LUCIFER - Of Brothers and Sister

di Niky_94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** And the raincoat shone into the sun ***
Capitolo 2: *** Angel in blue jeans ***
Capitolo 3: *** Family reunion ***



Capitolo 1
*** And the raincoat shone into the sun ***


A Carolina, Greta, Ylenia e a Paola, i miei personalissimi angeli.

 

 

 

Il sole splendeva luminoso sopra Los Angeles. I suoi raggi illuminavano Long Beach, riscaldando la sabbia marrone chiaro e tuffandosi nel mare.

Una figura magra, avvolta in un lungo impermeabile scrutava l’orizzonte, osservando le piccole onde increspare la superficie turchese. Si guardò attorno: la spiaggia era gremita di persone festose e sorridenti. Alcune di loro danzavano, altre giocavano con un grosso pallone. Una coppia corse verso la riva e si tuffò in acqua sollevando grandi schizzi. I loro amici esultarono e batterono le mani, applaudendo il gesto.

La figura con l’impermeabile si voltò, rivolgendo le spalle alla spiaggia. Era il momento di muoversi.

 

 

«Hai visto, che ti avevo detto? Sapevo che non avresti potuto risolvere questo caso senza di me»

Chloe Decker alzò gli occhi al cielo e sospirò, esasperata. Si voltò e si ritrovò faccia a faccia con il ghigno compiaciuto di Lucifer Morningstar.

«Sì, beh, non darti tante arie. Non c’è voluto molto a capire che il colpevole era il marito, dopo che aveva cercato di uccidere la segretaria per eliminare ogni possibile testimone» disse lei con una scrollata di spalle «Ma sì… Suppongo che tu abbia fatto un buon lavoro, in fondo»

«Questo significa che finalmente mi accetterai come tuo aiutante nella lotta contro il crimine?» domandò il Diavolo, sogghignando.

«Significa che sei talmente esasperante che potrei considerare di lasciarti venire pur farti smettere di parlare» rispose lei, scuotendo la testa.

«La considero comunque una vittoria» annunciò lui, e il suo sorriso compiaciuto si allargò ancora di più.

La detective alzò nuovamente gli occhi al cielo e si avviò verso la scena del delitto. Diede istruzioni ad alcuni agenti su come trattare le prove, ed annotò qualcosa su di un taccuino.

Lucifer si guardò attorno. Il suo sguardo si posò su una giovane ed attraente agente di polizia, che si trovava a passare di lì proprio in quell’istante. Il Diavolo sorrise sornione, e quando questa gli passò accanto, le prese delicatamente il polso, trattenendola. «Scusa, cara» disse in tono affabile, rivolgendole un sorriso ammaliatore «Devo solo controllare una cosa...» Avvicinò il braccio della donna al proprio viso e studiò il suo orologio da polso. «Perdonami, ma non porto mai un orologio con me» spiegò Lucifer, lasciando che l’agente riabbassasse il braccio. «Del resto, quando sei immortale, cosa te ne fai, del tempo?»

«Oh, nessun problema» rispose la donna, ricambiando il sorriso «È stato… un vero piacere...»

Lui sogghignò. Usare il proprio potere sugli esseri umani era un’esperienza che non cessava mai di divertirlo. Adorava il modo in cui i loro occhi scintillavano, colmi di malizia e traboccanti di un desiderio che solo lui era in grado di portare alla luce. «Grazie, tesoro»

Chloe sbuffò, riportandolo con i piedi per terra.

«Beh, per quanto mi sia divertito a risolvere questo caso -» si voltò verso la detective « - non c’è di che - temo proprio di dover scappare.»

Lei raddrizzò la schiena, improvvisamente interessata. «Te ne vai di già?»

Lucifer annuì «Purtroppo sì. Darò una festa al Lux questa sera, e devo accertarmi che sia tutto pronto...» All’improvviso, il suo viso si illuminò «Ti dispiace che io me ne vada?» domandò, studiando Chloe con sospetto.

«In effetti, sono sollevata» rispose lei con noncuranza «Sarà più facile raccogliere le prove senza che tu le tocchi. O che tu le fumi»

«Oh, andiamo, è successo soltanto una volta!» ribatté il Diavolo, con aria offesa. «Avresti lasciato che della marijuana di così buona qualità andasse sprecata?»

La detective scosse la testa, spazientita. «Credevo stessi andando via...»

Lui annuì, infilandosi le mani nelle tasche. «Proprio così. Il dovere chiama!» Si voltò per andarsene, ma il suo sguardo incontrò ancora una volta la giovane poliziotta con l’orologio. Lei se ne accorse e gli sorrise battendo le lunghe ciglia, civettuola.

Le labbra di Lucifer si schiusero in un sorriso scaltro. «Beh… Suppongo di poter aspettare altri cinque minuti...» E in men che non si dica, raggiunse l’agente dietro all’auto della polizia.

Nascosta nell’ombra poco distante, la figura avvolta nell’impermeabile sogghignò. Ora sapeva dove andare. Dopo essersi guardata intorno per accertarsi che nessuno avesse fatto caso alla sua presenza, si voltò e sparì, inghiottita dalla folla di curiosi radunatasi attorno alla scena del delitto.

 

 

Maze asciugò l’ultimo bicchiere e lo ripose capovolto sopra il bancone. Le ci era voluta più di mezz’ora, ma alla fine aveva portato a termine quel noioso incarico.

«Siamo chiusi» disse all’improvviso.

La misteriosa figura emerse dall’ombra e si avvicinò all’open bar. «Sono qui per vedere il signor Morningstar»

Il demone studiò la sconosciuta da capo a piedi. «Non è qui» replicò socchiudendo gli occhi, sospettosa.

«Lo so. Lo aspetterò qui»

Maze si appoggiò al bancone con entrambe le mani, e si sporse verso di lei. «Chi sei, tu?»

«Un’amica» rispose la figura «Una vecchia amica»

Il demone si passò nervosamente la lingua sui denti. «Beh, immagino che tu possa aspettare qui Lucifer. Ma fa’ una sola mossa sbagliata -» In un lampo, estrasse un pugnale acuminato da sotto il bancone, e lo agitò di fronte al viso dell’altra. « - e sei morta.»

Ogni persona sana di mente si sarebbe data alla fuga, alla vista dell’arma. Maze lo sapeva bene: era successo dozzine di volte. Ma, contrariamente alle sue aspettative, la sconosciuta non si mosse.

Al contrario, annuì e prese posto su uno degli alti sgabelli di fronte al bancone, ed aspettò.

Incerta sul da farsi ma decisa a sembrare sicura di sé, Mazikeen si versò un drink, gli occhi fissi sulla nuova arrivata, che non aveva alcuna intenzione di perdere di vista. Fece scorrere delicatamente le dita sulla lama del pugnale demoniaco, e sorrise tra sé, trovandolo affilato alla perfezione, come sempre. Sarebbe stata pronta a qualsiasi sorpresa inaspettata. Con questo pensiero in mente, tornò ad occuparsi delle sue faccende, in attesa del ritorno di Lucifer.

 

 

Un ding proveniente dall’ascensore annunciò l’arrivo del padrone del locale.

Maze sollevò il capo all’istante e si voltò, pronta ad informarlo della novità.

«Ah, eccoti qui, Maze» cinguettò il Diavolo uscendo dall’ascensore ed entrando nel locale deserto. «Non hai idea di cosa abbiamo trovato oggi sulla scena del crimine. Fidati di me, ti piacerà da morire»

«Hai un’ospite» lo interruppe lei avvicinandosi, un’espressione seria sul viso.

Le sopracciglia di Lucifer si inarcarono per la sorpresa. «Un’ospite? A quest’ora?» domandò, confuso. «Il locale non aprirà per ore...»

«Lo so. Le ho detto che non eri in casa, e lei ha risposto che avrebbe aspettato che tornassi. Era alquanto… insistente» Si fece da parte affinché lui potesse avere la visuale libera, ed indicò la figura seduta al bar con un cenno del capo.

«Hai qualche idea su chi sia?»

Maze scosse la testa. «Non ha voluto dirmelo» disse. «E ad essere sincera, mi mette paura. Le ho sventolato una lama celeste sotto il naso, e non si è neppure spaventata»

«Allora l’unica cosa da fare è scoprire di chi si tratta e che cosa ci fa qui» dichiarò Lucifer in

tono calmo. Si incamminò verso il bancone del bar e si avvicinò all’ospite misteriosa. «Chiedo scusa. La mia assistente ha detto che mi stava cercando… Il che è piuttosto comune tra le donne, ad essere onesto...» sogghignò. Si fermò a pochi passi da lei, e si infilò le mani nelle tasche. «Allora, che cosa posso fare per una deliziosa signorina come -»

In quel momento, la sconosciuta si voltò, e il Diavolo rimase a bocca aperta.

La figura misteriosa era in realtà una ragazza, che non sembrava avere più di diciotto anni. Indossava un vecchio impermeabile che doveva chiaramente appartenere ad un uomo: le arrivava alle ginocchia, e la giovane era stata costretta ad arrotolare le maniche diverse volte per riuscire a liberare le mani. La ragazza si lasciò scivolare giù dall’alto sgabello, e quando i suoi piedi nudi toccarono terra, lui notò che era bassa e magra. Nonostante lo spessore della stoffa dell’impermeabile, l’indumento era legato attorno alla vita della giovane così strettamente da lasciare intravedere una delicata formosità, che donava alla sua figura un aspetto più delicato e femminile. I capelli castani e mossi le arrivavano fin sotto le spalle, ed i suoi occhi scuri parvero splendere, quando si posarono su di lui.

«Ciao, Lucifer»

Il Diavolo non si mosse. «T-tu...» Rimase a fissarla come impietrito, incapace di distogliere lo sguardo dal volto pallido di lei.

La sconosciuta mosse un passo verso di lui, trepidante. «Ti ho trovato...» sussurrò, mentre un sorriso si allargava sul suo viso. «Dopo tutto questo tempo, finalmente ti ho trovato...»

Prima che lui potesse muovere un muscolo, la ragazza corse verso di lui e si tuffò tra le sue braccia. «Mi sei mancato così tanto!»

