Visions

di Marlena_Libby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


- Mamma, che film ci porterà a vedere lo zio Fred? - chiese Claire mentre Sophie le pettinava i capelli.
- Non lo so, ha detto che sarà una sorpresa.
- Una sorpresa bella o brutta? - chiese Riley, che stava facendo loro compagnia.
- Non lo so, ma credo bella.
Ormai erano passati quattro anni dal ritorno di Tadashi e Hiro e gli altri vivevano la loro vita tra il lavoro, la scuola e le uscite e anche se non volevano ammetterlo sentivano la mancanza delle loro avventure come supereroi. L'ultima che avevano vissuto era stata quando quattro anni prima avevano ritrovato Tadashi e, a parte fermare qualche ladro, non facevano nulla di interessante e la loro vita scorreva tranquilla. Claire e Riley erano diventati dei bambini vivaci e graziosi che illuminavano la casa con le loro risate e la loro voglia di giocare.
Quella sera Fred aveva promesso di portarli al cinema e loro ne erano entusiasti visto che con lui si divertivano sempre moltissimo. Riley si stava annoiando ad aspettare la sorella, così andò in camera di Hiro, trovandolo seduto alla scrivania che lavorava al computer. Si avvicinò e gli tirò il braccio per attirare la sua attenzione.
- Oh, ciao Riley. Che cosa vuoi? - lo salutò con un sorriso.
- Mi stavo annoiando, posso stare qui con te zio?
- Ma certo! - rispose Hiro facendolo sedere sulle sue gambe.
- Che stai facendo?
- L'azienda per cui lavoro sta costruendo un nuovo impianto di irrigazione, ma non funziona ancora bene e non riusciamo a capire perché.
- Posso aiutarti?
- Non credo, è una cosa molto complicata e...
Hiro non riuscì a finire la frase che Riley, schiacciando qualche tasto sul computer, aveva sistemato il suo progetto lasciandolo a bocca aperta. Riley e Claire avevano già dimostrato più volte di avere un'intelligenza superiore ai bambini della loro età, proprio come Hiro da bambino. Ogni volta che avevano in mano un cellulare o qualcos'altro riuscivano sempre a capire da soli come funzionava ed erano perfettamente in grado di risolvere problemi matematici che dei bambini normali avrebbero saputo fare solo in terza elementare.
- Zio Hiro, posso farti una domanda?
- Certo, dimmi pure.
- Perché la mamma ha dei genitori e tu e papà no?
Hiro si incupì leggermente. Suo padre aveva sempre amato volare, per questo un giorno aveva improvvisamente deciso di prendere lezioni per imparare a pilotare gli elicotteri e sua madre l'aveva guardato come se fosse completamente impazzito. Quando era diventato abbastanza bravo le aveva proposto di fare un giro con lui, dicendole che anche il suo istruttore sarebbe venuto con loro e lei si era sentita più sicura. Ma purtroppo l'elicottero precipitò, a detta dei poliziotti, per un difetto di fabbrica dei motori. L'istruttore si era salvato per puro miracolo, invece i corpi dei loro genitori non vennero mai ritrovati. Li cercarono per mesi e alla fine vennero dichiarati morti. Per lui era stato un dolore insopportabile, soprattutto perché aveva solo tre anni all'epoca, ma per fortuna Tadashi era sempre lì pronto a consolarlo. Ricordava di aver visto la zia piangere molte volte tenendo stretto tra le mani il biglietto che il padre aveva regalato alla madre il giorno del loro primo anniversario di matrimonio, quello con su scritto "Rea e Kyle Hamada. Due cuori uniti per la vita". Lei e suo fratello avevano lo stesso rapporto che avevano lui e Tadashi, per questo la sua morte l'aveva veramente provata, come quella della cognata, di cui era molto amica.
Hiro però non voleva intristire il nipotino con quella triste storia, così gli accarezzò la testa dicendogli: - Quando sarai più grande capirai.
In quel momento Tadashi entrò.
- Riley vieni, Fred è arrivato.
Il bambino saltò subito giù dalle ginocchia dello zio e corse giù.
- Non so perché, ma ogni volta lasciamo i bambini da soli con Fred ho la sensazione che qualcosa andrà storto - disse Hiro un po' preoccupato.
- Sei troppo apprensivo, in fondo stanno solo andando al cinema - lo rassicurò Tadashi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


- Eccoci di ritorno! - esclamò Fred aprendo la porta di casa Hamada.
- Ciao - disse Tadashi andando verso di loro con Hiro. - Allora ragazzi, vi è piaciuto...
Il ragazzo si interruppe vedendo i bambini che tremavano come foglie.
- Fred, che razza di film gli hai fatto vedere? - chiese Hiro.
- Abbiamo visto "Annabelle 2" ed è stato mitico!
- Li hai portati a vedere un film horror?! Fred, questa è la prova definitiva che tu hai la testa completamente vuota! - lo rimproverò Hiro.
- Non capisco perché si siano spaventati così, io mi sono divertito un mondo! Ho pure comprato il CD della colonna sonora fuori dal cinema! Va beh, ci vediamo!

Quella sera fu una vera sfida per Sophie e Tadashi portare i bambini al letto, perché quei due proprio non volevano saperne di dormire.
- Mamma, per favore non andare! - la implorò Riley trattenendola per il braccio.
- Tesoro non avere paura, era solo un film - disse lei rimboccandogli le coperte e accarezzandogli la testa.
- Già, siete a casa vostra e non può accadervi nulla - aggiunse Tadashi.
Entrambi diedero il bacio della buonanotte ai loro piccoli e lasciarono la stanza spegnendo la luce.
- Riley, mamma e papà hanno ragione - disse Claire. - Era solo un film, non dobbiamo avere...
La bambina fu interrotta da un rumore e subito si nascose sotto le coperte con il fratello.
- Che cos'era secondo te? - disse Riley spaventato.
- Non lo so, veniva dalla soffitta. Forse dovremmo andare a vedere.
I due bambini, armati di coraggio, presero la loro videocamera e salirono in soffitta. Al buio tutte le montagne di oggetti lì dentro sembravano dei mostri pronti a sbranarli. Claire accese la videocamera e mettendosela davanti al viso, disse: - Entrambi abbiamo sentito degli strani rumori provenire da qui e siamo saliti per scoprirne la fonte.
In quel momento lo strano rumore che avevano sentito si ripeté.
- Magari saranno le tubature - disse Riley falsamente tranquillo.
- Ok, se non ne usciamo vivi, vi vogliamo bene mamma e papà! E anche a voi, zio Hiro e zia Cass! - mentre diceva questo, Claire calpestò qualcosa che scricchiolò. - AAAAHHH!!! OSSA!!!
La bambina lasciò cadere la videocamera e corse via seguita dal fratello.

