A Teenager Mutant Ninja Superhero

di ladyzaphira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un curioso incontro ***
Capitolo 2: *** Undici anni dopo ***
Capitolo 3: *** Una scusa per salire in superfice ***
Capitolo 4: *** Perché sei nostro fratello ***
Capitolo 5: *** All’interno di un laboratorio alieno. ***
Capitolo 6: *** Di cervelli in corpi robotici e cadute libere ***
Capitolo 7: *** Cambiamenti inaspettati ***
Capitolo 8: *** Un'ombra dal passato ***
Capitolo 9: *** Da grandi poteri ... ***
Capitolo 10: *** ... grandi responsabilità ***



Capitolo 1
*** Un curioso incontro ***


Il maestro Splinter era nel bel mezzo del suo solito giro notturno, alla ricerca di cibo e, eventualmente, altri materiali che potessero essere utili da portare alla tana quando la sua attenzione venne attratta da un tonfo metallico.
Si abbassò a quattro zampe, scivolando tra le ombre del vicolo fino a raggiungere il tombino più vicino, pronto a scomparire nel sottosuolo al primo segno di pericolo.
 
Vi fu un altro tonfo, questa volta più forte, proveniente da uno dei cassonetti dell’immondizia lì accanto, seguito da un piccolo lamento.
 
Splinter sbatté le palpebre, stupito, non appena vide sbucare fuori dal lato del cassonetto una testolina bruna.
-Un bambino?!- realizzò immediatamente il mutante, sbattendo le palpebre stupito.
 
Doveva avere sì e no cinque anni.
Era piccolo e magrolino, in un evidente stato di malnutrizione, con appena uno maglioncino rosso vecchio e lacerato in qualche punto a proteggerlo dal freddo della notte insieme a dei jeans sbiaditi ed un paio di scarpe da ginnastica.
Aveva i capelli castano scuro, leggermente riccioluti, coperti da un berretto di lana di almeno due taglie più grandi, e un paio di occhioni verde giada.
 
Non sembrava essersi accorto di Splinter, forse era semplicemente inciampato (magari a causa dei lacci slacciati di una delle scarpe, visto il loro stato) urtando il lato di uno dei cassonetti.
 
Il piccolo si guardò intorno, accertandosi che non ci fosse nessuno nei paraggi finché non notò il piccolo sacco che Splinter aveva abbandonato nella fretta di nascondersi e gli si avvicinò, mettendosi a frugare all’interno probabilmente nella speranza di trovarvi qualcosa.
 
“Cosa speri di trovare nella mia sacca, ragazzo?”
 
Il piccolo sussultò, voltandosi di scatto impaurito.
Il mutante si sistemò meglio nell’ampio cappotto beige che era solito indossare quando usciva in superficie, per occultare alla ben meglio le sue fattezze, così come il cappello ma, sfortunatamente, ciò non servì a nascondere al bambino la lunga coda di ratto che ondeggiava tranquilla a poca distanza da terra.
 
“La … la s-sua sacca?” balbettò il bimbo alzando un momento gli occhi e guardandosi in giro nervoso prima di tornare a fissare la coda e i piedi che tutto gli sembravano meno che umani.
Prese ad indietreggiare, ma inciampò nuovamente nei lacci delle scarpe che lo fecero cadere per terra con un guaito spaventato.
Splinter poteva sentire il suo piccolo cuore battere all’impazzata nel petto.
Sorrise “Sta tranquillo figliolo, non devi avere paura di me” disse con dolcezza, piegandosi sulle ginocchia all’altezza del bambino “Non intendo farti alcun male, al contrario, hai fame per caso?”
 
Il bambino annuì, tremante.
 
Splinter allungò un braccio verso la sacca abbandonata a terra, rovistandovi dentro.
Tirò fuori un pezzo di pane che aveva trovato circa mezz’ora prima, cercando in un altro vicolo, e glielo porse.
Il bambino lo accettò, seppur dopo un breve momento di esitazione.
 
“G-Grazie, signore” mormorò timidamente.
 
“Di nulla figliolo, ma dimmi” incominciò il mutante intanto che il ragazzo, dopo aver esaminato brevemente il pezzo di pane, incominciava a mangiare “Dove sono i tuoi genitori?”
Il piccolo esitò prima di dargli una risposta “… Non ci sono” ammise piano, abbassando gli occhi.
 
“Per quale motivo? Sei forse scappato di casa?”
 
“No, no, signore” replicò prontamente l’altro, scuotendo con forza la testa “Mamma e papà sono saliti in cielo anni fa, così come … zio B-Ben e … z-zia May … pochi mesi fa” sussurrò poi con evidente tristezza.
Tremò un poco come una leggera folata di vento freddo si alzò nel vicolo, in uno dei tanti segni dell’inverno in arrivo.
 
Splinter abbassano le orecchie, dispiaciuto “Come sei finito per strada allora?”
 
“All’orfanotrofio nessuno voleva adottarmi”
“Per quale motivo?”
“Dicevano che avevano paura, che le persone intorno a me finiscono con salire in cielo prima del tempo e così tutte le famiglie a cui venivo presentato rifiutavano …” spiegò il piccolo con la semplicità di cui solo i bambini erano capaci.  
 
-Che razza di sciocchezza è mai questa?!- pensò Splinter contrariato –Povero ragazzo-
 
“… Anche il signor direttore e la signorina responsabile avevano paura” rispese il ragazzo finendo il suo pezzo di pane “La signorina era tanto gentile con me, e non volevo che avesse problemi per colpa mia così sono scappato quando il custode era distratto”
 
“Quanto tempo fa è accaduto?” chiese Splinter.
 
“Due mesi, o forse uno e mezzo …” disse il bambino mettendosi un ditino sotto al mento, pensoso “… credo”
 
Il maestro annuì, accarezzandosi la barbetta con fare riflessivo “Quindi non hai nessun’altro al mondo che possa prendersi cura di te?”
 
“No signore”
“Come ti chiami figliolo?”
 
“Peter, signore …” rispose il piccolo “Peter Parker
 
-… Parker, uh?- rifletté il mutante –Ha un qualcosa di familiare, dove ho già sentito questo nome?-
 
In effetti gli sembrava di aver sentito al telegiornale, da uno di quei negozi di elettronica che tenevano i televisori accesi in vetrina, la notizia di un duplice omicidio ai danni di un’anziana coppia di coniugi.
Una rapina finita male avevano ipotizzato gli inquirenti, ma in quel momento non avrebbe saputo dire se si trattava proprio degli zii del ragazzo.
 
“Dimmi Peter, ti piacerebbe venire a vivere con me e i miei figli? Pensa, hanno all’incirca la tua stessa età e sono certo che gli farebbe piacere avere qualcun altro con cui giocare”
Il visetto di Peter di illuminò a quelle parole.
 
“Dice davvero signore?” domandò il bambino sorpreso.
 
“Non vedo perché no, ma non chiamarmi signore” sorrise l’altro rialzandosi in piedi e sistemandosi la sacca in spalla “Puoi chiamarmi maestro Splinter, o sensei, tuttavia …” si interruppe, portandosi una mano sopra al cappello che ne oscurava il muso “… Devo avvertirti Peter che la nostra famiglia è diversa dalle altre che ti hanno mostrato all’orfanotrofio, speciale”
 
Il bimbo inclinò la testa da un lato, curioso.
“E’ perché avete la coda?” domandò ingenuamente avvicinandosi a Splinter; il timore per quello strano, ma gentile, signore ormai sostituito da una prorompente curiosità.
 
“Non solo per questo” ridacchiò il maestro togliendosi il cappello.
 
Peter spalancò la bocca, sbattendo gli occhi meravigliato, come vide il muso affusolato e ricoperto di pelo grigio-argenteo del signore, insieme alle piccole orecchie appuntite e gli arzilli occhi nocciola.
“Wow, che forza!!” esclamò “Siete un topo gigante, come è possibile?!” chiese mal celando l’entusiasmo.
 
L’interpellato ridacchiò fra sé e sé, avendo il presentimento che Donatello e quel ragazzo sarebbero andati subito d’accordo. 
 
“Anche i suoi figli sono topi?!” continuò a domandare Peter, avido di sapere.
 
“No, loro sono quattro piccole tartarughe”
“Davvero?! Però non ha senso!! Le tartarughe nascono dalle uova e i topi non fanno le uova” replicò il piccolo curioso.
“Ah sì? E come lo sai?”
“L’ho visto in un documentario!!”
 
Si, sarebbero andati MOLTO d’accordo.
 
Splinter sollevò il tombino, invitando il bambino a seguirlo.
“Beh, questo perché lì ho adottati” spiegò pazientemente offrendogli la mano “Esattamente come sto adottando te”
Il piccolo gliel’afferrò, permettendo a Splinter di sollevarlo e metterselo sulle spalle.
 
Peter era talmente eccitato che non si sprecò neanche a chiedersi perché stessero scendendo nelle fogne.
 
L’idea di avere una famiglia, seppur, come aveva detto il maestro Splinter, diversa lo aveva riempito di gioia e speranza.
Il mutante lo condusse lungo il tratto fognario, avvertendolo ogni tanto di stare attento a come metteva i piedi o di chinare la testa quando il soffitto diventava più basso, finché circa dieci minuti più tardi non raggiunsero quella che il ratto gli presentò come: “La tana”.
 
“Figli mie!! Sono tornato!!” si annunciò il maestro Splinter dopo che ebbe fatto scendere Peter dalla sua schiena.
 
“MAESTRO SPLINTER!!”   
 
Un coro di voci, unito allo scalpitio di piedini in corsa precedette l’arrivo di quattro piccole figure.
Quattro piccole tartarughe umanoidi.
 
“Caspita, sono davvero delle tartarughe …” mormorò Peter tra il timoroso e il meravigliato, stringendo un lembo del cappotto di Splinter ed alzandolo per nascondersi un po’, in un improvviso attacco di timidezza.
 
Tutte e quattro le tartarughine risultavano più o meno uguali come corporatura, ma facilmente distinguibili a causa della sfumatura di verde diversa della pelle (Verde lime, verde oliva, verde smeraldo, ed infine verde marino) e delle buffe bandane di diverso colore che gli ricoprivano il capo, rispettivamente azzurro, rosso, viola ed arancione.
 
“Figli miei” ripeté Splinter sorridendo dolcemente “C’è qualcuno che vorrei presentarvi” disse per poi rivolgersi al ragazzo “Coraggio figliolo …” continuò, incoraggiandolo a farsi avanti.
 
“Uh, c-ciao …” salutò il piccolo agitando piano una manina.
 
Le quattro tartarughe ammutolirono per un istante vedendolo, sbattendo gli occhi.
 
“Wow, ma tu sei un umano!!”
“Chi sei?!”
“Che forza, non abbiamo mai visto un umano così da vicino!!”
“Quanti anni hai?”
 
“Piano, figli miei, PIANO” lì rabbonì Splinter vedendo come Peter, preso alla sprovvista dalla raffica di domande, avesse indietreggiato di un paio di passi “Questo giovanotto si chiama Peter e da ora in avanti vivrà con noi”
“Davvero?!” trillò una delle tartarughe, quella con la bandana arancione.
Osservandola meglio Peter notò che aveva delle simpatiche lentiggini sulle guance paffute e gli occhi azzurro cielo.
“Si Michelangelo, Peter” riprese il maestro “Questi sono i miei figli, Michelangelo …” prese a chiamarli per nome “… Leonardo” indicò la tartarughina con la bandana azzurra, l’espressione dolce e profondi occhi scuri, quasi neri.
Raphael, bandana rossa e gli occhi di un giallo oro così intenso da mettere in soggezione (specialmente se socchiusi come li stava tenendo in quel momento), ed infine Donatello, bandana viola, occhi color nocciola ed un sorriso timido quasi quanto quello di Peter con la differenza di un incisivo mancante.
 
“Ciao!! Io sono Mikey!!” si ripresentò subito il mutante con la bandana arancione una volta che il padre ebbe finito.
“Io sono Leo” si fece avanti l’azzurro “Loro invece sono Donnie e Raph”
 
“Ciao …” rispose Peter cominciando a sentirsi piano, piano a suo agio.
 
“Perché viene a vivere con noi?” domandò la tartaruga di nome Raph, meno alla mano degli altri, osservando il nuovo arrivato con diffidenza.
“E’ un caso … particolare, Raphael” disse Splinter scuotendo la testa, sospirando “Vi spiegherò più tardi, intanto perché non fate vedere a Peter il resto della tana mentre io sistemo le cose che ho trovato in superfice?”
 
“Oh sì!! Sì!!” esultò Mikey afferrando il bambino per mano e trascinandolo verso il centro della tana “Vieni Pete, posso chiamarti Pete?!”
“C-Certo” assentì l’interpellato con un lieve sorriso.
“Mikey vacci piano, così gli farai venire un colpo” lo rimproverò Leonardo venendogli dietro, seguito a ruota da Donnie ed un Raph ancora titubante.
 
Splinter osservò con piacere i ragazzi scomparire in una delle loro camerette, pensando già che l’indomani sarebbe andato a cercare un materasso in più.

..............................

Salve gente!! Tanto tempo che non ci si sente, eh?
Beh, eccomi di nuovo qua con questo crossover che desideravo fare da una vita visto che amo le TMNT e Spideman è da sempre il mio eroe preferito (il quale nella nuova serie in programmazione *vedi intro* è di una pucciosità disarmante!! ^^).
Spero che vi piaccia quest'idea, ci si vede nel prossimo capitolo!! 

PS
Nel caso ve lo stesse chiedendo, in questa storia Peter finirà sempre per ottenere i suoi poteri ragneschi!!
Perciò non preoccupatevi, non sarebbe il nostro Spidey altrimenti ^_- 

 

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Capitolo 2
*** Undici anni dopo ***


La notte aveva da poco calato il suo scuro mantello sulla città di New York.
 
Ma mentre gli abitanti della superficie si erano placidamente lasciati avvolgere dall’abbraccio di Morfeo, nel sottosuolo della grande mela cinque giovani guerrieri avevano appena cominciato il loro allenamento giornaliero.
 
“Ricordate, per essere dei veri ninja bisogna diventare un tutt’uno con le ombre” esordì il maestro Splinter, il quale sedeva tranquillo sul tatami, al centro del dojo “E’ l’oscurità che da potere al ninja, mentre la luce rivela la sua presenza …”
I muscoli rilassati, gli occhi chiusi.
Solo un braccio era sollevato, nell’atto di reggere una candela accesa.
“… Dunque, pensate di riuscire a spegnere la fiamma di questa candela senza farvi notare?”
 
Non appena ebbe finito di parlare un’ombra si scagliò verso quella piccola fiammella, nel tentativo di spegnerla.
 
Ma sfortunatamente per lei, a Splinter bastò abbassare il braccio per evitare che riuscisse nel suo intento.
L’ombra capitombolò, non riuscendo a frenare in tempo a causa dello slancio preso e andò a sbattere contro il muro.
 
“Troppo rumoroso Donatello” commentò Splinter, socchiudendo un occhio.
 
Una seconda ombra si staccò dall’oscurità della stanza dirigendosi a tutta velocità verso il maestro che, se non altro, questa volta si vide obbligato ad alzarsi in piedi, sollevando con nonchalance la candela al di sopra del capo prima che l’ombra potesse anche solo sfiorarla.
Fece roteare il suo bastone da passeggio e rifilò una sonora steccata alle gambe dell’assalitore, che finì col cadere proprio addosso al povero Donnie con un sonoro “AHIA!!”
 
“Troppo maldestro Michelangelo”
 
Stessa storia fu per la terza ombra, mentre la quarta …
“… Mossa interessante Peter, ma anche tu non sei stato abbastanza silenzioso” dovette concedere il sensei osservando con un sorriso divertito il ragazzo dai folti capelli castani e gli occhi verdi che al momento giaceva dolorante ai suoi piedi.
“Hai, sensei …” borbottò quest’ultimo, massaggiandosi la testa.
 
Aveva provato togliere la candela di mano al maestro avvolgendovi intorno la catena della sua Kusarigama senza esporsi direttamente, ma evidentemente in qualche modo il mutante doveva averlo sentito visto che aveva afferrato la catena e con uno strattone lo aveva attirato a sé per poi atterrarlo.
 
A quel punto mancava solo un allievo all’appello.
 
Leonardo apparve all’improvviso, apparentemente dal nulla (in realtà si era nascosto tra le ombre del soffitto, stando aggrappato ai tubi) e colse di sorpresa Splinter tagliando a metà la candela con una delle sue katana.
Fece atterrare la metà con la fiammella sul piatto della lama e soffiò, facendo piombare l’intera stanza nel buio più assoluto finché il sensei non fece ripartire la corrente elettrica.
 
“Ben fatto Leonardo” si congratulò Splinter.
 
“Tsk, tutta fortuna” sibilò Raph imbronciato.
“Controlla se è spenta” sfidò Leo con un’alzata di spalle, lanciando la candela al fratello focoso.
“UUuuuh!!” Donnie, Mikey e Peter fecero il verso alle spalle di Raphael, che per tutta risposta fece quasi per lanciarsi addosso all’azzurro con il malsano intento di prenderlo a pugni.
 
Fortunatamente ci pensò il maestro Splinter a bloccarlo, frapponendo fra i due fratelli maggiori il suo bastone smeraldino.
 
