La storia mai raccontata.

di Alex Ally
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo sei ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Il sole era appena sorto e i suoi raggi fecero capolino nella stanza attraverso la finestra.

Rough Hood si rigiro nel letto cercando di ignorare la luce che continuava a infastidirla, ma quando la sveglia poggiata sul comodino inizio a trillare non potè continuare a dormire e cosi si alzo. Si striracchio e si mise i vestiti che aveva preparato il giorno prima, dei jeans griggi e una maglietta rossa; si petino il cascetto di capelli neri e per ultima cosa si mise al collo il ciondolo dal qualle non si separava mai.

Una volta pronta scesse al piano inferiore dove sua nonna la stava già aspettando per poter far colazione insieme per l'ultima volta per quell'anno.

Già... Rough ormai aveva quattrodic'anni e oggi sarebbe stato il suo primo giorno alla Ever After High da studentessa del primo anno.

In quella scuola avre imparato a seguire il suo destino alla lettera e continuare la favola di famiglia diventando la prossima Cappucetto Rosso; l'idea non l'ha faceva impazire, ma non la schiffava neanchè, si poteva dire che a Rough la sua favola non gli interessase anche se era l'eroina.

“Tutto pronto?” chiese sua nonna. Rough si limito ad annuire. “Ricorda di non dare troppa confidenza agli estranei e in particolar modo sta lontana dai lupi e dalla streghe anzi evita i cattivi e basta.” continua l'anziana signora; la nipote continuo ad annuire. La gente del suo vilaggio, Hood Village, era piena di stereotipi di qualunque tipo... ma non lei; lei era diversa, era curiosa e desiderava più di ogni altra cosa vedere il mondo che c'era la di là della foresta in qui viveva da sempre. Il liceo sarebbe stata la sua occasione.

L'orologio a cucù in cucina suono attirando l'attenzione delle due. “È ora. Forza devi andare! Non vorrai fare tardi proprio il primo giorno?” disse la Nonna mentre Rough si infillava gli stivalli e la mantellina rossa per poi schizzare fuori dalla porta con in mano la valigia.

Arrivata al pozzo dei desideri vi lancio dentro una monetta e subito il pozzo venne riempito di luce diventando un portalle per la scuola, senza perdere un secondo di più Rough si lancio nel pozzo vedendo investita da una forte corrente contrario che tuttavia non la sfioro minimamente e in un secondo si ritrovo davanti ad un maestoso castello. Era arrivata alla Ever After High finalmente.

Arrivata davanti all'enorme portone si prse il ciondolo a forma di foglia tra le mani e gli diede un bacio come faceva sempre quando era agitata; quel piccolo monille era l'unica cosa che gli rimanesse dei suoi genitori e non se n'è separava mai. “Lei è?” chiese una voce alle sue spalle; era molto bassa e roca, ma Rough intui si trattase di una voce femminile si volto e per poco non ebbe un colpo. Una donna anziana con lunghi capelli griggi e vestita di stracci era sopra di lei letteralmente visto che fluttuava sopra un piccolo cuscino. “Ehm... io..” cerco di articolare Rough, ma senza successo. Quella donna gli meteva timore. “Rough... Rough Hood.” si presento alla fine ritrovando la voce.

“Ah! Certo. Avrei dovuto riconoscerti dal cappucio. Comunque io sono madame Baba Yaga la responsabile dei nuovi studenti e quindi anche di te.” l'ultima parola la sibillo tra i denti facendo rabbrividire Rough.

Dopo di che fece aparire un foglio di carta nella mano rugosa e lo passo alla ragazza che lo prese con non poco titubanza. “Guarda che io non ti mangio mica! Lì c'è scritto il numero della tua stanza ti consiglio di possare lì le valigie prima di decidere i corsi di quest'anno, ci vediamo dopo.”

dopo di che se n'è andò lasciando sola la ragazza.

Rough si incamino verso le stanza degli studenti e vene rapita dalla quantita di persone nei corridori, ma la cosa che la colpi più di tutto erano i gruppi di amici che si abbraciavano e che ridevano... lei invece era sola, era sempre stata sola.

Persa in questi pensieri non si accorse di aver sbatutto contro qualcosa o meglio contro qualcuno finendo a terra. Quando alzo lo sguardo vide davanti a se una ragazza più o meno della sua età con la pelle bianca come la neve, i capelli neri come l'ebano e degli occhi azzurri luminosi come pochi, ma con un sfumatura... cattiva?

“Chi sei tu?” le chiese la ragazza con un tono di superiorità che fece sentire Rough ancora più a disagio. “Rough Hood.” rispose con un sussuro appena udibile. “Ma certo! Capucetto Rosso se non ero? Meglio che hai quel capuccio la tua faccia da somare proprio non si può guardare.” detto questo la ragazzina scoppio a ridere e cosi fecere le altre ragazze del suo gruppo mentre loro ridevano Rough sentiva gli occhi riempirsi di lacrime.

“Guardate. Adesso piange anche!” continuo la mora. Rough non potendone più si alzo in piedi e si mise a correre con gli occhi pieni di lacrime.

