Whiskey di Violetta_ (/viewuser.php?uid=45478)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Whisky ***
Capitolo 2: *** Rye ***
Capitolo 3: *** Bourbon ***
Capitolo 4: *** Scotch ***
Capitolo 5: *** Irish ***
Capitolo 6: *** Canadian ***
Capitolo 7: *** Blended ***
Capitolo 8: *** Tennesee ***
Capitolo 1 *** Whisky ***
Whisky
Tokyo.
Quartiere di Asakusa.
Una
macchina era parcheggiata in un'anonima strada secondaria poco
trafficata.
Era
tardo pomeriggio, il cielo era coperto da variopinti colori caldi ma
si capiva che tra poco tempo avrebbero lasciato posto al blu della
sera
Dall'interno
dell'auto un giovane ragazzo biondo si stava torturando l'unghia del
pollice tra i denti.
Il
suo collega, seduto sul lato del passeggero davanti, lo guardava di
sottecchi con le braccia conserte ed un'aria preoccupata.
Quando
faceva così significava che era sul punto di esplodere...
<<
Siamo in ritardo >> disse infine Bourbon spezzando il pesante
silenzio.
<< Dai rilassati... >>
<< Se
quello si degnasse di avvisare... >>
<< Avrà perso la
cognizione del tempo. Dopotutto sappiamo con chi è ... >>
<<
Noi due si. Ma cosa diremo a Vermouth quando ci punterà addosso la
sua pistola? >>
Scotch
ridacchiò chiudendo gli occhi.
<<
Quella donna ti sta proprio sulle scatole... >>
Il
ragazzo si limitò a ringhiare sommessamente e l'uomo cercò di
consolarlo nuovamente.
<<
Su che faremo in tempo... >>
<<
Non so nemmeno perché gli stiamo parando il c... >>
Venne
interrotto dal rumore dello sportello posteriore che si aprì e
chiuse velocemente. Il terzo elemento del gruppo si sistemò
incrociando le braccia al petto mentre i suoi lunghi capelli neri
oscillavano dietro la schiena.
<< Alla buon'ora Rye.
Akemi non ti voleva lasciare andare?
Il
ragazzo assottigliò gli occhi rivolgendogli uno sguardo rabbioso.
Non
apprezzava che si parlasse della sua ragazza in quel modo,
francamente non apprezzava che il suo nome uscisse dalla bocca di uno
di loro, anche se era inevitabile dato che era riuscito ad entrare
nel giro proprio grazie a quella relazione.
<<
Taci >>
Bourbon
non gli diede retta e continuò a lamentarsi con un atteggiamento
petulante.
<< Siamo sempre nella merda per colpa tua:
prima fai incazzare Gin, poi dobbiamo aspettare i tuoi comodi con la
fidanzata... oh e l'altro giorno abbiamo fatto da baby sitter alla
tua sorellina. Che cosa carina.
>>
Rye gli tirò un altro sguardo glaciale.
Bourbon rispose assottigliando gli occhi e serrando i denti, lo
si poteva vedere dallo specchietto retrovisore
Scotch si mise tra
i due mettendo le mani avanti e facendo un sorriso cordiale.
Chissà
perchè toccava sempre a lui fare da mediatore.
<<
Dai era una ragazzina tanto simpatica >>
<< Tu sta
zitto che ti sei messo a darle lezioni di musica... alle volte mi
domando se siete coscenti del lavoro che facciamo >>
Scotch
ridacchiò imbarazzato e ondeggiò le mani in alto ed in basso nel
tentativo di calmare la lunga ramanzina del collega. Bourbon
solitamente era concentrato ed analitico, ma se si irritava allora
apriti cielo!
<<
Bourbon >>
<<
Che vuoi Rye? >>
<< Fatti una scopata ogni tanto >>
...
Piombò
un silenzio pesante e Scotch mise la mano sulla fondina certo che in
quella macchina ci sarebbe scappato il morto.
Per
fortuna il ragazzo non rispose: si limitò a digrignare i denti e mise
in moto sfrecciando per le strade di Tokyo.
Il
whisky
è una delle bevande alcoliche più diffuse al mondo.
Il
nome deriva dal Gaelico “acqua di vita” in italiano “acquavite”.
Il
termine
whisky
viene usato solamente
per il distillato prodotto in Scozia, per quello prodotto altrove si utilizza il termine whiskey.
Angolo
dell'autrice.
ShiRan
(ufficialmente Shinichi e Ran amore) questo è per te.
Dopo
Jerez mi ha suggerito altre ff "alcoliche" e io ho
apprezzato il suggerimento.
A
differenza di Jerez non prenderò come punto di riferimento soltanto
il colore.
Spero
di aver fatto un buon lavoro. Grazie a tutti i lettori.
A
presto.
Violetta_
|
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Capitolo 2 *** Rye ***
Rye
Una
giovane agente dell'FBI si torturava le dita mente guardava fuori
dalla finestra del suo appartamento.
Lui
sarebbe arrivato da un momento a l'altro.
Stava
per alzarsi per farsi una birra quando udì bussare alla porta e
trasalì.
Si
sistemò il top verde e si scompigliò i capelli.
No
così non andava bene. Si doveva dare una calmata!
Aprì
la porta e incrociò i suoi splendidi occhi verdi.
Le
sobbalzava il cuore ogni volta che lo vedeva, nonostante stessero
insieme da un anno.
<<
Shu... >>
<<
Ehi >> disse lui distrattamente entrando in casa e dirigendosi
in cucina verso il frigorifero prendendosi una birra.
Jodie
lo inseguì sventolando una carpetta con l'avviso "riservato al
personale".
<<
Qui ci sono i rapporti degli ultimi tre mesi. Come hai chiesto tu...
>>
<<
Bene >>
La
ragazza mise una ciocca bionda dietro l'orecchio.
<<
E così... domani è il grande giorno eh? >>
<<
E già >>
Sembrava
impassibile come al solito, eppure quell'eccessiva freddezza la
faceva stare in pensiero.
<<
La ragazza è piuttosto abitudinaria >>
<<
Si ho notato... sarà facile attirare la sua attenzione >>
Jodie
gli circondò la vita poggiando la testa sulla sua schiena.
Shuichi
inclinò la testa di lato ma non si scostò.
Stare
insieme a lei era scontato.
Era
stato prima il suo mentore, poi il suo partner nell'fbi, avevano
iniziato ad andare a letto insieme, prima occasionalmente, poi
frequentemente e alla fine - in modo scontato appunto - si erano
messi insieme.
Jodie
era una ragazza sveglia, una brava agente, una bella ragazza.
Ed
anche piuttosto brava a letto, il che non guastava.