“Calmatevi adesso!!” ordinò “Se volete diventare dei veri ninja dovete imparare a controllarvi, solo così potrete eccellere nelle arti che vi sto insegnando …” continuò facendo cenno ai ragazzi di sistemarsi in fila, seduti sulle ginocchia, di fronte a lui.
Peter prese posto per ultimo, esattamente al centro, tra Leo e Raph.
“… Le tecniche ninjtsu delle furtività e della segretezza”
 
Il ragazzo girò un momento la testa ad osservare i suoi fratelli adottivi.
Donnie, Leo e Raph non avevano perso una parola di ciò che stava dicendo Splinter, invece l’attenzione di Mikey era già stata deviata dal discorso per via di una mosca molesta che gli stava girando attorno.
Peter dovette premersi un pugno contro le labbra per evitare di ridacchiare alla scenetta dell’arancione che cercava, senza successo, di acchiappare la mosca.
 
Anni e anni di allenamenti e studi vigorosi all'insegna del bushido e della disciplina ninja, eppure malgrado ciò certe cose non cambiavano mai.
 
Mikey era passato dall’essere il più gracile al più robusto, seppur mai quanto Raph che in famiglia era da considerare il campione assoluto per quanto riguardava massa muscolare e forza bruta.
Donnie era cresciuto in special modo in altezza, a discapito dei muscoli, tuttavia ciò che perdeva in forza lo riguadagnava ampliamente in furbizia ed intelligenza.
 
Infine Leo era il più equilibrato del team, avendo sviluppato la combinazione giusta tra forza, agilità e scaltrezza che un giorno gli avrebbero permesso di prendere il suo posto come maestro dell’Hamato Clan quando Splinter non ci sarebbe stato più.
 
“Il mondo in superficie non sarà un posto amichevole per voi, perché siete troppo diversi, e …” seguitò il topo mutante “Vale anche per te, Peter” aggiunse poi picchiettando con delicatezza la punta del bastone sulla testa dell’interpellato.
“Eh!? Oh, s-si” rispose Peter, sorridendo imbarazzato per essere stato beccato disattento “Scusa sensei”
 
In realtà Peter non capiva per quale motivo il maestro Splinter stesse rivolgendo quel discorso anche a lui.
Okay, era cresciuto nelle fogne e non aveva avuto modo di ricevere l’istruzione che sono soliti ricevere tutti i ragazzi normali (come Donatello aveva dovuto sviluppare le sue abilità scientifiche da autodidatta).
La sua famiglia era stata sterminata e, ufficialmente parlando, Peter Parker era stato dato per scomparso ormai da anni mentre Peter Hamato semplicemente non esisteva, però era anche vero che a differenza dei suoi fratelli lui era umano.
 
E come tale non avrebbe dovuto avere problemi a farsi vedere in superficie …
… Giusto?
 
CLAP!!
 
Tutti si voltarono verso Michelangelo, il quale sembrava essere riuscito a catturare la mosca fastidiosa.
“Oops!! Eheheh!!” ridacchiò, grattandosi la nuca “Scusate …”
 
Tuttavia, prima che il maestro Splinter potesse dire qualcosa, l’intera tana incominciò a tremare.
“Che cos’è questo rumore?” chiese il sensei, guardandosi intorno preoccupato.
Diversi calcinacci, accompagnati da fili di polvere di calcestruzzo, presero a cadere dal soffitto e lungo le pareti man mano che il tremolio aumentava d’intensità.
 
I ragazzi scattarono subito in piedi.
 
“WHOAA!! Il terremoto!!” squittì Mikey.
“A New York?!” replicò Peter stranito, lanciando un’occhiata al fratello in viola che ricambiò con la stessa espressione perplessa.
“Possibile, ma altamente improbabile … ATTENTO PETE!!” gridò Donnie acchiappando il fratellino per un braccio e tirandolo a sé prima che un pezzo del soffitto decisamente più ampio dei calcinacci gli cadesse addosso.
 
D’un tratto, in una delle pareti si aprì una sorta di buco che sembrava essere stato scavato a … colpi di tentacoli?!
 
“Ragazzi guardate là!!” esclamò Peter, prendendo la sua Kusarigama come vide passare attraverso il buco una serie di strani affari meccanici.
Erano costituiti da un unico corpo allungato, dal quale sbucavano lunghi tentacoli di metallo lisci simili a quelli di una piovra.
Infine erano dotati di un solo, grande occhio elettronico che emetteva una luminescenza verdognola
 
“Che cosa diavolo sono quegli affari?!” fece Leonardo sguainando le katana.
“Non ne ho idea, ma qualunque cosa siano hanno fatto irruzione nella casa sbagliata!!” ringhiò Raph calciandone uno lontano prima di mettere mano ai Sai. 
 
I ragazzi cercarono di respingere quei misteriosi intrusi meglio che poterono, ma non era facile!! Quegli strani apparecchi erano veloci e si spostavano sfrecciando a mezz’aria, per non parlare poi dei tentacoli.
 
Leo ne tranciò un paio a metà con un colpo secco della katana e si guardò in giro, alla ricerca del maestro Splinter.
Lo trovò che era stato messo all’angolo, circondato da almeno cinque di quegli affari.
“Nii-chan!! Occhio alla testa!!” esclamò Pete colpendo, con il peso d’acciaio attaccato estremità opposta della catena della kusarigama, l’occhio di uno dei robot che stava per allungare i suoi tentacoli sul maggiore, mandandolo in tilt.
 
“Grazie Pete” sorrise l’azzurro, prima di voltarsi nuovamente verso il sensei “Ragazzi, dobbiamo aiutare il sensei!!”
 
Neanche il tempo di finire la frase che il soffitto cedette definitivamente, separando i ragazzi dal loro maestro.
 
“MAESTRO SPLINTER!!” strillarono i cinque all’unisono.
 
Leo ripose una delle katane nei foderi che portava legati dietro al guscio e si avvicinò alla parete crollata, tastando nervosamente i vari detriti per cercare di capire quali fosse possibile spostare intanto che gli altri finivano di sbarazzarsi dei mostriciattoli di metallo rimasti ancora attivi.
Se non altro il crollo del soffitto aveva volto anche a loro vantaggio, distruggendone la maggior parte.
 
“A che cosa dovrebbero assomigliare questi affari?” domandò Mikey, osservando la carcassa ancora sfrigolante di uno dei robot.
Afferrò uno dei tentacoli rotti, staccandone un pezzo con facilità.
“Sembrano delle specie di … di CALAMARI robot!!”
 
“O piovre” propose Peter, inginocchiandosi accanto ad uno di questi.
 
“Allora sono dei Piovra-Bot!!” la buttò sul ridere l’arancione, sperando di alleggerire, seppur poco, l’atmosfera.
“Bah, qualunque cosa fossero ora sono solo rottami!!” replicò acidamente Raphael.
 
Anche il castano decise di strappare un pezzo di tentacolo da una delle carcasse dei robot, in modo da poterselo studiare attentamente tra le mani.
“Wow!!” emise, attirando l’attenzione degli altri due.
“Cosa c’è Pete?” chiese Mikey curioso.
“Questa tecnologia ha un che di familiare” commentò il ragazzo “Mi sembra di aver visto qualcosa di simile su una rivista di robotica il mese scorso, il brevetto era di un certo Otto Octavius o qualcosa del genere …”
 
“Ehi ragazzi, venite qui!!” si fece sentire improvvisamente Leonardo.
 
Avendo appurato che non sarebbero stati in grado di rimuovere i detriti, lui e Donatello avevano pensato di provare a chiamare il maestro sul suo cellulare e a quanto pareva aveva funzionando.
 
Più o meno.
 
“… Quale tasto bisogna schiacciare per far funzionare questo coso?!” sbottò la voce del maestro attraverso il ricevitore del TartaCell di Donnie.
 
Inutile dire che i ragazzi scoppiarono tutti e cinque a ridere, anche Leo nonostante avesse fatto del suo meglio per trattenersi.
“Eheheh, Maestro Splinter tutto bene?” ridacchiò l’azzurro, scuotendo piano il capo “Cosa …? No, no” continuò soffocando a fatica un altro risolino “Guarda che non devi premere nessun pulsante, hai già risposto”
“Ah, bene” borbottò il sensei, sbuffando spazientito “Leonardo, devi portare subito i tuoi fratelli fuori da lì, verso il vecchio raccordo della fognatura in zona …”
 
Non appena Splinter ebbe finito di dare indicazioni, Leo annuì.
“Va bene maestro Splinter, il tempo di vedere se possiamo prendere le borse di emergenza e siamo fuori” assicurò, ottenendo un cenno d’assenso anche da parte degli altri.
 
Peter in particolare quando sentì le parole “borse di emergenza” sussultò, sbattendo le palpebre.
“La mia macchina fotografica!!” esclamò, mettendosi le mani tra i capelli prima di scattare in direzione della sua stanza.
“Pete, aspetta!!” richiamò Donnie, salvo essere fermato da Leo.
“Vado io con lui, voi altri intanto andate a controllare se è effettivamente rimasto qualcosa da prendere” disse il maggiore.
 
Il giovane umano era già entrato in ciò che restava della sua cameretta.
Uno dei muri (per fortuna non uno di quelli portanti) era crollato demolendo l’armadio, la scrivania e tutti gli oggetti sopra di essa.
Pregò fra sé e sé che la vecchia macchina fotografica di zio Ben non si trovasse fra quegli oggetti.
Amava quell’apparecchio!! Per quanto vecchio, specie se messo a confronto con le moderne fotocamere digitali, funzionava ancora egregiamente ma soprattutto …
… era tutto ciò che gli restava dei suoi zii.
 
Uno dei pochi oggetti personali che il maestro Splinter era riuscito a recuperare da casa Parker prima che la svuotassero per metterla in vendita.
 
Tirò un sospiro di sollievo quando notò la macchina abbandonata sul suo letto, vicino al cuscino.
 
Le vibrazioni dovevano averla fatta cadere dal comodino lì accanto proprio sul materasso.
  
“Grazie al cielo …” sussurrò Peter con un lieve sorriso, afferrando la macchina fotografica.
Ora non doveva fare altro che trovare la sua borsa per le emergenze …
 
“Pete, tutto a posto?”
 
La voce di Leonardo lo distolse momentaneamente dalla sua ricerca della borsa d’emergenza.
Il maestro Splinter li aveva da sempre abituati a tenere pronta una borsa, o una sacca, di media grandezza, dentro cui sistemare le cose essenziali nel caso in cui si sarebbero mai trovati costretti ad una fuga improvvisa.
 
Come sempre il loro sensei ci aveva visto lungo.
 
“Ehi Leo, sì tutto a posto” rispose Peter mostrandogli la preziosa macchina fotografica, fortunatamente ancora integra.
Leo sorrise, sapeva bene quando quell’oggetto fosse importate per il fratellino umano.
 
“Bene, vado a recuperare la mia borsa allora … se la trovo ancora intera” scherzò ottenendo un cenno d’assenso da parte del castano che tornò a frugare in ciò che restava del suo armadio.

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Ecco il secondo capitolo, ben undici anni dopo!! ^^
I nostri ragazzi sono cresciuti e si preparano a diventare dei temibili guerrieri ninja, sì!! Anche Peter Parker, o per meglio dire Peter Hamato, ma che cosa sono quegli strani robot che hanno attaccato la tana?
Non vi suonano familiari? Forse chi ha visto la serie Ultimate li avrà riconosciuti XD
Per quanto riguarda l'arma di Peter, ho pensato che la Kusarigama fosse la più adatta per il futuro Spiderman pertanto in questa storia il caro, vecchio Mikey dovrà accontentarsi dei soli nunchaku della serie 2003 ahahah!! 
Ringrazio la cara Kunoichi_Beast e Marlena_Libby per le loro recensioni!!
Ci si vede nel prossimo capitolo!! ^o^

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Capitolo 3
*** Una scusa per salire in superfice ***


Poco più tardi, l’inusuale gruppetto di adolescenti si riunì nuovamente al di fuori della tana a decidere sul da farsi. 
 
“Addio vecchi tubi rotti, addio vecchio forno di Gennaro per la pizza” prese ad elencare con aria melodrammatica Mikey “Addio lercio ed indimenticabile divano, addio casa dolce casa, non ti rivedremo più …!!”
“… Già, e benvenuto mondo crudele” fece il verso Raph, roteando gli occhi con fare esasperato “Andiamo Romeo dei poveri!!” lo afferrò per le code della maschera arancione, strattonandolo nella direzione in cui gli altri avevano cominciato ad avviarsi.
“Per essere dei robot calamari ma hanno fatto un bel disastro, eh?” commentò Leo, guardandosi intorno.
“Piovra-Bot” corresse Peter.
“Eccome, i muri portanti delle gallerie sono danneggiati” considerò Donnie “E’ un miracolo che il soffitto non abbia cedut- …”
L’enorme ammasso di macerie e detriti che si ritrovarono davanti, ostruendo la galleria che avevano appena imboccato, tolsero le parole di bocca al ninja del Bo.
 
“Stavi dicendo Brainiac?” sospirò difatti Raphael, incrociando le braccia sul petto.
“Ah perfetto, quindi non possiamo andare né avanti né indietro” sbuffò il leader scuotendo la testa.
 
“Vero, ma …” cominciò allora il focoso distendendo le labbra in un ghigno malizioso, mentre si avvicinava ad una scaletta lì vicino “… possiamo sempre salire
 
Un breve momento di smarrimento seguì quella proposta, con i ragazzi che presero a guardarsi tra loro, insicuri.
La verità era che non era solo Peter quello che da un po’ di tempo ormai sentiva il bisogno impellente di uscire in superficie, come un ragazzo qualsiasi.
Anche i suoi fratelli avevano sempre desiderato esplorare il mondo sopra di loro.
Non per niente proprio quella notte i cinque si erano accordati per chiedere al sensei il permesso di uscire finalmente in strada, nella speranza che dicesse loro di sì ma, date le circostanze, forse arrivati a quel punto non ce ne era più bisogno …
 
Tuttavia, Raphael non fece neanche in tempo a porre il piede sul primo scalino che venne richiamato dal maggiore.
“No Raph, andare in superficie è una pessima idea!!” ricordò severamente.
 
“Può essere, però … insomma, conosci forse un altro modo per uscire Leo?” si intromise timidamente Donnie.
 
“In effetti, ora come ora le cose sono due: O saliamo in strada o ci mettiamo a scavare, il che considerando le nostre dimensioni e l’attrezzatura di cui disponiamo …” diede man forte Peter, facendo le spallucce “… Beh, non so tu ma io la vedo un po’ complicata”
 
“Pete ha ragione Leo” insistette il ninja dei Sai “Quali altre scelte abbiamo?”  
 
-Non troveremo più un’altra occasione migliore di questa- fu il pensiero che seguì nella testa di tutti.
 
Leo sospirò, massaggiandosi la nuca pensoso.
“E va bene, saliamo allora!!” decise, causando gridolini ed esclamazioni di gioia nel resto della squadra “Ma ad una condizione: Al primo tombino si scende subito, chiaro?”
 
“Agli ordini capitano!!” risposero gli altri.
 
Peter e Mikey si esibirono perfino in un saluto militare, tale era l’entusiasmo!!
 
Raph salì per primo, seguito da Leo, Peter, Mikey ed infine Donnie.
“Ah!! Finalmente!!” esclamò il rosso, guardandosi in giro con le mani sui fianchi “Era ora che facessimo un giretto in superficie, forse non è stato poi così negativo ritrovarsi la casa invasa da robot calamari”
 
“Piovra-bot!!” fecero Peter e Mikey in coro.
 
“Si, si qualunque cosa siano” liquidò l’altro, agitando una mano con noncuranza.  
 
“Ok siamo saliti in superficie ma cercate di non fare troppo baccano” li richiamò l’azzurro, bloccando Mikey per un spalle che per poco non stava per uscire incautamente fuori dal vicolo in cui erano sbucati, rischiando di esporsi alle luci dei lampioni “Non possiamo essere visti” rammentò.
“Allora cosa proponi di fare fearless?” domandò Raph.
 
Leo ci pensò su per un attimo, alzando lo sguardo verso il tetto del palazzo vicino.
“Ci sposteremo sui tetti” decise alla fine, avviandosi verso la scala anti-incendio “Lassù passeremo del tutto inosservati”
 
Gli altri annuirono e fecero come indicatogli dal loro leader, iniziando ad arrampicarsi.
 
Poco più tardi, spostandosi agilmente da un tetto all’altro, i ragazzi si trovarono vicini all’incrocio che il maestro Splinter aveva detto loro di raggiungere.
Il tutto senza incappare in “incidenti” di sorta per la tranquillità di Leonardo …
 
… Almeno fino a quel momento.
 
“Ehi ragazzi, guardate là!!” esclamò d’un tratto Donatello, sporgendosi dal cornicione del palazzo su cui si erano fermati. 
“Uh? Che c’è Donnie?” domandò Peter curioso, guardando giù in strada per primo.
 
Il viola gli indicò il punto con il dito, e fu allora che le vide.
 
Due ragazze stavano camminando sul marciapiede sottostante, accompagnate da un uomo adulto.
 
Dovevano avere all’incirca la loro stessa età.
La prima era forse un po’ troppo magrolina ma graziosa, con capelli rossi, tendenti all’arancio, legati in una piccola coda e gli occhi azzurro cielo.
Indossava una maglietta nera a maniche lunghe sotto un’altra a maniche corte di un giallo appariscente, jeans corti, pantacollant, e scarpe da ginnastica bianche con i lacci gialli abbinati alla maglietta.
La seconda al contrario era decisamente più alta e slanciata della coetanea.
Aveva lunghi capelli biondi, lisci, decorati da un cerchietto nero con su attaccato un piccolo fiocco decorativo, ed occhi blu scuro.
Portava una canottiera bianca, un po’ sciattata, sotto una felpa con cappuccio verde acqua dalle ampie tasche, jeans lunghi grigio chiaro e anfibi.
 