Non si era mai sentita tanto umiliata in vita sua.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Ritanata sotto ad un albero Rough continuava a piangere. Non era abbiatuata tanta cattiveria e qualcosa in lei le stava dicendo che questo sarebbe stato solo l'inizio. “Tutto bene?” domando una voce profonda. Rough alzo gli occhi e fu come ricevere un colpo al cuore; gli si secco la boca e si scopri all'improvisso incapace nel rispondere a quella domanda. Un ragazzo, all'aparenza un po' più grande di lei, la stava osservando; era robusto con una carnaggione olivastra, i capelli castano scuro erano un po' lunghi, ma non troppo infatti arrivavano ai lobi delle orecchie, che comunque erano nascoste dalla chioma, e gli occhi erano di un'intenso color nocciola. “Stai bene?” chiese nuovamente il ragazzo. Rough però continuo a non rispondere troppo impengata ad ossevarlo incantata. “Si!” disse all'improvisso quasi gridando e spaventando il ragazzo. “Cioè... sto bene è solo che... si insomma mi hanno appena presa in giro.” spiego alzandosi e sperando di non aver fatto la figura della stupida. “Sul serio? Bè mi spiace; io proprio non tollero questi comportamenti da bulleti quindi se vuoi una mano famello sapere, ok?” disse lui con tono dolce. “Certo.” rispose Rough. Il ragazzo sorisse mostrando una fila di denti bianchi e... appuntiti? Rough si maraviglio di avergli subito associati a delle zanne. Il ragazzo sambro accorgesene e si mise subito una mano davanti alla bocca per nascondergli. “Allora ciao. Ci vediamo in giro.” disse andandosene e anche se stava solo caminando Rough notò lo stesso quant'era veloce. Togliedosi la polvere di dosso Rough ripresse il cammino verso i dormitori. Per qualche strano motivo adesso non era più triste anzi non vedeva l'ora che l'anno inizase ufficialmente. La sua stanza era, per sua fortuna, al primo piano e quando entro vide com'era spoglio, c'erano solo due letti e due armadi. Con cautela Rough si sedette su uno dei letti e inizio a disfare le valiggie sperando mentalmente che la sua compagna non fosse la bulleta incontrata prima. Appena ebbe finito usci per andare a prendere il suo orario. Tutti gli studenti avevano un'orario che dipendava dai ruoli che dovevano intrepretare. A questo pensiero Rough rabbrividi come se fosse stata in pericolo, perchè pensare al suo destino le faceva sempre questo effeto? Certo non era una principessa, ma neanche una cattiva. Quindi perhé? “Però carina!” disse una voce alle sue spalle. Rough si volto e vide davanti a se una ragazza vestita di nero con lunghi capelli corvini striati di viola e occhi violetti che si puntarono subito nei suoi Rough rabbrividi; ma perché reagiva cosi con ogni estraneo. “Quindi sei tu la mia compagna di stanza?” domando la nuova venuta mentre con un gesto della mano la sua valigia si alzo da terra pozisionandosi sul letto. “A quanto pare. Sai usare la magia?” chiese Rough. “Certo. Evie Queen, piacere.” disse allungando la mano; Rough la prese e si presento. “Bel ciondolo.” disse Evie. “Grazie. È prezioso.” “Davvero? Quanto vale? Tipo come una cena o giù di li?” “No. È prezioso in senso affetivo. È l'unico ricordo che ho dei miei genitori; sono morti poco dopo la mia nascita.” disse Rough per poi sobbalzare era la prima volta che l'ho diceva ad alta voce a qualcuno. Evie però non sembrava più tanto interessata e si mise ad ispezionare la camera. “Il tuo colore preferito?” domando. “Cosa?” “Il tuo colore preferito. Non vorrei lasciare cosi la stanza senza aredarla, vero?” disse Evie facendo un sorisso a trentadue denti. “Oh... penso che sia il...” “Rosso!” “No. Il giallo.” “Beccata!” disse Evie schioccando le dita. Le due ragazze si misero a ridere o almeno Evie rise molto forte mentre Rough fece solo una leggera risatina. “Dunque... secondo te dove ci stareme meglio uno specchio?” domando Evie tornando verso il letto e con uno schiocco di dita i suoi abiti iniziarono ad uscire dalla valigia e a prendere posto nei casseti e sulle gruccie. Rough fece per rispondere, ma Evie non le diede il tempo continuando a fare domande evidentemente a quella ragazza piaceva molto parlare. Rough sorrise e scosse il capo per qualche strana ragione quell'attegiamento non la infastidiva affatto anzi lo travava molto interessante; forse aveva finalmente trovato un'amica? Rough ci spero con tutta l'anima. Il resto della giornata passo cosi con Evie che parlava e faceva domande e con Rough che rimaneva in silenzio ad ascoltare senza la benche minima possibilità di parlare. “Tu guarda se come tutor mi doveva capitare quella megera di Baba Yaga, ma dico l'hai vista? Io non sono come potrei sopportare tutte quelle rughe!” esclamo ad un certo punto Evie in tono melodramatico; di certo avrebbe fatto faville al corso di teatro senza contare che era anche molto bella. Si, Rough penso di non aver mai visto una ragazza più bella di quella. E a quella consapevoleza Rough si senti talmente piccola da fare invidia a pollicina. “Comunque se un giorno diventassi come lei... bè al diavolo lo specchio magico!” termino Evie mettendosi a sedere sul letto vicino a Rough. “Ma che sbadata ho dimanticato di chiedertelo... tu in che favola sei?” disse Evie con un sorriso non propriamente rassicurante. “Cappuceto rosso come la protagonista, e tu?” “Biancaneve... sono la futura regina cattiva.”