Lucifer la fissò per un momento, sconcertato ed incapace di reagire. Poi, avvolse lentamente le braccia attorno al corpo di lei e ricambiò l’abbraccio. «Non… Non riesco a crederci...» disse, una volta ritrovato l’uso della parola. «Eri così piccola, l’ultima volta che ti ho vista! Poco più di una bambina...» A quel ricordo, un sorriso affettuoso apparve sul suo viso, e strinse nuovamente la ragazza a sé. Il suo sorriso si allargò ancora, quando la sentì ridacchiare, deliziata.

«Qualcuno vuole dirmi cosa sta succedendo?!» sbottò Maze. La sua voce riecheggiò all’interno del locale deserto. A quanto pareva si era stancata di quella dimostrazione di affetto, ed aveva deciso di imporre la sua presenza. «Lucifer, chi è lei

«Hai ragione, che scortese, ho scordato di presentarvi» disse il Diavolo. Si mise tra le due, ed indicò la più grande con un un gesto della mano. «Niky, lei è Maze, la mia barista - »

« - e guardiana demoniaca» aggiunse il demone, rivolgendo alla sconosciuta uno sguardo di avvertimento, per sicurezza.

«Sì» confermò Lucifer in tono stanco. «E Maze, lei è Niky» Mise un braccio attorno alle spalle della ragazza, ed entrambi si voltarono verso la donna. «Mia sorella»

 

«COSA?!»

Maze spostò lo sguardo da Lucifer a Niky. «Lei è tua -?»

« - sorella, sì» disse il Diavolo, annuendo.

«Quindi tu sei -?»

«Un angelo. Yep» confermò la ragazza.

«Oh...» Ecco spiegato il motivo per cui non era fuggita urlando alla vista di qualcuno che le puntava contro un coltello.

Il demone fece un passo indietro ed osservò la nuova arrivata dalla testa ai piedi. «Mmm, ora capisco perché hai deciso di tenerla nascosta...» disse, rivolgendosi a Lucifer.

«Come?» domandò l’angelo caduto, rivolgendo a Maze uno sguardo perplesso «Cosa vuoi dire?»

«Beh...» rispose lei, facendo le fusa «Non avevo idea che tu avessi una sorella così attraente...» Girò attorno alla ragazza e si leccò le labbra con desiderio.

Niky sorrise. «Aww, ti ringrazio!» cinguettò allegramente «Anche tu sei molto bella!»

Il demone sorrise all’ingenuità del suo commento. Ci sarebbe stato da divertirsi…

«D’accordo, basta così!» si intromise Lucifer, visibilmente seccato. Posò le mani sulle spalle del giovane angelo e lanciò a Maze un’occhiata di avvertimento «Giù le mani, Maze, dico sul serio. Non ti lascerò adescare la mia sorellina nei tuoi… giochetti

Lei alzò gli occhi al cielo. «Come ti pare» Poi, si voltò verso Niky «Allora, che cosa ci fa un angelo così giovane tanto lontano dal Paradiso?»

«In effetti, questa è davvero un’ottima domanda» convenne il Diavolo, voltandosi verso la ragazza. «Cosa ci fai qui?»

«Beh, stavo cercando te, Luci!» disse lei, sorridendo raggiante.

«Stavi… cercando me?» ripeté lui, spalancando gli occhi per lo stupore.

«Sì, certo!» rispose l’angelo, annuendo entusiasta. «Non ti ho più visto da quando… beh… sei stato cacciato...» disse, e sul suo viso passò per un istante un’ombra scura. «Ma poi ho sentito che eri venuto sulla Terra, e così… eccomi qua!» spiegò, ed il sorriso ricomparve sul suo volto. Ridacchiando, si strinse nuovamente a lui. «Sono così felice di vederti...»

Lucifer ridacchiò a sua volta, e ricambiò l’abbraccio. «Anche io sono felice di rivederti, Niky» Posò le mani sulle spalle di lei, e la allontanò con delicatezza. «Ma devi tornare a casa»

«Cosa?!» questa volta fu lei a rimanere a bocca aperta. «Ma… Sono appena arrivata! Ho girato l’intera città per riuscire a trovarti, e – oh, andiamo, Luci -!»

Il Diavolo scosse la testa. «Lo so, lo so» rispose in tono calmo «Ma non credo proprio che Papà sarebbe felice di scoprire che hai lasciato il Paradiso per venire a cercare il più odiato tra i suoi figli...»

«Oh, non preoccuparti di questo» lo rassicurò lei allegramente «Mi ha dato il suo permesso!»

L’angelo caduto sbatté le palpebre. «Mi stai dicendo che nostro Padre ti ha permesso di lasciare la Città d’Argento? Così, su due piedi?»

«Già» Niky sorrise. «Quando ho scoperto che eri sulla Terra, gli ho chiesto di lasciarmi venire qui, e lui ha accettato»

«Stento a credere che il caro vecchio Paparino possa aver fatto una cosa del genere» obiettò lui, inarcando un sopracciglio. «È risaputo che si diverte ad ignorare le richieste dei suoi figli...»

«Stai sottovalutando il potere dei miei occhi dolci, Fratello» dichiarò il giovane angelo, le labbra curvate in un sorriso scaltro.

«Piccolo diavoletto!» scoppiò a ridere Lucifer, sorridendole con aria complice. «Beh, se le cose stanno così, immagino che tu possa restare.»

«Evvai!» Niky avvolse di nuovo le braccia attorno al fratello, felice come non mai. «Abbiamo così tante cose da raccontarci, Lucifer! E sono così emozionata! Non sono mai stata sulla Terra, prima d’ora!»

«Oh, questo è evidente» intervenne Maze, lanciando un’occhiata al bizzarro abbigliamento della ragazza.

«Ora che mi ci fai pensare - » disse il Diavolo, facendo un passo indietro per osservare meglio la sorella «Cosa diavolo ti sei messa, addosso?»

«Oh, è un impermeabile!» ripose Niky, seguendo il suo sguardo. «È così che l’ha chiamato quell’uomo, quando l’ho preso»

«Sì, lo vedo» replicò lui, sorvolando volutamente sul fatto che lo avesse rubato «Ma perché ti sei messa proprio quel… coso

«Beh, è tutto quello che sono riuscita a trovare una volta arrivata sulla Terra! Non ho pensato di fare le valigie, prima di lasciare il Paradiso...» confessò lei con un sorriso imbarazzato.

«Vuoi dire che non hai addosso nient’altro?!» chiese lui, scandalizzato.

«Beh...»

«La cosa si fa interessante...» commentò Maze, versandosi un bicchiere di whisky.

«Ok, basta così!» sbottò Lucifer, rivolgendo al demone un’occhiata assassina. Poi, si voltò verso la sorella. «Quanto a te… Va’ di sopra e fatti una doccia, mmh?» disse in fretta, dandole una spintarella in direzione dell’ascensore. «E trova qualcosa da metterti addosso. Qualcosa che assomigli il più possibile a dei veri vestiti, se non ti spiace»

«M-ma siamo a malapena riusciti a scambiare qualche parola!» protestò lei scuotendo la testa. «E non ci siamo visti per così tanto tempo, e -!»

«Non temere, avremo tutto il tempo per parlare» le promise lui, sollevando una mano ed interrompendo quella che certo sarebbe stata un’interminabile obiezione. «Ma ti sentirai molto meglio dopo una bella doccia, e di certo io mi sentirò molto più a mio agio sapendo che non girerai nuda per casa»

«A me sta bene!»

«MAZE!»

Niky avrebbe voluto dire qualcosa, ma pensandoci bene, dovette ammettere che una doccia calda suonava davvero invitante. «D’accordo, Luci. Come vuoi tu» si arrese infine.

«Brava ragazza» si complimentò lui con un sorriso, e le spiegò come raggiungere l’attico e dove trovare degli asciugamani e dei vestiti.

Mazikeen si avvicinò a Lucifer, ed entrambi osservarono la ragazza scomparire all’interno dell’ascensore, e le porte richiudersi dietro di lei.

«E così un altro fratello si è unito alla famiglia felice qui sulla Terra, mmh?» domandò il demone, portandosi nuovamente il bicchiere alle labbra e bevendo un piccolo sorso di whisky.

«A quanto pare è così» rispose lui, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. «Spero solo che non sia qui per cercare di convincermi a tornare all’Inferno. Sarebbe alquanto scocciante»

«Ma sei felice di vederla»

«Beh, certo che sono felice. Insomma… siamo stati separati così a lungo...» L’angelo caduto lanciò un’altra occhiata all’ascensore e sollevò lo sguardo verso il soffitto, come se potesse vedere la sorella attraverso il pavimento dell’attico. «È solo che… Sembra troppo bello per essere vero...»

«Vuoi che tenga d’occhio la nostra ospite?» domandò Maze inarcando un sopracciglio, in attesa di ordini. «Ti assicuro che ne sarei molto felice»

«Sì, ne sono sicuro» sospirò Lucifer. Poi, scosse la testa. «No, non è di lei che mi preoccupo»

Il demone si voltò verso di lui, un’espressione perplessa sul volto. «E di chi, allora?»

«Della persona che potrebbe averla mandata...»

 

Nel frattempo, Niky stava timidamente entrando nel loft. «Ehilà?» chiamò, non sapendo se avrebbe dovuto aspettarsi di vedere qualcun altro. Non ricevendo risposta, decise di dare un’occhiata in giro. Dopotutto, non aveva avuto molto tempo per studiare l’ambiente che la circondava, mentre era alla ricerca del fratello. Trovarlo era stata la sua priorità numero uno, ma ora che aveva portato a termine la sua missione, poteva prendersi un momento per godersi le meraviglie del mondo degli umani. Entrò nel salotto e si guardò attorno, osservando l’arredamento. Ben presto, riuscì a trovare il bagno. Lo raggiunse in fretta, aprì la porta e fece capolino al suo interno, lasciando che il suo sguardo curioso vagasse per la stanza. Quando i suoi occhi si posarono sul grande box doccia, il giovane angelo sorrise ed entrò nel bagno. Chiuse la porta alle sue spalle e si svestì in fretta, lasciando cadere il vecchio impermeabile sul pavimento. L’aria fredda le carezzò la pelle, facendola rabbrividire, e la ragazza si sporse in avanti per raggiungere la valvola dell’acqua calda, aprendola. Una volta trovata la temperatura adatta, si lasciò scivolare nella doccia, chiudendo la porta a vetri dietro di sé.