“Wow!! E’ la ragazza più carina che abbia mai visto” mormorò Donnie ammirato, riferito alla ragazza con i capelli rossi.
“Ehm, è anche L’UNICA ragazza che tu abbia mai visto Donnie” fece notare Raph, beccandosi un’occhiataccia da parte del genio.
“Senti chi parla!! Devi proprio puntualizzare?” si imbronciò il viola.
 
“Piantatela tutti e due” li richiamò Leo, poggiando le mani sulle spalle di entrambi “Si sale e si scende, ricordate? Niente distrazioni”
 
Il rimprovero del maggiore venne interrotto dal rumore improvviso di una derapata, seguita da un agghiacciante stridio di freni.
Un furgone bianco con su scritta la sigla “TCRI” a caratteri verde fosforescente aveva di colpo tagliato la strada ai tre che stavano per attraversare, lasciandosi dietro scure tracce di pneumatici.  
 
Cinque uomini scesero dal retro del veicolo, cinque uomini PERFETTAMENTE identici!!
Non solo nel vestire (con giacca e cravatta da ufficio), ma nello stesso aspetto fisico, come se fossero gemelli.
 
“Ma che diavolo …?” esordì Leo.
“Vedete anche voi quello che vedo io?!” seguì Mikey, stropicciandosi gli occhi per essere certo di aver visto bene.
 
“Impossibile che esistano cinque gemelli perfettamente uguali nello stesso posto” emise Peter.
 
Gli strani individui avanzarono verso i tre, accerchiandoli, e a giudicare dalle loro espressioni non sembravano avere buone intenzioni.
“Dobbiamo salvarla!!” esclamò Donnie mettendo un piede sopra il cornicione, in procinto di lanciarsi giù.
“Donnie aspetta …!!”
 
… Troppo tardi.
 
Il viola si era già buttato in soccorso della sua “damigella” in pericolo (ignorando del tutto l’altra ragazza e l’uomo che erano con lei), e a Leonardo non restò altro che spalmarsi una mano sul volto sospirando frustrato.
“Coraggio, andiamo ad aiutarlo” ordinò secco agli altri, sguainando le katana “Prima che si faccia del male”
 
“… Che cosa volete?! State lontani!!” ringhiò la biondina con fare combattivo, al contrario dell’uomo e l’altra giovane con lei che al contrario indietreggiarono.
“Gwen …” cercò di richiamarla l’uomo mettendole una mano sulla spalla mentre con l’altro braccio cercava di fare scudo alla rossa.
Forse una sua parente, considerando che sfoggiava una curata barba rossiccia.
 
La ragazza di nome Gwen sembrò non averlo neanche sentito e si mise a frugare nelle tasche della felpa, come in cerca di qualcosa.
 
“Ehi pinguini!! Guardate un po’ qua!!”
Peter giunse alle spalle di uno di quegli inquietanti gemelli e lo calciò al petto, non appena questi si fu voltato nella sua direzione.
 
Incredibilmente però, a parte indietreggiare di qualche passo, lo strano individuo sembrò non aver subito alcun danno dall’attacco.
Nessun gemito, nessuna espressione di dolore …
 
… O ancor meglio, nessuna espressione e basta.
 
“Ehi, ma di che cosa diavolo sono fatti questi tizi?!” si sentì sbottare Raph che, come Peter, da principio aveva tentato un approccio senza armi.
“WHOAA!!” strillò in risposta Mikey andando a sbattere contro un palo della luce lì vicino “Non ne ho idea, ma di qualunque cosa siano fatti i loro colpi fanno male, ohii …!!” si lamentò massaggiandosi la testa.
 
“Fantastico, come se dei robot calamari non fossero abbastanza in una sola notte” imprecò Leo parando il calcio del suo avversario.
 
Tenne la gamba di quest’ultimo bloccata con ambo le braccia e, girando su sé stesso, lo lanciò lontano.
 
“Ma che …?” esordì Gwen, sbattendo le palpebre stupita.
Era lei che aveva sbattuto la testa o d’un tratto erano davvero apparse quattro tartarughe umanoidi ed un ragazzo dall’atteggiamento … “ninjesco”?
Ad affrontare i loro aggressori?
 
Il ragazzo in particolare sembrava indossare una specie di completo ninja, il quale consisteva in una tuta aderente intera blu navy, con sopra una casacca rosso scuro senza maniche, dotata di un largo cappuccio.
Delle protezioni in metallo liscio spiccavano lucide su stinchi ed avambracci.
Una larga e sottile sciarpa bianca, un po’ strappata, avvolta intorno al collo e sollevata in modo da nascondergli la metà inferiore del viso completava il tutto.
 
“PAPA’!!” urlò l’altra ragazza attirando la sua attenzione.
Due dei loro assalitori avevano afferrato il padre e avevano gettando nel retro del furgone.
 
Gwen sgranò gli occhi “APRIL!! MR. O’NEIL!!”
 
“Attenta!!” esclamò Peter, lanciando la catena della kusarigama attorno alle gambe di un altro dei gemelli che stava per avvicinarsi a le, facendolo cadere “Tutto bene?” domandò avvicinandosi.
“S-Sì, credo di sì …” replicò la bionda impressionata.
 
“Pete, dietro di te!!”
 
L’avvertimento di Leonardo giunse troppo tardi.
Lo stesso tipo che il fratellino aveva atterrato si era alzato in piedi come se nulla fosse, afferrandolo per le spalle.
Non fece in tempo a reagire che lo scagliò con violenza di lato, gettandolo contro la portiera di una macchina.
 
Peter scivolò a terra, privo di sensi.
 
“PETE!!” strillarono le tartarughe all’unisono.
 
“YAAAHHH …!!”
Subito dopo aver messo fuori gioco Peter il rapitore prese di peso la ragazza, gettandosela con nonchalance sulla spalla come se fosse un sacco di patate.
“… NO!! Lasciami andare!! LASCIAMI!!” ruggì Gwen, riuscendo a cavare fuori dalla tasca un taglierino e piantandolo, con tutta la forza che aveva, nella spalla dell’altro …
… Che non fece una piega!!
 
“Sono dei mostri?!” squittì Mikey prima che una spazzata raso terra lo mandasse definitivamente al tappeto.
 
“AIUTO!!” gridò a sua volta la rossa, dopo essere stata presa e caricata sul camion.
 
Ottenuto ciò che volevano i sequestratori sembrarono non avere più motivo per restare a combattere le tre tartarughe rimaste in piedi e salirono sul furgone, sgommando a tutta velocità prima che gli altri potessero fare qualcosa per impedirlo.
 
“Dannazione!! Sono scappati!!” sibilò Raph sbattendo un pugno su cofano dell’auto parcheggiata accanto a lui.
“Già” seguì Donnie, stringendo con forza il bastone tra le mani “Dobbiamo inseguirli!!”
 
“Non faremo proprio nulla del genere” sbottò Leo attirando la loro attenzione, prima di tornare a guardare Peter, preoccupato.
 
“Pete è ferito, dobbiamo ritrovare il maestro Splinter ORA!!”

...................................

Terzo capitolo!! ^^
Con il debutto di niente meno cheeeee: April O'neil (che ho deciso di trattare in versione 2012) e Gwen Stacy, il cui look e carattere saranno simili a quelli del fumetto Ultimate Spiderman e SpiderGwen!!
Povero ragazzi, neanche il tempo di uscire che già  vengono presi a calci da ...
... chi saranno mai gli strani figuri che hanno rapito le ragazze e Mr. O'neil?! Se siete fan della serie 2012 scommetto che lo avrete già intuito XD
Ringrazio nuovamente kunoichi_Beast (spero che il look ninja di Peter ti sia piacciuto), Marlena_Libby (sinceramente non so se ci saranno coppie in questa storia, devo ancora decidere, anche se al momento preferirei concentrarmi sul rapporto fraterno che lega Peter alle tmnt perciò preparati ad un prossimo capitolo estremamente "fluffuoso" mia cara ^_-)  e una nuova entry reign_00evil (Il motivo per cui gli octo-bot erano nel sottosuolo lo sapremo un paio di capitoli più in là, ma prima ci sono delle fanciulle da salvare ahahahahah!!)
Grazie mille ancora e alla prossima!!

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Capitolo 4
*** Perché sei nostro fratello ***


Non era esattamente così che aveva immaginato la loro prima uscita in superficie …
 
“… In definitiva è stato un disastro completo”
“Già, e indovina di per colpa di chi?!”
“Raph non ricominciare!!”
“Mi hai infilzato il guscio con le katana!!”
“Sei TU che ti sei messo tra me e il mio avversario!!”
“Erano tutti maledettamente UGUALI, come volevi che facessi a distinguere l’avversario di uno dall’altro?!”
 
Peter si era risvegliato con un doloroso ronzio nella testa, in una stanza che non aveva mai visto prima.
L’ultima cosa che ricordava era che stava combattendo dei tipi dalla pelle curiosamente fredda e coriacea nonché, a quanto pare, totalmente privi di recettori del dolore (per non parlare poi della totale assenza di espressività facciale).
 
Dopo di che …
… il nulla.
 
“Volete smetterla tutti e due?! Il punto della situazione è che quei tizi (o qualunque cosa fossero) sono scappati portandosi via quelle persone”
“Disse quello che teneva in braccio la ragazza per poi farsela soffiare da sotto il naso, eh Donnie??!!”
“Non provarci neanche Raph!! Sarei riuscito a salvare la ragazza … e gli altri che erano con lei, se QUALCUNO non mi avesse colpito in testa con i suoi nunchaku!!”
 
Dopo qualche tentativo andato a vuoto il giovane umano riuscì finalmente a mettersi seduto sul lettino dove era stato adagiato, portandosi una mano sul capo.
I polpastrelli incontrarono una superficie tesa e vagamente morbida, una fasciatura!!
“Accidenti che botta che ho preso …” borbottò, cercando di alzarsi in piedi nonostante le gambe gli tremassero.
Ci riuscì al primo colpo, avanzando di qualche passo con il sostegno del muro fino a raggiungere la porta.
 
“Ma dove cavolo … WOW!!”
 
Peter sbatté le palpebre.
Si trovava all’interno di una vecchia stazione della metropolitana, probabilmente abbandonata da anni a giudicare dalle condizioni.
Come ci era arrivato lì …?
 
“Tanto per cominciare niente di tutto questo sarebbe successo se tu non ti fossi gettato nella mischia senza pensare …!!”
Finalmente sentì la voce di Leonardo in lontananza, proveniente da un corridoio infondo.
 
Peter sì incamminò nella sua direzione, desideroso di sapere come fosse accaduto.
“… Invece hai voluto fare di testa tua, e guarda il risultato!! Non solo ci hanno fatto neri ma Peter a rischiato di rimanere seriamente ferito!!”
 
Si bloccò, a pochi centimetri dall’entrata di una altra stanza, quando si sentì nominare.
 
“Che cosa?! Non è certo colpa mia se voi altri eravate troppo impegnati a colpirvi tra voi per aiutarlo!!”
“Questo cosa centra? Pete non ha bisogno della babysitter!!”
“Contro degli avversari umani sicuramente no, ma avrai notato Mikey che quei tizi tutto erano MENO che umani!!”
“Perché diavolo ne stiamo ancora parlando?! Tanto ormai sono scappati e non li ritroveremo più …!!”
“Avremmo dovuto inseguirli!!”
“Oooh scusami se ho dato la priorità all’incolumità di nostro fratello piuttosto che a quella di tre sconosciuti”
 
Il castano si appoggiò alla superficie del muro con la schiena, sentendosi montare nel petto un soffocante senso di colpa unito ad un’improvvisa vertigine.
-Hanno perso quei criminali per aiutare me- pensò, mordendosi il labbro.
 
“Avremmo potuto dividerci!! Due di noi avrebbero inseguito il camion e due avrebbero portato Pete dal sensei”
“Figli miei …”
“Ci hanno STRACCIATI Donnie, ed eravamo in cinque!! Che possibilità pensi che avreste avuto in due?!”
 
“YAME!!” il maestro Splinter sbatté violentemente la punta del bastone in terra, facendo sussultare tutti e quattro i suoi figli che ammutolirono.
“Adesso basta con questi battibecchi immaturi!! Per quanto mi dispiaccia per quelle persone, la priorità era portare qui Peter e non voglio che mostriate alcun dubbio su questo” riprese più calmo “Non dimenticate mai che qualunque cosa accada, la famiglia ha sempre la priorità”
“Sì maestro Splinter” annuirono gli altri.
 
Chi in modo più o meno convinto, in special modo Donatello che non poteva smettere di pensare allo sguardo terrorizzato di quella povera ragazza dai capelli rossi e …
“… Mi dispiace”
 
Il sussurro di Peter attirò l’attenzione generale verso la porta.
Lì trovarono il ragazzo, appoggiato stancamente lungo lo stipite con sul viso un’espressione dispiaciuta ed amareggiata.
 
“Pete” mormorò Mikey alzandosi in piedi per primo, muovendo qualche passo verso il fratellino.
 
“Peter, figliolo” seguì Splinter, preoccupato “Cosa ci fai in piedi? Hai preso un brutto colpo alla testa, dovresti stare disteso”
“Sensei ha ragione Pete, ti accompagno in camera” si offrì Raphael.
“Mi dispiace” ripeté tuttavia il castano, bloccandolo.
“Per cosa?” domandò Donnie.
“E’ per causa mia che non siete riusciti a salvare quelle persone” disse Peter sempre più cupo “Se non mi fossi fatto cogliere di sorpresa …”
“Non è affatto vero Peter!!” ribatté Leonardo “Abbiamo tutti commesso degli errori, nessuno qui pensa che sia stata colpa tua”
“Per una volta sono d’accordo con fearless” diede man forte il Raph.
“Lo avete detto voi stessi, se non fossi rimasto ferito avreste potuto inseguire il camion dei rapitori” replicò il ragazzo.
“Cosa?! Ma Pete non … da quanto tempo sei lì?” intervenne Donatello, turbato.
 
“Abbastanza da sapere che come al solito mi sono rivelato un peso per il team” sospirò Peter “Mi dispiace, davvero” seguitò poi, prima che gli altri potessero replicare.
Ci fu un breve momento di silenzio, in cui le tartarughe stavano disperatamente cercando qualcosa da dire mentre Splinter si accarezzava la barbetta, senza staccare gli occhi dal suo ultimo figlio.
“Pensandoci, hai ragione sensei” fu proprio il ragazzo a rompere il silenzio alla fine “Ho ancora un po’ di vertigini, credo che tornerò al letto e poi …” si sforzò di sorridere “… magari mi spiegherete che posto è questo”
 
Dopo di che si voltò, ritornando nella piccola camera improvvisata dove si era svegliato.
 
“Pete, aspetta …!!”
 
Troppo tardi, il giovane era già andato.
 
“Complimenti ragazzi, sul serio” sbuffò Mikey sarcastico “Non potevate proprio abbassare i toni, vero?” disse, fissando con una severità inusuale negli occhi cerulei i tre maggiori prima di lasciare la stanza per andare dietro al fratello.
 
Nessuno ebbe cuore di fermarlo.
 
Il leader sospirò pesantemente “Mikey ha ragione, avremo dovuto aspettarci che si sarebbe svegliato a quest’ora”
Il loro fratellino era rimasto incosciente un giorno intero parte della nottata.
“E che sarebbe venuto a cercarci” continuò il rosso, massaggiandosi la testa a disagio.
 
“Eravamo talmente occupati a tirare le somme di quanto successo che non abbiamo pensato a come l’avrebbe presa” concluse Donnie per tutti.
 
Il maestro Splinter sospirò.
Purtroppo sapeva che il suo ultimo figlio si era sempre sentito inferiore rispetto i suoi fratelli.
Da principio fu semplicemente a causa del classico complesso da “ultimo arrivato”, per di più rafforzato dalla situazione particolare da cui proveniva, ma la problematica di quel suo disagio nascosto gli divenne chiara solo in seguito, quando iniziò ad addestrarli tutti e cinque nelle arti marziali.
Dall’alto del loro essere mutanti, Leonardo, Raphael, Michelangelo e Donatello si erano mostrati più rapidi di Peter nell’apprendere le antiche arti del ninjtsu, mentre l’ultimo faceva fatica a star loro dietro.
Fortunatamente Splinter era quel tipo di persona che sapeva quando comportarsi da maestro e quando da padre, senza mai far pesare la cosa a Peter.
 
Al contrario, negli anni a venire fece tutto quanto fu in suo potere per aiutarlo a sviluppare uno stile che fosse tutto suo, accrescendone i punti di forza e smussando quelli deboli.
Le cose migliorarono, accrescendo la sua sicurezza e con essa la complicità con i fratelli adottivi.
 
Tuttavia era in momenti di fragilità come quella che le ombre del dubbio tornavano di nuovo a tormentarlo, risvegliando quell’antica paura secondo cui in sua presenza le cose andassero a finire puntualmente male.
In special modo per le persone a cui il ragazzo teneva.
 
“Cosa facciamo adesso? Non possiamo lasciarlo così” affermò Raph allargando le braccia.
“No, infatti” confermò Splinter “La sua fiducia in sé stesso ha subito un pesante colpo, ed ha creato una crepa” continuò “Una crepa che soltanto voi potete sistemare figli miei”
 
“Ma come?” chiese Donnie.
 
“Penso di sapere io come” propose il ninja dalle doppie katana, lanciando un’occhiata al sensei.
 
Nel frattempo, dall’altra parte di quel nuovo rifugio che il maestro Splinter aveva trovato per puro caso, Mikey era riuscito a raggiungere Peter nella cameretta che avevano preparato (a tempo di record) per lui, prima che questi potesse chiudersi la porta alle spalle.
 