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Rough consegno la lettera per sua nonna alla troll che si occupava della posta. Come la solito si trovo davanti alla maleducazione fatta persona anzi fatta troll che le strappo la busta di mano con un gesto svelto e brusco. “Ehi! Che modi sono questi? Come osi trattare cosi la mia amica?” grido Evie mentre le sue mani si illuminavano di un bagliore violastro. “Non fa niente Evie. Davvero, andiamo via.” disse Rough predendo il braccio all'amica e trascinandola via verso il Café Castel. Mentre l'amica borbottava contrariata Rough alzò gli occhi al cielo. Ormai era arrivata da un mese e anche se all'inizio la faccenda di avere una stregha come compagna di stanza l'aveva spaventata dopo un po' aveva capito che nonostante il suo ruolo Evie era una ragazza simpatica e gentile o almeno gentile a modo suo. Inoltre era la sua unica amica... e forse lo sarebbe rimasta per sempre. Le due si sedetero ad un tavola con i propri vassoi, Rough non potè fare a meno di soridere, di solito Evie mangiava con gli altri futuri cattivi e lei pranzava in cortile tutta sola. “Evie lo sai dove andremo in gita domani e... oh, ciao Red.” disse la principessa Snow White futura Biancaneve. “Sai sarebbe Rough in realtà non Red...” disse la ragazza con gli occhi bassi visto che se gli avesse alzati sarebbe di sicuro scoppiata a piangere esattamente come un mese prima. “So della gita mia cara nemesi... al castello della Bella e della Bestia.” rispose Evie ignorando il comento sul nome dell'amica. Evie la diffendeva solo quando non c'erano gli altri studenti “Ho una reputazione da cattiva da diffendere, ma non temere sei sempre la mia migliore amica.” diceva in continuazione e Rough, ingenua come poche, ci credeva e le sorrideva felice. “Non mi avevi detto che andavi in gita.” disse Rough “Già con la classe di Economia e Gestione dei regni... non ti scocciera rimanere da sola per un giorno, vero?” disse Evie con quel suo tono da attrice Rough si limito ad annuire sempre con la testa bassa. Dopo pranzo Rough andò in classa, a quell'ora aveva lezione di Chimitologi e rabbrividiva al solo pensiero. Finio a quel momento gli studenti avevano sempre lavorato da soli, ma quel giorno sarebbero iniziati i lavori di gruppo e lei aveva una paura matta. Guardo l'orologio e vide che mancava pocchisimo all'inizio delle lezioni, ma come al solito aveva finito per perdersi in qeull'enorme castello. Ci voleva tanto a dare una piantina agli studenti. Rough continuo a camminare come una naufraga alla deriva per un po' finchè non fini a sbattere contro qualcuno. Era una ragazza, a prima vista più grande di lei, con lunghi capelli castano ramati legati in una coda e due enormi occhi verdi come i prati in primavera. “Scusa... io... io non ti avevo visto.” balbetto Rough. Possibile che doveva sempre creare disastri a destra e a manca? “Non preoccuparti piuttosto ai visto i miei... ah-h!” disse la ragazza predendo qualcosa da terra: un paio d'occhiali da vista... di vetro? “Cindy Ella. Piacere.” disse la ragazza allugandole la mano, Rough con un po' di titubanza glil'ha strinze; aveva notato che sebbene in apparenza Cindy fosse vestita con abiti semplice era davvero ellegante e le sue scarpe di scristallo non erano passate inoservate come Snow e Evie anche quella ragazza, come la maggior parte degli studenti, doveva essere una principessa. “Ti sei persa? Sai io sono del secondo anno e potrei aiutarti a..” “No! Cioè faccio da sola.” disse correndo via spedita, l'ultima cosa di qui aveva bisogno era un'altra principessa che potesse anche solo lontanamente assomilgiare a quella strega di Snow. Rough continuo a camminare finchè non si accorse di essere arrivata in giardino ovvero dall'altra parte della scuolla rispetto a dove doveva andare in realtà. Si batte una mano in fronte e fece per andarsene quando all'improvisso la sua attenzione fu attirata da un rumore proveniente da un'edificio gli vicino. Spinta da quella curiosità che la rendeva diversa da tutti gli altri capucetti si avvicino e inizio a sbirciare da una finestra. Rimase a bocca aperta per quello che vide: una stanza enorme con un pavimento interamente in legno e con uno specchio che rivestiva un'intera parete, dal soffito pendevano delle scarpette da ballo. In un angolo un pianoforte a coda che veniva suonato con maestria da un ragazzo con capelli neri e occhi azzurri che brillavano come un diamante; al centro un gruppo di ragazze che ballavano seguendo le istruzioni di una donna con riccioli castano scuro e la pella abbronzata che teneva il tempo con un bastone. Rough rimase incantata a quella vista e senza accorgeserne inizio a seguire la musica ed a imitare i movimenti delle ragazze; era come se il suo corpo fosse nato per quello tanto che in poco tempo la ragazza dimentico perfino dove si trovasse o cosa stesse facendo e si senti libera come mai prima d'ora. “Signorina... che fa?” le chiese una voce che la fece tornare alla realtà. Si volto e vide la donna con il bastano davanti a lei.