Intanto Sophie e Tadashi erano abbracciati l'uno all'altra sul loro letto a guardare la TV.
- Titti, quel tipo è più fascinoso di Orlando Bloom e Brad Pitt messi insieme. Secondo me gli assomigli un pochino - disse Sophie con voce seducente accarezzando la guancia del marito. - Che ne dici di farmi un bell'interrogatorio?
- D'accordo baby, hai il diritto di rimanere sexy, tutto quello che toccherai verrà usato contro di te.
Sophie gli prese il volto tra le mani e lo baciò appassionatamente mentre lui le infilò la mano sotto la maglietta accarezzandogli la schiena, ma vennero interrotti da Claire e Riley, che entrarono nella loro stanza come due cicloni urlando: - MAMMA! PAPÀ! C'È UN FANTASMA IN CASA!
- Bambini, vi abbiamo già detto che i fantasmi non esistono - disse Sophie.
- Ma noi lo abbiamo sentito! - insistette Riley tirando il padre per il braccio.
- E va bene, andiamo a vedere - sospirò Tadashi alzandosi dal letto.
Dopo aver svegliato anche Hiro e Cass tutti insieme perlustrarono la casa ma, ovviamente, non trovarono niente.
- Visto? Non ci sono fantasmi - disse Hiro.
Poi di nuovo si sentì il rumore che aveva tanto spaventato i bambini.
- Sembra che ci sia qualcuno in soffitta. - disse Sophie un po' spaventata.
- Chiamo la polizia - aggiunse Cass.
- No, andiamo a controllare, sono certo che non è niente - la fermò Tadashi.
Quando salirono in soffitta videro una strana ombra in un angolo che si muoveva. Si avvicinarono con cautela e videro una ragazza coperta di graffi che li guardava con aria spaventata: aveva i capelli castani e corti con delle mèches verdi, la pelle chiara come l'avorio e gli occhi di un bell'azzurro cielo. Indossava un vestito nero decorato con tanti piccoli teschi bianchi lungo fino a metà coscia, con le maniche lunghe e un cappuccio e ai piedi aveva dei sandali argentati con il gambale alto. Poi aveva un piercing al naso, uno sul labbro inferiore e tre sull'orecchio destro.
Hiro le si avvicinò con un sorriso rassicurante e le posò una mano sulla spalla: - Non avere paura, non vogliamo farti del male. Mi chiamo Hiro Hamada, tu chi sei?
- Io... Io non lo so... - rispose la ragazza.
- Che significa? - chiese Tadashi avvicinandosi.
- Non lo so, non mi ricordo come mi chiamo e neanche che ci faccio qui! - urlò lei portandosi le mani alle tempie.
- Vado a chiamare l'ambulanza, voi restate qui con lei - disse Cass correndo al piano di sotto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Quando l'ambulanza arrivò Hiro, Tadashi e Sophie decisero di andare anche loro in ospedale, curiosi di sapere le condizioni della ragazza, mentre Cass rimase a casa con i bambini. Rimasero in sala di aspetto per circa mezz'ora, quando uno dei medici uscì.
- Come sta? - chiese Hiro.
- Le abbiamo medicato le ferite e abbiamo eseguito una TAC cerebrale: a quanto pare ha perso la memoria a causa di un trauma.
- Si ricorda almeno il suo nome? - chiese Sophie.
- No, ma l'abbiamo scoperto grazie alla patente che aveva in una tasca del vestito: si chiama Kaori Toyama e risiede nel quartiere di Haido. Se vi va potete vederla.
I tre entrarono nella stanza e trovarono la ragazza seduta sul letto con lo sguardo perso nel vuoto.
- Ciao, come ti senti? - le chiese Hiro.
- Meglio ma ho ancora un terribile mal di testa e non ricordo nulla.
- I medici hanno detto che sulla tua patente c'è scritto che ti chiami Kaori e che vivi nel quartiere di Haido. Ma forse, se per te va bene, potresti stare da noi finché non ti torna la memoria.
- Certo, grazie - disse Kaori.
Dopo che la ragazza si fu rimessa i vestiti tornarono a casa e Sophie accompagnò Kaori al piano di sopra per darle un pigiama.
- Come mai siete già tornati? E perché l'avete portata qui? - chiese Cass ai nipoti.
- Abbiamo scoperto che si chiama Kaori e che abita nel quartiere di Haido, ma finché non recupera la memoria pensavo di farla stare qui. - spiegò Hiro. - Per te va bene zia?
- Certo, può dormire sul divano.
- Zia, dove sono Claire e Riley? - chiese Tadashi.
- Sono andati a letto e direi di andarci anche noi.
- Già, domani ci aspetta una giornata lunga. Dobbiamo aiutare Kaori a recuperare la memoria.