“Ehi Pete, tutto bene?”
 
“Cosa sei venuto a fare Mikey?” replicò il ragazzo sedendosi sul lettino.
Piegò le gambe vicino al petto, circondando le ginocchia con le braccia, e lasciò cadere la schiena contro la parete.
“Secondo te? Mi assicuro che il mio fratellino stia bene” ribatté l’arancione.
“Sto bene, davvero” disse l’altro “Non devi preoccuparti per me, nessuno di voi dovrebbe …”
 
Michelangelo scosse la testa e, senza neanche chiedere il permesso, si sedette accanto a lui “Il fiasco di ieri non è stata colpa tua” decretò, poggiandogli una mano sulla spalla “Come ha detto Leo, avremmo tutti potuto fare di più”
 
“Ma nessuno di voi si sarebbe mai fatto cogliere di sorpresa in modo così stupido” replicò Peter, trattenendo a fatica le lacrime “Undici anni di addestramento ninja, e ancora non faccio altro che combinare disastri Mik”
Affondò il viso tra le braccia per nasconderlo alla vista dell’altro.
A suo parere era già arrivato ad un livello indecente di patetismo senza che Mikey dovesse vederlo pure piangere.
 
“Quando avresti combinato dei disastri? Siamo usciti la prima volta solo ieri”
“A causa mia sono state rapite delle persone, per una volta avrei potuto fare qualcosa di buono … e ho fallito”
“Non hai fallito Pete, hai fatto del tuo meglio”
“Vallo a dire a quella ragazza” sibilò il castano pensando alla ragazza con i capelli biondi “O a quelli che erano con lei”
“Lì ritroveremo”
“Come?!”
“Beh, ancora non lo so ma … ehi!! Leo è l’uomo dei piani, sicuramente penserà a qualcosa lui o magari Donnie”
 
Restarono entrambi in silenzio per un po’, ognuno guardando un punto imprecisato nella stanza.
 
“Non è vero che sei un peso” sussurrò Mikey d’un tratto.
 
Peter si voltò a guardarlo.
Fece per aprire la bocca, di certo per replicare, ma le parole gli morirono in gola quando senti le braccia della tartaruga circondargli le spalle in un abbraccio delicato e forte allo stesso tempo.
Sbatté le palpebre, decisamente preso in contropiede.
 
“Mikey …”
“Non è vero che sei un peso Pete, e sai perché?”
 
Sentì il ragazzo muovere il mento sulla sua spalla, facendo segno di “no”.
 
“Perché da quando Splinter ti ha portato alla tana sei diventato parte di questa famiglia e ti vogliamo un mondo di bene” mormorò al suo orecchio “Insomma, chi è che aiuta sempre Splinter a mettere ordine nel dojo a fine allenamento? Chi è che gioca alla “lotta” con Raph quando gli altri non vogliono? Chi è che si diverte a costruire strani aggeggi con Donnie? Chi è che riesce a tenere compagnia a Leo durante le sue noiosissime meditazioni?” prese a chiedere stringendolo più forte a sé ad ogni domanda “Chi è che ride alle mie battute anche quando so che non fanno ridere? Chi è che accetta di giocare con me ai videogame, pur sapendo di perdere sempre? Chi è che mi sta vicino quando mi sento giù?”
 
“Michelangelo” Peter si staccò.
I grandi occhi verde giada, resi ancora più brillanti dalle lacrime, fissarono quelli azzurri del fratello.
 
L’altro sorrise.
 
“Chi è che non ha esitato a buttarsi in quel vecchio condotto abbandonato delle fogne insieme a tutti gli altri quando ci sono scivolato dentro per sbaglio?”
“Michel- …”
 
“Te lo dico io chi, sei TU” concluse il mutante “Non un peso, ma nostro fratello”
 
A quel punto anche Peter non poté fare a meno di sorridere, passandosi un braccio sugli occhi per asciugarli.
 
“Grazie Mikey …”
 
Un leggero bussare attirò l’attenzione dei due, insieme al cigolio della porta che si apriva.
 
Dall’altra parte fecero capolino tre musi verdi sorridenti, seppur ancora leggermente preoccupati.
“Ehi Pete, tutto a posto?” fu Raph il primo a farsi avanti.
Il castano annuì, visibilmente sollevato e in questo modo anche ai maggiori sembrò come essere sollevati da un peso sul cuore.
“Bene” si fece sentire allora Leo, mettendosi le mani suoi fianchi “Perché se Donnie dà il suo benestare, questa sera uscirai con noi fratellino”
 
Peter inclinò la testa da un alto, perplesso “Per andare dove?”
 
Leonardo ghignò.
“A dimostrarti che sei un membro fondamentale non solo di questa famiglia ma anche di questo team” dichiarò “Splinter mi ha dato il suo consenso: Andiamo a salvare quelle persone!!” 

...............................

Quarto capitolo!! ^^
Da quel che ho visto negli ultimi commenti sembra che ci siano delle "divergenze" sulle eventuali coppie che potrebbero apparire nella storia, e ammetto che ciò mi mette un pochino in ansia XD
Fortunatamente per me, al momento preferisco concentrarmi sul legame fraterno che lega i protagonisti.
Le coppie, se ci saranno, verranno in seguito ...
Pertanto grazie come sempre a Kunoichi_Beast (Eh, sai bene che anch'io adoro la LeoxRaph, ma non so quanto possa essere azzeccata in questo tipo di storia, diciamo che ci penserò ^^) e Marlena_libby (Tranquilla non ho alcuna intenzione di far morire Gwen, tra l'altro a dirla tutta raramente nelle mie storie muore gente, mi limito SOLTANTO a farli penare un POCHINO ... muahahahahah!! XD) 

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Capitolo 5
*** All’interno di un laboratorio alieno. ***


Mikey aveva ragione, c’era davvero un motivo se era Leo “L’uomo dei piani”.
 
Durante la battaglia del giorno prima Leonardo aveva notato che non tutti i rapitori erano uguali.
Ce ne era uno diverso, l’autista del furgone per essere precisi.
Autista che, dopo una breva ricerca su internet (ed un piccolo hackeraggio al database della polizia), Peter e Donnie avevano scoperto essere niente più di semplice delinquente di bassa lega che era solito operare proprio nel quartiere dove era avvenuto il sequestro.
“Non dobbiamo fare altro che trovarlo, farci dire quello che sa sui rapitori e siamo a cavallo!!” aveva detto l’azzurro sorridendo.
Difatti non fu difficile farlo cantare, del resto Raph sapeva essere MOOOLTO convincente quando voleva.  
“… O-Ok, OK!!” aveva strillato il poveraccio, quasi sull’orlo delle lacrime “Si fanno chiamare i Kraang, stanno rapendo gli scienziati di tutta New York”
“Che cosa vogliono da degli scienziati?”
“Non lo so, giuro!! So soltanto che intendono portarli fuori città, ma non so dove vi prego …” aveva continuato a piagnucolare “… Mi hanno pagato solo per guidare il furgone, non so nient’altro!! Per favore!!”
“Dove sono in questo momento?!”
 
Fu così che si ritrovarono appostati su di un tetto, ad un paio di edifici di distanza da una specie di spiazzo in una zona di periferia.
 
Proprio lì in mezzo sorgeva un basso edificio, strutturato come se fosse una piccola fortezza.
 
“Beh, che aspettiamo ad entrare e spaccare qualche testa?” esordì il focoso ninja dei Sai, facendo roteare le sue armi.
“Non possiamo semplicemente fare irruzione lì dentro Raph” replicò saggiamente Leo, incrociando le braccia davanti al petto “Ci troviamo davanti ad una delicata situazione di ostaggi ricordi? Ci serve un piano”
“Leo ha ragione” annuì Peter “Ci servirebbe un diversivo, tipo …”
 
Tipo “prendere in prestito” il furgone del poveraccio che Raph aveva torchiato (in seguito avevano saputo che si chiamava Snake) e usarlo a mo’ di ariete contro l’entrata principale della struttura!!
 
BOOM!!
 
L’esplosione del furgone contro la porta principale fornì ai cinque, armati di shuko*, la possibilità di arrampicarsi lungo la parte dell’edificio senza essere notati.
Trovarono una via d’accesso utile attraverso il condotto dell’areazione il cui sbocco era stato installato (come la stragrande maggioranza degli edifici del resto, per loro fortuna) sul tetto.
 
“Wow ragazzi!!” emisero Peter e Donnie nello stesso momento, fissando a bocca aperta il lungo corridoio nel quale atterrarono.
Le pareti e il pavimento erano rivestite completamente da metallo argenteo e lucente, così lucido che ci si poteva quasi specchiare, interrotto a tratti da linee di coperture in plastica dura, nera, probabilmente per proteggere i collegamenti elettrici.
Stessa cosa valeva per il soffitto, percorso da due file di lampade fissate agli angoli, lunghe quanto il corridoio stesso.
 
Ma la cosa più affascinante, almeno per i due aspiranti scienziati, furono le numerose venature fosforescenti di una luce rosata che percorrevano gran parte delle superfici.
 
Sembrava quasi di stare dentro una specie di astronave!!
 
“Guardate che roba!!” esclamò infatti Donatello guardandosi intorno ammirato “Giuro, mai visto niente del genere”
“E noi siamo gli esperti …” seguitò il castano, altrettanto ammirato.
“Ragazzi, ci entrerete più tardi in modalità nerd ok? Adesso ci servite in modalità ninja!!” lì richiamò all’ordine Leo.
 
Gli interpellati annuirono, scambiandosi un’occhiata imbarazzata.
 
“Ok Leo, ma adesso dove andiamo?!” domandò Mikey un po’ nervoso.
Da buon appassionato di fumetti e film fantascientifici quale era, ritrovarsi in un posto simile stava pericolosamente stimolando le sue fantasie in merito a rapimenti alieni, scienziati pazzi e affini.
“Questo posto mi dà l’aria di un labirinto degli orrori, ed è pure deserto …” si fermò a riflettere “Oddio, forse è meglio che sia così eh?!” decise ridacchiando in modo forzato “Perché da un posto simile non può venire fuori niente di buono”
“Vuoi rilassarti Mikey?!” replicò Raph, che invece quasi scalpitava dalla voglia di menare le mani, possibilmente con gli stessi tizi che li avevano presi a calci nel guscio l’altro giorno “Qualunque cosa ci sia qua dentro, ce ne è un’altra che è di gra lunga più pericolosa …”
“Quale?!” chiese l’arancione.
“Io!!” sibilò l’altro facendo cozzare le lame dei suoi Sai tra loro, davanti gli occhi.
“Quelli sembrano delle specie di cavi elettrici …” esordì ad un tratto Donnie, accennando con lo sguardo verso il soffitto a quest’ultimi, i quali apparivano percorsi ad intervalli regolari da una serie segmenti luminosi.
“Ah-ah, e allora? A noi che importa” replicò il focoso.
“Beh, i cavi sembrano convergere tutti in una direzione precisa” replicò il viola.
“Il che significa che qualunque cosa ci sia da quella parte è importante” spiegò Peter, capendo al volo dove volesse andare a parare il fratello.
“Può essere, però non è detto che ciò abbia a che fare con le ragazze” fece notare il leader.
“Sempre meglio di niente” la mise Donnie incamminandosi, seguito poi dagli altri.
 
Si mossero rapidi e silenziosi, stando ben attenti a non farsi scoprire da chiunque vivesse/lavorasse lì dentro.
Peccato che dopo circa cinque minuti arrivarono ad un bivio.
 
“Accidenti, e adesso da che parte andiamo?!” Mikey portò una mano dietro la nuca “I cavi passano in entrambe le direzioni”
 
“Dobbiamo dividerci” decretò Leo guardando gli altri.
“Raph, Donnie, Pete, voi andate di là” indicò il corridoio a destra “Mikey, tu vieni con me” concluse incamminandosi verso quello di sinistra.
 
“… E ti pareva che proprio noi dovevamo beccare il vicolo cieco!!”
 
“Non è un vicolo cieco Raph, è una porta” fece notare Donnie.
 
“Una porta CHIUSA” brontolò l’altro in risposta.
“Vero, ma non di dimenticare che le porte chiuse si possono aprire” sorrise Peter apprestandosi ad osservare la chiusura elettronica.
 
E’ vero, tutte le porte si possono aprire.
 
Solo che quella non la aprirono nel modo che si aspettavano Donnie e Pete.
Rimosso il pannello che proteggeva la chiusura, la testa calda dei tre aveva pensato bene di “pugnalare” il quadro elettrico mandandolo in cortocircuito.
Risultato di codesta prodezza? La porta si aprì, ma scattò anche un allarme assordante che risuonò in tutto l’edificio!!   
“RAPHAEL!!” sbottarono i due nerd all’unisono, guardandolo così male che se avessero avuto la vista laser in quel momento del focoso sarebbe rimasto solo un mucchietto di cenere.
 
“Cosa? Ho aperto la porta, no?!”
 
“Sì, il problema è oltre noi anche tutta la struttura sa che l’hai aperta!!” ribatté il viola sbattendosi una mano sul volto.
“Leo ci ammazzerà …” piagnucolò Peter.
 
“Sì, sì vogliamo entrare intanto?!” tagliò corto il focoso.
 
L’interno di quella stanza si rivelò essere il laboratorio più moderno ed attrezzato che i tre avessero mai visto, anche se un po’ inquietante a causa della luce soffusa e le costanti venature rosee che percorrevano le pareti come vere e proprie vene pulsanti di una creatura vivente.
 
“Che razza di posto è questo?” si domandò Raphael, storcendo la bocca.
“Beh, il tizio che hai torchiato ci ha detto che stanno rapendo scienziati da tutta New York e questo è un laboratorio” alzò le spalle Peter.
 
“Ha senso …” concordò il ninja del Bo, osservando curioso tutti gli strati marchingegni presenti lì dentro “… Ehi!! Pete, vieni a vedere!!”
Il nominato lo raggiunse davanti ad una serie di contenitori di vetro dalla forma cubica, i quali variavano di diversa grandezza a seconda degli animali che vi erano rinchiusi all’interno.
Quest’ultimi poi non sembravano avere un aspetto particolarmente in salute, anzi sembravano piuttosto mal tenuti e spaventati, tanto da rannicchiarsi negli angoli più lontani delle loro prigioni come vedevano i ragazzi avvicinarsi.
 
Pete rabbrividì.
Mattaku …” sussurrò, talmente disturbato da quella vista da non essersi accorto di aver parlato in giapponese “A cosa diavolo gli servono tutti questi animali?
“Non ne ho la minima idea Otouto**” rispose Donnie, corrucciato quanto lui.
 
Seguirono la fila di gabbie di vetro, notando che a ognuna di queste erano collegate dei contenitori cilindrici, chiusi alle estremità da delle sicure in metallo.
Chi più, chi meno, contenere tutti la stessa sostanza semi-liquida, emettente un’inquietante fosforescenza verdognola.
 
In particolare l’attenzione di Peter venne poi catturata da una delle gabbie più piccole che stava osservando, al cui interno vi erano rinchiusi un paio di strani esemplari di ragni, adagiati pigramente sulla loro ragnatela.
Ragni che, parola sua, era più che convinto non esistessero in natura
Erano grandi quanto una mano umana, blu scuro con sopra al dorso una macchia rossa dalla linea perfettamente sferica all’interno di un rombo.
Gli otto, piccoli, occhi erano rossi e brillanti così come le tenaglie.
 
Infondo alla ragnatela, raggruppate in un angolo della gabbia, il giovane notò un gruppetto di palline vagamente ovali.
Probabilmente dovevano essere le loro uova …
 
“… Attenzione!!” chiamò di punto in bianco Donnie.
 
“Uh? Ma che …?”
Raph non riuscì a terminare la frase che il fratello in viola gli premette una mano sulla bocca, facendo poi cenno a Peter di nascondersi insieme a loro sotto una delle scrivanie del laboratorio.
Una serie di passi risuono lungo il pavimento metallico del laboratorio.
 
“Kraang!! sei riuscito a trovare quelli che si sono infiltrati in questo posto?” affermò una voce atona con un riverbero metallico. 
“No Kraang, non sono riuscito a trovare quelli che si sono infiltrati in questo posto …”
“Ma come parlano?” sussurrò Pete.
“Come degli imbecilli” sibilò il rosso impugnando i Sai “Che aspettiamo ad uscire e a farli fuori”
 
“Non abbiamo idea di chi siano Raph, o di che armi posseggano” replicò a bassa voce Donatello.
 
“Kraang!! Ho ricevuto un messaggio da Kraang, vuole che noi Kraang andiamo subito verso la zona chiamata “Prigione”, dove i Kraang tengono le stanze chiamate “Celle” …” si udì nuovamente la voce atona “… Andiamo Kraang!!”
 
“Sul serio ci stiamo nascondendo da dei tizi che parlano in un modo così stupido?!”  sbuffò Raph esasperato.
“SSsssh!!” gli intimarono gli altri due.
 
Fu allora che Peter sentì qualcosa muoversi vicino alla mano sinistra, che in quel momento aveva appoggiato a terra.
Qualcosa di piccolo, con otto zampe.
 
Ebbe appena il tempo di abbassare lo sguardo …
 
“G-Ggnn …!!”
 
Si ficcò il pugno in bocca, mordendosi le dita con forza per non urlare quando un dolore lancinante gli percorse, partendo dalla mano, tutto il braccio fino a raggiungere il cervello.
Un ragno, dalle stesse caratteristiche di quelli che aveva visto in quel contenitore di vetro, solo più piccolo (era grande più o meno quanto un dito), lo aveva appena morso!!
 
Lo aveva MORSO!! Sul serio?!
 