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Flor Dancer batteva il tempo con il bastone cercando di insegnare il balleto alle sue allieve, ma era tempo perso. Loro sapevano danzare era il loro destino, ma... gli mancava qualcosa che rendesse il loro ballare molto più che un semplice movimento del corpo. Avevano la tecnica, ma non... la passione! Ecco cosa gli mancava per essere delle vere ballerine, ma le ragazze pensavano che essendo la loro fiaba un balletto loro era brave a prensidere. Strinze i pugni possibile che in quella scuola noj ci fosse una sola ragazza o un solo ragazzo in grado di ballare con l'anima? Di trasmettere emozioni mentre ballava? La danza era molto più di quel che sembrava era un modo per trasmettere emozioni. Perché nessuno lo capiva? Inoltre il preside Grimm accetava in quel corso solo coloro che c'è l'avevano nel proprio destino quindi solo un decimo degli studenti. “Basta cosi!” grido esasperata battendo il bastone a terra e avvicinandosi a Roy King seduto al piano forte. “Tutto bene madame?” chiese il ragazzo con la sua solita educazione. Flor era certa di non aver mai conosciutto un ragazzo più buono e puro di lui. Era solo al primo anno, ma era già noto a tutti gli insegnati, un ragazzo educato e timido che parlava solo se interpelato, ma che si faceva valere con chi si accaniva contro i deboli senza mai aspetarsi niente in cambio. Per Flor quello era il suo più grande pregio, ma anche il suo più grande diffeto. Roy era una pecora in un mondo di lupi e lei, la primogenita delle dodici principesse danzanti, si era subito affezionata a lui anche perché aveva un talento raro nel suonare, senza contare che lui, almeno, la passione c'è l'aveva. “Sto bene, Roy. Grazie per l'interessamente e sopratutto per essere venuto a suonare so che oggi la tua classe aveva una gita.” disse Flor, Roy rispose con una scrolata di spalle. “Lo sa che ha me certe cose non interessano. Preferisco di gran lunga il piano.” e per confermare quello che aveva appena detto si mise a suonare la scala musicale provocando un risolino a Flor. “Sa a volte ho l'impressione che solo il piano sia mio amico.” sussuro Roy passando le dita su i tasti con una delicatezza tale da non fargli nenache suonare. Flor annui in quella scuola cosi grande c'erano davvero tanti, troppi, solitari. Per distendere i nervi volse lo sguardo fuori dalla finestra e la vide: una ragazzi dai corti capelli corvini che danzava al ritmo della muscia ormai cessata da tempo. In quei movimenti Flor scorse qualcosa che le fece battere il cuore. Non erano meccanici come quegli della sue allieve, ma assolutamente spontanei; senza aspettare un secondo di più si precipito fuori e si mise davanti alla ragazza. “Signorina... che fa?” chiese. La ragazza si fermo di colpo e sobbalzo tanto che stete per perdere l'equilibrio, ma per fortuna non fu cosi. “Io... io... ehm la smetto subito se le davo fastidio.” disse la ragazza con la testa china. “Come ti chiami?” chiese Flor. “Rough Hood.” disse lei cercando in tutti i modi di evitare lo sguardo della donna. “Perché domani non torna, signorina Hood? Vorrei parlarle.” disse Flor per poi tornare all'interno dell'edificio dove tutti la stavano aspetando per continuare la lezione. Roy aveva osservato tutta la scena incuriosito da quella ragazza che cosi spesso gli era stata descrita da Bady che non ci mise nemmeno un secondo nel riconoscere la futura cappucetto rosso. Ormai era il tramanto quando Roy si alzo dal pianoforte per tornare a scuola; come al solito aveva perso la cognizione del tempo finendo per perdere le lezioni. “Roy!” si senti chiamare mentre due braccia robuste gli avvolsere il collo. Con un sorisso Roy riconobe il gemello Arthur evidentemente la gita doveva essere finita. “Ciao, Arthur. Com'era la gita?” domando Roy incaminandosi insiemme a lui verso gli appartamenti degli studenti. “Carina. Non ho fatto attenzione agli insegnati invece ho fatto molta attenzione alle ragazze.” fischio Arthur pasandosi una mano tra i capelli castani. “E pensare che a Camelot sono tutto cosi racchie. Di certo Snow è la migliore di tutte, ma anche Evie non scherza.” a sentir pronnunciare quel nome Roy divento rosso come un peperone e considerando la pelle pallida del ragazzo era un cambiamento che passava non poco inoservato. “Sei diventato un pomodoro fratellino. Si vede lontano un miglio che ti piace quella streghetta.” lo prese in giro il fratello, Roy si limito ad abbasare lo sguardo. “Comunque.” continuo Arthur assumendo un'espressione seria “Bada di non dare troppa confidenza ai cattivi sei...” “Troppo buono lo so. Me l'ho dite dalla nascità che sono un'ingenuo, ma gradirei che tu mi desi almeno un minimo di fiducia.” “Io ho fiducia in te Roy, ma... Evie è Evie! Tu sogni il vero amore e con lei... bè caschi male.” Roy ormai non ascoltava più, il fratello gli aveva fatto quel discorso almeno un miglione di volte, non voleva sentirlo di nuovo e quindi si mise a pensare al suo amato piano.

