borse sotto gli occhi, lo mandava in bestia.

Era diventata donna splendida, solare, piena di vita e, a suo parere, si meritava molto, molto di meglio.

Scotch lo guardò con la coda dell'occhio azzardandosi nuovamente a parlare.

<< Dico sul serio. Fa male sai? >>

Sorrise in modo amaro.

<< Non è importante >>



*



Il dolore aveva sempre fatto parte della vita di Bourbon.

Risse, liti frequenti con colleghi non proprio simpatici, la morte improvvisa di persone care.
Quel dolore aveva portato a conseguenze sia emotive che fisiche e alle volte prendeva il sopravvento.

Quando succedeva, per via di uno sbalzo improvviso di temperatura, uno sforzo eccessivo o un flashback indesiderato, si nascondeva sempre in un luogo isolato per evitare di farsi vedere, per evitare domande inopportune.

E la vedeva mentre passava per i corridoi con le gambe fasciate solo da una gonna un po' troppo corta e le calze velate.

La vedeva quando, nelle giornate calde, i suoi capelli corti le lambivano appena il collo sfiorando la pelle candida e delicata.



You're as smooth as Tennessee whiskey
You're as sweet as strawberry wine
You're as warm as a glass of brandy




Era arrivata da un paio d'anni dagli Stati Uniti e già aveva catturato l'attenzione della maggior parte degli uomini.

Era la creatura più enigmatica e bella che avesse mai visto.

Era cambiata enormemente. Quel suo sorriso zuccherino era svanito lasciando il posto ad una perenne espressione corrucciata e la sua ingenuità era mutata in un atteggiamento rigido e professionale che poco si intonava alla sua giovane età.

Schiuse le labbra battendo le palpebre in un'espressione di sofferenza.

Stava crescendo troppo in fretta e lui non poteva fare a meno di darsi la colpa.



You're as smooth as Tennessee whiskey
You're as sweet as strawberry wine
You're as warm as a glass of brandy




Accanto a lei c'era sempre la figura fastidiosa di Gin che le girava intorno, come uno spettro o il corvo che era.
Gli faceva montare la rabbia.

Avrebbe voluto avvicinarsi.

Avrebbe voluto parlarle.

Avrebbe voluto tenerla al sicuro da quella gente ma doveva stare sempre ben attento a starle lontano, a non farsi vedere, a guardarla nascosto nell'ombra.

La vide arrossire appena alle attenzioni di quell'uomo che le sfiorava una ciocca ramata attorcigliandosela tra le dita, mentre la guardava con i suoi piccoli occhi verdi da vipera.

Serrò i denti digrignando la mascella e diede un forte pugno contro il muro.



You're as smooth as Tennessee whiskey
You're as sweet as strawberry wine
You're as warm as a glass of brandy




*



Si portò una mano alla spalla sinistra massaggiandola lentamente.

Ecco che tornava il dolore.

Erano fitte sottili e bastarde e venivano all'improvviso, duravano un paio di minuti e poi svanivano.

Era indubbio, quelle facevano male, ma non era quello il lato peggiore.

Quello che veramente non sopportava era ciò che gli ricordava.

Si era strappato il muscolo in tenera età durante l'ennesimo litigio con gli altri bambini del centro e come sempre lei lo aveva soccorso.
Il dolcissimo, anche se severissimo, angelo nero.

Si era beccato una bella ramanzina come ogni volta.
Perché lui ci andava spesso in quell'ambulatorio, alle volte accampando la scusa più banale, altre ferendosi di proposito.



I've looked for love in all the same old places
Found the bottom of a bottle always dry




Ma quella volta Elena aveva una strana espressione, uno strano sorriso velato dalla malinconia.

Perché non sarebbe rimasta lì a lungo, doveva partire e non avrebbe più potuto rimproverarlo con dolce fermezza, non avrebbe potuto insegnargli quelle nozioni che lo interessavano giorno dopo giorno portandogli a vedere il mondo con occhi diversi.
Non avrebbe più potuto porre cerotti sulle sue ferite o sul suo orgoglio.


<< Bye bye ba nee...>>

Arrivederci...


Chiuse gli occhi avvertendo le fitte farsi sempre più dolorose.


Quello non era un arrivederci.


<< HI Babbon ... >>

Socchiuse le palpebre e represse un violento istinto omicida.

Vedere quella stanza oscura, in perenne penombra e udire quella voce l'aveva riportato brutalmente alla realtà quando avrebbe voluto crogiolarsi ancora un po' in quei ricordi, per quanto dolorosi.