Poi
era anche dotata di tanta pazienza e tendeva ad assecondarlo, in modo
quasi reverenziale a volte, e questo era perfetto perchè gli
permetteva di svolgere il suo lavoro in piena libertà.
<<
Sta attento >> disse la ragazza a voce bassa.
<<
Quanto sei ansiosa >>
Jodie
lo afferrò in modo da girarlo e guardarlo negli occhi incrociando
quelli verdi e belli del ragazzo, non si meravigliò che fossero
freddi e distaccati ma un po' le fece male. Inpirò e serrò la presa
sulla sua maglietta poi si avvicinò prepotentemente al suo viso
baciandolo con forza sulle labbra.
Shuichi
alla fine la ricambiò portando una mano sulla sua schiena.
*
Il
primo obbiettivo della sua missione era Sherry.
Era
stata al centro delle sue indagini per mesi, sapeva che aveva
studiato all'estero, sapeva che era arrivata in Giappone da poco e
sapeva che era una persona piuttosto influente all'interno
dell'organizzazione. Non era in cima alla piramide ma era abbastanza
per farlo entrare nel giro.
Unico
ostacolo: era impenetrabile.
O
quasi.
Dopo
tante ricerche aveva scoperto che la scienziata aveva un punto debole
e lui era intenzionato a sfruttarlo. Anche a costo di rischiare di
rompersi una gamba o avere un piccolo trauma alla testa.
Dopo
"l'inciente" gli erano bastati un paio di mesi e qualche
moina per entrare nel cuore di Akemi.
Lei
era una ragazza semplice, empatica, dolce. Tipe così le rigirava
come voleva.
Difatti
qualche tempo dopo era stata proprio lei a proporgli di conoscere la
sorellina.
Che
sorpresa.
Aveva
appreso molte informazioni su Sherry ed era convinto di trovare una
giovane donna come Akemi.
Rimase
sconcertato quando davanti a lui le si parò una bambina.
<<
Quanti anni hai scusa? >>
<<
E i fatti tuoi no? >>
Quella
ragazzina lo irritava e lo divertiva allo stesso tempo.
Era
più furba di Akemi e straordinariamente più intelligente. Ma era
anche acida, perennemente incazzata e con un sarcasmo da far
rabbrividire.
<<
Ciao Rapunzel >>
<<
Non dovresti giocare con le bambole? >> disse con un mezzo
sorrisino.
La
neoquattordicenne Sherry lo fulminò con lo sguardo.
Nonostante
la ragazzina non fosse totalmente d'accordo riguardo alla relazione
con la sorella, lo aveva aiutato ad entrare nel giro.
E
piano, piano, i due avevano leggermente ammorbidito il loro rapporto.
Merito di Akemi che ce la metteva tutta a fare da brava mediatrice.
*
Il
suo prossimo obbiettivo sarebbe stato Gin.
Quell'ostacolo
si stava rivelando più ostico del previsto. Dannazione.
Dopo
sei mesi di indagini era riuscito ad incontrarlo solo una volta, per
puro caso, fuori dal laboratorio di ricerca.
Era
poggiato ad un muro, aveva il cappello nero sul viso e stava fumando
una sigaretta.
Shuichi
si poggiò al muro accanto e si accese una sigaretta guardando fisso
a terra.
<<
Quindi tu sei il tizio
che si sbatte il topolino eh? >>
Provò
un innaturale senso di
fastidio nel sentir parlare di quella dolce ragazza in quel modo. Ma
si trattenne dal farlo notare.
<<
Ho sentito che sei uno
sveglio >>
Fece
un mezzo sorriso e in quel
preciso istante capì che, prima o poi, l'avrebbe fatto fuori.
<<
Arigatò >>
*
Come
novellino tra i membri degli uomini in nero era stato assegnato ad
altri due agenti.
Uno
era simpatico, affabile, gentile.
L'altro
lo irritava e lo divertiva al contempo.
I
loro compiti non erano tra i più esaltanti: qualche rapina, qualche
scambio e tanti estenuanti e noiosi appostamenti.
Dopo
due anni all'interno del Mib le alte sfere si accorsero che l'indole
di Rye -questo era il nome in codice che gli era stato assegnato- era
troppo scontrosa poco incline alla collaborazione ed il suo talento
era sprecato per quella divisione.
Aveva
fatto fuori un traditore ed era giusto dargli il giusto compenso.
*
<<
Hei Rye >>
Vedere
Vodka gli dava sempre la nausea.
Era
il classico scendiletto, imbecille e sempre alla ricerca di
approvazione. Era un essere patetico e dalla bocca larga.
<<
Si? >>
<<
Gin ti ha scelto per il prossimo colpo >>
Non
mostrò alcuna emozione e si limitò ad accendersi una sigaretta, ma
dentro di se gioì come un bambino la mattina di Natale.
<<
Perfetto. Posso sapere ora e luogo? >>
<<
Dopo il tramonto al vecchio magazzino vicino al molo >>
*
Rimasto
solo si accese una sigaretta guardando dritto davanti a se.
Sorrise.
Finalmente
avrebbe estirpato quella brutta razza.
Non
poteva immaginare che ci fosse "un Vodka" anche all'interno
dell'FBI.
Il
Rye è
una varietà di whiskey
statunitense.
Per
legge deve essere costituito per almeno il 51% da segale
(rye
in inglese).
Presenta
un gusto grezzo e aspro; è considerato il whiskey americano per
bevitori "rudi" ed è tra i più economici.
Era
uno degli alcolici più contrabbandati al tempo
del Proibizionismo.
Angolo
dell'autrice.
Ok
togliamocelo di torno in fretta. (Na scherzo, non è stato male
scrivere esclusivamente su di lui senza torturarlo).
Che
vi è parso di questo capitolo?
Spero vi sia piaciuto.
Grazia
e tutti i lettori.
Un
bacione.
Violetta_
|
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Capitolo 3 *** Bourbon ***
Bourbon
Quella
mattina Bourbon si svegliò con una tale avversione al lavoro che
faticava persino ad aprire gli occhi.
Quando finalmente si decise
a dare segni di vita, la prima cosa che vide fu il tetto grigiastro,
sporco e con qualche chiazza di muffa, dello squallido ed anonimo
motel dove alloggiava.
Il sole era sorto da qualche minuto ed
i raggi illuminavano la stanza spoglia nonostante le orribili tende
marroncine fossero tirate.
Il grigio lenzuolo di stoffa
scadente era scivolato durante la notte per via del suo sonno agitato
ed adesso gli copriva a malapena le gambe ed i fianchi lasciandolo
completamente a petto nudo.
Mise
le mani dietro la nuca e sospirò.
Quanto
detestava quel lavoro.