Il giorno seguente, dopo aver fatto colazione, erano tutti in salotto a discutere sul da farsi.
- Kaori, pensavamo di portarti a casa tua più tardi per cercare degli indizi sul perché hai perso la memoria - disse Tadashi.
- Va bene. Hiro, posso farti una domanda? - disse Kaori rivolgendosi poi al ragazzo più giovane.
- Certo, spara. - rispose lui.
- Ieri hai detto che il tuo cognome è Hamada...
- Sì. Allora?
- Io credo di averlo già sentito da qualche parte, ma non ricordo dove. Eppure anche se ho perso la memoria sono certa di non avervi mai visti.
Hiro stava per ribattere, ma fu interrotto dall'arrivo dei loro amici.
- Ciao ragazzi, qual'è l'emergenza? - chiese Fred.
- Ragazzi, lei è Kaori, l'abbiamo conosciuta ieri. Ha perso la memoria e pensavamo di fare un sopralluogo a casa sua per aiutarla - spiegò Sophie.
- Piacere Kaori - disse Honey stringendole la mano. - Io sono Honey e loro sono GoGo, Wasabi e Fred.
- Mi piace il tuo stile - disse GoGo.
- Grazie - disse Kaori con un sorriso timido.
- Andiamo, ho l'auto parcheggiata qui fuori - disse Wasabi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Dopo circa mezz'ora arrivarono alla casa di Kaori. Era un appartamento piccolo, ma molto accogliente e illuminato e le pareti erano piene di poster di famosi gruppi heavy metal e di foto della ragazza in vari luoghi della città o in paesi stranieri, ma anche alcune che raffiguravano paesaggi e animali.
- Per caso ti viene in mente qualcosa? - chiese Sophie alla ragazza.
- Questo posto mi è familiare ma non so dirvi molto, mi dispiace - rispose lei.
- Se per te va bene possiamo cercare qualche indizio su cosa può esseri successo - propose Honey.
- Certo, fate pure. Io intanto vado a cambiarmi visto che indosso questi vestiti da ieri sera.
Così si misero tutti quanti a perlustrare la casa e il giardino alla ricerca di risposte. Mentre controllava il piano di sopra, Hiro passò davanti alla camera di Kaori e la vide seduta sul letto con addosso un altro abbigliamento appariscente che guardava il pavimento.
- Ehi, tutto bene? - chiese con un colpetto alla porta per farsi notare.
- Oh sì, sto bene - rispose lei alzando lo sguardo.
- Sei sicura? - insistette il ragazzo sedendosi accanto a lei.
- Ok, in realtà sono un po' preoccupata. Non riesco a ricordare niente di quello che mi è successo ieri sera o della mia vita. Poi ho questa continua sensazione che ci possa essere qualche pericolo e ho paura di mettervi nei guai. Voi siete stati così gentili con me, non meritate tutti questi problemi.
Hiro le mise un braccio intorno alle spalle e disse: - Non devi preoccuparti, non ci stai causando nessun problema. A noi fa piacere aiutarti e poi non immagini neanche quante volte ci siamo cacciati in situazioni pazzesche e ne siamo sempre usciti! Vedrai, riusciremo a farti tornare la memoria.
Lei si sentì subito rassicurata e le rivolse un dolcissimo sorriso in segno di ringraziamento. Hiro rimase un attimo a fissarla: non si era accorto di quanto fosse carina, soprattutto quando sorrideva. I suoi sorrisi così timidi, dolci e belli gli facevano battere il cuore e avrebbe tanto voluto che quel piccolo momento tra loro due durasse per sempre. Kaori dal canto suo non rimase indifferente dallo sguardo intenso con cui il giovane la stava fissando e si sentì avvampare.
- Ehm... Vogliamo tornare giù? - disse con le guance rosse.
- Eh? Ah, sì certo - rispose imbarazzato Hiro, pure lui arrossendo.
Quando tornarono giù trovarono tutti gli altri ad aspettarli.
- Avete trovato qualcosa? - chiese loro Wasabi.
- No, niente - rispose Hiro.
Poi improvvisamente il campanello suonò.
- Vado io - si offrì GoGo.
Appena aprì la porta entrò un bel ragazzo con i capelli castani leggermente scompigliati e gli occhi ambrati che indossava una maglietta bianca, una giacca di pelle nera e jeans e scarpe dello stesso colore che si diresse subito verso Kaori.
- Kaori per fortuna stai bene! Erano giorni che non ti sentivo e cominciavo a preoccuparmi! - disse abbracciandola.
- Scusa, ma tu chi sei? - disse lei staccandosi dall'abbraccio e guardandolo confusamente.
- Come chi sono? Sono io, Ezra, il tuo migliore amico! - rispose lui.
- Mi dispiace, ma non mi ricordo di te - continuò lei.
- Com'è possibile? E poi voi chi siete? - chiese Ezra a Hiro e gli altri.
- Io sono Hiro Hamada e loro sono mio fratello Tadashi, sua moglie Sophie e i nostri amici GoGo, Fred, Wasabi e Honey, abbiamo conosciuto Kaori ieri. Ha perso la memoria per colpa di un colpo alla testa e noi stiamo cercando di aiutarla.
- Capisco. Io sono Ezra Ortega e sono il migliore amico di Kaori, ci conosciamo fin dall'infanzia e lavoriamo nello stesso bar.
- Per caso sai dove possiamo trovare i genitori di Kaori? - chiese Wasabi.
- Sono morti quando lei era piccola, quindi è stata cresciuta dai suoi nonni. Ora sono ricoverati in un ospizio e purtroppo non ci stanno più tanto bene con la testa, quindi non penso possano aiutarvi.
- Vedo che vi piace viaggiare, queste foto sono mitiche! - disse Fred indicando le foto sulle pareti, in molte delle quali c'era anche Ezra.
- Sì, facciamo entrambi parte di un club fotografico che spesso ci porta a fare viaggi per fotografare monumenti o altro. Kaori ha sempre amato la fotografia, ogni volta le sue foto sono le migliori del nostro gruppo.
- Sai qualcosa che potrebbe aiutarci a scoprire perché ha perso la memoria? - chiese Hiro.
- Sì, ultimamente andava sempre in una vecchia villa abbandonata e non mi ha mai voluto dire perché.
- Allora direi di andare lì. - disse GoGo.
Appena uscirono un uomo che sembrava intento a leggere il giornale disse in una ricetrasmittente: - L'aquila ha lasciato il nido. Ripeto, l'aquila ha lasciato il nido.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Dopo un po' arrivarono alla vecchia villa di cui parlava Ezra: era un vecchio edificio nero con il giardino rovinato e i corvi che ci volavano intorno che faceva venire la pelle d'oca. Aprirono il portone arrugginito dal tempo con un po' di fatica ed entrarono.
- Dividiamoci ed esploriamo a fondo la villa e appena trovate qualcosa chiamate gli altri - disse Hiro.
Dopo qualche minuto qualcuno urlò: - Venite ragazzi, ho trovato qualcosa!
Tutti si precipitarono in una delle camere da letto e trovarono Sophie davanti a una parete con una tastiera.
- Che cosa sarà? - disse Wasabi.
- Sapete, ho la sensazione di averla già vista - disse Kaori.
Appena sfiorò la tastiera i suoi occhi divennero verdi e una voce le risuonò nella mente.