«Ah…» mormorò deliziata, quando l’acqua prese a scivolarle lungo la schiena, circondandola con il suo caldo abbraccio. Aveva sempre saputo dell’esistenza delle docce, ma non aveva mai avuto l’occasione di provarne una. Era meraviglioso. Si sentiva felice, e al sicuro. Le gocce d’acqua picchiettavano con insistenza sul pavimento della doccia, come pioggia in una tempesta. Niky chiuse gli occhi e lasciò che la sua mente vagasse liberamente, godendosi la delicata sensazione di calore che la accarezzava.

 

Una volta terminata la doccia, Niky richiuse l’acqua ed uscì dalla cabina. Rabbrividendo a causa dell’improvviso cambiamento di temperatura, si affrettò a recuperare un grande e soffice asciugamano ed ad avvolgerselo attorno al corpo, asciugandosi in fretta. Aprì piano la porta del bagno e fece cautamente capolino all’esterno. Vedendo che non vi era nessuno in vista, si avventurò nuovamente nell’appartamento. Aveva bisogno di vestiti. Lucifer le aveva raccomandato di cercarli nella sua camera, ma la ragazza non aveva idea di dove si trovasse. Mentre si aggirava per il loft alla ricerca della stanza, scoprì una parte della casa di cui ignorava l’esistenza. Il giovane angelo decise di andare a dare un’occhiata, e salì i gradini che conducevano alla parte ancora inesplorata dell’attico, e ben presto si ritrovò in una camera da letto. La stanza non sembrava molto grande vista dalla soglia, ma quando si decise ad entrarvi, la ragazza scoprì che era molto più spaziosa di quanto non apparisse. Una delle pareti era interamente composta da una lunga vetrata, progettata per essere una gigantesca finestra. Le tende erano costituite da centinaia di fili neri che pendevano dal soffitto, e che permettevano alla luce del sole di inondare completamente la stanza. Vicino alla finestre era stata posta una comoda poltrona, proprio accanto ad un piccolo tavolino. Uno spazioso letto matrimoniale occupava il lato destro della stanza. Era coperto da lenzuola di seta nera, e vi era stata adagiata sopra una montagna di cuscini.

Niky sorrise. Quella era di certo la stanza di Lucifer. In quel momento, si ricordò di stare indossando niente altro che un asciugamano. Si guardò attorno e quando finalmente trovò l’armadio, vi si avvicinò ed aprì una delle ante. Certa che a Lucifer non sarebbe dispiaciuto se avesse preso in prestito qualcuno dei suoi vestiti, iniziò ad esplorare il contenuto della cabina armadio, alla ricerca di qualcosa che fosse anche solo vagamente della sua misura. E non era affatto un'impresa da poco!

Mentre frugava tra i vestiti appesi dietro la terza anta, qualcosa catturò la sua attenzione. I suoi occhi scuri scintillarono mentre faceva scorrere le dita sulla soffice stoffa. Sorrise: perfetto. Sfilò delicatamente il suo tesoro dalla gruccia di legno, lasciò cadere l'asciugamano sul pavimento e si vestì, facendo attenzione a non rovinare la stoffa delicata. Poi, controllò il proprio aspetto nello specchio. Per avere indosso dei vestiti da uomo, non era niente male, in fondo.

Niky si premette una mano sulla bocca, soffocando uno sbadiglio. Sospirò, e si sfregò gli occhi. All'improvviso, si sentiva incredibilmente stanca. Strofinandosi gli occhi un altro po', si guardò attorno, e lanciò un'occhiata al letto di Lucifer. Il lungo viaggio per raggiungere la Terra e l'estenuante ricerca del fratello erano stati davvero troppo, per un solo giorno. E il suo letto sembrava così invitante…!

Sbadigliando, il giovane angelo si arrampicò sul letto. Raggiunse il centro, scostò le coperte e scivolò tra le lenzuola di seta. Si lasciò sprofondare tra i cuscini. Poi ne afferrò uno, e lo strinse forte a sé. Sorrise: odorava proprio come Lucifer. Abbracciò con più forza il cuscino, sprofondando il quel profumo così familiare e rassicurante, proprio come un suo abbraccio. Niky sorrise ancora, accoccolandosi sotto le coperte, e chiuse gli occhi.

 

 

Lucifer uscì dall'ascensore, e si aggiustò i polsini della camicia. «Niky?» chiamò «È passato un bel po' da quando te ne sei andata, Sorella. Non sarai caduta giù per lo scarico, eh?» Si guardò attorno. L'appartamento era silenzioso, quasi come se lui fosse la sola persona presente. Qualcosa non andava. «Niky?» chiamò ancora, affrettandosi a raggiungere il bagno. Una volta arrivato, si accorse che la porta era aperta, e sbirciò all’interno. Nessun segno della ragazza.

“Dove si sarà cacciata?” si domandò il Diavolo. Un nodo iniziò a formarglisi allo stomaco. Dov’era sua sorella?

La cercò nel salotto, in cucina, e sul grande terrazzo. Controllò la piscina. Riuscì perfino a trovare il coraggio di entrare nella stanza di Maze. Aveva quasi perso le speranze, quando decise di controllare anche nella sua stanza. Salì i gradini di marmo bianco e guardò all’interno. Quando i suoi occhi si posarono sul letto, le sue labbra si aprirono in un sorriso.

Niky dormiva tranquilla al centro del letto, avvolta nelle coperte di seta nere. I lunghi capelli ondulati erano sparsi dappertutto sul cuscino, ed una lunga ciocca le copriva l’occhio sinistro.

Lucifer sorrise e si sedette cautamente sul letto, facendo attenzione a non svegliarla, e le scostò delicatamente i capelli dal viso.

Il giovane angelo sorrise in risposta al suo tocco e si rilassò, scivolando ancora più profondamente nel sonno.

Il Diavolo sorrise e la guardò per un istante. Dopo tutto quel tempo, erano finalmente di nuovo insieme. Finalmente, lei era a casa. Finalmente, lui era a casa.

 

 

Mazikeen fece vagare lo sguardo sul locale ed aggrottò la fronte. Come ogni sera, il Lux era colmo di clienti. La marea di giovani danzava selvaggiamente, a ritmo con la musica diffusa dai giganteschi altoparlanti. Sul palco, un gruppo di affascinanti ballerine si esibiva in una danza provocante, incitato dalle grida entusiaste degli spettatori. Una festa grandiosa… Se non fosse stato per un piccolo dettaglio.

“Ma dove diavolo si sarà cacciato?” si chiese il demone, socchiudendo gli occhi nel tentativo di individuare il padrone del locale nella marea di persone danzanti. Aspettò ancora qualche decina di minuti, ma di Lucifer nessun segno.

Scuotendo la testa energicamente, Maze attraversò il locale con lunghe falcate, facendosi largo tra la folla, e raggiunse l’ascensore. Vi entrò, spinse fuori la coppietta che si era appartata all’interno e premette il tasto di salita. Se Lucifer non voleva decidersi a scendere, sarebbe andata lei a prenderlo.

 

«Lucifer?» chiamò il demone, facendo il suo ingresso nel loft. La sua voce riecheggiò nell’appartamento, ma nessuno rispose. Con un grugnito spazientito, Mazikeen si mise nuovamente alla ricerca del Diavolo, setacciando ogni locale.

Dopo qualche minuto, udì dei rumori provenienti dalla stanza di Lucifer.

Maze salì i tre gradini che conducevano alla camera, ed entrò, senza disturbarsi di bussare. Quando vide il Diavolo, seduto sul bordo del letto accanto alla sorella, sbuffò. «Ehi. Che stai facendo qui? Ti stanno aspettando tutti!»

L’angelo caduto distolse lo sguardo dalla ragazza addormentata e si voltò verso di lei. «Oh, Maze. Sì, chiedo scusa. Sono venuto dare la buona notte alla mia sorellina e beh...» Si voltò nuovamente verso Niky, e sospirò «Credo di essermi distratto...»

Il demone incrociò le braccia. «Sì, certo. È tutto molto toccante, ma c’è un locale pieno di persone che ti stanno aspettando, al piano di sotto»

«Beh, suppongo che possa occuparti tu di tutto, per questa sera» replicò Lucifer distrattamente, aggiustando le coperte sulle spalle della sorella «Sono certo che te la caverai benissimo»

La barista alzò gli occhi al cielo. «Come vuoi» sbuffò, e lasciò in fretta l’appartamento, gli alti tachi a spillo che ticchettavano ad ogni suo passo mentre raggiungeva l’ascensore.

Lucifer sorrise, e fece scorrere le dita tra i lunghi capelli castani di Niky. Proprio quando aveva ormai perso ogni speranza di rivederla, sua sorella era ricomparsa nella sua vita. Erano passati millenni, dall’ultima volta che aveva avuto occasione di passare del tempo con lei. Millenni di sofferenza, di paura. Ma la vista del giovane angelo che dormiva saporitamente accanto a lui sembrò far scomparire ogni dolore. Improvvisamente, a Lucifer sembrò di non aver mai lasciato il Paradiso. Nonostante tutto il tempo trascorso, Niky dormiva ancora accoccolata al suo fianco, proprio come un tempo, le labbra leggermente socchiuse e il corpo raggomitolato accanto al suo, come mosso da un incessante desiderio di stargli vicino. Desiderio che Lucifer era sempre stato più che lieto di assecondare. Con un sospiro, il Diavolo si alzò in piedi, e si lisciò la giacca nera. Poi si chinò verso la sorella, e le posò un tenero bacio sulla fronte.

«Buona notte, Sorellina» sussurrò dolcemente, carezzandole i capelli «Bentornata a casa »

 

 

 

 

 

 

 

L’angolo di Niky

 

Finalmente sono riuscita ad iniziare a postare questa storia!!

Ho iniziato a scriverla a Luglio del 2016, dopo aver divorato la prima stagione di Lucifer, ma a causa della mia pigrizia e dei miei impegni universitari (ma più che altro della mia pigrizia), sono riuscita ad iniziare a postarla soltanto ora. Beh, come si dice: meglio tardi che mai!