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Capitolo 5
*** Capitolo sei ***


Rough stava facendo gli esercizi alla sbarra. La sala da ballo era vuota e nell'aria risuonava un silenzio teso e cupo. La ragazza non riusciva a fare a meno di pensare a quello accaduto quella mattina, ma sopratutto non riusciva a capire come mai n'è era rimasta cosi sconvolta. Tutta la scuola era in fremento per il ballo di primavera; a quella notizia Rough era rimasta totalmente indiferente visto che certe cose non le interessavano per niente o almeno era quello che credeva finchè Evie quella mattina non le diede la notizia che era stata invitata al ballo. Li per li Rough era stata felice per l'amica, ma quando scopri chi l'aveva invitata si era sentita il cuore in mille pezzi anche se non sapeva bene perchè. Alla fine, dopo un tempo quasi interminabile, decise di smettere e si accascio a terra esausta oensando che forse il liceo era molto più complicato di come le era sembrato. Per esempio Evie, la sua unica amica, era la persona più strana dell'universo con tutti quei suoi cambiamenti d'umore e le sue idee del tipo: “cambiero la regola secondo la qualle il bene vince sempre.” Rough capiva che forse l'idea di uscire perdente dalla propria storia non le piaceva, ma... a volte sembrava interessata a cambiare veramente tutte le favole. Rough scosse il capo. Evie era un po' megalomane, ma anche lei aveva i suoi limiti. La sua era paranoia, forse non era tanto diversa dagli altri capucci bastava pensare a Bady; la prima volta che l'aveva visto quando con estrema dolcezza lui le si era avvicinato durante il primo giorno di scuola aveva pensato che sarebbero potutti diventare amici e invece appena aveva scoperto chi era davvero: un lupo. Se n'era tenuta ben alla larga. “Ti comporti come una bambina viziata!” inveri contro se stessa. “Cerchi di evitarlo in tutti i modi e poi ti da fastidio se invita Evie al ballo. Datti una svegliatta Rough!” la ragazza annui decisa; non poteva continuare a tormentarsi su qualcosa di cosi... cosi... se non trovava le parole per descriverlo allora non era cosi importante. Una porta si apri di colpo e una ragazza vestita come una caramella gigante e con lunghi capelli verdi fece capolino iniziando a guardarsi a torno prima di puntare gli occhi porpora in quegli celesti di Rough “Tu!” grido indicandola “I-io?” disse Rough prima di essere trascinata per un braccio nell'aula di Economia domestica. “Mangia.” disse metendoli un biscotto sotto al naso. “Perché?” chiese Rough titubante, la ragazza non le rispose e gli fece ingoiare il biscotto a forza. Rough lo ingoio e una senzasione di appagamento le riempi la bocca. “Allora? Era buono?” chiese la ragazza. “Oh, si! Era delizioso!” disse Rough, la ragazza inizio a saltelare e a gongolare fino al tavolo al centro della stanza. “Te l'avevo detto brutto matto!” grido e subito fece capolino un ragazzo con un capello di almeno due taglie più grandi in testa, ma nonostante questo Rough vide i capelli rossi e lavanda e i ridenti occhi turchessi. “Allora tu!” grido al ragazza fulminando Rough con lo sguardo. “Io sono Candy Breahouse e lui è Matt Hatter. Tu invece sei?” “Rough Hood.” da quel giorno la ragazza andò a trovare i due ogni volta che finiva gli esercizi di danza e nel mentre Candy le insegnava a cucinare dolci mentre Matt cercava, alquanto inutilmente, di insegnarle l'Enigmatico una delle lingue principali del Paese delle Meraviglie dal qualle proveniva. Inoltre Rough potè vedere con i propri occhi che non tutti erano preoccupati della loro reputazione di cattivi come Evie visto che Candy la futura strega mangia bambini era gentile con lei sempre bè gentile a modo suo era un po' arrogante, ma solo un po'. “Mangiare bambini? Nenahce morta! Al massimo gli trasformo in qualcossa tipo... blatte.” diceva prima di sgriniazzare. Matt invece era proprio come il suo personaggio: completamente matto, ma di certo era un tipo affidabile. I due non faceva altro che litigare, ma l'affetto tra i due era quasi palpabile. Rough all'inizo si sentiva come un'intrusa in quel rapporto, ma ben presto i due l'accetarono completamente. Finalmente la ragazza aveva degli amici e grazie a loro riusci perfino a non preoccuparsi più per la storia di Baddy e Evie... almeno in parte fu cosi perché Rough ancora non sapeva cosa gli capitasse al petto quando pensava a quel ragazzo dagli occhi nocciola.