No
non tanto il lavoro. Fingere di essere un criminale, indagare,
escogitare piani per fini subdoli non lo infastidiva più di tanto,
anzi a tratti era anche esaltante.
Più
che altro detestava la compagnia.
Gin
era una crudele e malsana parodia di essere umano, e se almeno a lui
riconosceva una certa attitudine al comando, al suo secondino, a
Vodka, non riconosceva il minimo pregio.
Al
massimo lo considerava la parodia di uno zerbino.
Poi
c'era lei.
Quell'esaltata
e volgare donnicciola.
Ultimamente
si era ritrovato a farle da spalla sempre più spesso e da quanto
aveva capito non era una coincidenza: era ufficialmente in prova per
diventare il suo secondino.
Digrignò
i denti e storse il naso.
Doverla
sopportare giorno dopo giorno stava mettendo a dura prova i suoi
nervi: con quell'atteggiamento da prima donna, quel modo di fare
spavaldo ed arrogante.
Quanto
gli mancavano Date e Matsuda, con loro si che ci si divertiva.
Erano
così belli i tempi dell'accademia di polizia, si sgobbava tanto ma
la compagnia era piacevole e molto meno pericolosa.
Beh
almeno era con Scotch.
Santo
ragazzo, era merito suo se non era ancora uscito fuori di testa.
Inspirò
a fondo ed espirò con la bocca sbuffando visibilmente.
Ok.
Basta oziare.
Si
mise a terra facendo qualche flessione, giusto per riattivare la
circolazione, poi si tolse i boxer - rosa
- e si infilò dentro la doccia.
Mentre
l'acqua ghiacciata di quel doccino scassato contribuiva a farlo
svegliare del tutto, avvertì che la sua apatia si era trasformata in
vera e propria incazzatura.
Poggiò
il palmo di una mano sulla piastrella verdina e fissò distrattamente
le gocce che scorrevano lungo la sua mano ed il suo braccio.
Si
ritrovò a pensare al passato.
Se
non fosse stato per Elena non avrebbe mai accettato quella vita.
Elena...
Forse
l'unica donna nella sua vita per cui aveva provato del vero affetto.
Quel
dolce e bellissimo angelo che gli aveva fatto comprendere che il
mondo è un posto difficile, ma grazie all'impegno ed alla
determinazione le cose possono migliorare.
La
bellezza c'è ma è nascosta, si deve faticare per trovarla. Però se
si ci riesce la soddisfazione è ancora più grande.
E
lui faticava, si impegnava.
Si impegnava da anni ormai.
Si
morse l'interno guancia e diede un pugno contro il muro.
Quando
diavolo sarebbe finita?
*
Uscì
dalla doccia con un asciugamano avvolto intorno alla vita ed i
capelli ancora completamente bagnati, alcune goccioline gli
scivolavano dalle ciocche bionde per andare a posarsi sul petto e poi
scorrere lentamente verso il basso.
Aveva
aperto il cassettone del comò di fronte al letto in modo da prendere
degli abiti puliti quando udì suonare il suo cellulare.
<<
Pronto? >>
<< Ehi Bourbon ti conviene sbrigarti. C'è
uno strano movimento in giro >>
Il
suo collega aveva un tono di voce strano.
<<
A quanto pare c'è un nuovo membro nell'equipe di ricerca delle
droghe e veleni >>
<< Ok e allora? >>
Non
era strano che cercassero dei nuovi membri: da quando le due punte di
diamante della squadra erano scomparse, cercavano di reclutare sempre
più persone ma nessuno si era ancora dimostrato alla loro altezza.
Il
collega fece una lunga pausa.
<< È
appena arrivata dagli Stati Uniti e Gin
l'ha puntata >>
C'era
sempre puzza di bruciato quando Gin si interessava a qualcuno.
Un
momento...
<<
Come si chiama? >>
<< Chi? >>
Roteò gli occhi al cielo imprecando mentalmente.
<< Il nuovo membro nell'equipe di ricerca
ecco chi >>
<<
... Non lo so >>
Ringhiò.
<<
Che aspetto ha? >>
<<
Non lo so, la tengono sotto stretta sorveglianza >>
Sospirò affranto.
<<
…però a quanto pare è figlia di uno scienziato che prima lavorava
per loro >>
Bourbon fu
colto da una potente scarica elettrica.
Stette in silezio un pugno di secondi per riflettere.
Merda.
<< Arrivo subito >>
*
Eccola
lì.
Per
tutti i kami somigliava in maniera incredibile ad Elena.
Aveva
persino lo stesso atteggiamento mentre lavorava.
Sentì
un nodo alla gola.
Era
una bambina.
Preparatissima,
con una capacità di analisi straordinaria, un autentico prodigio, ma
comunque una bambina.
Ci
navigava in quel camice bianco da laboratorio ed arrivava a malapena
al piano di lavoro.
Santo
cielo come potevano quei mostri usare in quel modo una creatura così
innocente senza farsi il benchè minimo scrupolo?
Notò
Gin in un angolo della stanza, immobile nella penombra. La teneva
d'occhio mentre lei digitava qualcosa al computer.
Strinse
le mani a pugno e digrignò i denti.
<<
Babbon...
>>
Riconobbe
la voce mielosa di Vermouth e chiuse gli occhi un paio di istanti
prima di voltarsi mostrando un atteggiamento neutro.
<<
Si? >>
<<
Che stai facendo? >>
Lui
chinò il capo e chiuse gli occhi mostrando un mezzo sorriso.
<<
Ho saputo che c'era movimento oggi e ho voluto dare un'occhiata. Sai
che sono curioso >>
La
donna incrociò le braccia al petto facendo risaltare la scollatura
della maglia nera e spostò lo sguardo verso il vetro che dava sul
laboratorio. Non appena vide al suo interno ebbe un impercettibile
tic all'occhio ma Bourbon se ne accorse.
<<
Non è importante. È una semplice ricercatrice >> disse con
tono sprezzante.
<<
Quanti anni ha? >> domandò lui con fare noncurante ma continuando
a fissarla.
<<
Abbastanza per rimediare alle disgrazie del passato >> soffiò
la donna con tono velenoso per poi umettarsi le labbra subito dopo
<<
Abbiamo un compito da svolgere. Ti do i dettagli in macchina. Andiamo
>> proseguì poi con un tono più pacato ma severo.
Lui
si voltò ed annuì.
<<
Ok >>
Mise
le mani in tasca seguendola con aria noncurante per il corridoio.
A
metà strada si voltò guardando con dolcezza ed angoscia la piccola
scienziata.
Ti
porterò fuori da questo incubo piccolo angelo. Te lo prometto.