Quale disturbo le impediva di articolare correttamente la lettera “ERRE”?


Usava quel tono di voce, che secondo il suo ideale doveva essere seducente, chiamandolo Babbon.
Alzò gli occhi al cielo.

Babbon”... sembrava il nome di un'applicazione per cellulari.

Si girò mostrando un sorriso enigmatico.

<< Vermouth. Dimmi pure >>
<< Ho un piccolo favore da chiederti >>

Sai che novità.

<< Sentiamo >> disse con tono morbido.

La donna gli si avvicinò alle spalle.

Quanto gli dava fastidio quando lo prendeva a braccetto attaccandosi come una ventosa...

<< A quanto pare Gin sta perdendo colpi e non possiamo permetterci di rischiare... dobbiamo stanare Sherry >>

Perse un battito.

Era stato felice di sapere che era scappata e sperava che ormai il suo caso fosse stato archiviato.
Ma loro non mollavano mai la presa e “speranza” era una parola che non andava mai usata in quel contesto.

<< Non sarà semplice Vermouth >> provò a scoraggiarla << Non abbiamo molti indizi a nostro favore >>

Lei gli girò intorno con una mano poggiata sulla sua spalla vicino al collo.

<< Oh ma sono certa che tu possiedi le capacità necessarie >> gli sussurrò all'orecchio.



*



<< Statemi a sentire! Tornate dai vostri amici e non fate rumore! >>

Si era infiltrato di nascosto all'interno dell'agenzia per riuscire a vedere le foto che il bambino aveva promesso a Goro.
Sperava di ottenere un indizio o comunque qualche piccola informazione e spalancò gli occhi quando aprì il file, contenente quel video di pochi secondi, non volendo credere a quello che stava vedendo.

Sperava davvero di aver preso un abbaglio ed invece era lì proprio lì.

La sua immagine era chiara sul monitor del pc.

Era bellissima, nonostante i graffi e le bruciature, nonostante fosse seminascosta dal cappuccio verde-acqua.



You're as smooth as Tennessee whiskey
You're as sweet as strawberry wine
You're as warm as a glass of brandy




Ingrandì l'indagine riconoscendo l'anello del Bell Tree Express.
Cercò di salvare lo screenshot ma quell'hacker gli stava rompendo le palle.

Si tolse l'auricolare di scatto mettendoselo in tasca.

Fanculo. Tanto aveva quello che gli serviva.

Uscì in fretta dall'agenzia investigativa nascondendosi dietro un vicolo buio.
Poggiò la schiena contro il muro e chiude gli occhi serrando le palpebre.

Era così piccola quando aveva giurato di difenderla ad ogni costo, quando la teneva stretta tra le braccia mentre lei gli sorrideva con una dolcezza infinita.
In quei momenti credeva davvero che sarebbe andato tutto bene, che il suo periodo peggiore fosse passato.

Ironico vero?

Chi avrebbe mai immaginato che diciotto anni dopo sarebbe stato costretto a puntarle una pistola alla testa?

Prese il cellulare selezionando velocemente il contatto.

<< Kazami? >>
<< Si? >>
<< Prepara l'elicottero >>

L'agente strabuzzò gli occhi. Non era da lui esporsi in quel modo.





















Il Tennessee whiskey, molto simile al bourbon, segue però una lavorazione in più rispetto a quest'ultimo (Lincoln County process): il whiskey dev'essere filtrato attraverso uno strato di carbone d'acero, che gli conferisce un particolare sapore dolce e contribuisce a renderlo più morbido e gradevole.
Il famoso whiskey Jack Daniel's, spesso confuso col Bourbon, è in realtà l'esponente più famoso di questa varietà.


Angolo dell'autrice

La canzone si intitola "Tennessee Whiskey" scritta da Dean Dillon e Linda Hargrove, interpretata per prima da David Allan Coe (ma esistono un sacco di cover tra le quali quelle di Chris Stapleton e Justin Timberlake. La mia preferita è quella di Talia Martinez)

Nell'ep 758 Amuro sostiene che ha dovuto smettere di giocare a tennis perché si è fatto male ad una spalla (indicando con la racchetta la spalla sinistra). Anche nel flashback con Elena si tocca la spalla sinistra coma se gli facesse male, credo che le due cose siano direttamente collegate.

DOVEVO scrivere un capitolo dedicato ad uno dei miei whiskey preferiti (pensavate fosse il bourbon eh?)
Spero che questo capitoletto vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
A presto. Ciao.

Voletta_

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