Vi ringrazio tantissimo per aver letto questo primo capitolo, e spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto, e che sia riuscito a strapparvi un piccolo sorriso.
Se avete voglia di farmi sapere cosa ne pensate, lasciate pure un commento o una recensione, vi prego ^^
Grazie ancora a tutti :)

Appuntamento al prossimo lunedì, con il secondo capitolo! ;) (E la seconda puntata della terza stagione, OH MY DEVIL! <3 )

 

- Niky

 

Ps: Potete trovare la storia anche in inglese (a me personalmente piace di più, leggo le battute immaginando la splendida voce di Tom Ellis e boh, la bava xD ), a questo link: (( https://www.wattpad.com/477119927-lucifer-of-brothers-and-sister-and-the-raincoat ))

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Capitolo 2
*** Angel in blue jeans ***


Niky entrò in cucina strofinandosi gli occhi. La sua visione era ancora sfuocata dopo il lungo sonno, ma riuscì comunque ad individuare suo fratello. Nonostante riuscisse a vedere solo la sua schiena, dal momento che era rivolto verso il bancone della cucina, il giovane angelo si rese conto che si stava dando da fare ai fornelli, una spatola in una mano e una grossa padella nell’altra.

Sentendo i suoi passi, il Diavolo sorrise. «Ah, buongiorno a te, ospite inaspettata» la salutò, senza voltarsi.

«Buongiorno, Lucifer» rispose lei, sfregandosi gli occhi ancora una volta.

«Mattiniera come sempre, vedo...» sogghignò l’angelo caduto,versando il contenuto di una ciotola nella padella.

«Mmm, scusa… Ero davvero stanca...» si scusò la ragazza, abbandonandosi ad un lungo sbadiglio. «Non avevo idea che Los Angles fosse una città così grande. Dal Paradiso sembra tutto più piccolo… E poi, il tuo letto è così comodo -! Ho dormito davvero benissimo!» aggiunse con un sorriso.

«Voglio sperarlo» ribatté Lucifer, continuando a darle le spalle «Per colpa della tua intrusione, ho dovuto dormire sul divano»

Gli occhi di Niky si spalancarono «Oh no! Scusa!» esclamò, portandosi le mani al viso «Mi dispiace, non volevo!»

Il Diavolo ridacchiò, rimestando il cibo con la spatola. «Non preoccuparti» disse con un sorriso. «Ho preparato un’omelette e spero che tu sia affamata, perché questa è senza dubbio la migliore ricetta del mondo, e - » Si voltò verso di lei, e rimase di sasso. La frase gli morì in gola e rimase a fissarla, sconcertato, la spatola e la padella ancora sollevate. «Quella è… la mia camicia?»

Il giovane angelo abbassò lo sguardo sulla camicia viola scuro che indossava, per poi riportare lo sguardo sul fratello. «Uh… Sì?»

Lucifer sembrava sul punto di avere un mancamento. «...Perché?»

Lei si strinse nelle spalle «Non avevo niente da mettermi, e tu volevi che mi cambiassi, così - »

«Hai usato la mia camicia di seta come pigiama?» domandò con orrore l’angelo caduto.

«Ecco...»

«Hai idea di quanto sia costata?» chiese lui, avvicinandosi. «Toglitela»

Niky fece un passo indietro. «Non ho nient’altro da mettere, lo hai dimenticato?» gli ricordò, sollevando un sopracciglio. «Vuoi davvero che me la tolga?»

Il Diavolo la fissò per un momento, con fare pensieroso. Alla fine, sopirò. «Molto bene, puoi tenerla. Per ora» aggiunse poi, sollevando un dito in segno di ammonimento. «Dopo colazione chiederò a Maze di prestarti i suoi vestiti meno appariscenti e di accompagnarti a fare un po’ di spese. Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare in giro con addosso solo quel vecchio, sudicio impermeabile»

«O di lasciarmi dormire con addosso una delle tue camice di seta» concluse il giovane angelo, le labbra incurvate in un sorriso scaltro. «Ma devo ammettere che è davvero piacevole» dichiarò, accarezzandosi le braccia ed assaporando la sensazione della stoffa delicata tra le dita. «È così morbida…!»

«Sì, e ci terrei che rimanesse tale» sbuffò lui, facendole segno di sedersi.

Niky ridacchiò e prese posto a tavola. «Grazie, Lucifer»

Lui sorrise, e servì la colazione.

 

 

Niky aveva quasi terminato di ripulire il piatto della colazione, quando la porta dell’ascensore si aprì con un ding!

Mazikeen fece il suo ingresso nell’attico, il corpo magro avvolto in un abito di pelle aderente, e i lunghi capelli mossi raccolti in una treccia.

Lucifer sollevò lo sguardo su di lei, ed il suo viso si illuminò. «Ah, Maze! Proprio il demone che speravo di vedere»

Lei alzò un sopracciglio, diffidente. «Davvero?»

Il Diavolo annuì. «Sì. Mi serve un favore»

«Ah.»

«Mazikeen, ti va dell’omelette?» offrì Niky, mostrandole il piatto «È deliziosa!»

Il demone scosse la testa. «No» Si voltò verso Lucifer, e socchiuse gli occhi «Che cosa vuoi che faccia?»

L’angelo caduto sbatté le palpebre. «Oh, sei andata dritta al sodo… Molto bene, allora: ho bisogno che porti mia sorella a fare shopping» la informò, radunando i piatti e riponendoli nel lavandino. «Ha bisogno di vestiti, non può decisamente andarsene in giro con addosso quel vecchio impermeabile puzzolente. Senza contare che me ne sono già sbarazzato»

«Non puoi accompagnarla tu?» domandò lei, alzando gli occhi al cielo «È tua sorella, dopotutto»

«No, ho del lavoro da sbrigare» rispose lui, scuotendo la testa «E poi, chi meglio di una donna potrebbe aiutarla a scegliere dei bei vestiti?» aggiunse, rivolgendole un sorriso ammaliatore.

«Aww, andiamo, Maze!» pregò Niky, fissando i dolci ed innocenti occhi scuri su di lei «Sarà divertente!»

«Certo, come no» borbottò Maze, alzando gli occhi al cielo «Un vero spasso»

«Naturalmente verrai pagata per il disturbo» intervenne Lucifer, facendo un passo avanti.

Il demone sollevò un sopracciglio. «Davvero?»

«Ho mai dato prova di non essere un uomo di parola?» domandò lui, quasi offeso. Scosse la testa, e posò una mano sulla spalla della sorella. «Accompagna Niky a fare spese e ti assicuro che troverai una bella sorpresa nella tua busta paga, alla fine del mese»

«E tutto quello che devo fare è portare il demonietto a comprare dei vestiti?»

Il Diavolo sospirò. «Non è affatto un demonietto. Ma sì, è tutto ciò che ti chiedo»

«Affare fatto» rispose lei con un’alzata di spalle. Si voltò verso il giovane angelo, e indicò la porta della sua stanza con un cenno del capo. «Forza, vediamo di trovarti qualcosa da metterti addosso» disse, e le fece strada.

Niky balzò in piedi, ben felice di obbedire. «Ti ringrazio, Maze» esclamò, e trotterellò allegramente dietro di lei, entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle.

Lucifer si affrettò a seguirla e rimase in piedi dall’altro lato della porta. «Fa’ attenzione alla mia camicia!» le ricordò in tono allarmato. Prima che potesse aggiungere altro, la porta si riaprì, e la camicia viola gli arrivò dritta in faccia. Il Diavolo borbottò indignato e se la tolse dal capo, appena in tempo per vedere la porta chiudersi di nuovo. Trasse un profondo sospiro e si massaggiò le tempie. Quella sarebbe stata decisamente una lunga giornata.

 

 

«D’accordo, sei pronta per andare» disse Lucifer, battendo piano con le mani sulle spalle della sorella. «Resta vicino a Maze e cerca di non metterti nei guai. La Terra potrà sembrarti un posto strano, all’inizio, ma sono certo che presto ci farai l’abitudine»

«Ricevuto»

«E tu -» riprese lui, voltandosi verso Maze «Non perderla di vista. Tende a girovagare»

«Non è vero!» esclamò Niky, offesa.

«Oh, non preoccuparti» ribatté Mazikeen «Non ne avevo alcuna intenzione...» E lanciò un’occhiata languida ad indirizzo del giovane angelo.

«Non è premurosa?» cinguettò Niky, regalando al demone un grande sorriso.

Lucifer lanciò a Maze un’occhiata assassina, felice in cuor suo di constatare come i tentativi della sua barista di flirtare con lei risultassero del tutto incomprensibili alla sorellina. «E va bene, è ora di andare. Avanti, forza» disse, spingendo la ragazza verso l’ascensore. «Ho del lavoro da sbrigare e devo andare a prepararmi»

«’K» disse il giovane angelo, schiacciando il pulsante ed aprendo le porte dell’ascensore. Poi si voltò e si alzò sulle punte dei piedi, cercando di alzarsi il più possibile, e posò un bacio sulla guancia del fratello. «Ciao, Lucifer. Ci vediamo più tardi!»

Lui sbatté le palpebre, sorpreso da quel gesto inaspettato. La ragazza lo aveva sempre salutato in quel modo, ma era trascorso così tanto tempo dall’ultima volta che lo aveva colto completamente di sorpresa. L’angelo caduto sorrise, e le scompigliò i capelli, una piacevole sensazione di calore nel petto. «A dopo, Sorellina. E sta attenta»

«Non temere, lo sarò» promise lei, salutandolo con la mano.

Con un sospiro, Maze la raggiunse all’interno dell’ascensore, e in pochi secondi, le porte si chiusero e la macchina si mise in moto portandole ai piani inferiori, lontano dalla vista del Diavolo.

Lucifer aspettò fino a quando la luce dell’ascensore non fu completamente inghiottita dall’oscurità. Poi, si portò una mano al viso e sfiorò delicatamente il punto in cui Niky lo aveva baciato con la punta della dita. Sorrise. Avrebbe davvero potuto farci l’abitudine.

 

 

«Wow!» esclamò Niky, correndo eccitata di negozio in negozio, fermandosi di fronte ad ogni vetrina ed appiccicando il viso al vetro per osservare la merce in esposizione «E così questo è un centro commerciale?»

Mazikeen annuì.

«Lo adoro!» esclamò la ragazza, saltellando su e giù in preda all’emozione. «Ci sono così tante cose da vedere, così tanti colori…!»

Il demone scosse la testa. Nonostante si sforzasse di apparire distaccata, non poté fare a meno di pensare alla meraviglia provata al suo arrivo sulla Terra, cinque anni prima. Dopo aver vissuto per tutta la vita nelle profondità dell’Inferno, il mondo le era parso quasi una visione. Improvvisamente, però, ricordò qualcosa di importante. Un dubbio che si era insinuato nella sua mente nel momento in cui aveva conosciuto il giovane angelo. Un dubbio che la tormentava, e che non sarebbe riuscita a tacere un minuto di più. «Ho una domanda per te» annunciò, voltandosi verso di lei.