Il
Bourbon
è
un whiskey americano che prende il nome dalla Contea di Bourbon, nel
Kentucky, dove si concentra la sua maggior produzione.
Presenta
una doppia
distillazione come
nel caso dello Scotch.
Il
Congresso degli Stati Uniti nel 1964 ha definito il Bourbon “Liquore
Americano per eccellenza”.
E'
la varietà di whisky più “dolce” e solitamente presenta un
retrogusto di vaniglia
più
o meno
marcato.
Angolo
dell'autrice.
Niente,
è più forte di me: se penso a Bourbon, penso a Sherry.
Io
sono fermamente convinta che il ragazzo abbia accettato il lavoro
sotto copertura per vendicare Elena ma abbia proseguito per il bene
della figlia. Non è un caso che il suo compito fosse rintracciarla
dopo la fuga.
Almeno
questo è il mio film mentale.
Che
altro dire … ve lo immaginate girovagare in una camera di motel con
addosso solo dei boxer rosa? (a proposito l'idea non è mia, l'ho
visto in alcune fanart).
Grazie
a tutti i lettori. Ci sentiamo presto con la terza varietà (se è
stato difficile trovare degli appigli per scrivere su Bourbon non
immaginate quanto sia difficile scrivere su di lui).
Baci.
Violetta_
|
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Capitolo 4 *** Scotch ***
Scotch
Tra
le varie sedi, o covi, del mib sparsi un po' per tutto il Giappone,
quelle riservate alla divisione interna per la ricerca scientifica
erano sicuramente le più comode e funzionali.
Erano
bei posti: puliti, luminosi e ben organizzati.
Quello
in particolare aveva una mensa con annessa persino un'area relax.
<<
Ciao Sherry >>
<<
Ciao Rapunzel >>
Bourbon,
seduto di fronte un tavolo poco distante dai due si mise una mano sul
viso cercando di trattenere una risata.
Ci
godeva davvero tanto nel vedere Rye preso in giro.
Scotch
roteò gli occhi al cielo mentre girava distrattamente il contenuto
della sua zuppa di miso col cucchiaio.
<<
Quanto sei bastardo Bourbon... >>
<<
Eddai Scotch è divertente >>
L'uomo
cercò di ignorarlo e si mise a fissare la piccola scienziata che
insultava senza molti preamboli un uomo molto più grande di lei ed
armato.
<<
Quella ragazzina ha davvero un bel caratterino >>
Bourbon
continuò a mantenere quell'irritante sorriso di scherno anche se in
realtà cercava di nascondere un sentimento più amaro.
<<
Si è simpatica. E a quanto pare tiene tutti in riga se si tratta di
lavoro >>
Scotch
continuò a guardare fisso verso di lei con un'aria malinconica.
<<
Però ... mi mette tristezza >>
Bourbon
poggiò il viso sulla mano destra.
<<
Perché? >>
<<
Quanti anni ha? >>
<<
Quindici compiuti da poco >>
Scotch
espirò assottigliando lo sguardo assumendo un'espressione
amareggiata.
<<
È poco più di una bambina... dovrebbe uscire con le sue amiche a
divertirsi e non stare chiusa dentro un laboratorio >>
Bourbon
fissò il suo collega con la coda dell'occhio.
Scotch
era una persona davvero buona, gentile, altruista. Il suo carattere
contrastava enormemente coi suoi compiti all'interno del mib.
Girò
nuovamente lo sguardo tornando a guardare i due.
Rye
aveva beccato la sua dose di insulti giornaliera ed era uscito
dall'edificio per andare a fumare.
Sherry
era rimasta sola a finire il suo cornetto dolce. Faticava ad
abituarsi alla cucina giapponese, così diversa da quella americana,
ma ci stava lentamente prendendo la mano.
Scotch
si alzò continuando a fissare la ragazzina.
<<
Dove vai? >> domandò Bourbon incuriosito.
<<
Non ce la faccio a vederla mangiare tutta sola in quel tavolo >>
<<
Guarda che ha la frecciatina facile... >>
<<
Sto morendo di paura >> disse ironico.
Si
recò verso il tavolo della piccola scienziata avvicinandole un
bicchiere di plastica.
<<
Kimi... la macchinetta mi ha fatto una cioccolata al posto del caffè.
Ti andrebbe? >> domandò con voce gentile.
La
ragazzina lo fissò guardinga per un paio di secondi.
Bourbon
fece un sorrisino divertito: anche se gli occhi dolci del ragazzo
avevano la naturale facoltà di raddolcire e rassicurare chiunque con
la piccoletta non c'era da scherzare.
Sherry
accartocciò la carta che avvolgeva il suo pranzo e lo posò sul
vassoio.
<<
Sarebbe un peccato sprecarlo >> disse glaciale.
Gli
strappò il bicchiere dalla mano e se ne tornò a lavoro con passo
svelto.
Scotch
fece un gran sorriso e si voltò a guardare Bourbon che intanto
scuoteva la testa mostrando la sua disapprovazione.
<<
Hai ragione. E' simpatica >>
*
Il
fatto che fosse una persona dall'indole buona e dall'aspetto
rassicurante non significava che fosse stupido o incapace. Anzi
Scotch era uno degli agenti più preparati ed organizzati all'interno
della sua divisione.
Il
fatto che sembrasse una persona inoffensiva lo rendeva perfetto per
operare all'esterno, in mezzo alla gente.
Lavorava
sempre velocemente senza tralasciare alcun dettaglio e non aveva
problemi a collaborare con altri agenti, anche con quelli più
indisciplinati.
Era
così astuto e svelto da ingannare persino il genio dell'FBI.
<<
Sono impressionato Scotch >>
Se
avesse continuato ad agire al pieno delle sue capacità gli sarebbero
bastati pochi mesi per mettere le mani sul boss.
Però
il destino aveva in serbo per lui una sfida molto molto più ardua.
<<
Ascoltami. Aiutarti a scappare sarà facile... >>
Ci
sono momenti nella vita in cui si impongono delle scelte decisive: O
una o l'altra. Niente vie di mezzo.
E
quelle scelte determinano la tua persona in modo indelebile.
Udì
il rumore dei passi e avvertì l'adrenalina mandargli in tilt il
cervello.
Potevano
prenderlo, torturarlo, non gli importava.
Ma
per nessuna ragione avrebbero dovuto perquisirlo.
Se
avesse gettato il cellulare lo avrebbero sicuramente trovato, se
avesse provato a distruggerlo calpestandolo si sarebbero insospettiti
ed avrebbero condotto delle ricerche.
Non
aveva altra scelta.
In
quel preciso istante scelse di essere una persona buona.
<<
Perdonami... >>
E
soprattutto scelse di essere un buon amico.