00194526

- Kaori, cos'hai?! - gridò Ezra preoccupato mettendole le mani sulle spalle.
Gli occhi di Kaori tornarono azzurri ed ebbe un improvviso giramento di testa, ma Ezra la prese tra le sue braccia.
- Tranquilla, va tutto bene - la rassicurò accarezzandole la guancia.
Hiro non poté fare a meno di provare un po' di fastidio nel vederli così vicini.
- Non so cosa mi sia preso - disse Kaori rialzandosi. - Ma ho sentito una voce che mi diceva una sequenza di numeri: 00194526.
- Davvero? - chiese Honey.
- Sì, credo che sia un codice da digitare su questa tastiera! - continuò lei sicura.
- Proviamo - disse Tadashi digitando il codice sulla tastiera.
Improvvisamente si aprì una porta nella parete con una scala che portava sottoterra.
- Andiamo - disse Hiro accendendo una torcia e cominciando a scendere seguito dagli altri.
Quando arrivarono in fondo alla scala si ritrovarono in un grande ambiente completamente buio.
- Non si vede niente - disse Fred.
- Tranquilli, ho trovato l'interruttore - disse GoGo.
Quando accese la luce si ritrovarono di fronte ad un mucchio di macchinari, scartoffie e computer.
- Ma che posto è questo?! - esclamò Wasabi a bocca aperta.
- Sembrerebbe tutta roba di ingegneria genetica - disse Hiro dando un'occhiata ad alcuni fogli.
- Ehi, guardate qui! - esclamò Tadashi.
Tutti si avvicinarono e videro su un computer l'immagine di Kaori con su scritto ELEMENTO X e accanto c'era uno strano simbolo rosso e bianco simile ad uno scorpione. Kaori si sentì attratta da quel simbolo e appena ci poggiò una mano sopra, gli occhi le ridivennero verdi e sentì di nuovo quella voce.

Scorpion. Grand Canyon.

- Kaori, tutto bene? - le chiese Hiro quando i suoi occhi tornarono normali.
- Sì e ho di nuovo sentito quella voce - rispose lei.
- E che cosa ti ha detto stavolta? - le chiese Sophie.
- Ha nominato il Grand Canyon e un nome: Scorpion.
- Per caso conosci qualcuno che si chiama così? - chiese GoGo.
- Mi sembra di averlo già sentito, ma non mi viene nient'altro.
- Per ora direi di andare al Grand Canyon - propose Hiro.
- E come dovremmo arrivarci? - chiese Ezra.
- Andiamo a casa mia, possiamo prendere il mio jet privato - disse Fred.
E in un attimo corsero tutti fuori dalla villa diretti a casa di Fred.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Durante il viaggio i ragazzi discutevano sul da farsi e ogni tanto Hiro lanciava delle occhiate a Ezra e Kaori e vedendo come andavano d'accordo si convinceva sempre di più di non avere nessuna possibilità con la ragazza.
- Hiro, posso parlarti un attimo? - gli chiese a un tratto suo fratello.
- Eh? Oh, sì, certo - rispose lui.
E così andarono in un'altra stanza.
- Allora, di cosa volevi parlarmi? - chiese Hiro.
- Non fare il finto tonto, credi che mi sia sfuggito il modo in cui guardi Kaori e Ezra? - rispose Tadashi.
- Non so di cosa tu stia parlando! - rispose lui improvvisamente nervoso.
- Ammettilo, sei geloso di Ezra perchè Kaori ti piace! - ribattè il più grande.
- Non è vero! - continuò Hiro con le guance improvvisamente rosse. Poi dopo un attimo di silenzio sbottò: - Ok, lo ammetto! Kaori mi piace!
- Perché non provi a farti avanti? - gli chiese Tadashi.
- Perché di sicuro a lei piace Ezra, hai visto come vanno d'accordo! - esclamò Hiro.
- Fidati, io che sono sposato le capisco molto meglio di te queste cose - ribatté Tadashi mettendogli una mano sulla spalla - Kaori è pazza di te, glielo si legge negli occhi. Devi solo cercare di avvicinarti a lei.
- Ok. Grazie - rispose il più piccolo con un sorriso.
- Ragazzi venite, siamo arrivati - disse Honey entrando in quel momento.
Appena il jet atterrò i ragazzi scesero e rimasero incantati dallo splendido paesaggio di rocce che avevano davanti. Sarebbero potuti rimanere a guardarlo per sempre, ma avevano cose più importanti a cui pensare.
- Kaori, perché non provi ad usare il tuo potere? - le chiese Ezra.
- Ma io non so come funziona - rispose la ragazza.
- Dai, sono sicuro che se ti concentri puoi farcela - la incoraggiò il suo migliore amico.
La ragazza allungò una mano, si concentrò e gli occhi le ridivennero verdi.

Vai a destra e poi due volte a sinistra.