-Shimatta!!**- pensò subito dopo il ragazzo, maledicendo l’aracnide tra sé e sé.
Gettò un’occhiata ai fratelli e fu felice di vedere che non sembravano essersi accorti di nulla.
Si affrettò a togliersi il pugno dalla bocca quando Donnie si girò a guardare lui e Raph.
 
“Sembra che se ne siano andati, usciamo da qui!!” esclamò uscendo da quel loro nascondiglio improvvisato “Speriamo solo che Mikey e Leo non siano stati beccati …”
 
“Già, speriamo” disse piano Peter, osservandosi la mano ferità.
Ora come ora stranamente non gli faceva poi così male, né gli sembrava di avere strani sintomi tipo nausea, vertigini o simili.
Certo il segno del morso era ben evidente e con tutta probabilità si sarebbe gonfiato.
 
E se fosse stato velenoso? O peggio?!
Chissà cosa diavolo facevano agli animali lì dentro, quel ragno potrebbe avergli trasmesso qualsiasi cosa …
 
-… Ok Parker-Hamato, vedi di calmarti!! Vi trovate nella tana del drago e non poi permetterti di andare nel panico- si impose mentalmente –Insomma non puoi essere COSI’ sfigato, no?-
 
Qualunque cosa fosse, ci avrebbe pensato a missione finita.
 
…………………………
 
*Gli Shuko sono i classici artigli ninja, di solito usati per l’arrampicata su superfici lisce ma sono buoni anche come arma di difesa.
** Un po’ di traduzioni e spiegazioni:
1° “Mattaku” equivale più o meno ai nostri “Accidenti/Oh cavoli” in giapponese, mentre “Otouto” è (forse alcuni di voi già lo sanno) “Fratellino”.
2° Sì, ho voluto che Peter conoscesse il giapponese ^^ così come i suoi fratelli adottivi, e che gli capiti di usarlo quasi senza accorgersene quando è particolarmente emozionato/ spaventato/arrabbiato.
Di conseguenza in futuro capiterà qualche volta che ci saranno delle esclamazioni e, in casi si tratti invece di frasi più lunghe e complesse, pezzi in corsivo tra le virgolette per indicare che quella frase l’hanno detta in giapponese XD
Nel caso in cui invece il corsivo si trovi fra i trattini, si tratterà semplicemente di pensieri.
3° "Shimatta" vuol dire "Dannazione!!".

 
Beh, che ne pensate di questo quinto capitolo?!
Non solo le tartarughe si sono infiltrate nella base Kraang per salvare le fanciulle (e Mr. O’neil), ma Peter è stato anche morso da un ragno geneticamente modificato dagli alieni stessi con il mutageno.
Spero vi sia piaciuto gente, ringrazio sempre le mie due fedeli lettrici che non mancano mai di commentare, e quelli che anche solo leggono!!
Ci vediamo nel prossimo capitolo!!

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Capitolo 6
*** Di cervelli in corpi robotici e cadute libere ***


“Ehi!! Ehi!! EHIII!!” sbottò Gwen, sbattendo per l’ennesima volta il pugno contro la porta metallica della cella in cui avevano rinchiuso lei, la sua migliore amica e il padre di quest’ultima “Fateci uscire di qui, mi avete sentito!!?? FATECI USCIRE!!”
 
Niente da fare.
I due tizi messi a guardia della loro prigione non fecero una piega, seguitando a stare lì impalati come stoccafissi.
Tra l’altro per qualche motivo era pure scattato una specie di allarme, quindi PERCHE’ DIAVOLO STAVANO LI’ FERMI?!
“E’ inutile Gwen, dopo che hai finto di avere quel dolore allo stomaco per farci aprire la porta non ti ascoltano nemmeno più” sospirò April.
Mr. O’neil non disse nulla, limitandosi a fissare un punto imprecisato della parete davanti.
“Ma non possiamo semplicemente starcene qui ad aspettare!!” replicò la bionda.
 
“A meno che tu non abbia qualche altro lampo di genio …”
 
BONK!!
CRASH!!
ZASH!!
 
Una serie di rumori interruppe la loro discussione, portandole a guardare attraverso la piccola finestrella di forma pentagonale al centro della porta.
 
Immaginatevi la loro sorpresa quando si ritrovarono davanti due di quelle quattro strane creature verdi che la notte prima avevano cercato di impedire il loro rapimento!!
“Ehi Leo!! Li abbiamo trovati!!” esultò Mikey avvicinandosi alla porta.
“Ehilà!!” agitò una mano a mo’ di saluto verso le due che, seppur un po’ perplesse, ricambiarono sorridendo impacciate.
“Ah, finalmente una buona notizia!!” replicò il maggiore trapassando, letteralmente, la testa di uno dei loro inseguitori con la katana.
Inseguitori che ormai si erano resi conto essere dei veri e propri esoscheletri robotici controllati da dei cervelli alieni che non facevano che ripetere “Kraang!!”.
“Ora però come facciamo a tirarli fuori?!” chiese l’arancione, mettendosi un dito sotto al mento mentre osservava la serratura elettronica della cella “Sono Donnie e Pete quelli bravi in queste cose”
“Vorrà dire che li tireremo fuori alla maniera di Raph” rispose l’altro, calciando via l’ultimo robot rimasto in piedi nel corridoio.
Si pose davanti alla serratura e, proprio come aveva fatto il fratello in rosso poco prima, semplicemente usò la sua arma per squarciare il pannello a metà senza preoccuparsi degli eventuali meccanismi di sicurezza.
Del resto l’allarme era già scattato da un po’ (il che era il motivo per cui lui e Mikey stavano facendo a pezzi robot da dieci minuti buoni), di certo grazie all’irruenza di una certa testa calda …
 
La porta di spalancò con uno sbuffo.
 
“Wow!! Grazie mille … ehm, signori …” disse Gwen uscendo per prima dalla cella “Guerrieri lucertola …?”
“Tartarughe” risposero all’unisono i due.
 
“Tartarughe ninja” precisò Mikey gonfiando il petto con orgoglio.
 
“Dobbiamo uscire di qui, e alla svelta” disse Leo grave “Mikey, manda un messaggio agli altri e dì loro che li abbiamo trovati” seguitò poi, accennando con il capo ai tre umani “Ci incontriamo direttamente fuori …”
 
“YAAAHH!!”
 
“APRIL!!” strillò Gwen quando vide l’amica e suo padre trascinati via da un paio di androidi, venuti dalla porta secondaria della cella.
 
“Accidenti …!!” sibilò Leo facendo per andar loro dietro.
Tuttavia dovette fare un passo indietro per evitare un primo colpo laser d’avvertimento, seguito da molti altri.
“Oh-oh!! Ragazzi dobbiamo filare!!” affermò Mikey afferrando la bionda per il polso e dandosi alla fug- … ehm, ritirata strategica, insieme al fratello maggiore.
Poco dopo, si ritrovarono al di fuori dell’edificio, o quasi.
I due gruppi in fuga si incontrarono al centro del cortile, con ancora una cinta di mura a bloccare loro la strada.
“Tutto bene ragazzi?!” domandò sbrigativamente Leonardo.
“Noi tutto bene, più o meno …” cominciò Peter, tenendo la mano morsa dal ragno nascosta dietro la schiena “Raph?”
“Oh sì, meravigliosamente!!” confermò il focoso con un sorriso soddisfatto sul volto.
Oh, che splendida sensazione spaccare alcune delle teste robotiche che li stavano inseguendo!! Per di più, una volta usciti, aveva prontamente staccato il braccio ad uno degli esoscheletri usandolo per bloccare la porta.
Queste erano soddisfazioni!!
 
“… Ma, l’altra ragazza e il signore?” domandò poi Peter, notando solo Gwen.
 
“No!! Lasciateci andare!!”
 
Il grido di April attirò la loro attenzione verso la piattaforma situata sopra sul tetto della struttura, sulla quale si trovava un elicottero pronto al decollo.
“April!!” sussultò Gwen, guardando i due “Li stanno portando via!!”
“No, non lo faranno” replicò Leo.
Si spostò verso il limitare del muro ed intrecciò le dita tra loro, piegando leggermente le gambe “Ehi Donnie!! E’ la tua bella quella che stanno rapendo, giusto? Quindi perché non ti dai una mossa?!”
“Subito!!” esclamò il viola, capendo al volo cosa volesse fare il maggiore e prese la rincorsa.
Poggiò un piede sulla base creata dalle mani dell’altro, il quale fruttando lo slancio del fratellino gli diede l’ulteriore spinta che gli serviva per farlo arrivare al di sopra della piattaforma dell’elicottero.
 
“Noi intanto ci occupiamo delle guardie rimaste” disse lo spadaccino agli altri che annuirono.
“Stia dietro di noi signorina” aggiunse poi rivolto a Gwen.
 
Peter impugnò la sua kusarigama, pronto a battersi.
Questa volta non avrebbe permesso a quegli affari di coglierlo di sorpresa, morso o non morso lui …
 
… Uno improvviso pizzicore, come una schicchera, proprio all’altezza della nuca lo fece irrigidire per un istante, seguito da una strana sensazione di pelle d’oca lungo tutto il suo corpo.
Qualcosa nel suo profondo, come un antico istinto, urlò nella sua testa.
 
SALTA!!
 
E lui saltò.
 
Uno perfetto salto mortale all’indietro, come mai non era riuscito a fare, accompagnato dall’avvolgimento della catena della sua arma attorno alle caviglie del robot che stava per colpirlo alle spalle con una specie di bastone/teaser.
Dopo di che gli venne automatico tirare la catena verso di sé, facendo cadere rovinosamente al suolo l’esoscheletro meccanico.
Lo bloccò a terra, premendo sulla “gola” e conficcò la lama della kusarigama nella testa, mettendolo fuori uso.
 
Non si rese conto di ciò che aveva fatto finché non sentì il crepitio delle scintille elettriche del robot.
 
“Wow!! Bella mossa fratellino” si complimentò Raph piacevolmente stupito, strappando, senza neanche guardare tra l’altro, di prepotenza il cervello alieno dalla sede di controllo dell’esoscheletro che stava affrontando.
“Alla faccia di chi diceva di essere inutile” concordò Mikey, ghignando prima di lanciarsi all’attacco di altri androidi “Vai così Pete!! BOOYAKASHAAA!!”
  
Peter dal canto suo sbatté le palpebre, incredulo.
“Ma come …?!” mormorò, mentre guardava allucinato il cervello rosa del robot appena sconfitto svegliarsi e scappare via terrorizzato, emettendo buffi versetti striduli.
Si guardò le mani, allucinato.
-Io … io SAPEVO che quell’alieno stava per attaccarmi alle spalle- pensò –L’ho SENTITO!! PRIMA che facesse …-
 
Per non parlare poi del salto mortale che aveva fatto!!
Non era mai stato COSI’ bravo.
 
“Pete, concentrati sulla battaglia!!” lo ammonì Leo, riportandolo alla realtà ed ecco che, in quello stesso momento, un’altra schicchera dietro la nuca, la pelle d’oca e quella voce nella sua mente che gli disse …
 
Spostati di lato!!
 
Nuovamente ascoltò il consiglio, schivando una serie di colpi laser.
 
Nel frattempo Donnie era riuscito in qualche modo ad aggrapparsi al carrello dell’elicottero prima che si alzasse completamente in volo, utilizzando il suo Bo in una sorta di “salto con l’asta”.
“WHOOAAAHH!!” gridò la tartaruga cercando di tirarsi su.
Ovviamente a causa dello sbandamento che la sua presenza stava provocando al mezzo, che in questo modo faceva fatica a prendere quota, le guardie all’interno si accorsero quasi immediatamente di lui.
 
“Oh, grazie ragazzi!! Per un momento ho pensato che sarebbe stato troppo FACILE!!” sibilò sarcastico il viola quando si ritrovò il fucile laser del robot puntato addosso.
Difatti fu tutto fuorché semplice schivare i colpi da una posizione del genere.
 
Sarebbe bastato un nonnulla per precipitare.
 
“Lasciatelo stare!!” sbottò April d’un tratto, alzandosi dalla postazione su cui era stata fatta sedere e, prima che l’alieno potesse reagire, gli diede un’energica spinta.
 
L’androide precipitò di sotto, tuttavia non senza essersi “vendicato” continuando a sparare verso l’alto, nel tentativo di centrare il povero Donnie.
La mira in caduta libera non si rivelò delle migliori, fortunatamente per il ninja …
 
… ma sfortunatamente per APRIL!!
 
Qualcuno dei colpi le arrivò pericolosamente vicino alla gamba, portandola a barcollare fino al limite dello sportello lasciato spalancato.
“Attenta!!” esclamò Donatello.
“No!! April!!” seguì suo padre tendendo la mano verso di lei.
 
Troppo tardi, la giovane cadde.
 
“NO!!” gridò Donnie, mollando la presa sul carrello dell’elicottero e lasciandosi precipitare.
 
Lo slancio, unito al peso superiore, lo portò più avanti rispetto alla ragazza fino a raggiungere il suolo per primo.
Atterrò rotolando su sé stesso, ottenendo così la spinta necessaria per saltare e prendere al volo la ragazza, dopo di che con una serie di spettacolari acrobazie scese giù dalla piattaforma di lancio fin giù nel cortile, dove i suoi fratelli avevano ormai terminato di spaccare robot.
 
“Ufff!! T-Tutto … tutto bene?” domandò Donnie un po’ a corto di fiato dopo quelle sue evoluzioni.
 
“S-Sì, ma …” balbettò la rossa lanciando guardando verso l’alto, più precisamente verso l’elicottero che, privo di pesi sproporzionati finalmente si allontanava.
 
“… Papà” 
 
“Wow!! Donnie sei stato fenomenale!!” si congratulò Peter impressionato, avendo assistito all’intera scena.
 
“Già, ma non abbastanza” rispose piano l’altro mettendo giù April, prima di guardare anche lui verso l’alto.
“Oh, April!!” fece Gwen abbracciando l’amica, che ormai a stento riusciva a trattenere le lacrime.
“Mi dispiace” disse il viola sinceramente.
 
Non era possibile salvarli entrambi.
 
“Faremo meglio ad andare ragazzi” li richiamò Leo, rinfoderando le katana “Non vorrei essere qui quando quegli affari gelatinosi torneranno con i rinforzi”
 
Gli altri annuirono, perfettamente d’accordo.
 
Giusto April restò un momento spaesata quando l’amica, prendendola per mano, la tirò con sé, seguendo la strada aperta loro dai ragazzi.
“Ma … ma mio padre …?” balbettò.
 
“Continueremo a cercarlo April” rispose Donnie per tutti “E’ una promessa!!”

...............................

Sesto capitolo!! ^^
Grazie come sempre alle mie due sostenitrici Kunoichi_Beast e Marlena!!
Sembra che i ragazzi siano finalmente riusciti a salvare le ragazze, specialmente Donnie con la sua spettacolare presa aerea (una delle scene migliori della prima stagione devo dire XD) mentre Peter comincia ad accorgersi che c'è qualcosa di diverso in lui ...
A tal proposito vi avverto che il senso di ragno di Peter "parlerà" in corsivo eheheheh!!
Ci vediamo nel prossimo capitolo!! 

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Capitolo 7
*** Cambiamenti inaspettati ***


Era passata all’incirca una settimana dalla loro prima missione ufficiale ed erano successe tante cose.
 
Il nuovo rifugio trovato da Splinter aveva un disperato bisogno di essere risistemato prima di poterlo considerare, a tutti gli affetti, una vera casa.
Tant’è vero che negli ultimi giorni non erano state poche le volte in cui ragazzi erano tornati tra le macerie di ciò che restava della loro vecchia tana per recuperare quelle poche cose che erano state risparmiate da quei robot tentacolari e …
… A proposito di quegli ammassi di bulloni!!
Donnie e Peter, malgrado avessero fatto le dovute ricerche, alla fine non erano riusciti a scoprire nulla su cosa avesse portato a quella strana, nonché ingiustificata, invasione nelle fogne.
 
Tutto ciò che sapevano era che il brevetto di quegli aggeggi apparteneva, come evava ipotizzato Peter sin dal principio, ad un tale Otto Octavius del quale, tuttavia, non si sapeva più nulla da mesi.
 
Avrebbero voluto saperne di più ma alla fine il maestro Splinter aveva detto loro di lasciar perdere in quanto, almeno in quel momento, non valeva la pena sprecare tempo ed energie a fare ricerche quando avrebbero dovuto impiegarle per mettere su quella che sarebbe stata la loro nuova casa.
 
Gwen ed April erano ritornate dalle loro rispettive famiglie senza lasciar trapelare nulla di quanto fosse loro successo.
 
Gwen aveva giustificato la sua assenza al padre dicendo di aver passato la notte precedente e l’intera giornata a casa della sua amica April, e quest’ultima relegò più o meno la stessa scusa alla zia con in aggiunta la richiesta di permetterle di vivere per un po’ a casa sua per “problemi di lavoro del padre”.
Del resto, se avesse detto che suo padre era stato rapito dagli alieni e che se non fosse stato per quattro tartarughe mutanti e un ragazzo ninja anche lei avrebbe subito la stessa sorte, beh, è facile indovinare come le avrebbero risposto.
 
Giusto?
 
Comunque sia, ciò che importa è che le due giovani accettarono più che volentieri di mantenere i contatti con i ragazzi, specie dopo che Donatello aveva promesso di ritrovare il padre della rossa.
 
Insomma, in tutto quel turbinio di eventi, era indubbio che per i cinque adolescenti si prospettava un periodo di grandi cambiamenti.
 
In particolar modo per uno di loro.
 