<<
... Zero >>
Lo
Scotch
è considerato
da molti estimatori il whisky per
eccellenza ed è
la tipologia più tradizionale.
Dev'essere
prodotto esclusivamente in Scozia e fatto invecchiare per almeno 3
anni in botti
di quercia appositamente
selezionate, che spesso sono già state utilizzate per contenere
sherry
o altri vini liquorosi.
Angolo
dell'autrice.
Ragazzi
spero che questo capitoletto vi sia piaciuto. Scotch è stato
mostrato pochissime volte nell'anime e non c'erano molti elementi per
scriverci su. Però una cosa la do per certa: doveva essere un
personaggio veramente buono e gentile.
Ci
sentiamo al prossimo capitolo. Ciao ciao.
Violetta_
|
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Capitolo 5 *** Irish ***
Irish
<<
Ti cercava tuo padre >>
Bourbon
assottigliò gli occhi emettendo uno strano suono gutturale, come un
ringhio o un ruggito represso.
Ovviamente
Rye non ci fece minimamente caso e continuò a parlare.
<<
Ha detto che Vermouth vi vuole entrambi per la missione >>
disse accendendosi una sigaretta << Non sapevo lavorassi con
lei. O è il suo modo per dire che vuole fare una cosa a tre? >>
Prima
che il ragazzo potesse reagire sfoderando un pugno che gli avrebbe
fatto ingoiare la sigaretta con tutti i denti, Scotch lo prese per le
spalle facendo un gran sorriso -spaventato-.
<<
Calma. Calma. Irish vorrebbe discutere con te gli ultimi dettagli
della missione >> si girò a guardare Rye << ...che per
inciso consiste nel rintracciare il doppiogiochista della banca
centrale >>
Bourbon
assottigliò gli occhi con un'espressione risentita.
<<
Ehi Scotch evita di parlare dei miei lavori a quello >>
L'agente
in questione, Irish, era biondo, molto alto e molto muscoloso, con
una predilezione per i sotterfugi e i travestimenti, motivi per cui
Rye lo definiva "il papy di Bourbon".
Facendo
incazzare enormemente Bourbon che non voleva avere alcun termine di
paragone con quell'uomo così viscido e crudele. Una persona cinica e
senza un briciolo di umanità.
Rye
chiuse gli occhi soffiando via una nuvoletta di fumo.
<<
Una bella gita con papy e mamy >>
Il
ragazzo chiuse gli occhi e agitò il pugno.
<<
Ora ti ammazzo >>
Scotch
rafforzò la presta sul collega.
<<
Che ne dici se raggiungiamo Irish? Così ti prepari >> disse
spingendolo verso la porta.
Due
minuti dopo si affacciò verso la stanza.
<<
Certo che potresti anche trattenerti Rye... >>
Lui
gettò la cicca con un gesto veloce delle dita centrando il
posacenere.
<<
Però poi mi annoio... >>
*
<<
Vermouth ci vuole alla stazione tra un'ora >>
L'imponente
Irish si stava mascherando cercando di far aderire la maschera al suo
viso. Aveva sempre qualche piccola difficoltà nel farlo.
<<
Non sarebbe meglio andare direttamente alla banca? >>
<<
Io non discuto gli ordini dall'alto >>
Pochi
anni dopo avrebbe precisato quella frase con un "a meno che non
siano impartiti da Gin".
Il
whisky
irlandese
ha un sapore delicato e conserva maggiori sentori di cereali rispetto
ad altri
whiskey.
Angolo
dell'autrice.
Piccolo
capitoletto flash. Nulla di che, ma visto che la raccolta si intitola
"Whiskey" trovavo doveroso inserire anche Irish.
Il
personaggio appare nel 13° film di Detective conan "The
Raven Chaser"
Alla
prossima, ciao.
Violetta_
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Capitolo 6 *** Canadian ***
Canadian
Respiri
affannati, sospiri e gemiti sommessi.
Un
gemito più forte dell'altro poi il silenzio.
Le
guardò il viso mentre cercava di ripristinare un minimo di
autocontrollo, ma la vista di quella bellissima ragazza, coperta solo
dal suo giubbotto di pelle, gli rendeva difficile lo scopo.
Il
silenzio era imperante,
rotto solo dalle note di “I Want To Hold Your Hand" che
provenivano dal cellulare della ragazza tenuto a volume basso.
Erano
passato quasi tre anni dall'incidente, eppure ormai lei era al centro
dei suoi pensieri.
Salvarla,
portarla via da quell'inferno, era diventato il suo scopo, non ne era
certo ma forse era diventato persino più importante dell'indagine su
suo padre.
Posò
una mano sul suo braccio sentendo la pelle morbida e delicata sotto
il suo palmo.
Lei
aprì gli occhi guardandolo con un'espressione innocente eppure
terribilmente eccitante.
Rye
era uno sbruffone.
Un
irritante, arrogante, antipatico sbruffone.
Beh
un po' doveva esserlo per svolgere bene il suo lavoro.
Però
davanti a lei si perdeva completamente.
*
Prima
di incontrarla era stato solo convinto di essere innamorato.
Forse
aveva amato davvero Jodie, con lei si divertiva e la ragazza lo
trattava come se fosse un dio in terra anche quando si comportava
nella maniera più scontrosa, ma quello che stava vivendo con Akemi
era qualcosa di così intenso da fargli perdere tutta la sua innata
sicurezza.
Si
sentiva impacciato in sua presenza, avvertiva una strana sensazione
di euforia, un bisogno di averla sempre vicina. Ovviamente riusciva a
nasconderlo bene.
<<
Dai. Mi stai ascoltando? >>
Lui
alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi azzurri.
<<
Mh? >>
Akemi
prese la sua giacca di pelle pensando bene di coprirsi meglio
altrimenti non avrebbe avuto tutta l'attenzione dal ragazzo, e quello
che aveva da dire era piuttosto importante.
<<
Tu non sei stanco di questa situazione? >>
Lui
analizzò l'intera scena e la ascoltò con attenzione, poi però,
dispettoso, tirò giù la giacca sfiorandole la pelle candida.
<<
Cosa intendi di preciso? >> sul suo viso si tinse un sorrisetto
impertinente << ...preferiresti un materasso morbido? Non
sarebbe altrettanto divertente >>
Lei
arrossì come un peperone riappropriandosi della giacca e guardandolo
con aria severa.
<<
A parte che sarebbe una mano santa per la mia schiena... >> gli
prese la mano prima che potesse tirar nuovamente via la sua coperta
improvvisata e sospirò con aria grave << Ci vediamo solo per i
corridoi nei covi di quella gente, o ci nascondiamo in questi >>
si guardò intorno osservando l'angolo del magazzino dove si erano
nascosti, era sempre più difficile trovare un posto intimo dove
passare del tempo senza essere spiati.