Kaori fece come aveva detto la voce nella sua testa e seguita dai ragazzi arrivò davanti a un'enorme parete di roccia.
- Kaori, qui non c'è niente - disse GoGo.
La ragazza però si sentiva inspiegabilmente attratta da quella parete, così cominciò a tastarla e appena schiacciò un sasso le porte di un ascensore si aprirono.
- Beh, tanto vale scendere - disse Sophie.
Così entrarono nell'ascensore che cominciò a scendere velocemente nel sottosuolo.
- Quanto mi era mancato entrare di nascosto nel covo del nemico! - disse Fred.
- Mai una volta che riesci a essere serio, vero? - replicò acido Wasabi.
- Ragazzi, smettetela! - li rimproverò Honey.
- Hiro, hai la valigetta con Baymax e le nostre armature? - chiese Tadashi.
- Sì, tranquillo - rispose il ragazzo.
In quel momento le porte dell'ascensore si aprirono, ma appena i ragazzi uscirono si ritrovarono circondati da una decina di uomini armati di fucili laser.
- Mani in alto se non volete diventare degli scolapasta! - ordinò uno di loro.
Il gruppo, preso alla sprovvista, fece come gli era stato detto. Poi si fece avanti un uomo con la pelle chiara, i capelli neri rasati e alcuni tatuaggi sul collo.
- Piacere, io sono Scorpion - disse con un ghigno poco rassicurante. Poi, rivolto a Kaori, aggiunse: - Bentornata, Elemento X.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Hiro, vedendo come Scorpion si rivolgeva a Kaori, si mise istintivamente davanti a lei per proteggerla.
- Scommetto che vorrete tutti delle spiegazioni - disse Scorpion - Ebbene, ve le darò: i genitori della signorina Toyama facevano parte di un gruppo segreto di scienziati del governo che si occupava di ricerche sul DNA. Quando lei era molto piccola si ammalò di una rarissima malattia genetica, così i suoi genitori effettuarono un delicatissimo intervento sul suo DNA e le salvarono la vita. Questo intervento le ha donato il potere di vedere il futuro ed è proprio ciò che mi serve per il mio progetto: ho intenzione di creare dei super soldati con varie abilità mentali per venderli all'esercito e alla mafia, così da guadagnare un sacco di soldi. Se poi avranno anche il potere di vedere il futuro saranno completamente invincibili, ecco perché la signorina Toyama è il nostro Elemento X.
- Se crede che glielo lasceremo fare si sbaglia di grosso! - ribatté Hiro.
- Non penso proprio che riuscirete a fermarmi! - rispose Scorpion con una grossa risata. - Ho finalmente trovato il modo di toglierle questo potere e metterlo nei miei super soldati. Quegli incapaci che ho nella mia sede a San Fransokyo non ci erano riusciti e per colpa dei vari test le hanno fatto perdere la memoria e l'hanno pure fatta scappare! Ma quando ho saputo che era con voi ho ordinato ai miei uomini di tenervi d'occhio e abbiamo potuto tendervi questa imboscata.
- Sì, è vero! Ora mi ricordo tutto! - esclamò improvvisamente Kaori.
- Buon per te - disse Scorpion. - Portatela al laboratorio principale e rinchiudete questi ficcanaso in una cella. Mi occuperò di loro più tardi.

Ormai era da un quarto d'ora che erano rinchiusi lì, ma a Hiro erano sembrate ore. Non faceva altro che fare avanti e indietro per la cella ed era preoccupato da morire per Kaori. Al solo pensiero di cosa avrebbero potuto farle gli si stringeva il cuore: doveva assolutamente salvarla!
- Non vedo proprio come potremo fare per cavarcela stavolta - sospirò Sophie.
- Andiamo, ci siamo salvati da situazioni ben peggiori! - ribatté Honey.
- Aspettate, forse ho trovato! - disse a un certo punto Wasabi. - Mi sono appena ricordato di avere in tasca un anello laser che ho costruito! Possiamo usarlo per tagliare la serratura della porta e uscire!
- Non è una cattiva idea, ma come facciamo con la guardia qui fuori? - chiese Tadashi.
- Per quello non preoccupatevi, ho appena trovato nella mia tasca una delle mie mini-bombe fumogene - disse Honey.
- E che stiamo aspettando?! Muoviamoci! - esclamò GoGo.
Così uscirono dalla cella e misero a nanna la guardia.
- Ottimo lavoro! - esclamò Ezra.
- Ok, prima recuperiamo le armature e Baymax e poi andiamo a salvare Kaori - disse Hiro.
- Ma dove le avranno portate? - chiese Fred.
- Credo di aver sentito dire che le portavano nella sala dove ci sono le telecamere di sicurezza - disse Tadashi.
- Ok, allora andiamo - disse Hiro.
Dopo aver attraversato un'infinità di corridoi arrivarono finalmente alla sala delle telecamere. Ovviamente c'era un guardiano seduto davanti ai monitor, ma GoGo si occupò subito di tramortirlo con un colpo alla testa.
- Bene, abbiamo Baymax e le armature, ora andiamo a salvare Kaori - disse Sophie.
Fecero per andarsene, ma si accorsero che Hiro e Tadashi stavano guardando uno dei monitor con espressione sconvolta.
- Ragazzi, che vi prende? - chiese Ezra avvicinandosi con gli altri.
Guardarono anche loro quel monitor: c'erano un uomo e una donna che stavano lavorando su alcuni documenti. La donna aveva lunghi capelli castano rossiccio legati in una treccia laterale e gli occhi verdi; l'uomo invece aveva la pelle chiara, i capelli corti, neri e lisci e gli occhi marroni.
- Ragazzi... Quelli sono i nostri genitori - mormorò Hiro sconvolto.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