Niky sorrise. «Spara»

«Se eri così preoccupata per Lucifer, perché non sei mai venuta a cercarlo all’Inferno?»

Un’ombra scura passò sul volto del giovane angelo. «Io… Non credo che la cosa ti riguardi...» sussurrò, distogliendo lo sguardo.

«Se ha a che fare con Lucifer allora sì, mi riguarda» insistette il demone. Si fermò ed afferrò la ragazza per le spalle, costringendola a guardarla negli occhi. «Avanti, parla»

«D’accordo. Se devi proprio saperlo - »

«Devo saperlo»

« - se devi proprio saperlo, la ragione per cui non sono venuta a cercare Lucifer all’Inferno è che… non potevo farlo»

Maze socchiuse gli occhi e la studiò con attenzione. «E per quale motivo?»

«Sono soltanto un angelo custode» spiegò Niky «Il mio scopo è proteggere gli umani, guidarli, aiutarli a fare la scelta giusta prima che vengano mandati all’Inferno. Non sono potente quanto gli altri miei fratelli e sorelle. Non avevo alcun modo di attraversare i cancelli dell’Inferno...»

La donna la osservò per un momento, combattuta. Non era tipo da fidarsi delle altre persone, specialmente se si trattava di proteggere Lucifer. Lui non sembrava vedere una minaccia nella sorella, ma se c’era qualcosa che Maze sapeva con certezza, era quanto ingenuo potesse dimostrarsi il suo capo. Specialmente se credeva di avere ragione. Doveva fare attenzione. D’altro canto, il piccolo angelo che aveva di fronte sembrava tutto fuorché pericoloso. «E va bene. Ti credo» decise infine, lasciandola andare. «Ma non scordare che ti tengo d’occhio»

Niky sorrise ed annuì. «Forza. Andiamo a fare un po’ di shopping»

 

Mazikeen si lasciò cadere su uno dei divanetti neri all’interno del negozio di abbigliamento, e sospirò. Dopo un pomeriggio intero passato a rincorrere un’eccitatissima Niky per tutto il centro commerciale, il demone iniziava davvero a sentire nostalgia delle profondità dell’Inferno.

«D’accordo, sono pronta!» annunciò ad un tratto la giovane da dentro il camerino.

La donna raddrizzò la schiena e si sporse in avanti, osservando con curiosità la pesante tenda rossa venire scostata di lato, rivelando la figura magra della ragazza.

«Allora? Che te ne pare?»

«Hai veramente intenzione di comprare… quello?» domandò Maze, squadrando il giovane angelo con un’espressione disgustata.

Niky abbassò lo sguardo sui jeans attillati e la maglietta color verde mela che indossava, e sbatté le palpebre. «Non capisco… La commessa ha detto che mi sarebbero stati bene… Non mi stanno bene?»

«Come se ci fosse qualcosa che potesse stare male su un corpo del genere» replicò il demone, sollevando gli occhi al cielo. «Forza» disse, sollevando un mini abito nero ed un paio di alte scarpe con il tacco e passandole in fretta alla giovane «Lascia che ti mostri come si fa»

 

Qualche ora - e innumerevoli cambi d’abito - più tardi, le due si fecero strada verso la cassa, portando ciascuna un’enorme quantità di vestiti, scarpe e borse tra le braccia. Impilarono ogni cosa sul bancone, ed aspettarono con pazienza che l’alquanto stupefatta commessa passasse tutti i codici a barre segnati sulle etichette.

«È stato davvero divertente, Maze!» dichiarò sorridendo il giovane angelo. «Ma… Come faremo a pagare tutta questa roba?» domandò, lanciando un’occhiata all’enorme pila di vestiti di fronte a loro.

Maze sogghignò ed estrasse una carta di credito dorata.

Niky la prese tra le mani e la esaminò con attenzione. Quando lesse il nome inciso in rilievo sulla superficie, sbatté le palpebre: Lucifer Morningstar. «E come farà questo pezzetto di plastica a pagare tutti i nostri vestiti?»

Le labbra del demone si curvarono in un sorriso scaltro. «Sto per mostrarti una piccola magia...»

 

 

Lucifer

«Ah, eccovi qui» disse, entrando nel salotto. «Com’è andata la vostra ricerca? Avete trovato nulla che -» La frase gli morì in gola, quando il suo sguardo si posò sulla gigantesca quantità di sacchetti, vestiti e scatole di scarpe ammucchiati sul divano e sul pavimento del soggiorno. «Cosa diavolo avete combinato?!»

Le due si scambiarono un’occhiata.

«Beh, abbiamo fatto quello che hai detto, Fratello» disse il giovane angelo, guardandolo confusa.

«Proprio così. Le servivano dei vestiti, e io le ho procurato dei vestiti» disse Maze. Fece scivolare una mano in una piccola borsa di plastica e ne estrasse un braccialetto, che indossò. «E qualche altra cosa»

«Avete deciso di prosciugare completamente la mia carta di credito?» domandò il Diavolo, chiaramente contrariato.

«Oh, ora che ci penso...» Mazikeen si avvicinò al suo capo, e li fece scivolare la carta di credito dorata nel taschino della giacca. «Ecco qua» disse, dando una pacchetta al taschino con aria compiaciuta.

«Dunque state davvero cercando di mandarmi sul lastrico» ribatté lui, seccato.

«Oh, andiamo. I soldi di certo non ti mancano, Lucifer» commentò il demone, facendo vagare lo sguardo per il lussuosissimo attico.

«E poi, abbiamo pensato anche a te» dichiarò Niky, sorridendo al fratello. «Abbiamo una sorpresa per te» Prese a frugare tra le borse colorate e la pila di scatole, e ben presto ne riemerse stringendo tra le mani un grosso pacco, avvolto in una carta gialla. «Ecco, aprilo»

«Uhm?» Il Diavolo prese il pacco tra le ,mani e lo osservò, incuriosito. «Beh, vi ringrazio… È molto gentile, da parte vostra...» Strappò in fretta la carta da regalo gialla e si affrettò ad aprire la scatola, una scintilla di eccitazione che brillava nei suoi occhi scuri. Infilò entrambe le mani nella scatola, e ne estrasse il soffice contenuto.

«Allora? Che cosa ne dici?»

Gli occhi di Lucifer si spalancarono, mentre fissava con orrore l’oggetto nelle sue mani. Si trattava di un pigiama da uomo a maniche lunghe. Sarebbe potuto passare sopra al fatto che aveva sempre detestato i pigiami, se questo non fosse stato fatto di peluche. E di colore azzurro chiaro. E coperto da una stampa a pinguini e piccoli igloo.

«Allora?» ripeté l’angelo custode, rivolgendogli un’occhiata impaziente. «Ti piace?»

«I-io...» Il Diavolo non riuscì a trovare il coraggio di rispondere. A dirla tutta, perfino respirare era un’impresa, in quel momento. «È… È davvero...» Scosse la testa più e più volte, cercando di riprendersi dallo shock, incapace di distogliere lo sguardo da quella mostruosità.

Niky e Maze si scambiarono un’occhiata… e scoppiarono in una fragorosa risata.

Lucifer sbatté le palpebre e si voltò verso di loro, più confuso che mai. «Che cosa avete da ridere tanto?»

«Non posso crederci, ci sei cascato!» esclamò il giovane angelo, le lacrime agli occhi dal gran ridere «Dovresti vedere la tua faccia!»

«Era… Era uno scherzo?» Il Diavolo non riusciva a capire se si sentisse più arrabbiato o sollevato.

Mazikeen incrociò le braccia, e lanciò alla ragazza un’occhiata complice. «Devo ammetterlo, è stata una grande idea»

«Ti ringrazio» sorrise Niky, cercando con fatica di smettere di ridere.

Lucifer si voltò verso la sorella e socchiuse gli occhi con aria minacciosa. «Mi hai fatto quasi prendere un colpo!»

«Beh, è questo il bello dell’immortalità: posso spaventarti quanto voglio» replicò lei, una luce birichina negli occhi.

«Rivedrò quei pinguini nei miei incubi per mesi!» dichiarò il Diavolo, scuotendo la testa.

Niky sorrise. «Non preoccuparti. Ho qualcosa che fa al caso tuo» Si voltò ed afferrò un’altra scatola, che consegnò prontamente al fratello.

L’angelo caduto la prese tra e mani, riluttante. «Beh, grazie tante. Anche se temo di dovermi aspettare altre spiacevoli sorprese...»

La ragazza scosse la testa. «Aprila e basta»

Lucifer sollevò cautamente il coperchio, e sbirciò nella scatola. Al suo interno vi era un altro pigiama, ma questa volta, non vi erano igloo né pinguini, in vista. La camicia ed i pantaloni erano di taglio fino, e fatti di soffice seta nera. «Ah, ora sì che si ragiona!» esclamò, passando delicatamente le dita sulla stoffa delicata.

«Hai visto? Penso sempre anche al mio fratellone» dichiarò Niky, allungandosi per stringerlo in un abbraccio, che lui ricambiò con entusiasmo.

«Beh, ti ringrazio, Sorellina» disse il Diavolo «Ma c’è una cosa che ancora non capisco: perché mi hai regalato un pigiama?»

«Perché,» replicò lei, scuotendo la testa «ho il forte sospetto che tu dorma completamente nudo, e dal momento che ora vivo anche io qui, ci terrei a salvaguardare il più possibile la mia sanità mentale»

La solo risposta di Lucifer fu un ghigno sornione.

«Come pensavo»

Lui rise, e la attirò nuovamente in un altro abbraccio.

«È tutto molto carino» commentò Maze in tono seccato. «Mi piacerebbe molto restare e godermi questo spettacolo così smielato, ma ho un appuntamento. Se volete scusarmi...» E con queste parole lasciò l’attico, i tacchi altissimi che battevano sul pavimento ad ogni suo passo verso l’ascensore.

«A presto, Maze!» la salutò la ragazza, agitando la mano «E grazie!»

Il demone annuì brevemente, e sparì all’interno della cabina dell’ascensore.

«Beh, Niky, sono contento che tu abbia passato una giornata così divertente. E in effetti, anche io ho una sorpresa per te» disse Lucifer, rivolgendo un sorriso alla sorellina.