Francamente
quel posto era una topaia.
<<
Vorrei... per una volta vorrei... non so... fingere di essere una
coppia normale >> abbassò lo sguardo vergognandosi di quel
desiderio così infantile << Soltanto per una volta >>
Dai
Moroboshi, Rye, guardò il vuoto per qualche secondo, poi si specchiò
nei suoi occhi azzurri.
Ecco
cosa intendeva con “perdersi completamente”.
Avrebbe
fatto qualsiasi cosa per lei, anche mettere temporaneamente in
secondo piano la sua missione.
Sarebbe
stata una perdita di tempo per il suo lavoro, però non era una cosa
impossibile.
Poggiò
una mano sulla sua guancia e l'attirò a se dandole un bacio sulle
labbra.
<<
Posso spostare un paio di impegni, e posso chiedere un favore ad un
amico >>
In
realtà avrebbe provato a raggirarlo confinando nel fatto che correva
i suoi stessi rischi.
Lei
spalancò gli occhi e sorrise felice come una bambina che aveva
ricevuto un magnifico regalo.
<<
Davvero? >>
Lui
annuì e fece un piccolo sorriso.
<<
Fra tre giorni... ci prendiamo una pausa da tutto questo. Va
bene?>>
*
Era
un tiepido pomeriggio autunnale.
Akemi
era felice come non lo era da molto tempo.
Un
giorno con suo ragazzo, solo loro due, niente missioni, niente
intrighi, semplicemente una normale coppia che passeggiava l'uno
accanto a l'altra.
Niente
mano nella mano, lui non sarebbe mai stato il tipo.
Si
erano fermati al centro di un parco ornato di una grande e bella
fontana ed avevano preso un gelato.
Avevano
parlato molto, con sincerità e intesa il che era una novità per
entrambi.
E
Rye si rese conto che doveva dirle tutta la verità, non se la
sentiva di tenere ancora quel segreto con lei.
<<
Akemi? >>
<<
Si? >>
Quegli
occhi azzurri, quel delicato visino lo misero in difficoltà e per un
momento si sentì mancare il fiato.
Akemi
lo guardò preoccupata, la sua espressione si era rabbuiata
improvvisamente.
<<
Sono un'agente dell'FBI >>
La
ragazza spalancò gli occhi incredula e continuò a camminare
dirigendosi verso la fontana
<<
Sei dell'FBI... >> disse in modo quasi meccanico realizzando
lentamente il significato di quelle parole << Stai scherzando
vero? >>
Distolse
lo sguardo cercando di non perdersi nell'azzurro del suo sguardo.
<<
Niente affatto >>
Lei
si mise a ridere divertita.
<<
Ma smettila. Che c'è, oggi ti va di scherzare? >>
Lui
continuò a fissare il vuoto con aria seria e lei, alla fine, fu
costretta a realizzare la situazione.
La
vide piangere e quella scena gli fece venire un groppo in gola.
<<
Sai io l'avevo capito... >>
Quella
frase lo sorprese e gli fece montare la rabbia.
Lo
sapeva e nonostante questo gli era rimasta accanto.
Perché
aveva preso una decisione tanto stupida?
La
prese per le spalle lasciandosi trasportate dalla potenza delle sue
stesse emozioni.
<<
E allora perché non mi hai lasciato perdere? Dimmelo Akemi! >>
Lei
lo fissò con gli occhi lucidi.
<<
Ma insomma non vedi quello che provo per te? >>
Rye
rimase immobile, completamente spiazzato, con le labbra schiuse per
dieci interminabili secondi.
<<
Non piangere... >> mormorò infine asciugandole le lacrime col
pollice << … cercherò di risolvere tutta questa
situazione... sistemerò le cose. È una promessa >>
Non
essere riuscito a mantenerla lo tormentava ogni notte.
Il
whisky Canadese,
a differenza del Rye Americano, ha una percentuale di segale che può
variare.
Solitamente
ha un gusto piuttosto
complesso, più dolce del Rye tradizionale con un retrogusto dalle
note speziate e amarognole.
Angolo
dell'autrice.
Primo
aggiornamento dell'anno su questo fandom.
Si
comincia con un Canadian invecchiato tre anni in una topaia. (No eh?
Con le battute non ci siamo proprio)
Vista
la variante più dolce ho deciso di mostrare un lato più tenero
dell'agente, un lato che tende a nascondere o forse che gli veniva
fuori solo con Akemi, va a sapere...
Ho
volutamente sorvolato tutta la parte “Sera” perché non mi
sembrava il caso.
Spero
vi sia piaciuto.
Grazie
a tutti, a presto.
Violetta_
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Capitolo 7 *** Blended ***
Blended
<<
Idiota >>
<<
Ma io... >>
<<
Cosa ti è saltato in mente? Asesso torna subito a casa >>
<<
Ma io... non posso... ho finito i soldi... >>
A
poca distanza dai binari Bourbon e Scotch guardavano incuriositi la
strana scenetta.
Rye
era furibondo, non lo avevano mai visto scattare in quel modo.
<<
Ma chi è? >> domandò Scotch fissando la ragazzina.
<<
Boh... certo però che gliele sta dicendo di tutti i colori >>
La
piccola doveva avere al massimo tredici anni, teneva la testa bassa e
tremava leggermente.
<<
Ti chiedo scusa Shu-nii...
>> mormorò con gli occhi ben
piantati per terra.
Scotch
mise le mani sui fianchi.
<<
Uh è la sorella >>
Bourbon
assottigliò gli occhi.
Shu-nii...
Shu...
<<
Aaah che stupida! >> sbraitò Rye guandandola con rabbia.
Bourbon
alzò un sopracciglio.
<<
Senti da che pulpito... Stava per portare la sorella dritta al covo
>> soffiò guardando il collega con disprezzo.
Scotch
lo guardò con la coda dell'occhio ma non replicò.
<<
Vado a comprare un biglietto >> disse Rye con le mani sui
fianchi << Rimani qui o te la faccio pagare >>
La
piccola Masumi aveva gli occhi lucidi ed il visino tutto rosso.
<<
Ma povera... >> disse Sotch mettendosi il cappuccio della felpa
in testa.
<<
Già... dev'essere una vera sfiga avere un fratello come quell... ehi
ma dove vai? >>
<<
A consolarla >>
<<
Ma sei scemo? Ehi! >>
*
Scotch
adorava i bambini, non vedeva l'ora di terminare il suo lavoro per
sposarsi e mettere su famiglia con un paio di bambini a gironzolare
per casa.