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque ***


“Quindi hai incontrato Rough?” chiese Bady Badwolf ad Roy negli spogliattori. Entrambi aveva Grimmnastica alla stessa ora. “Si. Pochi giorni fa mentre suona il piano per la lezione di madame Dancer. È entranta nel corpo di ballo.” rispose il ragazzo mentre l'amico si legva in capelli castani in un piccolo codino scoprendo le orecchie da lupo. “Davvero? Sa ballare?” chiese il giovane lupo mettendo in mostra i cannini bianchi e aguzzi. “Magnificamente. Madame Dancer dice che ha una passione e del talento naturali... perché ti interessa tanto?” “Bè... è o non è la mia futura nemesi?” disse Bady continuando a sorridere “Come se tu potessi fare del male a qualcuno!” “Senti chi parla.” i due scopiarono a ridere mentre gli altri ragazzi gli guardavano di traverso. Era la coppia di amici più assurda che la gente avesse mai visto forse solo superata da qui due matti che stavano nell'aula di economia domestica tutto il giorno. “Ehi lupo!” grido un ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi abbastanza muscoloso. Bady punto i suoi occhi nocciola su di lui che cambiarono subito colore diventanto gialli. “Che vuoi Huntsman?” disse ringhiando. “Dirti che oggi a pallacanestro vincero io.” disse con un gigno sul volto. “L'ultima volta la mai squadra ti ha batutto.” lo canzono Bady. Huntsma si limito ad impreccare a bassa voce per poi andarsene. “Certo che ad Terence non stai proprio simpatico.” disse Roy. “Istinto da cacciatore... e pensare che quel genio del preside Grimm ci ha messo in stanza assieme. Cioè come posso dormie tranquillo se nel letto accanto al mio c'è un tizio che non vede l'ora di uccidermi?” disse Bady in tono ironico. I ragazzi uscirono e subito una ragazza dai lunghi capelli corvini striatti di viola si mise davanti a loro con aria civetuolla. “Ciao, ragazzi.” disse Evie lisciandosi i capelli. Roy rimase senza fiato mentre Bady non cambio la sua solita espressione dolce. “Ciao Evie. Serve qualcosa?” domando il lupo ben sapendo che l'amico quando c'era la ragazza nei paraggi perdeva l'uso della parola. “Si. L'altro giorno non ero molto attenta in classe, potreti dirmi se ci sono dei compitti per Principi di Cattiveria Generele?” domando cercando palesemente di attirare l'attenzione di Bady su di se. “Non che io sappia.” rispose il ragazzo alzando le spalle. Evie annui prima di tornare dalle ragazze e in particolare nel gruppo delle principesse. Roy strinse i pugni cercando di non mettersi a piangere. Il fatto che Evie desse tutte le sue attenzioni a Bady e che lui non se n'è accorgerse minimamente lo faceva sentire il più grande idiota di sempre visto che non riusciva anzi non poteva odiare il suo amico. Nonostante fosse destinato ad essere un cattivo era un ragazzo leale e sincero a qui piaceva aiutare il prossimo cosi come aveva fatto con Rough il primo giorno di scuola; era un'anno più grande, ma era stato espulso e quindi adesso era ancora al primo anno. Roy poso lo sguardo su Rough da sola in un'angolino; sembrava completamente fuori posto e questo lo faceva sentire in sintonia con quella ragazza sopratutto perché lui aveva visto come gli occhi celesti di quella ragazza cambiassero espressione quando gli possava su Bady. Sospiro pensando che quella ragazza era proprio la compagna di stanza di Evie. Certo che al mondo né essistevano tante di coincidenze. “Carino, sei in mezzo!” gli fece notare una voce, Roy si giro e una ragazza con la carnagione color miele e i capelli verdi lo stava fulminando con gli occhi color porpora. “Scussa.” disse spostandosi. La ragazza sorrise e saltello via dietro di lei una ragazzo dai riccioli rossi e lavanda con i denti un po' sporgenti la segui a ruota. Roy rise nel vederli. Sapeva bene chi erano ed era per questo che pensargli assieme lo divertiva, ma d'altronde il mondo era bello perché vario, no?

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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


Evie si guardava allo specchio strigendo i pugni cercando ossesivamente delle somiglianze tra loro eppure nonostante avessoro lo stesso sangue erano cosi diverse. Lei non c'era più e a questo pensiero Evie era sempre più malinconica. Lei non c'era... lei che avrebbe meritato tutto e anche di più; il suo idolo era morta. Seppolta sotto un metro di terra e a nessuno importava. Certo c'era stato il funerale, ma dopo era come se non fosse mai essistita, sparita, buttata via come spazzatura. Eppure Evie non aveva dimenticato tutte quelle volte che l'aveva abbraciato dopo un'incubo o quando gli aveva pettinato i capelli. Gli occhi di Evie si illuminarono di viola e lo specchio andò in frantumi. Tutte quelle lacrime non sarebbe mai andate via o almeno cosi credeva prima di quell'incontro. Si era finalmente sentita amata e adesso volevano strappargli anche quella persona l'unica che dopo di lei l'avesse fatta veramente felice. “Evie?” disse una voce. La ragazza si voltò trovandosi davanti la compagna di stanza di ritorno dalla lezione di danza. “Oh, ciao Rough. Qualcosa non va?” disse Evie con finta tranquillità. “Cos'è successo allo specchio?” “Niente di grave ci ho sbatutto contro. Piuttosto... hai già qualcuno per il ballo di primavera?” Rough a quella domanda si senti le guancie in fiamme; inefeti Terence gli l'aveva chiesto, ma lei aveva rifiutato. Il futuro cacciatore della favole alla giovane pareva un ragazzo rozzo e compettitivo, poi fosse non era un buon motivo ma quando mangiava era anche meno educato di un maiale. “Amica mia fidati quando ti dico che un ragazzo lo troverai infondo sei cosi graziosa.” disse Evie passando la mano tra i capelli neri dell'amica che tutto somato sarebbe stata molto più graziaosa se mai avesse accetato il suo aiuto per quanto riguardava l'aspetto fisico. In quello stesso momento in un'altro luogo o meglio in un'altro mondo qualcuno osservava le due ragazze mostrando una certo interesse nei confronti di Evie; tutto l'odio e la rabbia di quella ragazzina era proprio quello di qui aveva bisogno doveva solo aspettare il momento giusto.