- Pensavo che i vostri genitori fossero morti in un incidente in elicottero molti anni fa - disse sorpresa Honey.
- In effetti non hanno mai ritrovato i loro corpi, ma non capisco come possano essere ancora vivi! - disse Tadashi passandosi una mano sui capelli.
- Già! E poi che ci fanno qui?! I nostri genitori erano persone oneste, perché dovrebbero aiutare un furfante come Scorpion?! - aggiunse Hiro.
- Ok, propongo di dividerci: io, Honey, Sophie e Ezra andiamo a salvare Kaori, mentre voi due andate da quei due tizi con Fred, Wasabi e Baymax - disse GoGo.
Dopo aver indossato le armature il gruppo si divise. Lungo la strada trovarono un sacco di guardie pronte a sparare, ma per fortuna riuscirono a superarle e arrivarono alla stanza che avevano visto sul monitor. Baymax abbatté l'enorme porta di ferro con uno dei suoi razzi e si ritrovarono davanti i presunti genitori di Hiro e Tadashi che li fissavano sconvolti da quell'improvvisa intrusione.
- Chi siete?! - chiese l'uomo.
- Non preoccupatevi, non vogliamo farvi del male. Siamo qui per salvarvi - disse Hiro con voce calma.
- Lasciateci in pace! - disse la donna puntando contro di loro una pistola. - Non possiamo andarcene!
- E perché?! - chiese Tadashi.
- In palio c'è molto più di quanto possiate immaginare. - disse l'uomo con un sospiro sconsolato.
- Oh, immagino che vi siate divertiti a mettere fuori gioco i miei uomini - disse una voce alle loro spalle.
Si girarono e videro Scorpion che li fissava con un ghigno divertito: - Ora però dovrete affrontare una vera e propria tempesta!
Scorpion afferrò da un tavolo una siringa che conteneva un liquido rosso e se lo iniettò nel braccio. In un istante i suoi muscoli cominciarono a gonfiarsi tanto che i suoi vestiti si strapparono e gli rimasero addosso solo i pantaloni. Hiro e Tadashi lo attaccarono mentre Baymax, Fred e Wasabi proteggevano i due scienziati, ma i loro colpi non sembrarono nemmeno scalfirlo.
- Sentite signori, non so cosa vi abbia promesso Scorpion, ma... - disse Wasabi.
- Ci ha promesso di ridarci i nostri figli - lo interruppe Kyle.
- Vedete, noi facevamo parte di un gruppo segreto di scienziati che lavoravano per il governo all'oscuro delle loro famiglie - spiegò Rea. - Molti anni fa siamo sopravvissuti ad un incidente in elicottero e quando abbiamo ripreso i sensi ci siamo ritrovati qui. Scorpion ci disse che aveva fatto manomettere l'elicottero per fare in modo che avessimo un incidente non mortale e che voleva che lavorassimo per lui.
- Noi all'inizio ci siamo rifiutati, ma lui ci ha detto che aveva catturato i nostri figli e che avrebbe fatto loro del male se non avessimo accettato - concluse Kyle.
- Scoprion vi ha mentito, i vostri figli stanno bene al 100%! - ribatté Wasabi.
Tutti e cinque lanciarono un'occhiata ai due fratelli che stavano combattendo e videro Scorpion scaraventarli contro un muro.
- Ok, forse non proprio al 100%, ma... - disse Fred.
In quel momento arrivarono anche GoGo, Sophie, Honey e Ezra, che stava sorreggendo Kaori.
- Non ditemi che volevate tenervi il divertimento tutto per voi! - scherzò GoGo.
Ezra e Kaori andarono verso Wasabi, Fred e Baymax, mentre GoGo, Sophie e Honey andarono a dare man forte a Hiro e Tadashi. Kyle frugò in un cassetto e tirò fuori un'altra siringa, solo che questa conteneva un liquido bianco.
- Questo è l'antidoto del siero che Scorpion ha assunto poco fa, dovete trovare il modo di darglielo - disse Rea.
- Ci penso io - disse Wasabi.
Gli altri erano a terra e mentre Scorpion si apprestava a colpirli, il ragazzo di colore gli iniettò l'antidoto. Il malvivente lanciò un grido di dolore mentre il suo corpo tornava normale e cadde a terra privo di forze.
- Ce l'abbiamo fatta! - esultò Honey.
Rea e Kyle stavano guardando i due fratelli e i loro occhi si riempirono di lacrime.
- Hiro... Tadashi... - mormorò Rea con le gambe tremanti.
- Siete proprio voi... - aggiunse Kyle.
- Sì, mamma e papà. - disse Hiro.
I due coniugi scoppiarono a piangere e abbracciarono fortemente i loro ragazzi.
- Ci siete mancati così tanto! - disse Tadashi.
- Anche voi! - disse Rea accarezzandogli il viso. - E come siete cresciuti!
- Non immaginate neanche quante cose abbiamo da raccontarvi - disse Hiro quando sciolsero l'abbraccio.
- Sono davvero loro i vostri genitori? Ora capisco perché il vostro cognome mi suonava familiare. - disse Kaori. - Mentre ero prigioniera qui li ho visti molte volte prima di perdere la memoria.
Tadashi circondò i fianchi di Sophie con un braccio e, rivolto ai genitori, disse: - Mamma papà, lei è Sophie. Mia moglie.
- Cosa?! Sei sposato?! - esclamò Rea.
- Sì, ma vi racconterò tutto mentre torniamo a San Fransokyo - rispose Tadashi dando a Sophie un dolce bacio sulle labbra.
- Complimenti figliolo, è molto carina! - disse Rea facendoli arrossire
- Che bello, finalmente potremo tornare a casa! - disse Kyle.
- Sì, comunque credo che appena zia Cass vi vedrà le verrà davvero un infarto a differenza di quando è tornato Tadashi - disse Hiro.
- Eh? Ma di che stai parlando? - gli chiese la madre.
- È una luuunga storia - rispose lui.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Mentre con il jet tornavano a San Fransokyo, Hiro e Tadashi raccontarono tutto della loro vita ai genitori, di come Hiro fosse diventato un supereroe, di quando credevano che Tadashi fosse morto e poi era tornato e di Claire e Riley.
- Quindi siamo anche nonni oltre che suoceri - disse Kyle.
- Sì e appena arrivati a casa ve li faremo conoscere - disse Hiro.
- E se non gli piacessimo? - disse Rea preoccupata.
- Non preoccuparti mamma, sono certo che vi adoreranno - la rassicurò Tadashi. Gli faceva uno strano effetto chiamare qualcuno "mamma" dopo così tanto tempo.
Quando arrivarono Cass non c'era e i bambini erano in camera loro a giocare.
- Aspettate qui, è meglio se prima vi annunciamo - disse Tadashi ai genitori.
Lui, Hiro e Sophie entrarono e appena i gemelli li videro i loro visi si illuminarono.
- Bentornati! - esclamarono correndo ad abbracciarli.
- Grazie! - disse Sophie dando a entrambi un bacio sulla guancia.
- Bambini, abbiamo una bella sorpresa per voi! - disse Hiro.
- Cosa? - chiese Riley curioso.
- I genitori miei e di zio Hiro sono qui e vogliono conoscervi - disse Tadashi.
- Gli altri nostri nonni? - chiese Claire.
- Esattamente - rispose Sophie.
- E perché non li abbiamo mai visti prima? - chiese Riley.
- Purtroppo avevano dei problemi e non potevano venire. Ma ora sono qui e sono impazienti di conoscervi - rispose Hiro.
I bambini si fecero portare in corridoio. Quando videro i loro nonni inizialmente li guardarono con diffidenza, poi Claire fece un passo avanti e chiese: - Voi siete i nostri nonni?
- Sì piccola - sorrise Rea.
- Come vi chiamate? - chiese Kyle.
- Claire e Riley - risposero. - E voi?
- Rea e Kyle - rispose la donna.
Allora i bambini sorrisero e corsero ad abbracciarli.