<<
Ehi kimi... >>
Masumi
si girò portando le mani chiuse a pugno davanti al visino.
<<
Uh? >>
Scotch
le si avvicinò sorridendo mostrandole un basso.
<<
Kimi... ti piace la musica? >>
La
bambina guardò alternativamente lo strumento e poi il viso di quel
ragazzo. Aveva gli occhi dolci che le trasmettevano sicurezza.
<<
Ma... na... >> disse infine avvicinandosi.
<<
Vieni qui ti insegno qualche nota >>
La
prese in braccio facendola sedere sulle sue gambe ed iniziò ad
insegnarle le basi.
La
ragazzina seguiva i suoi insegnamenti con interesse e in pochi minuti
tutta la sua tristezza svanì completamente lasciando il posto ad un
senso di sollievo ed euforia.
L'amico
di suo fratello era tanto dolce e gentile, aveva un tono di voce
rassicurante ed era anche molto bravo a spiegarle come doveva muovere
le dita sulla corda.
E
poi era anche molto carino.
Alzò
lo sguardo osservando incantata i suoi occhi di un castano
particolare, sembrava avere delle sfumature violacee.
Scotch
si accorse di essere osservato e abbassò lo sguardo rivolgendole un
dolce sorriso.
<<
Ti va di suonarla da sola? >>
Lei
annuì come ipnotizzata.
<<
Hai... >>
*
<<
Ehi scotch >>
<<
Si? >>
Gli
fece ceno sulla testa che Rye stava tornando.
<<
Adiamo forza >>
Lui
annuì e fece voltare la ragazzina facendole un gran sorriso.
<<
Wakatta. Arrivederci bambolina >>
Masumi
si ritrovò ad arrossise.
<<
Ciao >> mormorò accennando un sorriso.
Pochi
secondi dopo il terzo elemento si avvicinò alla sorella con un'aria
ancora più incazzata di prima.
<<
Ecco il biglietto >> disse passandogli il foglietto in modo
sgarbato << Tornatene a casa >>
Nonostante
il tono rude di Shuichi, Masumi prese il biglietto senza scomporsi e
lo salutò con un cenno della mano.
<<
Ciao nii... Arrivederci Scotch! >>
Lui
si limitò a sorridere e a farle un cenno con la mano. Due secondi
dopo si accorse che sia Bourbon che Rye lo guardavano con sguardo
truce misto a compatimanto.
Lui
si girò confuso.
<<
Cosa? >>
Rye
assottigliò gli occhi, Bourbon si sistemò il cappellino.
<<
Che c'è? >>
I
due scossero la testa e si diressero verso la loro fermata.
<<
Ma che ho fatto di male? Ragazzi? Ragazzi? Eddai aspettatemi
>>
Il Blended
è
una tipologia di whisky costituito da una
miscela di diversi prodotti: solitamente si utilizzano
whisky di cereali
ma possono essere
miscelati whisky di puro malto (vatted blend).
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Capitolo 8 *** Tennesee ***
Tennesee
Si
stava mordicchiando la zona in prossimità dell'ultima falange del
pollice da almeno mezz'ora mentre fissava con occhi assorti fuori dal
finestrino della macchina.
<<
Se continui così ti verrà un'ulcera >>
<<
Sta zitto Scotch >>
<<
Uffa. Mi maltratti sempre >> borbottò.
In
lontananza Akemi teneva stretto il braccio di Rye.
Aveva
un'espressione allegra, radiosa, nonostante ci fosse cattivo tempo.
Ricordava
quella piccola bambina vispa, esuberante e un po' autoritaria ma
comunque dolcissima.
...But
you rescued me from reachin' for the bottom
And brought me back
from being too far gone
Quella
bambina che quando lo vedeva ferito o semplicemente in difficoltà,
non ci pensava due volta a tendergli la mano e a trascinarlo con se,
al sicuro, dalla sua mamma e dal suo papà.
Si
corrucciò ulteriormente.
Vedere
la sua migliore amica accanto a quello stronzo psicopatico,
probabilmente tossico, viste le borse sotto gli occhi, lo mandava in
bestia.
Era
diventata donna splendida, solare, piena di vita e, a suo parere, si
meritava molto, molto di meglio.
Scotch
lo guardò con la coda dell'occhio azzardandosi nuovamente a parlare.
<<
Dico sul serio. Fa male sai? >>
Sorrise
in modo amaro.
<<
Non è importante >>
*
Il
dolore aveva sempre fatto parte della vita di Bourbon.
Risse,
liti frequenti con colleghi non proprio simpatici, la morte
improvvisa di persone care.
Quel
dolore aveva portato a conseguenze sia emotive che fisiche e alle
volte prendeva il sopravvento.
Quando
succedeva, per via di uno sbalzo improvviso di temperatura, uno
sforzo eccessivo o un flashback indesiderato, si nascondeva sempre in
un luogo isolato per evitare di farsi vedere, per evitare domande
inopportune.
E
la vedeva mentre passava per i corridoi con le gambe fasciate solo da
una gonna un po' troppo corta e le calze velate.
La
vedeva quando, nelle giornate calde, i suoi capelli corti le
lambivano appena il collo sfiorando la pelle candida e delicata.
You're
as smooth as Tennessee whiskey
You're as sweet as strawberry
wine
You're as warm as a glass of brandy
Era
arrivata da un paio d'anni dagli Stati Uniti e già aveva catturato
l'attenzione della maggior parte degli uomini.
Era
la creatura più enigmatica e bella che avesse mai visto.
Era
cambiata enormemente. Quel suo sorriso zuccherino era svanito
lasciando il posto ad una perenne espressione corrucciata e la sua
ingenuità era mutata in un atteggiamento rigido e professionale che
poco si intonava alla sua giovane età.
Schiuse
le labbra battendo le palpebre in un'espressione di sofferenza.
Stava
crescendo troppo in fretta e lui non poteva fare a meno di darsi la
colpa.
You're
as smooth as Tennessee whiskey
You're as sweet as strawberry
wine
You're as warm as a glass of brandy
Accanto
a lei c'era sempre la figura fastidiosa di Gin che le girava intorno,
come uno spettro o il corvo che era.
Gli
faceva montare la rabbia.
Avrebbe
voluto avvicinarsi.
Avrebbe
voluto parlarle.
Avrebbe
voluto tenerla al sicuro da quella gente ma doveva stare sempre ben
attento a starle lontano, a non farsi vedere, a guardarla nascosto
nell'ombra.
La
vide arrossire appena alle attenzioni di quell'uomo che le sfiorava
una ciocca ramata attorcigliandosela tra le dita, mentre la guardava
con i suoi piccoli occhi verdi da vipera.