«Davvero?» domandò lei, gli occhi scuri che scintillavano, pieni di curiosità. «Che cosa?»

«Ho fatto liberare una stanza qui nell’attico» spiegò il Diavolo, infilandosi le mani nelle tasche «Non è molto grande, ma penso che ti piacerà ugualmente»

«Dici sul serio?» esclamò l’angelo custode, stupefatta.

«Beh, se dovrai rimanere qui, dovrai pur avere un posto dove dormire, non credi?» rispose lui in tono affabile, felice che la giovane avesse apprezzato il pensiero. «Ho già ordinato tutti i mobili: un letto, una specchiera, un armadio, una scrivania...»

Niky era sempre più emozionata «Anche la scrivania?»

Lui ridacchiò «Certamente. Ogni scrittore che si rispetti ha bisogno di un posto per lavorare»

La ragazza si lasciò sfuggire un gridolino di gioia, più felice che mai. Scrivere storie era sempre stata la sua più grande passione, fin da quando era solo una bambina. Suo fratello non avrebbe potuto farle un regalo più bello. In meno di un secondo, Niky balzò tra le braccia del Diavolo e lo abbracciò, stringendosi a lui con quanta forza aveva in corpo. «Oh, grazie, Luci! Grazie, grazie, grazie!»

Lucifer ridacchiò, e ricambiò l’abbraccio. «È stato un piacere, Scimmietta» Poi scosse la testa. «Sfortunatamente c’è stato un piccolo inconveniente di spedizione. Temo che i mobili non arriveranno prima di domani»

«Oh...» fece il giovane angelo, facendosi improvvisamente pensierosa. «E dove dormirò, stanotte?»

«Suppongo che dovremo trovare una soluzione» rispose lui con un’alzata di spalle. «Ma ci penseremo più tardi. Adesso è ora di cena» Posò una mano sulla testa della sorella e le arruffò i lunghi capelli scuri. «Forza, andiamo. Sto morendo di fame»

«A chi lo dici!» rispose lei con entusiasmo, trotterellando al suo fianco verso la cucina.

 

«Sei sicuro che posso rimanere?»

«Certo»

«Non ti darò fastidio?»

«Niente affatto»

«Credevo avessi detto di non volere altre intrusioni...»

«È vero, ma non vedo altre soluzioni» disse il Diavolo, prendendo posto tra le lenzuola di seta «Per questa notte, dovrai dormire insieme a me»

Niky annuì, e si avvicinò timidamente al letto del fratello. Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che avevano dormito insieme, che la ragazza non poté fare a meno di avvertire un velato senso di imbarazzo. «Che fine ha fatto la tua casacca?» domandò, arrossendo un poco alla vista del petto nudo del fratello.

Lucifer scosse la testa «Capisco la tua necessità di vedermi indossare dei vestiti, e sono disposto a scendere ad un compromesso» dichiarò, pizzicando l’elastico dei pantaloni neri con due dita per mostrarle che li stava indossando «Ma non ho alcuna intenzione di mettere una camicia a letto. Questo è il posto in cui andrebbero tolte» dichiarò sogghignando.

Niky alzò gli occhi al cielo, esasperata. Che aveva fatto, di male?

«Dai, non fare quella faccia» disse lui, rivolgendole un sorriso sghembo. «Ho accettato le tue condizioni, ora tu devi accettare le mie»

La ragazza sospirò «Mi sembra giusto»

Il Diavolo sorrise sornione, e tirò indietro le lenzuola di seta. «Forza, vieni a letto»

Il giovane angelo non se lo fece ripetere due volte. Si arrampicò sul materasso e si affrettò a raggiungere il fratello sotto le coperte. «Ciao» mormorò deliziata, quando lui le si sdraiò accanto.

«Ciao» rispose Lucifer, avvolgendole un braccio attorno e stringendola a sé.

Niky chiuse gli occhi, godendosi il meraviglioso tepore di quell’abbraccio così familiare e rassicurante. Rimase in silenzio per un istante, poi sollevò piano la testa verso di lui. «Lucifer?»

«Sì?»

Lei arrossì. «Ecco, io… Volevo solo ringraziarti. Per tutto… Per avermi permesso di restare, per avermi regalato tutti quei vestiti, e...» Il suo viso si illuminò, e le sue labbra si aprirono in un grande sorriso «Per la mia camera»

L’angelo caduto ridacchiò divertito. «È stato un piacere» Abbassò il capo e posò un bacio sulla fronte della sorella. «Mi sei mancata, lo sai?»

Lei lo abbracciò forte, ed il suo sorriso crebbe ancor di più. «Anche tu, Fratellone»

L’angelo e il Diavolo si strinsero l’uno all’altra, gli occhi chiusi, e si addormentarono, abbandonandosi senza paura all’abbraccio della notte.

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Capitolo 3
*** Family reunion ***


«Oh, ti prego, ti prego, Luci! - Mi comporterò bene, te lo prometto!»

«No»

«Per favooooore -?»

Niky, aggrappata al fratello come un koala su un albero, scosse la testa. «Oh, andiamo! Non è giusto!» protestò, mettendo il broncio «Ho appena scoperto che il mio fratellone fa un lavoro fichissimo, devo vederti all’opera!»

«Ho detto “no”, Niky»

«Perché no?» domandò lei «Potrei aiutarti! E tu potresti spiegarmi quello che fai, mostrarmi ogni cosa…! E magari presentarmi quella detective di cui parli sempre!»

«Questo è… assolutamente fuori questione» replicò il Diavolo, trascinandosi per il loft cercando di non perdere l’equilibrio nonostante la presa dalla sorella, che non accennava a lasciarlo andare.

«Ti preeego, Luci -!» implorò la ragazza, sbattendo le ciglia «Ti prego, ti prego, ti preeeego -!»

«Oh, per l’amor del cielo, vuoi lasciarmi andare?!»

Niky scosse la testa, seppellendo il viso nella camicia di lui. «Non finché non dirai di sì» borbottò.

«E va bene...» Con un sospiro esasperato, il Diavolo la prese in braccio e riuscì in qualche modo a liberarsi dalla presa sua stretta. Fece sedere la sorella sul piano del bar nel salotto del loft, e la guardò in viso. «Te l’ho già detto, non posso portarti al lavoro con me»

«Ma non è giusto!» si lamentò lei, incrociando le braccia «Avevi promesso di passare la giornata insieme a me, e invece stai andando al lavoro. Il minimo che tu possa fare è lasciarmi venire!»

Lucifer scosse la testa. «Mi piacerebbe poterlo fare, dico davvero. Ma non so cosa potrebbe succedere, potrebbe essere pericoloso» Si aggiustò la giacca, cercando di ricomporsi, e le posò delicatamente le mani sulle spalle. «Non voglio che tu ti faccia male»

La ragazza sospirò. «D’accordo… Ma che cosa dovrei fare per tutto il giorno?»

«Forse potresti fare un giro e dare un’occhiata nei dintorni» suggerì lui. Si sistemò i polsini e si diresse verso la porta. «Prendi l’autobus e va’ in esplorazione. C’è molto da vedere, a Los Angeles: Hollywood, la Walk of Fame… Potresti perfino andare a Disneyland!»

«Da sola?» L’angelo custode fece una smorfia. «Non sembra molto divertente...»

Lucifer scosse la testa. «Beh, non puoi saperlo finché non ci provi, dico bene?»

Lei sospirò. «Sì,immagino di sì...»

Il Diavolo si chinò e le posò un bacio sulla fronte. «Ti racconterò ogni cosa al mio ritorno, promesso»

Niky annuì, e lo abbracciò. «D’accordo, Luci. Buona giornata»

Lui le rivolse un buffo inchino, «A Lei, Signorina», e sparì dietro le porte dell’ascensore, la risata cristallina del giovane angelo che accompagnava la sua discesa.

 

*** *** *** ***

 

Niky scese dall’autobus con un balzo e si guardò attorno, i grandi occhi scuri che scintillavano, colmi di eccitazione. Los Angeles era davvero una città meravigliosa. c’era così tanto da vedere, così tante cose da fare! Il giovane angelo osservò estasiata gli altissimi grattacieli allungarsi verso il cielo, come per cercare di afferrare le nuvole. Interminabili file di auto viaggiavano veloci lungo la strada, sfrecciando nelle numerose corsie di marcia, in un arcobaleno di macchie colorate. I marciapiedi erano affollati di persone chiassose e dall’aria indaffarata, che camminavano a passo svelto come tante formiche laboriose.

Un ragazzo con ai piedi un paio di roller-blade le sfrecciò accanto e Niky sorrise, notando le piccole ali da angelo che portava sulla schiena. Stava per avvicinare il proprietario della bancarella dello zucchero filato per chiedere spiegazioni circa le bizzarre nuvole rosa che stava servendo ai suoi clienti, quando qualcosa tra la folla catturò la sua attenzione. O, più precisamente, qualcuno.

In piedi, a pochi metri dalla ragazza, un uomo alto e dalla pelle scura la osservava in silenzio. Gli occhi scuri erano fissi su di lei, intenti a scrutarla con uno sguardo freddo ed impenetrabile, che avrebbe intimorito chiunque lo avesse incrociato.

Gli occhi di Niky si spalancarono, e la ragazza rimase immobile, paralizzata da quello sguardo. La sua bocca si spalancò, e lei impallidì. Cercò con tutte le sue forze di muoversi, di fuggire, di mettersi in salvo, ma il suo corpo sembrava non rispondere. Rimase in piedi al centro del marciapiede, spaventata, incapace di distogliere lo sguardo dall’uomo davanti a lei.

All’improvviso, la veloce ed indaffarata folla attorno a Niky rallentò la sua marcia. Ogni uomo, donna e bambino che la circondava iniziò a muoversi sempre più piano. Anche la moltitudine di auto che sfrecciavano lungo la strada rallentò all’improvviso, e ben presto le forme e i colori divennero nuovamente distinguibili.

L’angelo custode avvertì un brivido correrle lungo la schiena. Il cuore le batteva nel petto con un ritmo martellante, con tanta forza da provocarle un intenso dolore al petto.

L’uomo dalla pelle scura sbatté le palpebre, e mosse qualche passo verso di lei, in silenzio, facendosi largo tra la folla.