La mattina del settimo giorno Peter Benjamin Hamato-Parker aprì gli occhi, notando quasi immediatamente che c’era qualcosa di strano.
La sua nuova camera era sottosopra, LETTERALMENTE.
“Ma che cavolo …?” borbottò un po’ assonnato, grattandosi la testa.
Chiuse gli occhi per un momento, sbadigliando, prima di riaprirli, ed ancora la stanza gli parve sottosopra “… Cos?! WHOAAAHH!!”
Cacciò un urlo quando finalmente di rese conto di essersi svegliato non proprio nello stesso posto in cui si era addormentato.
 
Non era la stanza ad essere sottosopra, bensì era lui che era a testa in giù!!
 
Si era svegliato attaccato al soffitto!!?? Senza indossare gli shuko …?!
… SI ERA SVEGLIATO SUL FOTTUTO SOFFITTO!?
 
Appena il tempo di realizzarlo che perse la presa e cadde.
Se non altro, per fortuna, si trovava proprio al di sopra del letto cosicché il materasso gli risparmiò un doloroso atterraggio sulla schiena.
 
“C-Cosa?! Che …?! Letto, soffitto …?!” balbettò il castano facendo vagare lo sguardo dal primo al secondo e viceversa.
 
Gli ci volle qualche momento per calmarsi tuttavia, per quanto assurdo, non fu la caduta dal soffitto la goccia che fece tra boccare il vaso di piccole, quasi impercettibili, stranezze che avevano caratterizzato quella settimana.
 
Fu qualcosa di gran lunga più sconvolgente, che Peter scoprì solo quando si vide di sfuggita allo specchio.
 
Tre paia d’occhi dal taglio orientale*, completamente verdi senza pupille, iridi e quant’altro lo fissavano dalla superficie riflettente.
Il primo paio erano lievemente più grandi del normale, gli altri invece andavano decrescendo in grandezza poco al di sopra dei primi, anche se c’era da dire che l’ultimo paio risultava ben più difficile da vedere per via della frangia dei capelli.
 
In pratica c’erano quattro occhi in più del normale!!
 
Strillò ancora più forte di prima.
 
Al poveretto ci vollero cinque minuti buoni per calmarsi, mettendosi le mani tra i capelli mentre continuava a fissare la sua immagine a bocca aperta.
 
Bocca da cui tra l’altro, come se non bastasse, scoprì spiccare delle piccole zanne!!
 
-Ok, calmiamoci un attimo!!- si impose Peter, prendendo a camminare avanti e indietro per la stanza –Come dice sempre il Maestro Splinter? Respira profondamente, analizza la situazione con lucidità e le risposte verranno da sé-
 
Inspira ed espira, inspira ed espira.
 
Ok, doveva capire che cosa gli stava succedendo e c’era una sola persona nella tana che poteva aiutarlo …
 
“… YAAAAAHH!!”
 
“DONNIE!! Cavolo, smettila di urlare o ti sentirà tutta la tana!!” imprecò Peter premendosi le mani sulle orecchie “L’unico che dovrebbe avere una crisi isterica qui sono IO, e ho già dato!!”
 
“P-Pete, tu … t-tu … c-come? Quando …?!” balbettò la tartaruga, indicandolo con un dito “… CHE DIAVOLO TI E’ SUCCESSO?!”
 
Peter, il quale era appeso a testa in giù con le ginocchia piegate e le piante dei piedi ben attaccate al soffitto, sospirò prima di lasciarsi cadere, atterrando elegantemente a quattro zampe sul pavimento del nuovo (seppur ancora in via di ristrutturazione) laboratorio che lui e suo fratello erano riusciti a mettere su in quei pochi giorni.
Si avvicinò alla scrivania, torturandosi le mani a disagio.
“Ehm, ecco … ti ricordi quelle specie di ragni alieni? Quelli che abbiamo visto rinchiusi in quelle gabbie di vetro?!” chiese.
 
Donnie annuì, tremando ancora leggermente.
 
“Beh, prima che riuscissimo a scappare dal laboratorio sono stato morso alla mano da uno dei di quelli più piccoli” si osservo le mani “In qualche modo doveva essere uscito dalla sua gabbia, o forse i cervelli alieni lo avevano tirato fuori per fargli qualche esperimento, non lo so!! Fatto sta che …”   
“Ehi!! Frena un secondo” lo interruppe il viola “Fammi capire: Una roba aliena ti morde e tu lo dici solo ORA?!”
“Sì lo so, LO SO!! Ma non pensavo fosse importante ok?!” si difese l’altro, tremando un po’ “Il giorno dopo il segno del morso era già sparito, ed è passata un’intera settimana senza che mi sentissi male o simili, anzi mi sentivo bene” ammise, chinando il capo “Io … io mi dispiace di non aver detto nulla”
 
“Ok, ok va bene” si calmò Donatello, prendendo un profondo respiro “Quindi che cosa pensi ti stia accadendo esattamente?!”
 
Al che Peter riassunse brevemente le strane sensazioni che aveva avuto durante l’ultimo scontro con i robot, la “voce” che gli diceva esattamente quando schivare i colpi o se era in qualche modo nei guai, fino all’assurdo risveglio di quella mattina.
Il tutto senza tralasciare alcun particolare “… E’ per questo che ora sono da te, non ho idea di cosa mi stia accadendo e … e ho paura” concluse il ragazzo tristemente “Cosa diranno gli altri, e il maestro Splinter?”
 
“Ehi!! Va tutto bene Pete” cercò di rincuorarlo il ninja del Bo, poggiandogli una mano sulla spalla “Qualunque cosa sia ne verremo a capo, ok? Proviamo ad analizzare la cosa con metodo, vuoi? Ricordi i cinque punti del metodo scientifico?” propose.
 
Peter lo guardò, inclinando la testa e sbattendo gli occhi (tutti e sei).
 
“L’osservazione, l’ipotesi, la previsione, la sperimentazione e conclusione”
“Esatto!! E che cosa abbiamo osservato fino ad adesso?”
“Beh, che sembra che io stia sviluppando dei poteri simili a quelli di un ragno terreste …?” cominciò il castano, insicuro.
“Ah-ah” annuì la tartaruga esortandolo a continuare intanto che, spostandosi lungo il tavolo con la vecchia sedia girevole dotata di rotelle, apriva il computer portatile (una delle poche cose delicate che erano riusciti a salvare dal vecchio rifugio).
“… poteri che presumibilmente mi sono stati passati dal morso di quel ragno nel laboratorio alieno”
 
“Fin qui non ci piove” concordò Donnie, picchiettando con le dita sulla testiera “Continua”
 
“Dal quel che ho avuto modo di vedere fino ad ora, e come hai visto tu stesso” seguitò Peter “Come i ragni riesco ad aderire alle superfici, ho sei occhi … aspetta!! Ma i ragni ne hanno OTTO di occhi, oddio!! Devo aspettarmi che me ne escano altri due?!” trillò istericamente.
 
“Calma!! Non credo che adess- Pete, i tuoi occhi!!” esclamò la tartaruga di punto in bianco, sbattendo le palpebre stupita.
“Cosa?! Mi sono usciti?!” gracchiò l’altro.
“No, tutto il contrario sono … sono di nuovo normali” mormorò l’altro sorpreso.
 
“… Eh?!”
 
Donatello prese uno specchietto abbandonato dentro ad uno dei cassetti della scrivania e lo mise davanti al fratellino che per la sorpresa aprì la bocca in una piccola "O".
Era vero, i suoi occhi erano di nuovo perfettamente normali!!
 
E soprattutto erano DUE.
 
“Ma come?” Pete prese in mano lo specchietto, tastandosi con una mano la fronte e alzando i ciuffi di capelli per controllare.
 
“Affascinante” si ritrovò a commentare Donnie “Devi averli involontariamente ritirati, ed anche le zanne non ci sono più!! Affascinante!!”
 
“Inquietante!!” replicò l’altro.
 
“Chissà se possiedi anche la FORZA dei ragni” lo interruppe il fratello, facendogli cenno di avvicinarsi al computer “Qui dice che i ragni sono in grado di sollevare 173 volte il loro peso corporeo”
“Wow, sul serio?!” emise il giovane sbattendo le palpebre “Non … non saprei, non ho provato”
 
“Beh, più tardi dovremo farlo” decise Donatello iniziando a gasarsi.
 
Fossero stati in un manga a Peter sarebbe scesa la classica gocciolina dalla tempia.
Insomma, era felice che il fratello stesse prendendo quella storia meglio di quanto si aspettasse ma addirittura fomentarsi …
 
Restarono chiusi nel laboratorio per quasi un'ora e mezza, finché un lieve bussare fece sussultare i due nerd che, presi come erano nei loro studi non si accorsero del tempo passato.
Mentre Donatello si apprestava ad aprire, Peter si premurò di guardarsi nuovamente nello specchietto per essere sicuro che non ci fosse qualcos’altro di … beh, diverso.
“Uh? Leo, che succede?!” domandò il viola trovandosi di fronte il maggiore.
“Ehi, ragazzi!! Mi spiace interrompere … qualsiasi congresso scientifico stiate tenendo lì dentro, ma al telegiornale stanno dando una notizia che credo sia bene sentiate anche voi” informò il leader facendo cenno in direzione del “soggiorno” alzando il pollice dietro le spalle.
 
“Vuoi scherzare?! Non hai idea di che cosa incredibile sta succedendo a Pe-uhppmm …?!”
 
Peter lo bloccò appena in tempo, mettendogli una mano sulla bocca e sorridendo nervosamente verso Leo che inarcò un sopracciglio.
“C’è per caso qualcosa che desiderate dirmi ragazzi?”
Lo chiese ad entrambi, incrociando le braccia sul petto, eppure fu principalmente sul castano che puntò il suo sguardo.
 
“Oooh nulla!! Nulla di importante, sai come è fatto Donnie” rispose subito quest’ultimo “Per lui ogni cosa che facciamo è un’invenzione da premio Nobel”
 
Per un breve istante Leonardo lo guardò con un’espressione che Pete non riuscì a decifrare, finché non sospirò quasi con fare sconfitto, scuotendo la testa.
 
“Molto bene allora, su venite”
 
“Ma che fai?” bisbigliò Donnie interdetto non appena il maggiore si fu avviato.
“Non voglio che qualcun’altro sappia che cosa mi sta succedendo, almeno fino a che non avremo capito esattamente che tipo di … di mutazione o altro sia”
“Sul serio? Ti rendi conto che non riusciremo a tenere nascosta questa cosa a lungo, vero?”
 
“Lo so, ma ora come ora …” lo sguardo di Peter si fece supplicante “… Promettimi che non dirai niente Donnie”
 
Donnie sospirò, prima di annuire.
“E va bene, ma se dovessero venire fuori altre stranezze vuoterai il sacco, chiaro?!” decretò.
 
Peter gli sorrise grato.
 
……………………………
 
*E’ definito occhio orientale il tipo di taglio dell’occhio che quando è aperto la sua palpebra superiore non è interrotta da nessuna piega.
Nel caso di Peter poi gli angoli esterni degli occhi tendono all’insù.
 
TA-DAN!! Scommetto che non vi aspettavate questo tipo di “mutazione”, vero?
Beh, il fatto è che mi stuzzicava l’idea di rendere Peter simile alla Karai dell’universo 2012 (che praticamente possiede tre forme diverse, passando da quella umana a quella per metà serpente, ed infine completamente serpente), ciò significa che altre ai poteri classici di Spidey Peter può contare su questo piccolo up-grave ^^
Spero che vi piaccia l’idea!! 

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Capitolo 8
*** Un'ombra dal passato ***


Poco più tardi, l’intera famiglia si era finalmente riunita davanti alla TV del soggiorno, appena in tempo per assistere ad un’edizione speciale del TG della mattina.
 
Peter, Donnie e Leo presero posto sul divano.
Mikey si trovava già sdraiato a pancia in giù, per terra, davanti al loro, tenendo la testa sollevata con le mani e dondolando le gambe con fare un po’ infastidito (l’edizione speciale aveva interrotto il suo programma preferito!!) mentre Raph, con ancora in mano un peso, aveva interrotto il suo riscaldamento raggiungendoli accanto allo schienale.
 
“Una nuova scomparsa nel panorama scientifico-industriale della grande mela” esordì l’inviata del telegiornale.
“Dopo il capo della divisione tecnica della Oscorp Industries, Otto Octavius, questa volta ad essere stato preso di mira non è altri che il fondatore e capo di ricerca dei laboratori StockGen, Baxter Stockman scomparso ieri notte dalla sua abitazione …” seguitò intanto che, in alto a destra, veniva mostrata l’immagine dello scomparso sullo sfondo della StockGen.
 
I ragazzi si scambiarono un’occhiata tra loro, perplessi.
 
“Beh, se non altro questo ci conferma che ciò che ci ha detto Snake è vero” commentò Raph appoggiandosi con il gomito sulla spalliera del divano.
 
“Tutte queste personalità del mondo scientifico …” mormorò Donnie.
“Non possono che essere stati i Kraang” considerò Leo, socchiudendo le iridi scure “Questo spiegherebbe anche perché le autorità competenti sembrino non sapere che pesci pigliare”
“Non hanno fatto parola riguardo il padre di April” notò Peter, inclinando la testa di lato.
 
“Beh, un semplice psicologo fa meno notizia di due famosi scienziati specie quando uno dei due possiede uno dei più importanti centri di ricerca di New York …” sospirò Donnie, incupendosi.
 
Aveva promesso ad April che l’avrebbero aiutata a trovare suo padre, ma tra la ristrutturazione del loro nuovo rifugio, gli allenamenti e quant’altro era passata già una settimana senza che avessero trovato niente.
Leo lo notò e gli appoggiò una mano sulla spalla, sorridendo comprensivo.
“Stiamo facendo tutto il possibile per rintracciare Mr. O’neil Donnie, TU stai facendo tutto il possibile” disse “Vedrai che lo troveremo”
 
“Speriamo, visto che stiamo spendendo tutto il nostro poco tempo libero cercando in giro per New York” brontolò Mikey, rotolando pigramente sul pavimento.
 
“C’è un motivo se lo stiamo facendo Mikey” replicò l’azzurro pazientemente “Ogni volta che pediniamo i Kraang è una possibilità per trovare il padre della nostra amica”
 
“Leonardo ha ragione figli miei” concordò il maestro Splinter “Al momento non c’è altro che possiate fare se non aspettare e tenervi pronti, la pazienza è una virtù per il guerriero forte e saggio” seguitò avviandosi verso il dojo “Il che mi ricorda che è ora del vostro allenamento mattutino”
 
“Hai, Sensei!!” annuirono in coro le quattro tartarughe, venendogli dietro.
 
Peter prese il telecomando del televisore così da poterlo spegnere, tuttavia, proprio quando stava per premere sul tasto “Off” con il pollice …
“E ora restituiamo pure la linea a- … aspettate!!”
… Si interruppe il conduttore del TG, portandosi un dito all’orecchio, premendo sull’auricolare.
“Ci hanno segnalato che in questo preciso momento sta avendo luogo un travagliato inseguimento della polizia nei confronti di un rapinatore che ha appena rapinato un negozio di alimentari …!!” affermò il giornalista prima che la sua immagine venisse coperta da uno sfondo composto dalla foto segnaletica del rapinatore, evidentemente già noto alle autorità.
 
Peter perse un battito.
 
“No, non può essere …” balbettò il castano, indietreggiando di un passo “… Quella f-faccia …? No!! Non può essere LUI …”
 
La foto mostrava un uomo di trentasette anni, mediamente alto, robusto e dalla pelle leggermente abbronzata.
Aveva i capelli biondo scuro, lisci, e gli occhi castano chiaro.
Ma ciò che fece paralizzare il giovane ninja sul posto fu il tatuaggio che vide spiccare sul polso sinistro, una semplice stella a cinque punte in inchiostro scuro.
 
Al ragazzo sembrò di tornare indietro nel tempo.
 
In poco più di un istante si rivide bambino.
Aveva da poco compiuto cinque anni e stava giocando con una macchinina radiocomandata sul pavimento della sua cameretta in compagnia di zia May.
Era una serata tranquilla, come tante altre, quando improvvisamente si udirono una serie di forti rumori provenire dal piano inferiore della casa.
Tonfi, botti, perfino stridii, sembrava quasi che si stesse volgendo una specie di lotta.  
 
Ad un certo punto udirono anche la voce di zio Ben, gridare qualcosa che Peter non riuscì a ben capire.
 
Sua zia dall’altro canto sembrò aver capito benissimo.
Tanto che prese il piccolo Peter e lo spinse a strisciare sotto il suo letto, intimandogli di restare in silenzio.
“Qualunque cosa accada tesoro” aveva sussurrato la donna portandosi un dito alle labbra, visibilmente spaventata “Resta nascosto, e non fare alcun rumore …”
 
BANG
 
Il suono secco di uno sparo le bloccò le parole in gola, facendole dilatare gli occhi per l’orrore.
 
“Oh no, B-Ben …” aveva appena avuto il tempo di mormorare il nome di suo marito, prima che la porta della cameretta venisse violentemente sfondata.
 
“… Dennis Carradine era uscito di prigione un mese fa” riprese il conduttore, strappandolo da quei terribili ricordi, mentre tornava in sovra-impressione rispetto all’immagine del criminale, che invece rimpicciolì fino ad occupare un angolo dello schermo.
 
“No, no …” Peter si mise le mani tra i capelli, pregando mentalmente di starsi sbagliando o di aver capito male.
Non poteva essere lui!! Non poteva essere …
“Dopo aver scontato dieci anni per l’omicidio dei coniugi Parker durante una rapina finita male nella loro vecchia casa”
 
Fu come ricevere una secchiata d’acqua gelida all’improvviso.
 