Serrò
i denti digrignando la mascella e diede un forte pugno contro il
muro.
You're
as smooth as Tennessee whiskey
You're as sweet as strawberry
wine
You're as warm as a glass of brandy
*
Si
portò una mano alla spalla sinistra massaggiandola lentamente.
Ecco
che tornava il dolore.
Erano
fitte sottili e bastarde e venivano all'improvviso, duravano un paio
di minuti e poi svanivano.
Era
indubbio, quelle facevano male, ma non era quello il lato peggiore.
Quello
che veramente non sopportava era ciò che gli ricordava.
Si
era strappato il muscolo in tenera età durante l'ennesimo litigio
con gli altri bambini del centro e come sempre lei
lo aveva soccorso.
Il
dolcissimo, anche se severissimo, angelo nero.
Si
era beccato una bella ramanzina come ogni volta.
Perché
lui ci andava spesso in quell'ambulatorio, alle volte accampando la
scusa più banale, altre ferendosi di proposito.
I've
looked for love in all the same old places
Found the bottom of a
bottle always dry
Ma
quella volta Elena aveva una strana espressione, uno strano sorriso
velato dalla malinconia.
Perché
non sarebbe rimasta lì a lungo, doveva partire e non avrebbe più
potuto rimproverarlo con dolce fermezza, non avrebbe potuto
insegnargli quelle nozioni che lo interessavano giorno dopo giorno
portandogli a vedere il mondo con occhi diversi.
Non
avrebbe più potuto porre cerotti sulle sue ferite o sul suo
orgoglio.
<<
Bye bye ba nee...>>
Arrivederci...
Chiuse
gli occhi avvertendo le fitte farsi sempre più dolorose.
Quello
non
era un arrivederci.
<<
HI Babbon ... >>
Socchiuse
le palpebre e represse un violento istinto omicida.
Vedere
quella stanza oscura, in perenne penombra e udire quella voce l'aveva
riportato brutalmente alla realtà quando avrebbe voluto crogiolarsi
ancora un po' in quei ricordi, per quanto dolorosi.
Quale
disturbo le impediva di articolare correttamente la lettera “ERRE”?
Usava
quel tono di voce, che secondo il suo ideale doveva essere seducente,
chiamandolo Babbon.
Alzò
gli occhi al cielo.
“Babbon”...
sembrava il nome di un'applicazione per cellulari.
Si
girò mostrando un sorriso enigmatico.
<<
Vermouth. Dimmi pure >>
<<
Ho un piccolo favore da chiederti >>
Sai
che novità.
<<
Sentiamo >> disse con tono morbido.
La
donna gli si avvicinò alle spalle.
Quanto
gli dava fastidio quando lo prendeva a braccetto attaccandosi come
una ventosa...
<<
A quanto pare Gin sta perdendo colpi e non possiamo permetterci di
rischiare... dobbiamo stanare Sherry >>
Perse
un battito.
Era
stato felice di sapere che era scappata e sperava che ormai il suo
caso fosse stato archiviato.
Ma
loro
non mollavano mai la presa e “speranza” era una parola che non
andava mai usata in quel contesto.
<<
Non sarà semplice Vermouth >> provò a scoraggiarla <<
Non abbiamo molti indizi a nostro favore >>
Lei
gli girò intorno con una mano poggiata sulla sua spalla vicino al
collo.
<<
Oh ma sono certa che tu possiedi le capacità necessarie >> gli
sussurrò all'orecchio.
*
<<
Statemi a sentire! Tornate dai vostri amici e non fate rumore! >>
Si
era infiltrato di nascosto all'interno dell'agenzia per riuscire a
vedere le foto che il bambino aveva promesso a Goro.
Sperava
di ottenere un indizio o comunque qualche piccola informazione e
spalancò gli occhi quando aprì il file, contenente quel video di
pochi secondi, non volendo credere a quello che stava vedendo.
Sperava
davvero di aver preso un abbaglio ed invece era lì proprio lì.
La
sua immagine era chiara sul monitor del pc.
Era
bellissima, nonostante i graffi e le bruciature, nonostante fosse
seminascosta dal cappuccio verde-acqua.
You're
as smooth as Tennessee whiskey
You're as sweet as strawberry
wine
You're as warm as a glass of brandy
Ingrandì
l'indagine riconoscendo l'anello del Bell Tree Express.
Cercò
di salvare lo screenshot ma quell'hacker
gli stava rompendo le palle.
Si
tolse l'auricolare di scatto mettendoselo in tasca.
Fanculo.
Tanto aveva quello che gli serviva.
Uscì
in fretta dall'agenzia investigativa nascondendosi dietro un vicolo
buio.
Poggiò
la schiena contro il muro e chiude gli occhi serrando le palpebre.
Era
così piccola quando aveva giurato di difenderla ad ogni costo,
quando la teneva stretta tra le braccia mentre lei gli sorrideva con
una dolcezza infinita.
In
quei momenti credeva davvero che sarebbe andato tutto bene, che il
suo periodo peggiore fosse passato.
Ironico
vero?
Chi
avrebbe mai immaginato che diciotto anni dopo sarebbe stato costretto
a puntarle una pistola alla testa?
Prese
il cellulare selezionando velocemente il contatto.
<<
Kazami? >>
<<
Si? >>
<<
Prepara l'elicottero >>
L'agente
strabuzzò gli occhi. Non era da lui esporsi in quel modo.
Il
Tennessee
whiskey,
molto
simile al bourbon, segue però una lavorazione in più rispetto a
quest'ultimo (Lincoln County process): il whiskey dev'essere filtrato
attraverso uno strato di carbone
d'acero,
che gli conferisce un particolare sapore dolce e contribuisce a
renderlo più morbido e gradevole.
Il
famoso whiskey Jack Daniel's,
spesso confuso col Bourbon, è in realtà l'esponente più famoso di
questa varietà.
Angolo
dell'autrice
La
canzone si intitola "Tennessee
Whiskey"
scritta da Dean
Dillon e Linda
Hargrove,
interpretata per prima da David
Allan Coe (ma esistono un sacco di cover tra le quali quelle di Chris
Stapleton e Justin
Timberlake. La mia preferita è quella di Talia Martinez)
Nell'ep
758 Amuro sostiene che ha dovuto smettere di giocare a tennis perché
si è fatto male ad una spalla (indicando con la racchetta la spalla
sinistra). Anche nel flashback con Elena si tocca la spalla sinistra
coma se gli facesse male, credo che le due cose siano direttamente
collegate.
DOVEVO
scrivere un capitolo dedicato ad uno dei miei whiskey
preferiti (pensavate fosse il bourbon eh?)
Spero
che questo capitoletto vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
A
presto. Ciao.
Voletta_
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