Improvvisamente, Niky sentì una sensazione di intenso freddo pervaderle tutto il corpo. Era come se ogni parte del suo essere le stesse gridando di muoversi. Di voltarsi e scappare. Di fuggire. E così fece.

L’uomo si fermò, e la osservò per un momento. Poi riprese con calma il suo inseguimento, certo che la sua preda non avrebbe potuto sfuggirgli a lungo.

 

*** *** *** ***

 

Lucifer, seduto al pianoforte nell’attico deserto, si arrotolò le maniche della camicia fino ai gomiti. Si accese una sigaretta, se la mise tra le labbra ed inspirò profondamente. Fece un respiro profondo, ed iniziò a suonare. L’appartamento risuonò della malinconica melodia scaturita dal pianoforte mentre le note si sollevarono dalla tastiera, propagandosi nel loft come onde invisibili.

All’improvviso, un altro suono si aggiunse alla sua canzone. L’ascensore si aprì con un ding!, e Niky, pallida come un cencio, si precipitò nell’appartamento.

«Lucifer!» chiamò, senza fiato «Lucifer, devi aiutarmi!»

Il Diavolo fece a malapena in tempo a voltarsi verso di lei, che la ragazza gli si gettò tra le braccia, nascondendo il viso contro il suo petto.

Lucifer si sfilò la sigaretta di bocca e la spense, schiacciandola nel posacenere. «Ehi, ehi, piano… Fa’ un bel respiro...» La strinse a sé e prese a darle qualche pacchetta sulla schiena, cercando di tranquillizzarla. Quando ritenne che si fosse calmata abbastanza, la scostò leggermente, per poterla guardare in viso. «Coraggio, racconta al tuo fratellone quello che è successo» disse con un sorriso.

Niky sollevò lo sguardo su di lui. «È… È Amenadiel» disse lei, cercando di farsi capire nonostante il respiro affannoso «Stavo facendo una passeggiata, esploravo la città come mi avevi detto, e – l’ho visto. Mi stava osservando»

«Che razza di pervertito» commentò Lucifer, con una risatina.

L’angelo lo ignorò e proseguì: «Me ne sono andata, ma l’ho visto di nuovo. Ho cercato di seminarlo, ma era sempre dietro di me!»

«Beh, devo ammettere che è un insolita dimostrazione di affetto» decise l’angelo caduto «Ma guarda il lato positivo: adesso hai qualcuno con cui andare a Disneyland»

La ragazza scosse la testa. «No, tu non capisci – sta venendo qui!» esclamò, ed una nota di panico risuonò chiara nella sua voce.

Lui aprì la bocca per replicare, ma fu interrotto dal suono di una finestra che si apriva.

I due fratelli si voltarono appena in tempo per vedere Amenadiel fare il suo ingresso nell’appartamento, le maestose ali nere spalancate dietro di sé.

Quando avanzò verso i suoi fratelli, Niky impallidì e si affrettò a nascondersi dietro al Diavolo, stringendosi al suo braccio con entrambe le mani.

Lucifer alzò gli occhi al cielo alla vista del nuovo arrivato, e si alzò in piedi con un lamento spazientito. «On no. Ancora con questa storia?» Si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e si avvicinò al serafino con aria seccata. «Per l’ultima volta, Fratello: non ho nessuna intenzione di tornare all’Inferno!»

Amenadiel scosse la testa. «Non sono qui per te, Luci»

Il Diavolo si fermò. «Oh… E allora cosa - »

«Sono venuto per lei» replicò l’altro, indicando l’angelo custode con un cenno del capo.

«Niky?» L’angelo caduto si voltò a guardarla, più confuso che mai. «E cosa potresti mai volere da nostra sorella?»

«Deve tornare indietro, Lucifer. Il suo posto è in Paradiso, non qui sulla Terra» Mosse un passo verso di lei, ed il suo sguardo crebbe d’intensità. «Sono qui per riportarla indietro»

La bocca di Niky si spalancò, e la ragazza indietreggiò incespicando, gli occhi scuri fissi sul fratello.

In un batter d’occhio Lucifer balzò di lato, frapponendosi tra i due ed offrendo prontamente uno scudo alla sorella con il proprio corpo. «Sì, sì, non così in fretta, Fratello»

Amenadiel si fermò e gli rivolse un’occhiata perplessa.

«So che di recente ti sei appassionato al tuo nuovo hobby di riportare tutti al posto che pensi debbano occupare, ma l’ultima volta che ho controllato, questa era ancora casa mia» Si voltò verso di lei, ed ammiccò. «E Niky non andrà da nessuna parte, a meno che non sia io a dirlo...»

L’espressione confusa sul volto del fratello maggiore si tramutò presto in una fortemente contrariata. «Luci, non puoi tenerla qui insieme a te, lei - »

«Mi spiace deluderti, Fratello, ma si dà il caso che possa»

Amenadiel sbatté le palpebre e lo guardò, aspettando una spiegazione.

«Ha il permesso di nostro Padre di restare sulla Terra, Amenadiel» dichiarò Lucifer con un ghigno, più che soddisfatto di averlo colto di sorpresa «Ha chiesto a Papà di potermi raggiungere, e Lui ha accettato» Scambiò un’occhiata soddisfatta con la sorella, e si voltò nuovamente verso di lui «Ha tutto il diritto di restare. E tu, caro Fratello, puoi pure andartene a quel paese»

L’angelo più anziano lo osservò per un istante… e le sue labbra si curvarono in un ghigno.

Lucifer lo fissò, scioccato da quella reazione inaspettata. «Oh… Beh, so che le mie battute sono molto divertenti, ma dal momento che sei tu, a ridere, devo chiedertelo: ti senti bene?»

L’altro si limitò a scuotere la testa, in silenzio.

Il Diavolo aggrottò la fronte. «Perché quell’aria così compiaciuta?» domandò, seccato. Da che mondo e mondo, era lui, il fratello divertente. Non poteva esserci una battuta che non riuscisse a cogliere, o uno scherzo che non fosse in grado di capire; doveva scoprire che cosa stava succedendo. «Che cosa c’è di tanto divertente?»

«Tu, Luci»

Lucifer lo fissò, con gli occhi sgranati «Che cosa vuoi dire?»

Amenadiel si strinse nelle spalle. «Non capisci che si è presa gioco di te?»

Il cipiglio dell’angelo caduto crebbe sempre di più. «Ma… Di che cosa stai parlando?»

«Oh, andiamo, Luci. Conosci nostro Padre. Credi davvero che le abbia permesso di lasciare il Paradiso solo perché glielo ha chiesto?»

Il Diavolo sbatté ripetutamente le palpebre, sconcertato. «No, lei non farebbe mai una cosa del genere...» Si voltò verso la sorella, e le rivolse un’occhiata di avvertimento «Non faresti mai una cosa del genere… Non è vero?»

Niky impallidì sotto il suo sguardo, e fece un passo indietro, incapace di replicare.

Lucifer socchiuse gli occhi con aria minacciosa, e mosse in passo verso di lei. «Mi hai mentito?»

«Luci - »

«Rispondimi!»

L’angelo custode si lasciò sfuggire un gemito e, prima che i suoi fratelli potessero fare nulla per fermarla, fece uno scatto in direzione della sua stanza, in un disperato tentativo di sfuggire da quella situazione.

Gli occhi dell’angelo caduto si tinsero di rosso intenso, ed un basso ringhio emerse dalla profondità della sua gola. «Oh no, non pensarci nemmeno...» Fece un balzo, e batté la sorella alla porta, chiudendola prima che la ragazza potesse anche solo sfiorare la maniglia.

Niky sussultò e si ritrasse di scatto, guardandolo con gli occhi spalancati. Si voltò prontamente alla ricerca di una via di fuga, ma si accorse che anche Amenadiel aveva deciso di seguirla. Il serafino si ergeva alle sue spalle in tutta la sua altezza, bloccandole l’unica via di uscita rimasta. Era in trappola.

«Credo sia giunto il momento di vuotare il sacco, Sorellina» disse Lucifer con voce rauca «E se sai cosa è meglio per te, questa volta dirai la verità»

L’angelo custode sobbalzò, il viso ancora più pallido del solito. «N-non è come pensi, Lucifer, lo giuro!» balbettò, le ginocchia scosse da un violento tremore «P-posso spiegarti tutto!»

«Ah, davvero?» replicò Lucifer, fingendo un tono sorpreso «Beh, ma questa è davvero una splendida notizia, non è così?» Scambiò un’occhiata con il fratello e si voltò nuovamente verso la ragazza. L’espressione fredda e dura di poco prima scuriva di nuovo il suo volto. «Molto bene, allora: spiega»

Niky annuì lentamente, spostando nervosamente lo sguardo da un fratello all’altro. «Nostro Padre non mi ha dato il permesso per lasciare il Paradiso...» confessò in un sussurro «Io… Avevo sentito che eri riuscito a fuggire dall’Inferno e a venire sulla Terra, e così ho deciso… di venirti a cerare...»

Per un breve istante, l’espressione sul viso dell’angelo caduto si addolcì.

«Sapevo che nostro Padre si sarebbe opposto se gli avessi chiesto di permettermi di raggiungerti e così… non l’ho fatto...»

«Scaltra come sempre, vedo...» commentò il Diavolo, scuotendo la testa. «Beh, posso capire che tu abbia mentito a Papà, quel vecchio bastardo… Ma per quale motivo hai portato avanti questa messinscena anche con me

Lei si strinse nelle spalle. «Ho immaginato che ti saresti arrabbiato...»

Lucifer sbatté le palpebre ed aprì la bocca per replicare, ma Amenadiel fece un passo avanti, mettendosi in mezzo.

«Questo non importa, adesso. Niky deve tornare a casa»

«A casa?» ripeté il Diavolo con una risatina «Stai scherzando, non è vero?»

Amenadiel lo guardò, confuso «Che cosa vuoi dire?»

«Non possiamo rimandarla indietro, Amenadiel»

«E perché mai?»

«Perché Lui la spedirebbe dritta all’Inferno, ecco perché!» sbottò Lucifer, indicando la ragazza con un gesto nervoso.

L’angelo dalla pelle scura aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse immediatamente, quando le parole del fratello si fecero largo nella sua mente.

«CHE COSA?!» Questa volta fu Niky, a rimanere senza parole. Guardò i fratelli con gli occhi sgranati, sconvolta. «Tu… pensi davvero che lo farebbe?»