Leonardo osservava la scena da un angolo lontano con un’espressione triste e preoccupata sul volto.
 
Si era accorto subito che Peter non li stava seguendo nel dojo e lo avrebbe chiamato se non avesse sentito anche lui l’ultima frase detta dal giornalista.
L’uomo che aveva ucciso i suoi zii, tutto ciò che era rimasto della sua famiglia, era libero.
Quell’uomo gli aveva rovinato la vita ed era stato rilasciato dopo una pena che era stata troppo breve per essere vera.
Non solo era libero ma anziché fare ammenda, anziché cercare di tornare sulla retta via, la prima cosa che quel verme aveva fatto a distanza di un mese era stato rapinare un negozio.
 
Una serie di emozioni attraversarono il viso del ragazzo: Shock, dolore, rabbia …
 
L’azzurro lo vide perfino stringere i pugni così forte da farsi sbiancare le nocche, ma essendo di spalle ciò che non vide furono i quattro occhi in più spuntare da sotto le palpebre, ed i canini allungarsi in piccole zanne velenifere.
 
Per fortuna fu una questione di pochi attimi.
Peter inspirò rumorosamente dal naso, chiudendo gli occhi e cercò di calmarsi, per quanto gli fosse possibile.
 
“Peter …” decise di farsi avanti Leo, andandogli vicino.
 
Non si aspettò di vedere il fratellino sorridergli quando di volto verso di lui, anche se era evidente che si trattasse di un sorriso forzato.
“Ehi Leo, scusa” disse, scuotendo piano il capo “Mi ero incantato un attimo davanti al telegiornale, andiamo ad allenarci?!” chiese pensando che il maggiore, accortosi della sua assenza, fosse tornato indietro per chiamarlo.
Non pensava che anche l’altro avesse sentito il servizio sull’assassino dei suoi zii.
 
Prima che il leader potesse rispondere, Peter si avviò verso il dojo lasciandolo indietro.
 
-Oh Pete- pensò Leo sinceramente dispiaciuto.
 
Il resto della giornata passò più o meno tranquillamente, fra gli allenamenti, i battibecchi tra Raph e Mikey e i restanti lavoretti per mettere su la nuova tana.
 
Peter fu molto bravo a far finta di nulla, Leo dovette concederglielo.
Probabilmente se non avesse sentito lui stesso il servizio di quella mattina, non avrebbe notato nulla di anomalo nel comportamento del fratellino.
Certo, c’era sempre quella piega dura delle labbra, le palpebre che si assottigliavano quanto pensava di non essere visto e lasciava che le emozioni avessero la meglio su di lui, ma nulla che eventualmente non fosse in grado di giustificare ammontando qualsivoglia scusa.
 
Poi giunse la sera, ed ognuno dei ragazzi si ritirò nelle rispettive stanze per concedersi quelle tre, quattro ore di riposo in previsione della ronda notturna.
 
Tutti eccetto uno.
 
Peter passò la prima mezz’ora a lavorare su una vecchia radio che lui e Donnie aveva recuperato una volta dalla discarica.
Si erano ripromessi di ripararla, ma erano successe così tante cose che alla fine non ci avevano più pensato …
… almeno fino a quel momento.
All’apparecchio bastò qualche piccola modifica per far sì che captasse le frequenze riservate della polizia, e il giovane passò la mezz’ora successiva a passare da una frequenza all’altra nella speranza di trovare ciò che gli interessava.
 
“28-02, 28-02” esclamò d’un tratto una voce maschile, sicuramente quella di un agente “E’ stato avvistato il fuggitivo Dennis Carradine, tra la 35esima e Broadway, si sospetta che il malvivente sia armato e pericolos- …”
 
Peter spense bruscamente la radio.
Scattò in piedi ed andò ad aprire il vecchio baule dove teneva i suoi vestiti, inclusa la tenuta ninja che usava per allenarsi, posto davanti al letto.
Poco dopo era già pronto per uscire.
 
Uscire a caccia dell’assassino dei suoi zii …
… e in quel momento Leo seppe di aver fatto bene a restare di vedetta.

.......................

Ottavo capitolo ^^
Leggermente più corto degli altri mi sa, ma spero che vi sia piaciuto ugualmente XD
Nei fumetti, così come nelle serie animate fatto fino ad ora non si sa per certo quale sia il nome del ladro, che Peter avrebbe potuto fermare e non l'ha fatto, responsabile dell'omicidio di zio Ben.
Mi pare di aver capito che il nome sia stato svelato nel terzo film della triologia di Raimi, quindi ho pensato di usare quello.
Povero Peter ç_ç
Ringrazio come sempre le care Kunoichi_Beast, Marlena_Libby e infine reing_00evil per le loro recensioni e sostegno!! ^^

PS
Un piccolo parere: Vuoi come vedreste Spidey invischiato in un triangolo con Gwen e SHINIGAMI delle TMNT 2012?! No, perché io sinceramente ci sto facendo un pensierino.

 

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Capitolo 9
*** Da grandi poteri ... ***


Peter si sistemò meglio la sciarpa intorno al collo, alzandola fin sopra al naso mentre si guardava intorno circospetto.
 
Il suo senso di ragno gli assicurò che il maestro Splinter era a meditare nel dojo, mentre i suoi fratelli si erano ritirati ognuno nella propria stanza.
Nessuno lo avrebbe fermato.  
Abbandonò la tana senza fare il minimo rumore, in perfetto stile ninja.
Sensei ne sarebbe stato orgoglioso!! Del motivo per cui lo stava facendo invece? Beh, forse lo sarebbe stato un po’ meno …
 
… Peccato che il suo allievo più giovane non fosse nello stato mentale adatto per rifletterci.
 
Percorse in corsa un breve tratto fognario, finché non avvistò il primo tombino disponibile per salire in superficie.
 
Da lì in avanti trovare Carradine si dimostrò più facile di quanto si aspettasse.
 
Gli bastò seguire la scia di luci e sirene della polizia.
Tre volanti per la precisione, tutte all’inseguimento di un’auto vecchio modello color crema con cofano e parabrezza vistosamente ammaccati ed incrinati per via della corsa spericolata del conducente, che l’aveva portato a investire banchi di venditori ambulanti ed oggetti vari.
Peter seguì il tutto dall’alto dei tetti, saltando con velocità ed agilità superiori a quando gli anni di addestramento ninja lo avessero portato grazie ai suoi poteri.
Forse venire morsi da quel ragno non era stato poi così negativo.
Quattro occhi in più e le zanne erano un piccolo prezzo da pagare se ciò gli avrebbe permesso di mettere le mani su quell’assassino!!
 
Il giovane saltò, atterrando direttamente sul muro del palazzo davanti per poi arrampicarsi con facilità sul cornicione soprastante, il tutto senza l’utilizzo degli shuko.
 
Chi aveva più bisogno degli shuko?!
Ora che le sue stesse dita gli permettevano di aderire a qualsivoglia superficie in modo di gran lunga più efficacie?! Tuttavia, anche così dovette riconoscere che non sarebbe riuscito a stargli dietro a lungo.
 
Era giunto il momento di arrestare la corsa di quel bastardo.
 
Peter tirò fuori da sotto la casacca un paio di shuriken e, dopo essersi calcolato brevemente distanza ed angolazione, spiccò un balzo, lanciando allo stesso tempo i dardi affilati contro una delle ruote posteriori dell’auto di Carradine.
Gli shuriken affondarono nella gomma quasi per metà, bucando il pneumatico e facendo perdere così il controllo del mezzo al criminale, che andò a sbattere contro il cancello di un vecchio edificio in disuso, dalle parti del molo.
Per sua fortuna quest’ultimo era riuscito a rallentare in vista dell’impatto pertanto riuscì ad uscire dall’auto senza troppi danni, prima che arrivassero le volanti della polizia.
 
Non sapendo dove scappare, si introdusse nell’edificio.
 
“Ehi amico!! Non abbiamo intenzione di aspettare qui tutta la notte!!” si fece sentire uno degli agenti, appena sceso dalla sua volante con un megafono in mano “Sii furbo, e collabora!! Abbiamo allertato le pattuglie del molo, il che significa che sei circondato e se ci costringerai ad entrare ti assicuro che NON sarà piacevole!!”
 
Carradine ringhiò, spiando i poliziotti dall’angolo di una finestra rotta.
“Dannazione!!” imprecò caricando la pistola, l’unica arma che aveva con sé “Devo uscire di qui, in un modo o nell’altro”
 
“Tu guarda che combinazione” sibilò d’un tratto una voce dall’alto “Stavo pensando la stessa, identica, cosa …”
Il rapinatore alzò la testa di scatto, sgranando gli occhi.
“… ASSASSINO!!”
 
Sei occhi verdi lo fissavano nel buio del magazzino.
 
BANG!! BANG!!
 
Due colpi di pistola, uno subito dopo l’altro …
… Nessuno dei due andò a segno.
 
Peter avvolse la catena della kusarigama attorno la pistola del criminale e la tirò verso di sé, strappandogliela dalle mani.
Dopo di che fu facile atterrarlo, anche troppo facile.
Così facile che il sedicenne provò un profondo senso di disgusto quando, dopo aver gettato finalmente Carradine a terra, lo osservò piagnucolare cercando di strisciare lontano.
 
Non sembrava neanche la stessa persona di quella sera …
 
… Eppure lo era.
 
Dio, come poteva un simile verme avergli tolto così tanto?!  
“T-Ti prego b-basta!!” implorò quest’ultimo, rimettendosi in piedi a fatica “Non f-farmi del m-male, solo … dammi u-una possibilità!! Dammi una possibilità!!”
 
Una possibilità?! Voleva una …
 
Per qualche, paradossale, secondo il ragazzo rischiò sul serio di scoppiargli a ridere in faccia.
 
“Una possibilità dici, e i miei zii?!” esalò, tremante di collera a malapena trattenuta “A loro hai dato forse una possibilità?! Eh?!”
Lo afferrò, con ambo le mani, per il colletto della felpa che indossava e lo sbatté con quanta più forza possibile contro la superficie della colonna accanto.
“EH?! GLIEL’HAI HAI DATA?!” esplose infine.
Il rapinatore si lasciò scivolare di schiena lungo la colonna con un gemito addolorato.
“Z-Zii?!”
“May e Ben Parker, questi nomi non ti dicono NIENTE?!” ringhiò il castano fissandolo dall’alto in basso “Ti importa così poco della vita altrui da non ricordare neanche i nomi di chi hai ammazzato?!”
“P-Parker …?” replicò l’altro, sorpreso “Ma … m-ma perché mai? Che cosa c’entri TU con loro?!”
 
Peter rispose con un energico calcio allo stomaco.
L’uomo si piegò in due, reggendosi a malapena con una mano a terra e l’altra premuta sulla zona offesa.
 
“Erano brave persone” sibilò il giovane “Erano tutto ciò che restava della mia famiglia e tu le hai uccise!!” lo tirò su, premendolo contro la colonna “Perciò dimmi perché non dovrei ammazzarti qui, ADESSO …?!”
Un fascio di luce biancastra passò attraverso le finestre del molo, illuminandoli entrambi per pochi momenti prima di spostarsi.
“La tua f-famiglia …? Aspetta, non dirmi che …” Carradine sgranò gli occhi nella realizzazione “… Tu sei il moccioso che ci avevano ordinato di catturare?!” 
Peter, il quale aveva già caricato indietro il pugno con l’intento di colpirlo ancora si irrigidì.
 
“Cosa …?! Che diavolo vai blaterando?!”
 
“Un lavoretto facile, facile, mi avevano detto” sbottò l’altro storcendo la bocca pensando a quel periodo di undici anni prima “Mi avevano pagato affinché tenessi d’occhio la vostra stupida casa, e trovare il momento migliore per farli entrare” seguitò “Non immaginavo che mi avrebbero usato come capro espiatorio se le cose non fossero andate come programmato” 
 
A Peter ci vollero diversi momenti per assimilare tutte quelle informazioni.
 
“Chi … chi ha organizzato una cosa simile? Perché?!”
Per la prima volta da quando lo stava pestando, il bastardo incurvò le labbra in un sorriso viscido.
 
“E perché mai dovrei dirtelo?”
 
PESSIMA scelta di parole.
 
L’adolescente digrignò i denti e stringendo la presa sul malvivente lo trascinò davanti all’ambia finestra che dava sul molo.
 
Lo sbatté contro la vetrata con forza tale da spaccare il vetro, per poi lasciarlo dondolare nel vuoto.
“Arrghh!! C-Cosa?! Che pensi di fare …?!” squittì Carradine spaventato.
 
“Te lo chiederò un’altra volta” affermò piano il giovane “CHI è stato?!”
“N-Non … non lo so!!” confessò l’altro in preda al panico “Non mi è mai stato detto il suo nome, i soldi mi venivano dati in contanti e …”
“Bugiardo” sibilò Peter.
“… NO!! E’ la verità, lo giuro!!”
 
Ci fu un breve momento di silenzio.
Momento in cui il castano pensò che, forse, arrivati a quel punto, non avrebbe mai saputo la verità su ciò che accadde quella maledetta notte in cui Carradine uccise i suoi zii, né avrebbe scoperto chi fosse stato il mandante e ciò le rese ancora più furioso e amareggiato.
“Beh, se le cose stanno così” mormorò il giovane “Allora non abbiamo più nulla da dirci, giusto?”
 
“NO!! NO!! Ti prego!!” prese a strillare l’uomo come sentì la presa di Peter sulla sua felpa allentarsi.
Davvero lo avrebbe lasciato cadere nel vuoto!!??
 
“NO, Peter!! NON FARLO!!”
 
Quelle parole, gridate da una voce familiare, sortirono l’effetto di una doccia fredda sul castano che si voltò di scatto
“Cosa, LEO …?!” Peter sbatté le palpebre, sorpreso quando vide apparire il fratello.
 
Il ninja dalla maschera azzurra alzò le mani all’altezza del petto ed avanzò di un paio di passi, con cautela, non volendo rischiare di innervosire ulteriormente il fratello minore almeno finché avrebbe tenuto quell’uomo in bilico.
Aveva assistito all’intera scena, promettendosi di intervenire solo se fosse stato assolutamente necessario.
 
“Leo?” ripeté Peter, socchiudendo gli occhi “Cosa ci fai …? Da quanto TEMPO sei qui?!” 
 
“Abbastanza da sapere per quale motivo stai facendo penzolare quel verme fuori dalla finestra dal quarto piano di un palazzo” rispose l’altro con calma.
“Non provare a fermarmi Leo” ribatté il ragazzo, lanciando un’occhiata carica di odio verso Carradine “Questa cosa riguarda solo me, tu stanne fuori!!”
 
“E permetterti di fare una cosa di cui so per CERTO che poi ti pentiresti?!”
 
Lo spadaccino scosse la testa.
“No Pete, non posso farlo!! Ascolta, so che sei ferito e arrabbiato, e che questa persona” dovette fare uno sforzo immenso per non calcare l’ultima parola con eccessivo disprezzo “Probabilmente merita tutto quello che gli sta accadendo, probabilmente merita la morte ma voglio solo che rifletti un momento …” continuò avvicinandosi ancora.
Il minore sibilò in avvertimento, scoprendo le zanne.
“… Uccidere quest’uomo non riporterà indietro i tuoi zii, ne cancellerà tutto il dolore che hai provato in questi anni”
“Tu non sai …!!” fece per replicare l’altro, salvo poi essere interrotto dalla tartaruga.
“Oh no, credimi IO lo so!!” ribatté l’azzurro serio “So cosa stai provando, perché era da me che venivi ogni volta che avevi gli incubi, era nel mio letto che ti riaddormentavi … ” le labbra assunsero una piega malinconica al ricordo “... Ed era sempre con ME che ti confidavi”
 
Peter non rispose, limitandosi a passare lo sguardo da Carradine a Leonardo e viceversa, lentamente.
Le spalle gli tremavano, mentre la vista cominciava a risultargli acquosa.
 
Era vero, ogni singola parola.
 
“Per questo so che i tuoi zii erano davvero breve persone” riprese Leo “Che non avrebbero mai voluto che loro nipote diventasse esattamente come l’uomo che li ha uccisi, un assassino”
“Dopo tutto quelle che quest’uomo mi ha fatto” ringhiò appena Peter “Dovrei semplicemente lasciarlo andare così?”
“Nessuno dice che devi lasciarlo andare” precisò il leader “Semplicemente lascialo alla polizia, il maestro Splinter dice sempre che ci sono momenti nella nostra vita in cui è nostro dovere e privilegio scegliere che tipo di persone vogliamo essere, beh QUESTA è una di quelle volte!! Ciò significa che sta a te scegliere se vuoi essere come lui …” indicò Carradine “… O come i tuoi zii, e in entrambi i casi io non ti fermerò”
 
Dettò ciò Leonardo face qualche passo indietro, volendo provare la sincerità delle sue parole al fratellino.
Era serio quando aveva detto che qualunque cosa avesse deciso di fare Peter non lo avrebbe fermato, poiché spettava a lui, e soltanto a lui, scegliere chi volesse essere ed affrontarne le conseguenze.
 
Passarono diversi momenti in cui la tensione nell’aria era tale da risultare quasi una cosa fisica.
Poi Peter finalmente scelse.
 
Gettò Carradine dentro l’edificio, mandandolo a sbattere di testa contro la stessa colonna di prima.
 
Il colpo fu tale da fargli perdere i sensi.
 
Il ragazzo abbassò lo sguardo, tremando ancora più forte finché le gambe non cedettero facendolo cadere in ginocchio.
Le spalle scosse da singhiozzi, intanto che si premeva le mani sugli occhi.
 