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Capitolo 8
*** Capitolo otto ***


Cindy si era appena seduta dopo aver finito di addobare la sala per il ballo di primavera insieme a Rapunzel O'Hair e Magesty Mermaid. Per una volta Snow aveva rifiutato il compito di presidente del comitato organizativo dicendo che era impegnata con gli allenamenti per i Giochi del Drago, Cindy n'è era felice visto che Snow aveva l'abitudine di comandare tutti a baccheta peggio della sua matrigna. “Wow!” eslcamo una voce. Le tre principesse si girano verso la porta dove Evie aveva appena fatto il suo ingresso. “Davvero incantevole” commento la ragazza pozisionandosi davanti ad uno specchio. “Grazie ci abbiamo messo tanto a preparare il tutto.” disse Rapunzel. “In realtà parlavo del mio riflesso, ma il vostro lavoro non è malacchio.” commento Evie. “Hai bisogno di qualcosa?” domando Cindy sistemandosi gli occhiali infastidita; anche se erano nemesi tra Snow e Evie non c'era poi tutta questa disimiglianza. “No. Sono solo venuta a curiosare...” disse enigmatica; un'altra cosa che a Cindy proprio non piaceva era quel tono lascivo e misterioso come se Evie avesse sempre qualcosa da nascondere. “Bè non potresti affato curiosare quindi sei pregata di andartene.” sbotto Cindy, Evie le punto addosso i suoi occhi viola e la guardo profondamente “Ho capito vado via.” detto questo la ragazza se né andò lasciando comunque una certa inquetudine nell'altra ragazza che ben sapeva che Evie non faceva mai niente a caso e senza un tornaconto personale. Evie nel fratempo camminava a passo svelto verso i dormitori, anche lì non aveva trovato niente eppure aveva già prelustrato tutta la scuola da cima a fondo tranne un unico posto che per esclusione allora doveva essere quello giusto, ma come entrarci? “Ciao Evie.” la ragazza si volto verso Rough che la raggiunse in compagnia di Matt e Candy. “Ciao ragazzi. Avete fatto una lotta col cibo?” gli canzono prima di superargli per prosseguire da sola. I tre si guardarono a vicenda notando le macchie che avevano su i vestiti per poi scopiare a ridere. “Perché ridete tanto?” domando una voce; i tre si voltarono trovandosi davanti Terence Huntsman; Rough si irigidi all'istante e fece di tutto pur di non guardare il ragazzo negli occhi, ma lui le prese il mento e la fece voltare verso di lui “Vuoi venire al ballo con me?” le domando ignorando la presenza degli altri due. Rough ingoio la saliva sentindosi d'un tratto indifessa come mai apri la bocca per rispondere con un secco, ma non pote fare altro perchè Terence la bacio d'improvisso e quando si stacco da lei le rivolse un sorisso “Ti vengo a prendere io disse mentre la ragazza combatteva contro i conatti di vomito. Nessuno noto gli occhi gialli osservare la scena da dietro i cespugli con fare minaccioso.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove ***


Rough era seduta sul letto e cercava di allaciarsi i sandali con il tacco, ma sembrava molto meno complicato cavalcare un drago inferocito. Per fortuna, o sfortuna, Evie l'aiuto a mettesergli anche se in realtà Rough non aveva la minima intenzione di andare al ballo. Terence non gli aveva dato la possibilità di rifutare e inoltre l'aveva anche baciata... il suo primo bacio, non si era mai sentita tanto stomacata infatti dopo l'acaduto era andata dritta in camera a vomitare. “Allora come sto?” domando Evie, ma Rough non la degno di uno sguardo. Negli ultimi tempi non riusciva più a vedere l'amica negli occhi per un qualche motivo che non riusciva a capire eppure gli sembrava di essere arrabiata, ma perché? Le ragazze sentirono bussare alla porta ed Evie andò ad aprire trovandosi di fronte Terence, il ragazzo entro senza aspettare un'invito e predendo Rough sottobraccio si allontano. Evie guardò la scena impassibile prima di dare un'ultima occhiata allo specchio. Era stata lei ad invitare Baddy, ma non perché gli piaceva. L'aveva fatto solo per poter avere un'alibi per quella sera visto che le sue vere intenzioni erano ben altre che godersi il ballo. Rough rimase incantata da come era stata addobata la sala da ballo, non aveva mai partecipato ad un ballo ed era veramente eccitata; si senti una mano sulla spalla e voltandosi si ritrovo Candy e Matt, che in mancanza di accompagnatori erano andati al ballo insieme, che le sorridevano. “Dov'è l'orso? L'hai già scaricato?” domando Candy, Rough scosse la testa e indico il buffet dove Terence stava praticamente mangiando tutto quello che c'era. “Due salti?” domando Matt porgendo le mani alle amiche. Le due si scambiarono un'occhiata divertita e predendogli le mani si lanciarono sulla pista da ballo . “Vuoi ballare?” chiese Baddy ad Evie “No, grazie.” rispose annoiata la ragazza prima di allontanarsi dal compango, il ragazzo sospiro prima di raggiungere Roy senza poter fare a meno però di lanciare un'occhiata alla pista e ad Rough, chissà perchè quella ragazza era sempre nei suoi pensieri. Evie fece attenzione a non essere vista uscire mentre si dirigeva all'interno della scuola. I suoi tacchi tichetavano sul pavimento di marmo mentre avanzava verso la porta del preside Grimm. Con circospezione giro la maniglia ed entrò; inizio a fruggare in ogni angolo finchè alla fine non riusci a trovarlo: lo Specchio. In grado di darti la risposta ad ogni quesito e che possedeva incredibili poteri magici. Evie rise pensando che presto quella magia sarebbe diventata solo sua.