Mezz'ora dopo il campanello suonò e Hiro e Tadashi andarono ad aprire: era Cass.
- Ciao, ragazzi - disse entrando. - Avete aiutato Kaori a recuperare la memoria?
- Sì, comunque c'è una cosa di cui dovremmo parlarti - disse Hiro.
- Bene, di che si tratta? - chiese lei.
- Aspetta un attimo - disse Tadashi allontanandosi.
Quando tornò con i genitori a Cass vennero le lacrime agli occhi.
- C-Cosa...? - balbettò sconvolta.
- Ehm, ciao - disse Rea un po' imbarazzata.
Cass divenne improvvisamente pallida e stava quasi per cadere, ma Rea e Kyle arrivarono a sostenerla. La poveretta sbatté un paio di volte le palpebre per essere sicura che non fosse un sogno, poi sorrise e pianse di gioia mentre i due la abbracciavano.
- Mi sei mancata Cassy - disse Kyle.
La donna sorrise nel sentire di nuovo quel soprannome con cui il fratello la chiamava sempre.
- Anche tu.

Dopo essersi ripresa dallo shock, Cass aveva deciso di fare una cena speciale per festeggiare il ritorno di Rea e Kyle. Anche i ragazzi del gruppo, Kaori e Ezra rimasero a mangiare e la serata trascorse in allegria. Più tardi, quando se ne furono tutti andati, Hiro si buttò sul letto esausto. Improvvisamente qualcuno bussò.
- Avanti - disse pigramente.
La porta si aprì e a entrare fu Kaori.
- Ehi - lo salutò con un leggero sorriso.
- Ehi - ricambiò lui. - Come mai sei ancora qui?
- Volevo sapere come stavi, sarai parecchio scosso - rispose lei sedendosi accanto a lui.
- Un po', ma ormai sono abituato ai fatti sconvolgenti - disse il ragazzo con una leggera risatina.
Dopo un attimo di silenzio imbarazzante, Hiro disse: - Kaori, devo dirti una cosa.
- Fai pure, ti ascolto - rispose lei.
Il ragazzo divenne rosso come un peperone: non sapeva neanche da che parte cominciare!
- So che ci conosciamo solo da un giorno, ma volevo che sapessi che sei una ragazza fantastica, bella e simpatica e ho sentito subito che tra di noi c'era qualcosa di speciale.
Sentendo quelle parole anche Kaori arrossì leggermente.
- Kaori, quello che sto cercando di dirti è che... Sì, insomma, tu... MI PIACI, ECCO! - esclamò Hiro dicendo le ultime parole tutte d'un fiato.
La ragazza lo fissò un attimo con la bocca leggermente spalancata, non sapendo cosa dire. Poi mise la sua mano in quella di Hiro e sorridendo timidamente disse: - Anche tu mi piaci.
- Davvero?! - esclamò lui sorpreso.
- Sì. Perché sei così sorpreso?
- No, è che ero convinto che ti piacesse Ezra. Insomma, siete amici da tanto tempo e poi lui è molto meglio di me.
- Di Ezra?! Ma non dire sciocchezze! - disse Kaori ridendo. - Amici sì, ma fidanzati proprio no!
- Quindi, pensi che si potrebbe... Io e te?
Per tutta risposta, Kaori lo baciò. Hiro rimase un attimo interdetto, poi circondò con le mani la vita della ragazza per approfondire quel bacio. Rimasero così per un po', poi Kaori si sdraiò sul letto con Hiro sopra di lei, che cominciò a sollevarle la maglietta, mentre lei gli slacciava i pantaloni. Fu così che quel semplice bacio si trasformò in qualcosa di ben più intenso e passionale, che durò per ore, finché i due non si addormentarono l'uno tra le braccia dell'altra.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Hiro si svegliò quando sentì i raggi del sole accarezzargli il viso e sorrise vedendo Kaori che dormiva ancora beatamente. Le accarezzò la schiena nuda e le posò un bacio sul collo che la fece svegliare.
- Buongiorno - lo salutò Kaori girandosi verso di lui e stropicciandosi un occhio.
- Buongiorno - ricambiò lui baciandola sulle labbra.
- Quindi... L'abbiamo fatto - disse lei ancora un po' sconvolta.
- Sì e non riesco a credere che sia stato così... Così... - Hiro non riusciva a trovare le parola adatte per descrivere ciò che aveva provato.
- Magico? Indimenticabile? - tirò a indovinare Kaori.
- Entrambi - rispose lui. - Ma quindi stiamo insieme?
- Direi di sì! - ridacchiò lei dandogli un altro bacio. - Prima o poi ti presenterò ai miei nonni. Sono certa che ti adoreranno.
- Sarà un vero piacere - sorrise lui.
Rimasero abbracciati nel letto ancora per un po', poi si vestirono e andarono in cucina, dove trovarono Sophie e Tadashi. Quest'ultimo poi li stava fissando con un ghigno divertito.
- Che c'è? - chiese Hiro confuso.
- Oh nulla - rispose il fratello con finta indifferenza. - Volevo solo sapere se vi siete divertiti.
A quelle parole Hiro e Kaori divennero color cremisi.
- N-Non so di cosa parli! - rispose il minore leggermente infastidito.
- Secondo te non ci siamo chiesti come mai Kaori non è tornata a casa e che cos'erano tutti quei rumori che venivano dalla tua stanza?! - disse Tadashi scoppiando a ridere. - Vi conviene sputare il rospo, anche perché quei succhiotti che avete sul collo non lasciano alcun dubbio!
I due ragazzi avrebbero voluto sprofondare per l'imbarazzo. In quel momento arrivarono anche Rea e Kyle.
- Buongiorno ragazzi - li salutò Rea. - Che si dice di bello?
- Ciao mamma, vuoi sapere cos'hanno fatto questi due stanotte? - ridacchiò Tadashi indicando Hiro e Kaori.
- Non osare dirglielo! - minacciò il minore.
Ma Tadashi lo disse lo stesso: - Il tuo piccolo Hiro stanotte è finalmente diventato un uomo!
La donna inizialmente guardò Tadashi confusa, ma quando ebbe capito cosa intendeva buttò le braccia al collo del minore: - HIRO, COME SONO FELICE!!
Il ragazzo si coprì con le mani il viso, che era diventato sempre più rosso.
- Dai, non ti devi vergognare - gli disse la madre accarezzandogli il viso. - Sai quante volte ti ho visto nudo quand'eri piccolo?
- MAMMA!! - urlò Hiro sull'orlo dell'imbarazzo, mentre Tadashi rideva come un idiota.
- Rea, ti ricordi come piangeva Tadashi quando aveva pochi mesi? - chiese a un certo punto Kyle alla moglie. - Era peggio del verso di un falco quando gli si taglia una zampa! Non ci faceva mai dormire e tu lo chiamavi sempre Lupacchiotto!
Tadashi sgranò gli occhi, mentre Hiro rideva sotto i baffi.
- E adesso che mi dici Lupacchiotto? - lo prese in giro il minore.
- Questa me la paghi! - esclamò Tadashi con un ghigno.
Iniziò a inseguirlo per tutta casa con l'intenzione di fargliela pagare.
"Bambinoni!" pensò Sophie scuotendo la testa.