Fu allora che Leonardo andò ad inginocchiarsi accanto a lui e lo abbracciò forte, lasciando che si sfogasse.
“Ssssh Pete, va tutto bene” tubò dolcemente, accarezzandogli la testa.
“Mi dispiace …” singhiozzò l’altro “… Credevo … c-credevo che una v-volta trovato l’assassino d-dei miei zii sarebbe stato più facile!! H-Ho visto il servizio al t-telegiornale e non ci ho visto p-più …”
 
“Lo so fratellino, lo so” sussurrò lo spadaccino “Ci vuole forza e tanto, tanto coraggio a lasciare andare i propri demoni, sono fiero di te”
 
Restarono così per un po’, lasciando a Peter il tempo di tranquillizzarsi abbastanza da permettere a Leonardo di lasciarlo per andare ad occuparsi di Carradine.
Usò dei vecchi cavi trovati lì intorno per legarlo dopo di che, una volta assicurata l’altra estremità alla colonna, lo gettò giù dalla finestra, lasciandolo penzolare come un salame davanti agli sguardi sbigottiti dei poliziotti lì sotto.
 
“Coraggio Pete” disse l’azzurro, aiutandolo ad alzarsi in piedi “Torniamo a casa, gli altri saranno preoccupati”
 
“Va bene” mormorò il castano affiancando il fratello.
 
“Leo?”
“Sì?”
“Grazie”
 
“Di niente Otouto, per stanotte niente ronda …” decise il maggiore, sorridendo “… E magari domani tu e Donnie potrete spiegarmi come diavolo fai ad avere SEI occhi invece di DUE”
 
“EEH?!”
 
…………………………………
 
Nono capitolo, scusate se ci ho messo un po’ ma mi ero un attimo …
… Come si dice? Impappinata, boh?!
Comuuuunque!! Spero che questo momento Angst/fluff tra Leo e Peter vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo e forse ULTIMO capitolo di questa storia.
Sì, avete capito bene!!
Ultimo capitolo, in quanto è mia intenzione creare una vera e propria SERIE apposita per questo crossover (cavolo se mi sta prendendo ragazzi!! XD).
L’universo TMNT e quello Spiderman (Marvel) sono entrambi immensi e ricchi di personaggi e situazioni interessanti, ed ho pensato che sarebbe stato un peccato sacrificare alcune cose rispetto ad altre per una storia sola.
Spero che comprenderete la mia scelta.
 
Detto ciò ringrazio come sempre Kunoichi_Beast, Marlena_Libby e Reign_00evil!!
Ci vediamo nel prossimo capitolo gente!!

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Capitolo 10
*** ... grandi responsabilità ***


Cara Shinigami.
Lo so, sono passati quasi tre mesi dall’ultima volta che ti ho scritto e mi dispiace.
 
Ma se solo sapessi quante cose pazzesche sono successe in questi due mesi!!
Beh, allora lascia che dia un sunto: “Come ho trascorso le vacanze estive” di Peter Benjamin Hamato/Parker.
Potrei riassumerle con un nome solo …
 
… SPIDERMAN!!
 
***
 
“SI’!! SI’!! SIII’!! Ce L’HO fatta!!”
“Ehm, ce L’HAI fatta?!”
 
“Ok, ok, Donnie ce L’ABBIAMO fatta!!”
 
Donatello si picchiettò il mento, osservando soddisfatto i risultati della formula per l’adesione molecolare su cui lui e Peter avevano lavorato.
Certo, ci erano volute due settimane intere di lavoro ma ne era valsa la pena.
 
“Wow!! Questa roba è molto resistente, ed elastica!!” trillò il ragazzo con fare esagitato, pizzicando il filo sottile, sparato dal piccolo marchingegno che avevano fissato sul tavolo da laboratorio, come fosse la corda di una chitarra “Pensi che potremmo intervenire in modo da renderla più o meno elastica?”
“Non saprei Pete, per saperlo dovremo sperimentare” rispose il viola pensoso, toccando il filo.
“Devo ammetterlo Donnie, avevi ragione!!” esultò Peter, saltellando intorno al fratello maggiore che scosse il capo divertito.
Era proprio su di giri!!
 
Se già lui, che in genere era un ragazzo tranquillo, reagiva in quel modo, non osava immaginare cosa avrebbe fatto Mikey una volta che avrebbero reso partecipi della loro invenzione anche gli altri.
 
“Ci pensi?! Finalmente Spiderman ha la sua RAGNATELA!!”
 
“Già, non avrai le tue ragnatele organiche ma se non altro quel ragno alieno ti ha passato un’istintiva conoscenza nel combinare determinati enzimi su cui potessimo lavorare” commentò il ninja del Bo “L’estremità del filo è completamente adesiva, come colla potente, ma i lati sono solo viscosi”
“Ma non TROPPO viscosi” precisò il castano.
“Abbastanza appiccicosi da tenere” concordò l’altro ridacchiando “E questo … spara-ragnatele, geniale!!”
 
I due si diedero il cinque (o nel caso della tartaruga, il TRE).
 
“Non vedo l’ora di farci un giro di prova” affermò Peter strofinandosi le mani “Ehi, pensi che potrei sostituire la catena della mia kusarigama con un filo di ragnatela? Solo più resistente?!”
“Rallenta Pete!!” cercò di rabbonirlo il fratello, alzando le mani “Dobbiamo ancora fare qualche test, ma possiamo pensarci ok?”
 
***
 
Pensa, il “grilletto” dei miei spara-ragnatele è un elettrodo sensibile che sta nel polso.
Richiede un’esatta pressione del medio e dell’anulare per sparare e in questo modo non rischierò di attivarli accidentalmente quando serro la mano o afferro qualcosa.
 
L’unico difetto è che si dissolve nel giro di un’ora, o giù di lì, essendo biodegradabile proprio come una vera tela di ragno.
 
Ok basta, sto andando fuori tema.
Comunque, dicevo, sono felice che gli altri abbiano preso bene la faccenda dei poteri e tutto.
Sì, beh, alcuni di loro anche TROPPO.
 
Indovina un po’ di chi si tratta?
 
***
 
“Per l’ultima volta Mikey, io non mi metterò mai, e dico MAI, quella calzamaglia, CHIARO??!!”
 
“Ma Pete, avresti il coraggio di rendere vano tutto il mio duro lavoro?!” piagnucolò Michelangelo venendogli dietro, sventolando la parte superiore di quello che, secondo lui, avrebbe dovuto essere il suo costume da supereroe.
 
Una calzamaglia in spandex, su cui l’arancione aveva lavorato cucendola in segreto nella sua cameretta.
 
Non era che a Peter non piacesse, era ben fatta o comunque sia alquanto “Rappresentativa”, rossa e blu, con le parti in rosso ricoperte da un motivo a ragnatela su maschera, petto, spalle, guanti e calzature.
Al centro del petto, e quindi della ragnatela, spiccava l’icona di un ragno.
Gli occhi della maschera erano costituiti da delle lenti riflettenti bianche dalla forma vagamente a goccia (che Peter doveva ancora capire dove caspita se le fosse procurate).
Tocco finale era dato dalla sua sciarpa bianca, su cui Mikey aveva ricucito altre ragnatele, e di cui aveva fatto a brandelli l’estremità svolazzante così da dare l’effetto di una ragnatela strappata al vento …
… Ok, doveva ammetterlo.
 
Davvero un gran bel lavoro, il che fu il motivo per cui dopo quasi quattro giorni di suppliche ininterrotte da parte della tartaruga Peter finì con l’accettare di provarla.
 
***
 
Non pensavo che i costumi aderenti fossero così comodi, per non parlare poi della libertà di movimento.
Il tessuto è avvolgente ed elastico, sembra quasi una seconda pelle.
 
Dovresti vederlo!!
 
Mi è anche più comodo avvolgere la catena della kusarigama attorno alla vita senza l’impiccio della felpa e …
Accidenti, sono uscito di nuovo fuori tema, eh?
 
***
 
“Il Diavolo di Hell’s Kitchen colpisce ancora!!”
“Il Diavolo di CHI?!”
 
“Il Diavolo di Hell’s Kitchen!!” ripeté Mikey sventolando il foglio di giornale che stava leggendo, seduto sul bordo del cornicione.
“Intendi la leggenda metropolitana?” domandò Leo, inclinando la testa da un lato.
“Macché leggenda!!” ribatté l’arancione indignato “Questo tipo esiste, un ragazzino è riuscito perfino a fotografarlo” seguitò convinto, mostrando l’immagine presente sulla prima pagina.
“Mi sa che ha bisogno di una fotocamera nuova perché la risoluzione è pessima” commentò Donnie.
“Infatti, si vede a malapena un’ombra nera nel nero” sbuffò Raph incrociando le braccia sul petto “Quella roba potrebbe essere chiunque …”
 
“… O potrebbe essere il nostro PETER” suggerì il ninja dei nunchaku, lanciando un’occhiata maliziosa in direzione del nominato, che a quelle parole quasi gli andò di traverso l’aranciata.
 
“C-Che?!” tossicchiò il castano battendosi il pugno sul petto.
 
“Andiamo, pensavo che ormai fosse chiaro che cosa devi fare” brontolò Michelangelo, alzando gli occhi al cielo.
“Perché pensi ti abbia fatto un costume?”
 
“Oddio, non dirai sul serio?!” replicò l’altro capendo finalmente dove volesse andare a parare il minore.
“Fermi un attimo, che cosa centra la nuova tenuta di Pete con il Diavolo di Hell’s Kitchen?” si intromise Donnie.
 
Peter sospirò “Mikey si è messo in testa che dovrei diventare un supereroe …”
 
“Che cosa?!” sbottarono gli altri tre, fissando l’arancione.
“Mikey, esattamente che cosa ti è sfuggito del discorso del maestro Splinter sul fatto che un ninja deve mantenere segreta la sua presenza?!” aggiunse poi Leonardo, guardando severamente il fratellino. 
“Ma non capite?! Per qualche motivo Peter a ricevuto dei grandi, FIGHISSIMI, poteri!!” replicò Mikey “E’ un segno del destino!! Tutti sanno che da grandi poteri derivano GRANDI SUPEREROI-… Ahio!!” 
“Piantala, non siamo mica in un FUMETTO!!” affermò Raphael, interrompendo il suo discorso con una sberla dietro la nuca.
 
***
 
E credimi, so che sembra una cosa stupida, ma è cominciato tutto così, da una discussione apparentemente senza importanza.
Una discussione che però mi ha fatto pensare.
 
Ho ripensato alla notte in cui sono andato a cercare l’assassino dei miei zii.
Se non fosse stato per Leo non so davvero cosa avrei fatto, e ciò mi spaventa, voglio dire: Avrei davvero finito con l’usare questi fighissimi (come dice Mikey) poteri per uccidere una persona?
Il maestro Splinter dice che la via del Bushido è la via dell’onore e della giustizia.
 
Quella notte per un soffio non sono uscito da quella via.
 
A quel punto mi sono reso conto che avrei dovuto usare questi poteri per qualcosa di meglio, qualcosa di BUONO.
 
***
 
“Ti rendi conto che il maestro Splinter ci ammazzerà non appena scoprirà questa cosa, vero Pete? Ammazzerà te per esserti mostrato in piena luce del giorno e me per non avertelo impedito” brontolò Leo, passandosi una mano sul volto.
“Che cosa avrei dovuto fare secondo te? Lasciarli rapinare il negozio e scappare via?!” ribatté il castano sfilandosi la maschera con un gesto seccato.
“Ha ragione Fearless, non essere così melodrammatico” intervenne Raph “Quei teppisti avevano proprio bisogno di una bella lezione, avrei voluto pensarci io” disse facendo cozzare i pugni fra loro.
 
“Può darsi, ma adesso per strada cominceranno a circolare voci …” sospirò Donnie.
 
Peter sbuffò.
“Sentite ragazzi, so che è pericoloso e non vi chiedo di esporvi come sto facendo io” affermò con sicurezza.
“Ma DOVEVO farlo, capite?!”
 
“Infatti, doveva!!” gli diede man forte Michelangelo, salvo poi beccarsi un’occhiataccia da parte del leader.
 
“Leo …”
 
Leonardo spostò la sua attenzione nuovamente su Peter, il quale stava appoggiato al bordo del cornicione, guardando giù in strada dove alcuni poliziotti si stavano occupando dei due delinquenti svenuti.
 
“… Tu stesso mi hai detto che a volte nella vita ci sono momenti in cui dobbiamo scegliere che tipo di persone vogliamo essere” mormorò il ragazzo, passandosi una mano dietro la nuca “Non potevo lasciare che rapinassero questo negozio, erano solo degli idioti armati di pistola e probabilmente avevano più paura loro di quello che stavano facendo che gli stessi proprietari” continuò “Cosa sarebbe successo se in preda all’agitazione avessero fatto fuoco? Qualcuno sarebbe potuto rimanere ucciso e sarebbe stata colpa mia!!”
Si voltò a guardare i fratelli.
“Perché avevo il potere di impedirlo e non l’ho fatto, che tipo persona sarei stata in quel caso?”
 
Passarono diversi momenti di silenzio, in cui le tartarughe si scambiarono sguardi tra loro, riflettendo.
 
Poi Donnie prese la parola, avanzando verso il castano.
“Non dico che ciò che tu abbia fatto non sia stata la cosa giusta è solo che …” esitò un attimo.
 
“Se hai davvero intenzione di assumerti questa responsabilità dovrai prometterci che ti lascerai aiutare” affermò Leonardo fissandolo negli occhi “Ciò che è accaduto con Carradine non dovrà MAI più ripetersi, se avrai un qualunque problema dovrai parlarne con Sensei o con noi, CHIUNQUE di noi” precisò “Capisci Pete?”
 
“Sì, però durante il giorno …” fece per dire l’altro.
 
“Durante il giorno non possiamo esporci, è vero” lo interruppe lo spadaccino “Ma non dimenticare che siamo ninja!! E un ninja sa adattarsi a qualunque situazione, giusto ragazzi?”
“Oppure, senza usare paroloni” aggiunse Raphael “Tu sei nostro fratello e, giorno o non giorno, troveremo il modo di stare al tuo fianco come abbiamo sempre fatto”
 
“A che altro serve la famiglia se no?!” concluse Mikey per tutti con un gran sorriso.
 
***
 
Non è stato facile convincere Sensei.
Ma alla fine, insistendo tutti e cinque, ce l’abbiamo fatta.
 
Non male come vacanze estive, eh?
 
Al momento le voci sull’esistenza di un nuovo supereroe in calzamaglia sono ancora vaghe e la gente mi considera ancora una specie di leggenda metropolitana, il che non è neanche poi così strano visto che, poteri o no, qualche “trucchetto ninja” continuo comunque ad usarlo.
 
Che cosa accadrà da ora in avanti non posso saperlo, ma per la prima volta in vita mia sento di aver finalmente trovato il mio posto, uno scopo.
So cosa devo fare, e so di poter contare sull’appoggio della mia famiglia.
 
Cavoli, ho finito il terzo foglio ahah!! Spero che tu abbia avuto abbastanza pazienza da leggere tutto questo papiro Shini.
 
Sai mi manchi.
Ma non solo a me eh!!

 
Insomma anche agli altri farebbe piacere rivederti.
E’ passato tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti di persona, e credimi se ti dico che tutto quello che ho scritto qui non è NIENTE in confronto a tutto ciò che vorrei raccontarti.
 
Ma dimmi, come va il tuo addestramento in Giappone?
Successo nulla di “interessante”? L’antico ti rende ancora la vita difficile con le sue prove a sorpresa scommetto.
Hai imparato qualche trucco nuovo?
 
Voglio sapere TUTTO.
 
Spero di risentirti presto.
Ti voglio bene Shini.
 
Il tuo migliore amico,
Pete.
 
 
***
 
“Wow!! Non pensavo che in tre mesi potessero accadere così tanti eventi interessanti …” sorrise una ragazza dal look Dark, terminando di leggere la lettera.
Aveva lunghi capelli neri fino a metà schiena, lisci, di cui una parte in quel momento le ricadeva davanti un occhio, nascondendolo, mentre l’altro spiccava ben visibile grazie all’ombretto viola e l’eyeliner nero che ne mettevano in risalto l’iride dorata.
 
Le labbra, marcate dal rossetto viola, si arricciarono un sorriso malizioso.
 
“… così interessanti che credo me li farò raccontare di PERSONA, molto presto” si disse, piegando con cura la lettera per poi metterla in un cassetto, dove teneva tutte le altre.
 
 
T.B.C
 
……………………………
 
Decimo ed ultimo capitolo ^^
Spero che vi sia piaciuto questa specie di epilogo, con Peter che racconta a Shinigami le esperienze degli ultimi mesi e di come ha deciso di diventare ufficialmente Spiderman con il sostegno dei fratelli.
Proprio così Peter e Shinigami si conoscono già, e sì, in questa serie Shini non ha nulla a che fare con il Clan del Piede, né conosce Karai e il suo Sensei è nientemeno che l’ANTICO (serie 2003).
Ma niente paura, queste sono tutte cose che spiegherò …

… un giorno o l’altro XD 

Ringrazio infinitamente Kunoichi_Beast, Marlene_Libby e infine Reing_00evil per avermi sempre fatto trovare un loro commento (Questa storia è anche merito vostro ragazze!! ^o^) e tutti coloro che l'hanno anche solo letta!!
Ci vediamo alla prossima storia!!


PS
Già che ne parliamo: Ho pensato fosse giusto aggiungere Shinigami alla lista dei personaggi, sareste così gentili ad inserire un voto per lei? Grazie!!
 

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