«Oh, fammici pensare...» replicò Lucifer, prendendosi il mento tra le dita e assumendo una finta aria pensierosa «Uno dei figli di Dio si è ribellato ai Suoi ordini… Dimmi, ti suona forse familiare?»

Il giovane angelo impallidì, schiacciata dalla devastante realizzazione che la colpì come un pugno nello stomaco. «Hai… Hai ragione...» balbettò «L-lui mi caccerà!»

«Non temere» la rassicurò il Diavolo, sollevando una mano per fermarla prima che potesse abbandonarsi ad un violento attacco di panico «Papà potrà cacciarti solo se ritornerai in Paradiso, e questo non succederà»

La ragazza sollevò gli occhi sul fratello, tremando «Ah n-no?»

Lui scosse la testa «No, certo che no! Credi davvero che ti permetterei di andare dritta verso la tua rovina?»

«E cosa proponi di fare, Luci?» chiese Amenadiel, facendo un passo avanti «Non possiamo permetterle di restare»

«Ma non possiamo nemmeno lasciare che torni alla Città d’Argento, mi sbaglio?» ribatté Lucifer, chiaramente alterato.

«Non mi metterò contro nostro Padre, Lucifer!» dichiarò l’angelo più anziano, in tono imperioso.

«Allora vuoi forse metterti contro di me?» domandò il Diavolo, ergendosi di fronte al fratello, gli occhi scuri infiammati da una luce pericolosa «Perché è quello che succederà se solo ti azzarderai a toccarla...»

Niky, la quale stava cercando con tutte le sue forze di non svenire, riuscì in qualche modo a riacquistare il controllo di sé. Percorse la distanza che la separava dal fratello con passo tremante, e gli afferrò piano il braccio. «Lucifer, per favore...» sussurrò «Non farlo...»

«Se la riporterai indietro, Papà la manderà all’Inferno» dichiarò Lucifer, senza distogliere lo sguardo dal fratello maggiore. Mise un braccio attorno alle spalle della ragazza e la strinse a sé «È questo che vuoi? Condannare tua sorella ad un’eternità all’Inferno?»

«Devo farlo, Lucifer!»

«No!» esclamò Niky, stringendosi al fratello con più forza. «Per favore, non voglio essere cacciata! Mi dispiace, i-io non volevo che succedesse tutto questo!» disse. «Tutto quello che volevo era trovare Lucifer! N-non pensavo che nostro Padre mi avrebbe - ...» Si morse il labbro inferiore, mentre gli occhi scuri si riempivano di grosse lacrime. «Mi dispiace tanto… Per favore, non lasciate che mi mandi all’Inferno, vi scongiuro! M-mi d-d-dispiace...!»

Il Diavolo distolse lo sguardo dal serafino e la guardò. La sua espressione si addolcì all’istante, non appena la ragazza sollevò su di lui gli occhi colmi di terrore. «Non aver paura, non permetterò che accada» le promise, prendendole dolcemente il viso tra le mani.

Amenadiel esitò, ed un’espressione interdetta si dipinse sul suo volto. Scosse la testa «Forse… Forse nostro Padre sarà più magnanimo, questa volta...» disse «Forse la perdonerà»

«Già, ma se così non fosse?» lo rimbeccò il fratello «Vuoi davvero correre il rischio?»

L’angelo più anziano abbassò lo sguardo su Niky, e la guardò negli occhi per un lungo, interminabile istante. Alla fine, sospirò. «Hai ragione. Dobbiamo trovare un’altra soluzione»

La ragazza strinse la presa sul braccio dell’angelo caduto, e si abbandonò ad un profondo sospiro di sollievo.

Lucifer sorrise. Poi trasse un profondo respiro, cercando di riflettere. «D’accordo, vediamo… Sembra che l’unica cosa da fare sia lasciare che Niky rimanga sulla Terra. In questo modo, anche se papà dovesse cacciarla dal Paradiso, la esilierebbe sulla Terra, e non all’Inferno...»

«Sei certo che sia una buona idea, Luci?» domandò Amenadiel, osservando la sorella con aria preoccupata.

«Beh, non so se sia buona, ma è la sola idea che ho» rispose il Diavolo, scuotendo la testa.

Il serafino annuì. «Molto bene. Niky resterà sulla Terra fino a quando non avremo deciso che cosa fare» disse «Ma ad una condizione»

Il giovane angelo fece un passo indietro, incerta «Quale condizione?»

«Ti porterò via con me. Mi sono sistemato in una casa qui a Los Angeles, e intendo rimanervi fino a quando non avrò portato a termine il mio compito. Starai con me fino a quando non avrò trovato un posto sicuro per te»

«Che cosa?» boccheggiò lei, colta alla sprovvista «Scordatelo! Non verrò insieme a te!»

«Che cosa proponi di fare, allora?» domandò Amenadiel «Di certo non ti lascerò vivere qui insieme a Lucifer!»

«E perché no?» intervenne Lucifer «Per tua informazione, si dà il caso che io sia un fratello maggiore estremamente responsabile» affermò, offeso.

«Oh, per favore» disse Amenadiel, scuotendo la testa «Non sai nulla su come ci si prenda cura di qualcuno»

«Ma davvero? Avanti, allora, fammi un esempio»

Il serafino aggrottò la fronte. «L’hai lasciata da sola con Mazikeen. Un demone»

«L’ha soltanto accompagnata a fare shopping, non c’è motivo di arruffare le penne per così poco!»

«- Con addosso i suoi vestiti»

«D’accordo, qui stiamo andando fuori argomento» decise l’angelo caduto, agitando la mano per porre fine alla questione «Sono perfettamente in grado di prendermi cura di mia sorella. Ho una casa immensa, un sacco di soldi, e sono un cuoco coi fiocchi. Ho perfino fatto sistemare ed arredare una stanza apposta per lei. Può restare qui quanto vuole. Senza contare il fatto che sono il fratello divertente, quindi non sarà triste un solo istante» annunciò, promettendo a sé stesso di rispettare il voto appena fatto ad ogni costo.

«Tutto questo è molto toccante, ma sono stato io a crescere Niky. Ho sempre saputo quello di cui aveva bisogno»

«Beh, magari io so di cosa ha bisogno adesso» lo rimbeccò Lucifer, testardo «Un po’ di libertà da te, magari»

«Io sono suo fratello -»

«E lo sono anch’io!» esclamò il Diavolo improvvisamente, facendo sobbalzare i due angeli.

Niky si affrettò ad afferrargli nuovamente il braccio, più fermamente, questa volta. «Calma, Lucifer» disse piano, facendo un passo indietro e tirandolo a sé «Non c’è motivo di arrabbiarsi. Resterò qui insieme a te»

«E questo chi lo ha deciso?» domandò Amenadiel, il tono colmo di rimprovero.

«Io» rispose semplicemente la sorella, con un’alzata di spalle. «Ho passato interi millenni aspettando il momento in cui avrei finalmente ritrovato Lucifer. Credi davvero che sarei disposta a lasciarlo?»

A quelle parole, le labbra di Lucifer si aprirono in un sorriso radioso. Scambiò uno sguardo affettuoso con la ragazza, poi si voltò verso il fratello, un sorriso soddisfatto che campeggiava sul suo volto. «Come vedi, caro Fratello, i voti sono due a uno. Temo che tu abbia perso»

Amenadiel abbassò il capo e scosse la testa, le labbra tese in un sorriso tirato. «Come sempre» dichiarò in tono amaro «Cercate solo di non abituarvi troppo. Questo teatrino non durerà per molto» Con quelle parole, si voltò e si avviò in silenzio verso il soggiorno, facendosi strada verso la finestra.

Il Diavolo lo osservò con occhi colmi di rabbia mentre usciva sulla balconata e spiccava il volo, scomparendo nell’immensità del cielo.

«Che cosa voleva dire?» domandò Niky, tirando un poco la stoffa della giacca del fratello per richiamare la sua attenzione.

«Il nostro caro fratellone crede di poter riuscire a convincermi a tornare all’Inferno» borbottò lui scuotendo la testa.

«Ma… Non ci riuscirà, vero?» domandò il giovane angelo in tono preoccupato.

Lucifer tornò con calma nel salotto. «No, certo che no» Si lasciò cadere sul divano e sollevò lo sguardo verso di lei. Poi alzò la mano e piegò il dito, facendole cenno di avvicinarsi. «Vieni qui, tu. Abbiamo ancora una questione in sospeso, noi due...»

Niky si morse il labbro inferiore, nervosa, ma obbedì e prese posto accanto al fratello sul divano.

L’angelo caduto trasse un profondo respiro, e si voltò verso di lei. «So che tutta questa storia di Papà ti ha molto spaventata, e per questo motivo passerò sopra al fatto che tu mi abbia deliberatamente mentito… Per questa volta» si affrettò a precisare, sollevando un dito in segno di ammonimento «Ma saranno grossi guai, se la cosa dovesse ripetersi. Sono stato chiaro?»

Lei annuì piano, gli occhi bassi. «Sì… Mi dispiace, Luci...»

«Ad ogni modo,» proseguì il Diavolo, in un tono più calmo «ti direi una bugia, se dicessi che non capisco perché tu l’abbia fatto...»

Niky sollevò lo sguardo. «Davvero?»

«Oh, sì» rispose lui, annuendo.

«Allora… Non sei arrabbiato con me?»

Lucifer sospirò «Beh, non sono esattamente contento. Ma in fondo, quello che conta è che ora siamo di nuovo insieme» disse «E sono davvero colpito dal modo in cui hai tenuto testa a quel vecchio brontolone»

L’angelo custode si strinse nelle spalle. «Ami non mi spaventa più, ormai» disse piano «O almeno… Non quanto la possibilità di perderti di nuovo...»

Il Diavolo scivolò più vicino, e le sollevò con delicatezza il mento, in modo da poterla guardare in viso. «Non succederà» dichiarò in tono dolce ma fermo, senza distogliere lo sguardo da quegli occhi tanto simili ai suoi. «E ora che sei qui, non ti lascerò più andare via» dichiarò sorridendo.

«Bene» rispose Niky con un sorriso «Perché non c’è nessun altro posto in cui vorrei stare»

Lucifer sorrise. Sollevò un braccio e lo avvolse attorno alle spalle della sorella, attirandola a sé.

Il giovane angelo sorrise, radiosa, e si accoccolò accanto al fratello, il cuore gonfio di gioia.

E in quel momento, tutto fu perfetto.

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