Erano passati un sacco di mesi da quell'avventura e Hiro e Tadashi avevano deciso si trasferirsi. A entrambi era dispiaciuto lasciare la casa in cui erano cresciuti, anche perché significava non vedersi più tutti i giorni, ma sentivano il bisogno di essere più indipendenti, così Tadashi aveva comprato una casa in cui era andato a vivere con la sua famiglia, mentre Hiro era andato a vivere da Kaori. Rea e Kyle invece erano rimasti a vivere con Cass per non lasciarla sola e avevano instaurato un bellissimo rapporto con i nipoti.
Quel giorno era il quinto compleanno dei gemelli e alla festa erano stati invitati anche Ezra e il gruppo dei nerd. Stavolta per la festa avevano scelto un agriturismo e i bambini non rimasero fermi un attimo, presi dalla voglia di giocare con ogni animale che fosse lì. Il momento più bello della festa arrivò a mezzanotte, quando ci furono i fuochi d'artificio. Tutti quanti osservavano incantati quello spettacolo di luci e colori. Hiro circondò la vita di Kaori e le diede un bacio, e pensò a come la sua vita fosse diventata incredibile: se qualche anno prima non fosse andato al parco e non avesse incontrato Sophie probabilmente non avrebbe mai vissuto tutte quelle avventure! Poi spostò lo sguardo verso i genitori e vide che erano piuttosto assenti, cosa che non era sfuggita nemmeno a Tadashi, così entrambi li presero da parte.
- Mamma papà, che avete? - chiese Hiro.
- Niente figliolo - rispose Kyle
- Non fate finta di niente, siete parecchio strani ultimamente. Volete dirci che succede? - continuò Tadashi.
Rea sospirò e si decise a parlare: - Ragazzi, è bellissimo avervi ritrovati e essere qui con voi ora, ma... Ci siamo persi la vostra infanzia!
- Non c'eravamo per i vostri primi giorni di scuola, per il matrimonio di Tadashi e nemmeno per la nascita di Claire e Riley! - aggiunse Kyle. - Vi abbiamo lasciato che eravate bambini e vi ritroviamo che siete diventati uomini e purtroppo non potremo mai recuperare il tempo perso!
- Non dite così! Sarà anche vero che vi siete persi un sacco di cose, ma ora siete qui con noi ed è questa la cosa più importante! - ribatté Hiro.
- Già e poi Claire e Riley sono ancora piccoli e vi adorano, sono sicuro che non vi perderete nulla della loro vita. Non è mai troppo tardi, ce lo avete insegnato voi! - aggiunse Tadashi.
Rea e Kyle sorrisero orgogliosi dei loro figli e li abbracciarono fortemente. Poi improvvisamente Claire e Riley corsero verso i nonni e cominciarono a tirarli per le braccia.
- Nonna nonno, venite a spingerci sull'altalena! - dissero insistenti.
- Va bene, va bene! - risposero loro divertiti.

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