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci ***


Evie rideva e rideva poco importava se qualcuno l'avesse sentita visto che ormai aveva raggiunto il suo obbietivo. Con quello specchio sarebbe di certo diventata la strega più potente di tutto Ever After! Lo rimpiccioli con la magia per poi metterlo nella borsetta e tornare di corsa al ballo, non appena fu arrivata Baddy si pianto davanti a lei con aria irritata. “Dov'eri finita?” le chiese, Evie sorisse e gli scompiglio la chioma. “Buono cagniolino ero in bagno.” rispose per poi prenderlo per mano e condurlo in pista. Roy guardava tutto con aria triste, ma non ci poteva fare niente tranne ingoiare il boccone amaro; qualcuno gli ticcheto sulla schiena; il ragazzo si volto e si trovo davanti una ragazza con capelli viola chiari legati in una coda semplice e due occhi celesti. Indossava un cerchieto con delle orecchie da gatto. “Vuoi ballare?” chiese tenendogli la mano; Roy la sguardo da capo a pieid e poi chiese: “Chi sei?” “Cat Chessire. Allora vuoi ballare o rimanere con quel muso tutto il tempo?” insiste la ragazza. Alla fine Roy sospiro e accosenti. Doveva ammetere che era una brava ballerina; però poi s ricordo di non averla mai vista a scuola... “Sei una studentessa?” chiese mentre ballavano, Cat rise e lo guardo divertita. “No, ma visto che la scuola nel paese delle meraviglie durà solo un giorno ho deciso di venire qui a divertirmi un po'.” rispose. Roy strabusso gli occhi proprio mentre passavano accanto a Baddy ed Evie. “Facciamo a cambio di dama?” domando l'amico con un sorriso sorgnione. “Per me è uguale non mi interessa con chi ballo.” disse Cat lasciando Roy e allontanandosi con Baddy. Vedendo che Roy rimaneva imbambolato come uno stocafisso Evie gli mise le braccia intorno al collo e inizio a ballare; al ragazzo pareva di volare sulle nuvole, ma quella senzasione svanni molto presto quando senti Evie ridacchiare. “Cosa c'è di divertente?” domando “Rough che guarda il ragazzo per cui ha una cotta ballare con un'altra.” Roy si senti mancare “Lo sai?” “Certo. Solo Rough è tanto stupida da non rendersene conto.” “E hai invitato Baddy al ballo ben sapendo cosa prova la tua amica?” “Si. E allora? Si tratta solo di un piccolo scherzetto.” a sentir quelle parole Roy interuppe il ballo e si allontano dalla ragazza con un movimento brusco e con il cuore spezzato. “Arthur aveva ragione...” sussuro. Verso mezzanotte gli studenti tornavono nei loro dormitori e quando Evie fu sicura che tutti fossero andati a dormire tiro fuori lo specchio dalla borsa. “Specchio specchio delle mie brame mostrami i segreti di questo reame.” recito e lo specchio si illumino di viola “Tu che osi invocarmi dimmi cosa cerchi?” domando ben sapendo cosa cercava quella ragazza il suo lascia passare per la libertà per squinsagliare la sua malvagità in quel mondo. “Voglio cancellare il bene dalla favole... voglio comandarle tutte!” grido Evie. “Io posso darti poteri magici incredibili, ma per farlo tu dovrari rinnunciare per sempre alla tua anima e consenargla a me, ci stai?” a quella domanda Evie sorrise.

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Capitolo 11
*** Capitolo undici ***


La Nonna si mise a sfogliare l'album di famiglia, non sapeva perchè lo stava facendo o forse si. Era il giorno della promessa di Rough, un po' sperava che non arrivase mai, lei sapeva che un destino già scritto era qualcosa che nessuno meritava... tanto meno dopo quello accaduto ai genitori di Rough. Suo figlio si era innamorato di una delle dodici principesse danzanti e in segreto l'aveva sposata... la donna morì di parto mentre l'uomo scomparve semplicemente dal nulla, La Nonna sospetava che in realtà qualcuno l'avesse fatto sparire probabilmente perché a conoscenza della verità. La verità però era un'altra se non si seguiva il proprio destino non succedeva niente, il puff era tutta una bugia, ma chi avrebbe mai creduto ad una vecchieta? Nessuno, La Nonna sperava soltanto che un giorno ci fosse stato un eroe abbastanza coraggioso da sfidare il destino. Nel fratempo alla Ever After High gli studenti del secondo anno erano in fila per firmare il libro dei destini; Rough si sentiva lo stomaco contorcesi e non smetteva mai di cercare Baddy con lo sguardo anche se ancora non riusciva a capire cosa provava per il lupo... poi il suo sguardo si posso su Evie regale e fiera nel costume di famiglia, dal ballo di primavera dell'anno precedente la ragazza era molto cambiataera diventata... più cattiva, ma perché? Arrivo il suo turno e chiudendo gli occhi firmo il libro e sinceramente si aspettava qualcosa di diverso e invece era esatamente tutto come prima, ma allo stesso tempo tutto era diverso. Evie firmo decisa il libro presto il male avrebbe invaso tutto il regno; lo specchio aveva finalmente trovato un tramite e Evie avrebbe fatto di tutto per vendicare la morte di sua sorella maggiore, si presto lei avrebbe vinto... lei e nessun'altro.

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